La terza stagione di Big Little Lies ha ricevuto un importante
aggiornamento sui progressi. Il dramma della HBO, con un cast
stellare che includeva
Nicole Kidman,Reese
Witherspoon, Shailene
Woodley, Laura
Dern e
Meryl Streep, ha debuttato nel 2017, seguito dalla
seconda stagione nel 2019. Da allora, gli aggiornamenti sulla
terza stagione di Big Little Lies sono stati sporadici,
anche se Nicole Kidman sembra aver confermato che era in fase di
sviluppo in una dichiarazione nel novembre 2023.
The Hollywood Reporter ha
recentemente incontrato il team di programmazione di HBO e Max per
un’intervista completa. Durante la conversazione, l’argomento è
passato alla terza stagione di Big Little Lies. Francesca
Orsi, vicepresidente esecutivo e responsabile della programmazione
drammatica di HBO, ha rivelato che “abbiamo bisogno del resto
del libro”. Dice che Moriarty ha finito 150 pagine del
manoscritto e che l’adattamento sarà montato “appena sarà
finito”. Leggi la citazione completa di Orsi qui sotto:
Non vedo l’ora di iniziare, ma
abbiamo bisogno del resto del libro. Abbiamo finito 150 pagine e
[l’autrice Liane Moriarty] sta raddoppiando gli sforzi per
finirlo. C’è molta impazienza sia da parte della HBO che del
team di produzione, e non appena sarà finito, lei lo consegnerà e
noi lo adatteremo. Ma fino ad allora, dobbiamo solo aspettare.
Quindi, non è così imminente come pensavo all’inizio.
Cosa significa questo per la
terza stagione di Big Little Lies
L’aggiornamento di Orsi ha diverse
implicazioni enormi. La prima è che sono stati fatti progressi
significativi sul romanzo sequel di Big Little Lies.
Tuttavia, molto probabilmente c’è ancora molto lavoro da fare,
considerando che il libro originale era lungo più di 400 pagine.
Non si sa quanto tempo ci vorrà per finire il romanzo, che secondo
Moriarty comporterà un salto temporale significativo. Tuttavia, era
stato annunciato originariamente per novembre 2024, quindi se
continua a questo ritmo, potrebbe essere completato entro la
fine del 2025.
Sebbene la seconda stagione di
Big Little Lies sia basata su un romanzo breve di Moriarty,
quest’ultimo non è ancora stato pubblicato.
Questo aggiornamento sembra
anche rivelare che sono ancora in atto piani concreti per montare
la nuova stagione, anche se ci sono stati ritardi
significativi. Mentre la disponibilità del cast potrebbe
rappresentare un problema quando sarà il momento di dare seguito
alla fine della seconda stagione di Big Little Lies, la
fiducia di Kidman nel progetto e il fatto che si tratti di una
coproduzione con la società di Witherspoon, Hello Sunshine,
potrebbero fare molto per garantire che il cast principale possa
essere riunito.
La star della terza stagione di
YellowjacketsSophie Nélisse anticipa che nei restanti episodi
ci saranno altre morti sorprendenti. Creato da Ashley Lyle e Bart
Nickerson, il thriller di sopravvivenza di Showtime è tornato il
mese scorso per la terza stagione, continuando la sua storia a
doppia linea temporale di una squadra di calcio di liceali che
sopravvive nella natura selvaggia dopo un incidente aereo e dei
sopravvissuti rimasti decenni dopo. La terza stagione di Yellowjackets, episodio 4, si conclude con il momento
più scioccante della stagione fino ad ora, con l’adulta Lottie
(Simone Kessell) che muore in circostanze misteriose.
In una recente intervista con
EW, Nélisse, che interpreta l’adolescente Shauna,
rivela che Lottie non è l’unico personaggio importante di
Yellowjackets a morire nella terza
stagione. Anche se non rivela chi potrebbe essere il prossimo a
morire, accenna al fatto che si tratta di qualcuno a cui il
pubblico tiene. Ecco il suo commento:
“Abbiamo dovuto organizzare un
paio di [feste di addio] in questa stagione. Courtney [Eaton] e io
ne abbiamo organizzata una per una persona molto speciale. Abbiamo
comprato delle lapidi, abbiamo fatto un collage di foto che abbiamo
raccolto da tutti sul set e che abbiamo mostrato in TV. Avevamo un
piccolo opuscolo con la loro faccia e poster ovunque e abbiamo
ordinato una torta davvero pazzesca.
“Man mano che procediamo,
ovviamente ci sono altri personaggi che devono lasciarci, e quelli
a cui teniamo di più sono quelli che devono andarsene. L’ho sempre
detto alle persone che muoiono. Dico: ‘In realtà è una
testimonianza di quanto sei bravo come attore perché non ti
uccideremo se non ci importa di te [perché] non importerà neanche
al pubblico’.Uccidiamo i personaggi a cui siamo più
legati.“
Oltre alle morti dei personaggi,
Nélisse afferma anche che ‘molte domande trovano risposta’
negli episodi rimanenti della terza stagione e che in un prossimo
episodio si uniranno alla serie alcuni nuovi personaggi.
Continua:
”Questo è tutto ciò che posso
dire. In questa stagione vengono introdotti nuovi personaggi, il
che è davvero divertente e ha portato anche un’altra dinamica nel
gruppo.Ci divertiamo molto con loro e a volte diventa anche
molto emozionante.
Cosa significa la provocazione
di Nélisse per il resto della terza stagione di
Yellowjackets
La struttura a doppia linea
temporale dello show fa sì che i membri più anziani e più giovani
del cast di Yellowjackets probabilmente non interagiscano
molto sul set. Probabilmente non ci sarebbe bisogno che l’attrice
Melanie Lynskey, che interpreta la Shauna adulta, sia presente
durante le riprese delle scene ambientate negli anni ’90 nella
natura selvaggia, e viceversa. Il commento di Nélisse potrebbe
quindi essere interpretato come un suggerimento che il personaggio
(o i personaggi) che morirà (moriranno) nei prossimi episodi sarà
(saranno) qualcuno della linea temporale degli anni ’90.
Ci sono ancora diversi
personaggi della linea temporale degli anni ’90 che non sono ancora
apparsi nel presente, il che significa che molti di loro
potrebbero essere i prossimi a morire. L’allenatore Scott (Steven
Krueger), ad esempio, sembra certamente un probabile candidato a
morire dopo il verdetto di colpevolezza al processo, ma anche
personaggi come Mari (Alexa Barajas) e Melissa (Jenna Burgess) non
sono ancora apparsi nel presente. Per quanto riguarda i nuovi
personaggi di Nélisse, Hilary Swank è confermata per la terza
stagione, anche se non si sa ancora chi interpreterà.
Étoile, una nuova
serie della creatrice di Una mamma per amica, riceve diverse immagini in
anteprima e una data di uscita su Prime Video. Creata da Amy Sherman-Palladino,
Una mamma per amica è andata in onda su The WB prima di
passare a The CW per la sua ultima stagione, seguendo una madre
single, Lorelai (Lauren Graham), e sua figlia, Rory (Alexis
Bledel), nella pittoresca cittadina di Stars Hollow, nel
Connecticut. Successivamente, Sherman-Palladino ha anche creato
La fantastica signora Maisel per Prime Video, che ha
vinto ben 22 Emmy prima di concludersi nel 2023.
Ora è stato rivelato il primo
sguardo al nuovo show di Amy Sherman-Palladino. Tramite Vanity Fair, un totale di 10 immagini in anteprima di
Étoile sono state rivelate, oltre alla data di uscita
del 24 aprile, con l’intera stagione di otto episodi che uscirà in
una volta sola. Guarda le immagini nella presentazione qui
sotto:
First Look: Luke Kirby and Charlotte
Gainsbourg battle to save ballet in ‘Étoile.’
Cosa significano le immagini in
anteprima di Étoile per lo show
La parola francese per stella,
Étoile, segue i ballerini e i team artistici
dietro due delle più prestigiose compagnie di balletto al
mondo, una a New York e l’altra a Parigi, mentre intraprendono
un’audace iniziativa per salvare le loro storiche istituzioni
scambiando le loro stelle più talentuose. Le immagini in anteprima,
come si vede nella presentazione sopra, offrono uno sguardo ad
alcuni di quei ballerini in azione e alle figure chiave che
lavorano dietro le quinte delle prestigiose compagnie di
balletto.
Charlotte Gainsbourg e Luke
Kirby, che ha vinto un Emmy per il suo ruolo di ospite nei
panni di Lenny Bruce in La fantastica signora Maisel, sono i
protagonisti del cast di Étoile. A loro si aggiungono Gideon
Glick, che ha anche recitato in La fantastica signora Maisel
nei panni dell’eccentrico mago Alfie Zielenski, e Yanic Truesdale,
che ha interpretato il burbero concierge francese alla locanda di
Lorelai in Una mamma per amica. Lou de Laâge, David Alvarez,
Ivan du Pontavice, Taïs Vinolo, David Haig e Simon Callow recitano
anche in ruoli ricorrenti.
La serie drammatica soprannaturale
School Spiritsdi Paramount+ ha il potenziale per diventare
un successo di lunga durata, ma lo show sarà presto rinnovato per
la terza stagione? Creata da Megan e Nate Trinrud, la serie è
incentrata su Maddie (Peyton List), un’adolescente di Split River,
nel Wisconsin, che si ritrova bloccata nell’aldilà dopo essere
apparentemente morta in circostanze strane. Con l’aiuto dei
fantasmi che abitano anche nella sua scuola, Maddie deve arrivare
al fondo del suo mistero, svelando un intero mondo di sorprese
soprannaturali. Mescolando elementi di drammi scolastici con il
soprannaturale, School Spirits è una sintesi
affascinante.
La prima stagione ha ricevuto
recensioni per lo più positive ed è stata rinnovata a metà del
2023. Purtroppo, gli scioperi di Hollywood del 2023 hanno tenuto la
serie in disparte per il resto dell’anno, e non è tornata fino
all’inizio del 2025. Nonostante questa enorme battuta d’arresto, la
seconda stagione di School Spirits ha continuato lo slancio
positivo del suo predecessore e ha già aggiunto una serie di nuove
sfaccettature all’esperienza ultraterrena di Maddie. Tuttavia,
resta da vedere se Paramount+
riporterà lo show per la terza stagione, e la decisione dipenderà
in gran parte dal successo della seconda puntata.
Ultime notizie suSchool
Spirits 3
Sebbene la notizia non riguardi
direttamente una potenziale terza stagione, le ultime notizie
confermano che la seconda stagione di School Spirits ha
visto un enorme aumento del pubblico. Gli episodi di debutto della
seconda stagione sono stati visti da 1,7 milioni di spettatori nei
primi sette giorni, il che segna un miglioramento del 104%
rispetto alla prima stagione. Con la messa in onda della prima
stagione su un secondo servizio di streaming, Netflix, è chiaro che School Spirits ha
effettivamente aumentato il suo pubblico durante il lungo periodo
di inattività tra le stagioni. Non è chiaro se questo porterà a un
rinnovo della terza stagione, ma sicuramente aiuta.
La terza stagione di School
Spirits non è confermata
School Spirits ha ottenuto
il rinnovo per la seconda stagione dopo un debutto acclamato dalla
critica e l’ordine è arrivato piuttosto rapidamente, tutto sommato.
A poche settimane dalla conclusione della prima stagione, il
rinnovo della seconda stagione ha dimostrato che la serie ha fatto
qualcosa di giusto durante la prima stagione per garantirne
un’altra. I ritardi che hanno tenuto la serie fuori onda per tutto
il 2024 sono stati scoraggianti, ma dati recenti mostrano che il
pubblico della serie è effettivamente cresciuto durante la
pausa. La seconda stagione di School Spirits ha
debuttato con un pubblico più vasto rispetto al suo predecessore,
un buon segno per il suo futuro.
Con un aumento così massiccio di
spettatori (senza dubbio stimolato dall’arrivo della prima stagione
su Netflix), Paramount+ probabilmente terrà d’occhio la
stagione 2 di School Spirits man mano che procede.
Uno degli svantaggi di un programma di uscite settimanali è che non
c’è alcuna garanzia che gli spettatori rimangano nel tempo. Il
binge-watching richiede meno impegno, ma a volte non è così
accurato nel giudicare la vera popolarità di uno show. Se la
seconda stagione di School Spirits mantiene il suo pubblico
(o addirittura lo aumenta), la terza stagione è una certezza.
Dettagli del cast diSchool Spirits 3
Il cast di School Spirits è
cresciuto nella seconda stagione e questa tendenza probabilmente
continuerà anche nella terza. Tuttavia, è impossibile indovinare
chi saranno i nuovi arrivati finché non emergeranno maggiori
dettagli. Oltre a questo, è altamente probabile che il cast
principale tornerà a riprendere i propri ruoli, anche se la
seconda stagione promette ancora qualche colpo di scena. Maddie
Nears, interpretata da Peyton List, è il fulcro della serie e
tornerà sicuramente nella terza stagione. Insieme a lei ci sarà
Kristian Ventura nel ruolo di Simon Elroy, il migliore amico di
Maddie, l’unica persona in vita che può interagire con lei.
Milo Manheim tornerà probabilmente
nei panni del fantasma Wally Clark, mentre Spencer MacPherson
dovrebbe riprendere il ruolo di Xavier Baxter, l’ex fidanzato di
Maddie. Anche Rhonda Rosen, l’adolescente assassinata, dovrebbe
tornare nella terza stagione, e il suo cinico senso dell’umorismo è
fornito da Sarah Yarkin nel ruolo del fantasma. Nick Pugliese
interpreta il fantasma timido e amichevole, Charley, mentre Josh
Zuckerman appare come il fantasma del misterioso signor Martin. A
completare il cast dei vivi, Nicole Herrera è interpretata da Kiara
Pichardo, una persona vicina a Simon e a Maddie quando era in
vita.
Il cast della terza stagione di
School Spirits includerà probabilmente:
Peyton List Maddie Nears
Kristian Ventura Simon Elroy
Milo Manheim Wally Clark
Spencer MacPherson Xavier
Baxter
Sarah Yarkin Rhonda Rosen
Nick Pugliese Charley
Josh Zuckerman Mr. Martin
Kiara Pichardo Nicole Herrera
Dettagli della trama della
terza stagione di School Spirits
La prima stagione si è conclusa con
la sconvolgente rivelazione che Maddie non è morta e che uno
spirito di nome Janet ha preso possesso del suo corpo. Anche se
questa trama potrebbe concludersi nella seconda stagione, crea un
precedente per ciò che ci si può aspettare dalla terza.
Il finale della seconda stagione ha
già promesso di lasciare agli spettatori più domande che risposte
(secondo Peyton List in un’intervista con Collider),
e questo significa che un enorme colpo di scena scuoterà di
nuovo le cose.
Quale sarà questo colpo di scena
sarà impossibile da prevedere fino al finale della seconda
stagione, ma probabilmente significa che Maddie non si riunirà
al suo corpo fisico in tempi brevi. Con le regole dei fantasmi
e dell’aldilà ancora da definire, non è chiaro cosa accadrebbe se
Maddie tornasse alla normalità. Probabilmente significherebbe la
fine della sua amicizia con i fantasmi, ma solo il tempo potrà
dirlo. La terza stagione di School Spirits ha già
molto su cui lavorare, ma la seconda stagione aggiungerà senza
dubbio altro carburante al proverbiale fuoco della storia.
Jess Gabor, che
interpreta Janet nella serie School SpiritsParamount+, spiega perché il suo personaggio
sceglie di non passare oltre nel finale della seconda stagione. La
serie drammatica soprannaturale vede Maddie (Peyton
List) intrappolata nell’aldilà della Split River High dopo
che Janet ha dirottato il suo corpo e si è avventurata fuori dalla
scuola. Dopo molte riflessioni, Janet torna alla Split River High e
offre a Maddie il suo corpo. Quando viene a galla la verità sulla
sua morte, Janet sblocca l’uscita prendendo il controllo della sua
cicatrice. Tuttavia, sceglie di rimanere piuttosto che passare
oltre.
In un’intervista con The Wrap, Gabor parla della decisione di Janet di
rimanere. Spiega come il tempo trascorso da Janet con gli amici di
Maddie l’abbia cambiata in meglio e fa luce sulle dinamiche
tossiche che ha con il signor Martin (Josh Zuckerman). Mentre Janet
ha fatto pace con ciò che le è successo, l’attrice sottolinea anche
come l’identità fondamentale del suo personaggio di scienziata
entri in gioco nel suo processo decisionale dopo aver capito che
potrebbe esserci dell’altro. Gabor sottolinea che Janet ha preso
“una decisione coraggiosa” per aiutare i suoi amici. Ecco
cosa ha detto:
Janet inizia finalmente a
entrare in empatia con Maddie vedendola attraverso i suoi amici.
Quando è nella capanna con tutti gli amici di Maddie, che
chiaramente le vogliono abbastanza bene da rapirla,Janet
non sa cosa significhi avere amici che ti coprono le spalleo cosa significhi fidarsi di nuovo di qualcuno.La
persona su cui contava di più al mondo, il signor Martin (Josh
Zuckerman), l’ha maltrattata e ha approfittato completamente di lei
e della sua innocenza.
Si rende conto che quello che
sta facendo non è il modo giusto di comportarsi e forse c’è un
altro modo. Forse c’è una seconda possibilità di una seconda vita
da qualche altra parte, ma non può essere rubando il corpo di
Maddie.
È una scienziata. Vuole
risposte. Vuole capire le cose. Anche se la sua porta è aperta e ha
accettato il suo trauma e quello che le è successo,questo non significa che possa aiutare anche tutti gli altri
a uscirne.Si rende conto che forse c’è di più nella
vita di quanto pensasse. Forse non è tutto bianco o nero. Deve
decidere: “Ci sto o non ci sto?”E fa questa scelta davvero
coraggiosa di entrare nella zona grigia e aiutare questi nuovi
amici a capire come possono uscirne anche loro.
Cosa significa questo per Janet
in School Spirits
I commenti di Gabor offrono un po’
di chiarezza sull’arco del personaggio di Janet. Nello show, Janet
scherza dicendo di avere “affari in sospeso” mentre decide
di chiudere la porta di uscita per ora. In precedenza era stato
anche rivelato che Janet potrebbe sapere di più su una potenziale
minaccia che si sta profilando a Split River. Anche se il finale
della seconda stagione non ha le risposte a queste domande, i
commenti di Gabor rivelano che la decisione di Janet di rimanere
alla fine della seconda stagione è motivata dal suo desiderio di
svelare il mistero e aiutare i suoi amici, il che significa
anche che il personaggio ha davvero voltato pagina.
In un’intervista separata, lo
showrunner Oliver Goldstick ha rivelato che la seconda stagione di
School Spirits ha quasi avuto un finale diverso, in cui
Janet avrebbe trovato la sua via d’uscita. Tuttavia, la scelta di
rimanere dimostra che Janet è diventata una persona a sé
stante, che ha il potere di aiutare gli altri e di scegliere
come apportare un cambiamento, anche nell’aldilà. Il colpo di scena
è un momento di empowerment nell’arco del personaggio, e anche di
redenzione.
La CW ha fissato la data ufficiale
di debutto della serie Sherlock & Daughter. Il
franchise poliziesco di Sir Arthur Conan Doyle ha visto numerosi
adattamenti nel corso degli anni, tra cui il film Sherlock
Holmes di Guy Ritchie con Robert Downey Jr. e la serie BBC
Sherlock. L’ingresso della CW nella proprietà intellettuale
vedrà
David Thewlis interpretare l’iconico detective e Blu Hunt
una giovane americana, Amelia. La serie seguirà il duo, che lavora
per risolvere il caso dell’omicidio della madre di Amelia, mentre
Amelia cerca anche di dimostrare che Sherlock è il padre che ha
perso da tempo.
Secondo Deadline Hollywood, la CW ha fissato la data di prima
visione per Sherlock & Daughter. La serie sarà in onda
mercoledì 16 aprile alle 21:00 ET. La rete ha anche annunciato
le prime di altre serie, tra cui Remarkable Women e la terza
stagione di Sullivan’s Crossing.
Cosa significa per Sherlock &
Daughter
Il programma completo delle uscite
di Sherlock & Daughter non è stato specificato, ma si può
presumere che la serie manterrà la fascia oraria del mercoledì
dalle 21:00 alle 22:00 ET per le prossime settimane. La terza
stagione di Sullivan’s Crossing, che andrà in onda mercoledì su The
CW, sarà trasmessa alle 20:00, lasciando così spazio a
Sherlock & Daughter che manterrà la fascia
oraria delle 21:00. La serie adattata da Doyle è prevista per
otto episodi, quindi, a meno di settimane di pausa, il finale
andrà in onda mercoledì 4 giugno.
Sherlock & Daughter è un
interessante ingresso nell’universo cinematografico e televisivo di
Sherlock, poiché siespande notevolmente sui testi
originali di Doyle. Mentre alcune serie e film esistenti hanno
aggiunto personaggi e si sono allontanati in modo significativo dal
materiale originale, la trama di Amelia introduce un nuovo
potenziale retroscena holmesiano. Sherlock ha una figlia, Joanna,
secondo Doyle, ma è figlia di Irene Adler. Amelia è descritta come
una donna nativa americana e quindi non avrebbe lo stesso
retroscena della Joanna letteraria, anche se è confermato che sia
la figlia di Sherlock.
Disney+ ha diffuso uno speciale video del dietro le quinte, il
nuovo poster e alcune immagini inedite della
seconda stagione di Andor, la serie
thriller di Lucasfilm nominata agli Emmy®, che in Italia tornerà
per la sua attesissima conclusione il 23 aprile.
Il contenuto video offre uno sguardo alla realizzazione della
stagione 2 della serie che vede i personaggi e le loro relazioni
intensificarsi mentre l’orizzonte della guerra si avvicina e
Cassian diventa un elemento chiave dell’Alleanza Ribelle. Tutti
saranno messi alla prova e, con l’aumentare della posta in gioco, i
tradimenti, i sacrifici e i conflitti di interesse diventeranno
profondi.
Tutto quello che sappiamo su Andor – stagione 2
Ricca di intrighi politici,
pericoli, tensioni e imprese ad alto rischio, la serie è un prequel
di Rogue One: A Star Wars Story, che ritrae un
eroico gruppo di ribelli che ruba i piani dell’arma di distruzione
di massa dell’Impero: La Morte Nera, ponendo le basi per gli eventi
del film originale del 1977. Andor riporta l’orologio indietro di cinque
anni rispetto agli eventi di Rogue One per raccontare la
storia dell’eroe del film, Cassian Andor, e la sua trasformazione
da disinteressato e cinico signor nessuno a un eroe ribelle sulla
via del suo epico destino.
La stagione finale si svilupperà in
12 episodi suddivisi in quattro capitoli da tre episodi ciascuno.
Il primo capitolo (ep. 1-3) debutterà il 23 aprile in Italia,
seguito dai successivi capitoli, con tre episodi ciascuno, tutti i
mercoledì.
La seconda stagione di
Andor è interpretata da Diego Luna,
Stellan Skarsgård, Genevieve O’Reilly,
Denise Gough, Kyle Soller, Adria Arjona, Faye Marsay, Varada Sethu,
Elizabeth Dulau, Alan Tudyk, con Ben Mendelsohn e Forest Whitaker. La serie è stata creata da
Tony Gilroy, che è anche l’executive producer insieme a Kathleen
Kennedy, Sanne Wohlenberg, Diego Luna, Luke Hull e John Gilroy.
Tony Gilroy ha scritto i primi tre episodi, mentre Beau Willimon
gli episodi 4-6; Dan Gilroy ha scritto gli episodi 7-9 e Tom
Bissell gli episodi 10-12. I registi della serie sono Ariel Kleiman
(episodi 1-6), Janus Metz (episodi 7-9) e Alonso Ruizpalacios
(episodi 10-12)
A pochi giorni dal proscioglimento
degli attivisti del movimento ambientalista Ultima Generazione che
nel gennaio del 2023 lanciarono della vernice lavabile contro
l’opera ‘Love’ di Maurizio Cattelan, conosciuta anche come ‘il
Dito’ di piazza Affari a Milano – azione per la quale tre ragazzi
del movimento erano finiti a processo con l’accusa di imbrattamento
di beni culturali – arriva nelle sale italiane da oggi giovedì
6 marzo il documentario COME SE NON CI
FOSSE UN DOMANI.
Diretto da Riccardo Cremona e Matteo
Keffer, due registi con all’attivo numerosi lavori su
temi sociali e ambientali che per la prima volta si cimentano in un
lungometraggio per il grande schermo, il documentario è stato
scritto con la consulenza di Paolo Giordano ed è
una produzione Motorino Amaranto e GreenBoo
Production con Maestro Distribution e
prodotto da
Ottavia Virzì.
Il film è stato
premiato con la Menzione Speciale della giuria al Rome
International Documentary Festival 2024 con la seguente
motivazione: “Un viaggio intenso e sottile dietro le quinte e
nelle profondità di un mondo popolato da giovani attivisti, dalle
loro speranze, lotte, inquietudini e contraddizioni.”
Apprezzato dalla critica, il documentario rientra ora nella
selezione ufficiale dei documentari in corsa per entrare nelle
cinquine finaliste ai Nastri D’Argento 2025 per la sezione
Documentari – Cinema del Reale.
Come se non ci fosse un domani: intervista ai registi e alla
produttrice
Il film racconta le
azioni, le discussioni, i dubbi, le
speranze del gruppo di attivisti climatici impegnati
da anni in una campagna di disobbedienza civile non violenta, che
ha attirato l’attenzione dei media e della politica tramite
iniziative controverse come blocchi stradali e imbrattamenti di
palazzi istituzionali e opere d’arte. Una narrazione onesta ed
equilibrata ci racconta quello che succede dietro le quinte delle
loro proteste attraverso il punto di vista e le storie personali di
cinque protagonisti del movimento che si intrecciano con gli eventi
della cronaca.
Il movimento si
definisce l’ultima generazione in grado di fermare la curva di una
emergenza climatica che ha ormai superato la soglia critica e
COME SE NON CI FOSSE UN DOMANI prova a
dipingere il ritratto corale di questo gruppo e la loro battaglia
indomabile affinché invece ci possa essere un domani. Il film
è nei cinema italiani da oggi 6 marzo 2025
distribuito da Mescalito Film e con il patrocinio
di Amnesty International Italia.
Plaion Pictures e Imago Company sono felici di presentare la
prima clip di Elfkins – Missione Gadget,
che arriverà nei cinema italiani a partire dal 13
marzo. Dopo il grande successo del primo film Elfkins
– Missione Best Bakery, la regista Ute von Münchow-Pohl torna
a incantare il pubblico con una nuova avventura dei piccoli
Elfkins, creature fatate basate sulla nota fiaba popolare tedesca
degli “Heinzelmännchen” legata alla città di Colonia. Tra questi
spicca la personalità della giovane Elfie, curiosa e un po’
spericolata, che è stufa di vivere una vita lontana dalla luce del
sole: infatti gli Elfkins sono sempre pronti a dare una mano agli
esseri umani con i lavori domestici e manuali, ma a una condizione:
non farsi mai vedere!
Elfkins
– Missione Gadget prende il via dall’incontro fra gli
Elfkins di Colonia, legati alle tradizioni, e quelli provenienti da
Vienna, la cui parola d’ordine è “divertimento”: due clan una volta
uniti, ma ormai divisi da secoli a causa di un incidente che
affonda le radici nella leggenda. Mentre i primi dedicano la vita
ad aiutare gli umani, gli Elfkins viennesi hanno invece
affinato le proprie tecniche, facendo ampio uso di gadget
ipertecnologici per uscire in pieno giorno e compiere ogni sorta di
marachella. È proprio Elfie a imbattersi per prima in uno dei
membri dell’altro clan, dopo aver portato a casa con sé uno strano
orologio abbandonato dalle mille funzioni. Come vediamo nella clip,
il legittimo proprietario, un giovane Elfkin introverso e
impacciato di nome Bo, non impiega però molto a rintracciarlo.
Nasce così una fortissima amicizia che unisce due mondi e due
personalità all’apparenza molto distanti – una estroversa e
temeraria, l’altra un po’ timida e timorosa – ma più simili di
quanto possa sembrare a prima vista.
La trama di
Elfkins – Missione
Gadget
Secondo un’antica
leggenda, gli Elfkins sono gnomi che aiutano gli umani nel lavoro.
Ma Elfie, una giovane e spericolata Elfkin, desidera qualcosa di
più: un’esistenza ricca di emozioni e avventure, in contrasto col
volere degli anziani del suo clan. La sua vita viene stravolta
dall’incontro con Bo, Elfkin di un altro clan che vive di solo
divertimento, mettendo a segno furti impossibili grazie a gadget
super-tecnologici. Mentre tentano di sfuggire dalle grinfie della
poliziotta Lansky e del suo gatto Polipette, i due amici dai
cappelli a punta dovranno compiere la più grande delle missioni:
far riconciliare i loro clan, che non si parlano da oltre 250
anni.
Cosa succede alla fine del dramma
politico distopico del 2005, V per Vendetta?
Diretto da James McTeigue e
sceneggiato dalle sorelle Wachowski, il film è
ambientato in un futuro alternativo che ruota attorno a un regime
totalitario neofascista nordico e alla figura di V
(Hugo
Weaving), un anarchico mascherato che vuole spingere
il Regno Unito verso un cambiamento rivoluzionario. Allegoria
dell’oppressione alimentata dal governo e della tirannia statale,
V per Vendetta è ambientato nel 2020, dove il
mondo è in subbuglio come mai prima d’ora, mentre una pandemia
devasta l’Europa e tutti i gruppi di minoranza, compresi gli atei e
gli ebrei, sono considerati “indesiderabili” e vengono cacciati e
giustiziati.
Il 4 novembre, V, che indossa sempre
una maschera di Guy Fawkes, salva la giornalista
televisiva Evey Hammond (Natalie
Portman) dall’assalto della polizia segreta dello
Stato, che poi assiste al piano di V in azione, che prevede la
demolizione dell’Old Bailey, tra fuochi d’artificio e l’Ouverture
1812 di Tchaikovsky, scritta per commemorare la ritirata di
Napoleone da Mosca. Nel frattempo, l’ispettore
Finch (Stephen Rea) di Scotland
Yard guida la ricerca del vigilante mascherato V e mira a porre
fine ai suoi piani radicati nella ribellione. Nel corso del tempo,
si rafforza la roccaforte del partito Norsefire,
che non lascia nulla di intentato per quanto riguarda la violazione
della privacy, la sorveglianza intrusiva e la formazione
dell’opinione pubblica attraverso la narrazione controllata dei
media.
L’autorità del governo viene
ripetutamente sfidata da V, che emerge come unico simbolo di
cambiamento e ribellione per le masse, strettamente associato
all’immagine di Guy Fawkes. Tra i piani di V per distruggere il
Parlamento il 5 novembre e aizzare la popolazione
contro il governo, Evey subisce una metamorfosi estrema, giocando
un ruolo vitale negli eventi del Guy Fawkes Day. Sebbene quasi
tutte le opere di narrativa distopica siano raramente previsioni
del futuro, ma piuttosto critiche dei tempi in cui sono state
scritte, V for Vendetta rimane inquietantemente
attuale, riecheggiando gli eventi in cui il mondo è attualmente
coinvolto.
V per Vendetta è tratto da una
graphic novel
V for Vendetta è
basato sull’omonima graphic novel scritta da Alan
Moore, noto anche per aver creato Watchmen. Sebbene l’adattamento cinematografico si
basi in buona parte sul romanzo di Moore, il film si discosta
notevolmente in termini di contesto politico, simbolismo e finale.
Il regime totalitario di Moore è radicato negli anni ’90, in un
mondo che si sta ancora riprendendo da una guerra nucleare mortale,
in cui il conflitto centrale tra l’enigmatico V e il governo è
emblematico dei punti di vista contrastanti di fascismo e
anarchismo. Mentre il film rimodella questo conflitto centrale per
adattarlo meglio all’atmosfera sociopolitica del suo tempo, cosa
che ha portato Moore a giudicarlo negativamente.
Quando V viene introdotto per la
prima volta in V for Vendetta durante il tentativo
di aggressione di Evey da parte della polizia segreta, interviene
emergendo dall’ombra e citando drammaticamente quanto segue:
“Le molteplici malvagità della natura sciamano su di lui.
Disdegnando la fortuna con il suo acciaio brandito che fumava per
la sanguinosa esecuzione”. Questi versi tratti dal
Macbeth di William Shakespeare,
Atto I, Scena II, in cui viene descritta la spavalderia di Macbeth
in battaglia, sono scelti deliberatamente da V, in quanto
stabiliscono la dualità con cui viene percepito il suo
personaggio.
Le sue azioni possono quindi essere
viste contemporaneamente come radicate nel terrorismo e
nell’eroismo, e queste righe rivelano anche il paradigma teatrale
della sua identità. Sebbene le sue origini e la sua vera identità
non vengano mai rivelate, V, a un certo punto, è stato un detenuto
del campo di reinsediamento di Larkhill, dove è stato sottoposto a
orribili esperimenti che gli hanno provocato uno sfregio facciale e
capacità fisiche quasi sovrumane. Essendo l’unico sopravvissuto a
questa tragedia, il prigioniero della Stanza V (cinque) assume
l’identità di V, che diventa più un simbolo dell’uomo comune che
una persona con un obiettivo.
Alan Moore pone deliberatamente le
azioni di V come moralmente ambigue, in quanto trascorre anni a
pianificare la sua vendetta contro Norsefire. Nel film, V
interrompe una trasmissione di propaganda e si presenta alle masse,
proponendo il suo piano di sovversione e rivolta per il 5 novembre,
che gli permette di evolversi in un simbolo di resistenza contro la
tirannia e di speranza per un mondo più libero. In questo modo
getta il seme dell’idea che le persone non debbano rannicchiarsi
per paura dei loro governi e della nascita di un’utopica società
anarchica nel prossimo futuro. “Le idee sono a prova di
proiettile”, osserva V a un certo punto.
Il che si rivela vero, poiché anche
dopo la sua morte, l’immagine di Guy Fawkes non si erode né si
affievolisce, e la sua identità viene assunta da migliaia di
persone che prendono d’assalto il Parlamento prima di farlo
saltare. Alla fine di V per Vendetta, quando Finch
chiede a Evey dell’identità di V, lei risponde semplicemente:
“Era tutti noi”, consolidando il simbolismo che chiude il
cerchio. Nel mondo reale, la maschera di Guy Fawkes di V si è
trasformata in un simbolo di rivoluzione, come dimostra la sua
adozione da parte del collettivo internazionale di hacktivisti
Anonymous e la sua apparizione in protezione
durante Occupy Wall Street e la rivoluzione egiziana.
Il significato della Congiura delle
Polveri
Il Gunpowder Treason
Plot (Congiura delle Polveri) del 1605,
un attentato sventato contro il re Giacomo I e
l’esplosione della Camera dei Lord il 5 novembre,
assume un’importanza centrale nella trama di V per
Vendetta. V utilizza questo evento come ispirazione
storica, che si riflette nelle sue ideologie, nel suo linguaggio e
nel suo aspetto, poiché l’uso della maschera di Guy Fawkes ha una
funzione sia pratica che simbolica. La maschera non solo oscura la
sua identità e lo trasforma in un’idea, ma funge anche da
catalizzatore per la rivolta, alimentata dai seguenti versi:
“Ricorda per sempre il 5
novembre, il giorno della congiura delle polveri contro il
parlamento. Non vedo perché di questo complotto nel tempo il
ricordo andrebbe interrotto”.
Oltre a questo, il film fa
riferimento a tre cospiratori della Congiura delle Polveri
attraverso i personaggi di Rookwood,
Percy e Keyes, e fa un parallelo
con Il conte di Montecristo di Alexandre
Dumas, paragonando V a Edmond Dantès. Man
mano che la narrazione procede, l’arrivo del 5 novembre è
impregnato di urgenza, poiché segna l’inizio della fine per il
governo neofascista del film e per i suoi modi totalitari. Il 5
novembre è ancora oggi celebrato in Gran Bretagna come Guy Fawkes
Day, anche se in un contesto diverso, per ricordare il fallimento
del complotto, con spettacoli pirotecnici e falò per commemorare
l’evento.
All’approssimarsi del 5 novembre, V
distribuisce quindi migliaia di maschere di Guy Fawkes tra il
pubblico, scatenando un incidente che coinvolge l’omicidio di un
bambino che indossa la maschera da parte di un membro della polizia
segreta. Incoraggiate dall’immagine di V e dall’atto efferato
commesso davanti a loro, le masse superano la paura e avanzano
verso il poliziotto per fare giustizia. Alla vigilia del 5
novembre, Evey fa visita a V, che rivela un treno pieno di
esplosivi nella metropolitana di Londra, lasciando a lei la
decisione di usarli, poiché non vuole dare forma a un futuro di cui
potrebbe far parte.
Ciò dimostra che V era preparato
alla morte imminente per mano dello Stato e l’aveva accettata
grazie alla sua convinzione che la morte di un uomo non uccide
l’idea che sta dietro di lui o ciò che rappresenta. Prima di
morire, V professa il suo amore per Evey. Nel frattempo, Finch,
disilluso dal regime del partito, permette a Evey di inviare il
treno carico di esplosivo per far saltare in aria il Parlamento.
Prima di morire, V crea un vuoto di potere eliminando tutti coloro
che sono al potere, lasciando il personale militare incaricato di
difendere il Parlamento privo di direzione e di leadership.
Come da lui immaginato, una folla di
cittadini ammantati e mascherati da Guy Fawkes marcia davanti a
loro mentre il Parlamento esplode e i fuochi d’artificio illuminano
i volti dei presenti. Il finale è catartico e potente, poiché
l’immortalità dell’idea di V si realizza pur accogliendo le diverse
interpretazioni e il significato di ogni singolo membro della
folla. V per Vendetta è dunque un grido d’appello
per la voce del popolo, che si solleva verso la fine per combattere
la sorveglianza del governo, la manipolazione dei media e la
politica divisiva alimentata dall’odio.
Dopo aver
vinto l’Orso d’oro all’ultimo Festival del cinema di Berlino,
il film norvegese DREAMS (Drømmer) sarà
disponibile nelle sale italiane doppiato e in versione originale
sottotitolata dal 13 marzo distribuito da Wanted
Cinema, che è lieta di presentarne il trailer italiano.
DREAMS
(Drømmer), scritto e diretto da Dag Johan
Haugerud, è il primo titolo ad uscire in Italia come parte
della Trilogia delle relazioni composta dalle pellicole
“Sex / Dreams /
Love” che affrontano diverse sfaccettature dei
rapporti amorosi e sessuali del mondo contemporaneo all’interno di
un sistema sociale troppo spesso giudicante, dove essere
liberamente se stessi risulta ancora difficile.
DREAMS
(Drømmer) è un’indagine alle radici del femminile. La
protagonista Johanne è una studentessa che si innamora, per la
prima volta, della sua insegnante di liceo. Per preservare i suoi
sentimenti, la giovane documenta le sue emozioni e le sue
esperienze per iscritto affidandole al suo diario. Quando sua madre
e sua nonna leggono ciò che ha scritto, inizialmente rimangono
scioccate dal contenuto fattuale, ma presto riconoscono il
potenziale letterario del testo. Mentre discutono se pubblicarlo o
meno, Johanne cerca di colmare il divario tra la sua fantasia
romantica e la realtà, e tutte e tre le donne si confrontano con le
loro differenti visioni sull’amore, la sessualità e la scoperta di
sé.
Gli altri due
titoli della trilogia delle relazioni,
Love (presentato in concorso ufficiale
all’81esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia
nel 2024) e Sex (presentato alla
Berlinale 2024), usciranno successivamente tra fine aprile e giugno
2025, sempre distribuiti da Wanted Cinema.
La trama di
DREAMS(Drømmer)
Una
studentessa, Johanne, è sempre più emotivamente legata ad una sua
insegnate di scuola che le apre le porte della sua casa e ascolta
con premure le sue domande i suoi pensieri. Affidati ad un diario
personale gli scritti intimi di Johanne sul suo primo amore creano
attriti all’interno della sua famiglia, spingendo sua madre e sua
nonna a riconsiderare le proprie realtà e i propri sogni,
innescando un vivace dibattito tra donne.
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2
(qui
la recensione), il film conclusivo del franchise di
Harry Potter diretto da David Yates, ha visto
Voldemort (Ralph
Fiennes) sconfitto e Hogwarts trionfare, ma ha
lasciato alcune domande in sospeso, dal perché Harry (Daniel
Radcliffe) non sia morto al perché abbia spezzato la
Bacchetta di Sambuco e fino al perché Harry ha finito per chiamare
suo figlio anche con il nome di Severus Piton (Alan
Rickman), il professore che lo ha maltrattato durante
tutto il periodo trascorso a Hogwarts. Prima di tutto ciò, poiché
la maggior parte del film è dedicata alla battaglia di Hogwarts, le
scene sono piene di momenti di suspense, di dolore per la perdita
di alcuni personaggi importanti e di ansia per la vittoria di Harry
nel duello con Voldemort.
Anche se il loro viaggio non è stato
privo di tragedie, il Trio d’Oro ha raggiunto il suo lieto fine.
Quando il flashforward si è concluso e l’inquadratura finale ci
porta nella stazione di King’s Cross con Harry, Hermione (Emma
Watson) e Ron (Rupert
Grint) che salutano i loro figli, I Doni della Morte –
Parte 2 può concludersi sulla più dolce delle note, fornendo agli
spettatori anche il significato ultimo e più profondo di quanto
fino a questo punto visto. In questo articolo, approfondiamo
proprio il significato del finale di Harry Potter e i Doni
della Morte – Parte 2, andando alla scoperta di ogni
suo particolare.
Perché Harry non è morto nella
Foresta Proibita
Grazie alla memoria di
Severus Piton nel Pensatoio, Harry Potter ha
appreso di essere uno degli Horcrux finali di Voldemort che doveva
essere distrutto. Questo lo conduce alla Foresta Proibita per
affrontare da solo Colui che non deve essere nominato, un finale di
Harry Potter che molti aspettavano. Sebbene alla fine avesse senso
che la Maledizione dell’Uccisione avesse ucciso l’Horcrux e non
Harry, un’ulteriore spiegazione era ancorata al possesso della
Bacchetta di Sambuco, poiché c’erano ancora speculazioni sulle
ragioni per cui Harry non era morto; dopo tutto, la maledizione
avrebbe potuto uccidere Harry e lasciare Voldemort con il suo
Horcrux o uccidere Harry e l’Horcrux con lui.
Alla fine del film, Harry scopre
però che la Bacchetta di Sambuco gli appartiene dopo aver disarmato
Draco Malfoy, che in precedenza aveva disarmato
Albus Silente e aveva fatto sua la bacchetta.
Pertanto, poiché la Bacchetta di Sambuco non ha voluto uccidere il
suo legittimo proprietario, ha finito per distruggere l’Horcrux
all’interno di Harry, invece che Harry stesso. L’altro significato
della sopravvivenza di Harry è l’incantesimo di protezione di
Lily Potter che scorreva nel sangue suo e di
Voldemort. Infatti, la rinascita di Voldemort includeva il sangue
di Harry. Di conseguenza, mentre il sangue di Lily scorreva nelle
vene di Voldemort, Harry Potter non poteva morire, il che spiega
perché la Maledizione dell’Uccisione non ha posto fine alla sua
vita.
L’incantesimo Expelliarmus uccide
Voldemort
Nel terzo e ultimo atto del film e
del franchise, Harry Potter si trova faccia a faccia con Voldemort
completamente privo dei suoi malvagi Horcrux, mentre entrambi
lanciano i loro incantesimi per l’ultima volta nelle loro forme più
vulnerabili. Ci si chiede come un incantesimo innocuo come
l’Expelliarmus possa porre fine alla vita di Voldemort e la
spiegazione risiede ancora una volta nel cuore della Bacchetta di
Sambuco. Quando i due lanciano i loro incantesimi l’uno contro
l’altro, le maledizioni si scontrano in una scena splendidamente
filmata con luci rosse e verdi simili al fuoco che si intrecciano.
La connessione ha permesso alla Bacchetta di Sambuco di legarsi a
Harry, il suo legittimo proprietario.
Poiché nel mondo dei maghi una
bacchetta di solito si ritorce contro il mago che ha scelto, la
Maledizione dell’Uccisione lanciata da essa rimbalza verso
Voldemort e porta alla morte definitiva di Colui che non deve
essere nominato. Il colpo fatale è stato rappresentato in un’altra
spiegazione di Harry Potter relativa alla Bacchetta di Sambuco. Nei
momenti finali del libro e del film, Harry sapeva di essere il vero
padrone della Bacchetta di Sambuco. Pertanto, quando lancia
l’incantesimo Expelliarmus contro l’Avada Kedavra fatale di
Voldemort, capisce che avrebbe riportato la Bacchetta di Sambuco
nella sua mano, facendo rimbalzare su di lui la Maledizione
dell’Uccisione.
Ci sono molte domande e significati
nascosti ne I Doni della Morte. Dopo la morte di Silente, che
sapeva esattamente come usarne i poteri, la bacchetta fu lasciata
in mano alle forze del male. Il suo potere è stato il motivo per
cui il Signore Oscuro ha fatto di tutto per impossessarsene e alla
fine è stato uno dei dettagli che hanno portato alla morte di
Voldemort. Tuttavia, alla fine del film, appare chiaro che la
Bacchetta di Sambuco appartiene a Harry Potter, che ne è il
legittimo padrone. Come si è visto nei sette film precedenti, Harry
Potter è un bravo mago; è giusto, leale e pieno di coraggio, il che
significa che la Bacchetta di Sambuco è in buone mani con il suo
vero proprietario.
Rimane quindi un punto interrogativo
sul perché Harry si sia liberato della bacchetta dopo la Battaglia
di Hogwarts. Harry decide di rinunciare al suo pericoloso potere e
di distruggere la bacchetta per il bene comune e la pace del mondo
dei maghi. Si tratta di un cambiamento controverso rispetto al
libro, in cui Harry la usa per riparare la propria prima di giurare
di riportare la Bacchetta di Sambuco nella tomba di Silente. Anche
se la spiegazione del film non è stata affrontata direttamente, è
chiaro che Harry ha compreso l’avidità che la Bacchetta di Sambuco
aveva evocato dopo Grindelwald di Animali Fantastici.
Il significato del nome del figlio
di Harry
Nella scena finale, Harry
Potter e i Doni della Morte – Parte 2 fa un salto in
avanti di 19 anni e mostra Harry Potter e Ginny Weasley sposati che
accompagnano il figlio alla stazione di King’s Cross in attesa
della partenza dell’Hogwarts Express. Una volta inginocchiatosi per
rivolgersi al figlio, Harry dichiara il suo nome, Albus
Severus Potter, e gli dice che prende il nome da due
grandi maghi di Hogwarts. Uno di loro è stato notoriamente
apprezzato per tutta la serie, mentre l’altro è stato per lo più
disprezzato fino alla fine; pertanto, è importante capire la
decisione di Harry di chiamare il bambino con il nome di Severus
Piton. Il motivo per cui Harry ha chiamato suo figlio con il nome
di Silente, che era il professore più potente di Hogwarts, è un
ovvio omaggio al suo mentore.
Il motivo del secondo nome del
giovane Potter trova invece spiegazione nel ricordare che la
memoria di Severus Piton nel Pensatoio rivela l’amore eterno del
professore per Lily Potter. Alla fine, egli si è sacrificato per il
figlio di Lily, dopo una vita passata a tenerlo segretamente al
sicuro mentre gli spettatori e i personaggi pensavano il peggio del
professor Piton. Il significato del nome di Albus Severus è inoltre
stato approfondito dal fatto che Severus Piton è un Serpeverde; in
questo modo, Harry Potter è riuscito finalmente a rompere il tabù
della casa che in precedenza era considerata “solo per maghi
malvagi”, rassicurando il figlio che non deve sentirsi in
colpa se il cappello parlante dovesse assegnarlo a quella
casata.
Il vero significato del finale di
Harry Potter e i Doni della Morte – Parte 2
Il franchise cinematografico di
Harry Potter è un successo continuo da oltre due
decenni. Iniziato con La pietra filosofale e il
suo approccio leggero al mondo magico, si è concluso con il più
cupo I Doni della Morte – Parte 2, che ha chiuso
il capitolo di un franchise di otto film, ma ha anche fornito
spiegazioni a domande persistenti sull’universo magico creato da
J.K. Rowling. È stato chiarito perché
Harry è sopravvissuto alla maledizione dell’assassino, come è
riuscito a disarmare e distruggere Voldemort, perché ha gettato via
la Bacchetta di Sambuco ed è stato rivelato il vero motivo per cui
ha chiamato suo figlio Albus Severus.
Il finale del film di Harry Potter è
stato il culmine che ha portato l’eroe a superare il cattivo e la
conclusione della battaglia del bene contro il male. Harry,
distruggendo la Bacchetta di Sambuco, ha rivelato di aver scelto la
giustizia piuttosto che il potere, e la scena finale ha permesso
all’eredità di Piton e Silente di continuare a vivere. Gli
spettatori che facevano parte del mondo dei maghi da molto tempo
avevano bisogno di rimanere legati ai personaggi e al mondo
fantastico, perché avevano passato anni a vivere in modo vicario
attraverso di loro. Pertanto, lo svelamento di questi elementi del
finale del film ha ravvivato la magia e permesso all’amato
franchise di continuare a vivere.
Al cinema dal 13 marzo con
Vertice360, Lee, biopic di
Lee Miller diretto da Ellen
Kuras, vede protagonista assoluta Kate Winslet. E c’è qualcosa che Winslet non è
in grado di fare? A parte un paio di passi falsi che possono
capitare in una carriera lunga e ricca, è il tipo di attrice che
rappresenta quasi una garanzia e che attira a sé immediatamente
l’attenzione del pubblico.
La sua presenza fa sempre la
differenza, e Lee, un progetto di passione in lavorazione da tempo,
non fa eccezione e offre all’attrice già premio Oscar un tipo di
ruolo audace che in passato le ha fatto vincere il plauso di
pubblico e critica.
Kate Winslet
interpreta la fotografa Lee Miller, che si è
scattata una foto nella vasca da bagno di Hitler lo stesso giorno
in cui il dittatore si è sparato nel suo bunker. La storia comincia
con Lee, ex modella che vive una vita di lusso con il suo amante
artista Roland Penrose (Alexander
Skarsgård) prima di diventare corrispondente di guerra
durante la seconda guerra mondiale e una fotografa molto celebrata
per la rivista Vogue. Mentre viaggia attraverso la Germania
dilaniata dalla guerra, Miller lavora al fianco del giornalista
ebreo newyorkese David Scherman (Andy Samberg) che
la aiuta a catturare le atrocità che si verificano nella Germania
nazista. Mentre l’audace fotografa inizialmente lotta per far
conoscere le sue immagini al mondo a causa della politica ostinata
degli Stati Uniti, le immagini che cattura diventano presto alcune
delle fotografie più riconoscibili e inquietanti della seconda
guerra mondiale, mettendo in guardia il mondo sulle ingiustizie che
si stavano perpetrando nella Germania nazista. Kate
Winslet, Andy Samberg e Alexander
Skarsgård non sono le uniche star di Lee.
Kate Winslet guida il cast di
Lee
Basta dare un’occhiata al cast e si
scopre che Lee è pieno di altri talenti di alto livello, tra cui
Marion Cotillard nel ruolo di Solange d’Ayen,
amica di lunga data di Miller e direttrice della rivista Vogue
francese, Andrea Riseborough nel ruolo di Audrey
Withers, direttrice della rivista Vogue britannica, Josh O’Connor nel ruolo del fotografo
britannico Antony Penrose e Noémie Merlant nel ruolo della modella Nusch
Éluard. Un corollario di grandi artisti che mettono sempre al
centro, la protagonista. Anche quando il film la vede indossare un
trucco pesante per permetterle di interpretare una Lee più anziana,
Winslet comanda ancora lo schermo e si mimetizza completamente con
la famosa fotografa.
Sebbene questo avrebbe
potuto essere un ruolo più convenzionale per Kate Winslet, si impegna completamente nella
parte e fa il possibile affinché la sua interpretazione risulti
accurata. L’inclusione di Samberg in Lee è probabilmente
quella che coglierà di sorpresa la maggior parte delle persone,
poiché l’attore non ha mai interpretato un ruolo completamente
drammatico come questo. Incredibilmente, offre quella che potrebbe
essere una performance ancora più notevole persino di Winslet ed è
al centro di uno degli unici momenti emotivamente risonanti del
film.
Senza dubbio, Lee
Miller è una delle fotografe più affascinanti ad aver mai
scattato una foto. È una delle persone più leggendarie ad aver mai
impugnato una macchina fotografica. Anche il personaggio di
Kirsten Dunst in Civil War, ha attinto
molto da Miller tanto che nel film viene anche citata per il fatto
che portano lo stesso nome.
Quando si sceglie un’attrice
venerata come Kate Winslet per questo tipo di ruolo, sai già
che l’attrice offrirà una performance eccellente, e alla fine è lei
il vero motivo per cui vale la pena vedere il film diretto da
Ellen Kuras.
Divenuta una delle saghe
cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die Hard comprende oggi
cinque titoli usciti in sala in un arco temporale che va dal 1988
al 2013. Protagonista assoluto è l’attore Bruce
Willis, che ricopre qui il ruolo del poliziotto John
McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in
avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte
soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il
personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema,
nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis. La sua
prima comparsa cinematografica si deve a Die Hard –
Trappola di cristallo.
Diretto da John McTriernan,
maestro del genere noto anche per Predator e Caccia a Ottobre Rosso,
il film è basato sul romanzo Nulla è eterno,
Joe, scritto da Roderick Thorp e
pubblicato nel 1979. Questo è in realtà stato pensato come il
sequel di un precedente romanzo di Thorp, The Detective,
ma per il film si è deciso di rimuovere ogni riferimento a questo
così da farlo diventare un’opera a sé stante. Allo stesso tempo, il
film non segue fedelmente il libro da cui è tratto, apportando
modifiche tanto al protagonista quanto ai villain principali. Ciò
non gli ha impedito di affermarsi come un gioiello di tensione
estremamente avvincente.
Ancora oggi è infatti un film
celebrato, omaggiato e studiato, merito anche delle grandi
interpretazioni e della regia attenta a sottolineare ogni momento
di suspence. Si tratta inoltre, involontariamente, di uno dei film
con ambientazione natalizia preferiti dal grande pubblico. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Die Hard – Trappola di
cristallo
Protagonista del film è John
McClane, poliziotto di New York rientrato a Los Angeles
per passare la Vigilia di Natale con la propria famiglia.
Desiderando fare una sorpresa a sua moglie Holly,
questo si presenta al grattacielo Nakatomi Plaza, dove lei lavora.
Qui viene invitato ad unirsi ai festeggiamenti natalizi, ma poco
incline alla baldoria McClane tende a farsi un po’ da parte. È così
che, nel momento in cui un gruppo di terroristi invade l’ambiente,
riesce a nascondersi e architettare un piano di salvataggio. A capo
dell’operazione vi è però Hans Gruber, uomo privo
di scrupoli e dotato di grande intelligenza, che darà filo da
torcere al poliziotto.
Il suo intento è infatti quello di rubare una serie di titoli di
stato dal caveau dell’edificio, ottenendo così una fortuna di
miliardi. McClane, intanto, si aggira per il palazzo tentando di
neutralizzare i vari membri del gruppo. La sua tenacia, come anche
il desiderio di riabbracciare la moglie, lo spingeranno a non
arrendersi. Dotato di una ricetrasmittente, il poliziotto riesce a
mettersi in contatto con Gruber, facendogli sapere che ha le ore
contate. McClane, infatti, si affida al fatto che nessuno tra i
terroristi conosce il suo volto, e pertanto può colpirli dove e
quando meno se lo aspettano.
Il cast del
film
Immaginare il personaggio di John
McClane con il volto di un altro attore è ormai impossibile.
Bruce Willis ha negli anni dimostrato di
essere l’interprete giusto per la parte, sfoggiando un carisma
unico e perfetto per il ruolo. Eppure, egli non fu la prima scelta
per il ruolo, bensì la sesta. Prima di lui erano infatti stati
considerati interpreti come Arnold
Schwarzenegger, Sylvester
Stallone e Harrison
Ford. La scelta ricadde infine su Willis, il quale
però all’epoca non era ancora particolarmente noto e lavorava più
in televisione che al cinema. La sua poca notorietà fu però allo
stesso tempo ciò che convinse i produttori. Willis poteva infatti
essere l’uomo qualunque in cui gli spettatori si sarebbero
immedesimati.
Nel ruolo del capo dei terroristi,
Hans Gruber, vi è invece Alan Rickman,
qui al suo primo ruolo cinematografico dopo anni di teatro. Per il
personaggio, egli studiò approfonditamento l’accento tedesco, al
fine di poter risultare credibile nel parlarlo. Egli, inoltre,
acconsentì ad interpretare la scena in cui il suo personaggio cade
nel vuoto. L’attore si lasciò dunque cadere per 9 metri finendo su
un materasso. Accanto a loro, nel ruolo di Holly McClane vi è
Bonnie Bedelia, mentre Alexander
Godunov è Karl, il braccio destro di Hans. Sono poi
presenti gli attori Reginald VelJohnson nel ruolo
del sergente Al Powell, William Atherton in quelli
del reporter televisivo Richard Thornburg e Wilhelm von
Homburg come James, membro del gruppo di criminali.
Bruce Willis in Die Hard – Trappola di cristallo
Il finale del film
Nel finale, un McClane stanco e
malconcio trova Holly con Gruber e il suo scagnozzo rimasto.
McClane, apparentemente, si arrende a Gruber e sta per essere
colpito, ma afferra la sua pistola d’ordinanza nascosta alla
schiena e usa gli ultimi due proiettili per ferire Gruber e
uccidere il suo complice. Il criminale si schianta contro una
finestra ma si aggrappa all’orologio da polso di Holly e fa un
ultimo tentativo di uccidere i due. McClane sgancia però l’orologio
e Gruber cade verso la morte. Fuori, Karl tende un’imboscata a
McClane e Holly, ma viene ucciso da Powell. Holly colpisce poi
Thornburg quando tenta di interrogare McClane. A quel punto, Argyle
sfonda la porta del parcheggio con la limousine e porta via McClane
e Holly insieme, concludendo il film.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di Die
Hard – Trappola di cristallo grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Tim
Vision, Apple iTunes, Prime Video e Disney+. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 6 marzo alle ore 21:00
sul canale Iris.
Uscito nel 2018,
Nella tana dei lupi si è rivelato il miglior
action-thriller realizzato dai tempi di The Town,
seconda regia di Ben Affleck. Costruito con
realismo pungente soprattutto nelle sequenze di sparatorie e nelle
interpretazioni carismatiche del cast, il lungometraggio diretto da
Christian Gudegast ha ottenuto un discreto
successo al botteghino e un’ampia schiera di fan.
Sviluppare un sequel non
sarebbe stato tuttavia un compito facile, per due ragioni
specifiche: in primo luogo, il film avrebbe avuto bisogno di una
nuova ambientazione, lontana da una Los Angeles stilizzata e in
fiamme; in secondo luogo (SPOILER ALERT!) sarebbe stato più che
complesso restituire allo spettatore il tono teso e struggente una
volta uscito di scena il personaggio di Ray Merrimen,
nell’originale interpretato da un impressionante Pablo
Schreiber, di gran lunga il maggiore punto di forza
dell’intera operazione.
Nella tana dei lupi 2:
Pantera accetta le sfide
Nella tana dei
lupi 2: Pantera ha accettato queste sfide e, pur non
raggiungendo l’eccellenza cinematografica del primo capitolo,
dimostra chiaramente che Gudegast è un regista intelligente.
Ambientato quasi completamente nel sud della Francia, questo sequel
si orienta maggiormente verso l’heist-movie, scegliendo un
approccio più dolce e rilassato sia nei confronti della storia che,
fattore ancor più importante, del tono. Alla fine, il regista
utilizza i personaggi rimasti per realizzare qualcosa che risulta
divertente in modo diverso: una scelta che paga soprattutto perché
era piuttosto impossibile eguagliare quanto fatto in precedenza, e
Gudegast dimostra fin da subito di averlo capito.
Detto questo,
Nella tana dei lupi 2: Pantera inizia con una
notevole scena d’azione che stabilisce il tono dell’intero film,
per poi procedere allo sviluppo di una trama piuttosto efficace e
coerente con il ritmo della narrazione. Quando diventa chiaro che
non c’è un’altra figura di spessore quale era quella di Merrimen, i
protagonisti Nick O’Brien (Gerard
Butler) e Donnie Wilson (O’Shea Jackson
Jr.) iniziano a sviluppare quel rapporto di amore/odio che
abbiamo visto molte volte in questo tipo di heist-movie. Il duello
psicologico, carismatico e viscerale tra Gerard Butler e Pablo
Schreiber in Nella tana dei lupi non viene replicato in Pantera,
perché O’Shea Jackson Jr. non interpreta quel tipo di personaggio e
non possiede la presenza scenica di Schreiber. Di conseguenza, il
nuovo capitolo non può contenere lo stesso tipo di dramma.
La sceneggiatura sviluppa
il piano di rapina e la sua esecuzione utilizzando tutte le
coordinate narrative più conosciute e un paio di colpi di scena non
particolarmente originali, ma questo non significa che non
funzionino per intrattenere. Tranne forse negli ultimi dieci
minuti, l’azione non va mai troppo sopra le righe, impostando un
realismo di base che tiene lo spettatore dentro la storia e accanto
ai personaggi. Le sequenze d’azione non sono mai incredibili, non
c’è violenza usata solo per intrattenere il pubblico, e ovviamente
si finisce per tifare per i criminali quando si tratta di rubare
milioni di dollari a qualcuno che può sicuramente permettersi di
perderli.
Un action che predilige l’intrattenimento
Manca senza dubbio una
dose di empatia sviluppata attraverso la narrazione, ma è
abbastanza chiaro che, a vogliamo ribadirlo ancora una volta,
Pantera preferisce intrattenere con un tono più
rilassato invece di cercare di raggiungere lo zenit emotivo del
primo Nella tana dei lupi. Questo sequel è molto
meno un dramma e uno studio sui personaggi, ma dimostra fin
dall’inizio di non volerlo essere, diventando un onesto sequel
tutto sommato sa muoversi in autonomia. Spostandosi nella cornice
più rilassante dell’heist-movie, Christian Gudegast ha deciso di
esplorare toni addirittura antitetici nel sequel del suo acclamato
primo lungometraggio. Una scelta che non è sbagliato avallare,
visto che il cineasta ha cercato di cambiare rotta e non ripetere
una formula che sapeva non avrebbe funzionato. Nella tana dei lupi
2: Pantera è lontano dall’essere perfetto, ma è divertente e in
modo evidente sembra essere consapevole di regalare puro
intrattenimento.
Dal 13 marzo al cinema su 400
schermi grazie a Piperfilm, con un’anteprima l’8 marzo su 200
schermi, La
Città Proibita è il terzo film di
Gabriele Mainetti che, dopo i supereroi e i freak
a Roma, attraverso le epoche, ci proietta nella contemporaneità
multietnica dell’Esquilino, portando questa volta nella Capitale il
Kung Fu.
Nel cast del film, frutto di un
enorme sforzo produttivo in collaborazione tra WILDSIDE, UNA
SOCIETÀ DEL GRUPPO FREMANTLE, PIPERFILM E GOON FILMS dello Stesso
Mainetti, ci sono Yaxi Liu, Sabrina Ferilli,
Marco Giallini e Enrico Borello.
Per Gabriele
Mainetti, che oggi ha incontrato la stampa, il film è una
“lettera d’amore a Roma“, per mostrarne il potenziale
narrativo che va al di là delle commedie per cui è tanto famoso il
nostro cinema e che sembrano gli unici prodotti di interesse di un
pubblico sempre più complicato da convincere a portare in sala. Per
lui era il momento giusto per tornare, si è fatto convincere dalla
sua compagna e soprattutto da Mario Gianani, produttore, che ha
voluto che portasse avanti quella “vecchia storia di kung fu” che
gli aveva raccontato tempo prima. “Era il momento giusto per
questo film” spiega Mainetti.
Il regista ce la mette
tutta: il film è un melting pot di culture e profumi di cucine
tradizionali, tra Cina e Italia, tra spaghetti di soia e
amatriciana, a suon di botte suonate a mestiere, grazie alla
protagonista
Yaxi Liu, attrice e stuntwoman cinese che interpreta Mei.
“Ero consapevole che nessuna attrice poteva darmi lo stesso
grado di autenticità che ricercavo. Avevo bisogno di una persona
che conoscesse davvero le arti marziali, e per fortuna ho trovato
Yaxi, che è stata anche la controfigura di Mulan nel live action
Disney, e credete, dà molto realismo alle scene di scontri. A quel
punto serviva un fight coordinator che fosse cinese e siamo
arrivati a Liang Yang. Ha lavorato a livelli altissimi, gli ho
chiesto di custodire l’immaginario Kung Fu di Bruce Lee, ma dando
tempo al pubblico di vedere quello che accade, non a una velocità
folle che non fa capire niente.”
Molto a loro agio nei ruoli per
La città Proibita, Marco Giallini
e Sabrina Ferilli sono ormai il simbolo di una
romanità verace che si sposava perfettamente con le intenzioni di
Mainetti, romani autentici che non vedevano l’ora di collaborare
con Gabriele.
“Il mio
primo film è stato accolto più che bene, il pubblico è stato
generoso e la critica ancora di più se pensate ai David di
Donatello. Il secondo film
è stato una montagna da scalare, ma poi la produzione è stata così
complicata che alla fine volevo solo concluderlo. Questo è arrivato
come un regalo, e una collaborazione con dei veri produttori che mi
hanno permesso di lavorare bene e in fretta.”
Stando a quanto riportato da
Deadline, la cantante
Charli XCX è stata presa in considerazione per
partecipare all’atteso film di Le Cronache di
Narnia di Greta
Gerwig e Netflix. La vincitrice di un Grammy sarebbe
infatti tra le prime scelte per un ruolo chiave e le trattative
sono in corso da un po’ di tempo, ma al momento non c’è nulla di
definito. Non si sa quindi se l’accordo si concretizzerà o meno.
Chi potrebbe interpretare in un film su Narnia, se l’accordo si
concretizzasse? Si dice che potenzialmente potrebbe essere
Jadis, la Strega Bianca.
Charli XCX tra musica e cinema
La cantante britannica, reduce da
cinque vittorie ai Brit Awards nel fine settimana, è stata sempre
più richiesta per progetti cinematografici negli ultimi 12 mesi e
ha rapidamente accelerato la sua carriera cinematografica. Tra i
suoi prossimi debutti sul grande schermo figurano The
Gallerist di Cathy Yan, Sacrifice di Romain Gavras e
I Want Your Sex di Gregg Araki. Non resta dunque che
attendere maggiori informazioni e scoprire se si unirà anche al
prossimo film della Gerwig.
Tutto quello che sappiamo su Le Cronache di
Narnia
Nel 2018, Netflix ha annunciato che
avrebbe sviluppato nuove serie e progetti cinematografici basati
sull’amata serie de Le Cronache di Narnia di
C.S. Lewis e ha portato Greta
Gerwig a bordo nel 2020 per adattare e dirigere.
Il progetto è ancora in fase iniziale e i dettagli sono scarsi.
Come già riportato in precedenza, il film riceverà un’esclusiva
proiezione IMAX globale di due settimane nel 2026, prima
dell’uscita del film sul canale di streaming.
Questo sarà il nuovo progetto della
Gerwig, che ha portato alla Warner Bros. il film di maggior incasso
di sempre, Barbie (1,44 miliardi di dollari), che ha anche
ottenuto un premio Oscar per la canzone originale di Billie Eilish
e Finneas What Was I Made For?. Anche la canzone Speed
Drive di Charlie XCX faceva parte della
colonna sonora del film, per cui si tratterebbe di una nuova
collaborazione tra la regista e la cantante. Non è ancora chiaro se
ci sarà una componente musicale in un eventuale contributo a Narnia
da parte della cantante e attrice.
La Fondazione Pesaro
Nuovo Cinema è lieta di annunciare le date della 61esima
edizione della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema che si
terrà a Pesaro dal 14 al 21 giugno 2025 con il contributo del
Ministero della Cultura – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo,
del Comune di Pesaro e della Regione Marche.
Il festival, diretto da
Pedro Armocida, annuncia le date e, contemporaneamente, apre i
bandi del Concorso Pesaro Nuovo Cinema, per film senza alcun
vincolo di formato, genere, durata e lingua, del concorso di
critica cinematografica– Premio Lino Miccichè dedicato
ai più giovani e del primo concorso italiano di video saggi –
(Ri)Montaggi – rivolto agli studenti di cinema di tutto il
mondo.
Dopo il
successo della scorsa edizione che ha visto il Festival celebrare
l’importante traguardo delle 60 edizioni proprio nell’anno in cui
Pesaro è stata protagonista in Italia e nel mondo come
Capitale Italiana della Cultura 2024, la Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema si prepara a celebrare i suoi primi
60 anni con un programma sempre più attento alle nuove forme e ai
nuovi linguaggi del cinema ma continuando a raccontare l’eccellenza
del cinema italiano.
Il tradizionaleEvento Speciale sul cinema italiano, in
collaborazione con il Centro Sperimentale di Cinematografia –
Cineteca Nazionale, sarà dedicato a Gianni Amelio, uno dei grandi
maestri del nostro cinemache ha appena compiuto 80
anni, uno dei più cinefili e ‘sperimentali’
(i primi film tv in Rai). Attraverso la retrospettiva dei suoi
film, la pubblicazione di una monografia curata da Pedro Armocida e
Anton Giulio Mancino, edita da Marsilio nella storica collana
Nuovocinema, e una tavola rotonda aperta al pubblico, la Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema omaggerà il grande regista e
sceneggiatore pluripremiato che ha così commentato l’Evento
Speciale a lui dedicato: «Nel 1970 qualcuno mi
sgridò per non avere proposto alla Mostra di Pesaro il mio primo
film La fine del gioco. A quel tempo non ci pensai: il
Nuovo Cinema era un traguardo che sentivo di non meritare. Ma
l’anno successivo lavorai sul quaderno dedicato a Nagisa Oshima e
conobbi tutti i suoi film. Mesi dopo, quando Oshima venne a Roma,
lo accolsi al cinema Rivoli con un breve e temerario discorso in
giapponese. Allora nacque un’amicizia, una delle più fertili della
mia vita. Adesso, dopo tanti anni, dedico alla sua memoria l’Evento
Speciale che Pesaro mi offre e che accolgo con profonda
riconoscenza”.
Dichiara il Sindaco della
città Andrea Biancani: “La città si prepara a celebrare i
primi 60 anni della Mostra Internazionale del Nuovo Cinema. Una
manifestazione che rappresenta il fiore all’occhiello delle
iniziative proposte dalla fitta programmazione culturale che ogni
anno mettiamo a disposizione di cittadini e turisti, nazionali ed
internazionali. L’edizione 2025 sarà all’insegna della continua
esplorazione del panorama cinematografico contemporaneo, con un
focus particolare sull’innovazione e l’eccellenza che la
contraddistingue; un’occasione che ogni anno ci permette di dare
visibilità e lustro a tutto il territorio, guardando sempre al
“nuovo” con lungimiranza. Sarà un onore ospitare a Pesaro il
Maestro Gianni Amelio, a cui è dedicata questa 61° Mostra e tra i
primi autori degli “sperimentali” Rai che hanno portato per la
prima volta in televisione le qualità più significative del cinema
non commerciale. Siamo consapevoli che oggi la Mostra
Internazionale del Nuovo Cinema di Pesaro ha potenzialità ancora da
esprimere e sarà uno degli obiettivi principali di questa nuova
amministrazione, valorizzandola e promuovendola, legando sempre più
il nome della città a quello della storica Mostra”.
Dal 7 all’11 maggio 2025, il
Cinema Barberini di Roma accoglierà la 18ª edizione di
La Nueva Ola – Festival del Cinema Spagnolo e
Latinoamericano, diretto da Iris Martin-Peralta e Federico
Sartori. Evento di riferimento per il cinema iberoamericano in
Italia, il Festival torna con una selezione imperdibile di
anteprime, ospiti di prestigio e un viaggio tra le cinematografie
più vibranti di Spagna e America Latina.
Anche quest’anno il pubblico potrà
immergersi nelle principali sezioni del Festival: La Nueva Ola del
Cine Español e La Nueva Ola Latinoamericana, che presentano i
migliori film inediti in Italia, in concorso per il Premio del
Pubblico; Perlas, sezione non competitiva che raccoglie i film più
significativi della stagione; Clásicos, un omaggio al grande cinema
del passato; e i vincitori del Premio IILA-Cinema, dedicato ai
giovani talenti del cinema latinoamericano.
Tra gli ospiti confermati di questa
edizione spicca Icíar Bollaín, una delle voci più autorevoli del
cinema spagnolo contemporaneo, che presenterà l’anteprima
italianadel suo attesissimo Soy Nevenka. Il film, tra thriller e
dramma sociale, racconta la vera storia di Nevenka Fernández, la
prima donna in Spagna ad aver denunciato per molestie sessuali un
politico, in una battaglia giudiziaria e mediatica che ha fatto la
storia.
Arriva a Roma anche Klaudia
Reynicke, regista dell’acclamato film svizzero-peruviano Reinas,
vincitore della sezione Generator alla Berlinale 2024 e del Premio
del Pubblico Piazza Grande al Festival di Locarno. Il film,
distribuito in Italia da EXIT Media, uscirà nelle sale il 15
maggio.
Grande attesa anche per Volveréis,
il nuovo film di Jonás Trueba, con Francesco Carril (protagonista
della fortunata serie Dieci Capodanni, in onda su Rai Play). Il
film vincitore come Miglior film europeo della Quinzaine des
Réalisateurs all’ultimo Festival
di Cannes, distribuito in Italia da Wanted Cinema, sarà
presentato in anteprima italiana alla presenza del cast.
Running Point è stata
ufficialmente rinnovata per la seconda stagione. La commedia
sportiva vede come protagonista Kate Hudson nei panni di Isla Gordon, una
donna nominata presidente della squadra di basket fittizia LA
Waves. La prima stagione di 10 episodi è stata trasmessa per la
prima volta su Netflix
il 27 febbraio. Oltre a Hudson, Running Point vanta un cast di prim’ordine che include
Brenda Song, Drew Tarver, Jay Ellis, Scott MacArthur, Chet
Hanks, Uche Agada, Justin Theroux, Scott Evans e Max
Greenfield. La serie è stata creata da Ike Barinholtz e
presenta episodi diretti da Michael Weaver, Thembi Banks, James
Ponsoldt e David Stassen.
Ora, Netflix ha
annunciato il rinnovo ufficiale di Running Point per la
seconda stagione. Lo streamer lo ha annunciato attraverso un
video promozionale, che inizia mostrando le richieste dei fan per
una seconda stagione. Il video mostra Hudson, che dice: “Un buon
proprietario di una squadra di basket sa quando ascoltare i
fan”. Poi annuncia con entusiasmo che “Running Point tornerà
ufficialmente per la seconda stagione”. Ha quindi ringraziato
coloro che hanno sostenuto lo show e ha chiuso con un messaggio per
la prossima stagione.
È passata solo una settimana dalla
prima di Running Point, che è entrata nella top 10 globale
di Netflix per i programmi televisivi in lingua inglese. Ha
raggiunto il terzo posto, con 9,3 milioni di visualizzazioni
totali, superata solo da Zero Day e American Murder:
Gabby Petito. Da allora, Running Point è diventato lo
show numero uno negli Stati Uniti.
Parte del successo di Running
Point è probabilmente legato ai suoi protagonisti. La serie
vedeva Hudson nel ruolo principale, ma il ruolo secondario di Song
è altrettanto significativo, poiché ha probabilmente attirato i fan
grazie al precedente lavoro dell’attore in contenuti Disney Channel
come Zack e Cody al Grand Hotel. Queste apparizioni nel
cast, la trama intelligente e la commedia hanno portato a una
ricezione complessivamente positiva, poiché Running Point
ha ottenuto un 77% di Tomatometer e un 82% di Popcornmeter su
Rotten Tomatoes. Queste ottime recensioni fanno ben sperare per la
prossima stagione.
La serie thriller politica Paradisedi Hulu e Disney+ è stata un successo immediato e
lo streamer ha rapidamente rinnovato lo show per una seconda
stagione all’inizio del 2025. Interpretata da Sterling K.
Brown, la serie è ambientata all’interno di un enorme
bunker sotterraneo creato dal governo degli Stati Uniti per
ospitare figure politiche chiave in caso di catastrofe mondiale.
Tre anni dopo che un misterioso scenario apocalittico ha costretto
tutti a rifugiarsi sottoterra, l’agente dei servizi segreti Xavier
Collins (Brown) è determinato a scoprire la verità dietro l’evento
catastrofico e a scoprire chi ha davvero ucciso il presidente degli
Stati Uniti.
Mescolando gli elementi
sconvolgenti di un mistero con la tensione avvincente di un
thriller politico, Paradise è un’offerta unica nel moderno mondo
dello streaming. Inoltre, le brillanti interpretazioni
contribuiscono a elevare il materiale sopra le righe, dando
concretezza a Xavier e rendendo il suo viaggio ancora più
credibile. Sebbene la prima stagione abbia risolto il mistero di
chi ha ucciso il presidente Bradford, ha semplicemente
preparato il terreno per un mondo molto più vasto oltre il bunker
titolare. Con Hulu che ha rinnovato rapidamente la seconda stagione
dello show, è chiaro che la prima stagione era solo un assaggio di
ciò che Paradise ha da offrire.
Sterling K. Brown anticipa la
trama della seconda stagione
Dopo una prima
stagione dinamica che ha lasciato molte domande senza risposta,
le ultime notizie arrivano sotto forma di
un’anticipazione della trama della seconda stagione di
Paradise. Sterling K. Brown ha parlato candidamente di
ciò che accadrà nella seconda puntata, ed è chiaro che
Paradise sta ampliando i propri orizzonti. “Quindi penso
che nella seconda stagione,” ha detto Brown, “l’idea sia
quella di esplorare cosa è successo al resto del mondo.”
Questo è stato ampiamente suggerito dal finale della prima
stagione, ed è il passo logico successivo per Xavier dopo aver
appreso che sua moglie è viva e che il mondo al di fuori di
Paradise è abitabile.
Leggi qui i commenti completi di
Brown:
“Sappiamo cosa hanno fatto i
miliardari e le persone al potere. Hanno costruito una città,
giusto?Poi abbiamo scoperto nell’episodio 4 che c’è ancora
aria respirabile. Nell’episodio 7 si vede che le bombe atomiche non
sono esplose, che c’è ancora vita come la conosciamo, ma forse
molto diversa perché il disastro naturale è ancora in corso. Quindi
penso che nella seconda stagione l’idea sia quella di esplorare
cosa è successo al resto del mondo, come si presenta?
Hulu rinnova la serie prima del
finale della prima stagione
A differenza di altri programmi in
streaming che spesso languiscono nel limbo tra una stagione e
l’altra, Hulu non ha perso tempo nel decidere il destino di
Paradise. Il thriller politico è stato rinnovato per una
seconda stagione nel febbraio 2025, diverse settimane prima ancora
della fine della prima stagione. La decisione non è stata
particolarmente difficile per Hulu, dato che la creazione di Dan
Fogelman è stata un enorme successo fin dall’inizio. La prima
stagione di Paradise, composta da tre episodi, ha attirato 7
milioni di spettatori nella prima settimana e non è mai uscita
dalla top 15 di Hulu per tutta la sua durata di otto episodi.
Non sorprende che non siano
stati ancora rivelati dettagli sulla seconda stagione,
probabilmente per evitare spoiler. Tuttavia, con la prima stagione
completata, le informazioni sul prossimo episodio potrebbero
iniziare ad arrivare prima piuttosto che dopo. Il rinnovo
anticipato dà ai creatori la possibilità di iniziare subito a
lavorare alla seconda stagione e Paradise può evitare i
ritardi che hanno iniziato a tormentare le esclusive in streaming
di alto profilo. Se Paradise riesce a ottenere una clip
annuale, potrebbe mantenere il suo status di una delle serie
originali di maggior successo di Hulu. La prima
stagione di Paradise si è conclusa il 4 marzo 2025.
Dettagli sul cast della seconda
stagione di Paradise
Sebbene non sia ancora stato
annunciato il cast della seconda stagione di
Paradise, ci sono molti personaggi che
presumibilmente torneranno nella seconda puntata. Forse la cosa più
importante è che è certo che Sterling K. Brown tornerà a
riprendere il suo ruolo di agente dei servizi segreti Xavier
Collins, e il suo viaggio alla ricerca della verità è appena
iniziato. Inoltre, si scopre che la moglie di Xavier è ancora viva,
il che significa che Eunuka Okuma potrebbe avere un ruolo molto più
importante nella stagione 2 nei panni della dottoressa Teri
Rogers-Collins. Anche se è sempre possibile un altro flashback, è
improbabile che James Marsden torni nei panni del defunto
presidente Bradford.
Anche se le hanno sparato nel
finale della prima stagione, è probabile che Julianne Nicholson
tornerà nei panni di Samantha “Sinatra” Redmond, dato che è stata
vista in convalescenza in ospedale. Svelando le sue cattive
intenzioni e il suo amore per i videogiochi, anche l’agente Jane
Driscoll (interpretata da Nicole Brydon Bloom) dovrebbe tornare a
creare problemi. Il vicepresidente di Matt Malloy, Henry Baines, ha
assunto più potere in assenza di Sinatra e Cal, e tornerà, anche se
le sue vere intenzioni non sono ancora note. Con Xavier che si
avventura nel mondo dell’aldilà, incontrerà senza dubbio anche
nuovi personaggi.
Dettagli della storia della
seconda stagione di Paradise
Xavier esplora il mondo
dell’aldilà in Paradise, nella seconda stagione
Il creatore della serie Dan
Fogelman ha rivelato di avere un piano di tre stagioni per
Paradise (tramite TV Line) e questo aiuta a indovinare cosa accadrà nella
seconda stagione. Il finale della prima stagione non solo ha smosso
le acque all’interno di Paradise, ma ha visto Xavier lasciare il
bunker per cercare sua moglie. Il colpo di scena che il mondo
esterno non è un disastro completamente inabitabile apre le porte a
toccanti riunioni, ma rappresenta anche una seria minaccia per
Paradise. Se gli oltre 50 milioni di persone che ancora vivono
sulla Terra scoprono il rifugio di lusso, potrebbero venire a
cercare risorse.
La ricerca di Xavier per sua moglie
sarà probabilmente il punto cruciale dell’intera seconda stagione,
ma ci sono molti colpi di scena previsti prima che lui possa
trovarla. La vera natura della fine del mondo è ancora piuttosto
vaga e le cospirazioni portano ad altre cospirazioni nel mondo di
Paradise. Nel frattempo, una lotta di potere si
sta preparando all’interno del bunker, poiché Cal e Sinatra
sono stati neutralizzati (almeno per ora), il che significa che è
necessaria una nuova leadership. Baines si è fatto avanti, ma le
sue vere intenzioni non sono note.
I fratelli Russo stanno riunendo
nuovamente i Vendicatori per Avengers:
Doomsday e hanno reclutato Robert Downey Jr. nel ruolo del Dottor
Destino. Con l’inizio delle riprese della produzione Marvel Studios, tutti gli occhi saranno
puntati su di loro, soprattutto nei luoghi in cui i paparazzi
potrebbero scattare foto e far trapelare spoiler. Tuttavia, i
registi hanno recentemente rivelato in un’intervista di aver
previsto questa eventualità e di aver scelto intenzionalmente i
luoghi delle riprese.
“Siamo abbastanza bravi a
chiudere la faccenda”, ha detto Joe Russo a Collider in un’intervista con
Anthony Russo, aggiungendo: “Abbiamo studiato una sorta di
strategia per sperare di essere efficaci in questo senso“. Joe
ha ammesso che molte delle riprese saranno effettuate nei teatri di
posa, dicendo: “Non vogliamo che la gente si faccia
fotografare, quindi saremo piuttosto severi”.
Per quanto riguarda le scene
all’esterno, Anthony ha dichiarato: “Le location che stiamo
girando, le abbiamo scelte tenendo conto anche di questo”. I
registi hanno anche dichiarato che ognuno dei film degli Avengers a
cui stanno lavorando richiederà sei mesi, “una durata
standard”. A questo punto non resta che attendere di poter
avere, se non fughe di notizie dal set, qualche maggiore dettaglio
in più su questi due attesissimi film.
In passato la Marvel ha dovuto ampiamente lottare
contro le foto spoiler. Durante le riprese di Deadpool &
Wolverine, sono trapelate delle foto dal set, che
hanno portato la star Ryan Reynolds a chiedere moderazione nella
condivisione degli spoiler. “Le sorprese fanno parte della
magia dei film in sala. Per noi è importante girare il nuovo film
di ‘Deadpool’ in ambienti reali e naturali, utilizzando effetti
pratici, invece di girare il film in interni e in digitale. I
teleobiettivi continuano a rovinare le sorprese e a creare una
situazione difficile per tutti”, ha dichiarato Reynolds nel
dicembre 2023.
Il ritorno di Downey nel MCU è stato annunciato al Comic-Con
dello scorso anno, dove è stato svelato che l’attore interpreterà
Victor Von Doom nei prossimi due film dei Vendicatori. A dicembre
Deadline ha riportato la notizia che Chris Evans sarebbe tornato nell’universo
Marvel in un ruolo ancora da
definire. Un altro casting per il prossimo Avengers:
Doomsday è quello di Hayley Atwell, che dovrebbe riprendere il suo
ruolo di Agente Carter.
Il finale della stagione 1 di
Paradise
risponde alla domanda su chi abbia ucciso il presidente Cal
Bradford (James Marsden), ma la rivelazione è solo uno dei tanti
colpi di scena della trama. Nel finale dell’episodio 7 di
Paradise, Samantha “Sinatra” Redmond dice a
Xavier Collins (Sterling K. Brown) che se vuole rivedere sua figlia
Presley (Aliyah Mastin), deve trovare l’assassino del presidente
Bradford e porre fine alla ribellione. Xavier obbedisce e
scopre che l’assassino si è nascosto in bella vista per tutto il
tempo.
Risolvere il mistero dell’omicidio
di Paradise
è l’obiettivo del finale della prima stagione, ma ci sono anche
altre trame che devono essere risolte. Tra queste, spiegare il
significato dei numeri sulla sigaretta lasciata dal presidente
Bradford e Jeremy Bradford (Charlie Evans) che racconta ai
cittadini di Paradise le bugie che sono state dette loro. Grazie a
queste rivelazioni, le vite dei personaggi di Paradise sono
cambiate per sempre, mentre si preparano ad affrontare nuove sfide
nella seconda stagione.
L’assassino del presidente
Bradford e le sue motivazioni
L’assassino del presidente Bradford
è Trent (Ian Merrigan), che ha vissuto a Paradise sotto le
spoglie di un bibliotecario di nome Eli. Trent era il
responsabile dei lavori di costruzione quando Paradise è stata
costruita sotto una montagna del Colorado. Durante questo processo,
Trent si rese conto che i suoi lavoratori venivano avvelenati da
sostanze chimiche pericolose a cui erano esposti durante la
demolizione e la costruzione. Quando Trent lo disse al suo
superiore e insistette affinché il progetto venisse interrotto, fu
licenziato e gli fu impedito l’accesso al cantiere poiché le
sostanze chimiche sarebbero state letali solo durante lo scavo e il
cantiere sarebbe stato alla fine sicuro.
Trent sapeva solo che la
costruzione continuava perché stava per accadere qualcosa di
catastrofico. Cercò di avvertire i suoi ex dipendenti e di
allertare i media su quanto stava accadendo, ma nessuno lo ascoltò.
Ciò portò infine a un tentativo di assassinio del presidente
Bradford, lo stesso tentativo in cui Xavier si gettò davanti al
proiettile e salvò il presidente. Trent fu mandato in prigione, ma
il giorno della fine del mondo di Paradise, ci fu una
rivolta di massa nella struttura in cui era incarcerato e lui
fuggì.
Questo tentativo di omicidio è
stato mostrato in un flashback dell’episodio 1, ma il volto
dell’assassino non è stato mostrato in quel momento.
Ha trovato il vero bibliotecario
diretto a Paradise, lo ha ucciso e ha preso il suo posto, e ha
fatto in modo che una donna incontrata lungo la strada sostituisse
la moglie del bibliotecario. Trent intendeva finire ciò che aveva
iniziato, ma si è abituato alla sua nuova vita. Solo dopo che il
presidente Bradford venne in biblioteca per fare una compilation,
Trent si ricordò del motivo per cui si era infiltrato a Paradise.
Uccise il presidente e intendeva andare in superficie e rivelare al
resto del mondo la posizione di Paradise.
Sinatra ordina a Jane Driscoll
(Nicole Brydon Bloom) di impedire a Presley di rivelare le
informazioni compromettenti di cui è a conoscenza. Jane chiede in
cambio i videogiochi del presidente Bradford, in particolare la sua
Wii. Sinatra non accetta queste condizioni e definisce Jane
“fottutamente pazza”. Jane termina la conversazione, facendo
credere a Sinatra che abbia preso in mano la situazione e ucciso
Presley. Invece, Jane lascia andare Presley e spara a Sinatra
perché è stanca di essere usata come una pedina non apprezzata
e non le piace essere chiamata “pazza”.
Sinatra è ora in coma, ma
quando si sveglierà, Jane avrà un vantaggio significativo su di
lei.
Jane fa sembrare che abbia trovato
Presley e che abbia membri della ribellione di Xavier di guardia
per proteggerla. Tutto ciò che Jane voleva in cambio di anni di
fedele servizio erano i videogiochi del presidente. Sparando a
Sinatra e aiutando Xavier e i suoi alleati, Jane si libera dal
controllo di Sinatra. Sinatra è ora in coma, ma quando si
sveglierà, Jane avrà un vantaggio significativo su di lei.
Soprattutto, Jane ora ha la Wii e gli altri videogiochi che Sinatra
le aveva negato.
Cosa sono i numeri sulla
sigaretta e come aiutano Xavier
Uno dei misteri della stagione è
stato cosa fossero i numeri 812092 che il presidente Bradford ha
scritto su una delle sue sigarette prima di morire. Mentre ascolta
un CD che il presidente ha fatto per Jeremy, Xavier capisce che i
numeri si riferiscono a un libro nel sistema decimale Dewey. Questi
numeri sono utilizzati per organizzare e trovare i libri in una
biblioteca. Quando Xavier va al posto 812.092 della biblioteca,
trova un libro su Frank Sinatra, e dietro c’è un altro libro
intitolato L’uomo che custodiva i segreti.
All’interno di The Man Who Kept
the Secrets, il presidente Bradford ha scritto tutto ciò che ha
appreso dal suo tablet sulla superficie, insieme alle istruzioni su
come aprire la porta esterna verso il mondo esterno. Con le
informazioni lasciate dal presidente Bradford, Xavier è in grado di
lasciare Paradise e cercare sua moglie, Teri (Enuka Okuma), che
ora sa essere sopravvissuta al giorno dell’evento catastrofico. Il
presidente Bradford si è assicurato di lasciare tutto ciò che
poteva per aiutare Xavier a trovare Teri.
Come Xavier sta tornando in
superficie Impostazione di Paradise Stagione 2
Ora che Xavier sta tornando in
superficie per trovare Teri, la stagione 2 sarà molto diversa dalla
stagione 1. Invece di essere divisa tra flashback e una storia
attuale a Paradise, la stagione 2 sarà divisa tra la storia di
Xavier in superficie e la storia di coloro che sono ancora nella
comunità sotterranea. Si sa molto poco della superficie, se non
che alcune parti sono ancora abitabili e che ci sono ancora
numerosi sopravvissuti, tra cui la moglie di Xavier. Gli appunti
del presidente Bradford indicano che potrebbero esserci fino a 55
milioni di sopravvissuti.
Gli appunti del presidente Bradford
menzionano anche che le estati stanno diventando più calde e che la
vegetazione e la fauna selvatica sono tornate più del previsto.
Con Sinatra in coma, c’è un vuoto
di potere a Paradise, mentre la classe superiore bisticcia su come
procedere in sua assenza e dopo i segreti che sono stati rivelati.
Jeremy continua a entrare in contatto con il pubblico, che si fida
e lo rispetta dopo aver condiviso la verità con loro. L’agente
Robinson (Krys Marshall) si sta occupando dei figli di Xavier e
Jane rimane un jolly. Si tratta di una situazione precaria che
potrebbe diventare più instabile se milioni di sopravvissuti in
superficie venissero a conoscenza di Paradise e cercassero di
infiltrarsi per ottenere risorse.
Il vero significato del finale
della prima stagionedi Paradise
Indipendentemente dagli errori che
una persona ha commesso, la prima stagione di Paradise
dimostra che non è mai troppo tardi per fare la differenza e
rendere il mondo un posto migliore. Il presidente Bradford ha
trascorso gran parte della sua vita come pedina di suo padre, Kane
Bradford (Gerald McRaney), e di altri individui potenti come
Sinatra. Eppure, anche quando il mondo stava per finire, il
presidente Bradford ha ripreso il controllo della sua vita
disarmando tutti i missili nucleari e, in seguito, lasciando tutto
ciò che Xavier e Jeremy avevano bisogno di sapere per poter
condividere la verità sulla superficie.
Xavier, la dottoressa Gabriela
Torabi (Sarah Shahi), Robinson, Billy Pace (Jon Beavers) e persino
Jane fanno tutti dei passi per imparare dai propri errori passati e
rifiutano di continuare a cooperare con un sistema ingiusto.
Vogliono giustamente creare una società migliore in cui la classe
superiore non controlli tutto attraverso l’inganno e l’abuso di
potere. La storia di Trent, che termina con la sua tragica morte, è
un esempio straziante del danno arrecato alla gente comune in una
società distrutta. Si spera che venga creato un mondo migliore e
che Xavier e i suoi figli si riuniscano a Teri nella seconda
stagione di “Paradise”.
La terza stagione di
Sullivan’s Crossingsarà trasmessa in
anteprima su The CW. Il dramma romantico, basato sul romanzo di
Robyn Carr, è arrivato su The CW nell’ottobre 2023. Co-prodotta
dall’emittente canadese CTV, l’adattamento vede come protagonisti
Morgan Kohan, Chad Michael Murray, Tom Jackson, Andrea
Menard e Scott Patterson. Segue Maggie Sullivan (Kohan),
una neurochirurgo che torna a casa nella campagna della Nuova
Scozia dopo alcuni problemi legali e si ricongiunge con il padre da
cui si era allontanata.
Deadline TV ha confermato che la terza
stagione di Sullivan’s Crossing andrà in onda mercoledì 7
maggio su The CW alle 20:00. La notizia della serie creata da
Roma Roth arriva mentre The CW ha svelato il suo palinsesto
primaverile, che include la stagione finale della commedia
Children Ruin Everything e un nuovo adattamento di
Sherlock. Sebbene il network sia cambiato significativamente
sotto la guida di Nexstar, Sullivan’s Crossing si è
dimostrato un successo affidabile.
Cosa significa la terza
stagione di Sullivan’s Crossing per la serie
È stato confermato che gli
episodi in arrivo vedranno il trio principale riprendere i propri
ruoli. Kohan, Murray e Scott Patterson torneranno
rispettivamente nei panni di Maggie, Cal Jones e Harry “Sully”
Sullivan. La serie è stata potenziata dalla familiarità del trio
con Kohan, noto per When Hope Calls. Murray e Patterson sono
noti rispettivamente per One Tree Hill e Gilmore
Girls. Questo li mette nella posizione di reali della WB e
della CW che tornano alla rete un tempo nota per i drammi romantici
e adolescenziali.
Il tema ricorrente
dell’adattamento, oltre alle domande sulla vita sentimentale di
Maggie e sulla ricostruzione familiare, è la città stessa e se sarà
in grado di mantenere saldamente l’identità a cui Maggie sta
tornando. Non è l’unico adattamento popolare di Robyn Carr,
anche il futuro di Virgin River, stagione 7, sta riscuotendo un enorme
successo su Netflix ed è uno dei rari originali dello streamer ad
essere rinnovato così costantemente.
I primi due episodi
di Daredevil:
Rinascita sono ora in streaming su Disney+, e la première della serie ha
preso il via con una sequenza sanguinosa che è culminata con la
morte di un personaggio e con un altro lasciato in particolarmente
malridotto.
Seguono spoiler.
L’episodiio “Heaven’s Half
Hour” inizia con Matt Murdock (Charlie
Cox), Karen Page (Deborah Ann Woll) e
Foggy Nelson (Elden Henson) che si dirigono al
Josie’s Bar per un drink. Si trascorre quel tanto che basta con
questi amici intimi così da rendere l’incombente “evento
traumatico” ancora più devastante quando arriva. Benjamin
“Dex” Poindexter, alias Bullseye
(Wilson Bethel), orchestra infatti un piano per
attirare Daredevil lontano in modo da poter prendere di mira le
persone a lui più vicine e, come molti avevano previsto dopo le
foto rivelatrici sul set, questo porta alla
morte di un personaggio amato della serie.
Foggy Nelson viene infatti colpito
al petto e alla fine muore dissanguato tra le braccia di Karen.
Dopo una brutale battaglia, Daredevil cede al suo bisogno di
vendetta e fa cadere Dex da un edificio di quattro piani. Mentre
una Karen isterica si gira per assicurarsi che non sia stato Matt a
colpire il suolo dietro di lei, vediamo che Bullseye è ancora vivo
(per un pelo). Anche nella realtà amplificata dell’MCU, questa è stata una caduta
piuttosto difficile da superare per qualsiasi essere umano
“normale”, quindi come ha fatto Dex a cavarsela?
Nel finale della terza stagione
dello show di Netflix, Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) spezza la schiena di Poindexter e la serie
si conclude con il cattivo sottoposto a un intervento chirurgico.
Apprendiamo che il suo chirurgo è il dottor Oyama, che utilizza
“acciaio al cogomma” per riparare la colonna vertebrale del suo
paziente. Nei fumetti, il dottor Kenji Oyama (alias Lord Dark Wind)
è uno degli uomini coinvolti nella procedura di innesto
dell’adamantio nelle ossa di Wolverine.
Anche se non ne abbiamo la certezza,
è ragionevole supporre che l’intero scheletro di Dex dovesse essere
potenziato dopo la sua permanenza sul tavolo operatorio. Bullseye
finisce per passare per morto, ma probabilmente non è uno spoiler
confermare che lo rivedremo prima della fine della stagione. Ad
ogni modo, proprio Bethel ha ora condiviso una sanguinosa foto dal
dietro le quinte del set, accompagnandola dall’esclamazione
“Uff. Nottata difficile”. L’immagine si può vedere
qui.
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per
la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex
boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Daredevil: Rinascita (qui la recensione dei primi due
episodi) ha debuttato solo ieri su Disney+, ma il lavoro sulla seconda
stagione è già iniziato. Per questo, lo showrunner Dario
Scardapane non ha dovuto cercare di sistemare il materiale
di altri, il che significa che sarà sua la visione (e solo sua) che
avremo quando l’Uomo Senza Paura tornerà nel 2026. Collider ha
recentemente incontrato Charlie Cox e Vincent D’Onofrio e li ha interrogati su ciò
che il futuro ha in serbo per la serie.
La stampa ha visto solo due episodi,
per cui non c’è nulla di troppo spoileroso. Tuttavia, gli attori di
Matt Murdock e Wilson Fisk hanno lasciato trapelare alcuni
importanti indizi su come si evolverà la serie, suggerendo che ci
saranno grandi cambiamenti nelle vite di entrambi i personaggi.
“Ho letto sei episodi su otto e onestamente – e di solito non
dico questo genere di cose, sono sempre cauto – sono tra i miei
preferiti di Daredevil”, ha rivelato Cox.
“Abbiamo Dario Scardapane, che è
stato portato qui per dare una svolta alla serie all’inizio del
2024, e che ha finito per scrivere l’episodio pilota e gli ultimi
due episodi di questa stagione che sta per uscire”.
“Quello che ha fatto finora con questa nuova stagione è così
bello, così diverso e così sinistro, e sono davvero, davvero
entusiasta”, ha aggiunto. D’Onofrio ha aggiunto: “Ho letto
la stessa quantità di Charlie e mi piace la direzione che sta
prendendo. Alla fine della serie, alla fine della prossima
stagione, sarà qualcosa di straordinario. Alla fine della seconda
stagione, sento che succederà qualcosa di incredibile”.
“Abbiamo parlato con Dario
dell’altra metà, ma non abbiamo le idee del tutto chiare. Non
abbiamo ancora letto i copioni, ma ci verranno consegnati e li
leggeremo. Ma ho un’idea di alcuni dettagli di ciò che accadrà a
metà e oltre, ed è intenso. È un’esperienza notevole. Come ha
appena detto Charlie, non lo direi se non lo sentissi”. “Ci
sarà molto da lavorare. Abbiamo molto lavoro davanti a noi”,
ha continuato l’attore di Kingpin. “Sarà emotivo e pieno di
scontri fisici. [Non so cosa dire, ma sarà una stagione
folle”.
Non possiamo fare a meno di
chiederci a cosa si stiano riferendo e, visto che i trailer e le
interviste precedenti fanno capire che Fisk vuole mettere al bando
i vigilanti, c’è una folle storyline dei fumetti che potrebbe
essere sul radar di Scardapane. Si parla, ovviamente, di quando
l’identità segreta di Daredevil fu svelata e lui finì in prigione.
Mettere l’eroe in quell’ambiente sarebbe incredibilmente
interessante e, se il Kingpin finisse per unirsi a lui potrebbe
essere la premessa per un’ottima terza stagione.
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate, lotta per
la giustizia attraverso il suo vivace studio legale, mentre l’ex
boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Joe e
Anthony Russo sono attualmente impegnati nella
promozione del loro ultimo film, The
Electric State di Netflix, ma inevitabilmente si è parlato del loro
imminente ritorno nel Marvel Cinematic Universe per i
prossimi due film degli Avengers. Parlando con
ET, i registi sono stati
interrogati sull’annuncio shock che Robert Downey Jr. avrebbe lasciato Tony Stark
per interpretare il cattivo Dottor Destino in Avengers:
Doomsday.
Anthony ha rivelato che l’attore è
molto coinvolto in questo ruolo e si è “immerso” completamente in
Destino, al punto che sta scrivendo la storia del personaggio.
“Sta scrivendo retroscena, idee per i costumi… ama molto i
personaggi ricchi e tridimensionali, e credo che qui veda una vera
opportunità”. In una precedente intervista, Russo ha lodato la
dedizione dell’attore nell’esplorare “un nuovo personaggio come
Victor Von Doom, non c’è niente di più eccitante”.
Ma interpreterà un personaggio
completamente nuovo? In base a tutto ciò che è stato rivelato
finora (che non è molto), Robert Downey Jr. è stato effettivamente
scritturato per interpretare il Dottor Destino e non una variante
malvagia di Stark, ma le voci persistono sul fatto che sarà
affiancato da personaggi del calibro di Chris Evans (Steve Rogers) e Scarlett Johansson (Natasha Romanoff) che
interpreteranno versioni malvagie dei loro Vendicatori
originali.
Le prime notizie sulle prime
proiezioni interne di Superman
non erano particolarmente positive, ma i resoconti dei
test-screening più recenti del reboot del DCU di James Gunn sembrano decisamente più
ottimistici. Ora abbiamo qualche dettaglio in più da condividere. I
dati provengono da fonti affidabili (o almeno semi-affidabili), ma
per il momento devono essere considerati come voci di
corridoio.
Il popolare sito di fan portoghese
DC da Depressão riporta quanto segue: Nicholas Hoult è fantastico nel ruolo di Lex
Luthor (non è la prima volta che lo sentiamo dire); i VFX/CGI
sembrano molto migliori rispetto al primo trailer; ci sono alcuni
cattivi a sorpresa; Rachel Brosnahan è “divertente e adorabile” nel
ruolo di Lois Lane; c’è un bel po’ di umorismo, oltre a momenti più
emotivi; si dice che il tono sia “più vicino al primo film di
Wonder Woman e al primo Guardiani della Galassia”.
Il sito riporta anche che
l’interpretazione di David Corenswet dell’Uomo d’Acciaio ricorda la
versione di Brandon Routh dell’eroe di Superman Returns. Per quel che vale, John Campea ha
sentito dire che il film è “tremendamente bello”, e che in
generale è “emotivo e divertente”, con più elementi
fantascientifici di quanto ci si potrebbe aspettare. Naturalmente,
anche se tutto ciò si rivelasse esatto, la maggior parte è solo
un’opinione, anche se la parte sui cattivi a sorpresa è
interessante.
Ecco cosa ha detto Gunn riguardo
alle prime proiezioni e ai reshoot riportati durante il recente
aggiornamento dello slate del DCU: “Abbiamo fatto delle vere e proprie
proiezioni. Impariamo sempre cose, facciamo editing e apportiamo
piccole modifiche. Potremmo girare un paio di piccole cose. Tutte
le mie riprese aggiuntive sono così difficili, perché sono sempre
stato contrario. Perché, sai, non vuoi dover scattare di nuovo. È
una rottura di scatole”.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
Con la sua solita cifra stilistica,
James Gunn
trasporta il supereroe originale nel nuovo immaginario mondo della
DC, con una singolare miscela di racconto epico, azione, ironia e
sentimenti, consegnandoci un Superman guidato dalla compassione e
dall’innato convincimento nel bene del genere umano.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo è una
parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi
preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film
precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante
l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale il 10 luglio
2025.
Bong
Joon-ho torna sul grande schermo con Mickey
17, il suo primo film dopo il trionfo agli Oscar con
Parasite nel
2019. Basato sul romanzo Mickey7 di Edward Ashton, il film
si inserisce nel filone della fantascienza satirica, combinando
elementi di critica sociale con uno stile visivo spettacolare, che,
nel contesto della filmografia di Bong, ci riporta alla mente
Snowpiercer. Con Robert Pattinson alla guida del cast, il
film si propone di essere un viaggio surreale e filosofico nella
colonizzazione spaziale, nell’etica del sacrificio e nella natura
dell’identità umana.
La storia di Mickey
17
La storia segue Mickey
Barnes, interpretato da Pattinson, un uomo senza particolari
capacità o pregi che, per sfuggire a problemi finanziari, accetta
di diventare un “sacrificabile” per una missione interplanetaria.
Il suo compito è quello di svolgere incarichi estremamente
pericolosi, con la consapevolezza che ogni volta che muore il suo
corpo verrà ricreato attraverso un processo di bio-stampa,
mantenendo intatti i suoi ricordi e la sua personalità. Tuttavia,
quando Mickey 17 sopravvive inaspettatamente a una incursione su un
pianeta remoto e si trova faccia a faccia con il suo sé successivo,
Mickey 18, la situazione sfugge di mano, mettendo in discussione le
regole della missione e il concetto stesso di identità.
A metà tra la satira distopica e
la riflessione esistenziale
Bong
Joon-ho, con la sua inconfondibile capacità di sovvertire
i generi cinematografici, costruisce una narrazione che oscilla tra
la satira distopica e la riflessione esistenziale. Il regista
riprende le atmosfere di Snowpiercer e Okja,
mescolando critica sociale e immaginario sci-fi. Mickey 17
infatti ambisce anche a proporsi come una satira sui magnati della
tecnologia, con Kenneth Marshall (interpretato da Mark Ruffalo) che incarna la figura di un
leader carismatico e autoritario, convinto che lo spazio sia la
soluzione ai problemi ambientali della Terra e che gli esseri umani
siano sacrificabili per il progresso. I riferimenti alla
contemporaneità si sprecano!
Mark Ruffalo e Toni Collette in Mickey 17 – Cortesia Warner
Bros
Anche se visivamente
potente e coinvolgente, pensato (per fortuna) per il grande
schermo, Mickey 17 diluisce il suo nucleo
narrativo, soprattutto nella seconda parte, e si dilunga, spingendo
lo spettatore fuori dal flusso narrativo legato alla storia
principale focalizzata sul protagonista. I temi portanti del film,
legati come detto soprattutto all’identità, passano totalmente in
secondo piano, e Bong comincia a raccontare un’altra storia, di
invasioni e lotte inter-specie, che sembrano portare il film fuori
dal suo asse di racconto. Questa deviazione, forse necessaria per
inserire nella storia un elemento di azione spettacolare in più,
rende il film molto meno incisivo rispetto alle opere precedenti di
Bong.
Cosa succede quando muori?
Uno degli aspetti più
intriganti nelle intenzioni del film è la questione della morte e
della rinascita. Mickey, avendo sperimentato la morte sedici volte,
viene continuamente interrogato su cosa significhi morire e se sia
un’esperienza che lascia traccia. Eppure, nonostante la sua
esperienza unica, il protagonista non sembra avere una risposta
definitiva, lasciando intendere che la coscienza umana sia qualcosa
di inafferrabile e misterioso. Peccato che anche questo aspetto
appaia superficiale e sacrificato a parti della storia che ne
annacquano il cuore filosofico.
D’altro canto, però,
Robert Pattinson offre un’interpretazione notevole, alternando
momenti di smarrimento comico a scene di intensa introspezione,
regalando al suo personaggio una grande tenerezza che, almeno per
la prima parte della storia, riesce a creare una connessione intima
con lo spettatore. Il suo Mickey è un eroe improbabile, un uomo
comune costretto a confrontarsi con il suo stesso doppio e con un
destino apparentemente scritto. Il contrasto con Mickey 18, più
aggressivo e determinato, aggiunge un elemento di tensione alla
narrazione, mentre la sua relazione con Nasha (Naomi
Ackie) introduce una componente emotiva che rende il
personaggio ancora più sfaccettato.
Robert Pattinson in Mickey 17 – Cortesia Warner Bros
Una vena di ottimismo nell’orrore
dell’uomo
Non mancano riferimenti
a classici della fantascienza, come Alien di Ridley
Scott, ma, a differenza di altri film del genere,
Mickey 17 non si abbandona al puro horror o
alla disperazione. Bong Joon-ho introduce
un’insolita vena ottimistica, suggerendo che l’umanità possa
trovare una via per sopravvivere senza distruggere tutto ciò che
incontra.
Al netto dei troppi
momenti di stallo narrativo e una durata forse eccessiva (due ore e
diciassette minuti), Mickey 17 potrebbe anche essere visto
come un film affascinante e stimolante. Conferma la bravura e la
capacità immaginativa di Bong Joon-ho, anche se
non è il capolavoro che era stato Parasite, né
l’efficace adattamento che avevamo visto con
Snowpiercer.
Il trailer di MobLand
mostra Tom Hardy e Pierce Brosnan che preparano il loro spietato
impero mafioso alla guerra nel nuovo crime show di Guy
Ritchie. Prodotto da Ritchie, che ha anche diretto alcuni
episodi, il crime drama Paramount+ in arrivo segue un intermediario preso
tra due famiglie criminali londinesi in guerra. Lo show vanta un
cast stellare guidato da Tom Hardy, Helen Mirren e Pierce
Brosnan, insieme a Paddy Considine, Joanne
Froggatt, Lara Pulver, Jasmine Jobson, Geoff Bell, Lisa
Dwan e molti altri.
Ora, Paramount+ ha presentato
in anteprima il primo trailer ufficiale di MobLand.
Il trailer presenta due famiglie criminali rivali a Londra, gli
Harrigan e gli Stevenson, i primi guidati da Conrad (Pierce
Brosnan) e sua moglie Maeve (Helen Mirren). Tom Hardy interpreta un
abile mediatore di strada, Harry Da Souza, che si trova nel fuoco
incrociato. Mentre il conflitto tra le due famiglie si intensifica,
Harry è costretto a scegliere da che parte stare, rivelando dove
risiede la sua vera lealtà. Guarda il trailer qui sotto:
Cosa significa il trailer di
MobLand per lo show
Creato da Ronan Bennett, che ha
anche scritto l’intera serie, MobLand è nato
originariamente come
The Donovans, un prequel della serie Showtime Ray
Donovan, che racconta le origini della famiglia Donovan.
Tuttavia, durante lo sviluppo, il progetto è stato rielaborato in
una storia a sé stante, sostituendo le famiglie criminali in guerra
con gli Harrigan e gli Stevenson a Londra. Guy Ritchie, noto per i
suoi numerosi film di gangster britannici come Snatch e
The
Gentlemen, ha poi firmato per la regia.
MobLand, una serie su due
famiglie criminali londinesi in lotta tra loro, è proprio il genere
di Guy Ritchie, considerando il suo stile caratteristico dei film
di gangster britannici, che spesso presentano una narrazione dal
ritmo serrato e dialoghi taglienti, entrambi elementi che sembrano
essere presenti nel trailer. Il mix di violenza brutale e complesse
dinamiche criminali di MobLand sembra allinearsi
perfettamente con i punti di forza di Ritchie. Con la sua regia,
MobLand ha il potenziale per essere una saga poliziesca
elegante e oscuramente divertente.