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Destinazioni da film: 5 viaggi per veri cinefili

Ci sono viaggi che ti portano lontano e viaggi che ti portano dentro un film. Camminare in un vicolo apparso in una scena cult, riconoscere un panorama, ritrovare un’inquadratura familiare: per chi ama il cinema, esplorare le location dei grandi film significa vivere il mondo con uno sguardo diverso. In queste cinque destinazioni, molto diverse tra loro, ogni scorcio restituisce la magia della pellicola che lo ha reso celebre.

Tokyo: tra luci al neon e skyline futuristici

Sofia Coppola Lost in Translation

Film di riferimento: Lost in Translation

Tokyo non è solo una metropoli: è un’esperienza sensoriale intensa, un flusso continuo di immagini, suoni, luci e dettagli. Sofia Coppola l’ha raccontata con delicatezza in Lost in Translation, un film che ha catturato l’anima più fragile e affascinante della capitale giapponese. Camminare a Shibuya, osservare la danza continua dei passanti o perdersi nelle vie di Golden Gai è come entrare in una dimensione che oscilla tra l’euforia e la quiete. Anche la Tokyo delle tradizioni, dai templi ai giardini zen, offre un contrasto cinematografico che arricchisce la pellicola (e il tuo viaggio nel Sol Levante).

Il bar panoramico dell’hotel Park Hyatt di Shinjuku, dove si svolgono alcune delle scene più emblematiche del film, è una tappa imperdibile per i cinefili. Ma l’intera città, dalle stazioni brulicanti ai locali dove ci si siede gomito a gomito, conserva quell’atmosfera sospesa che ha reso il film un cult. Tokyo non si guarda: si vive come un lungo piano sequenza.

Da tenere in considerazione:

  • I periodi migliori sono la primavera per la fioritura dei ciliegi e l’autunno per i colori e il clima
  • Quartieri top per location cinematografiche: Shibuya, Shinjuku e Roppongi
  • Trasporti: la metro è puntualissima ma nelle ore di punta è molto affollata

New York: la meta cinematografica per eccellenza

Colazione da Tiffany film

Film di riferimento: Colazione da Tiffany

Ogni amante del cinema sogna di visitare la Grande Mela almeno una volta nella vita. La New York è stata il set di migliaia di film e serie, ma nessuna scena è iconica quanto quella di Audrey Hepburn davanti alle vetrine di Tiffany & Co. Passeggiare sulla Fifth Avenue al mattino, quando la luce si riflette sui grattacieli, permette di percepire per un attimo la stessa magia del film.

New York è un susseguirsi di location celebri: Central Park, con i suoi ponti e sentieri riconoscibili in decine di pellicole; Grand Central Terminal, dove ogni giorno milioni di comparse inconsapevoli recitano la loro parte; Brooklyn Heights Promenade, perfetto per le scene romantiche; il Village, con le sue strade alberate che sembrano pensate per essere riprese in dolly. La città stimola continui déjà vu cinematografici.

Oltre al cinema, New York è la protagonista di molte serie diventate cult. Chi non ricorda le avventure di Barney e Ted in How I Met Your Mother e i quartieri eleganti e la vita mondana di Sex and the City? Prima di partire, è consigliabile informarsi su una buona assicurazione sanitaria per viaggio a New York, fondamentale per godersi la città senza pensieri.

Da tenere in considerazione:

  • I luoghi più emblematici si raggiungono facilmente con metro e bus
  • I musei dedicati al cinema e alla fotografia (MoMA, ICP, Museum of the Moving Image) meritano la visita
  • I periodi migliori per visitare la Grande Mela sono fine primavera e inizio dell’autunno

Nuova Zelanda: terre epiche da saga fantasy

signore degli anelli

Film di riferimento: Il Signore degli Anelli

La Nuova Zelanda è un mondo parallelo che esiste sulla mappa ma sembra appartenere alla fantasia. È la patria della Terra di Mezzo, il luogo che Peter Jackson ha scelto per trasformare Il Signore degli Anelli in realtà. Il verde delle colline, la vastità degli altopiani, le montagne che sembrano scolpite: ogni paesaggio è un richiamo diretto a una scena della trilogia.

Hobbiton, mantenuta come nel film, offre un’esperienza indimenticabile per chi vuole sentirsi Bilbo Baggins per un giorno. Ma la vera protagonista è la natura: il Tongariro National Park (Mordor) e il fiordo di Milford Sound (Rivendell) sono paesaggi incontaminati che non possono deludere nessun fan della saga.

Da tenere in considerazione:

  • Le distanze sono ampie, bisogna programmare gli spostamenti con sufficiente anticipo
  • Il meteo cambia rapidamente, soprattutto a sud
  • Anche le visite guidate ai set vanno prenotate con largo anticipo

Marocco: dove il cinema incontra il Sahara

Connie-Nielsen-Il-gladiatore

Film di riferimento: Il Gladiatore

Il Marocco è un gigantesco set naturale: deserti, kasbah, oasi, montagne e città coloniali convivono in un mosaico visivo che ha sedotto registi da tutto il mondo. Ait Ben Haddou, patrimonio UNESCO e location chiave de Il Gladiatore, è probabilmente il luogo più emblematico: camminare tra le sue mura in terra rossa significa ritrovare la potenza visiva di molte scene del film.

Ouarzazate è un altro punto di riferimento del paese nordafricano, tanto da essere soprannominata la “Hollywood del deserto”. Qui si trovano gli Atlas Studios, dove sono state girate pellicole internazionali e dove ancora oggi è possibile visitare scenografie originali. Anche Marrakech ha un’anima cinematografica: i souk, la piazza Jemaa el-Fna, i vicoli di Medina offrono un’infinità di spunti visivi.

Per muoversi con tranquillità e affrontare senza problemi gli imprevisti tipici dei viaggi, è utile valutare un’assicurazione medica viaggio Marocco.

Da tenere in considerazione:

  • La località di Ait Ben Haddou è ancora più suggestiva al tramonto
  • Gli spostamenti nel sud del Paese richiedono un fuoristrada privato o un tour organizzato
  • Attenzione alle escursioni nel deserto: di notte le temperature scendono molto

Praga: atmosfera gotica da thriller

Tom Cruise in Mission: Impossible (1996)

Film di riferimento: Mission: Impossible

Praga è una città che sembra disegnata per il cinema. Le sue architetture gotiche, le piazze barocche e le strade acciottolate creano un’estetica perfetta per spionaggio, mistero e romanticismo. Mission: Impossible ha sfruttato pienamente il fascino della capitale ceca, girando scene intense tra il centro storico e il fiume Moldava.

Il Ponte Carlo, la Piazza della Città Vecchia e il Castello di Praga sono tre scenografie naturali che combinano storia e suggestione. La capitale ceca ha un’energia affascinante: un po’ oscura, un po’ fiabesca e sempre perfetta per chi ama le atmosfere sospese. Molti registi la considerano una delle destinazioni migliori per storie ambientate nel passato.

Da tenere in considerazione:

  • Il centro è molto compatto, si gira comodamente a piedi
  • L’inverno regala un’atmosfera ancora più suggestiva
  • Molti edifici storici richiedono un biglietto d’ingresso. È consigliabile prenotare con sufficiente anticipo

Il prossimo film di fantascienza di Steven Spielberg anticipato con un’immagine criptica a tema alieno

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Un’immagine criptica a tema alieno ha iniziato a circolare per il nuovo film di Steven Spielberg, anticipando quello che sarà uno dei progetti più attesi del 2026. Il leggendario regista, autore di classici come E.T., Jurassic Park, Incontri Ravvicinati del Terzo Tipo, A.I. – Intelligenza Artificiale e La Guerra dei Mondi, è pronto a tornare alla fantascienza con un titolo ancora senza nome ufficiale.

La promozione è iniziata in grande stile a Times Square, dove un enigmatico billboard mostra un grande occhio alieno accompagnato dalla scritta: “All will be disclosed. Spielberg. 06.12.26.” Un messaggio essenziale ma potentissimo, che lascia intuire un tema legato a UFO, incontri extraterrestri e verità nascoste.

Il film arriverà nelle sale il 12 giugno 2026 e, secondo le prime indiscrezioni, esplorerà il mondo degli UFO e delle presenze aliene. Il cast è già ricchissimo: Emily Blunt, Colin Firth, Eve Hewson, Colman Domingo, Wyatt Russell, Josh O’Connor e Henry Lloyd-Hughes sono stati confermati a bordo del progetto.

Alla sceneggiatura ritroviamo David Koepp, storico collaboratore di Spielberg per Jurassic Park, La Guerra dei Mondi e Indiana Jones e il Regno del Teschio di Cristallo. In produzione torna anche Kristie Macosko Krieger, che ha già affiancato il regista in titoli come A.I., Le Avventure di Tintin, Il ponte delle spie, The Post, West Side Story e The Fabelmans. Questo primo teaser visivo sembra confermare che Spielberg è pronto a riportare la fantascienza hollywoodiana alle sue radici più misteriose e spettacolari.

It’s a Wonderful Knife: la spiegazione del finale del film

It’s a Wonderful Knife, un classico cult dell’horror natalizio in divenire, sta già lasciando un segno indelebile nel genere horror. Parodia satirica del leggendario film natalizio It’s a Wonderful Life (La vita è meravigliosa, del 1946), It’s a Wonderful Knife non solo è ricco di scene cruente e momenti divertenti, ma ha anche un tono natalizio commovente che raramente si trova anche nei film slasher meno impegnativi. Con una performance assolutamente esilarante di Justin Long, non c’è da stupirsi che il film abbia avuto un successo sorprendente. Il suo finale può però generare diversi interrogativo e allora in questo approfondimento andiamo ad esplorare la conclusione del film.

Di cosa parla It’s a Wonderful Knife?

La trama generale di It’s a Wonderful Knife, come ci si potrebbe aspettare, è molto simile a quella di It’s a Wonderful Life. La storia segue principalmente Winnie Carruthers (Jane Widdop), una giovane liceale che ha perso lo spirito natalizio a seguito di una tragedia inimmaginabile. Durante le festività natalizie dell’anno precedente, la sua migliore amica Cara (Hana Huggins) è stata uccisa da un folle assassino mascherato noto come The Angel, che in realtà era il sindaco psicotico della città, Henry Waters (Justin Long).

Winnie uccide l’assassino, ma il trauma, unito all’atteggiamento indifferente della sua famiglia nei confronti della tragedia, le fa desiderare di non essere mai nata. Winnie ottiene ciò che desidera, ma desiderando di non essere mai nata, Henry Waters ritorna, pronto a uccidere di nuovo. Tutto questo porta a un finale magico in cui Winnie capisce che la sua vita e quella della sua famiglia e dei suoi amici hanno un valore.

Jane Widdop in It's a Wonderful Knife
Jane Widdop in It’s a Wonderful Knife

Winnie e Bernie affrontano Henry Waters nel finale

Mentre cerca di invertire il suo desiderio sfortunato con l’aiuto del suo improbabile compagno Bernie (Jess McLeod), Winnie ha vissuto un vero e proprio incubo in questa realtà alternativa. In questo mondo in cui lei non è mai nata (oltre al fatto che i suoi amici e la sua famiglia non sanno chi sia), Henry Waters ha compiuto una serie di omicidi durata un anno, e suo fratello Jimmy (Aidan Howard) è stato una delle sue vittime. A causa di ciò, la versione di suo padre David (Joel McHale) in questa realtà alternativa ha assunto il ruolo dell’Angelo, massacrando vittime per la visione contorta di Waters per Angel Falls.

David, essendo un altro killer Angel, induce Winnie e Bernie a credere che ucciderlo invertirà il fenomeno che ha catapultato Winnie in questa realtà. Riescono a uccidere il malvagio David e tornano all’aurora boreale per vedere se possono annullare il desiderio di Winnie. Prima che Winnie ci provi, Bernie condivide una rivelazione sorprendentemente commovente e tragica. Racconta alla sua nuova amica che questo Natale sarebbe stato l’ultimo prima della sua avventura con Winnie, sottintendendo che si sarebbe tolta la vita se non fosse stato per questo legame inaspettato. Rendendosi conto che Winnie merita molta più compassione nella sua linea temporale originale, Winnie giura di comportarsi bene con lei dopo aver desiderato di rinascere.

Jess McLeod e Jane Widdop in It's a Wonderful Knife
Jess McLeod e Jane Widdop in It’s a Wonderful Knife

Tuttavia, con grande disappunto del duo, non sembra succedere nulla. La loro attenzione si sposta su un comizio nelle vicinanze organizzato dal sinistro sindaco Waters. I due eroi vedono che Waters sta in qualche modo controllando mentalmente i partecipanti al comizio perché… beh, non lo sappiamo. Il controllo mentale è semplicemente qualcosa che Henry Waters sembra essere in grado di fare ora. Ad ogni modo, dopo un ultimo drammatico scambio di parole, Winnie e Bernie riescono a uccidere Henry Waters. Ucciderlo non solo spezza il suo controllo sugli abitanti di Angel Falls, ma avvia finalmente il processo per rimandare Winnie alla sua linea temporale originale. Prima che lei se ne vada, però, lei e Bernie si scambiano un bacio appassionato per dirsi addio, forse per sempre.

Winnie torna alla sua “vita meravigliosa” nel finale di It’s a Wonderful Knife

It’s a Wonderful Knife si distingue dagli altri film slasher per il suo tono piuttosto sincero e delicato, diventando più un film natalizio della Hallmark che un horror. Tutto questo è chiarissimo nel finale del film, quando Winnie riesce finalmente a tornare alla sua linea temporale originale. Qui, la sua famiglia e i suoi amici sono tutti come prima. Suo fratello è vivo e vegeto, sua madre non è alcolizzata e suo padre non è mai diventato il servitore di un serial killer squilibrato. È sinceramente felice di essere di nuovo insieme ai suoi cari ed è pronta a trascorrere il Natale con loro, ora che è uscita dalla sua depressione stagionale.

Donnie Brasco: la storia vera dietro il film con Johnny Depp

Ci sono stati diversi film su anime coraggiose che lavorano sotto copertura per il governo contro la mafia e il crimine organizzato. Il migliore è forse il capolavoro di Martin Scorsese The Departed, con Leonardo DiCaprio e Jack Nicholson. Scorsese ha avuto successo anche con The Irishman nel 2011. Ma il thriller più accurato sugli informatori della mafia potrebbe essere il film del 1997 diretto da Mike Newell intitolato Donnie Brasco, con protagonisti Johnny Depp e Al Pacino.

Ci sono così tante scene mozzafiato in Donnie Brasco in cui l’agente dell’FBI Joe Pistone è a un passo dall’essere ucciso per una sola parola sbagliata. Data l’intensità della storia, abbiamo deciso di approfondire questo fantastico film sulla mafia per vedere quanto della storia è realmente accaduto e quali libertà artistiche si è preso Newell, osservando ciò che l’informatore ha fatto nei decenni successivi alla sua uscita dall’FBI.

Chi è il vero Donnie Brasco?

Donnie Brasco è lo pseudonimo dell’agente dell’FBI Joe Pistone (Depp) che si è infiltrato sotto copertura nei circoli ristretti di due delle famiglie mafiose più pericolose e letali di sempre. Dal 1976 al 1981, Pistone ha assunto questa identità e ha rischiato la vita ogni giorno per ottenere informazioni su centinaia di gangster delle famiglie Bonnano e Colombo. Lavorando principalmente a Brooklyn, New York, Pistone strinse amicizia con un mafioso di basso livello di nome Benjamin “Lefty” Ruggiero (Pacino). Lo utilizzò per avvicinarsi ad alcuni dei criminali organizzati più pericolosi della fine degli anni ’70 e dei primi anni ’80.

Donnie Brasco film
Al Pacino e Johnny Depp in Donnie Brasco

Pistone ha dichiarato che l’85% del film è accurato e il 15% è stato romanzato dal regista Mike Newell. Quindi la maggior parte del film è basata su fatti reali. Depp e Pistone hanno trascorso diversi mesi insieme prima dell’inizio delle riprese principali e poi Pistone è stato sul set ogni giorno durante le riprese. Pistone ha detto che Depp ha imparato così bene i suoi manierismi che un giorno, quando la madre di Pistone ha visitato il set, ha sentito la voce di Depp e ha pensato che fosse quella di suo figlio.

Pistone ha spiegato come ha aumentato il suo valore quando lavorava sotto copertura, dicendo: “Avevo un’abilità che pochi di loro possedevano, ovvero quella di scassinare serrature, allarmi antifurto e casseforti. Era un’abilità di cui avevano bisogno e che io avevo acquisito durante i miei anni nei servizi segreti della Marina e seguendo diversi corsi dell’FBI“. Quindi la maggior parte di ciò che il personaggio di Depp fa in Donnie Brasco sono cose che Pistone aveva davvero imparato a fare.

Come ha fatto Donnie Brasco a diventare amico di Lefty Ruggiero?

Nel film, il personaggio di Joe Pistone interpretato da Depp viene presentato come un ladro di gioielli e un piccolo criminale della Florida che “ha dei contatti” a Brooklyn, New York. Pistone ha spiegato perché ha scelto di interpretare Brasco proprio come un ladro di gioielli, dicendo: “Dovevo scegliere una professione che potessi svolgere da solo. La maggior parte dei ladri di gioielli opera da sola. Ho scelto una professione che non fosse troppo violenta. Non potevo commettere crimini violenti”.

“Se dici di essere un ladro d’auto, allora devi rubare un’auto ogni giorno, ogni notte. Ma un ladro di gioielli può fare un colpo al mese e guadagnare un sacco di soldi”, ha aggiunto. Pacino interpreta un membro di basso livello della famiglia mafiosa Bonnano di nome Lefty Ruggiero. Si avvicina a Pistone nei panni di Donnie Brasco perché vuole far valutare un diamante rubato per venderlo. Pistone diventa quasi immediatamente amico di Lefty, che a sua volta garantisce per Donnie presso alcuni dei pezzi grossi dell’organizzazione con sede a Brooklyn, tra cui il capomafia Dominick “Sonny Black” Napolitano (Michael Madsen).

Donnie Brasco cast
Al Pacino e Michael Madsen in Donnie Brasco

Quello sarebbe stato l’inizio della fine per Ruggiero, che era completamente all’oscuro del fatto che Brasco fosse in realtà Joe Pistone e lavorasse per i buoni dell’FBI. Dopo che Pistone/Brasco fu ritirato dall’incarico nel 1981, dopo cinque anni di lavoro, aveva messo fuori gioco la famiglia Bonanno. Il suo lavoro portò a oltre 200 incriminazioni e più di 100 arresti di alcuni dei principali esponenti della malavita.

Joe Pistone ha lavorato come consulente per Donnie Brasco

Come abbiamo già detto, Pistone ha affermato che l’85% del film è fedele alla realtà, ma ha anche parlato del 15% che è stato leggermente modificato da Newell. La maggior parte delle aggiunte alla storia riguardano il rapporto di Joe con sua moglie Maggie, interpretata da Anne Heche. Sono state prese alcune licenze artistiche riguardo al loro matrimonio e ad alcuni degli eventi descritti, comprese diverse scene chiave. Secondo Pistone, la scena in cui schiaffeggia Maggie non è mai realmente accaduta: “È stata aggiunta dal regista (Newell). Ricordo che quel giorno stavo andando in studio con Johnny e lui non parlava quasi per niente, credo perché sapeva che avrei avuto dei problemi con quella scena”, ha detto Pistone, consulente del film.

Quando l’ho vista, sono andato su tutte le furie. Ma in questo caso non ho autorità sul regista. Lui è come il capitano, quindi è rimasta così”. Un’altra scena che è stata aggiunta è quella della seduta di consulenza nel film. Pistone sostiene che lui e sua moglie non sono mai andati da un consulente matrimoniale. E forse la differenza più grande tra la storia reale e quella che è finita nel film è stata quando hanno smaltito un cadavere. “Non abbiamo mai fatto la scena di ‘I Soprano’”, dice riferendosi alla scena raccapricciante in cui la banda di Lefty uccide Sonny Red (Robert Milano) e altri due gangster rivali, poi usa un seghetto per smembrare e smaltire i corpi.

Al Pacino e Johnny Depp in Donnie Brasco
Al Pacino e Johnny Depp in Donnie Brasco

Un altro aspetto di Donnie Brasco che viene in qualche modo sorvolato è ciò che è realmente accaduto a Lefty dopo che la mafia ha scoperto che Donnie era una spia dell’FBI. C’è una scena che induce a credere che Lefty stia per essere ucciso per aver portato Brasco nella famiglia. Lo si vede mentre si toglie i gioielli e mette i suoi effetti personali in un piccolo cassetto per sua moglie, e poi esce per incontrare un uomo misterioso che crediamo debba uccidere Lefty.

Quando chiude la porta dietro di sé, si sente uno sparo mentre lo schermo diventa nero e riprende con Joe al poligono di tiro che spiega gli spari. Pistone ha raccontato cosa è realmente successo a Lefty: “Pensavo che Lefty sarebbe stato ucciso… in realtà è morto di cancro. Stava per essere ucciso quando l’FBI lo ha arrestato e gli ha salvato la vita”. Il film fa credere che sia stato ucciso a colpi di pistola, ma in realtà è morto anni dopo per malattia.

Joe Pistone usa ancora nomi falsi quando viaggia

Anche all’età di 84 anni, l’ex agente speciale che ha inferto un colpo mortale a una delle più grandi famiglie della criminalità organizzata degli Stati Uniti deve ancora guardarsi le spalle. Quando viaggia per conferenze e per piacere, deve usare nomi falsi e il suo indirizzo di casa è ancora segreto. I mafiosi hanno la memoria lunga e l’intrepido ex informatore (che è ancora l’unico agente dell’FBI ad essere stato invitato a entrare a far parte dell’organizzazione clandestina) non vuole correre alcun rischio per la sua famiglia e per la vendetta. Pistone si è poi ritirato formalmente dall’FBI nel 1996 e la sua ubicazione rimane segreta.

Con Air: la spiegazione del finale del film

Con Air, diretto da Simon West nel 1997, si colloca in un periodo chiave della carriera di Nicolas Cage, caratterizzato da ruoli da action hero in film come Face/Off – Due facce di un assassino (1997) e The Rock (1996). In questi anni, Cage diventa un volto iconico del cinema d’azione hollywoodiano, spesso interpretando personaggi carismatici e fisicamente capaci, chiamati a confrontarsi con criminali spietati o situazioni ad alto rischio. Con Air si inserisce perfettamente in questa tendenza, mescolando adrenalina, humour e un ritmo serrato tipico dei thriller d’azione degli anni ’90.

Il film trae ispirazione da eventi reali e dal concetto di trasporto di detenuti federali tramite aerei, trasformando questa realtà in un contesto spettacolare e cinematografico. Con un cast corale che include John Malkovich e Steve Buscemi, Con Air affronta temi come la giustizia, la redenzione e la lotta tra bene e male in scenari estremi. La pellicola mescola elementi di thriller e action movie con un tono volutamente spettacolare, facendo emergere l’eroismo individuale all’interno di un contesto collettivo di caos e violenza.

Sin dal suo debutto, Con Air ottiene notorietà per le sequenze spettacolari, la tensione costante e le interpretazioni di un cast di alto profilo, consolidando la reputazione di Cage come protagonista di film d’azione mainstream. Nel corso degli anni, il film acquisisce uno status di cult movie, noto per le sue frasi iconiche e le scene memorabili, diventando un riferimento del genere action anni ’90. Nel resto dell’articolo si proporrà una spiegazione dettagliata del finale del film e di come la vicenda si risolve.

Con Air cast
Nicolas Cage in Con Air

La trama di Con Air

Protagonista del film è Cameron Poe, ranger dell’armata americana, il quale poco dopo aver scoperto che la sua compagna Tricia è incinta, si trova ad essere coinvolto in una rissa con alcuni ubriachi. Quando nel luogo dell’aggressione arrivano gli agenti della polizia, si trovano davanti Cameron con un coltello in mano e un uomo ferito a morte, riverso a terra. Il Ranger viene prima arrestato con l’accusa di omicidio e successivamente condannato ad otto anni di prigione, non avendo diritto all’attenuante della legittima difesa a causa del ruolo lavorativo ricoperto.

Durante gli anni di reclusione, l’uomo non vuole in nessun modo che sua figlia Casey entri in carcere e si accontenta dunque di vederla crescere in fotografia. Il giorno dell’ottavo compleanno della bambina, coincide con il lieto evento della concessione a Cameron della libertà vigilata,, ma qualcosa sta per accadere. Cameron viene imbarcato in un volo insieme ai peggiori detenuti del sistema penale statunitense e appena poco dopo il decollo, Cyrus Grissom, genio criminale, riesce ad attuare un dirottamento accuratamente progettato. Per Cameron, l’unico modo di salvarsi e tornare dalla sua famiglia sarà risolvere la situazione.

La spiegazione del finale del film

Cameron Poe affronta il culmine della sua missione quando il Jailbird atterra all’aeroporto di Lerner, un’area abbandonata vicina a un cimitero di aerei. Con la collaborazione del maresciallo Vince Larkin, Poe si muove per soccorrere Baby-O, il compagno di cella diabetico, e impedire che Grissom esegua la sua fuga con il narcotrafficante Cindino. La situazione degenera in uno scontro a fuoco tra i detenuti e le autorità, con l’intervento della Guardia Nazionale. Durante il conflitto, molti criminali vengono eliminati o catturati, mentre Greene mostra un momento di autocontrollo, rifiutando di fare del male a una bambina innocente.

Dopo la battaglia nel deserto, il Jailbird viene nuovamente messo in volo, gravemente danneggiato. Poe prende il comando del velivolo mentre Larkin lo guida da terra, indicando la necessità di un atterraggio di emergenza sul Las Vegas Strip. Il pilota Swamp Thing è costretto a un atterraggio improvvisato tra edifici e traffico, causando distruzione e la morte di Johnny 23. Poe e Larkin inseguono Grissom, Jones e Swamp Thing in un inseguimento ad alta velocità tra le strade di Las Vegas, che si conclude con la morte dei tre fuggitivi e la completa neutralizzazione della minaccia.

Nicolas Cage e John Malkovich in Con Air
Nicolas Cage e John Malkovich in Con Air

Il finale di Con Air porta a compimento i temi principali del film, come il coraggio individuale, il senso di giustizia e la protezione dei più deboli. Poe incarna l’eroe che, nonostante la sua condizione di ex detenuto, agisce moralmente e fisicamente per proteggere gli innocenti. L’uso del Jailbird come fulcro dell’azione simboleggia la lotta tra caos e ordine, mostrando come l’ingegno e la determinazione possano ribaltare situazioni apparentemente impossibili e ristabilire l’equilibrio tra giusto e sbagliato.

Il finale sottolinea anche l’importanza dei legami personali e della famiglia come forza motivante. Poe agisce per amore della moglie e della figlia, e il suo successo non è solo la cattura dei criminali, ma anche il ricongiungimento con i propri affetti. Allo stesso tempo, il film evidenzia che la redenzione e il coraggio possono emergere anche in contesti estremi, dove leggi e regole sono messe in discussione, offrendo uno sguardo sulle possibilità di riscatto morale e personale.

Il messaggio che il film lascia è quello della resilienza e del valore dell’integrità personale anche di fronte a pericoli straordinari. Con Air suggerisce che la forza d’animo, l’astuzia e il rispetto per gli altri possono prevalere sul caos e sulla malvagità. La conclusione offre una sensazione di giustizia compiuta, con il protagonista che riconquista la sua famiglia e la sicurezza, mentre i criminali vengono puniti. Al contempo, il film celebra l’azione eroica come mezzo per ristabilire ordine e proteggere chi è vulnerabile, confermando la figura di Cage come icona del cinema d’azione anni ’90.

Gioia Mia, gratis al cinema con Cinefilos.it

Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema gratis Gioia Mia di Margherita Spampinato, con Marco Fiore e Aurora Quattrocchi. Il film arriva in sala dall’11 dicembre distribuito da Fandango. Ecco di seguito l’elenco delle città, dei cinema, dei giorni e degli orari disponibili:

ROMA 
 
CINEMA GREENWICH
giovedì 11 dicembre – 10 biglietti
venerdì 12 dicembre – 10 biglietti
sabato 13 dicembre – 10 biglietti
domenica 14 dicembre – 10 biglietti
lunedì 15 dicembre – 10 biglietti
martedì 16 dicembre – 10 biglietti
mercoledì 17 dicembre – 10 dicembre
 
CINEMA TIBUR
giovedì 11 dicembre – 10 biglietti
venerdì 12 dicembre – 10 biglietti
sabato 13 dicembre – 10 biglietti
domenica 14 dicembre – 10 biglietti
lunedì 15 dicembre – 10 biglietti
martedì 16 dicembre – 10 biglietti
mercoledì 17 dicembre – 10 dicembre
MILANO
 
ANTEO PALAZZO DEL CINEMA
giovedì 11 dicembre – 10 biglietti
venerdì 12 dicembre – 10 biglietti
sabato 13 dicembre – 10 biglietti
domenica 14 dicembre – 10 biglietti
lunedì 15 dicembre – 10 biglietti
martedì 16 dicembre – 10 biglietti
mercoledì 17 dicembre – 10 dicembre
 
TORINO
 
CINEMA ROMANO
giovedì 11 dicembre – 10 biglietti
venerdì 12 dicembre – 10 biglietti
sabato 13 dicembre – 10 biglietti
domenica 14 dicembre – 10 biglietti
lunedì 15 dicembre – 10 biglietti
martedì 16 dicembre – 10 biglietti
mercoledì 17 dicembre – 10 dicembre
 
FIRENZE
 
CINEMA ASTRA
giovedì 11 dicembre – 10 biglietti
venerdì 12 dicembre – 10 biglietti
sabato 13 dicembre – 10 biglietti
domenica 14 dicembre – 10 biglietti
lunedì 15 dicembre – 10 biglietti
martedì 16 dicembre – 10 biglietti
mercoledì 17 dicembre – 10 dicembre
Tutti i biglietti assegnati saranno validi per due persone e per qualsiasi spettacolo della giornata scelta. Gli orari degli spettacoli saranno consultabili esclusivamente e direttamente sul sito dei cinema a partire da giovedì 11 dicembre. I biglietti potranno essere richiesti inviando una email a: [email protected] entro e non oltre il prossimo giovedì 12 dicembre.

Guarda il trailer di Gioia Mia

La trama di Gioia Mia

Nico, un bambino vivace, scontroso e impertinente, cresciuto in una famiglia laica, in un mondo moderno, tecnologico e iperconnesso, è costretto a passare l’estate in Sicilia, ospite di un’ anziana zia, signorina religiosissima e scorbutica che vive sola, in un antico palazzo pieno di leggende e superstizioni, senza wi-fi né elettrodomestici, senza nessun tipo di tecnologia, completamente fuori dal tempo.

La zia lo accoglie con fastidio, cerca di inserirlo con prepotenza nel suo mondo popolato da angeli e spiriti, dominato da un senso magico della religione.

Lo scontro tra modernità e passato, tra ragione e religione, tra velocità e lentezza, segna l’inizio del loro burrascoso rapporto. Eppure pian piano, nasce un legame profondo di cui entrambi non sapevano di avere bisogno.

Supergirl: domani il trailer! Ecco una nuova preview

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James Gunn ci informa che domani arriverà il primo trailer ufficiale di Supergirl con una nuova preview che vede protagonista Milly Alcock. Eccola di seguito:

Quello che sappiamo su Supergirl

Oltre a Milly Alcock nei panni della protagonista, Supergirl vedrà anche la partecipazione di Eve Ridley (Il problema dei 3 corpi) nel ruolo di Ruthye Mary Knolle e Matthias Schoenaerts (The Old Guard) nel ruolo del malvagio Krem delle Colline Gialle. Più recentemente, la star di Aquaman, Jason Momoa si è unita al cast nel ruolo di Lobo. Anche Krypto il Supercane dovrebbe avere un ruolo importante nella storia. Le ultime aggiunte al cast sono state David Krumholtz ed Emily Beecham nei ruoli dei genitori di Kara, Zor-El e Alura.

Questa interpretazione di Kara Zor-El si dice sia una “versione meno seria e più provocatoria dell’iconica supereroina”, poiché Gunn cerca di allontanarsi dalle “precedenti rappresentazioni della Ragazza d’Acciaio, in particolare dalla longeva serie CBS/CW interpretata da Melissa Benoist”.

Secondo una breve sinossi, questa storia seguirà Kara mentre “viaggia attraverso la galassia per festeggiare il suo 21° compleanno con Krypto il Supercane. Lungo la strada, incontra una giovane donna di nome Ruthye e finisce per intraprendere una ricerca omicida di vendetta”. L’attrice e drammaturga Ana Nogueira sta attualmente lavorando alla sceneggiatura di Supergirl. La regia verrà firmata da Craig Gillespie.

La Warner Bros. ha annunciato che la nostra nuova Ragazza d’Acciaio prenderà il volo nelle sale il 26 giugno 2026.

Rivals – Stagione 2: le prime immagini!

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Disney+ ha svelato le prime immagini dell’attesa nuova stagione di Rivals, la serie vincitrice di Emmy e BAFTA, basata sul romanzo best seller della compianta Dame Jilly Cooper.

Le immagini ritraggono cinque personaggi iconici, tra cui Lord Tony Baddingham (David Tennant – Doctor WhoIl club dei delitti del giovedì), Rupert Campbell-Black (Alex Hassell – MacbethThe Boys), Declan O’Hara (Aidan Turner – PoldarkLo Hobbit), Cameron Cook (Nafessa Williams – Black LightningWhitney – Una voce diventata leggenda) e Taggie O’Hara (Bella Maclean – Sex EducationLondon Tide).

Attualmente in fase di riprese nel Regno Unito, Rivals tornerà nel 2026 con ancora più ironia, passione e colpi di scena. Mentre le lotte di potere e le rivalità si intensificano, l’ambizione guida ogni mossa, spingendo la lealtà al limite.

Ambientata nelle splendide campagne delle Cotswolds e nel mondo glamour e ricco di colpi di scena della televisione britannica degli anni ‘80, la seconda stagione vede il ritorno del cast stellare che ha conquistato i cuori dei fan e della critica, oltre all’arrivo di volti nuovi. Dopo il drammatico finale in sospeso della scorsa stagione, con il destino di Tony appeso a un filo, Lord Baddingham è tornato ed è pronto a vendicarsi, disposto a tutto pur di mantenere l’impero di Corinium senza pari.

Carriere, matrimoni e reputazioni sono in bilico, mentre le vite personali e professionali si scontrano in un mondo in cui i segreti non possono rimanere nascosti a lungo. Audace, emozionante e con momenti indimenticabili, Rivals è una corsa avvincente attraverso un paesaggio di grande bellezza, competizione feroce e decisioni che cambiano la vita, dove il prezzo del successo potrebbe essere qualsiasi cosa.

Rivals, prodotta da Happy Prince, parte di ITV Studios, vede come executive producer Dominic Treadwell-Collins (A Very English ScandalHoldingEastEnders), Alexander Lamb (Ackley BridgeThe BayWe Hunt Together), Felicity Blunt, Elliot Hegarty (CheatersTed Lasso), la drammaturga Laura Wade, vincitrice del premio Laurence Olivier (Posh), l’autrice di ‘Rivals’ Dame Jilly Cooper e Jonny Richards, per Disney+ EMEA Scripted Content. Eliza Mellor (Il villaggio dei dannatiDietro i suoi occhiPoldark) torna come produttrice. La serie è scritta da Dominic Treadwell-Collins, Laura Wade, Sophie Goodhart, Sam Hoare, Mimi Hare, Clare Naylor, Sorcha Kurien-Walsh e Dare Aiyegbayo, con la regia di Elliot Hegarty, Jamie J Johnson e Dee Koppang O’Leary. Rivals è basata sull’omonimo romanzo, parte della raccolta bestseller Rutshire Chronicles di Cooper. La serie è stata commissionata dall’Executive Director of Scripted Content for Disney+ EMEA, Lee Mason.

The Drama: il trailer originale con Zendaya e Robert Pattinson

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Zendaya e Robert Pattinson interpretano una coppia di fidanzati in crisi nel primo trailer del nuovo film di Kristoffer Borgli per A24, The Drama.

The Drama è il quarto lungometraggio di Borgli e il suo secondo film in lingua inglese, dopo Dream Scenario con Nicolas Cage, uscito per A24 nel 2023. Oltre a Zendaya e Robert Pattinson, The Drama vede la partecipazione di Mamoudou Athie, Alana Haim e Hailey Gates.

A24 distribuirà The Drama nelle sale USA il 3 aprile. È il primo dei tre film in cui Zendaya e Pattinson condivideranno lo schermo il prossimo anno. Entrambi saranno presenti in Odissea di Christopher Nolan, che Universal Pictures uscirà il 17 luglio. Zendaya interpreta la dea greca Atena, mentre Pattinson interpreta il pretendente di Itaca Antinoo.

Alla fine del 2026, i due attori si incontreranno di nuovo in Dune: Parte 3, il terzo e ultimo capitolo della trilogia “Dune” di Denis Villeneuve. Zendaya riprenderà il ruolo dell’eroina Chani, mentre Pattinson farà il suo debutto nel franchise. Il personaggio di Pattinson non è ancora stato confermato, ma si vocifera che interpreterà Scytale, un antagonista di “Dune: Messiah” di Frank Herbert, che funge da fonte primaria del film. La Warner Bros. distribuirà Dune: Parte 3 il 18 dicembre.

Pattinson ha recentemente recitato al fianco di Jennifer Lawrence in Die My Love del regista Lynne Ramsay. L’ultimo film di Zendaya è stato Challengers di Luca Guadagnino, dove ha recitato al fianco di Mike Faist e Josh O’Connor. Presto la vedremo sul piccolo schermo nella terza stagione della serie drammatica della HBO “Euphoria”, dove riprende il ruolo di Rue, vincitrice di due Emmy. Tornerà anche al cinema il 31 luglio con “Spider-Man: Brand New Day” della Disney e della Marvel.

Billie Eilish – Hit Me Hard and Soft, il trailer del documentario

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Registrato durante il suo tour mondiale, BILLIE EILISH – HIT ME HARD AND SOFT: THE TOUR (LIVE IN 3D) è un esperienza musicale e cinematografica completamente nuova e immersiva, che porta sul grande schermo una delle artiste più acclamate e influenti della sua generazione. Girato e presentato in 3D, il film è diretto dai premi Oscar James Cameron e Billie Eilish e arriverà nelle sale il 19 marzo 2026.

Aragorn potrebbe subire un recasting per The Hunt for Gollum

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Si è parlato molto del prossimo film di Andy Serkis, Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum, che riunirà il cast originale per questo nuovo capitolo. Ian McKellen, Elijah Wood, Sean Bean e Orlando Bloom torneranno probabilmente nei loro rispettivi ruoli, ma che ne sarà di Viggo Mortensen? L’anno scorso, la sceneggiatrice de Il Signore degli AnelliPhilippa Boyens, ha confermato che il nuovo film prevede un ruolo di primo piano per Aragorn e che speravano di riavere Mortensen nel cast.

A quanto pare, potrebbe non essere così. Secondo Knight Edge Media il ruolo di Mortensen sarà infatti ricoperto da un attore più giovane. Lo studio inizialmente voleva utilizzare la tecnologia di ringiovanimento su Mortensen per farlo apparire più giovane, dato che Mortensen era semi-aperto a tornare per il ruolo. Il sito riporta che diversi attori hanno già incontrato il regista Serkis per discutere del ruolo, ma i loro nomi sono attualmente sconosciuti.

Che ruolo ha Aragorn in The Hunt for Gollum?

Il Signore degli Anelli: The Hunt for Gollum è ambientato durante l’era de La compagnia dell’anello, poco prima che Frodo Baggins lasci la Contea per Rivendell. Il film inizierebbe dunque con Gandalf che manda Aragorn in missione per trovare Gollum. Boyens aveva inizialmente detto questo sul ritorno di Mortensen e, come si può intuire dalle parole, già l’anno scorso c’erano dei dubbi sul suo ritorno:

“Onestamente, dipenderà interamente da Viggo, in modo collaborativo, e siamo ancora in una fase molto iniziale“, ha detto. ”Ho parlato con Viggo, Andy Serkis ha parlato con lui, Peter Jackson ha parlato con lui, abbiamo parlato tutti tra noi e, onestamente, non riesco a immaginare nessun altro nel ruolo di Aragorn, ma dipenderà completamente e interamente da Viggo.

Se ci si chiede come McKellen, Bloom, Wood e Bean possano tornare, dato che sono tutti invecchiati di 20 anni, Boyens sembra aver trovato una risposta al problema, che potrebbe rivelarsi molto controversa. “So che Andy vuole lavorare con lui, ma non pensiamo di usare l’intelligenza artificiale, si tratta piuttosto di un trucco digitale, e la decisione di Viggo dipenderà interamente dalla qualità della sceneggiatura. E lui non ha ancora una sceneggiatura”.

Quindi, per essere onesti con Viggo, vediamo se riusciamo a scrivere un ruolo abbastanza buono e se lui riesce a trovarci abbastanza da capire se è una performance che vuole intraprendere. Dopodiché, starà a Viggo e Andy decidere come realizzarlo”. Boyens aveva detto che se Mortensen non fosse stato disposto a tornare, avrebbero dovuto “cedere” il personaggio a un altro attore. Stando a quanto riportato dalla testata, potrebbe essere accaduto proprio questo, e si tratta di un’altra decisione controversa, che probabilmente non piacerà molto ai fan.

Agata Christian – delitto sulle nevi: trailer e poster del film con Christian De Sica

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Medusa Film ha distribuito il primo trailer ufficiale di Agata Christian – delitto sulle nevi, il film di Eros Puglielli, con protagonista Christian De Sica nei panni del detective Christian Agata, in sala dal 5 febbraio 2026.

Nel cast del film ci sono Christian De Sica, Pasquale Petrolo aka Lillo, Paolo Calabresi, Maccio Capatonda, Giorgio Colangeli, Sara Croce, Chiara Francini, Marco Marzocca, Alice Pagani, Nicolò Rapisarda aka Tony Effe, Ilaria Spada e Enzo Paci.

Il film è una produzione BE WATER FILM in associazione con MEDUSA FILM in collaborazione con PRIME con il sostegno di FONDAZIONE FILM COMMISSION VALLÉE D’AOSTE.

La trama di Agata Christian – delitto sulle nevi

Christian Agata, celebre criminologo dal sarcasmo pungente e dal talento investigativo infallibile, si ritrova suo malgrado coinvolto in un weekend all’insegna del mistero. Invitato dalla famiglia Gulmar, magnati dell’industria ludica, a fare da testimonial per il rilancio del loro storico gioco da tavolo “Crime Castle”, accetta di trascorrere qualche giorno nella loro sontuosa proprietà in Valle d’Aosta. Ma ciò che si preannunciava come una tranquilla operazione commerciale si trasforma presto in un vero caso da risolvere. Ad affiancarlo in questa indagine fuori programma c’è il brigadiere Gianni Cuozzo, un poliziotto di provincia, ingenuo ma animato da un sincero spirito di giustizia, nonché suo fan sfegatato. Quando il patriarca Carlo Gulmar annuncia inaspettatamente di voler mantenere il controllo della sua azienda, revocando la cessione alla start-up Shothouse, scatena un terremoto tra i suoi familiari, tutti convinti di ereditarne le redini.

©J.Guidi

Mentre rancori e tensioni montano, una valanga isola il castello dal resto del mondo. E, come in ogni classico del genere, il dramma non tarda ad arrivare: Carlo viene trovato morto, ucciso da un colpo di fucile e con il volto affondato in una torta, riverso sulla plancia del gioco che avrebbe dovuto celebrare. Con i telefoni fuori uso e la strada bloccata, la villa diventa una trappola per topi: l’assassino è ancora tra loro. Cuozzo, armato di zelo e deduzioni rocambolesche, si improvvisa detective, lanciandosi in teorie improbabili che sfiorano l’assurdo. Ma sarà Christian, con la sua mente brillante e il suo disprezzo per le banalità, a guidare l’indagine, costretto a sopportare l’entusiasmo confusionario del comandante. Tra indizi nascosti, segreti di famiglia e false piste, la strana coppia di investigatori – il cinico detective e il poliziotto impacciato – darà la caccia all’assassino in un gioco di specchi dove nulla è come sembra. E mentre Cuozzo cercherà di dimostrare di essere un vero segugio e non solo un pasticcione, Christian metterà alla prova il suo proverbiale intuito per scoprire la verità dietro la facciata della famiglia Gulmar.

Il poster

Daisy Ridley parla dello spin-off Star Wars cancellato con Adam Driver

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Daisy Ridley finalmente parla del film spin-off di Star Wars su Kylo Ren con Adam Driver che è stato cancellato. In un’intervista con IGN, a Ridley è infatti stato chiesto della cancellazione di The Hunt for Ben Solo, e sembra che lei ne avesse già sentito parlare prima che Driver lo dicesse. “Ne sapevo qualcosa. Avevo sentito delle voci. Ho molti amici che fanno parte della troupe, quindi le notizie viaggiano sempre in questo modo. Ma, wow! Quando è uscita la notizia, no, ho pensato: “Oh, mio Dio!”. Ed è stato lui a dirlo, giusto? È stato divertente perché, tipo, “Oh, wow, Adam lo sta dicendo”, ed è stata la grande sorpresa dell’anno”.

Il film The Hunt for Ben Solo ha già ricevuto un grande sostegno da parte del pubblico, poiché c’è un movimento per far rivivere il progetto cancellato. Ridley è entusiasta di vedere la reazione, come ha aggiunto la star britannica: “Adoro quando c’è un collettivo di positività”. Ha poi continuato: “Il modo in cui Internet sembra essersi mobilitato per cercare di realizzarlo. Penso che, primo, sia fantastico per tutti noi”. Per Ridley, “È positivo per tutti noi essere uniti su qualcosa in modo davvero positivo”.

Consapevole del grande seguito di fan di Kylo Ren, Daisy Ridley ha condiviso: “Ovviamente, tutti sanno che era un personaggio molto popolare, ma è stato anche bello pensare: ‘Wow, le persone ci tengono davvero e lo vogliono davvero’. Mi piace… Mi piace quando le persone uniscono le forze – scusate il gioco di parole – da tutto il mondo, persone di ogni tipo“.

L’attrice ha spiegato: “Adoro il fatto che il fandom di Star Wars sia un insieme così vasto e meraviglioso di punti di vista e persone diverse, e il fatto che tutti siano davvero coinvolti in questa cosa, penso, sia semplicemente adorabile, in un momento così fottutamente folle probabilmente per ogni singola persona su questa Terra”. “ Lei pensa che ”sia meraviglioso. Quindi sono rimasta sorpresa e, onestamente, mi ha fatto molto piacere come sono andate le cose“.

Tuttavia, Daisy Ridley ha anche fornito un breve aggiornamento sul suo prossimo film di Star Wars, dicendo che “varrà la pena aspettare”. Per quanto riguarda i progetti abbandonati, ha spiegato: “Onestamente, ci sono sceneggiature che ho letto cinque anni fa e ora penso: ‘Oh, forse saranno davvero realizzate’”. Ridley ha quindi concluso i suoi commenti su Star Wars dicendo: “Penso che nel corso degli anni ho imparato quanto sia enorme la realtà di realizzare un film”. Ha sottolineato che “gli ostacoli sono enormi… Ma in questo caso particolare, so che ci sono voci e creatività incredibili e so che l’attesa ne varrà la pena”.

Avengers: Doomsday, da Infamous Iron Man possibili indizi sul ruolo di Robert Downey Jr.

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Robert Downey Jr. tornerà nel Marvel Cinematic Universe nel 2026 per Avengers: Doomsday, ma questa volta nei panni di Victor von Doom, alias Dottor Destino. Sebbene i dettagli sulla trama di Avengers: Doomsday siano stati tenuti segreti, la Marvel sta ora fornendo ulteriori indizi sul ritorno dell’ex protagonista di Iron Man nella serie.

Bleeding Cool ha infatti rivelato che la Marvel è pronta a ristampare una famosa serie a fumetti di Iron Man, Infamous Iron Man, di Brian Michael Bendis e Alex Maleev, ma con una grande novità. È interessante notare che il libro avrà un sottotitolo, The Rise of Doom, poiché il marketing fa specifico riferimento al Dottor Destino interpretato da Downey Jr. per l’MCU in Avengers: Doomsday.

Robert Downey Jr., l’interprete di Iron Man, torna nei panni del Dottor Victor Von Doom (avete letto bene!) in Avengers: Doomsday della Marvel Studios, nelle sale il 18 dicembre 2026. Il più grande cattivo dell’universo Marvel non è nuovo alle armature, ma ora sta provando qualcosa di nuovo: l’eroismo. E dove Tony Stark ha fallito, Doom avrà successo. Ma qual è il piano di Victor?

Questo è ciò che moltissime persone vogliono sapere, tra cui Ben Grimm, Pepper Potts e l’altra Iron Man: Riri Williams! Nella sua eroica missione, Doom affronta un avversario di livello cosmico e il suo nemico più mortale, che pensava di non rivedere mai più! Ma qual è la scioccante verità dietro la reincarnazione della madre di Victor? Con nemici da tutte le parti, come potrà Victor continuare a portare avanti l’eredità di Iron Man quando quella di Doom lo perseguita ad ogni passo?”. 

Con la Marvel che sta ristampando Infamous Iron Man, vale anche la pena ricordare come Downey Jr., durante il suo annuncio al San Diego Comic-Con 2024, abbia dichiarato: “Nuova maschera, stesso compito”, rivelando che sarebbe apparso nei prossimi film degli Avengers nei panni di Dottor Destino. The Rise of Doom potrebbe alludere fortemente al modo in cui la timeline dell’MCU trarrà ispirazione dal modo in cui stanno affrontando Victor.

Se il Dottor Destino di Downey Jr. si considera un eroe piuttosto che un supercattivo e una minaccia per il multiverso, ciò aumenta anche la posta in gioco per la storia nel suo complesso. Con potenziali morti in Avengers: Doomsday, c’è molto in gioco mentre ci si avvicina anche ad Avengers: Secret Wars.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

La sinossi ufficiale conferma il ritorno di Robert Downey Jr. all’interno dell’universo Marvel, questa volta nel ruolo di Doom. La trama resta però al momento sotto riserbo. Stephen McFeely e Michael Waldron risultano accreditati come sceneggiatori.

Il cast di Avengers: Doomsday è stato rivelato per la prima volta durante una diretta streaming a sorpresa della Marvel Studios, in cui diverse sedie hanno svelato il ritorno di numerosi attori. Una delle grandi novità è il ritorno di diversi attori degli X-Men dell’era Fox-Marvel.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

Timothée Chalamet considera quella in Marty Supreme la sua interpretazione migliore

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Timothée Chalamet sostiene che il suo ruolo in Marty Supreme sia la “migliore interpretazione” della sua carriera. Chalamet, come noto, ha ormai recitato in diversi film di successo nel corso degli anni, tra cui Chiamami col tuo nome, Lady Bird, Piccole donne, Dune, Wonka e A Complete Unknown. Ad oggi l’attore è stato nominato per due Oscar, cinque Golden Globe e sette Screen Actors Guild Awards, e la sua interpretazione di Bob Dylan in A Complete Unknown gli è valsa un SAG Award.

Ora Chalamet è protagonista di un nuovo film, Marty Supreme, che sta nuovamente facendo parlare di sé in vista dei premi. Durante un’intervista con Margaret Gardiner, l’attore ha dunque affermato che la sua interpretazione di Marty Mauser in questo film è la sua “migliore performance” fino ad ora. “Questa è probabilmente la mia migliore interpretazione, e sono circa sette, otto anni che mi sembra di offrire interpretazioni davvero molto impegnate e di altissimo livello.

“Ed è importante dirlo ad alta voce perché non voglio che la disciplina e l’etica del lavoro che metto in queste cose vengano date per scontate. Non voglio darle per scontate. Si tratta davvero di roba di altissimo livello“, sono le parole dell’attore. Secondo Gardiner, George Clooney ha recentemente definito Chalamet un “grande attore”. La star di Marty Supreme ha reagito alla lode scherzando sul fatto che “aveva bisogno di un po’ più di fiducia”.

Nella sezione commenti del video YouTube, che è stato poi rimosso, alcuni commentatori si sono però lamentati del fatto che Chalamet si fosse comportato in modo arrogante nell’intervista, elogiandosi continuamente. Altri hanno invece difeso l’attore sottolineando che Chalamet stava volutamente imitando Marty Mauser di Marty Supreme, cosa che la Gardiner sembra aver confermato in una risposta quando ha detto: “Mi sembrava davvero di parlare con Marty”.

I commenti di Chalamet arrivano quasi un anno dopo che è salito sul palco dei SAG Awards per ritirare il premio come miglior attore, dove ha ammesso di essere alla ricerca della grandezza e di essere ispirato da personaggi come Daniel Day-Lewis, Marlon Brando e Viola Davis. Marty Supreme uscirà solo il 22 gennaio in Italia, ma ha già avuto la sua anteprima al New York Film Festival lo scorso ottobre. Finora, le recensioni sono stellari, con i critici che lo definiscono un film esilarante, audace ed emozionante.

Di cosa parla Marty Supreme con Timothée Chalamet

La storia è liberamente ispirata alla vita di Marty Reisman, un giocatore di ping pong che ha vinto diversi campionati mondiali. Tra i co-protagonisti di Chalamet figurano Gwyneth Paltrow, Odessa A’zion, Kevin O’Leary, Tyler Okonma, Abel Ferrara, Fran Drescher e Sandra Bernhard. Josh Safdie di Diamanti grezzi ha diretto il film e co-sceneggiato la sceneggiatura con Ronald Bronstein. Marty Supreme ha già ricevuto diverse nomination, tra cui ai Critics’ Choice Awards, ai Golden Globes e agli American Film Institute Awards.

Lo stesso Chalamet è stato nominato come miglior attore ai Critics’ Choice Awards, ai Golden Globe, ai New York Film Critics Online, ai Seattle Film Critics Society, ai St. Louis Film Critics Association e ai Washington D.C. Area Film Critics Association. Con le nomination agli Oscar previste per gennaio e la cerimonia in onda a marzo 2026, Chalamet potrebbe vincere il suo primo Oscar.

Russell Crowe critica Il Gladiatore II per aver tradito l’eredità del film originale

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Russell Crowe ha criticato Il Gladiatore II (qui la recensione) per aver tradito l’eredità del film originale di Ridley Scott. Crowe, come ha recitato in Il Gladiatore (2000) nel ruolo di Massimo, che è morto alla fine del primo film e non è tornato nel recente sequel del 2024, che invece si concentra su suo figlio, Lucio (Paul Mescal). Durante una recente intervista con Triple J, Russell Crowe ha ora condiviso le sue critiche a Il Gladiatore II, affermando che non sono riusciti a capire “cosa ha reso speciale il primo film”.

Egli sostiene che il punto di forza del film originale non fosse lo spettacolo o l’azione, ma il suo nucleo morale, che ha cercato di proteggere durante le riprese. “Penso che il recente sequel, che non è necessario nominare, sia un esempio davvero sfortunato di come anche le persone coinvolte nella realizzazione non abbiano compreso ciò che ha reso speciale il primo film. Non era lo sfarzo. Non erano le circostanze. Non era l’azione. Era il nucleo morale”.

Il fatto è che sul set c’era una lotta quotidiana. Era una lotta quotidiana per mantenere il nucleo morale del personaggio. Il numero di volte in cui hanno suggerito scene di sesso e cose del genere per Massimo, è come se gli togliessero il suo potere. Quindi stai dicendo che mentre aveva questa relazione con sua moglie, si scopava quest’altra ragazza? Ma di cosa stai parlando? È pazzesco. Le donne in Europa, quando il film è uscito, venivano a parlarmi nei ristoranti e mi chiedevano: “Che cosa sta succedendo?”. Ed io rispondevo: “Ehi, non sono stato io! Non l’ho fatto!”.

LEGGI ANCHE: Il Gladiatore II: spiegazione del legame tra Massimo e Lucius nel sequel de Il Gladiatore

Russell Crowe non è un fan di Il Gladiatore II

Diretto da Ridley Scott, con una sceneggiatura scritta da David Franzoni, John Logan e William Nicholson, Il Gladiatore segue Russell Crowe nei panni di Massimo, un generale romano che, dopo l’omicidio di sua moglie e suo figlio, viene venduto come schiavo e sale di grado nell’arena dei gladiatori per vendicare la sua famiglia. Il film ha vinto cinque premi Oscar, tra cui quello per il miglior film e quello per il miglior attore a Russell Crowe.

Il sequel, diretto sempre da Ridley Scott, con una sceneggiatura scritta invece da David Scarpa, si basa invece sul punto principale della trama secondo cui Lucio (interpretato originariamente da Spencer Treat Clark), il figlio di Lucilla (Connie Nielsen), è segretamente il figlio illegittimo di Massimo. Poiché l’originale non ha mai suggerito nulla del genere, il retcon sembra aver irritato Russell Crowe.

Secondo lui, questo cambia il personaggio di Massimo in un modo che indebolisce il “nucleo morale” che lui ha cercato di difendere, rafforzando la sua opinione che il sequel non capisce bene cosa ha reso speciale l’eroe e lo spirito del primo film. Crowe fa notare che il film originale ha reso chiaro il motivo di Massimo: era spinto dalla devozione per la moglie e il figlio uccisi, e ha combattuto nell’arena per vendicarli e guadagnarsi la libertà.

Per questo motivo, Crowe non capisce l’idea che Massimo abbia una relazione romantica con Lucilla, che stride con la lealtà e i principi consolidati del personaggio. Egli suggerisce che il sequel si basi quindi su una narrazione eccessivamente conveniente che ignora queste fondamenta, minando in ultima analisi il “nucleo morale” che, a suo avviso, ha reso il primo film così avvincente. In ogni caso, Il Gladiatore II ha comunque riscosso un certo successo tra la critica e il pubblico, incassando la rispettabile cifra di 462 milioni di dollari al botteghino.

Five Nights at Freddy’s 2: la regista spiega come il finale anticipa un terzo film

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La regista di Five Nights at Freddy’s 2, Emma Tammi, ha spiegato come il finale del sequel e il colpo di scena dopo i titoli di coda preparino il terreno per il terzo capitolo della saga horror. Dopo che gli animatronici giocattolo vengono sconfitti dagli originali, il film si conclude con Mike che dice a Vanessa di lasciare in pace lui e Abby. Questo la mette in una posizione abbastanza vulnerabile da permettere a Charlotte, la marionetta, di possederla.

Oltre alla sua possessione, una scena post-credits mostra tre persone che si recano al Freddy Fazbear’s Pizza del primo film alla ricerca di oggetti da utilizzare in una casa stregata. Finiscono per scoprire il costume marcio di Springlock Bonnie in cui William Afton (Matthew Lillard) è morto alla fine del primo film e lo portano con sé.

Parlando con Variety, Tammi ha dunque svelato il ritorno di William alla fine di Five Nights at Freddy’s 2. Il finale getta così le basi per il suo arrivo nel terzo capitolo, rispecchiando gli eventi del videogioco Five Nights at Freddy’s 3. “Il primo film si conclude con William Afton che viene trascinato via, e l’idea era sempre stata quella di prepararlo alla fine del secondo film per un terzo film, se avessimo avuto la fortuna di realizzarne uno. Questo si ricollega proprio al punto in cui entrano in scena il terzo film e il terzo gioco”.

“In questo film abbiamo questi fantastici scorci di William Afton che sono in realtà più attraverso la lente di Vanessa e dei suoi ricordi e del disturbo da stress post-traumatico causato dalla sua relazione con lui. Per poi intravedere verso la fine ciò che sta diventando e ciò che è diventato, quando l’ipotesi, almeno dai nostri personaggi all’interno del film, è che sia morto… è proprio un ottimo modo per riportare l’attenzione su Afton”.

Inoltre, Tami ha parlato della scena finale dopo i titoli di coda, un registrazione audio di Henry Emily, il padre di Charlotte, che rivela di essere stato il socio in affari di William. Ha spiegato come il nastro sia stato ispirato da quelli dei giochi, spiegando anche quanto fosse azzeccata la performance di Ulrich, dato il suo lavoro passato con Matthew Lillard in Scream: “È stato ispirato da alcune registrazioni del gioco. È stato anche un miscuglio di elementi, come il ritrovamento della Marionetta alla fine, che si intreccia con Henry, e certamente il suo tentativo di contattare Mike”.

Questo film è davvero un’introduzione a Henry, senza approfondire troppo la sua storia. Quella registrazione ci è sembrata il modo perfetto per accennare al fatto che avremmo approfondito il suo personaggio nel terzo film. Quando il nome di Ulrich è stato menzionato per la prima volta, è scattato qualcosa e siamo tutti rimasti entusiasti. Penso che ogni membro della troupe che ha iniziato a intuire che questo sarebbe successo abbia avuto una reazione di entusiasmo travolgente. È stata una conferma generale di quanto sarebbe stato fantastico e di quanto sarebbe stata ben accolta quella reunion”.

Cosa aspettarsi da Five Nights at Freddy’s 3

La trasformazione di Michael in Springlock Bonnie posseduto è tratta direttamente dal terzo gioco. In Five Nights at Freddy’s 3, i giocatori devono sopravvivere a Fazbear’s Fright, una casa stregata ispirata a Freddy Fazbear’s. L’unico animatronico presente è Springtrap, l’assassino di bambini ora confinato nel suo costume Springlock. Se verrà realizzato un terzo film, sembra che la trama sarà tratta direttamente dal gioco.

Per quanto riguarda Henry, la registrazione audio fa pensare che sia stato ucciso da Charlotte, sua figlia. Attualmente lei possiede Vanessa, cosa di cui l’ex socio in affari di Freddy aveva cercato di avvertire Mike prima della sua presunta morte. Ciò significa che anche lei sarà una minaccia nel terzo film, con il suo corpo controllato dall’anima di una delle prime vittime di Michael.

Dato che Five Nights at Freddy’s 2 vede i suoi personaggi separati alla fine del film, non è chiaro come torneranno tutti insieme per il prossimo capitolo. È ragionevole supporre che Mike e Abby verranno a sapere della casa stregata, scoprendo potenzialmente il ritorno di Michael. Con i bambini che dicono di non poterlo più contenere, i due probabilmente capiranno subito cosa sta succedendo.

Per quanto riguarda Charlotte, la sua rabbia verso tutti i genitori potrebbe proiettarsi su William, portando a un confronto padre-figlia mentre Vanessa si trova finalmente faccia a faccia con una resa dei conti familiare. Dato che Five Nights at Freddy’s 2 includeva così tanti aspetti della più ampia tradizione del gioco, un numero enorme di trame arriverà al culmine se verrà confermato un sequel.

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Avengers: Doomsday, rivelata la durata del trailer!

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Il Marvel Cinematic Universe lancerà presto uno dei suoi eventi più importanti, con il cast stellare di Avengers: Doomsday che riporta in scena gli X-Men originali della Fox, con probabilmente altri personaggi del multiverso ancora segreti, che si uniranno ai veterani dell’MCU e ai nuovi eroi contro il Dottor Destino interpretato da Robert Downey Jr..

A parte il cast, che è stato rivelato in un live streaming di diverse ore a marzo, e il fatto che Dottor Destino è il cattivo del film, con il multiverso che gioca un ruolo chiave, la Marvel non ha ancora rivelato alcun dettaglio specifico sulla trama del prossimo film degli Avengers. È qui che entra in gioco il primo trailer di Avengers: Doomsday, che anticiperà la trama del film.

Per farlo, la sua durata è diventata un fattore interessante per i fan, e potremmo sapere esattamente di quanto si tratta. Secondo un elenco del Korea Media Rating Board, la durata del primo trailer di Avengers: Doomsday sarebbe di 1 minuto e 25 secondi. Sarebbe leggermente più lungo dei recenti teaser Disney per i film live-action Oceania, Il diavolo veste Prada 2 e Toy Story 5.

La durata del trailer di Avengers: Doomsday è perfetta per un primo assaggio del film MCU del 2026. Dopotutto, il prossimo film degli Avengers uscirà nelle sale solo il 18 dicembre 2026, il che significa che la Marvel Studios sta iniziando la campagna di marketing del film con un anno di anticipo rispetto alla sua uscita nelle sale. Al momento, non è stata ancora comunicata la data ufficiale di uscita del trailer.

Tuttavia, Collider ha riportato il 6 novembre quando sarebbe uscito il primo trailer di Avengers: Doomsday. Secondo il rapporto MCU, il teaser trailer del film sarà allegato alle proiezioni di Avatar: Fuoco e Cenere. Dato che il prossimo film di James Cameron arriverà nelle sale il 19 dicembre, il trailer tanto atteso è a poco più di una settimana di distanza.

Il trailer di Avengers: Doomsday potrebbe però anche essere pubblicato online la prossima settimana, prima del debutto nelle sale di Avatar: Fuoco e Cenere. Poiché è probabile che i fan registrino il filmato nei cinema per condividerlo sui social media, la Marvel Studios potrebbe anticipare questa mossa condividendo un’anteprima ufficiale del primo trailer di un paio di giorni prima che Avatar: Fuoco e Cenere arrivi nelle sale.

Sebbene 1 minuto e 25 secondi possano sembrare troppo brevi per alcuni fan, pubblicare un teaser trailer che esplora il tono e i personaggi, anticipando la trama, è perfetto a un anno dall’uscita del film. Eventi come il Super Bowl e il San Diego Comic-Con 2026 sembrano essere i luoghi ideali per la presentazione del primo trailer completo di Avengers: Doomsday.

Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

La sinossi ufficiale conferma il ritorno di Robert Downey Jr. all’interno dell’universo Marvel, questa volta nel ruolo di Doom. La trama resta però al momento sotto riserbo. Stephen McFeely e Michael Waldron risultano accreditati come sceneggiatori.

Il cast di Avengers: Doomsday è stato rivelato per la prima volta durante una diretta streaming a sorpresa della Marvel Studios, in cui diverse sedie hanno svelato il ritorno di numerosi attori. Una delle grandi novità è il ritorno di diversi attori degli X-Men dell’era Fox-Marvel.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

Netflix vs Paramount: le offerte per acquisire Warner Bros. Discovery nel dettaglio!

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La vendita di Warner Bros. Discovery continua a evolversi e, nelle ultime settimane, due grandi player hanno avanzato offerte aggressive per acquistare lo storico studio hollywoodiano. Dopo mesi di preparazione, Netflix e Paramount sono diventati i candidati principali, dando vita a una delle operazioni più complesse e discusse dell’industria dell’intrattenimento contemporanea.

A fine settimana scorsa, Netflix ha ufficializzato un accordo preliminare per acquistare Warner Bros., ma Paramount non si è ritirata: anzi, ha rilanciato con una scalata ostile destinata a complicare ulteriormente il quadro.

L’offerta Paramount: 108,4 miliardi e un tentativo di scalata ostile

Dopo aver completato la fusione con Skydance, il CEO David Ellison ha puntato a inglobare anche WBD nel nascente conglomerato Paramount Skydance Corp. La nuova offerta presentata agli azionisti è interamente in contanti, pari a 30 dollari per azione, per una valutazione complessiva di 108,4 miliardi di dollari (incluso il debito).

L’offerta comprende tutto il gruppo Warner Bros. Discovery:

  • gli studios cinematografici,

  • HBO Max,

  • i canali via cavo come CNN, Cartoon Network, Food Network.

Un approccio molto diverso da Netflix, che non è interessata alla parte “cable” del business.

Si tratta di un aumento significativo rispetto alla precedente offerta di ottobre (circa 20 dollari per azione), respinta dal board WBD. Paramount ha rilanciato solo dopo che Netflix ha annunciato il via libera preliminare al proprio accordo, cercando di convincere direttamente gli azionisti. Il nuovo piano è sostenuto da importanti finanziatori, tra cui Affinity Partners di Jared Kushner e fondi sovrani del Medio Oriente, come il Public Investment Fund saudita e la Qatar Investment Authority.

Il consiglio di amministrazione di WBD ha confermato di aver ricevuto l’offerta e comunicherà una risposta ufficiale entro dieci giorni lavorativi, invitando gli azionisti a non prendere decisioni affrettate.

L’accordo Netflix-Warner Bros.: 82,7 miliardi e un progetto già approvato dai board

Il 5 dicembre Netflix ha annunciato di aver raggiunto un accordo per acquistare Warner Bros. per 82,7 miliardi di dollari, tramite una combinazione di contanti e azioni valutate 27,75 dollari l’una.

L’intesa include:

  • lo studio cinematografico Warner Bros.,

  • HBO Max.

I canali cable di Discovery (CNN, Food Network, ecc.) verrebbero separati in un’entità distinta.

L’accordo ha ricevuto approvazione unanime dai board di Netflix e WBD. Per rafforzare l’impegno, Netflix ha accettato un break-up fee da 5,8 miliardi in caso di mancata chiusura della fusione; se invece WBD accettasse l’offerta Paramount, dovrebbe pagare a Netflix 2,8 miliardi.

Ora resta il passaggio più delicato: l’approvazione regolatoria, prevista tra i 12 e i 18 mesi. Secondo l’azienda di Reed Hastings e Ted Sarandos, l’acquisizione non costituirebbe un monopolio, poiché Netflix e Warner operano in segmenti diversi, soprattutto sul piano del theatrical.

Netflix ha anche assicurato che continuerà a distribuire i film WB nelle sale, vedendo l’acquisizione come un’opportunità per espandersi nel circuito cinematografico tradizionale.

Perché l’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix è considerata l’opzione migliore

Nonostante il timore iniziale, diversi analisti concordano sul fatto che la fusione con Netflix sarebbe la soluzione meno traumatica per il settore.

1. Meno sovrapposizioni, meno licenziamenti – La fusione tra Paramount e WB comporterebbe una forte duplicazione di funzioni e, quindi, licenziamenti massicci, come accaduto con la fusione Disney–20th Century Fox. Netflix, avendo un modello più snello e non possedendo un reparto cable, avrebbe bisogno di ridurre molto meno il personale.

2. Continuità creativa – Netflix ha già fatto sapere di voler mantenere ai vertici figure chiave come Pam Abdy e Michael De Luca, responsabili del successo Warner del 2025.
Sotto una fusione Paramount, la loro posizione – come quelle dei vertici DC Studios James Gunn e Peter Safran – sarebbe molto più incerta.

3. Un vantaggio per le sale cinematografiche – Netflix promette di continuare le uscite in sala, preservando il numero di titoli disponibili ogni anno. La fusione Paramount–WB porterebbe invece alla perdita di un grande distributore: nel 2025 le due società insieme hanno programmato 24 film, un volume impossibile da mantenere sotto un’unica gestione editoriale.

4. Impatto simile sullo streaming, ma maggiore stabilità con Netflix – HBO Max si fonderà comunque con un’altra piattaforma, comportando un inevitabile aumento dei prezzi. La differenza è se confluirà in Paramount+ o se diventerà parte dell’ecosistema Netflix.

In un contesto ideale, Warner Bros. Discovery non dovrebbe fondersi con nessuno. Ma se una fusione deve avvenire, la strada Netflix sembra — secondo gli osservatori del settore — la scelta meno dannosa per l’industria e per i consumatori. Ora l’ultima parola spetterà agli azionisti e alle autorità regolatorie, in una partita che potrebbe cambiare per sempre l’equilibrio di Hollywood.

Molly’s Game: la spiegazione del finale del film

Molly’s Game (qui la recensione) segna il debutto alla regia di Aaron Sorkin, già noto per la sua firma distintiva come sceneggiatore di film e serie televisive come The Social Network, Steve Jobs e The West Wing. Il film mostra l’evoluzione di Sorkin dalla scrittura al controllo completo della narrazione, pur mantenendo i dialoghi rapidi e serrati che lo caratterizzano. In questo senso, Molly’s Game si colloca nella sua filmografia come un’opera che unisce dramma biografico e tensione legale, confermando la capacità di Sorkin di raccontare storie reali complesse attraverso una struttura cinematografica vivace e ritmata.

La vicenda è basata sulla storia vera di Molly Bloom, una giovane atleta che si reinventa come organizzatrice di esclusivi tornei di poker ad alto rischio frequentati da celebrità, imprenditori e membri della criminalità organizzata. Il film esplora la sua ascesa nel mondo dei giochi clandestini, il controllo della sua rete e le conseguenze legali delle sue azioni. Questo biopic si distingue nel panorama di Sorkin per la sua attenzione al mondo del gioco d’azzardo e alla criminalità, temi che si intrecciano a quelli della perseveranza personale, dell’etica e della responsabilità individuale.

Molly’s Game si sviluppa come un dramma biografico con elementi di suspense legale e thriller finanziario, mettendo a confronto la morale e la determinazione del personaggio principale con le sfide di un ambiente altamente competitivo e rischioso. Rispetto ad altri lavori di Sorkin, il film affronta tematiche più contemporanee e mondane, come il potere, la fama e il denaro, pur mantenendo il focus sui conflitti interiori del protagonista e sulle dinamiche di potere tra i personaggi. Nel resto dell’articolo si proporrà una spiegazione dettagliata del finale del film, analizzando come si risolvono le vicende di Molly Bloom.

LEGGI ANCHE: Molly’s Game: la vera storia dietro al film

Molly's Game film
Idris Elba e Jessica Chastain in Molly’s Game

La trama di Molly’s Game

Protagonista del film è Molly Bloom, una giovane e carismatica speranza olimpica dello sci, costretta ad abbandonare lo sport dopo una grave lesione fisica. Dovendo costruirsi una nuova carriera, Molly intraprende gli studi di legge, ottenendo poi un lavoro estivo che la introduce all’ambiente del poker clandestino. Da qui Molly inizia una scalata al potere apparentemente inarrestabile, ma tutto prende una piega inaspettata quando si ritrova arrestata in piena notte dall’FBI. Costretta ad affrontare le accuse a suo carico per gioco d’azzardo illegale, Molly potrà contare su quello che è il suo unico alleato, l’avvocato difensore Charlie Jaffey.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Molly’s Game, Molly Bloom affronta le conseguenze delle sue azioni come organizzatrice di giochi di poker clandestini. Dopo il raid dell’FBI, che sequestra i suoi beni, Molly torna a vivere con la madre, cercando di riorganizzare la propria vita. La tensione cresce quando la pressione legale e le minacce dei giocatori, inclusi membri della mafia russa e italiana, la costringono a confrontarsi con le implicazioni etiche e personali delle sue scelte. In parallelo, Molly pubblica un libro per raccontare la sua storia, proteggendo l’identità della maggior parte dei partecipanti ai giochi.

Il film mostra quindi la preparazione e l’esito del processo legale. Molly si avvale dell’aiuto dell’avvocato Charlie Jaffey, che evidenzia il suo ruolo di protezione dei giocatori innocenti. La protagonista rifiuta un accordo favorevole che potrebbe compromettere l’anonimato dei partecipanti e decide di assumersi la responsabilità dei suoi atti. Il giudice riconosce che Molly non ha commesso reati gravi e le infligge una condanna lieve: 200 ore di servizi comunitari, un anno di libertà vigilata e una multa di 200.000 dollari. Questo chiude la narrazione principale con un bilanciamento tra colpa e responsabilità.

Jessica Chastain in Molly's Game
Jessica Chastain in Molly’s Game

Il finale porta a compimento i temi del film mostrando il contrasto tra ambizione, moralità e autonomia. Molly ottiene giustizia e protezione legale senza sacrificare i principi che l’hanno guidata nella gestione dei giochi. Il percorso legale e personale della protagonista sottolinea come il controllo delle proprie azioni, anche in un contesto ad alto rischio, e la protezione degli altri siano centrali nella sua crescita. Il film evidenzia il delicato equilibrio tra libertà personale e responsabilità, oltre al prezzo delle scelte coraggiose in un mondo dominato da potere e denaro.

Inoltre, il finale mette in luce il ruolo della lealtà e dell’integrità nella vita di Molly. La decisione di non rivelare i nomi dei giocatori principali e di affrontare il processo di persona rafforza il tema della protezione di chi si trova sotto la sua responsabilità. La risoluzione delle vicende legali funge da epilogo morale, sottolineando la capacità della protagonista di agire secondo coscienza e principi etici, pur all’interno di un ambiente legale e sociale complesso. La conclusione lega insieme le sfide personali e professionali affrontate durante tutto il film.

Il film lascia come messaggio centrale l’importanza della responsabilità personale e della trasparenza. Mostra come sia possibile affrontare le conseguenze delle proprie azioni mantenendo integrità e proteggendo gli altri, anche quando la situazione appare complessa e rischiosa. Molly’s Game evidenzia inoltre il potere della resilienza e della determinazione nel superare ostacoli legali, personali e morali, lasciando allo spettatore una riflessione sull’etica delle proprie scelte e sul valore di assumersi le responsabilità senza compromettere i propri principi.

Visions: la spiegazione del finale del film

Visions è un thriller psicologico firmato da Yann Gozlan, che sposta l’azione dal mondo delle indagini a un ambiente più intimo ma perturbante: la mente e la percezione della protagonista. Il film mescola tensione, ambiguità e spaesamento, costruendo un’atmosfera in cui sogno, ricordo e realtà si confondono, andando oltre il genere “thriller classico” per esplorare l’ossessione, il tradimento e l’instabilità emotiva.  Tra le particolarità di Visions c’è l’idea di partire da un pretesto “ordinario” (una vita apparentemente stabile, un matrimonio, una carriera professionale di successo) e di destabilizzarlo progressivamente attraverso impulsi nascosti, passioni sopite, visioni e incubi ricorrenti.

Gozlan, già autore di thriller come Boîte noire, utilizza lo spazio dell’aviatrice protagonista e la routine del “viaggio, lavoro, casa” per smantellare la certezza del controllo, trasformando la griglia del quotidiano in un terreno di violenza psicologica e disorientamento. Nel cast figurano Diane Kruger, che interpreta la protagonista Estelle, una pilota di linea; Mathieu Kassovitz, nel ruolo di Guillaume, suo marito medico; e Marta Nieto, che interpreta Ana, un personaggio dal passato ambiguo che riaccende nella protagonista desideri e domande represse.

Il trio garantisce alla storia una dimensione intensa e credibile, capace di generare tensione emotiva e sospetto costante. Come tutti i thriller psicologici che si rispettino, anche Visions lascia però diversi dubbi nello spettatore, una volta che si giunge al finale. Molte domande, inoltre, non trovano volutamente risposta, lasciata piuttosto alla libera interpretazione di chi ha appena finito di vedere il film. Nel corso dell’articolo si proporrà dunque una spiegazione approfondita del finale di Visions, cercando di chiarire come le rivelazioni, i colpi di scena e l’interpretazione finale si inseriscano nel contesto dei temi trattati e delle ambiguità narrative deliberate dal regista.

Diane Kruger nel film Visions
Diane Kruger nel film Visions

La trama di Visions

Protagonista di Visions è Estelle, brillante comandante di linea aerea, sposata con Guillaume, un medico rinomato. Alla ricerca della perfezione, Estelle ha sempre tutto sotto controllo. Quando però incontra casualmente Ana, una sua ex fiamma, Estelle si innamora di nuovo. Man mano che la loro relazione diventa sempre più intensa, Estelle ha visioni ricorrenti, incubi, allucinazioni. Quando poi Ana scompare misteriosamente, Estelle inizia a perdere il contatto con la realtà. Teme così che la sua vita sia in pericolo e inizia una spirale di follia, che la costringerà a fare scelte difficili mentre cerca di capire cosa sia reale e cosa frutto della sua percezione alterata.

La spiegazione del finale del film

Nel terzo atto di Visions, Estelle si risveglia in ospedale dopo l’incidente e, progressivamente, i ricordi che aveva rimosso riaffiorano con dolorosa chiarezza. Le immagini confuse delle sue accuse contro Guillaume si ricompongono mentre scopre la verità: non è stato suo marito a uccidere Ana, bensì lei stessa, in un momento di gelosia incontrollata e ferocia improvvisa. L’omicidio, nascosto dal trauma e dall’anestetico somministrato da Guillaume per proteggerla, ritorna in superficie, obbligandola a confrontarsi con la parte più buia di sé e con le conseguenze delle proprie azioni.

Una volta ricostruita la verità, Estelle sceglie di non denunciare Guillaume e di accettare il patto tacito che li lega, fatto di colpa, silenzi e protezione reciproca. I due tornano a casa insieme, apparentemente pronti a ricominciare, ma segnati da una realtà che non può essere cancellata. Nell’ultima scena, Estelle chiede al marito di fermarsi vicino alla scogliera: da lì osservano una donna in costume rosso emergere dal mare, immagine che richiama il prologo. La ripetizione della visione chiude il racconto, suggerendo un ciclo perturbante e il confine fragile tra memoria e allucinazione.

Diane Kruger in Visions
Diane Kruger in Visions

Il finale di Visions porta così a compimento uno dei temi centrali del film: l’instabilità della percezione e la capacità della mente di distorcere la realtà per proteggersi dalla colpa. La figura della donna in rosso, vista sia all’inizio che alla fine, non è un’apparizione sovrannaturale, ma un segno simbolico: rappresenta l’immagine che Estelle ha represso e che continua a riaffiorare, una memoria che non può essere del tutto sepolta. La scena mostra come la protagonista viva sospesa tra consapevolezza e rimozione, incapace di separare ciò che accade davvero da ciò che la mente le restituisce.

Attraverso questo epilogo, Gozlan conclude la riflessione sui limiti del controllo e sull’autoinganno come meccanismo di sopravvivenza. La colpa di Estelle non viene punita né risolta, ma assorbita in un equilibrio tossico che lei stessa accetta pur di non affrontare la distruzione totale della sua identità. L’unione finale con Guillaume, anziché essere un gesto d’amore, diventa un’alleanza nel nascondimento. Il film afferma così che la verità emotiva può essere più insopportabile della menzogna, e che la psiche umana sceglie spesso la via più distorta, ma più sopportabile, per continuare a esistere.

Visions lascia allo spettatore un messaggio inquietante: ciò che percepiamo come certo può essere frutto di selezioni, omissioni e distorsioni operate dal nostro stesso inconscio. Estelle crede a una versione dei fatti perché è l’unica che può tollerare, e il film mostra quanto sia facile confondere ricordo e desiderio, paura e realtà. La conclusione ciclica suggerisce che alcuni traumi non scompaiono, ma ritornano sotto forma di immagini che la mente non smette di rielaborare. È un finale che invita a interrogarsi sulla fragilità dell’identità e sull’oscurità che può celarsi dietro ogni convinzione.

The Truman Show: la spiegazione del finale del film

Il finale del film del 1998 The Truman Show ha resistito alla prova del tempo grazie alla sua forte risonanza emotiva. Il film racconta la vita quotidiana del protagonista, Truman, che vive in un gigantesco set popolato da attori e scenari finti, dove la sua stessa esistenza è alla base di un reality show. Affrontando l’ossessione delle persone per i reality show ed esplorando al contempo concetti filosofici più ampi, il trio composto dal regista Peter Weir (L’attimo fuggente), dallo sceneggiatore Andrew Niccol (In Time) e dal protagonista Jim Carrey ha centrato l’obiettivo con un finale destinato a rimanere nella storia.

Sebbene il finale di The Truman Show segua un approccio lineare rispetto ad altri drammi esistenziali di Carrey, come Eternal Sunshine of the Spotless Mind e Man on the Moon, esso apre la strada a una discussione più ampia. La lotta di Truman Burbank per distinguere tra la realtà e la falsità della sua vita dà vita a un interessante discorso sulla percezione del mondo in cui vive il pubblico. Ma quando Truman finalmente scopre la verità e lotta per “dirigere” la propria vita, viene affrontato anche un tema più ampio, quello dell’indipendenza mentale.

Cosa succede nel finale di The Truman Show?

Contrariamente agli sforzi di alcuni membri del cast di sabotare lo show, il regista Christof fa del suo meglio per mantenere Truman entro i confini della finta città di Seahaven. Desideroso di avventurarsi nel mondo reale, Truman supera la sua paura dell’acqua e alla fine di The Truman Show parte per il mare su una piccola barca. Christof cerca di capovolgere la barca scatenando una violenta tempesta, ma Truman riesce comunque a nuotare fino a mettersi in salvo, raggiungendo l’uscita del set e pianificando la sua grande mossa. Sotto pressione per continuare lo show, Christof cerca di convincere Truman che può ancora condurre una vita facile se rimane nel mondo artificiale.

Dopo aver finalmente deciso di vivere come un individuo libero, il tragico protagonista interpretato da Jim Carrey pronuncia per l’ultima volta la sua frase celebre: “Nel caso non vi rivedessi più… buon pomeriggio, buona sera e buona notte”. Truman si inchina e se ne va con un sorriso, a indicare che è ancora grato al suo pubblico nonostante abbia vissuto una vita di menzogne per loro. Con il sole che splende su di lui, The Truman Show si conclude con una nota ottimistica. Il futuro del protagonista è incerto, ma almeno ha qualcuno che può aiutarlo in questo viaggio, dato che anche Sylvia (che ha recitato come sua compagna di college) si precipita a salutarlo alla fine.

Laura Linney The Truman Show

Gli spettatori devono trovare un nuovo programma

La conclusione speranzosa della prigionia di Truman alla fine di The Truman Show segna una sconfitta per Christof, che aveva dedicato tutta la sua vita e la sua abilità creativa allo sviluppo del programma più realistico possibile. Anche se The Truman Show non avrà un seguito, il pubblico non ha nulla da perdere, poiché presto passerà a un altro programma televisivo di cui appassionarsi. Gli spettatori dello show, empatizzando con la mancanza di autonomia di Truman, lo acclamano quando finalmente lascia Seahaven. Negli ultimi secondi del film, gli spettatori si chiedono addirittura cosa altro c’è in televisione, uno sguardo satirico sul consumatore capitalista americano medio che deve cercare un nuovo prodotto.

Christof può essere sia Dio che il Diavolo

Durante tutto The Truman Show, Truman può sentire la voce di Christof attraverso l’impianto audio del set, proprio come Dio che appare in visioni dal cielo. Truman può comunque essere visto come un mortale che mette in discussione la propria fede, con Christof che funge da figura divina delle religioni abramitiche. Ancora una volta, proprio come gli dei in diverse mitologie, Christof non solo crea il mondo di Truman, ma ha anche la capacità di manipolare il tempo e cambiare il suo ambiente. Il cast e i membri della troupe possono essere equiparati agli angeli in questo caso, poiché eseguono gli ordini di Christof.

Allo stesso tempo, un punto di vista alternativo può suggerire che Christof fosse in realtà Lucifero, che ha creato un mondo artificiale di tentazioni per attirare Truman. Naturalmente, il mondo reale sarà pieno di inevitabili dolori e sofferenze, come lo stesso Christof avverte Truman. Tuttavia, l’uomo sceglie di allontanarsi dall’oscurità del diavolo e di camminare verso la luce. La scala illuminata dal sole alla fine rafforza questa interpretazione. Proprio come le personificazioni bibliche del male come Belial, Christof prospera sulla paura che è racchiusa nell’acquafobia di Truman. Tuttavia, nel finale, Truman acquisisce una consapevolezza tale da poter superare questa paura e viaggiare in sicurezza verso il mondo esterno.

The Truman Show significato

In che modo The Truman Show ha previsto il boom dei reality show?

Sebbene il concetto di reality show esistesse già molto prima del 1998, l’enfasi posta da The Truman Show sul potenziale capitalistico del voyeurismo era chiaramente visibile nei reality show che hanno fatto la loro comparsa a partire dagli anni 2000. Il film è senza dubbio un fenomeno della cultura popolare, dato che i suoi temi hanno anticipato l’interesse globale per i reality show televisivi, come gli italiani L’isola dei famosi, Grande Fratello, Tempation Island e così via. Sebbene la maggior parte di essi sia sceneggiata, alcuni meta-esempi finiscono per essere più vicini alla visione di The Truman Show (con la maggior parte delle persone riprese dalla telecamera che non sanno di essere registrate).

Il vero significato del finale di The Truman Show

The Truman Show è in definitiva una storia sullo spirito umano in una realtà fabbricata. Anche se narrazioni simili di un eroe che acquisisce una coscienza simile sono ambientate in contesti distopici (Dark City, Matrix, Blade Runner), The Truman Show è ambientato in modo interessante nella città perfetta di Seahaven. L’aspetto suburbano della città, con le sue staccionate bianche, sembra riflettere l’illusione del Grande Sogno Americano degli anni ’50. In effetti, tutta la vita di Truman fino a quel momento si è svolta come un sogno. Il finale mostra quindi che Truman è finalmente pronto a uscire da questo sogno e ad accettare la realtà.

Leggi anche: The Truman Show: il significato del film con Jim Carrey

Young Sherlock: le prime immagini della serie di Guy Ritchie per Prime Video

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Prime Video ha rilasciato le prime immagini di Young Sherlock, con protagonista Hero Fiennes Tiffin (film della saga di After) nei panni di Sherlock Holmes. Questa emozionante serie, realizzata dal visionario regista ed executive producer Guy Ritchie, racconta la storia delle origini di Sherlock Holmes, in un giallo irriverente e ricco di azione che segue le prime avventure dell’iconico detective. Young Sherlock debutterà in esclusiva su Prime Video in oltre 240 paesi e territori nel mondo il prossimo anno.

Con tutta l’arguzia e il fascino dei lungometraggi di Sherlock Holmes di Guy Ritchie, Young Sherlock segue la storia delle origini dell’amato detective nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, in una rivisitazione esplosiva dei primi anni di vita di questo iconico personaggio. Sherlock Holmes è un giovane caduto in disgrazia, istintivo e senza filtri, che si ritrova coinvolto in un caso di omicidio che minaccia la sua libertà. Il suo primo caso svelerà una cospirazione internazionale che cambierà la sua vita per sempre. Ambientata negli anni ’70 dell’Ottocento ad Oxford, con incursioni all’estero, la serie rivela le prime prodezze del giovane ribelle, che deve ancora diventare il più rinomato residente di Baker Street.

Il cast di Young Sherlock include Dónal Finn (La Ruota del Tempo), Zine Tseng (Il problema dei 3 corpi), Joseph Fiennes (Il racconto dell’ancella), Natascha McElhone (Halo), Max Irons (Condor) e Colin Firth (Il discorso del re). Guy Ritchie è regista ed executive producer. La serie è scritta da Matthew Parkhill, che figura anche come executive producer insieme a Dhana Gilbert, Marc Resteghini, Simon Maxwell, Ivan Atkinson, Simon Kelton, Colin Wilson e ai co-executive producer Harriet Creelman e Steve Thompson.  Motive Pictures ha guidato la produzione fisica di Young Sherlock.

Plaion Pictures lancia due nuovi canali su Prime Video

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Plaion Pictures ha lanciato in streaming due nuovi mondi da scoprire: CineMadame Plus e Cartoon Club su Prime Video dedicati al pubblico femminile e alle famiglie.

Con le festività in arrivo, il panorama dell’offerta digitale dell’intrattenimento si arricchisce con il lancio da ieri, 3 dicembre, di due nuovi canali SVOD su Prime Video pensati per accompagnare i momenti di relax, di condivisione e di ispirazione delle donne, dei bambini e delle famiglie: CineMadame Plus e Cartoon Club. Una proposta che nasce dal desiderio di rispondere ai diversi modi di vivere l’intrattenimento, in qualsiasi momento della giornata, che si tratti di ritagliarsi un momento per sé o di scegliere un film o una serie che metta d’accordo grandi e piccoli.

CineMadame Plus: emozioni al femminile per tutti i gusti

Uno spazio dedicato alle spettatrici che cercano storie in cui riconoscersi, emozionarsi, sognare e ritrovare un po’ di sé. CineMadame Plus porta in streaming un’offerta di oltre 100 film, aggiornata mensilmente, pensata per coinvolgere e intrattenere grazie a un mix di romance, commedia e light thriller. Grandi storie con grandi donne protagoniste – da Isabelle Huppert a Selena Gomez, passando per il premio Oscar® Judi Dench – una selezione dedicata a tutte le sfumature della femminilità e che offre ogni giorno la storia perfetta per il proprio umore.

Tra i titoli già disponibili troviamo, tra gli altri:

  • Greta, thriller con Isabelle Huppert e Chloë Grace Moretz
  • il fiabesco Tre noci per Cenerentola con protagonista l’attrice e compositrice Astrid S, nota per aver partecipato aSkam
  • Una seconda occasione, l’inteso dramedy con Dustin Hoffman, Dianna Agron, Simon Helberg, Candice Bergen
  • il drammatico Sei minuti a mezzanotte con Nigel Lindsay e Judi Dench
  • la commedia teen This Is The Year prodotta da Selena Gomez

Cartoon Club: mille cartoni, mille sorrisi e zero noia per tutta la famiglia

Un canale dove animazione, fantasia e leggerezza si fondono regalando un magico luogo di incontro tra i grandi e i più piccoli. Cartoon Club nasce per offrire contenuti sicuri, divertenti e adatti alla visione dei più piccoli ma anche condivisa con i genitori per collezionare momenti insieme in famiglia. Il canale debutta con oltre 100 titoli tra film di animazione e serie animate (per tutte, subito disponibili i primi 8 episodi, con aggiornamento settimanale degli episodi). Dai personaggi amati da intere generazioni come Asterix, Doraemon e L’Ape Maia ai mitici Gormiti, l’offerta viene ulteriormente aggiornata con novità mensili che rinnovano continuamente la programmazione. Un luogo sicuro, colorato e pieno di storie per condividere tempo di qualità con i bambini… senza temere la noia.

Tra i titoli già disponibili troviamo:

  • Dal pluripremiato studio Aardman, il divertentissimo racconto animato in stop-motion Shaun, Vita Da Pecora – Il Film
  • Doraemon – Il Film 2, in una nuova avventura capace di emozionare tutta la famiglia
  • L’Ape Maia – Salviamo Verdemondo, con la piccola Maia e l’inseparabile amico Willy alle prese con una nuova missione.

Grazie alla partnership con DeAPlaneta l’offerta si arricchisce di tante serie animate tra cui le indimenticabili: Heidi, Vicky il Vichingo, Pippi Calzelunghe, Gormiti e altri ancora.

Questi e molti altri titoli sono già disponibili, grazie a Plaion Pictures, sui canali CineMadame Plus e Cartoon Club su Prime Video.

Mercy: Sotto Accusa, il trailer con Chris Pratt e Rebecca Ferguson

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Amazon MGM STUDIOS ha diffuso il trailer italiano ufficiale di Mercy: Sotto Accusa, il nuovo film di Timur Bekmambetov con protagonisti Chris Pratt, Rebecca Ferguson. Il film arriverà in Italia il 22 gennaio 2026 distribuito da SONY.

La trama di Mercy: Sotto Accusa

In un futuro non lontano, un detective (Chris Pratt) è sotto processo, accusato di aver ucciso sua moglie. Ha solo 90 minuti per dimostrare la propria innocenza davanti al Giudice, un’intelligenza artificiale avanzata (Rebecca Ferguson) che lui stesso aveva contribuito a creare in passato, prima che decida il suo destino.

Avatar: Fuoco e Cenere, il cast presenta il film di James Cameron a Milano

Abbiamo incontrato Sam Worthington (Jake), Stephen Lang (Quaritch), Bailey Bass (Tsireya), Trinity Jo-Li Bliss (Tuk) e Jack Champion (Spider), martedì 9 gennaio, in occasione della presentazione di Avatar: Fuoco e Cenere, il terzo capitolo del franchise ambientato su Pandora che James Cameron sta regalando con grande abnegazione al suo pubblico.

Il cast ha presenziato alla conferenza stampa durante la quale ha parlato del film, commentando in maniera entusiasta sia la partecipazione all’intera saga, sia il grande privilegio che rappresenta, per ognuno di loro, essere parte del processo creativi di James Cameron.

Stephen Lang, che come Warthington fa parte del progetto dai tempi del primo film nei panni di Quaritch, ha dichiarato: “È una benedizione, professionale e personale, essere associato a un individuo visionario e creativo come James e a una squadra di colleghi, quelli qui e quelli in giro per il mondo, che apportano un tale livello di impegno in questo progetto che è nato dalla mente di Jim. Ne facciamo parte da anni, ormai, ed è un regalo che ci viene continuamente fatto.” 

Bailey Bass, interprete della metkayina Tsireya, aggiunge: “Credo sia interessante, specialmente per chi di noi è stato scelto da molto giovane, far parte di un progetto del quale non capivamo a pieno la portata. Cameron ha davvero cambiato la storia del cinema ed è emozionante far parte dall’inizio a questo progetto. È davvero una benedizione far parte di una storia così importante, emozionante, con così tanta azione e allo stesso tempo così legata alla narrazione.”

Per Jack Champion, che invece interpreta “l’umano” Spider, essere parte di questa avventura è “l’onore della vita. Non sarei chi sono se non avessi avuto questo ruolo. Lo faccio da quando avevo 12 anni, è stata davvero la più grande benedizione della mia vita.” 

Tutto è connesso – Avatar: Fuoco e Cenere

Come dice giustamente Bass, Avatar non è solo avventura e azione, ma caratterizza le sue storie con uno spiccato centro emotivo, a cui corrispondono le dinamiche familiari e affettive che dominano le relazioni trai personaggi. Per Sam Warthington, ovvero Jake Sully in persona: “Credo che quando Jim era al lavoro sulla costruzione della storia, molti temi fondanti del film si sono poi condensati intorno al concetto di famiglia e di dinamica che la regola. Quello è il centro della storia e anche il modo in cui sopravvivi in una famiglia che si scontra con quelle circostanze, che può essere sia la guerra stessa ma anche il costante cambiamento dello scenario in cui sono ambientate le vicende.” “L’amore che questi personaggi hanno l’uno per l’altro, i legami familiari sono l’aspetto con cui tutti possiamo identificarci. Tutto quello che davvero abbiamo è il legame con gli altri, e Jim con questi film ci spiega proprio che siamo tutti connessi” conclude Warthington.

Cortesia The Walt Disney Company Italia

Trinity Jo-Li Bliss, che invece interpreta la piccola Tuk, ha dichiarato che uno degli aspetti più interessanti di questi legami familiari che vengono raccontati con tale potenza nel film è quello della “famiglia per scelta”. “E’ qualcosa che James racconta benissimo in tutti i film di Avatar. Io adoro come nel genere sci-fi riesce a inserire questo aspetto di strettissimi legami in cui non rivedo solo me, ma anche le dinamiche che mi legano ai miei cari. Sembra ricordarci che per quanto possiamo essere diversi, siamo comunque più simili che diversi… ed è bello vedere come questo aspetto di comunità e connessione si dipani in tutto Avatar: Fuoco e Cenere“.

Nelle parole di Sam Worthington, Fuoco e Cenere e La via dell’acqua erano un solo film, all’inizio, e si sono poi separati, ma mantengono lo stesso cuore di relazioni e rapporti, quindi in questo sono in continuità, ma Fuoco e Cenere va molto più a fondo nelle emozioni. “Quando la morte colpisce nel secondo film, sapevamo che quel momento avrebbe avuto un fortissimo impatto sul terzo film”. 

In un panorama cinematografico oggettivamente complesso e con la situazione delle sale in continuo peggioramento, l’arrivo di Avatar: Fuoco e Cenere in sala può rappresentare una boccata d’aria. Dopotutto alcuni film sono fatti ESCLUSIVAMENTE per essere guardati al cinema, e vedere questo film in una sala e su uno schermo molto grande è un “cine-must” con conclude Trinity Jo-Li Bliss.

Avatar: Fuoco e Cenere arriva in sala dal 17 dicembre, distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Avengers: Doomsday, il film potrebbe concentrarsi su Dottor Destino contro Capitan America

Quando Marvel Studios ha annunciato il cast di Avengers: Doomsday a marzo, il video di quattro ore si è concluso con le sedie per Pedro Pascal e Robert Downey Jr. Ciò ha portato molti fan a sperare che i fratelli Russo stessero anticipando che la relazione tra Mister Fantastic e Dottor Destino avrebbe avuto un ruolo importante nella storia. Victor Von Doom è poi apparso nella scena a metà dei titoli di coda di I Fantastici Quattro: Gli Inizi, ma per quanto ne sappiamo, la variante di Doom interpretata da Downey non ha alcun legame con la versione della Prima Famiglia Marvel di Earth-828.

Questo è stato un grande disappunto per molti fan dei fumetti, e Avengers: Doomsday, che potrebbe essere il luogo in cui questa squadra incontra Doom per la prima volta, lascia molto materiale interessante sulla pagina. Naturalmente non c’è nulla di confermato al riguardo, e questa nuova voce potrebbe frustrare molti di voi. Secondo il leaker @variablelace, infatti, la maggior parte di Avengers: Doomsday ruoterà attorno a Dottor Destino contro Capitan America.

In seguito, lo scoop di @MyTimeToShineH ha aggiunto: “[Downey] e [Chris] Evans non avrebbero nemmeno fatto parte di The Kang Dynasty, e ora non solo sono tornati, ma saranno anche i protagonisti di Doomsday”. Sulla base delle voci precedenti, Doom arriverà su Earth-616 con l’intenzione di far pagare a Steve il fatto di aver viaggiato indietro nel tempo per ottenere il suo lieto fine con Peggy Carter alla fine di Avengers: Endgame.

A quanto pare, interferire con la linea temporale in tal modo ha causato l’Incursione che non solo ha distrutto il mondo di Doom, ma forse ha anche innescato una reazione a catena destinata a concludersi con la fine del Multiverso. I fan hanno passato anni a dire che volevano vedere cosa fosse successo a Cap alla fine di Avengers: Endgame, e il prossimo sembra che esaudirà questo desiderio.

Il fatto che ciò avvenga a scapito della rivalità di Doom con Reed Richards sarà sicuramente un problema per alcuni, e potrebbe non essere l’unica delusione legata ai Fantastici Quattro, ma il confronto tra i due avverrà senz’altro prima o poi, considerando che Doom sembra essere molto interessato a Franklin Richard. Se non sarà in Avengers: Doomsday, ciò potrebbe facilmente avvenire in Avengers: Secret Wars.

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Cosa sappiamo di Avengers: Doomsday

Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars arriveranno in sala rispettivamente il 18 dicembre 2026, e il 17 dicembre 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe e Anthony Russo, che tornano anche nel MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

La sinossi ufficiale conferma il ritorno di Robert Downey Jr. all’interno dell’universo Marvel, questa volta nel ruolo di Doom. La trama resta però al momento sotto riserbo. Stephen McFeely e Michael Waldron risultano accreditati come sceneggiatori.

Il cast di Avengers: Doomsday è stato rivelato per la prima volta durante una diretta streaming a sorpresa della Marvel Studios, in cui diverse sedie hanno svelato il ritorno di numerosi attori. Una delle grandi novità è il ritorno di diversi attori degli X-Men dell’era Fox-Marvel.

Sono confermati nel cast del film (per ora): Paul Rudd (Ant-Man), Simu Liu (Shang-Chi), Tom Hiddleston (Loki), Lewis Pullman (Bob/Sentry), Florence Pugh (Yelena), Danny Ramirez (Falcon), Ian McKellen (Magneto), Sebastian Stan (Bucky), Winston Duke (M’Baku), Chris Hemsworth (Thor), Kelsey Grammer Bestia), James Marsden (Ciclope), Channing Tatum (Gambit), Wyatt Russell (U.S. Agent), Vanessa Kirby (Sue Storm), Rebecca Romijn (Mystica), Patrick Stewart (Professor X), Alan Cumming (Nightcrawler), Letitia Wright (Black Panther), Tenoch Huerta Mejia (Namor), Pedro Pascal (Reed Richards), Hannah John-Kamen (Ghost), Joseph Quinn (Johnny Storm), David Harbour (Red Guardian), Robert Downey Jr. (Dottor Destino), Ebon Moss-Bachrach (La Cosa), Anthony Mackie (Captain America).

Fallout – Stagione 2: le prime immagini dell’iconica Novac

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Prime Video ha presentato in anteprima assoluta una scena dalla seconda stagione di Fallout, che svela l’iconica location di Novac e il beniamino dei fan, Dinky il T-Rex. In questa imperdibile clip, Lucy, il Ghoul e CX404, alias Dogmeat, si scontrano con i feroci Wastelanders mentre attraversano il Mojave verso New Vegas. Durante il panel dedicato alla serie che si è tenuto al CCXP, la mega convention brasiliana dedicata alla cultura pop che si tiene ogni anno a San Paolo, gli attori Ella Purnell, Aaron Moten, Walton Goggins e Justin Theroux hanno presentato una versione estesa della scena in esclusiva agli oltre 3.500 fan entusiasti che hanno seguito il panel dedicato a Fallout tenutosi sul Thunder Stage.

Oltre al panel dedicato alla serie, migliaia di partecipanti alla convention sono stati catapultati nel mondo di Fallout grazie ad un’attivazione immersiva creata da Prime Video nell’area espositiva, che ha trasportato i fan nel cuore dell’azione della nuova stagione e di New Vegas, con esperienze esclusive e foto opps uniche.

La nuova stagione riprenderà dall’epico finale della prima e accompagnerà il pubblico in un viaggio attraverso le terre desolate del Mojave fino alla città post-apocalittica di New Vegas. L’attesa seconda stagione in otto episodi debutterà il 17 dicembre, con un episodio a settimana fino al finale di stagione del 4 febbraio 2026, in esclusiva su Prime Video in oltre 240 paesi e territori nel mondo.

La serie vede protagonisti Ella Purnell (Yellowjackets, Sweetpea), Aaron Moten (Emancipation – Oltre la libertà, Father Stu), Walton Goggins (The White Lotus, The Righteous Gemstones), Kyle MacLachlan (Twin Peaks), Moisés Arias (Il re di Staten Island) e Frances Turner (The Boys).

Fallout è prodotta dalla Kilter Films, con gli executive producer Jonathan Nolan, Lisa Joy e Athena Wickham. Geneva Robertson-Dworet e Graham Wagner sono executive producer, creatori e showrunner. Todd Howard di Bethesda Game Studios è executive producer insieme a James Altman per Bethesda Softworks. Margot Lulick figura, inoltre, tra gli executive producer. La serie è prodotta da Amazon MGM Studios e Kilter Films, in associazione con Bethesda Game Studios e Bethesda Softworks.

Tutti gli episodi della prima stagione sono attualmente disponibili su Prime Video.

The Boys – Stagione 5: cosa succederà alla povera Ashley Barrett?

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La povera Ashley Barrett non ha mai avuto vita facile in The Boys. Spesso orribile, a tratti tragica, la performance di Colby Minifie rende impossibile considerare Ashley come irrecuperabile, nonostante i vari peccati commessi nelle ultime quattro stagioni. Ecco perché gli spettatori sarebbero perdonati per aver esultato in silenzio quando Ashley si è iniettata il Composto V alla fine della quarta stagione di The Boys, risparmiandosi la violenta eliminazione dello staff di Patriota.

Il trailer di The Boys – Stagione 5 offre un importante aggiornamento su Ashley

Il trailer di The Boys – Stagione 5 offre un’immagine chiara di Ashley Barrett. Appare subito in forma, in salute, in controllo – meglio che mai, in realtà. Ancora più importante, Ashley sembra aver ottenuto un nuovo lavoro. Il suo corpo nasconde la scritta, ma Ashley è chiaramente in piedi davanti a un cartello della Casa Bianca, e si può dedurre che ora lavori come addetta stampa del Presidente Calhoun.

Data la forte inclinazione politica che The Boys ha adottato fin dall’inizio della serie nel 2019, si può solo immaginare la satira che deriverà dall’incarico di addetta stampa assegnato ad Ashley. Essendo una vera e propria donna d’affari alla Vought, Ashley userà inevitabilmente la sua posizione per predicare la supremazia, diffondere bugie su Starlight e giustificare i campi tirannici utilizzati per contenere i nemici di Patriota.

La cosa più curiosa di tutte è: come si allinea la perfettamente normale Ashley del trailer della quinta stagione di The Boys con i mostruosi cambiamenti visti alla fine della quarta stagione e impliciti nei commenti di Sister Sage in Gen V? Come può Ashley non essere in condizioni idonee per dirigere la Vought, ma poter servire come addetta stampa della Casa Bianca?

È possibile che, tra la seconda stagione di Gen V e la quinta stagione di The Boys, Ashley riprenda il controllo di sé e dei suoi nuovi poteri, tornando finalmente alla ribalta. O forse si sta delineando una situazione alla Jekyll e Hyde: a volte Ashley è la solita persona (come vediamo nel trailer della quinta stagione), ma le sue trasformazioni sono improvvise e imprevedibili. Questo dovrebbe rendere le sue conferenze stampa più interessanti.

Cosa rivela il ritorno di Ashley nella quinta stagione di The Boys sul regime di Patriota

La posizione di Ashley come addetta stampa della Casa Bianca confermerebbe il fatto che, anche se il nome di Calhoun è sulla porta dello Studio Ovale, Patriota è il vero Presidente degli Stati Uniti all’inizio di The Boys – Stagione 5. Ashley è uno dei pochi personaggi di The Boys di cui Patriota si fida in qualche modo (o almeno crede che sia troppo intimidita per sfidarlo apertamente), quindi sceglierla come portavoce della Vought ha perfettamente senso.

Questo dimostra il controllo completo di cui Patriota gode ora sugli Stati Uniti. Non sarebbe davvero sorprendente vedere Black Noir come Segretario della Difesa e The Deep come Segretario di Stato. La domanda per Patriota è quanto possa davvero contare su Ashley come pilastro del suo regime. Non solo lei ha segretamente lavorato contro di lui di tanto in tanto, come ad esempio cancellando il filmato che confermava la sopravvivenza della regina Maeve, ma una trasformazione inopportuna in un mostro sarebbe una pessima pubblicità.

Patriota ha pure affidato a Ashley il ruolo di sua addetta stampa nella quinta stagione di The Boys, ma è una decisione di cui potrebbe pentirsi alla fine.

Donald Trump commenta l’acquisizione di Warner Bros. da parte di Netflix

Dopo la vittoria di Netflix nella corsa all’acquisizione di Warner Bros. con un’offerta di 82,7 miliardi di dollari, Paramount ha presentato una nuova proposta per un possibile takeover ostile. Ora, durante un incontro alla Casa Bianca, anche il presidente Donald Trump ha detto la sua in merito, dichiarando di non sostenere né Netflix né Paramount.

Conosco bene queste aziende. So cosa stanno facendo, ma devo vedere… quale percentuale di mercato hanno. Dobbiamo vedere la percentuale di mercato di Netflix, la percentuale di Paramount. Nessuna di queste aziende è particolarmente mia amica. Voglio fare la cosa giusta.”

Trump ha poi confermato di aver incontrato di recente il co-CEO di Netflix, Ted Sarandos, definendolo “un uomo fantastico”, ma – stando a quanto riportato da Bloomberg – ha aggiunto anche: “Ho molto rispetto per lui, ma è una grande quota di mercato. Non c’è dubbio. Potrebbe essere un problema.

L’incontro con Sarandos ha riguardato la fusione di Netflix con Warner Bros. e l’integrazione di HBO Max, che conta circa 128 milioni di abbonati, nella piattaforma di streaming di Netflix, già con oltre 300 milioni di utenti. Trump ha sottolineato che l’acquisizione dovrà passare attraverso una revisione normativa: “Deve seguire un processo, e vedremo cosa succede… Sarò coinvolto in quella decisione.

La transazione sarà valutata dal Dipartimento di Giustizia e dalla Federal Trade Commission, con possibili implicazioni antitrust legate alla quota di mercato combinata di Netflix e Warner Bros. La questione del futuro delle uscite cinematografiche teatrali e della libreria streaming di HBO Max resta al centro delle valutazioni del mercato.

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