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Gen V, il teaser trailer della serie spin-off di The Boys

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Gen V, il teaser trailer della serie spin-off di The Boys

Prime Video ha svelato oggi il teaser trailer ufficiale dell’attesissima serie Original Gen V. La serie debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo venerdì 29 settembre con i primi tre episodi, seguiti da nuovi ogni settimana fino all’epico finale di stagione di venerdì 3 novembre. Il teaser ufficiale regala un’anteprima della vita alla Godolkin University, l’unico college d’America per i giovani supereroi (controllato dalla Vought International).

Dal mondo di The Boys arriva dunque Gen V, il racconto della formazione scolastica della prima generazione di supereroi a conoscenza del Compound V, i cui superpoteri non sono innati, ma sono stati loro iniettati. Questi giovani e competitivi eroi metteranno alla prova i propri limiti, sia fisici sia morali, nell’impresa di raggiungere la bramata prima posizione della classifica della scuola. Presto impareranno che l’ambizione necessita di sacrifici e che la differenza tra giusto e sbagliato non è così chiara come credevano. Quando gli oscuri segreti dell’università verranno a galla, gli studenti dovranno fare i conti con il tipo di supereroi che vogliono diventare.

Gen V, il cast della serie

Il cast della serie include Jaz Sinclair, Chance Perdomo, Lizze Broadway, Shelley Conn, Maddie Phillips, London Thor, Derek Luh, Asa Germann, Patrick Schwarzenegger, Sean Patrick Thomas e Marco Pigossi. In Gen V vedremo anche Clancy Brown e Jason Ritter nel ruolo di guest star, oltre alla partecipazione straordinaria di Jessie T. Usher, Colby Minifie e P.J. Byrne negli stessi ruoli che interpretano in The Boys.

Michele Fazekas e Tara Butters sono showrunner ed executive producer della serie. Eric Kripke, Seth Rogen, Evan Goldberg, James Weaver, Neal H. Moritz, Ori Marmur, Pavun Shetty, Ken Levin, Jason Netter, Garth Ennis, Darick Robertson, Craig Rosenberg, Nelson Cragg, Zak Schwartz, Erica Rosbe e Michaela Starr sono executive producer anche dello spinoff della serie. Nel ruolo di co-executive producer troviamo Brant Englestein, Sarah Carbiener, Lisa Kussner, Gabriel Garcia, Aisha Porter-Christie, Judalina Neira e Loreli Alanís. La serie è prodotta da Sony Pictures Television e Amazon Studios, in collaborazione con Kripke Enterprises, Point Grey Pictures e Original Film.

Jamie Foxx parla per la prima volta dal suo ricovero

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Jamie Foxx parla per la prima volta dal suo ricovero

Jamie Foxx ha parlato per la prima volta dalla sua “complicazione medica” ad aprile, e ha  ringraziato fan e amici in un video. Jamie Foxx è stato ricoverato per la prima volta il 12 aprile dopo aver sofferto di quella che la sua famiglia ha descritto come una “complicanza medica”. Sebbene si sappia poco su ciò che è accaduto, si dice che Foxx stesse comunicando con la sua famiglia al momento del suo ricovero.

Foxx ha ringraziato i fan e gli amici per avergli augurato ogni bene

In un video di tre minuti pubblicato sul suo account Instagram ufficiale, Jamie Foxx ha ringraziato tutti per gli auguri e l’amore ricevuto. L’attore ha spiegato che non ha fornito un aggiornamento prima perché non voleva che la gente lo vedesse nello stato in cui era.

So che molte persone stavano aspettando o volevano ricevere aggiornamenti, ma ad essere onesto con te, non volevo che tu mi vedessi così, amico“, ha detto Foxx. “Voglio che tu mi veda ridere, divertirmi, festeggiare, scherzare, fare un film, uno spettacolo televisivo. Non volevo che tu mi vedessi con i tubi che fuoriescono da me e cerchi di capire se ce l’avrei fatta”. Jamie Foxx ha continuato lodando la sua famiglia per il loro ruolo nella sua guarigione, in particolare sua sorella minore, Deidra Dixon, e sua figlia, Corinne Foxx, per averlo protetto mentre guariva.

A loro, a Dio, a un sacco di grandi medici, posso lasciarti questo video”, ha detto Foxx. “Non posso dirti quanto sia bello avere la tua famiglia che entra in azione in questo modo, e sai tutti che l’hanno tenuto privato, non hanno lasciato uscire nulla, mi hanno protetto, ed è quello che spero che tutti possano avere in momenti come questi“. Jamie Foxx ha anche affermato di sapere che la sua assenza e la mancanza di commenti hanno portato a un sacco di speculazioni su ciò che gli è successo. Nel video, ha scherzato sul fatto che non era diventato cieco e non era paralizzato, muovendo gli occhi e le braccia in modo scherzoso per mostrare che stava bene. Tuttavia, ha detto che è andato “all’inferno e ritorno” e che la sua strada per il recupero presentava “alcune buche“, ma che “sta tornando” e “è in grado di lavorare“.

Ha concluso il video professando ancora una volta il suo amore per coloro che gli hanno augurato ogni bene e ha detto che spera che la gente lo ricordi per i film che fa – buoni e cattivi -, le canzoni che canta e le battute che fa. “Come puoi vedere, gli occhi funzionano, gli occhi funzionano bene”, ha detto Foxx. “Non sono paralizzato, ma… sono andato all’inferno e sono tornato indietro, e anche la mia strada verso la guarigione ha avuto delle buche. Ma sto tornando e sono in grado di lavorare… amo tutti e amo tutto l’amore che ho avuto… se d’ora in poi mi vedi fuori e ogni tanto scoppio a piangere, è solo perché è stata dura, amico. Ero malato, amico. Ma ora ho le gambe sotto di me, quindi mi accompagnerai fuori”.

 

 

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Un’estate fa: trailer della serie con Lino Guanciale e Filippo Scotti

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Gli anni ‘90, l’estate, i mondiali di calcio, gli amori estivi. E ancora le cabine telefoniche, il campeggio con gli amici, le partite a “schiaccia sette”… fino a quando una ragazza non scompare nel nulla. Un mistero che si dipana fra i ’90 e il presente, ma anche divertimento e tanta nostalgia sono gli ingredienti della nuova serie Sky Original Un’estate fa, prodotta da Sky Studios e da Fabula Pictures, di cui viene rilasciate oggi il trailer ufficiale. Protagonisti Lino Guanciale e Filippo Scotti, che guidano un cast di talenti italiani in un thriller transgenerazionale diretto da Davide Marengo e Marta Savina. La serie andrà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW dal 6 ottobre.

Nel cast, accanto a Lino Guanciale e Filippo Scotti, Claudia Pandolfi, Antonia Fotaras, Paolo Pierobon, Martina Gatti, Anna Ferzetti, Tobia De Angelis, Orlando Cinque, Luca Vannuccini, Sofia Iacuitto, Nicole Grimaudo, Alessio Praticò, Alessio Piazza, Francesco Della Torre, Giovanni De Giorgi, Orlando Cinque, Giovanni Buselli, Giulio Tropea, Luciano Scarpa, Giulio Turbolente, Denis Fasolo, Ginevra Francesconi, Massimo De Santis, Massimo Dapporto.

La trama di Un’estate fa

Lino Guanciale (La porta rossa, Il commissario Ricciardi, Sopravvissuti) interpreta Elio, un cinquantenne dalla vita che sembra perfetta, con una bella famiglia e un lavoro da avvocato. Quando viene rinvenuto il corpo della ragazza di cui era innamorato da adolescente, Arianna, tornerà con la memoria a quell’estate del 1990, quando lei sparì misteriosamente durante una vacanza in campeggio che insieme stavano facendo con i loro amici e lui (in questa linea temporale interpretato da Filippo Scotti – È stata la mano di Dio) fu trovato in stato confusionale, senza alcun ricordo di ciò che era successo. Più di 30 anni dopo, la polizia ritrova il corpo di Arianna e la scientifica non ha dubbi: la ragazza non è morta accidentalmente, è stata uccisa, ed Elio è in cima alla lista dei sospettati. Sconvolto per la scoperta, Elio ha un incidente in auto, perde i sensi e al suo risveglio si ritrova nel 1990, nell’infermeria del campeggio. Ha di nuovo 18 anni ma la coscienza di un adulto… è un sogno? Sta finalmente recuperando la memoria o sta diventando pazzo? Sa solo che, tra pochissimo, qualcuno in quel campeggio ucciderà Arianna. Sente l’urgenza di fare qualcosa, ma la sua mente continua a spostarsi nel tempo, tra l’oggi e il 1990. Cercando di scoprire cosa è successo davvero ad Arianna e di scagionarsi dall’accusa di essere lui ad averla uccisa, Elio dovrà portare avanti un’indagine tra passato e presente che per lui nasconde forse anche la speranza di poter cambiare le cose e salvarla…

Un’estate fa è una serie Sky Original prodotta da Sky Studios e Fabula Pictures, diretta da Davide Marengo e Marta Savina, creata da Michele Alberico e Massimo Bacchini e scritta da Valerio Cilio, Federico Favot, Michele Alberico e Massimo Bacchini. Autore della colonna sonora originale è Michele Braga.

MCU: 10 teorie ridicole che pensavamo potessero avverarsi

MCU: 10 teorie ridicole che pensavamo potessero avverarsi

Negli anni in cui il Marvel Cinematic Universe è cresciuto sia in termini di portata che di popolarità, sono nate diverse teorie su storyline e personaggi del franchise, molte delle quali, nonostante risultino alquanto ridicole, hanno ottenuto un grande consenso. Poiché il passare del tempo ha smentito molte di esse e ha reso altre molto meno probabili di diventare canononiche, sembra che queste speculazioni sul MCU siano semplicemente il risultato della nostra fantasia galoppante: ecco 10 ridicole teorie del MCU che tutti pensavamo potessero avverarsi.

La Gemma della Realtà avrebbe facilitato il recasting

Avengers: Infinity War MCUL’introduzione delle Gemme dell’Infinito è stata la prima vera indicazione del MCU di una narrazione più ampia, il che forse spiega perché ha dato vita a così tante teorie. Una di queste era che la Gemma della Realtà, la gemma in grado di piegare la percezione alla volontà dell’utente, potesse essere usata in un senso decisamente meta. Dopo che Mark Ruffalo ha sostituito Edward Norton nel ruolo di Bruce Banner nel MCU, è stato suggerito che la Gemma della Realtà sarebbe stata utilizzata per consentire il recasting di altri ruoli. Per quanto possa sembrare logico, si tratta di una spiegazione inutilmente meta per qualcosa che il MCU non aveva bisogno di affrontare, e sembra assolutamente ridicola col senno di poi.

Thor era uno Skrull fin dalla Fase 2

Non appena Captain Marvel ha introdotto gli Skrull nel franchise, è stato ipotizzato che Secret Invasion avrebbe visto alcuni personaggi del MCU rivelarsi come impostori. Una delle teorie più diffuse in questo senso era che Thor fosse stato sostituito da uno Skrull nella Fase 2, spiegando così il suo cambiamento di personalità tra Thor: The Dark World e Thor: Ragnarok. Sebbene la teoria spieghi l’improvvisa scoperta del senso dell’umorismo di Thor – e tecnicamente potrebbe essere resa canonica da qualche parte – a un esame più attento risulta davvero ridicola.

Loki non aveva la vera Gemma della mente

Loki-in-The-AvengersDopo che è stato rivelato che Thanos stava raccogliendo le Gemme dell’Infinito, è nata una teoria che a prima vista ha senso. Si è ipotizzato che Thanos non si sarebbe fidato di Loki con una delle Gemme nel suo scettro e che quindi la Gemma della Mente al centro della storia dei Vendicatori non avrebbe potuto essere un vero affare. Sebbene sembri convincente, è molto meno credibile se analizzata: Loki non avrebbe mai potuto mettere i Vendicatori l’uno contro l’altro con tanta facilità senza il potere della Gemma della Mente, quindi la teoria si è rivelata falsa prima ancora di essere diffusa.

Tutte le teorie su Mefisto

10 personaggi: MefistoMefisto è uno dei cattivi più potenti della Marvel nei fumetti, quindi è logico che i fan del personaggio siano desiderosi di vederlo introdotto nel MCU. Tuttavia, le teorie che indicano il debutto di Mefisto nel MCU sono state smentite più volte, poiché quasi ogni nuova uscita del franchise ci fa scovare un nuovo modo in cui potrebbe essere introdotto. Finora, si è ipotizzato che She-Hulk: Attorney at Law e WandaVision contenessero indizi sull’imminente apparizione di Mefisto nel franchise e, sebbene a volte si tratti di teorie abbastanza convincenti, per ora sono stati tutti smentite.

Il Punitore guidava il camion in Captain America: The Winter Soldier

The Punisher – Captain America The Winter SoldierDopo l’uscita di Captain America: The Winter Soldier, il regista Joe Russo ha alimentato la tesi secondo cui il Punitore sarebbe stato la risposta a una delle domande irrisolte del film. Nel corso del film, un camion giallo appare durante le scene di inseguimento che coinvolgono gli agenti dell’HYDRA, assistendo Nick Fury. Russo ha spiegato che l’autista del camion era una persona con una “serie di abilità speciali”, lasciando intendere che avrebbe potuto essere nientemeno che Frank Castle, il Punitore del MCU. Tuttavia, dopo diversi anni senza alcun riscontro o prova di questa stravagante teoria, sembrerebbe che questo teaser fosse puramente speculativo.

Gli X-Men arriveranno da un altro universo

Doctor Strange 2Poiché i mutanti costituiscono una parte così importante dell’universo dei fumetti Marvel, la loro assenza nella Fase 1 e 3 del MCU è stata particolarmente notevole. Dopo la rivelazione che il Professor X sarebbe stato un membro degli Illuminati in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, è iniziata a circolare una teoria secondo la quale sarebbe stato questo il momento in cui i mutanti del MCU sarebbero stati finalmente introdotti nel franchise. L’idea che i mutanti non esistano nell’universo principale del MCU sembrava quasi certa, e il potenziale di un loro passaggio era logico. Tuttavia, Ms. Marvel ha poi rivelato che i mutanti esistono nel MCU vero e proprio, sfatando a posteriori questa teoria un po’ ridicola.

Reed Richards avrebbe debuttato in WandaVision

Doctor Strange 2 Reed RichardsReed Richards possiede una delle menti più acute dell’Universo Marvel e la sua apparizione nel MCU ha suscitato molte aspettative. Quando WandaVision ha alluso all’imminente apparizione di “un ingegnere aerospaziale”, sono iniziate a circolare teorie secondo cui si sarebbe trattato di Richards e che WandaVision avrebbe dato vita ai Fantastici Quattro del MCU. Tuttavia, il personaggio in questione è stato poi rivelato essere il Maggiore Goodner e la teoria è stata rapidamente dimenticata. In ogni caso, per un brevissimo momento i fan hanno creduto che Mister Fantastic sarebbe presto apparso, anche se non si è rivelato altro che un pio desiderio.

Vedova Nera è sopravvissuta

Vedova Nera MCUAvengers: Endgame ha comportato molti cambiamenti nel MCU, tra cui la morte di diversi eroi. Uno dei momenti più toccanti del film è stato il sacrificio di Vedova Nera, che ha scelto di morire per permettere a Occhio di Falco di recuperare la Pietra dell’Anima. L’annuncio del film da solista di Vedova Nera ha visto nascere una teoria secondo la quale Natasha Romanoff sarebbe sopravvissuta in qualche modo a Endgame, anche se poi è stata smentita dal fatto che gli eventi del film si sono svolti prima della conclusione della Saga dell’Infinito. Anche se tecnicamente questa teoria potrebbe ancora essere resa canonica in qualche modo, l’uscita di Scarlett Johansson dal franchise sembra renderla impossibile.

Tony Stark sarebbe un membro degli Illuminati

Tony Stark MCUSulla carta, la teoria secondo cui il Tony Stark del MCU si unirebbe o formerebbe gli Illuminati ha perfettamente senso. Tradizionalmente, il personaggio fa parte dell’organizzazione, ma il problema è che il MCU non ha fornito alcuna indicazione della sua esistenza, mentre molti altri membri di spicco sono assenti dal franchise. Avengers: Endgame ha visto Tony morire per annullare il Blip, mettendo così fine alle voci di un Consiglio degli Illuminati del MCU fondato da Iron Man. Inoltre, quando gli Illuminati sono apparsi in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, non è stata inclusa nessuna variante di Iron Man.

Wolverine ha causato le cicatrici di Thanos

Thanos MCUSebbene i mutanti nel MCU fossero in arrivo da tempo, non erano presenti negli eventi della Saga dell’Infinito. Tuttavia, l’apparizione di Thanos ha visto nascere una sorprendente teoria dei fan, grazie alla presenza di una cicatrice sul suo volto. Da tempo si vociferava che tre cicatrici distinte che attraversano la guancia del Titano Pazzo gli fossero state donate nientemeno che da Wolverine, nonostante il fatto che l’iconico mutante non fosse ancora apparso nel MCU. L’idea che Wolverine esistesse già nel MCU ma fosse in qualche modo “invisibile” era una prospettiva allettante, anche se l’unica prova a favore di questa ridicola teoria del Marvel Cinematic Universe era del tutto circostanziale.

Morto per un dollaro di Walter Hill arriva in prima tv su SKY e NOW

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Arriva su Sky Morto per un dollaro, in prima tv mercoledì 26 luglio alle 21.15 su Sky Cinema Due (e alle 21.45 anche su Sky Cinema Western) e in streaming su NOW. Su Sky il film sarà disponibile on demand, anche in 4K.

Walter Hill (I guerrieri della notte, I cavalieri dalle lunghe ombre) dirige un cast stellare composto da Christoph Waltz (Bastardi senza gloria, Django Unchained), Willem Dafoe (Platoon, Van Gogh – Sulla soglia dell’eternità), Rachel Brosnahan (La fantastica signora Maisel), Warren Burke (La famiglia McKellan, Bigger), Brandon Scott (Amiche per la morte – Dead to me), Benjamin Bratt (Traffic, Miss Detective), Luis Chavez (Ocean’s Thirteen, Crash – Contatto fisico), e Hamish Linklater (La grande scommessa).

La trama di Morto per un dollaro

Siamo nel 1897. Morto per un dollaro segue il famoso cacciatore di taglie Max Borlund fin nelle profondità̀ del Messico; qui si imbatte in Joe Cribbens – giocatore d’azzardo professionista e fuorilegge, suo nemico giurato – che Max aveva spedito in prigione alcuni anni prima. Borlund è in missione: deve ritrovare e portare a casa Rachel Kidd, moglie di un ricco uomo d’affari di Santa Fe, rapita e presa in ostaggio. Quando scopre che la donna è in realtà̀ scappata da un marito violento, Max deve fare una scelta: portare a termine la missione disonesta per cui è stato ingaggiato, o farsi da parte mentre spietati fuorilegge mercenari e il rivale di lunga data si fanno sempre più̀ vicini… Max e il suo aiutante Alonzo Poe non hanno nulla da guadagnare se resistono: nulla, a parte l’onore.

 In occasione della prima visione di Morto per un dollaro, da lunedì 24 a lunedì 31 luglio al canale 303 arriva SKY CINEMA WESTERN, con oltre 30 titoli dedicati a uno dei generi più celebrati da Hollywood.

Tra i film in programmazione, l’epico western firmato sempre da Walter Hill GERONIMO con Gene Hackman e Wes Studi; il malinconico HOSTILES – OSTILI, sempre con Wes Studi insieme a Christian Bale e Rosamund Pike; e la pellicola che ruota intorno a una macabra profezia THE LAST SON con Sam Worthington, Colson Baker (alias Machine Gun Kelly), Thomas Jane ed Heather Graham. E ancora, il capolavoro di Sam Peckinpah IL MUCCHIO SELVAGGIO, con Ernest Borgnine e William Holden, il film ambientato sulle Montagne Rocciose CORVO ROSSO NON AVRAI IL MIO SCALPO, diretto da Sydney Pollack, scritto da John Milius e interpretato da Robert Redford; le pellicole dirette e interpretate da Clint Eastwood IL TEXANO DAGLI OCCHI DI GHIACCIO, ambientato durante la Guerra di Secessione, e il vincitore di 4 Oscar GLI SPIETATI con Gene Hackman, Morgan Freeman e Richard Harris.

Inoltre, lo spaghetti western di Sergio Corbucci DJANGO, con Franco Nero protagonista, e il capolavoro di Quentin Tarantino, ispirato dal film di Corbucci, DJANGO UNCHAINED, con Christoph Waltz, Jamie Foxx e Leonardo DiCaprio, vincitore di 2 Oscar® e 2 Golden Globe.

Il più bel secolo della mia vita: recensione del film con Valerio Lundini e Sergio Castellitto

Alessandro Bardani, regista, attore e sceneggiatore, ha scelto il Giffoni Film Festival per presentare in anteprima Il più bel secolo della mia vita, il suo film che vede protagonista l’insolita coppia composta da Valerio Lundini e Sergio Castellitto. Il primo, comico, autore di programmi radiofonici e televisivi, reduce dal successo del programma TV Una pezza di Lundini e da un altrettanto fortunato spettacolo teatrale, si distingue per una comicità a tratti surreale. Al cinema ha partecipato a Nel bagno delle donne di Marco Castaldi (2021) e a Gli idoli delle donne di Lillo e Greg ed Eros Puglielli (2022).

Ne Il più bel secolo della mia vita è per la prima volta protagonista. Sergio Castellitto non ha bisogno di presentazioni, essendo uno tra i più apprezzati attori italiani, con una lunga e fruttuosa carriera, basti ricordare i suoi lavori con registi come Scola e Tornatore, Monicelli e Bellocchio, oltre al suo percorso da regista. Il più bel secolo della mia vita prende le mosse da uno spettacolo teatrale di grande successo del 2015, scritto e diretto a quattro mani da Bardani e Luigi Di Capua dei The Pills, interpretato da Francesco Montanari e Giorgio Colangeli.

La trama de Il più bel secolo della mia vita

Gustavo, Sergio Castellitto, è un anziano signore dal carattere a dir poco spigoloso, ospite di una casa di riposo gestita da suore. Una mattina si presenta da lui Giovanni, Valerio Lundini, membro di un’associazione di figli non riconosciuti alla nascita, che si batte per far cambiare una legge italiana. Secondo questa legge, chi è nella loro condizione può avere informazioni sulle proprie origini, solo al compimento del centesimo anno di età. Essendo Gustavo l’unico centenario abbandonato alla nascita in Italia, Giovanni gli ha chiesto di andare con lui all’associazione e aprire insieme il fascicolo che riguarda i suoi genitori naturali.

L’obiettivo è dunque offrire la sua testimonianza e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla iniquità di questa legge e la necessità di modificarla. Gustavo ha accettato, più per lasciare il convento dove Suor Grazia, Betty Pedrazzi, decide tutto della sua vita, che per convinzione. I due, dunque, partono per questo viaggio che li vedrà condividere tutto. Un giovane e un anziano, due opposti apparentemente inconciliabili. Troveranno un punto d’incontro? Riusciranno ad arrivare a destinazione? E Gustavo farà ciò che ha promesso a Giovanni?

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Castellitto e Lundini, la strana coppia

La prima domanda che ci si pone davanti a Il più bel secolo della mia vita è se l’inedita e stramba coppia Castellitto–Lundini funzionerà. A questo proposito, occorre dire che al primo il ruolo di Gustavo ha regalato la possibilità di cimentarsi in un’interpretazione complessa, misurata e al contempo efficacissima. Il ruolo non gli consentiva istrionismi, ma forse è proprio questo a dare maggiore forza all’interpretazione. Castellitto sa rendere con lo sguardo e con la parola la tempra che non può rendere con il corpo. Quella di un personaggio indomito, nonostante l’età.

Dal canto suo, Valerio Lundini in parte fa Lundini, in parte cerca nuove strade, adattando il suo registro comico surreale al cinema. Intraprende così un percorso di individuazione attoriale i cui esiti aspettiamo di vedere, per scoprire se si distanzierà ancora di più da quanto già visto in tv o a teatro, trovando una cifra diversa e più completa. A funzionare tra Castellitto e Lundini è il gioco degli opposti: il pusillanime e lo sfrontato, il timido e lo spavaldo, il logorroico e il taciturno.

I due protagonisti hanno però una ferita e un malessere comune. Uno più disilluso, l’altro, forse, illuso. Uno che, paradossalmente, da giovane, resta intrappolato nel passato e l’altro che, altrettanto paradossalmente, da anziano, non pensa al passato, ma guarda sempre avanti. Brava poi Carla Signoris nei panni di Gianna, madre adottiva di Giovanni. Nel cast anche Sandra Milo in un cameo.

Sorriso e riflessione ne Il più bel secolo della mia vita

Il più bel secolo della mia vita, oltre che una commedia gustosa e leggera, è anche una riflessione sul tema di una legge assurda, che va cambiata. Su questo il regista non ha dubbi. Il che non significa che il film sia retorico o paternalistico. Anzi, ha uno sguardo sul reale disincantato, ironico, a volte sarcastico, quel sarcasmo romano che il personaggio di Gustavo incarna così bene. Scelta intelligente da parte di Bardani, in grado così di veicolare messaggi su temi anche importanti senza risultare stucchevole. Anche la presa di posizione sulla genitorialità e sulle famiglie “ non convenzionali” – qui si parla di genitori adottivi e genitori naturali – è molto chiara e di buon senso e stimola una riflessione.

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Buon ritmo e durata agile

Il film ha un buon ritmo e mantiene viva l’attenzione, seguendo le scorribande di Gustavo e gli inconvenienti cui Giovanni, accompagnandolo, deve far fronte. La durata, 90 minuti, è quella giusta per un’agile commedia. Della colonna sonora de Il più bel secolo della mia vita fa parte anche il brano inedito di Brunori SAS, “La vita com’è”.

Un interessante esordio nel lungometraggio

Come primo lungometraggio, Bardani – già autore del corto “Ce l’hai un minuto?” del 2013, con Giorgio Colageli e Francesco Montanari – confeziona un lavoro tra commedia e dramma, intrattenimento e riflessione, avendo il coraggio di distanziarsi dalla coppia di attori che gli aveva dato successo in teatro, proprio con lo spettacolo a cui il film si ispira. Bardani scopre un’alternativa efficace e originale, lasciandosi alle spalle l’impianto teatrale per adattare la vicenda al linguaggio filmico. Un esordio con una storia dagli elementi narrativi ben definiti, senza materiale in eccesso, di cui il regista riesce a controllare tutti gli elementi.

Il più bel secolo della mia vita è prodotto dalla Goon Films di Gabriele Mainetti, il quale, dopo Denti da squalo, produce quello che potremmo considerare un altro racconto di formazione, seppure sui generis. Giovanni è infatti arricchito dall’incontro con Gustavo, mentre dell’infanzia e della crescita di Gustavo parlano i flashback. Se lì c’era la favola vera e propria, qui c’è un viaggio tra il reale e il surreale, che diverte e fa riflettere. Un mix difficile da gestire, perché si rischia di non essere credibile, di allontanare lo spettatore. Bardani però sa dosare le due componenti. Vedremo nelle sue prossime prove se cambierà registro o questa resterà una sua cifra. Il film è prodotto con Lucky Red con Rai Cinema e in collaborazione con Amazon Prime Video. Al cinema dal 7 settembre.

Barbie: Greta Gerwig si è opposta al taglio di una scena, definita “il cuore del film”

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La regista di Barbie (qui la recensione), Greta Gerwig, ha rivelato di essersi opposta al taglio di una scena chiave del film. Durante un’intervista con Rolling Stone, la Gerwig ha spiegato che la scena che si svolge a una fermata dell’autobus mentre Barbie siede sulla stessa panchina di una donna anziana e parla brevemente con lei è da considerarsi come “il cuore del film“, ma che nonostante ciò inizialmente i produttori volevano tagliarla dal montaggio finale.

“Amo così tanto quella scena. La donna anziana in panchina è la costumista Ann Roth. È una leggenda. È un momento senza uscita, in un certo senso – non porta da nessuna parte. E nei primi tagli, guardando il film, è stato suggerito, ‘Beh, potresti tagliarla. E in realtà, la storia andrebbe avanti lo stesso.’ Per me, però, quella scena è il cuore del film. Il modo in cui Margot interpreta quel momento è così gentile e così spontaneo.

“Ci sono gli elementi più oltraggiosi nel film e la gente mi dice: “Oh, mio Dio, non posso credere che la Mattel ti abbia permesso di farlo” o “Non posso credere che la Warner Bros. ti abbia permesso di farlo”. Ma, per me, la parte che non riesco a credere che sia ancora nel film è questo piccolo vicolo cieco che non porta da nessuna parte, ma che è il cuore del film”. Questa scena racchiude perfettamente i temi di Barbie. Si distingue immediatamente per la sua silenziosità.

Barbie e l’altra donna sulla panchina si siedono lì per un po’ prima che ci sia un dialogo mentre le due donne semplicemente si guardano l’un l’altra. Questa momentanea pausa dal dialogo e dall’azione crea più enfasi quando una Barbie sorridente dice all’anziana di considerarla bellissima. Nonostante si senta come un pesce fuor d’acqua durante la maggior parte del suo tempo nel mondo reale, è un momento di vera connessione per Barbie.

La scena è il cuore del film perché mostra quanto sia genuina Barbie ed è un promemoria di ciò per cui sta combattendo. Dimostra che tutti i discorsi di Barbie e la sua convinzione nell’emancipazione delle donne sono reali. Quella bellezza non riguarda solo l’aspetto, ma anche la sicurezza della donna e il disinvolto amore per se stessi. Questi tratti sono ciò che Barbie spera di ripristinare in se stessa quando viaggia nel mondo reale.

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal 20 luglio.

The Creator: Gareth Edwards rivela la nuova rivoluzionaria tecnologia usata per le riprese

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Il regista Gareth Edwards ha svelato la tecnologia rivoluzionaria utilizzata per filmare The Creator, il suo nuovo film di fantascienza. Durante la sua apparizione nel panel di Director on Directing di Collider, Edwards ha condiviso alcune informazioni sulla nuova tecnologia che ha utilizzato per filmare The Creator. Il regista ha infatti rivelato di aver utilizzato una nuova fotocamera nota come FX3, che chiunque può acquistare su Best Buy, ma che offre al film un aspetto cinematografico in risoluzione IMAX. Edwards e la sua troupe hanno anche girato spesso al chiaro di luna, riducendo al minimo le luci massicce e affidandosi invece a luci a LED come anche ad un microfono boom, il tutto ad un prezzo più conveniente.

La notizia che Edwards ha girato con questa fotocamera FX3 dovrebbe entusiasmare i creativi del settore. Per filmati di grande qualità cinematografica, c’è l’idea che si paga per quello che si ottiene. Cioè, se si desidera un filmato di qualità IMAX è necessario acquistare una telecamera IMAX di fascia alta per filmare con quella capacità. Film come Oppenheimer tentano ad esempio di utilizzare le telecamere IMAX in modi rivoluzionari, mentre registi come James Cameron cercano persino di creare nuove telecamere per i loro film.

A quanto pare, The Creator potrebbe rappresentare un’importante novità, poiché sembra si siano ottenuti effetti ad alta risoluzione con una tecnologia immensamente più economica. Secondo le informazioni sull’FX3, non solo la fotocamera è più economica, ma l’intero processo di produzione è più economico in quanto non necessita di luci complesse o particolari apparecchiature audio per supportare il suo corretto funzionamento. Se i film di qualità IMAX possono essere girati in modo relativamente economico con questo strumento, più registi potrebbero avere accesso a una tecnologia di alta qualità, ampliando così le possibilità cinematografiche per registi indipendenti e emergenti.

Tuttavia, questa potenziale opportunità potrebbe dipendere dal successo del nuovo e primo film di Edwards dopo Rogue One: A Star Wars Story. Sebbene la tecnologia di The Creator sembri affascinante e all’avanguardia in teoria, il suo aspetto nel film completo dovrà corrispondere a ciò che ci si aspetta, affinché FX3 sia praticabile per altre produzioni su larga scala. Inoltre, essendo una proprietà originale, se The Creator diventasse un successo al botteghino, l’interesse dei registi e degli studios potrebbe portare ad un aumento dei prezzi. Per scoprire il risultato dato da questa FX3, non resta che attendere il 28 settembre, quando il film sarà distribuito al cinema.

La trama e il cast del film The Creator

In una guerra futura tra la razza umana e le forze dell’intelligenza artificiale, Joshua (Washington), un ex agente delle forze speciali in lutto per la scomparsa della moglie (Chan), viene reclutato per dare la caccia e uccidere il Creator, l’inafferrabile architetto dell’avanzata IA che ha sviluppato una misteriosa arma con il potere di porre fine alla guerra… e all’umanità stessa. Joshua e la sua squadra di agenti d’élite oltrepassano le linee nemiche nel cuore oscuro del territorio occupato dall’IA solo per scoprire che l’arma apocalittica, che è stato incaricato di distruggere, è un’IA con le sembianze di un bambino.

Diretto da Gareth Edwards (Rogue OneGodzilla), il film è interpretato da John David Washington (Tenet), Gemma Chan (Eternals), Ken Watanabe (Inception), Sturgill Simpson (Io e Lulù), l’esordiente Madeleine Yuna Voyles e la vincitrice dell’Academy Award Allison Janney (Tonya). La sceneggiatura è di Gareth Edwards e Chris Weitz, da un soggetto di Edwards. Il film è prodotto da Gareth Edwards, p.g.a., Kiri Hart, Jim Spencer, p.g.a. e Arnon Milchan, mentre Yariv Milchan, Michael Schaefer, Natalie Lehmann, Nick Meyer e Zev Foreman sono i produttori esecutivi.

Loki 2: un primo sguardo al nuovo costume di Sylvie

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Loki 2: un primo sguardo al nuovo costume di Sylvie

Grazie a The Direct, ecco un primo sguardo ufficiale al nuovo costume che Sylvie, il personaggio interpretato da Sophia DiMartino nella serie LOKI, indosserà nella seconda stagione. Ricordiamo che dopo aver ucciso Colui che Rimane e mandato il Multiverso nel caos puro nella prima stagione di LOKI, Sylvie giocherà ancora una volta un ruolo decisamente importante all’interno della serie e i fan non vedono l’ora di scoprire cosa c’è in serbo per lei in LOKI 2.

I Marvel Studios sembra abbiano tutte le intenzioni di puntare ancor di più i riflettori su questo personaggio, diventato uno dei preferiti dai fan. Per alimentare il fuoco intorno al personaggio, il vicepresidente della Marvel Ryan Penagos ha dunque ora condiviso le immagini del nuovo costume di Sylvie della seconda stagione di Loki, visto in un display allestito al San Diego Comic-Con 2023. L’outfit presenta un lungo cappotto a motivi geometrici sopra il solito abito asgardiano di Sylvie, che molto probabilmente sarà visto nuovamente durante gli episodi della sesta stagione.

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Loki 2, tutto quello che sappiamo sulla nuova stagione

LOKI – seconda stagione sarà la “prima seconda stagione in assoluto” dello studio, e che tornerà alla storia del dio dell’inganno, sempre interpretato da Hiddleston, e della sua sequenza temporale che determina gli intrecci dalla prima stagione. Tom Hiddleston interpreterà naturalmente il Dio dell’inganno, mentre è confermato anche il ritorno di Owen Wilson e Sophia DiMartino, così come l’arrivo della new entry Ke Huy Quan, reduce dalla vittoria dell’Oscar per Everything Everywhere All at Once. Jonathan Majors tornerà invece nel ruolo di Kang. Il debutto della nuova stagione è previsto su Disney+ per il 6 ottobre.

The Flash: il regista spiega perché il Batman di Michael Keaton è andato in pensione

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In The Flash (qui la recensione) non viene spiegato perché la versione di Batman di Michael Keaton si sia ritirata dalla lotta al crimine a Gotham City, ma una nuova featurette per il film ha rivelato cosa è successo. Nel 1989, Michael Keaton ha come noto debuttato nei panni di Bruce Wayne nel film Batman diretto da Tim Burton, riprendendo poi il ruolo nel 1992 in Batman – Il ritorno. Senza altri sequel con Keaton tra questi film e The Flash, c’è molto che resta all’immaginazione dei fan per quanto riguarda ciò che potrebbe essere accaduto negli ultimi tre decenni nell’universo di Batman di Burton.

Secondo The Direct, uno dei più grandi misteri è però stato appena risolto con una nuova featurette che sarà inclusa nel comunicato stampa domestico di The Flash. In particolare, Andy Muschietti, regista del film, ha rivelato perché il Batman di Keaton si è ritirato. “Volevo davvero sfidare le aspettative della gente su dove sarebbe stato Bruce Wayne trent’anni dopo, e volevo anche approfondire il retroscena se Bruce Wayne, come racconta la storia, è in pensione da venticinque anni, cosa gli è successo? Ho sempre detto che doveva succedere qualcosa a Bruce Wayne per voler smettere di essere Batman“, spiega Muschietti.

E la mia idea è che ha fatto qualcosa che va contro il suo codice e ha ucciso un criminale di fronte al figlio del criminale, non consapevolmente, ma lo ha fatto lo stesso. Che è una situazione che rispecchia esattamente quello che gli è successo quando i suoi genitori sono stati uccisi davanti a lui accanto al Monarch Theatres, cosa che ha poi creato il mostro che è The Batman”. Muschietti ha detto che il senso di colpa era troppo per Bruce, che non si sentiva più degno di assumere il mantello del supereroe, avendo inflitto un tale trauma a un bambino, indipendentemente dalle circostanze.

Sembrerebbe dunque che Bruce si sia sentito come se stesse diventando troppo simile alle persone da cui aveva cercato di proteggere la città fin dall’inizio. “Non riusciva proprio a farcela, ed è per questo che ha deciso di chiudere fuori il suo altro lato, Batman“, afferma Muschietti. “E non è stato in grado di perdonare se stesso. E ora, il modo in cui lo troviamo è un po’ come l’evoluzione di quel viaggio. Sai, è una figura tragica. Fondamentalmente è un personaggio che è in cerca di redenzione e alla fine trova un modo per ottenerla aiutando Barry”.

The Flash, la trama e il cast del film

The Flash è uscito al cinema il 15 giugno 2023 distribuito da Warner Bros Italia. Nel film, Barry Allen usa i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato… malgrado non sia più colui che sta cercando.

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

Beetlejuice 2: un’iconica scultura è stata rubata dal set del sequel!

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Beetlejuice 2sequel del cult del 1988 diretto da Tim Burton, è stato colpito da un atto criminale, poiché diversi oggetti di scena, tra cui un’iconica scultura, sono stati rubati dal set. Secondo il New York Post, la polizia di stato del Vermont sta attualmente cercando qualsiasi informazione sui colpevoli dietro il furto che includeva una statua di 150 libbre che i fan di Beetlejuice riconosceranno senza dubbio dal film originale. È stato anche rubato un lampione con l’iconografia di una zucca, portando i funzionari a rilasciare una dichiarazione chiedendo a chiunque avesse informazioni di farsi avanti.

Abbiamo provato a dire tre volte il nome di questa statua rubata, ma non ci è tornato!” ha scritto scherzosamente il VSP nella richiesta, che è stata pubblicata sui social media. Sulla base dei dettagli forniti dal personale di sicurezza del set, le autorità ritengono che gli oggetti siano stati rubati tra le 17:00 del 13 luglio e le 11:00 del 17 luglio. L’oggetto più importante sarebbe dunque stata la scultura appartenente al personaggio interpretato da Catherine O’Hara, vista nel primo film e a quanto pare presente anche in questo sequel. Difficile dire se l’oggetto verrà ritrovato o se sarà necessario produrne uno nuovo da zero.

Beetlejuice-2-scultura

Beetlejuice 2, tutto quello che sappiamo sul film

Beetlejuice 2 è il sequel dell’iconico film del 1988 di Tim Burton. Tale seguito vedrà Winona Ryder tornare nei panni di Lydia Deetz al fianco di Michael Keaton, interprete del bio-esorcista che dà il titolo al film, mentre Catherine O’Hara tornerà nei panni della madre di Lydia. Si darà invece il benvenuto nel franchise a Jenna Ortega, Justin Theroux, Monica Bellucci e Willem Dafoe. I dettagli della storia sono attualmente tenuti nascosti, ma alcune foto hanno già iniziato a circolare in rete spingendo ad elaborare alcune teorie. Il film ha invece una data di uscita fissata al 6 settembre 2024.

Settimana Internazionale della Critica, presentato il programma della 38° edizione

La Settimana Internazionale della Critica giunge alla sua 38° edizione. Cristiana Paternò, Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI), e Beatrice Fiorentino, Delegata Generale della Settimana Internazionale della Critica, hanno presentato un programma ricco e interessante, che propone titoli provenienti da diverse parti del mondo fattisi carico delle specificità culturali che rappresentano.

Riportare lo sguardo al centro. Riappropriarsi del potere delle immagini e della responsabilità che deriva dall’atto di osservare attraverso un dispositivo di riproduzione“, scrive Fiorentino nell’introduzione al programma. “Cos’è il cinema oggi? È ciò che è sempre stato e ancora sarà, indipendentemente dai formati, dai supporti, dalla misura degli schermi e dai ripetuti allarmi sullo stato di crisi: una finestra sul mondo, indispensabile occasione di (ri)lettura oltre che di racconto, opportunità per esprimere un punto di vista. Talvolta personale, unico, talaltra riflesso di un sentire comune. È sempre, comunque, una questione di sguardo“.

“Con la complicità del comitato di selezione composto da Enrico Azzano, Chiara Borroni, Ilaria Feole e Federico Pedroni, la 38. edizione della Settimana Internazionale della Critica si compone di occhi insoliti, onnivori, avventurosi, accomunati dal gusto del rischio e una sorta di furia oltre che dall’urgenza di affermarsi e affermare attraverso una propria visione sullo stato generale delle cose. Gesti potenti che non passeranno inosservati e che, anzi, stupiranno, scuoteranno l’immaginario, lasciando auspicabilmente un segno”.

“Com’è ormai tradizione, anche quest’anno la SIC offrirà i suoi 7+2 esordi scelti tra gli oltre cinquecento titoli arrivati da ogni angolo del mondo. Tra questi si è fatta imponente la presenza femminile, così come quella di forme diverse e “nuove” di narrazione non-fiction (dato in sensibile aumento), ma poderosa e massiccia è anche quella delle fiction, con tanto cinema di genere: noir, fantascienza, horror. Tutti, senza eccezione, accostabili tra loro per la voglia di osare sia nelle scelte visive/narrative che per una precisa, lucida e netta presa di posizione. Per la presenza di uno sguardo, appunto”.

Ecco dunque i film facenti parte del programma della 38° Settimana Internazionale della Critica:

CONCORSO

ABOUT LAST YEAR
Dunja Lavecchia, Beatrice Surano, Morena Terranova
Italia

Periferia di Torino. Celeste, Giorgia e Letizia, tra i 20 e i 27, sono unite da una consapevolezza: in quanto donne cisgender, sono ospiti nel mondo del ballroom. Fenomeno nato a New York nella comunità LGBT latina e afro-americana, oggi presente e radicato anche in Italia. Qui hanno trovato uno spazio in cui essere padrone del proprio corpo al riparo da giudizi, pregiudizi o provocazioni. Le tre stanno per iniziare un viaggio che le porterà ad affrontare importanti decisioni. Giorgia è legata al suo luogo d’origine, Celeste e Letizia vogliono partire. Un coming of age attraverso un anno di vita, dove si incontrano e si scontrano sogni, desideri, dubbi e una voglia di lotta e di vita.

HOARD
Luna Carmoon
Regno Unito

1984: C’è una discarica nel nostro salotto. Il mondo di Madre e di Maria è una costante sensazione di brividi che corrono lungo la schiena, ogni giorno è Natale nel loro piccolo nidus d’amore 1994: Lui me la riconsegnò, l’importanza mi colpì in ondate di sensazioni. È l’ultimo giorno di scuola di Maria. Al suo rientro a casa, in cima alle scale, due piedi scalzi ad attenderla. Un uomo alto, dall’aspetto insolito, uno sconosciuto che ha l’odore familiare di un trauma, un dolore d’infanzia, una duplicità di deliberate provocazioni – Michael.

LIFE IS NOT A COMPETITION, BUT I’M WINNING
Julia Fuhr Mann
Germania

Se la Storia è scritta dai vincitori, che ne è di coloro a cui non è stato mai permesso di partecipare alla gara? Un collettivo di atleti queer entra nello Stadio Olimpico di Atene con l’intenzione di onorare coloro che sono sempre stati esclusi dal podio dei vincitori. Incontrano Amanda Reiter, una maratoneta transgender che ha dovuto confrontarsi con i pregiudizi degli organizzatori sportivi, e Annet Negesa, un’atleta degli 800 metri che è stata esortata dalle federazione sportive internazionali a sottoporsi a chirurgia ormonale. Insieme creano un’utopia radicale e poetica, lontana dalle rigide regole di genere degli sport agonistici.

LOVE IS A GUN
Lee Hong-Chi
Hong Kong, Taiwan

Dopo essere stato rilasciato di prigione, Sweet Potato si accontenta del suo piccolo lavoro sul lungomare, vivendo dei magri incassi e ignorando i commenti di chi gli suggerisce di lasciar perdere. Viene però trascinato nel vortice del passato quando il vecchio “boss” (che non ha mai visto di persona), la madre (che ripone su di lui tutti i suoi debiti) e infine l’amico Maozi ricompaiono nella sua vita. Uno dopo l’altro si impadroniscono con forza del suo presente e cancellando ogni speranza per il futuro. Solo Seven riesce, in una certa misura, a mitigare le sue ansie. Un giorno, sullo sfondo di un paesaggio costiero oppressivo e carico di smog, a Sweet Potato viene finalmente concesso un incontro con il “boss”.

MALQUERIDAS
Tana Gilbert
Cile, Germania

Sono donne. Sono madri. Sono detenute che stanno scontando lunghe pene in una prigione in Cile. I figli crescono lontano da loro, ma rimangono nei loro cuori. In prigione trovano l’affetto delle altre detenute che condividono la loro stessa esperienza. Il sostegno reciproco tra queste donne diventa una forma di resistenza ed emancipazione. Malqueridas ricostruisce le loro storie attraverso le immagini che loro stesse hanno girato con i cellulari vietati dentro la prigione, recuperando la memoria collettiva di una comunità dimenticata.

SKY PEALS
Moin Hussain
Regno Unito

Adam fa i turni di notte in una stazione di servizio autostradale e conduce una vita mediocre e solitaria quasi del tutto priva di contatti umani. Venuto a sapere che il padre, di cui aveva perso le tracce, è morto, Adam cerca con fatica di ricostruire l’immagine di un uomo che non ha mai veramente conosciuto e riesamina dettagli del suo passato che fa difficoltà a comprendere. Quando scopre che il padre era convinto di non essere umano, Adam inizialmente respinge l’idea come ridicola. Tuttavia il dubbio lentamente si insinua, portando con sé una seria riflessione: se fosse la verità, cosa significherebbe questo per Adam?

THE VOURDALAK
Adrien Beau
Francia

“Figli miei”, intima Gorcha prima di accomiatarsi, “attendete il mio ritorno per sei giorni. Trascorsi questi sei giorni, se non dovessi ritornare, recitate una preghiera in mia memoria, poiché vorrà dire che sono perito in battaglia… Ma se dovessi ricomparire – che Dio vi protegga! – passati i sei giorni, vi ingiungo di sbarrare la porta e negarmi l’ingresso, qualunque cosa io dica o faccia. Poiché per allora, altri non sarò che un Vourdalak, un dannato.”

FUORI CONCORSO

Film di apertura
GOD IS A WOMAN
Andrés Peyrot
Francia, Svizzera, Panama

Nel 1975, il regista francese premio Oscar Pierre-Dominique Gaisseau approda a Panama per girare un documentario sul popolo Kuna, per cui le donne sono sacre. Gaisseau, sua moglie e la figlioletta Akiko vivono assieme ai Kuna per oltre un anno, ma il progetto ben presto esaurisce i fondi e una banca finisce per confiscare le bobine. Cinquant’anni dopo, i Kuna stanno ancora aspettando il “loro” film, ormai divenuto leggenda e tramandato oralmente dagli anziani alle nuove generazioni. Finché un giorno, una copia nascosta viene scoperta a Parigi…

Film di chiusura
VERMIN
Sébastien Vaniček
Francia, Marocco

A seguito di un’invasione di ragni velenosi, gli abitanti di una palazzina di periferia dovranno imparare a lottare per la propria sopravvivenza.

PROIEZIONE SPECIALE
in collaborazione con la Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia e le Giornate degli Autori
PASSIONE CRITICA
Simone Isola, Franco Montini, Patrizia Pistagnesi
Italia

Passione critica studia il rapporto tra critica e autori nella storia del cinema italiano in relazione con la storia del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani, sin dal suo atto di fondazione nel 1971. Si tratta di un percorso non secondario nella storia culturale italiana, tracciato grazie agli interventi di prestigiosi testimoni e al montaggio di materiale di repertorio, dagli anni Sessanta all’avvento del web e dei social e all’attuale esplosione dell’audiovisivo, che mette in discussione la stessa definizione e i confini del cinema.

Deadpool 3: l’uscita verrà ritardata se lo sciopero SAG-AFTRA durerà più di un mese

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I Marvel Studios hanno recentemente anticipato Deadpool 3 dall’8 novembre 2024 al 3 maggio 2024, notizia che è stata accolta con favore dai fan, desiderosi di vedere finalmente il dissacrante mercenario e Wolverine incrociarsi sullo schermo. Tale data di uscita, però, potrebbe slittare in avanti. Per un certo numero di film MCU, infatti, sono già previsti dei ritardati nell’uscita a causa dello sciopero WGA (Thunderbolts, per esempio), ma ora che anche lo sciopero degli attori, SAG-AFTRA, sta colpendo, la produzione di Deadpool 3 è stata completamente interrotta.

Di conseguenza, secondo la newsletter Puck di Matt Belloni, ci sono ottime possibilità che il film verrà rimandato. La cosa diventerà praticamente certa se lo sciopero SAG-AFTRA durerà più di un mese. Ryan Reynolds e Hugh Jackman sono entrambi membri del sindacato, così come praticamente ogni altro membro del cast (insieme agli attori che dovrebbero fare apparizioni cameo). Con questo in mente, c’è dunque da aspettarsi che Deadpool 3 ritorni, idealmente, al suo slot originale dell’8 novembre.

Vale però la pena notare che molti addetti ai lavori di Hollywood sono convinti che entrambi gli scioperi dureranno fino all’autunno (e forse fino al prossimo anno), quindi c’è la seria possibilità che il film subisca ritardi ancor più pesanti di quelli ad oggi ipotizzati. Tutto dipende dunque dalla durata degli scioperi, per i quali ad ora non sembrano esserci soluzioni in vista in tempi brevi. L’interruzione delle riprese rappresenta però un grosso danno per gli studios, si spera pertanto che le parti coinvolte si siedano quantoprima ad un tavolo comune per negoziare soluzioni al problema.

Deadpool 3: quello che sappiamo sul film

Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool 3, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU.

Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck. L’attrice Jennifer Garner sarà presente nel film con il ruolo di Elektra, che riprende dunque a quasi vent’anni di distanza dal film a lei dedicato.

In attesa di ulteriori conferme, sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3, mentre Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto. Il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale classificazione matura.

Rheingold: una clip in esclusiva dal nuovo film di Fatih Akin

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Rheingold: una clip in esclusiva dal nuovo film di Fatih Akin

Ecco una clip esclusiva da Rheingold (che puoi vedere gratis al cinema grazie a Cinefilos.it), il nuovo film del regista tedesco di origini turche Fatih Akin, nei cinema italiani dal 27 luglio distribuito da I Wonder Pictures.

https://www.youtube.com/watch?v=rkz1Ii7YBC8

Dopo l’anteprima mondiale alla Festa del Cinema di Roma e la presentazione a Biografilm Festival 2023, I WONDER PICTURES è lieta di distribuire nei cinema dal 27 luglio il film RHEINGOLD, del premiatissimo regista tedesco di origini turche Fatih Akin – Orso d’Oro al Festival di Berlino 2004 per La sposa turca, Leone d’Argento a Venezia 2009 con Soul Kitchen e un Golden Globe come Migliore film straniero nel 2017 per Oltre la notte.

In RHEINGOLD, Akin ripercorre la parabola esistenziale di Giwar Hajabi, in arte Xatar, portando sul grande schermo l’autobiografia del rapper tedesco di origine curda, la cui vita spericolata e sempre al limite supera la finzione. Nato in Iran e cresciuto in Germania, Giwar è stato tutto e ha fatto di tutto tra spaccio, furti, rapine, entrando e uscendo più volte di prigione. Abituato a fare a pugni con la vita, Giwar coltiva un sogno: vuole fare musica. RHEINGOLD sarà nei cinema italiani dal 27 luglio arricchito dai testi delle canzoni
adattati da Frankie hi-nrg mc.

Greta Gerwig nella storia: Barbie ha il miglior weekend di apertura negli USA per una regista donna

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La Barbiemania ha colpito, con il film Barbie (qui la nostra recensione) arrivato nei cinema di tutto il mondo. In pochi giorni il film diretto da Greta Gerwig e con protagonista Margot Robbie ha infranto numerosi record, concludendo il suo primo weekend di apertura con un risultato che proietta la sua regista nella storia. Con un totale di 337 milioni di dollari guadagnati a livello globale (di cui 155 sul solo territorio nazionale) in un solo weekend, secondo un nuovo rapporto di Deadline, il film è diventato l’apertura nazionale più alta dell’anno fino ad oggi, superando il weekend di apertura da 146,4 milioni di Super Mario Bros. – Il film.

Barbie ha anche detronizzato Super Mario Bros. – Il film per il giorno di maggior incasso del 2023 con 70,8 milioni di dollari contro i 54,8 milioni del film animato. Barbie è anche diventato la più grande apertura per un film non sequel o basato su giocattoli, ma anche la maggiore non DC per la Warner Bros., un posto precedentemente ricoperto da It. Warner Bros Discovery, che era alla disperata ricerca di una vittoria al botteghino dopo il fallimento di importanti titoli DC come The Flash, Shazam 2 e Black Adam, ha dunque trovato il suo momento di gloria al box office.

Il film è anche la più grande apertura nazionale e internazionale di Ryan Gosling, della Robbie e della Gerwig come attori e regista, rispettivamente, e ha segnato il secondo fine settimana di apertura più alto per una regista donna, secondo solo al film Captain Marvel, che aveva avuto un weekend a livello globale pari a 456,6 milioni di dollari. Barbie, però, ha fatto guadagnare alla Gerwig un primato, quello di fine settimana di apertura più alto per una regista donna a livello nazionale. La corsa è però solo all’inizio e sono molti altri i record che il film potrebbe infrangere nelle settimane a venire.

Barbie, tutto quello che c’è da sapere sul film

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (Piccole donne, Lady Bird) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (Bombshell – La voce dello scandalo, Tonya) e Ryan Gosling (La La Land, Drive) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (End of Watch – Tolleranza zero, i film Dragon Trainer), Kate McKinnon (Bombshell – La voce dello scandalo, Yesterday), Michael Cera (Scott Pilgrim vs. the World, Juno), Ariana Greenblatt (Avengers: Infinity War, 65 – Fuga dalla Terra), Issa Rae (The Photograph – Gli scatti di mia madre, Insecure), Rhea Perlman (Nei miei sogni, Matilda 6 Mitica) e Will Ferrell (Anchorman, Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (Piccole donne), Emma Mackey (Emily, Sex Education), Hari Nef (Assassination Nation, Transparent), Alexandra Shipp (i film X-Men), Kingsley Ben-Adir (Quella notte a Miami, Peaky Blinders), Simu Liu (Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli), Ncuti Gatwa (Sex Education), Scott Evans (la serie TV Grace e Frankie), Jamie Demetriou (Crudelia), Connor Swindells (Sex Education, Emma.), Sharon Rooney (Dumbo, Jerk), Nicola Coughlan (Bridgerton, Derry Girls), Ritu Arya (The Umbrella Academy) e il premio Oscar Helen Mirren (The Queen – La Regina). Il film è al cinema dal 20 luglio.

Noi anni luce: la recensione del film di Tiziano Russo

Noi anni luce: la recensione del film di Tiziano Russo

“Abbiamo i risultati delle analisi. Si chiama leucemia mieloide acuta.” – Noi anni luce

Quando si è giovani, la morte non è un pensiero che ci sfiora. Neanche per un attimo. Perché non è qualcosa che ci tocca da vicino, ma è parte della vita dei grandi, anagraficamente più prossimi a quel “punto di non ritorno”. Sono proprio quelli gli anni in cui ci si sente invincibili, in cui si crede di poter attraversare mari e monti instancabilmente, spingendosi oltre il limite. Ma quando la realtà, quella più brutta, si schianta addosso rallentandone il cammino, è un attimo a dover rimettere in prospettiva tutta un’esistenza. Basta un nano secondo, una semplice notizia, e la vita ti chiede di essere quell’adulto che guardavi da lontano e a tratti compativi.

Ed è questo che succede a Elsa in Noi anni luce, esordio alla regia di Tiziano Russo, che dopo essersi fatto strada nel mondo dell’audiovisivo con la serie SKAM Italia, arriva a guidare un teen movie che segue la traccia di quelli d’oltreoceano (non a caso prende spunto dall’australiano Matching Jack di Nadia Tass). Presentato nell’ambito del Giffoni Film Festival, ha come protagonisti due giovani stelle nascenti del cinema italiano, Carolina Sala e Rocco Fasano. La sceneggiatura di Noi anni luce è firmata da Isabella Aguilar e Serena Tateo. Il film sarà disponibile nelle sale dal 27 luglio, distribuito da Notorious Pictures.

Noi anni luce, la trama

Elsa (Carolina Sala) ha tanti sogni nel cassetto, primo fra questi diventare una stella del canottaggio. Ha una vita davanti e il futuro le sorride, fino a quando nel bel mezzo di una gara non ha un mancamento e sviene. Sarà qualcosa di semplice, pensa lei, magari un calo di zuccheri, carenza di qualche vitamina, troppo stress, ma dopo una serie di accertamenti i risultati non sono per niente buoni e rassicuranti: si tratta di leucemia. La vita della giovane ragazza cambia, costretta in una stanza d’ospedale e bisognosa di un trapianto di midollo, le giornate sembrano diventate incolori e insapori. Mentre aspetta un donatore che possa salvare la vita, Elsa incontra nel reparto di ematologia Edo (Rocco Fasano), un altro ragazzo che sta affrontando la sua stessa malattia. Da quella conoscenza, che si protrarrà oltre le mura ospedaliere, la ragazza troverà la forza per intraprendere – insieme a Edo – un viaggio alla ricerca del padre che, a detta della madre, le ha abbandonate sparendo nel nulla. Lui è l’ultima possibilità di Elsa per guarire, ma dovrà mettere a dura prova se stessa, mentre nel frattempo l’aria comincia a profumare di amore.

Noi anni luce Carolina Sala e Rocco Fasano

Un teen drama dai toni romance che non ingrana

L’atmosfera creatasi in Noi anni luce ha il sapore di molte pellicole americane teen che abbracciano il genere drama. Il film sembra infatti seguire lo stesso leitmotiv di storie come Colpa delle stelle, A un metro da te o Cosa mi lasci di te, incentrando la narrazione sulla malattia di due ragazzi che vivono il loro percorso – ospedialiero e di vita – con quel fardello pesante sulle spalle in maniera del tutto diversa. L’intento di mostrare il punto di vista di entrambi è dunque interessante, ma risulta essere un punto poco saldo all’interno del racconto. Il doppio point of view di Edo ed Elsa perde di forza nel corso della progressione degli eventi, ed è come se il film sentisse più l’esigenza di mostrare la storia d’amore fra i due, piuttosto che formulare un discorso più strutturato a livello drammaturgico.

La ricerca disperata del padre da parte di Elsa, accompagnata dalla visione diversa che ha lei sia della sua situazione che della lecuemia stessa rispetto a Edo, era un espediente narrativo efficace per esplorare più nell’intimo le differenti reazioni dei protagonisti riguardo la malattia e il concetto di vita, che sarebbero andati a confluire in un interessante coming of age. Cade però tutto in prescrizione, ogni spinta narrativa che tenta di aprire una parentesi più ampia ed elaborata sull’incombenza della morte e sul modo in cui due adolescenti cercano di aggirarla, è schiacciata troppo dalla componente romance (comunque poco accattivante) che incombe con prepotenza su tutto l’impianto del film, spegnendo quel poco di coinvolgimento da parte dello spettatore.

Un film che gira un po’ a vuoto

E allora se Noi anni Luce dà l’impressione di essere un film a metà è purtroppo a causa di una sceneggiatura traballante, a tratti dormiente e pusillanime, scritta soltanto per far muovere quasi per inerzia i suoi personaggi all’interno di una bolla che sembra essere sempre sull’orlo di scoppiare e farli cadere. Russo ci prova a dare un tono drammatico al film, ma è chiaro che non c’è una visione d’insieme e neppure un pilastro fisso tematico attorno al quale far ruotare il racconto. Edo ed Elsa sono i primi ad avere poca caratterizzazione, e il tutto va peggiorando quando si passa ai loro comprimari, i quali compaiono in alcune scene (come la madre o il padre di lei) senza apportare davvero un cambiamento essenziale ai fini della storia. Tutto si trova ad essere così un pretesto – inutile e spigoloso – per far funzionare una trama romantica che, alla fine, è solo pregna di cliché e frasi comuni, lì dove il finale, ma anche i turning point, sono già telefonati.

Il regista manca perciò di elaborare ciò che ha comunque inserito in Noi anni luce: la storia di una sportiva costretta a fermarsi a causa di un male più grande, il supporto e la condivisione di questo con un coetano di cui poi si innamora, e il rapporto padre-figlia, in cui la tematica dell’abbandono voleva essere forte ma invece risulta debole e scarna. Tutto, in favore di una velocità (anche nella love story, pur essendo preponderante) e di una poca determinazione che, inevitabilmente, annacquano l’opera, non dando modo al suo pubblico di poterla apprezzare come si deve, insabbiandone di conseguenza tutte le buone intenzioni.

Barbie e altri 9 film PG o PG-13 vietati in alcuni Paesi

Barbie e altri 9 film PG o PG-13 vietati in alcuni Paesi

Il mondo è un luogo bellissimo, popolato da diverse etnie e culture sopra le quali vige un sistema governativo differente per ognuna di esse. Le leggi presenti nei Paesi non sono tutte uguali – come ben sappiamo – e quello che potrebbe essere consentito, ad esempio, in Italia, potrebbe non avere la stessa libertà oltreoceano. Quanto detto vale anche per l’industria cinematografica e, di conseguenza, i film, che non in tutte le nazioni sono accolti in maniera simile.

Di solito, facendo riferimento al genere dell’opera, c’è una classificazione che determina il target a cui questi sono rivolti, ma a volte non basta. Anche là dove sono classificati PG o PG-13, quindi adatti a tutti con accompagnamento adulto o dai 13 anni in su, possono essere comunque film vietati in generale in alcuni Paesi. Un esempio recente lo abbiamo proprio con Barbie, terzo lavoro di Greta Gerwig, che inaspettatamente è stato censurato. Ma, se si volge lo sguardo indietro, ci si accorge che non è l’unico ad esserlo. Incredibile ma vero, ecco gli altri film, classificati PG o PG-13, su cui è stato posto un divieto in alcune nazioni.

Barbie

Barbie

Iniziamo proprio con Barbie, attualmente nelle sale. La Gerwig porta in scena, attraverso una commedia satirica, l’iconica bambola nata dall’intuzione di Ruth Handler, che affronta un viaggio nel mondo reale insieme a Ken per scoprire cosa c’è che non va a Barbieland. Seppur contenga alcune allusioni o riferimenti umoristi un po’ “spinti”, non è di certo un film che si classifica per soli adulti: per gli States e l’Australia, per esempio, è rispettivamente PG-13 e PG. Eppure in Vietnam Barbie fa parte della categoria di film vietati a causa di una scena che ritrae la linea dei nove tratti di demarcazione su una mappa, segno usato dalla Cina per suggerire che il Paese possiede un territorio che il Vietnam ritiene suo.

Il Principe d’Egitto

Il principe d'Egitto

Pur essendo una delle pellicole d’animazione più acclamate e apprezzate della Dreamworks, anche Il Principe d’Egitto fa parte dei film vietati. Ciò che rende la notizia assurda però, oltre alla censura, è il fatto che essa sia proprio in Egitto. L’opera animata è una rivisitazione del Libro dell’Esodo della Bibbia, e si sofferma in particolare sulla storia di Mosé, ed è un family movie. In alcuni tratti, il film diventa un po’ cupo e violento, ma le ragioni per cui è stato vietato sono ben altre e risiedono nel fatto che rappresenta il faraone Ramses come un cattivo. In Egitto si discute se questa sia una rappresentazione ragionevole, e c’è abbastanza consenso sul fatto che il faraone sia un leader storico ben rispettato, tanto che per l’appunto è stato messo un divieto sulla sua proiezione.

Il testamento del dottor Mabuse

Il testamento del dottor Mabuse

Fra i film più famosi diretti da Fritz Lang, regista tedesco in attività fino agli anni Sessanta, vi è di sicuro Il testamento del dottor Mabuse, un incredibile thriller classico da vedere almeno una volta nella vita, soprattutto se si è amanti del genere. La pellicola venne distribuita in un periodo molto particolare della storia della Germania, dato che il partito nazista controllava il paese a partire dal 1933 e fino al 1945, periodo in cui cessò la Seconda Guerra Mondiale. In questo lasso di tempo molto lungo – ben dodici anni – Il testamento del dottor Mabuse fece parte dei film vietati, ma non a causa della violenza presente, anche perché molta di questa è in fuoricampo, ma perché la sua storia e i suoi temi vennero interpretati come antinazisti, che in seguito censurarono l’opera mentre proprio i nazisti erano al potere. Lang, invece, emigrò in America proprio nel ’33.

Spider-Man: No Way Home

spiderman no way home

Il Marvel Cinematic Universe è un bacino pieno di storie avvincenti sui supereroi e, in quanto tale, è da sempre stato indirizzato verso un pubblico adolescente, destinato anche alle famiglie. I film non contengono infatti scene di nudo, troppo violente oppure aventi un linguaggio offensivo, e qualora invece qualcuno ne avesse all’interno sono abbastanza moderate. Anche le sequenze di combattimento non sono mai intense e questo vale anche per Spider-Man: No Way Home, terzo film stand-alone dell’Uomo Ragno. Pur essendo accessibile e inoffensivo, fa parte anch’esso dei film vietati in alcuni Paesi, in questo caso in Cina. Il motivo? La presenza della Statua della Libertà. Non potendola eliminare e non potendo apportare delle modifiche, Spider-Man: No Way Home non fu, alla sua uscita, distribuito.

Lightyear – La vera storia di Buzz

Lightyear - La vera storia di Buzz, personaggi

Oltre a Il Principe d’Egitto della DreamWorks, anche Lightyear – La vera storia di Buzz della Pixar ha avuto la stessa sorte in termini di censura. Di solito, le sue opere hanno sempre una classificazione G o PG, almeno in Occidente, eppure Lightyear – La vera storia di Buzz in alcuni Paesi dell’Asia e del Medio Oriente è stato vietato. La ragione è una: la scena del bacio tra due personaggi femminili, che ha portato anche ad una “battaglia” da parte di chi voleva che questo momento fosse proprio tagliato dalla storia. Non essendo stato così e non avendolo voluto neppure classificare in un altro modo, il film non è stato proprio distribuito.

Thor: Love and Tunder

Chris Hemsworth Thor in Love and Thunder Stormbreaker

Torniamo al MCU e parliamo di un altro prodotto facente parte della categoria di film vietati: Thor: Love and Tunder. La nuova avventura del Dio del Tuono, non particolarmente apprezzata dai fan per il tono fiacco e privo di spirito, è stata censurata in Malesia. Il motivo è nei riferimenti LGBT della pellicola, anche se una volta distribuito sui servizi streaming, non avendo il governo controllo su essi, il divieto è stato annullato.

Wonder Woman

Gal Gadot Wonder Woman

Dopo aver elencato due film del MCU a cui è stato apposto un divieto, passiamo a uno del DCEU: Wonder Woman, con la splendida Gal Gadot nei panni della guerriera amazzonica Diana. La storia segue i combattimenti della supereroina nella Prima Guerra Mondiale, dopo essersi allontanata dalla sua terra, Themyshira. Il film è stato vietato in Libano, ma non per contenuti violenti o sessuali, bensì proprio per l’attrice protagonista. Le ragioni sono politiche, in quanto Gal Gadot ha prestato servizio nelle Forze di Difesa israeliane e, dato il conflitto in corso tra Libano e Israele, il primo ha deciso di vietare il film a causa della sua partecipazione.

Il grande dittatore

Il grande dittatore

Se pensiamo a Charlie Chaplin, uno dei film che balenano subito in mente è Il grande dittatore, che si discosta per toni e portata dalle opere del comico, molto più leggere e divertenti. In questo caso si trattava invece di un film satirico, in cui Chaplin interpreta un dittatore fittizio, palese controfigura di Adolf Hitler, riconoscibile come una parodia dell’allora leader tedesco, nonostante il paese di riferimento della storia prendesse il nome di Tomania. Durante la Seconda Guerra Mondiale, Il grande dittatore rientrò nei film vietati in Germania e altri Paesi da essa occupati, anche se poi furono annullati dopo la fine della guerra stessa. Il divieto continuò però in Spagna fino al 1975, a causa del regime spagnolo in cui vi era il dittatore Francisco Franco.

L’isola delle anime perdute

L'isola delle anime perdute

Per quanto L’isola delle anime perdute di Eric C. Kenton sia un horror dai toni drammatici, ad oggi il film del 1932 non sarebbe considerato scioccante o disturbante. Ma nella sua epoca lo fu eccome e non si poteva immaginare di farlo vedere ad un pubblico di minori. Molti Paesi lo videro come un film dal contenuto intenso e alcuni finiro per vietarlo direttamente, come accadde in Inghilterra, Svezia e Norvegia. La trama si incentra su uno scienziato pazzo che compie esperimenti allarmanti su un’isola quasi deserta, e in quegli anni si rivelò una storia molto inquietante oltre che controversa. Nel 2011, L’isola delle anime perdute è stato però riproposto in Inghilterra in versione restaurata e alla fine classificato come PG.

Onward – Oltre la magia

Onward – Oltre la Magia

Proprio come Lightyear – La vera storia di Buzz, anche Onward – Oltre la magia (sempre Pixar) è finito nel mirino dei film vietati. Al film, co-scritto e diretto da Dan Scanlon, è stata infatti vietata la distribuzione in alcuni Paesi a causa di alcuni contenuti LGBT. Centro del racconto è il legame fra due fratelli che riescono a riportare in vita temporaneamente il padre; in questo loro percorso si inserisce fra gli altri un personaggio omosessuale, che è stato per l’appunto contestato in Arabia Saudita, Oman, Qatar e Kuwait che hanno deciso di non proiettarlo.

Venezia 80: il manifesto di Lorenzo Mattotti

Venezia 80: il manifesto di Lorenzo Mattotti

L’illustratore e autore italiano Lorenzo Mattotti firma per il sesto anno l’immagine del manifesto ufficiale, e per il quinto anno la sigla della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, giunta all’80. edizione (30 agosto – 9 settembre 2023).

L’immagine scelta  per il manifesto dell’80. Mostra “si ispira alla tradizione del cinema on the road  – spiega Lorenzo Mattotti – e vuole in questo modo esprimere sentimenti di libertà, di avventura, di scoperta di nuovi territori. Ho giocato con la grafica – sottolinea  l’autore – per rappresentare mondi nuovi da esplorare attraverso il Cinema. Siamo convinti che ci sia un grande futuro proprio per il Cinema che guarda lontano e si avventura verso nuove strade. Inoltre, quest’anno la Mostra festeggia la sua 80. edizione e abbiamo voluto ricordarlo nel numero che appare sulla targa di un’automobile di fantasia. Naturalmente sono tanti i film che possono essere evocati guardando questa immagine, ad esempio Il sorpasso, Easy Rider o Thelma e Louise. Ciascuno trovi il suo film on the road. È un augurio per il Cinema, che vada lontano e corra verso il futuro. Un futuro fatto di esplorazioni, alla ricerca di nuove frontiere: un Cinema luminoso e colorato”.

Lorenzo Mattotti vive e lavora a Parigi. Esordisce alla fine degli anni ‘70 come autore di fumetti e nei primi anni ‘80 fonda con altri disegnatori il gruppo Valvoline. Nel 1984 realizza Fuochi, che, accolto come un evento nel mondo del fumetto, vincerà importanti premi internazionali. Per il cinema, ha collaborato nel 2004 a Eros di Wong Kar-Wai, Soderbergh e Antonioni, curando i segmenti di presentazione di ogni episodio. E’ stato consulente creativo per Pinocchio di Enzo D’Alò. Con Incidenti, Signor Spartaco, Doctor Nefasto, L’uomo alla finestra e molti altri libri fino a Stigmate edito in Italia da Einaudi, il lavoro di Mattotti si è evoluto secondo una costante di grande coerenza. Oggi i suoi libri sono tradotti in tutto il mondo. Pubblica su quotidiani e riviste come The New Yorker, Le Monde, Das Magazin, Suddeutsche Zeitung, Nouvel Observateur, Corriere della Sera e Repubblica. Per l’infanzia illustra vari libri tra cui Pinocchio e Eugenio che vince nel ’93 il Grand Prix di Bratislava. Numerose le sue esposizioni personali tra le quali l’antologica al Palazzo delle Esposizioni di Roma, al FransHals museum di Haarlem ai Musei di Porta Romana. Realizza manifesti, copertine, campagne pubblicitarie ed è suo il manifesto di Cannes 2000 e i manifesti per l’Estate Romana.

Nel maggio 2019 ha presentato con grande successo a Cannes, nelle sezione Un certain regard, il suo primo lungometraggio animato come autore e regista La famosa invasione degli orsi in Sicilia, ispirato alla favola/apologo di Dino Buzzati.

Oppenheimer: recensione del film di Christopher Nolan

Oppenheimer: recensione del film di Christopher Nolan

Adesso sono diventato Morte, il distruttore di mondi”. C’è il silenzio, la luce accecante, lo sgomento, l’euforia. Poi il frastuono, l’onda d’urto, il chiarore risucchiato via dal fumo nero che si erge nel cielo. Un’immagine a lungo attesa, globalmente (e tristemente) nota, che Christopher Nolan riesce a far esplodere sullo schermo con una forza inaudita (sarà forse merito dell’essere stata realizzata senza l’utilizzo di CGI?). La citazione qui riportata, sussurrata da J. Robert Oppenheimer, anticipa ciò che oggi sappiamo quest’immagine ha effettivamente portato, ciò che gli scienziati del Progetto Manhattan forse non prevedevano in modo così catastrofico: morte, distruzione.

Il nuovo film di Nolan, dopo il divisivo Tenet, ricostruisce ciò che ha preceduto quell’immagine e lo fa non proponendo molteplici angolazioni della vicenda, ma tenendosi saldamente attaccato al punto di vista di un solo uomo, quell’Oppenheimer definito il “padre” della bomba atomica. D’altronde, Oppenheimer è il primo titolo nella filmografia di Nolan a coincidere con il nome del protagonista, togliendo dunque ogni dubbio sul tipo di narrazione prescelta. Eppure non è un classico biopic quello che Nolan propone, perché naturalmente con lui le cose non procedono mai in un’unica direzione, non c’è il bianco o nero ma innumerevoli sfumature di grigio.

Oppenheimer, la trama del film di Christopher Nolan

Entriamo dunque nella mente di J. Robert Oppenheimer (interpretato da Cillian Murphy), chiamato nel 1942 dal generale Leslie Groves (Matt Damon) a dirigere il Progetto Manhattan, radunando i migliori fisici nucleari del mondo con l’obiettivo di realizzare le prime bombe atomiche. La Germania nazista è in vantaggio da questo punto di vista, così come potrebbe esserlo la Russia comunista e arrivare per primi alla produzione di nuove armi può essere decisivo non per gli esiti della guerra ma per ciò che ne seguirà. Oppenheimer, consapevole del lavoro che gli è richiesto, dovrà dunque correre il rischio di distruggere il mondo per poterlo salvare.

Si citano Murphy e Damon, ma tutti gli eccezionali interpreti del film sono chiamati a spingersi oltre le proprie zone di comfort per far emergere la realtà di personaggi profondamente complessi. Esemplare è Robert Downey Jr. nel ruolo di Lewis Strauss, presidente della Commissione per l’energia atomica degli Stati Uniti, che ci ricorda il grande attore che è se supportato dal giusto regista. Ma ancora, Emily Blunt, Benny Safdie, Florence Pugh, ognuno di loro riesce a rendersi memorabile, che sia più o meno breve il tempo loro concesso. Ma torniamo a lui, allo straordinario Cillian Murphy: glaciale, imperscrutabile, ma dal cui sguardo traspare tutta la paura, la sofferenza ma anche il senso del dovere del suo Oppenheimer.

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Robert Downey Jr. nel ruolo di Lewis Strauss in Oppenheimer.

Le sfumature di grigio di J. Robert Oppenheimer

Oppenheimer è un viaggio nella testa del fisico statunitense, nelle sue emozioni, nelle sue convinzioni e nei suoi timori. Il racconto, gli eventi, i personaggi che si alternano sullo schermo, tutto è vissuto dal suo punto di vista. Un punto di vista che Nolan cerca di ricostruire già a partire dalla sceneggiatura scritta in prima persona, consapevole che così facendo è necessario prevedere anche una serie di omissioni, lacune, menzogne. Lo spettatore vede ciò che vede Robert Oppenheimer e ne sa quanto ne sa lui. Così si spiega anche la scelta di omettere (solo a livello di immagini) ciò che accadde ad Hiroshima e Nagasaki.

Tale esplosione di soggettività sul grande schermo è però alternato a sequenze in bianco e nero che offrono uno sguardo oggettivo sulla vicenda, le quali non diventano mai occasione per allontanarsi da Oppenheimer, ma anzi per offrire dimostrazione della sua influenza anche là dove non era presente. Si segue in particolare in queste sequenze l’udienza sul nulla osta sicurezza nei confronti di Oppenheimer nel 1954 e l’udienza nel 1959 per la nomina di Segretario al Commercio degli Stati Uniti di Lewis Strauss, quest’ultimo scenario fortemente influenzato dal rapporto di Strauss con Oppenheimer, in modi che ovviamente non riveleremo qui.

Racconto a colori e in bianco e nero si intrecciano dunque portando sullo schermo una grande quantità di personaggi, situazioni, dialoghi, informazioni, salti temporali ma anche immagini di onde di energia o del mondo quantistico immaginato da Oppenheimer. Tale valanga di elementi dà vita ad una prima ora di film particolarmente densa, ostica da seguire e comprendere. Un ingresso nella mente e nel contesto del protagonista tutt’altro che accomodante, che sfida lo spettatore ad affrontare quel caos mentre in lui si genera una tensione crescente, su cui incide la potente e prepotente colonna sonora di Ludwig Göransson.

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Cillian Murphy nel ruolo di J. Robert Oppenheimer.

Conto alla rovescia per la detonazione

Superato lo scoglio della prima ora, Nolan inizia a tirare le fila del discorso, senza però rallentare nel ritmo né nella costruzione della tensione. Perché il film stesso è un ordigno esplosivo e più ci si avvicina all’azzerarsi del conto alla rovescia più il terrore per la detonazione diventa palpabile. Un esplosione che diffonde il suo eco fino ai nostri giorni, giorni di guerra, di minacce nucleari e, appunto, di morte e distruzione. Il regista ha definito Oppenheimer un horror e nel procedere della visione tale affermazione si spiega e trova dunque conferma.

Perché con Oppenheimer si esplora come il peggio di certi eventi non si manifesti necessariamente subito, ma possa invece avere un impatto sull’umanità con effetti ritardati. Proprio come avviene nel film al momento dell’esplosione: prima la luce, solo in seguito il boato. Tutta la seconda parte della pellicola mira dunque a riflettere su ciò, assumendo le sembianze di un monito senza però che questo si presenti in modo didascalico. Il racconto e i personaggi ci parlano di un dato evento, rendendo però sempre ben chiaro quanto la sua onda d’urto si sia tutt’altro che estinta. È allora da qui che cresce l’emozione e la potenza del film, evidentemente “nolaniano” ma allo stesso tempo diverso dalle sue precedenti opere.

Paul Schrader ha definito Oppenheimer il film più importante di questo secolo. Un’affermazione forte, tutta da verificare, ma che potrebbe non essere così azzardata. Ci sono opere in grado di diventare le perfette definizioni del periodo in cui vengono prodotte e il nuovo film di Nolan, pur parlando di un evento passato, potrebbe diventarlo per questi nostri tempi. Perché? Perché per Nolan Oppenheimer è stato l’uomo più importante mai esistito, moderno Prometeo che ha consegnato all’uomo lo strumento definitivo con cui autodistruggersi. E di fronte all’idea di quel frastuono, di quella luce accecante e a quei timori che si fanno strada sottopelle, non resta che chiudere gli occhi.

Watchmen: DC e Warner Bros al lavoro su un film d’animazione

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Watchmen: DC e Warner Bros al lavoro su un film d’animazione

Un nuovo film di Watchmen arriverà nel 2024. Mentre DC e Warner Bros hanno saltato il Comic Con 2023, hanno comunque annunciato 2 nuovi film DC per il 2024: un remake animato di Watchmen e un tanto atteso adattamento di Justice League: Crisis On Infinite Earths.

Il seminale fumetto di Alan Moore è esploso nel 1986, sfidando in modo provocatorio i punti fermi dei fumetti come la moralità in bianco e nero e offrendo grotteschi specchi oscuri di supereroi affermati come Nick Fury, Captain Atom e Blue Beetle. Un successo strepitoso, a lungo considerato inadattabile, ma il 2024 vedrà un terzo risultato del genere.

L’account Twitter ufficiale di DC ha annunciato silenziosamente i film con un semplice “perché non è ancora il 2024?!?” prima di rivelare i titoli. L’annuncio di Watchmen ha suscitato un misto di eccitazione e confusione, dato l’enorme potenziale per adattare il sequel di Doomsday Clock di Geoff Johns, o un prequel che adatta le otto miniserie esistenti di Before Watchmen.

La decisione di rifare quella storia, appena 14 anni dopo la versione live-action diretta da Zack Snyder e dopo l’eccellente serie live-action Watchmen della HBO ancora fresca nella memoria, è una mossa particolarmente interessante. Il film uscirà sotto l’etichetta DC Animated Movie, che sembra essere intercambiabile con gli altri affermati film animati originali DC Universe, che hanno una continuità interna. È probabile che Watchmen, originariamente annunciato nel 2017, sarà un film autonomo come l’originale di Moore.

Invincible stagione 2 e Atom Eve Special: i trailer dal Comic Con di San Diego

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Ci sono voluti due anni di attesa, ma il trailer della seconda stagione di Invincible è stato finalmente rivelato in occasione del panel dedicato alla serie nel corso del Comic-Con 2023 di San Diego. Nella stessa occasione è stata anche svelata la data d’uscita della seconda stagione. La serie animata di successo ritorna il 3 novembre su Prime Video, anche se la stagione 2 sarà divisa in due parti.

La seconda parte sarà presentata in anteprima nel 2024. Il primo trailer della seconda stagione vede Mark e sua madre alle prese con la rivelazione di Omni-Man dalla prima stagione e offre un primo sguardo ai nuovi personaggi dei fumetti che ora si uniscono alla serie. Inoltre, il trailer della seconda stagione di Invincible anticipa anche il cast stellare dello show di attori tra ritorni e new entry.

L’universo della serie Prime Video inizia ad espandersi con Invincible – Atom Eve, un cortometraggio che racconta la storia delle origini di Atom Eve. Prendendo in prestito elementi dai fumetti ma aggiungendo anche nuovi frammenti alla storia passata di Atom Eve, Invincible – Atom Eve rivisita un popolare personaggio prima della stagione 2.

Il trailer di Invincible – Atom Eve vede una versione più giovane del personaggio titolare nel suo costume originale da supereroe mentre scopre i suoi poteri. Gillian Jacobs, che dà la voce ad Atom Eve in Invincible, ha ripreso il suo ruolo in questo cortometraggio.

The Walking Dead: Daryl Dixon, il trailer con Norman Reedus

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The Walking Dead: Daryl Dixon, il trailer con Norman Reedus

Il tanto atteso trailer di The Walking Dead: Daryl Dixon è stato rivelato durante il panel del Comic-Con 2023 di The Walking Dead. Daryl Dixon proporrà di nuovo Norman Reedus nei panni di Daryl in una storia ambientata dopo gli eventi di The Walking Dead.

Il primo trailer di The Walking Dead: Daryl Dixon rivela come Daryl arriva in Europa e anticipa il futuro dell’amato personaggio della serie AMC. La prima stagione debutterà il 10 settembre e sarà composta di sei episodi. È interessante notare che The Walking Dead: Daryl Dixon è stata già rinnovata per la seconda stagione, come confermato da AMC durante il Comic-Con. Dopo il finale di The Walking Dead, il franchise ora continua con nuovi spin-off in nuovi formati, tra cui una storia dedicata a Rick e Michonne.

Il personaggio protagonista compare già nel primo episodio della prima stagione, partecipa a tutta la serie originale, compiendo un enorme arco di trasformazione che lo porterà a stringere un rapporto molto stretto con il personaggio di Carol, interpretato da Melissa McBride, che all’inizio doveva comparire in questo show. Braccio destro di Rick, è entrato nel cuore di tutti i fan della serie, all’inizio dello show, quando si trova constretto ad uccidere il suo stesso fratello, Merle Dixon (Michael Rooker).

Rush Hour: trama, cast e sequel del film con Jackie Chan

Rush Hour: trama, cast e sequel del film con Jackie Chan

Affermatosi come uno dei più famosi attori di action movie orientali, Jackie Chan ha nel corso dei decenni dato vita a veri e propri titoli cult, dove ha potuto sfoggiare il suo particolare stile di combattimento che unisce le arti marziali alla mimica del cinema muto. Giunto ad Hollywood, ha sempre più dato vita ad ibridi contenenti tanto le sue tradizioni orientali quanto quelle del cinema statunitense. A farlo entrare nell’Olimpo del cinema statunitense, è stato il film del 1998 Rush Hour – Due mine vaganti, un comico poliziesco dal successo strepitoso.

Diretto da Brett Ratner, regista ache di The Family Man, Red Dragon e Hercules – Il guerriero, il film si basa su un improbabile duo di poliziotti, configurandosi dunque come un Arma letale ma con più demenzialità e scene di combattimento con arti marziali. I produttori non erano inizialmente convinti del potenziale di Chan come protagonista di un film del genere, ma i risultati al box office non lasciarono dubbi: Rush Hour era un autentico successo, con un incasso globale di oltre 240 milioni di dollari a fronte di un budget di 35.

Ad oggi è ancora uno dei più apprezzati buddy-cop movie, un vero e proprio cult citato e omaggiato in molteplici occasioni. Per chi ama questo genere di commedie, si tratta dunque di un titolo assolutamente imperdibile. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Rush Hour: la trama del film

La vicenda si apre ad Hong Kong, dove l’ispettore Lee è a capo delle forze di polizia ed è amico stretto del console cinese Solon Han. Egli è intento a condurre un raid al molo della città, nel tentativo di acciuffare finalmente il famoso criminale Juntao. Durante l’operazione, però, l’agente non riesce a mettere le mani sul contrabbandiere, il quale riesce a fuggire. Lee recupera però alcuni preziosi manufatti cinesi rubati, impedendo così che vengano portati fuori dal paese. Trascorsi due anni, Han si è ora trasferito a Los Angeles con la sua famiglia ed è proprio qui che sua figlia Soo Yung viene rapita.

A sequestrare la ragazza è Sang, il braccio destro di Juntao, il quale vuole vendicarsi di ciò che successe a Hong Kong anni prima. Han non può a quel punto che chiedere l’aiuto di Lee, affinché risolva il caso. L’FBI, però, si mette in mezzo e pretende che un agente americano affianchi quello cinese. Così l’esuberante detective James Carter e l’inflessibile Lee si trovano a lavorare insieme, ma ognuno ha il proprio modo di condurre le indagini. Più si avvicinano a Juntao, però, più si vedranno costretti a mettere da parte le differenze per poter avere successo nella loro missione.

Rush Hour cast

Rush Hour: il cast del film

Al momento di dover scegliere gli attori protagonisti del film, il regista non aveva dubbi sul voler affidare il ruolo del protagonista a Jackie Chan. Una scelta che preoccupava non poco i produttori, poco convinti del fascino che l’attore asiatico poteva esercitare sul pubblico statunitense. Ratner fu però inamovibile, in quanto dopo aver visto Chan recitare in Terremoto nel Bronx era certo che egli fosse la scelta giusta. Il ruolo del detective protagonista venne allora riscritto per un attore asiatico, assumendo il nome di Lee. Chan, che fino a quel momento era stato doppiato negli Stati Uniti, recitò in inglese, potendo così evitare tale pratica.

Per il ruolo del detective James Carter, invece, si era inizialmente pensato agli attori Wesley Snipes e Eddie Murphy, i quali però rifiutarono. Ratner affidò allora il ruolo a Chris Tucker, con il quale aveva già recitato in precedenza. All’attore fu concesso di improvvisare molte delle sue battute, dando vita così a momenti particolarmente iconici all’interno del film. Accanto a loro recitano il celebre attore Tzi Ma nei panni del console Solon Han e Tom Wilinkson in quelli di Juntao. Ken Leung è Sang, mentre Elizabeth Peña è la detective Tania Johnson. L’attrice Julia Hsu interpreta invece Soo-Yung Han, la figlia rapita del console.

I sequel di Rush Hour, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il successo del film, a distanza di tre anni, nel 2001, è stato distribuito il primo sequel. Questo è intitolato Colpo grosso al drago rosso – Rush Hour 2, interpretato sempre da Chan e Tucker. Il film si affermò come un successo maggiore rispetto al precedente capitolo, divenendo il film di arti marziali dal maggior incasso della storia. Nel 2007 è infine stato realizzato il terzo capitolo, Rush Hour – Missione Parigi, ancora con Chan e Tucker protagonisti. Dopo che anche questo ebbe ottenuto notevoli guadagni, si iniziò a parlare della possibilità di realizzare un quarto capitolo. Ad oggi, tuttavia, non sembrano esserci piani a riguardo.

Prima di vedere tali sequel, è possibile fruire di Rush Hour grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Netflix, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 22 luglio alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Venezia 80: La sociedad de la nieve di J.A. Bayona film di chiusura

La sociedad de la nieve, diretto da J.A. Bayona (The Orphanage, The Impossible) è il film di chiusura, fuori Concorso, dell’80. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto Barbera (30 agosto – 9 settembre 2023).

La sociedad de la nieve, epica vicenda di sopravvivenza in condizioni estreme, sarà proiettato in prima mondiale sabato 9 settembre, nella Sala Grande del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia, a seguire la cerimonia di premiazione.

Nel 1972 il volo 571 delle Forze aeree dell’Uruguay con a bordo una squadra di rugby diretta in Cile precipita su un ghiacciaio nel cuore delle Ande. Allo schianto sopravvivono solo 29 dei 45 passeggeri, che si ritrovano in uno degli ambienti più ostili al mondo e obbligati a ricorrere a misure estreme per poter restare in vita.

Diretto da J.A. Bayona, La sociedad de la nieve è prodotto da Belén Atienza, Sandra Hermida e J.A. Bayona. Il cast è composto da Enzo Vogrincic, Matías Recalt, Agustín Pardella, Esteban Kukuriczka e Tomas Wolf. Tratto dal romanzo di Pablo Vierci, è sceneggiato da J.A. Bayona, Bernat Vilaplana, Jaime Marques e Nicolás Casariego. Direttore della fotografia è Pedro Luque. Distribuzione internazionale: Netflix.

Regista spagnolo rinomato a livello internazionale, J.A. Bayona ha fatto il suo debutto da regista con The Orphanage (2007) a Cannes. Il film poi ha vinto numerosi premi tra cui sette Goya. La sua opera seconda, The Impossible (2012) è anche il suo primo film in lingua inglese con il quale ha ottenuto cinque premi Goya, compreso il premio per il miglior regista. È stato regista anche di Sette minuti dopo la mezzanotte (2016) e Jurassic World – Il regno distrutto (2018) e produttore esecutivo di Marrowbone (2017) e I Hate New York (2018). Figura di spicco della televisione, Bayona ha diretto anche episodi di Penny Dreadful (2014-2016) e Il Signore degli Anelli – Gli Anelli del Potere (2022). La sociedad de la nieve è il suo quinto lungometraggio e il primo ad essere girato in spagnolo in sedici anni.

2 Broke Girls, la serie tv: trama, cast, stagioni, episodi e dove vederla

2 Broke Girls è la sit-com di successo creata da Michael Patrick King e Whitney Cummings per la Warner Bros e trasmessa dalla CBS. Ambientato nel quartiere di Williamsburg a Brooklyn, New York City , la trama dello spettacolo segue le vite degli amici Max Black (Kat Dennings) e Caroline Channing (Beth Behrs) nell’arco di sei stagioni e 138 episodi.

2 Broke Girls: dove vederla in streaming

La serie tv 2 Broke Girls ha fatto il suo debutto 19 settembre 2011 ed è andata in onda 17 aprile 2017 negli USA, su CBS. In Italia la serie è stata trasmessa sui canali Mediaset Premium, mentre in chiaro è trasmessa da Italia 1 nel 2013. Al momento la serie non è disponibile in streaming.

2 Broke Girls: la trama e il cast

La serie racconta le vite di due cameriere a metà degli anni ’20 (all’inizio della serie): Max Black (Kat Dennings), figlia di una povera madre della classe operaia e un padre sconosciuto, e Caroline Channing (Beth Behrs), che è nato ricca, ma ora è caduto in disgrazia e senza un soldo perché suo padre, Martin Channing, si è arricchito con la gestione di un Bernard Madoff eseguito con un sistema fraudolendo a schema di Ponzi. Le due lavorano insieme in una tavola calda di Brooklyn, diventando presto compagni di stanza e amici mentre coltivano il loro sogno di aprire un negozio di cupcake un giorno. Tra quelli che lavorano con loro al ristorante ci sono il loro capo, Han Lee (Matthew Moy); Oleg  Jonathan Kite), un cuoco ucraino ottimista ma pervertito; e Earl (Garrett Morris), un cassiere di 75 anni. A partire dalla fine della prima stagione compare anche la loro vicina e il capo part-time Sophie (Jennifer Coolidge), un immigrata polacco che gestisce la compagnia di pulizie Sophie’s Choice.

In 2 Broke Girls protagonisti sono Kat Dennings nel ruolo di Maxine “Max” George Black, una delle cameriere del Williamsburg Diner. Beth Behrs nel ruolo di Caroline Wesbox Channing, una cameriera del Williamsburg Diner. Garrett Morris nel ruolo di Earl Washington, l’anziano cassiere che lavora al Williamsburg Diner dal 1989, e un ex musicista jazz con un amore per la marijuana e il gioco d’azzardo. Jonathan Kite nel ruolo di Vanko Oleg Golishevsky, cuoco ucraino al ristorante Williamsburg. Matthew Moy nel ruolo di Han Margaret Lee, il proprietario del ristorante Williamsburg. Jennifer Coolidge nel ruolo di Zofia “Sophie” Kaczyński una donna polacca.

Le curiosità

La serie è stata annullata dopo sei stagioni il 12 maggio 2017. Una combinazione di fattori, tra cui il declino delle valutazioni, il desiderio della CBS di avere una partecipazione proprietaria e la rete che ha bisogno di liberare spazio per tre nuove sitcom nel programma dell’autunno 2017, ha portato alla la fine dello spettacolo.

2 Broke Girls 6: la sesta e ultima stagione

2 Broke Girls 6x16

In 2 Broke Girls 6×22 Le ragazze devono affrontare grandi decisioni sul loro futuro mentre il film sulla vita di Caroline fa la sua prima.

In 2 Broke Girls 6×21 Caroline incontra la sua ex fidanzata Candy Andy mentre lei e Max partecipano a un seminario pubblicitario per promuovere un film sulla vita di Caroline.

In 2 Broke Girls 6×20 Caroline scopre la segreta ossessione di Bobby per Bowling e una nuova storia d’amore con Frank e il compagno di squadra di bowling di Max e Bobby.

In 2 Broke Girls 6×19 Caroline e Bobby hanno il loro primo combattimento quando incoraggia sua sorella a lasciare il suo lavoro presso l’azienda di famiglia.

In 2 Broke Girls 6×18 Han rintraccia il padre natale di Max e la banda di commensali si reca nel Rhode Island per incontrarlo.

In 2 Broke Girls 6×17 Caroline e Max incontrano la famiglia di Bobby e scoprono che non hanno ancora superato l’ex ragazza di Bobby, Jessica.

In 2 Broke Girls 6×16 Caroline decide di frequentare un corso di burlesque per ravvivare Bobby, mentre Max decide di rinunciare del tutto al sesso.

In 2 Broke Girls 6×15 Caroline è entusiasta del suo primo appuntamento con Bobby, fino a quando non si rende conto che Max rimarrà responsabile del dessert bar.

In 2 Broke Girls 6×14 Quando Max e Caroline tornano a casa dal loro viaggio, Caroline scopre che le piacciono i lavori di ristrutturazione del bar tanto quanto le piace Bobby (Christopher Gorham), l’appaltatore al lavoro. Inoltre, Max si precipita al fianco di Randy quando sente che è in ospedale a New York City, e Sophie si unisce a un gruppo di mamma che si preoccupa più delle feste che dei piccoli discorsi.

In 2 Broke Girls 6×13 Max e Caroline sono scelti come comparse di zombi quando raggiungono il set cinematografico in Texas, dove Randy sta lavorando.

In 2 Broke Girls 6×12 Max e Caroline finiscono su una nave fluviale che va a New Orleans quando Max cerca di raggiungere Randy in Texas.

In 2 Broke Girls 6×11 Max e Caroline fanno un viaggio di corsa campestre a Los Angeles in modo che Max possa riconquistare Randy.

In 2 Broke Girls 6×10 Quando un uragano colpisce, Caroline è preoccupata che una festa di divorzio che sta pianificando per una coppia benestante venga rovinata con la coppia bloccata nel bar di dessert durante la tempesta.

In 2 Broke Girls 6×09 Randy prepara Caroline con uno dei suoi colleghi quando lui e Max si stancano di essere una terza ruota nelle loro date FaceTime.

In 2 Broke Girls 6×08 Il business dei bar da dessert di Max e Caroline esplode dopo aver assunto un famoso barista; Han diventa dipendente dalla potente polvere di cacao del mixologo ed entra in una gara di tiraggio.

In 2 Broke Girls 6×07 Le ragazze seguono una lezione di bartending per aggiungere cocktail al loro menu; Sophie crea una inquietante bambola monitor video simile a un sosia per tenere d’occhio il suo bambino.

In 2 Broke Girls 6×06 L’amore perduto da tempo di Earl dalle visite a Cuba e gli chiede di portarla in un tour del paese.

In 2 Broke Girls 6×05 Max offre a Caroline l’esperienza del party che non ha mai avuto quando sono stati invitati a parlare dei loro affari all’Università della Pennsylvania.

In 2 Broke Girls 6×04  Oleg e Sophie hanno in programma di avere Max e Caroline come i padrini del loro bambino, fino all’arrivo della madre prepotente di Oleg e licenzia le ragazze dai loro doveri di madrina.

In 2 Broke Girls 6×03 Max e Caroline hanno in programma di attirare una clientela più sofisticata nella loro pasticceria, fino a quando una squadra di lottatori di armi diventerà il loro ultimo patrono; Oleg aiuta Max a scrivere messaggi sexy a Randy.

In 2 Broke Girls 6×02 Sophie finalmente ha il suo bambino.

In 2 Broke Girls 6×01  Max affronta le conseguenze della sua rottura con Randy, mentre i tocchi finali vengono fatti sul loro nuovo Dessert Bar; Sophie e Oleg si preparano per la nascita del bambino.

2 Broke Girls: 5 stagione

2 Broke Girls 5

In 2 Broke Girls 5×01 Max, Caroline e l’equipaggio del ristorante si radunano insieme, quando la città cerca di demolire la finestra del ristorante e del cupcake per costruire un teatro I-MAX. Nel frattempo, credendo di essere una donna incinta, Sophie fa molti test di gravidanza.

In 2 Broke Girls 5×02 Max e Caroline trovano lavoro part-time presso il juice bar in una palestra per usufruire gratuitamente dello spogliatoio della palestra dopo la doccia; Caroline ha un incontro con un gruppo di mamme ricche che sono gelose dell’attenzione che sta ricevendo da un allenatore sexy.

 In 2 Broke Girls 5×03 Quando le ragazze incontrano l’ex fidanzata di Caroline, Andy, Caroline si chiede se ha fatto un errore quando vede quanto sostiene la carriera del suo fidanzato.

In 2 Broke Girls 5×04 Il negozio di cupcake di Max e Caroline viene boicottato dopo che si sono rifiutati di vendere cupcakes a un artista di nome “I”, che vuole inserirvi dei cocktail.

In 2 Broke Girls 5×05 Han insiste che la banda di commensali frequenta una serata obbligatoria in un “Escape Room Club” quando sente che non stanno lavorando insieme come una squadra, si ritrovano presto rinchiusi nella stanza a tema “Alice nel Paese delle Meraviglie”.

In 2 Broke Girls 5×06 Max è sia perplesso che curioso quando il nuovo ragazzo con cui sta uscendo esprime esitazioni sull’intimità perché “non è regolare laggiù”. Inoltre, Sophie e Oleg fanno fatica a rimanere incinta.

In 2 Broke Girls 5×07 La nonna di Caroline si sveglia da un coma e non sa che lei e il resto della sua famiglia sono al verde. Caroline cerca di scacciarle raccontandole la brutta notizia lanciandole un ultimo pranzo veloce con l’aiuto di Max e della banda.

In 2 Broke Girls 5×08 Il cugino pro-basket di Oleg arriva in città per giocare contro la squadra preferita di Max, ma il caos ne deriva quando le ragazze interferiscono con il gioco.

In 2 Broke Girls 5×09 Max e Caroline cercano di convincere Ruby, ex fidanzata di Earl, a lasciarlo suonare nel suo club con la sua ex band.

In 2 Broke Girls 5×010 Quando Max si riconnette con una vecchia amica, Caroline si sente gelosa e tenta di provare a fare nuove amicizie.

In 2 Broke Girls 5×11 Max e Caroline fanno un accordo per entrare in una convention di gioco, dove apprendono che l’amico di Han ha basato i personaggi dei videogiochi su di loro.

In 2 Broke Girls 5×12 Caroline attira l’attenzione di un dirigente di Hollywood quando condivide la sua storia di ricchezze nella notte della narrazione; Sophie e Oleg cercano un surrogato.

In 2 Broke Girls 5×13 Max si affianca a Caroline mentre si reca a Los Angeles con il centesimo di uno studio cinematografico per discutere dell’idea di trasformare la sua vita da ricchi in stracci in un film. Mentre è lì, Max perde il suo bagaglio ma trova una nuova cotta.

In 2 Broke Girls 5×14 Caroline è strappata quando gli autori dello studio rivelano che non interpreteranno Max nel progetto; Max viene viziata dal suo nuovo fidanzato di Hollywood, Randy, che fissa un appuntamento con Caroline con il suo amico Bob.

In 2 Broke Girls 5×15 Max fa sedere il cane di Randy, Bruno, che fugge con un serial killer cannibale nel suo quartiere; Caroline organizza incontri con attrici interessate a interpretarla.

In 2 Broke Girls 5×16 Caroline firma i diritti sulla sua storia di vita per essere trasformato in un film; Max ha il cuore spezzato quando Randy la lascia con il suo terapista Elliot, Caroline noleggia un autobus per festeggiare nel tentativo di tirarla su di morale.

In 2 Broke Girls 5×17 Quando le ragazze vanno in prigione per vedere il padre di Caroline, Martin, esibirsi in un musical, gli dicono che hanno intenzione di usare i soldi del film di Caroline per convertire la finestra del loro cupcake in un bar da dessert.

In 2 Broke Girls 5×18 Quando le ragazze decidono di cercare uno spazio più ampio per la loro pasticceria, Han le prepara con Evie, un agente immobiliare che ha una cotta per lui; Randy sorprende Max al ristorante sperando di rattoppare la loro relazione.

In 2 Broke Girls 5×19 Nel tentativo di conoscere meglio il mondo di Max, Randy chiede di passare la notte nel suo appartamento; Caroline lavora per ottenere una licenza di liquore per il loro dessert bar.

In 2 Broke Girls 5×20 Quando uno studio legale che corteggia Randy per un lavoro invita lui e Max a cena in un nuovo ristorante alla moda, la sera va fuori rotta quando la loro cucina eclettica non sta bene con Max.

In 2 Broke Girls 5×21 Quando Max e Caroline hanno bisogno di più spazio per il loro rinnovato bar, sono disposti a fare qualsiasi cosa per convincere Angie, la sfacciata proprietaria della pizzeria accanto, ad affittare loro il suo back office.

In 2 Broke Girls 5×22 Max e Caroline scoprono che Han è nei guai con una banda quando non riesce a pagare un debito sostanziale accumulato giocando al tennis femminile.

 

DayDreamer – Le ali del sogno, anticipazioni, cast, trama e episodi

DayDreamer – Le ali del sogno (Erkenci Kuş) è la serie tv del 2018 turca trasmesso su Star TV e Canale 5. La serie è prodotta da Faruk Turgut per Gold Film. DayDreamer – Le ali del sogno è scritto da Ayşe Kutlu (1-17), İlker Barış (1-17), Yeşim Çıtak (1-17), Aslı Zengin (18-), Banu Zengin Tak (18-) e diretto da Çağrı Bayrak

DayDreamer – Le ali del sogno: dove vederlo in streaming

DayDreamer – Le ali del sogno è disponibile in streaming su Mediasetplay

DayDreamer – Le ali del sogno: la trama 

La storia ruota attorno a Sanem Aydın, una giovane donna di un umile quartiere di Istanbul che sogna di diventare una scrittrice e di vivere nelle Galapagos. Quando la sua famiglia la porta a credere che verrà promessa al suo vicino Muzaffer se non riuscirà a trovare un lavoro stabile, inizia a lavorare in una grande azienda pubblicitaria chiamata Fikri Harika, grazie a sua sorella Leyla, che è la segretaria di Emre Divit, il secondo figlio del proprietario, Aziz. D’altra parte, Can Divit, il fratello maggiore di Emre, è un fotografo dallo spirito libero e famoso in tutto il mondo che torna per la festa di anniversario dell’azienda. Lì, suo padre rivela di avere una grave malattia e gli chiede di dirigere la compagnia e trovare la talpa che sta aiutando il suo concorrente Aylin. Can non ha altra scelta che accettare, suscitando l’invidia di Emre, la vera talpa, nonché l’amante e il partner segreto di Aylin.

In DayDreamer – Le ali del sogno protagonisti sono Sanem Aydın Divit (episodi 1-51), interpretata da Demet Özdemir, sorella minore di Leyla ed è la figlia di Mevkibe e Nihat. È una giovane ragazza con la testa sempre tra le nuvole, una vera sognatrice, intelligente ma anche folle. Can Divit (episodi 1-51), interpretato da Can Yaman, figlio di Aziz e fratello maggiore di Emre. È un fotografo di fama mondiale molto amante della natura che gira il mondo e il suo abbigliamento rispecchia molto la sua personalità. Mevkibe Aydın (episodi 1-51), interpretata da Özlem Tokaslan, madre di Sanem e Leyla ed è la moglie di Nihat. È una donna forte e determinata, è l’aspirazione del quartiere di cui finisce anche per diventare presidente. Muzaffer “Zebercet” (Muzo) Kaya (episodi 1-51), interpretato da Cihan Ercan, innamorato di Sanem da tutta la vita. Leyla Aydın Divit (episodi 1-51), interpretata da Öznur Serçeler, sorella maggiore di Sanem ed è la figlia di Mevkibe e Nihat. È fonte di orgoglio per la famiglia e per il quartiere. A differenza di Sanem, sa bene cosa vuole: avere successo nel lavoro e fidanzarsi con il suo capo Emre.

Emre Divit (episodi 1-51), interpretato da Birand Tunca, fratello minore di Can ed è il figlio di Aziz. Nihat Aydın (episodi 1-51), interpretato da Berat Yenilmez, il padre di Sanem e Leyla ed è il marito di Mevkibe. Cerca di proteggere anche da loro stesse, anche se la sua preferita è Sanem. Cengiz “CeyCey” Özdemir (episodi 1-51), interpretato da Anıl Çelik, Insieme a Muzaffer è uno dei personaggi più strambi della serie, ma sicuramente è il più colorato e divertente. Deren Keskin (episodi 1-51), interpretata da Tuğçe Kumral, direttrice creativa dell’azienda di pubblicità della famiglia di Can ed Emre. Ayhan Işık (episodi 1-39), interpretata da Ceren Taşci, sorella minore di Osman ed è la migliore amica di Sanem. Güliz Yıldırım (episodi 1-39), interpretata da Sibel Şişman. Lavora come assistente di Aziz, il padre di Can ed Emre.

Fanno parte del cast anche Osman Işık (episodi 1-39), interpretato da Ali Yağcı, Aysun Kaya (episodi 1-51), interpretata da Asuman Çakır, Melahat (episodi 1-51), interpretata da Feri Baycu Güler. Aziz Divit (episodi 1-51), interpretato da Ahmet Somers,Metin Avukat (episodi 1-39), interpretato da Tuan Tunalı. Rifat (episodi 1-39), interpretato da Oğuz Okul.Polen (episodi 1-39), interpretata da Kimya Gökçe Aytaç.Arzu Taş (episodi 3-51), interpretata da Ayşe Akın. Sig.ra Remide (episodi 7-29), interpretata da Aliye Uzunatağan. Levent (episodi 9-21), interpretato da Baki Çiftçi. Gamze (episodi 18-51), interpretata Aslı Melisa Uzun. Hüma Divit Erdamar (episodi 26-51), interpretata da İpek Tenolcay. Ayça (episodi 27-51), interpretata da Dilek Serbest.Yiğit (episodi 27-51), interpretato da Utku Ateş. Samet Hoca (episodi 20-29), interpretato da Tufan Günaçan. Ceyda (episodi 20-29), interpretata da Gamze Topuz.Enzo Fabri (episodi 3-29), interpretato da Özgür Özberk.Aylin Yükselen (episodi 1-29), interpretata da Sevcan Yaşar.Deniz Keskin (episodi 20-51), interpretata da Başak Gümülcinelioğlu.Bulut Cevher (episodi 44-51), interpretato da Ahmet Olgun Sunaer.

Imma Tataranni – Sostituto procuratore, la serie tv: trama, cast e dove vederla

Imma Tataranni – Sostituto procuratore è la serie tv italiana diretta da Francesco Amato e liberamente tratta dai romanzi di Mariolina Venezia. La serie tv è prodotta da Alessandra Ottaviani, Daniela Troncelliti, Beppe Caschetto, Anastasia Michelagnoli, con Rita Rognoni trai produttori esecutivi per conto di Rai Fiction e ITV Movie. La fotografia è curata da Roberto Forza. Montaggio da Claudio Di Mauro. Le musiche sono di Andrea Farri. Scengrafie e costumi sono rispettivamente di Emita Frigato e Paola Marchesin.

La seire è scritta da Mariolina Venezia, Salvatore De Mola, Luca Vendruscolo, Michele Pellegrini, Pier Paolo Piciarelli.

Imma Tataranni – Sostituto procuratore: dove vederla in streaming

La serie ha debuttato su RAI 1 dal settembre del 2019. Imma Tataranni – Sostituto procuratore in streaming è disponibile su Raiplay.

Imma Tataranni – Sostituto procuratore: la trama e il cast

La serie ruota attorno al personaggio Imma Tataranni, un sostituto procuratore della Procura della Repubblica di Matera. Donna forte, determinata e piena di risorse, non fa sconti a nessuno né sul luogo di lavoro né in famiglia; tuttavia possiede un lato dolce e ironico che solo di tanto in tanto lascia emergere. Avendo dovuto faticare molto per raggiungere la posizione che occupa, crede tenacemente nei valori della giustizia ed è perciò incorruttibile. Nelle sue indagini attraverso la Basilicata e dintorni, Imma verrà affiancata in particolare dal timido ed efficiente Ippazio Calogiuri, e da molti altri curiosi personaggi.

Protagonisti di Imma Tataranni – Sostituto procuratore sono Vanessa Scalera come Immacolata “Imma” Tataranni, Massimiliano Gallo come Pietro De Ruggeri, Alessio Lapice come Ippazio Calogiuri, Carlo Buccirosso come Alessandro Vitali, Barbara Ronchi come Diana De Santis, Carlo De Ruggieri come il dottor Taccardi, Alice Azzariti come Valentina De Ruggeri, Dora Romano come mamma di Pietro, Lucia Zotti come mamma di Imma, Antonio Gerardi come don Mariano, Ester Pantano come Jessica Matarazzo. Monica Dugo come Maria Moliterni e Cesare Bocci come Saverio Romaniello.

Curiosità

  • La serie è composta da una stagione lunga sei episodi.
  • La prima stagione viene trasmessa in prima serata su Rai 1 dal 22 settembre al 27 ottobre 2019. Pochi giorni dopo la conclusione viene rinnovata per una seconda stagione.

Empire, serie tv: trama, cast, finale e tante curiosità

Empire, serie tv: trama, cast, finale e tante curiosità

Gli amanti della serie tv e musica – soprattutto dei generi hip-hop e RnB – avranno di sicuro sentito parlare di Empire, la serie evento targata Fox, campione d’ascolti, andata in onda dal 2015.

Ideata da Lee Daniels e Danny Strong e prodotta dalla 20th Century Fox Television, Empire è una sorta di serie tv musical drama, ambientata a Philadelphia e che racconta delle vicende della famiglia Lyon, dal passato oscuro, proprietaria e fondatrice dell’etichetta discografica Empire Records.

Empire cast e trama

A capo della famiglia Lyon c’è Lucious Lyon (Terrence Howard), un ex cantante hip hop con un passato da piccolo delinquente di strada che, negli anni è riuscito a ‘ripulirsi’ e a fondare un vero e proprio impero discografico. Per anni la sua etichetta riesce a fare il bello e il cattivo tempo in campo musicale, dettando le regole del gioco e controllando vendite e classifiche. Quando purtroppo gli viene diagnosticata la SLA (sclerosi laterale amiotrofica), con una prospettiva di vita di soli tre anni, Lucious comincia a pensare al futuro della Empire Records e della sua famiglia.

Costretto dagli eventi, Lucious decide di affidare la guida della sua etichetta musicale a uno dei suoi tre figli. C’è Hakeem (Bryshere Y. Gray), il più giovane dei tre, grande promessa dell’hip hop ma ragazzino viziato e profondamente immaturo che vive la sua vita tra alcol, droghe e incontri occasionali; Jamal (Jussie Smollett), il secondogenito di Lucious è invece sensibile e riflessivo nonché un vero e proprio talento della musica RnB, ma in contrasto con il padre che non accetta la sua omosessualità; in ultimo c’è Andre (Trai Byers), il più grande dei tre fratelli, direttore finanziario della Empire Records, un uomo brillante e con un grande fiuto per gli affari nonché l’unico a non aver ereditato il talento musicale della famiglia.

Ognuno dei tre fratelli, almeno sulla carta, potrebbe essere un buon sostituto di Lucious che, invece, non sembra ancora pronto a lasciare le redini del suo impero. Per lui infatti Jamal è troppo morbido nel suo approccio agli affari, Hakeem è ancora troppo immaturo e Andre non ha abbastanza carisma né talento per gestire un’etichetta musicale.

Empire personaggi: il ritorno di Cookie Lyon

Mentre Lucious continua a forgiare i suoi ragazzi per renderli un giorno all’altezza del compito, una donna del suo passato torna a complicare la situazione. Cookie Lyon (Taraji P. Henson), ex moglie di Lucious, finita dentro per spaccio per proteggere il marito, viene scarcerata grazie a un sconto di pena e torna in città per rivendicare la sue fetta di società.

Si scopre infatti che la Empire Records è stata fondata da Cookie e Lucious molti anni prima, grazie ai soldi ricavati dallo spaccio di droga per cui la donna è stata messa in prigione. Nonostante non ci sia nulla di scritto che possa provarlo, Cookie non sembra intenzionata a rinunciare alla sua parte di società.

Convinta di poter ritornare nella vita di Lucious e dei suoi figli senza problemi, Cookie però, uscita di prigione, ha un risveglio assai brusco. Non solo i figli sono restii a riaccoglierla a braccia aperte – soprattutto Hakeem – ma anche Lucious, con il quale è ancora legalmente sposato, sembra essersi rifatto una vita. In quella che prima era la sua casa, Cookie trova Anika Calhoun (Grace Gealey), la nuova compagna di Lucious, molto più giovane di lei e intenzionata a mettere le grinfie sulla società.

Tagliata fuori da tutto, Cookie, un mattone alla volta, ricostruirà la sua vita, progettando una terribile vendetta nei confronti di Lucious.

Empire colonna sonora

La vera forza di Empire, oltre al suo cast eccezionale – la coppia Terrence/Taraji è insuperabile -, sta tutta nella sua colonna sonora. Le incredibili voci di Jussie Smollett, Yazz (nome d’arte di Bryshere Yazshawn “Yazz” Gray, interprete di Hakeem) e Terrence Howard, trovano soddisfazione nelle travolgenti canzoni originali scritte e composte per la serie.

Timothy Mosley, conosciuto in tutto il mondo soltanto come Timbaland, è un famoso rapper, cantautore e produttore discografico americano ed è proprio a lui che è stata affidata la colonna sonora di Empire. Scelto da Lee Daniels, sotto consiglio dei suoi figli, grandi fan del rapper, Timbaland, in collaborazione con il cantautore e produttore Jim Beanz, ha composto e prodotto ogni singola canzone della serie.

La coppia Timbaland-Beanz ha lavorato insieme al team di sceneggiatori di Empire per adattare le musiche ma soprattutto i testi alla serie, affinché questi ultimi fossero lo specchio musicale dell’interiorità dei personaggi. Molte delle canzoni interpretate da Jussie e Yazz, infatti, non solo seguono perfettamente l’andamento della serie ma anche l’emotività di Jamal e Hakeem.

Ma con l’evoluzione della serie, anche la musica cambia. Nel maggio del 2015, infatti, anche il cantante Ne-Yo si unisce al team di cantautori e produttore, per la creazione delle nuove canzoni di Empire. Inoltre, la serie conta un numero impressionante di guest star musicali come Alicia Keys, Courtney Love, Mary J. Blige, Estelle, Snoop Dogg, Jennifer Hudson, Rita Ora, Patty Labelle, Anthony Hamiltion e molti altri ancora.

L’interna colonna sonora della serie Empire è disponibile in ascolto su Spotify, Apple Music e sul canale Youtube ufficiale EmpireFoxVEVO.

Empire finale: l’ultima stagione

Nonostante un inizio a cento all’ora, Empire, come molte altre serie tv, ha subito inevitabilmente dei cali negli ascolti. Se nella sua prima stagione, Empire riusciva a far registrare al network della Fox 17 milioni di telespettatori ogni settimana, dopo 6 stagioni e 102 episodi, la serie ha decisamente perso quota.

https://www.youtube.com/watch?v=QGWK7NBhkyU

Inizialmente i drammi della famiglia Lyon riuscivano a tenere viva l’attenzione del pubblico; tuttavia, però, col passere delle stagione, la trama è diventata assai ripetitiva. Intrighi, manipolazioni, musica travolgente, drammi familiari e complotti, alla fine non erano abbastanza per tenere i telespettatori attaccati allo schermo. In ogni caso, Empire è riuscita ad arriva alla sua sesta stagione, grazie soprattutto al personaggio di Cookie, interpretato da Taraji P. Henson, definito come uno dei migliori degli ultimi vent’anni di televisione.

La sesta e ultima stagione di Empire, annunciata dalla Fox a metà del 2019, è andata in onda dal 24 settembre 2019 al 21 aprile 2020. Tuttavia, a causa dell’emergenza Corona Virus, il network ha dovuto sospendere le riprese lasciando il pubblico senza un finale di serie. La sesta stagione, che doveva essere di 20 episodi, si è infatti conclusa con l’episodio 6×18, Home Is On The Way (in italiano “Sulla Via Di Casa”). Gli episodi finali non sono mai stati girati a causa della pandemia e della sospensione della attività televisive e cinematografiche.

https://www.youtube.com/watch?v=YqhIwlKN54Y

Questa scelta purtroppo obbligata, ha lasciato Empire senza un degno finale e molte delle situazione legate alla vita dei Lyon, sono rimaste irrisolte. Gli autori, quindi, per poter concludere degnamente la serie, hanno dovuto lavorare in fase di post-produzione per trasformare l’episodio 6×18 in un finale accettabile.

Empire, dove vederla in streaming?

Tutte le stagioni di Empire sono disponibili in streaming, in abbonamento su Sky e NowTV oppure in acquisto e/o noleggio su Chili.

https://www.youtube.com/watch?v=6EtcV5oUNX0

Fonte: Wiki, IMDB,

Hailee Steinfeld potrebbe apparire in 4 imminenti progetti MCU

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Hailee Steinfeld potrebbe apparire in 4 imminenti progetti MCU

Hawkeye rimane una delle migliori serie tv dei Marvel Studios su Disney+, mentre Kate Bishop di Hailee Steinfeld si è sicuramente dimostrata una degna aggiunta al gruppo di nuovi volti del Marvel Cinematic Universe. Quando la serie si è conclusa, Kate è andata a stare con Clint Barton e la sua famiglia, presumibilmente per continuare la sua formazione. Dunque ci aspettiamo che l’eroe in erba alla fine serva come nuovo Occhio di Falco su base permanente, e questa evoluzione sembra destinata a svolgersi in una serie di imminenti progetti dei Marvel Studios.

Secondo lo sccoper Daniel Richtman (tramite Covered Geekly), così come il suo ruolo in Avengers: The Kang Dynasty, Steinfeld è in fila per almeno altre quattro apparizioni nel prossimo futuro dell’MCU. Si dice che questi progetti possano essere sia The Marvels, una sorta di Young Avengers o progetto di squadra, una seconda stagione di Hawkeye e Avengers: Secret WarsCome con qualsiasi voce, tratteremo queste anticipazioni con la dovuta attenzione ma questo piano potrebbe avere un senso.

Si pensa che Jeremy Renner si stia riprendendo bene dopo il suo incidente all’inizio di quest’anno, quindi sarebbe probabilmente in grado di assumere un ruolo di supporto in una seconda stagione di Hawkeye (avrebbe senso che Kate sia al centro della scena, comunque). Il CEO della Disney, Bob Iger, ha suggerito che il piano è quello di ridurre il numero di progetti MCU rilasciati in streaming, quindi anche i programmi TV attualmente pianificati dai Marvel Studios non saranno più una garanzia.

Tuttavia, il fatto che Kate sia una parte importante delle storie future è una mossa intelligente da parte di Kevin Feige, soprattutto perché cerca di creare una nuova era di narrazione per Earth’s Mightiest Heroes nella Multiverse Saga e oltre (stiamo sentendo che il Mutants Saga è il prossimo …). Non ci resta che aspettare ulteriori sviluppi e magari un nuovo annuncio ufficiale!

ONE PIECE: trailer ufficiale della serie live-action dal 31 AGOSTO solo su NETFLIX

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Per celebrare il ONE PIECE DAY, la giornata mondiale di Shueisha dedicata al manga più popolare della storia, Netflix rilascia il trailer della serie live-action One Piece, che sarà disponibile dal 31 agosto 2023 in tutti i Paesi in cui il servizio è attivo. Ad accompagnare il trailer, una nuova lettera del Maestro Eiichiro Oda, nella quale il creatore del fenomeno globale condivide i suoi pensieri sull’adattamento in live-action, sulla produzione, sulle differenze con il manga e sul cast.

Basato sulla serie manga più venduta di sempre in Giappone creata da Eiichiro Oda, One Piece è una leggendaria avventura di mare come nessun’altra. Monkey D. Luffy è un giovane avventuriero che ha sempre sognato una vita di libertà. Luffy parte dal suo piccolo villaggio per affrontare un pericoloso viaggio alla ricerca di un leggendario tesoro, il One Piece, per diventare il Re dei Pirati. Ma, per trovare il bottino, Luffy dovrà riunire l’equipaggio che ha sempre desiderato e trovare una nave su cui salpare, perlustrando ogni centimetro dei vasti mari, scampando ai Marines, e superando in astuzia pericolosi rivali ad ogni occasione.

 

A comporre la ciurma saranno Iñaki Godoy nei panni del capitano Monkey D. Luffy, Mackenyu (Roronoa Zoro), Emily Rudd (Nami), Jacob Romero (Usopp) e Taz Skylar (Sanji).  Faranno parte del cast anche McKinley Belcher III, Morgan Davies, Aidan Scott, Vincent Regan, Jeff Ward, Craig Fairbrass, Langley Kirkwood, Celeste Loots, Alexander Maniatis, Ilia Isorelýs Paulino, Chioma Umeala e Steven Ward. Si aggiunge al cast Michael Dorman nel ruolo di Gold Roger.

In partnership con Shueisha, ONE PIECE è prodotta da Tomorrow Studios e Netflix. Matt Owens e Steve Maeda sono gli sceneggiatori, produttori esecutivi e showrunners. Eiichiro Oda, Marty Adelstein e Becky Clements sono produttori esecutivi.

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