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Milly Alcock di House of the Dragon sarà la nuova Supergirl

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Milly Alcock di House of the Dragon sarà la nuova Supergirl

Milly Alcock, che ha interpretato la giovane Rhaenyra Targaryen nella prima stagione di House of the Dragon della HBO, interpreterà Supergirl nel nuovo universo DC guidato da James Gunn e Peter Safran. Sarà lei la protagonista del prossimo lungometraggio Supergirl: Woman of Tomorrow, basato sull’omonima serie di fumetti DC di Tom King e Bilquis Evely.

Al momento, il film non ha ancora un regista, mentre Ana Nogueira (The Vampire Diaries) è stata appena assunta per scrivere la sceneggiatura. Gunn, che ha confermato il casting di Alcock su Instagram, non ha dichiarato quando farà il suo debutto da supereroe. Ma il fatto che la notizia che Alcock avesse ottenuto il ruolo sia arrivata mesi prima che Gunn iniziasse a girare Superman: Legacy suggerisce che Supergirl potrebbe essere presentata insieme al cugino kryptoniano prima di iniziare la sua storia.

L’australiana Milly Alcock ha iniziato la sua carriera di attrice da adolescente sulla TV australiana, prima di essere scelta per il suo ruolo da protagonista nella serie prequel Il Trono di Spade della HBO. La Alcock ha ottenuto ampi consensi per la sua interpretazione della principessa Targaryen nei primi cinque episodi dello show, prima di cedere il ruolo a Emma D’Arcy che invece interpreta lo stesso personaggio dieci anni dopo.

Alcock entra in una cerchia ristretta che comprende Melissa Benoist che ha interpretato Supergirl nella serie CBS e CW (che è andata in onda per sei stagioni), e Sasha Calle nel film del 2023 The Flash, uno degli ultimi film della precedente iterazione dell’universo cinematografico DC. Gunn ha chiarito, tuttavia, che vuole un nuovo inizio con il nuovo DCU.

Nella serie di fumetti del 2022 di “Woman of Tomorrow”, invece di fuggire dal pianeta Krypton da bambina prima che esploda (come suo cugino Kal-El), Kara cresce assistendo alla distruzione del suo pianeta natale fino all’età di 14 anni, quando arriva sulla Terra. Ciò rende il personaggio “molto più hardcore”, ha spiegato Gunn nel 2023 presentando i primi 10 titoli nella nuova lista DCU. “Non è esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere.”

Christian Bale: 50 anni del poliedrico trasformista

Christian Bale: 50 anni del poliedrico trasformista

Non capita certo di rado di sentir tanti nostalgici spettatori affermare che il cinema non è più quello di una volta, che di grandi attori come lo furono Marcello Mastroianni o Clarke Gable non ce ne siano più. Sembra abbastanza giusto però dire che così non è, che l’arte cinematografica è più viva che mai, e che si modifica e si evolve insieme alla società. Sui set nascono continuamente nuove stelle che emergono per le loro magnifiche performance. Una delle figure che negli ultimi decenni si è maggiormente distinta per la sua meticolosa immedesimazione nei personaggi è proprio Christian Bale.

Bale è ben noto al grande pubblico in particolar modo per la dedizione, che si manifesta spesso in cambiamenti repentini di forma fisica, con cui affronta i ruoli. Ma la sua attività cinematografica non si limita certo a questo: dallo psicopatico Patrick Bateman in American Psycho fino al vicepresidente Dick Cheney, Christian Bale si è dimostrato un attore poliedrico e versatile. In onore dei suoi 50 anni non si può che volgere uno sguardo al passato e ammirare la sua carriera fino a questo momento!

Christian Bale: gli esordi con L’impero del sole

La prima grande svolta per la carriera del giovane Bale avviene con L’impero del sole, diretto da Steven Spielberg, uscito nelle sale nel 1987. Qui l’attore dà la sua prima grande dimostrazione di bravura: all’età di soli tredici anni interpreta il protagonista Jamie, un giovane inglese residente con la famiglia nella colonia britannica di Shanghai. Con l’invasione da parte delle truppe giapponesi durante il secondo conflitto mondiale, Jamie diviene una vittima degli avvenimenti storici, costretto a vivere in un campo di prigionia.

Ciò che emoziona maggiormente del film è proprio la performance del piccolo Bale: riesce a riportare con grande realismo ogni emozione del personaggio. Grazie all’interpretazione dell’attore, il pubblico riesce a percepire al massimo i momenti di disperazione del piccolo Jamie; un esempio è il momento in cui il giovane viene separato da Basie, un americano che l’aveva aiutato e tolto dalla strada. Jamie urla e prega Basie di non abbandonarlo, in un completo stato di disperazione, causato dal perdere l’unico punto di riferimento rimastogli.

Ma il piccolo Bale non porta solo l’angoscia di Jamie sullo schermo, ma anche la sua tenacia e il suo coraggio. Vediamo il protagonista crescere e trasformarsi da un damerino ben educato a un giovane disposto a tutto pur di sopravvivere, scaltro nell’assecondare talvolta i sorveglianti giapponesi. Questo primo ruolo da protagonista in una pellicola diretta dal grande regista Steven Spielberg già preludeva per Bale una splendida carriera cinematografica.

American Psycho e la prima trasformazione fisica

Il ruolo a cui Christian Bale deve il suo primo grande successo è quello in American Psycho, diretto da Mary Harron e approdato nei cinema nel 2000. L’attore viene chiamato in questo thriller psicologico a interpretare un ruolo ben diverso, in un contesto in cui lui è praticamente un’unica figura solitaria attorno alla quale girano tutte le vicende del film. Il protagonista Patrick Bateman, che rappresenta il massimo emblema di una società ipocrita: un broker di successo e di bell’aspetto che nasconde una mente oscura. Bale riesce a rappresentare perfettamente l’essenza narcisistica del personaggio e il lato nascosto assetato di violenza.

Pochi anni dopo, nel 2004, l’attore si sottopone alla prima di tante trasformazioni fisiche per cui è oggi ben noto. Il personaggio che andava a interpretare in L’uomo senza sonno, Trevor Reznik, non dorme infatti da più di un anno e mangia a stento; di conseguenza Bale, per rappresentarlo al meglio, perse più di 25 chili. Il risultato è un protagonista dall’apparenza spettrale, di grande effetto per il pubblico.

Per quanto fosse già visibile il talento dell’attore, in questo film Christian Bale dà prova della dedizione che mette in ogni suo ruolo, arrivando a spingersi fisicamente al limite pur di far vivere nella maniera più realistica possibile i suoi personaggi.

Christian Bale come Batman e l’Oscar di The fighter

christian bale batman

Nel 2005 ha inizio un’altra importante collaborazione con un regista molto acclamato: si tratta di Christopher Nolan per il quale Christian Bale è chiamato a interpretare il ruolo del noto supereroe DC Batman.

Il primo capitolo della trilogia arriva nelle sale nel 2005, un anno dopo L’uomo senza sonno. Ciò significa che, concluse le riprese del film, Bale deve in pochi mesi metter sù una certa massa muscolare per poter figurare al meglio come supereroe in Batman Begins. La collaborazione con Nolan prosegue poi per altri due film della trilogia di Batman, ovvero Il cavaliere oscuro nel 2008, il quale valse un commovente Oscar postumo all’attore Heath Ledger nei panni di Joker, e Il cavaliere oscuro – Il ritorno nel 2012.

The fighter, il primo film del regista David O. Russel a cui Christian Bale prende parte, è invece un successo tale da garantirgli il premio Oscar come migliore attore non protagonista. Qui il suo personaggio è Dicky Eklund, un ex pugile e allenatore del fratellastro Micky Ward, pugile e campione nella categoria pesi leggeri. Dicky è una figura molto complessa: dopo il suo momento di gloria, perde il controllo e viene trascinato in un vortice di droga e speranze disilluse. Bale riesce a personificarlo al massimo, sia fisicamente, mettendosi nuovamente alla prova con un nuovo dimagrimento, sia emotivamente. L’attore fa emergere il senso di controllo che Dicky ha inizialmente sul fratellastro, ma rende il pubblico partecipe del dolore dell’astinenza nel periodo che l’ex pugile passa in prigione e del suo desiderio di rinascita una volta fuori.

American Hustle e La grande scommessa: le (quasi) vittorie

Dopo The fighter nel 2010, Christian Bale è chiamato a collaborare nuovamente con David. O. Russel in American Hustle. Grazie alla sua interpretazione in questo crime movie, l’attore ottiene una seconda candidatura agli Oscar come miglior attore protagonista. Nel film, Bale interpreta Irving Rosenfeld, un truffatore incastrato tra la moglie Rosaline, la fidanzata e socia Sidney e l’agente del FBI DiMaso. Per entrare al meglio nel ruolo di Irving, l’attore attua un’altra drastica trasformazione fisica, ingrassando di circa 20 chili.

Due anni dopo, nel 2016, Bale è nuovamente candidato per l’ambita statuetta, stavolta nella categoria miglior attore non protagonista, per la sua interpretazione del noto economista Michael Burry in La grande scommessa, diretto da Adam McKay. Nel film, incentrato sulla bolla immobiliare e le complicate frodi attuate dalle agenzie di Wall Street che causarono la crisi del 2007/8, Christian Bale riesce a riportare al meglio un personaggio molto particolare.

Burry, economista geniale con seri problemi sociali, sembra essere l’unico individuo ad aver previsto la catastrofe. Bale dà vita a questa figura riportando da un lato tutta la sua stranezza nei comportamenti e la sua difficoltà nel comunicare con i suoi investitori, e dall’altro la totale sicurezza nei suoi calcoli economici. In questo caso, l’attore si è ritrovato ad interpretare una persona realmente esistente e questo lo ha portato a raccogliere molte notizie sul personaggio anche attraverso numerose telefonate e visite fatte al vero Michael Burry. Da ciò risalta particolarmente la dedizione di Bale nell’emulare i comportamenti, per quanto strani, dell’economista nel film.

Vice: la seconda collaborazione con McKay

La collaborazione con Bale ha funzionato alla perfezione ne La grande scommessa, tanto che McKay richiama l’attore come protagonista per il suo nuovo film nel 2018: si tratta di Vice – L’uomo nell’ombra. Qui Bale si ritrova nel ruolo di Dick Cheney, una delle figure più influenti nella politica americana del periodo compreso tra gli anni ’70 e i primi 2000. Cheney, vicepresidente durante la presidenza di Bush Jr e l’attacco al World Trade Center, è stato un politico ambizioso e calcolatore e l’attore riesce a rappresentarne l’essenza al massimo.

Dal solo aspetto fisico è chiara la nuova trasformazione messa in atto da Bale: per interpretare Cheney, l’attore ingrassa di parecchi chili, si rasa i capelli e schiarisce le sopracciglia. Inoltre, lo stesso Christian Bale afferma in un’intervista al Interview magazine di aver dovuto fare molta più ricerca per questo ruolo più che per qualsiasi altro film. Essendo Cheney una figura così importante ma allo stesso tempo i cui dettagli privati siano poco noti, era necessario che Bale desse una rappresentazione il più fedele possibile con le informazioni disponibili. E l’attore riesce in questo intento, emulando sia l’aspetto che il comportamento di Cheney.

La battuta di arresto con Amsterdam e il MCU

Dopo il grande successo della trilogia di Batman, Christian Bale inizia una collaborazione anche con i Marvel Studios: l’attore interpreta nel MCU Gorr il Macellatore di Dei in Thor: Love and Thunder. Per quanto la performance di Bale come temibile cattivo Marvel sia ottima, il film non viene accolto molto positivamente dalla critica.

Nello stesso anno Bale prende poi parte ad un’altra pellicola diretta da David O. Russel: si tratta di Amsterdam. Il film conta un cast stellare, riunendo insieme in un solo film Margot Robbie, John David Washington, Robert De Niro, Anya Taylor-Joy, Rami Malek e Zoe Saldana, oltre proprio allo stesso Christian Bale. In Amsterdam l’attore interpreta Burt Berendsen, un giovane soldato americano durante la Grande Guerra che durante i combattimenti stringe un’amicizia con un altro soldato, Harold Woodsman, e un’infermiera dell’ospedale, Valerie. Dopo aver passato un periodo di spensieratezza a Amsterdam, i tre si promettono di esserci sempre e comunque l’uno per l’altra.

In questa pellicola, Bale fatica ad emergere proprio per la mancanza di una trama ben strutturata e avvincente. Difatti il film riceve un’accoglienza negativa sia dal grande pubblico, con degli scarsi incassi, sia dalla stessa critica, che, con un cast stellare del genere, aveva sicuramente aspettative più alte.

Christian Bale Gorr il macellatore di dei

Christian Bale: un attore a tutto tondo

Christian Bale si è affermato fin dalla giovane età come un attore con tanto talento, ma ciò che lo ha da subito contraddistinto è la completa dedizione che mette nel suo lavoro, nei suoi personaggi. Ha continuato a sorprendere il pubblico. Ora non resta che attendere di rivederlo in Best of Enemies, di nuovo insieme a Bradley Cooper dopo American Hustle, nel thriller The Church of Living Dangerously e nel film La sposa di Frankenstein di Maggie Gyllenhaal. Altri progetti in cui ci si aspetta che Bale si metta in gioco con la dedizione e il trasformismo di cui solo lui è capace.

True Detective: Night Country, recensione della quarta stagione

True Detective: Night Country, recensione della quarta stagione

La popolare crime-series ideata da Nic Pizzolatto torna in forma più compatta (sei episodi) e un’ambientazione del tutto nuova, ovvero i paesaggi innevati e ostici dell’Alaska. In True Detective: Night Country infatti una intera squadra di ricercatori scientifici viene trovata brutalmente assassinata. A indagare sul crimine si trovano due donne un tempo colleghe e adesso schierate l’una contro l’altra: Liz Danvers (Jodie Foster) è il capo della polizia locale che deve tentare di conciliare la volontà di risolvere il caso con gli intrighi politici in cui è suo malgrado coinvolta. Evangeline Navarro (Kali Reis) è invece un agente di sicurezza appartenente alla popolazione nativa del luogo, spinta da un desiderio rabbioso di giustizia che affonda le proprie radici in un passato drammatico. Pur divise da idee diverse e un trauma misterioso, Liz ed Evangeline dovranno nonostante tutto diventare una squadra per scoprire la verità dietro gli orrori che si stanno scatenando nella lunga notte dell’Alaska…

True Detective: Night Country, un nuovo capitolo

Ideato e diretto interamente dalla cineasta messicana Issa López, True Detective: Night Country, in Italia dal 15 gennaio su Sky e NOW, si rivela la stagione che flirta maggiormente con l’horror, principalmente nei primi due episodi. Per stessa ammissione della creator, il referente principale è addirittura un cult anche troppo avanti coi tempi quale si rivelò nei primi anni ‘80: La cosa di John Carpenter. Non soltanto nell’ambientazione glaciale ma anche in alcuni espliciti accostamenti visivi, i primi episodi dello show HBO rendono omaggio a quel capolavoro in maniera evidente ma non ossequiosa, inserendo tali rimandi dentro una storia compatta e ben organizzata.

True Detective: Night Country Jodie Foster
Foto Credit: courtesy of HBO

I primi due episodi sono molto efficaci

La trama da thriller e una regia che dosa con precisione gli elementi dell’ambientazione della messa in scena fanno del pilot un episodio a dir poco efficace, così come lo è la puntata successiva. Nelle successive la narrazione si dipana in maniera maggiormente ondivaga, con una terza parte evidentemente debole e le restanti che non fondono con pienezza la trama con i cosiddetti momenti dedicati ai character-study. True Detective: Night Country perde qualche colpo in compattezza e fluidità della narrazione, ma si mantiene uno show molto più che guardabile in virtù di una messa in scena che sfrutta con precisione l’ambientazione al limite della sostenibilità umana – fisica ma soprattutto psicologica.

L’episodio finale della durata di 75 minuti diventa sotto questo punto di vista decisamente emblematico riguardo i molti pregi e i pochi difetti dello show della López: nonostante alcune cadute nella tensione e delle lungaggini che potevano certamente essere trattate con maggiore attenzione al ritmo, la puntata contiene anche almeno un paio di momenti di grande televisione, con un finale degno di essere ricordato. La volontà di inserire molti, forse troppi, discorsi che riguardano la nostra contemporaneità ha preso la mano a López, che quando sbaglia non lo fa certo per mancanza di coraggio ma proprio per il problema opposto, e questo rimane sempre e comunque un merito.

Un cast di alto livello

True Detective: Night Country
© Cortesia di HBO

Chiudiamo l’analisi di True Detective: Night Country volgendo lo sguardo a un cast di livello decisamente alto; Kali Reis (ex pugile) non possiede ancora tutte le sfumature dell’attrice consumata ma possiede indubbiamente presenza scenica. Jodie Foster è di gran lunga la cosa migliore dello show grazie alla caratterizzazione di un personaggio complesso, perfettamente rappresentato nella sua grezza, ruvida pragmaticità. Una prova che riporta la Foster ai livelli delle sue migliori passate. Considerando anche la sua notevole prova in Nyad (Netflix) accanto a Annette Bening, fa davvero piacere ritrovare l’attrice due volte premio Oscar ai livelli e ai ruoli che le competono. Menzione speciale merita poi il sempre affidabile John Hawkes, abile come pochi altri colleghi nel panorama dello showbusiness americano a svelare il lato oscuro dell’uomo comune. Una pedina secondaria ma fondamentale alla riuscita di True Detective: Night Country.

Thunderbolts: Aye Edebiri lascia il film, al suo posto arriva Geraldine Viswanathan

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Dopo che Steven Yeun ha lasciato il film Marvel Thunderbolts, rinunciando al ruolo di Sentry (per cui ora i Marvel Studios starebbero valutando l’attore Lewis Pullman), un altro membro del cast ha ora abbandonato il film, che continua dunque ad essere segnato da diversi rallentamenti. Si tratta di Ayo Edebiri, la star della serie The Bear, che stando a quanto riportato da Deadline sarebbe stata costretta a tale rinuncia per via di conflitti di programmazione, emersi in seguito ai ritardi accumulati dal film con gli scioperi verificatisi lo scorso anno ad Hollywood. Ad oggi, il ruolo che l’attrice avrebbe dovuto interpretare nel film non è noto.

Per sopperire alla sua dipartita, i Marvel Studios hanno però già comunicato il nome dell’attrice che andrà a sostituirla: Geraldine Viswanathan. Dal suo ruolo di successo nella commedia della Universal Giù le mani dalle nostre figlie, la Viswanathan ha visto la propria popolarità crescere, fino a partecipare alla serie della TBS Miracle Workers, al film del Sundance Cat Person e al film della Apple Beanie Bubble. Prossimamente, Viswanathan reciterà al fianco di Margaret Qualley in Drive-Away Dolls di Ethan Coen e nella commedia Amazon You’re Cordially Invited, interpretata anche da Will Ferrell e Reese WItherspoon.

Cosa sappiamo sul film Thunderbolts?

In Thunderbolts, Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Il resto del cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Thunderbolts è attualmente previsto nelle sale il 25 luglio 2025.

Survivor: trama, cast e curiosità del film con Pierce Brosnan

Survivor: trama, cast e curiosità del film con Pierce Brosnan

Intrigante thriller del 2015, Survivor è diventato noto tra gli amanti del genere per il suo intreccio narrativo e per la carismatica interpretazione dei due protagonisti. Questi hanno il volto dell’attrice Milla Jovovich e di Pierce Brosnan, qui acerrimi rivali pronti a dar vita ad una vera e propria caccia l’uno all’altro. Con dinamiche scene d’azione, il film è negli anni diventato un titolo più apprezzato di quanto lo sia stato al momento della sua uscita, dove ha generato un basso incasso rispetto al budget di produzione.

Diretto da James McTeigue, già regista del celebre V per vendetta, il film si basa su una storia originale, ma prende particolare spunto dai più recenti e noti casi di terrorismo globale. Alla base della trama vi è infatti la lotta a questo tipo di situazioni, in un mondo sempre più preda del terrore. Una materia non semplice dunque, qui coniugata con i ritmi dell’action e con gli intrecci di una spy story. Come già il precedente film del regista, anche questo si propone dunque di dare una propria lettura al post 11 settembre 2001, data in cui l’ordine mondiale cambiò per sempre.

Il film è ambientato prevalentemente a Londra, dove le riprese sono durate circa cinque settimane. È qui che molti degli eventi si verificano, ma non manca ovviamente anche la presenza di una città come New York. Alcune riprese del film sono posi state ambientate anche a Sofia, in Bulgaria, location scelta per poter conferire al film anche un’atmosfera diversa rispetto a quella delle celebri metropoli. Tutto ciò ha contribuito a dar vita ad un film che trova così un più ampio respiro, riuscendo a raccontare una storia complessa da luoghi e punti di vista diversi.

La trama di Survivor

Al centro delle vicende del film vi è Kate Abbott, un’agente del Servizio di sicurezza diplomatica USA che lavora per l’ambasciata americana a Londra. Il suo compito è quello di prevenire l’organizzazione di attacchi terroristici in patria nel periodo successivo all’11 settembre. Kate, che ha perso la maggior parte dei suoi amici e colleghi nel tristemente celebre attacco, si ritrova molto presto nel mirino di alcuni terroristi molto astuti. Questi aspirano infatti ad introdursi negli Stati Uniti, dove intendono dar vita a nuovi mortali attacchi. Tra loro vi è anche l’Orologiaio, uno dei più temuti e ricercati assassini al mondo, noto per le sue capacità di tiratore e per il suo aspetto sconosciuto, frutto di numerosi interventi di chirurgia estetica.

Ciò che davvero pone in serio pericolo la Abbott, è che per riuscire nel loro intento i terroristi hanno fatto ricadere su di lei una serie di crimini. Ricercata così con l’accusa di essere una spia, la donna deve darsi alla fuga, e l’unico modo per salvarsi sarà provare la propria innocenza. Il piano dei suoi nemici sembra però essere a prova di bomba, e più il tempo passa più vi è il pericolo che un loro nuovo attacco si verifichi. Kate riesce infatti a scoprire i piani per un attentato a Times Square, nella notte di Capodanno, che ucciderà milioni di persone. Ritrovatasi sola, capisce di essere l’unica a poter fermare tutto ciò prima che sia troppo tardi. Il destino del mondo è nelle sue mani.

Survivor trama

Survivor: il cast del film

Affinché Survivor riuscisse ad attrarre il grande pubblico non bastava però un’intrigante trama. Il regista ritenne infatti necessario affidarsi ad una serie di noti nomi del cinema per poter conferire ulteriore appeal al titolo. E considerando il genere, il ruolo di Kate sembrava scritto appositamente per l’attrice Milla Jovovich. Questa non è infatti nuova a dinamiche sequenze d’azione, tra sparatorie e combattimenti. Protagonista della saga di Resident Evil, l’attrice sembrava infatti il nome più idoneo per la parte. La Jovovich si dichiarò subito molto interessata al progetto e alle sue tematiche, e accettò di partecipare. Per settimane si è sottoposta ad un duro e continuo allenamento fisico, con l’intento di poter dar vita personalmente alle acrobazie previste nel film.

Per dare volto al personaggio de l’Orologiaio, invece, occorreva un attore capace di incarnare il fascino del male. Il ruolo sembrava perfetto per l’attore Pierce Brosnan, il quale a sua volta non era nuovo a questo genere di film. Egli era infatti stato una delle versioni del celebre James Bond, e si era dunque specializzato in film di spionaggio come questo. Quando gli venne proposta la parte, Brosnan accettò entusiasta. Si dichiarò infatti particolarmente interessato a dar vita ad un personaggio che potesse ricordare quello dell’agente 007, ma affiliato non al bene ma al male. Anche lui, come la collega, decise di sottoporsi ad un allenamento fisico volto ad implementare il proprio stato fisico.

Nel film si ritrovano poi anche altri noti nomi della recitazione per i ruoli secondari. Il primo di questi è Robert Forster, noto per i film Jackie Brown e Paradiso amaro, che ricopre qui il ruolo di Bill Talbot. Questi è il superiore di Kate, che si ritroverà coinvolto nel piano architettato dai terroristi. Vi è poi l’attore Dylan McDermott, celebre per la serie American Horror Story. Egli interpreta Sam Parker, collega di Kate e unico a credere nella sua innocenza. Infine, nel film è presente anche l’attrice Angela Bassett, che ha il ruolo dell’ambasciatrice Maureen Crane. L’attrice è nota in particolare per i suoi ruoli in film biografici come Malcom X e Tina – What’s Love Got to Do with It. Originariamente, inoltre, sembra che anche l’attrice premio Oscar Emma Thompson avesse un ruolo nel film, ma sembra che quest’ultima si sia tirata indietro all’ultimo per via di altri impegni.

Come finisce Survivor?

Nel finale del film, l’Orologiaio rivela di essere consapevole che lo scopo del suo cliente per l’attacco a Times Square non è terroristico ma finanziario. Intende scommettere contro il mercato azionario e guadagnare milioni alla riapertura della borsa. L’Orologiaio chiede allora metà dei profitti, minacciando di annullare l’attentato, e il cliente accetta. L’Orologiaio deve dunque sparare alla sfera di Capodanno per far diffondere un gas tossico. Kate, però, deduce il complotto e trova l’Orologiaio, a un passo dall’innescare la bomba. Dopo una lotta, riesce a gettare l’Orologiaio dal lato dell’edificio ed egli muore allo scoccare della mezzanotte. I sospetti di Kate sulla colpevolezza di Balan vengono dunque confermati e il suo nome viene infine scagionato.

Il trailer di Survivor e dove vedere il film completo in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. Survivor è infatti presente su Rakuten TV, Google Play, Apple TV+, Infinity e Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 29 gennaio alle 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo: la vera storia dietro al film

Il film del 2016 The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo (qui la recensione) ha segnato l’esordio come regista dell’attore Nate Parker, noto fino a quel momento soprattutto come comico. L’attore, a cui il progetto stava particolarmente a cuore e che stava cercando di portarlo sullo schermo fin dal 2009 quando aveva iniziato a scriverne la sceneggiatura, ha investito nella produzione ben 100.000 dollari di tasca propria. La storia è quella di uno schiavo di colore degli inizi dell’Ottocento che diede vita ad una sanguinosa rivolta contro i padroni bianchi.

Nel dar vita al film, Parker ha voluto utilizzare lo stesso titolo del celebre film del 1915 per denunciare la visione razzista di quella pellicola diretta da D. W. Griffith, che in particolare faceva sembrare i membri del Ku Klux Klan degli eroi e i neri dei bruti assetati di sangue. “Il film di Griffith ha fatto molto affidamento sulla paura e la disperazione come strumento per consolidare la supremazia bianca. Quel film non solo ha motivato la massiccia rinascita del gruppo terroristico Ku Klux Klan e la carneficina inflitta contro le persone di origine africana, ma è servito come fondamento dell’industria cinematografica che conosciamo oggi”, ha raccontato Parker.

Ho rivendicato questo titolo e l’ho riproposto come uno strumento per sfidare il razzismo e la supremazia bianca in America, per ispirare una ribellione verso qualsiasi ingiustizia in questo paese (e all’estero) e per promuovere il tipo di confronto onesto che può portare la nostra società verso la guarigione“, ha aggiunto. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.

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La trama e il cast di The Birth of a Nation – Il risveglio di un popoloa

Ambientato nel Sud degli Stati Uniti circa trent’anni prima della Guerra di Secessione americana e la conseguente abolizione della schiavitù, il film ha per protagonista Nat Turner, uno schiavo che vive nella piantagione del suo padrone, un uomo che si trova in difficoltà economiche di nome Samuel Turner. Obediente e istruito, Nat conosce anche molto bene la Bibbia. Dietro suggerimento del reverendo Walthall, Samuel ha deciso infatti di fare del suo schiavo un predicatore religioso, un modo per guadagnare soldi ma anche per usarlo come uno strumento di controllo e d’indottrinamento degli altri schiavi.

Nat, che ne frattempo si è innamorato e ha sposato una bella schiava di nome Cherry, riscuote molto successo, tanto che la sua missione di predicatore si estende ad altre proprietà della zona, dove però si rende subito conto delle condizioni in cui vivono i suoi compagni oppressi e vittime di atrocità. Tornato alla sua piantagione, sconvolto da quello che ha visto, Nat apprende che sua moglie Cherry è stata picchiata violentemente. L’uomo deciderà a quel punto di ribellarsi e preparare un piano per condurre il suo popolo verso la libertà.

Ad interpretare Nat Turner vi è lo stesso Nate Parker, mentre l’attore Armie Hammer ricopre il ruolo del suo padrone, Samuel Turner. Mark Boone Junior, attore visto in Memento e nella serie Sons of Anarchy, interpreta invece il reverendo Walthall. Aja Naomi King, vista in Le regole del delitto perfetto, ricopre il ruolo di Cherry Turner, mentre Colman Domingo è Hank Turner. Sono poi presenti gli attori Aunjanue Ellis, recentemente vista in Una famiglia vincente – King Richard, nel ruolo di Nancy Turner e Jackie Earle Haley in quelli di Raymond Cobb.

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The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo, la vera storia di Nat Turner

Nat Turner nacque nella Contea di Southampton il 2 ottobre 1800. La nonna di Nat Turner era stata condotta in catene, all’età di tredici anni, dalla Costa d’Oro in America e, subito dopo lo sbarco, diede alla luce una bambina, la madre di Nat, concepita durante il viaggio. All’interno della proprietà dei Turner lo schiavo Nat trascorse la sua intera esistenza, in una zona rurale degli Stati Uniti dove gli schiavi neri erano la maggioranza della popolazione. A differenza della quasi totalità degli schiavi, analfabeti, sin dalla tenera età Nat riuscì ad avere accesso a libri che gli consentirono di imparare a leggere e scrivere praticamente da autodidatta.

Educato poi dai padroni e dalla famiglia a coltivare una profonda religiosità, si immerse sin da ragazzo nella lettura delle storie della Bibbia, passando le ore libere dal lavoro nella preghiera e nella meditazione. Questa religiosità si manifestò sempre di più, fino ad arrivare a quelle che lui chiamava “visioni”, ossia immagini che Nat vedeva e tramite cui Dio gli avrebbe inviato dei messaggi. Nel febbraio 1831, una eclissi anulare di Sole visibile dalla Virginia, venne interpretata da Nat come un segno che Dio gli inviava, ossia di prepararsi alla ribellione contro i padroni bianchi. La ribellione ebbe poi luogo nella notte del 21 agosto 1831.

La ribellione

Per tutta la notte, gli schiavi passarono di proprietà in proprietà liberando altri schiavi come loro e uccidendo i rispettivi padroni bianchi. Alla fine della ribellione si contarono circa 70 uomini ad aver seguito Nat Turner. Inizialmente, al fine di non attirare troppo l’attenzione su di loro, gli schiavi non utilizzarono armi da fuoco per uccidere i bianchi, ma solo asce, coltelli ed attrezzi recuperati all’interno dei magazzini agricoli. Durante gli assalti alle case dei carcerieri, i ribelli non fecero distinzioni ed uccisero uomini, donne e bambini. Prima che le milizie armate dei bianchi venissero a conoscenza di quanto stesse avvenendo, i ribelli uccisero all’incirca 60 persone bianche.

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La cattura e le conseguenze

La ribellione degli schiavi di Southampton fu però velocemente interrotta dalle milizie armate dei bianchi. Nat Turner riuscì a scappare nei boschi e a restare fuggitivo sino al successivo 30 ottobre 1831, quando fu scoperto e catturato. Il successivo 5 novembre 1831 Nat Turner fu condannato per “cospirazione, ribellione ed insurrezione” e condannato a morte per impiccagione. La sentenza fu eseguita il successivo 11 novembre nella città di Jerusalem, in Virginia. Subito dopo la morte il suo corpo fu decapitato e la sua testa esposta nella piazza della cittadina, come monito verso gli altri schiavi. Il suo corpo senza testa fu infine seppellito senza alcun segno di riconoscimento e senza messa funebre.

Al termine della rivolta degli schiavi furono giustiziate nello Stato del Virginia 55 persone nere, sospettate di aver preso parte all’insurrezione. Tuttavia, nell’isteria generalizzata di quei giorni e con la presenza di milizie armate a piede libero, furono uccise circa 120 persone di colore, buona parte delle quali non avevano preso parte a nessuna forma di sedizione o cospirazione. Immediatamente dopo il processo vennero emanate delle leggi che vietarono ai padroni bianchi di liberare i propri schiavi e di insegnare ai bambini neri a leggere e a scrivere.

The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo: come finisce il film

Nel finale del film, Nat viene a conoscenza dell’omicidio per rappresaglia di schiavi innocenti e del potenziale di altri spargimenti di sangue finché rimarrà in fuga. Di conseguenza, decide di arrendersi e viene condannato a morte. Durante l’impiccagione, Nat nota tra la folla il ragazzo schiavo che ha tradito il loro gruppo, ma non nutre alcun rancore nei suoi confronti. Il film si conclude con una dissolvenza dal volto lacrimoso del ragazzo a quello di un soldato adulto, presumibilmente lo stesso ragazzo ormai cresciuto che combatte per l’esercito dell’Unione durante la guerra civile americana. Davanti all’orrore a cui ha assistito, quel ragazzo si è dunque unito all’esercito del Nord che ha combattuto per l’abolizione della schiavitù.

Il trailer di The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 29 gennaio alle ore 21:00 su Iris.

Fonte: IMDb, NationalGeographic

Rogue Trooper: Hayley Atwell e Aneurin Barnard protagonisti del nuovo sci-fi di Duncan Jones

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Hayley Atwell, Aneurin Barnard e Jack Lowden sono entrati a far parte del cast di Rogue Trooper, un nuovo film d’animazione fantascientifico scritto e diretto da Duncan Jones.

Secondo Variety, Rogue Trooper di Jones ha aggiunto al suo cast Hayley Atwell, Aneurin Barnard e Jack Lowden. Il film, basato sulla serie di fumetti 2000 AD di Gerry Finley-Day e Dave Gibbons, sarà animato e realizzato con l’Unreal Engine 5 di Epic Games. Jones ha anche rivelato su Twitter un’immagine del film, visibile qui sotto:

Chi altro recita in Rogue Trooper?

Il cast di Rogue Trooper comprende anche Daryl McCormack, Reece Shearsmith, Jemaine Clement, Matt Berry, Diane Morgan, Alice Lowe, Asa Butterfield e Sean Bean.

La sinossi della serie Rogue Trooper recita: “È il guerriero del futuro per eccellenza: il Rogue Trooper è il soldato solitario geneticamente modificato che si aggira nel paesaggio velenoso e devastato dalla guerra della Nu-Terra. Con lui viaggiano tre dei suoi compagni morti – Helm, Gunnar e Bagman – le cui personalità sono state trasferite in bio-chip impiantati nel suo fucile, nel casco e nello zaino. La loro missione: dare la caccia all’uomo che li ha traditi!“.

Duncan Jones ha esordito alla regia nel 2009 con Moon, interpretato da Sam Rockwell. In seguito ha realizzato Source Code, con protagonista Jake Gyllenhaal, nel 2011, Warcraft nel 2016 e Mute (che funge da sequel spirituale di Moon) nel 2018.

2000 AD offre un sapore molto diverso di fumetto d’azione: Politico e brutale a volte, ma sempre con un luccichio pitonesco negli occhi“, ha detto Jones di Rogue Trooper. “Dredd del 2012 è stato un assaggio di ciò che 2000 AD ha da offrire e ora possiamo mostrare al mondo un altro lato della bestia. È un vero privilegio aver avuto l’opportunità di realizzare Rogue Trooper“.

Rogue Trooper è prodotto da Duncan Jones, Stuart Fenegan, Jason Kingsley e Chris Kingsley. La data di uscita del film non è ancora stata fissata.

Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia, la miniserie evento in arrivo su RAI

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Rai Fiction annuncia l’arrivo della miniserie evento Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia, una produzione Pepito Produzioni in collaborazione con Rai Fiction, con il sostegno del Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, per la regia di Luca Lucini Ago Panini e con Riccardo De Rinaldis Santorelli, Amedeo Gullà, Neri Marcorè, Isabella Briganti, Barbara, Venturato, Lucia Mascino, Luca Ward, Chiara Celotto, Gianluca, Zaccaria, Giovanni Crozza Signoris, Ricky Memphis, Sebastiano Somma Maurizio Lastrico. 

Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia è nna miniserie evento per raccontare al grande pubblico una storia forse poco conosciuta quanto straordinaria: la vita di Goffredo Mameli, poeta ed eroe del Risorgimento, ispirato autore di quel canto che è diventato l’Inno nazionale della Repubblica Italiana. La prima rockstar della storia, che con le sue parole ha raccontato un’intera generazione influenzandone le scelte, è un ragazzo del 1847. La sua vita, breve e bruciante come quella delle rockstar più amate, è quella di chi con il suo esempio ha saputo smuovere gli animi del popolo. Con lui partono dalla sua città, Genova, trecento volontari verso Milano in supporto delle cinque giornate del ‘48. E sempre con lui salpano altri cinquecento patrioti alla difesa di Roma nel ‘49.

Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia

In lui i giovani – e non solo – riconoscevano l’ardore puro di chi sa amare fino in fondo, come testimoniano le due storie d’amore che incorniciano la sua vita pubblica. La prima tragica, perché si tratta di un amore distrutto da un matrimonio di convenienza imposto; la seconda felice come può essere quella di chi combatte al fronte e, sapendo di poter morire da un momento all’altro, giura amore eterno.

In mezzo c’è di tutto: dalla composizione dell’Inno alla grande manifestazione dell’Oregina, quando per la prima volta fu cantato l’Inno da più di trentamila patrioti, l’incontro e l’amicizia con un altro grande genovese, Nino Bixio, gli eventi storici, la prima Guerra d’ Indipendenza e la Repubblica Romana dove Goffredo è il pupillo di Giuseppe Garibaldi e di Giuseppe Mazzini.

La miniserie evento Mameli – Il ragazzo che sognò l’Italia racconta due anni di passioni, amori, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri e dibattiti politici, amicizie, tradimenti e spie, ma soprattutto di crescita umana, elaborazione di ferite profonde e interrogativi non solo politici ma esistenziali.

Ghostbusters: Minaccia Glaciale, nuovo trailer con Paul Rudd

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Ghostbusters: Minaccia Glaciale, nuovo trailer con Paul Rudd

Il nuovo trailer di Ghostbusters: Minaccia glaciale, diretto da Gil Kenan con Paul Rudd, Carrie Coon, Finn Wolfhard e Mckenna Grace. Il nuovo capitolo della saga è scritto da Jason Reitman e Gil Kenan ed è basato sul film del 1984 di Ivan Reitman Ghostbusters, scritto da Dan Aykroyd e Harold Ramis.

Nel cast oltre Paul Rudd (Ant-Man and the Wasp: Quantumania), Carrie Coon (Boston Strangler), Finn Wolfhard (Stranger Things), Mckenna Grace (Ghostbusters: Legacy) ci sono anche Kumail Nanjiani (Eternals), Patton Oswalt (Eternals), Celeste O’Connor (Ghostbusters: Legacy), Logan Kim (The Walking Dead: Dead City), Dan Aykroyd (Ghostbusters), Ernie Hudson (Ghostbusters) e Annie Potts (Ghostbusters).

Ghostbusters: Minaccia glaciale sarà solo al cinema dall’11 aprile prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

La trama di Ghostbusters: Minaccia Glaciale

In Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.

Colman Domingo: 10 cose che forse non sai sull’attore

Colman Domingo: 10 cose che forse non sai sull’attore

L’attore Colman Domingo è attivo tra cinema e televisione da ormai oltre due decenni, dividendosi tra film politicamente impegnati e serie blockbuster di vario genere. Negli ultimi anni, grazie ad una serie di ruoli di maggiori rilievo, si è fatto notare sempre di più nel settore e tra il pubblico, dimostrando un talento attoriale tutt’altro che comune. Capace di mettersi a completa disposizione dei propri personaggi, facendo emergere tutta la loro umanità, Domingo è davvero uno degli interpreti più interessanti della sua generazione, che finalmente ottiene le giuste attenzioni.

Colman Domingo: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in noti film. Domingo debutta al cinema con il film Ali bruciate (1998), per poi recitare in Fino a prova contraria (1999), Il colore del crimine (2006), Miracolo a Sant’Anna (2008), Lincoln (2012), 42 – La vera storia di una leggenda americana (2013), The Butler – Un maggiordomo alla Casa Bianca (2013), Selma – La strada per la libertà (2014) e The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo (2016). Più di recente ha preso parte ai film Se la strada potesse parlare (2018), Lucy in the Sky (2019), Ma Rainey’s Black Bottom (2020), Candyman (2021) e Senza rimorso (2021). Nel 2023 è protagonista di Rustin ed è tra gli interpreti principali di Il colore viola. Nel 2024 sarà invece al cinema con Drive-Away Dolls.

2. È noto per alcune serie TV. Oltre che per il cinema, Domingo ha recitato in diverse occasioni anche per la televisione, ottenendo grande popolarità proprio grazie ad alcune serie TV. Ha ad esempio recitato in Nash Bridges (1997-2000), Law & Order – I due volti della giustizia (2004-2008), The Knick (2015) e Fear the Walking Dead (2015-2023), che gli conferisce grande popolarità. Successivamente recita in un episodio di Lucifer (2016) e in uno di Timeless (2017), mentre dal 2019 è uno degli interpreti ricorrenti della serie Euphoria.  

Colman Domingo in Euphoria

3. Ha un ruolo nella nota serie HBO. Tra i personaggi ricorrenti della serie Euphoria, con protagonista Zendaya, vi è Ali, interpretato proprio da Domingo. Questi è un uomo in via di guarigione per disturbo da uso di sostanze che spesso parla agli incontri di Narcotici Anonimi di Rue e proprio con lei stringe un rapporto speciale, cercando di aiutarla a non ricadere nella sua dipendenza. In particolare, l’attore ha recitato nell’episodio speciale Rue, anche noto come Trouble Don’t Last Always. Per la sua interpretazione di Ali, ha vinto nel 2022 il Premio Emmy per la miglior guest star in una serie drammatica.

Rustin Colman Domingo

Colman Domingo è Bayard Rustin nel film Netflix

4. Ha molto in comune con Bayard Rustin. Da tempo Domingo aspirava ad interpretare l’attivista Bayard Rustin, che lo ha ispirato sin da quando era giovanissimo e con il quale ha molto in comune. Entrambi hanno ad esempio superato un disturbo del linguaggio, entrambi sono omosessuali e soprattutto provengono dalla Pennsylvania. Per interpretarlo, dunque, l’attore si è documentato approfonditamente, scoprendo sempre nuove somiglianze e calandosi in modo estremamente fedele nei panni di tale personalità storica.

5. Aveva già recitato in un film incentrato sulla celebre marcia. Prima di Rustin, Domingo aveva già preso parte ad un lungometraggio dove si narrava della preparazione alla marcia su Washington condotta da Martin Luther King. Si tratta di Selma – La strada per la libertà, dove però egli interpretava Ralph Abernathy mentre Rustin era interpretato da Ruben Santiago-Hudson. L’attore non riuscì infatti in quell’occasione ad avere il ruolo, ma ha dunque poi avuto modo di interpretarlo da protagonista in un film interamente dedicato a Rustin.

Colman Domingo e il Premio Oscar

6.  È stato candidato al premio Oscar. Grazie al film Netflix Rustin, che rappresenta la prima occasione da protagonista assoluto per Domingo, l’attore è stato candidato a diversi premi tra cui il prestigioso Premio Oscar, figurando nella categoria Miglior attore. Tale nomination ha fatto di lui il primo interprete afro-latino e il secondo uomo apertamente gay (il primo è stato Ian McKellen) a essere nominato in tale categoria per aver interpretato un personaggio gay.

Colman Domingo in Fear The Walking Dead

7. Ha diretto alcuni episodi della serie. Sappiamo che Domingo debutterà alla regia di un lungometraggio con il biopic su Nat King Cole, ma ad oggi ha già avuto modo di passare dietro la macchina da presa, dirigendo alcuni episodi delle serie Fear The Walking Dead, dove interpreta Victor Strand, un truffatore che, in seguito alla diffusione degli zombie, vede completamente stravolta la propria vita. Di questa serie, Domingo ha diretto l’episodio 12 della quarta stagione, il terzo della quinta e il terzo della sesta.

Il colore viola Colman Domingo

Colman Domingo è su Instagram

8. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo personale seguito attualmente da 532 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato oltre tremila post, tutti relativi alle sue attività come attore. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Colman Domingo sarà Kang il Conquistatore?

9. I fan lo vorrebbero come sostituto di Jonathan Majors. Successivamente all’allontanamento di Jonathan Majors dai Marvel Studios, il ruolo di Kang il Conquistatore è ad oggi vacante e il suo futuro rimane un mistero. Circolano numerose teorie riguardo a ciò che potrebbe esserne di lui. Secondo alcuni verrà eliminato fuori scena, mentre secondo altri verrà scelto un nuovo attore per interpretarlo. Ad oggi, proprio Domingo è indicato come la scelta preferita dai fan, ma al momento non ci sono certezze a riguardo. In passato, però, l’attore si è detto interessato al ruolo.

Colman Domingo: età e altezza dell’attore

10. Colman Domingo è nato il 28 novembre 1969 a Filadelfia, Pennsylvania, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,88 metri.

Superman: Legacy, James Gunn svela quanto della storia delle origini di Kal-El sarà presente nel reboot

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Creature Commandos sarà il primo progetto dei DC Studios ambientato nel nuovo DCU, ma sarà solo un antipasto; Superman: Legacy è la portata principale. Si sa molto poco dei piani di James Gunn per l’Uomo del Domani, anche se ci aspettiamo una rivisitazione del personaggio più in linea con le sue avventure classiche nei fumetti.

Mentre Lex Luthor è attualmente l’unico cattivo confermato del reboot, continuano a circolare voci che vedranno anche Brainiac. Aggiornando i fan su Threads, il regista ha confermato l’intenzione di girare Superman: Legacy in IMAX.

Tuttavia, la rivelazione di gran lunga più importante è arrivata quando James Gunn ha rivelato che “nessuna” parte del film sarà dedicata alle origini di Clark Kent. Come il ragno radioattivo che ha morso Peter Parker e la morte dei genitori di Bruce Wayne, anche chi non ha mai preso in mano un fumetto sa della distruzione di Krypton.

Mostrarla di nuovo sembra superfluo e James Gunn non è stato chiaramente tentato di dare un’interpretazione personale al modo in cui Kal-El è arrivato sulla Terra.

Mentre il co-CEO dei DC Studios ha finora raccontato solo storie DC di genere R, Superman: Legacy  sarà probabilmente più in linea con il suo lavoro su Guardiani della Galassia.

Parlando l’anno scorso di come sta affrontando ogni film e show televisivo del DCU in termini di rating, James Gunn ha spiegato: “Dipende dalla storia. Daremo a ogni storia ciò che merita. Alcune cose le sappiamo. Superman è sicuramente qualcosa che sappiamo che vorremmo fosse PG-13, quindi mi assicurerò che lo sia“.

Altre cose, come la serie televisiva della Waller, sono un po’ più mature“, ha continuato. “E abbiamo altre cose che sono rivolte un po’ più alle giovani donne o ai bambini che sono ancora all’interno di questo mondo“.

Un nuovo poster molto bello per i fan di Superman: Legacy sta ottenendo una certa attenzione sui social media. Potete dare un’occhiata più da vicino qui sotto!

Uomini e Dei. Le Meraviglie del Museo Egizio: il trailer con Jeremy Irons

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Nell’anno del bicentenario della sua fondazione, il Museo Egizio approda per la prima volta al cinema con UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO, il film evento che è stato presentato in anteprima alla 41esima edizione del Torino Film Festival e che arriverà nelle sale italiane solo per due giorni, il 12 e 13 marzo. Prodotto da 3D Produzioni, Nexo Digital e Sky in collaborazione con il Museo Egizio e diretto da Michele Mally, che firma il soggetto con Matteo Moneta, autore della sceneggiatura, il film vede la partecipazione straordinaria del Premio Oscar® Jeremy Irons, che ci guida in un viaggio alla scoperta dei tesori di una delle civiltà più affascinanti della storia antica.

Con oltre un milione di visitatori nel 2023, il Museo Egizio è il più antico al mondo dedicato alla civiltà degli antichi Egizi. A Torino sono custoditi 40 mila reperti, di cui 12 mila esposti su 4 piani del Museo. Sfingi, statue colossali, minuscoli amuleti, sarcofagi, raccontano quasi 4000 anni di storia antica. Tra i reperti celebri nel mondo ci sono il Papiro dei Re, noto all’estero come la Turin King List, l’unica lista che sia giunta fino a noi che ricostruisce il susseguirsi dei faraoni, scritta a mano su papiro, o il Papiro delle Miniere, una delle più antiche carte geografiche conosciute. E ancora sculture come la statua del sacerdote Anen, quella di Ramesse II, quella della cosiddetta Iside di Copto, oltre al ricco corredo funebre di Kha, sovrintendente alla costruzione delle tombe dei faraoni che insieme alla moglie Merit sarà tra i protagonisti di tutto il racconto.

Reperti, studi scientifici e il dietro le quinte del Museo sono narrati in maniera corale non solo dalla Presidente del Museo, Evelina Christillin, e dal Direttore Christian Greco, ma anche da alcuni dei curatori del Museo come Cédric Gobeil, Beppe Moiso, Susanne Töpfer, Paolo Del Vesco, Federico Poole, Johannes Auenmüller, Enrico Ferraris, Alessia Fassone, Tommaso Montonati, dalle  restauratrici Cinzia Oliva, Roberta Genta, Paola Buscaglia del Centro di Conservazione e Restauro de La Venaria Reale, dall’antropologo Pieter Ter Keurs, dal Direttore Dipartimento Egizio del Louvre Vincent Rondot, dal Capo del Dipartimento Egitto e Sudan del British Museum Daniel Antoine, dai curatori del British Museum Ilona Regulski e Marcel Maree, dalla direttrice del Agyptisches und Papyrussammlung di Berlino Friederike Seyfried, dalla direttrice Generale Museo Egizio del Cairo Sabah Abdel Razik Saddik, dal Ceo di Ima Solutions Sarl Benjamin Moreno.

Dal Louvre di Parigi al British Museum di Londra fino all’Ägyptisches Museum di Berlino: sono solo alcune delle importanti istituzioni museali mondiali da cui provengono i membri del comitato scientifico del Museo, che vanta oltre 90 collaborazioni scientifiche con musei, atenei e centri di ricerca internazionali. Le collezioni custodite a Torino comprendono oltre 40 mila reperti, che hanno una natura antiquaria – in quanto legati al collezionismo e al criterio di raccolta reperti di Bernardino Drovetti, diplomatico piemontese al servizio del governo francese che vendette a Carlo Felice di Savoia il primo nucleo delle collezioni del  Museo per 400 mila lire dell’epoca – e una natura archeologica, legata a campagne di scavo archeologico promosse da Ernesto Schiaparelli e Giulio Farina in Egitto all’inizio del Novecento.

Ma perché proprio a Torino, nel 1824, si decise di aprire un museo che non aveva uguali al mondo, dedicato a una civiltà ancora in via di svelamento? Chi fu il primo a vedere nelle Alpi il profilo delle piramidi? Per scoprire le origini del Museo in UOMINI E DEI. LE MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO risaliremo così il corso del Nilo sulle tracce dei suoi grandi esploratori ed archeologi del passato: Donati, Drovetti, Schiapparelli. Visiteremo i luoghi da cui provengono i principali reperti delle collezioni torinesi, da Giza a Luxor fino all’antico villaggio di Deir el-Medina, abitato dagli scribi e dagli artigiani delle tombe della Valle dei Re e delle Regine. E viaggeremo a ritroso nel tempo, alla metà del 1500, quando i sovrani del Piemonte, i Savoia, per dare prestigio alla loro capitale riscrissero il mito delle origini egizie di Torino, sovrapponendo il toro, simbolo della città, col dio Api, che aveva le sembianze di toro ed era venerato nell’antico Egitto. Attraverso i sarcofagi e gli oggetti del corredo funebre della tomba di Kha e Merit racconteremo invece il viaggio dell’architetto Kha nell’Oltretomba, dal momento della mummificazione ai funerali, fino al giudizio di fronte ad Osiride e alla vita nell’Aldilà, seguendo le pagine del Libro dei Morti.

Completa il viaggio visivo la colonna sonora originale, composta ed orchestrata dal pianista e compositore Remo Anzovino ed eseguita dall’autore con l’Orchestra Sinfonica Accademia Naonis diretta da Valter Sivilotti, in uscita su etichetta Nexo Digital e distribuzione Believe nel 2024.

Captain America: Brave New World, le foto promozionali svelano il costume ufficiale di Sam Wilson

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Abbiamo visto alcune foto sfocate sul set e un dietro le quinte rilasciato all’inizio della produzione, ma grazie a un’immagine promozionale del prossimo cofanetto della Marvel Collectors Corps condivisa sui social media, abbiamo un primo sguardo ufficiale al costume aggiornato che Sam Wilson (Anthony Mackie) indosserà in Captain America: Brave New World.

La nuova tuta non è poi tanto diversa da quella con cui Wilson ha debuttato nel finale di stagione di The Falcon and the Winter Soldier, ma la combinazione di colori è decisamente più ispirata al costume di Steve Rogers in Captain America: The Winter Soldier.

Recentemente abbiamo avuto conferma che le riprese aggiuntive del sequel sono state programmate fino a maggio o giugno, con la Marvel che ha incaricato lo scrittore di Moon Knight Matthew Orton di scrivere nuove scene e materiale per il film. I reshoot sono la norma (soprattutto per i grandi film di produzione), ma questo lungo periodo di AP ha portato a speculare sul fatto che lo studio potrebbe apportare alcune modifiche significative alla storia.

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Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

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The Warrior – The Iron Claw: recensione del film con Zac Efron

The Warrior – The Iron Claw: recensione del film con Zac Efron

Con soltanto tre film per il cinema in dodici anni, compreso questo suo ultimo The Warrior – The Iron Claw, Sean Durkin si merita già l’appellativo di autore a tutto tondo. E questo perché come nessun altro o quasi all’interno del cinema americano contemporaneo sa costruire ogni volta un microcosmo tanto preciso quanto complesso nel cui immergere i propri personaggi. Sia il suo inquietante e ipnotico esordio La fuga di Martha, che il più recente The Nest rappresentano studi socio-psicologici di notevole finezza, in cui l’autore mette in scena le regole di un universo che pian piano si chiude in se stesso, fino a cominciare a mostrare le crepe del sistema che lo regge. Con The Warrior (The Iron Claw) Durkin alza decisamente la posta in gioco, in quanto si tratta di un film, a conti fatti il suo primo, che intende rivolgersi a un pubblico più ampio senza perdere nessuna delle coordinate e delle fascinazioni dei precedenti.

The Warrior – The Iron Claw, la trama

Il microcosmo che viene raccontato stavolta è quello della famiglia Von Erich, la quale negli anni ‘80 si impose nel mondo del wrestling professionistico. Ma a quale prezzo? La gestione totale è quella del patriarca Fritz (Holt McCallany), lottatore dalle fortune alterne che ha allevato i figli con lo scopo preciso di diventare campioni del mondo nella sua stessa specialità sportiva. Il predestinato sembra essere Kevin (Zac Efron), il quale più di tutti ha sacrificato anima e corpo per compiere il volere del padre. Ben presto però anche i suoi fratelli David (Harris Dickinson) e Kerry (Jeremy Allen White) dimostrano la loro abilità di lottatori ma soprattutto di showmen, mettendo in discussione le gerarchie che sembravano ormai stabilite…

Jeremy Allen White in The Warrior - The Iron ClawUno studio struggente di psicologie

Quello che poteva essere sviluppato come un semplice biopic o un dramma familiare in mano a Durkin diventa scena dopo scena uno studio struggente di caratteri e psicologie castrate. Il senso di predestinazione che The Warrior infonde nello spettatore viene dato da due fattori portanti: prima arriva una sceneggiatura che insiste con pienezza sulla dualità dolorosa del protagonista Kevin, diviso tra il senso del dovere e la frustrazione crescente di fronte all’impossibilità di compierlo.

In secondo luogo la magnifica messa in scena, la quale pur non distanziandosi mai da un realismo di fondo riesce a superarlo grazie all’eleganza delle immagini e la densità quasi autunnale della fotografia dell’ungherese Mátyás Erdély (Figlio di Saul). Soprattutto nella seconda parte The Warrior – The Iron Claw possiede quel senso di predestinazione scaturito da una visione “elegia” del dramma che lo avvicina a un capolavoro evocativo quale Picnic a Hanging Rock di Peter Weir.

The Warrior - The Iron Claw Zac EfronUn cast vicino alla perfezione

Il resto lo fa un cast di attori che davvero si avvicina alla perfezione: Efron sforna realmente la prova che vale una carriera, volutamente strabordante nella performance fisica e insieme sorprendentemente capace di esplicitare i dissidi interiori del suo sfaccettato personaggio. Alla fine quello che rimane impresso a fondo di The Warrior è il percorso umano di Kevin, e questo è senz’altro merito enorme dell’attore che lo interpreta. Tra i comprimari dobbiamo necessariamente applaudire l’ambiguità della prova di Holt McCallany e la compostezza rocciosa di Maura Tierney del ruolo della matriarca: in un film che inscena atletismo e acrobazie coreografiche, il linguaggio del corpo sempre trattenuto della madre diventa un pugno emotivo allo stomaco del pubblico, capace di raccontare in maniera sottile e profonda la condizione della donna in quell’universo dominato dal “maschio”.

Raramente nel cinema americano, mainstream oppure maggiormente orientato verso gli stilemi dell’indipendenza, si riesce a trovare quel connubio di forma e contenuto che The Warrior – The Iron Claw offre al pubblico. Si tratta seriamente di uno dei lungometraggi migliori di questo 2023 che volge al termine, quello che probabilmente riesce a esprimere meglio il non detto, i dilemmi e il dolore interiore prima di tutto del personaggio principale. Basta vedere, anzi “vivere,” il percorso che compie nel corso del film proprio la “Iron Claw” la morsa di ferro che sul ring era il marchio distintivo della famiglia Von Erich: il doloroso scavalcamento di senso che da gesto simbolico di vittoria si trasforma in metafora dell’oppressione basta e avanza per raccontare dell’abilità di Sean Durkin come sceneggiatore e regista. Da applausi.

Doc – Nelle tue mani 3: recensione degli episodi 5 e 6 del medical drama

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Giovedì sera per molti ormai vuol dire serata fissa sul divano a vedere Doc – Nelle tue mani 3 e durante la messa in onda ne sono successe di cose al Policlinico Ambrosiano. Nel quinto e nel sesto episodio di questa terza stagione, come già gli sceneggiatori ci hanno abituato della puntata precedente, tutto si focalizza sulla dottoressa Giordano. L’ultima scena poi si conclude anche con la vittoria di quelli che hanno sempre tifato per la coppia Giulia e Andrea, con un momento che i loro fans aspettavano da sempre.

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 5

Il primo episodio della terza puntata, intitolato “Il beneficio del dubbio” si apre con il ricovero nel reparto di Medicina Interna di Rita, una ragazza di vent’anni che ha una forte difficolta a respirare. Doc, l’attore protagonista Luca Argentero e Giulia con la loro equipe medica scoprono però che la giovane è affetta anche da un tumore ma che rifiuta, categoricamente, di fare la chemioterapia per guarirne. Alla fine il male che l’aveva portata all’ospedale sarà un altro, verrà operata al cuore per un soffio, e accetterà, anche per amore del padre vedovo, di farsi curare con la chemio.

Per smorzare i toni di queste malattie, quasi incurabili, in corsia la writers‘ room di Doc – Nelle tue mani ha deciso per il quinto episodio di far ridere il loro pubblico fedele grazie ad un’insalata pazza. La caposala Teresa inizia a delirare all’improvviso dopo aver mangiato l’erba del diavolo che ha intaccato l’orto di Doc sulla terrazza e che invece lei pensava che era della verdura commestibile. Alla fine ovviamente il problema si risolverà e l’infermiera tornerà al lavoro.

Intanto Doc di nuovo è in crisi per dei ricordi e non capisce se sono veri o falsi, quindi chiede aiuto e si avvicina sempre di più a Giulia. La dottoressa Giordano, l’attrice Matilde Gioli, grazie ad Andrea riesce a convincere la commissione e accettare la sua ricerca da presentare poi per la sua richiesta da primario.

Doc - Nelle tue mani 3 episodi 3& 4
Ph Virginia Bettoja

La trama di Doc – Nelle tue mani 3 episodio 6

Il sesto episodio “La Vela” si divide tra l’oggi e i flashback del 2019, in cui si possono rivedere due volti amati della serie, ovvero i dottori Lazzarini e Kidane interpretati da Gianmarco Saurino e Alberto Boubakar Malanchino. Queste scene ambientate nel passato molto recente, poco prima dello sparo alla testa al dottore Fanti, sono un modo per mostrare com’è nata la storia d’amore tra Andrea e Giulia.

Nel presente si punta invece sul neo triangolo amoroso delle due giovani specializzande Martina e Lin affascinate dal loro tutor e specializzando Riccardo Bonvegna. Ovviamente c’è anche il caso di ricovero di un ragazzo con ADHD ammalato di meningite tubercolare che verrà salvato dalla specializzanda non laureata in Medicina, la ragazza a fine episodio è sul punto di confessare ma alla fine ci rinuncia.

Il vero colpo di scena è quello già annunciato all’inizio, cioè Andrea che capisce, dopo aver parlato con una sua ex amante, che la “Sua Vela” è da sempre Giulia. Dopo un discorso in cui Andrea ammette i suoi sentimenti bacia Giulia sulla terrazza Policlinico Ambrosiano. 

Doc – Nelle tue mani 3 una gioia per il team Andrea – Giulia 

La puntata è stata all’insegna del team Andrea e Giulia, ma come ormai abbiamo imparato negli anni di certo non finirà così. Doc infatti ora sembra aver trovato la sua pace ma ancora troppe domande e ricordi senza risposte non sono state spiegate e non siamo neanche a metà di questa terza stagione.

ECHO: featurette svela come è stata girata lo scontro tra Maya Lopez e Daredevil

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I Marvel Studios hanno pubblicato una nuova lunga featurette per Echo, che approfondisce il memorabile e duro scontro tra Maya Lopez (Alaqua Cox) e Daredevil (Charlie Cox).

Anche se alla fine si è trattato di poco più di 90 secondi di tempo nella première dello show, è stata una sequenza tosta che ha richiesto molto lavoro per essere portata sullo schermo. Il coordinatore degli stunt di Echo e direttore della seconda unità Marc Scizak ci parla del combattimento e vediamo tonnellate di filmati dietro le quinte di Alaqua e Charlie mentre si preparano allo scontro.

Siamo certi che apprezzerete anche uno sguardo più ravvicinato alla tuta dell’Uomo senza Paura. Sfortunatamente, non vanta ancora il classico logo “DD”; possiamo solo sperare che sia imminente (era assente anche in She-Hulk: Attorney at Law).

 

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C’è la possibilità che ECHO faccia un’apparizione in Daredevil: Born Again, naturalmente, ma con tutto quello che sta succedendo in quella serie, sembra improbabile. Tutti i cinque episodi di ECHO sono ora disponibili in streaming su Disney+.

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I nuovi contenuti Marvel Spotlight

Sotto la nuova etichetta di Marvel Spotlight, la serie sarà classificata come TV-MA e, per ora, i teaser e il materiale di marketing la definiscono come una serie Marvel ben distinta. Inoltre, i fan che non hanno visto le precedenti serie Disney+ potranno seguire la storia senza problemi, nonostante alcuni volti noti e alcuni nuovi personaggi. Forse, Echo può essere la serie che finalmente fornisce una narrazione da “strada” che i fan dei supereroi desiderano da un po’.

Il cast di Echo

Creata da Marion Dayre, Echo vede nel cast Alaqua Cox nel ruolo di Maya Lopez, Chaske Spencer nel ruolo di Henry, Tantoo Cardinal nel ruolo di Chula, Devery Jacobs nel ruolo di Bonnie, Zahn McClarnon nel ruolo del padre di Maya, William, Cody Lightning nel ruolo del cugino Biscuits e Graham Greene nel ruolo di Skully insieme a Vincent D’Onofrio nel ruolo di Wilson Fisk e Charlie Cox nel ruolo di Matt Murdock/Daredevil. Tutti gli episodi di Echo saranno disponibili su Disney+ a partire dal 9 gennaio.

È morta Sandra Milo, l’attrice di 8½ e Adua e le compagne aveva 90 anni

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Si è spenta questa mattina, all’età di 90 anni l’attrice Sandra Milo. A renderlo noto è la famiglia stessa. Recentemente vista al cinema nel film Il più bel secolo della mia vita e in televisione con la serie Gigolò per caso, la Milo è stata una delle attrici più popolari del cinema italiano, conoscendo grandissima popolarità a partire dagli anni Sessanta. Grazie alla partecipazione a film come Il generale Della Rovere, Adua e le compagne, Fantasmi a Roma, Giulietta degli spiriti e, soprattutto, , premiato con l’Oscar, è stata tra le protagoniste del cinema italiano di quel periodo, divenendo anche una delle muse del regista Federico Fellini.

Oltre alla collaborazione con Fellini, però, Milo è ricordata anche per il sodalizio con il regista Antonio Pietrangeli, che l’ha fatta esordire al cinema con Lo scapolo, dove l’attrice ha recitato al fianco di Alberto Sordi. Nel corso del tempo Milo ha poi lavorato con i più grandi Dino Risi, Roberto Rossellini, Luigi Zampa, Luciano Salce, Mauro Bolognino e Sergio Corbucci. In ogni sua interpretazione Milo si è distinta per la sua voce “da bambina” come anche per le sue forme che le fecero guadagnare l’etichetta di “maggiorata”, ma soprattutto per la sua capacità di apportare delicatezza e umanità ad ogni personaggio che le veniva assegnato.

Negli ultimi anni ha preso parte con piccoli ruoli a film come A casa tutti bene, Il crimine non va in pensione, Free – Liberi e Che bella storia la vita. Nel tempo si è però distinta anche in televisione e a teatro, confermandosi attrice a tutto tondo capace di spaziare tra i generi e rinnovarsi continuamente. Nel 2021 le è stato infine conferito il David di Donatello alla Carriera. Con la sua scomparsa, se ne va dunque anche un’altra delle grandi icone del nostro cinema, che ci lascia però numerose memorabili interpretazioni con cui poterla ritrovare, riscoprire e continuare ad apprezzarla.

Mercy: Chris Pratt protagonista del nuovo film sci-fi di Timur Bekmambetov

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Chris Pratt sarà il protagonista del nuovo film di fantascienza di Timur Bekmambetov, Mercy. Secondo Deadline, gli Amazon MGM Studios hanno acquisito i diritti per Mercy, un nuovo film di fantascienza ambientato in un mondo futuristico che vedrà Chris Pratt interpretare un detective accusato di un crimine che dovrà poi dimostrare la propria innocenza.

Il film è scritto da Marco van Belle, mentre Charles Roven è il produttore. Chris Pratt e Timur Bekmambetov hanno già lavorato insieme in Wanted del 2008, interpretato anche da James McAvoy, Angelina Jolie e Morgan Freeman.

Amazon è il partner ideale per raccontare questa storia cruciale sul futuro messo in discussione dall’intelligenza artificiale e per affrontare questa conversazione con un vasto pubblico“, ha dichiarato Bekmambetov. “Sono felice di riunirmi a Chris Pratt in questo progetto, che dopo l’uscita di ‘Wanted’ è diventato uno degli attori con i maggiori incassi del nostro tempo. La collaborazione con Chuck Roven ci aiuterà a creare un’esperienza cinematografica epica“.

Bekmambetov è noto anche per aver diretto Day Watch del 2006, Abraham Lincoln: Vampire Hunter del 2012, Ben-Hur del 2016 e altri ancora.

Chris Pratt ha già lavorato con gli Amazon MGM Studios: ha recitato in The Tomorrow War, uscito su Prime Video nel 2021, ed è anche protagonista della serie televisiva The Terminal List del servizio di streaming.

Mercy di Bekmambetov e Pratt arriverà al cinema

Mercy sarà distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo da Amazon MGM Studios. “Dal momento in cui Chuck Roven ci ha portato Mercy e abbiamo letto la sceneggiatura di Marco van Belle, abbiamo capito che il film era destinato al grande schermo“, ha dichiarato Jennifer Salke di Amazon MGM Studios. “Il nostro rapporto con Chris Pratt di The Terminal List e The Tomorrow War continua ad estendersi a tutti i film, e non vediamo l’ora di vederlo dare vita a questa storia ricca di azione, guidato da Chuck e dalla visione del regista Timur Bekmambetov. Non potremmo immaginare una star e un team di registi migliori per realizzare e consegnare quella che sarà sicuramente un’avvincente corsa al brivido e non vediamo l’ora che il pubblico possa viverla nelle sale“. Mercy non ha ancora una data di uscita.

Hayden Panettiere difende Melissa Barrera di Scream, il suo licenziamento è “molto ingiusto e sconvolgente”.

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La star del franchise di “Scream Hayden Panettiere ha parlato del licenziamento di Melissa Barrera dalla serie di film horror, definendo la sua controversa uscita “molto ingiusta e sconvolgente“.

La Barrera, che ha interpretato Sam Carpenter in “Scream” del 2022 e in “Scream VI” del 2023, è stata licenziata lo scorso novembre dall’imminente “Scream 7” dopo che i suoi post sui social media riguardanti la Palestina sono stati giudicati antisemiti dalla Spyglass, la società di produzione dietro il franchise horror di successo.

All’epoca Spyglass aveva dichiarato a Variety: “Abbiamo tolleranza zero per l’antisemitismo o l’incitamento all’odio in qualsiasi forma, compresi i falsi riferimenti al genocidio, alla pulizia etnica, alla distorsione dell’Olocausto o a qualsiasi cosa che oltrepassi palesemente il limite del discorso d’odio“.

Dopo che lei [ha parlato], un sacco di altri attori e persone del settore hanno iniziato a fare la stessa cosa, giusto?“. ha dichiarato Hayden Panettiere in una recente intervista a Il Messaggero. “È stato quasi come se l’avesse fatto prima di tutti gli altri“.

Hayden Panettiere, che ha ripreso il ruolo di Kirby Reed in “Scream 4” nel sesto capitolo, ha contattato la sua co-star Barrera quando ha appreso la notizia.

Sai, molte persone non le avevano chiesto come si sentisse“, ha detto Hayden Panettiere, aggiungendo che la Barrera l’ha ringraziata per essersi informata.

Ma Hayden Panettiere non è “preoccupata” per la Barrera, dicendo: “Melissa è una vera dura come essere umano e come attrice… Ne è rimasta ferita, ma credo che l’abbia presa con filosofia e sia stata molto, molto gentile“.

Dopo il licenziamento della Barrera, è stato confermato che anche Jenna Ortega lascerà il franchise di “Scream“, anche se le fonti affermano che l’uscita di Jenna Ortega è dovuta a un conflitto di programmazione con la produzione della seconda stagione di “Mercoledì“. A dicembre, il regista Christopher Landon ha annunciato la sua uscita da “Scream 7“, scrivendo su X/Twitter che “era un lavoro da sogno che si è trasformato in un incubo”.

Box office: Povere creature! primo in classifica

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Box office: Povere creature! primo in classifica

Al box office del fine settimana appena concluso Povere Creature! guadagna il primo posto! Il film, già vincitore di due Golden Globe e candidato a ben 11 premi Oscar, racconta le curiose vicende di Bella Baxter, una donna adulta con la mente di un bambino che scopre il mondo. Povere Creature! incassa al suo primo week end nelle sale €715.373 e sfiora i 2 milioni di euro dalla sua uscita il 25 gennaio.

Secondo classificato è I soliti idioti 3 – il ritorno, commedia demenziale italiana, terzo capitolo della serie cinematografica iniziata con I soliti idioti nel 2011. Il film incassa €554.212 a fronte di in totale che sfiora i 2 milioni di euro dall’arrivo nelle sale il 25 gennaio.

Al terzo posto si stabilisce Tutti tranne te, commedia romantica con Glen Powell (Top gun: Maverick) e Sydney Sweeney. La pellicola raggiunge un incasso di €442.859 nel fine settimana e supera il milione di euro dall’uscita il 25 gennaio.

Box office: il resto della classifica

Al quarto e quinto posto ritroviamo rispettivamente Pare parecchio Parigi, un film di Leonardo Pieraccioni, e Perfect days, pellicola giapponese diretta da Wim Wenders. Pare parecchio Parigi incassa €329.403 a fronte di un totale di 2 milioni e mezzo di euro dall’arrivo nei cinema il 18 gennaio, mentre Perfect days incassa €211.570 nel week end e quasi 4 milioni di euro dal suo approdo nelle sale il 4 gennaio. Al sesto posto si stabilisce The Holdovers- lezioni di vita che incassa €158.135.

Settimo e ottavo classificato sono Il fantasma di Canterville, trasposizione animata del noto racconto di Oscar Wilde, e Dieci minuti, dramma italiano diretto da Maria Sole Tognazzi. Il fantasma di Canterville incassa €122.839 e Dieci minuti raggiunge un incasso di €119.766.

Ultimi due classificati al box office del fine settimana appena concluso sono Wonka, prequel sul noto cioccolatiere ideato da Roald Dahl, e Wish, ultimo cartone targato Disney con il quale gli studios festeggiano il loro centenario. Wonka incassa €105.246 a fronte di un totale di 14 milioni e mezzo di euro dall’uscita nei cinema il 14 dicembre, mentre Wish raggiunge un guadagno di €79.208 nel week end e 9 milioni dal suo arrivo nelle sale il 21 dicembre.

Netflix aggiunge l’IA generativa ai fattori di rischio competitivi nel suo rapporto annuale

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In un cambiamento che riflette la crescente influenza – e il potenziale potere dirompente – dell’IA a Hollywood, Netflix ha aggiunto l’IA generativa all’elenco dei fattori di rischio nel suo rapporto annuale depositato presso la SEC.

Nel rapporto 10-K depositato venerdì si legge su Variety, Netflix ha aggiunto questa nuova parte alla lunga sezione dei fattori di rischio (che sono obbligatori secondo le regole della SEC) nella sezione dedicata alla concorrenza video: “I nuovi sviluppi tecnologici, tra cui lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza artificiale generativa, sono in rapida evoluzione. Se i nostri concorrenti ottengono un vantaggio utilizzando tali tecnologie, la nostra capacità di competere efficacemente e i nostri risultati operativi potrebbero subire un impatto negativo“.

Netflix ha anche aggiunto questa formulazione: “Inoltre, l’uso o l’adozione di tecnologie nuove ed emergenti può aumentare la nostra esposizione a rivendicazioni di proprietà intellettuale, e la disponibilità di copyright e di altre protezioni di proprietà intellettuale per il materiale generato dall’IA è incerta.”

A parte queste due sezioni, i fattori di rischio del 10-K di Netflix per il 2023 – per un totale di circa 10.000 parole – sono rimasti in gran parte invariati. C’è stato un altro cambiamento degno di nota: L’azienda ha rimosso dal rapporto del 2022 le sezioni sui rischi posti dal COVID (che erano presenti anche nei 10-K del 2021 e del 2020), tra cui il titolo: “La pandemia di coronavirus (COVID-19) in corso ha interrotto la nostra attività, ha aumentato i nostri costi, ha portato a ritardi nel rilascio di contenuti e potrebbe nuovamente avere un impatto sulla nostra attività e sui risultati delle operazioni“.

Per essere sicuri, i cambiamenti inseriti nell’IA generativa sono molto piccoli, nel grande schema delle cose. E si tenga presente che questi sono tutti i potenziali fattori di rischio che aziende come Netflix devono comunicare agli investitori.

Ma l’uso dell’IA da parte degli studios è diventato un tema scottante per i due sindacati hollywoodiani che hanno scioperato nel 2023, WGA e SAG-AFTRA, preoccupati che la tecnologia danneggi i loro mezzi di sostentamento. L’accordo del WGA prevede dei paletti all’uso dell’intelligenza artificiale generativa nel processo creativo, tra cui una disposizione che conferisce al sindacato stesso il potere di contestare l’uso del lavoro esistente degli sceneggiatori per addestrare i programmi di intelligenza artificiale. L’accordo SAG-AFTRA con gli studios include alcune, ma non tutte, le richieste del sindacato in materia di IA; ad esempio, l’accordo consente ai modelli di IA di “allenarsi” sulle performance degli attori per creare personaggi sintetici e gli attori potranno impedirlo solo se il risultato finale include i tratti fisionomici riconoscibili degli attori.

I Deepfakes generati dall’AI di Taylor Swift sono “allarmanti e terribili”, dice il CEO di Microsoft: “Dobbiamo agire”

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Satya Nadella, CEO di Microsoft, si è espresso in merito agli espliciti deepfakes di Taylor Swift generati dall’intelligenza artificiale che sono diventati virali sui social media questa settimana.

In un’intervista con il conduttore di NBC News Lester Holt, interrogato sulle immagini della Swift, Nadella ha dichiarato: “Prima di tutto, questo è assolutamente allarmante e terribile, e quindi sì, dobbiamo agire, e francamente tutti noi della piattaforma tecnologica, a prescindere dalla vostra posizione su una particolare questione – penso che tutti noi beneficiamo quando il mondo online è un mondo sicuro“.

Credo che nessuno voglia un mondo online che non sia assolutamente sicuro sia per i creatori di contenuti che per i consumatori di contenuti“, ha dichiarato Nadella nell’intervista. “Per questo motivo credo sia opportuno che ci muoviamo rapidamente su questo fronte“.

Interrogato sulle conseguenze dell’IA, Nadella ha sottolineato “tutte le protezioni che dobbiamo porre intorno alla tecnologia, in modo da produrre contenuti più sicuri. C’è molto da fare e molto si sta facendo“. Il CEO di Microsoft ha affermato che “le forze dell’ordine e le piattaforme tecnologiche” possono lavorare insieme e che “penso che possiamo governare molto più di quanto… ci diamo credito“.

Il software di Microsoft potrebbe aver avuto un ruolo nella creazione dei falsi di Swift. Secondo un rapporto di 404 Media, le immagini false della popstar potrebbero essere state create da un gruppo su Telegram i cui utenti condividono immagini pornografiche di donne generate dall’intelligenza artificiale. Uno strumento utilizzato dai membri del gruppo è Microsoft Designer, un generatore gratuito di immagini basate sull’intelligenza artificiale, che utilizza soluzioni che aggirano i suoi meccanismi di sicurezza che vietano i contenuti sessualmente grafici, secondo il rapporto.

Zendaya dice che “ovviamente” reciterebbe in “Dune 3”, ma “sto aspettando…” Denis Villeneuve

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Quando Denis Villeneuve deciderà di fare Dune 3, Zendaya sarà pronta a riprendere il suo ruolo di Chani. Durante un’intervista al cast di Fandango in vista dell’uscita nelle sale di Dune – Parte Due, Zendaya ha dichiarato che il suo ritorno per un potenziale “Dune Messiah” non è un problema. Villeneuve ha già dichiarato pubblicamente che il suo sogno è quello di realizzare un terzo film di “Dune” – a dicembre ha confermato che la sceneggiatura del progetto è quasi terminata.

Saremmo d’accordo? Certo“, ha detto Zendaya quando le è stato chiesto di fare un altro film di “Dune“. “Ogni volta che Denis chiama è un sì da parte mia. Sono entusiasta di vedere cosa succede. Ho iniziato ‘Messiah’ e mi sono detta: ‘Woah, sto girando solo il primo film. Fammi tornare al primo”. È così tanto da assimilare, ma non ci sono mani migliori di quelle di Denis per la cura e l’amore per il film“.

Sono solo eccitata di vedere… È solo un’anticipazione“, ha aggiunto Zendaya a proposito del futuro del franchise. “Quando sarà pronto. È un perfezionista sotto molti aspetti e non vuole condividere le cose finché non sono pronte. Quindi lo sto rispettando e aspetto finché non è pronto“.

Denis Villeneuve ha partecipato alla conferenza stampa di Dune – Parte Due in Corea del Sud l’anno scorso e ha dichiarato che l’imminente “Dune – Parte Due” è un film “molto migliore” del suo originale del 2021.

C’è qualcosa di più vivo“, ha detto Denis Villeneuve. “C’è un rapporto con i personaggi. Stavo cercando di raggiungere un’intensità e una qualità di emozioni che non ho raggiunto con ‘Parte prima’ e che ho raggiunto con ‘Parte seconda’. Non dico che il film sia perfetto, ma sono molto più soddisfatto della seconda parte che della prima. Non vedo l’ora di condividerlo con i fan e gli spettatori“.

Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune – Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed uscirà nei cinema il 28 Febbraio 2024.

Florence Pugh rivela che una cinepresa si è rotta durante la scena di sesso in Oppenheimer

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Durante un panel dedicato a Oppenheimer con Cillian Murphy, Emily Blunt, Florence Pugh e Jamie Dornan come moderatore, Florence Pugh ha rivelato che sono sorte alcune difficoltà tecniche durante una scena di sesso tra lei e Cillian Murphy. “Nel bel mezzo della nostra scena di sesso, la cinepresa si è rotta. Nessuno lo sa, ma è successo“, ha detto Pugh. “La cinepresa si è rotta quando eravamo entrambi nudi, e non era il momento ideale“.

Florence Pugh ha aggiunto che non c’erano molte cineprese disponibili, una era in negozio. Hanno quindi dovuto capire come riparare la cineprese che si era rotta.”Io e Cillian siamo in questa stanza insieme. È un set chiuso, quindi entrambi teniamo i nostri corpi in questo modo“, ha detto, “avvolgendo le braccia intorno a sé. Una persona è entrata nella stanza per cercare di riparare la telecamera”.

Florence Pugh
Florence Pugh sul red carpet di Venezia nel 2022 – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Mi sono detto: “Questo è il mio momento per imparare”. Allora dimmi, cosa c’è che non va in questa cinepresa?”, ha ricordato di aver detto alla persona che è entrata nella stanza. “I momenti li crei tu. E io: “Cosa sta succedendo con l’otturatore, amico?“”.

Florence Pugh ha poi raccontato che il regista Christopher Nolan ha spiegato che c’era un problema con il modo in cui la luce entrava.

È stato pazzesco che ogni persona sul set fosse così preparata e pronta a fare questo tipo di film che non c’era un momento di noia. È stato tutto fantastico. Ci siamo sentiti fortunati ad essere lì ogni secondo della giornata“, ha detto l’attrice.

Florence Pugh interpreta Jean Tatlock, che aveva una relazione con il J. Robert Oppenheimer di Cillian Murphy prima e durante il suo matrimonio con la Katherine “Kitty” Oppenheimer interpretata nel film da Emily Blunt.

Oppenheimer ha ricevuto il maggior numero di nomination agli Oscar 2024 con 13, tra cui quella per il miglior film.

Dakota Johnson dice che è stato “assolutamente psicotico” girare Madame Web

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Dakota Johnson ha riposto molta fiducia nel regista SJ Clarkson durante le riprese di Madame Web. L’attrice, che interpreta Cassandra Webb nel prossimo thriller di supereroi ambientato nell’universo di “Spider-Man” della Sony, ha riflettuto sulla sua esperienza di lavoro con il blue screen per gli effetti CGI.

Non ho mai fatto un film in cui sei su uno schermo blu, e ci sono esplosioni finte che esplodono, e qualcuno dice “Esplosione!e tu reciti come se ci fosse un’esplosione“, ha detto Dakota Johnson in una recente intervista a Entertainment Weekly. “Per me è stato assolutamente psicotico. Mi sono detto: ‘Non so se andrà tutto bene! Spero di aver fatto un buon lavoro!“”.

Ma mi sono fidata di [Clarkson]“, ha proseguito la Johnson, sottolineando che spesso si confrontava con la regista per tenere traccia di quali scene fossero reali e quali invece fossero nella testa di Cassandra. “Lavora così duramente e non ha mai staccato gli occhi da questo film da quando abbiamo iniziato“.

SJ Clarkson ha contattato Dakota Johnson per il film di supereroi nel 2021, poco dopo che l’attrice aveva terminato le riprese di “The Lost Daughter“. Dakota Johnson ha ammesso che all’inizio era titubante riguardo al ruolo: “Mi hanno mandato questo copione e ho pensato: “Non so se sarò un supereroe“”.

Ma Cassandra l’ha incuriosita: “I suoi poteri mi hanno un po’ confuso. Ho pensato: ‘Oh, mi piacerebbe davvero vedere questo supereroe’. Mi piacerebbe vedere una giovane donna il cui superpotere è la sua mente“.

Dakota Johnson ha anche ricordato gli stunt che ha dovuto eseguire per “Dakota Johnson“, in particolare una “giornata di lavoro di guida acrobatica”. “Sono davvero brava, a quanto pare!“. Ha detto. “Voglio dire, posso fare cose davvero folli con una macchina. Ho guidato un’ambulanza. Ho guidato un taxi. Ho guidato tutto quello che c’è nel film, tranne volare in aria e uscire da un edificio. Ma a parte questo, ho detto: ‘Attento, Tom Cruise‘”.

La trama e il cast di Madame Web

Madame Web è la storia delle origini di una delle eroine più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un presente pieno di minacce.

Madame Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti Marvel creato da Dennis O’Neil e John Romita Jr. Il film è diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal) da una sceneggiatura di Claire Parker e S. J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista, insieme a Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps, Emma Roberts e Adam Scott. Madame Web sarà nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

The Last of Us – seconda stagione ingaggia il regista di Succession e altri 3 registi

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La rosa dei registi di The Last of Us – seconda stagione è cresciuta: Mark Mylod, regista di Succession, è uno dei quattro registi rivelati oggi.

Deadline ha riportato che Mylod, Nina Lopez-Corrado di Perry Mason, Stephen Williams di Watchmen e Kate Herron di Loki Stagione 1 si uniranno ai registi Peter Hoar e ai co-creatori della serie Craig Mazin e Neil Druckmann per la seconda stagione dell’adattamento del videogioco. La Herron è stata segnalata per la prima volta da The InSneider la scorsa settimana come parte della formazione registica della seconda stagione.

Il sito fa notare che non è chiaro quali registi si occuperanno di un episodio o di più episodi, anche se la prima stagione era composta da nove episodi che alla fine sono stati divisi tra sette registi.

Cosa sappiamo su The Last of Us

The Last of Us è attualmente interpretato da Pedro Pascal nel ruolo di Joel, Bella Ramsey nel ruolo di Ellie, Gabriel Luna nel ruolo di Tommy Miller e Rutina Wesley nel ruolo di Maria. La seconda stagione dovrebbe essere basata sull’acclamato sequel del videogioco The Last of Us Part II di Naughty Dog, che presenterà un significativo salto temporale introducendo una Ellie ormai cresciuta. Recentemente sono stati assegnati diversi nuovi ruoli per la seconda stagione, tra cui quello dell’antagonista Abby. I nuovi ingressi già annunciati saranno Kaitlyn Dever, Young Mazino e Isabela Merced

La prima stagione ha visto la partecipazione di Nico Parker, Anna Torv, Melanie Lynskey, Murray Bartlett, Nick Offerman e Storm Reid. La serie The Last of Us ha visto la partecipazione come guest-star degli attori del videogioco originale, Jeffrey Pierce, Merle Dandridge, Troy Baker e Ashley Johnson, che hanno interpretato nuovi personaggi.

La serie The Last of Us è prodotta e co-scritta dal creatore di Chernobyl Craig Mazin e dallo scrittore del gioco originale Neil Druckmann, che è anche uno dei registi. È una coproduzione con Sony Pictures Television in associazione con PlayStation Productions. I produttori esecutivi sono Carolyn Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e Asad Qizilbash e Carter Swan di PlayStation Productions.

Christopher Nolan è un fan di The Curse: “È diverso da qualsiasi cosa abbia mai visto in televisione”.

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Christopher Nolan ha recentemente moderato un panel per The Curse, la serie di Showtime con Nathan Fielder ed Emma Stone.

Benny Safdie, che ha recitato in Oppenheimer di Christopher Nolan, è co-creatore della serie insieme a Nathan Fielder. Nel corso del panel che la rete via cavo ha condiviso su YouTube, Christopher Nolan ha elogiato lo show, affermando: “È diverso da qualsiasi cosa abbia mai visto prima in televisione“.

Penso che la serie sia incredibile“, ha detto. Ha affermato che questo tipo di show può essere realizzato solo ora, durante “l’anarchia dell’era dello streaming” e che “il tono è la stella” della serie, paragonandola alla prima stagione di Twin Peaks di David Lynch.

Congratulazioni per l’incredibile serie che è diversa da qualsiasi altra che abbia mai visto in televisione. Ci sono così pochi show che arrivano e che non hanno davvero precedenti“, ha detto Nolan al termine del panel. “Si torna indietro a cose come Twin Peaks, o Il prigioniero, o Il detective canterino di Dennis Potter e cose del genere, quindi ci si trova in uno spazio incredibile, e non vedo l’ora di arrivare al culmine“. Guardate il panel completo nel video condiviso qui sotto.

Dove guardare The Curse e di cosa parla

The Curse è stata lanciata sabato 11 novembre in Italia su Paramount+.

Co-creata e prodotta da Benny Safdie e Nathan Fielder, The Curse è una serie innovativa che esplora il modo in cui una presunta maledizione disturba la relazione di una coppia appena sposata che cerca di concepire un figlio, mentre lavora insieme a un nuovo programma dedicato alla ristrutturazione di case. La serie è interpretata da Emma Stone (La LaLand, The Favourite), Fielder (The Rehearsal) e Safdie (Oppenheimer). Tra le guest star figurano il candidato all’Oscar Barkhad Abdi, il candidato all’Emmy Corbin Bernsen e Constance Shulman.

The Curse è una coproduzione di SHOWTIME e A24. Fielder è anche regista. Emma Stone è produttrice esecutiva insieme a Dave McCary e Ali Herting con la loro casa di produzione Fruit Tree. Anche Josh Safdie è produttore esecutivo con la sua casa di produzione Elara.

The Imaginary: Netflix ottiene i diritti globali per il film d’animazione

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Netflix ha annunciato ufficialmente la sua partnership multi-film con lo studio di animazione giapponese Studio Ponoc. Questo nuovo accordo include i diritti di streaming globale per i prossimi film d’animazione dello studio compreso The Imaginary.

Il prossimo film d’animazione fantasy dello Studio Ponoc, The Imaginary, sarà il primo ad essere distrubuito su Netflix. Lo streaming è previsto per la fine dell’anno, dopo l’uscita nelle sale cinematografiche giapponesi.

“Studio Ponoc è entusiasta di portare i suoi innovativi film d’animazione disegnati e dipinti a mano a tutto il pubblico, e in particolare ai bambini e alle loro famiglie, che potranno divertirsi insieme, in tutto il mondo, su Netflix. Il genuino impegno di Netflix nel sostenere l’animazione è vitale”, ha dichiarato in un comunicato il fondatore di Studio Ponoc, Yoshiaki Nishimura.

Di cosa parla The Imaginary?

The Imaginary ritrae le profondità dell’umanità e della creatività attraverso gli occhi della giovane Amanda e del suo compagno immaginario, Rudger“, si legge nella sinossi. Le loro fantastiche avventure, che partono dalla soffitta della giovnae, li portano a scoprire un mondo magico di creature e luoghi mai visti prima, finché una forza sinistra minaccia di distruggere il loro mondo immaginario e l’amicizia al suo interno“. Il film è un’avventura indimenticabile di amore, perdita e del potere curativo dell’immaginazione“.

The Imaginary è diretto da Yoshiyuki Momose, che ha fatto parte dei team di animazione di alcuni dei più popolari anime, tra cui Grave of the Fireflies, Spirited Away, Whisper of the Heart e Porco Rosso. Il cast vocale del film comprende Kokoro Terada, Rio Suzuki, Sakura Ando, Riisa Naka, Takayuki Yamada, Atsuko Takahata e Issey Ogata.

The Imaginary è prodotto dall’ex produttore dello Studio Ghibli Yoshiaki Nishimura. Il progetto proviene dallo Studio Ponoc, lo studio d’animazione giapponese che ha realizzato gli anime Mary e il fiore della strega e Modest Heroes.

The Walking Dead: The Ones Who Live, final trailer in attesa del debutto

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AMC ha diffuso il final trailer ufficiale di The Walking Dead: The Ones Who Live, l’attesa miniserie in arrivo che segnerà il ritorno nell’universo di The Walking Dead di Michonne e Rick Grimes. La serie debutterà il 25 febbraio negli USA, su AMC+. In Italia la serie debutterà su STAR, canale per adulti di Disney+

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Tra meno di due mesi, Andrew Lincoln e Danai Gurira torneranno a condividere lo schermo per la prima volta dall’ultimo episodio di The Walking Dead del novembre 2022. Rick e Michonne sono finalmente vicini al loro ritorno, ma la strada per ricongiungersi tra le braccia l’uno dell’altra in The Walking Dead: The Ones Who Live sarà lunga e pericolosa. Un nuovo primo trailer di AMC mostra gli ostacoli che attendono la coppia, da un numero insondabile di walker ai militari. Niente può impedire alla coppia di cercare di ritagliarsi un futuro insieme nell’apocalisse, anche se non sono ancora sicuri di chi siano diventati.

The Walking Dead: The Ones Who Live

Basato sull’omonima serie a fumetti di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard, The Walking Dead: The Ones Who Live è prodotto da Kirkman, Scott M. Gimple, Greg Nicotero, David Alpert, Joseph Incaprera, Gale Anne Hurd, Denise Huth e Angela Kang.

Attualmente la serie è programmato per un debutto nel 2024, il dramma di Rick e Michonne doveva inizialmente essere presentato in anteprima quest’anno insieme ad altri due spin-off,  The Walking Dead: Dead City  e  The Walking Dead: Daryl Dixon. Entrambe le serie sono incentrate sui principali sopravvissuti della serie originale. La serie guidata da Jeffrey Dean Morgan e Lauren Cohan sarà presentata in anteprima a giugno, seguita dalla premiere dello spettacolo guidato da Norman Reedus entro la fine dell’anno.

Russell Crowe e Karen Gillan nel trailer del thriller Sleeping Dogs

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È uscito il trailer di Sleeping Dogs, che anticipa il prossimo thriller poliziesco interpretato da Russell Crowe e Karen Gillan.

Sleeping Dogs è diretto da Adam Cooper, da una sceneggiatura scritta da Cooper e Bill Collage, E.O. Chirovici, ed è basato sul romanzo The Book of Mirrors di Chirovici. Oltre a Russell Crowe e Karen Gillan, il film è interpretato anche da Márton Csókás, Thomas M. Wright, Harry Greenwood e Tommy Flanagan. Il film uscirà nelle sale americano il 22 marzo 2024. In Italia non ha ancora una data di uscita.

Di cosa parla Sleeping Dogs?

Un ex detective della omicidi (Russell Crowe) con perdita di memoria è costretto a risolvere un brutale omicidio che non ricorda“, si legge nella sinossi ufficiale del film. “Ma mentre le prove portano alla luce segreti legati al suo passato dimenticato, viene condotto a una verità agghiacciante: a volte, è meglio lasciare che i cani che dormono“.

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