Giunto alla 35ma
edizione torna anche quest’anno, nell’ambito dell’80ª
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica, il LEONCINO D’ORO, uno dei Premi Collaterali più
significativi.
Saranno tredici i giovani studenti,
provenienti da diverse regioni d’Italia e selezionati grazie al
lavoro annuale del “David Giovani”, chiamati a decretare il loro
film preferito tra quelli presentati in Mostra che sarà assegnato
l’8 settembre.
Per la loro attività di giurati, i
giovani studenti appassionati di cinema oltre alla visione dei film
durante la Mostra incontreranno di persona registi e attori con cui
avranno la possibilità di confrontarsi e discutere
direttamente.
Giunto alla sua 35ma edizione, il
LEONCINO D’ORO è una delle attività promosse da
AGISCUOLA per perseguire l’importante obiettivo di avvicinare i
giovani al cinema, stimolando la partecipazione diretta di questo
gruppo di giovani appassionati che potrà vivere “dal di dentro”
l’esperienza di una delle manifestazioni cinematografiche più
prestigiose.
Le associazioni coinvolte nel
progetto Leoncino d’Oro lavorano nel corso dell’intero anno per
offrire cultura visiva e cinematografica agli studenti italiani, il
pubblico del futuro, e supportano l’idea di un sempre maggiore
impegno, anche pubblico, nell’ambito educational e formativo.
Cinefilos.it offre
la possibilità di vedere al cinema, gratis, GLI OCEANI SONO I
VERI CONTINENTI, presentato alle Giornate degli Autori
2023 e diretto da
Tommaso Santambrogio, in uscita il 31 agosto
distribuito in Italia da Fandango.
Ecco le città in cui sarà possibile
partecipare alle anteprime:
ROMA
CINEMA GREENWICH
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
CINEMA LUX
giovedì 31 agosto – 10 biglietti
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
BOLOGNA
CINEMA ROMA
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
MILANO
CINEMA ARIOSTO
venerdì 1 settembre – 10 biglietti
ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
sabato 2 settembre – 10 biglietti
domenica 3 settembre 10 biglietti
I biglietti saranno validi per qualsiasi spettacolo dal 28 al 31
agosto e potranno essere richiesti, fino ad esaurimento, inviando
una email a[email protected]in
cui andranno specificati
il giorno
in cui si intende utilizzare i biglietti e un
secondo giorno alternativo
nel caso per il giorno prescelto non ci sia più disponibilità di
posto.
I biglietti dovranno essere richiesti improrogabilmente
entro e non oltre il 31 agosto e non saranno prese in
considerazioni eventuali richieste formulate successivamente alla
suddetta data. L’oggetto della e-mail
deve contenere il titolo del film.
NB: riceveranno risposta solo
gli assegnatari dei biglietti.
Gli orari delle proiezioni andranno consultati direttamente sui
siti dei cinema.
È di fondamentale importanza che nell’email venga evidenziato
che si sta chiedendo l’invito via CINEFILOS.
I biglietti potranno essere ritirati direttamente alla cassa dei
cinema presentando la email di conferma ricevuta unitamente ad un
documento di identità.
Guarda il trailer di Gli oceani sono i veri
continenti
Il box office del fine settimana
appena concluso vede un ribaltamento della classifica, ormai molto
stabile nell’ultimo mese:
Barbie, primo da più di quattro settimane, scende a
favore di
Oppenheimer, nuovo primo classificato! La pellicola
diretta dal noto regista
Christopher Nolan (Tenet,
Inception),
un dramma storico focalizzato sulla figura di Oppenheimer stesso, è stata negli ultimi mesi
oggetto di un grande dibattito mediatico insieme a Barbie. I due film, totalmente opposti come stile e
tematiche, sono stati presentati nei cinema americani lo stesso
giorno. Qui in Italia sembra che la sfida Barbeheimer la stia
vincendo il dramma di Nolan, con un incasso di €2.061.328 nel suo
primo week-end, a fronte di un totale di quasi 9 milioni di euro
dalla sua prima uscita nelle sale italiane il 23 agosto.
Al secondo posto ritroviamo La casa
dei fantasmi, riadattamento della nota commedia con Eddie Murphy
del 2003, con un incasso di €315.491, su un totale di poco più di 1
milione di euro dalla sua uscita il 23 agosto.
Come terzo classificato ritroviamo
Barbie, diretto da Greta
Gerwig con
Margot Robbie e
Ryan Gosling nei panni dei protagonisti. La commedia, dopo più
di un mese nei cinema, mantiene dei buoni risultati al box office,
con un incasso di €234.112, su un totale che ha superato i 30
milioni di euro
Box office: il resto della
classifica
Quarto e quinto classificato sono
Shark
2- l’abisso, action movie che incassa €84.225 nel fine
settimana, su un totale di 5 milioni dalla sua uscita il 3 agosto,
e
Blu Beetle, pellicola basata sul personaggio della DC
Comics, con un guadagno di €70.909.
Al sesto e settimo posto ritroviamo
Elemental, cartone Disney Pixar nei cinema dal 21
giugno, e Mastaney, pellicola indiana. Elemental
incassa €59.489 su un totale che supera i 6 milioni e mezzo di
euro, mentre Mastaney raggiunge un guadagno di €35.400. Si
stabilisce all’ottavo posto
I peggiori giorni, pellicola italiana diretta da
Edoardo Leo e Massimiliano Bruno, con un incasso di
€30.245 nel week end.
Si stabiliscono negli ultimi due
posti della classifica Box office
Si alza il vento, pellicola animata prodotta dallo
studio Ghibli, e
La bella estate, film adattamento cinematografico
dell’omonimo romanzo dello scrittore Cesare Pavese. Si alza il
vento incassa €28.847 nel fine settimana, mentre La bella estate
raggiunge un guadagno di €21.829.
Paramount+
ha annunciato oggi la data di rilascio della terza stagione del
contest per drag queen DRAG RACE ITALIA che sarà
disponibile in esclusiva in Italia su Paramount+ e
in tutti gli altri paesi su WOW Presents Plus da venerdì 13 ottobre
e ha presentato la key art con protagonisti i 4 giudici: la
cantante Paola Iezzi e l’attore Paolo Camilli saranno i nuovi
componenti della giuria che si aggiungeranno all’attrice Chiara
Francini e alla Drag Queen Priscilla – anche conduttrice del
programma – che tornano entrambe come giudici per questa
attesissima stagione.
In DRAG RACE ITALIA le drag queen
più agguerrite del Paese sono pronte a mettere alla prova il loro
carisma, la loro unicità e il loro talento nella gara per essere
incoronate “Italia’s Next Drag Superstar “.
RuPaul’s Drag Race, il reality show
più popolare della storia con 27 Emmy® Awards, è prodotto da MTV
Entertainment Studios e dalla media company World of Wonder
Production, vincitrice di un Emmy Award. La nuova stagione della
versione italiana sarà prodotta da Ballandi.
La terza stagione di DRAG
RACE ITALIA è l’ultima versione internazionale del
franchise di successo DRAG RACE in anteprima quest’anno, dopo
l’innovativo lancio di DRAG RACE MEXICO all’inizio di quest’anno.
DRAG RACE BRASIL debutterà il 30 agosto su Paramount+, e più tardi lo stesso giorno su MTV in
Brasile e America Latina. Il titolo sarà anche presentato in
anteprima su WOW Presents Plus in tutto il mondo. I fan possono
anche guardare in streaming DRAG RACE GERMANY il 5 settembre su
Paramount+ in Germania, Austria e Svizzera e a livello globale su
WOW Presents Plus in tutti gli altri paesi. Tutte le serie saranno
prossimamente disponibili per lo streaming su Paramount+ anche
negli Stati Uniti.
L’attesissimo Il gladiatore
2 di Ridley Scott è
una delle tante produzioni attualmente sospese a causa degli
scioperi di WGA e SAG. Il film avrà come protagonista Paul Mescal,
che assumerà il ruolo di Lucius, mentre gli attori originali di
Il gladiatoreConnie Nielsen (Lucilla) e Djimon
Hounsou (Juba) riprenderanno i rispettivi ruoli.
Naturalmente, in quanto morto alla fine del precedente film il
Massimo di Russell Crowe
non farà parte del film. Tuttavia, Mescal ha recentemente parlato
con Esquire e ha anticipato che il
film renderà omaggio al primo film e all’attore nonostante non
abbia ancora avuto modo di parlare con Crowe.
“Non so di cosa parleremmo. Ad
esempio, mi piacerebbe ascoltare le sue storie dalle riprese, ma il
personaggio è, come, totalmente separato“, ha spiegato Mescal.
“Non posso parlarne”, ha poi risposto Mescal quando gli è stato
chiesto se Lucius fosse un gladiatore nel film. “Non posso
dirvi quanto sia stressante parlare di quel film in particolare,
perché è sicuramente il più grande che abbia mai fatto. Mi sento
davvero emozionato, ma è difficile allontanarsi un po’ dall’eredità
del film originale. Penso che sia davvero ben scritto e renda
omaggio al primo, ma è davvero qualcosa in cui penso di poter
entrare e sentirmi a mio agio“.
Il gladiatore 2, tutto quello che sappiamo sul
film
Come ormai noto, un sequel di Il
gladiatore (attualmente noto solo come Il gladiatore 2) è a tutti gli
effetti in lavorazione, con Ridley Scott
che torna alla regia del film che vedrà protagonista Paul Mescal nei
panni di Lucius, ma anche il ritorno di Connie
Nielsen nei panni di Lucilla e Djimon
Hounsou in quelli di Juba. Vi sono però anche gli ingressi
del premio Oscar Denzel
Washington, la star di The MandalorianPedro Pascal e
l’attore di Stranger ThingsJoseph
Quinn. Fred Hechinger ricopre invece il
ruolo dell’imperatore Gela, ottenuto dopo che Barry Keoghan
ha dovuto rinunciarvi per via di altri impegni. Fanno poi parte del
cast anche la star di Moon
Knight, May Calamawy e Derek
Jacobi, che riprenderà il ruolo di Gracchus dal primo
film.
Al momento non sono noti dettagli
sulla trama, ma è possibile immaginare che tra Lucius, il figlio
dell’amante di Massimo, Lucilla, e Geta possa generarsi uno scontro
al pari di quello tra Massimo e Commodo visto nel primo film. Non
resta dunque che attendere che le riprese di Il gladiatore 2 abbiano
inizio, così da poter ricevere maggiori dettagli a riguardo come
anche le prime foto in costume dei protagonisti. Ricordiamo che
Russell Crowe non
sembra essere coinvolto in alcun modo nel progetto,
specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo moriva al
termine del primo film. Ad ora, questo sequel è atteso in sala per
il 2024.
Ci sono invece notizie contrastanti
sugli attori in lizza per Reed Richards (Adam Driver
potrebbe essere ancora un favorito), mentre arrivano alcune nuove
informazioni su una (potenziale) scelta del cast per La
Cosa. Precedenti rapporti avevano indicato che la Marvel stava cercando una precisa
tipologia di attore per interpretare Ben Grimm, ovvero un uomo
bianco sovrappeso. Nell’episodio di questa settimana del podcast
Hot Mic, il co-conduttore Jeff Sneider ha
affermato che la sua fonte potrebbe aver basato questo su vecchi
concept art, mentre ora il favorito sarebbe
Ebon Moss-Bachrach.
Sneider sembra abbastanza certo che
la star della serie The Bear si sia unito
al cast o lo potrebbe fare prossimamente. Con l’attuale sciopero
degli attori, infatti, i casting sono al momento bloccati e ogni
tipo di contrattazione è al momento sospesa. Bisognerà attendere
che la soluzione si sblocchi prima di poter avere qualche certezza
riguardo a FFantastici
Quattro. Ad ora sappiamo solo che il film sarà
diretto da Matt Shakman e scritto da
Michael McCullers e Shane McGoey.
Ad ora, il film è previsto al cinema per il 2 maggio
2025.
Il lungometraggio d’animazione del
2010 Rapunzel – L’intreccio
della torre, basato sulla fiaba tedesca
Raperonzolo dei fratelli Grimm, è il 50° Classico Disney,
nonché il 7º ad aver incassato di più nella storia, con un incasso
totale di 591 milioni di dollari, ed è
inoltre il film più costoso nella storia dei Classici Disney con un
budget di 260 milioni. Si tratta dunque di uno dei più importanti
film realizzati nello scorso decennio dalla Disney e non sorprende
che lo studio voglia ora realizzarne un adattamento in live action,
sulla base di quanto realizzato negli ultimi anni con molti altri
dei propri Classici d’animazione.
Anche se non ci sono stati annunci
ufficiali (e probabilmente non ci saranno finché gli scioperi non
finiranno), nelle ultime settimane si è sentito parlare parecchio
dei potenziali piani della Disney per tale remake e un nuovo rumor suggerisce ora il
regista che lo studio vorrebbe alla guida del progetto. Secondo
l’insider Daniel Richtman, niente meno che
Baz Luhrmann (Elvis, Il grande Gatsby, Moulin
Rouge) sarebbe il regista in cima alla lista delle preferenze.
Richtman ha inoltre ribadito anche una recente voce secondo cui
Florence Pugh
sarebbe la favorita ad interpretare il ruolo principale di
Rapunzel.
Sebbene Richtman sia solitamente una
fonte abbastanza affidabile, è però bene notare che la sua
dichiarazione è stata smentita da un altro noto insider del
settore, Jeff Sneider, il quale sostiene che
Luhrmann non sarà il regista del film. Vale però la pena notare che
Richtman non ha mai detto che Luhrmann avesse effettivamente
firmato per dirigere, ma solo che la Disney lo sta tenendo in
considerazione per tale compito. Non è dunque da escludere che, con
un colpo di scena, l’accordo possa effettivamente concretizzarsi,
portando Luhrmann alla regia del film, che potrebbe nelle sue mani
assumere un’aspetto inedito e ben distinto rispetto agli altri
remake in live action della Disney.
Mentre è ufficiale
che Dune: Parte
Due uscirà non più a novembre di quest’anno
bensì nel marzo del 2024, il regista Denis
Villeneuve sta riflettendo sui piani futuri per l’universo
di Dune
dopo che questo nuovo film sarà uscito in sala. Dopo il trionfo di
Dune del 2021,
l’acclamato regista aveva infatti rivelato la sua aspirazione a
portare più storie dell’universo di Frank Herbert
sul grande schermo. In un’intervista con Empire Magazine, il regista ha
ora nuovamente lasciato intendere che la possibilità di
un Dune:
Parte Tre, terzo capitolo della sua
epica saga di adattamento di Dune, non è del tutto fuori
discussione.
Se avessero luogo ulteriori
sviluppi, il potenziale progetto sarebbe basato su Dune
Messiah, il seguito diretto del romanzo originale
di Herbert. Discutendo la potenziale trama, Villeneuve ha
osservato: “Dune Messiah è stato scritto in reazione al fatto
che le persone percepivano Paul Atreides come un eroe, che non era
quello che voleva fare. Il mio adattamento è più vicino alla sua
idea che in realtà sia un avvertimento”. Citando un calo della
qualità dei romanzi successivi, ha chiarito che se Dune: Parte
Tre dovesse realizzarsi, segnerà sicuramente la fine della
trilogia prevista: “Dopodiché i libri diventano più…
esoterici”.
Il co-sceneggiatore di Dune: Parte DueJon
Spaihts aveva anche menzionato nel marzo 2022 che
Villeneuve aveva piani per un terzo film e una serie spin-off
televisiva. Sebbene la visione del regista sia entusiasmante, la
realizzazione di un terzo film dipenderà dell’accoglienza al
botteghino di Dune: Parte Due, così
come dalla società di produzione, Warner Bros. Pictures, di
procedere o meno con il progetto. Al di là del grande schermo,
anche i piani per una serie HBO Max, Dune: The
Sisterhood, rimangono incerti. Non resta dunque
che attendere l’arrivo di Dune: Parte Due per scoprire se realmente
Villeneuve riuscirà a portare a termine la trilogia che ha in
mente.
Dune: Parte Due, tutto quello che sappiamo sul
film
Dopo gli eventi del primo capitolo, Dune: Parte
Due ritrova Paul Atreides, unitosi ora a Chani e
ai Fremen e in cerca di vendetta contro i cospiratori che hanno
distrutto la sua famiglia e tutto ciò che conosceva del suo mondo.
Una guerra contro il malvagio barone Vladimir Harkonnen, e di
conseguenza contro l’imperatore Shaddam IV, è dunque inevitabile.
In preparazione a questa, Paul rafforzerà il suo rapporto con
Chani, farà la conoscenza della principessa Irulan Corrino, figlia
dell’Imperatore, e conoscerà profondamente lo spirito del deserto
proseguendo la sua strada come “Mahdi” il messia profetizzato dal
popolo del deserto, andando dunque incontro al proprio destino.
Fanno inoltre il loro ingresso nel
sequel Dune: Parte
Due anche Austin Butler
(Elvis, C’era una volta… a Hollywood) nei panni del
famigerato Feyd Rautha e il premio Oscar Christopher
Walken (Il cacciatore, Prova a prendermi) nei
panni dell’Imperatore. Florence
Pugh (Black Widow, Piccole donne),
Léa
Seydoux (Crimes of the Future) e
Souheila Yacoub (la serie No Man’s
Land, Climax) completano infine l’ampio cast nei
panni rispettivamente della principessa Irulan, figlia
dell’Imperatore, Lady Margot, amica stretta di quest’ultimo, e
Shishakli, guerriera dei Fremen.
Uno degli aspetti più affascinanti
della produzione di un film sono i dettagli che si celano
nei dietro le quinte. È lì che si ha la dimostrazione
della bravura e dell’impegno svolto da tutti i comparti tecnici,
ivi compreso il regista. Nel caso dell’Oppenheimer di Christopher Nolan sono tante le curiosità
riguardanti i behind the scenes che meritano di essere
svelate, e molte ruotano attorno alla costruzione di alcune scene
straordinarie, come ad esempio quella della detonazione della
bomba, che dimostrano come il regista londinese, ancora una volta,
riesca a sfidare le convenzioni e gli standard cinematografici,
sottolineando così l’eccellenza del suo lavoro. Scopriamo perciò
insieme quali sono i particolari più interessanti del dietro le
quinte di Oppenheimer.
La detonazione della bomba è
reale
Una delle sequenze più suggestive e
al contempo spaventose di Oppenheimer è
la detonazione della bomba atomica, che avviene durante il Test
Trinity. Quello è fra i momenti più significativi del film, nel
quale lo spettatore si rende conto delle conseguenze che tale
ordigno provocherà.
Christopher Nolan, che in questo suo nuovo lavoro si è spinto
davvero oltre il limite, ci teneva che l’esplosione fosse ripresa
senza CGI, per poter essere bella e terrificiante allo stesso modo.
Ecco perché, per ottenere tale effetto, il regista londinese ha
scelto di farne esplodere una reale, solo più piccola, usando una
miscela di benzina, petrolio, polvere di alluminio e razzi di
magnesio per produrre la luce accecante, il fuoco e l’effetto fungo
tipico di una bomba atomica, il tutto sfruttando la prospettiva
forzata per dare alla detonazione un senso di scala.
Nessuna ripresa in CGI
Quando
Oppenheimer ha cominciato ad essere
promosso, fra le cose più sorprendenti che si sono sentite, in
particolar modo attraverso interviste a
Nolan, è il fatto che non ci siano riprese in CGI . La notizia
ha suscitato una – scontata – sorpresa, tanto che il pubblico ne ha
aspettato l’uscita proprio per poterne vedere il risultato.
Attenzione: non significa, però, che il film non ne contenga
affatto, ma che invece non c’è una sola inquadratura che sia
interamente realizzata in CGI. Ad ogni modo, questa scelta non è
stata per niente facile, se si considera che è molto più semplice
la visualizzazione, ad esempio, delle particelle atomiche con l’uso
della computer grafica. Nella produzione del film, sono state
create grazie ad una commistione di VFX e riprese
pratiche che conferiscono ai momenti un peso reale.
David Bowie ha ispirato il look di
Oppenheimer
Una delle carte vincenti di
Oppenheimer, come è stato detto più
volte, è il cast. Cillian Murphy, che interpreta
il padre della bomba atomica, ha regalato al pubblico una
performance impeccabile, per non dire da brividi. La sua presenza
si sente tutta, e a contribuire al suo fascino c’è il look scelto
per lui, che lo fa distinguere da tutti gli altri fisici presenti
nel film (che sono tanti). Da quel che si apprende,
Nolan ha usato David Bowie come fonte di ispirazione per
l’aspetto dello scienziato e, in base a quanto riporta
Vulture, il regista inviava a Murphy foto della rockstar
negli anni ’70, “quando era così magro e un po’ emaciato ma
aveva questi meravigliosi abiti su misura con i pantaloni, che
erano la silhouette di Oppenheimer“.
Attori e… tagli di stipendi
Una situazione molto curiosa dei
behind the scenes di Oppenheimer è quella
che hanno vissuto Emily Blunt, Robert Downey Jr. e Matt Damon. Nonostante per il film siano stati
investiti ben 100 milioni di dollari, i soldi non sono bastati per
pagare a dovere ed equamente un cast di quella portata. I tre
sopracitati, si sa, sono attori di un certo livello, e il loro
cachet è sempre stato molto alto in altre produzioni. Nonostante
questo, si apprende da Variety che il desiderio di
lavorare con Christopher Nolan ha incoraggiato queste star a
ridurre il loro stipendio. L’importante era… esserci. E alla fine
possiamo dire che hanno fatto bene.
Quando pensiamo a Christopher Nolan
e alla sua recente filmografia, una delle prime cose che ci vengono
in mente è il suo utilizzare la tecnologia IMAX.
In questo modo lo spettatore ha una visione davvero molto ampia del
minuzioso lavoro svolto dal regista, il che ne alza anche di molto
l’asticella. Nel caso di Oppenheimer
questa tecnologia nelle scene in bianco e nero non si poteva
utilizzare, in quanto le pellicole IMAX per il b/n non esistevano.
Nolan, però, non voleva scendere a compromessi, perché uno di
questi sarebbe stato rinunciare o all’IMAX o alla scala di grigi, e
così, secondo quanto riporta Collider, ha chiesto al
produttore di pellicole Kodak di sviluppare la prima pellicola in
bianco e nero per IMAX. Con questo, Christopher Nolan ci conferma
di essere uno dei più grandi registi che la storia del cinema abbia
mai avuto.
Oppenheimer e la copia IMAX più
grande mai realizzata
Se ancora non è chiaro, continuiamo
a ribadirlo:
Christopher Nolan, per Oppenheimer,
si è spinto davvero al limite, realizzando l’impossibile. Quando il
film è uscito, il regista ha voluto mostrare sul web la copia IMAX
di Oppenheimer, che risulta essere la più grande mai realizzata.
La bobina è lunga quasi 13 chilometri e pesa circa 300
chilogrammi, e questo ovviamente fa sì che la risoluzione
delle immagini sia altissima, oltre ad avere chiarezza e profondità
eccellenti. Secondo quanto riporta Collider, Nolan ha
detto che il proiettore ha raggiunto il suo limite assoluto con
Oppenheimer, poiché il suo braccio non
può fisicamente sopportare altro peso.
La battuta non scritta
sull’attentato a Kyoto
Oppenheimer è costellato di momenti
tristi, riflessivi e anche strazianti. Uno di questi è racchiuso in
un momento fuori campo, con un commento da parte di un personaggio
secondario. Si tratta della scena in cui il Segretario alla Guerra
degli Stati Uniti Stimson discute su quali città giapponesi
sganciare la bomba e, prima di arrivare a Hiroshima e Nagasaki,
questi esclude Kyoto dalla lista, poiché – dice – esserci stato in
luna di miele con la moglie. Questo stralcio è uno dei più
agghiaccianti, e ciò che fa raggelare il sangue è il fatto che sia
davvero accaduto nella realtà. Nolan ha in seguito affermato che la
battuta è stata suggerita dall’attore che interpretava il
Segretario, il quale era venuto a conoscenza di questa infelice
espressione mentre faceva alcune ricerce sul personaggio che
avrebbe dovuto interpretare.
Robert Pattinson ha ispirato
Oppenheimer
All’inizio non si sapeva cosa avesse
spinto Christopher Nolan a sviluppare un film sul padre della bomba
atomica. Adesso, invece, lo sappiamo. A quanto pare il regista
londinese si è lasciato ispirare da
Robert Pattinson, il quale gli regalò un libro di
discorsi di Oppenheimer verso la fine della
produzione di Tenet, pellicola
in cui l’attore partecipò. Attraverso quelle letture, Nolan fu
colpito dalla figura di Oppenheimer talmente tanto, che iniziò a
farsi strada l’idea di produrne un biopic. Alla fine, pur volendo
inserire Pattinson nel film poiché era grazie a lui che il progetto
stava nascendo, il regista non è riuscito a farlo partecipare, in
quanto l’attore era al periodo molto richiesto.
Gran parte della sceneggiatura è in
prima persona
Un’altra rivelazione affascinante,
di cui si ha notizia tramite la rivista The Hollywood
Reporter, riguarda la stesura della sceneggiatura di
Oppenheimer. A quanto pare, Nolan ha
infranto l’ennesima convenzione, questa volta inerente allo script:
molti blocchi sono scritti in prima persona. La
spiegazione non ha tardato ad arrivare: il regista ha infatti
spiegato che l’ha usata per aiutare a differenziare le linee
temporali della sceneggiatura, e perciò tutto ciò che nel film si
svolge dalla prospettiva di Oppenheimer è
raccontato così. Nel film, tale distinzione è palesata attraverso
la gradazione dei colori. Ricordiamo che le scene in bianco e nero
non sono dalla prospettiva del fisico.
Cillian Murphy ha quasi
interpretato il fisico in uno show
Lo abbiamo detto all’inizio:
Cillian Murphy, con Oppenheimer, si è
davvero superato. Non sorprende perciò che abbia ricevuto molte
critiche positive e una serie di elogi. Oltre ad avvicinarsi molto
a livello fisico al padre della bomba atomica, l’attore è riuscito
anche, in maniera magistrale, a trasmettere tutto il pathos e i
sensi di colpa che in vita il fisico provò, e che si racchiudono
nella frase che lui stesso pronunciò ad un certo punto, ossia
l’essere diventato il distruttore di mondi. C’è però un dettaglio
che probabilmente molti non sanno: non è la prima volta che Murphy
viene preso in considerazione per interpretare
Oppenheimer. Nel 2014, la serie
Manhattan, la quale parlava della creazione della bomba
atomica, presentava lo scienziato nucleare come personaggio
secondario. Secondo il creatore della serie, Sam Shaw “Volevamo
che Oppenheimer […] si sentisse alieno, o altro, in qualche modo.
Al mille per cento, Cillian Murphy era su quella lista“.
Il regista Zack Snyder ha
rivelato il suo interesse nel realizzare un film su
Gears of War, ma il creatore originale ha
posto una condizione. I piani per un adattamento live-action del
popolarissimo franchise di videogiochi Gears of
War, il quale ha avuto inizio con il gioco originale del
2006, erano iniziati già nel 2007, quando New Line Cinema fu la
prima ad acquistare i diritti del gioco. Dopo essere passato per
più mani, Netflix è stato l’ultimo a puntare a
trasformare i videogiochi in un film, annunciando che lo
sceneggiatore di DuneJon
Spaihts avrebbe scritto la sceneggiatura all’inizio di
quest’anno.
Durante una recente intervista con
IGN, Snyder ha ora rivelato il
suo potenziale interesse a dirigere un film su Gears of
War o Halo, sebbene quest’ultimo abbia già avuto un
adattamento in una serie televisiva Paramount+. Dopo aver appreso questa notizia, il
creatore del gioco originale di Gears of War,
Cliff Bleszinski, si è rivolto a Twitter per
esprimere la sua approvazione, ma solo a condizione che
Dave Bautista interpreti il personaggio centrale
Marcus. Per fortuna, sembra non sia impossibile convincere Bautista
ad accettare il ruolo, avendo egli già espresso il suo interesse a
far parte del progetto.
Ecco invece quanto affermato da
Snyder: “Beh, ce ne sono molti [di videogiochi]. Voglio dire,
abbiamo parlato di un sacco di… Sai, Gears è sempre venuto fuori,
più o meno nel nostro tipo di cerchia. Quindi, ero un fan del
gioco, quindi, a pensarci bene, quello. Sono stato anche sempre
interessato al franchise di Halo… Ovviamente lo hanno già
realizzato, ma è stato qualcosa che ho sempre pensato potesse
essere incredibile“. Dato che Netflix sta ora lavorando al progetto e che Snyder ha
proprio con lo streamer un buon rapporto, per il quale ha già
realizzato Army of the Dead e
l’imminente Rebel Moon, è dunque
molto probabile che venga scelto proprio lui a dirigere Gears
of War.
In un’intervista
con The Hollywood
Reporter, a Neill Blomkamp è
stato chiesto se la Sonysarebbe
ancora legata al progetto District 10 se questo
film accadrà prima o poi. Il regista ha confermato che la Sony sarà
coinvolta, ma ha sottolineato di non sapere se il film verrà
realizzato o meno, anche se ha ipotizzato che “probabilmente” verrà
realizzato ad un certo punto.“Sì,
sarebbero legati a questo”, ha confermato
Blomkamp. “Non so se verrà realizzato o
meno. Non so nemmeno se voglio farlo adesso, ma prima o poi
probabilmente verrà realizzato.
Quando l’intervistatore ha
affermato che la risposta di Gran
Turismo probabilmente aiuterà la possibilità che venga
realizzato District 10, il regista ha concordato, affermando:
“Sì, ha senso“. District 9 è uscito per la prima volta nel
2009 con un’accoglienza ampiamente positiva e ha finito per essere
nominato per diversi premi. Un seguito era stato accennato più
volte nel corso degli anni, con Neill Blomkamp e
Sharlto Copley che avevano entrambi
apparentemente scritto bozze per un potenziale District 10.
Tuttavia da allora nulla si è mosso concretamente. Dunque non resta
che aspettare ulteriori sviluppi.
In District 9 In Sudafrica, gli extraterrestri di
un’astronave in avaria sono stati confinati in un ghetto gestito
dalla criminalità. Quando un uomo, vicino ai piani alti, viene
contagiato da un virus, esplode la guerra per ottenere il suo
DNA.
L’ultima epopea fantascientifica di
Zack Snyder, Rebel
Moon, vanta un cast all-star, con un sano mix di star
del cinema e caratteristi che sono apparsi nell’universo dei
supereroi Marvel o
DC – o, in alcuni casi, in entrambi.
Netflix ha rilasciato il primo trailer di Rebel
Moon, il suo imponente film evento in due parti, e con esso ha
fornito il primo sguardo al cast in azione. Data la portata di
questa produzione, anche molti dei ruoli minori sono interpretati
da volti riconoscibili del DCU e MCU: scopriamoli
assieme!
Djimon Hounsou ha avuto diversi ruoli in film
tratti da fumetti sia della Marvel che della DC ed è, di fatto,
uno dei pochi attori a vantare partecipazione in più franchise da
un miliardo di dollari. Nel MCU, ha interpretato
il soldato Kree Korath in Guardiani della Galassia, What If…? e Captain Marvel, mentre nel multiverso DC ha avuto
molteplici ruoli. Ha interpretato il Mago nei film di Shazam!
e Black Adam e ha avuto piccole parti in Aquaman, Push e Constantine. Sorprendentemente, Rebel
Moon rappresenterà la prima volta che
Hounsou lavora con Snyder.
Interpreterà il Generale Titus, un ex guerriero
dell’Imperium che ora combatte contro gli oppressori.
Anthony Hopkins
Il premio Oscar Anthony Hopkins non ha bisogno di
presentazioni: è una leggenda del palcoscenico e dello schermo.
Conosciuto soprattutto per i suoi ruoli più drammatici, come
Hannibal Lecter e il personaggio principale di The Father, Hopkins ha avuto un ruolo memorabile nel
MCU come
padre di Thor, Odino. Ha
partecipato anche a Red 2, basato su un fumetto della DC.
Hopkins dà voce a un robot di nome
Jimmy in Rebel
Moon e non appare fisicamente nel film. Attraverso la
sua voce fuori campo nel trailer, è evidente che Hopkins apporta al
progetto una certa gravitas e intensità, ed è emozionante vedere
cosa farà nelle mani di Zack Snyder.
Dominic Burgess
Non si sa molto del
personaggio di Dominic Burgess di Rebel Moon, a
parte il fatto che interpreta un certo Dash Thif.
Si tratta di un nome piuttosto interessante e, sebbene Burgess non
sia un volto molto riconoscibile, ha trascorso una discreta
quantità di tempo nel mondo dei supereroi. Ha avuto un arco in
The
Flash della CW, dove ha interpretato il cattivo
Killgore, e anche piccoli ruoli in Agents of
Shields della Marvel e Batman Begins della DC. Non è chiaro quale ruolo avrà
Dash Thif in Rebel
Moon , ma con un nome del genere in un film di
Zack Snyder, il suo personaggio è destinato ad
avere quantomeno un design incredibile.
Jena Malone
In Rebel
Moon, Jena Malone avrà un breve ruolo
come Harmada, un alieno mezzo ragno e mezzo umano. La Malone è
un’attrice sottovalutata, nota soprattutto per il suo ruolo di
Johanna nei sequel di Hunger Games, ma ha fatto un incredibile lavoro sui
personaggi in film come The Neon Demon, Vizio di forma e Animali Notturni. La Malone è una pupilla di
Snyder, visto che ha recitato in
Sucker Punch e nell’edizione estesa di Batman v Superman: Dawn of Justice. Già dai brevi
scorci di Harmada nel trailer, è chiaro che la sua
presenza sarà un punto di forza del film.
Tarak, interpretato
da Staz Nair, avrà un ruolo importante in Rebel
Moon e Zack Snyder considera il suo
ruolo il più divertente del film. Nair è noto soprattutto per il
suo lavoro in TV, dove ha interpretato Qhono, un
guerriero Dothraki, in Game of Thrones, ma è stato anche uno dei protagonisti
delle ultime due stagioni di
Supergirl con il su personaggio di William
Dey. Ha inoltre fatto una breve apparizione nel prequel di
Superman, Krypton, che ha avuto vita breve. Rebel Moon è
il primo ruolo cinematografico importante di Nair e, a giudicare
dai brevi scorci di lui a cavallo di un Grifone
nel trailer, sarà sicuramente memorabile.
Corey Stoll
Non si sa praticamente
nulla del ruolo di Corey Stoll in Rebel
Moon. Non è stato reso noto il nome del suo
personaggio e il trailer non offre alcuno sguardo chiaro
sull’attore di Billions. Non è la prima volta che un trailer
nasconde la partecipazione di Stoll: all’inizio dell’anno, Ant-Man and the Wasp: Quantumania ha nascosto il
ritorno di Stoll nel MCU come
Darren Cross/MODOK. Sebbene Stoll abbia
partecipato al film Push del 2009, basato sulla miniserie
della DC, il suo ruolo più riconoscibile nei fumetti è quello del
cattivo nel primo film di Ant-Man e di uno degli antagonisti del
threequel di quest’anno.
Ingvar Sigurdsson
In Justice League di Zack Snyder,
Ingvar Sigurdsson ha avuto un breve ruolo come
sindaco della città di mare dove Aquaman risiedeva all’inizio del film.
Snyder sfrutterà l’attore islandese per un effetto simile, poiché
vestirà i panni di Hagen, un contadino di Veldt.
Più conosciuto in patria, Sigurdsson ha il look necessario per
emergere in un film di Snyder, quindi non c’è da stupirsi che i due
abbiano deciso di collaborare di nuovo.
Già solo dal costume e dal volto,
Ed Skrein rappresenta una pericolosa minaccia per
il personaggio dell’Ammiraglio Noble. Sebbene il ruolo di Skrein in
Rebel
Moon fosse originariamente destinato a Rupert
Friend, il primo è entrato nella parte poco prima
dell’inizio delle riprese. Skrein non è nuovo al ruolo dei cattivi:
è conosciuto soprattutto per aver interpretato
Ajax nel primo film di Deadpool. È stato un ottimo avversario per il
simpatico Mercenario chiacchierone e non dovrebbe avere problemi a
interpretare un ruolo simile in un film molto più serio.
Cary Elwes
Come per il ruolo di
Corey Stoll, anche per il personaggio di
Cary Elwes in Rebel
Moon sono disponibili pochissime informazioni. La star
de La storia fantastica è apparsa in numerosi
franchise, da Saw a Mission: Impossible, ma in qualche modo è riuscito a
non apparire mai in un film di supereroi in live action. Tuttavia,
è stato il cattivo del pilot di Wonder Woman con Adrianne
Palicki, che non si è mai realizzato. La maggior parte
delle persone non ha visto questo episodio pilota perché non è mai
stato rilasciato ufficialmente al pubblico. Elwes ha comunque
prestato la voce ad Aquaman nel film d’animazione
Justice League: The Flashpoint
Paradox.
Ray Fisher
Ray
Fisher è un attore incredibile che si è fatto
conoscere soprattutto grazie al suo lavoro sul palcoscenico prima
che Zack Snyder gli affidasse il ruolo di
Cyborg in Justice League. Anche se il suo futuro con la DC
sembra incerto, è incoraggiante sapere che Snyder lo ha portato in
Rebel
Moon nel ruolo di Darrian Bloodaxe.
Il personaggio è un combattente ribelle con un nome interessante e
armi ancora più affascinanti. Fisher è stato il cuore e l’anima
della Justice League di Zack Snyder, quindi ogni scusa per farli
lavorare insieme è degna di nota.
Se c’era un regista in grado di
sviluppare un film tecnicamente magistrale ed emotivamente
impattante su J. Robert Oppenheimer, quello non poteva che
essere
Christopher Nolan. Con il suo arrivo in sala, il cinema si è
davvero arricchito, potendo sfoggiare un’opera maestosa,
in cui non solo sono presenti sequenze spettacolari – realizzate
fra l’altro con speciali lenti IMAX e nessuno uso della
CGI – ma anche tematiche estremamente attuali e
spaventose, come le armi nucleari, di cui ancora oggi il mondo
intero si preoccupa. Per realizzare
Oppenheimer, Nolan si è servito di un
budget di 100 milioni di dollari e neppure un soldo è stato
sprecato, soprattutto se si considera la presenza di effetti
speciali di grande spessore e lo schieramento di un cast stellare.
Tutto il film, perciò, è costellato di momenti staordinari, ma ce
ne sono alcuni proprio indimenticabili. Di seguito, vediamo quali
sono i migliori inserti di
Oppenheimer.
Strauss umiliato dal suo
assistente
Oppenheimer è scandagliato da alcuni
momenti estremamente importanti, che definiscono il percorso
travagliato del fisico statunitense. Fra questi vi è la rivalità
con Lewis Strauss, interpretato da Robert Downey Jr., il quale ad un certo punto
tenta di sporcare il suo nome dopo che questi lo ha umiliato più di
una volta. Tuttavia, quando Strauss rivela di aver orchestrato
l’udienza di Oppenheimer al punto da scegliere il
consulente speciale, nemmeno il suo assistente al Senato vuole
appoggiarlo. Questi, poi, dopo la convinzione di Strauss di essere
stato oggetto di argomento nella conversazione fra
Oppenheimer ed Einstein, gli dice, con estrema
soddisfazione, che i due fisici non hanno alcun interesse per il
presidente dell’AEC. Alla fine del film, quando lo
spettatore scopre ciò di cui effettivamente stavano parlando, le
sue parole trovano conferma di quanto affermato, ed è lì che
Strauss si rende conto, per la prima volta, che il suo narcisismo
ha avuto la meglio su di lui.
Oppenheimer VS Pash
Per tutto il
film sembra che Oppenheimer non sia mai
intimidito da nessuno, tranne che da una figura specifica: Boris
Pash, un ufficiale dei servizi segreti dell’esercito USA,
interpretato da Casey Affleck per un breve ma
significativo momento. Nei suoi interrogatori a Los Alamos, il
fisico sembra sempre a “proprio agio” e sceglie con estrema cura e
attenzione le risposte da dare. Tuttavia, Pash è l’unico ufficiale
dell’esercito americano in grado di metterlo in difficoltà e farlo
essere sotto pressione, e la dimostrazione di quanto detto proviene
dalla scena in cui l’ufficiale lo interroga sul suo legame con il
Partito Comunista. Questo si rivela essere uno degli inserti più
intensi dell’intero film.
L’incontro con Truman
Alcune scene di
Oppenheimer sono tanto potenti quanto
spettacolari, merito della presenza di alcuni attori che,
nonostante compaiano in un piccolo segmento, riescono a trasmettere
tutto il vigore del momento, alzando di parecchio il livello
drammaturgico dell’opera. Come il caso di Gary Oldman, che nel film interpreta Harry S.
Truman. La sequenza di cui si parla è quella realizzata nello
Studio Ovale, quando il Presidente dà ad
Oppenheimer del piagnucolone, mandandolo poi via.
Oldman regala una performance davvero impattante e forte e, se il
film non ne fosse già molto ricco, con dei lavori attoriali davvero
avvincenti e dalla durata più lunga, questa sarebbe una delle
interpretazioni da premiare assolutamente.
Oppenheimer e la mela
avvelenata
All’inizio di
Oppenheimer, il pubblico si immerge nella
vita universitaria del futuro padre della bomba atomica. È in
questa occasione che Oppenheimer decide di
avvelenare la mela del suo professore con delle sostanze chimiche,
dimostrandoci quanto il fisico riesca a prendere con estrema
facilità delle decisioni importanti ma al tempo stesso pericolose.
L’episodio costruito da
Nolan è davvero accaduto nella realtà e provocò uno scandalo
grosso nell’Università in cui Oppenheimer
studiava. Nel film la mela alla fine finisce nelle mani di Niels
Bohr, fisico in visita a Cambridge e idolo di
Oppenheimer stesso. Bohr sta quasi per mangiare il
frutto quando il suo “ammiratore” riesce a toglierglielo di mano
con uno schiaffo e impedire un disastro.
L’incontro con Leslie Groves
Fra i rapporti più particolari e al
contempo accattivanti di Oppenheimer, va
poi menzionata la relazione fra il fisico e Leslie Groves, il
responsabile militare del famigerato Progetto Manhattan, che porta alla nascita di
un’improbabile coppia comica sullo schermo. Nelle scene in cui sono
insieme, i personaggi si scambiano spesso battute di spirito l’uno
verso l’altro, e ogni loro dialogo ha il potenziale per diventare
una citazione classica. L’introduzione del generale Groves,
interpretato da un ottimo Matt Damon, risulta essere davvero simpatica,
in quanto si vedono sin da subito le loro due forti personalità ed
esperienze di vita e lavorative mettersi a confronto, sottolineando
una chimica molto interessante da sciorinare e decisamente
affascinante da vedere.
Il discorso di Oppenheimer dopo
Hiroshima e Nagasaki
Oppenheimer non si impegna solo a
raccontare la storia di colui che ad un certo punto si definì il
distruttore di mondi, ma cerca anche di mettere in risalto quanto
spaventosa sia stata questa invenzione umana, soprattutto se si
considera che ad oggi il nucleare è ancora una minaccia. C’è una
scena in particolare che mette in rilievo le atrocità derivanti
dalla bomba atomica e il peso che Oppenheimer si è
poi dovuto portare sulle spalle in seguito allo sganciamento
dell’ordigno. Il segmento di cui si parla è racchiuso nel discorso
condotto dal fisico dopo Hiroshima e Nagasaki. C’è infatti una
sequenza in cui Oppenheimer, mentre parla,
immagina le vittime dei bombardamenti, e i frame sono terrificanti.
Questo orrore, unito al senso di colpa provato dal fisico in
quel frangente, rende il momento uno dei più strazianti del
film.
L’intervista della moglie
Kitty
I film di
Christopher Nolan di solito vacillano un po’ su uno specifico
punto: i personaggi femminili. Nelle sue opere, questi sono o
cattivi, o vengono uccisi o addirittura non ci sono proprio. Nel
caso di Oppenheimer assistiamo invece ad
una vera e propria evoluzione a riguardo, essendo Kitty, moglie del
fisico interpretata da
Emily Blunt, uno dei character più forti. La scena più potente
nella quale la vediamo in azione è quella inserita durante
l’udienza di Oppenheimer, in cui Roger Robb, nel
tentativo di manipolarla affinché gli dia le risposte che vuole
sentire, è davvero spietato nel porle domande sul marito. Kitty
però va all’udienza preparata, pronta ad affrontare a testa alta
quella dura battaglia, tanto che alla fine ribalta la situazione
con Robb, lasciando quest’ultimo senza parole con il suo
indimenticabile monologo.
La conversazione fra Oppenheimer ed
Einstein
Uno degli inserti di cui
Oppenheimer fa all’inizio mistero è
quello che comprende uno specifico dialogo fra
Oppenheimer ed Einstein. La conversazione di cui
si parla è la stessa che fa diventare paranoico Strauss, poiché
pensa che i due stiano disquisendo di lui. Ma è solo nelle battute
finali del film che lo spettatore scopre cosa effettivamente i due
fisici si stavano dicendo: tematica centrale è il conflitto
interiore di Oppenheimer, il quale rivela ad
Einstein di essere preoccupato che la creazione della bomba atomica
possa aver innescato una reazione a catena.
Oppenheimer potrebbe aver battuto i nazisti su
questo fronte, ma si rende conto che, nel farlo, ha accelerato la
corsa agli armamenti nucleari in tutto il mondo, generando un
pericolo enorme.
Oppenheimer e quel finale del mondo
che… brucia
Dopo la conversazione fra
Oppenheimer ed Einstein, Nolan inserisce una scena
che, a livello emotivo e visivo, è forse quella più impattante. In
una costruzione intensa di immagini, il pubblico assiste ad un
flash forward delle armi nucleari attivate in tutto il
mondo, a dimostrazione che il Progetto Manhattan
ha davvero innescato una reazione a catena. Dopodiché tutto il
pianeta viene inghiottito dalle fiamme, mostrando quanto siano
terrificanti le preoccupazioni di Oppenheimer e
quanto la sua invenzione costituisca una minaccia davvero immensa.
E non solo. Quei frame concretizzano anche ciò che il fisico ha
realmente detto nella realtà, ossia l’essere diventato il
distruttore di mondi.
Il Test Trinity
Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer.
Concludiamo con un’altra scena
registicamente stupefacente, che si sviluppa attorno al famoso
Test Trinity. Un segmento costruito in maniera
superba, nel quale vediamo gli scienziati prepararsi
all’esplosione, e che sfoggia un ottimo sound design. Il pubblico
non si aspetta di sentire un suono così forte, intenso e
sbalorditivo, e l’effetto stupore avviene grazie soprattutto al
fatto che
Christopher Nolan riesce a farlo aspettare per lungo tempo,
prima di sentire il boato. Un boato, fra l’altro, imparagonabile ad
altre esplosioni avvenute precedentemente a quel momento. Ecco
perché, quando finalmente c’è quel rumore, è di un livello talmente
elevato che nessuno spettatore sarebbe stato preparato ad
affrontarlo.
The
Crown 6 che sarà l’ultima stagione di
The Crown dramma storico di NETFLIX
offrirà finalmente quello che potrebbe essere considerato il
momento più atteso ma controverso dello show. I produttori della
serie Andy Harries e Suzanne Mackie hanno
assicurato agli spettatori che lasesta
stagioneracconterà attentamente la tragica morte
della principessa Diana con “enorme
sensibilità”. L’incidente mortale di Diana a
Parigi nel 1997 è stato uno degli eventi più cruciali e dolorosi
nella storia del Regno Unito. Per questo motivo, le
aspettative che la serie di successo
Netflix riesca a
consegnare con successo la sequenza sono significativamente più
alte. Durante un forum del Festival televisivo di Edimburgo
(tramite Deadline),
i produttori dello show hanno parlato di come la sesta e ultima
stagione catturerà la morte
dell’amata principessa del
Galles con profondo rispetto e
sensibilità.
“Lo spettacolo
potrebbe essere grande e rumoroso, ma noi non lo siamo. Siamo
persone premurose e siamo persone sensibili. Ci sono state
conversazioni molto attente e lunghe su come avremmo
fatto“, ha detto Mackie. “Il pubblico
alla fine lo giudicherà, ma penso che sia stato ricreato con
delicatezza e attenzione.
Elizabeth Debicki è un’attrice straordinaria ed è stata così
premurosa e premurosa. Amava Diana. C’è un enorme rispetto da parte
di tutti noi, spero che sia
evidente”. Nel frattempo, Harries
ha affermato che la morte della regina Elisabetta II – morta di
“vecchiaia” l’8 settembre 2022 – non ha cambiato in alcun modo la
storia di The
Crown, ma ha “influito” notevolmente sui creativi
dietro lo spettacolo. “La scomparsa di Sua Maestà ha
avuto un impatto su tutti noi… Non ha cambiato [la storia]
fondamentalmente, ma in un certo senso l’ha cambiata. Quando
lo vedrai, penso che capirai cosa intendo”, ha
aggiunto Harries. “È un film molto potente e un
episodio di grande rispetto“, ha detto
Harries.
Quando uscirà The Crown 6?
Non ci sono ancora dettagli
sulla data di uscita esatta della sesta stagione di
The
Crown, anche se lo spettacolo dovrebbe tornare entro
la fine dell’anno. Nonostante altri dettagli rimangano
nascosti, non ci sono segni di ritardi nemmeno al momento, poiché
l’account X ufficiale dello show (precedentemente chiamato Twitter)
ha condiviso che l’ultima stagione di The Crown
“arriverà nel 2023”.
Il tema del Cancel Culture tieni
ancora banco ad Hollywood e non solo. La pratica di annullare o
cancellare, o tentare di cancellare qualcosa o qualcuno, è uno dei
movimenti di protesta che si è sviluppato con insistenza negli
ultimi anni. A parlare di questo fenomeno oggi è stata Jennifer Aniston, l’attrice in merito alla
“cultura dell’annullamento” ha detto che “probabilmente è
stata appena cancellata” menzionandola. Tuttavia, si è chiesta
se le persone meritano o meno la redenzione.“Sono
così stanco della cultura dell’annullamento“, ha detto la
Aniston. “Probabilmente sono stato semplicemente
cancellato dicendo questo. Semplicemente non capisco cosa
significhi… Non c’è redenzione? Non lo so. Non metto
tutti nel paniere di Harvey Weinstein.
Quando si è trattato del
produttore ormai tristemente caduto in disgrazia, Jennifer Aniston ha detto di non avere buoni
ricordi di Weinstein. Invece, ha detto l’attrice, le persone spesso
avevano paura di parlare con lui. “Non è un ragazzo, sei tipo,
‘Dio, non vedo l’ora di uscire con Harvey.’ Mai. In
realtà eri tipo, ‘Oh, Dio, OK, succhialo‘”, ha detto
Aniston. “Ricordo che in realtà è venuto a trovarmi
durante un film per propormi un film. E ricordo
consapevolmente di aver avuto una persona nella mia roulotte.
Le osservazioni di Aniston sulla cultura dell’annullamento arrivano
dopo che lei stessa ha affrontato la sua controversia all’inizio di
questo mese. L’attrice di
Friends è andata su Instagram all’inizio del mese per
denunciare un post di Jamie
Foxx che molti utenti
sostenevano fosse antisemita. Foxx si è poi scusato sul
momento, spiegando come le sue parole fossero solo un
malinteso.
In una recente intervista
con Allure,
alla bellissima Charlize Theron è stato chiesto di documentare
il suo processo di invecchiamento a causa della sua fama. L’attrice
– che è uno dei volti di Dior dal 2004 – ha detto che ama che
il suo viso stia “sta cambiando e invecchiando”, e poi ha respinto
le voci secondo cui si sarebbe sottoposta a un intervento di
chirurgia plastica. “Il mio viso sta cambiando e mi piace che
il mio viso stia cambiando e invecchiando“, ha detto
Theron. Ma “la gente pensa che mi sia fatto un
restyling. Dicono, ‘Che cosa ha fatto alla sua
faccia?’ Dico, ‘M—-, sto solo invecchiando! Ciò non
significa che ho subito un brutto intervento di chirurgia
plastica. Questo è proprio quello che succede.”
Charlize Theron ha continuato criticando
quelli che secondo lei sono doppi standard nel modo in cui gli
uomini e le donne vengono messi discussi quando invecchiano. Per
Theron, disprezza il concetto secondo cui le donne invecchiano male
mentre gli uomini invecchiano bene. “Ho sempre avuto problemi
con il fatto che agli uomini invecchiati piacciono i vini pregiati
e alle donne i fiori recisi“, ha detto
Theron. “Disprezzo questo concetto e voglio combatterlo,
ma penso anche che le donne vogliano invecchiare nel modo che
ritengono giusto. Penso che dobbiamo essere un po’ più
empatici nei confronti del modo in cui tutti noi affrontiamo il
nostro viaggio. Il mio viaggio nel dover vedere la mia faccia
su un cartellone pubblicitario è piuttosto divertente
adesso”.
Charlize Theron è apparso di recente in
Fast X del 2023 e apparirà prossimamente in
The Old Guard 2, un sequel del film di supereroi
del 2020 che vedeva Theron come membro di una squadra di mercenari
immortali.
Midnight Factory, etichetta di
Plaion Pictures, ha diffuso il trailer italiano del nuovo teen
horror soprannaturale Talk To
Me, in arrivo nei cinema italiani dal prossimo 28
settembre.
Nel trailer vediamo Mia (Sophie
Wilde) e il suo gruppo di amici venire a conoscenza di un
pericoloso quanto accattivante gioco che sta spopolando sui social
e tra le loro conoscenze: attraverso una mano imbalsamata che funge
da portale tra i due mondi e un semplice rituale, si avvia una
seduta spiritica per entrare in contatto con l’aldilà e vivere
sulla propria pelle l’esperienza della possessione. Per passare una
serata diversa e all’insegna del brivido, il gruppo di adolescenti
decide di cimentarsi nella prova di coraggio, evocando gli spiriti
e accettando di sfidarsi a turno ad aprire il varco che collega
vivi e morti fino a perdere il controllo e infrangere le regole del
gioco. Il ritmo incalzante del trailer va di pari passo con lo
scatenarsi delle terribili forze soprannaturali sprigionate dal
rituale e le inevitabili conseguenze che ricadono sul gruppo di
amici, intrappolato in un crescente vortice di tensione e terrore
che li condurrà per mano dritti all’inferno.
Dai produttori
di Babadook, Talk To
Me vede tra i protagonisti anche la star
internazionale de Il Signore degli AnelliMiranda
Otto e segna il debutto alla regia dell’emergente duo
australiano composto dai gemelli Danny e Michael Philippou,
noto tra i più giovani per il loro controverso canale YouTube,
RackaRacka, che ha già generato oltre 1 miliardo di
visualizzazioni.
In stile
Ouija, il film risponde ai canoni classici dell’horror
seguendo il filone delle possessioni demoniache. Accolto dalla
critica mondiale come uno dei casi horror più interessanti e
convincenti di quest’anno e certificato Fresh 94% su Rotten
Tomatoes, Talk To
Me è attualmente l’horror con il rating più
alto del 2023, definito da Vice come “uno dei film più spaventosi
del decennio”.
Talk To
Me è una discesa all’inferno che ha inizio quando un
gruppo di giovani ragazzi – interpretati da Sophie Wilde
(Bird), Alexandra
Jensen(Beat),Joe
Bird(Rabbit),Otis Dhanji (Aquaman) – si imbattono in una serie di video
virali che ritraggono gli effetti sconvolgenti di un gioco al
limite del soprannaturale: una seduta spiritica in cui il soggetto
entra in contatto con gli spiriti dell’aldilà attraverso una mano
imbalsamata che funge da portale tra i due mondi. In cerca di una
distrazione nell’anniversario della morte di sua madre,
l’adolescente Mia (Sophie Wilde) e il suo gruppo di amici decidono
di cimentarsi in questa prova di coraggio, seguendo il rituale.
Presto però la situazione sfugge di mano: in un pericoloso gioco al
rilancio, accettando a turno di sfidarsi ad aprire il varco che
collega vivi e morti, finiscono per superare i 90 secondi di durata
massima di evocazione degli spiriti infrangendo la regola
principale del rituale. I giovani amici vivranno un’esperienza
sconvolgente che condurrà lo spettatore in uno stato di terrore mai
provato prima.
Presentato in anteprima mondiale al
Sundance Film Festival del 2023 e dopo il grande successo raccolto
nella prima settimana d’uscita negli Stati Uniti (secondo miglior
debutto horror dopo Hereditary nella storia di A24, la
nota casa di produzione e distribuzione che ha trionfato agli Oscar
2023 con
Everything Everywhere All at Once e
The Whale, e ha lanciato alcuni fra gli horror
più iconici degli ultimi anni, tra cui X – A Sexy Horror
Story ePearl), Talk To
Me uscirà nelle sale italiane il 28
settembre con Midnight Factory, etichetta horror di Plaion
Pictures.
La trama del film
Un gruppo di giovani amici scopre
come evocare i demoni facendo uso di un’antica mano imbalsamata,
finché uno di loro si spinge troppo oltre aprendo irrimediabilmente
le porte al mondo degli spiriti. Perseguitato così da visioni
soprannaturali, il gruppo si trova inconsapevolmente al centro di
una possessione devastante che porterà a porsi una domanda
importante: meglio fidarsi dei vivi o dei morti?
Disney+ ha diffuso “Ciurma
Ribelle”, una nuova entusiasmante featurette, per celebrare il
debutto della serie originale targata Lucasfilm Star
Wars: Ahsoka (recensione),
ora disponibile in esclusiva sulla piattaforma streaming con i
primi due episodi. Ambientata dopo la caduta dell’Impero, Star
Wars: Ahsoka segue l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano mentre indaga su una minaccia nascente in
una galassia ormai vulnerabile.
Ahsoka
è interpretata da
Rosario Dawson, Natasha Liu Bordizzo,
Mary Elizabeth Winstead, Ray Stevenson, Ivanna Sakhno, Diana
Lee Inosanto, David Tennant, Lars Mikkelsen ed
Eman Esfandi. Gli episodi sono diretti da Dave
Filoni, Steph Green, Peter Ramsey, Jennifer Getzinger, Geeta Vasant
Patel and Rick Famuyiwa. Dave Filoni è il capo sceneggiatore e
produttore esecutivo insieme a Jon Favreau, Kathleen Kennedy, Colin
Wilson e Carrie Beck. Karen Gilchrist è la co-produttrice
esecutiva.
Arriva in esclusiva su Sky
Cinema e NOW il film targato Sky Original
Detective Marlowe, con protagonista Liam Neeson e diretto dal Premio Oscar
Neil Jordan, dal 28 agostoalle 21.15 su Sky Cinema Uno (e alle 21.45
su Sky Cinema Collection – Liam Neeson Mania) e in
streaming su NOW. Su Sky il film sarà disponibile on demand, anche
in 4K.
In questo thriller poliziesco
neo-noir, Neeson – che qui interpreta il suo centesimo film – veste
i panni dell’iconico detective nato dalla penna di Raymond
Chandler, Phillip Marlowe, assieme a un cast stellare con attori
del calibro di Diane Kruger (Clare Cavendish),
Jessica Lange (Dorothy Quincannon),
Adewale Akinnuoye-Agbaje (Cedric), e con
Danny Huston (Floyd Hanson) e Alan
Cumming (Lou Hendricks). La sceneggiatura è del Premio
Oscar William Monahan ed è basata sul romanzo di
John Banville La bionda dagli occhi neri: Un’indagine di Philip
Marlowe, vincitore del Premio Booker.
E in occasione della prima tv di
DETECTIVE MARLOWE Sky Cinema Collection si
trasforma in SKY CINEMA COLLECTION – LIAM NEESON
MANIA, con una settimana di programmazione interamente
dedicata all’attore britannico, da lunedì 28 agosto a
domenica 3 settembre al canale 303 di Sky e in streaming su NOW (i
titoli saranno disponibili anche on demand).
Tra i 17 titoli
previsti, saranno proposti altri due film targati Sky Original:
l’adrenalinico HONEST THIEF e
BLACKLIGHT con Aidan Quinn. Inoltre il kolossal di
Steven Spielberg, premiato con 7 Oscar,
SCHINDLER’S LIST; il dittico fantasy che attinge
alla mitologia greca SCONTRO TRA TITANI e
LA FURIA DEI TITANI con Sam Worthington e Ralph
Fiennes; e gli action thriller LA PREDA PERFETTA
con Dan Stevens, RUN ALL NIGHT – UNA NOTTE PER
SOPRAVVIVERE con Ed Harris, L’UOMO SUL TRENO – THE
COMMUTER con Vera Farmiga e UNKNOWN – SENZA
IDENTITÀ con Diane Kruger e Bruno Ganz.
La
trama
È il 1939. A Los Angeles, il
detective privato Philip Marlowe (Liam Neeson) è irrequieto e solo
come sempre e gli affari vanno un po’ a rilento. Quand’ecco che
arriva una nuova cliente: giovane, bella e ben vestita, Clare
Cavendish (Diane Kruger) è la figlia dell’attrice di Hollywood e
icona del cinema Dorothy Quincannon (Jessica Lange) e vuole che
Marlowe trovi il suo ex amante, un piccolo spacciatore e
dongiovanni di nome Nico Peterson. L’indagine di Marlowe lo porta
al Corbata Club, punto di riferimento esclusivo e covo di iniquità
per i ricchi e potenti di Los Angeles, gestito da Floyd Hanson
(Danny Huston), apparentemente cittadino modello, ma custode dello
squallido mondo sotterraneo che si nasconde all’interno.
Si diffonde la storia della “morte
accidentale” di Nico, ma Marlowe è tutt’altro che convinto. Emerge
che la morte è stata inscenata – Nico è ancora vivo – e presto
Marlowe si ritrova non solo sotto l’incantesimo della seducente Ms
Cavendish, ma anche alle prese con il ventre scandaloso del
fiorente business cinematografico di Hollywood, assieme ai membri
di una delle famiglie più ricche di Bay City, sviluppando al
contempo un singolare apprezzamento per quanto sono disposti a fare
per proteggere la loro fortuna…
Prime
Video ha diffuso il teaser trailer di serie thriller
Original britannica Wilderness: Fuori
Controllo che vede protagonisti Jenna Coleman e
Oliver Jackson-Cohen. La versione ri-registrata di ‘Look What
You Made Me Do’, viene svelata per la prima volta nel teaser
trailer di Wilderness: Fuori Controllo. La canzone di
Taylor Swift “Look What You Made Me Do (Taylor’s
Version)” sarà la traccia che accompagnerà i titoli di testa della
serie thriller Original britannica Wilderness: Fuori
Controllo. Il brano ri-registrato dell’album
Reputation fa il suo debutto globale nel teaser trailer della
serie. Wilderness: Fuori Controllo sarà
disponibile in tutto il mondo su Prime Video dal 15 settembre.
La sprezzante ‘Look What You Made
Me Do (Taylor’s Version)’ riflette la trasformazione di Liv
(Jenna Coleman,
Doctor Who) dopo che il suo apparentemente “per sempre
felici e contenti” si trasforma velocemente in un vero incubo
quando scopre che suo marito Will (Oliver
Jackson-Cohen) la sta tradendo.
Liv, dopo aver scoperto il
tradimento, diventa la protagonista dei brutti sogni di Will quando
lo strazio lascia presto spazio a un’altra emozione: la furia. La
coppia parte per il viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti
su cui Liv ha fantasticato fin da piccola: dalla Monument Valley al
Grand Canyon, passando per Yosemite, per finire con un weekend
edonistico a Las Vegas dove liberarsi da polvere e sudore. Per Will
è un’occasione per fare ammenda, mentre per Liv si apre uno
scenario ben diverso: un paesaggio dove gli incidenti accadono di
continuo. Il luogo perfetto per vendicarsi. Guarda che
cosa le hai fatto fare…
La traccia di Taylor Swift ‘Look What You Made Me Do (Taylor’s
Version)’ è l’ultima novità per questo thriller psicologico guidato
da un team tutto al femminile: la serie è creata
da Marnie Dickens, basata sul
romanzo di B.E. Jones, diretta
da So Yong Kim e ha per executive producer
Elizabeth Kilgarriff.
Nel corso della sua lunga e gloriosa
carriera il regista Steven Spielberg ha collaborato con
innumerevoli celebri attori, divenuti grandi anche proprio grazie a
lui. Tra questi si annovera anche il premio Oscar Leonardo DiCaprio. Già divenuto popolare in
tutto il mondo grazie al film Titanic, a pochi anni da
questo, nel 2002, si conferma un attore di grande talento grazie a
Prova a prendermi, diretto proprio da
Spielberg in quella che ad oggi è la loro unica collaborazione. Con
questa hanno portato al cinema la vera storia di Frank
Abagnale Jr., personalità tanto incredibile quanto
cinematografica.
La sceneggiatura, scritta da
Jeff Nathanson, è tratta dall’autobiografia che
Abagnale pubblicò nel 1980 con il titolo di Catch Me if you
Can. Nell’adattare tale testo, Nathanson diede vita a
pochissime differenze, e quelle poche che attuò furono sempre
realizzate con il consenso del vero Abagnale, che assistette al
processo per garantirne la veridicità. Il film prese così forma,
con location individuate in oltre 140 località tra gli Stati Uniti
e la Francia. Tali spostamenti non furono però un problema per
Spielberg, che riuscì a completare le riprese in soli 56
giorni.
Arrivato infine in sala, il film si
affermò come un grandissimo successo, incassando ben 352 milioni di
dollari a livello globale a fronte di un budget di soli 52. La
presenza di grandi nomi nel cast ha certamente contribuito a
raggiungere tale risultato, e ancora oggi il film è ricordato come
uno dei migliori realizzati da Spielberg negli ultimi anni. Tale
successo di pubblico e critica portò poi Prova a prendermi
ad ottenere anche due nomination al premio Oscar, rispettivamente
per la miglior colonna sonora e per il miglior attore non
protagonista. Proseguendo qui nella lettura sarà poi possibile
scoprire diverse altre curiosità legate al titolo, dal suo cast
alla vera storia dietro il film.
Prova a prendermi: la
trama del film
Protagonista della storia è il
sedicenne Frank Abagnale Jr, il quale nella New
York degli anni Sessanta si ritrova a dover scegliere con quale dei
due genitori vuole vivere, avendo questi intenzione di divorziare.
Piuttosto che dover prendere una decisione, però, il giovane
preferisce fuggire e darsi alla macchia. Intraprendendo una vita in
totale indipendenza, Frank sviluppa un grande talento come
truffatore, arrivando a fingersi prima pilota di aerei, poi medico
e avvocato. Così facendo egli riesce a guadagnare una fortuna e
vivere una vita all’insegna di sfrenati piaceri. La sua attività
non passa però di certo inosservata e sulle sue tracce si pone
l’agente dell’FBICarl Hanratty, il quale inizia una frenetica
caccia all’uomo, pur non sapendo quale sia la vera identità del
truffatore, dato che egli cambia continuamente il proprio nome e il
proprio passato. Anche i migliori prima o poi però sbagliano, e
sarà proprio lì che Hanratty intende colpire Abagnale.
Prova a prendermi: il cast
del film
Per i principali personaggi del film
Spielberg, prima come produttore e poi come regista, considerò
diversi celebri attori di Hollywood. Il ruolo del protagonista
Frank Abagnale Jr., però, fu da subito assegnato a Leonardo
DiCaprio. Prima di vedere la sua interpretazione nel
film finito, il vero Abagnale non considerava però l’attore come la
giusta scelta, salvo poi doversi ricredere. Proprio parlando con
questi, DiCaprio ebbe modo di conoscere ulteriormente la sua
storia, potendo così fornire un’interpretazione ancor più fedele
del vero Abagnale. Ad opporsi a lui, nel ruolo di Carl Hanratty, vi
è invece il premio Oscar Tom
Hanks.
Inizialmente, Spielberg aveva timore
a chiedere al celebre attore di ricoprire un ruolo che non era
quello del protagonista, temendo un rifiuto. Hanks, invece, da
attore intelligente quale è, affermò che non esistono ruoli grandi
o piccoli, e fu lieto di interpretare il personaggio,
considerandolo estremamente affascinante.Nel film si ritrovano poi
altri celebri attori, molti dei quali ebbero proprio grazie a
Prova a prendermi il loro trampolino di lancio. La prima
tra questi è certamente Amy
Adams. Oggi considerata tra le migliori interpreti
della sua generazione, al momento di prendere parte al film la
Adams aveva all’attivo solo pochi ruoli.
Spielberg rimase però colpito dalla
sua grinta, e le affidò il ruolo di Brenda Strong, una delle amanti
di Abagnale. Le attrici Jennifer Garner,
Ellen Pompeo
ed Elizabeth
Banks compaiono brevemente nei ruoli di Cheryl Ann,
Marci e Lucy, ragazze in cui si imbatte il protagonista durante la
sua attività. Martin Sheen è l’avvocato Roger
Strong, mentre Nathalie Baye è Paula Abagnale, la
madre di Frank. Importantissimo è il ruolo ricoperto dall’attore
Christopher Walken, che dà vita a Frank Abagnale
Sr., ruolo per il quale è stato candidato all’Oscar.
Prova a prendermi: la vera
storia dietro il film
L’incredibile storia di
Frank Abagnale Jr. ha inizio nel 1964, quando in
seguito al divorzio dei genitori decise di scappare pur di non
dover vivere con solo uno dei due. Dato il suo aspetto maturo, che
lo faceva sembrare più grande di quanto in realtà non fosse, egli
iniziò la propria attività di truffatore emettendo una serie di
assegni personali scoperti, e in seguito con altri trucchi ai danni
delle banche riuscì ottenere un bottino di circa quarantamila
dollari. Nel momento in cui la truffa divenne evidente, egli cambiò
identità e luogo di attività. Assunse infatti il nome di
Frank Williams, e contraffacendo una licenza da
pilota si spacciò come tale per la compagnia Pan Am.
Si stima che in tali vesti abbia
preso parte ad oltre 250 voli in 26 paesi diversi. Durante tale
periodo ebbe a disposizione soggiorni totalmente gratuiti. In
seguito, egli ricopri diverse altre false identità. Sotto il nome
di Frank Adams falsificò una laurea alla Columbia
University ed ebbe modo di insegnare per un semestre sociologia
alla Brigham Young University. Come Frank Conners
egli impersono per undici mesi un pediatra presso un ospedale della
Georgia. Lasciò tale ruolo dopo aver quasi rischiato di far morire
un bambino a causa della sua inesperienza in materia. Infine, come
Robert Black, egli riuscì a falsificare una laurea
in legge, passando poi l’esame per professare in Louisana.
A 19 anni egli si ritrovò così a
lavorare nell’ufficio legale più importante dello stato. Nel 1969,
tuttavia, egli viene riconosciuto e arrestato. Dopo lunghi
processi, egli viene estradato negli Stati Uniti. Riuscirà a
fuggire in due occasioni, salvo essere poi nuovamente catturato.
Condannato a 12 anni di carcere, egli ne scontò in realtà molti
meno qualora avesse aiutato l’FBI a indagare su una serie di
truffatori. Abagnale accettò, costruendosi così una carriera a
favore della legalità. Nella vicenda di Abagnale, la figura di Carl
Hanratty è in realtà l’insieme di diversi agenti dell’FBI che
indagarono sul suo caso. La principale fonte di ispirazione fu però
Joseph Shea.
Prova a prendermi: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di questo grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Prova a prendermi è infatti disponibile
nel catalogo di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Infinity, Apple
TV+, Netflix e Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno venerdì 25
agosto alle ore 23:10 sul canale
TwentySeven.
Affermatosi come uno dei maggiori
esponenti del cinema iraniano nel mondo, Asghar
Farhadi ha realizzato dal 2003 ad oggi una serie di film
che esplorano le tradizioni del suo paese, come anche i suoi lati
meno apprezzabili. Fornendo così un ritratto brillante e mai banale
della società del suo paese, egli ha saputo parlare anche a popoli
culturalmente e geograficamente lontani. Dopo gli Oscar vinti con
Una separazione e Il cliente, questi è
poi tornato a far parlare di sé con il film Tutti lo
sanno (qui la recensione), diretto nel
2018. Per lui si è trattato del secondo film estero, dopo il
francese Il passato realizzato nel 2013.
Per questo nuovo progetto Farhadi si
è recato in Spagna, realizzando un crime drammatico con
protagonisti due degli attori spagnoli più celebri di sempre:
Javier Bardem e Penelope Cruz.
Presentato in concorso al Festival
di Cannes, dove è stato il film d’apertura di quella edizione,
Tutti lo sanno è stato accolto da opinioni contrastanti,
con alcuni pronti ad indicarlo come un film minore del celebre
regista. Eppure, anche in questo caso Farhadi ha dimostrato di
saper padroneggiare bene elementi lontani dalla sua cultura,
costruendo un racconto avvincente e coinvolgente all’interno del
quale si raccontano dinamiche comuni a tutti.
Candidato a ben otto premi Goya,
considerati gli Oscar spagnoli, il film si è comunque affermato
come uno dei titoli d’autore più interessanti del suo anno. Prima
di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Tutti lo sanno: la trama
del film
Protagonista del film è
Laura, la quale dopo un periodo di residenza a
Buenos Aires, dove vive insieme al marito
Alejandro e ai due figli, decide di tornare nella
sua terra natìa. Dopo anni ritrova dunque il piccolo paesino rurale
in provincia di Madrid dove è cresciuta e partecipa alle nozze
della sorella minore Ana. Qui, oltre a rincontrare
la sua famiglia, con cui ha un rapporto complicato, rivede anche
Paco, suo grande amore di giovinezza che non ha
mai realmente dimenticato. Se quello che prova per Alejandro non è
vero amore, è anche per via del ricordo di lui. A spezzare quel
momento di festa, tuttavia, è la scomparsa di
Irene, la figlia adolescente di Laura.
Per i famigliari diventa subito
chiaro che si tratta di un sequestro ma piuttosto che coinvolgere
le forze dell’ordine si preferisce affidarsi al poliziotto in
pensione Jorge. Questi inizia dunque ad indagare e
in breve una richiesta di riscatto viene fatta alla disperata
Laura. Alla disperata ricerca di soldi, questa chiede a Paco di
vendere la sua tenuta, confessandogli che Irene è in realtà sua
figlia. Quando sta per lasciarsi convincere, egli inizia però a
sospettare della stessa Laura, la quale potrebbe essere in cerca di
vendetta per alcune vicende passate. Più la situazione si protrae,
più diventa complesso capire di chi potersi o meno fidare.
Tutti lo sanno: il cast
del film
Come anticipato, ad interpretare la
protagonista del film vi è l’attrice premio Oscar Penelope Cruz.
Qui alle prese con un personaggio particolarmente complesso e
criptico, la Cruz ha raccontato di aver seguito il processo di
sviluppo del film per circa cinque anni, costruendo molto del suo
personaggio insieme a Farhadi. Javier Bardem,
marito della Cruz nella realtà e a sua volta premio Oscar, è invece
Paco, l’uomo ancora innamorato di Laura e pronto a tutto per lei. I
due attori hanno dichiarato di non aver portato il lavoro sui
personaggi a casa, sapendo bene quando essere nel personaggio o
uscirne.
Accanto a loro, nel ruolo
dell’investigatore Jorge vi è José Angel Egido,
mentre Alejandro il marito di Laura è interpretato da
Ricardo Darin. Questi è uno degli attori più
prolifici e popolari del cinema argentino, noto a livello
internazionale per i film Il figlio della sposa e Il
segreto dei suoi occhi, lungometraggio vincitore dell’Oscar al
miglior film straniero. Irene, la figlia di Laura,
è interpretata da Carla Campra, attrice nota per
le serie Una vita e Feria. Le attrici
Elvira Minguez e Inma Cuesta sono
invece rispettivamente Mariana e Ana, le sorelle di Laura.
Eduard Fernandez interpreta Fernando il marito di
Mariana, mentre Barbara Lennie è Bea, la moglie di
Paco. Quest’ultima è nota in particolare per il film Magical
Girl.
Tutti lo sanno: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Tutti lo
sanno è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple
TV+, Tim Vision, Now, Infinity+, Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di venerdì 25agosto alle ore 21:20 sul canale
Rai 3.
Stando a quanto ora comunicato,
Dune: Parte
Due arriverà nelle sale americane il 15
marzo 2024, mesi dopo la precedente data che era stata
fissata al 3 novembre 2023.
Godzilla X Kong: The New Empire arriverà
invece in sala il 12 aprile 2024, avendo ceduto il suo slot al
lungometraggio diretto da Denis Villeneuve.
Infine, Il Signore degli Anelli: La Guerra dei
Rohirrim, inizialmente previsto proprio per il 12
aprile, è ora invece stato slittato al 13 dicembre
2024.
L’eventuale prolungarsi fino
all’inverno degli scioperi, tuttavia, potrebbe rendere incerte
anche le uscite previste per quel periodo. La Warner Bros. spera
però ovviamente che in questo tempo gli scioperi giungano ad una
risoluzione, permettendo così ai cast dei film rimandati di
partecipare alla loro promozione, favorendone così la visibilità e
il successo. Non resta dunque che attendere novità a riguardo,
nella speranza che non si rendano necessari ulteriori rinvii.
Mamma qui comando
io è il
nuovo film di Federico Moccia in uscita il 14
settembre distribuito da RS Productions in collaborazione
con Mirari Vos, una commedia per la famiglia prodotta da
Alexandra Cinematografica, Neo Art Producciones con Rai Cinema,
diretta da Federico Moccia e con un cast per tutti i target:
Daniela Virgilio, Simone Montedoro, Maurizio Mattioli, Corinne
Clery e Alessio Di Domenicantonio. Ecco una clip in esclusiva per
il film:
https://www.youtube.com/watch?v=Z_c4sr9o7GM
Dopo essere stato
presentato con grande successo in anteprima all’edizione appena
conclusa dell’Ischia Global Film & Music Festival, arriva ora anche
in sala l’ultimo film di Federico Moccia, che ne
firma anche la sceneggiatura insieme a Giorgia
Colli e Luca Biglione e che sceglie di
raccontare – partendo da una storia vera – come la sentenza di un
Tribunale italiano possa cambiare in modo imprevedibile i rapporti
all’interno di una famiglia.
Mamma qui comando io, la trama
Filippo (Simone
Montedoro) e Michela (Daniela Virgilio) sono marito e moglie in
procinto di separarsi e genitori di Francesco (Alessio Di
Domenicantonio), un bambino di nove anni furbo e vivace. In
tribunale, vista la lite dei coniugi per tenere la casa di famiglia
e nell’ impossibilità di capire chi è il genitore giusto con cui il
bambino debba vivere, il giudice sorprendentemente assegna la casa
al bambino della coppia e stabilisce che saranno madre e padre ad
alternarsi ogni lunedì dentro casa. La sentenza è però provvisoria:
avvalendosi della supervisione di un assistente sociale il giudice
deciderà dopo sei mesi a chi sarà affidato il piccolo in casa.
Francesco interpreta a suo modo la sentenza e confortato dal suo
gruppo di amichetti si convince di essere il Boss della casa,
scatenando situazioni rocambolesche, come ad esempio organizzando
di nascosto una festa lanciata sui social che riempie la casa di
ragazzini scatenati e che provoca addirittura l’intervento della
polizia. Rimproverati pesantemente dall’ assistente sociale,
Filippo e Michela, si accusano a vicenda, spalleggiati anche dalle
loro famiglie d’ origine (Corinne Clery e Maurizio Mattioli).
Francesco, che come tutti i figli desidera però la
riappacificazione dei genitori, è consapevole di essere stato causa
di peggiori litigi e cerca di rimediare comportandosi da ragazzino
ubbidiente e disponibile. Prova anche a far riavvicinare i genitori
ma all’orizzonte spuntano i nuovi pretendenti di mamma e papà e la
situazione si complica ulteriormente fino a precipitare durante la
cena della Vigilia di Natale.
Apple TV+
ha svelato oggi il trailer ufficiale dell’attesissima terza
stagione di The
Morning Show, interpretata e prodotta da
Jennifer Aniston e
Reese Witherspoon e in uscita il 13 settembre con i
primi due episodi dei dieci totali, seguiti da nuove puntate
settimanali ogni mercoledì, fino all’8 novembre.
Nella terza stagione di The
Morning Show, il futuro della rete è messo in
discussione e la lealtà dei singoli protagonisti è spinta al limite
quando un gigante della tecnologia mostra interesse verso la UBA.
Si formano alleanze inaspettate, le storie private vengono
utilizzate come armi e tutti sono costretti a confrontarsi con i
propri valori e principi, dentro e fuori dalla redazione. Insieme
ad Aniston e Witherspoon, il cast stellare della terza stagione è
guidato da Billy Crudup, Mark Duplass, Nestor Carbonell, Karen
Pittman, Greta Lee, Jon Hamm, Nicole Beharie e Julianna
Margulies.
La serie, vincitrice di Emmy, SAG e
Critics Choice Award e già confermata per una quarta stagione, è
diretta e prodotta da Mimi Leder, con Charlotte Stoudt come
showrunner e produttrice esecutiva. “The Morning Show” è prodotto
dallo studio Media Res e prodotto a livello esecutivo da Michael
Ellenberg con Media Res, insieme a Stoudt e Leder. Jennifer Aniston
e Kristin Hahn producono esecutivamente attraverso Echo Films e
Reese Witherspoon e Lauren Neustadter con Hello Sunshine.
La seconda stagione di The
Morning Show, disponibile su Apple
TV+, ha ricevuto una nomination agli Emmy come Miglior
attrice protagonista in una serie drammatica per Reese Witherspoon,
una nomination come Miglior attore non protagonista in una serie
drammatica per Billy Crudup, che lo aveva già vinto per la prima
stagione, e una candidatura a Miglior guest star femminile in una
serie drammatica a Marcia Gay Harden.
Nella prima stagione, Billy Crudup,
nei panni di Corey Ellison, ha vinto un Emmy come Attore non
protagonista in una serie drammatica, oltre a un Critics Choice
Award, mentre, grazie all’interpretazione di Alex Levy, Jennifer
Aniston ha ricevuto un SAG Award per la Migliore interpretazione in
una serie drammatica. La serie ha anche ricevuto la nomination
dalla Television Critics Association come Outstanding New Program e
un TV Choice Award per Best New Drama.
Christopher Nolan con il suo Oppenheimer
ha riportato sul grande schermo un biopic politico che,
nell’universo cinematografico di incredibile ricchezza, costituisce
uno dei generi più avvincenti e affascinanti. Il regista londinese
non solo ha ricostruito la storia del padre della bomba atomica, ma
ha anche affrontato uno dei periodi più bui della storia, ossia la
Seconda Guerra Mondiale. È in questa parentesi che infatti si
racchiudono svariate figure di spessore e grande fascinazione, le
quali hanno permesso di modellare nel tempo biopic
politici che si sono avvicinanti al capolavoro. Le
tematiche di queste opere sono più o meno sempre le stesse, e vanno
dall’analisi dei mandati di politici famosi, fino alle azioni dei
leader mondiali più importanti. Scopriamo dunque quali sono
i migliori biopic politici da vedere se è piaciuto
Oppenehimer.
JFK – Un caso ancora aperto
Iniziamo il viaggio nei
biopic politici con JFK – Un caso ancora
aperto, film del 1991 diretto da Oliver Stone
e scritto a quattro mani insieme a Zachary Sklar. La storia ruota
attorno all’assassinio di John F. Kennedy e le successive indagini
svolte dal procuratore distrettuale di New Orleans all’epoca dei
fatti, Jim Garrison, interpretato da
Kevin Costner. La pellicola a volte confonde i fatti
ed è in parte basata sul controverso libro di Jim Garrison,
Sulle tracce degli assassini, e su quello di Jim Marrs,
Fuoco incrociato: Il complotto che ha ucciso Kennedy.
Nonostante questo, Stone pone al centro del suo racconto lo
scompiglio e il frastuono che ha afflitto l’intero panorama
politico americano all’indomani dell’evento.
Vice – L’uomo nell’ombra
Quando si tratta di biopic
politici, la trama pone sempre il suo accento sulla
corruzione che scaturisce da quel tipo di protagonisti. Fra i film
che però si sono proprio divertiti ad affrontare questo aspetto c’è
Vice – L’uomo nell’ombra, scritto e diretto da Adam
McKay. In questo caso, la pellicola si impianta anche su un tono
satirico, oltre che drammatico, e fa una sorta di mash-up fra
storia americana e, per l’appunto, satira politica. Compito del
film è quello di descrivere l’influenza senza precedenti di Dick
Cheney, interpretato da un molto bravo e per nulla riconoscibile
Christian Bale, sotto la presidenza di George
W. Bush, che lo ha visto mettere a punto diverse invasioni militari
dopo l’11 settembre. Vice – L’uomo nell’ombra ha avuto
così tanto successo da essere stato in seguito candidato agli
Oscar, con ben otto nomination.
La guerra di Charlie Wilson
Fra i biopic
politici meglio riusciti ma purtroppo passati in sordina e
quasi dimenticati, troviamo La guerra di Charlie Wilson,
film del 2007 diretto da Mike Nichols e scritto da
Aaron Sorkin. Basato sul romanzo biografico di George Crile III, la
pellicola si incentra sul deputato texano Charlie Wilson,
interpretato da Tom Hanks, e sugli sforzi che fece per
equipaggiare i combattenti afghani contro l’invasione delle forze
sovietiche. La guerra di Charlie Wilson vanta un cast
davvero stellare, basti pensare che nel progetto parteciparono
anche Julia Roberts nel ruolo di Joanne Herring, collaboratrice di
Wilson, e Philip Seymour Hoffman nel ruolo di Gust Avrakotos, un
anticonformista della CIA con cui Wilson coltiva un rapporto
d’amicizia. Tra l’altro, in questa produzione è presente anche
Emily Blunt, che in Oppenheimer interpreta Kitty, la moglie del
fisico. Il film ha ricevuto una candidatura agli Oscar nella
categoria Miglior attore non protagonista per Philip Seymour
Hoffman.
Good Night, and Good Luck.
Proseguiamo con un altro film molto
interessante, ossia Good Night, and Good Luck., anno 2005,
girato in bianco e nero sotto la regia di George Clooney, il quale ne ha scritto anche
la sceneggiatura insieme a Grant Heslov. Il lavoro, che vede
l’attore di Hollywood al suo secondo lungometraggio dietro la
macchina da presa, mostra con zelo e attenzione il paesaggio
anticomunista dell’America degli anni Cinquanta ed è impreziosito
da suggestive immagini, sempre in bianco e nero. La storia segue le
vicende del giornalista ed anchorman della CBS Edward R. Murrow,
interpretato da David Strathairn, e il suo coraggioso tentativo di
sfidare i metodi invasivi e incostituzionali del senatore Joseph
McCarthy per stanare i comunisti in America. Good Night, and
Good Luck., contiene poi dei filmati reali delle udienze
dell’epoca. Per la sua bellezza estetica ma anche contenutistica,
il film è stato candidato a sei premi Oscar, tra cui miglior film e
miglior attore protagonista per l’interpretazione di
Strathairn.
L’ora più buia
Continuiamo con i migliori
biopic politici parlando di L’ora più buia, film diretto da Joe
Wright e scritto da Anthony McCarten. Il film, in questo
caso, ha una missione specifica: documentare l’inizio del primo
mandato di Winston Churchill come Primo Ministro, con l’Inghilterra
in preda all’avanzata della Germania verso Dunkerque. Portare sullo
schermo la minaccia che rappresentava per Hitler per il Regno
Unito, ha fatto sì che L’ora più buia catturasse
l’attenzione e la curiosità di molti, soprattutto di quelli che
magari volevano saperne di più su questa pagina di storia. A
interpretare Churchill un magistrale Gary Oldman, il quale per la pellicola si è
anche aggiudicato il premio Oscar. Il film ha vinto anche nella
categoria Miglior trucco.
Malcolm X
Quando si tratta di trasporre su
schermo storie di personaggi politici, la narrazione non si limita
a rappresentare solo coloro che hanno vissuto la Casa Bianca. Ecco
perché un altro film di questo genere da tenere in considerazione,
pur scostandosi da quelli precedentemente menzionati, è Malcom
X, anno 1992, con la regia di Spike Lee, che
ha contribuito anche alla sceneggiatura scritta a sei mani. La
pellicola ruota attorno a, per l’appunto, Malcolm X, una delle
figure più famose nella storia per quanto riguarda il movimento per
i diritti civili, il quale è stato tanto potente e ispiratore
quanto controverso. Malcolm X è interpretato da Denzel
Washington ed ha una durata veramente molto lunga, ben 202
minuti, poiché abbraccia tutta la vita dell’uomo, dalla sua
giovinezza come criminale fino al suo lavoro con la Nation of Islam
e il suo attivismo, arrivando fino al suo assassinio.
La caduta – Gli ultimi giorni di
Hitler
Nello stesso periodo di Oppenheimer,
momento in cui gli americani sperimentano le armi nucleari, la
Germania vive una parentesi storica molto profonda e intensa, che
viene racchiusa nel film La caduta – Gli ultimi giorni di
Hitler, scritto e diretto da Oliver
Hirschbiegel. La storia ha come focus gli ultimi giorni
della Seconda Guerra Mondiale, vissuti però dal bunker berlinese di
Adolf Hitler, interpretato da Bruno Ganz, e dalla prospettiva della
sua giovane segretaria, Traudl Junge. Per rendere la pellicola più
impattante possibile, il regista ha utilizzato testimonianze
oculari, memorie dei sopravvissuti e altre fonti storiche. La
caduta – Gli ultimi giorni di Hitler ha ricevuto inoltre una
candidatura come miglior film straniero agli Academy Awards.
Frost/Nixon – Il duello
Fra i biopic politici va poi
menzionato Frost/Nixon – Il duello, film diretto da Ron
Howard, che è adattamento delle vere interviste a Nixon registrate
nel 1977 dal giornalista inglese David Frost e dall’omonima pièce
teatrale scritta da Peter Morgan, che qui lo vediamo occuparsi
della sceneggiatura. Ambientato nel 1977, dopo lo scandalo
Watergate e le conseguenti dimissioni del Presidente
Nixon, il film segue i retroscena proprio delle interviste
Frost/Nixon. La pellicola ha ottenuto cinque candidature agli
Oscar, tra cui miglior film, miglior regista e miglior attore
protagonista.
Gandhi
Nonostante non sia uno dei biopic
politici molto vicini a Oppenheimer o agli altri menzionati, merita di avere
un posto anche Gandhi, film del 1982 diretto da Richard
Attenborough, con una sceneggiatura di John Briley. La storia getta
una luce sulla resistenza pacifica di Gandhi contro il dominio
britannico in India. A interpretare il politico, filosofo e
avvocato indiano è Sir Ben Kingsley. Il film cerca
di analizzare in particolar modo l’impegno di Gandhi
nell’utilizzare metodi non violenti per spingere l’Inghilterra a
liberare il suo Paese, e alla sua uscita fu acclamato dalla critica
e dal pubblico. Gandhi ha poi ricevuto moltissimi
riconoscimenti, fra cui 8 Oscar su 11 nomination: miglior film,
miglior regista, miglior attore protagonista, miglior sceneggiatura
originale, miglior fotografia, miglior scenografia, migliori
costumi e miglior montaggio.
Lincoln
Ritorniamo alle figure americane e,
nell’ambito sempre dei biopic politici, un altro film che risalta è
Lincoln, con la regia del grande Steven Spielberg e la sceneggiatura di Tony
Kushner, adattamento cinematografico del libro Team of Rivals:
The Political Genius of Abraham Lincoln, scritto da Doris
Kearns Goodwin. Abraham Lincoln, come ben sappiamo, è una delle
figure politiche più note della storia dell’umanità ed è spesso
citato come il più grande Presidente che l’America abbia mai avuto.
La pellicola si impegna a portare sullo schermo l’impegno di
Lincoln per abolire la schiavitù negli Stati Uniti mentre la Guerra
Civile prende il sopravvento. Lincoln ha ricevuto ben 12
nomination agli Oscar, vincendone due, una nella categoria Miglior
attore protagonista per Daniel Day-Lewis nei panni del Presidente e
l’altra come Migliore scenografia.
Tutti gli uomini del
presidente
Un Presidente di cui il cinema ha
avuto molto materiale è, come abbiamo visto per il film
Nixon/Forest – Il duello, Nixon. Uno degli eventi storici
più importanti che lo riguarda, e che in realtà causò proprio le
sue dimissioni, fu lo scandalo Watergate. Questa parentesi è
racchiusa nel film Tutti gli uomini del presidente, diretto da
Alan J. Pakula con una sceneggiatura di William
Goldman. La pellicola si basa sull’omonimo saggio scritto dai
giornalisti Bob Woodward e Carl Bernstein, interpretati
rispettivamente da Robert Redford e Dustin Hoffman, e ripercorre l’inchiesta del
Washington Post che nel 1974 portò allo scandalo pubblico e alla
scoperta della verità. Tutti gli uomini del presidente
ottene 8 Oscar e ne vinse 4, fra cui Miglior sceneggiatura non
originale e Miglior scenografia.
Patton, generale d’acciaio
Concludiamo il viaggio nei
biopic politici con Patton, generale
d’acciaio, film del 1970 diretto da Franklin J. Schaffner e
sceneggiato da Francis Ford Coppola e Edmund H. North.
Questi, basarono la loro sceneggiatura sulla biografia Patton:
Ordeal and Triumph di Ladislas Farago e sul libro di memorie
del Generale Omar Bradley Soldier’s Story. La pellicola si
concentra sull’omonimo e controverso generale durante il suo
comando delle truppe americane nella Seconda Guerra Mondiale. A
interpretare Patton un irresistibile, magnetico e mai così aderente
al ruolo George C. Scott, che restituisce al
pubblico tutta la forte e impavida natura del generale. Il monologo
iniziale, in cui Scott fa un discorso alle truppe con una
gigantesca bandiera a stelle e strisce sullo sfondo, è diventata
un’immagine iconica. Nel 1998 l’American Film Institute ha inserito
il film all’ottantanovesimo posto della classifica dei migliori
cento film statunitensi di tutti i tempi.
Una XV edizione ancora più ricca
per “Corti in Cortile, il Cinema in breve”, lo
storico festival dedicato al cortometraggio italiano e
internazionale che si terrà nel Palazzo della Cultura di Catania
dal 15 al 17 settembre prossimi. E’ il Film Market l’importante
novità della kermesse, inserita all’interno del Catania Summer
Fest promosso dal sindaco Enrico Trantino e organizzata
dall’Associazione Culturale Visione Arte, direttore artistico
Davide Catalano, e dal Comune con la Direzione Cultura e la Catania
Film Commission.
Società di produzione,
distributori, film-maker, film commission siciliane, consulenti di
finanziamenti europei ed esperti di cineturismo e location saranno
i protagonisti del nuovo spazio “Film Market”, centro di networking
e incontri allestito sulla suggestiva terrazza di Palazzo
Platamone, nell’area di “Corti in Cortile “ denominata “Spazio
Franco Tomaselli”.
Produzione e post-produzione, la
legislazione che regola gli aspetti logistici, il diritto d’autore
o le modalità di reperimento e uso di fondi comunitari, ma anche
cine-turismo e distribuzione: il festival mira a creare un luogo
che, sulla scia dello European Film Market di Berlino, rappresenti
una preziosa occasione nel panorama dei festival cinematografici
italiani per mettere in contatto e in interazione i film-maker, i
produttori e l’intera filiera dei soggetti coinvolti nel processo
creativo e produttivo, con la presenza di alcuni degli
interlocutori più autorevoli del settore pronti a fornire
delucidazioni e informazioni.
Il progetto sul Film Market
catanese, supportato dalla direzione Cultura retta da Paolo Di
Caro, è stato messo a punto nel corso di alcuni tavoli tecnici
coordinati dalla responsabile della Catania Film Commission, Sabina
Murabito (che è anche tra i componenti della prestigiosa giuria di
“Corti in Cortile”), e dal direttore artistico e ideatore del
festival, Davide Catalano.
“Una proposta condivisa – sottolinea
la Catania Film Commission- , che rientra nell’ambito
dell’attività di sviluppo e promozione della cultura, dell’arte,
del cinema, soprattutto tra i giovani, che l’Amministrazione
guidata dal sindaco Trantino sta portando avanti. Si sta puntando
in special modo sul coinvolgimento di professionisti e operatori
culturali del territorio, con un progetto che prevede di offrire
loro la possibilità di confrontarsi e mettersi in gioco non solo
fuori dall’Isola, e per questo un particolare ringraziamento va
alla Sicilia Film Commission”.
“Il Film Market – spiega il
direttore artistico, Davide Catalano – si vuole affermare come
punto di riferimento per tutte le realtà cinematografiche
siciliane. Ci auguriamo che sia l’inizio di una tradizione, che
già dal prossimo anno promette di coinvolgere l’intero Sud
Italia”.
Tra le adesioni, oltre alla Catania
Film Commission, le case produttrici Wildside (Claudio Falconi) e
Cinemaset (Antonio Chiaramonte), il Prof. Enrico D.G. Nicosia,
esperto in cine-turismo, Tiziana Falsaperla, Giudice presso la I
sez. civile del Tribunale di Catania esperta in diritto d’autore
delle opere cinematografiche e l’avv. Riccardo Trovato, esperto in
assistenza legale a produzioni cinematografiche e ai principali
soggetti coinvolti.
La canzone di Taylor
Swift ‘Look What You Made Me Do (Taylor’s Version)’ sarà
la traccia che accompagnerà i titoli di testa della serie thriller
Original britannica Wilderness: Fuori Controllo. Il brano
ri-registrato dell’album Reputation fa il suo debutto globale nel
teaser trailer della serie. Wilderness: Fuori Controllo sarà disponibile
in tutto il mondo su Prime
Video dal 15 settembre.
La sprezzante ‘Look What You Made Me
Do (Taylor’s Version)’ riflette la trasformazione di Liv
(Jenna Coleman) dopo che il suo apparentemente
“per sempre felici e contenti” si trasforma velocemente in un vero
incubo quando scopre che suo marito Will (Oliver
Jackson-Cohen) la sta tradendo.
Liv, dopo aver scoperto il
tradimento, diventa la protagonista dei brutti sogni di Will quando
lo strazio lascia presto spazio a un’altra emozione: la furia. La
coppia parte per il viaggio on the road attraverso gli Stati Uniti
su cui Liv ha fantasticato fin da piccola: dalla Monument Valley al
Grand Canyon, passando per Yosemite, per finire con un weekend
edonistico a Las Vegas dove liberarsi da polvere e sudore. Per Will
è un’occasione per fare ammenda, mentre per Liv si apre uno
scenario ben diverso: un paesaggio dove gli incidenti accadono di
continuo. Il luogo perfetto per vendicarsi. Guarda che
cosa le hai fatto fare…
La traccia di Taylor Swift ‘Look
What You Made Me Do (Taylor’s Version)’ è l’ultima novità per
questo thriller psicologico guidato da un team tutto al femminile:
la serie è creata da Marnie Dickens, basata sul romanzo
di B.E. Jones, diretta da So Yong Kim e ha per executive
producer Elizabeth Kilgarriff.
Da oggi disponibile il
teaser trailer di Comandante il
filmdi Edoardo De
Angelis con protagonista
Pierfrancesco Favino, che sarà presentato
come film d’apertura in concorso alla
80ª Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica di
Venezia.
Nel cast del film anche
Massimiliano Rossi, Johan
Heldenbergh e con Silvia
D’Amico.
La sceneggiatura è scritta da Sandro Veronesi
e Edoardo De Angelis dalla quale è
tratto l’omonimo romanzo edito da
Bompiani. Le musiche del film sono composte da
Robert Del Naja.
Comandante
è una produzione Indigo
Film, O’Groove con Rai
Cinema, Tramp LTD, VGroove,
Wise Pictures in associazione con Beside
Production, in collaborazione con Paramount+ed è prodotto
da Pierpaolo Verga, Nicola Giuliano,Attilio De Razza, Edoardo De Angelis,
Francesca Cima, Carlotta Calori, Viola Prestieri in
associazione con Mariagiovanna De Angelis e
Antonio Miyakawa, in collaborazione
con Marina Militare,
Cinecittà. Le vendite internazionali sono
a cura di True Colours. Il film sarà distribuito
in Italia da 01 Distribution.
Comandante, la trama
All’inizio della Seconda guerra
mondiale Salvatore Todaro comanda il sommergibile Cappellini della
Regia Marina. Nell’ottobre del 1940, mentre naviga in Atlantico,
nel buio della notte affronta un mercantile armato che viaggia a
luci spente e lo affonda a colpi di cannone. Ed è a questo punto
che il Comandante prende una decisione destinata a fare la storia:
salvare i 26 naufraghi belgi condannati ad affogare in mezzo
all’oceano per sbarcarli nel porto sicuro più vicino, come previsto
dalla legge del mare. Per accoglierli a bordo è costretto a
navigare in emersione per tre giorni, rendendosi visibile alle
forze nemiche e mettendo a repentaglio la sua vita e quella dei
suoi uomini.
La narrazione degli eventi di
Oppenheimer, nuovo film di Christopher Nolan ora nelle sale italiane,
risulta complessa da seguire a causa della sua non-linearità. Il
regista di Interstellar abbandona l’approccio narrativo
lineare tradizionale per esplorare la storia dell’inventore della
bomba atomica J. Robert Oppenheimer attraverso un intreccio
complesso che abbraccia ben 40 anni di storia. La cronologia del
film Oppenheimer potrebbe risultare confusa per il
pubblico, dato che l’aspetto di Cillian Murphy cambia a seconda del periodo in
cui si collocano gli eventi. Inoltre, la divisione temporale tra le
sequenze in bianco e nero e quelle a colori non è chiaramente
delineata, e Nolan non fornisce indicazioni precise
riguardo ai momenti in cui si svolgono le diverse parti della
storia. Di seguito, la timeline completa degli eventi di Oppenheimer, le parti più significative della
biografia dell’esperto di meccanica quantistica rappresentati nel
film di Christopher Nolan.
1924-1926: Oppenheimer studia
fisica a Cambridge
La prima fase della
biografia di J. Robert Oppenheimer, ritratta nel
film di Christopher Nolan, corrisponde al periodo in cui
intraprese gli studi di fisica presso l’Università di Cambridge.
Nel 1924, fu ammesso alla scuola e si trovò ad affrontare la
necessità di completare un corso di laboratorio di base, poiché
aveva ancora delle lacune in tale campo. In questo contesto, entrò
in contatto con il suo tutore, Patrick Blackett
(interpretato da James D’Arcy) e, in un episodio
insolito che viene inserito nel film, si fece passare per la mente
l’idea di avvelenarlo con una mela.
Un momento cruciale nella narrazione
riguarda il momento in cui Oppenheimer ebbe
l’opportunità di partecipare a una lezione tenuta da Niels
Bohr (interpretato da Kenneth Branagh). Questo incontro segnò un
punto di svolta nella vita del fisico, stimolando la sua curiosità
e interesse verso la fisica teorica. Successivamente, fu
consigliato da Bohr stesso a proseguire i suoi studi con
Max Born, il che portò Oppenheimer a prendere la
decisione di lasciare Cambridge nel 1926, in cerca di un ambiente
di apprendimento più adeguato e stimolante per le sue aspirazioni
scientifiche.
1926-1929: Oppenheimer incontra
Heisenberg mentre studia all’estero
La successiva tappa nella
biografia di Oppenheimer riguarda gli avvenimenti che lo
conducono a studiare all’estero, in seguito al consiglio di
Bohr di lavorare con Max Born.
Durante questo periodo, Oppenheimer si iscrive
all’Università di Gottinga, dove ha l’opportunità di interagire con
numerosi altri giovani aspiranti fisici e scienziati. Uno dei
protagonisti più significativi che incrocia in questo periodo è
Werner
Heisenberg (interpretato da Matthias
Schweighöfer), un brillante fisico teorico tedesco che
successivamente guiderà il programma nucleare tedesco. In questi
anni, Oppenheimer inizia a emergere come figura
riconosciuta nel campo della fisica teorica e della meccanica
quantistica.
1929-1943: Oppenheimer insegna a
Berkeley
La successiva fase della
storia di Oppenheimer riguarda il periodo in cui
egli diventa insegnante all’Università della California,
Berkeley. La sua esperienza di insegnamento inizia
come professore associato, alternandosi con il suo lavoro al
Caltech. Durante questo periodo, si verifica l’incontro tra
Oppenheimer ed Ernest O. Lawrence
(interpretato da Josh Hartnett), che segna
l’inizio di una stretta collaborazione professionale che avrà
ripercussioni positive negli anni a venire. In questo stesso
periodo, Oppenheimer amplia i suoi interessi
nell’ambito dell’astrofisica, ma continua anche la sua
collaborazione con il Radiation Laboratory di
Lawrence, che conduce a diverse scoperte
rilevanti. Nel 1936, Oppenheimer ottiene la posizione di professore
a tempo pieno a Berkeley.
1936-1940: Oppenheimer inizia le
relazioni con Jean Tatlock e Kitty
Un momento significativo
nella linea temporale dei film su Oppenheimer riguarda le sue relazioni con
Jean Tatlock (interpretata da Florence Pugh) e Kitty
(interpretata da Emily Blunt). Nel 1936, Oppenheimer fa la
conoscenza di Jean, con cui nasce subito un legame
affettivo. Questo segna l’inizio di un periodo turbolento per
J. Robert Oppenheimer, in cui la loro relazione
attraversa alti e bassi, con diverse proposte di matrimonio
respinte da Jean. Nel 1939, Oppenheimer incontra per la prima volta
Kitty, che in quel momento è sposata; Kitty e Oppenheimer
intraprendono una relazione amorosa e nel 1940 lei rimane incinta.
Questo evento porta Kitty a divorziare rapidamente per poter
sposare Oppenheimer.
1942-1945: Oppenheimer lavora al
Progetto Manhattan
Il capitolo successivo
nella vita di J. Robert Oppenheimer e nella
cronologia dei film su Oppenheimer è la sua partecipazione al
Progetto
Manhattan. Leslie Groves
(interpretato da Matt Damon) recluta
Oppenheimer poco dopo essere stato designato
come direttore del progetto nel settembre del 1942. Questo segna
l’inizio della fase più cruciale della vita di Oppenheimer, durante
la quale, insieme a Groves, recluta altri
scienziati per partecipare al progetto e stabilisce la loro base
operativa a Los Alamos. Oppenheimer dedica quasi
tre anni al Progetto Manhattan, lavorando intensamente e
contribuendo alla creazione della prima bomba atomica.
4 gennaio 1944: Muore Jean
Tatlock
Uno degli eventi più
rilevanti per la sfera emotiva di Oppenheimer è la morte di
Jean Tatlock che avviene mentre questi è coinvolto
nello sviluppo della bomba atomica, uno o tre anni dopo l’ultimo
incontro tra Jean e Oppenheimer, a seconda delle
diverse testimonianze storiche. Jean Tatlock viene
trovata morta nel bagno del suo appartamento dal padre nel giugno
del 1944: è noto che, in quel periodo, la ragazza stesse lottando
con la depressione.
16 luglio 1945: Test Trinity
Il giorno più cruciale
nella timeline del film di Oppenheimer è il 16 luglio 1945, ovvero quando
si svolse Trinity.
Il test dell’arma nucleare avvenne di mattina presto, dopo che il
maltempo aveva costretto il team del Progetto Manhattan a ritardare
il test per verificare il funzionamento del dispositivo atomico. Il
Trinity test ebbe luogo ufficialmente alle 5:29
del 16 luglio 1945 e confermò che Oppenheimer e il suo gruppo di
scienziati avevano creato la prima bomba atomica funzionante.
Agosto 1945: Bombardamenti di
Hiroshima e Nagasaki
Poco dopo il successo dei
test sulle bombe atomiche e l’incontro con i funzionari governativi
per stabilire quando avrebbero potuto essere utilizzate,
Oppenheimer e altri apprendono che l’America ha
bombardato Hiroshima e Nagasaki.
La prima bomba atomica colpisce Hiroshima, in Giappone, il 6 agosto
1945, mentre la seconda colpisce Nagasaki tre giorni dopo, il 9
agosto. I bombardamenti coincidono con un discorso di
Oppenheimer a tutti i membri del Progetto
Manhattan, in cui afferma che avrebbe voluto che le bombe
fossero state completate in tempo per essere utilizzate contro i
nazisti e la Germania
Ottobre 1945: Oppenheimer incontra
il Presidente Truman
Le conseguenze delle
bombe atomiche sul Giappone e la fine della Seconda Guerra Mondiale
portano Oppenheimer a incontrare il Presidente Harry S.
Truman (Gary
Oldman). Questo evento nella linea temporale del film
di Oppenheimer si è verificato nell’ottobre 1945, circa tre mesi
dopo i bombardamenti in Giappone. Durante l’incontro
Oppenheimer disse a Truman che
sentiva “le mani sporche di sangue“, frase che scatenò
l’ira del Presidente.
1947: Lewis Strauss recluta
Oppenheimer a Princeton
Le vite di Lewis Strauss (Robert
Downey Jr.) e J. Robert Oppenheimer
iniziano a incrociarsi nel 1947. In quel periodo
Strauss è amministratore dell’Institute for
Advanced Study di Princeton e propone a
Oppenheimer di diventare il nuovo direttore del
programma. È in questo periodo che il film mostra una conversazione
cruciale tra Oppenheimer e Albert Einstein
(Tom Conti) vicino al laghetto dell’università.
Oppenheimer accetta l’incarico e lavora a
Princeton per gli anni a venire.
Giugno 1949: Oppenheimer mette in
imbarazzo Strauss durante un’udienza
Un momento cruciale nella
cronologia del film Oppenheimer è rappresentato dall’udienza del
Congresso in cui Oppenheimer mette in imbarazzo
Strauss. Nonostante i due avessero lavorato
insieme in passato, Oppenheimer era diventato presidente del
Comitato Consultivo Generale e fu chiamato a un’udienza del
Congresso sull’esportazione di radioisotopi. Strauss sostenne che ciò rappresentava un
pericolo per l’America, ma non aveva il sostegno della comunità
scientifica in quanto non era un vero fisico. Oppenheimer
testimoniò in un’udienza del 1949 e durante il processo prese in
giro le opinioni di Strauss sui radioisotopi, facendo sì che
quest’ultimo iniziasse a mettersi contro di lui.
Agosto 1949: La Commissione per
l’energia atomica si riunisce dopo il test della bomba atomica
dell’Unione Sovietica
Un altro momento cruciale
nella timeline del film Oppenheimer è la riunione della Commissione
per l’Energia Atomica dopo il primo test della bomba atomica
dell’Unione Sovietica. Strauss e Oppenheimer sono entrambi presenti
alla riunione di emergenza, dove insieme ad altri discutono del
livello di minaccia che l’Unione Sovietica rappresenta con questa
capacità di armamento. Il direttore generale dell’AEC
Kenneth Nichols (Dane DeHaan) si
oppone fermamente a Oppenheimer e lo accusa di
aver fatto trapelare informazioni ai sovietici durante il Progetto
Manhattan.
Gennaio 1950: Truman approva lo
sviluppo della bomba all’idrogeno
La corsa alle armi
nucleari subisce una svolta nel gennaio 1950, quando il
Presidente Truman approva lo sviluppo della bomba
all’idrogeno: una decisione che passa in sordina nel film, ma è
significativo per l’ordine cronologico degli eventi di Oppenheimer. Lo sviluppo della bomba H avvenne
dopo che Edward Teller (Benny
Safdie) aveva discusso per anni con
Oppenheimer sulla necessità di creare l’arma.
Teller fu incaricato di guidare lo sviluppo della bomba
all’idrogeno in America.
Novembre-dicembre 1953: Borden
presenta una lettera contro Oppenheimer
Un’altra parte importante
della cronologia del film su Oppenheimer riguarda William
Borden (David
Dastmalchian) e la sua lettera che accusa il fisico di
essere un comunista e una minaccia alla sicurezza dell’America. Il
film di Christopher Nolan suggerisce che ciò avvenne dopo che
Kenneth Nichols e Lewis Strauss consegnarono a
Borden il dossier dell’FBI su
J. Robert Oppenheimer. Il 7 novembre 1953 Borden
inviò la lettera che costrinse il Presidente Dwight
D. Eisenhower a limitare l’autorizzazione governativa
di Oppenheimer. Il 21 dicembre 1953 Oppy si incontrò con
Strauss e Nichols per
appellarsi alla decisione chiedendo un’udienza per il suo
reintegro.
Aprile-maggio 1954: udienza per il
nulla osta di sicurezza a Oppenheimer
L’AEC tenne un’udienza
segreta sul nulla osta di sicurezza a Oppenheimer
tra aprile e maggio 1954. Questi eventi nella timeline di Oppenheimer coprono tutto ciò che avviene
all’interno della piccola sala riunioni dove il fisico e altri
testimoni vengono interrogati sul suo passato da Roger
Robb (Jason
Clarke). Tutti, da Leslie Groves a
Isador Rabi (David Krumholtz) a
Edward Teller, sono stati interrogati sulle loro
azioni: il tutto conclude con la revoca dell’autorizzazione di
sicurezza di Oppenheimer.
1959: l’udienza di Lewis Strauss al
Senato
La parte principale della
storia di Lewis Strauss nella timeline di Oppenheimer si svolge nel 1959, durante la sua
udienzSenato per diventare Segretario al Commercio degli Stati
Uniti dopo la nomina da parte di Eisenhower.
Gli eventi si svolsero nell’arco di 16 giorni nella vita reale e si
conclusero con la mancata conferma di Strauss da
parte del Senato.Si trattò di una sconfitta umiliante per Strauss, che di fatto pose fine alla sua
carriera politica, considerando che il Senato non aveva negato una
simile nomina dal 1925.
Novembre 1963: Oppenheimer riceve
il premio dal presidente Lyndon Johnson
L’ultimo punto della vita
di J.Robert Oppenheimer, cronologicamente trattato
in Oppenheimer, è l’assegnazione di un premio da
parte del Presidente Lyndon Johnson nel 1963. Egli
ricevette il Premio Enrico Fermi, una medaglia
scientifica alla carriera, dopo essere stato premiato da
John F. Kennedy. La cerimonia di consegna della
medaglia a Oppenheimer ebbe luogo poco dopo l’assassinio di JFK e
molti dei suoi ex amici e colleghi erano presenti.