L’Occhio senza
palpebra è una definizione che è diventata simbolica e
rappresentativa di Sauron in persona, nella mitologia condivisa
trai fan di Tolkien e il fatto che Il Signore degli Anelli:
Gli Anelli del Potere 1×07 si intitoli proprio The Eye, l’occhio
appunto, è indicativo di quello che vuole portarci a scoprire:
l’identità di Sauron.
Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1×07, cosa
succede
Per arrivare alla
rivelazione che, vi tranquillizziamo, non viene svelata in questo
episodio, bisogna però percorrere ancora della strada. All’indomani
della grande Battaglia per le Terre del Sud, gli schieramenti
raccolgono i superstiti, ormai all’ombra di quello che è
inequivocabilmente il Monte Fato.
La montagna vulcanica
ruggente e minacciosa ha coperto di cenere e fuoco l’aria delle
terre a meridione della Terra di Mezzo, delineando un territorio
preciso e ben noto. All’interno di queste terre ormai abbandonate
dalla luce del sole, gli orchi di Adar sono in grado di muoversi
liberamente, senza mantelli elmi o altre protezioni dagli “orribili
salubri raggi solari” e, allo stesso modo, i numenoreani
superstiti, guidati da Elendil e dalla regina reggente Miriel,
cercano di radunarsi in un luogo sicuro, per sfuggire alla coltre
minacciosa.
Per gli uomini la
battaglia è persa e, mentre Galadriel ritrova con Theo la strada
verso l’accampamento, a nord, nel ventre di Kazhad-dum, Durin IV
deve trovare una via tra la fedeltà al suo popolo e il volere di
suo padre il re, Durin III e la devozione verso Elrond,
quest’ultimo “gioca sporco” facendo leva proprio sui sentimenti
duri come la roccia dell’amico nano. Anche su questo fronte, la
battaglia, più tattica e mentale, è ancora aperta. Intanto, nelle
pianure centrali, la dolce e volitiva Nori fa un incontro
inaspettato, si confronta con il suo futuro e fa una scelta
coraggiosa in nome dell’affetto che nutre per lo Straniero.
Peter Mullan (King Durin III), Robert Aramayo (Elrond), Owain
Arthur (Prince Durin IV)
Dopo i fasti
dell’episodio precedente, Udun, The Eye ci riporta a un
livello meno concitato di storia e azione, in cui dopo l’esplosione
della battaglia, le pedine si devono riposizionare per il gran
finale. Non siamo sull’orlo di un’altra battaglia, ma siamo più
dalle parti della grande rivelazione, mentre i vari protagonisti e
le storyline parallele si preparano alla pausa che ci sarà tra la
prima e la seconda stagione, entrata in produzione a Londra.
Il sapore di questo
episodio di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del
Potere è quello del citazionismo, della nostalgia, della
rievocazione. Sono molti i momenti in cui viene ricalcata l’opera
di Peter Jackson, e non solo, come è stato fino a questo momento,
nella riproposizione di un look o di un’inquadratura, ma anche
nelle dinamiche trai personaggi, nelle loro decisioni di fare una
cosa invece di un’altra, proprio nel modus di affrontare
determinate situazioni che vengono poste davanti ai loro passi.
Dopo l’egregio lavoro
fatto con l’episodio 6, Charlotte Brändström si
conferma capace di portare avanti i personaggi che, purtroppo, non
sono riusciti, non tutti almeno, a insediarsi nel cuore dello
spettatore. Perché se da una parte è vero che Galadriel è l’eroina
che tutti vogliamo, Nori e la sua famiglia sono la casa che tutti
desideriamo, e Durin e Elrond rappresentano l’aspetto comico e
politico dell’intera storia, e tutti questi personaggi hanno delle
motivazioni chiare e comprensibili, tutti i personaggi umani sono
invece lasciati a margine dell’approfondimento psicologico.
Markella Kavenagh (Elanor ‘Nori’ Brandyfoot), Lenny Henry (Sadoc
Burrows),
Quando gli orchi hanno più spessore degli uomini
Halbrand, Bronwyn, tutti
gli uomini del Sud, Miriel e Elendil sono pedine di un gioco che
non si è curato di dare loro spessore e credibilità, con il
risultato che non capiamo davvero perché Miriel abbraccia la causa
di Galadriel, perché Halbrand dovrebbe essere riconosciuto come Re
dagli uomini del Sud, perché Bronwyn diventa leader della
resistenza? Sono domande che ci poniamo di fronte a un flusso
narrativo che non ha altra giustificazione se non quella di dover
procedere per forza in quel modo.
Non si può dire lo
stesso invece degli orchi, di Adar che li guida. Come abbiamo detto
anche nella recensione di Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere
1×06, questi orchi, cattivi, osceni nella loro
deformità e nelle loro intenzioni, sono comunque raccontati come
creature viventi che hanno uno scopo e un desiderio, per quanto
possa essere nefasto, e questo li rende compresi e capiti,
nonostante siano sempre comunque respinti dai popoli liberi della
Terra di Mezzo.
Quello che ci aspetta
nel finale di stagione è facilmente intuibile: potremmo avere
qualche conferma in più su chi è Sauron, su quale sarà il suo
percorso per adempiere al suo oscuro obbiettivo, soprattutto come
l’alleanza tra elfi e uomini potrà provare a contrastare una
battaglia che, lo sappiamo bene, sarà vinta soltanto
temporaneamente. Per colpa degli uomini, di nuovo.
L’attrice Kate
Jackson sembra essersi ormai definitivamente ritirata
dalle scene, ma la popolarità acquistata negli anni Settanta le
permette di essere ancora oggi ricordata come una vera e propria
icona. Nella sua lunga carriera ci sono diversi titoli,
principalmente per la televisione, che l’hanno resa celebre, dando
prova di tutte le sue qualità come attrice.
Ecco 10 cose che non sai su Kate Jackson.
Kate Jackson: i suoi film e le serie TV
1. È nota per le sue serie
TV. L’attrice ottiene una prima popolarità recitando nel
ruolo di Daphne Harridge nella soa opera Dark Shadows
(1970-1971). In seguito recita in A tutte le auto della
polizia (1972-1976), per poi consacrarsi grazie al ruolo di
Sabrina Duncan in Charlie’s Angels (1976-1979). In seguito
ha recitato in modo ricorrente nella serie Top Secret
(1983-1987), per poi comparire in alcuni episodi di serie come
Ally McBeal (1997), Sabrina, vita da strega
(2002), Squadra emergenza (2004) e Criminal Minds
(2007).
2. Ha recitato anche per il
cinema. La Jackson ha inoltre avuto l’occasione di
recitare anche per il cinema, apparendo nei film La casa delle
ombre maledette (1971), Limbo (1972), Inferno in
Florida (1977), Diabolico imbroglio (1981) e
Making Love (1982), ricordato come uno dei primi film
hollywoodiani ad affrontare il tema dell’omosessualità e del coming
out. In seguito ha recitato in Seduttore a domicilio
(1989), Errore di giudizio (1999) e Larceny
(2004).
3. È stata anche regista e
produttrice. Nel corso della sua carriera l’attrice non si
è occupata solo di recitazione, ma in alcune occasioni ha anche
ricoperto il ruolo di regista e produttrice. Ha infatti diretto due
episodi della serie Top Secret, dove recitava anche. In
particolare ha diretto nel 1986 gli episodi Unfinished
Business e The Pharoah’s Engineer. Nel 1999 ha invece
diretto l’episodio The Womanizer, della serie Dead
Man’s Gun. Come produttrice si è invece occupata dei film
televisivi Topper (1979), Child’s Cry (1986) e
Morte sottozero (1996). Ha poi co-prodotto la serie
Top Secret (1983).
Kate Jackson in Charlie’s Angels
4. Ha suggerito il titolo
della serie. Inizialmente la serie si sarebbe dovuta
chiamare “Alley Cats“. Tale termine tuttavia si scoprì
avere un significato dispreggiativo nei confronti di alcune
tipologie di detective. I produttori si decisero così a cambiarlo e
chiesero consiglio anche alle attrici protagoniste. La Jackson,
dopo aver visto una foto di alcuni angeli nell’ufficio del
produttore Aaron Spelling, suggerì Charlie’s Angels come
titolo. Il resto è storia.
5. Era la protagonista di
maggior rilievo. Nella serie l’attrice interpretava il
personaggio di Sabrina Duncan, recitando accanto a Jaclyn
Smith nei panni di Kelly Garrett e Farrah
Fawcett in quelli di Jill Munroe. La Jackson era però la
più apprezzata delle tre, tanto da ottenere anche due nomination ai
premi Emmy. In quanto più nota, l’attrice era anche pagata il
doppio rispetto alle sue colleghe. Quando la Jackson abbandonò la
serie dopo la terza stagione, gli ascolti di questa calarono
drasticamente e Charlie’s Angels non ebbe più il successo
di prima.
6. Le fu impedito di
accettare un ruolo molto importante. Divenuta popolare
grazie alla serie, Kate Jackson era stata scelta per interpretare
Joanna Kramer in Kramer contro Kramer
(1979). Le riprese del film interferivano però con quelle della
serie. Fu richiesto un permesso speciale per aggirare questo
problema, ma la cosa non venne accettata. La Jackson fu così
costretta a rinunciare alla parte e ciò l’ha spinta a diventare
ostile sul set della serie, cosa che l’ha infine portata ad essere
licenziata. La Jackson afferma ancora che se avesse avuto il ruolo
in Kramer v. Kramer, avrebbe potuto avere una carriera
come Meryl Streep,
attrice che ha poi ricoperto il ruolo di Joanna Kramer.
Kate Jackson: la sua vita privata,
il marito Tom Hart e il figlio Charles Taylor
7. Ha avuto diverse
relazioni con celebrità. Nel corso della sua vita la
Jackson ha intessuto relazioni sentimentali con personalità come
gli attori Edward Albert, Dirk
Benedict, Nick Nolte e Warren
Beatty. Nel 1978 ha poi sposato l’attore Andrew
Stevens, dal quale divorzia però nel 1981. Mentre era in
vacanza ad Aspen, in Colorado, nel 1989, la Jackson ha incontrato
Tom Hart, il proprietario di una baita nello Utah,
e la coppia si è sposata nel 1991. I due hanno però poi divorziato
nel 1993.
8. Ha adottato un
figlio. Nonostante le diverse relazioni e i diversi
matrimoni, l’attrice non ha mai avuto un figlio nato da uno di
questi legami. Dopo il divorzio da Tom Hart, nel 1995 l’attrice ha
deciso di adottare un bambino di nome Charles Taylor
Jackson. Sulla vicenda l’attrice ha però mantenuto grande
riserbo, evitando di condividere come la cosa si sia svolta. Ancora
oggi sia la Jackson che il figlio ormai cresciuto mantengono un
profilo di vita lontano dalla notorietà.
Kate Jackson: oggi
9. Si è ritirata dalle
scene. A partire dal 2009 l’attrice si è ritirata dalle
scene e da quel momento non è più comparsa né in televisione né ad
altri eventi di gala. Uno dei motivi dietro tale scelta sarebbe la
causa intentata nel 2010 contro il suo manager, il quale l’avrebbe
condotta alla bancarotta. Non ci sono dunque notizie su cosa faccia
oggi l’attrice, uscita ormai da ogni radar.
Kate Jackson: età e altezza dell’attrice
10. Kate Jackson è nata a
Birmingham, Alabama, Stati Uniti, il 29 ottobre del 1948.
L’attrice è alta complessivamente 1.77 metri.
Il nuovo straordinario film di
Steven Spielberg, The
Fabelmans, sarà presentato in anteprima
italiana nel programma della Festa del Cinema di Roma
e di Alice nella città. L’attesissima opera del maestro
statunitense, uno degli autori più influenti del cinema, sarà
proiettata per il pubblico mercoledì 19 ottobre alle ore 20.30
presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio
Morricone e alle ore 21 all’Auditorium Conciliazione. Il film, che
ha vinto il Premio del Pubblico al Toronto International Film
Festival, è scritto da Spielberg assieme al drammaturgo Premio
Pulitzer Tony Kushner, storico collaboratore del regista, due volte
candidato all’Oscar per le sceneggiature di
Lincoln e Munich. I produttori sono la
candidata all’Oscar Kristie Macosko Krieger, Spielberg e
Kushner.
The
Fabelmans, il film
The
Fabelmans, uno spaccato intenso e personale
dell’infanzia americana del XX secolo, è il racconto di formazione
di un giovane che scopre uno sconvolgente segreto di famiglia e
un’esplorazione del potere dei film nell’aiutarci a vedere la
verità sull’altro e su noi stessi. The
Fabelmans
è interpretato dalla quattro volte candidata all’Oscar
Michelle Williams,
Paul Dano,
Seth Rogen,
Gabriel LaBelle e dal candidato all’Oscar
Judd Hirsch,
con le musiche del premio Oscar John Williams, la fotografia del
premio Oscar Janusz Kaminski e il montaggio dei premi Oscar Michael
Kahn e Sarah Broshar.The
Fabelmans,
un film Amblin Entertainment, sarà distribuito in Italia da Leone
Film Group in collaborazione con Rai Cinema e 01
Distribution.
Il MIA | Mercato
Internazionale Audiovisivo, sotto la nuova direzione
di Gaia Tridente, presenta il programma
della sua ottava edizione che si
svolgerà a Roma dall’11 al 15 Ottobre
2022 a Palazzo Barberini e
al Cinema Barberini.
Nato nel 2015 per volontà di
ANICA (Associazione Nazionale Industrie
Cinematografiche Audiovisive e Digitali) presieduta
da Francesco
Rutelli e APA (Associazione
Produttori Audiovisivi) presieduta da Giancarlo
Leone, il MIA è oggi il più importante evento di
settore in Italia ed è entrato a pieno titolo nell’agenda
internazionale degli appuntamenti dedicati ai professionisti
dell’audiovisivo che ne riconoscono la peculiarità di mercato
concepito con cura editoriale. È attesa una grande
partecipazione di top-players internazionali,
tra cui le grandi piattaforme (Amazon, AppleTV+, Netflix,
Paramount+, Tubi) e
un ensemble di produttori, autori, distributori,
agenti, studios che parteciperanno a un ricco programma di attività
volte a sostenere le co-produzioni internazionali, la circolazione
delle opere e dei talenti.
Diverse le novità di
questa edizione, come la nuova divisione
editoriale dedicata all’Animazione che si va ad
aggiungere a quelle dedicate a Doc&Factual, Drama e Film. E
ancora il B2B Exchange, programma a supporto
dell’industria audiovisiva Ucraina,
la partnership con COMICON per
l’individuazione di nuovi contenuti dal mondo del fumetto che
possano diventare produzioni audiovisive e un ricco programma
dedicato all’Innovazione per le Industrie
creative.
Anche quest’anno sarà attiva la piattaforma MIA
Digital che consentirà agli accreditati di accedere
anche da remoto a tutte le sessioni (in diretta e on-demand).
I CONTENT
SHOWCASE
Anche quest’anno i content showcase
del MIA con le sezioni C EU SOON, GREENLit, Italian
Animation Showcase, Italians DOC it
Better,Italian Factual Showcase e What’s
Next Italy, presenteranno in anteprima i titoli più attesi
e interessanti della prossima stagione.
Per la divisione Drama,
torna GREENLit, l’evento glossy
della sezione Drama, che presenta in anteprima internazionale uno
showcase dedicato ai titoli italiani scripted più attesi della
prossima stagione. Tra questi: La
Storia, serie TV tratta dal capolavoro di Elsa
Morante diretta da Francesca
Archibugi e prodotta da Picomedia e Thalie
Images in collaborazione con Rai Fiction, il
crime-thriller Brennero, una
coproduzione Rai Fiction-Cross Productions diretta
da Davide
Marengo e Giuseppe
Bonito. Sky Studios presenta la serie che racconta il
feroce omicidio senza movente di Luca Varani, uno dei casi di
cronaca nera più sconvolgenti degli ultimi anni. Attualmente in
sviluppo, la serie Sky Original La città dei
vivi, una produzione Sky con CinemaUndici e
Lungta Film, tratta dall’omonimo romanzo di Nicola
Lagioia. Presentata anchela
serie dramedy Sky Original prodotta da Sky e
Groenlandia, Hanno ucciso l’uomo ragno–La vera
storia degli 883 diretta da Sydney
Sibilia, al suo debutto alla regia di una serie TV. La
serie è ispirata alla vera storia di Max
Pezzali e Mauro Repetto che hanno dato vita agli
883.
Per la divisione Animazione sarà presentato l’Italian
Animation Showcase appuntamento dedicato
all’industria dell’animazione italiana. I titoli selezionati,
quattro serie e tre film di lungometraggio,
sono: Klincus, Baby Puffins &
Bunny, The Sound
Collector, Mini Pet Pals &
Mini Dinos,Bartali’s
Bicycle, Linda Veut du
poulet, Copperbeak.
Per la divisione DOC & Factual saranno presentati i progetti
selezionati per Italians Doc it
Better, lo showcase di documentari italiani ultimati
nell’ultimo anno e non ancora distribuiti all’estero. Questi i
titoli selezionati. L’estate di Joe, Liz e
Richard di Sergio Naitza; A.P. Giannini-
Bank to the Future di Valentina Signorelli e Cecilia
Zoppelletto; Amate sponde di Egidio
Eronico; Aiutami a fare da solo. L’idea
Montessori di Maurizio Sciarra; Nel nome
di Gerry Conlon di Lorenzo Moscia; Kill
me if you can di Alex Infascelli; La
scelta di Maria di Francesco Micciché;
Lotta Continua di Tony Saccucci;
Margherita. La voce delle stelle di
Samuele Rossi; Sarura di Nicola Zambelli; Le ultime
parole del boss di Raffaele Brunetti; Il
tempo dei giganti di Lorenzo Conte e Davide Barletti.
Per l’area factual invece all’interno della selezione
Italian Factual Showcase saranno presentati
alcuni tra i migliori format realizzati in Italia nell’ultimo anno,
insieme a format originali inediti. Questi i titoli selezionati:
Falegnami ad alta quota di Katia
Bernardi, Davide Valentini; Re-Born di
Daniele Cantalupo e Simone Cutri; The Clan of
Classics di Fabrizio Razza.
Per la divisione Film torna l’appuntamento storico
con What’s Next Italy, il programma
work-in-progress dedicato ai film italiani più recenti. I buyer
internazionali avranno l’opportunità di vedere in anteprima trailer
o scene dei film presentati dai registi, produttori e distributori.
La selezione presenta tre opere prime e due opere seconde. I
Titoli: Come pecore in mezzo ai
lupi di Lyda
Patitucci. Patagonia, debutto
al lungometraggio di Simone Bozzelli. Giuseppe Battiston,
al suo esordio alla regia con Io vivo
altrove. Enrico Maria Artale è al suo
secondo lungo in El
Paraíso. Rossosperanza, opera seconda
di Annarita
Zambrano e Superluna di Federico
Bondi.
PROGRAMMA UFFICIALE MIA
2022
Questi alcuni dei panel del
programma dei 5 giorni del MIA.
La sezioneAnimation presenterà Defining
The World Markets sulla produzione di animazione
in Africa. Nel panel Working as
Partners si parlerà di modelli e strategie
per creare una co-produzione di successo. Nel
panel Money &
Soul interverranno gli executive dei maggiori
network europei. Nell’incontro The Art of
Releasing Contents si discuterà di “global vs
local” nella produzione di contenuti di animazione e nelle
strategie legate alla distribuzione. Alcune tra le maggiori società
di produzione ed emittenti italiane discuteranno di un ecosistema
industriale italiano dedicato a contenuti di animazione e live
action nel panel New Models and Scenarios for the
Italian Industry.
La sezioneDoc&Factual avrà
un focus particolare sulle storie locali per audience
globali. Si parlerà di come raccontare
gli antieroi reali, di
documentari sportivi e di film-making in
zone
di guerra in Film-making
within a war dedicato all’Ucraina.
I panel della divisione
Drama riflettono sul
tema delle produzioni globali per mercati locali.
Si parlerà anche del potenziale del metaverso come spazio che
favorisce la creazione di contenuti in grado di rivolgersi a
spettatori molto giovani, e come nuova forma di business e di
sfruttamento di IP e si rifletterà sul nuovo modello
FAST, la televisione free ad-supported, e sulla continua ascesa dei
servizi di streaming AVOD.
Tra i temi chiave dei panel
della divisioneFilm,
l’ecosistema globale di produzione di cinema indipendente,
il futuro della distribuzione internazionale, lo stato
dell’arte del cinema italiano.
Una serie di panel trasversali,
aperti a tutti i generi e formati presenti
al MIA, va ad arricchire il
programma con alcuni degli appuntamenti chiave dell’edizione 2022.
Mai come in questa edizione sarà chiave la presenza dei broadcaster
e delle piattaforme internazionali. The
Alliance, l’alleanza dei broadcaster
pubblici tra Rai, France
Télévisions e ZDF, presenterà
lo slate dei progetti realizzati e in via di sviluppo. Tra gli
appuntamenti internazionali di questa edizione
anche The Future of
Storytelling in cui si analizzerà il percorso
di Netflix fino ad oggi. Altro
importante appuntamento sarà l’incontro con Amazon
Studios. Grande spazio alle donne
dell’audiovisivo nel panel Women’s Empowerment in
Creative Industries.
B2B EXCHANGE
PROGRAM.A SUPPORT PLAN FOR THE UKRAINIAN
AUDIOVISUAL INDUSTRY
Quest’anno, nell’ottica di
mantenere uno sguardo attento anche alla situazione geo-politica
internazionale, il MIA ha intrapreso una iniziativa a sostegno
dell’industria dei media e dell’intrattenimento Ucraina. Un ricco
programma di contenuti, eventi e attività di mercato che
coinvolgono i professionisti ucraini, e li pongono nuovamente al
centro di conversazioni tra colleghi dell’industria audiovisiva
globale. Il MIA ha realizzato un Ukrainian
Hub all’interno di Palazzo Barberini, un ampio spazio
gestito direttamente dalla delegazione ucraina e dedicato a
ospitare business meeting, conversazioni con partner istituzionali
ma anche più in generale come base di lavoro per tutti i
professionisti ucraini presenti a Roma al MIA.
I
PREMI
Nel corso della cerimonia di
premiazione verranno assegnati riconoscimenti a opere che
partecipano al mercato di co-produzione del MIA. I partner dei
premi sono: Paramount, ILBE,
ARTE, Women in Film, Television and Media
Italia-WIFTMI. Per i Content Showcase italiani
sarà assegnato il premio Lazio
Frames e per C EU Soon verrà scelto il progetto
vincitore dello Screen International Buyers’ Choice
Award. Tra i premi ospitati anche quello
de La Bottega della
Sceneggiatura promosso da Netflix e Premio
Solinas. La cerimonia di premiazione sarà l’evento conclusivo
della manifestazione e avrà luogo Sabato 15 ottobre presso il
Cinema Barberini.
Disney+ ha annunciato che la
diciannovesima
stagione di Grey’s
Anatomy, dell’executive producer
Shonda Rhimes, debutterà il 2 novembre in Italia in
esclusiva sulla piattaforma streaming. La nuova stagione si
aggiunge a tutte le precedenti del medical drama di successo già
disponibili sulla piattaforma streaming, confermando Disney+ come la casa di Grey’s
Anatomy. La diciannovesima stagione riprende sei mesi dopo il
finale della diciottesima e vede cinque nuovi specializzandi unirsi
allo staff del Grey Sloan Memorial Hospital: Harry Shum Jr.,
Adelaide Kane, Alexis Floyd, Niko Terho e Midori Francis infatti si
aggiungono al cast.
Vincitrice del Golden Globe Award
nel 2007 come migliore serie drama e nominata per diversi Emmy,
Grey’s
Anatomy è considerata una delle serie più popolari del
nostro tempo. Il medical drama segue Meredith Grey e il team di
medici del Grey Sloan Memorial che si trovano ad affrontare
quotidianamente decisioni di vita o di morte. I protagonisti
cercano conforto l’uno nell’altro creando, a volte, più di una
semplice amicizia. Insieme scoprono che nella medicina e nelle
relazioni non tutto può essere bianco o nero. La diciannovesima
stagione di Grey’s
Anatomy si aggiunge alla lista di titoli
autunnali di Disney+ da vedere in
streaming, tra cui The Old Man, The
Bear, Candy: Morte in
Texas(12 ottobre) e la terza stagione
di War of the Worlds (19
ottobre).
Disney+ è disponibile al
prezzo di 8,99 euro al mese, senza costi aggiuntivi e con la
possibilità di disdire in qualsiasi momento. Ci sono contenuti per
tutti, con nuove serie TV, film di successo e titoli originali
esclusivi in arrivo nel corso di tutto l’anno dei sei brand
principali: Disney, Pixar, Marvel, Star
Wars, National Geographic e Star. Tra le serie in streaming in
esclusiva su Disney+ ci sono Desperate
Housewivese This Is
Us. Con un’infinita library di intrattenimento, che spazia
dai documentari ai film drammatici acclamati dalla critica, dalle
commedie ai classici d’animazione, su Disney+ sono disponibili molte delle
storie che il pubblico si aspetta e molte altre che non si
aspetterebbe.
Un efficace sistema di parental
control assicura che Disney+ rimanga un’esperienza di
visione adatta a tutti i membri della famiglia. Oltre al “Profilo
Bambini” già presente sulla piattaforma, gli abbonati possono
impostare dei limiti di accesso ai contenuti per un pubblico più
adulto e creare profili con accesso tramite PIN, per garantire
massima tranquillità ai genitori.
Sono passati 15 anni dal matrimonio
di Giselle (Amy Adams) e Robert (Patrick Dempsey), ma Giselle è
ormai disillusa dalla vita in città, così i due decidono di
trasferirsi con la loro famiglia in crescita nella tranquilla
comunità suburbana di Monroeville alla ricerca di una vita da
favola. Sfortunatamente questa soluzione non è così semplice
come Giselle aveva sperato. La periferia ha delle regole
completamente nuove e un’ape regina locale, Malvina Monroe (Maya
Rudolph), che fa sentire Giselle più fuori posto che mai. Frustrata
dal fatto che il suo “e vissero per sempre felici e contenti” non
sia stato così facile da raggiungere, si rivolge alla magia di
Andalasia per chiedere aiuto, trasformando accidentalmente l’intera
città in una fiaba e mettendo a rischio la felicità futura della
sua famiglia. Ora Giselle deve affrontare una corsa contro il tempo
per annullare l’incantesimo e scoprire cosa significhi davvero “e
vissero felici e contenti” per lei e la sua famiglia.
Come per disincanto e vissero
infelici e scontenti è interpretato da Amy Adams,
Patrick Dempsey, Maya Rudolph, Yvette Nicole Brown, Jayma Mays,
Gabriella Baldacchino, con Idina Menzel e James Marsden. Diretto
da Adam Shankman, da una sceneggiatura di Brigitte
Hales e un soggetto di J. David Stem & David N. Weiss e Richard
LaGravenese, Come per disincanto e vissero infelici e
scontenti è prodotto da Barry Josephson, Barry Sonnenfeld
e Amy Adams, mentre Jo Burn, Sunil Perkash e Adam Shankman sono gli
executive producer. Il film include canzoni con le musiche del
compositore otto volte vincitore del premio Oscar® Alan Menken e
testi del paroliere tre volte vincitore dell’Oscar® Stephen
Schwartz, il cui lavoro per Come d’incanto ha ottenuto tre
candidature agli Academy Award®. La colonna sonora è di Alan
Menken. Il film Disney Come per disincanto e vissero infelici e
scontenti sarà disponibile in streaming in esclusiva su
Disney+ dal 24 novembre 2022.
È stato diffuso oggi il trailer di
Il
Mammone, divertente commedia che racconta le
vicende dei coniugi Bonelli, alle prese con un figlio adulto
decisamente troppo attaccato ai genitori. Basato sulla storia
originale e sul film “Tanguy” diretto da Etienne Chatiliez e
scritto da Laurent Chouchan e Etienne Chatiliez, il film – per la
regia di Giovanni Bognetti – vede protagonisti,
nella parte di Piero e Anna Bonelli, Diego
Abatantuono e Angela Finocchiaro.
Andrea Pisani interpreta il figlio Aldo, mentre
Michela Giraud è Amalia, un personaggio che sul
suo cammino incontrerà la famiglia Bonelli.
Il film – prodotto da
Warner Bros. Entertainment Italia, Picomedia e
ColoradoFilm – dal 7
novembre sarà disponibile in esclusiva su Sky
Cinema e in streaming solo su NOW.
La trama del film Il
Mammone
L’antico proverbio giapponese
“Quando sei mamma lo sei per sempre” è un mantra nella
famiglia Bonelli. Aldo, figlio unico di Piero e Anna, nonostante i
suoi 35 anni suonati, l’indipendenza economica, una brillante
carriera accademica come professore universitario e innumerevoli
occasioni di lavoro all’estero, vive ancora felicemente a casa con
la madre e il padre. Un giorno però i genitori realizzano quello
che mai avrebbero pensato: non lo sopportano più. Inizia in casa
una vera e propria guerra fredda, nella quale i coniugi Bonelli
cercano di far emancipare Aldo e metterlo alla porta con ogni mezzo
a loro disposizione. Il ragazzo però ha delle risorse inaspettate e
non è un tipo che si arrende facilmente.
BIM ha diffuso il trailer italiano
del film Il piacere è tutto mio (tit. orig. Good
luck to you, Leo Grande), film di Sophie Hyde con protagonisti
la due volte Premio Oscar
Emma Thompson e Daryl McCormack, arriva al cinema il 10
novembre con BiM Distribuzione.Dopo aver
conquistato la critica internazionale alla Berlinale – Festival
Internazionale del Film e al Sundance Film Festival il film verrà
presentato alla Festa de cinema di Roma.
Nel film Nancy Stokes (Emma
Thompson) è un’insegnante in pensione, vedova, con alle spalle un
matrimonio solido e rigoroso a cui però è sempre mancato un po’ di
brivido. Ormai sola, Nancy decide di cercare quello che nella vita
di coppia non ha mai trovato: una soddisfacente esperienza
sessuale. Si rivolge così a un’agenzia di gigolò e sceglie di
incontrare Leo Grande(Daryl McCormack). Giovane e affascinante, Leo
Grandesembra essere tutto quello per cui Nancy è pronta a pagare:
un uomo in grado di realizzare le sue fantasie. Ma nel corso di tre
incontri in una camera di hotel le dinamiche cambiano: Leo si
dimostra non solo come un uomo con cui fare dell’ottimo sesso, ma
anche una persona con cui parlare e nonostante la differenza d’età,
tra i due nascerà un rapporto di fiducia che porterà Nancy a
riscoprire se stessa…
HBO ha rilasciato il trailer ufficiale
dell’attesissima seconda stagione di The White
Lotus, che dovrebbe fare il suo ritorno il 30
ottobre. Il video ci dà il benvenuto nella lussuosa filiale del
resort titolare in Sicilia, in Italia. Il trailer
della seconda stagione di White Lotus ci offre anche
un primo assaggio dei problemi che emergeranno tra il nuovo gruppo
di ospiti caotici della serie. Il video continua a evidenziare
il ritorno di Jennifer Coolidge, che ha
recentemente vinto un Emmy come migliore attrice non protagonista
in una miniserie per la sua interpretazione nella prima
stagione.
The White Lotus 2, la trama
The White Lotus 2 si svolgerà in
una nuova location e introdurrà un set di personaggi completamente
nuovo. Il capitolo successivo lascia le Hawaii alle spalle e segue
un diverso gruppo di vacanzieri mentre volano verso un’altra
proprietà di White Lotus e si stabiliscono temporaneamente tra i
suoi abitanti. È ambientato in un esclusivo resort siciliano e
segue le gesta di vari ospiti e dipendenti nell’arco di una
settimana.
Il cast di The White Lotus 2
Il nuovo cast include
Michael Imperioli come Dominic Di Grasso,
Aubrey Plaza come Harper Spiller,F. Murray Abraham come Bert Di Grasso, Tom
Hollander come Quentin, Adam DiMarco come
Albie Di Grasso, Haley Lu Richardson come Porta,
Theo James come Cameron, Meghann
Fahy nei panni di Daphne, Will Sharpe nei
panni di Ethan e il nuovo arrivato Leo Woodall nei
panni di Jack. Jennifer Coolidge, all’attrice
della prima stagione, riprenderà anche il ruolo di Tanya
McQuoid.
The White
Lotus è stato creato, scritto e diretto da Mike
White ( Enlightened ). I produttori esecutivi sono White, David
Bernard, Mark Kamine e Nick Hall. La prima stagione è stata
interpretata da Murray Bartlett, Connie Britton, Natasha Rothwell,
Steve Zahn, Sydney Sweeney, Brittany O’Grady, Jake Lacy, Alexandra
Daddario, Molly Shannon, Jennifer Coolidge e Fred Hechinger.
Edgar Wright
non è estraneo alla cura delle colonne sonore dei suoi film, ma in
una recente intervista con The
Hollywood Reporter, Wright ha rivelato che in
realtà aiuta anche con le colonne sonore di altri film, tra
cui Top
Gun: Maverick, il film campione d’incassi
di questa estate.Nell’intervista è stato detto che
Edgar Wright è entrato a far parte di un gruppo di
registi che si aiutano a vicenda durante il processo di
post-produzione dei film. Per Top
Gun: Maverick, il co-sceneggiatore e
produttore Christopher McQuarrie ha chiesto a
Wright se avesse qualche idea per una canzone per una prima
sequenza di battute nel film. Wright ha finito per consigliare
“Slow Ride” di Foghat, che suona mentre i piloti si incontrano per
la prima volta in un bar.
“Non avevo [altre] note
su Top
Gun:
Maverick “,
ha detto Wright dell’interazione. “L’ho visto per
la prima volta nel 2020. Chris McQuarrie e
Tom Cruise me l’hanno mostrato, ed è stato praticamente il film
ad essere uscito, meno la canzone di Lady Gaga. E per quanto
riguarda Foghat, avevano bisogno di una canzone. Il testo dei
miei sogni da ricevere era Chris McQuarrie che diceva: ‘Ehi,
abbiamo bisogno di una nuova canzone per la scena del bar
in Top Gun:
Maverick. Cosa puoi pensare
che sia come…?’ Ed era come, ‘Oh, dammi 45 minuti!’ Penso
di avere ancora quella playlist su Spotify; era il “Bar
Maverick”. Quindi quella roba è semplicemente divertente per
me.
Top Gun: Maverick, il
film
Il Tenente Pete “Maverick” Mitchell
(Tom
Cruise), tra i migliori aviatori della Marina, dopo
più di trent’anni di servizio è ancora nell’unico posto in cui
vorrebbe essere. Evita la promozione che non gli permetterebbe più
di volare, e si spinge ancora una volta oltre i limiti, collaudando
coraggiosamente nuovi aerei. Chiamato ad addestrare una squadra
speciale di allievi dell’accademia Top Gun per una missione
segreta, Maverick incontrerà il Tenente Bradley Bradshaw
(Miles
Teller), nome di battaglia “Rooster”, figlio del suo
vecchio compagno di volo Nick Bradshaw “Goose”. Alle prese con un
futuro incerto e con i fantasmi del suo passato, Maverick dovrà
affrontare le sue paure più profonde per portare a termine una
missione difficilissima, che richiederà grande sacrificio da parte
di tutti coloro che sceglieranno di parteciparvi.
Dopo il suo annuncio la
scorsa settimana, sono state rilasciate informazioni sul casting
per Kingdom of the Planet of the
Apes, rivelando che Eka
Darville reciterà nel film.Darville si unirà
al sequel (tramite The
Hollywood Reporter) in un ruolo ancora
sconosciuto. Darville è meglio conosciuto per il suo ruolo
nella serie Marvel e
Netflix Jessica
Jones, dove è apparso nei panni del
migliore amico di Jones, Malcolm Ducasse, un investigatore privato
che ha aiutato a trovare informazioni per Jones. È apparso
anche nella serie thriller antologica Tell
Me a Story, così come nella serie
televisiva di successo Empire.
Kingdom of the Planet
of the Apes sarà scritto da Josh
Friedman, Rick Jaffa e Amanda Silver, l’ultima delle quali è stata
anche sceneggiatrice di Rise of the
Planet of the Apes . Il film sarà
prodotto da Patrick Aison, Joe Hartwick Jr., Jaffa, Silver
e Jason Reed.“Il
pianeta delle scimmie è uno dei
franchise di fantascienza più iconici e leggendari della storia del
cinema, oltre ad essere una parte indelebile dell’eredità del
nostro studio”, ha affermato il presidente di 20th Century Studios
Steve Asbell. “Con Kingdom of
the Planet of the Apes, abbiamo il
privilegio di continuare la tradizione della serie di cinema
fantasioso e stimolante e non vediamo l’ora di condividere la
straordinaria visione di Wes per questo nuovo capitolo con il
pubblico nel 2024″.
L’ultimo film della serie
Ilpianeta delle scimmie,
The War – Il Pianeta delle Scimmie – Film del
2017 , ha visto la conclusione della serie rilanciata dal
regista Matt Reeves con
L’alba del pianeta delle scimmie con
Andy Serkis,
Woody Harrelson e Steve Zahn. Il film è stato
presentato in anteprima con il plauso della critica e ha incassato
quasi $ 500 milioni al botteghino. Ha ottenuto nomination per
i migliori effetti visivi e i migliori effetti speciali visivi agli
Academy Awards.
Amazon Studios e Blumhouse hanno pubblicato un
trailer ufficiale di Run Sweetheart Run, il
thriller in uscita con Ella Balinska e Pilou
Asbæk. Il film sarà disponibile per lo streaming il 28
ottobre su Prime Video. Il trailer
di Run Sweetheart
Run presenta Cherie di Balinska mentre
va ad un appuntamento al buio con un affascinante sconosciuto di
nome Ethan. Tuttavia, il suo appuntamento notturno perfetto si
trasforma lentamente in un incubo quando Ethan si rivela uno
psicopatico che ha intenzione di fare un gioco pericoloso con
Cherie.
Run Sweetheart
Run è diretto da Shana Fester da una
sceneggiatura che ha scritto insieme a Keith Josef Adkins e Kellee
Terrell. Il film è interpretato da Ella
Balinska (Resident Evil),
Pilou Asbæk(Il
Trono di Spade), Shohreh Aghdashloo (House of Sand and
Fog), Aml Ameen (Sense8), Dayo Okeniyi
(The
Hunger Games), Betsy Brandt (Breaking Bad) e Clark Gregg (Agenti
dello SHIELD).
“Inizialmente preoccupata
quando il suo capo insiste per incontrare uno dei suoi clienti più
importanti, la mamma single Cherie è sollevata ed eccitata quando
incontra il carismatico Ethan”, si legge nella
sinossi. “L’influente uomo d’affari sfida le
aspettative e spazza via Cherie dai suoi
piedi. Ma alla fine della notte, quando i due
sono soli insieme, rivela la sua vera natura
violenta. Maltrattata e terrorizzata, fugge per
salvarsi la vita, iniziando un incessante gioco del gatto e del
topo con un assalitore assetato di sangue deciso a distruggerla
completamente. In questo thriller oscuro al
limite del tuo posto, Cherie si ritrova nel mirino di una
cospirazione sconosciuta e più malvagia di quanto avrebbe mai
potuto immaginare.
Run Sweetheart
Run è prodotto da Feste, Effie T. Brown,
Jason Blum e Brian Kavanaugh-Jones. Il film è stato presentato
in anteprima mondiale lo scorso 2020 al Sundance Film
Festival.
Il nuovo film thriller originale
Paramount+Non siamo
soli(titolo originale SIGNIFICANT
OTHER) presentato in anteprima mondiale al New York Comic Con
2022, sarà disponibile sul servizio di streaming In Italia
da sabato 8 ottobre. Prodotto da Paramount+ in
associazione con l’etichetta Players di Paramount Pictures, NON
SIAMO SOLI segue una giovane coppia, Harry (Jake
Lacy, “White
Lotus“) e Ruth (Maika
Monroe, “It
Follows“), che intraprende un viaggio con zaino in spalla
attraverso il Nord-ovest Pacifico, ma le cose prendono una piega
oscura quando si rendono conto che potrebbero non essere soli.
La prima mondiale di NON SIAMO
SOLI si è tenuta giovedì 6 ottobre al Comic Con 2022 presso il
Javits Convention Center, a New York. Dopo la proiezione, il cast e
i registi Dan Berk and Robert Olsen hanno parlato
della realizzazione di questo emozionante thriller. Prodotto dalla
label Players di Paramount Pictures, NON SIAMO SOLI è scritto e
diretto da Dan Berk e Robert Olsen. Il film è prodotto da Dan Kagan
e prodotto esecutivamente da Dan Berk, Robert Olsen, Maika Monroe e
Kevin Sullivan.
Nonostante il secondo film non
uscirà nemmeno tra un paio di mesi, i lavori per il quarto film
Avatar sono già iniziati, secondo uno dei suoi
produttori. Parlando durante una conferenza stampa al
Busan International Film Festival giovedì, il
produttore Jon Landau ha rivelato che “la maggior
parte del primo atto” di Avatar
4 è già stato già girato. Anche se
può sembrare scioccante, Landau ha affermato che c’erano ragioni
logistiche per cui non è entrato nel merito.“Abbiamo completato la maggior parte del primo atto
di Avatar
4 e c’erano ragioni logistiche per
cui dovevamo farlo”, ha detto Landau
(tramite Variety). “Abbiamo
progettato la maggior parte dell’intero film per ‘Avatar 4‘, ma in
realtà non l’abbiamo girato tutto, solo il primo
atto“.
Landau ha anche parlato di
ciò che i fan possono aspettarsi dal futuro del franchise
di Avatar, facendo
eco ai commenti passati del regista James Cameron secondo cui il futuro dei film
esplorerà altri biomi e ambienti sul vasto pianeta di
Pandora. “Non avremmo potuto offrire
ciò che la gente vedeva oggi, cinque anni fa, otto anni fa, nove
anni fa. Avevamo bisogno di tempo per portarlo al livello che
siamo in grado di offrire alle persone oggi… “Con ogni sequel,
introdurremo il pubblico a nuove culture e nuovi biomi. Non ci
lasciamo alle spalle le culture che abbiamo
incontrato”, ha detto Landau.
Nonostante il sequel di
Avatar, Avatar :
La via dell’acqua , non verrà
rilasciato prima della fine dell’anno, il franchise
di Avatarnel
suo insieme è stato impegnato al lavoro. Le riprese sia del
sequel che del terzo film sono iniziate contemporaneamente nel
2017, con la conclusione delle riprese nel 2020. Da allora, sembra
che le menti dietro il franchise abbiano già iniziato a lavorare su
ciò che verrà dopo. Con Avatar
4 e Avatar
5 che hanno già avuto il via libera,
tuttavia, e con in mente le finestre di rilascio per tutti loro,
non è troppo scioccante vedere i film iniziare presto.
Black
Adam uscirà nei cinema alla fine di questo mese e
gli spot televisivi stanno diventando più frequenti. Questo ultimo
teaser mette in luce un bel po’ di nuovi filmati di Man in
Black di Dwayne
Johnson in azione, mentre i membri della
Justice Society fanno del loro meglio per abbattere il
mega-potente antieroe. Nel mentre diventano sempre più insistenti
le voci ad Hollywood secondo cui Henry Cavill potrebbe apparire come Superman nel film, e anche lo stesso Dwayne
Johnson ha lasciato intendere che potrebbero
esserci alcune sorprese in serbo. Ora, un paio di addetti ai lavori
abbastanza affidabili affermano che l’Uomo
d’Acciaio farà la sua comparsa.
Secondo MyTimeToShineHello ,
“Cavill è tornato, ha il classico abito con la colonna
sonora di John Williams e dice ‘dobbiamo parlare, Black
Adam‘”. Se è vero, suona molto come la scena
post-crediti del film, ma questo non è stato ancora chiarito.
— The DC Syndicate | #BlackAdam⚡ Oct 21 🌎 (@TheDC_Syndicate)
October 5, 2022
Black Adam, il film
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
I film di Joker diretti da
Todd Phillips non si svolgono nella continuità
del DC
Extended Universe, quindi il ritratto di Gaga del personaggio
sarà completamente disconnesso da quello di Robbie. Non è una
rifusione diretta, né una sostituzione. Sebbene il
casting della cantante diventata attrice per il ruolo di Harley
Quinn nel sequel di Jokersia stato confermato ad agosto, solo ora sentiamo l’opinione
di Margot Robbie in merito.Nonostante quello che potresti aver sentito sui tabloid sul
fatto che l’attrice non sia stata molto contenta del fatto che Gaga
sia stata ingaggiata per ruolo, Margot Robbiesembra
elettrizzato dall’idea di vederla in azione come ha ammesso in una
recente intervista conMTV. Considera il
ruolo di Harley Quinn un mantello da passare da un attore
all’altro simile a James Bond o nientemeno che Batman, notando che
non ci sono molti ruoli femminili del genere.
“Mi rende così
felice, perché ho detto fin dall’inizio che tutto ciò che voglio è
che Harley Quinn sia uno di quei personaggi, il modo in cui Macbeth
o Batman vengono sempre passati da grande attore a grande
attore”,ha spiegato
Robbie. “È un po’ come se qualcuno
potesse fare il suo Batman, o qualcuno potesse fare il suo Macbeth.
Sento che, in non molti casi, sono personaggi femminili – la regina
Elisabetta I, ma oltre a questo, devo avere una possibilità anche
fuori, cosa che sono stato onorato di fare. Ero tipo, “Wow!
Cate Blanchett ha fatto la regina Elisabetta I. Ora arrivo a”.
È un tale onore aver costruito una base abbastanza solida che
Harley possa ora essere uno di quei personaggi che gli altri attori
possono provare a interpretare. E penso che farà qualcosa di
incredibile con questo”. Che dire? non ci
resta che aspettare di saperne di più su Joker:
Folie à Deux!
In Joker:
Folie à DeuxJoaquin
Phoenix e
Zazie Beetz riprenderanno i rispettivi ruoli di
Arthur Fleck e Sophie Dummond, e
recentemente abbiamo appreso che anche Brendan Gleeson,
Catherine Keener e Jacob Lofland si sono
uniti al cast .Joker:
Folie à Deuxuscirà il 4 ottobre 2024.
Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere è
ufficialmente il programma TV più costoso mai realizzato, e non
siamo rimasti stupiti quando Amazon ha annunciato la serie sarebbe
potuta diventare un mega-successo per Prime Video a livello di The
Mandalorian o Stranger
Things. Ebbene oggi non siamo troppo sorprese di
apprendere che portare il franchise di JRR Tolkien sul piccolo
schermo era uno di quei progetti a cui molti streamer erano
interessati. Tuttavia, non tutti avevano le migliori idee per
l’amata proprietà.
In un report diffuso
dal THR viene
spiegato che è stato nel 2017 Amazon Studios ha deciso ha deciso di
presentare proposte per uno show televisivo Il Signore degli Anelli la casa detentrice dei diritti
di Tolkein, nel momento ideale in cui tutti
stavano cercando di lanciare “il prossimo
Game of Thrones“. Il presidente di Amazon
Jeff Bezos è un grande fan di Tolkien, quindi ha
reso la vittoria una priorità assoluta, anche se ha dovuto comunque
competere con con molti studios rivali.
La HBO, ad esempio, ha proposto di
rivisitare la “Terza era” della Terra di Mezzo. In altre parole,
stavano cercando di rifare sostanzialmente la
trilogia di film di Peter Jackson, un approccio che siamo sicuri
si sarebbe rivelato divisivo. Ci sono membri della proprietà
di Tolkien a cui l’idea non piaceva o apprezzavano la visione di
Jackson a tal punto da non voler rifare qualcosa che era già
perfetto. Netflix, nel frattempo, ha proposto di realizzare
diversi spettacoli, come serie autonome che ruotano attorno a
personaggi come
Gandalf e
Aragorn. Un insider ha rivelato che avevano proposto un
“approccio Marvel, e questo ha completamente
spaventato i proprietari”.
Alla fine, è stata Amazon a
vincere. Avevano promesso di fare qualcosa di nuovo e avevano
i soldi per corteggiare la famiglia di Tolkien. Ciò alla fine
ha portato a Il Signore degli Anelli: Gli anelli del
potere, uno spettacolo che è stato un successo sia dalla
critica che in termini di spettatori (si dice che abbia
battuto House
of the Dragon, per numero di spettatori). È
sempre divertente pensare a cosa sarebbe potuto essere, anche a
giudicare dalle proposte sembra si proprio che sia stata presa la
decisione giusta. Di recente, ci sono state
voci su nuovi film ambientati nella Terra di Mezzo,
potenzialmente incentrati su personaggi come quelli menzionati
sopra, ma solo il tempo dirà se anche questi progetti supereranno
il giudizio della famiglia e verranno realizzati
Grazie al franchise
di John
Wick, Keanu Reeves sta vivendo una seconda vita
a Hollywood negli ultimi anni e, dopo aver ripreso il ruolo di Neo
inThe
Matrix Resurrections, tornerà anche come
Hellblazer della DC Comics in Constantine
2. Un altro grande progetto
all’orizzonte per l’attore è l’adattamento di Netflix del suo
fumetto e di Matt Kindt e Ron Garney,
BRZRKR. Keanu Reeves è
comprensibilmente coinvolto per interpretare il personaggio che
condivide la sua somiglianza sulla pagina, ma potrebbe anche
decidere di mettersi dietro la macchina da presa per dirigere il
film Netflix?
Lo sceneggiatore di
Batman,
Mattson Tomlin, ha recentemente finito di scrivere la
sceneggiatura e il progetto ha bisogno di un
regista! Parlando con Collider, Reeves ha
detto: “Ho ricevuto [la sceneggiatura]
ieri o due giorni fa. Non l’ho ancora
letto”. Ha continuato dicendo che sono
ancora “primi
giorni” quando si tratta di trovare un
regista, ma ha sottolineato che c’è
un “33%”di lui
possa scegliere di farsi carico del film. Per l’attore non sarebbe
proprio un debutto da regista, dato che ha già diretto nel
2013Man
of Tai Chi.
“So quanto ci sia un sacco di lavoro, ma il film
che ho diretto, Man of Tai Chi, è nato e sono diventato il
regista perché facevo parte del processo di scrittura e non volevo
cederlo. Ho era come, oh, ok. Devo dirigere questo. Non sono ancora
arrivato in “BRZRKR”. Devo leggere la sceneggiatura, ma sono anche
interessato ad avere un collaboratore e vedere cosa potrebbero
apportare. “
Non siamo sicuri di quanto Keanu Reeves sia serio nel voler dirigere
BRZRKR e scommettiamo che l’attore alla
fine sceglierà un regista con cui sarà felice di
lavorare. Tuttavia, sarebbe molto divertente per lui essere
così pratico con quello che è chiaramente un progetto personale, e
siamo sicuri che Netflix sarebbe felice di vedere l’attore sia
davanti che dietro la telecamera.
BRZRKR, che film sarà?
BRZRKR al
momento non ha un regista, una data di uscita o un cast oltre a
Reeves come protagonista, quindi è ancora presto per sapere di più.
Presumiamo che l’attore inserirà il progetto nella sua
programmazione dato
che è stato confermato che ritornerò nell’annunciato
Constantine 2, anche se rimane impegnato
come non mai dopo la sua rinascita grazie al franchise di
John Wick della Lionsgate.
“L’uomo conosciuto solo
come B. è per metà mortale e per metà Dio, maledetto e costretto
alla violenza… anche al sacrificio della sua sanità
mentale”, recita la descrizione ufficiale della serie
di fumetti. “Ma dopo aver vagato per il mondo per
secoli, i Berzerker potrebbero aver finalmente trovato un rifugio,
lavorando per il governo degli Stati Uniti per combattere battaglie
troppo violente e troppo pericolose per chiunque altro”.“In cambio, a B. sarà concessa l’unica cosa che desidera:
la verità sulla sua infinita esistenza intrisa di sangue… e come
porvi fine.”
Sono state diffuse nuove foto dal
set di Madame
Web e sembrano offrire una prima occhiata al
cattivo del film. E se ve lo state chiedendo, sì, sembra proprio
Aaron Taylor-Johnson, ma non è
Kraven the
Hunter a prendere di mira Madame
Web di Dakota Johnson,
bensì il personaggio sconosciuto di Celeste O’Connor.
Nessuno dei due è in costume, anche
se Madame
Web indossa la giacca rossa caratteristica di
Julia Carpenter. Per quanto riguarda quel cattivo, è Tahar
Rahim, e si pensa che l’attore interpreti Ezekiel
Sims. Nei fumetti, era un alleato di Peter Parker, ma
alla fine ha mostrato i suoi veri colori quando è stato rivelato
che stava usando Spider-Man solo per proteggersi. Se le
recenti fughe di notizie sulla trama sono vere, questa versione
vuole uccidere Mary Parker e impedire a Peter di nascere.
Secondo Just
Jared , “uno stuntman per il personaggio di
Celeste O’Connor stava combattendo un possibile cattivo mentre uno
stuntman per il personaggio di Dakota Johnson era sdraiato sulla
trave ferito, secondo i fotografi che hanno catturato le
foto”. Se Madame
Web ha intenzione di spiegare perché non c’è
Spider-Man nella realtà abitata da
Venom e
Morbius, questo è sicuramente… un punto di vista
unico. Speriamo solo che non influisca negativamente in alcun modo
sul lanciatore di ragnatele dell’MCU, ad esempio rivelando
che è stato mandato lì da Madame
Web da bambino (è già abbastanza grave che il
povero Vulture sia ora bloccato nell’Universo
Marvel di Sony). Staremo a vedere ma Ezekiel non
indossava un costume nei fumetti, quindi questo nelle foto è
decisamente una novità. Ecco le foto dal set:
There are new set photos from
#MadameWeb that seemingly show spoilers for Celeste O’Connor’s
character and a possible villain https://t.co/5NYWblQSrF
Nel cast di Madame Web ci sono
Dakota Johnson, Celeste O’Connor,
Tahar Rahim, Emma Roberts, Adam Scott, Zosia Mamet e
Sydney Sweeney. Lo studio si trova in una
posizione di forza dopo l’uscita di
Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74
miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella
storia della Sony. Il film arriverà in sala il 16 febbraio 2024.
Madame Web sarà diretto da S.J.
Clarkson (Dexter) e basato su
una sceneggiatura firmata da Matt Sazama e
Burk Sharpless (Morbius).
La decisione del capo della
Warner Bros. Discovery, David Zaslav, di portare
avanti The
Flashe di non intraprendere alcuna
azione disciplinare contro la star Ezra Miller non è andata bene a molte
persone, ma il film è ancora sulla buona strada per uscire nelle
sale il prossimo giugno con Ezra Miller si prepara a vestirsi come l’uomo
più veloce del mondo.I numerosi contatti dell’attore
con la legge per ogni tipo di comportamento problematico hanno
provocato molte reazioni e polemiche, ma la dichiarazione di
Ezra Miller in merito, in cui ha promesso di
cercare aiuto, è stata evidentemente sufficiente per lo
studio.
Ora, The
Wrapriporta che Ezra Miller è tornato sul set per girare un
solo giorno di pickup la scorsa settimana. Questo è stato
interpretato erroneamente come una riprese completa da alcune
fonti, ma in realtà era un pickup che sono sessioni di riprese che
comportano solo piccole alterazioni per aumentare il minutaggio di
un filmato che è già stato girato e probabilmente non comporteranno
cambiamenti significativi nella trama.
Un rapporto
separato indica
che The
Flashè ora nella fase cosiddetta “picture
locked”, il che significa sostanzialmente che il processo di
post-produzione è quasi completo, che manca solo il missaggio del
suono e/o le riprese VFX da aggiungere. Secondo quanto
riferito, The
Flashè andato molto bene durante le proiezioni
di prova. Ad ogni modo, il debutto da solista di Scarlet
Speedster è in arrivo, quindi sarà molto interessante vedere come
verrà accolto quando uscirà nei cinema.Ora la domanda
è Ezra Miller rimarrà legato al ruolo in futuro?
Dobbiamo credere che sia altamente improbabile, ma probabilmente
dipenderà anche da come se la caverà questo film e se alla fine
farà qualcosa per alterare la percezione negativa dell’attore da
parte del pubblico.
Il film
The Flash
The
Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno
2023. Il film vede
Ezra Miller riprendere il ruolo di Barry Allen da
Justice League e sarà affiancato da
Sasha Callie nei panni di Supergirl e Michael Keaton nel suo grande ritorno nei
panni di Batman, 31 anni dopo la sua ultima apparizione in Batman Il Ritorno.
Tutto quello che c’è da sapere su
The Flash con Ezra Miller
Anche se il casting di ChrisPratt per il ruolo del piccolo idraulico
arzillo di
Guardiani della Galassia ha provocato un bel po’ di
contraccolpo, il film animato di Super
Mario Bros. sta arrivando! Nintendo e Illumination
hanno pubblicato il primo teaser trailer.
Sebbene lo stesso Mario venga
mostrato solo dal retro insieme ad alcuni adorabili Toad, questo
poster suggerisce sicuramente che i fan avranno una ricreazione
abbastanza fedele del vasto mondo dei videogiochi classici. Nella
versione originale ChrisPratt sarà affiancato dall’ex di
Filadelfia Charlie Day nei panni di Luigi,
Anya Taylor-Joy nei panni della Principessa
Peach, Jack Black nei panni di Bowser,
Keegan-Michael Key nei panni di Toad, Seth Rogen nei panni di Donkey Kong,
Fred Armisen nei panni di Cranky Kong,
Kevin Michael Richardson come Kamek e
Sebastian Maniscalco come Spike.
Il compianto Bob Hoskins e
John Leguizamo hanno interpretato rispettivamente Mario e
Luigi nel film live-action del 1993 criticato dalla critica.
Super Mario Bros. sarà prodotto dal fondatore di
Illumination Chris Meledandri e da Shigeru Miyamoto di
Nintendo. Il film doveva uscire nelle sale il 21 dicembre
2022, ma è stato recentemente posticipato ad aprile 2023.
“Mario e Luigi sono due
degli eroi più amati in tutta la cultura popolare e siamo onorati
di avere l’opportunità unica di lavorare così a stretto contatto
con Shigeru Miyamoto e il team di Nintendo per dare vita a questi
personaggi in un film d’animazione. , a differenza di qualsiasi
film che Illumination abbia realizzato fino ad
oggi”, ha dichiarato Meledandri in una dichiarazione
quando il progetto è stato annunciato.
Cédric
Klapish dirige il suo nuovo lungometraggio immergendosi
ancora una volta nel mondo del balletto classico. La vita è
una danza, in sala dal 6 ottobre, racconta della ballerina
Elise che subisce un grave infortunio proprio durante uno
spettacolo ma, da quel momento in poi, la sua vita cambierà
totalmente.
Il regista e
sceneggiatore francese ha un rapporto con il ballo che risale a più
di dieci anni fa, quando aveva diretto il documentario su
Aurélie Dupont uscito nel 2010, a cui sono seguiti
vari progetti e contatti con ballerini e coreografi, come la
realizzazione di Four contemporary dancers del 2018, durante
la quale ha fatto la conoscenza di Hofesh Shechter, che in questo
film interpreta se stesso. Celebre è diventato anche il suo
cortometraggio Dire merci uscito durante il lockdown: un
montaggio di video che i ballerini dell’Opera di Parigi hanno
girando riprendendosi con i propri smartphone mentre ballano in
casa.
Ma Cédric
Klapish era già famoso dal 2002 nella scena internazionale
grazie a L’appartamento spagnolo, fama che gli ha fatto
toccare anche la serialità con
Chiami il mio agente! esilarante ritratto del capriccioso
mondo dei talent scout.
La vita è una danza è una sintesi dello stile di Cédric
Klapish
La vita è una
danza è dunque tutto questo: una perfetta sintesi
dello stile del regista, che narra la storia di una ragazza dalla
bravura eccezionale, e lo fa tuffando la macchina da presa tra i
movimenti tesi e muscolari, delicati e fluttuanti a partire delle
prime sequenze, appena assistiamo all’impatto con la fragilità del
corpo di Elise (Marion Barbeau, prima ballerina
dell’Opera di Parigi), fino ad arrivare ad un divertimento
spiazzante, grazie ad attori come Pio Marmaï in coppia con Souheila
Yacoub, o François Civil, che interpreta un fisioterapista ispirato
a niente meno che Brad Pitt in Burn after reading.
Quindi la giovane Elise
troverà e proverà se stessa misurandosi con quell’infortunio alla
caviglia, che la condurrà verso un nuovo lavoro, dove conoscerà
nuove persone e – forse – un nuovo mondo di danzare la vita, il
ballo, la musica e, naturalmente, il suo corpo.
La traduzione del titolo
evoca un aspetto metaforico, che in lingua originale è En
corps, suggerimento ancora più profondo del viaggio che la
giovane protagonista dovrà intraprendere fuori e dentro di sé, ma
sempre unite a quelle punte di comicità quasi grottesca che
caratterizzano il regista francese.
L’aspetto interessante
del film di Cédric Klapish è infatti la leggerezza
con cui attraversa fino ad atterrare su una tematica che nella sua
semplicità, alla fine, risulta essere un fondamento: scoprire che
qualunque cosa di bello si sappia fare, non rappresenta mai una
destinazione finale, perché al centro c’è sempre l’unicità del
proprio modo di essere, che può essere quindi declinata anche in
direzioni diverse e, soprattutto, inaspettate.
Elise dovrà fare
fisioterapia, riprendere a muoversi con cautela, cercando di
affrontare la paura di fratturarsi di nuovo, o che la spaccatura
subita continuerà a restarle dolorante. E tutto questo, ovviamente,
non riguarderà certo solo la sua caviglia.
La fascinazione per i corpi
Cédric
Klapish è palesemente affascinato dai corpi, dalla
capacità che un essere umano ha di creare un’opera d’arte a partire
da se stesso, dai propri arti, nervi, e quel modo incredibile,
quasi inspiegabile, di riuscire a muoverli così. Con le lunghe
sequenze dei balli, anche quelle colte nei momenti di gioco tra i
personaggi, lo sguardo della macchina da presa resta in silenzio a
guardare, seguendo gli scatti, la lentezza di mani, gambe e piedi,
che con armonia seguono la musica e, attraverso l’uso della
commedia e di qualche nota romantica, raccontano che il talento ha
la missione di trasmettere una bellezza che altrimenti resterebbe
muta. A dispetto di quel che possa sembrare, La vita è
una danza scende in profondità e parla di quanto
ognuno sia fondamentalmente insostituibile, con l’urgenza di
rispondere a quel richiamo che riecheggia dentro ciascuno: usare
quel dono, allenandosi, giorno dopo giorno.
Divenuta una delle saghe
cinematografiche d’azione più celebri di sempre, Die
Hard comprende oggi cinque titoli usciti in sala
in un arco temporale che va dal 1988 al 2013. Protagonista assoluto
è l’attore Bruce
Willis, che ricopre qui il ruolo del poliziotto John
McClane. Nel corso degli anni, questi si è trovato coinvolto in
avventure sempre più estreme e rischiose, in missioni adatte
soltanto ad un uomo “duro a morire”. Anche per merito di ciò, il
personaggio è stato indicato come uno dei più iconici del cinema,
nonché uno dei più importanti nella carriera di Willis.
Dopo il grande successo del primo
film, nel 1990 arriva al cinema il sequel intitolato 58
minuti per morire – Die Harder, diretto da
Renny Harlin. Alla base della storia vi è
l’omonimo romanzo pubblicato nel 1987 da Walter
Wager. Protagonista del libro è in realtà un personaggio
chiama Frank Malone, ma per il film tale dettaglio viene modificato
al fine di permettere a John McClane di essere nuovamente il
protagonista. Per cercare similitudini con il precedente film,
anche i nemici vengono trasformati da un misterioso individuo ad un
gruppo di terroristi. Così facendo i produttori speravano di andare
incontro ad un nuovo successo sulla scia del precedente
capitolo.
Tale speranza diventò reale nel
momento in cui al box office il film incassò un totale di circa 240
milioni di dollari a fronte di un budget di circa 70. Tale
risultato superò di molto quello raggiunto dal precedente film, e
spinse i produttori ad investire in ulteriori film della saga. Ad
oggi, dopo cinque film, Willis ha più volte dichiarato di voler
realizzare un sesto capitolo, con il quale poter salutare una volta
per tutte il personaggio. Dal 2013 ad oggi, tuttavia, non sono
state rilasciate notizie a riguardo. Ciò ha portato a pensare che,
se ci sarà, bisognerà attendere un po’ più del previsto per un
nuovo film della serie.
58 minuti per morire – Die
Harder: la trama del film
È di nuovo la Vigilia di Natale.
All’aeroporto di Washington John McClane attende
l’arrivo dell’aereo su cui viaggia la moglie
Holly. I due hanno in mente di trascorrere
finalmente insieme e in totale tranquillità quel periodo di festa.
Tale desiderio viene tuttavia stravolto nel momento in cui un
gruppo di terroristi assale l’aeroporto e ne blocca il traffico
aereo. Il colonello Stuart è a capo
dell’operazione. Ex membro dell’esercito espulso per via di azioni
illecite, questi punta a liberare l’ex generale corrotto,
Ramon Esperanza, il quale sta anch’egli arrivando
all’aeroporto per essere poi condotto a processo. I terroristi
prendono possesso della torre di controllo, impedendo l’atterraggio
dei voli in arrivo e lanciando la loro richiesta di
liberazione.
Ancora una volta McClane riesce ad
eludere la sorveglianza, iniziando a concepire un piano per salvare
la situazione. Si troverà però a dover agire in fretta, poiché gli
aerei in volo possiedono un’autonomia limitata. Quello su cui si
trova sua moglie, in particolare, ha solo 58 minuti a disposizione
prima di precipitare al suolo. A peggiorare l’azione ci pensa anche
l’arrivo della polizia, che si dimostra impreparata a gestire la
crisi. Tutto è nelle mani di McClane, e riprendere il controllo
della torre è l’unico modo per lui di salvare la situazione. Passo
dopo passo, il poliziotto dovrò così avvicinarsi a tale ambiente,
evitando di essere ucciso dai terroristi che pattugliano l’intero
aeroporto.
58 minuti per morire – Die
Harder: il cast del film
Elemento indispensabile per dar vita
al film era ovviamente il ritorno di Bruce Willis
nei panni del poliziotto John McClane. Rimasto particolarmente
entusiasta dell’esperienza con il precedente film, l’attore si
dichiarò ben lieto di riprendere il personaggio. Nel farlo, egli
ebbe inoltre la possibilità di dar vita a maggiori improvvisazioni
nelle battute. Poiché quelle da lui inserite nel primo Die
Hard ebbero un grande successo, i produttori spinsero Willis a
inserire più gag, conferendo ulteriore carisma al personaggio.
Tuttavia, al termine delle riprese l’attore dichiarò di non aver
particolarmente apprezzato tale sequel, infastidito dalle eccessive
somiglianze con il precedente. Per tale motivo si dichiarò
disponibile a riprendere il personaggio solo se i successivi film
fossero stati più diversi tra loro.
Nel film è nuovamente presente anche
l’attrice Bonnie Bedelia, che riprende il
personaggio di Holly McClane, moglie di John. L’attore
William Atherton torna nei panni del giornalista
senza scrupoli Richard Thornberg, che ancora una volta mette in
pericolo la vita dei protagonisti. Ad interpretare il villain di
turno vi è William Sadler, che dà vita allo
spietato colonnello Stuart. Per interpretare tale personaggio,
l’attore ha dovuto allenarsi per diversi mesi nelle arti marziali,
in preparazione della scena di combattimento alla fine del film. Il
noto Franco Nero, invece, è presente nel film con
il ruolo del generale Ramon Esperanza, l’uomo che Stuart tenta di
liberare dall’arresto. Infine, l’attore John Amos
interpreta il maggiore Grant, mentre John
Leguizamo è Burke.
58 minuti per morire – Die
Harder: le location, il trailer e dove vedere il film in
streaming e in TV
Quasi del tutto ambientato
nell’aeroporto di Washington, il film ha avuto in realtà come
location principale il Los Angeles International Airport. Molte
delle riprese interne sono infatti state svolte in questo, mentre
le riprese esterne sono state realizzate all’aeroporto
internazionale Stapleton di Denver. Molte delle scene del film
presentano però una gran varietà di location, cosa che ha permesso
alla produzione di poter camuffare le differenze con i luoghi in
cui dovrebbe essere realmente ambientato il film. L’effetto finale
permette di non avvertire differenze, ma riesce a trasmettere la
sensazione che tutto sia effettivamente stato girato nello stesso
luogo.
Nell’attesa di un nuovo possibile
film della saga, è possibile fruire di 58 minuti per
morire – Die Harder grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten
TV, Google Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale, avendo così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione
giovedì 6 ottobre, alle
ore 21:00 sul canale
Iris.
Dopo l’uscita di Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer, il
pubblico ha iniziato a voler conoscere maggiori dettagli
sull’assassino di Dahmer, Christopher Scarver. La
serie televisiva di Ryan Murphy con protagonista
Evan Peters, disponibile su Netflix, offre uno
sguardo completo sulla vita di Dahmer, dal suo regno del terrore
alla sua morte per mano di Scarver.
Christopher
Scarver, interpretato da Furly Mac nella
serie Netflix, uccise Dahmer nella palestra della
prigione approfittando di un momento in cui non erano sorvegliati.
L’atto fu accolto da reazioni contrastanti da parte del pubblico:
alcuni osannarono l’omicidio, mentre altri ritennero che
Dahmer meritasse di scontare la sua pena in
prigione. Ciononostante, dopo l’omicidio Scarver è
finito sotto i riflettori dell’opinione pubblica, portando alla
luce i dettagli del suo oscuro passato.
1Che cosa è successo a Christopher
Scarver dopo aver ucciso Jeffrey Dahmer?
Christopher Scarver sta
attualmente scontando altre due condanne all’ergastolo proprio per
gli eventi descritti nella serie NetflixMostro: La storia di Jeffrey Dahmer. Più
precisamente, si trova in un istituto di correzione in Colorado.
Oltre alla notevole intervista rilasciata al New York Post,
Scarver ha iniziato a scrivere e pubblicare poesie
mentre era in carcere. Ha anche un figlio di 27 anni, nato dopo la
sua prima condanna. Da allora, i due hanno instaurato un legame,
scambiandosi spesso lettere.
Mostro: La storia di Jeffrey Dahmer è stato un
grande successo per Netflix, nonostante i
contraccolpi e le polemiche: la visione unica e vivida di Murphy
sul regno del terrore dell’assassino ha conquistato un vasto
pubblico, affascinato da eventi oscuri accaduti più di trent’anni
fa.
La casa di produzione e
distribuzione Genoma Films è lieta di annunciare l’avvio
delle riprese di Nina dei Lupi, il nuovo
lungometraggio diretto e co-sceneggiato da Antonio Pisu, che
ritorna alla regia dopo il pluripremiato EST – Dittatura Last
Minute del 2020.
Il film è tratto
dall’omonimo romanzo dell’autore Alessandro Bertante(Marsilio, 2011; nottetempo, 2019), candidato al Premio
Strega 2011 e Annapaola Fabbri, Tiziana Foschi,
Pierpaolo de Mejo e lo stesso Antonio Pisu ne hanno
firmato la sceneggiatura; è prodotto da Genoma Films di
Paolo Rossi Pisu in associazione con JC Bits
Productions, con il contributo del MIBACT e con il sostegno
della Trentino Film Commission.
Protagonisti principali
sono Sara Ciocca, Sergio Rubini, Cesare Bocci, Davide
Silvestri e Sandra Ceccarelli. Nel cast anche Tiziana
Foschi e Caterina Gabanella.
Le riprese del film
dureranno sette settimane e si svolgeranno in Trentino; in
particolare nel Comune di Ala e nel Comune di Vallarsa. La
produzione si impegnerà inoltre all’ottenimento della
certificazione Green Film, il protocollo ideato e promosso dalla
Trentino Film Commission che incentiva la sostenibilità ambientale
nella produzione audiovisiva.
Sinossi
del film: Un’improvvisa tempesta solare rende inutilizzabile
qualsiasi apparecchiatura elettronica in tutto il pianeta. Lo
stesso giorno, una neonata che si chiama Nina viene ritrovata sulla
montagna nei pressi di un piccolo paese sperduto. Dopo il
catastrofico e misterioso evento atmosferico che tutti chiamano “la
sciagura”, la civiltà come la conosciamo si sgretola, le risorse
scarseggiano e ovunque e tra gli esseri umani vige la legge del più
forte. In questa desolazione il paese di Nina resta però
miracolosamente un mondo a parte, i suoi pochi abitanti vivono una
vita senza tecnologia e Nina cresce con un forte legame con la
natura, che neanche lei stessa riesce a comprendere e che la porta
a essere vista da molti come strega per via degli strani fenomeni
che accadono in sua presenza. Ma quando una banda di predoni
invaderà il paese, decimando brutalmente la popolazione e
soggiogando i superstiti, Nina ormai adolescente riuscirà a fuggire
nei boschi, a imparare la sopravvivenza in montagna e la convivenza
con i lupi e a comprendere i poteri che ha dentro di sé per salvare
la sua gente.
GENOMA FILMS di Paolo
Rossi Pisu è una società di produzione e distribuzione italiana che
ha al suo attivo diversi film tra cui la commedia di successo
Nobili Bugie, Est – Dittatura Last Minute, Gianni
Schicchi e alcuni restauri come Italiani Brava Gente di
Giuseppe de Santis e Pasqualino Sette Bellezze di Lina
Wertmuller che, presentato a Cannes nel 2019, ha dato il via al
riconoscimento dell’Oscar alla Carriera per la regista. Paolo
Rossi Pisu, Antonio Pisu e Marta Miniucchi sono i
suoi 3 soci fondatori.
diKim Rossi Stuart
presenta il suo Brado alla stampa. Il suo “western
esistenzialista” come lo chiama durante la conferenza è un
adattamento del suo romanzo Le guarigioni. Brado è un film
drammatico che uscirà in sala a partire dal 20 ottobre. Una storia
che parla d’amore che viene raccontata dai personaggi di Kim Rossi Stuart, Renato, e Saul
Nanni, Tommaso. I due interpretano padre e figlio in una
relazione complicata che li metterà a nudo l’uno di fronte
all’altro. Nel film anche Viola Sofia
Betti nel ruolo di Anna alla sua prima esperienza sul
grande schermo, Federica Pocaterra nel ruolo di
Viola e Barbora Bobulova nel ruolo di Stefania, la
moglie di Renato.
Brado, la trama
Quella di Brado è
una storia d’amore tormentata che segue padre e figlio in un
rapporto apparentemente ai ferri corti. A causa di un incidente,
Tommaso si vede costretto ad aiutare il padre a mandare avanti il
ranch di famiglia. I due si ritrovano per addestrare un cavallo
recalcitrante per portarlo a vincere una competizione. La rabbia,
il rancore e le ostilità che avevano impedito loro di stare vicini
inizia a sciogliersi. Si tratta di un difficile percorso a ostacoli
che i due dovranno affrontare per ricostruire l’amore e la
vicinanza che avevano perduto.
Brado è un film di
genere, come lo stesso regista e attore conferma in conferenza:
“Un western esistenzialista. È un film di genere che mi cattura
soprattutto nel momento in cui ha dei risvolgi psicologici. Ho
utilizzato il film per veicolare l’argomento del rapporto padre e
figlio, anche scomodando il complesso di Edipo. In questo film c’è
un padre che pone un fardello pesante sulle spalle del figlio e
questo fardello obbliga Tommaso a cercare continuamente una sua
identità, scollandosi di dosso il peso che porta e guarire. Non mi
dispiace neanche descriverlo come un film d’amore perché padre e
figlio lottano per ritrovare quella tenerezza perduta“.
La terza volta alla regia per Kim
Rossi Stuart
Un cast giovanissimo quello di Brado
che oltre vede affiancati Kim Rossi Stuart con un
giovanissimo Saul Nanni. Reduce dalla sua
esperienza in Love & Gelato
di Netflix e nell’attesissimo Io sono l’abisso di
Donato Carrisi, il giovane racconta la sua esperienza sul set
del film di Kim Rossi Stuart: “È stata una
esperienza incredibile. Kim mi ha dato l’opportunità di
interpretare questo ragazzo così pieno di vita. Nonostante il mio
background familiare sia caratterizzato da pace e serenità grazie a
Kim ho avuto un ruolo diverso. Tommaso è stato reso maturo dal
padre fin da bambino. Il loro amore è qualcosa di viscerale. Anche
se inizialmente lo credono perduto hanno poi la forza di prendere
in mano le redini e rispolverare i vecchi dissapori. Kim in questo
mi ha accompagnato per tutto film e non lo ringrazierò mai per
avermi spinto sempre a dare il massimo“.
Brado è il terzo film di Kim
Rossi Stuart segue un po’ i precedenti, Libero va
bene (2006) e Tommaso (2016), come se si
trattasse di una trilogia. Il regista ci tiene però a precisare:
“È vero alcuni nomi ricorrono spesso soprattutto in questi tre
film, uno spettatore più assiduo del mio cinema potrebbe trovare
dei legami. Però sono film che hanno una autonomia, sono separati.
Il primo è un film di pancia, il secondo un film di cervello e
questo è un film di polmoni. Il respiro ritorna spesso nelle scene
del film anche e soprattutto in quelle più intense, come si vede
nel finale. Ci sono tre/quattro minuti del film belli tosti ma sono
fondamentali così come è fondamentale accettare i momenti bui nella
nostra vita”.
Cavalli selvaggi
Nel film un altro protagonista
principale di Brado, che serve da veicolo per attenuare le
divergenze tra i due personaggi, è sicuramente il cavallo, Travor.
“Il selvaggio Travor serve da metafora simbolica per
evidenziare la differenza tra umano e animale. Ho scelto il cavallo
alla genesi del progetto. Nasceva dalla tematica che mi emozionava
parecchio cioè quella di far rivivere allo spettatore cose che
avevo vissuto io in gioventù“. Kim Rossi
Stuart dedica il film al padre Giacomo:
“Fortunatamente la relazione con mio padre non era così ai
ferri corti. Mio padre è stato il primo a regalarmi l’autonomia ed
è un tema su cui io oggi da padre mi interrogo molto spesso.
Massimo Gaudioso – sceneggiatore del film – mi ha aiutato
tantissimo a trovare una scrittura che fosse funzionale per il
film“.
La regista e fumettista iraniana
Marjane Satrapi presiederà la giuria del Concorso
Progressive Cinema della Festa del cinema di Roma
2022 affiancata da
Louis Garrel, Juho Kuosmanen, Pietro Marcello e Gabrielle
Tana. Carlo Verdone con Marisa Paredes e Teresa Mannino
assegneranno il Premio “Ugo Tognazzi” alla Miglior commedia, Julie
Bertuccelli con Roberto De Paolis e Daniela Michel il Premio
Miglior Opera Prima BNL BNP Paribas
Marjane Satrapi presiederà la
giuria del Concorso Progressive Cinema, la nuova sezione
competitiva della Festa del Cinema di Roma. Lo annuncia la
Direttrice Artistica Paola Malanga, in accordo con Gian Luca
Farinelli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, e Francesca
Via, Direttrice Generale.
La regista e fumettista iraniana,
autrice dell’acclamato film d’animazione Persepolis,
candidato all’Oscar®, e di opere come Pollo alle
prugne, La bande des Jotas, The
Voices e Radioactive, tutte presentate nei
maggiori festival internazionali, sarà affiancata dall’attore e
regista Louis Garrel, i registi Juho Kuosmanen e Pietro Marcello e
la produttrice Gabrielle Tana.
La giuria assegnerà ai film del
Concorso Progressive Cinema i seguenti riconoscimenti: Miglior
Film, Gran Premio della Giuria, Miglior regia, Miglior
sceneggiatura, Premio “Monica Vitti” alla Miglior attrice, Premio
“Vittorio Gassman” al Miglior attore e il Premio speciale della
Giuria, a scelta fra le categorie fotografia, montaggio e colonna
sonora originale.
La Festa del Cinema ospiterà
inoltre il Premio “Ugo Tognazzi” alla Miglior commedia che sarà
assegnato da una giuria presieduta dal cineasta Carlo Verdone e
composta dall’attrice Marisa Paredes e dall’autrice e attrice
Teresa Mannino. L’opera vincitrice sarà scelta fra i titoli in
programma nelle sezioni Concorso Progressive Cinema e
Freestyle.
Particolare attenzione sarà data ai
giovani autori con il Premio Miglior Opera Prima BNL BNP
Paribas: una giuria presieduta dalla regista e sceneggiatrice Julie
Bertuccelli e composta dal regista Roberto De Paolis e dalla
critica cinematografica Daniela Michel assegnerà il riconoscimento
a uno dei titoli in programma nelle sezioni Concorso Progressive
Cinema e Freestyle.
GIURIA CONCORSO PROGRESSIVE
CINEMA
Marjane Satrapi –
Presidente
Nata a Teheran nel 1969, Marjane
Satrapi frequenta le scuole superiori a Vienna. Ritorna in Iran per
completare gli studi universitari e infine si trasferisce in
Francia, dove inizia una carriera di successo come illustratrice.
Il suo romanzo a fumetti autobiografico Persepolis,
pubblicato in quattro volumi nel 2000, ottiene grande successo
internazionale. L’esordio al cinema avviene nel 2007, quando,
insieme a Vincent Paronnaud, dirige proprio un adattamento animato
di Persepolis, candidato all’Oscar® e unanimemente
lodato per la capacità di contrapporre la forza dei sentimenti alla
spinta oppressiva di ogni forma di totalitarismo. Il
successivo Pollo alle prugne (anch’esso
co-diretto da Paronnaud), struggente fusione di fiaba e tragedia, è
nuovamente tratto da un suo romanzo a fumetti ma questa volta
girato con attori in carne e ossa. Il suo primo film diretto in
solitaria è la scatenata commedia La bande des Jotas,
a cui fanno seguito la farsa macabra The
Voices (con Ryan Reynolds), che segna il suo esordio
negli Stati Uniti, e l’altrettanto
notevole Radioactive (con Rosamund Pike),
biografia della scienziata Marie Curie.
Louis Garrel
Proveniente da una famiglia
d’artisti (suo padre è il grande regista Philippe, suo nonno
paterno l’attore Maurice, sua madre l’attrice Brigitte Sy), Louis
Garrel, nato a Parigi nel 1983, esordisce come attore nel 1989
in Les baisers de secours, diretto dal padre.
Raggiunge il successo internazionale sotto la guida di registi come
Bernardo Bertolucci (The Dreamers – I sognatori), Bertrand
Bonello (Saint Laurent), Arnaud Desplechin (I fantasmi
d’Ismael), Woody Allen (Rifkin’s Festival), Roman
Polanski (L’ufficiale e la spia) e Xavier Dolan (Gli
amori immaginari); dal 2008 (anno di Mes
copains) inizia l’attività di regista. Con film
come Due amici, L’uomo
fedele e La crociata, Garrel guarda tanto a
Balzac quanto all’eredità della Nouvelle
vague (specialmente Truffaut) per ritrarre con levità e
intelligenza inquietudini di un’umanità prigioniera di passioni e
desideri. Il suo nuovo film da regista, L’Innocent, è
stato presentato al Festival di Cannes 2022 e sarà presentato alla
prossima Festa del Cinema.
Juho Kuosmanen
Dopo aver realizzato, come saggio
di laurea per la Università di Aalto, il
mediometraggio The Painting Sellers (proiettato
anche al Festival del Cinema di Cannes), il cineasta finlandese
Juho Kuosmanen (classe ‘79) dirige il lungometraggio La
vera storia di Olli Mäki, premiato a Cannes nella
sezione Un certain regard, girato in un corrusco e
sorprendente bianco e nero in 16mm e incentrato sull’eponimo
protagonista, un pugile emarginato dalla società ma dotato di
grande spirito di volontà. Caratteristiche che lo accomunano ai
protagonisti del successivo Scompartimento n. 6 – In
viaggio con il destino (anch’esso presentato a Cannes e
vincitore del Gran premio della giuria 2021), fondato sull’incontro
di due solitudini e sul viaggio come metafora della vita e della
necessità di fare i conti con la Storia. Kuosmanen ha inoltre
diretto anche spettacoli teatrali d’avanguardia e rappresentazioni
operistiche, oltre a essere il direttore artistico di un piccolo
festival cinematografico che ha sede nella sua città natale di
Kokkola.
Pietro
Marcello
Classe 1976, Pietro Marcello nasce
a Caserta e studia pittura all’Accademia delle belle arti di
Napoli. Dal 1998 al 2003 lavora come organizzatore e programmatore
della rassegna cinematografica Cinedamm presso il Damm di
Montesant. Con il radiodramma Il tempo dei
magliari e i
cortometraggi Carta, Scampia e Il
cantiere (vincitore del premio Libero Bizzarri) mette in
mostra un notevole talento confermato dal suo primo
lungometraggio Il passaggio della linea, presentato
alla Mostra del Cinema di Venezia, e dal successivo La
bocca del lupo (Miglior film al Festival di Torino, David
di Donatello e Nastro d’Argento per il miglior documentario).
Affermatosi come uno dei nomi più importanti del cinema italiano di
ricerca e tra gli autori di punta della corrente del cinema del
reale, nel 2015 realizza il sorprendente Bella e
perduta, dove tensione documentaria e invenzione poetica vanno
miracolosamente a braccetto, mentre nel 2019 dirige Martin
Eden (Coppa Volpi nel 2019 alla Mostra di Venezia per
Luca Marinelli), che reinventa l’omonimo romanzo di Jack London
riflettendo sul rapporto tra società e cultura. Nel 2022, ha aperto
la Quinzaine con L’Envol, girato interamente in
Francia: il film sarà presentato alla prossima Festa del
Cinema.
Gabrielle Tana
Produttrice britannica tra le più
apprezzate, Gabrielle Tana inizia la sua carriera negli anni
Novanta lavorando per la Disney per poi dedicarsi invece alla
produzione di film indipendenti o di maggior respiro autoriale (tra
cui Someone Else’s America del serbo Goran
Paskaljević), dividendo la sua attività tra Londra e New York. I
film da lei prodotti sono spesso in grado di fondere una precisa
visione registica con sceneggiature di squisito valore
letterario e un cast di star che si mettono pienamente al servizio
dell’opera. Tra esse figurano il sontuoso La
duchessa (con Kiera
Knightley), Coriolanus (diretto e interpretato
da Ralph Fiennes), uno dei più originali adattamenti shakespeariani
del cinema contemporaneo, il
divertente Mindhorn (co-prodotto anche da Ridley
Scott) e il sorprendente dramma storico La nave
sepolta (distribuito da Netflix). Nel 2013, con
Philomena (diretto da Stephen Frears e co-prodotto da
Steve Coogan) ottiene quattro nomination agli
Oscar®. Tredici vite di Ron Howard è l’ultimo
film da lei prodotto, assieme al regista e a Brian Grazer.
GIURIA PREMIO “UGO
TOGNAZZI” ALLA MIGLIOR COMMEDIA
Carlo Verdone –
Presidente
Regista, attore, sceneggiatore e
scrittore, Carlo Verdone ha cesellato una vera e propria
radiografia dei cambiamenti del costume italiano degli ultimi
quarant’anni attraverso maschere e personaggi ormai divenuti
celebri. Erede di Sordi ma anche della tradizione dell’Atellana e
del teatro popolare e figlio del critico cinematografico Mario,
Verdone nasce a Roma nel 1950. Nel 1974 si diploma in regia al
Centro Sperimentale di Cinematografia e l’anno dopo si laurea in
Lettere Moderne. Dopo aver diretto i primi cortometraggi
sperimentali, nel’77 esordisce sul palco del teatro Alberichino con
lo spettacolo Tali e quali, prima del suo esordio in
TV nel varietà di Enzo Trapani Non stop (1978).
L’esordio alla regia avviene nel 1980 con Un sacco
bello a cui segue l’anno successivo Bianco,
rosso e Verdone, nei quali interpreta i personaggi del suo
repertorio teatrale e televisivo. Nel 1982
dirige Borotalco, il primo film in cui veste i panni
di un unico personaggio. Da qui in avanti, realizza (quasi sempre
anche interpretandole) numerose opere di successo e valore,
lavorando con lo stesso Sordi, Ornella Muti, Sergio Castellitto e
tanti altri, guadagnando il successo di pubblico e critica e
vincendo anche 7 David di Donatello e 5 Nastri d’Argento.
Teresa Mannino
Attrice, autrice, cabarettista e
conduttrice televisiva, Teresa Mannino, nata a Palermo nel 1970 ma
milanese d’adozione, dopo la laurea in Filosofia frequenta la
scuola europea di recitazione del teatro Carcano di Milano.
Partecipa poi ad alcune produzioni teatrali prima di approdare sul
palco che le darà la notorietà: quello del locale milanese Zelig e
successivamente quello del programma televisivo
notturno Zelig Off, poi divenuto Zelig
Circus e trasmesso in prima serata dalla stagione
2007-08. I suoi monologhi, brillanti e dissacranti, vertono
principalmente sulle differenze inconciliabili tra uomo e donna e
sull’eterno conflitto tra Nord e Sud. Il debutto al cinema avviene
nel 2008 nella commedia Amore, bugie e
calcetto di Luca Lucini, a cui fanno seguito La
fidanzata di papà di Enrico Oldoini e Meno male
che ci sei di Luis Prieto. Nel 2011 è al fianco di Enrico
Brignano in Ex – Amici come prima! di Carlo
Vanzina. Nel 2018 intraprende un tour per i teatri di tutta Italia
con lo spettacolo da lei scritto, Sento la Terra
girare, che riscuote un grande successo di critica e
pubblico.
Marisa Paredes
Tra i volti più noti del panorama
cinematografico internazionale, Marisa Paredes porta in ogni suo
ruolo un’intensità e una capacità di aderire a ogni minima
sfumatura dei personaggi che l’hanno resa una delle attrici più
famose e apprezzate nella storia del cinema spagnolo. Nata a Madrid
nel 1946, studia recitazione presso il Conservatorio d’Arte
Drammatica. Dopo aver preso parte ad alcuni spettacoli teatrali,
nel 1960 esordisce al cinema con 091 Policía al
habia di José María Forqué. Il successo arriva a partire
dagli anni Ottanta soprattutto in virtù del sodalizio con Pedro
Almodóvar, che la dirige in L’indiscreto fascino del
peccato (1983), Tacchi a
spillo (1991), Il fiore del mio
segreto (1995), Tutto su mia
madre (1999), Parla con lei (2002)
e La pelle che abito (2011). Famosa interprete
anche di La vita è bella (1997) di Roberto
Benigni, dove è la suocera del protagonista, e di La spina
de diavolo (2001) di Guillermo del Toro, dove è una
crudele istitutrice, nel 2000 presiede la giuria del Festival di
Berlino e nel 2018 viene insignita del Goya alla carriera.
GIURIA PREMIO MIGLIOR OPERA
PRIMA BNL BNP PARIBAS
Julie Bertuccelli –
Presidente
Nata a Boulogne-Billancourt nel
1968, figlia d’arte e laureata in filosofia, dal 1991 Julie
Bertuccelli collabora con il padre Jean-Louis, che le chiede di
aiutarlo a dirigere Aujurd’hui peut-être…,
interpretato da Giulietta Masina. Nel 1993 comincia a realizzare
documentari per gli Ateliers Varan, centro di formazione per
documentaristi, mentre lavora come aiuto regista per autori quali
Otar Ioseliani, Krzysztof Kieślowski e Bertrand Tavernier.
L’esordio alla regia avviene nel 2003 con Da quando Otar è
partito, vincitore del Grand Prix Semaine de la Critique a
Cannes, che dimostra una sensibilità straordinaria nel raccontare i
grandi drammi individuali al confronto con le ferite della storia.
Qualità che troveranno conferma nei
successivi L’albero (che lambisce i toni del
realismo magico), Squola di Babele [n.b. sì, è
“Squola”] e lo struggente Tutti i ricordi di Claire.
Nel 2022 ha presentato al Festival di Cannes il
documentario Jane Campion, la femme cinéma che
sarà anche alla Festa del Cinema 2022.
Roberto De
Paolis
Nato a Roma nel 1980, Roberto De
Paolis si diploma al Liceo Classico, studia alla London Film School
e poi fa rientro in Italia, dove nel 2003 intraprende l’attività di
fotografo (tenendo mostre ed esposizioni in tutto il mondo) a cui
affianca la professione di attore, venendo scritturato per una
parte di contorno in Movimenti (2004) di Claudio
Fasuti e Serafino Murri. Muove i primi passi alla regia con i
cortometraggi Bassa marea (2010)
e Alice (2011), entrambi proiettati alla Mostra
del Cinema di Venezia, mentre nel 2017 scrive e dirige il suo primo
lungometraggio Cuori puri, che rinnova profondamente
le modalità di racconto delle periferie urbane (il film è
ambientato a Tor Sapienza) e trova un equilibrio sorprendente nel
mettere in scena una storia d’amore in un contesto di marginalità.
Una limpidezza di sguardo che trova conferma nel
successivo Princess (2022),
che aperto la sezione Orizzonti alla Mostra di Venezia 2022, e che
racconta, ancora una volta, una storia di derelitti senza retorica
ma con grande empatia.
Daniela Michel
Critica cinematografica e
direttrice di festival, Daniela Michel si è laureata in Lingua e
Letteratura Inglese presso la Facoltà di Filosofia e Lettere
dell’UNAM (Universidad Nacional Autónomia de México). Ha iniziato
la sua carriera collaborando con quotidiani e periodici messicani e
internazionali. Nel 2003 fonda il Morelia International Film
Festival, che si svolge ogni anno nell’ultima settimana di ottobre
e si pone l’obiettivo di promuovere i talenti messicani emergenti,
creare incentivi e opportunità culturali per il pubblico (anche
internazionale) e mostrare la ricchezza culturale del Michoacán, lo
stato che ospita la manifestazione. È stata membro di giuria di
numerosi festival internazionali, tra questi il Festival di Cannes
nella sezione Un Certain Regard, il Festival di Berlino, la Mostra
del Cinema di Venezia, il Sundance Film Festival e il Festival di
Locarno.
Apple
TV+ e A24 Films hanno diffuso il primo trailer
originale di Causeway,
l’atteso film che segnerà il ritorno di Jennifer Lawrence da protagonista assoluta al
fianco di Brian Tyree Henry. Le pellicola che sarà
presentato in concorso alla
Festa del cinema di Roma è il ritratto intimo di una soldatessa
che lotta per adattarsi alla sua vita dopo il ritorno a casa a New
Orleans. Causeway diretto
da Lila Neugebauer sarà disponibile dal 04 novembre su
Apple TV+.
In Causeway,
il nuovo film diretto da Lila Neugebauer, l’attrice Premio Oscar
Jennifer Lawrence interpreta Lynsey, ingegnere militare tornato
negli Stati Uniti dall’Afghanistan con una lesione cerebrale
debilitante in seguito all’esplosione di un ordigno. Nel recupero,
che è lento e doloroso, deve re-imparare a camminare e riaddestrare
la memoria aiutata da una custode chiacchierona, ma tenera (Jayne
Houdyshell). Quando torna a casa, a New Orleans, però, si trova ad
affrontare ricordi ancora più angosciosi e impegnativi di quelli
che ha vissuto mentre era in servizio: una resa dei conti con la
sua infanzia.
Rimasta con la madre (Linda Emond),
con cui ha un rapporto teso, Lynsey vorrebbe solo tornare al suo
lavoro di ingegnere, ma il suo medico (Stephen McKinley Henderson)
è diffidente e così, nel frattempo, trova lavoro come pulitrice di
piscine. Quando il suo camioncino si rompe, incontra James Aucoin
(Brian Tyree Henry), che lavora in un’autofficina e le offre un
passaggio a casa; lentamente i due iniziano a fare affidamento
l’una sull’altro per avere compagnia e trovare conforto e Lynsey
scopre che anche James sta reprimendo i traumi del proprio passato.
L’amicizia nascente tra queste due anime danneggiate costituisce il
centro e il cuore del primo lungometraggio di Lila Neugebauer: una
storia tranquilla, ma devastante, e soprattutto edificante, sul
venire a patti con sé stessi e sull’andare avanti.
https://youtu.be/F6OYku9JIlw
Causeway
è diretto da Lila Neugebauer (lo spettacolo di Broadway “The
Waverly Gallery”, “Maid”, “The Last Thing He Told Me”) e scritto da
Ottessa Moshfegh & Luke Goebel e Elizabeth Sanders. Il film è
interpretato da Jennifer Lawrence (“Don’t Look Up”, “Il lato
positivo”, “American Hustle – L’apparenza inganna”) e Brian Tyree
Henry (“Atlanta”, “Bullet Train”, “Se la strada potesse parlare”).
Il film è prodotto da Lawrence e Justine Ciarrocchi. Lila
Neugebauer, Jacob Jaffke, Sophia Lin, Patricia Clarkson, Kirk
Michael Fellows e Christopher J. Surgent sono i produttori
esecutivi. Il film sarà presentato in concorso alla Festa del
Cinema di Roma, prima di uscire su Apple TV+ il prossimo 4
novembre.
Dwayne
Johnson ha recitato in moltissimi titolo che sono
diventati successi al botteghino nel corso degli anni, con il
wrestler professionista diventato attore spesso salutato come il
salvatore del franchise di Fast &
Furious, per
esempio. I fan hanno aspettato
anni prima che Dwayne
Johnson recitasse in un film di supereroi, e sembra
che l’aver costruito quell’attesa per il suo debutto nel DCEU in
Black
Adam ripagherà al botteghino in
grande stile.
Secondo The Hollywood
Reporter, l’ultimo report suggerisce che l’adattamento
della DC Comics darà a Dwayne
Johnson la più grande apertura al botteghino
della sua carriera con un solido debutto attestato trai $ 70
milioni a $ 75 milioni in Nord America. Alcuni credono
che potrebbe andare ancora più in alto, con molti convinti che
potrebbe mostrare risultati simili aVenom, un film che
ha debuttato a $ 80 milioni nel 2018. Per lo studio sarebbe un
enorme successo al botteghino globale dato che quel film ha chiuso
la corsa poi oltre $ 850 milioni. Ovviamente la Warner Bros. spera
senza dubbio che Black
Adam possa raggiungere quei livelli
e diventare un successo di simili proporzioni.
Con così tanti cambiamenti
attualmente in corso alla Warner Bros. Discovery, Black
Adam ha bisogno di rappresentare un
successo se il personaggio ha una sorta di futuro nel DCEU. Non
importa quali cambiamenti arriveranno dopo, se questo film avrà un
enorme successo, l’antieroe farà quasi sicuramente parte del
presunto piano decennale di David Zaslav. Johnson ha usato il suo potere da star e la presenza sui
social media per creare clamore per Black
Adame sembra che nemmeno le recensioni
potenzialmente negative faranno deragliare il film in questa fase
(certamente non hanno danneggiato Venom).
Black Adam, il film
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Il creatore di
SpawnTodd McFarlane
ha promesso un “enorme”
annuncioin arrivo per il riavvio live-action
firmato dalla Blumhouse, a lungo in sviluppo, e anche se è arrivato
con un giorno di ritardo, oggi finalment il THRha ora condiviso la notizia. Il film, in
lavorazione dal 2017, ha aggiunto un nuovo team di sceneggiatori
che si occuperanno di riscrivere il film, si tratta di
Scott Silver (Joker,
Malcolm Spellman (The
Falcon and The Winter Soldier;
Captain America: New World Order) e Matthew
Mixom.
Jamie Foxx (Spider-Man:
No Way Home;
Django Unchained) è ancora impegnato a interpretare
il ruolo principale di Al Simmons, alias
l’antieroe demoniaco noto come Spawn.McFarlane stava
pensando di mettersi dietro la macchina da presa come regista a un
certo punto, ma sembra aver cambiato idea, riconoscendo che
“potrebbe non essere la persona giusta per dirigere il film, in
particolare ora che alcuni degli scrittori di alto profilo nello
spazio cinematografico sono coinvolti.”
“Se abbiamo un attore
di serie A, produttori di serie A, scrittori di serie A, allora
vuoi girare con un registi di serie A, cineasti di serie
A?”ha ammesso Todd
McFarlane.“La risposta è,
‘naturalmente.’ Manteniamo lo slancio”.“Sono cresciuto a Berkeley, una città dei
fumetti. Il personaggio di SPAWN di Todd McFarlane è sempre
stato uno dei miei preferiti: un supereroe nero che non era una
stronzata, era simpatico e si occupava di questioni
moderne”, aggiunge
Spellman. “Io, Matt Mixon e Scott Silver
ci impegniamo a onorare ciò che Todd ha iniziato e ciò che SPAWN è
al suo interno, offrendo qualcosa di rilevante e spigoloso e
diverso da qualsiasi altro film di supereroi là
fuori”.
Sebbene la popolarità del
personaggio sia leggermente diminuita nel corso degli anni,
SPAWNè stato uno dei fumetti più
venduti degli anni ’90. Il film del 1997 non è riuscito a
rendere giustizia a Spawn e ai suoi vari nemici e alleati, ma la
serie animata della HBO ha avuto molto più successo e vale la pena
rintracciarla se non l’hai ancora vista.
Il nuovo film dedicato
a Spawn avrà come protagonista il premio
Oscar Jamie
Foxx nel ruolo dell’antieroe del titolo. Del cast
dovrebbe far parte anche Jeremy
Renner nei panni di Twitch
Williams. Greg Nicotero, truccatore
di The Walking
Dead, si occuperà del trucco e degli effetti
speciali. Il film sarà prodotto da Jason
Blum e dalla sua Blumhouse Productions.