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Saga del Multiverso: 9 eroi che potrebbero impugnare il Mjolnir

Mjolnir

Con la Saga del Multiverso del MCU in pieno svolgimento e con il ritorno del Mjolnir, ci si chiede ancora una volta chi tra gli attuali eroi possa essere degno di brandirlo. Il leggendario martello di Thor è riuscito a consolidarsi come figura centrale del MCU nel corso degli anni, con la Saga dell’Infinito che è culminata in uno dei più grandi momenti del MCU, quando Steve Rogers ha evocato Mjolnir nella sua mano. Senza una voce propria, tuttavia, il valore di ogni eroe attuale del MCU è sempre in discussione finché non lo dimostrano.

La clausola di “valore” di Mjolnir nel MCU è un argomento scottante, con teorie che abbondano sulle specifiche di chi può soddisfare i criteri. Tuttavia, incrociando tutti coloro che sono stati in grado di brandire il martello finora e confrontandoli con gli attuali eroi della Saga del Multiverso, non è impossibile ipotizzare chi altro potrebbe essere in grado di farlo. Per quanto riguarda gli eroi della Saga del Multiverso del MCU, ce ne sono parecchi: scopriamoli assieme.

1Loki

Tom Hiddleston Loki MCU

Sarebbe una conclusione davvero toccante per l’arco di redenzione di Loki se si concludesse con lui finalmente degno come suo fratello di brandire il Mjolnir. La serie di Loki sta facendo miracoli per la sua eredità, posizionandolo come un vero e proprio eroe nonostante abbia causato molta morte e distruzione per il proprio ego pochi istanti prima di essere preso dalla TVA. Ora Loki è una figura fondamentale nella Saga del Multiverso – avendo valorosamente cercato di fermare la genesi di Kang come arcicattivo – e il suo valore cresce di episodio in episodio. Sostituire il suo scettro con il Mjolnir sarebbe il modo perfetto per concludere la sua intera carriera nel MCU.

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Loki: le prime reazioni anticipano una seconda stagione “che soddisferà i fan di ogni tipo”

Tom Hiddleston Loki

La seconda stagione di Loki dei Marvel Studios arriverà questo venerdì 6 su Disney+, ma nell’attesa sono ora spuntate online le prime reazioni  ai primi quattro (di sei) episodi. Cuore di questa seconda stagione saranno i tentativi del Dio dell’Inganno (Tom Hiddleston) di preservare la Sacra Linea Temporale dalle incursioni di nuove e minacciose varianti di Colui che Rimane (Jonathan Majors), aiutato in questo dal fedele Mobius (Owen Wilson), il tutto mentre cerca anche di ritrovare Sylvie (Sophia DiMartino).

La maggior parte delle reazioni emerse sui social media sono per lo po’ più positive, con molti che hanno acclamato questa seconda stagione di Loki come la migliore serie MCU uscita di recente su Disney+ (un attributo che in realtà sembra venire riproposto per la maggior parte delle serie Marvel). Tra i commenti più positivi si ritrovano ad esempio quello di Brandon Davis, che per afferma: “La seconda stagione di Loki spacca. I primi 4 episodi sono un misterioso e affascinante viaggio nel tempo”.

Hunter Bolding, That Hashtag Show, scrive invece che “la stagione 2 di Loki è un grande ritorno alla forma per le serie Marvel. Dopo alcuni passi falsi, l’MCU ci regala una stagione trascendente che soddisferà i fan di ogni tipo”. Rohan Patel, di ComicBookMovie, si allinea a questi pareri, riportando che “la seconda stagione di Loki è fantastica! Punta più in alto, offrendo risultati più alti. Ogni episodio è migliore del precedente, con colpi di scena sbalorditivi”.

Non sono però mancati anche dei pareri meno entusiasti di questi, con Germain Lussier che afferma: “Sono rimasto molto deluso dai primi episodi della seconda stagione di Loki. Non si sente la posta in gioco, le storie non sono poi così interessanti e l’energia essenziale ed eccitante della prima stagione se n’è andata“. O ancora, Sam Hargrave di The Direct che scrive di come la nuova stagione non sia “all’altezza della prima. La storia è meno interessante e ha meno direzione negli episodi iniziali”.

Di seguito, ecco tutti gli altri pareri sulla seconda stagione di Loki emersi nelle ultime ore online:

Loki 2, tutto quello che sappiamo sulla seconda stagione

Loki 2 sarà la “prima seconda stagione in assoluto” dei Marvel Studio e tornerà a raccontare le imprese  del Dio dell’Inganno e dei suoi tentativi di preservare l’integrità del Multiverso. La sinossi ufficiale rilasciata dalla Disney recita: “la seconda stagione di Loki riprende all’indomani dello scioccante finale di stagione, quando Loki si ritrova coinvolto in una battaglia per l’anima della Time Variance Authority. Insieme a Mobius, Hunter B-15 e a una squadra di personaggi vecchi e nuovi, Loki naviga in un Multiverso in continua espansione e sempre più pericoloso alla ricerca di Sylvie, Judge Renslayer e Miss Minutes per comprendere su cosa significhi possedere il libero arbitrio e uno scopo glorioso“.

Tom Hiddleston interpreterà naturalmente il Dio dell’inganno, mentre è confermato anche il ritorno di Owen Wilson e Sophia DiMartino, così come l’arrivo della new entry Ke Huy Quan, reduce dalla vittoria dell’Oscar per Everything Everywhere All at Once. Jonathan Majors tornerà invece nel ruolo di Kang, anche se il suo personaggio non viene citato nel sinossi. La seconda stagione di Loki, infatti, dovrebbe fornire agli spettatori maggiori indizi su quello che sarà il suo futuro nell’MCU. Il debutto della nuova stagione è previsto su Disney+ per il 6 ottobre.

 
 

Napoleon: un nuovo video svela la performance di Joaquin Phoenix

Napoleon Joaquin Phoenix
Cortesia di Apple TV+

Sony Pictures ha rilasciato un nuovissimo video di Napoleon per il prossimo dramma biografico sulla guerra di Ridley Scott. Nel video, Scott rivela perché ha arruolato il premio Oscar Joaquin Phoenix  per il ruolo principale del comandante militare francese. Il video anticipa l’autentica e appassionata interpretazione da protagonista di Joaquin Phoenix, mentre la candidata all’Oscar Vanessa Kirby parla di com’è girare con l’ attore Beau Is Afraid. Napoleon  uscirà nelle sale è previsto per il 23 novembre.

Napoleon: il cast del film con Joaquin Phoenix

Accanto a Phoenix, Napoleon vede Vanessa Kirby nei panni dell’imperatrice Joséphine, Tahar Rahim nei panni di Paul Barras, Ben Miles nei panni di Caulaincourt, Ludivine Sagnier nei panni di Theresa Cabarrus, Matthew Needham nei panni di Lucien Bonaparte, Youssef Kerkour nei panni del maresciallo Davout, Phil Cornwell nei panni di Sanson ‘The Bourreau, Edouard Philipponnat nei panni dello zar Alessandro, Paul Rhys nei panni di Talleyrand, John Hollingworth nei panni del maresciallo Ney, Gavin Spokes nei panni di Moulins e Mark Bonnar nei panni di Jean-Andoche Junot.

Ridley Scott dirige da una sceneggiatura di David Scarpa. Il film è una produzione congiunta tra la produzione di Apple Studios e Scott Free Productions. Ridley Scott e Joaquin Phoenix producono insieme a Kevin Walsh e Mark Huffam mentre Michael Pruss e Aidan Elliott sono i produttori esecutivi. Napoleon racconta l’epica ascesa e caduta dell’imperatore francese Napoleone Bonaparte, interpretato dal premio Oscar Joaquin Phoenix e diretto dal leggendario regista Ridley Scott. Il film ripercorre l’inarrestabile scalata al potere di Bonaparte attraverso la burrascosa relazione con il suo unico vero amore, Giuseppina, mostrando le visionarie strategie politiche e militari del grande condottiero in alcune delle scene di battaglia più realistiche e spettacolari mai realizzate.

 
 

La Fortuna è in un altro biscotto: clip dal film – Il redentore di Valdivia

La Fortuna è in un altro biscotto

La Fortuna è in un altro biscotto è un’inedita dark comedy girata in Liguria, attraversando la costa di ponente e quella di levante e toccando numerosi comuni tra cui Santa Margherita Ligure, Rapallo, Vado Ligure, Savona, Genova, Imperia e molte altre province. La Fortuna è in un altro biscotto, opera prima del regista ligure Marco Placanica, esce al cinema il 5 ottobre distribuito da Ahora! Film.

La Fortuna è in un altro biscotto, la trama

Sullo sfondo degli affari che muovono una provincia portuale, Leo, un giovane orfano, prova a mantenere in vita l’attività̀ ereditata dal padre, malgrado la persecuzione di uno strozzino: Tonino Paffone, proprietario di un mediocre ristorante asiatico e aspirante intermediario nell’import-export per conto della malavita cinese. Leo è disposto a tutto pur di non perdere l’attività̀ di famiglia, persino rubare. La vittima prescelta per il furto è Manfredo Collini, facoltosissimo imprenditore, collezionista d’arte e aspirante sindaco nella lista “Famiglia Unita”. Ma il destino vuole che Federico, il figlio di Collini, e Virginia, la figlia di Tonino, abbiano una relazione.

 
 

L’esorcista – Il credente: nuovo video svela la preparazione del cast al film

L'esorcista - Il credente

È stato rivelato un nuovissimo video di L’esorcista – Il credente (The Exorcist: Believer) per il prossimo sequel horror della Universal Pictures. Presenta il regista David Gordon Green con alcuni membri del cast principale, mentre discutono di com’è stato girare l’intenso climax del film. La featurette fornisce filmati dietro le quinte dell’attesissimo climax del sequel, che potrebbe comportare uno scontro tra i genitori e il demone che possiede le ragazze. Mostra Leslie Odom Jr. e il resto del cast che provano attentamente la sequenza emotiva, mentre Green li guida attraverso la sua visione. Dai un’occhiata alla featurette di L’esorcista – Il credente (The Exorcist: Believer):

Quello che sappiamo sul film L’esorcista – Il credente (The Exorcist: Believer)

Dalla morte della moglie incinta in un terremoto haitiano 12 anni fa, Victor Fielding ha cresciuto da solo la loro figlia Angela“, si legge nella sinossi. “Ma quando Angela e la sua amica Katherine scompaiono nel bosco, per poi ritornare tre giorni dopo senza alcun ricordo di ciò che è successo loro, si scatena una catena di eventi che costringerà Victor ad affrontare il punto più basso del male e, nel suo terrore, e disperazione, cerca l’unica persona viva che ha già assistito a qualcosa di simile: Chris MacNeil.

L’esorcista – Il credente (The Exorcist: Believer) è il seguito diretto del film horror originale, adattato dal romanzo di William Peter Blatty. David Gordon Green  dirigerà il film da una sceneggiatura che sta scrivendo insieme a Scott Teems, Danny McBride e Peter Sattler. Il film vede il ritorno della vincitrice dell’Oscar Ellen Burstyn, a cui si uniranno Leslie Odom Jr., Ann Dowd, Raphael Sbarge e Jennifer Nettles, con le nuove arrivate Lidya Jewett e Olivia Marcum. Il sequel è prodotto da Jason Blum, David Robinson e James Robinson, con Green, McBride, Couper Samuelson e Stephanie Allain come produttori esecutivi. È una coproduzione tra Blumhouse e Morgan Creek Production.

 
 

Blue Beetle in streaming sulle principali piattaforme!

Blue Beetle film 2023

Dalla Warner Bros. Pictures arriva Blue Beetle (recensione), il film che segna il debutto sul grande schermo del supereroe della DC diretto da Ángel Manuel Soto, il protagonista è Xolo Maridueña nel ruolo che dà il  titolo al film, Blue Beetle, e in quello del suo alter ego, Jaime Reyes.

Il neolaureato Jaime Reyes torna a casa pieno di aspirazioni per il suo futuro ma scoprirà da subito che non è proprio come l’ha lasciata. Mentre cerca il suo scopo nel mondo, il destino fa sì che Jaime si ritrovi inaspettatamente in possesso di un’antica reliquia di biotecnologia aliena: lo Scarabeo. Jamie viene improvvisamente scelto dallo Scarabeo come suo ospite simbiotico e dotato di un’incredibile armatura capace di poteri straordinari e imprevedibili. Il suo destino cambierà per sempre e Jamie si trasformerà nel Supereroe Blue Beetle.

Al fianco di Maridueña (“Cobra Kai”) troviamo, Adriana Barraza (“Rambo: Last Blood”, “Thor”) nel ruolo della nonna di Jaime, Nana, Damían Alcázar (“Narcos”, “Narcos: Mexico”) in quello di suo padre, Raoul Max Trujillo (i film di “Sicario”, “Mayans M.C.”) come Carapax, con il Premio Oscar Susan Sarandon (“Monarch”, “Dead Man Walking”) come Victoria Kord e George Lopez (le saghe di “Rio” e “I Puffi”) nel ruolo di suo zio Rudy. Nel cast anche Elpidia Carrillo (“Mayans M.C.”, la saga di “Predator”) nel ruolo della madre, Bruna Marquezine (“Maldivas”, “God Save the King”) in quello di Jenny Kord, Belissa Escobedo(“American Horror Stories”, “Hocus Pocus 2”) nel ruolo della sorella di Jaime, Milagro, e Harvey Guillén (“What We Do in the Shadows”) che interpreta il Dott.Sanchez.

Soto (“Charm City Kings”, “The Farm”) dirige da una sceneggiatura di Gareth Dunnet-Alcocer (“Miss Bala”), basata sui personaggi DC. John Rickard e ZevForeman sono i produttori e Walter Hamada, Galen Vaisman e Garrett Grant sono i produttori esecutivi.

Il team creativo del regista che ha lavorato dietro le quinte include il direttore della fotografia Pawel Pogorzelski (“Midsommar”, “Hereditary”), lo scenografoJohn Billington (“Bad Boys for Life”), il montatore Craig Alpert (“Deadpool 2”, “The Lost City”), la costumista candidata all’Oscar Mayes C. Rubeo (“Jojo Rabbit”, i film di “Thor”), il supervisore agli effetti visivi Kelvin McIlwain (“The Suicide Squad”, “Aquaman”) e il compositore Bobby Krlic (“Midsommar”, la serie “Snowpiercer”). Una presentazione Warner Bros. Pictures, una produzione Safran Company, “Blue Beetle” è stato dstribuito nelle sale cinematografiche italiane da Warner Bros. Pictures.

 
 

La Casa dei Fantasmi in streaming dall’11 ottobre su Disney+

La Casa dei Fantasmi
(L-R): Chase Dillon as Travis, Rosario Dawson as Gabbie, LaKeith Stanfield as Ben, Owen Wilson as Father Kent, and Tiffany Haddish as Harriet in Disney's HAUNTED MANSION. Photo by Jalen Marlowe. © 2023 Disney Enterprises, Inc. All Rights Reserved.

Disney ha annunciato che La Casa dei Fantasmi, il film di successo ispirato alla classica attrazione del parco a tema, arriverà l’11 ottobre in streaming su Disney+ e sarà disponibile anche in digitale. La divertente avventura da brividi, che ha debuttato nelle sale italiane il 23 agosto, è diretta da Justin Simien ed è interpreta da un cast stellare che include LaKeith Stanfield, Tiffany Haddish, Owen Wilson, Danny DeVito, Rosario Dawson, Chase W. Dillon e Daniel Levy, con Jamie Lee Curtis e Jared Leto nel ruolo di The Hatbox Ghost.

L’11 ottobre i fan potranno anche aggiungere il film alla loro collezione digitale, quando La Casa dei Fantasmi sarà disponibile per l’acquisto presso tutti i principali rivenditori digitali, compresi Prime Video, Apple TV, Google Play & Rakuten TV, con esclusivi contenuti bonus dietro le quinte.  Casa dei Fantasmi racconta di una donna e di suo figlio che si rivolgono a un variegato gruppo di cosiddetti esperti spirituali per aiutarli a liberare la loro casa da intrusi soprannaturali. Il film è prodotto da Dan Lin e Jonathan Eirich, mentre Nick Reynolds e Tom Peitzman sono i produttori esecutivi.

 
 

Tex Week: una settimana con il ranger alla rinascente di Milano

Tex Week

Tizzoni d’inferno! Sembra ieri ma sono passati 75 anni da quando, il 30 settembre 1948, debuttava in edicola il primo albo a striscia di Tex, il personaggio creato da Gianluigi Bonelli e realizzato graficamente da Aurelio Galleppini, destinato a diventare il più amato eroe del fumetto italiano e uno dei più longevi del fumetto mondiale.

Sergio Bonelli Editore celebra questo prestigioso traguardo in compagnia di Rinascente con la “Tex Week”: una settimana speciale dedicata al Ranger che si svolgerà presso la Rinascente Milano Piazza Duomo dal 3 al 9 ottobre per festeggiare un’icona capace di travalicare i confini del suo tempo, esaltare la bellezza della vita on the road, superare le frontiere e coinvolgere generazioni di lettori con le sue infinite storie.

Racconta Davide Bonelli, presidente di Sergio Bonelli Editore: “Quest’anno il nostro Tex compie 75 anni. Per questo vogliamo festeggiarlo con una settimana di iniziative, allestimenti ed eventi speciali dedicati a lui, proprio qui, a Milano, nella città di Sergio Bonelli Editore.  Assieme agli amici di Rinascente, appassionati di fumetti e preparatissimi sul mondo del Ranger e dei suoi pard, abbiamo pensato di offrire a tutti i fan di Aquila della Notte un’esperienza del tutto nuova, che speriamo possa conquistarli. L’augurio mio e di tutta la redazione di via Buonarroti è che durante la Tex Week chiunque visiti la Rinascente di piazza Duomo possa, per 7 giorni, sentirsi a Casa di Tex e celebrare con lui un compleanno sul sentiero dell’avventura. Il Ranger è un eroe sempre in viaggio. Il suo dura da 75 anni ma, come dimostrano i tantissimi lettori di ogni età, è un viaggio appena iniziato, come per ogni anniversario che si rispetti”.

Aggiunge Pierluigi Cocchini, AD di Rinascente: ““Siamo particolarmente orgogliosi di ospitare la Milano Tex Week e festeggiare i 75 anni del più famoso fumetto italiano: Rinascente Milano Duomo è il medium ideale per un magnifico take over dedicato ad Aquila della Notte e ai suoi famosissimi pard. Tex è stato il mio primo fumetto e ricordo perfettamente le bellissime sensazioni nell’attesa di una nuova uscita, nell’odore della carta fresca di stampa, nelle stupende storie che mi trascinavano nel mitico mondo del far west: desideravo “essere” Tex Willer, non solo leggerlo. Da adulto le emozioni continuano come e più di allora: mai avrei pensato che Tex potesse campeggiare fiero nelle 8 vetrine della Rinascente, occupare l’AIR SNAKE con i prodotti celebrativi dedicati, caratterizzare come un saloon il bar del piano basement ed organizzare un emozionante party in una delle più belle location al mondo: le terrazze di Rinascente Duomo. TEX, insieme al vecchio cammello KIT CARSON, il figlio KIT, l’iconico TIGER JACK e naturalmente gli indiani Navajos, stanno per invadere Milano. Occhio, potrebbero aggirarsi in città anche El Morisco, la Tigre Nera, Jim Brandon, Capitan Barbanera, Tom Devlin, Lefty, El Muerto e quei tizzoni d’inferno di Mefisto e Yama: nei prossimi giorni, prevedo frequenti scazzottate e lunghe cavalcate nella Monument Valley. Tanti auguri, incredibile satanasso!”.

 
 

Festa del Cinema di Roma: tre nuovi film in programma

Gonzo Girl film 2023

Tre nuovi titoli entrano nel programma della Festa del Cinema 2023. Li annuncia la Direttrice Artistica Paola Malanga, con Gian Luca Farinelli, Presidente della Fondazione Cinema per Roma, Direttrice Generale, Francesca Via Nella sezione Grand Public sarà presentato Gonzo Girl, film che segna l’esordio alla regia di Patricia Arquette, attrice di culto premiata con l’Oscar nel 2015 per Boyhood di Richard Linklater e interprete per cineasti come Tony Scott (Una vita al massimo), Tim Burton (Ed Wood) e David Lynch (Strade perdute). Gonzo Girl è ispirato all’omonimo romanzo autobiografico di Cheryl Della Pietra in cui la scrittrice racconta la sua folle esperienza come assistente di Hunter S. Thompson (l’autore di Paura e disgusto a Las Vegas), il padre del cosiddetto “gonzo journalism”, stile che combina elementi di giornalismo convenzionale, impressioni personali e artifici narrativi. Protagonisti di Gonzo Girl sono Willem Dafoe e Camila Morrone. 

La sezione Storia del Cinema ospiterà American Badass: A Michael Madsen Retrospective di Dominique Milano. Il documentario ripercorre la carriera di Michael Madsen dall’esordio sul grande schermo in film come Wargames – Giochi di guerra e Il migliore, passando per il successo di Thelma & Louise di Ridley Scott per giungere alle sue interpretazioni in alcuni capolavori di Quentin Tarantino come Le Iene, la saga di Kill Bill e The Hateful Eight. Il lungo viaggio alla scoperta dei suoi film, più di centosettanta, è reso possibile anche grazie alle testimonianze di tutti coloro che hanno lavorato con lui, fra i quali lo stesso Tarantino, John Travolta, Ron Perlman, Charlie Sheen e Daryl Hannah.

Nella sezione Freestyle si terrà l’anteprima di Lucio Amelio di Nicolangelo Gelormini. Lucio Amelio ha rappresentato una figura fondamentale per la scena artistica internazionale: è stato lui che nel 1980 ha messo Andy Warhol – il maggior esponente della pop art americana – in contatto con l’artista tedesco Joseph Beuys; ed è stato lui che, solo pochi mesi dopo questo memorabile incontro, ha riunito i più famosi artisti visivi del mondo nella sua città natale, Napoli, colpita dalle conseguenze di un terribile terremoto. Attraverso le interviste dirette e il materiale d’archivio, il documentario indaga lo spirito cangiante di Lucio Amelio: da un lato l’anfitrione devoto agli artisti, il pioniere delle nuove correnti del Novecento, il propugnatore delle teorie e il centro del dibattito poetico; dall’altro il businessman e genio partenopeo che ha colto le occasioni e letto la realtà per conquistare il mondo con Napoli e far conquistare Napoli dal mondo.

GONZO GIRL di Patricia Arquette, Stati Uniti, 2023, 107’

Cast: Willem Dafoe, Camila Morrone, Patricia Arquette, Elizabeth Lail, Ray Nicholson, Leila George, James Urbaniak – All’inizio degli anni ’90 Aley, giovane aspirante scrittrice che si guadagna da vivere come barista, accetta di assistere Walker Reade, il padre del giornalismo gonzo (quello in cui giocano un ruolo decisivo e innovativo le percezioni personali dell’autore) nella stesura del suo nuovo romanzo, che è in panne. Ambientato nella casa dello scrittore tra le Montagne Rocciose e ispirato al romanzo in cui Cheryl Della Pietra racconta la sua esperienza con Hunter S. Thompson (l’autore di Paura e disgusto a Las Vegas), l’esordio nella regia di Patricia Arquette (bionda icona di fine millennio con Una vita al massimo, Strade perdute, Boyhood, la serie Medium e tanti altri) è immerso nel caos, negli eccessi, nel carattere “bigger than life” di Reade (Willem Dafoe), delle donne che lo circondano (Camila Morrone è Aley, Arquette la segretaria), di amici, manager, editori. Sulfureo, ricorda il cinema USA anni ’70. 

AMERICAN BADASS: A MICHAEL MADSEN RETROSPECTIVE di Dominique Milano, Stati Uniti, 2022, 84’ | Doc |

La prima volta che si fece notare, tutto sommato, era un brav’uomo, anche se non aveva capito niente della sua compagna Louise (Thelma & Louise, 1991). Ma un anno dopo, nel 1992, ecco lo psicopatico rilassato e molleggiato che balla Stuck in the Middle With You degli Stealers Wheel con un rasoio in mano, pronto a colpire il poliziotto legato a una sedia nell’hangar di Le iene: indimenticabile, folle Mr. Blonde, il grande Michael Madsen, volto imperscrutabile e corpo dirompente in altri film di Tarantino (la saga di Kill BillHateful Eight) e non solo. Il documentario di Dominique Milano ne ripercorre la carriera, attraverso i suoi film (più di centosettanta) e le testimonianze di tutti quelli che hanno lavorato con lui. 

LUCIO AMELIO di Nicolangelo Gelormini, Italia, 2023, 75’ | Doc |

Lucio Amelio ha rappresentato una figura fondamentale per la scena artistica internazionale: è stato lui che nel 1980 ha messo Andy Warhol – il maggior esponente della pop art americana – in contatto con l’artista tedesco Joseph Beuys; ed è stato lui che, solo pochi mesi dopo questo memorabile incontro, ha riunito i più famosi artisti visivi del mondo nella sua città natale, Napoli, colpita dalle conseguenze di un terribile terremoto. In quell’occasione, i più grandi nomi dell’arte mondiale hanno rappresentato la tragedia e dato il loro apporto alla ricostruzione, creando il documento di un’epoca: la mostra “Terrae Motus”. Amelio è stato il deus-ex-machina e il genio, il mago che ha reso possibile l’impossibile.

 
 

DCU: James Gunn anticipa altri annunci ora che lo sciopero della WGA è terminato

James Gunn DCU 2023

Il co-CEO dei DC Studios, James Gunn, ha recentemente comunicato ai fan del franchise di aspettarsi ulteriori annunci riguardanti l’Universo DC ora che lo sciopero della Writers Guild of America è terminato. Rispondendo a un fan su Threads, Gunn ha infatti rivelato che dovrebbe ora essere in grado di condividere nuove notizie sulla DCU. “Non so nemmeno a che punto siamo con il tutto, dato che non ho potuto parlare con gli sceneggiatori mentre era in corso lo sciopero“, ha spiegato.

Anche se sono molto soddisfatto del risultato, lo sciopero è stato sicuramente una vera scossa nel processo, quindi dovrò vedere a che punto siamo con i vari progetti nelle prossime due settimane. Ma sì, immagino che usciranno più notizie in un futuro non troppo lontano.“, ha poi aggiunto il regista, il cui Superman: Legacy atteso in sala per l’11 luglio 2025 aprirà ufficialmente il DCU. Con lo sciopero degli attor ancora in corso, gli annunci di Gunn potrebbero riguardare presumibilmente la presenza di determinati registi e/o scrittori per i progetti ad ora annunciati.

Al momento, la maggior parte dei progetti DCU confermati è ancora senza un regista/sceneggiatore, eccetto per Superman: Legacy scritto e diretto dallo stesso Gunn, Swamp Thing scritto e diretto da James Mangold e The Brave and the Bold diretto da Andy Muschietti. Non resta dunque che attendere le prossime settimane per scoprire quali annunci Gunn intende fare e quali sorprese ha dunque in serbo per il suo chiacchieratissimo riavvio del DC Universe al cinema.

Superman: Legacy, tutto quello che sappiamo sul film

Superman: Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting, come già detto, ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman: Legacy è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Superman: Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

 
 

Omar Sy: 10 cose che non sai sull’attore

Omar Sy
Omar Sy al Festival di Cannes - Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Da ormai più di un decennio, Omar Sy è uno dei più popolari attori francesi in attività, dimostratosi capace anche di oltrepassare i confini nazionali per prendere parte a prestigiosi progetti di produzione statunitense. È così arrivato a guadagnare una grandissima popolarità presso pubblici diversi, che lo apprezzano per il suo naturale talento nel passare dalla commedia al dramma, senza dimenticare anche gli altri generi, fornendo sempre interpretazioni di alto livello.

Ecco 10 cose che forse non sai di Omar Sy.

Omar Sy: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. Il primo film in cui Sy ha recitato è stato La Tour Montparnasse (2001), per poi prendere parte a diversi film francesi fino a Troppo amici (2009) e Quasi amici – Intouchables (2011), che lo consacrano a livello internazionale. Da quel momento ha recitato in film come Due agenti molto speciali (2012), Mood Indigo – La schiuma dei giorni (2013), X-Men – Giorni di un futuro passato (2014), Samba (2014), Jurassic World (2015), Il sapore del successo (2015), Mister Chocolat (2016), Inferno (2016), Famiglia all’improvviso – Istruzioni non incluse (2016), Wolf Call – Minaccia in alto mare (2019), Il richiamo della foresta (2020), Il principe dimenticato (2020), Jurassic World – Il dominio (2022) e Io sono tuo padre (2022). Dal 2021, invece, per Netflix ricopre il ruolo di protagonista nella serie Lupin.

2. Ha lavorato come doppiatore. Un’altra attività che Sy porta avanti da anni è quella del doppiaggio. Ha infatti dato voce – nelle edizioni francesi – a personaggi dei film Surf’s Up – I re delle onde (2007), Bolt – Un eroe a quattro zampe (2008), Arthur e la vendetta di Maltazard (2009), Mune – Il guardiano della luna (2015), Angry Birds – Il film (2016), Il viaggio di Norm (2016), Sahara (2017), Arctic – Un’avventura glaciale (2019) e Soul (2020). Ha poi dato voce al Transformers Hot Rod in Transformers – L’ultimo cavaliere (2017).

3. È anche sceneggiatore e produttore. Oltre a lavorare come attore, Sy ha avuto modo anche di partecipare in qualità di scrittore ad alcune sceneggiature. Ciò è avvenuto per la serie comedy Omar et Fred (2001), per il film televisivo La vraie vie d’Omar & Fred (2009) e per la serie SAV de emissions (2010-2012). È poi invece stato produttore per i film Samba, Il viaggio di Yao (2018) e per Io sono tuo padre. Ha infine svolto il ruolo di produttore artistico per alcuni episodi della serie Lupin.

Quasi Amici
Omar Sy in Quasi amici

 

 

Omar Sy in Quasi amici

4. Il personaggio è stato modificato per lui. Per il film Quasi amici, sebbene il “Driss” nella vita reale fosse un giovane algerino chiamato Abdel, i registi Éric Toledano e Olivier Nakache hanno cambiato la nazionalità del personaggio in senegalese, poiché si erano divertiti a lavorare con Omar Sy in Troppo amici, e volevano davvero che interpretasse la parte. Anche Sy, in ogni caso, ha vissuto l’esperienza di vivere nelle povere periferie francesi, proprio come Driss, immedesimandosi dunque subito nel personaggio.

5. Ha vinto un prestigioso riconoscimento. Grazie alla sua interpretazione di Bakari “Driss” Bassari in Quasi amici, Sy si è consacrato come uno dei più brillanti attori francesi della sua generazione, arrivando inoltre a vincere l’ambito premio César (l’Oscar francese) come Miglior attore. In quell’edizione, quella del 2012, egli vinse il premio battendo il candidato più favorito, ovvero Jean Dujardin per The Artist, il quale per la sua interpretazione in quel film ha invece vinto il premio Oscar.

Omar Sy in Io sono tuo padre

6. Inizialmente doveva ricoprire un altro ruolo. Ambientato durante la prima guerra mondiale, il film racconta di un padre che si arruola nell’esercito francese per stare con il figlio diciassettenne, reclutato contro la sua volontà. Il progetto è rimasto per anni in attesa di essere realizzato e inizialmente Sy avrebbe dovuto interpretare il ruolo del figlio. Con il passare degli anni l’attore divenne però troppo vecchio per il ruolo, meditando dunque di abbandonare il film. Alla fine, però, accettò di assumere il ruolo del padre.

Omar Sy Io sono tuo padre
Omar Sy in Io sono tuo padre

Omary Sy in Lupin

7. Conosceva il personaggio. Nella serie Netflix Lupin, Sy interpreta Assane Diop, un uomo che cerca di vendicare la morte del padre ispirandosi alle avventure di Arsenio Lupin. L’attore ha dichiarato che naturalmente conosceva il personaggio di Lupin prima di recitare nella serie, specificando però che il suo primo vero incontro con Lupin si è verificato grazie al Giappone, ai manga e alla serie d’animazione ispirata a Lupin lì realizzate.

8. Era interessato a raccontare Lupin oggi. Nell’approcciarsi al progetto, Sy ha affermato che ciò che lo interessava di più era costruire un personaggio attraverso cui poter esaltare le caratteristiche e le problematiche del suo contesto storico, proprio come avveniva con il personaggio di Maurice Leblanc. Ha così spinto affinché si sviluppasse un protagonista attraverso cui far emergere temi come la lotta di classe nella Francia dei nostri giorni.

Omar Sy: chi è sua moglie

9. È sposato. Il 5 luglio 2007, dopo dieci anni di relazione, Sy ha sposato Hélène, madre dei suoi cinque figli, a Tremblay-sur-Mauldre. Hélène gestisce CéKeDuBonheur, un’organizzazione no-profit che sostiene i reparti pediatrici degli ospedali francesi, e Siyah Organics, un’azienda senegalese-americana di integratori alimentari biologici. La famiglia risiedeva a Montfort-l’Amaury, un comune dell’Île-de-France, ma dal 2012 si è trasferita a Los Angeles.

Omar Sy: età e altezza dell’attore

10. Omar Sy è nato il 20 gennaio 1978, a Trappes, Francia. L’attore è alto 1,90 metri.

Fonte: IMDb

 
 

Daniel Radcliffe ricorda l’attore Michael Gambon

Daniel Radcliffe

Daniel Radcliffe ha recentemente reso omaggio a Michael Gambon, l’attore che ha interpretato Silente nella seconda metà della serie di Harry Potter e che è morto la scorsa settimana. Intervenendo durante l’annuale Business of Broadway Breakfast di Variety, Radcliffe ha parlato brevemente di Gambon e ha elogiato l’attore. Radcliffe ha detto che non hanno mai parlato del loro amore per il teatro, nonostante entrambi abbiano una lunga storia nel mondo di Broadway. Invece, ha detto Daniel Radcliffe, i due parlava spesso di altri hobby.

“La cosa meravigliosa di Michael è che non era un attore con cui si parlava di recitare“, ha detto Daniel Radcliffe. “La sua vera passione era restaurare le pistole da duello italiane del XIX secolo.” Daniel Radcliffe ha continuato sottolineando che la capacità di Michael Gambon di passare da un’emozione all’altra è stata incredibile, sottolineando che “sa di dare il meglio di sé quando è più giocoso. La sua capacità di commuoversi non era seconda a nessuno“, ha continuato l’attore.

Michael Gambon ha avuto una prolifica carriera di attore

Michael Gambonn è morto la scorsa settimana all’età di 82 anni. Per molti pubblici più giovani, sarà ricordato soprattutto per aver interpretato Albus Silente nella serie di Harry Potter. Tuttavia, Gambon ha avuto anche una prolifica carriera di attore nei teatri e sul palco. La sua prima interpretazione professionale fu una produzione del 1962 dell’Otello di William Shakespeare. Successivamente è stato assunto dalla National Theatre Company di Laurence Olivier e ha poi recitato in numerose altre opere di Shakespeare, tra cui Amleto e Macbeth. Ha vinto tre Olivier Awards nel corso della sua carriera ed è stato nominato per un Tony Award nel 1997.

Anche il debutto cinematografico di Gambon è stato Otello, uscito nel 1965 e diretto da Olivier. Ha continuato a recitare negli anni ’70 e ’80, recitando infine in film come The Insider del 1999, Sleepy Hollow del 1999, Open Range del 2003 e Le avventure acquatiche con Steve Zissou del 2004, tra molti altri. Gambon ha assunto il ruolo di Albus Silente dopo che Richard Harris, che interpretava il personaggio nei primi due film di Harry Potter, è morto nel 2002. Dopo la sua prima interpretazione come Silente in Harry Potter e il prigioniero di Azkaban del 2004, Gambon ha continuato a riprendere il ruolo di Albus Silente per il resto del franchise fino all’ultimo capitolo è Harry Potter e i Doni della Morte – Parte II del 2011.

 
 

Killers of the Flower Moon: un nuovo video presenta l’Ernest Burkhart di Leonardo DiCaprio

Leonardo DiCaprio Killers of the Flower Moon

La Paramount Pictures ha pubblicato un altro video di Killers of the Flower Moon, il prossimo film drammatico di Martin Scorsese, con protagonisti i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. L’uscita del film nei cinema è prevista per il 19 ottobre, distribuita in Italia da 01 Distribution, seguita dal suo debutto su Apple TV+ in una data successiva non ancora annunciata.

Il nuovo contributo mette in risalto il personaggio di Ernest Burkhart interpretato da  Leonardo DiCaprio, che viene incaricato da suo zio di sposare la Mollie Kyle di Lily Gladstone nel tentativo di corteggiarla per la ricchezza della sua famiglia. Prende in giro le cose orribili che è disposto a fare per soldi e come ciò influenzerà il suo rapporto con sua moglie. Guarda il video di Killers of the Flower Moon qui sotto:

Killers of the Flower Moon, il film

Oltre a dirigere, Martin Scorsese ha scritto la sceneggiatura con Eric Roth, co-sceneggiatore di Dune e A Star is BornLeonardo DiCaprio interpreta Ernest Burkhart, il nipote di un potente allevatore locale interpretato da Robert De Niro, mentre Lily Gladstone interpreta la moglie Osage Mollie e Jesse Plemons è Tom White, l’agente dell’FBI incaricato di indagare sugli omicidi. Il cast include anche Brendan Fraser e John Lithgow.

Killers of the Flower Moon riunisce ancora una volta Martin Scorsese con i collaboratori di lunga data Leonardo DiCaprio e Robert De Niro. Insieme a loro ci sono l’attore premio Oscar Brendan Fraser, Jesse Plemons, Lily Gladstone, Tantoo Cardinal, Jason Isbell, Sturgill Simpson, Louis Cancelmi, William Belleau, Tatanka Means, Michael Abbott Jr., Pat Healy, Scott Shepherd e molti altri. La pellicola è diretto e prodotto da Martin Scorsese. Il film è una produzione di Apple Studios, Imperative Entertainment e Appian Way Productions, con Dan Friedkin e Bradley Thomas come produttori.

 
 

Il mondo dietro di te: teaser trailer del film con Julia Roberts e Mahershala Ali

Netflix ha diffuso il teaser trailer di Il mondo dietro di te, il nuovo film Originale Netflix diretto da Sam Esmail con protagonisti Julia Roberts e Mahershala Ali in arrivo dall’8 dicembre su Netflix.

Una vacanza di famiglia viene sconvolta da due estranei sopraggiunti nel cuore della notte per sfuggire a un cyberattacco che diventa sempre più terrificante, obbligando tutti a venire a patti con il proprio ruolo in un mondo prossimo al collasso.

La trama di Il mondo dietro di te

In questo thriller apocalittico dal premiato sceneggiatore e regista Sam Esmail (Mr. Robot), Amanda (il premio Oscar Julia Roberts) e il marito Clay (il candidato agli Oscar Ethan Hawke) affittano una casa di lusso per un fine settimana con i figli Archie (Charlie Evans) e Rose (Farrah Mackenzie). La vacanza viene subito sconvolta dall’arrivo di notte di due sconosciuti: G.H. (il premio Oscar Mahershala Ali ) e la figlia Ruth (Myha’la), che li informano di un misterioso cyberattacco e vogliono rifugiarsi nella casa di cui dicono di essere i proprietari. Le due famiglie fanno il punto del disastro che incombe e che diventa sempre più terrificante, obbligandoli a venire a patti con il loro ruolo in un mondo prossimo al collasso. Il film è tratto dal romanzo – candidato ai National Book Award – di Rumaan Alam, Il mondo dietro di te, ed è prodotto da Esmail Corp e Red Om Films. La produzione esecutiva è di Higher Ground Productions.

 
 

Apple TV+ ha svelato il trailer di Messi Meets America

Messi Meets America

Oggi Apple TV+ ha svelato il trailer di Messi Meets America, il nuovo documentario in sei parti che racconta il dietro le quinte di questo nuovo capitolo della carriera da record di Messi. Dopo oltre vent’anni indimenticabili di eccellenza calcistica, primati inarrivabili raggiunti tra Barcellona e Paris Saint-Germain, e dopo aver vinto la Coppa del Mondo FIFA Qatar 2022 con la nazionale di calcio argentina, Leo Messi ha preso una decisione epocale che ha cambiato per sempre il volto del calcio in Nord America, unendosi alla Major League Soccer e all’Inter Miami CF. Grazie a un accesso senza precedenti a Messi e alla sua nuova famiglia dell’Inter Miami CF, “Messi Meets America” porta gli spettatori dietro le quinte della vita e della carriera del più grande giocatore mai sceso in campo, osservandolo condurre la sua nuova squadra alla conquista del titolo in Coppa di Lega e oltre.

Dal record di sold out registrato in tutta l’America a una velocità impressionante, all’incredibile gol vincente segnato all’ultimo minuto della sua prima partita, ai momenti trascorsi con i suoi compagni di squadra dell’Inter Miami CF, la serie racconta l’immersione di Leo in America, la trasformazione dell’Inter Miami CF e, soprattutto, l’impatto che sta attualmente avendo sul calcio in Nord America, mentre la “Messi Mania” attraversa l’intero continente.

Messi Meets America è prodotto esecutivamente dal vincitore dell’Emmy Tim Pastore (“Free Solo – Sfida estrema”, “Jane”), dai vincitori dell’Emmy e del Tony Award Patrick Milling Smith e Brian Carmody, e dal vincitore dell’Emmy Matt Renner (“Free – Sfida estrema”, “Limitless con Chris Hemsworth“) di SMUGGLER Entertainment, insieme a Scott Boggins (“The Circus”, “24/7”). La serie è prodotta per Apple da SMUGGLER Entertainment e realizzata in associazione con la Major League Soccer.

 
 

Reptile: la spiegazione del finale del film Netflix

Reptile Netflix

Uno dei generi più popolari su Netflix è senza dubbio quello del thriller. Solo di recente, titoli come Fair Play, Il morso del coniglio, Infiesto o Paradise si sono affermati come tra i più visti di questo genere sulla piattaforma. Ad essi si aggiunge ora anche Reptile (qui la recensione), debutto alla regia di un lungometraggio di Grant Singer, il quale si era però già distinti per aver diretto diversi video musicali e un film documentario, Shawn Mendes: In Wonder (2020). Con questo suo primo film di fiction, Singer porta ora lo spettatore a confrontarsi con un caso dove le apparenze non fanno che ingannare nel corso dell’intero racconto.

Il film, una storia originale che ma presenta alcune somiglianze con l’omicidio irrisolto dell’agente immobiliare canadese Lindsay Buziak, presenta infatti una situazione apparentemente canonica, la quale va però poi ad arricchirsi di sempre più dettagli ed elementi che spingono a mettere in discussione quanto fino a quel momento visto. Per tutti gli appassionati di questo genere, Reptile è dunque il film da vedere in questo momento, che oltre alla sua storia ambigua offre anche interpretazioni di ottimo livello da parte di interpreti eccezionali.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Per chi ha già visto il film o per chi non teme gli spoiler, si entrerà poi nel dettaglio del racconto per una spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le procedure da seguire per poter vedere Reptile in streaming su Netflix.

Reptile Benicio del Toro Alicia Silverstone

La trama e il cast di Reptile

Il racconto del film si svolge in una tranquilla città del New England, dove però un giorno una giovane agente immobiliare di nome Summer viene assassinata. I principali indiziati sono tre: Will Grady, collega e fidanzato della vittima; Sam Gifford, il suo ex con cui era ancora sposata e che fa lo spacciatore; e infine Eli Phillips, un uomo inquietante e dai comportamenti ossessivi nei confronti di Will. Il caso si rivela particolarmente complesso e viene dunque affidato al detective Tom Nichols, il quale però nel tentativo di arrivare alla verità, si troverà a dover mettere dura prova tutte le sue certezze.

Ad interpretare il protagonista, vi è l’attore premio Oscar Benicio del Toro, il quale ha anche partecipato al processo di scrittura del film, venendone dunque accreditato come co-sceneggiatore. Accanto a lui, nel ruolo di sua moglie Judy vi è invece l’attrice Alicia Silverstone. Summer è interpretata dall’attrice italiana con cittadinanza statunitense Matilde Lutz, mentre i sospettati Will, Sam ed Eli sono rispettivamente interpretati da Justin Timberlake, Karl Glusman e Michael Pitt. Recitano poi nel film gli attori Eric Bogosian nei panni del capitano di polizia Robert Allen e Domenick Lombardozzi in quelli dell’agente Wally.

Justin Timberlake nei panni di Will Grady in Reptile. Cr. Daniel McFadden/Netflix ©2023

La spiegazione del finale di Reptile e il significato del titolo

Il finale del film offre una risposta alla domanda “Chi ha ucciso Summer?”, lasciando però volutamente irrisolte alcune questioni, così da fornire allo spettatore un finale ambiguo sui cui riflettere e cercare di costruirsi una propria opinione. Ma andiamo con ordine. Nel terzo atto di Reptile, viene rivelato che Summer è stata uccisa da Will per impedirle di parlare all’FBI di una truffa che coinvolge ogni livello del dipartimento di polizia a cui fa capo Nichols. La cosa viene allo scoperto quando Nichols inizia a trovare sospetto Summer vendesse case per un’agenzia immobiliare senza però ricevere alcuna commissione per le vendite.

Queste vendite facevano infatti parte di un piano di riciclaggio di droga architettato dall’agente Wally e dalla maggior parte della polizia del dipartimento. Summer aveva però iniziato a chiamare l’FBI per prepararsi a dire loro la verità sul fatto che la White Fish era una società di comodo ma Will, scoprendo cosa aveva intenzione di fare, la uccide prima che possa rivelare quel sistema corrotto. Nichols scopre infine la truffa quando riconosce un pacco di eroina sequestrato nella proprietà dell’ex marito di Summer come lo stesso apparso in un’altra operazione antidroga.

Ben presto deduce quindi che Summer era l’intermediario dei Grady e che una telefonata da lei fatta all’FBI era un tentativo di informare sul suo ragazzo e sua madre, senza coinvolgere il dipartimento di polizia, a sua volta complice. Scoprendo ciò, Nichols può dunque procedere alla risoluzione del caso, smontando il giro di riciclaggio che Summer aveva cercato di denunciare. Nei momenti finali del film, dunque la sessione di golf di Grady viene interrotta dai federali, che lo arrestano e pongono fine alla vicenda una volta per tutte.

Alla luce di ciò, perché il film si chiama Reptile? La risposta ce la fornisce lo stesso regista, che ha dichiarato che “nel film i personaggi vengono introdotti come una cosa e si rivelano essere qualcos’altro. Si verifica una mutazione della loro pelle e dunque Reptile, rettile, sembrava una metafora appropriata“. Allo stesso tempo, come qualsiasi cosa abbia che sangue freddo, questi personaggi-rettili risultano essere degli abili strateghi, capaci di operare in modo malvagio senza la minima preoccupazione morale.

Il trailer di Reptile e come vedere il film su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Reptile unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente è al 2° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Fonti: IMDb, Netflix

 
 

Attacco al potere 2: trama e cast del film con Gerard Butler

Attacco al potere 2 cast

Con il film del 2013 Attacco al potere – Olympus Has Fallen, il regista Antoine Fuqua aveva portato sul grande schermo il racconto di un attentato terroristico al principale centro del potere degli Stati Uniti, ovvero la Casa Bianca. Affermatosi come un grande successo, nel 2016 è stato poi realizzato un Attacco al potere 2 (qui la recensione), il cui titolo originale è London Has Fallen. Come questo lascia intuire, alla base della vicenda vi è ora la capitale dell’Inghilterra, obiettivo di un nuovo attacco terroristico, per un film ricco di azione, esplosioni e grande ritmo. A dirigere questo non vi è però Fuqua, sostituito dal regista iraniano Babak Najafi.

Anche questo sequel si è affermato come un vero e proprio blockbuster filo-statunitense simile sotto più punti di vista a titoli simili realizzati negli anni Ottanta e Novanta. Si costruisce così la vicenda di un uomo pronto a tutto pur di affermare i valori della giustizia, della libertà e della pace ad ogni costo. Di natura quasi supereroica, il protagonista è il diretto discendente di personaggi come il John McClane interpretato da Bruce Willis nella saga di Die Hard. Anche se accusato anche di sfruttare la paura derivata dagli attacchi terroristi del 2015, il film si è comunque affermato come un buon successo.

Con un incasso di oltre 200 milioni di dollari, Attacco al potere 2 ha confermato l’interesse verso questo format, permettendo poi la realizzazione nel 2019 di Attacco al potere 3 – Angel Has Fallen. Un ulteriore capitolo, attualmente intitolato Night Has Fallen, sembra ora essere in lavorazione, per quella che diventa dunque a tutti gli effetti una saga. Prima di intraprendere una visione del secondo film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama del film Attacco al potere 2

Il film vede di nuovo in azione gli stessi protagonisti che si muovono nei piani alti del potere statunitense. Questi sono il presidente americano Benjamin Asher, il vicepresidente Allan Trumbull, il capo dei servizi segreti Lynne Jacobs e l’uomo chiave della scorta del presidente, tale Mike Banning. Tutto ha inizio quando la morte totalmente inaspettata del primo ministro britannico costringe il presidente a presenziare ai funerali di Stato. L’evento, tuttavia, si rivela ben presto essere una trappola organizzata dal terrorista e trafficante d’armi Aamir Barkawi, che ha giurato vendetta per l’eccidio della sua famiglia.

Per portarla a termine non esita ad uccidere tutti i capi di Stato presenti alla cerimonia. Solo il presidente americano riesce a salvarsi, grazie all’intervento, risoluto ed essenziale, di Mike. Ma la strada verso la salvezza è lastricata di ostacoli e minacce d’ogni tipo. L’agente Banning dovrà infatti partecipare ad una vera e propria corsa contro il tempo, cercando di individuare e fermare Barkawi prima che possa compiere una nuova strage. Con la paura sempre più dilagante di quanto può accadere da un momento all’altro, l’uomo si troverà così a dover fronteggiare situazioni estremamente pericolose. Obiettivo primario è salvare i suoi cari e il presidente.

Attacco al potere 2 film

Attacco al potere 2: il cast del film

Ad interpretare nuovamente il ruolo dell’agente Mike Banning vi è l’attore Gerard Butler, che riprende così il ruolo per la seconda volta. Particolarmente devoto al personaggio, egli si allenò anche in questo caso al fine di poter eseguire quante più acrobazie senza dover ricorrere a controfigure. Ad interpretare il presidente degli Stati Uniti Benjamin Asher vi è nuovamente l’attore Aaron Eckhart, noto anche per lungometraggi come Thank You for Smoking e Il cavaliere oscuro. Per lui questo è stato l’ultimo film in cui compare in tale ruolo, non avendolo poi ripreso per il terzo capitolo. Nel film compaiono poi anche gli attori Alon Moni Aboutboul nei panni del terrorista Aamir Barkawi e Robert Forster in quelli del Generale dell’esercito Edward Clegg.

Il premio Oscar Morgan Freeman riprende i panni del vicepresidente Allan Trumbull, affermando di aver accettato nuovamente la parte unicamente per il ricco compenso offertogli. Per via di altri impegni, però, Freeman si è trovato a dover girare tutte le sue scene in breve tempo, spesso non comparendo in scena con gli altri attori. Angela Bassett, interprete del capo dei servizi segreti Lynne Jacobs, non ha infatti avuto neanche una scena da dividere con Freeman, nonostante avesse accettato di partecipare al film proprio per poter recitare con il premio Oscar. Completano il cast Jackei Earle Haley nel ruolo di deputato della Casa Bianca Mason, e Melissa Leo in quello della segretaria alla difesa Ruth McMillan.

Il trailer di Attacco al potere 2 e dove vedere il film in streaming e in TV

In attesa di vedere il terzo capitolo, è possibile fruire del secondo film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Attacco al potere 2 è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Netflix. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 2 ottobre alle ore 21:20 sul canale Italia 1.

Fonte: IMDb

 
 

Allison Janney: 10 cose che non sai sull’attrice

Allison Janney Bombshell

Ad alcuni il nome Allison Janney potrà non dire molto, ma è bene sapere che si parla di una delle più talentuose attrici della sua generazione, che vanta una lunga carriera ricca di titoli di successo tra cinema e TV, oltre ad innumerevoli premi di grande prestigio vinti, tra cui un Oscar. Negli ultimi anni Janney ha poi conosciuto una sempre maggior popolarità anche grazie ad opere più commerciali che le hanno permesso di farsi conoscere presso un pubblico sempre più vasto. Ruolo dopo ruolo, inoltre, l’attrice continua a dimostrare di essere un puro talento della recitazione.

Ecco 10 cose che forse non sai di Allison Janney.

Allison Janney: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice ha iniziato a recitare per il cinema negli anni Novanta, apparendo in film come Wolf – La belva è fuori (1994), Miracolo nella 34ª strada (1994), Celebrity (1998) e American Beauty (1999). In seguito ha preso parte a film come The Hours (2002), Hairspray – Grasso è bello (2007), Juno (2007), The Help (2011), Una bugia di troppo (2012), Professore per amore (2014), Tammy (2014), La ragazza del treno (2016) e Tonya (2017), grazie a cui si consacra. In seguito ha recitato in Ma (2019), Bombshell – La voce dello scandalo (2019), To Leslie (2022), Lou (2022) e The Creator (2023).

2. È nota per alcune popolari serie TV. Oltre che al cinema, Janney si è dedicata molto anche alla televisione, recitando in diverse celebri serie TV. In particolare si ricorda la sua partecipazione a West Wing – Tutti gli uomini del Presidente (1999-2006), grazie alla quale ha ottenuto grande popolarità, vincendo importanti premi. Ha in seguito preso parte in qualità di guest star ad episodi di serie quali Due uomini e mezzo (2007), Lost (2010), Masters of Sex (2013-2016) e Il metodo Kominsky (2019). Un’altra serie per cui è nota è però Mom, dove ha recitato dal 2013 al 2021.

3. È anche doppiatrice. Nel corso del tempo l’attrice ha però avuto modo di recitare non solo in carne ed ossa davanti la macchina da presa, ma anche con la semplice voce, partecipando al doppiaggio di diversi film animati. Ha infatti doppiato il personaggio Diva in Alla ricerca di Nemo (2003), Gladys Sharp in La gang del bosco (2006), Mrs. Grunion in Mr. Peabody e Sherman (2014), Madge Nelson in Minions (2015) e di nuovo Diva in Alla ricerca di Dory (2016). Nel 2019 ha invece fornito la propria voce al personaggio Margaux Needler in La famiglia Addams.

Allison Janney Tonya
Allison Janney in Tonya

Allison Janney in Mom

4. È l’unico membro del cast a recitare in ogni episodio. Nella popolare serie Mom, l’attrice ricopre il ruolo di Bonnie Plunkett, madre della protagonista Christy, con la quale ha però un rapporto piuttosto complicato. La serie si compone di 8 stagioni per un totale di 170 episodi, con Janney che compare in ognuno di essi, senza averne mai saltato uno. Ciò fa di lei l’unico membro del cast di Mom ad aver recitato in ogni episodio, un traguardo che neanche l’iniziale protagonista, Anna Faris, interprete di Christy può vantare, avendo lasciato la serie alla fine della settima stagione.

5. Per la sua interpretazione ha ricevuto importanti riconoscimenti. Grazie alla sua interpretazione, Janney ha potuto guadagnare ancor più popolarità e riconoscimenti di quelli fino a quel momento già in suo possesso.  Ha infatti vinto due Primetime Emmy Awards consecutivi come Miglior attrice non protagonista in una serie comedy nel 2014 e 2015, venendo poi nominata nel 2016 nella medesima categoria, mentre nel 2017 e nel 2018 è stata nominata come Miglior attrice protagonista in una serie comedy.

Allison Janney in Lost

6. È apparsa in un episodio della celebre serie. Nel maggio del 2010 l’attrice è apparsa nel quattordicesimo episodio della sesta stagione della serie televisiva ABC Lost, interpretando la madre adottiva di Jacob e dell’Uomo in nero. Si tratta di un personaggio quantomai misterioso e importante ai fini della comprensione del finale della serie. La stessa Janney ha in seguito ammesso di essere rimasta confusa dalla natura del suo personaggio e dal finale stesso di Lost, pur avendo avuto un ruolo attivo nella definizione di esso.

Allison Janney Lou film 2022
Allison Janney in Lou

Allison Janney in Lou

7. Lou è il film che attendeva da tempo. Nel corso della sua carriera Janney si è distinta per interpretazioni molto diverse in opere altrettanto diverse. Eppure, quando le è stato proposto di recitare da protagonista nel thriller d’azione Lou, l’attrice ha capito di aver atteso quel tipo di progetto da molto tempo. Questo perché il film le ha dato l’occasione di cimentarsi con un vero e proprio ruolo d’azione, con un personaggio di poche parole ma azioni concrete. Per il ruolo, si è inoltre addestrata nel combattimento e nell’uso di armi da fuoco.

Allison Janney, premio Oscar per Tonya

8. Ha vinto un Oscar. Nel film Tonya, dedicato alla vita dell’omonima pattinatrice su ghiaccio, l’attrice interpreta la madre di Tonya, LaVona, ruolo scritto appositamente per Janney. L’interprete ha in seguito dichiarato di essersi approcciata a tale personaggio cercando di non giudicarlo. Questo è stato per lei il ruolo più complesso della sua carriera, richiedendole una caratterizzazione particolarmente complessa. L’interpretazione le è però valsa la sua prima nomination all’Oscar, da lei poi vinto come Miglior attrice non protagonista.

Allison Janney ha un marito?

9. Non si è mai sposata. Come da lei affermato, l’attirce non si è mai stata sposata e non ha figli. “Non ho mai avuto l’istinto di avere figli e sono in pace con ciò“, ha infatti dichiarato. Nel tempo Janney è stata legata ad alcune personalità dello spettacolo, come l’attore Richard Jenik, ma nessuna di queste relazioni ha mai spinto l’attrice a compiere il passo verso l’altare. Ad oggi, invece, non è noto se sia impegnata o meno in una nuova relazione.

Allison Janney: età e altezza dell’attrice

10. Allison Janney è nata il 19 novembre del 1959, Boston, Massachusetts, Stati Uniti. L’attrice è alta complessivamente 1,83 metri.

Fonti: IMDb, Variety

 
 

Talk To Me: divieto VM 18 dalla commissione del MIC dopo il successo al box office di apertura

Talk To Me

Continua a far parlare di sé la pellicola horror fenomeno dell’anno Talk to Me , diretta dagli emergenti  e talentuosi gemelli Danny e Michael Philippou. Fresco del suo ottimo primo weekend in sala in Italia in ben 250 copie grazie a Midnight Factory, Talk to Me  è stato vietato ai minori di 18 anni dalla Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche incaricata dalla Direzione generale Cinema e audiovisivo del Ministero della Cultura.

Le emozioni forti e le scene disturbanti, unite ad un’atmosfera angosciante e inquietante che caratterizzano il film hanno evidentemente impressionato la Commissione a tal punto da reputarlo non adatto ai minori perché “la violenza è mostrata in maniera esplicita e insistita in numerose scene e può essere pericolosa per gli individui; inoltre, essendo mostrata e contestualizzata nell’ambito di un gruppo di amici che si divertono di fronte al pericolo che corrono alcuni di essi, tale violenza può generare emulazione ed apparire come desiderabile”. Da qui la decisione di alzare il divieto per la visione ai maggiorenni.

Plaion Pictures, che distribuisce in Italia il film attraverso la propria etichetta horror Midnight Factory, ha appreso con stupore la nuova richiesta di classificazione e annuncia che intende fare ricorso. Commenta la direttrice marketing Frida Romano: “Ci dispiace che al pubblico più giovane venga in questo modo negata la possibilità, attraverso un film di intrattenimento horror, di fruire di temi importanti e di crescita, che sono indirizzati invece proprio agli adolescenti”.

Nel weekend intanto sono stati numerosi gli spettatori che hanno scelto di recarsi nei cinema a vedere Talk to Me, che si posiziona primo tra le nuove uscite, con la media copia più alta (2.996 euro), conquistando la seconda posizione assoluta al box office nel fine settimana e totalizzando a oggi un totale di incasso pari a 737.081 euro per 94.000 spettatori.

Un esordio che lascia decisamente il segno per Talk to Me, che – dopo aver conquistato critica e pubblico negli Stati Uniti –  anche in Italia si conferma come un prodotto cinematografico di alta qualità ed estremamente efficace nel portare a termine la sua missione di terrificare lo spettatore, ma allo stesso tempo di trasmettere con originalità e freschezza valori e tematiche profonde e di attualità.

Talk to Me è nelle sale italiane (con divieto VM 18) con Midnight Factory, etichetta horror di Plaion Pictures.

Talk To Me, la trama

Un gruppo di giovani amici scopre come evocare i demoni facendo uso di un’antica mano imbalsamata, finché uno di loro si spinge troppo oltre aprendo irrimediabilmente le porte al mondo degli spiriti. Perseguitato così da visioni soprannaturali, il gruppo si trova inconsapevolmente al centro di una possessione devastante che porterà a porsi una domanda importante: meglio fidarsi dei vivi o dei morti?

 
 

Nowhere: la vera storia dietro al film Netflix

Nowhere Netflix

Negli ultimi anni le produzioni spagnole, grazie soprattutto alle piattaforme streaming, si sono moltiplicate, anche per via del grande successo ottenuto in termini di critica e pubblico. Titoli come La casa di carta, Dalla mia finestra: Al di là del mare, Élite, Fenómenas – Indagini occulte o Tin & Tina sono solo alcuni degli esempi più noti di come la produzione – di film o serie TV – spagnola abbia invaso gli schermi di tutto il mondo. Dalla penisola iberica, è ora arrivato sul Netflix un altro titolo immediatamente divenuto un grande successo, ovvero il thriller Nowhere.

A dirigerlo vi è il regista Albert Pintó, già distintosi per aver diretto un episodio della serie La casa di carta (il settimo della quinta stagione) e alcuni episodi della serie Sky Rojo, entrambe disponibili su Netflix. Con Nowhere egli dà invece vita ad un thriller claustrofobico, che pone la protagonista in una situazione al limite eppure non irrealistica. Il film si basa infatti su vere testimonianze di quanti si sono trovati in situazioni simili e così facendo offre non solo una visione ricca di suspence ma che invita anche lo spettatore a porsi nei panni di coloro che quelle condizioni le hanno vissute davvero.

Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alle location utilizzate. Si entrerà nel dettaglio del racconto per svelare se esso sia o meno ispirato ad una storia vera. Infine, si elencheranno anche le procedure da seguire per poter vedere Nowhere in streaming su Netflix.

La trama e il cast di Nowhere

Protagonista del film è Mia, una giovane donna incinta che vive con suo marito Nico in un Paese sotto dittatura e in guerra. Con l’obiettivo di far nascere la loro figlia in un posto migliore, la coppia decide di scappare da quel contesto. Durante la fuga, però, i due vengono separati con la forza e Mia si nasconde in un container di una nave mercantile. Quando poi il container viene scaraventato in acqua da una violenta tempesta e finisce alla deriva, Mia si trova a dover tentare di sopravvive a quelle condizioni estreme e apparentemente senza via di fuga.

Ad interpretare Mia vi è l’attrice Anna Castillo, attrice spagnola nota per le serie Club Super 3, Amar en tiempos revueltos e Estoy vivo, ma anche per i film Open Arms – La legge del mare e Girasoles silvestres. Sulla sua performance, svolta per lo più in solitaria, si basa naturalmente buona parte del film.  Accanto a lei, nel ruolo del marito Nico, vi è invece Tamar Novas, noto per i film Mare dentro e Gli abbracci spezzati. Recitano poi nel film Tony Corvillo nel ruolo di Gil, Mariam Torres in quelli di Lucia e Irina Bravo in quelli di Angela.

Nowhere Anna Castillo

Le location di Nowhere: ecco dove è stato girato il film

Nowhere è stato girato interamente in Spagna, in particolare nella provincia di Tarragona, sede di numerosi siti Patrimonio dell’Umanità (Acquedotto di Ferreres, monastero cistercense di Poblet, il Santes Creus e la vicina Vila-Seca, tanto per citarne alcuni). Questa offre anche una vista pittoresca sul mare aperto, il quale si è rivelato ideale per una produzione come questa, prevalentemente ambientata in mare aperto. In particolare, il porto di Tarragona e le zone circostanti sono stati trasformati in set cinematografici per diverse sequenze cruciali girate proprio sul posto.

Per ritrarre Tarragona come un paese totalitario, invece, la troupe ha ridipinto diverse strade e quartieri della provincia. Per quanto riguarda le scene del container che coinvolgono la protagonista, queste sembrano essere state registrate all’interno di un set costruito su un palcoscenico di uno degli studi cinematografici situati nella provincia di Tarragona e nei suoi dintorni. D’altra parte, le riprese aeree ed esterne del container che galleggia in mezzo al mare aperto sarebbero state effettuate da qualche parte nel Mar Mediterraneo.

Nowhere storia vera

La vera storia dietro Nowhere

La risposta a sé Nowhere sia ispirato ad una storia vera in particolare è no, ma sebbene il film non sia basato su di un preciso evento o su specifiche persone, la sceneggiatrice Indiana Lista ha rivelato di essersi ispirata alle esperienze di vita reale degli immigrati per formare la trama di base del racconto. Ciò è stato poi ribadito da Pintó nel corso di un’intervista, dove ha dichiarato che Lista conosceva una coppia di migranti messicani che hanno tentato di attraversare la frontiera nascondendosi all’interno di container e camion.

Per scrivere il film sono dunque poi stati intervistati i migranti e le loro storie hanno in parte ispirato quella proposta dal film. Pintó ha inoltre rivelato che il team di produzione ha studiato le rotte del traffico di esseri umani in Guatemala, Honduras, El Salvador e Nicaragua durante le ricerche per la sceneggiatura del film. Il regista ha anche notato che i naufragi sono comuni in Spagna e che la drammaticità di tali incidenti è stata incorporata nella sceneggiatura del film.

Sebbene la narrazione sia dunque fortemente influenzata da numerosi reali incidenti ed esperienze personali dei migranti, il film è però ambientato in un ambiente distopico del tutto immaginario, dove la protagonista, Mia, e suo marito devono fuggire da un paese totalitario in guerra. Il film non specifica le circostanze di questa guerra, ed è solo vagamente implicito che il paese in guerra sia la Spagna. Di conseguenza, in ogni caso, gli eventi sociopolitici che fanno da sfondo alla storia sono del tutto fittizi.

Il trailer di Nowhere e come vederlo in streaming su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Nowhere unicamente grazie alla sua presenza nel catalogo di Netflix, dove attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di accedere al catalogo e di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nella piattaforma.

Fonte: IMDb

 
 

I Leoni di Sicilia: trailer della serie serie originale italiana Disney+

I Leoni di Sicilia

Disney+ ha diffuso il trailer ufficiale della serie originale italiana I Leoni di Sicilia con il nuovo singolo di Laura Pausini, l’artista italiana più premiata del mondo, reduce dalla vittoria di un Golden Globe, una nomination agli Oscar e in attesa di ricevere il prestigioso riconoscimento di Persona dell’Anno 2023 dalla Latin Recording Academy, nell’anno del suo trentennale di carriera, alle porte di un nuovo album di inediti e del suo decimo tour mondiale. Il singolo “Durare”, uscito il 15 settembre, è una potente ballad dedicata all’amore che scorre insieme alle varie tappe di due vite che si fondono in una sola, e sarà la end credit song di tutti gli otto episodi della serie, saga familiare tratta dall’omonimo bestseller di Stefania Auci.

Il brano sarà inoltre disponibile anche nella sua versione spagnola, intitolata “Durar”, selezionando l’audio degli episodi in spagnolo. “Conoscevo il libro di Stefania Auci” – racconta Laura Pausini – “e trovo sia meraviglioso il lavoro fatto da Paolo Genovese, gli sceneggiatori, gli attori e tutta la produzione, per trasformarla in una saga così avvincente. Sono veramente felice che la serie sia accompagnata dal mio brano, Durare. Credo ci sia un forte legame col significato del testo, la storia di questa famiglia è fatta di legami, relazioni intense, che resistono al passare del tempo e si fortificano. Racconta di passione e di testardaggine, coppie che credono nella possibilità di inventare un proprio destino, un futuro, una vita, avverando così i loro sogni. ‘Una vita pensata ed una da pensare insieme, una da inventare, una da impazzire e una da durare’. Questo è esattamente ciò che canto e trovo si sposi perfettamente con il mondo de ‘I Leoni di Sicilia’ ”.

I Leoni di Sicilia debutterà il 25 ottobre in esclusiva su Disney+ in Italia con i primi quattro episodi, mentre i restanti quattro saranno disponibili a partire dal 1° novembre. I Leoni di Sicilia sarà disponibile su Hulu negli Stati Uniti, su Star+ in America Latina e su Disney+ in tutti gli altri territori. La nuova serie originale italiana Disney+ sarà presentata in anteprima alla diciottesima edizione della Festa del Cinema di Roma. Dal regista Paolo Genovese, che ne è anche produttore creativo, la serie in otto episodi è prodotta da Francesco e Federico Scardamaglia per Compagnia Leone Cinematografica e da Raffaella Leone e Marco Belardi per Lotus Production, una società Leone Film Group. I Leoni di Sicilia è una serie scritta da Ludovica Rampoldi e Stefano Sardo.

I Leoni di Sicilia è l’avvincente storia della famiglia Florio. I fratelli Paolo e Ignazio sono due piccoli commercianti di spezie fuggiti da una Calabria ancorata al passato e in cerca di riscatto sociale. In Sicilia s’inventano un futuro, dove a partire da una bottega malmessa danno vita a un’attività florida che il giovane figlio di Paolo, Vincenzo, con le sue idee rivoluzionarie, trasformerà poi in un impero. Tuttavia, a travolgere la vita di Vincenzo, e quella di tutta la famiglia, è l’arrivo dirompente di Giulia, una donna forte e intelligente, in contrasto con le rigide regole della società del tempo. I Leoni di Sicilia è un’epopea fatta di amore, famiglia, successi, guerre e rivoluzioni, che si svolge nella Sicilia dell’Ottocento fino all’Unità d’Italia del 1861.

La serie è interpretata da Michele Riondino nel ruolo di Vincenzo Florio, Miriam Leone in quello di Giulia Portalupi, Donatella Finocchiaro in quello di Giuseppina, Vinicio Marchioni nei panni di Paolo Florio, Eduardo Scarpetta nel ruolo di Ignazio Florio (figlio di Vincenzo), Paolo Briguglia in quello di Ignazio Florio, Ester Pantano nel ruolo di Giuseppina giovane e Adele Cammarata in quello di Giovanna D’Ondes.

 
 

Foe: recensione del film di Garth Davis

foe recensione

Una delle componenti necessarie perché la fantascienza distopica funzioni è l’attenzione ai dettagli che la rendano credibile, ovvero dettagli magari anche non percepiti che, se mancanti, possano distrarre l’attenzione dello spettatore costretto a quel punto alla ricerca di verosimiglianza. Foe, il nuovo film Garth Davis – il suo precedente Lion con Nicole Kidman e Dev Patel ha addirittura ottenuto la nomination all’Oscar come miglior film dell’anno – dimostra immediatamente di non possedere questo requisito importante, se non addirittura fondamentale.

Foe si apre infatti con la didascalia che setta la storia nel Midwest americano, mentre in nemmeno cinque minuti di film ci si rende perfettamente conto che il film è stato girato nelle immense pianure dell’Australia. Trattandosi principalmente di raccontare una storia d’amore e della sua complessità, qualsiasi ambientazione che desse il senso di desolazione che i due protagonisti stanno vivendo sarebbe andata bene. Perché dunque sceglie di dare un setting preciso per poi smentirsi spudoratamente con le immagini stesse? Il Midwest americano è ben sedimentato nell’immaginario cinematografico mondiale, no?

Un melodramma “arricchito” dal genere

Questo chiaro errore di sottovalutazione è purtroppo soltanto il primo di una serie di difetti che il film targato Amazon evidenzia nel corso del proprio sviluppo. Adattamento del romanzo omonimo scritto da Ian Reid, Foe possiede il fardello che tanto cinema cosiddetto “alto” oggi possiede. Ovvero l’utilizzo di un genere per “arricchire” teoricamente quello che è in tutto e per tutto un melodramma amoroso, con il risultato di rendere l’intera operazione macchinosa, spesso confusa e peggio di tutto grondante retorica.

In un momento in cui il cinema a stelle e strisce e non soltanto si sta impegnando nella ricerca di una narrazione maggiormente veritiera del rapporto uomo-donna nel mondo contemporaneo – riguardo questo argomento vi rimandiamo alla recensione del notevole Fair Play in uscita su Netflix il 6 ottobre – il film di Davis al contrario cade dentro paludose schematicità nel mettere in scena l’insoddisfazione della protagonista, proponendo al pubblico un discorso che, senza voler fare spoiler, a nostro avviso alla fine diventa forse anche fuorviante.

Foe, una fantascienza gratuita

La sceneggiatura di Foe avrebbe funzionato molto meglio se si fosse allora concentrata sul lato sci-fi della storia e sulle sue implicazioni etiche, questione che se anche tentata viene soffocata dalla messa in scena di Davis che invece punta esplicitamente a farne un melodramma d’autore. A questo punto la componente di fantascienza si fa realmente inutile, anzi appesantisce l’operazione con una serie di spunti narrativi che non migliorano la trama né rendono i personaggi maggiormente profondi o interessanti.

In questa confusione totale di intenti e idee su come realizzarli i due attori principali Saoirse Ronan e Paul Mescal possono fare davvero poco per salvare la situazione. Se però l’attore molto apprezzato in All of Us Strangers, anch’esso presentato a questa edizione del New York Film Festival, riesce a tratti a rendere denso il ruolo di Junior, la sorpresa negativa di Foe arriva purtroppo dall’attrice già candidata per ben quattro volte all’Oscar prima di raggiungere i trent’anni.

Ronan si “rifugia” dentro un repertorio di istrionismo minimalista per cercare di interpretare una Hen che risulta fin dal principio una figura femminile schematica, sia nella sua insoddisfazione esistenziale che nel modo in cui cerca di combatterla. Una figura sviluppata senza spessore, che speriamo davvero rappresenti per la Ronan una scelta sbagliata, un incidente di percorso in una carriera che vorremmo sempre all’altezza delle sue grandi doti di attrice, dimostrate fin dai tempi di Espiazione.

Questo nuovo lungometraggio di Garth Davis si presenta come un prodotto confuso nella progettazione e approssimativo nella realizzazione. Un film di fantascienza distopica che invece fantascienza proprio non è. Perché allora non scegliere la via della semplicità e raccontare una storia d’amore e di incomprensione, di passione e frustrazione? Un interrogativo a cui Foe e i suoi realizzatori proprio non hanno saputo rispondere.

 
 

Superman: Legacy: 8 modi in cui il film potrebbe essere influenzato dai fumetti

DC superman: legacy ispirazione fumetti

Con l’avvicinarsi della fine del vecchio mondo DC, James Gunn ha suscitato entusiasmo per il film che darà il via al nuovo universo, Superman: Legacy, rivelando le principali influenze fumettistiche alla base del progetto. In un paio di tweet, Gunn ha indicato Superman for All Seasons e All-Star Superman come le principali influenze del nuovo progetto su Superman. Pubblicati rispettivamente nel 1998 e nel 2005, sono due delle pubblicazioni di Superman più singolari e al contempo meglio accolte, il che è un segnale promettente per le prospettive di Superman: Legacy. Tenendo conto di ciò, si possono facilmente trarre alcune ipotesi dal fatto che queste storie a fumetti sono state apparentemente scelte come colonna portante del film per dare il via al DCU.

Superman: Legacy sarà probabilmente colorato e vivace

Superman Legacy

Visti i precedenti di James Gunn con i film di supereroi, una delle rivelazioni meno sorprendenti di Superman: Legacy potrebbe essere la rappresentazione di un Universo DC più colorato e vivace. Le influenze fumettistiche di Gunn lo confermano, dato che la vivace grafica di Superman for All Seasons e All-Star Superman è particolarmente degna di nota. Si tratterebbe di una gradita boccata d’aria fresca per il supereroe, la cui uscita più recente è stata decisamente tenue per quanto riguarda la tavolozza dei colori, nonostante abbia sfoggiato una nuova versione del costume ampiamente apprezzata.

La tuta adotterà uno stile classico

Superman Legacy eredità Henry Cavill

Mentre il costume di Superman in Man of Steel della DC è popolare, l’iconico ensemble della vecchia scuola riapparirà probabilmente in Superman: Legacy, dato che entrambe le influenze fumettistiche di Gunn presentano il costume in tutta la sua gloria classica. Questo si sposerà bene con un universo più colorato, dato che la vibrante tuta rosso-blu di Superman dovrebbe essere sorprendente. Continuerà la tendenza dei film su Superman, iniziata fin dai primi giorni con una rappresentazione dell’armatura fedele ai fumetti, a differenza delle numerose iterazioni dell’armatura di Batman viste nelle sue varie uscite sul grande schermo.

Lex Luthor potrebbe avere un ruolo centrale

SUPERMAN PRESIDENTE LUTHOR

In entrambe le influenze fumettistiche, l’arcinemico di Superman, Lex Luthor, svolge un ruolo fondamentale, fungendo persino da voce narrante in una delle puntate di Superman For All Seasons. In quella stessa pubblicazione, Lex Luthor combatte essenzialmente contro Superman per il controllo di Metropolis, un’azione che lui definisce “una storia d’amore”. Non sarebbe sorprendente, visti i precedenti dei film di Superman, che Luthor apparisse ancora una volta in un ruolo di cattivo centrale. Anche se il ruolo non è ancora stato scelto, la conferma di Corenswet come Superman ha dato maggior credito alla voce che Nicolas Hoult potrebbe interpretare Lex Luthor.

Superman: Legacy potrebbe contenere le 12 fatiche di Superman

Anche se Gunn ha dichiarato che Superman: Legacy non sarà un adattamento del fumetto All-Star Superman, ciò non significa che non prenderà in prestito dalle sue pagine. Non adattare il fumetto è probabilmente la cosa migliore, perché introdurre sul grande schermo solo una delle 12 fatiche di Superman introdurrà una posta in gioco eccezionalmente alta, dato che include imprese come creare la vita, rispondere alla Domanda senza risposta e sconfiggere la morte. Tuttavia, sarebbe sicuramente un inizio col botto per il DC, vista l’importanza delle 12 fatiche.

Superman: Legacy sarà probabilmente più divertente

David-Corenswet-superman

Una critica di lunga data nel vecchio universo DC è stata la sua tendenza a privilegiare motivi cupi e tristi, in netto contrasto con l’approccio più spensierato del MCU a circostanze altrettanto tumultuose. Superman in All-Star Superman, in particolare, mostra un carattere molto più gioviale rispetto alle recenti rappresentazioni cinematografiche, anche di fronte alle terribili circostanze in cui si trova. Inoltre, sarebbe in linea con la capacità di Gunn di iniettare umorismo nei franchise di supereroi, come dimostrano Guardiani della Galassia e Suicide Squad. Questo renderà rinfrescante la nuova interpretazione di Clark Kent, che potrebbe anche lasciarsi sfuggire una o due battute mentre si accinge a salvare Metropolis dalla prima minaccia del DCU.

L’umanità di Clark Kent potrebbe essere esplorata più a fondo

Superman-legacy-film-2025

Gran parte delle precedenti iterazioni di Clark Kent si sono concentrate sui suoi poteri divini e su quanto siano miseri i mortali al confronto. Superman For All Seasons contrasta questa tendenza concentrandosi sull’umanità di Clark Kent, sui suoi tentativi di affrontare le lotte e le relazioni umane e sulla sua volontà di fornire assistenza a Metropolis. Peter Safran ha già confermato i piani per Superman: Legacy, così come la scelta di un Clark Kent più giovane, che probabilmente dovrà fare i conti con i suoi poteri.

Superman: Legacy potrebbe spingersi verso la fantascienza

Superman vola attorno alla terra

Uno degli aspetti più singolari di All-Star Superman è il suo tema fantascientifico: trascorre molto tempo nello spazio, esplora i viaggi nel tempo e presenta persino la stella artificiale Solaris. Si tratta di una strada ben battuta da Gunn, che ha affrontato con abilità i crossover tra supereroi e fantascienza nel suo incarico con Guardiani della Galassia. Il sole gioca un ruolo importante nella storia di Superman e in particolare in All-Star Superman, dove essenzialmente condanna a morte l’eroe titolare, anche se è estremamente improbabile che il nuovo universo DC si apra con questa linea di trama.

Superman: Legacy darà priorità alle relazioni e alla storia

Mentre Man of Steel vedeva Superman radere al suolo Metropolis nella sua tumultuosa lotta con Zod, Superman: Legacy si concentrerà più probabilmente sulla storia di Superman e sulle relazioni che intrattiene con figure centrali come Lois Lane. Entrambe le influenze fumettistiche citate da James Gunn danno priorità al rapporto di Clark Kent con la sua famiglia, i suoi colleghi e i suoi amici, compresi alcuni strazianti momenti finali con Lois in All-Star Superman. Anche Lana Lang potrebbe avere un ruolo più importante in Superman: Legacy, dato il suo ruolo di primo piano in Superman for All Seasons e nella prima vita di Clark Kent.

20 Days in Mariupol: recensione del documentario di Mstyslav Chernov

20 Days in Mariupol Mstyslav Chernov

Un fortissimo scroscio di applausi ha interrotto il silenzio assordante durato tutti i 99 minuti della proiezione pomeridiana del documentario 20 Days in Mariupol diretto da Mstyslav Chernov – con il supporto del collega di una vita Evgeniy Maloletka – presentato durante Mondovisioni, la rassegna di documentari su attualità, diritti umani e informazione (all’interno della quale è stato presentato anche Praying for Armageddon) curata da CineAgenzia per il Festival di Internazionale a Ferrara, che si è svolto nella città dell’Emilia-Romagna dal 29 settembre al 1 ottobre.

Film, continua a filmare

Filma, continua a filmare”, queste sono le parole che vengono ripetute più spesso all’interno di 20 Days in Mariupol. Continua a filmare, perché il mondo ha bisogno di sapere quello che sta accadendo qui; continua a filmare perché i colpevoli di questo scempio vedano gli occhi di chi stanno uccidendo; continua a filmare affinché non ci si volti dall’altra parte. A pronunciare queste frasi sono militari, civili, medici che esortano i giornalisti dietro le videocamere per paura che ad un certo punto essi smettano, per pudore, per l’orrore, per il dubbio che la testimonianza sfoci in voyeurismo e pornografia del dolore. Ma in questo caso non c’è scelta, e lo sanno bene i reporter di The Associated Press, infatti non si esimono mai dal puntare i loro obiettivi in direzione di donne incinte col bacino frantumato, bambini neonati in arresto cardiaco, ragazzi di neanche vent’anni con le gambe esplose mentre giocavano a pallone per la città prima di un raid aereo improvviso.

Mstyslav e Evgeniy sono gli unici due giornalisti rimasti nella città di Mariupol durante tutti i primi venti giorni dell’assedio, quindi le immagini che ci vengono proposte all’interno del doc le abbiamo viste e riviste, sui giornali, in TV, sui social media. Ma mai in questo modo, non con questa forza narrativa ed emotiva, mai con questa devastante percezione di mancanza di senso. Significativa in questo caso è l’immagine di una donna che non riesce più a reggersi in piedi dopo aver appreso che suo figlio di appena 18 mesi non ce l’ha fatta, che i medici non sono riusciti a rianimarlo. La donna sostenuta dal marito urla verso il cielo “Perché? Perché?” Non riesce a darsi una spiegazione a tutto quel male e a quel dolore.

I due reporter si trovano più volte in situazioni di pericolo, sono costretti a nascondersi nelle case, nei seminterrati, si trovano schiacciati contro le pareti assieme a decine di persone sfollate, assistono in prima persone all’attacco scellerato contro un ospedale che ospitava un reparto maternità. Eppure non si tirano mai indietro, sono pronti, sempre pronti a rialzarsi, a gettarsi ancora più dentro al pericolo, forse nella speranza di far arrivare quelle riprese, quelle foto, questo documentario, alle persone responsabili di quello scempio e far balenare in loro l’idea che basta così, che non c’è motivo di fare ancora peggio. Ovviamente, come sappiamo, quel momento, ad oltre un anno dallo scoppio del conflitto, non è ancora arrivato.

20 Days in Mariupol recensione

Radiografia di una guerra

Vedere 20 Days in Mariupol è come essere gettati in prima persona nell’orrore della guerra. Lo spettatore non può far altro che guardare, guardare e ancora guardare. Non c’è neanche il tempo di pensare, di immagazzinare tutte quelle informazioni. Da un certo punto in poi gli occhi diventano pesanti, hai la testa che ronza e sei teso come se anche tu fossi in pericolo di vita. Vorresti che la cosa finisse presto o che ci fosse un lieto fine. Ma come i due giornalisti di AP hanno continuato a filmare, lo spettatore non può far altro che guardare. E così come se lo chiedono i due reporter, anche chi guarda comodamente seduto sulla poltrona del cinema si chiederà, posso fare di più? Ci si sente inutili e in colpa. Si vorrebbe riuscire a fare di più. Ed è dura, è veramente dura.

La guerra è come una radiografia, fa vedere l’interno degli esseri umani. Chi è buono diventa più buono, chi è cattivo, diventa più cattivo” afferma uno dei medici dell’ospedale da campo della città e 20 Days in Mariupol riesce in un compito ancora più difficile, ci consegna una radiografia della guerra. Uno scenario agghiacciante, immagini fortissime, le voci delle persone che sono state vittime di quell’inferno; tutto, ogni momento, lascia con un senso di vuoto e di tristezza senza precedenti.

 
 

Rocky III: trama, cast e curiosità sul film di Sylvester Stallone

Rocky III film

Il film del 1976 Rocky è una delle più celebri pellicole della storia del cinema, un classico intramontabile del genere sportivo capace di vincere l’Oscar come miglior film e lanciare la carriera del suo attore e sceneggiatore Sylvester Stallone. Il successo fu tale che i produttori decisero poi di dar vita ad un sequel nel 1979, Rocky II, il quale fu poi seguito nel 1982 da Rocky III. Come per il precedente, anche in questo caso Stallone firmò la sceneggiatura e si occupò della regia, dando così vita ad un nuovo capitolo della storia di Rocky, reduce dalla vittoria di campione dei pesi massimi avvenuta nel precedente film.

Se nei primi due l’avversario principale di Rocky era stato l’iconico Apollo Creed, il protagonista si trova stavolta di fronte ad un nuovo avversario. Stallone sentiva infatti il bisogno per questo terzo film di dar vita a qualcosa di nuovo, pur mantenendosi fedele all’impostazione dei primi due film. Atteso da molti, questo terzo film si affermò come un successo anche maggiore di Rocky II, confermando l’influenza culturale ormai esercitata da questa serie di film. Questo terzo, inoltre, è il primo film in cui compare la celebre statua di bronzo raffigurante Rocky.

Per chi ha amato i primi due film, anche questo terzo è un capitolo assolutamente imperdibile, che offre nuove sfide, nuovi attori e nuovi ostacoli che il protagonista è chiamato a superare. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Si forniranno poi anche alcune informazioni sui successivi tre sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Rocky III: la trama del film

Divenuto campione mondiale dopo aver sconfitto Apollo Creed, Rocky Balboa difende con successo il titolo in numerose occasioni, dimostrandosi dominante come non mai. Fuori dal ring, egli conduce invece una vita da vero e proprio divo, insieme alla moglie Adriana e al loro figlio. Capendo di essere all’apice della carriera e di non poter reggere ancora a lungo a quel livello, Rocky annuncia il suo ritiro nel giorno in cui gli viene dedicata una statua fuori il Philadelphia Museum of Art. Prima di poter appendere definitivamente i guantoni al chiodo, però, si vede sfidato per un’ultima volta.

A presentarsi come suo nuovo sfidante, infatti, arriva un mastodontico pugile afroamericano di nome Clubber Lang. Contro il parere del suo allenatore Mickey Goldmill, Rocky accetta l’incontro, per il quale si prepara però in modo blando e svogliato. Il giorno in cui si trova a salire sul ring con Clubber, accade dunque qualcosa di inaspettato, che segnerà la vita di Rocky per sempre. Da quel momento, il campione capirà cosa è davvero importante e rinunciando ai falsi amici della celebrità tenterà di riconquistare il suo furore giovanile, l’unica cosa che può riportarlo ad essere il pugile straordinario che era un tempo.

Rocky III cast

Rocky III: il cast del film

Sylvester Stallone riprende per la terza volta il ruolo di Rocky Balboa, inserendo anche in questo film alcuni elementi biografici. In particolare, Stallone si concentrò sul mostrare il modo in cui Rocky si relaziona con la celebrità, proprio come l’attore si trovava a fare nella realtà in quello che era il suo momento di massima popolarità. Per il film, inoltre, Stallone si è allenato duramente al fine di poter sfoggiare lo stesso fisico mostrato nel precedente film. Allo stesso tempo, però, per far sì che il personaggio di Clubber Lang risultasse più massiccio di lui, Stallone perse circa 20 chili con una dieta particolarmente severa.

Per il ruolo di Clubber, Stallone incontrò numerosissimi candidati, ma la scelta ricadde infine su Mr. T, divenuto celebre dopo aver vinto la competizione America’s Toughest Bouncer. Oggi noto anche per la serie A-Team, Mr. T si allenò duramente per quello che era il suo primo ruolo cinematografico, sfoggiando una presenza fisica impressionante. Nel film ritornano poi anche Talia Shire nei panni di Adriana, Carl Weathers in quelli di Apollo Creed e Burgess Meredith per il ruolo di Mickey. Rocky III segna anche il debutto cinematografico del celebre wrestler Hulk Hogan, qui presente nei panni di Labbra Tonanti, uno degli avversari di Rocky.

Rocky III: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Come anticipato, Rocky III è stato poi seguito da altri tre sequel. Il primo di questi, Rocky IV (1985), è celebre per lo scontro tra Rocky e il pugile russo Ivan Drago, una delle rivalità più memorabili della saga. Nel 1990 è invece stato realizzato Rocky V, dove un Rocky ormai costretto al ritiro per problemi medici si trova a dover difendere il suo onore contro Tommy Gunn, pugile che proprio Rocky aveva aiutato negli allenamenti. A distanza di sedici anni, nel 2006, è infine arrivato l’ultimo capitolo della saga: Rocky Balboa, incentrato su un Rocky sessantenne e vedovo che accetta di combattere contro il campione in carica dei massimi Mason “The Line” Dixon.

Prima di vedere questi sequel, è possibile fruire di Rocky III grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di sabato 30 settembre alle ore 21:25 sul canale Rete 4.

Fonte: IMDb

 
 

Hercules – Il guerriero: trama, cast e curiosità sul film

Hercules - Il guerriero film

Tra i personaggi più celebri della mitologia greca e roma vi è certamente Hercules, noto per la sua forza sovrumana e per le sue tante eroiche imprese. Ad aver contribuito ulteriormente alla sua popolarità vi sono oggi i tanti film a lui dedicati, che ne hanno nel corso degli anni proposto riletture e nuove versioni sempre più spettacolari. Dai tanti peplum realizzati a partire dagli anni Sessanta, fino al film animato della Disney uscito nel 1997. Più recentemente, sono usciti nello stesso 2014 ben due film dedicati al personagggio: Hercules – La leggenda ha inizio  e Hercules – Il guerriero (qui la recensione), interpretato da Dwayne Johnson.

Mentre La leggenda ha inizio si configura come una origin story del personaggio, facendo dunque forte riferimento a quanto narrato dalla mitologia, Hercules – Il guerriero è invece basato sulla graphic novel Hercules: La guerra dei Traci, di Admira Wijaya e Steve Moore. Il modo in cui tale opera riscrive il celebre personaggio mitologico ha portato il fumetto ad essere un grande successo editoriale e a guadagnare le attenzioni di Hollywood. Non è dunque passato troppo tempo prima che i diritti dell’opera venissero acquistati per farne un film. Diretto da Brett Ratner, questo titolo si è poi affermato come un grande successo.

Ancora oggi per i fan di questo genere di film, dove fantasy e avventura si combinano a spettacolari sequenze action, Hercules – Il guerriero è una pellicola di grosso richiamo. Inoltre, l’interpretazione di Johnson del personaggio è già di per sé un motivo per non perdere il film. Prima di intraprenderne una visione, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Hercules – Il guerriero: la trama del film

Tutti conoscono la leggenda di Ercole e delle sue dodici fatiche. La storia di questo film comincia però dopo tali eventi. Ossessionato da un errore del suo passato, Hercules ha voltato le spalle all’Olimpo ed è diventato un mercenario senza pietà, sempre impegnato in battaglie sanguinarie. Nel corso degli anni, egli è inoltre riuscito a formare una squadra di imbattibili guerrieri, composta dal cugino Iolaus, il veggente Amphiaraus, il combattivo Tydeus, il ladro Autolycus e l’amazzone Atalanta. Insieme ai suoi cinque fedeli compagni, viaggia dunque in lungo e in largo nell’antica Grecia vendendo i suoi servizi per l’oro grazie alla sua leggendaria reputazione di intimidire i nemici.

Per lui tutto cambierà però quando il sovrano della Tracia, Cotys, e sua figlia cercheranno il suo aiuto. Ad  Hercules chiedono di addestrare il loro esercito in vista dell’imminente guerra contro le legioni del fratello di Cotys, Rhesus, composte da temibili centauri. Colpito dalla tenacia di quel popolo, Hercules acconsente a dare loro il suo aiuto e il suo sapere in battaglia. Quando lo scontro si avvicinerà, però, il semidio si troverà a dover fare i conti con il suo passato una volta per tutte. Ben presto, ogni certezza cadrà e Hercules dovrà farsi carico delle scelte fatte e assumersi la responsabilità di quanto è ora chiamato a compiere.

Hercules - Il guerriero cast

Hercules – Il guerriero: il cast del film

Come anticipato, ad interpretare Hercules vi è l’attore Dwayne Johnson. Per prepararsi al ruolo, egli ha intrapreso una routine di allenamento estenuante, affermando: “Mi sono allenato più duramente che mai per 8 mesi per questo ruolo. Ho vissuto da solo e mi sono rinchiuso (come un lunatico monaco di 260 libbre) a Budapest per 6 mesi durante le riprese. L’obiettivo era trasformarmi completamente in questo personaggio. Scomparire nel ruolo.” Alla domanda se avrebbe rifatto tutto ciò per questo personaggio, Johnson ha dato risposta affermativa, chiarendo di essere sempre stato affascinato dalla figura di Hercules e dai suoi crucci interiori.

Nel film, nei panni dei compagni di guerra di Hercules compaiono gli attori Rufus Sewell per Autolycus, Reece Ritchie per Iolaus e Aksel Hennie per Tideus. L’attore Ian McShane, celebre anche per la serie American Gods, interpreta Amphiaraus, mentre l’attrice norvegese Ingrid Bolso Berdal è l’amazzone Atalanta. Nel ruolo di Cotys, re della Tracia, vi è invece il celebre attore John Hurt, mentre Rebecca Ferguson è Ergenia, principessa della Tracia. Sono poi presenti gli attori Joseph Fiennes nei panni di re Euristeo e Peter Mullan in quelli del generale Sitacle. Ad interpretare il pericoloso Rhesus vi è Tobias Santelmann, mentre l’attrice e modella Irina Shayk compare nel ruolo di Megara, moglie di Hercules.

Hercules – Il guerriero: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di Hercules – Il guerriero grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play, Apple iTunes, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 1 ottobre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Fonte: IMDb

 
 

Praying for Armageddon: recensione del documentario di Tonje Hessen Schei e Michael Rowley

Praying for Armageddon

Sala affollata per la proiezione serale del documentario Praying for Armageddon di Tonje Hessen Schei e Michael Rowley, presentato durante Mondovisioni, la rassegna di documentari su attualità, diritti umani e informazione curata da CineAgenzia all’interno del Festival di Internazionale a Ferrara, che si svolge nella città dell’Emilia-Romagna dal 29 settembre al 1 ottobre.

Praying for Armageddon: una nuova ansia per tutti

In un periodo storico in cui nessuno di noi si sente troppo al sicuro, in cui ogni giorno siamo bombardati con notizie sui cambiamenti climatici, sulle crisi politiche, su alluvioni, su guerre e su malattie, Praying for Armageddon è pronto a generarvi una nuova ansia, quella di una setta religiosa molto vicina ai massimi poteri americani che inneggiano all’apocalisse (e che probabilmente hanno tutti i mezzi per scatenarla).

Il film segue passo passo l’inchiesta di Lee Fang, un giornalista di The Intercept, che sta cercando di capire cosa stiano combinando gli evangelisti – sia nel microscopico che nel macroscpico – all’interno della nazione americana, ma dedica anche tempo sufficiente ai pastori delle chiese indipendenti, ai politici del Partito Repubblicano, agli osservatori israeliani e palestinesi, nonché a Mission: M25, una sorta di gang evangelica che attraversa il paese su motociclette dalle dimensioni di auto compatte per fare proselitismo e talvolta anche per nominarsi “cavalieri” con spade (esemplare a riguardo è la scena in cui degli omoni tatuati e in giacca di pelle si proclamano cavalieri in stile medievale).

Il film di Schei e del co-direttore e direttore della fotografia Rowley può sembrare un po’ dispersivo, poiché affronta la questione da molti punti di vista e salta continuamente dagli Stati Uniti a Israele e viceversa inserendo sempre nuovi personaggi e tasselli alla sua tesi il che non lo rende un film di facile fruizione.

La tesi fondamentale su cui si basa il film è tuttavia chiara e terribile: ci sono un numero crescente di individui in posizioni di potere di rilievo nella politica statunitense e nella società in generale che stanno lavorando attivamente per provocare la fine del mondo così come lo conosciamo. Non è una situazione tranquillizzante poiché mentre il termine “fondamentalista cristiano” di solito si riferisce a qualcuno che crede che ogni parola della Bibbia sia letteralmente vera, questo gruppo sembra interessato solo all’Apocalisse, senza preoccuparsi delle parti più pacifiche che parlano di “porgere l’altra guancia” e “amare il prossimo”.

Follie e tesi portate alla luce da Schei e Rowley

Burd, ovvero il capo della setta di motociclisti, suggerisce che l’abbraccio del pensiero apocalittico sia una reazione all’incertezza dei tempi. “Stiamo entrando in un periodo della nostra storia in cui non sappiamo cosa ci aspetta“, afferma. È una dichiarazione retorica, vuota e priva di senso, poiché quando abbiamo mai saputo cosa stava per accadere? Le sue tesi, le sue idee sono come quelle di tutti gli altri fanatici applicabili a qualsiasi momento della storia contemporanea o lontana… Alluvioni, guerre, incendi e terremoti arrivano ciclicamente come sostenuto ad esempio da Jared Diamond in Armi, acciaio e malattie.

Un’altra affermazione abbastanza ridicola e priva di senso risulta essere quella di Lauren Boebart quando, intervistata da Fang a Washington, afferma che “ci sono solo due nazioni create per onorare Dio: Israele e gli Stati Uniti d’America” (affermazione che ha inevitabilmente scaturito una forte risata in sala) o quando Ralph Drollinger indica come demoni del mondo contemporaneo “il movimento omosessuale, l’ammissione dei transgender nelle nostre forze armate, la questione dell’aborto“.

Molte teorie dei fanatici all’interno del film possono dunque sembrare ridicole, ma è importante ricordare che sottovalutare un’entità politica solo perché appare eccentrica e facilmente ridicolizzabile non ha portato a buoni risultati negli ultimi anni. Il fanatismo trova conferme ovunque. Ne è un esempio la sequenza dell’incidente in moto di Burd, che rischia di non raggiungere l’evento a cui doveva presenziare a Lebanon. L’incidente non è però visto come un segno divino per impedirgli di andare avanti, anzi, l’uomo sposta l’attenzione sulla sua rapida guarigione che gli permette alla fine di partecipare. Il messaggio di Dio è chiaro: Burd deve andare avanti.

Ciò che è molto più spaventoso è come queste persone influenzino in modo subdolo la geopolitica, specialmente per quanto riguarda Israele, allo scopo di creare le condizioni favorevoli all’Armageddon (che si prevede avverrà su una vasta pianura vicino a Meggido, nel nord del paese). Infine uno degli intervistati più affascinanti di Fang è il pastore televangelista Robert Jeffress, un commentatore regolare su Fox News e leader di una delle più grandi comunità ecclesiali indipendenti della nazione, il quale ci assicura che “la fine del mondo non è motivo di paura”.

Un pensiero quanto meno audace. Tuttavia, per coloro che sono restii all’idea, Praying for Armageddon rappresenta una rivelazione che mette in luce l’entità finora inimmaginabile di un tipo di follia politica che affiderebbe il destino del mondo e dell’umanità a coloro che sembrano desiderare che non ci sia affatto un futuro.

 
 

Beverly Hills Cop III: cast, colonna sonora e sequel del film

Beverly Hills Cop III film

La trilogia cinematografica di Beverly Hills Cop è una delle più apprezzate di sempre, in particolare per la sua capacità di mescolare crime e commedia in modo originale e brillante. Con guadagni elevatissimi in tutto il mondo, i film della serie si sono affermati come veri e propri cult, merito soprattutto dell’indomabile protagonista Alex Foley, interpretato dall’attore Eddie Murphy. Il terzo, e ad oggi conclusivo, film, Beverly Hills Cop III – Un piedipiatti a Beverly Hills III, uscito nel 1994 e diretto da John Landis, ha infine rappresentato un punto di svolta nella vicenda, andando a rappresentare una maturazione tanto nei temi quanto nell’approccio dei personaggi.

Per Murphy, infatti, il film doveva segnare un netto distacco rispetto ai precedenti, con il protagonista ormai cresciuto e non più in vena di dar vita a certi siparietti comici. Proprio per tale volontà, realizzare il terzo capitolo fu un’esperienza strana per tutti. Il regista Landis, che aveva già lavorato con Murphy per Una poltrona per due, ha raccontato di aver avuto in più occasioni contrasti con Murphy proprio riguardo al tono che il film avrebbe dovuto avere. Questo e l’assenza di alcune delle caratteristiche dei primi due film resero Beverly Hills Cop III il titolo di minor successo della trilogia.

Eppure, il desiderio di far prevalere l’aspetto crime della vicenda lascia intravedere alcuni aspetti interessanti, che avrebbero forse meritato un maggior sviluppo. Pur con i suoi difetti, il film rappresenta una conclusione piacevole della trilogia, anche se un quarto capitolo sembra essere ad un passo dall’essere realizzato. Prima di intraprendere una visione di questo terzo film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori, alla sua colonna sonora e al probabile sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Beverly Hills Cop III: la trama del film

Nella terza delle sue avventure, il poliziotto Alex Foley deve fare i conti con l’assassinio del suo storico capo, l’ispettore Douglas Todd. Questi viene infatti ucciso da un misterioso criminale, coinvolto nelle losche operazioni di cui aveva scoperto qualcosa di troppo. Ancora una volta, Foley desidera fare giustizia, e le sue ricerche lo condurranno nuovamente a Los Angeles. Qui incontra il vecchio collega Billy Rosenwood, ora divenuto vicedirettore del comando speciale. I due devono però fare i conti con il pensionamento di Taggart, e ad affiancarli avranno ora un nuovo collega, chiamato Jon Flint. Conducendo delle indagini, questi vengono indirizzati verso il parco divertimenti Wonder World.

Qui Foley riconosce il capo della sicurezza Ellis De Wald come responsabile della morte di Todd. Sfortunatamente, non ha prove per incastrarlo e deve dunque trovare una via alternativa per riuscirvi. Intrufolatosi nel parco, riesce ad esplorare delle attrazioni ancora in fase di progettazione. All’interno di una di esse si imbatte però in una stamperia segreta di banconote false. Foley ha ora le prove che cercava, ma dovrà studiare molto attentamente il suo piano. Il minimo errore rischierebbe di compromettere la missione, la sua vita e anche quella dei suoi colleghi. Per rendere giustizia al suo vecchio capo, dovrà per una volta seguire i consigli di questi e agire come un vero poliziotto. Foley, però, non farà di certo mancare la sua irruenza nel tentare di risolvere il caso.

Beverly Hills Cop III cast

Beverly Hills Cop III: il cast del film

Ad interpretare il celebre poliziotto Alex Foley, come anticipato, vi è nuovamente l’attore Eddie Murphy. Questi, che in quel periodo aveva visto molti dei suoi film andare male al box office, decise di smettere di puntare solo sulla commedia. Per questo motivo insistette per rendere più maturo il suo personaggio. Accanto a lui torna l’attore Judge Reihold, il quale riprende per la terza volta il personaggio di Billy Rosenwood, ora divenuto sergente. Sono poi presenti gli attori Gilbert R. Hill nei panni del capo della polizia Douglas Todd, e Héctor Elizondo in quelli del nuovo collega Jon Flint. Timothy Carhart è il controverso Ellis De Wald, mentre Theresa Randle è Janice, impiegata del parco giochi, di cui Alex si infatuerà. Nel film è inoltre presente un cameo del celebre George Lucas, padre di Star Wars, che compare nei panni di un anonimo signore in cui Alex si imbatté al luna park.

Beverly Hills Cop III: il sequel del film

Un quarto capitolo della serie era stato inizialmente annunciato già in seguito all’uscita del terzo, nella metà degli anni Novanta. Tuttavia, per anni il progetto è finito in un limbo, con innumerevoli tentativi di realizzarlo davvero ma senza che nulla avvenisse davvero. Beverly Hills Cop IV sembrava dunque essere destinato a non vedere mai la sua realizzazione. Nel 2019, tuttavia, Murphy ha annunciato che una nuova sceneggiatura era stata scritta e che le riprese sarebbero iniziate subito dopo la conclusione di quelli di Il principe cerca figlio. Il film, inoltre, sarebbe stato realizzato con il supporto di Netflix, che l’avrebbe poi distribuito tramite la propria piattaforma. A causa della pandemia di Covid-19, tuttavia, il progetto si è fermato e ad oggi non ci sono novità in merito.

Beverly Hills Cop III: la colonna sonora, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Anche il terzo capitolo della trilogia si è naturalmente avvalso di una grande colonna sonora che ne supportasse il ritmo e le scene. Tale soundtrack, in particolare, è composta da brani di genere R&B e Hip Hop, tra cui spiccano The Right Kinda Lover di Patty LaBelle, Luv 4 Dem Gangsta’z di Eazy-E e The Place Where You Belong di Shai. Altri brani sono Mood di Chanté Moore e Axel F di Nile Rodgers e Richard Hamilton. Al momento del suo rilascio, l’album raggiunge la posizione numero 158 della prestigiosa Billboard 200, e negli anni è una colonna sonora che i fan del film ricercano continuamente.

Ad oggi è possibile fruire di Beverly Hills Cop III grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema e Amazon Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di domenica 1 ottobre alle ore 21:10 sul canale TwentySeven.

Fonte: IMDb

 
 

Netflix: tutti i titoli in arrivo ad ottobre sulla piattaforma

Netflix arricchisce il suo catalogo per questo mese di ottobre, aprendo ufficialmente la stagione autunnale. Tante le novità, fra queste l’attesissima terza parte di Lupin e Fair Play, thriller erotico con Phoebe Dynevor, e molti ritorni imperdibili e amati dai fan come American Beauty, il franchise di Mission Impossible, The Amazing Spider-Man e Dune. Ma quali sono tutti i prodotti che si potranno fruire sulla piattaforma della N rossa? Scopriamolo insieme con le tutte le uscite del mese.

127 Ottobre

Sorella Morte (Sister Death)

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WAKANDA: lo spin-off BLACK PANTHER di Ryan Coogler sarà una serie animata su Disney+?

WAKANDA

Durante il Comic-Con del 2022 a San Diego, i Marvel Studios hanno presentato le sue prossime offerte animate in un panel specificamente dedicato ai prossimi progetti Disney+. Da allora, gli aggiornamenti sono stati pochi e rari, portando i fan a pensare che titoli come Spider-Man: Freshman Year e Marvel Zombies potrebbero essere caduti nel dimenticatoio. Al memento i più ottimisti pensano ancora che la seconda stagione di What If? e X-Men ’97 arriveranno nel 2024, ma oltre a ciò, possiamo solo supporre che il resto rimanga in varie fasi della produzione. The Cosmic Circus  ha recentemente condiviso un aggiornamento dopo aver scavato e portato alla luce una serie di società di produzione fondate dai Marvel Studios.

Questi sono tutti per i prossimi progetti animati, incluso uno chiamato “Maglev Train” che sta lavorando su “Golden City“. Quelli erano precedentemente riservati a quella che si pensava fosse la serie spin-off ambientata a Wakanda del regista di Black Panther Ryan Coogler, ma il progetto live-action sarà ora animato. Questo potrebbe essere stato il piano fin dall’inizio, ovviamente, dato che ci si basata solo ed esclusivamente sulle voci arrivate online, e questa è oggi la voce più recente sul progetto. In merito alla serie si dice che la Dora Milaje sia il punto focale di uno spettacolo che riprenderà dopo gli eventi di Black Panther: Wakanda Forever e speriamo di avere ragione nel supporre che Coogler utilizzerà uno stile di animazione unico che rende omaggio alle opere d’arte africane.

Altrove, il sito ipotizza che “Great Pumpkin” possa essere un cenno a  Spider-Man: Freshman Year o Marvel Zombies, anche se non sono sicuri a cosa potrebbe fare riferimento “Rock the Bells” trovato nei documenti di Battle Anybody Productions LLC. È qui che le cose si fanno davvero interessanti, però; il sito ritiene che “Mortlach” della Speyside Productions LLC potrebbe essere legato a X-Men ’97, forse indicando che uno spin-off è in lavorazione. Sembra che i Marvel Studios stiano puntando tutto sul seguito di X-Men: La serie animata , quindi potrebbero avere in programma di espandere il franchise (forse, come suggerisce il sito, con uno spettacolo basato sui Morlock, un clan underground). società dei mutanti). Al momento ovviamente si tratta solo di voci, dunque dovremo aspettare una conferma, ma sembra che l’animazione avrà un posto nel MCU in futuro!