Dopo la versione originale oggi Prime Video ha svelato il teaser
trailer dell’attesissimo thriller psicologico Dead
Ringers. Rivisitazione in chiave contemporanea del
thriller di David Cronenberg del 1988 con Jeremy
Irons, Dead Ringers vede Rachel Weisz nel doppio ruolo di Elliot e
Beverly Mantle, due gemelle che condividono tutto: droghe, amanti e
un desiderio sfacciato di fare tutto il necessario – anche
spingersi oltre i confini dell’etica medica – nel tentativo di
sfidare pratiche antiquate e portare in primo piano l’assistenza
sanitaria alle donne. Tutti i sei episodi saranno disponibili dal
21 aprile in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e
territori nel mondo.
Rachel Weisz è anche executive producer della
limited-series creata e scritta dalla scrittrice e sceneggiatrice
candidata agli Emmy Alice Birch (Normal
People, Succession,
Il prodigio), che ne è anche executive producer. Nel cast
della serie anche Britne Oldford (The Umbrella Academy,
American Horror Story: Asylum) nel ruolo di Genevieve, Poppy
Liu (Hacks, Better Call Saul) nel ruolo di Greta, Michael
Chernus (Scissione, Orange is the New Black) nel ruolo di
Tom, Jennifer Ehle (Zero Dark Thirty, Saint Maud) nel
ruolo di Rebecca ed Emily Meade (The Deuce: La via del porno,
The Leftovers – Svaniti nel nulla) nel ruolo di Susan.
Il regista Sean Durkin (La fuga
di Martha, The Nest – Il Nido, The Iron Claw) ha diretto
i primi due episodi e ha co-diretto l’ultimo episodio della serie.
Il team di regia include anche Karyn Kusama (Jennifer’s Body,
Girlfight), Karena Evans (P-Valley, Snowfall) e
Lauren Wolkstein (A Friend of the Family, Y: L’ultimo
uomo).
Dead Ringers è co-prodotta
da Amazon Studios e Annapurna Television. Alice Birch, che è la
showrunner della serie, ed è executive producer insieme a Rachel
Weisz per Astral Projection, Stacy O’Neil, Sue Naegle e Sean
Durkin. Ali Krug è executive producer per Annapurna Television.
Erica Kay, Anne Carey e Polly Stokes sono executive producers.
James G. Robinson, David Robinson e Barbara Wall sono executive
producer per Morgan Creek.
La
sceneggiatura è una scrittura di servizio, non è
mai un’opera conclusa ma aspetta sempre l’intervento di qualcun
altro per entrare nel regno dell’essere. La
sceneggiatura però racconta una storia, spesso
setta i tempi e il tono di un film (nel nostra cosa parliamo di
sceneggiature cinematografiche, ovviamente) ed è giusto che, come
tutti i mestieri del cinema, abbia un posto anche nell’ambito dei
riconoscimenti assegnati dall’Academy Awards.
Anche per gli Oscar 2023, le categorie di eccellenza
dedicate alla sceneggiatura sono due, la prima per la migliore
sceneggiatura originale, ovvero la storia che è frutto
dell’invenzione dell’autore della stessa, e la seconda è per la
migliore sceneggiatura adattata, che parte quindi da un’opera
pre-esistente, che più spesso è un libro, ma può essere anche un
articolo di giornale, un’inchiesta, un fumetto, insomma un’altra
storia pre-esistente che viene declinata nel linguaggio
cinematografico. Scopriamo insieme quali sono i candidati di
quest’anno per le migliori sceneggiature e cerchiamo di capire a
chi andrà l’Oscar
2023 per la migliore sceneggiatura originale e
adattata.
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Crediti - Reiner Bajo
Sceneggiatura
adattata
La cinquina in categoria
è estremamente varia, quest’anno, sia per genere che per ambizione
che i film in oggetto hanno. Si parte dal tedesco
Niente di nuovo sul fronte occidentale, riadattamento
(il terzo) del romanzo omonimo diErich Maria
Remarque. Pur non trattandosi di
‘un’operazione particolarmente ispirata o efficace, la scrittura
del film è comunque molto solida, partendo da un romanzo che ha
fatto la storia del genere, eppure desta perplessità la sua
presenza in cinquina. D’altronde però il film stesso, che ha
guadagnato 9 nomination, è un piccolo caso di stagione, dal momento
che ha sto-vinto ai BAFTA e che conta di portare a casa qualche
riconoscimento anche presso l’Academy. Edward
Berger, che firma anche la regia, non brilla certo per
originalità, ma è probabile che il momento storico abbia fatto
sentire la necessità di valorizzare il suo lavoro.
Secondo titolo in
nomination è Glass Onion: A
Knives Out Mystery, firmata da Rian
Johnson. Anche in questo caso, il mistero è più nella
nomination che nel film, dal momento che, a differenza della
perfezione strutturale con il quale era stato scritto il film di
cui questo è un sequel diretto (Cena con delitto, 2019), in questo
casi i meccanismi non sembrano bene oliati e il dramma prende
presto il posto del whodunit, che dovrebbe essere invece il cuore
del progetto. Questo posto in nomination sembra però in qualche
modo dovuto a un film che, battente bandiera Netflix, gode della fortuna del suo predecessore.
Uno dei
titoli più interessanti degli ultimi mesi e che con sorpresa è
arrivato fino agli Oscar con due nomination (l’altra è per la
splendida performance di
Bill Nighy da protagonista) è Living,
diretto da Oliver
Hermanus e remake dello splendido
Vivere di Akira Kurosawa. Lo
stile giapponese, dilatato e delicato trasuda da ogni frame del
film e apparentemente anche dalla scrittura, discreta, precisa,
sempre elegante, forse anche troppo formale, come il protagonista
di cui racconta. Firmato dallo scrittore giapponese Nobel per la
letteratura Kazuo Ishiguro, lo script di
Living
merita a tutti gli effetti di essere riconosciuto come uno dei
migliori testi dell’anno, anche se forse ha davvero poche
possibilità di vittoria.
Steven Spielberg lo ha definito il
film che ha salvato il cinema, e per molti versi è così:
Top Gun:
Maverick arriva alla Notte degli Oscar
2023 con diverse nomination, qualcuna in meno (quella a
Tom
Cruise come migliore protagonista, molto attesa) e
qualcuna in più, come questa alla sceneggiatura, che più che
omaggiare il testo in sé, omaggia la perfezione del lavoro
cinematografico svolto nel dare anima a un sequel a 36 anni
dall’originale. Ehren
Kruger, Christopher
McQuarrie eEric
WarrenSinger hanno
svolto un lavoro che più che ispirato o “bello”, oseremmo definire
solido; il film funziona in ogni sua parte, è un ottimo
blockbuster, tocca le corde giuste, riesce a coinvolgere e
emozionare il suo pubblico, è tutto ciò che un film dovrebbe
essere, ma forse premiarlo per la sceneggiatura sembra forse fuori
luogo, se non fosse, ed è importante dirlo, che l’hanno
cinematografico è stato abbastanza sotto tono e quindi spazio anche
ai sequel (è il secondo nominato in categoria) e spazio anche
all’ego di Cruise che si propaga in ogni aspetto del film.
Come dicevamo in apertura
di questo articolo, la sceneggiatura adattata è una sceneggiatura
che parte da qualcosa di già esistente, e nel caso di Women
Talking – Il diritto di Scegliere, quinto titolo di
categoria, la sceneggiatura è stata tratta da fatti avvenuti nella
colonia Manitoba in Bolivia nel 2011.
Scritto e diretto da Sarah Polley, il film avrebbe
dovuto avere, nelle speranze di chi lo ha realizzato, molto più
spazio in questa stagione dei premi, ma si è ridotto ad ottenere
soltanto questa nomination unitamente a quella di Miglior Film, che
però sembra esclusivamente un riconoscimento dell’Academy, visto
che il film ha davvero pochissime possibilità di portare a casa il
premio. Tuttavia il lavoro di sceneggiatura di Polley vale la pena
di essere preso in considerazione, perché si fa portatore di una
sensibilità contemporanea che è importante raccontare e soprattutto
si avvale di un gruppo di interpreti che lo portano in vita davvero
eccellenti. È davvero improbabile che vincerà, ma è molto bello che
sia qui.
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(from background to
foreground, left to right) Bennie Loewy (Seth Rogen), Burt Fabelman
(Paul Dano), Mitzi Fabelman (Michelle Williams), Natalie Fabelman
(Keeley Karsten, back to camera), Lisa Fabelman (Sophia Kopera,
back to camera) and Reggie Fabelman (Julia Butters, back to camera)
in The Fabelmans, co-written, produced and directed by Steven
Spielberg.
Photo credit: Allyson Riggs
- Courtesy of A24
Sceneggiatura
originale
I contendenti in questa
categoria sono senza dubbio interessanti e, come per la categoria
gemella, spaziano tra generi e toni. Guida la cinquina
Gli
Spiriti dell’Isola di Martin
McDonagh. Il film, reduce da una stagione dei premi
davvero soddisfacente, con grandi successi ai Golden Globes e ai
BAFTA, è trai favoriti di categoria, dal momento che McDonagh è
molto ben voluto dall’Academy soprattutto per quanto riguarda il
suo lavoro di sceneggiatore. Il film è la testimonianza di come un
bravo scrittore, quale lui è, riesce a declinare i dilemmi
dell’esistenza umana in toni e inflessioni differenti in base alla
storia che scegli di raccontare. In questa spietata eppure
brillante fotografia della nostra realtà, McDonagh dà davvero il
meglio della sua arte che difficilmente lascerà indifferenti i
membri dell’Academy, se non fosse per un fortissimo
contendente…
Parliamo ovviamente
dell’Asso Piglia Tutto Everything Everywhere All at
Once che sta facendo piazza pulita in questa
season awards e che, ricordiamolo, ha già vinto il premio del
sindacato degli Sceneggiatori, il WGA, assegnato a
Daniel Kwan e Daniel Scheinert,
che firmano anche la regia. Questa maniera disorganica, sbilenca
eppure perfettamente controllata di raccontare la storia di una
“donna normale” (per quanto può essere normale un personaggio
interpretato dalla divina Michelle Yeoh) è senza
dubbio il punto forte di uno script che, mai come in questo caso, è
al servizio della realizzazione di un film assolutamente sui
generis, che ha entusiasmato tanto il pubblico e la critica.
The
Fabelmans è la grandezza di Steven
Spielberg allo stato puro dell’arte. Non esiste un altro
cineasta che, dopo aver raccontato, sempre ad altissimi livelli,
tutte le storie e i mondi raccontabili, riesce a conservare una
tale freschezza, una tale concentrazione e una tale fiducia nella
parola scritta per il cinema quanto questo regista che nel suo 70
anni confeziona un’opera così densa e dolorosa eppure piena di
speranza e fiducia nel sogno che ha vissuto tutta la vita. Il
segreto del film è proprio nella sua scrittura, con buona pace
degli ottimi interpreti, e se The
Fabelmans dovesse davvero essere premiato in questa
categoria, si potrebbe trattare davvero di uno di quei rari casi in
cui a vincere è davvero il migliore.
Come Gli
Spiriti dell’Isola, arriva dal Festival di Venezia
anche il quarto titolo di questa piccola compagnia di nominati.
Parliamo di Tár, scritto e diretto da Todd
Field. Il film si poggia completamente sulle spalle della
sua grande interprete,
Cate Blanchett, che non a caso gareggia per la
statuetta di migliore protagonista, ma a nulla sarebbe servito il
suo talento se non fosse stato sorretto da una scrittura così
affilata e originale. Il film racconta di come il potere piega le
coscienze, tutte le coscienze, e lo fa attraverso il personaggio di
Lidia Tár, direttore d’orchestra di fama
internazionale che lentamente scivola nella pazzia proprio a causa
di quel potere che con fatica e dedizione si è guadagnata. Questo
punto di vista, così insolito nella contemporaneità, si dimostra
fondamentale per rientrare il discorso sul potere che troppo spesso
si riduce semplicemente a una conversazione contro il patriarcato.
Il film di Field ci mostra proprio attraverso la sua scrittura che
il più grande nemico della parità è appunto il potere e l’abuso di
esso nelle mani di chi lo detiene.
Chiude questa cinquina di
altissimo profilo Triangle
of Sadness. Nel 2017, Ruben Ostlund
aveva vinto la Palma d’Oro a Cannes con The
Square, e questo lo aveva messo sotto i riflettori del
cinema internazionale e di Hollywood in particolare. Con la replica
di una vittoria così prestigiosa nel 2022 con Triangle
of Sadness, il regista svedese che piace così tanto
alla Hollywood brillante e riuscito a trovare il suo spazio anche
trai nominati agli Oscar 2023, dove concorre in tre delle categorie
più prestigiose del premio: Miglior Film, Miglior Regia e, appunto,
Migliore Sceneggiatura Originale. Il regista e sceneggiatore
svedese non ha niente da invidiare agli altri candidati, che al
massimo conosco meglio le regole del gioco, ma sicuramente è un
segnale molto importante per l’industria del cinema, il fatto che
film in lingua non inglese finiscano con questa frequenza nelle
categorie della scrittura. Ha pochissime possibilità di vittoria,
ma la satira contro la ricchezza e il lusso che fa Ostlund è
sicuramente una via intelligente e efficace di entrare nei
meccanismi dell’industria di Hollywood.
Chi vincerà gli Oscar
2023 alle sceneggiature?
Il panorama di candidati
alle migliori sceneggiature per gli Oscar 2023 è senza dubbio
vasto, ma soprattutto vario. È davvero interessante la differenza
di toni e generi che questi dieci film rappresentano e quanto siano
inclusivi dal punto di vista dei temi e della provenienza. È chiaro
che non c’è una rappresentazione 1:1 di quello che è il mercato di
Hollywood, ma sicuramente mostra una interessante pluralità di voci
che rappresentano a tutti gli effetti il vero e proprio senso degli
Academy Awards e dei premi in generale. Queste competizioni
raramente vedono trionfare il film migliore, ma da moltissimi anni
ormai si concentrano di più su quello che è il lavoro che invece
parla di più alla contemporaneità.
Alla luce di questa
osservazione tutt’altro che marginale, sembrano quasi scontate le
vittorie nelle rispettive categorie, di
Niente di nuovo sul fronte occidentale e di
Everything Everywhere All at
Once che in un modo o nell’altro sono
effettivamente opere che raccontano il nostro tempo, nel caso del
primo titolo suo malgrado. E se nella categoria Migliore
sceneggiatura Adattata i giochi sembrano fatti, resta comunque
forte la speranza di Gli
Spiriti dell’Isola di portare a casa questo
riconoscimento, dal momento che per le altre categoria in cui è
nominata è davvero difficile che riesca a spuntarla. Il giudizio è
rimesso al gusto dell’Academy, che la notte del 12
marzo, dal Dolby Theatre, incoronerà il
meglio dell’industria cinematografica degli ultimi dodici mesi.
Nel 1963, quando gli americani non
potevano ancora esporsi in prima persona in azioni dirette contro
il territorio del Nord Vietnam, per comandare le motovedette veloci
destinate alle missioni di sbarco di commandos, si rivolsero ai
loro contatti in Norvegia, che trovarono tre giovani marinai per
svolgere questo rischioso compito. Ragnar Andersen, Erik Karlsen e
Mads Berg, si dimostrarono eccezionali, rischiando anche la vita
per trarre in salvo gli incursori sudvietnamiti che rientravano
dalle missioni. Erano i primi momenti della guerra del Vietnam e i
“Vichinghi”, così i tre erano soprannominati dalla CIA, non
potevano certo immaginare che cosa questo conflitto sarebbe
diventato di lì a pochi anni. Ispirato a un’incredibile storia
vera,”Vichinghi in Vietnam” (soggetto di
Alessandro Giorgi, storico e esperto di storia militare, editore
Emmetre Edizioni), è un graphic novel che racconta
le avventure di questi giovani norvegesi, bilanciando sapientemente
azione e introspezione nelle evocative e potenti tavole sceneggiate
e disegnate da Fabrizio De Fabritiis.
Una storia di coraggio, sacrificio
e amicizia che, grazie a una narrazione in stile cinematografico,
su più livelli, sia temporali che di soggetti narranti, fin dalle
prime pagine coinvolge il lettore in quello che è uno scenario di
guerra tattica, tra missioni segrete e pericolose, a volte al
limite della legalità. Questa narrazione trova il suo culmine
emotivo nelle lettere che il protagonista principale, Ragnar, invia
alla compagna Linn, dense di calore e affetto, ma soprattutto delle
sue riflessioni e pensieri sulle intense esperienze vissute durante
il conflitto che lo porteranno, insieme ai suoi due compagni, a
evolvere e cambiare.
Nella parte finale del volume
troviamo diverse pagine di approfondimento, a cura dell’autore
Alessandro Giorgi, che racconta, con dovizia di particolari e
interessantissimi aneddoti, la vera storia e i veri
protagonisti che hanno ispirato “Vichinghi in Vietnam” e perché la
scelta del fumetto come media per fare conoscere questa incredibile
vicenda.
Il volume sarà disponibile dal
13 marzo e verrà presentato in
anteprima alla manifestazione Cerea Comics and
Games (VR) i giorni 11 e 12 marzo
allo stand Emmetre Edizioni. Domenica 12 alle ore 11 sul
palco ci sarà l’incontro ufficiale di presentazione
insieme all’autore Alessandro Giorgi e lo
sceneggiatore e disegnatore Fabrizio De Fabritiis.
Per l’occasione sarà possibile acquistare anche una
stampa speciale a tiratura
limitata (solo 100 copie) numerata e
firmata dagli autori.
E’ possibile preordinare “Vichinghi
in Vietnam” sullo store online di Emmetre Edizioni, approfittando
dei convenientissimi pacchetti preordine al seguente
link. Il volume è anche preordinabile anche in
fumetteria e libreria.
E’ stato diffuso il trailer
italiano di Operation Fortune, film targato
Sky Original attesissimo film di Guy Ritchie con protagonista Jason Statham, che in Italia dal 17 aprile
sarà in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su
NOW.
Venticinque anni dopo l’uscita di
Lock & Stock – Pazzi scatenati, che vide il debutto alla
regia di Ritchie e l’ascesa di Statham come superstar del cinema e
che è stata la prima di una lunga serie di pellicole che ha visto
la coppia lavorare assieme, Ritchie e Statham tornano a collaborare
in questa adrenalinica e divertentissima spy action comedy, assieme
ad un cast di superstar come Aubrey Plaza, Cary Elwes,
Hugh Grant, Josh Hartnett e Bugzy Malone.
La trama di Operation
Fortune
La superspia Orson Fortune (Jason
Statham) viene reclutata da un’associazione mondiale di
controspionaggio per cercare di sventare la vendita di una
potentissima e oscura arma tecnologica, detta “la maniglia”, che
minaccia di sovvertire l’ordine del pianeta, in possesso del
ricchissimo trafficante d’armi Greg Simmonds (Hugh Grant). Insieme
ad alcuni dei migliori agenti del mondo (Aubrey Plaza, Cary Elwes,
Bugzy Malone), Fortune e la sua banda reclutano la più grande star
del cinema di Hollywood Danny Francesco (Josh Hartnett) perché li
aiuti in una missione sotto copertura che li porterà in giro per il
pianeta e che ha lo scopo di salvare il mondo.
Guarda il trailer del nuovo film
originale Disney+Chang a
Canestro, che debutterà in esclusiva su Disney+ il 10 marzo. Scritta e diretta
da Jingyi Shao, al suo debutto in un lungometraggio, la commedia
sportiva di formazione ha come protagonisti Bloom Li, Dexter Darden, Ben Wang, Zoe Renee, Chase Liefeld e
Mardy Ma. I produttori del film sono Rishi Rajani, Lena Waithe e
Brad Weston, mentre Pamela Thur è l’executive producer.
Shao ha dichiarato: “Questo
film è la mia lettera d’amore alla pallacanestro e a come mi ha
aiutato a capire meglio la famiglia, l’amicizia e l’esperienza
degli asiatico-americani/immigrati, a crescere e ad assumersi le
proprie responsabilità anche quando le probabilità sono contro di
te, e a imparare a credere in te stesso e a superare non solo le
barriere poste dagli altri, ma soprattutto quelle imposte da te
stesso“.
Rajani e Waithe hanno dichiarato:
“Siamo molto orgogliosi di questo film. Jingyi, l’intero cast e
la troupe hanno messo il loro cuore nel raccontare una storia
brillante e ricca di sfumature, che crediamo possa essere
raccontata da tutti. Crescendo, tutti noi abbiamo avuto la nostra
versione di una “schiacciata a canestro” – un sogno, un obiettivo
ambizioso – che pensavamo avrebbe cambiato la nostra vita in
meglio. Chang a Canestro parla dell’inseguimento di quel
sogno, del desiderio di essere visti e delle lezioni che impariamo
lungo il cammino. È stimolante e pieno di umorismo e di cuore. Non
vediamo l’ora che il pubblico lo veda!“.
Chang a Canestro segue
Chang, un liceale asiatico-americano di 16 anni che fa parte della
banda musicale e scommette con la stella del basket della scuola
che riuscirà a fare una schiacciata entro la fine dell’anno
scolastico. La scommessa porta Chang, alto 1 metro e 80, a cercare
di trovare lo slancio necessario per una schiacciata perfetta che
possa fare colpo sulla sua cotta, Kristy, e fargli guadagnare
finalmente l’attenzione e il rispetto dei suoi compagni di scuola.
Ma prima di potersi elevare e fare davvero canestro, dovrà
riesaminare tutto ciò che sa di se stesso, delle sue amicizie e
della sua famiglia.
In occasione dell’uscita al cinema
di L’ultima
Notte di Amore, il nuovo film con
Pierfrancesco Favino, Cinefilos.it
offre la possibilità ai suoi lettori di assistere gratuitamente al film. Il film
di Andrea Di Stefano vede protagonisti
Linda Caridi, Antonio Gerardi e
Francesco Di Leva.
Le proiezioni del film sono previste
il 9 e 10
marzo in diverse sale italiane. Ecco l’elenco
completo delle sale che aderiscono all’iniziativa:
Di Franco Amore si dice che è Amore
di nome e di fatto. Di sé stesso lui racconta che per tutta la
vita ha sempre cercato di essere una persona onesta, un poliziotto
che in 35 anni di onorata carriera non ha mai sparato a un uomo.
Queste sono infatti le parole che Franco ha scritto nel discorso
che terrà all’indomani della sua ultima di notte in servizio. Ma
quella notte sarà più lunga e difficile di quanto lui avrebbe mai
potuto immaginare. E metterà in pericolo tutto ciò che conta per
lui: il lavoro da servitore dello Stato, il grande amore per la
moglie Viviana, l’amicizia con il collega Dino, la sua stessa vita.
In quella notte, tutto si annoda freneticamente fra le strade di
una Milano in cui sembra non arrivare mai la luce.
L’annunciata serie Wonder
Man diDisney+ prodotta dai
Marvel Studios sta
attualmente finalizzando il suo cast in vista di un inizio
provvisorio della produzione alla fine di questo mese, e un nuovo
logline per lo spettacolo dovrebbe dare ai fan un’idea migliore di
cosa aspettarsi da questa prima versione live-action dei fumetti
Marvel Comics.
La sinossi (tramite Daniel RPK )
recita: “[La] storia di due attori che lottano per
farcela nell’Hollywood del MCU, portandoli alla grande domanda: che
aspetto ha Hollywood in un mondo in cui i supereroi sono
reali?” Il progetto è anche descritto come “una lettera
d’amore a Los Angeles e all’industria” e si dice che i produttori
Destin Daniel Cretton e Andrew Guest stiano
cercando un tono simile a spettacoli come Silicon
Valley, Dave e Barry .
I due attori sono (presumibilmente)
i fratelli Simon ed Eric Williams. Yahya
Abdul-Mateen II interpreterà il primo, mentre una
recente voce ha suggerito che Demetrius Grosse
(Fear the Walking Dead, The Rookie, Lovecraft Country) era
in trattative per interpretare l’uomo che alla fine diventerà il
malvagio Grim Reaper. Sappiamo anche che
Trevor Slattery di Ben Kingsley apparirà nella serie e la star di
Mindhunters Lauren Glazier si è
recentemente unita al cast in un ruolo non ancora rivelato. Stella
Meghie (The Photograph) è stata scelta
per dirigere diversi episodi della serie tv Wonder
Man.
Doctor
Strange è un grande eroe, ma se una cosa è diventata
chiara negli ultimi anni, è che le sue decisioni il più delle volte
mettono a rischio la realtà cosi come la conosciamo.Mentre Peter Parker aveva un ruolo chiave in alcune scelte,
quel pericoloso incantesimo inSpider-Man: No Way
Home ha quasi portato
innumerevoli varianti nell’MCU. Doctor
Strange nel multiverso della follia,
nel frattempo, ha mostrato a tutti il pericolo che Stephen
Strange rappresenta per il Multiverso.
Alla fine del suo sequel, l’ex Stregone Supremo è saltato su
un portale insieme a Clea per fermare un’incursione, e oggiThe Cosmic
Circusha ora condiviso un intrigante rumor sui
piani futuri per Strange in
The Multiverse Saga. Da quel che sembra l’idea di Avengers: The Kang
Dynasty e Avengers:
Secret Wars è quella di mettere
Strange contro Kang, in modo simile a Iron Man e Thanos. Tuttavia, “la prospettiva di
Kang (e l’angolazione che i Marvel Studios vorranno presentare
al pubblico) è che è l’eroe che cerca di salvare il Multiverso
dalla sua più grande minaccia mai vista … il Doctor Stephen
Strange”.
Sì, sembra che Strange
potrebbe essere un antagonista inaspettato nell’MCU che va avanti,
con Strange probabilmente accusato delle numerose incursioni che si
stanno verificando nel Multiverso. Ricorda, Kang sta
tentando di fermarli cancellando linee temporali divergenti,
presumibilmente per proteggere colui che chiama casa.Questo spiega perché Sinister Strange sperava di spazzare via
le sue varianti e, secondo le fonti del
sito, “ha terminato le sue varianti per
evitare l’inevitabile futuro di un’incursione tra due
universi”.
Siamo certamente incuriositi
dal significato di tutto ciò, soprattutto perché è solo una piccola
parte di un quadro molto più ampio. Anche se fa strano credere che
quello che sembra il cattivo principale in realtà sta facendo ciò
che è necessario per salvare la realtà, solo per causare ulteriori
problemi, il ché non è certamente al di fuori del regno delle
possibilità, considerato come si muovono le storie in questa
moltitudine di reatà.
Dopotutto, la sua controparte
a fumetti e Gli Illuminati hanno permesso
volentieri che si verificassero incursioni se ciò significava
proteggere il proprio mondo, e il tempo di Benedict Cumberbatch come eroe potrebbe
terminare e una nota oscura e tragica sembra stranamente
appropriato, considerato il personaggio.
La puntata della scorsa notte di
The
Flash9 ha svelato la Morte
Rossa mentre Barry (Grant
Gustin) e Iris (Candice
Patton) hanno imparato molto di più sul suo piano
generale e sul destino che potrebbe significare per Central City e
il multiverso in generale. Mentre Barry viene catturato dalla
Morte Rossa, Iris riceve una visita inaspettata dal presunto
scomparso Ryan Wilder (Javicia Leslie), che spiega prontamente la
sua scomparsa. Quando Iris si insospettisce e la chiama,
questo Ryan finalmente viene a sapere di essere un doppelgänger
malvagio che è attualmente intrappolato nella loro linea
temporale.
Viene rivelato che nessuno indossa l’armatura della Morte Rossa e
che Ryan controlla tutto a distanza. La sua velocità è
tecnicamente falsa e quindi ha bisogno che Barry alimenti il
tapis roulant cosmico per riportarla a casa, ma ucciderebbe anche
Barry nel processo, il che non va bene. Dai un’occhiata al
nuovo promo per l’episodio cinque, intitolato “La maschera
della morte rossa, seconda parte“, di seguito:
Il cast principale della nona
stagione di The
Flash comprende
Grant Gustin (“Barry Allen/The Flash”), Candice Patton (“Iris West-Allen”),
Danielle Panabaker (“Dr. Caitlin Snow”),
Danielle Nicolet (“Cecile Horton” ), Kayla
Compton (“Allegra Garcia”), Brandon
McKnight (“Chester P. Runk”) e Jon Cor
(“Mark Blaine/Chillblaine”).
La trama del quinto episodio:
Mentre la Morte Rossa semina il
caos a Central City, Barry (Grant Gustin) e Iris (Candice Patton)
escogitano un piano e chiedono aiuto a Cecile (Danielle
Nicolet). Barry deve affrontare quello che pensa sia stato il
suo più grande errore e il più grande successo della Morte
Rossa. Khione (Danielle Panabaker) vuole aiutare il Team
Flash, ma Barry non può rischiare di perderla. Joe (Jesse L.
Martin) fa a Barry un discorso di incoraggiamento davvero
necessario. Rachel Talalay ha diretto l’episodio con la storia
di Jonathan Butler e la sceneggiatura di Dan Fisk (# 905).
C’è ancora molta segretezza
attorno al film Madame
Webdi Sony Pictures, e anche se
alcune foto dal set e presunte fughe di notizie sulla trama hanno
fatto il giro del mondo, non è stato fatto alcun annuncio ufficiale
sui personaggi Marvel Comics che saranno introdotti nel
prossimoSpin-off di Spider-Man.
Sappiamo che Dakota Johnson interpreterà una versione del
personaggio del titolo e il ruolo della co-protagonista
Sydney Sweeney è stato ora confermato.Secondo Jeff Sneider
sull’ultimo podcast di Hot
Mic, l’attrice di
Euphoriasta al “100%”
interpretando Spider-Woman. Quale
incarnazione dell’eroe vedremo non è stato ancora chiarito ma voci
precedenti suggerivano che l’attrice potrebbe interpretare Julia
Carpenter.
Nei fumetti, Carpenter è
diventata la seconda Madame Web dopo che l’originale,
Cassandra Webb, è stata uccisa da Sarah e Ana
Kravinoff. Ha anche assunto il ruolo di
Spider-Woman, e sembra che il film prenda
spunto da quest’ultima variante. Dunque la
domanda che sorge spontanea è Sweeney potrebbe continuare a
recitare nel film solista annunciatoSpider-Woman di
Olivia Wilde? È passato un po’ di tempo
dall’ultima volta che abbiamo avuto aggiornamenti su quel progetto,
ma Sneider crede che sia ancora in fase di sviluppo e ipotizza che
Sweeney potrebbe benissimo essere il protagonista.
Nel cast di Madame
Web ci sono Dakota Johnson e Sydney
Sweeney. Lo studio si trova in una posizione di forza dopo
l’uscita di
Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74
miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella
storia della Sony. Nel cast di Madame
Web sono stati confermati Dakota Johnson,
Sydney Sweeney, Isabela Merced,
Emma Roberts, Celeste O’Connor, Tahar Rahim, Mike Epps, Zosia
Mamet e Adam Scott.
The CW ha finalmente
rilasciato il trailer ufficiale di Riverdale 7, la
settima stagione della serie tv Riverdale,
l’imminente ritorno del dramma adolescenziale. La premiere della
stagione finale è prevista per mercoledì 29 marzo 2023 negli USA.
Il video riporta Archie e la banda
negli anni ’50, dove le cose diventano molto più strane, più
selvagge e più confuse per i personaggi. Essendo l’unica persona
che ricorda cosa è successo loro, Jughead cerca di convincere
Archie, Betty e gli altri che vengono tutti dal futuro nella
speranza di trovare un modo per tornare alla loro linea
temporale. Dai un’occhiata al trailer di Riverdale
7 qui sotto:
https://youtu.be/Qbtjz0lly20
La settima stagione di
Riverdale attualmente
è interpretato da KJ Apa nei panni di Archie Andrews, Lili Reinhart nei panni di Betty Cooper,
Camila Mendes nei panni di Veronica Lodge,
Cole Sprouse nei panni di Jughead Jones,
Madelaine Petsch nei panni di Cheryl Blossom,
Vanessa Morgan nei panni di Toni Topaz,
Casey Cott nei panni di Kevin Keller, Charles Melton nei panni di Reggie Mantle e
Drew Ray Tanner nei panni di Fangs Fogarty.
“La settima e ultima stagione
va dove nessuna stagione di Riverdaleha
osato andare prima – gli anni ’50! Riprendendo da dove si è
conclusa la scorsa stagione, Jughead Jones si ritrova intrappolato
negli anni ’50. Non ha idea di come ci sia arrivato, né di
come tornare al presente. I suoi amici non sono d’aiuto,
poiché vivono vite apparentemente autentiche, simili alle loro
controparti classiche di Archie Comics, ignari di essere mai stati
da nessuna parte tranne che negli anni ’50. Archie Andrews è
il classico adolescente tutto americano, che diventa maggiorenne,
si mette nei guai e impara lezioni di vita; Betty Cooper è la
ragazza della porta accanto, che inizia a mettere in discussione
tutto sulla sua vita perfetta, inclusa la madre
Alice; Veronica Lodge è una stellina di Hollywood che si è
trasferita a Riverdale in circostanze misteriose; Cheryl
Blossom è l’ape regina con uno spirito appassionante e un desiderio
segreto; Toni Topaz è un attivista che combatte per gli
studenti neri della Riverdale High recentemente
integrata; Kevin Keller è un crooner “quadrato” alle prese con
la sua identità sessuale; Reggie Mantle è una stella del
basket della campagna; e Fangs Fogarty è un ingrassatore
destinato a diventare una star tipo Elvis”, si legge nella
sinossi.
“È solo quando Jughead riceve
la visita di Tabitha Tate – l’angelo custode di Riverdale – che
scopre la verità cosmica sulla loro difficile
situazione. Riusciranno Jughead e la banda a tornare nel
presente? O i nostri personaggi rimarranno intrappolati per
sempre negli anni ’50? E, se è così… è una cosa così
brutta?“
Basato sui personaggi di Archie
Comics, Riverdale è
prodotta da Warner Bros.
Television e CBS Television Studios, in
associazione con Berlanti Productions, con i produttori esecutivi
Roberto Aguirre-Sacasa, Greg
Berlanti , Sarah Schechter e Jon Goldwater.
Che piaccia o meno, la galassia di Star Wars
si è espansa ad una velocità impressionante negli ultimi anni.
Oltre alla nuova trilogia cinematografica e agli spin-off sono
arrivate serie come The Book of Boba Fett, Obi-Wan Kenobi, Andor e le
animate The Bad Batch, The Clone Wars,
Rebels e altre ancora. Se non tutti i prodotti realizzati
da quando la Disney ha acquisito la
Lucasfilm sono stati apprezzati dai fan della
saga, c’è però un titolo che rimane sostanzialmente un punto fermo,
capace di mettere d’accordo tanto gli appassionati di vecchia data
quanto le giovani generazioni di spettatori. Stiamo parlando
di The Mandalorian.
Giunta alla sua terza stagione, dopo
una pausa di due anni, la serie dedicata al Mandaloriano
Din Djarin e al suo tenero compagno di viaggio
Grogu, ha infatti saputo trovare quell’equilibrio
tra le atmosfere e la spettacolarità dei primi film e i moderni
linguaggi narrativi, riuscendo così ad affermarsi come il prodotto
simbolo di questa nuova fase della storia di Star
Wars. Gli otto nuovi episodi, distribuiti a cadenza
settimanale su Disney+, sono dunque da accogliere con
grande gioia, dietro la quale si nasconde come sempre anche una
certa preoccupazione. Avendo Din Djarin concluso la propria
missione al termine della seconda stagione, cos’altro può esserci
ora da raccontare che abbia lo stesso impatto?
Forse non tutti gli spettatori di
The Mandalorian hanno visto The Book of Boba, ma
è lì, in un paio di episodi interamente dedicati al Mandaloriano,
che si nascondono i semi narrativi per questa terza stagione. In
quell’occasione, poiché si è tolto il casco di propria volontà, a
Din Djarin viene comunicato che non può più essere considerato un
Mandaloriano. È ora un apostata (e L’apostata è proprio il
titolo del primo episodio), che può redimersi solo bagnandosi nelle
Acque Viventi nel cuore delle miniere di Mandalore, pianeta
considerato però distrutto e avvelenato. Convinto del contrario, il
Mandaloriano farà dunque di questa la sua nuova missione, con
l’obiettivo di redimersi e poter far di nuovo parte del sacro
credo.
Bentornati nella galassia lontana lontana…
Perché The Mandalorian è
tanto importante nel panorama dei prodotti audiovisivi dedicati a
Star Wars? Oltre a quanto fin accennato sulla sua capacità
di essere un punto di incontro tra tradizione e novità, la serie
porta avanti sin dalla prima stagione due aspetti fondamentali dei
primi film della saga: l’esplorazione e la costruzione di una
mitologia. Il primo episodio di questa terza stagione continua a
portare avanti tutto ciò, ad esempio con la missione primaria del
Mandaloriano che si interseca con altre piccole missioni da
compiere. Questo stratagemma narrativo, alla base anche delle
precedenti due stagioni, non manca di infastidire alcuni spettatori
che vorrebbero si andasse dritti al sodo.
Ma è proprio da questo continuo
dover mettere in pausa la missione principale per poter prima
risolvere altre questioni che emerge la possibilità di esplorare in
lungo e in largo la galassia. Ciò che il Mandaloriano deve compiere
in ogni episodio risulta dunque essere poco più che un pretesto per
offrire la visione di mondi nuovi, popolazioni sino ad ora
sconosciute, ambienti ostili e ad altri seducenti. Questo primo
episodio non fa eccezione, portando lo spettatore a confrontarsi
con una serie di ambienti molto variegati tra loro, che si offrono
in tutta la loro magnificenza, saziando gli occhi ed offrendo un
intrattenimento puro e intelligente.
The Mandalorian, questa è la via per una serie
vincente
Se dunque anche questa terza
stagione promette una profonda esplorazione della galassia di
riferimento, con questo episodio d’apertura che ne è un gustoso
antipasto, la serie ideata da Jon Favreau
continua poi ad esaltare anche per altri importanti aspetti. Oltre
alla dimensione mitologica, rappresentata qui non solo dal credo
Mandaloriano e dalle sue regole ma anche dalle tante altre
dinamiche vigenti all’interno dell’universo narrativo proposto, è
l’attenzione verso un certo senso di meraviglia e di spettacolo che
continua ad essere vincente. Anche quando ci si trova ad assistere
a scene di cui si potrebbero prevedere i risvolti, ecco che spunta
fuori qualche sorpresa che arricchisce la visione.
Di questo primo episodio, tanto gli
avvincenti inseguimenti tra asteroidi nello spazio quanto le scene
più comiche (il più delle volte per merito di Grogu), per non
parlare della brillante citazione a Terminator, regalano
più di un motivo per gioire dell’esistenza di questa serie, il
gusto per la messa in scena è dunque molto forte. La presenza di
Pedro Pascal
nei panni del duro e paterno Mandaloriano, del tenero Grogu o
dell’epica colonna sonora firmata da Ludwig
Göransson non sono poi che valore aggiunto. L’inizio di
questa nuova stagione è dunque molto promettente, sia per la
promessa di condurre lo spettatore verso nuovi ambienti e avventure
sia per il riproporre (non però facendone un sterile copia) gli
elementi delle precedenti stagioni che hanno fatto da subito amare
questa serie.
Prime Video ha diffuso il teaser trailer
di The Marvelous Mrs. Maisel 5, l’attesa quinta e
ultima stagione della serie tv The Marvelous Mrs.
Maisel con protagonista Rachel Brosnahan. Il trailer ci dà
un’idea del prossimo passo di Midge verso la realizzazione dei suoi
sogni come cabarettista. La serie dovrebbe tornare il 14
aprile con i primi tre episodi.Puoi dare un’occhiata
al teaser trailer ufficiale di The
Marvelous Mrs. Maisel Stagione 5 di seguito:
“Dopo aver bruciato i ponti
ed essere stata tagliata dal tour, Midge Maisel ha resistito per
tutta la quarta stagione, ricostruendo la sua carriera e la sua
reputazione”, recita la sinossi. “Gli ultimi momenti della
stagione sono culminati con Midge che ha lasciato la Carnegie Hall
rinvigorita e pronta a resistere a qualsiasi bufera di
neve. Dopo un’illuminazione davanti al cartellone
innevato del The Gordon Ford Show, Midge è pronta per “Andare
avanti” e combattere per la sua ascesa alla celebrità, dotata della
sua arguzia e della sua lingua tagliente, e nient’altro da
perdere . Nella
quinta e ultima stagione, Midge si ritrova più vicina che mai al
successo che ha sognato, solo per scoprire che più vicino che mai è
ancora così lontano.
The Marvelous
Mrs. Maisel è interpretato da Rachel Brosnahan nei panni di Miriam “Midge”
Maisel, Tony Shalhoub nei panni del padre di
Midge, Abe Weissman, Alex Borstein nei panni di
Susie Myerson, Michael Zegen nei panni del marito
di Midge, Joel Maisel, e Marin Hinkle nei panni
della madre di Midge, Rose Weissman. L’ultima stagione vedrà
anche protagonisti Kevin Pollak, Caroline Aaron, Reid
Scott, Alfie Fuller e Jason Ralph.
The Marvelous Mrs. Maisel è scritto e diretto dalla famosa creatrice Amy
Sherman-Palladino (Una
mamma per amica) e dal produttore
esecutivo Daniel Palladino (I
Griffin). La serie ha già vinto 20 Emmy
Awards e tre Golden Globe, tra cui Miglior serie comica.Le prime quattro stagioni sono già disponibili per lo
streaming su Amazon Prime.
Peacockha
pubblicato il primo teaser trailer Mrs.
Davis, l’imminente dramma di fantascienza con
la candidata agli Emmy Betty Gilpin nei panni di
una suora che si scontra con l’IA titolare Il video ci offre
un’anteprima dell’influenza di Mrs. Davis mentre invita tutti da
tutti ceti sociali, età, sesso, religione e razza per venire a
parlarle.La serie sarà disponibile negli USA il
20 aprile con i primi quattro episodi, che saranno seguiti da nuovi
episodi in onda settimanalmente il giovedì. Prima del suo debutto
in streaming, sarà presentato in anteprima mondiale al festival
SXSW il 14 marzo.
La serie viene descritta come
“un’esplorazione della fede contro la tecnologia, un’epica
battaglia di proporzioni bibliche“. Betty
Gilpin interpreterà Simone, una suora
che va a combattere contro un’onnipotente Intelligenza
Artificiale. Sarà affiancata da Jake McDorman
nei panni dell’ex ribelle di Simone, che ha anche una vendetta
personale contro l’Algoritmo.
https://youtu.be/lS0TQksoHwg
Mrs.
Davisè scritto e prodotto esecutivamente da
Damon Lindelof (Watchmen)
e Tara Hernandez (Young
Sheldon), con quest’ultima come
showrunner. Il cast aggiuntivo include anche Andy
McQueen, Ben Chaplin, Margo Martindale, David Arquette, Elizabeth
Marvel, Katja Herbers, Chris
Diamantopoulo, Ashley Romans, Tom Wlaschiha e Mathilde
Ollivier.I produttori esecutivi sono
Owen Harris e Alethea Jones, che hanno anche
diretto diversi episodi. La serie tv è prodotta da Warner
Bros. Television.
Questo segna la seconda
collaborazione di Gilpin con Damon Lindelof
dopo aver lavorato insieme al controverso film del 2020The Hunt che è stato
co-scritto dall’acclamato creatore televisivo.Gilpin ha ottenuto riconoscimenti per il suo
acclamato ruolo di Debbie Eagan in GLOWdi
Netflix , che le è valso tre nomination agli
Emmy come miglior attrice non protagonista.
Isabela Merced reciterà nel nuovo film
di Alien, a
darne notizia è il noto sitoDeadline che riporta che la talentuosa
attrice apparirà accanto alla già annunciata Cailee
Spaeny nel film del franchise horror.Merced
ha iniziato la sua carriera nel 2013. Il suo ruolo più importante
fino ad oggi è stato nella commedia romantica del
2022 Rosaline,
basata sul romanzo per giovani adulti del 2012 When You Were
Mine di Rebecca Serle, a sua volta ispirato a Romeo e
Giulietta di William Shakespeare. Nel film, Merced ha
interpretato il ruolo di Giulietta Capuleti. Ha anche recitato
in particolare in Dora
e la città perduta
dell’oro e Sweet
Girl.
L’attrice si unisce a un film
avvolto da molto mistero. L’unica cosa che si sa
sull’imminente nuovo film di Alien è
che sarà diretto da Fede Álvarez. Il regista
è meglio conosciuto per aver diretto Don’t
Breathe e Evil
Dead del 2013 , entrambi i
quali hanno ricevuto un’accoglienza positiva dalla critica al
momento del rilascio. A parte questo, e il fatto che gli
iconici Xenomorfi appariranno ancora una volta nel film, non si sa
molto.Si dice che sia “scollegato” dai film
precedenti. Fan dell’iconico franchise, Álvarez aveva
presentato a Ridley Scott l’idea di un film diversi anni fa
in una conversazione in circostanze casuali. Questo incontro alla
fine ha portato il leggendario regista a chiamare Álvarez l’anno
scorso per vedere se era ancora interessato a riportare in vita
l’iconico franchise. Da questi avvenimenti è nato questo nuovo film
ancora senza titolo.
Secondo alcune notizie confermate
la 20th Century ha poi scelto il nuovo film di
Alien grazie alla forza del tono dell’idea di
Fede Álvarez, poiché era una “storia davvero
bella con un gruppo di personaggi che non si erano mai visto
prima“, ha commentato Steve Asbell della 20th Century.
Con il remake live-action de
La
Sirenetta in arrivo nelle sale
il 26 maggio, Alan Menken, che ha composto la
musica sia per l’originale del 1989 che per il remake in arrivo, ha
riflettuto su quanto fosse potente per lui la performance di
Halle Bailey nei panni di Ariel.“La sua voce e il suo stile di performance sono
una combinazione magica che mi ha fatto piangere mentre la guardavo
e la ascoltavo“, ha detto Menken
a The
Face . “È un’Ariel che ti
spezza il cuore e vivrà potentemente nei cuori di
tutti“.
La stessa Bailey ha avuto
molti elogi per l’acclamato compositore, affermando che era
piuttosto aperto alla nuova interpretazione di Ariel.“Voglio dire, oh mio Dio, è solo un
genio“, ha detto Bailey di
Menken. “Ricordo solo di averlo guardato come:
‘Questo è davvero fantastico!’ Sono stato davvero grato per il
suo feedback sul mio canto e per la sua apertura a questa nuova
versione di Ariel.”
Per questa nuova versione de
La
Sirenetta, la Disney ha ingaggiato
Lin-Manuel Miranda con Alan
Menken, che ha anche scritto le canzoni del film
d’animazione del 1989 insieme a Howard Ashman, per
creare una miscela di vecchie e nuove canzoni che saranno presenti
nel prossimo grande film per il cinema. Il film d’animazione Disney
La
sirenetta ha incassato oltre 211 milioni di
dollari al botteghino ed è diventata un bestseller in home video,
rendendo popolari canzoni come “Under The Sea” e “Part of Your
World”. Il film in uscita è basato sul racconto di Hans
Christian Andersen e sul film d’animazione Disney del 1989 di Ron
Clements e John Musker.
Tutto quello che sappiamo su
La Sirenetta
Non sappiamo ancora molto di questa
interpretazione della storia de La
Sirenetta , ma in base a ciò che abbiamo visto
finora, il regista Rob Marshall non si prenderà
troppe libertà dal classico animato su cui si basa la storia
originale. Halle Bailey recita al fianco di Jonah-Hauer
King nei panni del principe Eric, Melissa McCarthy nei panni di Ursula, Javier Bardem nei panni di Re Tritone,
Jacob Tremblay nei panni di Flounder,
Daveed Diggs nei panni di Sebastian e
Awkwafina nei panni di Scuttle.
La
Sirenetta conterrà la musica del classico animato
e quattro nuove canzoni. Lin-Manuel Miranda, che in precedenza ha
lavorato con Marshall in Il
ritorno diMary
Poppins, comporrà anche la musica originale per
Mermaid insieme ad Alan Menken. La
Sirenetta è l’amata storia di Ariel, una giovane
sirena bella e vivace con una sete di avventura. La più giovane
delle figlie di re Tritone e la più ribelle, Ariel desidera saperne
di più sul mondo al di là del mare e, mentre visita la superficie,
si innamora dell’affascinante principe Eric. Mentre alle
sirene è vietato interagire con gli umani, Ariel deve seguire il
suo cuore. Fa un patto con la malvagia strega del mare,
Ursula, che le dà la possibilità di sperimentare la vita sulla
terraferma, ma alla fine mette a repentaglio la sua vita e la
corona di suo padre. Il film arriverà nelle sale il 26 maggio
2023.
Netflix ha rilasciato le prime foto per il
suo prossimo film fantasy soprannaturale
intitolato Chupa,
che è diretto dal regista Jonás Cuarón, figlio di
Alfonso Cuarón. La pellicola debutterà
sulla piattaforma streaming il 7 aprile 2023.“Ero
un ragazzino quando è iniziata la leggenda. Quando è nata
l’idea di capovolgere [il mito] e usarlo per raccontare
un’avventura di famiglia, mi sono subito emozionato”, ha
spiegato Cuarón in un’intervista a Tudum. “Sono
sempre stato un grande fan
di ET e
credo che storie del genere siano così potenti perché giocano
sull’idea che i bambini vengano fraintesi dagli adulti. Chupa
potrebbe essere un mostro, ma è l’unico che capisce veramente cosa
sta passando Alex. Il legame tra un ragazzo e una creatura è
così puro, come con un animale domestico, che trascende il
linguaggio“.
Le
foto di Chupa danno
una prima occhiata al cast principale del film, tra cui
Demián Bichir,
Christian Slater ed Evan Whitten, che interpretano i
rispettivi ruoli di Chava, Richard Quinn e Alex. Il film è
incentrato su un ragazzo che forma un improbabile legame con una
creatura mitologica.Guarda le
foto di Chupadi
seguito:
Chupa è
diretto da Jonás Cuarónn da una sceneggiatura
scritta da Sean Kennedy Moore, Joe Barnathan e Marcus Rinehart. Il
film è interpretato da Demian Bichir, Evan Whitten,
Christian Slater, Ashley Ciarra, Nickolas Verdugo, Adriana
Peace, Gerardo Taracena e Julius Cesar Cedillo.
La trama del film
Il timido tredicenne Alex
(Evan Whitten) vola da Kansas City in Messico per incontrare per la
prima volta la sua famiglia allargata. Lì incontra suo nonno
ed ex campione di lucha libre Chava (Demián Bichir), il cugino
energico e ossessionato dal wrestling Memo (Nickolas Verdugo) e la
cugina impavida e alla moda Luna (Ashley Ciarra). Ma proprio
mentre Alex inizia a orientarsi, scopre una creatura mitica che
vive sotto la tettoia di suo nonno: un giovane cucciolo di
chupacabra, che riconosce dalle storie del temuto chupacabra
adulto, leggendario per nutrirsi del bestiame dei
contadini. Alex scopre presto che il suo nuovo amico “Chupa”
ha una storia segreta con la sua famiglia e che lo scienziato
ostinato e pericoloso Richard Quinn (Christian
Slater) sta dando la caccia alla creatura incompresa
per cercare di sfruttare i suoi poteri. Per proteggere Chupa
dal pericolo imminente,
Diretto da Jonás Cuarón
(Desierto)
e prodotto da Chris Columbus, Michael Barnathan e Mark
Radcliffe (The Christmas
Chronicles) della 26th Street Pictures, CHUPA è
un viaggio nostalgico attraverso il mito, la memoria e la creazione
della propria leggenda personale.
Dopo il successo dell’uscita
nelle sale di Avatar:
La Via Dell’Acqua, la candidata all’Oscar
Sigourney Weaver ha scelto il
film d’azioneThe Gorge come prossimo grande
progetto a cui dedicarsi. A darne notizia è stato il
sitoDeadlineche ha rivelato che la Weaver ha ufficialmente firmato
per recitare al fianco di Miles Teller e Anya Taylor-Joy nel prossimo progetto di
Skydance e Apple Original Films. Ulteriori
dettagli sui loro personaggi non sono stati rivelati.
The
Gorge è descritto come una “storia
d’amore ricca di azione e genere”. Il film sarà diretto e
prodotto da Scott Derrickson, che ha recentemente
riscosso un successo al botteghino con il film
horror The
Black Phone. La sceneggiatura è
scritta e prodotta da Zach Dean (La
Guerra di Domani), con Miles Teller che sarà anche produttore
esecutivo.I produttori del film sono David
Ellison, Dana Goldberg e Don Granger per Skydance, insieme
a C. Robert Cargill e Sherryl Clark per Crooked
Highway. Anche Adam Kolbrenner e Greg Goodman fanno parte del team
dei produttori produttori.
La Weaver non è estranea al
genere d’azione, poiché è meglio conosciuta per il suo ruolo
iconico di Ripley nella serie Alien. Oltre
agli imminenti sequelAvatar
3di James Cameron, la Weaver sarà presto vista
nell’adattamento della serie di Amazon Studios del
romanzo di Holly Ringland I fiori perduti
di Alice Harts, dove interpreta June Hart al
fianco di Alycia Debnam-Carey
di Fear the Walking Dead
.
Lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp:
Quantumania (leggi la
recensione) Jeff Loveness ha
recentemente approfondito il finale del film, spiegando la
minacciosa narrazione di Scott Lang e cosa potrebbe creare.Parlando aComicBook.com,
Loveness ha spiegato la sua affinità per i finali che presentano
personaggi cambiati e come Ant-Man, che
in Avengers:
Endgame aveva salvato l’universo, questa
volta potrebbe aver fatto l’esatto contrario, ovvero incasinato il
multiverso sconfiggendo Kang.
“Ancora una
volta, prendendo spunto dalla struttura della storia di Joseph
Campbell o altro, amo sempre quelle storie in cui i protagonisti
vanno da qualche parte, vengono sfidati e tornano a casa, ma sono
diversi da come erano prima“, ha affermato
Loveness. “Pensavo a Frodo che tornava
nella Contea, ma non è più la stessa cosa. Scott Lang inizia
spensierato. Si sente come se avesse letteralmente salvato
l’universo. Ha vinto, ha riavuto la sua famiglia e ha
affrontato tutto questo. Viene chiamato a essere di nuovo un
eroe e a mettersi alla prova. È disposto a sacrificarsi per
salvare il Multiverso, ma la sua famiglia lo
salva.“
“Quindi, ritorna
dopo aver affrontato tutto questo. Ma ora non ha quella serenità
mentale e ora ha quel dubbio paralizzante, che per quanto voglia
solo stare zitto, mangiare una fetta di torta di merda e recuperare
il tempo perduto con sua figlia un compleanno a caso, sa che non
riuscirà a scrollarsi di dosso quella sensazione. E penso che sia
interessante, senza dire troppo, che il ragazzo che ha
letteralmente salvato l’universo
in Endgame potrebbe
accidentalmente essere il ragazzo che fotte il
multiverso nella sua prossima saga. Quindi vedremo come
andrà a finire.“
Lo scrittore ha anche
descritto Lang come un “Paul Revere del Multiverso” e ha
accennato a quanto possano essere difficili le sue prossime
battaglie.“Ma penso che sia molto
interessante e in un certo senso lo rende quasi questo Paul Revere
del Multiverso, un ragazzo che deve avvertire tutti gli altri”, ha
spiegato Loveness. “Ma ha avuto difficoltà a battere uno di
questi ragazzi, quindi avranno dei
problemi.”
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super Eroi
Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Più di 3 miliardi di Yen
incassati ne fanno un fenomeno, ma Demon Slayer: Kimetsu No
Yaiba – Verso Il Villaggio Dei Forgiatori Di Katana è solo
l’ultimo capitolo di
una saga che dal 2016 accompagna i tanti fan del giovane
Tanjiro Kamado. Lui l’Ammazzademoni che vaga da anni per il
Giappone in cerca di una cura per riportare alla normalità la
sorella Nezuko, trasformata in demone dalla stessa dalla mostruosa
entità che massacrò il resto della loro famiglia. Una saga che,
dopo la pubblicazione del manga di Koyoharu Gotōge, si è sviluppata
nelle decine di episodi dell’anime televisivo (in parte
su Netflix) e nel precedente film. E ora si appresta a
continuare.
Demon Slayer – Il futuro di una saga
milionaria
Proprio a partire dagli
eventi raccontati nel film diretto da Haruo Sotozaki, in sala da
giovedì 2 marzo distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.
Che spera di sfruttare il successo ottenuto dal Demon Slayer – Il treno Mugen del 2020,
che con oltre 450 milioni di dollari è ancora l’anime che ha incassato di più in
tutto il mondo, più dei Pokémon o dello Studio Ghibli.
Ma soprattutto di
sfruttare l’attesa dei fan per la prossima stagione della serie –
la terza – e magari di attrarre nuovo pubblico. Al quale viene
mostrato Tanjiro in uno dei momenti più emozionanti della sua
storia recente, quello della conclusione della linea narrativa
ambientata all’interno del “Entertainment District”, dove affronta
i temibili demoni di alto rango Daki e Gyutaro della sesta Luna
Crescente insieme ai suoi compagni Zenitsu e Inosuke e a uno dei
membri più importanti del Demon Slayer Corps, Tengen Uzui.
L’anello di congiunzione
Come dimostrano le
colorite sigle e gli immancabili titoli di coda, più che di un
lungometraggio vero e proprio quello presentato al pubblico è una
sorta di lungo promo composto dagli ultimi due episodi della
seconda stagione e dal primo degli inediti che anticipa la terza in
arrivo ad aprile (dal 9 in Giappone, dopo uno speciale televisivo
su Fuji TV, e probabilmente anche in simulcast in Italia). Che
partirà appunto dal “Villaggio dei Creatori di Spade”, dove i
fabbri delle katane nichirin potranno aiutare Tanjiro ad affrontare
il nuovo viaggio che lo attende. E che oltre a rivelare il ritorno
di Mitsuri Kanroji – in una scena molto sexy, già vista online dai
fan nel leak del mese scorso – promette scontri molto interessanti
con alcune delle Lune Crescenti di Muzan Kibutsuji.
Una
esperienza Only for fan
L’operazione sarà
sicuramente un successo per i fan, non solo giapponesi, anche se
molti potrebbero non apprezzare la chiamata al botteghino per
rivedere le pur avvincenti battaglie di “Non mi arrenderò
mai” e la struggente backstory demoniaca di “Se anche mi
reincarnassi diverse volte” in 4K, con musiche remixate e in
lingua originale (con i sottotitoli in italiano) per permettere a
tutti di godere dell’interpretazione originale. Degli altri, un po’
spaesati di fronte a un così minimo accenno di una materia tanto
vasta, qualcuno potrebbe venir conquistato dalla storia al punto da
voler recuperare il pregresso.
Che sembra essere uno dei
motivi alla base di una operazione strutturata principalmente come
anteprima-evento per appassionati, ma che sicuramente offrirà a un
pubblico più ampio una esperienza comunque spettacolare, per
animazione e atmosfere, inevitabilmente esaltate dalla forma
cinematografica e dal grande schermo. Tanto che il ritorno a quello
televisivo rischia di lasciare l’amaro in bocca, nonostante i nuovi
personaggi, gli archi narrativi e le sfide che si annunciano.
E che potrebbero
aggiungere profondità e complessità a una serie che tra demoni e
combattimenti lavora già molto sulle relazioni interpersonali, la
loro percezione soggettiva e su temi fondamentali per i nostri
giovani protagonisti e i loro coetanei reali, evidentemente
chiamati a riflettere insieme ai loro eroi sui concetti come
successo e fallimento, delusione, aspettative, frustrazione,
accettazione, omologazione, responsabilità o felicità. E magari –
in qualche caso – a farne utili spunti per un confronto più diretto
e salutare con amici e genitori, ma soprattutto con sé stessi.
Con l’arrivo nelle sale di tutto il
mondo del film Harry Potter e la
pietra filosofale prese vita una delle saghe fantasy più celebri e dal
maggior successo di sempre. È il 2001 quando gli spettatori vengono
condotti alla scoperta di Hogwarts e del magico mondo dei maghi. Un
mondo nato dalla penna di J. K. Rowling e che ha
negli anni conquistato sempre più fan in ogni parte del mondo per
le sue tematiche legate alla crescita, all’amicizia e al coraggio.
Nel 2011, dopo dieci anni esatti, il viaggio arriva a conclusione
con Harry Potter e i Doni della Morte – Parte
2 (qui la recensione),nuovamente
diretto da David Yates e basato come sempre
sull’omonimo romanzo.
Il film adatta in realtà gli ultimi
capitoli del romanzo scritto dalla Rowling, in quanto le vicende
dei primi erano state raccontate in Harry Potter e i
Doni della Morte – Parte 1 (qui la recensione). Ciò è stato
fatto in modo tale da poter includere quanti più eventi possibile
del libro, senza dunque rischiare di tralasciare aspetti importanti
del racconto. I fan, infatti, avevano lamentato per i precedenti
film un’eccessiva mancanza di dettagli fondamentali ai fini dello
svolgimento del racconto. Ad ogni modo, proprio la grande quantità
di eventi ed emozioni presenti in questo ottavo capitolo ne hanno
decretato il successo.
Harry Potter e i Doni della
Morte – Parte 2 è infatti il film della saga con il maggiore
incasso. A più di dieci anni di distanza dalla sua uscita, è
inoltre ancora uno dei più apprezzati tra tutti e otto, oggetto di
continue visioni, analisi e approfondimenti. Prima di intraprendere
una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire
alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori ma anche alle differenze tra il libro e il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Harry
Potter e i Doni della Morte – Parte 2
Le vicende riprendono lì dove
finivano quelle del precedente film. Dopo aver lasciato la scuola
di magia di Hogwarts, ormai occupata dai Mangiamorte, Harry
Potter continua la disperata ricerca degli Horcrux per
riuscire a indebolire Lord Voldemort. Insieme a
Ron ed Hermione, il giovane mago
riesce ad individuare gli ultimi rimasti da distruggere, capendo
però di non poter rimanere lontano ancora a lungo da Hogwarts. È lì
che dovrà avere luogo lo scontro finale tra le forze del bene e
quelle delle male, rappresentate da Voldemort e il suo esercito.
Prima di ciò, tuttavia, degli ultimi misteri dovranno esserse
svelati, senza la cui soluzione non può esserci una
conclusione.
Protagonista del film è l’attore
Daniel
Radcliffe, che ricopre ancora una volta con grande
successo il ruolo di Harry Potter. Accanto a lui si ritrovano poi
Rupert Grint
nei panni di Ron Weasley, ed Emma Watson in
quelli di Hermione Granger. L’attrice premio Oscar Maggie
Smith interpreta nuovamente la professoressa McGranitt,
mentre Robbie Coltrane torna ovviamente a
ricoprire il ruolo di Hagrid. Evanna
Lynch riprende i panni della stravagante Luna
Lovegood, mentre Bonnie Wright,
James e Oliver Phelps
interpretano rispettivamente Ginny, Fred e George Weasley.
David Thewlis torna ad
interpretare Remus Lupin, mentre Michael Gambon
compare brevemente un’ultima volta nel ruolo di Silente.
Lord Voldemort è interpretato dal
grande attore Ralph Fiennes,
mentre Helena Bonham
Carter interpreta Bellatrix Lestrange. Tra i più
celebri personaggi della saga, Severus Piton è interpretato dal
grande Alan Rickman,
mentre Tom Felton
torna nei panni di Draco Malfoy. Il padre di questi, Lucius, è
invece interpretato da Jason
Isaacs, mentre sua madre Narcissa è interpretata da
Helen McCrory. In ultimo, fanno parte del cast
anche Warwick Davis nel
doppio ruolo di Unci-Unci e Filius Vitious, Ciaran
Hinds in quelli di Aberforth Silente e John
Hurt nei panni di Garrick Olivander. Quest’ultimo torna ad
interpretare il personaggio dopo ben nove anni.
Harry Potter e i Doni della
Morte – Parte 2: le differenze tra il libro e il film
Per cercare di rimanere quanto più
fedeli possibile al romanzo, gli autori hanno deciso di adattare
questo in due film. Nonostante ciò, diverse scene e
situazioni hanno ugualmente subito modifiche. Una delle
più importanti è quella relativa al rapporto tra Voldemort
ed Harry Potter. La connessione esistente tra le loro
menti è infatti meno sfruttata nel film rispetto a quanto descritto
nel libro, dove il protagonista la usa per scoprire qualcosa di più
sul suo nemico. Per quanto riguarda invece i Doni della
Morte del titolo, è da notare come il mantello
dell’invisibilità abbia un ruolo piuttosto marginale rispetto a
quello che ha nel libro, dove viene utilizzato in più occasioni e
momenti cruciali.
Una delle scene del film più
criticate del film, in rapporto a quanto descritto dal libro, è
quella che vede protagonisti Harry e Silente. Nel
film questa viene trattata in modo sbrigativo, mentre nel libro
l’ex preside di Hogwarts spiega a Harry perché sia sopravvissuto
anche questa volta, parla del suo passato e dei motivi delle scelte
che ha compiuto. Nel film manca anche la scena del duello
con Voldemort in mezzo alla Sala Grande. Occasione in cui
nel libro Harry spiega davanti a tutti a chi appartiene la
bacchetta di Sambuco. Nel film invece si trova a dirlo privatamente
a Ron e Hermione. Sempre riguardo la bacchetta di Sambuco, nel
libro Harry non la spezza come avviene nel film,
ma la ripone nella tomba di Silente.
Alcune scene del film sono poi state
aggiunte dagli sceneggiatori ma non sono presenti nel libro, come
la bacchetta di Sambuco che si spezza quando
Voldemort distrugge la bolla di incantesimi di protezione attorno a
Hogwarts e Neville che ottiene il permesso di far
esplodere un ponte. Infine, anche la scena
dell’attesissimo bacio tra Ron e Hermione è
diversa tra il libro e il film. Nella pellicola i due si baciano
dopo gli attimi di terrore vissuti nella Camera dei
Segreti. Nel libro invece Hermione si lancia nel lungo bacio
dopo aver sentito Ron preoccuparsi della salute degli elfi
domestici.
Il trailer di Harry Potter e i
Doni della Morte – Parte 2 e dove vederlo in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte
2 grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple iTunes, Now, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 2 marzo alle ore 21:20
sul canale Italia 1.
Guarda il trailer
diLa
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion), la divertente avventura Disney da
brividi ispirata alla classica attrazione del parco a tema,
arriverà prossimamente nelle sale italiane. Diretto dal premiato
regista Justin Simien, La
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion) è interpretato da un cast stellare
che include LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish,
Owen Wilson, Danny DeVito,
Rosario Dawson, Chase W. Dillon e Dan Levy, con Jamie Lee
Curtis e Jared Leto nel ruolo di The Hatbox
Ghost.
Il regista Simien ha dichiarato:
“Da grandissimo fan dell’attrazione Haunted Mansion sono
davvero entusiasta di condividere il primo trailer di
questo nuovo film che vanta un cast incredibile. Il
nostro team ha lavorato instancabilmente per realizzare
un’avventura cinematografica spaventosa, divertente e ultraterrena
sia per i nuovi fan che per quelli più accaniti! Non vedo l’ora che
il pubblico possa vivere questa versione per il grande schermo
dell’iconica attrazione Disney”.
La
Casa dei Fantasmi (Haunted
Mansion) racconta di una donna e di suo figlio
che si rivolgono a un variegato gruppo di cosiddetti esperti
spirituali per aiutarli a liberare la loro casa da intrusi
soprannaturali. Il film è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich,
mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i produttori
esecutivi.
Dopo l’iniziale
scetticismo, la saga di Creed è
entrata di diritto nel cuore degli sportivi, con i primi due
capitoli all’altezza del franchise padre, quello di
Rocky. Con Creed 3 si chiude la
prima trilogia che vede protagonista Adonis Creed, figlio di Apollo
e allenato proprio da quello Stallone Italiano che era stato
sfidante prediletto del campione dei pesi massimi.
Dopo due capitoli in cui
Adonis cerca di uscire dall’ombra del padre e ha all’angolo Rocky,
finalmente in questa terza storia, Creed è protagonista senza
dubbio alcuno e senza più nessuno a fargli ombra, o almeno è quello
che pensa lui. Rinchiuso nella sua villa, con moglie e figlia,
lontano dal ring da oltre 5 anni, Adonis si ritrova a fare i conti
con il passato quando sul suo cammino si intromette
“Diamond” Dame Anderson, un vero e proprio
fantasma dal passato, arrivato a reclamare vendetta per una vita
che lui non ha vissuto.
Esordio alla regia di
Michael B. Jordan, e primo film dell’intero franchise
sportivo a non vedere coinvolto Sylvester Stallone (se non nel ruolo
secondario di produttore associato) e primo film in cui Rocky
nemmeno viene menzionato, Creed 3 vede sovrapporsi
finzione e
realtà, in un mondo in cui Adonis, come Michael, deve fare a
meno dei riferimenti che lo hanno formato, Stallone/Rocky, per
poter camminare da solo. E dal punto di vista della regia, Jordan
compie questa emancipazione giocando sul sicuro, con qualche idea
incisiva e un classicismo preso a prestito proprio da quei film dai
quali vuole emanciparsi.
Dopotutto è difficile
dirigere un incontro di boxe al cinema senza avere in mente il
lavoro di Garrett Brown nel film del 1976, e così
Michael B. Jordan, impegnato anche a recitare oltre
che a dirigere, si concede pochi passi fuori dal sentiero
conosciuto, confezionando in fin dei conti un film che funziona e
che si fonda proprio sulle interpretazioni dei due grandi
protagonisti.
Un titanico Jonathan Majors
Conosciamo il talento
del protagonista,
esploso anni fa con Fruitvale Station e poi
declinatosi in varie forme nel corso degli ultimi dieci anni,
quello che però lascia davvero senza fiato è il lavoro di Jonathan Majors per il suo Dame Anderson: la
mole spaventosa dell’attore gli conferisce una fisicità rozza,
ingombrante e minacciosa, eppure la sua recitazione è
raffinatissima e calibrata, riesce a raccontare l’imbarazzo, il
dolore, la ferocia, la vendetta, la forza bruta, il rimpianto, il
perdono con una delicatezza impensabile. L’attore, che da poco
abbiamo visto (e vedremo) nel Marvel Cinematic
Universe nei panni di Kang il Conquistatore, merita sicuramente
spazio e modo per esprimere questo talento così solido e
camaleontico, che lo renderà, ne siamo certi, trai protagonisti
delle prossime stagioni cinematografiche.
Ma cosa fa di uno
sportivo un campione? Perché la saga di Rocky e anche quella di
Creed ci hanno insegnato che l’impegno e la dedizione alla fine
pagano, sul ring come nella vita, ma che per lo sport e per la boxe
in particolare, c’è bisogno di qualcosa in più. Bisogna sapere per
cosa si combatte, bisogna avere la “fame” della vittoria, bisogna
avere il cuore al posto giusto e soprattutto bisogna sapere chi è
la persona che vediamo allo specchio quando ci guardiamo. È questo
che deve imparare a fare Adonis ancor prima di raccogliere questa
sfida che lo trascina nella paura e nella rabbia, ancora prima di
mettersi di nuovo in forma per poter combattere e riprendersi il
suo titolo.
Bianca, una moderna Adriana
Ma come Adriana era la
fonte principale della motivazione del suo Rocky, anche Bianca è la
chiave di volta per entrare nell’emotività di Adonis. È chiaro che
il personaggio di
Tessa Thompson è molto diverso da quello di
Talia Shire, dal momento che è una donna del 2023,
in carriera, con le sue ambizioni e i suoi problemi (è una
musicista ma sta perdendo l’udito), ma questo non le impedisce di
avere un ruolo salvifico nella vita dell’eroe, non solo, è anche
lei la causa scatenante, l’amore che tutto sostiene e tutto muove,
il punto fisso che manca al villan, sebbene non si possa parlare
proprio di cattivo.
Il vero cattivo, in
Creed 3 come in tutti i film del franchise, è chi
siamo davvero e quanto siamo disposti a metterci in gioco per
scoprire davvero chi è la persona nel nostro riflesso. Forse in
questo film questo elemento è talmente presente da risultare
didascalico, dal momento che Dame non è altro che il riflesso
distorto di Adonis e che, in un finale che non lascia pienamente
soddisfatti, si distende per assumere esattamente i tratti
dell’eroe, se non fisicamente almeno nelle ambizioni. Adonis e Dame
si vedono e si riconoscono, sono mossi dal senso di colpa,
dall’amore fraterno, ma anche dalla paura reciproca, per via di
quello che entrambi rappresentano per l’altro.
E in questa dualità,
tanto a fuoco da risultare pedante, si nasconde il punto di forza e
allo stesso tempo la grande debolezza di Creed 3.
Che nel continuare a disegnare la parabola di Adonis, si allontana
dai propri padri senza però portare con sé lo spirito più profondo
di un racconto sportivo che si dimostra solido ma che perde un
pezzetto di cuore, forse, per mancanza di “fame”.
Il riavvio di
Hellboy di Millennium Media, basato su Hellboy:
The Crooked Man
avrà come protagonista Jack Kesy. Kesy è meglio conosciuto per
aver interpretato Black Tom in Deadpool
2, e per i film 12 Strong e
Baywatch di Warner Bros, così come per le serie
Claws e The Strain.
Come precedentemente annunciato, Brian Taylor
(Crank) dirigerà il progetto da una sceneggiatura scritta
dal creatore del fumetto di Hellboy Mike Mignola e Chris Golden. Il
film, che dovrebbe essere girato nei prossimi mesi, vedrà Hellboy
bloccato nell’Appalachia rurale degli anni ’50 con un agente del
BPRD alle prime armi. Lì scoprono una piccola comunità infestata
dalle streghe, guidata da un diavolo locale con un inquietante
legame con il passato di Hellboy:
The Crooked Man.
Pubblicato il trailer ufficiale
della quarta, ultima e attesissima stagione di SUCCESSION,
il pluripremiato cult HBO creato da Jesse
Armstrong. La stagione finale, in dieci nuovi episodi,
andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 3
aprile, con un nuovo episodio ogni lunedì.
SUCCESSION
esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso
gli occhi del mogul dei media Logan Roy (Brian
Cox) e dei suoi quattro figli, Kendall (Jeremy
Strong), Siobhan (Sarah Snook), Roman
(Kieran Culkin) e Connor (Alan
Ruck).
Nella quarta stagione, la vendita
della media company Waystar Royco al visionario del tech Lukas
Matsson (Alexander Skarsgård) si avvicina sempre di più. La
prospettiva di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti
familiari tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una
volta completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui
il proprio peso culturale e politico sarà fortemente
ridimensionato, ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora
più accesa.
Il cast della quarta
stagione:
Brian Cox,
Jeremy Strong,Sarah Snook, Kieran Culkin,
Alan Ruck,
Matthew Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter
Friedman, David Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe,
Dagmara Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters,
Annabelle Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie
Berlin. Si aggiungono al cast Alexander
Skarsgård, che diventaregular dei nuovi episodi,
Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e Stephen
Root. E vengono annunciati oggi anche Annabeth Gish, Adam
Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur Jóhannesson. Fra gli attori
delle precedent Stagioni che tornano nei nuovi episodi, annunciati
anche Harriet Walter (Lady Caroline Collingwood), James Cromwell
(Ewan Roy), Natalie Gold (Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha),
Ashley Zukerman (Nate Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness),
Mark-Linn Baker (Maxim Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).
Creata da Jesse Armstrong;
produttori esecutivi Jesse Armstrong, Adam McKay, Frank Rich, Kevin
Messick, Jane Tranter, Mark Mylod, Tony Roche, Scott Ferguson, Jon
Brown, Lucy Prebble, Will Tracy e Will Ferrell. Jesse Armstrong è
lo showrunner.
Le prime tre stagioni di SUCCESSION
hanno ottenuto 48 nomination agli Emmy® e 13 premi vinti, tra cui
Miglior serie drammatica, per la seconda e la terza stagione. La
terza stagione, che ha debuttato nell’ottobre 2021, ha ottenuto il
SAG Award per il miglior cast e ha vinto ai WGA, DGA e PGA.
Reduce da una season
awards travolgente, inaugurata con i Golden Globes e conclusasi la scorsa domenica
notte con i SAG Awards, torna su Disney+Abbott Elementary, la serie
rivelazione della scorsa stagione televisiva in streaming che con
un secondo ciclo di episodi è una
felice conferma di quanto costruito nella prima stagione.
Quinta Brunson, creatrice della serie e alla guida
del folto clan di showrunner, ha di che festeggiare, perché oltre a
un rinnovo, lo show si prende anche lo spazio di 20 episodi da 20
minuti.
Abbott Elementary 2 disponibile su
Disney+
Lo spirito di adattamento degli
insegnanti della Abbott Elementary non è cambiato:
Janine, l’entusiasta nuova arrivata della prima stagione, trascina
in questo secondo ciclo il suo entusiasmo e la sua voglia di fare
bene e meglio, di fare l’impossibile per gli studenti di questa
scuola sgangherata, né più né meno di una qualsiasi scuola pubblica
americana. Con lei tornano Gregory, che finalmente è insegnante di
ruolo, dopo aver accantonato (momentaneamente?) il sogno di
diventare dirigente scolastico, torna l’irreprensibile Barbara,
insegnante mito per tutti i colleghi e vero e proprio faro per
l’intera scuola, che però non rinuncia ai suoi momenti di
originalità, torna l’esuberante Ava, Preside sui generis che forse
non è adatta al suo ruolo, ma lei non lo sa e va avanti con grande
entusiasmo. Tornano anche i bizzarri Jacob e Melissa, che
contribuiscono a comporre un quadro originale e divertente di un
corpo docenti che davvero fa ogni cosa che può, con quello che
ha.
Le situazioni insolite non mancano,
rese ancora più strane dal comportamento sempre sopra le righe dei
protagonisti, e il formato da mockumentary non mostra segni di
cedimento, dopotutto se serie culto della commedia, come
The Office, sono riusciti a costruire su quel
formato molte stagioni, Abbott Elementary è ancora
abbastanza fresca e nuova da continuare ad usare questo espediente
per alleggerire i toni della conversazione e riuscire a portare a
casa un risultato eccellente.
È chiaro che la comedy è il
principale genere dello show, ma la condizione della scuola
pubblica americana conferisce alla storia quello strato di verità
scomoda che contribuisce a rendere solida e ancorata alla realtà
una storia che spessissimo prende strade assurde e poco plausibili.
Quinta Brunson, Tyler James Williams, Janelle James, Lisa
Ann Walter, Chris Perfetti e Sheryl Lee
Ralph sono pronti ad accoglierci in un nuovo anno
scolastico alla Abbott Elementary, con entusiasmo
e novità, buonumore e dedizione, ma soprattutto con la
consapevolezza che ogni giorno è una sfida e arrivare al suono
dell’ultima campanella rimanendo vivi e incolumi è una sfida sempre
più difficile ma sempre entusiasmante.
Una veglia a
cavallo tra illusioni della mente e realtà: questo è
Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di
tempo, opera seconda della regista ungherese Lili
Horvát. Il film, dal 2 marzo è anche
nelle sale italiane ed è un viaggio intimo e onirico.
La trama di
Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di
tempo
Márta (NatashaStork) è
una promettente dottoressa ungherese che vive e lavora negli Stati
Uniti. Ad un congresso nel New Jersey conosce János (Viktor Bodó), un
medico ungherese, e se ne innamora a prima vista. Alla fine del
congresso, i due non si scambiano i numeri ma, in pieno stile
Before Sunrise, si danno un
appuntamento due mesi dopo a Budapest. János però non si presenta all’incontro e,
quando Márta lo va a cercare,
l’uomo finge di non conoscerla. Esterrefatta, la donna sviene.
János è così indifferente verso
di lei che Márta mette in dubbio
il suo ricordo. È davvero avvenuto l’incontro tra i due o è
soltanto una illusione della mente di Márta? Le sue conoscenze in campo
neurologico si mescolano con i suoi sentimenti: la donna decide di
rimanere a Budapest per indagare a fondo, tra scienza e sentimenti,
che cosa le stia accadendo.
Un racconto
confusionario per esprimere una mente confusionaria
Márta
appare fin da subito come una donna molto introspettiva.
Preparativi per stare insieme per un periodo indefinito di
tempo si apre con il suo racconto, intimo ed emozionato,
del primo incontro con János. Da questa premessa, il film
si sviluppa in modo tutt’altro che rettilineo, e non per quanto
riguarda l’ordine temporale del film. Immagini reali e ricordi
soggettivi della protagonista si mescolano continuamente, mettendo
sullo stesso piano illusioni, memorie, presente e passato.
Márta confessa fin da subito di essersi innamorata a prima
vista e follemente: tutto quello che accade dopo questa
dichiarazione la mette in una posizione sempre più instabile dal
punto di vista mentale. La donna sviene, ricorda cose che non
sembrano essere successe, è confusa. La confusione non è osservata
esteriormente dallo spettatore, al contrario pervade la narrazione
ad ogni livello: parte dalla protagonista, si trasferisce alla
struttura del film e arriva fino allo spettatore, che prova a
raccogliere il senso di un racconto disordinato (e che non ambisce
a mettersi in ordine).
Scienza e amore:
due forze che collidono
La cosa curiosa è
il fatto che la protagonista sia un medico e che si occupi di
neurologia: Márta è la prima a mettere in discussione la
propria mente e ad indagarla. La donna, medico e cultrice della
scienza, fatica a convivere con il proprio lato irrazionale:
s’innamora per la prima volta e non sa come gestire un sentimento
così illogico come l’amore a prima vista, totalmente istintivo e
travolgente. Non appena János la rifiuta, Márta
non esita a dubitare del suo sentimento e confonde le sue emozioni
con le problematiche mentali che è solita studiare. Tuttavia,
Márta non è disposta a rinunciare a questo suo nuovo lato
irrazionale: lo indaga e lo coltiva allo stesso tempo.
La
rappresentazione di un sentimento nuovo
Preparativi
per stare insieme per un periodo indefinito di tempo fa
una onesta rappresentazione di un amore vissuto tra due menti
scientifiche e ben poco romantiche. Non ci sono enfatizzazioni o
esagerati gesti d’affetto, tutto è estremamente semplice e
pragmatico, ma non per questo meno intenso. Gli attori principali
sono espressivi pur senza essere enfatici, figure di pietra che
entrano in contatto con emozioni forti. Il volto della protagonista
è incantevole e cattura l’attenzione dello spettatore, spiccando
tra gli altri personaggi, pressoché anonimi.
Anche a livello di
riprese, il film conserva una certa genuinità. Introspezione e
alienazione sono i cardini del film, a livello narrativo e visivo.
Il lungometraggio è girato in pellicola (35mm), cosa che dà
solidità ai personaggi. Non solo: la pellicola ha una grana ben
visibile, utile anche per esprimere la confusione del racconto,
tutt’altro che limpido. Anche i movimenti di camera sono
significativi: zoom e close-up negli interni si alternano a campi
più ampi, punti camera fissi e distanti per le scene tra le strade
di Budapest.
Non può esserci pace nel nostro
presente se siamo ancora in guerra con il nostro passato. Questo
vale oggi come ieri, tanto per noi quanto per DJANGO,
protagonista del western Sky Original che omaggia il classico di
Sergio Corbucci, da domani venerdì 3 marzo con due nuovi episodi
(quinto e sesto, disponibili anche on demand) in esclusiva su Sky e
in streaming solo su NOW.
Nei nuovi episodi, diretti da David
Evans e con Francesca Comencini alla direzione artistica, la Guerra
di Secessione si è conclusa, ma la guerra per la libertà non è
ancora finita. Infatti è in nome della libertà che si combatte tra
New Babylon e Elmdale, e come in tutte le guerre anche in questa ci
sono amici e nemici, spie e traditori. Ma anche figlie e figli,
padri e madri, legati da rapporti fragili come i tempi che vivono.
DJANGO
(Matthias Schoenaerts) vuole solo riconquistare la fiducia e
l’amore di sua figlia Sarah (Lisa Vicari), che non gli nasconderà
di essere al corrente di verità che Django credeva solo sue. John
Ellis (Nicholas Pinnock), nonostante il legame di sangue che lo
lega inevitabilmente a Seymour (Jyuddah Jaymes), sospetta che sia
suo figlio il traditore che si nasconde dentro New Babylon e dietro
il fallimento della vendita del primo petrolio estratto.
È tra queste incomprensioni e
questi sospetti che si annidano i rancori del passato. Un passato
che ha ancora un potere enorme sul presente e che per quanto si
tenti di metterlo a tacere tenendolo nascosto, avanza inesorabile
per presentarci il conto delle nostre azioni. È Django il primo a
fare i conti con il suo, quando si imbatterà nel Colonnello sotto
il quale prestò servizio durante la guerra al fianco del Capitano
Parisi interpretato da VinicioMarchioni, guest-star
di questi nuovi episodi. Mentre quest’ultimo è legato a Django da
una promessa fatta prima di morire, il Colonello, che a Django deve
la vita, ora è diventato un giudice corrotto al quale spetterà la
sentenza di condanna o assoluzione nei confronti di John Ellis.
Il cast: MatthiasSchoenaerts
interpreta l’iconico personaggio del titolo, accanto a
NicholasPinnock nei panni di
John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon, a LisaVicari, che nella serie
è invece Sarah, la figlia di Django, e a NoomiRapace nel ruolo della potente e spietata nemica
di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri interpreti:
JyuddahJaymes,
BennyO. Arthur e
EricKole nei panni dei figli di
John Ellis, TomAusten in quelli
del cowboy Eljiah Turner e CamilleDugay che sarà Margaret, la moglie di Django. Con
ManuelAgnelli, VinicioMarchioni,
ThomasTrabacchi. E a omaggiare
il mito del western di culto di SergioCorbucci, la partecipazione straordinaria di
FrancoNero.
Scritta da Leonardo Fasoli e
Maddalena Ravagli (e da Max Hurwitz, che firma la sceneggiatura del
quarto e del sesto episodio), DJANGO
è una prestigiosa serie TV in dieci episodi completamente girati in
inglese prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya e Atlantique
Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky Studios e
CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction e con il
sostegno del Ministero della Cultura italiano e del governo
rumeno.
La trama del quinto episodio di
DJANGO
Django e John organizzano due
spedizioni di petrolio per confondere Elizabeth. Il piano va a buon
fine e New Babylon ha finalmente i soldi per comprare cibo e
medicine. Nonostante questo, Seymour si sente tradito da John, ed
Elizabeth trova il modo di trarne vantaggio.
La trama del sesto episodio di
DJANGO
John viene processato ad Elmdale
per appropriazione indebita della terra su cui sorge New Babylon.
L’atto di donazione che suo padre firmò in punto di morte, unica
prova che potrebbe scagionarlo, sembra misteriosamente sparito.
Sarah dovrà rivolgersi a Django per chiedergli di aiutare John e
riportarlo a casa.
Dopo il grande successo delle
precedenti edizioni, LOL: Chi ride è
fuori torna con alcuni tra i più importanti
comici italiani e le nuove leve della
comicità: Herbert Ballerina, Fabio Balsamo, Luca
Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo Cevoli, Marta
Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda
Lodigiani e Marina
Massironi.
I concorrenti proveranno a rimanere
seri per sei ore consecutive, cercando contemporaneamente, di far
ridere i loro avversari per aggiudicarsi un premio finale di
100.000 euro a favore di un ente benefico scelto dal vincitore. Ad
osservare l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle
vesti di arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank
Matano. Ma non è tutto. In questa nuova edizione
ci sarà anche Maccio Capatonda, vincitore della seconda
stagione di LOL: Chi ride è fuori, che
sarà il disturbatore ufficiale dello show e avrà il compito di
indurre alla risata.
La terza stagione del comedy show in
sei episodi LOL: Chi ride è
fuori è prodotta da Endemol Shine Italy per
Amazon Studios, sarà disponibile dal 9 marzo su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel
mondo. I primi quattro episodi saranno disponibili in streaming da
subito e gli ultimi due dal 16 marzo, con il gran finale.
Apple TV+
ha annunciato oggi la data d’uscita della seconda stagione di “Il
pianeta preistorico”, la pluripremiata serie-evento di storia
naturale, realizzata dai produttori esecutivi Jon Favreau e Mike Gunton
della BBC Studios Natural History Unit (“Pianeta Terra”) e narrata
da Sir David Attenborough. La nuova stagione,
composta da cinque episodi, farà il suo debutto nel corso di
una serie di eventi di cinque giorni su Apple TV+,
a partire dal 22 maggio, ed è pronta per trasportare gli
spettatori indietro nel tempo alla scoperta del nostro mondo e dei
dinosauri che lo popolavano. Il tutto arricchito da dettagli
sbalorditivi e condito dalla colonna sonora originale dal
pluripremiato Hans Zimmer.
«La pluripremiata prima stagione di “Il
pianeta preistorico” ha riportato in vita i dinosauri in
un modo che il pubblico non aveva mai visto prima», ha dichiarato Jay Hunt, Creative Director,
Europe, Apple
TV+. «Collaborando con il brillante Jon
Favreau e con i nostri fantastici partner della BBC, siamo
entusiasti di poter offrire ancora una volta agli spettatori
l’opportunità di immergersi nel nostro mondo come era 66 milioni di
anni fa e di farli entrare in contatto con creature ancora più
strane e meravigliose».
La serie ha ottenuto il 100% del
punteggio della critica su Rotten Tomatoes ed è stata definita come
“assolutamente incantevole” (Inverse), “sbalorditiva” (Daily Mail
UK) e “stupefacente” (Decider). “Il pianeta preistorico” è stata
anche premiata, tra gli altri, dai Television Critics Association
Awards, dai Visual Effects Society Awards, dagli Annie Awards,
dagli Hollywood Music in Media Awards e dai Cinema Eye Honors
Awards.
Il pianeta
preistorico combina la miglior regia naturalistica, le più
recenti conoscenze paleontologiche e l’utilizzo di tecnologie
all’avanguardia per svelare gli spettacolari habitat e gli abitanti
dell’antica Terra, in un’esperienza immersiva unica nel suo genere.
La serie è prodotta dal dal team della BBC Studios Natural History
Unit con il supporto degli effetti visivi fotorealistici di MPC
(“Il re leone”, “Il libro della giungla”), applicati alla concept
art creata da Jellyfish Pictures (“Il Libro di Boba Fett”, “Spirit
– Il ribelle”). La seconda stagione di “Il pianeta preistorico”
continua a far rivivere la storia della Terra come mai prima d’ora:
la serie presenta al pubblico nuovi dinosauri, nuovi habitat e
nuove scoperte scientifiche, portando gli spettatori in un’epica
avventura: con nuove creature, come il Tarchia, uno dei più grandi
Anchilosauri, e con il ritorno di ‘personaggi’ famosi come il
Tyrannosaurus rex e molti altri, la serie torna con una nuova
stagione di meraviglie preistoriche.
Colonna sonora di Hans Zimmer e
Andrew Christie per Bleeding Fingers Music. Partitura originale di
Zimmer, Anže Rozman e Kara Talve per Bleeding Fingers Music. La
prima stagione completa è disponibile in streaming su Apple TV+.