Continuano ad arrivare nuove foto
dal set dell’imminente Joker: Folie à Deux e questa
volta gli scatti mostrano molto di più di
Joaquin Phoenix nei panni del Joker, e nell’ultima
serie di foto, il personaggio di
Phoenix sembra piuttosto sconsolato.
Le ultime foto mostrano invece
Arthur che cammina per strada e sembra estremamente sporco e
stordito. Non è chiaro esattamente cosa sia successo al
personaggio, ma ha chiaramente visto giorni migliori. Dai
un’occhiata alle ultime foto del set di Joker: Folie à
Deux qui sotto:
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno di Joaquin Phoenix mentre riprende il suo ruolo
vincitore dell’Oscar come il cattivo DC JOKER. Il sequel presenterà
anche il ritorno di Sophie di
Zazie Beetz insieme ai nuovi arrivati
Brendan
Gleeson,
Catherine Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey. Nel
cast c’è Lady Gaga che darà vita a Harley Quinn. I
dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo
che la maggior parte del film si svolgerà ad Arkham
Asylum e conterrà significativi “elementi musicali”.
Rumors recenti inoltre hanno anche suggerito che la
versione di Gaga su Harley Quinn avrà un ruolo più importante di
quanto originariamente riportato, con la storia che si svolge
interamente dal suo punto di vista.
Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un successo sia
di critica che commerciale con un incasso mondiale di oltre 1
miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con il
maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per il miglior suono
originale.
Ecco il trailer internazionale
di Spider-Man:
Accross the Spider-verse il prossimo film del
ragnoverso di casa SONY che arriverà nelle sale italiane a partire
dal 1° giugno.
Miles Morales torna nel nuovo
capitolo della saga Spider-Verse, vincitrice di un premio Oscar®,
Spider-Man: Across the Spider-Verse. Dopo essersi riunito con Gwen
Stacy, l’amichevole Spider-Man di quartiere di Brooklyn viene
catapultato nel Multiverso, dove incontra una squadra di
“Spider-Eroi” incaricata di proteggerne l’esistenza. Ma quando gli
eroi si scontrano su come affrontare una nuova minaccia, Miles si
ritrova contro gli altri “Ragni” e dovrà ridefinire cosa significa
essere un eroe per poter salvare le persone che ama di più.
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per
dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta
da Phil Lord e Chris
Miller (che tornano anche come produttori insieme a
Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione
con David Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
Rai Fiction ha
annunciato la messa in onda di Rocco Schiavone 5,
la quinta stagione della serie con protagonista
Marco Giallini dal 5 Aprile alle 21.25 su Rai 2. Rocco
Schiavone 5 è diretta da Simone Spada ed è una coproduzione Rai
Fiction Cross Productions e Beta e sarà composta da 4 serate da
100’. Nel cast oltre a Marco Giallini, ritornano anche
Ernesto D’Argenio, Alberto Lo Porto, Gino Nardella,
Christian Ginepro,
Valeria Solarino, Lorenza Indovina, Miriam Dalmazio, Claudia
Vismara.
La trama di tutti gli episodi di
Rocco Schiavone 5
La trama dell’episodio 1
di Rocco Schiavone 5 che si intitolerà “IL VIAGGIO
CONTINUA”
Rocco Schiavone torna ai propri
compiti di vicequestore di Aosta. Il colpo di pistola sparato per
errore dall’agente D’Intino, che gli è costato un rene, non sembra
rallentarlo, ma gli ha lasciato un profondo senso di vuoto e di
solitudine che pesa nella relazione con Sandra Buccellato.
Intanto, sul Monte Bianco,
all’altezza di punta Hellbronner, al confine tra Italia e Francia,
viene ritrovato un cadavere da due tecnici della funivia. I due
però, per non essere coinvolti nell’omicidio, spostano nella notte
il cadavere in territorio italiano. Quando Rocco è chiamato a
occuparsi del caso, intuisce l’anomalo spostamento del corpo, e
decide di “restituirlo” ai francesi oltre il confine. Nel
frattempo, il giorno della tradizionale partita di calcio di
beneficenza polizia-magistratura si avvicina e Rocco non ha
intenzione di perdere…
La trama dell’episodio 2 di Rocco
Schiavone 5 che si intitolerà “CHI PARTE E CHI
RESTA”
Sebastiano Cecchetti, l’amico
fraterno di Rocco, è una mina vagante e per Rocco è fonte di grande
preoccupazione. Intanto, però, Rocco deve occuparsi di
un nuovo caso di omicidio: viene infatti ritrovato il
cadavere della professoressa Martinet, una nota studiosa di
Leonardo da Vinci. Le indagini proseguono finché da Roma arriva una
notizia molto strana: l’appartamento di Sebastiano è stato messo a
soqquadro da qualcuno che cercava qualcosa di importante.
La testa di Rocco è un tourbillon
di pensieri che lo attanagliano al punto che anche il suo lavoro
inizia a risentirne. Anche la relazione con Sandra è
diventata ormai difficile da gestire.
La trama dell’episodio 3 di Rocco
Schiavone 5 che si intitolerà “PUNTI DI
VISTA”
Nonostante l’errore commesso sul
caso dell’omicidio della professoressa Martinet, Rocco riprende le
indagini con determinazione. Oltre all’aiuto della squadra, anche
la giornalista Sandra Buccellato trova importanti informazioni
sulla studiosa di Leonardo da Vinci e sulle sue pubblicazioni.
Così, Sandra e Rocco ritrovano un equilibrio tutto loro, fatto di
lavoro e sarcasmo. Intanto, l’agente Deruta è nel pieno della sua
crisi sentimentale ed è proprio Schiavone ad aiutarlo a trovare il
coraggio per vivere la vita che tanto desidera.
Dai trascorsi accademici
della professoressa uccisa emerge una nuova pista e questa
volta il caso viene risolto. Rocco avrebbe bisogno di ritrovare un
po’ di pace, ma il suo passato torna a bussare con urgenza e non
può più essere ignorato.
La trama dell’episodio 4
di Rocco Schiavone 5 che si intitolerà “VECCHIE
CONOSCENZE”
Ora che Rocco e Sebastiano sono
tornati in contatto, il vicequestore decide di aiutare l’amico a
passare il confine con la Svizzera, a caccia di Enzo
Baiocchi. Ma Baiocchi contatta il PM Baldi: vuole incontrarlo,
sostenendo di essere in possesso di documenti scottanti. Rocco
accetta di andare all’incontro assieme a Baldi, ma le cose non
vanno come previsto e i due devono unire le forze per sbrogliare i
nodi di questa vicenda che si fa sempre più intricata, coinvolgendo
alte sfere dello Stato e forse i Servizi Segreti. Le poche
certezze di Rocco crollano e spunta un nuovo fantasma dal suo
passato con rivelazioni tremende, che toccano i suoi affetti più
cari.
È l’ennesimo colpo al cuore per
Schiavone, che ormai sente la città di
Aosta diventare l’unico rifugio possibile.
Le clip dagli episodi
La serie tv
Rocco Schiavone è un personaggio
letterario, protagonista dei romanzi polizieschi scritti da Antonio
Manzini. Schiavone è un vicequestore in forza alla Polizia di
Stato, romano fin nel midollo, che si ritrova a dover svolgere le
sue funzioni nella città di Aosta. Rocco Schiavone è sarcastico,
nel senso più romanesco del termine, maleducato, cinico quanto
basta; odia il suo lavoro, soprattutto odia Aosta. Però ha talento.
Trasferito nel capoluogo valdostano per motivi disciplinari, è un
uomo con un senso etico tutto personale, che raramente coincide con
quello che un poliziotto dovrebbe avere. È sboccato, brusco e le
sue azioni spesso esondano i margini della legalità. Un uomo con un
passato oscuro, con molti scheletri nell’armadio. Nato a Trastevere
negli anni ’70, in un piccolo appartamento in via delle Mantellate,
quando il pittoresco quartiere romano non era ancora meta dei
turisti e degli investitori americani, figlio di operai, Schiavone
è cresciuto per strada giocando a guardie e ladri con i suoi amici
del cuore, Sebastiano, Furio e Brizio. Col tempo i suoi amici sono
rimasti ladri, lui invece è diventato guardia. Ma questo non ha
intaccato il loro affetto e soprattutto il rispetto reciproco.
Insomma, Rocco Schiavone è sì un poliziotto, ma tutto di lui
farebbe dire il contrario. C’è solo una persona al mondo che riesce
a penetrare la scorza dura che Rocco si è costruito intorno:
Marina, sua moglie. O meglio, la donna che era sua moglie. Che lo è
stata fino al 7 luglio del 2007, giorno terribile nella vita di
Rocco, nel quale la sua esistenza ha cambiato rotta, si è incrinata
e, come un vaso di valore, non ha più potuto riprendere lo
splendore di un tempo. Ma Marina continua a vivere nella mente di
Rocco, che la vede viva e più bella che mai accanto a sé tutte le
sere quando torna a casa. E la presenza della donna è l’unica cosa
che rende sopportabile a Rocco la vita ad Aosta, l’unica cosa che
riesce, in qualche modo, a colmare la nostalgia per Roma, per gli
amici di sempre, per la sua vecchia vita.
Legendary
Entertainment ha appena acquistato i diritti di
sfruttamento cinematografico di Street Fighter e
ha intenzione di portare avanti una serie di prodotti correlati
all’universo del videogioco, compreso un film in live-action al
momento in sviluppo.
I dettagli sono pochi, ma sembra
che Legendary lavorerà gomito a gomito con la
Capcom, che parteciperà al progetto in veste di
produttore. E, dal momento che lo studio ha acquistato anche i
diritti televisivi di sfruttamento, c’è da aspettarsi che presto
verranno annunciati anche altri progetti, forse ambientati nello
stesso universo del film in produzione.
Uno dei videogiochi più venduti di
sempre, Street Fighter è un picchia-duro
sviluppato in origine per la versione Arcade negli anni ’80. Da
allora, ha frequentato diverse piattaforme vendendo oltre 49
milioni di unità. La prossima versione del gioco, Street
Fighter 6, sarà distribuito su tutte le consolle a partire
dal 2 giugno 2023.
Il cinema si è approcciato altre
volte a Street Fighter, a partire dal live action
del 1994 prodotto da Universal, con Jean-Claude Van Damme, Ming-Na Den, Damien Chapa e
Kylie Minogue. Il film non ha avuto grande
successo, né al box office né presso i critici che lo hanno
recensito severamente.
Da allora, ci sono stati diversi
tentativi di replicare il film, approdati, nel 2009, alla 20th
Century Fox che ha distribuito Street Fighter: la Leggenda
di Chun-Lin, con Kristen Kreuk,
Chris Klein e Michael Clarke Duncan. Anche questo progetto
non ha avuto troppo successo, a differenza di diversi progetti
animati che sono saltati fuori nel corso degli anni.
I piani per portare “Street
Fighter” sul grande schermo arrivano in un momento
favorevole per gli adattamenti di gioco. Il genere, che un
tempo era sinonimo di insuccessi al botteghino, ha vissuto una
rinascita grazie a “Sonic
the Hedgehog” e al suo sequel
del 2022, “Uncharted”
di Tom Holland, e non ultimi “Dungeons
& Dragons: L’onore dei ladri” e l’imminente
“Super Mario
Bros Film.
Lo scrittore Philip K.
Dick ha regalato al mondo alcuni dei più importanti
racconti e romanzi di fantascienza, adattati poi in film come
Minority Report, A Scanner
Darkly, I guardiani del destino o,
il più celebre tra tutti, Blade Runner. Negli
anni Dick è così diventato un autore di culto, sempre attento a
riflettere con le sue opere sui processi manipolativi del tessuto
sociale da parte delle strutture di potere e sul concetto di
identità e umanità. Un altro dei suoi più celebri racconti divenuto
film è Ricordiamo per voi, portato al cinema nel 2012 con
il titolo Total Recall – Atto di forza
(qui la recensione).
La pellicola, diretta da Len
Wiseman, già regista anche di Underworld e Die Hard – Vivere o
morire, è in realtà il secondo lungometraggio ispirato al
racconto di Dick. Il primo film a basarsi su di esso è infatti
stato Atto di forza, del
1990, interpretato da ArnoldSchwarzenegger. Questo nuovo adattamento del
racconto di Dick risulta essere particolarmente differente sia dal
testo originale che da quel primo film, configurandosi dunque come
un’opera che riprende le tematiche di base ma costruendovi intorno
numerose scene inedite. Altresì, si tratta di un film che tiene
conto del cambiamento dei tempi e delle novità tecnologiche e
sociali.
Le novità introdotte dal film non
sono però bastate a permettergli di affermarsi come un buon
successo. Gli incassi non si sono rivelati all’altezza delle
aspettative e il giudizio critico, pur indicando alcuni meriti del
film, ha sottolineato come questo rimanga all’oscuro del titolo del
1990. Per poter dare un proprio giudizio, occorre intraprendere una
visione del film, approfondendo però prima alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
differenze con il racconto. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Total Recall – Atto di
forza: la trama e il cast del film
Il XXI secolo è appena cominciato e
una guerra chimica ha reso vivibili solo due zone della terra:
l’Unione Federale di Britannia e la Colonia, dove vive
Douglas Quaid, impiegato presso una fabbrica di
robot poliziotti e alla ricerca di una vacanza per staccare un po’
dalla sua monotona vita. Spinto da questo desiderio, Douglas viene
attirato dal servizio che offre la Rekall, un’azienda che trasforma
i sogni in ricordi reali: decide quindi di concedersi un viaggio
mentale per calarsi nei panni di una superspia. Nel corso
dell’operazione qualcosa va però storto e Douglas si ritrova ad
essere ricercato dalla polizia, iniziando dunque a sospettare di
essere in realtà sempre stato una spia. Per salvarsi, dovrà
scoprire la verità sulla propria identità.
Ad interpretare il protagonista
Douglas Quaid vi è l’attore Colin Farrell,
il quale si è da subito dichiarato estremamente entusiasta del
progetto. Egli ha inoltre voluto interpretare personalmente molte
delle scene più complicate, ma ha anche richiesto di poter dormire
sul set, per vedere cosa si provava a risvergliarsi nel futuro.
Accato a lui, nel ruolo di Lori, la moglie di Douglas, vi è invece
l’attrice Kate
Beckinsale, mentre Jessica Biel è
Melina, una misteriosa donna che si offre di aiutare il
protagonista. Nel film sono poi presenti anche Bryan Cranston
nei panni di Vilos Cohaagen, il Cancelliere che ordina di dare la
caccia a Douglas e Bill Nighy in quelli di
Matthias Lair. L’attore Bokeem Woodbine è invece
l’agente Harry.
Total Recall – Atto di
forza: la spiegazione e le differenze con il racconto
Il tema principale di Atto
di forza è legato alla domanda se le esperienze di Quaid siano
reali o solo un sogno indotto dal suo fallito impianto di memoria
alla Rekall. Alla fine del film risulta ancora difficile dare una
risposta a tale quesito, in modo molto simile a ciò che avviene sul
finale di Blade Runner, un altro film tratto da un’opera
di Dick, dove la natura del protagonista è quantomai enigmatica.
Data quest’incertezza, Atto di forza si configura come
un’opera che solleva riflessioni sulla capacità di manipolare i
ricordi e la percezione delle persone, una pratica tutt’altro che
estranea ai media odierni.
Per quanto riguarda il rapporto con
il racconto di Dick, è bene sapere che in esso si ritrovano anche
delle sequenze-sogno ambientate su Marte, ove si ritrovano anche
degli alieni. Nulla di tutto ciò appare in Total Recall,
ambientato unicamente sulla terra. Di conseguenza, cambia anche il
conflitto, che se per il racconto è incentrato su di un omicidio
avvenuto su Marte, nel film è dato dalle problematiche seguenti ad
una terza guerra mondiale. Differente è inoltre l’antagonista, che
da un’agenzia governativa segreta passa ad essere il veterano di
guerra Vilos Cohaagen. Diversi sono anche i rispettivi finali, ove
quello del racconto di Dick è molto più ambiguo e aperto a
riflessioni.
Total Recall – Atto di
forza: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Total Recall –Atto di
forza grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google
Play, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di lunedì 3 aprile alle ore 21:20
sul canale Rai 4.
Sul finire degli anni Novanta, dopo
aver diretto film come Gli spietati, Un mondo perfetto e
Potere assoluto, il
premio Oscar Clint Eastwood
diede vita a quello che è ancora oggi uno dei suoi lavori meno
citati e conosciuti. Si tratta di Mezzanotte nel
giardino del bene e del male, da lui diretto nel 1997
e basato su una vicenda realmente avvenuta. Un thriller intriso di
dramma che si fonda sul mistero e sull’ossessione nei confronti di
fatti scabrosi. Scritto da John Lee Hancock (anche
noto per aver diretto The Blind Side e The Founder) il film si
basa però primariamente sul libro omonimo di John
Berendt.
Pubblicato nel 1994, questo
ripercorre la vicenda di un crimine avvenuto nei primi anni
Ottanta, che sconvolse particolarmente l’opinione pubblica. Il
tutto viene però narrato riadattando la storia affinché assumesse
un taglio più romanzesco. Rimasto affascinato dal libro, Eastwood
decise di curarne la regia per il cinema. Il film non venne però
accolto positivamente né dalla critica né dagli spettatori,
divenendo uno dei maggiori insuccessi di Eastwood. Anche per questo
motivo è oggi un titolo quasi dimenticato della sua filmografia,
schiacciato tra opere di valore di gran lunga maggiore.
Mezzanotte nel giardino del bene
e del male è tuttavia anche per tale motivo un film di
Eastwood da recuperare, che offre l’opportunità di imbattersi in
un’opera del regista diversa da quella con cui si è reso celebre,
con tutti i suoi pregi e difetti. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori, al libro e alla storia
vera. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Mezzanotte nel giardino del
bene e del male: la trama e il cast del film
Protagonista del film è il
giornalista John Kelso, arrivato a Savannah per
scrivere un articolo sul ricco antiquario Jim
Williams. Nel corso della festa organizzata da
quest’ultimo nella sua abitazione, però, si presenta anche un
giovane di nome Billy, il quale, ubriaco, inizia
un forte litigio con Williams che termina poi con l’omicidio
proprio del giovane. L’arresto del ricco antiquario e il processo
che ne segue appaiono agli occhi di Kelso come l’occasione d’oro
per scrivere qualcosa di significativo. Più il caso va avanti, più
emergono dettagli e verità sul rapporto tra William e Billy. Ben
presto, Kelso capirà di avere a che fare con una storia molto più
intricata del previsto.
Ad interpretare il giornalista John
Kelso vi è l’attore John Cusack, da
Eastwood scelto dopo averlo visto recitare in L’ultimo
contratto. Nei panni di Billy vi è un giovane Jude Law, qui
in uno dei suoi primi ruoli di rilievo, mentre Alison
Eastwood, figlia di Clint, interpreta la cantante Mandy
Nichols, scelta senza che il padre sapesse che i produttori
l’avevano selezionata per la parte. Sono poi presenti gli attori
Jack Thompson nel ruolo dell’avvocato Sonny Seiler
e Irma P. Hall in quelli di Minerva. Lady
Chablis, drag queen descritta nel libro di Berendt è
invece stata chiamata ad interpretare Frank “Chablis” Daveau, una
versione romanzata di sé stessa.
Di particolare importanza è la
presenza del premio Oscar Kevin Spacey,
il quale interpreta invece Jim Williams. La sua performance in
questo ruolo fu però particolarmente criticata, specialmente da
Berendt. Quest’ultimo si offrì infatti di aiutare l’attore
fornendogli indicazioni sul modo di parlare e comportarsi. Spacey,
però, avrebbe preferito fare da sé, dando vita ad una voce e un
modo di parlare molto particolari, molto diversi da quelli che il
vero Williams aveva e che Spacey, secondo Berendt, doveva
erroneamente aver fatta suoi dopo aver ascoltato le registrazioni
di Williams durante il suo quarto processo, durante il quale era
però sotto effetto di valium.
Mezzanotte nel giardino del
bene e del male: la storia vera e il libro
La storia di Mezzanotte nel
giardino del bene e del male, come anticipato, è quella del
ricco antiquario James Arthur Williams, noto per
aver contribuito alla preservazione di alcuni distretti storici di
Savannah, in Georgia. Williams è però poi divenuto particolarmente
celebre quando il 2 maggio del 1981 è stato arrestato con l’accusa
di aver sparato e ucciso il ventunenne Danny
Hansford. Quel giorno i due, i quali, come venne rivelato
in seguito, avevano una relazione omosessuale, ebbero un duro
scontro nella residenza di Williams. Quest’ultimo affermò di aver
poi sparato al giovane per autodifesa in quanto anche Hansford era
armato. In seguito all’arresto, Williams dovette affrontare ben
quattro processi.
Ogni volta nuove prove o errori
giudiziari portavano alla riapertura del caso e Williams passò da
una sentenza di carcere a vita all’essere infine assolto, nel
maggio del 1989. Per Williams, però, la libertà durò poco. Il 14
gennaio del 1990 egli collassò e morì nel suo studio, lì dove era
morto anche Hansford, per via di una polmonite e di
un’insufficienza cardiaca. Tale vicenda viene dunque riproposta, in
chiave romanzata, nel libro di Berendt, divenuto uno dei principali
best sellers del suo anno. Nell’adattamento di questo in film,
però, si decise di cambiare i nomi di alcuni personaggi, riducendo
inoltre il numero di processi da quattro a uno. Modifiche che ad
ogni modo non nascondono la storia a cui ci si ispira.
Mezzanotte nel giardino del
bene e del male: il trailer e dove vedere il film in streaming
e in TV
È possibile fruire di
Mezzanotte nel giardino del bene e del
male grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google
Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì 3 aprile alle ore 21:00
sul canale Warner TV.
Dwayne Johnson ha
annunciato un nuovo remake live-action di Oceania (Moana in originale)
durante il Webcast dell’Assemblea annuale degli azionisti Disney
2023 il 3 aprile.
“Sono orgoglioso di dire che
stiamo portando la bellissima storia di #MOANA
sul grande schermo in live action! #MAUI mi ha cambiato la vita (mi
manchi nonno) e sono onorato di collaborare con @DisneyStudios per
raccontare la nostra storia attraverso il regno della musica e
della danza, che alla base di ciò che siamo come popolo
polinesiano”, ha twittato Johnson come annuncio caduto.
Johnson ha parlato di più durante un
segmento preregistrato con le sue figlie: “Siamo così
entusiasti e felici di annunciare che è in lavorazione una
rivisitazione in live action di ‘Moana’. Moana, nonna Tala, la
musica, la danza, Te Fiti, Pua il maiale, il villaggio, il
bellissimo oceano potente e un altro ancora… cosa c’è, ragazzi? Oh,
il sottoscritto… Heihei il pollo! Prendete in giro. Ci sarà Heihei,
ma ovviamente ci sarà anche Maui. Molti di voi potrebbero non
conoscere il brillante team di Disney Animation, i miei partner,
abbiamo trovato così tanta ispirazione per Maui nel mana e nella
presenza del mio defunto nonno, il leggendario Sommo Capo Peter
Maivia. Entrava illuminando la stanza: l’energia, i tatuaggi, i
capelli, il corpo. [canta con le figlie] “Quando reciti in un
semidio” Grazie. Scusatemi, sono preso dal momento. Quindi, come
potete vedere – tempismo perfetto quando esce il sole – quanto sia
profonda la storia per me, perché in un certo senso, quando do vita
a Maui, lo faccio nello spirito di mio nonno. Quindi siamo in una
fase molto precoce del processo. C’è ancora molto lavoro da fare.
Ma fino ad allora, c’è ancora una cosa di cui ho bisogno per dare
il via a questo viaggio nel modo giusto. Le ragazze vogliono avere
quella cosa speciale di cui papà ha bisogno? [Tira fuori il suo
bastone] Wow, voi ragazzi siete le figlie di papà. Sei così forte.
Grazie mille ragazzi. Andremo nell’oceano. SÌ. Oh, guarda l’amore
che ho. Papà è Maui? NO! Ragazzi, volete il gelato? SÌ! Quindi papà
è Maui.”
Disponibile l’adrenalinico teaser
ufficiale di Tyler RAKE 2, sequel del film del
2020, e in arrivo sempre e solo su Netflix dal 16
giugno. Ritorna Chris Hemsworth nei panni del mercenario
australiano Tyler Rake, e con lui Golshifteh Farahani, Tornike
Gogrichiani, Adam Bessa, Daniel Bernhardt, Tinatin Dalakishvili,
Olga Kurylenko
Chris Hemsworth torna a interpretare il ruolo
del protagonista nel sequel del film d’azione Netflix di grande
successo TYLER RAKE. Dopo essere sopravvissuto a malapena agli
eventi del primo film, il mercenario australiano sotto copertura
Rake riceve l’incarico di un’altra missione letale: salvare la
famiglia di uno spietato gangster georgiano dalla prigione in cui è
detenuta.
Hemsworth torna a collaborare con
il regista Sam Hargrave in questo film prodotto da AGBO di Joe e
Anthony Russo con sceneggiatura di Joe Russo. Golshifteh Farahani
riprende il ruolo del primo film affiancata da Adam Bessa, Olga
Kurylenko, Daniel Bernhardt e Tinatin Dalakishvili.
Il film è ispirato alla graphic
novel “Ciudad” di Ande Parks, da una storia di Ande Parks, Joe e
Anthony Russo con illustrazioni di Fernando León González. TYLER
RAKE 2 è prodotto da Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela
Russo-Otstot, Chris Hemsworth, Patrick Newall e Sam Hargrave,
mentre la produzione esecutiva è affidata a Jake Aust, Benjamin
Grayson, Steven Scavelli, Christopher Markus e Stephen McFeely.
Apple TV+
ha svelato oggi le prime immagini di The Crowded
Room, l’avvincente serie limitata interpretata e prodotta
da Tom Holland e creata dallo scrittore e
produttore esecutivo premio Oscar Akiva Goldsman (“A Beautiful
Mind”). Interpretata da un cast corale guidato dallo stesso
Holland, da Amanda Seyfried ed Emmy Rossum, The Crowded Room in
streaming uscirà il 9 giugno su Apple TV+
con i primi tre dei dieci episodi totali seguiti da un nuovo
episodio ogni venerdì, fino al 28 luglio.
La trama e il cast di The
Crowded Room
La serie segue le vicende di Danny
Sullivan (Tom
Holland), un uomo che viene arrestato in seguito al
suo coinvolgimento in una sparatoria a New York nel 1979. In un
thriller avvincente, raccontato attraverso una serie di interviste
realizzate dalla curiosa Rya Goodwin (Amanda
Seyfried), la storia della vita di Danny si dipana
rivelando elementi del misterioso passato che lo ha plasmato e
colpi di scena che lo porteranno a una rivelazione che cambierà la
sua vita.
1 di 4
Oltre a Holland, Seyfried e Rossum,
la serie è interpretata da Sasha Lane, Will Chase e Lior
Raz insieme alle guest star
Jason Isaacs, Christopher Abbott, Thomas Sadoski e Zachary
Golinger.
“The Crowded Room” è una
coproduzione tra Apple Studios e New Regency. Akiva Goldsman è
produttore esecutivo attraverso la sua Weed Road Productions. La
serie è prodotta anche da Alexandra Milchan per EMJAG Productions e
da Arnon Milchan, Yariv Milchan e Michael Schaefer di New Regency.
Kornel Mundruczo, anch’egli produttore esecutivo, ha diretto
diversi episodi, tra cui l’episodio pilota.
Louis Garrel, classe 1983, è uno degli attori
più dinamici del cinema francese, diventato anche regista. È salito
alla ribalta grazie al suo ruolo di protagonista in The Dreamers, diretto da
Bernardo Bertolucci. È poi apparso regolarmente in
film del regista francese Christophe Honoré, tra
cui Ma Mère, Dans Paris, Les Chansons
d’amour, La Belle Personne e
Non ma fille, tu n’iras pas danser. Ha partecipato anche a
film diretti dal padre, Philippe Garrel, tra cui
Les Amants réguliers, La frontière de l’aube, Un
été brûlant e La Gelosia.
Garrel ha recitato anche in quattro
lungometraggi da lui scritti e diretti: Due
amici, con Golshifteh Farahani e Vincent Macaigne;
L’uomo fedele, con Laetitia Casta e
Lily-Rose Depp, La crociata, sempre con Laetitia
Casta e L’innocente, con Noémie Merlant. Tra
le tipologie di personaggi che interpreta più spesso, spiccano
uomini nel bel mezzo di triangoli amorosi o importanti figure
storiche, come Jacques de Bascher in Saint Laurent, Jean-Luc
Godard in Le Redoutable e
Alfred Dreyfus in L’ufficiale e la spia. Per le sue
interpretazioni, l’attore ha ricevuto numerose nomination ai Premi
César.
È noto anche per aver lavorato con
diverse registe come Valeria Bruni Tedeschi,
Brigitte Sy, Maïwenn e
Nicole Garcia. Nel 2019, Garrel ha interpretato il suo primo ruolo in
lingua inglese: Friedrich Bhaer nell’adattamento
di Piccole donne di Greta
Gerwig. Con il suo prossimo progetto,
I tre moschettieri: D’Artagnan, in arrivo nelle sale
italiane il 6 aprile, vediamo insieme altri tre film in arrivo con
Louis Garrel da non perdere assolutamente!
I tre moschettieri:
D’Artagnan
Ci sono stati almeno 50
adattamenti cinematografici e televisivi in tutto il mondo del
celebre romanzo di Alexandre Dumas del 1844, che
sta per raggiungere il 30° adattamento cinematografico. Ma cosa
dobbiamo aspettarci di nuovo da questa inedita versione de
I tre moschettieri con Eva Green e Vincent Cassel
protaogonisti? Per iniziare, il film del regista francese
Martin Bourboulon non solo è stato concepito come
una saga in due parti, ma introdurrà anche un nuovo personaggio,
Hannibal (Ralph Amoussou), il
primo moschettiere nero della storia francese, personaggio basato
sulla storia vera di Louis Anniaba, il principe di
Assinie.
L’epica duologia d’avventura si
ispira, come già detto, al capolavoro letterario di
Dumas e segue l’eroico D’Artagnan
che si unisce ai tre leali e formidabili amici moschettieri,
Athos, Porthos e
Aramis; insieme complottano per rovesciare un
malvagio consigliere reale, avendo anche a che fare con la
seducente spia Milady de Winter. Primo film della
serie in due parti,
I tre moschettieri: D’Artagnan è incentrato sull’eroe
spavaldo e sui suoi tentativi di proteggere la Regina di Francia e
di salvare il Paese da una guerra contro l’Inghilterra. Il secondo
film, Tre moschettieri: Milady, si concentrerà
invece sul desiderio di Milady di rovesciare la
corona e come riuscirà ad attuare questo piano. Oltre ai film, si è
parlato anche di serie televisive spinoff, tra cui una incentrata
sul personaggio di Hannibal e che segue le avventure meno
conosciute del moschettiere in carne e ossa, ma di questo si
parlerà certamente più avanti.
La Favorite
Louis
Garrel torna a collaborare con l’attrice e regista
Maïwenn in La Favorite, film biografico francese di
prossima uscita scritto e diretto, appunto, da
Maïwenn e interpretato da Johnny Depp, Maïwenn,
Louis Garrel, Pierre Richard
e Noémie Lvovsky. Il film sarà presentato in
anteprima mondiale al Festival
di Cannes 2023 nel maggio 2023, prima di essere
distribuito da Netflix.
La trama del film segue
Jeanne, una giovane donna della classe operaia
affamata di cultura e di piacere, che sfrutta la sua intelligenza e
il suo fascino per salire uno dopo l’altro i gradini della scala
sociale. Diventa la favorita del re Luigi XV che,
ignaro del suo status di cortigiana, ritrova attraverso di lei il
suo appetito per la vita. I due si innamorano perdutamente e,
contro ogni correttezza e galateo, Jeanne si trasferisce a
Versailles, dove il suo arrivo scandalizza la
corte.
Le grand chariot
Louis
Garrel tornerà a recitare in un film diretto dal padre
Philippe Garrel dal titolo Le grand
chariot, co-prodotto da Francia e Svizzera. Interpretato,
appunto, da Louis Garrel, Damien Mongin,
Esther Garrel, Lena Garrel e
Francine Bergé, racconta la storia del destino
romantico e tragico di una famiglia di artisti burattinai. Ha
concorso per l’Orso d’oro al 73° Festival internazionale
del cinema di Berlino, dove è stato presentato in
anteprima mondiale il 21 febbraio 2023. L’uscita del film nelle
sale francesi è prevista per l’8 marzo 2023.
Il film ruota attorno a tre
fratelli, che costituiscono l’ultima generazione di una famiglia di
burattinai guidata con passione dal padre. Sono dei veri e propri
maghi, ma riescono a malapena a sbarcare il lunario, lavorando
soprattutto per amore del loro mestiere. Anche la nonna
contribuisce, non solo come sarta ma anche come depositaria di
ricordi e saggezza. Un evento tragico metterà a dura prova il
desiderio di ogni fratello di andare avanti. Oltre a Louis Garrel, Esther Garrel e
Lena Garrel nei ruoli dei fratelli
Louis, Martha e
Lena, sono stati scritturati Francine
Bergé nel ruolo della nonna, Aurélien
Recoing, figlio di Alain Recoing, nel
ruolo del padre, Damien Mongin nel ruolo di
Pieter, Mathilde Weil nel ruolo
di Hélène e Asma Messaoudene nel
ruolo di Laura. Jean-Louis
Aubert, come per i precedenti film di Philippe
Garrel, si è occupato della colonna sonora.
Saint-Ex,
Pablo Agüero
Sono passati tre anni dal suo
ultimo lungometraggio, Il Sabba e il regista
argentino Pablo Agüero, noto per altri titoli come
Eva no duerme o Salamandra,
prepara il suo ritorno al lungometraggio con questo nuovo progetto
dal titolo Saint-Ex, in cui ha l’opportunità di
contare sul talento di tre importanti attori europei: Vincent Cassel, Louis Garrel e Diane Kruger.
Il film ci trasporterà indietro nel
tempo al 1930, ed è incentrato su Antoine de
Saint-Exupéry, pilota di posta aerea in Argentina. Quando
il suo migliore amico Henri Guillaumet, il miglior
pilota dell’Airmail, scompare sulle Ande, Saint-Ex decide di andare
a cercarlo contro ogni previsione. Questa ricerca impossibile lo
costringerà a superare i suoi limiti, trasformando la sua capacità
di sognare nella sua più grande forza. Le riprese del film, una
coproduzione franco-belga, sono iniziate il 27 febbraio.
Sempre più intrighi, più segreti,
più incomprensioni, sentimenti ancora più forti e sviluppi
inaspettati attendono tutti i membri della grande famiglia al
centro della serie Original A Casa tutti bene,
firmata da un grande autore che da circa 20 anni racconta al cinema
storie familiari di enorme successo e che ha scelto Sky come casa
del suo primo progetto per la TV: Gabriele
Muccino, anche supervisore artistico della seconda
stagione della serie reboot del suo omonimo film campione di
incassi.
Vinto il Nastro d’Argento 2022 come
miglior serie dell’anno con la
prima stagione, come annunciato dal trailer ufficiale appena
rilasciato
A Casa tutti bene – La serie torna dal
5maggio in esclusiva su Sky e in
streaming solo suNOW con gli attesissimi
otto nuovi episodi.
La seconda stagione, prodotta da
Sky Studios e da Andrea e Raffaella Leone per Lotus Production –
società di Leone Film Group, è stata scritta da Gabriele Muccino,
Barbara Petronio (head writer e produttrice creativa), Camilla
Buizza, Gabriele Galli e Andrea Nobile.
https://www.youtube.com/watch?v=QcZVn1PyWp4
Un grande cast corale interpreta i
membri della numerosa famiglia, nei suoi due rami, al centro della
storia. Laura Morante (Lacci,
Ciliegine, Ricordati di me) guida il cast nel
ruolo di Alba Ristuccia, a seguito della morte del marito (nella
prima stagione interpretato da Francesco Acquaroli) diventata
proprietaria del ristorante San Pietro, a Roma, e madre di Carlo,
Sara e Paolo Ristuccia, interpretati rispettivamente da
Francesco Scianna (Baarìa, La mafia
uccide solo d’estate, Latin Lover), Silvia
D’Amico (The Place, Hotel Gagarin,
Christian) e Simone Liberati (La
profezia dell’armadillo, Suburra).
Euridice Axen
(Gli Infedeli, Loro, Il Processo) è
Elettra, ex moglie di Carlo, mentre Sveva Mariani
interpreta Luna, la figlia della coppia. Nei panni di Ginevra,
attuale compagna di Carlo, Laura Adriani
(Tutta colpa di Freud, Non c’è più religione).
Antonio Folletto (Gomorra – La serie,
Capri-Revolution, I bastardi di Pizzofalcone) è invece il
compagno di Sara, Diego.
Quindi i Mariani, che per volontà
del capofamiglia Pietro Ristuccia hanno ereditato una quota
importante del ristorante di famiglia:Paola Sotgiu
(Suburra – la serie) è Maria Mariani, sorella di Pietro e
madre di Sandro e Riccardo Mariani, interpretati rispettivamente da
Valerio Aprea (Boris, Figli,
Smetto quando voglio) e Alessio Moneta
(1992, Baciami ancora). Emma
Marrone (Gli anni più belli) interpreta la
compagna di Riccardo, Luana, mentre Milena Mancini
(La terra dell’abbastanza, A mano disarmata) è
Beatrice, la compagna di Sandro.
Nel cast tornano anche
Maria Chiara Centorami (Come saltano i
pesci, Universitari – Molto più che amici) e
Mariana Falace (Gli anni più belli,
Si vive una volta sola). E con Eugenia
Costantini di nuovo nel ruolo ricorrente di Olivia, ex
compagna di Paolo e madre di suo figlio Giovanni, interpretato dal
giovanissimo Federico Ielapi (Pinocchio, Quo
vado?, Tutti per 1 – 1 per tutti), eMarco
Rossetti (Il Cacciatore, Speravo de morì
prima, 7 donne e un mistero) ancora nei panni di
Maurizio Mandolesi, amico e socio in affari di Carlo.
Diversi i debutti assoluti nel cast
della seconda stagione: il cantautore e attore francese Tom
Leeb (Cyrano, mon amour, 8 Rue de l’Humanité)
interpreterà un carismatico chef di successo corteggiato da molti
ristoranti, in Italia e all’estero, con un ambizioso progetto per
il San Pietro; Camilla Semino Favro
(Sopravvissuti, Mia madre, Diaz – Don’t Clean Up This
Blood) sarà Rebecca Baldini, avvocata di successo e vecchia
amica di Sara; Yan Tual (Liaison,
Outlander, Rifkin’s Festival) interpreta il nuovo
compagno di Olivia, Pierrick; Filippo Valle
(Elisa di Rivombrosa, Don Matteo 7, Donna
detective) si calerà nei panni di Giuseppe, un nuovo
personaggio legato a Beatrice.
Durante le varie fasi della
produzione sono state adottate misure volte a limitare l’impatto
sull’ambiente, atte a ridurre le emissioni di gas serra e in grado
di far ottenere alla seconda stagione di A Casa Tutti Bene
l’ambita certificazione di sostenibilità “Albert”. Una scelta in
linea con l’impegno del Gruppo Sky, che con la campagna Sky Zero
punta a diventare Net Zero Carbon entro il 2030.
La trama della seconda stagione de
A Casa tutti bene – La serie
Mentre Carlo concilia la vita
familiare con i progetti imprenditoriali, Paolo continua la
battaglia legale contro Olivia, Sara riscopre l’amore e Alba, ora
senza segreti, si ricostruisce una vita. Eppure, ancora una volta,
a scompigliare le carte arriva il passato.
Al centro della storia c’è sempre
la famiglia: Carlo, Paolo, Sara, Riccardo, Diego e Ginevra
affrontano prove inaspettate, ognuno guidato dal proprio desiderio.
Nuovi amori e tormenti infiammano le loro vite e, per quanto possa
sembrare ingiusto, le colpe dei genitori ricadono sempre sui figli.
Così i protagonisti vanno incontro a un destino ineluttabile: la
felicità è un’illusione impossibile da afferrare, soprattutto per
loro.
“Ambientato nell’attuale MCU, Nick Fury viene a sapere di
un’invasione clandestina della Terra da parte di una fazione di
Skrull mutaforma”, dice la sinossi. “Fury si unisce ai suoi
alleati, tra cui Everett Ross, Maria Hill e lo Skrull
Talos, che si è costruito una vita sulla
Terra. Insieme corrono contro il tempo per contrastare
un’imminente invasione di Skrull e salvare l’umanità. Dai
un’occhiata al trailer e al poster di Secret
Invasion qui sotto:
Secret Invasion, la
serie
Samuel L. Jackson e
Ben Mendelsohn riprenderanno i loro ruoli
rispettivamente di Fury e Talos, e saranno
affiancati da Olivia Colman, che si dice interpreterà
un’incarnazione di Union Jack, ed Emilia Clarke, che potrebbe essere o meno
raffigurante Abigail Brand. Kingsley Ben-Adir sarà il cattivo nei panni di
Gravik. Ne cast di Secret
Invasion rivedremo anche Cobie Smulders nei panni di Maria Hill,
Don Cheadle nei panni di James “Rhodey” Rhodes
e Martin Freeman nei panni di Everett K.
Ross.Thomas Bezucha (Let Him Go) e Ali Selim (The
Looming Tower) hanno diretto la miniserie, scritta da Kyle
Bradstreet (Mr. Robot).
Secret Invasion sarà presentata in anteprima
il 21 giugno 2023 su Disney+ e vede la
partecipazione anche di Ben Mendelsohn, che riprende il ruolo di
Skrull Talos,
Olivia Colman,
Emilia Clarke, Kingsley Ben-Adir, Christopher McDonald e
Killian Scott. La serie di eventi comici crossover mette
in mostra una fazione di Skrull mutaforma che si sono infiltrati
sulla Terra per anni. La Smulders ha ripreso il ruolo in diverse
foto Marvel tra cui
Spider-Man: Far From Home,
Captain America: Civil War e tutti i film degli Avengers.
Di recente ha ricevuto ottime recensioni per la sua interpretazione
di Ann Coulter in American Crime Story: Impeachment.
Ali Selim dirige la serie e ne è
produttore esecutivo, insieme agli altri produttori esecutivi Kevin
Feige, Jonathan Schwartz, Louis D’Esposito, Victoria Alonso, Brad
Winderbaum, Samuel L. Jackson, Ali Selim, Kyle Bradstreet e Brian
Tucker. Bradstreet è anche la scrittrice principale e Jennifer
L. Booth, Allana Williams e Brant Englestein sono co-produttori
esecutivi.
Ecco il primo trailer ufficiale di
Blue
Beetle., il film che segna il debutto sul grande
schermo del supereroe della DC. Diretto da Angel Manuel Soto, il
protagonista è Xolo Maridueña nel ruolo che dà il titolo al film,
Blue
Beetle, e in quello del suo alter ego, Jaime Reyes.
L’uscita del film è prevista per il 18 agosto 2023.
Il neolaureato Jaime Reyes torna a
casa pieno di aspirazioni per il suo futuro ma scoprirà da subito
che non è proprio come l’ha lasciata. Mentre cerca il suo scopo nel
mondo, il destino fa sì che Jaime si ritrovi inaspettatamente in
possesso di un’antica reliquia di biotecnologia aliena: lo
Scarabeo. Jamie viene improvvisamente scelto dallo Scarabeo come
suo ospite simbiotico e dotato di un’incredibile armatura capace di
poteri straordinari e imprevedibili. Il suo destino cambierà per
sempre e Jamie si trasformerà nel Supereroe Blue Beetle.
Nel cast di Blue
Beetle ci sono Xolo Maridueña
che interpreta il protagonista, insieme a Harvey
Guillén, Bruna Marquezine,
Sharon Stone, Raoul Max Trujillo,
Susan Sarandon e Belissa Escobedo.
Marquezine interpreterà Penny, la protagonista femminile e
l’interesse amoroso di Jaime, mentre Escobedo interpreterà la
sorella minore di Jaime, Milagros. Stone è Victoria Kord mentre
Trujillo interpreterà il
villain. L’uscita
del film è prevista per il 18 agosto 2023.
Al fianco di Maridueña (“Cobra
Kai”) troviamo, Adriana Barraza (“Rambo: Last
Blood”, “Thor”) nel ruolo della nonna di Jaime, Nana,
Damían Alcázar (“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in
quello di suo padre, Elpidia Carrillo (“Mayans
M.C.”, la saga di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna
Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in quello di
Jenny Kord, Raoul Max Trujillo (i film di
“Sicario”,“Mayans M.C.”) come Carapax, il Premio Oscar
Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man Walking”) come
Victoria Kord e George Lopez (le saghe di “Rio” e
“I Puffi”) nel ruolo di suo zio Rudy. Nel cast anche
Belissa Escobedo (“American Horror Stories”,
“Hocus Pocus 2”) nel ruolo della sorella di Jaime, Milagro, e
Harvey Guillén (“What We Do in the Shadows”) che
interpreta il Dott. Sanchez.
Soto (“Charm City Kings”, “The
Farm”) dirige da una sceneggiatura di Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss
Bala”), basata sui personaggiDC. John Rickard e Zev Foreman sono i
produttori e Walter Hamada, Galen Vaisman e Garrett Grant sono i
produttori esecutivi. Il team creativo del regista che ha lavorato
dietro le quinte include il direttore della fotografia Pawel
Pogorzelski (“Midsommar”,“Hereditary”), lo scenografo John
Billington (“Bad Boys for Life”), il montatore Craig Alpert
(“Deadpool 2”, “The Lost City”), la costumista candidata all’Oscar®
Mayes C. Rubeo (“Jojo Rabbit”, i film di “Thor”), il supervisore
agli effetti visivi Kelvin McIlwain (“The Suicide Squad”, “Aquaman”) e il compositore Bobby Krlic (“Midsommar”,
la serie “Snowpiercer”). Una presentazione Warner Bros. Pictures,
una produzione Safran Company, “Blue Beetle” sarà disponibile nelle
sale italiane a partire dal 17 agosto 2023 distribuito da Warner
Bros. Pictures.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue
Beetle è un personaggio immaginario dei fumetti; venne
pubblicato negli Stati Uniti d’America da diverse case editrici a
partire dal 1940; è un supereroe che ha avuto nel tempo diversi
alter ego. Kord “è saltato” nell’universo DC Comics durante
Cisis on Infinite Earths insieme a un certo
numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il secondo Blue
Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24
numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la
scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere
il crimine. È diventato un membro della Justice League of America ed è stato
successivamente ucciso durante il crossover Infinite
Crisis della DC Comics .
Dopo il successo della
prima stagione, con Emmy e AFI all’attivo, torna
Schmigadoon! 2 per una seconda stagione ricca di
sorprese. Dal 5 aprile su Apple
TV+, il nuovo ciclo farà il suo debutto con i primi due
episodi, e con un episodio nuovo a settimana, fino al 3 maggio.
Schmigadoon! 2, la trama
Non si lascia mai davvero
un posto che ci ha aiutato a ritrovarci e a stare bene, e Josh e
Melissa lo sanno bene: dopo aver lasciato
Schmigadoon! un po’ a malincuore, ma rinnovati nel loro amore,
i due si trovano di nuovo a fare i conti con la vita di tutti i
giorni, con un lavoro che ciclicamente li mette di fronte alle loro
sconfitte, con una realtà di coppia che è difficile da mantenere
viva, con un grigiore e una quotidianità che non ha più niente a
che vedere con i colori e la vitalità respirata in quel luogo
magico sospeso nel tempo, in un musical anni ’40.
Così, Josh e Melissa si
mettono in cammino e provano a raggiungere la cittadina nel cuore
del bosco, ma si accorgeranno presto che è complicato tornare dove
sono stati così bene, e che il luogo che li accoglie non solo ha un
nome diverso, ma ha un’anima nera che loro due non sono pronti ad
affrontare. Josh e Melissa arrivano a Schmicago! Là dove
Schmigadoon! Riproponeva una serie di stereotipi e luoghi comuni di
un genere allegro e colorato, questa nuova città si rifà ai musical
degli anni ’60 e ’70, sulla scia di Chicago, appunto, e qui c’è
spazio per mafia, prostitute, omicidi e figli dei fiori. Ancora una
volta Josh e Melissa metteranno il loro amore a dura prova per
portare la felicità nel mondo complicato e contraddittorio in cui
finiscono.
I toni cupi dei musical degli anni ’60 e ’70
Anche Schmigadoon!
2 è un grande omaggio al musical, con una serie di composizioni
e brani originali del co-creatore e produttore esecutivo
Cinco Paul, che questa volta si concentra sui toni
più cupi e licenziosi di un diverso tipo di racconto che tende a
tirare fuori tutta una serie di colori e toni che erano estranei al
mondo latte e miele che abbiamo visto nella prima stagione. Ed è
proprio lì che Melissa vorrebbe ritornare con tentativi vani che la
costringono invece a fare i conti con il gangster di quartiere,
omicidi, accuse ingiustificate, maniaci omicidi e tutta una serie
di traumatiche esperienze che alla fine le faranno capire cosa
davvero è importante.
Con una coerenza
narrativa molto inferiore rispetto alla prima stagione,
Schmigadoon! 2 è più efficace nella sua componente di
omaggio ai vari musical che come storia a se stante, in quanto i
pretesti per far andare avanti la storia non sono troppo efficaci e
l’arco della narrazione si esaurisce quindi in una serie di
siparietti, più o meno comici, che costruiscono un puzzle che si
prefigge di far comprendere ai due protagonisti, trascinati in
questo vortice di eventi, che la loro vita è già ricca di amore e
di colore e che anzi dovranno essere loro a diffonderne nel
mondo.
Tutto il cast di ritorno
Insieme a
Keegan-Michael Key e Cecily Strong che tornano a
interpretare i due protagonisti, la serie riporta scena, con ruoli
differenti, i volti della prima stagione, a partire da Ariana DeBose, che nel frattempo ha anche
vinto un premio Oscar, passando per Martin Short, Dove
Cameron, Jaime Camil, Kristin Chenoweth, Alan Cumming, Ann Harada,
Jane Krakowski e Aaron Tveit, questa volta nei panni di un
libertino figlio dei fiori assolutamente irresistibile.
Nonostante un’efficacia
inferiore rispetto alla prima stagione, anche Schmigadoon! 2
è un prodotto televisivo di altissimo livello artistico e
produttivo, che mette in scena competenze e doti strepitose, non
solo dei producer, degli scenografi, costumisti, produttori e
compositori, ma anche di un cast di superstar in stato di
grazia.
Se nella prima stagione
si imparava ad accogliere il cambiamento e la leggerezza, in questa
seconda stagione Melissa e Josh riscopriranno la
forza del loro legame oltre ogni ostacolo e impareranno che tutto
sommato anche la quotidianità ha i suoi colori, e la nostra coppia
imparerà ad apprezzare proprio questo.
Everything Everywhere All At Once dello studio
di produzione e distribuzione A24 è entrato nella storia degli Oscar dopo aver trionfato nel maggior numero
numero di categorie (scrittura, recitazione e regia) di qualsiasi
altro film nella storia della cerimonia. Non solo: è anche
diventato il film più premiato di tutti i tempi, dominando tutta la
stagione dei premi dell’annata 2022 ed è stato ora riproposto per
la terza volta nelle sale italiane. In questo articolo di
approfondimento sul film, vediamo insieme chi è il vero villain
della pellicola più discussa del 2022.
Everything Everywhere All At Once:
la trama
Il film partorito dalla
mente del duo registico The Daniels segue le surreali vicende della
proprietaria di una lavanderia a gettoni Evelyn
Wang e di suo marito Waymond mentre
affrontano una minaccia multiversale e allo stesso tempo problemi
coniugali e accuse di frode fiscale. L’incidente scatenante del
film avviene quando la famiglia Wang si reca a
incontrare un agente del fisco: durante il viaggio in ascensore,
una variante multiversale di Waymond “salta” nel suo corpo dalla
linea temporale Alpha, spiegando che
Evelyn deve imparare questa stessa abilità per
sconfiggere un essere malvagio chiamato Jobu
Tupaki, che sta setacciando il multiverso alla sua
ricerca. In seguito si scopre che Jobu Tupaki è
una variante di Joy, la figlia di
Evelyn e Waymond della linea
temporale Alpha, che è un’implacabile assassina. Tuttavia, anche se
il team dell’Alphaverse si posiziona apparentemente come eroico nel
tentativo di contrastare l’antagonista Jobu Tupaki, la verità è
tutt’altra.
Alpha Evelyn è il cattivo
principale di EEAO
La trama di Everything Everywhere All at Once rivela
successivamente che Jobu Tupaki è nata dopo che
Alpha Evelyn ha scoperto l’esistenza del
multiverso. Essendo una brillante scienziata, ha sviluppato la
tecnologia necessaria per il “verse-jump“, il salto
multiversale. Vedendo il suo potenziale, ha spinto Alpha
Joy ad attraversare il multiverso, finendo per
sovraccaricare il suo cervello e fratturare la sua mente in ogni
realtà. Quindi, Alpha Evelyn ha inizialmente
creato Jobu ed è responsabile di averla scatenata
nel multiverso; il suo insensibile disprezzo per il benessere della
figlia ha creato una forza altrettanto nichilista e
terrorizzante.
Dopo la morte di Alpha
Evelyn, gli altri personaggi Alpha continuano la loro
ricerca per fermare Jobu, che porta a diverse
morti in diverse linee temporali. Come spiega Alpha
Waymond a Evelyn, l’ha vista morire più
volte per mano di Jobu mentre cercava una
specifica variante di Evelyn. La causa della sua ricerca è
inizialmente sconosciuta. Tuttavia, quando viene rivelata, condanna
ulteriormente Alpha Evelyn.
Evelyn deve immedesimarsi in Jobu
per vincere
Alla fine, la versione
principale di Evelyn di Everything Everywhere All At Once diventa come
Jobu e frattura la sua stessa mente attraverso il
multiverso, essendo così, come il titolo, tutto dappertutto allo
stesso tempo. È allora che Jobu rivela che non voleva uccidere
tutte le versioni di Evelyn, ma scatenare il caos
finché non avesse trovato quella che avrebbe cercato di capire il
suo dolore. Questo piano di vendetta nasce dall’Alpha
Evelyn, che non ha mai pensato a ciò che le sue richieste
spietate hanno fatto all’Alpha Joy. Entrando in
empatia con lei, Jobu sperava che Evelyn potesse
trovare una sorta di antidoto al dolore condiviso delle loro menti
fratturate.
Quando Evelyn non
riesce a fornire una risposta sufficiente, Jobu
rivela di aver creato un bagel cosmico in grado di
assorbire qualsiasi cosa nel multiverso per porre fine alla loro
esistenza e al loro dolore. Per impedire a Jobu di togliersi la
vita, Evelyn deve andare oltre la sua rigida
personalità in modo tale da comunicare alla figlia l’amore che
prova per lei. Mentre la crudeltà di Alpha Evelyn
nei confronti di sua figlia ha creato Jobu,
l’empatia e l’amore di Evelyn fanno crollare
Joy, che decide di rimanere nel momento presente
con le versioni della linea temporale principale di
Evelyn e Waymond.
Avatar: La via dell’acqua è un film
straordinariamente coinvolgente, che unisce un profondo simbolismo
a un world building semplicemente stupefacente. Nel 2009, James Cameron ha fatto la storia del cinema
con
Avatar, una produzione sontuosa che ha rivoluzionato
la tecnologia 3D ed è diventata il film di maggior incasso di tutti
i tempi. Più di dieci anni dopo, con Avatar: La via dell’acqua, fa ritorno al
pianeta Pandora, ma questa il nostro regista si sposta nelle
foreste pluviali del mare: le barriere coralline.
Le scene iniziali di Avatar: La via dell’acqua mostrano come
l’universo di Pandora sia cambiato, tanto per quanto riguarda la
famiglia di Jake e Neytiri,
quanto il ritorno del popolo del cielo. Questa volta non si
limitano a estrarre l’unobtanium: il loro obiettivo è quello di
terraformare l’intero territorio, rivendicandolo come proprio.
L’inaspettata resurrezione della versione Na’vi del colonnello
Quaritch aggiunge presto una dimensione personale
al conflitto riacceso, con Jake e famiglia che
chiedono asilo al popolo dei Metkayina per
mettersi al sicuro. Naturalmente, non ci vuole molto perché le cose
vadano male, e la guerra tra Na’vi e Popolo del Cielo viene trasportata
anche in mare.
Avatar: La via dell’acqua è un film che
racconta di una generazione di giovani che porta speranza e
redenzione a quella precedente; Jake,
Neytiri e il colonnello Quaritch
sono bloccati in un ciclo di violenza e spetta alla generazione
successiva salvarli. Il più intrigante di questi nuovi personaggi è
la figlia di Grace, Kiri. È fortemente implicito che si tratti di
un concepimento miracoloso e che sia in realtà la figlia di
Eywa (diversi indizi sulla vera natura di Kiri
vengono disseminati nella trama di Avatar
2). Questa condizione gioca direttamente con
l’immaginario messianico cristiano, presentando Kiri come una
potenziale salvatrice. È probabile che i sequel di Cameron svilupperanno questa idea, utilizzando
il tema di un Messia dotato di un “ministero di
riconciliazione“.
I Banshee sono bioluminescenti
Le scene iniziali di
Avatar: La via dell’acqua ci trasportando
direttamente alle familiari foreste pluviali di Pandora,
inquadrando le creature del primo film. Jake e
Neytiri riflettono sulla loro vita insieme e
partono per una “serata” a bordo di banshee: è la prima volta che i
banshee vengono mostrati in volo di notte e gli spettatori più
attenti noteranno che condividono la bioluminescenza tipica di
Pandora. Jake e Neytiri
probabilmente ci sono abituati, ma gli spettatori potrebbero
chiedersi perché un predatore voglia distinguersi in questo modo.
Probabilmente, però, c’è una buona ragione: tutta la vita di
Pandora sembra essere bioluminescente e un predatore verrebbe
quindi notato come un’assenza di luce se non condividesse questa
proprietà.
L’insediamento del popolo del cielo
in Avatar: La via dell’acqua si chiama “Città testa di
ponte”.
Avatar:
La Via dell’Acqua ritrae gli umani come una forza di
distruzione; il loro ritorno ricorda molto Apocalypse
Now di Francis Ford Coppola. Questa volta
sono venuti per restare, come dimostra il fatto che non
stabiliscono una semplice base ma creano una vera e propria città.
Un intertitolo rivela che la casa del Popolo del Cielo si chiama
“Città Testa di Ponte“, un termine importante perché –
nella strategia militare – una testa di ponte è una posizione forte
assicurata all’interno del territorio nemico da cui avanzare o
attaccare.
Gli umani parlano di una “risposta
immunitaria” di Pandora
Il Popolo del Cielo ha
ora una migliore comprensione di Pandora e dei
Na’vi, e la loro sconfitta in
Avatar è stata chiaramente vista come la prova che
l’ipotesi di Grace di un pianeta vivente era
corretta. Hanno scelto di tornare e di fare guerra a un intero
mondo, e ci sono diverse righe di dialogo che suggeriscono che la
vita pandoriana continua ad attaccare il Popolo del Cielo;
a un certo punto questa predazione viene definita una “risposta
immunitaria“. Questo spiega perché il Popolo del Cielo ha
bruciato una vasta area di terra prima di fondare Bridgehead
City: non vogliono che le giungle di Pandora premano contro le
mura della loro città.
Gli umani considerano quella dei
Na’vi una “insurrezione” in Avatar: La via dell’acqua
Il Popolo del Cielo crede che
Pandora sia già sua e si riferisce agli
Omaticaya come a una “insurrezione”. La conoscenza
di Jake della tecnologia del Popolo del Cielo lo
rende una vera e propria risorsa strategica per gli
Omaticaya, perché li conduce nelle sacre Montagne
Hallelujah dei Na’vi, dove il vortice di flusso distorce i sensori
(come nel primo film). Jake adotta le tattiche usate dai nativi
americani secoli fa, saccheggiando i treni per rubare le armi.
Perché Spider aiuta davvero il
colonnello Quaritch
Alcuni spettatori
potrebbero inizialmente essere sorpresi dalla decisione di
Spider di aiutare il colonnello
Quaritch, vedendola come un tradimento. Una scena
con i banshee, però, lascia intendere in modo
sottile la sua vera motivazione: Spider è un umano
che vorrebbe essere un Na’vi, e vive in modo vicario attraverso
questi umani che crede di introdurre alle usanze dei
Na’vi. Inorridisce quando si rende conto dell’uso
che verrà fatto di questa conoscenza e di queste abilità, e cambia
rapidamente schieramento, aiutando a far precipitare una nave da
caccia dei Personaggi del Cielo.
Avatar: La Via dell’Acqua rivela
che le tribù Na’vi si sono evolute in modo diverso
Avatar:
La via dell’acqua rivela che i clan Na’vi di Pandora si sono evoluti per adattarsi
ai loro ambienti unici. I Metkayina, ad esempio,
hanno una coda più lunga e braccia più spesse che li aiutano a
nuotare, mentre gli Omaticaya sono più snelli e
hanno strutture muscolari diverse, ottimizzate per oscillare e
arrampicarsi. Esistono 15 diversi clan Na’vi e presumibilmente tutti si sono evoluti
in modo leggermente diverso. Si spera che i sequel di James Cameron esplorino le caratteristiche di
alcune delle altre tribù.
Avatar 2 offre però
alcune sottili critiche ai Na’vi, mostrando accenni di pregiudizi
razziali basati su queste differenze fisiologiche. I
Metkayina non sono particolarmente impressionati
dai figli di Jake, le cui cinque dita ricalcano il
DNA umano piuttosto che quello Na’vi. La sottotrama messianica che
coinvolge Kiri è comunque importante, perché è
interessante notare che Eywa ha scelto di generare
un figlio attraverso un avatar, presumibilmente come ponte tra i
Na’vi e il popolo del cielo. Le cinque dita
potrebbero alludere alla nascita deliberata di una nuova specie di
Na’vi, ottimizzata per utilizzare gli
strumenti e la tecnologia del Popolo del Cielo.
Kiri non ha bisogno di trattenere
il respiro come gli altri
Kiri
è l’unica dei figli di Jake ad ambientarsi subito
in questo nuovo ambiente, soprattutto perché sente il battito del
cuore di Eywa nell’oceano. È in grado di
trascorrere un’enorme quantità di tempo in acqua, trattenendo il
respiro molto più a lungo dei suoi fratelli; infatti, in alcune
scene ha la bocca aperta sott’acqua, forse a significare che può
effettivamente respirare sotto le onde. Il suo legame con
Eywa si dimostra abbastanza forte da poter
controllare la vita attraverso questa, un potere che si rivela
utile alla fine di Avatar: La via dell’acqua.
La “crisi epilettica” di Kiri è in
realtà un battesimo
Seguendo l’immaginario
messianico, la “crisi epilettica” di Kiri è meglio intesa come un battesimo.
L’interpretazione di Cameron è un po’ diversa dall’immaginario
messianico; le tradizioni ebraiche che hanno influenzato il
cristianesimo vedevano l’acqua come un simbolo di morte (perché il
mare prende e non restituisce, secondo loro), e quindi il battesimo
è un simbolo di morte e resurrezione. Cameron si concentra sul battesimo come
momento di intimità e di autorealizzazione. Kiri incontra sua madre e viene rassicurata di
essere amata; nella Bibbia, il battesimo di Gesù è accompagnato da
una voce dal cielo in cui Dio lo dichiara suo figlio
prediletto.
L’uso della tecnologia umana da
parte di Jake è ciò che lo tradisce
Jake può
anche essere stato accolto dai Na’vi, ma continua a seguire i metodi d’azione
dei Personaggi del Cielo. Ha addestrato gli
Omaticaya a rubare le armi umane, muovendo guerra
al Popolo del Cielo con la loro stessa tecnologia; ha poi scelto di
lasciare la tribù per proteggere la sua famiglia, un’azione
improbabile per i Na’vi. Il coma di Kiri lo spinge a rivolgersi ancora una volta
alla scienza del Popolo del Cielo, chiamando i medici per aiutarla
a curarsi. Questo errore permette al colonnello
Quaritch di capire dove si trova
Jake, perché ormai ha capito che nessun nativo
Na’vi penserebbe mai di chiamare un
elicottero.
La caccia a Tulkun mostra come
Spider abbia assorbito gli insegnamenti dei Na’vi
Il Popolo del Cielo dà la
caccia ai tulkun, uccidendo le creature perchè
vogliono appropriarsi di un singolo enzima cerebrale che, a quanto
pare, arresta l’invecchiamento umano e che viene utilizzato per
finanziare l’intera spedizione su Pandora. Spider
è il figlio del Colonnello Quaritch, ma è stato
cresciuto come un Na’vi ed è sconvolto quando viene a sapere di
questo rituale. Come già visto nel primo film, i Na’vi considerano la vita sacra e non
sprecano una morte: usano tutta la carne di un animale per
il cibo, la sua pelle per fare vestiti e le sue ossa per armi e
utensili. Spider ha assorbito questo stile di vita
e non riesce a capire lo spreco del cadavere del tulkun che viene
lasciato galleggiare in mare.
Spider non è davvero considerato un
Sully
Avatar:
La via dell’acqua presenta Neytiri
come colei che non accetta veramente Spider: il
tutto culmina con un momento scioccante in cui lei minaccia di
toglierli la vita. Ma il film suggerisce fortemente che il figlio
“adottato” di Jake e Neytiri non
è affatto considerato parte della famiglia, in particolare in una
scena in cui la famiglia si riunisce e non mostra alcun accenno di
preoccupazione per lui. “I Sully restano uniti“,
dichiarano, ignorando il fatto che Spider è stato
visto per l’ultima volta nuotare in una barca che stava affondando.
L’unica che sembra preoccuparsi davvero di Spider
come membro della famiglia è Kiri, che contribuisce a creare un ponte tra i
Na’vi e il popolo del cielo.
Kiri porta la luce nell’oscurità in
Avatar: La via dell’acqua
La fine di Avatar: La via dell’acqua sottolinea in modo
sottile il ruolo messianico di Kiri, che guida i pesci bioluminescenti verso
la sua famiglia. L’immagine del Messia come luce e rivelazione è
centrale nella storia biblica e il Nuovo Testamento immaginava Gesù
come una guida piuttosto che come una figura di potere, quindi una
concezione del genere è piuttosto appropriata. Il film evita di
associare Kiri ad atti di spettacolo, come l’attacco dei
tulkun, dandole invece un ruolo molto più sottile nel terzo
atto.
I capelli di Lo’ak lo collegano a
John Connor
I fan di James Cameron non solo saranno stati
entusiasti di vedere il tanto atteso film del regista, ma anche di
scovare un Easter egg dedicato a Terminator 2 in Avatar 2. È
stato confermato che i capelli di Lo’ak sono
ispirati alla stessa pettinatura sfoggiata da John
Connor (Edward Furlong) in quel film, in
particolare il ciuffo di capelli che pende sopra l’occhio. Il
motivo di questo look comune è che Cameron voleva emulare la natura ribelle di
John in Lo’ak, il più ribelle dei
figli di Jake e Neytiri in
Avatar: La via dell’acqua.
“Nel 1995, sono stato onorato di
venire a Cannes con il mio primo film Heavy, come parte di
Director’s Fortnite. Ventotto anni dopo, sono orgoglioso di tornare
con uno spettacolo leggermente più grande. I miei leggendari
collaboratori ed io siamo molto entusiasti di condividere con voi
una nuovissima e ultima avventura di Indiana Jones!”, ha
dichiarato il regista James Mangold.
Direttamente dall’immaginazione di
George Lucas, ben prima del grande epico
Star
Wars, è stato nel 1981 che I predatori
dell’arca perduta, la prima parte della saga, è stato
rivelato al mondo. Diretto da Steven Spielberg, le avventure di
Indiana Jones hanno conquistato il cuore di milioni di fan che lo
hanno seguito per quattro decenni.
Incarnazione di un’America eroica,
Harrison Ford ha interpretato alcuni dei ruoli più
iconici degli ultimi 50 anni, tra cui Han Solo per George
Lucas in Star Wars IV, V e VI, e Rick
Deckard in Blade Runner di Ridley
Scott (1982) e Blade Runner 2049 (2017)
di Denis Villeneuve. Nel 2023, James
Mangold gli chiede di interpretare nuovamente
l’avventuriero con il cappello e la frusta. Il regista e
sceneggiatore americano torna a Cannes, 28 anni dopo la
presentazione del suo primo film Heavy. Ha poi
diretto, tra gli altri, Copland nel 1997, il film
biografico su Johnny Cash, Walk the
Line nel 2005 con Joaquin Phoenix e
Reese Witherspoon, che valse l’Oscar come migliore
attrice, ma anche 3:10 a Yuma nel 2007,
Logan nel 2017 e Ford v Ferrari
nel 2019.
Il Festival di Cannes ringrazia The Walt Disney Company e
LucasFilm per la loro fiducia e non vede l’ora di ospitare la
proiezione di Indiana
Jones e il Quadrante del Destino, che promette
un’altra grande avventura cinematografica in giro per il mondo.
Super Mario Bros. – Il
film ruota, come anticipato dal trailer,
attorno ai tentativi di Mario di sconfiggere il malvagio Bowser, il
tutto evidenziando la natura brillante e amabile dei videogiochi.
Lungo la strada, il film incorpora infatti elementi di Super
Mario Bros., Mario Kart e molti degli altri amati
giochi con protagonista l’idraulico. Dopo però che l’ultimo film a
lui dedicato, in versione live-action, si è rivelato un completo
disastro, alcuni potrebbero diffidare di questo nuovo progetto. Ciò
è particolarmente vero alla luce della controversia che ha circonda
la voce originale di Mario, ovvero quella dell’attore Chris
Pratt.
Proprio Pratt, però, ha affermato
che nessuno troverà i propri ricordi d’infanzia rovinati dal film,
il quale sembra essere stato specificamente progettato per evitare
di rovinare l’idea che si ha dell’iconico idraulico della
Nintendo. “Le persone sono appassionate di Mio
e probabilmente in passato hanno visto alcuni dei loro personaggi
preferiti rovinati una volta approdati al cinema. L’ho vissuto già
Lego Movie. Continuavo a chiedermi ‘Come hanno intenzione di fare
un film sui Lego?’, ma poi Chris Miller e Phil Lord hanno
realizzato ed è stato un incredibile”.
“Penso che anche il film su
Mario sia fantastico e penso che l’infanzia di tutti i suoi fan
rimarrà fermamente intatta”, ha poi aggiunto Pratt. Finora,
sembra che le dichiarazioni di Pratt siano sincere. Le prime
reazioni a Super Mario Bros. – Il film
evidenziano infatti un’esperienza divertente e straordinaria, ricca
di forti effetti visivi e un gradito fan service. Anche dopo tutte
le polemiche sul casting di Pratt, questo adattamento sembra dunque
avere il potenziale per diventare un completo successo. In Italia
il film sarà disponibile dal 6 aprile.
Tra i videogiochi più
famosi e di maggiore successo in tutto il mondo, la storia di come
è nato Tetris è un case-studi per gli esperti di
storia del videogioco. Proprio questa storia è il centro del
racconto del film disponibile su Apple TV+
dal 31 marzo con protagonista
Taron Egerton nei panni di Henk Rogers, il
programmatore che vinse la guerra dei diritti di sfruttamento del
gioco, in un momento storico in cui sembrava impossibile riuscire a
comunicare in alcun modo con l’URSS, soprattutto quando si aveva un
passaporto americano.
La storia di Henk, che è
il punto di vista di tutto il film, è raccontata come una grande
avventura che si tinge di legal drama e di spy
story in un contesto che serve più le dinamiche di
spettacolarizzazione che quelle legate al racconto vero e proprio
della
storia vera dietro al film. E per fortuna, diremmo noi, dal
momento che il film si prefigge principalmente di intrattenere,
esagerando, esaltando, inventando e mettendo in scena momenti e
versioni di personaggi che servono alla finzione.
Tetris, la
trama
A metà degli anni ’80,
Henk Rogers si reca in Unione Sovietica per cercare di accaparrarsi
i diritti di Tetris, un gioco che è stato programmato da
Aleksej Leonidovič Pažitnov, cittadino dell’unione
e pertanto non in diritto a poter sfruttare per un tornaconto
personale la sua proprietà intellettuale, visto che ogni prodotto
del lavoro del singolo è dato allo Stato. Rogers però non è il solo
che ha capito le potenzialità del gioco e con lui ci sono diversi
altri attori che scendono in campo, ingolositi dallo stesso
obbiettivo. Andromeda Software è il primo a ottenere i diritti del
gioco, rivenduti poi alla Mirrorsoft. A questi altri due
contendenti si unisce, ovviamente, il gigante sovietico, ombra di
quello che era stato e impero in declino, ancora fortemente
ancorato a una burocrazia fatiscente e capillare.
La storia di un’amicizia
Tutti questi elementi
hanno permesso a Jon S. Baird, regista, e a Noah
Pink, sceneggiatore, di trasformare l’impresa di Henk in un ibrido
che coniuga un aspetto biografico e umano, che probabilmente è
quello meglio riuscito del film, con toni da spy-story e
da legal drama. La storia della collaborazione e
dell’amicizia che nasce tra Henk e Aleksej è certamente il cuore
del film, ed è la traccia che maggiormente àncora lo spettatore
alla vicenda. Il regista sfrutta bene le potenzialità emotive di
questo incontro, che anche nella vita vera ha dato il via a una
lunga amicizia, coronata nella fondazione della The Tetris Company, e ne fa un
aspetto importante di tutta la vicenda, che spinge lo spettatore a
schierarsi immediatamente dalla parte di questi due personaggi che
sembrano condividere non solo l’amore per la programmazione e i
videogiochi, ma anche un rispetto reciproco che, nel film, viene
mostrato con gradualità.
Anche l’aspetto legato al
legal drama risulta interessante, con una scena centrale
del film che costruisce molto bene la tensione e il tentativo dei
funzionari burocrati sovietici di ottenere il migliore accordo
possibile a fronte di un sistema amministrativo e di governo che si
stava già sgretolando da tempo e che di lì a poco sarebbe
crollato.
Tra spy story e legal
drama
Meno riuscita è la
componente da spy story con la quale si conclude il film:
inseguimenti in automobile, KGB mobilitato, osservazione continua,
atmosfera mutuata direttamente da Orwell contribuiscono a mettere
in scena un’atmosfera macchiettistica che sembrava francamente
superata e che invece semplifica un momento storico estremamente
complesso e delicato per tutta la storia dell’Occidente.
Decisamente furba l’idea
di far entrare nel film il linguaggio del gioco, con i tetraggini
che entrano nella narrazione come scenografia, gli oggetti che
diventano fatti di pixel e i vari attori della “caccia ai diritti
di Tetris” che vengono presentato come Player 1, Player
2 e così via, nella parte introduttiva della storia. Il
tutto accompagnato dalla colonna sonora del gioco stesso che,
modificata e ri-arrangiata, fa da accompagnamento musicale a tutto
il film, cambiando i suoi toni per adeguarsi al ritmo del racconto.
Forse proprio questa è la chiave per essere indulgenti con Tetris:
la storia è raccontata, contaminata, forse anche viziata da
un’esigenza fortissima di spettacolarizzazione che, se da un lato
cede troppo allo stereotipo e al forzare i confini della realtà,
dall’altra diventa un vero e proprio gioco a livelli, con diversi
ostacoli, settori da affrontare, nemici da sconfiggere e
inseguimenti in cui farla franca.
In una maniera molto
lineare e semplicistica, Tetris offre un buon
livello di intrattenimento con un linguaggio a cui lo spettatore
cresciuto nel mito del gioco dei tetramini sente di
appartenere.
Nel thriller del
2015 Sicario si seguiva l’agente
dell’FBI Kate
Macer (Emily Blunt),
prendere parte ad un’oscura task force governativa coinvolta nella
guerra in corso contro la droga e il cartello messicano. Nel film
recitava anche l’attore Josh Brolin nei
panni dell’ufficiale della CIA Matt Graver, ma vi era anche il
sicario del titolo, Alejandro Gillick, interpretato da Benicio del
Toro. Al momento della sua uscita, il film ha ricevuto
elogi per la sceneggiatura e la fotografia, e un sequel intitolato
Sicario: Day of the
Soldado è stato distribuito tre anni dopo, con
Brolin e del Toro che hanno ripreso i loro ruoli. In seguito al
buon successo di questo secondo capitolo, era stato annunciato
anche un Sicario 3.
Mentre secondo quanto riferito un
Sicario 3 è effettivamente in fase di sviluppo, con il
titolo Sicario: Capos, proprio Brolin ha
condiviso che il film si sta rivelando una sfida difficile da
realizzare. Durante un’intervista, l’attore ha messo in dubbio la
lunga attesa del sequel, notando che la gente ne parla ancora, ma
ha ammesso senza mezzi termini che il film potrebbe non
concretizzarsi mai. “‘Sicario 3’, abbiamo cercato di farlo bene
e farlo andare avanti, ma perché non è successo? Quanto tempo puoi
aspettare? È un film difficile da realizzare anche se i primi due
hanno fatto soldi e le persone continuano a chiederlo
continuamente”.
Dato il successo di entrambi i film
e l’interesse di Brolin nel continuare la serie, sembra tuttavia
ancora possibile la realizzazione di un terzo capitolo. L’anno
scorso, l’attore aveva fornito un aggiornamento ottimista su
Sicario 3, rivelando che era stata scritta una
sceneggiatura, ma ha aggiunto che c’era incertezza su quando
sarebbe iniziata la produzione. Per quanto a loro modo conclusivi,
gli eventi di Soldado hanno lasciato aperte alcune
possibilità per un sequel, che potrebbe dunque andare a concludere
il racconto sulla moderna frontiera statunitense portato avanti dai
due precedenti capitoli. Non resta dunque che attendere ulteriori
aggiornamenti in merito.
Mentre continua l’attesa per
scoprire chi interpreterà Clark Kent alias
Superman nell’atteso Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn,
alcuni rumor suggeriscono qualcosa in più sui villain con cui il
celebre supereroe potrebbe scontrarsi nel film. Secondo l’insider
del settore KC Walsh, uno dei cattivi contro cui
il nuovo Superman di James
Gunn potrebbe scontrarsi nel DCU sarà TheAuthority. Per chi non lo sapesse, The Authority è
una versione più intensa della Suicide Squad, ovvero una squadra potente
con metodi estremi e che qualcuno come Superman probabilmente
troverebbe discutibili.
La DC Comics ha recentemente
pubblicato una serie a fumetti intitolata proprio Superman and
The Authority, che segue il kryptoniano mettere insieme una
nuova squadra disposta a fare quei lavori che la Justice League non farebbe. La scelta della
The Authory come possibile minaccia in Superman: Legacy
non è affatto impensabile, considerando che proprio per tale gruppo
è stato annunciato anche un film apposito. James
Gunn ha infatti parlato a lungo di “The Authority”, un progetto di cui ha
detto di essere “davvero entusiasta”.
“Non è solo una storia di eroi e
cattivi, e non tutti i film e gli show televisivi riguarderanno i
buoni contro i cattivi”, ha detto Gunn. “Ci sono persone
molto discutibili, come l’Autorità, che fondamentalmente credono
che non si possa sistemare il mondo in modo semplice, e prendono in
mano la situazione”. Naturalmente si tratta attualmente di
rumor non confermati, per cui non resta che attendere delucidazioni
a riguardo, che permetteranno di sapere se davvero il giovane
Superman si scontrerà con tale gruppo e che in che modo. Al
momento, come noto, Superman: Legacy è
atteso in sala l’11 luglio del
2025.
Dal 31 marzo è disponibile su
Apple
TV+Tetris, il film basato sulla vera
storia della guerra che si è combattuta per accaparrarsi i diritti
dell’iconico videogioco (guarda
il trailer). Chiaramente, come spesso accade, la storia vera
non è proprio come la si racconta al cinema, che, per definizione,
ha bisogno di inventare e ricamare sui fatti per diventare molto
più accattivante per gli spettatori. E così, anche il
Tetris con protagonista
Taron Egerton ha avuto i suoi “aggiustamenti” rispetto
a come sono andati davvero i fatti.
In Tetris, Henk
Rogers (Taron
Egerton), un designer di videogiochi che scopre
Tetris, si accorge che i diritti di licenza del gioco in Giappone
non appartengono a nessuno e tenta di vendere il gioco a Nintendo.
Il piano generale di Henk è che Nintendo possa impacchettare il
gioco con la rivoluzionaria console portatile Game Boy. Per farlo,
però, deve prima ottenere lui stesso i diritti del gioco, il che si
rivela un compito quasi impossibile.
Con un linguaggio da spy-story, il
film racconta proprio l’impresa di Henk che al tramonto dell’Unione
Sovietica si confronta con la dittatura, con il KGB e con la
costante minaccia di morte che pende sulla sua testa. Ecco la
storia vera su cui è basato il film diretto da Jon S. Baird.
Tetris è basato sulla vera storia
delle origini del gioco
Il puzzle game è stato
creato da Alexey Pajitnov, cittadino dell’Unione
Sovietica negli anni ’80, interpretato nel cast di
Tetris da Nikita Yefremov. A
Pajitnov non era consentito vendere i diritti o trarre profitto dal
gioco, poiché qualsiasi proprietà intellettuale era di proprietà
dello stato. Ciò ha portato a una grande confusione in merito a chi
avesse i diritti per pubblicare il gioco.
Robert Stein, i Maxwell e Henk hanno
davvero combattuto per i diritti, e Henk si è davvero recato in
Unione Sovietica per conquistarli. Alla fine degli anni ’80, era
come viaggiare oggi in Corea del Nord, il che significa che
l’elemento di pericolo vissuto dal protagonista nel film
Tetris si basa su un pericolo reale che ha corso
Rogers.
Il concept originale di Tetris di
Alexey
Sebbene la storia del
film non riguardi la creazione di Tetris, il primo atto del film
descrive il processo di pensiero di Alexey che ha portato alla
creazione del gioco e il fatto che lo sviluppo iniziale dello
stesso sia avvenuto su un computer estremamente vecchio. Alexey
realizza ogni quadratino dei pezzi del Tetris con delle parentesi
quadre, una aperta l’altra chiusa (esempio: [ ]), poiché quello era
l’unico modo in cui poteva dare vita alla sua visione.
Questo è esattamente il modo in cui
l’ideazione del gioco è avvenuta anche nella vita reale, ma c’è un
pezzo mancante nella storia – letteralmente, poiché il vero
creatore ha originariamente progettato Tetris con pezzi composti da
cinque quadrati e non quattro, come si presenta poi la versione
ufficiale del gioco. Alexey alla fine ha abbandonato quell’idea
perché era troppo complicata e c’erano troppi pezzi.
L’uscita del Game Boy
Quando Henk visita la
sede centrale di Nintendo, viene presentato a due sviluppatori,
Howard Lincoln (Ken Miles) e Minoru Arakawa
(Ken Yamamura), che stanno lavorando a un progetto
top secret. Svelano il Game Boy e dicono a Henk che è una delle
sole dieci persone al mondo ad averlo visto.
Sebbene la scena generi un momento
particolarmente enfatico all’interno della narrazione, si tratta di
una situazione completamente inventata. Nella vita reale, il Game
Boy era già uscito in Giappone prima che Henk incontrasse Nintendo.
Tuttavia, la console non era ancora stata distribuita negli Stati
Uniti e Henk convinse la Nintendo a inserire il Tetris nella
consolle con l’uscita negli Stati Uniti del Game Boy.
L’amicizia tra Alexey e Henk
Sebbene
Tetris sia un eccitante thriller di spionaggio,
funziona altrettanto bene come una commovente storia di amicizia
tra l’americano figlio del mondo, Henk, e Alexey, devoto alla sua
nazione e ligio alle regole dell’URSS. I due sono legati dalla
passione per lo sviluppo di videogiochi, fino a quando Henk non si
fa strada nella vita di Alexey dopo che questi non voleva avere
niente a che fare con lui, in primo luogo.
Alexey è descritto come un uomo
meticoloso e chiuso, un prodotto del suo ambiente, essendo lui
cresciuto in URSS. Questa scelta narrativa ha senso, poiché mostra
quanto possa essere estenuante un’educazione in un posto del
genere. Tuttavia, quando Alexey e Henk si sono incontrati per la
prima volta nella vita reale, si sono subito trovati d’accordo e
sono diventati inseparabili.
L’interprete di Henk è un ufficiale
del KGB
Alcuni cambiamenti che
Tetris opera rispetto alla storia vera possono avere senso, come la
scelta di sintetizzare il modo in cui Alexey ha sviluppato il
gioco, dal momento che, accorciando quell’aspetto, si dà più spazio
al flusso narrativo. Tuttavia, è vero che il gioco inizia a fare
enormi passi avanti, in senso artistico, quando Henk atterra a
Mosca.
Henk lavora a stretto contatto con
un interprete di nome Sasha, interpretata da Sofya
Lebedeva, che lo aiuta ad accedere agli edifici
governativi e trovare le persone giuste, ma in seguito si scopre
che Sasha è un ufficiale del KGB che spia Henk. Nella storia vera,
Henk ha assunto un’interprete, che di certo non era un ufficiale
del KGB. Tuttavia, il vero Henk ha raccontato che questa interprete
gli destava un po’ di sospetto, dal momento che sembrava
estremamente sicura di sapere dove e quando cercare e trovare le
cose/persone giusta. Alla CNN ha dichiarato: “Sapeva
immediatamente dov’era tutto, quindi era strano”.
Henk giramondo
La storia di
Tetris salta da una parte all’altra del mondo, e,
in totale, Henk mette piede in quattro diverse località in tutto il
mondo, viaggiando tra Russia, Stati Uniti, Giappone e Regno Unito.
In realtà, Henk si è recato in un solo Paese durante la sua impresa
nel tentativo di conquistare i diritti di Tetris.
Henk ha lasciato il Giappone per la
Russia, e mentre il film lo vede viaggiare in Russia per due volte,
in realtà ha fatto una sola visita all’URSS. Alla fine degli anni
’80, Henk trascorse una settimana in Russia parlando con funzionari
governativi a Elorg e legando con Alexey. Alla fine di quei sette
giorni, aveva ottenuto con successo i diritti su Tetris.
L’inseguimento in macchina con il
KGB
L’atto finale di
Tetris si trasforma in un film d’azione vero e
proprio. Dopo aver ottenuto i diritti su Tetris, Henk, Alexey,
Howard e Minoru si precipitano all’aeroporto mentre vengono
inseguiti dal KGB. È un inseguimento ad alta velocità pieno di
incidenti e acrobazie che non sembrerebbero fuori luogo in un film
di Bourne.
Non sorprende che nessuno di questi
inseguimenti in macchina sia realmente accaduto. Rogers ha
commentato questo momento del film, spiegando: “Hanno fatto del
loro meglio per accettare i nostri cambiamenti quando avevano a che
fare con l’autenticità. Ma quando è iniziato l’inseguimento in
macchina e tutto il resto, è stato come, ‘OK, ora sono tutti
loro.'” (fonte Canary Media).
La riunione di Alexey e Henk a San
Francisco
Alla fine di Tetris, Henk
invia ad Alexey un biglietto per San Francisco, che è confezionato
con un Game Boy, e il film si conclude con loro che si riuniscono
all’aeroporto di San Francisco e si abbracciano come vecchi
amici.
La scena offre un momento di
soddisfazione e riconoscimento per lo spettatore, ma mentre non è
chiaro se l’incontro all’aeroporto sia effettivamente accaduto
nella vita reale, il luogo in cui è ambientata la scena è
totalmente sbagliata. Henk ha aiutato Alexey a risolvere le
questioni legate al suo visto e trasferirsi negli Stati Uniti, ma
non a San Francisco. Alexey ha lasciato Mosca per Seattle nel 1991,
due anni dopo aver incontrato per la prima volta Henk.
Altri dettagli di Tetris sono
incerti
Molti altri dettagli in
Tetris sono completamente incredibili e, sebbene sia difficile
dirlo con certezza, molto probabilmente sono falsi. Personaggi come
l’ufficiale del KGB Valentin, che sta tentando di andare contro ciò
che è meglio per lo stato, oppure il fatto che Henk metta tutta la
sua vita, casa e famiglia, in pericolo impegnando tutto con la
banca, sono probabilmente dettagli inventati.
Tuttavia, poiché né Henk né Alexey
hanno commentato o smentito quelle scelte narrative, diventa
impossibile sapere con certezza cosa è finto e cosa no. Dato quanto
Henk Rogers sia stato trasparente nella vita reale, quegli elementi
del film sono quasi certamente degli escamotage creativi che non
sono mai accaduti.
Perché il film Tetris non può
essere completamente accurato
Anche se la storia di
Henk è vera, è solo la sua versione della storia, e il film di
Tetris si basa solo su quel resoconto. Dato che c’erano così tante
persone coinvolte nel tentativo di ottenere i diritti del gioco, le
loro versioni sarebbero state completamente diverse. Tutti vogliono
apparire al meglio in una storia vera, e ogni persona coinvolta è
probabilmente una versione completamente diversa della verità, e
ciò rende molto complicato, per una storia come quella di Tetris,
essere accurata.
Poiché Tetris è un
film di Hollywood con una funzione primaria di intrattenimento,
quasi ogni aspetto della storia vera deve essere “aggiustato”, come
Robert e Kevin Maxwell, che sembrano quasi cattivi da cartoni
animati. È interessante notare, tuttavia, che il vero Kevin Maxwell
ha affermato che la rappresentazione di suo padre è stata
effettivamente edulcorata. Parlando con il regista Jon S.
Baird, Maxwell ha osservato: “L’unica cosa che direi è
che non sei stato abbastanza duro con mio padre. Mio padre era
molto peggio di come lo hai presentato tu”. (tramite Polygon).
Stando ad un nuovo report, non
confermato, sembra che i fan del Marvel Cinematic Universe
debbano aspettarsi di vedere meno programmi televisivi e film
ambientati nell’universo cinematografico Marvel, a causa dei cambiamenti che
i Marvel Studios stanno presumibilmente
apportando ai propri obiettivi dopo i recenti insuccessi. Secondo
Jeff Snieder di Above the Line,
“l’output target della Marvel è stato ridotto… mi è stato
detto che l’output target è stato ridotto da quattro serie TV e
quattro film all’anno a due serie e tre film all’anno.
Ovviamente sono stime malleabili”.
Sebbene questi rapporti non siano
appunto stati ancora confermati ufficialmente, già precedenti
notizie suggerivano che lo studio si starebbe concentrando sulla
qualità piuttosto che sulla quantità, una direzione che
apparentemente deriva dal “feedback negativo” riguardante la
Fase 4
dell’MCU. Le nuove affermazioni di
Snieder sono dunque ulteriori segnalazioni che suggeriscono come
sarebbe già in atto un leggero rimpasto presso i Marvel Studios, nella speranza di
addrizzare il tiro in vista non solo dei prossimi titoli della
Fase 5 ma
soprattutto per il gran finale della Fase 6.
Recentemente è stato suggerito che
la seconda stagione della serie antologica animata Disney+What
If…? è stata ritardato fino al primo trimestre
del 2024, potenzialmente insieme alla stagione 2 di
Loki e Agatha: Coven of
Chaos, che non hanno più date di uscita fisse. Al
momento, l’unica serie Disney+ ambientata nell’MCU prevista per il 2023 è
l’imminente Secret
Invasion. Non sono invece ancora stati apportati
cambiamenti importanti per quanto riguarda le uscite dei
lungometraggi: Dopo Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, l’MCU ha due uscite principali per il
2023, tra cui Guardiani della Galassia
Vol. 3 e The Marvels.
Non resta che attendere e vedere cos’altro cambierà in casa
Marvel.
L’atteso Deadpool 3 ha aggiunto un nuovo
sceneggiatore al proprio team di scrittura, ovvero Zeb
Wells. Stando a quanto riportato da alcune fonti, Wells è
stato infatti scelto per scrivere la sceneggiatura di Deadpool
3 dei Marvel Studios insieme a Paul
Wernick e Rhett Reese, i quali sono già
stati autori di Deadpool (2016) e Deadpool 2
(2018) per la 20th Century Fox. Inizialmente, il
duo composto da Wendy Molyneux e Lizzie
Molyneux-Logelin aveva scritto una bozza per il trequel di
Deadpool, pronto a fare il suo debutto nel
Marvel Cinematic Universe,
ma la cosa è poi stata scartata in favore del ritorno di Wernick e
Reese.
Wells, invece, è uno scrittore di
fumetti della Marvel, noto per il suo lavoro su
titoli come Amazing Spider-Man e New Mutants, ma
anche molti altri. Wells non è però estraneo alle opere
dell’MCU, avendo scritto l’episodio 7
della serie originale Disney+She-Hulk: Attorney at Law. Wells ha inoltre
anche co-sceneggiato il prossimo film dei Marvel Studios, The
Marvels, che uscirà nelle sale a novembre come sequel
di Captain Marvel del 2019. Si tratta di
un’aggiunta importante, che potrebbe apportare qualche interessante
novità al format dei film di Deadpool. Non è noto però
come mai tale aggiunta si sia resa necessaria.
Quello che sappiamo, ad ora, è che
oltre a Ryan Reynolds
nel cast è stato anche confermatoHugh Jackman, che torna
a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita
di scena nel 2017 in Logan, di
James Mangold. Per quanto riguarda il film, che
sarà diretto da Shawn Levy, Paul
Wernick e Rhett Reese hanno affermato:
“È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua.
Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un
mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero
divertente.”Deadpool
3, attualmente, uscirà in sala il 6 settembre
2024.
Dungeons & Dragons:
L’onore dei ladri (qui la recensione) ha ottenuto
un primo fine settimana al box office di gran lunga superiore alle
aspettative iniziali. Questo nuovo film basato sul gioco
D&D, come noto, aggiunge l’elemento umorismo che
mancava agli adattamenti precedenti e che ha indiscutibilmente
portato al suo successo straordinario, anche alla luce di una dura
concorrenza, tra cui John Wick 4, il film
sta attirando grandi folle e dollari al botteghino. Dungeons &
Dragons: L’onore dei ladri ha infatti guadagnato 38,5 milioni
di dollari nel suo weekend di apertura sul suolo statunitense,
arrivando a 71,5 milioni di dollari al box office mondiale.
Con questo totale, il film ha dunque
battuto John Wick 4, che conclude il fine settimana con un
guadagno interno di 28,2 milioni di dollari. In pochi giorni, il
film ha persino superato il precedente film di Dungeons &
Dragons, che aveva incassato solo 33,9 milioni di dollari in
totale.Il successo ottenuto con questo primo weekend sembra ora
destinato a proseguire, visto che, con le vacanze pasquali in
arrivo, il film ha ancora la possibilità di attirare un pubblico
ancora più vasto, godendo eventualmente di un buon passaparola,
così da poter recuperare il suo budget sostanziale di circa 150
milioni di dollari.
Un impresa che a questo punto sembra
però decisamente possibile, considerando che anche in Italia, nel
weekend appena trascorso, Dungeons & Dragons: L’onore dei
ladri ha ugualmente ottenuto un buon risultato, guadagnando
1,1 milioni di euro. A rappresentare un possibile avversario da
battere, per il film fantasy, sarà però Super Mario
Bros. – Ilfilm, in arrivo dal 6
aprile. Ma continuando a questo ritmo, Dungeons &
Dragons: L’onore dei ladri potrebbe facilmente arrivare a quel
tanto che basta per lasciare aperta la porta ad eventuali sequel.
Presente nella
Top 10 di Netflix da molti giorni,
12 Mighty Orphans racconta una avvincente storia
vera, che comincia nel 1927, quando il coach Harvey Nual “Rusty”
Russell arriva alla Casa Massonica del Texas. Aveva rinunciato ad
una posizione più prestigiosa alla scuola superiore Temple per fare
qui, invece, l’insegnante di materie scientifiche e l’allenatore di
football.
Siamo nel comune di Fort
Worth nello Stato del Texas negli USA durante l’inizio della Grande
Depressione, e la Casa Massonica è uno dei diversi istituti
governativi per vedove e orfani che venne aperto nel 1889 e che in
quegli anni ospitava intorno a 160 ragazzi. Rusty Russell all’epoca
aveva trentadue anni, era sposato con Juanita che di anni ne aveva
ventitré e insieme avevano due bimbe. Si stabiliscono in una
casupola all’interno del territorio della Scuola e lì resteranno
fino al 1941.
Gli eventi che hanno
intrecciato la vita e le scelte personali del signor Russell e
della sua famiglia, sono ancora oggi ricordate nella storia del
football americano, tanto che Russell è parte della Hall of Fame
degli sport del Texas e nel 2007 lo scrittore Jim Dent ha
pubblicato un libro che ne racconta i dettagli, insieme alle
difficoltà e le prove che lui e il team dei suoi 12
Mighty Orphans (12 fantastici orfani)
hanno affrontato e superato in maniera incredibile. Una vicenda
talmente degna di nota e stupore, che nel 2021 la Sony Pictures
Classics ne ha distribuito il film dedicato, diretto da Ty Roberts.
Alcuni elementi della sceneggiatura differiscono da come i fatti
sono in realtà andati, ma si tratta di dettagli relativamente
marginali.
12 Mighty Orphans, la storia
vera
Rusty Russell non è un
orfano come gli allievi che conosce appena giunto alla Casa
Massonica. Cresce con la sua famiglia in una fattoria e si
appassiona presto allo sport e durante l’università diventa anche
capitano delle squadre sia di football che di basket. L’idea che
matura nel corso del tempo, e che è valsa anche per la sua vita, è
che il football possa essere una risorsa per i giovani, un
lasciapassare per un futuro migliore del loro triste presente. Gli
orfani in quel periodo sono considerati cittadini di serie B, e il
modo in cui vengono trattati all’interno dello stesso istituto nel
quale dovrebbero ricevere un’educazione, non fa che confermarlo
giorno dopo giorno.
Quello che il coach Rusty
Russell riesce a mettere in piedi, a protrarre nel tempo e a far
inscrivere nella storia è una squadra di football composta da 12
giocatori tra gli orfani della Casa Massonica, i cui ragazzi non
hanno né le scarpe né la palla, ma che arrivano ad essere ammessi
nella Serie A del Campionato Liceale Statale del Texas.
Il coach inizia
letteralmente un programma di recupero per quei giovani per lo più
tutti analfabeti, che subiscono percosse, umiliazioni e insulti e
la cui unica attività è del lavoro minorile in una fabbrica. In un
periodo storico indebolito e fiaccato dalla povertà causata dalla
crisi economica più grave mai vista, Russell forma degli
adolescenti insegnandogli un gioco di squadra e, nel frattempo, li
riporta in vita.
Gracili e decisamente
molto meno prestanti rispetto alle squadre avversarie con cui si
confrontano – anche perché hanno ben altri mezzi e supporti, gli
altri –, spingono Russell a ideare una strategia che è tutt’oggi
applicata nelle formazioni d’attacco durante le partite: la “spread
offence”. La tecnica sfruttava, infatti, la velocità e l’agilità
dei suoi giocatori, piuttosto che la forza.
Rusty Russell è riuscito
ad essere per gli orfani ciò che nel vero significato del termine è
un educatore: chi riesce a tirar fuori da qualcuno la luce che già
si porta dentro. Sia nel libro che nel film vengono evidenziati
vari momenti di grandi difficoltà, anche burocratiche, che sono
state affrontate dal coach in primis e dai ragazzi di
conseguenza.
Ciò che questa storia ha
significato per il Texas, per tutti quelli che hanno fatto proprio
l’esempio di quest’uomo e per chi ne ha seguito i passi, è che a
cambiare davvero le cose sono i sogni che non realizzano solamente
l’ego di uno, ma la vita di molti. In quegli anni i 12
fantastici orfani sono stati il simbolo della possibilità di
una rinascita, al punto da aver attirato anche l’attenzione del
Presidente dell’epoca Franklin Roosevelt. Perché, per poter dare
speranza, una resurrezione deve partire dalla morte. Ma non è
possibile che accada da soli: c’è sempre bisogno di qualcuno che ci
creda per primo e lo trasmetta a tutti.
In arrivo nelle sale italiane il
27 aprile, Beau
ha pauraè il nuovo attesissimo
film di Ari Aster, regista di Hereditary e Midsommar, che già dal
trailer ha generato forte curiosità e interesse verso quella che
sembra essere una storia piuttosto folle. Le prime reazioni in
arrivo dagli Stati Uniti confermano tale sensazione definendolo
“il progetto più sfrenato del regista“. Stando alla
sinossi ad oggi rilasciata, il film segue il personaggio titolare,
interpretato da Joaquin
Phoenix, un uomo ansioso che, dopo la morte di sua
madre, decide di tornare a casa, incontrando una serie di incidenti
surreali e soprannaturali lungo la strada.
“Beau ha paura di Ari Aster è
un audace mix di umorismo e horror. In parte splendido carburante
da incubo esistenziale, in parte odissea comica nera come la pece,
è un incredibile pilastro del suo genio artistico.”, scrive su
Twitter Courtney Howard di Variety,
mentre Meagan Navarro di Bloody
Disgusting lo definisce come una “odissea folle,
fantasiosa e oscuramente comica attraverso il senso di colpa e la
repressione”. “Ho appena visto Beau ha paura. Sono così felice che
esistano cineasti come Ari Aster. Tre delle ore più estenuanti,
spiacevoli, orribili della mia vita. Ho bisogno di circa 2-3 mesi
lavorativi per capire se mi è piaciuto tutto o l’ho odiato”,
scrive invece Jess Joho del Los Angeles
Times.
Quest’ultimo parere, in
particolare, mette in risalto la durata del film, 3
ore, e lascia immaginare che Beau ha paura si
affermerà come un titolo particolarmente divisivo, che
difficilmente lascerà indifferenti i suoi spettatori. Non resta
dunque che attendere la sua uscita anche nelle sale italiane per
scoprire di più, dopo aver potuto avere un assaggio del tutto
grazie al trailer ufficiale. Oltre a
Phoenix, ricordiamo che il film è interpretato anche da
Patti LuPone, Nathan Lane,
Amy Ryan, Parker Posey,
Richard Kind e Stephen McKinley
Henderson.
Può cambiare in una sola settimana
la semplice e innocua vita di una donna delle pulizie? Si ed è
quello che succede a Zenzi Mwale in Unseen, la
miniserie sudafricana distribuita da Netflix e
ambientata a Città del Capo. Questa serie thriller è creata e
diretta da Travis Taute e Daryne Joshua e la protagonista è
interpretata dall’attrice Gail
Mabalane. Unseen è diviso in sei parti ed è basato
sulla serie turca del 2021 Fatma. In entrambe le
versioni la protagonista è una collaboratrice
domestica che cerca disperatamente di sopravvivere alla
morte del figlio lavorando sodo e resistendo fino al momento in cui
suo marito verrà rilasciato dalla prigione.
La trama di Unseen
La trama di Unseen
inizia con un interrogatorio che mostra Zenzi
(Gail Mabalane) che è finita in un mare di guai, per poi tornare
indietro e mostrarci la sua vita, i suoi problemi e quel momento
chiave che l’ha spinta al limite e l’ha portata a diventare
un’assassina. Zenzi è una donna piena di dolore, senso di colpa,
solitudine, disperazione con una forza interiore che subisce
continue molestie sessuali da Enrico (Abduragman
Adams) il viscido padrone della sua casa in periferia e
che vuole buttarla in strada se non accetterà le sue richieste. Il
primo episodio continua mostrando Zenzi, che lavora come domestica
in una villa di una famiglia che vive in uno dei quartieri più
ricchi della capitale. Ma questa non è una giornata normale, ma
quella in cui suo marito Max (Vuyo Dabula)
finalmente uscirà dal carcere, ma quando la donna va a prenderlo il
compagno è sparito e nessuno l’ha visto o sa dove si è
nascosto.
La scomparsa del marito lascia Zenzi
ancora più vulnerabile e indifesa e, non ricevendo aiuto dalla
polizia, decide di svolgere da sola le proprie indagini, che alla
fine la porteranno a sparare e uccidere un uomo, un atto che le
cambierà per sempre la sua esistenza e metterà alla prova i suoi
limiti. Il suo primo omicidio è un modo per
proteggersi e difendersi, ma le cose cambieranno rapidamente. Dal
secondo episodio la miniserie diventa il racconto di un assassino
invisibile che approfitta del suo talento di “passare inosservata e
ignorata” da tutti per fare ciò che pensa di dover fare. Zenzi si
farà trascinare in situazioni sempre più oscure e verrà pure
assoldata da un’organizzazione criminale, che ha
fatto parte del passato dell’amato marito scomparso. Il quarto
episodio è quello che più utilizza l’uso dei flashback e finalmente
viene svelato perché è morto il piccolo Esulu, il
figlio di Zenzi e Max.
La protagonista di
Unseen è circondata da molte buone interpretazioni
di un cast di supporto, ma quella che più risalta è quella di
Lufuno (Mothusi Magano) un giornalista e scrittore
di gialli che Zenzi conosce grazie al suo lavoro da domestica. Il
romanziere con la sua presenza, sarà uno dei pochi che aiuterà la
donna anche quando scoprirà che è lei il killer che il Detective
Lyners (Ilse Klink) sta cercando. Zenzi si renderà
conto che uccidere è l’unica cosa che può fare per sopravvivere e
scoprire la verità, e questo renderà il suo arco narrativo
complesso e interessante. La miniserie si conclude con un sesto
episodio in cui Zenzi si riavvicinerà alla sorella Naledi
(Dineo Langa) e vendicherà Esulo e il marito Max
con un finale che lascerà lo spettatore con il fiato sospeso in cui
non verrà svelato se la protagonista è morta o è sopravvissuta.
La storia di una donna
invisibile
La vita di Zenzi è stata sempre
segnata dagli uomini che la circondano, e che non l’hanno mai
trattata bene, l’unico che l’ha sempre amata e rispettata è suo
marito Max. La donna si dedica alla pulizia delle ville, come
lavoro e ovviamente per guadagnare i soldi per arrivare alla fine
del mese, dove non viene mai presa in considerazione la sua
presenza. Anche quando nella serie gli viene commissionato un
omicidio dal suo datore di lavoro alla macelleria, che in realtà fa
parte dell’attività criminale “L’Unione” dedita al riciclaggio dei
soldi sporchi la cui base risiede in un locale notturno, gli dice
che lei è la donna invisibile ed è giusta per passare
inosservata.
Da domestica a
killer
Unseen vuole essere
un miniserie thriller su un’omicida diversa da tutte quelle che il
piccolo schermo in queste ultime stagioni ci ha abituato. Zenzi la
protagonista non smette mai di mostrarsi come la
vittima della situazione, ogni volta che uccide qualcuno
piange, soffre di un attacco di panico e grazie alla bravura della
sua interprete Gail Mabalane lo spettatore per lei prova
compassione e comprensione. Speriamo che Netflix sia in grado di capire il potenziale di
questa storia universale che tratta argomenti, sempre attuali, come
manipolazioni, povertà, abusi, violenza e sessismo nei confronti
delle donne. Questa serie è decisamente un racconto realistico,
come mostra questo primo remake dell’originale turco Fatma, una
miniserie che può essere proposta e rifatta in qualsiasi nazione,
anche da noi in Italia.
The Night Agent è
l’ultimo thriller politico a entrare nel catalogo
Netflix.
La serie tv è basata sull’omonimo thriller politico del 2012 di
Matthew Quirk, che racconta proprio la storia di
questo agente speciale – chiamato Night Agent – invischiato in un
complotto politico più grande di lui. Nella serie tv Gabriel
Basso è l’agente dell’FBI,
Peter Sutherland. Peter sventa un
attentato su una metropolitana salvando tutti i passeggeri a bordo.
Poco dopo però viene accusato di essere stato lui stesso l’artefice
di questo attentato e per tenerlo sotto controllo viene messo a
lavorare nei sotterranei della Casa Bianca. Tra
una serie di scartoffie ha il compito di rispondere alle chiamate
degli agenti speciali che possono contattare la Casa Bianca
attraverso un telefono amico e con un nome in codice.
Capitano raramente interruzioni
durante le lunghe notti passate a fare il Night
Agent, fino a quando dall’altro capo del telefono non
compare Rose Larkin (interpretata da
Luciene Buchan). Rose è la nipote di una coppia di
agenti sotto copertura che si trova nei guai. The Night Agent pone
le basi già dal primo episodio per un intrigo politico in piena
regola. Gli agenti sotto copertura vengono uccisi e il capo dello
staff del Presidente, Diane Farr (interpretato da
Hong Chau), incarica Peter di
tenere Rose al sicuro.
The Night Agent, la recensione
The Night Agent si
sviluppa tra inseguimenti in auto, colpi di pistola, spionaggi e
controspionaggi. Il principale sospettato di questo attentato è un
uomo incappucciato con un anello reale e un tatuaggio sul costato.
Ma la serie tv in dieci episodi è pronta a
ribaltare anche queste poche certezze presenti nei primi episodi.
Mentre Peter e Rose, come dei
giovani Bonnie e Clyde, cercano
di mantenere viva la pella quello che sta accadendo sotto ai loro
occhi è un intrigo politico di dimensioni enormi. Presto infatti
arriveranno alla conclusione che all’interno
dell’FBI c’è una spia: non si possono più fidare
di nessuno. Ogni volta che tentano di cambiare nascondiglio vengono
subito sorpresi, il loro inseguitore sta dieci passi avanti. Questo
porta Peter e Rose a
intraprendere il loro viaggio da soli. Nella solitudine troveranno
un compagno l’uno dell’altra, promettendo di proteggersi a vicenda
a qualunque costo.
Nonostante alcuni attacchi e
combattimenti si mettano sempre troppo bene per i due protagonisti,
gli attori riescono a trasmettere davanti la macchina da presa
quella caratterizzazione del loro personaggio.
Rose è sagace, intraprendente e coraggiosa e
riesce a compensare il carattere di Peter che è
logorato dal suo passato. Ma Rose e
Peter non sono gli unici personaggi di cui
The Night Agent si occupa. Popolato da caratteri
variegati, il prodotto Netflix
riesce a portare in scena egregiamente diverse linee narrative e
temporali. Il modo in cui viene ad aggrovigliarsi questa trama
rende la storia di spionaggio ancora più accattivante. Lo
showrunner è Shawn Ryan che ha creato una delle
serie poliziesche più intelligenti e sottovalutate degli ultimi
decenni: The Shield. E in questa serie tenta di
ripercorrere i suoi vecchi passi portandoci tra un interrogatorio e
l’altro.
Non è la prima volta che Netflix si
lancia con una spy story sul mercato delle serie
tv. Le più recenti come
Treason o
The Recruit. Questa volta però The Night
Agent scava ancora a più fondo, non solo nelle indagini
poliziesche, ma anche intimamente. È facile, infatti, patteggiare
fin dall’inizio per la Peter e
Rose e andando avanti con gli episodi lo
spettatore troverà una bella sorpresa ad attenderlo. Il compito
della serie tv è quello odi sorprendere e, se all’inizio
l’approccio e un po’ timido, dalla metà di questa prima stagione il
prodotto Netflix
si dimostra all’altezza dei colpi di scena, senza
snaturare la trama di partenza che rimane il filo conduttore di
tutta la storia.
Di chi ci possiamo fidare?
La risposta per
Peter e Rose è semplice: di
nessuno se non di loro stessi. La stessa domanda se la pone
Maddie, la figlia del Vicepresidente, che iniziamo
a conoscere lungo l’arco della serie. Maddie vorrebbe vivere la sua
vita come una donna normale ma passa le giornate con la sua scorta
gestita da Chelsea Arrington (la coinvolgente
Fola Evans-Akingbola) e da un nuovo arrivato,
l’agente Erik Monks (D.B.
Woodside). Nulla è lasciato a caso,
Maddie ha un ruolo importantissimo all’interno di
The Night Agent e sarà in grado di rendere giustizia al suo
personaggio. Sul finale della stagione la serie finisce per
intrecciare gli archi di Arrington e
Sutherland tra sparatorie e inseguimenti.
Così la storia che per una prima
parte della stagione ha visto Rose e
Peter come principali protagonisti, arriva a una
scissione. Bisogna sempre mantenere
Rose in vita, una priorità dato che la donna sa
moltissime informazioni e soprattutto sa dove reperirle grazie alla
sua carriera come tecnico informatico. Ma bisogna anche mantenere
Maddie in vita – principale bersaglio dei nemici
politici del padre (e del padre stesso). Anche
Maddie e Chalsea impareranno a
fidarsi di Peter e Rose e questa comunione di intenti riuscirà a
garantire loro la riuscita del piano e smascherare la vera talpa
della Casa Bianca e dell’FBI.
Diane per tutto questo tempo ha
tramato per infangare il nome di Peter e per
mettere a tacere Rose. Messa alle strette su tutti
i fronti porta i due fuggitivi a Camp David, dove si svolgerà il
secondo attentato ai danni del presidente. Sono momenti davvero
lunghi e dilatati quelli degli ultimi episodi di The Night
Agent, assistiamo quasi parallelamente al collasso della
strategia di Diana e allo stesso tempo anche di quella del
Vicepresidente che ha orchestrato l’attentato per poter subentrare
al Presidente dopo la sua morte. Dopo aver individuato la
bomba nel rifugio e fatto evacuare l’edificio,
Maddie affronta il padre consegnandolo di fatto
nelle mani della giustizia.
Un nuovo inizio
Dopo essere riusciti a sventare non
uno, ma due attacchi alla Presidente, Peter con il
sostegno di Rose chiede di conoscere la verità su suo padre. In
The Night Agent non ci si può fidare di nessuno.
La Presidente gli concede le informazioni sul dossier del padre,
che era stato accusato di tradimento. Per Peter e
Rose si prospetta un nuovo inizio, magari come se
lo erano immaginato: in California, insieme. Ma ancora una volta la
vita di Peter sta per cambiare. Grazie al suo grandissimo intuito e
per aver salvato la vita del politico più importante degli Stati
Uniti, ottiene la possibilità di diventare un Night
Agent. La peculiarità di questo tipo di mandato è che
dovrà lavorare in incognito, quindi le strade per lui e Rose si
dividono.
Anche Chelsea
ottiene una promozione: farà parte della scorta del Presidente
Travers. Maddie, invece, ormai libera da ogni
legame accetta di testimoniare contro il padre, ma ha rifiutato
l’offerta del Presidente Travers di estendere la
sua protezione ai Servizi Segreti perché vuole imparare a
proteggersi da sola prima di partire per il mondo e godersi la
libertà. Nonostante queste storyline si siano concluse, quella
principale di Peter appare ancora libera di viaggiare per altre
stagioni. Il finale del suo personaggio non ci mostra il luogo di
destinazione della sua nuova carriera da The Night
Agent e questo potrebbe portare alla stesura di una
seconda stagione su questa nuova
avventura.
Nei scorsi mesi ci sono state mol
te voci insistenti secondo cui Chris Evans sarebbe potuto tornare ad
interpretare il ruolo di Steve Rogers nel Marvel Cinematic Universe.
Addirittura un rapporto affermava che l’attore aveva firmato un
nuovo accordo per riprendere il ruolo nel 2021, ma oggi finalmente
a parlare è stato il diretto interessato e l’attore non ha mostrato
molto entusiasmo per la prospettiva di riprendere lo scudo.
A Chris Evans è stato chiesto di un possibile
ritorno nell’MCU in una recente apparizione al
C2E2 di Chicago durante il fine settimana, e la star di Ghosted
ha detto che crede che ci siano più “storie da raccontare”, ma è
chiaramente è ancora riluttante a riprendere il personaggio dopo
aver portato la storia di Steve ad una conclusione così
soddisfacente e toccante in Avengers: Endgame.
“È dura, perché guarda, amo
profondamente quel ruolo”, ha
detto. “Significa così tanto per me, e penso davvero
che ci siano altre storie di Steve Rogers da raccontare, certo. Ma
allo stesso tempo, sono molto, molto protettivo con questo ruolo.
Diventerei, sai, è come questo piccolo cosa splendente che ho e che
amo così tanto, e non voglio fare confusione in alcun modo, e
facevo parte di qualcosa che era così speciale per il periodo di
tempo in cui l’ho fatto e in un certo senso, è venuto davvero così
bene. Per quanto io sia legato a quel ruolo e ami raccontare quelle
storie e lavorare con quelle persone. Non mi sento proprio bene a
riprendere quel percorso in questo momento.”
Rogers è stato menzionato
in The
Falcon and The Winter Soldier, ma in realtà non
abbiamo appreso cosa sia successo alla versione precedente
dell’eroe che è tornato per consegnare la propria eredità a Sam
Wilson nel Finale della
Saga dell’Infinity.