La star Neve
Campbell e il regista Kevin Williamson
hanno annunciato che il settimo film di Scream,
che per il momento sembra essere chiamato Scream 7
(abbandonando i numeri romani), uscirà nelle sale il 27 febbraio
2026.
Campbell, che tornerà nei panni
della final girl del franchise originale Sidney
Prescott dopo aver saltato Scream
VI, ha condiviso il seguente poster
promozionale sulla sua pagina Instagram (la nostra prima illustrazione ufficiale
per il film).
I dettagli della trama sono ancora
segreti, ma le voci affermano che la storia ruoterà attorno a
Sidney (Campbell), Gale Weathers (Courteney Cox) e
alcuni nuovi personaggi che difendono la famiglia di Sid da una
specie di setta di Ghostface.
Ci sono state segnalazioni
contrastanti su quanti maniaci mascherati
prenderanno di mira i nostri eroi, ma abbiamo sentito dire che ci
sarà un “grande salto temporale” dopo gli eventi dell’ultimo film,
presumibilmente per consentire ai figli di Sidney di raggiungere
l’età adatta ai film slasher.
Adorazione, la serie young adult in 6 episodi
liberamente tratta dall’omonimo romanzo di Alice Urciuolo, sarà disponibile, solo su
Netflix,
dal 20 novembre 2024 e sarà presentata, in anteprima, ad Alice
nella città, la sezione autonoma e parallela della Festa del cinema
di Roma, dedicata ai giovani, agli esordi e alla scoperta del
talento.
L’estate è appena iniziata
sulla costa dell’Agro Pontino quando la scomparsa della sedicenne
Elena getta un’ombra sulla piccola comunità. Data la sua natura
ribelle, sia la polizia che i suoi amici pensano che si tratti
dell’ennesimo tentativo di fuggire da una provincia soffocante… Ma
si sbagliano.
Adorazione è un coming of
age con una forte componente mistery che intreccia sentimenti e
generazioni, in un susseguirsi di scoperte, rivelazioni
sorprendenti e segreti gelosamente custoditi, finendo per
distruggere le poche certezze di una vita di provincia sempre sul
filo tra aspirazioni e sogni infranti. I giovani protagonisti si
confrontano con le loro paure più profonde e le dinamiche del
gruppo, rivelando tensioni nascoste e relazioni complicate, in una
sfida costante con se stessi, col diventare adulti e con i loro
genitori, per niente pronti ad accettare le molteplici verità sulle
vite dei figli.
Nel teaser trailer le
prime immagini video sulle note di Adorazione, l’omonimo inedito di
Fabri Fibra, anche supervisore musicale per la colonna sonora della
serie. “Ho perso le parole, ho un buco in mezzo al
cuore”
Nel cast Alice Lupparelli (Elena), Noemi Magagnini
(Vanessa), Claudia Potenza (Manuela, madre di Vanessa), Beatrice
Puccilli (Vera, cugina di Vanessa), Giulio Brizzi (Giorgio, cugino
di Vanessa e fratello di Vera), Penelope Raggi (Diana), Luigi Bruno
(Gianmarco), Tommaso Donadoni (Enrico), Federico Russo (Christian),
Alessia Cosmo (Teresa), Federica Bonocore (Melissa), Barbara
Chichiarelli (Chiara, zia di Melissa).
Con Ilenia Pastorelli (Enza, madre di Vera e Giorgio)
e Noemi (Diletta, madre di Diana).
La serie, prodotta da Picomedia, è diretta da Stefano
Mordini e scritta da Donatella Diamanti, Tommaso Matano, Giovanni
Galassi, Gianluca Gloria e Francesca Tozzi.
Sinossi:
Adorazione è una serie young adult che racconta la
storia di un gruppo di ragazze e ragazzi adolescenti durante
l’estate che cambierà per sempre le loro vite. La scuola è appena
finita e i turisti iniziano ad accorrere sulle splendide spiagge di
Sabaudia, quando Elena, 16 anni e una voglia matta di fuggire dalla
provincia dell’Agro Pontino, scompare. Ognuno degli amici di Elena
sa qualcosa che non dice, ha un legame segreto con la ragazza e
forse ha a che fare con la sua misteriosa sparizione. Sarà l’inizio
di un viaggio che, tra sospetti e rivelazioni, porterà ognuno dei
ragazzi a fare i conti con la verità delle proprie relazioni e
della propria educazione sentimentale.
Andrew Garfield aveva un futuro luminoso come
Spider-Man; tuttavia, quando The Amazing Spider-Man
2 non è riuscito a soddisfare le aspettative, la Sony
Pictures ha fatto squadra con i Marvel Studios e ha scartato i
piani per altri due film da solista, Sinister Six
e una precedente iterazione di Venom.
Come Tobey Maguire prima di lui, il periodo di
Garfield come Peter Parker non si è concluso esattamente con una
nota positiva. Tuttavia, a entrambi gli attori è stata data una
seconda possibilità quando si sono uniti a Tom
Holland in
Spider-Man: No Way Home del 2021.
Parlando con Esquire, Garfield ha ammesso di
essere stato “lasciato in sospeso” quando The
Amazing Spider-Man 3 è stato accantonato e ha detto che il
suo debutto nell’MCU “è stato davvero curativo per
me”.
Andrew Garfield è
disposto a tornare a essere Spider-Man?
Quanto alla sua disponibilità a
riprendere il ruolo, ha rivelato: “Di sicuro, tornerei al 100%
se fosse la cosa giusta, se si integrasse alla cultura, se ci fosse
un grande concetto o qualcosa che non è mai stato fatto prima, che
fosse unico, strano ed eccitante e in cui puoi affondare i
denti”. Garfield ha aggiunto: “Amo quel personaggio e
porta gioia. Se parte di ciò che porto è gioia, allora sono gioioso
anche io”.
La domanda ora è se tornerà
o meno. Gli scooper dei social media stanno già suggerendo
che il piano è che Garfield si presenti in Spider-Man 4, il che
probabilmente significa che Peter #1 arruolerà Peter #2 e #3 per
aiutarlo e Venom di Tom Hardy a
combattere il Re in Nero… supponendo che le voci siano vere!
L’anno scorso, anche Tobey Maguire ha detto che sarebbe stato
disponibile a indossare di nuovo il costume: “Adoro questi film
e adoro tutte le diverse serie”, ha detto. “Se questi
ragazzi mi chiamassero e mi dicessero, ‘Ti presenteresti stasera
per uscire e fare lo scemo?’ o ‘Ti presenteresti per fare questo
film o leggere una scena o fare una cosa alla Spider-Man?’ la
risposta sarebbe ‘sì!’ Perché perché non dovrei volerlo fare?”
È stato affermato che l’arrampicamuri di Holland sarà una parte
importante dei prossimi film di Avengers, quindi
non possiamo escludere la possibilità che Garfield e Maguire si
presentino in Doomsday e Secret Wars.
La Festa del Cinema di
Roma presenta il programma degli incontri della
diciannovesima edizione che si svolgerà dal 16 al 27 ottobre
all’Auditorium Parco della Musica Ennio
Morricone.
MASTERCLASS
Il Premio alla Carriera Viggo Mortensen sarà protagonista di una
masterclass con il pubblico in occasione dell’anteprima del suo
nuovo film, The Dead Don’t Hurt, da
lui scritto, diretto e interpretato. Nel corso della Masterclass,
Viggo Mortensen parlerà di questa sua seconda
esperienza dietro la macchina da presa
(dopo Falling – Storia di un
padre)e ripercorrerà il suo
straordinario percorso artistico, quarant’anni di grandi
interpretazioni che rivelano la sua profonda versatilità e la
capacità di immergersi in personaggi complessi, spesso ambigui,
mostrandone la natura violenta e la fragilità identitaria. Un lungo
viaggio che parte dalla metà degli anni Ottanta, dagli esordi
con Witness – Il testimone di
Peter Weir, Carlito’s Way di
Brian De Palma e Ritratto di
signora di Jane Campion, prosegue negli anni
Duemila, quelli della notorietà internazionale grazie alla trilogia
deIl Signore degli Anellidi
Peter Jackson, e giunge fino agli anni più recenti, con i titoli
che gli sono valsi la candidatura al Premio Oscar® come miglior
attore: nel 2008 per La promessa
dell’assassino di David Cronenberg,
nel 2017 per Captain
Fantastic di Matt Ross e nel 2019
per Green
Book di Peter Farrelly.
Il programma delle
Masterclass proseguirà con Dennis Lehane, uno dei
più amati scrittori a livello internazionale, autore di bestseller
divenuti poi film di grande successo: fra questi, “Mystic
River” (“La morte non dimentica”), portato al cinema da
Clint Eastwood; “Shutter Island” (“L’isola della
paura”), tradotto sul grande schermo da Martin Scorsese;
“Gone, Baby, Gone” (“La casa buia”) e
“Live by Night” (“La legge della notte”), entrambi
adattati da Ben Affleck.
Protagonista della terza Masterclass
sarà Chiara Mastroianni, ospite della Festa in
occasione del centenario della nascita del padre, Marcello
Mastroianni. Dopo aver esordito giovanissima nel film A
noi due di Claude Lelouch, al fianco di sua madre,
Catherine Deneuve, l’attrice ha poi ricevuto una nomination ai
Premi César per l’interpretazione in Ma saison
préférée di André Téchiné e ha vinto il premio come
Miglior attrice protagonista al Festival di Cannes per il
film L’hotel degli amori smarriti di Christophe
Honoré. La lunga collaborazione con il regista francese arriva fino
al 2024 con Marcello mio, presentato anche in questo
caso a Cannes, in cui l’attrice decide di far rivivere suo padre
attraverso se stessa, con un talento fuori dal comune, incredibile
coraggio e irresistibile ironia.
PASO DOBLE
Paso Doble è la sezione che la Festa
dedica al dialogo fra due autori.
Il primo incontro
coinvolgerà due straordinarie personalità del cinema
messicano, Gael Garcia Bernal e Diego Luna. Dopo
aver condiviso il premio come Migliori attori esordienti alla
Mostra di Venezia per il film Y tu mamá
también di Alfonso Cuarón, aver fondato le case di
produzione e distribuzione Canana Films e La Corriente del Golfo, e
aver istituito il Festival Ambulante Gira de documentales, gli
amici d’infanzia Gael Garcia Bernal e Diego Luna sono i
protagonisti della serie La Máquina, che sarà
presentata alla Festa 2024 nella sezione Freestyle.
Il secondo Paso Doble si svolgerà in
occasione della proiezione di Stop Making
Sense – 40th Anniversary, storico film
concerto dei Talking Heads firmato dal premio Oscar® Jonathan
Demme. La Festa del Cinema ospiterà la nuova edizione del film in
4K: a parlarne ci saranno James Mockoski di
American Zoetrope, che ha supervisionato il restauro, e
Jerry Harrison, chitarrista dei Talking Heads,
curatore del remastering della colonna sonora.
Il programma dei Paso Doble si
chiuderà con l’incontro che vedrà protagonisti Fabio e
Damiano D’Innocenzo, pluripremiati autori di opere
come La terra dell’abbastanza,
Favolacce, America Latina, tutti presentati
nei maggiori festival internazionali, e della miniserie
televisiva Dostoevskij, che ha debuttato in anteprima
all’ultima Berlinale.
ABSOLUTE
BEGINNERS
La sezione in cui un autore
affermato rievoca la storia del proprio esordio al cinema ospiterà,
nel 2024, l’incontro con Saverio Costanzo. Il
regista e sceneggiatore romano, uno dei cineasti più importanti e
originali del cinema italiano contemporaneo, sarà alla Festa
con Private (2004). Ispirato a fatti reali, il
film racconta l’occupazione militare della Palestina dalla
prospettiva intima e privata di una famiglia costretta condividere
la sua abitazione coi soldati israeliani che si sono insediati al
secondo piano. Un’opera senza schematismi, ma con la capacità rara
di trasmettere un significato universale, premiata col Pardo d’Oro
al Festival di Locarno.
Per tutti gli amanti del cinema
breve, ritorna a partire da venerdì 4 ottobre
Sedicicorto Forlì International Film Festival, la
cui 21a edizione si terrà fino al 13 ottobre.
Un appuntamento imperdibile nel cuore di Forlì rivolto a registi,
appassionati e professionisti del settore provenienti da tutto il
mondo, che offre una vetrina unica dedicata al meglio della
produzione cinematografica internazionale.
Sedicicorto resta infatti una
manifestazione nevralgica per il formato del cortometraggio,
esplorando le nuove tendenze e i talenti emergenti di questa
settima arte. Questo l’obiettivo perseguito dai direttori artistici
del festival, Gianluca Castellini e Joana Fresu de Azevedo.
“Si dice che ogni anno non sia
mai lo stesso. La 21.a edizione conferma questo assunto.
Un’edizione che parte dalla condivisione artistica, per accrescere
quel valore atteso ad ogni nuova sfida. Come tutti i viaggi
insieme, non è il luogo di arrivo a cogliere di sorpresa, ma
l’occasione di trovare i giusti accordi. Sono passaggi ricchi di
confronti e visioni oniriche che cavalcano il pensiero di chi pensa
in grande per raggiungere la vetta di un traguardo insolito.
Capacità di scelta e un pizzico di coraggio, sono alla base di una
selezione che cerca di convincere ogni volta un pubblico esigente.
Un compito non facile, ma ricco di stimolanti suggestioni. Aumenta
la base sensoriale, la ricerca dell’ignoto e quella forza emotiva
che si rinnova con magia. Il fascino si compone di dettagli
minuziosi, da consegnare al nostro pubblico con la promessa di un
nuovo imperdibile spettacolo.” commenta Gianluca
Castellini.
“Qualche tempo fa, in un gioco
social che abbiamo voluto fare con il nostro pubblico, abbiamo
ironicamente sviscerato un decalogo su cosa sia un festival. Perché
spesso è difficile spiegarlo. Al pubblico, agli ospiti come alle
istituzioni partner. Perché Sedicicorto non punta a un evento
che miri alla mera kermesse cinematografica. Sedicicorto è
comunità. Creata in 21 anni di storia. Fatta di persone.
Appassionati cinefili, professionisti del settore, amanti del
cinema e del cortometraggio. Persone. Convinte che, attraverso la
visione di alcuni tra i più interessanti titoli del panorama
internazionale e l’incontro con autori e attori che lo compongono,
si possa comprendere al meglio il valore del proprio territorio,
contribuendo a renderlo una eccellenza culturale. 21 anni di
Sedicicorto. 21 anni di noi.”
prosegue Joana Fresu de Azevedo.
Sedicicorto Forlì International Film Festival,
l’edizione 2024
Dieci giornate di
festival in cui le 4 splendide
location (Cinema Sala San Luigi, Fabbrica della
Candele, Galleria Manoni 2.0, Circolo Aurora) si animeranno per
accogliere un ricchissimo programma che comprende 8
sezioni competitive (Movie, Animalab,
Cortinloco, Under5, Animare, Student Bendazzi e
Sketching), 3 fuori concorso
(Apollo, Red e For Gaza) per un totale di 155
film: un connubio di generi per ogni palato, dalle opere
di finzione ai documentari, dall’animazione allo sperimentale.
Oltre ai film, il programma di Sedicicorto sarà arricchito da
imperdibili eventi speciali, alla presenza di tanti protagonisti
del nostro cinema.
Nella serata di apertura di venerdì
4 ottobre saranno presenti Marco
Cortesi e Mara
Moschini con Fango, podcast che
racconta il disastro climatico che ha colpito l’Emilia Romagna nel
2023; verranno consegnati numerosi premi, tra cui il Premio Woman
in set alla regista Laura Luchetti, il Premio
alla Carriera Cinemaitaliano.info all’attore Giorgio
Colangeli, il Premio Generazione G a due straordinari
giovani interpreti come Selene
Caramazza e Andrea
Arru e il Premio Caveja a Orfeo
Orlando.
Sedicicorto omaggerà inoltre la
storia del cinema con Il Centenario, consolidato
appuntamento dedicato al cinema di 100 anni prima condotto dallo
storico Enrico Gaudenzi. Verranno proiettate 4 pellicole datate
1924: L’ultima Risata di Friederich Wilhelm
Murnau, Rapacità di Erich Von
Stronheim, Matrimonio in quattro di Ernst
Lubitsch, Sherlock Jr.di Buster Keaton. Verrà inoltre
celebrato il trentennale dell’uscita di FILM
ROSSO del maestro Krzysztof Kieślowski con una serata
all’insegna del rosso, La notte rossa, a cura
di Clara Ionghi. E ancora la mostra che celebra il centenario della
nascita di una delle massime icone del cinema italiano, Marcello
Mastroianni, dal titolo La dolce vita di
Mastroianni. Il divo verrà omaggiato anche durante le
serate di Cinebook, appuntamento del festival
dedicato al magnifico intreccio tra narrazione per immagini e
narrazione letteraria, condotto dalla scrittrice Gabriella
Maldini.
Durante la XXI edizione del
festival, si consolida inoltre Lapix, l’evento
industry-mercato, nato a Sedicicorto nel 2022, per la promozione
dell’animazione e del videogaming, con particolare attenzione
all’interazione tra studenti, accademie, studi professionali,
produzioni e broadcaster, che si articolerà in diverse aree
tematiche.
Sedicicorto dal 2023 ha avviato un
processo organizzato per rendere più sostenibile l’evento e le
attività collegate: Sedicigreen. La mission è
orientata all’individuazione e consolidamento di 4 valori: Sociale,
Ambientale, Culturale, Economico.
Torna nelle sale italiane
con I WONDER CLASSICS, la divisione di I Wonder
Pictures dedicata alla riscoperta dei classici d’autore,
QUARTO POTERE (CITIZEN KANE), il film cult diretto da
Orson Welles che uscì negli Stati Uniti nel 1941 e in Italia
nel dopoguerra. Dopo l’uscita nei cinema italiani a marzo 2024 e
l’ottimo successo di pubblico arriva nuovamente in sala in versione
originale sottotitolata dal 10 ottobre, in occasione
dell’anniversario della morte di Orson Welles.
A più di 80 anni
dall’uscita, QUARTO POTERE (CITIZEN KANE) è un film
di straordinaria attualità: il suo ritorno in sala cade non solo in
un anno in cui 2 miliardi di cittadini in 76 Paesi sono chiamati
alle urne e in un momento caldissimo della corsa elettorale alla
Casa Bianca, ma anche in un periodo storico in cui la riflessione
sul potere politico e mediatico, tema centrale del film, è
all’ordine del giorno.
QUARTO POTERE (CITIZEN
KANE) si presenta come un’inchiesta giornalistica sulla
vita di Charles Foster Kane, personaggio pubblico e tycoon per
eccellenza, proprietario di ben 37 testate giornalistiche e di
svariate emittenti radiofoniche, candidato governatore e
protagonista di scandali clamorosi che, finiti sulle prime pagine
dei quotidiani, troncano la sua avanzata verso la presidenza degli
Stati Uniti. L’enorme potere dei media sull’opinione pubblica e
sulla società diventa così uno dei temi centrali del film,
proponendo una chiave interpretativa anche del nostro presente. La
figura di Kane, in cui pubblico e privato si mescolano
inscindibilmente, è indagata da un giornalista attraverso cinque
interviste a persone a lui vicine, che ne restituiscono un ritratto
complesso e contraddittorio. Ma è davvero possibile definire
l’essenza profonda di un uomo, per quanto la sua vita sia stata di
pubblico dominio?
Definito da Jorge Luis
Borges come “il lavoro di un genio” e da Steven Spielberg come “una grande
esperienza”, QUARTO POTERE (CITIZEN KANE) ha
rivoluzionato la storia del cinema, diventando secondo la BBC e
l’American Film Institute il miglior film americano di sempre.
QUARTO POTERE
(CITIZEN KANE) torna nei cinema dal 10 ottobre con
I Wonder Classics in collaborazione con Unipol Biografilm
Collection.
La trama di Quarto Potere
Charles Foster Kane, magnate e media tycoon, muore abbandonato da
tutti nella sua lussuosa residenza, Xanadu. Ma, prima di spegnersi,
pronuncia la parola “Rosebud”. Chi o cos’è Rosebud? E cosa si
nasconde tra le pieghe della vita di un individuo che, come lui, è
stato in grado di incarnare il Sogno Americano finché quel sogno
non è diventato un incubo? Nell’anno delle presidenziali Usa e in
uno scenario mediatico rivoluzionato dal web e dai social, torna al
cinema Quarto
Potere (Citizen Kane) e
si rivela ora più attuale che mai, capace di parlarci con
inalterata lucidità del potere dei media, delle loro ingerenze
nella politica e dei riflessi che questo potere ha su tutti noi. E
di appassionarci con una storia di sfrenata ambizione, ascesa e
caduta, alla ricerca di quel lato più intimo di ogni individuo, che
persino oggi – con le nostre esistenze moltiplicate dagli schermi
di centinaia di device elettronici – è forse destinato a rimanere
inaccessibile
Marco
D’Amore alla regia del prequel di
“Gomorra”, l’epica saga crime
Sky Original tratta dall’omonimo bestseller di Roberto
Saviano. La nuova serie GOMORRA – LA SERIE. LE
ORIGINI (working title) sarà nuovamente
prodotta da Sky Studios e Cattleya – parte di ITV Studios – e
distribuita da Beta Film, e racconterà in sei episodi l’ascesa
criminale di Pietro Savastano, da quando era solo un ragazzo di
strada. Alcuni episodi della serie saranno diretti
da Francesco
Ghiaccio (Dolcissime, Un posto
sicuro). Le riprese partiranno a inizio 2025 a Napoli e
dintorni.
Alla scrittura del
progetto Leonardo
Fasoli e Maddalena Ravagli
(L’immortale,
ZeroZeroZero, Django), già storici autori della
sceneggiatura di Gomorra – La Serie, assieme
a Marco D’Amore – che è anche supervisore
artistico – e allo stesso Saviano.
GOMORRA – LA SERIE. LE ORIGINI Photo credit. Marco Ghidelli –
Courtesy of Sky
Già indimenticabile
protagonista della saga che ha varcato ogni confine, conquistando
pubblico e critica in oltre 190 territori nel mondo, e regista di
diversi episodi delle ultime stagioni di “Gomorra – La
Serie” (nonché del film “L’immortale”,
ponte fra la quarta e la quinta stagione), Marco
D’Amore ha dichiarato: «Dieci anni fa è cominciata una
storia che, a partire da Napoli e dalle sue periferie, ha
raccontato di vita e di morte, dei complessi ingranaggi di una
efferata associazione criminale, dei suoi agganci col potere e di
una guerra che ha insanguinato la terra, mettendo padri contro
figli, fratelli contro fratelli. La portata di questo racconto in
breve è divenuta mondiale, ha parlato lingue diverse, ha scosso
coscienze a distanti latitudini del globo, sancendo un incredibile
successo di pubblico e di critica.
“Gomorra – La Serie” è frutto del talento e
della professionalità di tutte le donne e gli uomini che vi hanno
lavorato, del coraggio e della lungimiranza di Sky e Cattleya e
della capacità avuta di far corrispondere all’indagine della realtà
lo spettacolo che solo il Cinema sa dare. Quella storia, però, ha
raggiunto il suo compimento, ha terminato la sua strada. Oggi
finalmente posso annunciare che sarò alla guida di un nuovo
progetto che si occuperà di raccontare le origini di quella storia.
Dove e quando tutto è cominciato. Attraverso le vicende di
personaggi per cui l’esistenza sembra segnata sin dagli albori da
un destino ineluttabile, come in una tragedia greca. Nel mondo che
indagheremo sarà diverso il contesto storico e sociale, il modo di
vivere, le abitudini e certamente anche i sogni e le ambizioni.
Tutto sembrerà apparentemente distante dal presente, ma per dirla
con Tucidide “per capire il presente bisogna conoscere il passato
ed orientare il futuro”.
L’eccitazione
che sento per questa nuova avventura non sta solo nella
consapevolezza dell’importanza del progetto e nella responsabilità
che sento, ma anche nella gioia che mi dà avere al mio fianco una
troupe incredibile e un regista e autore che stimo molto come
Francesco Ghiaccio, che si occuperà della regia di alcune puntate
della serie. Inoltre, sento di avere la possibilità di restituire
quello che di grande mi è stato dato più di dieci anni fa, ovvero
offrire una chance a tanti giovani talenti di mostrare le proprie
capacità e confrontarsi con l’intelligenza e l’intransigenza di chi
non può e non deve fare sconti a nessuno: il pubblico».
Marco D’Amore alla regia di Gomorra – la serie. Le
origini
Nils
Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per
l’Italia, ha commentato: «Sono molto felice che un talento
che stimo come attore e come regista torni a far parte della
famiglia di “Gomorra – La serie”, dopo esserne stato un
protagonista. Abbiamo condiviso con Marco quest’avventura
dall’inizio e sono certo che il suo sguardo potrà dare linfa
preziosa ad un nuovo ed inedito capitolo della saga. Raccontare
l’adolescenza di Pietro Savastano nel prequel sarà una sfida
elettrizzante e molto ambiziosa. Tutto questo non può che rendermi
orgoglioso e non vedo l’ora di veder battere il primo ciak».
Riccardo
Tozzi, fondatore di Cattleya, ha dichiarato: «”Gomorra –
La serie” ha ormai assunto un profilo mitologico e avevamo molti
dubbi a toccare di nuovo questa materia così inimitabile. Ma l’idea
che si è formata nel gruppo creativo all’origine della serie,
insieme a un suo protagonista, Marco, ci è sembrata così semplice e
forte da convincerci a ripartire. In una Napoli d’altri tempi il
ragazzo Pietro non sa che diventerà Savastano, come non lo sa Imma,
come non lo immagina il gruppo di giovani inconsapevoli e pieni di
vita che accompagnano l’inizio della sua avventura criminale.».
Sophie Turner ha commentato il ritorno di
quella che sarebbe effettivamente la stagione 9 di Game of
Thrones, e dimostra perché la serie non dovrebbe – o
almeno, quasi certamente non potrebbe – tornare. A cinque anni
dalla fine di Game of
Thrones, il modo in cui si è concluso il successo della
HBO rimane estremamente controverso, ma lo show nel suo complesso è
amato. Questi due elementi sembrano imprescindibili per una nuova
stagione che possa portare di nuovo quel mondo e quei personaggi
sullo schermo e possa dare ai fan qualcosa che li soddisfi di
più.
Finora, la cosa più vicina a una
continuazione diretta di Game of Thrones è stata
la serie spin-off di Jon Snow, che avrebbe visto
il ritorno di Kit Harington. Tuttavia,
è stata scartata quando non sono riusciti a trovare un’idea per
portarla avanti. Nel frattempo, Sophie Turner ha espresso
un certo interesse per un ritorno di Game of Thrones, ma i
suoi commenti evidenziano non solo il problema, ma anche il modo
migliore per procedere:
“Voglio dire, dovrebbe essere
esattamente lo stesso cast e la stessa identica troupe, altrimenti
non tornerei indietro e sarebbe solo la stagione 9, e non credo che
faremo una stagione 9, ma ho adorato interpretare Sansa, e mi
chiedo spesso cosa farebbe ora. Dove sarebbe cinque anni dopo, cosa
farebbe? Sarebbe ancora regina del Nord? Sarebbe una brava sovrana?
Ci sarebbe qualche altro tipo di guerra terribile che è accaduta?
Mi piacerebbe vederlo.”
Game of Thrones Sansa Stark
Game of Thrones 9 è
impossibile
Turner ha ragione nel dire che quasi
ogni continuazione di Game of Thrones sarebbe
effettivamente solo la stagione 9, e questo mostra il principale
ostacolo alla sua realizzazione. Sebbene l’ottava stagione di
Game of Thrones abbia provocato una reazione
negativa, la portata della produzione è stata senza pari in TV, e
sarebbe molto difficile riportarla indietro. Richiederebbe l’unione
di molte parti in movimento, data la dimensione del cast e della
troupe dello show, e allineare tutti quei programmi, anche se tutti
volessero tornare, sarebbe quasi impossibile.
Non c’è nemmeno alcuna
garanzia che il cast e la troupe di Game of Thrones vogliano
tornare. Era abbastanza chiaro alla fine che aveva avuto
un costo, perché è una produzione così intensa per tutti i soggetti
coinvolti. Harington ha commentato il contraccolpo al finale di
Game of Thrones e lo ha detto lui stesso: “Penso che se c’è
stato un difetto nel finale di Game of Thrones, è che eravamo tutti
così fottutamente stanchi che non avremmo potuto andare avanti più
a lungo”.
C’è però un aspetto che renderebbe
la stagione 9 di Game of Thrones una buona idea.
Sebbene sia allettante pensare che potrebbe essere utilizzata per
risolvere i problemi del finale, il rischio è che inevitabilmente
raddoppierebbe la posta in gioco, come Bran Stark che diventa re.
Altri, come la morte di Daenerys Targaryen, non sono affatto risolvibili per
coloro per cui non ha funzionato, a meno di un’altra
resurrezione.
Un sequel di Arya è
l’unico spin-off che eviterebbe l’effetto “stagione 9”
Quasi tutti gli spin-off di
Game of Thrones che proseguono dall’ottava
stagione, a meno di un salto temporale di decenni, avrebbero il
problema di essere semplicemente la nona stagione, una
continuazione della storia. Non importa quale personaggio decida di
seguire, che si tratti di Sansa al Nord o persino di Jon Snow oltre
la Barriera, solleva la questione di dove si trovino gli altri
personaggi, cosa stiano facendo e perché non siano coinvolti, e
quindi probabilmente richiede il ritorno dell’intero cast e della
troupe. Sono tutti ancora a Westeros, quindi è un problema
difficile da aggirare.
L’eccezione a questo è uno
show che segue le avventure di Arya Stark, che è partita
per scoprire cosa c’è a ovest di Westeros nel finale della serie.
Poiché ha effettivamente lasciato i Sette Regni di Westeros, allora
c’è una ragione legittima e intrinseca per cui uno spin-off si
concentri solo su Arya, senza alcuna necessità di affrontare cosa
sta succedendo altrove. I suoi viaggi richiederebbero mesi se non
anni, quindi non sarebbe un problema se non ci fosse l’apparizione
di Jon Snow o Sansa, e mentre il pubblico potrebbe
ancora chiederselo, c’è un motivo ovvio per evitare la domanda, che
nessun altro sequel avrebbe.
Il Lucca Film
Festival 2024 ha ospitato
Ethan Hawke, figura carismatica e versatile, che oltre
a ridere e scherzare con i giornalisti durante la conferenza
stampa, ha regalato al pubblico riflessioni profonde e aneddoti
personali.
Durante la conferenza
stampa, Hawke è stato subito interrogato sull’iconica frase
“Carpe Diem”, resa celebre dal suo ruolo nel film L’Attimo Fuggente. L’attore ha ricordato come,
da quando il film è stato proiettato per la prima volta, abbia
visto quell’espressione dappertutto, dai tatuaggi alle magliette.
“È diventata quasi abusata” ha scherzato, ma ha poi
aggiunto: “Solo ora capisco quanto quell’esperienza mi abbia
segnato e quanto quel messaggio sia diventato parte integrante del
mio modo di vivere.”
Carpe Diem come modo di vivere per Ethan Hawke
Riflettendo sul tema
degli ostacoli, Hawke ha sorpreso molti: “Mi sono circondato di
persone straordinarie, ho avuto la fortuna di collaborare con delle
grandi menti. Non mi concentro sugli ostacoli, ma su tutto ciò che
ho imparato lungo il percorso.”
Hawke ha anche parlato
della scrittrice Flannery O’Connor, figura
centrale nel suo nuovo progetto “Wildcat”,
proiettato la sera precedente al Cinema Astra,
accolto dal pubblico con un sold-out.“O’Connor ha
affrontato molti ostacoli nella sua vita, ma la sua fede e la sua
arte l’hanno guidata,” ha detto Hawke, rivelando come la
spiritualità della scrittrice fosse un argomento molto vicino alla
sua esperienza personale, avendo avuto una famiglia di diverse
influenze religiose. “C’è sempre stato rispetto per chi è alla
ricerca di qualcosa di più grande,” ha aggiunto, evidenziando
l’importanza della fede nella narrazione della vita di O’Connor. La
passione per O’Connor è condivisa da sua figlia Maya Hawke, che è anche la protagonista di
questo film così singolare e all’avanguardia.
L’attore ha poi
ovviamente parlato della sua lunga amicizia e collaborazione con il
regista Richard Linklater, iniziata 30 anni fa con
Prima dell’alba. Hawke ha confermato che la nuova
collaborazione con Linklater è completata ed è in arrivo il
prossimo anno. “È uno dei miei lavori preferiti di sempre,” ha
dichiarato. “Abbiamo sognato questo film per oltre un decennio,
e non posso credere che siamo riusciti a realizzarlo.” Il
legame artistico tra i due, ha spiegato, è una delle relazioni più
profonde e significative della sua carriera.
Versatilità, da Richard Linklater e Jason Blum
Una curiosità ha
riguardato il suo rapporto con Jason Blum, il
celebre produttore di film horror come Sinister e The Black Phone. Hawke ha ricordato gli
esordi della loro amicizia, risalente ai vent’anni, quando avevano
fondato insieme una compagnia teatrale. “Jason ha sempre avuto
un’energia straordinaria e un entusiasmo contagioso,” ha
raccontato Hawke, sottolineando come la loro collaborazione si sia
consolidata nel tempo, portando alla creazione di opere innovative
e di grande successo.
The magic of cinema
has something to do with time and permanence / La magia del cinema
ha qualcosa a che fare con il tempo e la
stabilità-permanenza
Di film e di
collaborazioni indimenticabili Hawke ha avuto modo di parlare anche
in una masterclass, tenuta nella Chiesa di San Francesco.
Ricordando gli anniversari di Before Sunset – Prima del
tramonto e Boyhood che compiono rispettivamente 20
e 10 anni, l’attore ha sottolineato il valore del tempo che anche
nel cinema è fondamentale. Entrambi i film derivano da percorsi
lunghi, durati anni in cui si crea la storia nel corso del tempo
reale, si attende che gli attori crescano perchè anche il loro
personaggio possa evolversi. Questo attendere e creare un film
senza artefici e basandosi sulla realtà, dice Hawke, esalta la
magia del cinema, un’arte che permette di protrarsi nel tempo.
Lo sguardo sulla realtà
si rivela anche nella sua carriera da regista. Nella masterclass
moderata da Chiara Nicoletti e Thomas De
La Cal, Ethan e Ryan Hawke hanno avuto
modo di parlare inoltre dei loro progetti indipendenti. Il loro
ultimo film, Wildcat che citavamo sopra, è già il quarto
biopic che viene partorito dalla coppia eppure Ethan ammette di non
amare questo genere di film. Il loro obiettivo, spiega poco dopo,
nasce dalla necessità di rispondere a tutte quelle domande
esistenziali che ognuno di noi si fa e spesso, nel trovare queste
risposte si cercano degli idoli, dei personaggi da seguire e
prendere come modello. Proprio da questo, Hawke sceglie di
rappresentare storie di vita che sente, riescono a rispecchiare
quei valori e quelle risposte con cui l’essere umano convive. Le
produzioni di casa Hawke, non sono quindi solo biopic ma diventano
un’opportunità di portare sulla scena tematiche importanti e che
stanno a cuore in primis ai loro creatori.
Le regole del cavaliere –
L’ultima lettera di sir Thomas Lemuel Hawke, il nuovo libro di
Ethan Hawke
-EXTRA- Questa volontà di
portare risposte si ritrova non solo nel suo stile cinematografico
ma anche nella carriera da scrittore che ethan Hawke ha
intrapreso. Il suo ultimo libro Le regole del cavaliere –
L’ultima lettera di sir Thomas Lemuel Hawke, uscito in Italia
nel 2021 per Edizioni Sonda, si presenta come lettera di un padre
medievale ai propri figli ma nel concreto è un manuale di crescita
personale che tratta tutti quei valori essenziali come l’umiltà, la
gratitudine, l’amicizia e la fede.
La
presenza di Ethan Hawke al Lucca Film Festival
2024 ha confermato la sua natura
non solo come di attore e regista, ma come
un artista che, attraverso riflessioni sincere e appassionate,
riesce a coinvolgere e ispirare il pubblico. Il suo viaggio
continua, e i prossimi progetti promettono di essere altrettanto
affascinanti e profondi come quelli che lo hanno reso celebre.
Grazie a Alessia De Stefano e
Vittoria Chillon per la redazione dell’articolo.
Scopri le prime immagini
di The Electric State, uno dei titoli più attesi
in arrivo prossimamente solo su Netflix che segna il ritorno di Anthony e Joe Russo, le menti dietro ad
Avengers: Endgame
e The Gray Man, questa volta alla regia di un
film sci-fi con protagonisti Millie Bobby Brown e Chris Pratt.
Di cosa parla The Electric
State?
The Electric
State è una spettacolare avventura ambientata in una
versione alternativa e retrofuturistica degli anni ’90.
Millie Bobby Brown (Stranger
Things, Enola Holmes,
Damsel) interpreta Michelle, un’adolescente orfana che
affronta la vita in una società in cui robot senzienti simili a
cartoni animati e mascotte, che un tempo collaboravano
pacificamente al fianco degli esseri umani, ora vivono in esilio a
seguito di una rivolta fallita. Tutto ciò che Michelle pensa di
sapere sul mondo viene sconvolto una notte quando riceve la visita
di Cosmo, un robot dolce e misterioso che sembra essere controllato
da Christopher, il geniale fratello minore di Michelle che lei
credeva morto.
Determinata a trovare
l’amato fratello che pensava di aver perso, Michelle parte
attraverso il sud-ovest americano con Cosmo e si ritrova presto a
collaborare con riluttanza insieme a Keats (Chris Pratt,Guardiani
della Galassia, Jurassic World), un contrabbandiere di basso rango,
e al suo spassoso assistente robot, Herman (doppiato nella versione
originale da Anthony Mackie). Mentre si avventurano nella Zona di
Esclusione, un angolo delimitato nel deserto dove i robot
sopravvivono per proprio conto, Keats e Michelle trovano uno strano
e colorato gruppo di nuovi alleati animatronici e iniziano a
scoprire che le forze dietro la scomparsa di Christopher sono più
sinistre di quanto si aspettassero.
The Electric
State è diretto da Anthony e Joe Russo e
ha come protagonisti Millie Bobby Brown,
Chris Pratt, il premio Oscar® Ke Huy Quan, Jason Alexander,
Giancarlo Esposito, il candidato all’Oscar®
Stanley Tucci, e Woody
Norman. Anthony Mackie, Woody Harrelson, Brian
Cox, Jenny Slate, e Alan Tyduk prestano
il loro talento come voci dei robot. Il film è basato sulla graphic
novel di Simon Stålenhag e ha una sceneggiatura di Christopher
McFeely e Stephen Markus.
The Electric State sarà disponibile
solo su Netflix nel 2025.
INFORMAZIONI SU THE ELECTRIC STATE
DIRETTO DA: Anthony e Joe Russo
SCENEGGIATURA DI: Christopher Markus e Stephen
McFeely
BASATO SULLA GRAPHIC NOVEL DI: Simon Stålenhag
PRODOTTO DA: Joe Russo, p.g.a.; Anthony Russo,
p.g.a.; Mike Larocca, p.g.a.; Angela Russo-Otstot; Chris Castaldi;
Patrick Newall
PRODUTTORI ESECUTIVI: Christopher Markus, Stephen
McFeely, Tim Connors, Nick van Dyk, Jake Aust, Geoffrey Haley,
Jeffrey Ford, Simon Stålenhag, Julia Angelin, Russell Ackerman,
John Schoenfelder, Anthony Muschietti, Barbara
Muschietti
CO-PRODUTTORI: Anthony J. Vorhies,
Joseph Micucci, Murtaza Kathawala
CAST
PRINCIPALE: Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan, Jason
Alexander, Woody Norman, con Giancarlo Esposito e Stanley Tucci.
Con le voci di Woody Harrelson, Anthony Mackie, Brian Cox, Jenny
Slate, Hank Azaria, Colman Domingo, Alan Tudyk.
Il ricordo d’infanzia è
un tema molto caro a Francesco Costabile che con
Familia, secondo film di finzione dopo Una Femmina, torna a raccontare un’età adulta
tormentata e appannata da ricordi di violenza che sono diventato
quasi sogni, una patina onirica su una memoria che di fronte al
tentativo di ricostruire le immagini, inconsciamente si offusca. E
se nel primo film la realtà da cui scappare era legata all’ambiente
familiare nella sua interezza, in Familia
l’elemento da scacciare, nell’ambito della famiglia stessa, è un
padre violento, se rende un inferno l’infanzia dei figli e la
giovinezza della moglie.
La trama di Familia
La storia è raccontata
dal punto di vista di Luigi, ragazzo che cresce con un fratello in
una famiglia violenta. Il padre, geloso e rabbioso, picchia
ripetutamente la madre in un’introduzione che fa uso massiccio di
inquadrature sbilenche e un comparto sonoro molto invasivo. Dopo
questa introduzione breve ma efficace, troviamo un Luigi
ventenne alle prese con un gruppo di neo-fascisti. Il
branco, violento ma accogliente, sembra essere la rappresentazione
di tutta quella rabbia che ha visto esplodente nel corso della sua
prima giovinezza, un modo per incanalare quello che ha “imparato”.
Del padre non ci sono più tracce da quasi dieci anni. Fino a che
l’uomo non rintraccia il figlio e manifesta il desiderio di tornare
dalla sua famiglia. Le conseguenze sono ovviamente talmente tanto
ovvie da risultare banali, eppure il racconto di Costabile riesce a
mantenersi lucido e lontano dal cliché, grazie a un tono che si
aggira tra il melò e il thriller, senza mai perdere di vista gli
occhi degli splendidi interpreti che danno vita a questa famiglia
spezzata.
La violenza esce di casa e assume forme mostruose
Luigi si fa ritratto non
solo di un ragazzo che non ha trovato la sicurezza che dovrebbe
esserci dentro a una famiglia, ma è anche esempio di quello che può
fare la violenza subita indirettamente. Il tentativo di Costabile
di fare un discorso più ampio, che dal particolare e privato giunge
al pubblico e universale, il gruppo fascista con cui si invischia
il protagonista, è un modo forse ingenuo ma comunque efficace di
mostrare uno dei modi in cui questa violenza può assumere sembianze
sempre più mostruose e può generare frutti. E dalla quale non si
sfugge. In questo gruppo violento il protagonista cerca quella
figura paterna che comunque manca ma alla quale attribuisce valori
che si rispecchiano con quelli di una milizia.
Familia Film 2024 Francesco Costabile – Screenshot dal trailer di
Youtube
L’ereditarietà del male in Familia
Tratto dall’autobiografia
di Luigi Celeste che si intitola Non sarà
sempre così, Familia racconta anche una
realtà complicata per le donne che subiscono questa violenza, che
fino all’ultimo tentato, pensando di fare bene, di tenere unita una
famiglia che non può mai definirsi tale e che alla fine “ci
ricascano” anche a causa di un sistema giudiziario che non sempre
le tutela. Anche questo viene toccato del film, tanto che poi il
finale può quasi essere considerato una condanna inequivocabile,
non solo verso chi perpetra la violenza ma anche indirizzata a chi
da quella violenza dovrebbe proteggere le vittime. Una violenza che
viene assimilata, come dimostra anche il rapporto tra Luigi e la
sua giovane fidanzata, una ragazza che da una parte viene
avvicinata e sedotta, dall’altra allontanata perché nel suo essere
comunque preda di quel sistema di pensiero viziato, Luigi vuole
evitare che la giovane faccia “la fine” di sua madre, si riconosce
in parte mostruoso come il padre, e prova a fare la cosa giusta, a
modo suo.
In un panorama
cinematografico pigro di storie di violenza tutte simili a se
stesse, Familia di Francesco Costabile riesce a
emergere non tanto per temi, che come detto sono purtroppo
ricorrenti, sia nella realtà che nella finzione, quanto per forma e
linguaggio, grazie a un occhio attento e ispirato, un comparto
tecnico di grande valore, come la fotografia di Giuseppe Maio, e un
cast letteralmente in stato di grazia, con Barbara Ronchi e Francesco Di Leva che confermano a ogni loro
performance la raffinatezza del loro talento, e il giovane
Francesco Gheghi che, per il ruolo di Luigi ha
portato a casa il premio al Migliore Attore di
Orizzonti a Venezia 81, dove il film è stato presentato in
anteprima.
Millie Bobby Brown
è una giovane attrice che ha contribuito a cambiare il mondo delle
serie tv negli ultimi anni, soprattutto grazie alle sue performance
in Stranger Things. L’attrice, che ha cominciato a
recitare sin da bambina, è diventata protagonista indiscussa di una
serie che è amata ed apprezzata in tutto il mondo, spianando una
larga e lunga strada per quello che sarà sicuramente un futuro più
che roseo nel mondo della recitazione.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Mille Bobby Brown.
Millie Bobby Brown: i suoi
film
1. Ha recitato in popolari
film. Sebbene la carriera di attrice sia attiva da qualche
anno, la Brown non aveva mai lavorato ad un film. Il lungometraggio
di debutto è stato, quindi, Godzilla II – King of the
Monsters, arrivato nei nostri cinema alla fine di maggio
2019. In seguito ha recitato anche in Enola Holmes (2020) e
Godzilla vs. Kong (2021). Dopo Enola Holmes2 e Damsel la vedremo al fianco di Chris
Pratt in The Electric State, sempre per
Netflix.
2. Ha lavorato in numerose
serie tv. La giovane attrice ha iniziato la sua attività
sul piccolo schermo, apparendo per la prima volta, nel 2013, con la
serie C’era una volta nel Paese delle Meraviglie. In
seguito, è apparsa in Intruders (2014), NCIS – Unità
anticrimine (2014), Modern Family (2015), Grey’s
Anatomy (2015) e Stranger Things
(2016-2019), che l’ha resa una star. Inoltre, è apparsa in alcuni
videoclip come Fin Me dei Sigma (2016),
I Dare You dei The xx (2017) e Girls
Like You dei Maroon 5 (feat Cardi
B) (2018).
Millie Bobby Brown ha un marito
3. È attualmente
fidanzata. Nonostante la sua giovane età, l’attrice ha
avuto già un primo fidanzato tra il 2017 e il 2018, ovvero il
cantante Jacob Sartorius. Pare però che tra i due
sia finita a causa di un presunto tradimento da parte di lui. Dal
2021 è invece sentimentalmente legata a Jake
Bonjovi, uno dei quattro figli di Jon Bon
Jovi con il quale si è sposata nel maggio 2024 in una
cerimonia privata.
Millie Bobby Brown in Stranger
Things
4. Si è davvero rasata la
testa. Per interpretare Undici, la giovane attrice si
sarebbe dovuta rasare la testa e all’inizio non era molto convinta
della faccenda. Quando, poi, le è stato fatto notare come stesse
bene Charlize Theron
in Mad Max: Fury Road, la
ragazza si è decisa. Su Internet esiste anche un video ripreso
dalla madre, mentre le viene rasata l’intera testa. Per sua
fortuna, nelle stagioni seguenti ha potuto farsi ricrescere e
sfoggiare i suoi veri capelli.
5. È stata candidata a
importanti premi. Per la sua interpretazione nella serie,
la Brown è stata candidata in molteplici occasioni a premi di
grande prestigio. In particolare è stata candidata nel 2017 e nel
2018 ai SAG Awards come miglior attrice in una serie drammatica e
come parte del miglior cast di una serie drammatica. Ancor più
importanti sono però state le nomination come miglior attrice non
protagonista in una serie drammatica ricevute agli Emmy Awards (gli
Oscar della televisione). Pur non riportando vittorie, la Brown ha
ottenuto maggiore popolarità.
Millie Bobby Brown in
Godzilla
6. Il ruolo è stato scritto
appositamente pensando a lei.Godzilla II – King of the
Monster è stato il film di debutto per la Brown, dove
interpreta Madison Russell. In fase di lavorazione il team di ha
basato il volto del personaggio proprio su quello dell’attrice, ben
prima che questa fosse poi effettivamente scelta. Secondo il
regista Michael Dougherty, “Ci siamo così
abituati a vedere la sua faccia che abbiamo semplicemente detto:
‘Beh… perché non le facciamo l’offerta?‘”. Una volta ricevuta
questa, la Brown è stata lieta di accettare il ruolo.
Millie Bobby Brown: testimonial per
Florence
7. Ha ideato una linea di
cosmetici. L’attrice è notoriamente molto attenta anche
all’ambito della moda e dei prodotti di bellezza. È così che di
recente ha deciso di lanciare una propria linea di prodotti
intitolata Florence. Sul sito ufficiale si possono
acquistare diverse tipologie di prodotti, da quelli per la cura
della pelle a quelli per i capelli, fino a diverse tipologie di
trucchi, accesso e altri gadget.
Millie Bobby Brown è su
Instagram
8. Ha un account
seguitissimo. Come la maggior parte dei suoi colleghi,
anche la giovane attrice ha aperto da qualche anno il proprio
profilo Instagram, seguito da qualcosa come 47,9 milioni di
persone. Il suo profilo è un tripudio di foto che la ritraggono
protagonista tra momenti lavorativi e di svago. Seguendola, si
potrà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività, dalla
recitazione alla pubblicità, fino ai luoghi da lei visitati e molto
altro.
8. Ha diversi
haters. Con l’avvento dei social, gli hater si sono
scatenati in rete. I classici leoni da tastiera non hanno
risparmiato nemmeno la Brown, che si è trovata a dover rispondere a
chi la criticava per il fatto, secondo loro, di fare la grande
quando, invece, dovrebbe vestirsi e comportarsi come una ragazza
della sua età.
Millie Bobby Brown: età e altezza
nel 2021
10. Millie Bobby Brown è
nata il 19 febbraio del 2004a Malaga, in
Andalucia. L’attrice ha dunque da poco compiuto 18 anni.
La sua altezza complessiva corrisponde a 163 centimetri.
Le prime immagini dal backstage di
Marty Supreme mostrano Timothée Chalamet con un look molto
diverso rispetto a come siamo abituati a vederlo. Il prossimo drama
di A24 seguirà la storia di un giocatore di ping
pong, con Josh Safdie, precedentemente noto come
membro dei Safdie Brothers, alla regia. Oltre a
Chalamet, il cast di Marty Supreme include Gwyneth Paltrow, Odessa A’zion, Penn
Jillette e Tyler the Creator.
Variety ha pubblicato le prime
immagini dietro le quinte di Marty Supreme. Nelle
foto, Timothée Chalamet indossa un gilet blu navy
sopra una maglietta a maniche corte e pantaloni scuri in quello che
sembra essere un completo in stile anni ’50. Sfoggia anche piccoli
occhiali e baffi con capelli corti pettinati all’indietro.
Chalamet sembra molto diverso dal
solito in queste immagini di Marty Supreme, in
particolare perché i suoi capelli giocano un ruolo nel trasformare
completamente il suo aspetto. Al posto dei suoi riccioli, la star
di Dune ha
un’acconciatura anni ’50 liscia e molto stilizzata. Questo look lo
distingue dai recenti ruoli di Chalamet in film come
Dune:
Part Two, Bones and All e Wonka. Anche
nel suo prossimo film biografico su Bob Dylan A Complete
Unknown, i suoi capelli e il suo aspetto generale sono
molto più simili a come è apparso in altri film.
Il film di A24 sarà incentrato su un
professionista del ping pong. I dettagli della trama di
“Marty Supreme” non sono stati resi noti, ma A24
ha pubblicato l’immagine di una pallina da ping pong con la scritta
“coming soon” dopo che
Variety ha dato notizia del progetto a luglio. La
sceneggiatura originale di “Marty Supreme” è stata
scritta da Safdie e Ronald Bronstein, che producono entrambi
insieme a Eli Bush, Anthony Katagas e Chalamet.
La battaglia di Scarlet Witch contro gli
Illuminati in Doctor Strange nel Multiverso della
Follia è un momento molto crudo nel panorama
cinematografico Marvel e sembra ambientato su un
set, ma la verità è che la maggior parte delle location sono
vere…
L’account Instagram del fotografo Thomas
Duke è un posto molto interessante. Fan di cinema e serie tv,
Duke va in giro per il mondo a cercare le location dei film che
vede e li mette a confronto con le immagini del film, svelando a
tutti gli effetti la magia del cinema.
In uno dei suoi ultimi post, Thomas ha mostrato le location del
quartier generale degli Illuminati di Terra-838. Dopo gli eventi di
WandaVision,
il viaggio di Scarlet Witch nell’MCU ha preso una piega oscura a
causa del Darkhold, che ha corrotto la mente di
Wanda Maximoff e l’ha portata nella linea temporale di Terra-838
dell’MCU alla ricerca dei suoi figli. Nel frattempo, gli Illuminati
hanno ignorato le suppliche del Dottor Strange e hanno
sottovalutato il potere di Wanda. A causa della negligenza degli
Illuminati, Doctor Strange e il Multiverso della
Follia ha presentato alcune delle morti più brutali
nell’MCU.
Thomas Duke
condivide alcune immagini del luogo reale in cui è avvenuto
l’omicidio degli Illuminati di Terra-838 da parte
di Wanda, tenendo in mano fotogrammi della scena per confrontarli
con l’ambientazione fittizia del film. Le scene del
quartier generale degli Illuminati sono state girate
al British Museum di Londra. La Marvel ha
utilizzato la CGI per aggiungere una nuova stanza con un ingresso
in vetro, oltre ad alcune statue.
Il luogo reale utilizzato per il
quartier generale degli Illuminati
Il luogo reale utilizzato per il
quartier generale degli Illuminati nell’universo
alternativo di Doctor Strange e il Multiverso della Follia
mostra quanto sia facile creare mondi di fantascienza. Con
sufficiente creatività e qualche piccolo miglioramento, un luogo
noto come il British Museum può sembrare il centro operativo di una
squadra di supereroi. L’architettura del British Museum si adatta
all’estetica elegante e ultra-pulita degli Illuminati e contrasta
con il bagno di sangue causato da Scarlet Witch.
Nella descrizione del suo post su
Instagram, Thomas Duke afferma “questi attori
non hanno mai girato insieme?!”. In effetti, Doctor Strange e il Multiverso della
Follia è stato girato nel 2020 e nel 2021,
nel pieno della pandemia di COVID-19. Di conseguenza, gli attori
che hanno interpretato gli Illuminati hanno dovuto girare le loro
parti separatamente, motivo per cui sembrano impassibili quando
muore uno dei loro colleghi. Secondo Elizabeth Olsen nel corso delle riprese
non ha incontrato
John Krasinski, e a quel punto non sapeva nemmeno se
la Marvel avesse scelto lui per il ruolo di Mister Fantastic.
Non c’è niente di più frustrante di
una serie televisiva che viene cancellata senza preavviso,
lasciando il pubblico con un finale in sospeso. Drammi come
Hannibal, A League of Their Own e Quantum
Leap sono tutti terminati senza una conclusione. Ecco
perché può essere così soddisfacente per le serie terminare alle
loro condizioni. Quando è stato annunciato che The
Good Doctor della ABC avrebbe appeso lo
stetoscopio al chiodo alla
fine della settima stagione, gli spettatori si sono preoccupati
che forse gli sceneggiatori non sarebbero stati in grado di
risolvere tutti i punti in sospeso della storia. Fortunatamente, il
team di sceneggiatori ha escogitato un modo per concludere in modo
gratificante l’intera serie.
Per sette stagioni, The
Good Doctor ha raccontato il viaggio del dottor
Shaun Murphy (Freddie
Highmore), un giovane chirurgo affetto da autismo e
sindrome di Savant. Ogni stagione segue Shaun mentre diventa un
medico più capace e impara ad aprirsi alle amicizie e alla
relazione sentimentale con la sua ragazza, e poi moglie, Lea
(Paige
Spara). Gli spettatori vengono trattati con trame
approfondite e intriganti misteri medici che Shaun e gli altri
medici devono risolvere in ogni episodio. Ci sono molti conflitti
strazianti e situazioni di vita o di morte, ma anche un tono di
speranza, mentre vediamo le avventure di coloro che lavorano
all’Ospedale St. Con la serie finalmente conclusa, come si
concluderà la storia per tutti nel
finale della stagione 7 di The Good Doctor?
The Good Doctor sembrava destinato a un finale di serie
straziante
I personaggi di The
Good Doctor hanno sempre vissuto una grande
tragedia, ma la settima stagione è ancora più angosciante. Un
evento avvenuto nell’episodio 5 sembrava essere particolarmente
difficile da superare, quando l’amato personaggio del dottor Asher
Wolke (Noah Galvin) è stato brutalmente
assassinato in un crimine d’odio. La sua morte ha effetti duraturi
sui suoi amici, tra cui il suo partner devastato, Jerome
(Giacomo Baessato), e la sua migliore amica, la
dottoressa Jordan Allen (Bria Henderson). Ma
nella seconda metà della stagione si intravedono spiragli
di speranza, quando i personaggi cercano di onorare la
memoria di Asher continuando a salvare vite umane.
Proprio quando i telespettatori
pensavano che la fine della stagione potesse rivelarsi edificante,
il tappeto è stato tolto da sotto i piedi a tutti. Nel penultimo
episodio, la dottoressa Claire Browne (Antonia
Thomas) torna dal Guatemala con una diagnosi di cancro
al seno, mentre il dottor Aaron Glassman (Richard
Schiff) rivela a Shaun che il suo cancro è tornato, e
questa volta è terminale. Questo doppio colpo sembrava significare
che l’episodio finale sarebbe stato pieno di sfortuna. Queste due
persone sono le più importanti per Shaun e per il suo percorso
personale. Anche con Lea e il loro bambino al suo fianco, come
potrebbe sopravvivere alla perdita di Glassman e Claire?
Il finale di serie di The Good Doctor chiude tutti i conti in
sospeso
In qualche modo, gli sceneggiatori
di The
Good Doctor sono riusciti a coprire tutte le storie
nel finale. Shaun fatica ad accettare la diagnosi di Glassman, ma
alla fine, dopo che Lea lo ha incoraggiato a sfruttare al meglio il
tempo che gli resta da trascorrere con la sua figura di
mentore/padre, riesce a venire a patti con l’eventuale morte di
Glassman. L’episodio segue anche la ricerca del team per salvare
Claire da un’infezione che si diffonde rapidamente e minaccia la
sua vita.
I medici sono costretti a prendere
la difficile decisione di amputare un braccio di Claire mentre è in
coma per combattere l’infezione. Dopo aver scoperto un trattamento
sperimentale in grado di curarla, Shaun e la sua protetta, la
studentessa di medicina Charlie (Kayla Cromer), vengono bloccati
dalla FDA. Shaun è disposto a somministrare a Claire la cura (anche
se ciò mette a rischio il suo futuro di medico), ma poiché Glassman
sta morendo e non deve preoccuparsi di mantenere la sua licenza
medica, il medico anziano decide di somministrare lui
stesso a Claire il trattamento salvavita.
Poi, l’episodio va avanti di 10
anni. Uno Shaun un po’ più anziano, ora attuale primario di
chirurgia dell’ospedale, è in piedi davanti a un pubblico e sta
tenendo un discorso TED. Dietro di lui c’è uno schermo con un
elenco scorrevole dei nomi di tutti i pazienti che ha salvato nel
corso degli anni. Parla di ciò che ha imparato come medico e alla
fine l’elenco si ferma sul nome di Claire. Solo allora il pubblico
si rende conto che Claire è sopravvissuta alla malattia: è seduta
in platea accanto al dottor Jared Kulu (Chuku Modu), con una
bambina in grembo.
Claire e Jared hanno creato una
bella famiglia e questo è un bel finale per la storia del loro
ricongiungimento nella Stagione 7. La scena mostra anche altri
personaggi, tra cui la dottoressa Audrey Lim (Christina Chang), che
ha assunto un ruolo in un’organizzazione del tipo Medici Senza
Frontiere, e Jordan, che ha riallacciato i rapporti con il suo
amore, Danny Perez (Brandon Larracuente). Il dottor Alex Park (Will
Yun Lee) e la dottoressa Morgan Reznick (Fiona Gubelmann) hanno
adottato ufficialmente la piccola Eden, mentre lo studente di
medicina Dominick (Wavyy Jonez) ha avviato il proprio studio
medico. Ogni personaggio importante si guadagna un momento in cui
il pubblico può vedere dove li ha portati il futuro.
Poi, Shaun spiega che non avrebbe
raggiunto il suo livello di successo se non fosse stato per
Glassman. Gli spettatori vedono Shaun cavalcare con Glassman su una
giostra che ha un significato per il passato di Glassman, e poi la
scena passa a Shaun che cavalca da solo, per segnalare che Glassman
è effettivamente morto. Il taglio successivo vede Shaun in sella
con Steve e Lea incinta, e poi ancora con Shaun, Lea e uno Steve
più anziano e con una figlia. La famiglia di Shaun è ora completa,
ma nessuna di queste relazioni d’amore sarebbe stata possibile
senza l’amore e la guida di Glassman e la sua capacità di vedere
ciò che Shaun poteva diventare. Shaun conclude il suo intervento
parlando della fondazione che lui e Claire hanno co-fondato: la
Dr. Aaron Glassman Foundation for Neurodiversity in
Medicine, un modo toccante per onorare l’uomo che ha
creduto di più in lui. Shaun riflette sull’impatto di Glassman,
dicendo: “Mi ha insegnato che quando tocchi una vita, non tocchi
solo una vita. Si toccano tutte le vite che la vita tocca”.
Sebbene l’ultima stagione di
The Good Doctor dovesse essere composta da 15 episodi,
è stata ridotta a soli 10 a causa degli scioperi. Nonostante questo
ostacolo, la serie offre una conclusione gratificante per ogni
personaggio e permette di dare una sbirciatina a dove ognuno di
questi personaggi è finito. La stagione finale è ricca di colpi al
cuore, ma la serie drammatica si conclude con una nota di
speranza.
Twilight of the
Gods è più che all’altezza del suo nome. La serie
animata di Zack Snyder, Jay Oliva ed Eric
Carrasco offre un’audace e sanguinosa rivisitazione
della mitologia norrena, resa con uno stile artistico
splendido, grazie alla Xilam Animation. Il film sembra anche il
tipo di epopea che Snyder ha creato sul grande schermo, oltre che
un ritorno a una forma d’arte in cui non si cimentava dai tempi del
sottovalutatissimo Il
Regno di Ga’ Hoole – La leggenda dei guardiani. Ma come si
conclude esattamente la storia di Twilight of the Gods e
come si lascia aperta la porta a un sequel?
Twilight of the Gods inizia con
un matrimonio andato male
Twilight of the Gods si
apre con i preparativi per il matrimonio tra il re vichingo Leif
(Stuart Martin) e l’amore della sua vita, Sigrid
(Sylvia Hoeks). Sigrid ha una richiesta da fare a
Leif: viaggiare con lei nella sua terra d’origine per conoscere la
sua famiglia. Si scopre che la famiglia di Sigrid è composta da
giganti, poiché lei è cresciuta nella terra di Jotunheim. Ma prima
che Leif e Sigrid possano sposarsi, appare il Dio del Tuono, Thor
(Pilou Asbæk), alla ricerca di suo fratello Loki
(Patterson Joseph). Quando gli Jotunn si rifiutano
di inchinarsi davanti a lui, Thor li massacra tutti e
Sigrid è l’unica sopravvissuta. Sigrid giura di
uccidere il Dio del Tuono e Leif si unisce a lei nel suo
viaggio.
Un gruppo di guerrieri che
uccidono gli dei si unisce in “Il crepuscolo degli dei”
Per aiutarli a uccidere Thor,
Leif e Sigrid reclutano un gruppo di guerrieri ,
tra cui il poeta/stregone Egill (Rahul Kohli), la
fanciulla dello scudo Hervor (Birgitte Hjort
Sørensen), Áile (Jamie Clayton), la
misteriosa strega nota come Seid-Kona e il fabbro nano Andvari
(Kristofer Hivju); alla battaglia si aggiunge
anche il lupo Ulfr (Peter Stormare). Andvari si
rivela particolarmente utile per il gruppo, poiché costruisce armi
d’acciaio in grado di uccidere gli dei, anche se questo potere ha
un prezzo terribile.
Durante il viaggio, i guerrieri
incontrano una misteriosa fanciulla di nome Thyra (Thea
Sofie Loch Næss), incatenata dagli abitanti di un piccolo
villaggio. Dopo che Thyra li ha aiutati per poco a fuggire, si
scopre che è una serva degli antichi dèi noti come Vanir, che
stanno marcendo in seguito alla loro guerra con gli Aesir, gli dèi
che abitano Asgard. Sigrid stringe un accordo con i
Vanir: se lei e i suoi guerrieri riusciranno a riportare
le mele d’oro che garantiscono l’immortalità (uccidendo al contempo
il drago che fa la guardia a tali mele), si uniranno a lei.
Nonostante il successo, le mele si rivelano avvelenate e Leif viene
apparentemente ucciso mentre tiene a bada le forze dei Vanir.
Loki si rivela essere la forza
trainante del “Crepuscolo degli dei”
In realtà, Leif – insieme a Loki – è
intrappolato nella testa di uno dei Vanir, che li costringe a
rivivere il loro passato. Loki alla fine rivela a Leif di
aver spinto Sigrid a uccidere Thor, mentre cerca di
scatenare il Ragnarök – il crepuscolo degli dei – per vendicarsi di
come Odino (John Noble) ha imprigionato i suoi
figli Hel (Jamie Chung), Jörmungandr (Tove
Lo) e Fenrir. Odino era venuto a conoscenza del Ragnarök
dopo essersi impiccato a Yggdrasil, l’Albero del Mondo, per nove
giorni di fila ed era determinato a impedirlo con ogni mezzo
necessario; aveva persino inviato Thor a uccidere la madre di
Jörmungandr e a imprigionare i bambini. Loki ha manipolato gli
eventi chiave per organizzare il Ragnarök e, dopo la fuga di Loki e
Leif, i Vanir mantengono la loro parte dell’accordo, unendosi ai
guerrieri di Sigrid nella loro missione di aprire una breccia nelle
mura di Asgard.
Twilight of the Gods si conclude
con una sanguinosa battaglia e l’avvento del Ragnarok
Gli ultimi due episodi di
Twilight of the Gods, “If I Had A Hammer” (Se avessi un
martello) e “Song of Sigrid” (Il canto di Sigrid), portano
alla battaglia che l’intera serie ha preparato. Sangue e
sangue volano mentre Sigrid e i suoi guerrieri, insieme ai Vanir,
combattono le forze di Asgard. Alla fine, Sigrid decide di provare
a uccidere Thor nel sonno… ma lui la sta aspettando e lei viene
quasi uccisa, il che porta a un confronto con Leif sul costo della
sua vendetta. La battaglia non è priva di vittime: Hervor e
Ulfr vengono uccisi da Thor.
La maledizione delle armi di Andvari
aggiunge un costo terribile alla morte di Hervor: poiché la sua
vita era il prezzo della sua arma, non può entrare nel Valhalla e
riunirsi con i suoi figli. Áile sale in cima ad Asgard e affronta
Odino con una visione del futuro, dove apprende che la sua eredità
svanirà (alla maniera di Zack Snyder, c’è una spruzzata di immagini
di Gesù sotto forma di Cristo stesso). Anche se Odino uccide Áile,
la visione del suo futuro lo ha lasciato scosso. Sul campo di
battaglia, Sigrid ha finalmente la possibilità di uccidere Thor,
avvolgendo la sua ghirlanda nuziale intorno alla lancia per
suggellare l’atto – ma il fratello di Thor, Baldr (Hakeem
Kae-Kazim), si teletrasporta di fronte a lui e gli
colpisce la lancia al petto, dando il via al Ragnarök. Loki uccide
anche Sigrid, mandandola nel Valhalla, dove incontra
Thor.
Il crepuscolo degli dei avrà una
seconda stagione?
Twilight of the Gods sta
rapidamente trovando un pubblico, entrando nella top 10 di
Netflix e
raccogliendo gli elogi della critica. Naturalmente, visto
come si è conclusa la serie, ci si è chiesti se lo show
avrà una seconda stagione. Snyder ha già in mente una
storia incentrata su Thor, promettendo di esplorare cosa ha portato
alla sete di sangue del Dio del Tuono.
“Penso che questo sia il nocciolo
della storia, e cioè quale sia la moralità di guardare il mondo dal
punto di vista di Thor”, ha detto a Collider. “Mentre
andiamo avanti, c’è un perché per Thor? Cosa gli ha fatto
Loki per renderlo così pazzo?”. È sicuramente una domanda che
merita una risposta, e una seconda stagione potrebbe anche
mostrare come il Ragnarök rimodella il mondo – un racconto
epico più che degno del talento di Snyder, Oliva e Carrasco.
Twilight of the Gods è disponibile in streaming su
Netflix.
Mayfair Witches di Anne
Rice, il dramma soprannaturale creato da
Michelle Ashford ed Esta
Spalding, conclude la sua
prima stagione con un episodio surreale, in cui la profezia che
era stata ventilata per tutto il tempo si è finalmente avverata.
Nel corso della prima stagione, Rowan Fielding (Alexandra
Daddario) ha vissuto una storia d’amore con
Ciprien Grieve (Tongayi Chirisa), mentre cresceva
il suo legame con il demone Lasher (Jack
Huston). Anche se Rowan e Ciprien sembravano
innamorarsi l’uno dell’altra, non era chiaro quanto la loro
relazione fosse causata dalla manipolazione di Lasher.
La fine della Stagione 1 lascia in
sospeso la relazione tra Rowan e Ciprien, ma una cosa è chiara: la
Stagione 2 vedrà una nuova Rowan, che abbraccia il suo potere e il
suo legame con Lasher ora che è rinato nel mondo.
La stagione 1 di Streghe Mayfair è anche quella in cui
Rowan scopre la sua famiglia biologica: il finale porta a
importanti rivelazioni su Cortland Mayfair (Harry
Hamlin) e Deirdre Mayfair (Annabeth
Gish), che cambiano il rapporto tra Cortland e Rowan e
sua figlia Jojo Mayfair (Jen Richards).
Chi è il padre del bambino di
Rowan nella stagione 1 di “Streghe Mayfair”?
Una delle parti più confuse del
finale della stagione 1 di Streghe Mayfair è
la domanda su chi sia esattamente il padre del bambino di
Rowan. Sia Lasher che Rowan dicono a Ciprien che il
bambino è suo, ma è lecito chiedersi se sia vero o se sia solo una
tattica per evitare che Ciprien voglia fare del male al bambino. La
paternità del bambino non è del tutto chiara, dal momento che Rowan
ha fatto sesso con Lasher, che poi ha accelerato la sua gravidanza.
In un’intervista a Variety, la co-creatrice Esta Spalding spiega che
Ciprien è davvero il padre e che il bambino è
stato concepito nell’episodio 5 di Mayfair Witches
. Tuttavia, Lasher è stato in definitiva l’artefice del
concepimento. Come chiarisce la Spalding, “per come abbiamo
costruito la struttura della storia, Lasher sta orchestrando tutto
questo, compreso l’intrappolamento di Rowan e Cip in quella casa
insieme nell’episodio 5, in modo che lei possa rimanere
incinta”. Sembra che Lasher non sia in grado di concepire
personalmente il bambino che servirà da tramite.
Cortland Mayfair si rivela
essere il padre di Rowan in Streghe Mayfair – Stagione 1
Parlando di paternità, uno dei punti
più importanti del finale della stagione 1 di Streghe
Mayfair è la rivelazione che Cortland è il padre di
Rowan. All’inizio della stagione, Cortland viene mostrato
mentre sceglie un giovane uomo per sedurre Deirdre a un ballo in
maschera e concepire il suo bambino. Già questo sembrava
inquietante, ma il finale rivela che le azioni di Cortland sono
molto più gravi di quanto si pensasse. Quando Ciprien tocca una
maschera di quel fatidico ballo in maschera, i suoi poteri rivelano
che Cortland ha indossato la maschera del giovane per poter
ingravidare Deirdre, portando al concepimento di Rowan. Rowan è una
strega così potente grazie alla purezza del suo sangue Mayfair.
Cortland pensa ovviamente che,
avendo contribuito a realizzare la profezia che ha permesso a
Lasher di rinascere, sarà ricompensato con un potere incredibile.
Questo è parzialmente vero. Quando Rowan tenta di ucciderlo, si
scopre che l’accordo fatto con Lasher ha funzionato e
Cortland è ora immortale. Tuttavia, ciò che
non aveva previsto è il potere che ha conferito a Rowan nel
processo, e quanto lei sia favorita da Lasher. Quando non riesce a
uccidere Cortland, lo trasforma semplicemente in pietra. Nel
momento finale dell’episodio, Rowan dice a Ciprien: “Non puoi
controllarmi”. Poi, un fulmine quasi colpisce Ciprien. È chiaro
che, sebbene Cortland abbia orchestrato gran parte della profezia,
Rowan è quella che ha veramente acquisito il potere di
Lasher.
Rowan ha importanti visioni nel
finale della stagione 1 di “Streghe di Mayfair”
Rowan trascorre la maggior
parte del finaledella stagione 1diStreghe
Mayfairin stato di incoscienza e
sperimentando visioni sulla linea di famiglia Mayfair. Lasher le
dice: “Segui il percorso dei tuoi antenati fino alla fine”. Poi, le
sue visioni la portano in un viaggio nel tempo. È qui che lo
spettacolo offre scorci dei molti Mayfair deceduti che sono
descritti in dettaglio in L’ora delle
streghe di Anne Rice. La più importante è Suzanne
Mayfair (Hannah Alline), la prima strega Mayfair e
una levatrice che aiuta Rowan durante il travaglio.
Rowan riconosce anche Antha Mayfair
prima di parlare con sua madre, Deirdre, che le spiega che
Lasher rinascerà come figlio di Rowan. L’episodio
ci offre anche alcuni scorci di Deborah Mayfair e Julien Mayfair.
Deborah è la figlia di Suzanne e la prima strega Mayfair a evocare
Lasher, mentre Julien, uno degli unici uomini a essere la
principale strega Mayfair, è il padre di Cortland. Il pubblico
vedrà più avanti il personaggio, ora che Ted
Levine è stato scritturato per interpretare Julien
nella seconda stagione di Mayfair Witches.
Il finale della prima stagione di
Streghe Mayfair lascia gli spettatori con molte domande.
La più grande è se la relazione tra Rowan e Ciprien potrà mai
riprendersi. A questo si aggiunge la domanda su quali siano le
intenzioni di Ciprien nei confronti del bambino. Sembra determinato
a separare Rowan dal bambino, ma alla fine sentirà un qualche
attaccamento al proprio figlio? Inoltre, non è chiaro
quante delle azioni di Rowan nel finale siano il risultato
dell’influenza di Lasher su di lei. La
seconda stagione ci mostrerà una nuova Rowan che abbraccia la
ricerca del potere o cercherà di allontanare Lasher? Per le
risposte a queste domande, gli spettatori dovranno aspettare fino
al 2025, quando Mayfair Witches tornerà per la
seconda stagione.
Un’altra delle tante
creazioni universalmente amate di Dick Wolf,
FBI ha avuto cinque stagioni e
100 episodi di alto dramma e puro
intrattenimento televisivo che hanno portato a un’enorme crescita
dal suo debutto nel settembre 2018, tanto che gli spin-off erano
solo una questione di tempo. Il primo spin-off è arrivato sotto
forma di FBI:Most
Wanted, che ha visto un’altra Task Force di fuggitivi
di New York, questa volta a caccia di criminali altamente volatili
nella famosa lista dei più ricercati dell’FBI. Dopo quattro
stagioni di successo, la serie è pronta a lanciarsi nella
sua quinta uscita, con il nuovo capo cacciatore Remy Scott
(Dylan
McDermott) pronto a condurre la sua squadra al trionfo
per la terza stagione consecutiva. A tal proposito, ecco tutto
quello che sappiamo su FBI:Most Wanted
5.
Quando uscirà FBI:Most
Wanted Stagione 5?
FBI:Most
Wanted 5 stagione è uscito negli USA ufficialmente
martedì 13 febbraio 2024. In Italia FBI:Most
Wanted 5 stagione è in programmazione su ITALIA 1 in
prima serata al mercoledì.
Dove si può guardare FBI:Most Wanted Stagione 5?
FBI:Most
Wanted 5 stagione negli USA sarà
ufficialmente disponibile sulla CBS, sia in
diretta che tramite il loro sito web. In Italia la serie è di
Infinity, tutti gli episodi della serie principale di
FBI.
C’è un trailer per FBI:Most Wanted 5?
Mediaset ha rilasciato un trailer
ufficiale di FBI:Most Wanted 5
stagione che annuncia la sua programmazione in prima
serata su Italia Uno.
Chi c’è in FBI:Most
Wanted Stagione 5?
Ancora una volta, il candidato ai
Primetime Emmy Dylan McDermott
(American Horror Story) tornerà a guidare la Task Force
dei Fuggitivi nei panni dell’Agente Speciale Remy Scott,
continuando il suo ruolo di protagonista dopo aver preso il posto
di Julian McMahon(Fantastic Four) Jess
LaCroix nel 2022. McDermott è stato un’aggiunta ampiamente
acclamata alla serie, che l’ha catapultata in uno status ancora
maggiore come uno dei migliori procedurali della
TV. Parlando del suo personaggio a
Collider, McDermott ha detto:
“Questa è stata una delle
cose a cui ho pensato davvero quando ho accettato questo
lavoro.La parola procedurale è in qualche modo una
parolaccia per alcuni, perché pensano che “Beh, è così, ed è la
stessa cosa”.In realtà ne ero entusiasta, perché
affronto sempre tutto come se fosse matematica.Penso che la vita sia matematica e che sia un problema
matematico.Mi sono detto: “È una cosa davvero
interessante, perché la gente ha già un’idea preconcetta di cosa
sia un procedurale.Questa è una grande opportunità
per scombinare le cose, per avere un personaggio che sente e passa
attraverso le cose, e forse si spinge troppo in là ed è
investito.Non è solo un caso della
settimana”.
Torneranno anche personaggi come
Edwin Hodge (The Purge) nel ruolo di Ray
Cannon, Keisha Castle-Hughes (Whale
Rider) nel ruolo dell’agente speciale Hana Gibson e
Roxy Sternberg (Mars) nel ruolo
dell’agente speciale Sheryll Barnes. Un volto famoso del franchise
dell’FBI
si unirà alla squadra di Most Wanted nella quinta
stagione: si tratta dell’agente speciale Nina Chase, interpretata
dalla sempre brillante Shantel VanSanten, un nome che dovrebbe essere
familiare ai fan di The Boys e
One Tree Hill. Il nome di Nina Chase farà
probabilmente sorridere i fan dell’FBI grazie alla sua
apprezzata partecipazione alla serie principale dell’FBI a partire
dalla quarta stagione. Nina sarà una figura chiave nella Task Force
dei fuggitivi, come promesso dalla conferma che il suo ruolo sarà
fondamentale nella quinta stagione.
Infine, è stato ufficialmente
confermato che Sean Kaufman(The Summer
I Turned Pretty) sarà guest-star in FBI:Most
Wanted nel 27° episodio. L’attore sarà co-protagonista insieme
a McDermott, interpretando il ruolo di Eric Fontaine – il Chief
Technology Officer di una startup di intelligenza artificiale.
Purtroppo, mentre una porta si
apre, un’altra si chiude tristemente con la notizia che
Alex Davalos
(Defiance) non tornerà
inMost Wanted nel ruolo
dell’agente speciale Kristin Gaines. La Davalos, che è una delle
protagoniste più amate dagli spettatori, non ha ancora confermato
il motivo per cui lascia la serie, ma le dita saranno incrociate
per sperare che lei e le sue competenze altamente qualificate
tornino in futuro nella squadra.
Di cosa parlerà la quinta
stagione di FBI:Most Wanted Stagione 5?
Anche se, a causa della sua natura
procedurale, molti dettagli della trama saranno tenuti strettamente
nascosti, ma visti gli eventi dell’esplosivo finale della quarta
stagione, è lecito supporre che una storyline, in particolare, sarà
presente nella quinta stagione. Quando la quarta stagione si è
conclusa e la caccia all’assassino di Mikey, il fratello di Remy,
si è subito capito che la sua eredità non era andata perduta,
poiché si è scoperto che, al momento della sua morte, la sua
ragazza era incinta. Mentre Remy mette a tacere i fantasmi del suo
passato catturando l’assassino, rimane ancora una cosa da fare:
conoscere suo nipote. Il finale si è concluso con una nota
struggente: Remy ha finalmente incontrato Corey, interpretato da
J.D. Martin (Manifest), e ha trovato una
sorta di speranza per il futuro. Questa relazione occuperà
sicuramente un po’ di tempo sullo schermo nella quinta stagione e
si spera che inizi a svilupparsi in una parte centrale dello show,
con la vita di Remy che ora è certamente cambiata per sempre.
Chi c’è dietro FBI:Most
Wanted Stagione 5?
Anche se al momento non sono
disponibili tutti i dettagli sul dietro le quinte, si prevede che
molti dei membri della troupe delle precedenti stagioni dello show
torneranno a lavorare alla quinta stagione. Tra questi, il creatore
e scrittore Rene Balcer, i produttori esecutivi
Dick Wolf, Peter Jankowski e
Arthur W. Forney, gli scrittori Zach
Cannon e Spindrift Beck e il regista
Ken Girotti, che ha diretto tutte le stagioni
finora.
Quanti episodi ci saranno in
FBI:Most Wanted Stagione 5?
È stato riferito che, a causa dei
ritardi dovuti agli scioperi estivi
dell’anno scorso, la prossima stagione avrà un numero di
episodi ridotto a 13, un netto cambiamento rispetto ai 22
episodi totali della quarta e terza stagione.
Quando
FBI:International tornerà questo mese
per la quarta stagione, il Fly Team avrà una nuova leadership.
L’agente Wesley “Wes” Mitchell prenderà il posto dell’agente
Scott Forrester, scomparso alla fine della terza stagione. Jesse Lee Soffer ha descritto Wes come
“una ventata di aria fresca”. “Vola a tentoni, ha un
atteggiamento davvero spensierato e si limita a fare le sue cose. È
molto divertente”, ha dichiarato Lee Soffer a Entertainment Weekly. Un nuovo sneak peek presenta il
personaggio alla squadra e agli spettatori, mentre Wes assume la
guida di una squadra che ha conosciuto un solo leader fin
dall’inizio, mantenendo gli americani al sicuro in quel tratto
d’Europa.
“A volte è imbarazzante
essere il nuovo arrivato, soprattutto come capo.Ma sono felice di lavorare con voi, ragazzi”, si
presenta il personaggio alla squadra, mentre si sistema nella sua
nuova posizione. Si ritrovano da qualche parte all’aperto e Wes fa
loro una promessa. “Se mai dovesse succedere”, dice, ‘vi coprirò
assolutamente le spalle’, conclude. Quando mai non è andata male
nell’FBI: International? Il video passa dalla serena riunione di
squadra a scene ad alto numero di giri nelle strade europee. Si
preannuncia molta azione, esplosioni e combattimenti a mani nude,
con Wes al centro di tutto. “Benvenuto nell’essere il
capo”, gli dice Vo.
Cosa aspettarsi dalla quarta
stagione di FBI:International
La stagione vede il Fly Team senza
un leader, ma la situazione cambierà durante la première della
serie. L’episodio “Un leader, non un turista ” inizia a Los
Angeles mentre Wes indaga su una banda di rapinatori di turisti.
Secondo la trama ufficiale dell’episodio, l’indagine diventa oscura
e i rapinatori fuggono a Budapest. Wes li segue in città e si
imbatte così nel Fly Team. Viene descritto come dotato di “istinti
impeccabili e tattiche non convenzionali che alimentano la sua
volontà di non fermarsi davanti a nulla per ottenere giustizia”.
Matt Olmstead, showrunner della serie, ha
dichiarato a TV Line che “sta affrontando delle turbolenze con la sua
ragazza” nella sua vita privata.
“Il Fly Team fa la conoscenza
dell’agente speciale Wesley ‘Wes’ Mitchell quando il suo partner
viene ucciso a Los Angeles e i sospetti fuggono a Budapest,
mandando Mitchell oltreoceano”.
Il cast di FBI:International Season 4 è composto da Lee Soffer,
Carter Redwood nel ruolo di Andre Rains,
Vinessa Vidotto nel ruolo di Cameron Vo,
Christina Wolfe nel ruolo di Amanda Tate ed
Eva-Jane Willis nel ruolo di Megan “Smitty”
Garrettson. La star di Station
19, Jay Hayden, apparirà nel
corso della stagione nel ruolo di Tyler Booth, un “agente
intelligente e carismatico” che cerca l’aiuto del Fly Team per un
caso.
Se avete mai letto un comunicato
stampa della Marvel o della DC, è
probabile che abbiate visto le aziende riferirsi a personaggi come
Spider-Man e Batman come “Super Hero” . Il
termine “supereroe” è infatti diventato la norma per indicare i
loro eroi, nonostante la maggior parte di noi scriva
“supereroe”.
Il motivo è un marchio registrato
per la prima volta nel 1967. Ben Cooper, Inc. lo ha acquisito in
relazione a una linea di costumi di Halloween da supereroe –
scusate, da “Super Hero” – con personaggi Marvel e DC.
Cinque anni dopo, nel 1972, la Mego
Corporation tentò di registrare “World’s Greatest Super Heroes” per
una serie di action figure; Cooper si oppose e la Mego finì per
cedere i suoi interessi nel marchio congiuntamente alla Marvel e
alla DC.
Rendendosi conto che si trattava di
una battaglia che non poteva vincere, Cooper si ritirò e da allora
il marchio “Super Hero” è stato condiviso tra Marvel e DC.
Ora però le cose sono cambiate.
L’Ufficio Marchi e Brevetti degli Stati Uniti ha annullato la
rivendicazione di Marvel e DC su quattro dei loro marchi condivisi
a seguito di una contestazione da parte di Superbabies Limited, una
società relativamente poco conosciuta che produce fumetti su
bambini supereroi.
Il creatore di
Superbabies, S.J. Richold, ha contestato la rivendicazione
dopo che la DC aveva cercato di impedirgli di utilizzare “Super
Babies”. Poiché né la Marvel né la DC hanno risposto alla sfida
entro il 24 luglio, il marchio è stato annullato e Super Hero e
Super Heroes possono ora essere utilizzati senza timore di
ritorsioni.
Il primo è Chris Bauer, un attore prolifico che
ha interpretato ruoli memorabili in Brooklyn Nine-Nine,
For All Mankind e Heels, oltre a molti altri
progetti. Non si sa chi interpreterà, ma scommettiamo che si
tratterà di un cattivo, visto l’ottimo antagonista che ha
interpretato nei ruoli precedenti.
La sorpresa più grande è l’aggiunta di Wendell
Pierce; l’attore, che ha al suo attivo più interpretazioni
acclamate dalla critica di quante ne possiamo elencare qui, è forse
conosciuto soprattutto per il suo lavoro in The Wire.
Tuttavia, ha recitato anche in film come Jack Ryan,
Suits e Clemency. Pierce è stato scritturato
per il ruolo del redattore capo del Daily Planet, Perry White, nel
film Superman
di James Gunn, il che significa che l’anno
prossimo debutterà nel MCU e nel DCU nel giro di pochi mesi.
Non si sa inoltre chi Pierce interpreterà in Thunderbolts*,
ma sicuramente dovrà essere qualcosa di più di un semplice cameo,
visto l’enorme talento dell’attore.
Qualche mese fa l’attore è apparso al Late Night with Seth
Meyers e gli è stato chiesto del suo ruolo di Perry White nel
primo film dei DC Studios. L’attore ha fatto finta di niente, ma
sembra che non veda l’ora di salire a bordo del DCU.
“Il grande James
Gunn dirigerà il film.Questo è quello che ho
sentito dire ”, ha detto Pierce.“Forse ne sapete più di me!“Come ho
detto, riesco a ricordare le mie battute, ma non i miei
personaggi.Non vedo l’ora che arrivi
questoNon sono mai cresciuto leggendo fumetti,
quindi mi sono affidato ai miei amici per parlarne ”, ha
proseguito.Come potete vedere, ho un
problema di memoria. ..”.Sono
entusiasta.
Diretto da Jake Schreier (Paper
Towns), il cast di Thunderbolts*
comprende Sebastian Stan nel ruolo di Bucky Barnes,
Hannah John-Kamen nel ruolo di Ava Starr alias
Ghost, Wyatt Russell nel ruolo di John Walker,
David Harbour nel ruolo di Alexei Shostakov
alias Red Guardian, Olga Kurylenko nel ruolo di Antonia Dreykov
alias Taskmaster, Harrison Ford nel ruolo del Generale Thaddeus
‘Thunderbolt’ Ross e Lewis Pullman nel ruolo di
Bob alias Sentry.
Florence Pugh riprende il ruolo di Yelena
Belova, sorella di Vedova Nera (e una delle parti migliori della
serie MarvelDisney+ Occhio di Falco). Inoltre, Julia
Louis-Dreyfus interpreta Valentina Allegra de Fontaine,
con Geraldine Viswanathan nei panni di Mel, la sua assistente (che
sostituisce una Ayo Edebri estremamente impegnata e piena di
impegni).
Lo sceneggiatore di Black
WidoweThor:
Ragnarok Eric Pearson si unisce agli sceneggiatori di
Beef Lee Sung Jin e Joanna Calo. Un trailer è stato mostrato a
porte chiuse al San Diego Comic-Con. Thunderbolts*
arriverà nelle sale il 5 maggio 2025, in ritardo
rispetto alla precedente data di uscita del 20 dicembre 2024 a
causa degli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA. Nel frattempo,
restate aggiornati sul MCU con la nostra
guida alla storia della Fase 5 della Marvel e con uno
sguardo a ciò che deve ancora venire nella Fase 6 della Marvel.
Deadpool
& Wolverine è ora disponibile sulle
piattaforme digitali e, grazie a
io9, abbiamo un’ultima featurette incentrata sui supereroi
familiari che Wade Wilson e Logan hanno incontrato nel Vuoto.
Oltre a numerose nuove immagini
delle varianti in azione,
Wesley Snipes ci parla del suo ritorno nei panni di Blade e
Jennifer Garner si rivolge a Elektra.
Il ritorno di Snipes nei panni di
Blade ha lasciato un segno indelebile nei fan, che però non si
aspettavano che riprendesse il ruolo. Tuttavia, tutto è cambiato
quando Reynolds – con cui Snipes notoriamente non andava d’accordo
durante la lavorazione del trequel di Blade – ha inviato
un messaggio di testo alla sua vecchia co-star dicendo: “Voglio
parlarti”.
All’inizio di quest’anno, Snipes ha
ricordato: “Non pensavo fosse possibile.Non pensavo che saremmo stati in grado di farcela.Non pensavo che la Marvel fosse d’accordo, né che lo
fosse la Disney, anche perché hanno ingaggiato Mahershala per la
prossima versione del film”.
“Pensavo che non avesse
senso, ma [quando] ricevi una telefonata da Ryan Reynolds
all’improvviso dopo 20 anni, dici: ‘Ok, devo rispondere a questa
chiamata.Vediamo di cosa si tratta ”, ha
aggiunto l’attore. “Mi ha detto l’idea…Hanno detto ‘sì’ e ‘si parte’.‘Se ci stai
tu, ci stiamo anche noi’.Ed eccoci
qua”.
Nei prossimi giorni i social media
e YouTube saranno inondati di clip in 4K del threequel R-Rated,
anche se i Marvel Studios hanno rilasciato in anticipo le scene
eliminate, un po’ dimenticabili, dopo aver annunciato le date di
uscita in digitale e in HE. Date un’occhiata a questo nuovo sguardo
a Deadpool & Wolverine qui sotto.
Kevin Feige, Ryan Reynolds, Shawn Levy e Lauren Shuler
Donner producono con Louis D’Esposito, Wendy Jacobson,
Mary McLaglen, Josh McLaglen, Rhett Reese, Paul Wernick, George
Dewey e Simon Kinberg come produttori esecutivi. “Deadpool &
Wolverine” è scritto da Ryan Reynolds & Rhett Reese & Paul Wernick
& Zeb Wells & Shawn Levy. Il 26 luglio “Deadpool & Wolverine” dei
Marvel Studios darà vita a una sfida tra squadre all’ultimo
sangue.
La Disney ha finalmente capito che
il posto migliore per Star
Wars è il grande schermo, dopo che per diversi
anni l’unico posto in cui i fan potevano andare in una Galassia
Molto, Molto Lontana era lo streaming.
Durante gli scioperi dello scorso
anno, la quarta stagione di The
Mandalorian è diventata il film di The
Mandalorian and Grogu. Immaginiamo che Jon Favreau abbia alzato la posta in gioco e
rimodellato la storia, ma l’attore di Moff Gideon Giancarlo
Esposito crede che i piani del regista vadano ben oltre un
solo film.
Parlando al Dragon Con , l’attore
ha condiviso la sua convinzione che Favreau abbia progetti
all’altezza di quelli visti dai Marvel Studios (un franchise che
Esposito conosce bene dopo essersi unito al cast di Captain America:Brave New World durante le riprese).
“Come nel MCU, la Disney
troverà il modo di unire tutti questi personaggi in un unico grande
film o show televisivo ”, ha detto l’attore.
“Questa è la mia idea di dove andrà a parare”.
“Dave Filoni e Jon Favreau
hanno una nuova visione, che prosegue con un film sui
‘Mandaloriani’”, ha continuato Esposito. “La mia
sensazione è che tutto convergerà in un punto o nell’altro e avremo
un’altra serie di [una] trilogia, o più, di film”.
Naturalmente, sappiamo già che il
piano prevede che alla fine avremo un film di Star
Wars con Dave Filoni che riunisce i personaggi Disney+ per una storia che presumiamo
servirà come finale dell’era narrativa successiva al
Ritorno dello Jedi. Se si crede a Esposito,
potrebbe esserci un altro film da qualche parte.
Non sarà un compito facile per
Favreau o Filoni, dato che sembra che gli eroi alla fine
falliscano, perché non solo l’Imperatore Palpatine ha marpeggiato
il Leader Supremo Snoke dall’ombra, ma il Primo Ordine è sorto per
sostituire l’Impero. Forse Din Djarin e Ahsoka Tano si riuniranno
per fermare una minaccia ancora più grande?
In un’altra parte del panel,
Esposito ha riflettuto su uno scambio con i creativi durante le
riprese di una scena cruciale della terza stagione.
“[Alla fine dei] 45 minuti,
abbiamo iniziato a parlare di un sequel per Moff Gideon… Dave dice:
‘Non sarebbe una grande idea se Moff Gideon se ne andasse e
tornasse e fosse qualcun altro?’ e [Jon] dice: ‘No, lui è Moff
Gideon!’.‘Sarà fantastico e penseremo a un
sequel’”. Alla domanda se pensa che la storia di Gideon
continuerà, ha aggiunto: “Voglio vivere!C’era un f*ttuto clone.Fate in modo che
sia vero!”.
The Mandalorian &
Grogu, tutto quello che sappiamo sul film
Favreau sta producendo il film
insieme alla presidente della Lucasfilm Kathleen
Kennedy e Filoni, CCO della Lucasfilm ed ex direttore
supervisore dell’amata serie animata “Star Wars: The Clone
Wars“. “Ho amato raccontare storie ambientate nel
ricco mondo creato da George Lucas”, ha detto in precedenza
Favreau. “La prospettiva di portare il mandaloriano e il suo
apprendista Grogu sul grande schermo è estremamente
emozionante”.
La serie di tre stagioni
The Mandalorian è stata generalmente ben accolta
da fan e critici. Una quarta stagione è già in fase di sviluppo
presso Lucasfilm, con l’obiettivo di riallacciarsi agli eventi di
“Ahsoka” e di altri show Disney+ di Star
Wars.
Si sa molto poco del film, incluso
il suo posizionamento nella cronologia di “The Mandalorian” e chi
altro dovrebbe recitare oltre a Pascal. Tuttavia, la star di
“Alien” Sigourney Weaver è in trattative per
recitare nel film, anche se i dettagli sul suo personaggio sono
ancora segreti. The
Mandalorian & Grogu uscirà nelle sale il 22
maggio 2026.
The
Penguin sembra essere un grande successo per i fan,
che si sintonizzano per scoprire come “Oz Cobb” (Colin Farrell)
riuscirà a tirarsi fuori da una serie di situazioni potenzialmente
letali e ad affermarsi come nuovo boss del crimine di Gotham.
Secondo WBD, la première della
serie ha raggiunto 10,4 milioni di telespettatori dopo 11 giorni,
portando lo spin-off di The Batman al di
sopra di tutte le attuali serie HBO, ad eccezione di
House of the Dragon e The
Last of Us. Il secondo episodio ha raggiunto il
servizio di streaming Max domenica, attirando 1,6 milioni di
spettatori – un aumento del 17% rispetto alla prima.
“Inside Man” ha visto Oz e Sofia
Falcone formare una tenue alleanza, mentre ‘Il Boia’ si rende conto
che non sarà mai presa sul serio dagli uomini che attualmente
comandano. L’attrice Cristin Milioti ha accolto con piacere
l’opportunità di interpretare Sofia, soprattutto dopo aver perso
una serie di ruoli da supereroe in passato.
“Ce n’erano un
paio ”, racconta a THR. “Amo i film di supereroi e ho
fatto molti provini.Se c’era qualcuno della mia
età, probabilmente ero in lizza a diversi livelli.Alcuni sono arrivati alla fase finale.E
sì, si inizia a pensare: “Oh, ok, credo di non essere fatto per
questo”.E poi, con questo, mi sono sentita dire:
“Ho davvero capito questo personaggio”, e mi è sembrato una specie
di destino.Mentre gli altri, capisco perché non
li ho avuti.Di sicuro”.
La serie The
Penguin ha debuttato il 20 settembre su SKY e NOW
riprende subito dopo gli eventi di The
Batman, c’è un vuoto di potere a Gotham dopo l’arresto
di Falcone e Oz sta cercando di riempire questo spazio. Mentre il
film ci dà una buona visione delle motivazioni del Pinguino, la
serie in arrivo approfondirà aspetti che non abbiamo potuto vedere
nel film, dai flashback della sua infanzia al suo attuale rapporto
con la madre mentalmente disturbata (Deirdre O’Connell).
“Mi è piaciuto molto fare la
parte nel film di Batman e l’idea che saremmo stati viziati
dall’avere otto ore per approfondire la psicologia e la storia di
questo personaggio”, ha detto Farrell. “I retroscena hanno un ruolo
importante nella serie televisiva”.
Un’altra parte importante della sua
storia sarà Sofia di Cristin Milioti, anche
se non si sa molto del suo personaggio, Farrell ha rivelato:
“Sono due sopravvissuti che sono stati immersi in mondi di
doppiezza, sconfitta e violenza”, e ha aggiunto: “Sono
molto sospettosi. Hanno anche un passato molto personale”.
Sarà molto interessante vedere come si svilupperà questa
storia.
Questa settimana esce Marvel Studios:The Art of
Ryan Meinerding, un libro che mostra la visione singolare e
iconica dell’artista, dagli schizzi in fase di lavorazione alle
illustrazioni finite (e come hanno plasmato il MCU).
Ryan Meinerding,
responsabile dello sviluppo visivo dei Marvel
Studios, è stato una forza creativa fondamentale nel
progettare l’aspetto del franchise sin dal suo lancio nel 2008 con
Iron Man e
ComicBook.com ha condiviso un paio di pagine di anteprima del
libro.
Ci sono alcuni scatti sorprendenti
di Capitan America che raduna gli eroi più potenti della Terra per
combattere Thanos in Avengers:Endgame, ma uno scatto in particolare
ha fatto discutere i fan sui social media.
Come potete vedere qui sotto, un
tempo si pensava che Hulk avrebbe avuto la sua rivincita con il
Titano Pazzo nel blockbuster del 2019. È un vero peccato che ciò
non sia accaduto, perché al Gigante di Giada non è mai stata data
la possibilità di pareggiare i conti con
Thanos e vedere questo scontro sullo schermo sarebbe stato un
punto di forza innegabile in un film pieno di questi scontri.
Naturalmente, questa non è stata
l’unica delusione legata a Thanos, perché anche Drax non ha mai
avuto un vero e proprio scontro con il cattivo, nonostante avesse
giurato di ucciderlo in
Guardiani della Galassia del 2014.
Il libro di Meinerding includerà
anche:
Disegni dei personaggi di Iron Man
Keyframe e disegni concettuali di Thor
Disegni concettuali per le numerose tute di Capitan
America
Disegni di personaggi per i film Marvel The Avengers e
Avengers:Age of Ultron, creato in collaborazione
con Charlie Wen
Disegni di tute e attrezzature per Avengers:Endgame, Spider-Man: No Way Home, Black
Panther:Wakanda per sempre
Il ricco volume comprende più di
500 illustrazioni e offre una visione inedita del processo creativo
di Meinerding e del suo punto di vista sulle collaborazioni
essenziali alla base del concept design e del character design
contemporaneo.
La qualità non è delle migliori, ma
il video mostra una battaglia più feroce tra Galadriel e Sauron,
già anticipata nel primo trailer. Il Signore Oscuro è ancora nella
sua forma di Annatar, ma come abbiamo già visto, questo non lo
rende meno potente.
Abbiamo anche un’altra immagine del
Balrog, che è stato risvegliato dal suo lungo sonno nel finale
della seconda stagione. Il demone di fuoco verrà liberato dalla sua
caverna nelle profondità di Moria quando Re Durin si rifiuterà di
ascoltare suo figlio e scaverà troppo a fondo nella montagna.
Infine, abbiamo un assaggio del
Mago Oscuro (sicuramente Saruman?) che fa prigionieri Nori e Poppy
– mostrando allo Straniero la sua vera natura – e la conferma che
Arondir è sopravvissuto al suo incontro con Adar nell’episodio
della scorsa settimana. Date un’occhiata al promo al link qui
sotto, e assicuratevi di tornare per il nostro riassunto del finale
della seconda stagione giovedì.
La prima stagione de
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere ha ottenuto un successo senza
precedenti, è stata vista da più di 100 milioni di persone in tutto
il mondo, con più di 24 miliardi di minuti di streaming.
L’attesissima serie ha conquistato più di 25 milioni di spettatori
nel mondo nel suo primo giorno di uscita, divenendo il più grande
debutto nella storia di Prime
Video, e ha anche debuttato al n. 1 nelle classifiche
di streaming generali di Nielsen nel suo weekend di uscita.
Lo show ha inoltre battuto tutti i
precedenti record di spettatori di Prime Video, e ha portato nuove
iscrizioni a Prime più di qualsiasi altro contenuto precedentemente
lanciato. Inoltre, Gli Anelli del Potere è la prima serie
Original in ogni area del mondo – Nord America, Europa, area
Asia-Pacifico, America Latina e nel resto del mondo. Il finale di
stagione è stato un evento culturale globale con numerosi hashtag
dedicati alla serie tra cui #TheRingsofPower e altri in trend su
Twitter in 27 Paesi per un totale di oltre 426 ore nel weekend.
La seconda stagione di
Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere è prodotta dagli
showrunner ed executive producers J.D. Payne & Patrick McKay. A
loro si uniscono gli executive producer Lindsey Weber, Callum
Greene, Justin Doble, Jason Cahill e Gennifer Hutchison, insieme
alla co-executive producer Charlotte Brandstrom, i produttori Kate
Hazell e Helen Shang e i co-produttori Andrew Lee, Matthew
Penry-Davey e Clare Buxton.
La nuova stagione debutterà a
livello globale giovedì 29 agosto 2024 su Prime Video, in più
lingue e in oltre 240 Paesi e territori. Per rimanere aggiornati su
tutte le novità relative alla serie Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, visitate la pagina
dedicata sul sito di Amazon MGM Studios.
Le proiezioni di
Joker:Folie À
Deux (la
nostra recensione) sono iniziate e, se quello che abbiamo
visto sui social media è indicativo, la risposta dei fan finora è a
dir poco contrastante.
È sempre meglio farsi un’idea propria, però, e se avete
intenzione di andare al cinema nei prossimi giorni, immaginiamo che
vogliate sapere se c’è qualcosa per cui vale la pena aspettare una
volta che i titoli di coda del sequel di Joker
scorreranno.
Ebbene, possiamo dirvi che no, Joker:Folie À Deuxnon
haalcuna scena intermedia o
post-credits. Quando il film finisce, è tutto, anche
se si può sempre rimanere per vedere i nomi di tutti coloro che
hanno lavorato all’adattamento dei fumetti DC Comics (mentre si
ascolta un altro brano di
Lady Gaga, ovviamente).
Cosa ha detto Todd Phillips su un potenziale
terzo film
Non sorprende più di tanto che non
ci siano allusioni o suggerimenti per il futuro. È stato così per
Joker nel
2019 e il regista Todd Phillips ha già confermato
che non tornerà per un terzo film.
“È stato divertente giocare
in questa sorta di sandbox per due film, ma credo che abbiamo detto
quello che volevamo dire in questo mondo ”, ha dichiarato
all’inizio di quest’anno. “Mi piacerebbe continuare a
lavorare con Joaquin, ma su una commedia, perché sa essere così
sciolto e divertente.E credo che la gente voglia
davvero delle commedie in questo momento”.
“Il trailer di ‘Joker 2’ riassume un po‘ le cose quando
dice: ’Ciò di cui il mondo ha bisogno ora è l’amore’.Ma io andrei oltre:Anche noi abbiamo
bisogno di una bella risata”. Restate sintonizzati per
ulteriori informazioni su Joker:Folie À Deux –
compresi alcuni spoiler – nel corso della settimana.
Tutto quello che sappiamo sul film
Joker: Folie à Deux
Joker:
Folie à Deux presenterà il ritorno
di Joaquin
Phoenix nel ruolo del cattivo DC Joker. Il sequel
presenterà nuovi arrivati Brendan
Gleeson,Catherine
Keener, Jacob Lofland e Harry Lawtey.
Nel cast c’è anche Lady
Gaga che darà vita a Harley
Quinn. I dettagli della trama sono ancora per lo più nascosti,
ma sappiamo che la maggior parte del film si svolgerà
ad Arkham Asylum e conterrà
significativi “elementi musicali”.
Come ormai noto, la versione di
Gaga di Harley Quinn avrà un ruolo più importante di quanto
originariamente riportato, con la storia che potrebbe svolgersi
interamente dal suo punto di vista. Il film di Todd Phillips del 2019 è stato un
successo sia di critica che commerciale con un incasso mondiale di
oltre 1 miliardo di dollari al botteghino, rendendolo il film con
il maggior incasso di tutti i tempi. Ha ricevuto riconoscimenti da
numerosi importanti enti premiati, tra cui due Oscar e due Golden
Globe, sia per il miglior attore che per la miglior colonna
sonora.
Catherine Fox
potrebbe aver ammorbidito la sua posizione su diverse questioni
dopo il cliffhanger della
stagione 20 di Grey’s
Anatomy, ma questo non significa che sia
disposta a lasciar perdere tutto e niente. Vuole ancora una parte
della ricerca sull’Alzheimer ed è disposta a fare qualsiasi cosa,
anche se la sua salute sta peggiorando. L’episodio
2 della di Grey’s Anatomy 21, “Take Me to
Church”, vede Catherine ammorbidirsi su un’altra questione, mentre
la Bailey cerca di riavere il suo lavoro e la sua salute si
deteriora in seguito a una scoperta. Secondo la trama ufficiale,
Blue affronta il suo passato mentre Winston, Richard e Lucas
trascorrono una giornata fuori dall’ospedale. Anche un nuovo volto
si unisce al cast.
“Meredith e Catherine continuano
a non essere d’accordo e Meredith si confida con la Bailey per
avere supporto.Richard, Winston e Lucas trascorrono la
giornata fuori dall’ospedale e Blue affronta una relazione del
passato.Levi incontra il nuovo cappellano
dell’ospedale”.
Il promo anticipa gli archi
narrativi dell’episodio, mentre la Bailey chiede di riavere il suo
lavoro. Catherine non rende mai le cose facili a nessuno, tantomeno
alla Bailey, che secondo lei ha un senso di presunzione
esagerato. Catherine le chiede di fissare un appuntamento, cosa
che la Bailey non prende bene ma che non fa trasparire. Nel
frattempo, l’ex fidanzata di Blue è tornata al Grey Sloan e questa
volta cerca delle risposte. “Non posso andarmene da qui finché non
saprò tutta la nostra storia”, gli dice. Non è l’argomento
preferito di Blue. Quando Teddy e Owen tornano dalla loro settimana
di pausa, Teddy viene a sapere che è stata retrocessa e non è più
capo, nonostante le sia stato ridato il lavoro. Meredith e
Amelia collaborano alla salute di Catherine e, quando fanno una
TAC, scoprono che il suo cancro è più esteso di quanto si potesse
prevedere. “Il suo fegato è coperto di tumori”, dice Amelia.
Il nuovo cappellano del Grey Sloan
arriva nella stagione 21 di Grey’s Anatomy
Dopo l’imminente uscita di
Jake Borellida Grey’s Anatomy, è
stato rivelato che lo show avrebbe introdotto un nuovo personaggio
gay per sostituire Schmitt. Il ruolo di James è stato affidato a
Michael Thomas Grant. Egli “si unisce al Grey
Sloan come cappellano episcopale apertamente gay. Ha un posto
speciale nel cuore per i suoi pazienti più giovani, e il suo
calore, la sua formazione e la sua spiritualità lo rendono a suo
agio e sicuro in ogni situazione. Nella sua vita personale, James
si trova a un bivio in cui si apre all’amore e a grandi slanci di
fede”. Il personaggio debutterà in “Take Me to Church”.
È stato riferito che DC
Studios e Warner Bros. Picture Animation stanno
sviluppando un nuovo film d’animazione innovativo intitolato
Dynamic Duo, che sarà incentrato sui popolari
discepoli di Batman, i Robin Dick Grayson e Jason Todd.
Secondo una breve sinossi, il film
segue “i primi giorni di Dick Grayson e Jason Todd, alias i
Robin. Il duo si fa chiamare Dynamic Duo. Sono ladri orfani,
migliori amici che condividono sogni di una vita migliore, ma la
loro amicizia sarà messa alla prova da visioni contrastanti di un
futuro da cui nascerà un nuovo Dynamic Duo”.
Arthur Mintz sarà
il regista del progetto, mentre Matthew Aldrich
(Lightyear; Coco) ha sceneggiato il
lungometraggio. L’animazione sarà realizzata da un nuovo studio
chiamato Swaybox, guidato da Mintz e dalla moglie
Theresa Andersson.
Dynamic Duo sarà un film
d’animazione realizzato da Swaybox
Swaybox utilizza
una tecnologia chiamata “Momo Animation”, descritta come un
incrocio tra animazione CGI, elementi pratici di stop-motion e
performance live-action in tempo reale. Il risultato è una
narrazione che si dice sia visivamente mozzafiato, dinamicamente
espressiva e più umana.
James
Gunn e Peter Safran saranno
produttori per DC Studios, mentre Matt Reeves è a
bordo con il suo studio 6th & Idaho. Andersson e Michael Uslan di
Swaybox sono anche impegnati in ruoli di produzione.
Il co-responsabile dei DC
Studios James Gunn ha confermato la notizia su Instagram, esprimendo il suo entusiasmo per il
progetto, “Sono al settimo cielo nell’annunciare il nuovo film
DC Studios/Warner Bros Pictures Animation che ha dato il via libera
per i cinema, DYNAMIC DUO, la storia di Robin… o dovrei dire dei
Robin, come Dick Grayson e Jason Todd. Il primo lungometraggio
della visionaria Swaybox, un mix di animazione, burattini e CGI,
una sceneggiatura del meraviglioso e talentuoso Matt Aldrich,
prodotto con i nostri partner di Matt Reeves’ 6th e Idaho. È
qualcosa di speciale”.
Nonostante il coinvolgimento di
Reeves, il film non è ambientato nello stesso universo di The
Batman and The
Penguin. Tuttavia, resta da vedere se si
svolgerà o meno all’interno del DC
Universe, che verrà lanciato più avanti quest’anno con
Creature
Commandos, poiché Gunn deve ancora confermare, anche
se immaginiamo che a breve arriverà una sorta di chiarimento.
Daniel Day-Lewis, ampiamente considerato uno
dei più grandi attori della sua generazione, sta uscendo dal
pensionamento dopo sette anni lontano dal grande schermo. Sarà
infatti protagonista del prossimo film di Focus Features e Plan B
“Anemone”, che segna il debutto alla regia di suo
figlio, Ronan Day-Lewis.
Daniel Day-Lewis e
Ronan Day-Lewis hanno co-scritto il film,
descritto come un’esplorazione delle intricate relazioni tra padri,
figli e fratelli, nonché delle “dinamiche dei legami
familiari“. Daniel Day-Lewis guiderà il cast
di “Anemone” insieme a Sean Bean, Samantha
Morton, Samuel Bottomley e Safia
Oakley-Green.
“Non potremmo essere più
entusiasti di collaborare con un brillante artista visivo come
Ronan Day-Lewis per il suo primo lungometraggio insieme a Daniel
Day-Lewis come suo collaboratore creativo”, ha affermato il
presidente di Focus Features Peter Kujawski in una
dichiarazione. “Hanno scritto una sceneggiatura davvero
eccezionale e non vediamo l’ora di portare la loro visione
condivisa al pubblico insieme al team di Plan B”.
“Anemone” riunisce
Daniel Day-Lewis con Focus Features, lo studio
dietro Il Filo Nascosto, il suo ultimo film del 2017.
Universal distribuirà il film a livello internazionale. In
“Anemone”,Ben Fordesman (“Love
Lies Bleeding”) sarà il direttore della fotografia, con
Jane Petrie (“The Crown”) che si occuperà della
costumista e Chris Oddy (“Zone of Interest”) come
production designer.
Ronan Day-Lewis, 26 anni, è un
pittore la cui prima mostra personale internazionale aprirà il 2
ottobre a Hong Kong prima di fare tappa a New York City e Los
Angeles. Suo padre è l’unico artista ad aver mai vinto tre Oscar
come miglior attore. Daniel Day-Lewis è stato
premiato per “Lincoln”
di Steven Spielberg, “Il
Petroliere” di Paul Thomas Anderson e
“Il mio piede sinistro” di Jim
Sheridan. Ha anche ricevuto nomination per “Gangs
of New York” e “Nel nome del padre“.
Daniel Day-Lewis
ha annunciato che avrebbe smesso di recitare nel 2017 prima
dell’uscita di Il Filo Nascosto, anche se non ha
fornito una ragione per il suo ritiro. “È immensamente grato a
tutti i suoi collaboratori e al pubblico nel corso di questi
anni”, ha affermato un portavoce dell’attore in una
dichiarazione. “Questa è una decisione privata e né lui né i
suoi rappresentanti rilasceranno ulteriori commenti su questo
argomento”.
L’attore ha poi riflettuto sulla sua
decisione di annunciare pubblicamente il suo ritiro, dicendo alla
rivista W che “prima di realizzare [‘Il Filo
Nascosto‘], non sapevo che avrei smesso di recitare”.
Parte del motivo per cui ha rilasciato una dichiarazione sulla
questione era per assumersi le proprie responsabilità.
“Sapevo che era insolito
rilasciare una dichiarazione”, ha detto Daniel
Day-Lewis. “Ma volevo tracciare una linea. Non volevo
essere risucchiato in un altro progetto. Per tutta la vita ho
continuato a ripetere che avrei dovuto smettere di recitare, e non
so perché questa volta è stato diverso, ma l’impulso di smettere ha
preso piede in me, ed è diventato una compulsione. Era qualcosa che
dovevo fare.”
Daniel Day-Lewis ha
partecipato ai National Board of Review Awards all’inizio di
quest’anno e si è riunito con il suo regista di “Gangs of
New York” Martin Scorsese, che ha
alimentato le voci su una possibile rinuncia dell’attore al ritiro
per una futura collaborazione tra loro.
“Abbiamo fatto due film insieme
ed è una delle esperienze più belle della mia vita“, ha detto
Scorsese mentre accettava il premio come miglior regista per
“Killers of the Flower Moon“. “Forse c’è tempo
per un altro. Forse! È il migliore.” Speriamo!