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Dune – Parte Due: la principessa Irulan nel nuovo video approfondimento

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La principessa Irulan di Florence Pugh si prende il centro della scena nel nuovo video approfondimento dedicato a Dune – Parte Due. Diretto sempre da Denis Villeneuve, il film è l’adattamento del romanzo di Frank Herbert e vede Timothée Chalamet e Zendaya nei panni dei protagonisti, di ritorno dalla parte uno. Pugh, come Austin Butler, Léa Seydoux e altri, fanno parte invece del nuovo cast del film.

Cosa aspettarsi da Dune: Parte Due?

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vedremo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune – Parte Due è diretto da Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed uscirà nei cinema il 28 Febbraio 2024.

Il secondo capitolo continuerà la storia di Dune – Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari. Tuttavia, WB ha sicuramente maggiori speranze per il sequel, che potrà trarre vantaggio da un’uscita globale su larga scala in formati standard e premium, incluso IMAX.

“Deadpool 3 riporterà in vita il corpo morto (del MCU)” secondo Matthew Vaughn

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Secondo Matthew Vaughn, regista di X-Men: L’Inizio, i problemi del MCU saranno risolti all’uscita di Deadpool 3. Nelle parole di Vaughn, il film riporterà in vita il corpo morto del MCU.

Marvel è reduce da qualche passo falso, a giudicare principalmente dall’accoglienza di pubblico e critica delle sue ultime produzioni (The Marvels e Ant-Man and the Wasp: Quantumania). Tuttavia il suo unico film che uscirà nel 2024, Deadpool 3, potrebbe rimettere in carreggiata il suo percorso.

Deadpool 3 è il film che chiuderà la trilogia del Mercenario Chiacchierone che vede protagonista Ryan Reynolds nel ruolo del protagonista e questa volte il pubblico è ancora più ansioso di vederlo in scena per via del fatto che con lui torna anche Hugh Jackman nel ruolo di Wolverine. Ora, nel corso della promozione del suo ultimo film, Argylle, Matthew Vaughn si è sbilanciato dicendo che questo film potrebbe essere la salvezza del MCU:

“Questo sarà lo shock… l’universo Marvel sta per subire uno shock e riporterà in vita quel corpo… penso che Ryan Reynolds e Hugh Jackman stiano per salvare l’intero universo Marvel.”

Chi c’è in Deadpool 3?

Deadpool 3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool 3 uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

James Gunn rivela che Milly Alcock era la sua prima scelta per Supergirl

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James Gunn ha condiviso la sua prima impressione all’indomani dell’annuncio ufficiale che Milly Alcock sarà la protagonista di Supergirl: Woman of Tomorrow del DCU. Dopo un periodo di test e provini, Alcock è stata finalmente scelta come interprete dell’eroina di Krypton, e ora debutterà come Kara nel prossimo Superman: Legacy.

Oggi, James Gunn ha ripreso la notizia, e ha spiegato che Alcock è stata la prima attrice a cui ha pensato per interpretare questo ruolo, dopo averla vista in House of the Dragon, in cui ha interpretato la giovane Rhaenyra Targaryen nella prima stagione.

“In caso vi siate persi questa emozionante notizia di ieri. Stranamente, Milly è stata la prima persona che ho nominato a Peter per questo ruolo, oltre un anno fa, quando avevo letto solo i fumetti. Stavo guardando House of the Dragon e ho pensato che lei potesse avere il carattere, la grazia e l’autenticità di cui avevamo bisogno per la Supergirl del DCU. Ed eccoci ora. A volte la vita è selvaggia.”

Alcock entra in una cerchia ristretta che comprende Melissa Benoist che ha interpretato Supergirl nella serie CBS e CW (che è andata in onda per sei stagioni), e Sasha Calle nel film del 2023 The Flash, uno degli ultimi film della precedente iterazione dell’universo cinematografico DC. Gunn ha chiarito, tuttavia, che vuole un nuovo inizio con il nuovo DCU.

Nella serie di fumetti del 2022 di “Woman of Tomorrow”, invece di fuggire dal pianeta Krypton da bambina prima che esploda (come suo cugino Kal-El), Kara cresce assistendo alla distruzione del suo pianeta natale fino all’età di 14 anni, quando arriva sulla Terra. Ciò rende il personaggio “molto più hardcore”, ha spiegato Gunn nel 2023 presentando i primi 10 titoli nella nuova lista DCU. “Non è esattamente la Supergirl che siamo abituati a vedere.”

Kung Fu Panda 4: rivelata la durata del film

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Kung Fu Panda 4: rivelata la durata del film

È stata rivelata la durata di Kung Fu Panda 4, e ora sappiamo che il film sarà il secondo più lungo del franchise. Il film seguirà l’avventura di Po che cerca di diventare la Guida Spirituale della Valle della Pace, nell’impresa di cercare e allenare il nuovo Guerriero Dragone.

Il film esce a marzo negli Stati Uniti, e mentre Fandango si premunisce per la prevendita dei biglietti, rivela anche la durata del film, che sarà pari a 94 minuti. Kung Fu Panda 4 diventa quindi il secondo film più lungo del franchise, superato solo dal terzo capitolo.

Kung Fu Panda (2008) 92 minutes
Kung Fu Panda 2 (2011) 90 minutes
Kung Fu Panda 3 (2017) 95 minutes
Kung Fu Panda 4 (2024) 94 minutes

 

Il film presenterà un cast vocale di superstar che include sia talenti classici del franchise che nuovi ingressi. Le nuove star includono Awkwafina, Ke Huy Quan e Viola Davis, mentre gli artisti di ritorno includono Jack Black, James Hong, Dustin Hoffman, Bryan Cranston e Ian McShane. La ricomparsa di McShane come voce di Tai Lung nel trailer di Kung Fu Panda 4 è stata particolarmente degna di nota, dato che si presumeva che il personaggio fosse morto nel primo film.

Per riportare in vita Tai Lung e gli altri cattivi, Kung Fu Panda 4 introduce una dinamica in cui Po, in qualità di leader spirituale, può interagire con gli esseri nel regno degli spiriti. Pertanto, Tai Lung non è realmente “morto”, ma piuttosto trasferito in una versione dell’aldilà in cui può ancora combattere con il panda protagonista.

Kung Fu Panda 4 è diretto da Mike Mitchell (Trolls della DreamWorks Animation, Shrek e vissero felici e contenti) e prodotto da Rebecca Huntley (Troppo Cattivi della DreamWorks Animation). La co-regista del film è Stephanie Ma Stine (She-Ra e le principesse guerriere). Nel 2008, il primo capitolo del franchise, Kung Fu Panda, nominato agli Oscar®, è diventato il film d’animazione originale di maggior incasso della DreamWorks Animation e ha dato il via a un franchise che ha guadagnato più di 1,8 miliardi di dollari al box office mondiale.

Quel treno per Yuma: trama, cast e curiosità sul film con Russell Crowe

I film di genere western sono ormai sempre più rari al cinema, ma ogni volta che ne viene realizzato un nuovo in grado di raccontare qualcosa di nuovo su quell’epoca ormai lontana questo non manca di ricevere grandi apprezzamenti tanto di critica quanto di pubblico. Se di recente è toccato a titoli come Notizie dal mondo e Hostiles – Ostili, nel 2007 ad aver conquistato i fan del genere è stato Quel treno per Yuma, diretto da James Mangold, autore di film come Logan – The Wolverine e Le Mans ’66 – La grande sfida. Qui al suo primo, e ad ora unico, western, il regista ha una volta di più dimostrato la sua capacità di adattarsi a generi diversi, arricchendoli di epica e grande intrattenimento.

Quella da lui qui raccontata non è però una storia originale, poiché si tratta del remake dell’omonimo classico del 1957, diretto da Delmer Daves. Allo stesso modo, però, la trama è tratta dal racconto scritto da Elmore Leonard nel 1953 e pubblicato per la prima volta sul Dime Western Magazine. Il film di Mangold presenta però ovviamente alcune modifiche e aggiustamenti, attuati in fase di scrittura. Nonostante l’entusiasmo per il progetto, la lavorazione di questo si rivelò particolarmente complessa. In fase di ripresa furono infatti diversi gli incidenti che rallentarono la troupe, tra cui il ferimento di una controfigura e la morte accidentale di un cavallo.

Alla fine però Quel treno per Yuma riuscì ad arrivare in sala, venendo indicato dalla critica come migliore dell’originale. Al box office il film riuscì ad incassare la modesta cifra di circa 70 milioni di dollari a fronte di un budget di 55. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle differenze con il film del 1957. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Quel treno per Yuma

La storia è ambientata nell’Arizona del 1884. Dan Evans veterano della guerra civile e allevatore in gravi difficoltà economiche, contribuisce alla cattura del fuorilegge Ben Wade, la cui banda ha preso di mira diversi corrieri della Southern Pacific Railroad. Con la promessa di una ricompensa di 200 dollari, Dan accetta di scortare, assieme ad altri volontari, il famoso fuorilegge fino alla stazione della vicina città di Contention. Lì alle 3:10 p.m. arriverà un treno che condurrà Wade al carcere di Yuma, ma la sua intera banda, capeggiata da Charlie Prince non aspetta altro che l’occasione giusta per liberarlo. Il rapporto di reciproco rispetto generatosi tra Evans e Wade, però, renderà il tutto più complesso.

Quel treno per Yuma cast

Quel treno per Yuma: il cast del film

Originariamente per il ruolo del fuorilegge Ben Wade era stato scelto l’attore Tom Cruise. Questi tuttavia si allontanò dal progetto nel momento in cui la sua realizzazione tardava ad avvenire. Al suo posto è allora subentrato il premio Oscar Russell Crowe, prima scelta di Mangold per il ruolo. Fu la sua presenza a convincere i produttori a far partire finalmente le riprese del film. Accanto a lui, nei panni del veterano Dan Evans, si ritrova invece Christian Bale. La scelta di questi venne fortemente sostenuta anche dallo stesso Crowe, che lo ritiene uno dei migliori della sua generazione. Bale tornerà poi a recitare per Mangold proprio nel recente Le Mans ’66 – La grande sfida.

Ad interpretare il figlio di Dan, che lo seguirà nel suo viaggio, è invece l’attore Logan Lerman, affermatosi in seguito grazie a film come Percy Jackson e gli dei dell’Olimpo e Noi siamo infinito. Dallas Roberts è presente nei panni di Grayson Butterfield, il rappresentante della società ferroviaria attaccata da Wade, la Southern Pacific Railroad. Il celebre Peter Fonda, noto per il film Easy Rider, ricopre il ruolo di Byron McElroy, capo della spedizione che scorta Wade al treno. Di questa fanno parte anche Tucker, interpretato da Kevin Durand, e Doc Potter, interpretato da Alan Tudyk. Ben Foster è il criminale Charlie Prince, braccio destro di Wade, mentre Vinessa Shaw è l’affascinante Emma.

Quel treno per Yuma: le differenze con il film originale e il suo finale

Nel dar vita alla sua versione del racconto, Mangold si è mantenuto particolarmente fedele rispetto ad alcuni episodi narrati anche nell’originale del 1957, operando però diverse significative differenze che permettono al film di acquisire ulteriori significati. La prima parte di entrambe le opere, con la presentazione dei personaggi, del contesto e della vicenda, risulta essere infatti estremamente simile, con chiari omaggi del film del 2007 al suo predecessore. È però a partire dall’inizio del viaggio di Evans e Wade che hanno luogo le prime differenze. Innanzitutto, ad accompagnare Evans non è più la moglie bensì il figlio. Questo cambiamento ha permesso non solo di evidenziare il rapporto tra i due, ma anche di far risaltare il desiderio di Evans di apparire come un eroe agli occhi del figlio.

L’altra grande differenza tra i due film si ritrova nel loro finale. Il remake di Mangold, infatti, presenta un finale tutt’altro che lieto, dove Evans riesce a proteggere la propria famiglia sacrificando però sé stesso. Ciò non avviene invece nel film del 1957, dove l’eroe positivo trionfa in tutto e per tutto, mentre al fuorilegge spetta la punizione del carcere. Apportando tale modifica, il regista ha però potuto aggiornare le tematiche del film. Se nell’originale la linea di demarcazione tra bene e male, buono e cattivo è più decisamente netta, in questa nuova versione viene grossomodo a decadere, lasciando trasparire personaggi più ricchi di sfumature e perciò più realistici.

Il trailer di Quel treno per Yuma e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Quel treno per Yuma grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Now, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30 gennaio alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Attacco al potere: trama e cast del film con Denzel Washington

Attacco al potere: trama e cast del film con Denzel Washington

Negli anni Novanta gli Stati Uniti hanno vissuto un periodo di attentati terroristici particolarmente sconvolgenti, culminati poi nel tristemente celebre attacco alle Torri Gemelle dell’11 settembre del 2001. Non sorprende dunque che il cinema abbia in più modi e occasioni affrontato l’argomento, cercando di evidenziare la necessità di individuare dei nemici e giustificare attacchi altrettanto brutali nei loro confronti. Uno dei film più noti, e che per certi versi hanno anticipato gli eventi del 2001, è Attacco al potere, scritto da Lawrence Wright e diretto nel 1998 da Edward Zwick, regista anche di Glory – Uomini di gloria e Blood Diamond – Diamanti di sangue.

All’interno di questo si snoda un teso racconto tra thriller e azione, dove si pone in netto contrasto il popolo americano ai terroristi di origini arabe. Proprio questa netta distinzione ha portato a non poche critiche, con il film accusato di generalizzare un intera comunità e riproponendone un’immagine sbagliata e imparziale. Secondo il regista, sono state queste criticità a fare di Attacco al potere uno scarso successo al box office, con un incasso di appena 116 milioni di dollari a fronte di un budget di 70. Dopo gli eventi del 2001, però, è diventato un film estremamente ricercato, che nonostante la sua natura controversa aveva profetizzato una serie di tematiche.

Il film risulta infatti interessante ancora oggi nel mostrare come all base di questi attentati non vi sono altro che giochi di potere, basati sulla paura e sull’addomesticamento globale che questa comporta. Rivedere oggi questo film permette di avere uno sguardo tanto al bene quanto al male dell’argomento. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Attacco al potere

Protagonisti del film sono gli agenti FBI Anthony Hubbard e Frank Haddad, i quali nella New York di fine anni Novanta si ritrovano ad indagare sulla misteriosa simulazione di un attentato ad un bus di linea della città. I misteriosi organizzatori chiedono la liberazione di Ahmed Bin Talal, capo di un’organizzazione di integralisti islamici. Nel ricercare informazioni a riguardo, le indagini di Hubbard lo portano ad interrogare Elise Kraft. Questa si rivelerà essere un agente segreto della CIA collegata all’ascesa di Bin Talal in Iraq. Grazie alla collaborazione con la donna, il cui vero nome è Sharon Bridger, i due agenti cercano dunque di fermare una serie di nuovi attentati.

Il gruppo di estremisti islamici iniziano infatti a dar vita ad una serie di imprevedibili attacchi, che mettono in breve tempo in ginocchio l’intera città. La popolazione è infatti del tutto soggiogata dal terrore, non sapendo mai quando i terroristi colpiranno, dove e con quale forza. A rendere più complesse le indagini vi sono anche i sospetti contro il dispotico generale William Deveraux, che nega di avere però a che fare con la scomparsa di Bin Talal. Intanto la situazione peggiora e il governo impone la legge marziale. Prima che possa avvenire una vera e propria mattanza etnica, Hubbard dovrà individuare i terroristi e impedirli di causare nuovi attentati.

Attacco al potere cast

Attacco al potere: il cast del film

Ad interpretare il ruolo dell’agente Anthony Hubbard è l’attore premio Oscar Denzel Washington, mentre nei panni del collega Frank Haddad vi è l’attore Tony Shalhoub. Per prepararsi ai loro rispettivi ruoli, i due ebbero modo di incontrare veri agenti dell’FBI, apprendendo da loro le procedure che si è soliti seguire in casi di terrorismo. Ciò permise ad entrambi di risultare più realistici nelle loro interpretazioni, giudicate in modo molto positivo e indicate come una delle cose migliori del film. Accanto a loro, nei panni degli agenti Floyd Rose e Danny Sussman vi sono invece gli attori Lance Reddick e David Proval. Sami Bouajila, invece, è Samir Nazhde, tra i sospettati di terrorismo.

Il ruolo di Elise Kraft alias Sharon Bridger era originariamente stato offerto all’attrice premio Oscar Jodie Foster. Questa, però, ha rifiutato non gradendo il tono del film. Al suo posto venne scelta Annette Bening, la quale acconsentì di recitare nel film soltanto dopo alcune modifiche alla sceneggiatura. Infine, nei panni del generale William Devereaux vi è l’attore Bruce Willis. Per il ruolo, egli si è recato al Pentagono. Qui ha appreso una serie di informazioni che gli hanno dato un’idea di ciò che il generale Devereaux avrebbe affrontato, sia in generale che in caso di grave crisi nazionale. Per la sua interpretazione, l’attore è poi stato nominato ai Razzie Awards come peggior attore.

Il trailer di Attacco al potere e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Attacco al potere è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Disney+, Infinity+ e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 30 gennaio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Leonardo DiCaprio nelle prime foto dal set del nuovo film di Paul Thomas Anderson

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Sono emerse online le prime foto del set del nuovo film di Paul Thomas Anderson con Leonardo DiCaprio.

Condivise su Twitter dagli utenti @jasonosia e @justashottt_, le prime foto del nuovo film di Paul Thomas Anderson, ancora senza titolo, vedono Leonardo DiCaprio vestito con un accappatoio e un cappello da calza. Con baffi e occhiali da sole, le immagini lo ritraggono mentre usa un telefono pubblico fuori da un negozio chiamato Murphy’s Health & Wellness Center.

È inoltre possibile vedere il filmato di una scena di inseguimento girato dalla polizia per il film, che al momento viene definito “BC Project“, condiviso su YouTube:

Cosa sappiamo del nuovo film di Paul Thomas Anderson?

Il 10 gennaio 2024, Deadline ha riportato BC Project, il nuovo film di Paul Thomas Anderson per la Warner Bros. inizierà la produzione il 21 gennaio 2024. Oltre a Leonardo DiCaprio, il film sarà interpretato da Sean Penn e Reginal Hall.

Anche la sceneggiatura di BC Project è stata scritta da Paul Thomas Anderson, mentre i dettagli della trama rimangono al momento segreti. Nell’articolo di Deadline si legge: “Abbiamo appreso che si tratta di un’ambientazione contemporanea ed è la più commerciale che Paul Thomas Anderson abbia mai tentato, con un budget commisurato“.

Leonardo DiCaprio è reduce dal film Killers of the Flower Moon, diretto da Martin Scorsese e attualmente disponibile in streaming su Apple TV+. Sebbene lo stesso DiCaprio non abbia ricevuto una nomination all’Oscar per l’interpretazione di Ernest Burkhart in Killers of the Flower Moon, il film è stato candidato a diversi premi Oscar, tra cui miglior film, attrice protagonista (Lily Gladstone) e attore non protagonista (Robert De Niro).

Anderson, invece, è noto per aver realizzato film come Boogie Nights del 1997, Magnolia del 1999, Punch-Drunk Love del 2002, There Will Be Blood del 2007, The Master del 2012, Inherent Vice del 2014, Phantom Thread del 2017 e, più recentemente, Licorice Pizza del 2021.  Paul Thomas Anderson sta anche producendo con Sara Murphy il nuovo film con Leonardo DiCaprio, che non ha ancora una data di uscita.

The Ministry Of Ungentlemanly Warfare: trailer del film di Guy Ritchie con Henry Cavill

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Ecco il trailer di The Ministry of Ungentlemanly Warfareil nuovo film di Guy Ritchie con protagonista Henry Cavill. L’ex Superman si fa ancora strada sul grande schermo interpretando una spia, mentre al cinema lo aspettiamo in Argylle di Matthew Vaughn.

Basato su una storia realmente accaduta raccontata da Damien Lewis nel suo libro omonimo, The Ministry of Ungentlemanly Warfare segue un’organizzazione segreta fondata da Winston Churchill e dall’autore di James Bond Ian Fleming per indebolire e infine far deragliare il regime nazista attraverso “sgarbate azioni non da gentiluomini”. Atti di sabotaggio. Precursore delle moderne organizzazioni di operazioni segrete, questo gruppo era composto da personale militare d’élite, ma apparentemente disadattato, specializzato in attività non convenzionali, cogliendo di sorpresa i nazisti e svolgendo un ruolo importante nello sradicarli. Henry Cavill è stato nominato leader di questo gruppo, anche se in questo caso il suo look non è quello della superspia.

L’ex star di Superman salperà con un talentuoso ensemble nell’ultimo film di Ritchie, con Hero Fiennes Tiffin, Henry Golding, Alan Ritchson e Alex Pettyfer tra coloro che si uniranno a lui in acqua. Eiza González, Babs Olusamokun, Henrique Zaga, Til Schweiger e Cary Elwes completano il gruppo costellato di stelle.

I Am: Celine Dion acquisito da Amazon MGM Studios

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I Am: Celine Dion acquisito da Amazon MGM Studios

Amazon MGM Studios ha annunciato di aver acquisito i diritti internazionali del documentario su Celine Dion, I Am: Celine Dion. Diretto dalla regista nominata agli Oscar Irene Taylor, il documentario è un’istantanea di un momento cruciale nella vita e nella carriera di una tra le più riconosciute e rispettate artiste di successo nella storia della musica pop: Celine Dion.

Questa esplorazione intima porta gli spettatori in un viaggio nel passato e nel presente di Celine, mentre rivela la sua battaglia contro la Sindrome della Persona Rigida (Stiff Person Syndrome – SPS) e gli sforzi fatti per continuare a esibirsi per i suoi amati e fedeli fan. Il documentario cattura la vita privata mai raccontata di una superstar globale, partendo dalle incursioni nel suo guardaroba couture, tra gli effetti personali, sino ad arrivare al tempo trascorso in studio di registrazione. Un’emozionante, energica e poetica lettera d’amore alla musica. I Am: Celine Dion racconta più di un anno di riprese mentre la leggendaria cantante affronta il percorso per una vita vera e autentica con la malattia.

Il documentario, prodotto da Sony Music Vision, in collaborazione con Sony Music Entertainment Canada e Vermilion Films, sarà disponibile su Prime Video in oltre 240 paesi e territori nel mondo. La data di uscita su Prime Video sarà annunciata in un secondo momento.

“Questi ultimi due anni sono stati una sfida per me, il percorso dalla scoperta della mia condizione sino all’imparare a conviverci e a gestirla, senza permettere a questa situazione di definirmi”, ha detto Celine Dion. “Mentre continuo a percorrere la strada per riprendere la mia carriera di performer, ho capito quanto mi è mancato il rapporto con i miei fan. Durante questa assenza ho deciso che volevo documentare questa parte della mia vita, per cercare di aumentare la consapevolezza di questa condizione poco conosciuta, per aiutare chi ha la mia stessa diagnosi”.

“Celine Dion è una superstar mondiale con un percorso artistico definito non solo dalla sua straordinaria etica del lavoro e dalla sua passione, ma anche dalla dedizione verso i suoi fan”, ha detto Jennifer Salke, head of Amazon MGM Studios. “Questo documentario è un ritratto diretto e intimo di un momento cruciale nella sua vita personale e nella sua carriera, ed alza il sipario sul viaggio che sta compiendo per superare una diagnosi impensabile. Ci onora che ci abbia affidato la sua storia, e non vediamo l’ora di condividerla con il pubblico di Prime Video di tutto il mondo”.

Trees, And Other Entanglements, il film più recente della regista Irene Taylor vincitrice di un Emmy Award e candidata all’Academy Award, è stato rilasciato lo scorso anno dalla HBO. Di recente, Taylor ha anche vinto un Columbia-DuPont Award per la sua tragica indagine su una delle istituzioni più affidabili in America, Leave No Trace: A Hidden History Of The Boy Scouts (Hulu). Presentato al Sundance nel 2019 e successivamente nominato per Special Merit in Documentary Filmmaking ai Primetime Emmy Awards 2020, Moonlight Sonata: Deafness in Three Movements racconta una storia molto personale per Taylor, quella di suo figlio sordo, suo padre sordo e Ludwig Van Beethoven, mentre componeva la sua famosa sonata. Altri suoi lavori includono Hear and Now, che ha vinto il Premio del Pubblico al Sundance nel 2007; Beware the Slenderman, che ha ricevuto nomination per un Emmy e due Critics’ Choice Awards; The Final Inch, che è stato nominato per un premio Academy e più Emmy; Saving Pelican 895; One Last Hug: Three Days At Grief Camp; Open Your Eyes e Between Sound and Silence.

Da quando è entrata a far parte della scena musicale mondiale all’età di 13 anni, Dion ha venduto più di 250 milioni di album durante i suoi 40 anni di carriera. Dopo aver ottenuto cinque Grammy Awards, due Academy Awards, il Billboard Music Award Lifetime Achievement Icon Award e il riconoscimento dai World Music Awards del 2004 come artista femminile più venduta di tutti i tempi, Dion continua a battere record. Con le hit dei film di successo – tra cui “Ashes” (Deadpool 2), “My Heart Will Go On” (Titanic), e “Beauty and the Beast” (La bella e la bestia), è una forza nel settore e stabilisce nuovi standard di eccellenza.

Nel 2021, Dion ha preso la difficile decisione di cancellare il suo attesissimo residency show a Las Vegas a causa di problemi di salute. In seguito, nel dicembre 2022, la cantante ha coraggiosamente rivelato che stava affrontando una battaglia contro la Sindrome della Persona Rigida, che ha portato alla cancellazione del suo Courage World Tour. Nonostante queste battute d’arresto, Dion è rimasta devota al suo lavoro ed è andata avanti, concentrandosi sulla guarigione. Nel 2023, ha mostrato il suo talento recitando nella commedia romantica Love Again e ha pubblicato cinque nuovi brani che hanno composto la colonna sonora del film.

Il documentario è stato prodotto da Irene Taylor, Stacy Lorts e Julie Begey Seureau per Vermilion Films e Tom Mackay per Sony Music Vision. Dave Platel e Denis Savage sono executive producers di Les Productions Feeling insieme a Shane Carter per Sony Music Entertainment Canada e Krista Wegener per Sony Music Vision. La vendita è stata negoziata da Sony Music Vision.

Avatar 4: Stephen Lang celebra l’inizio delle riprese

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Avatar 4: Stephen Lang celebra l’inizio delle riprese

La star di Avatar 4 Stephen Lang ha condiviso una nuova foto dietro le quinte del film per celebrare l’inizio della produzione del prossimo sequel. Dopo lo straordinario successo di Avatar: La via dell’acqua del regista James Cameron, la serie è destinata a continuare con almeno tre sequel aggiuntivi, per continuare la storia di Jake di Sam Worthington, Neytiri di Zoe Saldana e della loro famiglia.

Il personaggio di Stephen Lang, Quaritch, è stato introdotto nel film originale del 2009, uno spietato umano, tornato poi nel cast del secondo film in versione Na’vi. Lang è ora andato su Instagram per celebrare l’inizio delle riprese di Avatar 4, la cui uscita non è prevista prima di dicembre 2029.

Avatar 3, quello che sappiamo sul prossimo film della saga

Con l’uscita in sala di Avatar: La via dell’acqua, lo scorso dicembre, la saga cinematografica ideata da James Cameron e ambientata sul pianeta Pandora ha ripreso il via, con anche altri tre capitoli annunciati e in arrivo nei prossimi anni. Il primo di questi sarà Avatar 3, ancora senza titolo ufficiale, che come noto introdurrà importanti novità, a partire dal primo popolo Na’Vi caratterizzato come “cattivo”, ovvero il Popolo della Cenere. Sappiamo ancora pochissimo di questo e dei personaggi che lo comporranno, ma sembra che non si tratterà dell’unica nuova cultura che il film introdurrà nella saga.

Oltre al Popolo della Cenere ci sarà infatti almeno anche un altro popolo introdotto in Avatar 3, anche se al momento quest’ultimo rimane del tutto sconosciuto. Come sappiamo, il terzo film della saga è già stato in buona parte girato, dunque potrebbe essere solo questione di tempo prima di scoprire qualche dettaglio in più a riguardo e soprattutto sapere se i popoli saranno effettivamente solo due o anche di più e se staranno dalla parte dei buoni o dei cattivi. Protagonisti saranno però naturalmente gli attori Sam WorthingtonZoe Saldana, Kate Winslet, Sigourney Weaver, Edie Falco, Stephen Lang, Joel David Moore, Jemaine Clement, Matt Gerald e CCH Pounder.

La Profezia del Male: dal 9 maggio al cinema – Trailer Ufficiale

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La Profezia del Male: dal 9 maggio al cinema – Trailer Ufficiale

Le prime immagini de La Profezia del Male, il nuovo horror Sony Pictures scritto e diretto da Spenser Cohen (I mercenari – The Expendables) e Anna Halberg (Extinction, Moonfall). Nel cast sono presenti Harriet Slater (Pennyworth), Adain Bradley, Avantika (Mean Girls) e Jacob Batalon (Avengers: Endgame, Spider-Man: No Way Home). La Profezia del Male sarà solo al cinema dal 9 maggio da prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

La Profezia del Male – la trama

Mai usare le carte di qualcun altro: questa la regola sacra nella lettura dei Tarocchi. Quando un gruppo di amici la infrange scatena inconsapevolmente una terribile minaccia imprigionata nelle carte maledette. Uno dopo l’altro, i protagonisti dovranno affrontare il loro destino in una sfida contro la morte per sfuggire al futuro predetto nella profezia dei Tarocchi.

L’avamposto, dal 26 febbraio al cinema

L’avamposto, dal 26 febbraio al cinema

Dopo aver attirato l’attenzione di pubblico e critica alle Giornate degli Autori del Festival di Venezia, dove è stato presentato in prima mondiale come Evento Speciale, L’avamposto, il film documentario di Edoardo Morabito arriva al cinema. Un road movie avventuroso e rocambolesco che unisce i temi dell’emergenza climatica, la Foresta Amazzonica, e il culto irresistibile dei Pink Floyd.

L’avamposto è prodotto da Dugong Films con Rai Cinema, in associazione con Intramovies, con la O2 Pòs Produções di Fernando Meirelles e Bidou Pictures, ed esce nelle sale dal 26 febbraio distribuito da Luce Cinecittà. Girato tra il cuore dell’Amazzonia e la frenetica City affaristica di Londra il film racconta il sogno di una battaglia per salvaguardare il pianeta.

A condurla è Christopher Clark, un eco‐guerriero, uno scozzese fuori dall’ordinario che nel cuore della foresta amazzonica ha creato il suo personalissimo Avamposto del progresso: un modello di società utopica basato sull’equilibrio perfetto tra natura e tecnologia, gestito e preservato dagli abitanti della foresta.  Ma dopo 30 anni il governo si rifiuta ancora di creare una riserva e un nuovo grande incendio sta minacciando di distruggere l’Avamposto. Chris decide allora di giocare d’azzardo, opponendo alla spettacolare distruzione della foresta un evento altrettanto spettacolare: un concerto dei Pink Floyd dentro l’inferno verde, così da convincere il governo brasiliano a istituire una riserva.

Del resto nella mente di un sognatore tutto è possibile e forse ha ragione lui, in un mondo che corre a velocità folle verso l’apocalisse, essere un po’ folli è l’unico modo per opporre resistenza. Ma veramente possiamo salvare la foresta, noi, i figli del modello capitalista, lo stesso modello che la sta distruggendo?

Un film visionario e politico che attraverso le avventure di un Fitzcarraldo del XXI secolo ci racconta le contraddizioni che animano la salvaguardia del pianeta. Alle prese con un videomessaggio da spedire ai Pink Floyd, la preparazione di un cocktail nel cuore della foresta vergine, o mentre s’adopera per spegnere un incendio, Chris ci ricorda la necessità delle utopie e un monito per l’umanità: per sopravvivere abbiamo bisogno di ritrovare il desiderio e la giusta dose di immaginazione. Una riflessione viva e non retorica su un tema cruciale. Accompagnata da una seducente colonna sonora che gioca con gli echi di una delle più grandi rock band della storia.

‘Mentre il mondo brucia e noi assistiamo al cambiamento climatico come fosse la diretta streaming del grande spettacolo che è l’apocalisse, Chris si sente investito di una missione: salvare quel che resta dell’Amazzonia. Con ogni mezzo possibile.

L’avamposto è certamente un film sulla fine del mondo o quantomeno sulla distruzione del mondo naturale per mano dell’uomo. Ma è soprattutto un film sull’importanza del sogno per tornare ad immaginare possibili futuri… Perché sognare, come direbbe Chris, significa agire in prospettive cosmiche’. Dalle note di regia di Edoardo Morabito. Dopo la prima a Venezia il film è stato presentato con successo al São Paulo International Film Festival e al Festival del Cinema di Rio, e ha vinto il premio come Miglior Documentario al Festival del Cinema italiano di Madrid.

Dal 26 Febbraio sarà distribuito nelle sale da Luce Cinecittà con un tour di proiezioni evento alla presenza del regista e di ospiti, a Roma, Milano, Torino, Napoli, Firenze, Palermo, Catania, Pisa, Padova, e altre tappe in attesa di calendarizzazione.

Una bugia per due: recensione della commedia francese

Una bugia per due: recensione della commedia francese

Per gli amanti del cinema francese e della commedia degli equivoci con lezione finale, da giovedì 1° febbraio Officine UBU distribuisce in sala Una bugia per due, esordio nel lungometraggio del giovane Rudy Milstein (dopo alcuni corti, tra cui il Mon combat del 2019). Una storia sull’apparenza e l’opportunità, il bisogno di accettazione e il valore che diamo ai principi che diciamo orientino le nostre scelte, a tratti naive e un po’ ingenua, ma che può contare sulla presenza – e sulla tensione che tra loro si crea – di due volti noti come quelli di Vincent Dedienne e Géraldine Nakache. Con loro, oltre allo stesso regista in un piccolo ruolo (non banale), anche Clémence Poésy, Rudy Milstein, Isabelle Nanty, Sam Karmann e Rabah Nait Oufella.

Una bugia per due, la trama

Louis è gentile. il classico bravo ragazzo. È così gentile che passa spesso inosservato. I colleghi e i genitori non ne hanno una grande considerazione, e non può nemmeno contare sull’appoggio degli amici… che non ha. Il giorno in cui scopre di avere una grave malattia, quelli intorno a lui sembrano notare la sua esistenza per la prima volta, e per Louis le opportunità personali e professionali improvvisamente abbondano. Difficile però rivelare la verità, quando scopre di essere in realtà sano, dopo che lo studio legale presso cui lavora gli chiede di difendere una multinazionale dall’accusa che i propri prodotti provochino il cancro, l’occasione per farsi finalmente notare. Tutto ha un prezzo, come si sa, e l’imbarazzato e impacciato Louis sarà costretto dalle circostanze a interpretare il ruolo di bugiardo e a ricorrere a una bugia ‘a fin di bene’ per ritagliarsi un posto agli occhi degli altri.

Una bugia per dueMalato tra le donne

Al centro di tutto Vincent Dedienne, volto perfetto per esprimere lo spaesamento del protagonista, meno forse per lasciarne intuire gli angoli più oscuri o tormentati. Una potenziale debolezza cui il regista supplisce grazie a un tris di attrici chiamate a portare avanti l’intreccio intorno a lui, con la spigolosa e caparbia Hélène di Géraldine Nakache (non a caso eletta miglior attrice non protagonista dal pubblico del Festival Jean-Carmet nel 2023, sorella del regista Olivier Nakache e regista ella stessa, anche se sembra essersi fermata agli apprezzati Tout ce qui brille e Nous York) su tutte, seguita da ‘mamma’ Isabelle Nanty (Il favoloso mondo di Amélie) e la cinica Elsa di Clémence Poésy (In Bruges).

I riferimenti sono quelli delle commedie di Judd Apatow, del cinema di Agnès Jaoui, di Julie Delpy, di Michel Leclerc e del Tutti gli uomini di Victoria di Justine Triet, almeno stando a quanto dichiarato – a proprio rischio e pericolo – da Milstein, fan dello humor inglese di Quattro matrimoni e un funerale o di Mike Newell e di quello scorretto delle prime stagioni de I Simpson. Un gotha personale che rischia di aver confuso il regista, che qui sembra soffrire proprio della difficoltà a tenere in equilibrio tanti temi e spunti.

Una bugia per due Una commedia leggera con troppe pretese

Troppi, verrebbe da dire, visto che in un contesto alla Erin Brockovich si intrecciano una ‘velata’ critica delle politiche bancarie e della dilagante tendenza a giudicare, come anche dell’ipocrisia sociale nei confronti del diverso o del senso di colpa messo in scena più a beneficio di chi ci osserva che del malato o bisognoso di turno. Tutto legittimo, tutto raccontato con leggerezza e non senza siparietti divertenti o macchiette ben riuscite (senza considerare tale la suddetta Hélène, il migliore resta l’inespressivo Bruno interpretato da Milstein stesso), eppure tutto piuttosto confuso.

Tra scontri legali inverosimili, donne in carriera mosse più dalla gelosia personale che dal senso di giustizia e genitori anaffettivi, a regalare una parvenza di sincerità è il solo Rabah Nait Oufella, nei panni del giovane Julien. Un ‘primato’ che la dice lunga sulla poca efficacia dei personaggi costruiti sul resto del cast e di una scrittura che a fatica riesce a dare coerenza a questa satira sulle apparenze, che comunque riesce a procedere senza troppi scossoni e con qualche forzatura. Una favola morale più che una commedia dell’assurdo, come reso evidente dalla rassicurante e conciliatoria conclusione, e dall’invito a non cercare l’accettazione altrui a tutti i costi e a trovare il coraggio di non aspettare ad affrontare le cose che da sole non cambieranno mai.

QUEEN UNSEEN, arriva a Milano la mostra dedicata alla band rock britannica

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Fans e appassionati sono già in fermento per l’arrivo a Milano, presso la Fondazione Luciana Matalon, in Foro Buonaparte 67, della tappa lombarda del tour europeo della mostra – evento “QUEEN UNSEEN | Peter Hince, in programma dall’ 8 febbraio al 21 aprile 2024, un vero e proprio viaggio esperienziale nel mondo della celeberrima band da vivere attraverso le immagini inedite fermate nel tempo da chi i QUEEN li ha conosciuti davvero bene, vivendoci in simbiosi per oltre dieci anni. Dopo lo straordinario successo riscosso a Torino, Rimini e Roma, arriva anche a Milano la mostra-evento del gruppo inglese che ha segnato la storia della musica rock e che intrattiene con la città un rapporto speciale, essendosi esibito in Italia in concerto soltanto al Palasport di San Siro accanto allo stadio nel 1984 (nello stesso anno erano stati ospiti anche al Festival di Sanremo).

“QUEEN UNSEEN | Peter Hince si compone di oltre 100 fotografiedel road manager e assistente personale di Freddie Mercury – Peter Hinceappunto, mai esposte in precedenza in nessun Paese europeo, e di cui alcune in assoluta anteprima internazionale, e di oltre un centinaio di cimeli, memorabilia, oggetti e documenti vari, tutti rigorosamente originali: tra di essi figurano l’asta del microfono utilizzata da FreddieMercury nel suo ultimo concerto, una chitarra autografata di Brian May, i costumi usati per il videoclip di Radio Gaga, un piatto autografato e le bacchette della batteria di Roger Taylor, materiale proveniente in parte da dalla raccolta personale di Niccolò Chimenti, uno dei maggiori collezionisti europei dell’universo Queen. Completa la mostra la proiezione di video rari e di spezzoni dei più famosi concerti della band. A 50 anni dall’uscita del primo disco, l’omonimo Queen, l’esposizione rappresenta un’occasione imperdibile, per i fan di scoprire aspetti e dettagli inediti delgruppo e del suo carismatico front-man e per il grande pubblico di ampliare la propria conoscenza sulla band che ha rivoluzionato la musica degli ultimi 50 anni e che ancora oggi riesce ad essere straordinariamente attuale.

Grazie alla fortuna di aver lavorato per una delle più famose fabbriche di hit musicali degli anni Settanta e Ottanta, Ratty – come era soprannominato Peter Hince – ha potuto avere accesso, sia professionale che privato, ai momenti salienti che hanno contraddistinto la band di Bohemian Rhapsodyche è riuscito a fermare nel tempo e rendere eterni con i suoi memorabili scatti. Il sodalizio tra Hince e i Queen inizia nel 1975, quando la band si stava apprestando a registrare A Night at the Opera. Peter era la persona responsabile di strumenti e soundcheck che doveva vigilare affinché la performance della banda sul palco filasse come da copione; presto si guadagnò la fiducia di Freddie, Brian, John e Roger. Di quei primi anni purtroppo non esistono fotografie che invece Peter inizia a scattare a partire dal 1977, quando ormai la band aveva raggiunto l’apice del proprio successo mondiale, fino al 1986. In virtù dello stretto rapporto personale particolare esistente tra Hince e Freddie Mercury la mostra dedicherà una particolare attenzione al cantante della band. Tra gli scatti di Hince spiccano certamente alcune tra le immagini più iconiche del cantante, catturate in studio di registrazione, sul set dei video musicali più trasmessi nel mondo o su quello fotografico, in cui Hince ha immortalato Freddie abbigliato come una vera regina. Freddie, immigrato nell’Inghilterra degli anni ’70, è stato una delle figure chiave non solo della rivoluzione musicale della seconda metà del XX secolo, ma anche di quelle sociale e culturale, che lo hanno reso uno dei principali ed indiscussi protagonisti di quegli anni gloriosi. E se le fotografie di Hince ci offrono uno spaccato unico ed un accesso privilegiato alla band e al suo front-man, la carriera dei Queen nella mostra è documentata nel dettaglio da un ricco allestimento che include anche materiale video e oggetti fisici. La mostra, quindi, non rappresenta soltanto un inedito viaggio fotografico attraverso i momenti più importanti della band, ma un vero e proprio percorso esperienziale.

Nato a Hereford, Inghilterra nel 1955, Peter Hince inizia la sua avventura nel mondo della musica nel 1973 come giovane roadie con David Bowie. Nello stesso anno, lavorando per i Mott The Hoople, incontra una band semisconosciuta, i Queen, gruppo di supporto nel tour britannico dei Mott. In quel periodo Peter continua a lavorare con altri grandi artisti, tra cui Mick Ronson, Lou Reed, Eno (Roxy Music), Supertramp, George Benson e Kevin Ayers, entrando a far parte dei Queen a tempo pieno nel 1975. Peter è stato assistente personale di Freddie Mercury e del bassista John Deacon, diventando in seguito capo della road crew dei Queen. Durante gli anni passati con i Queen, Peter coltiva la passione per la fotografia riuscendo a scattare foto intime e sincere della band in studio di registrazione, durante le riprese dei videoclip, le prove dei tour e, in rare occasioni, anche durante gli spettacoli dal vivo. Scatta inoltre alcuni ritratti alla band, diventati iconici. L’archivio di Peter Hince è unico e copre non solo un ampio periodo della carriera pubblica dei Queen, ma contiene anche rare immagini riprese dietro le quinte. Pur non essendo mai stato nominato come fotografo ufficiale dei Queen, la band si sentiva rilassata e a proprio agio con lui. “Durante gli anni con i Queen ero in una posizione privilegiata e poiché la band si fidava di me e delle mie macchine fotografiche, sono riuscito a catturare queste rare immagini. Potreste dire che sono stato fortunato, ma nella vita ho scoperto che più lavori duramente, più ti applichi, riconosci e cogli le opportunità, più sei fortunato”. Dopo l’ultimo tour dei Queen nel 1986, Peter ha avuto una carriera di successo come fotografo pubblicitario, continuando sempre a fotografare Freddie Mercury e gli altri membri della band. Peter Hince ha vinto premi internazionali per il suo lavoro commerciale e per le sue immagini subacquee in bianco e nero, che sono state esposte numerose volte. Nel 2009 il suo archivio fotografico dei Queen è stato esposto in Australia nella mostra intitolata “Queen – The Unseen Archive”. Nel novembre 2021 si è tenuta a Monaco di Baviera una nuova mostra di grande successo, per celebrare Freddie Mercury, in cui sono state esposte alcune foto di Hince. Peter ha anche trasformato la sua prima passione per la scrittura in un libro di memorie: “Queen Unseen”, acclamato dalla critica e pubblicato in oltre venti Paesi di tutto il mondo. Un nuovo libro fotografico che segue il viaggio di Peter con i Queen sarà pubblicato anche in Italia a fine febbraio a oltre 50 anni dal loro primo incontro. Oggi vive tra Londra e Monaco, scrivendo, esponendo e gestendo il suo archivio fotografico ed è spesso chiamato per rilasciare interviste e invitato a fare da relatore e rappresentante del mondo della musica negli anni ’70 e ’80.

“QUEEN UNSEEN | Peter Hince” a Milano è prodotta ed organizzata dalla Blu&Blu Network di Roma e realizzata in collaborazione con Fondazione Luciana Matalon e con il supporto di Anteo Palazzo del Cinema e Hard Rock Cafe Milan, due importanti special partner che promuoveranno in modi diversi l’evento.

La Fondazione Matalon, impegnata dal 2000 nella promozione dell’arte e della cultura per volere della sua fondatrice e artista Luciana Matalon, collabora con entusiasmo alla realizzazione del progetto espositivo milanese. I Queen rappresentano infatti un fenomeno culturale che ha significativamente rivoluzionato il mondo della musica, dell’arte e dello spettacolo. La documentazione fotografica di Peter Hince rappresenta un punto di vista iconico e unico del percorso artistico della band, che la Fondazione e il suo presidente, dott. Nello Taietti, sono lieti di poter annoverare all’interno del proprio programma espositivo dedicato alla fotografia e ai diversificati utilizzi di questo medium artistico.

“QUEEN UNSEEN | Peter Hince prosegue inoltre all’Hard Rock CafeMilan, il locale più rock’n’roll nel cuore del capoluogo meneghino di via Dante 5, che durante tutta la durata della mostra ospiterà sulle proprie pareti fotografie esclusive, cimeli e video musicali che gli appassionati della storica band potranno ammirare solo lì. Un viaggio esperienziale unico cha farà anche da trait d’union, infatti chiunque farà un acquisto al Rock Shop di Hard Rock riceverà un voucher da presentare alla mostra per richiedere il biglietto ridotto. Ma non solo, chi visiterà prima l’esibizione riceverà uno sconto da utilizzare al Rock Shop di Hard Rock Cafe Milan.

Anteo Palazzo del Cinema ospiterà un incontro per il pubblico con Peter Hince martedì 6 febbraio alle ore 18 moderato dal curatore della mostra Niccolò Chimenti. I biglietti per assistere alla conversazione in lingua inglese sono in vendita a 5 euro sul sito del cinema. Inoltre presentando il biglietto d’ingresso per Anteo Palazzo del Cinema emesso dal 6 febbraio al 21 aprile si otterrà l’ingresso ridotto alla mostra.

Anche per la tappa milanese i ringraziamenti vanno estesi a FAI – Fondo Ambiente Italiano, Multivision, Ledvision, Primafila Magazine, Franciosa Comunicazione, P&B Communication e la radio partner Radio Bruno.  

La mostra sarà visitabile dall’8 febbraio al 21 aprile dal martedì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 19.00, con costo del biglietto intero € 18,00 e biglietto ridotto € 12,00.

Te l’avevo detto: intervista alle protagoniste

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Te l’avevo detto: intervista alle protagoniste

La regista Ginevra Elkann e le attrici Valeria Golino e Alba Rohrwacher hanno presentato Te L’avevo detto, il secondo film della regista, al cinema dal 1° febbraio, distribuito da Fandango.

La trama di Te l’avevo detto

È un fine settimana di gennaio a Roma, quando un’anomala ondata di caldo si impossessa della città. Nell’arco di due giorni i nostri protagonisti vengono messi con le spalle al muro, costretti ad affrontare tutto quello che hanno abilmente evitato nelle loro vite, abituati a usare il sesso, il cibo, le droghe e persino l’ amore come via di uscita, adesso non possono più scappare, devono attraversare il caldo e farsi trasformare da esso, ognuno con il suo ritmo, ognuno con la sua voce.

La strage di San Gennaro: la recensione del docufilm prodotto da SkyCrime

Asseriva Peppino Impastato, ne I Cento Passi di Marco Tullio Giordana, che “se si insegnasse la bellezza alla gente, la si fornirebbe di un’arma contro la rassegnazione, la paura e l’omertà. All’esistenza di orrendi palazzi sorti all’improvviso, con tutto il loro squallore, da operazioni speculative, ci si abitua con pronta facilità […] e presto ci si dimentica di come erano quei luoghi prima, ed ogni cosa, per il solo fatto che è così, pare dover essere così da sempre e per sempre”. A risvegliare questa memoria ci hanno provato gli autori del docufilm La Strage di San Gennaro, una produzione di SkyCrime diretta da Matteo Lena. Al centro della storia, l’omicidio di sei immigrati africani a Castel Volturno, in provincia di Caserta, il 18 settembre 2008. Una strage senza un movente diretto verso gli uomini che rimangono a terra, raggiunti da un volume di fuoco di centinaia di bossoli sparati da kalashnikov e pistole al servizio di un boss della camorra in cerca di una rapida ascesa al potere. Questo è l’orrore, senza dubbio, ma come ci siamo arrivati?

Alle origini della strage di San Gennaro

La sceneggiatura di Carlo Altinier e Stefania Colletta racconta la strage di San Gennaro partendo dagli anni Settanta, quando il degrado dell’odierna Castel Volturno era un’ipotesi impossibile da formulare per i suoi ricchi frequentatori. La cartolina di un mare cristallino, con una pineta tra le più estese d’Italia, villette curate e un turismo d’élite a meno di un’ora da Napoli, rappresenta uno sbiadito ricordo a cui, nel tempo, si sono sovrapposti proprio gli orrendi palazzi predetti da Impastato. Otto, per la precisione, costruiti sulla spiaggia ad opera dei fratelli Cristoforo e Vincenzo Coppola, originari di Casal di Principe, che sognavano di impiantare qui una Rimini campana nella completa ignoranza di qualsivoglia vincolo paesaggistico.

Le torri di Pinetamare, come era conosciuto il villaggio, vennero abbattute tra il 2001 e il 2003, con una serie di interventi registrati dal film documentario L’esplosione di Giovanni Piperno. Restituire quel tratto di terra al mare non è stato sufficiente a ripristinare l’antica bellezza: l’abuso edilizio, nel suo degradare l’ambiente, aveva nel frattempo aperto la strada alla cultura dell’illegalità, come se il ‘brutto’, come viene testimoniato in questo docufilm, avesse cominciato a permeare la mentalità stessa degli abitanti. Scomparsi i turisti benestanti, anche i privati hanno progressivamente abbandonano i propri immobili e in una generalizzata mancanza di cura, il territorio di Castel Volturno ha finito per diventare un luogo fatiscente, preda facile di qualsiasi forma di criminalità.

La ricostruzione dei fatti di cronaca di Castel Volturno

Lo dichiara Cesare Sirignano, pubblico ministero nel processo contro Giuseppe Setola, il mandante della strage di San Gennaro e lui stesso a capo del gruppo di fuoco che nel 2008, nella frazione di Ischitella, a Castel Volturno, si scagliò contro la sartoria del ghanese El Hadji Ababa. Quella sera, per caso fortuito, nel locale si trovavano anche i connazionali Joseph Ayimbora, Kwame Antwi Julius Francis, Affun Yeboa Eric, Christopher Adams, oltre a Samuel Kwako, originario del Togo, e a Jeemes Alex, originario della Liberia. Ayimbora, l’unico sopravvissuto, riuscì a salvarsi perché il suo corpo insanguinato fu protetto da quello di un compagno colpito più duramente e caduto a morte.

Il documentario parla di loro, delle vittime degli spari, perché Setola è solo uno dei tanti pervasi dal ‘brutto’ e indagare la sua storia non sarebbe sufficiente per rispondere alla domanda: “per quale motivo?”. Alle ore 19.55 di quella sera di fine estate, Setola, ancora in umore di sangue dopo aver sparato ad Antonio Celiento, un pregiudicato ritenuto informatore delle Forze dell’Ordine, chiede ai suoi scagnozzi di trovare dei neri. Il suo messaggio deve arrivare forte e chiaro alla cosiddetta mafia nigeriana, che da anni sfrutta la prostituzione per reinvestire i proventi nel traffico di stupefacenti sul ‘suo’ territorio. La sua bestialità non è unica, distintiva, e la scelta di campo degli autori è molto precisa nel ricollocare l’arroganza di un atteggiamento omicida nel quadro di miseria di un territorio abbandonato a se stesso, senza servizi, né possibilità di crescita. Solo attraverso la lucidità di quest’analisi diventa chiaro che si tratta esclusivamente di una questione di tempo prima che il prepotente di turno voglia riattivare un clima di violenza per imporre la propria legge personale, come ammonisce sul finale Vincenzo Ammaliato, giornalista del Il Mattino, tra i primi ad accorrere sul luogo della strage di San Gennaro.

Un docucrime che sa mantenere l’impianto informativo

Non è la prima volta che il regista Matteo Lena si confronta con il racconto del Male: già Premio Ilaria Alpi per il documentario Le mani su Palermo, ha firmato la sceneggiatura e la regia della docuserie Il Mostro di Udine. La forza del lavoro realizzato per SkyCrime risiede in un trattamento del soggetto che sposta l’attenzione dai fascicoli delle indagini, dalle intercettazioni, dai verbali degli interrogatori alle condizioni di una comunità intera per allargare il campo della responsabilità e la capacità di identificazione di un pubblico abituato a trovare il focus del docucrime nel vicino della porta accanto, che si tratti della vittima o dell’aggressore.

L’influenza degli standard imposti da Gomorra, produzione originale Sky, a questo tipo di narrazione sono visibili nei passaggi legati alla ricostruzione del fatto di cronaca, sovrapposti alle riprese d’archivio, La Strage di San Gennaro, tuttavia, riesce ad andare oltre. L’impianto giornalistico rimane infatti l’asse portante di un racconto che non concede facili risposte. La ‘soluzione’, contrariamente a quanto accade nei classici docucrime, non risiede nella possibilità di delimitare la violenza al percorso deviato di una sola mente criminale: il pericolo è molto più pervasivo e nessuno di noi può dirsi davvero immune.

Quarto Potere di nuovo al cinema con I Wonder Pictures

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Quarto Potere di nuovo al cinema con I Wonder Pictures

Torna nelle sale italiane con I WONDER CLASSICS, la divisione di I Wonder Pictures dedicata alla riscoperta dei classici d’autore, QUARTO POTERE (CITIZEN KANE), il film cult diretto da Orson Welles che uscì negli Stati Uniti nel 1941 e in Italia nel dopoguerra.

QUARTO POTERE (CITIZEN KANE), a più di 80 anni dall’uscita, è un film di straordinaria attualità: il suo ritorno in sala cade in un anno in cui 2 miliardi di cittadini in 76 Paesi, Stati Uniti compresi, saranno chiamati alle urne, e in un momento storico in cui la riflessione sul potere dei media – social e tradizionali – è quanto mai urgente, a partire dai recentissimi casi di cronaca italiani.

QUARTO POTERE (CITIZEN KANE) si presenta come un’inchiesta giornalistica sulla vita di Charles Foster Kane, personaggio pubblico e tycoon per eccellenza, proprietario di ben 37 testate giornalistiche e di svariate emittenti radiofoniche, candidato governatore e protagonista di scandali clamorosi che, finiti sulle prime pagine dei quotidiani, troncano la sua avanzata verso la presidenza degli Stati Uniti. L’enorme potere dei media sull’opinione pubblica e sulla società diventa così uno dei temi centrali del film, proponendo una chiave interpretativa anche del nostro presente. La figura di Kane, in cui pubblico e privato si mescolano inscindibilmente, è indagata da un giornalista attraverso cinque interviste a persone a lui vicine, che ne restituiscono un ritratto complesso e contraddittorio. Ma è davvero possibile definire l’essenza profonda di un uomo, per quanto la sua vita sia stata di pubblico dominio?

Definito da Jorge Luis Borges come “il lavoro di un genio” e da Steven Spielberg come “una grande esperienza”, QUARTO POTERE (CITIZEN KANE) ha rivoluzionato la storia del cinema, diventando secondo la BBC e l’American Film Institute il miglior film americano di sempre.

QUARTO POTERE (CITIZEN KANE) sarà nei cinema dal 24 marzo in versione originale sottotitolata. 

Quarto Potere – la trama

Charles Foster Kane, magnate e media tycoon, muore abbandonato da tutti nella sua lussuosa residenza, Xanadu. Ma, prima di spegnersi, pronuncia la parola “Rosebud”. Chi o cos’è Rosebud? E cosa si nasconde tra le pieghe della vita di un individuo che, come lui, è stato in grado di incarnare il Sogno Americano finché quel sogno non è diventato un incubo? Nell’anno delle presidenziali Usa e in uno scenario mediatico rivoluzionato dal web e dai social, torna al cinema Quarto Potere (Citizen Kane) e si rivela ora più attuale che mai, capace di parlarci con inalterata lucidità del potere dei media, delle loro ingerenze nella politica e dei riflessi che questo potere ha su tutti noi. E di appassionarci con una storia di sfrenata ambizione, ascesa e caduta, alla ricerca di quel lato più intimo di ogni individuo, che persino oggi – con le nostre esistenze moltiplicate dagli schermi di centinaia di device elettronici – è forse destinato a rimanere inaccessibile.

Sara Sampaio: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Sara Sampaio: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Il nome di Sara Sampaio potrà non dire molto agli appassionati di cinema, in quanto ad oggi più che come attrice ha lavorato principalmente come modella. Sempre più, però, Sampaio sembra interessata a portare avanti una carriera anche nel mondo della recitazione, potendo già contare su alcuni progetti realizzati e altri in arrivo particolarmente promettenti. In vista di una sua maggiore popolarità, può allora essere utile sapere qualcosa di più su di lei.

Ecco 10 cose che forse non sai su Sara Sampaio.

Sara Sampaio: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in alcuni film. Sampaio ha debuttato come attrice in un lungometraggio nel film del 2017 The Clapper, commedia con Ed Helms e Amanda Seyfried dove interpreta sé stessa. Nel 2018 ha poi recitato nel drammatico Carga, incentrato sul traffico di esseri umani, ricoprendo il ruolo di Anna. Torna poi a lavorare come attrice nel 2021 per il film Confini e dipendenze, un thriller sui cartelli di droga con protagonisti Gary Oldman, Armie Hammer e Evangeline Lilly. Nello stesso anno interpreta Marta nel film Sombra, per poi recitare in Wifelike (2022), con Jonathan Rhys Meyers, e At Midnight (2023).

2. È comparsa in una nota serie TV. Nel 2017 Sampaio ha fatto anche il suo debutto in una serie televisiva con Billions, interpretata da Paul Giamatti e Maggie Siff, recitando nel ruolo di Prianca nell’episodio 3 della seconda stagione. Ha poi recitato anche in due episodio della miniserie Sombra – Uma mãe sabe, dove ha ripreso il personaggio di Marta, già interpretato nel film Sombra.

3. Ha diversi nuovi progetti in arrivo. Questo e il prossimo anno si riveleranno molto importanti per Sampaio, ormai sempre più interessa a portare avanti una carriera da attrice parallelamente a quella da modella. Nel 2024 reciterà infatti nel ruolo di Gia nel film drammatico Billy Knight, che ha per protagonisti Al Pacino, Patrick Schwarzenegger e Diana Silvers. Nel 2025, invece, reciterà nell’atteso Superman: Legacy, film che la aiuterà senza dubbio a divenire ancor più popolare.

Sara Sampaio film Carga

Sara Sampaio sarà in Superman: Legacy

4. Reciterà nell’atteso film del DC Universe. Sampaio è stata scelta per interpretare Eve Teschmacher nel film Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn e con David Corenswet nel ruolo di Superman. Il personaggio di Eve Teschmacher ha fatto il suo debutto nel film di Superman di Richard Donner con protagonista Christopher Reeve, per poi essere inserita all’interno della continuity dei fumetti DC. Il suo ruolo consiste nell’essere l’assistente di Lex Luthor e di essere il suo interesse amoroso. Si presume dunque che nel film l’attrice avrà modo di confrontarsi principalmente con l’interprete di Luthor, Nicolas Hoult.

Sara Sampaio, modella per Victoria’s Secret

5. È uno dei volti del noto marchio di moda. Nel 2013 Sampaio ha già alle spalle una breve ma intensa attività da modella, che in quell’anno la porta infine a diventare uno dei volti della linea Pink di Victoria’s Secret e nel mese di novembre viene scelta per sfilare al suo primo Victoria’s Secret Fashion Show. Sempre per Victoria’s Secret ha poi partecipato al videoclip del brano Hands to Myself di Selena Gomez, dove insieme ad altre modelle canta in playback. Questo è poi stato promosso con un’esibizione televisiva al Victoria’s Secret Fashion Show 2015 e al Saturday Night Live.

6. Ha stabilito un primato. Il 28 aprile 2015, Victoria’s Secret conferma sulla sua pagina ufficiale di Instagram che Sara Sampaio è diventata ufficialmente una Victoria’s Secret Angels, insieme ad altre nove modelle. Ciò l’ha resa il primo angelo portoghese del celebre marchio di moda, facendole dunque stabilire un primato.

Sara Sampaio: il suo fidanzato e i suoi ex

7. Ha una relazione con il figlio di un noto attore. Dal 2015 al 2020 Sampaio ha avuto una relazione con l’imprenditore Oliver Ripley. La relazione è però poi terminata per via della difficoltà di conciliare la vita privata con i rispettivi impegni professionali. Dall’aprile 2022 all’inizio del 2023 ha avuto una relazione con il produttore americano Zac Frognowski, mentre dal luglio 2023 ha una relazione con Ray Nicholson, figlio del celebre premio Oscar Jack Nicholson.

Sara Sampaio Victoria's Secret

Sara Sampaio è su Instagram

8. È presente sul social network. L’attrice e modella è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da ben 8,6 milioni di persone e dove attualmente si possono ritrovare circa 700 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice e da modella, inerenti il dietro le quinte di tali progetti o promozionali nei loro confronti. Ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

9. Ha parlato sul social della propria malattia. La Sampaio ha dichiarato tramite il proprio profilo Instagram di soffrire di tricotillomania. Anche nota come “disturbo da strappamento di peli”, è questa una condizione psicologica caratterizzata da un persistente e irrefrenabile bisogno di strapparsi capelli e/o peli di qualsiasi altra area del corpo, per ragioni non estetiche. Sampaio è stata elogiata dai fan e dai media per aver sensibilizzato l’opinione pubblica su questa patologia poco conosciuta e ha ricevuto molti messaggi di sostegno da parte di chi ne soffre.

Sara Sampaio: età e altezza dell’attrice

10. Sara Sampaio è nata il 21 luglio 1991 a Porto, in Portogallo. L’attrice è modella è alta complessivamente 1,73 metri.

Deadpool 3: una foto dal backstage racconta la “fratellanza” sul set di Shawn Levy

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Il regista di Deadpool 3, Shawn Levy, ha recentemente annunciato che le riprese principali del trequel ambientato nel MCU sono terminate, e il regista ha ora utilizzato i social media per condividere un paio di nuove foto dietro le quinte.

Non si tratta di scatti rivelatori, ma le immagini ci mostrano Levy che condivide un abbraccio con le star Ryan Reynolds (Wade Wilson) e Hugh Jackman (Logan), presumibilmente scattate all’inizio e alla fine della produzione. La didascalia recita che da amicizia, la loro relazione è diventata una vera e propria fratellanza. Ma non è tutto…

Il film sta cominciando silenziosamente il suo posizionamento nelle programmazioni di tutto il mondo, e in particolare è balzata all’occhio la trama del film che è stata scelta per segnalare il film in Giappone. La breve sinossi recita: “Quel fottuto eroe irresponsabile Deadpool cambierà la storia dell’MCU con Wolverine”. 

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Chi c’è in Deadpool 3?

Deadpool 3 riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool 3 uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Kingsman, Matthew Vaughn vorrebbe che il terzo film venisse realizzato il più rapidamente possibile

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Nel 2015 arriva al cinema Kingsman: The Secret Service, diretto da Matthew Vaughn e basato sul fumetto di Mark Millar e Dave Gibbon, film che ha fatto esordire Taron Egerton rendendolo una star. Nel 2017, il seguito ha aggiunto un pezzo importante alla mitologia dei Kingsmen al cinema, con The Golden Circle.

Il prequel di questa storia, The King’s Man, è arrivato nel 2021 con una serie di ritardi dovuti al COVID e con un riscontro di pubblico non proprio incoraggiante. Ora, un terzo capitolo della saga principale è in lavorazione ormai da anni, e sappiamo da tempo che chiuderà il libro sulle storie di Eggsy e Harry Hart.

Parlando con Collider del suo nuovo film, Argylle, il regista Matthew Vaughn ha riconosciuto che il divario tra il secondo e il terzo capitolo è stato forse un po’ troppo lungo (sette anni e oltre) e ha chiarito che vuole che Kingsman 3 venga realizzato il più rapidamente possibile.

“Quindi dobbiamo andare avanti con Kingsman 3 prima che Colin [Firth] diventi troppo vecchio e, oserei dirlo, anche Taron [Egerton] se la cava,” ha spiegato Vaughn. “Quindi, Kingsman 3 è sicuramente la conclusione della loro relazione. Il primo atto è in fase di scrittura. Il terzo atto è in fase di scrittura. Il secondo atto ha bisogno di un po’ di lavoro, giusto? E quindi sappiamo come finisce, sappiamo come inizia.”

Vaughn conferma quindi di possedere i diritti sul franchise di Kingsman, il che significa che se 20th Century Studios (ex Fox) rifiuta di realizzare il trequel, potrà produrlo altrove. Mentre i primi due film hanno avuto successo, The King’s Man è stata una delusione di critica e di pubblico. E questo potrebbe rendere difficile la vendita di un terzo capitolo.

Daniela Melchior commenta un possibile ritorno nel DCU

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Daniela Melchior commenta un possibile ritorno nel DCU

Daniela Melchior è uno dei volti che maggiormente restano impressi dopo la visione di The Suicide Squad, grazie alla sua dolcissima Ratcatcher 2 che in molti vorrebbero vedere ancora al cinema. Il ritorno diretto è stato reso improbabile dal risultato al box office non troppo lusinghiero per il film, tuttavia John Cena e il suo Peacemaker hanno trovato spazio e pubblico sulla HBO. Allo stesso modo, sia Amanda Waller di Viola Davis che Weasel di Sean Gunn faranno parte del rilancio del DCU.

Sembra quindi legittimo sperare in un ritorno di Ratcatcher 2, tuttavia Daniela Melchior non sembra essere a conoscenza di piani che la coinvolgono, almeno da quanto ha dichiarato in una risposta a un commento sui social:

Non sembra che Gunn abbia ancora contattato l’attrice, che ha avuto anche un piccolo ruolo in Guardiani della Galassia Vol. 3, ma saremmo sorpresi se non la portasse a bordo del franchise in futuro, se non come Ratcatcher 2, almeno nei panni di un personaggio diverso.

Per quanto riguarda il resto dei compagni di squadra nella Task Force X, riportare in vita l’Harley Quinn di Margot Robbie sembrerebbe un gioco da ragazzi – soprattutto dopo l’enorme successo di Barbie – ma Gunn ha recentemente dichiarato di non aver parlato con l’attrice di un potenziale ritorno.

Il Gladiatore 2: Pedro Pascal ha svelato per sbaglio il suo costume

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Da quando è stato annunciato che Pedro Pascal (The Last of Us) è stato selezionato per unirsi al cast dell’attesissimo epico Il Gladiatore 2, i fan sono stati alla ricerca di ogni piccola informazione che potesse offrire qualche indizio su quale ruolo ricoprirà. Dato che il team di produzione e il regista Ridley Scott (Napoleon) non lasciano trapelare informazioni, non ci resta altra scelta se non quella di esaminare alcune foto che potrebbero aver inavvertitamente svelato il tipo di costume che Pascal indosserà nel film.

Le foto sono state originariamente pubblicate da un membro della troupe de Il Gladiatore 2 di nome Mark Gauci, che potrebbe essere un amico di Pascal, e sembrano foto di un soleggiato fine settimana a Malta. A quanto pare, il gruppo ha deciso di celebrare la fine della lavorazione – le riprese del film si sono concluse la scorsa settimana – e una delle immagini dei BTS mostra Pascal con capelli diversi e mentre indossa ancora un costume.

È abbastanza chiaro che il mantello grigio che indossa è del tipo che vediamo nei pezzi d’epoca, e potrebbe suggerire che il personaggio di Pedro Pascal in Il Gladiatore 2 sia qualcuno della classe nobiliare, dal momento che non sembra logoro. Sotto il mantello non c’è molto da vedere tranne un pezzo di camicia bianca, quindi dobbiamo ancora scoprire che tipo di posizione sociale occupa il suo personaggio nella storia.

https://twitter.com/pascalarchive/status/1751966403165319579?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1751966403165319579%7Ctwgr%5E25bf13ffc201823adf628f46ec37285d0f3317de%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcollider.com%2Fgladiator-2-pedro-pascal-costume-image%2F

Chi c’è nel cast de Il gladiatore 2?

Il gladiatore 2 è diretto da Ridley Scott e si basa su una sceneggiatura scritta da David Scarpa. A guidare l’atteso sequel è Paul Mescal nel ruolo di Lucio, il figlio di Lucilla e nipote dell’imperatore Commodo del primo capitolo. A Paul Mescal si aggiungono i membri del cast Connie Nielsen nel ruolo di Lucilla e Derek Jacobi in quello di Gracco. Nel cast ci saranno anche Denzel Washington, Pedro Pascal, Joseph Quinn, Fred Hechinger, May Calamawy, Lior Raz e altri ancora.

Il gladiatore 2  è prodotto da Ridley Scott, Michael Pruss, Douglas Wick e Lucy Fisher. Il film è considerato una produzione in joint-venture tra Paramount, Universal Pictures, Scott Free Productions e Parkes/MacDonald Productions. Ricordiamo che Russell Crowe non è coinvolto in alcun modo nel progetto, specialmente alla luce del fatto che il suo Massimo muore, appunto, al termine del primo film. La produzione de Il gladiatore 2 è ripresa all’inizio del mese dopo la fine degli scioperi a Hollywood. Attualmente il film dovrebbe arrivare nelle sale il 22 novembre 2024.

Marvel Spotlight: cos’è e come si collega con il Marvel Cinematic Universe

Il 2023 è stato un anno piuttosto critico per i Marvel Studios, che hanno visto alcuni dei loro progetti ottenere risultati ben al di sotto delle aspettative (Ant-Man and the Wasp: Quantumania e The Marvels su tutti) e altri riscuotere un buon successo (Guardiani della Galassia Vol. 3 e la serie Loki). Tra novità, esperimenti, passi falsi e lezioni imparate, i Marvel Studios hanno anche introdotto la nuova etichetta Marvel Spotlight (con un proprio logo e tema sonoro), che sarà presente su alcuni dei prodotti che da qui in avanti verranno realizzati come parte del MCU. Con il primo titolo contenente tale dicitura che è già stato rilasciato, sarà bene sapere qualcosa in più su questa nuova realtà targata Marvel.

Cos’è Marvel Spotlight?

Come affermato dal responsabile dello streaming dei Marvel Studios, Brad Winderbaum, l’etichetta Marvel Spotlightoffre una piattaforma per portare sullo schermo prodotti più realistici basati sui personaggi e, nel caso di Echo, concentrandoci sulla posta in gioco del contesto urbano piuttosto che su una più ampia continuità del MCU“.

Nel Marvel Spotlight, dunque, saranno inseriti quei prodotti meno “fantasiosi”, basati su personaggi non necessariamente dotati di superpoteri ma anche unicamente di abilità speciali e che si muovo in contesti più quotidiani rispetto a quanto ad esempio fanno i Guardiani della Galassia o Thor. Il Marvel Spotlight sembra inoltre rispondere anche ad una delle lamentele più ricorrenti emerse nell’ultimo periodo nei confronti del Marvel Cinematic Universe, ovvero la continuità.

Cos'è Marvel Spotlight?

Come si collega Marvel Spotlight con l’MCU?

Da quando il Marvel Cinematic Universe è stato esteso anche alle serie televisive, i titoli facenti parte del franchise sono aumentati notevolmente, rendendo difficile riuscire a stare dietro a tutto senza perdersi qualche importante dettaglio. Lo spettatore che vuole avere contezza di quanto sta accadendo nell’MCU è dunque come “costretto” a vedere ogni titolo, anche quelli che magari non sono di suo interesse.

Allo stesso tempo, quest’ampliamento dei prodotti ha reso per i Marvel Studios particolarmente difficile riuscire a tenere viva una certa coerenza e continuità di prodotto in prodotto. Ad oggi, sono infatti molti gli elementi o i personaggi introdotti a cui ancora non è stato dato un seguito nel MCU.

Con il Marvel Spotlight ci si propone dunque di abbattere, almeno in parte, tale problematica, offrendo prodotti che non richiedono allo spettatore di aver visto prima altri titoli possibilmente collegati. Ad esempio, per vedere Echo, la prima serie targata Marvel Spotlight, non sarà necessario aver visto le serie Hawkeye e Daredevil.

Naturalmente, i titoli che rientreranno sotto questa dicitura faranno sempre parte del MCU, ma il legame sarà meno evidente, rendendo di fatto questi prodotti quasi come fossero una cosa a parte, da poter fruire autonomamente. La realizzazione di serie autonome o in ogni caso profondamente incentrate sui loro personaggi protagonisti è un concetto ereditato dalla serie a fumetti pubblicata negli anni Settanta.

Marvel Spotlight nei fumetti

Il nome Marvel Spotlight non è in realtà una novità assoluta per il franchise. Questo si ricollega infatti all’omonima serie antologica di fumetti Marvel, che ha introdotto personaggi come Ghost Rider e Spider-Woman. La serie ha avuto inizio con 33 numeri pubblicati tra il 1971 e il 1977, dove veniva introdotto Red Wolf, il primo supereroe indigeno della Marvel, ideato da Stan Lee per rispondere alla forte richiesta di prodotti western di quel periodo. In seguito al successo dei primi numeri, a Red Wolf fu assegnata una serie propria, così come ai personaggi Werewolf by Night, Ghost Rider, il Figlio di Satana e Spider-Woman, nati proprio sotto la dicitura Spotlight.

Oltre a lanciare nuove serie, però, Marvel Spotlight ha anche ospitato alcune significative storie con personaggi già affermati. Il numero 31, ad esempio, fornisce una spiegazione retroattiva del perché Nick Fury rimanga sempre così giovane, riconducendo la cosa ad un siero sperimentale per la longevità. Dopo una durata di quasi sei anni, la serie si concluse con Marvel Spotlight #33 (aprile 1977). La serie è poi stata ripresa nel 1979, inizialmente come semplice luogo in cui pubblicare nuove storie dell’appena cancellato Capitan Marvel. Tuttavia, una volta esauriti questi racconti, la serie passò a presentare altri personaggi, ma nessuno di questi ebbe una propria serie e il progetto venne cancellato dopo soli 11 numeri.

Echo MCU

Il primo titolo Marvel Spotlight: ECHO

Il 10 gennaio 2024 è arrivato su Disney+ Echo, la nuova serie dei Marvel Studios nonché come già accennato il primo titolo del Marvel Spotlight. Questa è composta da cinque episodi e ha come protagonista Maya Lopez (Alaqua Cox) che, dopo essere tornata nella sua città natale in Oklahoma, dove deve fare i conti con il suo passato, riconnettersi con le sue radici native americane e abbracciare la sua famiglia e la sua comunità. Nel suo percorso avrà modo di imbattersi nuovamente anche in Wilson Fisk, meglio noto come Kingpin (Vincent D’Onofrio), ma anche in Matt Murdock, alias Daredevil (Charlie Cox).

Pur essendo un sequel spin-off di Hawkeye, la serie TV dedicata ad Occhio di Falco che per prima ha introdotto il personaggio di Maya Lopez nel Marvel Cinematic Universe, non sarà dunque necessario aver visto quel titolo per poter comprendere Echo. La serie è però anche un prequel di Daredevil: Born Again, l’attesissima serie tv che racconterà le nuove avventure di Matt Murdock e Wilson Fisk e che, nonostante alcune problematiche produttive, è attualmente in lavorazione in casa Marvel Studios. Per quanto come già detto i titoli del Marvel Spotlight sono – almeno nelle intenzioni – indipendenti tra loro, potrebbe essere necessario vedere Echo per poter comprendere al meglio Daredevil: Born Again.

Quali altri film o serie faranno parte del Marvel Spotlight?

Come già riportato, la serie Echo è stato il primo titolo distribuito dai Marvel Studios a far parte dell’etichetta Marvel Spotlight. Ad oggi non è noto quanti altri titoli ne faranno parte, ma sappiamo per certo che Daredevil: Born Again e Wonder Man saranno tra questi. Secondo alcune indiscrezioni, anche il film Captain America: New World Order potrebbe rientrare sotto questa dicitura, per quanto nel film siano presenti una serie di personaggi – provenienti in particolar modo da L’incredibile Hulk – che richiedono dunque una loro conoscenza pregressa. Ad oggi non è dunque certo se anche tale titoli farà parte di questa etichetta, per cui non resta che attendere annunci a riguardo come anche su altri prodotti che andranno a comporre il Marvel Spotlight.

La Favorita del Re con Isabelle Adjan e Gaia Girace, il nuovo period drama in arrivo su Sky

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La storia complessa, scandalosa e appassionata  del re di Francia Enrico II e la cortigiana Diane de Poitiers è al centro della nuova serie Sky Exclusive La Favorita del Re, diretta da Josée Dayan (Il conte di Montecristo, I Miserabili, Le Relazioni Pericolose) di cui tutti gli episodi saranno disponibili in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 31 gennaio.

Il period drama rinascimentale in quattro puntate vede protagonisti Isabelle Adjani (The Story of Adele H., Call my Agent!), Hugo Becker (Leonardo, Gossip Girl, Call my agent!) e Gaia Girace (L’amica Geniale) nel ruolo di Caterina de Medici.

Diane de Poitiers (Isabelle Adjani), donna dalla straordinaria bellezza, determinata e seducente, conquistò il cuore del re di Francia Enrico II (Hugo Becker), vent’anni più giovane di lei, e ne divenne amante e consigliera. Ma con il re promesso sposo a Caterina de Medici (Gaia Girace), Diane dovette combattere per mantenere la sua influenza sul sovrano. Grazie alla sua intelligenza e scaltrezza riuscì a ritagliarsi un ruolo nelle dinamiche di corte. Sembrava, inoltre, che Diane avesse il potere di non invecchiare, la sua bellezza rimaneva immutata malgrado il tempo passasse inesorabile. Ma come tutti gli incantesimi, anche questo improvvisamente svanì…

Una serie che porta sullo schermo la magnificenza del Rinascimento, girata nei meravigliosi Castelli della Loira. Un cast magistrale che include anche Gerard Depardieu (Cyrano de Bergerac, Maigret), Samuel Labarthe (Criminal Games di Agatha Christie, The Forest), e Virginie Ledoyen (The Beach, Addio mia Regina, Le Retour). Una produzione Passion Films e Ga&A Productions. France TV Distribution è il distributore a livello internazionale.

La trama de La Favorita del Re

Per più di vent’anni, Diane de Poitiers è stata la favorita del re Enrico II. Nonostante il suo carattere forte e la sua leggendaria bellezza, Diane è solo una cortigiana e la sua posizione rimane fragile. L’imminente matrimonio di Enrico con Caterina de’ Medici potrebbe mettere a repentaglio i suoi sogni di dominio. Diane farà di tutto per mantenere la sua influenza. Ma la passione con Enrico, di vent’anni più giovane di lei, che è la chiave del suo potere, può davvero durare per sempre?

Thunderbolts: Geraldine Viswanathan al posto di Ayo Edebiri; Lewis Pullman è il nuovo Sentry

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Dopo l’abbandono di Steven Yeun e quello recentissimo di Ayo Edebiri, Thunderbolts dei Marvel Studios ha accolto nel suo cast due nuovi attori a sostituzione dei rinunciatari: Geraldine Viswanathan e Lewis Pullman sostituiranno la star di The Walking Dead e quella di The Bear.

Lewis Pullman è stato scelto per essere quindi Sentry, mentre il ruolo di Ayo Edebiri non era ancora stato annunciato, per cui non sappiamo chi interpreterà Viswanathan. Con ogni probabilità, il personaggio sarà l’assistente di Allegra de Fontaine, Erin, che si dice sia “eccezionale nel suo lavoro, sorprendendo anche Val per quanto sia brava a portare a termine le cose”. Gli addetti ai lavori, tuttavia, credono che ci sarà qualcosa di più nel ruolo.

Cosa sappiamo sul film Thunderbolts?

In Thunderbolts, Harrison Ford sostituirà il defunto William Hurt nei panni di Thaddeus “Thunderbolt” Ross. Il resto del cast è attualmente composto da Red Guardian (David Harbour), Ghost (Hannah John-Kamen), Yelena Belova (Florence Pugh), Bucky Barnes/The Winter Soldier (Sebastian Stan), John Walker/ US Agent (Wyatt Russell) e Taskmaster (Olga Kurylenko). Secondo quanto appreso la contessa Valentina Allegra de Fontaine (Julia Louis-Dreyfus) metterà insieme la squadra e potrebbe anche essere parzialmente responsabile della creazione di Sentry. Thunderbolts è attualmente previsto nelle sale il 25 luglio 2025.

Madame Web e Kraven sono pubblicizzati come standalone per “esitazione nell’enfatizzare l’interconnessione”

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Sebbene la Sony Pictures abbia chiaramente deciso di creare un proprio universo cinematografico condiviso con i personaggi di Spider-Man di cui detiene i diritti, sembra che le recenti performance al botteghino dei progetti Marvel Studios e la decisione di Warner Bros di riavviare un universo DC abbiano condizionato un ripensamento.

Sebbene sia i film di Venom che Morbius avrebbero dovuto far parte dello stesso universo e includere alcuni legami con l’MCU, ora Madame Web, Kraven the Hunter e il terzo film di Venom vengono definiti internamente e commercializzati come progetti “autonomi”. “Potrebbe esserci qualche esitazione nel sottolineare l’interconnessione di questi film“, afferma Jeff Gomez, un produttore esecutivo transmediale di Starlight Runner che ha lavorato con Sony su Spider-Man: Homecoming. “Ne hanno già parlato e non ha funzionato.

Ciò non significa che i film non si collegheranno in alcun modo, in quanto potrebbe semplicemente indicare che Sony preferirebbe minimizzare i propri legami con universi cinematografici precedentemente stabiliti.

Dovremmo avere un’idea migliore dei piani per un Universo di Spider-Man di Sony una volta che Madame Web arriverà nei cinema il mese prossimo, ma un insider crede che lo studio stia ancora costruendo il film dei Sinistri Sei, a lungo vociferato, e vuole vedere Venom di Tom Hardy e Spider Man di Tom Holland incrociare le loro strade. Nonostante i film di Venom abbiano avuto ottimi risultati al botteghino, Morbius non ha avuto affatto successo, e il trailer di Madame Web ha gettato il pubblico nello scetticismo più totale.

La trama e il cast di Madame Web

Madame Web è la storia delle origini di una delle eroine più enigmatiche dei fumetti Marvel. Dakota Johnson interpreta la protagonista, Cassandra Webb, un paramedico di Manhattan con poteri di chiaroveggenza. Costretta a confrontarsi con alcune rivelazioni del suo passato, stringe un legame con tre giovani donne destinate a un futuro straordinario ma che dovranno sopravvivere a un presente pieno di minacce.

Madame Web è basato su un personaggio del mondo dei fumetti Marvel creato da Dennis O’Neil e John Romita Jr. Il film è diretto da S. J. Clarkson (Orange Is the New Black, Jessica Jones, Anatomy of a Scandal) da una sceneggiatura di Claire Parker e S. J. Clarkson e interpretato da Dakota Johnson, nel ruolo di protagonista, insieme a Sydney Sweeney, Celeste O’Connor, Isabela Merced, Tahar Rahim, Mike Epps, Emma Roberts e Adam Scott. Madame Web sarà nelle sale italiane dal 14 febbraio 2024 prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

The Penguin: Jared Abrahamson nel cast, un attore termina le riprese!

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Dopo aver recitato in Hello, Destroyer, l’attore Jared Abrahamson si è unito al cast della serie The Penguin con Colin Farrell la serie in produzione per Max. A darne notizia è stato il sito Deadline.

Per il suo ruolo in Hello, Destroyer, Abrahamson ha ricevuto il premio TIFF Rising Star e un Leo Award per la migliore interpretazione da protagonista. Per il momento non si sa esattamente chi Abrahamson interpreterà in The Penguin.

Secondo quanto riportato in precedenza da Empire Magazine, è stato confermato che The Penguin riprende pochi giorni dopo la fine di The Batman, con il Cobblepot di Colin Farrell che si trova ad affrontare il nuovo vuoto di potere lasciato dopo la morte del Carmine Falcone di John Turturro.

Le riprese della serie sono state interrotte dagli scioperi SAG-AFTRA e WGA della scorsa estate, ma sono riprese lo scorso novembre/dicembre. Recentemente, Michael Kelly ha confermato di aver finito di girare le sue scene per gli 8 episodi di Max.

Stavo girando The Penguin e ci siamo fermati proprio a metà [a causa dello sciopero]“, ha dichiarato Kelly a ComicBook. “Mi era rimasto un giorno [di riprese] e ora ho finito. È pazzesco anche perché ora sono un agente libero per la prima volta in 10 anni ed è eccitante e terrificante“.

Riguardo all’interpretazione di Colin Farrell, Kelly ha dichiarato: “È incredibile, amico, incredibile e lui è così dannatamente bravo. È bravissimo“. Kelly interpreta Johnny Vitti, un tenente della famiglia criminale Falcone. Anche se i dettagli sulla serie sono scarsi, immaginiamo che il personaggio di Kelly e il Pinguino di Colin Farrell si contenderanno il controllo dell’impero di Carmine.

Inoltre, visto che le riprese di The Penguin sono ancora in corso, ma Kelly ha terminato, si potrebbe ipotizzare che il Cobblepot di Colin Farrell abbia la meglio nella lotta per il controllo della malavita di Gotham.

Oltre ad Abrahamson, Colin Farrell e Kelly, la serie è interpretata anche da Cristin Milioti nel ruolo di Sofia Falcone, figlia di Carmine, Michael Zegen nel ruolo di Alberto Falcone, figlio di Carmine, e Clancy Brown nel ruolo del mafioso rivale Salvatore Maroni.

Tra i non protagonisti figurano anche Rhenzy Feliz, Michael Kelly, Shohreh Aghdashloo, Deirdre O’Connell, Carmen Ejogo, François Chau, Theo Rossi e David H. Holmes.

In altre notizie relative allo spin-off di The Batman, la serie televisiva Arkham Asylum che Reeves stava sviluppando per Max ora fa parte del DCU, secondo James Gunn. Antonio Campos, che è stato showrunner della serie limitata della HBO acclamata dalla critica, The Staircase, è a capo dello sviluppo della serie televisiva di Arkham per Reeves.Campos ha sostituito Terence Winter (Boardwalk Empire) che ha lasciato la serie per divergenze creative.

The Penguin non ha una data di uscita, ma si dice che uscirà nel terzo trimestre del 2024. The Batman – Parte 2 uscirà nelle sale il 3 ottobre 2025.

Cosa aspettarsi dal Pinguino?

Ambientato nel mondo di The Batman del 2022, The Penguin si concentrerà sul passato di Oswald Cobblepot e mostrerà la sua ascesa al potere nel ventre squallido di Gotham piuttosto che rappresentarlo come un boss affermato. Il personaggio ha una ricca storia di apparizioni dal vivo, poiché Danny DeVito ha interpretato il famoso Pinguino in Batman Returns mentre Robin Lord Taylor lo ha interpretato in Gotham.

Il dramma limitato sarà basato sui personaggi DC creati da Bob Kane e Bill Finger. È stato scritto da Lauren LeFranc, che è anche la showrunner. I primi due episodi saranno diretti da Craig Zobel. Insieme a Colin Farrell recitano nella serie Cristin Milioti (Made for Love) nel ruolo della figlia di Carmine, Sofia Falcone; Michael Zegen (The Marvelous Mrs. Maisel) nel ruolo del figlio di Carmine, Alberto Falcone; e Clancy Brown (John Wick: Capitolo 4) nei panni di Salvatore Maroni, gangster di Gotham. A loro si uniscono Rhenzy Feliz, Michael Kelly, Shohreh Aghdashloo, Deirdre O’Connell, Carmen Ejogo, François Chau e David H. Holmes.

Si dice anche che Robert Pattinson potrebbe apparire nei panni di Bruce Wayne/Batman. I produttori esecutivi sono Dylan Clark e Matt Reeves di The Batman, Farrell, LeFranc, Daniel Pipski, Adam Kassanand e Rafi Crohn. È un progetto congiunto tra 6th e Idaho, DC Entertainment, Dylan Clark Productions e Warner Bros. Television.

Henry Cavill sfoggia un look selvaggio per il nuovo film di Guy Ritchie

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Henry Cavill si sta già preparando per la sua prossima avventura sul grande schermo, mentre nelle sale si aspetta l’arrivo di Argylle di Matthew Vaughn. La star appare barbuta e bellissima nelle nuove immagini del prossimo film di Guy Ritchie, The Ministry of Ungentlemanly Warfare, condivise oggi su Instagram. Oltre a condividere il suo nuovo look irsuto, baffuto e corpulento per il progetto, Cavill ha anche rivelato che il primo trailer arriverà oggi.

Basato su una storia realmente accaduta raccontata da Damien Lewis nel suo libro omonimo, The Ministry of Ungentlemanly Warfare segue un’organizzazione segreta fondata da Winston Churchill e dall’autore di James Bond Ian Fleming per indebolire e infine far deragliare il regime nazista attraverso “sgarbate azioni non da gentiluomini”. Atti di sabotaggio. Precursore delle moderne organizzazioni di operazioni segrete, questo gruppo era composto da personale militare d’élite, ma apparentemente disadattato, specializzato in attività non convenzionali, cogliendo di sorpresa i nazisti e svolgendo un ruolo importante nello sradicarli. Henry Cavill è stato nominato leader di questo gruppo, anche se in questo caso il suo look non è quello della superspia.

L’ex star di Superman salperà con un talentuoso ensemble nell’ultimo film di Ritchie, con Hero Fiennes Tiffin, Henry Golding, Alan Ritchson e Alex Pettyfer tra coloro che si uniranno a lui in acqua. Eiza González, Babs Olusamokun, Henrique Zaga, Til Schweiger e Cary Elwes completano il gruppo costellato di stelle.

Star Wars: l’Ascesa di Skywalker, la reazione alla morte di Kylo Ren è stata una ripresa aggiuntiva

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La scena di Star Wars: l’Ascesa di Skywalker in cui Rey e Kylo Ren (tornato Ben) si baciano è stata oggetto di conversazione in una recente puntata del podcast Happy Sad Confused dove Daisy Ridley è stata ospite di Josh Horowitz.

Ridley ha spiegato a Horowitz che la scena è stata l’ultima che lei e Adam Driver hanno girato insieme prima che lui terminasse le riprese, e ha aggiunto che quel momento è stato per lei una specie di saluto: “Mi sentivo come se tutti noi… ci sentissimo ricompensati, e ciò che era interessante, ancora una volta, penso, era l’intenzionalità. La mia sensazione in quel momento era quel bacio rappresentasse un addio, quindi sembrava mi guadagnato. Perché, voglio dire, potresti dare mille significati a un bacio, ma mi sentivo come se fosse un addio, e tutta quella scena era così emozionante. Mi sentivo come se stessi dicendo addio al lavoro.”

Poi, in un commento che sicuramente porterà a una rinascita delle teorie dei fan di Reylo sulla fine del film, Ridley ha poi aggiunto che mentre lei e Driver filmavano il bacio nel suo ultimo giorno di riprese principali, la reazione di Rey alla morte di Ben non è stata filmata finché non è tornata sul set per le riprese aggiuntive: “Poi in realtà abbiamo dovuto riprendere qualcosa che ci era sfuggito. Quindi, il mio ultimissimo giorno, stavamo facendo varie riprese e cose del genere, dovevo letteralmente sedermi e guardare, e la telecamera si allontanava da me, e io dovevo immaginare che stessi guardando Kylo Ren morto. JJ mi ha detto “stai bene?” e ho subito iniziato a piangere a dirotto, perché sembrava davvero un addio.”

Cosa sappiamo sul nuovo film di Star Wars con Daisy Ridley?

L’anno scorso, Daisy Ridley ha condiviso un aggiornamento simile quando ha rivelato che Lucasfilm le ha parlato solo di un film, con la porta aperta per altre storie ambientate in questo periodo della storia di Star Wars.

“Conosco la trama di un film. Questo non vuol dire che sia solo quella, ma è quello che mi è stato detto. E immagino che sarà il prossimo film, credo. Voglio dire, ancora una volta, non so, dopo gli scioperi e tutto il resto, quanto velocemente tutto ricomincerà. Ma sì, per ora conosco la storia di un film e credo che la gente sarà molto eccitata”.

Gli unici dettagli confermati su questo progetto di Star Wars, ancora senza titolo, sono che sarà diretto da Obaid-Chinoy e sarà ambientato 15 anni dopo gli ultimi eventi della Saga degli Skywalker. Ci riuniremo a Rey e seguiremo la storia della ricostruzione del Nuovo Ordine Jedi e dei poteri che si ergono per abbatterlo.

Un altro Giro: Chris Rock dirigerà il remake americano

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Un altro Giro: Chris Rock dirigerà il remake americano

Chris Rock ha firmato per dirigere Another Round, basato su Un altro Giro, la commedia del 2020 diretta da Thomas Vinterberg che ha vinto l’Oscar per il miglior lungometraggio internazionale e il BAFTA.

Il film è una produzione Appian Way e Makeready per Fifth Season. Jennifer Davisson e Leonardo DiCaprio stanno producendo per Appian Way, mentre Brad Weston e Collin Creighton stanno producendo per Makeready. Stuart Bloomberg ha scritto una bozza e ora porteranno un nuovo sceneggiatore a lavorare con Rock.

Rock ha fatto della regia di questo film una priorità e la aggiunge a un adattamento basato sulla Universal di King: A Life, il libro di Jonathan Eig su Martin Luther King Jr., insieme a una sceneggiatura senza titolo che Rock sta scrivendo e che sarà prodotta da Peter Rice.

Rock si è affermato come regista di successo con Top Five, che ha anche scritto e che è diventato il più grande affare al Toronto Film Festival del 2014, dove la Paramount Pictures ha acquistato i diritti mondiali. Rock ha anche diretto Head of State e I Think I Love My Wife. Ha anche vinto quattro Emmy e tre Grammy.

Scritto da Vinterberg e Tobias Lindholm, il film danese Un Altro Giro vede protagonisti Mads Mikkelsen, Thomas Bo Larsen, Magnus Millang e Lars Ranthe nel ruolo di quattro insegnanti di scuola superiore che conducono un esperimento per mantenere un livello costante di ebbrezza durante la loro giornata lavorativa. Irrequieti e annoiati, agiscono in base alla teoria secondo cui un certo livello di alcol aumenta la creatività e la felicità. Michael Hampton di Appian Way supervisionerà il progetto.

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