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Thank You, Next: spiegazione del finale, con chi finirà Leyla?

La serie drammatica romantica turca di Netflix ha colpito nel segno, lasciandoci nella confusione di come l’apparentemente libero spirito di Leyla (Serenay Sarikaya), che limona con ragazzi a caso nei resort e lascia il suo numero sul loro petto in modo casuale, possa diventare la ragazza con il vestito rosso senza schienale e gli occhi color mascara, che si accascia sul pavimento davanti al suo bellissimo abito da sposa. Queste due linee temporali convergono nel finale di Thank You, Next, rivelando abilmente segreti e verità che avevano tormentato Leyla per tutta la serie. In bilico tra tre uomini affascinanti, Leyla trascorre la stagione in una porta girevole piena di drammi, delusioni e misteri. Mentre la osserviamo navigare attraverso il cuore spezzato e la passione, la serie accenna a un presente più contorto, mostrato in frammenti confusi che racchiudono una grande quantità di emozioni.

Il titolo di ogni episodio è un tema basato su un bizzarro hashtag di appuntamenti, mentre il finale si intitola semplicemente e ironicamente #Wedding. Le scelte di Leyla si sono ridotte a due uomini: la rassicurante vecchia fiamma Omer (Metin Akdulger), che sembra aver risolto i suoi tradimenti, e l’elusivo Cem (Hakan Kurtas), che ha la reputazione di narcisista delle sue ex mogli. Nonostante abbia accettato la proposta di matrimonio di Omer, Leyla è ancora inspiegabilmente attratta da Cem, il che porta a una notte caotica prima del matrimonio. Nel finale, i preparativi per il matrimonio di Leyla si trasformano in un disastro: il vestito della nonna diventa troppo ammuffito per essere indossato e il suo cane Buddy viene investito e si rompe una zampa. Mentre affronta questi cattivi presagi, viene investita da una tempesta di rivelazioni, che portano alla memorabile scena finale dello spettacolo.

La storia oscura della relazione tra Defne e Cem

Thank You, Next la relazione tra defne e cem

Dal momento in cui ci viene presentato il soave e imprevedibile Cem, veniamo a conoscenza della sua stretta relazione con la prima moglie, Defne (Gulcan Arslan). Leyla ne sente parlare per la prima volta attraverso l’ultima ex moglie, che all’inizio è sua cliente e si beve completamente la storia del narcisismo associata a Cem. Tuttavia, quando inizia la sua tormentata storia d’amore con lui, scopre lentamente un lato più tenero che esita a credere, soprattutto perché tutti sospettano che lui sia ancora in intimità con la sensuale ma potente Defne. Quando Defne rimane incinta e informa immediatamente Cem e sua madre, Leyla è pronta a credere che si tratti del figlio di Cem, ma durante l’inaugurazione dell’hotel viene smentita, il che porta a una maggiore complessità di sentimenti nei confronti di Cem.

Quando Cem e Defne erano ancora sposati, hanno avuto un incidente d’auto che ha ucciso il loro bambino non ancora nato e il fratello di Cem. Pur essendo una coppia troppo dolorosa, i due sono riusciti a mantenere una stretta amicizia e questa storia oscura condivisa ha creato un legame indissolubile tra loro. Per questo motivo, è naturale che lei confidi alla sua famiglia di essere di nuovo incinta prima di dirlo al suo ragazzo. Defne è una delle donne più potenti di questa serie, non solo perché possiede un’attività in proprio, ma anche perché è fieramente indipendente. Dopo aver iniziato una relazione con Feyyaz (Boron Kuzam), lo chef con cui Leyla aveva avuto un appuntamento ma da cui era uscita con un’amicizia, Defne non ha mai lasciato che la storia d’amore la travolgesse. Mantiene la sua identità, i suoi obiettivi e i suoi sogni in cima alla lista delle sue priorità, affermando che anche se Feyyaz rinunciasse alla paternità, lei troverebbe la felicità nel suo bambino e in se stessa mentre il suo trauma guarisce lentamente.

La relazione tra Leyla e Cem finisce in Thank You, Next

Questa rivelazione chiude la storia di Defne, ma complica ulteriormente quella di Leyla. Molti dei suoi dubbi e delle sue supposizioni su Cem, basati sulla sua reputazione e sulle testimonianze di altre persone, sono stati smentiti in un colpo solo. Soprattutto, questi pregiudizi l’hanno essenzialmente allontanata da Cem e riportata tra le braccia di Omer. Per questo motivo, essendo già promessa sposa di Omer, si separa risolutamente da Cem quando questi lascia il paese per evitare il suo matrimonio, ma non senza un regalo d’addio: un bellissimo piatto kintsugi. Il piatto di porcellana bianca e blu con le fessure riempite d’oro incarna la filosofia tradizionale giapponese della rottura che si trasforma in qualcosa di bello e funzionale. Con la convinzione di Leyla di essere danneggiata, questo regalo risuona profondamente con lei e rafforza ulteriormente la compatibilità spirituale tra i due, confondendola ancora di più.

La situazione giunge al culmine durante il suo addio al nubilato. Ubriaca e confusa, lascia la festa con l’abito di paillettes che vediamo nel presente e trova Cem, tornato dal suo viaggio il giorno prima del matrimonio. In preda a un caos emotivo, tenta maniacalmente di sedurlo, per poi svenire e farsi rimboccare le coperte da Cem. Nel corso della stagione, ci sono accenni al fatto che lei sia andata a letto con lui durante questo periodo, ma scopriamo che lui si è semplicemente seduto sulla sua sedia e ha aspettato tutta la notte. Sebbene sia un sollievo che non abbia mai tradito fisicamente Omer, non c’è dubbio che lo abbia tradito emotivamente (ma chi può biasimarla). Detto questo, la sua relazione con Cem non è ancora delle più sane, con i continui tira e molla, la mancanza di comunicazione e la determinazione quasi ossessiva di lui, che è snervante.

Leyla scopre che Omer la tradisce da sempre

Nel frattempo, la relazione iniziale di Leyla e Omer, durata sette anni, si conclude con un momento alla Rachel e Ross e, grazie ai suoi genitori, Leyla trova la strada per tornare da lui dopo due anni. Leyla scopre le indiscrezioni passate di suo padre e come sua madre abbia imparato a perdonarlo perché il loro amore superava i loro difetti individuali. Ispirata da ciò, Leyla decide di tornare da Omer per lavorare a un futuro insieme e al perdono. Ma presto scopre quanto siano profondi i difetti di Omer dopo un viaggio nel panico dal veterinario. Mentre Buddy si riprende da una gamba rotta, Leyla ha la possibilità di parlare con Balim, la donna con cui Omer l’aveva tradita.

Insieme a Leyla, scopriamo che negli ultimi due anni Omer ha usato Balim come stampella emotiva. Ogni volta che Leyla cercava di andare avanti con qualcun altro, lui aveva uno sfogo e riallacciava i rapporti con Balim, e i loro incontri sono continuati fino all’8 giugno, a pochi giorni dalla data del loro matrimonio. Aveva organizzato una festa di compleanno a sorpresa per Balim e le aveva persino dato le chiavi della sua nuova casa, cosa che non aveva ancora fatto con la sua fidanzata. Ma ciò che è veramente sinistro è l’atteggiamento che ha avuto nei confronti della relazione, considerandola un piano di riserva se il matrimonio non fosse andato a buon fine. Queste ragioni insicure e stranamente possessive per tradire Leyla dimostrano davvero la percezione che Omer ha delle donne come trofei piuttosto che come esseri umani. Con così tante rivelazioni che vengono alla luce, Leyla viene tirata e spinta in tutte le direzioni nel finale, rendendo i suoi ultimi momenti nello show molto più potenti.

Chi sceglierà Leyla nel finale di ‘Thank You, Next’?

Chi sceglierà Leyla nel finale di 'Thank You, Next'?

In qualche modo, Leyla riesce a circondarsi di uomini confusi e dominanti, venendo costantemente soffocata da ognuno di loro. Dall’infelicità e dalle insicurezze di Omer nella loro relazione alla costante ondata di passione di Cem, sembra che Leyla abbia raramente un momento per respirare. Anche l’amico Sarp (Ahmet Rifat Sungar), che le rivela il suo affetto storico nonostante sia sposato e che interviene costantemente nelle sue relazioni, è semplicemente un altro ostacolo che impedisce a Leyla di prendere le proprie decisioni. Senza rendersene conto, per tutta la serie non prende mai davvero una decisione da sola, essendo sempre influenzata dall’esterno dal suo gruppo di amicizie lavorative (che sono incubi per le Risorse Umane), dai suoi genitori e dall’aspettativa sociale di essere sposata o quasi alla sua età.

Per questo motivo, quando apre la porta della sua camera da letto con l’abito da sposa ammuffito e a brandelli della nonna, spingendo la sua famiglia e i suoi amici che urlano, e poi si avvicina a Omer con un sorrisetto sul viso e chiede “obbligo o verità”, possiamo vederla entrare veramente in se stessa. Scegliendo se stessa al posto di questi uomini confusi, esce con sicurezza dal giardino e si incammina sulla strada illuminata dal sole, mentre anche Buddy la sceglie, nell’accorata scena finale. Sebbene la serie abbia impiegato un po’ di tempo per prendere slancio, alla fine diventa una lettera d’amore all’indipendenza femminile, attraverso la decisione finale di Leyla, che finalmente smette di affidarsi agli altri per prendere decisioni al posto suo

Thank You for Smoking: 35 fatti sul film con Aaron Eckhart

Thank You for Smoking è un film acclamato dalla critica che si addentra nel mondo del fumo e della manipolazione. Uscito nel 2005, questo dramma-commedia satirico è un’esplorazione intelligente e stimolante dell’industria del tabacco e delle pratiche non etiche coinvolte nella promozione di un prodotto la cui nocività è scientificamente provata. Diretto da Jason Reitman e basato sul romanzo di Christopher Buckley, il film segue il carismatico e moralmente ambiguo protagonista, Nick Naylor, interpretato brillantemente da Aaron Eckhart, mentre naviga nel mondo dei tagliagole del tabacco.

Grazie a un forte cast d’insieme, a dialoghi taglienti e a una brillante miscela di umorismo e dramma, Thank You for Smoking offre una visione agghiacciante e al tempo stesso divertente del potere della persuasione e di quanto alcuni siano disposti a fare per difendere i loro programmi. In questo articolo, approfondiremo 35 fatti affascinanti sulla realizzazione di questo avvincente film.

Il film “Thank You for Smoking” è uscito nel 2005.

Diretto da Jason Reitman, il film è un adattamento dell’omonimo romanzo satirico del 1994 di Christopher Buckley.

Aaron Eckhart è il protagonista del film.

Aaron Eckhart interpreta Nick Naylor, un lobbista dell’industria del tabacco che difende i diritti dei fumatori e dei produttori di sigarette.

Thank You for Smoking” affronta temi controversi che riguardano l’industria del tabacco.

Con il suo approccio satirico, il film esplora le questioni etiche e la percezione pubblica delle aziende del tabacco e delle loro strategie di marketing.

Il film ha ricevuto il plauso della critica per la sua scrittura intelligente e i dialoghi taglienti.

La sceneggiatura del film, scritta da Jason Reitman, è stata ampiamente apprezzata per la sua scrittura arguta e stimolante.

“Thank You for Smoking” presenta un cast corale.

Oltre ad Aaron Eckhart, il film è interpretato da Maria Bello, Cameron Bright, Adam Brody e J.K. Simmons in ruoli secondari.

Il film si addentra nel mondo della comunicazione persuasiva.

“Thank You for Smoking” offre una visione dell’arte della manipolazione e di come l’opinione pubblica possa essere influenzata.

Il film evidenzia il potere della manipolazione dei media.

Attraverso le interazioni di Nick Naylor con i giornalisti, il film esplora come i media possano essere utilizzati per plasmare la percezione pubblica.

“Thank You for Smoking” affronta il concetto di responsabilità personale.

Il film sfida gli spettatori a considerare l’equilibrio tra le scelte personali e i potenziali danni causati da alcune industrie.

Il film presenta scene memorabili ambientate a Washington.

Il film cattura il panorama politico della capitale degli Stati Uniti e l’influenza che i legislatori hanno sulla legislazione.

“Thank You for Smoking” ha ricevuto numerosi riconoscimenti e nomination.

Il film è stato candidato a due Golden Globe e ha vinto il Satellite Award per la migliore sceneggiatura non originale.

Il film include interazioni umoristiche tra Nick Naylor e i suoi colleghi.

Questi momenti di leggerezza forniscono un sollievo comico in mezzo ai temi seri esplorati nel film.

“Thank You for Smoking” offre una prospettiva unica sull’industria del tabacco.

Il film sfida le idee preconcette sul fumo e presenta un ritratto sfumato degli individui coinvolti nella promozione delle sigarette.

La colonna sonora del film presenta un mix eclettico di canzoni.

Dalla musica classica ai brani contemporanei, la colonna sonora del film arricchisce l’esperienza della narrazione.

“Thank You for Smoking” ha suscitato conversazioni sull’influenza dei lobbisti.

Il film ha suscitato discussioni sul ruolo dei lobbisti nella definizione delle politiche pubbliche e sul loro rapporto con i funzionari governativi.

Il dialogo del film è noto per la sua arguzia e i suoi giochi di parole.

“Thank You for Smoking” mette in mostra l’abile scrittura che mantiene gli spettatori impegnati e divertiti per tutta la durata del film.

Il film presenta scene che si svolgono negli uffici delle aziende produttrici di tabacco.

Queste ambientazioni offrono uno sguardo ai meccanismi interni dell’industria e alle sue strategie di promozione dei prodotti.

“Thank You for Smoking” esplora il concetto di moralità e le zone grigie in cui si muovono gli individui.

Il film pone domande sull’etica personale e sui dilemmi etici affrontati dalle persone che lavorano in industrie controverse.

La narrazione del film è guidata dal viaggio di Nick Naylor alla scoperta di sé e dell’introspezione morale.

Durante lo svolgimento della trama, il personaggio subisce una trasformazione e inizia a mettere in discussione le proprie convinzioni e azioni.

“Thank You for Smoking” utilizza l’umorismo per affrontare argomenti seri e complessi.

Il film utilizza la satira per far luce sul lato oscuro dell’industria del tabacco e sulle dinamiche di potere in gioco.

Il film solleva importanti discussioni sulla libertà di parola.

“Thank You for Smoking” invita gli spettatori a riflettere sull’equilibrio tra la tutela dei diritti individuali e la responsabilità di promuovere il benessere pubblico.

La fotografia del film cattura efficacemente l’essenza di ogni scena.

La narrazione visiva aggiunge profondità alla narrazione e migliora l’esperienza di visione complessiva.

“Thank You for Smoking” mantiene un ritmo sostenuto, che impegna il pubblico dall’inizio alla fine.

Il montaggio e la sceneggiatura ben fatta contribuiscono a rendere il film scorrevole e avvincente.

I temi stimolanti del film lo rendono un’ottima scelta per discussioni e analisi in ambito accademico.

L’esame della propaganda, delle tecniche di persuasione e dell’ambiguità morale può stimolare conversazioni tra studenti e studiosi.

“Thank You for Smoking” bilancia efficacemente commedia, dramma e commento sociale.

Il film mescola perfettamente vari generi per creare un’esperienza cinematografica unica.

La sceneggiatura del film rimane fedele allo spirito del romanzo di Christopher Buckley.

L’adattamento di Jason Reitman cattura il tono satirico e i dialoghi arguti presenti nel materiale originale.

“Thank You for Smoking” mette in mostra il talento del suo cast d’insieme.

Le interpretazioni di Aaron Eckhart, Maria Bello e J.K. Simmons contribuiscono al successo e alla credibilità del film.

Il film ha suscitato dibattiti sull’influenza di Hollywood sull’opinione pubblica.

“Thank You for Smoking” fa discutere sulla responsabilità dei registi nel plasmare le percezioni della società.

Il successo di critica del film ha aperto la strada ai progetti futuri del regista Jason Reitman.

Reitman ha poi diretto film acclamati come “Juno“, “Up in the Air” e “Young Adult“.

“Thank You for Smoking” rimane attuale nella società di oggi, dove i dibattiti sull’etica aziendale continuano.

L’esplorazione dell’industria del tabacco è sempre attuale, in quanto le questioni relative alla responsabilità delle imprese e alle loro responsabilità persistono.

Il film è un ammonimento sui pericoli della comunicazione persuasiva.

“Thank You for Smoking” ricorda agli spettatori le potenziali conseguenze della manipolazione dell’opinione pubblica a fini personali.

Il titolo del film, “Thank You for Smoking”, è una frase sarcastica comunemente usata per liquidare le argomentazioni di qualcuno.

Riflette la natura satirica del film e il suo commento sulle tattiche utilizzate dall’industria del tabacco.

“Thank You for Smoking” sfida gli spettatori a riflettere in modo critico sui messaggi veicolati dalla pubblicità e dai media.

Il film sottolinea la necessità di mettere in discussione e valutare le informazioni che vengono loro presentate.

La sceneggiatura del film è stata candidata all’Oscar.

Il riconoscimento ha ulteriormente consolidato la reputazione del film per la sua eccezionale scrittura.

“Thank You for Smoking” rimane un classico di culto tra gli appassionati di commedie satiriche.

L’umorismo intelligente e il commento sociale del film hanno raccolto un seguito di appassionati nel corso degli anni.

Il successo del film ha portato a una maggiore consapevolezza e a conversazioni sulle pratiche dell’industria del tabacco.

Thank You for Smoking” ha contribuito al dibattito pubblico in corso sul fumo e sui suoi effetti sulla salute.

Conclusione

Thank You for Smoking è un film che fa riflettere e che scava nel mondo delle lobby del tabacco con arguzia, satira e un cast eccezionale. Grazie alla narrazione coinvolgente, ai personaggi intriganti e ai dialoghi taglienti, il film offre una prospettiva unica sulla controversa questione del fumo. Se siete fan dei drammi politici, delle commedie dark o se semplicemente vi piace l’ottimo cinema, Thank You for Smoking è un film da non perdere. Grazie a una scrittura intelligente e a interpretazioni stellari, il film riesce a intrattenere e allo stesso tempo a sollevare importanti questioni sull’etica, sul potere della persuasione e sull’influenza dell’industria del tabacco. Thank You for Smoking è un gioiello cinematografico che combina abilmente umorismo e commento sociale. È una testimonianza del potere della narrazione e dell’impatto che i film possono avere nel plasmare la nostra comprensione di questioni complesse. Prendete i popcorn, sedetevi e godetevi questo affascinante viaggio nel mondo delle lobby del tabacco.

Domande frequenti

1. Thank You for Smoking è basato su una storia vera?

No, Thank You for Smoking non è basato su una specifica storia vera. Tuttavia, è ispirato a eventi reali e alle pratiche dell’industria del tabacco. Il film utilizza la satira e i personaggi di fantasia per far luce sull’influenza e sulle tattiche utilizzate dai lobbisti.

2. Chi ha diretto Thank You for Smoking?

Thank You for Smoking è stato diretto da Jason Reitman, che ha anche co-scritto la sceneggiatura. Reitman è noto per la sua capacità di affrontare temi sociali e politici con umorismo e sensibilità.

3. Chi recita in Thank You for Smoking?

Il film vanta un cast eccezionale, tra cui Aaron Eckhart, che interpreta il carismatico lobbista del tabacco Nick Naylor. Tra gli altri attori di rilievo figurano Maria Bello, Cameron Bright e William H. Macy.

4. Qual è il messaggio principale di Thank You for Smoking?

Thank You for Smoking solleva importanti questioni sull’etica, la persuasione e il potere della narrazione. Evidenzia le pratiche controverse dell’industria del tabacco e incoraggia gli spettatori ad analizzare criticamente l’influenza dei lobbisti.

5. Grazie per aver fumato è adatto a tutti i tipi di pubblico?

Il film è classificato come R per il linguaggio e alcuni contenuti. Tratta temi maturi e potrebbe non essere adatto a un pubblico giovane. Si consiglia di controllare la classificazione e i contenuti prima della visione.

King Arthur – Il potere della spada: 5 motivi per cui il film di Guy Ritchie è davvero perfetto

L’ultimo epico The Green Knight offre una rivisitazione surreale di una leggenda arturiana, dimostrando che, nonostante sia in circolazione da secoli, c’è sempre un modo per dare una svolta ai racconti di Re Artù e dei suoi Cavalieri della Tavola Rotonda. I film ispirati a queste leggende spuntano da decenni, e qui difendiamo una rivisitazione molto, molto, costosa di Re Artù che merita di essere ricordata per qualcosa di più della sua implosione al botteghino: King Arthur – Il potere della spada (la recensione).

L’epopea fantasy diretta da Guy Ritchie doveva essere il primo di un universo condiviso di film, perché al giorno d’oggi sembra che tutto lo sia, e la Warner Bros. era così fiduciosa in questo progetto da aver investito circa 175 milioni di dollari nella produzione. Ma né il pubblico né la critica sono stati d’accordo e il film è stato bocciato con circa 140 milioni di dollari in tutto il mondo, perdendo decine di milioni per la WB. Sebbene il film sia stato relegato nella lista dei grandi fallimenti al botteghino, ci sono diverse ragioni per cui questo film è incredibilmente difficile da gestire, e qui ne elencherò alcune che spero vi convinceranno a dargli un’altra possibilità (o anche la prima) e a godervi questa stravagante rivisitazione della leggenda di Re Artù, unica nella vita.

Il fantastico design visivo/produttivo

Charlie Hunnam in King Arthur - Il potere della spada (
Foto di Daniel Smith – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc., Village Roadshow Films North America Inc. and Ratpac-Dune Entertainment LLC – – U.S., C

King Arthur – Il potere della spada utilizza i minuti iniziali per mostrare elefanti che fanno sembrare i Mûmakil del Signore degli Anelli dei bulldog francesi, annientando completamente i soldati a terra e abbattendo le strutture. Guardando questa sequenza da urlo, così come le altre folli scenografie, non c’è da chiedersi quale sia stato il prezzo da pagare. Ma Ritchie e il suo team hanno usato ogni centesimo per creare un’avventura fantasy selvaggia che crea un mondo unico, pieno di creature spaventose, spade superpotenti, magia diabolica e un design di produzione e costumi sorprendente, in gran parte portato alla vita cinetica dal montaggio di James Herbert.

I film fantasy sono una scommessa (come è stato chiarito qui), ma tutto è stato messo in gioco per fare di King Arthur – Il potere della spada un blockbuster high-fantasy che ha portato il genere nel panorama cinematografico moderno, e sembra e sembra qualcosa che probabilmente non vedremo mai più a breve.

La regia di Guy Ritchie

King Arthur: il potere della spada Guy Ritchie
Foto di Daniel Smith – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc.

Guy Ritchie è uno di quei registi che, anche se i suoi film non sono grandiosi, hanno comunque un senso dello stile e un’energia folle, e con King Arthur – Il potere della spada mette tutto insieme per infondere a quello che era probabilmente un assegno in bianco una sfacciata ferocia. I suoi tratti distintivi – dal tipo di azione vista in Sherlock Holmes all’interazione del cast di Snatch – contribuiscono a dare all’impressionante portata visiva l’energia necessaria per sembrare qualcosa di più di una vuota CGI, il tutto distinguendo la trama dai molti, moltissimi altri film di genere medievale.

La sua decisione, insieme al team di co-sceneggiatori, di dare a questa storia d’origine un’impronta grintosa, da gangster di bassa lega, avrebbe potuto essere un punto a sfavore per alcuni, ma questo stile è semplicemente qualcosa che gli riesce così bene che con l’arco di vita di Artù che va dai bassifondi alla grandezza funziona piuttosto bene, infondendo un’avventura fantasy con un’atmosfera da heist-movie che conferisce ulteriormente a Re Artù una personalità distinta in un’epoca in cui tanti blockbuster gonfiati sono più noiosi di un Excalibur di cartone.

Il cast di King Arthur – Il potere della spada

Il cast di King Arthur: il potere della spada
Foto di Daniel Smith – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc., Village Roadshow Films North America Inc. and Ratpac-Dune Entertainment LLC – – U.S., C

I grandi cast sono un’altra caratteristica di Guy Ritchie e, con Charlie Hunnam alla guida della squadra nel ruolo di Artù dalla parlantina veloce e dickensiana, l’intero cast è all’altezza della situazione per rendere i futuri Cavalieri della Tavola Rotonda una simpatica banda di furfanti. Djimon Hounsou, Aidan Gillen, Kingsley Ben-Adir, Tom Wu, Neil Maskell, Annabelle Wallis e Àstrid Bergès-Frisbey sono tutte personalità gradite che danno corpo al viaggio di Artù, con Eric Bana che sfrutta al meglio il suo breve tempo nei panni del cazzuto Uther Pendragon. Si tuffano a capofitto nei dialoghi scoppiettanti e nell’azione ad alta energia senza una spada spenta nel gruppo, ed è un peccato che non potremo vederli approfondire i loro personaggi in futuro.

Il cattivo

King Arthur: il potere della spada Jude Law
Foto di Daniel Smith – © 2015 Warner Bros. Entertainment Inc.

Ma il ruolo del cattivo è affidato a Jude Law, che interpreta Vortigern con energia seducente. Law interpreta il leader tirannico che fa salutare in massa i suoi soldati come un dittatore fascista con delizioso aplomb, il tutto indossando i costumi di Annie Symons. Giacche di velluto, pantaloni di pelle, lunghi cappotti di pelliccia, armature minacciose e allo stesso tempo cool: il Vortigern di Jude Law, sembra poter governare il mondo con un guanto di ferro e fare ancora in tempo a sfilare all’ultima sfilata di Tom Ford. Ma gioca anche con la riluttanza e l’agitazione dei cattivi, sacrificando la moglie per trasformarsi in un cavaliere demoniaco bambino per uccidere il fratello (Eric Bana). Il suo lavoro è misurato e tranquillamente malvagio rispetto al ritmo incalzante di tutto il resto, e fa sì che Law possa avere più ruoli malvagi da masticare, superando tutti quelli che lo circondano.

La colonna sonora

Lasciando il meglio per ultimo, la colonna sonora di Daniel Pemberton è la vera star di King Arthur – Il potere della spada. Anche tra tutte le impressionanti immagini e le ottime interpretazioni, la musica viscerale, cruda e mozzafiato le supera tutte con una cacofonia di suoni e influenze che probabilmente non dovrebbero funzionare insieme, ma che funzionano al 100%. Sia che si tratti dell’uso di strumenti medievali di ogni forma e dimensione, sia che si tratti di respiri e urla gutturali che conferiscono una gradita dose di fisicità alle scene più veloci, il livello di personalità che Pemberton inietta nella colonna sonora per rendere King Arthur – Il potere della spada diverso da qualsiasi altro genere è degno di infinite lodi. Probabilmente più del cast, delle immagini e del montaggio, la colonna sonora di Pemberton stabilisce il tono della selvaggia avventura che verrà, e se sarete travolti dall’avventura come lo sono stato io, dovrete ringraziare questa colonna sonora adeguatamente fantastica.

Jerry Bruckheimer lancia un’entusiasmante notizia bomba sul film di Margot Robbie sui Pirati dei Caraibi

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Le cose potrebbero cambiare per il franchise di Pirati dei Caraibi: Jerry Bruckheimer ha rivelato alcune notizie estremamente ottimistiche per i fan che attendono con ansia il suo ritorno. In mezzo all’incertezza che da tempo vortica intorno all’amata serie, sembra che la Disney non abbia abbandonato la nave per quanto riguarda il coinvolgimento di Margot Robbie. In una recente intervista con Entertainment Weekly, Bruckheimer ha fornito un aggiornamento che potrebbe vedere l’attrice candidata all’Oscar prendere il timone di un film sui Pirati tutto suo, aggiungendo che è in programma anche un reboot del franchise principale.

Speriamo di realizzarli entrambi e credo che la Disney sia d’accordo nel voler realizzare anche quello con Margot Robbie“, ha dichiarato Bruckheimer. Ha spiegato che ci sono effettivamente due progetti distinti sui Pirati dei Caraibi in lavorazione: un reboot, che Jeff Nathanson di Young Woman and the Sea dovrebbe scrivere, e un altro scritto da Christina Hodson di Birds of Prey, dietro il quale c’è il team della Margot Robbie. Questo arriva dopo un periodo piuttosto burrascoso per il franchise quando, dopo l’uscita di Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar  nel 2017, i piani per un sesto capitolo sembravano arenarsi tra i problemi legali di Johnny Depp e i cambiamenti creativi. La Disney è rimasta entusiasta di continuare la redditizia serie, ma sembrava orientarsi verso una direzione più fresca, coinvolgendo nuovi volti e mettendo potenzialmente da parte l’iconico Capitano Jack Sparrow interpretato da Johnny Depp.

Perché il progetto Pirati dei Caraibi di Margot Robbie si è arenato?

Il progetto guidato da Margot Robbie era stato momentaneamente ritenuto in stallo quando la stessa attrice aveva suggerito, nel 2022, che la Disney se ne stava allontanando. Tuttavia, gli ultimi commenti di Bruckheimer forniscono un faro di speranza non solo per la continuazione della saga originale, ma anche per un nuovo capitolo che ringiovanisca il franchise.

L’idea di Margot Robbie a capo di un film sui Pirati dei Caraibi non è solo eccitante per la sua novità, ma anche per il divertimento che potrebbe portare in alto mare. Già una delle più grandi star di Hollywood, Margot Robbie potrebbe ridefinire il significato di leader nel genere piratesco, tipicamente dominato dagli uomini.

In attesa di ulteriori dettagli, non ci resta che aspettare e vedere se questi progetti riusciranno a navigare nelle acque tempestose del cinema moderno e quali tesori potrebbero scoprire. Con Bruckheimer al timone della produzione e un chiaro interesse da parte della Disney nel tracciare una rotta futura, i fan potrebbero presto ritrovarsi a salpare ancora una volta nel ricco mondo di Pirati dei Caraibi.

Yellowstone 5 riceve finalmente l’aggiornamento epico che stavamo aspettando

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Fan di Yellowstone, tenetevi forte: è ufficialmente iniziata la produzione di quelli che saranno gli ultimi capitoli della popolarissima serie. Dopo un significativo ritardo a causa degli scioperi del settore, le riprese sono ripartite in Montana per il segmento conclusivo della quinta stagione dello show Yellowstone. Taylor Sheridan è tornato in sella come sceneggiatore e showrunner per la puntata finale. Yellowstone ha catturato il cuore degli spettatori con i suoi intensi drammi e i suoi paesaggi pittoreschi, rendendo le lotte e i trionfi della famiglia Dutton un punto fermo in molte famiglie.

La prima metà della quinta stagione, composta da otto episodi, ha lasciato il pubblico con il fiato sospeso quando è andata in onda dal novembre 2022 al gennaio 2023. Ora la saga si concluderà con sei episodi finali, che promettono di chiudere la miriade di storie intricate. I fan possono segnare il calendario per novembre, quando questi episodi andranno in onda su Paramount Network.

La conclusione della saga dei Dutton è stata a lungo attesa, soprattutto se si considerano gli ostacoli produttivi affrontati l’anno scorso, quando il duplice sciopero degli sceneggiatori e degli attori aveva messo temporaneamente in pausa l’industria creativa, compresa Yellowstone, lasciando il destino dei Dutton in bilico. Inoltre, le voci vorticose sulla partenza di Kevin Costner hanno aumentato l’incertezza. Kevin Costner, che è stato una pietra miliare della serie nel ruolo del patriarca John Dutton, avrebbe pianificato di abbandonare la serie a causa di conflitti di programmazione con il suo ambizioso progetto, Horizon: An American Saga. L’epopea western, diretta dallo stesso Kevin Costner, è prevista per la metà del 2024, con il primo capitolo nelle sale a giugno e il sequel ad agosto.Kevin Costner ha risposto alle domande sul suo futuro a Yellowstone durante la promozione del film al Festival di Cannes.

Yellowstone riuscirà ad ripartire?

MentreYellowstone si prepara a concludere la sua epica storia, gli spettatori sono senza dubbio ansiosi di vedere come la serie risolverà la complessa rete di alleanze, tradimenti e lotte di potere che hanno definito l’eredità della famiglia Dutton. Con la promessa di un finale avvincente e l’alta posta in gioco che è sempre stata un elemento caratteristico dello show, gli ultimi episodi sono pronti a essere sia una conclusione che una celebrazione del monumentale impatto dello show sulla televisione.

Continuate a seguirci per avere gli ultimi aggiornamenti e approfondimenti su Yellowstone e sul suo attesissimo finale.

Limonov: The Ballad, recensione del film di Kirill Serebrennikov – Cannes 77

Il regista russo Kiril Serébrennikov (Leto, La moglie di Tchaikovsky) approda nel concorso di Cannes 77 con Limonov: The Ballad, adattamento del romanzo di Emmanuel Carrère sulla vita del dissidente, scrittore e poeta russo Ėduard Limonov, qui interpretato da un istrionico Ben Whishaw.

Limonov, la ballata punk di Kiril Serébrennikov

Eduard Limonov aveva la stoffa dell’eroe: una persone capace di essere un poeta sovietico radicale, un vagabondo e una prostituta a New York, un intellettuale in Francia e un oppositore politico nella Russia contemporanea. Tutte queste vite e tutte queste sfaccettature si ritrovano in un personaggio la cui storia permette di comprendere e testimoniare tutti i cambiamenti radicali del mondo dopo la Seconda guerra mondiale fino all’attuale crisi geopolitica globale, compresa l’invasione dell’Ucraina. Questo plurimo e affascinantissimo potenziale è stato colto e raccontato in maniera eccellente dallo scrittore francese Emmanuel Carrère.

Limonov era una rockstar, pur non essendo un musicista, e come tale è interpretato dall’attore britannico, capace anche di essere repellente nella maggior parte delle scene in cui compare quest’uomo, ossessionato dall’essere un eroe, dalla fama, dalla gloria e dal riconoscimento. La colonna sonora di Limonov: The Ballad, i movimenti di macchina, le grafiche colorate, le immagini di repertorio, le scenografie articolate, tutto serve a distinguere questa personalità incasellabile.

Più Limonov che decidono come raccontarsi

In Limonov: The Ballad, il regista ha la capacità di portarci visivamente attraverso il grigiore dell’URSS e la luminosità della New York degli anni ’70, con la musica dei Velvet Underground ad accompagnare il viaggio di questo Barry Lindon sovietico, e insistendo sull’ossessione per gli Stati Uniti di un personaggio che si definiva ammiratore di Stalin, mettendo uno di fronte all’altro questi due mondi separati dalla cortina di ferro, i loro successi e le loro contraddizioni. Se Carrère era riuscito a raccontare, attraverso la figura di Limonov, come Putin fosse emerso nella Russia contemporanea, il regista preferisce lasciare fuori quell’episodio dalla storia, che si conclude quando Limonov viene rilasciato dal carcere in Siberia, dopo essere stato accusato di terrorismo e traffico d’armi, alla guida del Partito Nazionale Bolscevico.

All’inizio del film, Limonov si definisce un comunista indipendente. Ha vissuto in tantissimi luoghi, ha scritto e lavorato in più Paesi. Aggiunge anche che non è mai stato un vero dissidente, ma nemmeno uno scrittore sovietico: una carta d’identità che prende forma con toni decisamente punk. Nel corso del racconto, che non è mai lineare, l’accento è posto sui periodi in cui Limonov ha sperimentato l’intensità della vita, la passione sessuale e la vocazione per una poesia disobbediente.

Limonov: The Ballad
LIMONOV: THE BALLAD ©Andrejs Strokins, Cannes Film Festival

Limonov va a New York (e si annoia)

Nella madrepatria o ti fai ammazzare o ti ubriachi dalla noia, sentenzia Limonov, ma cosa succede se si inizia ad annoiarsi anche negli altri Paesi? Arriva a New York, dove constata che la letteratura è ormai stata declassata rispetto ad altre forme d’arte e che non c’è di certo bisogno di un altro poeta in una città in cui i Wahrol girano per strada. Ma Limonov vuole movimento, azione, ed è per questo che sposta la narrazione, apre e chiude le scene, su e giù per il proscenio, sapendo che l’attenzione dello spettatore è tutta su di lui: Ben Whishaw/Limonov, che punta già alla Palma d’oro al miglior attore protagonista in questa edizione del Festival.

Emerge come Limonov sia un uomo sfiduciato, vuole solo qualcuno che si curi di lui, ricerca protezione in diverse forme di vita e sempre pronto a sperimentare per sentirsi vivo. Quando non ci riesce, deve sputare fuori tutta la rabbia e la violenza, reinventarsi, alla ricerca instancabile della glorificazione e non si fermerà neanche quando avrà dalla sua parte “un esercito di 300 spartani”.

Farsi strada tra le contraddizioni

Pur raccontando di una personalità dinamica e irreprensibile come quella di Limonov, la grammatica del film di Serébrennikov è piuttosto pulita e si apre sicuramente a tratti più mainstream rispetto allo stile del regista russo. Anche se avrebbe potuto sporcarsi di più nel ritrarre la sfacciataggine del personaggio – soprattutto con un attore così metodico – forse Limonov vuole simboleggiare proprio la tensione tra le due parti del suo animo, quella legata alla storia della madrepatria, e quella figlia delle libertà occidentali.

Limonov apre da solo le porte della Storia e del mondo, affermando che sono gli Stati ad adattarsi a lui, mai il contrario! L’Unione Sovietica è stata “un eterno casino”, ma “il casino è sempre divertentissimo”. Sei nato da eroe Eddie, gli dirà la compagna Elena e Limonov, che corregge sempre gli altri sulla pronuncia del suo nome, ne è più che consapevole, in tutte le forme e i substrati che assume la sua identità, incontrovertibilmente indirizzata verso due coordinate: “o divento famoso, o verrò assassinato”. Non c’è altra storia per vivere, e morire, da eroe.

Deadpool e Wolverine: Shawn Levy, Ryan Reynolds e Hugh Jackman parlano di Taylor Swift, dei cameo, del rating del film

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Negli Stati Uniti sono aperte le prevendite dei biglietti per Deadpool e Wolverine e Fandango ha recentemente incontrato il regista Shawn Levy e gli attori Ryan Reynolds e Hugh Jackman per saperne di più su questa tanto attesa squadra. Il regista ha iniziato affrontando la classificazione R del trequel, spiegando perché era importante mantenere il film in linea con le precedenti avventure sul grande schermo di Wade Wilson.

“Siamo stati chiari fin dall’inizio. Abbiamo detto: ‘Bene, noi tre lo faremo e dobbiamo essere sinceri, rispettando il tono di un film di Deadpool.’ Ciò significa che non stiamo attenuando gli spigoli”, ha affermato Levy. “Saremo audaci, divertenti e taglienti, come so che, come fan, desidero da Logan e da Wade Wilson.” “Devo dire che, ogni volta che Ryan, Hugh e io ci aspettavamo una reazione, abbiamo ricevuto il supporto di Kevin, di tutti alla Disney. Si sono fidati di noi e ci hanno permesso di fare la versione di Deadpool e Wolverine che riteniamo sia la migliore.”

Le discussioni si sono presto spostate sui cameo, con il trio che si è rifiutato di confermare o negare se vedremo artisti del calibro di Elektra, Mistica e Tempesta (anche se Jackman ha dovuto trattenersi dal sorridere quando è stato menzionato quest’ultimo). Per quanto riguarda le voci persistenti su Taylor Swift nei panni di Dazzler, Reynolds ha risposto: “Sapete, per film come questo… ci sono così tante speculazioni su così tante persone che potrebbero finire nel film. Ne ho visto uno convinto che Elvis sia nel film.”

Levy ha aggiunto: “Mi sono sicuramente avvicinato a questo film… come un fan. Un fan dei film degli X-Men e dei film di Deadpool. E quindi, questo film è stato sicuramente realizzato con l’amore di un tifoso.” “Wade Wilson e Logan sono fatti per non andare d’accordo dai fumetti in poi”, ha continuato. “Questi sono due personaggi che sono davvero costruiti in un modo da farsi reciprocamente impazzire, specialmente Logan.”

Jackman ha avuto l’ultima parola su Deadpool e Wolverine quando ha osservato: “I fan saranno molto felici. Ho parlato con fan di tutto il mondo per 24 anni. Sento di avere un legame e mi piace sempre parlare con loro. Sono molto onesti…non ho sentito grandi cose su quello che ho fatto, ho sentito cose buone e ci sarà molta felicità.”

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Carl Hiaasen’s Bad Monkey: le immagini della nuova serie Apple TV+

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Apple TV+ ha svelato oggi le prime immagini di Carl Hiaasen’s Bad Monkey, la nuova comedy del pluripremiato produttore esecutivo Bill Lawrence (“Ted Lasso”, “Shrinking”) interpretata dall’attore, produttore e sceneggiatore Vince Vaughn, che funge anche da produttore esecutivo. Basata sul romanzo di Carl Hiaasen, bestseller del New York Times e cult intramontabile, la serie di 10 episodi farà il suo debutto il 14 agosto su Apple TV+ con i primi due episodi, seguiti da nuovi episodi ogni mercoledì fino al 9 ottobre.

“Carl Hiaasen’s Bad Monkey” racconta la storia di Andrew Yancy (interpretato da Vaughn) che è stato cacciato dal dipartimento di polizia di Miami e ora fa l’ispettore sanitario nelle isole Keys. Dopo essersi imbattuto in un caso che si apre con un braccio umano ripescato dai turisti, si rende conto che se riuscirà a dimostrare che si tratta di un omicidio, rientrerà nel giro. Deve solo superare una serie di strani personaggi della Florida e una scimmia cattiva.

 

Il cast comprende anche L. Scott Caldwell (“Il fuggitivo”), Rob Delaney (“Catastrophe”), Meredith Hagner (“Search Party”), Natalie Martinez (“La Promesa del Retorno”), Alex Moffat (“Saturday Night Live”, “Holiday”), Michelle Monaghan (“Gone Baby Gone” “Kiss Kiss Bang Bang” ), Ronald Peet (“First Reformed – La creazione a rischio”) e Jodie Turner-Smith (“Queen and Slim”), con le guest star John Ortiz (“Fast and Furious”), Zach Braff (“Scrubs”) e Charlotte Lawrence al suo debutto televisivo.

Prodotta dalla Warner Bros. Television, “Carl Hiaasen’s Bad Monkey” è sviluppata dal produttore esecutivo e showrunner Lawrence, che l’ha prodotta attraverso la sua Doozer Productions insieme a Jeff Ingold, Matt Tarses (“Scrubs”), Marcos Siega, Vince Vaughn e Liza Katzer.

“Carl Hiaasen’s Bad Monkey” rappresenta la più recente collaborazione tra Lawrence e Warner Bros. Television per Apple TV+, dopo la serie di successo nominata agli Emmy “Shrinking” e il fenomeno “Ted Lasso”, co-creata da Lawrence, che ha fatto la storia diventando la serie comica esordiente più nominata agli Emmy di sempre e vincendo due volte l’Emmy come miglior serie comica per la prima e la seconda stagione.

The Sandman stagione 2: scelti gli altri Endless Delirio, Destino e Il Prodigo

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Arriva da Variety una buona notizia per i fan di The Sandman. L’adattamento Netflix dell’epica serie di graphic novel di Neil Gaiman ha scelto gli ultimi tre fratelli degli Endless. Dopo Tom Sturridge nei panni di Sogno, Mason Alexander Park in quelli di Desiderio, Kirby Howell-Baptiste per Morte e Donna Preston nei panni di Disperazione, arrivano Esmé Creed -Miles nel ruolo di Delirio, Adrian Lester nel ruolo di Destino e Barry Sloane nel ruolo de Il Prodigo.

Nella serie di fumetti The Sandman, il Prodigo è noto come Distruzione, Netflix ha avuto cura di etichettare il ruolo di Sloane con il nome che era stato pronunciato anche nella prima stagione della serie, che è anche il modo in cui il personaggio viene chiamato nei primi volumi della storia. I tre nuovi casting puntano alla seconda stagione di The Sandman che copre l’iconico episodio della graphic novel, La stagione delle nebbie. Avevamo anche sentito che la nuova stagione avrebbe raccontato più storie con protagonisti gli Endless, e ora che ci sono tutti, i giochi possono cominciare.

Cosa aspettarsi da The Sandman 2? la seconda stagione

Sta iniziando un viaggio che ci porterà dal giardino del Destino all’Inferno, dal Cuore del Sogno all’Antica Grecia e alla Francia rivoluzionaria, e da lì a luoghi che nemmeno io riesco a immaginare sullo schermo. Sarò paziente. Le cose belle stanno per arrivare“, ha detto il creatore Neil Gaiman nella sua precedente lettera per celebrare il 35° anniversario dei suoi fumetti di The Sandman.

The Sandman è interpretato da Tom Sturridge nei panni di Sogno, Mason Alexander Park in quelli di Desiderio, Kirby Howell-Baptiste per Morte, Donna Preston nei panni di Disperazione, Esmé Creed -Miles nel ruolo di Delirio, Adrian Lester nel ruolo di Destino, Barry Sloane nel ruolo de Il Prodigo, Gwendoline Christie nel ruolo di Lucifero, Vivienne Acheampong nel ruolo di Lucienne, Kirby Howell-Baptiste nel ruolo di Morte, Patton Oswalt nel ruolo di Matthew il Corvo, Jenna Coleman nel ruolo di Johanna Constantine. Finora, Netflix non ha ancora fatto alcun annuncio riguardo ai nuovi attori che si uniranno al cast della seconda stagione.

La serie live-action The Sandman è scritta da Neil Gaiman (American Gods) e dallo showrunner Allan Heinberg (Wonder Woman, Grey’s Anatomy). David S. Goyer (Batman Begins, Foundation) è il produttore esecutivo del dramma della Warner Bros. Television.

The Boys: la quarta stagione è “f*ttutamente folle” secondo Jack Quaid

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The Boys tornerà per la sua quarta stagione il mese prossimo, e se si deve credere a Jack Quaid (che interpreta Hughie), i fan si troveranno ad affrontare la serie di episodi più pazzeschi mai visti finora – il che è davvero tutto dire se si considerano alcune delle cose che abbiamo già visto nello show.

Durante un’intervista con Collider, Quaid ha detto che quest’ultima stagione è la sua preferita fino ad ora, e anche se non ha condiviso alcun dettaglio riguardo a ciò che gli spettatori possono aspettarsi dal finale, sembra che saremo testimoni di qualcosa di piuttosto scioccante.

“Trovano sempre il modo di proporre nuovi ritmi e non si ripetono mai”, Jack Quaid della nuova stagione. “È stato davvero fantastico. Questa è la stagione preferita che abbiamo mai fatto. Gli sceneggiatori hanno superato se stessi.” Ha continuato aggiungendo che ci sono stati molti momenti che lo hanno scioccato anche quando ha ricevuto le sceneggiature per la prima volta, “soprattutto verso la fine della stagione.”

“Ci sono alcune cose in questa stagione, quando le ho lette, che mi hanno lasciato senza fiato”, ha continuato. “Non immaginavo davvero che sarebbero arrivate tante novità, ed è molto difficile sorprendere una persona che è stata nello show per quattro stagioni. Gli sceneggiatori hanno davvero superato se stessi. Le riprese sono fantastiche. Il finale è fottutamente è pazzesco, sto parlando di The Boys, quindi posso giurarlo.”

The Boys è stato recentemente rinnovato per la quinta stagione.

La trama della quarta stagione di The Boys

Nella quarta stagione, il mondo è sull’orlo del baratro. Victoria Neuman è più vicina che mai allo Studio Ovale e sotto il controllo di Patriota, che sta consolidando il suo potere. Billy Butcher, a cui restano solo pochi mesi di vita, ha perso sia il figlio di Becca sia il suo ruolo di leader dei The Boys. Il resto della squadra è stanco delle sue bugie. La posta in gioco sarà più alta del solito e loro dovranno trovare un modo per collaborare e salvare il mondo, prima che sia troppo tardi.

Il cast di The Boys vede protagonisti Karl Urban, Jack Quaid, Antony Starr, Erin Moriarty, Jessie T. Usher, Laz Alonso, Chace Crawford, Tomer Capone, Karen Fukuhara, Colby Minifie, Claudia Doumit e Cameron Crovetti. Si uniranno per la quarta stagione anche Susan Heyward, Valorie Curry e Jeffrey Dean Morgan.

The Boys è basata sul fumetto certificato bestseller dal New York Times, creato da Garth Ennis e Darick Robertson, qui in veste anche di executive producer, e sviluppato dall’executive producer e showrunner Eric Kripke. Tra gli altri executive producer si annoverano anche Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Pavun Shetty, Phil Sgriccia, Craig Rosenberg, Ken F. Levin, Jason Netter, Paul Grellong, David Reed, Meredith Glynn e Michaela Starr. The Boys è prodotta da Amazon Studios e Sony Pictures Television Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Original Film e Point Grey Pictures.

 

 

Spider-Man: No Way Home, tutte le realtà parallele hanno dimenticato i rispettivi Peter Parker

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In Spider-Man: No Way Home, Peter Parker si è rivolto al Dottor Strange per chiedere aiuto dopo che Mysterio ha rivelato al mondo la sua identità segreta. L’ex Stregone Supremo era più che disposto a dare una mano, solo che il suo incantesimo è andato rapidamente storto.

Questo perché Peter ha provato ad apportare una serie di modifiche all’incantesimo durante la sua esecuzione, assicurandosi che i suoi amici e la sua famiglia ricordassero il fatto di aver appreso la sua identità (se MJ non l’avesse scoperto, il destino li avrebbe comunque riuniti?).

Con una serie di varianti malvagie trascinate sulla Terra-616, Spidey riesce ad averla vinta solo con un aiuto speciale, ovvero da parte di altri Spider-Man di altre Terre. Nonostante sia riuscito a “curare” alcuni supercriminali, la realtà ha iniziato a lacerarsi e Peter ha dovuto convincere Strange a completare l’incantesimo… mentre tutti dimenticavano il fatto che lui non esistesse.

Ora, una nuova voce suggerisce che l’incantesimo di Strange abbia avuto conseguenze di vasta portata. Secondo il leaker @MyTimeToShineH, anche anche i mondi di Peter #2 (Tobey Maguire) e Peter #3 (Andrew Garfield) dimenticano l’esistenza dei rispettivi Peter Parker. Ciò probabilmente ha conseguenze disastrose per tutti e due, ma in particolare per il primo se lui e Mary Jane Watson alla fine si sono spostati e hanno avuto dei figli.

Non è chiaro quando o dove verrà affrontato questo nodo di trama, anche se potrebbe spiegare cosa unisce di nuovo i tre Uomini Ragno. Probabilmente non saranno particolarmente contenti del lanciatore di ragnatele dell’MCU, e immaginiamo che Spider-Man 4 e Avengers: Secret Wars siano i progetti più papabili per raccogliere le conseguenze di Spider-Man: No Way Home.

Fantastici Quattro: trovato il DOP del film. Le vecchie proprietà Fox sono il futuro della Marvel

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Le riprese per i Fantastici Quattro si stanno avvicinando e i Marvel Studios hanno ora arruolato un direttore della fotografia del film: Jess Hall. Non è estraneo ai film d’epoca e in precedenza ha lavorato con il regista Matt Shakman su WandaVision e Monarch: Legacy of Monsters. Altri crediti includono Chevalier, Ghost in the Shell, Hot Fuzz e The Spectacular Now.

La notizia che ricoprirà il ruolo di direttore della fotografia dei Fantastici Quattro ci arriva dal sito web di Hall. La riunificazione di Shakman e Hall non è una sorpresa e, basandosi sul suo lavoro in WandaVision, non avrà difficoltà a rendere questo film visivamente distinto.

Inoltre, l’insider di Hollywood Matt Beloni ha recentemente parlato dei prossimi progetti dei Marvel Studios in un’edizione del suo podcast intitolato “The Best and Worst Media Mergers of the 21st Century.”

“Il futuro della Marvel sembra risiedere nello sfruttamento di queste proprietà della Fox Marvel come i Fantastici Quattro, gli X-Men e Deadpool”, ha spiegato. “Questo materiale dà alla Marvel un posto da esplorare.”

Quindi sì, come sospettato, il futuro del MCU ruoterà attorno ai Fantastici Quattro e agli X-Men. Questo non è un grande shock dato che quest’ultimo franchise da solo ha il potenziale per generare innumerevoli collaborazioni, film e programmi TV. “Penso di amare la corsa allo spazio, l’ottimismo dell’era Kennedy di quel mondo”, ha detto in precedenza Shakman riguardo a ciò che lo ha attratto verso I Fantastici Quattro. “L’idea che possiamo risolvere tutti i nostri problemi, che possiamo, attraverso il cuore giusto, la mente giusta e la tecnologia giusta, vincere qualsiasi problema.”

“Ho amato questi personaggi fin da quando ero bambino, quindi è una grande gioia poter lavorare con loro, trascorrere del tempo con loro ogni giorno”, ha aggiunto il regista. “Portarli nel MCU è una grande gioia. Quindi è così. È semplicemente l’eccitazione di essere il bambino che li ha trovati quando avevo sei, sette, otto anni, e ora di poter lavorare con loro sul grande schermo. È fantastico.”

Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul film

Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici Quattro, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian Springer. Pedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear. Fanno parte del cast anche Julia Garner, Paul Walter Hauser, John Malkovich, Natasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus.

Al momento circolano voci su una possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra 616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia Garner è stata scelta per interpretare Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che sembrerebbe confermare anche quella di Galactus come villain principale. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema il 25 luglio 2025.

Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza: la recensione del film di Tomoharu Katsumata

Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza, opera del 1982 prodotta da Toei Animation e diretta da Tomoharu Katsumata, torna in sala il 20, 21 e 22 maggio in occasione dei 45 anni dell’arrivo della serie tv animata sulla tv italiana – diretta da Rintarō e trasmessa su Rai 2 a partire dal 1979.

Musicato da Toshiyuki Kimori e uscito pochi mesi prima del pilota di Capitan Harlock SSX – Rotta verso l’infinito, secondo prodotto seriale dedicato al brand, il film di Katsumata fa infatti da apripista alle avventure narrate su piccolo schermo, risalendo agli albori della leggenda del pirata spaziale più celebre dell’animazione giapponese e raccontandone l’inizio della carriera da “esule”. Un personaggio creato dalla mano di Leiji Matsumoto nel 1977 e caratterizzato da un outfit diventato iconico – benda nera, mantello, stivali e cicatrice ad attraversare il volto; l’incarnazione umana dei valori di incorruttibilità morale, idealismo e coraggio, tornata in questi giorni sul grande schermo per una nuova (vecchia) avventura.

Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza: la trama

Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza si apre con una sconfitta. La lotta per la libertà condotta dalla Terra contro gli invasori Illumidiani è infatti stata persa; e le città del pianeta, governate da corrotti, hanno piegato la testa di fronte all’invasore straniero. Accolto da questo sconfortante scenario, il valoroso Harlock, rincasato con il suo equipaggio a bordo della propria nave spaziale, è determinato a fare giustizia e liberare la Terra dai suoi occupanti.

E, insieme a lui, altri uomini e donne coraggiosi si uniscono alla Resistenza mettendo a rischio le loro stesse vite. Tra loro vi è Maya, la “voce” degli oppressi, Tochiro, costruttore dell’astronave Arcadia, Emeraldas, piratessa galattica e Zoll, soldato del pianeta Tokarga unitosi ai ribelli per vendicare il suo popolo. Legati da amicizia, amore e lealtà, i compagni affonteranno lunghi viaggi spaziali, sparatorie, lutti e gloriose battaglie. Fino all’inevitabile resa dei conti che deciderà le sorti della Terra e degli intrepidi eroi che hanno provato a difenderla.

Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza: tasselli

È il 1982. L’anno di E.T, l’anno di Blade Runner. È più in generale un periodo di grande messa in discussione dei confini di creatività e immaginazione; un periodo che ci trasporta verso galassie lontane lontane, mostri alien-i, dimensioni futuristiche e alternative, pianeti distanti e costantemente ir-raggiungibili. Insomma un grande puzzle dalle tinte sci-fi e intergalattiche del quale Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza non è che un altro fondamentale tassello.

Capitan Harlock. L'arcadia della mia giovinezza

L’opera di Katsumata è infatti un’opera spaziale gigantesca, una epopea costruita su un ricco immaginario fatto di enormi navicelle, pianeti dalle distinte conformazioni, immense e inattraversabili nebulose e avventure ai limiti della sopravvivenza. Oltre che su di un impianto epico fondato tanto sulla potenza visiva di alcuni scorci interplanetari, quanto su una calibrazione attenta degli scambi dialogici presenti – tutti volti ad accrescere il carico emotivo del film e la sua (pur sempre apprezzabile) “seriosità”.

Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza: memoria e archivio

Ma Capitan Harlock – L’Arcadia della mia giovinezza, a partire da un titolo già abbastanza esplicativo, è innanzitutto una pellicola che ragiona di memoria. Che sfrutta il ricordo come base portante della sua narrazione e ne sfrutta la potenza immaginifica nell’ottica di un continuo intersecarsi di piani narrativi. Non a caso il film si apre con un flashback che getta le basi per una risoluzione finale ancora di là da venire. E non a caso, all’interno del racconto, Harlock e Tochiro scoprono una sorta di “archivio comune” che – al di là dei limiti spazio-temporali – sancisce l’amicizia tra i due e ne lega destini e traiettorie future.

L’archivio è però comunque una dimensione che il regista lega strettamente all’esperienza umana, all’analogico. Che dunque sfugge a qualsivoglia perversione tecnologica della nostra epoca (la sola telecamera visibile è asservita al potere e malignamente utilizzata per riprendere le esecuzioni dei ribelli) per rifugiarsi tra le inafferrabili frequenze radiofoniche di Maya e il mirino manuale appartenuto all’avo del protagonista – nonché tra le polverose pagine di un vecchio libro guida.

Dopotutto anche nella serie tv di fine anni ’70 si immaginava un futuro ipnotizzato dal proliferare di schermi; e l’opera di Katsumata ad essa si riallaccia, riprendendone di fatto anche le atmosfere pessimistiche qui raccontate dall’esilio a cui la Terra condanna i propri eroi. In un mondo afflitto da lutti, concrete possibilità di estinzione ed empietà. Un mondo fragile e perennemente in guerra con se stesso. Un mondo dove la Resistenza alle forze del Male non può che essere affidata ad un manipolo di uomini e donne valorosi, destinati a solcare a lungo per il mare di stelle a bordo di navi battenti bandiera pirata.

“Un istante ripetuto nel tempo diventa eterno, è questa la libertà…”

Neisi: La fuerza de un sueño: recensione del film di Daniel Yépez Brito

Tokyo, 2021. Un fiocco blu tra i bei capelli neri e ricci. Due giovani braccia alzate reggono 145 chili. Le urla di commozione, i sorrisi e le lacrime di gioia. Tutta la forza e il dolore di una giovane atleta. Questa è l’avvincente ed entusiasmante storia di Neisi Patricia Dajomes Barrera, la prima donna dell’Ecuador a vincere una medaglia d’oro olimpica nel sollevamento pesi.

Vincitore del Premio IILA – Cinema 2024 (dell’Organizzazione Internazionale Italo-Latino Americana) come Miglior Documentario, Neisi: La fuerza de un sueño è il toccante docufilm del regista Daniel Yépez Brito (7 Muros, Ovejas, La rebelión de la memoria) dedicato alla coraggiosa e straordinaria atleta ecuadoriana Neisi Barrera, divenuta in pochi anni orgoglio per la sua nazione e grande esempio per tutte le giovani atlete. La pellicola, prodotta da Irina López Eldredge e Retrogusto Films, è stato presentata in anteprima italiana lo scorso 16 maggio 2024 al Cinema Barberini di Roma in occasione della 17ª edizione de La Nueva Ola – Festival del Cinema Spagnolo e Latinoamericano.

Neisi: la forza inarrestabile di una combattente

In Neisi: La fuerza de un sueño, tra continui flashback, testimonianze, interviste e filmati privati, il regista guida il pubblico in un viaggio coinvolgente che esplora e celebra la straordinaria storia di Neisi Dajomes. Il film offre uno sguardo attento e delicato sulla vita di questa giovane atleta, figlia di rifugiati colombiani, partendo dalle sue umili origini nella povera cittadina ecuadoriana di Shell. Qui, insieme ai suoi fratelli, Neisi ha mosso i primi passi nel mondo del sollevamento pesi, coltivando il suo talento e affrontando le sfide della vita con notevole determinazione e passione.

Daniel Yépez e Irina López riescono, in soli 90 minuti, a portare sullo schermo i momenti che più hanno segnato la vita di Neisi. Non solo i ricordi gioiosi in famiglia, le prime conquiste e la passione per questo sport, ma anche il dolore, le sconfitte e i sacrifici. Il documentario si sofferma in particolare su due tragici eventi che hanno stravolto la sua vita: la perdita prematura del fratello maggiore Javier e, poco dopo, quella della madre. Questi lutti familiari, nonostante la grande sofferenza e il vuoto lasciato, hanno plasmato la sua forza interiore e dato nuova linfa alla sua tenacia e perseveranza.

Neisi ha combattuto con tutta se stessa per poter dedicare una medaglia d’oro alle persone che ha amato, soprattutto a quelle che non erano più con lei. Questo profondo atto d’amore l’ha resa un vero e proprio esempio di resilienza e di forza femminile, non solo per il suo Paese ma per tutto il mondo sportivo.

“Grazie guerriera, grazie donna d’oro!”

Neisi: La fuerza de un sueño va ben oltre il semplice testimoniare la formazione sportiva e la scalata al successo di una giovane atleta. Il documentario di Daniel Yépez e Irina López – nonostante tratti uno sport ancora poco conosciuto e apprezzato – riesce, con estrema autenticità, delicatezza e rispetto, a far ripercorrere allo spettatore il climax di emozioni vissuto dalla protagonista: dal dramma della competizione ai Giochi Panamericani di Toronto 2015, dove Neisi ha subito uno svenimento e un attacco epilettico, proseguendo per la sua difficile vita familiare, le sfide e le rinunce imposte da questa disciplina, fino all’incoronamento del suo grande sogno.

Al di là del possibile disinteresse per questa disciplina sportiva e del ritmo a tratti troppo lento e riflessivo, il film intrattiene piacevolmente il pubblico narrando una storia tanto drammatica quanto intensa e affascinante, un’ispirazione per tutte le bambine del mondo. Neisi: La fuerza de un sueño è la celebrazione di un sogno, un vero “viaggio eroico” e umano in cui Neisi brilla più di qualsiasi medaglia olimpica.

Memorias de un cuerpo que arde: recensione del film di Antonella Sudasassi Furniss

Memorias de un cuerpo que arde (in inglese Memories of a burning body) è la rappresentazione cinematografica di un percorso di introspezione. La pellicola, scritta e diretta da Antonella Sudasassi Furniss, racconta le vicende di tre donne, ormai tra i sessanta e i settant’anni, in un intreccio di scoperte infantili e momenti di crescita traumatici. Il punto comune a queste storie è la società della Costa Rica, quando tutto ciò che riguardava la sfera sessuale era visto come un taboo. Nel cast ritroviamo Sol Carballo nel ruolo della donna anziana protagonista, insieme a Paulina Bernini e a Juliana Filloy che interpretano la donna durante l’adolescenza e l’infanzia. Memorias de un cuerpo que arde è stato presentato per la prima volta alla 74esima edizione del Festival del cinema di Berlino, vincendo il premio come miglior film nella sezione Panorama.

Memorias de un cuerpo que arde: il fuoco dei ricordi

Arrivati ad una certa età, ciò che sembra restare più saldo nella mente e nel corpo di un essere umano è proprio il ricordo di un passato felice. Storie di vite comuni, ma non per questo prive di passioni, amori, paure. Questo è il punto di partenza della regista: le conversazioni che non ho mai avuto con le mie nonne. Le vicende raccontate riguardano tre donne differenti: Ana, Patricia e Mayela, accomunate dallo stesso contesto socioculturale.

In un unico grande flusso di coscienza corale, il film si struttura in un continuo passaggio dal presente, rappresentato da una sola signora che rappresenta le tre donne che vive la sua vecchiezza, al passato dell’infanzia e della giovinezza.

Un monologo riflessivo

Memorias de un cuerpo que arde riesce ad attrarre l’attenzione  del pubblico grazie alla particolare struttura utilizzata. Il punto di partenza è un appartamento, scenario di pressoché tutto il film, in cui vive l’anziana signora: questa, pur facendosi portavoce delle storie delle tre donne, è una figura terza, una semplice rappresentazione.

Questa pellicola, come mera unione delle tre testimonianze, crea quindi un’unica, singola corrente di pensieri e ricordi, tale da portare il pubblico a identificarsi in tali momenti di riflessione. In questo modo, il film si traspone su un piano quasi filosofico e esistenziale.

Un elemento importante che avvicina lo spettatore alle vicende è la rottura momentanea della quarta parete. Parlando dei casi di abusi, una delle voci narranti sottolinea come talvolta la colpa venga fatta ricadere più sulle donne vittime inascoltate. Qui la donna protagonista si rivolge al pubblico chiedendo: perché non mi hai ascoltato?. Questo è l’unico momento in cui si crea questo dialogo diretto, ma questa unicità in tutto Memorias de un cuerpo que arde gli da ancora più potenza.

Le donne e il sesso in una società patriarcale

Altra tematica focale del Memorias de un cuerpo que arde è proprio il sesso e il modo in cui viene trattato e percepito nella società della Costa Rica di allora. Tutto ciò che riguardava la sfera sessuale era visto come un taboo: le madri avevano quasi paura a trattare il tema con le proprie figlie, come anche nelle scuole femminili non veniva mostrato interamente il corpo maschile per lo studio anatomico. Il risultato, come mostrato nel film, è un aumento della curiosità personale del proprio corpo, oltre a una totale impreparazione nel vivere al meglio la propria vita sessuale.

Il sesso continua ad essere una parte importante della vita delle protagoniste anche nell’età più adulta e nella vecchiaia. Durante la prima parte del film viene infatti mostrata la donna anziana che riflette sui cambiamenti del proprio corpo con l’avanzare degli anni: le macchie che compaiono, le rughe che diventano più profonde. Ma questo non ferma la donna dal godersi il proprio corpo così com’è, accettando l’età che passa e mai negandosi il piacere sessuale.

Questo può probabilmente divenire un interessante spunto di riflessioni per la società attuale, dove certe esperienze sembrano essere limitate nel tempo. Come nella Costa Rica di allora il sesso era un taboo in ogni sua forma, oggi il sesso tra persone più adulte sembra essere percepito in maniera egualmente strana.

Memorias de un cuerpo que arde si dimostra essere quindi un film sulla vita, in tutte le sue forme, una pellicola che inneggia al continuo cambiamento dell’essere umano. Gli spunti di riflessione sono innumerevoli, da una più superficiale tematica del ruolo della donna, alla più profonda analisi dello scorrere incontrollato del tempo e dei ricordi. Comunque lo si guarda, resterà qualcosa dentro lo spettatore.

Kevin Costner ha “bussato a ogni barca di Cannes” per finanziare Horizon: An American Saga

Kevin Costner ha dichiarato apertamente di aver autofinanziato in parte il suo nuovo film, Horizon: An American Saga, in occasione della conferenza stampa al Festival di Cannes del film. Costner ha investito gran parte della sua fortuna nella realizzazione del film da oltre 100 milioni di dollari, ipotecando anche il suo ranch. Dirige e interpreta il film, che ha anche prodotto e co-sceneggiato.

Quando gli è stato chiesto della sua difficoltà per finanziare il film, Costner ha detto: “Non so perché sia stato così difficile”. “Hai visto il film. Non so perché sia stato così difficile convincere la gente a credere nel film che volevo fare”, ha continuato. “Sai, non penso che il mio film sia migliore del film di qualcun altro, ma non penso che il film di qualcun altro sia migliore del mio. Non esco nel mondo con qualcosa che non penso sia buono.”

Horizon: An American Saga dovrebbe essere una saga in quattro parti e Kevin Costner ha detto che sta attualmente cercando di raccogliere risorse per il suo terzo capitolo. La seconda parte uscirà ad agosto. “Ho bussato a tutte le barche a Cannes per farmi aiutare”, ha detto Costner. “‘Oh, andiamo, facciamo un film. Venite a prendere il vostro libretto degli assegni. Parliamo di soldi!”

Secondo la sinossi ufficiale del film, Horizon: An American Saga esplorerà un periodo di oltre un decennio di espansione nel West americano prima e dopo la guerra civile. Non è stato ancora rivelato nulla sul personaggio di Costner o su nessuno dei personaggi secondari, ma il film vanta un cast impressionante. Il film è diviso in due parti, Horizon: An American Saga – Capitolo 2 anche dovrebbe debuttare nel 2024.

Oltre a Costner, il cast di Horizon: An American Saga include Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton, Thomas Haden Church, Luke Wilson, Jena Malone, Dale Dickey, Abbey Lee, Isabelle Fuhrman, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker e Giovanni Ribisi.

10 anni di ARF! Festival con Vinicio Marchioni, Margherita Vicario, i registi de “Il segreto di Liberato”, Aurora Leone, Luca Ravenna

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Dal 24 al 26 maggio 2024 ARF! Festival celebra i suoi 10 anni alla Pelanda del Mattatoio e alla Città dell’Altra Economia di Roma, con tre giorni di “Storie, Segni & Disegni”: un’immersione totale nel Fumetto nel cuore del Testaccio, quartiere-simbolo del fermento creativo della Capitale.

SALA TALK: Cuore pulsante nonché vero e proprio “marchio di fabbrica” di ARF!, la Sala Talk sarà animata anche quest’anno dai più importanti protagonisti del Fumetto italiano e internazionale, da editori, autrici e autori, da personalità dal mondo del cinema, della musica e dello spettacolo. L’evento vedrà la partecipazione di grandi ospiti come Dave McKean dal Regno Unito, Baru dalla Francia, Lâm Hoàng Trúc dal Vietnam, oltre a eccellenze “100% Made in Italy” come Silvio CamboniAlessandro BaroncianiRita Petruccioli, Solo & Diamond, Iris Biasio e Hurricane, Stefano Rapone, Gigaciao, Micol BeltraminiAgnese InnocenteAmbra PazzaniLa TramJacopo Camagni, Emiliano Mammucari e i quattro registi del film “Il segreto di Liberato” Francesco LettieriLorenzo Ceccotti, Giorgio Testi, e Giuseppe Squillaci.

Quest’anno, inoltre, per la sezione Ultrapop troveremo gli incontri di Disuniti Live!, il format del giornalista Gianmaria Tammaro che prende vita in una nuova dimensione live all’interno della cornice della Sala Talk. Un momento d’incontro e confronto in una conversazione a tu per tu con le stelle dello spettacolo come Vinicio Marchioni, Luca RavennaMargherita Vicario e Aurora Leone dei The Jackal. E ancora, i due Maestri Vittorio Giardino e Baru, indiscutibili “veterani” del Fumetto italiano e franco-belga, che saranno i protagonisti delle Lectio Magistralis di questa edizione 2024.

LAVORO, DISEGNI, LIBRI, AUTOPRODUZIONI. Tra le sezioni del Festival, ritroveremo l’appuntamento unico nel suo genere, nel panorama dei festival di Fumetto italiani, la Job ARF!, format di successo che, attraverso colloqui di lavoro tra autrici, autori esordienti e case editrici, crea vere opportunità professionali e l’ARFist Alley per incontrare decine di stelle del comicdom nazionale e internazionale (tra cui Ivàn BrandonOtto SchmidtSara Pichelli del Collettivo MolesteFabrizio De Tommaso e Rita Petruccioli) con le proprie postazioni per firmacopie e commission.
Torna anche il BOOKSHOW®, lo spazio espositivo di oltre 500mq (in collaborazione con la Libreria Giufà), un ambiente immersivo e performativo, dove sarà possibile ritrovare i corner personalizzati di alcune delle migliori case editrici italiane di Fumetto, con le proprie novità, le selezioni di qualità e tante autrici e autori per sketch e dediche.
Non mancherà la Self ARF!, un “festival nel Festival” interamente dedicato al mondo delle autoproduzioni e della microeditoria indipendente a ingresso gratuito.

AREA KIDSGratuita anche l’ARF! Kids, l’area pensata per i giovanissimi, che si conferma come uno degli appuntamenti più attesi con i suoi laboratori creativi non-stop di qualità, gli incontri con i libri, le letture e il disegno sotto la guida dei migliori talenti dell’editoria italiana per l’infanzia come Alice CoppiniGudAngelo MozzilloFrancesca Carabelli, Beatrice GalliCaterina Rocchi, solo per citarne alcuni. In occasione degli 85 anni di Batman, inoltre, l’area kids ospita le scenografie e i personaggi di Gotham Shadows e uno speciale percorso espositivo che ripercorre 85 celebri copertine, un omaggio realizzato in collaborazione con MegaNerd.it

LE MOSTRE. La decima edizione di ARF! presenterà 9 mostre inedite. Innanzitutto Più di 100 proiettili della superstar argentina Eduardo Risso, esposizione con cui ARF! rinnova anche quest’anno la lunga e fruttuosa partnership con l’Instituto Cervantes di Roma, che si terrà dal 17 maggio al 6 luglio 2024 alla Sala Dalì di Piazza Navona.

Le altre 8 mostre, anche queste in esclusiva, saranno visitabili nell’intenso weekend di attività del 24, 25 e 26 maggio, dalle 10:00 alle 20:00, presso La Pelanda del Mattatoio. Cominciando da Xtraordinarie! dedicata all’Arte di Silvio Camboni, autore del manifesto di ARF! 2024, la cui fama in Italia e Francia lo consacra come uno dei fumettisti più eclettici, talentuosi e prestigiosi della Disney e della Glénat.

Per restare in tema bande dessinée, la mostra O partigiano, portami via celebra l’intera carriera artistica di Baru, padre nobile del graphic novel d’Oltralpe, voce delle classi operaie, degli immigrati, dei disgraziati e degli ultimi, non solo in Francia. Alle visioni del fumettista, illustratore, fotografo, regista e grafico, l’inglese Dave McKean, è poi dedicata l’immaginifica I dreamed a dream, esposizione antologica che attraverso tavole e illustrazioni originali ci racconterà questo gigante della Nona Arte, che ha realizzato tutte le copertine e il design del leggendario Sandman di Neil Gaiman (di recente trasposto in adattamento televisivo per Netflix) e capolavori del Fumetto mondiale come Batman: Arkham Asylum o Cages.

Dal Vietnam, la giovane mangaka Lâm Hoàng Trúc che – per la prima volta in Italia! – espone le tavole originali del suo Estate infinita (uno dei bestseller dell’editore Toshokan) e, all’interno della mostra Slice of Summer a lei dedicata, presenterà alcune anteprime della sua prossima opera La strada dei fiori.

E ancora: in Area Kids il percorso espositivo dedicato ai fumetti e alla serie animata di Avatar (la celebre serie USA creata da Michael Dante DiMartino e Bryan Konietzko, anch’essa di recente trasposizione in live action per Netflix; la potenza lisergica di Hurricane e del suo Euforico Hangover all’interno degli spazi della Self Area, negli atelier della Galleria delle Vasche; il talento della fumettista e illustratrice Iris Biasio (Premio Bartoli di ARF! 2023 “Miglior promessa del Fumetto italiano”). In mostra anche i due street artist SOLO & Diamond con un’esposizione/racconto della loro intensa attività di respiro europeo, spesso iconograficamente ispirata al Fumetto, oltre che autori della versione variant del manifesto di ARF! 2024, dipinta a fine aprile su una delle pareti del Mercato Testaccio.

SOLIDARIETA’. Sin dalla sua prima edizione ARF! è anche sinonimo di solidarietà: dopo Emergency, CESVI, Dynamo Camp, Amnesty International, UNHCR, Mediterranea Saving Humans, Associazione antimafie daSud e Medici Senza Frontiere, quest’anno – nel protrarsi dei tragici scenari di emergenza umanitaria nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania – il partner solidale del Festival sarà Assopace Palestina, la ODV fondata dalla ex deputata e vicepresidente del Parlamento Europeo Luisa Morgantini, già candidata nel 2005 al Premio Nobel per la Pace.

ARF! FESTIVAL. Nato nel 2015, in dieci anni il festival è diventato un punto di riferimento nel panorama delle manifestazioni italiane, posizionandosi efficacemente nel calendario nazionale degli eventi di settore con carattere e identità. ARF! è anche co-fondatore di RIFF • Rete Italiana Festival Fumetto, l’Associazione nazionale di categoria dell’intero comparto, di cui Stefano Piccoli (direttore di ARF!) è presidente. www.retefumetto.it

Il Festival è ideato e organizzato da Daniele “Gud” Bonomo, Paolo “Ottokin” Campana, Stefano “S3Keno” Piccoli, Mauro Uzzeo e Fabrizio Verrocchi. La decima edizione di ARF! Festival, promossa da Assessorato alla Cultura di Roma Capitale e Azienda Speciale Palaexpo, è realizzata con il sostegno della Regione Lazio e le partnership di ATACPressUp e Koh-I-Noor.

Festival Di Cannes 2024, le foto dal red carpet di The Substance

Le foto dal red carpet di The Substance alla 77a edizione del Festival di Cannes al Palais des Festivals. La regista Coralie Fargeat accompagnata sul red carpet dai suoi interpreti,  dai suoi interpreti Demi Moore, Margaret Qualley e Dennis Quaid.  Ecco tutte le foto:

Indossate una protezione perché, alla fine, molto sangue attraversa lo schermo“. Thierry Frémaux ha avvertito che la prima opera in concorso di Coralie Fargeat potrebbe scuotere il Grand Théâtre Lumière. Gore e body horror sono in programma per The Substance.

“Tu, ma migliore in tutti i sensi”. Questa è la promessa di The Substance, un prodotto rivoluzionario basato sulla divisione cellulare, che crea un alter ego più giovane, più bello e più perfetto. Elizabeth Sparkle (Demi Moore) scopre questo nuovo prodotto nel trailer del film, il resto della trama rimane enigmatico, ma il tono è già stabilito: dovrete tenervi stretti alla poltrona.

Tutto lascia pensare che questa versione aumentata di Demi Moore sarà interpretata da Margaret Qualley, anche lei nel cast di Kinds of Kindness di Yorgos Lanthimos. Completa il cast Dennis Quaid, che torna alla competizione dopo The Long Riders (1980) di Walter Hill e Come See the Paradise (1990) di Alan Parker.

Mentre The Substance segna una svolta americana nella filmografia di Coralie Fargeat, la regista francese sembra tornare a un tema esplorato nel suo cortometraggio Reality+ (2013). Come nel caso di The Substance, il titolo si basava sul nome di una tecnologia futuristica, un chip da impiantare nel cervello che permette alle persone di percepirsi ed essere viste come modelli.

Cinque anni dopo, nel 2018, Coralie Fargeat ha attirato l’attenzione con Revenge, il suo primo lungometraggio cruento. Il film segue le orme di un’oca abbandonata nel deserto dopo essere stata violentata, che ritorna assetata di vendetta con una pistola a tracolla. Un film esultante e bluffante, già cruento e molto femminista, che le è già valso il lusinghiero paragone con Julia Ducournau, vincitrice della Palma d’Oro per Titane nel 2021.

Demi Moore sulla nudità con Margaret Qualley in The Substance: “Un’esperienza molto vulnerabile”

The Substance, il nuovo film con Demi Moore, la vede protagonista di una scena in cui si mostra in diverse scene di nudo completo. Alla conferenza stampa del film al Festival di Cannes, Moore ha discusso dell'”esperienza vulnerabile“.

“Entrando nel dettaglio, è stato chiaro: il livello di vulnerabilità e crudezza che era davvero necessario per raccontare la storia”, ha detto Moore. “Ed è stata un’esperienza molto vulnerabile e ha richiesto molta sensibilità e molte conversazioni su ciò che stavamo cercando di realizzare.”

Moore ha anche attribuito alla sua co-protagonista, Margaret Qualley – che non era presente alla conferenza stampa perché era impegnata su un set – di averla fatta sentire a suo agio sul set. “Ho avuto accanto un’ottima partner con cui mi sentivo molto al sicuro. Ovviamente eravamo abbastanza vicine – nude – e in quelle circostanze abbiamo anche avuto molti momenti di leggerezza in merito a quanto fossero assurde quelle certe situazioni quando eravamo sdraiate sul pavimento di piastrelle”, ha detto. “Ma alla fine. si tratta semplicemente di indirizzare davvero la comunicazione e la fiducia reciproca.”

Man mano che il film va avanti, il personaggio di Demi Moore diventa orribilmente sfigurata a causa degli abusi che la sua altra metà Qualley le sta infliggendo. Nell’ultimo atto del film, assomiglia molto ad Anjelica Huston del film del 1990 Le streghe.

“È stato molto strano”, ha detto Moore vedendosi con le protesi sia sul set che alla prima proiezione di lunedì. Una cosa che mi ha aiutato è stata “il mio cane non mi ha riconosciuto. Era la mia pietra di paragone della realtà”, ha detto. Il cagnolino in questione è Pilaf, un cane da borsetta che ha rubato i cuori di tutto il mondo nelle ultime settimane, seduto in prima fila con Moore alla sfilata della collezione crociera Gucci e in posa per le foto sulla Croisette negli ultimi giorni.

Anche Dennis Quaid recita nel film come uno “stronzo”, così come ha descritto il suo personaggio durante la conferenza stampa. Il defunto Ray Liotta avrebbe dovuto ricoprire il ruolo prima della sua scomparsa nel maggio 2022, e Quaid gli ha dedicato la sua interpretazione. “Nel mio cuore, ho dedicato questo ruolo a Ray Liotta, che doveva interpretarlo”, ha detto Quaid. “È stato questa settimana, due anni fa, che è morto, quindi mi piacerebbe ricordarlo. Era un attore davvero incredibile”.

Festival di Cannes 2024, Kevin Costner e il cast infiammano la croisette

Dopo le foto dal photocall, ieri sera è stata la volta del red carpet con Kevin Costner fa il suo ritorno sul grande schermo con Horizon: An American Saga, un’ambiziosa epopea storica, strutturata in capitoli, su come è stato conquistato il West.

L’attore ha raccolto una standing ovation di 10 minuti dal pubblico. Kevin Costner è stato accompagnato alla 77a edizione del Festival di Cannes al Palais des Festivals dai suoi interpreti Sienna Miller, Luke Wilson. Ecco tutte le foto:

Il western sembra essere diventato definitivamente il genere preferito di Kevin Costner. Nel corso della sua carriera, l’attore-regista vi si è regolarmente agganciato, sia davanti che dietro la macchina da presa, utilizzando il genere come mezzo per trasmettere la sua visione dell’America, nutrita da un impegno politico e ambientale profondamente radicato.

Non sorprende che il regista di Balla coi lupi (1990) sia tornato con un nuovo western, costruito in forma di serie. In Horizon: An American Saga, ritrae i periodi che hanno preceduto e seguito la Guerra Civile e la conquista dell’Ovest americano.

Kevin Costner ha girato questa saga epica, piena di insidie e intrighi, attraverso gli occhi di diversi personaggi della storia, dai pionieri agli indiani impegnati in una lotta per la sopravvivenza. Con il mozzafiato West americano come sfondo, chiede al pubblico di meditare sulla barbarie dell’uomo.

Il progetto, della durata di dieci ore e giunto a compimento dopo 35 anni, si basa su un mosaico di personaggi, interpretati – accanto a Kevin Costner – da un pantheon di attori, tra cui Sienna Miller, Sam Worthington, Luke Wilson e Will Patton.

Aubrey Plaza ha “molestato” i compagni di cast di Megalopolis mentre indossava il costume di Agatha All Along

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Aubrey Plaza ha partecipato a due progetti molto diversi nelle ultime settimane: lo spin-off di WandaVision dei Marvel Studios, Agatha All Along, e Megalopolis di Francis Ford Coppola, ed entrambi sono stati girati nello stesso lotto ad Atlanta, organizzazione logistica da cui l’attrice ha tratto pieno vantaggio.

Con le rispettive produzioni che si sono sovrapposte per due settimane, Aubrey Plaza ha deciso di divertirsi un po’ “molestandoAdam Driver, Giancarlo Esposito e il resto dei suoi compagni di cast di Megalopolis mentre indossava il costume completo del suo personaggio del MCU.

“Passavo letteralmente dall’uno all’altro e indossavo la mia parrucca e il mio costume di Wow Platinum“, dice Plaza a Deadline. “E poi il giorno dopo, andavo sul set di Agatha e mi vestivo da strega guerriera con un pugnale e cose del genere. Ad un certo punto, quando indossavo il costume del personaggio Marvel, mi sono intrufolata sul set di Megalopolis e ho iniziato a molestare Giancarlo Esposito e Adam [Driver] e tutti gli altri. È stato un comportamento assolutamente folle”.

Wow Platinum è il nome del personaggio di Megalopolis che interpreta Aubrey Plaza e, sebbene il suo ruolo nella serie con Kathryn Hahn non sia stato ufficialmente confermato, si ritiene che interpreterà Rio Vidal, una strega verde immensamente potente ed ex di Miss Harkness.

Cosa sappiamo di Agatha All Along

Agatha All Along vedrà Kathryn Hahn riprendere il ruolo di Agatha Harkness di WandaVision, tanto amato dai fan. Per la sua interpretazione, apprezzata dai fan, ha ottenuto una nomination agli Emmy come miglior attrice non protagonista. La serie vedrà anche il ritorno di Emma Caulfield Ford e Debra Jo Rupp, che riprenderanno il loro ruolo di abitanti di Westview. A loro si aggiungono le new entry del MCU Aubrey Plaza, Joe Locke, Ali Ahn, Maria Dizzia, Sasheer Zamata e Patti LuPone. Si dice che Locke sarà il protagonista maschile e LuPone interpreterà la strega siciliana Lilia Calderu.

La LuPone ha anche confermato in precedenza che la serie conterrà diversi numeri musicali degli autori di Agatha All Along Kristen Anderson-Lopez e Robert Lopez. Agatha All Along (Agatha: Darkhold Diaries) proviene dallo scrittore capo Jac Schaeffer, che è anche produttore esecutivo insieme a Kevin Feige. La squadra di regia sarà composta da Schaeffer, Gandja Monteiro e Rachel Goldberg.

Emma Stone: “Sono femminista, che ci sia attivismo o meno”

In occasione della conferenza stampa di Kind of kindness al Festival di Cannes, Emma Stone ha risposto alle domande della stampa in merito alle scene di sesso presenti nel film, che fanno seguito a quelle di cui già si è parlato tanto presenti in Povere Creature.

L’ultimo film di Yorgos Lanthimos, un’antologia di tre cortometraggi, racconta di persone fuori dal comune con assurde attrazioni reciproche, in mezzo a varie perversioni tra cui stalking, taglio delle dita e orge. Rispondendo alle domande su queste scene, Lanthimos ha detto: “La fisicità è molto importante, così come il linguaggio del corpo” nei suoi film. “Molto spesso parto da questo… il nostro processo di prova inizia sempre con la fisicità invece che con l’intellettualizzazione delle cose”, ha aggiunto il regista. “Si tratta solo di osservare la vita”, ha detto il regista riguardo alla trasgressività del suo canone, “in gran parte è oscuro, ridicolo e imbarazzante, cerchiamo di informare tutto ciò”.

Emma Stone, che ha appena vinto l’Oscar come migliore attrice per Povere Creature di Lanthimos, ha fatto eco: “Non discutiamo davvero a livello intellettuale di ciò che sta accadendo perché loro sono orientati fisicamente e lui vuole ballare”. “La cosa di cui discutiamo a lungo (durante Poor Things) è il modo in cui il personaggio camminava nel film; quello che stava succedendo sotto la superficie, questo spetta a me”, ha detto Emma Stone. In sintesi, il processo in un film di Lanthimos riguarda la “fisicizzazione di un sentimento nel suo corpo”.

Stone ha spiegato in seguito: “Sono una femminista, che ci sia attivismo o meno… Quando si tratta di queste storie, sono storie che mi interessano come interprete” prima di sottolineare: “Sono una femminista e mi piace lavorare con Yorgos Lanthimos.”

Assillata da ulteriori domande sul femminismo e sulle scene “per adulti” nei film di Lanthimos, Emma Stone ha poi replicato facendo appello alle altre attrici presenti in conferenza, Hunter Schafer e Margaret Qualley, e ha cercato di coinvolgerle nella conversazione: “Ci sono anche altre ragazze quassù?”

What If…?: la terza stagione sarà “il culmine della trilogia”

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What If…? ha inaugurato la Marvel Animation e la serie, di grande successo di pubblico e critica, arriverà ora alla sua terza stagione. ComicBook.com ha incontrato il produttore esecutivo e responsabile TV, streaming e animazione dei Marvel Studios Brad Winderbaum e ha appreso che la stagione 3 di What If…? (che dovrebbe essere lanciata entro la fine dell’anno o all’inizio del 2025) probabilmente sarà l’ultima.

“La terza stagione di What If…? potrebbe essere quella che uscirà dopo, in termini di animazione,” ha iniziato. “Questo è il culmine di una trilogia. In realtà siamo vicini a completarla, e sembra davvero che tu abbia vissuto questa straordinaria esperienza emotiva con Uatu.” “La cosa fantastica dell’Osservatore è che si presenta come indifferente, freddo e solo un osservatore, appunto, ma si preoccupa più di chiunque altro”, ha aggiunto Winderbaum. “Questo sarà pienamente visibile nella terza stagione.”

Per quanto ne sappiamo, era previsto che What If…? durasse solo tre stagioni, quindi questa non è una cancellazione, ma solo la conclusione completa di un progetto articolato.

Le nuove immagini della terza stagione di What If…? mostrano Wilson al fianco di Monica Rambeau (Teyonah Parris), insieme sicuramente in una qualche pericolosa missione. Sam è diventato Capitan America dopo gli eventi di Avengers: Endgame e The Falcon and the Winter Soldier, dove il personaggio ha dovuto trovare la forza per assumere il ruolo in un mondo che non lo voleva come proprietario dello scudo. Ciò nonostante, Sam è pronto a affrontare le sfide che lo attendono nella realtà alternativa tenuta d’occhio dall’Osservatore.

L’unico eroe che appare costantemente nella serie è Captain Carter (Hayley Atwell), a cui è stata data l’opportunità di diventare un Super Soldato nel suo universo, al posto di Steve Rogers (Chris Evans). Carter ha anche sviluppato un’amicizia con l’Osservatore, dal momento che nel corso di due stagioni della serie lo ha affiancato nelle missioni in cui lui non può interferire a causa della sua natura di osservatore esterno degli eventi.

Tenendo conto di come la seconda stagione di What If…? è stata presentata in anteprima su Disney+ il mese scorso, potrebbe passare un po’ di tempo prima che L’Osservatore e Captain Carter ritornino con nuove avventure. La terza stagione non ha ancora una data di uscita. Nel frattempo, i Marvel Studios stanno lavorando su diverse serie animate per tenere occupati i fan fino ad allora, tra cui Eyes of Wakanda, Your Friendly Neighbourhood Spider-Man e X-Men ’97.

X-Men ’97, la terza stagione ha un nuovo Head Writer

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I Marvel Studios hanno presentato per la prima volta la loro etichetta “Marvel Animation” nel 2021 con What If…? Ora, dopo X-Men ’97, titoli del calibro di Eyes of Wakdanda, Marvel Zombies e Your Friendly Neighborhood Spider-Man stanno diventando realtà, promettendo grandi avventure animate.

In una conversazione con Entertainment Weekly, al produttore esecutivo e responsabile TV, streaming e animazione dei Marvel Studios Brad Winderbaum è stato chiesto dei piani per X-Men ’97. Anche se il lavoro sulla seconda stagione è quasi completo, si sta svolgendo senza alcun tipo di input da parte del capo sceneggiatore licenziato Beau DeMayo.

Il dirigente dice che il team “avrà un nuovo Head Writer per la terza stagione” e si è affrettato ad aggiungere: “Stiamo onorando le idee di Beau per la seconda stagione”. Winderbaum ha anche definito il regista Jake Castorena “un architetto straordinario a pieno titolo”.

“Gran parte della narrazione visiva di questo spettacolo viene da lui e dal nostro fantastico team di registi”, aggiunge. “Quindi sembra che ci sia una voce coerente. Il mantra è lo stesso, gli obiettivi sono gli stessi e il materiale originale è lo stesso. Finché questo è il nostro principio guida, onorare i fumetti e lo spettacolo originale, questo è il nocciolo della ricerca creativa.”

Al momento, non si sa chi prenderà il posto di DeMayo (che ha recentemente commentato il suo coinvolgimento nella seconda stagione) come capo sceneggiatore/showrunner.

Tutti gli episodi di X-Men ’97 sono ora in streaming su Disney+.

Cosa c’è da sapere su X-Men ’97?

La nuovissima serie X-Men ’97, composta da 10 episodi, è arrivata in streaming a partire dal 20 marzo. La serie rivisita l’epoca iconica degli anni ‘90, con il gruppo di mutanti che usa i propri poteri straordinari per proteggere un mondo che li odia e li teme, vengono messi alla prova come mai prima d’ora, costretti ad affrontare un nuovo futuro pericoloso e inaspettato.

Il cast delle voci nella versione originale include Ray Chase (Ciclope), Jennifer Hale (Jean Grey), Alison Sealy-Smith (Tempesta), Cal Dodd (Wolverine), JP Karliak nel ruolo di Morph, Lenore Zann nel ruolo di Rogue, George Buza nel ruolo di Bestia, AJ LoCascio (Gambit), Holly Chou (Jubilee), Isaac Robinson-Smith (Alfiere), Matthew Waterson (Magneto) e Adrian Hough (Nightcrawler).

Festival di Cannes 77: oggi Palma d’Oro allo Studio Ghibli

Il 77° Festival di Cannes celebra oggi lo Studio Ghibli, leggendario studio di animazione giapponese. Lunedì 20 maggio, alle 15.30, il regista e direttore dello sviluppo creativo del Ghibli Park Gorō Miyazaki, figlio di Hayao Miyazaki, salirà sul palco del Grand Théâtre Lumière per ricevere la Palma d’oro onoraria, a nome di l’intero Studio Ghibli compreso il Museo Ghibli, Mitaka e il Parco Ghibli, dalla presidente del Festival Iris Knobloch e dal delegato generale Thierry Frémaux.

Durante la cerimonia verranno proiettati quattro cortometraggi scritti e diretti da Hayao Miyazaki, cofondatore dello Studio insieme a Toshio Suzuki e Isao Takahata. Un evento senza precedenti: tre dei quattro cortometraggi provenienti direttamente dal Museo Ghibli di Mitaka non sono mai stati proiettati fuori dal Giappone.

Star Wars: The Acolyte, la Lightwhip in azione nel nuovo spot

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L’arrivo di The Acolyte: La Seguace è imminente e in occasione dell’intensificarsi della promozione per la prossima serie Lucasfilm, ecco uno spot tv in cui vediamo in azione la leggendaria Lightwhip della Maestra Jedi Vernestra Rwoh.

Come spiegato per la prima volta su SFFGazette.com, è stato stabilito che le Lightwhips sono una variante della spada laser pesantemente modificata con più lame al plasma in scudi di contenimento flessibili. A causa della flessibilità delle lame, richiedono più attenzione durante l’utilizzo rispetto a una normale spada laser e hanno una potenza di taglio inferiore.

Non tutti amano questo uso unico della spada laser, soprattutto perché è così diverso da quello che siamo abituati a vedere in Star Wars. Tuttavia, non si tratta affatto di un concetto “nuovo” e, se questa anteprima dimostra qualcosa, è che sembra piuttosto epico in movimento! Ecco QUI il video.

Il cast di The Acolyte: La Seguace?

The Acolyte: La Seguace è scritto e prodotto esecutivamente da Leslye Headland (Russian Doll), che sarà anche showrunner. Insieme alla Stenberg ci sono Lee Jung-jae (Squid Game), Dafne Keen (His Dark Materials), Rebecca Henderson (Inventing Anna), Dean-Charles Chapman (1917), Carrie-Anne Moss (The Matrix), Manny Jacinto (The Good Place), Jodie Turner-Smith (After Yang), Charlie Barnett (Russian Doll) e l’ex stao della trilogia sequel di Star Wars, Joonas Suotama, che interpreta un nuovo personaggio sotto forma di maestro Jedi Wookiee.

Tutto quello che sappiamo su The Acolyte: La Seguace

The Acolyte: La Seguace è l’annunciata serie tv parte del franchise di Star Wars creata da Leslye Headland. La serie tv è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica prima degli eventi dei principali film di Star Wars.

The Acolyte: La Seguace è ambientato alla fine dell’era dell’Alta Repubblica in un mondo di “segreti oscuri e poteri emergenti del lato oscuro”, circa 100 anni prima di Star Wars: Episodio I – La minaccia fantasma (1999). Un’ex Padawan si riunisce con il suo Maestro Jedi per indagare su una serie di crimini, ma le forze che affrontano sono più sinistre di quanto avessero mai previsto.

Nel cast della serie tv protagonisti sono Amandla Stenberg come ex padawan, Lee Jung-jae come Maestro Jedi, Manny Giacinto, Dafne Keen come una giovane Jedi, Jodie Turner-Smith, Rebecca Henderson nei panni di Vernestra Rwoh, un cavaliere Jedi prodigio.  Charlie Barnett come un giovane Jedi, Dean-Charles Chapman, Carrie-Anne Moss come una Jedi, Margherita Levieva, Joonas Suotamo nei panni di Kelnacca, un maestro Jedi Wookiee.

Cillian Murphy tornerà nel cast di 28 anni dopo

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All’inizio di quest’anno avevamo saputo che il regista (Danny Boyle) e lo scrittore (Alex Garland) di 28 giorni dopo stavano collaborando per una serie di sequel del film horror del 2002, e in seguito alla recente notizia che Jodie Comer, Aaron Taylor-Johnson e Ralph Fiennes hanno firmato per interpretare i ruoli principali, è stato confermato che Cillian Murphy tornerà per 28 anni dopo.

Si ipotizzava che Murphy, che ha vinto l’Oscar come miglior attore per la sua interpretazione in Oppenheimer, avrebbe potuto riprendere il ruolo di Jim dal film originale quando ha firmato come produttore esecutivo, e Sony lo ha ora reso ufficiale.

“Questo è Danny [Boyle] al suo meglio, combinato con un genere molto commerciale, come abbiamo fatto con Edgar Wright e Baby Driver. A volte, quando metti un vero regista in un’arena commerciale, la elevi.” ha detto a Deadline il presidente del Sony Motion Pictures Group Tom Rothman quando gli è stato chiesto se Murphy sarebbe tornato.

28 giorni dopo è uscito nel 2002 e vedeva protagonista uno sconosciuto Murphy nei panni di un corriere in bicicletta che scopre il rilascio di un virus contagioso al risveglio dal coma. Boyle ha diretto il film, mentre Garland ha scritto. Il seguito, “28 settimane dopo”, è stato distribuito nel 2007.

“Ho sempre detto che mi sarebbe piaciuto essere coinvolto perché quel film ha cambiato tutto per me e provo un grande affetto per quel film e per quei ragazzi Alex [Garland] e Danny [Boyle]”, ha detto Cillian Murphy a Variety a febbraio. “Non guardo mai i miei film, tranne quello. È sempre trasmesso nel periodo di Halloween e durante la pandemia le persone mi inviavano costantemente clip. E l’ho mostrato ai miei figli. Ed è davvero attuale, anche se ha qualcosa come 23 anni ormai. Quindi sono davvero entusiasta di riunire la band per realizzare questo film”.

Cosa sappiamo su 28 anni dopo? 

I dettagli sulla trama di 28 anni dopo sono ancora sconosciuti, ma il periodo suggerisce che si svolgerà 28 anni dopo il primo film, dunque all’incirca nel 2030, il che significa che il racconto potrebbe anche essere più orientato verso la fantascienza che non verso il semplice l’horror vero e proprio. Danny Boyle, il cui ultimo film è stato la commedia romantica del 2019 Yesterday, dirigerà il primo film della prevista trilogia di 28 anni dopo. Alex Garland, che ha diretto film come Ex Machina, Annihilation e, più di recente, Civil War è incaricato di scrivere i film.

Superman: James Gunn sceglierà i nomi John e Mary per i genitori di Clark?

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Anche se ci aspettavamo che James Gunn scegliesse un paio di grandi nomi come mamma e papà Kent di Superman, il regista ha invece scelto di trovare due attori che secondo lui incarnavano i personaggi, Pruitt Taylor Vince e Neva Howell, al di là della loro notorietà.

Non si sa ancora chi, se qualcuno, interpreterà Jor-El (la star di Guardiani della Galassia Vol. 2, Kurt Russell, rimane il preferito dai fan) ma ci aspettiamo che Jonathan e Martha siano una parte importante della storia di Clark Kent.

“Buon anniversario ai miei agricoltori preferiti del Kansas Ma [e] Pa Kent che saranno interpretati da Pruitt Taylor Vince (un attore con cui volevo lavorare da quando l’ho visto in Heavy di James Mangold nel 1995) [e] alla deliziosa Neva Howell “, ha detto Gunn su Threads.

“Ma [e] Pa Kent [prima] apparvero in Superman n. 1 il 18 maggio 1939”, ha aggiunto. “I genitori di Clark avevano alcuni nomi finché non furono formalmente chiamati John e Mary Kent in Superman n. 53 nel 1948, una rivisitazione della storia delle origini di Superman. Jonathan [e] Martha come i loro nomi formali furono stabiliti nei numeri successivi.”

Il regista sta accennando a un cambio di nome ispirato all’Età dell’Oro per i genitori di Clark nel prossimo riavvio – chiamandoli John e Mary invece di Jonathan e Martha – o sta semplicemente condividendo un’interessante curiosità?

Dai un’occhiata al post sui thread di Gunn qui sotto.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion. Sean Gunn, María Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio, Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il cast.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Avengers 5 e Avengers: Secret Wars, cosa sta succedendo ai due sequel?

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Sono passati ormai più di 5 anni dall’ultima volta che i Marvel Studios hanno distribuito un film sugli Avengers. Anche se il COVID e gli scioperi dello scorso anno hanno parte della colpa per questa lunga assenza della squadra dal grande schermo, è giusto dire che ormai gli eroi del MCU dovrebbero essersi riuniti di nuovo.

In questo momento, Avengers 5 (precedentemente intitolato The Kang Dynasty) sarebbe dovuto arrivare nei cinema il 1 maggio 2026, mentre Avengers: Secret Wars seguirà il 7 maggio 2027.

Con il CEO della Disney Bob Iger che spinge affinché i Marvel Studios riprendano a dare importanza alla qualità rispetto alla quantità, si teme che non ci sia più abbastanza tempo per costruire in modo efficace le storie che devono essere raccontate in quei film. Poi, c’è il fatto che il nuovo grande cattivo della Saga del Multiverso, Kang, sarebbe stato messo da parte.

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È facile dimenticare che abbiamo visto Thanos solo in alcune brevi scene prima di Avengers: Infinity War, quindi il cattivo – o qualche sua variante – può ancora funzionare, soprattutto perché Loki, Ant-Man e The Wasp: Quantumania hanno almeno stabilito il presenza del viaggiatore nel tempo nell’MCU.

Secondo lo scooper Daniel Richtman, indipendentemente dai cambiamenti apportati dietro le quinte, entrambi i prossimi film sugli Avengers rimangono sulla buona strada per essere distribuiti come previsto nel 2026 e nel 2027.

Scommetteremmo sul fatto che i Marvel Studios non abbiano molta voce in capitolo sui potenziali ritardi perché la Disney ha bisogno di successi garantiti al botteghino e un evento in due parti come Secret Wars potrebbe risolvere le recenti difficoltà sia loro che del MCU. Tuttavia, nessuno dei prossimi film degli Avengers ha un regista dopo che il regista di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli, Destin Daniel Cretton, si è dimesso dal quinto capitolo l’anno scorso. Anche la dinastia Kang ha perso il titolo e lo sceneggiatore Jeff Loveness in seguito alla scarsa prestazione di Ant-Man and The Wasp: Quantumania e ai problemi legali di Jonathan Majors.

Michael Waldron (Loki, Doctor Strange in the Multiverse of Madness) sta ora scrivendo entrambi i film. Non sappiamo cosa ci sia in serbo per entrambi i film, ma Robert Downey Jr. ha recentemente confermato di essere disponibile a interpretare nuovamente Iron Man. “Quel ruolo ha scelto me”, ha detto. “E guarda, dico sempre: ‘Mai e poi mai scommettere contro Kevin Feige.'” “È una scommessa persa. Lui è la casa. Vincerà sempre”, ha aggiunto l’attore.

Nonostante la volontà di Downey di tornare, Kevin Feige ha promesso di non annullare l’eroico sacrificio di Tony Stark in Avengers: Endgame. “Abbiamo lavorato tutti molto duramente per molti anni per arrivare a questo, e non vorremmo mai annullarlo magicamente in alcun modo”, ha confermato l’anno scorso.

Your Friendly Neighborhood Spider-Man sarà ispirata alle storie di Steve Ditko

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Dopo il finale della prima stagione di X-Men ’97, la terza stagione di What If…? sarà il prossimo progetto Marvel Animation. Gli aggiornamenti di Marvel Zombies sono stati pochi e rari, ma il dirigente dei Marvel Studios Brad Winderbaum ha condiviso nuovi dettagli su Eyes of Wakanda e Your Friendly Neighborhood Spider-Man.

Quest’ultima serie è stata annunciata durante il Comic-Con di San Diego nel 2022, mentre la notizia dello spin-off di Black Panther è arrivata lo scorso dicembre. Abbiamo già sentito che la serie animata seguirà coraggiosi guerrieri incaricati di viaggiare per il mondo recuperando pericolosi manufatti di vibranio nel corso della storia del Wakanda. Grazie a ComicBook.com (tramite Toonado.com), ora abbiamo alcuni dettagli.

“Eyes of Wakanda è uno spettacolo del MCU”, ha confermato Winderbaum. “Questa è la storia di Wakanda raccontata attraverso War Dogs, ed è una delle migliori animazioni che abbiamo mai realizzato. Todd Harris ne è il creatore. È uno spettacolo davvero fantastico.”

Finora nessuna delle offerte animate dei Marvel Studios è stata ambientata sulla Terra-616, il che rende questo un cambiamento significativo. Resta da vedere l’importanza della serie per il MCU più ampio, in particolare visto che non ci sono ancora annunci relativi a un Black Panther 3.

Nel live-action, i War Dogs sono il servizio di intelligence centrale del Wakanda, incaricato di raccogliere informazioni in tutto il mondo per garantire la sicurezza del regno. Tra i membri degni di nota figurano N’Jobu, Zuri e Nakia. In altre parti dell’intervista, il dirigente ha condiviso grandi elogi per la serie precedentemente nota come Spider-Man: Freshman Year.

“Voglio dire, Friendly Neighbourhood Spider-Man è a dir poco fantastico”, ha scherzato Winderbaum. “Penso che sorprenderà davvero la gente. È molto simile a un taglio dell’era dei fumetti di Steve Ditko. È Peter Parker al liceo che cerca di far funzionare le cose, si prende cura di sua zia, è completamente al verde e deve essere un supereroe.”

“È essenzialmente Spider-Man, e ciò che ha fatto Jeff Trammell, il creatore di quello show, che penso che la gente adorerà, è stato costruire questo insieme di personaggi attorno a Peter di cui ti innamori.”

“Allo stesso modo, proprio perché si tratta di una narrazione di lunga durata, poiché quelle relazioni nascono quando la posta in gioco aumenta nella prima stagione, le cose sembrano davvero tragiche e pericolose, e piuttosto incredibili”, aggiunge. “Quindi, adoro quello spettacolo.”

Sfortunatamente, né Eyes of WakandaYour Friendly Neighborhood Spider-Man hanno un’uscita confermata. Vi terremo aggiornati!