Primo lungometraggio
della trilogia dei cannibali diretta da Ruggero
Deodato, diventata poi un vero e proprio
cult, Ultimo mondo
cannibale (1977), il primo cannibal-movie della
storia, è in concorso a Venezia Classic in una straordinaria
versione restaurata in
4k da Minerva Pictures in
collaborazione con Midnight Factory. Con la
supervisione di Lamberto Bava, all’epoca suo aiuto
regista, è un doveroso omaggio ad un autentico maestro del cinema
di genere, scomparso nel dicembre dello scorso anno.
Regista, sceneggiatore e produttore
cinematografico Nicolas Winding Refn è
annoverato insieme a Lars von Trier e Thomas Vinterberg come uno
degli autori più significativi del cinema danese e i suoi film sono
stati proiettati e apprezzati in tutto il mondo. Ha vinto
il Prix de la mise en scène per il film
Drivealla
64ª edizione del Festival di
Cannes.
PROIEZIONE ORE 23.55 – SALA GIARDINO sarà presente, ad
introdurre il film, il regista NICOLAS WINDING REFN esperto e
amante della cinematografia di Ruggero Deodato terrà anche una
La
trama
Dalle Filippine, un aereo privato
con un gruppo di ricercatori si dirige verso le isole Mindanao,
dove lo attende un altro gruppo che sta conducendo delle ricerche
commissionate dalla Compagnia Petrolifera Americana. Il silenzio
della radio del campo denuncia una tragedia destinata a continuare:
tutti i predecessori sono stati uccisi e mangiati dai cannibali
della foresta. Robert Harper e Rolf, unici superstiti, si perdono
nel labirinto della vegetazione; poi si separano a causa di un
naufragio tra le rapide di un corso d’acqua. Harper, fatto
prigioniero dai cannibali, riesce a fuggire insieme a Palun, una
ragazza che lo ha avvicinato amichevolmente. Ricongiunti con Rolf
cercano disperatamente di fuggire.
Il cinema italiano vanta una lunga
storia d’amore con l’estate, il mare e la spiaggia. Sono tantissimi
i titoli che hanno questo come luogo primario delle vicende
narrate, dal classico Il sorpasso al cult degli anni
Ottanta Sapore di mare, da Abbrozzantissimi fino
al più recente Un’estate al mare. Ad inserirsi in questo
filone è recentemente arrivato anche Sotto il sole di
Riccione (qui la recensione), commedia
sentimentale del 2020 prodotta da Lucky Red e
distribuita sulla piattaforma Netflix. A dirigere il film vi sono invece
gli YouNuts!, duo di filmmaker formatisi nel mondo
dei videoclip e qui al loro primo lungometraggio.
Sotto il sole di Riccione,
però, nasce da un’idea originale di Enrico
Vanzina, il quale l’ha pensato come un omaggio al cinema
balneare italiano degli anni Ottanta e in particolare a quello
stesso Sapore di mare diretto da fratello Carlo. Si
ritrovano dunque nel lungometraggio tutti quegli elementi classici
di questo genere, dagli intrecci amorosi agli imprevisti più
comici, il tutto condito da buoni sentimenti e un cast di giovani e
celebri attori. Il film, inoltre, prende il nome dal singolo
Riccione dei Thegiornalisti, che ne fa
anche da colonna sonora assieme ad altri loro successi.
Pur essendo un omaggio agli anni
Ottanta, il film parla però una lingua profondamente contemporanea,
che saprà affascinare i giovani spettatori e regalare loro un
racconto generazionale. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Sotto il sole di Riccione:
la trama del film
Ambientato a Riccione, nel cuore
della riviera romagnola, il film ha per protagonisti un gruppo di
ragazzi le cui vicende s’intrecceranno in modo imprevedibile
durante le vacanze estive. Tra questi vi è Ciro, è
un ragazzo del sud con un sogno nel cassetto, quello di diventare
un cantante, ma dopo un provino andato male, si accontenta di un
lavoretto estivo. Viene infatti assunto come bagnino,
catturando l’attenzione di tutte le ragazze della spiaggia.
Marco, invece, è un ragazzo timido e introverso
che non riesce a dichiarare a Guenda, il suo
grande amore.
Ad aiutarlo c’è però
Gualtiero, ex bagnino ed esperto seduttore che
cerca d’insegnargli i segreti dell’arte della conquista. Vi è poi
Vincenzo, è un giovane non vedente, che
accompagnato da una mamma sempre troppo ansiosa e protettiva,
desidera essere più libero e allacciare nuove amicizie. Incontrando
Furio, il figlio del proprietario del lido e il
suo gruppo di amici, finirà con il conoscere
Camilla, della quale si innamorerà perdutamente.
Per tutti sarà un’estate indimenticabile tra mare, musica,
amicizia, amore e desideri da realizzare.
Sotto il sole di Riccione:
il cast del film
Come anticipato, il filma vanta la
presenza di numerosi giovani attori già però noti per diversi
prodotti di grande successo. Si ritrova in primis Cristiano Caccamo,
divenuto celebre per le serie Questo è il mio paese, Il
paradiso delle signore e La vita promessa, qui
impegnato nel ruolo di Ciro. Saul Nanni, visto in
opere televisive come Alex & Co., Non dirlo al mio
capo e Scomparsa, interpreta il timido Marco,
innamorato di Guenda, la quale è invece interpretata da
Fotinì Peluso, divenuta celebre grazie alle serie
Romanzo famigliare e La compagnia del cigno.
Andrea Roncato, attore celebre per i tanti
cinepanettoni interpretati, interpreta Gualtiero, ex bagnino e
irriducibile seduttore.
Lorenzo Zurzolo,
divenuto popolare grazie alla serie Baby e al film
Morrison, è invece il non
vedente Vincenzo, un ruolo che gli ha richiesto grande
concentrazione e preparazione al fine di poter risultare credibile.
Nel film il suo personaggio si trova a confrontarsi con Camilla,
interpretata dall’attrice Ludovica Martino.
Divenuta una star grazie alla serie Skam, si è poi
distinta con ruoli di rilievo anche nei film Il campione, Mio
fratello, mia sorella e Lovely Boy. Completano il
cast Isabella Ferrari,
divenuta celebre proprio grazie a Sapore di mare, e qui
nei panni di Irene, madre di Vincenzo. Il noto doppiatore
Luca Ward è qui presente in veste di attore con il
personaggio del seducente Lucio.
Sotto il sole di Riccione: il
trailer e come vedere il film su Netflix o in televisione
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Sotto il sole di
Riccione è infatti disponibile nel catalogo di
Netflix. Per vederlo, iscriversi alla piattaforma
e sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video,
potendolo inoltre fruire in modo pressocché illimitato. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 24
agosto alle ore 21:20 su Canale
5.
Uno dei più celebri romanzi della
letteratura cinese è Il Viaggio in
Oriente, un racconto epico che mescola le tradizioni
della Cina con le sue leggende più importanti. Ormai parte della
cultura popolare, ne tempo sono stati numerosi gli adattamenti più
o meno liberi di tale opera, tra cui una recente serie live action
di Netflix dal titolo The New Legends of
Monkeys. Ora, però, sempre su Netflix è arrivato il film
d’animazione The Monkey King, che
riprende quel racconto per riproporlo sotto forma di commedia
d’azione, nella quale si possono naturalmente ritrovare tutti gli
insegnamenti più importanti del romanzo.
È dunque questo uno dei nuovi film
d’animazione dello streamer intorno al quale si è generata molta
attesa. In particolare perché i recenti film animati dell’azienda,
da Klaus fino a Il mostro dei mari e il vincitore
agli Oscar Pinocchio hanno saputo
affascinare grazie a tecniche d’animazione nuove, da cui si
sprigionano numerose novità estetiche. The Monkey King va
ad inserirsi in questo elenco, riproponendo dunque una storia
d’avventura con forti elementi esistenziali alla sua base. A
dirigerlo, d’altronde, vi è un esperto d’animazione come
Anthony Stacchi, già regista di
Boxtrolls, sceneggiatore del Pinocchio di
del Toro e animatore di Missing Link.
Stacchi è dunque una garanzia e
anche in questo caso ha realizzato un film visivamente gioioso,
curato fino al minimo dettaglio. Basti pensare che la pelliccia del
protagonista è caratterizzata da ben 390,302 peli, a dimostrazione
di quanta cura si possa ritrovare in The Monkey King.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà utile
approfondire alcuni dettagli relativi ad esso. Proseguendo qui
nella lettura sarà possibile ritrovare informazioni sulla
trama e il cast di doppiatori, ma
anche il suo rapporto con il romanzo Il Viaggio in
Oriente. Infine, si elencheranno i passaggi da
compiere per poter vedere il film su Netflix.
La trama di TheMonkey King
The Monkey King narra la
storia di Sun Wukong, meglio conosciuto come
Monkey King, una scimmia estremamente orgogliosa a
cui è stato rubato il suo bastone magico da combattimento. Il
colpevole è Dragon King e per riprenderselo Wukong
dovrà prima affrontare e sconfiggere centinaia di demoni. Ma
l’ostacolo più grande è dentro di sé, si tratta del suo ego
smisurato. L’incontro con una ragazzina di un villaggio, di
nome Lin, gli farà capire che ogni azione,
anche la più insignificante, ha grandi conseguenze e che dovrà
mettere da parte il suo orgoglio per raggiungere il suo scopo.
The Monkey King e IlViaggio in
Oriente
Come anticipato, il film è
liberamente ispirato ad uno dei più celebri classici della
letteratura cinese, ovvero Il Viaggio in
Occidente. Pubblicato intorno al 1590, il romanzo
racconta, in versione mitizzata, il viaggio di un monaco buddhista,
ispirato al personaggio storico Xuánzàng. Costituisce una
riflessione su quanto il buddhismo cinese avesse unito le genti,
fondendo aspetti del Taoismo e del Confucianesimo in Cina.
Rappresenta, inoltre, un vero e proprio percorso di purificazione
dei vari personaggi, che alla fine del viaggio giungeranno
all’illuminazione.
Il monaco è accompagnato nel suo
viaggio da tre discepoli: il re scimmia Sun
Wukong, il maiale Zhu Wuneng e il demone
fluviale Sha Wujing. Insieme, in un’avventura che
varrà a ciascuno una purificazione, combattono decine di mostri e
demoni. Un’avventura dunque ripresa dal film, dove proprio Sun
Wukong figura come personaggio principale con l’obiettivo di
sconfiggere centinaia di demoni per potersi guadagnare il rispetto
degli dei. I primi capitoli del romanzo, d’altronde, sono tutti
dedicati alla storia di Sun Wukong, cosa che fa di lui l’effettivo
protagonista del racconto.
The Monkey King è dunque un
libero adattamento proprio di quei primi capitoli, cosa confermata
ulteriormente anche dal finale, dove Wukong incontra poi il monaco,
il maiale e il demone fluviale, collegandosi dunque a quella parte
del romanzo in cui i quattro intraprendono un’unica epica
avventura. Non è dato sapere se ci sarà un sequel di The Monkey
King, che adatterà dunque i rimanenti capitoli del romanzo
Il Viaggio in Oriente, ma se il film dovesse avere
successo ciò potrebbe invogliare Netflix ad investire ulteriormente
in tale racconto.
Il cast di doppiatori di The Monkey King
A dare voce al personaggio Sun
Wukong, vi è l’attore hongkonghese Jimmy O. Yang,
noto per aver recitato anche in Crazy & Rich,Fantasy Island, Love Hard e nella
serie Space Force. L’umana
Lin ha invece la voce di Jolie Hoang-Rappaport,
mentre il Dragon King è doppiato dall’attore Bowen
Yang, noto per la sua partecipazione al Saturday Night
Live. Vi sono poi Jo Koy come voce di Benbo,
Ron Yuan nel ruolo di Babbo e Andrew
Pang per il personaggio del sindaco. L’attrice
Stephanie Hsu, candidata all’Oscar per Everything Everywhere All at
Once dà invece voce alla moglie del sindaco.
Il trailer di The Monkey
King e dove vedere il film in streaming e in TV
Come anticipato, è possibile fruire
di The Monkey King unicamente grazie alla
sua presenza nel catologo di Netflix, dove
attualmente è al 3° posto della Top 10 dei
film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo,
basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla
piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo
di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità
e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti
gli altri prodotti presenti nella piattaforma.
Harmony Korine ha
dichiarato di aver chiuso con i “film normali”, tranne forse la
possibilità di realizzare un film da una sceneggiatura di
Terrence Malick. L’autore di Spring Breakers e Kids ha
detto a GQ che si sta allontanando da Hollywood
nel suo complesso, in seguito all’accoglienza tiepida riservata a
The Beach Bum del 2019.
“Ho semplicemente perso interesse
per i film normali”, ha detto Korine. “So che c’è qualcos’altro.
Questa è diventata davvero un’ossessione. Cosa viene dopo tutto
questo (…) Onestamente, ho sempre avuto più soddisfazioni dalla
pittura. Non mi diverto davvero a fare film.”
Lo sceneggiatore-regista ha fondato
il collettivo creativo e lo studio di design Edglrd con l’obiettivo
di democratizzare le produzioni “gamecore”. Il suo ultimo progetto
Aggro Dr1ft sarà presentato in anteprima
all’80°
Festival del Cinema di Venezia e successivamente proiettato al
TIFF e al NYFF.
Tuttavia, Korine potrebbe tornare
alla regia tradizionale dopo che Terrence Malick
gli ha inviato una sceneggiatura. “Terrence Malick ha scritto
una sceneggiatura che vuole che io diriga”, ha detto Korine.
“È una sceneggiatura davvero, davvero bellissima. E questa è
forse una delle uniche cose che potrei immaginare che possa
riportarmi al cinema reale e tradizionale. Ma anche allora, la
parte difficile ora è solo l’idea di guardare attraverso un
obbiettivo e filmare, ad esempio, le persone che parlano a un
tavolo. Tutto questo dialogo si mette sempre in mezzo. Tutte queste
cose di cui non ti importa davvero. Non lo so. Sarebbe un caso
speciale”. Ha continuato: “L’ho sempre amato, e i suoi
film sono stati una grande cosa per me da bambino, e anche adesso.
Ma forse questa sarebbe l’unica cosa.”
Nel frattempo, Malick sta
attualmente lavorando al progetto a lungo termine
The Way of the Wind, un film epico biblico con
Mark Rylance che è in post-produzione da anni.
Negli Stati Uniti sta per arrivare
una versione in IMAX per Barbie,
con tanto di scene inedite post-credits. Il film diretto da
Greta Gerwig è stato un enorme successo al
botteghino, avendo attualmente incassato quasi 1,3 miliardi di
dollari al botteghino globale. È stato anche un successo di critica
con recensioni entusiastiche e un punteggio critico attuale
dell’88% su Rotten Tomatoes. Dato che Christopher
Nolan ha filmato Oppenheimer con
le telecamere IMAX, il suo ultimo film è stato proiettato in tutte
le sale IMAX da quando è uscito, lo stesso giorno di
Barbie, motivo per cui il film di Gerwig non
è stato finora proposto in IMAX nonostante il suo successo.
Secondo Deadline, l’uscita IMAX
limitata di Barbie durerà
una settimana a partire dal 22 settembre. Ciò avverrà dopo l’uscita
IMAX estesa di Oppenheimer e prima dell’uscita del
film di fantascienza di Gareth
EdwardsThe
Creator nelle sale IMAX il 29 settembre. Ecco cosa ha
dichiarato Greta Gerwig in merito a questa uscita in IMAX:
“L’entusiasmo mondiale per
Barbie è stato travolgente, profondamente commovente. Tantissimi
fan di Barbie hanno intrapreso questo viaggio con noi, e non
possiamo ringraziarli abbastanza per aver supportato il film e aver
condiviso la loro esperienza con Barbie nei cinema, sui social
media e in tutto il mondo. Abbiamo realizzato Barbie per il grande
schermo, quindi è emozionante poterla portare su IMAX, lo schermo
più grande di tutti. E come ringraziamento speciale ai fan di
Barbie, siamo entusiasti di condividere un po’ ancora di più
dell’incredibile lavoro del nostro cast e della troupe aggiungendo
nuovi filmati speciali che speriamo possano piacere al
pubblico.”
Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul
film
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e
Ryan Gosling (La La
Land, Drive) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera
(End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon
Trainer), Kate McKinnon
(Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday),
Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World,
Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga
dalla Terra), Issa Rae (The Photograph –
Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea
Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e
Will Ferrell
(Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (Piccole donne),
Emma Mackey (Emily,
Sex Education), Hari Nef (Assassination
Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men),
Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky
Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex
Education), Scott Evans (la serie TV
Grace e Frankie), Jamie Demetriou
(Crudelia), Connor Swindells (Sex
Education, Emma.), Sharon Rooney
(Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan
(Bridgerton, Derry Girls), Ritu
Arya (The Umbrella Academy) e il premio
Oscar Helen Mirren
(The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal
20 luglio.
The
Equalizer 3 – Senza Tregua è stato pubblicizzato
come il film finale della serie d’azione con
Denzel Washington, ma il regista Antoine
Fuqua non chiude totalmente le porte a Robert McCall. In
effetti, Fuqua ha persino preso in considerazione l’idea di far
ringiovanire il suo protagonista per una continuazione del
franchise sotto forma di una storia sulle origini.
“Ci ho pensato sicuramente
molto”, ha detto Fuqua a NME in una nuova intervista.
“Soprattutto ora con la nuova tecnologia, l’intelligenza
artificiale e tutto quel genere di cose… C’è una storia da
raccontare su come [McCall] è diventato questa persona – la
versione più giovane. Ne ho parlato a lungo con [lo sceneggiatore
di ‘Equalizer’] Richard Wenk.”
Negli ultimi anni gli attori
invecchiati sono diventati uno strumento cinematografico molto
usato, come ci ricorda il recente Indiana Jones 5
oppure il The
Irishman di Martin Scorsese.
“Non ne ho ancora parlato con Denzel“, ha detto Fuqua
dell’idea di ringiovanimento. “È tutto così fresco e nuovo. Sto
ancora studiando [la tecnologia]. Ho visto il film di Harrison Ford
e so che ci sono altri film in uscita. Penso che la Sony ne
distribuirà presto uno con Tom Hanks [‘Here’ di Robert Zemeckis]. E
ho sentito che la tecnologia sta migliorando sempre di più. Quindi
la sto osservando per vedere come si sviluppa.”
The
Equalizer 3 – Senza Tregua, il nuovo thriller
d’azione di Sony Pictures diretto da Antoine Fuqua
con
Denzel Washington. L’attore premio Oscar torna a
interpretare l’ex agente governativo Robert McCall nell’ultimo
capitolo della saga dell’inflessibile giustiziere. Il film, scritto
da Richard Wenk (Jack Reacher – Punto di non ritorno, The Equalizer 2 – Senza perdono) e ispirato
alla serie TV anni ‘80 Un giustiziere a New-York,
vede tra i protagonisti anche
Dakota Fanning e David Denman.
The
Equalizer 3 – Senza Tregua sarà solo al
cinema dal 30 agosto prodotto da Sony Pictures e Eagle Pictures,
distribuito da Eagle Pictures.
Da quando ha abbandonato la sua vita
di assassino governativo, Robert McCall (Denzel Washington) ha
lottato per rimediare alle orribili azioni compiute in passato e
trova una strana consolazione nel perseguire la giustizia in favore
degli oppressi. Sentendosi inaspettatamente a casa nel Sud Italia,
scopre che i suoi nuovi amici sono sotto il controllo dei boss
della criminalità locale. Quando gli eventi precipitano, McCall sa
cosa dovrà fare: difendere i suoi amici e sfidare la mafia.
Torna per
il ventiquattresimo
anno la Power List del cinema
italiano, ovvero l’elenco
dei talent e
dei professional più influenti del mondo del
cinema italiano sulla base di quanto accaduto negli ultimi dodici
mesi, ma lanciando anche uno sguardo al futuro prossimo. A stilarla
le riviste rivolte al mondo del cinema Box
Office e Best Movie,
rispettivamente guidate da Paolo Sinopoli e Giorgio Viaro, entrambe
pubblicate da Duesse Communication e
leader di settore in
ambito B2B e consumer. Nelle due
riviste, disponibili da fine agosto in versione cartacea e
digitale, sono esplorate le motivazioni delle classifiche e delle
singole scelte, contraddistinte ciascuna da specifici punti di
forza e debolezza. Il focus, lo ricordiamo, è sempre il grande
schermo, per questo non vengono considerate performance ed exploit
legati alla serialità televisiva, alle piattaforme streaming o,
come nel caso di Checco Zalone, ai palchi teatrali.
LA CLASSIFICA DEI
TALENT
Curata da Best Movie,
mette al primo posto Pierfrancesco
Favino, una garanzia di incassi e qualità per i film a
cui prende parte, ma anche un attore con una visione produttiva del
cinema che va oltre il semplice lato artistico, capace di
trasformare perfino un film difficile e di puro genere
come L’ultima notte di Amore in un
fenomeno distributivo, attraverso il suo impegno promozionale.
La nostra “bankable star” n.1 (come dimostrato da uno studio
di Box Office) proprio in questi giorni sarà presente
al Festival di Venezia con il film di
apertura Comandante di Edoardo De Angelis e con
il nuovo film di Stefano Sollima Adagio, mentre
ha da poco terminato le riprese di Napoli-New
York di Gabriele Salvatores. Al secondo
posto della classifica dei talent ci sono Aldo,
Giovanni e Giacomo. Protagonisti del miglior incasso
italiano dell’anno con Il grande giorno, hanno
confermato che il ritrovato sodalizio con Massimo Venier è anche un
ritorno alla loro migliore ispirazione e al cuore degli spettatori.
Al terzo, Paolo Sorrentino, che resta il più
importante tra i nostri autori a livello globale e che è da poco
tornato sul set per raccontare nuovamente Napoli e le sue
mitologie, pubbliche e private. Seguono Ficarra e
Picone, che hanno dimostrato di essere a loro agio (e
altrettanto efficienti al box office) anche nel cinema d’autore
con La stranezza, e sono in dirittura d’arrivo con il
loro nuovo film di Natale. Chiude la Top 5 la coppia
(ex-aequo) Alessandro
Borghi e Luca Marinelli, amici
di set e nella vita, amatissimi dal pubblico, al centro dello
straordinario risultato di Le otto montagne.
Seguono: Toni Servillo
(6), Nanni Moretti (7), Antonio Albanese (8), Fabio De Luigi (9),
Marco Bellocchio (10), Riccardo Milani (11), Alessandro Siani (12),
Me contro Te (13), Paolo Genovese (14), Gianni Amelio (15), Luca
Guadagnino (16), Edoardo Leo (17), Paola Cortellesi (18), Paolo
Virzì (19), Mario Martone (20), Pupi Avati (21), Matteo Garrone
(22), Barbara Ronchi (23), Giulia Steigerwalt
(24) e Valerio Mastandrea (25).
LA CLASSIFICA DEI
PROFESSIONAL
Al primo posto della classifica dei
professional stilata da Box Office figura il
ministro della cultura Gennaro Sangiuliano,
che ha manifestato grande attenzione verso il settore
cinematografico – coadiuvato dalla senatrice e sottosegretario di
Stato Lucia Borgonzoni – attivando un’imponente campagna di
comunicazione da 20 milioni di euro, intitolata “Cinema
Revolution”, e l’iniziativa che prevede un biglietto ridotto a 3,5
euro per i film italiani ed europei in uscita in sala a cavallo tra
le due edizioni di Cinema in Festa di giugno e settembre. In
seconda posizione si colloca Paolo Del
Brocco, amministratore delegato di Rai Cinema,
riconfermato al vertice della società pubblica, che nel triennio
2020-2022 ha stanziato 240 milioni di euro a favore del cinema
italiano. Chiude il podio Massimiliano Orfei,
amministratore delegato di Vision Distribution, che continua a
rafforzare la sua posizione e si conferma tra i maggiori player di
riferimento del cinema italiano grazie al raggiungimento di
importanti risultati al box office e alla vittoria di prestigiosi
premi. Al quarto posto troviamo Giampaolo
Letta, vicepresidente e amministratore delegato di Medusa
Film, reduce da una stagione in cui hanno brillato
soprattutto Il grande giorno con Aldo, Giovanni
e Giacomo (primo incasso italiano dell’ultima stagione
cinematografica) e La stranezza di Roberto Andò.
Infine, chiude la Top 5 Alessandro Araimo,
General Manager Italy & Iberia di Warner Bros. Discovery, in
quanto manager dell’unica major che in questi anni ha saputo
costruirsi una credibilità sul fronte del cinema italiano, puntando
con successo su nuovi talenti (primi fra tutti i Me contro Te) e
offrendo un mix di generi a cavallo tra opere autoriali e
commedie.
Seguono Nicola
Maccanico (6), Mario Gianani (7), Iginio Straffi e Alessandro Usai
(8), Ramón Biarnés e Francesco Grandinetti (9), Andrea e Raffaella
Leone (10), Marco Cohen, Fabrizio Donvito e Bendetto Habib (11),
Fulvio e Federica Lucisano (12), Domenico Procacci (13), Benedetto
Habib, Luigi Lonigro, Mario Lorini e Francesco Rutelli (14),
Lorenzo Mieli (15), Carlo Degli Esposti (16), Andrea Occhipinti
(17), Beppe Caschetto (18), Antonio Avati (19), Piera Detassis
(20), Guglielmo Marchetti (21), Nicola Corigliano (22), Cristina
Priarone (23), Tarak Ben Ammar e Andrea Goretti (24), e – ex aequo
– Matteo Rovere (25) e Roberto Stabile (25).
Ecco il trailer in italiano di
Ritratto di famiglia, il nuovo film diretto da
Roschdy Zem, che uscirà nelle sale
il 31 agosto 2023. Il film è stato presentato in anteprima, in
Selezione Ufficiale, alla 79. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia. Il film sarà distribuito da
Movies Inspired.
La trama di Ritratto di
famiglia
Moussa è sempre stato gentile,
altruista e presente con la sua famiglia. Al contrario di suo
fratello Ryad, noto presentatore televisivo, che viene rimproverato
da chi lo circonda per il suo egoismo. Lo difende solo Moussa, che
per lui ha una grande ammirazione. Una sera Moussa sbatte
violentemente la testa e subisce un trauma cranico. Inizia a
parlare senza filtri e dice a parenti e amici scomode verità.
Dopo un periodo particolarmente
complicato, funestato da questioni personali purtroppo sotto gli
occhi di tutti, Johnny Depp è pronto per tornare a fare quello
che sa fare meglio: raccontare storie per il cinema. Che lo faccia
con le sue espressioni accattivanti, con la sua voce suadente o con
il suo occhio acuto sul mondo,
Depp sta tornando a lavorare, guardando più all’Europa che agli
Stati Uniti, ma con una nuova spinta creativa che lo vedrà
impegnato in più vesti nel suo prossimo futuro professionale.
Lo abbiamo visto in forma smagliante
e di ottimo umore sul
tappeto rosso del Festival di Cannes 2023, per presentare
il film d’apertura della kermesse francese, ma presto sentiremo
parlare di lui anche in veste di regista e in quella di doppiatore,
due professioni che ha già dimostrato in passato di saper
padroneggiare.
Jeanne du Barry: La Favorita del
Re, dal 30 agosto al cinema!
A partire dal prossimo 30 agosto,
Johnny Depp tornerà a quello che sa fare meglio e per
il quale il suo pubblico lo ama: indossare una maschera, diventare
qualcun altro e ammaliare il pubblico con una storia. Questa volta
però sarà solo la controparte maschile di un racconto che ruota
intorno ad una figura storica che ha sempre fatto discutere molto:
Jeanne du Barry, la cortigiana di Luigi XV che
dal niente divenne la favorita del Re di Francia. A dirigere e
interpretare il film, che ha aperto il Festival di
Cannes 2023, c’è
Maïwenn, mentre Depp veste i panni, parrucca e cerone, proprio
del sovrano assolutista, che accoglie alla sua corte e nel suo
letto la donna dal fascino irresistibile.
In un ruolo molto complicato,
Johnny Depp deve far leva su ogni sua risorsa per
consegnare al pubblico una grande performance, contro di lui ha
infatti la lingua che padroneggia con destrezza ma non bene quanto
l’inglese, e il compito di portare sullo schermo un personaggio che
porta con sé un ricchissimo immaginario iconografico. Depp però
porta a casa un risultato egregio, e dal 30 agosto tutto il
pubblico italiano potrà goderne.
Johnny Puff Secret Mission
È ancora una volta
l’Europa che offre a Johnny Depp, per adesso, la possibilità di
continuare a raccontare storie al pubblico. Dopo la Francia, l’ex
Jack Sparo sbarca in una produzione italo-spagnola. Questa volta si
tratta di animazione e Johnny presta la sua voce al personaggio
immaginario di Johnny Puff. Non è la prima volta che Depp si
cimenta con il doppiaggio, dal momento che nel 2011 aveva prestato
la voce a
Rango, il camaleonte animato diretto da Gore
Verbinski.
Dal 2020, Johnny Depp fa parte del programma tv
d’animazione per bambini Puffins, e tornerà per il film
Johnny PuffSecret Mission. L’attore la voce al
saggio mentore Johnny Puff, una pulcinella di mare. Puffins è
uscito nel 2020 sulla piattaforma Apple
TV+ come spin-off del film Arctic Dogs del
2019 e segue cinque pulcinelle di mare che lavorano per un astuto
tricheco chiamato Otto. La serie ha prodotto 250 episodi di cinque
minuti che hanno portato a Puffins Impossible, e la
prossima avventura di questi simpatici volatili vedrà Depp tornare
a prestare la voce al personaggio in Johnny Puff Secret
Mission.
Modi
Attore dai mille volti e dai
molteplici talenti, Johnny Depp si prepara anche a tornare
dietro alla
macchina da presa con un film biografico dal titolo Modi. Sarà
un biopic sul famoso pittore e scultore italiano Amedeo
Modigliani. Per l’attore si tratta del ritorno alla regia
dopo molti anni dal suo debutto in tale ruolo, avvenuto nel 1997
con Il coraggioso. In
quell’occasione Depp era anche protagonista del film, accanto
all’amico Marlon
Brando, mentre a capo del cast di Modi ci sarà
un’altra leggenda del cinema, Al Pacino, affiancato da un volto molto
familiare al cinema italiano, Riccardo Scamarcio.
Il film, basato su un’opera teatrale
di Dennis McIntyre e adattato per lo schermo da
Jerzy e Mary Kromolowski,
racconterà la vita dell’artista italiano durante il suo soggiorno a
Parigi, nel 1916. L’opera metterà sicuramente alla prova Johnny Depp che nel ritorno alla regia
troverà sicuramente nuovi stimoli e nuove forme di racconto per
continuare ad ammaliare il suo pubblico
Bentornati nella New York di fine
Ottocento, una città in cui il vecchio e il nuovo lottano per
guadagnare il proprio spazio, in cui la classe aristocratica deve
fronteggiare l’ascesa di una nuova borghesia, moderna e
scoppiettante, piena di idee innovative e rivoluzionarie. La
seconda stagione di The Gilded Age, di cui oggi viene rilasciato
il teaser ufficiale, in arrivo da ottobre in esclusiva su Sky e in
streaming solo su NOW, racconta l’età dorata americana di fine XIX
secolo, proprio al centro del conflitto tra tradizione e modernità.
La serie scritta e creata dal premio Oscar® Sir Julian Fellowes
(Downton Abbey, Belgravia), una vera e propria istituzione in tema
di drammi in costume, vanta un cast d’eccezione che vede fra i
protagonisti Carrie Coon (The Leftovers), Christine Baranski (The
Good Wife), Cynthia Nixon (Sex & the City, And Just Like
That…), Morgan Spector (Il complotto contro l’America).
Nella prima stagione, se la
tradizione è incarnata dall’intransigente e orgogliosa ereditiera
Agnes van Rhijn (Christine Baranski) – spalleggiata dalla sorella
Ada Brook (Cynthia Nixon) , la modernità ha le appariscenti
sembianze della coppia borghese interpretata da Morgan Spector nei
panni di George Russell (Il complotto contro l’America) e Carrie
Coon nelle vesti di Bertha Russell. Nel mezzo, la protagonista di
questa storia, interpretata da Louisa Jacobson Gummer: Marion
Brook, la malcapitata nipote di Agnes e Ada che si ritrova suo
malgrado, insieme all’aspirante scrittrice Peggy Scott (Denée
Benton), nel bel mezzo di una contesa tra le zie e i nuovi,
rampanti vicini. Questa nuova stagione racconta di come Bertha
sfidi la signora Astor e il vecchio sistema, lavorando non solo per
prendere piede nella società, ma per assumerne potenzialmente un
ruolo di primo piano mentre suo marito George affronta la propria
battaglia contro un sindacato in crescita nella sua acciaieria di
Pittsburgh. Nella Brook House, Marian continua il suo viaggio per
trovare la sua strada nel mondo, intanto a Brooklyn, la famiglia
Scott inizia a riprendersi da una scoperta scioccante e Peggy
attinge al suo spirito attivista attraverso il suo lavoro con T.
Thomas Fortune al NY Globe.
Nel cast anche Louisa Jacobson,
Denée Benton, Ben Ahlers, Michael Cerveris, Kelley Curran, Taissa
Farmiga, Jack Gilpin, Simon Jones, Sullivan Jones, Celia
Keenan-Bolger, Debra Monk, Donna Murphy, Kristine Nielsen, Kelli
O’Hara,Patrick Page, Harry Richardson, Taylor Richardson, Blake
Ritson, Douglas Sills, Erin Wilhelmi, Nathan Lane, Audra McDonald,
John Douglas Thompson, Ashlie Atkinson, Laura Benanti, Nicole
Brydon Bloom, Christopher Denham, David Furr, Ward Horton, Matilda
Lawler and Robert Sean Leonard.
La serie è stata scritta e creata da
Julian Fellowes, produttore esecutivo insieme a Gareth Neame e
David Crockett; regista e produttore esecutivo Michael Engler;
produttore esecutivo Bob Greenblatt; scrittore e produttore
esecutivo Sonja Warfield; produttore esecutivo Salli
Richardson-Whitfield. The Gilded Age è una coproduzione HBO e
Universal Television, parte di Universal Studio Group.
Ecco il trailer di “Flora
and Son”, il nuovo film Apple Original con Eve Hewson e
Joseph Gordon-Levitt in uscita il 29 settembre su Apple
TV+.
Flora and Son, la trama
Flora (Eve Hewson)
è una mamma single che non sa cosa fare con il figlio adolescente e
ribelle Max (Orén Kinlan). Incoraggiata dalla
polizia a trovare a Max un hobby, Flora cerca di tenerlo occupato
regalandogli una chitarra acustica scassata. Con l’aiuto di un
musicista di Los Angeles un po’ sbandato (Joseph Gordon-Levitt),
Flora e Max scoprono il potere trasformativo della musica. Dalla
mente musicale di John Carney, “Flora and Son” esplora il legame
tra una madre e un figlio in un viaggio verso una nuova
armonia.
“Flora and Son” è diretto da John
Carney. che lo produce insieme a Anthony Bregman, Peter Cron,
Rebecca O’Flanagan e Robert Walpole. Cathleen Dare, Milan Popelka e
Alison Cohen sono i produttori esecutivi.
Regia:
John
Carney
Scritto da:
John Carney
Cast:
Eve
Hewson, Joseph Gordon-Levitt, Jack Reynor, Orén Kinlan
Produttori:
Peter Cron, Rebecca O’Flanagan,
Robert Walpole,
Anthony Bregman, John Carney
Produttori esecutivi: Cathleen
Dore, Milan Popelka, Alison Cohen
Prime Video ha
svelato oggi il poster e le descrizioni dei personaggi dell’attesa
serie Original Gen
V, che arriva dal mondo di The
Boys. La serie sarà disponibile esclusivamente su
Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel
mondo con i primi tre episodi venerdì 29 settembre, seguiti da
nuovi episodi ogni settimana fino all’epico finale di stagione di
venerdì 3 novembre.
Ambientato nel mondo diabolico di
The
Boys, Gen
V espande l’universo della Godolkin University,
il prestigioso college per soli supereroi dove gli studenti si
esercitano per diventare una nuova generazione di eroi,
preferibilmente con sponsorizzazioni lucrative. Non tutti, però,
scelgono la strada della corruzione. Oltre al classico caos
universitario, oltre alla ricerca della propria identità e alle
feste, questi ragazzi si troveranno ad affrontare situazioni
letteralmente esplosive. Mentre si contendono popolarità e buoni
voti, è chiaro che la posta in gioco è molto più alta quando sono
coinvolti dei super poteri. Quando il gruppo di giovani dai poteri
soprannaturali scopre che qualcosa di più grande e sinistro sta
succedendo a scuola, saranno messi alla prova: sceglieranno di
diventare gli eroi o i cattivi delle loro storie?
Il cast della serie
include Jaz Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn,
Maddie Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann, Patrick
Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e Marco Pigossi. In Gen
V vedremo anche Clancy Brown e Jason Ritter nel ruolo
di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di Jessie T.
Usher, Colby Minifie e P.J. Byrne negli stessi ruoli che
interpretano in The
Boys.
Jaz Sinclair interpreta
Marie Moreau, supereroina diciottenne con la capacità di
controllare e rendere il proprio sangue un’arma. Come matricola
approdata alla Godolkin University gestita dalla Vought
International, è desiderosa di dimostrare che ha quello che serve
per unirsi ai Sette, ma è distratta da un mistero che inizia a
rivelare a scuola.
Chance Perdomo interpreta
Andre Anderson, uno junior della Godolkin University con
poteri magnetici. È il miglior amico di Golden Boy e il figlio del
famoso supereroe, Polarity; Andre ha un’esempio ingombrante da
seguire ed è pronto a prendere il nome Polarity una volta che suo
padre deciderà di ritirarsi. Quando si rende conto che sta per
accadere qualcosa alla scuola, cerca di capire quello che realmente
sta succedendo.
Lizze Broadway interpreta
Emma Meyer, che è anche conosciuta con il suo nome da
supereroe, Little Cricket, per la sua capacità di diventare super
piccola. Anche se insicura e ingenua, tanto da trovarsi spesso in
situazioni compromettenti, diventa amica intima della sua compagna
di stanza, Marie, e insieme si muovono tra i misteriosi pericoli
alla Godolkin University.
Shelley Conn interpreta
Indira Shetty, il preside della Godolkin University. Non
ha poteri, ma a renderla indispensabile sono la sua esperienza nel
comprendere la psicologia dei supereroi e la sua impareggiabile
capacità di analisi. Il suo obiettivo è quello di trasformare la
Godolkin University in un college d’elite per superoi ed ha
un’attenzione particolare per Marie.
Maddie Phillips interpreta
Cate Dunlap, un junior alla Godolkin University, amica di
Jordan e Andre. Cate è in grado di convincere le persone a fare
tutto ciò che vuole col solo tocco delle sue mani e usa a suo
vantaggio questo potere. Potente e sicura di sé, è anche la ragazza
di Luke, ciò la rende una delle più popolari del campus.
London Thor e Derek Luh
interpretano Jordan Li, uno studente competitivo della
Godolkin University che farà di tutto per primeggiare. Ha la
capacità unica di cambiare forma, maschile o femminile, ed in base
ad essa rivela poteri differenti: da uomo è indistruttibile,
da donna è agile e può scatenare esplosioni di energia. I suoi
diversi poteri lo rendono un eccellente assistente alla Brink
School of Crime Fighting.
Asa Germann interpreta
Sam, un supereroe tormentato che cerca disperatamente di
sfuggire a sfortunate circostanze. È estremamente potente, dotato
di una forza impareggiabile e dell’invulnerabilità. Nonostante
abbia un buon cuore, è tormentato dalle sue allucinazioni, che a
volte gli rendono difficile discernere tra ciò che è reale e ciò
che non lo è.
Patrick Schwarzenegger
interpreta Luke Riordan, anche conosciuto con il suo nome
da supereroe, Golden Boy, a causa della sua capacità di infiammare
il suo corpo. È un anziano presso la Godolkin University ed è in
cima alla classifica per divenire uno dei componenti dei Sette.
Sean Patrick Thomas
interpreta Polarity, Padre di Andre e osannato studente e
membro del consiglio di amministrazioine della Godolkin University.
Polarity si aspetta che suo figlio segua le sue orme assumendo il
nome di Polarity quando si ritirerà. Crede che Andre sia destinato
ai Sette e non si fermerà davanti a nulla per rendere il suo sogno
realtà.
Clancy Brown interpreta il
Professor Rich “Brink” Brinkerhoff, un rinomato professore
di lotta al crimine alla Godolkin University che ha insegnato a
supereroi dal calibro di A-Train, Queen Maeve e The Deep. Si dedica
alla ricerca di eccelleti nuovi talenti da aggiungere ai Sette, ed
è convinto che Golden Boy sia quello giusto.
Marco Pigossi interpreta il
Dr. Edison Cardosa, un medico dotato molto legato alla
Godolkin University.
Michele Fazekas e Tara
Butters sono showrunner ed executive producer della serie. Eric
Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz,
Ori Marmur, Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis,
Darick Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz,
Erica Rosbe e Michaela Starr sono executive producer anche dello
spinoff della serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo
Brant Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia,
Aisha Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è
prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in
collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e
Original Film.
Il tema dell’inclusività al cinema è
divenuto sempre più centrale negli ultimi anni. Cambiamenti
culturali e sociali hanno portato ad una sempre maggiore attenzione
nei confronti di quanti sino ad oggi difficilmente potevano sperare
di ritrovare racconti e personaggi nei quali identificarsi fino in
fondo. Uno dei più brillanti prodotti di questa nuova sensibilità è
Tuo, Simon, il film del 2018 diretto da
Greg Berlanti, già autore di una commedia a
tematica gay dal titolo Il club dei cuori infranti. Come
quel film, Tuo, Simon affronta il tema dell’omosessualità
inserendolo all’interno di una storia adolescenziale, che ha
emozionato spettatori di ogni orientamento sessuale.
Il film è l’adattamento
cinematografico del romanzo Simon vs. the Homo Sapiens
Agenda, scritto da Becky Albertalli
e in Italia venduto inizialmente con il titolo Non so chi sei,
ma io sono qui e in seguito con lo stesso titolo proposto dal
film. Divenuto un vero e proprio caso letterario, il libro ha da
subito suscitato l’interesse della Fox, che ne ha acquisito i
diritti, dando vita al film. Il merito di Tuo, Simon è
dunque quello di proporre finalmente un amore omosessuale non più
come elemento secondario bensì come principale argomento attorno a
cui ruota l’intero film, facendone il primo film prodotto da una
major di Hollywood ad avere un protagonista omosessuale.
Accolto con grande entusiasmo di
critica e pubblico, Tuo, Simon è divenuto a sua volta un
caso cinematografico di particolare importanza, che ha contribuito
a portare sul grande schermo nuove sfumature di un mondo sempre più
vario. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al libro, al cast
di attori e al possibile sequel. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Tuo, Simon: la trama e il
cast del film
Protagonista del film è il
diciassettenne Simon, il quale vive con il
fardello di non essere ancora riuscito a rivelare né agli amici né
ai familiari il fatto di essere gay. Simon riesce ad essere sé
stesso solo online, dove intrattiene una tenera corrispondenza con
un ragazzo di nome Blue, di cui si è segretamente
innamorato. Sfortunatamente, una delle loro email finisce nelle
mani di Martin, che minaccia di rivelare a tutti
il suo segreto. Simon si vede dunque costretto a cedere al ricatto
e aiutare il compagno di scuola a conquistare una ragazza di nome
Abby. Nel mentre, Simon dovrà fare i conti con le
proprie insicurezze e cercare di vivere essendo se stesso, mentre
il suo sentimento verso Blue cresce al pari della curiosità di
conoscerlo.
Ad interpretare Simon vi è l’attore
NickRobinson, celebre anche per
film come Jurassic World e La quinta onda.
L’attore si è detto affascinato dal progetto primariamente per i
sentimenti alla base del racconto. La sua interpretazione è stata
poi molto apprezzata e giudicata rispettosa dell’emotività del
personaggio. Ad interpretare i genitori di Simon, Jack ed Emily, vi
sono invece gli attori Josh Duhamel e JenniferGarner, mentre Talitha
Bateman è Nora, sorella di Simon. Sono poi presenti gli
attori Logan Miller nei panni di Martin,
Alexandra Shipp in quelli di Abbey e Katherine
Langford in quelli di Leah, migliore amica di Simon.
La Langford era già nota per aver interpretato Hannah Baker nella
serie Tredici.
Tuo, Simon: il libro e il
sequel del film
Specializzata in narrativa
young-adult, la scrittrie Becky
Albertalli ha esordito nel 2015 con il romanzo dal titolo
Simon vs. the Homo Sapiens Agenda, da cui è poi stato
tratto il film. In esso la scrittrice affronta non solo il tema
dell’omosessualità giovanile, ma anche il cyberbullismo e data
l’importanza di tali tematiche si è deciso di adattare il romanzo
nel modo più fedele possibile, apportando solo piccole modifiche
per semplificare la narrazione e renderla più congeniale ai canoni
cinematografici. In seguito la Albertalli ha dato vita ad altri
romanzi di quello che è ora noto come il SimonVerse. Ne
fanno parte The Upside of Unrequited (2017), Sempre e
solo Leah (2018) e Love, Creekwood (2020).
Dato il grande successo di Tuo,
Simon, si pensò di dar vita ad un sequel adattando per il
grande schermo il romanzo Sempre e solo Leah, incentrato
sul personaggio indicato nel titolo. Berlanti e l’attrice
Katherine Langford, interprete di Leah, si sono
detti disponibili a realizzare questo nuovo progetto, ma ad oggi
non sembrano esserci piani concreti a riguardo. Nel 2020, tuttavia,
è stata realizzata una serie spin-off dal titolo Love,
Victor, distribuita sulla piattaforma
Disney+. In essa si seguono le
vicende di Victor, un ragazzo in cerca del vero sé stesso che
troverà grande ispirazione in Simon e nella sua storia.
Particolarmente apprezzata, la serie oggi conclusasi vanta 3
stagioni.
Tuo, Simon: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Tuo, Simon grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play, Apple
TV+, Rai Play, Disney+ e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
mercoledì 23 agosto alle ore
22:45 sul canale Rai Movie.
I videogiochi di genere picchiaduro
sono da sempre particolarmente apprezzati e popolari tra i gamer,
sia per la varietà dei loro personaggi che per le possibilità
offerte dai combattimenti. Serie come Tekken e Mortal Kombat sono senza dubbio i due
titoli più popolari, che hanno negli anni espanso la loro fama
anche al cinema. Un altro popolare titolo è anche DOA:
Dead or Alive, ideato dal Team Ninja della Tecmo, il
quale è a sua volta divenuto un film nel 2006 per la regia di
Corey Yuen, già celebre per essere stato
co-regista di titoli action come Kickboxers – Vendetta
personale e The Transporter.
Con la crescente popolarità del
videogioco, e gli adattamenti delle altre serie sopra citate, anche
DOA ha infine ottenuto anche il suo posto sul grande
schermo. Per far ciò, si è naturalmente dovuto dar vita ad alcuni
cambiamenti, come quelli relativi alle biografie di alcuni
personaggi. Non tutti quelli presenti nel gioco sono naturalmente
finiti nel film, come Lisa e Kokoro, mentre tra i presenti sono
state semplificate le sottotrame che li legano. L’intreccio
narrativo, tuttavia, segue in modo abbastanza fedele quello
proposto nel videogioco omonimo. Nonostante la fama di
quest’ultimo, il film mancò di ottenere un buon successo.
DOA: Dead Or Alive non
riuscì infatti a recuperare il budget di 30 milioni di dollari e
questo spinse inevitabilmente i produttori a cancellare il sequel
inizialmente previsto. A distanza di anni, però, rimane un
avvincente titolo che tutti gli appassionati sia del genere che
della serie potranno apprezzare. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
DOA: Dead Or Alive, la trama del film
Al centro della storia del film vi è
il torneo internazionale di arti marziali più conosciuto al mondo:
il DoA. Alla gara partecipano sedici tra i più abili concorrenti
che hanno passato con successo le selezioni. Tra questi c’è anche
Kasumi, una principessa ninja che è scappata dal
suo palazzo reale, tradendo così la sua famiglia che la condanna
ora a morte. A spingerla a tale fuga è stato il desiderio di
ricercare suo fratello Hayate, il quale viene per
lei prima della sua stessa vita. La ragazza, infatti, sospetta che
qualcosa di terribile sia accaduto ad Hayate, e gli organizzatori
del DoA potrebbero essere coinvolti in ciò.
Un’altra partecipante è
Christie Allen, una ladra professionista che entra
di diritto in gara dopo aver rapinato una banca a Hong Kong,
sfuggendo all’intervento della polizia. A distinguersi per le sue
abilità, infine, vi è anche un’altra donna: Tina
Armstrong, una wrestler che ha battuto un gruppo di pirati
che volevano appropriarsi del suo panfilo. Tutti i combattenti
salgono così su un aereo, diretti verso il luogo degli incontri.
Nel corso del loro viaggio, ognuno inizierà a guardarsi bene dagli
altri, essendo tutti in corsa per lo stesso premio. Solo uno di
loro potrà però trionfare, anche se nessuno sa realmente a cosa sta
andando incontro. I pericoli, infatti, non tarderanno ad
arrivare.
DOA: Dead or Alive, il cast del film
Il cast del film è composto in
prevalenza da attori statunitensi, tra cui si ritrova Devon
Aoki nel ruolo della protagonista, la principessa Kasumi.
L’attrice si era già resa nota per le sue partecipazioni ai film
2 Fast 2 Furious e Sin City. Per prendere
parte al film, si è dovuta allenare al lungo nel combattimento,
apprendendo stili diversi. L’attrice Jaime Pressly
è invece la lottatrice Tina Armstrong. Anche lei, per il ruolo, si
è allenata praticando in particolare tanto la boxe quanto
kickboxing. La Pressly ha in seguito raccontato di ricordare con
piacere il film, nonostante il set fosse stato complesso a causa di
barriere linguistiche. L’intera troupe, infatti, era cinese e ciò
portò alla necessaria presenza di interpreti.
La ladra Christie Allen è
interpretata da Holly Valance, qui al suo primo
ruolo da protagonista in un film. Altri attori presenti sono
Sarah Carter nel ruolo di Helena Douglas e
Natassia Malthe in quelli di Ayane. Colin
Chou è invece Hayate, il fratello di Kasumi.
Matthew Marsden, visto anche in Resident Evil:
Extinction e Transformes – La vendetta del caduto,
interpreta Maximillian Marsh, mentre Eric Roberts
è Victor Donovan. Kane Kosugi è Ryu Hayabusa e
Kevin Nash ha il ruolo di Bass Armstrong.
Quest’ultimo, Nash, è meglio conosciuto non come attore bensì come
lottatore di wrestling. Distintosi tra la WCW e la WWE, egli è un
sei volte campione del mondo.
Il trailer di DOA: Dead Or
Alive e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente, il film non è
presente su nessuna delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. In attesa che torni disponibile, è
possibile vederlo in televisione il giorno mercoledì 23
agosto alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Il Marvel Cinematic
Universe ha sempre avuto un dono in quanto a casting e
trovare il personaggio perfetto per ogni ruolo del suo universo
cinematografico. La scelta di Chris Pratt come Star-Lord non fa assolutamente eccezione!
Tuttavia, l’attore ha dovuto affrontare un’agguerrita concorrenza
da parte di un gruppo di attori di talento per guadagnarsi la
possibilità di unirsi agli Avengers. In un
franchise che contava già diversi attori di nome Chris,
Pratt è stato introdotto come Star-Lord (alias Peter Quill)
in Guardiani della Galassia (2014). Da allora, ha
preso parte a due sequel e due cross-over con gli
Avengers. In questo articolo, abbiamo riunito per
voi 15 altri attori che hanno svolto il provino per questo ruolo,
alcuni dei quali sono comunque finite a recitare al fianco di
Chris nel MCU,
mentre altri hanno preso parte a franchise di successo.
Zachary Levi
Anni dopo che
Chris è stato ufficialmente scritturato per il
ruolo di Star-Lord, Zachary Levi ha
ripensato alla sua audizione e ha spiegato come questa lo abbia
aiutato a ottenere un ruolo sovrumano nel franchise
Shazam! della DC. Si ritiene che fosse la
terza scelta per la parte. “James [Gunn] e io ci conoscevamo,
eravamo amici, facevamo serate di gioco a casa dell’altro, avevamo
molti amici in comune. Mi aveva chiesto di venire a leggere per
Star-Lord, e l’ho fatto, e questo mi ha portato al passo
successivo, e poi all’improvviso mi sono trovato a fare il camera
test“, ha ricordato nel podcast The Fourth Wall, come ricorda
The Playlist. “Oh, cavolo, volevo quel ruolo così tanto,
così tanto, così tanto, così tanto. La scelta era tra me, un altro
ragazzo e Chris Pratt, ma Chris è sempre stato il loro favorito e
ha esitato ad accettare, il che è comprensibile, voglio dire, è un
grande franchise, è la Marvel, funziona o non
funziona?“.
Ha aggiunto che il fatto di essere
in corsa per Star-Lord probabilmente lo ha aiutato con Shazam!
“Speravo di aver lasciato una buona impressione a James, tanto
che quando ho fatto l’audizione per Shazam, il suo carissimo amico,
manager e a volte socio produttore, Peter Safran, ha chiamato
James, perché è così che funziona la nostra industria…
Fortunatamente ero in buoni rapporti con James, cerco di essere in
buoni rapporti con il maggior numero di persone possibile e di
essere una persona rispettabile, e credo che tra questo e quanto
James pensava che fossi andato bene nel test di Star-Lord, abbia
detto: ‘Sì, amico, dovresti davvero dare a Zach un’opportunità.
Penso davvero che potrebbe essere un grande”. È stata questa la
cosa che mi ha fatto cambiare idea? Non lo so, ma sono sicuro che
ha fatto parte di quella conversazione, assolutamente. Devo a James
il fatto che abbia creduto in me al punto di ricordarsene e di
trasmettermi queste informazioni“.
Lee Pace
Nel 2012, Lee Pace aveva dichiarato a
MTV di essere in corsa per il ruolo e di avere un’audizione
imminente davanti al team di casting. “Mi sono [documentato su
Star-Lord]. Vuoi sapere cosa stai facendo. Il personaggio è molto
divertente. Spero che funzioni“, ha dichiarato all’outlet,
aggiungendo di non essere sicuro delle sue possibilità di ottenere
la parte. “Devo fare il provino. Devo andare a prenderlo. In
realtà amo fare i provini, quindi sono felice di incontrarli tutti
e di farlo“.
Anche se non aveva ancora fatto il
provino, sembrava sapere che il film sarebbe stato un successo.
“Sono molto eccitato. La sceneggiatura è fantastica. Il
personaggio è molto divertente“, ha dichiarato. Naturalmente,
Lee non è stato scelto per interpretare
Star-Lord, ma ha ottenuto un ruolo tutto suo
nel film. Ha dato vita a Ronan l’Accusatore nel
primo film dei Guardiani e ha ripreso il ruolo in
Captain Marvel.
Jim Sturgess
Dopo essere stato indicato
come candidato da più fonti alla fine del 2012, Jim Sturgess ha confermato a
MTV di aver fatto il provino l’anno successivo. “Sono
arrivato molto più avanti di quanto avessi mai immaginato di poter
fare. Man mano che si va avanti, si inizia a tenerci sempre di più.
La competitività che c’è in te inizia a farsi sentire. Ma ero
stupito di essere arrivato così in fondo“, ha ammesso
all’epoca. “Quando si scopre di più su cosa tratta il film, è
ambientato in un paesaggio completamente fantastico, il che mi ha
incuriosito“, ha detto a proposito della sceneggiatura.
“Questo tizio ha un procione parlante e un albero umano gigante
o qualcosa del genere. È più simile al mondo di Guerre Stellari,
credo“.
Eddie Redmayne
Eddie
Redmayne è stato inserito nella rosa dei candidati da
IndieWire già nel 2012. Non si è espresso per confermare o
smentire la sua partecipazione, ma è facile immaginare Eddie nel
ruolo. Dopotutto, ha dimostrato di essere più che in grado di stare
al comando di un franchise di successo nel ruolo di Newt
Scamander nella serie prequel di Harry
Potter,
Animali Fantastici. C’è sempre la possibilità che Eddie approdi nel MCU o in qualche
altro progetto di supereroi. Ad esempio, nel 2019 ha dichiarato a
IMDb di
essere interessato a interpretare il cattivo della DC,
l’Enigmista, che è stato interpretato da
Jim Carrey e, più recentemente, da
Paul Dano.
Jack Huston
IndieWire ha indicato
Jack Huston come parte della rosa dei candidati
per Star-Lord e lui stesso lo ha confermato in
un’intervista a
MTV. “C’è stato un provino“, ha detto all’agenzia.
“Mi piacerebbe molto farlo. Vi dico che queste ossa sono forti.
Se avete bisogno di un guardiano che si occupi di questa galassia,
non cercate oltre“. Anche se il ruolo non è poi andato a lui,
Jack ha avuto molta fortuna con altri progetti.
Adam Brody
Adam
Brody è la star che ha confermato più di recente di
essere stato in corsa per la parte. In un’intervista a
Variety ha parlato del ruolo che gli è sfuggito, spiegando che
“lo voleva“. Non c’è stato però alcun rancore. Ha aggiunto
che Chris Pratt era di sicuro “migliore” per la parte.
“È più grande, più forte, ma dal punto di vista del tono, mi è
piaciuto molto“. Fortunatamente, questa non è stata la fine
delle ambizioni supereroistiche di Adam. Ha infatti interpretato Freddy
Freeman in Shazam!
del 2019 e
Shazam! Furia degli dei del 2023, entrambi parte dell’universo
cinematografico DC. Forse il debutto di Adam nel MCU avverrà in
futuro?
James Marsden
James
Marsden non era nuovo all’interpretazione di un
supereroe quando è stato nominato come possibile candidato per
Star-Lord. A quel punto, aveva già preso infatti parte
a uno dei primi franchise di supereroi di grande successo, la saga
degli X-Men, in cui interpretava Ciclope. Anche se IndieWire e MTV
hanno parlato di un suo possibile coinvolgimento nel film di
James
Gunn, James non ha riferito niente a riguardo. C’è
comunque sempre la possibilità che torni nel MCU come Ciclope.
Nel 2022,
ScreenRant aveva dichiarato che sarebbe stato “sempre
disponibile” a rivisitare il ruolo. “Lo faccio da quasi 30
anni ed è molto raro poter dire di aver avuto esperienze come
quella dei primi X-Men. Ne abbiamo fatti tre, io ne ho fatto parte,
e si diventa una famiglia. Si amano davvero questi personaggi, il
cast, la troupe, tutti“, ha spiegato.
Joel Edgerton
Joel
Edgerton non ha mai parlato delle voci che lo volevano
in lizza per entrare nel MCU. Tuttavia, nel
2012 IndieWire lo ha indicato come uno dei potenziali candidati al
ruolo. Sebbene l’atttore non abbia mai interpretato un supereroe in
un blockbuster, ha partecipato a molti film d’azione; tra questi
figura il franchise di Star
Wars, dove ha interpretato Owen Lars,
più recentemente nella serie Obi-Wan
Kenobi del 2022 su Disney+.
John Gallagher Jr.
Nel 2017, James
Gunn ha dichiarato al
Daily Beast che John Gallagher Jr. era in
corsa per il film. I due hanno finito per collaborare nel film
The Belko Experiment anni dopo. “Ha fatto il provino
per il ruolo di Peter Quill in Guardiani [che è andato a Chris
Pratt], e non era adatto a quel ruolo, ma è stato uno dei migliori
provini – se non il miglior provino – che abbia mai visto in tutta
la mia vita. Quel ragazzo è un vero attore. Così, quando questi
ruoli hanno iniziato ad arrivare, mi hanno dato l’opportunità di
lavorare con alcune delle persone con cui avrei voluto
lavorare“, ha detto.
Nel 2015, su
Facebook, James Gunn ha condiviso una storia simile, anche se
all’epoca non aveva confermato che John avesse fatto il provino per
Star-Lord. “ma quando è uscito dalla
stanza mi sono girato verso il direttore del casting e ho detto:
“Questo è uno dei migliori attori che abbia mai visto in vita mia,
e forse il miglior provino che abbia mai visto”. Ero determinato a
trovare un modo per lavorare con lui“, ha raccontato.
Sullivan Stapleton
Sullivan
Stapleton era uno dei nomi meno noti di una lista
compilata da
MTV nel 2012. Tuttavia, si pensava che potesse essere un
talento emergente sulla scena con un ruolo da protagonista in
300: L’alba di un impero. L’attore non sembra aver confermato
di essere in lizza e non ha parlato delle sue speranze di entrare
nel MCU.
Tuttavia, alcuni fan hanno espresso interesse nel vederlo nel ruolo
di Matt Murdock, meglio conosciuto come
Daredevil e attualmente ricoperto da
Charlie Cox.
John Krasinski
John
Krasinski è entrato a far parte del Marvel Cinematic
Universe con una breve apparizione nel ruolo di Reed
Richards dei Fantastici Quattro in
Doctor Strange nel il multiverso della follia (2022). Tuttavia,
secondo molte voci, prima di essere scritturato aveva fatto
un’audizione per altri ruoli nel franchise. Per lo meno, ha
confermato di aver fatto il provino per Captain
America prima che Chris Evans venisse
scelto. Anche se l’attore non sembra aver confermato le voci,
DigitalSpy ha riportato che nel 2013 aveva fatto il provino
anche per il ruolo di Star-Lord. Il suo nome è stato aggiunto molto
più tardi e non è chiaro fino a che punto sia arrivato nel processo
di castign.
Joseph Gordon-Levitt
Joseph
Gordon-Levitt aveva già dimostrato di essere più che
capace di recitare in un ruolo eroico dopo aver interpretato quello
che molti fan pensavano sarebbe diventato la spalla di
Batman, Robin, in
The Dark Knight Rises. Per questo, il suo nome ha avuto senso
quando
Deadline ha riferito che era in lizza per il ruolo nel
2013.
Michael Rosenbaum
Nel 2017, Michael
Rosenbaum ha confermato di essere stato preso in
considerazione per la parte durante un’intervista con
The Hollywood Reporter. In seguito si è unito al franchise
interpretando Martinex. “Ero nervosissimo (ride)”, ha
detto a proposito del suo provino, sottolineando che lui e James
Gunn erano amici. “Sei seduto lì con uno dei tuoi migliori
amici che sta dirigendo un film enorme, che conosce le tue capacità
e che ti ha detto: ‘Voglio vedere la tua interpretazione di Peter
Quill‘. Ora la pressione si fa sentire. Ho dovuto
spegnerla… Ricordo di aver ideato il mio ballo per la scena di
Star-Lord. Avevo un partner fantastico, mi è sembrato tutto davvero
organico fin dall’inizio“. Ha aggiunto di non essere rimasto
deluso, spiegando: “Non mi interessava davvero ottenere la
parte. Non sapevo nulla dei fumetti dei Guardiani. Volevo solo fare
un buon lavoro per James“.
Garrett Hedlund
Deadline
ha riportato che il nome di Garrett Hedlund circolava tra le voci di
corridoio, anche se non è stato in grado di confermare che fosse
ufficialmente in corsa per il ruolo. L’agenzia ha anche confermato,
dopo aver parlato con gli addetti ai lavori, che Joel Edgerton,
Jack Huston, Jim Sturgssen, Lee Pace e Eddie Redmayne erano tutti
in lizza.
Glenn Howerton
Nel 2021, Glenn
Howerton ha confermato di essere stato preso in
considerazione per il ruolo durante un’intervista al The Kelly
Clarkson Show. “Sono andato a fare il provino, come credo
abbiano fatto molti attori. Non avevo idea di quanto fossi vicino.
Sono uscito da lì e ho pensato: ‘Sì, è andata bene’. Ma in realtà,
mentre uscivo dalla sala d’attesa, ho visto Chris Pratt e mi sono
ricordato di aver pensato: “Oh, è perfetto per questo“”, ha
raccontato, aggiungendo di aver poi sentito dire che James Gunn lo
aveva definito la seconda scelta. “Nessuno me l’ha mai detto.
Quindi non ne avevo idea“.
Da quando “The
Mandalorian” è approdato su Disney+ nel novembre 2019,
Lucasfilm si è sempre sforzata di espandere l’universo di
“Star
Wars” in streaming per soddisfare i fan di lunga data
senza allontanare i neofiti interessati alla galassia lontana,
lontana. Ora, siamo giunti alla nuovissima serie tv disponibile
sulla piattaforma streaming, “Ahsoka”.
Tecnicamente, si tratta contemporaneamente di uno spin-off ma anche
sequel di due serie animate: “Star
Wars: The Clone Wars” e “Star
Wars Rebels”. Queste ultime, che sono andate in onda
dal 2008 al 2020, coprono 208 episodi e trattano
approssimativamente gli eventi tra Star Wars Episodio II: Attacco dei Cloni” e
Star Wars episodio III: La Vendetta dei Sith
(in “Clone
Wars”) e tra Episodio III”e
IV (in “Rebels”). Si tratta di un
fondamento narrativo vasto e intricato che può intimidire anche i
fan di Star Wars che hanno visto tutti e 11 i film in live-action
di Star Wars più volte.
Basandosi sui primi due
episodi, il creatore e produttore esecutivo di Ahsoka, Dave Filoni, che ha
diretto The Clone Wars e co-creato
Rebels, ha mantenuto Ahsoka accessibile al pubblico che non ha mai
visto le serie animate, anche se la serie tv – ora disponibile su
Disney+
– abbonda di riferimenti a personaggi ed eventi che solo i fan di
Clone Wars e Rebels
potrebbero apprezzare appieno: ecco, dunque, tutto ciò che è
necessario sapere per godersi pienamente Ahsoka.
Ashoka Tano
Incontriamo Ahsoka (doppiata da Ashley
Eckstein) quando è una Padawan di 14 anni assegnata ad
Anakin Skywalker da Yoda. È
una Togruta, proveniente dal pianeta Shili; i
tentacoli blu e bianchi che fuoriescono dalla sua testa si chiamano
lekku. Né Ahsoka né Anakin sono
esattamente entusiasti all’inizio di ritrovarsi insieme, ma tra
loro sviluppano una forte connessione. Quando Ahsoka viene incolpata di omicidio ed espulsa
dall’Ordine dei Jedi, Anakin lavora instancabilmente e con successo
per scagionarla. Ma Ahsoka è così disillusa dall’esperienza che
abbandona i Jedi e di conseguenza lascia anche Anakin.
Durante le fasi finali delle Guerre
dei Cloni, Ahsoka incontra la guerriera mandaloriana
Bo-Katan Kryze (doppiata da Katee
Sackhoff, che la interpreta anche in “The
Mandalorian“) e accetta di aiutarla nella sua missione
per riconquistare il pianeta Mandalore da Darth Maul (sopravvissuto alla sua morte ne
La Minaccia Fantasma). Durante il loro
confronto, Maul avverte Ahsoka che Darth Sidious
vuole fare di Anakin il suo nuovo apprendista e
lei non gli crede.
Dopo l’Ordine 66, che elimina quasi
tutti i Jedi, Ahsoka si nasconde e inizia a lavorare in
proprio con il nome in codice Fulcrum per aiutare l’equipaggio
della nave ribelle Ghost (chiamata così per la sua
capacità di sfuggire al rilevamento imperiale). All’interno di un
tempio dei Sith, con l’equipaggio del Ghost in pericolo, Ahsoka si
scontra finalmente con Darth Vader nella finale della seconda
stagione di “Rebels“. Vader riesce a fuggire, ma
il destino di Ahsoka non viene rivelato fino alla quarta stagione,
quando Ezra Bridger, membro dell’equipaggio del
Ghost e aspirante Jedi, riesce a salvarla prima
che Vader possa ucciderla. Si separano e Ahsoka
torna al suo periodo temporale precedente.
Nella puntata finale di
“Rebels“, con l’Impero distrutto nella Battaglia
di Endor, Ahsoka si allea con una giovane
mandaloriana di nome Sabine Wren per trovare
Ezra. Molti anni dopo, Ahsoka e Sabine hanno preso
strade diverse e Ahsoka è una guerriera solitaria alla ricerca del
mancante Grand’ammiraglio Imperiale Thrawn. In
questa ricerca, fa squadra con il cacciatore di taglie mandaloriano
Din Djarin (Pedro
Pascal) per catturare un signore della guerra
imperiale di nome Morgan Elsbeth (Diana
Lee Inosanto).
Sabine Wren
Nata su Mandalore,
Sabine Wren (doppiata da Tiya
Sircar e interpretata da Natasha Liu
Bordizzo in “Ahsoka“)
inizialmente era un cadetto nell’Accademia Imperiale, nota per la
sua abilità nella creazione di armi. Nel momento in cui l’Impero
usa queste armi contro il suo popolo, abbandona l’Impero — e con
esso, la sua famiglia su Mandalore. All’inizio vive come
cacciatrice di taglie, ma poi viene reclutata per unirsi alla
Ribellione da Hera Syndulla. Entra nell’equipaggio
del Ghost come esperta di ingegneria e armi, spesso indossando
un’armatura mandaloriana decorata con le opere d’arte di
Sabine stessa. Infatti, la prolifica abilità
artistica di Sabine — compresa una predilezione per il graffiti —
finisce per ispirare il simbolo della Ribellione stessa.
Durante la ricerca del
Ghost di
Darth Maul, Sabine scopre il
Darksaber, la misteriosa lama legata al mito di
Mandalore. All’inizio, Sabine non vuole averci
nulla a che fare, ma viene convinta a impugnarla per convincere il
suo pianeta natale a scacciare l’Impero. Ezra e il
suo maestro Jedi Kanan Jarrus addestrano Sabine a
combattere con un lightsaber e, alla fine, lei consegna il
Darksaber a Bo-Katan, credendo che lei sia la
legittima sovrana di Mandalore. In “Ahsoka“,
scopriamo che dopo la caduta dell’Impero, Sabine ha cercato di
diventare una Jedi come Padawan di Ahsoka, ma l’addestramento non ha avuto
successo e alla fine si sono separate.
Hera
Syndulla
Interpretata da Mary Elizabeth Winstead, Hera
è una delle piloti più talentuose della Ribellione ed è stata una
figura materna premurosa per Sabine ed
Ezra durante “Rebels“. Suo padre
era il Generale Cham Syndulla, che combatté contro
i Separatisti durante le Guerre dei Cloni sul pianeta natale
Twi’lek, Ryloth. Crescendo, Hera sognava di diventare una pilota e
volare attraverso la galassia. Finalmente ebbe la sua occasione
dopo aver lasciato Ryloth e aver lavorato per Ahsoka
Tano e il Senatore Bail Organa. Con il
suo astromeccanico dal temperamento irascibile,
Chopper, Hera pilotava la nave da trasporto Ghost.
Hera e il suo equipaggio di Spettri portavano a termine missioni
importanti per la Ribellione e tenevano unita la famiglia dei
Rebels attraverso ogni ostacolo e perdita. Il Ghost può essere
addirittura visto durante la Battaglia di Scarif in Rogue One e nella Battaglia di Exegol ne
L’Ascesa di Skywalker. Nella puntata finale di
Rebels si scopre che Hera ha un giovane figlio, Jacen, con il
defunto Cavaliere Jedi Kanan Jarrus.
Grand’ammiraglio Thrawn
Il Grand’ammiraglio Thrawn è uno dei più grandi
geni del male nell’universo di “Star
Wars” ed è diventato famoso grazie a una serie di
romanzi prima di fare il suo debutto in Rebels. È
un geniale stratega astuto che si è fatto strada fino al rango di
Grand Ammiraglio, il grado più alto sotto l’Imperatore Palpatine.
Lars Mikkelsen ha doppiato
Thrawn in Rebels e tornerà a
interpretarlo dal vivo in Ahsoka. Thrawn è un membro della specie dei
Chiss, alieni delle Regioni Sconosciute che hanno la pelle blu e
occhi rossi penetranti. Si è scontrato numerose volte con
l’equipaggio dei Ribelli, ma gli eroi sono sempre riusciti a
sfuggire per un pelo. Come Ezra Bridger, Thrawn è
stato perduto nello spazio nella puntata finale di
Rebels e ora Ahsoka Tano è alla
sua ricerca. The Mandalorian ha anticipato il ritorno di
Thrawn, ma in Ahsoka finalmente vedremo il suo debutto dal vivo.
Sarà anche il cattivo nel prossimo film del Mando-verse diretto da
Dave Filoni.
Ezra
Bridger
Dove si trova Ezra
Bridger? Questa è la domanda che tutti si pongono in
Ahsoka, ma chi non ha visto
Rebels potrebbe chiedersi, anzitutto: chi è
Ezra Bridger? Ezra, un orfano sensibile alla Forza
proveniente dal pianeta Lothal, si nascose a bordo del Ghost e si
addestrò come Padawan sotto la guida del Cavaliere Jedi
Kanan Jarrus. Durante il suo addestramento, Ezra
ha approfondito la sua connessione con la Forza, ha padroneggiato
il combattimento con la spada laser ed è diventato un leader
rispettato nella Ribellione. Tuttavia, Ezra è scomparso dalla
puntata finale di Rebels, quando fermò il piano del Grand’ammiraglio Thrawn di distruggere Lothal.
Dopo essere salito di nascosto a bordo della nave di Thrawn, Ezra
richiamò uno spaziofaringo chiamato Purrgil, che
utilizza l’iperspazio, per agganciarsi alla nave e proiettarli
entrambi nello spazio profondo. Non si sa dove Ezra e Thrawn siano
finiti, ma Ahsoka Tano ha giurato di trovarli.
Durante
Rebels, Ezra e Sabine
Wren hanno sviluppato una stretta relazione che confinava
quasi su qualcosa di più romantico (essendo iniziata come
un’infatuazione di Ezra per Sabine). Sabine tiene
anche il lightsaber di Ezra e lo impugna in Ahsoka. Eman Esfandi
interpreta Ezra nella nuova serie.
Diretto da Ivan
Reitman, Ghostbusters –
Acchiappantasmi, uscito nel 1984, è stato un campione di
incassi capace di incantare grandi e piccoli con la sua fusione di
generi diversi. Nel 1989, poi, è arrivato al cinema Ghostbusters II, con il
medesimo cast di attori del primo film tornato ad interpretare gli
amati acchiappafantasmi. A lungo i fan hanno atteso un terzo
capitolo, che però non è mai arrivato. Nel 2021, tuttavia, è
arrivato in sala Ghostbusters: Legacy
(qui la recensione), che funge
sia da sequel dei due originali sia da riavvio della saga con nuovi
personaggi.
A dirigerlo vi è Jason
Reitman, figlio di Ivan, che assume così il compito di
ridare vita al celebre franchise. I piani iniziali, in realtà,
erano quelli di realizzare un sequel del reboot/remake al femminile del
2016. Lo scarso successo di questo film, tuttavia, ha spinto i
produttori ad abbandonare quei piani per tornare invece sulla saga
originale. Ha così preso vita questo nuovo film, scritto dallo
stesso Reitman insieme a Gil Kenan, ottenendo la
benedizione degli attori originali. Il lungometraggio è poi stato
dedicato alla memoria di Harold Ramis, che
interpretava Egon Spengler nei primi due film della serie originale
oltre ad esserne sceneggiatore, deceduto nel 2014.
Ghostbusters: Legacy rende
dunque omaggio al passato, guardando però al futuro, proponendosi
dunque come ponte tra il vecchio e il nuovo per portare la saga
verso nuovi orizzonti. Un titolo, dunque, che i fan di
Ghostbusters non possono non vedere. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al suo sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Ghostbusters: Legacy
Protagonista del film è la famiglia
formata da Callie e dai suoi due figli,
Phoebe e Trevor. Dopo essere
rimasti senza un soldo, i tre si trasferiscono a Summerville in una
fattoria isolata e macabra, ereditata dopo la morte del nonno.
Nella cittadina iniziano però a manifestarsi strani fenomeni:
piccole scosse fanno tremare la terra, senza essere però
collegabili a nessun movimento sismico. Un giorno Phoebe trova
nascosto in salotto uno strano marchingegno e decide di portalo a
scuola, causando l’entusiasmo del suo insegnante, il signor
Grooberson.
L’uomo le rivela che il macchinario
è una copia perfetta di una trappola per fantasmi e, convinto che i
sismi siano riconducibili ad attività paranormali, racconta a
Phoebe di come New York, invasa negli anni ’80 dagli spiriti, sia
stata messa in salvo da un team di Acchiappafantasmi. Ma la
trappola non è affatto una copia e Trevor e Phoebe, seguendo le
orme di un passato a loro sconosciuto fino a quel momento, si
improvviseranno cacciatori di fantasmi per salvare la cittadina di
Summerville dalla sua anomala attività sismica, scoprendo segreti
straordinari.
Il cast di Ghostbuster: Legacy
Ad interpretare Trevo ritroviamo
Finn Wolfhard, il quale non sapeva che stava
facendo il provino per Ghostbusters, perché i ruoli erano
stati intenzionalmente mantenuti vaghi, mentre il film veniva
sviluppato in segreto. La giovane star di Stranger Things aveva già
ricoperto il ruolo di Ghostbusters in un episodio della serie di
successo, quando il suo personaggio, Mike Wheeler, e i suoi amici
si travestono da Acchiappafantasmi per Halloween. McKenna Grace interpreta
Phoebe, figlia di Callie e sorella di Trevor. Attrice
dall’età di sei anni, è nota in particolare per aver recitato in
Gifted, Tonya e Captain Marvel.Paul Rudd interpreta il professore
Grooberson, mentre Carrie
Coon è Callie, la madre single di Phoebe e
Trevor.
Il
giovanissimo Logan Kim, qui al suo esordio
cinematografico, interpreta Podcast, il compagno di classe di
Phoebe. Celeste O’Connor interpreta invece Lucky,
compagna di scuola di Trevor. Nel film tornano anche alcuni
degli attori del film originale. A partire da Bill Murray, che riprende il ruolo di Peter Venkman.
Dan Aykroyd riprende invece i panni del
dottor Raymond Stanz, mentre Ernie Huddson torna
ad interpretare Winston Zeddemore. Completano i grandi ritorni
anche Sigourney
Weaver nei panni di Dana Barrett ed Annie
Potts, l’iconica segretaria Janine Melnitz.
Ghostbusters: Firehouse, il sequel del film
Dato il buon successo del film, è
stato poi confermat un ulteriore sequel. Riguardo ad esso, c’è però
ancora molto mistero riguardo la trama. Non ha ancora
nemmeno un titolo ufficiale anche se il progetto è stato
costantemente chiamato “Firehouse”, riferimento
all’iconico quartier generale dei Ghostbusters a New
York. Quello che sappiamo di questo sequel è che sarà una
continuazione diretta di Legacy e che McKenna
Grace, Finn
Wolfhard, Carrie
Coon e Paul Rudd torneranno
anche in questa nuova avventura. I nuovi membri del cast sono
invece Kumail Nanjiani, Patton
Oswalt, James
Acaster ed Emily Alyn Lind.
Non è invece noto se Ernie
Hudson tornerà per il nuovo film insieme ai suoi
co-protagonisti Bill
Murray e Dan Aykroyd. I tre
hanno infatti ufficialmente passato il testimone ai nuovi
personaggi, ai quali spetta dunque ora il compito di farsi carico
delle attività paranormali. Ghostbusters: Firehouse,
tenendo per buono questo titolo, doveva arrivare nelle sale entro
la fine dell’anno, il 20 dicembre 2023, ma a causa
degli scioperi attualmente in corso ad Hollywood, la sua uscita al cinema è stata
rimandata al 29 marzo 2024, ovvero a distanza
di esattamente quarant’anni dall’uscita del film originale.
Il trailer di Ghostbusters:
Legacy e dove vedere il film in streaming
È possibile fruire di
Ghostbusters: Legacy grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Chili Cinema, Google Play, Apple TV, Prime Video e Netflix. Su quest’ultima piattaforma il film
è attualmente al 2° posto nella Top 10 dei film più
visti in Italia. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video.
Se c’è un regista che più di ogni
altro ha contribuito a ridefinire il cinema dal 2000 ad oggi,
quello è senza dubbio Christopher Nolan.
Innegabilmente, egli è l’autore che grazie alla sua rilettura dei
generi e del concetto di tempo ha portato a nuovi livelli il
linguaggio cinematografico, raggiungendo uno status ancora oggi
ineguagliato.
Ogni suo lungometraggio è un
evento, intorno al quale aleggia mistero e grande attesa, ed ognuna
delle sue opere continuano ancora a distanza di tempo a generare
numerosi dibattiti tra gli spettatori e i critici, dimostrando la
grande influenza che hanno sull’immaginario collettivo.
2. Ha prodotto anche film
altrui. Nolan è noto per aver prodotto tutti i suoi film,
ma anche per aver ricoperto tale ruolo per opere dirette da altri
registi. Tra queste vi sono i film DC Comics L’uomo
d’acciaio (2013), con Henry
Cavill, Batman v Superman: Dawn
of Justice (2016), con Ben
Affleck, e Justice
League (2017). Ha inoltre partecipato in qualità di produttore
esecutivo del film Transcendence
(2014), esordio alla regia del suo abituale diretto della
fotografia.
Christopher Nolan e gli Oscar
3. Ha diverse nomination al
celebre premio. Ad oggi Nolan vanta cinque nomination al
premio Oscar, ma incredibilmente non ha ancora mai vinto la
prestigiosa statuetta. Tra le candidature ricevute si annoverano
quella per la sceneggiatura originale di Memento e
Inception, quelle per il miglior film a Inception
e Dunkirk, e quella per il miglior regista sempre
per Dunkirk. Ad oggi questa è la sua unica nomination come
regista.
Christopher Nolan: la trilogia su
Batman
4. Aveva un’idea chiara su
come voleva rappresentare il personaggio. Tra i motivi che
più si citano nei pregi della trilogia su Batman diretta da Nolan
vi è il grande realismo della sua rappresentazione. Il regista,
infatti, accettò di fare il film soltanto se avesse potuto inserire
Batman in un contesto moderno, libero dalle ambientazioni colorate
e futuristiche delle precedenti versioni. Fortunatamente, la Warner
Bros. ebbe fiducia nella sua idea, lasciandogli carta bianca per il
film.
5. Si è ispirato ad un
celebre film di fantascienza. Prima di
iniziare le riprese di Batman Begins, Nolan invitò
l’intero cast e la troupe ad una visione privata del film Blade
Runner, di Ridley
Scott. Terminata la proiezione, Nolan annunciò che
quello era il film a cui si sarebbero dovuti ispirare per la
rappresentazione di Batman e di Gotham City. L’ambiente cupo e i
grandi edifici metropolitani giocano infatti un ruolo centrale nel
film e nella trilogia da lui poi realizzata.
Christopher Nolan:
Inception
6. Ha basato i personaggi
su un mondo a lui noto. Nell’ideare i personaggi
principali del film Inception, Nolan ha affermato di
essersi ispirato al team creativo di un’opera cinematografica,
poiché conoscendone i ruoli e i segreti avrebbe potuto ottenere
maggior verità per i suoi protagonisti. Cobb è infatti il regista,
Arthur il produttore, Arianna la scenografa, Eames l’attore, Saito
lo studios e Fischer lo spettatore.
7. Ha rifiutato di girare
il film in 3D. Inizialmente la Warner Bros. propose a
Nolan di realizzare il film con la tecnica del 3D, in quegli anni
particolarmente in voga e portata all’estremo dal film
Avatar. Il regista, tuttavia, si rifiutò categoricamente,
affermando che il 3D avrebbe soltanto distratto gli spettatori
dalla storia. In diverse interviste ha poi affermato di non essere
intenzionato ad utilizzare tale tecnologia, poiché la considera più
adatta ai videogiochi che ai film.
Christopher Nolan:
Oppenheimer, il suo nuovo film
8. Ha scritto la
sceneggiatura in prima persona. Nell’approcciarsi a
raccontare la storia di Oppenheimer, Nolan ha raccontato di aver
fatto una scelta insolita che gli ha però permesso di trovare le
giuste intuizioni per il film: “Ho scritto la sceneggiatura in
prima persona, cosa che non avevo mai fatto prima. Non so se
qualcuno l’abbia mai fatto prima. Ma il punto è che, con le
sequenze a colori, che sono la maggior parte del film, tutto è
raccontato dal punto di vista di Oppenheimer: stai letteralmente
guardando attraverso i suoi occhi. Strana cosa da fare. Ma mi ha
guidato su come girare il film”.
9. Non ha utilizzato
CGI. Un’altra delle caratteristiche tipiche di Nolan è il
suo ricorrere il meno possibile alla computer grafica. Per
Oppenheimer, ad esempio, è riuscito ad ottenere l’esatta
replica di un esplosione atomica utilizzando utilizzando una
combinazione di effetti pratici e composizione digitale. Sono state
eseguite praticamente esplosioni multiple, con sostanze ibride di
benzina, propano, alluminio e magnesio che coinvolgevano grandi
miniature. Questi sono stati filmati ad alta velocità da più
angolazioni e poi sovrapposti utilizzando effetti digitali per
creare l’iconico “fungo atomico”.
Christopher Nolan: il suo
patrimonio
10. È uno dei registi più
redditizi di oggi. Con “soli” undici lungometraggi ad oggi
diretti, Nolan è uno dei registi dai maggiori riscontri al box
office. Complessivamente, i suoi film, considerati dei veri e
propri eventi cinematografici, hanno incassato oltre 4,7 miliardi
di dollari, facendo di lui un vero e proprio re mida. Il suo
patrimonio è ad oggi stimato intorno ai 250 milioni di dollari.
Lucky
Red è orgogliosa di annunciare che porterà al
cinema, dal 1 gennaio 2024, Il
ragazzo e l’airone (The Boy and the
Heron), il nuovo film del maestro
dell’animazione Hayao
Miyazaki, rinnovando il consolidato
rapporto di distribuzione con Studio Ghibli.
Arrivato nelle sale
giapponesi il 14 luglio, Il
ragazzo e l’airone (The Boy and the
Heron)ha conquistato il box
office fin dal primo weekend con 11,3 milioni di dollari e
battendo i record precedenti dello Studio Ghibli. A poco
più di un mese dall’uscita, ha incassato in patria
oltre 45 milioni di dollari. Il film sbarcherà a
settembre negli Stati Uniti, dove aprirà il Toronto Film Festival
con il titolo internazionale The Boy and the Heron.
A dieci anni dal suo
ultimo lungometraggio Si alza il vento e dopo aver
cresciuto generazioni di spettatori con capolavori come
Nausicaä della Valle del vento, Il mio vicino Totoro, Porco
rosso, La città incantata, Ponyo sulla scogliera e molti
altri, Miyazaki torna con un film che ha già conquistato il cuore
del pubblico e della critica che hanno avuto la fortuna di vederlo
in Giappone.
In attesa dell’arrivo del
film in Italia, continua al cinema “Un mondo di sogni
animati” la rassegna Lucky Red dedicata a Miyazaki e allo
Studio Ghibli: da domani 24 agosto e fino al 30 torna in sala Si alza
il vento, un’occasione per ripartire proprio
dall’ultimo film del regista, uscito in Italia nel 2013.
Scritto e diretto da Christopher Nolan, Oppenheimer
è un thriller storico girato in IMAX® che porta il pubblico
nell’avvincente storia paradossale di un uomo enigmatico che deve
rischiare di distruggere il mondo per poterlo salvare.
Il film è interpretato da Cillian Murphy
nel ruolo di J. Robert Oppenheimer e da Emily Blunt nel
ruolo della moglie, la biologa e botanica Katherine “Kitty”
Oppenheimer. Il premio Oscar® Matt Damon interpreta
il generale Leslie Groves Jr., direttore del Progetto Manhattan, e
Robert Downey Jr.
interpreta Lewis Strauss, commissario fondatore della Commissione
statunitense per l’energia atomica.
La candidata all’Oscar® Florence Pugh
interpreta la psichiatra Jean Tatlock, Benny
Safdie interpreta il fisico teorico Edward Teller,
Michael Angarano interpreta Robert Serber e
Josh Hartnett
interpreta il pionieristico scienziato nucleare americano Ernest
Lawrence. Oppenheimer
è interpretato dal vincitore dell’Oscar® Rami Malek e
questo film vede Nolan riunirsi con l’attore, scrittore e regista
otto volte candidato all’Oscar® Kenneth Branagh.
Il film è tratto dal libro vincitore
del premio Pulitzer American Prometeo: Trionfo e caduta
dell’inventore della bomba atomica di Kai Bird e del compianto
Martin J. Sherwin. Il film è prodotto da Emma Thomas, Charles Roven
di Atlas Entertainment e Christopher Nolan.
Oppenheimer è girato sia in IMAX®
65mm che in pellicola di grande formato 65mm che include, per la
prima volta in assoluto, sezioni in fotografia analogica IMAX® in
bianco e nero.
I film di Nolan, tra cui
Tenet, Dunkirk, Interstellar, Inception e la trilogia del
Cavaliere Oscuro, hanno incassato più di 5 miliardi di dollari al
botteghino mondiale e sono stati premiati con 11 Oscar e 36
nomination, tra cui due nomination come miglior film.
In vista della sua anteprima
mondiale in Concorso all’80esima Mostra d’Arte Cinematografica
Mondiale della Biennale di Venezia, Priscilla di
Sofia Coppola si è assicurato un accordo
provvisorio SAG-AFTRA.
Sebbene si tratti di una produzione
A24 che ha ottenuto un accordo provvisorio, il
film è riuscito a strappare l’accordo al sindacato poiché è stato
girato in Canada sotto la società di produzione TCB Productions
Canada.
Coppola, premio Oscar per la
sceneggiatura originale di Lost in Translation, è
un membro della WGA. Lo sciopero SAG-AFTRA, in solidarietà con
quello di WGA ha modificato la sua politica di accordo interinale
per escludere qualsiasi progetto girato negli Stati Uniti che sia
coperto dalla WGA. La dicitura specifica è “girato negli Stati
Uniti”. Il direttore esecutivo nazionale e capo negoziatore del
SAG-AFTRA, Duncan Crabtree-Ireland, ha spiegato a
Deadline che quando si tratta di
accordi provvisori, “Ci sono molteplici leggi nazionali che si
applicano esattamente al modo in cui affrontiamo lo sciopero di
quella produzione… Questa è una delle cose da prendere in
considerazione nel processo di determinazione della
concessione.” Priscilla è stato girato in Canada.
La ricezione da parte di Priscilla di
un accordo provvisorio SAG-AFTRA consente al suo cast, che include
Jacob Elordi nei panni di Elvis e Cailee
Spaeny nei panni di Priscilla Beaulieu Presley, di
partecipare all’attività stampa e apparire al Festival del cinema
di Venezia, se lo desiderano, anche se si tratta di accordi da
definire. Secondo Deadline, Sofia Coppola sarà presente a Venezia
secondo le disposizioni del suo contratto con la DGA, insieme a
Priscilla Presley.
Nel cast di Priscilla figurano
anche Raine Monroe Boland, Emily Mitchell, Dagmara
Domińczyk, Jorja Cadence, Rodrigo Fernandez-Stoll e
Luke Humphrey. Priscilla è
prodotto da Lorenzo Mieli,
Coppola e Youree Henley. Gli EP
sono Roman Coppola, Chris Hatcher, Fred Roos e
Presley.
Priscilla arriverà nei cinema USA il
27 ottobre distribuito da A24, mentre la distribuzione worldwide è
stata affidata a MUBI.
Si chiamò lui stesso il distruttore
di mondi, molti lo conoscono come il padre della bomba atomica, ma
per la storia è Robert J. Oppenheimer, fisico statunitense, colui
che costruì un’arma talmente potente da poter disintegrare un
pianeta intero. Di questa storia tanto folle quanto piena di
fascinazione, Christopher Nolan, uno dei registi più
influenti del cinema contemporaneo, ne ha plasmato un
biopic
maestoso, per l’appunto Oppenheimer, nel
quale si possono riscontrare le sue tematiche cardine.
Oppenheimer è stato
un uomo tormentato nell’animo, con una mente geniale ma al tempo
stesso instabile, dall’esistenza cupa e sofferente adornata di
eventi agghiaccianti ma al tempo stesso straordinari, che per il
regista londinese sono gli ingredienti più adatti per fare di
un’opera un capolavoro indiscusso. Se però
Oppenheimer esiste, è anche merito del
libro American Prometheus, anno 2005, che ha vinto il premio
Pulitzer e si è rivelato essere fonte indispensabile per il film di
Nolan. La pellicola si impegna a restituire una versione quanto più
concreta e fedele possibile del fisico e, piuttosto che fondarsi su
alcuni inserti inventati o storicamente inesatti, ha preferito
sacrificare alcuni fatti e approfondirne degli altri. Per cui,
quanto si è avvicinato Christopher Nolan alla
verità?
Il suo background
Partiamo dall’inizio. Nella scena
dell’incontro fra Oppenheimer (Cillian
Murphy) e Lewis Strauss (Robert
Downey Jr.) , ufficiale navale e uomo d’affari che fu
membro della Commissione per l’energia atomica, il primo dice al
secondo che, come lui, è un uomo che si è fatto da solo,
esattamente come suo padre. In quello stesso dialogo, nel quale
vediamo Strauss provare a convincere il fisico a firmare come
direttore dell’Institute of Advanced Study di Princeton, i due
disquisiscono, seppur brevemente, sull’antisemitismo. Alcuni
accenni al passato di Oppenheimer sono dunque
presenti nel film, ma nell’atto
pratico Nolan dà un particolare sguardo al suo periodo
universitario, non approfondendo molto la sua infanzia o il suo
background socio-economico e religioso.
Per cui… qual è la sua storia? Suo
padre era un ebreo tedesco, emigrato a New York nel 1888, che
lavorava in una fabbrica tessile talmente redditizia da aver reso
la famiglia molto benestante. Robert, per volere del padre,
frequentò un istituto progressista chiamato Scuola di Cultura
Etica, seppur nel corso del tempo fu vittima di bullismo. Il futuro
fisico aveva poi una vera e propria ossessione per le rocce e i
minerali e sin dall’infanzia mostrò segni sia di genialità che di
instabilità, probabilmente questi ultimi dovuti anche al fatto che
venne maltrattato in un campo estivo. Nel libro, inoltre, è
spiegato che il padre aggiunse il suo nome al certificato di
nascita di Robert all’ultimo momento, seppur non fosse pratica
comune per i padri ebrei chiamare i figli con il proprio nome. Nel
film, invece, non viene mai detto, ma anzi il fisico sostiene che
la J. non significhi niente.
La mela avvelenata
C’è un momento, in
Oppenheimer, in cui il fisico, che si
trova a Cambridge, precisamente al Cavendish Laboratory, avvelena
la mela del suo professore, Patrick Blackett, per avergli fatto
perdere l’inizio di una lezione di Niels Bohr lì
in visita. Il giovane inietta delle sostanze chimiche nel frutto di
Blackett, causando uno scandalo davvero immenso nella realtà, che
però in Oppenheimer è ridimensionato. Nel film all’improvviso
Robert si sveglia in preda al panico dopo aver commesso “il
fattaccio”, e si precipita nella classe di Niels Bohr, che ne sta
per dare un morso. Per rimediare alla situazione, Oppenheimer dice
di aver individuato un wormhole (una struttura ipotetica
che collega punti disparati nello spazio-tempo), e la getta nella
spazzatura.
Ad ogni modo, questo piano di
vendetta da parte di Oppenheimer fu nella realtà
davvero scoperto dall’Università, ma Blackett non mangiò mai la
mela, indi per cui non è dato sapere se la sostanza al suo interno
lo avrebbe potuto uccidere oppure solo fare ammalare. Alla fine, le
testimonianze contrastanti e l’influenza del padre impedirono al
giovane Oppenheimer di essere arrestato o espulso. Quel momento
venne visto come un grido d’aiuto da parte di Oppenheimer, il quale
aveva problemi così seri da spingerlo ad accordarsi con la scuola
per partecipare a sedute regolari con uno psichiatra.
Quando è stato annunciato
Oppenheimer, molti si aspettavano di
assistere a un film che
riguardasse la Seconda Guerra Mondiale – come era giusto che fosse
considerato il tema centrale della narrazione. In realtà,
Oppenheimer potrebbe invece considerarsi
una pellicola sulla politica a porte chiuse.
Diciamo questo poiché Nolan, per raccontare la storia del fisico,
usa lo stesso espediente narrativo degli autori del libro American
Prometheus: l’udienza durante la quale l’autorizzazione di
sicurezza e la lealtà di Oppenheimer verso l’America furono messe
in discussione.
La pellicola del regista rimane
sempre ambigua riguardo l’essere Oppenheimer
membro o meno del Partito Comunista, seppur entrambe le opere, sia
quella cinematografica che quella letteraria, sembrano avvalorare
la tesi che fosse un sostenitore della sinistra di FDR, la quale
aveva rapporti con comunisti tesserati. Nel libro, gli autori
scrissero che il fisico era talmente non interessato alla politica
da non essere neanche a conoscenza del crollo finanziario avvenuto
nel ’29, fino a quando Ernest Lawrence non glielo comunicò sei mesi
dopo, decidendo così di non votare fino al 1936. Oppenheimer
comunque sostenne le cause di sinistra dal 1934, continuando fino a
quando non fu coinvolto nella Guerra. Nonostante questo, il fisico
negò sempre di far parte del PC, ammettendo poi però, durante
alcuni controlli, di essere stato “un membro di quasi tutte le
organizzazioni del Fronte Comunista della West Coast“.
La storia con Jean Tatlock
In
Oppenheimer Nolan inserisce anche la love
story fra il fisico e Jean Tatlock, sua amante per
un breve periodo di tempo. Tatlock, nel
film interpretata da Florence Pugh, era una brillante donna che
studiava psicologica infantile. È in quella fase della vita che la
giovane incontra Oppenheimer, precisamente ad una
festa, evento in cui i due legarono molto poiché accomunati dai
loro demoni interiori e dalle loro ideologie di sinistra. La
pellicola si sofferma sulla loro relazione e sul loro ultimo
incontro, dopo il quale la Tatlock morì suicida. Dietro questo
avvenimento si nasconde però una verità molto più complessa e
crudele che nella trasposizione cinematografica non viene
approfondita.
Intanto, a Jean dava fastidio che
Oppenheimer avesse l’abitudine di fare regali ai
suoi amici e alle sue amanti. Nella vita reale, ella rifiutò i suoi
mazzi di fiori e le sue proposte di matrimonio, salvo poi
pentirsene. Da quanto è stato detto, pare anche che la donna abbia
avuto una relazione a lungo termine con l’amica Mary Ellen
Washburn, tanto che il libro suggerisce che la sua identità
sessuale repressa abbia contribuito al suo disagio psicologico. Ma
la cosa più interessante che è stata scritta nel volume, ma non
riportata nel film, è che la sua morte potrebbe derivare da un
omicidio, invece che da un suicidio. Infatti, quando il padre di
Tatlock trovò il suo corpo privo di vita, decise di bruciare tutte
le lettere della figlia prima di chiamare la polizia. L’ipotesi è
dunque la seguente: dato che la sua relazione con
Oppenheimer era molto famosa, un funzionario
governativo potrebbe aver deciso di farla assassinare per paura che
il fisico potesse svelare a lei tutti i segreti di Stato che poi
Jean avrebbe trasmesso ai russi.
Il matrimonio con Kitty
In
Oppenheimer non assistiamo solo alla
storia d’amore fra il fisico e Tatlock, ma facciamo anche la
conoscenza della moglie Kitty (Emily
Blunt), la quale viene presentata in un monologo
abbastanza breve. Il
film la ritrae come una madre infelice e una moglie gelosa che
deve affrontare alcuni problemi di alcolismo, ma nella realtà la
donna era ancora più complicata della versione proposta da Nolan.
Kitty proveniva da una famiglia tedesca dell’alta borghesia, ed era
figlia unica. Credeva di essere una principessa, pur ovviamente non
essendolo, e negli anni di gioventù tentò più volte di iscriversi
al college, senza però mai frequentare i corsi. Il suo primo marito
si chiamava Frank Ramseyer e da questi divorziò dopo aver scoperto
la sua omosessualità e dipendenza dalle droghe. Ebbe un secondo
marito, Joe Dallet, comunista, che perse la vita in guerra.
Kitty rimase poi incinta del figlio
di Oppenheimer, seppur si era ri-sposata con un altro uomo, un
medico, Richard Harrison. Tornando però a
Oppenheimer, nella realtà lui era ancor più
donnaiolo di quel che è stato mostrato. A conferma di quanto detto
esistono alcune lettere che addirittura confermano una relazione
fra lui e la moglie di un suo caro amico, Richard Toloman. In
American Prometheus viene poi menzionata l’infelicità e la
malattia di Kitty, la quale doveva anche combattere con il
risentimento delle amanti del marito e della sua fama. Era, come
abbiamo detto, una persona alcolizzata e il suo essere spesso poco
lucida la portò ad avere numerosi incidenti. Infine, si pensa che
abbia sofferto di depressione post-partum non curata, con
conseguente distacco emotivo tra lei e i suoi figli.
Il progetto Manhattan
Tra le parti meglio approfondite e
dettagliate c’è il famoso Progetto Manhattan, che
portò alla realizzazione delle prime bombe atomiche durante la
Seconda Guerra Mondiale. Il periodo più curato da Nolan è quello
che si svolge a Los Alamos. In questi anni, che vanno dal ’42 al
’45, vediamo Leslie Groves reclutare Oppenheimer
per dirigere il laboratorio segreto di armi e metterlo a servizio
della costruzione della bomba atomica. Nella realtà, i due avevano
divergenze politiche e operative, ma nonostante questo si portavano
rispetto e riuscivano a lavorare molto bene insieme. Leslie Groves
aveva poi un desiderio: voleva che gli scienziati fossero dei
soldati e insisteva molto sulla compartimentazione, seppur alla
fine faceva incontrare i suoi fisici una volta a settimana affinché
potessero condividere le loro idee per un bene più grande, ossia il
progresso. L’amico di Oppenheimer, Isidor Rabi, si
rifiutò di lavorare ufficialmente al Progetto Manhattan, ma di
tanto in tanto lo consultò, mentre Edward Teller era favorevole
alla bomba all’idrogeno.
Anche sul versante delle specifiche
tecniche Nolan è riuscito a fare un buon lavoro, riportandole più o
meno corrette. Senza scendere troppo nel dettaglio, possiamo dire
che all’epoca per accelerare le particelle si usava un ciclotrone
e, per un periodo breve, i teorici temevano che questo potesse
incendiare l’atmosfera. La bomba all’inizio fu denominata “il
gadget” come misura di sicurezza; alla fine, l’equipaggio fu
sollevato nel sapere che i tedeschi avevano preso una strada
sbagliata dal punto di vista ingegneristico, nonostante il
vantaggio che Werner Heisenberg aveva dato loro. Il tempo era
infatti un problema nella data prevista per il test Trinity,
proprio come si vede in Oppenheimer. Il film, tuttavia, non
inserisce il momento storico in cui gli Stati Uniti pensarono di
uccidere Heisenberg e di avvelenare le scorte alimentari
tedesche.
L’incidente di Chevalier
Ad un certo punto del film, c’è una
conversazione fra Oppenheimer e alcuni amici a
cena, che segna una delle parentesi più cruciali della vita del
fisico. Questo episodio, lo diciamo subito, è avvenuto anche nella
realtà. Protagonista è Haakon Chevalier, il quale
ad un tratto della serata si avvicina a Oppenheimer per
confessargli che la comunità accademica si lamenta del fatto che
gli americani non condividono le informazioni con i loro alleati, e
fra questi vi è anche la Russia sovietica. Chevalier menziona poi
un altro fisico, George Eltenton, il quale – dice – ha fatto sapere
di poter trasmettere tali informazioni, se qualcuno volesse
divulgare i propri segreti.
Oppenheimer risponde all’amico
dicendogli che questo sarebbe giudicato come tradimento e la
conversazione vira su altri temi. In seguito Oppenheimer non fece
cadere in prescrizione la cosa, ma denunciò Eltenton, seppur non
subito. Per proteggere l’amico inventò una storia falsa, ma in
seguito confessò tutta la verità a Groves. Questa storia però mise
a rischio la sua reputazione e fu pericolosa durante le udienze per
l’autorizzazione di sicurezza. Il nome di Chevalier venne lo stesso
a galla, e questi fu inserito nella lista nera. L’uomo giustificò
la cosa puntando sulle sue buone intenzioni: il suo obiettivo, a
quanto disse, era solo quello di mettere in guardia Oppenheimer sul
piano di Eltenton.
Lo sgancio della bomba atomica
In
Oppenheimer il pubblico non assiste allo
sgancio della bomba atomica, ma questa è uno dei fulcri principali
del film. Mentre la narrazione sta per raggiungere il suo climax,
c’è una sequenza in cui Oppenheimer e Lawrence sono invitati a una
riunione del Dipartimento della Difesa per discutere se sganciare o
meno le bombe atomiche e, in caso di esito positivo, su quali città
giapponesi. Prima della riunione, alcuni degli scienziati che
lavorano a Los Alamos impiattano una discussione circa l’etica del
dispositivo; Oppenheimer aveva precedentemente
assicurato loro che la conoscenza della bomba da parte
dell’opinione pubblica avrebbe potuto essere abbastanza
terrificante da porre fine a tutte le guerre. A porte chiuse,
alcuni iniziano a chiedersi se potrebbe essere fatta una
dimostrazione o se i civili dovrebbero essere avvertiti in
anticipo, ma i militari ne respingono le proposte per timore di
mettere a rischio la missione.
Il gruppo inizia poi a scegliere gli
obiettivi, ma alcune città vengono messe da parte, come Kyoto, per
due motivi: il suo significato culturale e la luna di miele del
Segretario alla Guerra Henry Stimson. Nella realtà, tutto questo
accadde realmente, e perciò dopo una serie di consultazioni,
la scelta ricadde su Hiroshima e Nagasaki.
Oppenheimer difese quella decisione fino alla
morte, anche se disse al Presidente Truman che sentiva di avere le
mani sporche di sangue, proprio comme accade nel film.
Rivalità con Strauss
Per il contributo – negativo – che
Oppenheimer diede alla storia, la sua figura non è
vista nel migliore dei modi, ma anzi l’uomo può essere considerato
come una sorta di antieroe. Pur avendo combattuto a lungo con i
suoi mostri interiori, portandosi sulle spalle una sofferenza
indicibile per tutto il dolore causato, il fisico è oramai visto
come il distruttore dei mondi (lo disse lui stesso quando era in
vita). Nonostante questo, il vero cattivo in Oppenheimer si rileva
essere Lewis Strauss. Questi viene rappresentato
come un uomo vendicativo, il quale prova sentimenti negativi verso
Oppenheimer. La ragione di tale ostilità risiede
in un dibattito sull’esportazione di radioisotopi, momento in cui
Robert lo mette in imbarazzo respingendo le sue preoccupazioni e
umiliandolo pubblicamente. Nella vita reale, l’astio mostrato da
Nolan nel film, era addirittura più forte.
Come ogni coppia in competizione che
si rispetti, anche loro due erano tanto simili quanto diversi. Sia
Oppenheimer che Strauss erano figli di immigrati ebrei tedeschi e
di uomini d’affari, anche se la recessione aveva colpito
maggiormente la famiglia del secondo. Entrambi erano poi
intelligenti e ambiziosi, appassionati e studiosi di fisica: il
problema però fu che Strauss non potè proseguire gli studi. Nelle
diversità, invece, Oppenheimer era liberale, mentre Strauss era
conservatore. Uno laico, l’altro religioso. Strauss cercò anche di
rovinare la reputazione di Oppenheimer, ma alla fine gli si ritorse
contro e rovinò la propria.
Cosa accadde nel dopoguerra?
Arriviamo alla conclusione con
l’ultima scena di Oppenheimer, il
flashback, una parte inventata del biopic.
Coinvolto in questo momento è Albert Einstein,
impegnato in una conversazione con Oppenheimer, la stessa che aveva
fatto pensare a Strauss che quest’ultimo lo stesse denigrando. In
quell’occasione, in realtà, Einstein sta parlando con Oppenheimer
circa la natura dell’eredità scientifica e questi gli confida di
temere di aver innescato una reazione a catena inarrestabile con
l’avvento dell’energia nucleare. Alla fine, Oppenheimer
ricevette comunque l’Enrico Fermi
Award “per i contributi alla fisica teorica, come
insegnante e ideatore e per la leadership del Laboratorio di Los
Alamos e del programma di energia atomica durante gli anni
critici“, oltre a un premio di 50.000 dollari.
Fu il Presidente degli Stati Uniti
John F. Kennedy ad assegnargli il premio, seppur non riuscì a
consegnarglielo a causa del suo assassinio. Negli anni seguenti
alla Seconda Guerra Mondiale, Oppenheimer continuò
a parlare di quanto potesse essere pericolosa la guerra nucleare,
schierandosi sempre a favore delle politiche di cooperazione
internazionale. Nel 1965 gli fu poi diagnosticato un tumore alla
gola, essendo lui un grande fumatore, e fu sottoposto a
chemioterapie e interventi, che però non ebbero il successo
sperato. Oppenheimer morì per il cancro nel 1967,
all’età di 62 anni.
Torna uno dei registi più geniali e
visionari del panorama cinematografico mondiale. Stiamo parlando di
Zack Snyder, creatore di cult movie quali
300,
L’uomo d’acciaio e
Army of the Dead e pronto a tornare su
Netflix dopo il grande successo del 2021
Army of the Dead.
Rebel
Moon è la nuova saga fantascientifica ideata da
Snyder, e vi mostriamo oggi il teaser trailer ufficiale che svela
anche i titoli delle due parti che compongono il film: Parte 1 – Figlia
del Fuoco, in arrivo il 22 dicembre solo su Netflix, e
Parte 2 – La Sfregiatrice, dal 19 aprile 2024 solo su
Netflix.
Nel cast Sofia Boutella,
Djimon Hounsou, Ed Skrein,
Michiel Huisman, Doona Bae,
Ray Fisher, insieme a
Charlie Hunnam ed
Anthony Hopkins come voce di ‘Jimmy’.Insieme a loro
Staz Nair, Fra Fee,
Cleopatra Coleman, Stuart Martin,
Ingvar EggertSigurðsson,
Alfonso Herrera, Cary Elwes,
Rhian Rees, E. Duffy,
Jena Malone, Sky Yang,
CharlotteMaggi e Corey Stoll. Rebel Moon è diretto da Zack
Snyder, scritto dallo stesso Snyder con Kurt Johnstad e Shay
Hatten, e prodotto da Deborah Snyder, Eric Newman, Zack Snyder e
Wesley Coller.
Rebel Moon – la trama
Da Zack Snyder, il cineasta di
300,
L’uomo d’acciaio e
Army of the Dead arriva REBEL MOON, un evento epico tra
scienza e fantasy la cui realizzazione ha richiesto decenni di
lavoro. Gli eserciti di una potenza tirannica minacciano una
tranquilla colonia ai confini della galassia. Qui la misteriosa
straniera Kora (Sofia Boutella) diventa l’unica speranza di
sopravvivenza e riceve l’incarico di scovare abili combattenti per
affrontare con lei il compito impossibile di battersi contro un
avversario così potente. Kora raduna una manciata di guerrieri in
una piccola banda composta da reietti, ribelli, contadini e orfani
di guerra provenienti da numerosi pianeti e accomunati da tanta
voglia di redimersi e vendicarsi. Mentre l’ombra oscura di tutto un
impero incombe sulla luna che meno se l’aspetta, ha inizio una
battaglia per il futuro della galassia e un nuovo esercito di eroi
prende forma.
Ricordato come uno dei più celebri film
sentimentali di sempre, Dirty Dancing – Balli
proibiti vanta ancora oggi un grandissimo numero di
fan, ed è continuamente citato da opere che ad esso si ispirano.
Diretto nel 1987 dall’allora esordiente Emile
Ardolino, il film contribuì a rendere delle vere e proprie
star gli attori Patrick
Swayze e Jennifer Grey, i quali però
dovettero poi faticare per riuscire ad affermarsi al di là di
questo film, indicato ancora oggi come uno dei loro migliori e più
grandi successi.
Il film venne scritto da
Eleanor Bergstein, la quale basò la storia sulle
proprie esperienze da adolescente. Questa, infatti, era solita
trascorrere le proprie vacanze estive frequentando competizioni di
ballo. Ella stessa, in occasione di queste, si assegnò il
soprannome di “Baby”, lo stesso poi utilizzato per la protagonista
del film. Desiderosa di dar vita ad un film basato sulla danza, la
Bergstein iniziò così a scrivere la storia di Dirty
Dancing. Ebbe tuttavia difficoltà nel vendere la sua storia,
salvo poi imbattersi nella Vestron Pictures, la quale sostenne il
progetto.
Le numerose peripezie produttive
furono poi ripagate al momento dell’uscita in sala del film. Questo
riscontrò infatti un grandissimo successo di pubblico in tutto il
mondo, facendo sognare intere generazioni, divenendo con il tempo
un vero e proprio cult, nonché uno dei migliori film sulla
danza. A fronte di un budget di soli 5 milioni di dollari,
inoltre, il film arrivò ad incassarne a livello globale oltre 214,
affermandosi come uno dei maggiori successi dell’anno. Anche la
critica apprezzò il film, lodando la chimica di coppia presente tra
i due protagonisti come anche le coreografie realizzate per le
iconiche scene di ballo.
Dirty Dancing: la trama
del film
La storia è quella di
Frances Houseman, detta “Baby”, una diciassettenne
che si ritrova a trascorrere le proprie vacanze estive in compagnia
della ricca famiglia presso un villaggio turistico a Catskils.
Annoiata dalla quotidianità e concentrata unicamente sul proprio
futuro universitario, la giovane si ritrova poi inaspettatamente a
fare la conoscenza di Johnny Castle, affascinante
insegnante di ballo del resort presso cui Frances soggiorna. La
ragazza si sente da subito attratta dal giovane, e lentamente
lascia che lui la introduca al mondo della danza. La tranquillità
delle loro giornate viene interrotta nel momento in cui
Penny, assistente ballerina di Johnny, rimane
incinta e si ritrova a dover abortire clandestinamente, aiutata da
dal padre di Frances, medico di professione.
Questi, convinto che sia stato
Johnny a mettere nei guai la ragazza, proibisce alla figlia di
continuare a vedere il ragazzo. Baby, però, sceglie di disubbidire
al genitore, e anzi si offre come sostituta di Penny per
un’importante competizione di ballo. Lei e Johnny iniziano così a
legarsi sempre di più l’uno all’altro, dovendo però evitare di
essere scoperti, cosa che comporterebbe rischi per entrambi. Con
l’avvicinarsi della gara, i due sono ormai una splendida coppia di
ballo e per Frances quell’estate ha finalmente assunto un
inaspettato significato. Improvvisamente, però, un’accusa di furto
fa perdere il lavoro a Johnny. Questi dovrà ora trovare il modo di
provare la propria innocenza, riacquistando la fiducia di Frances
per poter partecipare con lei alla competizione.
Dirty Dancing: il cast del
film
Nella scelta dei due protagonisti, i
produttori e il regista del film erano alla ricerca di nomi che
fossero in grado sia di ballare che di recitare, non volendo
trascurare nessuno dei due aspetti. Per questo motivo, il ruolo di
Baby andò all’attrice Jennifer Grey, apprezzata
per i suoi ruoli in alcuni popolari film degli anni precedenti. Per
il ruolo di Johnny venne invece scelto il giovane
PatrickSwayze. Questi, tuttavia,
aveva inizialmente espresso perplessità nei confronti del ruolo.
Pur essendo notoriamente un ballerino provetto, egli aveva da poco
subito un infortunio al ginocchio, che gli impediva di ballare.
Dopo aver letto la sceneggiatura completa, però, Swayze rimase
talmente affascinato dal personaggio che decise di accettare
ugualmente la parte.
La scelta di Swayze come
co-protagonista non fu una bella notizia per la Grey. I due,
infatti, avevano già lavorato insieme nel film Red Dawn,
manifestando divergenze relazionali. Al momento del loro provino in
un ballo di coppia, tuttavia, la chimica tra di loro risultò
eccezionale, a tal punto da convincere i produttori circa la scelta
dei due interpreti. La coreografia da loro eseguita in quel
momento, inoltre, fu giudicata talmente impeccabile da essere
inserita addirittura nel film. Ad ogni modo, la convivenza tra i
due attori sul set non fu delle più rosee e diversi furono i
diverbi tra i due. Per permettere loro di riacquisire un minimo di
tolleranza reciproca, i produttori gli fecero vedere più volte il
video del loro provino insieme. Ciò risultò efficace, e lì aiutò a
ritrovare l’energia giusta.
Dirty Dancing: le canzoni
e il sequel del film
Ad aver reso il film un classico
intramontabile, oltre ai due protagonisti e alla loro storia, sono
anche le splendide canzoni in esso presenti. Brani che ancora oggi
incantano il pubblico di tutte le età e che già all’epoca si
affermarono come successi eclatanti. Il più celebre tra tutti è
quello intitolato (I’ve Had) The Time of My Life, eseguito
da Bill Medley e Jennifer Warnes.
Questo arrivò ad ottenere un enorme fortuna anche al di là del
film, vincendo dischi d’oro e di platino. Il riconoscimento più
prestigioso fu però l’Oscar alla miglior canzone originale vinto
nel 1988. Nel film è poi presente anche She’s Like the
Wind, brano scritto ed eseguito dallo stesso Swayze e divenuto
anch’esso un grande classico.
Dato il grande successo del film, i
produttori erano inizialmente intenzionati a realizzare un sequel
diretto di questo. Il progetto tuttavia non prese mai piede,
specialmente per via del rifiuto di Swayze, il quale non apprezzava
i sequel. Nel 2004, tuttavia, è uscito al cinema il film Dirty
Dancing 2. Questo non è però il seguito del titolo del 1987,
bensì una rivisitazione. Viene infatti utilizzata la stessa trama,
ma l’ambientazione è spostata dal Nord dello stato di New York alla
Cuba di fine anni Cinquanta, nei giorni della rivoluzione di Fidel
Castro. Il titolo originale è infatti Dirty Dancing: Havana
Nights, e tra i protagonisti si annoverano gli attori Diego
Luna e January
Jones. Recentemente, però, lo studios Lionsgate ha
confermato i piani per la realizzazione di un
sequel diretto della pellicola originale.
Dirty Dancing: il trailer
e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. Dirty
Dancing – Balli proibiti è infatti disponibile nel
catalogo di Rakuten TV,Chili Cinema,
Google Play, Apple
TV+, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, in base alla
piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il singolo
film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una comoda
visione casalinga. È bene notare che in caso di solo noleggio, il
titolo sarà a disposizione per un determinato limite temporale,
entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà inoltre
trasmesso in televisione il giorno martedì 22
agosto alle ore 23:25 sul canale
TV8.
Considerato uno dei più grandi
maestri dei generi thriller ed horror, John Carpenter
ha nel corso della sua carriera realizzato alcuni grandi capolavori
del cinema. Tra questi si annoverano Halloween, La cosa, 1997: Fuga da New York, Essi
vivono e Il seme della follia. A partire dalla metà
degli anni Novanta egli ha però sempre più diradato la sua attività
come regista, deluso e contrariato dalle nuove politiche intraprese
dalle major cinematografiche, arrivando poi a realizzare nel 2010,
a nove anni di distanza dal lungometraggio precedente, quello che è
ancora oggi il suo ultimo film: The Ward – Il
reparto.
Scritto da Michael
e Shawn Rasmussen, il film è stato descritto da
Carpenter come il progetto giusto al momento giusto, quello per cui
valeva tornare alla regia di un lungometraggio dopo anni e anni di
assenza. Il regista è in particolare stato affascinato dal fatto
che la storia si svolge quasi del tutto all’interno di un unico
ambiente, proprio come avviene in molti suoi film, dai già citati
La cosa e Il seme della follia fino all’iconico
Distretto 13 – Le brigate della morte. Ancora una volta,
dunque, Carpenter ha potuto costruire un racconto basato sulla
limitazione spaziale, nella quale si scontrano forze opposte.
In quanto girato all’interno
dell’Eastern State Hospital, a Medical Lake, Washington, il film ha
potuto acquisire un ulteriore grado di realismo proprio grazie a
questa particolare location. Per gli appassionati del cinema di
Carpenter, The Ward – Il reparto è dunque un film da
riscoprire per apprezzare ancor di più il maestro dell’horror.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad
esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di The Ward – Il reparto
Ambientato negli anni 60, il film ha
per protagonista Kristen, una giovane donna
rinchiusa in un misterioso ospedale psichiatrico. Coperta di lividi
e di tagli, imbottita di sedativi e rinchiusa contro la sua volontà
in un inaccessibile reparto di un ospedale psichiatrico, Kristen è
completamente disorientata e non ha idea di quale sia il motivo per
cui è finita in quel posto, né alcuna memoria della sua vita prima
del ricovero. La sola cosa che sa è che non è al sicuro. Le altre
pazienti del reparto, quattro giovani donne altrettanto disturbate,
non sono in grado di fornirle alcuna risposta e ben presto Kristen
si rende conto che le cose non sono come sembrano.
L’aria è densa di segreti e di
notte, quando l’ospedale è buio e sinistro, sente dei suoni strani
e terrificanti. A quanto pare non sono sole. Una ad una, le altre
ragazze cominciano a scomparire e Kristen deve trovare il modo di
fuggire da quel luogo infernale prima di diventare anch’essa una
vittima. Mentre lotta per riuscire a scappare, scopre una verità di
gran lunga più pericolosa e sconvolgente di quanto chiunque avrebbe
potuto immaginare. Mentre si inizia dunque a far luce su
quell’incubo, Kristen capirà di trovarsi davvero in una situazione
di vita o di morte.
Il cast di The Ward – Il
reparto
Ad interpretare la protagonista,
Kristen, vi è l’attrice Amber Heard,
nota per aver recitato nei panni di Mera in Aquaman ma anche per essere l’ex moglie di
Johnny Depp.
Accanto a lei si ritrovano poi le attrice Mamie
Gummer nei panni di Emily, la paziente del reparto meno
incline a seguire le regole, Danielle
Panabaker in quelli di Sarah, la frivola del gruppo, e
Laura-Leigh in quelli di Zoey, una ragazza
emotivamente traumatizzata. A queste si aggiungono anche
Lyndsy Fonseca nel ruolo di Iris, una paziente
artisticamente talentuosa, e Mika Boorem, nel
ruolo di Alice, un ex paziente del reparto ora misteriosamente
scomparsa.
Sarà proprio il ruolo di Alice ad
avere un ruolo fondamentale nel film, presentandosi anche in una
sua versione più giovane nei flashback che Kristen ha nel corso
della storia. Ad interpretare questa versione del personaggio vi è
una giovanissima Sydney Sweeney,
oggi nota per il ruolo di Cassie Howard in Euphoria, qui in uno dei suoi primissimi ruoli
da attrice. Infine, recita nel film anche l’attore Jared Harris,
visto in Mad Men e Chernobyl, qui impegnato ad
interpretare il dottor Stringer, psichiatra del reparto il cui
obiettivo sembra quello di curare Kristen, anche se le sue
intenzioni rimangono misteriose.
Il trailer di The Ward e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
The Ward – Il reparto grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 22 agosto alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
“La sua presenza nella
forza è elusiva, ma la sua determinazione persistente. Sta
arrivando” È quello che dice Baylon Skoll (il compianto Ray
Stevenson alla sua
ultima apparizione) commentando la figura di AhsokaTano,
cavaliere jedi di grande fama, amata tantissimo dai fan del
franchise di Star
Wars e che, dopo diverse apparizioni in animazione e live
action, arriva finalmente ad avere una serie tv tutta sua, che
esordisce su Disney+ il 23 agosto. E i fan delle
serie animate Star Wars: The Clone Wars e
Star Wars: Rebels sentiranno finalmente che è
stata fatta giustizia.
Ahsoka, quando è
ambientata?
Ambientata nello stesso
arco temporale del terzo capitolo di The Mandalorian, questa nuova serie di otto
episodi segue l’ex cavaliere Jedi Ahsoka Tano (Rosario
Dawson) che, dopo essere sopravvissuta all’epurazione
Jedi ed essere stata salvata dalle grinfie del suo ex maestro,
Darth Vader (alias Anakin Skywalker), si ritrova in una
missione per salvare la fragile Nuova Repubblica. Una Ahsoka che si
rispecchia nella descrizione di Skoll: è elusiva, schiva, fuggita
dall’Ordine dei Jedi per poi tornare e occupare il suo posto nella
Storia della Galassia; eppure persistente, presente e combattiva,
dal carisma smisurato, nonostante il suo essere laconica e calma,
anche di fronte a sfide del passato.
La serie tv è ideata
dalla coppia d’oro della Lucasfilm,Jon Favreau e Dave Filoni, e non è
certo un male che proprio Filoni, che ha creato il personaggio di
Ahsoka insieme a George Lucas, abbia scritto tutti gli otto
episodi, dirigendone due. Per i fan che conoscono ogni intricato
aspetto del franchise di “Star Wars”, “Ahsoka” è un caloroso
bentornato a una tradizione ben nota.
Un legame personale
Il percorso del
personaggio sembra più legato alle persone che agli eventi. E così
acquisiscono da subito importanza i personaggi di Sabine Wren
(Natasha Liu Bordizzo) e Hera Syndulla
(Mary
Elizabeth Winstead), ben noti ai fan più appassionati
del franchise e che qui assumono dei ruoli particolari che
guideranno in qualche modo le scelte e le azioni di Ahsoka stessa,
rispetto alla questa eroica che comunque la protagonista è chiamata
a compiere.
Assistiamo per la prima
volta a uno show di Star Wars in cui il cast protagonista è
completamente al femminile e in cui tornano combattimenti e Spader
laser a profusione e soprattutto torna l’elemento magico/mistico
che è sempre stato caratteristica distintiva della serie: l’eterna
lotta tra Lato Scuro e Lato Chiaro della Forza, alla ricerca del
tanto ambito Equilibrio.
Anche se ci sono un sacco
di spade laser, battaglie e astronavi, nei primi due episodi visti
in anteprima, il cuore di Ahsoka sono i suoi personaggi.
Rosario Dawson è capace di dare al suo
personaggio una presenza imponente e carismatica, ma allo stesso
tempo inquietante. E ai fan non sfuggirà la precisione con cui
l’attrice ha dato vita alla combattente togrutana, dalla modo in
cui pronuncia le sue frasi al ritmo delle sue parole fino ai suoi
movimenti precisi durante i combattimenti. E inoltre, la serie si
fa portavoce di un nodo molto complesso nel franchise, compresi i
legami della protagonista con il suo maestro Anakin e con la sua
apprendista Sabine.
Dal punto di vista
visivo, la serie sembra essere più dalle parti di The Mandalorian,
con ambientazioni fantascientifiche più invadenti rispetto a un
approccio realistico quale è e sarà quello dedicato a Andor,
per esempio, e questo può essere un fattore che i fan
tradizionalisti apprezzeranno.
Sfiorando la leggenda
È certo che Star
Wars: Ahsoka è stato realizzato per coloro che amano
già il personaggio e vogliono vederla alle prese con il passato e
il futuro, portando avanti la sua scelta di mezzo, e raccontando un
po’ di più della sua affascinante storia così strettamente
collegata ai grandi eventi che costituiscono la spina dorsale del
franchise di Star Wars.
La Ahsoka di
Rosario Dawson potrebbe rappresentare un perfetto
esempio di quello che è lo stato del franchise a oggi: elusivo, a
tratti incerto e che guarda al passato, ma presente e perseverante,
pronto ad affrontare il futuro. I fan saranno pazienti abbastanza
da accogliere tutte le storie che verranno?
Apple TV+ ha svelato oggi
il trailer di “Still Up“, la nuova serie comedy
interpretata da Antonia Thomas e Craig
Roberts e co-creata e scritta da Steve Burge e Natalie
Walter. La nuova serie di otto episodi farà il suo debutto il 22
settembre su Apple
TV+ con i primi tre episodi, seguiti da un episodio settimanale
ogni venerdì, fino al 27 ottobre.
“Still Up” è una commedia romantica
che racconta la vita fuori dal lavoro di Danny (Craig
Roberts) e Lisa (Antonia Thomas), che non
hanno segreti tra loro, se non i sentimenti che provano l’uno per
l’altra. Del cast fanno parte anche Blake Harrison, Lois Chimimba,
Luke Fetherston e Rich Fulcher.
“Still Up” è co-creata e scritta da
Steve Burge e Natalie Walter insieme a Bryce Hart ed è diretta dal
candidato al premio BAFTA John Addis. La serie è prodotta per Apple
TV+ da Various Artists Limited ed è prodotta esecutivamente dal
vincitore del premio BAFTA Paul Schlesinger e dal vincitore del
premio Emmy Phil Clarke. Arabella McGuigan è produttrice della
serie.
Importanti personalità del mondo del
cinema saranno al centro, da venerdì 31 agosto a lunedì 4
settembre, di una serie di masterclass e conversazioni all’80.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica (30 agosto – 9
settembre) della Biennale di Venezia, che si terranno nella Sala
conferenze del Palazzo del Casinò al Lido, condotte da critici e
giornalisti.
In particolare tre saranno le
masterclass che vedranno protagonisti registi quali Liliana
Cavani (Leone d’oro alla carriera, 31 agosto),
Nicolas Winding Refn (Tributo a Ruggero Deodato, 1
settembre) e Wes Anderson (Premio Cartier Glory to
the Filmmaker, 2 settembre), che si potranno seguire anche in
livestream sul sito www.labiennale.org.
Due conversazioni sono organizzate
in collaborazione con Cartier – The Art and Craft of Cinema, e
vedranno dialogare l’1 settembre il regista Damien Chazelle (Presidente della giuria di
Venezia 80) insieme al compositore Justin Hurwitz
(1 settembre), e il 4 settembre gli scenografi premi Oscar
Francesca lo Schiavo e Dante Ferretti.
Una terza conversazione coinvolgerà
il 3 settembre i registi Edward Berger (Niente di nuovo sul fronte
occidentale) e Philippe Falardeau (Monsieur Lazhar), organizzata
nell’ambito del Venice Production Bridge, il cui Focus è dedicato
quest’anno a Germania e Quebec.
Questo il calendario dettagliato di
masterclass e conversazioni alla Sala conferenze del Palazzo del
Casinò, per tutti gli accrediti, senza prenotazione:
Giovedì 31 agosto
ore 15.30 Masterclass di Liliana Cavani – Leone d’oro alla
carriera, conduce Oscar Iarussi.
Venerdì 1 settembre
ore 9.30 Conversazione con Damien Chazelle e Justin Hurwitz –
Cartier-The Art and Craft of Cinema, conduce Stéphane Lerouge
ore 15.30 Masterclass di Nicolas Winding Refn – Venezia
Classici-Tributo a Ruggero Deodato, conduce Manlio Gomarasca
Sabato 2 settembre
ore 15.30 Masterclass di Wes Anderson – Premio Cartier Glory to the
Filmmaker, conduce Giulia D’Agnolo Vallan
Domenica 3 settembre
ore 15.30 Conversazione con Edward Berger e Philippe Falardeau –
Venice Production Bridge, conduce Guy Lodge
Lunedì 4 settembre
ore 9.30 Conversazione con Francesca Lo Schiavo e Dante Ferretti –
Cartier-The Art and Craft of Cinema, conduce Alberto Cavalli
La Casa dei Fantasmi,
l’avventura Disney ispirata alla classica attrazione del parco a
tema, arriverà il 23 agosto nelle sale italiane.
La Casa dei Fantasmi racconta
di una donna e di suo figlio che si rivolgono a un variegato gruppo
di cosiddetti esperti spirituali per aiutarli a
liberare la loro casa da intrusi
soprannaturali. Diretto da Justin Simien, il film è
interpretato da un cast stellare che include LaKeith
Stanfield, Tiffany Haddish, Owen Wilson, Danny DeVito, Rosario
Dawson, Chase W. Dillon e Dan Levy, con
Jamie Lee Curtis e Jared Leto nel ruolo di The Hatbox
Ghost.
Il film è prodotto da Dan Lin e
Jonathan Eirich, mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i
produttori esecutivi.
Disney+ ha diffuso il primo teaser della nuova serie originale
Disney+Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo. L’epica
serie, basata sulla saga di libri best-seller del pluripremiato
autore Rick Riordan, debutterà mercoledì 20 dicembre 2023 su
Disney+ con i primi due episodi e con nuovi episodi ogni
settimana.
Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo racconta
la fantastica storia di un moderno semidio dell’età di 12 anni,
Percy Jackson, che sta iniziando ad accettare i suoi nuovi poteri
divini quando il dio del cielo, Zeus, lo accusa di aver rubato il
suo fulmine maestro. Con l’aiuto dei suoi amici Grover e Annabeth,
Percy deve intraprendere l’avventura di una vita per ritrovarlo e
riportare l’ordine nell’Olimpo.
La serie è interpretata da Walker
Scobell (Percy Jackson), Leah Sava Jeffries (Annabeth
Chase), Aryan Simhadri (Grover Underwood) e vede la
presenza di guest star come Lin-Manuel Miranda (Ermes),
Megan Mullally (Alecto alias Signora Dodds), Toby
Stephens (Poseidone), Virginia Kull (Sally Jackson), Jason
Mantzoukas (Dioniso alias Signor D), Jay Duplass
(Ade), Glynn Turman (Chirone alias Signor
Brunner), il compianto Lance Reddick (Zeus), Adam
Copeland (Ares), Charlie Bushnell (Luke
Castellan), Dior Goodjohn (Clarisse La Rue), Jessica
Parker Kennedy (Medusa), Olivea Morton (Nancy
Bobofit), Suzanne Cryer (Echidna), Timm Sharp
(Gabe Ugliano) e Timothy Omundson (Efesto).
Rick Riordan, il celebre creatore di
“Percy Jackson”, ha lavorato a stretto contatto con il team
creativo e gli showrunner Jon Steinberg e Dan Shotz per dare vita
ai suoi libri e realizzare una serie che rimanesse fedele alla sua
visione di questi eroici personaggi che milioni di fan della saga
conoscono e amano. I primi due episodi sono scritti da Riordan e
Steinberg e diretti da James Bobin. Steinberg e Shotz sono i
produttori esecutivi insieme a Rick Riordan, Rebecca Riordan, Ellen
Goldsmith-Vein di The Gotham Group, Bert Salke, Jeremy Bell e D.J.
Goldberg di The Gotham Group, James Bobin, Jim Rowe, Monica
Owusu-Breen, Anders Engström e Jet Wilkinson.