Il finale della prima stagione di
Loki ha cambiato tutto ciò che pensavamo di
sapere sul MCU con la morte di Colui Che
Rimane e la nascita del Multiverso. Questa potente variante di Kang
il Conquistatore ha infatti rivelato che era lui il responsabile di
tutto fino all’incontro con Loki e Sylvie. Tuttavia, non ha idea di
cosa accadrà in seguito… a parte il fatto che ci saranno
innumerevoli varianti del Conquistatore.
Parlando con
The Direct, la regista di
Loki,Kate Herron, ha approfondito il livello di
controllo del personaggio di Kang sul MCU e ha confermato che, per quanto
la riguarda, il cattivo ha praticamente scritto l’intera Saga
dell’Infinito. “Nella serie dice: ‘Io ho spianato la strada,
voi l’avete solo seguita’. Immaginato che, almeno in teoria, sì…
abbia scritto l’intera Saga dell’Infinito, perché alla fine è
proprio quello la serie lascia intendere”, ha spiegato Herron.
“Tutto è stato predeterminato da questo personaggio, anche se
fino a questo punto abbiamo creduto che i personaggi godessero del
libero arbitrio. È come se la serie avesse tirato un brutto scherzo
agli spettatori, giusto?”
“Credo in quel momento, quando
varcano la soglia, stia dicendo la verità. Quando dice: ‘Siamo in
un tempo completamente imprevisto ora. Non so cosa accadrà'”,
ha detto Herron in merito alla creazione del Multiverso.
“Perché c’è una discussione interessante ormai alle
porte”. Nella stessa intervista, la regista ha confermato che
il Custode del Tempo decapitato ha davvero sussurrato “ci
vediamo presto” al Dio dell’Inganno e alla sua variante.
Inoltre, Herron crede che Kang abbia comunque un sentore riguardo
ciò che accadrà in seguito.
Non sappiamo cosa accadrà quando
Kang il Conquistatore inizierà a far sentire davvero la sua
presenza nel MCU, ma quel che è certo è che le
cose non si metteranno bene per gli eroi più potenti della Terra.
Senza dubbio, Kang è un cattivo che ha tutto il potenziale per
diventare il nuovo Thanos dell’universo condiviso, nonché la mente
dietro gli eventi che potrebbero condurre, chissà… forse a Secret
Wars?
Doctor Strange ha fatto il suo debutto nel
MCU nel 2016, ma da allora lo
Stregone Supremo ne ha passate davvero tante all’interno
dell’universo condiviso. Thor: Ragnarok ha chiarito che Stephen aveva ormai il
pieno controllo dei suoi poteri, e infatti abbiamo visto il
personaggio dare il meglio di sé nei successivi Avengers: Infinity War e
Endgame.
Ora, tutti gli occhi sono puntati
sul’attesissimo Doctor
Strange in the Multiverse of Madness, film che
promette di essere un punto di svolta per il personaggio, che
vedremo in azione al fianco di Scarlet Witch e America Chavez,
pronti ad affrontare un viaggio attraverso il Multiverso e – con
molta probabilità – le conseguenze di quanto impostato dal finale
della prima stagione di
Loki.
“Penso che Stephen Strange ne
abbia passate davvero tante da quel primo film ad oggi”, ha
spiegato lo sceneggiatore. “Quel primo film è stata
un’incredibile storia sulle origini del personaggio, su come è
diventato uno stregone, ma ora ne ha passate tante. Ha combattuto
contro Thanos e ora è dall’altra parte… è come se fosse all’apice
dei suoi poteri. Quindi, sarà molto interessante ritrovarlo in
questo preciso momento del suo percorso.”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Come vi
abbiamo rivelato giovedì, la star
di Black
Widow
Scarlett Johansson ha intentato una causa contro la Walt Disney
Co., reclamando violazioni sul suo contratto, in seguito alla
decisione della Disney di far uscire il film dei Marvel Studios contemporaneamente su
Disney+ e nei cinema. La
Disney ha rilasciato
una risposta poco dopo la diffusione della notizia,
definendo la causa “triste e angosciante nel suo insensibile
disprezzo nei confronti degli orribili e prolungati effetti globali
della pandemia di Covid-19.”
Nel
frattempo le azioni di
Scarlett Johansson sembrano aver ispirato altri talent di
Hollywood a seguire il suo esempio (letteralmente), con le ultime
notizie in merito alla possibilità che anche Emma Stone stia valutando la possibilità di
intraprendere un’azione simile contro la Disney per il film
Crudelia.
È una situazione molto complicata e, sebbene la maggior parte dei
fan e degli addetti abbiamo mostrato supporto per Johansson, alcuni
si sono schierati con la Disney. In questa faida una personalità di
enorme peso nell’industria hollywoodiana sembra abbia preso una
posizione di solidarietà nei confronti dell’attrice. La presa di
posizione poi fa più notizia se a farlo è il presidente dei
Marvel Studios Kevin
Feige.
Cosa pensa Kevin
Feige?
Infatti,
nella newsletter What I’m Hearing ,
l’ex editore di THR Matthew Belloni riporta che Feige ha fatto
pressioni affinché la Disney mantenesse Black Widow un’uscita sola nelle
sale per soddisfare i desideri dell’attrice. “[Feige è] un
uomo d’azienda e incline a scontri aziendali o scontri in generale.
Ma mi hanno detto che è arrabbiato e
imbarazzato”.“Ha fatto molte pressioni sulla
Disney affinché cambiassero idea per l’uscita di Black Widow,
preferendo l’esclusività del grande schermo e non intaccando così
gli accordi presi con il suo talent”.
A Belloni
è stato anche detto che quando il film ha iniziato a “affondare” al
botteghino, Feige ha cercato di convincere la Disney a
“sistemare le cose con” con la Johansson prima che
minacciasse un’azione legale. Siamo sicuri che la vicenda ci
regalerà altri sviluppi dunque non resta che aspettare ulteriori
sviluppi, ma nel frattempo, fateci sapere cosa ne pensi di questi
sorprendenti sviluppi.
Era una sfida suicida
rimettere mano a un film che era stato massacrato da pubblico e
critica e tentare di farne una storia vincente, eppure James Gunn l’ha accolta a testa alta e cuore
aperto, con tutta l’irriverenza (quanto basta) e il divertimento
(tantissimo) che lo contraddistinguono; ha così confezionato
The Suicide Squad – Missione
Suicida, nuovo
cinecomic targato DC Comics / Warner Bros in arrivo sul grande
schermo il 5 agosto, a sfidare il caldo e la pandemia.
The Suicide Squad, un lavoro di recupero
Gunn ha portato avanti
una vera e propria operazione di recupero, dal momento che è
partito dalle cose, poche è vero, che avevano funzionato in
Suicide Squad di David
Ayer, e le ha esaltate, piegandole al suo modo di
raccontare. Vediamo quindi tornare
Margot Robbie nei panni di Harley
Quinn, che dal 2016 a oggi è cambiata tantissimo, sia nei
look che nell’approccio emancipato alla vita, merito anche di una
simbiosi quasi totale tra attrice e personaggio. Harley è cresciuta
con Margot, e questo ha fatto bene sia all’attrice che sembra
continuare a divertirsi un mondo a interpretarla, sia al
personaggio, che ha trovato la sua squilibrata centratura. Torna
anche
Joel Kinnaman a interpretare Rick
Flag, il babysitter di questa squadra scapestrata di
pedine sacrificabili, anche lui evoluto rispetto alla versione
ligia e militaresca di Ayer. Torna soprattutto
Viola Davis con la sua Amanda Waller,
e se c’è un vero e proprio cattivo, nel film, possiamo dire con un
buon margine di certezza che si tratta proprio di lei.
Grande cuore e conoscenza dei fumetti
Intorno a questo nucleo
di partenza, James Gunn costruisce la sua storia e i
suoi personaggi, seguendo due direttive che si rivelano anche le
principali chiavi di lettura del film: da una parte il cuore, gli
amici, quelli con cui ama lavorare e che si porta dietro da sempre.
Michael Rooker, Nathan Fillion,
il fratello Sean Gunn hanno tutti un piccolo
spazio nel film, e si confermano dei veri e proprio portafortuna
per il regista che in The Suicide Squad – Missione
Suicida firma anche la sceneggiatura.
La seconda direttiva è
quella della conoscenza della materia di partenza: Gunn è un nerd
serissimo, studia, conosce, capisce i personaggi che racconta, li
ha incontrati nella loro forma originaria, a fumetti, e per questo
è capace di “lavorarli” e renderli funzionali e funzionanti al
cinema, mantenendone alcune stramberie e alterando ciò che invece
non funziona a schermo.
La squadra suicida più
bizzarra di sempre
Il risultato è una
carrellata assurda e coloratissima di personaggi pronti a far
breccia nel cuore dello spettatore: l’aliena Mongal
(Mailing Ng), lo sbruffone Blackguard
(Pete Davidson), la giovane Ratchatcher 2
(Daniela Melchior), il pazzo Polka Dot-Man
(David
Dastmalchian), il leader Bloodsport (Idris
Elba), l’inquietante Weasle (Sean
Gunn), la vecchia conoscenza Captain Boomerang
(Jai
Courtney), il misterioso Javelin (Flula
Borg), il burbero Savant (Michael
Rooker), l’appariscente Peacemaker (John
Cena), il tenero King Shark (Sylvester
Stallone), il sorprendente TDK (Nathan
Fillion). A questo carrozzone sgangherato si
aggiungono i citati Flag e Quinn per un risultato è esplosivo.
Con The Suicide
Squad – Missione Suicida, James
Gunn dà libero sfogo al suo estro creativo, non fa
prigionieri e si lancia di testa nell’azione, risparmiando allo
spettatore la presentazione dei vari personaggi e gettandoli nel
campo di gioco dal minuto 1. La scelta, che all’inizio lascia
perplessi, si rivela vincente perché ogni tappa della squadra è un
momento per conoscerne i membri, in modo tale che gli spettatori
possano simpatizzare per ognuno di loro, senza che nessuno, per
quanto piccolo sia il suo ruolo nella storia, venga lasciato
indietro.
Divertente per l’impianto
linguistico accurato e preciso, cucito su ogni personaggio,
scorretto in ogni modo possibile senza mai risultare sgradevole,
James Gunn si svincola dai binari che gli
aveva imposto la Disney con i suoi Guardiani, ripesca la sua ruvida
libertà espressiva e mette a segno un film che evita ogni tipo di
canone e che forse, per una volta, lascerà davvero soddisfatti i
fan del fumetti DC all’uscita dalla sala.
The Suicide Squad: da
pedine sacrificabili a anti-eroi
A questa selvaggia
anarchia, il regista aggiunge il grande cuore che questi personaggi
hanno già in partenza: sono coloro che possono essere messi a
rischio, sono così poco importanti che possono essere mandati a
morte per cercare di compiere delle missioni suicide, come i ratti
nei bassifondi delle grandi città, disprezzati da tutti,
sacrificabili. E questa intrinseca tragicità li rende
inevitabilmente simpatici, per quanto bizzarri e sgradevoli possano
essere.
Violenza, azione ed
esplosioni fragorose, ma anche divertimento e grande cuore rendono
The Suicide Squad – Missione Suicida un’avventura
imperdibile, James Gunn piega alla sua volontà, con la
massima fedeltà possibile, i personaggi più bizzarri che i fumetti
DC conoscano, li mette insieme, dà loro umanità e carattere e li
sacrifica sull’altare dell’intrattenimento per la gioia dei fan. Un
blockbuster estivo d’autore, ma anche una possibile strada
da percorrere per il cinema di supereroi che, nel mondo post
pandemico sembra avere la necessità di reinventarsi e scrivere
ancora la storia dell’industria.
A novembre dello scorso anno abbiamo
appreso la
notizia che Dan Trachtenberg, regista di
10
Cloverfield Lane, era stato incaricato di dirigere un
nuovo capitolo della saga di Predator. Ora, i
produttori John Davis e John Fox
hanno ora condiviso i primissimi dettagli sul progetto durante
un’intervista con
Collider.
Oltre a confermare che questo nuovo
capitolo sarà un prequel che avrà luogo prima degli eventi
dell’originale uscito nel 1987 e interpretato
da Arnold
Schwarzenegger. Davis
ha annunciato ufficialmente che il film si intitolerà
Skull e ha promesso che ci riporterà alle origini
della storia degli alieni appartenenti alla razza yautja.
“Risale a ciò che ha fatto
funzionare il film originale di Predator”, ha spiegato Davis.
“È l’ingegnosità di un essere umano che non si arrende, che è
in grado di osservare e interpretare, fondamentalmente in grado di
battere una forza più forte, più potente e ben armata.Sento che il primo è stato un film meraviglioso e interessante.
So bene cosa ha funzionato.Sento che non siamo mai più
tornati lì. Siamo finiti in posti diversi. Penso che questo sia un
degno complemento del primo. Funzionerà alla grande”.
Fox ha poi aggiunto: “In
realtà è più simile a The Revenant (il film di Alejandro
González Iñárritu, NdR) di quanto non lo sia qualsiasi film nel
canone di Predator. Saprai cosa intendo una volta che lo
vedrai.”
Una protagonista femminile nel nuovo Predator
La protagonista del film sarà una
donna questa volta (“una donna Comanche che va contro le norme
e le tradizioni di genere per diventare una guerriera”), e di
recente è stato rivelato che l’attrice di LegionAmber Midthunder sarebbe stata scelta per il
ruolo. Tuttavia, manca ancora la conferma ufficiale.
Questa non sarà la prima volta
che il franchise esplora la cultura dei nativi americani, poiché in
passato era già stato fatto dalla serie di fumetti (e dal
romanzo)“Predator: Big Game”. È sicuramente
una premessa interessante ed eccitante per il franchise
cinematografico, soprattutto dopo l’insuccesso del riavvio del
2018, The
Predator, diretto da Shane
Black.
Snake Eyes: G.I. Joe – Le
origini, per la regia di Robert
Schwentke, approda nelle sale italiane a partire dal 21
luglio 2021. Il film è stato concepito come reboot della saga
G.I.
Joe e anche come storia all’origine della rivalità tra
due celebri personaggi targati Hasbro; dunque la narrazione procede
nei primi anni della rivalità tra i G. I. Joe e l’organizzazione
criminale Cobra. Particolare attenzione è
riservata appunto al protagonista della pellicola, Snake
Eyes, interpretato da Henry Golding. L’arcinemico Storm
Shadow è interpretato da Andrew Koji. In aggiunta il cast conta della
partecipazione di Iko Uwais, Ursula Corbero e Samara
Weaving. Premesse interessanti non aprono la strada ad una
sceneggiatura altrettanto avvincente; ne conseguono poche
intuizioni ben delineate e punti salienti del film concentrati
unicamente nelle scene d’azione.
Snake Eyes – G. I. Joe Le Origini: la trama
Ambientato principalmente in
Giappone, il film inizia in modo piuttosto traballante con il
giovane eroe che assiste all’uccisione di suo padre, vicenda che
fornisce una ragione per il suo soprannome. Successivamente lo
ritroviamo cresciuto e viene reclutato per il contrabbando di armi,
incontrando Thomas “Tommy” Arashikage
(Andrew Koji), al quale salverà la vita. Tommy
invita Snake Eyes nella loro cerchia ristretta di clan giapponese,
senza mai sospettare che il suo nuovo amico stia effettivamente
lavorando per la Yakuza, che vuole che rubi un
gioiello con poteri magici che l’Arashikage sta invece proteggendo.
In cambio, Kenta promette di trovare il sicario che ha ucciso il
padre di Snake Eyes. Nel mentre alza la testa anche
l’organizzazione terroristica Cobra, in particolare la sua
temibile Baronessa (Ursula
Corberò, la Tokyo de La Casa di
Carta)
Snake Eyes si
propone di ampliare lo sguardo dello spettatore indagando più
approfonditamente l’universo dei G. I. Joe, introducendo
anche altri personaggi del franchise. Le correlazioni tra questi e
le vicissitudini a cui andranno incontro risultano tuttavia
piuttosto forzate e il cliffhanger conclusivo non investe il
prodotto della carica drammaturgica auspicata.
Henry Golding – from Paramount Pictures, Metro-Goldwyn-Mayer
Pictures and Skydance. – Photo Credit: Ed Araquel
Molti dialoghi in Snake
Eyes: G.I. Joe Origins gonfiano una storia contorta di
personaggi stilizzati che vagano per luoghi esotici – i vicoli
illuminati al neon di Shinjuku, il flessuoso cortile pieno di fiori
di ciliegio di un forte ninja – e parlano a lungo del tradimento
e/o di testarsi a vicenda. Tutti hanno una risposta laboriosa e
sfacciata alle domande degli altri; Inoltre, non c’è molta chimica
tra i protagonisti del film, in parte perché non sembrano
condividere lo schermo per poco più che qualche secondo.
Sfruttata decisamente male, è la
presenza nel cast del migliore martial artist indonesiano, ovvero
Iko Uwais nei panni di Hard
Master, e allo stesso modo Peter Mensah.
Altri ruoli di poco spicco a fronte di talento potenziale di
prim’ordine sono quelli di Scarlet (Samara
Weaving) e della Baronessa. Il cast si
rivela complessivamente troppo ricco per una storia realmente
piuttosto limitata, senza sottotrame o sbocchi narrativi di
rilievo.
Snake Eyes: personaggi deboli e narrazione vacillante
La narrazione di Snake
Eyes è appunto incentrata su uno dei personaggi più
celebri dell’universo G.I.
Joe, che si mobilita nuovamente dopo il fermo dal
2013. Henry Golding non riesce interamente nell’intento di
rilanciare una saga cinematografica che già aveva mostrato qualche
disequilibrio e il suo eroe tenebroso non riesce a convincere
quanto dovrebbe. Snake Eyes punta a configurarsi
come primo capitolo di un nuovo franchise, come suggerito
soprattutto dal finale aperto, eppure non riesce a sfruttare
appieno le molteplici potenzialità di un cast d’eccezione, che
avrebbe potuto condurre le redini dell’intera narrazione.
Combattimenti serrati, arti marziali e katana sono indubbiamente di
effetto, ma non sufficienti ad elevare l’intero prodotto
filmico.
Nella mitologia dei G. I. Joe,
Snake Eyes è un ninja muto il cui volto è
perennemente celato da una maschera nera, tratto distintivo che ne
aumenta l’aura di mistero e glacialità. Parte del fascino del
personaggio risiedeva di conseguenza nel suo retroscena ambiguo:
gran parte del passato di Snake Eyes è oscurato nei suoi file,
anche se è implicito che abbia avuto un vasto addestramento
militare prima di unirsi ai Joe. Il proposito del film
sarebbe quello di spiegare quindi l’evoluzione del personaggio,
tuttavia il regista Robert Schwentke non confeziona un prodotto
memorabile, senza vere minacce o conflitti ad ostacolare il
percorso dei personaggi, che appare un po’ troppo pericoloso di
quanto in realtà non sia. La violenza appena suggerita rende
Snake Eyes un prodotto piuttosto anonimo, che
appesantisce la vicenda del protagonista con un retroscena debole e
più tragico del dovuto, senza conferire incisività o intensità al
suo arco di sviluppo.
Úrsula Corberó- La Baronessa from Paramount Pictures,
Metro-Goldwyn-Mayer Pictures and Skydance. -Photo Credit: Ed
Araquel
Henry Golding non riesce a
infondere molta presenza scenica o carisma all’aspirante guerriero;
una volta che Snake Eyes di unisce all’Arashikage
deve portare a termine tre test per dimostrare la sua integrità e
possenza come guerriero, ma queste sfide non convogliano suspense
né azione; vorrebbero insegnare al personaggio preziose lezioni di
vita, che in realtà è difficile identificare e portare via con sé
dopo la visione.
Snake Eyes avrebbe
potuto giocare di più in termini di rifinitura visiva, specificità
del personaggio e creazione di una narrazione un po’ meno
convenzionale, per non finire a vacillare come un film d’azione.
Neppure la messa in scena risulta impressionante e l’unico fulcro
di attenzione dello spettatore diviene il lavoro acrobatico, i
copiosi combattimenti e gli inseguimenti periodici, pur non
brillando di guizzi registici. Nel complesso, Snake Eyes –
G. I. Joe Le Origini si configura come un discreto
prodotto di intrattenimento, che riesce a soddisfare i fan, senza
tuttavia grossi guizzi registici o sceneggiativi.
Come rivelato anche dai vari trailer
ufficiale, l’antagonista principale di The Suicide
Squad sarà Starro, una gigantesca
stella marina simile a un kaiju che ha avuto un ruolo significativo
nella storia dei fumetti DC. In attesa dell’arrivo del film,
Screen
Rant ha raccolto 10 cose che probabilmente bisogna conoscere su
questo misterioso parassita alieno.
Il primo villain della Justice League
Starro ha la particolarità
di essere il cattivo che ha riunito la Justice League. Ha debuttato nella primissima
apparizione della squadra in “The Brave and the Bold #28” nel 1960,
co-creato dall’autore Gardner Fox e dall’artista Mike Sekowsky.
Starro arrivò dallo spazio e iniziò ad assorbire l’energia mentale
degli scienziati, portando i maggiori eroi della prima Silver Age a
riunirsi per fermarlo.
La Justice League originale
includeva Superman, Batman, Wonder Woman, Flash, Lanterna Verde, Aquaman e Martian Manhunter. Starro ha avuto anche
un’altra influenza involontaria sulla storia del fumetto. Il
successo della Justice League ha portato la Marvel Comics a creare il proprio superteam,
ossia i Fantastici Quattro, co-creato dalla leggendaria combo Stan
Lee/Jack Kirby.
Starro il Conquistatore
Starro sembra una stella
marina gigante, ma in realtà è un’entità aliena molto intelligente
e potente. Ha origine dagli Star Conquerors, un’antica razza di
esseri alieni che usano poteri di controllo mentale per conquistare
i pianeti.
Starro ha conquistato nove galassie
da solo, ma è stato ostacolato in ogni tentativo di conquistare la
Terra dalla Justice League. Starro ha fatto solo sporadiche
apparizioni nei fumetti fino agli anni ’80, quando è diventato una
minaccia più diffusa per le nuove iterazioni della Justice
League.
Genera spore
L’aspetto più spaventoso di
Starro è il modo in cui riesce a controllare le altre persone.
Starro è una creatura gigantesca (anche se in alcuni casi può
cambiare dimensione) che genera migliaia di minuscole versioni di
se stesso simili a stelle marine.
Questi si attaccano alle persone,
coprono il loro viso – in maniera molto simile alla fase Facehugger
del ciclo di vita del celebre Xenomorfo del franchise di
Alien – e prendono il controllo del loro sistema nervoso
centrale. Starro può controllare milioni e persino miliardi di
persone contemporaneamente attraverso questo terrificante metodo di
attacco.
Poteri cosmici
Oltre alla generazione di
spore, Starro è anche dotato di poteri cosmici. Ha una vasta gamma
di abilità che dovrebbero essere classificate tra quelle più
potenti dei cattivi del DCEU. Gli aspetti più significativi dei
poteri di Starro risiedono nella telepatia e nella telecinesi, cosa
che non dovrebbe sorprendere data la sua stessa natura.
Starro ha anche la capacità di
proiettare raggi di energia, come spesso faceva contro la Justice
League. Può volare nello spazio, è generalmente invulnerabile alla
maggior parte degli attacchi fisici e può cambiare dimensione e
colore a piacimento, a seconda della situazione.
Alla conquista dell’Europa
All’inizio degli anni ’90,
Starro ottenne il suo più grande successo nella sua corsa alla
conquista della Terra. Starro, che era rimasto intrappolato sulla
Terra per qualche tempo, finalmente riesce a fuggire, o almeno così
sembra. Rilascia milioni di spore in tutta Europa, prendendo il
controllo praticamente dell’intera popolazione.
Questo conduce il ramo europeo della
Justice League a cercare di liberare il continente. La storia, che
si è svolta in “Justice League Europe # 24-28” nel 1991, vede
Starro al controllo dell’Europa fino a quando il membro della JL,
Ice, non lo congela, liberando tutti gli umani suoi
prigionieri.
Combattere gli Avengers
Gli Avengers hanno affrontato alcuni cattivi
molto potenti nei fumetti, come il diabolico Mefisto. Uno dei loro
nemici più inaspettati, però, è stato proprio Starro. Il
supercriminale DC ha affrontato gli eroi più potenti della Terra
nel crossover “JLA/Avengers”, che ha riunito le due potenti squadre
di supereroi nel 2003.
La battaglia si verifica a seguito
di una partita a scacchi cosmica tra Krona della DC e il Gran
Maestro della Marvel, che costringe entrambi le
squadre a cercare artefatti di estremo potere.
Sacrificio eroico
Starro è noto per essere cattivo in qualsiasi
universo in cui appare, ma in anni recenti è stato anche una specie
di eroe. Nelle pagine di “Justice League: No Justice” del 2018,
l’eroismo del collega alieno Martian Manhunter ispira Starro ad
agire in modo più utilitaristico. Ciò, alla fine, ha portato a un
eroico sacrificio da parte sua.
Di
fronte alla minaccia cosmica dei Titani Omega, Starro tenta di
controllare mentalmente uno di loro, ma viene fatto a pezzi dal
titanico cattivo. Sebbene tragica per Starro, questa mossa salva
molte vite.
Jarro
Starro era morto, ma la sua
storia ha preso una delle sue svolte più eccentriche quando Batman
coltiva una nuova versione del personaggio da un campione di
tessuto dell’originale. Soprannomina questa versione in miniatura
del personaggio “Jarro”, che ha debuttato in “Justice League #10”
nel 2018.
Jarro conserva tutto il potere e il
potenziale di Starro, ma sembra avere una personalità molto più
disponibile e un’improbabile amicizia con Batman che porta a uno
dei momenti comici più bizzarri della storia recente.
Il nuovo Robin
A Jarro piace molto Batman
e si identifica anche con lui, al punto che vuole diventare la
nuova versione di Robin. E lo fa… o almeno, nella sua testa,
in una divertente e commovente sequenza di “Justice League #29” del
2019.
Nella sua elaborata fantasia, Jarro indossa
un costume da Robin, completo di mantello e vestibilità
personalizzata per consentire al suo occhio singolare di vedere
attraverso di esso. Combatte al fianco del Cavaliere Oscuro
difendendo Gotham. È solo una fantasia, e non diventa mai realtà… o
almeno, non ancora.
Lanterna Rossa
Una delle versioni più
spaventose di Starro nei fumetti è la Lanterna Rossa Starro. Ha
debuttato nell’universo alternativo raffigurato in “Injustice: Gods
Among Us: Year Four Annual #1”. Questa versione del personaggio è
in possesso di un anello delle Lanterne Rosse ed è quindi un membro
del Corpo delle Lanterne Rosse.
Le
Lanterne Rosse sono alimentate dalla rabbia, cosa che conferisce
loro il caratteristico colore cremisi. Le Lanterne Rosse possono
generare Rage Plasma (Plasma della Rabbia), che incenerisce
praticamente qualsiasi cosa. Oltre ai suoi altri poteri cosmici,
questo rese Starro ancora più mortale.
Eagle Pictures e
Paramount hanno diffuso il trailer ufficiale di
House
of Gucci, l’atteso nuovo film diretto da
Ridley Scott ispirato alla sconvolgente storia
vera della famiglia che ha fondato Gucci la casa di alta moda
italiana diventata famosa in tutto il mondo. Il film racconta tre
generazioni di Gucci attraverso tre decenni. Potere, Creatività,
Ambizione, Tradimento, Vendetta e un omicidio. Tutto per il
controllo della Maison che portava il nome della loro famiglia. Nel
cast Adam Driver,Lady
Gaga,Jared
Leto,
Al Pacino e Jeremy Irons.
Tutto quello che sappiamo su House of Gucci
House
of Gucci sarà sceneggiato da Roberto
Bentivegna e sarà basato sul libro
di Sara Gay Forden dal titolo: “The
House of Gucci: A Sensational Story of Murder, Madness, Glamour and
Greed”. Per Ridley
Scott si tratta del secondo progetto sviluppato
dopo la fusione tra Fox e Disney, insieme a The
Last Duel, film che vedrà protagonisti Matt
Damon, Adam
Driver, Jodie Comer e Ben
Affleck.
House
of Gucci segna il ritorno di Scott in Italia, dov’era
stato ambientato anche
Tutti i soldi del mondo, uscito nel 2017. Il cast include
Adam Driver, Lady Gaga, Jared Leto, Al Pacino, Jack Huston,
Reeve Carney, Camille Cottin e Jeremy
Irons. L’uscita nelle sale è fissata per il prossimo
novembre.
Lo scorso martedì è arrivato online
il
nuovo trailer ufficiale di Ghostbusters:
Legacy e, secondo alcune teorie, nel nuovo capitolo
della celebre saga, che si collegherà direttamente ai film
originali diretti negli anni ’80 da Ivan Reitman,
potrebbe fare il suo ritorno un nemico assai familiare.
Nel nuovo trailer, infatti, i
personaggi di Phoebe (Mckenna Grace) e di Trevor
(Finn Wolfhard) si dirigono alla Shandor Mining
Co., dove vedono una statua che ricorda inconfondibilmente le
sembianze di Slavitza Jovan, l’attrice che
nell’originale Ghostbusters del 1984 ha interpretato Gozer il
Gozeriano. Sempre nel trailer, una figura femminile dalla testa
piatta, dotata di unghie affilate, allunga un braccio attraverso un
vortico portale da incubo, cosa che, almeno in apparenza,
confermerebbe il ritorno del cattivo.
Adorato da Sumeri, Ittiti e
Mesopotamici più o meno a partire dal 6000 a.C., il culto di Gozer
veniva pratica da alcuni esperti di magia devoti alla malvagia
divinità, che divennero noti come Gozeriani. Dopo una lunga guerra
con Tiamat, il Dio del Caos, Gozer fu bandito dalla Terra in
un’altra dimensione, e solo nel 1984 riuscì a fuggire. Molto tempo
dopo che i Sumeri si erano estinti, nel 1920 venne formato un nuovo
marchio di adoratori di Gozer guidato da Ivo Shandor, medico
ciarlatano e geniale architetto. Shandor fondò il Culto di Gozer,
raccolse migliaia di seguaci e progettò 550 Central Park West come
un antenna superconduttiva costruita allo scopo di attirare e
concentrare la turbolenza spirituale.
Sul tetto, il gruppo eresse il
Tempio di Gozer, dove praticavano rituali bizzarri sperando di
provocare la fine del mondo. I Ghostbusters hanno fatto esplodere
la porta a New York attraversando i flussi nel primo film
originale, fermando anche la seconda venuta del cattivo sotto forma
di Stay Puft. Tuttavia, sembra che i seguaci di Shandor abbiano
creato un luogo simile a Summerville, in Oklahoma, dove si svolgono
– appunto – gli eventi di Legacy.
Tutto quello che sappiamo su Ghostbusters: Legacy
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola
città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la
loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie Potts di
nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più
amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film sarà nelle
sale italiane dall’11 novembre prodotto da Sony Pictures e
distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie
Coon ePaul
Rudd.
Arriva da EW la
prima foto ufficiale di Hawkeye,
l’attesa nuova serie tv Marvel Studios in arrivo quest’anno su
Disney+. La nuova serie che
arriverà il 24 Novembre 2021 sulla piattaforma streaming porterà
sul piccolo schermo il personaggio di Clint Barton, interpretato
nel Marvel Cinematic
Universe da
Jeremy Renne. Protagonista è invece Kate Bishop,
l’erede più giovane, interpretata da Hailee Steinfeld.
“[Kate è] una ragazzina di 22
anni ed è una grande fan di Occhio di Falco“, ha rivelato
Jeremy Renne a EW. “Ha un modo meravigliosamente
fastidioso e altrettanto affascinante, perché è una tale fan di
Occhio di Falco. La relazione nasce e si sviluppa da questo, ma il
problema più grande per Clint sono i problemi e i guai che questo
porta nella vita della ragazza”.
Proprio come Clint fa da mentore a
Kate nei supereroi, anche Renner si è preso la responsabilità di
dare il benvenuto a Steinfeld nel Marvel Cinematic
Universe. “Quello è sempre stato il mio ruolo. Al di fuori della
recitazione, la stavo proteggendo e le fornivo i CliffsNotes su
come va con questo tipo di cinema: schermo verde, vita da
supereroe, tutte quelle cose“, ha aggiunto Renner.
“Volevo solo proteggerla, perché ci sono molte cose fisiche. È
un’attrice meravigliosa, un essere umano meraviglioso e non vedo
l’ora di vedere tutte le cose interessanti che è in grado di
fare”.
Entrambi sono i protagonisti della prima foto ufficiale che
trovate di seguito:
Creata originariamente da Allan
Heinberg e Jim Cheung, Kate Bishop ha debuttato per la prima volta
negli anni 2000 nelle pagine dei fumetti della raccolta Young
Avengers.
Hawkeye, la serie
tv
Vi ricordiamo che Hawkeye fa
parte della prima ondata di serie tv prodotte dai Marvel Studios che avrebbero dovuto
uscire su Disney+ a
partire dall’autunno 2020. Il primo spettacolo doveva essere
stato The Falcon and The
Winter Soldier, ma la serie è stata ritardata a causa
della pandemia di coronavirus che ha colpito la produzione. Altre
serie tv includono WandaVision (sempre
nel 2020?), Loki (primavera
2021) oltre a Hawkeye. Tutti
vedranno i thespian del grande schermo che completano la serie.
Un sequel di Aquaman senza Amber Heard non è mai stata un’opzione. A
rivelarlo, all’interno del podcast “Hero Nation” di
Deadline, è stato Peter Safran, produttore dell’attesissimo
Aquaman and
the Lost Kingdom. A Safran, infatti, è stato chiesto
un commento sulla campagna social, messa in piedi dai fan di
Johnny Depp tempo fa, che chiedeva la
rimozione di Heard dal sequel DC.
“Onestamente, non credo che
reagiremo mai alla semplice pressione da parte dei fan”, ha
detto Safran in occasione della promozione di The Suicide
Squad di James
Gunn, che uscirà nei cinema e HBO Max in America il prossimo 6
agosto (In Italia dal 5). “Bisogna fare ciò che è meglio per il
film”, ha continuato Safran. “Abbiamo pensato che se
fossero tornati James Wan e Jason Momoa, allora sarebbe dovuta
tornare anche Amber Heard. Ecco come sono andate le cose.”
“Non abbiamo i paraocchi e
sappiamo bene cosa succede su Twitter, ma ciò non significa che
bisogna reagire a tutto ciò che accade o considerarlo vangelo, né
tantomeno acconsentire ai desideri dei fan”, ha concluso
Safran. “Devi fare ciò che è giusto per il film, ed è proprio
questa la strada che abbiamo deciso di seguire.”
Tutto quello che c’è da sapere su
Aquaman 2
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni
dell’eroe in Aquaman and
the Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan(Insidious, The Conjuring),
torneranno anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost
Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre
2022.
Nei cinecomics, siamo ormai abituati a vedere la
famigerata “imbottitura” nei costumi dei supereroi. Anche se spesso
è ben nascosta, in alcuni casi è capitato, invece, che fosse ben
visibile, dando vita – in egual misura – a critiche e prese in giro
online (basti pensare a quanto accaduto a Zachary Levi con il costume di Shazam
nell’omonimo cinecomic).
L’attore aveva raggiunto una
straordinaria forma fisica per interpretare al meglio il supereroe,
quindi la decisione creativa di celarlo sotto un costume
eccessivamente imbottito è apparsa quantomeno bizzarra agli occhi
dei più. Per fortuna, le prime foto dal set del sequel,
Shazam!
Fury of the Gods, hanno confermato che si è trattato di un
errore che la Warner Bros. non è intenzionata a ripetere.
Per quanto riguarda Black
Adam, non è un segreto che un attore della stazza di
Dwayne Johnson non avesse bisogno di alcuna
imbottitura, eppure alcune vecchie iterazione del costume
dell’antieroe sembravano includerla. In occasione della promozione
del suo ultimo film Jungle
Cruise, l’ex wrestler ha spiegato ad
ExtraTV che il suo costume per l’attesissimo cinecomic DC è
stato ridisegnato dopo che una prima versione prevedeva una “falsa
imbottitura” davvero “terribile”.
“Volevo raggiungere la migliore
forma possibile mai raggiunta nella mia vita. Volevo alzare
l’asticella. Quando abbiamo iniziato ho inviato le foto a Emily
Blunt… è stato divertente quando abbiamo provato per la prima volta
il primo costume che avevano realizzato per me. Era
imbottito”, ha spiegato Johnson. “Tutti i costumi dei
supereroi sono imbottiti. Ma quando c’è l’imbottitura, quella forma
poi si allontana dal tuo vero corpo, quindi abbiamo deciso di
toglierla.”
“Aveva questa imbottitura finta.
Era veramente terribile”, ha ammesso. “Così abbiamo
rimosso tutte le imbottiture e ridisegnato il costume”. Il
risultato finale non è ancora stato rivelato al pubblico, ma
sappiamo che Johnson ha dato tutto se stesso al personaggio di
Black Adam, prestando molta attenzione anche a quello che sarà il
look dell’antieroe sul grande schermo.
Tutto quello che sappiamo su Black
Adam
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a
non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo.
Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le
cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio.
L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio
2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Ted
Lasso è la seconda stagione della serie tv
Apple Original Ted Lasso creata da creata da
Bill Lawrence e
Jason Sudeikis.
Dal suo debutto nell’agosto 2020,
la serie ha continuato a essere apprezzata da pubblico e critica
ricevendo una moltitudine di nomination e premi, tra cui un Peabody
Award recentemente annunciato, lo Screen Actors Guild Award a Jason
Sudeikis per la migliore interpretazione maschile in una serie
comica e un Golden Globe Award nella categoria Miglior Attore
Comico. La serie ha anche trionfato ai Critics Choice Awards 2021,
vincendo in ogni categoria per la quale è stata nominata e
assicurandosi il premio per la Migliore Serie comica, Miglior
Attore per Jason Sudeikis e la Migliore Attrice non Protagonista
per Hannah Waddingham. Inoltre, la serie ha ottenuto due Writers
Guild Awards per la Migliore Nuova Serie e la Migliore Serie
Comica, una nomination dalla Producers Guild of America per la
Serie Comica, nonché riconoscimenti da molti altri gruppi di
associazioni e critici. “Ted Lasso” è stata anche l’unica serie
comica premiata come Programma AFI dell’anno ed è apparsa nelle
liste “Best of 2020” stilate dalla critica televisiva.
Ted Lasso 2: quando esce e dove vederla in streaming
Ted Lasso 2 in streaming uscirà venerdì 23
luglio su Apple
TV+.
Ted Lasso 2: trama e cast
Jason Sudeikis è Ted Lasso, un
allenatore di football universitario del Kansas assunto per
allenare una squadra di calcio professionistica in Inghilterra,
nonostante non abbia alcuna esperienza come allenatore di
calcio. Ma ciò che gli manca nella conoscenza, lo compensa con
ottimismo, determinazione da sfavorito… e biscotti. L’acclamata
serie comprende anche Hannah Waddingham, Brendan Hunt, Jeremy
Swift, Juno Temple, Brett Goldstein, Phil Dunster e Nick Mohammed.
Sarah Niles si unisce al cast in questa stagione come “Sharon”, una
psicologa sportiva che è stata chiamata a lavorare con l’AFC
Richmond.
In Ted
Lasso protagonisti sono Jason Sudeikis nel ruolo di Ted Lasso,
Stephen Manas nel ruolo di Richard Montlaur,
Colin Blyth come il fotografo, Brendan
Hunt nei panni del Coach Beard, Hannah
Waddingham nel ruolo di Rebeca, Bronson Webb come Bronson
Webb e Lampros Kalfuntzos come fotografo di stampa.
Jason Sudeikis è anche produttore esecutivo,
insieme a Bill Lawrence con la sua Doozer Productions, in
associazione con Warner Bros.Television e Universal Television, una
divisione di Universal Studio Group. Jeff Ingold di Doozer è anche
produttore esecutivo con Liza Katzer in veste di co-produttrice
esecutiva. La serie è stata sviluppata da Sudeikis, Bill Lawrence,
Brendan Hunt e Joe Kelly, ed è basata sul format preesistente e sui
personaggi di NBC Sports.
Gli episodi di Ted Lasso 2
St. 2 episodio 1: L’AFC Richmond
porta uno psicologo sportivo per aiutare la squadra a superare la
serie senza precedenti di sette pareggi.
St. 2 episodio 2: Ted è sorpreso dalla ricomparsa di un volto
familiare. Roy prova un nuovo concerto.
Nella giornata di ieri è arrivata la
notizia che Scarlett Johansson ha intentato una causa
contro la Disney, sostenendo che il suo contratto per Black Widow è stato violato dopo che il film
dei Marvel Studios è stato rilasciato in
contemporanea nelle sale e su Disney+ con Accesso Vip.
L’attrice afferma che la Disney era
ben consapevole del fatto che rendere il film disponibile per lo
streaming contemporaneamente all’uscita sul grande schermo avrebbe
dissuaso il pubblico dal recarsi in sala. Tuttavia, ha scelto
comunque di optare per la distribuzione congiunta, in maniera
“consapevole e intenzionale”. Nessun si aspettava che la
multinazionale avrebbe affrontato la questione pubblicamente, e
invece, poche ore fa, è accaduto proprio questo.
Attraverso un portavoce ufficiale
(via
The Hollywood Reporter), la multinazionale statunitense ha
risposto pubblicamente alla causa intentata da Scarlett Johansson, dichiarando: “Non può
esserci giustificazione per questa causa, che reputiamo triste e
angosciante nel suo insensibile disprezzo nei confronti degli
orribili e prolungati effetti globali della pandemia di Covid-19.
La Disney ha onorato a pieno il contratto con Ms. Johansson.
L’uscita di Black Widow su Disney+ con Accesso Vip ha migliorato
decisamente la sua capacità di ottenere compensi aggiuntivi oltre
ai 20 milioni di dollari che ha già ricevuto fino ad
oggi.”
La posizione della Disney sembra
chiara, e pare che l’azienda non abbia alcuna intenzione di tirarsi
indietro e cercare in qualche modo di mediare. Questo potrebbe
essere l’inizio di una lunga battaglia legale che potrebbe non
risolversi tanto facilmente. Voi cosa ne pensate?
Sembrava che dopo le sue apparizioni
nei film dello SnyderVerse, J.K. Simmons avesse chiuso con il ruolo del
Commissario James Gordon, e invece, come apprendiamo grazie a
The Hollywood Reporter, l’attore premio Oscar per Whiplash
è in trattative per vestire di nuovo i panni dell’iconico
personaggio DC nell’annunciato film dedicato a
Batgirl.
Simmons ha fatto il suo debutto nei
panni di Gordon in Justice
League, ma nella versione cinematografica ad opera di
Joss Whedon ha avuto, in realtà, solo un paio di scene a
disposizione. Il suo ruolo è visibilmente cresciuto in
Zack Snyder’s Justice League, ossia la versione
originale del cinecomic distribuita ufficialmente da Warner Bros.
quest’anno, ma pare che sarà Batgirl a rendere finalmente
giustizia al personaggio, concedendogli molto più tempo sullo
schermo.
Come annunciato di recente, ad
interpretare Barbara Gordon nel film sarà Leslie Grace (In the Heights –
Sognando a New York), ma in lizza per la parte c’erano anche
Isabela Merced (Dora e la città
perduta) e Zoey Deutch (Prima di
domani). Il film, che arriverà direttamente su HBO Max (la
piattaforma di streaming di proprietà di WarnerMedia), sarà diretto
da Adil El Arbi e Bilall
Fallah, registi di Bad
Boys for Life e di alcuni episodi dell’attesa
serie Ms.
Marvel, in arrivo su Disney+.
Christina Hodson,
che ha scritto lo spin-off Bumblebee e
che ha lavorato anche ai film DC Birds of
Prey e The
Flash, ha scritto la bozza più recente della
sceneggiatura. “Con Batgirl, speriamo di condurre il
pubblico in un viaggio divertente. L’obiettivo è mostrare loro un
lato diverso di Gotham”, aveva dichiarato il
produttore Kristin Burr. “La
sceneggiatura di Christina è piena di spirito. Adil e Bilall hanno
un’energia talmente viva che è quasi contagiosa, cosa che li rende
i registi perfetti per questo nuovo progetto sull’universo di
Batman. Sono semplicemente entusiasta di poter far parte
dell’universo DC. È fantastico.”
In
origine, Batgirl doveva essere diretto
da Joss Whedon, regista di The
Avengers e Avengers:
Age of Ultron, nonché della versione cinematografica
di Justice
League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di
abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a
“decrifrare la storia”.
La storia del Suicide
Squad di David Ayer è stata problematica fin
dall’inizio. Il primo sguardo al Joker di Jared Leto, ad esempio, venne accolto in
maniera estremamente negativa dai fan, per non parlare della
versione leaked del primo trailer ufficiale presentato in occasione
del Comic-Con che venne fatta trapelare online e che costringe la
Warner Bros. ha diffonderlo in via ufficiale molto prima di quanto
programmato in origine.
Dopo la risposta negativa ai toni
cupi di Batman v Superman: Dawn of Justice, lo studio era
andato nel panico e decide di apportare alcune modifiche
sostanziali al taglio di Ayer del 2016. In seguito all’uscita del
film, lo stesso regista ha più volte dichiarato che quello arrivato
nelle sale non era assolutamente il
Suicide Squadche aveva pensato di realizzare. Ora,
David Ayer è tornato sulla questione e ha rilasciato – via
Twitter – una lunga dichiarazione sulla Ayer Cut (così
ribattezzata sulla scia della
Snyder Cut di Justice
League).
“Ci ho messo la mia vita in
Suicide Squad”, ha scritto il regista.
“Ho fatto qualcosa di straordinario. Il mio taglio è un viaggio
tanto intricato quanto emotivo, che racconta di alcune persone
cattive sulle quali viene gettata m***a e che alla fine vengono
scartate (tema che mi tocca nel profondo). Il taglio dello studio
non è assolutamente il mio film. Leggetelo di nuovo. Il mio taglio
non è la Director’s Cut di 10 settimane: è un montaggio
completamente maturo, opera di Lee Smith, basato sull’incredibile
lavoro di John Gilroy.”
“È tutta la brillante colonna
sonora di Steven Price, senza una sola canzone radiofonica
nell’intero film”, aggiunge, confermando che la colonna sonora
nominata ai Grammy non è stata opera sua. “Presenta archi
narrativi tradizionali, interpretazioni straordinarie, una solida
risoluzione del terzo atto. Poche persone l’hanno vista.”
David Ayer su Suicide Squad:
“Non ho mai raccontato la mia versione della storia e non lo
farò mai”
“Non ho mai raccontato la mia
versione della storia e non lo farò mai. Appartengo alla vecchia
scuola, da questo punto di vista. Quindi ho tenuto la bocca chiusa
e ho incassato tutto lo tsunami di critiche personali, a volte
scioccanti”. Ayer ha poi concluso lodando il lavoro di
James Gunn per The Suicide
Squad e ha aggiunto: “Non parlerò più
pubblicamente della questione”. Di conseguenza, ora sembra
chiaro che la sua versione non vedrà mai la luce.
Lo scontro tra essere umano e
tecnologia è un tema sempre più ricorrente al cinema, dove si
ritrova declinato in modi e punti di vista sempre diversi. Si va
dalla pura fantascienza ad opere dal contesto a noi più vicino. A
quest’ultima categoria appartiene il film
Monolith (qui la recensione), diretto nel
2017 da Ivan Silvestrini e primo lungometraggio
distribuito dalla Vision Distribution. È questa
un’opera di genere che vuole porre nuovamente l’attenzione su
dinamiche sempre più diffuse, tra cui l’eccessiva protezione
tecnologica che rischia di diventare invece un ostacolo alle
proprie libertà individuali e che spesso si sostituisce all’uomo
nelle sue scelte.
La storia nasce a partire da un
soggetto del fumettista Roberto Recchioni, che in
attesa del non certo inizio delle riprese decise anche di dar vita
al suo racconto sotto forma di graphic novel. Pubblicata per la
Sergio Bonelli Editore (nota in particolare per la serie di
Dylan Dog), questa è stata scritta insieme a
Mauro Uzzeo e disegnata
da Lorenzo Ceccotti, in arte
LRNZ. Quest’ultimo ha poi curato anche il design
della vettura utilizzata nel film, la quale ricorda davvero un
oggetto extraterrestre (si pensi al monolite di 2001:
Odissea nello spazio), tanto nelle sue forme quanto nella
sua minacciosità.
Dall’automobile ipertecnologica
grande protagonista del film nasce dunque uno scontro che ha alla
base una delle più grandi paure possibili per un genitore, ovvero
quella di assistere ai figli in pericolo, senza poter far nulla per
intervenire. Un interessante film di genere semi futuristico,
dunque, capace però di parlare al nostro presente. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Monolith: la trama del film
Protagonista del film è
Sandra, una giovane madre ed ex membro di una pop
band che vede crollare le sue certezze nel momento in cui scopre
che suo marito Carl la tradisce. Desiderosa di
confrontarsi con lui sulla questione, Sandra si mette alla guida
della sua supertecnologica e blindata autovettura, la
Monolith. Sui sedili posteriori vi è suo figlio di
due anni David, il quale prende quella come una
gita inaspettata. Durante il viaggio, però, lo stress provato da
Sandra la porterà a commettere una serie di errori. Dopo aver
investito un cervo, la donna scende dall’auto per controllare
l’animale, rimanendo però chiusa fuori dalla vettura.
La Monolith, la macchina più sicura
al mondo, le impedisce ogni tentativo di rientrare. Ogni tentativo
di infrangere i sistemi di sicurezza si rivela un misero fallimento
e più il tempo passa più la situazione è destinata a peggiorare.
Con il sorgere del sole, l’auto inizierà ovviamente a diventare
estremamente calda, mettendo a rischio la vita del bambino rimasto
all’interno. Sandra ha dunque poco tempo a disposizione e questa
volta può contare solo sulle proprie forze. Sperduta nel nulla, con
possibilità di riuscita praticamente nulle, alla mercé di animali
feroci e senz’acqua, dovrà riuscire ad avere la meglio sulla
tecnologica auto.
Monolith: il cast del film
Ad interpretare il ruolo di Sandra
vi è l’attrice Katrina Bowden. Conosciuta ai più
per il ruolo di Florence Logan in Beautiful, è apparsa
anche nelle serie 30 Rock, Ugly Betty e New Girl.
Per assumere il ruolo della protagonista, da lei giudicato come uno
dei più difficili della sua carriera, si è dovuta sottoporre ad un
periodo di allenamento intensivo. Essendo pressocché costantemente
in scena, le era richiesta una prestanza fisica non da poco, sia
per sopportare i ritmi che le prove di resistenza previste. Per la
sua intensa performance è stata poi particolarmente lodata.
Nel ruolo di suo marito Carl, che
compare unicamente tramite videochiamata, vi è l’attore
Damon Dayoub, mentre Justine
Wachsberger è Jessa, amica di Sandra. Brandon
Jones, attore visto in Pretty Little Liars, Lie to
Me e CSI: Scena del crimine, interpreta Ted, mentre
Jay Hayden è Roy Lacombe. Il piccolo David è
invece interpretato dai gemelli Krew e
Nixon Hodges, scelti tra migliaia di bambini per
via della loro predisposizione a stare davanti la macchina da
presa. In ultimo, a dare voce a Lilith, l’intelligenza artificiale
installata nella Monolith, vi è in lingua originale l’attrice
Katherine Kelly Lang. Questa è principalmente
celebre per il personaggio di Brooke Logan in
Beautiful.
Monolith: il trailer e dove vedere
il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su une delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Monolith è infatti
disponibile nel catalogo di Now. Per vederlo,
basterà sottoscrivere un abbonamento generale, scegliendo tra le
opzioni offerte. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità
e al meglio della qualità video, potendo inoltre accedere ad un
ampio catalogo di altri titoli. Il film è inoltre presente nel
palinsesto televisivo di giovedì 29 luglio alle
ore 21:15 sul canale Cielo.
I thriller ambientati nel mondo
dello spionaggio sono da sempre fonte di grande fascino, sia per
gli intrighi narrativi che presentano quanto per l’imprevedibilità
di personaggi e risvolti. Tra i migliori e più recenti di questo
genere vi è La spia – A Most Wanted Man
(qui la recensione), diretto nel
2014 da Anton Corbijn, già regista di un titolo
simile quale The American, e basato su
un romanzo di John le Carrè. Agente segreto del
Secret Intelligence Service, le Carrè conosce bene il mondo dello
spionaggio e i suoi romanzi ambientati in questo sono opere
particolarmente dettagliate e più volte adattate per il grande
schermo.
La spia – A Most Wanted Man
è infatti basato sul suo romanzo Yssa il buono, pubblicato
nel 2008, dove si propone una profonda critica alla politica di
extraordinary rendition (ovvero la cattura, la
deportazione e la detenzione clandestina di un “elemento ostile”)
messa in atto dal presidente George W. Bush in seguito agli
attentati dell’11 settembre. Il film, tuttavia, è diventato
principalmente noto per essere l’ultimo interpretato dall’attore
Philip Seymour Hoffman prima della sua tragica
scomparsa. Al di là della sua grande interpretazione, si trova un
altrettanto grande film, capace di raccontare un contesto reale
perfino nei suoi risvolti più complessi.
Ancora oggi è considerato uno dei
film che meglio hanno saputo raccontare gli Stati Uniti post 11
settembre, collocandosi in un filone di opere che oltre a
raccontare vicende dal grande intrattenimento offrono pungenti
riflessioni sulla nostra attualità. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
La spia – A Most Wanted Man: la
trama del film
Protagonista del film è
Günther Bachmann è un agente dei servizi segreti
anti-terrorismo tedeschi con base ad Amburgo. Estremamente attento
e preciso nel suo delicato lavoro, Bachmann e la sua squadra si
trovano a dover indagare su un clandestino ceceno, Isaa
Karpov, appena arrivato in città. Le sue intenzioni non
sono note, ma in quanto figlio di uno spietato criminale di guerra
per Bachmann è lecito attendersi azioni pericolose da lui.
L’indagine su di lui si collega ben presto a quella su un
rispettato accademico musulmano, lasciando intendere un’operazione
illegale più ampia del previsto.
Faisal Abdullah,
questo il nome dell’accademico, è sospettato di appoggiare
segretamente attività terroristiche islamiste tramite donazioni ad
una compagnia di navigazione con sede a Cipro. Con i due casi
sempre più strettamente legati tra loro, Bachmann avrà bisogno
dell’aiuto di una giovane avvocatessa, di un agente della CIA e di
un banchiere, per organizza un contorto piano per fermare
l’attività terroristica in atto. L’intromissione della stessa CIA,
però, rappresenterà un ostacolo non da poco. Consapevole di non
poter fare passi falsi, Bachmann dovrà valutare attentamente ogni
sua mossa.
La spia – A Most Wanted Man: il
cast del film
Come anticipato, nel ruolo del
protagonista Günther Bachmann vi è il premio Oscar Philip Seymour Hoffman,
il quale sviluppò un grandissimo interesse ed empatia per il suo
personaggio. Egli ha infatti lavorato a stretto contatto con lo
sceneggiatore Andrew Bovell sulla sua
caratterizzazione di Bachmann, costruendolo come un uomo convinto
delle sue azioni nonostante i contrasti incontrati lungo il
percorso. Accanto a lui, si ritrovano poi attori come
Willem Dafoe nel ruolo
di Tommy Brue, ricco banchiere a cui si rivolge Isaa Karpov,
interpretato dall’attore russo Grigorij
Dobrygin.
L’attrice Rachel McAdams, invece,
è l’avvocatessa Annabel Richter, la quale per prepararsi al ruolo
ha imparato a parlare con un marcato accento tedesco. Per il ruolo
erano state considerate anche Amy Adams, Carey
Mulligan e Jessica Chastain.
Robin Wright è Martha
Sullivan, mentre Daniel Brühl è Max.
L’attore iraniano Homayoun Ershadi, celebre per il
film Il sapore della ciliegia, è l’accademico Faisal
Abdullah. Sono poi presenti le attrici Vicky
Krieps, divenuta celebre grazie a Il filo
nascosto, e la turca Derya Alabora nei panni
di Leyla.
La spia – A Most Wanted Man: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. La spia – A Most
Wanted Man è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten Tv, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 29
luglio alle ore 23:15 sul canale
Rai Movie.
Il regista Lucio
Fulci è unanimemente considerato uno dei grandi maestri
del cinema di genere italiano, avendo affrontato nel corso della
sua carriera ogni tipologia di racconto, dal comico al horror.
Particolarmente celebri sono però i suoi film gialli, tra cui
spicca quello che è ancora oggi considerato il suo capolavoro:
Non si sevizia un paperino. Uscito nel
1972, questo divenne da subito un caso cinematografico, andando
incontro, scuotendo l’opinione pubblica per via della morbosità di
alcune sue scene e delle tematiche trattate, dalla sessualità alla
repressione religiosa, dalla peccato alla violenza contro il
diverso.
Per l’epoca rappresentò inoltre una
vera e propria novità come thriller, vantando come principale e
inedita ambientazione un paese retrogrado del sud Italia. Grazie a
questa collocazione, la storia e le tematiche acquisirono così
maggior risalto, introducendo una serie di elementi folkloristici
che contribuivano all’inquietudine generale. Ne nasce così un
racconto che, vagamente ispirato ad eventi realmente avvenuti a
Bitonto nel 1971, permette di porre in risalto un Paese nel pieno
sviluppo industriale all’interno del quale si ritrovano però realtà
non ancora toccate da questi cambiamenti e dove l’orrore può avere
luogo.
Accolto in modo molto negativo al
momento della sua uscita, con il tempo Non si sevizia un
paperino è stato rivalutato come una delle opere più
importanti e iconiche per il giallo italiano. Un film che ancora
oggi si dimostra grandioso nella sua composizione narrativa ed
estetica. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori ed alla
colonna sonora. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Non si sevizia un paperino: la
trama del film
La vicenda si svolge nel paesino di
Accendura, in Basilicata, dove la magia e la superstizione hanno
ancora la meglio sul progresso sociale. In questo contesto, una
serie di brutali uccisioni di bambini scuotono profondamente il
paese. La cosa attira una certa risonanza mediatica e sul luogo si
reca anche il giornalista Andrea Martelli, il
quale decide di seguire da vicino le indagini dei carabinieri. I
sospetti si indirizzano da subito verso una serie di soggetti nuovi
o malvisti all’interno del paese. Tra questi vi è
Patrizia, una ricca donna arrivata da poco lì per
disintossicarsi dalla droga.
Nel momento in cui ulteriori bambini
verranno però ad essere uccisi, facendo crollare di volta in volta
in volta le certezze delle autorità, il caso sembrerà essere sempre
più lontano dalla sua risoluzione. Con il crescente malcontento
della popolazione, occorre quanto prima trovare un colpevole da
poter dare in pasto alla folla inferocita. Per scongiurare la
possibilità che si addossino colpe ad innocenti, Martelli decide di
indagare tra gli abitanti, nel tentativo di ottenere un quadro più
completo della situazione e giungere alla verità. La ricerca di
questa, però, si farà sempre più complessa e pericolosa.
Non si sevizia un paperino: il cast
del film
Nel ruolo del giornalista Andrea
Martelli si ritrova l’attore Tomas Milian, noto in
particolare in Italia per il personaggio di “er Monnezza” e che
tornerà a recitare per Fulci in I Quattro dell’Apocalisse.
Nei panni di don Alberto Avallone, il giovane prete del luogo, si
ritrova l’attore francese Marc Porel, molto attivo
in quegli anni nel cinema di genere italiano. Prima di lui, però,
per la parte era stato considerato anche Massimo
Ranieri. Milian e Porel, inoltre, finirono sulle pagine
dei quotidiani del tempo nel momento in cui si azzuffarono
realmente per rendere più realistica la scena del loro scontro.
L’attrice Barbara
Bouchet è invece la ricca Patrizia, mentre George
Wilson è zio Francesco. Irene Papas
interpreta Aurelia Avallone, madre di don Alberto, e Ugo
D’Alessio ricopre il ruolo del maresciallo dei
carabinieri. Nel ruolo della maciara, una donna emarginata e
considerata una strega, si ritrova invece l’attrice
Florinda Bolkan, che aveva già recitato per Fulci
in Una lucertola con la pelle di
donna. Per tale personaggio, l’attrice richiese un trucco
che non ne facesse una “poveraccia”, bensì una donna povera ma con
un suo fascino. Per i bambini, invece, Fulci ricercò giovani
interpreti con volti che avessero caratteristiche somatiche da
adulti.
Non si sevizia un paperino: la
colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Particolarmente celebre del film è
anche la colonna sonora, realizzata da Riz
Ortolani. Questa si distingue per una serie di brani dalla
melodia dolce, che genera un forte contrasto con la violenza delle
immagini a cui è associati. Si tratta di uno stratagemma già
utilizzato da Ortolani per film come Mondo cane e
Cannibal Holocaust, e che permette di esaltare quanto
avviene nel film. Memorabile è ad esempio la scena del linciaggio
della maciara, durante la quale si può ascoltare Quei giorni
insieme a te. Canzone scritta da Ortolani e cantata da
Ornella Vanoni.
Per questi e innumerevoli altri
motivi, Non si sevizia un paperino è un
titolo assolutamente imprescindibile del cinema italiano e per gli
amanti del genere. Per vederlo, è possibile fruire del film grazie
alla sua presenza sulla piattaforma YouTube.
Sfortunatamente il film non è attualmente presente su altri servizi
di streaming, rendendo dunque limitata la sua disponibilità. È però
possibile ritrovarlo nel palinsesto televisivo di giovedì
29 luglio alle ore 23:00 sul canale
Cine 34.
La star del film Marvel
Black Widow,
Scarlett Johansson, ha intentato una causa per
l’uscita del film su Disney+, a rivelarlo è stato
nuovo rapporto che ha affermato che l’attrice ha intentato una
causa presso la Corte Superiore di Los Angeles, sostenendo che la
Disney ha violato il suo contratto per Black Widow quando ha distribuito il film sia
nelle sale che su Disney+ tramite il Premier Access,
l’aggiunta premium a Disney+ che consente agli
utenti di pagare di più vedere a casa un titolo in uscita nelle
sale. L’attrice secondo le fonti avendo ricevuto un compenso
fortemente basata sulle prestazioni al botteghino, ha subito danni
economici in seguito alla scelta di Disney+ che sta effettivamente
tagliando i suoi profitti per il film.
Nella dichiarazione della causa di
Scarlett Johansson (tramite WSJ), si afferma che
“Disney ha intenzionalmente indotto la violazione dell’accordo
da parte della Marvel, senza giustificazione, al
fine di impedire alla signora Johansson di realizzare il pieno
beneficio del suo accordo con la Marvel”.
John Berlinski, un avvocato della
Kasowitz Benson Torres LLP che rappresenta la signora Johansson, ha
dichiarato che “Questo non sarà sicuramente l’ultimo caso in
cui un talent di Hollywood resisterà alla Disney e chiarirà che,
qualunque cosa l’azienda possa dimostrare, ha un legale obbligo di
onorare i suoi contratti”.
Perché proprio adesso?
La Disney quest’anno ha preso la
rara decisione di rilasciare alcuni nuovi film dal listini
2020/2021 su Disney+ Premier Access nello stesso
momento in cui sono stati rilasciati nelle sale.
Black Widow è senza dubbio il più grande titolo di quest’anno
che ha avuto questo particolare trattamento a doppia uscita.
Se vi state chiedendo perché
Scarlett Johansson stia intentando questa causa ora,
dopo che Black Widow è già uscito (e il suo formato di
uscita era noto da mesi), la risposta potrebbe essere, ironia della
sorte, dovuta al successo del film.
Black Widow ha guadagnato oltre 218 milioni di dollari in tutto
il mondo nel weekend di apertura, con la Disney che ha affermato
con orgoglio che 60 milioni di dollari provenivano da Disney+ Premier Access. La Johansson e
il suo team probabilmente non si aspettavano che l’opzione di
streaming incassasse così tanto – o potrebbero aver scoperto solo
dopp che la Disney non avrebbe considerato come parte condivisa
quella parte dei profitti.
Sono in corso le riprese del film
La mia
ombra è tua, un film di Eugenio Cappuccio, tratto
dall’omonimo romanzo di Edoardo Nesi edito da La Nave di Teseo. Il
film, una produzione Fandango con Rai Cinema, è scritto da
Eugenio Cappuccio, Edoardo Nesi e Laura Paolucci e
prodotto da Domenico Procacci. Uscirà nelle sale
per 01 Distribution. Nel cast
Marco Giallini, Giuseppe Maggio, Sidy Diop, Anna Manuelli,
Massimo Molea e la partecipazione di Isabella
Ferrari. Le riprese di La mia
ombra è tua hanno una durata di sette settimane e si
svolgono tra Roma, Bologna, Milano e Cetona in Toscana.
Questa è una storia d’amore,
iniziata quarant’anni fa e mai finita. È anche la storia di un
viaggio attraverso l’Italia intrapreso da una strana coppia a bordo
di un vecchia jeep: Emiliano, un venticinquenne appena laureato con
il massimo dei voti in Lettere Antiche, e Vittorio Vezzosi, un
burbero scrittore sessantenne che da anni conduce una vita da
eremita in seguito alla pubblicazione del suo unico libro, successo
planetario indelebile nella memoria di tutti. I due sono diretti a
Milano, alla Fiera-mercato degli anni Ottanta e
Novanta, in un viaggio ricco di rocamboleschi e
divertenti rovesci seguito avidamente in diretta dal mondo social,
stimolato casualmente da un’influencer. Il Vezzosi ha infatti
accettato di tenere un discorso infrangendo un silenzio durato più
di vent’anni. Alla fiera li attendono Milena, il perduto amore
dello scrittore, e una folla oceanica smaniosa di ascoltare il
Vezzosi fare i conti con il suo passato, e soprattutto con lo
sguardo del nostro Paese, attanagliato dalla nostalgia e perso nel
ricordo di sè.
Netflix e Sony Pictures
Animation presentano Vivo,
un’emozionante avventura musicale animata in arrivo il 6 agosto su
Netflix con canzoni inedite di Lin-Manuel Miranda, vincitore di
Tony, Grammy e Pulitzer, nonché ideatore di Hamilton e
In the Heights. Il 31 luglio Vivo sarà presentato in
anteprima italiana al Giffoni Film Festival nella sala Alberto
Sordi e nella sala Lumière, davanti al pubblico dei giurati della
sezione Elements +6.
La versione italiana del film sarà
arricchita dalle voci di Stash, frontaman della band multiplatino
The Kolors (voce e chitarra), cantautore e produttore, interprete
di tutte le canzoni dell’originale protagonista Vivo, e di Massimo
Lopez, attore, doppiatore, show man, conduttore televisivo e
componente del noto trio “Lopez, Marchesini, Solenghi”, che doppia
il personaggio di Andrès nelle canzoni e nei dialoghi.
Vivo
è una storia entusiasmante su come dimostrare coraggio, sulla
capacità di trovare una famiglia in amici improbabili e su come la
musica possa aprire la mente a nuovi mondi.
Il cast originale è composto da
Lin-Manuel Miranda (Vivo), Zoe Saldaña (Rosa), Juan de Marcos
(Andrés), Brian Tyree Henry (Dancarino),Michael Rooker (Lutador),
Nicole Byer (Valentina), Gloria Estefan (Marta) e, per la prima
volta sugli schermi, Ynairaly Simo (Gabi).
Il film è diretto dal candidato
agli Oscar Kirk DeMicco (I Croods), co-diretto da Brandon
Jeffords (Piovono polpette 2 – La rivincita degli avanzi),
sceneggiato da Quiara Alegria Hudes (In the Heights) e
prodotto da Lisa Stewart (Mostri contro alieni), Michelle
Wong (Hotel Transylvania 2) e dal premio Oscar Rich Moore
(Zootropolis), con la consulenza visiva del regista premio
Oscar Roger Deakins (Blade Runner 2049). Il premio Tony e
Grammy Alex Lacamoire (The Greatest Showman) ricopre il
ruolo di compositore e produttore esecutivo musicale, mentre la
produzione esecutiva è di Lin-Manuel Miranda, del premio Golden
Globe Laurence Mark (Dreamgirls) e di Louis Koo Tin Lok
(I Mitchell contro le macchine).
La nuova esperienza
cinematografica e casalinga di Walt Disney, Jungle
Cruise con Emily Blunt e
Dwayne Johnson, ha già conquistato il cuore di grandi
e piccoli, con la sua avventura selvaggia e l’intrattenimento
irresistibile. A parlarne sono stati i protagonisti, Blunt e
Johnson, insieme a Jack Whitehall e Edgar
Ramirez, nel corso del divertente incontro stampa dedicato
al film.
“Ho deciso di
accettare questo ruolo perché la sceneggiatura era a buon punto, e
ho visto subito le potenzialità del progetto. Conteneva molti
elementi con cui mi trovo a mio agio. Dopo aver scelto il regista
(Jaume Collet-Serra, ndr), il passo successivo era trovare la mia
co-star”. A parlare è Dwayne Johnson che nel film interpreta
Jack, un cialtrone dal cuore d’oro e con un segreto. La scelta
della co-star ideale è caduta su Emily Blunt, così il regista ha
preso un aereo ed è volato a Londra per chiedere all’attrice di
partecipare al progetto. Sembra però che Blunt sia stata piuttosto
tiepida in prima battuta, ma di fronte alla dichiarazione in video
di Johnson (“Emily, sei la sola che può fare questo film”), si è
difesa dicendo: “E’ un meccanismo di difesa di noi inglesi di
fronte a tutto questo entusiasmo!” Salvo poi abbandonare le
riserve e buttarsi nell’avventura che le ha richiesto un impegno
non solo interpretativo ma anche fisico.
Secondo Whitehall, la
chiave del successo della storia è la cura nei dettagli relativi ai
personaggi: “Tutti avevano interessanti backstory. Spesso in
questo tipo di film i personaggi sono bidimensionali, ma avere una
storia per ognuno, fa sì che ti importi di loro, ti trascina in
questo viaggio con loro”.Edgar Ramirez, che
nel film interpreta il villain Aguerre, ci tiene a difendere il suo
personaggio, per lui non è un vero e proprio cattivo, ma gli eventi
della storia lo hanno condotto a fare quel che fa. “Sono
onorato di far parte di un film che porta in vita l’attrazione più
antica e rappresentativa del parco divertimenti più importante del
mondo. L’unica cosa che mi dispiace è che avendo serpenti (in CGI)
sulla faccia per tutto il tempo, mia madre non ha potuto guardare
la mia performance nel film!”.
Il grande segreto di
Jungle Cruise è l’alchimia trai protagonisti, cosa
che è costata a Emily Blunt una serie di re-take imprevisti
per “colpa” di Johnson e delle sue esilaranti improvvisazioni sul
set. “La scena più difficile è stata quella in cui facciamo un
salto con la liana, e ogni volta che mi lanciava, improvvisava una
battuta diversa e io non riuscivo ad essere seria, gli ho chiesto
di dirmi prima cosa avrebbe detto, per essere preparata, ma non lo
ha mai fatto, è stato difficilissimo!” Conclude ridendo
Blunt.
L’alchimia del cast è senza dubbio
l’elemento di forza di Jungle Cruise che tra nostalgia di film
d’avventura di una volta e acrobazie mozzafiato, travolgeranno il
pubblico. Al cinema dal 28 al 30 luglio e poi su Disney+ con accesso VIP.
È stato presentato a Roma
il sequel del tanto apprezzato Come un gatto in
tangenziale, con il sottotitolo di Ritorno a Coccia di Morto. Il film,
diretto sempre da Riccardo Milani, racconta delle nuove avventure
di Monica (Paola Cortellesi) e Giovanni
(Antonio Albanese) alle prese con i servizi
sociali che lei deve assolvere onde evitare la pena del carcere, e
il tutto si svolge in una parrocchia gestita dal giovane e
avvenente don Davide (Luca Argentero).
Il regista racconta quale
sia stata l’idea del secondo capitolo e da dove abbia tratto
l’ispirazione di un contesto così sociale: «Sono stato ospite a
Milano in una parrocchia che aveva organizzato una rassegna tra i
cui film scelti cui c’era il Gatto. Mi sono trovato di fronte ad
una realtà viva, che coinvolgeva le persone, le accoglieva e ne
sono rimasto molto colpito».
L’intento del progetto
del sequel prende dunque le fila dal desiderio di raccontare la
bellezza della solidarietà: «Ritorno a Coccia di Morto
l’abbiamo scritto durante i primi mesi di pandemia», continua
Riccardo Milani, «ci ha commossi vedere la
necessità di rapporti umani più coesi, interessati alle sorti l’uno
dell’altro, contro l’indifferenza. E il seguito è venuto fuori da
sé».
La coppia dicotomica
Monica e Giovanni è quindi quasi un piccolo pretesto per
raccontare altro, ma senza discostarsi dalla commedia più
allegrotta, come conferma una degli sceneggiatori, Giulia
Calenda: «Attraverso la commedia si ottiene uno
spaccato del Paese, forse molto più che in altri generi. E la sua
potenza consiste nel riuscire a parlare di qualunque tematica, ma
con leggerezza».
Anche Paola
Cortellesi interviene per approfondire il discorso:
«Ci è piaciuto che la Chiesa cattolica abbia colmato buchi
sociali e umanitari. Abbiamo voluto che certe tematiche fossero
centrali, come il bisogno che alcune periferie ricevano aiuti
concreti, perché il degrado non debba rimanere una condizione
esistenziale».
Come un gatto
in tangenziale – Ritorno a Coccia di Morto, diventa
alla fine un lavoro per arrivare anche ad altri scopi, quali, ad
esempio, il ritorno in sala: «Questo film è stato tenuto da
parte apposta per fare in modo che uscisse al cinema. Non stiamo
cercando grandi numeri», prosegue ancora la Cortellesi, «ma
ottenere che le persone riacquistino la fiducia per ritornare a
sedersi sulle poltroncine di una sala cinematografica».
Ma, uno degli aspetti che
più intrattiene della storia, è ovviamente l’esilarante chimica tra
i due protagonisti: «Ci sono stati dei momenti in cui le risate
non si riuscivano proprio a trattenere», racconta Paola,
«ad esempio quando Antonio alle sei di mattina arrivava in sala
trucco cantando “You gotta dance”». Aneddoto che Albanese
commenta spiegando l’importanza di profondere vivacità sul set,
soprattutto a quell’ora del mattino.
«Monica e Giovanni sono
in fondo due personaggi ai quali mi aggrappo», rivela il regista,
«vorrei tanto che lo sguardo sul mondo e sulle cose di ognuno fosse
un po’ come il loro».
Il film uscirà
ufficialmente al cinema il 26 agosto e in anteprima solo il 14 e il
15.
Sono state scelte le opere in
Virtual Reality della 78. Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica (1-11 settembre 2021) della Biennale di Venezia per
la sezione denominata Venice VR Expanded, che si
terrà nelle seguenti date e luoghi:
· 1 – 11 sett, on site (Sala Amici, Palazzo del Casinò, Lido di
Venezia)
· 1 – 19 sett, online e nei Satellite Venues (14 luoghi, 10
paesi)
La sezione Venice VR Expanded della 78. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia, dopo il successo dell’edizione
2020, si terrà ancora una volta online, estendendo la sua durata
dall’1 al 19 settembre 2021.
Da quest’anno, inoltre, dall’1 al 11 settembre e per tutta la
durata della Mostra, sarà presente in uno spazio del Palazzo del
Casinò (Lido di Venezia), la Sala Amici, spazio dove saranno
messi a disposizione degli accreditati su prenotazione delle
postazioni attrezzate per poter visionare online i progetti della
selezione ufficiale Venice VR Expanded.
Le opere in Virtual Reality di questa edizione della Mostra
saranno fruibili online sulle piattaforme HTC’s Viveport e
Facebook’s Oculus, attraverso visori PCVR e Oculus Quest.
Il Venice VR virtual world, progettato col supporto tecnico di
VRrOOm con VRChat, presenterà una versione virtuale di Venezia e
dell’isola del Lazzaretto Vecchio, accessibile a tutti coloro che
saranno registrati su VRChat. All’interno del Venice VR virtual
world, i visitatori potranno visionare le anteprime della selezione
ufficiale, socializzare con altri visitatori, visitare le sessioni
di creazione, le feste di apertura e di chiusura e altri spettacoli
ed eventi. All’interno di questo mondo virtuale, a seguito del
successo dell’edizione 2020, è avviata una nuovissima sezione, la
VRChat Worlds Gallery, che prevede una selezione di 35 mondi
virtuali che usano VRChat come piattaforma per costruire i loro
mondi di fantasia. Si terranno inoltre 5 eventi speciali, incluse
live performance, che si svolgeranno in 5 diversi luoghi virtuali
di VRChat.
Venice Vr Expanded presenterà 37 progetti da 21 paesi e 35
VRChat worlds:
● 23 progetti in Concorso
● 1 Evento Speciale – Fuori Concorso
● 12 progetti Fuori Concorso – Best Of (selezione internazionale
delle migliori opere VR presentate a partire dall’edizione
2020)
● 1 progetto sviluppato nel corso della quinta edizione di Biennale
College Cinema – VR
● 35 mondi selezionati nella VRChat Worlds Gallery con 5 Eventi
Speciali
La Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia è
stata uno dei primi festival di cinema al mondo a manifestare
interesse per la Virtual Reality. La realizzazione di un VR Theater
nel 2016 ha suscitato enorme interesse tra i partecipanti del
Venice Production Bridge. A partire dal 2017, la Biennale di
Venezia ha dato il via alla prima competizione di opere in Realtà
Virtuale tra i principali festival, tenutasi per tre edizioni, fino
al 2019, sulla location dell’isola del Lazzaretto Vecchio al Lido,
con una Giuria internazionale. L’accessibilità online di Venice VR
Expanded rappresenta dall’anno scorso un nuovo impegno e una sfida
per garantire la presenza, nell’ambito della Mostra del Cinema di
Venezia, dell’esperienza di questa nuova forma d’arte in rapida
evoluzione rappresentata dalla Realtà virtuale.
Gli accreditati della Mostra di Venezia avranno accesso a tutti
i titoli del programma online. Inoltre sarà disponibile uno
speciale accredito VR per gli interessati non accreditati alla
Mostra.
La Giuria internazionale di Venice VR Expanded è composta
da:
· Michelle Kranot – presidente
· Maria Grazia Mattei
· Jonathan Yeo
La Giuria Venice VR Expanded assegnerà i seguenti premi: Gran
Premio della Giuria per la Migliore opera VR, Migliore esperienza
VR e Migliore storia VR.
VENICE VR EXPANDED
In Concorso
ENGELEN VAN AMSTERDAM (ANGELS IN AMSTERDAM)
di ANNA ABRAHAMS, AVINASH CHANGA
Paesi bassi / 30’
END OF NIGHT
di DAVID ADLER
Danimarca, Francia / 49’
LA PLAGE DE SABLE ÉTOILÉ
di NINA BARBIER, HSIN-CHIEN HUANG
Francia / 15’
CAVES
di ISABEL GARCIA CARLOS
Svizzera / 19’
BEDLAM
di MAT COLLISHAW
Francia, UK, Taiwan / 45’
GENESIS
di JOERG COURTIAL
Germania / 13’
SPIRIT OF PLACE
di DALE DEACON
Sudafrica, Danimarca / 30’
TEARLESS
di KIM GINA
Corea del Sud, USA / 12’
LUN HUI (SAMSARA) COMPLETE PART 1 AND 2 VERSION
di HSIN-CHIEN HUANG
Taiwan / 21’
CLAP
di KEISUKE ITOH
Giappone / 13’
LE BAL DE PARIS DE BLANCA LI
di BLANCA LI
Francia, Germania, Lussemburgo / 35’
BLISS IN THE EAR OF A STORM
di ADAM LIEBER, HAL SORTA
UK, Sudafrica, USA/ 20’
IL DUBBIO – EPISODIO 2
di MATTEO LONARDI, JAVIER LAJARA, JAVIER MARTINEZ
Spagna, Italia / 7’
ANANDALA
di KEVIN MACK
USA / 15’
GOLIATH: PLAYING WITH REALITY
di BARRY GENE MURPHY, MAY ABDALLA
UK, Francia / 25’
MONTEGELATO
di DAVIDE RAPP
Italia / 28’
THE SEVERANCE THEORY: WELCOME TO RESPITE
di LYNDSIE SCOGGIN
USA / 60’
CONTAINER
di MEGHNA SINGH
Sudafrica / 16’
BING MEI GUEI (THE SICK ROSE)
di TANG ZHI-ZHONG, HUANG YUN
Taiwan / 17’
MYRIAD.WHERE WE CONNECT. |VR EXPERIENCE
di LENA THIELE, SEBASTIAN BAURMANN, DIRK HOFFMANN
Germania / 31’
THE LAST WORKER
di JÖRG TITTEL
UK / 30’
EXPLORING HOME
di SARA LISA VOGL
Germania / 16’
YI YUAN (THE FINAL WISH)
di WANG HAIPEI, WANG SHANSHAN
Cina / 20’
Evento Speciale – Fuori Concorso
IN THE MIST
di CHOU TUNG-YEN
Taiwan / 15’
Best of VR Expanded– Fuori Concorso
(una selezione internazionale delle migliori opere VR)
MASKMAKER
di BALTHAZAR AUXIETRE
Francia / 300’
MIND VR EXPLORATION
di DENG ZUYUN
Cina / 15’
KUSUNDA
di FELIX GAEDTKE, GAYATRI PARAMESWARAN
Germania, Nepal, Svezia, Svizzera, Taiwan / 23’
MICRO MONSTERS WITH DAVID ATTENBOROUGH
di ELLIOT GRAVES
UK, USA / 5’
MARE
di RUI GUERREIRO
Giappone, Svezia / 180’
SPACE EXPLORERS: THE ISS EXPERIENCE – EPISODI 1-2
di FÉLIX LAJEUNESSE, PAUL RAPHAËL
Canada, USA / 55’
SAM MAX: THIS TIME IT’S VIRTUAL!
di MICHAEL LEVINE
USA / 300’
MYST
di RAND MILLER, HANNAH GAMIEL, ERIC ANDERSON
USA / 120’
KNOT: A TRILOGY
di GLEN NEATH, DAVID ROSENBERG
UK / 65’
WRAITH: THE OBLIVION – AFTERLIFE
di ERIK ODELDAHL
Svezia / 480’
JURASSIC WORLD AFTERMATH
di RICHARD SNOWDON
UK, Australia, USA / 180’
REEDUCATED
di SAM WOLSON, BEN MAUK, NICHOLAS RUBIN, MATT HUYNH
USA, Kazakistan / 20’
Biennale College Cinema – VR – Fuori Concorso
LAVRYNTHOS
di AMIR ADMONI e FABITO RYCHTER, produttore: FABITO RYCHTER
Brasile, Perù / 16’
prodotto col Biennale College Cinema VR grant
VRChat Worlds Gallery
A MAZE․ TRAIN STATION
AQUARIUS
ATLANTIS˸ SUPERRARE EXHIBITION
CLUB GUMBALL
CRAFTY CLIMBERS
CRYPT OF THE SPIRITS
CRYSTAL DUNES
CYCLE OF LIFE
DEEP BLUE NIGHT
EDEN
FFCR
FRANK
GUMBALL LOUNGE
KARAOKE CENTRA
LAST HOPE WATCH TOWER
LOST IT
MIRЯIM
MONORAIL COASTER
MONORAIL COASTER LITE
MOSCOW TRIP 1952
MUSEUM-OF-VRPAINTING
NOIR – CALL OF THE VOID (SPOOKALITY RELEASE|TECH DEMO)
RAAWRS’ ELNO-THEL FOREST
SAPIENSTRUCT
SUBMERGE 2
SURREAL HAZARD
SXSW XR 2021
THE DEVOURING
THE EDGE
THE FORT
THE HALLWYL MUSEUM
THE JUNKYARDǃ
TREEHOUSE IN THE SHADE
UNCANNY ALLEY
WORLD.EXECUTE (ME)
VRChat Worlds Gallery – Special Events
BRAINDANCE
JEAN MICHEL JARRE CONCERT
M.A.S.S.
MYCELIA
SHELTER
Venice VR Expanded Satellite Programme/
accessibile in prestigiose istituzioni culturali
di 14 città da 10 nazioni di tutto il mondo
Le opere di Venice VR Expanded (1 – 19 settembre 2021) saranno
accessibili anche grazie agli spazi fisici allestiti nelle seguenti
istituzioni culturali nel mondo:
· Centre PHI, Montréal, Canada
· Sandman Studios – Sandbox Immersive Festival, Pechino e Shanghai,
Cina
· MC2: Grenoble, Grenoble, Francia
· Centquatre-Paris, Parigi, Francia
· Invr.Space, Berlino, Germania
· Meet Digital Communication – MEET Digital Culture Center,
Milano, Italia
· Fondazione Giacomo Brodolini – Laboratorio Aperto di Modena,
Modena, Italia
· Museo Nazionale del Cinema, Torino, Italia
· M9 – Museo del ‘900, Venezia Mestre, Italia
· Eye Filmmuseum, Amsterdam, Paesi Bassi
· Less Media Group – Moscow Museum of Modern Art (MMOMA),
Mosca, Russia
· Espronceda – Institute of Art & Culture, Barcellona, Spagna
· Virgile Film Yapim Ticaret Limited Şirketi – Iksv Salon and
Kolektif House (Levent and Maslak), Istanbul, Turchia
· Portland Art Museum & Northwest Film Center – Portland Art
Museum, Portland, USA
Grazie alla disponibilità di queste istituzioni, che formano il
Venice VR Expanded Satellite Programme, sarà possibile, per il
pubblico che non dispone delle necessarie attrezzature VR per le
opere online, prendere visione dei progetti di Venice VR Expanded
in queste location fisiche, dotate delle tecnologie necessarie. Il
pubblico accederà al programma Venice VR Expanded prenotando
direttamente in ogni location.
Ognuna di queste istituzioni, per il periodo dall’1 al 19
settembre, allestirà uno spazio aperto al pubblico, equipaggiato
con visori VR, dove gli spettatori potranno prendere visione
dei progetti in concorso di Venice VR Expanded, i progetti Fuori
Concorso – Best of VR Expanded (inclusa la VRChat Worlds
Gallery, una selezione di 35 mondi e 5 eventi speciali in VRChat) e
i progetti sviluppati nel corso della quinta e di precedenti
edizioni di Biennale College Cinema – VR, più un Evento Speciale –
Fuori Concorso (solo ON SITE e ON SATELLITE, non ONLINE).
Le opere in Virtual Reality di questa edizione della Mostra del
Cinema, saranno interamente fruibili online, grazie a una
innovativa piattaforma digitale realizzata con il sostegno di HTC
VIVEPORT e Facebook’s Oculus, con il supporto di VRChat e
VRrOOm.
Uno dei personaggi che ha attirato
maggiormente l’attenzione grazie ai vari trailer di The Suicide
Squad è senza dubbio King Shark. Il
materiale promozionale dei film di James Gunn rivela un personaggio che, molto
probabilmente, avrà una certa valenza comica all’interno della
storia, anche se nei fumetti originali il suo ruolo non è
propriamente quello. Ecco, secondo
Screen Rant, 10 fumetti dedicati al personaggio che
bisognerebbe leggere prima di immergersi nella visione del
film:
Superboy Vol. 4 #0
Sembra difficile da
credere, dal momento che si tratta di un villain sottomarino, ma
King Shark ha fatto la sua prima apparizione in un fumetto di
Superboy. In “Superboy Vol. 4 #0” di Karl Kesel e Tom Grummett,
infatti, King Shark ha fatto la sua prima apparizione in
assoluto
Non è successo molto qui, in realtà,
ma è comunque importante leggere questa storia per capire da dove
viene e perché è così pericoloso. Un gruppo chiamato Silicon
Dragons si presentò e fece evadere Nanaue di prigione: alla fine,
ricompensò il gruppo uccidendo entrambi gli uomini. La leggenda di
King Shark è iniziata proprio qui.
Superboy Vol. 4 #13-15
King Shark era inizialmente
un nemico di Superboy. Stiamo parlando della versione di Conner
Kent, quella che apparve per la prima volta dopo gli eventi di
“Death of Superman”, come uno dei suoi possibili sostituti. Il suo
primo nemico principale fu proprio King Shark, quando Superboy si
trasferì alle Hawaii.
In “Superboy Vol. 4 #13-15” di Karl
Kesel e Tom Grummett, Superboy stava litigando con i Silicon
Dragons e scoprì che anche la Suicide Squad stava combattendo contro i
cattivi. King Shark si era unito alla Squadra in quel momento e,
alla fine, seppur con riluttanza, finisce per collaborare con
Superboy nella battaglia.
Aquaman: Sword Of Atlantis
#40-53
La relazione tra King Shark
e Aquaman è stata approfondita nella serie “Aquaman:
Sword of Atlantis” del 2006. I due hanno lavorato insieme dal
numero 40 al numero 53, ad opera di Kurt Busick e Jackson Guice.
Questa trama inizia con King Shark, uno dei principali cattivi dei
fumetti di Aquaman, che aiuta un Arthur affetto da amnesia per
volere dell’Abitante degli Abissi.
Sebbene King Shark non ne fosse
felice, ha lavorato e aiutato Aquaman mentre combatteva per salvare
Atlantide e riconquistare il suo trono. La relazione è stata
burrascosa tra i due durante tutto l’arco narrativo di questa
storia durata ben 13 numeri, dal momento che entrambi erano in
lotta l’uno con l’altro, ma anche l’uno accanto all’altro.
Secret Six Vol. 3 #30-36
King Shark è meglio conosciuto come membro della Suicide
Squad, ma è stato anche un membro dei Secret Six, che includevano
un altro membro della Suicide Squad, Deadshot. King Shark si è
unito ufficialmente alla squadra in “Secret Six Vol. 3 #30” di Gail
Simone e Jim Calafiore, ed è stato un membro del team fino al 36°
numero.
In
origine, Secret Six venne ricattato per lavorare insieme a King
Shark, prima che diventasse una squadra di cattivi che lavoravano
insieme. Nel suo breve periodo trascorso con il gruppo, hanno
combattuto Doom Patrol, sono andati all’Inferno e hanno combattuto
contro quasi tutti gli eroi dell’Universo DC.
Suicide Squad Vol. 4
King Shark è tornato nel 2011 come uno dei membri più forti
della Suicide Squad nell’iniziativa “New 52” e, nello specifico, in
“Suicide Squad Vol. 4” di Adam Glass e Federico Dallocchio.Questo Suicide Squad sembrava molto
simile a quella del primo film dedicato al team del
DCEU.
Harley Quinn, Deadshot ed El Diablo erano tutti nella squadra,
insieme a King Shark e pochi altri personaggi. Questa serie è
iniziata con i tutti i membri che venivano torturati prima della
fuga e che alla fine rivelano di essere la Task Force X, la
nuova Suicide Squad, pronta a partire in missione per Amanda
Waller.
Birds Of Prey Vol. 3 #32-34
La Suicide Squad è apparsa in molti altri fumetti dalla loro
reintroduzione in “New 52”. Ciò include anche la comparsa in “Birds
of Prey Vol. 3 #32-34”, poiché Amanda Waller li ha inviati a
catturare un medico sotto la protezione delle Birds of
Prey.
Ciò
ha portato a una battaglia lunga tre uscite tra la Suicide Squad e
le Birds of Prey. Questa versione ha visto Harley Quinn, Deadshot,
Captain Boomerang e King Shark rappresentare il gruppo. La
battaglia si è conclusa con la sconfitta delle Birds of Prey e con
la conseguente conclusione della serie.
Aquaman Vol. 8 #30-40
Nel 2018 King Shark è
tornato sulle pagine di Aquaman. Questa trama si è svolta in
“Aquaman Vol. 8 #30-40” di Dan Abnett e Stjepan Sejic e ha visto
Atlantide ancora una volta in pericolo, il che significa che
Aquaman doveva oltrepassare la sua zona di comfort per trovare
aiuto in alleati riluttanti come King Shark.
King Shark aveva costruito un impero
criminale sotto i mari, ma quando Corum Rath prese il controllo di
Atlantide e vietò qualsiasi ingresso, finì per giurare fedeltà alla
causa di Aquaman e si unì a lui nella lotta e lo aiutò a salvare
Atlantide, dimostrando di essere uno dei personaggi più eroici
della Suicide Squad.
Justice League Of America’s Vibe
#4-5
Vibe ha guadagnato molta popolarità dopo essere apparso nella
serie The
Flash targata The CW. Di conseguenza, la DC Comics ha preso
l’ex personaggio di serie B e gli ha dato la sua serie. In
“Justice League of America’s Vibe #4-5” di
Sterling Gates, Manuel Garcia e Fabiano Neves, Vibe ha affrontato
la Suicide Squad.
Il
tutto è avvenuto dopo che Gypsie e Vibe giurarono di proteggere la
squadra, mettendo Vibe in contrasto con King Shark, Deadshot e
Harley Quinn. Tutto si è concluso, ancora una volta, con la
vittoria della Squadra e Vibe rinchiuso da Amanda
Waller.
Resurrection Man Vol. 2 #8-9
Sebbene “Resurrection Man” non sia un eroe o una serie
popolare, era qualcosa di fresco e nuovo quando è uscito nel 2012
come parte del “New 52”. Resurrection Man è un duplicato di un
agente governativo con il potere di morire e poi resuscitare: si
tratta di un potere unico, che ha qualcosa a che fare con il modo
in cui è morto.
King
Shark è tornato di nuovo con la Suicide Squad, quando hanno ucciso
Resurrection Man nel numero 8 firmato da Dan Abnett, Andy Lanning e
Fernando Dagnino. Hanno avuto l’ordine di uccidere Resurrection Man
e hanno cercato di trovare un modo per impedirgli di tornare, ma
hanno fallito. Tuttavia, l’obiettivo era quello di ottenere un
pezzo del suo corpo per conoscere i suoi poteri; da questo punto di
vista, Amanda Waller ci riuscì.
Teen Titans Vol. 6 #6-7
I nemici più recenti della
Suicide Squad hanno avuto un problema personale con il gruppo
governativo delle operazioni segrete. Sono diventati alcuni dei più
potenti cattivi dei Teen Titans da quando Amanda Waller ha
costretto il loro amico Superboy a unirsi a loro. Questo è
interessante, dal momento che Superboy e King Shark erano cattivi
all’inizio. Ora sono compagni di squadra.
In “Teen Titans Vol. 6 #6-7”, King
Shark era da solo mentre combatteva contro i Teen Titans, che
includevano anche l’Aqualad di Jackson Hyde. Presto, King Shark
venne raggiunto da N.E.M.O., un gruppo che voleva controllare il
mondo attraverso gli oceani. Questo è stato il debutto di Jackson
con i Titans, avvenuto stato grazie alla sua battaglia con King
Shark.
Arriva il 28 ottobre al cinema
La
Famiglia Addams 2sequel del film
d’animazione di grande successo del 2019 e adesso rinnovato per una
seconda divertentissima avventura. Questo è il trailer
ufficiale.
La Famiglia Addams 2 – la trama
La famiglia più spaventosa di tutti
i tempi torna al cinema nel sequel d’animazione,
La
Famiglia Addams 2. In questo nuovo capitolo,
troviamo Morticia e Gomez sconvolti dal fatto che i loro figli
stanno crescendo, rinunciando persino alle cene di famiglia per
dedicarsi ai loro passatempi mostruosi. Per recuperare il rapporto
con i figli, decidono di partire con Mercoledì, Pugsley, Zio Fester
e il resto della famiglia con l’orribile camper stregato per
avventurarsi in una terrificante vacanza di famiglia. Il loro
viaggio attraverso l’America li condurrà fuori dal loro mondo
coinvolgendoli in esilaranti avventure, insieme all’iconico cugino
IT e a nuovi eccentrici personaggi. Cosa potrebbe mai andare
storto?
Speciale
Tg1, in collaborazione con Rai
Cinema, proporrà in prima visioneassoluta, domenica 1° agosto alle ore 23.40 su
Rai1, il film documentario Happy Winter,
scritto e diretto da Giovanni Totaro.
Happy
Winter, una produzione Indyca con Rai Cinema
realizzata in co-produzione con Zenit Arti Audiovisive, affronta il
tema della crisi che ha colpito il nostro Paese negli ultimi anni,
vista dalla spiaggia di Mondello a Palermo. All’interno di uno
storico stabilimento balneare della zona molte famiglie trascorrono
la stagione estiva nascondendosi dietro al mito di una condizione
sociale ormai estinta. Sino al 2019 ogni anno d’estate su quella
spiaggia sono state costruite più di mille cabine pronte a ospitare
nuclei di bagnanti. Per quelle persone le “capanne” sono state uno
status symbol, lo scenario perfetto per nascondersi dietro al
ricordo di una condizione sociale che la crisi degli ultimi anni ha
profondamente minato: una famiglia s’indebita per fare le vacanze
al mare e apparire benestante; tre donne si abbronzano per sentirsi
ancora giovani e diventare le star dell’estate, un barista tenta di
guadagnare più soldi possibili per superare l’inverno. Tutti
aspettano di vivere da protagonisti la notte di Ferragosto,
continuando a fare finta che la crisi economica non sia un
problema.
Happy Winter approda
all’interno dello Speciale
TG1 dopo essere stato presentato Fuori
Concorso alla
74.ma Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Opera prima del palermitano Giovanni Totaro, si ispira al
cortometraggio Buon Inverno, realizzato nel 2015
dal regista come saggio di diploma del Corso di Documentario presso
la Sede Sicilia del Centro Sperimentale di Cinematografia.
CREDITS
Happy Winter è una
produzione Indyca con Rai Cinema
in co-produzione con Zenit Arti Audiovisive; in
associazione con Inthelfilm,
Onirica; con il sostegno di Creative
Europe Programma MEDIA; con il contributo del
Ministero della Cultura e del Piemonte Doc
Film Fund – Fondo regionale per il documentario;
realizzato nell’ambito del programma Sensi Contemporanei
Cinema (Regione Siciliana/Film Commission Regione
Sicilia). Regia e sceneggiatura di Giovanni
Totaro; fotografia di Paolo Ferrari;
fotografia seconda unità e riprese di Nunzio
Gringeri; montaggio di Andrea Maguolo;
suono di Adriano Alampi.
MADELEINE COLLINS di Antoine
Barraud con Virginie
Efira, Jacqueline Bisset, Nadav Lapid;
SENZA
FINE di Elisa
Fuksas con Ornella
Vanoni, Paolo Fresu, Vinicio Capossela, Samuele
Bersani;LOVELY BOY di Francesco
Lettieri con Andrea
Carpenzano, Ludovica Martino; THREE
MINUTES – A LENGTHENING di Bianca
Stigter con Helena
Bonham Carter
voce narrante; IL
SILENZIO GRANDE di Alessandro
Gassmann con Massimiliano
Gallo, Margherita Buy, Marina Confalone, Antonia
Fotaras; IL
PALAZZO
di Federica Di Giacomo; i corti di
MIU MIU WOMEN’S TALES: SHANGRI-LA di Isabel
Sandoval eI AND THE STUPID BOY
di Kaouther Ben Hania.
Tra i film delle Notti Veneziane, realizzate in collaborazione con
Isola Edipo:
UNA RELAZIONE
di Stefano Sardo con Guido
Caprino, Elena Radonicich,
Federica Victoria Caiozzo aka
Thony, Libero De Rienzo, Tommaso Ragno; ISOLATION di Michele
Placido, Julia von Heinz, Olivier Guerpillon, Jaco van Dormael,
Michael Wintebottom con Roberto
Bolle, Andrea Bocelli, Rosa von Prunheim; I
NOSTRI FANTASMI di Alessandro
Capitani con Michele
Riondino, Paolo Pierobon, Alessandro
Haber; WELCOME
VENICE di Andrea
Segre con Paolo
Pierobon, Andrea Pennacchi, Roberto Citran, Ottavia
Piccolo.
SELEZIONE
UFFICIALE
IN CONCORSO
SHEN KONG di
Chen Guan – opera prima – film di apertura
Macao, 2021, 101’, prima
mondiale Con: Wei Ruguang, Deng Keyu
Produzione: Blue-sea
HR&CS Co.ltd, Macau Produzione esecutiva: Cheng Qingsong
Allo scoppio della
pandemia, a Li You viene accordato un lungo periodo di ferie mentre
Xiaoxiao è costretta a restare in una città che non conosce. I due
vagano per le strade di quella città alla ricerca di cose
divertenti da fare, mentre una strana atmosfera pesa sul paesaggio
urbano. Per entrambi, un po’ alla volta, tutte le emozioni, gli
stati d’animo, i valori morali e gli istinti diventano meri
strumenti per soddisfare i loro desideri. Ma dopo averli
soddisfatti e aver raggiunto l’apice dell’euforia, cosa possono
fare ancora per continuare a vivere delle emozioni? Tutto quello
che resta sono solo i segni che hanno inferto alla città.
AL GARIB (THE
STRANGER) di Ameer Fakher Eldin – opera prima
Siria, Germania,
Palestina, 2021, 112’, prima mondiale
Con: Ashraf Barhoum,
Amal Kais, Mohammad Bakri, Amer Hlehel, Hitham Omari Produzioni:
Fresco Films, Red Balloon Film GmbH
Co-produzioni: Metafora
Production In associazione con: Apricot Films
In un villaggio delle
alture siriane del Golan, occupate dall’esercito israeliano nel
1967, la vita di un uomo che non è mai riuscito a laurearsi in
medicina e che attraversa una profonda crisi esistenziale, viene
scossa nuovamente dall’incontro con un ragazzo ferito nell’attuale
conflitto siriano. Disattendendo tutte le attese e le tradizioni
della sua comunità, le convenzioni e le abitudini legate alla
guerra e al perdurante conflitto, decide di andare incontro a
quello che sente come il suo nuovo destino.
ANATOMIA
(ANATOMY) di Ola Jankowska – opera prima
Polonia, Francia, 2021,
108’, prima mondiale
Con: Karolina Kominek,
Andrzej Poniedzielski, Anna Krotoska, Krzysztof Zarzecki
Produzione: Opus Film
Co-produzioni: Kometa
Films, EC1 Lodz MiastoCultury, CANAL+ Polska S.A., Opus TV,
Coloroffon Con il sostegno di: Polish Film Institute
Mika torna in Polonia
per andare a trovare suo padre ricoverato in ospedale per una grave
malattia che gli ha causato anche la perdita della memoria. È la
prima volta che si vedono dopo molti anni, ma il padre crede che
vivano ancora insieme e che lei sia ancora un’adolescente. Per un
po’ Mika decide di assecondare questa illusione del padre,
aiutandolo ad orientarsi nel labirinto sempre più oscuro dei suoi
ricordi. Così facendo finisce con l’affrontare un percorso che la
porta anche a definire se stessa.
CALIFORNIE di
Alessandro Cassigoli, Casey Kauffman – opera
prima
Italia, 2021, 78’, prima
mondiale
Con: Khadija Jaafari,
Ikram Jaafari, Maria Amato Produzione: Ang Film con Rai Cinema
Co-produzione: La
Mansarde Cinema
Vendite internazionali e
Distribuzione italiana: Fandango
Girato in 5 anni,
Californie è la storia di Jamila, una ragazza
marocchina che vive in una città portuale dell’Italia del Sud. A 9
anni Jamila ha sogni, modelli di riferimento e curiosità per la
vita, ma le difficoltà e il senso di emarginazione che prova quando
è con i suoi coetanei la induriscono e la rendono sempre più
diffidente. Comincia allora ad idealizzare il suo Paese di origine,
dove dichiara di voler tornare, e lascia la scuola per andare a
lavorare a tempo pieno nel negozio “Californie” per poter diventare
un giorno una brava parrucchiera.
DESERTO PARTICULAR
di Aly Muritiba
Brasile, Portogallo,
2021, 120’, prima mondiale Con: Antonio Saboia, Pedro Fasanaro
Produzione: Grafo Audiovisual
Il quarantenne Daniel è
stato sospeso dal servizio attivo in polizia ed è al centro di una
investigazione interna per uso eccessivo di violenza. Quando Sara,
con la quale ha una storia d’amore virtuale, smette di rispondere
ai suoi messaggi Daniel decide di andarla a cercare partendo verso
Nord e iniziando così quello che sembra il viaggio disperato di un
folle. Nessuno sembra riconoscere la persona ritratta nella foto
che Daniel mostra a chiunque incontri, fino a quando un uomo gli
dice di potergli organizzare un incontro con la donna che sta
cercando, ma a determinate condizioni.
IMACULAT
(IMMACULATE) di Monica Stan e George Chiper–Lillemark –
opera prima
Romania, 2021, 114’,
prima mondiale
Con: Ana Dumitraşcu,
Vasile Pavel, Cesar Grumăzescu
Produzione: Axel
Film
Con il sostegno: Romanian
Film Center
Quando la giovanissima
Daria entra in un centro di disintossicazione per liberarsi dalla
dipendenza dalla droga alla quale l’ha iniziata il suo primo amore,
la sua disarmante innocenza la salva dalle avance sessuali dei
tossicodipendenti dell’istituto, quasi tutti maschi, che anzi
assumono nei suoi confronti un atteggiamento protettivo. Trovatasi
all’improvviso piacevolmente al centro dell’attenzione, Daria
scoprirà però che questo trattamento speciale ha un costo alto da
pagare.
MADELEINE COLLINS
di Antoine Barraud
Francia, Belgio,
Svizzera, 2021, 105’, prima mondiale
Con: Virginie Efira, Quim
Gutiérrez, Bruno Salomone, Jacqueline Bisset, Nadav Lapid
Produzione: Les Films du Bélier
Co-produzioni: Frakas
Production, Close Up Films, VOO & Be tv, RTBF (Belgian TV)
Conilsostegnodi:CinemaandAudiovisualCentre of
theWallonia-BrusselsFederation,RTSRadioTélévisionSuisse
– SRG SSR Vendite internazionali: Charades
Judith conduce una
frenetica doppia vita tra la Svizzera e la Francia. Da una parte
c’è Abdel, con il quale ha una bambina, dall’altra Melvil, con il
quale ha due figli più grandi. Un po’ alla volta però questo
delicato equilibrio basato su bugie, segreti e continui
andirivieni, comincia ad incrinarsi. Intrappolata, Judith decide di
fuggire da tutto ma la situazione precipita e va fuori
controllo.
PIEDRA NOCHE (DUSK
STONE) di Iván Fund
Argentina, Cile, Spagna,
2021, 87’, prima mondiale
Con: Maricel Álvarez,
Mara Bestelli, Alfredo Castro, Marcelo Subiotto Produzione: Rita
Cine, Insomnia Films
Con il sostegno di: San
Sebastian WIP Award, INCAA, Ibermedia, Mecenazgo Fund Vendite
internazionali: Elle Driver
Menodiunannoprima,ilfiglio di Greta è
misteriosamentesparito in mare.Mentrelei e suomaritoBruno cercanodielaborareilluttopersuperare la terribileperdita,arrivaun’amicadiGreta,Sina,peraiutarli a
venderelalorocasasullacosta,dovetrascorrevanoabitualmentelevacanze.Stannosvuotandolacasa,impacchettando oggetti e preparandosi a traslocare,quandoBrunoaffermadiavervistoqualcosacheconfermerebbelestrane credenzedegliabitantidelposto:l’emergeredalmare di un’inquietante e
misteriosacreatura.
TRES (OUT OF SYNC)
di Juanjo Giménez
Spagna, Lituania, 2021,
104’, prima mondiale
Con: Marta Nieto, Miki
Esparbé, Fran Lareu, Luisa Merelas, Cris Iglesias, Julius Cotter,
Iria Parada Produzione: Frida Films
Co-produzione: M-Films
Vendite internazionali: Le Pacte
C. è una sound designer
di talento, appassionata al suo lavoro. Quando però consegna un
paio di lavorazioni sul mix del suono con evidenti difetti di
sincronizzazione, i suoi colleghi ipotizzano che stia attraversando
una fase di instabilità psicologica e smettono di affidarle nuovi
progetti. C. si rende conto che, come in un film dalla colonna
sonora fuori sync, la sua mente ha iniziato a processare i suoni in
ritardo rispetto alle immagini. Giorno dopo giorno l’intervallo di
tempo tra immagini e suono aumenta e C. è costretta a lasciare il
lavoro e a riconsiderare tutta la sua vita.
TU ME RESSEMBLES (YOU
RESEMBLE ME) di Dina Amer – opera prima
Egitto, Francia, Stati
Uniti, 2021, 94’, prima mondiale
Con: Lorenza Grimaudo,
Illona Grimaudo, Mouna Soualem, Sabrina Ouazani, Dina Amer,
Alexandre Gonin Produzione: The Othrs, VICE/ RYOT
Co-produzioni: Dartagnan,
Hameda’s Stories Vendite internazionali: The Match Factory/ CAA
Quando il legame tra due
sorelle si spezza, una bambina può trasformarsi in qualcun altro
nel nome dell’appartenenza e della resistenza. La regista Dina Amer
prende spunto da uno dei fenomeni più terribili e inquietanti del
nostro tempo, quello del terrorismo musulmano in Occidente, per
scomporlo in una storia che parla di famiglia, amore, sorellanza e
identità scissa.
FUORI
CONCORSO
LOVELY BOY di Francesco Lettieri – film di
chiusura, concorre al “Premio del Pubblico BNL”
Italia, 2021, 105’,
prima mondiale
Con: Andrea Carpenzano,
Daniele Del Plavignano, Ludovica Martino, Enrico Borello, Riccardo
De Filippis, Pierluigi Pasino, Martino Perdisa, Federica
Rosellini
Un film Sky Original
Produzione: Indigo Film
Co-produzione: Vision
Distribution
Con il sostegno di IDM e
della Provincia Autonoma di Bolzano Vendite Internazionali: True
Colours
Distributore italiano:
Vision Distribution
Nic, in arte Lovely Boy,
è l’astro nascente della scena trap romana. Tatuaggi sul volto e
talento puro, forma insieme all’amico Borneo la XXG, un duo trap
lanciato verso il successo. Figli della buona borghesia romana, i
due ragazzi si muovono in una città allucinata e feroce, popolata
da una fauna disperata. Risucchiato in una spirale di
autodistruzione, Nic si troverà a fare i conti con se stesso solo
una volta lontano da tutto quel rumore. In un vecchio albergo sulle
Dolomiti che ora accoglie persone che, come lui, sono finite nel
baratro della droga, tenterà faticosamente di ritrovarsi. Fino a
rendersi conto, proprio quando penserà di aver perso la cosa più
importante, di essere finalmente diventato adulto.
EVENTI
SPECIALI
IL PALAZZO (THE
PALACE) di Federica Di Giacomo
Italia, Repubblica Ceca,
2021, 100’, prima mondiale
Con: Mauro Fagioli,
Corrado Puccetti, Andrea Sanguigni, Alessandra Tosetto, Tiziana
Della Rocca, Francesca Duscià, Simone Vricella, Virginia Zulli
Produzioni: Dugong Films
con Rai Cinema Co-produzione: Mimesis Film
Con il sostegno di:
Regione Lazio, Lazio Cinema International
Nel cuore di Roma si erge
un Palazzo. Il proprietario, come un mecenate rinascimentale, negli
anni ha offerto asilo ad una eclettica comunità di amici. Il
nascondiglio perfetto dove coltivare i più aleatori progetti
artistici. Oggi cinquantenni, gli ex-condomini si riuniscono a
seguito della morte prematura del più emblematico del gruppo,
Mauro, visionario regista che non ha mai finito un film nella sua
vita. Mauro si lascia dietro un’eredità: ore di filmati in cui
dirige gli abitanti di quella comunità nei ruoli più stravaganti,
complici di un capolavoro incompiuto. La veglia per la sua morte
risveglia le memorie del tempo che fu, scuotendo lo spirito
assopito del gruppo, in questo grottesco romanzo di formazione
fuori tempo massimo.
IL SILENZIO GRANDE
di Alessandro Gassmann
Italia, Polonia, 2021,
106’, prima mondiale
Con: Massimiliano Gallo,
Margherita Buy, Marina Confalone, Antonia Fotaras, Emanuele
Linfatti, Roberto De Francesco
Produzione: Paco
Cinematografica Co-produzione: Agresywna Banda
In collaborazione con:
Vision Distribution, Amazon Prime Video, Sky e Rai Cinema
Con il sostegno di: MIC,
Regione Campania, Campania Film Commission, Regione Lazio Vendite
internazionali e Distribuzione italiana: Vision Distribution
Villa Primic, un tempo
lussuosa dimora, ora scricchiolante magione che sembra uscita da un
racconto di fantasmi, è stata messa in vendita. Una decisione
dolorosa, presa dalla signora Primic, Rose, e condivisa dai due
eredi della fortuna dilapidata della famiglia, Massimiliano e
Adele: l’unico che non è affatto contento è il capofamiglia,
Valerio, che scoprirà di non aver mai davvero conosciuto i suoi
cari e, forse, nemmeno se stesso, fino a raggiungere l’amara
consapevolezza che vivere non significa essere vivi.
SENZA FINE di
Elisa Fuksas
Italia, 2021, 80’, prima
mondiale
Con: Ornella Vanoni,
Paolo Fresu, Vinicio Capossela, Samuele Bersani
Produzioni:
Tenderstories, Wildside, società del gruppo Fremantle, e Indiana
Production
Una località termale
fuori dal tempo, un hotel anni ’40, un luogo che sposta il presente
chissà dove. Non la vita di Ornella Vanoni ma la rivelazione della
sua intimità esibita. L’energia, il carattere, la musica, le sue
bizze da diva che costringono la troupe a fermarsi più volte.
Elisa, la regista, che riprende tutto, senza risparmiare niente,
nemmeno le discussioni. Poi gli incontri. Amici, musicisti, la
tromba di Paolo Fresu che risuona negli spazi vuoti del grande
albergo dove tra giornate identiche scandite da cure e trattamenti
prende spazio il racconto, la memoria, ma anche il futuro mentre
Ornella si prepara a diventare creatura fantastica, destinata
all’eternità.
MIZRAHIM, LES OUBLIÉS
DE LA TERRE PROMISE (THE FORGOTTEN ONES) di Michale
Boganim
France, 2021, 93’, prima
mondiale
Con: Maayane Elfassy
Boganim, Reuben Abergel, Erez Biton, Michael Biton, Amit Chai
Cohen, Neta Elkayam, Carmen Elmakies, Koby Efrach
Produzione: Ex
Nihilo
Co-produzioni: Lama
Films, Bonne Nouvelle, Studio Orlando
Con il sostegno di: CNC –
Aide aux Cinémas du Monde, Institut Français, La Région
Ile-de-France Vendite internazionali: Reservoir Docs
La società israeliana è
segnata da un tabù. Quello della sistematica discriminazione degli
ebrei che arrivano nella Terra Promessa dai Paesi arabi, una ferita
ancora oggi aperta. Negli anni ‘70, in un quartiere povero di
Gerusalemme, Musrara, era nato un movimento ispirato alle Black
Panthers americane per chiedere il riconoscimento dei diritti
fondamentali per i cosiddetti Mizrahim, gli ebrei originari del
Nord Africa e del Medio Oriente. Ricordando il padre, membro di
questo movimento, Michale Boganim, regista franco- israeliana,
mette a confronto le vicende personali e familiari con la Storia,
esplorando insieme a sua figlia il passato ed incontrando diverse
generazioni di Mizrahim. Il film è un road movie nelle regioni
dimenticate alla periferia dello Stato israeliano, per riflettere
sui concetti di esilio ed eredità storica.
THREE MINUTES – A
LENGTHENING di Bianca Stigter
Paesi Bassi, 2021, 69’,
prima mondiale
Con: Helena Bonham
Carter [voce narrante] Produzione: Family Affair Films
Co-produzione: Lammas
Park
Con il sostegno di:
Netherlands Film Fund, Amsterdam Fund for the Arts, VPRO Vendite
internazionali: Autlook Filmsales
In ThreeMinutes–ALengthening viene esaminato un filmino
amatoriale girato nel 1938 in una città polacca abitata da ebrei,
ritardandone la fine. Un saggio sul cinema, sulla storia e sulla
memoria.
In
Thor: Ragnarok abbiamo visto Matt Damon interpretare un attore che,
all’interno di una commedia teatrale che metteva in scena, su
Asgard, gli eventi raccontati in
Thor: The Dark World, vestiva i panni di una falsa
versione di Loki.
Sappiamo che l’attore riprenderà il
ruolo anche in Thor: Love and
Thunder e ora, dopo mesi di speculazioni, è stato
il diretto interessato a parlarne in una recente intervista con
SiriusXM. “Non se se è un segreto o no, ma ormai tutti lo
sanno. Sono andato in Australia per girare. Penso che lo abbiamo
scoperto, perché i paparazzi ci hanno fatto delle foto e hanno
svelato in qualche modo cosa stessimo facendo”, ha spiegato
l’attore.
“Stavamo riprendendo un cameo
che abbiamo fatto io e Luke Hemsworth nell’ultimo film”, ha
aggiunto Damon, confermando che questa “nuova” performance
racconterà, invece, gli eventi di
Ragnarok.“Ci siamo divertiti un sacco e quindi Taika
Waititi ci ha chiamato di nuovo per riprendere quella scena e,
chiaramente, aggiornarla un po’.”
È probabile che in Love and Thunder vedremo la
fantomatica compagnia di attori mettere in scena anche la morte di
Loki per mano di Thanos, anche se non sappiamo se effettivamente ci
sarà un attore che interpreterà il Titano Pazzo. Oltre a Damon
rivedremo anche Luke Hemsworth nei panni del falso Thor e
Sam Neill in quelli di Odino, mentre le foto
dal set hanno confermato che Melissa McCarthy sarà una versione fake di
Hela.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle
sale è fissata invece al 6 maggio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del progetto
arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la
perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.