Home Blog Pagina 158

Tom Hardy, Helen Mirren e Pierce Brosnan in trattative finali per il nuovo film di Guy Ritchie

0

Secondo quanto riferito da Deadline, Tom Hardy (Inception, RocknRolla), Helen Mirren (1923) e Pierce Brosnan (Mamma Mia!) sono nelle trattative finali per recitare nella serie Paramount+ The Associate (titolo provvisorio) di Guy Ritchie.

The Associate di Guy Ritchie racconterà le fortune e la reputazione della famiglia più importante d’Europa a rischio, strane alleanze e tradimenti inaspettati; e mentre la famiglia potrebbe essere la più elitaria di Londra oggi, la natura della loro attività significa che non c’è garanzia di cosa riserva il futuro.

Il dramma di un’ora di Showtime/MTV Studios e 101 Studios segue due generazioni di gangster, le attività che gestiscono, le complesse relazioni che intrecciano e l’uomo a cui si rivolgono per risolvere i loro problemi.

LEGGI ANCHE – Colin Firth entra nel cast di Young Sherlock di Guy Ritchie

Hardy è candidato per il ruolo di Harry, il faccendiere, un uomo tanto pericoloso quanto bello. Mirren e Brosnan interpreterebbero rispettivamente la matriarca e il patriarca della famiglia criminale, a quanto si dice.

Tom Hardy è pronto a riunirsi con il suo regista di RocknRolla Ritchie in questo nuovo progetto. Per Mirren, The Associate di Guy Ritchie arriva subito dopo 1923 di Taylor Sheridan, le cui riprese della sua seconda e ultima stagione sono recentemente terminate; entrambi gli show provengono da 101 Studios e MTV Studios. Mirren e Brosnan hanno recitato insieme in The Thursday Murder Club di Netflix, le cui riprese sono terminate all’inizio del mese scorso.

Ritchie, che dirigerà The Associate, è anche produttore esecutivo con lo sceneggiatore della serie Ronan Bennett, David C. Glasser, Ron Burkle, Bob Yari, David Hutkin e Ivan Atkinson.

Pathos Distribution a Alice nella Città 2024 con tre opere in anteprima mondiale

0

Pathos Distribution è entusiasta di annunciare la sua partecipazione alla 22a edizione di Alice nella Città, presentando tre opere in anteprima mondiale. Un’occasione per far conoscere talenti emergenti e consolidate voci nel panorama artistico contemporaneo, mission principale di Pathos Distribution. Non a caso, tutti i lavori condividono una forte identità autoriale.

“Partecipare a un evento come Alice nella Città ci permette di inserirci in un contesto vibrante e stimolante”, spiega Maurizio Ravallese, co-founder di Pathos insieme a Emanuele Pisano e Roberto Urbani. “Il Festival non solo offre una piattaforma per la presentazione di opere innovative, ma crea anche un’atmosfera di interazione e scambio culturale. Siamo felici della grande risposta del pubblico, che ha accolto le nostre produzioni con entusiasmo e partecipazione”.

Fondata nel 2019, Pathos Distribution si è affermata come una delle principali realtà nella distribuzione di cortometraggi e short documentary in Italia, ottenendo selezioni e riconoscimenti nei più importanti premi e festival nazionali, come i David di Donatello, i Nastri D’Argento, il Giffoni Film Festival, Cortinametraggio, Alice nella Città e il Torino Film Festival, nonché in numerose manifestazioni internazionali, inclusi festival qualificanti per gli Oscar e i BAFTA.

Dal 2024, Pathos ha ampliato la propria offerta aprendo la propria line up ai lungometraggi documentaristici e di finzione. Il primo film distribuito, Girasoli, esordio alla regia di Catrinel Marlon prodotto da Masi Film, ha ottenuto vari riconoscimenti, fra cui il prestigioso Premio Nobis ai Nastri d’Argento.

Il modello Pathos si fonda su una filosofia che mette al centro la visione creativa degli autori come strumento di valorizzazione culturale. Dichiara Roberto Urbani: “È fondamentale per la crescita di tutti noi che la cultura, in tutte le sue forme, anche quelle brevi del cortometraggio, torni ad essere centrale. Gli autori si sono raccontati e hanno raccontato, nelle loro opere, il loro modo di vedere la vita: il nostro obiettivo è rispettare e valorizzare il loro sguardo e il loro sentire. Abbiamo la difficilissima responsabilità che storie nuove, emozionanti e non di rado difficili arrivino al maggior numero di spettatori possibile e ci aiutino a ricordare cosa vuol dire guardare. Guardare i film per capire un po’ di più il mondo”.

Questo tipo di distribuzione si basa su una ricerca continua di storie che si distinguano per la loro originalità, non solo a livello narrativo, ma anche per l’uso innovativo del linguaggio filmico. In questo modo, Pathos Distribution cerca di ridefinire l’esperienza cinematografica, proponendo lavori che sappiano stimolare il pubblico in modi nuovi e profondi, talvolta sfidando le aspettative e le convenzioni dell’industria.

È un approccio che viene così sintetizzato da Emanuele Pisano: “I veri esploratori sono quegli autori che avvertono il desiderio di ampliare i propri orizzonti e, pur conoscendo i limiti del nostro mondo, continuano a percorrerlo in lungo e in largo. Per loro la vera scoperta non consiste nel trovare nuove terre, ma nel saper raccontare con occhi nuovi le sfaccettature del mondo e della mente umana. Non sono spinti dalla ricerca di gloria o di riconoscimenti ma dal desiderio di riscoprire la capacità di stupirsi di fronte alla complessità che ci circonda”.

“Attraverso questa visione” – concludono i fondatori – Pathos Distribution ha consolidato la propria identità distintiva, attirando un pubblico che ricerca esperienze visive fuori dagli schemi e contribuendo a ridefinire il ruolo della distribuzione nel panorama cinematografico contemporaneo. Negli ultimi anni, infatti, il paradigma distributivo è cambiato radicalmente: il tradizionale percorso nelle sale cinematografiche è diventato sempre più breve, con film proiettati solo per poche settimane, a favore di una distribuzione più duratura tramite le piattaforme digitali. In questo contesto, i festival rappresentano un’alternativa importante, offrendo un percorso più lungo e articolato che consente agli autori di interagire direttamente con il pubblico. Pathos Distribution si impegna perciò a definire strategie e canali di distribuzione su misura, che possano ottimizzare la visibilità e l’impatto dell’opera. Ciò include la scelta di festival, piattaforme ed eventi di settore, ma anche l’utilizzo di campagne di marketing innovative e coinvolgenti, capaci di attrarre l’attenzione di un pubblico variegato”.

I titoli di Pathos Distribution

ANIME GALLEGGIANTI

  • Regia: Maria Giménez Cavallo
  • Con: Benjamin Miyakawa, Valentina Picciau, Egidiana Carta
  • Durata: 70 min
  • Nazionalità: Italia, USA
  • Sezione: Panorama Italia – Fuori Concorso
  • SINOSSI Ispirato alle “Metamorfosi” di Ovidio, Anime galleggianti è un viaggio attraverso le mistiche terre della Sardegna che mischia l’etnografia visuale e musicale con la mitologia classica, l’approccio documentario con la fantasia. Il filosofo Pitagora ci guida nelle storie di personaggi mitologici come Proserpina, Aracne, Euridice, Orfeo, Apollo e Dafne: i loro destini si intrecciano e culminano nel Carnevale autoctono, i cui riti scandiscono la ciclicità tra la vita e la morte.

PICCOLO ATTILA

  • Regia: Gregorio Mattiocco
  • Con: Davide Cofani, Gianmarco Speranzini
  • Durata: 13 min
  • Nazionalità: Italia
  • Sezione: Cortometraggi Panorama Italia – Fuori Concorso
  • SINOSSI Il complesso rapporto d’amore tra due fratelli con una grande differenza d’età, in un contesto in cui violenza, macismo e cameratismo sono gli strumenti per diventare “grandi”.

NARCISO

  • Regia: Ciro D’Emilio
  • Con: Alessandro Scardazza, Elisa Bondanini, Ludovica Di Donato
  • Durata: 12 min
  • Nazionalità: Italia
  • Sezione: Cortometraggi Panorama Italia – Proiezioni Speciali
  • SINOSSI Filippo ha dodici anni e non parla da tanto tempo. Sarà una scintilla, in un apparente giorno qualunque, a fargli capire il valore dei gesti e delle parole.

Thunderbolts*: Lewis Pullman dice che l’audizione MCU è stata come “entrare nell’FBI”

0

Peacemaker 2: James Gunn svela un misterioso personaggio nella prima immagine ufficiale

0

James Gunn ha svelato la prima immagine ufficiale di Peacemaker 2 che però raffigura un personaggio misterioso. Lui stesso, nel condividere la foto su Instagram, ha chiesto: “Di chi si tratterà?”. 

Chiunque sia questo misterioso individuo, sembra certamente di origine nativa americana, e ci sono diversi personaggi della DC Comics che potrebbero rientrare nei parametri, tra cui Super-Chief, Black Condor e Pow Wow Smith!

C’è anche qualche speculazione sul fatto che potrebbe essere una nuova versione di Apache Chief, che ha fatto il suo debutto nella serie animata Hanna-Barbera Super Friends negli anni ’70.

Circolano molte altre teorie (Rick Flag Sr di Frank Grillo… sì, davvero), ma chiunque si riveli essere, questo personaggio e l’ambientazione sembrano stranamente adatti all’universo di Peacemaker.

Peacemaker, cosa sappiamo sulla seconda stagione

Peacemaker esplora la storia del personaggio che John Cena riprende all’indomani del film del 2021 del produttore esecutivo James Gunn, Suicide Squad – un uomo irresistibilmente vanaglorioso che crede nella pace ad ogni costo, non importa quante persone debba uccidere per ottenerla!”. I dettagli sulla trama della seconda stagione sono ancora per lo più nascosti, ma sappiamo che Frank Grillo riprenderà il ruolo di Rick Flag Sr. e cercherà di vendicarsi per l’uccisione da parte di Peacemaker di suo figlio Rick Jr. (Joel Kinnaman) avvenuta in The Suicide Squad.

Gunn, Peter Safran e Matt Miller sono i produttori esecutivi di Peacemaker. Anche il produttore esecutivo John Cena e il produttore consulente Stacy Littlejohn sono coinvolti nella produzione dello show. Nel cast si ritrovano anche Sol Rodríguez nei panni di Sasha Bordeaux, Tim Meadows nei panni di Langston Fleury e David Denman in un ruolo misterioso. La serie arriverà nella seconda metà del 2025.

Avengers: Doomsday, ecco chi sarà il principale “avversario” di Doctor Doom, e no, non è Reed Richards – Rumors

0

Come ogni fan dei Fantastici Quattro che si rispetti sa e si aspetta da Avengers: Doomsday, Reed Richards e il Dottor Doom hanno una relazione molto complicata, i due all’inizio sono grandi amici e alla fine diventano acerrimi nemici. Nonostante questa inimicizia, trai due rimane un rispetto reciproco e hanno formato un’alleanza più volte nel corso degli anni.

Per molti versi, questa dinamica è un aspetto che definisce entrambi i personaggi, ma sembra che l’interpretazione di Robert Downey Jr. del classico cattivo avrà legami più stretti con Spider-Man nel MCU.

Un rumor recente suggeriva che Doom e Mr. Fantastic (Pedro Pascal) non avranno così tante scene insieme nei prossimi film di Avengers, ma MTTSH afferma che interagiranno e che la loro relazione sarà importante, ma non tanto quanto la connessione di Doom con il personaggio di Tom Holland.

Se questo è vero, sembrerebbe che Downey Jr. interpreterà effettivamente una variante di Tony Stark che ha intrapreso una strada più oscura, al contrario di un personaggio completamente nuovo che Parker non riconoscerà. A meno che, ovviamente, questo Victor Von Doom non debba semplicemente avere una strana somiglianza con Stark.

Captain Marvel avrà un ruolo significativo in Avengers: Doomsday

Lo scooper ha anche sentito che Captain Marvel (Brie Larson) avrà un ruolo significativo sia in Avengers: Doomsday che in Secret Wars. E sarebbe anche ora, visto che in Endgame non ha svolto il compito che tutti ci aspettavamo da lei.

Avengers: Doomsday arriverà nelle sale il 1° maggio 2026, seguito da Avengers: Secret Wars il 7 maggio 2027. Entrambi i film saranno diretti da Joe Russo e Anthony Russo, che faranno anche il loro ritorno nell’MCU dopo aver diretto Captain America: The Winter Soldier, Captain America: Civil War, Avengers: Infinity War e Avengers: Endgame.

“Essere in grado di creare storie ed esplorare personaggi all’interno dell’universo Marvel ha realizzato un sogno di una vita e abbiamo scoperto un potente legame con il pubblico in ogni film che abbiamo realizzato. Siamo entusiasti di collaborare ancora una volta con Kevin, Lou e l’intero team Marvel per portare questa epica avventura nella narrazione in luoghi nuovi e sorprendenti sia per i fan che per noi stessi”, hanno affermato i fratelli Russo in una dichiarazione dopo il panel del SDCC.

Con le musiche di John Williams, trailer e keyart del documentario

0

Con le musiche di John Williams, di Lucasfilm Ltd, Amblin Documentaries e Imagine Documentaries, offre uno sguardo affascinante e approfondito sulla prolifica vita e carriera del leggendario compositore John Williams, debutterà il 1° novembre in esclusiva su Disney+ in Italia. Sono stati diffusi il trailer e la key art del documentario che aprirà la 38ª edizione dell’AFI Fest il 23 ottobre.

La Key Art di Con le musiche di John Williams

Key Art del film - Cortesia Disney
Key Art del film – Cortesia Disney

Dagli esordi come pianista jazz alle 54 nomination agli Oscar® e alle cinque vittorie, il documentario approfondisce gli innumerevoli contributi che John Williams ha dato al cinema, tra cui molti iconici franchise, nonché la sua musica per i concerti e il suo impatto sulla cultura popolare. Il film propone interviste ad artisti e registi le cui vite sono state toccate dalla sua musica senza tempo. Diretto dal pluripremiato regista e autore di best-seller Laurent Bouzereau, il documentario è prodotto da Steven Spielberg, Brian Grazer, Ron Howard, Darryl Frank, Justin Falvey, Sara Bernstein, Justin Wilkes, Meredith Kaulfers, Kathleen Kennedy, Frank Marshall, Laurent Bouzereau, mentre Markus Keith e Michael Rosenberg sono i produttori esecutivi.

The Sticky – Il grande furto: le prime foto della nuova dark comedy Prime Video

0

Oggi Prime Video ha svelato le prime immagini di The Sticky – Il grande furto, una dark comedy incalzante, ispirata alla vera storia del “grande furto dello sciroppo d’acero canadese”. Dagli showrunner Ed Herro e Brian Donovan, la serie segue le vicende di Ruth Landry (Margo Martindale, tre volte vincitrice agli Emmy), tenace coltivatrice di sciroppo d’acero di mezza età, che quando le autorità minacciano di portarle via tutto ciò che ama, decide di darsi al crimine.

Farà squadra con un mafioso di Boston dal carattere irascibile (Chris Diamantopoulos) e con una gentile guardia di sicurezza franco-canadese (Guillaume Cyr) per portare a termine un furto multimilionario alle riserve di sciroppo d’acero del Quebec. Anche la premiata all’Oscar e agli Emmy Jamie Lee Curtis appare come guest star nella serie, oltre ad essere executive producer. The Sticky – Il grande furto debutterà il 6 dicembre in esclusiva su Prime Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo.

La serie è ispirata ad un furto realmente accaduto nel 2012 che ha fatto notizia a livello internazionale con sciroppo d’acero rubato dalle riserve nazionali del Quebec per un valore di oltre 18 milioni di dollari. The Sticky – Il grande furto unisce divertenti momenti che giocano sullo scontro culturale, tensione e momenti commuoventi.

Le prime immagini di The Sticky – Il grande furto

The Sticky – Il grande furto è prodotta da Blumhouse Television, Comet Pictures di Jamie Lee Curtis, Megamix di Jonathan Levine e da Sphere Media. Creatori, executive producer, showrunner e autori sono Brian Donovan e Ed Herro; executive producer per Megamix sono Jonathan Levine e Gillian Bohrer, Jamie Lee Curtis per Comet Pictures, Jason Blum, Chris McCumber, Jeremy Gold e Chris Dickie per Blumhouse Television, oltre a Michael Dowse. Lauren Grant è co-executive producer. Associate producer sono Josée Vallée e Bruno Dubé per Sphere Media, Inc e Russell Goldman per Comet Pictures.

Lanterns: James Gunn conferma Kyle Chandler nel ruolo di Hal Jordan

0

Con un post sul proprio profilo Instagram, il regista e co-CEO dei DC Studios James Gunn ha confermato che l’attore Kyle Chandler assumerà il ruolo di Hal Jordan nella serie Lanterns, dedicata alle Lanterne Verdi. La notizia arriva a poche ore dalla conferma che l’attore Aaron Pierre interpreterà John Stewart nella medesima serie. Chandler dovrebbe assumere nei suoi confronti il ruolo di un mentore, almeno stando a quanto oggi trapelato sul progetto. Di seguito, ecco il post con cui Gunn ha annunciato il casting di Kyle Chandler.

CORRELATE:

Lanterns è la storia di una coppia di Lanterne Verdi

La produzione di Lanterns è attualmente programmata per iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, potenzialmente mettendo lo show sulla buona strada per un’uscita nel 2026. Guy Gardner di Nathan Fillion, che farà il suo debutto nel reboot di Superman di James Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie.

Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde.

“Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato per la prima volta. “Ci sono altre Lanterne Verdi sparse qua e là, ma questa è in realtà una serie TV ambientata sulla Terra, quasi come True Detective, con un paio di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano Precinct Earth e scoprono un terrificante mistero che si collega alla nostra più grande storia del DCU.”

Il creatore di Lost e Watchmen, vincitore di un Emmy Award, Damon Lindelof, sta lavorando alla sceneggiatura dell’episodio pilota insieme allo showrunner di Ozark Chris Mundy e all’acclamato scrittore di fumetti Tom King. Si dice che anche Justin Britt-Gibson, Breannah Gibson e Vanessa Baden Kelly siano a bordo (anche se la notizia non è ancora stata confermata). La produzione di Lanterns dovrebbe iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, il che potrebbe portare la serie a un’uscita nel 2026. Lanterns non ha ancora una data di debutto confermata.

Il principe di Roma: dal cast alle location, tutte le curiosità sul film

Presentato fuori concorso nel 2022 alla Festa del Cinema di Roma, il film Il principe di Roma vede Marco Giallini mattatore assoluto di una storia che si muove tra ricostruzione storica e fantasia. Per questo film, il regista Edoardo Falcone (autore anche di Questione di Karma Io sono Babbo Natale, l’ultimo film con Gigi Proietti) ha dichiarato di essersi ispirato a Nell’anno del Signore di Luigi Magni, che vide da bambino in un’arena romana. Da quella visione nacque il suo interesse per la Roma del Papa Re, periodo che ha dunque scelto per ambientare la storia di questo progetto.

Il soggetto del film, tuttavia, trae anche spunto in modo evidente dal celebre racconto di Charles Dickens, Canto di Natale, seppur con qualche variazione sul tema da parte di Falcone. Il principe di Roma è infatti la sua personalissima trasposizione filmica di quell’amato e iconico racconto, dove però l’odioso Scrooge si trasforma in un avido romano arricchito che brama un titolo nobiliare, non vive nella Londra dell’Ottocento ma nella Roma papale degli anni che hanno preceduto l’unità nazionale.

Si configura così un film che, tra commedia e fantastico mira – proprio come l’opera di Dickens – a far riscoprire i veri valori della vita e le cose importanti che abbiamo sotto gli occhi ma di cui spesso non ci accorgiamo. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Il principe di Roma. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location dove si sono svolte le riprese. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Denise Tantucci e Marco Giallini in Il principe di Roma
Denise Tantucci e Marco Giallini in Il principe di Roma. Cortesia di Lucky Red

La trama di Il principe di Roma

Ambientato a Roma nel 1829, il film racconta la storia di Bartolomeo, un uomo d’affari benestante che ambisce ad ottenere un titolo nobiliare, ma averlo non è così facile. È così che il nostro Bartolomeo cerca di racimolare abbastanza denaro per stipulare un accordo clandestino con il principe Accoramboni: se gli darà la cifra richiesta, il nobile concederà all’uomo d’affari la mano di sua figlia, permettendogli così di ottenere il bramato titolo. Bartolomeo si mette così in viaggio a cavallo, ma non immagina che lungo il percorso s’imbatterà in diversi compagni e che l’itinerario lo porterà ad ottenere una nuova consapevolezza di se stesso.

Il cast di attori e le location dove si sono svolte le riprese

Ad interpretare Bartolomeo Proietti vi è l’attore Marco Giallini, mentre Giulia Bevilacqua interpreta Teta, la governante innamorata di Bartolomeo. Sergio Rubini ricopre il ruolo del principe Accoramboni, un aristocratico decaduto che cerca di risollevare la sua famiglia promettendo la figlia in sposa a Bartolomeo. Andrea Sartoretti è Eugenio, un vecchio amico di Bartolomeo ormai ridotto in povertà e piuttosto rancoroso. Denise Tantucci interpreta invecee lo spirito di Beatrice Cenci, che accompagna Bartolomeo nel suo viaggio nel passato, mentre Filippo Timi, nei panni di Giordano Bruno, gli mostra le verità del presente. Giuseppe Battiston è infine Papa Borgia, la guida che gli rivela le conseguenze future delle sue azioni.

Marco Giallini e Giuseppe Battiston in Il principe di Roma
Marco Giallini e Giuseppe Battiston in Il principe di Roma. Cortesia di Lucky Red.

Una delle location principali di Il principe di Roma è il palazzo dove abita il protagonista, che nella realtà è Villa Parisi di Monte Porzio Catone. In Piazza lovatelli è stata invece girata la scena dove Bartolomeo manda a quel paese il frate che gli chiede l’elemosina. A Villa Altieri sono invece state realizzate le scene ambientate nell’orfanotrofio. Non tutte le scene del film sono però state girate nella Capitale o nel Lazio. Diverse location le troviamo infatti in Umbria, per la precisione a Orvieto, in provincia di Terni, dove è stata girata la scena in cui Bartolomeo incontra gli spiriti dei poeti Keats e Shelley, ma anche quella in cui si festeggia l’istituzione della Repubblica Romana.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il principe di Roma grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Tim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 9 ottobre alle ore 21:30 sul canale Rai 1.

Full Metal Jacket: la spiegazione del finale del film di Stanley Kubrick

In Full Metal Jacket, la narrazione finale e il canto della Marcia di Topolino che l’accompagna possono sembrare alquanto imperscrutabili senza un ulteriore contesto. Il film, come noto, è il penultimo nella carriera di Stanley Kubrick – seguito solo da Eyes Wide Shut e arrivo a ormai metà del ciclo di film sulla guerra del Vietnam. Sebbene dopo Full Metal Jacket siano usciti altri film su quel conflitto, come Nato il quattro luglio e Hamburger Hill, il contributo di Kubrick al sottogenere dei film sul Vietnam arrivò dopo che Platoon e Apocalypse Now avevano già offerto ritratti cinematografici definitivi, anche se molto diversi, dell’invasione. Nonostante ciò, Full Metal Jacket fu un successo di critica.

Il film di Kubrick sul Vietnam era incentrato su giovani reclute che completavano un estenuante campo di addestramento prima di partire per la battaglia. Per molti versi, Full Metal Jacket fu l’anti-Top Gun, poiché il film dissimulava sistematicamente l’immagine romantica dell’addestramento militare vista nel blockbuster dell’anno precedente. Le scene del campo di addestramento erano una dura e intensa prova di resistenza, mentre gli spettatori osservavano un istruttore spietato e compagni di recluta poco attenti che torturavano psicologicamente Pyle, un nuovo arrivato.

Dopo che questa disavventura si conclude con una battuta da commedia nera, la seconda parte di Full Metal Jacket ci porta in Vietnam. Lì la storia si fa ancora più cupa, quando lo squadrone viene eliminato uno alla volta da un cecchino metodico. In quello che potrebbe sembrare un finale apparentemente semplice e “inconcludente”, Kubrick inserisce in realtà una serie di elementi che – se ben interpretati – lo rendono particolarmente straziante e restituiscono tutta l’insensatezza e la brutalità di un conflitto che è in realtà sempre uguale  a sé stesso ogni volta che si ripresenta.

LEGGI ANCHE: Full Metal Jacket: 10 cose che non sai sul film

Matthew Modine in Full Metal Jacket
Matthew Modine in Full Metal Jacket © 1987, Courtesy of Warner Bros.

Perché la squadra canta “La marcia di Topolino” alla fine di Full Metal Jacket

Nelle scene finali di Full Metal Jacket, la maggior parte dei protagonisti del film viene rapidamente uccisa da un cecchino invisibile. Alla fine, le reclute sopravvissute rintracciano il loro aggressore solo per scoprire che si tratta di una bambina. In uno dei finali di film di guerra più strazianti di tutti i tempi, il soldato Joker, antieroe vagamente benintenzionato, spara alla bambina mentre lei muore dissanguata. Persino il suo compagno sociopatico Animal Mother trova scioccante l’insensibilità della sua decisione, ma è il momento successivo che risalta agli occhi di molti spettatori. Mentre i soldati se ne vanno, iniziano a cantare all’unisono la Marcia di Topolino.

L’accostamento ironico tra l’estrema violenza della scena precedente e questa canzone stranamente carina è evidente, ma c’è un significato più profondo in questo momento. Melodie giocose come queste venivano cantate dai soldati in Vietnam e altrove per una serie di motivi, tra cui la nostalgia dell’infanzia dopo il trauma subito e il desiderio di tornare a uno stato mentale più innocente. Mentre la versione di Platoon del Vietnam comprendeva una tragedia più lirica e una violenza più spettacolare, c’è una banalità infantile nelle uccisioni di Full Metal Jacket che viene sottolineata da questo momento. Sebbene siano assassini, la maggior parte dei membri della squadra ha solo pochi anni in più dei loro giovani aggressori.

I soldati americani che hanno combattuto in Vietnam avrebbero avuto l’età giusta per essere cresciuti con la Marcia di Topolino come un brano preferito dell’infanzia, quindi ha senso che ne ricordino collettivamente il testo. Anche la canzone è tecnicamente una marcia, anche se nello spettacolo era più una marcia da parata. In questo senso, Topolino è un simbolo della cultura americana e della rapida invasione del Vietnam da parte del capitalismo. Anche il romanzo da cui è tratto Full Metal Jacket, The Short-Timers, includeva questo canto, anche se non nelle scene finali.

Adam Baldwin, Matthew Modine, Dorian Harewood e Arliss Howard in Full Metal Jacket
Adam Baldwin, Matthew Modine, Dorian Harewood e Arliss Howard in Full Metal Jacket © 1987, Courtesy of Warner Bros.

Il significato della battuta finale di Joker sull’essere vivi in un mondo di merda

Il futuro cattivo di Stranger Things Matthew Modine ha iniziato una carriera di interpretazioni di figure moralmente ambigue con la sua interpretazione di Joker, e le motivazioni del personaggio non sono mai state così chiare come nella narrazione finale di Full Metal Jacket. Quando Joker dice di trovarsi in un mondo di merda, uno spettatore ottimista potrebbe pensare che sia contento di essere almeno vivo nonostante tutti i suoi guai. Tuttavia, la maggior parte degli eventi del film indicherebbe l’interpretazione opposta. Considerato tutto ciò che subisce in Full Metal Jacket, è più probabile che Joker stia dicendo che tecnicamente è vivo, ma che si tratta di una vittoria di Pirro perché vive in un mondo di merda.

Le immagini del film fanno sembrare le città bruciate del Vietnam un inferno, grazie ai muri di fumo e fuoco di queste scene finali. In questo modo, Joker può essere considerato più sfortunato dei morti, poiché è vivo ma deve continuare a vivere in un mondo terribile, soffrendo per il trauma della sua esperienza in Vietnam. Questa frase richiama ironicamente quella pronunciata da Pyle prima di togliersi la vita, affermando che lo fa perché anche lui si trova in un mondo di merda. A differenza di Pyle e degli eroi dei successivi film sul Vietnam, Joker non può però sfuggire al suo destino attraverso la morte.

Come Matthew Modine ha cambiato il finale di Full Metal Jacket

Secondo l’intervista di IGN a Modine, l’inceppamento dell’MI6 di Joker nel momento in cui prende la mira sul cecchino e il fatto che il suo personaggio non muoia sono idee che l’attore ha sottoposto a Kubrick. L’inceppamento del fucile nella scena culminante è stata una scelta perfetta perché questo accadeva spesso nella vita reale, dato che gli MI6 erano notoriamente inaffidabili. Il momento, inoltre, riecheggiava ironicamente l’uso del fucile come simbolo fallico nella prima parte del film. Dopo che a Joker è stato detto che era inutile senza il suo fucile, l’arma si è inceppata nel momento in cui è stato finalmente chiamato a compiere il suo dovere. Nel frattempo, la mancata morte di Joker ha permesso al film di dimostrare che anche i sopravvissuti sono rimasti con cicatrici psicologiche profondamente dannose.

Death Race: dal cast ai sequel, le curiosità sul film con Jason Statham

Grande esperto di film di fantascienza e di adattamenti cinematografici di videogiochi, il regista Paul W. S. Anderson è noto in particolare per i film dedicati alla saga di Resident Evil. Durante una pausa da questi, nel 2008, si è però dedicato all’esplosivo Death Race, incentrato su una mortale gara di auto tra individui che non hanno più nulla da perdere. Si tratta di un remake del film del 1975 Anno 2000 – La corsa della morte, avente tra i suoi protagonisti gli attori David Carradine e Sylvester Stallone. Nell’occuparsi del riadattamento di tale opera, Anderson si è come suo solito cimentato non solo nella regia, quanto anche nella sceneggiatura e nella produzione.

Egli ha però apportato diverse modifiche rispetto al film originale, dando vita ad una storia particolarmente dura e violenta, che si discosta anche da un punto di vista dell’atmosfera. La parodistica corsa tra auto presente nel titolo dell’75 è dunque qui sostituita dal una mortale gara fra detenuti alla guida di veicoli particolarmente corazzati e modificati. Un’altra delle fonti di ispirazioni fu il film Rollerball, anch’esso incentrato su una società allo sbando e uno sport d’intrattenimento estremamente violento. A causa del basso budget, attestato intorno ai 45 milioni di dollari, Anderson dovette però contenersi nell’ideare soluzioni particolarmente articolate.

Avvalsosi di un cast di attori noti per questo genere di film, Death Race riuscì ad affermarsi come un discreto successo. Giunto in sala, riuscì infatti a guadagnare un totale di circa 75 milioni di dollari. Questo spinse i produttori a realizzare diversi sequel, ampliando così il mondo narrativo qui presentato. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Death Race. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Jason Statham in Death Race
Jason Statham in Death Race © 2008 – Universal Studios

La trama di Death Race

Il film si svolge in un futuro prossimo, dove tutte le nazioni cadono in una profonda crisi e la disoccupazione e la criminalità crescono a livello esponenziale. Con il collasso del sistema carcerario, il governo statunitense lo affida a corporazioni private che tentanto di ricavarne il massimo profitto, sfruttando la richiesta di spettacoli d’intrattenimento sempre più estremi e violenti. Nascono così una serie di mortali gare tra carcerati, trasmesse a pagamento sul web. La più famosa di queste è la Death Race, consistente in una sfida a bordo di auto corazzate e modificate per trasportare varie tipologie di armi. Le regole sono semplici: dopo cinque vittorie, sei libero di lasciare il carcere.

A trovarsi coinvolto in questa gara è Jensen Ames, imprigionato per aver commesso un brutale omicidio. Egli si trova così costretto a prendere una decisione: prendere parte alla Death Race e sperare di ottenere la libertà, oppure rimanere per sempre in quel luogo di morte. Desideroso di riabbracciare l’amata figlia, Jensen decide di mettersi al volante, addrestrandosi grazie ad un noto coach. Sul suo percorso verso la vittoria dovrà però scontrarsi con Machine Gun Joe, uno spietato rivale pronto a tutto pur di ottenere la vittoria. Solo uno di loro potrà però vincere, agli altri spetterà soltanto la morte.

 

Il cast di attori del film

Protagonista del film è l’attore Jason Statham, celebre per i suoi numerosi adrenalinici film d’azione. Egli dà qui vita al personaggio di Jensen Ames, offerto inizialmente all’attore Tom Cruise, il quale però non apprezzò la sceneggiatura. Per prepararsi al ruolo, Statham condusse diverse ricerche nel penitenziario di Corcoran, il più duro istituto di correzione della California. Qui ebbe modo di conoscere diversi detenuti, dai quali trasse ispirazione per la personalità di Ames. Particolarmente impegnativo fu anche l’allenamento fisico a cui si sottopose. Egli venne infatti addestrato da un ex Navy SEAL, lo stesso che aveva curato la preparazione degli interpreti del film 300. Statham passò così in tre mesi dal 20% al 6% di grasso corporeo.

Accanto a lui nel film si ritrovano altri noti attori. La candidata all’Oscar Joan Allen interpreta il ruolo di Claire Hennessey, direttrice del penitenziario che impone ad Ames di prendere parte alla gara. L’attrice si dimostrò da subito molti interessata al ruolo, desiderando prendere parte ad un progetto totalmente diverso dai suoi soliti. Ian McShane, noto per la serie American Gods, è invece Coach, l’addestratore del protagonista per la Death Race. L’inarrestabile avversario di Ames, Machine Gun Joe, è invece interpretato da Tyrese Gibson. Natalie Martinez dà invece vita a Elizabeth Case, che svuole il ruolo di navigatore per Ames. L’attore Max Ryan è Pachenko, un altro dei piloti avversari del protagonista. È infine presente anche l’attore Jason Clarke nei panni di Ulrich.

Joan Allen, Jason Statham e Jason Clarke in Death Race
Joan Allen, Jason Statham e Jason Clarke in Death Race © 2008 – Universal Studios

Da Death Race 2 Death Race – Anarchia, I sequel del film

Con il buon successo del film, sono poi stati realizzati ulteriori film della saga, tutti pensati però per il solo mercato home video. Il primo di questi, uscito nel 2011, è Death Race 2, il quale si configura però come un prequel, andando ad esplorare le origini della celebre gara e del personaggio di Frankenstein. Interpreti di questo film sono gli attori Luke Goss, Lauren Cohan e Sean Bean. Nel 2012 è invece uscito Death Race 3 – Inferno, il quale porta avanti quanto narrato nel precedente film. Con un cast parzialmente diverso ha infine preso vita, nel 2018, Death Race – Anarchia, film che va a concludere la storia del personaggio di Frankenstein. È in seguito agli eventi di quest’ultimo che si svolge poi la storia del film del 2008.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Prima di vedere tali sequel/prequel, è possibile fruire del film del 2008 grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Death Race è infatti disponibile nel catalogo di Apple TV+ e Prime Video. Per vederlo, basterà semplicemente iscriversi, in modo del tutto gratuito alla piattaforma. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film sarà inoltre trasmesso in televisione il giorno sabato 16 settembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Lanterns: Aaron Pierre sarà ufficialmente John Stewart

0
Lanterns: Aaron Pierre sarà ufficialmente John Stewart

Aaron Pierre è ufficialmente entrato a far parte della serie di Lanterns della HBO, secondo quanto riportato da Variety.

Pierre interpreterà John Stewart nella serie, intitolata Lanterns. In precedenza era stato riferito che Kyle Chandler era in trattative per il ruolo di Hal Jordan. Secondo le fonti, per il ruolo di Stewart sono stati presi in considerazione diversi attori, tra cui Stephan James e Damson Idris.

Lo show è prodotto dalla HBO in associazione con la Warner Bros. Television e i DC Studios ed è basato sui fumetti di “Lanterna Verde” della DC.

Lo show è stato scelto per otto episodi dalla HBO a giugno. Originariamente previsto come originale Max, lo show è passato alla HBO come parte di un nuovo piano di delineazione dei contenuti.

Secondo il titolo ufficiale, la serie segue “la nuova recluta John Stewart e la leggenda delle Lanterne Hal Jordan, due poliziotti intergalattici coinvolti in un oscuro mistero terrestre mentre indagano su un omicidio nel cuore dell’America”.

Pierre ha recentemente recitato nel film di successo di NetflixRebel Ridge”. Il film ha debuttato su Netflix il 6 settembre e da allora è sempre stato nella classifica dei 10 film in lingua inglese dello streamer, con tre settimane al primo posto. Tra gli altri suoi crediti televisivi figurano il ruolo di Malcolm X nella serie di Nat Geo “Genius: MLK/X” e la partecipazione alla serie limitata di Barry Jenkins ‘The Underground Railroad’. In precedenza è apparso anche nella serie DC “Krypton” nel ruolo di Dev-Em. Pierre ha partecipato anche a film come “Foe”, “Brother” e “Old”. Dovrebbe anche interpretare Mufasa nel prossimo film prequel del “Re Leone” di Jenkins per la Disney.

Lanterns è co-scritto da Chris Mundy, Damon Lindelof e Tom King. Tutti e tre sono produttori esecutivi insieme a James Hawes, che ha anche diretto i primi due episodi.

CORRELATE:

Lanterns è la storia di una coppia di Lanterne Verdi

La produzione di Lanterns è attualmente programmata per iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, potenzialmente mettendo lo show sulla buona strada per un’uscita nel 2026. Guy Gardner di Nathan Fillion, che farà il suo debutto nel reboot di Superman di James Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie.

Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde.

“Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato per la prima volta. “Ci sono altre Lanterne Verdi sparse qua e là, ma questa è in realtà una serie TV ambientata sulla Terra, quasi come True Detective, con un paio di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano Precinct Earth e scoprono un terrificante mistero che si collega alla nostra più grande storia del DCU.”

Christopher Nolan: Matt Damon in trattativa per il prossimo film della Universal previsto per l’estate 2026

0

Christopher Nolan tornerà a lavorare con Universal per il suo prossimo film. Matt Damon, già presente in “Interstellar” e “Oppenheimer”, è in trattative per diventare il protagonista. Nolan scriverà e produrrà insieme a Emma Thomas sotto la loro insegna Syncopy.

Dopo il successo di “Oppenheimer”, che ha vinto sette premi Oscar e ha incassato 958 milioni di dollari in tutto il mondo, non sorprende che Nolan voglia collaborare nuovamente con lo studio.

Secondo le fonti di Variety, la Universal sta pianificando un’uscita Imax per il titolo il 17 luglio 2026. I dettagli della trama del progetto non sono stati resi noti. La Universal non ha rilasciato commenti.

“Oppenheimer” è il primo film di Nolan al di fuori della Warner Bros. dopo quasi 20 anni. Per lo studio ha diretto la trilogia del “Cavaliere Oscuro” e altri successi come “Dunkirk” e “Inception”.

Le cose sono cambiate nel 2020, quando il capo di WarnerMedia Jason Kilar ha deciso di trasmettere in anteprima un anno di film su HBO Max. Sebbene Nolan non avesse un film in uscita durante questo periodo, all’epoca rilasciò una dichiarazione in cui criticava la strategia: “Alcuni dei più grandi registi e delle più importanti star del cinema del nostro settore sono andati a letto la sera prima pensando di lavorare per il più grande studio cinematografico e si sono svegliati scoprendo di lavorare per il peggior servizio di streaming”.

Ha portato “Oppenheimer” alla Universal, e il film ha finito per aprire un testa a testa con un altro progetto della Warner Bros: “Barbie”. Nella sua storia di copertina di Variety del 2023, Nolan ha dichiarato che qualsiasi faida con la Warner Bros. è ormai “acqua passata”. Deadline ha riportato per primo la notizia del prossimo film di Nolan.

Joker: Folie à Deux, 6 motivi per cui il sequel ha fallito (e i più grandi errori di Todd Phillips)

0

Mentre le recensioni della Mostra del Cinema di Venezia del mese scorso sono state contrastanti, Joker: Folie à Deux si è classificato solo cinque o sei punti percentuali dietro a Joker del 2019 su Rotten Tomatoes. Le cose sono cambiate quando altri critici – e fan – hanno potuto vedere il film la scorsa settimana.

È apparso subito chiaro che non si trattava di un seguito gradito ai fan e che il passaparola negativo delle proiezioni IMAX di lunedì avrebbe avuto un impatto negativo sugli incassi. Ora, il sequel di un successo da 1 miliardo di dollari, vincitore di un Oscar, è un flop critico e commerciale.

Dove è andato tutto storto? Al di là delle recensioni negative, Joker: Folie à Deux prima della sua uscita e, soprattutto, con il film stesso. Sono questi che hanno condannato il sequel dal titolo pretenzioso e, in questo articolo, vi spieghiamo perché. Per saperne di più sui difetti del film, cliccate sui pulsanti “Avanti” qui sotto.

È un brutto musical

Joaquin Phoenix e Lady Gaga Joker: Folie à Deux
Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Niko Tavernise

Quando abbiamo saputo per la prima volta che Joker: Folie à Deux sarebbe stato un “musical jukebox”, la cosa ha sicuramente fatto alzare qualche sopracciglio. Tuttavia, l’idea di esplorare la contorta storia d’amore tra Joker e Harley Quinn ad Arkham attraverso le canzoni aveva un certo fascino.

Il problema, però, è che si tratta di un pessimo musical. Joaquin Phoenix non è esattamente un piacere da ascoltare, mentre a Lady Gaga è stato chiaramente chiesto di trattenersi per amore del realismo, lasciandoci con due cantanti mediocri che si esibiscono in una serie di brani ampiamente dimenticabili.

Il film non ha nulla di nuovo da dire

Joker: Folie à Deux film 2024

Che si ami o si odi Joker: Folie à Deux, è difficile negare che si tratti di un film vuoto che non ha quasi nulla di nuovo da dire. Il primo film era un’affascinante disamina della discesa di un uomo disturbato verso la follia vera e propria, ma cosa succede qui?

Una storia fin troppo familiare di una superfan che si innamora di uno psicopatico, un debole dramma giudiziario sul fatto che “Arthur Fleck” e “Joker” siano due personaggi distinti e un promemoria che ci ricorda che il mondo è terribile e che tutti i suoi abitanti sono terribili.

È tutto a livello superficiale e, sebbene alcuni abbiano cercato di vendere il sequel come una storia complessa su come idolatrare qualcuno come Joker possa ritorcersi contro, se è questo l’obiettivo dei registi… beh, non hanno fatto un lavoro abbastanza buono.

Un sequel non era voluto o necessario

Joaquin Phoenix in Joker (2019)
© Cortesia Warner Bros Pictures

Dopo l’uscita di Joker, si è parlato molto di un possibile sequel. Forse il seguito potrebbe ruotare attorno a un Bruce Wayne scapestrato e vendicativo che dà la caccia ad Arthur Fleck? Todd Phillips ha detto che non se ne farà nulla e Joaquin Phoenix non ha mai girato un sequel, quindi la cosa è finita lì.

Finché non lo è stato. Mentre gli appassionati di cinema troppo spesso dicono che certi film non “hanno bisogno” di un sequel, Joker è stato l’esempio perfetto di un film che avrebbe dovuto essere lasciato in pace. Era un perfetto racconto autonomo e, al di là delle sciocche teorie dei fan, nessuno voleva davvero un secondo capitolo.

Questo spiega perché, al di là delle recensioni negative e dello scarso passaparola, Joker: Folie à Deux ha fallito. La gente ha bisogno di un buon motivo per andare al cinema al giorno d’oggi e questo film non ha mai offerto un argomento convincente.

Un finale sconvolgente

Joaquin Phoenix e Brendan Gleeson in Joker: Folie à Deux
Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Niko Tavernise

Non è mai una buona idea mandare gli spettatori a casa con l’amaro in bocca, ma questo è esattamente ciò che fa Joker: Folie à Deux. Nei momenti finali, Arthur Fleck viene rispedito ad Arkham e pugnalato a morte da un detenuto a caso che poi gli incide un sorriso sul volto.

L’idea è che possa essere il Joker, ma il primo film lo aveva già stabilito quando abbiamo visto come le azioni di Arthur hanno influenzato i cittadini più poveri e arrabbiati di Gotham City. Il film ripropone lo stesso messaggio, anche se in modo pigro. Si dice che una prima versione prevedeva che Lee uccidesse Arthur; anche se questo avrebbe diviso le opinioni, almeno ha più senso che “Harley Quinn” elimini Joker, prendendo il suo messaggio e facendolo completamente suo come qualcuno che causerà allegramente il caos a Gotham.

“Joker” non ha senso

Joaquin Phoenix in Joker: Folie à Deux
Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Niko Tavernise

Già prima che Joker uscisse nel 2019, era chiaro che il film non era esattamente accurato per i fumetti. Todd Phillips non si è mai prefissato di adattare il materiale di partenza, ma lo ha usato come base per una storia che ha dato un’impronta solida e convincente al Clown Principe del Crimine.

Anche se c’è chi idolatra sempre un cattivo, la maggior parte ha lasciato Joker fin troppo consapevole che Arthur Fleck non era un eroe. Tuttavia, il Joker di Joaquin Phoenix ha aggiunto una nuova ed entusiasmante versione del personaggio al canone della DC ed è quindi diventato iconico.

Dire a questi fan che questo “Joker” era solo un pazzo rende il personaggio privo di valore. Anche per un film a fumetti come questo, avere i fanboy dalla propria parte è d’obbligo. Invece, loro hanno rifiutato completamente il sequel, uccidendo il passaparola.

È un progetto di vanità

Joker: Folie à Deux

Si dice che Joker sia stato realizzato per circa 70 milioni di dollari. Al contrario, Joker: Folie à Deux è costato ben 200 milioni di dollari prima del marketing, di cui almeno un quarto è andato a Todd Phillips, Joaquin Phoenix e Lady Gaga. Quindi, sì, hanno incassato alla grande.

A conti fatti, il film è stato un progetto di vanità per Phillips e Phoenix. Una volta avevano discusso di portare Joker a Broadway; invece di farlo, hanno convinto la Warner Bros. Discovery a pagare loro un’enorme somma di denaro per divertirsi sul set di una continuazione del grande schermo.

Per Phillips, questa è stata anche un’opportunità per rispondere a coloro che credevano che avesse fatto un film nel 2019 per gli incel. Il regista è talmente insicuro che gran parte di Joker: Folie à Deux è dedicato a rendere Arthur il più patetico possibile e a far capire che non è una brava persona. Non è vero!

Michael Keaton rivela se è stato contattato per interpretare nuovamente l’Avvoltoio

0

Se Spider-Man 4 di Sam Raimi fosse stato realizzato, avremmo visto il Peter Parker di Tobey Maguire combattere con l’Avvoltoio di John Malkovich. Invece, quando i Marvel Studios hanno riavviato l’uomo-ragnatela, è stato l’ex Batman Michael Keaton a indossare le ali del cattivo in Spider-Man: Homecoming.

Invece di tornare in Spider-Man: No Way Home, come previsto inizialmente, Keaton ha ripreso il ruolo dell’Avvoltoio in Morbius. Dopo essere stato inviato per errore in quel mondo, un Toomes sorprendentemente calmo è stato liberato dalla prigione e in seguito ha tentato di reclutare il Vampiro Vivente in una sorta di squadra.

Rimane una delle peggiori scene post-credits dei film a fumetti di sempre, ma l’attore potrebbe tornare a vestire i panni di Adrian Toomes nel prossimo Spider-Man 4?

“Oh, wow. È un personaggio interessante, quel ragazzo”, ha risposto Keaton quando Screen Rant gli ha posto la domanda. “In realtà, ci sono stato per un minuto nel secondo film. È stata un’esperienza davvero divertente, ma non ho parlato con nessuno di nulla. [Cerco di non parlare con nessuno. Non mi piace proprio la gente”.

Non è chiaro cosa Keaton intenda con “il secondo”, anche se potrebbe riferirsi a Spider-Man: Far From Home o Spider-Man: No Way Home. In ogni caso, non ci aspettiamo necessariamente che ci sia spazio per l’Avvoltoio sulla base di ciò che sappiamo su Spider-Man 4.

In una prima versione di Spider-Man: No Way Home, Peter avrebbe visitato la casa di Toomes con Doctor Octopus, Green Goblin ed Electro al seguito. I concept art hanno mostrato Spidey che sembra fare squadra con il cattivo, mentre abbiamo anche visto alcune versioni diverse della sua tuta di volo aggiornata.

All’inizio dell’anno, John Leguizamo ha raccontato di essere stato sostituito all’ultimo momento da Keaton nel ruolo dell’Avvoltoio. Come si può immaginare, l’attore non era esattamente felicissimo di essere stato estromesso dal film.

“Non avevo firmato un contratto, ma eravamo d’accordo. Credo che questi siano termini accettabili”, ha ricordato. “Il capo dello studio mi ha chiamato e mi ha detto: ‘È terribile. Mi sento orribile, vuoi rinunciare?”. E io l’ho fatto”, ha continuato. “Mi sentivo come se, se lei non mi volesse, nemmeno io volessi essere lì, capisce cosa intendo?”.

Mia nonna diceva: “Se non ti vogliono a una festa, non andarci”. Allora ho detto: ‘Non mi volete alla festa’. Non voglio esserci. Mi sono sentita sminuita e sminuita, quindi non ho voluto partecipare”. Vi piacerebbe vedere di più l’Avvoltoio di Keaton nel MCU?

Daredevil: Born Again sarà “problematico e spaventoso come il mondo di Game of Thrones”

0

Alcune persone coinvolte nella realizzazione di Daredevil: Born Again hanno promesso che la prossima serie Disney+ sarà altrettanto cupa e violenta – se non di più – dell’ormai defunto show di Netflix, e il responsabile di Streaming, Televisione e Animazione dei Marvel Studios, Brad Winderbaum, ha ribadito quanto sarà grintoso l’atteso ritorno dell’Uomo senza Paura durante un’intervista inedita al D23.

Durante un’apparizione sul palco di On The Red Carpet Storytellers Spotlight della ABC, Winderbaum ha condiviso aggiornamenti su diversi progetti per il piccolo schermo e ha paragonato Born Again al notoriamente brutale Game of Thrones della HBO.

“Immaginate se New York City fosse intricata, problematica e spaventosa come il mondo di Game of Thrones ”, ha detto. “Tutte queste forze si contendono il controllo, e può essere molto speranzoso a volte, e molto violento a volte, e oscuro – ma c’è anche la luce alla fine del tunnel se si può combattere per essa”.

La serie di Netflix non era esattamente quello che si definirebbe un bagno di sangue, ma era certamente più violenta di qualsiasi altra cosa vista all’epoca nel MCU, con alcuni momenti piuttosto scioccanti nel corso delle sue tre stagioni.

Quando è stato annunciato che i Marvel Studios avevano intenzione di riportare l’Uomo senza Paura per Daredevil: Born Again, c’era il timore che il “reboot” (anche se ora sappiamo che si tratterà più di una continuazione) potesse perdere un po’ di smalto rispetto allo show di Netflix, ma non sembra proprio che sarà così.

Cosa ha detto invece su Eyes of Wakanda

Winderbaum ha anche condiviso alcuni nuovi dettagli sulla serie animata Eyes of Wakanda.

“Incontriamo diversi War Dogs in diversi momenti, in diversi eventi storici in cui devono entrare e fare il loro lavoro”, ha detto. “Ma spesso si tratta di un’azione che tocca i loro limiti etici e le loro corde del cuore”.

Quello che sappiamo di Daredevil: Born Again

Lo sceneggiatore di The Punisher, Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della serie Daredevil: Born Again, le cui riprese sono concluse da poco. I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil: Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin (Vincent D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia prenderà il via.

I dettagli specifici della trama di Daredevil: Born Again non sono stati rivelati, ma possiamo mettere insieme un’idea approssimativa dalle foto dal set e dalle fughe di notizie sulla trama. Matt Murdock difenderà White Tiger in tribunale, The Kingpin è il sindaco di New York City (e reprime i vigilantes che odia così tanto), e The Punisher prende di mira i poliziotti corrotti che hanno cooptato il suo logo.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della recente serie Echo. È stato recentemente confermato che Daredevil: Born Again sarà presentato in anteprima su Disney+ il prossimo marzo.

Scarlett Johansson rimpiange di non aver esplorato di più la storia con Occhio di Falco

0

Il periodo di Scarlett Johansson nei panni di Natasha Romanoff si è concluso in Avengers: Endgame, quando l’eroe si è sacrificato per salvare l’universo. Tuttavia, in una svolta piuttosto perplessa degli eventi, due anni dopo è stato realizzato un film sulla Vedova Nera.

Ambientato tra gli eventi di Captain America: Civil War e Avengers: Infinity War, ha colmato alcune lacune nel passato di Natasha e ha dato al MCU una nuova Vedova Nera, la Yelena Belova di Florence Pugh.

Purtroppo, queste lacune non erano necessariamente quelle che i fan volevano vedere esplorate sullo schermo. Parlando con MTV UK dell’uscita di Transformers One, la Johansson ha ammesso che anche lei avrebbe voluto esplorare meglio il passato comune di Vedova Nera e Occhio di Falco.

Scarlett Johansson
Scarlett Johansson al Festival di Cannes – Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

“Probabilmente sarei andata più indietro nella storia di Vedova Nera”, dice l’attore nel player qui sotto. “Mi sarebbe piaciuto vedere l’Occhio di Falco, la Vedova Nera, alcune di quelle cose. Si vedono le prime parti della sua vita [non quelle origini]”.

A questo punto il momento è probabilmente passato, anche se Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars aprono almeno la porta a una possibile reunion della Johansson e di Jeremy Renner.

Il film sulla Black Widow è uscito nelle poche sale ancora aperte durante la pandemia e sul servizio Premier Access di Disney+. Insoddisfatta dell’impatto sui bonus al botteghino che le erano stati garantiti dal contratto, la Johansson ha fatto causa alla Casa del Topo e alla fine ha raggiunto un accordo che l’ha vista anche accettare di produrre un nuovo progetto per i Marvel Studios. Da allora abbiamo saputo che si tratta di Thunderbolts*, anche se non ci aspettiamo certo un ritorno a sorpresa della Johansson.

“Sì, sono triste, ovviamente”, ha detto all’inizio di quest’anno a proposito dell’addio alla Vedova Nera. “Ho assolutamente amato ogni esperienza di ripresa che ho avuto, lavorando 10 anni con la Marvel e con quel cast incredibile, e amo il personaggio di Natasha. Ho molta empatia per lei, ed è stato incredibile costruire quel personaggio per un periodo di tempo così lungo”. “Sono anche molto contenta che la sua storia si concluda ”, ha aggiunto la Johansson. “Penso che abbia molta dignità nella sua eredità”.

Thunderbolts* uscirà nelle sale il 5 maggio 2025.

Spider-Man 4: rivelata la data di inizio riprese e svelato il ruolo di Peter Parker in Born Again?

0

Se non ci fossero stati gli scioperi della WGA e della SAG-AFTRA dell’anno scorso, probabilmente Spider-Man 4 sarebbe stato pronto ad arrivare nelle sale l’anno prossimo. È anche molto probabile che avremmo già visto Daredevil: Born Again stagione 1, con la seconda serie di episodi proprio dietro l’angolo.

Perché ve lo ricordiamo? Perché, a quanto si dice, il piano prevedeva che avremmo avuto uno Spider-Man 4 ambientato sulle strade, che avrebbe messo il Wall-Crawler e Daredevil contro il sindaco Wilson Fisk, alias il Kingpin del crimine.

Allo stato attuale, il film dovrebbe uscire proprio tra Avengers: Doomsday e Avengers: Secret Wars. Ciò significa che la Sony ha avuto la meglio e che avremo un’avventura multiversale con gli altri Spider-Men e Venom… se le ultime indiscrezioni sono credibili.

Spider-Man 4
Tom Holland in Spider-Man: No Way Home (2021) © Marvel Studios

Secondo Daniel Richtman, il piano prevede che Spider-Man 4 inizi le riprese nel Regno Unito il 25 maggio 2025. Le riprese termineranno poi a ottobre e Tom Holland girerà il suo ruolo in Avengers: Doomsday all’inizio dell’anno.

In una notizia correlata, lo scooper @MyTimeToShineH sostiene che i Marvel Studios hanno cercato di inserire Spidey in Daredevil: Born Again. Si dice che la Sony abbia rifiutato perché permetterà a Peter Parker di apparire solo nei film degli Avengers (sono quelli che ci guadagnano di più, perché aumentano l’interesse per l’eroe e probabilmente c’è anche una componente finanziaria).

Tuttavia, si dice che Spider-Man verrà almeno menzionato in Daredevil: Born Again; non aspettatevi però che appaia nella seconda stagione, la cui produzione inizierà il mese prossimo.

Il lato positivo è che vedremo i personaggi condividere lo schermo in Your Friendly Neighborhood Spider-Man della Marvel Animation. Charlie Cox riprenderà il suo ruolo di Uomo senza paura nella serie.

Cosa ha detto Charlie Cox  su Daredevil?

“Sono andato in studio e ho fatto un po’ di doppiaggio per questo film molto tempo fa ”, ha detto l’attore all’inizio di quest’anno. “Anni fa, durante le riprese di She-Hulk, quindi credo che fosse il 2021. Ho visto solo un paio di scene che ho doppiato. E non ho nemmeno visto le scene, ho solo visto i primi disegni. È tutto quello che so”.

“Non ho visto nulla, non ho idea di quale sia la storia, ma è forte. È bello che [Daredevil] ne faccia parte. Sono entusiasta”.

Cosa sappiamo fino ad oggi su Spider-Man 4?

Destin Daniel Cretton dirigerà Spider-Man 4, mentre gli sceneggiatori di Spider-Man: No Way Home Chris McKenna ed Erik Sommers torneranno a scrivere la sceneggiatura. Non è stata annunciata una data di uscita del film, ma ci aspettiamo che arrivi nelle sale il 24 luglio 2026.

Lanterns: Kelly MacDonald per il ruolo di interesse amoroso?

0
Lanterns: Kelly MacDonald per il ruolo di interesse amoroso?

I DC Studios stanno mettendo insieme un cast impressionante per Lanterns, con Kyle Chandler che è stato scelto per interpretare Hal Jordan e Stephan James che è il favorito per vestire i panni di John Stewart.

Ora, @MyTimeToShineH riporta la notizia che a Kelly MacDonald (Brave, Boardwalk Empire, The Radleys) è stata offerta una delle due protagoniste femminili della prossima serie HBO.

La notizia è stata confermata da Nexus Point News, che aggiunge: “L’attrice dovrebbe interpretare lo sceriffo della città e l’interesse amoroso di Hal Jordan. Non si sa se il ruolo sia di un personaggio originale o di Carol Ferris”.

Chi potrebbe interpretare Kelly MacDonald in Lanterns?

Se si tratta di Carol, allora il personaggio è stato drasticamente reinventato perché, nei fumetti, la sua famiglia possiede la Ferris Aircraft Company, dove lei agisce come dirigente e talvolta come pilota. In seguito è diventata Star Sapphire, che combatte per l’amore in tutto l’universo come parte dello Star Sapphire Corps.

Tenendo conto di ciò, azzardiamo l’ipotesi che la MacDonald non interpreti Carol. Tuttavia, il fatto che Hal si innamori dello sceriffo della città in questo giallo suggerisce che lui e il suo interesse amoroso abituale non stiano più insieme. Il fatto che Hal abbia tra i 50 e i 60 anni potrebbe anche indicare che Carol è morta o che i suoi giorni da supereroe sono ormai lontani.

Kelly MacDonald sarebbe comunque un’aggiunta entusiasmante al DCU, e sembra che avremo una storia molto umana nonostante il background cosmico del Corpo delle Lanterne Verdi.

Finora, Lanterns si sta rivelando uno dei progetti più intriganti dei DC Studios e, dato che è stato ampiamente riportato che l’Hal di Chandler sarà un personaggio unico per questa serie, il suo posto nel più ampio DCU promette di essere tenuto d’occhio.

CORRELATE:

Lanterns è la storia di una coppia di Lanterne Verdi

La produzione di Lanterns è attualmente programmata per iniziare nel primo trimestre del 2025 nel Regno Unito, potenzialmente mettendo lo show sulla buona strada per un’uscita nel 2026. Guy Gardner di Nathan Fillion, che farà il suo debutto nel reboot di Superman di James Gunn, dovrebbe avere un ruolo di supporto nella serie.

Hal Jordan è stato precedentemente interpretato da Ryan Reynolds nel famigerato film del 2011 Lanterna Verde.

“Questa è la storia di una coppia di Lanterne Verdi John Stewart e Hal Jordan”, ha detto Gunn del progetto quando è stato annunciato per la prima volta. “Ci sono altre Lanterne Verdi sparse qua e là, ma questa è in realtà una serie TV ambientata sulla Terra, quasi come True Detective, con un paio di Lanterne Verdi che sono poliziotti spaziali che sorvegliano Precinct Earth e scoprono un terrificante mistero che si collega alla nostra più grande storia del DCU.”

Il Robot Selvaggio: recensione del film Dreamworks Animation

0
Il Robot Selvaggio: recensione del film Dreamworks Animation

Arriva in sala dal 10 ottobre con Universal Pictures International Italy Il Robot Selvaggio, la nuova produzione della DreamWorks Animation che vanta la firma, alla regia e alla sceneggiatura, di Chris Sanders, vero e proprio guru dell’animazione che ha firmato negli anni, tra gli altri, Lilo & Stitch e Dragon Trainer. Adattando il best seller omonimo di Peter Brown, Sanders si lancia in un’opera ambiziosa, sia per stile che per contenuti, che potrebbe essere uno di quei titoli d’animazione, ormai rari, che mantengono alta l’attenzione sia dei piccoli che degli spettatori più grandi e smaliziati.

La storia de Il Robot Selvaggio

Siamo in un futuro non meglio precisato, che fine abbia fatto l’uomo, lo scopriremo solo molto avanti nel film (come era già accaduto in Wall-E). La storia ha infatti per protagonista Roz, un robot della serie ROZZUM, creato per aiutare l’uomo in ogni tipo di faccenda casalinga, che però finisce per errore su un’isola abbandonata, dove a farla da padrona è la natura selvaggia: foreste incontaminate, animali grandi e piccoli, niente che possa effettivamente dargli un compito da svolgere. Fino a che il suo cammino non si incrocia con quello di una piccola oca rimasta orfana del suo branco. Roz decide che il suo compito è quello di accompagnare l’uovo all’età adulta, insegnargli a mangiare, camminare e infine volare, solo in quel momento il suo compito sarà concluso. Ad aiutare Roz in questo compito improbabile si unisce alla coppia anche Fink, una volpe solitaria e affamata, che in qualche modo trova il modo di convivere con un robot e un’oca.

(from left) Brightbill (Kit Connor) and Roz (Lupita N’yongo) in DreamWorks Animation’s Wild Robot, directed by Chris Sanders.

Abbondanza di temi

Il Robot Selvaggio è un’ottimo film d’animazione che però pecca di “ingordigia” potremmo dire, dal momento che sembra voler dire tutto contemporaneamente, facendosi portatore di tantissimi temi edificanti e sui quali certamente vale la pena di riflettere anche tramite le metafore che la narrazione per bambini offre, tuttavia sembra voler far troppo, come uno studente troppo volenteroso di far bene che rischia di risultare pedante. Ma andiamo con ordine.

LEGGI ANCHE – Esther Elisha e Alessandro Roia, doppiatori di Il Robot Selvaggio, parlano della gentilezza come strumento di rivoluzione

Adattarsi per sopravvivere e scoprire la propria vera natura

Il primo blocco narrativo del film è un piccolo gioiellino d’animazione: in questa fase seguiamo Roz che impara ad accudire il piccolo di oca, battezzato Becco Lustro. Così come lei (un robot dovrebbe essere asessuato, ma il doppiaggio lo rende inequivocabilmente femmina!) Impara a fare da madre al piccolo Becco Lustro, Fink la volpe impara a diventare una specie di fratello maggiore e amico per l’animaletto in difficoltà. Insomma, tutta la prima parte del film racconta una fiaba di adattamento e di istinto, in cui tre entità sole e uniche nel loro genere imparano a formare una famiglia, andando oltre la loro “programmazione”. Roz impara ad adattare il suo programma all’essere madre a tutti gli effetti, con tutto l’amore, la responsabilità e la paura che ne consegue; Fink dal canto suo supera l’istinto di mangiare l’uovo di oca e trova un posto in cui stare da chiamare casa, altre creature (un pennuto e un robot) con cui condividere un concetto nuovo di famiglia; Becco Lustro dal canto suo, che cresce in questa coppia di fatto, scoprirà solo dopo di essere un’eccezione e il suo viaggio consisterà nell’imparare a gestire e a difendere questa sua particolarità, pur inserendola in un contesto sociale.

(from left) Roz (Lupita Nyong’o) and Brightbill (Kit Connor) in DreamWorks Animation’s The Wild Robot, directed by Chris Sanders.

Una storia trasformista

A questo racconto toccante e allo stesso tempo molto divertente in cui si riflette con una certa profondità sulla genitorialità e sull’identità personale, segue una seconda parte della storia in cui si perde il fuoco narrativo e mentre la storia procede con un ritmo decisamente diverso e più sincopato rispetto alla chiarezza e alla solidità della prima parte, Il Robot Selvaggio diventa di volta in volta qualcosa di diverso, toccando temi quali l’ecologia, l’importanza della gentilezza come metodo per sopravvivere in un mondo avverso, la cooperazione, l’amore come motore del mondo. Tutto proposto in rapidissimi cambi di scenario che riescono a trovare una quadra nel finale ma che allontanano il film da quel nucleo narrativo che si sviluppa per tre quarti di storia e riesce davvero con grazia e efficacia a coinvolgere e a far sciogliere di tenerezza il pubblico.

Nella versione originale, il film vanta un parterre di doppiatori di prim’ordine, da Lupita Nyong’O a Pedro Pascal, passando per Kit Connor, Mark Hamill e Catherine O’Hara. La versione italiana dal canto suo fa un lavoro altrettanto splendido, scegliendo per le voci dei due protagonisti Esther Elisha e Alessandro Roia, che dando personalità e voce a Roz e Fink, concedono al pubblico italiano di immergersi in questa avventura per tutta la famiglia.

Complice un’animazione formidabile e una sottile ironia appannaggio dei più grandi, Il Robot Selvaggio è davvero un’esperienza di condivisione per tutte le età, da gustare rigorosamente in sala. Dal 10 ottobre.

DreamWorks Animation’s The Wild Robot, directed by Chris Sanders.

Cinque secondi: al via le riprese del nuovo film di Paolo Virzì

0
Cinque secondi: al via le riprese del nuovo film di Paolo Virzì

Sono ufficialmente iniziate a Roma le riprese di CINQUE SECONDI, il nuovo film di Paolo Virzì, che ha come protagonisti Valerio Mastandrea nel ruolo di Adriano Sereni, Galatea Bellugi nei panni di Matilde, Valeria Bruni Tedeschi in quelli di Giuliana e Ilaria Spada che interpreterà Letizia.

Scritto da Paolo Virzì, Francesco Bruni e Carlo Virzì, CINQUE SECONDI è prodotto daGreenboo Production, Indiana Production, Motorino Amaranto e Vision Distribution in collaborazione con Sky. La distribuzione sarà curata in Italia da Vision Distribution.  In Francia, la distribuzione sarà gestita da PAN Distribution, mentre le vendite internazionali saranno affidate a Playtime. PAN Distribution, Playtime e Indiana Production fanno parte del nuovo studio Pan Europeo Vuelta.

La trama del film Cinque secondi

Chi è quel tipo dall’aria trascurata che vive da solo nelle stalle ristrutturate di Villa Guelfi, una dimora disabitata e in rovina? Passa le giornate a non far nulla, fumando il suo mezzo-toscano ed evitando il contatto con tutti. E quando si accorge che nella villa si è stabilita abusivamente una comunità di ragazze e ragazzi che si dedicano a curare quella campagna e i vigneti abbandonati, si innervosisce e vorrebbe cacciarli. Sono studenti, neolaureati, agronomi, e tra loro c’è Matilde, che è nata in quel posto e da bambina lavorava la vigna con il nonno Conte Guelfo Guelfi. Anche loro sono incuriositi da quel signore misantropo dal passato misterioso: perché sta lì da solo e non vuole avere contatti con nessuno? Mentre avanzano le stagioni, arriva la primavera, poi l’estate e maturano i grappoli, il conflitto con quella comunità di ragazze e ragazzi si trasforma in convivenza, fino a diventare un’alleanza. E Adriano si troverà ad accudire nel suo modo brusco la contessina Matilde, che è incinta di uno di quei ragazzi…

Matilda De Angelis: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Matilda De Angelis: 10 cose che forse non sai sull’attrice

Tra le giovani promesse del cinema italiano vi è l’attrice Matilda De Angelis, scoperta grazie al film Veloce come il vento. In breve tempo l’interprete bolognese è diventata tra le più richieste, partecipando tanto a serie televisive quanto a film per il cinema. La De Angelis ha inoltre diversi progetti in programma per il futuro, con i quali avrà modo di mettere alla prova la propria versatilità e il proprio talento.

Ecco 10 cose che non sai di Matilda De Angelis.

I film e le serie TV di Matilda De Angelis

1. Ha recitato in film di successo. L’attrice compie il suo debutto sul grande schermo nel 2016 con il film Veloce come il vento, dove recita accanto all’attore Stefano Accorsi. Successivamente prende parte ai film Una famiglia (2017), Il premio (2017), di e con Alessandro Gassmann, e Youtopia (2018), che segna un nuovo importante ruolo nella sua carriera. Nello stesso anno è tra i protagonisti del film Una vita spericolata, mentre nel 2020 recita in L’incredibile storia dell’Isola delle Rose e in Divine – La fidanzata dell’altro. Successivamente recita in Atlas (2021), Il materiale emotivo (2021), Across the River and Into the Trees (2022) e Rapiniamo il Duce (2022). Prossimamente sarà in Dracula: A Love Tale, accanto a Caleb Landry Jones.

2. Ha preso parte a progetti seriali. La De Angelis è nota anche per aver ricoperto il ruolo di Ambra nella popolare serie Tutto può succedere (2015-2018). Nel 2019 è invece protagonista del film televisivo I ragazzi dello Zecchino d’oro. Nel 2020 è tra i protagonisti della serie statunitense The Undoing – Le verità non dette, accanto a Nicole Kidman e Hugh Grant. Ha poi preso parte alla serie Leonardo, dove interpreta Caterina Da Cremona. Nel 2023 è la protagonista della serie Netflix La legge di Lidia Poët, di cui è ora in arrivo la seconda stagione, mentre nel 2024 è protagonista di Citadel: Diana (qui la nostra intervista all’attrice).

 

Le canzoni di Matilda De Angelis

3. Ha composto diversi brani. Grande appassionata di musica, l’attrice pratica sin da giovanissima gli strumenti chitarra e violino, iniziando a comporre le proprie canzoni all’età di 13 anni. A 16 anni debutta come cantante del gruppo Rumba de Bodas, con cui incide l’album Karnaval Fou. L’attrice ha inoltre composto il brano Seventeen per il film Veloce come il vento, ottenendo una candidatura ai David di Donatello per la miglior canzone originale.

Matilda De Angelis in La legge di Lidia Poët
Foto di LUCIA IUORIO/NETFLIX/LUCIA IUORIO/NETFLIX – © 2021 Netflix, Inc.

Matilda De Angelis recita in celebri videoclip

4. Ha preso parte a videoclip musicali di celebri gruppi. La De Angelis ha in più occasioni recitato anche in alcuni videoclip per celebri gruppi italiani. Tra questi si annoverano quello per il brano Tutto qui accade, dei Negramaro, dove condivide la scena con Alessandro Borghi e quello per la canzone Felicità puttana, dei Thegiornalisti. Nel 2022 ha invece recitato nel videoclip di Litoranea, brano di Elisa a cui partecipa anche come cantante.

Matilda De Angelis doveva recitare in Pinocchio

5. Avrebbe dovuto ricoprire un ruolo di rilievo. L’attrice era inizialmente prevista all’interno del film Pinocchio di Matteo Garrone per il ruolo della Fata Turchina. Per via di altri impegni, tuttavia, la De Angelis ha dovuto rinunciare al ruolo, che venne poi affidato all’attrice francese Marine Vacth.

 

Matilda De Angelis protagonista di Citadel: Diana

6. Il suo è un personaggio in cerca d’amore. Parlando di Diana, la protagonista che interpreta nella nuova serie di Prime Video, l’attrice ha affermato che, dovendo trovare un motre che muove il personaggio, questo è “l’amore, il concetto di famiglia in generale, che torna molto spesso e i più grandi drammi e le più grandi storie si consumano in famiglia e questo diventa un motore propulsivo per ciascuno di noi. Per Diana è all’inizio è anche la ricerca della verità, ma una volta cresciuta il suo modore diventa il liberarsi dalle costrizioni interne ed esterne”.

Matilda De Angelis ha un fratello attore

7. Non è l’unica attrice in famiglia. Come noto agli ammiratori di Matilda, non c’è solo lei come De Angelis interprete di cinema e televisione. Anche suo fratello minore, Tobia De Angelis, sta portando avanti una carriera nel mondo della recitazione e i due hanno anche avuto modo di condividere progetti come Tutto può succedere e La legge di Lidia Poët, dove Tobia ha recitato nel primo episodio.

Citadel: Diana
Citadel: Diana – Matilda De Angelis – Prime Video – Credit By Marco Ghidelli

Matilda De Angelis, l’ex fidanzato Nayt e il fidanzato Alessandro De Santis

8. È fidanzata con un noto cantante. L’attrice è stata fidanzata per alcuni anni con l’attore Andrea Arcangeli. I due si sono presentati insieme a diversi eventi di gala, come il red carpet della Mostra di Venezia. La coppia però si è lasciata dopo alcuni anni e in seguito ha avuto una breve relazione il rapper Nayt  con Pietro Castellitto, nata sul set di Rapiniamo il Duce. Ad oggi, l’attrice è fidanzata con Alessandro De Santis, il cantante dei Santi Francesi, conosciuto tramite Instagram.

Matilda De Angelis è su Instagram

9. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da 785 mila persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie scattate in momenti di svago, ma non mancano anche immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Numerose sono anche le foto scattate dietro le quinte dei set a cui ha preso parte.

Matilda De Angelis: età e altezza

10. Matilda De Angelis è nata a Bologna, Italia, l’11 settembre 1995. L’altezza complessiva dell’attrice è di 166 centimetri.

Fonte: IMDb, Instagram

Coraline e la Porta Magica torna al cinema per l’anniversario dei 15 anni

0

Ad Halloween il cinema festeggia il 15° anniversario dell’acclamata epopea in stop-motion CORALINE E LA PORTA MAGICA, il film di animazione di HENRY SELICK, regista di Nightmare Before Christmas, che sin dalla sua uscita nel 2009 ha incantato i fan di tutto il mondo sbaragliando il box office. Combinando l’immaginazione visionaria di NEIL GAIMAN, autore del libro best seller illustrato da DAVE MCKEAN, e la creatività dello studio cinematografico LAIKA, CORALINE E LA PORTA MAGICA è un’avventura meravigliosa dalla narrativa avvincente, divertente e piena di suspense per grandi e piccini.

Buon compleanno Coraline!

Nominato agli Oscar® 2010 nella categoria “miglior film d’animazione”, è stato il primo film d’animazione ad essere concepito e realizzato in vero 3D stereoscopico e a 15 anni dalla prima uscita è tornato quest’estate a sorpresa nelle sale internazionali raccogliendo oltre 50 milioni di dollari. Ora, dal 31 ottobre al 3 novembre, in onore del suo 15° anniversario,CORALINE riapre la porta magica e torna anche nelle sale italiane, in 2D e in 3D in sale selezionate (elenco a breve su nexostudios.it e prevendite aperte dall’11 ottobre), in una nuova edizione rimasterizzata che offre un’esperienza immersiva senza precedenti, riportando invita l’atmosfera oscura e fiabesca che ha reso Coraline un classico moderno. Grazie all’esclusivo contenuto speciale che arricchisce il film, i fan potranno inoltre sbirciare per laprima volta dietro le quinte per osservare il pluripremiato team LAIKA che costruisce le nuovissime versioni dei pupazzi di Coraline, partendo da zero. I membri del team – molti dei quali hanno contribuito alla costruzione dell’originale Coraline – rivisiteranno il design dell’iconico pupazzo per applicare nuove tecnologie all’avanguardia sviluppate dallo studio per i 4 film usciti dopo il 2009.

Quella di Coraline è una storia che ha saputo conquistare ragazzi e adulti. La nostra protagonista scova e attraversa una porta segreta nella sua nuova casa e scopre una versione alternativa della sua vita. All’apparenza, questa realtà parallela è molto simile alla sua vita reale, solo molto più bella. Ma quando questa avventura fantastica e meravigliosamente fuori dagli schemi diventa pericolosa e i suoi genitori “contraffatti” cercano di trattenerla per sempre, Coraline potrà contare solo sulla sua intraprendenza, determinazione e coraggio per salvare la sua famiglia e tornare a casa.

Christopher Reeve: 10 cose che forse non sai sull’attore

Christopher Reeve: 10 cose che forse non sai sull’attore

Ricordato ancora oggi come il più celebre interprete di Superman al cinema, Christopher Reeve deve il suo successo proprio a quel mitico personaggio, grazie a cui ha potuto affermarsi all’interno dell’industria. Qui ha svolto molteplici ruoli, non mancando di sfruttare la propria celebrità per sostenere cause umanitarie in tutto il mondo. Ancora oggi viene ricordato per la sua bontà d’animo e per la sua grande resistenza alle avversità.

Ecco 10 cose che non sai di Christopher Reeve.

 

I suoi film per il cinema, la TV e il documentario Super/Man The Christopher Reeve Story

1. Ha interpretato un celebre supereroe. Nel 1978 l’attore, ancora alle prime armi, viene scelto per dar vita al personaggio di Superman al cinema. Reeve debutta in tali panni nel 1978, con il film Superman, recitando accanto a Marlon Brando e Gene Hackman. Riprenderà poi il ruolo anche per i sequel Superman II (1980), Superman III (1983) e Superman IV (1987). Il successo ottenuto grazie a questi film, come anche tutto il resto della sua vita fino alla triste scomparsa sono ora stati raccontati in una documentario dal titolo Super/Man – The Christopher Reeve Story (2024).

2. Ha recitato anche in altri film. Al di là della saga di Superman, l’attore è comparso in altri noti film tra gli anni Settanta e Novanta. Il suo debutto sul grande schermo avviene con Salvate il Gray Lady (1978), per poi recitare anche in Ovunque nel tempo (1980), Trappola mortale (1982), con Michael Caine, I bostoniani (1984), Street Smart – Per le strade di New York (1987), Cambio marito (1988), Rumori fuori scena (1992), Quel che resta del giorno (1993), con Anthony Hopkins, e Villaggio dei dannati (1995).

3. Ha preso parte a produzioni televisive. Nel corso della sua carriera Reeve è comparso anche in titoli per il piccolo schermo, come i film Anna Karenina (1985), La rosa e lo sciacallo (1990), Cercate quel bambino (1991), Incontri dal passato (1992) e La finestra sul cortile (1998), remake dell’omonimo film. Ha poi recitato anche nelle serie Love of Life (1975), La strada per Avonlea (1992), con Christopher Lloyd. Nel 2003 è invece stato il dottor Virgil Swann in Smallville.

Christopher Reeve in Superman II
Christopher Reeve in Superman II © 1980 Warner Bros.

La moglie e i figli di Christopher Reeve

4. Sposò con una cantante e attrice. Dopo aver avuto due figli, nati nel 1979 e nel 1982, da una precedente relazione, nel 1992 Reeve sposa Dana Morosini, attrice e cantante. Particolarmente riservati, i due raramente rilasciarono notizie sulla propria vita privata. Un’eccezione venne fatta per comunicare la nascita di un figlio di nome Will. La coppia visse insieme fino alla scomparsa di Reeve, avvenuta nel 2004.

Christopher Reeve e Robin Williams

5. Era un grande amico del noto attore. All’interno del mondo di Hollywood, Reeve poteva vantare alcune solide amicizie. Una delle più note era quella con l’attore Robin Williams. Quando Reeve era ricoverato in ospedale in seguito al suo terribile incidente, Williams si recò a trovarlo vestito da chirurgo, allietando la sua permanenza e aiutandolo a ritrovare il sorriso.

 

Christopher Reeve è Superman

6. È stato allenato da un celebre attore e culturista. Al momento di dover interpretare Superman nel 1978, l’attore per risultare credibile aveva bisogno di acquisire una notevole massa muscolare. Per riuscirvi, chiese l’aiuto di David Prowse, noto culturista e attore. Questi aveva infatti dato corpo al personaggio di Darth Vader nella trilogia originale. Grazie al suo aiuto, Reeve riuscì ad essere in perfetta forma per il ruolo.

7. Si ispirò al volo degli alianti. Per le scene dove Superman viene ripreso mentre si libra in aria grazie alla sua capacità di volare, l’attore decise di ispirarsi al movimento degli alianti. Reeve, che aveva guidato diverse volte tale mezzo, cercò infatti di riprodurne le movenze per rendere più credibile il volare del personaggio.

Christopher Reeve Superman III
Christopher Reeve in Superman III © 1983 Warner Bros.

Eminem gli ha dedicato una canzone

8. Il rapper ha reso omaggio a suo modo all’attore. Eminem, si sa, ha un talento non solo per il rap ma anche per attirare su di sé feroci critiche parlando senza troppi filtri di argomenti spesso tabù. Negli anni, il rapper ha fatto sapere di aver scritto una canzone dedicata a Reeve che doveva far parte dell’album Encore, ma che venne rimossa per via della concomitante morte dell’attore. Il brano è però stato ora inserito, con il titolo Brand New Dance nell’album The Death of Slim Shady (Coup de Grâce). Eminem ha fatto sapere che, sebbene in esso si prenda gioco dell’attore, è il suo modo di omaggiare lui e la sua coraggiosa vita.

L’incidente a cavallo e le cause della morte

9. È stato vittima di un terribile incidente. Il 27 maggio 1995, nel corso di una gara a cavallo a Charlottesville, nel parco equestre Commonwealth a Culpeper, in Virginia, Reeve cadde rovinosamente da cavallo, riportando una lesione del midollo spinale cervicale. Reeve subì una paralisi permanente dal collo in giù, perdendo l’uso degli arti e anche la capacità di respirare autonomamente. Da quel momento ha vissuto la sua vita su una sedia a rotelle, collegato a un respiratore artificiale. Negli anni a seguire continuò come possibile a recitare, divenendo anche un attivista nella tutela dei disabili e della ricerca sulle cellule staminali.

10. Morì molto giovane. Nato il 28 settembre del 1952, Reeve morì d’infarto il 10 ottobre 2004, a 52 anni, al Norther Westchester Medical Center di New York, dove era stato ricoverato 12 ore prima a causa di un attacco cardiaco, conseguente a una grave infezione provocata da una lesione da pressione.

Fonte: IMDb

Superman and Lois: nella quarta e ultima stagione debutterà un villain “classico” – SPOILERS

0

La quarta stagione di Superman and Lois di The CW ha debuttato ieri sera con un doppio episodio, riprendendo proprio da dove si era interrotto il finale della terza stagione, con l’Uomo d’Acciaio e Doomsday impegnati in un brutale combattimento.

Il fatto che avremmo assistito alla morte di Superman non sarà stata una sorpresa per nessuno, e il primo episodio si è concluso con il mostruoso Doomsday che gettava il corpo senza vita di Clark Kent ai piedi della sua famiglia. Ma mentre questo accadeva, vediamo Amanda McCoy avvicinarsi a Lex Luthor e consegnargli un dispositivo.

“Non è un granché, ma Milton mi ha assicurato che funzionerà ”, dice. “Ha fatto bene ”, risponde Lex, ispezionando il dispositivo. “Che ne dici di tenerlo tra noi?”. McCoy continua. “L’ultima cosa di cui quel cervellone ha bisogno è che questo gli dia alla testa”.

Questo sembra essere un cenno a Milton Fine, introdotto in Adventures of Superman #438 del 1988 come mentalista controllato da Vril Dox, alias Brainiac. Resta da vedere se questo significa che vedremo effettivamente il cattivo in questa stagione finale.

Non si parla di Milton nell’episodio 2, che affronta le conseguenze della morte di Superman mentre Jordan e Jonathan cercano di recuperare il cuore del padre da Luthor. Naturalmente, sottovalutano molto il cattivo, che distrugge l’organo davanti a Jordan.

Lois e i ragazzi visitano la Fortezza della Solitudine per dare l’addio a una registrazione fatta da Clark in caso di morte, ma dubitiamo fortemente che questa sia l’ultima volta che vedremo l’Uomo d’Acciaio.

Cosa c’è da sapere sulla quarta stagione di SUPERMAN & LOIS

La quarta stagione di Superman and Lois riprende proprio da dove si era interrotta la precedente: con Superman (Tyler Hoechlin) e il mostro di Luthor impegnati in una feroce battaglia che distrugge la luna, mentre Clark (Tyler Hoechlin) lotta per la sua vita contro la creatura apparentemente inarrestabile. Tornato a terra, il Generale Lane (guest star Dylan Walsh) lotta per rimanere in vita dopo essere stato rapito dagli scagnozzi di Luthor, mentre Lois (Elizabeth Tulloch), Jordan (Alex Garfin) e Jonathan (Michael Bishop) fanno una corsa contro il tempo per salvarlo.

Ma ad ostacolarli c’è Lex Luthor (Michael Cudlitz) in persona, che si è trasferito definitivamente a Smallville come prossimo passo del suo piano malvagio per distruggere Lois Lane. Nel frattempo, Lana Lang (la guest star Emanuelle Chriqui) usa la sua posizione di sindaco per contrastare i piani di Luthor, una mossa che la mette nel mirino dell’uomo più pericoloso del mondo e minaccia tutto ciò che le è caro. Questo include la sua relazione con John Henry Irons (guest star Wolé Parks), che deve mettere da parte i suoi progetti alla Ironworks e rientrare nel Dipartimento della Difesa, ora che il Generale Lane è scomparso. Ma non sono l’unica coppia in difficoltà: Chrissy Beppo (guest star Sofia Hasmik) e Kyle Cushing (guest star Eric Valdez) devono affrontare una battaglia in salita, con innumerevoli ostacoli che minacciano di rovinare il loro futuro insieme.

In mezzo al caos, anche Sarah Cortez (guest star Inde Navarette) e Natalie Irons (guest star Tayler Buck) si uniscono alla lotta contro Luthor, mentre entrambe si trovano ad affrontare decisioni impossibili sul loro percorso di vita. E mentre la battaglia di Clark contro il terrificante mostro continua, Lois, i suoi ragazzi e il mondo intero devono affrontare una possibilità impensabile: e se Superman non tornasse mai più?

Venom: The Last Dance, ecco cosa potrebbe mostrare la scena post credits

0

Il trailer finale di Venom: The Last Dance della Sony Pictures ha svelato a sorpresa che nel terzo capitolo verrà introdotto Knull. Sebbene il volto del personaggio sia stato oscurato, recenti voci hanno affermato che Andy Serkis (Il Signore degli Anelli; Black Panther) interpreterà il ruolo tramite motion capture.

Si ritiene che Sony/Marvel abbiano grandi progetti per questo potente cattivo in futuro, ma cosa possiamo aspettarci dal suo debutto sul grande schermo? Lo scooper riporta che Il Dio dei simbionti non avrà un ruolo significativo in Venom 3. Infatti, Eddie Brock/Venom (Tom Hardy) non incontrerà nemmeno il personaggio nel film. Knull apparirà in un paio di scene nello spazio (probabilmente imprigionato su Klyntar) e farà anche parte della scena post-crediti.

I dettagli sullo stinger sono scarsi, ma si vocifera che potrebbe gettare le basi per l’apparizione di Knull e Venom in Spider-Man 4. Si vocifera che Serkis, che ha diretto Venom: La Furia di Carnage, abbia firmato per più apparizioni, quindi probabilmente vedremo molto Knull nell’MCU nei prossimi anni.

CORRELATA:

Tutto quello che c’è da sapere su Venom: The Last Dance

In Venom: The Last Dance, Tom Hardy torna a vestire i panni di Venom, uno dei personaggi più grandi e complessi della Marvel, per l’ultimo film della trilogia. Eddie e Venom sono in fuga. Braccati da entrambi i loro mondi e con la rete che si stringe, il duo è costretto a prendere una decisione devastante che farà calare il sipario sull’ultimo ballo di Venom e Eddie.

Il film è interpretato da Tom Hardy, Chiwetel Ejiofor, Juno Temple, Peggy Lu, Alanna Ubach, Stephen Graham e Rhys Ifans. Kelly Marcel dirige una sceneggiatura da lei scritta, basata su una storia di Hardy e Marcel. Il film è prodotto da Avi Arad, Matt Tolmach, Amy Pascal, Kelly Marcel, Tom Hardy e Hutch Parker. Venom: The Last Dance uscirà nelle sale il 24 ottobre.

Shinobi: il videogame diventa un film per Universal Pictures

0
Shinobi: il videogame diventa un film per Universal Pictures

Universal Pictures sta trasformando il videogioco Sega “Shinobi” in un lungometraggio. Lo studio ha arruolato il regista di Tyler Rake (Extraction) Sam Hargrave e il produttore Marc Platt per adattare la serie hack-and-slash per il grande schermo.

I dettagli della trama non sono stati confermati, ma “Shinobi” segue il protagonista Joe Musashi nei panni di un ninja moderno che affronta il male. Ha debuttato nel 1987 come gioco arcade e si è evoluto in un franchise che comprende 14 sequel con oltre cinque milioni di copie vendute fino ad oggi.

Universal ha riscosso un recente successo con gli adattamenti di videogiochi, “The Super Mario Bros. Movie” (1,4 miliardi di dollari) e “Five Nights at Freddy’s” (290 milioni di dollari). Nel frattempo, Sega ha fatto centro in compagnia di Paramount con “Sonic the Hedgehog” (319 milioni di dollari) e il sequel del 2022 (405 milioni di dollari). Un terzo film di “Sonic” uscirà alla fine del 2024.

Ken Kobayashi (“Sunny”, “Move On”) sta scrivendo la sceneggiatura di “Shinobi“. Platt e Adam Siegel produrranno tramite Marc Platt Productions. Dmitri M. Johnson produrrà tramite Story Kitchen. Toru Nakahara produrrà tramite Sega. Mike Goldberg sarà il produttore esecutivo insieme al co-produttore Timothy I. Stevenson. Il vicepresidente senior dello sviluppo della produzione di Universal Ryan Jones e il direttore dello sviluppo della produzione Christine Sun supervisioneranno il progetto per lo studio.

Sembra proprio il momento adatto per i videogame al cinema, al netto di qualche passo falso che, purtroppo, è sempre dietro l’angolo, il mercato videoludico e quello cinematografico sembrano destinati a proseguire il loro matrimonio felice.

Inganno: recensione della serie thriller di Netflix

Inganno: recensione della serie thriller di Netflix

Protagonista di Inganno, Gabriella è una donna elegante, bella e audace, pienamente consapevole dei suoi sessant’anni e del suo ruolo di madre, nonna, ex moglie e… improvvisamente, anche di amante. Ma cosa significa innamorarsi di nuovo a 60 anni? Come cambia la percezione di sé e quella degli altri? L’amore a questa età porta con sé dubbi e insicurezze che, intrecciati a desideri sopiti e al peso di figli invadenti, mettono ancor più a dura prova i propri sentimenti. E quanto può complicarsi la situazione se l’oggetto di questo amore è un uomo misterioso, trent’anni più giovane, di cui si conosce soltanto il nome?

L’unica che può rispondere a queste domande è proprio Gabriella, la passionale e impulsiva protagonista del thriller erotico e sentimentale in sei episodi di Pappi Corsicato, Inganno, prodotta da Cattleya. Interpretata con intensità dall’elegante Monica Guerritore, affiancata dall’affascinante Giacomo Gianniotti, la serie si presenta inizialmente come un giallo investigativo per poi rivelarsi, fin dal primo episodio, un melodramma passionale e sensuale che riflette, con uno sguardo critico, sulle convenzioni sociali e familiari con cui le donne si trovano costantemente a confrontarsi.

Inganno | Set della serie tv Inganno di Pappi Corsicato. Nella foto Monica Guerritore e Giacomo Gianniotti. Foto di Gianni Fiorito.

Inganno: una storia di amore, bugie e verità scomode

La notte del suo sessantesimo compleanno, Gabriella (Monica Guerritore), proprietaria di un lussuoso hotel sulla Costiera Amalfitana ereditato dal padre, incontra per caso, o forse per destino, Elia (Giacomo Gianniotti), un giovane affascinante e intraprendente. La vitalità e la libertà di Elia risvegliano in Gabriella emozioni che credeva perdute per sempre, facendola innamorare di nuovo di sé stessa e della vita. Mentre i suoi tre figli – il severo Stefano (Emanuel Caserio), l’insicura Chiara (Dharma Mangia Woods) e il ribelle adolescente Mattia – cercano in tutti i modi di scoprire le reali intenzioni celate dietro il bel volto del giovane, Gabriella ed Elia vivono una storia d’amore intensa che, nonostante la differenza di età, sembra andare a gonfie vele… se non fosse per le bugie che, a poco a poco, metteranno a dura prova sia il suo amore per Elia, sia il già fragile rapporto con i suoi figli.

Il conflitto di essere donna e madre

Baci appassionati, sguardi intensi e capriole sotto le lenzuola: Pappi Corsicato porta al massimo i livelli di erotismo, sfidando apertamente i tabù di una società ancora fin troppo maschilista e conservatrice. Ogni episodio si trasforma in una coreografia sensuale, in cui il corpo sinuoso e maturo di Guerritore si intreccia e si separa da quello giovane e scolpito di Gianniotti, creando una danza di desiderio e rifiuto. Corsicato, dunque, non si limita a rappresentare l’erotismo fine a sé stesso, ma lo utilizza per interrogare e provocare le convenzioni sociali, mettendo in discussione i pregiudizi sull’età, sulla sessualità femminile e, soprattutto, sul complesso ruolo della donna nel contesto contemporaneo.

Inganno | Nella foto l’attrice protagonista Monica Guerritore. Foto di Gianni Fiorito.

Gabriella è una donna indipendente, un’imprenditrice sagace, una buona amica e una riservata ex moglie, ma, più di tutto, è una madre. È questo ruolo che prevale e definisce ogni suo gesto e parola. Proprio perché madre, Gabriella si trova a fare più fatica dell’ex marito a concedersi la possibilità di amare ancora un uomo, di sentirsi desiderata e corteggiata. Quando poi questo nuovo amore ha l’età del suo primo figlio, la situazione si complica ulteriormente. I suoi figli e l’ex marito si adoperano per ostacolare questa relazione, dubitando persino della sua capacità di intendere e di volere. È in questo scenario che si sviluppa il profondo conflitto interiore di Gabriella, divisa tra il desiderio di vivere una nuova passione e riscoprire la propria sensualità; e il timore di essere giudicata dalla società e, ancor di più, di deludere i propri figli.

La complessità della vita moderna

Ma l’attenzione al desiderio femminile non è l’unico tema affrontato in Inganno: attraverso i diversi personaggi secondari, il regista pone l’accento su alcune questioni rilevanti per la società contemporanea. Il personaggio di Chiara, ad esempio, offre uno spunto interessante per riflettere sulle profonde insicurezze dei Millennials e della Generazione Z, costantemente esposti all’utopica perfezione mostrata sui social media e incapaci di distinguere la realtà dalla finzione. Chiara, infatti, ricorre alla chirurgia estetica per correggere difetti minimi e impercettibili, trascorre il tempo isolata in casa a creare contenuti e, nonostante i suoi sforzi, non si sente mai abbastanza bella né abbastanza capace. Con il personaggio del giovane Mattia, invece, viene esplorata la tipica ribellione adolescenziale, il forte bisogno di sperimentare e scoprire, e la grande fluidità amorosa e sessuale che caratterizza le generazioni più recenti.

A questi temi si aggiunge poi un argomento ancora più delicato: la depressione post-partum, che emerge attraverso i ricordi del figlio Stefano e, successivamente, dalle riflessioni della stessa Gabriella. La protagonista si ritrova così a dover riaffrontare anche il dolore nascosto di quel periodo, rivelando come la maternità, pur essendo un’esperienza straordinaria, possa portare con sé profonde ferite che cambiano inevitabilmente e silenziosamente una donna.

Inganno | Set della serie tv Inganno di Pappi Corsicato. Nella foto Monica Guerritore e Giacomo Gianniotti. Foto di Gianni Fiorito.

Tanto sesso, poco thriller

Con giochi di ombre e segreti, in cui gli equilibri familiari crollano e si ricostruiscono continuamente, la misteriosa love story di Pappi Corsicato si avvale di una regia delicata e autoriale, supportata da una scrittura elaborata. A questo processo creativo hanno, infatti, contribuito le autrici Teresa Ciabatti, Eleonora Cimpanelli, Flaminia Gressi e Michela Straniero. Tuttavia, nonostante l’impegno evidente dietro la realizzazione di questa serie, essa non è priva di criticità.

Tra i principali difetti si possono annoverare l’eccessivo ricorso ai cliché e una certa prevedibilità nelle dinamiche narrative, che talvolta rischiano di banalizzare e appesantire la tensione drammatica, limitando la profondità dei personaggi. A tal proposito, i personaggi di Elia e della sua nemesi femminile, la sua ex fidanzata interpretata da Denise Capezza, risultano poco sviluppati. Mentre Elia resta confinato al ruolo del belloccio misterioso e seducente; la sua ex fidanzata si riduce a uno stereotipo di antagonista, priva di sfumature emotive o motivazioni complesse. Questo appiattimento penalizza di conseguenza anche le dinamiche conflittuali, che avrebbero dovuto creare suspense e coinvolgere maggiormente il pubblico nella rivalità del triangolo amoroso.

Fin dal primo episodio, ciò che davvero domina la narrazione della serie è l’eros, mentre il tono thriller risulta così debole da far passare in secondo piano l’interesse sulle vere intenzioni di Elia. Già a metà della stagione, lo spettatore tende a concentrarsi più sulle dinamiche familiari e amorose, piuttosto che sul mistero dietro l’arrivo di quest’uomo e il suo insistente corteggiamento. Nonostante questi limiti, la serie riesce comunque a catturare l’attenzione del pubblico e ad arricchire il catalogo di Netflix con un prodotto italiano semplice e intrigante. Inganno è disponibile dal 9 ottobre su Netflix.

Killer Elite: la storia vera dietro il film con Jason Statham

Killer Elite: la storia vera dietro il film con Jason Statham

Ormai volto noto del cinema d’azione statunitense, l’attore Jason Statham ha negli anni preso parte a film come Parker, Blitz, Safe e Death Race. Nel 2011 è invece stato protagonista di Killer Elite (qui la recensione), anch’esso thriller d’azione come i titoli poc’anzi citati e diretto da Gary McKendry, qui al suo esordio nel lungometraggio. Al centro di questo si ritrovano molte delle caratteristiche classiche del genere, con Statham chiamato a salvare il suo mentore da un pericoloso nemico comune. Tra sparatorie, inseguimenti e tanta adrenalina, il film si configura anche come un’avvincente spy story.

In particolare, però, a rendere affascinante il film vi è il fatto che con esso si portano sul grande schermo eventi realmente accaduti, seppur questi siano accostati ad altri frutto della fantasia di Ranulph Fiennes, autore del romanzo The Feather Man, da cui è tratto questo film. Ci sono in realtà diverse controversie a riguardo, che a lungo hanno reso difficile stabilire quanto di quanto narrato da Fiennes sia vero o meno.

Ad ogni modo, la presenza – oltre a Statham – di altri celebri attori di Hollywood rende poi il film ancor più attraente. Per chi cerca grande intrattenimento misto a grandi interpretazioni, questo è dunque il film giusto da non lasciarsi sfuggire. In questo articolo approfondiamo alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Jason Statham e Robert De Niro in Killer Elite
Jason Statham e Robert De Niro in Killer Elite © 2011 – Open Road Films

La trama e il cast di Killer Elite

La vicenda si apre nel Regno Unito del 1980, dove Danny Bryce è un killer professionista che, insieme al suo amico e mentore Hunter, uccide persone scomode o pericolose su commissione. Un giorno decide però di abbandonare quella vita e si sposta ad occuparsi di una fattoria in Australia insieme alla sua vecchia compagna di scuola Anne Frazier. Non passa però molto prima che la vecchia attività di Danny si ripresenti nella sua vita. A richiamarlo all’azione, infatti, vi è la notizia del rapimento di Hunter. Questi è stato fatto prigioniero da uno sceicco tribale in Oman e per liberarlo dovrà accettare un compito molto difficile.

Ad interpretare il protagonista Danny Bryce vi è l’attore Jason Statham. Dotato di grande carisma, l’attore riesce ad apportare grande fascino ad ognuno dei personaggi da lui interpretati. Ciò vale anche per quello qui interpretato, per il quale si è preparato come suo solito attraverso un rigido allenamento fisico. Nei panni della sua compagna Anne Frazier vi è l’attrice australiana Yvonne Strahovski, nota per le serie Dexter e Chuck. Ad interpretare i compagni di attività di Danny vi sono gli attori Dominic Purcell, noto per la serie Prison Break, qui nei panni di Davies, e Aden Young in quelli di Meier.

Adewale Akinnuoye-Agbaje è l’Agente, mentre Rodney Afif è lo sceicco. Sono poi presenti gli attori Ben Mendelsohn, noto per i film Rogue One: A Star Wars Story e Ready Player One, nei panni di Martin e Clive Owen in quelli dello spietato sicario Spike. Infine, nei panni di Hunter, mentore del protagonista, si ritrova il due volte premio Oscar Robert De Niro. Affascinato dal ruolo, questi decise di accettarlo, allenandosi al fine di poter essere fisicamente pronto a quanto richiesto dal personaggio.

Jason Statham in Killer Elite
Jason Statham in Killer Elite © 2011 – Open Road Films

La storia vera a cui si ispira il film

Come anticipato, Killer Elite è tratto dal romanzo di Ranulph Fiennes The Feather Men, scritto nel 1991 e pubblicato in Italia prima con il titolo Gli uomini piuma e poi nuovamente con lo stesso titolo del film. Il libro si ispira a fatti realmente accaduti negli anni Ottanta, durante il periodo della grande crisi petrolifera e le conseguenti guerre in Medio Oriente. Di vero c’è infatti innanzitutto il contesto, quello della guerra civile scoppiata nella provincia Dhofar, tra il sultano di Mascate e l’Oman, a causa del suo appoggio nei confronti del Regno Unito.

A quei tempi, infatti, il sultanato dell’Oman era visto come una tirannia, tanto che agli inizi degli anni ’70 venne accolto come rifugiato nel Regno Unito a seguito del colpo di stato organizzato da suo figlio. Entrano a questo punto in gioco i S.A.S. (Servizi aerei speciali britannici), che si sarebbero macchiati di diversi crimini nel territorio del Dhofar. Tuttavia, è proprio nel raccontare di ciò che lo scrittore sembra essersi preso diverse libertà, attirandosi poi le critiche non solo dei S.A.S. ma anche delle famiglie degli uomini che morirono durante le esercitazioni.

Il libro è stato originariamente pubblicato includendo fotografie reali dei personaggi dei libri e presentato come se il suo contenuto potesse essere basato su una storia vera. Oggi Fiennes afferma però che il libro è effettivamente un’opera di fantasia, ma la verità è confusa dai vari modi in cui il libro è stato commercializzato dalla sua pubblicazione originale nel 1991. Il film, d’altra parte, si discosta chiaramente dalla trama del libro, introducendo la dinamica tra Danny e il suo mentore Hunter.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Killer Elite è infatti disponibile nei cataloghi di Apple TV, Tim Vision e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 8 ottobre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Salt: la spiegazione del finale del film con Angelina Jolie

Salt: la spiegazione del finale del film con Angelina Jolie

Il film Salt del 2010 ha come protagonista Angelina Jolie nel ruolo di Evelyn Salt, un’agente della CIA accusata di essere una spia russa. Il film, diretto da Phillip Noyce (Sotto il segno del pericolo, Il collezionista di ossa), rivela che lo è, ma c’è molto di più. Lavora come agente doppiogiochista, è stata creata per spiare la Russia e aspetta di essere attivata, ma sono successe molte cose da quando è stata inserita da bambina in un programma segreto russo. Ha conosciuto un uomo (August Diehl), si è innamorata e si è sposata. Si è costruita una vita. E poi c’è il motivo per cui è stata resa un agente dormiente.

Il finale rivela però che non era l’unica spia russa bambina e che anche qualcuno che non aveva mai sospettato lo è. Sebbene la prima cosa che si ricorda di Salt sia probabilmente il clamore suscitato dal fatto che il ruolo principale era stato scritto per Tom Cruise, il finale era assolutamente predisposto per un sequel. Quasi quindici anni dopo, stiamo ancora aspettando, e per una buona ragione. Se si tirano i fili sciolti di questo film, l’intera faccenda cade a pezzi. Ma questo non significa che non sia divertente da guardare. Qui di seguito, approfondiamo dunque il finale di Salt, cosa significa e se vedremo mai un sequel.

Cosa bisogna ricordare della trama di Salt

La Corea del Nord fa prigioniera l’agente della CIA Evelyn Salt come spia degli Stati Uniti, ma viene rilasciata durante uno scambio di prigionieri. I suoi colleghi della CIA non volevano rischiare di farla uscire, ma il suo fidanzato aracnologo, all’epoca marito, minacciò di fargli fare una figuraccia pubblica se non l’avessero fatto. Anni dopo, l’agente russo Oleg Vasilyevich Orlov (Daniel Olbrychski) rivela sotto interrogatorio che anche Salt è una spia russa. Il suo amico e collega Ted Winter (Liev Schreiber) sembra credere che sia innocente. Salt chiede ai suoi colleghi agenti della CIA di trovare e proteggere il marito, poi scappa immediatamente.

Il piano, rivelato da Orlov, prevede che un agente dormiente uccida il presidente russo (Olek Krupa) al funerale del vicepresidente americano per scatenare una guerra. Salt sembra fare proprio questo, mentre Winter e l’agente Darryl Peabody (Chiwetel Ejiofor) la inseguono. Lei fugge di nuovo. In un flashback apprendiamo che anni prima Salt faceva parte di un gruppo di bambini (chiamati KA) a cui è stato insegnato a parlare inglese prima che russo e che sono stati manipolati per diventare agenti dormienti a Mosca in vista dell’imminente “Giorno X”, dove avrà luogo un grande piano.

Mentre è in fuga, Salt trova Orlov su una chiatta segreta a Washington D.C. con altri russi. Orlov uccide il marito di Salt davanti a lei e lei a sua volta uccide lui e tutti gli agenti russi presenti. Salt segue il suo piano originale, travestendosi da uomo ed entrando alla Casa Bianca con un altro agente dormiente (Corey Stoll) che lancia un attacco suicida. Salt riesce poi a intrufolarsi in un bunker sotterraneo presidenziale alle spalle di Winter, che sembra credere di essere ormai un cattivo. La Russia risponde alla morte del Presidente preparando le armi nucleari. Il Presidente degli Stati Uniti (Hunt Block), chiuso nel bunker, prepara i codici delle armi nucleari americane, con Winter a proteggerlo.

Liev Schreiber e Chiwetel Ejiofor in Salt
Liev Schreiber e Chiwetel Ejiofor in Salt. Foto di Andrew Schwartz, SMPSP – © 2009 Columbia Pictures Industries, Inc. All Rights Reserved.

Cosa succede alla fine del film

Sembra che Salt voglia usare questa apparentemente incredibile irruzione per uccidere il Presidente degli Stati Uniti. Tuttavia, Winter attacca tutti i presenti nella stanza, compreso il Presidente, che perde i sensi. Quando Salt raggiunge la finestra della stanza, si rende conto che Winter è un altro agente della KA, Nikolai Tarkovsky. Egli afferma di aver saputo per tutti questi anni che lei era un agente dormiente, ma Salt rivela di non averlo mai notato durante il loro addestramento. Winter/Tarkovsky rivela allora di avere i missili puntati e pronti a colpire La Mecca e Teheran per scatenare una guerra.

A quel punto si scopre però che il Presidente russo non è stato ucciso da Salt, che ha usato il veleno di ragno per fingere la sua morte. Winter capisce che la donna non è più fedele alla Russia, convinto che sia perché le hanno portato via tutto, compreso il marito che la Russia doveva inizialmente reclutare prima che lei si innamorasse di lui. Winter/Tarkovsky rivela che Salt verrà usata come capro espiatorio per la guerra, ma lei riesce a intervenire e a fermare il lancio nucleare. Viene arrestata e Winter/Tarkovsky finge di essere l’agente eroico che l’ha catturata.

Si appresta ad accoltellarla mentre lei passa in manette, ma lei salta dal balcone a cui si trova accanto, strangolandolo e uccidendolo con la catena delle manette. Mentre viene portata via in elicottero, rivela l’informazione a Peabody e gli dice che può eliminare il resto degli agenti dormienti. Dopo tutto, non ha ucciso il Presidente russo. Peabody ottiene sul suo telefono la prova che lei ha ucciso Orlov e gli altri russi e le permette di saltare dall’elicottero nel fiume Potomac. Alla fine del film, la donna scappa nel bosco.

Angelina Jolie in Salt
Angelina Jolie in Salt. Foto di Andrew Schwartz, SMPSP – © 2010 Columbia Pictures Industries, Inc. All Rights Reserved.

La spiegazione del finale di Salt

Il finale del film può sembrare un po’ oscuro durante la prima visione, anche se, se ci guardiamo indietro, notiamo cose come il fatto che Salt disabilita solo i nemici americani, ma in realtà uccide quelli russi. In un flashback vediamo anche che la sua più grande preoccupazione è il marito. Il fatto che la prima cosa di cui si preoccupa quando viene creata sia di procurargli protezione lo rafforza. A dire il vero, ha anche salvato il loro cane e l’ha portato a una bambina che potesse prendersene cura, il che è un modo di dire per dire “brava persona”. La consapevolezza di questo aspetto colora non poco il finale.

La rivelazione che Winter/Tarkovsky è un altro agente dormiente ci fa anche capire che lui si è risentito del fatto che questa ragazzina realizzata non si sia accorta di lui quando erano bambini, e che il suo capro espiatorio è stata una piccola rivincita nei suoi confronti. Ciò è rafforzato dal fatto che Winter/Tarkovsky le dice che ha dovuto lavorare per convincere Orlov a fare la spia, in modo da avere qualcuno da incolpare.

Sebbene il personaggio di Peabody non venga mai veramente sviluppato al di là di una persona che è spinta a trovare Salt, egli finisce per essere l’alleato più importante che lei ha nell’elicottero. Quando scopre che la persona che ha ucciso Orlov e compagnia è Salt, grazie alle impronte digitali presenti sulla scena, quest’uomo che ha fatto tutto secondo le regole fin dall’inizio del film è disposto a lasciarla saltare dall’elicottero e a scappare. È chiaro che dobbiamo ignorare il fatto che gli elicotteri in volo potrebbero facilmente individuare una donna nel mezzo del fiume Potomac.

Liev Schreiber, Angelina Jolie e Chiwetel Ejiofor in Salt
Liev Schreiber, Angelina Jolie e Chiwetel Ejiofor in Salt. Foto di Andrew Schwartz, SMPSP – © 2009 Columbia Pictures Industries, Inc. All Rights Reserved.

Cosa il finale del film potrebbe significare per il franchise

Il finale di Salt fa pensare a un sequel in cui Evelyn Salt trova altri membri del programma KA e li fa fuori. Sebbene il finale implichi che riesca a fuggire, non ha senso. La donna è saltata da un elicottero nel fiume, ma la sua testa deve saltare fuori a un certo punto e il suo non era l’unico elicottero. Non si può trattenere il fiato all’infinito, anche se si è allenati. Tuttavia, se vogliamo concedere alla sospensione dell’incredulità il beneficio del dubbio, si accetta il fatto che semplicemente Salt ha trovato il modo di sfuggire alle autorità.

In un articolo del 2010, pubblicato su Moviehole, Noyce ha parlato di un altro film su Salt: “Se mai ci sarà un sequel, meglio che sia diretto da qualcuno che abbia una visione completamente nuova di quella che credo possa essere una serie di storie assolutamente divertenti e complesse”. In 14 anni, però, nessuno si è fatto avanti per farlo. Tuttavia, nel 2011, Kurt Wimmer, autore della sceneggiatura originale (riscritta poi da Brian Helgeland), avrebbe scritto una sceneggiatura per un sequel. Nel 2012, dopo aver appreso che la Jolie non era soddisfatta della versione di Wimmer, la sceneggiatrice di Sette anni in Tibet Becky Johnston è stata ingaggiata per una nuova versione, che però non è andata avanti.

Nel 2014, il produttore del film Lorenzo di Bonaventura ha parlato di una sceneggiatura a Den of Geek, dicendo: “Ho letto la sceneggiatura di ‘Salt 2’ la scorsa settimana, e presto andremo in studio… è una sceneggiatura eccitante e ha un’idea molto audace”. Più tardi, nel 2016, la Sony Pictures Entertainment ha parlato di una serie televisiva (senza menzionare la Jolie) che ScreenDaily ha definito “un remake televisivo”. Anche in questo caso, non se ne fece nulla e ad oggi non si è più parlato di piani per riportare il personaggio sul grande (o piccolo) schermo.

Il trailer del film dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Salt è infatti disponibile nel catalogo di Apple TV e Prime Video. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 8 ottobre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Pubblicità
Pubblicità
Pubblicità