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The Beatles – Get Back, recensione del docu-film di Peter Jackson

The Beatles - Get Back

Il primo episodio è già disponibile su Disney+, mentre bisognerà aspettare il 26 e 27 novembre per vedere la completa docu-serie The Beatles – Get Back, la titanica impresa di Peter Jackson che, a partire da 60 ore di video e 150 di audio ha riassunto e raccontato in un flusso narrativo coerente la sessione di registrazione di Let it be negli studi di Twickenham che i Fab Four hanno fatto nel 1969. Video e audio già trasformati in un film, Let It Be – Un giorno con i Beatles, ma che adesso trovano nuova vita e vengono completamente alla luce, dopo 50 anni chiusi in un cassetto. E chi meglio di Peter Jackson poteva dar forma a questa mole di materiale? Lui che del lavoro a trilogie lunghissime e impegnative ne ha fatto una vera e propria carriera? Dopo 4 anni di lavoro, il risultato è un documento emozionante, un vero e proprio regalo per i fan della band.

150 ore di audio e 60 ore di video

A due anni dal loro ultimo live, John, Paul, George e Ringo si riuniscono per realizzare Let It Be in quella che, secondo le cronache dell’epoca, non era proprio un atmosfera rilassata. Ed in effetti fa impressione vedere Harrison che lascia le prove, le discussioni, i problemi che vengono fuori e i nervi a fior di pelle anche a causa dei tempi stretti (un intero album in poco più di 20 giorni). Una pressione che sembra sparire quando, apparentemente dal nulla, si mettono insieme gli accordi di questa o di quella canzone, come quando Paul improvvisa il nucleo di quella he diventerà Get Back, di fronte agli altri. 

E tutto è stato registrato meticolosamente all’epoca da Michael Lindsay-Hogg al quale è stato dato campo libero durante le prove, ma che per fortuna ha disatteso gli “ordini” di non riprendere questo o quel momento. Proprio per questo la quantità di audio è così superiore a quella del video, perché Lindsay-Hogg ha spesso lasciato accesi i registratori spegnendo le camere e permettendo a stralci di conversazioni, anche molto personali, di arrivare fino a noi. E tutto questo materiale è stato restaurato, ricostruito, ripulito da Peter Jackson che è riuscito a rendere quella documentazione informe e confusa un racconto ordinato, ma anche potente, emotivo, emozionante. 

The Beatles – Get Back è una ri-narrazione del mito

Dicevamo delle liti, ma quello che emerge dal film, prima di ogni cosa, è la magia, l’incredibile talento di queste quattro rockstar che, messi gli uni di fronte agli altri, con i loro strumenti tra le mani, non erano molto diversi dai ragazzini che suonavano insieme e si facevano chiamare con un altro nome. Il racconto dei Beatles che esce fuori da The Beatles – Get Back è di un’autenticità insperata, ci mette di fronte alla ri-narrazione del mito e lo fa attraverso l’occhio di Jackson: paziente, meticoloso, preciso e evidentemente appassionato del materiale che ha maneggiato e montato insieme a Jabez Olssen.

Un regalo ai fan dei Beatles

Le infinite ore di prove, gli accordi, le discussioni, ma anche i litri di tè, la birra, Yoko e Maureen, Billy Preston, momenti di pausa che aiutavano a distendere e a concentrarsi, John in ritardo, le risate. The Beatles – Get Back è un documento prezioso, un regalo dei Beatles e di Peter Jackson ai fan, ma forse anche alla band stessa che, stando alle testimonianze, si è rivista e riconsiderata, come ha affermato lo stesso Paul McCartney, che ha dichiarato “è un ritratto molto accurato di come eravamo allora”, e in questa dichiarazione risiede la vittoria di Jackson e l’autenticità del regalo che viene fatto al pubblico di fan che dopo 50 anni continuano ad emozionarsi sulle note dei quattro ragazzi di Liverpool. 

Guarda il trailer di The Beatles – Get Back

 
 

Hawkeye, Episodi 1-2: tutti i riferimenti all’Universo Marvel

Hawkeye

Nella giornata di ieri, su Disney+, hanno finalmente debuttato i primi due episodi di Hawkeye, la nuova serie dei Marvel Studios con Jeremy Renner nei panni di Clint Barton e Hailee Steinfeld in quelli della new entry Kate Bishop. Come da tradizione, i primi due episodi contengono una marea di riferimenti e easter eggs al più ampio Universo Marvel. Siete riusciti a scovarli tutti? Mettetevi alla prova…

1L’omaggio a Vedova Nera e lo username di Kate Bishop

Clint impiega il catch & release per ingannare la Tracksuit Mafia, che sua moglie sottolinea essere “uno dei trucchi di Nat”. Abbastanza sicuro di sé, Occhio di Falco finge di essere catturato e si lascia interrogare, per poi liberarsi senza sforzo dopo aver ottenuto ciò che voleva. Questo è esattamente ciò che fa Vedova Nera a un gruppo di criminali nell’atto iniziale di The Avengers del 2012.

Oltre a Kazi, c’è un altro membro familiare della Tracksuit Mafia in agguato nella serie. Il “capo turno” viene chiamato “Ivan” dai suoi amici, e questo tipo è quasi certamente l’Ivan Banionis del MCU, il leader della Tracksuit Draculas nei fumetti Marvel.

Grazie alla compagnia di sicurezza di sua madre, la Kate Bishop di Hawkeye è in grado di tracciare la posizione specifica di un individuo tramite un’app specializzata. Il suo nome utente è “bishop112012”, cifre che si riferiscono al novembre 2012, ossia alla data di copertina di “Hawkeye #2” di Matt Fraction e David Aja, quando cioè Kate Bishop è apparsa per la prima volta in quella serie.

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Sotto le stelle di Parigi: una clip dal film al cinema dal 25 novembre

Ecco una clip da Sotto le stelle di Parigi, il film di Claus Drexel con Catherine Frot, Mahamadou Yaffa, Dominique Frot al cinema dal 25 novembre con Officine UBU.

Sotto le stelle di Parigi, la trama

Christine vive da molti anni per le strade di Parigi, isolata dalla famiglia e dagli amici. In una fredda notte d’inverno, un bambino di otto anni si presenta davanti al suo rifugio. Si chiama Suli, non parla la sua lingua, ed è stato separato dalla madre, che deve essere rimpatriata. Uniti dalla loro condizione marginale, i due intraprendono un viaggio emotivo e pieno di tenerezza per ritrovare la madre del bambino. Sotto le stelle di Parigi, queste due anime sole impareranno a conoscersi e Christine riscoprirà il calore di un’umanità che credeva perduta.

Arriva dal 25 novembre solo al cinema Sotto le stelle di Parigi, il nuovo film del regista franco-tedesco Claus Drexel. Da sempre attento al tema dell’immigrazione e delle disuguaglianze sociali, Drexel si è ispirato alla clochard intervistata nel suo documentario Au Bord Du Monde per scrivere la storia di questo film, dove il mondo sommerso dei senzatetto viene ritratto con quella purezza, sensibilità e poesia che raramente vengono accostate alla vita di strada.

La protagonista di questa fiaba metropolitana, in arrivo nei cinema con OFFICINE UBU dal 25 novembre, è la senzatetto Christine, splendidamente interpretata da Catherine Frot (La Signora delle Rose, Quello che so di lei, Marguerite), che ha scelto da tempo di porre una barriera tra se stessa e il mondo, passando le giornate in solitudine nascosta nel suo rifugio tra i pochi ricordi della sua vita precedente. La routine di Christine viene sconvolta dall’arrivo improvviso del piccolo Suli (Mahamadou Yaffa), un bambino di origine eritrea rimasto solo a Parigi dopo aver smarrito la madre, e che trova nella burbera clochard il suo unico punto di riferimento.

Christine e Suli percorreranno insieme le vie di Parigi per ritrovare la madre del bambino, accompagnando lo spettatore nel viaggio non solo nel cuore della città ma anche nel loro, uniti dalla speranza di poter ritrovare la luce in una società ostile.

 
 

Noir in Festival 31°: la presentazione della nuova edizione

La nuova edizione del Noir in festival, la 31a, si svolgerà a Milano dal 10 al 15 dicembre finalmente in presenza, dopo l’edizione 2020 online. Diretto da Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e Gianni Canova (delegato IULM), il festival riconquista la sala (al cinema Gloria, grazie alla disponibilità di Notorious Cinemas), conferma la sua vocazione di luogo della formazione e della scoperta (mettendo il suo quartier generale nel campus di IULM), offre un palcoscenico prestigioso come il Teatro Filodrammatici di Milano ai suoi incontri letterari che toccheranno anche la Libreria Rizzoli Galleria. Infine, con il sostegno di Mompracem, Rai Cinema e 01 Distribution in collaborazione con Astorina e grazie alla passione dei Manetti bros., una straordinaria e attesissima chiusura “diabolika” anche al cinema Odeon.

La sigla ufficiale del Noir in Festival XXXI

Che festival sarà? Certamente rivolto al nuovo come testimonia la scelta di consegnare il Raymond Chandler Award, un vero “Nobel” della letteratura di genere, a un autore come Guillaume Musso, nato negli anni ’70 e già acclamato in tutto il mondo. Una scommessa che trova conferma sia nell’attenzione a voci nuove in campo cinematografico con proposte destinate a far discutere e a creare vere scoperte, sia nel percorso tematico di quest’anno che mette in evidenza da una parte il grande revival del “polar” in Francia con ospiti eccellenti come Hervé Le Corre e Franck Thilliez, dall’altra parte porta il genere nei territori oscuri e ancora ben poco esplorati del Dark Web in cui trionfano sofisticata tecnologia e nuovi exploit criminali. Non mancheranno “valori sicuri” come i campioni riconosciuti del giallo e nero italiano: dal decano Loriano Macchiavelli a Carlo Lucarelli, da Donato Carrisi a Maurizio De Giovanni e Simona Vinci; ma molto è lecito attendersi dai cinque finalisti del Premio Giorgio Scerbanenco, da voci originali come quelle di Lisa Jewell e Mariolina Venezia, o inedite come quelle di Stefano Vicario e Alex Michailides.

Lo stesso ragionamento si può fare per il nostro cinema che mette in vetrina un inatteso fiorire di talenti (è stato più difficile di sempre scegliere i sei finalisti del Premio Caligari), va fiero dell’omaggio a un outsider eccellente come Antonio Capuano e festeggia il suo campione assoluto, Dario Argento, tornato proprio in questi mesi a una nuova giovinezza creativa. E trova nel Diabolik di Marco e Antonio Manetti un suggestivo incontro tra l’ineffabile anti-eroe creato dalle sorelle Giussani nei primi anni ’60 (raccontate da Chiara Tagliaferri nel suo podcast attualmente online “Les diaboliques” di cui parleremo al Noir) e un’estetica contemporanea del tutto personale come quella degli ormai mitici Manetti bros.

Mai come quest’anno, poi, cinema&letteratura formano un corpo unico nel programma: è il caso di Massimo Donati che debutta come regista in concorso con Diario di spezie dal suo romanzo o di Donato Carrisi che presenta il suo nuovo libro mentre sono in corso le riprese del suo nuovo film, Io sono l’abisso. Di Denis Dercourt (Vanishing), Lucile Hadzihalilovic (Earwig) e Fabrice Du Weltz (Inexorable) che giocano sul doppio percorso tra libro e film; di Carlo Lucarelli, Maurizio De Giovanni, Mariolina Venezia, Alex Michailides e lo stesso Guillaume Musso, il cui lavoro è stato spesso adattato per il cinema e la televisione.

Due film candidati all’Oscar (The Innocents e Les oiseaux ivres), un Pardo d’oro in concorso (Vengeance is Mine), la rivelazione inglese dell’anno (la giovanissima Prano Bailey-Bond con Censor) e un vincitore alla Mostra di Venezia (il finlandese Teemu Nikki con Nimby) completano un cartellone di novità di cui sentiremo parlare spesso nei prossimi mesi. Ma l’anteprima non sarebbe completa se non comprendesse un lavoro tra documento e visionarietà assolutamente unico come Vesuvio di Giovanni Troilo che porta l’ombra lunga della catastrofe in uno dei territori più suggestivi e inquietanti d’Italia, sulle pendici del vulcano.

Questa sintesi tra passato e futuro è ben rappresentata dall’immagine dell’anno, firmata dal talento sovversivo epoliedrico di Marco Galli, premiato alla scorsa edizione del Lucca Comics & Games con il riconoscimento più importante ed ambito, il Yellow Kid.

Il trailer della selezione ufficiale del Noir in Festival XXI

“L’immagine dell’anno – dice Marina Fabbri – ritrae un investigatore contemporaneo la cui dotazione è soprattutto tecnologica, indispensabile per esplorare le nuove frontiere del crimine che, purtroppo, sono anche la nostra nuova realtà, quella virtuale. Un mondo parallelo nel quale siamo sempre più immersi e che ci allontana inesorabilmente dalla realtà reale fatta di uomini e donne in carne e ossa. È un evidente contraccolpo della lunga segregazione dovuta alla pandemia, che abbiamo subito in tutto il mondo. Ma se da una parte l’immobilismo virale spinge ad esplorare realtà parallele, c’è anche un’altra realtà che viene indagata, molto più prossima, ed è quella introspettiva, la nostra realtà profonda, la “realtà” dell’inconscio. Un campione formidabile di questo tipo di indagine è senz’altro Guillaume Musso, lo scrittore francese best seller in tutto il mondo, a cui va quest’anno il riconoscimento alla carriera che porta il nome di Raymond Chandler, un riconoscimento che è insieme stimolo a proseguire su questa strada così fortunata.”

Ma le radici del genere e il suo contributo alla grande narrazione tra letteratura e cinema è ben rappresentata dal ricordo di Graham Greene e John le Carré in una masterclass d’eccezione che è anche un omaggio a due grandi numi tutelari del Raymond Chandler Award. Infine, alla galleria dei grandi ospiti di quest’edizione sono dedicate le “Pillole” dell’archivio dell’Istituto Luce che costruiscono un altro ponte ideale tra il passato e il futuro del noir italiano.

Forte dello straordinario successo di marzo dell’edizione “virtuale” del 30mo anniversario, Noir in festival sarà nuovamente in rete con le dirette streaming dei suoi maggiori appuntamenti, con la collaborazione di MYmovies per avvicinare il pubblico di tutta Italia alle novità del festival, e con due appuntamenti “a distanza” con autori prestigiosi come Laura Lippman e Richard Greene.

“Insomma questa 31ma edizione – dice Giorgio Gosetti – è tutta proiettata nel futuro con la consapevolezza della tradizione e va a comporre un cocktail che è da sempre il tratto distintivo di un festival unico nel panorama internazionale. Per sei giorni Milano diviene la capitale del noir con tutti i colori in esso contenuti. Dispiace che in quest’occasione non si rinnovi l’ormai tradizionale appuntamento sulle rive del lago di Como, ma siamo grati all’Associazione Amici di Como per il sostegno sempre rinnovato, così come a partner storici (dalla Direzione Generale Cinema a Audiovisivi del MIC all’Università IULM, a Cinecittà) e nuovi sostenitori (Notorious Cinemas, il Teatro Filodrammatici, La Milanesiana) che ci permettono di realizzare anche nel 2021 un autentico miracolo di spettacolo e cultura, approfondimento e scoperta, guardando al Noir come a uno specchio lucido in cui si riflettono tutte le contraddizioni della società in cui viviamo e di quella che ci attende”.

 
 

Il capo perfetto, il trailer del film con Javier Bardem

Ecco il trailer Il capo perfetto di Fernando León de Aranoa con Javier Bardem, il film che rappresenterà la Spagna agli Oscar 2022. Dal 23 dicembre al cinema. Il capo perfetto è un film scritto e diretto da Fernando León de Aranoa e arriverà al cinema distribuito da Bim Distribution.

Il capo perfetto, la trama

Blanco (Javier Bardem), proprietario di una storica azienda spagnola di bilance industriali, amato e stimato dai dipendenti per la sua grande umanità, è in gara con la sua impresa per un premio di eccellenza locale. Considerato da tutti e da se stesso un capo magnanimo, è disposto a qualunque cosa pur risolvere i problemi dei suoi dipendenti affinché non riducano la produttività e gli consentano di aggiudicarsi l’ambito riconoscimento. E mentre la tensione sale per la visita di ispezione della commissione del premio, Blanco inizia a collezionare una serie di errori e comici disastri che lo porteranno a dover dimostrare di essere davvero un capo perfetto…

 
 

Chi ha incastrato Babbo Natale? il trailer della commedia di e con Alessandro Siani

Ecco il trailer di Chi ha incastrato Babbo Natale? la nuova commedia di Natale di e con Alessandro Siani che si avvale della partecipazione di Christian De Sica. Al cinema dal 16 dicembre.

Chi ha incastrato Babbo Natale? la trama

La Wonderfast, azienda di consegne online più potente del mondo, domina il mercato per tutto l’anno tranne a Natale. Per far fallire Babbo Natale, assoldano il capo dei suoi elfi, convincendolo ad infiltrare nella sua fabbrica un nuovo manager: Genny Catalano, conosciuto come il “re dei pacchi”. In realtà i pacchi in questione non sono i doni natalizi quanto piuttosto i famigerati “pacchi”. Genny, infatti, è un volgare truffatore che vive di espedienti coadiuvato da Checco, un piccolo scugnizzo di 8 anni. L’arrivo della coppia al Polo Nord darà vita ad una serie di guai ma alla fine, complice l’improbabile contaminazione reciproca che nasce tra Genny e Babbo Natale e l’inaspettato aiuto della Befana, la magia natalizia riuscirà a trionfare.

 
 

Chace Crawford: 10 cose che non sai sull’attore

chace crawford

Chace Crawford è un attore statunitense che ha raggiunto il successo con la serie tv Gossip Girl. Grazie al suo ruolo di Nate Archibald, Chace ha saputo imporsi agli occhi del mondo, con il suo fascino e le sue qualità recitative. Ma non ha lavorato solo in tv: ha recitato in diversi film, sia commerciali che autoriali, ha partecipato a un paio di videoclip e ha fatto anche il doppiatore, prestando la sua voce ad alcuni episodi de I Griffin.

Ecco, allora, dieci cosa che non sapevate su Chace Crawford.

Chace Crawford è su Instagram

1. Chace Crawford ha un profilo Instagram più che seguito. Il suo account Instagram ha qualcosa come due milioni e trecento mila follower intenti a seguire la vita e la carriera del bell’attore americano. Tra viaggi, lavoro e relax, sono molte le occasioni in cui Chace si mostra protagonista, nonostante non sia molto attivo sul social. Infatti, benché egli sia attivo dal luglio 2015, i post da lui pubblicati sono poco di un’ottantina.

Chace Crawford: le sue fidanzate

2. Chace Crawford ha avuto diverse relazioni in passato. La vita sentimentale di Chace Crawford è stata spesso turbolenta e tra fidanzate e presunti flirt, spuntano nomi come quelli di Kelly Osburne, Ashley Greene, Carrie Underwood, Rachel Bilson, Rachelle Goulding e Rebecca Rittenhouse. Ma c’è un nome che circola ormai da un più di un paio d’anni, ed è quello di Nina Dobrev. Sembra che i due abbiano cominciato a frequentarsi sul serio da marzo 2016, ma nessuno dei due ha mai confermato o smentito la notizia. Anche se esistono molte foto che li ritraggono insieme, dalle quali si capisce che i due sono molto amici, non è mai stato chiaro se esista molto di più di un’amicizia.

3. Per Chace Crawford la fiducia deve essere alla base di ogni relazione. L’attore americano ha ammesso che per lui una relazione ideale si basa sul concetto della fiducia e senza di quella non si va davvero da nessuna parte. Nelle sue storie c’è sempre stato amore e sicurezza, mai un tradimento: tuttavia, per lui è difficile avere una relazione stabile che non venga influenzata dai diversi impegni lavorativi.

Chace Crawford

Chace Crawford: i suoi film e le serie TV

4. Chace Crawford ha debuttato come attore nel 2006. I primi ruoli di Chace Crawford sono rintracciabili nel film The Covenant (2006), The Haunting of Molly Hartley (2008) e Twelve (2010), film in cui si trova a recitare al fianco di Emma Roberts. In seguito ha reictato in titoli come Peace, Love & Misunderstanding (2011), Che cosa aspettarsi quando si aspetta (2012), Mountain Men (2014) e Undrafter (2016). Tra gli ultimi film in cui ha recitato si annoverano L’eccezione alla regola (2016), Mistero a Eloise (2016), Charlie Says (2018) e Inheritance (2020).

5. È noto anche per i suoi lavori televisivi. Ancor più che per i ruoli cinematografici, Crawford è noto per quelli televisivi. In particolare, egli ha guadagnato grandissima popolarità grazie alla sua interpretazione di Nate Archibald nella serie Gossip Girl, dove ha recitato dal 2007 al 2012. In seguito è apparso anche in un episodio di Glee (2014) e nelle serie Blood & Oil (2015) e Casual (2017). Dal 2019 interpreta Abisso nella popolare serie Amazon The Boys, con protagonisti Karl Urban e Antony Starr.

6. Chace Crawford poteva essere Captain America. Prima che venisse scelto Chris Evans nel ruolo di Captain America, la Marvel aveva fatto un lista di possibili attori adatti al ruolo e Chace Crawford era uno di questi. Il suo nome continuava a rimanere nella lista selezione dopo selezione, ma alla fine fu Evans ad ottenere il ruolo e il resto è storia. A conti fatti, esteticamente Crawford avrebbe potuto concorrere con Evans per diventare il capitano, eppure è stato scelto quest’ultimo per interpretarlo. Ha comunque avuto modo di interpretare un supereroe nella serie The Boys.

Chace Crawford e Blake Lively

7. Sono grandi amici. Grazie alla serie Gossip Girl, dove hanno recitato insieme per l’intera durata di questa, Crawford e l’attrice Blake Lively hanno stretto una profonda amicizia. Questa è poi continuata anche ben oltre la fine della serie e i due sono soliti incontrarsi ancora per ricordare i tempi di quel set. Ogni loro incontro, puntalmente fotografato dai fan presenti lì sul momento, è sempre fonte di grande gioia per quanti seguivano la serie e che ancora sperano in un revival.

Chace Crawford

Chace Crawford in Gossip Girl

8. Chace Crawford è favorevole per un revival della serie. Da un paio di anni si rincorrono le voci di un possibile revival di Gossip Girl ma anche della realizzazione di un film. Se Ed Westwick non si sente pronto a tornare nel ruolo di Chuck Bass, al contrario Blake Lively e Leighton Mester potrebbero ritornare a New York nell’eventualità in cui il revival avesse senso. Chace Crawford, invece, è quello che più di ogni altro membro del cast si è dichiarato favorevole ad un ritorno della serie.

Chace Crawford in Glee

9. È stato guest star di un episodio. Nel 2014, già celebre per la serie Gossip Girl, Crawford è comparso anche in un episodio di Glee nel ruolo di Biff McIntosh. L’episodio, più precisamente, è il dodicesimo della quinta stagione, intitolato 100. In questo i membri del Glee Club si dicono addio convinti che il loro gruppo sta per essere sciolto, finché due vecchi membri non tornato per aiutarli ad impedire che ciò avvenga.

Chace Crawford: età e altezza dell’attore

10. Chace Crawford è nato il 18 luglio del 1985 a Lubbock, in Texas, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.78 metri.

Fonti: IMDb, thefamouspeople

 
 

L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road, clip esclusiva dal film con Liam Neeson

L’iconico Liam Neeson torna ad essere protagonista accanto a Laurence Fishburne di un action thriller ambientato nell’estremo nord del Canada. L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road uscirà in sala con BIM distribuzione il 2 dicembre.

https://www.youtube.com/watch?v=eKZ9ePyO_Zk

Nel cast anche Ray McKinnon (Le Mans ’66 – La Grande Sfida), Marcus Thomas (The Forger – Il Falsario), Benjamin Walker (La Leggenda del Cacciatore di Vampiri) e Amber Midthunder (Hell Or High Water).

L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road, leggi la recensione

Dopo il crollo di una remota miniera di diamanti nell’estremo nord del Canada, un autista di camion esperto di guida su ghiaccio (Liam Neeson) deve condurre un’impossibile missione di salvataggio. Lottando contro lo scongelamento delle acque e una violenta tempesta, il protagonista e la sua squadra dovranno salvare dei minatori intrappolati per poi scoprire una minaccia insospettabile che poco ha a che fare con il freddo e il ghiaccio…

 
 

Bella Thorn: 10 cose che non sai sull’attrice

Bella Thorne film

Bella Thorne è una di quelle ragazze che hanno visto la popolarità arrivare con uno show televisivo di Disney Channel. Come tante Disney girls, crescendo sotto i riflettori si è trasformata da idoli per adolescenti a cantante e attrice di fama mondiale, suscitando curiosità, pettegolezzi, e molto altro, senza mai nascondere una certa attrazione per gli eccessi.

Ecco 10 cose che non sai di Bella Thorne.

Bella Thorne: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diversi noti film. Tra i primi film in cui la Thorne ha recitato si annoverano The Seer (2007), Blind Ambition (2008) e Forget Me Not (2009). Inizia poi ad ottenere maggiore notorietà grazie a titoli come Insieme per forza (2014), L’A.S.S.O. nella manica (2015), Alvin Superstar – Nessuno ci può fermare (2015), Boo! A Madea Halloween (2016), Amityville – Il risveglio (2017), La babysitter (2017), Assassination Nation (2018), Il sole a mezzanottte – Midnight Sun (2018), Sei ancora qui – I Still See You (2018), Infamous – Belli e dannati (2020), La babysitter – Killer Queen (2020) e Time Is Up (2021).

2. È nota per diverse serie TV. Nel corso della sua carriera l’attrice ha avuto modo di partecipare anche a diverse celebri serie, che hanno contribuito al suo successo. Tra i titoli dove ha svolto ruoli di rilievo si annoverano Dirty Sexy Mone (2007-2008),  My Own Worst Enemy (2008) e Little Monk (2009). Il grande successo arriva però grazie a A tutto ritmo (2010-2013), dove è protagonista insieme a Zendaya. Successivamente recita in alcuni episodi di Scream: la serie (2015), Famous in Love (2017-2018) e Paradise City (2021).

3. Ha diretto diversi videclip. Oltre ad essere attrice, la Thorne si è cimentata anche in più occasioni come regista, in particolare per i videoclip di suoi brani musicali. Tra quelli da lei diretti si ritrovano Bitch I’m Bella Thorne, Pussy Mine, GOAT, Lonely, Stupid Fucking Bitch, Phantom e Shake It. Nel 2019 è divenuto particolarmente noto il cortometraggio pornografico da lei diretto, dal titolo Her & Him. Attualmente, invece, sembra aver completato le riprese di una miniserie televisiva dal titolo Ben and Bella’s Musical Affair.

Bella Thorne è hot

4. È anche una modella.  L’ex star adolescente Disney è famosa per tante cose, tra cui le numerose fotografie provocanti postate su Instagram, ma non solo. Per il suo ventesimo compleanno, infatti, ha deciso di posare nuda per GQ magazine. Per i più curiosi: la foto non è stata ritoccata perché, come afferma lei stessa, non è perfetta, e va bene così. Nel corso degli anni si è confermata un icona hot grazie ai suoi tanti servizi da modella, ma anche per il controverso canale OnlyFans da lei aperto nell’agosto del 2020.

Bella Thorne: i suoi fidanzati

5. Ha avuto diversi noti fidanzati. Prima del suo attuale fidanzato, la Thorne ha avuto diverse note relazioni. La prima di cui si è a conoscenza è quella con l’attore britannico Gregg Sulkin, noto in particolare per la serie I maghi di Waverly, durata dal 2015 all’agosto del 2016. In seguito alla sua rivelazione di essere bisessuale, la Thorne ha intrapreso una relazione poliamorosa con il musicista Mod Sun e la celebrità di internet Tana Mongeau, frequentando quest’ultima dal settembre 2017 a febbraio 2019.

Bella Thorne Benji

Bella Thorne e Benji

6. È fidanzata con il noto cantante italiano. Nell’aprile del 2019 la Thorne ha rivelato di aver intrapreso una relazione con il cantante italiano Benjamin Mascolo, meglio noto come il Benji del duo musicale Benji & Fede, in attività fino al 2021. Formatisi tramite internet, i due sono diventati estremamente popolari, raggiungendo una buona notorietà anche a livello internazionale. Con lui, la Thorn condivide delle origini italiane da parte di madre e come si può notare dai rispettivi social sono oggi inseparabili.

7. Hanno recitato insieme in un film. Uscito al cinema nell’ottobre 2021, il film Time Is Up, diretto da Elisa Amoruso, ha visto per la prima volta i due fidanzati condividere la scena. Nel film, infatti, la Thorne e Benji interpretano Vivien e Roy, le cui vite così diverse finiranno per incrociarsi in modi inaspettati. Lei è un’ottima studentessa che non vive però a pieno la sua vita, mentre lui è un giovane problematico che si porta dietro il peso di un trauma vissuto durante l’infanzia. I modi in cui si influenzeranno e aiuteranno a vicenda gli permetteranno di scoprire nuove sfumature della vita.

Bella Thorne è su Instagram

 

8. Ha un account molto seguito. Il profilo Instagram di Bella Thorne vanta 25 milioni di follower. In questo, con oltre cinquemila post, l’attrice è solita condividere numerosi momenti della sua quotidianità, da giornate di svago con amici a vacanze fatte e fino ai momenti trascorsi insieme al suo attuale fidanzato. Non mancano però anche post relativi al suo lavoro, come dietro le quinte, curiosità o foto tratte dai red carpet a cui ha partecipato. Seguendo il suo profilo si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività.

9. Ha rilasciato una dichiarazione molto drammatica. Nel gennaio del 2018, includendo l’hashtag del movimento Time’s Up, l’attrice ha scelto il social Instagram per rivelare in un post molto intenso di essere stata abusata all’età di quattordici anni, senza però rivelare il nome del colpevole. L’attrice ha spesso parlato in pubblico e soprattutto sui social di tematiche legate alle donne: da video nei quali incita altre vittime di abusi a “Stay strong“, alla difesa del non radersi, come si vede in alcune foto su Instagram.

Bella Thorne: età e altezza dell’attrice

10. Bella Thorne è nata l’8 ottobre del 1997 a Pembroke Pines, in Florida, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1.73 metri.

Fonte: IMDb

 
 

Maanaadu, trailer dello sci-fi indiano che sta facendo impazzire il mondo

Maanaadu è un film thriller d’azione di fantascienza in lingua tamil indiana del 2021 scritto e diretto da Venkat Prabhu e prodotto da Suresh Kamatchi di V House Productions. Il film è interpretato da Silambarasan, S.J. Suryah e Kalyani Priyadarshan insieme a S.A. Chandrasekhar, Y.G.

 
 

Jeremy Renner aperto alla possibilità di interpretare Vecchio Occhio di Falco

La trama di Vecchio Logan (Old Man Logan in italiano) ci ha condotti in una realtà in cui i supercriminali del mondo si sono uniti per porre fine una volta per tutte agli eroi più potenti della Terra. Alcuni sono sopravvissuti, tra cui Clint Barton e – come suggerisce il titolo – Wolverine.

Sarebbe piuttosto sorprendente vedere una sorta di adattamento cinematografico di questa storia a fumetti in futuro, ma Jeremy Renner sarebbe interessato a diventare Vecchio Occhio di Falco? Durante una recente intervista con Jake’s Takes in occasione della promozione della serie Hawkeye, l’attore ha commentato la possibilità di portare al cinema quella versione dell’iconico arciere.

“Sì, adoro il Vecchio Occhio di Falco, anche se spero che la mia versione di quel personaggio possa essere più gioiosa”, ha ammesso con una risata l’attore. “Se dovessi interpretare quella versione, spero che avrà la possibilità di dimenticare tutte le cose brutte che gli sono accadute nella vita e che sia solo felice”, ha continuato con ironia. “Un Occhio di Falco felice. Ha 80 anni, non può muoversi, zoppica terribilmente… però è comunque felice!”

Per chi non ha familiarità con la realtà alternativa raccontata nella serie a fumetti, Clint è cieco quando Logan lo incontra di nuovo. Tuttavia, quel personaggio è stato anche protagonista di un’avventura da solista prima di quella che ha esplorato la sua perdita della vista.

C’è sicuramente del potenziale per un film o una serie tv dedicate a Vecchio Occhio di Falco, ma solo il tempo ci dirà cosa i Marvel Studios hanno in serbo per il futuro del personaggio. Per ora, tutti gli occhi sono puntati – a ragione – sulla serie che ha debuttato ieri su Disney+, in cui abbiamo visto per la prima volta Hailee Steinfeld nei panni di Kate Bishop.

 
 

Andrew Garfield non crede che il suo Spider-Man andrebbe d’accordo con Iron Man

Andrew Garfield

Che piaccia oppure no, lo Spider-Man del Marvel Cinematic Universe è strettamente legato al personaggio di Tony Stark/Iron Man. Il Vendicatore Corazzato ha reclutato Peter Parker in Captain America: Civil War, donandogli il suo primo costume; in seguito, Tony sarebbe diventato il mentore di Peter, e gran parte di Spider-Man: Far From Home avrebbe affrontato l’impatto della morte di Tony in Avengers: Endgame sulla vita del giovane eroe.

Con l’arrivo nelle sale di Spider-Man: No Way Home, è molto probabile che la presenza di Iron Man si farà ancora sentire all’interno della storia. Andrew Garfield ha interpretato un Peter molto diverso nel franchise The Amazing Spider-Man, e durante una recente intervista con GQ l’attore ha rivelato che non pensa che la sua versione dell’arrampicamuri sarebbe “impazzita” per Iron Man.

“Penso che, quasi sicuramente, il mio Spider-Man sarebbe stato piuttosto sospettoso dell’Iron Man del MCU”, ha detto Garfield. “Penso che sarebbe stato un po’ scoraggiato da tutto quell’eccesso, dallo status di miliardario di Iron Man. Penso che avrebbe fatto intraprendere al mio Spider-Man la strada sbagliata.”

“Forse, però, il mio Peter avrebbe potuto influenzarlo in qualche modo”, ha riflettuto poi l’attore. “Forse il mio Spider-Man avrebbe potuto dare una svegliata a Tony Stark, magari rendendolo un po’ più consapevole del suo egoismo.”

Se lo Spider-Man di Garfield apparirà davvero in No Way Home, potrebbe essere divertente scoprire cosa ne pensa della tuta tecnologicamente avanzata del Peter del MCU… Ad oggi non sappiamo ancora se quella versione dell’eroe (insieme all’altra di Tobey Maguire) sarà effettivamente nel film. Tuttavia, proprio di recente, Garfield in persona ha ammesso di essere “stanco” di commentare le voci circa il suo coinvolgimento.

Spider-Man: No Way Home, quello che sappiamo

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 16 dicembre 2021.

 
 

Star Wars: Adam Driver “non è contrario” ad un possibile ritorno di Kylo Ren

adam driver

Soltanto pochi giorni fa, il presidente di Lucasfilm Kathleen Kennedy ha lasciato intendere che i personaggi di Star Wars introdotti nella trilogia sequel, vale a dire Rey (Daisy Ridley), Finn (John Boyega), Poe Dameron (Oscar Isaac) e Kylo Ren (Adam Driver), potrebbero tornare in futuro.

Ora, in una recente intervista con UNILAND, è stato proprio Adam Driver a toccare l’argomento e a parlare di un possibile ritorno nei panni di Kylo Ren. L’attore ha detto di non essere “totalmente contrario” ad un eventuale ritorno. Tuttavia, non tiene conto della portata o della visibilità di un dato progetto quando accetta di prendervi parte; ciò che per lui conta davvero, rispetto a qualsiasi altro aspetto, è “lavorare con grandi registi”.

“No, non sono totalmente contrario”, ha dichiarato. “Per me, ogni film è un mezzo per arrivare ai registi. La cosa che mi interessa davvero è lavorare con grandi registi. Qualunque sia la portata o la dimensione… è un aspetto che per me non è mai stato davvero importante. Ci sono aspetti interessanti nel lavorare con grandi registi e prendere parte a grandi blockbuster. Per quanto mi riguarda, seguo sempre le persone con cui sarei interessato a lavorare, se mi ritengo giusto per la parte, cose di questo tipo. Quindi, no… Decisamente non sono contrario.”

Quale futuro per il franchise di Star Wars al cinema?

La trilogia sequel di Star Wars non è stata accolta dai fan come forse Disney e Lucasfilm si aspettavano, e ad oggi i tre episodi che compongono il trittico finale della Saga degli Skywalker rimangono i più divisivi di tutti, forse anche più dei film della trilogia prequel.

Al momento il futuro della saga di Star Wars è certo unicamente sul versante televisivo, ma per quanto riguarda il grande schermo, invece, i piani sembrano essere parecchio incerti (proprio di recente è stata confermata la sospensione di Rogue Squadron, il nuovo film del franchise affidato alla regista Patty Jenkins).

 
 

Resident Evil: Welcome to Raccoon City, la recensione del film di Johannes Roberts

A cinque anni dall’ultimo capitolo di una delle saghe più prolifiche tratte da videogiochi, ecco che il regista Johannes Roberts scrive e dirige Resident Evil: Welcome to Raccoon City, riproducendo in maniera pressoché totalmente fedele l’origine della storia che nell’ormai lontano 1996 diede vita ad uno dei videogame di genere survival più famosi di sempre.

Johannes Roberts si appassiona al gioco, alle sue atmosfere e ai suoi personaggi e decide di farne una trasposizione mai realizzata fino a quel momento, riportando in vita – è proprio il caso di dirlo – la morente città di Raccoon alle prese con una strana e raccapricciante epidemia che ha fatto fuggire gran parte dei cittadini, al di fuori delle forze di polizia e di chi non può permetterselo.

Resident Evil: Welcome to Raccoon City si allontana dall’estetica di Paul W.S. Anderson

Non c’è nulla di paragonabile, quindi, alla serie di film scritta e diretta da Paul W.S. Anderson a partire dal 2002 – che peraltro è tra i produttori della pellicola di Roberts, insieme alla Capcom – a partire dai colori e dalle suggestioni che infondono le luci e la fotografia. Resident Evil: Welcome to Raccoon City è a tutti gli effetti un horror movie: cupo, piovoso e con scarsa visibilità nelle scene più tese.

I protagonisti sono ovviamente gli stessi: il giovane Leon Kennedy (Avan Jogia) al suo primo sfortunatissimo giorno di lavoro, Claire Redfield (Kaya Scodelario) ritornata in città a distanza di decenni, dopo essere fuggita dall’orfanotrofio di Raccoon, nel quale viveva col fratello Chris (Robbie Amell), oggi poliziotto insieme a Jill Valentine (Hannah John-Kamen) e Albert Wesker (Tom Hopper) e, naturalmente, il dottor William Birkin (Neal McDonough).

E riescono mediamente tutti a eseguire il compito della configurazione del proprio ruolo, nonostante il piattume, che con ottime probabilità non lascerà indenni gli spettatori affezionati, e non solo per quello.

Resident Evil: Welcome to Raccoon CityIl film si colloca nel genere zombie-movie

Il punto di forza di Resident Evil: Welcome to Raccoon City è sicuramente il suo essere un discreto film di zombi, con i giusti spaventi posti qua e là, un’estetica azzeccata e la rievocazione dell’aspetto grafico e visivo dell’originale da cui sorge, che sono veramente suggestive.

Il vero rischio quando ci si inerpica per le strade dei remake è sempre inesorabilmente quello di ferire il cuore e deludere in modo irrimediabile chi con quel tale prodotto ci è cresciuto. Ora, a onor del vero, il tentativo Johannes Roberts è comunque lodevole. Il racconto riassume i due primi capitoli del videogioco compattandone gli eventi e, nella bella cornice livida della seconda metà degli anni ’90, il montaggio si alterna a ritmo serrato e costante, seguendo i protagonisti divisi a gruppetti che tentano di salvare il salvabile e di capire cosa diavolo stia accadendo, mentre sulla via abbattono non morti.

Ci sono anche degli attimi d’ilarità, sempre accompagnati da quelle chicche musicali pop che mescolano braccia che si staccano su note nostalgiche e irresistibili.

Una nuova vita per un franchise esausto?

È dunque piacevolmente godibile Resident Evil: Welcome to Raccoon City. Scollandosi completamente dai lavori passati e mostrando ciò che davvero accadde in quella città fantasma infestata da mostri di varia natura, regala un’ora e quaranta tutto sommato appagante. Sarà quel clima del 1998, o il modo in cui Johannes Roberts mette in scena il punto di vista del giocatore in più di un momento, facendo calare lo spettatore proprio lì, dove evidentemente lui stesso è stato rapito dall’avventura di Resident Evil.

In tutti i casi è evidente che non sia l’opera che il fan purista vorrebbe fruire, ma è l’ideale per quelle serate sulle poltroncine di un cinema dove, di fronte a un bidone di popcorn, si narrano le gesta di un videogame che ha fatto la storia di milioni di (quasi) quarantenni di oggi.

 
 

Spider-Man: No Way Home, J.K. Simmons parla del “nuovo” Jameson del MCU

spider-man no way home

Alla fine di Spider-Man: Far From Home, abbiamo visto J.K. Simmons tornare nei panni di J. Jonah Jameson, il quale ha mostrato un video registrato e manipolato da Quentin Beck, che incrimina Spider-Man per gli attacchi a Londra e per la morte di Mysterio, rivelando infine pubblicamente la vera identità del supereroe.

L’attore premio Oscar tornerà anche in Spider-Man: No Way Home, come confermato dal trailer ufficiale del film, ma al momento non sappiamo ancora quale sarà il suo ruolo all’interno della storia. In una recente ospitata all’interno del podcast Happy Sad Confused di Josh Horowitz, Simmons ha fatto luce sul suo approccio al personaggio e su come percepisce questa “variante” di Jameson.

“Sai una cosa, penso che quella di Far From Home sia un versione leggermente diversa del personaggio”, ha spiegato l’attore. “Certamente, dal punto di vista dei creatori dell’attuale iterazione della storia, è un personaggio molto diverso. Per me, è un personaggio solo leggermente diverso. È lo stesso sbruffone… Lo stesso ragazzo, ma con meno capelli. Onestamente, volevo che avesse gli stessi capelli della precedente versione.”

Dopo aver spiegato che la sua scena in Far From Home è stato girata a pochissimi giorni di distanza dal suo incontro con Marvel e Sony per discutere del suo ritorno, Simmons ha poi aggiunto: “La cosa più importante è che, almeno, è sempre lo stesso sbruffone, ha gli stessi maledetti baffi e lo stesso maledetto sigaro”. Per quanto riguarda il suo ruolo in No Way Home, ha poi dichiarato: “Lo definirei una piccola, leggera spruzzata di comicità all’interno del film.”

Tuttavia, nonostante la popolarità di questo J. Jonah Jameson, una cosa che Simmons ha voluto chiarito è che pensa che il personaggio funzioni meglio in un ruolo di supporto. “Dopo i primi due con Sam Raimi, tutti continuavano a dirmi: ‘Dovrebbero fare un film su J. Jonah Jameson’. Per me era una pessima idea.”

Spider-Man: No Way Home, quello che sappiamo

Le riprese di Spider-Man: No Way Home si sono svolte ad Atlanta. Nel film vedremo Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei tornare nei loro personaggi del francise. Inoltre, il film vedrà, trai suoi interpreti, anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che tornerà a vestire i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, e infine Alfred Molina, che sarà di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production. Il film arriverà nelle sale italiane il 16 dicembre 2021.

 
 

Batman: tutte le volte che i genitori sono stati uccisi, da chi e perché?

Perché un uomo ordinario diventa supereroe? Una delle storie più note sulla genesi dell’eroe è quella di Batman: Bruce Wayne, ancora ragazzino, è costretto ad assistere all’omicidio dei propri genitori, Thomas e Martha, e a vedere il carnefice fuggire via. Bruce, sconvolto dalla brutalità della città, trae dal trauma la forza per portare avanti le proprie missioni.

Il momento è stato raccontato in molteplici versioni, ma chi è davvero l’assassino dei coniugi Wayne e cosa ha mosso la sua azione?

1In Joker, il Clown Principe del Crimine è la causa indiretta

Tim Burton non è l’unico ad aver legato Joker all’assassinio dei Wayne. Nel Joker di Todd Philips, il clown Arthur Fleck uccide un rispettato cittadino di Gotham in diretta televisiva, scatenando una serie di rivolte in tutta la città. Un ribelle vede la famiglia Wayne sgattaiolare in un vicolo per sfuggire al caos. Ispirato dall’atto di violenza di Fleck, l’uomo spara a Thomas e Martha di fronte al loro giovane figlio. Non li deruba, e nemmeno chiede loro qualcosa, semplicemente cita Joker e colpisce.

Questa è senza dubbio la versione più tragica del duplice omicidio. Mostrato per intero sullo schermo, l’atto sembra la causa diretta della trasformazione di Bruce nella brutale versione del Cavaliere Oscuro.

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The Batman: la sinossi estesa anticipa nuove alleanze e un nuovo possibile villain

the batman

Dopo un paio di logline piuttosto vaghe e una prima sinossi ufficiale, la Warner Bros. ha finalmente diffuso la sinossi ufficiale completa dell’attesissimo The Batman di Matt Reeves, che rivela nuovi interessantissimi dettagli a proposito della trama.

La sinossi estesa anticipa un viaggio sempre più oscuro del Cavaliere Oscuro di Robert Pattinson nella criminalità di Gotham, dopo un periodo di due anni trascorso a cercare di liberare la città dalla corruzione. Nella sinossi vengono menzionati quasi tutti i personaggi di supporto che appariranno nel film, incluso l’Enigmista di Paul Dano, che fino ad oggi pensavamo tutti sarebbe stato l’assassino a cui Batman avrebbe dato la caccia nel corso del film.

E se ci fosse un altro grande male con cui Bruce Wayne deve fare i conti? La seconda parte della sinossi, infatti, menziona che le varie prove condurranno il Cavaliere Oscuro “più vicino a casa”, il che potrebbe suggerire che la vera mente dietro questi brutali omicidi deve essere ancora rivelata. Inoltre, anche il riferimento a “nuove alleanze” sembrerebbe indicare che Batman sarà in qualche modo costretto a collaborare con uno o più dei suoi nemici. Potete leggere la nuova sinossi di seguito:

“Due anni trascorsi per le strade nei panni di Batman, incutendo la paura nel cuore dei criminali, hanno portato Bruce Wayne (Robert Pattinson) nel profondo delle ombre di Gotham City. Con solo pochi alleati fidati – Alfred Pennyworth (Andy Serkis), il tenente James Gordon (Jeffrey Wright) – all’interno della rete corrotta di funzionari e personaggi di alto profilo della città, il vigilante solitario si è affermato come l’unica incarnazione della vendetta tra i suoi concittadini…

…Quando un killer prende di mira l’élite di Gotham con una serie di macchinazioni sadiche, una scia di indizi criptici manda il più grande detective del mondo a indagare negli inferi, dove incontra personaggi come Selina Kyle/Catwoman (Zoë Kravitz), Oswald Cobblepot/Pinguino (Colin Farrell), Carmine Falcone (John Turturro) e Edward Nashton/Enigmista (Paul Dano). Quando le prove iniziano a condurlo più vicino casa e la portata dei piani del killer diventa chiara, Batman deve stringere nuove alleanze, smascherare il colpevole e rendere giustizia all’abuso di potere e alla corruzione che da tempo affligge Gotham City.”

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

 
 

Mary Jane Watson: 10 storyline dei fumetti da recuperare prima di No Way Home

mary jane e peter parker

Mary Jane Watson è stata uno dei personaggi più significativi nel mondo di Spider-Man fin dal suo debutto ed è andata ben oltre la figura standard di fidanzata o damigella in pericolo che era comune nei fumetti al momento della sua nascita negli anni ’60. Le sue migliori storyline nei fumetti hanno dimostrato che è uno dei personaggi più indipendenti e coraggiosi del MCU, come mette in mostra Screenrant.

Michelle Jones (MJ) non è esattamente Mary Jane Watson in Spider-Man: No Way Home o nei precedenti film di Spider-Man del MCU, ma con così tanto del passato e del futuro di MJ inesplorato sullo schermo, è probabile che le storie dei fumetti più essenziali di Mary Jane degli ultimi cinque decenni influenzeranno parte di ciò che i fan vedranno nel nuovo film e oltre.

1Confessioni

Mary Jane Watson

Confessioni“, da Ultimate Spider-Man #13, è una delle migliori storie di Mary Jane di qualsiasi universo. Peter Parker le rivela la verità sulla sua identità, un enorme segno di fiducia che non era evidente per gran parte della relazione tra i due sulla Terra 616. La natura solidale di Mary Jane è in piena mostra qui, così come la sua fede e la fiducia nell’eroismo del suo amico.

La Mary Jane dell’universo Ultimate Comics è sostanzialmente diversa dalla sua controparte di Terra-616, essendo una studentessa altrettanto brillante quanto Peter Parker e sua cara amica fin dall’inizio. Questa storia essenziale li avvicina ancora di più.

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Peter Jackson racconta il titanico lavoro dietro a The Beatles – Get Back

The Beatles: Get Back

Si tratta di un evento cinematografico senza precedenti, nonostante si sia scelto di distribuirlo direttamente su Disney+. Stiamo parlando di The Beatles – Get Back, il documentario in tre puntate che Peter Jackson ha realizzato a partire da ore e ore di filmati inediti che ci portano nel backstage delle sessioni di registrazione della band nel gennaio del 1969, in un momento cruciale della storia della musica.

Nella migliore delle sue abitudini cinematografiche, Peter Jackson ha fatto del lavoro di scelta e montaggio dei momenti una trilogia, tre appuntamenti su Disney+, il 25, 26 e 27 novembre. In occasione della conferenza stampa del film, abbiamo avuto il piacere e il privilegio di sentire dalle parole stesse di Jackson com’è stato lavorare a questo documentario, quali sono state le sfide, quali i momenti migliori e soprattutto come mai si è cimentato in questo progetto tanto difficile quanto divertente.

“Solo un fan poteva realizzare The Beatles – Get Back”

“Sono certamente un fan dei Beatles, in termini di nascita – ha esordito JacksonSono nato nel 1961, ero vivo quando i Beatles effettivamente pubblicando i loro album, ma non riesco a ricordarli negli anni’60. I miei genitori non hanno mai comprato un singolo album dei Beatles. Avremmo avuto circa 30 dischi quando ero piccolo e nessuno di questi era dei Beatles. Ma con la mia prima paghetta ho comprato la compilation dei Beatles, Red and Blue, nel 1972. In questo modo sono diventato un fan dei Beatles, e penso che chiunque avesse fatto questo lavoro, doveva essere un fan, perché il materiale era tanto, erano circa 140 ore di audio continuo e si trattava di capire le piccole sfumature delle loro conversazioni.”

Conversazioni, prove, dettagli, registrazioni, come rintracciare una storia da raccontare in questo groviglio di materiale?

Peter Jackson: “Bisogna tenere conto del fatto che Michael Lindsay-Hogg, quello che effettivamente ha girato questo materiale 52 anni fa, era un regista e lui aveva sicuramente scelto un modo per raccontare quello che stava riprendendo. Ma cosa? Ho cercato di trasformarlo in un altro personaggio, nel film. Fa parte di una delle trame, come John e Yoko, oppure come il viaggio di Paul.”

Un periodo particolare nella carriera del gruppo

Come mai esiste tutto questo materiale non utilizzato e soprattutto apparentemente non organizzato? 

“Al momento della registrazione, l’ultima volta in cui i Beatles si erano esibiti dal vivo c’era Brian Epstein a organizzare tutto per loro, dagli alberghi ai viaggi ai tour fino al 1966, e quella era stata l’ultima volta che ebbero qualcuno che si occupava di loro. E quando andavano in studio per incidere un album c’era George Martin in sala di registrazione. In questo caso sono a Twickenham perché Denis O’Dell che produce sia The Magic Christian che Get Back, ha prenotato lo studio per le riprese e loro possono utilizzarlo gratuitamente mentre i set vengono costruiti. Non si tratta della registrazione di un album, ma delle prove per un disco e uno show. Quindi si trovano ad affrontare questa cosa senza il solito supporto, e anche oggi guardando il film non si capisce bene chi era responsabile del progetto. Loro sembrano pensare che ci sia qualcuno a occuparsene dietro le quinte e si tratta probabilmente di Denis O’Dell, il produttore, che però sta per iniziare le riprese e si occupa del resto solo part-time. I Beatles ingaggiano una battaglia continua col regista Michael Lindsay-Hogg, che cerca di catturare quanto più materiale autentico possibile.”

I tentativi di sfuggire alle registrazioni

“Ovviamente se hai una cinepresa addosso te ne rendi conto e non sei spontaneo, Michael era consapevole di questo e aveva deciso di fare in modo di riprenderli e registrarli il più possibile senza che se ne accorgessero, con dei trucchi. Ad esempio la macchina da presa stava su un cavalletto e veniva accesa prima che l’operatore si allontanasse, così che si continuava a girare senza che loro se ne accorgessero, o coprendo con lo scotch la luce rossa. Inoltre Michael nascondeva i microfoni per cercare di catturare delle conversazioni reali e ad esempio John e George non si rendevano conto di quando venivano registrati i loro discorsi privati, ma invece di dire a Michael “dicci quando state riprendendo perché non vogliamo che tu lo faccia in certi momenti”, alzavano il volume degli amplificatori e strimpellavano la chitarra, facendo rumore, quindi i microfoni di Michael registravano questo suono, mentre le loro bocche parlavano. Grazie alla tecnologia computerizzata di cui disponiamo siamo riusciti a togliere le chitarre e far sentire le conversazioni che loro hanno cercato di coprire o di camuffare. In realtà erano proprio i Beatles a pagare la pellicola a Michael, quindi volevano essere ripresi ma al tempo stesso non volevano essere invasi nel loro privato. In 150 ore di materiale c’è solo un momento in cui Paul McCartney dice “adesso spegniamo le cineprese” e tutti lo fanno, ma anche in quel causo l’audio continua a registrare quindi ci resta quella conversazione.”

The Beatles: Get BackRileggere il mito dei Beatles

Il film ci ripropone una specie di rilettura di quello che erano i Beatles. In che modo il racconto del loro mito è cambiato in questo lavoro? 

“Quando pensiamo ai Beatles, pensiamo a come li abbiamo visti in A Hard Day’s Night e Help!, nelle interviste e conferenze stampa degli anni Sessanta, ma sono tutte situazioni in cui si esibiscono. Qui, come dicevamo, quando non sanno che sono ripresi e registrati li vediamo come sono al cento per cento. In altre circostanze li abbiamo visti affascinanti, e divertenti, ma ora sono qui per fare un progetto molto ambizioso, e cosa potrebbe rivelare di più del carattere e della personalità di qualcuno del vederlo alle prese con dei problemi? Vedendo come affrontano le crisi mi sono detto che sono dei ragazzi normali, delle brave persone, diverse tra loro, come è normale che siano quattro individui. Noi siamo abituati a pensare a loro come ad un’unità, col loro aspetto e la caratterizzazione che avevano negli anni Sessanta: quello affascinante, il silenzioso, il buffone eccetera. Avevano delle etichette ma li pensavamo come un tutt’uno e qui vediamo invece quattro persone distinte che affrontano le cose a modo loro. Alla fine li ho rispettati anche di più perché quando togli il velo al mito e vedi la verità nuda e cruda devi essere pronto a restare deluso. Io penso ai Beatles in modo molto diverso ora, non penso alle loro acconciature, ai personaggi e al loro modo di vestire, come facevo da fan, ma penso a loro come a persone ed esseri umani. Credo che dopo aver visto The Beatles – Get Back si capisca che sono ragazzi bravi e sensibili, non ci sono primedonne, hanno i loro disaccordi e le loro ambizioni, perché sono persone diverse ma sono quattro bravi ragazzi.”

Carta bianca da parte degli eredi

Qual è stata la reazione alla visione del film? Ha avuto paletti o divieti?

“Mi hanno dato carta bianca, come fecero con Michael, anche se poi fecero sparire questo materiale […] Mi aspettavo che mi dicessero che qualcosa non andava o che avrebbero preferito togliere una conversazione, o altro, e questo non mi avrebbe sorpreso né mi sarei arrabbiato, e invece non mi hanno dato una singola nota, non hanno fatto nessuna richiesta in proposito. Lo hanno visto e sicuramente è stata una delle esperienze più stressanti della loro vita e ci vuole coraggio da parte loro per esporre in pubblico quello che è successo dietro le quinte per la prima volta in assoluto, a parte nel film Let It Be che hanno fatto sparire, quindi sono un po’ nervosi perché sono consapevoli del fatto che si mostrano per la prima volta come realmente erano. La reazione più importante l’ha avuta Paul, quando l’ha visto e mi ha detto “è un ritratto molto accurato di come eravamo allora” e io sono stato molto felice perché è proprio quello che cercavo di fare. Ho visto 150 ore di materiale e poi ho dovuto ridurlo e condensarlo e nel processo di riduzione ero preoccupato che l’insieme risultasse sbilanciato. Per me la cosa più importante – e credo anche per loro – è sempre stata che fosse fedele alla verità, che loro non vogliono edulcorare. La Disney ad esempio voleva togliere le parolacce, ma Ringo, Paul e Olivia hanno detto “così eravamo e così parlavamo, per favore, non fatelo”.”

Per scoprire se alla fine la Disney sia riuscita o meno a togliere le parolacce, non resta che aspettare il 25, 26 e 27 novembre, quando le tra puntate di The Beatles – Get Back verranno messe on line su Disney+.

 
 

10 cantanti che reciteranno in film di prossima uscita!

House of Gucci film 2021

Il musicista che si reinventa attore non è un concetto nuovo: Will Smith era un rapper prima di diventare una star del cinema. Madonna ha iniziato a recitare non molto tempo dopo l’uscita del suo primo album. Jennifer Hudson ha vinto un Oscar dopo essere stata cacciata da American Idol. Tuttavia, questo non significa che non sia eccitante quando i nostri cantanti preferiti compaiono per la decima volta in un cast o fanno il loro debutto sullo schermo.

I prossimi due anni promettono biopic stellari, blockbuster e film indie con i musicisti preferiti dai fan. Non importa se ti piace il rap, il pop o una via di mezzo: ci sono film con artisti per tutti.

1Wicked – Ariana Grande & Cynthia Erivo

wicked

Dato che Wicked è originariamente un musical di Broadway, avrebbe senso porre l’accento sulla capacità canora, scegliendo le attrici ideali per interpretare le due protagoniste. Quando è stato annunciato che Ariana Grande avrebbe interpretato Glenda accanto a Elphaba di Cynthia Erivo, per i fan si è trattato di un casting che calzava a pennello.

Grande ha una voce di prima classe, una carriera musicale di grande successo e un background nei musical di Broadway, che la rende adatta a questo ruolo. Inoltre, ha precedenti esperienze di recitazione, tra cui un ruolo in Victorious, uno show di Nickelodeon su una scuola di arti dello spettacolo. Allo stesso modo, Erivo ha vinto un Tony per The Color Purple, ed è stata candidata all’Oscar per il film Harriet. Non si sa molto altro sull’adattamento di Jon M. Chu del pluripremiato musical, ma con le due cantanti davanti alla macchina da presa, sarà sicuramente uno spettacolo memorabile.

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DC League of Super-Pets, il trailer del nuovo film d’animazione Warner Bros

DC League of Super-Pets, disponibili il trailer italiano e il poster del nuovo lungometraggio di animazione di Warner Bros. Pictures. Il film, diretto da Jared Stern, anche autore della sceneggiatura insieme a John Whittington, presenta nella sua versione originale un cast di voci eccezionale guidato da Dwayne Johnson nel ruolo del protagonista Krypto il Super Cane. Il film sarà nelle sale italiane a partire da maggio 2022 distribuito da Warner Bros. Pictures.

Nella versione originale del film fanno parte del cast di doppiatori anche Kevin Hart (i film “Jumanji” e “Pets: Vita da animali”), Kate McKinnon (“Saturday Night Live”, “Il magico scuolabus riparte”, “Ferdinand”), John Krasinski (i film “A Quiet Place – Un posto tranquillo”, “Free Guy – Eroe per gioco”), Vanessa Bayer (“Saturday Night Live,” “La festa prima delle feste,” “Un disastro di ragazza”), Natasha Lyonne (“Show Dogs – Entriamo in scena”, “Ballmastrz: 9009”), Diego Luna (“Rogue One: A Star Wars Story,” “Maya e i tre guerrieri”), Marc Maron (“Joker,” “GLOW”), Thomas Middleditch (“Godzilla II: King of the Monsters,” “Capitan Mutanda – Il film ”), Ben Schwartz (“Sonic the Hedgehog,” “Duck Tales – Avventure di paperi”), e Keanu Reeves (la saga “Matrix” e i film “John Wick”).

DC League of Super-Pets, le prime foto dal film

In DC League of Super-Pets, gli insperabili migliori amici Krypto il Super Cane e Superman condividono gli stessi superpoteri e combattono fianco a fianco il crimine nella città di Metropolis. Quando Superman e il resto della Justice League vengono rapiti, Krypto deve convincere un improvvisato gruppo di animali domestici composto da Asso il segugio, MP la panciuta maialina, Merton la tartaruga e Chip lo scoiattolo, a gestire i loro poteri appena scoperti ed aiutarlo a salvare i supereroi.

Del team creativo di Stern fanno parte anche lo scenografo Kim Taylor (“LEGO® Ninjago – Il film”) e i montatori David Egan (“Game Night – Indovina chi muore stasera?”, “Come ti rovino le vacanze”) e Jhoanne Reyes (“Teen Titans GO!”, “Young Justice”).  Le musiche sono di Steve Jablonsky (I film “Transformers”).

Warner Bros. Pictures presenta DC League of Super-Pets, una produzione Seven Bucks Production. Il film sarà distribuito da Warner Bros. Pictures in tutto il mondo dal 18 maggio 2022 ed in Nord America dal 20 maggio 2022.

 
 

Hawkeye: recensione della nuova serie Marvel

Hawkeye recesione serie tv

Dal 24 novembre con i primi due episodi e con un episodio nuovo ogni settimana, arriva su Disney+ Hawkeye, la nuova serie della Casa di Topolino in collaborazione con i Marvel Studios che ci terrà compagnia, a giudicare dall’atmosfera che si respira nei primi due episodi visti in anteprima, per tutte le vacanze di Natale, proponendoci una New York imbiancata e illuminata a festa. 

Clint Barton: dove eravamo rimasti e dove lo troviamo?

Come da titolo, la serie v vede protagonista Clint Barton, il nostro amato Occhio di Falco che ritroviamo dopo gli eventi di Avengers: Endgame. Quella storia lo aveva senza dubbio provato, dal punto di vista emotivo, perché la sconfitta di Thanos e il ritorno della sua famiglia dopo lo Snap sono passati attraverso la morte della sua più cara amica, Natasha, ma anche dal punto di vista fisico, visto che troviamo Clint in vacanza nella Grande Mela insieme ai figli, alle prese con una serie di acciacchi fisici, eredità dei suoi giorni da Vendicatore. Dopotutto lui non è dotato di super poteri o di armature tecnologiche come i suoi colleghi! 

Tuttavia, come ogni vita avventurosa che si rispetti, nemmeno una settimana a New York prima di Natale, in compagnia dei propri figli, è quello che sembra. Vediamo così che nella vita di Clint irrompere Kate, una ragazza indipendente, sicura di sé e decisamente avventata, molto versata nelle arti marziali e nel tiro con l’arco, ma con l’adolescenziale propensione a finire nei guai. L’incontro tra Kate e Clint metterà il vendicatore nella posizione di dover fare i conti con il passato e di doversi mettere di nuovo in gioco per tutelare la sua nuova protetta e insegnarle a gestire le sue doti.

Hawkeye

Hawkeye è la commedia di Natale che non sapevamo di volere

Ispirata liberamente alla run di Aja e Fraction, Hawkeye ne riprende lo stile e la palette per riproporre la storia di Kate Bishop e Clint Barton in un linguaggio che sia adeguato alla serialità ma anche che si inserisca bene all’interno del lungo discorso del Marvel Cinematic Universe che nell’ultimo anno si è arricchito di linguaggi, personaggi e punti di vista come mai prima. Le serie Disney+ e i film visti negli ultimi 12 mesi hanno regalato all’Universo Marvel una pluralità di linguaggi, generi, personaggi e rappresentazioni e Hawkeye si inserisce in questa sorta di apertura e rinnovamento portando a bordo del carrozzone Marvel una commedia natalizia che abbraccia l’action e il superhero genre, ma che alla fine sembra doversi tradurre in un semplice: “Riuscirà Clint a tornare a casa per Natale?”. 

Ecco a voi Clint e Kate!

Se nel corso di questi 10 anni di Marvel Universe (e nel corso di una carriera con picchi artistici notevoli), Jeremy Renner aveva sondato luoghi molto oscuri dell’animo umano, con i suoi personaggi, in questo caso si butta anima e (soprattutto) corpo in una rilettura leggera del suo personaggio, un mentore, sì, ma anche un padre e un marito che cerca di fare tutte le cose giuste e che deve sbrigare delle faccende in sospeso, tutto mentre ha a che fare con un’adolescente irrequieta, Kate Bishop, interpretata da Hailee Steinfeld. Kevin Feige ha dichiarato che l’attrice non ha dovuto sostenere il provino per il ruolo, che lui glielo ha offerto a scatola chiusa, e come al solito ha dimostrato grande intuito. Steinfeld è tutto ciò che Kate Bishop dovrebbe essere: in gamba, sicura, sarcastica e con una buona dose di faccia tosta e sconsideratezza, ma anche con una profonda venerazione per i Vendicatori e in particolare proprio per quel Occhio di Falco che una sera, poco prima di Natale, la salverà da una banda della Mafia in Tuta (Tracksuit Mafia). 

Le ramificazioni di Hawkeye nel MCU e i volti nuovi

Il rapporto maestro/allievo che si crea trai due personaggi è istantaneo, la chimica tangibile e il divertimento assicurato. Anche perché, dopo la scena post credits di Black Widow, possiamo sperare che Hawkeye sia legato a doppio filo alla storyline principale del MCU che raccontano i lungometraggi, ma anche a quella delle altre serie che presto vedremo, come la neo annunciata Echo, con protagonista Alaqua Cox / Maya Lopez. 

Nel cast di Hawkeye vediamo anche Florence Pugh (appunto, Yelena Belova di Black Widow), Vera Farmiga (Eleanor Bishop) che dopo una carriera di successo nell’horror, si affaccia ad un altro grande franchise, Alaqua Cox (Maya Lopez, aka Echo, che vedremo protagonista della sua serie) e Tony Dalton (Jack Duquesne, aka Lo Spadaccino) che già nei primi due episodi mostra di saperci fare e di offrirci un personaggio davvero interessante per il futuro. 

Un supereroe senza super poteri

Questa recensione dei primi due episodi di Hawkeye non vi dirà molto su cosa succede effettivamente nelle due puntate di apertura, dal momento che si preferisce sempre conservare i dettagli della trama intonsi per la gioia dello spettatore, ma può affermare che ancora una volta nella diversificazione dei toni e dei contenuti, la Marvel continua ad ampliare il suo spettro d’interesse, irretendo un pubblico sempre più vasto e offrendo nuovi spunti e nuovi punti di vista, senza mai rinunciare alla sua estetica ricca di effetti visivi, sempre eccellenti, scene d’azione, momenti di ironia che si alternano a momenti di riflessione, che toccheranno i cuori di tutti.

Hawkeye è un eroe davvero umano, lo testimoniano le sue cicatrici e i suoi traumi, e forse proprio per questo i suoi dolori e le sue gioie troveranno grande corrispondenza nel pubblico.

 
 

Eternals: 10 cose che solo i fan dei fumetti conoscono su Eros/Starfox

La scena a metà dei titoli di coda di Eternals ha introdotto nel MCU il personaggio di Eros/Starfox, interpretato da Harry Styles. In attesa di scoprire quale sarà il suo futuro nell’universo cinematografico, ecco 10 cose che bisognerebbe sapere per conoscere meglio questo personaggio intrigante e avvincente, con una storia ricca e complessa nei fumetti, che coinvolge gli Avengers, i Guardiani della Galassia e persino Thanos.

1Muore per mano di Gamora

Dopo aver rintracciato di nuovo Nova, i Guardiani Oscuri trovano Gamora. Tuttavia, prima che possano giustiziarla, Hela, la dea della morte, arriva e rivela che il nuovo corpo di Thanos non è Gamora, ma Starfox stesso. Lei e l’Ordine Nero portano Starfox su Ovunque, dove si trova il cadavere di Thanos.

Sentendosi come se non avessero scelta, Gamora e gli altri Guardiani accettano di uccidere Starfox, con Gamora che gli trafigge il petto con la spada. Tuttavia, l’atto non impedisce a Thanos di tornare in vita nel corpo di Starfox, anche se con una mente ormai compromessa.

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Doctor Strange 2: vedremo anche Clint Barton e Kate Bishop?

doctor strange 2

A quanto pare, Clint Barton e Kate Bishop potrebbero apparire nell’attesissimo Doctor Strange in the Multiverse of Madness. Come riportato da CBR, alcune nuove indiscrezioni sulla produzione del film – che proprio in queste settimane andrà incontro ad una massiccia sessione di riprese aggiuntive – suggeriscono che anche Clint Barton e Kate Bishop potrebbero essere parte della nuova avventure cinematografica di Stephen Strange.

La fonte riporta che uno degli scenografi del film sarebbe stato incaricato di modellare e impennare diverse tipologie di frecce per il film, da utilizzare sia come normali oggetti di scena che durante la realizzazione di alcuni stunt. Inoltre, secondo uno degli ordini del giorno (i cosiddetti call-sheet), pare che al cast si siano aggiunti due misteriosi personaggi indicati come “Arciere” e “Arciere novizio”. Entrambe le informazioni, dunque, sembrano indicare che Clint Barton (Jeremy Renner) e Kate Bishop (Hailee Steinfeld) potrebbero apparire nel film di Sam Raimi.

Sarà davvero così? Probabilmente non lo sapremo mai fino a quando il film non arriverà nelle sale, ma la speranza, ovviamente, è quella di avere eventuali dettagli più concreti in futuro. Ricordiamo che Clint Barton e Kate Bishop sono i protagonisti di Hawkeye, la nuova serie dei Marvel Studios che debutta proprio oggi, con i primi due episodi, su Disney+.

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

 
 

L’uomo dei Ghiacci: recensione del film con Liam Neeson

L'uomo dei ghiacci - The Ice Road

Jonathan Hensleigh dirige Liam Neeson e Laurence Fishburne ne L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road, thriller d’azione ambientato nell’estremo nord del Canada. Il film è l’avvincente viaggio di tre camion e dei loro autisti in una corsa contro il tempo, tra condizioni avverse e opposti obiettivi.

La trama de L’uomo dei Ghiacci

Nelle regioni settentrionali del Canada, una miniera di diamanti esplode, intrappolando 26 minatori al suo interno. Per i superstiti bloccati nel sottosuolo, restano a disposizione solo 30 ore di ossigeno prima di morire per asfissia. L’unica speranza di salvezza risiede nella squadra di camionisti ingaggiata per attraversare la ”strada di ghiaccio” e portare nella miniera le teste di pozzo, strumenti necessari a recuperare i minatori. Nel team ci sono Mike McCann (Liam Neeson) con suo fratello Gurty (Marcus Thomas), veterano affetto da afasia, l’esperto di camion Jim Goldenrod (Laurence Fishburne), la sua ex dipendente Tantoo (Amber Midthunder) e l’assicuratore dei proprietari della miniera Varnay (Benjamin Walker). La squadra parte su tre camion, pronta ad affrontare 300 miglia di strada sull’acqua ghiacciata. Nel percorso, le difficoltà non saranno date solo dalle condizioni atmosferiche: non tutti i membri della missione hanno lo stesso obiettivo. Per Mike il viaggio sarà una tripla lotta: contro il tempo, la natura e il nemico.

I fragili equilibri de L’uomo dei Ghiacci

I protagonisti de L’uomo dei Ghiacci partono per la loro missione con tre enormi camion. I loro carichi, le teste di pozzo, pesano tonnellate. La strada da percorrere è invece sottilissima: una lastra di ghiaccio di pochi centimetri che si sta sciogliendo perché è primavera. L’impresa richiede un’estrema attenzione al bilanciamento di velocità a forza. Un equilibrio nella guida, ma non solo: infatti, non appena l’iniziale armonia del team comincia a scricchiolare, anche il ghiaccio dà i primi segni di cedimento.

Tutto potrebbe scorrere liscio se tutti i partecipanti della missione si muovessero con lo stesso scopo, ma così non accade ne L’uomo dei Ghiacci: Mike pensa alla ricompensa in denaro, Gurty è spaesato e comprende poco l’obiettivo del viaggio, Tantoo e Jim vogliono tentare il salvataggio dei minatori, persone a loro care, mentre Varnay mente sulla propria identità per depistare la spedizione. Tra diffidenze e trame segrete, le discussioni dei personaggi mettono quasi subito in crisi la missione.

Tutti a corto d’aria

In un contesto in cui basta veramente poco per rimetterci la vita, lo scenario catastrofico si crea rapidamente. Il film risulta per forza di cose avvincente: il tempo e l’ossigeno per i minatori che scarseggiano, il ghiaccio scricchiolante, gli inseguimenti tra mezzi maestosi. Il senso di concitazione e angoscia è ben percepibile ed è alimentato dai continui scontri tra i personaggi. Come i loro guidatori, i camion si aiutano, si trainano e poi si tamponano, si ribaltano e si risollevano.

Inseguimenti non ordinari

Più che i dialoghi, ne L’uomo dei Ghiacci ciò che conquista sono gli scenari dell’azione: lande desolate, imbiancate dalla neve, spazi ampissimi percorsi da tir che si muovono acrobaticamente come fossero giocattoli. E il gioco del regista riesce ad essere estremamente realistico.

Non siamo di fronte al solito inseguimento su strada. L’uomo dei Ghiacci inserisce al suo interno l’azione dei Fast & Furious ma con le variazioni necessarie a rendere il film originale. Non ci sono macchine, ma camion enormi, mastodontici. Per certi versi, la pellicola ricorda Duel di Spielberg: le strade desolate, il camion rumoroso, la sfida tra mezzi e persone. Non siamo però tra i canyon, ma nel gelo totale: scenario che fa pensare al thriller del 2010 Frozen.

I volti protagonisti de L’uomo dei Ghiacci

Anche i protagonisti de L’uomo dei Ghiacci sono interessanti nella loro varietà. Non sono stereotipati. Non c’è l’eroe muscoloso che ruba la scena agli altri personaggi, né la donna sempre impeccabilmente elegante anche negli scontri all’ultimo sangue. Mike è un uomo non giovanissimo, abile nel suo mestiere ma realistico nei panni che indossa. C’è la ragazza forte e coraggiosa, ma è pur sempre una camionista e come tale viene rappresentata. Inoltre, l’attenzione a temi come il rapporto fraterno e il razzismo nei confronti delle popolazioni indigene danno profondità al film, senza però appesantirlo o apparire moralmente banali.

In conclusione, L’uomo dei Ghiacci – The Ice Road è un film action innovativo in cui lo scheletro della storia è stato ben rafforzato da dettagli originali e interessanti che spaziano dall’ambientazione ai protagonisti. Il film uscirà nelle sale italiane giovedì 2 dicembre 2021.

 
 

La Brea 1×10: promo e trama dal finale di stagione

La Brea serie tv 2021

Il network americano NBC ha diffuso il promo e la trama di La Brea 1×10, il decimo episodio della nuova serie tv La Brea.

In La Brea 1×10 che si intitolerà “Topanga” Con la notizia dell’apertura di un’ultima dolina, Gavin, Izzy e il Dr. Nathan corrono a Seattle per lanciare un ultimo sforzo di salvataggio prima è troppo tardi; Eve intraprende un pericoloso viaggio per inviare un ragazzo attraverso un portale per salvare la sua famiglia.

La Brea 1×10

La Brea è la nuova serie tv drammatica americana creata da David Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli eventi, che cerca di tornare insieme.

Protagonisti di La Brea sono Natalie Zea come Eve Harris, Eoin Macken come Gavin Harris, Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki come Izzy Harris e  Jack Martin come Josh Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve Harris, Eoin Macken come Gavin Harris, Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris, Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan Mirchandaney come Scott, Lily Santiago come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily, Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel Parker.

 

 
 

Shang-Chi: per gli stuntmen è stato il Vendicatore più “fastidioso”, ecco perché

Shang-Chi e la leggenda dei Dieci Anelli curiosità

Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli ha presentato ai fan della Marvel una delle armi più incredibili del MCU, ossia i Dieci Anelli del titolo. Impugnati da Wenwu e in seguito anche dall’eroe eponimo, gli anelli sono in grado di garantire l’immortalità e un immenso potere, e hanno anche permesso a Wenwu di costruire l’omonima organizzazione criminale nell’arco di mille anni.

Il design degli anelli nel film è diverso rispetto alla loro controparte fumettistica (sono dei bracciali, e non dei veri anelli), ma le scene di combattimento risultano comunque incredibili, nonostante abbiano causato alcuni problemi agli stuntmen durante le riprese. Di recente, intervistati da Corridor Crew su YouTube, gli stuntmen Chris Cowan e Yung Lee hanno parlato proprio della progettazione delle scene d’azione per il film di Destin Daniel Cretton.

Il team degli stuntman ha utilizzato vignette di pre-visualizzazione per organizzare come dovessero essere girate le sequenze d’azione, prima di incontrare il regista e ricevere da lui un feedback. Cowan ha però aggiunto che i Dieci Anelli hanno reso, di fatto, Shang-Chi il Vendicatore più “fastidioso” per cui progettare scene di combattimento, specialmente se paragonato a Thor e Capitan America. Lee ha poi spiegato che a volte si sono lasciati vincere dalla pigrizia, chiedendo ai realizzatori di immaginare al loro posto cosa avrebbero dovuto vedere quando gli anelli erano in azione.

È comprensibile perché la squadra di stuntmen dietro Shang-Chi abbia trovato difficile creare l’azione per i Dieci Anelli. Il design a catena degli anelli, collegati all’energia attorno alle braccia di chi li possiede, ha dato vita a scene di combattimento davvero uniche, ma sarebbe stato difficile per chiunque da visualizzare in anticipo rispetto ad armi meno complesse, in cui sarebbe stato possibile utilizzare un supporto di certo più gestibile.

Si è pensato molto alla progettazione degli Anelli, e dato che sono una componente chiave per il futuro del MCU, si spera che l’esperienza degli stuntmen con quel tipo di scene diventi più semplice in futuro, soprattutto ora che hanno avuto la possibilità di capire come portare gli Anelli in vita.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli è fissata al 3 settembre 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12The Glass Castle e Il Diritto di Opporsi con Michael B. JordanJamie Foxx e Brie Larson, è stato scelto per dirigere il film, che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

 
 

Sandra Bullock nega i rumor su Madame Web: “Non sono materiale da Marvel”

The Unforgivable film 2021

Anche Sandra Bullock rientra nella lista di attori a cui è stato offerto un ruolo in un film di supereroi. A rivelarlo è stata la diretta interessata durante una recente ospitata nello show di Jimmy Kimmel (via EW).

L’attrice non ha rivelato di quale progetto si trattasse, ma a quanto pare non aveva nulla a che fare con l’Universo Marvel. “Sono stata contattata per qualcosa che non era Marvel, ma mio figlio mi ha detto di non farlo”, ha spiegato Bullock. “Louis sentiva che non avrei dovuto prendere parte a quel film, e aveva ragione. L’ho visto quando è uscito e ho pensato: ‘Ooo! È un vero peccato.'”

Ovviamente, c’è ancora un sacco di tempo per Sandra Bullock per salire a bordo di uno dei grandi franchise di supereroi. Tuttavia, non sembra che l’attrice sia particolarmente interessata alla cosa: “Non penso di essere materiale da Marvel”, ha dichiarato. “Non sono mai stata contattata da loro.”

A questo punto, ha avuto anche la possibilità di negare i rumor che la vorrebbero nei panni di Madame Web nell’annunciato film Sony ambientato nello Spider-Verse: “Se mio figlio avesse sentito quell’indiscrezione, non hai idea di quante cose avrei potuto fargli fare in casa”, ha ironizzato l’attrice. “Avrei potuto chiedergli di tutto. Chi dicono che avrei dovuto interpretare? La nonna di Spider-Man? Chi?”

Così, Kimmel le ha spiegato i dettagli sul personaggio, e allora l’attrice ha risposto: “Perché non mi hanno ingaggiata per questo ruolo? Cosa è accaduto durante le trattative? Devo saperlo! Penso che sarei stata fantastica nei panni di un personaggio con poteri psichici.”

Prossimamente vedremo Sandra Bullock in The Unforgivable diretto da Nora Fingscheidt, che arriverà in cinema selezionati dal 24 novembre e su Netflix a partire dal 10 dicembre. Nel film, l’attrice interpreta Ruth Slater, una donna che esce di prigione dopo una condanna per un crimine violento e si reinserisce in una società che si rifiuta di perdonare il suo passato.

 
 

Hawkeye: gli 8 migliori momenti di Clint Barton nel MCU

Serie tv MCU Disney+

Da domani, i primi due episodi di Hawkeye saranno presentati in anteprima su Disney+. Nel frattempo, diamo uno sguardo ai 10 anni di permanenza di Jeremy Renner nel Marvel Cinematic Universe.

È stata una corsa incredibile per Clint Barton da quando è apparso per la prima volta in Thor come agente dello S.H.I.E.L.D., e con Yelena Belova pronta a prenderlo di mira e Kate Bishop alla ricerca di un mentore, il meglio potrebbe ancora venire.

Un padre di famiglia

Hawkeye famigliaDopo essere stato l’ultima ruota del carro in The Avengers, passando la maggior parte del film sotto il controllo di Loki, Clint Barton è stato redento in Avengers: Age of Ultron e gli è stata anche data una famiglia.

Questo ha immediatamente separato l’arciere dal resto degli Eroi più forti della Terra; inizialmente, era difficile non sospettare che potesse essere un buono a nulla mentre continuava a sgattaiolare via per fare telefonate, ma la rivelazione che aveva una moglie e dei figli ha consentito un cambio di gioco. Questo è stato un allontanamento dai fumetti (dove spesso aveva flirt con Vedova Nera o Mockingbird) e ci ha fatto venire voglia di tifare per Clint ancora di più.

La famiglia di Hawkeye è rimasta una parte fondamentale della sua storia nel Marvel Cinematic Universe, e venire a conoscenza del fatto che il nucleo familiare fosse stato nascosto per tutto il tempo per tenerlo al sicuro, dimostra quanto in là Occhio di falco può spingersi per proteggere i suoi cari.

#TeamCap

Il cameo previsto di Occhio di Falco è stato tagliato da Captain America: The Winter Soldier, ma l’arciere è tornato con prepotenza in Captain America: Civil War.

Immediatamente schierato con Steve Rogers nel tentativo di proteggere la sua famiglia, Clint Barton non ha esitato a entrare in azione per il Super Soldato (anche quando ciò significava essere costretto a confrontarsi con la sua migliore amica, Natasha Romanoff). Ha anche combattuto contro Black Panther, Iron Man e Visione e, se questa non fosse una prova sufficiente che Occhio di Falco è una forza da tenere in considerazione, niente vi farà cambiare idea.

Il legame di Clint con Wanda Maximoff è stato forgiato in Avengers: Age of Ultron. Dopo averla salvata dagli arresti domiciliari, Occhio di Falco ancora una volta le ha indicato la giusta direzione riservandole parole forti e ispiratrici.

Prendere di mira Thor

Il debutto di Jeremy Renner nel MCU è avvenuto in Thor del 2011 e la sua scena è stata aggiunta durante le riprese aggiuntive. Tra quelli incaricati di sorvegliare il luogo dove Mjolnir si è schiantato sulla Terra dal direttore dello S.H.I.E.L.D. Nick Fury, Occhio di Falco era fin troppo disposto ad abbattere il Dio del Tuono se il suo capo glielo avesse chiesto.

Questa era al 100% la versione “Ultimate” del personaggio, ma Clint fece comunque delle battute memorabili e fece emozionare i fan per il suo debutto vero e proprio in The Avengers l’anno successivo.

Un debutto innegabilmente memorabile di cui non si parla abbastanza, questo è un momento divertente da rivisitare. Certo, potrebbe non essere eccitante come la scena di combattimento in Avengers: Endgame quando era vestito da Ronin, ma è stato un modo solido per dare vita al personaggio in live-action per la prima volta.

Un sacrificio esplosivo

hawkeye sacrificio esplosivoCi stiamo dirigendo verso una realtà alternativa per questa voce, ma è stato comunque un momento importante per Occhio di Falco. In un mondo in cui Ultron aveva vinto e abitava il corpo che abbiamo imparato a conoscere come Visione, quasi tutta l’umanità era stata spazzata via dall’androide dopo aver ottenuto il controllo delle Gemme dell’Infinito.

Occhio di Falco e Vedova Nera stavano ancora combattendo la giusta battaglia, però, e questo penultimo episodio di What If…? li ha seguiti nel tentativo di porre fine a Ultron una volta per tutte.

Sapendo che Natasha aveva bisogno di tempo per scappare con il drone Ultron che era stato preso dall’I.A. di Arnim Zola, Clint si è sacrificato in un momento di vero eroismo. Aveva perso tutto a questo punto, ma è riuscito ancora a trovare la spinta dentro di sé per essere un vero eroe…anche per salvare un mondo devastato da Ultron.

Schivare un proiettile

Hawkeye salva bambinoJoss Whedon ha stabilito che Occhio di Falco era un uomo di famiglia in Avengers: Age of Ultron, e mentre ci dirigevamo verso l’atto finale, sembrava che una fine tragica fosse in serbo per l’arguto arciere.

Dopo aver battuto la strada tra innumerevoli droni Ultron, Occhio di Falco – che il film aveva chiarito che era solo un ragazzo normale all’inizio – ha individuato un bambino che si era trovato nella linea di tiro del cattivo titolare. Senza esitare, Clint entrò in azione e si mise in pericolo, disposto a farsi sparare per proteggere la vita di un innocente.

Fortunatamente per Clint, Quicksilver è corso dentro e ha preso quei proiettili per lui. È stato un momento potente e d’impatto, ed è un peccato che non siamo mai stati in grado di esplorare veramente le conseguenze di ciò che è successo. Dopo tutto, bisogna credere che Hawkeye si senta almeno un po’ in colpa per quello che Pietro ha fatto per lui.

Battaglia contro i Chitauri

battaglia chitauri hawkeyeNonostante abbia trascorso gran parte di The Avengers lavorando per Loki, Hakweye ha avuto la possibilità di brillare nella battaglia finale del film. In diverse occasioni, in effetti!

Che si tratti del modo in cui ha improvvisato quando i Chituari si sono stretti su di lui e ha terminato le frecce, il divertente scambio con Vedova Nera su Budapest, o il salto dal palazzo… c’era molto da amare qui. Un momento particolare, tuttavia, ha visto Occhio di Falco superare in astuzia Loki quando ha scagliato una freccia contro il Dio dell’Inganno che è prontamente esplosa nella mano del cattivo compiaciuto.

Dopo essere stato messo in disparte per gran parte del film, è stato bello vedere Clint sotto i riflettori. Questo film è il motivo per cui Occhio di Falco è diventato rapidamente un favorito dei fan, ed ha dimostrato davvero chi è.

Ha ispirato Scarlet Witch

Scarlet WitchTorniamo a Avengers: Age of Ultron un’ultima volta per un momento di cui i fan parlano ancora dopo più di mezzo decennio. Nonostante le azioni sbagliate di Scarlet Witch all’inizio del film, Clint ha chiaramente visto del potenziale in lei e l’ha aiutata a guidarla nella frenetica battaglia finale con Ultron.

Con l’esercito dell’androide che si avvicinava, Occhio di Falco ha portato Wanda da un lato e ha chiarito che “Se esci da quella porta, sei un Vendicatore“.

Questo è stato un momento cruciale per entrambi i personaggi, e con le parole di Clint che le risuonavano nelle orecchie, la Strega Scarlatta è diventata un’eroina. Questo assicurò la svolta contro Ultron e fece in modo che Wanda fosse lì per aiutare il resto dei Mightiest Heroes della Terra contro la minaccia che Thanos poneva alla realtà. Naturalmente, qualcuno potrebbe chiedersi se Hawkeye vivrà per rimpiangere questo dopo gli eventi di WandaVision!

Il sacrificio su Vormir

Natasha Hawkeye sacrificioCi sono un sacco di grandi momenti che avremmo potuto includere da Avengers: Endgame qui. Come notato, il breve periodo di Clint come Ronin ha portato a una scena di combattimento impressionante a metà del film, mentre non si può negare che le sue azioni nella battaglia finale (compreso il tentativo di scappare con il Guanto dell’Infinito) sono state davvero impressionanti.

Tuttavia, è quello che è successo su Vormir che ci colpisce davvero. Sapendo che raccogliere le Gemme dell’Infinito avrebbe potenzialmente riportato tutti indietro dalla morte, Clint era fin troppo disposto a non vedere mai più la sua famiglia se questo significava dare loro una seconda possibilità e mantenere in vita Vedova Nera.

L’arciere sentiva chiaramente di dover essere punito in qualche modo per i molti criminali che aveva ucciso come Ronin, ma questo era ancora un atto altruista da parte sua. Alla fine, è stata Natasha a fare quel salto, e Clint è rimasto col cuore spezzato. In Hawkeye, questo porterà ad un interessante scontro con Yelena Belova

 
 

Ghostbusters: Legacy, la figlia di Harold Ramis commenta il film

Ghostbusters II film

Ghostbusters: Legacy è finalmente arrivato nelle sale di tutto il mondo. Il film, diretto da Jason Reitman, figlio di Ivan Reitman, regista dei primi due capitoli della saga usciti negli anni ’80, è un sequel diretto di quei due film, pur concentrandosi su una nuova generazione di eroi armati di zaini protonici.

I nuovi personaggi introdotti nel film sono tutti legati a Egon Spengler, l’originale Ghostbuster interpretato dal compianto Harold Ramis nei primi due film. Inoltre, il film vede il ritorno degli altri membri della squadra originale, ossia Bill Murray, Dan Aykroyd e Ernie Hudson. L’eredità del personaggio di Egon è presente durante tutto l’arco narrativo del film, e proprio di recente una persona molto vicina a Ramis ha avuto modo di dire la sua in merito al lavoro di Reitman e a come sia stata gestito il ricordo dell’attore.

Parlando con The HollywoodReporter, Violet Ramis Stiel, la figlia di Harold Ramis, ha elogiato Ghostbusters: Legacy. “È una commedia, ma parla anche di dolore e perdita. Tutti noi abbiamo dovuto fare i conti con queste cose. È incredibile: ci sono tanti parallelismi con la vita reale, eppure è soltanto un film”, ha detto Stiel, che ha avuto modo di vedere il film in occasione di una proiezione privata, alcuni mesi fa. “In definitiva, ci lascia con quella sensazione: le persone che amiamo sono sempre con noi. Non se ne vanno.”

Parlando, invece, dell’approccio di Reitman all’amata saga, Violet ha aggiunto: “Jason voleva davvero realizzare un buon film. È stato molto attento a onorare i primi due capitoli e tutti i personaggi che erano in quei film, ma anche a fare qualcosa per il presente e che al tempo stesso gettasse le basi per il futuro. Forse è l’unica persona che avrebbe potuto farlo. È un vero e proprio ponte fisico.”

Tutto quello che sappiamo su Ghostbusters: Legacy

Ghostbusters: Legacy, diretto da Jason Reitman e prodotto da Ivan Reitman, è il nuovo capitolo della saga originale Ghostbusters. Arrivati in una piccola città, una madre single e i suoi due figli iniziano a scoprire la loro connessione con gli Acchiappafantasmi originali e la segreta eredità lasciata dal nonno. Ghostbusters: Legacy è scritto da Jason Reitman & Gil Kenan.

A più di trent’anni dall’uscita nelle sale dell’iconico Ghostbusters, il cast originale, composto da Bill Murray, Dan Aykroyd, Ernie Hudson, Sigourney Weaver e Annie Potts di nuovo insieme per ridar vita a una delle saghe cinematografiche più amate della storia. Diretto da Jason Reitman, il film è uscito nelle sale italiane il 18 novembre, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia. Tra i protagonisti anche Mckenna Grace, Finn Wolfhard, Carrie Coon e Paul Rudd.