Milly Alcock, che ha interpretato la giovane
Rhaenyra Targaryen nella prima stagione di
House of the Dragon della HBO,
interpreterà Supergirl nel nuovo universo DC guidato da
James
Gunn e Peter Safran. Sarà lei la
protagonista del prossimo lungometraggio Supergirl:
Woman of Tomorrow, basato sull’omonima serie di
fumetti DC di Tom King e Bilquis
Evely.
Al momento, il film non ha ancora un
regista, mentre Ana Nogueira (The Vampire
Diaries) è stata appena assunta per scrivere la
sceneggiatura. Gunn, che ha confermato il casting di Alcock su
Instagram, non ha dichiarato quando farà il suo debutto da
supereroe. Ma il fatto che la notizia che Alcock avesse ottenuto il
ruolo sia arrivata mesi prima che Gunn iniziasse a girare Superman:
Legacy suggerisce che Supergirl potrebbe essere presentata insieme
al cugino kryptoniano prima di iniziare la sua storia.
L’australiana Milly Alcock ha iniziato la sua carriera di
attrice da adolescente sulla TV australiana, prima di essere scelta
per il suo ruolo da protagonista nella serie prequel
Il Trono di
Spade della HBO. La Alcock ha
ottenuto ampi consensi per la sua interpretazione della principessa
Targaryen nei primi cinque episodi dello show, prima di cedere il
ruolo a Emma D’Arcy che invece interpreta lo
stesso personaggio dieci anni dopo.
Alcock entra in una cerchia
ristretta che comprende Melissa Benoist che ha
interpretato Supergirl nella serie CBS e CW (che è
andata in onda per sei stagioni), e Sasha Calle
nel film del 2023 The
Flash, uno degli ultimi film della precedente
iterazione dell’universo cinematografico DC. Gunn ha chiarito,
tuttavia, che vuole un nuovo inizio con il nuovo DCU.
Nella serie di fumetti del 2022 di
“Woman of Tomorrow”, invece di fuggire dal pianeta Krypton da
bambina prima che esploda (come suo cugino Kal-El), Kara cresce
assistendo alla distruzione del suo pianeta natale fino all’età di
14 anni, quando arriva sulla Terra. Ciò rende il personaggio “molto
più hardcore”, ha spiegato Gunn nel 2023 presentando i primi 10
titoli nella nuova lista DCU. “Non è esattamente la Supergirl che
siamo abituati a vedere.”
Non capita certo di rado di sentir
tanti nostalgici spettatori affermare che il cinema non è più
quello di una volta, che di grandi attori come lo furono
Marcello Mastroianni o Clarke
Gable non ce ne siano più. Sembra abbastanza giusto però
dire che così non è, che l’arte cinematografica è più viva che mai,
e che si modifica e si evolve insieme alla società. Sui set nascono
continuamente nuove stelle che emergono per le loro magnifiche
performance. Una delle figure che negli ultimi decenni si è
maggiormente distinta per la sua meticolosa immedesimazione nei
personaggi è proprio Christian Bale.
Bale è ben noto al
grande pubblico in particolar modo per la dedizione, che si
manifesta spesso in cambiamenti repentini di forma fisica, con cui
affronta i ruoli. Ma la sua attività cinematografica non si limita
certo a questo: dallo psicopatico Patrick Bateman in
American Psycho fino al vicepresidente Dick
Cheney, Christian Bale si è dimostrato un attore
poliedrico e versatile. In onore dei suoi 50 anni
non si può che volgere uno sguardo al passato e ammirare la sua
carriera fino a questo momento!
Christian Bale: gli esordi con
L’impero del sole
La prima grande svolta per la
carriera del giovane Bale avviene con L’impero del sole, diretto da Steven Spielberg, uscito nelle sale nel 1987.
Qui l’attore dà la sua prima grande dimostrazione di bravura:
all’età di soli tredici anni interpreta il protagonista Jamie,
un giovane inglese residente con la famiglia nella colonia
britannica di Shanghai. Con l’invasione da parte delle truppe
giapponesi durante il secondo conflitto mondiale, Jamie diviene una
vittima degli avvenimenti storici, costretto a vivere in un campo
di prigionia.
Ciò che emoziona maggiormente del
film è proprio la performance del piccolo Bale:
riesce a riportare con grande realismo ogni emozione del
personaggio. Grazie all’interpretazione dell’attore, il pubblico
riesce a percepire al massimo i momenti di disperazione del piccolo
Jamie; un esempio è il momento in cui il giovane viene separato da
Basie, un americano che l’aveva aiutato e tolto dalla strada. Jamie
urla e prega Basie di non abbandonarlo, in un completo stato di
disperazione, causato dal perdere l’unico punto di riferimento
rimastogli.
Ma il piccolo Bale
non porta solo l’angoscia di Jamie sullo schermo, ma anche la sua
tenacia e il suo coraggio. Vediamo il protagonista crescere e
trasformarsi da un damerino ben educato a un giovane disposto a
tutto pur di sopravvivere, scaltro nell’assecondare talvolta i
sorveglianti giapponesi. Questo primo ruolo da protagonista in una
pellicola diretta dal grande regista Steven Spielberg già preludeva per
Bale una splendida carriera cinematografica.
American Psycho e la prima
trasformazione fisica
Il ruolo a cui Christian
Bale deve il suo primo grande successo è quello in
American
Psycho, diretto da Mary Harron e
approdato nei cinema nel 2000. L’attore viene chiamato in questo
thriller psicologico a interpretare un ruolo ben diverso, in un
contesto in cui lui è praticamente un’unica figura solitaria
attorno alla quale girano tutte le vicende del film. Il
protagonista Patrick Bateman, che rappresenta il massimo emblema di
una società ipocrita: un broker di successo e di bell’aspetto che
nasconde una mente oscura. Bale riesce a
rappresentare perfettamente l’essenza narcisistica del personaggio
e il lato nascosto assetato di violenza.
Pochi anni dopo, nel 2004, l’attore
si sottopone alla prima di tante trasformazioni fisiche per cui è
oggi ben noto. Il personaggio che andava a interpretare in
L’uomo senza sonno, Trevor Reznik, non dorme infatti
da più di un anno e mangia a stento; di conseguenza
Bale, per rappresentarlo al meglio, perse più di
25 chili. Il risultato è un protagonista dall’apparenza spettrale,
di grande effetto per il pubblico.
Per quanto fosse già visibile il
talento dell’attore, in questo film Christian Bale
dà prova della dedizione che mette in ogni suo ruolo, arrivando a
spingersi fisicamente al limite pur di far vivere nella maniera più
realistica possibile i suoi personaggi.
Christian Bale come Batman e
l’Oscar di The fighter
Nel 2005 ha inizio un’altra
importante collaborazione con un regista molto acclamato: si tratta
di
Christopher Nolan per il quale Christian Bale è chiamato a interpretare il
ruolo del noto supereroe DC Batman.
Il primo capitolo della trilogia
arriva nelle sale nel 2005, un anno dopo L’uomo senza
sonno. Ciò significa che, concluse le riprese del film,
Bale deve in pochi mesi metter sù una certa massa
muscolare per poter figurare al meglio come supereroe in
Batman Begins. La collaborazione con Nolan prosegue
poi per altri due film della trilogia di Batman, ovvero
Il cavaliere oscuro nel 2008, il quale valse un
commovente Oscar postumo all’attore
Heath Ledger nei panni di Joker, e Il cavaliere oscuro – Il ritorno nel 2012.
The
fighter, il primo film del regista David O.
Russel a cui Christian Bale prende parte,
è invece un successo tale da garantirgli il premio Oscar come
migliore attore non protagonista. Qui il suo personaggio è Dicky Eklund, un
ex pugile e allenatore del fratellastro Micky Ward, pugile e
campione nella categoria pesi leggeri. Dicky è una figura molto
complessa: dopo il suo momento di gloria, perde il controllo e
viene trascinato in un vortice di droga e speranze disilluse. Bale
riesce a personificarlo al massimo, sia fisicamente, mettendosi
nuovamente alla prova con un nuovo dimagrimento, sia emotivamente.
L’attore fa emergere il senso di controllo che Dicky ha
inizialmente sul fratellastro, ma rende il pubblico partecipe del
dolore dell’astinenza nel periodo che l’ex pugile passa in prigione
e del suo desiderio di rinascita una volta fuori.
American Hustle e La
grande scommessa: le (quasi) vittorie
Dopo The fighter
nel 2010, Christian Bale è chiamato a collaborare
nuovamente con David. O. Russel in
American Hustle. Grazie alla sua interpretazione in
questo crime movie, l’attore ottiene una seconda candidatura agli
Oscar come miglior attore protagonista. Nel film, Bale interpreta
Irving Rosenfeld, un truffatore incastrato tra la moglie Rosaline,
la fidanzata e socia Sidney e l’agente del FBI
DiMaso. Per entrare al meglio nel ruolo di Irving, l’attore attua
un’altra drastica trasformazione fisica, ingrassando di circa 20
chili.
Due anni dopo, nel 2016,
Bale è nuovamente candidato per l’ambita
statuetta, stavolta nella categoria miglior attore non
protagonista, per la sua interpretazione del noto economista
Michael Burry in
La grande scommessa, diretto da Adam
McKay. Nel film, incentrato sulla bolla immobiliare e le
complicate frodi attuate dalle agenzie di Wall Street che causarono
la crisi del 2007/8, Christian Bale riesce a riportare al
meglio un personaggio molto particolare.
Burry, economista geniale con seri
problemi sociali, sembra essere l’unico individuo ad aver previsto
la catastrofe. Bale dà vita a questa figura
riportando da un lato tutta la sua stranezza nei comportamenti e la
sua difficoltà nel comunicare con i suoi investitori, e dall’altro
la totale sicurezza nei suoi calcoli economici. In questo caso,
l’attore si è ritrovato ad interpretare una persona realmente
esistente e questo lo ha portato a raccogliere molte notizie sul
personaggio anche attraverso numerose telefonate e visite fatte al
vero Michael Burry. Da ciò risalta particolarmente la dedizione di
Bale nell’emulare i comportamenti, per quanto
strani, dell’economista nel film.
Vice: la seconda collaborazione con
McKay
La collaborazione con Bale ha
funzionato alla perfezione ne La grande scommessa,
tanto che McKay richiama l’attore come protagonista per il suo
nuovo film nel 2018: si tratta di
Vice – L’uomo nell’ombra. Qui Bale si
ritrova nel ruolo di Dick Cheney, una delle figure più influenti nella
politica americana del periodo compreso tra gli anni ’70 e i primi
2000. Cheney, vicepresidente durante la presidenza di Bush
Jr e l’attacco al World Trade Center, è stato un politico
ambizioso e calcolatore e l’attore riesce a rappresentarne
l’essenza al massimo.
Dal solo aspetto fisico è chiara la
nuova trasformazione messa in atto da Bale: per
interpretare Cheney, l’attore ingrassa di parecchi chili, si rasa i
capelli e schiarisce le sopracciglia. Inoltre, lo stesso
Christian Bale afferma in un’intervista al
Interview magazine di aver dovuto fare molta più ricerca per questo
ruolo più che per qualsiasi altro film. Essendo Cheney una figura
così importante ma allo stesso tempo i cui dettagli privati siano
poco noti, era necessario che Bale desse una
rappresentazione il più fedele possibile con le informazioni
disponibili. E l’attore riesce in questo intento, emulando sia
l’aspetto che il comportamento di Cheney.
La battuta di arresto con
Amsterdam e il MCU
Dopo il grande successo della
trilogia di Batman, Christian Bale inizia una
collaborazione anche con i Marvel Studios: l’attore interpreta
nel MCU Gorr il Macellatore di Dei in
Thor: Love and Thunder. Per quanto la performance di
Bale come temibile cattivo Marvel sia ottima, il film non
viene accolto molto positivamente dalla critica.
Nello stesso anno Bale prende poi
parte ad un’altra pellicola diretta da David O.
Russel: si tratta di Amsterdam.
Il film conta un cast stellare, riunendo insieme in un solo film
Margot Robbie,
John David Washington,
Robert De Niro,
Anya Taylor-Joy,
Rami Malek e
Zoe Saldana, oltre proprio allo stesso
Christian Bale. In Amsterdam
l’attore interpreta Burt Berendsen, un giovane soldato americano
durante la Grande Guerra che durante i combattimenti stringe
un’amicizia con un altro soldato, Harold Woodsman, e un’infermiera
dell’ospedale, Valerie. Dopo aver passato un periodo di
spensieratezza a Amsterdam, i tre si promettono di esserci sempre e
comunque l’uno per l’altra.
In questa pellicola,
Bale fatica ad emergere proprio per la mancanza di
una trama ben strutturata e avvincente. Difatti il film riceve
un’accoglienza negativa sia dal grande pubblico, con degli scarsi
incassi, sia dalla stessa critica, che, con un cast stellare del
genere, aveva sicuramente aspettative più alte.
Christian Bale: un attore a tutto
tondo
Christian Bale si è
affermato fin dalla giovane età come un attore con tanto talento,
ma ciò che lo ha da subito contraddistinto è la completa dedizione
che mette nel suo lavoro, nei suoi personaggi. Ha continuato a
sorprendere il pubblico. Ora non resta che attendere di rivederlo
in Best of Enemies, di nuovo insieme a
Bradley Cooper dopo American Hustle,
nel thriller The Church of Living Dangerously e
nel film La sposa di
Frankenstein di Maggie Gyllenhaal. Altri progetti in cui ci si
aspetta che Bale si metta in gioco con la dedizione e il
trasformismo di cui solo lui è capace.
La popolare crime-series
ideata da Nic Pizzolatto torna in forma più
compatta (sei episodi) e un’ambientazione del tutto nuova, ovvero i
paesaggi innevati e ostici dell’Alaska. In True Detective:
Night Country infatti una intera squadra di ricercatori
scientifici viene trovata brutalmente assassinata. A indagare sul
crimine si trovano due donne un tempo colleghe e adesso schierate
l’una contro l’altra: Liz Danvers (Jodie
Foster) è il capo della polizia locale che deve
tentare di conciliare la volontà di risolvere il caso con gli
intrighi politici in cui è suo malgrado coinvolta. Evangeline
Navarro (Kali Reis) è invece un agente di
sicurezza appartenente alla popolazione nativa del luogo, spinta da
un desiderio rabbioso di giustizia che affonda le proprie radici in
un passato drammatico. Pur divise da idee diverse e un trauma
misterioso, Liz ed Evangeline dovranno nonostante tutto diventare
una squadra per scoprire la verità dietro gli orrori che si stanno
scatenando nella lunga notte dell’Alaska…
True Detective: Night Country, un nuovo
capitolo
Ideato e diretto
interamente dalla cineasta messicana Issa López, True
Detective: Night Country, in Italia dal 15 gennaio su
Sky e NOW, si rivela la stagione che flirta
maggiormente con l’horror, principalmente nei primi due episodi.
Per stessa ammissione della creator, il referente principale è
addirittura un cult anche troppo avanti coi tempi quale si rivelò
nei primi anni ‘80: La cosa di John Carpenter.
Non soltanto nell’ambientazione glaciale ma anche in alcuni
espliciti accostamenti visivi, i primi episodi dello show HBO
rendono omaggio a quel capolavoro in maniera evidente ma non
ossequiosa, inserendo tali rimandi dentro una storia compatta e ben
organizzata.
Foto Credit: courtesy of HBO
I primi due episodi sono molto efficaci
La trama da thriller e
una regia che dosa con precisione gli elementi dell’ambientazione
della messa in scena fanno del pilot un episodio a dir poco
efficace, così come lo è la puntata successiva. Nelle successive la
narrazione si dipana in maniera maggiormente ondivaga, con una
terza parte evidentemente debole e le restanti che non fondono con
pienezza la trama con i cosiddetti momenti dedicati ai
character-study. True Detective: Night Country
perde qualche colpo in compattezza e fluidità della narrazione, ma
si mantiene uno show
molto più che guardabile in virtù di una messa in scena che
sfrutta con precisione l’ambientazione al limite della
sostenibilità umana – fisica ma soprattutto psicologica.
L’episodio finale della
durata di 75 minuti diventa sotto questo punto di vista decisamente
emblematico riguardo i molti pregi e i pochi difetti dello show
della López: nonostante alcune cadute nella tensione e delle
lungaggini che potevano certamente essere trattate con maggiore
attenzione al ritmo, la puntata contiene anche almeno un paio di
momenti di grande televisione, con un finale degno di essere
ricordato. La volontà di inserire molti, forse troppi, discorsi che
riguardano la nostra contemporaneità ha preso la mano a López, che
quando sbaglia non lo fa certo per mancanza di coraggio ma proprio
per il problema opposto, e questo rimane sempre e comunque un
merito.
Chiudiamo l’analisi di
True Detective: Night Country volgendo lo sguardo
a un cast di livello decisamente alto; Kali Reis (ex pugile) non
possiede ancora tutte le sfumature dell’attrice consumata ma
possiede indubbiamente presenza scenica. Jodie Foster è di gran lunga la cosa
migliore dello show grazie alla caratterizzazione di un personaggio
complesso, perfettamente rappresentato nella sua grezza, ruvida
pragmaticità. Una prova che riporta la Foster ai livelli delle sue
migliori passate. Considerando anche la sua notevole prova in
Nyad (Netflix)
accanto a Annette Bening, fa davvero piacere ritrovare
l’attrice due volte premio Oscar ai livelli e ai ruoli che le
competono. Menzione speciale merita poi il sempre affidabile
John Hawkes, abile come pochi altri colleghi nel
panorama dello showbusiness americano a svelare il lato oscuro
dell’uomo comune. Una pedina secondaria ma fondamentale alla
riuscita di True Detective: Night Country.
Dopo che Steven Yeun ha lasciato il film MarvelThunderbolts, rinunciando al ruolo
di
Sentry (per cui ora i Marvel Studios
starebbero valutando l’attore Lewis Pullman),
un altro membro del cast ha ora abbandonato il film, che continua
dunque ad essere segnato da diversi rallentamenti. Si tratta di
Ayo Edebiri, la star della serie The Bear, che stando a quanto riportato da
Deadline sarebbe stata costretta
a tale rinuncia per via di conflitti di programmazione, emersi in
seguito ai
ritardi accumulati dal film con gli scioperi verificatisi lo
scorso anno ad Hollywood. Ad oggi, il ruolo che l’attrice avrebbe
dovuto interpretare nel film non è noto.
Per sopperire alla sua dipartita, i
Marvel Studios hanno però già
comunicato il nome dell’attrice che andrà a sostituirla:
Geraldine Viswanathan. Dal suo ruolo di successo
nella commedia della Universal Giù le mani dalle nostre figlie, la Viswanathan ha
visto la propria popolarità crescere, fino a partecipare alla serie
della TBS Miracle Workers, al film del Sundance Cat
Person e al film della Apple Beanie Bubble.
Prossimamente, Viswanathan reciterà al fianco di Margaret
Qualley in Drive-Away
Dolls di Ethan Coen e nella commedia
Amazon You’re Cordially Invited, interpretata anche da
Will Ferrell e Reese
WItherspoon.
Cosa sappiamo sul film Thunderbolts?
In Thunderbolts,Harrison
Ford sostituirà
il defuntoWilliam Hurt nei panni di Thaddeus
“Thunderbolt” Ross. Il resto del cast è attualmente composto da Red
Guardian (David
Harbour), Ghost (Hannah
John-Kamen), Yelena Belova (Florence
Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier
(Sebastian
Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt
Russell) e Taskmaster (Olga
Kurylenko). Secondo quanto appreso la contessa
Valentina Allegra de Fontaine (Julia
Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche
essere parzialmente responsabile della creazione di
Sentry. Thunderbolts
è attualmente previsto nelle sale il 25 luglio
2025.
Intrigante thriller del 2015,
Survivorè
diventato noto tra gli amanti del genere per il suo intreccio
narrativo e per la carismatica interpretazione dei due
protagonisti. Questi hanno il volto dell’attrice Milla
Jovoviche di Pierce
Brosnan, qui acerrimi rivali pronti a dar vita ad una
vera e propria caccia l’uno all’altro. Con dinamiche scene
d’azione, il film è negli anni diventato un titolo più apprezzato
di quanto lo sia stato al momento della sua uscita, dove ha
generato un basso incasso rispetto al budget di produzione.
Diretto da James
McTeigue, già regista del celebre V per vendetta, il film si basa su una storia
originale, ma prende particolare spunto dai più recenti e noti casi
di terrorismo globale. Alla base della trama vi è infatti la lotta
a questo tipo di situazioni, in un mondo sempre più preda del
terrore. Una materia non semplice dunque, qui coniugata con i ritmi
dell’action e con gli intrecci di una spy story. Come già il
precedente film del regista, anche questo si propone dunque di dare
una propria lettura al post 11 settembre 2001, data in cui l’ordine
mondiale cambiò per sempre.
Il film è ambientato prevalentemente
a Londra, dove le riprese sono durate circa cinque settimane. È qui
che molti degli eventi si verificano, ma non manca ovviamente anche
la presenza di una città come New York. Alcune riprese del film
sono posi state ambientate anche a Sofia, in Bulgaria, location
scelta per poter conferire al film anche un’atmosfera diversa
rispetto a quella delle celebri metropoli. Tutto ciò ha contribuito
a dar vita ad un film che trova così un più ampio respiro,
riuscendo a raccontare una storia complessa da luoghi e punti di
vista diversi.
La trama di Survivor
Al centro delle vicende del film vi
è Kate Abbott, un’agente del Servizio di sicurezza
diplomatica USA che lavora per l’ambasciata americana a Londra. Il
suo compito è quello di prevenire l’organizzazione di attacchi
terroristici in patria nel periodo successivo all’11 settembre.
Kate, che ha perso la maggior parte dei suoi amici e colleghi nel
tristemente celebre attacco, si ritrova molto presto nel mirino di
alcuni terroristi molto astuti. Questi aspirano infatti ad
introdursi negli Stati Uniti, dove intendono dar vita a nuovi
mortali attacchi. Tra loro vi è anche
l’Orologiaio, uno dei più temuti e ricercati
assassini al mondo, noto per le sue capacità di tiratore e per il
suo aspetto sconosciuto, frutto di numerosi interventi di chirurgia
estetica.
Ciò che davvero pone in serio
pericolo la Abbott, è che per riuscire nel loro intento i
terroristi hanno fatto ricadere su di lei una serie di crimini.
Ricercata così con l’accusa di essere una spia, la donna deve darsi
alla fuga, e l’unico modo per salvarsi sarà provare la propria
innocenza. Il piano dei suoi nemici sembra però essere a prova di
bomba, e più il tempo passa più vi è il pericolo che un loro nuovo
attacco si verifichi. Kate riesce infatti a scoprire i piani per un
attentato a Times Square, nella notte di Capodanno, che ucciderà
milioni di persone. Ritrovatasi sola, capisce di essere l’unica a
poter fermare tutto ciò prima che sia troppo tardi. Il destino del
mondo è nelle sue mani.
Survivor: il cast del
film
Affinché Survivor riuscisse
ad attrarre il grande pubblico non bastava però un’intrigante
trama. Il regista ritenne infatti necessario affidarsi ad una serie
di noti nomi del cinema per poter conferire ulteriore appeal al
titolo. E considerando il genere, il ruolo di Kate sembrava scritto
appositamente per l’attrice Milla
Jovovich. Questa non è infatti nuova a dinamiche
sequenze d’azione, tra sparatorie e combattimenti. Protagonista
della saga di Resident
Evil, l’attrice sembrava infatti il nome più idoneo per la
parte. La Jovovich si dichiarò subito molto interessata al progetto
e alle sue tematiche, e accettò di partecipare. Per settimane si è
sottoposta ad un duro e continuo allenamento fisico, con l’intento
di poter dar vita personalmente alle acrobazie previste nel
film.
Per dare volto al personaggio de
l’Orologiaio, invece, occorreva un attore capace di incarnare il
fascino del male. Il ruolo sembrava perfetto per
l’attore Pierce
Brosnan, il quale a sua volta non era nuovo a questo
genere di film. Egli era infatti stato una delle versioni del
celebre James
Bond, e si era dunque specializzato in film di spionaggio come
questo. Quando gli venne proposta la parte, Brosnan accettò
entusiasta. Si dichiarò infatti particolarmente interessato a dar
vita ad un personaggio che potesse ricordare quello dell’agente
007, ma affiliato non al bene ma al male. Anche lui, come la
collega, decise di sottoporsi ad un allenamento fisico volto ad
implementare il proprio stato fisico.
Nel film si ritrovano poi anche
altri noti nomi della recitazione per i ruoli secondari. Il primo
di questi è Robert
Forster, noto per i film Jackie Brown e
Paradiso amaro, che ricopre qui il ruolo di Bill Talbot.
Questi è il superiore di Kate, che si ritroverà coinvolto nel piano
architettato dai terroristi. Vi è poi l’attore Dylan McDermott, celebre per la serie
American Horror Story. Egli interpreta Sam Parker,
collega di Kate e unico a credere nella sua innocenza. Infine, nel
film è presente anche l’attrice Angela
Bassett, che ha il ruolo dell’ambasciatrice Maureen
Crane. L’attrice è nota in particolare per i suoi ruoli in film
biografici come Malcom X e Tina – What’s Love Got to
Do with It. Originariamente, inoltre, sembra che anche
l’attrice premio Oscar Emma
Thompson avesse un ruolo nel film, ma sembra che
quest’ultima si sia tirata indietro all’ultimo per via di altri
impegni.
Come finisce Survivor?
Nel finale del film, l’Orologiaio
rivela di essere consapevole che lo scopo del suo cliente per
l’attacco a Times Square non è terroristico ma finanziario. Intende
scommettere contro il mercato azionario e guadagnare milioni alla
riapertura della borsa. L’Orologiaio chiede allora metà dei
profitti, minacciando di annullare l’attentato, e il cliente
accetta. L’Orologiaio deve dunque sparare alla sfera di Capodanno
per far diffondere un gas tossico. Kate, però, deduce il complotto
e trova l’Orologiaio, a un passo dall’innescare la bomba. Dopo una
lotta, riesce a gettare l’Orologiaio dal lato dell’edificio ed egli
muore allo scoccare della mezzanotte. I sospetti di Kate sulla
colpevolezza di Balan vengono dunque confermati e il suo nome viene
infine scagionato.
Il trailer di Survivor e
dove vedere il film completo in streaming e in TV
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili.
Survivor è infatti presente su
Rakuten TV, Google Play, Apple
TV+, Infinity e Prime Video. In base alla piattaforma
scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere
un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi
possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di lunedì 29 gennaio alle 21:00
sul canale 20 Mediaset.
Il film del 2016
The Birth of a Nation – Il risveglio di un popolo
(qui la recensione) ha segnato
l’esordio come regista dell’attore Nate Parker,
noto fino a quel momento soprattutto come comico. L’attore, a cui
il progetto stava particolarmente a cuore e che stava cercando di
portarlo sullo schermo fin dal 2009 quando aveva iniziato a
scriverne la sceneggiatura, ha investito nella produzione ben
100.000 dollari di tasca propria. La storia è quella di uno schiavo
di colore degli inizi dell’Ottocento che diede vita ad una
sanguinosa rivolta contro i padroni bianchi.
Nel dar vita al film, Parker ha
voluto utilizzare lo stesso titolo del celebre film del 1915 per
denunciare la visione razzista di quella pellicola diretta da
D. W. Griffith, che in particolare faceva sembrare
i membri del Ku Klux Klan degli eroi e i neri dei bruti assetati di
sangue. “Il film di Griffith ha fatto molto affidamento sulla
paura e la disperazione come strumento per consolidare la
supremazia bianca. Quel film non solo ha motivato la massiccia
rinascita del gruppo terroristico Ku Klux Klan e la carneficina
inflitta contro le persone di origine africana, ma è servito come
fondamento dell’industria cinematografica che conosciamo
oggi”, ha raccontato Parker.
“Ho rivendicato questo titolo e
l’ho riproposto come uno strumento per sfidare il razzismo e la
supremazia bianca in America, per ispirare una ribellione verso
qualsiasi ingiustizia in questo paese (e all’estero) e per
promuovere il tipo di confronto onesto che può portare la nostra
società verso la guarigione“, ha aggiunto. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia dietro
il film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di The Birth
of a Nation – Il risveglio di un popoloa
Ambientato nel Sud degli Stati Uniti
circa trent’anni prima della Guerra di Secessione americana e la
conseguente abolizione della schiavitù, il film ha per protagonista
Nat Turner, uno schiavo che vive nella piantagione
del suo padrone, un uomo che si trova in difficoltà economiche di
nome Samuel Turner. Obediente e istruito, Nat
conosce anche molto bene la Bibbia. Dietro suggerimento del
reverendo Walthall, Samuel ha deciso infatti di
fare del suo schiavo un predicatore religioso, un modo per
guadagnare soldi ma anche per usarlo come uno strumento di
controllo e d’indottrinamento degli altri schiavi.
Nat, che ne frattempo si è
innamorato e ha sposato una bella schiava di nome
Cherry, riscuote molto successo, tanto che la sua
missione di predicatore si estende ad altre proprietà della zona,
dove però si rende subito conto delle condizioni in cui vivono i
suoi compagni oppressi e vittime di atrocità. Tornato alla sua
piantagione, sconvolto da quello che ha visto, Nat apprende che sua
moglie Cherry è stata picchiata violentemente. L’uomo deciderà a
quel punto di ribellarsi e preparare un piano per condurre il suo
popolo verso la libertà.
Ad interpretare Nat Turner vi è lo
stesso Nate Parker, mentre l’attore Armie Hammer ricopre
il ruolo del suo padrone, Samuel Turner. Mark Boone
Junior, attore visto in Memento e nella serie
Sons of Anarchy, interpreta invece il reverendo Walthall.
Aja Naomi King,
vista in Le regole del delitto perfetto, ricopre il ruolo
di Cherry Turner, mentre Colman Domingo è Hank Turner. Sono poi
presenti gli attori Aunjanue Ellis, recentemente
vista in Una famiglia vincente – King
Richard, nel ruolo di Nancy Turner e Jackie Earle
Haley in quelli di Raymond Cobb.
The Birth of a Nation – Il
risveglio di un popolo, la vera storia di Nat Turner
Nat Turner nacque
nella Contea di Southampton il 2 ottobre 1800. La nonna di Nat
Turner era stata condotta in catene, all’età di tredici anni, dalla
Costa d’Oro in America e, subito dopo lo sbarco, diede alla luce
una bambina, la madre di Nat, concepita durante il viaggio.
All’interno della proprietà dei Turner lo schiavo Nat trascorse la
sua intera esistenza, in una zona rurale degli Stati Uniti dove gli
schiavi neri erano la maggioranza della popolazione. A differenza
della quasi totalità degli schiavi, analfabeti, sin dalla tenera
età Nat riuscì ad avere accesso a libri che gli consentirono di
imparare a leggere e scrivere praticamente da autodidatta.
Educato poi dai padroni e dalla
famiglia a coltivare una profonda religiosità, si immerse sin da
ragazzo nella lettura delle storie della Bibbia, passando le ore
libere dal lavoro nella preghiera e nella meditazione. Questa
religiosità si manifestò sempre di più, fino ad arrivare a quelle
che lui chiamava “visioni”, ossia immagini che Nat vedeva e tramite
cui Dio gli avrebbe inviato dei messaggi. Nel febbraio 1831, una
eclissi anulare di Sole visibile dalla Virginia, venne interpretata
da Nat come un segno che Dio gli inviava, ossia di prepararsi alla
ribellione contro i padroni bianchi. La ribellione ebbe poi luogo
nella notte del 21 agosto 1831.
La ribellione
Per tutta la notte, gli schiavi
passarono di proprietà in proprietà liberando altri schiavi come
loro e uccidendo i rispettivi padroni bianchi. Alla fine della
ribellione si contarono circa 70 uomini ad aver seguito Nat Turner.
Inizialmente, al fine di non attirare troppo l’attenzione su di
loro, gli schiavi non utilizzarono armi da fuoco per uccidere i
bianchi, ma solo asce, coltelli ed attrezzi recuperati all’interno
dei magazzini agricoli. Durante gli assalti alle case dei
carcerieri, i ribelli non fecero distinzioni ed uccisero uomini,
donne e bambini. Prima che le milizie armate dei bianchi venissero
a conoscenza di quanto stesse avvenendo, i ribelli uccisero
all’incirca 60 persone bianche.
La cattura e le conseguenze
La ribellione degli schiavi di
Southampton fu però velocemente interrotta dalle milizie armate dei
bianchi. Nat Turner riuscì a scappare nei boschi e a restare
fuggitivo sino al successivo 30 ottobre 1831, quando fu scoperto e
catturato. Il successivo 5 novembre 1831 Nat Turner fu condannato
per “cospirazione, ribellione ed insurrezione” e condannato
a morte per impiccagione. La sentenza fu eseguita il successivo 11
novembre nella città di Jerusalem, in Virginia. Subito dopo la
morte il suo corpo fu decapitato e la sua testa esposta nella
piazza della cittadina, come monito verso gli altri schiavi. Il suo
corpo senza testa fu infine seppellito senza alcun segno di
riconoscimento e senza messa funebre.
Al termine della rivolta degli
schiavi furono giustiziate nello Stato del Virginia 55 persone
nere, sospettate di aver preso parte all’insurrezione. Tuttavia,
nell’isteria generalizzata di quei giorni e con la presenza di
milizie armate a piede libero, furono uccise circa 120 persone di
colore, buona parte delle quali non avevano preso parte a nessuna
forma di sedizione o cospirazione. Immediatamente dopo il processo
vennero emanate delle leggi che vietarono ai padroni bianchi di
liberare i propri schiavi e di insegnare ai bambini neri a leggere
e a scrivere.
The Birth of a Nation – Il
risveglio di un popolo: come finisce il film
Nel finale del film, Nat viene a
conoscenza dell’omicidio per rappresaglia di schiavi innocenti e
del potenziale di altri spargimenti di sangue finché rimarrà in
fuga. Di conseguenza, decide di arrendersi e viene condannato a
morte. Durante l’impiccagione, Nat nota tra la folla il ragazzo
schiavo che ha tradito il loro gruppo, ma non nutre alcun rancore
nei suoi confronti. Il film si conclude con una dissolvenza dal
volto lacrimoso del ragazzo a quello di un soldato adulto,
presumibilmente lo stesso ragazzo ormai cresciuto che combatte per
l’esercito dell’Unione durante la guerra civile americana. Davanti
all’orrore a cui ha assistito, quel ragazzo si è dunque unito
all’esercito del Nord che ha combattuto per l’abolizione della
schiavitù.
Il trailer di The Birth of a
Nation – Il risveglio di un popolo e dove vedere il film in
streaming e in TV
È possibile fruire di
The Birth of a Nation – Il risveglio di un
popolo grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google
Play, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
lunedì29 gennaio alle ore
21:00 su Iris.
Hayley Atwell, Aneurin Barnard e Jack Lowden sono
entrati a far parte del cast di Rogue
Trooper, un nuovo film d’animazione fantascientifico
scritto e diretto da Duncan Jones.
Secondo Variety, Rogue
Trooper di Jones ha aggiunto al suo cast
Hayley Atwell, Aneurin Barnard e Jack Lowden. Il film,
basato sulla serie di fumetti 2000 AD di Gerry Finley-Day e Dave
Gibbons, sarà animato e realizzato con l’Unreal Engine 5 di Epic
Games. Jones ha anche rivelato su Twitter un’immagine del film,
visibile qui sotto:
Chi altro recita in Rogue
Trooper?
Il cast di Rogue
Trooper comprende anche Daryl McCormack,
Reece Shearsmith, Jemaine Clement, Matt Berry, Diane Morgan, Alice
Lowe,
Asa Butterfield e
Sean Bean.
La sinossi della serie Rogue
Trooper recita: “È il guerriero del futuro per eccellenza: il
Rogue Trooper è il soldato solitario geneticamente modificato che
si aggira nel paesaggio velenoso e devastato dalla guerra della
Nu-Terra. Con lui viaggiano tre dei suoi compagni morti – Helm,
Gunnar e Bagman – le cui personalità sono state trasferite in
bio-chip impiantati nel suo fucile, nel casco e nello zaino. La
loro missione: dare la caccia all’uomo che li ha
traditi!“.
Duncan Jones ha
esordito alla regia nel 2009 con
Moon, interpretato da Sam Rockwell. In seguito ha realizzato
Source Code, con protagonista Jake Gyllenhaal, nel 2011, Warcraft
nel 2016 e Mute (che funge da sequel spirituale di
Moon) nel 2018.
“2000 AD offre un sapore molto
diverso di fumetto d’azione: Politico e brutale a volte, ma sempre
con un luccichio pitonesco negli occhi“, ha detto Jones di
Rogue Trooper. “Dredd del 2012 è stato un assaggio di ciò che
2000 AD ha da offrire e ora possiamo mostrare al mondo un altro
lato della bestia. È un vero privilegio aver avuto l’opportunità di
realizzare Rogue Trooper“.
Rogue
Trooper è prodotto da Duncan Jones, Stuart
Fenegan, Jason Kingsley e Chris Kingsley. La data di
uscita del film non è ancora stata fissata.
Rai Fiction annuncia l’arrivo della
miniserie evento Mameli – Il ragazzo che
sognò l’Italia, una produzione Pepito
Produzioni in collaborazione con Rai
Fiction, con il sostegno del Ministero
della Cultura – Direzione Generale Cinema
e Audiovisivo, per la regia di Luca
Lucini e Ago Panini e
con Riccardo De Rinaldis
Santorelli, Amedeo Gullà, Neri Marcorè, Isabella Briganti, Barbara,
Venturato, Lucia Mascino, Luca Ward, Chiara Celotto, Gianluca,
Zaccaria, Giovanni Crozza Signoris,
Ricky Memphis, Sebastiano Somma e Maurizio Lastrico.
Mameli – Il
ragazzo che sognò l’Italia è nna miniserie evento
per raccontare al grande pubblico una storia forse poco conosciuta
quanto straordinaria: la vita di Goffredo Mameli, poeta ed
eroe del Risorgimento, ispirato autore di quel canto che è
diventato l’Inno nazionale della Repubblica Italiana. La prima
rockstar della storia, che con le sue parole ha raccontato
un’intera generazione influenzandone le scelte, è un ragazzo del
1847. La sua vita, breve e bruciante come quella delle rockstar più
amate, è quella di chi con il suo esempio ha saputo smuovere gli
animi del popolo. Con lui partono dalla sua città, Genova, trecento
volontari verso Milano in supporto delle cinque giornate del ‘48. E
sempre con lui salpano altri cinquecento patrioti alla difesa di
Roma nel ‘49.
Mameli – Il ragazzo che sognò
l’Italia
In lui i giovani – e non solo –
riconoscevano l’ardore puro di chi sa amare fino in fondo, come
testimoniano le due storie d’amore che incorniciano la sua vita
pubblica. La prima tragica, perché si tratta di un amore distrutto
da un matrimonio di convenienza imposto; la seconda felice come può
essere quella di chi combatte al fronte e, sapendo di poter morire
da un momento all’altro, giura amore eterno.
In mezzo c’è di tutto: dalla
composizione dell’Inno alla grande manifestazione dell’Oregina,
quando per la prima volta fu cantato l’Inno da più di trentamila
patrioti, l’incontro e l’amicizia con un altro grande genovese,
Nino Bixio, gli eventi storici, la prima Guerra d’ Indipendenza e
la Repubblica Romana dove Goffredo è il pupillo di Giuseppe
Garibaldi e di Giuseppe Mazzini.
La miniserie evento Mameli
– Il ragazzo che sognò l’Italia racconta due anni di
passioni, amori, lotte, sotterfugi, composizioni poetiche, incontri
e dibattiti politici, amicizie, tradimenti e spie, ma soprattutto
di crescita umana, elaborazione di ferite profonde e interrogativi
non solo politici ma esistenziali.
Il nuovo trailer di
Ghostbusters:
Minaccia glaciale, diretto da Gil Kenan con
Paul Rudd, Carrie Coon,
Finn Wolfhard e Mckenna Grace. Il nuovo capitolo della
saga è scritto da Jason Reitman e Gil Kenan ed è basato sul
film del 1984 di Ivan Reitman Ghostbusters, scritto da Dan
Aykroyd e Harold Ramis.
Nel cast oltre Paul Rudd (Ant-Man and the Wasp:
Quantumania), Carrie Coon (Boston Strangler), Finn Wolfhard
(Stranger Things), Mckenna Grace
(Ghostbusters: Legacy) ci sono anche Kumail Nanjiani (Eternals), Patton Oswalt (Eternals), Celeste
O’Connor (Ghostbusters: Legacy), Logan Kim (The Walking Dead: Dead
City), Dan Aykroyd (Ghostbusters), Ernie Hudson (Ghostbusters) e
Annie Potts (Ghostbusters).
Ghostbusters:
Minaccia glaciale sarà solo al cinema dall’11 aprile
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
La trama di
Ghostbusters: Minaccia Glaciale
In Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la
famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma
dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi
originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret
per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la
scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i
vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere
la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.
L’attore Colman
Domingo è attivo tra cinema e televisione da ormai oltre
due decenni, dividendosi tra film politicamente impegnati e serie
blockbuster di vario genere. Negli ultimi anni, grazie ad una serie
di ruoli di maggiori rilievo, si è fatto notare sempre di più nel
settore e tra il pubblico, dimostrando un talento attoriale
tutt’altro che comune. Capace di mettersi a completa disposizione
dei propri personaggi, facendo emergere tutta la loro umanità,
Domingo è davvero uno degli interpreti più interessanti della sua
generazione, che finalmente ottiene le giuste attenzioni.
2. È noto per alcune serie
TV. Oltre che per il cinema, Domingo ha recitato in
diverse occasioni anche per la televisione, ottenendo grande
popolarità proprio grazie ad alcune serie TV. Ha ad esempio
recitato in Nash Bridges (1997-2000), Law & Order – I
due volti della giustizia (2004-2008), The Knick
(2015) e Fear the Walking Dead (2015-2023), che gli
conferisce grande popolarità. Successivamente recita in un episodio
di Lucifer (2016) e in uno di Timeless (2017),
mentre dal 2019 è uno degli interpreti ricorrenti della serie
Euphoria.
Colman Domingo in Euphoria
3. Ha un ruolo nella nota
serie HBO. Tra i personaggi ricorrenti della serie
Euphoria, con protagonista Zendaya, vi è Ali, interpretato proprio da
Domingo. Questi è un uomo in via di guarigione per disturbo da uso
di sostanze che spesso parla agli incontri di Narcotici Anonimi di
Rue e proprio con lei stringe un rapporto speciale, cercando di
aiutarla a non ricadere nella sua dipendenza. In particolare,
l’attore ha recitato nell’episodio speciale Rue, anche
noto come Trouble Don’t Last Always. Per la sua
interpretazione di Ali, ha vinto nel 2022 il Premio Emmy per la
miglior guest star in una serie drammatica.
Colman Domingo è Bayard Rustin nel film Netflix
4. Ha molto in comune con
Bayard Rustin. Da tempo Domingo aspirava ad interpretare
l’attivista Bayard Rustin, che lo ha ispirato sin da quando era
giovanissimo e con il quale ha molto in comune. Entrambi hanno ad
esempio superato un disturbo del linguaggio, entrambi sono
omosessuali e soprattutto provengono dalla Pennsylvania. Per
interpretarlo, dunque, l’attore si è documentato approfonditamente,
scoprendo sempre nuove somiglianze e calandosi in modo estremamente
fedele nei panni di tale personalità storica.
5. Aveva già recitato in un
film incentrato sulla celebre marcia. Prima di
Rustin, Domingo aveva già preso parte ad un lungometraggio
dove si narrava della preparazione alla marcia su Washington
condotta da Martin Luther King. Si tratta di
Selma – La strada per la
libertà, dove però egli interpretava Ralph
Abernathy mentre Rustin era interpretato da Ruben
Santiago-Hudson. L’attore non riuscì infatti in
quell’occasione ad avere il ruolo, ma ha dunque poi avuto modo di
interpretarlo da protagonista in un film interamente dedicato a
Rustin.
Colman Domingo e il Premio Oscar
6. È stato candidato
al premio Oscar. Grazie al film NetflixRustin, che rappresenta la prima occasione da
protagonista assoluto per Domingo, l’attore è stato candidato a
diversi premi tra cui il prestigioso Premio Oscar, figurando nella
categoria Miglior attore. Tale nomination ha fatto di lui il primo
interprete afro-latino e il secondo uomo apertamente gay (il primo
è stato Ian McKellen) a essere nominato in tale
categoria per aver interpretato un personaggio gay.
Colman Domingo in Fear The Walking Dead
7. Ha diretto alcuni
episodi della serie. Sappiamo che Domingo debutterà alla
regia di un lungometraggio con il
biopic su Nat King Cole, ma ad oggi ha già
avuto modo di passare dietro la macchina da presa, dirigendo alcuni
episodi delle serie Fear The Walking Dead,
dove interpreta Victor Strand, un truffatore che, in seguito alla
diffusione degli zombie, vede completamente stravolta la propria
vita. Di questa serie, Domingo ha diretto l’episodio 12 della
quarta stagione, il terzo della quinta e il terzo della sesta.
Colman Domingo è su Instagram
8.Ha un
profilo sul social network. L’attore è naturalmente
presente sul social network Instagram, con un profilo personale seguito attualmente da 532 mila
persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato oltre
tremila post, tutti relativi alle sue attività come attore. Si
possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti
trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti.
Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue
attività.
Colman Domingo sarà Kang il Conquistatore?
9. I fan lo vorrebbero come
sostituto di Jonathan Majors. Successivamente
all’allontanamento di Jonathan Majors dai Marvel Studios, il ruolo di Kang il Conquistatore è ad oggi vacante e il
suo futuro rimane un mistero. Circolano numerose teorie riguardo a
ciò che potrebbe esserne di lui. Secondo alcuni verrà eliminato
fuori scena, mentre secondo altri verrà scelto un nuovo attore per
interpretarlo. Ad oggi, proprio Domingo è indicato come la scelta
preferita dai fan, ma al momento non ci sono certezze a riguardo.
In passato, però, l’attore si è detto interessato al ruolo.
Colman Domingo: età e altezza dell’attore
10. Colman Domingo è nato
il 28 novembre 1969 a Filadelfia, Pennsylvania, Stati
Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,88 metri.
Creature
Commandos sarà il primo progetto dei DC
Studios ambientato nel nuovo DCU, ma sarà solo un antipasto; Superman: Legacy è la
portata principale. Si sa molto poco dei piani di James Gunn per l’Uomo del Domani, anche
se ci aspettiamo una rivisitazione del personaggio più in linea con
le sue avventure classiche nei fumetti.
Mentre Lex Luthor è
attualmente l’unico cattivo confermato del reboot, continuano a
circolare voci che vedranno anche Brainiac. Aggiornando i
fan su Threads, il regista ha confermato l’intenzione di girare
Superman: Legacy in
IMAX.
Tuttavia, la rivelazione di gran
lunga più importante è arrivata quando James Gunn ha rivelato che “nessuna”
parte del film sarà dedicata alle origini di Clark Kent.
Come il ragno radioattivo che ha morso Peter Parker e la
morte dei genitori di Bruce Wayne, anche chi non ha mai
preso in mano un fumetto sa della distruzione di
Krypton.
Mostrarla di nuovo sembra superfluo
e James Gunnnon è stato
chiaramente tentato di dare un’interpretazione personale al modo in
cui Kal-El è arrivato sulla Terra.
Mentre il co-CEO dei DC
Studios ha finora raccontato solo storie DC di genere R,
Superman:
Legacy sarà probabilmente più in linea con il
suo lavoro su
Guardiani della Galassia.
Parlando l’anno scorso di come sta
affrontando ogni film e show televisivo del DCU in termini di rating, James Gunn ha spiegato: “Dipende dalla
storia. Daremo a ogni storia ciò che merita. Alcune cose le
sappiamo. Superman è sicuramente qualcosa che sappiamo che vorremmo
fosse PG-13, quindi mi assicurerò che lo sia“.
“Altre cose, come la serie
televisiva della Waller, sono un po’ più mature“, ha
continuato. “E abbiamo altre cose che sono rivolte un po’ più
alle giovani donne o ai bambini che sono ancora all’interno di
questo mondo“.
Un nuovo poster molto bello per i
fan di Superman:
Legacy sta ottenendo una certa attenzione sui
social media. Potete dare un’occhiata più da vicino qui sotto!
Eighth poster for @JamesGunn‘s
Superman film “Superman Legacy”.
Nell’anno del
bicentenario della sua fondazione, il Museo Egizio approda
per la prima volta al cinema con UOMINI E DEI. LE
MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO, il film evento che è stato
presentato in anteprima alla 41esima edizione del Torino
Film Festival e che arriverà nelle sale italiane solo per
due giorni, il 12 e 13 marzo. Prodotto da
3D Produzioni, Nexo Digital e Sky in
collaborazione con il Museo Egizio e diretto da
Michele Mally, che firma il soggetto con
Matteo Moneta, autore della sceneggiatura, il film
vede la partecipazione straordinaria del Premio Oscar®
Jeremy Irons, che ci guida in un viaggio alla scoperta
dei tesori di una delle civiltà più affascinanti della storia
antica.
Con oltre
un milione di visitatori nel 2023, il Museo Egizio è il
più antico al mondo dedicato alla civiltà degli antichi Egizi. A
Torino sono custoditi 40 mila reperti, di cui 12 mila esposti su 4
piani del Museo. Sfingi, statue colossali, minuscoli amuleti,
sarcofagi, raccontano quasi 4000 anni di storia antica. Tra i
reperti celebri nel mondo ci sono il Papiro dei Re, noto all’estero
come la Turin King List, l’unica lista che sia giunta fino a noi
che ricostruisce il susseguirsi dei faraoni, scritta a mano su
papiro, o il Papiro delle Miniere, una delle più antiche carte
geografiche conosciute. E ancora sculture come la statua del
sacerdote Anen, quella di Ramesse II, quella della cosiddetta Iside
di Copto, oltre al ricco corredo funebre di Kha, sovrintendente
alla costruzione delle tombe dei faraoni che insieme alla moglie
Merit sarà tra i protagonisti di tutto il racconto.
Reperti,
studi scientifici e il dietro le quinte del Museo sono narrati in
maniera corale non solo dalla Presidente del Museo, Evelina
Christillin, e dal Direttore Christian
Greco, ma anche da alcuni dei curatori del Museo come
Cédric Gobeil, Beppe Moiso, Susanne Töpfer, Paolo Del
Vesco, Federico Poole, Johannes Auenmüller, Enrico Ferraris,
Alessia Fassone, Tommaso Montonati,
dalle restauratrici Cinzia Oliva, Roberta Genta,
Paola Buscaglia del Centro di Conservazione e Restauro de La
Venaria Reale, dall’antropologo Pieter Ter
Keurs, dal Direttore Dipartimento Egizio del Louvre
Vincent Rondot, dal Capo del Dipartimento Egitto e
Sudan del British Museum Daniel Antoine, dai
curatori del British Museum Ilona Regulski e Marcel
Maree, dalla direttrice del Agyptisches und
Papyrussammlung di Berlino Friederike Seyfried,
dalla direttrice Generale Museo Egizio del Cairo Sabah
Abdel Razik Saddik, dal Ceo di Ima Solutions Sarl
Benjamin Moreno.
Dal Louvre di
Parigi al British Museum di Londra fino all’Ägyptisches Museum di
Berlino: sono solo alcune delle importanti istituzioni museali
mondiali da cui provengono i membri del comitato scientifico del
Museo, che vanta oltre 90 collaborazioni scientifiche con musei,
atenei e centri di ricerca internazionali. Le collezioni custodite
a Torino comprendono oltre 40 mila reperti, che hanno una natura
antiquaria – in quanto legati al collezionismo e al criterio di
raccolta reperti di Bernardino Drovetti, diplomatico piemontese al
servizio del governo francese che vendette a Carlo Felice di Savoia
il primo nucleo delle collezioni del Museo per 400 mila lire
dell’epoca – e una natura archeologica, legata a campagne di scavo
archeologico promosse da Ernesto Schiaparelli e Giulio Farina in
Egitto all’inizio del Novecento.
Ma perché proprio a
Torino, nel 1824, si decise di aprire un museo che non aveva uguali
al mondo, dedicato a una civiltà ancora in via di svelamento? Chi
fu il primo a vedere nelle Alpi il profilo delle piramidi? Per
scoprire le origini del Museo in UOMINI E DEI. LE
MERAVIGLIE DEL MUSEO EGIZIO risaliremo così il corso del
Nilo sulle tracce dei suoi grandi esploratori ed archeologi del
passato: Donati, Drovetti, Schiapparelli.
Visiteremo i luoghi da cui provengono i principali reperti delle
collezioni torinesi, da Giza a Luxor fino
all’antico villaggio di Deir el-Medina, abitato
dagli scribi e dagli artigiani delle tombe della Valle dei Re e
delle Regine. E viaggeremo a ritroso nel tempo, alla metà del 1500,
quando i sovrani del Piemonte, i Savoia, per dare prestigio alla
loro capitale riscrissero il mito delle origini egizie di Torino,
sovrapponendo il toro, simbolo della città, col dio Api, che aveva
le sembianze di toro ed era venerato nell’antico Egitto. Attraverso
i sarcofagi e gli oggetti del corredo funebre della tomba di Kha e
Merit racconteremo invece il viaggio dell’architetto Kha
nell’Oltretomba, dal momento della mummificazione ai funerali, fino
al giudizio di fronte ad Osiride e alla vita nell’Aldilà, seguendo
le pagine del Libro dei Morti.
Completa il
viaggio visivo la colonna sonora
originale, composta ed orchestrata dal
pianista e compositore Remo
Anzovino ed eseguita dall’autore con l’Orchestra
Sinfonica Accademia Naonis diretta da Valter Sivilotti, in
uscita su etichetta Nexo Digital e distribuzione
Believe nel 2024.
Abbiamo visto alcune foto sfocate
sul set e un dietro le quinte rilasciato all’inizio della
produzione, ma grazie a un’immagine promozionale del prossimo
cofanetto della Marvel Collectors Corps
condivisa sui social media, abbiamo un primo sguardo ufficiale al
costume aggiornato che Sam Wilson (Anthony
Mackie) indosserà in
Captain America: Brave New World.
Recentemente abbiamo
avuto conferma che le riprese aggiuntive del sequel sono state
programmate fino a maggio o giugno, con la Marvel che ha incaricato lo
scrittore di Moon
Knight Matthew Orton di scrivere nuove scene e
materiale per il film. I reshoot sono la norma (soprattutto per i
grandi film di produzione), ma questo lungo periodo di AP ha
portato a speculare sul fatto che lo studio potrebbe apportare
alcune modifiche significative alla storia.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New World riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk
del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: Brave New World è indicato come uno
dei titoli più importanti della Fase 5.
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Con soltanto tre film
per il cinema in dodici anni, compreso questo
suo ultimoThe Warrior – The Iron Claw,
Sean Durkin si merita già l’appellativo di autore
a tutto tondo. E questo perché come nessun altro o quasi
all’interno del cinema americano contemporaneo sa costruire ogni
volta un microcosmo tanto preciso quanto complesso nel cui
immergere i propri personaggi. Sia il suo inquietante e ipnotico
esordio
La fuga di Martha, che il più recente The Nest rappresentano studi socio-psicologici
di notevole finezza, in cui l’autore mette in scena le regole di un
universo che pian piano si chiude in se stesso, fino a cominciare a
mostrare le crepe del sistema che lo regge. Con The Warrior
(The Iron Claw) Durkin alza decisamente la posta in
gioco, in quanto si tratta di un
film, a conti fatti il suo primo, che intende rivolgersi a un
pubblico più ampio senza perdere nessuna delle coordinate e delle
fascinazioni dei precedenti.
The Warrior – The Iron
Claw, la trama
Il microcosmo che viene
raccontato stavolta è quello della famiglia Von
Erich, la quale negli anni ‘80 si impose nel mondo del
wrestling professionistico. Ma a quale prezzo? La gestione totale è
quella del patriarca Fritz (Holt McCallany),
lottatore dalle fortune alterne che ha allevato i figli con lo
scopo preciso di diventare campioni del mondo nella sua stessa
specialità sportiva. Il predestinato sembra essere Kevin (Zac
Efron), il quale più di tutti ha sacrificato anima e
corpo per compiere il volere del padre. Ben presto però anche i
suoi fratelli David (Harris Dickinson) e Kerry
(Jeremy
Allen White) dimostrano la loro abilità di lottatori
ma soprattutto di showmen, mettendo in discussione le gerarchie che
sembravano ormai stabilite…
Uno studio struggente di
psicologie
Quello che poteva essere
sviluppato come un semplice biopic o un dramma familiare in mano a
Durkin diventa scena dopo scena uno studio struggente di caratteri
e psicologie castrate. Il senso di predestinazione che The
Warrior infonde nello spettatore viene dato da due
fattori portanti: prima arriva una sceneggiatura che insiste con
pienezza sulla dualità dolorosa del protagonista Kevin, diviso tra
il senso del dovere e la frustrazione crescente di fronte
all’impossibilità di compierlo.
In secondo luogo la
magnifica messa in scena, la quale pur non distanziandosi mai da un
realismo di fondo riesce a superarlo grazie all’eleganza delle
immagini e la densità quasi autunnale della fotografia
dell’ungherese Mátyás Erdély (Figlio
di Saul). Soprattutto nella seconda parte The
Warrior – The Iron Claw possiede quel senso di
predestinazione scaturito da una visione “elegia” del dramma che lo
avvicina a un capolavoro evocativo quale Picnic a Hanging
Rock di Peter Weir.
Un cast vicino alla
perfezione
Il resto lo fa un cast
di attori che davvero si avvicina alla perfezione: Efron sforna
realmente la prova che vale una carriera, volutamente strabordante
nella performance fisica e insieme sorprendentemente capace di
esplicitare i dissidi interiori del suo sfaccettato personaggio.
Alla fine quello che rimane impresso a fondo di The
Warrior è il percorso umano di Kevin, e questo è
senz’altro merito enorme dell’attore che lo interpreta. Tra i
comprimari dobbiamo necessariamente applaudire l’ambiguità della
prova di Holt McCallany e la compostezza rocciosa
di Maura Tierney del ruolo della matriarca: in
un
film che inscena atletismo e acrobazie coreografiche, il
linguaggio del corpo sempre trattenuto della madre diventa un pugno
emotivo allo stomaco del pubblico, capace di raccontare in maniera
sottile e profonda la condizione della donna in quell’universo
dominato dal “maschio”.
Raramente nel cinema
americano, mainstream oppure maggiormente orientato verso gli
stilemi dell’indipendenza, si riesce a trovare quel connubio di
forma e contenuto che The Warrior – The Iron
Claw offre al pubblico. Si tratta seriamente di uno
dei lungometraggi migliori di questo 2023 che volge al termine,
quello che probabilmente riesce a esprimere meglio il non detto, i
dilemmi e il dolore interiore prima di tutto del personaggio
principale. Basta vedere, anzi “vivere,” il percorso che compie nel
corso del film proprio
la “Iron Claw” la morsa di ferro che sul ring era il marchio
distintivo della famiglia Von Erich: il doloroso
scavalcamento di senso che da gesto simbolico di vittoria si
trasforma in metafora dell’oppressione basta e avanza per
raccontare dell’abilità di Sean Durkin come
sceneggiatore e regista. Da applausi.
Giovedì sera per molti ormai vuol
dire serata fissa sul divano a vedere Doc –
Nelle tue mani 3 e durante la messa in onda ne sono successe di
cose al Policlinico Ambrosiano. Nel
quinto e nel sesto episodio di
questa terza stagione, come già gli sceneggiatori ci hanno abituato
della puntata precedente, tutto si focalizza sulla dottoressa
Giordano. L’ultima scena poi si conclude anche con
la vittoria di quelli che hanno sempre tifato per la coppia
Giulia e Andrea, con un momento che i loro
fans aspettavano da sempre.
La trama di Doc – Nelle tue
mani 3 episodio 5
Il primo episodio
della terza puntata, intitolato “Il beneficio del dubbio” si apre
con il ricovero nel reparto di Medicina Interna di
Rita, una ragazza di vent’anni che ha una forte
difficolta a respirare. Doc, l’attore protagonista
Luca Argentero e Giulia con la loro equipe medica
scoprono però che la giovane è affetta anche da un tumore ma che
rifiuta, categoricamente, di fare la chemioterapia
per guarirne. Alla fine il male che l’aveva portata all’ospedale
sarà un altro, verrà operata al cuore per un soffio, e accetterà,
anche per amore del padre vedovo, di farsi curare con la
chemio.
Per smorzare i toni di queste
malattie, quasi incurabili, in corsia la writers‘ room di Doc – Nelle tue
mani ha deciso per il quinto episodio di far ridere il loro
pubblico fedele grazie ad un’insalata pazza. La
caposala Teresa inizia a delirare all’improvviso
dopo aver mangiato l’erba del diavolo che ha
intaccato l’orto di Doc sulla terrazza e che invece lei pensava che
era della verdura commestibile. Alla fine ovviamente il problema si
risolverà e l’infermiera tornerà al lavoro.
Intanto Doc di nuovo è in crisi per
dei ricordi e non capisce se sono veri o
falsi, quindi chiede aiuto e si avvicina sempre di più a
Giulia. La dottoressa Giordano, l’attrice
Matilde Gioli, grazie ad Andrea riesce a convincere la
commissione e accettare la sua ricerca da presentare poi per la sua
richiesta da primario.
Ph Virginia Bettoja
La trama di Doc – Nelle tue
mani 3 episodio 6
Il sesto episodio
“La Vela” si divide tra l’oggi e i flashback del
2019, in cui si possono rivedere due volti amati della
serie, ovvero i dottori Lazzarini e Kidane
interpretati da
Gianmarco Saurino e
Alberto Boubakar Malanchino. Queste scene ambientate nel
passato molto recente, poco prima dello sparo alla testa al dottore
Fanti, sono un modo per mostrare com’è nata la storia
d’amore tra Andrea e Giulia.
Nel presente si punta invece sul
neo triangolo amoroso delle due giovani
specializzande Martina e Lin affascinate dal loro
tutor e specializzando Riccardo
Bonvegna. Ovviamente c’è anche il caso di ricovero di un
ragazzo con ADHD ammalato di meningite
tubercolare che verrà salvato dalla specializzanda non
laureata in Medicina, la ragazza a fine episodio è sul punto di
confessare ma alla fine ci rinuncia.
Il vero colpo di scena è quello già
annunciato all’inizio, cioè Andrea che capisce, dopo aver parlato
con una sua ex amante, che la “Sua Vela” è da sempre Giulia. Dopo
un discorso in cui Andrea ammette i suoi sentimenti
bacia Giulia sulla terrazzaPoliclinico Ambrosiano.
Doc – Nelle tue mani 3 una
gioia per il team Andrea – Giulia
La puntata è stata all’insegna del
team Andrea e Giulia, ma come ormai abbiamo
imparato negli anni di certo non finirà così. Doc infatti ora
sembra aver trovato la sua pace ma ancora troppe domande e ricordi
senza risposte non sono state spiegate e non siamo neanche a metà
di questa terza stagione.
I Marvel Studios hanno pubblicato una
nuova lunga featurette per Echo,
che approfondisce il memorabile e duro scontro tra Maya Lopez (Alaqua Cox) e
Daredevil (Charlie
Cox).
Anche se alla fine si è trattato di
poco più di 90 secondi di tempo nella première dello show, è stata
una sequenza tosta che ha richiesto molto lavoro per essere portata
sullo schermo. Il coordinatore degli stunt di Echo e
direttore della seconda unità Marc Scizak ci parla
del combattimento e vediamo tonnellate di filmati dietro le quinte
di Alaqua e Charlie mentre si preparano allo scontro.
Siamo certi che apprezzerete anche
uno sguardo più ravvicinato alla tuta dell’Uomo senza Paura.
Sfortunatamente, non vanta ancora il classico logo “DD”; possiamo
solo sperare che sia imminente (era assente anche in
She-Hulk: Attorney at Law).
C’è la possibilità che ECHO
faccia un’apparizione in Daredevil:
Born Again, naturalmente, ma con tutto quello che sta
succedendo in quella serie, sembra improbabile. Tutti i cinque
episodi di ECHO
sono ora disponibili in streaming su Disney+.
Sotto la nuova etichetta di
Marvel Spotlight, la
serie sarà classificata come TV-MA e, per ora, i teaser e il
materiale di marketing la definiscono come una serie Marvel ben distinta.
Inoltre, i fan che non hanno visto le precedenti serie
Disney+
potranno seguire la storia senza problemi, nonostante alcuni volti
noti e alcuni nuovi personaggi. Forse, Echo
può essere la serie che finalmente fornisce una narrazione da
“strada” che i fan dei supereroi desiderano da un po’.
Il cast di
Echo
Creata da Marion Dayre, Echo
vede nel cast Alaqua Cox nel ruolo di Maya Lopez,
Chaske Spencer nel ruolo di Henry, Tantoo
Cardinal nel ruolo di Chula, Devery
Jacobs nel ruolo di Bonnie, Zahn
McClarnon nel ruolo del padre di Maya, William,
Cody Lightning nel ruolo del cugino Biscuits e
Graham Greene nel ruolo di Skully insieme a
Vincent D’Onofrio nel ruolo di Wilson Fisk e
Charlie Cox nel ruolo di Matt
Murdock/Daredevil. Tutti gli episodi di Echo saranno
disponibili su Disney+a partire dal 9
gennaio.
Si è spenta questa mattina, all’età
di 90 anni l’attrice Sandra
Milo. A renderlo noto è la famiglia stessa. Recentemente
vista al cinema nel film Il più bel secolo della mia vita
e in televisione con la serie Gigolò percaso, la
Milo è stata una delle attrici più popolari del cinema italiano,
conoscendo grandissima popolarità a partire dagli anni Sessanta.
Grazie alla partecipazione a film come Il generale Della
Rovere, Adua e le compagne, Fantasmi a Roma,
Giulietta degli spiriti e, soprattutto, 8½, premiato con l’Oscar, è stata tra le protagoniste
del cinema italiano di quel periodo, divenendo anche una delle muse
del regista Federico Fellini.
Oltre alla collaborazione con
Fellini, però, Milo è ricordata anche per il sodalizio con il
regista Antonio Pietrangeli, che l’ha fatta
esordire al cinema con Lo scapolo, dove l’attrice ha
recitato al fianco di AlbertoSordi. Nel corso del
tempo Milo ha poi lavorato con i più grandi Dino
Risi, Roberto Rossellini, Luigi
Zampa, Luciano Salce, Mauro
Bolognino e Sergio Corbucci. In ogni sua
interpretazione Milo si è distinta per la sua voce “da bambina”
come anche per le sue forme che le fecero guadagnare l’etichetta di
“maggiorata”, ma soprattutto per la sua capacità di apportare
delicatezza e umanità ad ogni personaggio che le veniva
assegnato.
Negli
ultimi anni ha preso parte con piccoli ruoli a film come
A casa tutti
bene, Il crimine non va in pensione,
Free – Liberi e Che bella storia la vita. Nel
tempo si è però distinta anche in televisione e a teatro,
confermandosi attrice a tutto tondo capace di spaziare tra i generi
e rinnovarsi continuamente. Nel 2021 le è stato infine conferito il
David di Donatello alla Carriera. Con la sua scomparsa, se ne va
dunque anche un’altra delle grandi icone del nostro cinema, che ci
lascia però numerose memorabili interpretazioni con cui poterla
ritrovare, riscoprire e continuare ad apprezzarla.
Chris Pratt sarà il protagonista del nuovo
film di fantascienza di Timur
Bekmambetov, Mercy. Secondo Deadline, gli
Amazon MGM Studios hanno acquisito i diritti per
Mercy, un nuovo film di fantascienza ambientato in
un mondo futuristico che vedrà Chris Pratt interpretare un detective
accusato di un crimine che dovrà poi dimostrare la propria
innocenza.
Il film è scritto da Marco van
Belle, mentre Charles Roven è il produttore. Chris Pratt e Timur
Bekmambetov hanno già lavorato insieme in
Wanted del 2008, interpretato anche da
James McAvoy,
Angelina Jolie e
Morgan Freeman.
“Amazon è il partner ideale per
raccontare questa storia cruciale sul futuro messo in discussione
dall’intelligenza artificiale e per affrontare questa conversazione
con un vasto pubblico“, ha dichiarato Bekmambetov. “Sono
felice di riunirmi a Chris Pratt in questo progetto, che dopo
l’uscita di ‘Wanted’ è diventato uno degli attori con i maggiori
incassi del nostro tempo. La collaborazione con Chuck Roven ci
aiuterà a creare un’esperienza cinematografica epica“.
Mercy sarà
distribuito nelle sale cinematografiche di tutto il mondo da Amazon
MGM Studios. “Dal momento in cui Chuck Roven ci ha portato
Mercy e abbiamo letto la sceneggiatura di Marco van Belle, abbiamo
capito che il film era destinato al grande schermo“, ha
dichiarato Jennifer Salke di Amazon MGM Studios.
“Il nostro rapporto con Chris Pratt di The Terminal List e The
Tomorrow War continua ad estendersi a tutti i film, e non vediamo
l’ora di vederlo dare vita a questa storia ricca di azione, guidato
da Chuck e dalla visione del regista Timur Bekmambetov. Non
potremmo immaginare una star e un team di registi migliori per
realizzare e consegnare quella che sarà sicuramente un’avvincente
corsa al brivido e non vediamo l’ora che il pubblico possa viverla
nelle sale“. Mercy non ha ancora una data di uscita.
La star del franchise di
“Scream” Hayden Panettiere ha parlato del
licenziamento di Melissa Barrera dalla serie di film horror,
definendo la sua controversa uscita “molto ingiusta e
sconvolgente“.
La Barrera, che ha interpretato Sam
Carpenter in “Scream”
del 2022 e in “Scream VI” del
2023, è
stata licenziata lo scorso novembre dall’imminente “Scream
7” dopo che i suoi post sui social media riguardanti
la Palestina sono stati giudicati antisemiti dalla Spyglass, la
società di produzione dietro il franchise horror di successo.
All’epoca Spyglass aveva dichiarato
a Variety: “Abbiamo tolleranza zero per l’antisemitismo o
l’incitamento all’odio in qualsiasi forma, compresi i falsi
riferimenti al genocidio, alla pulizia etnica, alla distorsione
dell’Olocausto o a qualsiasi cosa che oltrepassi palesemente il
limite del discorso d’odio“.
“Dopo che lei [ha parlato], un
sacco di altri attori e persone del settore hanno iniziato a fare
la stessa cosa, giusto?“. ha dichiarato Hayden Panettiere in una recente intervista a
Il Messaggero. “È stato quasi come se l’avesse fatto prima di
tutti gli altri“.
Hayden Panettiere, che ha ripreso il ruolo di
Kirby Reed in “Scream 4” nel sesto capitolo, ha
contattato la sua co-star Barrera quando ha appreso la notizia.
“Sai, molte persone non le
avevano chiesto come si sentisse“, ha detto Hayden Panettiere, aggiungendo che la Barrera
l’ha ringraziata per essersi informata.
Ma Hayden Panettiere non è “preoccupata” per la
Barrera, dicendo: “Melissa è una vera dura come essere umano e
come attrice… Ne è rimasta ferita, ma credo che l’abbia presa con
filosofia e sia stata molto, molto gentile“.
Dopo il licenziamento della
Barrera, è stato confermato che anche Jenna Ortega lascerà il franchise di “Scream“,
anche se le fonti affermano che l’uscita di Jenna Ortega è dovuta a un conflitto di
programmazione con la produzione della seconda stagione di
“Mercoledì“.
A dicembre, il regista Christopher Landon ha annunciato la sua
uscita da “Scream
7“, scrivendo su X/Twitter che “era un lavoro da sogno
che si è trasformato in un incubo”.
Al box office del fine settimana
appena concluso
Povere Creature! guadagna il primo posto! Il film, già
vincitore di due Golden Globe e candidato a ben 11
premi Oscar, racconta le curiose vicende di Bella Baxter, una
donna adulta con la mente di un bambino che scopre il mondo. Povere
Creature! incassa al suo primo week end nelle sale €715.373 e
sfiora i 2 milioni di euro dalla sua uscita il 25 gennaio.
Secondo classificato è
I
soliti idioti 3 – il ritorno, commedia demenziale
italiana, terzo capitolo della serie cinematografica iniziata con I
soliti idioti nel 2011. Il film incassa €554.212 a fronte di in
totale che sfiora i 2 milioni di euro dall’arrivo nelle sale il 25
gennaio.
Al terzo posto si stabilisce
Tutti tranne te, commedia romantica con Glen
Powell (Top
gun: Maverick) e
Sydney Sweeney. La pellicola raggiunge un incasso di
€442.859 nel fine settimana e supera il milione di euro dall’uscita
il 25 gennaio.
Box office: il resto della
classifica
Al quarto e quinto posto ritroviamo
rispettivamente Pare
parecchio Parigi, un film di Leonardo Pieraccioni, e
Perfect days, pellicola giapponese diretta da Wim Wenders. Pare
parecchio Parigi incassa €329.403 a fronte di un totale di 2
milioni e mezzo di euro dall’arrivo nei cinema il 18 gennaio,
mentre Perfect days incassa €211.570 nel week end e quasi 4 milioni
di euro dal suo approdo nelle sale il 4 gennaio. Al sesto posto si
stabilisce The Holdovers- lezioni di vita che incassa €158.135.
Settimo e ottavo classificato sono
Il
fantasma di Canterville, trasposizione animata del
noto racconto di Oscar Wilde, e
Dieci minuti, dramma italiano diretto da Maria Sole
Tognazzi. Il fantasma di Canterville incassa €122.839 e Dieci
minuti raggiunge un incasso di €119.766.
Ultimi due classificati al box
office del fine settimana appena concluso sono
Wonka, prequel sul noto cioccolatiere ideato da
Roald Dahl,
e
Wish, ultimo cartone targato Disney con il quale gli
studios festeggiano il loro centenario. Wonka
incassa €105.246 a fronte di un totale di 14 milioni e mezzo di
euro dall’uscita nei cinema il 14 dicembre, mentre Wish raggiunge
un guadagno di €79.208 nel week end e 9 milioni dal suo arrivo
nelle sale il 21 dicembre.
In un cambiamento che riflette la
crescente influenza – e il potenziale potere dirompente –
dell’IA a Hollywood, Netflix
ha aggiunto l’IA generativa all’elenco dei fattori di rischio nel
suo rapporto annuale depositato presso la SEC.
Nel rapporto 10-K depositato
venerdì si legge su Variety, Netflix
ha aggiunto questa nuova parte alla lunga sezione dei fattori di
rischio (che sono obbligatori secondo le regole della SEC) nella
sezione dedicata alla concorrenza video: “I nuovi sviluppi
tecnologici, tra cui lo sviluppo e l’uso dell’intelligenza
artificiale generativa, sono in rapida evoluzione. Se i nostri
concorrenti ottengono un vantaggio utilizzando tali tecnologie, la
nostra capacità di competere efficacemente e i nostri risultati
operativi potrebbero subire un impatto negativo“.
Netflix
ha anche aggiunto questa formulazione: “Inoltre, l’uso o
l’adozione di tecnologie nuove ed emergenti può aumentare la nostra
esposizione a rivendicazioni di proprietà intellettuale, e la
disponibilità di copyright e di altre protezioni di proprietà
intellettuale per il materiale generato dall’IA è
incerta.”
A parte queste due sezioni, i
fattori di rischio del 10-K di Netflix
per il 2023 – per un totale di circa 10.000 parole – sono rimasti
in gran parte invariati. C’è stato un altro cambiamento degno di
nota: L’azienda ha rimosso dal rapporto del 2022 le sezioni sui
rischi posti dal COVID (che erano presenti anche nei 10-K del 2021
e del 2020), tra cui il titolo: “La pandemia di coronavirus
(COVID-19) in corso ha interrotto la nostra attività, ha aumentato
i nostri costi, ha portato a ritardi nel rilascio di contenuti e
potrebbe nuovamente avere un impatto sulla nostra attività e sui
risultati delle operazioni“.
Per essere sicuri, i cambiamenti
inseriti nell’IA generativa sono molto piccoli, nel grande schema
delle cose. E si tenga presente che questi sono tutti i potenziali
fattori di rischio che aziende come Netflix devono comunicare agli
investitori.
Ma l’uso dell’IA da parte degli
studios è diventato un tema scottante per i due sindacati
hollywoodiani che hanno scioperato nel 2023, WGA e
SAG-AFTRA, preoccupati che la tecnologia danneggi i loro
mezzi di sostentamento. L’accordo del WGA prevede dei paletti
all’uso dell’intelligenza artificiale generativa nel processo
creativo, tra cui una disposizione che conferisce al sindacato
stesso il potere di contestare l’uso del lavoro esistente degli
sceneggiatori per addestrare i programmi di intelligenza
artificiale. L’accordo SAG-AFTRA con gli studios
include alcune, ma non tutte, le richieste del sindacato in materia
di IA; ad esempio, l’accordo consente ai modelli di IA di
“allenarsi” sulle performance degli attori per creare
personaggi sintetici e gli attori potranno impedirlo solo se il
risultato finale include i tratti fisionomici riconoscibili degli
attori.
Satya Nadella, CEO
di Microsoft, si è espresso in merito agli espliciti deepfakes di
Taylor Swift generati dall’intelligenza
artificiale che sono diventati virali sui social media questa
settimana.
In un’intervista con il conduttore
di NBC News Lester Holt, interrogato sulle immagini della Swift,
Nadella ha dichiarato: “Prima di tutto, questo è assolutamente
allarmante e terribile, e quindi sì, dobbiamo agire, e francamente
tutti noi della piattaforma tecnologica, a prescindere dalla vostra
posizione su una particolare questione – penso che tutti noi
beneficiamo quando il mondo online è un mondo sicuro“.
“Credo che nessuno voglia un
mondo online che non sia assolutamente sicuro sia per i creatori di
contenuti che per i consumatori di contenuti“, ha dichiarato
Nadella nell’intervista. “Per questo motivo credo sia opportuno
che ci muoviamo rapidamente su questo fronte“.
Interrogato sulle conseguenze
dell’IA, Nadella ha sottolineato “tutte le protezioni che
dobbiamo porre intorno alla tecnologia, in modo da produrre
contenuti più sicuri. C’è molto da fare e molto si sta
facendo“. Il CEO di Microsoft ha affermato che “le forze
dell’ordine e le piattaforme tecnologiche” possono lavorare insieme
e che “penso che possiamo governare molto più di quanto… ci diamo
credito“.
Il software di
Microsoft potrebbe aver avuto un ruolo nella
creazione dei falsi di Swift. Secondo un rapporto di 404
Media, le immagini false della popstar potrebbero essere
state create da un gruppo su Telegram i cui utenti
condividono immagini pornografiche di donne generate
dall’intelligenza artificiale. Uno strumento utilizzato dai membri
del gruppo è Microsoft Designer, un generatore gratuito di immagini
basate sull’intelligenza artificiale, che utilizza soluzioni che
aggirano i suoi meccanismi di sicurezza che vietano i contenuti
sessualmente grafici, secondo il rapporto.
Quando Denis
Villeneuve deciderà di fare Dune
3, Zendaya sarà pronta a riprendere il suo
ruolo di Chani. Durante un’intervista al cast di Fandango in vista
dell’uscita nelle sale di Dune – Parte
Due, Zendaya ha dichiarato che il suo ritorno per
un potenziale “Dune
Messiah” non è un problema. Villeneuve ha già
dichiarato pubblicamente che il suo sogno è quello di realizzare un
terzo film di “Dune”
– a dicembre ha confermato che la sceneggiatura del progetto è
quasi terminata.
“Saremmo d’accordo?
Certo“, ha detto Zendaya quando le è stato chiesto di fare
un altro film di “Dune“.
“Ogni volta che Denis chiama è un sì da parte mia. Sono
entusiasta di vedere cosa succede. Ho iniziato ‘Messiah’ e mi sono
detta: ‘Woah, sto girando solo il primo film. Fammi tornare al
primo”. È così tanto da assimilare, ma non ci sono mani migliori di
quelle di Denis per la cura e l’amore per il film“.
“Sono solo eccitata di vedere…
È solo un’anticipazione“, ha aggiunto Zendaya a proposito del
futuro del franchise. “Quando sarà pronto. È un perfezionista
sotto molti aspetti e non vuole condividere le cose finché non sono
pronte. Quindi lo sto rispettando e aspetto finché non è
pronto“.
Denis Villeneuve
ha partecipato alla conferenza stampa di Dune – Parte
Due in Corea del Sud l’anno scorso e ha dichiarato che
l’imminente “Dune – Parte
Due” è un film “molto migliore” del suo originale del
2021.
“C’è qualcosa di più
vivo“, ha detto Denis Villeneuve. “C’è un
rapporto con i personaggi. Stavo cercando di raggiungere
un’intensità e una qualità di emozioni che non ho raggiunto con
‘Parte prima’ e che ho raggiunto con ‘Parte seconda’. Non dico che
il film sia perfetto, ma sono molto più soddisfatto della seconda
parte che della prima. Non vedo l’ora di condividerlo con i fan e
gli spettatori“.
Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?
“Questo film successivo
esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a
Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta
contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si
legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra
l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta
di prevenire un futuro terribile che solo lui può
prevedere.”
Dune – Parte
Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura
che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato
sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank
Herbert ed uscirà nei cinema il 28 Febbraio
2024.
Durante un panel dedicato a
Oppenheimer
con
Cillian Murphy,
Emily Blunt,
Florence Pugh e Jamie Dornan come moderatore,
Florence Pugh ha rivelato che sono sorte alcune
difficoltà tecniche durante una scena di sesso tra lei e
Cillian Murphy. “Nel bel mezzo della nostra scena
di sesso, la cinepresa si è rotta. Nessuno lo sa, ma è
successo“, ha detto
Pugh. “La cinepresa si è rotta quando eravamo
entrambi nudi, e non era il momento ideale“.
Florence Pugh ha aggiunto che non c’erano molte
cineprese disponibili, una era in negozio. Hanno quindi dovuto
capire come riparare la cineprese che si era rotta.”Io e
Cillian siamo in questa stanza insieme. È un set chiuso, quindi
entrambi teniamo i nostri corpi in questo modo“, ha detto,
“avvolgendo le braccia intorno a sé. Una persona è entrata
nella stanza per cercare di riparare la telecamera”.
“Mi sono detto: “Questo è il mio momento per imparare”.
Allora dimmi, cosa c’è che non va in questa cinepresa?”, ha
ricordato di aver detto alla persona che è entrata nella stanza.
“I momenti li crei tu. E io: “Cosa sta succedendo con
l’otturatore, amico?“”.
Florence Pugh ha poi raccontato che il regista
Christopher Nolan ha spiegato che c’era un
problema con il modo in cui la luce entrava.
“È stato pazzesco che ogni persona sul set fosse così
preparata e pronta a fare questo tipo di film che non c’era un
momento di noia. È stato tutto fantastico. Ci siamo sentiti
fortunati ad essere lì ogni secondo della giornata“, ha detto
l’attrice.
Florence Pugh interpreta Jean Tatlock, che
aveva una relazione con il J. Robert Oppenheimer di
Cillian Murphy prima e durante il suo matrimonio con
la Katherine “Kitty” Oppenheimer interpretata nel film da
Emily Blunt.
Dakota Johnson ha riposto molta fiducia nel
regista SJ Clarkson durante le riprese di
Madame Web. L’attrice, che interpreta
Cassandra Webb nel prossimo thriller di supereroi
ambientato nell’universo di “Spider-Man” della
Sony, ha riflettuto sulla sua esperienza di lavoro con il blue
screen per gli effetti CGI.
“Non ho mai fatto un film in
cui sei su uno schermo blu, e ci sono esplosioni finte che
esplodono, e qualcuno dice “Esplosione!” e tu reciti come
se ci fosse un’esplosione“, ha detto Dakota Johnson in una recente intervista a
Entertainment Weekly. “Per me è stato
assolutamente psicotico. Mi sono detto: ‘Non so se andrà tutto
bene! Spero di aver fatto un buon lavoro!“”.
“Ma mi sono fidata di
[Clarkson]“, ha proseguito la Johnson, sottolineando che spesso si
confrontava con la regista per tenere traccia di quali scene
fossero reali e quali invece fossero nella testa di Cassandra.
“Lavora così duramente e non ha mai staccato gli occhi da
questo film da quando abbiamo iniziato“.
SJ Clarkson ha
contattato Dakota Johnson per il film di supereroi nel
2021, poco dopo che l’attrice aveva terminato le riprese di
“The
Lost Daughter“. Dakota Johnson ha ammesso che all’inizio era
titubante riguardo al ruolo: “Mi hanno mandato questo copione e
ho pensato: “Non so se sarò un supereroe“”.
Ma Cassandra l’ha incuriosita:
“I suoi poteri mi hanno un po’ confuso. Ho pensato: ‘Oh, mi
piacerebbe davvero vedere questo supereroe’. Mi piacerebbe vedere
una giovane donna il cui superpotere è la sua mente“.
Dakota Johnson ha anche ricordato gli stunt
che ha dovuto eseguire per “Dakota
Johnson“, in particolare una “giornata di lavoro di
guida acrobatica”. “Sono davvero brava, a quanto pare!“.
Ha detto. “Voglio dire, posso fare cose davvero folli con una
macchina. Ho guidato un’ambulanza. Ho guidato un taxi. Ho guidato
tutto quello che c’è nel film, tranne volare in aria e uscire da un
edificio. Ma a parte questo, ho detto: ‘Attento,
Tom Cruise‘”.
La trama e il cast di Madame Web
Madame
Web è la storia delle origini di una delle eroine più
enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la
protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri
di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni
del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate
a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un
presente pieno di minacce.
Madame
Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti
Marvel creato da
Dennis O’Neil e John Romita Jr.
Il film è diretto da S. J. Clarkson
(Orange Is the New Black, Jessica
Jones, Anatomy of a Scandal) da una
sceneggiatura di Claire Parker e S. J.
Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista,
insieme a
Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela
Merced, Tahar Rahim, Mike Epps,
Emma Roberts e Adam Scott. Madame
Web sarà nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024
prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.
La rosa dei registi di The
Last of Us – seconda stagione è
cresciuta: Mark Mylod, regista di Succession,
è uno dei quattro registi rivelati oggi.
Deadline ha
riportato che Mylod, Nina Lopez-Corrado di
Perry
Mason, Stephen Williams di
Watchmen e Kate Herron di Loki
Stagione 1 si uniranno ai registi Peter Hoar e ai
co-creatori della serie Craig Mazin e Neil Druckmann per la seconda
stagione dell’adattamento del videogioco. La Herron è stata
segnalata per la prima volta da The InSneider la scorsa settimana
come parte della formazione registica della seconda
stagione.
Il sito fa notare che non è chiaro
quali registi si occuperanno di un episodio o di più episodi, anche
se la prima stagione era composta da nove episodi che alla fine
sono stati divisi tra sette registi.
The
Last of Us è attualmente interpretato da Pedro Pascal nel ruolo di Joel, Bella Ramsey nel ruolo di Ellie, Gabriel Luna nel ruolo di Tommy Miller e
Rutina Wesley nel ruolo di Maria. La seconda
stagione dovrebbe essere basata sull’acclamato sequel del
videogioco The Last of Us Part II di Naughty Dog, che
presenterà un significativo salto temporale introducendo una Ellie
ormai cresciuta. Recentemente sono stati assegnati diversi nuovi
ruoli per la seconda stagione, tra cui quello dell’antagonista
Abby. I nuovi ingressi già annunciati saranno
Kaitlyn Dever, Young Mazino e
Isabela Merced
La prima stagione ha visto la
partecipazione di Nico Parker,
Anna Torv,
Melanie Lynskey, Murray Bartlett, Nick Offerman e Storm
Reid. La serie The
Last of Us ha visto la partecipazione come guest-star
degli attori del videogioco originale, Jeffrey Pierce,
Merle Dandridge, Troy Baker e Ashley Johnson, che hanno
interpretato nuovi personaggi.
La serie The
Last of Us è prodotta e co-scritta dal creatore
di Chernobyl Craig Mazin e dallo scrittore del
gioco originale Neil Druckmann, che è anche uno dei registi. È una
coproduzione con Sony Pictures Television in associazione con
PlayStation Productions. I produttori esecutivi sono Carolyn
Strauss, il presidente di Naughty Dog Evan Wells e Asad Qizilbash e
Carter Swan di PlayStation Productions.
Benny Safdie, che
ha recitato in Oppenheimer
di Christopher Nolan, è co-creatore della serie
insieme a Nathan Fielder. Nel corso del panel che
la rete via cavo ha condiviso su YouTube, Christopher Nolan ha elogiato lo show,
affermando: “È diverso da qualsiasi cosa abbia mai visto prima
in televisione“.
“Penso che la serie sia
incredibile“, ha detto.Ha affermato che
questo tipo di show può essere realizzato solo ora, durante
“l’anarchia dell’era dello streaming” e che “il tono è
la stella” della serie, paragonandola alla prima stagione di
Twin
Peaks di David Lynch.
“Congratulazioni per
l’incredibile serie che è diversa da qualsiasi altra che abbia mai
visto in televisione. Ci sono così pochi show che arrivano e che
non hanno davvero precedenti“, ha detto Nolan al termine del
panel. “Si torna indietro a cose come Twin Peaks, o Il
prigioniero, o Il detective canterino di Dennis Potter e cose del
genere, quindi ci si trova in uno spazio incredibile, e non vedo
l’ora di arrivare al culmine“. Guardate il panel completo nel
video condiviso qui sotto.
Co-creata e prodotta da Benny
Safdie e Nathan Fielder, The
Curse è una serie innovativa che esplora il modo
in cui una presunta maledizione disturba la relazione di una coppia
appena sposata che cerca di concepire un figlio, mentre lavora
insieme a un nuovo programma dedicato alla ristrutturazione di
case. La serie è interpretata da
Emma Stone (La LaLand, The Favourite), Fielder
(The Rehearsal) e Safdie (Oppenheimer). Tra le guest star figurano il
candidato all’Oscar Barkhad Abdi, il candidato all’Emmy Corbin
Bernsen e Constance Shulman.
The
Curse è una coproduzione di SHOWTIME e A24.
Fielder è anche regista. Emma Stone è produttrice esecutiva insieme
a Dave McCary e Ali Herting con la loro casa di produzione Fruit
Tree. Anche Josh Safdie è produttore esecutivo con la sua casa di
produzione Elara.
Netflix
ha annunciato ufficialmente la sua partnership multi-film con lo
studio di animazione giapponese Studio Ponoc.
Questo nuovo accordo include i diritti di streaming globale per i
prossimi film d’animazione dello studio compreso The
Imaginary.
Il prossimo film d’animazione
fantasy dello Studio Ponoc, The
Imaginary, sarà il primo ad essere distrubuito su
Netflix.
Lo streaming è previsto per la fine dell’anno, dopo l’uscita nelle
sale cinematografiche giapponesi.
“Studio Ponoc è entusiasta di
portare i suoi innovativi film d’animazione disegnati e dipinti a
mano a tutto il pubblico, e in particolare ai bambini e alle loro
famiglie, che potranno divertirsi insieme, in tutto il mondo, su
Netflix.
Il genuino impegno di Netflix nel sostenere l’animazione è vitale”, ha
dichiarato in un comunicato il fondatore di Studio Ponoc, Yoshiaki
Nishimura.
Di cosa parla The
Imaginary?
“The Imaginary ritrae le
profondità dell’umanità e della creatività attraverso gli occhi
della giovane Amanda e del suo compagno immaginario, Rudger“,
si legge nella sinossi. Le loro fantastiche avventure, che
partono dalla soffitta della giovnae, li portano a scoprire un
mondo magico di creature e luoghi mai visti prima, finché una forza
sinistra minaccia di distruggere il loro mondo immaginario e
l’amicizia al suo interno“. Il film è un’avventura
indimenticabile di amore, perdita e del potere curativo
dell’immaginazione“.
The
Imaginary è diretto da Yoshiyuki
Momose, che ha fatto parte dei team di animazione di
alcuni dei più popolari anime, tra cui Grave of the
Fireflies, Spirited Away, Whisper of the Heart e Porco
Rosso. Il cast vocale del film comprende
Kokoro Terada, Rio Suzuki, Sakura Ando, Riisa Naka,
Takayuki Yamada, Atsuko Takahata e Issey Ogata.
The
Imaginary è prodotto dall’ex produttore dello
Studio Ghibli Yoshiaki Nishimura. Il progetto
proviene dallo Studio Ponoc, lo studio d’animazione giapponese che
ha realizzato gli anime Mary e il fiore della
strega e Modest Heroes.
AMC ha diffuso il final trailer
ufficiale di The Walking Dead: The Ones Who Live, l’attesa
miniserie in arrivo che segnerà il ritorno nell’universo di
The Walking Dead di Michonne e Rick Grimes.
La serie debutterà il 25 febbraio negli USA, su
AMC+. In Italia la serie debutterà su STAR, canale per adulti di
Disney+
Tra meno di due mesi, Andrew Lincolne
Danai Gurira torneranno a condividere lo schermo
per la prima volta dall’ultimo episodio di The Walking
Dead del novembre 2022. Rick e Michonne sono finalmente
vicini al loro ritorno, ma la strada per ricongiungersi tra le
braccia l’uno dell’altra in The Walking Dead: The Ones Who Live sarà
lunga e pericolosa. Un nuovo primo trailer di AMC mostra gli
ostacoli che attendono la coppia, da un numero insondabile di
walker ai militari. Niente può impedire alla coppia di cercare di
ritagliarsi un futuro insieme nell’apocalisse, anche se non sono
ancora sicuri di chi siano diventati.
The Walking Dead: The Ones
Who Live
Basato sull’omonima serie a fumetti
di Robert Kirkman, Tony Moore e Charlie Adlard,
The Walking Dead: The Ones Who Live è
prodotto da Kirkman, Scott M. Gimple, Greg Nicotero, David Alpert,
Joseph Incaprera, Gale Anne Hurd, Denise Huth e Angela Kang.
Attualmente la serie è
programmato per un debutto nel 2024, il dramma di Rick e Michonne
doveva inizialmente essere presentato in anteprima quest’anno
insieme ad altri due spin-off,
The Walking Dead: Dead
City e The
Walking Dead: Daryl Dixon. Entrambe le serie sono
incentrate sui principali sopravvissuti della serie
originale. La serie guidata da Jeffrey Dean Morgan e Lauren
Cohan sarà presentata in anteprima a giugno, seguita dalla premiere
dello spettacolo guidato da Norman Reedus entro la fine
dell’anno.
Sleeping Dogs è diretto da Adam Cooper, da una
sceneggiatura scritta da Cooper e Bill Collage, E.O.
Chirovici, ed è basato sul romanzo The Book of Mirrors
di Chirovici. Oltre a Russell Crowe e Karen Gillan, il film è interpretato anche da
Márton Csókás, Thomas M. Wright, Harry Greenwood e Tommy
Flanagan. Il film uscirà nelle sale americano il 22 marzo
2024. In Italia non ha ancora una data di uscita.
Di cosa parla Sleeping Dogs?
“Un ex detective della omicidi
(Russell
Crowe) con perdita di memoria è costretto a risolvere
un brutale omicidio che non ricorda“, si legge nella sinossi
ufficiale del film. “Ma mentre le prove portano alla luce
segreti legati al suo passato dimenticato, viene condotto a una
verità agghiacciante: a volte, è meglio lasciare che i cani che
dormono“.