Il film che racconterà la faraona
Cleopatra è stato acquistato dalla Paramount Pictures dopo una
guerra di offerte che ha visto anche Universal, Warner Bros,
Netflix e Apple coinvolti. Lo studio sente di avere
un progetto interessante tra le mani e ha allora ha accelerato la
produzione. Il classico del 1963 Cleopatra con
Elizabeth Taylor è stata un’impresa enorme che ha
quasi mandato in bancarotta la 20th Century Fox, e nuove iterazioni
del film sono state sviluppate per anni in vari studi. Ma questo
film guidato da Gal Gadot sembra essere l’unico che arriverà
alla realizzazione.
Cleopatra sarà il
primo progetto di Skogland dopo il suo successo con la serie
MarvelDisney+The Falcon and the
Winter Soldier all’inizio dell’anno. Nel corso degli anni,
Skogland ha lavorato come regista in una serie di importanti serie
televisive, tra cui House of Cards, Vikings, The Walking
Dead, The Punisher e The Handmaid’s Tale. Questo sarà
il suo primo film per il cinema dopo Fifty
Dead Men Walking del 2008 con Ben
Kingsley.
Secondo un nuovo report di Deadline,
Skogland sostituirà Jenkins come regista di
Cleopatra, mentre Jenkins rimarrà a bordo come
produttrice del film. Secondo quanto riferito, Jenkins ha lasciato
la sedia di regia per spostare maggiormente l’attenzione su
Wonder Woman 3 e Rogue
Squadron, progetto Lucasfilm al quale è ancora legata,
nonostante i ritardi. In particolare, questo significa che Jenkins
probabilmente non farà uscire un film nei prossimi due anni.
Wonder Woman 3 non dovrebbe entrare in
produzione fino al 2023 e probabilmente punta a un’uscita nel 2024,
mentre Rogue Squadron è
stato appena ritardato in modo significativo dopo che le
riprese erano previste per il prossimo anno. Secondo quanto
riferito, Lucasfilm e Jenkins sperano ora che la regista torni al
film una volta che avrà finito con gli altri suoi progetti.
Dopo
l’arrivo del trailer, Sony ha rivelato la sinossi ufficiale di
Spider-Man: Accross the Spider-verse. La
descrizione conferma lo status di Miles come il nuovo Spider-Man a
tempo pieno nel suo universo e anticipa il suo viaggio attraverso
il multiverso con una nuova squadra di Spider-People e una
battaglia contro un criminale ultra potente. La sinossi recita come
segue:
“Miles Morales ritorna per il
prossimo capitolo della saga vincitrice dell’Oscar, Spider-Verse,
un’avventura epica che trasporterà l’amichevole Spider-Man di
Brooklyn a tempo pieno attraverso il Multiverso per unire le forze
con Gwen Stacy e una nuova squadra di Spider-Men. Persone con cui
affrontare un cattivo più potente di qualsiasi cosa abbiano mai
incontrato”.
Spider-Man: Accross the Spider-verse arriverà
il 7 ottobre 2022 al cinema negli USA. Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per
dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta
da Phil Lord e Chris
Miller (che tornano anche come produttori insieme a
Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione
con David Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn.
Sebbene sia stato ipotizzato che
Spider-Man:
No Way Home inizierà direttamente nella scena dei
titoli di coda di Far From Home, i due film sono
più collegati di quanto inizialmente pensato.
Durante una recente apparizione al
The Graham Norton Show, Tom
Holland ha confermato che il trequel di
Spider-Man riprenderà immediatamente da dove si
era interrotto il film precedente. Anche il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige,
ha confermato le sue dichiarazioni nelle note stampa del film
pubblicate di recente. Ecco di seguito ciò che ha detto Holland e
quello che ha rilasciato Feige mediante comunicato ufficiale.
Holland: La cosa bella di questo
film è che riprende subito dopo la fine del secondo. Quindi il
secondo finisce con un fermo immagine di Spider-Man, il terzo
inizia con lo stesso fermo immagine.
Feige: No Way Home inizia subito
dopo gli eventi di Far From Home, che è sempre stato qualcosa che
volevamo fare in una storia – iniziare proprio in quel momento.
Siamo finalmente in grado di farlo qui, e le cose non vanno bene
per Peter. Quando inizia il suo anno da senior, è tutto molto
caotico, una dicotomia rispetto a dove lo abbiamo incontrato in
Homecoming, entrando nel suo secondo anno.
In occasione
del centenario della nascita esce
PIERO PICCIONI – A MODERN GENTLEMAN: The
refined and bittersweet sound of an italian Maestro. Piero
Piccioni è senza dubbio il più “dandy” dei compositori italiani di
musica da film. Il più elegante, nell’arte come nella vita. Nel
centenario della nascita del compositore, CAM
Sugar, in collaborazione con Decca
Records, celebra la sua arte con una
raccolta che attinge dalle sue più e meno note
opere, accanto a un prezioso gruppo di brani che,
sorprendentemente, sono rimasti del tutto inediti fino ad oggi. Il
risultato è un viaggio alla riscoperta del suono unico, abbagliante
e inconfondibile del compositore torinese: un “Piccioni’s
touch” morbido, sensuale ed emozionante che si percepisce
in ogni composizione su cui ha lavorato durante la sua lunga
carriera, spaziando dal jazz alla bossa nova, al funk, alla disco e
alla musica orchestrale. Un tocco che dona armonia e coerenza ad un
corpus di colonne sonore che si distingue come una delle più
prestigiose e importanti discografie del mondo: musica
destinata a durare per sempre, senza mai risultare fuori tempo.
Nel cd e doppio LP compaiono
capolavori come Significa Amore, tratta dal
film “Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”
(per cui Piccioni vinse il David di Donatello come miglior
musicista nel 1975), Pop’s Lolly, dal “3 Notti
d’amore”, nella cui session spunta anche Gato Barbieri al sax,
o Papa Funky, dalla colonna sonora di “In
viaggio con papà”, dove Piccioni commenta il rapporto Sordi-Verdone
con una miscela spensierata di generi diversi, unendo jazz, funk e
rock insieme, con il suo stile inconfondibile.
“Nel centenario della sua
nascita non potevamo non dedicare una pubblicazione a Piero
Piccioni, uno dei migliori compositori italiani di colonne
sonore e uno dei più grandi della scuderia CAM Sugar – spiega
Filippo Sugar, Presidente e CEO del
Gruppo Sugar– Il progetto si inserisce in un
contesto che dedicheremo all’opera del Maestro con le prime uscite
digitali previste per i prossimi mesi che comprenderanno molti
inediti. Accanto ai brani noti e storici facciamo sempre molta
attenzione a fare un lavoro culturale di ricerca e recupero negli
archivi riportando alla luce brani che meritano di essere
riscoperti e che hanno un sound che può avere un significato molto
importante per l’ascolto contemporaneo”.
Piero Piccioni(Torino 1921- Roma 2004), enfant prodige, ascolta jazz fin
dall’infanzia. A tredici anni, autodidatta impressionato
dall’ascolto dei dischi di Duke Ellington, scrive già canzoni che
vengono pubblicate dalla casa editrice Carisch. Nel 1937 fa
un’audizione per la EIAR e gli viene commissionato di suonare per
un programma musicale su Radio Firenze. A 17 anni Debutta come
pianista alla radio, dove ritorna nel 1944 con l’orchestra ‘013’,
da lui costituita: la prima orchestra di jazz che trasmette ai
microfoni e la prima formazione jazzistica stabile italiana.
Parallelamente al jazz Piccioni esercita la professione di
avvocato e inizia a studiare filosofia. Nel 1949 a New York,
dove vive per un anno e mezzo, viene chiamato a sostituire il
pianista Al Haig in un programma televisivo, suonando insieme a
Charlie Parker, Kenny Dorham, Tommy Potter e Max
Roach. È stato l’unico musicista italiano ad aver suonato
con Charlie Parker.
Compositore di oltre 300
colonne sonore per il cinema, sceneggiati televisivi, musiche
per radio, balletto e orchestra, inizia a scrivere
colonne sonore negli anni ’50. Michelangelo
Antonioni gli commissiona la musica per il documentario di
un suo allievo, Luigi Polidoro. Il primo film per il quale scrive
le musiche è “Il mondo le condanna” di Gianni Franciolini del 1952,
seguito da “La spiaggia” di Alberto Lattuada del 1953. Piccioni
compone le musiche di 13 dei 17 film di Francesco
Rosi e lavora molto con Alberto Sordi in
un lungo sodalizio umano e professionale. Tra le sue musiche più
famose, quelle dei film “Il caso Mattei” di Francesco
Rosi, “Un italiano in America” e “Polvere di stelle”
dello stesso Sordi. Tanti registi hanno affidato al suo genio
musicale le loro pellicole: Francesco Rosi, Mario
Monicelli, Alberto Lattuada, Luigi Comencini, Luchino Visconti,
Antonio Pietrangeli, Elio Petri, Bernardo Bertolucci, Roberto
Rossellini, Vittorio De Sica, Tinto Brass e Dino Risi tra
gli altri. Sue anche le colonne sonore di “Travolti da un insolito
destino nell’azzurro mare di agosto” e “Tutto a posto e niente in
ordine” di Lina Wertmuller, e di “Il bell’Antonio”
di Mauro Bolognini.
Tra i prestigiosi riconoscimenti
ottenuti nella sua lunga carriera il David di
Donatello come miglior musicista per la colonna sonora di
“Travolti da un insolito destino nell’azzurro mare d’agosto”
(1974), il Nastro d’argento per la colonna sonora
di “Salvatore Giuliano” di Francesco Rosi (1963), il Prix
International Lumiere (1991), il premio Anna Magnani (1975) e il
premio Vittorio De Sica (1979).
L’abbiamo vista alle prese con
uomini e bestie, anche giurassiche, ed è innegabile che la Claire
di Bryce Dallas Howard nel franchise di
Jurassic World sappia il fatto suo.
Ora la ritroveremo in
Jurassic World Il Dominio e anche qui avrà le sue
difficoltà, come dimostra la prima foto dal film che la ritrae,
comparsa sul numero preview di
Total film:
Jurassic
World Il Dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Venom si è finalmente unito al MCU e il
presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige,
ha spiegato perché era ora il momento giusto per farlo. Il Marvel Cinematic Universe è
cresciuto esponenzialmente negli ultimi 13 anni. Con il multiverso
pronto ad aprire nuove porte alle trame dei fumetti, il potenziale
di crossover è ai massimi storici. Di conseguenza, il pubblico ha
atteso che l’MCU presentasse alcuni dei
personaggi più iconici della Marvel.
Tom Hardy è tornato come Eddie Brock/Venom in
Venom:
La furia di Carnage, che ha visto l’eroe affrontare
Cletus Kassidy, il serial killer che diventa l’ospite del simbionte
noto come Carnage. Alla fine del film, Eddie e Venom sono in
vacanza, godendosi le spiagge sabbiose mentre i titoli di coda
scorrono. Venom: La
furia di Carnage ha preparato il pubblico per
l’introduzione di Venom nel MCU nella scena post-credit in cui
un lampo di luce innesca un cambiamento nell’ambiente dell’hotel di
Eddie prima che si ritrovi a fissare la TV che trasmette la notizia
che l’Uomo Ragno di Tom Holland è Peter Parker,
come accade alla fine di Spider-Man: Far From
Home.
Con il successo di Venom e del suo
sequel, Venom: La
furia di Carnage, i fan si sono chiesti se e quando
Venom di Hardy sarebbe apparso nel MCU contro Spider-Man. Ora tutto
sembra pronto: in un’intervista con Collider, Feige spiega perché
il “coordinamento tra Sony e Marvel” è stato finalmente
finalizzato.
“Guardi le ovvie connotazioni
comiche tra Venom e Spider-Man ed è intrinseco. Quindi nel momento
in cui Sony ha realizzato il suo film di Venom e ha funzionato bene
come ha fatto, e Tom Hardy è diventato iconico come è
diventato nei panni di Venom, la domanda ovvia è quindi: ‘Come
iniziamo a unirli?'”
Inoltre, di recente, Amy
Pascal di SONY ha offerto un aggiornamento su
Venom 3 mentre parlava con
Collider dell’imminente uscita di Spider-Man:
No Way Home. Sebbene fosse piuttosto guardinga con la
sua risposta, Pascal ha confermato che Venom 3 è
in corso e ha rivelato che il progetto è attualmente nelle “fasi di
pianificazione”: “Siamo nelle fasi di pianificazione in
questo momento, ma ciò su cui ci concentriamo è convincere tutti a
venire a vedere No Way Home”.
Quello che sembra certo è che i due personaggi presto si
incontreranno!
Bryce Dallas Howard
non è la classica figlia d’arte: ha saputo farsi da sola e,
camminando con le proprie gambe, senza alcun favoritismo, è
riuscita a raggiungere il successo. La sua è stata una gavetta
speciale, iniziata dalla più tenera età, quando papà Ron la portava
sui set dei suoi film. Eppure, l’attrice ha fatto dell’umiltà e del
lavorare sodo i suoi mantra: non a caso, perseguendo questi ideali,
ha saputo fare breccia e rimanere nel cuore di milioni di persone
in tutto il mondo che la seguono e la sostengono.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Bryce Dallas Howard.
Bryce Dallas Howard: i suoi
film
1. Ha recitato in celebri
film. Bryce Dallas Howard ha iniziato ben presto a dare
vita ad una carriera nel mondo della recitazione. Infatti,
l’attrice americana ha iniziato a recitare in alcuni film del
padre, come Parenti, amici e tanti guai (1989), Apollo
13 (1995), Il Grinch (2000) e A Beautiful
Mind (2001). In seguito, grazie a queste apparizioni, la
Howard recita in The Village (2004), Manderlay
(2005), Lady in the Water
(2006), As You Like It – Come vi piace (2006) e
Spider-Man 3 (2007). La sua carriera continua con
Terminator Salvation (2009), The Twilight Saga:
Eclipse (2010), Hereafter
(2010), 50/50 (2011) e The Help (2011). Nel
2015 raggiunge l’apice del successo grazie a Jurassic World (2015),
continuando con Il drago invisibile
(2016) e Gold – La grande truffa
(2016). Gli ultimi film da lei realizzati sono Jurassic World – Il regno
distrutto (2018), Rocketman (2019) e
Jurassic World – Il dominio (2022).
2. È anche doppiatrice e
regista. Bryce Dallas Howard, oltre ad aver lavorato come
attrice anche per il piccolo schermo, come in Arrest
Development – Ti presento i miei (2018) e Black
Mirror (2016), è anche una doppiatrice. Infatti, Bryce ha
lavorato al doppiaggio dei videogiochi LEGO Jurassic World
(2015), LEGO Dimensions (2015) e Jurassic World
Evolution (2018), oltre che al film Un viaggio a quattro
zampe (2019). Ma la Howard sta seguendo le orme paterne, tanto
che anche lei ha qualche esperienza come regista: infatti, ha
lavorato alla regia dei corti Orchids (2006), When You
Find Me (2011) e Solemates (2015), al segmento
Lucy del film tv Call Me Crazy : A Five Film
(2013). Di recente ha diretto gli episodi Sanctuary e
The Heiress della serie The Mandalorian.
Bryce Dallas Howard in Twilight
3. Ha lavorato in The
Twilight Saga: Eclipse. L’attrice Americana ha
partecipato ad una delle saghe più proficue degli ultimi anni,
ovvero quella di Twilight. La Howard, infatti, ha lavorato
ad Eclipse, il terzo capitolo: nella fattispecie, Bryce ha
sostituito Rachelle Lefevre che
non poteva tornare nei panni di Victoria.
4. Non ha avuto problemi con
il resto del cast. Anche se ha dovuto impersonare il
personaggio che era già di un’altra attrice, non si sono creati
problemi sul set. Anzi, la Howard è stata ben accolta e ha saputo
gestire bene la situazione, legando molto con i protagonisti e con
il resto della troupe, riuscendo a fare fronte alle critiche
rivolte a questo cambio attoriale.
Bryce Dallas Howard in Jurassic
World
5. È la protagonista di
Jurassic World. Dal 2015, Bryce Dallas Howard è diventata
la protagonista nella nuova trilogia sul mondo di Jurassic
Park, iniziata con Jurassic World. In questo film,
infatti, l’attrice interpreta Claire Dearing, manager del Jurassic
World, ritornando poi anche nel sequel Jurassic World – Il
regno distrutto e in quello che poi sarà il terzo
capitolo.
6. In Jurassic
World è vestita di bianco per un buon motivo. Il
fatto che Bryce Dallas Howard sia vestita sempre di bianco in
Jurassic World, lo si deve ad un puro omaggio a sir Richard
Attenborough che, in Jurassic Park era vestito di
bianco.
Bryce Dallas Howard in Spider-Man 3
7. Ha interpretato Gwen
Stacy. Prima di diventare celebre come è oggi, la Howard
aveva avuto un piccolo ma significativo ruolo nel film
Spider-Man3. Qui ha infatti interpretato il
personaggio di Gwen Stacy, particolarmente importante nel mondo di
Spider-Man. Per questo film l’attrice si tinse di biondo e decise
di interpretare personalmente tutti gli stunt previsti, anche i più
rischiosi. Fece ciò senza sapere di essere incinta al momento delle
riprese.
Bryce Dallas Howard in Il
Grinch
8. Ha recitato in Il
Grinch. Il Grinch è un film per famiglie, e
questo è un dato di fatto; ma in pochi sanno che è un film in cui
ha partecipato una famiglia intera, ovvero quella di Howard.
Ron Howard, infatti, non è solo il regista del
film: è comparso anche davanti alla macchina da presa, insieme alla
moglie e alla figlia Bryce. In realtà, alla fine, Bryce compare
solo per un breve cammeo, nei panni di un personaggio che rimane
sorpresa nel vedere che sia proprio il Grinch ad accendere le luci
di Natale.
Bryce Dallas Howard: il marito e i
figli
9. Bryce Dallas Howard si è
sposata molto giovane. La famiglia Howard è composta da
matrimoni duraturi, basta guardare quello di papà Ron e mamma
Cheryl, che stanno insieme praticamente dal liceo, oppure quello
dei nonni, insieme da quando avevano 19 anni. Nel 2006, Bryce ha
sposato il collega Seth Gabel e i due hanno avuto
due figli: nel febbraio del 2007 è nato Theodore Norman
Howard-Gabel e nel gennaio 2012 è nata Beatrice
Jean Howard-Gabel.
Bryce Dallas Howard: altezza
10. Bryce Dallas Howard non
è bassa. Bryce Dallas Howard non è una donnona, ma non è
nemmeno una piccoletta: l’attrice, infatti, è alta 170 centimetri.
La sua, quindi, è una statura media e ciò le ha consentito di poter
interpretare tutti i ruoli da lei scelti, senza avere nessun tipo
di problema.
Ormai sappiamo che il fascino
attorno a ogni nuova uscita del MCU
riguarda anche quelle che saranno le scene post-credit: si rimane
sintonizzati durante i titoli di coda, per poi strabuzzare gli
occhi di fronte a quelle che saranno anticipazioni di un nuovo
progetto Marvel
(…. e che anticipazioni!).
La maggior parte dei film del
MCU,
compresi entrambi i precedenti film su Spider-Man, hanno presentato
scene post-credit e, con la lunga lista di titoli dei
Marvel Studios in programma dopo
Spider-Man: No Way Home, molti fan stanno
speculando su cosa potrebbe esserci mostrato questa volta dopo i
titoli di coda.
The Marvels
Il
pubblico freme dalla voglia di vedere ancora di più di
Carol Danvers
inThe
Marvels,
il sequel diCaptain Marvel
del 2019, la cui uscita è prevista per l’inizio del
2023.
Attualmente, la relazione tra
Spider-Man e Capitan Marvel è ancora agli inizi
nel MCU:
hanno avuto il loro primo incontro in Avengers: Endgame, un momento in
cui ognuno di loro era così perfettamente fedele all’animo del
personaggio, che ci hanno regalato un’interazione senza tempo.
Tuttavia, la backstory di Ms. Marvel coinvolge Captain Marvel, sia nei fumetti che
nel trailer della prossima miniserie televisiva, Ms.
Marvel; inoltre, Ms.
Marvel ha confermato di avere un
ruolo in The
Marvels. È più probabile che The Marvels non sarà impostato
fino all’uscita di Ms.
Marvel del 2022, ma data la relazione di Peter
Parker con Danvers nei fumetti, tutto è
possibile.
Teaser di Capitan America 4
Dopo gli eventi di Falcon and the Winter Soldier, il pubblico non
vede l’ora di vedere Sam Wilson radunare i
Vendicatori come il legittimo Capitan America.
Dato che Spider-Man dovrebbe avere un ruolo
fondamentale nella Fase 4 e Fase
5 del MCU,
non sarebbe troppo improbabile pensare che Cap recluti
l’arrampica-muri per combattere qualche minaccia di conquista del
mondo.
Anche se Sam Wilson
e Spider-Man hanno salvato molte vite insieme
nella Marvel Comics, alcuni fan non pensano che un
teaser di Captain America 4 verrà
mostrato nei titoli di coda di No Way Home, dato che questo progetto non ha
nemmeno ancora un titolo. La data di uscita è ancora sconosciuta, e
non sarà comunque a breve, visti i numerosi film e serie del
MCU che stiamo attendendo
e usciranno prima. Tuttavia, molti sono d’accordo sul fatto che
sarebbe un modo fantastico per annunciare ufficialmente
Captain America 4.
Spider-Man e
Deadpool hanno un’amicizia molto stretta nei
fumetti Marvel: in realtà, si sa
pochissimo su Deadpool 3, e questo potrebbe essere il
motivo per cui la Marvel ha scelto di non
includere il Mercenario con la bocca nel MCU
per ora. D’altra parte, Deadpool è un personaggio
noto per rompere la quarta parete sfidando l’occhio della
telecamera e parlando direttamente al pubblico. Alla fine di
No Way Home, alcune intuizioni aggiuntive o
commenti di Deadpool sarebbero davvero un’aggiunta
spassosissima, senza dover rivelare troppi dettagli sul suo
prossimo film da solista.
Uno assaggio di Secret
Invasion
I Marvel Studios hanno
iniziato le riprese di Secret
Invasion, una serie in arrivo su Disney+ che
sarà incentrata su Nick Fury; è ispirata a una
storyline della Marvel Comics con lo stesso titolo, che ha
costituito un enorme evento crossover e ha incluso molti personaggi
amati, tra cui appunto Spider-Man e Nick
Fury.
Nick Fury ha avuto
un ruolo significativo nel film precedente a No Way Home,
Far From Home; tecnicamente, si trattava di
Talos travestito da Nick Fury, ma vi è comunque
una connessione. In realtà, data la portata di ciò che è successo
durante l’Invasione Segreta dei fumetti, la Marvel
potrebbe favorire l’apparizione di Nick Fury e degli
Skrull in altri film o serie tv Marvel,
per impostare coerentemente il tutto.
Una chicca esclusiva su Thor: Love
and Thunder
L’attesissimo Thor: Love
and Thunder uscirà nell’estate del 2022, rendendo il
film il perfetto candidato per un’apparizione nella scena
post-credit di Spider-Man: No Way Home. Peter
Parker ha fatto un’esilarante imitazione di Thor in Spider-Man:
Homecoming e i fan vorrebbero vedere i due eroi
interagire nuovamente.
Con Thor e
Star-Lord attualmente da qualche parte nello
spazio dopo gli eventi di Avengers: Endgame, non è probabile che Spidey
e il Dio del Tuono si incrocino. Tuttavia, sappiamo che
Jane Foster sarà presente in Thor: Love
and Thunder, nei panni di Thor. Jane Foster (Thor) e
Spider-Man hanno fatto squadra nel 2017 in Avengers:
Unleashed contro Kang il Conquistatore.
Visto che Kang ha già fatto la sua apparizione nel MCU, c’è la speranza che
ci venga rivelato qualche indizio al riguardo nella scena
post-credit di No Way Home, per quanto di poco
conto.
Uno sguardo a Black Panther:
Wakanda per sempre
Black
Panther: Wakanda Forever è un attesissimo film in
uscita a novembre 2022; data l’enorme popolarità e simpatia di
Black Panther, gli spettatori sarebbero entusiasti
di vedere un riferimento a Wakanda Forever nella
scena post-credit di No Way Home.
Black Panther e
Spider-Man hanno condiviso solo una quantità
minima di tempo sullo schermo nel MCU;
tuttavia, l’attesa trama di Wakanda Forever
coinvolge Namor il Sottomarino, che potrebbe
essere difficile da riallacciare alla trama del multiverso di
No Way Home. Sarebbe comunque iconico e una
scelta assolutamente apprezzata se i fan potessero vedere un
accenno a Black Panther: Wakanda
Forever dopo l’atto finale di Spider-Man: No
Way Home.
Un’introduzione ai Fantastici
Quattro
I Marvel Studios hanno
annunciato ufficialmente che un prossimo progetto sui Fantastici
Quattro è in lavorazione. Peter
Parker è strettamente legato ai Fantastici
Quattro nei fumetti, facendo quindi sperare che Spider-Man
avrà un ruolo importante nella loro introduzione nel MCU.
Nei Marvel Comics, Peter Parker e
Johnny Storm dei Fantastici Quattro sono talvolta
vicini come fratelli: la storyline del fumetto The Amazing Spider-Man
#1 (1963) riguardava principalmente l’incontro
iniziale dell’Uomo Ragno con la Prima Famiglia Marvel, non dimenticandoci che
Spidey è stato anche un membro alternativo dei Fantastici Quattro
in molte occasioni. Inoltre, è stato Mr. Fantastic
ad aiutare l’Uomo Ragno ad uscire dalla tuta nera: il legame
indissolubile e duraturo oltre alle innumerevoli avventure che
Spider-Man condivide con i Fantastici Quattro
aprono la porta a una pletora di potenziali scene che potrebbero
condividere sul grande schermo.
Crossover con Venom
I fan sono stati
sopraffatti dalla gioia quando Sony e
Marvel hanno firmato
l’accordo del 2015 che ha permesso a Spider-Man di
essere presente nel MCU;
nonostante l’ingresso trionfale di Spider-Man nel MCU,
alcuni credevano che l’uscita di Venom da parte
della Sony significasse che avrebbero mantenuto
alcuni dei loro titoli completamente dissociati dal
MCU.
Tutto questo è cambiato nella
sequenza dei titoli di coda di Venom Let
There Be Carnage, in cui i due universi
cinematografici si sono scontrati e le reazioni stupefatte non sono
mancate; oltre alla possibilità che Venom appaia
nei titoli di coda di No Way Home, molti pensano
che sia del tutto possibile che Venom compaia nel
corso del film stesso. Con altri personaggi della Sony che hanno
confermato di apparire in No Way Home, è possibile
che anche Venom lo faccia.
Un’apparizione di Kang Il
Conquistatore
È già confermato che
Spider-Man: No Way Home presenterà una schiera
trionfale di villain; anche se Kang il
Conquistatore è stato introdotto come il nuovo grande
super villain del MCU,
la maggior parte dei villain di No Way Home sono
storici avversari di Peter Parker.
Kang molto
probabilmente non si dovrò scontrare con
Spider-Man durante il film, ma la sua apparizione
in una scena post-credit avrebbe senso. L’ultimo grande
antagonista, Thanos, è apparso in scene di titoli
di coda che hanno preceduto le sue apparizioni nel film principale.
Kang, intrinsecamente coinvolto nel concetto di linee temporali e
realtà multiple, potrebbe assolutamente essere parte delle vicende
di No Way Home.
Il seguito di Doctor Strange del 2016 sarà il
prossimo film MCU
rilasciato subito dopo
No Way
Home; nel frattempo, il concetto di multiverso guiderà
la trama di Spider-Man: No Way Home e, proprio per queste
ragioni, è altamente probabile che avremo a che fare con un
Multiverso della Pazzia durante o dopo i titoli di coda alla fine
del film.
La
notizia che Charlie Cox sarà, non si sa
quando, il Daredevil ufficiale del MCU ha rallegrato non poco i fan
dell’universo Marvel che avevano amato la serie
Netflix sull’Uomo senza paura. Adesso, a commentare
la notizia, arriva uno dei diretti interessati al franchise, ovvero
Vincent D’Onofrio, che ha interpretato un
grande Kingpin proprio di fronte a Charlie Cox/Daredevil.
Intervenuto su Twitter a commentare
la notizia, D’Onofrio ha dichiarato di essere felice per Cox:
“Sono felice per Charlie Cox, se lo merita davvero. Lui è un
grande attore e una persona meravigliosa. Ha messo così tanto di sé
nell’interpretare Daredevil in un modo così unico. Amo questa
notizia.”
Naturalmente tutti i fan si
aspetterebbero che anche Kingpin venisse confermato, dal momento
che Vincent D’Onofrio è stato così bravo nella sua
interpretazione e soprattutto è piaciuto così tanto ai fan!
Aspettiamo conferme da Kevin Feige!
Arriva da Deadline la notizia che l’attore Dave Bautista sarà il protagonista di
Knock At The Cabin, il prossimo film del regista
M. Night Shyamalan. Dopo aver lavorato con registi
di grandi nomi come Denis Villeneuve e
Rian Johnson, Dave Bautista ha trovato il suo
prossimo progetto con un altrettanto nome in regia, ovvero
M. Night Shyamalan e il suo nuovo film che scriverà,
dirigerà e produrrà con Ashwin Rajan per la
Blinding Edge Pictures, insieme a Marc
Bienstock e Steven Schneider. Knock
At The Cabin sarà distribuito dalla Universal che
ha recentemente programmato l’uscita del film il 3 febbraio
2023.
Questa estate
Shyamalan è tornato al cinema con Old, un film che riporta il regista alle sue
origini, e ripropone una storia costruita più sulla suspence che
sull’orrore. Il film è anche caratterizzato dal classico colpo di
scena che ha reso famosa la scrittura del regista di Philadelphia.
Old ha incassato più di 90 milioni
di dollari al botteghino globale e ha rappresentato il sesto film
di Shyamalan che ha debuttato al primo posto. Bautista non ha
rallentato la sua carriera nell’ultimo annoe continua a recitare in
alcuni dei più grandi film di Hollywood come Dune
e Army
of the Dead di Netflix. Di recente ha terminato la
produzione di Knives
Out 2 e attualmente sta girando
Guardiani della Galassia Vol. 3. Oltre a Knock at
the Cabin, dovrebbe anche riprendere il suo ruolo nell’attesissimo
Dune 2.
Jennifer Love
Hewitt è una delle migliori attrici della sua generazione
ed è anche una gran sperimentatrice: è doppiatrice, sceneggiatrice,
produttrice e regista. A dimostrazione del fatto che se la sa
cavare in ogni ambito con ottimi risultati. L’attrice americana ha
alle spalle una bella gavetta, che le è servita per poter esprimere
al meglio tutte le sue doti recitative, riuscendo a fare breccia
nel cuore di una gran fetta di pubblico.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Jennifer Love Hewitt.
Jennifer Love Hewitt: i suoi film e
le serie TV
1. Jennifer Love Hewitt: I
film e la carriera. Jennifer Love Hewitt ha iniziato la
sua carriera di attrice lavorando in film come Il mio amico
Munchie (1992), Sister Act 2 – Più svitata che mai
(1993), con Whoopi
Goldberg, Safe Sex – Tutto in una notte
(1997), So cosa hai fatto (1997), Giovani,
pazzi e svitati (1998), Heartbreaker – Vizio di
famiglia (2001), con Sigourney
Weaver, Lo smoking (2002), If Only
(2004), Garfield – Il film (2004), Garfield
2 (2006) Patto con il diavolo (2007),
con Anthony
Hopkins, Cafe (2010) e Una bugia per
amore (2012).
2. È principalmente nota
come interprete di serie TV. Parallelamente al cinema, la
Hewitt non ha mai abbandonato il mondo delle serie tv, apparendo
negli anni ’90 in Shaky Ground (1992-1993),
McKenna (1994-1995), Cenerentola a New York
(1999-2000) e negli anni Duemila in American Dreams
(2004), Confessioni di una single di successo (2005) e
Ghost Whisperer – Presenze (2005-2010), che le conferirà
grandissima popolarità. In seguito ha recitato nel film La
lista dei clienti (2010), da cui è poi stata tratta la
serie The Client List – Clienti speciali (2012-2013), dove
la Hewitt ha recitato. Tra i suoi ultimi lavori televisivi si
annoverano invece Hot in Cleveland (2011-2014), Criminal Minds
(2014-2015) e 9-1-1 (2018-in
corso)
Jennifer Love Hewitt: il suo 2020
3. Ha continuato a
lavorare. Nonostante nel 2020 la maggior parte delle
attività si sia interrotta per un periodo considerevole, l’attrice
non è rimasta con le mani in mano ed ha avuto modo di continuare a
lavorare. Ha infatti partecipato al film Pups Alone
doppiando il cane Gidget, ma ha anche continuato a recitare nei
panni di Maddie Kendall nella nuova stagione della serie
9-1-1, nella quale è attualmente coinvolta.
Jennifer Love Hewitt è hot
4. Jennifer Love Hewitt ha
messo in mostra la sua sensualità in The Client
List. Mai come prima di questa serie, Jennifer Love
Hewitt si era esposta con tanta sensualità ed erotismo. L’attrice,
infatti, in questa serie interpreta Riley, mamma con due figli che
viene lasciata dal marito quando questi ha perso il posto di lavoro
e, con la scusa di andare a prendere le sigarette, si è
allontanato. Allora Riley non può far altro che ricorrere alla
Client List, un elenco di nomi a cui concede un piccolo extra nel
centro massaggi in cui viene assunta.
5. Jennifer Love Hewitt ha
ammesso di aver praticato il buti yoga. Avere un corpo
come quello di Jennifer Love Hewitt non è un sogno irraggiungibile.
Infatti, l’attrice ha ammesso di aver praticato il buti yoga, una
disciplina che coniuga i tradizionali movimenti dello yoga con la
danza tribale ed esercizi di pliometria, dando vita ad uno yoga
molto energico.
Jennifer Love Hewitt in
Criminal Minds
6. Jennifer Love Hewitt ha
lavorato ad una stagione di Criminal Minds. Jennifer Love
Hewitt era entrata con accortezza nella decima stagione di
Criminal Minds, salvo poi andarsene al suo termine.
L’attrice americana infatti, ha deciso di non continuare a lavorare
per quella serie, per poter stare dietro al suo secondo figlio
appena nato e alla primogenita più grande di un paio d’anni.
Jennifer Love Hewitt: i figli
Autumn James, Atticus James e Aidan James
7. Jennifer Love Hewitt è
mamma da qualche anno. Di Jennifer Love Hewitt si è sempre
detto che preferiva la carriera rispetto a formarsi una famiglia,
eppure, a dispetto delle malelingue, negli ultimi anni si è sposata
ed ha avuto tre figli. Infatti, l’attrice americana, è diventata
mamma una prima volta il 26 aprile del 2013, quando è nata la
figlia Autumn James Hallisay, e una seconda volta
il 24 giugno del 2015 quando è nato il figlio Atticus James
Hallisay. Il 9 settembre del 2021 è diventata mamma
per la terza volta di Aidan James. I bambini sono
nati dall’amore tra lei e il marito Brian
Hallisay, attore conosciuto sul set di The Client
List.
8. Jennifer Love Hewitt ha
avuto diversi amori. Prima di trovare la stabilità che
cercava, la Hewitt ha avuto diversi fidanzati: in passato ha
frequentato il presentatore Carson Daly, il
chitarrista John Mayer, il kayaker Brad
Ludden, i colleghi Patrick Wilson
e Joey Lawrence, il musicista Rich
Cronin e l’attore Will Friedle. Inoltre,
è stata a lungo fidanzata con l’attore Ross
McCall, conosciuto sul set di Ghost Whisperer.
Dopo due anni di frequentazioni, i due si erano fidanzati nel 2007,
per poi lasciarsi l’anno successivo.
Jennifer Love Hewitt è su Instagram
9. Ha un account sul social
network. Jennifer Love Hewitt è presente sul social
network Instagram con un profilo verificato seguito da 1,2 milioni
di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere
post relativi alle sue attività lavorative, con immagini dei set a
qui prende parte o delle serate di gala a cui presenzia. Non manca
però anche uno spazio legato ad altre curiosità a lei legate,
luoghi visitati o momenti di svago insieme ad amici o alla sua
famiglia. Seguendola si può dunque rimanere aggiornati su tutte le
sue attività.
Jennifer Love Hewitt: età e altezza dell’attrice
10. Jennifer Love Hewitt è
nata il 21 febbraio del 1979 a Waco, in Texas, Stati
Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.57 metri.
Scoperta grazie ad alcuni suoi video
canori, l’attrice Rachel Zegler è oggi una delle
giovani promesse della recitazione. A breve la si potrà infatti
ammirare nel remake di West Side Story, ma numerosi sono i
progetti per lei in programma, che potrebbero farne una delle
interpreti più richieste dei prossimi anni. Ricca di talento e
carisma, la giovane sembra avere tutte le carte in regola per
affermarsi ad Hollywood ed oltre.
Ecco 10 cose che non sai di Rachel Zegler.
Rachel Zegler i suoi film e le serie TV
1. Reciterà in celebri
film. Il primo ruolo cinematografico per la Zegler sarà
quello di Maria Vasquez in West Side Story, il nuovo film
di Steven Spielberg dove reciterà
accanto ad Ansel Elgort.
La Zegler ha poi da poco ultimato le riprese di Shazam! Fury
of the Gods, con protagonista ZacharyLevi, in un ruolo però ancora
non meglio definito. A breve invece, inizierà le riprese di
Biancaneve e i sette nani, adattamento in live action del
classico Disney dove interpreterà proprio la bella protagonista.
Accanto a lei, nel ruolo della strega cattiva vi sarà invece
Gal Gadot.
2. È comparsa anche in
televisione. A partire dal 2021 la Zegler sta ottenendo
sempre più popolarità e diversi sono gli show televisivi in cui è
comparsa. Tra questi si annoverano il The George Lucas Talk
Show, negli episodi “Adam Pally & Rachel Zegler” e
“Pretend It’s A Jokey”. Ha poi presentato il miglio
artista rock agli American Music Awards of 2021 ed è
comparsa come sé stessa negli show Good Morning America, Live
with Kelly and Ryan e 20/20. In queste occasioni ha
avuto modo di presentare i suoi progetti e anticipare qualcosa
sull’atteso West Side Story.
Rachel Zegler sarà Biancaneve
3. È stata scelta per
l’ambito ruolo. Dopo aver ottenuto il ruolo di
protagonista in West Side Story, la Zegler è da subito
diventata una delle personalità più ricercate e tenute d’occhio nel
mondo di Hollywood. La Disney ha dunque ben pensato di non
lasciarsela sfuggire, offrendole il ruolo di Biancaneve nell’atteso
live action del classico animato. Per l’attrice si è trattato di un
sogno divenuto realtà ed ha accettato la parte senza pensarci due
volte. La Zegler ha inoltre promesso che la sua sarà una Biancaneve
fedele ma più originale rispetto a quella conosciuta.
Rachel Zegler ha origini colombiane
4. È nata in america ma ha
origini diverse. La Zegler è nata il 3 maggio del 2001 a
Hackensack, nel New Jersey. Pur essendo dunque statunitense di
nascita, l’attrice vanta origini piuttosto variegate. Suo padre ha
infatti origini polacche, mentre la madre Gina ha origini
colombiane. Sono queste ultime ad aver prevalso sulla Zegler,
donandole una bellezza molto particolare che ha certamente
contribuito al suo successo.
Rachel Zegler è su Twitter e Instagram
5. Ha un account su
Twitter. L’attrice è presente sul social network Twitter
con un profilo verificato e seguito da oltre 140 mila persone.
All’interno di questo la Zegler è solita principalmente condividere
post relativi ai suoi lavori, promuovendo ora come ora l’uscita in
sala di West Side Story. Non mancano però anche curiosità
e foto tratte da eventi a cui ha partecipato, permettendo così ai
suoi fan di conoscerla meglio.
6. È presente anche su
Instagram. Oltre a Twitter, la Zegler ha anche un profilo
Instagram verificato e seguito da quasi 300 mila persone. In
questo, nella propria bio, l’attrice ha scritto “Spielberg’s
maria – shazam 2 – snow white”, ovvero i suoi tre
lungometraggi di prossima uscita. All’interno del profilo, con
attualmente 77 post, la Zegler è solita come per Twitter
condividere immagini relative alla propria attività di attrice, ma
sono numerosi anche i post dedicati a momenti di svago, servizi
fotografici ed eventi mondani.
Rachel Zegler è su YouTube
7. È divenuta celebre grazie
al suo canale YouTube. Nel 2015 la Zegler ha aperto un
proprio canale YouTube, attualmente seguito da 206 mila persone.
All’interno di questo ha caricato principalmente video dove si
esibisce in cover di popolari canzoni, mostrando così anche ottime
doti canore. In particolare, il video dove esegue il brano
Shallow, tratto dal film A Star Is Born, ha
raggiunto oltre 11 milioni di visualizzazioni. Grazie alla
popolarità conferitale da questo canale, ha iniziato ad stringere
collaborazioni lavorative.
Rachel Zegler in West Side Story
8. Ha conquistato il ruolo
grazie alle sue capacità nel canto. Nel gennaio del 2018
il regista premio Oscar Steven Spielberg ha aperto un open casting
call tramite Twitter per trovare gli interpreti principali del suo
nuovo film, West Side Story. Per il ruolo di Maria, la
protagonista femminile, si sono proposte oltre 30 mila ragazze, tra
cui la Zegler. Questa ha inviato alcuni video dove canta
Tonight e I Feel Pretty, due dei più celebri
brani del musical su cui si basa il film. Dopo aver visto tali
performance, Spielberg non ebbe alcun dubbio sullo scegliere lei
come protagonista.
9. Ha già vinto un premio
per la sua interpretazione. Già presentato tramite alcune
anteprime negli Stati Uniti, West Side Story ha ricevuto
il plauso della critica, venendo indicato come uno dei migliori
film dell’anno. L’interpretazione della Zegler, in particolare, è
stata molto apprezzata, a tal punto che l’attrice ha già vinto un
premio per questa. La National Board of Review l’ha infatti
proclamata miglior attrice del 2021. Questo è un primo segnale del
fatto che la Zegler potrebbe essere tra le protagoniste
dell’imminente stagione dei premi.
Rachel Zegler: l’altezza dell’attrice
10. Stando a quanto
riportato da diverse fonti, l’attrice oggi ventenne sarebbe alta
complessivamente 1.57 metri.
Micheal Pearce
dirige Riz
Ahmed e Octavia Spencer nel nuovo
film Amazon Original Encounter.
Disponibile su Amazon Prime dal 10 dicembre, il
thriller fantascientifico è un ibrido innovativo, seppur denso di
citazioni.
La trama di Encounter
Malik Khan è un Marine.
Separato dalla moglie, ha due figli che vede molto poco: per
compiere le sue missioni vive lontano da loro. Temendo un invasione
aliena, Malik rapisce i due bambini da casa della moglie e
parte di notte per portarli in salvo: secondo il soldato, esistono
creature extraterrestri che, sotto forma di parassiti, si insinuano
nei corpi umani e prendono il controllo delle persone. L’unico modo
per proteggersi è utilizzare massicciamente lo spray pesticida e
recarsi in una base sicura dall’altra parte del paese. Mentre
Malik viaggia tra paesaggi deserti con i bambini,
entusiasti di vivere un’avventura con il padre, la polizia indaga
per ritrovare il rapitore e i due figli, svelando a poco a poco la
vera identità dell’uomo…
Un dubbio dopo l’altro in
Encounter
Encounter depista
continuamente lo spettatore: parte come fantascientifico puro e
scena dopo scena diventa sempre più psicologico. L’unico a spiegare
al pubblico la teoria dell’invasione aliena è Malik:
l’aspetto soprannaturale è dichiarato chiaramente e mostrato sulla
scena. Come Khan, anche noi vediamo gli insetti che
invadono gli spazi, le pupille dilatate di chi è infetto, sentiamo
i ronzii continui. Inizialmente, tutto sembra plausibile perché
inserito in un film sci-fi. Con il proseguire della storia, le
continue domande del figlio maggiore, le indagini della polizia, le
rivelazioni sul passato del soldato, generano una serie di dubbi
sulla veridicità di quanto dichiarato dal protagonista. Fino alla
fine ci si chiede: gli alieni sono davvero sulla Terra o solo nella
testa di Malik?
Il temibilissimo mondo
microscopico
La minaccia in
Encounter è quasi invisibile. Che si tratti dei
parassiti alieni nascosti nei corpi umani o delle psicosi di
Malik, ciò che mette in pericolo nel film non si riesce a
individuare chiaramente. Eppure, è in grado di causare immensi
danni: il rapimento dei bambini, le sparatorie, gli inseguimenti,
profonde ferite.
Nel thriller, l’inquietudine
generata è doppia. Da un lato ci sono gli insetti, ingranditi,
zoomati, ricostruiti a computer o ripresi a sciami mentre invadono
gli ambienti e s’insinuano negli spazi umani. Dall’altro, c’è la
follia di Malik: anch’essa a poco a poco s’insinua nella
storia. Piccoli scatti d’ira che sfociano in scenate, un nervosismo
costante che a tratti diventa violenza e altri dettagli
contribuiscono a far dubitare della stabilità mentale del
personaggio.
Il punto di vista di Jay e Bobby
Khan
Lo spettatore adotta per la maggior
parte di Encounter il punto di vista dei due figli
di Khan, Jay e Bobby. Inizialmente,
Malik appare come un mito: un soldato pronto a salvare i
figli, prestante e divertente, il compagno d’avventura ideale. Il
figlio maggiore, un ragazzino di dieci o dodici anni, ha mitizzato
tantissimo il padre mentre quest’ultimo era lontano da lui, ma
vivendoci nuovamente assieme, inizia a dubitarne. E con
Jay, anche lo spettatore.
Il cast del film riporta grandi
nomi: Riz Ahmed (Jason
Bourne, Sound of Metal) è il protagonista: l’attore
pluripremiato agli Emmy Awards e ai Golden
Globe è affiancato da Octavia
Spencer (Spider
Man, The
Help,
Il diritto di contare). Entrami sono perfetti nei propri
ruoli. Malik Khan è un padre protettivo e sensibile, ma
pieno di ombre nella sua personalità. Grazie alla recitazione di
Ahmed, la lotta interiore è ben visibile nel
personaggio. Spencer ha una funzione chiave nella storia: è
il ponte tra la polizia e il ricercato. Una donna forte e testarda,
che diventa il motore delle indagini, ma che è anche affezionata a
Malik e tenta di proteggerlo dalle accuse più forti.
La recitazione che colpisce di più è
però quella degli interpreti dei figli di Khan:
Lucian-River Chauhan e Aditya
Geddada non arrivano a vent’anni in due, eppure sono
estremamente spontanei e danno carattere ai propri personaggi. Le
battute sarcastiche, il linguaggio che utilizzano, adulto e
spigliato, li rende parti attive della storia.
Encounter, la fantascienza nel
2021
In conclusione, il film è
appassionante perché nulla è chiaramente mostrato come giusto o
sbagliato, terrestre o extraterrestre, reale o mentale, in un limbo
che avvolge e accompagna lo spettatore fino alla fine. L’angoscia
trasmessa dai rimandi alla metamorfosi uomo-insetto di un film come
La
Mosca non può che essere un valore aggiunto per
Encounter.
Il personaggio di
Thor è andato incontro a significativi cambiamenti
dal punto di vista della caratterizzazione nel franchise a lui
dedicato del MCU: ciò che è
iniziato come una tragedia shakesperiana nel primo film si è
trasformato in un disastro per la critica nel seguito Thor: Dark World. Successivamente, quando
Thor: Ragnarok ha fatto la sua comparsa nelle
sale, tutto sembrava diverso, partendo dal tono scaltro e vivace
con cui si presentava la pellicola.
L’evoluzione di
Thor dai fumetti al film manifesta differenze
sostanziali, sconosciute ai più: in realtà, il personaggio dei
fumetti non è neanche lontanamente divertente e spensierato come
quello del MCU e anche
il suo rapporto con gli altri personaggi è molto diverso.
Thor aveva un’identità segreta nei
fumetti
Una sequenza del primo film
sul DIo del tuono ci mostra l’eroe avere a che fare con il nome
Donald Blake: si trattava di un Easter Egg ed
effettivamente è stata anche l’unica volta in cui i film hanno
fatto riferimento a Blake, nome in realtà
importantissimo nei fumetti in quanto rappresentante l’identità
segreta di Thor, ovvero un medico che camminava
zoppicando e aiutandosi con un bastone, strumento grazie al quale
poi riusciva ad assumere le sembianze di eroe.
Più tardi si apprese che
Odino aveva creato Blake come
identità fittizia e che lui e Thor si sarebbero
semplicemente sostituiti in un altro regno: Thor
smise quindi di servirsi di questa immagine, lasciando il dottore
nell’altro regno per anni.
L’importanza di Mjolnir
C’era anche un grande
svantaggio che Thor aveva nei fumetti e che non ha
mai avuto nei film: poiché aveva un’identità segreta come
Donald Blake, questa era intrinsecamente legata
all’unico oggetto che gli permetteva di trasformarsi, ovvero
Mjolnir e doveva tenere necessariamente la presa
sull’arma in ogni momento.
Se Thor non avesse avuto il martello
tra le mani per un certo periodo di tempo, sarebbe tornato ad
essere Donald Blake, quindi possiamo dire che è
Mjolnir, sostanzialmente, a potenziarne
l’identità.
E’ molto più potente nei
fumetti
Al di là del fatto che
Thor non riuscisse a mantenere la sua identità di
supereroe senza brandire Mjolnir, nei fumetti il
personaggio è molto più potente. Nel MCU,
ha dovuto scavare dentro sé stesso per appropriarsi realmente del
potere che Odino gli aveva suggerito avesse, per poter competere
con quello di Hulk in Thor: Ragnarok.
Hulk e Thor sono in realtà circa
alla pari nei fumetti e il secondo è uno degli eroi più potenti
dell’universo: è stato proprio tenuto fuori dalla storyline di
Civil War nei fumetti a causa della sua potenza.
Ha sconfitto Galactus da solo, rendendo la sua
personalità nei fumetti infinitamente più vigorosa della sua
rappresentazione cinematografica.
Thor non è così divertente nei
fumetti
Ciò
che caratterizza
Thor
come eroe cinematografico è senza dubbio il fatto che sia
estremamente divertente: sempre in bilico tra la goffaggine e la
stupidità e una consapevolezza autoreferenziale di sé stesso, ha
generato innumerevoli risate negli spettatori delMCU.
Tuttavia, l’eroe è incredibilmente
serioso nei fumetti: è leale e dedito alle imprese e
morirebbe per proteggere i suoi amici e alleati. Si rifiuta di
unirsi ad eroi più scanzonati, identificandosi come uno stoico dio
tra gli uomini.
Il Dio del Tuono aveva un sacco di
ragazze nei fumetti
Nei film di
Thor, l’eroe ha una fidanzata sulla terra:
Jane Foster. I due sembravano essersi lasciati a
un certo punto e per Thor quella è stata la fine vera e propria; è
sembrato poi che potesse uscire con Sif, ma in
realtà ciò non si è mai verificato né accadrà in futuro molto
probabilmente. Comunque, nel MCU
Thor sembra voler rimanere uno scapolo.
Al contrario, nei fumetti, ha avuto
numerose frequentazioni: è stato con Jane Foster
per molto tempo, ma la relazione è poi finita e i due sono rimasti
amici. Negli episodi più recenti, invece, è uscito con
She-Hulk e ci sono state molte donne nel
suo passato.
Hela non era la sorella di Thor nei
fumetti
InThor: Ragnarok,
Hela
è apparsa dopo la morte di
Odino
e ha rivelato di essere la sorella maggiore di
Thor
e la vera nuova sovrana di
Asgard.
Hela
è poi diventata una potente villain di
Thor,
che ha ucciso innumerevoli Asgardiani e messo alla prova
Thor,
Loki,
Valchiria
e
Hulk.
Tuttavia, Hela non è imparentata con Thor nei fumetti.
Hela sarebbe la
figlia che Loki ha avuto con una gigantessa maga
di nome Angerboda. Questo la rende, nella migliore
delle ipotesi, la nipote adottiva di Thor. Nei
fumetti è stata anche la dominatrice del mondo sotterraneo di
Hel, quindi ha avuto un origin story
molto diversa da quella che ci ha presentato il MCU.
Thor aveva un altro fratello nei
fumetti
Al
posto di avere una sorella nei fumetti, il dio del tuono aveva un
altro fratello, che non ha mai fatto comparsa nelMCU,
ovvero
Balder il Coraggioso.
Ciò che concerne
Balder
è molto particolare, in quanto la storia di Ragnarok profetizzava
che la morte di Balder avrebbe causato la fine dei
tempi.
Tutto ciò è molto distante da ciò
che abbiamo visto nei film del MCU;
Balder ha avuto un ruolo estremamente
importante nei fumetti, che lo ha visto spaziare dal servire come
Re di Asgard allo scatenare il
Ragnarok come conseguenza della sua morte e
fare poi ritorno per aiutare a combattere nella Guerra dei
Regni.
Il Dio del Tuono è più intelligente
nei fumetti
Nei
film delMCU
sappiamo bene che
Thor
non è dipinto come una figura estremamente intelligente: è ritenuto
parecchio ottuso e spesso ha bisogno che le cose gli vengano
rispiegate più volte. E’ il bersaglio di diverse battute, arrivato
al punto in cui si prende in giro da solo in modo
autoironico.
Questo non rispecchia affatto la
maniera in cui Thor è dipinto nei fumetti, ovvero
uno dei più grandi Vendicatori ed un guerriero
molto astuto e intelligente, la cui potenza eguaglia Iron Man e
Capitan America.
E’ stato il re di Asgard nei
fumetti
InAvengers: Endgame,
Thor
ha scelto di non diventare re di Asgard; in realtà, a un certo
punto nelMCU,
non vedeva l’ora che arrivasse il momento in cui si sarebbe assunto
più responsabilità. Tuttavia, quando
Odino
morì, sembrò perdere interesse in qualsiasi cosa, tranne che nel
proteggere il suo popolo. Alla fine, ha lasciato che fosse
Valchiria,
uno dei migliori personaggi di supporto di
Thor,
a guidare la sua gente.
Nei fumetti, questo è molto lontano
dalla verità: Thor è il re di Asgard e ha già
ricoperto questo ruolo in passat; ha messo da parte i suoi amici
per assumere questo ruolo ed è diventato un sovrano serio e
determinato, con estremamente a cuore la sua patria.
Thor è un vero dio nei fumetti
NelMCU,
non ci sono dei, ma solo umani e creature aliene: gli dei di Asgard
sono semplicemente razze aliene che vivono in un altro mondo. Anche
i Nove Regni sono semplicemente mondi alieni, sebbene collegati
alla Terra attraverso il Bifrost. Nei fumetti,
Thor
è il legittimo dio asgardiano del tuono.
Non è un alieno, ma uno degli
antichi dei che gli abitanti della Terra hanno venerato da che se
ne ha memoria: Thor ha ben oltre 1.000 anni, e
potrebbe in realtà essere ancora più vecchio, dato che ha operato
sulla Terra sotto sembianze differenti per la maggior parte della
storia umana.
Il successo e il lascito del
franchise di Harry Potter è innegabile e assodato,
con parchi a tema, videogiochi, mostre e spettacoli teatrali sul
mago più famoso del mondo e chi più ne ha più ne metta.
Tuttavia, questo non significa
affatto che la fattura del franchise sia perfetta o esente da
critiche: dalla resa dubbia della CGI (considerata buona all’epoca
ma che è invecchiata male), ai buchi di trama e tanto altro,
soffermiamoci sui 10 maggiori difetti dei film di Harry
Potter che i fan continuano a ignorare.
La CGI è invecchiata male
In
tutti i film di
Harry Potter,
specialmente nei primi capitoli, sono ravvisabili problematiche
legate alla CGI ed effetti speciali di dubbia fattura: dal troll di
montagna alle partite di
Quidditch,
i primissimi tentativi di resa visiva sperimentale sono pressoché
fallati, anche se è comprensibile che i fan non si soffermino più
di tanto su questo aspetto.
All’epoca in cui i film sono usciti,
la CGI utilizzata era da ritenere efficace e appropriata – quindi
non si può rinfacciare al franchise che vent’anni dopo la
tecnologia è andata avanti; se il franchise venisse mai rifatto,
questa sarebbe sicuramente uno dei nodi cruciali da affrontare ma,
per i film originali, semplicemente non c’è soluzione facile per
una tecnologia datata.
Mancano personaggi dei libri
Poiché i libri sono così
dettagliati, molti personaggi non sono stati inclusi nella versione
cinematografica che, chiaramente, ha condensato la storia per il
grande schermo. Alcuni di questi sono personaggi minori, la cui
assenza a livello di trama non è importante, anche se con altri il
problema è ben diverso: la perdita di Winky e
degli altri elfi domestici di Hogwarts è stata una
grave mancanza e ancor di più il non aver visto Pixie il
Poltergeist sul grande schermo.
Per la maggior parte, questi
personaggi mancanti non danneggiano troppo la trama –
Pixie non ha alcun impatto reale sulla narrazione,
se non quello di rendere Hogwarts un ambiente più
vivace e divertenti, e Winky è stata eliminata
senza grosse difficoltà; tuttavia, al mondo cinematografico di
Harry Potter manca un po’ della ricchezza e
varietà delle trame originali.
Troppi buchi di trama
Anche
se la storyline principale rimane invariata, i film di
Harry Potter
presentano numerosi buchi di trama: i maggiori di questi sono stati
criticati all’unisono, come il fatto cheHarry
abbia un colore degli occhi diverso da quello di sua madre, mentre
alcuni dei difetti minori sono passati inosservati, o addirittura
sono diventati meme o battute ricorrenti, come la sala comune
dei
Serpeverde
che si trova nei sotterranei, eppure gli studenti vengono mandati
lì, quando c’è un Troll nei sotterranei.
In molti casi, i buchi di trama sono
affrontati nei libri, il che può spiegare perché i fan possano
trascurarli, dal momento che sono consci della spiegazione
originale del problema. Per esempio, quando Harry
fa riferimento al fatto che Hagrid gli ha
confessato di volere un drago, questa scena in realtà non si vede
nei film. Tuttavia, nei libri, è una conversazione completa. Altri
momenti, invece, possono semplicemente essere trascurati perché in
un universo così complesso, i fan accettano che le discrepanze
possano verificarsi.
Modifiche al cast
Un
numero sorprendente di personaggi è andato incontro a re-casting
nel corso del franchise e ciò è ancora più sorprendente se si pensa
che l’intenzione dei creatori fin dall’inizio era di trasporre
tutti e sette i libri. Tuttavia, gli attori che interpretano
Silente,
Lavanda Brown
e persino
Vincent Tiger
sono cambiati nel corso dei film.
Per la maggior parte, questi
cambiamenti sono trascurabili in quanto dovuti a ragioni fuori dal
controllo dello studio. La triste scomparsa dell’attore originale
di Silente, Richard Harris, ha portato alla sua
sostituzione con Michael Gambon, mentre Tiger
tecnicamente è stato sostituito con Blaise Zabini
– un cambiamento avvenuto perché l’attore Jaime
Waylett è stato arrestato per reati di droga. Tuttavia, i
fan sono stati meno contenti dei cambiamenti riguardanti
Lavanda Brown, originariamente interpretata
dalle attrici Kathleen Cauley e Jennifer
Smith, prima di essere sostituita da Jessie
Cave. Questo ha portato anche ad accuse di
whitewashing, dato che Cave ha assunto il ruolo proprio
quando è diventato importante, ma dato che Brown non era mai stata
chiamata per nome prima di quel punto, alcuni fan hanno suggerito
che il nome sia stato usato in precedenza solo per differenziare i
personaggi di sfondo.
Voldemort scende in campo
Uno
dei maggiori grattacapi della serie è il fatto cheVoldemort
sembra sempre pianificare i suoi attacchi e le sue azioni nefaste
in base al calendario scolastico – in modo che
Harry
sia sempre in grado di sconfiggerlo proprio alla fine dell’anno
scolastico, facendo opportunamente guadagnare a
Grifondoro
abbastanza punti per vincere la Coppa delle Case.
La semplice ragione dietro a ciò è,
naturalmente, il voler facilitare la narrazione strutturata! E
anche se non c’è alcun motivo per cui questo debba accadere, non
c’è nemmeno una vera ragione per cui non dovrebbe, quindi non è
troppo difficile andare oltre questo particolare “intoppo”. I fan
possono desiderare quante più spiegazioni possibili, ma sono anche
comprensivi dei limiti pratici di una trasposizione
cinematografica.
Personaggi che differiscono dalle
descrizioni dei libri
Anche se gran parte delle
scelte di casting nei film di Harry Potter sono
riconosciute (e sarebbe difficile immaginare qualcun altro come il
Trio d’Oro), i film non sono sempre accurati nella
caratterizzazione di alcuni personaggi che, molto spesso,
differiscono dai libri. Da Hagrid che è
significativamente più basso di come viene descritto, a Hermione che è molto più convenzionalmente
attraente, Neville che ha un colore di capelli diverso, e molti
dell’Ordine e dei professori originali che sembrano essere più
anziani di come sono nei libri, ci sono molti personaggi che
semplicemente non corrispondono alle descrizioni originali.
Ancora una volta, la praticità è il
fattore che guida questi cambiamenti, e il fatto che i fan sono a
loro agio con essi. Ingaggiare attori bambini significa non sapere
se cresceranno fino a diventare alti come i personaggi dei libri, e
avere a che fare con personaggi giganti come
Hagrid sarà sempre limitato dalle praticità delle
riprese: la maggior parte di queste “modifiche” non sminuisce
assolutamente la purezza della storia.
Mancanza di diversità
Questo problema è stato
sempre più segnalato dai fan, che sono frustrati dalla schiacciante
bianchezza del mondo dei maghi, per fortuna – ma è ancora un grande
difetto che i fan devono trascurare per divertirsi a rivedere i
film. Mentre ci sono un paio di personaggi – come Cho
Chang o Angelica Johnson – che sono
interpretati da attori POC, la stragrande maggioranza sono bianchi,
così come il Trio d’Oro.
Questo è stato in realtà affrontato,
in qualche misura, dal casting di un’attrice nera per interpretare
Hermione in Harry Potter and the Cursed Child, che ha
portato la Rowling a dichiarare di non aver mai
specificato l’etnia della ragazza, e ha sostenuto questo
cambiamento. Se i film fossero rifatti, senza dubbio molti altri
personaggi principali sarebbero interpretati da attori POC.
Problemi logici con la vita
magica
Mentre molti dettagli del mondo
magico sono stati attentamente pensati dalla
Rowling, altri aspetti semplicemente non hanno
senso! Dalla mancanza di università magiche, all’economia e ai
prezzi degli oggetti magici, alla decisione di usare cose come le
penne d’oca nonostante siano disponibili alternative più moderne e
facili, ci sono alcuni problemi piuttosto grandi con il mondo
magico descritto dalla Rowling.
Alcuni di questi possono essere
facilmente attribuiti a scelte estetiche, fatte per creare
l’ambiente magico di Hogwarts, che è sicuramente
perdonabile dai fan! Altri, naturalmente, possono non avere senso –
ma non hanno un impatto enorme sulla trama stessa.
Cattiveria di Silente/Redenzione di
Piton
Due dei personaggi più
controversi della serie sono Silente e Piton – uno impostato per essere un eroe, ma
che in realtà si comporta più come un cattivo, e uno che è
impostato come un cattivo, ma con un arco di redenzione. Questi
potrebbero essere aspetti fantastici della storia, naturalmente, ma
causano problemi perché Silente non è pensato per
essere un cattivo, e la redenzione di Piton semplicemente non piace a molti fan.
Naturalmente, molte delle peggiori
azioni di Silente erano necessarie perché la trama
avesse un senso, quindi è più facilmente perdonabile. Tuttavia,
Piton rimane profondamente antipatico a molti,
che credono che la sua grande rivelazione alla fine semplicemente
non sia stata sufficiente a compensare gli anni in cui ha trattato
Harry in modo terribile. Aggiungete il fatto che
la “tragedia” di Piton si riduce semplicemente a
non essere ricambiato da una donna, e i fan fanno decisamente
fatica a guardare oltre.
Materiale del libro mancante
Sicuramente uno dei
maggiori problemi che riguardano gli adattamenti cinematografici
dei libri di Harry Potter è l’enorme quantitativo di dettagli che
sono stati tralasciati: il punto focale della trama, naturalmente,
rimane lo stesso, ma altre sotto trame interessanti, e intere
storyline, non vengono approfondite nei film – da
Pixie alla Festa di Complemorte
all’associazione CREPA e la lotta di
Hermione per gli Elfi
domestici.
C’è da dire che si tratta comunque
di dettagli trascurabili, che non tolgono nulla alla storyline
principale, o alla magia del mondo di Hogwards e, naturalmente, i
fan che ne avvertono la mancanza, possono sempre ritornare ai
libri!
Un sequel di
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è
ufficialmente in arrivo con Destin Daniel Cretton
che torna a dirigere e scrivere le avventure del personaggio
interpretato da Simu Liu. Variety informa che è in
sviluppo anche una serie per Disney+.
Cretton ha firmato un esclusivo
accordo pluriennale con i Marvel Studios e l’Onyx Collective di Hulu. Il
nuovo accordo consentirà a Cretton di sviluppare progetti TV sia
per i Marvel Studios su Disney + che per
l’Onyx Collective per Hulu e altre piattaforme.
Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è uscito
durante il weekend del Labor Day e attualmente è il film con il
maggior incasso al botteghino nazionale con 224,5 milioni di
dollari dell’anno. Il film ha fatto la storia per il Marvel Cinematic Universe come il
primo a presentare un protagonista asiatico e un cast
prevalentemente asiatico, che includeva Simu Liu, Michelle
Yeoh, Awkwafina e Tony Leung. Al
botteghino mondiale, il film ha incassato finora 431,9 milioni di
dollari ed è l’ottavo film con il maggior incasso dell’anno.
Vi ricordiamo che nei panni del
protagonista ci sarà l’attore canadese Simu
Liu, visto di recente nella commedia di NetflixKim’s Convenience. Insieme a
lui, nel cast, figureranno anche Tony
Leung nei panni del Mandarino,
e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un
“leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà
il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che
si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la
sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è
l’ipnosi.
Matrix
Resurrections, il nuovo trailer italiano del
tanto atteso quarto film dell’iconico e innovativo franchise che ha
ridefinito un genere. Diretto dalla regista visionaria Lana
Wachowski, il nuovo film riunisce nuovamente le star Keanu Reeves e
Carrie-Anne Moss negli iconici ruoli di Neo e
Trinity.
Il film è interpretato anche da
Yahya Abdul-Mateen II (il franchise di
Aquaman), Jessica Henwick (per la TV Iron
Fist, Star Wars: Il Risveglio della
Forza), Jonathan Groff
(Hamilton, per la TV
Mindhunter), Neil Patrick
Harris (Gone Girl – L’amore
bugiardo), Priyanka Chopra Jonas (TV
Quantico), Christina
Ricci (TV Escaping the Madhouse: The Nellie
Bly Story, The Lizzie Borden Chronicles),
Telma Hopkins (TV Amiche per la
morte – Dead to Me),
Eréndira Ibarra (serie
Sense8,
Ingobernable), Toby
Onwumere (serie Empire),
Max Riemelt (serie
Sense8), Brian J. Smith
(serie Sense8,
Treadstone), e Jada Pinkett Smith (Attacco al
potere 3 – Angel Has Fallen, Gotham per la
TV).
Lana Wachowski ha diretto il film
da una sceneggiatura di Wachowski & David Mitchell & Aleksander
Hemon, basato sui personaggi creati dai Wachowski. Il film è stato
prodotto da Grant Hill, James McTeigue e Lana Wachowski. I
produttori esecutivi sono Garrett Grant, Terry Needham, Michael
Salven, Jesse Ehrman e Bruce Berman.
Il team creativo scelto da
Wachowski dietro le quinte comprende i collaboratori di
Sense8: i direttori della fotografia Daniele Massaccesi e
John Toll, gli scenografi Hugh Bateup e Peter Walpole, il montatore
Joseph Jett Sally, la costumista Lindsay Pugh, il supervisore agli
effetti visivi Dan Glass e i compositori Johnny Klimek e Tom
Tykwer.
La Warner Bros. Pictures presenta,
in associazione con Village Roadshow Pictures, in associazione con
Venus Castina Productions, Matrix
Resurrections. Il film sarà distribuito in tutto
il mondo dalla Warner Bros. Pictures e sarà nelle sale italiane a
partire dal 1 gennaio 2022.
Il prossimo 23 dicembre, arriva in
sala West
Side Story, la versione del classico musical del
1961 firmata da Steven Spielberg, che, per la prima
volta nella sua lunga e premiata carriera, si cimenta con questo
genere. A parlare del film, insieme al regista, sono intervenuti
Tony Kushner, premiato drammaturgo e sceneggiatore
per Spielberg già in Lincoln e Munich, e Rita
Moreno, EGOT che nel 1961 interpretò Anita per
Robert Wise.
Il primo pensiero, parlando di
questo remake, va ovviamente a Stephen Sondheim,
compositore e paroliere delle canzoni originali di West
Side Story (’61), scomparso alla fine di novembre 2021,
prima dell’uscita del film al quale aveva lavorato.
Il debito verso Stephen Sondheim
Sondheim aveva composto quelle
canzoni a 24 anni e Steven Spielberg racconta che
“era coinvolto nel film. Steve è stata prima persona che ho
incontrato quando ho cercato di ottenere i diritti per realizzare
la nostra versione di West Side Story. È stata la prima persona che
ho incontrato e con cui mi sono seduto, l’ho incontrato a casa sua
a New York City, di persona con i suoi cani. Ci eravamo già
incontrati prima per Sweeney Todd, e poi ci siamo incrociati alla
Casa Bianca, quando abbiamo ricevuto la medaglia presidenziale
della Libertà, noi e Barbra Streisand. Eravamo una specie di coppia
insieme, e ogni volta che lo incontravo, volevo parlargli di questo
disperato desiderio che avevo di fare la mia versione di West Side
Story, ma non riuscivo a cavarmi le parole di bocca. Abbiamo
parlato di tutto tranne quello. Poi alla fine, ci sono riuscito.
Steve era molto coinvolto nel film, ha commentato molto la
sceneggiatura di Tony. E aveva delle idee, e Tony ha intavolato un
dialogo con lui durante il processo di riscrittura. Ma non solo,
Steve è stato coinvolto a più livelli, abbiamo pre-registrato tutto
con gli interpreti alla sua presenza. E Steve è stato lì per tre
settimane, cinque giorni alla settimana, ogni giorno seduto proprio
accanto a me nello studio di registrazione.”
Non dev’essere stato semplice, anche
per il sommo Spielberg, lavorare così a stretto contatto con il
padre di quei testi e di quelle musiche, ma è anche vero che non è
stato semplice per Sondheim assistere alla riscrittura di una
storia che conosceva così bene, riscrittura soprattutto
linguistica, dal momento che molti passaggi del film sono
esclusivamente in spagnolo, senza i sottotitoli, in maniera del
tutto intenzionale.
Lo vediamo nella scena in cui
Bernardo cerca di convincere Maria a frequentare Chino,
rivolgendosi a lei in spagnolo, e Anita interviene chiedendogli di
parlare inglese, visto che sono in America.
Una questione linguistica importante
La scelta linguistica di
Tony Kushner è stata consapevole e voleva
veicolare il senso di appartenenza ma anche lo sforzo di rendersi
parte di una Paese che, nonostante tutto, rappresenta una
possibilità di vita migliore. “Proprio perché Anita corregge
tutti, chiedendo loro di parlare in inglese, abbiamo pensato che i
sottotitoli non fossero necessari, perché quello spagnolo non si
doveva capire. Nella nostra idea, per accentuare la diversità di
origine e etnia, lo spagnolo doveva coesistere con l’inglese in
parti uguali. Si tratta di uno degli argomenti che abbiamo
affrontato per primi, all’inizio del lavoro alla
sceneggiatura.” E il risultato è eccellente, soprattutto data
la bravura degli interpreti e soprattutto di Ariana
DeBose.
Per Spielberg è stato come tornare sul set di E.T.
Sembra inoltre che per
Steven Spielberg, lavorare a West
Side Story sia stato un momento così intimo e
gioioso che non viveva un’esperienza simile su un set dai tempi di
E.T. L’Extraterrestre. “È stato il più delizioso – ha
affermato il regista – come una situazione di famiglia che non
avevo da quando ho girato E.T. Su quel set mi sentivo un padre per
tutti quei bambini. E certamente, all’epoca non ero ancora padre
nella vita reale, ma E.T. mi ha fatto venire voglia di essere un
papà, così è nato il mio primo figlio, tre anni dopo aver diretto
E.T. E questa è stata la seconda volta che ho avuto quel tipo di
sensazione, di essere parte di una famiglia molto diversificata. E
non ero al centro della famiglia, ero semplicemente una parte della
famiglia.” Una famiglia che contava non solo tanti giovani di
talento, ma anche una regina tra tutti, Rita
Moreno, che torna in West
Side Story ma non più nel ruolo di Anita,
che le valse l’Oscar nel 1962, ma in quello di Valentina, un
delicatissimo personaggio scritto apposta per lei da Kushner.
Le leggendaria Rita Moreno interpreta
Valentina in West Side Story
“Mi piace molto il termine
‘passare il testimone’ – ha cominciato Moreno – è un
ottimo modo per mettere la questione. Non è stato facile. Voglio
dire, non dirò che non ero invidiosa, sarebbe solo una dannata
bugia. Anche perché ho avuto una parte meravigliosa scritta per me,
mi piaccio molto in questo film. E non dici cose del genere
facilmente. Amo ogni scena in cui sono, amo quello che sto facendo,
ma è stato difficile. È stato assolutamente inquietante,
soprattutto fare la scena con Anita. E immagino che per lei fosse
strano, ma vi posso garantire che è stato più strano per me. Ho
continuato a guardarla, e ho avuto una grande difficoltà ad entrare
nella scena. Perché quello che stavo davvero facendo in un certo
senso era salvare Anita… salvare la vita di Anita da questi ragazzi
che stavano per forse stuprarla. E il mio personaggio ha dovuto
porre fine a tutto. Beh, è stato davvero molto molto strano fare
questa scena, in particolare.”
Nonostante sia un remake moderno,
che quindi porta con sé il beneficio di un linguaggio
cinematografico contemporaneo, il West
Side Story di Steven Spielberg è
ambientato comunque negli anni ’60. Secondo Tony
Kushner, la scelta è stata dettata ancora una volta dal
linguaggio.
Una musica senza tempo
“La musica è senza tempo, non
avevamo vincoli da quel punto di vista. Ogni volta che senti quei
brani, è come se stessero accadendo ora, quindi non c’è niente di
strano o antiquato. E Sondheim che era il più grande paroliere
della storia, e uno dei più grandi compositori che abbiano mai
lavorato, in qualsiasi lingua, era un maestro senza tempo nel senso
che le sue intuizioni sul modo in cui le persone pensano e sentono
sono sempre attuali. Tuttavia, essendo un grande drammaturgo e
sceneggiatore, quello che dicono i suoi personaggi sembrano proprio
parole uscite dalle bocche di ragazzini di quegli anni, è un
linguaggio molto specifico. E la lingua delle canzoni è sicuramente
la lingua che avresti sentito all’epoca, tranne per lo spagnolo che
lì era assente. Sarebbe sembrato strano giustapporre quelle
canzoni al 2021. Inoltre, quando abbiamo iniziato a parlare di fare
questo film, era desiderio di Steven fare in modo che si sentisse
forte l’epoca, si sentisse lo sporco, e così abbiamo
deciso.”
Il risultato è strepitoso e il mondo
potrà goderne a partire dal 23 dicembre, giorno in cui arriverà in
sala West
Side Story.
West Side Story, al cinema dal 23
dicembre
West
Side Story, l’adattamento cinematografico del
musical diretto dal vincitore dell’Academy Award® Steven
Spielberg, arriverà il 23 dicembre nelle sale italiane,
distribuito da The Walt Disney Company Italia.
Diretto dal vincitore dell’Academy
Award® Steven Spielberg, da una sceneggiatura del vincitore del
Premio Pulitzer e del Tony Award® Tony Kushner, West
Side Story racconta la classica storia delle
feroci rivalità e dei giovani amori nella New York del 1957. La
rivisitazione dell’amato musical è interpretata da
Ansel Elgort (Tony), Rachel Zegler
(María), Ariana DeBose (Anita), David
Alvarez (Bernardo), Mike Faist (Riff),
Josh Andrés Rivera (Chino), Ana
Isabelle (Rosalía), Corey Stoll (Tenente Schrank), Brian
d’Arcy James (Agente Krupke) e Rita
Moreno (nel ruolo di Valentina, proprietaria del negozio
in cui lavora Tony). Moreno, una degli unici tre artisti ad aver
vinto i premi Oscar®, Emmy®, GRAMMY®, Tony® e Peabody, è anche una
dei produttori esecutivi del film.
La squadra creativa del film, che
unisce il meglio di Broadway e Hollywood, include Tony Kushner, che
è anche il produttore esecutivo; il vincitore del Tony Award®
Justin Peck, che ha ideato le coreografie del film; il celebre
direttore d’orchestra della Los Angeles Philharmonic e vincitore
del GRAMMY Award® Gustavo Dudamel, che ha curato le registrazioni
dell’iconica colonna sonora; il compositore e direttore d’orchestra
candidato all’Academy Award® David Newman
(Anastasia), che ha composto la colonna
sonora; la compositrice vincitrice del Tony Award® Jeanine Tesori
(Fun Home, Thoroughly Modern
Millie), che ha supervisionato il cast per le parti
cantate; e il music supervisor candidato al Grammy® Matt Sullivan
(La Bella e la Bestia,
Chicago), produttore esecutivo delle musiche del
film. Il film è prodotto da Spielberg, dalla produttrice candidata
all’Academy Award® Kristie Macosko Krieger e dal produttore
vincitore del Tony Award® Kevin McCollum. West Side Story
è l’adattamento cinematografico dello spettacolo di Broadway
originale del 1957, con libretto di Arthur Laurents, musiche di
Leonard Bernstein, testi di Stephen Sondheim, e ideato, diretto e
coreografato da Jerome Robbins.
Mirko Trovato è un
giovane attore laziale che ha saputo conquistare una gran parte di
pubblico. A soli vent’anni, Trovato ha alle spalle una gavetta
fatta di qualche serie televisiva e di qualche film che lo hanno
fatto conoscere al pubblico, conquistandolo letteralmente.
Trovato è un attore capace e
versatile, in grado di interpretare ruoli diversi e di farsi
comunque amare dagli spettatori. Ma più che un attore, Trovato è un
ragazzo con la testa ben piantata sulle spalle, che conosce il suo
pubblico e non fa per il niente il prezioso: infatti, cerca sempre
di soddisfare tutti i suoi fan.
Ecco dieci cose da sapere su
Mirko Trovato.
Mirko Trovato: film
1. È celebre grazie ad
alcune serie. Mirko Trovato ha iniziato a recitare nel
2014, a soli 15 anni, nella serie che lo ha reso famoso:
Braccialetti Rossi. In questa serie, Mirko ha
interpretato, per tre stagioni, il ruolo di Davide. Nel 2015,
Trovato ha recitato anche nella web serie intitolata Lontana da
me: incentrata sulla vita degli adolescenti, anche questa
serie è prodotta dalla Rai e da Palomar. Nel 2018, invece, il
giovane attore ha partecipato a Baby, la serie italiana
targata Netflix, dividendo il piccolo schermo con Benedetta
Porcaroli, Claudia
Pandolfi, Lorenzo Zurzolo
e Alice Pagani.
2. Mirko Trovato sta
conquistando il cinema. Nel 2017 Trovato esordisce al
cinema, debuttando nel film Non c’è campo, diretto da
Federico Moccia e con un cast che comprende
Vanessa Incontrada e Gianmarco
Tognazzi. In seguito ha recitato in Restiamo
amici e Un nemico che ti vuole bene. Restiamo
amici è un film Antonello Grimaldi, dove
Trovato divide il grande schermo con Michele
Riondino, Alessandro Roja,
Violante
Placido e Libero de Rienzo,
interpretando il figlio adolescente di un pediatra vedovo sull’orlo
della depressione. In Un nemico che ti vuole bene, invece,
Trovato fa parte di un thriller con Diego
Abatantuono, Antonio Folletto,
Massimo Ghini, Sandra Milo,
Roberto Ciufoli e Antonio
Catania.
Mirko Trovato è su Instagram
3. Mirko Trovato ha un
profilo Instagram ufficiale. Per la gioia dei suoi fan,
anche Mirko Trovato ha un account Instagram ufficiale seguito da
668 mila persone. L’attore, classe 1999, ha una bacheca molto
variegata, nella quale posta foto che lo ritraggono in momenti
lavorativi ed eventi mondani, ma che, soprattutto, evidenziano la
spensieratezza tipica dei suoi vent’anni.
Mirko Trovato in Braccialetti
rossi
4. Non pensava sarebbe
tornato per le stagioni successive. Come saprà chi ha
seguito la serie Braccialetti rossi, al termine della
prima stagione il personaggio interpretato da Trovato va incontro
alla morte. Proprio per via di tale risvolto, l’attore non era
certo di tornare anche per le stagioni successive. Gli
sceneggiatori hanno però deciso di farlo comparire come spirito
guida, permettendo così ad un personaggio molto amato di continuare
ad apparire nella serie e ispirare quanti erano ancora vivi.
Mirko Trovato: età e altezza
5. Mirko Trovato è molto
giovane. Mirko Trovato è un attore molto giovane, che ha
visto la fortuna sorridergli quando aveva solo 15 anni. Facendo
fronte alla sua biografia, Trovato è nato il 13 febbraio del 1999 a
Pomezia, vicino a Roma, sotto il segno dell’Acquario.
6. Mirko Trovato non è un
ragazzo particolarmente alto. Rispetto agli altri suoi
colleghi coetanei, Mirko Trovato non è particolarmente alto:
l’attore, infatti, è alto poco meno di 170 centimetri, ma occorre
considerare il fatto che, avendo compiuto da poco i vent’anni,
potrebbe ancora crescere di qualche centimetro.
Mirko Trovato è fidanzato?
6. Mirko Trovato è
fidanzato. Dall’estate 2018 Mirko Trovato ha
cominciato a frequentare la modella statunitense Jennifer
Marino, ha un anno più grande di lui. La prima occasione
ufficiale in cui sono stati visti insieme è stato L’Ischia Global
Fest, a cui Mirko era invitato. Inutile dire che le sue giovani fan
si siano disperate alla notizia e che sperino di poterlo un giorno
conquistare. Nel settembre del 2020, tuttavia, i due hanno
annunciato la rottura della relazione.
7. Mirko Trovato ha un buon
rapporto con le sue fan. Sebbene le sue fan possano
risultare piuttosto agguerrite e pronte a farsi avanti per poter
strappare magari un appuntamento, il giovane attore ha rivelato,
qualche hanno fa, quando si dichiarava single, di avere l’imbarazzo
della scelta, proprio perché per lui tutte le ragazze sono a loro
modo carine. Poco importa se si trova gruppi di dieci o venti
persone sotto casa: con loro si presta a fotografie e autografi, e
risponde anche alle lettere che gli arrivano. Tuttavia, in passato
è stato costretto a cambiare numero di telefono per le continue
chiamate, anche notturne, da parte di fan sfegatate che erano
riuscite ad impossessarsi del suo numero.
Mirko Trovato in Baby
9. Mirko Trovato ha fatto
parte del cast di Baby. Tra i vari membri del cast che ha
dato vita alla serie Baby, c’è anche Mirko Trovato. In
questa serie, Mirko recita la parte di Brando, uno dei ragazzi che
la fanno da padrona al liceo Collodi, un ragazzo di buona famiglia
che vuole avere sempre la situazione sotto il suo controllo.
10. Con Baby, Mirko Trovato
è cresciuto come attore. Baby è una serie che ha voluto
raccontare un’età della vita, il passaggio da adolescenti ad
adulti, parlando d’amore, poiché ogni personaggio, anche quello di
Trovato, cerca un amore in un mondo dove questo sentimento non
esiste. Di fatto Trovato, pur non essendo il protagonista primario,
è riuscito a dare un contributo deciso alla realizzazione di questa
serie targata Netflix.
Come già accaduto negli
USA, anche nel nostro paese i fan si sono scatenati per riuscire a
prenotare un biglietto per Spider-Man:
No Way Home. Le prevendite, infatti, hanno aperto
dalla mezzanotte del 6 dicembre e l’entusiasmo degli appassionati
dell’amichevole Spider-Man di quartiere non si è fatto attendere
registrando un vero e proprio record mai visto in Italia. In poco
meno di 12 ore dall’apertura sono stati venduti infatti oltre
50.000 biglietti, un dato mai registrato nel nostro paese.
Il primo film ha rivelato la storia
delle origini di Miles Morales mentre veniva coinvolto in un più
grande multiverso di Spider-people, e ora non sorprende che il film
abbia un sequel (due in realtà). Sembra inoltre che Miguel O’Hara,
ovvero Spider-Man 2099, avrà un ruolo più
importante da interpretare dopo la sua
citata misteriosa apparizione nella scena post-credits.
Mentre nel primo film Miles Morales
(Shameik Moore) ha combattuto per riportare i suoi
nuovi alleati a casa nelle loro rispettive realtà, sembra che ci
sarà una nuova avventura all’orizzonte con il ritorno di
Spider-Gwen (Hailee Steinfeld). Facendo visita a
Miles nella sua stanza, nel video proposto, sembra che Gwen stia
cercando di riconnettersi con lui mentre ha bisogno del suo aiuto
con qualche nuovo problema multiversale (nonostante Miles
apparentemente sia a terra).
L’Uomo Ragno di Miles volerà presto
attraverso il multiverso, lasciando per la prima volta la sua
realtà. Ma dopo la prima parte del trailer, lo Spider-Man di
Brooklyn viene sorprendentemente attaccato da un diverso
Spider-Man, Spider-Man 2099, la nuova variante i
cui obiettivi rimangono sconosciuti. Ma conosciamo meglio Mighuel
O’Hara, ovvero il misterioso Spider-Man 2099 che
vedremo presto in azione.
Spider-Man 2099, poteri e
abilità
Nei fumetti Marvel, Miguel O’Hara, alias
Spider-Man 2099, è stato creato nel 1992 da Peter David e Rick
Leonardi. Raffigurato come l’Uomo Ragno di domani, questa variante
che debutterà presto in Spider-Man: Accross the
Spider-verse– Part One vive in
una realtà ambientata nel 2099. Proteggendo la città di Nueva York,
Miguel lavora per combattere contro una società corrotta conosciuta
come Alchemax mentre continua a raccogliere sempre più consensi in
città. Tuttavia, Alechemax è il luogo in cui Miguel ha ottenuto i
suoi poteri quando i suoi geni sono stati fusi con la forza con il
DNA di un ragno, rendendolo ragno al 50%.
Con artigli sui piedi e sulle mani,
Miguel è in grado di attaccarsi e arrampicarsi sui muri proprio
come farebbe un ragno. Ha anche sviluppato artigli più grandi sugli
avambracci. Inoltre, le ragnatele di Spider-Man 2099 sono organiche
e fuoriescono dai suoi polsi, non diversamente da quelle dello
Spider-Man di Tobey Maguire dalla trilogia diretta
da Sam Raimi. Ha anche delle zanne che gli
permettono di paralizzare i suoi nemici con un veleno non
letale.
Gli ultimi anni hanno visto lo
Spider-Man 2099 di Miguel O’Hara diventare un personaggio
importante negli eventi dello Spider-Verse Marvel, oltre a diventare un eroe
dell’Era Eroica, l’era moderna dell’Universo Marvel. In quanto tale, ha senso
che sia stato scelto per avere un ruolo significativo in Spider-Man: Accross the
Spider-verse– Part One, forse
diventando una variante primaria di Spider-Man che aiuta Miles
Morales a navigare nel multiverso.
Nella sua breve apparizione
di
Spider-Man: Un Nuovo Universo, non è stato rivelato
molto su Spider-Man 2099, oltre al fatto che ha acquisito la
capacità di saltare autonomamente attraverso il multiverso. Questo
grazie agli sforzi di Lyla, la sua assistente personale olografica
doppiata da Greta Lee. Nel frattempo,
Spider-Man 2099 è stato doppiato da Oscar Isaac.
È stato confermato che Oscar Isaac riprenderà il suo ruolo di Miguel
in Spider-Man: Accross the
Spider-verse– Part One, che
sarà sicuramente interessante poiché le origini di Spider-Man 2099
verranno probabilmente rivelate. Mentre la scena post-credits nel
primo film è stata un’eccitante conferma dell’esistenza di Miguel
nel multiverso, sarebbe bello vedere qualcosa in più di uno
Spider-Man così dinamico. La scena finale,
che potete rivedere qui, ha visto semplicemente
Spider-Man 2099 saltare sulla Terra del cartone
animato di Spider-Man del 1967, discutere con l’Uomo Ragno di quel
mondo mentre ricreavano il popolare meme Internet “Spider-Man
Pointing“.
Spider-Verse 2: perché Spider-Man
2099 attacca Miles Morales?
Uno dei momenti più
interessanti del first look di Spider-Man: Accross the
Spider-verse– Part One non è
solo che Miles si stia avventurando oltre la propria realtà, ma che
viene rapidamente attaccato da Spider-Man 2099.
Perché Miguel dovrebbe avere una rivalità con Miles? Forse si
incontreranno nel film, prima di questa rissa a tensione già
creata. È anche possibile che la conoscenza di Miguel del futuro
possa vederlo tentare di impedire all’Uomo Ragno di Miles Morales
di fare qualcosa che deve ancora fare, qualcosa che potrebbe avere
conseguenze involontarie ma disastrose. Tuttavia, è molto probabile
che la Alchemax fungerà da filo conduttore.
Non solo nel futuro Alchemax è
incredibilmente corrotta ed è anche responsabile dei poteri di
Miguel nei fumetti, ma è anche l’origine dei poteri di Miles, visto
che anche lui è stato morso da un ragno della stessa società. Allo
stesso modo, l’attuale Alechemax era la società che aveva assunto
Oliva Octavius come scienziato capo, e che stava lavorando con
Kingpin per creare il Super Collider come mezzo per riportare la
sua famiglia da un altro universo. Di conseguenza, Miles e Miguel
hanno molto in comune, anche se potrebbe essere proprio questo che
li motiva a essere in disaccordo.
In ogni caso, sarà interessante
vedere cosa c’è in serbo per Spider-Man 2099/Miguel
O’Hara, sia in questo film che nella Part Two, che funge
da secondo capitolo di Across the Spider-Verse .
Avere Oscar Isaac che si unisce ai sequel in quello
che sembra essere un ruolo principale sarà sicuramente eccitante
mentre verrà esplorato il multiverso. È anche probabile che Miles
si riunirà con le Spider-People che abbiamo visto nel primo film:
Spider-Gwen, Spider-Ham, Peter B. Parker e altri. Indipendentemente
da ciò, Spider-Man 2099 è una delle varianti
Spider più amate nei fumetti Marvel, quindi speriamo che abbia
il debutto che merita in Spider-Man: Accross the
Spider-verse– Part One.
Evangeline Lilly è
una di quelle attrici che ha fatto pochi film, ma tutti eccellenti.
La sua è stata una lunga gavetta che, però, l’ha portata a
realizzare film di indubbio successo, riuscendo a conquistare una
grande fetta di pubblico.
La sua bravura, già apprezzata nella
serie di Lost, ha cominciato ad essere apprezzata su larga
scala grazie anche agli ultimi due capitoli della saga de Lo
Hobbit e ai due film Marvel su Ant-Man. In ogni
caso, l’attrice canadese è sicuramente da tenere d’occhio per il
futuro.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Evangeline Lilly.
Evangeline Lilly: filmografia
1. Evangeline Lilly: i film
e la carriera. Evangeline Lilly ha iniziato la sua
carriera di attrice tra il 2002 e il 2003, quando cominciò ad
appare in qualche film, come Ho rapito Sinatra (2003),
Lizzie McGuire: da liceale a popstar (2003), Freddy
vs. Jason (2003) e White Chicks (2004), in ruoli
sostanzialmente minori, senza essere nemmeno accreditata.
Successivamente la sua carriera comincia a decollare grazie a film
come Afterwards (2008), The Hurt Locker (2009),
Real Steel (2011), Lo Hobbit – La desolazione di Smaug (2013) e Lo Hobbit – La battaglia delle cinque armate (2014).
In seguito, l’attrice ha partecipato ai film Ant-Man (2015), Little Evil (2017), Ant-Man and the Wasp (2018), Avengers: Endgame (2019) e Confini e
dipendenze (2021).
2. Evangeline Lilly ha
lavorato in una serie tv di successo. Nel corso della sua
carriera, ad Evangeline Lilly è capitato in diverse occasioni di
recitare anche per la televisione, apparendo in alcuni episodi di
serie quali Judgment Day (2002), Tru Calling
(2003) e Smallville (2002-2004). Il grande successo arriva
però grazie a Lost, dove dal 2004 al 2010 ricopre il ruolo
di Kate Austen, recitando in circa 114 episodi. Sarà proprio per
questa serie a farle ottenere i massimi onori e grande
popolarità.
Evangeline Lilly e il nudo
3. Evangeline Lilly non ama
girare scene di nudo. Nei vari film da lei svolti si nota
come Evangeline Lilly goda di una carica sexy naturale, quasi
innocente. Eppure, lei non apprezza girare scene di nudo nei suoi
film, infatti, pur risultando prestante e con un fisico da invidia,
non si vede mai troppo della sua pelle. A riguardo, recentemente,
la Lilly ha ricordato un episodio molto spiacevole accaduto sul set
di Lost. Durante la riprese della terza stagione,
l’attrice si trovo costretta a girare una scena parzialmente nuda,
sentendo di non avere nessuna scelta. Nonostante i tentativi di
avere il controllo della scena da girare, la Lilly non ci
riuscì.
Evangeline Lilly: età e altezza
dell’attrice
4. Evangeline Lilly è
piccoletta. L’attrice, nata il 3 agosto del 1979 a
Fort Saskatchewan, in
Canada, è alta 168 centimetri. Tuttavia, questa statura
media non le ha causato problemi nell’interpretare tanti ruoli
diversi che hanno lanciato la sua carriera.
Evangeline Lilly in
Lost
5. Evangeline Lilly si è
sentita come in un campo d’addestramento.Lost
non è stata una serie facile, soprattutto dal punto di vista
organizzativo e i personaggi non sono stati da meno. Il ruolo di
Kate Austen, interpretato dalla Lilly, è un tipo molto dinamico e
l’attrice ha dichiarato che essere sul set della serie sembrava
come di essere in un campo di addestramento. Infatti, il suo
personaggio si arrampica spesso sugli alberi (cosa che piace fare
anche all’attrice).
Evangeline Lilly in Ant-Man
6. Il personaggio di
Evangeline Lilly viene disintegrato dalla schiocco di
Thanos. In Ant-Man and the Wasp, il personaggio
dell’attrice canadese viene polverizzato dopo il temuto schiocco di
dita di Thanos. Ma quando la Lilly ne aveva
appreso la notizia, era rimasta di sasso, più che altro per il
fatto che in questo film finalmente era diventata una supereroina e
veniva già condannata a morte.
7. Evangeline Lilly è
rimasta sconvolta dagli studi della Marvel. In un’intervista
di qualche anno fa, la Lilly rivelò di essere rimasta sconvolta dai
Marvel Studios: “Mi aspettavo di entrare
in una grande macchina così perfettamnte oliata che qualsiasi
proposta e nuova idea sarebbe stata considerata un fastidio. La
Marvel invece non avrebbe potuto
essere più diversa di fronte a tali aspettative. Sono stati
collaborativi in un modo che mi ha fatta sentire come se stessi
lavorando su un piccolo progetto indie. Voglio dire che era intimo
e collaborativo. Ho avuto una meravigliosa esperienza.”.
Evangeline Lilly in Lo Hobbit
8. Evangeline Lilly ha
lavorato a due capitoli de Lo Hobbit. Evangeline Lilly ha
avuto la fortuna e l’onore di poter lavorare in due capitoli della
trilogia de Lo Hobbit, ovvero in La desolazione di Smaug e
in La battaglia delle cinque armate. L’attrice ha
interpretato il ruolo dell’elfa Tauriel, uno di quelli su cui
fantasticava sempre sin da quando era bambina. Tale personaggio, in
realtà, è completamente assente nei romanzi di Tolkien, ed è stato
appositamente scritto per questi film prequel.
9. Se non fosse stato per Lo
Hobbit, Evangeline Lilly avrebbe smesso di recitare.
Durante un’intervista, svoltasi in occasione dell’uscita di
Ant-Man and the Wasp, la Lilly ha ammesso che se non fosse
stato per Peter Jackson, a quest’ora avrebbe
smesso di recitare. La scelta di continuare a fare l’attrice è
maturata dopo il termine de La battaglia delle cinque
armate: “Girare quei film è stato bellissimo, ho vissuto
un anno in Nuova Zelanda e mi sono sentita parte di quella
famiglia. Tutto ciò mi ha aiutato ad aprire gli occhi e a capire
che si, questo lavoro può essere una gioia, e dipende soltanto dal
modo in cui ci si avvicina“.
Evangeline Lilly è su Instagram
10. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo personale seguito da 2,1 milioni di
persone. All’interno di questo, con oltre mille post, l’attrice è
solita condividere immagini o video relativi al suo lavoro, con
curiosità e dietro le quinte. Non mancano però anche post relativi
alla sua vita privata, con eventi, luoghi visitati o momenti di
svago insieme ad amici o famigliari. Seguendola, dunque, si potrà
rimanere aggiornati su tutte le sue attività.
A ricevere il Pulcinella Award per
la categoria Preschool Tv Seriesè
stato The Game Catchers (Rai
Ragazzi, Studio
Bozzetto),Nina &
Olga (Rai Ragazzi, Enanimation, Mondo TV
Producciones Canarias) ha vinto nella categoriaUpper
Preschool Tv Series,
mentre Gigablaster (Gloob, Copa
Studio, Estricnina Desenhos Animados) in Kids TV Series. Per
Interactive Multimedia Works premiato Little Nightmares
II (Tarsier
Studios),per Live Action/Hybrid TV
SeriesWhatsanna (KidsMe
srl),per TV Series Pilots
AquaTeam – Sea Adventure (Rai
Radiotelevisione Italiana, GraFFiti Creative), per la
categoria Short
FilmsMila (Rai
Ragazzi, Pixel Cartoon, IbiscusMedia (USA) – Cinesite (Canada) –
Aniventure (UK)).
Nella sezione Lungometraggi il
premio per il Miglior film è stato assegnato a The
WolfWalkers (Cartoon Saloon); Miglior regia a
Trash(Al
One srl); Miglior animazione ad Absolute
Denial (Bridge Way Films, ABSOLUTE DENIAL FILMS LTD);
Miglior sceneggiatura a Felix and the Treasure of
Morgäa (10th Ave Productions); Miglior colonna
sonora a Yaya & Lenny: The Walking
Liberty(Mad
Entertainment SPA, Rai Cinema SPA).
Ad aggiudicarsi il maggior numero di
premi, con cinque Pulcinella Awards, l’Italia. Gli altri paesi
vincitori sono Brasile, Irlanda e Svezia.
L’edizione 2021 di “Cartoons on the
Bay” ha visto entrare nella Hall of fame del Festival Fusako
Yusaki. L’UNICEF Award è stato invece allo
svizzero Only a Child (Animundi
s.r.l.).
Ecco il trailer italiano di Spencer,
il nuovo film di Pablo Larraín sulla vita della
principessa Diana interpretata da
Kristen Stewart. Nel cast anche Timothy Spall,
Jack Farthing, Sean Harris, Sally Hawkins. Il film è stato
presentato in Concorso a
Venezia 78.
Lady Diana, Lady D. Un nome che è diventato un marchio e un
simbolo. La storia di una principessa che era entrata nel cuore di
una favola ma che l’aveva rifiutata, scegliendo di non diventare
regina per non rinunciare a se stessa. Diana coraggiosa e ribelle.
Diana che prende in mano il suo destino e rompe tutti gli schemi,
rifiuta le liturgie soffocanti di un mondo che l’aveva imprigionata
in un sogno fasullo e destruttura il mito della corona. Una donna
generosa e amatissima, sofisticata e pop, coraggiosa e vulnerabile,
che esce dalla corte reale ed entra nel mito per diventare icona
universale ed emblema di modernità. Il matrimonio fra la
Principessa Diana e il Principe Carlo è in crisi da tempo. Malgrado
le voci di presunti flirt e di un imminente divorzio, si cerca di
preservare la pace in vista delle festività natalizie,
tradizionalmente trascorse dai reali nella proprietà di
Sandringham. Sono giorni in cui si mangia, si beve, si spara e si
va a caccia. E sono i giorni cruciali della scelta non più
negoziabile. Perché Diana conosce le regole del gioco ma questa
volta ha deciso. Quest’anno non sarà come gli altri e niente sarà
più come prima.
SPENCER immagina ciò che potrebbe essere successo in quei
pochi, fatidici giorni.
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos Santos(Voltron:
Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato
all’Oscar Kemp Powers(Soul)
e Justin K. Thompson(Piovono polpette)
per dirigere Spider-Man: Accross the Spider-verse,
utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord
e Chris Miller (che tornano anche come
produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in
collaborazione con David Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar
Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree
Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John
Mulaney e Kimiko Glenn.
Il primo episodio della nuova serie
tv Hawkeye ha portato i fan indietro nel tempo al
2012, rivelando che Kate Bishop era presente alla Battaglia di New
York. Questo grande evento del primo film degli
Avengers è definibile cosmico, in ogni senso: è
stata la conferma ufficiale per l’umanità dell’esistenza degli
alieni nel MCU
e ha inoltre innescato svariati effetti a catena nei successivi
film e serie tv del MCU.
La Battaglia di New
York si sta rivelando sempre più cruciale man mano che il
franchise progredisce, con numerosi personaggi ed eventi secondari
che vi si ricollegano direttamente: questo momento chiave nella
storia del MCU
diventerà sempre più importante con l’emergere di nuovi personaggi
di New York City e con il potenziale ritorno di alcuni vecchi
personaggi degli show Marvel
di Netflix.
Il padre di Kate Bishop è
morto
La nuova serie di Hawkeye
si apre con un flashback al 2012, quando la giovane Kate
Bishop si trova in casa al momento dell’attacco; tuttavia,
la morte di suo padre in battaglia la devastò personalmente. La
morte di Derek non viene mostrata sullo schermo,
lasciando un po’ di mistero sulle circostanze esatte
dell’avvenimento ma, col senno di poi, possiamo dire che la
battaglia si rivelerà formativa per Kate.
Dopo che la casa di
Kate viene devastata dall’invasione dei
Chitauri, una delle specie aliene più pericolose
dell’Universo Marvel,
si vede sopraggiungere Clint Barton che li combatte come
Occhio di Falco: è proprio questo il momento in
cui Kate deciderà di dedicarsi al tiro con l’arco,
perseguendo le sue orme di eroe.
War Machine stava combattendo
contro i Dieci Anelli
Non tutti gli eroi del
MCU
presero parte alla battaglia di New York: uno dei maggiori
protagonisti della Fase 1, War
Machine, era infatti assente perché impegnato in un’altra
grande battaglia; stava combattendo l’organizzazione criminale dei
Dieci Anelli a Hong Kong in quel momento, come
mostrato in Iron
Man 3 Prelude, un tie-in a fumetti del 2013.
I fan dei fumetti sanno che
War Machine sarebbe stata una figura preziosissima
nella lotta contro i Chitauri, ma egli era impegnato a combattere –
da solo – i super armati Dieci Anelli, anche se
torna in città in tempo per unirsi a tutti da Shwarma.
L’Antico ha difeso il Sanctum
Santorum
Non è vero che i
Vendicatori erano completamente privi di supporto
nella Battaglia di New York; i fan del MCU
sanno che, grazie al meccanismo del viaggio nel tempo di Avengers: Endgame, anche
l’Antico ha partecipato alla battaglia. Tuttavia
il suo ruolo, nonostante la sua grande padronanza delle arti
magiche, è stato comunque limitato e sembra che si sia focalizzato
principalmente sulla difesa del Sanctum Sanctorum
dagli alieni.
Chiaramente l’Antico si sarebbe
meritato un ruolo di maggior rilievo nella battaglia, ma è indubbio
che la sua conoscenza del futuro tramite la Pietra del
Tempo sembra aver giocato un ruolo cruciale nello
svolgersi dell’attacco.
Ben Urich ha ricordato la battaglia
in Daredevil
La Battaglia di New York ha
avuto conseguenze importanti nella serie Marvel
di Netflix, almeno
nella sua fase iniziale, soprattutto grazie a Ben
Ulrich, un importante personaggio di supporto nei fumetti
di Daredevil e nell’omonima serie: egli ha
conservato una copia incorniciata di un documento di cronaca che
attesta il terribile attacco, come mostrato negli episodi iniziali
di Daredevil.
Anche se il legame tra le serie
MCU
in streaming di Netflix e il MCU
è stato un po’ confuso, i recenti eventi di Hawkeye sembrano suggerire che alcuni
elementi introdotti nelle serie avranno una ripercussione nel
MCU
e potremmo assistere molto presto ad altre novità.
Hell’s Kitchen fu per la maggior
parte distrutta
La battaglia di New York
ebbe effetti devastanti, come attesta l’articolo di Ben
Urich. Il quartiere di Hell’s Kitchen a
Manhattan, che si trova sul lato ovest di Midtown nelle vicinanze
della Stark Tower, venne effettivamente distrutto:
questo ha avuto importanti ripercussioni per la serie NetflixDaredevil, che sembra verranno ulteriormente
sviluppate nel MCU.
Hell’s Kitchen è
stata in gran parte ricostruita dalla Union Allied
Construction, una società gestita da Wilson
Fisk, che i fan dei fumetti conoscono come
Kingpin. Data la direzione intrapresa dalla serie
Hawkeye,
sembra che questo aspetto dello show di Netflix possa
stabilizzarsi nel MCU.
La battaglia è durata quasi tre
ore
Anche se la Battaglia di
New York occupa effettivamente mezz’ora del minutaggio di
Avengers, la battaglia vera e propria durò quasi
tre ore. Questo lo sappiamo da una scena eliminata di Avengers: Endgame in cui Rocket
Racoon rimprovera Vedova Nera alludendo al fatto che i
Vendicatori hanno impiegato troppo tempo per sconfiggere i
Chitauri.
In realtà, la lunghezza della
battaglia è più che giustificata: i Chitauri e
Loki erano concentrati sulla Stark
Tower e Vendicatori hanno difeso la torre
e la città praticamente da soli, con l’aiuto di qualche forza
dell’ordine locale, ma è stato grazie alla loro miriade di abilità
che hanno potuto fronteggiare gli alieni.
L’Avvoltoio risorge dalle sue
ceneri
Una delle principali
conseguenze della battaglia è stato l’insorgere di uno dei migliori
villain di Spider-Man:
l’Avvoltoio. Adrian Toomes
beneficia direttamente della devastazione circostante, con la sua
operazione di recupero che ripulisce gran parte dei detriti della
città. Perde però la sua opportunità grazie a Damage
Control, uno sforzo di recupero guidato dal governo e
organizzato da Tony Stark.
L’Avvoltoio smercia
anche tecnologia aliena illegale dispersa nella battaglio, oltre al
fatto che tecnologia Chitauri gli ha permesso di
costruirsi la sua tuta alata e di servirsi di un’ingente armeria da
sfruttare in altre battaglie.
Problema di continuità visiva
Ci sono tante cose che non
tornano riguardo allo svolgimento della Battaglia di New York;
anche se il prologo di Hawkeye si
è impegnato a ricreare la battaglia di Clint
Barton contro i Chitauri su un tetto, il
trattamento riservato alla Battaglia di New York nella serie è
fallace in termini di continuità visiva.
Nel film Avengers, la lettera A è la prima a cadere
dall’insegna Stark affissa all’esterno della
Stark Tower, mentre in Hawkeye,
quando una giovane Kate Bishop guarda la torre
danneggiata circa all’inizio della battaglia, questa è ancora in
piedi, ma manca la lettera R e non la A dall’insegna.
La scena da Shwarma è stata
aggiunta all’ultimo minuto
La
scena post-credit di
Avengers
è sicuramente tra le migliori dell’intero film: vediamo i
Vendicatori
che si stanno abbuffando da
Shwarma
dopo la battaglia e questa sequenza è stata in realtà un’aggiunta
dell’ultimo minuto decisa dallo sceneggiatore e regista
Joss Whedon.
La scena non era stata infatti
ancora girata quando il film uscì in anteprima nel 2012 e, solo
dopo la prima del film, gli attori si sono riuniti per girarla
rapidamente. Tra l’altro, Chris Evans ha dovuto indossare una protesi al
mento per nascondere la barba, che aveva fatto crescere in vista di
un altro ruolo sul grande schermo per cui si stava preparando.
Miss Minutes ha dato a Loki la
possibilità di vincere
La Battaglia di New York è
stato un evento cruciale all’interno del MCU,
così come fondamentale si è rivelato il suo istigatore:
Loki. In una delle più grandi rivelazioni della
serie tv Loki,
la mascotte della TVA Miss Minutes offre a
Loki la possibilità di vincere la battaglia:
mentre Loki e Sylvie raggiungono
il covo di Colui che Rimane, a Loki viene offerta
un’opportunità dell’ultimo minuto per rimediare a uno dei suoi più
grandi fallimenti.
L’offerta di Miss
Minuti suggerisce che la Battaglia di New York rimane un
evento malleabile nonostante sia fondamentale nella storia in
evoluzione del MCU, e potrebbe essere
rivisitata in futuro da Loki o altri
personaggi.
L’Evento Nexus
Cioè
che è ancora più rilevante è che la serie tvLoki
ha eliminato del tutto la Battaglia di New York; in un certo senso,
la variante di
Loki
che vediamo nella serie è stata generata dagli sforzi dei
Vendicatori
per viaggiare nel tempo e poter acquisire leGemme dell’infinito.
LaTime Variance Authority
considera la sua esistenza come un
Evento Nexus
in contrasto alla Timeline Sacra: possiamo dire quindi che la sua
originale linea temporale è stata tagliata via.
L’intero ramo della realtà da cui il
Loki che conoscevamo ha avuto origine è stato
effettivamente disintegrato: non solo è stata cancellata ciascuna
reminiscenza della Battaglia di New York, bensì l’intero universo:
Loki non può più tornare indietro, ed è come se
nulla di tutto ciò fosse mai accaduto.
Nonostante il film includa molti
personaggi antagonisti dell’Uomo Pipistrello, c’è un modo molto
chiaro in cui la produzione di The
Batman ha evitato il “sovraffollamento”. Il film
d’esordio di Robert Pattinson nei panni del Cavaliere
Oscuro è destinato a presentare al pubblico una serie di cattivi di
Gotham City. Questi includono Catwoman (Zoe
Kravitz), Penguin (Colin
Farrell), Carmine Falcone (John
Turturro) e una rivisitazione dell’Enigmista fatta da
Matt Reeves su immagine del killer Zodiac, interpretato da Paul
Dano.
Tuttavia, nonostante il grande cast
di personaggi, The
Batman presenterà quella che sembra essere una
storia intima ambientata durante il secondo anno di Bruce Wayne
come Guardiano di Gotham, un’ambientazione perfetta per la
narrativa incentrata sul noir che Reeves ha promesso fin
dall’inizio.
La
sinossi ufficiale di The
Batman rilasciata dalla Warner
Bros rivela che il film mostrerà il disilluso e arrabbiato
Batman di Pattinson che indaga su un inquietante
mistero che ha terrorizzato Gotham. Questa sinossi sottolinea anche
il comportamento violento di Batman e la presa di coscienza che non
è migliore dei criminali che sta fermando. Il
riassunto piuttosto dettagliato ha continuato a descrivere una
serie di indizi che condurranno Batman attraverso il mondo
sotterraneo di Gotham, dove affronterà la Catwoman di
Selina Kyle e una galleria di ladri che si rifugiano nel
ventre criminale della città. Questo indica un film che
potenzialmente corre il rischio di essere molto sovraffollato.
Un film con quattro cattivi notevoli
è ancora relativamente raro nel genere dei supereroi perché si ha
spesso difficoltà a bilanciarne le trame. Questa difficoltà può
essere evidenziata in film come Spider-Man 3,
The Amazing Spider-Man 2 e
Batman & Robin. Questi film hanno sofferto a causa
del fatto che i loro cattivi erano sottosviluppati e messi
sfruttati solo per aggiungere spettacolarità, sacrificandone la
potenzialità narrativa.
Fortunatamente, Matt
Reeves sembra aver capito come incorporare al meglio più
cattivi. Usando questi personaggi in capacità minori e integrandoli
nella missione principale del Cavaliere Oscuro, The
Batman eviterà di sentirsi troppo sovraffollato.
Potrebbe benissimo rivelarsi che ogni cattivo servirà ciascuno
all’indagine di Batman in un modo unico, rendendolo parte di una
trama più ampia piuttosto che avere il suo spazio nella storia
principale, ma questo impedirebbe comunque al film di risultare
sovraffollato.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono
le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi
strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per
trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa
alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la
Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a
quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più
villain, poiché sono tutti sospettati“.
Per il seguito, in cui immaginiamo
un ruolo più ampio per Spider-Man 2099, Oscar Isaac ha deciso di tornare, ma a una
sola condizione. Secondo quanto dichiarato dai produttori del film,
Phil Lord e Chris Miller, Isaac avrebbe detto sì
solo a patto che il suo personaggio sarebbe stato divertente.
“Oscar Isaac aveva una sola
condizione per dire di sì: ‘Non mi fate noioso’. Ha fatto di Miguel
O’Hara un personaggio molto complesso, e sicuramente NON è
noioso”.
Di seguito vi proponiamo la scena
post credits del film in cui esordisce Miguel O’Hara/Spider-Man
2099/Oscar Isaac:
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per
dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta
da Phil Lord e Chris
Miller (che tornano anche come produttori insieme a
Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione
con David Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn.
In una recente intervista sulla
pagina YouTube
ufficiale di Spider-Man, Willem Dafoe ha rivelato esattamente cosa è
servito per convincerlo a tornare nel franchise in occasione
di Spider-Man:
No Way Home, nei panni di Norman Osborne/Green
Goblin. Secondo Dafoe, tutto si riduceva all’idea di
partenza.
L’attore ha confessato che la sua
reazione iniziale al ritorno è stata che era “piuttosto folle”,
tuttavia ha continuato affermando che dopo aver parlato con il
regista Jon Watts, ha pensato che l’idea “sembrava
molto divertente”. L’attore ha concluso dicendo che ciò che lo ha
davvero spinto a tornare nel ruolo è stato il fatto che ci sarebbe
stata una nuova svolta nel suo personaggio. Non sarebbe stata solo
una rivisitazione di ciò che è stato fatto nel film del 2002. Ecco
cosa ha raccontato:
“Ma è davvero il pitch. E, come Jamie (Foxx, ndr), conosco la
storia di Amy. Mi ha guidato attraverso di essa, e poi Jon, il
regista, ha in un certo senso anticipato l’intera idea prima che
leggessi la sceneggiatura e sembrava molto divertente e una buona
soluzione. E poi, quando siamo andati più a fondo, mi piaceva
l’idea di tornare a qualcosa di uguale ma allo stesso tempo
diverso”.
Arriverà il 3 febbraio 2022 in sala
ma si anticipa già uno dei film più interessanti dei prossimi mesi,
fosse anche solo per l’inaspettato che sembra essere cifra
stilistica del progetto: Morbius
con Jared Leto avrà tante cose da dire al suo
pubblico e sembra che sarà anche perfettamente messo in scia con
l’apertura del multiverso!
L’attore premio Oscar ha infatti
anticipato che Morbius
avrà dei modi “sinistri” di svilupparsi all’interno di un universo
appena “aperto”:
Uno dei personaggi più enigmatici e
tormentati della Marvel, l’antieroe
Michael Morbius, arriva sul grande schermo interpretato
dall’attore Premio Oscar® Jared Leto. Infetto da una rara e
pericolosa malattia del sangue, determinato a salvare chiunque sia
destinato a subire la sua stessa sorte, il
Dr. Morbius tenta una scommessa disperata. Quello che
inizialmente sembra essere un successo si rivela presto un rimedio
potenzialmente più pericoloso della malattia stessa.
Jared Leto è il protagonista dello
spin-off dedicato al personaggio dello Spider-Verse in produzione
alla Sony, Morbius.
Il premio Oscar interpreta il Dr. Michael Morbius, un biochimico
che tenta di curare una fatale malattia del sangue iniettandosi un
siero derivato da pipistrelli. Diventando Morbius, ha tutte le
qualità di un vampiro – incluso il gusto per il sangue umano.
Matt Smith, Tyrese
Gibson, Adria Arjona e Jared
Harris completano il cast del film, che uscirà nelle
sale italiane il 3 febbraio 2022. La Arjona interpreterà Martine
Bancroft, l’interesse amoroso del protagonista Morbius: nei
fumetti, Martine diventa una potenziale vittima della sua sete di
sangue mentre è alle prese con la trasformazione che lo ha reso una
strana versione da laboratorio dei vampiri soprannaturali della
tradizione.