Il successo di questa notte è anche
suo, visto che Carlo Verdone ha recitato per
Paolo Sorrentino gomito a gomito con Toni
Servillo ne La Grande Bellezza,
e mentre festeggia anche lui il successo del film italiano ai
Golden Globe, il regista e attore si prepara a tornare sui nostri
schermi con Sotto una buona stella,
prossima commedia che lo vedrà protagonista accanto a Paola
Cortellesi.
Sotto una buona
stella uscirà nelle sale italiane il 13
febbraio 2014 e vede come protagonisti principali Carlo
Verdone, Paola Cortellesi e Tea
Falco. Il film è la storia di un uomo
divorziato, fidanzato con una bellissima ragazza, che da ricco uomo
d’affari si ritrova solo e senza lavoro, finendo con il convivere
con i due figli ventenni e la nipotina di colore.
Il film Sotto una buona
stella, scritto, diretto e interpretato da
Carlo Verdone, ha conquistato il Premio del
pubblico all’Italian Contemporary Film Festival di Toronto (12-20
giugno). Una giuria composta da circa 23.000 spettatori,
disseminati in 5 città del Canada (Toronto, Vaughan, Montreal,
Québec, Hamilton), ha decretato il vincitore del prestigioso
riconoscimento, assegnato durante la serata conclusiva della
kermesse (partner ufficiale del Toronto International Film Festival
ed unico Festival del Cinema Italiano in Canada).
“Vincere questo premio è davvero
una bella soddisfazione, soprattutto perché mi è stato assegnato da
un pubblico che, pur vivendo all’estero, ha reagito calorosamente
alla commedia da me realizzata” ha affermato Carlo
Verdone, che dall’ICFF ha ricevuto anche il Premio alla
Carriera. “L’afflusso, nelle sale delle 5 città in cui è stato
proiettato il film, è stato notevole, così come incredibile è stata
l’ondata di affetto e stima nei miei confronti. Questo premio
conferma il fatto che il tema di “Sotto una buona stella” è
internazionale e comprensibile da tutti i tipi di
pubblico”.
Il film con Carlo Verdone,
Paola Cortellesi, Tea Falco e Lorenzo
Richelmy, prodotto dalla Filmauro di Aurelio e Luigi De
Laurentiis, ha sbaragliato la concorrenza di ben 34 film, tra i
quali La mafia uccide solo d’estate di
Pif, La migliore offerta
di Giuseppe Tornatore e Anni
felici di Daniele Luchetti.
Sotto una buona
stella (uscito nei cinema italiani lo scorso 13
febbraio) ha ottenuto dagli spettatori, in media, un voto di 4,75
in una scala di voti compresa tra 1 e 5.
È stato presentata oggi
al Savoy di Roma l’ultima fatica di Carlo Verdone,
Sotto una buona stella. Insieme al regista hanno
partecipato alla conferenza stampa la co-protagonista Paola
Cortellesi, Tea Falco,Lorenzo Richelmy,
Eleonora Sergio, i produttori Aurelio e Luigi De
Laurentiis e gli sceneggiatori Pasquale Plastino,
Gabriele Pignotta e Maruska Albertazzi.
A Carlo Verdone.
Dove è nata l’idea, l’ispirazione
per questo film?
Questo film ha avuto un parto molto
lungo. È durato di più nell’ideazione e nella soggettazione, mentre
nella sceneggiatura è stato abbastanza fluido, ma per trovare
l’idea francamente abbiamo lavorato molto; mi ha ricordato un po’
Borotalco per il quale per trovare il soggetto
impiegai la bellezza di dodici mesi. Inizialmente non riuscivamo a
trovare un accordo con il produttore, una cosa piaceva a me, ma
lasciava perplessi Aurelio e Luigi, così abbiamo esplorato altre
storie. Alla fine, quando eravamo stremati, PasqualePlastino si è ricordato di un bel plot iniziale che
scrivemmo addirittura prima ancora di Posti in piedi in
Paradiso, era una paginetta piena di appunti, che ricordava
la prima parte di questo film: ancora non era delineato il
personaggio della vicina di casa, c’erano due figli, c’era il
personaggio interpretato da Eleonora Sergio (la compagna
più giovane del protagonista, nda), mancavano qua e là delle
cose, però come inizio era interessante. Abbiamo buttato giù con
una certa facilità il soggetto e finalmente, deo gratias,
abbiamo trovato un accordo comune (con Aurelio De
Laurentiis, nda), perché iniziare un film con un produttore che
ti dice “Se lo vuoi fa’, fallo”, io non lo faccio, perché
significa partire con uno stato depressivo terribile.
(ride)
Cos’è per te questo film?
Per me è un film di stampo
prettamente teatrale, anche se ha delle aperture, però si svolge
principalmente in due ambienti, girati a Cinecittà. Sono molto
contento di aver girato lì, ringrazio Aurelio e Luigi che mi hanno
dato la possibilità di essere una troupe che ha portato un po’ di
lavoro e spero che altri possano seguire il mio esempio, perché
vale la pena sfruttare le bravissime maestranze. A un certo punto è
diventato un film il cui tema era delle persone alla ricerca di
affetto, di solidarietà, di un abbraccio; quindi siamo partiti da
questa famiglia dissestata ed è uscito fuori uno sfondo
generazionale, perlomeno nella prima parte, poi la commedia si apre
con l’arrivo del personaggio di Paola. È un film un po’ sulle
solitudini che però alla fine trovano in qualche modo la luce di
una buona stella per rimettersi in gioco. È un film che osserva un
po’ la realtà, le fragilità di questo momento, però la nostra
abilità di scrittori e anche quella mia di regista è stata quella
di incanalare con molto senso della misura e delicatezza questi
argomenti, che sembrerebbero da film serio, nel percorso di una
commedia. Spero di esserci riuscito.
Questa, secondo me, è la migliore
troupe che io abbia mai avuto. Sulla carta sembrava un film
abbastanza semplice, in realtà era pieno di tranelli, bisognava
avere misura ed equilibrio in tutto. Devo dire un grazie non solo a
tutti quelli che hanno collaborato a questo film, in primis agli
attori, ma anche a Ennio Guarnieri, il direttore della
fotografia, che mi ha veramente stimolato, è stato un alleato
preziosissimo, lui che è un veterano è stato il più veloce di tutti
noi e questo mi ha aiutato molto. Un grazie anche al montatore, a
tutti, perché avevamo davvero poco tempo; io ho cominciato
addirittura il 14 di ottobre e sembrava quasi fantascienza
dopodomani, come si fa. Abbiamo lavorato in edizione fino a 13, 14
ore al giorno, fino a perdere il filo del film perché a un certo
punto io non sapevo più che film avevo fatto; questo capita spesso
a un regista che sta tutte quelle ore a vedere continuamente un
film.
Puoi parlarci del cast?
Io sono molto felice di aver avuto
una grandissima interprete come Paola, non era per me una
sorpresa perché lei è un’attrice assolutamente in ascesa, sempre
più sicura e abile con portare con naturalezza il suo personaggio,
dà veramente tanta verità, tanta umanità; con lei in particolare ho
trovato un bel feeling dal punto di vista dei tempi recitativi, non
ho faticato nel dirigerla, era già nella parte. Ha l’arte di
nascondere l’arte. Tea, una splendida scoperta di
Bertolucci, è stata in qualche modo l’accento astratto del film
perché rispecchia questo modo di essere dei giovani; ha un primo
piano molto particolare e dei tempi tutti suoi, però è qui la sua
originalità. Lorenzo idem, ha un grande viso, dei bellissimi
tempi, sono entrambi due ragazzi secondo me destinati ad avere un
buon successo. Eleonora è mia amica da tempo, ma non avevamo
mai avuto la possibilità di lavorare insieme, anche lei ha dato
tanta energia nonostante il ruolo ingrato.
Qual è stata la difficoltà nel
far ridere partendo da temi sui quali non c’era proprio niente da
ridere.
Questa è una grossa sfida, io
francamente se non osservassi la realtà e certi dettagli non molto
positivi in questi ultimi anni non saprei più che raccontare. Io
sono un osservatore della realtà, sono un pedinatore di italiani,
leggo, tante idee spesso vengono dalla lettura di un quotidiano. Io
devo raccontare il tempo che sto vivendo e quindi non possono non
mettere certe emergenze che ci sono in questo momento e
convogliarle in un discorso di commedia; è molto difficile,
l’errore è a portata di mano e ci vuole un equilibrio terribile,
molto delicato, frutto della concentrazione di regista e
sceneggiatori durante la stesura del copione. Io senza realtà non
so lavorare.
A Paola
Cortellesi.
Com’è Verdone nel ruolo di
regista?
Come prevedibile, non desideravo
altro che lavorare con Carlo, da sempre, è stato ancora più bello
di come me lo aspettavo. Conoscevo Carlo da tempo, mi aveva fatto
simpaticamente una promessa, pubblicamente, e l’ha mantenuta;
insomma, pensavo veramente che fosse una battuta, un complimento
carino fatto sul momento e mi sarebbe bastato. Carlo è una mia
fonte d’ispirazione, per chi si dedicata a un certo tipo di
registro il maestro è Carlo Verdone. Lavorare con lui è stato
facile, come lavorassimo insieme da anni; poi, come piace a me,
Carlo è molto rigoroso, perché anche per far le cose più
divertenti, più pazze ci vuole serietà, soprattutto quando il
regista è anche l’interprete principale. C’è bisogno di una grande
disciplina, questo Carlo te lo assicura, però in più c’è anche il
tempo di giocare, di lavorare in grande rilassatezza. Un ambiente
ideale, lo consiglio a tutti. (ride)
A Verdone.
Questa ricerca d’affetto è
autobiografica o puramente finzione?
Fortunatamente non c’è nulla di
autobiografico, per carità, facciamo le corna. Mi sono ispirato a
situazioni che purtroppo vivono tante persone che conosco, tanti
amici, sono situazioni presenti in molte famiglie. Più incontro le
persone, i ragazzi, più sento che c’è grande bisogno di affetto, di
protezione; l’abbiamo visto con i ragazzi che abbiamo preso con noi
sul set, ragazzi dai 26 ai 29 anni, erano felici, hanno dato il
massimo. Lo stesso Guarnieri ha voluto dei giovani accanto a
lui, anche in settori delicati, come la correzione del colore, gli
assistenti alla macchina, nei costumi, nella scenografia; abbiamo
dato molte opportunità e si sono dimostrati tutti estremamente
validi ed efficaci, e questa è una cosa che fa molto piacere. È un
film fatto da veterani, ma pieno pieno di giovani. Il primo giorno
se la facevano sotto, Ennio è stato anche molto severo, ha detto
che li doveva preparare, però alla fine si sono affidati a me, a
lui e agli altri.
Ad Aurelio De Laurentiis.
Temete lo sbarco di George
Clooney e compagnia nello stesso vostro giorno d’uscita?
Sono due film completamente
antitetici, quindi c’è spazio per tutti. Ho letto che in Europa
occidentale c’è stata una perdita di spettatori, tranne che in
Italia, Russia e Ungheria; credo che questo freno a un’emorragia
continua di spettatori sia dovuto anche a una presenza di commedia,
che in Italia nasce dal dramma, è sempre così dagli anni ’60 in
poi.
A Carlo.
Rispetto alla prima parte della
tua carriera si è passati da personaggi che avevano percorsi
paralleli, spesso anche a due o tre storie divise nello stesso
film, a film in cui il collettivo è essenziale, soprattutto
collettivi estemporanei, come Io, loro e Lara e Posti in
piedi in Paradiso. Questa differenziazione la senti anche
tu?
Inizio col dire che non mi sarei mai
aspettato di durare così tanto, quindi cerco di andare avanti con
onestà ma anche di non dare mai al pubblico la stessa cosa. Ogni
tanto sono tornato indietro per fare cose che avevo voglia di fare,
ma sapevo che era l’ultima volta sennò avrei rischiato il
patetismo. Vedi, io sono partito prima dai personaggi, ho costruito
le storie sui personaggi (il bullo, il candido, il coatto), poi a
un certo punto ho capito che avevo dato tutto e mi sono ricordavo
della grande lezione che fu per me Compagni di
Scuola. Inizia quel film nel peggiore dei modi, ricevetti
dal produttore Mario Cecchi Gori il copione in faccia, mi
disse che avremmo preso pizze da tutti perché non c’era un
protagonista, eravamo in diciotto, non si sapeva dove si rideva,
però a tutt’oggi è uno dei miei migliori ed era un film corale. È
chiaro che più vado avanti e più ho bisogno di lavorare con altri
attori, soprattutto con i giovani perché mi danno forza, carica,
stupore. Io do la mia esperienza, però anch’io mi metto in gioco
sulla parte che adesso la mia maschera può dare, non posso
interpretare delle cose che non posso più fare, mi devo adattare a
delle cose che posso fare. In questa fase qua la commedia più
congeniale è quella corale.
Hai in animo di dirigere un film
solamente da regista, magari per sfruttare meglio la tua vena
malinconica?
(Interviene Aurelio De
Laurentiis) Abbiamo un contratto che contempla anche
questo.
Comunque, io sono pronto per fare un
film come regista e sono anche pronto, perché no se capiterà
l’occasione, per una prova d’attore non in una commedia com’è
successo ne La Grande Bellezza. Insomma, ho l’età
giusta per poter fare queste cose, però è chiaro, io nasco nella
commedia e finirò nella commedia, perché è la mia specialità.
Cosa ci dici della tua voce fuori
campo?
È la prima volta, anche se l’avevo
utilizzata in Maledetto il giorno che ti ho
incontrato, non mi era venuta bene una cosa allora ho usato
la voce fuori campo. Stavolta, invece, è stata un’idea di
Plastino di metterla proprio per accelerare un po’ il film e
arrivare velocemente al punto d’incontro con Paola e di scontro con
i figli. Io l’ho sposata subito, certe volte mi sembrava un po’
lunga, poi è andata nel migliori dei modi. È la prima volta che la
uso e mi sono trovato bene, però bisogna stare attenti perché ci
sono dei registi che abusano della voce fuori campo.
Prendendo spunto da una domanda,
Verdone, Falchi, Richelmy e Aurelio De
Laurentiis ci offrono in dieci minuti le loro diverse opinioni
socio-politiche sul futuro precario o quasi inesistente dei giovani
in Italia e sulla loro frequente fuga all’estero. Solo verso la
fine della conferenza viene strappata qualche risata; si parla di
poesia e del Festival di Castel Porziano nel ’79 e si fa qualche
battuta sulla semifinale di ritorno di domani sera tra la squadra
di De Laurentiis, il Napoli, e quella di Verdone, la Roma.
Con 750 copie Sotto una buona
stella sarà in sala da giovedì 13 febbraio.
Lluís Quílez ,
regista catalano classe ’78, autore di numerosi cortometraggi tra
cui Avatar (2005) Graffiti (2015) e
72% (2017), oggi al suo secondo lungometraggio
dopoOut of
the dark del 2014, continua a scandagliare l’universo
dell’azione e del thriller con storie inquietanti, ambientate in
contesti proibitivi, che mettono a dura prova i suoi protagonisti,
spingendoli al limite delle proprie capacità. Lo fa con Sotto
lo zero, dove azione e suspense si mescolano, con risultati
non sempre ugualmente efficaci.
Sotto lo zero, la
trama
Il poliziotto Martìn
Salas, Javier Gutiérrez, sta trasportando sei detenuti –
Ramìs, Luis Callejo, Nano, Patrick
Criado, il
Romeno, Florin Opritescu, Ray, Edgar Vittorino,
Pardo, Miquel Gelabert, e Golum, Andrés Gertrúdix –
in una notte di gelo e neve. Con lui c’è il collega
Montesinos,Isak Férriz. I due però si trovano a fronteggiare i malumori
dei detenuti, che crescono quando il furgone blindato
improvvisamente si ferma, bloccato da qualcosa, oggetto di un
agguato. Alcuni vogliono approfittare dell’occasione per scappare,
mentre l’individuo misterioso che li ha bloccati è interessato a
uno dei prigionieri, Nano, con cui sembra avere una questione in
sospeso, e minaccia di uccidere tutti se non glie lo consegneranno
vivo. Quanti di loro riusciranno a salvarsi? Il furgone blindato a
prova di assalto è davvero il luogo più sicuro?
Il cast di Sotto lo
zero
Per il suo secondo lavoro
dietro la macchina da presa, Quílez conta su un variegato
manipolo di attori. Alcuni hanno un’esperienza consolidata, come
Karra Elejalde, cui è affidato il compito di caratterizzare
Miguel, l’assalitore, puntando con sapienza su luci e ombre di un
uomo fiaccato dal dolore. L’attore, infatti, ha lavorato con
registi come Pedro Almodóvar, Alex de la Iglesia e
Alejandro Amenábar, senza disdegnare serie tv come Le verità nascoste. Altra garanzia è Javier
Gutiérrez, noto soprattutto per essere stato il protagonista de
La isla minima di Alberto Rodríguez Librero,
che gli è valso il Premio Goya, come anche Il
movente di Manuel Martín Cuenca. Qui ha a che fare
con un personaggio che intende coniugare l’umanità con il suo
essere tutto d’un pezzo, non senza una inaspettata evoluzione.
Peccato che una sceneggiatura a tratti forzata lo penalizzi. Buon
lavoro quello di Luis Callejo, qui un ex criminale
che vuole
lasciarsi il passato alle spalle e ricominciare da zero, e che era
stato personaggio centrale ne La vendetta di un uomo tranquillo di Raul
Arévalo. Nel cast vi sono però anche giovani promesse del
cinema spagnolo, come Patrick Criado, entrato nel cast de
La casa di carta 5.
Sotto lo zero con qualche
passaggio a vuoto
Il film sembra partire da
buone premesse, con l’atmosfera nebbiosa, il gelo incombente, la
notte, il buio, a creare il clima adatto per far crescere la
suspense – la fotografia è curata da Isaac Vila. Eppure la
sceneggiatura, firmata dal regista assieme a Fernando
Navarro, ha qualche pecca. La prima parte è lenta e alcuni
passaggi risultano perfino noiosi, tanto che dopo 45 minuti sembra
difficile riuscire a mantenere l’attenzione per un’altra ora.
Stancano le continue liti tra i prigionieri, come una sequenza di
inseguimento che poco aggiunge all’economia del film.
Il protagonista, poi,
viene dipinto come un campione di abnegazione e un paladino della
legge, ligio e intransigente fino all’eccesso, considerata la
natura degli eventi che si trova ad affrontare. La sua sembra quasi
una crociata da supereroe, sebbene ci si sforzi di sottolinearne il
lato umano. Si percepisce in questo qualcosa di forzato, nonostante
faccia poi risaltare maggiormente il passaggio finale.
Sotto lo zero, un
finale inaspettato che pone domande
E’ infatti proprio un
finale inatteso, preceduto da una sequenza claustrofobica e
letteralmente agghiacciante, di forte impatto, a riscattare il
film, spostando
inoltre la narrazione su un livello più alto. Un finale che pone
domande anziché dare risposte e spinge lo spettatore a
interrogarsi, a chiedersi: cos’è allora la giustizia? Cosa si può
definire una “giusta causa”? Infine, quanto contano le apparenze e
chi è davvero il criminale? È così che Quílez cerca di
conquistare uno spettatore un po’ scettico, riuscendovi almeno in
parte.
Dove vedere in streaming
Sotto lo zero
Prodotto da Film Factory,
ESCine Espanol, Morena Films e Amoros Producciones, con RTVE e 3
Televisió de Catalunya, con il finanziamento del governo spagnolo,
Sotto lo zero è disponibile in streaming su Netfilx dal 29
gennaio.
Ecco una clip da Sotto le
stelle di Parigi, il film di Claus Drexel
con Catherine Frot, Mahamadou
Yaffa, Dominique Frot al cinema dal 25
novembre con Officine UBU.
https://www.youtube.com/watch?v=h18jzMkEcRE
Sotto le stelle di Parigi, la
trama
Christine vive da molti anni per
le strade di Parigi, isolata dalla famiglia e dagli amici. In una
fredda notte d’inverno, un bambino di otto anni si presenta davanti
al suo rifugio. Si chiama Suli, non parla la sua lingua, ed è stato
separato dalla madre, che deve essere rimpatriata. Uniti dalla loro
condizione marginale, i due intraprendono un viaggio emotivo e
pieno di tenerezza per ritrovare la madre del bambino. Sotto le
stelle di Parigi, queste due anime sole impareranno a conoscersi e
Christine riscoprirà il calore di un’umanità che credeva
perduta.
Arriva dal 25 novembre solo al
cinema Sotto le stelle di Parigi, il nuovo film
del regista franco-tedesco Claus Drexel. Da sempre attento al tema
dell’immigrazione e delle disuguaglianze sociali, Drexel si è
ispirato alla clochard intervistata nel suo documentario Au
Bord Du Monde per scrivere la storia di questo film, dove il
mondo sommerso dei senzatetto viene ritratto con quella purezza,
sensibilità e poesia che raramente vengono accostate alla vita di
strada.
La protagonista di questa fiaba
metropolitana, in arrivo nei cinema con OFFICINE
UBU dal 25 novembre, è la senzatetto
Christine, splendidamente interpretata da Catherine
Frot (La Signora delle Rose, Quello che so di lei,
Marguerite), che ha scelto da tempo di porre una barriera tra
se stessa e il mondo, passando le giornate in solitudine nascosta
nel suo rifugio tra i pochi ricordi della sua vita precedente. La
routine di Christine viene sconvolta dall’arrivo improvviso del
piccolo Suli (Mahamadou Yaffa), un bambino di origine eritrea
rimasto solo a Parigi dopo aver smarrito la madre, e che trova
nella burbera clochard il suo unico punto di riferimento.
Christine e Suli percorreranno
insieme le vie di Parigi per ritrovare la madre del bambino,
accompagnando lo spettatore nel viaggio non solo nel cuore della
città ma anche nel loro, uniti dalla speranza di poter ritrovare la
luce in una società ostile.
Dopo aver esordito con la commedia
poliziesca Affaire de famille (2008), il regista Claus Drexel ha con le
proprie opere successive raccontato il mondo visto da precisi
margini. Nel 2013 ha dunque realizzato quello che è ancora oggi il
suo film più apprezzato, il documentario Au Bord Du
Monde, dove si confronta con tre clochard seguendoli
nella loro vita di tutti i giorni. Nel 2018 ha poi realizzato un
documentario dal titolo America, dove incontra gli
abitanti di piccole cittadine dell’entroterra e li intervista
riguardo le elezioni presidenziali del 2016. Drexel continua però a
tornare con il pensiero ai protagonisti del suo primo documentario
ed è così che nasce Sotto le stelle di
Parigi.
Per questo suo nuovo film di
fiction, il regista si è infatti ispirato alle esperienze
raccontategli dai tre senza tetto incontrati per Au Bord Du
Monde, costruendo così un’ennesima storia che porti gli
spettatori a confrontarsi con il punto di vista di chi vive ai
margini, che sia per scelta propria o della società. Attraverso lo
sguardo della clochard protagonista di questo suo film, dunque,
Drexel ritrae una Parigi diversa da quella che siamo abituati a
vedere, a tratti più spaventosa e brutale, ma in altri anche più
poetica e romantica di ciò che spesso si riesce a cogliere.
Uscito in piena pandemia da
Covid-19, il film non ha trovato molte attenzioni ed ha finito con
il passare in sordina. Ecco allora che il suo passaggio televisivo
diventa l’occasione per riscoprirlo, specialmente in un periodo
dell’anno in cui si dovrebbe essere più propensi a fare del bene
verso i più bisognosi. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Sotto le stelle di Parigi
Protagonista del film è
Christine, una donna che ormai da diversi anni
conduce un’esistenza lontana da amici e familiari, tra i vicoli e i
ponti parigini. Christine è infatti una clochard che ha deciso di
porre una barriera tra lei e il mondo, così come tra lei e la sua
famiglia. Ora vive sotto un ponte, rintanata nel suo piccolo
rifugio, dove è circondata solo dai ricordi della sua vita
precedente. Una notte, però, qualcuno si presenta di fronte al suo
giaciglio, è un bambino di nome Suli di circa 8
anni. Non sa neanche una parola di francese, si è perso e non trova
più sua madre. Di lei conserva solo una foto, accompagnata da un
certificato di espulsione dalla Francia.
Christine, inizialmente, non ha idea
di come poter aiutare il bambino e cerca pertanto di liberarsene,
ma lui continua a seguirla, esprimendo la sua richiesta di aiuto
per ritrovare sua madre. Christine si troverà dunque costretta a
cedere e ad aiutare il piccolo prima che sia troppo tardi. Mentre
iniziano allora a cercare la donna, i due, vagando nella notte, tra
le strade e sotto le stelle di Parigi, avranno modo di conoscersi
meglio e sarà proprio Suli a dimostrare alla sua burbera aiutante
che c’è ancora un briciolo di umanità nel mondo e ancora qualcosa
in cui sperare.
Il cast di Sotto le stelle di Parigi
Ad interpretare Christine vi è
l’attrice Catherine Frot, celebre per la sua
partecipazione a commedie che, in modo dissacrante, criticano la
borghesia, tra cui La cena dei cretini (1998) e Una
relazione al femminile – La Nouvelle Ève (1999). Più di
recente ha invece recitato in film come La cuoca del presidente
(2012), Marguerite (2015),
Quello che so di lei
(2017) e La signora delle rose (2021).
Accanto a lei, in Sotto le stelle di Parigi, si ritrovano
l’esordiente Mahamadou Yaffa nel ruolo di Suli e
Dominique Frot in quelli della prostituta,
mentre Jean-Henri Compere è Patrick. Ad
interpretare la mamma di Suli vi è Richna Louvet,
mentre Farida Rahouadj è la dottoressa.
Il trailer di Sotto le stelle
di Parigi e dove vedere il trailer in streaming e in TV
È possibile fruire di
Sotto le stelle diParigi grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple TV e
PrimeVideo. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 22 dicembre alle ore
21:20 sul canale Rai 3.
In un panorama cinematografico
nazionale che ultimamente non fa che inneggiare alla grande rivalsa
della commedia, sembra strano che proprio i Vanzina, specializzati
nel più vario genere di commedia, si siano dedicati ad un progetto
quantomeno originale. Esce infatti il 25 marzo al cinema
Sotto il vestito niente – L’ultima sfilata, film
diretto da Carlo e sceneggiato dalla stesso con Enrico e Franco
Ferrini, thriller classico che prova a strizzare l’occhio a
Hitchcock, ma che involontariamente diverte.
Eppure tradizionalmente lo scopo
dei Vanzina è far ridere, il problema si pone però nel momento in
cui lo spettatore ride del film e non con il film.
La storia di Sotto il
vestito niente – L’ultima sfilata racconta l’ambiente
della moda milanese che ruota intorno alla figura di Federico
Marinoni, stilista di fama mondiale, che vede la sua modella di
punta morire apparentemente investita da un pirata della strada.
L’ispettore Montanari non crede alla teoria dell’incidente e
comincia ad indagare, scoprendo pian piano che dietro alla famiglia
Marinoni si nascondono molti più segreti di quelli che si
immaginano.
La trama non è particolarmente
brillante, ma onestamente chiara e distesa tanto da poter
rappresentare un buon plot su cui costruire un film interessante.
Purtroppo il risultato finale somiglia più ad una brutta serie tv,
in cui la qualità dell’immagine e le performance un po’ ingessate
di quasi tutto il cast minano il risultato finale. Sembra ormai
scontato che il ruolo più interessante sia affidato alla coppia
semi comica di turno, parlo dell’Ispettore interpretato da
Francesco Montanari e del suo sottoposto Mancuso, Vincenzo Zampa,
entrambi molto bravi a reggersi la battuta.
Se il film ha qualche buon momento
sicuramente lo si deve a questi bravi attori di teatro che
purtroppo però non bastano a compensare la farraginosità con cui la
storia è spezzettata, senza contare la mancanza di equilibrio nel
narrare gli eventi, sia quelli più drammatici che quelli più
cruenti. Nel cast del film anche la bellissima Vanessa
Hesseler e l’internazionale
Richard E. Grant.
Insomma i Vanzina hanno operato una
scelta coraggiosa, scostandosi dal target che al botteghino sta
premiando i più, ma hanno portato avanti un linguaggio
probabilmente sbagliato, dichiarando apertamente le loro fonti
letterarie, quelle della nuova letteratura scandinava, ma
sfruttandola molto male in un prodotto che rischia di far
involontariamente ridere troppo lo spettatore.
Il cinema italiano vanta una lunga
storia d’amore con l’estate, il mare e la spiaggia. Sono tantissimi
i titoli che hanno questo come luogo primario delle vicende
narrate, dal classico Il sorpasso al cult degli anni
Ottanta Sapore di mare, da Abbrozzantissimi fino
al più recente Un’estate al mare. Ad inserirsi in questo
filone è recentemente arrivato anche Sotto il sole di
Riccione (qui la recensione), commedia
sentimentale del 2020 prodotta da Lucky Red e
distribuita sulla piattaforma Netflix. A dirigere il film vi sono invece
gli YouNuts!, duo di filmmaker formatisi nel mondo
dei videoclip e qui al loro primo lungometraggio.
Sotto il sole di Riccione,
però, nasce da un’idea originale di Enrico
Vanzina, il quale l’ha pensato come un omaggio al cinema
balneare italiano degli anni Ottanta e in particolare a quello
stesso Sapore di mare diretto da fratello Carlo. Si
ritrovano dunque nel lungometraggio tutti quegli elementi classici
di questo genere, dagli intrecci amorosi agli imprevisti più
comici, il tutto condito da buoni sentimenti e un cast di giovani e
celebri attori. Il film, inoltre, prende il nome dal singolo
Riccione dei Thegiornalisti, che ne fa
anche da colonna sonora assieme ad altri loro successi.
Pur essendo un omaggio agli anni
Ottanta, il film parla però una lingua profondamente contemporanea,
che saprà affascinare i giovani spettatori e regalare loro un
racconto generazionale. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Sotto il sole di Riccione:
la trama del film
Ambientato a Riccione, nel cuore
della riviera romagnola, il film ha per protagonisti un gruppo di
ragazzi le cui vicende s’intrecceranno in modo imprevedibile
durante le vacanze estive. Tra questi vi è Ciro, è
un ragazzo del sud con un sogno nel cassetto, quello di diventare
un cantante, ma dopo un provino andato male, si accontenta di un
lavoretto estivo. Viene infatti assunto come bagnino,
catturando l’attenzione di tutte le ragazze della spiaggia.
Marco, invece, è un ragazzo timido e introverso
che non riesce a dichiarare a Guenda, il suo
grande amore.
Ad aiutarlo c’è però
Gualtiero, ex bagnino ed esperto seduttore che
cerca d’insegnargli i segreti dell’arte della conquista. Vi è poi
Vincenzo, è un giovane non vedente, che
accompagnato da una mamma sempre troppo ansiosa e protettiva,
desidera essere più libero e allacciare nuove amicizie. Incontrando
Furio, il figlio del proprietario del lido e il
suo gruppo di amici, finirà con il conoscere
Camilla, della quale si innamorerà perdutamente.
Per tutti sarà un’estate indimenticabile tra mare, musica,
amicizia, amore e desideri da realizzare.
Sotto il sole di Riccione:
il cast del film
Come anticipato, il filma vanta la
presenza di numerosi giovani attori già però noti per diversi
prodotti di grande successo. Si ritrova in primis Cristiano Caccamo,
divenuto celebre per le serie Questo è il mio paese, Il
paradiso delle signore e La vita promessa, qui
impegnato nel ruolo di Ciro. Saul Nanni, visto in
opere televisive come Alex & Co., Non dirlo al mio capo e
Scomparsa, interpreta il timido Marco, innamorato di
Guenda, la quale è invece interpretata da Fotinì
Peluso, divenuta celebre grazie alle serie Romanzo
famigliare e La compagnia del cigno. Andrea
Roncato, attore celebre per i tanti cinepanettoni
interpretati, interpreta Gualtiero, ex bagnino e irriducibile
seduttore.
Lorenzo Zurzolo,
divenuto popolare grazie alla serie Baby e al film
Morrison, è invece il non
vedente Vincenzo, un ruolo che gli ha richiesto grande
concentrazione e preparazione al fine di poter risultare credibile.
Nel film il suo personaggio si trova a confrontarsi con Camilla,
interpretata dall’attrice Ludovica Martino.
Divenuta una star grazie alla serie Skam, si è poi
distinta con ruoli di rilievo anche nei film Il campione, Mio
fratello, mia sorella e Lovely Boy. Completano il
cast Isabella Ferrari,
divenuta celebre proprio grazie a Sapore di mare, e qui
nei panni di Irene, madre di Vincenzo. Il noto doppiatore
Luca Ward è qui presente in veste di attore con il
personaggio del seducente Lucio.
Sotto il sole di Riccione: il
trailer e come vedere il film su Netflix o in televisione
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su una delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Sotto il sole di
Riccione è infatti disponibile nel catalogo di
Netflix. Per vederlo, iscriversi alla piattaforma
e sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video,
potendolo inoltre fruire in modo pressocché illimitato. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 24
agosto alle ore 21:20 su Canale
5.
Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di
Sotto il sole di Riccione, film originale
Netflix in associazione con
Mediaset, prodotto da Lucky Red e
realizzato da New International, in arrivo su
Netflix dal 1 luglio. Alla regia
YouNuts! (Niccolò Celaia e Antonio Usbergo),
classe 1986, registi noti nell’industria musicale italiana che
vantano collaborazioni con alcuni dei più importanti cantanti
italiani come: Jovanotti, Marco Mengoni, Salmo, Gianna Nannini,
Alessandra Amoroso, Giorgia e molti altri, e qui al loro esordio
con un lungometraggio.
Sotto il sole di Riccione nasce da un soggetto
di Enrico Vanzina ed è stato scritto dallo stesso
Vanzina insieme a Caterina Salvadori e
Ciro Zecca. Le musiche di SOTTO IL SOLE DI
RICCIONE sono di Tommaso Paradiso in
collaborazione con Matteo Cantaluppi.
Sotto il sole di Riccione:
la trama
Nel cuore della riviera romagnola,
a Riccione, d’estate arrivano ragazzi da tutta Italia. Ciro
(Cristiano Caccamo) arriva dal sud e sogna di diventare un
cantante, tenta un provino ma qualcosa va storto. Diventa bagnino,
attirando su di sé le attenzioni di tutte le ragazze. Marco
(Saul Nanni) è da sempre innamorato di Guenda (Fotinì Peluso), ma
non ha mai trovato il coraggio di dichiararsi. In suo aiuto
arriverà Gualtiero (Andrea Roncato) playboy e bagnino a riposo,
deciso a condividere i suoi segreti con un ragazzo a cui sembra
manchi decisamente l’audacia. Vincenzo (Lorenzo Zurzolo) è un
ragazzo non vedente che viaggia con sua madre (Isabella Ferrari),
una donna apprensiva e molto protettiva. Quest’anno però Vincenzo
ha deciso di lasciare la mamma sotto l’ombrellone e farsi degli
amici: incontra così Furio (Davide Calgaro) e il suo gruppo, ognuno
diverso dall’altro ma uniti da una grande amicizia.
Con la regia degli YouNuts!, al
ritmo dalle romantiche canzoni dei Thegiornalisti, da Completamente
a Sotto il Sole di Riccione e con l’amichevole partecipazione di
Tommaso Paradiso, il gruppo di ragazzi passerà un’estate
indimenticabile.
Sarà disponibile dal 1° luglio su
NetflixSotto il sole di Riccione,
film ideato e scritto da Enrico Vanzina, nel
ricordo del fratello, Carlo. E il film è
effettivamente uno dei film che i due avrebbero potuto fare
insieme, perché nonostante la regia sia di
YouNuts! (pseudonimo di Antonio
Usbergo e Niccolò Celaia) e la
sceneggiatura sia firmata a sei mani con Caterina
Salvadori e Ciro Zecca, è l’idea,
l’impronta, l’eredità di Vanzina l’unica cosa che nel film è
limpida e manifesta dall’inizio alla fine.
Partendo da un titolo musicarello,
lo stesso della canzone dei TheGiornalisti che
funge da brano principale della colonna sonora del film,
Sotto il sole di Riccione si svela da subito come
una commedia romantica estiva e, in maniera onesta e priva di
fronzoli, abbraccia ogni stereotipo e luogo comune del genere. Si
tratta, a tutti gli effetti di un omaggio, anche tenero, a Sapore
di Mare, con il quale condivide praticamente ogni cosa, dalla
“matrice” musicale, dai giovani protagonisti, agli intrecci
amorosi, alla presenza di Isabella Ferrari, che proprio nel film dei
Vanzina esordì, ancora giovanissima, con il personaggio di
Selvaggia, che ha popolato (e forse popola) l’immaginazione di
moltissimi spettatori cresciuti con quel film.
Sotto il sole di Riccione è un omaggio a Sapore di mare
L’omaggio è dunque chiaro, si
cambia però costiera (dalla Versilia a Riccione) e si cambia epoca.
Tre decenni sembrano un’infinità se si va ad analizzare la
metodologia di incontro, il modo di comunicare e di relazionarsi
degli adolescenti in vacanza, ma sembrano un attimo se paragonati
agli amori, alle passioni, insomma, a sentimenti e ormoni che
muovono le azioni dei protagonisti. E uno dei pregi del film è
proprio questo, ovvero, quello di giocare a carte scoperte, senza
affannarsi, com’era successo con Summertime,
sempre di Netflix, a evitare luoghi comuni, frasi fatte e
situazioni canoniche. L’intenzione dei realizzatori di
Sotto il sole di Riccione è onesta e forse proprio
per questo estremamente semplice, elementare nello svolgimento, nel
messaggio, nella scrittura di personaggi per stereotipi.
Il film non riesce in nessun
momento ad intrigare o incuriosire, e non perché ci sia qualcosa di
brutto o fatto male, ma perché si muove su un binario lineare, così
noto che lo spettatore “vede da lontano” qualsiasi svolta ed ogni
momento, anche il più emozionante, viene pianificato in maniera
pacifica. Sotto il sole di Riccione è un film
omaggio che esaurisce nella sua intenzione il suo più grande pregio
e sfuma miseramente in una storia che non diventa nemmeno un
ritratto generazionale, perché i giovani protagonisti, come detto,
non sono persone ma figurine che mostrano uno stereotipo umano a
testa che si interseca con gli altri e genera una serie di intrecci
romantici che trovano tutti, più o meno, un lieto fine.
Sotto il sole di
Riccione è l’ennesima produzione Netflix Italia che sembra
indicare chiaramente che l’unico target che interessa alla
divisione nostrana della piattaforma streaming sia quello di
intrattenere un pubblico giovanissimo senza però correre il rischio
di stimolarlo o sfidarlo con prodotti fatti bene. L’indagine
adolescenziale di successo, realizzata con Skam Italia
4, nasce e muore con quella serie, senza trovare nessun
corrispettivo in film, serie o prodotti made in Italy con lo stesso
target.
Enrico Vanzina, Younuts!
(Usbergo – Celaia), Isabella Ferrari, Lorenzo Zurzolo, Ludovica
Martino, Saul Nanni rispondono alle domande su
Sotto il sole di Riccione, la nuova commedia
romantica dell’estate, disponibile su Netflix dal 1° luglio 2020.
Il film racconta le avventure estive
di un gruppo di ragazzi che per caso si trova in vacanza nello
stesso stabilimento e fa amicizia. Amori, storie, segreti, piccoli
tradimenti e primi batticuore, la freschezza e la gioia di
un’estate è consegnata perfettamente, ma non solo. “Questo film
è il racconto dell’estate in Italia, non solo dal putno di vista
generazionale, ma anche sentimentale – racconta Enrico
Vanzina – Volevamo realizzare un film, che a fine
visione, comunica quanto è bella la vita. E facendo questo, abbiamo
scavato in una generazione che tende a nascondere i propri
sentimenti, nonostante ne abbia tantissimi.”
Sarà disponibile dal 1° luglio su
NetflixSotto il sole di Riccione,
la nuova commedia romantica estiva che ci porta sul litorale
romagnolo da un soggetto di Enrico Vanzina,
scritto da Enrico Vanzina, Caterina Salvadori, Ciro
Zecca e diretto da YouNuts! Protagonisti
del film i veterani Isabella Ferrari, Luca
Ward e Andrea Roncato accanto ai giovani
Cristiano Caccamo, Davide Calgaro, Matteo Oscar Giuggioli,
Ludovica Martino, Saul Nanni, Fotinì Peluso, Claudia
Tranchese e Lorenzo Zurzolo, che
rappresentano il vero cuore del film, che da subito si rivela
essere un omaggio a Sapore di Mare, proprio dei
Vanzina.
Sotto il sole di Riccione è un omaggio a Sapore di Mare
Ed è lo sceneggiatore e regista a
prendere per primo la parola, dicendo: “Non avrei mai
immaginato di rimettere piede negli ambienti di Sapore di mare,
così speciali per me e mio fratello. Quando Carlo, ormai due anni
fa, se n’è andato, Netflix e Lucky Red mi hanno chiesto di
sviluppare qualcosa partendo dalla canzone di Tommaso Paradiso e i
TheGiornalisti. Ci ho pensato molto e ho accettato per due motivi:
il primo è perché il film è un omaggio a mio fratello, non potevo
fare una cosa più bella di questa per lui. In secondo luogo perché
la forza di Sapore di mare passava anche dalla sua musica e in
questo caso, tutta la produzione dei TheGiornalisti è
straordinaria.”
Il film racconta le avventure estive
di un gruppo di ragazzi che per caso si trova in vacanza nello
stesso stabilimento e fa amicizia. Amori, storie, segreti, piccoli
tradimenti e primi batticuore, la freschezza e la gioia di
un’estate è consegnata perfettamente, ma non solo. “Questo film
è il racconto dell’estate in Italia, non solo dal putno di vista
generazionale, ma anche sentimentale – ha continuato Vanzina –
Volevamo realizzare un film, che a fine visione, comunica
quanto è bella la vita. E facendo questo, abbiamo scavato in una
generazione che tende a nascondere i propri sentimenti, nonostante
ne abbia tantissimi.”
L’omaggio a Carlo Vanzina e il “ritorno” di Selvaggia
L’omaggio a Sapore di
Mare è un discorso che viene ripreso di continuo e
infatti, per Enrico Vanzina è proprio il punto di
partenza per arrivare a raccontare la generazione di oggi, sempre
nel ricordo del compianto fratello: “Il risultato finale è un
mix tra la generazione di Sapore di mare e quella di oggi, un film
che porta un senso di speranza e di allegria malinconica. L’ho
fatto pensando ogni giorno a Carlo, non potevo sbagliarlo. È un
film bellissimo.”
Oltre a Vanzina, simbolo
del legame del film con Sapore di Mare è
Isabella Ferrari, che non è più la giovanissima e
bellissima Selvaggia, ma la preoccupata Irene, madre single di un
ragazzo disabile. Per lei Sapore di Mare è stato l’inizio, ma Sotto
il sole di Riccione è diventata la proposta a cui non si poteva
rinunciare: “Sapore di Mare è il film che ha cambiato il corso
della mia vita. Ricordo il primo giorno di set quando non sapevo
nemmeno cosa fosse un personaggio. Avevo tanta paura, ma poi le
cose sono cambiate e ho imparato. È stato il mio romanzo di
formazione. Dopo 35 anni, la telefonata di Enrico, la sceneggiatura
scritta da lui, non ho esitato un attimo a dire di sì. È stato come
chiudere un cerchio in maniera leggera, per Carlo.”
Nel cast del film, oltre a Ferrari,
ci sono Cristiano Caccamo, Davide Calgaro, Matteo Oscar
Giuggioli, Ludovica Martino, Saul Nanni, Fotinì Peluso, Claudia
Tranchese, Lorenzo Zurzolo, Andrea Roncato e Luca
Ward. Sotto il sole di Riccione arriverà
il 1° luglio su Netflix.
Il cinema italiano vanta una lunga
storia d’amore con l’estate, il mare e la spiaggia. Sono tantissimi
i titoli che hanno questo come luogo primario delle vicende
narrate, dal classico Il sorpasso al cult degli anni
Ottanta Sapore di mare, da Abbrozzantissimi fino
al più recente Un’estate al mare. Ad inserirsi in questo
filone è arrivato nel 2020 anche Sotto il sole di Riccione (qui la recensione), commedia
sentimental. Dato il successo ottenuto, nel 2022 è stato realizzato
un sequel:
Sotto il sole di Amalfi, diretto da Martina
Pastori.
Come già in Sotto il sole di
Riccione – nato da un’idea originale di Enrico
Vanzina, il quale l’ha pensato come un omaggio al cinema
balneare italiano degli anni Ottanta e in particolare a quello
stesso Sapore di mare diretto da fratello Carlo – si
ritrovano anche in
Sotto il sole di Amalfi tutti quegli elementi classici
di questo genere, dagli intrecci amorosi agli imprevisti più
comici, il tutto condito da buoni sentimenti e un cast di giovani e
celebri attori.
Per gli appassionati di questo
genere, è dunque un titolo da non perdere. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Sotto il sole di Amalfi. Proseguendo qui nella lettura
sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
location dove si sono svolte le riprese. Infine,
si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Sotto il sole di Amalfi
Nella splendida costiera amalfitana
Vincenzo, Camilla,
Furio, Irene e
Lucio si troveranno a vivere una nuova estate
insieme, tra amori ritrovati e nuove passioni, ma, soprattutto,
tanta amicizia. Camilla torna dal Canada dopo un anno di studi e
finalmente può rivedere il suo amato Vincenzo. Entrambi potranno
concretizzare il loro sogno di stare finalmente insieme, una sorta
di “prova” per la desiderata convivenza. Camilla è tornata però in
Italia in compagnia di Nathalie, una ragazza
canadese ironica e insicura. Furio, dal canto suo, non smette di
tentare di conquistare le donne senza criterio.
Irene, madre di Vincenzo, non ha
perso il vizio di preoccuparsi troppo per lui e, con Lucio, decide
di seguirlo ad Amalfi. Quest’ultimo vorrebbe fare il grande passo e
chiederle di andare a convivere ma l’attaccamento della donna al
figlio e la presenza di Roberto, ex marito di Irene, ad Amalfi, lo
fanno interrogare sul loro rapporto. Riusciranno a risolvere i loro
problemi? Quando spunta la luna, Amalfi rivela tutta la sua magia,
e i nostri personaggi vivranno una magica estate, pronti a scoprire
cosa riserva loro il futuro.
Il cast e le location dove è stato girato il film
Protagonista del film
è Lorenzo Zurzolo,
divenuto popolare grazie alla serie Baby e al film
Morrison, nel ruolo del non
vedente Vincenzo. Camilla è invece interpretata ancora una volta
dall’attrice Ludovica Martino.
Divenuta una star grazie alla serie Skam, si è poi
distinta con ruoli di rilievo anche nei film Il campione,Lovely Boy e Il mio posto è qui. Nuovi ingressi nel cast sono
Davide Calgaro nel ruolo di Furio,
Kyshan Wilson nel ruolo di Nathalie,
Nicolas Maupasin quello di Hans, Elena
Funari nel ruolo di Rebecca, Marit
Nissen in quello di Brigitte e Raz
Degan in quello di David. Completano il cast
Isabella Ferrari nei
panni di Irene e il noto doppiatore Luca Ward nel ruolo di
Lucio.
Come suggerisce il titolo, il film
si svolge sullo sfondo della costiera Amalfitana.
In apertura del film Vincenzo e Furio raggiungono il
porto di Amalfi in aliscafo,
mentre Irene, preoccupata per il figlio, opterà per la stessa
destinazione percorrendo la Costiera Amalfitana in auto insieme al
suo compagno Lucio. A partire da qui, vediamo i ragazzi passeggiare
tra vicoli e slarghi del centro storico, per ritrovarsi più volte
all’ombra del Duomo di Amalfi, su cui svetta il
campanile con le maioliche gialle e verdi, e presso l’antistante
piazza Duomo.
Non manca anche una gita in barca al
largo, con scorci panoramici di Amalfi e Atrani, e
un giro in bicicletta presso la suggestiva spiaggia del
fiordo di Furore. In seguito, vediamo la famiglia
composta da Irene, Vincenzo e Roberto, sorseggiare un drink sulla
terrazza panoramica del Rada Beach Bistrot a
Positano. L’immersione subacquea di Lucio e
Vincenzo avviene invece nei pressi dei faraglioni di
Amalfi. Infine, le ultime scene avvengono nei giardini
della storica Villa Rufolo a
Ravello, che si snodano su terrazzamenti a
strapiombo sul mare.
Il trailer di Sotte il sole di Amalfi e dove
vedere il film in streaming e in TV
Come anticipato, è possibile fruire
di
Sotto il sole di Amalfi unicamente grazie alla sua
presenza nel catalogo di Netflix. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo
in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi
anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
È in arrivo
Sotto il sole di Amalfi, sequel che arriva a due
anni di distanza dal grande successo Sotto il sole di
Riccione. Il film, prodotto da Lucky Red,
sarà disponibile da domani, mercoledì 13
luglio solo su Netflix.
Il film segue amicizie estive e storie d’amore sullo sfondo
della splendida costiera amalfitana, e segna il debutto alla regia
di Martina Pastori. Soggetto e sceneggiatura sono
di Enrico Vanzina, Caterina Salvadori e
Ciro Zecca, lo stesso team di Sotto il sole di
Riccione.
Tra i protagonisti vediamo il ritorno di
Lorenzo Zurzolo,
Ludovica Martino, Davide Calgaro, Isabella Ferrari e Luca
Ward insieme ai nuovi arrivi Kyshan Wilson,
Nicolas Maupas, Elena Funari e Marit
Nissen. Il film vede anche la partecipazione di
Raz Degan e Andrea Occhipinti.
Sotto il sole di
Amalfisarà disponibile da
domani, 13 luglio, solo su Netflix.
Il trailer
La trama del film
Nella splendida costiera amalfitana
Vincenzo, Camilla, Furio, Irene e Lucio si troveranno a vivere una
nuova estate insieme, tra amori ritrovati e nuove passioni, ma,
soprattutto, tanta amicizia. Camilla torna dal Canada dopo un
anno di studi e finalmente può rivedere il suo amato Vincenzo.
Entrambi potranno concretizzare il loro sogno di stare finalmente
insieme, una sorta di “prova” per la desiderata convivenza. Camilla
è tornata in Italia in compagnia di Nathalie, una ragazza canadese
ironica e insicura. Furio, dal canto suo, non smette di tentare di
conquistare le donne senza criterio. Irene, madre di Vincenzo, non
ha perso il vizio di preoccuparsi troppo per lui e, con Lucio,
decide di seguirlo ad Amalfi. Quest’ultimo vorrebbe fare il grande
passo e chiederle di andare a convivere ma l’attaccamento della
donna al figlio e la presenza di Roberto, ex marito di Irene, ad
Amalfi, lo fanno interrogare sul loro rapporto. Riusciranno a
risolvere i loro problemi? Quando spunta la luna, Amalfi rivela
tutta la sua magia, e i nostri personaggi vivranno una magica
estate, pronti a scoprire cosa riserva loro il futuro.
Ecco il primo trailer italiano di
Sotto il cielo delle Hawii
(Aloha), il nuovo film di
Cameron Crowe che non si è certo risparmiato in
fatto di cast. Nel film sono protagonisti Emma Stone,
Bradley Cooper, Rachel McAdams e tantissimi altri volti
noti e amati del cinema.
In Sotto il cielo delle
Hawaii, in cui sono protagonisti Emma Stone e
Bradley Cooper, ci sono anche Rachel
McAdams, Alec Baldwin, Jay Baruchel, Michael Chernus e
Ivana Milicevic.
La storia è quella di un militare
di professione che combina un pasticcio e viene mandato alle Hawaii
per supervisionare il lancio di un satellite. Sul posto dovrà
vedersela con la sua ex ragazza, una nuova fiamma e molto altro. Il
film uscirà in Italia il 24 settembre.
Ecco arrivare online una valanga di
foto per Sotto il cielo delle Hawaii
(Aloha), nuovo film di Cameron Crowe
che non si è certo risparmiato in fatto di cast. Del film sono
protagonisti Emma Stone, Bradley Cooper, Rachel
McAdams e tantissimi altri volti noti e amati del
cinema.
Nella pellicola, in cui sono
protagonisti Emma Stone e Bradley
Cooper, ci sono anche Rachel McAdams, Alec
Baldwin, Jay Baruchel, Michael Chernus e Ivana
Milicevic. Non si ha ancora una sinossi ufficiale del
film, ma pare che i protagonisti, Stone e Cooper, siano dei
militari impegnati a sventare una minaccia bellica. I due, nella
loro missione, si innamoreranno, avranno a che fare con un computer
parlante e con la magia di un’isola soprannaturale.
Il finale di Sotto il cielo
delle Hawaii (Aloha) è una dolce conclusione per
il film diretto da Cameron Crowe, con il grande
colpo di scena di Brian e Tracy che non fa che rafforzare i temi
del film. Uscito nel 2015, Sotto il cielo delle
Hawaii (Aloha) si concentra in gran parte su
Brian Gilcrest (Bradley
Cooper), un cinico appaltatore militare che è stato
assunto per aiutare a garantire che un lancio spaziale privato
possa andare avanti alle Hawaii. Per farlo, deve lavorare al fianco
di Allison Ng di Emma Stone, un membro brillante e impegnato
dell’Air Force che sviluppa costantemente una storia d’amore con
Brian. A complicare ulteriormente le cose c’è un inaspettato
incontro tra Brian e la sua ex compagna Tracy (Rachel
McAdams), che si è sposata e ha avuto dei figli.
Mescolando intrighi militari con i
tropi della commedia sentimentale, Sotto il cielo delle
Hawaii (Aloha) non sempre funziona. Il film ha
solo il 20% di voti positivi su Rotten Tomatoes al momento in cui
scriviamo, e Sotto il cielo delle Hawaii
(Aloha) è diventato
tristemente controverso per la decisione di affidare alla caucasica
Emma Stone il ruolo di Allison, per un quarto
hawaiana e per un quarto cinese. Tuttavia, il tentativo del film di
fondere generi molto diversi con un approccio sorprendentemente
progressista ai tropi standard delle commedie romantiche lo rende
un interessante (anche se imperfetto) ingresso nella filmografia di
Crowe.
Un film di Cameron Crowe del 2015
ha uno degli ensemble hollywoodiani più numerosi degli anni 2010,
ma non è riuscito ad avere un impatto sulla critica e sul
botteghino.
Uno dei grandi colpi di scena di
Sotto il cielo delle Hawaii (Aloha) è la
vera identità dei genitori di Grace, che complica ulteriormente il
triangolo amoroso al centro del film. Per gran parte di
Sotto il cielo delle Hawaii (Aloha),
Grace sembra essere la figlia di Tracy e di suo marito Woody, che
si sono messi insieme poco dopo la separazione di Tracy da Brian,
avvenuta anni prima degli eventi del
film. Tuttavia, Brian è il vero padre di
Grace, avendola concepita con Tracy poco prima della loro
rottura. Brian non ne è a conoscenza fino agli eventi del film, il
che sottolinea la natura agrodolce dei piani originali di Tracy per
una vita con Brian.
È interessante notare che
ilfilmdiCameron Crowenon cerca di utilizzare
questa rivelazione per creare un dramma eccessivo rispetto
ad altri colpi di scena. Sebbene tra Tracy e Brian ci sia una forte
tensione romantica, la rivelazione che i due condividono una figlia
non li costringe a tornare insieme. Alla fine del film, i due
rimangono con i loro partner separati. Anche Grace sembra essere
d’accordo con la scoperta, con la scena finale del film incentrata
su lei e Brian che si abbracciano come padre e figlia. È una svolta
tranquillamente progressista nel film.
Cosa succede nel triangolo
amoroso di Brian, Tracy e Allison di Sotto
il cielo delle Hawaii (Aloha)
Il triangolo amoroso tra
Brian, Tracy e Allison è una delle principali attrattive di Sotto
il cielo delle Hawaii (Aloha), che eleva la bontà
della commedia romantica del film. Se prima i due avevano una
storia d’amore, la perdita di fiducia di Brian in se stesso dopo
essere stato espulso dall’aeronautica ha portato alla rottura della
loro storia d’amore. Nel presente di Sotto il cielo delle
Hawaii (Aloha), i due hanno trovato relazioni
diverse. Per Brian, si tratta di Allison Ng, che sviluppa
costantemente un legame di reciproco rispetto e attrazione con
Brian.
Al contrario, i sentimenti
persistenti di Brian per Tracy sono solo l’ultimo colpo di coda
nella relazione travagliata di lei con il benintenzionato Woody. Il
loro matrimonio si sta già logorando all’inizio del film, e
l’arrivo di Brian nelle loro vite rischia di romperlo
definitivamente. Tuttavia, alla fine del film Brian e Tracy
accettano che la loro storia d’amore sia finita, consentendo loro
di impegnarsi pienamente con Woody e Allison. È un approccio
sorprendentemente maturo alle convenzioni del sottogenere delle
commedie romantiche, che permette ai quattro adulti di
andare oltre i loro problemi e di riaffermare il loro
legame reciproco.
La storia d’amore tra Brian e
Allison è all’origine di uno dei più grandi colpi di scena di
Sotto il cielo delle Hawaii (Aloha).
Mentre il triangolo amoroso tra Brian, Allison e Tracy costituisce
l’arco emotivo, il legame tra i primi due è guidato da uno sforzo
congiunto civile/militare per dispiegare un satellite privato di
proprietà di Carton. Inizialmente, Brian è un sostenitore del piano
e uno dei principali responsabili della sua esecuzione,
contribuendo a garantirne la realizzazione. Tuttavia, le
discussioni con Allison e la sua genuina convinzione della libertà
del cielo per tutte le persone influenzano costantemente la
sua visione del mondo e le sue convinzioni.
Quando scopre che il satellite ha
uno scopo ben più nefasto, Brian sabota il lancio e usa una
perturbazione sonica per distruggerlo. Questo momento è
un’affermazione per Brian, sia dei suoi sentimenti per
Allison che della sua rinata fiducia nelle persone. È il
grande punto di svolta di Aloha, che consolida la crescita
e l’evoluzione del personaggio di Brian, da appaltatore stanco a
personaggio più nobile. È anche uno dei momenti visivi più
importanti del film, che eleva la commedia romantica a qualcosa di
diverso.
Chi è il vero cattivo in
Sotto il cielo delle Hawaii
(Aloha)
In una narrazione più semplice,
Sotto il cielo delle Hawaii (Aloha)
avrebbe probabilmente visto Woody o Tracy come antagonisti, in
conflitto con Brian e in grado di ostacolare i suoi tentativi di
riallacciare i rapporti con Tracy o di andare avanti con Allison.
Tuttavia, entrambi sono ritratti come persone genuinamente gentili,
con Brian e Woody che fanno addirittura pace alla fine del film.
Alohatrova invece
il suo cattivo centrale in Carson. Interpretato da
Bill Murry, Carson è inizialmente rappresentato come un miliardario
con buone intenzioni che vuole usare il suo satellite privato per
aiutare i cittadini locali. In realtà, però, il satellite avrà un
carico nucleare.
Si tratta di un importante
cambiamento di tono rispetto agli elementi da commedia romantica
del film, che trasforma Carson in un personaggio più pericoloso. La
scoperta della verità da parte di Allison (e del fatto che Brian ne
fosse apparentemente a conoscenza) ha quasi spezzato la loro storia
d’amore. Tuttavia, Brian decide di distruggere il satellite prima
che diventi pienamente operativo. Questo contribuisce a smascherare
le azioni di Carson, portando al suo arresto alla fine del film.
Carson è la personificazione della prospettiva cinica e
monetaria che Brian ha brevemente abbracciato, e il suo
tradimento di Carson è la grande vittoria morale di Brian nel
film.
Il vero significato del finale
di Sotto il cielo delle Hawaii
(Aloha)
In Sotto il cielo delle
Hawaii (Aloha) si svolgono molte cose, il
che a volte può andare a discapito del film, che cerca di esplorare
diversi temi e morali contemporaneamente. L’arco emotivo di
Brian è incentrato sull’allontanamento dal percorso cinico
che aveva accettato dopo la partenza dall’aeronautica. Allison lo
aiuta a risvegliare il suo amore infantile per la scienza e lo
spazio, creando una storia d’amore tra i due grazie alla passione
condivisa. L’uomo accetta che Tracy sia andata avanti, ma il finale
suggerisce che farà parte della vita di sua figlia, un abbraccio
speranzoso a un’unità familiare non convenzionale.
Anche gli altri personaggi
ottengono affermazioni simili: Woody, Allison e Tracy rifiutano di
cedere al pessimismo e alla sconfitta e alla fine ottengono tutti
ciò che desiderano. L’unico personaggio che vacilla
veramente è Carson, la cui ricchezza e il cui approccio
spietato lo rendono il cattivo del film. Anche i nativi hawaiani
locali ottengono il loro lieto fine con la scoperta dei crimini di
Carson. Sotto il cielo delle Hawaii
(Aloha) tenta di fare molto, ma beneficia di un
finale che regala al cast, in gran parte simpatico, un lieto fine
che premia l’ottimismo e la speranza per il futuro.
Sempre più spesso alcuni personaggi
di film, che dovrebbero appartenere ad una certa etnia, vengono
interpretati da attori bianchi. O meglio, sempre più spesso adesso
questa cosa viene fatta notare e crea polemica. Lo sa bene
Cameron Crowe, che per il suo Sotto il
cielo delle Hawaii ha scelto Emma
Stone come protagonista. Per chi non lo sapesse, il film è
ispirato a una storia vera e racconta una vicenda simile a quella
capitata al capitano Allison Ng, per un quarto
cinese, per un quarto hawaiana ma all’apparenza perfettamente
europea. Ecco cosa ha risposto Crowe alle polemiche
sull’occidentalizzazione di un personaggio come quello della
Ng.
“Grazie per i
vostri appassionati commenti riguardo al cast della meravigliosa
Emma Stone nel ruolo di Allison Ng. Ho ascoltato le vostre parole e
la vostra delusione e mando una sentita scusa a tutti quelli che
hanno pensato che questa fosse una scelta sbagliata o bizzarra. Nel
2007 il Capitano Allison Ng era descritta come molto orgogliosa di
essere per un quarto hawaiana, ma frustata per il fatto di non
sembrarlo. Un padre per metà cinese doveva mostrare il sorprendente
mix di culture spesso prevalente alle Hawaii. Estremamente fiera
delle sue insolite origini, si sente sempre in dovere di chiarirlo
ogni volta che può. Il personaggio era basato su una persona reale,
dai capelli rossi e locale (…)Sono contento ci sia del
dialogo. Molti di noi desiderano storie con maggiore diversità
etniche, con più verità, e sono ansioso di aiutare a raccontare
queste storie in futuro. Emma Stone è stata fantastica e se qualche
parte del suo personaggio ha causato controversie, sono l’unico da
incolpare”.
La vicenda ricorda molto quella che
a suo tempo ha coinvolto Rooney Mara,
scelta per interpretare la principessa indiana Giglio Tigrato in
Pan di Joe Wright, con
la sostanziale differenza che questa volta si parla di un
personaggio reale.
Uscirà nelle sale cinematografiche
italiane il prossimo 26 settembre. Di seguito
trovate il trailer e ben tre poster italiani di Sotto
assedio – White House Down, il nuovo action movie di
Roland Emmerich con protagonisti Channing
Tatum e Jamie Foxx.
Ricordiamo anche la trama di
Sotto assedio – White House
Down: l’agente della polizia di Washington
John Cale (Tatum), si vede negato il lavoro dei suoi sogni con i
Servizi Segreti per la protezione del Presidente James Sawyer
(Foxx). Non volendo deludere la sua bambina, John la porta a fare
una visita alla Casa Bianca, quando l’intero complesso viene preso
d’assalto da un gruppo armato paramilitare. Con il governo
nazionale nel caos ed il tempo che scorre inesorabile, ora sta a
Cale salvare il Presidente, sua figlia, e il Paese.
Da sempre impegnato a portare al
cinema storie di carattere catastrofico come Independence Day e
The Day After Tomorrow,
il regista tedesco Roland Emmerich è oggi sinonimo
per il grande schermo di distruzione, invasione aliena o attacchi
terroristici. Proprio relativo a quest’ultimo è il film Sotto assedio – White
House Down, incentrato proprio sui tentativi di
un poliziotto di proteggere il presidente degli Stati Uniti da un
gruppo di paramilitari. Uscito in sala nel 2013, il film ha
confermato un volta di più il fascino che Emmerich nutre per questo
tipo di storie particolarmente esplosive, nel quale è un maestro
indiscusso.
Scritto dallo sceneggiatore
James Vanderbilt, autore di film come Il tesoro dell’Amazzonia, The
Amazin Spider-Man e RoboCop, il film punta così su
una serie di sequenze d’azione particolarmente memorabili,
arricchite da effetti speciali particolarmente sbalorditivi e
interpretazioni di alto livello. Come sempre, Emmerich si è avvalso
di un cast di grandi star di Hollywood, tra cui anche premi Oscar.
Nonostante ciò, il film non ha registrato un incasso
particolarmente esaltante al box office. A fronte di un budget di
150 milioni di dollari, Sotto assedio – White House Down è
arrivato a guadagnarne appena 205 in tutto il mondo.
Ad oggi, però, il film rimane un
film di genere particolarmente godibile, capace di intrattenere per
l’intera sua durata di due ore e venti, regalando numerosi colpi di
scena ed emozioni. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Sotto assedio – White House
Down: la trama del film
Protagonista del film è l’agente
della polizia di Washington John Cale, il quale da
sempre aspira diventare membro dei Servizi Segreti e poter operare
in funzione della protezione del Presidente degli Stati Uniti
James Sawyer. Tale sogno si infrange però nel
momento in cui John non supera il colloquio apposito, tenuto dalla
ex collega Carol Finnerty. Non volendo deludere la
figlia Emily, con la quale desidera riallacciare i
rapporti, John la porta a fare una visita alla Casa Bianca. La
tranquillità di quella giornata qualunque viene però bruscamente
interrotta quando l’intero complesso viene preso d’assalto da un
gruppo armato paramilitare.
Con il governo nazionale nel caos ed
il tempo che scorre inesorabile, ora sta a Cale salvare il
Presidente e il Paese. L’uomo è infatti riuscito a nascondersi in
tempo prima di essere preso come ostaggio. Nel tentare di risolvere
la situazione avrà dalla sua parte proprio la figlia, la quale
filmando quanto accade e pubblicandolo online permette
l’identificazione del gruppo di occupanti. Ben presto però, Cale
capirà che l’operazione non nasce esclusivamente dall’esterno, ma
vi è invece un traditore proprio all’interno della Casa Bianca.
Trovarlo e fermarlo sarà l’unico modo per scongiurare il
peggio.
Sotto assedio – White House
Down: il cast del film
Ad interpretare il protagonista, il
poliziotto John Cale, vi è l’attore Channing Tatum.
Già distintosi in ruoli d’azione, come G.I. Joe – La nascita
dei Cobra e The Son of No One,
l’attore dovette anche in questo caso sottoporsi ad una notevole
preparazione fisica, al fine di acquisire le capacità adeguate a
eseguire personalmente anche alcune delle scene più complesse.
Accanto a lui, nei panni del presidente James Sawyer si ritrova
invece il premio Oscar Jamie Foxx,
noto per film come Collateral e Django
Unchained. Per dar vita al suo personaggio, questi ha
dichiarato di essersi ispirato a Barack Obama, presidente degli
Stati Uniti al momento delle riprese del film. Obama ha in seguito
avuto modo di vedere il film, esprimendo il suo apprezzamento e
diverse lodi proprio per Foxx.
Ad interpretare la giovane figlia di
John Cale, Emily, vi è invece l’attrice Joey King.
Questa è nota in particolare per essere stata la protagonista del
celebre film teen The Kissing Booth e della serie
drammatica The Act. Nel film sono inoltre presenti gli
attori Richard Jenkins nei panni dello speaker
della Casa Bianca Eli Raphelson, e Maggie
Gyllenhaal in quelli di Carol Finnerty, esaminatrice
di John al colloquio per far parte dei Servizi Segreti. Jason Clarke è
invece l’interprete di Emil Stenz, ex agente della CIA, nonché
colui che guida la spedizione dei paramilitari all’interno della
Casa Bianca. Il celebre James Woods, noto per i
film Salvador e L’agguato, è
invece Martin Walker, capo dei Servizi Segreti, che si rivela
essere alleato del gruppo di invasori.
Sotto assedio – White House
Down: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Sotto assedio – White House Down grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Tim
Vision, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato
12 febbraio alle ore 21:30 sul canale
TV8.
Arriva anche in Italia il nuovo
film del regista “catastrofico” per eccellenza Roland
Emmerich, che questa volta si cimenta in un action-movie
ambientato alla Casa Bianca e che vede protagonisti
Channing Tatum,
Maggie Gyllenhaal,
Jamie Foxx, James Woods, Richard Jenkins e Jason
Clarke. La pellicola è il secondo film che debutta nell’arco di
un anno, incentrato su un attacco terroristico ai danni del
presidente degli Stati Uniti e della sua famigerata residenza.
L’altro film in questione era Attacco al potere – Olympus Has Fallen.
Si tratta dell’ultima moda
hollywoodiana, forse figlia di una concorrenza spietata tra
produttori e Major. Capitò con Biancaneve qualche anno fa e siamo
certi che capiterà in futuro con i nuovi rifacimenti in produzione
nei prossimi anni. Sotto Assedio – White House Down
racconta dell’agente della polizia di Washington John Cale, che si
vede negato il lavoro dei suoi sogni con i Servizi Segreti per la
protezione del Presidente James Sawyer. Non volendo deludere la sua
bambina, John la porta a fare una visita alla Casa Bianca, quando
l’intero complesso viene preso d’assalto da un gruppo armato
paramilitare. Con il governo nazionale nel caos ed il tempo che
scorre inesorabile, ora sta a Cale salvare il Presidente, sua
figlia, e il Paese.
Roland Emmerich ritorna in
maniera quasi nostalgica su una storia fuori tempo. Per toni, stile
e scelte narrative, Sotto Assedio – White House
Down riproduce un certo modo di fare cinema
tipico degli anni 80’ e che, alla fine degli anni 90’, aveva perso
il giusto appeal con il grande pubblico. Ma, pur
ricalcando storie già viste, la pellicola di Emmerich riesce a
mostrare maggiori punti forza rispetto ad Attacco al
potere di Fuque, soprattutto per l’impiego di maggiore
ironia e per l’attualità di un discorso politico e bellico che fa
eco alle vicende odierne e che viene fuori nel film in un epilogo
quasi demenziale. Fra tutti i rimandi alla reale condizione
socio-politica globale c’è il riferimento esplicito alla figura del
presidente in carica Obama e alla recente crisi mediorientale che
sembra essere un abisso infinito. Tralasciando gli eventuali
intenti alti, il film è un blockbuster di vecchio stampo che riesce
nell’intento di costruire un’ora e mezza di azione, buoni
sentimenti, e battute ironiche che faranno certamente la felicità
dei nostalgici. Rimangono d’antologia alcune battute al limite del
comico come quelle legate al colosso Apple o al film Indipendence Day, proprio di Emmerich
stesso e in questo periodo al centro di un dibattito internautico
su possibili sequel.
Buona la prova del cast, che spazia
per ottime caratterizzazioni dei veterani James Woods e
Richard Jenkins, passando per l’ottimo cattivone di turno
interpretato dall’oramai conferma Jason Clarke, agli
scontati Channing Tatum, Maggie Gyllenhaal, Jamie Foxx.
Sostiene Pereira è
il film del 1995 diretto da Roberto Faenza
con protagonisti nel cast Marcello
Marstroianni e Stefano Dionisi.
Trama: In un
Portogallo oppresso dal regime di Salazar, a Lisbona vive Pereira,
giornalista che dirige la rubrica letteraria di un piccolo
quotidiano della città, il Lisboa. Vedovo, introverso, appassionato
di letteratura nella quale si rifugia per eludere la realtà cupa in
cui vive, parla soprattutto con la foto della moglie, scomparsa da
qualche anno per una tubercolosi.
Un giorno Pereira, leggendo un
articolo di una rivista, decide di contattare l’autore per
offrirgli un posto come collaboratore esterno della pagina
culturale del giornale. L’autore è Monteiro Rossi, di origini
italiane, che accetta senza titubanze la grossa opportunità;
Pereira lo prende così in prova, proponendogli di scrivere
“coccodrilli” di personaggi famosi.
Sostiene Pereira
Ma i necrologi di Rossi, oltre a
non essere dedicati ai personaggi indicatigli da Pereira, sono di
forte critica politica. Egli infatti è un’attivista carbonaro
contro il regime vigente. Pereira, che non vuole guai, è combattuto
tra il desiderio di aiutarlo e quello di non essere coinvolto in
questioni politiche che potrebbero causargli dei problemi. Ma ben
presto Pereira scopre la realtà del regime in cui vive: le
violenze, il clima di intimidazione, la censura cui è sottoposta la
stampa, tutte cose cui non aveva fino ad allora fatto caso, isolato
com’era dalla vita reale. Monteiro Rossi ha risvegliato in lui una
passione politica e un impegno civico soffocati ormai da tempo.
Analisi: Antonio
Tabucchi, pisano di nascita, aveva una passione viscerale per il
Portogallo, tanto da trasferirsi lì diversi mesi l’anno e subire
una forte influenza dallo scrittore Fernando Pessoa. Su tutte le
sue opere, Sostiene Pereira, gli valse la notorietà e il premio
Campiello nel 1994. Roberto Faenza ne fece un film
nel 1995, molto attinente all’opera originaria, emozionante e
appassionante; il film prende in eredità dal libro l’esaltazione
del coraggio, la voglia di ribellarsi al potere costituito
opprimente e ingiusto.
Per la figura di Pereira si affidò
a Marcello Mastroianni, il quale, manco a dirlo,
incarna alla perfezione il personaggio: rimesso, mite, imbranato,
introverso, ma deciso, fermo e coraggioso quando le circostanze lo
richiedono. Il lungometraggio fu anche il terzultimo del
grandissimo attore di Frosinone, che in questo film già mostra
cenni di stanchezza, alla vigilia di una brutta malattia che un
paio di anni dopo ce lo porterà via per sempre.
Bravissimo anche un quasi trentenne
Stefano Dionisi, che interpreta il sanguigno idealista Monteiro
Rossi; il giornalista che scuote la mesta vita di Pereira. Quella
in Sostiene Pereira resta una delle sue interpretazioni di maggiore
spessore.
A fare il resto il palcoscenico
naturale offerto da una Lisbona affascinante, ma triste. Più
malinconica del solito.
Sostiene Pereira
valse un meritatissimo David di Donatello a Marcello Mastroianni
come migliore attore nel 1995.
Deadline, ha
diffuso oggi la notizia che la Warner Bros ha
bloccato il progetto The Thin Man, remake del
classico del 34′ L’uomo Ombra. La pellicola doveva essere diretta
da da Rob Marshall e
interpretato da Johnny Depp,
Sospesi nel tempo
è il film cult del 1996 di Peter Jackson con
protagonisti nel cast Michael J. Fox, Trini Alvarado, Peter
Dobson, John Astin, Jeffrey Combs, Dee Wallace, Jake Busey, Chi
McBride, Jim Fyfe, Troy Evans, Julianna McCarthy, R. Lee Ermey,
Elizabeth Hawthorne.
Sospesi nel tempo, la
trama: L’architetto Frank Bannister ha abbandonato il suo
lavoro a causa di un misterioso incidente d’auto in cui la moglie è
rimasta uccisa. Ha la capacità di comunicare con gli spettri e
grazie all’aiuto di tre di questi (il giudice, Cyrus e Stuart), si
guadagna da vivere come disinfestatore di fantasmi. Tuttavia, dopo
una serie di misteriose morti e di numeri che Bannister vede
impressi sulla fronte delle persone, si rende conto che in città
c’è uno spirito spietato che miete vittime stritolandogli il cuore.
Bannister, con l’aiuto di Lucy Lynskey, un’affascinante dottoressa,
indagherà e scoprirà anche qualcosa sul suo passato.
Sospesi nel tempo,
l’analisi
Se volessimo attribuire un
aggettivo a questo film, esilarante sarebbe il più adatto. Non ci
si può di certo annoiare con una commedia horror dei primi anni di
Peter Jackson. Tra i suoi lavori più famosi
ricordiamo Fuori di testa, uno splatter del 1987 rimasto
un modello per gli amanti del genere, Splatters – Gli
schizzacervelli e Creature del cielo. Nel medesimo
periodo possiamo collocare Sospesi nel tempo, che si
allontana dallo splatter per concentrarsi sull’horror e sull’humor
nero.
Per tutta la durata del film non ci
sarà un attimo di tregua dall’azione e dalla tensione, persino le
scene comiche a volte potranno concludersi in tragedia. Nella trama
ben congeniata, ogni personaggio ha un ruolo ben preciso e nulla è
lasciato al caso. Persino lo schizofrenico agente FBI
(interpretato da Jeffrey Combs) non verrà messo da parte durante il
procedere della storia. I continui colpi di scena non permetteranno
a Frank Bannister (Michael J.Fox) di tirare un
sospiro di sollievo e, al contrario, dovrà redimersi per non aver
sfruttato adeguatamente il suo dono. In questo modo, grazie alla
sua bravura Michael J. Fox offre al suo personaggio spontaneità e
coraggio, utili a reggere ai fini della storia.
Tra i protagonisti
compaiono i fantasmi, fedeli collaboratori di truffe di Bannister,
ma anche spietati come Johnny Bartlett (Jake
Busey), che faticherà ad uscire dalla mente dello
spettatore per il sorriso spietato e gli occhi sgranati. Ognuna di
queste “essenze ectoplasmatiche” conserva la propria identità, come
per rammentare che la condotta assunta durante la vita terrena è
determinante anche dopo la morte. L’originalità non manca, dal
vecchio giudice (John Astin) in depressione per il
suo ectoplasma quasi del tutto essiccato, al militare custode del
cimitero (R. Lee Ermey) che ha il compito di
tenere i defunti in riga, o meglio, in tomba (lo stesso attore ha
interpretato il Sergente Hartman in Full Metal
Jacket).
Una difficoltà per film di questo
genere riguarda gli effetti speciali. Al regista non bastava
mostrare i fantasmi come le solite figure bianche e trasparenti che
deambulavano fluttuando, ma li ha rivisti dentro le mura, a
sollevare tappezzeria, tappeti, quadri e così via a dare
l’impressione di superfici elastiche. Pur riconoscendo che si
tratta di effetti speciali datati, ma innovativi per la metà degli
anni ’90, la pellicola non perde il suo fascino.
La frenesia dell’azione mista a
momenti di comicità sono stati un mix efficace e ben distribuito.
Molto prima de Il Signore degli Anelli, Peter
Jackson mostrava promettenti capacità, tanto da rendere i
suoi film cult indimenticabili.
Non vi siete mai confusi tra
Isla Fisher e Amy Adams? Non
avete mai visto un film che Jeffrey Dean Morgan
convinti che si trattasse di Javier Bardem? Avete
sempre pensato che Zooey Deschanel e Katy
Perry fossero lontanamente (neanche poi tanto)
imparentate?
Anche i personaggi famosi possono
avere sosia famosi!
Certo, qualche paragone è davvero
azzardato, ma la maggior parte dei personaggi rappresentati sembra
davvero essere un sosia famoso, o almeno altrettanto famoso.
Ben prima di recitare in
Escape Plan – Fuga dall’inferno (qui la recensione), Sylvester Stallone aveva già preso parte ad un
prison movie con Sorvegliato speciale,
del 1989 e per la regia di John Flynn. In linea
con i film interpretati da Stallone in quel periodo, anche questo
si configura come un thriller d’azione particolarmente duro e
spietato nella raffigurazione delle carceri statunitensi, ambiente
in cui si svolge la maggior parte del racconto.
Di questo progetto, in realtà,
Stallone ha poi dichiarato che “non era un film prodotto e
interpretato con sufficiente maturità per avere un impatto
significativo sul pubblico o sulla mia carriera. E questa è la
verità”. Poco apprezzato dalla critica e con uno scarso
risultato al box office, Sorvegliato speciale è
indubbiamente uno dei titoli meno citati della carriera di
Stallone, ma è un film che presenta diversi elementi di interesse,
che non mancano di entusiasmare gli appassionati di questo
genere.
Grazie ora al suo passaggio
televisivo, è dunque possibile riscoprire questo film come anche la
realtà che fotografa. In questo articolo, approfondiamo dunque
alcune delle principali curiosità relative a Sorvegliato
speciale. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori,
anche alle location e alla
colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Protagonista del film è
Frank Leone, un detenuto della prigione di minima
sicurezza di Northwood, gestita da Warden
Drumgoole. Egli è dentro perché ha deciso di vendicare un
suo collega vittima di alcuni criminali di quartiere. Un giorno,
però, chiede un permesso per uscire e andare a trovare il suo
amico, ormai in fin di vita, ma il direttore della prigione glielo
nega. È allora che Frank cerca di evadere ma, scoperto, viene
immediatamente rinchiuso. Quando arriva la stampa Drumgoole viene
accusato di essere un uomo senza pietà e la direzione decide di
spostarlo al penitenziario di Gateway.
Il tempo passa e, a sei mesi
dall’uscita dal carcere di Frank, l’uomo viene ingiustamente
spostato proprio nello stesso carcere del crudele ex direttore che,
per vendicarsi, gli rende la vita davvero difficile. Sebbene
l’ergastolano nazista Chink Weber e la sua banda
non gli diano tregua, Frank riesce comunque a difendersi e anche a
farsi degli amici. Tra questi c’è Dallas, un
enorme uomo di colore soprannominato Eclisse che
fa il carrozziere nell’officina del carcere, e il giovane
Prima Base. Molto presto, però, lo scontro tra
Frank e Weber si rivelerà inevitabile.
Il cast e la location del film
Sylvester Stallone interpreta Frank Leone.
L’attore ha raccontato che durante la produzione si è quasi rotto
una gamba durante le riprese della sequenza della partita di
football. Nel ruolo di Drumgoole vi è invece Donald
Sutherland, mentre John
Amos interpreta il capitano Meissner, Sonny
Landham è Chink Weber e Tom
Sizemore interpreta Dallas. Fanno poi parte del cast
Frank McRae nel ruolo di Eclisse,
Darlanne Fluegel in quello di Melissa,
William Allen Young in quello di Braden e
Larry Romano nel ruolo di Prima Base.
Per quanto riguarda i luoghi delle
riprese, la produzione ha cercato per diversi mesi le location
delle carceri e ha visitato otto prigioni di massima sicurezza;
alla fine, l’ambientazione della prigione utilizzata per il film è
stata la East Jersey State Prison di Rahway, nel
New Jersey. Anche per questo motivo nel cast ci sono veri detenuti
della prigione e alcuni appaiono come comparse e artisti di sfondo
nel film.
La colonna sonora del film è di
Bill Conti, che aveva già composto la colonna
sonora di Rocky (1976) di Sylvester Stallone, candidato all’Oscar.
Sorvegliato speciale è una delle circa dieci
collaborazioni della coppia e uno dei pochi film non appartenenti
al franchise di Rocky, con Conti e Stallone come
protagonista: gli altri sono F.I.S.T. (1978), Fuga per la vittoria (1981) e Taverna
paradiso (1978). La colonna sonora di questo film è poi stata
pubblicata solo il 25 gennaio 2005 da Intrada Records in
un’edizione limitata a 1200 copie, costituita da 18 tracce (circa
57 minuti di musica) e denominata “Intrada Special Collection
Volume 18”.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di
Sorvegliato speciale grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
TV e Rakuten TV. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 26
settembre alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Il celebre regista britannico
Ken Loach ha dedicato tutta la sua attività
cinematografica alla descrizione delle condizioni di vita dei ceti
meno abbienti, schierandosi sempre dalla parte dei lavori e della
difesa dei loro diritti. Vincitore in due occasioni della Palma
d’oro a Cannes (di cui l’ultima arrivata nel 2016 grazie a Io, Daniel Blake, altro
titolo particolarmente politico), Loach ha presentato nel 2019,
proprio al prestigioso festival francese, il suo ultimo film:
Sorry We Missed You (qui la recensione). È questo uno
struggente racconto votato al proporre un ritratto realistico della
difficile attività dei corrieri freelance e sull’impatto che tale
lavoro ha sulle famiglie di queste persone.
Loach e lo sceneggiatore
Paul Laverty hanno raccontato di essersi
interessati a questo argomento durante le riprese di Io, Daniel
Blake. Interessatisi alla gig economy, hanno deciso di andare
alla scoperta del complesso mondo dei corrieri, esplorando la
realtà del loro lavoro e le conseguenze che questo ha in modi più o
meno evidenti su tutta la loro vita. Disgustato dal modo in cui le
multinazionali si arricchiscono sulle spalle dei loro dipendenti,
Loach ha così deciso di dar vita ad un nuovo film di denuncia,
asciutto e realistico a tal punto da instillare nello spettatore un
senso di colpa non indifferente, che spinge a rivalutare la propria
attività di consumatore.
Per gli appassionati del regista
Sorry We Missed You è dunque un nuovo imperdibile tassello
nella sua poetica degli ultimi, ma si tratta in generale di un film
che tutti dovrebbero vedere per comprendere aspetti nascosti di
realtà ormai fin troppo radicate. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Sorry We Missed You: la trama del film
Protagonista del film è
Ricky Turner, cittadino di Newcastle, Inghilterra,
felicemente sposato con Abbie. I due hanno due
figli, il sedicenne sebastian e l’undicenne
Liza. Tutti insieme vivono in una modesta ma
accogliente casa, facendo affidamento l’uno sull’altro. La crisi
economica mondiale verificatasi a partire dal 2007 porta però Ricky
a perdere il lavoro. Di conseguenza, egli deve abbandonare il sogno
di acquistare una casa propria e, possibilmente, più spaziosa. Per
rilanciarsi nel mondo del lavoro e potersi assicurare uno stipendio
con cui sostenere la sua famiglia, Ricky si vede dunque costretto a
prendere una difficile scelta.
Venduta l’auto di sua moglie, egli
acquista un furgone con cui poter avviare un’attività di corriere
freelance per conto di una grossa ditta di consegne. Si tratta di
un impiego particolarmente richiesto, che porta però Ricky a
dovervisi dedicare intensamente, finendo con il trascurare sempre
più la sua famiglia. I ritmi frenetici a cui è soggetto tanto lui
quanto anche Abbie, assistente domiciliare per anziani e malati,
inizia ben presto a minare i rapporti famigliari. Il pesante clima
di tensione si ripercuote naturalmente anche sui figli, generando
un malessere dal quale però non sembra esserci via di uscita.
Fermarsi dal fare le consegne, significa per Ricky perdere il
lavoro e tutto ciò che ne consegue.
Sorry We Missed You: il
cast del film e la storia vera
Come alcuni altri film di Ken Loach,
anche il cast di Sorry We Missed You è composto da
attori non professioni o comunque poco conosciuti. L’assenza di
personalità riconoscibili rende infatti più facile per il pubblico
credere che i personaggi siano persone comuni con problemi reali
nei quali ci si può identificare. Ad interpretare Ricky Turner, il
capofamiglia protagonista del film, vi è dunque un attore di nome
Kris Hitchen. Per dar vita al suo personaggio,
egli si è ispirato al sé stesso di quando lavorava come idraulico
prima di riuscire ad affermarsi nel mondo della recitazione.
L’attrice Debbie Honeywood interpreta la moglie
Abbie, mentre Rhys Stone e Katie
Proctor hanno i ruoli di Sebastian e Liza.
La storia del film, come raccontato
dallo stesso Loach, prende in parte ispirazione dalle esperienze di
Don Lane. Questi era un corriere per DPD, morto
nel gennaio 2018 dopo aver lavorato da malatto durante il periodo
delle consegne di Natale. Egli aveva saltato diversi appuntamenti
in ospedale per curare il suo diabete di tipo 1 perché gli erano
state addebitate 150 sterline da DPD in seguito all’aver saltato le
consegne per partecipare a un appuntamento. Temendo ulteriori
addebiti, Lane ha dunque dovuto preferire il lavoro alla salute,
rimettendoci la vita. La vicenda colpì molto Loach, che ebbe anche
modo di incontrare diversi altri corrieri per farsi raccontare la
loro esperienza e poterne dare un ritratto realistico nel film.
Sorry We Missed You: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Sorry We Missed You grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Chili Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 18 marzo alle ore 21:20
sul canale Rai 3.
“Sorry we missed
you” è una tipica frase riportata sui bigliettini che
i fattori rilasciano nel momento in cui, alla consegna del pacco,
non trovano il destinatario in casa. All’interno del nuovo film di
Ken Loach, intitolato appunto
Sorry We Missed You, e in Concorso al Festival di Cannes 2019, questa
formula assume significati ben più profondi, primo tra tutti quello
di una mancanza, in questo caso genitoriale, che può portare a
gravi conseguenze. Dopo aver vinto la Palma d’Oro tre anni fa con
I, Daniel
Blake Loach torna a parlare della classe lavoratrice
con un film sincero e di forte impatto, approfondendo stavolta la
dura realtà che investe chi svolge il lavoro di fattorino.
Difficoltà che si riversano, di conseguenza, anche sui relativi
famigliari.
Il film segue la
storia di Ricky (Kris Hitchen) Abby (Debbie
Honeywood) e i loro due figli Seb e Liza. Una famiglia
particolarmente unita, messa in crisi solamente dalle difficili
condizioni economiche. Dopo aver provato ogni tipo di lavoro, Ricky
decide di puntare tutto sull’acquisto di un van, intraprendendo la
carriera di fattorino freelance. Benché questa possa rivelarsi una
buona soluzione ai loro problemi, il nuovo lavoro sembra tuttavia
sottoporre la famiglia a nuove e inaspettate crisi.
Si sente spesso
parlare delle difficoltà lavorative dei fattorini, ma a volte non
si immagina quanto profondamente le loro vite siano influenzate dal
sistema capitalista che li governa. Ken Loach cerca con questo film
di scavare oltre le polemiche e i dibattiti, andando alla scoperta
di ciò che realmente significa lavorare per più di dodici ore al
giorno, con la preoccupazione della puntualità e della
responsabilità che si ha sulle proprie consegne.
Il regista e lo
sceneggiatore Paul Laverty
arrivano a dare una risposta a queste e altre domande partendo da
un’immagine semplice ma significativa: una famiglia che, pur
vivendo sotto lo stesso piccolo tetto, si ritrova insieme con
difficoltà, i cui membri sono costantemente divisi durante il
giorno da impegni che li portano a stare lontani gli uni dagli
altri. È dunque chiaro il messaggio che Loach vuole trasmettere, e
per farlo usa il suo consolidato stile fatto di grande imparzialità
e controllo.
Non occorre
sottolineare con particolari scelte di regia la difficoltà di
queste situazioni, esse stesse raccontano già abbastanza a
riguardo. Senza calcare la mano, Loach riesce a dare la giusta
importanza alla storia, trasmettendo con genuinità le
emozioni che desidera far provare allo spettatore. Un ritratto
lucido di una realtà a noi vicinissima, dove non manca una certa
comicità, la quale con l’avanzare del film sembra però cedere
sempre più il passo ad un pessimismo che non concede grandi
speranze.
Loach sembra
raccontare sempre la stessa storia, e il confronto con I, Daniel Blake arriva inevitabile, eppure
arricchisce questo racconto di nuove sfumature, stavolta
concentrandosi non tanto sul rapporto tra l’uomo e il lavoro quanto
appunto sui membri di una famiglia. I quattro protagonisti si
affermano ognuno come un mondo a sé stante da poter esplorare,
tutti legati dalle medesime radici e posti dinanzi allo stesso
conflitto. Sopra le loro teste grava una realtà che sembra
schiacciarli ogni volta di più, costringendo i genitori a divenire
assenti, a poter adempiere ai loro doveri famigliari
prevalentemente tramite l’utilizzo del cellulare, e i figli di
conseguenza sembrano smarrire la strada, acquisendo non meno
nevrosi dei loro padri.
Ecco il trailer italiano di
Sorry We Missed You, il nuovo film di
Ken Loach presentato al Festival
di Cannes 2019 e in arrivo in Italia il prossimo 2 gennaio
distribuito da Lucky Red.
In merito a come è nata l’idea di un
film come Sorry We Missed You, il regista ha rivelato:
Quando abbiamo finito Io, Daniel Blake, ho pensato “Chissà,
forse questo è il mio ultimo film”. Ma quando eravamo andati ai
banchi alimentari per svolgere le nostre ricerche per quel film, ci
eravamo resi conto che molte delle persone che li frequentavano
avevano un impiego, part time o con contratti a zero ore. È un
nuovo tipo di sfruttamento.
La cosiddetta gig economy (il
modello economico basato sul lavoro accessorio), i lavoratori
autonomi o a chiamata dalle agenzie, la precarietà dell’impiego,
sono temi che hanno continuato a caratterizzare le ininterrotte
conversazioni quotidiane tra Paul [Laverty] e me. E pian piano è
emersa l’idea che forse valeva la pena di fare un altro film, non
esattamente complementare a Io, Daniel Blake , ma comunque legato
al primo.”
Sorry we missed you: trama
Newcastle. Ricky e la sua famiglia
combattono contro i debiti dopo il crack finanziario del 2008. Una
nuova opportunità? appare all’orizzonte grazie a un furgone nuovo
che offre a Ricky la possibilità? di lavorare come corriere per una
ditta in franchise. Si tratta di un lavoro duro, ma quello della
moglie come badante non e? da meno. L’unita? familiare e? forte ma
quando entrambi prendono strade diverse tutto sembra andare verso
un inevitabile punto di rottura.
Arriverà al cinema dal 02 Gennaio
Sorry we missed you, il nuovo film del
pluripremiato regista Ken Loach. La pellicola sarà
distribuita da Luckye Red.
In merito a come è nata l’idea di
un film come Sorry We Missed You, il regista ha rivelato:
Quando abbiamo finito Io, Daniel Blake, ho pensato “Chissà,
forse questo è il mio ultimo film”. Ma quando eravamo andati ai
banchi alimentari per svolgere le nostre ricerche per quel film, ci
eravamo resi conto che molte delle persone che li frequentavano
avevano un impiego, part time o con contratti a zero ore. È un
nuovo tipo di sfruttamento.
La cosiddetta gig economy (il
modello economico basato sul lavoro accessorio), i lavoratori
autonomi o a chiamata dalle agenzie, la precarietà dell’impiego,
sono temi che hanno continuato a caratterizzare le ininterrotte
conversazioni quotidiane tra Paul [Laverty] e me. E pian piano è
emersa l’idea che forse valeva la pena di fare un altro film, non
esattamente complementare a Io, Daniel Blake , ma comunque legato
al primo.”
Nel film KRIS HITCHEN interpreta
Ricky, DEBBIE HONEYWOOD è Abby, RHYS STONE interpreta Seb, KATIE
PROCTOR è Liza Jane e ROSS BREWSTER è Maloney.
Sorry we missed you: trama
Newcastle. Ricky e la sua famiglia
combattono contro i debiti dopo il crack finanziario del 2008. Una
nuova opportunità? appare all’orizzonte grazie a un furgone nuovo
che offre a Ricky la possibilità? di lavorare come corriere per una
ditta in franchise. Si tratta di un lavoro duro, ma quello della
moglie come badante non e? da meno. L’unita? familiare e? forte ma
quando entrambi prendono strade diverse tutto sembra andare verso
un inevitabile punto di rottura.
Ken Loach
Ken Loach nasce nel 1936 a
Nuneaton. Frequenta il liceo King Edward VI e in seguito studia
diritto al St. Peter’s Hall di Oxford. Dopo un breve periodo in cui
si dedica al teatro, nel 1963 viene reclutato dalla BBC come
regista televisivo. È l’inizio di una lunga carriera in televisione
e nel cinema in cui firmerà la regia di decine di film, da Cathy
Come Home e Kes negli anni sessanta a Terra e libertà, Sweet
Sixteen, Il vento che accarezza l’erba (Palma d’Oro, Festival del
film di Cannes 2006), Il mio amico Eric, La parte degli angeli e
Io, Daniel Blake (Palma d’Oro, Festival del film di Cannes
2016)