È passato molto tempo dall’ultima
volta che abbiamo sentito parlare del prequel di Die
Hard dal titolo McClane, ma ora è stato
confermato che il film è stato vittima della fusione Disney/Fox e
che non vedrà mai la luce. Ma facciamo un passo indietro…
Il sesto capitolo della serie doveva
essere un prequel diretto da Len Wiseman e avrebbe
dovuto seguire due trama parallele: una doveva raccontare di un
giovane John McClane nel 1979, mentre l’altra avrebbe raccontato
dell’eroe action ai giorni nostri, mentre veniva onorato in
Giappone per gli eventi accaduti all’interno del Nakatomi (ossia
quelli raccontati nel primo film del 1988).
All’epoca questo doppio binario
narrativo non venne accolto positivamente dai fan, sebbene in
seguito non ci siano più stati aggiornamenti concreti in merito al
progetto. Ora però è stato il produttore Lorenzo di
Bonaventura a confermare a
Polygon che il prequel è ufficialmente morto: “Non accadrà.
Ma ciò che è stato davvero interessante è che in realtà abbiamo
avuto un’idea per farlo. Era un progetto che inizialmente non era
Die Hard ma che poi, alla fine, si è trasformato in Die
Hard.”
“La cosa interessante della
nostra idea è che ci avrebbe permesso di incontrare il giovane John
McClane e usare Bruce Willis”, ha aggiunto il produttore.
“Quindi, in questo senso, è stato davvero interessante. Avreste
avuto modo di vedere entrambe le versioni del personaggio, un po’
come accade ne Il padrino – Parte II. Al momento non so quali siano
i piani della Disney.”
Secondo quanto raccontato da
Dominic Monaghan, all’epoca della produzione
della trilogia de Il Signore degli Anelli, la Warner Bros.
avrebbe fatto pressioni al regista Peter Jackson per uccidere uno degli amati
hobbit della serie, nonostante nei romanzi originali di
J.R.R. Tolkien non avvenga nulla di simile.
In una recente intervista con
IGN, Dominic Monaghan, che nella celebre saga ha
interpretato il ruolo di Meriadoc “Merry” Brandibuck, ha rivelato
che durante le riprese Peter Jackson era stato messo sotto pressione
dai produttori, che volevano a tutti i costi che uno dei quattro
hobbit principali venisse ucciso.
“È un bene che alla fine non sia
accaduto, perché la scelta sarebbe ricaduta su di me”, ha
dichiarato Monaghan. “Sono certo che sarebbe andata così. Non
avrebbero mai ucciso Frodo o Sam. Gli unici rimasti erano Merry e
Pipino. Ma non avrebbero mai ucciso neanche Pipino, perché Pipino
aveva una storia e un legame molto forti con Gandalf. Quindi, sarei
stato sicuramente io. Penso che Peter abbia giustamente detto:
‘Questa è un’opera luminare. Dobbiamo restare fedeli al testo
originale’. Quindi ha fatto di testa sua, alla fine. Sono grato che
non sia successo.”
Il fatto che Peter Jackson non abbia mai voluto
allontanarsi dal romanzo originale e fosse determinato a mantenere
vivi tutti i personaggi partoriti dalla mente di Tolkien, dimostra
ancora una volta quanto fosse il regista giusto per dare vita ad
una storia leggendaria come quella de Il Signore degli Anelli.
Se avesse davvero ucciso Merry,
l’iconico duo che ha rappresentato un vero e proprio sollievo
comico durante i momenti più difficili e oscuri in tutti e tre i
film della trilogia si sarebbe disintegrato, cosa che di certo
avrebbe cambiato in negativo il tono dell’epico fantasy.
In occasione della promozione di
Heels, la serie con Stephen Amell che debutterà ad agosto
su Starzplay, lo sceneggiatore Michael Waldron ha avuto la possibilità di
parlare con
CinemaBlend del suo recente coinvolgimento nel MCU. Per chi ancora non lo sapesse,
Waldron è stato head writer della prima stagione di Loki, nonché sceneggiatore dell’attesissimo
Doctor
Strange in the Multiverse of
Madness.
Quando è stato incaricato di
occuparsi della nuova avventura cinematografica di Stephen Strange,
Waldron ha iniziato a scrivere la sceneggiatura ex novo, senza
basarsi sulla precedente bozza dello sceneggiatore originale, ossia
Jade Bartlett, in modo da incorporare all’interno della storia la
reale visione del regista Sam Raimi (la sceneggiatura di Bartlett,
infatti, risaliva a quando il sequel era ancora nelle mani di
Scott Derrickson).
Tuttavia, Waldron aveva già scritto
la prima stagione della serie con Tom Hiddleston, quindi si può dire che il
processo di scrittura dei due progetti (che sappiamo saranno
collegati tra loro) è stato in qualche modo un processo di
scrittura back-to-back, cioè consequenziale.
A tal proposito, Michael Waldron ha spiegato: “Sono stato a
Londra per cinque mesi, all’inizio dell’anno, per scrivere il
sequel. È stato fantastico. È stato davvero divertente passare
direttamente da Loki a Doctor Strange. È stata una cosa completamente
diversa… voglio dire, scrivere una serie su un cattivo e poi
scrivere un film su un eroe. È stato bello, anche se mi sentivo
come se dovevo lavorare su muscoli completamente diversi. E poi
essere sul set con Sam Raimi… non c’è niente di più
bello.”
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Circa due mesi fa è arrivata la
sorprendente
notizia che la Sony Pictures aveva
ingaggiato Aaron
Taylor-Johnson (Kick-Ass, Avengers:
Age of Ultron) per interpretare Kraven il
Cacciatore nello standalone dedicato al personaggio. Ora,
invece, è arrivato un aggiornamento in merito ad un altro
personaggio che potrebbe apparire nel film e all’attrice che
potrebbe interpretarlo.
Secondo quanto riportato
da The
Illuminerdi, infatti, i Marvel Studios avrebbero messo gli occhi su
Jodie Turner-Smith, l’attrice britannica nota
per Queen &
Slim e per l’attesissima miniserie Anne Boleyn, per
il ruolo di Calypso. Nei fumetti, Calypso viene descritta come una
sacerdotessa vudù che utilizza pozioni magiche, nonché amante e
partner occasionale di Kraven il Cacciatore e nemica di Spider-Man.
È probabile che, qualora il personaggio dovesse effettivamente
debuttare nel live action, possa subire alcuni
cambiamenti.
Tempo fa si era anche parlato del
coinvolgimento, nel film, di un altro celebre personaggio
dell’universo dell’Uomo Ragno, ossia Camaleonte, tra i suoi più
noti avversari nei fumetti. Kraven e Camalentone, alias Dmitri
Smerdyakov, hanno fatto squadra diverse volte, ma hanno molto più
in comune dell’essere soltanto due tra i più acerrimi nemici di
Peter Parker. Nei fumetti, infatti, è stato rivelato che il maestro
del travestimento e il temibile cacciatore sono effettivamente
fratellastri, quindi è probabile che tale legame familiare influirà
in qualche modo sulla storia del film (ammesso che Camaleonte sia
effettivamente coinvolto!).
In attesa di conferme o smentite
ufficiali, ricordiamo che il film su Kraven il
Cacciatore sarà diretto da J.C.
Chador (Triple
Frontier) e che la sceneggiatura è stata affidata a Art
Marcum & Matt Holloway e Richard Wenk. Avi Arad e Matt Tolmach,
invece, figurano tra i produttori.
Idris Elba è uno degli attori più talentuosi
che lavorano oggi a Hollywood, e ciò rende ancora più difficile
capire perché i Marvel Studios non lo abbiano mai sfruttato
appieno nei panni di Heimdall. È stato soltanto con
Thor: Ragnarok che gli è stato finalmente concesso un
ruolo di rilievo nell’Universo Cinematografico Marvel, al quale però è seguita –
totalmente a sorpresa – la sua morte per mano di Thanos in
Avengers:
Infinity War.
Negli ultimi mesi, ci sono state
molte voci secondo cui l’Asgardiano potrebbe tornare in Thor: Love and
Thunder, soprattutto dopo che Elba era stato avvistato
in Australia – dove si sono svolte le riprese del film – insieme a
Taika Waititi e agli altri membri del cast.
Ebbene, ora pare sia stato proprio l’attore a confermare,
velatamente, che sarà presente nel quarto attesissimo capitolo
dedicato alle avventure del Dio del Tuono.
Quando
ComicBook ha incontrato l’attore per discutere del suo ruolo di
Bloodsport in The Suicide
Squad, gli ha chiesto se ora è un “attore che lavorare
esclusivamente per la DC”, visto che Heimdall è “apparentemente
morto nel MCU”. È allora che la star di
Luther ha dato una risposta decisamente criptica.
“Penso di essere entusiasta in merito alle possibilità che
offre il mondo DC”, ha detto Elba. “Ma penso anche che la
parola giusta da sottolineare in questo contesto sia la parola
‘apparentemente’.”
È possibile che Heimdall sia
riuscito a sopravvivere all’attacco di Thanos, e la speranza è che
Waititi abbia pianificato qualcosa che giustifichi in maniera
coerente l’eventuale ritorno del personaggio nel quarto film
dedicato a Thor. Il vero potere dell’Asgardiano non è mai stato
realmente esplorato nel MCU, anche se vale la pena notare
che l’introduzione del Multiverso potrebbe anche significare che,
forse, vedremo una versione alternativa del personaggio.
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo
sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con.
L’uscita nelle sale è fissata invece al 6 maggio 2022.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios
dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
HemswortheTessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. Nel cast anche Christian
Bale nei panni del villain Gorr il Macellatore di
Dei, e Russell
Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
A quanto pare, Netflix starebbe cercando di convincere
Christopher Nolan ad affidare la distribuzione
della sua prossima fatica cinematografica al colosso dello
streaming. Il regista britannico è sempre stato un grande
sostenitore dell’esperienza in sala, al punto da arrivare a
schierarsi pubblicamente contro la Warner Bros. – la studio con il
quale collabora ormai da anni – in merito alla decisione di far
uscire i titoli del 2021 in contemporanea sia al cinema che su HBO
Max.
Da allora si sono susseguite tutta
una serie di voci secondo cui Nolan sarebbe ormai pronto a rompere
lo storico sodalizio con la major e ad affidare il suo nuovo film
ad un altro studio. Ora, in una recente intervista con
Variety, è stato Scott Stuber, capo della
sezione cinema di Netflix, a dichiarare che l’accordo dello
streamer con la società di produzione Amblin di Steven Spielberg gli fa ben sperare di poter
riuscire a convincere Nolan ad affidare il suo nuovo progetto alla
piattaforma.
Stuber non sa nulla del nuovo film
di Nolan, ma ha elogiato il lavoro del regista e ha specificato che
farà tutto il possibile per rendere la pellicola un’esclusiva
Netflix. “Se e quando Nolan uscirà con il suo nuovo film,
allora si tratterà di capire se Netflix può rappresentare la casa
ideale per quel progetto e, soprattutto, come fare per far sì che
accada”, ha dichiarato Stuber. “È un regista incredibile.
Farò tutto quello che posso. Ho imparato che in questo business non
devi dare importanza all’ego. Bisogna imparare ad incassare i colpi
bassi e a rialzarsi.”
Christopher Nolan e l’importanza
della distribuzione a livello globale
Non è la prima volta che Stuber
parla di una possibile collaborazione tra Netflix e Nolan. Già in
passato, infatti, aveva raccontato di alcune conversazioni avute
con il regista di Tenet, sottolineando quanto fosse di vitale
importanza, per lui, la distribuzione a livello globale. “Penso
che ci siano aspetti della distribuzione globale che risultano
ancora parecchio attraenti”, aveva spiegato. “Christopher
Nolan e io abbiamo parlato un bel po’… è ancora qualcosa che vuole
profondamente. Se non possiamo garantirla, sarà comunque un
problema per lui.”
La casa di produzione
Genoma Films di Paolo Rossi Pisu è lieta di essere
nuovamente presente a Venezia e di annunciare un nuovo progetto
cinematografico che fa seguito al successo produttivo, di critica e
di pubblico ottenuto l’anno scorso con il road-movie EST
– Dittatura Last Minute. Benelli su
Benelli di Marta Miniucchi sarà
presentato come evento speciale di chiusura della
programmazione della nuova Sala Laguna, organizzata dalle Giornate
degli Autori e Isola Edipo, nell’ambito della 78a Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia (1 – 11 Settembre
2021).
Benelli su
Benelli è un originale docufilm ispirato alla vita
del leggendario pilota Tonino Benelli in cui, grazie al lavoro di
un team al femminile della regista Marta Miniucchi
e della sceneggiatrice Annapaola Fabbri, sarà
ricostruita, sullo sfondo dell’Italia tra le due guerre, la breve
vita umana e sportiva del più piccolo dei sei fratelli Benelli,
fondatori ai primi del Novecento della famosa casa motociclistica
di Pesaro, un marchio divenuto leggendario.
Le gesta di Tonino Benelli,
simpatico burlone e spericolato pilota, la sua vita privata, i suoi
esordi agonistici, le gare con le numerose vittorie e anche amare
delusioni, verranno ricordate attraverso immagini fotografiche,
filmati di repertorio, interviste (una sarà al pluricampione del
mondo Giacomo Agostini), e ricostruzioni fiction opportunamente
mixate. L’attore marchigiano Neri Marcorè sarà la voce fuori campo di
Tonino interpretato invece sullo schermo da Alessandro
Gimelli.
Benelli su Benelli
è stato realizzato con il contributo di Regione Marche – Fondi
POR-FESR 2014-2020, Marche Film Commission – Fondazione Marche
Cultura, Comune di Pesaro, Riviera Banca; in collaborazione con
Moto Club T. Benelli, Registro Storico Benelli, Terra di Piloti e
Motori, CNA cinema e audiovisivi Marche. Il film è stato inoltre
realizzato con il sostegno di CMT Orange Tools di Marcello
Tommassini.
Benelli su Benelli
è una co-produzione Genoma Films di Paolo Rossi Pisu con Albedo
Productions di Cinzia Savioli.
La bellezza del cinema sta nella
possibilità di dar vita a storie altrimenti impossibili altrove.
Una di queste la si ritrova nel film del 2011 Cowboys &
Aliens (qui la recensione), diretto da
Jon Favreau
(regista noto anche per Iron Man e Il libro della
giungla). Come suggerisce il titolo, nel film si assiste allo
scontro tra gli eroi del genere western e le creature simbolo della
fantascienza. Una commistione di generi, dunque, che si basa sulla
domanda su come avrebbero reagito ad un invasione extraterrestre
gli uomini del diciannovesimo secolo, specialmente considerando la
differente tecnologia in possesso dell’una e dell’altra parte.
Scritto tra gli altri anche da
Damon Lindelof, ideatore delle serie Lost
e Watchmen, il film è basato sull’omonima graphic novel di
Scott Mitchell Rosenberg. I diritti di questa
vennero acquistati dalla Universal e dalla DreamWorks nel 1997, ma
ci vollero anni prima che il prendesse forma. Con il subentro alla
regia di Favreau, il progetto riuscì infine a concretizzarsi. Nella
realizzazione, le principali fonti di ispirazioni sono stati titoli
western come i film di John Ford e Sergio
Leone e film di fantascienza come Alien,
Predator e Incontri ravvicinati del terzo tipo. Non a
caso, proprio il regista di quest’ultimo, Steven Spielberg, figura tra i
produttori.
Nonostante la premessa avvincente,
un grande cast di interpreti e notevoli effetti speciali,
Cowboys & Aliens finì con il rivelarsi un flop al
botteghino. A fronte di 163 milioni di dollari, riuscì infatti ad
incassarne solo 174. Con il tempo, però, il film è riuscito a
guadagnare un proprio seguito, dimostrandosi un’opera da riscoprire
e apprezzare per le sue particolarità. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Di seguito sarà
possibile ritrovare dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Cowboys & Aliens: la trama del
film
La vicenda del film si svolge nel
1873 ed ha per protagonista Jake Lonergan, un uomo
risvegliatosi nel mezzo del deserto, con una forte amnesia che gli
ha fatto dimenticare la sua identità e il suo passato. Dopo aver
recuperato un cavallo, l’uomo riesce ad arrivare nella cittadina di
Absolution, dove può trovare cibo, acqua e riposo. Sul luogo, però,
Jake deve come gli altri sottostare alla legge del colonnello
Woodrow e a suo figlio Percy
Dolarhyde. I due governano col pugno di ferro quel luogo,
agendo a loro piacere su tutto ciò che riguarda la città e il suo
popolo.
Proprio nello scontrarsi con loro
sorgeranno nuovi problemi per Jake. Egli verrà riconosciuto come un
pericoloso bandito e condotto in galera. Mentre si trova lì, la
città di Absolution viene però improvvisamente attaccata dagli UFO.
In mezzo al panico generale per quell’invasione, Jake scopre che il
misterioso braccialetto che porta al braccio è in realtà una
potente arma al plasma, con la quale poter contrastare gli alieni.
Nel tentativo di salvare la situazione, egli si unirà così a
Woodrow e altri volontari, imbattendosi poi nella misteriosa
Ella, la quale sembra sapere molte cose sul
passato di Jake e sugli alieni.
Cowboys & Aliens: il cast del
film
Ad interpretare il ruolo di Jake
Lonergan vi è l’attore Daniel Craig,
oggi principalmente noto per essere l’attuale interprete di
James
Bond. Prima di lui, per la parte, era stato considerato
Robert Downey Jr., il quale preferì lasciare il
progetto in favore di Sherlock Holmes: Gioco di ombre. Nel
ruolo della misteriosa Ella, invece, si ritrova l’attrice Olivia
Wilde, anche se originariamente lo
stesso Craig aveva proposto Eva Green per il
ruolo, avendo lavorato con lei in Casino Royale. Nel ruolo
di Doc, il medico di Absolution, si ritrova invece il premio Oscar
Sam
Rockwell.
Nei panni del colonnello Woodrow vi
è invece Harrison Ford.
Nell’assumere il ruolo, egli aveva chiesto che il suo personaggio
non indossasse un cappello, con il quale avrebbe rischiato di
ricordare il suo famoso personaggio Indiana Jones. Tuttavia, fu
convinto infine ad indossare un classico cappello western. Nel
ruolo di suo figlio Percy Dolarhyde, si ritrova l’attore Paul Dano,
mentre Keith Carradine è lo sceriffo John Taggart.
Nel film si ritrovano poi anche Walton Goggins,
già visto nei western Django Unchained e The Hateful
Eight, nel ruolo del bandito Hunt, e Abigail Spencer
in quelli di Alice, amore perduto di Jake.
Cowboys & Aliens: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Cowboys &
Aliens è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim
Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 28
luglio alle ore 21:00 sul canale
20 Mediaset.
Rai Cinema Channel presenta:
Istruzioni romantiche per danzare senza gravità Lucio
Zannella e scritto da Lorenzo Giovenga e Valentina Signorelli con
protagonsiti Roberto Caccioppoli e Chiara Celotto. Una produzione
Daitona. PRODUZIONE: DAITONA, con il contributo di FILM COMMISSION
REGIONE CAMPANIA e REGIONE CAMPANIA PRODOTTO DA: LORENZO LAZZARINI,
LORENZO GIOVENGA, VALENTINA SIGNORELLI in collaborazione con
GIULIANO GIACOMELLI Dal 30 Luglio disponibile su RaiPlay.
Istruzioni romantiche per danzare senza gravità, la trama
Una cena per inaugurare una nuova
abitazione diventa l’occasione, per i proprietari di casa, di
radunare allo stesso tavolo diversi amici del loro passato. Tra
questi c’è anche Graziano chearriva in ritardo mentretutti gli
altri commensali sono già seduti a tavola.
L’unico posto libero è accanto ad Alisia, ragazza apparentemente
dolce ma dal carattere cinico e combattivo. Tra i due inizia
presto un divertente e dinamico “scontro” ideologico fatto di
frecciatine e freddure, uno scontro destinato a far capire
ad entrambi chela prima impressione non è mai quella
giusta.
Come riportato da
Variety, una ragazza di 18 anni è stata uccisa, mentre un uomo
di di 19 anni è rimasto gravemente ferito, durante una sparatoria
nel corso di una proiezione de La
notte del giudizio per sempre a Corona, in California,
lo scorso lunedì sera.
La polizia deve ancora identificare
eventuali sospettati o effettuare arresti. La polizia è stata
chiamata intorno alle 23:45 di unedì, dopo la proiezione
dell’ultimo capitolo della celebre saga horror distopica al Regal
Edwards Corona Crossings.
La donna è stata dichiarata morta
sul posto, secondo quanto riferito dal dipartimento di polizia di
Corona. L’uomo è stato portato in ospedale e dichiarato in pericolo
di vita a causa delle numerose ferite. I nomi delle vittime non
sono stati resi noti, in attesa dell’identificazione da parte dei
parenti.
La
notte del giudizio per sempre è il quinto capitolo
della saga de La notte del giudizio (The Purge,
in originale), basata sull’idea che negli Stati Uniti d’America,
una volta all’anno, per un periodo di dodici ore, ogni crimine,
incluso l’omicidio, è reso legale.
Non è chiaro se una terza persona
abbia sparato a entrambe le vittime o se la sparatoria sia stata un
tentato omicidio-suicidio, ha affermato il Caporale Tobias
Kouroubacalis. Pare che le vittime, sempre secondo quanto sostenuto
da Kouroubacalis, siano state trovate da un membro del personale
del cinema, che è entrato in sala dopo la fine della proiezione.
Secondo il quotidiano Press-Enterprise, non è stata trovata alcuna
pistola sulla scena del crimine.
La catena Regal Cinemas commenta la
sparatoria avvenuta durante una proiezione de La notte del giudizio
per sempre
Sono stati venduti sei biglietti per
la proiezione durante la quale si è consumato il reato, ha detto
Kouroubacalis, e gli investigatori stanno ora cercando di
rintracciare gli altri spettatori. La proiezione doveva iniziare
alle 21:35: il film ha una durata di 1 ora e 44 minuti. In una
dichiarazione, Regal Cinemas ha affermato che sta collaborando con
gli investigatori locali.
“Abbiamo ricevuto la conferma di
un grave incidente avvenuto nel nostro cinema Corona Crossings la
scorsa notte”, ha dichiarato la compagnia. “Stiamo
attualmente lavorando con le autorità locali per quanto riguarda le
indagini. La nostra principale preoccupazione è la sicurezza, non
solo del nostro personale ma anche dei nostri ospiti.”
Nella giornata di ieri vi abbiamo
riportato la
notizia di una nuova trilogia de L’esorcista,
messa in cantiere dopo un accordo da 400 milioni di dollari siglato
da Universal e Peacock insieme a Blumhouse. Il primo film che darà il via alla nuova
trilogia sarà un sequel diretto dell’originale del 1973 di
William Friedkin e porterà la firma di
David Gordon Green (regista di Halloween e Halloween
Kills).
Sempre ieri abbiamo appreso che nel
primo sequel tornerà Ellen Burstyn nei panni divenuti ormai iconici
di Chris MacNeil, la madre della piccola Regan MacNeil (la bambina
posseduta del film di Friedkin), ruolo grazie al quale ottenne una
nomination agli Oscar come migliore attrice protagonista. Ma per
quanto riguarda Linda Blair, l’attrice che
interpretò proprio la piccola Regan? Purtroppo, non sarà
coinvolta.
A confermarlo è stata la diretta
interessata attraverso il suo account
Twitter. “A tutti i fan che mi hanno chiesto del mio
coinvolgimento nel nuovo reboot de L’esorcista, per ora non ci sono
state discussioni circa un possibile ritorno del mio
personaggio”, ha spiegato Blair. “Auguro il meglio a tutte
le persone coinvolte. Apprezzo la fedeltà e la passione che i fan
nutrono ancora oggi nei confronti de L’esorcista e del mio
personaggio.”
Al fianco di Ellen Burstyn ci sarà Leslie Odom
Jr., noto per il musical Hamilton e
candidato agli Oscar 2021 come miglior attore non protagonista
per Quella
notte a Miami…: l’attore statunitense interpreterà il
ruolo del padre di un bambino posseduto che, in preda alla
disperazione, cercherà l’aiuto di Chris.
La sceneggiatura del primo sequel
porterà la firma di David Gordon Green insieme a Scott Teems, Danny
McBride e Petter Sattler. Alla produzione ci saranno Jason Blum,
David Robinson e James Robinson. Il sequel sarà una co-produzione
tra Blumhouse e Morgan Creek Production.
Il grande successo de
L’esorcista
L’esorcista di William
Friedkin venne nominato a 10 premi Oscar (incluso
miglior film), vincendo due statuette, e generò anche due sequel e
due prequel/spin-off. Dopo il grande successo di critica e pubblico
del film originale, nel 1977 venne rilasciato L’esorcista
II – L’eretico; tredici anni dopo, nel 1990, uscì
invece L’esorcista III, diretto da William
Peter Blatty, autore del romanzo originale che ispirò
il film di Friedkin, scomparso nel 2017.
In nessuno dei due sequel venne
coinvolto Friedkin e nessuno dei due film ottenne il successo del
capostipite; tuttavia, nel 2004 venne realizzato un prequel diretto
da Lenny Harlin e dedicato alle vicende
di padre Lankester Merrin, seguito nel 2005 da un altro prequel più
o meno identico a quello dell’anno precedente, diretto però
da Paul Schrader.
La Morgan Creek Entertainment è
stata già responsabile della realizzazione de L’esorcista
III (1990) e dei due prequel L’esorcista – La
genesi (2004) e Dominion: Prequel to the
Exorcist (2005). Tempo fa William
Friedkin ha dichiarato attraverso il suo profilo
Twitter che non sarà in alcun modo coinvolto nel nuovo sequel.
Nel MCU, il rapporto tra i due Captain America,
Steve Rogers e Sam Wilson, è molto importante. La loro
relazione inizia con Sam che, di fatto, ha un ruolo secondario
nella Saga dell’Infinito: fortunatamente, Falcon avrà la
possibilità di diventare l’eroe principale dopo la decisione di
Steve di tornare nel passato. Durante il tempo trascorso
insieme sullo schermo, i due sono diventati non solo amici intimi
ma anche alleati. Ci sono diversi momenti chiave che sottolineano
l’evoluzione del loro legame, ma anche la complessità del mantello
di Captain America.
“Alla tua sinistra”
Il momento in cui i due
personaggi si incontrano mentre fanno jogging in Captain America: The Winter
Soldier è divenuto, nel tempo, alquanto iconico. È
esilarante e potrebbe tranquillamente essere classificato come un
tipico incontro da commedia romantica.
C’è un elemento di competizione ma
anche giocosità, e sia Steve che Sam sembrano piacersi da subito.
Finiscono anche per avere una conversazione sull’essere veterani di
guerra, ed è chiaro che Steve è alla ricerca di persone che possano
capire la solitudine che si prova in tal senso.
Steve frequenta il gruppo di supporto
Quando Steve si presenta al
gruppo di supporto per veterani che Sam gestisce, è una delle scene
migliori tra i due personaggi. Sam spiega che ha lavorato duramente
per affrontare il suo trauma e viene anche rivelata la morte del
suo amico, Riley.
Ovviamente, Steve sta ancora
lottando per affrontare il proprio senso di colpa nei confronti di
Bucky, cercando di trovare nuove connessioni in questa nuova era.
Questo momento stabilisce la relazione di supporto che Sam e Steve
avranno in seguito.
Steve e Natasha cercano l’aiuto di Sam
Anche se Steve incontra Sam
solo un paio di volte, si fida chiaramente di lui ed esprime un
giudizio che, alla fine, si rivela essere quello giusto. Ad
esempio, quando Steve e Natasha scappano dall’HYDRA/SHIELD, cercano
rifugio a casa di Sam.
Fortunatamente, Sam è più che felice
di aiutarli, spiegando loro la sua tecnologia speciale. È il modo
perfetto per includere Sam nella squadra. Dopotutto, la sua
disponibilità ad aiutare un amico in difficoltà è sempre stata una
sua grande qualità.
Sam aiuta Steve a raggiungere
l’Elivelivolo
Dopo che Sam si unisce a
Steve e Natasha, finisce per essere un elemento chiave nella
battaglia principale alla fine di Captain America: The Winter
Soldier. Sam è importante perché aiuta Steve a farsi strada
sull’Elivelivolo, aiutando anche a combattere il Soldato
d’Inverno.
Questa sequenza imposta la dinamica
tra Steve e Sam, in particolare come Steve può sempre contare su di
lui. Sam ha anche l’opportunità di brillare mentre combatte contro
Brock Rumlow. L’amicizia tra Steve e Sam sembra già abbastanza
solida anche in questa fase iniziale.
Sam vuole aiutare Steve a trovare Bucky
Alla fine di Captain
America: The Winter Soldier, Steve ottiene informazioni su
Bucky da Natasha e decide di cercarlo. Sam è titubante, ma è anche
disposto ad aiutarlo. La sua dedizione e la sua volontà lo rendono
uno dei migliori amici del MCU, anche se questa missione non
si svolge mai completamente sullo schermo.
Considerato quanto siano
buoni amici questi due, non è stato uno shock quando Sam ha deciso
di schierarsi con Steve nel conflitto sugli accordi di Sokovia.
È l’alleato più vicino a Steve in
questo senso, e finisce per rischiare molto per supportare Steve
nella sua decisione. Si sta esponendo in prima persona come una
persona contraria alla legge, e viene persino arrestato dopo la
battaglia all’aeroporto e mandato nella prigione sul Raft.
Steve libera Sam dal Raft
Sam, insieme al resto degli
alleati di Steve, viene liberato dal Raft da Steve alla fine di
Captain America: Civil War. E anche se ciò viene mostrato
solo brevemente sullo schermo in Avengers: Infinity War, sia Sam
che Natasha vivono come fuggitivi insieme a Steve.
Sam, in particolare, ha rinunciato a
gran parte della sua vita e al legame con la sua famiglia per
supportare Steve, e questo purtroppo viene davvero esplorato solo
quando Steve è ormai fuori dai giochi, dopo Avengers: Endgame.
Sam è vittima dello Snap
Uno dei modi in cui il
MCU ha sbagliato in relazione al
rapporto tra i due personaggi è stato non mostrando l’impatto che
la scomparsa di Sam ha avuto su Steve. Mentre Steve ha perso
entrambi i suoi migliori amici – Bucky e Sam – in seguito allo Snap
di Thanos, il suo dolore per entrambe le perdite non viene mai
veramente esplorato. Al contrario, si strugge soltanto per aver
perso Peggy in Avengers: Endgame.
Considerato quanto Sam fosse
fondamentale per la vita di Steve e quanto Sam lo avesse sostenuto,
questo è stato sicuramente un passo falso. Sarebbe stato bello
vedere Steve alle prese con il dolore per la perdita dei suoi amici
più cari. Questa è una delle poche volte in cui Steve e Sam non
sembrano veri amici, poiché il rapporto sembra essere diventato
unilaterale.
Steve dà a Sam lo scudo
Sarebbe stato bello vedere
più scene tra Steve e Sam dopo che il Blip è stato annullato. Ad
ogni modo, Steve che ha dato a Sam lo scudo è stata indubbiamente
la mossa giusta. Steve si fidava chiaramente di Sam, e sapeva che
avrebbe onorato il mantello. Tuttavia, alcuni fan sono rimasti
sorpresi dal fatto che non abbia spiegato al suo amico, in
anticipo, che aveva intenzione di tornare nel passato.
Sembrava una scelta fuori contesto
per il personaggio, ma potrebbe essere attribuita ad un problema di
sceneggiatura o ad una mera decisione creativa. Tuttavia, è
innegabile che abbia reso il momento, nel complesso, meno
entusiasmante di quanto – forse – sarebbe potuto essere.
Sam alle prese con l’eredità di
Captain America
Considerata la frequenza
con cui Sam ha aiutato Steve, e anche quanto abbia rischiato per
farlo, Sam non ha ricevuto in cambio tutto il sostegno che avrebbe
meritato. Il finale di Steve nel MCU è stato accolto da reazioni
molto contrastanti tra i fan, e questo è uno dei motivi
principali.
Sam è stato lasciato ad affrontare
l’eredità dello scudo da solo, e non aveva Steve intorno a
sostenerlo. Questo sarebbe stato difficile per chiunque, ma Sam ha
dovuto anche affrontare la realtà di essere un uomo di colore in
America, oltre all’eredità complicata e razzista del mantello di
Captain America.
Nonostante la Disney abbia già
sperimentato l’uscita congiunta nelle sale e su Disney+ con diversi suoi titoli (tra
cui Mulan, Raya e
l’ultimo drago,Black Widow e il più
recente Jungle
Cruise), il CEO del circuito IMAX Rich
Gelfond non crede che questo modello possa essere
manutentuo ancora a lungo.
“Ogni studio ha visto gli stessi
dati che ha visto la Disney. Ciò che Disney ha fatto è stato
sperimentare durante la pandemia, che è è ciò che hanno sempre
detto che avrebbero fatto”, ha spiegato il CEO in occasione
dell’annuncio dei dati trimestrali della sua compagnia.
“Ricordo che il CEO di Disney, Bob Chapek, disse, in uno dei
loro incontri con gli azionisti, che in tempo normali il cinema e
l’esclusività della sala erano fondamentali.”
“Ora che la pandemia inizia
lentamente ad essere alle nostre spalle, penso che stia guardando i
dati a sua disposizione e che stia arrivando alla medesima
conclusione di tutti gli altri: il modo migliore per massimizzare
il valore è la finestra cinematografica”, ha aggiunto Gelfond.
“Un tempo vendevano la stessa proprietà cinque volte e ora la
vendono una volta sola. Potrebbero anticipare qualche entrate, ma
non ci sono prove che sia un modello vincente. Molti altri
giungeranno alla stessa conclusione.”
Parlando nello specifico degli
incassi di Black Widow, che in base a
quanto riferito ha debuttato con 218 milioni di dollari nel weekend
d’apertura (inclusi 60 milioni di dollari in PVOD) ed è poi
arrivato a 318 milioni globali in termini di botteghino (con un
calo del 68% nel secondo weekend), Gelfond ha detto: “Non ho
alcun dubbio che la combinazione tra streaming e pirateria – cosa
di cui non si sta parlando abbastanza – abbia dato vita ad una vera
e propria cannibalizzazione che, alla fine, ha influenzato
significativamente il box office.”
“È difficile quantificare, ma
alcune statistiche sono interessanti: Fast and Furious 9, che
seguir il tradizionale modello di distribuzione, arriverà ad
incassare circa 700 milioni di dollari in tutto il mondo alla fine
della sua corsa, mentre Black Widow probabilmente ne incasserà la
metà”, ha continuato Gelfond. “Black Widow è un grande
film, quindi non ho dubbi che molti soldi siano rimasti sul
tavolo.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Nei vari trailer di Loki erano presenti ben due scene che, una
volta giunti al finale di stagione, hanno lasciato alquanto
perplessi i numerosi fan del MCU. Nella prima veniva mostrato il
Dio dell’Inganno ad Asgard, mentre nelle seconda abbiamo visto il
personaggio di Tom Hiddleston esclamare la battuta
“Glorioso!” all’interno della Stark Tower.
Prima dell’ultimo episodio, molti
fan avevano teorizzato che quest’ultima scena, nello specifico,
avesse in qualche modo anticipato un ritorno di Loki alla sua
timeline originale, ma ovviamente non è stato così. Ora la regista
della serie, Kate Herron, ha chiarito finalmente
le cose, confermando che quella scena, in realtà, era stata girata
per essere inserita nell’episodio pilota. “All’inizio avevo
girato questa scena dove c’era lui allo specchio, prima dell’arrivo
degli Avengers a New York. Immagino che quella doveva essere la
sequenza d’apertura.”
“Abbiamo rivisto un po’ le cose
all’inizio, perché poi abbiamo aggiunto tutta la parte relativa al
pestaggio da parte di Hulk. In origine doveva essere l’opening
dello show, ma poi l’abbiamo tolto e abbiamo inserito vari momenti
dai film”, ha aggiunto Herron. “Essenzialmente, sarebbe
stata ambientata prima… poco prima degli eventi di The Avengers.
Era stato pensato per essere un momento che si collocasse prima di
New York, prima dell’inizio di tutto.”
Herron ha continuato spiegando che
era entusiasta di utilizzare filmati inediti, provenienti fai vari
film, che non erano mai stati visti prima, “come la parte in
cui saluta, il primo piano”, e ha notato che si trattava di un
montaggio assai interessante.
“Penso che alla fine siamo
giunti alla conclusione che, forse, sarebbe stato meglio andare
semplicemente al sodo”, ha aggiunto la regista dopo che le è
stato chiesto perché la scena è stata eliminata. “Penso che per
noi fosse una questione di ritmo e di struttura. Dovevamo dare un
certa dinamicità a tutto quell’incipit iniziale prima di arrivare
nel deserto.”
Conosciuto e apprezzato soprattutto
per il franchise di
Guardiani della Galassia, ora James Gunn si prepara a far conoscere al
pubblico di tutto il mondo la sua iterazione della Task Force X,
dal momento che manca ormai sempre meno all’arrivo di
The
Suicide Squad nei cinema di tutto il mondo.
Tra i nuovi personaggi che verranno
introdotti nell’atteso cinecomic figura Peacemaker, che sarà interpretato da
John Cena e
che sarà anche il protagonista di una serie spin-off in otto
episodi, creata dallo stesso Gunn, che debutterà a gennaio 2022 su
HBO Max. Come si evince dai vari materiali promozionali e dalle
numerose interviste delle ultime settimane, sia Cena che Gunn si
sono divertiti moltissimo a dare vita al personaggio, e pare che la
stessa Warner Bros. sia interessata a cementare il percorso
dell’eroe all’interno del DCEU.
Anche se non sappiamo quale sarà il
futuro del personaggio oltre The Suicide
Squad e l’omonima serie tv a lui dedicata, John Cena ha detto che
pensa che uno scontro, nel DCEU, tra il suo Peacemaker e il
Black
Adam di
Dwayne Johnson sia inevitabile. Pur ammettendo che il
suo personaggio non ha davvero alcuna possibilità contro Black
Adam, Cena ha detto a
ComicBook che gli piacerebbe combattere contro il collega in un
futuro.
“Mi conosci. Sono pronto,
disponibile e capace. E rispondo al telefono ogni volta che
squilla. Sono a posto”, ha sottolineato Cena. “Penso che
l’eccitazione stia iniziando a crescere nei fan, sia per quanto
riguarda Fast and Furious 9 che per quanto riguarda l’Universo DC.
Non voglio dire che siamo in dirittura d’arrivo, ma è inevitabile.
Voglio dirlo perché sono prima di tutto un fan. Ma vedremo… Vedremo
cosa succede. Fatemi sapere cosa dice The Rock.”
“Benvenuti all’inferno, ossia a
Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli
Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori
supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi
all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico
del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui
Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant,
King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di
tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla
remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova
grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di
guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search
and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del
governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei
sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa
falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un
compagno di squadra o della stessa Waller).”
Sappiamo ormai da tempo che le
riprese di Black
Panther: Wakanda Forever sono ufficialmente
partite. Ora, un video dal set emerso online nelle ultime ore
potrebbe aver rivelato come verrà affrontata la morte di Chadwick Boseman, interprete di
T’Challa/Pantera Nera, nel sequel.
I Marvel Studios hanno sempre chiarito che
l’attore non sarebbe stato né rimpiazzato da un collega né ricreato
attraverso la CGI: semplicemente, il sequel avrebbe onorato tanto
la sua eredità quanto quella del Re di Wakanda. Nel video diffuso
online, è possibile vedere quella che, apparentemente, sembra
essere proprio la sala del trono di Wakanda, circondata da alcuni
pilastri con sopra incise alcune parole in wakandiano.
Anche se è impossibile tradurre la
lingua del Wakanda, è comunque possibile fare riferimento – come
spiegato da
Screen Rant – a “The Wakanda Files”, un libro ufficiale
collegato all’Universo Marvel e pubblicato nell’ottobre
2020 che contiene diverse indicazioni su come interpretare la
lingua del luogo fittizio. Basandosi su quanto riportato nel
volume, si capisce che quello presente nel video è, in realtà, un
memoriale all’ormai defunto T’Challa. Sebbene alcune lettere siano
oscurate dalle luci delle varie macchine da presa, l’iscrizione sui
pilastri dovrebbero recitare quanto segue: “Riposa nel potere.
Re T’Challa. Nostro eroe. È stato un onore. Wakanda
Forever.”
L’iscrizione non sembra dunque
lasciare dubbi: il re T’Challa è davvero morto, con i wakandiani
che, a quanto pare, hanno scelto di onorare la sua memoria
innalzando un memoriale per il loro sovrano. Senza dubbio, il
sequel di Black
Panther sarà un’esperienza particolarmente emozionante,
non solo per il pubblico di tutto il mondo, quando finalmente avrà
la possibilità di vedere il film, ma anche per tutti colo che sono
attualmente coinvolti nella produzione.
Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’8
luglio 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha
confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al
compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i
Marvel Studios per interpretare il
villain principale del sequel.
Nonostante, all’inizio, fosse stata
considerata per il ruolo di
Natasha Romanoff in Iron Man 2 (poi andato a
Scarlett Johansson), nel corso degli anni Emily Blunt ha cambiato idea in merito ai film
di supereroi, dichiarando in più di un’occasione di non essere
interessata a prendere parte ad un cinecomics.
L’attrice (da oggi nelle sale
italiane con Jungle Cruise) viene spesso interrogata sulla
questione, dal momento che i fan la indicano, da sempre, come
candidata ideale per il ruolo di Sue Storm in un ipotetico reboot
dei Fantastici
Quattro. Puntualmente, Blunt ribadisce di non essere
ossessionata dal momento dei cinecomics e dall’ottenere una parte
in un film di supereroi a tutti i costi, ma pare che a determinate
condizioni potrebbe essere disposta a rivedere le sue
condizioni.
Proprio in occasione della
promozione di
Jungle Cruise,Emily Blunt ha affrontato nuovamente la
questione cinecomics in un’intervista con
Collider, rivelando cosa ci vorrebbe per convincerla a firmare
per recitare in un film basato su un fumetto. “Riguarderebbe la
storia e il fatto di interpretare un personaggio che non ho mai
interpretato”, ha spiegato l’attrice. “Non ho mai sentito
il bisogno di recitare in un film di supereroi, ma non storcerei il
naso di fronte alla possibilità, assolutamente. Semplicemente, non
è mai arrivato il momento giusto o il progetto giusto. Se dovessi
accettare di farne uno, dovrebbe trattarsi della sceneggiatura
giusta.”
Emily Blunt e Dwayne Johnson di
nuovo insieme dopo Jungle Cruise?
Ad oggi non sappiamo se Emily Blunt reciterà mai in un cinecomic
Marvel o DC, ma è certo che prima o
poi l’attrice prenderà parte ad un film basato su un fumetto: a
maggio dello scorso, infatti, è stato rivelato che Blunt tornerà a
fare coppia con
Dwayne Johnson (sua co-star in Jungle Cruise) nell’adattamento di Bull and Chain, film di genere supereroistico
tratto dall’omonima miniserie a fumetti, in quattro parti, del
1999. Il progetto dovrebbe essere ancora in cantiere, anche se non
ci sono più stati aggiornamenti in merito.
“Continuo ad andare a caccia di
roba buona perché non voglio partecipare a film come Black Widow. Secondo me è
spazzatura”, aveva dichiarato Dorff senza troppi giri di
parole. “Sembra un brutto videogioco. Provo imbarazzo per
quelle persone. Provo imbarazzo per Scarlett! Sono sicuro che sia
stata pagata cinque, sette milioni di dollari, ma provo comunque
imbarazzo. Non voglio prendere parte a quei film, davvero.
Preferisco trovare un regista alla prime armi che forse diventerà
il prossimo Kubrick e recitare per lui.”
Adesso Dorff sembra essere tornato
sui suoi passi, ammettendo di essersi “sentito in colpa” per quello
che ha detto su Johansson durante una recente intervista con
TMZ. “Adoro Scarlett. Penso che le mie parole siano state
estrapolate dal contesto, ma è una grande attrice”, ha
chiarito l’attore. “Ho sentito che diventerà mamma, quindi le
auguro il meglio. È una vecchia amica, quindi mi sono sentito in
colpa per quei commenti. Penso che mi abbiano beccato in un momento
particolare, ma mi sono sentito davvero in colpa. A volte
succede.”
Dorff ha però ribadito di non essere
un grande fan dei film di supereroi, e di non aver ancora visto
Black
Widow. “Non vado a vedere quel genere di
film”, ha aggiunto. “Mi è piaciuto Iron Man. Mi piace
quando diventano un po’ più dark… ho adorato Joker, ad esempio. Non
vedo l’ora che arrivi il nuovo Batman, il film di Matt
Reeves.”
La regia di Black Widow è stata
affidata a Cate Shortland, seconda donna
(dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo
cinematografico Marvel, mentre la sceneggiatura è
stata riscritta nei mesi scorsi da Ned
Benson(The Disappearance of Eleanor
Rigby). Insieme a Scarlett
Johansson ci saranno anche David
Harbour, Florence
Pugh e Rachel
Weisz. Il film arriverà nelle sale il 7 luglio e
su Disney+ con
Accesso Vip il 9 luglio.
In Black Widow, quando sorgerà
una pericolosa cospirazione collegata al suo passato, Natasha
Romanoff dovrà fare i conti con il lato più oscuro delle sue
origini. Inseguita da una forza che non si fermerà davanti a nulla
pur di sconfiggerla, Natasha dovrà affrontare la sua storia in
qualità di spia e le relazioni interrotte lasciate in sospeso anni
prima che diventasse un membro degli Avengers.
Dopo
le prime foto rubate dal set del film The
Flash, oggi arrivano anche dei video dove possiamo
vedere Batfleck in azione. Ovviamente si trattano di sequenze
girate con l’ausilio della controfigura e non di Ben Affleck che al momento si trova a Capri in
vacanza con la nuova (vecchia) fiamma Jennifer
Lopez. Di seguito i video apparsi su Instagram:
Confermata anche la presenza
di Michael
Keaton e Ben
Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di
Batman. Kiersey Clemons tornerà nei
panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack
Snyder’s Justice League (il personaggio era stato
tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche
l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il
labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la
madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha
Calle(Febbre d’amore) che interpreterà
Supergirl.
Quello del rapporto tra vicini di
casa è un argomento spesso trattato al cinema, il più delle volte
attraverso generi e punti di vista sempre diversi. Si va dal
capolavoro thriller di Alfred Hitchcok La finestra sul
cortile all’horror Fright Night, dalla
commedia Cattivi vicini all’erotico
Il ragazzo della porta
accanto. Anche il regista JoeDante, autore di film come Piraña e
Gremlins, ha portato al cinema un film con dinamiche
insolite tra vicini di casa. Si tratta di L’erba del
vicino, film del 1989 accolto particolarmente male
all’epoca della sua uscita e finito con l’essere indicato come uno
dei titoli minori del regista.
Nonostante i suoi difetti, però, il
film presenta però una serie di elementi di particolare fascino,
uniti ad un’atmosfera generale capace davvero di intrattenere. La
storia di questo nasce dalla sceneggiatrice DanaOlsen, la quale ha basato il racconto su alcune
sue esperienze di gioventù. Vivendo in un anonimo quartiere
residenziale, la Olsen era infatti solita immaginare che qualcuno
dei suoi apparentemente innocui vicini potesse in realtà essere un
pericoloso serial killer. Questa è la convinzione poi trasferita
nel protagonista del film, il quale trova nella possibilità di
smascherare un mostro una via di fuga dalla grigia routine.
Con la regia di Dante, il film ha
poi acquistato quegli elementi che lo pongono a metà tra la realtà
e il soprannaturale. In Italia, L’erba delvicino
è stato distribuito direttamente in home-video, ed è pertanto
ancora oggi un titolo poco conosciuto ma da recuperare
assolutamente. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
L’erba del vicino: la trama del film
Protagonista del film è Ray
Peterson, il quale conduce una vita particolarmente
anonima tra lavoro e casa, la quale si trova in un tranquillo
quartiere residenziale. Proprio la sua mancanza di particolari
stimoli è fonte per lui di stress, al punto da spingerlo a
prendersi qualche giorno di ferie nella speranza di ricercare una
tranquillità apparentemente perduta. Riuscire in questo obiettivo è
però particolarmente complesso, specialmente dal momento in cui i
nuovi vicini di casa, i Klopek, gli daranno non
pochi pensieri. Nessuno sembra infatti averli mai visti e di notte
strani e sinistri rumori provengono dalla loro abitazione.
Quello che inizialmente era solo un
fastidio si tramuta ben presto nella curiosità di scoprire cosa
realmente stia accadendo. Ad alimentare i sospetti di avere delle
persone tutt’altro che positive come vicini vi è la scomparsa
improvvisa dell’anziano Walter Seznick, un altro
residente del quartiere. Sebbene la moglie Carol
non condivida l’idea che i Klopek siano in qualche modo coinvolti
nella faccenda, Ray decide di unirsi ai vicini Mark
Rumsfield e Art Weingartner per scoprire
cosa nasconde quella misteriosa famiglia. Così quelli che dovevano
essere dei giorni rilassanti si trasformano in un’inaspettata
disavventura.
L’eba del vicino: il cast del film
Nel momento in cui Dante assunse la
regia del film, egli indicò l’attore Tom Hanks come unico
interprete possibile per Ray Peterson. Hanks incarna infatti l’uomo
comune, quello con cui tutti possono identificarsi. Quando il ruolo
gli fu proposto, Hanks accettò con entusiasmo, attratto dalla
personalità bizzarra del personaggio. Egli iniziò così a costruire
una sua versione della biografia del personaggio, ricercando i
motivi che lo hanno portato ad essere per la persona frustrata che
si incontra all’inizio del film. Hanks, inoltre, ha avuto grande
libertà di improvvisazione e da questa sono nati alcuni dei momenti
più iconici del film.
Nel ruolo di sua moglie Carol
Peterson vi è invece l’attrice Carrie Fisher,
celebre per essere stata la principessa Leila in Star
Wars. Bruce Dern è il vicino Mark
Rumsfield mentre Rick Docummun è Art Wingartner. È
noto che quest’ultimo e Hanks non andavano molto d’accordo, ma
cercarono di non farlo notare per il bene del film. Corey
Feldman è invece l’adolescente Ricky Butler che si unirà
ai tre adulti nella ricerca. Gale Gordon è
l’anziano Walter Seznik, mentre Henry Gisbon
interpreta il dottor Werner Klopek. Courtney Gains
e Brother Theodore sono invece Hans Klopek e
Reuben Klopek.
L’erba del vicino: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile vedere o rivedere il
film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari
piattaforme streaming presenti oggi in rete. L’erba del
vicino è infatti disponibile nel catalogo di
Rakuten TV, Chili, Google Play e Now. Per vederlo,
in base alla piattaforma scelta, basterà iscriversi o noleggiare il
singolo film. Si avrà così modo di poter fruire di questo per una
comoda visione casalinga. È bene notare che in caso di solo
noleggio, il titolo sarà a disposizione per un determinato limite
temporale, entro cui bisognerà effettuare la visione. Il film sarà
inoltre trasmesso in televisione il giorno martedì 27
luglio alle ore 21:15 sul canale
Italia 2.
Nella splendida cornice del teatro
antico di Toarmina, si è svolta l’edizione 2021 del Nations Award.
Ecco la nostra intervista a Andrea Arcangeli
che ha raccontato la sua esperienza nell’interpretare
Roberto Baggio nel film NetflixIl
divin codino.
Il Nations Award, sotto l’alto
patrocinio del Parlamento Europeo e della Regione Siciliana, oltre
ad essere una kermesse nata per premiare il cinema italiano ed
internazionale, da sempre è caratterizzata da un tema importante e
particolarmente attuale: la salvaguardia e la tutela dell’ambiente.
Anche quest’anno infatti darà ampio spazio a tutte le tematiche
ambientali che negli ultimi anni hanno richiamato l’attenzione
dell’opinione pubblica: dall’emergenza climatica all’inquinamento e
allo smaltimento dei rifiuti, passando per il turismo sostenibile,
il clima, l’alimentazione.
Come annunciato dal trailer
ufficiale appena rilasciato, andrà in onda su Sky Serie e in
streaming su NOW il 13 e il 20 settembre Ridatemi Mia
Moglie, una commedia romantica in due parti prodotta da
Sky e Colorado Film, che sarà
ovviamente disponibile anche on demand su Sky.
Protagonista è Fabio De Luigi, amatissimo interprete di
numerosi ruoli per il cinema e altrettanti successi al box office,
molti dei quali diretti da Alessandro Genovesi
(Dieci giorni senza mamma, Ma che bella sorpresa,
La peggior settimana della mia vita), regista e
sceneggiatore (insieme a Giovanni Bognetti) anche
della miniserie Ridatemi mia moglie,
adattamento della sitcom I Want My Wife Back, co-prodotta
da Mainstreet Pictures e Busby Productions nel Regno Unito e
distribuita a livello internazionale da BBC Studios.
Con De Luigi, un grande cast in cui
spiccano i nomi di alcuni fra i volti più amati della commedia e
della TV italiana: Anita Caprioli (I
predatori, Santa Maradona, Corpo Celeste)
interpreta Chiara, la moglie di Giovanni, Diego
Abatantuono (Dieci giorni con Babbo Natale,
Puoi baciare lo sposo, Mediterraneo) e
Carla Signoris (Ma cosa ci dice il
cervello, Mister Felicità, Maschi contro
femmine) sono i suoi genitori: Renato, legatissimo al genero
Giovanni, per il quale nutre quasi una vera “ossessione”, e
Rossana, una donna dolce, spiritosa e a volte cinica, che sopporta
con grazia e senso pratico i subbugli emotivi del marito.
Alessandro Betti (Zelig, Buona la
prima, Love Bugs 2) veste, invece, i panni di
Antonio, amico fraterno e capo ufficio di Giovanni, fedifrago e
bugiardo che usa spesso Giovanni come scusa per le sue
“scappatelle”. Nel cast anche Diana Del Bufalo
(7 ore per farti innamorare, 10 giorni senza
mamma, Che Dio ci aiuti) che interpreta Lucia, la
sorella minore di Chiara. Pasticciera, Lucia è una ragazza
simpatica e insicura.
I protagonisti di Ridatemi mia
moglie sono Giovanni (Fabio De Luigi) e sua moglie Chiara
(Anita Caprioli), sposati ormai da tanti anni. Il loro rapporto è
logoro ma sembra che solo lei se ne accorga, mentre Giovanni è
convinto che tutto proceda per il meglio. Chiara decide di
lasciarlo con una lettera, che scrive ma che poi decide di gettare
nel cestino; fa le valigie e si allontana da casa. Giovanni, ignaro
di tutto, le sta preparando una festa a sorpresa per il suo
compleanno. Mentre si attende la festeggiata, dentro il cestino
viene ritrovata per caso la lettera. Il povero Giovanni apprende
così le intenzioni della moglie. Ma non si vuole dare per vinto, ed
è intenzionato a riconquistare Chiara a tutti i costi.
Raccontato con l’intensità che è da
sempre il marchio di fabbrica dello sceneggiatore e regista
Paul Schrader, The
Card Counter (Il collezionista di carte) vede come
protagonista Oscar Isaac nel ruolo di William Tell, un ex
militare che vive nell’ombra come giocatore d’azzardo di piccolo
cabotaggio. La vita meticolosa di Tell viene scossa dall’incontro
con Cirk (Tye Sheridan), un giovane in cerca di
vendetta contro un nemico comune. Con il sostegno della misteriosa
finanziatrice La Linda (Tiffany Haddish), Tell
porta Cirk nel circuito dei casinò per condurlo su una nuova
strada. Dei fantasmi del passato, però, non ci si libera così
facilmente…
Sceneggiatore e regista,
Paul Joseph Schrader nasce il 22 luglio 1946 in
Michigan, in una famiglia olandese calvinista. Ha compiuto i suoi
studi al Calvin College e all’UCLA Film School, lavorando come
critico cinematografico (il suo testo più celebre è “Il
trascendente nel cinema”, pubblicato per la prima volta nel 1972).
In seguito ha frequentato la classe inaugurale all’AFI. Come
sceneggiatore ha scritto – tra gli altri – quattro film di Martin
Scorsese, a cominciare da Taxi Driver. Nel 1978 esordisce come
regista con Tuta blu, tratto da una sceneggiatura scritta insieme
al fratello. Nello stesso anno dirige Hardcore, cui fanno seguito,
tra gli altri film, American Gigolo, Il bacio della
pantera, Mishima e Affliction. Nel 2019
ottiene la nomination all’Oscar per la miglior sceneggiatura con il
suo film First Reformed.
Per scrivere la
recensione di Jungle
Cruise è necessario avere bene in mente due elementi
che sono caratterizzanti del film Walt Disney: il primo è la genesi
della storia, che nasce da un’attrazione di Disneyland,
caratteristica che porta alla mente uno dei franchise di maggiore
fama della Casa di Topolino, la saga di Pirati
dei Caraibi (anch’essa nata da una giostra nei parchi
a tema in questione) e successo che la Disney spera di replicare.
Il secondo è il pubblico di destinazione del film; Jungle
Cruise è destinato alle famiglie, ai ragazzini, e
questo ne caratterizza ovviamente i toni, nonostante i temi siano
perfettamente adeguati a un mondo che sta vivendo un vivace
mutamento sociale.
Jungle Cruise, la trama
Ambientato all’inizio
del XX secolo, con la prima guerra mondiale già in svolgimento, il
film racconta dell’ambiziosa dottoressa Lily Houghton, una botanica
che è alla ricerca di un mitologico albero dai poteri taumaturgici.
Il suo interesse puramente scientifico si contrappone a quello del
principe Joachim, un nobile tedesco senza scrupoli, che vuole
ottenere la pianta per i suoi loschi scopi. Infervorata dal
ritrovamento, non esattamente lecito, della chiave che secondo la
leggenda apre il passaggio segreto verso questo misterioso albero
nel cuore dell’Amazzonia, Lily parte per il Brasile con suo
fratello McGregor. Qui farà la conoscenza di Jack, un ciarlatano
che a bordo della sua sgangherata La Quila, una barchetta su cui
trascina ignari turisti per dei mini tour farlocchi della giungla
lungo il fiume, accetterà di accompagnarla nella sua folle ricerca.
Tuttavia, i tre non saranno soli perché mentre dall’Inghilterra il
principe Joachim seguirà Lily intenzionato a riprendersi la chiave,
nel cuore della giungla degli uomini maledetti aspettano in agguato
che il percorso verso l’Albero della Vita venga riportato alla
luce.
Un’avventura a cavallo
trai generi
Jungle
Cruise si presenta, già sulla carta, vedendo la lista dei
filemaker che sono stati coinvolti nel progetto, come un oggetto
davvero interessante. Alla regia è stato messo Jaume
Collet-Serra, che dopo varie prove positive in film di
genere, viene promosso nella serie A dei blockbuster, visto che
dopo questa avventura nella giungla, dirigerà di nuovo
Dwayne Johnson per Black
Adam. A firmare la sceneggiatura invece un manipolo di
uomini con un’esperienza molto varia: Glenn Ficarra e John
Requa, che hanno un curriculum davvero originale con
picchi costituiti da dalla commedia (Crazy,
Stupid, Love) e dal dramma tv (l’impareggiabile
This
is us); e Michael Green
che ha ricevuto
una nomination agli Oscar per la sceneggiatura di Logan – The Wolverine.
C’è l’azione, la
commedia, il romanticismo, l’umorismo, un pizzico di horror e
tantissime risate, Jungle Cruise è proprio il film
che ogni ragazzino o ragazzina vorrebbe vedere al cinema, una vera
e propria montagna russa d’azione, animata da personaggi
divertentissimi e altro modo originali. Il già citato
Johnson è Frank, ciarlatano dal cuore d’oro che fa di
tutto per sbancare il lunario, ma che sembra custodire un segreto
inconfessabile, niente di oscuro però, si vede chiaramente che è un
eroe, un animo puro, pulito e aperto al mondo. Accanto a lui c’è la
sempre meravigliosa Emily Blunt, qui nei panni di una donna fuori
dal suo tempo, tanto che “osa” indossare i pantaloni: avventurosa,
coraggiosa, scavezzacollo, incurante delle regole e del “suo”
posto, trascinerà tutti in un’avventura che chiunque, tranne lei,
si sarebbe evitato; e nonostante questo suo animo da maschiaccio
irriverente, non manca di dolcezza e romanticismo, una vera eroina
difficilmente classificabile con una etichetta. A completare questo
magnifico duo c’è Jack Whitehall, che interpreta McGregor, fratello
di Lily e per niente adatto alle avventure nella giungla ma che
ostinatamente segue la sorella per l’immenso amore che li
lega.
Spettacolari invenzioni
visive
Nel suo presentarsi
tutto su un solo livello, quello dell’intrattenimento e
dell’avventura, Jungle Cruise riesce a mettere sul
piatto diversi temi e argomenti caldi di questo periodo storico,
dalla ruolo della donna nella società, alla considerazione
dell’omosessualità, facendolo con garbo e rimanendo sempre al
servizio della storia che si dipana lungo il corso del Rio delle
Amazzoni a briglia sciolta, con un ritmo forsennato senza mai
permettere allo spettatore di riprendere fiato. A questo elemento
si aggiungono intuizioni visive davvero notevoli, come gli esseri
maledetti che inseguono i nostri protagonisti e che sono il frutto
di una fusione tra la natura selvaggia e dei corpi in
decomposizione, ma anche la costruzione di una flora e di una fauna
amazzonica immaginaria, variopinta, fantastica.
Tanti sequel all’orizzonte
Jungle
Cruise è l’avventura che tutti i ragazzini vogliono
vivere e che vorranno sicuramente vedere e rivedere al cinema, un
film con un alto potenziale di serializzazione e con dei
protagonisti che rubano il cuore agli spettatori. Certo, sarà
difficile doppiare il successo dei Pirati
dei Caraibi quando non si ha alla guida del progetto
un personaggio carismatico e bizzarro come Jack Sparrow, ma chissà che lo spirito di Lily
e la simpatia di Frank non catturino l’immaginazione degli
spettatori di tutto il mondo.
Nella splendida cornice del teatro
antico di Toarmina, si è svolta l’edizione 2021
del Nations Award. Ecco la nostra intervista a
Carolina Crescentini.
Il Nations Award, sotto l’alto
patrocinio del Parlamento Europeo e della Regione Siciliana, oltre
ad essere una kermesse nata per premiare il cinema italiano ed
internazionale, da sempre è caratterizzata da un tema importante e
particolarmente attuale: la salvaguardia e la tutela dell’ambiente.
Anche quest’anno infatti darà ampio spazio a tutte le tematiche
ambientali che negli ultimi anni hanno richiamato l’attenzione
dell’opinione pubblica: dall’emergenza climatica all’inquinamento e
allo smaltimento dei rifiuti, passando per il turismo sostenibile,
il clima, l’alimentazione.
Arrivati in una piccola città,
una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro
connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason
Reitman & Gil Kenan.
A più di trent’anni dall’uscita
nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast
originale, composto da Bill
Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney
Weavere Annie
Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle
saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason
Reitman, il film sarà nelle sale dall’estate 2020 prodotto da Sony
Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i
protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard,
Carrie Coon ePaul
Rudd.
Ghostbusters:
Legacy, diretto da Jason
Reitman e prodotto da Ivan
Reitman, è il nuovo capitolo della saga
originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città,
una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro
connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta
eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters:
Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.
Planet Manga
presenta il primo volume di Blue Lock, manga vincitore del
45° Kodansha Manga Award nella categoria miglior
shonen, che racconta le gioie e i dolori dello sport più amato
del mondo: il calcio. Il volume uno sarà disponibile dal
29 luglio in libreria, fumetteria e sul sito Panini.it.
2018. L’eliminazione ai
Mondiali di calcio ha confermato i limiti della
Nazionalegiapponese. Lo spirito di squadra non
basta: per vincere bisogna fare gol! Per questo motivo, la
federazione calcistica giapponese ha pensato di dare vita a un
programma per trovare giovani calciatori promettenti e far nascere
il bomber che condurrà il Giappone alla vittoria della Coppa del
Mondo.
A guidare questo folle
progetto, con l’obiettivo dichiarato di selezionare
l’attaccante “più egoista”, c’è l’allenatore Jinpachi
Ego. Una strategia rivoluzionaria per “distruggere il calcio
perdente giapponese” che metterà alla prova trecento giovani
talenti che dovranno sopravvivere al folle allenamento all’interno
di una speciale struttura, la cosiddetta “prigione blu”.
Soltanto uno uscirà
vincitore da questo Battle Royale calcistico. Chi sopravviverà
all’inferno del Blue Lock?
Un manga da non perdere
che ha conquistato i lettori del Paese del Sol Levante, per
riflettere sullo sport da un punto di vista inedito e
dissacrante.
GLI AUTORI
Muneyuki Kaneshiro
è un fumettista e sceneggiatore giapponese. Tra le sue opere più
importanti compaiono As the Gods will e Jagan.
Yusuke Nomura è un
mangaka originario della prefettura di Kyoto, è stato assistente di
Hajime Isayama nel corso della serializzazione della hit mondiale
L’attacco dei giganti. Planet Manga ha pubblicato la sua opera
precedente, Dolly Kill Kill.
Xiaomi, leader mondiale della
tecnologia diventa “Sostenitore della 78. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica” e si impegna nella promozione dell’arte
e della cultura, valorizzando il cinema in tutte le sue
forme.
La scelta di sostenere la
78. Mostra del Cinema riflette anche la volontà di favorire la
conoscenza e la diffusione del cinema internazionale partendo
proprio da uno di quei luoghi in cui la cultura prende vita. La
presenza nella laguna veneziana rappresenta infatti per Xiaomi non
solo un’opportunità per consolidare il forte legame con il
territorio italiano, ma soprattutto un modo per sottolineare come
l’innovazione tecnologica sia in grado di abilitare la diffusione e
la condivisione del patrimonio artistico-culturale.
“Essere Sostenitori
della 78esima Mostra Internazionale dell’Arte Cinematografica è per
Xiaomi motivo di grande orgoglio e assume per il brand un
importante valore strategico in Italia” – afferma Leonardo
Liu, General Manager di Xiaomi Italia. “Venezia, da sempre
considerata il più importante centro d’arte e cultura in Italia e
nel mondo, è per noi la vetrina ideale in cui cinema e tecnologia
si fondono in una commistione perfetta, permettendoci così di
diffondere cultura e innovazione e di posizionarci come premium
brand di riferimento”.
Per l’occasione Xiaomi,
che da sempre pone al centro della propria mission la promozione
della creatività e contribuisce alla diffusione dell’innovazione
per tutti attraverso i prodotti smart life, realizzerà dei
contenuti video unici per raccontare i momenti più significativi e
la #cinemagic della Biennale Cinema 2021. Il tutto, attraverso il
comparto camera dei suoi nuovi smartphone che, grazie alla loro
eccellente qualità, coinvolgeranno gli appassionati di cinema di
tutto il mondo.
Durante una recente intervista con
Collider, Gunn ha rivelato al sito che le riprese del threequel
inizieranno in Georgia questo novembre e ha confermato che, sì,
Guardiani
della Galassia Vol. 3 sarà il titolo ufficiale del
film. Parlando invece della sceneggiatura, ha spiegato che “è
praticamente finita da anni”, aggiungendo: “Sto lavorando
ad un’altra bozza ora, ma è davvero poca roba rispetto a quello che
è stato già scritto.”
Se Gunn non si fosse brevemente
separato dalla Disney e dai Marvel Studios, il threequel sarebbe uscito
quest’anno. Il MCU è ovviamente in continua
evoluzione: quest’aspetto ha avuto un impatto in merito ai suoi
piani? “L’unica volta che mi hanno chiesto di includere
qualcosa in riferimento ai futuri film del MCU, è stato nel primo film dei
Guardiani, con Thanos, e così ho inserito il Titano Pazzo lì”,
ha spiegato. “Volevano che lo facessi, ma in seguito non è più
successo. Devo prestare attenzione alle cose che accadono, di cui
mi hanno parlato… tutte le cose con Gamora, ad esempio.”
“So che i personaggi hanno
passato determinate cose, quindi devo tenerne conto. Ma in
generale, non mi hanno mai chiesto di inserire qualcosa nella
sceneggiatura di GOTG Vol. 3 che spianasse la strada a eventi
futuri. Né lo farei, francamente. Non è proprio nel mio
stile”, ha aggiunto.
Il
MCU è pieno zeppo di relazioni romantiche, alcune delle quali
hanno avuto più risonanza tra i fan rispetto ad altre. Ma quali
sono le migliori coppie dell’universo condiviso e i loro migliori
momenti? Scopriamolo insieme grazie a
Screen Rant:
Peter Quill e Gamora
Star-Lord e Gamora sono una
coppia che potrebbe non avere molto senso dal punto di vista della
personalità, ma anche gli stessi personaggi riconoscono che c’è
qualcosa tra loro che non può essere spiegato.
Ad un certo punto all’inizio di
Guardiani della Galassia Vol.
2, Star-Lord fa anche riferimento, in maniera esplicita, a
questa “cosa non detta”, ma Gamora è piuttosto resistente all’idea.
Pertanto, quando lei gli ripete queste parole alla fine del film, è
uno dei momenti più romantici tra i due.
Carol Danvers e Maria Rambeau
Sebbene Carol e Maria non
siano state confermate come coppia romantica, sono una delle
migliori opzioni per una potenziale relazione LGBTQ+ nel MCU.
Sarebbe facile rendere la loro
relazione romantica senza cambiare nulla della loro storia, dato
che lavorano già insieme per prendersi cura della figlia di Maria,
Monica. Anche se la loro esibizione al karaoke è piuttosto
memorabile, il loro legame come migliori amiche nelle difficoltà
quotidiane della vita è davvero ammirevole.
Scott Lang e Hope Van Dyne
Scott Lang e Hope Van Dyne
rappresentano un’altra strana storia d’amore di coppia nel MCU, poiché Scott è piuttosto
sciocco e a volte un po’ incompetente, mentre Hope è una
professionista capace di rimettersi sempre in sesto. Eppure,
nonostante le loro differenze, è come se in qualche modo
riuscissero sempre a bilanciarsi.
Formano chiaramente una grande
squadra, e questo è molto evidente nella maggior parte del film
Ant-Man and The Wasp. I fan hanno amato vedere questi due
personaggi lavorare finalmente insieme come eroi, senza contare che
a Wasp è stato finalmente dato il ruolo centrale che meritava.
Anche se potrebbe non essere solo una scena individuale, i fan li
associano ormai come duo dinamico.
Thor e Jane
Thor e Jane potrebbero non
essere la coppia più ben sviluppata del MCU, ma sono comunque una coppia
che è presente in modo significativo sia nei fumetti che nei film.
Jane non ha mai ottenuto – almeno, non ancora – lo sviluppo
narrativo che il personaggio avrebbe meritato e, per questo motivo,
uno dei momenti a cui i fan pensano spesso non la include
nemmeno.
Jane potrebbe non essere fisicamente
presente in Avengers: Age of Ultron, ma,
anche in sua assenza, Thor cerca di elogiarla alla festa dei
Vendicatori e parlare di quanto sia sorprendente e
intelligente.
Wanda e Visione
Wanda e Vision non hanno
molte scene insieme nei film, ma hanno avuto più spazio a
disposizione – ovviamente – in WandaVision. Tuttavia, le cose sono si sono
complicate ulteriormente, dal momento che il Visione di Westview
non era esattamente il Visione originale.
Per questo motivo, la scena chiave
tra questi due personaggi c’è stata appena prima che la stessa
Wanda distruggesse il vero Visione in Avengers: Infinity War. È un
momento davvero triste, ma Visione la rassicura fino all’ultimo che
sta facendo la cosa giusta. Questo momento sottolinea l’elemento
tragico della loro relazione e il dolore che tormenta Wanda nella
serie WandaVision.
Peter Parker e MJ
Nel MCU, la coppia Peter Parker e MJ è
esistita davvero solo in un film, quindi c’è ancora molto da
esplorare in merito ai due. I fan dovranno aspettare ancora un po’
per vedere come si evolverà la loro relazione: per ora, possono
godersi il momento in cui Peter accompagna MJ in un breve “swing”
nel centro di Manhattan.
Questo si ricollega a molte scene iconiche di Spider-Man e MJ
nei film di supereroi del passato, così come ai fumetti stessi,
quindi i fan apprezzano davvero momenti come questi, che sono
centrali per un personaggio e una relazione così
amati.
T’Challa e Nakia
T’Challa e Nakia potrebbero
essere una delle migliori coppie del MCU, ma anche una delle più
sottovalutate. Anche se probabilmente non ci sarà più un futuro per
loro vista la traigca scomparsa di Chadwick Boseman, hanno comunque
avuto un forte impatto sui fan e la loro scena più iconica è
sicuramente quando si baciano alla fine di Black
Panther.
Questo è un grande momento, perché
in realtà non è il loro primo bacio. Nei film, infatti, viene
stabilito che i due sono già stati insieme prima; tuttavia, i loro
obiettivi di vita li hanno messi l’uno con l’altro. Tuttavia, alla
fine, arrivano ad un compromesso per far funzionare di nuovo la
loro relazione e suggellarla con un bacio.
Steve Rogers e Peggy Carter
Steve Rogers e Peggy Carter
hanno una relazione piuttosto complicata e i fan sono rimasti un
po’ sorpresi quando si sono messi insieme, data la breve storia
d’amore di Steve con Sharon Carter. Tuttavia, sono ancora una delle
coppie più popolari del franchise.
Il loro momento finale rappresenta
davvero la chiusura di un cerchio. All’inizio si erano promessi di
ballare insieme, ma non l’hanno mai potuto fare perché Steve è
stato poi ibernato. Quando Steve torna, Peggy è ormai una donna
anziana. Quindi, quando ballano alla fine di Avengers: Endgame, è come se tutto
tornasse al punto di partenza.
Steve Rogers e Bucky Barnes
Steve e Bucky sono un’altra
coppia che non è romantica in senso canonico, ma sono comunque una
delle “accoppiate” più popolari tra i fan. E, anche come amici
platonici, la loro relazione è la chiave dei film di Captain
America.
I due sono stati protagonisti di
moltissimi momenti memorabili, ma ciò che definisce davvero il loro
legame è quando Steve lascia cadere il suo scudo e decide di non
combatte contro Bucky alla fine di Captain America: The Winter
Soldier. Ciò dimostra che questa amicizia decennale è più
importante per Steve della sua stessa vita.
Tony Stark e Pepper Potts
Tony e Pepper non vanno
sempre d’accordo e, in un certo senso, questa è una buona cosa.
Pepper sfida Tony quando ne ha bisogno e questo lo aiuta a
migliorare se stesso e ad essere un partner migliore. Tuttavia, c’è
anche un aspetto esilarante e innegabilmente affascinante nelle
loro discussioni.
Quando Tony guida la macchina da
corsa in Iron Man 2, e lui e Pepper discutono, questo è
uno di quei momenti che è davvero difficile da dimenticare. È
piuttosto rappresentativo anche della loro intera relazione, poiché
Pepper deve spesso fare i conti con gli impulsi spericolati di Tony
e cercare di sistemare le cose.