Le storie del MCU,
per quanto siano affascinanti e sempre molto attese, peccano di
ripetizioni. Essendo oramai questo un mondo esplorato e presente in
diversi forme, film, spettacoli, videogiochi e fumetti, è
inevitabile che le narrazioni al suo interno – per stare al passo –
siano proliferate, come alcune caratteristiche comuni la cui
visione è sempre più frequente.
Nonostante l’universo Marvel abbia un vastissimo
materiale da cui attingere, le pellicole risultano avere troppe
tendenze che andrebbero eliminate (ci sono
personaggi, trame, strutture narrative quasi identiche), al fine di
evitare somiglianze fra un prodotto e l’altro e, così facendo,
sfoltire le reiterazioni. Cerchiamo di capire cosa andrebbe
modificato e cosa abbandonato.
Doctor Strange e Hulk: non più
personaggi di supporto

Nel MCU,
sia Doctor Strange che Hulk sono stati due membri fondamentali per
gli Avengers, con dei ruoli incisivi nelle battaglie affrontate.
Nonostante questo merito, entrambi i personaggi hanno avuto poco
spazio all’interno della saga per brillare dopo le loro Origin
Story. Pensiamo, ad esempio, a Hulk. Il film a lui dedicato è stato
L’incredibile Hulk del 2008, per poi comparire in un ruolo di
supporto nei film sugli Avengers, in
Thor: Ragnarok e She-Hulk:
Attorney At Law. Stessa sorte per il Dottor Strange che,
dopo il suo primo film del 2016, lo abbiamo ritrovato solo in veste
di aiutante. Persino in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia, l’eroe
interviene in una collisione fra altri personaggi, in questo caso
fra America Chavez e Wanda Maximoff.
È pur vero che i diritti di
distribuzione di Hulk presso la Universal rendano complicato per i
Marvel Studios realizzare altre pellicole in cui Hulk è
protagonista, ma la messa a punto di Planet Hulk nel
MCU fa pensare a una storyline incentrata su
Hulk in futuro. Passiamo invece a Doctor Strange, e precisamente
alla scena post-credits presente nell’ultimo film, in cui si vede
un nuovo personaggio, Clea, chiedere aiuto all’Avenger. In questo
caso, il team-up che ci sarebbe fra Doctor Strange e Clea per il
terzo capitolo, funzionerebbe di più come film solista per lo
stregone rispetto alle precedenti apparizioni.
Scarlet Witch: dall’eroe al cattivo
e viceversa

La magnetica e bellissima Wanda
Maximoff, in “arte” Scarlet Witch, sin dalle sue prime apparizioni
ha destabilizzato lo spettatore. Il personaggio ha fatto il suo
ingresso nel MCU come villain in
Avengers: Age of Ultron, per poi diventare parte della
squadra dei Vendicatori subito dopo. Il suo ruolo però in
Avengers: Civil War si ribalta ancora, diventando una
terrorista, finendo con il perdere la battaglia contro Thanos in
Avengers: Infinity War.
La sua posizione cambia ancora dopo
Avengers: Endgame, quando in WandaVision
torna a essere malvagia nella sua Scarlet Witch, per poi pentirsi
delle sue azioni e corrompere comunque la mente con il Darkhold.
Per poi, di nuovo, sacrificarsi per tutti i problemi che ha
causato. Un’altalena frequente, la sua, che in un suo eventuale
ritorno nell’Universo Marvel non potrebbe più rappresentare né un
eroe né un villain, poiché poco credibile. Nonostante questo,
l’unica opzione attuabile sarebbe quella di renderla coerente e
fedele alla sua natura, malvagia o benevola che sia, senza che
questa muti nel corso del tempo.
Le minacce più gravi sono poco
prese in considerazione

Un altro problema da affrontare è la
mancata presenza di alcuni personaggi quando lo spettatore – o la
storia – li esige o se li aspetta. Un esempio importante può essere
il film di
Iron Man 3, quando uno o più Avengers avrebbero dovuto
irrompere sullo schermo per salvare il Presidente. O, ancora,
quando Capitan Marvel doveva essere a conoscenza della minaccia
incombente generata da villain come Loki, Malekith e Ronan che
stavano minacciando la sua casa.
È ovvio che non tutti i personaggi
del MCU
possono apparire in ogni pellicola, ma la loro assenza si sente
parecchio. Ecco perché, data la natura condivisa dell’Universo
Marvel, potrebbero essere introdotti più ruoli di supporto da parte
di character differenti, oppure inserire dei conflitti che non
sollevino, come ora accade, domande su dove si trovino i
Vendicatori.
Personaggi importanti ai
margini

Il
MCU oltre che vasto, è anche stracolmo di
personaggi di estremo rilievo. Come in ogni produzione
cinematografica, alcuni vivono quasi al margine, mentre altri
esistono nella gloria.
Se questo, per motivi di tempi e
priorità, è giusto, dall’altra parte bisogna prestare attenzione ai
character che invece sarebbe interessante, nell’economia del
racconto, mettere in rilievo. Fra questi abbiamo Valchiria, Wasp e
Drax, personaggi introdotti solo per supporto, a cui però
potrebbero far compiere imprese più grandi o avere archi narrativi
più emozionanti.
Spider-Man e il grande caos che ne
deriva

Da quando è stato introdotto anche
Spider-Man nel MCU,
il Peter Parker di
Tom Holland di casini ne ha combinati parecchi. Errori su
errori, soprattutto all’inizio quando era ancora un Avenger alle
prime armi, il suo Spider-Man ha messo nei guai tantissimi
personaggi.
Sbagli che se prima potevano avere
un senso di esistere, adesso dovrebbero avere un arresto. Magari,
il finale devastante di Spider-Man:
No Way Home, in cui tutti si sono dimenticati di lui,
potrebbe essere la soluzione perfetta per il nuovo inizio di Peter,
dove azioni e scelte saranno prese con molta più cautela e
maturità.
Eliminare i conflitti non
necessari

Fra le scene più apprezzate nei film
Marvel ci sono di sicuro quelle action, piene di adrenalina,
maestosità e bellezza visiva. Eppure non in tutte le storie
occorrerebbero. Questo perché, nella generale economia di una
storia, alcune risoluzioni, per legarsi
bene al contesto, dovrebbero avvenire con
confronti più miti, in cui a farla da protagonista è un
semplice ma funzionale dialogo fra le parti.
In questo modo, le battaglie
necessarie ai fini della storia, risulterebbero molto più
suggestive ed epiche, senza presentarsi come momenti d’azione poco
coinvolgenti a livello emotivo.
La morte non è quasi mai
duratura

Altro problema, o tendenza, è la
modalità in cui il MCU
gestisce le morti dei personaggi. Per quanto si tratti di storie
fantasy, il capitolare dei character non è mai permanente.
Pensiamo, ad esempio, a Loki, l’Agente Coulson, Groot, Gamora,
Visione, Peggy Carter, Heimdall, Jane Foster e Teschio Rosso: tutti
loro, in un modo o nell’altro, non sono mai morti per davvero.
L’introduzione del multiverso rende
la loro dipartita ancor più complicata e temporanea, in quanto
molti eroi possono tranquillamente ritornare, come ad esempio il
Wolverine di
Hugh Jackman e il Professor X di
Patrick Stewart. Queste morti, che risultano perciò finte,
sgonfiano l’avvenimento della sua importanza e valore, non
suscitando a lungo andare molte reazioni sentite. Quel che il
MCU dovrebbe fare è prestare attenzione a questo
elemento, cercando di dare maggior peso al concetto di morte.
Troppe tute e maschere
nanotecnologiche

Il detto dice: il troppo stroppia.
Ebbene, tale concetto calza a pennello con l’uso oramai smodato
delle tute nanotecnologiche. Presentate come esempio
dell’affascinante genialità di Tony Stark, queste armature sono
diventate così tanto frequenti da non essere più una caratteristica
originale e interessante. Sono, più che altro, diventate oggetto
comune di cui neppure si fa più caso o se ne percepisce la
bellezza.
Se prima si rimaneva estasiati dalle
scene di vestizione degli eroi, oramai i costumi sembrano strati di
tessuto senza alcun peso che appaiono e scompaiono come per magia.
In tal modo i personaggi non riescono a distinguersi, non vengono
messi in risalto per la loro unicità e particolarità, ma anzi al
contrario risultano più o meno tutti molto simili. Se nel MCU
prestassero più attenzione ai loro costumi, differenziandoli,
questo potrebbe conferire loro nuova luce.
La comicità non richiesta del
MCU

Ridere è bello. Potersi godere dei
momenti divertenti, di intrattenimento puro, in compagnia dei
propri supereroi preferiti è magnifico. Ma quando si esagera nella
comicità si rischia di far perdere di potenza un momento serio e
decisivo, con la conseguenza di non riuscire neppure ad avere un
reale coinvolgimento da parte dello spettatore.
Nel MCU
ci sono personaggi molto più inclini alla commedia e che, proprio
per questa loro peculiarità, risultano estremamente affascinanti.
Il problema però è quando si eccede nell’inserire inside jokes, o
quando attimi di tensione vengono spompati da battute stonate, che
fanno scemare il sentiment del momento. Una soluzione funzionale
sarebbe ridurre la comicità alle scene essenziali, senza però
snaturare personaggi e narrazione.
Archi narrativi dei personaggi:
quando è il momento di dire stop

Nel MCU
alcuni personaggi iniziano ad avere una storyline ripetitiva. Il
viaggio per molti di loro si è fortunatamente concluso, mentre per
altri procede senza alcuna novità. Se prendiamo Thor come esempio,
ci accorgiamo di quanto l’eroe sia rimasto fermo nei suoi punti,
con l’umorismo che usa per smascherare il dolore; Gamora e Loki
sono di nuovo al punto di partenza dopo essere stati uccisi e
Doctor Strange continua a imparare che non dovrebbe avere sempre il
controllo su tutto.
Come loro, tanti altri sono
immobili, si muovono circolarmente invano, senza avere una vera e
propria svolta. Il MCU dovrebbe perciò dar loro
modo di crescere ed evolversi, in qualche modo rivitalizzarli,
facendo intraprendere loro percorsi innovativi e interessanti,
prima che sia troppo tardi.