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Ritratto della giovane in fiamme al cinema dal 19 dicembre 2019

Ritratto della giovane in fiamme al cinema dal 19 dicembre 2019

Ritratto della giovane in fiamme di Céline Sciamma, al cinema da oggi giovedì 19 dicembre 2019 distribuito da Lucky Red. Già acclamata regista di “Tomboy” e sceneggiatrice di “La mia vita da zucchina”, Céline Sciamma torna dietro la macchina da presa per raccontare una storia d’amore potente e delicata, ambientata nella Francia di fine ‘700, offrendo al contempo una riflessione attualissima sulla condizione della donna nella società e nell’arte.

Premiato al Festival di Cannes, dove è stato insignito del riconoscimento per la migliore sceneggiatura e della Queer Palm, Ritratto della giovane in fiamme è stato anche designato Film della Critica dal Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani SNCCI con la seguente motivazione: “Esteticamente raffinato e politicamente rivoluzionario, Céline Sciamma firma un indispensabile atto di ridefinizione dell’universo femminile. Mentre si racconta una storia d’amore, di sguardi e di solidarietà, l’esclusione del maschile dallo schermo, relegato fuori campo ma presente nei suoi effetti sul corpo e nelle condizioni di vita delle donne, determina la cifra di un manifesto femminista discreto e potente, elegante e senza tempo.”

Ritratto della giovane in fiamme è stato inoltre insignito del premio per la miglior sceneggiatura agli European Film Awards 2019 ed è candidato ai Golden Globe 2020 come miglior film straniero. Arricchito da uno straordinario cast tutto al femminile, composto da Noémie Merlant, Adèle Haenel e Valeria Golino, il film vede al centro della vicenda la talentuosa pittrice Marianne (Noémie Merlant), che nella Francia prerivoluzionaria viene ingaggiata per fare il ritratto di Héloise (Adèle Haenel), un dipinto destinato al futuro marito della giovane nobildonna. La ragazza, contraria alle nozze combinate, si rifiuta di posare: su indicazione della madre (Valeria Golino), Marianne comincia a dipingerla di nascosto, fingendosi la sua dama di compagnia. Tra le due donne nascerà così un amore tanto travolgente quanto inaspettato.

Ritratto della giovane in fiamme, la trama

Ritratto della giovane in fiamme Marianne, pittrice di talento, viene ingaggiata per fare il ritratto di Héloise, una giovane donna che ha da poco lasciato il convento per sposare l’uomo a lei destinato. Héloise tenta di resistere al suo destino, rifiutando di posare. Su indicazione della madre, Mariane dovrà dipingerla di nascosto, fingendo di essere la sua dama di compagnia. Le due donne iniziano a frequentarsi e tra loro scatta un amore travolgente e inaspettato.

Intervista a CÉLINE SCIAMMA, regista di Ritratto della giovane in fiamme

Fino ad ora hai avuto la tendenza a confrontarti con temi contemporanei, da regista della nostra epoca quale sei. Come mai hai deciso di fare un salto indietro nel tempo e di girare un film ambientato nel XVIII° secolo?

Non è detto che qualcosa che risale a tanto tempo fa sia per questo meno rilevante oggi. Specialmente se si tratta di una storia poco conosciuta, come quella delle artiste donne, o perfino delle donne in generale. Quando mi sono immersa nello studio della documentazione per il film, sapevo pochissimo della realtà delle artiste di quell’epoca. Conoscevo solo quelle più famose di cui è provata l’esistenza: Elisabeth Vigée Le Brun, Artemisia Gentileschi o Angelica Kauffman.

La difficoltà a raccogliere informazioni e materiali d’archivio non ha però impedito che la consistente presenza di donne nel mondo dell’arte della seconda metà del XVIII° secolo emergesse con forza. Le donne pittrici erano numerose e avevano un certo successo, soprattutto grazie alla moda dei ritratti. C’erano donne esperte d’arte, rivendicazioni per una maggior uguaglianza e per una maggiore visibilità, c’era di tutto.

In questo contesto un centinaio circa di pittrici hanno avuto vite e carriere di successo. Molti dei loro lavori appaiono nelle collezioni dei più importanti musei. Ma sono rimaste escluse dalle cronache e dai resoconti storici. Quando ho scoperto le opere di queste pittrici dimenticate ho provato al tempo stesso una grande emozione e un grande dispiacere. Il dispiacere per l’anonimato totale nel quale sono stati relegati questi lavori, condannati a restare nascosti. Ho sofferto non solo per essermi resa conto di come la storia dell’arte ufficiale li abbia resi invisibili ma anche per le conseguenze: quelle immagini mi turbano e mi commuovono soprattutto perché non hanno fatto parte della mia vita.

Come hai affrontato le questioni di regia collegate alla ricostruzione storica?

Un film in costume sembra richiedere più lavoro degli altri film, perché comporta l’assunzione di persone, di tecnica, esigenze particolari, esperti, e ansie relative ad una ricostruzione fedele. In realtà il processo per la sua realizzazione è uguale a quello di tutti gli altri film. Una volta esclusi gli anacronismi, bisogna fare attenzione alla verità storica delle scene e dei costumi, così come si presta attenzione al realismo per i film contemporanei. La questione di fondo è la stessa: come l’immaginazione possa operare senza tradire la realtà.

Paradossalmente di tutti i miei film questo è quello per il quale abbiamo avuto meno da fare sui set. Abbiamo girato in un castello disabitato e non restaurato, in cui gli elementi lignei, i colori e i pavimenti sono rimasti come congelati nel tempo. Avevamo così un buon punto di partenza e abbiamo potuto dedicare maggiore attenzione agli arredi e agli oggetti di scena, ai materiali e ai tessuti.

Una sfida nuova per me è stata quella della creazione dei costumi. Riuscire a realizzarli con questo livello di precisione è stato fantastico. Specialmente perché volevo un’unica ‘uniforme’ per ciascun personaggio, una cosa su cui Dorothée Guiraud ed io ci siamo concentrate. Una specie di caratterizzazione fatta su misura, per la quale più che mai abbiamo dovuto riflettere sul significato degli abiti. La scelta del taglio e dei materiali – in particolare del loro peso – implica allo stesso tempo elementi di sociologia del personaggio e verità storica, e deve tener conto delle performance di attrici fisicamente condizionate da ciò che portano addosso. Per esempio, non avevo alcun dubbio sul fatto che l’abito di Marianne dovesse avere delle tasche. Non solo per il suo atteggiamento, ma anche perché alla fine del secolo le tasche per le donne sarebbero state proibite e sarebbero sparite. Mi piace l’idea di una figura così moderna, in un certo senso fatta riemergere, come se fosse risuscitata.

Fin da quando ho cominciato ad immaginare il film, per me la grande sfida nella ricostruzione storica ha riguardato di più la sfera intima, la rappresentazione dei sentimenti. Anche se queste donne sapevano fin dall’inizio che la loro vita era segnata, hanno vissuto qualcosa di diverso. Erano

curiose, intelligenti e volevano amare. I loro desideri esistevano, nonostante vivessero in un mondo che li negava e li proibiva. Si riappropriano dei loro corpi quando possono rilassarsi, quando si sottraggono alla vigilanza, quando sfuggono al controllo sociale, quando sono sole. Volevo restituire loro l’amicizia e i dubbi, i loro comportamenti naturali, il divertimento, il desiderio di fuggire.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, cosa funziona e cosa no nel film di J.J. Abrams

ATTENZIONE: L’ARTICOLO CONTIENE IMPORTANTI SPOILER SU STAR WARS: L’ASCESA DI SKYWALKER

star wars: l'ascesa di skywalker

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker (qui la nostra recensione) sta ricevendo alcune tra le critiche più contrastanti che siano mai state riservate ad uno dei nove film della “Saga degli Skywalker”: ciononostante, è sicuramente un film destinato ad aprire un profondo dibattito e del quale si parlerà per molto tempo.

Alcuni, ovviamente lo ameranno, mentre altri, probabilmente, lo odieranno. Ma trattandosi del finale di un arco narrativo iniziato ben 42 anni, accontentare tutti era letteralmente impossibile. Ma cosa ha funziona davvero e cosa invece no nel film di J.J. Abrams? Proviamo a spiegarvelo di seguito… ovviamente, se ancora non avete avuto modo di vedere il film, ci consigliamo di tenervi alla larga dalla lettura dell’articolo!

Cosa non funziona: Il ritorno di Luke Skyalker

Come previsto, Luke Skywalker torna ne L’Ascesa di Skywalker sottoforma di Fantasma della Forza. Ci ritroviamo davanti un personaggio decisamente più ottimista (pronto ad ammettere di aver sbagliato in riferimento ai fatti de Gli Ultimi Jedi), ma il suo ritorno non sembra avere quella risonanza a livello motivazionale così profonda all’interno della storia.

È bello vederlo agire come un mentore nei confronti di Rey, così com’è altrettanto bello vederlo far riemergere l’X-Wing dalle fosse dell’oceano: ma i pochi minuti che il personaggio ha a disposizione non sono realmente d’impatto né tantomeno riescono a rendere giustizia ad una storyline che da molti non è stata particolarmente apprezzata.

Cosa funziona: L’addio al Generale Leia

Pur avendo avuto a disposizione soltanto alcune scene tagliate da Il Risveglio della Forza, J.J. Abrams è comunque riuscito a porgere al personaggio del Generale Leia interpretato da Carrie Fisher il dovuto omaggio, dal momento che nel film la vediamo offrire alcuni importantissimi consigli a Rey mentre la allena per diventare un Jedi.

La scena della morte del personaggio è forse un tantino deludente, ma risulta comunque funzionale se inserita nel contesto della storia: la sequenza flashback al fianco del giovane Luke e l’apparizione nelle battute finale come Fantasma della Forza rendono ulteriore giustizia ad un personaggio assolutamente iconico che, sfortunatamente, non vedremo mai più.

Cosa non funziona: I nuovi personaggi

Se eravate entusiasti all’idea di vedere in azione personaggi come Jannah, Zorii Bliss e Beaumont Kin, fareste meglio a rivedere il calibro delle vostre aspettative. Si tratta dei nuovi personaggi che vedrete all’interno del film, personaggi che però non vengono minimamente approfonditi, risultando più che dimenticabili.

Di Jannah sappiamo soltanto che è un ex Stormtrooper, e nulla del suo passato ci viene rivelato; mentre Zorii Bliss sembra avere un trascorso con Poe Dameron, che viene però soltanto menzionato e subito accantonato. Tutti e tre i personaggi – incluso anche Beaumont Kin – non appaiono lungo tutto l’arco del film, ma entrano in scena soltanto quando diventano funzionali alla trama.

Cosa funziona: Addio Kylo Ren, bentornato Ben Solo

Dopo aver percepito la morte di sua madre, Kylo Ren esita e viene colpito da Rey. L’eroina usa la Forza per curarlo, ma a salvarlo sarà proprio l’intervento di sua madre, che riuscirà a ripulire il suo spirito da tutto l’odio e il rancore che lo hanno sempre accompagnato.

Ad allontanare definitivamente Kylo dal Lato Oscuro è, tuttavia, una conversazione con lo spirito di Han Solo, suo padre. È un momento bellissimo e particolarmente toccante, soprattutto per il ritorno di Harrison Ford. Ben dice a suo padre che lo ama, il quale lo interrompe riproponendo l’iconica battuta de L’impero colpisce ancora: “Lo so”.

Cosa non funziona: Il piano di Palpatine

Visivamente, il look dell’Imperatore Palpatine è sempre affascinante e capace di incutere ancora una volta la giusta dose di terrore. Non scopriamo però come abbia fatto a sopravvivere a quella caduta nella Morte Nera, e sembra che il suo corpo (reale o clonato che sia) stia cedendo: sembra che sia lui stesso ad animare il proprio cadere attraverso l’uso della Forza. Sfortunatamente, ciò che il Sith ha pianificato per Rey è sicuramente una delle più grandi delusioni del film.

Tutti i Sith vivono dentro di lui, quindi vuole che Rey lo elimini affinché possa impossessarsi dello spirito dell’eroina e governare di nuovo la Galassia. Il suo piano è decisamente ridicolo: perché sarebbe disposto a morire così, quando ha già creato con successo il Primo Ordine? Il suo desiderio di riportare l’Impero al suo antico splendere ha senso, ma ciò non fa altro che renderlo l’ennesimo cattivo monodimensionale.

Cosa non funziona: L’identità di Rey

Nel bel mezzo del film, viene rivelato che Rey è in realtà Rey Palpatine, la nipote dell’Imperatore. È una rivelazione interessante per certi versi, ma anche una svolta narrativa che non sembra del tutto necessaria. I genitori di Rey erano nobili (suo padre era il figlio di Palpatine) e l’hanno venduta per tenerla lontana dal Sith, il quale ha sempre bramato di portarla al Lato Oscuro.

Si tratta di una rivelazione che non sembra funzionare, soprattutto se messa in relazione alla scena finale del film. Dopo aver seppellito le spade laser di Luke e Leia nella fattoria dei Lars, una donna anziana chiede a Rey come si chiama e l’eroina risponde “Rey Skywalker”: è sicuramente un momento pensato per celebrare gli Skywalker, ma è innegabile quanto sia involontariamente buffo.

Cosa funziona: La battaglia con le spade laser

Si possono recriminare tante cose a L’Ascesa di Skywalker, ma l’azione nel film non viene mai a mancare, soprattutto quanto si tratta di mettere in scena delle grandi sequenze di battaglia.

Uno dei momenti culminanti del film è sicuramente il duello con le spade laser tra Rey e Kylo Ren in mezzo ai resti della Morte Nera, mentre l’oceano si scatena intorno a loro. È un momento tesissimo ed eccitante, forse non così orchestrato alla perfezione come le battaglie che abbiamo visto nella trilogia prequel, ma che sicuramente farà la gioia dei fan.

Cosa non funziona: Il tradimento del Generale Hux

Uno dei maggiori problemi del film è sicuramente la leggerezza con la quale sono state gestite alcune svolte narrative importanti, come ad esempio quando si scopre che il Generale Hux è in realtà la spia all’interno del Primo Ordine che ha divulgato una serie di informazioni alla Resistenza. Si tratta di una svolta spiegata male, alla cui base non sembra esserci una reale motivazione (Hux vuole solo che Kylo Ren perda?) e che non ha alcun tipo di impatto reale sulla restante parte della storia.

Hux si rivela un traditore ma viene ucciso poco dopo: alla fine, le sua azioni saranno utili soltanto alla fuga degli eroi, cosa che probabilmente sarebbe potuta accadere anche senza il suo intervento.

Cosa funziona: L’addestramento Jedi del Generale Leia

Nel film assistiamo ad un bellissimo flashback in cui vediamo un giovane Luke addestrare una giovane Leia, flashback che ci permette di scoprire che il Generale aveva rinunciato alla sua spada laser perché aveva avuto una visione della morte di suo figlio.

Si tratta di un momento che i fan erano ansiosi di vedere… sicuramente, la spada laser di Leia diventerà un must-have per tutti i collezionisti della saga. Peccato che lo stesso trattamento non sia stato riservato alla storia dell’Imperatore e al suo ritorno.

Cosa non funziona: Le morti dei personaggi

Se c’è la morte di un personaggio che funziona davvero bene all’interno del film è sicuramente quella di Ben Solo. Il modo in cui si sacrifica per salvare Rey è tanto commovente quanto straziante e il bacio che i due si scambiano suggerisce in che direzione si sarebbe potuta evolvere la loro relazione. Il fulmine di Palpatine che si riflette su di lui e lo trasforma in cenere aggiunge ancora più coerenza e dignità alla morte del personaggio.

Ciò che non funziona sono le altre morti apparenti disseminate lungo tutto il film. Quando pensi che il sia morto perché Rey ha usato impropriamente la Forza, in realtà si scopre che il Wookiee era solo su un’altra nave. E quando pensi che C-3PO si sia sacrificato in nome di un bene più grande, ecco che viene fuori che R2-D2 è in grado di ripristinarlo; e ancora, quando pensi che Zorii Bliss sia morta per mano dell’Ordine Finale… in realtà è sopravvissuta, ma alla cosa non viene fornita alcuna spiegazione.

Cosa non funziona: Rimediare agli errori de Gli Ultimi Jedi

Non si può negare che Rian Johnson abbia commesso alcuni grossi errori ne Gli Ultimi Jedi, ma gran parte di ciò che ha fatto – sia nel bene che nel male – ha preparato il terreno per ciò che abbiamo visto ne L’Ascesa di Skywalker. Se da un lato il film di Johnson sembra che venga omaggiato da Abrams in molti modi, dall’altro il regista sembra volerlo mettere da parte, dando più volte allo spettatore la sensazione che L’Ascesa di Skywalker sia un sequel diretto de Il Risveglio della Forza. 

Il personaggio di Rose interpretato da Kelly Marie Tran non è stato particolarmente amato dai fan, ma nel film di Abrams diventata davvero un personaggio di contorno: neanche la sua storia d’amore con Finn riesce a conquistarsi lo spazio giusto all’interno del film. A quanto pare Abrams e Chris Terrio hanno preferito continuare a struggere Finn per Rey, piuttosto che approfondire la sua storia con Rose.

Cosa non funziona: I Cavaliere di Ren

La trama de L’Ascesa di Skywalker è costellata di MacGuffin e di momenti particolarmente intriganti. Ciononostante, ai Cavalieri di Ren sarebbe stato opportuno dedicare una maggiore attenzione, invece che renderli delle semplice pedine sullo sfondo.

Cosa ha spinto Ben Sono a diventare Kylo Ren? Chi sono i misteriosi guerrieri del suo esercito e perché si rivolta così facilmente contro il loro capo? Sono domande che hanno trovato risposta in una serie a fumetti a loro dedicato, ma non sul grande schermo. Così, i Cavaliere di Ren finiscono per non avere alcun impatto sulla trama… per non parlare del fatto che non sono neanche protagonisti di chissà quali epiche sequenze d’azione!

Fonte: ComicBookMovie

Pinocchio, recensione del film di Matteo Garrone

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Pinocchio, recensione del film di Matteo Garrone

Narratore del realismo sempre intriso di un’aura di tenerezza e magia, Matteo Garrone si confronta per la prima volta nella sua carriera con la fiaba pura, quel Pinocchio di Carlo Collodi che rappresenta l’ossatura della tradizione letteraria italiana per ragazzi. Dopo il trionfo di critica e pubblico di Dogman, Garrone si impegna, finalmente, in quello che per lui è stato il progetto della vita, e lo fa partendo dal testo. La prima cosa che si evince dalla sua lettura di Pinocchio è che si tratta di una rappresentazione abbastanza fedele alle pagine, ma che comunque racconta una storia che interessa più a Matteo che a Carlo.

Nel lavoro che Matteo Garrone compie su Pinocchio cogliamo la volontà del regista di mettere a fuoco non tanto gli aspetti educativi della fiaba sul piano delle regole e della disciplina, che il burattino deve imparare per diventare un bambino vero, quanto quelli relativi alla crescita umana ed empatica del burattino/bambino. A Garrone interessa non che Pinocchio diventi uno studente e un figlio ubbidiente (non solo, almeno), ma che impari la bontà e la compassione, l’impegno a prendersi cura degli altri.

La storia di Pinocchio

La storia ricalca quasi completamente il testo, ad eccezione di poche sequenze che si è scelto di non includere. Geppetto, falegname poverissimo, riceve da Mastro Ciliegia un ceppo di pino, dal quale ricava un bellissimo burattino di legno che battezza Pinocchio. Il burattino si rivela da subito senziente, vivace, discolo, ma risveglia immediatamente la paternità nel vecchio falegname solitario che da subito sacrifica tutto ciò che ha, ben poco a dire il vero, per permettere al figlio di andare a scuola.

Pinocchio però non entrerà mai in classe, attirato dal teatrino di burattini di Mangiafuoco, lì verrà preso prigioniero del burattinaio, ma riuscirà a commuovere il suo cuore e a farsi liberare, addirittura con un regalo di 5 zecchino d’oro, da portare al suo povero babbo. Sulla strada per casa, Pinocchio si fa abbindolare da Gatto e Volpe, due cialtroni truffaldini, e così via, passando per l’intervento della Fata Turchina, la visita al Paese dei Balocchi con Lucignolo, la pancia del Pescecane e il lieto fine che tutti conosciamo.

Il Pinocchio “realistico” di Garrone

pinocchio recensioneNonostante si tratti del più fantastico dei suoi racconti cinematografici, Garrone infonde un realismo estremo alla storia, dall’utilizzo di scenografie prevalentemente naturali, alla scelta di volti caratteristici, salvo poi rendere antropomorfi i personaggi animaleschi che Pinocchio incontra nelle sue peripezie. Garrone gioca ancora una volta con realtà e fiaba, sovrapponendo le due visioni e giocando con lo spettatore.

Non calca la mano su ciò che potrebbe essere spaventoso, e nella storia di Collodi ce ne sono di momenti così, né spettacolarizza gli eventi che si presterebbero a evoluzioni e utilizzo di effetti visivi roboanti, rimane su un registro lineare e rassicurante, alla ricerca di una purezza dell’immagine e del linguaggio che si rispecchia nel Pinocchio di Federico Ielapi, sincero seppure disobbediente, mai in mala fede, completamente inesperto del mondo e che alla fine impara che non è tanto il seguire le regole che conta, quanto il capire per cosa vale la pena lottare e faticare.

Il linguaggio di Matteo Garrone è dolce, delicato, affettuoso e devoto, come il Geppetto di Roberto Benigni, ricco solo dell’amore che nutre per la sua creatura e dello struggimento che prova quando il burattino scappa di casa.

Con Pinocchio, il regista romano si cimenta con la memoria collettiva popolare, e riesce ad imporre la sua visione sulla storia, sui personaggi, suoi volti e sui paesaggi senza rompere la tradizione, ma insinuandosi nell’immaginario condiviso, rimanendo autentico e fedele al proprio sguardo.

The Falcon and the Winter Soldier: ecco il nuovo costume di Bucky

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Continuano le riprese di The Falcon and the Winter Soldier, la serie Marvel in arrivo il prossimo anno su Disney+, che avrà come protagonisti i personaggi di Sam Wilson e Bucky Barnes, interpretati nel MCU da Anthony Mackie e Sebastian Stan.

Proprio quest’ultimo è al centro delle nuove immagini dal set allestito ad Atlanta e diffuse online da JustJared. Le foto sono particolarmente interessanti perché ci mostrano per la prima volta Stan sfoggiare il nuovo costume di Bucky: il costume non è in realtà molto dissimile dalla versione che abbiamo visto nei film dell’Universo Cinematografico Marvel, ma è comunque arricchito da tutta una serie di particolari dettagli, incluso il fatto che permette al Soldato d’Inverno di sfoggiare il braccio metallico realizzato per lui in Wakanda.

Nelle nuove immagini dal set, che potete ammirare di seguito, appaiono anche Anthony Mackie e Daniel Bruhl, che torna nei panni del Barone Zemo:

LEGGI ANCHE – The Falcon and The Winter Soldier: ci sarà anche Chris Evans?

Vi ricordiamo che nel cast di The Falcon and The Winter Soldier è previsto anche il ritorno di due volti noti dell’universo cinematografico, ovvero Emily VanCamp, Sharon Carter in Captain America: The Winter Soldier e Civil War Daniel Bruhl, nei panni del Barone Zemo.

Per quanto concerne la serie, il lancio è fissato in autunno 2020 e Kari Skogland (The Handmaid’s Tale, Penny Dreadful, Boardwalk Empire, The Killing, The Walking Dead, Fear the Walking Dead, Under the Dome, Vikings, The Americans, House of Cards e The Punisher) dirigerà tutti i sei episodi.

Probabile, visti gli esiti di Avengers: Endgame, che lo show si concentrerà sulla dinamica  del rapporto tra le due figure più vicine a Captain America (nonché suoi eredi) e sulle imprese dei supereroi per garantire la sicurezza mondiale.

Star Wars: Spotify rivela i brani più ascoltati dalle colonne sonore

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A quanto pare, il brano proveniente dalle colonne sonore della saga di Star Wars più ascoltato su Spotify appartiene a Episodio I – La minaccia fantasma, da sempre etichettato come il capito meno riuscito di tutto il franchise. Il servizio di streaming ha infatti svelato i dati relativi alle musiche più ascoltate di Guerre Stellari in occasione dell’imminente release della colonna sonora di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, l’ultimo capitolo della trilogia sequel uscito ieri nelle nostre sale.

Stando a Spotify, la traccia più “streammata” di tutte quelle presenti all’interno delle varie colonne sonore degli episodi dell’amatissima saga fantascientifica è la memorabile “Duel of the Fates”, composta da John Williams e presente durante il combattimento con le spade laser tra i personaggi di Qui-Gon Jinn (Liam Neeson), Obi-Wan Kenobi (Ewan McGregor) e Darth Maul (Ray Park), sicuramente uno dei momenti più riusciti e di maggiore tensione dell’intera pellicola.

Al secondo posto si trova invece il romantico tema di Anakin e Padme “Across the Stars” da Episodio II – L’attacco dei cloni, seguita dall’iconica “The Imperial March” di Darth Vader, che ha fatto la sua prima apparizione in Episodio V – L’impero colpisce ancora.  Altre tracce che hanno totalizzato un numero assai rilevante di ascolti sono “Rey’s Theme” da Il Risveglio della Forza e “Battle of the Heroes” da La vendetta dei Sith.

Il sito di Spotify ha rivelato che gli utenti hanno “streammato” la colonna sonora di Star Wars per un totale di 6.7 milioni di ore a partire dal 2015; è stato inoltre rivelato che il 4 maggio – il giorno dello Star Wars Day – è il momento dell’anno in cui gli utenti ascoltano maggiormente le iconiche musiche della saga.

LEGGI ANCHE – Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, recensione del film conclusivo della saga

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.” 

Fonte: ScreenRant

C’era una volta a Hollywood: il retroscena della scena del lanciafiamme

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Leonardo DiCaprio e Brad Pitt si sono ritrovati a Los Angeles in occasione di un recente evento dedicato a C’era una volta a Hollywood, l’ultima fatica di Quentin Tarantino. Nel film DiCaprio è protagonista di ben due scene che lo vedono impegnato ad usare un lanciafiamme: la prima è durante le riprese di un film che vede protagonista Rick Dalton, la seconda è quando il personaggio – ignaro dell’invasione da parte dei seguaci di Charles Manson nella sua abitazione – elimina uno di loro utilizzando proprio quell’arma.

A proposito delle realizzazione di quelle scene, Leonardo DiCaprio ha rivelato degli aneddoti interessanti: “Il primo giorno che ho usato quel lanciafiamme è stato davvero un incubo, perché avevano creato questa specie di canale – e a proposito, tutti i più grandi stuntmen nella storia di questa città si sono presentati sul set per quella scena. È stato fantastico.”

L’attore – che per la sua interpretazione di Rick Dalton ha ricevuto una nomination ai Golden Globes 2020, ai SAG Awards 2020 e ai Critics’ Choice Awards – ha poi aggiunto: “Ho dovuto realmente colpirli con un vero lanciafiamme e bruciarli tutti. Mi sono sentito davvero in colpa nei loro confronti, e subito dopo ho iniziato a sentirmi male nei confronti di me stesso, perché tutto quel calore mi ritornava dritto in faccia. Da quel giorno ho iniziato ad avere dei mal di testa cronici. Sapevo che avrei dovuto girare un’altra scena con il lanciafiamme, ma almeno stavolta sarebbe stato all’aria aperta.”

È poi intervenuto anche Brad Pitt, che divertito ha ricordato: “Mi è venuto da ridere quando ho letto il lanciafiamme nel programma della giornata. Diceva: ‘LDC prove lanciafiamme’. E ricordo di aver pensato: ‘Oh, sarà una situazione terribile’.”

Ricordiamo che C’era una volta a Hollywood ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt. Il film ha inoltre ricevuto 4 candidature ai SAG Awards 2020 e ben 12 candidature ai Critics’ Choice Awards.

LEGGI ANCHE – C’era una volta a Hollywood: ecco la scena improvvisata da DiCaprio

La storia di C’era una volta a Hollywood si svolge a Los Angeles nel 1969, al culmine di quella che viene chiamata “hippy” Hollywood. I due protagonisti sono Rick Dalton (Leonardo DiCaprio), ex star di una serie televisiva western, e lo stunt di lunga data Cliff Booth (Brad Pitt). Entrambi stanno lottando per farcela in una Hollywood che non riconoscono più. Ma Rick ha un vicino di casa molto famoso…Sharon Tate.

Nel cast Brad Pitt, Margot Robbie, Leonardo DiCaprio, Damian LewisDakota FanningNicholas Hammond, Emile Hirsch, Luke PerryClifton Collins Jr.Keith Jefferson, Timothy Olyphant, Tim Roth, Kurt Russell Michael MadsenRumer Willis, Dreama WalkerCosta Ronin, Margaret Qualley, Madisen Beaty Victoria Pedretti. Infine Damon Herriman sarà Charles Manson. Il film segnerà anche l’ultima apparizione cinematografica di Luke Perry, morto lo scorso 4 marzo.

Ho lavorato alla sceneggiatura per cinque anni, e vissuto nella contea di Los Angeles per gran parte della mia vita, anche nel 1969, e all’epoca avevo sette anni“, ha dichiarato Tarantino. “Sono davvero felice di poter raccontare la storia di una città e di una Hollywood che non esistono più, e non potrei essere più entusiasta dei miei due attori protagonisti.

Fonte: Variety

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Daisy Ridley in lacrime a causa del film

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è arrivato ieri nelle sale italiane e domani farà il suo debutto anche in America. Nonostante il film sia stato accolto dalla critica internazionale in maniera contrastante, è innegabile quanto rappresenti per tutti i fan della saga un’appuntamento davvero speciale, dal momento che segna la fine di un’arco narrativo durato ben 42 anni.

Altrettanto speciale è il significato che il progetto assume per tutti coloro che sono stati coinvolti nella realizzazione di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, a partire dalla Lucasfilm, dal regista J.J. Abrams e dalla crew, fino ad arrivare naturalmente al cast, per il quale Episodio IX deve aver sicuramente rappresentato una grande sfida dal punto di vista emotivo.

Ne sa qualcosa Daisy Ridley, interprete del personaggio fulcro della trilogia sequel, ossia Rey, che in una recente intervista con Entertainment Tonight ha rivelato di essere dovuta scappar via dalla premiere mondiale del film perché sopraffatta dalle emozioni: l’attrice ha spiegato di aver provato ad allontanarsi dalla folla dopo la fine della visione del film, per poter piangere in solitudine e regalarsi un momento “privato” in cui lasciar andare tutte le emozioni legate alla fine di un’esperienza professionale e personale di valore certamente inestimabile.

“Eravamo tutti un po’ sconvolti”, ha spiegato Daisy Ridley. “Stavo cercando di allontanarmi dagli altri e scappare in macchina per poter piangere da sola, ma la produttrice Michelle Rejwan e lo sceneggiatore Chris Terrio mi hanno detto: ‘No, dai. Continua!’. Allora io gli ho detto: ‘Non voglio piangere di fronte e voi. Voglio solo salire in macchina’.”

L’attrice ha poi aggiunto: “È un’esperienza che ti risucchia le energie. Sei talmente coinvolto quando giri i film che elabori tutte le emozioni soltanto alla fine. Quindi, all’improvviso, ti ritrovi sopraffatto e pensi: ‘O mio Dio! È tutto così travolgente!’.”

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Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Resident Alien 1×01: foto dal pilot

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Resident Alien 1×01: foto dal pilot

Il canale americano SyFY ha diffuso le foto promozionali di Resident Alien 1×01, il pilot dell’annunciata serie tv Resident Alien, basata sull’omonima serie a fumetti di Dark Horse Comics.

Resident Alien Resident Alien 1x01

 

Resident Alien 1×01

Resident Alien è l’annunciata nuova serie tv basata sull’omonimo fumetto della Dark Horse Comics creato da Peter Hogan e Steve Parkhouse.

Prodotto Universal Content Productions (UCP), in associazione con Amblin TV e Dark Horse Entertainment, Resident Alien è stata adattata per la televisione dal produttore esecutivo Chris Sheridan (Family Guy). Mike Richardson (Hellboy) e Keith Goldberg (The Legend of Tarzan) di Dark Horse Entertainment (The Umbrella Academy), e Justin Falvey e Darryl Frank (The Americans) di Amblin Television saranno anche produttori esecutivi. David Dobkin ha prodotto e diretto il pilota.

Resident Alien racconterà la contorta e divertente storia di un alieno atterrato e schiantatosi sulla terra di nome Harry (Alan Tudyk) che, dopo aver assunto l’identità di un medico del Colorado, inizia lentamente a lottare con la morale dilemma della sua missione segreta sulla Terra: in definitiva porre la domanda “Vale la pena salvare gli esseri umani?”

In Resident Alien protagonisti sono Alan Tudyk nel ruolo di Harry. Fanno parte del cast anche Sara Tomko (Once Upon a Time), Corey Reynolds (The Closer), Alice Wetterlund (Popolo della Terra) e Levi Fiehler (Martian).

The Suicide Squad: quando vedremo le prime immagini del film?

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The Suicide Squad: quando vedremo le prime immagini del film?

C’è davvero tantissima attesa per The Suicide Squad, il riavvio cinematografico dei personaggi appartenenti alla celebre organizzazione segreta dei fumetti DC. Soprattutto, i fan non vedono l’ora di scoprire l’approccio di James Gunn – regista di Guardiani della Galassia – ad un’universo cinematografico che, almeno fino ad oggi, si è dimostrato essere parecchio lontano da quello della Marvel.

Sappiamo che le riprese del film sono attualmente in corso, ma non sappiamo ancora quando vedremo ufficialmente le prime immagini del film. In occasione dell’ultima edizione del Brazilian Comic Con, James Gunn aveva inviato un filmato a tutti i presenti all’evento nerd per scusarsi della sua assenza e per confermare che il film sarebbe stato presentato alla convention il prossimo anno.

Sembra dunque che dovremo attendere ancora un po’ prima di vedere qualcosa di ufficiale in merito a The Suicide Squad, cosa che lo stesso Gunn ha ribadato di recente attraverso il suo account Instagram. In risposta ad un fan che gli ha chiesto proprio quando sarà disponibile il primo materiale ufficiale del film, il regista e sceneggiatore ha confermato che “ci vorrà ancora un po’!”.

Sempre in risposta ad un altro fan, curioso di sapere se il personaggio di King Shark sarà effettivamente presente nel film (dopo che il regista aveva postato la foto di una torta natalizia decorata con alcuni personaggi della Task Force, incluso Re Squalo), Gunn ha risposto in maniera decisamente criptica, con un’emoji che ha palesemente sottolineato il fatto che lo stesso non posso rivelare la cosa.

Potete vedere gli screenshot con le risposte di James Gunn di seguito:

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Il cast ufficiale di The Suicide Squadcomprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi e John Cena. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Secondo le ultime indiscrezioni, Nathan Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento metallico antigravità.

Altri nomi circolati nelle ultime settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano che Sean Gunn potrebbe vestire i panni di Weasel e Flula Borg quelli di Javelin; Pete Davidson potrebbe interpretare Blackguard, mentre Michael Rooker Savant.

Fonte: ComicBook, ComicBook

Keanu Reeves ha iniziato ad allenarsi per John Wick 4 e Matrix 4

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Keanu Reeves ha iniziato ad allenarsi per John Wick 4 e Matrix 4

Il 2021 sarà un’annata decisamente importante nella carriera di Keanu Reeves: non solo è atteso nelle sale il quarto capitolo della saga di John Wick, ma il noto attore tornerà anche nei panni di Neo nel quarto attesissimo episodio della saga di MatrixL’aspetto ancora più interessante è che entrambi i film usciranno al cinema lo stesso giorno: il 21 marzo!

Quello di Neo in Matrix è probabilmente uno dei ruoli più celebri ed amati dell’intera filmografia di Keanu Reeves, mentre John Wick si è rivelato – contro ogni previsione – un franchise di enorme successo. Nonostante la produzione di entrambi i film non sia ancora partita, pare che Reeves prenda il suo lavoro molto seriamente: come emerso via Instagram nelle ultime ore, infatti, l’attore ha già iniziato ad allenarsi in vista dell’inizio delle riprese di entrambe le pellicole, che a questo punto dovrebbero essere imminenti.

L’account Instagram ufficiale del team di esperti che sta seguendo Keanu Reeves nella preparazione per i nuovi John Wick e Matrix, ha pubblicato uno scatto che ritrae alcuni trainer proprio insieme all’attore. Nella didascalia che ha accompagnato l’immagine, è possibile leggere: “Keanu Reeves ha iniziato ad allenarsi per John Wick 4 e Matrix 4!”

Potete vedere il post di seguito:

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Matrix 4 vedrà nel cast il ritorno di Keanu Reeves, Carrie-Ann Moss e Jada Pinkett-Smith al fianco delle new entry Yahya Abdul-Mateen II, Neil Patrick Harris, Jonathan Groff, Jessica Henwick e Toby Onwumere.

Il nuovo capitolo del franchise sarà diretto da Lana Wachowski. La sceneggiatura del film è stata firmata a sei mani con Aleksandar Hemon e David Mitchell, mentre diverse fonti sostengono che le riprese dovrebbero iniziare nei primi mesi del 2020. “Molte delle idee che Lilly ed io abbiamo esplorato vent’anni fa a proposito della nostra realtà sono ancora più rilevanti ora. Sono molto felice di avere questi personaggi nella mia vita e sono grata per questa possibilità di lavorare ancora con i miei brillanti amici“, ha detto la Wachowski.

Per quanto riguarda, invece, John Wick 4, al momento non sono stati svelati dettagli sul nuovo film. L’ultimo film della saga, John Wick 3 – Parabellum, è uscito nelle sale lo scorso maggio. Al fianco di Keanu Reeves una misteriosa Halle Berry e, tra gli altri, Anjelica HustonLaurence Fishburne e Ian McShane. Il film è stato diretto ancora una volta da Chad Stahelski, regista anche del secondo episodio.

Tenet: prime immagini ufficiali del film di Christopher Nolan

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Tenet: prime immagini ufficiali del film di Christopher Nolan

Sono state diffuse da Entertainment Weekly le prime immagini ufficiali di Tenet, il misterioso nuovo film di Christopher Nolan che vede protagonista John David Washington insieme a Robert Pattinson e Elizabeth Debicki. Eccoli tutti e tre nelle foto:

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Con Tenet, i fan stanno pensando che la fine di Inception è stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception, consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenet potrebbe rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari in Inception è andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.

Forse gli eventi di Inception hanno avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.

È possibile, anzi probabile, che Tenet sia completamente scollegato da Inception. Una delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet fosse davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.

La Warner Bros ha annunciato che sono iniziate le riprese di Tenet, che ora è ufficialmente il titolo del prossimo film segreto di Christopher Nolan. Lo Studio ha anche aggiunto che Michael Caine, Kenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson e Clémence Poésy si sono uniti al cast, guidato da John David Washington insieme a Robert Pattinson e Elizabeth Debicki.

Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono ora in corso.

Lo studio ha già fissato la data di uscita per il 17 luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip produttore esecutivo. Il team di Tenet include il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.

Per questa volta, la colonna sonora del film di Christopher Nolan sarà composta da Ludwig Göransson, vincitore del premio Oscar per la colonna sonora di Black Panther.

Marine Vacth: 10 cose che non sai sull’attrice

Marine Vacth: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre per i suoi ruoli in film francesi, l’attrice e modella Marine Vacth sarà presto nota anche in Italia per il ruolo della Fata Turchina nel film Pinocchio, di Matteo Garrone. L’attrice sfoggia così una continua versatilità che, accompagnata dalla sua bellezza, le ha permesso negli ultimi anni di affermarsi nell’industria cinematografica, in particolar modo in alcuni film di odierni autori francesi.

Ecco 10 cose che non sai su Marine Vacth.

Marine Vacth: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film francesi. L’attrice debutta al cinema nel 2011 con il film Ma part du gâteau. Recita poi in Ce que le jour doit à la nuit (2012) e raggiunge una prima popolarità con il ruolo da protagonista in Giovane e bella (2013). Successivamente recita nei film Belles familles (2015), La confession (2016) e Doppio amore (2017), con cui viene ulteriormente celebrata. Sempre nel 2017 recita in Si tu voyais son coeur, mentre nel 2019 è tra le protagoniste del film Pinocchio.

2. Reciterà in una serie TV. Nel futuro dell’attrice vi è la partecipazione ad un serie TV intitolata Moloch, di genere thriller ma la cui trama è ancora segreta. La serie è attualmente in fase di riprese.

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Marine Vacth è su Instagram

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo seguito da 13,6 mila persone. All’interno di questo la Vacth è solita condividere scatti realizzati per servizi di moda, ma anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete.

Marine Vacth ha un fidanzato

4. È impegnata in una relazione sentimentale. L’attrice è attualmente fidanzata con il fotografo francese Paul Schmidt. I due sono molto riservati circa la loro vita sentimentale, tenuta lontano da quella lavorativa a tal punto da non condividere nulla sui rispettivi social.

5. Ha avuto un figlio. Con il compagno l’attrice ha avuto un figlio nel marzo del 2014. L’attrice ha dichiarato che la maternità le ha permesso di scoprire nuovi aspetti del suo lavoro. Allo stesso modo però, da quel momento cerca di ritagliarsi quanto più tempo possibile per stare accanto alla famiglia.

Marine Vacth in Pinocchio

6. Ha sostituito un’altra attrice. L’attrice francese nel film Pinocchio interpreta il ruolo della Fata Turchina. Tale personaggio era inizialmente stato affidato all’attrice italiana Matilda De Angelis, la quale ha tuttavia dovuto rinunciare per via di altri impegni. A quel punto il regista ha scelto la Vacth per la purezza dei suoi tratti somatici.

7. Non ha ricevuto particolari indicazioni. Nel costruire il suo personaggio l’attrice ha dichiarato che il regista le ha suggerito di affidarsi più al racconto di Collodi, che parla da sé, che non a sue particolari indicazioni. L’unica fornitale, è stata quella di comportarsi con Pinocchio come avrebbe fatto da madre con suo figlio.

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Marine Vacth e François Ozon

8. È divenuta celebre grazie al celebre regista. La Vacth deve la sua popolarità ai ruoli nei film del regista francese Ozon, ovvero Giovane e bella e Doppio amore. In questi l’attrice interpreta ruoli da femme fatale, mostrandosi in più occasioni senza veli in scandalose scene erotiche.

9. Non si aspettava di fare scandalo. Per le scene nel film Doppio amore, sono nati numerosi dibattiti durante il Festival di Cannes, dove il film era presentato. Pur consapevole di lavorare sul filo del rasoio con Ozon, l’attrice ha dichiarato di non aspettarsi una simile accoglienza, poiché per lei le scene di sesso non hanno nulla di eccezionale, e veste la nudità come un costume di scena.

Marine Vacth età e altezza

10. Marine Vacth è nata a Parigi, in Francia, il 9 aprile 1991. L’attrice è alta complessivamente 171 centimetri.

Fonte: IMDb

A quiet place Parte II: il primo teaser con Emily Blunt

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A quiet place Parte II: il primo teaser con Emily Blunt

Poche ore fa abbiamo visto la prima immagine ufficiale di A Quiet Place 2che ci mostra Emily Blunt di nuovo nei panni di Evelyn Abbott: nello scatto è possibile vedere l’attrice insieme ai piccoli attori che nel sequel tornano ad interpretare i suoi figli, Marcus Abbott (Noah Jupe) e Beau Abbott (Cade Woodward); la foto ci mostra anche Evelyn stringere tra le braccia il nuovo arrivato all’interno della famiglia Abbott. Ecco invece di seguito il primo teaser trailer del film:

John Krasinski, il regista, ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche del suo predecessore: “Amo l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”

A Quiet Place 2 arriverà nelle sale il 15 maggio 2020. Le vicende del primo capitolo seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono determinate a trovare un modo per proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di contrattaccare.

L’Amica Geniale. Storia del nuovo cognome, in anteprima al cinema i primi due episodi

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Arrivano al cinema in anteprima esclusiva come evento speciale solo il 27, 28 e 29 gennaio (elenco delle sale a breve su www.nexodigital.it) i primi due episodi della nuova stagione de L’AMICA GENIALE. Storia del nuovo cognome, la serie di Saverio Costanzo, tratta dal best seller di Elena Ferrante, edito da Edizioni E/O, in onda su Rai1 dal 10 febbraio. Un appuntamento unico per far vivere ai fan in anteprima sul grande schermo e condividere con tutti gli altri appassionati i nuovi episodi della saga che ha conquistato oltre dieci milioni di lettori in tutto il mondo.

Gli eventi del secondo libro de L’amica geniale riprendono esattamente dal punto in cui è terminata la prima stagione. Lila (Gaia Girace) ed Elena (Margherita Mazzucco) hanno sedici anni e si sentono in un vicolo cieco. Lila si è appena sposata ma, nell’assumere il cognome del marito, ha l’impressione di aver perso sé stessa. Elena è ormai una studentessa modello ma, proprio durante il banchetto di nozze dell’amica, ha capito che non sta bene né nel rione né fuori. Nel corso di una vacanza a Ischia le due amiche ritrovano Nino Sarratore (Francesco Serpico), vecchia conoscenza d’infanzia diventato ormai studente universitario di belle speranze. L’incontro, apparentemente casuale, cambierà per sempre la natura del loro legame, proiettandole in due mondi completamente diversi. Lila diventa un’abile venditrice nell’elegante negozio di scarpe della potente famiglia Solara al centro di Napoli; Elena, invece, continua ostinatamente gli studi ed è disposta a partire per frequentare l’università a Pisa. Le vicende de L’amica geniale ci trascinano nella vitalissima giovinezza delle due ragazze, dentro il ritmo con cui si tallonano, si perdono, si ritrovano.

“L’AMICA GENIALE – STORIA DEL NUOVO COGNOME” (8 episodi da 50’) è prodotta da The Apartment e Wildside, parte di Fremantle, e da Fandango in collaborazione con Rai Fiction, in collaborazione con HBO Entertainment e in co-produzione con Umedia. La serie ha visto la partecipazione di 125 attori e migliaia di comparse, circa 8500 maggiorenni e 860 minorenni, e la realizzazione di circa 2.000 costumi tra realizzazioni originali e di repertorio.

L’evento al cinema, con la proiezione dei primi due episodi della serie, è distribuito in esclusiva da Nexo Digital solo il 27, 28 e 29 gennaio con i media partner Radio DEEJAY e MYmovies.it.

La terra dei figli: terminate le riprese del film dal graphic novel di Gipi

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Sono terminate le riprese de La terra dei figli, il nuovo film di Claudio Cupellini tratto dall’omonimo graphic novel di Gipi, con un cast formato da Leon de La Vallée, Paolo Pierobon, Maria Roveran, Fabrizio Ferracane, Maurizio Donadoni, Franco Ravera, con Valerio Mastandrea e con Valeria Golino.

Di seguito la prima immagine dal film:

“Il film La terra dei figli è una storia di formazione in cui la bellezza e la meraviglia, rappresentate da un adolescente solo al mondo, combattono contro le tenebre di una terra che sembra implacabilmente ostile. Il film che abbiamo appena terminato di girare è però anche una storia di avventura titanica e appassionante, un grande viaggio fisico e sentimentale, che parla di argomenti che appartengono sempre più al sentire comune: il futuro del mondo che lasceremo ai nostri figli e l’importanza della memoria”. Claudio Cupellini.

Scritto da Filippo Gravino, Guido Iuculano e dallo stesso Cupellini, La terra dei figli è una produzione Indigo Film con Rai Cinema, in coproduzione con WY Productions. L’omonima graphic novel di Gipi è edita da Coconino Press/Fandango. Si ringraziano la Polesine Film Commission e l’Emilia-Romagna Film Commission per il prezioso supporto in fase di riprese.

Saint Maud: lo spaventoso trailer dell’horror dai produttori di Hereditary

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L’A24 Films ha diffuso il trailer ufficiale di Saint Maud, lo spaventoso horror esordio alla regia di Rose Glass. Protagonisti del film presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival sono Morfydd Clark e Jennifer Ehle. L’uscita è prevista nel Regno Unito il 1° maggio 2020 da StudioCanal.

Saint Maud racconta del”infermiera dell’ospedale Hospice Maud ( Morfydd Clark ) che si è recentemente convertita al cattolicesimo romano ed è preoccupata di poter essere posseduta quando si infatua di Amanda (Jennifer Ehle), ex ballerina alle sue cure.

Nel cast protagonisti sono Morfydd Clark nel ruolo di Maud, Jennifer Ehle nel ruolo di Amanda, Lily Knight come Joy, Lily Frazer nel ruolo di Carol, Turlough Convery come Christian, Rosie Sansom nel ruolo di Ester, Marcus Hutton come Richard, Carl Prekopp come un senzatetto e Noa Bodner nel ruolo di Hilary.

Matteo Garrone: 10 cose che non sai sul regista

Tra i più influenti registi dell’attuale panorama cinematografico vi è Matteo Garrone, che più di altri negli ultimi anni si è speso per portare in sala un cinema quanto più variegato possibile. Dalle dure atmosfere di Gomorra a quelle fiabesche di Il racconto dei racconti. Dal difficile contesto di periferia di Dogman al classico di Collodi, Pinocchio. Garrone ha sempre scelto con cura i propri progetti, ottenendo in più occasioni un ottimo riscontro di critica e pubblico.

Ecco 10 cose che non sai di Matteo Garrone.

Matteo Garrone: i suoi film

1. Ha diretto film italiani di grande successo. Garrone esordisce al cinema con il film Terra di mezzo (1996), a cui seguono Ospiti (1998) ed Estate romana (2000). Nel 2002 arriva la svolta nel momento in cui dirige il film L’imbalsamatore, che gli fa ottenere buoni riscontri di critica e pubblico. Nel 2004 dirige poi Primo amore, e nel 2008 raggiunge il grande successo con il film Gomorra, interpretato, tra gli altri, dall’attore Toni Servillo. Successivamente dirige poi i film Reality (2012) e Il racconto dei racconti (2015). Nel 2018 conosce nuova fama con il film Dogman, e nel 2019 esce il suo nuovo film, Pinocchio, con protagonista Roberto Benigni.

2. Ha ricoperto il ruolo di produttore. Garrone ha in seguito ricoperto anche il ruolo di produttore per alcuni suoi film, nello specifico per Reality, Il racconto dei racconti, Dogman e Pinocchio. Ha inoltre prodotto il film Pranzo di ferragosto di Gianni Di Gregorio.

3. Non è solo un regista. Garrone è noto per non aver ricoperto solo il ruolo di regista. In più occasioni si è infatti cimentato anche come operatore, direttore della fotografia, costumista e scenografo. È inoltre l’autore di tutte le sceneggiature dei film da lui diretti.

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Matteo Garrone: la sua vita privata

4. È stato sposato. L’autore di Gomorra è stato sposato con Nunzia De Stefano, a sua volta regista. I due hanno in seguito divorziato, dichiarando tuttavia di essere rimasti in buoni rapporti, tanto da trovarsi ancora oggi a collaborare insieme ad alcuni progetti cinematografici.

Matteo Garrone ha lavorato come pittore

5. Aveva intrapreso una diversa carriera artistica. Dopo essersi diplomato al liceo artistico, Garrone attraversa una breve parentesi come pittore a tempo pieno. Il regista ha inoltre dichiarato che durante quel periodo era solito recarsi quanto più possibile al MoMA di New York per ammirare le opere lì esposte, cercando di trarne ispirazione.

Matteo Garrone: il suo Pinocchio

6. È il film che sognava di dirigere da molto tempo. Con il suo nuovo lungometraggio, Pinocchio, il regista si toglie una sua personale soddisfazione. Garrone ha infatti dichiarato che dirigere una trasposizione del celebre racconto di Collodi è sempre stato uno dei suoi sogni. Dopo il successo di Dogman, l’autore ha potuto trovare gli adeguati finanziamenti per concretizzare tale desiderio.

Matteo Garrone ha diretto Gomorra

7. Ha vissuto a lungo nei luoghi in cui il film è ambientato. Per comprendere meglio la realtà narrata in Gomorra, Garrone ha vissuto per alcuni mesi nel malfamato quartiere di Scampia. Lì il regista ha potuto conoscere diversi attori di teatri locali, che ottennero poi una parte nel film per via della loro conoscenza della materia di cui il film trattava.

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Matteo Garrone è il regista di Dogman

8. Ha puntato tutto su un attore semi sconosciuto. Dopo alcune ricerche fatte per il ruolo del protagonista di Dogman, Garrone affidò la parte a Marcello Fonte, attore pressoché sconosciuto prima di prendere parte al film. Per aiutare l’interprete a calarsi nel ruolo, il regista gli ha inoltre suggerito di bere del whisky prima delle riprese, così da poter avere un atteggiamento più rilassato e consono all’atmosfera del film.

9. Ha vinto numerosi premi. Per il suo film Dogman, Garrone ha vinto alcuni tra i più prestigiosi premi della sua carriera. Tra questi si annovera il premio come miglior regista ai Nastri d’argento e ai David di Donatello. Per questa stessa categoria è stato nominato anche agli European Film Awards. Ha inoltre vinto come miglior sceneggiatura ai Ciak d’oro e ai David di Donatello.

Matteo Garrone età e altezza

10. Matteo Garrone è nato a Roma, Italia, il 15 ottobre 1968. Il regista è alto complessivamente 179 centimetri.

Fonte: IMDb

Adèle Haenel: 10 cose che non sai sull’attrice

Adèle Haenel: 10 cose che non sai sull’attrice

Tra le più apprezzate interpreti del panorama cinematografico francese, Adèle Haenel ha costruito negli anni una carriera di tutto rispetto, che le ha fruttato numerosi riconoscimenti. Impegnata in particolare con un cinema di stampo autoriale, l’attrice ha potuto dar provare del suo talento e della sua versatilità attraverso personaggi complessi e profondi, pronti a tutto pur di esprimere le emozioni che portano in grembo.

Ecco 10 cose che non sai di Adèle Haenel.

Adèle Haenel: i suoi film

1. Ha recitato in celebri lungometraggi d’autore. L’attrice esordisce al cinema con il film Les diables (2002), ma conquista grande popolarità dopo aver recitato nel film Naissance des pieuvres (2007), venendo nominata ai premi César come miglior promessa femminile. Nel 2011 recita in L’Apollonide – Souvenirs de la maison close (2011), mentre con i film Suzanne (2013) e The Fighters – Addestramento di vita (2014) ottiene la consacrazione che aspettava. Da quel momento inizia a prendere parte ad importanti film di celebri autori, tra cui La ragazza senza nome (2016), Orpheline (2016), 120 battiti al minuto (2017) e Ritratto della giovane in fiamme (2019).

2. Ha recitato in alcuni film per la televisione. La Haenel è comparsa anche in televisione, dove ha recitato per alcuni film come Déchainées (2009), Goldman (2011), Une heure avec Alice (2011) e La mouette (2012).

Adèle Haenel non è su Instagram

3. Non ha un proprio profilo. L’attrice ha dichiarato di non possedere un proprio profilo Instagram, poiché si ritiene contraria all’utilizzo che di questi si fa. L’attrice sembra infatti preferire tenere la propria vita privata ben lontana dai riflettori che i social potrebbero puntare su di essa.

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Adèle Haenel e Céline Sciamma

4. Ha avuto una relazione con la regista. Nel 2014 l’attrice rivela di avere una relazione sentimentale con la regista Céline Sciamma, la quale l’aveva diretta nel film Naissance des pieuvres. Le due portano avanti la loro relazione fino al 2017, anno in cui si separano pur rimanendo in ottimi rapporti. Nel 2019 daranno infatti vita ad un nuovo film insieme: Ritratto della giovane in fiamme.

Adèle Haenel e Julia Lanoë

5. Ha avuto una relazione con una cantante. Nel 2018 l’attrice ha avuto una relazione con la cantante francese Julia Lanoë, della band Sexy Sushi. Tuttavia stando ai profili social di quest’ultima, dove erano frequenti loro foto insieme, le due non sarebbero più impegnate l’una con l’altra.

Adèle Haenel in Les Diables

6. Era molto giovane al tempo delle riprese. Nel 2002 l’attrice partecipa al suo primo film, Les Diables, diretto da Christophe Ruggia. Nel film la Haenel ricopre il ruolo di Chloé, bambina affetta da handicap mentale, che insieme a suo fratello intraprendono un lungo viaggio per tornare a casa. All’epoca delle riprese l’attrice aveva solo tredici anni.

Adèle Haenel e Christophe Ruggia

7. Ha accusato il regista di comportamento inappropriato. Nel 2019 l’attrice accusa pubblicamente il regista di Les Diables di aver avuto un atteggiamento poco consono nei suoi confronti durante le riprese del film del 2002. L’attrice ha parlato di vere e proprie molestie, affermando di non essersi mai rivolta alle autorità poiché raramente tali crimini vengono puniti.

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Adèle Haenel in Ritratto della giovane in fiamme

8. Il personaggio di Héloïse è stato scritto pensando a lei. Presentato al Festival di Cannes nel 2019, il film Ritratto di una giovane in fiamme vede l’attrice tornare a collaborare con l’ex compagna Céline Sciamma. Quest’ultima ha affermato di aver scritto il personaggio poi interpretato dalla Haenel proprio pensando a lei, poiché solo lei poteva riprodurre la grazia di tale ruolo.

9. È entusiasta di tale ruolo. L’attrice si spende continuamente affinché al cinema possano vedersi film con ruoli femminili sempre diversi e sempre più complessi. Per questo ha affermato di considerare quello di Héloïse uno dei più significativi della sua carriera, poiché è un ulteriore tassello a favore di tale battaglia.

Adèle Haenel età e altezza

10. Adèle Haenel è nata a Parigi, Francia, il 1 gennaio 1989. L’attrice è alta complessivamente 175 centimetri.

Fonte: IMDb

Un giorno di pioggia a New York: l’odissea dietro l’ultimo film di Woody Allen

Uscito in sala il 28 novembre, Un giorno di pioggia a New York è il nuovo film del regista premio Oscar Woody Allen con protagonisti attori come Elle Fanning, Liev Schreiber, Jude Law, Diego Luna, Selena GomezTimothée Chalamet. Nonostante tali nomi, il film ha per diverso tempo rischiato di non vedere mai il buio della sala. Per via delle accuse rivolte ad Allen, la stessa pellicola ha dovuto attraversare numerose peripezie prima di riuscire ad ottenere una distribuzione.

Ecco il racconto dell’odissea dietro l’ultimo film di Woody Allen.

Il movimento Me Too ha riportato alla luce le accuse contro Allen

La produzione del film è coincisa con l’inizio del movimento Me Too, il quale ha provocato un risveglio dell’interesse pubblico per la discussa accusa di aggressione sessuale, risalente al 1992, contro Allen. Tale caso ha provocato numerose contrarietà circa la possibilità di Allen di continuare a lavorare all’interno dell’industria.

Alcuni attori hanno preso le distanze dal film

Anche se a riprese già concluse, alcuni degli attori del film hanno dichiarato di non voler aver nulla a che fare con il film, prendendone nettamente le distanze. Timothée Chalamet, in particolare, ha affermato nel gennaio del 2018 che non avrebbe più lavorato con Allen, devolvendo il proprio stipendio al movimento Time’s Up. Come lui, anche altri attori hanno in seguito devoluto quanto guadagnato dalle riprese del film.

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Jude Law sostiene il film

L’attore Jude Law si è invece schiarato in aperta difesa del film, definendo la sua mancata distribuzione una terribile colpa. L’interprete ci tiene infatti a ricordare il lavoro di quanti si sono spesi affinché il film venisse realizzato, e che non meritano di essere ripagati in tale modo.

Gli Amazon Studios sospendono la distribuzione negli Stati Uniti

In seguito alle controversie legatesi intorno ad Allen, Amazon Studios, produttori del film, annunciarono nell’agosto del 2018 l’intenzione di sospendere a tempo indeterminato la distribuzione del film negli Stati Uniti. I motivi sarebbero riconducibili alla paura di un boicottamento da parte del pubblico e alle critiche che lo stesso studios rischiava di ricevere.

La critica italiana lanciò un appello per salvare il film

In Italia, paese dove Allen è sempre stato ben accolto, è partito un’appello dal regista e scrittore Giulio Laroni, a cui si sono associati alcuni dei più noti critici e intellettuali italiani, tra cui Paolo Mereghetti, Roberto Silvestri, Maurizio Porro e Pierluigi Battista. L’intento era quello di dare al film la più ampia circolazione possibile, nella speranza di ottenere una distribuzione europea.

Woody Allen denuncia gli Amazon Studios

In seguito alla decisione di non distribuire il film, Allen ha presentato una causa da 68 milioni di dollari contro Amazon Studios, sostenendo che questo aveva accantonato il film fornendo solamente vaghe motivazioni. Secondo il regista lo studio aveva infatti rescisso un contratto di quattro film sulla base di accuse senza fondamenti pronunciate venticinque anni prima.

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Allen ottiene i diritti di distribuzione

Dopo aver intentato causa contro lo studio, nel maggio del 2019 Allen riesce ad ottenere indietro i diritti di distribuzione del film negli Stati Uniti. Il regista, rientrato ora in possesso della propria ora, è libero di cercare nuove possibilità distributive secondo la propria volontà.

Il film riceve una distribuzione nel resto del mondo

Anche per merito dell’appello lanciato in favore del film, l’opera di Allen viene acquistata in Italia dalla Lucky Red, la quale distribuisce il film nelle sale italiane a partire dal 28 novembre. Da luglio a dicembre, inoltre, la pellicola viene distribuita anche nel resto d’Europa e in numerose altre parti del mondo.

Non ha ancora avuto una distribuzione statunitense

All’attuale stato delle cose, tuttavia, il film di Allen non ha ancora trovato una distribuzione nei cinema americani. Allen, che ha realizzato il suo primo film nel 1969, è stato da quel momento presente nei cinema statunitensi ogni anno con un proprio film. Un giorno di pioggia a New York segna così una delle rare eccezioni a tale tradizione.

Fonte: The Guardian, Variety, New York Times, IMDb

Thor: 10 momenti che dimostrano la grande umanità del Dio del Tuomo

Di tutti e sei i Vendicatori originali, Thor è senza dubbio il personaggio ad essere cambiato di più durante tutto l’arco narrativo della “Saga dell’Infinito”. Lo abbiamo visto davvero in tutte le sale: marmocchio viziato, guerriero invincibile e Dio in attesa di reclamare il suo trono. Alla fine di Avengers: Endgame, però, ha perso tutto, inclusa la sua famiglia e i suoi amici.

Heimdall, il guardiano di Bifrost, è sempre stato il migliore amico di Thor. E il Dio del Tuono ha sempre avuto una relazione di amore/odio con suo fratello adottivo Loki. Di seguito abbiamo raccolto i 10 migliori momenti che nel MCU hanno visto protagonista l’eroe interpretato da Chris Hemsworth al fianco di Heimdall (Idris Elba) e Loki (Tom Hiddleston):

“Quando sei pronto, Heimdall.” (Thor: The Dark World)

In Spider-Man: Homecoming, Ned Leeds dice a Peter Parker di aver bisogno di un “uomo della sedia”, ossia di un “genio del computer”. Apparentemente, ogni supereroe ha il proprio “uomo della sedia”, che fa tutto il necessario quando si tratta di aiutare qualcuno. In un certo senso, possiamo affermare che Heimdall era l’ “uomo della sedia” di Thor, molto prima che Peter lo diventasse per Ned.

L’unica differenza è che Heimdall è una figura mitologica onniveggente che non ha certo bisogno della tecnologia per avere il controllo della situazione. Thor si fida così tanto del suo “…”, che nel bel mezzo di una battaglia può tranquillamente esclamare, con estrema disinvoltura: “Quando sei pronto, Heimdall.”

“Chiamate aiuto!” (Thor: Ragnarok)

Nonostante anche nei precedenti due film di Thor sia stata affrontata la storia di Thor e Loki attraverso intensi dialoghi e flashback sui momenti più cruciali del loro rapporto, è stato in realtà Thor: Ragnarok di Taika Waititi a dare un vero significato al passato di Thor e Loki attraverso aneddoti e battute.

Durante una scena del film, i due si stanno preparando per affrontare alcuni degli scagnozzi del Gran Maestro su Sakaar. A quel punto Thor rispolvera una delle loro vecchie battute: “Chiamate aiuto!”. Thor prende Loki e finge di essere ferito: chiede aiuto per poi lanciare suo fratello contro gli scagnozzi, approfittando della loro distrazione. A quanto pare quella frase funziona sempre!

Compiere alto tradimento insieme (Thor: The Dark World)

All’inizio Heimdall è abbastanza riluttante quando Thor gli chiede di aprire Bifrost nonostante gli ordini di Odino, nella speranza di impedire un attacco da parte degli Elfi Oscuri.

Alla fine Thor lo convince, dicendogli che si tratta di agire in nome di un bene più grande: può sembrare un tradimento, ma in realtà eviterà un attacco potenzialmente fatale per Asgard. È quindi la cosa giusta da fare! La più grande prova di amicizia è quella di Heimdall, che sarebbe disposto anche a compiere tradimento per volere di Thor.

Il funerale di Frigga (Thor: The Dark World)

La morte di Frigga in Thor: The Dark World è un momento straziante tanto per Thor quanto per Loki, come dimostra la scena in cui la sua bara si appresta a lasciare Asgard e suoi volti dei due fratelli c’è spazio soltanto per la tristezza. A differenza di Odino, che non ha mai nascosto di preferire Thor, Frigga amava entrambi i suoi figli allo stesso modo; di conseguenza, la sua morte è stata una dolorosa perdita per entrambi.

Thor: The Dark World è stato sempre etichettato come uno dei peggiori film del MCU, soprattutto a causa della trama confusionaria, delle banali sottotrame, della pessima caratterizzazione del villain, e per tanti altri motivi che l’hanno reso un capitolo facilmente dimenticiabile… nonostante tutto, l’emozione scaturita dalla scena del funerale di Frigga è innegabile.

“Morirai per questo!” (Avengers: Infinity War)

Questa è la promessa che Thor fa a Thanos subito dopo che il Titano Pazzo ha pugnalato al petto Heimdall, uccidendolo. Il Dio del Tuono non ci pensa due volte: il suo migliore amico dovrà essere vendicato. Ci riuscirà – dopo un paio di tentativi falliti – solo quando abbandonerà il suo ego e si riunirà agli altri Vendicatori.

Almeno Heimdall non sarà morto invano. Thanos lo uccise soltanto perché resuscitò Hulk e si servì del Bifrost per andare da Doctor Strange e Wong e avvertirli dell’arrivo del Titano Pazzo. Senza Heimdall, Thanos probabilmente non avrebbe vinto alla fine.

“Devi essere veramente molto disperato per chiedermi aiuto.” (Thor: The Dark World)

Questa battuta potrebbe essere stata introdotta per rendere il trailer del film ancora più intrigante, ma in realtà non fa altro che darci un ulteriore interessante informazione circa la rivalità fra Thor e Loki.

Anche dopo tutto quello che Loki ha fatto – autoproclamarsi re di Asgard, rifiutarsi di far tornare Thor a casa da Midgard, terrorizzare New York con un’invasione aliena, scendere a patti con Thanos -, il Dio del Tuono crede ancora di poter contare su suo fratello, proprio per il legame di sangue che li unisce. I fratelli possono sempre contare l’uno sull’altro… non importa di quante invasioni aliene si siano resi responsabili.

Raggiungere Thor sullo Statesman (Thor: Ragnarok)

In Thor: Ragnarok, la battaglia che dà il titolo al film sta letteralmente mettendo in ginocchio Asgard, mentre Hela inizia a porre le basi del suo regno del terrore. Nel frattempo, Thor è bloccato su Sakaar in veste di gladiatore, e non può fare nulla per fermare la guerra. Il Dio del Tuono sa di poter contare su Heimdall per proteggere gli asgardiani quando lui non c’è: ed è proprio questo che il suo migliore amico fa, portando i sopravvissuti in un’antica casa sicura nascosta tra i boschi.

Allo stesso modo, Heimdall sa di poter contare su Thor e sa che quando sarà possibile il Dio del Tuono tornerà ad Asgard per liberarla dal dominio di Hela. Quando si ritrovano alla fine del film sullo Statesman, la loro reunion è un momento particolarmente emozionante.

“D’accordo, fermati!” (Avengers: Infinity War)

In una delle prime storyline del MCU, Loki era un assassino a sangue freddo a cui non importava nulla della sua famiglia, ma bramava soltanto il potere. A mano a mano che il suo personaggio si sviluppa, diventa chiaro che questo era proprio ciò che il Dio dell’Inganno sperava di diventare, anche se in realtà è molto più sensibile e premuroso di quanto egli stesso non pensi.

Nella scene iniziale di Avengers: Infinity War, quando Thanos arriva sullo Statesman, Loki continua a mentire a se stesso. Il Titano Pazzo chiede a Loki di consegnarli la Gemma dello spazio in cambio della vita di suo fratello. A quel punto Loki afferma: “Uccidilo pure!”. Ma proprio quando Thor sta per essere eliminato, le emozioni del Dio dell’Inganno hanno il sopravvento, così alza la testa e urla: “D’accordo, fermati!”.

“Ho bisogno del tuoi aiuto. Aiutami.” (Thor: Ragnarok)

Quanto Thor è intrappolato su Sakaar, teme che Hela riuscirà ad uccidere gli asgardiani e a dare inizio al suo regno del terrore. Ma il Dio del Tuono sa che esiste qualcuno che lo può aiutare e di cui si può fidare, e questo qualcuno è proprio Heimdall: “Heimdall, so che puoi vedermi. Ho bisogno del tuo aiuto. Aiutami.”, dice Thor.

Heimdall può percepire Thor, ma ad una grande distanza. Lo rassicura e gli dice di aver trovato una roccaforte costruita dagli antichi asgardiani e che l’ha trasformata in un rfiiuto per i sopravvissuti, che sono già stati portati lontano dall’ira di Hela. Ma non sono ancora usciti dal bosco!

“Pensavo che il mondo fosse tuo.” (Thor: Ragnarok)

Questa scena di Thor: Ragnarok racchiude perfettamente il senso del rapporto tra Thor e Loki, forse meglio di qualsiasi altra scena del MCU. In un ascensore su Sakaar, i due fratelli hanno un rarissimo momento di confronto, anche molto intimo. Loki è sorpreso quando Thor gli dice: “Pensavo che il mondo fosse tuo.”

Tutto quello che Loki ha sempre desiderato era l’approvazione di suo fratello, essendo stato geloso di lui fin da ragazzo per il fatto che sarebbe stato il vero erede del trono di Odino. Il rimpianto ovviamente prende il sopravvento, soprattutto perché Thor – prima dei comportamenti nefandi del fratello – aveva sempre mostrato ammirazione verso di lui. Si tratta di un grande punto di svolta nell’arco narrativo del personaggio di Loki… e ovviamente il merito è stato ancora una volta di suo fratello.

Fonte: ScreenRant

Hammamet: trailer del film di Gianni Amelio con Pierfrancesco Favino

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01 distribution ha diffuso il trailer ufficiale di Hammamet, il nuovo film di Gianni Amelio con protagonista Pierfrancesco Favino nei panni di Bettino Craxy. Fanno parte del cast anche Livia Rossi, Luca Filippi, Renato Carpentieri, Claudia Gerini, Silvia Cohen, Omero Antonutti, Giuseppe Cederna, Roberto De Francesco. Il film arriverà al cinema dal 9 Gennaio 2020.

Il film è stato sceneggiato da GIANNI AMELIO con ALBERTO TARAGLIO e prodotto da PEPITO PRODUZIONI con RAI CINEMA in associazione con MINERVA PICTURES GROUP in associazione con EVOLUTION PEOPLE (ai sensi della normativa sul tax credit).

Hammamet: la trama

Hammamet riflette su uno spaccato scottante della nostra Storia recente. Sono passati vent’anni dalla morte di uno dei leader più discussi del Novecento italiano, e il suo nome, che una volta riempiva le cronache, è chiuso oggi in un silenzio assordante. Fa paura, scava dentro memorie oscure, viene rimosso senza appello. Basato su testimonianze reali, il film non vuole essere una cronaca fedele né un pamphlet militante. L’immaginazione può tradire i fatti “realmente accaduti” ma non la verità. La narrazione ha l’andamento di un thriller, si sviluppa su tre caratteri principali: il re caduto, la figlia che lotta per lui, e un terzo personaggio, un ragazzo misterioso, che si introduce nel loro mondo e cerca di scardinarlo dall’interno.

City of Crime: trailer del film con Chadwick Boseman e Sienna Miller

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Lucky Red e Universal hanno diffuso il trailer ufficiale di City of Crime (21 Bridges), l’action movie con protagonisti Chadwick Boseman e Sienna Miller. Il film è prodotto dai visionari registi di Avengers: Endgame, con il protagonista di Black Panther.

City of Crime, la trama

In City of Crime Andre Davis (Chadwick Boseman) è un detective del Dipartimento di Polizia di New York che, dopo la morte di due poliziotti e la scoperta di una gigantesca cospirazione, si lancia in una vera e propria caccia all’uomo. Durante la notte il confine tra inseguito ed inseguitori diventa sempre più labile e, mentre le ricerche s’intensificano per evitare che i killer sfuggano da Manhattan, tutti i ventuno ponti dell’isola vengono chiusi per impedire ogni possibile entrata o uscita.

City of Crime: il film

CITY OF CRIME narra la storia di Andre Davis, un detective della polizia di New York che conduce una caccia all’uomo per tutta la città per stanare due ladri che hanno ucciso alcuni poliziotti. La ricerca senza sosta di Davis porterà allo scoperto una cospirazione su larga scala e mostrerà come, a volte, il confine tra chi insegue e chi viene inseguito possa essere molto sottile. Nel momento più intenso di questa caccia all’uomo verranno prese alcune misure estreme per impedire ai ricercati di lasciare Manhattan: Davis ordinerà infatti di chiudere tutti i ventuno ponti, affinché nessuno possa più entrare e uscire dall’isola. In questa epica lotta contro il tempo, CITY OF CRIME propone un intrigante mix di spettacolo e di azione mozzafiato.

La vicenda avviene durante una notte, subito dopo il fallimento di una rapina di un carico di droga, durante la quale rimangono uccisi otto poliziotti. Sarà il detective Andre Davis a concepire il disperato ma ingegnoso piano di isolare Manhattan, al fine di intrappolare i due criminali, che in questo modo non avranno la possibilità di nascondersi. “L’idea di sigillare Manhattan per effettuare una caccia all’uomo era incredibilmente stimolante e adatta per il cinema,” spiega Chadwick Boseman, che interpreta Davis, e che è anche il produttore del film. “Non era mai stato fatto prima.”

Logan Coles, co-produttore insieme a Boseman, aggiunge: “Mentre leggevo la sceneggiatura riuscivo quasi a vedere il trailer e ho pensato quanto fosse potente per un film d’azione l’idea che la polizia chiudesse un’isola intera per catturare dei criminali. Sarebbe stato un film entusiasmante”. Oltre a questo espediente narrativo, i produttori apprezzavano anche la possibilità di poter esplorare la complessità della condizione dei poliziotti, e dei criminali che essi devono inseguire. Come conferma il regista Brian Kirk: “Ho sempre provato una grande attrazione per i film sulla caccia all’uomo e per il percorso morale che mettono in scena. L’inseguimento a cui assistiamo in questo film è davvero emozionante. È un film concettualmente puro, caratterizzato da un profondo realismo, reso ancora più spettacolare dall’idea di sigillare Manhattan: Una decisione che viene presa all’improvviso, e che sembra quasi un’invasione militare. È un archetipo che può essere associato ai miti classici e alla tradizione dei polizieschi ambientati a New York.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, recensione del film conclusivo della saga

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La recensione di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker che state per leggere non contiene spoiler sulla trama del film. In uscita il 18 dicembre in Italia, il 20 nei Paesi anglofoni, l’Episodio IX segna la fine (provvisoria) di un fenomeno che ha travolto la cultura pop, partendo esclusivamente dal mezzo cinematografico. Solo dopo il film è diventato franchise, declinandosi in molteplici e vari canali di intrattenimento, diventando addirittura anche un culto religioso.

Proprio per questo è giusto che questa saga, quella legata alla famiglia Skywalker, trovi proprio al cinema la sua chiusura. Una fine, si sa, scritta nella sabbia, non un porta chiusa sul passato, ma una conclusione che, per ora, è romantica e soddisfacente, il giusto equilibrio tra speranza per il futuro e iconografia nostalgica che rappresenta un ritorno a casa, un posto sicuro in cui fermarsi, per un po’.

L’equilibrio nella Forza: Rey e Kylo Ren

E proprio la ricerca dell’equilibrio si trova alla base di L’Ascesa di Skywalker: la storia della saga che racconta la guerra tra Jedi e Sith ci ha da sempre detto che i rappresentanti dei due ordini si muovono sempre in coppia, un maestro e un allievo, Lato Chiaro o Lato Oscuro che sia. In questo modo l’universo, la galassia, trova il suo equilibrio nella Forza, che lega gli esseri viventi e li fa prosperare.

In Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, J.J. Abrams abbraccia il concetto di equilibrio tra due parti e lo trasmette ai suoi personaggi, i protagonisti Rey (Daisy Ridley) e Kylo Ren/Ben Solo (Adam Driver). Sono loro il cuore della ricerca di questo equilibrio, non perché rappresentano il buio e la luce, l’icona della spada laser rossa che si incrocia in duello con quella blu, ma perché portano il conflitto dentro di sé, e la storia che racconta il film è principalmente la storia della ricerca di questo equilibrio. Una coppia complementare che nel concetto di famiglia, ereditarietà della colpa, sangue, origine e identità cerca la risposta ai propri dubbi.

Il volto bello, onesto, puro, luminoso di Rey si contrappone a quello sgraziato, brutto, segnato di Kylo, così le due interpretazioni dei giovani attori si prestano, con grande intensità e bravura da entrambe le parti, a dare corpo ai personaggi che più di tutti rendono L’Ascesa di Skywalker un’avventura emozionante, nei ricordi, nel futuro, alla ricerca di quell’equilibrio che permette la vita. Ma i due eredi della Forza dovranno capire a proprie spese che senza scelta tra ciò che è giusto e ciò che è facile, non c’è vittoria.

Star Wars: L'Ascesa di SkywalkerStar Wars: L’Ascesa di Skywalker prende le distanze da Gli Ultimi Jedi

Con questo cuore pulsante come premessa, J.J. Abrams costruisce una storia tradizionale, che prende le distanze da quello che aveva tentato di fare Rian Johnson con il criticatissimo Gli Ultimi Jedi. Così come l’Episodio XIII cercava di desacralizzare il mito, allo stesso modo J.J. Abrams rimette le cose nel loro ordine, senza cancellare del tutto ciò che aveva fatto il suo predecessore, ma smussandone gli aspetti più ostici e riprendendo la via, sicura, confortante, ma non per questo meno bella, della tradizione e, sì, della nostalgia.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker racconta l’ultima battaglia, l’ultima speranza, come a fare eco a quella nuova speranza che era stato a suo tempo il giovane Luke Skywalker: la galassia è destinata alla morte e alla sconfitta a causa di una oscurità potentissima che sorge dalle sue viscere, ma la Ribellione, guidata dal Generale Leia, è ancora viva e, come lei, continua a coltivare la speranza che il Lato Oscuro non possa vincere. Lo pensa la Principessa di Alderan, ma lo pensano anche Poe Dameron e Finn, che dovranno imparare cosa vuol dire prendere il comando ed ereditare davvero l’onere e l’onore di portare avanti la Storia.

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker è un’esplosione di emozioni

E così, J.J. ritrova equilibrio, anche lui, tra gli elementi del franchise che più di tutti lo caratterizzano: una parte divertente e cinematograficamente avvincente, la guerra, gli eroi, le rocambolesche fughe e i piani che danno “pessimi presentimenti”; l’altra mistica e introspettiva che indaga le profondità della battaglia per trovare in sé l’equilibrio nella Forza. Certo, la prima parte del film si limita ad essere una frammentata serie di informazioni da fornire allo spettatore per impostare la storia, che già nelle premesse ha un che di pretestuoso, ma nella seconda parte il film diventa travolgente, per la lunga sequela di sensazioni che riesce a smuovere, per l’utilizzo intelligente delle leve nostalgiche di cui dispone, per la sequenza finale gloriosa e avvincente, per la scena conclusiva che è una vera e propria esplosione di emozioni.

La terza trilogia, che si conclude con Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, si fa mito, chiudendo per sempre le storie dei protagonisti storici, Luke, Han e Leia, affidando il futuro ai giovani, Rey, Poe e Finn. Lo ha fatto, dal 2015 ad oggi, rielaborando il passato (Il Risveglio della Forza), provando a staccarsi da ciò che conoscevamo bene, distruggendone gli idoli e i simboli (Gli Ultimi Jedi) e riavvicinandosi in maniera rispettosa alla sua tradizione (L’Ascesa di Skywalker), regalando una conclusione soddisfacente, che prima di tutto fa appello al grande amore che gli spettatori hanno nutrito per questi personaggi e questi mondi nel corso di 42 anni di Storia del Cinema.

Fenomeni Paranormali Incontrollabili: un nuovo regista per il remake

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Sembra non esserci pace per l’annunciato remake di Fenomeni Paranormali Incontrollabili (Firestarter), nuovo adattamento cinematografico dell’omonimo romanzo del 1980 di Stephen King (edito in Italia col titolo “L’incendiaria”), già portato sul grande schermo nel 1984 con il film di Mark L. Lester che aveva come protagonista una piccola Drew Barrymore.

Inizialmente il remake di Fenomeni Paranormali Incontrollabili, che sarà prodotto dalla Blumhouse e distribuito dalla Universal, era stato affidato ad Akiva Goldsman, sceneggiatore premio Oscar per A Beautiful Mind e regista di Storia d’inverno. Successivamente, venne annunciato che Goldsman era uscito dal progetto e che il nuovo adattamento era passato nelle mani nientemeno che di Fatih Akin, l’acclamato regista e sceneggiatore tedesco, noto per La sposa turca e Il mostro di St. Pauli.

Adesso, come apprendiamo da Variety, il remake ha subito un ulteriore cambio alla cabina di regia: sarà infatti Keith Thomas, regista e sceneggiatore che ha debuttato quest’anno con The Vigil, a dirigere il nuovo film basato sul classico di King. La sceneggiatura del film porterà invece la firma di Scott Teems, autore dello script dell’attesissimo Halloween Kills. Goldsman resta coinvolto nel progetto in qualità di produttore.

Fenomeni Paranormali Incontrollabili racconta la storia della piccola Charlie, dotata di pirocinesi, ossia della facoltà di appiccare il fuoco con la mente. I servizi segreti americani, che vorrebbero servirsene, uccidono la madre e tentano di rapirla, ma il padre Andy, anch’esso in possesso di un potere paranormale, una blanda forma di controllo mentale, neutralizza gli agenti e fugge con la bambina. Vengono però catturati da John Rainbird e portati nei laboratori militari. Qui Charlie viene convinta a manifestare i suoi poteri in modo che possano venir studiati. Successivamente suo padre smette di prendere i farmaci che gli vengono dati per inibire il suo potere, e così lo riacquista e lo usa sul Capitano Hollister per farlo agire in funzione della pianificazione di una fuga.

Fenomeni Paranormali Incontrollabili è soltanto uno dei numerosi adattamenti tratti dalle opere di Stephen King che arriveranno al cinema prossimamente: dopo i recenti IT – Capitolo Due e Doctor Sleep, sono attesi per i prossimi anni nuovi film basati su opere quali La metà oscura, La bambina che amava Tom Gordon, Le notti di Salem, Il talismano, La lunga marcia e Le creature del buio. 

Mortal Kombat: uno dei membri del cast annuncia la fine delle riprese

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Le riprese di Mortal Kombat sono ufficialmente terminate. Si tratta del nuovo adattamento cinematografico dell’omonima serie di videogiochi esplosa agli inizi degli anni ’90, che sarà distribuito dalla Warner Bros. e prodotto da James Wan, creatore della saga horror The Conjuring e regista di Aquaman.

Ad annunciare ufficialmente la fine delle riprese del reboot di Mortal Kombat è stato uno dei membri del cast, Lewis Tan, che nel film avrà un ruolo che non è stato ancora svelato. Tan è un attore, modello e artista marziale britannico, noto soprattutto per aver recitato nella serie Netflix Iron Fist, nella serie ABC Into the Badlands, nella serie netflix WU Assassins e in Deadpool 2 nei panni di Shatterstar.

Attraverso il suo account Instagram, Lewis Tan ha annunciato la fine delle riprese del film condividendo alcuni scatti inediti che lo ritraggono nel backstage. Nella didascalia che ha accompagnato le immagini, Tan ha ringraziato il cast e la crew del film, elogiando poi il lavoro del regista Simon McQuoid; l’attore ha anche sottolineato che ha amato trascorrere del tempo in Australia, dove il film è stato girato.

Potete vedere il post condiviso dall’attore di seguito:

 

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Picture wrap on Mortal Kombat! This will take awhile to process before I can put the feelings into words accurately, for now I’m depleted, physically and emotionally, I’m delighted and exhilarated, that is how it should feel at the end, give everything for the art. Risk it all. We made something truly special here. I’m proud. The filmmakers and crew were top of their class and beyond professional. Australia delivered unique and breathtaking landscapes. The cast have created a family and bond that will last forever. Thank you @simonmcquoid for your trust and guidance, you are the embodiment of a leader. Lastly, my inspiration. My niece was born with rare a lung disease when she was 3, doctors said she wouldn’t make it, she fought through unthinkable circumstances and impossible odds just to survive. A true warrior. Shes 15 now. This year when I turned down 3 films and 2 TV shows to spend months reading for a huge film that eventually wasn’t for me, she was there texting me support daily, now she sittin in my chair watching me perform as I lead my first studio picture. Never. Ever. Give. Up. #MortalKombatMovie #MortalKombat

Un post condiviso da LEWIS TAN (@lewistanofficial) in data: 13 Dic 2019 alle ore 10:57 PST

LEGGI ANCHE – Mortal Kombat: confermati dei personaggi da Mortal Kombat 3

La Warner Bros. ha confermato Joe Taslim (The Raid) come Sub-Zero, Ludi Lin nei panni del protagonista Liu Kang, Jessica McNamee (The Meg) come Sonya Blade, Josh Lawson nei panni di Kano, e ancora Tadanobu Asano (Thor: Ragnarok) sarà Raiden, Mehcad Brooks il Maggiore Jackson Bridges “Jax”, Max Huang sarà Kung Lao, Sisi Stringer interpreterà Mileena e come precedentemente annunciato Chin Han e Hiroyuki Sanada saranno rispettivamente Shang Tsung e Scorpion. Infine, Lewis Tan è stato accreditato nel film in un ruolo che non è stato ufficializzato.

Nel cast di personaggi ci saranno anche Sektor, Cyrax, Kabal Nightwolf comparsi per la prima volta in Mortal Kombat 3Mortal Kombat arriverà nei cinema il 5 marzo, 2021. Il regista di AquamanJames Wan, produrrà Mortal Kombat con la sua etichetta Atomic Monster, mentre il regista di pubblicità Simon McQuoid farà il suo debutto nel lungometraggio. Todd Garner produrrà insieme a Larry Kasanoff, E. Bennett Walsh, Michael Clear Sean Robins.

Star Wars: in cantiere meno progetti di quanto i fan pensano

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Star Wars: in cantiere meno progetti di quanto i fan pensano

Arriva oggi nelle sale italiane Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, il capitolo finale della trilogia sequel della celebre saga fantascientifica che chiuderà ufficialmente anche la Saga degli Skywalker iniziata nel lontano 1977.

Dopo la cancellazione del progetto dedicato agli spin-off del franchise e l’addio di David Benioff e D.B. Weiss, al momento il futuro della saga sembra essere soltanto nelle mani di Rian Johnson, regista de Gli Ultimi Jedi, il quale è stato incaricato di scrivere una nuova trilogia che introdurrà nuovi personaggi e nuove storie.

La premiere mondiale de L’Ascesa di Skywalker è stata un’occasione per numerosi giornalisti per cercare di carpire quante più informazioni possibili sul futuro del franchise, come ha fatto ad esempio Variety, il quale ha chiesto a Bob Iger, Presidente e CEO della Disney, di parlare proprio del futuro di Guerre Stellari sul grande schermo.

Stando a quanto dichiarato da Iger, allo stato attuale delle cose il numero di progetti collegati a Star Wars potrebbe essere di gran lunga inferiore rispetto a quello che il pubblico si aspetta: “Probabilmente il numero di progetti è inferiore a quello che si pensa, perché ciò che noi facciamo è sceglierne qualcuno e vedere come procede la gestazione. In alcuni casi sono progetti che porti alla luce, per vedere come reagisce il pubblico e muoverti poi di conseguenza. Non sono mai così tanti rispetto a ciò che la gente potrebbe pensare. Credo che il numero possa essere infinito, ma faremo molta attenzione perché il prossimo film della saga sarà importantissimo.”

Iger ha poi parlato del ruolo dei fan e di quanto sarà importante il loro giudizio durante lo sviluppo dei nuovi film: “Rispettiamo i fan di Star Wars. Sono molto importanti: per noi, per la Lucasfilm e per il franchise. Facciamo sempre del nostro meglio e abbiamo affrontato molte complicazioni per quanto riguarda il mandare avanti la saga con Il Risveglio della Forza. Volevamo soddisfare i fan tradizionali della saga, ma anche introdurre nuovi personaggi, nuove storie e nuovi luoghi. Con questa nuova trilogia mi sembra che siamo riusciti a fare un buon lavoro muovendoci proprio su questa linea sottile. Siamo consapevoli però di non poter accontentare tutti.”

LEGGI ANCHE – Star Wars: perché Il Risveglio della Forza è simile a Una Nuova Speranza

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nei cinema a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, leggi la recensione

Deadpool 3 e X-Force: secondo Rob Liefeld i film sono “inevitabili”

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Deadpool e Deadpool 2 sono stati due grandi successi al box office mondiale, dal momento che hanno incassato rispettivamente 801 milioni di dollari e 786 milioni. Sarebbe dunque impossibile pensare che i Marvel Studios decidano di non continuare a raccontare le avventure del Mercenario Chiacchierone sul grande schermo.

Il problema è che da quando è stato annunciato l’accordo tra la Disney e la Fox, sul futuro del franchise con protagonista Ryan Reynolds vige ancora il più assoluto mistero: e se molti fan avessero ragione? Se la Disney non desse mai il via libera ad una saga vietata ai minori? Forse potrebbero risultare in qualche modo consolatorie le dichiarazioni in merito di Rob Liefeld, creatore del personaggio di Deadpool, durante una recente intervista con Variety in occasione della premiere mondiale di Star Wars: L’Ascesa di Skywalker: il fumettista statunitense è fermamente convinto che il Mercenario Chiacchierone dovrebbe vivere all’interno dell’Universo Cinematografico Marvel.

“Spero che riescano a trovare una soluzione”, ha spiegato Rob Liefeld. “I fan lo vogliono. I fan vogliono vederlo. La cosa incredibile con Deadpool è che la cultura si muove così in fretta al giorno d’oggi che due anni sembrano venti. Ci sono stati due film vietati ai minori che insieme hanno incassato 1.2 miliardi di dollari… sì, ho letto i risultati e ho fatto i conti.” Poi ha aggiunto: “Dopo il primo fine settimana (dall’uscita di Deadpool 2, Ndr), ho chiamato Ryan Reynolds e gli ho detto: ‘È un franchise da miliardi di dollari’. Eravamo davvero eccitati. Ecco perché credo che Deadpool 3… il film sulla X-Force… siano inevitabili! Voglio dire: Josh Brolin, Ryan Reynolds… ora la Disney… come fa a non essere la cosa più grossa di sempre?”

Vi ricordiamo che a confermare l’ingresso di Deadpool nel MCU era stato Alan Horn, presidente di Walt Disney Studios, durante il CinemaCon di Las Vegas, rassicurando il pubblico accorso al panel che presto arriverà un altro titolo della serie di film con Ryan Reynolds.

Fonte: ComicBookMovie

Quentin Tarantino dai dubbi sul nuovo Star Trek al suo Halloween mai realizzato

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In una recente intervista con Consequence of Sound, Quentin Tarantino ha parlato del suo capitolo della saga di Halloween che non è mai stato realizzato. Forse non tutti sono a conoscenza del fatto nel 1994 la Miramax propose a Quentin Tarantino la possibilità di dirigere Halloween 6 – La maledizione di Michael Meyers: il regista de Le Iene e Pulp Fiction rifiutò, e il progetto venne affidato a Joe Chappelle, che diresse il film basandosi su una sceneggiatura di Daniel Farrands. La pellicola uscì nelle sale nel 1995.

Nel corso dell’intervista, Tarantino ha spiegato che Halloween 6 avrebbe dovuto rivelare al pubblico chi era il misterioso “uomo in nero” che libera Michael Myers di prigione alla fine di Halloween 5 – La vendetta di Michael Myers, uscito nel 1989: “Non avevo ancora deciso chi doveva essere quell’uomo”, ha spiegato Quentin Tarantino. “L’unica cosa che avevo in mente erano i primi venti minuti, con questo personaggio in stile Lee Van Cleef e Michale Myers per viaggiano per strada e che si fermano in diversi bar e locali, con Michael che fa una strage in ogni posto in cui si fermano, lasciando una scia di morte sulla Route ’66.”

Sempre nel corso della medesima intervista, però, Tarantino ha avuto anche modo di aggiornare brevemente sul suo chiacchieratissimo film della saga di Star Trek, progetto che lo stesso regista ha sviluppato insieme a J.J. Abrams e la cui sceneggiatura è stata scritta da Mark L. Smith (Revenant – Redivivo).

A quanto pare Tarantino non ha ancora le idee chiare sul progetto, e potrebbe addirittura decidere di accantonarlo per sempre: “Mi sto allontanando dal film”, ha spiegato il regista. “La verità però è che non ho ancora parlato con nessuno della Paramount Pictures.” In seguito a queste dichiarazioni alquanto sibilline, Deadline è intervenuto per chiedere al regista un chiarimento sulla questione, il quale ha specificato: “Potrei prendere la distanza dal progetto, ma vedremo. Non ho ancora veramente deciso, né ho parlato con chi è coinvolto nella cosa. Non c’è ancora nulla di ufficiale.”

LEGGI ANCHE – Quentin Tarantino su Kill Bill 3: “Ho un’idea interessante”

Ricordiamo che l’ultimo film di Tarantino, C’era una volta a Hollywood, ha ricevuto 5 nomination ai Golden Globes 2020, incluso Miglior Film (Musical o Commedia), Miglior Regia, Miglior Attore Protagonista (Musical o Commedia) per Leonardo DiCaprio e Miglior Attore Non Protagonista per Brad Pitt. Il film ha ottenuto anche 4 candidature ai SAG Awards 2020 e 12 candidature ai Critics’ Choice Awards 2020.

A Quiet Place 2: la prima immagine ufficiale con Emily Blunt

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A Quiet Place 2: la prima immagine ufficiale con Emily Blunt

È stata affidata in esclusiva a Total Film la prima immagine ufficiale di A Quiet Place 2, sequel del thriller fantascientifico diretto nel 2018 da John Krasinski, che torna dietro la macchina da presa insieme ad Emily Blunt, ancora una volta nei panni della protagonista.

La prima immagine ufficiale di A Quiet Place 2 ci mostra Emily Blunt di nuovo nei panni di Evelyn Abbott: nello scatto è possibile vedere l’attrice insieme ai piccoli attori che nel sequel tornano ad interpretare i suoi figli, Marcus Abbott (Noah Jupe) e Beau Abbott (Cade Woodward); la foto ci mostra anche Evelyn stringere tra le braccia il nuovo arrivato all’interno della famiglia Abbott.

La fonte ha anche confermato che gli eventi di A Quiet Place 2 si svolgeranno subito dopo quelli del primo film: non ci sarà, quindi, nessun salto temporale. Intervistato dal noto magazine, John Krasinski ha spiegato che il sequel affronterà le stesse tematiche del suo predecessore:

“Amo l’idea del primo film, in cui il mio personaggio e quello di Emily combattono contro il desiderio di sopravvivere e la voglia di vivere. Tutto quello che il mio personaggio voleva era sopravvivere. Il suo personaggio invece diceva: ‘Non è abbastanza. Dobbiamo vivere. Dobbiamo permettere a questi ragazzi di vivere come esseri umani’. Dopo la mia morte, ho amato vedere Emily combattere con tutto questo, con l’idea che la sopravvivenza sia forse l’unico modo per affrontare le cose. Forse quella voglia di vivere era davvero troppo pericolosa…”

Di seguito potete ammirare la prima immagine ufficiale di A Quiet Place 2

 

A Quiet Place 2 arriverà nelle sale il 15 maggio 2020. Le vicende del primo capitolo seguivano il viaggio di una famiglia costretta a vivere nel silenzio per non cadere vittima di misteriose creature che vengono attirate dai suoni. Consapevoli che ogni minimo sussurro, ogni minimo passo, significa la morte, Evelyn (Emily Blunt) e Lee (John Krasinski) sono determinate a trovare un modo per proteggere i loro figli mentre tentano disperatamente di contrattaccare.

Birds of Prey: il film con Margot Robbie sarà vietato ai minori

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Birds of Prey: il film con Margot Robbie sarà vietato ai minori

Quando Birds of Prey venne annunciato per la prima volta, alcuni report hanno sostenuto che la regista Cathy Yan e la protagonista (nonché produttrice) Margot Robbie stavano mirando a realizzare un film vietato ai minori, nonostante i dubbi e le perplessità mostrate dalla Warner Bros.

Adesso è ufficiale: Birds of Prey sarà vietato ai minori! La Motion Picture Association of America, l’associazione che si occupa del divieto da applicare alle pellicole negli Stati Uniti, ha infatti classificato il film che vedrà il ritorno sul grande schermo di Harley Quinn come “R-Rated”, vietato cioè ai minori di 17 anni non accompagnati. La motivazione è la seguente: “Forte dose di violenza e uso di linguaggio esplicito, incluso materiale sessuale e riferimenti alla droga.”

È innegabile quanto il successo di Joker abbia permesso alla Warner Bros. di essere più fiducioso nel successo al box office di cinecomic vietati ai minori. La popolarità del personaggio di Harley Quinn tra il pubblico e i contenuti espliciti che a quanto pare verranno mostrati nel film, rappresenteranno una nuova sfida ugualmente rischiosa per lo studio.

Di seguito potete vedere due bellissime cover di Total Film dedicate alla pellicola, insieme a tre nuove immagini di Margot Robbie nei panni di Harley Quinn tratte dal film:

LEGGI ANCHE – Birds Of Prey: tutto quello che c’è da sapere sui fumetti

Birds of Prey, diretto da Cathy Yan, arriverà nelle sale il 7 febbraio 2020. Nel cast anche Mary Elizabeth Winstead, Jurnee Smollett-Bell (rispettivamente Cacciatrice e Black Canary), Rosie Perez (Renee Montoya) e Ella Jay Basco (Cassandra Cain).

Ewan McGregor interpreta invece uno dei due principali villain del film, Maschera Nera, alter ego di Roman Sionis. Chi conosce i fumetti lo ricorderà come uno dei più grandi nemici di Batman (negli anni Ottanta esplose proprio come nemesi del Cavaliere Oscuro) nonché temibile boss mafioso di Gotham City.

Di seguito la nuova sinossi ufficiale:

Avete mai sentito la storia del poliziotto, dell’uccello canoro, dello psicopatico e della principessa mafiosa? Birds of Prey (e la fantasmagorica rinascita di Harley Quinn) è una storia contorta raccontata dalla stessa Harley, come solo Harley può farlo. Quando il malvagio narcisista di Gotham, Roman Sionis, e il suo zelante braccio destro, Zsasz, puntano gli occhi su una ragazza di nome Cass, la città si rivolta per cercarla. I percorsi di Harley, Cacciatrice, Black Canary e Renee Montoya si incontrano e l’improbabile quartetto non ha altra scelta che allearsi per abbattere Roman.

Fonte: ComicBookMovie

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