A poche settimane dall’uscita nelle
sale italiane di X – A sexy horror
story, Ti West riporta il suo pubblico nello stesso
mondo, raccontando la storia di Pearl.
A24 ha diffuso
infatti il primo trailer del film, prequel di X, che si concentra
sulla giovinezza della villain di X, ancora una volta interpretata
da Mia Goth.
“Il regista Ti West ritorna con
un altro capitolo del contorto mondo di X, in questo sorprendente
seguito del film horror più acclamato dell’anno”, dice la
sinossi. “Intrappolata nella fattoria isolata della sua
famiglia, Perla deve occuparsi del padre malato sotto la
sorveglianza amara e prepotente della sua devota
madre. Desiderando una vita affascinante come quella vista nei
film, le ambizioni, le tentazioni e le repressioni di Pearl si
scontrano, nella straordinaria storia delle origini ispirata al
technicolor dell’iconico cattivo di X.
Lo sviluppo di Pearl è iniziato
durante la produzione di X, con il regista Ti
West che ha scritto il film mentre
girava anche X. Le riprese
di Pearl si sono svolte in segreto
subito dopo il completamento delle riprese
di X, con entrambi i film realizzati uno dopo
l’altro in Nuova Zelanda mentre il cast e la troupe
di X erano a
disposizione. Pearl è
ambientato nel 1918 durante la prima guerra mondiale ed esplorerà
il retroscena di Pearl e come diventa la cattiva che è
in X .
In un’intervista con MTV News sulla
scia del successo della presentazione dei progetti Marvel Studios al SDCC, Kevin
Feige ha affrontato la questione della portata dei
prossimi due film dedicati agli Eroi più potenti della Terra,
Avengers 5 e 6.
L’architetto del MCU ha sottolineato che non è
intenzionale che questi film siano sempre più grandi e impegnativi
e più grandi, ma tra la trama e i personaggi coinvolti, non possono
fare a meno di aumentare la scala dei loro film crossover.
“Non si tratta mai di diventare
più grandi solo per diventare più grandi. A volte, per la natura
del numero di personaggi che hai nella scatola dei giocattoli per
poi portarli a giocare della storia, le cose possono diventare più
grandi”.
Nel corso del ComicCon di San Diego,
a Chris
Pratt è stato chiesto come Star-Lord stia
affrontando la perdita di Gamora in Guardiani
della Galassia Vol. 3. Abbiamo visto la sua
reazione giustamente sconvolta quando ha saputo della morte
dell’amata per mano del padre, Thanos, e il suo essere ancora più
sconvolto di fronte al fatto che la Gamora del passato, con cui
entra in contatto in Endgame, non lo
riconosce.
In Guardiani
della Galassia Vol. 3 avremo la
possibilità di vedere in che modo Star Lord sta assimilando questo
lutto. Ecco cosa ha detto Pratt in merito: “Gamora è l’amore
della vita di Star-Lord; l’amore romantico della sua vita. Ha
affrontato la perdita di Yondu e, naturalmente, di sua madre. E ora
sta affrontando la perdita di Gamora, l’unica persona che ha
trovato che lo conosceva veramente e lo amava. E ora lei non sa chi
lui sia. Questo ha davvero avuto un profondo impatto su di lui
personalmente e sulla sua capacità di essere un leader dei Guardiani della Galassia.”
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani
della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale
nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora
comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente
entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris
Pratt, Zoe
Saldana, Dave
Bautista, Pom
Klementieff,Karen
Gillan, insieme a Vin
Diesel e Bradley
Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel
film è atteso anche Chris
Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i
nuovi arrivati del MCUDaniela Melchior,
Will Poulter, Maria Bakalova e
Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di
interpretare il ruolo di Adam Warlock. Chukwudi
Iwuji è invece il nuovo interprete che sarà il cattivo,
l’Alto Evoluzionario.
Slash Film riferisce che
Aldis Hodge, interprete di Hawkman nel
prossimo Black
Adam ha anche discusso del futuro DCEU del personaggio
durante il panel del film al SDCC 2022. Riflettendo sulla
tradizione dei fumetti di Hawkman, Hodge ha indicato che c’è molto
da esplorare per il personaggio, soprattutto considerando che il
suo supereroe fa parte sia della JSA che della Justice League.
L’attore suggerisce persino che
Hawkman abbia una storia abbastanza ricca da ispirare
potenzialmente un film da solista o una serie di film, e spera
sinceramente di avere l’opportunità di navigare nella vita del suo
supereroe in futuro.
“Per quanto riguarda Hawkman,
saprai se guardi la cronologia della serie di fumetti, che fa parte
della Justice Society, lo fai anche tuffare un po’ nella Justice
League, e poi hai i fumetti indipendenti di Hawkman, e c’è una
storia così tanto ricca lì. La sua storia passata, la sua
maledizione, la sua storia con Hawkgirl. C’è così tanto da riempire
un film autonomo: alcuni film indipendenti! Spero solo che lo
esploreremo”.
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Così come il 2022 non è
come il 2000, Queer as Folk,
la nuova serie Peacock che arriva in Italia su STARZPLAY a
partire dal 31 luglio, non è l’originale inglese dello show, uscita
invece tra il 2000 e il 2005, creata da Russell T
Davies e della quale questa versione USA di cui parliamo è
una re-immaginazione.
Queer as Folk, la
trama
La serie, affidata a
Stephen Dunn che scrive e
dirige il primo episodio e partecipa in maniera sostanziale a tutta
la produzione degli 8 episodi complessivi, è il racconto delle
conseguenze di un trauma. Un gruppo di amici, conoscenti, amanti è
vittima di un incidente, un mass shooting in un locale, un crimine
d’odio a sfondo omofobo/razzista al locale queer Babylon, a New Orleans.
Queer as
Folk racconta gli effetti di questa tragedia su questa
piccola comunità, che si unisce intorno alla traumatica esperienza
comune. C’è chi deve elaborare un lutto, chi il senso di colpa per
esserci stato o per non esserci stato, chi è rimasto ferito
fisicamente e tutti, nessuno escluso, devono fare i conti con la
loro fiera appartenenza a una comunità che ancora non viene
considerata da tutti degna e libera di esistere, secondo le proprie
regole. Queer as Folk è il racconto collettivo di
una sindrome da stress post traumatico.
Tanti temi e sguardi sulla
comunità queer
Se la trama portante di
Queer As Folk può racchiudersi in poche righe,
sarebbe difficile fare lo stesso con la molteplicità di temi, punti
di vista, condizioni e emozioni che la serie abbraccia. E
nonostante il primo episodio sembra voglia introdurci a un mondo
queer che segue degli stereotipi quindi eccessivo, libertino,
colorato, pieno di glitter, musica e eccessi, l’avvento della
tragedia riposiziona tutti gli equilibri, e soprattutto il tono. In
particolare secondo e terzo episodio, quelli immediatamente
successivi allo scoppio della violenza, sono estremamente bui,
anche per la scelta di una messa in scena che racconta essa stessa
molto bene il senso di quello che sta succedendo.
In questa comunione di
sofferenza condivisa, però, Queer as Folk non
dimentica di sviluppare il racconto delle individualità, portando
avanti delle esistenze che nella loro bolla si rivelano esattamente
simili a quelle di persone etero normate, ma che fuori dalla loro
bolla vivono ancora in un mondo estraneo e nella peggiore delle
ipotesi ostile.
Lo straordinario cast di Queer as
Folk
Fiore all’occhiello di
Queer as Folk è il cast, fluido, diverso,
inclusivo e risplendente delle mille sfaccettature che la natura
può offrire. Brodie Beaumont (Devin Way) è il
complicato protagonista. Brodie abbandona la scuola di medicina per
tornare a casa al NOLA, fatica a riconnettersi con il suo ex
partner Noah, così come con amici e familiari. La notte della
sparatoria a Babylon, prende un proiettile nel braccio salvando
Mingus dal cecchino. Nella stessa notte, il suo amico Shar (con la
loro compagna Ruthie) dà alla luce due gemelli, di cui è il
donatore di sperma / bio-papà. Mingus (Fin Argus),
un’adolescente non binaria e un’aspirante drag queen. È lei che si
sta esibendo sul palco del Babylon nel momento in cui esplode la
violenza, e nell’elaborazione della sofferenza e del trauma che
seguono il tragico evento, si innamora di Brodie.
Shar
(CG), il partner di Ruthie, dà alla luce due
gemelli la notte della sparatoria, bambini che sono nati grazie a
Brodie, donatore di sperma per la coppia di amici, nonostante Shar
disapprovi Brodie per il suo stile di vita. Usa i pronomi al
plurale e il termine genitoriale “Zaddy”. Ruthie O’Neil
(Jesse James Keitel) è la compagna di Shar e la
migliore amica di Brodie da quando hanno frequentato insieme il
liceo cattolico. Ruthie è una donna trans ed è anche l’insegnante
di inglese di Mingus.
Julian Beaumont
(Ryan O’Connell) è il fratello di Brodie. Anche
lui è gay, ma nessuno lo immaginava, nemmeno il fratello, fino a
che non viene arrestato per aver fatto sesso nel bagno del centro
commerciale. Noah Hernandez (Johnny Sibilly), l’ex
fidanzato di Brodie, è un avvocato che, dopo la morte del suo
amante, Daddius, nella sparatoria a Babylon, lotta con la
dipendenza e il dolore.
Una feroce
vitalità
Brodie, Shar, Ruthie,
Mingus, tutte queste vite, queste aspettative, questi sogni, ma
anche queste ferite, vengono raccontate con un’autenticità rara che
a tratti paga il prezzo di una eccessiva cupezza, ma che sa
esplodere anche in eccessi di feroce vitalità in cui queste
creature rivendicano con passione il loro diritto a esistere.
Un programma sontuoso quello
presentato da Alberto Barbera e Roberto
Ciccutto oggi, in occasione dello svelamento della line-up
ufficiale di Venezia 79, il novantesimo anno della
Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
Il programma presenta grandi nomi,
curiosità, esordi, quattro titoli italiani in concorso,
Emanuele Crialese dopo anni di assenza dalle
scene, Luca Guadagnino, Gianni
Amelio e Susanna Nicchiarelli, ma anche
il nuovo titolo di Darren Aronofsky,
Wiseman che esordisce a oltre novant’anni nel
cinema di fiction, il film postumo di Kim Ki-Duk,
Lav Diaz che torna al Lido con un “cortometraggio”
di appena 3 ore, Inarritu, McDonagh e
Dominik, ma anche Refn e
Von Trier che presentano le loro serie. Insomma,
dal 31 agosto al 10 settembre ci sarà di che divertirsi a Venezia
79. Di seguito tutto il programma:
VENEZIA 79
In Concorso
WHITE NOISE –
FILM DI APERTURA di NOAH BAUMBACH con
Adam Driver, Greta
Gerwig,
Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Jodie
Turner-Smith, André L. Benjamin e Lars Eidinger/ USA /
136’
IL
SIGNORE DELLE FORMICHE di GIANNI AMELIO con Luigi Lo
Cascio, Elio Germano, Leonardo Maltese, Sara Serraiocco / Italia /
134’
THE WHALE
di DARREN ARONOFSKY con Brendan Fraser,
Sadie Sink, Hong Chau, Samantha Morton, Ty Simpkins /
USA / 117’
L’IMMENSITÀ di EMANUELE CRIALESE con
Penélope Cruz, Luana Giuliani, Vincenzo Amato, Patrizio Francioni /
Italia, Francia / 97’
SAINT OMERdi ALICE
DIOP con Kayije Kagame, Guslagie Malanda, Valérie Dréville,
Aurélia Petit / Francia / 122’
BLONDE di
ANDREW DOMINIK con Ana de Armas, Adrien Brody, Bobby
Cannavale, Xavier Samuel, Julianne Nicholson, Lily Fisher / USA /
165’
TÁR di TODD FIELD con Cate Blanchett,
Noémie Merlant, Nina Hoss, Sophie Kauer, Julian Glover, Allan
Corduner, Mark Strong / USA / 158’
LOVE LIFE
di KÔJI FUKADA con Fumino Kimura, Kento Nagayama, Atom
Sunada / Giappone, Francia / 123’
BARDO, FALSA CRÓNICA DE UNAS CUANTAS VERDADES
(BARDO, FALSE CHRONICLE OF A HANDFUL OF TRUTHS) di ALEJANDRO
G. IÑÁRRITU con Daniel Giménez Cacho, Griselda Siciliani,
Ximena Lamadrid, Iker Sanchez Solano, Andrés Almeida, Francisco
Rubio / Messico
ATHENA di ROMAIN GAVRAS con Dali
Benssalah, Sami Slimane, Anthony Bajon, Ouassini Embarek, Alexis
Manenti / Francia / 97’
Bones and
All di LUCA GUADAGNINO con Taylor Russell,
Timothée Chalamet, Mark Rylance, André Holland, Chloë Sevigny,
Jessica Harper, David Gordon Green, Michael Stuhlbarg, Jake
Horowitz / USA / 130’
THE ETERNAL DAUGHTER di JOANNA HOGG
con Tilda Swinton, Joseph Mydell, Carly-Sophia Davies / UK, USA /
96’
SHAB, DAKHELI, DIVAR (BEYOND THE WALL) di
VAHID JALILVAND con Navid Mohammadzadeh, Diana Habibi, Amir
Aghaee / Iran / 126’
THE
BANSHEES OF INISHERIN di MARTIN MCDONAGH con Colin
Farrell, Brendan Gleeson, Kerry Condon, Barry Keoghan / Irlanda,
UK, USA / 109’
ARGENTINA, 1985 di SANTIAGO MITRE con
Ricardo Darín, Peter Lanzani, Alejandra Flechner, Norman Briski /
Argentina, USA / 140’
CHIARA di
SUSANNA NICCHIARELLI con Margherita Mazzucco, Andrea
Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana
Cruciani,Luigi Lo Cascio / Italia, Belgio /
106’
MONICA di ANDREA PALLAOROcon Trace
Lysette, Patricia Clarkson, Adriana Barraza, Emily Browning, Joshua
Close / USA, Italia / 106’
KHERS NIST (NO BEARS) di JAFAR PANAHI
con Jafar Panahi, Naser Hashemi, Vahid Mobaseri, Bakhtiar Panjeei,
Mina Kavani, Reza Heydari / Iran / 106’
ALL THE BEAUTY AND THE BLOODSHED di LAURA
POITRAS USA / 113’
UN COUPLE (A COUPLE) di FREDERICK
WISEMAN con Nathalie Boutefeu / Francia, USA / 63’
THE SON di
FLORIAN ZELLERcon Hugh Jackman, Laura Dern,
Vanessa Kirby, Zen McGrath, Anthony Hopkins, Hugh Quarshie / UK /
123’
LES MIENS (OUR TIES) di ROSCHDY ZEM
con Sami Bouajila, Roschdy Zem, Meriem Serbah, Maïwenn, Rachid
Bouchareb, Abel Jafrei, Nina Zem / Francia / 85’
LES
ENFANTS DES AUTRES (OTHER PEOPLE’S CHILDREN) di REBECCA
ZLOTOWSKI con Virginie Efira, Roschdy Zem, Chiara Mastroianni,
Callie Ferreira / Francia / 104’
FUORI CONCORSO
THE HANGING SUN – FILM DI
CHIUSURA di FRANCESCO CARROZZINI con Alessandro
Borghi, Jessica Brown Findlay, Sam Spruell, Frederick Schmidt,
Raphael Vicas, Peter Mullan, Charles Dance / Italia, UK / 93’
KAPAG WALA NANG MGA ALON (WHEN THE WAVES ARE
GONE) di LAV DIAZ con John Lloyd Cruz, Ronnie Lazaro,
Shamaine Centenera-Buencamino, Dms Boongaling / Filippine, Francia,
Portogallo, Danimarca / 187’
LIVING di OLIVER HERMANUS con Bill
Nighy, Aimee Lou Wood, Alex Sharp, Tom Burke / UK / 102’
DEAD FOR A DOLLAR di WALTER HILL con
Christoph Waltz, Willem Dafoe, Rachel Brosnahan, Warren Burke,
Benjamin Bratt / USA ,Canada / 114’
KÕNE TAEVAST (CALL OF GOD) di KIM
KI-DUK con Zhanel Sergazina, Abylai Maratov / Estonia,
Kirghizistan, Lettonia / 81’
DREAMIN’ WILD di BILL POHLAD con Casey
Affleck, Noah Jupe, Zooey Deschanel, Chris Messina, Jack Dylan
Grazer, Walton Goggins, Beau Bridges / USA / 110’
MASTER GARDENER di PAUL SCHRADER con
Joel Edgerton, Sigourney Weaver, Quintessa Swindell / USA /
107’
SICCITÁ di PAOLO VIRZÌ con Claudia
Pandolfi , Silvio Orlando , Valerio Mastrandrea ,
Sara Serraiocco, Elena Lietti, Gabriel Montesi, Tommaso Ragno, Max
Tortora, Monica Bellucci, Diego Ribon , Vinicio Marchioni,
Emanuela Fanelli / Italia
PEARL di TI WEST con Mia Goth, David
Corenswet, Tandi Wright, Matthew Sunderland, Emma
Jenkins–Purro / USA / 102’
DON’T WORRY DARLING di OLIVIA WILDE
con Florence Pugh, Harry Styles, Chris Pine, Olivia Wilde, KiKi
Layne, Gemma Chan / USA / 122’
NON FICTION
FREEDOM ON FIRE: UKRAINE’S FIGHT FOR FREEDOM
di EVGENY AFINEEVSKY Ucraina, UK, USA / 118’
THE MATCHMAKER di BENEDETTA ARGENTIERI
Italia / 90’
GLI ULTIMI GIORNI DELL’UMANITÀ di ENRICO
GHEZZI, ALESSANDRO GAGLIARDO Italia / 200’
A COMPASSIONATE SPY di STEVE JAMES USA
/ 101’
MUSIC FOR BLACK PIGEONS di JØRGEN LETH,
ANDREAS KOEFOED Danimarca / 90’
THE KIEV TRIAL di SERGEI LOZNITSA
Paesi Bassi,
Ucraina / 106’
IN VIAGGIO di GIANFRANCO ROSI Italia /
80’
BOBI WINE GHETTO PRESIDENT di CHRISTOPHER
SHARP, MOSES BWAYO Uganda, UK, USA / 121’
NUCLEAR di OLIVER STONE USA /
119’
FUORI CONCORSO –
SERIES
RIGET EXODUS (THE
KINGDOM EXODUS) (EPISODI 1-5) di LARS VON TRIER con
Bodil Jørgensen, Mikael Persbrandt, Tuva Novotny, Lars Mikkelsen,
Nikolaj Lie Kaas, Nicolas Bro, Alexander Skarsgård / Danimarca /
291’
COPENHAGEN COWBOY
(EPISODI 1-6) di NICOLAS WINDING REFN con Angela
Bundalovic, Andreas Lykke Jorgensen, Li li Zhang, Zlatko Buric, Ramadan
Huseini, Dragana
Milutinovic / Danimarca / 292’
FUORI CONCORSO – CORTOMETRAGGI
CAMARERA DE PISO
(MAID) di LUCRECIA MARTEL con Jorgelina Contreras,
Daniel Valenzuela, Anavelí Acero, Ariel Gigena / Argentina, Messico
/ 11’
A GUERRA FINITA
di
SIMONE MASSI
voce di Gino Strada / animazione / Italia / 4’
IN QUANTO A NOI
di
SIMONE MASSI
voce di Wim Wenders / animazione / Italia / 5’
LOOK AT ME
di
SALLY POTTER
con Javier Bardem, Chris Rock / UK, USA / 16’
ORIZZONTI
PRINCESS – FILM DI APERTURA di
ROBERTO DE PAOLIS con Glory Kevin, Lino Musella, Sandra
Osagie, Salvatore Striano, Maurizio Lombardi / Italia / 111’
OBET’ (VICTIM) di MICHAL BLAŠKO con Vita
Smachelyuk, Gleb Kuchuk, Igor Chmela, Viktor Zavadil, Inna Zhulina,
Alena Mihulová / Slovacchia, Repubblica Ceca, Germania / 91’
EN LOS MÁRGENES (ON THE FRINGE) di JUAN DIEGO
BOTTO con Penélope Cruz, Luis Tosar / Spagna, UK / 105’
TRENQUE LAUQUEN di LAURA CITARELLA
con Laura Paredes, Ezequiel Pierri, Rafael Spregelburd, Elisa
Carricajo, Juliana Muras, Verónica Llinás, Cecilia Rainero /
Argentina, Germania / Parte 1: 120′ / Parte 2: 120′
VERA di TIZZA COVI, RAINER FRIMMELcon Vera Gemma,
Daniel De Palma, Sebastian Dascalu, Annamaria Ciancamerla, Walter
Saabel / Austria / 115’
INNOCENCE di GUY DAVIDI Danimarca, Israele,
Finlandia, Islanda / 100’
BLANQUITA di FERNANDO GUZZONIcon Laura López,
Alejandro Goic, Amparo Noguera, Marcelo Alonso, Daniela Ramírez,
Ariel Grandón / Cile, Messico / 94’
POUR LA FRANCE (FOR MY COUNTRY) di RACHID HAMI
con Karim Leklou, Shaïn Boumedine, Lubna Azabal, Samir Guesmi,
Laurent Lafitte, Vivian Sung / Francia, Taipei / 113’
ARU OTOKO (A MAN) di KEI ISHIKAWA con Satoshi
Tsumabuki, Sakura Andô, Masataka Kubota, Nana Seino / Giappone /
121’
CHLEB I SOL (BREAD AND SALT) di DAMIAN KOCUR con
Tymoteusz Bies, Jacek Bies, Dawid Piejko,Nikola Raczko, Nadim
Suleiman, Nadeem Shalave / Polonia / 100’
LUXEMBOURG, LUXEMBOURG di ANTONIO LUKICH con Amil
Nasirov, Ramil Nasirov, Lyudmyla Sachenko / Ucraina / 105’
TI MANGIO IL CUORE di PIPPO MEZZAPESA con Elodie,
Francesco Patanè, Francesco Di Leva, Lidia Vitale, Brenno Placido,
Tommaso Ragno, Michele Placido / Italia / 115’
SPRE NORD (TO THE NORTH) di MIHAI MINCANcon Soliman Cruz,
Nikolai Becker, Bartholome Guingona, Emmanuel Sto. Domingo, Olivier
Ho Hio Heen, Alexandre NGuyen / Romania, Francia, Grecia, Bulgaria,
Repubblica Ceca / 122’
AUTOBIOGRAPHY di MAKBUL MUBARAK con Kevin
Ardilova, Arswendy Bening Swara, Haru Sandra, Rukman Rosadi /
Indonesia, Francia, Germania, Polonia, Singapore, Filippine, Qatar/
116’
LA SYNDICALISTE (THE SITTING DUCK) di JEAN-PAUL
SALOMÉ con Isabelle Huppert, Grégory Gadebois, Marina Foïs,
Yvan Attal, François-Xavier Demaison, Pierre Deladonchamps /
Francia, Germania / 122’
JANG-E JAHANI SEVOM (WORLD WAR III) di HOUMAN
SEYIEDI con Mohsen Tanabandeh, Neda Jebreili, Mahsa Hejazi,
Navid Nosrati/ Iran / 117’
NAJSREЌNIOT ČOVEK NA SVETOT (THE HAPPIEST MAN IN THE
WORLD) di TEONA STRUGAR MITEVSKA con Jelena Kordić
Kuret, Adnan Omerović, Labina Mitevska, Ana Kostovska, Ksenija
Marinković, Izudin Bajrović / Macedonia del Nord,
Bosnia-Erzegovina, Belgio, Croazia, Danimarca, Slovenia / 95’
A NOIVA (THE BRIDE) di SÉRGIO TRÉFAUT
con Joana Bernardo, Lola Dueñas, Hugo Bentes / Portogallo /
81’
ORIZZONTI –
CORTOMETRAGGI
CHRISTOPHER AT
SEA di TOM CJ BROWN Animazione / Francia, USA / 20’
MANUALE DI CINEMATOGRAFIA PER DILETTANTI – VOL. I
di
FEDERICO DI CORATO
Italia / 20’
ALT PÅN EN GANG (EVERYTHING AT ONCE)
di
HENRIK DYB ZWART
con Steinar Kloumann Hallert, Elisabeth Aschehoug, Sondre Larsen /
Norvegia / 8’
TRIA – DEL SENTIMENTO DEL TRADIRE di
GIULIA GRANDINETTI
con Irene Casagrande, Anastasia Almo, Sofia Almo, Laura
Giannatiempo / Italia / 17’
NOCOMODO
di
LOLA HALIFA-LEGRANDcon
Tissem Boukchem, Gaspard Caens, Bastien Bouillon, Esther Garrel /
Francia / 13’
RUTUBET (THE MOISTURE) di
TURAN HASTE con Mucahit Kocak, Okan Selvi, Muhammed Mayda,
Baran Salman / Turchia / 20’
SNOW IN SEPTEMBER di
LKHAGVADULAM PUREV-OCHIR
con Sukhbat Munkhbaatar, Nomin Erdene Ariunbyamba, Enkhgerel
Baasjanav, Odgerel Bat-Orshikh / Francia, Mongolia /
20’
QING BIE GUA DUAN (PLEASE HOLD THE LINE)
di
TAN CE DING
con Kendra Sow, Puie Heng Chen, Billy Ng, Ruby Faye / Malesia /
19’
THE FRUIT TREE
di
ISABELLE TOLLENAEREcon
Sharleece Bourne, Alexis Bolden / Belgio / 14’
III
di
SALOMÉ VILLENEUVE
con Anne Florence Lavigne-Desjardins, Eliott Desjardins Gauthier,
Alexandre Dupras / Canada / 12’
LOVE FOREVERdi
CLARE YOUNGcon
Hannah McKenzie, Beau Cram / Australia / 12’
SAHBETY (MY GIRLFRIEND)
di
KAWTHAR YOUNIS
con Marc Haggar, Elham Safieddine, Fadel El Garhy, Sonia Farid /
Egitto / 16’
ORIZZONTI EXTRA
L’ORIGINE DU MAL (ORIGIN OF EVIL) – FILM DI
APERTURA di SÉBASTIEN MARNIER con Laure Calamy,
Doria Tillier, Jacques Weber, Dominique Blanc, Suzanne Clément,
Céleste Brunnquell / Francia, Canada / 125’
HANGING GARDENS
di AHMED YASSIN AL DARADJIcon Wissam Diyaa, Jawad Al
Shakarji, Hussain Muhammad Jalil, Akram Mazen Ali / Iraq,
Palestina, Arabia Saudita, Egitto, UK / 117’
AMANDA di
CAROLINA CAVALLI con Benedetta Porcaroli, Galatéa Bellugi,
Giovanna Mezzogiorno, Michele Bravi / Italia / 93’
ZAPATOS ROJOS (RED
SHOES) di CARLOS EICHELMANN KAISER con Eustacio Ascacio,
Natalia Solián / Messico, Italia / 82’
NEZOUH di
SOUDADE KAADAN con Hala Zein, Kinda Aloush, Nizar Alani,
Samer Almasri / UK, Siria, Francia / 100’
NOTTE FANTASMA
di FULVIO RISULEO con Edoardo Pesce, Yothin Clavenzani /
Italia / 83’
BI ROYA (WITHOUT
HER) di ARIAN VAZIRDAFTARI con Tannaz Tabatabaei, Saber
Abar, Shadi Karamroudi, Reza Davoudnezhad, Maedeh Tahmasbi, Faranak
Kalantar / Iran / 110’
VALERIA MITHATENET
(VALERIA IS GETTING MARRIED) di MICHAL VINIK con Lena
Fraifeld, Dasha Tvoronovich, Yaakov Zada Daniel, Avraham Shalom
Levi / Israele, Ucraina / 76’
GOLIATH di
ADILKHAN YERZHANOV con Berik Aytzhanov, Daniyar Alshinov,
Dmitrij Chebotarev, Alexandra Revenko, Rabiya Abish, Yerken
Gubashev / Kazakistan, Russia / 92’
Chiara
scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli sarà
presentato in concorso alla 79. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia. Protagonisti del film
Margherita Mazzucco, Andrea
Carpenzano, Carlotta Natoli, Paola Tiziana Cruciani, Flaminia
Mancin,, Valentino Campitelli, Paolo Briguglia e con la
partecipazione di Luigi Lo Cascio. Una produzione Vivo film con
Rai Cinema e Tarantula.
La storia di Chiara e Francesco
è entusiasmante. Riscoprire la dimensione politica, oltre che
spirituale, della “radicalità” delle loro vite – la povertà; la
scelta di condurre un’esistenza sempre dalla parte degli ultimi, ai
margini di una società ingiusta; il sogno di una vita di comunità
senza gerarchie e meccanismi di potere – significa riflettere
sull’impatto che il francescanesimo ha avuto sul pensiero laico,
interrogandosi con rispetto sul mistero della trascendenza. La vita
di Chiara, meno conosciuta di quella di Francesco, ci restituisce
l’energia del rinnovamento, l’entusiasmo contagioso della gioventù,
ma anche la drammaticità che qualunque rivoluzione degna di questo
nome porta con sé. Susanna Nicchiarelli
Clip dal film
https://youtu.be/AwMT2x8EVKc
Chiara è un film
scritto e diretto da Susanna Nicchiarelli, collaborazione alla
sceneggiatura Chiara Frugoni, fotografia Crystel Fournier,
montaggio Stefano Cravero, scenografia Ludovica Ferrario, costumi
Massimo Cantini Parrini, acconciature Desirée Corridoni, trucco
Valentina Tomljanovic, suono in presa diretta Adriano Di Lorenzo,
musiche Anonima Frottolisti, produttrice delegata Italia Serena
Alfieri, organizzatore generale Maurizio Milo, aiuto regia Nicola
Scorza, casting Francesca Borromeo, adattamento dialoghi e
consulenza linguistica Nadia Cannata, montaggio presa diretta
Daniela Bassani, Marzia Cordò, montaggio suono Marc Bastien, mixage
Franco Piscopo.
Prodotto da Marta Donzelli e
Gregorio Paonessa, coprodotto da Joseph Rouschop e Valérie
Bournonville, produttore associato Alessio Lazzareschi. Una
produzione Vivo film con Rai Cinema e Tarantula, con il sostegno di
Eurimages, MIC – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo, Regione
Lazio, con la partecipazione di Wallimage, con il supporto di Tax
Shelter du Gouvernement Fédéral Belge – Casa Kafka Pictures
Belfius. Distribuzione italiana 01 Distribution. Vendite
internazionali The Match Factory.
La trama del film
Assisi, 1211. Chiara ha diciotto
anni, e una notte scappa di casa per raggiungere il suo amico
Francesco: da quel momento la sua vita cambia per sempre. La storia
di una santa, la storia di una ragazza e del suo sogno di
libertà.
The
Hanging Sun – Sole di mezzanotte, film diretto da
Francesco Carrozzini, sarà il Film di
chiusura, Fuori Concorso, della 79ª Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica di Venezia. Tratto dal romanzo
“Sole di mezzanotte” di Jo
Nesbø, è un thriller noir ambientato tra le atmosfere
rarefatte dell’estate norvegese, dove il sole non tramonta
mai. Scritto da Stefano Bises, è
interpretato da Alessandro Borghi, Jessica Brown
Findlay, Sam Spruell, Frederick Schmidt, Raphael Vicas,
con Peter Mullan e Charles
Dance. La fotografia è di
Nicolaj Bruel (DFF).
The
Hanging Sun – Sole di mezzanotte – targato
Sky Original – è una coproduzione
italo-britannica, prodotta da Cattleya – parte di
ITV Studios -, Groenlandia e
Sky. Il distributore internazionale è
NBCUniversal Global Distribution per conto di
Sky Studios. Il distributore cinematografico
italiano è Vision Distribution.
John (Alessandro
Borghi) è in fuga. Trova riparo nel fitto della
foresta, vicina a un villaggio isolato dell’estremo Nord, dove
domina la religione, il sole non tramonta mai e le persone sembrano
appartenere a un’altra epoca. Tra lui e il suo destino ci sono solo
Lea (Jessica Brown Findlay), una donna in difficoltà ma dalla
grande forza, e suo figlio Caleb, un bambino curioso e dal cuore
puro. Mentre il sole di mezzanotte confonde realtà e immaginazione,
John dovrà affrontare il tragico passato che lo tormenta.
The
Hanging Sun – Sole di mezzanotte un film Sky Original
prodotto da Cattleya – parte di
ITV Studios -, Groenlandia e
Sky. Dal 12 settembre al cinema e prossimamente
disponibile in esclusiva su Sky Cinema e in streaming solo su
NOW.
Sarà presentato in concorso alla
79. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di VeneziaL’immensità,
il nuovo film di Emanuele Crialese con protagonista
Penelope Cruz. Warner Bros. Pictures presenta una
produzione Wildside (una società del gruppo Fremantle), Warner
Bros. Entertainment Italia, Chapter 2, Pathé, France 3 Cinema con
la partecipazione di Canal+, Ciné+, France Televisions. L’immensità
è il film che inseguo da sempre: è sempre stato “il mio prossimo
film”, ma ogni volta lasciava il posto a un’altra storia, come se
non mi sentissi mai abbastanza pronto, maturo, sicuro.
È un film sulla memoria che aveva
bisogno di una distanza maggiore, di una consapevolezza diversa.
Come tutti i miei lavori, in fondo è prima di tutto un film sulla
famiglia: sull’innocenza dei figli, e sulla loro relazione con una
madre che poteva prendere vita solo nell’incontro, artistico e
umano, con
Penelope Cruz, con la sua sensibilità e la sua
straordinaria capacità di interazione con tre giovanissimi non
attori che non avevano mai recitato prima. Luana, Patrizio e Maria
Chiara sono rimasti bambini sempre e come tali sempre intensamente
e immensamente veri.
Emanuele Crialese
L’immensità
è un film diretto da Emanuele Crialese, soggetto
Emanuele Crialese, sceneggiatura Emanuele
Crialese, Francesca Manieri, Vittorio Moroni, fotografia
Gergely Pohárnok, montaggio Clelio Benevento, aiuto regia Ciro
Scognamiglio, musiche Rauelsson, scenografia Dimitri Capuani,
arredamento Alessia Anfuso, costumi Massimo Cantini Parrini,
casting Chiara Polizzi, Davide Zurolo, fonico Pierre-Yves Lavoué,
production supervisor Saverio Guarascio, Mandella Quilici, colorist
Red.
Prodotto da Mario Gianani e
Lorenzo Gangarossa, coprodotto da Dimitri Rassam, Ardavan
Safaee, produttore esecutivo Olivia Sleiter, organizzatore generale
Erik Paoletti. Una produzione Wildside (una società del gruppo
Fremantle), Warner Bros. Entertainment Italia, Chapter 2, Pathé,
France 3 Cinema, con la partecipazione di Canal+, Ciné+, France
Televisions. Distribuzione italiana Warner Bros. Pictures. Vendite
internazionali Pathé
L’immensità trama
Roma, anni 70: un mondo sospeso tra
quartieri in costruzione e varietà ancora in bianco e nero,
conquiste sociali e modelli di famiglia ormai superati. Clara e
Felice si sono appena trasferiti in un nuovo appartamento. Il loro
matrimonio è finito: non si amano più, ma non riescono a lasciarsi.
A tenerli uniti, soltanto i figli su cui Clara riversa tutto il suo
desiderio di libertà. Adriana, la più grande, ha appena compiuto 12
anni ed è la testimone attentissima degli stati d’animo di Clara e
delle tensioni crescenti tra i genitori. Adriana rifiuta il suo
nome, la sua identità, vuole convincere tutti di essere un maschio
e questa sua ostinazione porta il già fragile equilibrio familiare
ad un punto di rottura. Mentre i bambini aspettano un segno che li
guidi, che sia una voce dall’alto o una canzone in tv, intorno e
dentro di loro tutto cambia.
L’attore di Peacemaker dice che l’Alto Evoluzionario “è in
giro da eoni” ed è strettamente connesso a molti personaggi del
film e ha influenzato le loro “vite in un modo non proprio
carino”:
“L’Alto Evoluzionario, che
esiste da eoni, è in realtà collegato a moltissimi personaggi di
questo film. Ho sentito molto parlare di Rocket in particolare, ma
in realtà è connesso a molte persone. Diciamo solo che ha
influenzato la vita di molte persone in un modo non proprio
piacevole.”
Scritto e diretto da James
Gunn, Guardiani
della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale
nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora
comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente
entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris
Pratt, Zoe
Saldana, Dave
Bautista, Pom
Klementieff,Karen
Gillan, insieme a Vin
Diesel e Bradley
Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel
film è atteso anche Chris
Hemsworth nei panni di Thor. Insieme a loro ci sono i
nuovi arrivati del MCUDaniela Melchior,
Will Poulter, Maria Bakalova e
Chukwudi Iwuji, con Poulter che ha confermato di
interpretare il ruolo di Adam Warlock. Chukwudi
Iwuji è invece il nuovo interprete che sarà il cattivo,
l’Alto Evoluzionario.
Da mercoledì 31 agosto a
sabato 10 settembre, la Passione e la
Creatività di Campari –
simbolo dell’aperitivo italiano per eccellenza – tornano
protagoniste per il quinto anno consecutivo alla 79. Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica – La Biennale di
Venezia. L’incontro tra i volti ormai affermati del
Grande Schermo e i giovani talenti emergenti costituirà ancora una
volta il fil rouge delle iniziative firmate dal brand
Main Sponsor della Mostra, ideate per favorire e
promuovere il dialogo.
Due i luoghi attorno al quale
ruoteranno gli esclusivi appuntamenti targati Campari. La
Campari Lounge– situata presso la Terrazza
Biennale, proprio di fronte al Palazzo del Casinò – icona di
avanguardia e continua ricerca tecnologica, frutto dell’unione tra
il genio creativo di Giò Forma e il design contemporaneo di The
Cassina Perspective, e realizzata con gres porcellanato Mirage. Tra
gli eventi ospitati al suo interno anche gli incontri con i
protagonisti di Orizzonti, il concorso internazionale di Biennale
Cinema 2022 dedicato ai film rappresentativi di nuove tendenze
estetiche ed espressive. Da quest’anno, coloro che varcheranno la
soglia della suggestiva lounge, tra i vari cocktail, avranno la
possibilità di assaporarne uno speciale ispirato alla città
di Venezia creato e servito per l’occasione da Camparino in
Galleria, lo storico bar aperto da Davide Campari in
Galleria Vittorio Emanuele II a Milano nel 1915, che oggi occupa il
27° posto nella classifica World’s 50 Best Bars
2021.
Inoltre, martedì 6 e
giovedì 8 settembre, le serate Campari prenderanno vita al
Campari Boat-In Cinema, la spettacolare
installazione posizionata all’interno della magica cornice
dell’Arsenale di Venezia. In una location completamente rinnovata,
gli ospiti potranno godere di spettacoli, performance ed esclusivi
contenuti cinematografici nel cuore della laguna, con un
maxischermo allestito sulla banchina e suggestive piattaforme
galleggianti per un’esperienza assolutamente unica. Inoltre, in
veste di presentatore ufficiale delle serate al Campari Boat-In
Cinema, per la prima volta sul palco ci sarà il conduttore
televisivo e Iena Nicolò De Devitiis.
Moltissimi saranno gli ospiti di
Campari durante tutti gli 11 giorni della Mostra, che si
cimenteranno in prestazioni e incontri nel corso delle iniziative
firmate dal brand. Tra di loro volti affermati come Rocío
Muñoz Morales – madrina della 79. Mostra Internazionale
d’Arte Cinematografica – La Biennale di Venezia – Stefano Accorsi, Claudio Santamaria, Benedetta Porcaroli e Giancarlo
Commare, protagonisti di una serie di appuntamenti che
animeranno il palinsesto della Campari Lounge e le serate del
Campari Boat-In Cinema. Infine, a conferma dell’impegno di Campari
verso i talenti emergenti del mondo del Cinema, sarà presente anche
l’attrice Federica Sabatini, nel ruolo di madrina
del Centro Sperimentale di Cinematografia.
Per il quinto anno consecutivo in
qualità di Main Sponsor, Campari torna protagonista di Biennale
Cinema 2022 con la propria Red Passion, quell’elemento in grado
di muovere l’istinto creativo nascosto in ognuno di noi,
accompagnando ospiti e spettatori in un vero e proprio viaggio
nella Passione e nella Creatività, insieme ai volti più importanti
del panorama cinematografico nazionale.
Sergio Leone, l’italiano
che inventò l’America in Concorso Venezia Classici,
scritto e diretto da Francesco Zippel sarà
presentatoin Concorso nella sezione Venezia
Classicialla 79ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia . Una produzione Sky
Italia e Sky Studios con Leone
Film Group. Nel film testimonianze di
Clint Eastwood,
Martin Scorsese,
Jennifer Connelly,
Quentin Tarantino, Giuseppe Tornatore, Steven Spielberg, Frank Miller, Darren
Aronofsky, Ennio Morricone, Damien Chazelle,
Robert De Niro, Eli Wallach, Arnon Milchan, Jacques Audiard,
Tsui Hark, Carlo Verdone, Dario Argento, Giuliano Montaldo,
Raffaella Leone, Francesca Leone, Andrea Leone, Gian Luca
Farinelli, Sir Christopher Frayling, Noel Simsolo, Enzo Di Liberto
e Fausto Ancillai.
Questo film documentario è un
omaggio a una delle grandi leggende del cinema mondiale, la cui
straordinaria visione artistica ha trasceso i confini
nazionali, ideando soluzioni narrative e stilistiche che sono
diventate parte del linguaggio del cinema. Il lungometraggio offre
un ritratto inedito di un uomo visionario e profondamente colto,
che ha vissuto e respirato cinema sin dalla sua nascita e la cui
idea di cinema continua a vivere ancora oggi e ad influenzare il
mondo cinematografico contemporaneo.Sergio Leone e il suo cinema
vengono raccontati in questo documentario attraverso le
testimonianze inedite di chi lo ha conosciuto e di chi è stato da
lui ispirato.
Sergio Leone è
legato ad uno dei miei primi e più preziosi ricordi da spettatore.
Facevo le elementari e un giorno mio padre mise nel
videoregistratore la cassetta de Il
Buono, Il Brutto e Il Cattivo. Fu una folgorazione totale.
Fu proprio in quel giorno che il cinema passò dall’essere uno svago
di bambino ad una vera e propria passione per me. Quando Raffaella
Leone mi ha proposto di raccontare suo padre in un documentario, ho
avuto l’impressione che tutto stesse tornando al suo posto. Mi sono
lanciato con passione e rispetto in questa avventura, sempre
sostenuto da Raffaella, da tutta la famiglia Leone e dal team di
Sky Italia e Sky Studios. Ho voluto provare non solo a raccontare
Sergio Leone ma anche a chiarire quanto il suo cinema e il suo
genio creativo siano ancora centrali e fonti indiscutibili
d’ispirazione per i più grandi cineasti del cinema contemporaneo.
Tutti i grandi artisti che hanno aderito al film ne sono la
conferma più bella. Francesco Zippel
Manca
poco più di una settimana alla premiere di The
Sandman e Netflix (tramite IGN )
ha presentato le prime clip estese del suo prossimo adattamento
della serie DC Comics di Neil Gaiman. Il primo è dal quarto
episodio, “A Hope in Hell”, quando Morpheus (Tom
Sturridge) e Matthew (Patton Oswalt)
arrivano negli Inferi alla ricerca dell’elmo del Signore dei
sogni. Lucifer (Gwendoline
Christie) accetta di permettere alla sua vecchia
“amica” di cercare il demone che ha rubato la sua proprietà, ma
riaverla non sarà facile.
La
seconda clip mette in luce un momento emozionante dell’episodio 6,
“Il suono delle sue ali”. Un sogno disilluso accompagna sua
sorella, Morte (Kirby Howell-Baptiste), nei suoi giri, e la coppia
arriva a casa di un anziano violinista di nome Harry che non è
ancora pronto a passare dall’altra parte.
“Trovo che la compassione e la riconoscibilità della Morte
sia ciò che, per me, è stato il modo migliore per entrare nel
personaggio, perché penso che quelle siano le sue caratteristiche
distintive”, dice Howell-Baptiste della sua
interpretazione di “The Grim Reaper”. . “Nella maggior
parte della cultura pop, quando abbiamo una rappresentazione della
Morte, che essenzialmente è solo un’idea, un concetto, è molto più
oscuro. È rovina e oscurità, è molto più negativo, per
mancanza di una parola migliore. L’idea che le persone ci
vadano scalciando e urlando. E penso che il cuore di ciò che
Neil ha creato nel personaggio di Morte sia la dignità nella morte,
e in questo c’è qualcuno che è… È una cosa molto incerta e
difficile, sia per la persona in transizione, sia ovviamente per le
famiglie che ci concentriamo sulle persone in
transizione”.
The
Sandman è la nuova serie Originale
Netflix basata sul fumetto del 1989-1996 scritto
da Neil Gaiman e pubblicato
dalla DC Comics. La serie è stata
sviluppata da Allan
Heinberg per Netflix –
con Heinberg, Gaiman e David S. Goyer come
produttori esecutivi ed è prodotta da DC Entertainment e Warner
Bros. Television. Abbiamo recentemente appreso che Desire e Despair
saranno interpretati rispettivamente da Mason Alexander Park e
Donna Preston, mentre Joely Richardson interpreterà Ethel Cripps e
David Thewlis interpreterà il ruolo di suo figlio John Dee, alias
lo squilibrato Dr. Destiny. Jenna Coleman interpreterà la trisavola
di John Constantine, Lady Johanna Constantine.
La prima stagione di 10 episodi di
The
Sandman adatterà i primi due archi narrativi della serie a
fumetti di Vertigo, “Preludes and Nocturnes” e “The Dolls House”.
The Sandman racconta la storia di Dream, il titolo Sandman. Al
momento la trama della serie non è stata rivelata. Ma le premesse
ci dicono che ambientata nel 1916, Dream, il re delle storie e uno
dei sette Endless , viene catturato in un rituale occulto. Dopo
essere stato tenuto prigioniero per 105 anni, nel 2021 fugge e si
propone di riportare l’ordine nel suo regno dei sogni.
C’è un altro mondo che ci aspetta
quando chiudiamo gli occhi per dormire… un posto chiamato “regno
del sogno”, dove il signore dei sogni Sandman (Tom
Sturridge) dà forma alle nostre paure e fantasie più
profonde. Quando però Sogno è catturato all’improvviso e tenuto
prigioniero per un secolo, la sua assenza scatena una serie di
eventi che sconvolgeranno per sempre i mondi del sonno e della
veglia. Per ristabilire l’ordine, questi dovrà attraversare
universi e linee temporali per correggere gli errori fatti nella
sua lunga esistenza, ritrovando vecchi amici e nemici e incontrando
anche nuove entità cosmiche e umane. Tratta dall’amata e
pluripremiata serie di fumetti di DC Comics scritta da Neil Gaiman,
THE SANDMAN è un ricco intreccio di mito e fantasy dark
pieno di personaggi forti, che segue le avventure di Sogno nel
corso di dieci epici capitoli. Lo sviluppo e la produzione
esecutiva sono di Gaiman, affiancato dallo showrunner Allan
Heinberg e da David S. Goyer.
Come molti di voi sapranno, i Marvel Studios hanno rivelato i suoi
ambiziosi piani per la Fase 5 e 6 durante il Comic-Con di San Diego
di quest’anno, confermando che quest’ultimo culminerà conAvengers: The Kang
Dynasty e Avengers:
Secret
Wars. Anche
i Fantastici
Quattrosono ora ufficialmente
all’orizzonte, anche se non si è parlato degli X-Men o del progettoYoung Avengers,
nonostante siano stati per molto tempo voci ricorrenti di
possibili progetti futuri.
A
partire dall’introduzione di Cassie Lang in Ant-Mandel 2015, sembrava che l’MCU avesse posto le basi per una
squadra di Young Avengers da assemblare nel tempo. Anche di
recente, abbiamo incontrato eroi come Eli Bradley, Kate
Bishop e America Chavez, che dovrebbero formare proprio
questa squadra ma di annunci in merito al loro destino non ne sono
arrivati. Ebbene oggi a parlare di questi personaggi è stato
proprio Kevin Feige, che però come capita spesso
non si è sbottonato più di tanto, prendendo in giro anche la
potenziale squadra di giovani eroi.
“Abbiamo… stiamo in qualche modo ricordando alla gente
tutti i fantastici personaggi che abbiamo introdotto nella Fase
Quattro…e in qualche modo dove vanno quei
personaggi e come si formano i propri
cricche”. Thunderbolts
è un altro progetto di squadra all’orizzonte, il che significa che
l’MCU potrebbe avere un
numero piuttosto rilevante di squadre assemblate prima che
Kang il Conquistatore colpisca. Nella stessa
intervista, a Feige è stato chiesto cosa potrebbe riservare il
futuro per Eros di Harry Styles dopo la sua introduzione
in Eternals. “Le avventure
di Eros e Pip sono qualcosa di molto eccitante per noi”,
ha osservato il dirigente, suggerendo che ci sono piani in atto per
entrambi i personaggi. Di seguito l’intervista originale:
Il primo
trailer di Black
Panther: Wakanda Forever di Ryan
Coogler ha debuttato sabato durante il panel della Hall H
dei Marvel Studios al Comic-Con di San Diego,
entusiasmando i fan con alcune riprese incredibili di quello che
promette di essere un emozionante sequel. Il teaser ci ha
anche dato una prima occhiata dal vivo a Tenoch Huerta nei panni di
Namor, e ora è apparsa online una descrizione ufficiale del
personaggio ha ha rivelato il nome della “nazione sottomarina
nascosta” del Sub-Mariner che abbiamo visto ampiamente nel
trailer!
Naturalmente, Namor e la sua gente provengono da
Atlantide nei fumetti, ma dal momento che la Warner Bros. ha
battuto nei tempi i Marvel Studios rispetto
all’utilizzo di quel luogo mitico con Aquaman,
tutti noi abbiamo pensato che avrebbero certamente cambiato le
cose. Ebbene oggi abbiamo una piccola conferma, infatti secondo
quanto apprendiamo da questa descrizione apparsa online del
personaggio Namor regnerà su un’antica civiltà
nota come Talocan. Questo è molto probabilmente un gioco sulla
parola azteca per paradiso/paradiso, Tlālōcān. Nel codice
fiorentino è descritto come “un regno di primavera senza fine, con
un’abbondanza di fogliame verde e piante commestibili della
regione”.
Sembrava esserci una chiara influenza
azteca sul personaggio Namor e la sua gente sulla base del concept
art trapelato online, quindi questo non dovrebbe essere poi così
sorprendente.
I dettagli ufficiali della trama
sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del
MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Nel film Marvel Studios Black
Panther: Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright ), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba),
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo di Namor, re di
una nazione sottomarina nascosta, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex
Livinalli.
Non ci sono dubbi sul fatto che il
regista Jordan Peele,
vincitore dell’Oscar alla miglior sceneggiatura per Scappa – Get Out, sia
oggi una delle voci più interessanti del cosiddetto “arthouse
horror”, ovvero quei film che combinano ambizioni autoriali
con i canoni espressivi classici dell’horror. Sin da quel suo primo
film del 2017, Peele ha infatti dato prova di poter offrire grande
intrattenimento di genere unito a brillanti riflessioni sulla
società statunitense, replicando poi tale formula anche con
Us. Egli torna ora al
cinema con il suo terzo lungometraggio dal titolo
Nope, slang americano che sta per
“no”, con il quale rivolge stavolta l’attenzione verso il
mondo del cinema e, più in generale, dello spettacolo.
Protagonisti di Nope sono
infatti i fratelli OJ ed Emerald
Haywood (interpretati da Daniel Kaluuya
e Keke Palmer), diventati proprietari del ranch
Haywood’s Hollywood Horses, il quale fornisce cavalli per
produzioni cinematografiche e televisive, in seguito alla
misteriosa morte del padre. Nonostante i loro tentativi di mandare
avanti l’attività, i due sono sempre più divisi ed in difficoltà
economiche. La possibilità di rivoluzionare la loro situazione
arriva però nel momento in cui avvistano un UFO nel cielo. Non solo
si convincono che sia stato questo ad uccidere il padre, ma anche
che ottenendo un filmato in alta definizione della sua presenza
potranno diventare ricchi. Sulle loro teste, tuttavia, aleggia un
mistero ben più spaventoso di quanto potrebbero mai immaginare.
Uno spettacolo firmato Jordan Peele
Nope si
apre con una citazione biblica che recita “Ti getterò addosso
una lordura abominevole, ti renderò vile e ti renderò uno
spettacolo”. Proprio quest’ultima parola, spettacolo,
risulta essere centrale nel nuovo film di Peele, che ha raccontato
di come mentre scriveva la sceneggiatura ha “iniziato a scavare
nella natura dello spettacolo, nella nostra dipendenza dallo
spettacolo e nella natura insidiosa dell’attenzione“. A
partire da ciò, il regista sembra allora con questo suo nuovo film
allontanarsi dalle atmosfere più propriamente horror dei suoi due
precedenti lungometraggi per rivolgersi invece verso una
fantascienza che richiama in particolare quella degli anni
Cinquanta.
Peele, non a caso, è stato il
principale produttore del recente revival di The Twilight Zone, la celebre serie fantascientifica
che dal 1959 ha contribuito a rivoluzionare il genere.
Nope, in modo piuttosto esplicito, deve molto a quella
serie, ma anche ad un classico come Incontri ravvicinati del terzo
tipo o ad un titolo più recente come Signs, con cui
condivide un’atmosfera particolarmente ansiogena. Egli, dunque, fa
confluire nel suo film un enorme bagaglio di elementi, suggestioni
e tecniche stilistiche, dando vita al proprio grande spettacolo
sugli UFO e sulla loro ricerca, la quale diventa la metafora dietro
cui celare il proprio messaggio di fondo.
Gli UFO diventano infatti ora un
mezzo attraverso cui diventare ricchi, mentre non c’è traccia del
desiderio di scoperta che un tempo animava i protagonisti dei film
con alieni. Questa attitudine e questa presenza extraterrestre
hanno però un valore molto più profondo e pericoloso, che ci
richiama all’attenzione sul modo di fare spettacolo oggi e sulle
modalità per cui il pubblico ne è il più delle volte fruitore
passivo. Allo stesso modo, Peele sembra voler riflettere sul valore
delle immagini, che devono oggi necessariamente essere della
miglior qualità possibile perché possano vantare un valore
economico. Ne parla avvalendosi del formato IMAX, che conferisce al
film, non a caso, una grandezza e una risoluzione spettacolare.
Daniel Kaluuya, Keke Palmer e Brandon Perea in una scena di
Nope.
Nope, il blockbuster estivo che il cinema
attendeva
Se Get
Out si concentrava sulla questione razziale, mentre
Us
sulla suddivisione in classi sociali presenti negli Stati Uniti,
Nope è dunque invece rivolto
all’industria dello spettacolo e al rapporto che gli spettatori
hanno con essa. Naturalmente tale tematica viene offerta attraverso
una serie di simbolismi e metafore, che rendono il film più
criptico e ambizioso rispetto ai due precedenti lungometraggi di
Peele. Stabilire un paragone tra i tre titoli lascia però il tempo
che trova, mentre è molto più produttivo riconoscere in
Nope l’accresciuta fiducia del regista
nei propri mezzi espressivi. Se a livello narrativo il film risulta
non sempre coeso, è il modo in cui la narrazione si sposa con le
scelte di messa in scena a rendere Nope
tanto affascinante.
Peele riesce infatti a sfruttare
ogni elemento scenografico, sonoro e visivo per dar vita ad
un’atmosfera particolarmente conturbante. Il film riesce così ad
incutere profondo terrore mostrando molto poco e a far ridere
grazie ad alcuni brillanti momenti accentuati dalla bravura degli
interpreti protagonisti. La Palmer, in particolare, ruba più di una
scena a tutti gli altri. Nopeè
dunque un film che oltre a riflettere sulla natura dello
spettacolo, vuole esso stesso essere uno spettacolo, quel
blockbuster estivo che il cinema e gli spettatori aspettavano. Per
i mezzi tecnici con cui è girato, per l’ampiezza spaziale delle sue
inquadrature e per l’aura di mistero che mantiene fino all’ultimo,
Nopeè davvero un film che
merita di essere visto sul grande schermo.
Celebre per le tante commedie
sentimentali interpretate, molte delle quali hanno concretamente
contribuito alla sua popolarità mondiale, l’attrice Kate
Hudson si è in particolare affermata grazia a
Come farsi lasciare in 10giorni. Diretto nel 2003 da
Donald Petrie, noto autore di opere di questo
genere, il film ha al suo centro la storia di una ricerca condotta
da un’intraprendente giornalista alla ricerca delle strategie
migliori con cui farsi lasciare dal proprio partner. Una ricerca
che la vedrà scontrarsi con un affascinante uomo che minerà le sue
certezze.
La storia è basata sull’omonimo
fumetto di Michele Alexander e Jeannie
Long. Di particolare successo, questo fu per diversi anni
al centro delle attenzioni degli studios cinematografici. In più
occasioni era infatti stato tentato di trarne una trasposizione per
il grande schermo, ma solo con l’ingresso nel cast di diversi
celebri interpreti di Hollywood questo ha potuto infine prendere
vita. Arrivato infine in sala, il film si è affermato come un
grande successo, arrivando ad un guadagno globale di circa 177
milioni di dollari, a fronte di un budget di 50. Anche la critica
apprezzò in parte il film, in particolare le interpretazioni dei
due protagonisti.
Prima di cimentarsi in una visione
di Come farsi lasciare in 10 giorni, però, è certamente
consigliabile approfondire ulteriori dettagli circa la sua trama e
il cast di attori che lo compone. Molte sono infatti le curiosità
legate proprio a tali aspetti, e che sarà possibile ritrovare qui
proseguendo nella lettura. Infine, si elencheranno le principali
piattaforme dove sarà possibile ritrovare il film per una comoda
visione in streaming. Si potrà così avere modo di riscoprire una
delle più celebri commedie sentimentali dei primi anni del
decennio, ancora oggi ricordata come tra le più rappresentative dei
suoi anni.
Come farsi lasciare in 10
giorni: la trama del film
Protagonista del film è la
giornalista Andie Anderson. Particolarmente
ambiziosa, questa lavora per il periodico femminile Compusure
Magazine, per il quale cura una rubrica di argomenti frivoli. Il
suo desiderio, in realtà, è quello di poter affrontare tematiche
più impegnative. L’occasione arriva infine nel momento in cui le
viene assegnato un articolo dal titolo “come farsi lasciare in
10 giorni“. Prendendo spunto dalla sfortunata storia d’amore
di una collega, Andie intraprende così un’approfondita ricerca dei
metodi più efficaci per essere mollati dal proprio partner. Se
porterà a termine con successo tale servizio, la direttrice
acconsentirà infatti a farle trattare temi più seri.
Durante tale ricerca, Andie finirà
per imbattersi nell’affermato agente pubblicitario Benjamin
Berry. La giornalista deciderà di avvalersi di lui per
mettere in pratica i trucchi per farsi lasciare. Ciò che non sa,
però, è che Benjamin è invece in cerca di una donna grazie alla
quale poter ottenere l’esclusiva su un’importante cliente. Se
dimostrerà di conoscere l’universo femminile, avrà infatti modo di
lavorare per un prestigioso produttore di diamanti. I due iniziano
così a frequentarsi, ignari delle rispettive intenzioni. Ben
presto, però, quello che era iniziato come gioco diventa sempre più
il principio di una romantica storia d’amore.
Come farsi lasciare in 10
giorni: il cast del film
Per dare vita ai personaggi
protagonisti del film, era indispensabile trovare i giusti
interpreti, che sapessero apportare una buona dose di carisma alle
rispettive parti. Inizialmente, per il ruolo di Andie era stata
considerata la premio Oscar Gwyneth
Paltrow, la quale però rinunciò a causa di altri
impegni. Ad ottenere il ruolo fu allora l’attrice Kate
Hudson, divenuta celebre qualche anno prima per il
film Quasi famosi, per il quale era stata nominata al
premio Oscar. Con Come farsi lasciare in 10 giorni ha
invece potuto affermarsi anche per le sue doti comiche, e molte
delle scene che la vedono protagonista sono inoltre state da lei
interamente improvvisate. L’attrice KathrynHahn, nota per aver recitato in Bad Moms,
è invece Michelle, la migliore amica di Andie.
Ad interpretare l’affascinante e
intraprendente Benjamin è invece Matthew
McConaughey, affermatosi in quegli anni grazie a note
commedie e film di vario genere. Proprio grazie a tale ruolo
l’attore finì con il consacrare la propria popolarità, recitando
poi in sempre più film fino a giungere alla vittoria all’Oscar nel
2014. Gli attori Adam Goldberg e Thomas
Lennon interpretano invece rispettivamente Tony e Thayer,
due amici stretti di Benjamin. Nei ruoli delle rivali sul lavoro di
questi, invece, si ritrovano le attrici Michael
Michele come Judy Spears e Shalom Harlow
come Judy Green. La pluripremiata attrice Bebe
Neuwirth è invece Lana Long, la direttrice del giornale
per cui lavora Andie. Robert Klein, invece, è
Phillip, il capo di Benjamin.
Come farsi lasciare in 10
giorni: il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Per gli appassionati del film è
possibile fruire di Come farsi lasciare in 10
giorni grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Il
film è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV,
Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà
sottoscrivere un abbonamento generale o noleggiare il singolo film.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si ha soltanto
un determinato periodo di tempo entro cui vedere il titolo. Il film
sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno lunedì 25
luglio alle ore 23:45 sul canale
La7.
L’amicizia tra gli esseri umano e
gli animali è stata raccontata più volte al cinema e negli ultimi
anni in particolare sono arrivati sul grande schermo alcune delle
coppie più imprevedibili di sempre. Da Belle & Sebastien fino
a L’incredibile storia di Winter il
delfino, questo genere di film suscita sempre un grande
fascino negli spettatori, dimostrando che spesso questo genere di
legami non hanno nulla da invidiare a quello tra due persone. Tra i
più recenti esempi di questo filone vi è Mia e il leone
bianco, film del 2018 diretto da Gilles de
Maistre a partire da una sceneggiatura di sua moglie
Pure de Maistre.
La coppia protagonista, come
suggerisce il titolo, è composta da una bambina di nome Mia e da un
raro esemplare di leone bianco. Tale colorazione è data da un caso
di polimorfismo genetico legato ad una condizione di leucismo, il
quale causa appunto un colorito pallido. Non esistono molti
esemplari di leoni di questo tipo, ma la maggior parte di questi si
trova in Sudafrica. Ed è lì che le riprese si sono svolte nel corso
di ben tre anni, permettendo così alla troupe di seguire lo
sviluppo del leone scelto per il film. Di produzione francese, il
film ha richiesto un budget di circa 9 milioni per poter essere
completato.
Un costo che si è rivelato però ben
investito, poiché al momento della sua distribuzione Mia e il
leone bianco è stato accolto con grande entusiasmo dalla
critica. Al box office è invece arrivato ad un guadagno di circa
36,4 milioni di dollari, divenendo il maggior successo francese del
suo anno. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori ed alla
vera storia dietro il film. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il titolo nel proprio catalogo.
Mia e il leone bianco: la
trama del film
Protagonista del film è Mia
Owen, una bambina che vive con la famiglia in Sudafrica,
dove i genitori possiedono un allevamento di leoni. Inizialmente,
per gestire tale attività, il padre John era
solito concludere una serie di accordi con dei cacciatori. Con il
passare del tempo però ha sviluppato un amore tale per quelle
creature da decidere di cessare ogni attività illegale. Mia,
naturalmente, è sempre stata tenuta all’oscuro di ciò, nel
tentativo di trasmetterle valori più positivi. È proprio in questo
contesto che la piccola stringe amicizia con
Charlie, un cucciolo di leone bianco. I due
diventano da subito inseparabili, trascorrendo molto tempo insieme
esplorando le terre circostanti.
Con il passare degli anni sia Mia
che il leone inevitabilmente crescono, e ciò genera non poche
preoccupazioni nei genitori. Pur amando quegli animali, sono
consapevoli della loro pericolosità e del loro istinto da
cacciatori che non può essere domato. Il padre decide pertanto di
vendere l’esemplare, al fine di proteggere sua figlia. Scoperta la
cosa, e in particolar modo chi dovrebbe essere l’acquirente, Mia
deciderà però di opporsi con tutte le sue forze alla cosa. Preso
con sé Charlie, i due fuggiranno verso una riserva naturale, al
fine di trovare lì riparto. Il viaggio per arrivarvi, tuttavia,
sarà tutt’altro che semplice.
Mia e il leone bianco: la vera storia e il cast del
film
Come anticipato, il film è stato
scritto da Pure de Maistre, moglie del regista, la quale ha
sviluppato la storia dopo aver fatto un viaggio in Sudafrica. Qui
ha avuto modo di visitare alcune riserve naturali contenenti questi
rari esemplari di leone bianco. Venuta a conoscenza della difficile
esistenza che tali esemplari hanno, tra cacciatori ed altri
problemi legati al branco, decise di scrivere una storia che
sottolineasse l’importanza della loro protezione. Per poter
realizzare il film, le riprese sono state supervisionate dallo
zoologo Kevin Richardson, il quale nel corso di tre anni ha aiutato
a costruire il rapporto tra un vero cucciolo di leone e la
protagonista. Per permettere di far sviluppare tale legame, era
infatti necessario che Charlie fosse un cucciolo, ancora privo dei
propri istinti.
Ad interpretare la giovane
protagonista, che cresce nel corso di tre anni insieme al leone
bianco, vi è Daniah De Villiers. Oltre ad essere
impegnata con le riprese, questa dovette trascorrere diverse ore al
giorno solo per poter stabilire un rapporto di fiducia con Charlie.
Attraverso varie attività i tre poterono realmente stringere
amicizia. Altrettanto dovette fare l’attore Ryan
MacLennan, interprete di Mick, il fratello di Mia. Ad
interpretare i due genitori, invece, si ritrovano due note
personalità. Il padre John ha infatti il volto di Langley
Kirkwood, noto anche per i film Invictus –
L’invincibile e Dredd – Il giudice
dell’apocalisse. Nei panni di Alice, la madre di Mia, vi è
invece l’attrice francese Mélanie
Laurent, divenuta celebre per il personaggio di
Shoshanna nel film Bastardi senza gloria.
Mia e il leone bianco: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Mia e il leone
bianco è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un
dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è
inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 25
luglio alle ore 21:25 sul canale
Rai 1.
Un nuovo inizio, verso un futuro di
speranza, dopo due anni particolarmente difficili, è questo che si
prefigge di essere la SIC: 37° Settimana internazionale
della Critica. Cristiana Paternò,
Presidente del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani
(SNCCI), e Beatrice Fiorentino, Delegata Generale
della 37. Settimana Internazionale della Critica, hanno presentato
un programma ricco e interessante, che propone sogni e colori,
l’augurio di tornare a vivere la comunità.
Come quello che racconta il poster
di questa edizione, realizzato da Emiliano
Mammucari, Mauro Uzzeo e Fabrizio
Verrocchi: una Furiosa fluida, rock, in mezzo alla gente e
a sguardi, volti e storie che cominciano a ricolorarsi, in
continuazione narrativa con il poster dello scorso anno,
completamente in bianco e nero, realizzato dalla stessa squadra
creativa con l’intenzione di portare avanti un racconto unico, che
da Embracing Again, il tornare in sala a
riabbracciarsi, prosegue con Creature in Eterno
Movimento, il ritorno all’esistenza, al racconto, alla
strada da percorrere.
“Lo sguardo del cinema
contemporaneo si sofferma, ora più che mai, sull’essere,
sull’esistere nonostante tutto. Siamo storie in movimento e
scorriamo libere tra le strade, incrociandoci tra i conflitti,
sfiorandoci nelle intenzioni, guardandoci per un istante appena e
cercando tra gli sguardi la risposta a tutto quello che
verrà.”
SIC: 37° Settimana internazionale
della Critica – il poster
La presentazione del programma della
SIC si è aperta con un appello da parte di Paternò, in difesa e
sostegno di Jafar Panahi, Mohammad Rasoulof e
Mostafa Aleahmad, registi iraniani imprigionati
dal paese per aver “scritto una lettera“, ovvero per aver
commesso un reato di opinione, “condannati al carcere senza
processo, atti di provocazione contro la comunità di di
intellettuali iraniani.”
Quando si parla di nuovo percorso si
parla anche di innovazione e così SIC: 37° Settimana
internazionale della Critica ha presentato anche il suo
nuovo logo, che rappresenta un’apertura verso il futuro.
“Il
pennino indicava solo la critica scritta –
spiega Paternò
– Oggi con il multimediale vogliamo guardare avanti. Ma con un’idea
di dialogo, il logo è uno schermo aperto, una rottura della quarta
parete, il desiderio di comunicare tra critica, autori e
spettatori.”
Oltre al logo SIC rinnova anche gli
spazi e la sigla. Nasce la Casa della Critica, uno spazio dedicato
a incontri, delegazioni e sponsor, mentre la nuova sigla,
realizzata da Frame by Frame, che ha sviluppato la
prima sigla realizzata con l’ausilio dell’intelligenza artificiale.
“L’idea sperimentale è stata accolta con entusiasmo,
confermando ancora una volta lo spirito di rinnovamento che
definisce da sempre la SIC come luogo per eccellenza deputato alla
scoperta di nuovi talenti.” Si legge nel comunicato
stampa.
La Delegata Fiorentino ha poi
presentato il programma del concorso di lunghi e corti, dicendosi
molto emozionata per questa ripartenza, questo “ano zero”.
“Il 2022 è un anno zero da cui ripartire, perché siamo
consapevoli che veniamo da due anni molto difficili segnati da
pandemia e calamità – ha spiegato Beatrice
Fiorentino – E questa vuole essere una sorta di
reazione. Siamo quindi proiettati verso quello che sarà, non verso
quello che è stato. Nella scelta delle pellicole della nostra
selezione, siamo andati
in direzione di una possibile rinascita, fosse anche solo un
augurio viscerale di pancia e cuore, sperando che tra qualche mese
ci siamo lasciati tutto alle spalle.”
Dopo il periodo di buio, il comitato
di selezione è andato in una direzione opposta, “andiamo verso
colore, spazio aperto, comunità – continua Fiorentino – I
personaggi della selezione sono tutti idealisti e sognatori, tutti
lottano per un futuro migliore. E inclusiva è stata anche la SIC,
dal punto di vista di registi, di attori, con titoli accoglienti e
accessibili, senza perdere in complessità. Questo vuole essere un
segnale di fiducia nei confronti dell’industria che in questo
momento è particolarmente in difficoltà. È una SIC che va verso il
pubblico ed è radicalmente queer. Questa è
diventata LA questione: il dato politico è che lo schema binario
maschile femminile è superato. Questi film sono stati scelti perché
sono belli, abbiamo riconosciuto in loro un segno importante,
perché prevediamo per i registi che li hanno realizzati un grande
futuro e perché insieme offrono una lettura ampia della
realtà.”
SIC: 37° Settimana internazionale
della Critica, il programma
CONCORSO
Anhell69 di
Theo Montoya (Colombia): nasce nella giovane
comunità queer di Medellin, ma non è un documentario. È un viaggio
sentimentale tra corpi e fantasmi, una città violenta tra sogni e
prospettive. La fotografia di una generazione senza futuro ma che
non perde la speranza e il sogno, è una dichiarazione d’amore per
il cinema, laddove intorno c’è morte, il cinema salva le vite.
Beating Sun – Tant que le
soleil frappe di Philippe Petit
(Francia): è il perno intorno al quale gira il programma. La storia
di un architetto che ha il sogno di riqualificare la piazza di un
quartiere di Marsiglia. Questo sogno di tornare alla piazza, e alla
vita insieme, in uno spazio simbolico ma concreto, racconta
benissimo il nostro presente. Un esempio di cinema civile e
politico, che invita al ritorno alla comunità.
Dogborn di
Isabella Carbonell (Svezia): racconta la storia di
due gemelli, fratello e sorella senza tetto, due randagi della vita
che lottano per il loro futuro in una società durissima. Il film
nasce da esperienza raccolta in prima persona. Il film è sempre
attaccato ai corpi, raccoglie segnali, urla e silenzi, un racconto
di esclusi, una discesa all’inferno ma anche una possibile
rinascita.
Eismayer di
David Wagner (Austria): un esordio stilisticamente
molto maturo, rigoroso e pudico. Si lavora sulle ellissi e per
sottrazione, ispirato a persone vere. Eismayer è un ufficiale
dell’esercito, un uomo d’acciaio, gay, che si trova di fronte ad
una scelta importante nella sua vita. La cosa interessante è la
padronanza assoluta dei codici del cinema di genere. Rom-com
etero-normata e contemporaneamente soldier movie, il film riscrive
i codici del linguaggio sullo schermo.
Have you seen this Woman? –
Da li ste videli ovu zenu? di Dusan Zoric
e Matija Gluscevic (Serbia): è il più spiazzante
della selezione, sono tre declinazioni di un possibile femminile,
sempre scomodo e corrosivo. C’è questo corpo politico, per il suo
ingombro, è un corpo non conforme e ribelle, alla conquista dello
schermo e del suo spazio nel mondo, una donna che fugge dal ruolo
che la società le vuole imporre. Il film può infastidire ma non
lasciare indifferenti.
Margini di
Niccolò Falsetti (Italia): il colpo di fulmine,
una cotta adolescenziale. Cinema popolare ambientato nella
provincia toscana alla fine degli anni 2000. Una commedia punk,
sincera e vitale. Anche i protagonisti di questo film sono dei
sognatori. sono tre e hanno una band ma non riescono a sfondare. Il
film fa divertire e sorridere ma offre anche uno specchio in questi
ambiziosi protagonisti che devono fare i conti con una realtà che
sta loro stretta. Sguardo pop e affettuoso, ma anche politico.
Skin Deep di
Alex Schaad (Germania): è il film più radicale,
spiazzante, con atmosfere alla Midsommar con un
gioco di identità che si mescolano. Una folgorazione per questa sua
difficile classificazione, è un thriller psicologico o filosofico o
un potenziale body horror che evolve in un estremo atto d’amore. il
film è soprattutto una riflessione transgenere, sulle leggi
dell’attrazione dei corpi. Il film sfida le convenzioni dallo
schema della binarietà.
FUORI CONCORSO
Film d’apertura
Three Nights a Week – Trois
nuits par semaine di Florent Gouelou
(Francia): andiamo verso luce, colore e amore. Un proseguimento
naturale dell’apertura della selezione dei corti, il tema è
l’identità attraverso il corpo e il racconto di sé attraverso
l’immagine, una storia d’amore nel mondo delle drag queen visto
dall’interno.
Film di Chiusura
Queens – Malikates
di Yasmine Berkiran (Marocco): racconta di tre
donne in fuga dalla polizia, un viaggio verso le coste
dell’Atlantico e verso una possibilità di futuro, che dietro una
apparenza di leggerezza, abbraccia temi importanti. Essere
femministe in Marocco è un po’ più difficile che esserlo in Italia,
il film è anche un inno alle donne del cinema.
Proiezione Speciale (in
collaborazione con Venezia 79)
Blood – O Sangue di Pedro
Costa (Portogallo): versione restaurata del film.
CORTOMETRAGGI
Concorso
Albertine Where are you? di Maria
Guidone: filmmaker puglierse con una sensibilità fuori dal
comune. Maria ci porta al tempo di un’estate e di un amore non
convenzionale, sulla scia di Proust.
Come le lumache – Like Snails di
Margherita Panizon: un coming of age
stracolmo di grazia, di una freschezza autentica e aurorale, con
temi tutt’altro che banali, attraverso l’incontro di due diversità,
di due solitudini, di due ragazzini che si specchiano l’uno
nell’altro. Il corto racconta l’eterno dramma delle
migrazioni.
Nostos di Mauro Zingarelli:
fantascienza distopica, un racconto proiettato nel futuro, nei
panni di due riciclanti che lottano per la sopravvivenza, nella
speranza di un mondo migliore.
Puiet – Sapling di Lorenzo
Fabbro e Bronte Stahl: un piccolo
documentario e insieme un racconto contemporaneo, ambientato nella
quotidianità della Transilvania, in cui un ragazzino di campagna è
ansioso di diventare grande e di trovare il suo posto tra gli
adulti. Parabola intima di chi cerca il suo posto nel mondo.
Reginetta di Federico
Russotto: body horror. Si muove con destrezza nelle
coordinate del cinema di genere e sceglie di ambientare nel passato
temi attualissimi. Aspettative sul corpo della donna, modello di
bellezza, l’avidità e l’ambizione. Tutto diventa un incubo per la
protagonista.
Resti – Remains di Federico
Fadiga: si lavora su una materia quasi dimenticata che si
chiama emozione, si lavora sulla memoria e sul segno, sul tempo che
passa e l’emozione che resta che dice molto di più di quello che
mostra.
La stanza Lucida – Lucid room di
Chiara Caterina: Caterina è una creatrice di
immagini-cinema, sa cogliere il perturbante nella quotidianità, le
modalità di racconto sono spiazzanti e sorprendenti. Un uomo
tornato a casa dopo la fine di un amore ed elabora quel dolore
attraverso un sogno lucido.
Fuori Concorso
Corto di apertura
Pinned into a dress di Gianlcua
Matarrese e Guillame Thomas: Il film ha
molto a che fare con il discorso sulla mortificazione del corpo. Al
centro Miss Fame (nome d’arte di Kurtis Dam-Mikkelsen), con il
rapporto sadomaso con il suo corpo, un’identità fluida e il proprio
futuro. Fare i conti con la costante narrazione di sé e le zone
d’ombra dietro a una vita sotto i riflettori.
Corto di chiusura
Happy Birthday di
Giorgio Ferrero: Piccola storia al femminile in un
mondo funestato da pandemia e guerra, una possibile speranza arriva
dalla connessione spontanea con la rete di due giovani donne
accomunate da un ideale di pace e da una stranezza, il compleanno
il 29 febbraio. Girato a Mosca nel marzo del 2022, tutto realizzato
da remoto, tra Italia e Uzbekistan.
Con poche eccezioni, i titoli della
selezione provengono principalmente dall’Europa, come già
verificatosi nella selezione della Quinzaine des
réalisateurs di Cannes 2022. Secondo Beatrice Fiorentino la
mancanza di proposte da altre parti del mondo è sintomatica di un
nuovo stato delle cose: “Credo sia logico dedurre che le
difficoltà che stiamo attraversando (effetti della pandemia
sull’industria dell’audiovisivo) avranno un certo peso in alcuni
Paesi ricchi e un altro peso in Paesi in cui c’è già un tessuto
economico debole. A questo si aggiungono anche problemi politici e
culturali, che in alcuni casi inaspriscono la situazione.”
L’incontro si è concluso con la
dedica di questa edizione della SIC a Mantas
Kvedaravicius, il regista lituano “deceduto a soli 45
anni in Ucraina, durante una guerra assurda che si consuma alle
porte dell’Europa nel 2022.”
La SIC: 37° Settimana
internazionale della Critica si svolgerà dal 31
agosto al 10 settembre 2022.
Dopo un panel al Comic-Con nella
Hall H, il primo teaser trailer è stato diffuso per la terza
stagione di Star
Trek: Picard e stiamo ricevendo alcune
importanti omaggi da Star Trek: The Next Generation
.
Girata in sequenza con la seconda stagione di Star
Trek: Picard , lo spettacolo tornerà l’anno prossimo…
così come alcuni nomi familiari. Come puoi vedere, Geordi La Forge
di LeVar Burton, Worf di Michael
Dorn, William Riker di Jonathan Frakes,
Dr. Beverly Crusher di Gates McFadden, Deanna Troi
di Marina Sirtis, Seven of Nine di Jeri
Ryan e Raffi di Michelle Hurd saranno tra
coloro che si uniranno a Sir
Patrick Stewart nella serie.
Brent Spiner, che
ha interpretato Data in Star Trek: The Next Generation, tornerà
come “un vecchio nuovo personaggio”.“Non volevamo avere cameo, ma ruoli seri”, ha
detto il produttore Alex Kurtzman ai fan
presenti. “All’inizio della stagione, la troupe si
trova in luoghi diversi della galassia. Lentamente li vediamo
riunirsi. Patrick ha detto: ‘Voglio fare questo spettacolo, non
voglio ripetere le vecchie cose.'”
Sir
Patrick Stewart è intervenuto per dire:
“Mi sono reso conto che stavo iniziando a conoscere
Jean-Luc Picard, a un punto in cui non sapevo da dove avesse
iniziato e Patrick Stewart l’ha interrotto. Sono stato venduto
perché l’enfasi era su “Chi è Picard?’ Perché non lo
sappiamo”.“Per quanto riguarda la terza
stagione” , ha continuato il leggendario
attore, “deve riconoscere che c’è stato un
incidente nella sua giovinezza che lo aveva scosso così
profondamente”. Il trailer presenta il dialogo di ogni
eroe di ritorno, culminato in un messaggio dello stesso Picard:
“Finché tu e il tuo equipaggio rimarrete saldi… non siete
mai senza speranza”.
Star Trek:
Picard presenta
Patrick Stewart che riprende il suo ruolo iconico di
Jean-Luc Picard, che ha interpretato per sette stagioni in “Star
Trek: The Next Generation”, e segue questo personaggio iconico nel
prossimo capitolo della sua vita. La serie è prodotta da CBS
Studios in associazione con Secret Hideout e Roddenberry
Entertainment. Per la terza stagione, Alex Kurtzman,
Akiva Goldsman, Terry Matalas, Patrick Stewart, Heather Kadin,
Aaron Baiers, Rod Roddenberry, Trevor Roth, Doug
Aarniokoski e Dylan Massin sono i
produttori esecutivi. Terry Matalas è lo showrunner della
terza stagione.
White Noise, scritto e diretto da Noah
Baumbach, con
Adam Driver, Greta
Gerwig,
Don Cheadle, Raffey Cassidy, Sam Nivola, May Nivola, Jodie
Turner-Smith, André L. Benjamin e Lars
Edinger è il film di apertura, in Concorso, della 79.
Mostra Internazionale d’Arte
Cinematografica della Biennale di Venezia, diretta da Alberto
Barbera (31 agosto – 10 settembre 2022). Si tratta del ritorno al
Lido di Noah Baumbach, dopo aver presentato nel
2019 Storia di un Matrimonio.
“È un grande onore aprire la 79.
Mostra di Venezia con White Noise – dichiara il Direttore
Alberto Barbera – Valeva la pena di aspettare per avere la
certezza che il film fosse finito in tempo. Adattata dal grande
romanzo di Don DeLillo, Baumbach ha realizzato un’opera originale,
ambiziosa e avvincente, che gioca con misura su più registri:
drammatico, ironico, satirico. Il risultato è un film che esamina
le nostre ossessioni, i dubbi e le paure radicate negli anni ’80,
ma con riferimenti molto chiari alla realtà
contemporanea.”
“È davvero meraviglioso tornare
alla Mostra di Venezia – dichiara Noah Baumbach – ed è un
incredibile onore portare White Noise come film della serata di
apertura. Questo è un luogo che ama tanto il cinema, ed è
un’emozione e un privilegio unirsi agli incredibili cineasti che
hanno presentato qui i loro film”.
White Noise sarà
proiettato mercoledì 31 agosto 2022 nella Sala Grande del Palazzo
del Cinema (Lido di Venezia), nella serata di apertura della 79.
Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica. White
Noise è distribuito da Netflix.
White Noise, il film
Allo stesso tempo esilarante e
terrificante, lirico e assurdo, ordinario e apocalittico, White
Noise racconta i tentativi di una famiglia americana contemporanea
nell’affrontare i conflitti mondani della vita quotidiana, alle
prese con i misteri universali dell’amore e della morte, e la
possibilità della felicità in un mondo incerto.
Basato sul libro di Don
DeLillo, scritto per lo schermo e diretto da Noah
Baumbach, prodotto da Noah Baumbach
(p.g.a) e David Heyman (p.g.a.). Prodotto da Uri
Singer.
Sabato sera la HBO ha tenuto un
panel per la serie prequel de Il Trono di
SpadeHouse
of the Dragon al Comic-Con, e i fan che sono
stati fortunati nel riuscire ad entrare nella Hall H sono stati
privilegiati nel vedere un trailer esteso inedito. Il
contributo non è stato rilasciato online in quel momento, ma dopo
essere stato presentato in anteprima durante la programmazione
della Shark Week di Discovery ieri sera, questa mattina è
finalmente sui social media e su YouTube. Nonostante sia per lo più
identico al trailer che abbiamo ottenuto prima dei festeggiamenti a
San Diego, ci sono anche molte riprese estese e mai viste
prima.
Ci sono alcuni scorci intriganti di una giovane Rhaenyra e
Alicent Hightower, mentre Viserys avverte qualcuno che il Trono di
Spade è “il posto più pericoloso del
regno”. Rhaenyra, che dovrebbe essere la
protagonista di House
of the Dragon, nel frattempo, ottiene la migliore
battuta del trailer quando dice: “I Targaryen
sono più vicini agli dei che agli uomini”. House of the
Dragon, l’attesissima serie HBO che debutterà in esclusiva su
Sky e in streaming solo su NOW il 22 agosto
House of the Dragon, la serie
tv
House
of the Dragon è l’annunciato prequel ambientato poche
centinaia di anni prima degli eventi di “Game of Thrones” e
racconta la storia di House Targaryen. Dovrebbe andare in onda
nel 2022. HBO ha dato allo show un ordine di 10 episodi, con
il casting iniziato durante l’estate. Martin ha co-creato la
serie con Ryan Condal, con lo spettacolo basato
sul libro di Martin “Fire & Blood“. Miguel
Sapochnik e Condal saranno co-showrunner e produttori esecutivi
insieme a Martin e Vince
Gerardis. Sara Lee Hess sarà anche
scrittrice e produttrice esecutiva. Sapochnik dirigerà anche il
pilota e gli episodi aggiuntivi. In precedenza ha diretto sei
episodi di “Game of Thrones”, tra cui “Hardhome”, “Battle of the
Bastards” e “Winds of Winter”.
In dieci episodi girati nel Regno
Unito, House of the
Dragon vanta un grande cast che include fra
i protagonisti Paddy Considine,
Matt Smith, Olivia Cooke, Emma D’Arcy, Steve Toussaint, Eve
Best, Fabien Frankel, Sonoya Mizuno,
Rhys Ifans. Nel cast anche Milly Alcock,
Bethany Antonia, Phoebe Campbell, Emily Carey, Harry Collett, Ryan
Corr, Tom Glynn-Carney, Jefferson Hall, David Horovitch, Wil
Johnson, John Macmillan, Graham McTavish, Ewan Mitchell, Theo Nate,
Matthew Needham, Bill Paterson, Phia Saban, Gavin
Spokes, Savannah Steyn.
Co-creatore e produttore esecutivo
della serie George R.R. Martin; co-creatore, co-showrunner,
produttore esecutivo e sceneggiatore Ryan Condal; co-showrunner,
produttore esecutivo e regista Miguel Sapochnik; produttore
esecutivo e sceneggiatrice Sara Hess; produttori esecutivi Jocelyn
Diaz, Vince Gerardis, Ron Schmidt; registi Clare Kilner, Geeta V.
Patel; regista e co-produttore esecutivo Greg Yaitanes. Tratto dal
romanzo “Fuoco e Sangue” di George R.R. Martin.
In merito alla vicenda nessun altro
aggiornamento è arrivato. Invece ieri su twitter a parlare
dell’assenza di annunci su Supermen ha
parlato l’affidabilescooperViewerAnonvia Twitter
rivelando alcune voci (non confermate) riguardo alla situazione non
propriamente idilliaca tra la Warner Bros. e Henry Cavill. Aggiungendo
anche che ha sentito dire che Cavillstesso ad oggi
potrebbe essere “riluttante” a tornare ad interpretare il ruolo di
Superman. Al momento queste sono solo voci, nulla di
confermato, quindi non sappiamo cosa vogliano dire.
Resta il fatto che comunque
altre fonti affidabili hanno più volte ribadito chela
Warner Bros. stia facendo una sorta di sforzo per riportare
Henry Cavill a bordo poiché “gli hanno chiesto
di tornare in più occasioni”, ma sembra che l’attore potrebbe non
essere del tutto soddisfatto con il modo in cui il suo personaggio
è stato trattato finora dallo studio o potrebbe effettivamente
essere stufo del ruolo e potrebbe volersi concentrare soprattutto
suThe Witcher.
VA dice di aver sentito ragioni diverse da fonti diverse, con
alcuni che affermano di l’attore voglia un controllo più creativo
sul futuro di Kal-El e altri che affermano che non
è contento dell’offerta di contratto che la Warner Bros. gli ha
fatto per le apparizioni future. Ad ogni modo, non sembra che
avremo una risoluzione sulla questione in tempi brevi, dunque non
resta che aspettare ulteriori sviluppo e possibilmente
aggiornamenti ufficiali.
Tra a luna lista di annunci fatti
durante il panel del Comic-Con di San Diego dei Marvel Studios, la società ha anche lasciato
alcuni misteri da svelare in futuro, poiché lo studio ha confermato
sei date per film attualmente sconosciuti. Poco dopo che il panel
si è concluso con la rivelazione del trailer
di Black
Panther: Wakanda Forever, la Disney ha pubblicato un
elenco di sei date che ha pianificato per i futuri film del
Marvel Cinematic
Universe. Le date vanno dall’inizio del 2025 fino
alla fine del 2026 e probabilmente comprenderanno gran parte della
quinta e sesta fase dei contenuti dello studio. Il palinsesto dei
film è il seguente:
Sebbene non ci siano informazioni
concrete su quali saranno esattamente questi film, sappiamo
che due
nuovi film
di Avengers, The
Kang Dynasty e Secret Wars, si
inseriranno tra le date del 25 luglio 2025 e del 13 febbraio 2026,
offrendo potenzialmente ai fan un suggerimento su come si
svolgeranno i film futuri man mano che ci avviciniamo a quelle
date. Nel frattempo, vi invitiamo a continuare a seguirci perché
manca poco al D23 Expo, che si terrà dal 9 al 10 settembre 2022, e
probabilmente presenterà ancora una volta i Marvel Studios e i suoi piani per
il futuro.
I dettagli ufficiali della trama
sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del
MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità
del suo personaggio, T’Challa. Black
Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11
novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio
interpretato al compianto Chadwick
Boseman nel primo film, non verrà interpretato da
un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si
concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri
personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.
Letitia Wright (Shuri), Angela
Bassett (Ramonda), Lupita
Nyong’o (Nakia), Danai
Gurira (Okoye), Winston
Duke (M’Baku) e Martin
Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei
rispettivi personaggi interpretati già nel primo film.
L’attore Tenoch Huerta è in trattative
con i Marvel Studios per
interpretare il villain principale del sequel.
Nonostante il fatto che bisognerà
aspettare ancora tre mesi per l’uscita in sala, Black
Adam è già finito ed è stato proiettato per il
cast. Il film, l’ultima entrata nel DCEU, vede Dwayne
Johnson debuttare nel ruolo del personaggio principale in
un film che l’attore ha promesso
sposterà gli equilibri di potere nel DCEU. Abbiamo visto il
primo trailer del film a giugno 2022, mentre nel corso del
Comic-Con di San Diego, abbiamo visto una Sneak
Peek.
Si diceva per la prima volta che
Johnson avrebbe interpretato il ruolo di Black
Adam nel lontano 2007, quando il piano era che
apparisse come il cattivo in un film di Shazam!. Johnson ha firmato ufficialmente
nel 2014 ed è stata presa la decisione di trasformare
Black
Adam in un film indipendente. L’uscita del film era
originariamente prevista per il 21 dicembre 2021, ma è stata
posticipata a causa della pandemia di COVID-19 al 29 luglio 2022.
Tuttavia, all’inizio di quest’anno la Warner Bros. ha ritardato
Black
Adam al 21 ottobre 2022.
Al Comic-Con di San Diego, il
regista di Black
Adam, Jaume Collet-Serra, ha rivelato
che il film è bloccato ed è stato completato il 22 luglio, un
giorno prima del panel del Comic-Con. Mentre le riprese del film si
sono concluse nell’agosto 2021, a maggio 2022 ci sono state delle
riprese agiuntive, appena un mese prima del Comic-Con. Il regista
rivela che il cast di Black
Adam ha già visto il film.
Il cast completo
di Black
Adam, oltre a Dwayne
Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo,
annovera anche Noah
Centineo (Atom Smasher), Quintessa
Swindell (Cyclone), Aldis
Hodge (Hawkman) e Pierce
Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno
anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis,
e Marwan Kenzari, che sarà invece
l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato
ancora svelato).
Black
Adam, che sarà diretto da Jaume
Collet-Serra (già dietro Jungle
Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non
pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre,
la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e
costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del
film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black
Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.
Il progetto originale della Warner
Bros. su Shazam!aveva
previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua
nemesi, Black
Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura
per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla
sua origin story. A quanto pare, il film
su Black
Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei
primi anni duemila.
Il capo dei Marvel Studios, Kevin Feige,
ha spiegato durante le interviste al San Diego Comic-Con 2022
perché ci sono meno film di Avengers nella
Multiverse Saga, il prossimo set di film
formato dalle fasi 4, 5 e 6 del Marvel Cinematic Universe. Da
quando si sono riuniti per la prima volta nel 2012 durante la
Battaglia di New York, i più potenti eroi della Terra si sono
affermati come la principale squadra di supereroi del MCU. Dopo la Infinity
Saga, tuttavia, lo stato dei Vendicatori è
sconosciuto.
L’attesa per la prossima incursione
cinematografica della squadra, in qualunque forma essa si presenti,
durerà ancora un po’ perché
Avengers: the Kang Dynasty non uscirà fino alla fine
della Fase 6 a maggio 2025. Inoltre, i Marvel Studios hanno in programma
di distribuire il sequel, Avengers:
Secret War, nell’arco di pochi mesi, a novembre 2025.
I due epici film sono stati tra i tanti progetti annunciati
durante il panel Marvel Studios al San Diego
Comic-Con 2022. Quando l’intera Multiverse Saga sarà finita, le fasi 4, 5 e 6
saranno composte solo due film di Avengers, la
metà rispetto ai quattro di Infinity Saga.
Interrogato su questa disparità,
Feige ha spiegato che tutto si riduce a quanto velocemente è stata
la loro narrazione per la Multiverse Saga. Poiché in un anno escono più
progetti – nelle sale e sul servizio di streaming Disney+ – le fasi tendono ad essere più
brevi, ma non possono concluderle tutte con un film sugli Avengers,
così come quello che hanno fatto nella Infinity
Saga. Quindi, hanno deciso di distribuire
Avengers: the Kang Dynasty e Avengers:
Secret War uno dopo l’altro nel 2025, mentre alcuni
film intermedi saranno crossover o formazioni di squadre.
“Beh, penso che impariamo
qualcosa da ogni progetto che facciamo. Ma come stavamo preparando
e anche tre anni fa presentando la Fase 4, non abbiamo tracciato
tutto quello che succederà, ma la maggior parte. Sai, qui siamo in
un territorio molto diverso rispetto alle Fasi 1, 2 e 3. Ci sono
più progetti e meno anni e quindi non sembrava giusto arrivare al
culmine… sai, non culmineremo la storia ogni 10 mesi in un film di
Avengers . E ciascuno dei film stessi ora è diventato piuttosto
grande e sono eventi crossover in molti modi. E dopo l’esperienza
creativa che abbiamo avuto con Infinity War e
Endgame, sembrava che si trattasse di chiudere una
saga. E volevamo tenere i film degli Avengers come conclusione di
una saga vera e propria. Ed è proprio quello che volevamo
presentare oggi”.
Il primo trailer di Black Panther: Wakanda Forever è stato senza
dubbio il momento più alto del panel Marvel Studios al San Diego ComicCon 2022.
L’emozionante ricordo di Chadwick Boseman che si respira in ogni
momento del video (e immaginiamo sarà così anche per il film), la
presentazione di Namor e di Riri Williams, il ritorno nel Wakanda,
la bellezza e la potenza stessa del trailer lo hanno reso davvero
un momento altissimo.
Il trailer di Black Panther: Wakanda Forever si apre con
scene di dolore mentre i cari di T’Challa piangono la sua
scomparsa. La Marvel deve ancora confermare il
motivo della morte di Re T’Challa nel MCU, anche se ci sono state voci
che sarebbe morto di cancro, come lo stesso Chadwick Boseman.
Le prime riprese del trailer
mostrano Shuri, e successivamente Ramonda, in lutto su una
spiaggia. Curiosamente, l’architettura sullo sfondo è in qualche
modo più evocativa del Sud America che dell’Africa, quindi queste
scene potrebbero non essere ambientate in Wakanda.
Ramonda siede sul trono del
Wakanda
La tragica morte di
T’Challa è ancora più difficile perché Killmonger ha distrutto
tutti i ceppi dell’Erba a Forma di Cuore, il che significa che la
linea delle Black Panthers potrebbe essere potenzialmente alla
fine. Dopo la morte di suo figlio, Ramonda sale al trono,
diventando regina del Wakanda.
Ma il trailer di Black Panther: Wakanda Forever chiarisce
abbondantemente che il suo cuore non è presente, la donna è
lacerata dal dolore. È possibile che Ramonda sia sopravvissuta allo
schiocco di Thanos in Avengers: Infinity War, il
che significherebbe che aveva già sofferto per T’Challa una volta,
per poi vederlo tornare; la sua morte sarebbe quindi uno scherzo
del destino particolarmente crudele.
Il funerale di T’Challa
Il trailer di Black Panther: Wakanda Forever mostra diversi
momenti che fanno chiaramente parte della scena del funerale di re
T’Challa. Molte tradizioni funebri africane includono un aspetto
celebrativo, ricordando a coloro che sono rimasti indietro la
ricchezza della vita, mentre la danza può servire a fornire al
defunto “piedi leggeri” per entrare nel mondo degli spiriti.
È possibile che Black Panther 2 introdurrà la
Necropoli, la Città dei Morti Wakandiana, dove nei fumetti sono
sepolte le precedenti Pantere protettrici del regno.
La sala del trono presente un
restyling straziante
Le nuove colonne nella
sala del trono sono un memoriale di T’Challa. Si leggono
“T’Challa, Il nostro Eroe, un onore…”
Le foto del set hanno mostrato altre
porzioni della sala del trono, confermando che sulle colonne si
legge per intero un toccante messaggio; “Riposa al potere, re
T’Challa, il nostro eroe, è stato un onore, riposa al potere.”
Sembra che Ramonda sarà circondata dal suo dolore nella sua stessa
sala del trono.
Il trailer sembra mostrare la
nascita di Namor
Black
Panther: Wakanda Forever segnerà il debutto nel
MCU di Namor the Sub-Mariner. Nei fumetti, Namor è il
figlio di un padre umano e di una principessa atlantidea. Sembra
che il film includerà dei flashback che esplorano l’intera vita del
Sub-Mariner, perché il trailer include uno scorcio di quella che
sembra essere la sua nascita.
Il regista Ryan
Coogler vuole chiaramente che Namor sia un personaggio con
cui si può entrare in sintonia, anche se in genere nei fumetti è un
antagonista in termini di relazione con il Wakanda.
Namor sarà il re di Atlantide?
Namor
the Sub-Mariner è un classico personaggio Marvel, a volte un supereroe che ha
comunque una feroce rivalità con Black Panther nei fumetti. Il
Namor di Tenoch Huerta è presentato in abiti
cerimoniali che hanno un aspetto che ricorda la cultura Maya, forse
suggerendo che la Marvel abbia spostato il Regno di
Atlantide lontano dalle sue posizioni tradizionali – nel Medio
Atlantico o nell’Egeo – e lo abbia posizionato più vicino al Sud
America.
Gli scienziati hanno infatti trovato
città affondate nei Caraibi, risalenti forse fino a 4.500-8.000
anni fa, quindi questo trasferimento potrebbe potenzialmente essere
basato sui fatti reali. La Marvel ha probabilmente cambiato un
po’ le cose per evitare confronti diretti con Aquaman della
DC.
Gli Atlantidei vivono in pace con
il mondo oceanico
Che si tratti di
Atlantide o meno, la razza subacquea vista nel trailer vive
chiaramente in armonia con il mondo naturale, il che li rende un
interessante specchio dello stesso Wakanda.
La lista di Fase 4 del MCU è stata particolarmente
interessata all’introduzione di razze, società e culture nascoste,
e questo sembra una delle aggiunte più caratterizzanti, fino ad
oggi. Il tempismo di Black Panther: Wakanda Forever è
particolarmente interessante, in arrivo poco prima di un’altra
avventura sottomarina:
Avatar: la via dell’acqua.
Una spedizione subacquea provoca
conflitto
Si vocifera da tempo che
il conflitto tra Wakanda e Atlantide sia innescato da una
spedizione sottomarina che lo scatena. Quest’idea è apparentemente
confermata dal trailer di Black Panther: Wakanda Forever, che solleva
domande intriganti sul motivo per cui il Wakanda sta lanciando
spedizioni sul fondo del mare.
Le voci hanno suggerito che i
Wakandiani stiano cercando il vibranio, avendo rilevato prove di un
deposito sottomarino che – sebbene non lo sappiano – si trova
vicino ad Atlantide. Se questi report sono corretti, è probabile
che i Wakandiani sperino che le radiazioni del vibranio abbiano
mutato parte della flora e della fauna dell’oceano, creando un
sostituto dell’erba a forma di cuore. Curiosamente, questa
spedizione sembra essere attaccata prima dai soldati piuttosto che
dagli Atlantidei, suggerendo che c’è anche una dimensione
geopolitica in questa storia.
La sala del trono del Wakanda è
devastata da fuoco e acqua
Una scena particolarmente
scioccante nel trailer di Black Panther: Wakanda Forever mostra la sala
del trono del Wakanda devastata sia dalle fiamme che dalle
inondazioni.
L’immagine ricorda la distruzione
dei ceppi di erbe a forma di cuore in Black
Panther, suggerendo simbolicamente la distruzione del
Wakanda. Il titolo del film potrebbe essere “Wakanda Forever”, ma
questa inquietante ripresa suggerisce che la nazione soffrirà
molto.
Riri Williams e Shuri nel suo
laboratorio
Black
Panther: Wakanda Forever introdurrà Dominique
Thorne nei panni di Riri Williams (nome in codice Ironheart), una giovane geniale che sembra
essere buona amica di Shuri.
Nei fumetti, Riri era un’adolescente
del MIT che ha infastidito Tony Stark quando ha decodificato con
successo la sua armatura di Iron Man. In questo
film il personaggio debutta nel MCU e poi la vedremo nella sua
serie Disney+.
Assisteremo alle tragedie che hanno
plasmato la vita di Namor
Un altro flashback mostra
una tragedia che plasma la vita di
Namor, mentre guarda un edificio costiero bruciare quando è
solo un ragazzo. È ragionevole presumere che i cari di
Namor – presumibilmente i suoi genitori – siano morti
nell’incendio – e che si sia trattato di un incendio doloso, non di
un incidente.
Ciò aiuterebbe a dare al personaggio
un background di odio e paura radicati per il mondo di superficie,
ponendolo come un antagonista e un nemico se Atlantide fosse mai
stata scoperta. Questa ripresa è seguita da una successiva in cui
il principe di Atlantide, ai giorni nostri, visita le rovine di
questo edificio sulla spiaggia, con la sua gente apparentemente
stanziatasi lì intorno.
Il ritorno di M’Baku e dei
Jabari
Naturalmente, tutte le
tribù del Wakanda sono scosse dalla morte di T’Challa. Questo è
anche il caso dei Jabari, il cui leader M’Baku ha osato sfidare
T’Challa in Black Panther. Il trailer conferma che
M’Baku e i Jabari si riveleranno potenti difensori del Wakanda,
combattendo contro gli invasori e osando affrontare nemici
decisamente fuori dalla loro portata.
Sarà interessante vedere se M’Baku
spera ancora di rivendicare il trono del Wakanda per se stesso,
cosa che lo renderebbe potenzialmente un altro avversario della
famiglia reale.
Ramonda incontra i leader
mondiali
T’Challa ha aperto i
confini del Wakanda al mondo, cambiando il MCU – e il Wakanda – per sempre.
Ciò significa che il ruolo di Ramonda come regina coinvolgerà un
elemento di diplomazia internazionale, e una scena del trailer lo
anticipa, mostrando Ramonda che entra in una sala riunioni di
qualche tipo.
La scena sembra confermare che il
Wakanda avrà a che fare con una crisi geopolitica oltre che con gli
Atlantidei. Le tragiche parole di Ramonda affermano che tutta la
sua famiglia se n’è andata; è probabile che questo significhi che
Shuri scomparirà a un certo punto.
Il trailer di Black Panther 2 offre
un altro omaggio a T’Challa
Le scene di Ramonda sono
seguite da un altro tributo al re T’Challa, mentre le persone in
lutto piangono la sua morte. Questa volta, le parole – parzialmente
oscurate – recitano “Il re vive e la pantera… per sempre in
noi”.
I wakandiani credono che la morte
non sia la fine, ma semplicemente un punto di partenza; c’è ancora
dolore e perdita, ma si spera che la fede nell’aldilà li aiuti a
far fronte al loro dolore dopo la morte di re T’Challa. È
interessante vedere quanto strettamente T’Challa sia legato alla
Pantera Nera e persino alla Dea Pantera, Bast.
Il trailer ci presenta anche
Namora
Il trailer di Black Panther: Wakanda Forever mostra gli
Atlantidei in superficie, che utilizzano una tecnologia nota come
“rebreather” per consentire loro di respirare sopra la superficie.
Secondo la concept art trapelata, la donna atlantidea al centro
dell’inquadratura è Namora, un altro supereroe atlantideo nei
fumetti.
È interessante notare che i costumi
indossati dai singoli Atlantidei sembrano evocativi di divinità
azteche, con quello indossato da Namora che contiene molta giada,
forse in ricordo della divinità dell’acqua Chalchiuhtlicue. Il
trailer mostra anche Attuma al fianco di Namora, un signore della
guerra di Atlantide che spesso tenta di rovesciare Namor e
rivendicare il regno di Atlantide per se stesso. Il suo design
evoca Tezcatlipoca, il dio azteco della guerra.
Il ritorno di Everett Ross
Everett Ross di Martin Freeman ritorna nel trailer di Black Panther: Wakanda Forever. Ross potrebbe
trovare la sua lealtà divisa dopo la morte di T’Challa, perché i
suoi superiori saranno sicuramente desiderosi di trarre vantaggio
dallo stato di agitazione del Wakanda.
Nei fumetti, Ross è stato costretto
a dare consigli su una tentata invasione statunitense del Wakanda,
e ora potrebbe trovarsi in una posizione simile.
La forgiatura di Ironheart
Il marketing di Black Panther: Wakanda Forever ha confermato
che il film vedrà Ironheart creare la sua prima armatura, che
prenderà il nome dalla forma distintiva della sua versione dell’Arc
Reactor.
Il trailer mostra deliberatamente un
parallelo tra Ironheart e Iron Man, mostrando la nuova eroina che
forgia la sua armatura, così come aveva fatto Tony Stark.
L’inquadratura è posta in sorprendente risalto, suggerendo che
Ironheart ha davvero un ruolo significativo nel film.
Namor invade il Wakanda
Il trailer di Black Panther: Wakanda Forever prosegue
mostrando le riprese della guerra aperta tra Wakanda e Atlantide.
Sembra che gli Atlantidei abbiano invaso la città principale del
Wakanda, con i Wakandiani che tentano disperatamente di difendersi,
sia dall’aria che dal mare, con M’Baku abbastanza sciocco da
attaccare direttamente Namor.
Senza dubbio verrà abbattuto in
tempi piuttosto brevi, data la fisiologia sovrumana di Namor; in
effetti, ci sono state alcune speculazioni sul fatto che Namor e
gli Atlantidei sono dei nel MCU, un altro pantheon del tipo
visto in Thor: Love and Thunder.
Il Wakanda è devastato dalle
inondazioni
Il trailer di Black Panther: Wakanda Forever raggiunge un
climax drammatico con scene di conflitto, rivelando che le forze di
Atlantide invadono il Wakanda e inondano l’immaginaria nazione
africana. La guerra tra Wakanda e Atlantide è leggenda nei fumetti,
iniziata da un evento simile quando un Namor viziato dalla Fenice
decise di annegare il Wakanda.
Il conflitto iniziale si è concluso,
ma l’ostilità tra T’Challa e Namor è durata fino a Secret Wars del
2015. La Marvel ha confermato che è l’ultimo
film della Fase 6 sarà Avengers:
Secret War, quindi forse questo film troverà il suo
compimento in quel film.
Namor prende il trono di
Atlantide
Il trailer di Black Panther: Wakanda Forever presenta una
splendida ripresa del principe Namor che scende per reclamare il
suo trono ad Atlantide.
L’immagine è stata scelta con cura,
venuta quasi immediatamente dopo l’allagamento della sala del trono
del Wakanda, a significare la caduta di quel trono. Quello di Namor
ha un design molto più particolare, che evoca la bocca di una
grande creatura marina o una specie di drago d’acqua.
Le Dora Milaje combattono gli
Atlantidei
È difficile collocare una
qualsiasi delle scene d’azione mostrate negli ultimi istanti del
trailer di Black Panther: Wakanda Forever. La
protagonista è sicuramente una battaglia tra Atlantidei e le Dora
Milaje che sembra ambientata nel terzo atto del film, dato che le
Dora Milaje hanno sviluppato tattiche che consentono loro di
contrastare i predoni atlantidei.
È possibile che questo faccia parte
di un contrattacco lanciato dal Wakanda, con gli Atlantidei che
imparano a proprie spese che i loro nuovi nemici non devono essere
sottovalutati.
La nuova pantera nera sfodera i
suoi artigli
Infine, il trailer di
Black Panther: Wakanda Forever conferma che ci
sarà davvero un nuovo Black Panther. Questa
dovrebbe essere la Shuri di Letitia Wright, anche
se è difficile dire come possa diventare la Pantera Nera;
presumibilmente, sintetizza l’erba a forma di cuore o trova un
sostituto.
É sempre stata battaglia tra i
Marvel Studios e la Warner
Bros. per quanto riguarda i cinecomics e ciò non è cambiato nel 2022, con
uscite come Thor: Love and Thunder e The Batman. Tuttavia, i fan di entrambi gli
schieramenti continuano a discutere su quale universo
supereroistico possa effettivamente trionfare come migliore, il
MCU
o il DCEU, considerando fattori come l’accuratezza
dei fumetti, la tradizione e le abilità di storytelling.
Con il MCU che sta
girando molti show televisivi e film come Ms. Marvel e
Doctor Strange 2, questo universo ha ampliato il suo
mosaico sul multiverso e sulla componente cosmica nella
Fase Quattro, che è di gran lunga migliore della
rappresentazione disgiunta e standalone del DCEU
dei suoi supereroi. Per questo motivo, alcuni fan su Reddit si sono schierati per
sostenere la superiorità della Marvel contro la
DC Comics nella lotta infinita per decidere quale
sia la migliore tra le due.
Più eroi di successo
Il redditor CorruptedEvil ha
commentato: “La Marvel
ha fatto un lavoro migliore nel lanciare sul mercato tutti i suoi
personaggi, mentre la DC si concentra quasi
esclusivamente su Batman e
Superman“. Sebbene la DC abbia
recentemente dato risalto a supereroi come Wonder Woman e Lanterna
Verde, non si avvicina infatti al numero di personaggi che
la Marvel ha presentato e sviluppato
con successo.
La Marvel è riuscita a creare
un gran numero di fumetti, film e serie di successo su più
personaggi, espandendo anche i suoi recenti progetti ad eroi meno
noti come Ms. Marvel o Moon
Knight. Batman,
Superman e Wonder Woman sono
supereroi iconici e nessuno può negarlo, ma sembra che la
DC sia rimasta ancorata agli stessi nomi popolari
e non abbia corso lo stesso rischio di investire in nuovi eroi.
Supereroi con cui è facile
relazionarsi
Il redditor TheKingsPeace
ha dichiarato: “Trovo che la Marvel e le sue storie
siano più avvincenti della DC. Come ho già detto,
i problemi e le preoccupazioni dei personaggi sono più
condivisibili”, fornendo grandi esempi: “I problemi di
discriminazione che devono affrontare gli X-Men,
quelli geopolitici delle Pantere Nere e persino i
problemi scolastici di Spider-Man“.
Alcuni lettori sono alla ricerca di
evasione, ma altri di una storia realistica e con cui sia facile
relazionari, con protagonisti supereroi verosimili. Per esempio, la
passione sfrenata di Kamala Khan per la Marvel è un aspetto con
cui molti fan del MCU
possono entrare in sintonia, che si tratti dell’AvengerCon o di
video su YouTube in cui si rievoca la Battaglia della Terra. Questa
relazionabilità permette ai fan di entrare facilmente in contatto
con i personaggi e di vederne il lato umano che li rende molto più
di semplici supereroi.
Cattivi complessi
L’utente frustratedbuddhist
ha sottolineato come la Marvel
renda i suoi cattivi più credibili rispetto alla
DC, aggiungendo: “Possiamo capire perché hanno
preso proprio quella strada e, anche se non siamo d’accordo con i
loro metodi, a volte possiamo comunque comprenderli”.
Molti cattivi della Marvel raggiungono la
tridimensionalità e la loro storia porta i lettori a fare il tifo
per questi personaggi, simpatizzando o convalidando le loro
argomentazioni. La Marvel si discosta dalla
formula del tipico scenario in cui è un villain a dominare sul
mondo, e fornisce un arco narrativo più sfumato e complesso per
questi personaggi. Ad esempio, le preoccupazioni di
Thanos per la sovrappopolazione lo hanno spinto a
spazzare via metà universo per alleviare questo fardello, mentre
Wanda Maximoff ha spezzato il cuore dei fan perché
voleva solo stare con i suoi gemelli.
Squadre fantastiche
Il redditor Ebelglorg ha
affermato: “Amo di più le squadre Marvel. Amo
i Fantastici Quattro, i
Vendicatori, gli X-Men per motivi
diversi”, e tanti fan sono d’accordo con quest’opinione. Infatti,
le squadre Marvel sono diventate vere
e proprie icone nella cultura pop riconoscibili più o meno da
chiunque, fan o meno.
Non si può dire lo stesso delle
squadre DC, che non sono diventate così popolari
nemmeno con la Justice League. I film degli
X-Men, in particolare, hanno avuto un ruolo
fondamentale nell’introduzione di più personaggi che lavorano
insieme, dimostrando per primi che i film sui team-up dei supereroi
possono funzionare. In ogni caso, quando si tratta di gruppi di
supereroi fantastici e indimenticabili, la Marvel ha la meglio.
Eroi sottopotenziati
Il redditor valetudo020 ha
semplicemente dichiarato: “Non riesco a sostenere gli esseri
onnipotenti o i miliardari… Che posso dire? Mi piacciono i miei
eroi sottopotenziati e in inferiorità numerica”. La
Marvel ha eroi
straordinari che sono fantastici proprio perché non hanno alcun
superpotere specifico e possono comunque battere qualsiasi
nemico.
Occhio di Falco e Vedova Nera ne sono un ottimo esempio. I loro
personaggi sottopotenziati, all’altezza degli altri
Vendicatori, sono davvero ammirevoli e
rappresentano un motivo in più per amare la Marvel, testimoniando
quanto anche una persona comune possa farsi valere ed essere
necessaria sul campo di battaglia.
Sviluppo dei personaggi
IvorySwings ha
sottolineato: “Preferisco la Marvel perché è più
incentrata sui personaggi… Di solito c’è più sviluppo dei
personaggi e le storie sono più focalizzate su di essi… I progetti
della DC tendono invece ad essere più incentrati
sulla trama”, un’osservazione piuttosto accurata.
A volte è più divertente e
significativo vedere un personaggio amato avere uno sviluppo
interessante e profondo, e i migliori archi di personaggi della
serie di Thor, tra gli altri supereroi e cattivi,
lo dimostrano. Loki ha iniziato come cattivo ma si
è lentamente trasformato in un antieroe, il che gli è valso una
serie tutta sua incentrata sul caos del multiverso. È senza dubbio
interessante presentare film dalla trama avvincente, ma gli archi
dei personaggi danno continuità ai film Marvel e spingono il
pubblico a voler rivedere i supereroi in altri film per poter
capire come si sono evoluti.
Personaggi parodistici
Un altro utente ha
affermato di preferire la Marvel alla
DC per la presenza di “personaggi parodistici con
umorismo, ma che allo stesso tempo possono essere seri”, pensiero
totalmente esemplificato da Deadpool. Ha questa
maschera da antieroe che lo rende esilarante, ma è anche un
personaggio gestito in maniera così seria da non risultare mai
noioso o scadente.
Secondo questo utente, la
Marvel riesce
ottimamente a prendere in giro i propri supereroi, affermazione che
potrebbe essere percepita come vera da molti. Ultimamente, i
supereroi Marvel non hanno paura di essere
goffi, inopportuni, ingenui, sciocchi o qualsiasi altro attributo
che sia materiale eroico, il che non fa che conquistare il cuore di
molti fan.
Il Multiverso
JosephFurguson ha
commentato: “Sento che la narrazione della Marvel
è più fluida e meno rigida di quella della DC…
Tutti questi eventi potrebbero accadere da qualche parte nel
MultiversoMarvel. Con la DC,
non ho mai la sensazione che le storyline possano andare in più di
una direzione”. Sebbene Spider-Man: No Way Home possa aver risolto in
parte la situazione del multiverso instabile, in Doctor Strange 2 ha continuato a
concettualizzarlo ulteriormente.
La Marvel ha ormai
abbracciato in toto il concerto di multiverso e non ha paura di
esplorare tutte le possibilità che potrebbero verificarsi. I film e
le serie stanno sfruttando il multiverso più che mai, ed è
divertente per il pubblico assistere al caos che sta provocando e
ai variegati esiti che potrebbero verificarsi.
Migliori sceneggiatori
Il redditor
YonasWithTheSauce sostiene che il MCU
sia meglio del DCEU “non tanto perché la
Marvel ha eroi migliori,
ma autori migliori, vi assicuro che la DC avrebbe potuto avere lo
stesso successo se avesse avuto sceneggiatori migliori e avesse
iniziato prima a creare il suo universo cinematografico”.
Sicuramente, ad oggi la
Marvel vince perchè è suo
l’universo cinematografico di maggior successo. Il Redditor ha
spiegato che l’azienda dispone di sceneggiatori migliori che
lavorano con maggiore libertà, il che consente loro di essere più
creativi e di correre dei rischi nel raccontare la storia di un
personaggio Marvel. È il caso di Thor: Ragnarok, che ha rinnovato la sua
immagine con un tono più comico, migliorando l’arco del personaggio
di Thor con più sostanza ed energia.
Gli incassi da record del MCU
RangerRed02 ha dichiarato:
“Quando si tratta di film, non c’è competizione, e credo che tutto
si riduca ai risultati ottenuti. Il lato cinematografico è quello
in cui Marvel domina su tutti… I
Marvel Studios hanno
costantemente soddisfatto il pubblico per un decennio, battendo
record su record al botteghino”, e ha detto la verità.
Si può discutere se i fumetti
Marvel
o DC siano migliori, ma quando si tratta di film e
serie, non c’è molto da questionari. Non sono solo i molteplici
eroi e gli incredibili scrittori a rendere la Marvel migliore della DC, ma anche
il modo in cui la combinazione di tutte le sue caratteristiche l’ha
resa un mostro imbattibile al botteghino, con Avengers: Endgame che è diventato il secondo
film di maggior incasso di tutti i tempi.
L’illustratore e autore italiano
Lorenzo Mattotti firma per il quinto anno
l’immagine del manifesto ufficiale, e per il quarto anno la sigla
della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale
di Venezia.
L’immagine scelta quest’anno per il
manifesto raffigura “una Leonessa che si libra in alto e ci
porge questo anniversario, il 90° – spiega Lorenzo
Mattotti– Sono 90 gli anni dalla prima edizione della
Mostra e per questo abbiamo voluto che l’immagine avesse delle
linee classiche, così come classica è stata la scelta del fondo
oro. Il colore oro è anche un riferimento ai manifesti dei primi
decenni del Novecento. La Mostra è sempre stata classica, ma anche
provocatoria. Qui il Leone, simbolo di potere e forza, si è
trasformato in una Leonessa, che ha in sé eleganza e creatività.
Dopo 90 anni, il Leone di Venezia, simbolo della Mostra, è ora
diventato una Leonessa che vola attraverso la storia con energia e
leggerezza, simbolo di speranza, lontano dall’aggressività e dalla
ferocia”.
Lorenzo Mattotti
vive e lavora a Parigi. Esordisce alla fine degli anni 70 come
autore di fumetti e nei primi anni 80 fonda con altri disegnatori
il gruppo Valvoline. Nel 1984 realizza “Fuochi”, che, accolto come
un evento nel mondo del fumetto, vincerà importanti premi
internazionali. Per il cinema, ha collaborato nel 2004 a Eros di
Wong Kar-Wai, Soderbergh e Antonioni, curando i segmenti di
presentazione di ogni episodio. E’ stato consulente creativo per
Pinocchio di Enzo D’Alò. Con “Incidenti”, “Signor Spartaco”,
“Doctor Nefasto” “L’uomo alla finestra” e molti altri libri fino a
“Stigmate” edito in Italia da Einaudi, il lavoro di Mattotti si è
evoluto secondo una costante di grande coerenza. Oggi i suoi libri
sono tradotti in tutto il mondo. Pubblica su quotidiani e riviste
come The New Yorker, Le Monde, Das Magazin, Suddeutsche Zeitung,
Nouvel Observateur, Corriere della Sera e Repubblica. Per
l’infanzia illustra vari libri tra cui “Pinocchio” e”Eugenio” che
vince nel ’93 il Grand Prix di Bratislava. Numerose le sue
esposizioni personali tra le quali l’antologica al Palazzo delle
Esposizioni di Roma, al FransHals museum di Haarlem ai Musei di
Porta Romana. Realizza manifesti, copertine, campagne pubblicitarie
ed è suo il manifesto di Cannes 2000 e i manifesti per l’Estate
Romana.
Nel maggio 2019 ha presentato con
grande successo a Cannes, nelle sezione Un certain regard, il suo
primo lungometraggio animato come autore e regista La famosa invasione degli orsi in Sicilia,
ispirato alla favola/apologo di Dino Buzzati.