Brian Cox non è mai stato uno che nasconde i
suoi veri sentimenti, e all’HistFest di Londra la star di Succession
si è sfogata su una serie di argomenti domenica sera, tra cui la
politica, i critici teatrali e Napoleon
di Ridley Scott. “È terribile“, ha detto
Cox del dramma storico candidato all’Oscar, secondo The Standard. “Una
performance davvero terribile di Joaquin Phoenix. È davvero
spaventosa. Non so cosa gli sia venuto in mente. Penso che sia
totalmente colpa sua e non credo che Ridley Scott lo abbia aiutato. Io avrei recitato
molto meglio di Joaquin Phoenix, ve lo dico io. Potete dire che è
un buon dramma, ma sarebbe una bugia“.
Parlando più in generale, Cox si è
lamentata del sacrificio dell’accuratezza storica a vantaggio della
produzione di film di successo, un argomento che Scott ha
affrontato spesso durante il tour stampa di Napoleon. (In
un’intervista al New Yorker, il regista ha detto a chi invocava la
fedeltà storica di “farsi una vita“). Cox ha poi
riflettuto sul nome di Joaquin Phoenix: “Penso che abbia il
giusto nome. Joaquin… wackeen… wacky. È una sorta di performance
stravagante“, giocando sulla simile sonorità tra il nome di
Phoenix e la parola “wacky”, ovvero “stravagate”.
Brian Cox critica i suoi colleghi
Già in passato Cox aveva criticato
alcuni suoi colleghi attori, tra cui Johnny Depp. “Per quanto
sia simpatico e sono sicuro che lo sia, è così esagerato, intendo
Edward mani di forbice! Ammettiamolo, se arrivi con mani così
pallide e sfregiate e viso truccato non devi fare nulla. E lui non
lo ha fatto”. Anche il suo collega di Succession non
è sfuggito alle sue critiche: “Oh, è terribilmente fastidioso.
Non fatemene parlare. Lui è un attore davvero bravo, ma conoscere
un personaggio e cosa fa quel dato personaggio è solo una parte
delle abilità di un attore”.
È passato un anno da quando The
Flash ha concluso le sue nove stagioni su The CW. Le serie
televisive dell’Arrowverse sono a quel punto cadute una dopo
l’altra, con Velocista Scarlatto che ha avuto la fortuna di avere
un finale adeguato dopo che Batwoman e Legends of
Tomorrow sono state cancellate senza tanti complimenti.
Grant Gustin ha fatto un ottimo lavoro nel
ruolo di Barry Allen agli occhi della maggior parte dei fan, e gli
aspetti positivi della sua interpretazione hanno brillato ancora di
più dopo quello che Ezra Miller ha fatto nel film The Flash
la scorsa estate.
Parlando con The Wrap, Gustin ha ora ammesso
di aver parlato con il co-CEO dei DC Studios James Gunn… ma non riguardo di Flash. “Non
abbiamo mai parlato di Flash“, ha confermato l’attore.
“Abbiamo parlato, così come sono un grande fan di Superman. Sono sempre stato un
fan di Superman, fin da bambino. Quindi, sono davvero entusiasta
del film. E sono entusiasta del casting di David [Corenswet]“.
E ha aggiunto: “Non vedo l’ora di vedere cosa ne farà James
Gunn. Penso che a un certo punto, forse un paio di volte,
abbiamo parlato di Superman. Non abbiamo mai parlato di Flash. Sono
solo entusiasta che faccia Superman“.
In altre parole, si sono scambiati i
convenevoli e hanno parlato un po’ del film che arriverà nelle sale
il prossimo anno. Questo deluderà tutti coloro che speravano che
Gustin potesse avere un’altra possibilità di interpretare il
Velocista Scarlatto nel DCU, soprattutto dopo che in precedenza aveva
mostrato la volontà di farlo. “Sì, se James Gunn mi chiedesse
di interpretare The
Flash, lo rifarei“, ha dichiarato all’inizio di
quest’anno. “Mi fido di James Gunn“. Non è dunque escluso
che i due possano collaborare in futuro.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel
casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince e Neva
Howell completano il cast.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Nuove indiscrezioni relative al
Marvel Cinematic Universe sono
emerse in rete, con diversi scoopers che hanno condiviso
aggiornamenti su vari progetti in arrivo. Cominciamo con Sydney Sweeney, che dopo aver interpretato
Spider-Woman nel deludente Madame
Web, potrebbe effettivamente unirsi al MCU, ipoteticamente
per il ruolo di Gatta Nera in Spider-Man 4. A riportare
l’indiscrezione è lo scooper @MyTimeToShineH, che
sostiene che la star di Tutti tranne
te e Immaculate stia attualmente avendo delle
trattative con il presidente dei Marvel Studios Kevin Feige.
Sempre @MyTimeToShineH ribadisce
anche le voci già circolate in passato secondo cui il Thanos di Josh Brolin è destinato a tornare nel MCU nel
prossimo futuro. Si tratta di una decisione discutibile, visto come
si è conclusa la storia del Titano Pazzo, ma con un Multiverso di
Varianti, forse non dovremmo sorprenderci. Alex Perez di The Cosmic
Circus ha anche condiviso alcuni scoop criptici su X, suggerendo
che l’Hank Pym di Michael
Douglas si unirà agli Illuminati e che Doctor
Strange guiderà una nuova versione del gruppo. La notizia
riguardo Pym sembra però discutibile, considerando che
Douglas sembra non voler più interpretare il personaggio.
Perez ha poi anche smentito le voci
secondo cui Ben Affleck riprenderà i panni di Daredevil in
Deadpool &
Wolverine, suggerendo che ci sarà una ragione per cui
l’Elektra
di Jennifer Garner si presenterà senza di lui al
suo fianco. Riguardo i Fantastici
Quattro, Perez ha invece rivelato che: “C’è un
motivo per cui il debutto dei Fantastici Quattro avverrà in un
universo alternativo in cui gli anni ’60 sembrano i Jetson. Devono
stabilire quanto grande possa essere la minaccia di questa Saga,
che può persino sconfinare in universi diversi. Quindi sì, sono
importanti“.
Che Fantastici
Quattro si svolgerà su un’altra Terra sembra ormai un
dato certo e questo dà ai Marvel Studios la libertà di raccontare
una storia basata sugli anni ’60 che non contraddice la storia
consolidata di Terra-616.
Tutto quello che sappiamo sul film
MCU Fantastici Quattro
Fantastici
Quattro: quello che c’è da sapere sul film
Come al solito con la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici
Quattro sono astronauti che vengono trasformati in
supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio.
Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a
raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e
futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e
lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può
trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare.
E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato
in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del
corpo, che gli conferiscono una super forza.
Al momento circolano voci su una
possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli
anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad
oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film
potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra
616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia
Garner è stata scelta per interpretare
Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che
sembrerebbe confermare anche quella di Galactus
come villain principale. Franklyn e
Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero
comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe
avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025.
Ricordate quando abbiamo detto che
LaKeith Stanfield aveva commentato un suo casting
come Silver Surfer per Fantastici
Quattro? Successivamente alla notizia
che Julia Garner interpreterà il
personaggio nella sua versione Shalla-Bal,
l’attore
aveva condiviso un post sui social – poi subito cancellato –
scrivendo “Pensavo che sarei stato io, ma non è così“.
Secondo nuovi rumor, Stanfield potrebbe però effettivamente
assumere il ruolo, in quanto l’insider Daniel Richtman
ha ora riferito che Norrin Radd, la versione più
famosa del personaggio, sarà effettivamente introdotto accanto a
Shalla-Bal nel reboot del MCU.
Se così fosse, Stanfield potrebbe
inavvertitamente essersi lasciato sfuggire che sarà lui ad
interpretare il celebre araldo di Galactus. Per il momento si
tratta solo di rumor non confermati e bisognerà attendere una
comunicazione ufficiale da parte dei Marvel Studios. Se anche Radd
venisse confermato, la
presenza di Galactus nel film sarebbe
ancor più probabile. Di certo, i fan del personaggio serebbero
contenti di sapere che anche Radd è presente in Fantastici
Quattro.
Fantastici
Quattro: quello che c’è da sapere sul film
Come al solito con la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici
Quattro sono astronauti che vengono trasformati in
supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio.
Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a
raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e
futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e
lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può
trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare.
E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato
in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del
corpo, che gli conferiscono una super forza.
Al momento circolano voci su una
possibile ambientazione nel passato del film, indicativamente negli
anni Sessanta, stando all’aspetto delle prime immagini ufficiali ad
oggi rilasciate. Ci sono però anche rumor sul fatto che il film
potrebbe essere ambientato in una realtà diversa da quella di Terra
616. Ad oggi sappiamo poi che l’attrice Julia
Garner è stata scelta per interpretare
Shalla-Bal nella sua versione Silver Surfer, presenza che
sembrerebbe confermare anche quella di Galactus
come villain principale. Franklyn e
Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero
comparire nel film, mentre Dottor Destino potrebbe
avere un semplice cameo nel finale. Il film è atteso al cinema
il 25 luglio 2025.
Ieri abbiamo saputo che l’attore di
Constantine, Pruitt Taylor Vince, interpreterà Jonathan
“Pa” Kent nel film Superman
di James Gunn, e ora sappiamo chi è stata scelta
per il ruolo dell’amata moglie e madre di Clark. The Wrap riporta infatti che
Neva Howell si è unita al cast del prossimo reboot
del DCU nel ruolo di Martha “Ma”
Kent. Nel corso della sua carriera, la Howell ha
partecipato a numerosi progetti cinematografici e televisivi, ma i
suoi crediti più recenti includono Diario di una schiappa –
Portatemi a casa!, La
truffa dei Logan di Steven Soderbergh e My Fellow
Americans.
Martha Kent è stata interpretata per
la prima volta sul grande schermo da Phyllis
Thaxter in Superman di Richard Donner, mentre
Eva Marie Saint ha preso il suo posto per Superman Returns di Bryan Singer nel 2006.
Zack Snyder ha poi scelto una versione più giovane
del personaggio per L’uomo
d’acciaio, scegliendo Diane Lane, che ha poi ripreso il ruolo in
Batman v Superman: Dawn of Justice e
Justice League. Non resta ora che attendere di scoprire come
sarà la Martha Kent di Gunn, che intanto ha però finalmente un
volto.
Superman, tutto
quello che sappiamo sul film di James Gunn
Superman,
scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU). Il casting ha
portato alla scelta degli attori David Corenswet
e Rachel
Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta
anche Isabela Merced, Edi Gathegi,
Anthony Carrigan,
Nicholas Hoult e Nathan Fillion. Sean Gunn, María
Gabriela de Faría, Terence Rosemore, Wendell Pierce, Sara Sampaio,
Anthony Carrigan, Pruitt Taylor Vince completano il
cast.
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman è il vero fondamento
della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman
è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei
personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei
film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn
durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio
2025.
Continuano ad arrivare indiscrezioni
riguardo il prossimo progetto del franchise di Jurassic
World. Dopo le notizie che Gareth Edwards
(Godzilla, The Creator) dirigerà il progetto mentre
Scarlett Johansson e Jonathan Bailey sono in trattative per
comparire come protagonisti, arriva ora la notizia secondo cui
l’impegnatissimo Colman Domingo potrebbe avere un ruolo da
villain nel film. L’attore è stato recentemente nominato all’Oscar
per il suo lavoro in Rustin e potrebbe essere un formidabile cattivo per
Jurassic
World 4. A riportare la cosa è stato lo scooper
Daniel Richtman.
Sebbene non siano ancora state
rivelate informazioni ufficiali sulla trama del nuovo Jurassic
World 4, la scrittura della sceneggiatura da parte di
Koepp suggerisce che il film potrebbe tornare alle origini del
franchise. Koepp non solo ha scritto l’acclamato originale del 1993
di Steven Spielberg, ma anche il suo sequel del
1997, Il mondo perduto: Jurassic Park. Non essendo previsto
il ritorno di membri del cast storico come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, né di nuovi membri del cast di
Jurassic World come Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, il prossimo sequel
potrebbe aprire la strada a una nuova era per il franchise.
Anche l’assunzione di Gareth
Edwards fornisce qualche indicazione su ciò che potrebbe
accadere in futuro. Edwards, che ha diretto anche Godzilla
del 2014, ha anni di esperienza come artista VFX e questo è
certamente uno dei motivi principali per cui tutti i suoi film
presentano immagini CGI mozzafiato. The
Creator, ad esempio, presenta un lavoro VFX
straordinario ed è stato realizzato con un budget inferiore alla
metà di quello di un tipico film del MCU, il che
suggerisce che Jurassic
World 4potrebbe avere una delle
migliori CGI del franchise di sempre.
Le informazioni sulla trama possono
essere scarse, ma il finale di Jurassic World: Il Dominio potrebbe in un certo senso
aver preparato gli eventi del prossimo sequel. Il film si conclude
con gli esseri umani e i dinosauri che vivono fianco a fianco, e il
prossimo film potrebbe riprendere proprio da qui, solo con nuovi
personaggi. Con l’avvicinarsi della data di inizio delle riprese, è
comunque probabile che nei prossimi mesi vengano rivelate ulteriori
informazioni sulla trama di Jurassic
World 4, ma anche sugli attori principali che
comporranno il cast. Il film è previsto in sala per il 2
luglio 2025.
Uscirà il 9 maggio, data simbolica
per chi conosce il cantante partenopeo, Il Segreto di
Liberato, il nuovo film che Francesco
Lettieri (Ultras,
Lovely Boy) ha scritto e dirige insieme a
Giorgio Testi, con le animazioni di
Giuseppe Squillaci e LRNZ. Be
Water ha diffuso il primo trailer del film.
Con le voci di
Liberato,Nando Paone e
Simona Tabasco, il film sarà distribuito al cinema
da Be Water Film per una settimana. Del progetto si sa ancora molto
poco, fatta eccezione che per le bellissime illustrazioni di LRNZ e
per una breve sinossi “in lingua”:
“A NAPULE TUTT’ QUANT’ TENIMM’ ‘NU
SEGRET’.OGNI VICO, OGNI PALAZZO, OGNI MURO TEN’ ‘E MISTER’ SUOJE.CE
STA ‘O SEGRET’ ‘RO MUNACIELL’, ‘ A BELLA ‘MBRIANA, ‘O SANG’ ‘E
SANGENNARO, ‘E PRET’ ‘DA PEDAMENTINA, ‘A SIRENA PARTENOPE, LL’OV’
SOTT’ ‘OCASTIELL’, ‘O SEGRET’ ‘E PULECENELL’…E PO’ CE STA ‘O
SEGRET’ MIE.”
Sembra che Quentin
Tarantino dovrà ricominciare la ricerca di quello che
sarà il suo decimo e ultimo lungometraggio. L’autore si stava
infatti preparando per iniziare le riprese di The
Movie Critic quest’anno, ma stando a quanto riportato
da THR si starebbe ora allontanando
dal progetto, che sarebbe dunque stato accantonato. Al momento in
cui si scrive non sono note le ragioni di tale rinuncia, per cui
bisognerà eventualmente attendere che sia lo stesso Tarantino a
fornire indicazioni a riguardo. Di certo, sembra esserci che il
regista e sceneggiatore due volte premio Oscar dovrà ora trovare un
nuovo progetto a cui riferirsi come il suo “decimo e ultimo
film”.
The Movie Critic: tutto quello che
sappiamo sul film di Quentin Tarantino
Del film sappiamo che era ambientato
nella California del 1977 e si ispirava a un cinico critico
cinematografico leggendo il quale Tarantino è cresciuto.
“Scriveva di film mainstream ed era un critico di seconda
scelta. Penso che fosse un ottimo critico. Era cinico come
l’inferno. Le sue recensioni erano un incrocio tra il primo Howard
Stern e quello che Travis Bickle [il personaggio di
Robert DeNiro in Taxi Driver] avrebbe potuto essere se fosse
stato un critico cinematografico”.
“… Scriveva come se avesse 55
anni, ma era solo tra i 30 e i 33 anni. Morì alla fine dei
trent’anni. Per un po’ non è stato chiaro, ma ora ho fatto altre
ricerche e credo che si sia trattato di complicazioni dovute
all’alcolismo“, aveva
dichiarato Tarantino in un’intervista a Deadline. Nel tempo,
erano emersi ulteriori dettagli come che il film avrebbe riproposto
“estratti di film degli anni ’70″ e anche “rifacimenti
dei film di quell’epoca”, come
rivelato dal regista e sceneggiatore Paul
Schrader.
Nessun attore era ancora
ufficialmente legato al progetto, anche se alcune fonti riportavano
che
Brad Pitt avrebbe avuto un ruolo del film, senza
escludere che potesse interpretare proprio il protagonista. Per lui
e Quentin Tarantino sarebbe dunque stata la terza collaborazione
dopo Bastardi
senza gloriae C’era una volta a… Hollywood. Nel febbraio del
2024 era invece stato riportato che anche
Tom Cruise sarebbe potuto comparire nel film per un
piccolo ruolo o un semplice cameo. Ad ora, però, tutte queste
ipotesi sembrano destinate a non concretizzarsi più, data la
notizia dell’abbandono del progetto.
Otto anni fa i
Marvel Studios adattano
per il grande schermo una delle storie a fumetti più famose e amate
di sempre, Civil War. Il film si rivela un grande
successo di pubblico, un blockbuster divertente ma un adattamento
mediocre della storia originale. Tempo dopo Alex
Garland ipotizza una nuova guerra
civile, questa volta nella distonia di un mondo verosimile, in
cui gli Stati Uniti d’America sono in guerra con se stessi, e
non c’è nessun supereroe disposto a schierarsi da una parte
o dall’altra, piuttosto eroi improbabili ma reali, come
fotografi e giornalisti, che più che schierarsi, vogliono
raccontare il conflitto, mostrandone la fondamentale stupidità.
Civil War, la trama
Nel prossimo futuro, gli
Stati Uniti hanno rivolto contro se stessi la propria rabbia e la
propria aggressività. Nel Paese delle Libertà
infuria la Guerra Civile. Mentre i sobborghi bruciano e il cielo è
attraversato da proiettili di fuoco, una fazione ribelle
secessionista conosciuta come Fronte Occidentale si avvicina sempre
più a Washington DC con lo scopo di uccidere il presidente, il
quale, nel suo ultimo tentativo di abbindolare i suoi e schernire
gli avversari, pronuncia un enfatico discorso alla Nazione,
l’ultimo, con una formula che ricorda molto l’enfasi trumpiana. Un
riferimento diretto al mondo reale, certo, ma forse anche l’unico
presente in Civil War, scritto e diretto
dall’inglese Alex Garland, che più che un commento
esplicito sugli Stati Uniti di oggi è una riflessione sul conflitto
in sé e sulla sua mancanza di senso.
Stephen McKinley Henderson, Wagner Moura, Cailee Spaeny, Kirsten Dunst Courtesy of A24,
Leone Film Group e Rai Cinema CW_660
In particolare, Garland
assume il punto di vista dei reporter di guerra, quelli che “ne
hanno visto abbastanza in giro per il mondo” da aver imparato che
il campo di battaglia è un terreno comune; che non incorona
vincitori né abbatte i vinti; che le stesse atrocità si verificano
ovunque ci siano armi e persone pronte a puntarsele contro a
vicenda. Lee Smith (Kirsten
Dunst), fotografa di prima linea, lo ha imparato molto
bene nel suo lavoro in prima linea, tanto che l’ultima cosa che
vede quando chiude gli occhi per dormire sono gli orrori a cui il
suo obbiettivo ha testimoniato nel corso degli anni. Conosce così
bene la lezione che ormai la sua anima è atrofizzata di fronte alla
morte, una condizione indispensabile, però, per poter fare quel
lavoro, vivendo in una zona grigia della morale in cui non si
possono sostenere questioni etiche, come lei stessa spiegherà alla
principiante Jessie (Cailee Spaeny), che con lei e
si imbarca in un viaggio pericolosissimo dietro le linee nemiche
fino a Washington per fotografare e intervistare il presidente.
Quattro volti della stessa professione
La forza di Civil Wars,
innanzitutto è quella di costruire un quadro dei corrispondenti di
guerra che offre tanti aspetti e caratteristiche quanti sono i
protagonisti della storia. Abbiamo detto di Lee, professionista
insensibile e fredda, ogni morbidezza nella sua personalità è stata
abbandonata da tempo per fare spazio a una indifferenza che le
garantisce la sopportazione degli orrori a cui testimonia; Joel
(Wagner Moura) rappresenta invece la ricerca del
brivido, il suo approccio è più entusiasta; Sammy (Stephen
McKinley Henderson) sebbene anziano e fuori forma, non può
tollerare l’idea di andare in pensione, è ancora affamato di azione
e di notizie, l’insaziabile reporter che farebbe di tutto per uno
scoop; infine Jessie, principianti ma appassionata, inorridita e
terrorizzata ma assolutamente consapevole di dove vuole essere e
cosa vuole fare. Attraverso questo ritratto a quattro facce,
Alex Garland racconta della figura del reporter
come di una persona deformata dalla prima linea, che per quanto sia
atroce, fa fatica a stare bene in qualsiasi altro posto. Più che
gli altri film e documentari di reporter di guerra, il film rievoca
maggiormente le atmosfere e le psicologie di The Hurt Locker di Kathryn
Bigelow.
E questo ritratto
psicologico viene tratteggiato con consapevolezza da
Garland che si conferma uno dei filmmaker
più interessanti e capaci di questi anni. Il suo stile è feroce e
si serve di un abile montaggio, racconta le scene concitate di
combattimento quasi con divertimento, riuscendo, complice
un cast in stato di grazia, a catturare la triste
soddisfazione che si prova nell’immortalare uno scatto che
restituisce la verità del momento in mezzo a una carneficina. Usa i
silenzi densi e le attese sospese con grande eleganza, riuscendo a
costruire grande tensione in pochissimi attimi servendosi di suoi
naturali, come il cinguettare di uccelli, immediatamente prima
dello scoppio della violenza cieca. Un esempio di questa capacità è
la breve sequenza che vede protagonista un superlativo Jesse
Plemons.
Non siamo dalle parti de
I Figli degli Uomini di Alfonso
Cuaron, dove il contesto politico è decisamente più
solido, ma Civil War ne replica il fascino visivo,
offrendo, paradossalmente, una cinematografia potente al servizio
di un racconto dell’orrore, e cattura in modo agghiacciante il
terribile potere della guerra che si autoalimenta, privandosi quasi
sempre della sua motivazione iniziale e svuotandosi di qualsiasi
ideologia e significato.
Il regista premio Oscar per
The ArtistMichel
Hazanavicius desiderava da tempo dirigere una commedia
sull’atto della realizzazione di un film e dopo aver completato
Il mio Godard e Il
principe dimenticato, ha iniziato a raccogliere idee a
riguardo. L’occasione si è però presentata quando il produttore
Vincent Maraval gli ha mostrato il film giapponese
del 2017 Zombie contro zombie – One Cut of the Dead, di
cui aveva appena acquistato i diritti. Hazanavicius lo ha adorato e
ha accettato di dirigere un remake, dal titolo
Cut! Zombi contro zombi, trovando così l’occasione per
dar vita al suo desiderio di portare sul grande schermo un racconto
di questo tipo.
In origine, il film doveva
intitolarsi Z (comme Z). Dal momento che la
lettera Z ha però assunto un significato ambiguo con la guerra
condotta contro l’Ucraina dal governo russo, il regista ha deciso
di cambiare il titolo originale francese in
Coupez!, traducibile come “taglia” ma riferito
anche all’atto di fermare le riprese. Presentato alla Festa del
Cinema di Roma, nella sezione Best of 2022, il film è un
concentrato di comicità ed emozioni, che offre continui omaggi
all’arte del cinema e a chi la rende possibile pur rimanendo dietro
le scene.
Per chi aveva apprezzato l’originale
giapponese, è questo un film imperdibile, che si pone in aperto
dialogo con il lungometraggio del 2017 apportando anche alcune
migliorie che lo rendono anche più godibile. In questo articolo,
approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a
Cut! Zombi contro zombi. Proseguendo qui nella lettura
sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e alle
differenze con l’originale giapponese. Infine, si
elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Il film racconta la storia di una
troupe cinematografica, capitanata dal
regista Rémi e composta dagli attori
Raphaël e Ava, ma anche dalla
truccatrice moglie di Rémi, Nadia. Loro e gli
altri membri sono impegnati con le riprese di un horror a basso
budget all’interno di una fabbrica abbandonata. Il gruppo, oltre
alle difficoltà di gestione di cast e denaro, si ritroverà ben
presto a dover fronteggiare una reale invasione di zombi, che porta
confusione e terrore sul set. A causa dell’improvvisa occupazione
degli spazi da parte dei non morti, la troupe faticherà a
distinguere la realtà dalla finzione cinematografica.
Ad interpretare Rémi vi è l’attore
Romain Duris, celebre per i film Tutti i
battiti del mio cuore e The Animal Kingdom. Nel ruolo di sua moglie Nadia,
invece, vi è l’attrice Berenice Bejo, divenuta celebre per
The Artist e vista poi anche in Il passato e Il
materiale emotivo. Nel ruolo dell’attore Raphaël vi è
Finnegan Oldfield, mentre Ava è interpretata
dall’attrice italiana Matilda Lutz, nota anche per
i film L’estate
addosso e Revenge. Simone
Hazanavicius, figlia di Michel, interpreta Romy, la figlia
di Rémi, mentre completano il cast gli attori Grégory
Gadebois nel ruolo di Philippe e Raphaël
Quenard in quelli di Jonathan.
Tutti loro si sono sottoposti ad una
serie di prove prima delle riprese del film, acquisendo competenze
particolarmente elevate. In particolare, si sono stati addestrati
per dar vita al lungo piano sequenza di 33 minuti che apre il film.
Questo è stato provato per cinque settimane prima delle riprese e
ha richiesto quattro giorni di lavoro. Non si tratta però di
un’unica effettiva ripresa, poiché a un certo punto c’è un unico
taglio per motivi tecnici (quindi in realtà si tratta di due
riprese lunghe). L’intero film è stato girato in sei settimane
nella pista di Évry, con un budget molto limitato di 4 milioni di
euro.
Le differenze tra il film e l’originale giapponese
La prima cosa da riportare nel
confronto tra Cut! Zombi contro zombi e il film
giapponese a cui si ispira – Zombie
contro zombie – One Cut of the Dead – è che la
versione francese è ben più che un semplice remake. I racconti dei
due film esistono infatti nello stesso universo narrativo. Un
universo in cui lo zombie movie tutto in piano sequenza realizzato
in Giappone ha avuto così tanto successo che alcuni produttori
francesi hanno deciso di acquisirne i diritti per rifarlo tale e
quale anche in Francia. È dunque questo il rapporto tra i due film,
con la versione francese che esplicita l’esistenza di quella
giapponese e la indica subito come fonte di ispirazione.
Tutto ciò è reso ancor più evidente
dalla presenza in
Cut! Zombi contro zombi dell’attrice Yoshiko
Takehara che riprende il suo personaggio della produttrice
dal film giapponese e che si reca qui in Francia per supervisionare
il lavoro del remake. I due lungometraggi sono poi costruiti nel
medesimo modo: la prima parte è dedicata alle prodotto finale, la
seconda alla sua preparazione e la terza è il “dietro le quinte”
delle sue riprese. Hazanavicious si mantiene dunque molto fedele a
quanto stabilito dal film giapponese, realizzando in questo senso
un remake simile all’originale quasi inquadratura per
inquadratura.
Tuttavia, la versione francese dura
112 minuti contro i 96 di quella giapponese. 6 minuti in più che
Hazanavicious distribuisce in particolare tra la seconda e la terza
parte, approfondendo da una parte il coinvolgimento di Rémi nel
progetto e il rapporto con sua figlia, mentre dall’altra offre
qualche gag in più nel mostrare cosa accadeva sul set durante le
riprese. Viene ad esempio aggiunto il personaggio del compositore
della colonna sonora che, di fronte all’improvvisazione dei
personaggi, si trova spaesato sul da farsi. La versione francese,
dunque, offre questo tipo di elementi in più, permettendo dunque di
affezionarsi anche di più ai suoi protagonisti.
Il trailer di Cut! Zombi
contro zombi e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di
Cut!
Zombi contro zombi grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple
TV, Prime Video e Rai Play.
Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento,
basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento
generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad
un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di mercoledì 17 aprile alle ore
21:20 sul canale Rai 2.
Quando si pensa ad un puro
film d’avventura, probabilmente il primo titolo che viene in
mente è uno di quelli appartenenti alla
saga di Indiana Jones. Dopo di questi, però,
c’è La mummia, il film realizzato nel 1999 dal
regista Stephen Sommers. Oggi questo è
considerato uno dei film d’avventura per eccellenza, per via delle
sue location esotiche, del suo eroico protagonista, dei risvolti
romantici e per il suo basarsi sulla cultura egiziana facendole
acquisire rinnovata popolarità a livello mondiale. Tutti questi
elementi e altri ancora hanno portato il film ad essere un successo
commerciale da 416,4 milioni di dollari.
La mummia si ispira
inoltre primo al film horror omonimo del 1932, rispetto al quale si
pone come remake. Sommers, però, non voleva realizzare un semplice
rifacimento e decise di puntare sul dar forma ad un’epopea
romantica di azione e avventura con solo alcuni elementi horror.
Trasse poi ispirazione da un elemento reale, ovvero la scritta
presente sulla tomba del giovane faraone
Tutankhamon, che recita: “La morte verrà su
rapide ali per colui che oserà aprire questa cassa”. Ciò gli
permise di scrivere una sceneggiatura che offre dunque un nuovo
approccio al racconto.
Ciò è evidente anche dal fatto che
la mummia barcollante e coperta di bende dei vecchi film viene
sostituita da un mostro più veloce, più cattivo e più spaventoso,
che si è subito affermato nell’immaginario culturale. In questo
articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità
relative a La mummia. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori e a tante altre curiosità ancora.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di La mummia
La storia ha inizio nel 1719 a.C. a
Tebe, in Egitto. Il sacerdote Imhotep,
custode dei morti viene sepolto vivo e maledetto a sofferenze
eterne per aver ucciso l’imperatore Seti insieme alla sua amante
Anck-su-Namun. Il racconto si sposta poi al 1923,
al Cairo, dove l’avventuriero Rick O’Connell, la
bibliotecaria ed egittologa Evelyn e suo fratello
Jonathan sono alla ricerca del favoloso tesoro di
Imhotep. I tre, convinti che sia stato seppellito insieme al
sacerdote, si recano a Hamunaptra, la Città dei Morti. Durante le
loro ricerche, il gruppo libererà però la mummia di Imhotep, che da
tremila anni bramava di tornare tra i vivi per compiere la sua
vendetta.
Il cast di attori, da Brendan Fraser a
Rachel Weisz
Grande protagonista del film è
l’attore Brendan Fraser, qui nel ruolo per cui è ancora
oggi maggiormente ricordato, l’avventuriero Rick O’Connell.
L’attore, scelto a seguito del successo di George re della
giungla… ? (1997), ha capito che il suo
personaggio “non si prende troppo sul serio, altrimenti il
pubblico non può fare quel viaggio con lui” e si è dunque
approcciato con questa consapevolezza al ruolo. Come noto, sul set
Fraser ha anche rischiato di morire soffocato durante la scena in
cui il suo personaggio viene quasi impiccato.
L’attrice Rachel Weisz non è una grande fan dei film
horror, ma non ha visto questo film come tale. Come ha detto in
un’intervista, lo considera come “un racconto da mondo di
fumetti“. Interessatasi al progetto, ha dunque accettato il
ruolo di Evelyn. John Hannah è invece è invece suo
fratello Jonathan. L’attore Oded Fehr interpreta
invece Ardeth Bay, discendente delle guardie del corpo del faraone.
Kevin J. O’Connor interpreta Beni Gabor, servitore
di Imhotep, mentre Patricia Velásquez è
Anck-Su-Namun, amante di Imhotep.
Arnold Vosloo
interpreta invece Imhotep. Per dar vita alla sua mummia, è stata
utilizzata una combinazione di live action e computer grafica. Poi,
sono stati fatti corrispondere i pezzi di trucco protesico digitale
sul volto di Vosloo durante le riprese. John Andrew Berton Jr.,
autore degli effetti visivi, ha dichiarato: “Quando vedete la
sua immagine cinematografica, è lui. Quando gira la testa e metà
del suo viso è mancante e si può vedere fino ai denti, quello è
davvero il suo volto. Ed è per questo che è stato così difficile da
fare“.
Le location di La mummia e altre curiosità sul
film
Per le riprese del film, la troupe
non ha potuto girare in Egitto a causa delle instabili condizioni
politiche, così le riprese sono iniziate a
Marrakech, in Marocco. Questa
aveva l’ulteriore vantaggio di essere molto meno moderna del
Cairo, rendendo più facile vestirsi come negli
anni Venti. Dopo Marrakech, le riprese si sono spostate nel
deserto del Sahara, fuori dalla cittadina di
Erfoud. Lo scenografo Allan
Cameron ha trovato il vulcano inattivo
di Dormant, vicino a Erfoud,
dove è stato possibile costruire l’intero set di
Hamunaptra. Si tratta della location più
importante, per costruire la quale sono state necessarie 16
settimane di lavori.
Dopo le riprese in Nord Africa, la
produzione si è spostata nel Regno Unito. Qui, i
cantieri navali di Chatham sono stati utilizzati
per le scene ambientate nel porto di Giza, sul
fiume Nilo, per il quale è invece stato utilizzato
il Frensham Ponds a Farnham, nel
Surrey. Il set era lungo 600 piedi e conteneva un treno a vapore,
una locomotiva a trazione Ajax, tre gru, una carrozza aperta a due
cavalli, quattro carri trainati da cavalli, cinque cavalli da tiro
e stallieri, nove asini da soma e muli, oltre a bancarelle del
mercato, venditori vestiti da arabi e spazio per 300 comparse in
costume. Le Torri di Mentmore, nel
Buckinghamshire sono infine state utilizzate per
le scene interne del museo.
Per le riprese girate in Marocco, la
produzione ha avuto il supporto ufficiale dell’esercito marocchino
e ogni membro del cast aveva un’assicurazione in caso di rapimento.
Questo dettaglio è però stato rivelato agli interpreti solo dopo
fine delle riprese. Le riprese in Marocco e in Egitto furono però
rese difficili dalla presenza di scoprioni, insetti e serpenti ed è
stata cosa comune che gli elicotteri arrivassero nel deserto per
portare i membri della crew nell’ospedale più vicino, a causa di
morsi di questi animali. Sul set, inoltre, era presente un
egittologo per aiutare nella resa fonetica dei dialoghi in antico
egiziano.
I sequel del film
Il successo del film ha generato due
sequel diretti, La mummia – Il ritorno (2001) e
La mummia – La tomba dell’Imperatore Dragone
(2008). Nel primo di questi, i protagonisti affrontano nuovamente
Imhotep e il Re Scorpione, mentre nel film del 2008 si trovano a
confrontarsi con la mummia del primo imperatore cinese, Qín Shǐ
Huángdì, e il suo esercito. Successivamente è stato realizzato
anche il prequel Il Re Scorpione (2002), con
protagonista
Dwayne Johnson nel ruolo del re del titolo. Nel tempo,
i tentativi di riavviare la proprietà e dare il via ad un nuovo
franchise mediatico hanno portato a un film nel 2017
interpretato daTom
Cruisee Sofia
Boutella, che si è però affermato come un flop
economico.
Il trailer di La
mummia e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di La
mummia grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple
TV, Prime Video, Now e
Netflix. Per vederlo, una volta scelta la
piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 17 aprile alle ore
21:00 sul canale 20 Mediaset.
Lionsgate
Television sta collaborando con Park
Chan-wook per sviluppare un adattamento televisivo in
lingua inglese dell’iconico Oldboy. Park ha diretto e co-scritto il film
originale, a sua volta vagamente basato sul manga giapponese con lo
stesso nome. Produrrà la nuova versione della serie insieme al suo
partner di produzione, Syd Lim. I dirigenti Courtney
Mock e Tara Joshi stanno supervisionando
il progetto per Lionsgate Television. Bryan Weiser
ha negoziato l’accordo.
“La Lionsgate Television
condivide la mia visione creativa di portare ‘Oldboy’ nel mondo
della televisione”, ha affermato Park. “Non vedo l’ora di
lavorare con uno studio il cui marchio è sinonimo di narrazione
audace, originale e rischiosa”.
Uscito nel 2003,
Oldboy racconta la storia di un uomo che viene
rapito e tenuto prigioniero in una stanza d’albergo sigillata per
15 anni. Viene improvvisamente liberato senza alcuna spiegazione,
solo per venire a sapere che ha cinque giorni per scoprire il
motivo per cui è stato imprigionato o affrontarne le conseguenze.
Il cast includeva
Choi Min-sik, Yoo Ji-tae, Kang Hye-jung e Oh
Dal-su. Il film ha ricevuto incredibili elogi al momento
della sua uscita ed è ampiamente considerato come uno dei migliori
film del 21° secolo.
“Park è uno dei narratori più
visionari della nostra generazione e siamo entusiasti di
collaborare con lui per portare il suo capolavoro cinematografico
sullo schermo televisivo”, ha affermato Scott
Herbst, vicepresidente esecutivo e responsabile dello
sviluppo della sceneggiatura per Lionsgate Television. “Questo
adattamento in serie di ‘Oldboy’ presenterà la pura potenza
emotiva, le scene di combattimento iconiche e lo stile viscerale
che hanno reso il film un classico.”
Se la serie dovesse andare avanti,
non sarebbe la prima versione in lingua inglese di
Oldboy. Una
versione americana con Josh Brolin, Elizabeth Olsen, Sharlto Copley, Samuel L.
Jackson e Michael Imperioli è stata
realizzata nel 2013, con la
regia di Spike Lee.
Dopo il successo
della quarta
stagione, che è stata elogiata come “la serie
meglio scritta di tutta la televisione” e “una sci-fi di
qualità superiore”, Apple TV+
ha annunciato oggi che For All Mankind è
stata rinnovata per la quinta stagione. Inoltre, Apple TV+
e i creatori dello space drama Ronald D. Moore, Matt
Wolpert e Ben Nedivi amplieranno l’universo di For
All Mankind con una nuova serie spinoff, “Star City”,
che sarà diretta da Nedivi e Wolpert. Entrambe le serie sono
prodotte per Apple TV+
da Sony Pictures Television.
«Il nostro fascino per il
programma spaziale sovietico è cresciuto con ogni stagione di “For
All Mankind“», hanno dichiarato i produttori esecutivi Matt
Wolpert e Ben Nedivi. «Più imparavamo a conoscere questa città
segreta nelle foreste fuori Mosca dove lavoravano e vivevano i
cosmonauti e gli ingegneri sovietici, più volevamo raccontare
questa storia dell’altro lato della corsa allo spazio. Non potremmo
essere più entusiasti di continuare a costruire l’universo storico
alternativo di “For All Mankind” con i nostri partner di Apple e
Sony».
«Con ogni nuova stagione, “For
All Mankind” continua a costruire un mondo affascinante e a
catturare il pubblico attraverso una narrazione di alta qualità che
è stata sviluppata con grande abilità da Ron, Matt e Ben», ha
dichiarato Matt Cherniss, responsabile della programmazione di
Apple
TV+. «C‘è così tanto da esplorare e, insieme ai
nostri partner di Sony, non vediamo l’ora di tuffarci in questo
prossimo capitolo dell’avvincente universo di “For All
Mankind”».
Di cosa parla Star City,
l’annunciato spin-off di For All Mankind
Espansione dell’universo di
For All Mankind, “Star City” è un
thriller che ci riporta al momento chiave della storia alternativa
della corsa allo spazio, quando l’Unione Sovietica divenne la prima
nazione a mandare un uomo sulla luna. Questa volta, però,
esploriamo la storia da dietro la cortina di ferro, mostrando le
vite dei cosmonauti, degli ingegneri e degli agenti dei servizi
segreti inseriti nel programma spaziale sovietico e i rischi
che tutti loro hanno corso per far progredire l’umanità. “Star
City” è stata creata da Matt Wolpert, Ben Nedivi e Ronald D. Moore.
Nedivi e Wolpert sono showrunner e produttori esecutivi insieme a
Moore e Davis della Tall Ship Productions.
Fin dal suo debutto mondiale,
For All Mankind è stata accolta come “uno dei
migliori show della televisione” e la quarta stagione ha un
raggiunto il 100% di Certified Fresh su Rotten Tomatoes.
L’ultima stagione di For
All Mankind ha proiettato la serie nel nuovo millennio.
Negli otto anni trascorsi dalla terza stagione, Happy Valley ha
rapidamente ampliato la sua presenza su Marte trasformando gli ex
nemici in partner. Nel 2003 il programma spaziale si è concentrato
sulla cattura e l’estrazione di asteroidi estremamente preziosi e
ricchi di minerali in grado di cambiare il futuro della Terra e di
Marte. Ma le tensioni tra i residenti dell’ormai estesa base
internazionale minacciano di annullare tutto ciò per cui si sta
lavorando.
Tutte le stagioni di For All Mankind sono
disponibili in streaming su Apple
TV+.
Apple TV+ ha presentato
oggi il trailer della terza stagione di “Acapulco“,
la comedy bilingue di successo interpretata e prodotta dal
vincitore dell’Emmy e del SAG Award Eugenio
Derbez, in arrivoil 1° maggio con i
primi due episodi seguiti da nuove puntate settimanali,
fino al 26 giugno.
Nella terza stagione di “Acapulco”,
è arrivato il tempo di una riconciliazione con gli errori del
passato e di nuovi entusiasmanti inizi. Nella storia ambientata ai
giorni nostri, il Maximo adulto (Eugenio Derbez) si ritrova a
tornare in una Las Colinas che non riconosce più. Mentre nel 1985,
il giovane Maximo continua la sua scalata al successo, mettendo
potenzialmente a repentaglio tutte le relazioni che ha
faticosamente costruito.
Oltre a Derbez e Arrizon, il cast
della nuova stagione include Fernando Carsa, Damián Alcázar, Camila
Perez, Vanessa Bauche, Regina Reynoso, Raphael Alejandro, Jessica
Collins, Rafael Cebrián, Regina Orozco e Carlos Corona, cui si
aggiungono le guest star Jaime Camil (“Schmigadoon”) e
Cristo Fernandez (“Ted
Lasso”).
Prodotta da Lionsgate Television, “Acapulco” è ispirata a “How
to Be A Latin Lover” – il film di 3Pas Studios e Pantelion
Filmsal che ha riscosso grande successo al botteghino – ed è
prodotta per Apple da Lionsgate Television, 3Pas Studios e The
Tannenbaum Company. Oltre a recitare nella serie, Eugenio
Derbez è produttore esecutivo insieme a Ben Odell. La serie è stata
creata da Austin Winsberg, Eduardo Cisneros e Jason Shuman.
Winsberg è anche produttore esecutivo insieme a Sam Laybourne, che
funge anche da showrunner. Kim ed Eric Tannenbaum e Jaime Eliezer
Karas producono esecutivamente insieme a Jason Wang per conto di
The Tannenbaum Company e Paul Presburger.
Mike Faist è uno
dei più promettenti attori della sua generazione, distintosi tanto
a teatro quanto al cinema per la generosità con cui dà vita ai suoi
personaggi, rendendoli sempre ricchi di un mondo emotivo che li
rende particolarmente affascinanti e per cui viene facile porsi
dalla loro parte. Dopo una serie di piccoli film a inizio carriera,
Faist ha ora collezionato una serie di importanti collaborazioni
che lo hanno reso particolarmente celebre. Egli si sta dunque
ritagliando un certo spazio nel panorama cinematografico attuale e
davanti a lui c’è un futuro molto promettente.
Mike Faist: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Faist compie il suo debutto sul grande schermo con
il film The Unspeakable Act (2012), per poi recitare in
Touched with Fire (2015), The Grief of Others
(2015), Our Time (2016), I Can I Will I Did (2017),
Active Adults (2017), Wildling (2018) e The
Atlantic City Story (2020). Ottiene poi grande popolarità
recitando in West Side
Story (2021) di Steven Spielberg. Successivamente recita in
Pinball: The Man Who Saved The Game (2022) e The
Bikeriders (2023), accanto a Austin Butler e Tom Hardy. Nel 2024 è invece al cinema con
Challengers,
il film di Luca Guadagnino con
Zendaya e Josh O’Connor.
2. Ha preso parte ad alcune
serie. Oltre al cinema, l’attore è stato visto anche sul
piccolo schermo, dove ha partecipato all’episodio 10×01 della serie
Eye Candy (2015), all’episodio 19×05 di Law & Order –
Unità vittime speciali (2017) e all’episodio 5×01 di
Deception (2018). Nel 2021 ha invece recitato nella serie
Panic, disponibile su Prime Video, recitando accanto a Olivia
Welch e Jessica Sula.
Mike Faist in West Side Story
3. Ha perso diversi chili
per il ruolo. In West Side
Story Faist interpreta Riff, leader della gang nota come
Jets. Inizialmente, però, Faist aveva fatto il provino per Tony,
prima che gli venisse chiesto di leggere per il ruolo di Riff, che
alla fine ottenne. Lo stesso accadde a Russ
Tamblyn nel film del 1961. Per questo ruolo, Faist ha poi
perso circa 9 chili, ispirandosi a foto reali di giovani membri di
gang degli anni Cinquanta in cui si è imbattuto durante le ricerche
sul suo personaggio.
4. Si è occupato di
organizzare alcune attività. Per stabilire un forte
legame tra gli attori della gang degli Jets, Mike Faist si è preso
la responsabilità di programmare quelle che ha chiamato
“Jet-tivities”, in cui ogni membro sceglieva a turno un’attività
sociale a cui tutti erano tenuti a partecipare. Pur non arrivando
agli estremi come gli attori del film del 1961, hanno fatto anche
alcune cose per aumentare la tensione tra loro e gli attori della
gang Shark, come competere contro di loro in una battaglia di GRV e
metterli in difficoltà comprando rose per tutti i membri femminili
del cast.
Mike Faist in Challengers
5. È uno dei protagonisti
del film. In Challengers
Faist interpreta Art Donaldson, tennista marito di Tashi Duncan e
amico/rivale di Patrick Zweig. Per il ruolo era stato preso in
considerazione anche l’attore Austin Butler ma è infine stato Faist ad
ottenere il ruolo. Per questo, l’attore ha poi approfondito il
mondo del tennis, prendendo anche lezioni per potersi calare meglio
nella mentalità del suo personaggio.
Mike Faist in Panic
6. Si è diviso tra questo e
un altro set. Nella serie Panic Mike Faist
interpreta Dodge Mason, uno dei protagonisti. Pur interpretando uno
dei personaggi principali, ci sono momenti nella serie in cui egli
non appare poi molto in scena. Questo perché Faist si è trovato a
girare questa serie nello stesso periodo in cui stava girando anche
West Side
Story e per ciò, dovendosi dividere tra i due set,
era disponibile solo in determinati momenti.
Mike Faist a teatro con Lucas
Hedges in Brokeback Mountain
7. Ha recitato in un
importante spettacolo a teatro. Nel 2023 Faist ha recitato
nello spettacolo teatrale Brokeback Mountain, scritto da
Ashley Robinson e adattamento del
pluripremiato racconto di Annie Proulx del 1997 e
dell’omonimo
film del 2005 diretto da Ang Lee. Lo spettacolo è stato presentato in
prima mondiale nel West End di Londra al @sohoplace. Faist ha
interpretato il ruolo di Jack Twist (interpretato
da Jake
Gyllenhaalnel film del 2005), mentre
l’attore Lucas
Hedgesha condiviso il palcoscenico con lui nel
ruolo di Ennis (interpretato da Heath
Ledgernel film).
8.Non
possiede un profilo sul social network. L’attore ha in più
occasioni dichiarato di non essere un grande fan dei social
network, dove troppo spesso la vita privata si mescola con quella
pubblica. Proprio per perseguire il desiderio di non condividere
troppo di sé, ha deciso di non possedere alcun account ufficiale
sul social Instagram né su altri social. Si possono tuttavia
ritrovare alcune fan page grazie alle quali sarà possibile rimanere
aggiornati sui suoi progetti.
Mike Faist ha una fidanzata?
8. È molto
riservato. Questa riservatezza si applica ovviamente anche
alle sue relazioni sentimentali. Lo scorso anno si è parlato di una
sua possibile frequentazione con la ballerinaAlexis Tilly
Evans-Krueger, ma nonostante alcune loro foto siano
circolate via internet, la cosa non è mai stata confermata
ufficialmente. Ad ogni, in ogni caso, sembra che l’attore sia
single.
Mike Faist: età e altezza dell’attore
10. Mike Faist è nato il 5
gennaio 1992 a Gahanna, Ohio, Stati Uniti. L’attore è alto
complessivamente 1,83 metri.
Il Festival di Cannes 2024 rende
omaggio a una leggenda del cinema, assegnando per la prima volta la
Palma d’oro alla carriera a un gruppo: lo Studio
Ghibli.
Oltre ai grandi di Hollywood, lo
studio giapponese incarnato da due superbi narratori, Hayao
Miyazaki e Isao Takahata, e da una serie
di personaggi di culto, ha scatenato una ventata di novità nel
cinema d’animazione negli ultimi quattro decenni.
“Sono davvero onorato e felice
che allo studio venga assegnata la Palma d’oro onoraria”,
dichiara Toshio Suzuki, co-fondatore dello
Studio Ghibli. “Vorrei ringraziare il Festival
di Cannes dal profondo del mio cuore. Quarant’anni fa, Hayao
Miyazaki, Isao Takahata e io fondammo lo Studio Ghibli con il
desiderio di offrire animazione di alto livello e di alta qualità a
bambini e adulti di tutte le età. Oggi i nostri film sono guardati
da persone di tutto il mondo e molti visitatori vengono al Museo
Ghibli, a Mitaka e al Parco Ghibli per vivere in prima persona il
mondo dei nostri film. Abbiamo fatto davvero molta strada perché lo
Studio Ghibli diventasse un’organizzazione così grande. Nonostante
io e Miyazaki siamo invecchiati notevolmente, sono sicuro che lo
Studio Ghibli continuerà ad affrontare nuove sfide, guidati dallo
staff che porterà avanti lo spirito dell’azienda.”
Con questa Palma d’oro
onoraria, lo Studio Ghibli si unisce a
coloro che hanno ispirato la cinematografia, che il Festival di
Cannes celebra ogni anno. “Per la prima volta nella nostra
storia, non è una persona ma un’istituzione che abbiamo scelto di
celebrare”, hanno affermato Iris Knobloch,
presidente del Festival di Cannes, e
Thierry Frémaux, delegato generale. “Come
tutte le icone della Settima Arte, questi personaggi popolano la
nostra immaginazione con universi prolifici e colorati e narrazioni
sensibili e coinvolgenti. Con Ghibli, l’animazione giapponese si
pone come una delle grandi avventure della cinefilia, tra
tradizione e modernità”.
Il Festival di
Cannes è stato uno dei primi esploratori dell’avventura
del film d’animazione. Nei primi anni, le produzioni Walt Disney
presentarono cortometraggi (1946) e il lungometraggio
Dumbo (1947). Nel 1953, Walt Disney in persona
portò Peter Pan sulla Croisette, dove René
Laloux vinse un Premio speciale della giuria nel 1973 per
il suo primo lungometraggio, Il pianeta
fantastico. Dopo una lunga assenza, l’animazione è tornata
in forze a Cannes con Shrek (2001) e Shrek
2 (2004), Ghost in the Shell 2: Innocence
(2004),
Persepolis (2007), Valzer con Bashir
(2008), tutti premiati in Concorso, o anche Up,
che ha aperto il Festival nel 2009. Molti altri film, come
Kirikou e le bestie selvagge, Inside Out, La Vetta degli
dei e, più recentemente, Elemental e Il mio amico robot hanno lasciato il segno.
Inoltre, Un certain Regard ha dato il benvenuto a La
tartaruga rossa (2016), la prima collaborazione degli
Studios Ghibli con una società di produzione europea.
Arriverà nelle sale italiane dal
16 maggio, distribuito da Universal Pictures International
Italy, Abigail,
il nuovo horror firmato Radio Silence – il team di registi
formato da Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett che
ha realizzato i terrificanti successi dell’horror moderno, tra cui
Ready or Not, Scream e Scream VI – e
scritto da Stephen Shields (Hole – L’abisso, Zombie
Bashers) e Guy Busick (Scream Franchise, Finché morte
non ci separi): un cast tecnico e produttivo d’eccellenza e
specializzato nel genere per una moderna e sfacciata versione di
film sui vampiri, dove non mancano tensione, azione, una massiccia
dose di sangue e anche una sana dose di black-humour, per quasi 2
ore di puro intrattenimento sul grande schermo.
Protagonista è la giovanissima
attrice e cantante irlandese Alisha Weir, nota soprattutto
per Matilda The Musical, qui nei panni di Abigail, una
ragazzina dodicenne con la passione della danza e figlia di un
misterioso e pericoloso personaggio della malavita, che verrà
rapita da un gruppo di criminali per ottenere un ingente riscatto e
rinchiusa in una villa isolata: ma il gruppo si renderà presto
conto con crescente orrore che la ragazza è tutt’altro che
ordinaria.
Nei panni dei rapitori troviamo
invece Melissa Barrera (Scream franchise, Sognando
a New York – In the Heights), Dan Stevens (Gaslit,
Legion), Kathryn Newton (Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, Freaky), William Catlett (Black
Lightning, True Story), Kevin Durand (Resident Evil:
Retribution, X-Men le origini – Wolverine) e Angus Cloud
(Euphoria, North Hollywood). Completano il cast MatthewGoode e Giancarlo Esposito.
Abigail, la trama
Dopo che un gruppo di aspiranti
criminali ha rapito una ballerina dodicenne, figlia di un potente
personaggio della malavita, tutto ciò che devono fare per
riscuotere un riscatto di 50 milioni di dollari è sorvegliarla
durante la notte. In una villa isolata, i rapitori iniziano a
sparire uno dopo l’altro e scoprono, con crescente orrore, di
essere rinchiusi con una ragazzina non comune.
Abigail sarà nei cinema italiani
dal 16 maggio con Universal Pictures International Italy.
L’ex attore MarvelDane DeHaan spiega in che modo gli veniva
costantemente chiesto se avrebbe ripreso il ruolo di Green Goblin
in Spider-Man:
No Way Home, prima che il film uscisse in sala.
Sebbene la Saga del Multiverso non sia ancora
finita, i Marvel Studios hanno ottenuto un enorme successo sin
dall’inizio durante la Fase 4 con Spider-Man:
No Way Home. Non solo il film ha concluso la trilogia
di Spider-Man di Tom
Holland, ma ha celebrato tre generazioni dell’eroe
Marvel, inclusi anche i franchise di Tobey Maguire
e Andrew Garfield.
Quasi tre anni dopo la sua uscita
durante la Fase 4, Dane DeHaan ha rivelato in
un’intervista esclusiva con Screen Rant
come fosse stato bombardato alle domande in merito alla sua
partecipazione al film. Dato che all’epoca circolavano molte voci
su Spider-Man:
No Way Home, DeHaan ha condiviso quanto segue:
Non ho idea di cosa stia
succedendo. Quando Andrew stava realizzando l’ultimo Spider-Man,
non sapevo che stesse accadendo e la gente continuava a chiedermi:
“Sei nel film di Spider-Man?” Ho pensato: “Di che cazzo stai
parlando?”
Come ora sappiamo,
Dane DeHaannon ha ripreso il suo ruolo di Green
Goblin nel film, anche perché l’unico Goblin presente nella storia
ha dato sufficiente filo da torcere allo Spider-Man di Tom Holland,
causando la morte di zia May.
Dane DeHaan è stato Henry Osborn/Green Goblin negli
Spider-Man di Andrew Garfield, quelli diretti da
Mark Webb che hanno visto anche il coinvolgimento
di Emma Stone nei panni di Gwen
Stacy.
Henry Cavill sta promuovendo
The Ministry of Ungentlemanly Warfare, il nuovo
film di Guy Ritchie in cui interpreta il
personaggio realmente esistito che potrebbe aver ispirato
Ian Fleming quando decise di inventare l’agente
segreto James
Bond. Ora, dopo essere stato interpretato da una manciata di
altri attori, tra cui ultimo della lista Daniel Craig, che ha assunto il ruolo dal 2006,
fino a No Time To Die del 2021, il volto
cinematografico di Bond sta per cambiare di nuovo. Sarà forse
Henry Cavill il prescelto?
Durante una recente intervista al
The Rich Eisen Show per promuovere The
Ministry of Ungentlemanly Warfare, la sua nuova
collaborazione con Guy Ritchie, a Henry Cavill è stato chiesto se ci sia qualche
possibilità che possa sostituire Craig nell’annunciato Bond
26. Cavill non chiude la porta a questa possibilità, ecco
cosa ha risposto:
Cavill: “Non ne ho idea. Tutto
quello che ho da dire sono i rumors. Ho le stesse informazioni che
avete voi. Forse sono troppo vecchio adesso, forse no. Dipende da
Barbara Broccoli e Mike Wilson e vedremo quali sono i loro
piani.”
Eisen: “Beh, voglio dire, in
questo film hai interpretato l’uomo su cui è stato basato
Bond.”
Cavill: “Sì, sembra un buon
primo passo, vero?”
Basato su una storia realmente accaduta raccontata da
Damien Lewis nel suo libro omonimo,
The Ministry of Ungentlemanly Warfare segue
un’organizzazione segreta fondata da Winston
Churchill e dall’autore di James Bond Ian
Fleming per indebolire e infine far deragliare il regime
nazista attraverso “sgarbate azioni non da gentiluomini”. Atti di
sabotaggio. Precursore delle moderne organizzazioni di operazioni
segrete, questo gruppo era composto da personale militare d’élite,
ma apparentemente disadattato, specializzato in attività non
convenzionali, cogliendo di sorpresa i nazisti e svolgendo un ruolo
importante nello sradicarli. Henry Cavill è stato nominato leader di questo
gruppo, anche se in questo caso il suo look non è quello della
superspia.
L’ex star di Superman salperà con un
talentuoso ensemble nell’ultimo film di Ritchie, con Hero
Fiennes Tiffin, Henry Golding, Alan Ritchson
e Alex Pettyfer tra coloro che si uniranno a lui
in acqua. Eiza González, Babs Olusamokun, Henrique Zaga,
Til Schweiger e Cary Elwes
completano il gruppo costellato di stelle.
Il Centro Sperimentale di
Cinematografia annuncia la partnership con la piattaforma
MUBI, il più importante servizio di streaming
dedicato al cinema d’autore. MUBI rappresenterà per gli allievi e
per tutto il corpo docente del CSC – Scuola Nazionale di Cinema uno
strumento di valore per arricchire ulteriormente la proposta
pedagogica dei corsi, grazie ad una selezione cinematografica che
parla alle giovani generazioni.
Nel concreto, l’accordo prevederà
che allievi e docenti possano usufruire della “cineteca d’autore”
di MUBI: una scelta di titoli di qualità che racchiudono il meglio
della cinematografia internazionale, giovane e contemporanea. MUBI
è infatti un luogo dove scoprire film di registi visionari, da
figure emergenti a nomi pluripremiati. La partnership rappresenta
un primo passo per una collaborazione più strutturata che
consentirebbe ai ragazzi del CSC – Scuola Nazionale di Cinema di
cimentarsi con reali esperienze di programmazione
cinematografica.
Inoltre, il Centro Sperimentale di
Cinematografia e MUBI hanno deciso di unire le forze in occasione
di un’iniziativa molto particolare: dall’8 marzo, Giornata
internazionale della donna, è disponibile su MUBI una raccolta
dedicata alle direttrici della fotografia dal titolo
“Women’s Cinematographers – La luce giusta: le direttrici
della fotografia” che ha visto il coinvolgimento di alcune
allieve del corso di Fotografia del CSC – Scuola Nazionale di
Cinema.
Le tre allieve Francesca
Avanzini, Elisa Fioritto e Francesca
Tascio hanno scelto uno dei titoli MUBI appartenenti alla
collezione e realizzato dei brevi video saggi con lo scopo di
offrire un’introduzione allo stile della DoP del film in
questione.
I titoli di questa speciale
selezione ritenuti più interessanti e ricchi di spunti sono stati
“Petite
Maman” di Céline Sciamma in cui la
DoP Claire Mathon mette la luce al servizio del film contribuendo
al senso di naturalezza e autenticità che pervade tutto il
racconto, e “Madeline’s Madeline” di
Josephine Decker in cui la DoP Ashley Connor aiuta lo spettatore a
sintonizzarsi con la protagonista del film attraverso l’utilizzo di
sfocature e di tecniche di luce particolari.
La Giornata della
Terra, che ricorre ogni 22 aprile come da
istituzione da parte della Nazioni Unite, è l’occasione per
celebrare quanto sia preziosa e allo stesso tempo fragile la vita
sul nostro pianeta.
Al ricco catalogo di
documentari sulla natura di Netflix si
aggiunge la docuserie Un mondo di vita, che mostra
agli spettatori, guidati dalla voce di Cate Blanchett nella versione originale, le
creature straordinarie e gli ecosistemi grandi e piccoli che
lavorano insieme per ricostruire e sostenere il nostro mondo
vivente.
L’intenzione di questa
docuserie è, come confermano gli autori James
Honeyborne (produttore esecutivo) e Ben
Roy (produttore della serie), raccontare due storie: nel
mondo tutto è connesso da una grande rete vivente; e l’attività
umana e il cambiamento climatico stanno mettendo a rischio questa
rete, con conseguenze che condizioneranno tutti noi.
“Spesso non mostriamo nei
documentari che facciamo la prospettiva più ampia di come il mondo
funziona come un’unica entità” secondo Honeyborne, “sapevamo,
quindi, che il primo episodioavrebbe dovuto mostrare tutte queste
incredibili connessioni da una parte all’altra del mondo. Il
secondo episodio racconta come queste connessioni non siano solo
intrecciate nello spazio, ma anche nel tempo. E poi nel terzo
episodio esamineremo ciò che sta accadendo oggi, ovvero la rottura
di queste connessioni globali. Il quarto episodio pieno di speranza
esamina come possiamo riallacciare queste connessioni e quanto
potenti possano essere queste creature nel ripristinare il mondo di
cui abbiamo bisogno”.
Ben Roy afferma che “se
noi siamo la prima generazione che effettivamente capisce questo
concetto, e che è potenzialmente una delle ultime che può fare
qualcosa al riguardo, è un momento importante”, concludendo che “se
noi siamo in grado di comprendere il nostro ruolo, allora ciò
potrebbe aiutarci a fare scelte migliori. Questo è ciò che stiamo
provando a mostrare”.
La sostenibilità
ambientale è una questione essenziale per Netflix, e la
porta sullo schermo attraverso i molti titoli disponibili sul
servizio:
dai
documentari di Sir David Attenborough come
Una vita sul nostro pianeta, Il nostro pianeta, La vita a
colori e Superare i limiti: la scienza del nostro
pianeta
ai
documentari presentati da grandi ospiti di eccezione come
Barack Obama (I parchi nazionali più belli del
mondo), Morgan Freeman (La vita sul nostro
pianeta) o Bryan Cranston, Andy
Serkis, Pedro Pascal e David
Harbour (Animal: il meraviglioso regno animale)
alle
storie di finzione ma con un occhio di riguardo all’attualità come
Don’t Look Up
ai
titoli per i più piccoli come Il mostro dei mari e Spirit Rangers –
I guardiani del parco
L’ultima notizia in merito si
era avuto nel 2021, subito dopo il successo di Parasite,
e adesso, mentre aspettiamo che esca al cinema Mickey
17, Bong Joon Ho è pronto a
farsi accompagnare, tra gli altri, da Werner
Herzog in un nuovo viaggio. Il cineasta tedesco ha infatti
raccontato di essersi impegnato a prestare la sua voce a uno dei
personaggi del prossimo film d’animazione di Bong Joon
Ho.
Il film non segna certo il debutto
di Herzog al doppiaggio che in passato si è dilettato nel prestare
la voce a I Simpson, The Boondocks e anche a Rick and Morty e
Metalocalypse. Il film racconterà del rapporto che le creature
marine delle profondità degli oceani hanno con gli esseri
umani.
Di cosa parla Mickey
17?
Questo nuovo progetto del regista
sudcoreano, successivo a Parasite, è tratto dal romanzo di
Edward Ashton del 2022, descritto dalla casa
editrice St. Martin Press come un thriller cerebrale high-concept
facente parte di quel filone di film come “The
Martian” e “Dark Matter“. InMickey
17 Pattinson interpreta qui un “sacrificabile”, ovvero un
dipendente usa e getta di una spedizione umana inviata a
colonizzare un pianeta ghiacciato, che improvvisamente si rifiuta
però di lasciare che il suo clone sostitutivo prenda il suo
posto.
Oltre che una semplice immagine e un
breve teaser, ad oggi non è stato mostrato altro del film, su
cui vige dunque un certo mistero. Sappiamo però che nel cast vi
sono anche gli attori Naomi Ackie, Steven Yeun, Toni Collette e Mark Ruffalo. Bong, oltre ad aver scritto e
diretto, produce anche il film attraverso la sua società Offscreen.
Con la data d’uscita di Mickey
17 fissata al 31 gennaio 2025, non resta
dunque che attendere maggiori informazioni e qualche nuovo
materiale promozionale.
Il
New York Times conferma che Netflix non procederà
più con la produzione di Aurora, il nuovo film di
Kathryn Bigelow basato sull’omonima storia
apocalittica di David Koepp.
Annunciato due anni fa, il film cade sotto l’accetta dello
streamer che sta rivedendo le sue strategie di produzione.
Questa notizia fa seguito anche
all’abbandono, da parte di Netflix, del
progetto animato di David Lynch ed entrambe le
informazioni si allineano con la volontà di Dan
Lin, nuovo chief content di Netflix, di mettere in cantiere prodotti per il
pubblico e non opere di grandi autori. Dopo essere stata la casa di
alcuni dei film più importanti degli ultimi anni, diretti tra gli
altri da Martin Scorsese, Alfonso Cuaron e
Jane Campion, lo streamer cambia rotta.
Netflix ha ancora in ballo progetti
con Noah Baumbach e con David
Fincher, che forse verranno portati a termine, visto che
sono in essere, ma per quanto riguarda Aurora di
Kathryn Bigelow, in produzione del 2022, il film deve trovare
un’altra casa. Kathryn Bigelow non dirige un film
dal 2017, quando uscì
Detroit.
“Ad Aurora, nell’Illinois, Aubrey
Wheeler mentre affrontato insieme al figlio adolescente ribelle le
conseguenze di un divorzio da un ex marito violento e criminale,
una catastrofe climatica azzera l’energia spegnendo gran parte del
mondo. Una tempesta solare ha tolto energia quasi ovunque”, si
legge nella sinossi. “Improvvisamente, tutti i problemi
diventano i problemi di tutti e Aubrey deve assumere il ruolo di
feroce protettrice del suo quartiere suburbano. Dall’altra parte
del paese nel frattempo vive il fratello separato di Aubrey,
Thom. Un CEO della Silicon Valley straordinariamente ricco e
nevroticamente preparato, ha intenzione di superare la crisi in un
bunker dorato nel deserto che ha costruito per il massimo del
comfort e della sicurezza. Ma la complicata storia tra i fratelli è
tutt’altro che finita, e quella che sembra la fine del mondo è solo
l’inizio di diversi calcoli attesi da tempo, a cui non tutti
sopravviveranno…”
Le piccole e scherzose faide interne
al grande cast dei Marvel Studios sono note a
tutti e non fa eccezione un piccolo battibecco di vecchia data tra
Tom
Holland-Spider-Man e Anthony Mackie,
all’epoca “soltanto” Falcon.
Il nucleo della questione era che
Holland aveva preso in giro il collega perché lui aveva avuto solo
una serie tv con il suo nome, The Falcon and the
Winter Soldier, invece lui, Tom, era addirittura
titolare di ben tre film stand-alone.
Ora che Anthony
Mackie è stato promosso a nuovo Captain America,
è chiaro che l’attore vuole vendicarsi del giovane collega
britannico, e ha intenzione di fare le cose per bene, aspettando
fino alla premiere del suo
Captain America: New World Order per mettere la
bilancia in equilibrio.
In occasione di un’intervista con
EW, Anthony
Mackieha dichiarato,
riferendosi alla presa in giro di Holland: “Lo ha fatto da una
piattaforma molto grande, quindi manterrò la calma fino alla
premiere. Mi assicurerò che la Marvel lo inviti alla premiere, poi
lo farò sedere accanto a me e lo guarderò mentre guarda il
film.” Sarà divertente vedere cosa accadrà il prossimo
febbraio 2025, quando
Captain America: New World
Orderarriverà nelle sale di
tutto il mondo.
Quello che sappiamo sul film
Captain America: New World Order
Captain America: New World Order riprenderà da
dove si è conclusa la serie Disney+The Falcon and the
Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson
(Anthony Mackie)
dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il
regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield
Paradox) ha descritto il film come un “thriller
paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader
(Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua
trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Importante sarà anche la presenza di
Harrison Ford nel ruolo del generale
Ross, che secondo alcuni potrebbe trasformarsi nell’Hulk Rosso.
Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreta la cattiva
Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi
al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora,
Captain America: New World Order è indicato come uno
dei titoli più importanti della Fase 5.
La casa di produzione
Play Entertainment è lieta di annunciare l’avvio delle
riprese del suo nuovo progetto La Morte ci divide(titolo originale Death Do Us Part),
un’importante co-produzione internazionale Italia, Spagna, Polonia e Stati Uniti.
La Morte ci
divide è una rivisitazione in chiave cinematografica del
racconto popolare “La Morte e la Fanciulla”, una commedia dark in
costume ambientata nell’Italia medievale durante la prima pandemia
della Peste Nera che racconta una storia d’amore soprannaturale,
mescolando leggenda, folklore e realtà, È un
viaggio nel tempo, che porta lo spettatore a riflettere sul
confronto dell’essere umano con l’ignoto, sulle superstizioni, sui
pregiudizi e sull’eterna paura della morte. Spazio anche alla quota
musical, infatti pur non essendo un musical tradizionale, la
musica e canzoni giocano un ruolo fondamentale.
Play Entertainment, da
sempre attenta alla valorizzazione dei nuovi talenti, ancora una
volta punta sui giovani: La Morte ci
divide è infatti diretto da due giovani registi
americani alla loro opera prima, David Chavez-Grant e
Abigail Ory, quest’ultima ne firma anche la sceneggiatura
insieme a Masha Strasburger e Francesca Marciano. La
storia è tratta dal testo teatrale rappresentato alla Harvard
University nel 2019.
Il film è prodotto da
Play Entertainment, LFIA, LLC (USA), Agresywna
Banda (Polonia) e Koboflopi S.L. (Spagna).
Il cast vanta artisti
italiani e internazionali: Ari’el Stachel, Zara Devlin, Riccardo
De Rinaldis, Ian O’Reilly,
Laura Morante,
Alan Cumming, Lidia Vitale, Darko Peric e Claudio
Bigagli.
Il cast tecnico è di
altissimo livello: la scenografia è affidata a Crispian
Sallis (tre volte candidato agli Oscar per “Gladiator”,
“Driving Miss Daisy”, “Alien”), mentre i costumi sono
stati realizzati da Carlo Poggioli (tra i suoi numerosi
successi “The Young Pope”, “The New Pope” di Paolo
Sorrentino e “Cold Mountain” di Anthony Minghella) la
Fotografia è affidata a Ferran Paredes Rubio (tra i suoi
successi: “Indivisibili”, “Mozzarella Stories“,
“Il Sindaco del Rione Sanità” e “Comandante” per cui
ha ricevuto la candidatura al David di Donatello).
Le riprese dureranno sei
settimane e si snoderanno tra la zona di Sutri (VT) e Frascati, in
piena collaborazione le istituzioni del territorio.
Sinossi:XIV secolo, in Europa scoppia la peste
nera. Giulia, giovane donna ribelle nel piccolo e superstizioso
villaggio di San Grobiano sull’appennino laziale, sogna di
diventare medico, ma la società del tempo non è pronta ad
assegnarle questo ruolo. L’epidemia è l’occasione per dimostrare al
mondo il suo valore. Grazie al suo lavoro di
guaritrice, Giulia scopre di poter vedere e interagire con la Morte
stessa della quale finisce per innamorarsi, anche se rinuncerà a
tutto per salvare il suo villaggio.
PLAY ENTERTAINMENT è una
società di produzione audiovisiva operativa dal 2008 che si è
affermata rapidamente nel mondo dell’entertainment sviluppando e
commercializzando in tutto il mondo i suoi progetti. Tra i suoi
precedenti prodotti la serie TV animata Angel’s Friends
lanciata nel 2008 e co-prodotta da R.T.I. che è stata venduta in
oltre 30 paesi internazionali e ha realizzato oltre 100 contratti
di licensing e merchandising; l’horror Shortcut di Alessio
Liguori uscito in oltre 700 schermi e arrivato settimo negli USA;
la black comedy I Iiviatani, cattive attitudini, regia di
Riccardo Papa, Un mondo in più, un dramma sociale di Luigi
Pane ,Blackbits, un thriller di Alessio Liguori, la commedia
romantica corale L’amor Fuggente di Davide Lomma. Fanum di
Iris Gaeta è l’ultimo mistery-thriller prodotto, attualmente in
post-produzione, mentre sono da poco finite le riprese della
commedia amara Una fottuta bugia di Gianluca Ansanelli.
LFIA, LLC è una società
di produzione cinematografica impegnata a lanciare nuovi talenti e
storie originali nel cinema indipendente internazionale. Il suo
team di produzione comprende la produttrice Deborah Dobson Bach (i
favoriti del festival “Waiting for the Barbarians”, “The Homesman”
e “In the Electric Mist”) e il co-produttore Jon C. Scheide (“The
Assassination of Richard Nixon”, “The Pledge ” e “Tin Soldier.”)
“La Morte ci divide” aka “Death Do Us Part” è il primo film della
società.
Si arricchisce la lista
degli ospiti della terza edizione di Best
Movie Comics and Games, evento di riferimento della
cultura pop per tutti gli appassionati di fumetti, cinema,
serie tv, cosplay, videogames, giochi da tavolo, anime e tanto
altro, in programma a Milano sabato 8 e domenica 9 giugno presso
gli spazi di Superstudio Più (via Tortona 27), con una pre-apertura
serale prevista per venerdì 7 giugno al The Space Vimercate.
La manifestazione,
prodotta e organizzato da Best Movie, testata di riferimento per il
cinema e l’entertainment pubblicata da Duesse Communication, con la
direzione artistica di Giorgio Viaro (responsabile
editoriale della rivista) e Paolo Sinopoli,
promette per questa terza edizione un programma di panel e
appuntamenti davvero esplosivi.
Accanto ai nomi già
annunciati, tra cui Chiara Iezzi e
Salvatore Esposito, entrambi premiati con il Best
Movie Icon Award, Zerocalcare, Leo Ortolani,
autore del poster di questa edizione, Giorgio Vanni,
Emanuela Pacotto e Renato Novara,
apprezzati doppiatori e inconfondibili voci di One Piece,
che dialogheranno in un panel sulla loro carriera e sul celeberrimo
franchise che quest’anno compie 25 anni, si aggiungono al programma
alcuni dei nomi più interessanti dello spettacolo e
dell’intrattenimento italiano.
A partire da due
giovanissimi artisti, che saranno premiati con il Best Movie Award
per il Personaggio Maschile e Femminile dell’Anno, grazie alla
varietà dei loro talenti e del loro impegno. Sono Chiara
Bordi, che dopo l’esperienza a Miss Italia nel 2018 e il
successo nella serie Prisma, si è fatta conoscere al
grande pubblico tra i protagonisti della serie tv I fantastici
5, e Leo Gassmann, che, mentre porta avanti
la sua carriera da cantautore, ha debuttato nella recitazione
vestendo i panni di Franco Califano nel film tv dedicato al celebre
cantante.
E poi Maccio
Capatonda e Luigi Di Capua (The Pills),
che si confronteranno sui linguaggi della comicità tra scrittura,
interpretazione e regia, nel panel Kings of Comedy. Il
dialogo tra i due attori, autori e registi, attraverserà le
esperienze in tutti e tre questi ambiti, a partire dalla
collaborazione per la serie tv The Generi, fino alle opere
più recenti, tra cui l’ultimo film diretto e interpretato da Maccio
Capatonda, Il migliore dei mondi, e l’esordio dietro la
macchina da presa di Luigi Di Capua, Holy Shoes,
recentemente presentato al Festival di Torino.
Best Movie Comics and
Games renderà poi omaggio al maestro giapponese, recentemente
scomparso, Akira Toriyama, creatore di Dragon
Ball ma anche di altri manga leggendari tra cui Dr. Slump
e Arale. Lo farà con un panel dedicato alla sua carriera e
alla sua eredità artistica, a cui parteciperanno Zerocalcare,
l’attore Nicola Nocella, e il critico cinematografico più
apprezzato del web, Victorlaszlo88, al secolo Mattia Ferrari. A
margine dell’incontro sarà inoltre proiettato, in collaborazione
con Plaion Pictures, Dragon Ball Super: Broly,
probabilmente il lungometraggio più amato tra quelli legati al
franchise.
Davvero speciale sarà
anche l’incontro tra Shade, rapper, freestyler e
doppiatore torinese classe 1987, ed Emanuela Pacotto: il cantante,
grande appassionato di cultura pop, condividerà con la collega il
suo lato più “nerd”, in un irresistibile dialogo senza filtri.
E ancora: saranno a Best
Movie Comics and Games Daniele Tinti e
Stefano Rapone, le due anime di Tintoria,
seguitissimo podcast che con oltre 200 puntate e più di 50 milioni
di visualizzazioni ha visto i due stand-up comedians cimentarsi con
tanti ospiti d’eccezione, sviluppando un linguaggio umoristico
unico. Riceveranno il Best Movie Awards per il Miglior Podcast
dell’Anno e condivideranno curiosità e segreti del loro lavoro.
Infine, spazio ai creativi
del web nell’incontro con due youtuber di successo come i
diEFFE bros, David e Frederick: due fratelli di
Verona divenuti due vere celebrità sui social, con oltre 1 milione
di follower su YouTube e 1 milione su TikTok, che saranno premiati
con il Best Movie Award ai Migliori Creator, e saranno protagonisti
di un panel e di un meet&greet in cui incontreranno i loro
fan.
Quando i Marvel Studios hanno
finalmente lanciato il franchise di Ant-Man nel
2015, l’eroe principale del franchise era Scott
Lang. Anche se in una certa misura ciò era in linea con i
fumetti, con il vero eroe, Hank Pym (Michael
Douglas), ritiratosi dopo aver ricoperto il
ruolo durante la Guerra Fredda era un concetto totalmente nuovo.
Mentre Ant-Man di Paul Rudd si è
guadagnato una legione di fan, c’erano quelli comprensibilmente
scontenti che un Vendicatore fondatore fosse stato relegato a un
personaggio secondario in quello che avrebbe dovuto essere il suo
franchise.
Gran parte del motivo del
cambiamento è stato che i Marvel Studios hanno trascorso anni
aspettando che Edgar Wright dirigesse
Ant-Man, solo per imbattersi in “differenze
creative” quando è arrivato il momento di dare il via alla
produzione. In quella versione del film, Hank sarebbe diventato il
malvagio Black Ant. Invece, nel progetto realizzato poi, è stato
trasformato in una sorta di mentore per Scott nel corso degli anni
e alla fine si è riunito con Janet Van Dyne quando
è stata liberata dal Regno Quantico.
Hank non ha aggiunto molto a
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania, e l’attore che lo interpreta,
Michael
Douglas, ha ora confermato di
non voler più interpretare il suo Hank Pym. “Questa in realtà
era la mia richiesta per il terzo”, ha detto il 79enne.
“Ho detto che mi sarebbe piaciuto avere una [morte] seria, con
tutti questi fantastici effetti speciali. Ci deve essere un modo
fantastico in cui posso rimpicciolirmi fino alle dimensioni di una
formica ed esplodere, qualunque cosa sia. Voglio usare tutti questi
effetti.” “Ma quello era il mio desiderio nell’ultimo film”,
ha aggiunto. “Ora, non credo che mi presenterò.”
Stando a quanto dichiarato, sembra
proprio che Michael
Douglas non riprenderà il ruolo se
richiesto, anche se supponiamo che ci sia una possibilità che i
Marvel Studios possano convincerlo a tornare e (finalmente) morire
nei panni di Hank in uno dei prossimi film dei Vendicatori (se
l’offerta dovesse essere quella giusta).
Non è la prima volta che Douglas
allude al fatto di essere scontento che il suo personaggio sia
rimasto in vita, poiché in precedenza aveva detto che sarebbe
tornato per un quarto film di Ant-Man “affinché [lui] potesse
morire”.
Sappiamo che i Marvel Studios stanno pianificando
un riavvio degli X-Men live-action, ma gli
aggiornamenti ufficiali sono stati pochi e rari. L’ultima volta che
abbiamo sentito parlare del prossimo film sui Mutanti Marvel, lo
stato della lavorazione riguardava gli sceneggiatori che avevano
iniziato a presentare idee per il progetto. Da allora è passato un
anno. Dietro le quinte potrebbero essere stati fatti alcuni
progressi, ovviamente, ma probabilmente passerà un po’ di tempo
prima che i team creativi/membri del cast vengano annunciati
ufficialmente.
Intanto, però, la serie d’animazione
X-Men
’97 di Disney+ ha dimostrato di essere molto
popolare tra i fan dell’allegra banda di mutanti della Marvel, e
molti ritengono che lo studio dovrebbe restare il più vicino
possibile alla serie revival animata per il debutto live-action
della squadra nell’MCU.
Se Kevin Feige e co. decideranno di trarre
ispirazione dallo show e vorranno che nel progetto siano coinvolte
persone che abbiano molta familiarità con i personaggi, non devono
guardare troppo in là per avere a disposizione dei registi che si
assumeranno il compito!
Durante un’intervista con Screen Rant, a
Chase Conley (che ha diretto gli episodi 2, 4 e 6)
e Emi Yonemura (episodi 3, 5, 7 e 9) è stato
chiesto se avessero qualche desiderio di far parte del primo film
live-action degli X-Men del MCU. “Se questa dovesse essere una
chiamata che riceverò, ad un certo punto, risponderò al telefono,
di sicuro”, ha detto Conley. “Non direi mai di no a
quella telefonata perché amo le belle sfide e adoro provare cose
nuove”, ha aggiunto Yonemura.
In realtà, non ci sono molti registi
che rifiuterebbero la possibilità di lavorare su questo progetto,
ma è bello sapere che questi ragazzi sarebbero pronti e disposti a
raccontare i personaggi degli X-Men in un altro linguaggio, se si
presentasse l’opportunità. L’anno scorso, circolava una voce
secondo cui problemi contrattuali avrebbero potuto impedire ai
Marvel Studios di introdurre nuovi attori come personaggi mutanti
affermati come Wolverine, Ciclope, Tempesta, ecc., nell’MCU.
Si dice che se la Marvel volesse
riavviare la squadra utilizzando uno qualsiasi degli stessi
personaggi del franchise Fox prima del 2025, artisti del calibro di
Simon Kinberg, Bryan Singer e co.
avrebbero, come minimo, diritto a crediti e compensi e potrebbero
anche avere un certo grado di controllo creativo.
Non sappiamo ancora se questo report
sia accurato, ma spiegherebbe perché c’è stato praticamente il
silenzio radio su tutto ciò che riguarda gli X-Men
dal 2019 a oggi, e perché l’unico personaggio mutante affermato
che abbiamo visto nell’MCU da allora è il Professor Xavier in
Doctor Strange nel Multiverso della Follia, con
Sir Patrick Stewart che ha ripreso brevemente il
ruolo, e Kelsey Grammar nei panni di Bestia nella
scena post-crediti di The Marvels. Anche Hugh
Jackman tornerà nei panni di Logan nei prossimi
Deadpool &
Wolverine.
Ciò non impedirebbe alla Marvel di
far debuttare nuovi eroi e cattivi mutanti senza alcun collegamento
con i film precedenti, cosa che abbiamo visto quando Kamala Khan è
stata definita una mutante nel finale di stagione di Ms.
Marvel.
Margaret Qualley si è ritirata dal
ruolo di Amanda Knox nella prossima serie limitata
di Hulu per motivi di programmazione. L’attrice sta vivendo un
periodo davvero impegnato che l’ha spinta a tirarsi indietro dal
progetto
annunciato all’inizio di marzo 2024.
Il progetto senza titolo dello
sceneggiatore KJ Steinberg e della 20th Television
in associazione con The Littlefield Company, ha avuto il via libera
ufficiale il mese scorso con Qualley a bordo come protagonista e
produttore esecutivo. Il ruolo è ora in fase di riformulazione. Lo
sviluppo non avrà alcun impatto sui piani di produzione poiché le
riprese della serie di otto episodi dovrebbero iniziare a
ottobre.
Margaret Qualley,
due volte nominata agli Emmy per
Maid di Netflix e Fosse/Verdon di FX, ha
appena visto i suoi due film in uscita, Kinds of
Kindness e The Substance, entrambi
selezionati per essere presentati in anteprima al Festival di Cannes. Vista di recente in
Povere Creature, attualmente sta girando
Honey Don’t! e ha altre funzionalità in programma.
L’abbiamo vista di recente nelle nostre sale in
Drive-Away Dolls(qui
la recensione).
La serie limitata di Hulu copre il
viaggio di 16 anni della Knox per liberarsi dopo essere stata
ingiustamente condannata per l’omicidio della sua compagna di
stanza Meredith Kercher. Legati alla serie ci sono il produttore
esecutivo di Steinberg con Warren Littlefield,
Lisa Harrison, Ann Johnson e Graham
Littlefield di The Littlefield Company; così come
Monica Lewinsky, Knox e Chris
Robinson della Knox Robinson Productions.
La storia della Knox è già stata
oggetto di numerosi progetti cinematografici. Oltre a diversi
servizi speciali e documentari, Lifetime ha trasmesso il film
originale “Amanda Knox: Murder on Trial in Italy” nel
2011. Nel 2021 è uscito il film “La
ragazza di Stillwater” con Matt Damon, Abigail Breslin e Camille
Cottin, che si ritiene sia stato ispirato dalla storia
della Knox. Questa miniserie con Margaret Qualley, pronta dunque a
tornare sul piccolo schermo, sarà però il primo progetto di fiction
esplicitamente dedicato alla Knox ad averla dunque compre
principale protagonista.
All’inizio del 2021, abbiamo appreso
che il regista di Deadpool & WolverineShawn Levy stava finalmente facendo dei passi
avanti per tornare nel mondo di Real Steel per una nuova serie
Disney+.
Il film del 2011 aveva come
protagonisti Hugh
Jackman, Evangeline Lilly e
Anthony Mackie, e
seguiva le vicende di un padre e un figlio che si riconciliavano
mentre addestravano un robot a diventare un campione di boxe. Il
film ha incassato poco meno di 300 milioni di dollari quando è
stato distribuito e, visto che è il budget era di soli 110 milioni
di dollari, non c’era motivo per cui un sequel non potesse
diventare realtà. Tuttavia, il suo status di classico amato e il
crescente interesse a seguito del debutto su Netflix sembrano sufficienti per convincere
la Disney che vale la pena tornare indietro.
Collider (tramite SFFGazette.com) ha
incontrato Levy al CinemaCon la scorsa settimana e ha raccolto la
testimonianza del regista che conferma che la serie TV Real
Steel ha un team di sceneggiatori. “Accidenti,
devo mentire? Sì, è la risposta”, ha scherzato. “E il film
rimane… ero con Anthony Mackie nel backstage oggi. Sono stato
molto con Hugh [Jackman] negli ultimi anni. Rimane vicino ai nostri
cuori. Non dirò mai mai a riguardo.”
Sembra che il progetto sia ancora
agli inizi, anche se Levy continua a suggerire che c’è una
possibilità che anche Real Steel possa essere rivisitato sul grande
schermo. “Non sarebbe ancora il film di cui tutti mi parlano di
più se quei personaggi e quella storia non avessero avuto risonanza
nel cuore degli spettatori.” “Quindi è da definire. Non lo so.
Voglio commentare che la vostra tecnologia sembra essere tornata
indietro nel corso degli anni, quindi lo inserirò, ma è
un’attesa”.
Da quando ha diretto Real
Steel, Shawn Levy ha continuato a
lavorare su film come Stranger Things e
Free Guy. I fan non hanno mai smesso di esprimere
il loro desiderio per un sequel, e il regista aveva precedentemente
rivelato che è stato proprio il ritrovato interesse per Netflix a
spingerlo a parlare con Jackman di un qualche tipo di sequel.
Potrebbe essersi evoluto in questa serie TV.