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Jonathan Nolan racconta le prime disastrose proiezioni di Memento: “C’era un tale disprezzo”

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Lo sceneggiatore di Memento Jonathan Nolan ricorda le disastrose prime proiezioni del thriller psicologico. Il regista Christopher Nolan ha vissuto una svolta decisiva con il suo film del 2001, basato sul racconto di suo fratello Jonathan, su un uomo con perdita di memoria a breve termine che cerca tortuosamente di risolvere il caso dell’omicidio di sua moglie. Realizzato per meno di 10 milioni di dollari, il film ha utilizzato un approccio innovativo e non lineare simile allo stile che Nolan avrebbe poi utilizzato per il suo cinema successivo e anche per il blockbuster premio Oscar Oppenheimer.

Memento ha incassato 40 milioni di dollari con un budget relativamente piccolo, e ora è ampiamente acclamato, ma il film è stato inizialmente accolto piuttosto freddamente dai potenziali distributori, come ha rivelato di recente Jonathan Nolan, ricordando le disastrose prime proiezioni del film.

“Quindi l’abbiamo proiettato per tutti, tutti nello stesso giorno, marzo del 2000. Ho portato Chris fuori a mangiare una bistecca. Emma [Thomas] è andata a una proiezione, [i produttori], le sorelle Todd, sono andate a un’altra, Aaron Ryder, il nostro produttore, è andato a una terza, e mi hanno chiamato sul mio vecchio cellulare Nokia. Chris ed io aspettavamo le congratulazioni… arrivarono le chiamate e nessuno voleva comprarlo.

Tutto è iniziato con Harvey Weinstein e tutti gli altri… L’abbiamo proiettato per tutte queste sale cinematografiche e siamo rimasti totalmente male. Nessuno lo voleva e la risposta di tutti è stata: “Oh, pensavo fosse fantastico”. “Va bene, quanto vuoi offrire?” Non avremmo preso molti soldi. E la risposta è stata: “Lo capisco, ma il pubblico non lo capirà”. E c’era un tale disprezzo per il pubblico.

Questo aspetto è davvero ciò che ha motivato gran parte della mia carriera e gran parte del modo in cui ho affrontato la mia carriera. C’è un tale disprezzo per il pubblico, li considerano dei fottuti idioti. Quindi non lo avrebbero capito. E ho pensato tra me: “Dio, ho incontrato alcuni di questi dirigenti. Cosa ti fa pensare di essere molto più intelligente del pubblico? Perché non lo sei.”

David Lynch: Netflix non produrrà il suo film d’animazione Snootworld

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Il film d’animazione di David Lynch, Snootworld, non verrà presentato su Netflix. Ora però conosciamo qualche dettaglio in più rispetto al progetto. Parlando con Deadline, Lynch e la co-creatrice Caroline Thompson hanno rivelato che il loro film d’animazione Snootworld è stato rifiutato da Netflix. Nonostante ciò, entrambi intendono comunque trovare un modo per produrre il film. Il creatore di Twin Peaks ha rivelato la sua intenzione di realizzare un film per famiglie utilizzando la sua storia su “Snoots”, mentre Thompson ha spiegato quale sarà la storia esatta del film pianificato.

David Lynch: Non so quando ho iniziato a pensare a Snoots, ma facevo questi disegni di Snoots e così ha iniziato ad emergere una storia. Mi sono incontrato con Caroline e abbiamo lavorato su una sceneggiatura. Proprio di recente ho pensato che qualcuno potesse essere interessato a sostenere questo progetto, quindi l’ho presentato a Netflix negli ultimi mesi ma l’hanno rifiutato. Snootworld è una specie di storia vecchio stile e l’animazione oggi è più incentrata su battute superficiali. Le favole vecchio stile sono considerate lamentose: a quanto pare la gente non vuole vederle. Adesso è un mondo diverso ed è più facile dire di no che dire di sì.

Caroline Thompson: Mi toglie il fiato quanto sia stravagante. Gli Snoot sono queste minuscole creature che hanno una transizione rituale all’età di otto anni, momento in cui diventano più piccoli e vengono mandati via per un anno in modo da essere protetti. Il mondo va nel caos quando l’eroe Snoot della storia scompare nel tappeto e la sua famiglia non riesce a trovarlo ed entra in un mondo pazzo e magnifico.

Anche se il film per famiglie di David Lynch non verrà presentato su Netflix, questi nuovi dettagli da parte sua e di Thompson confermano che i due vogliono ancora dare vita al film. Anche se non è chiaro se lo stesso Lynch si occuperà della co-sceneggiatura e della regia del film, la possibilità rimane aperta. Ha anche menzionato che sua figlia, Jennifer Lynch, si occuperà del progetto, ma anche questo rimane un dettaglio vago.

Megalopolis di Francis Ford Coppola fatica a trovare un distributore

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Megalopolis di Francis Ford Coppola fatica a trovare un distributore. Il film drammatico di fantascienza è stato per lungo tempo un progetto di passione per il regista, che ha iniziato a scriverlo già nel 1983, con il risultato che Coppola in persona ha finanziato la produzione con 120 milioni di dollari di tasca propria. Con un cast stellare che include Adam Driver, Giancarlo Esposito e Aubrey Plaza, la storia segue un architetto idealista (Driver) che vuole ricostruire New York come megalopoli dopo un disastro globale.

Secondo un report di The Hollywood Reporter, il 28 marzo si è tenuta una proiezione di Megalopolis per trovare la distribuzione. Erano presenti dirigenti di studi cinematografici tra cui Warner Bros., Disney, Netflix e Paramount. Nonostante l’immensa curiosità per il progetto, i potenziali distributori sono rimasti delusi e disinteressati. A quanto pare, Megalopolis è troppo di nicchia per riscuotere un successo commerciale, ma uno studio più piccolo non sarà in grado di supportare un’ampia spinta di marketing, insieme all’uscita IMAX. Cosa che Coppola aveva previsto.

La riluttanza degli Studios ad accettare di distribuire Megalopolis è la manifestazione di un problema più ampio di Hollywood, ovvero la riluttanza a distribuire progetti che non siano commercialmente sicuri. Il fondatore di un’etichetta specializzata alla proiezione di Megalopolis ha condiviso che “mi è piaciuto enormemente” e che “è un film molto grande” che “ha una vita reale”. …Come definisci commerciale un film? Guardi film come Blade Runner, è diventato molto più commerciale rispetto al fine settimana di apertura.” Blade Runner non è andato bene al botteghino, ed è diventato un film di fantascienza amato e acclamato.

Tuttavia, questa etichetta specializzata non sceglierà Megalopolis, anche se si tratta del prossimo Blade Runner. Un altro partecipante alla proiezione ammette che Megalopolis “vacilla, vaga, va dappertutto? Sì. Ma è davvero fantasioso e dice qualcosa sul nostro tempo”. La produzione cinematografica fantasiosa e l’attualità dei suoi temi rendono il progetto ancora più intrigante, eppure viene ritenuto commercialmente pericoloso.

Sebbene dal punto di vista commerciale la posizione dei distributori è comprensibile, è necessario che si ricrea a Hollywood lo spazio per film “indipendenti”. È inoltre necessario che ci sia spazio per progetti ad alto budget che siano originali e non facciano parte di un franchising consolidato o di una proprietà intellettuale.

Flaminia, recensione del film di e con Michela Giraud

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Flaminia, recensione del film di e con Michela Giraud

“Visto da vicino nessuno è normale” e questo Flaminia, trentenne “perfettibile” di Roma Nord, con una sorella con la Sindrome di Asperger, ce lo mostra con grande onestà, mettendo a confronto la presunta normalità con ciò che è diverso e “fuori dagli schemi” previsti dall’ambiente sociale. È lei la protagonista dell’esordio dietro alla macchina da presa di Michela Giraud (qui l’intervista), ed è pronta a rubare il cuore degli spettatori… Ma facciamo un passo indietro.

La maggior parte del pubblico italiano conosce Michela Giraud per il suo “Mignottone pazzo”, hit nata durante la prima stagione di LOL – chi ride è fuori, ma chi la segue anche nei suoi spettacoli di stand-up comedy, sa molte più cose di lei, che si evincono da quello che racconta nel corso dei suoi show. Per questo, i suoi accoliti non rimarranno sorpresi dallo scoprire che Flaminia, che Giraud scrive dirige e interpreta, è tratto dalla sua storia personale.

Flaminia, una storia personale. La trama

Nel film, Flaminia De Angelis è tutto quello che una ragazza di Roma Nord deve essere: sorridente, ossessionata dalla forma fisica, sempre attenta all’abbigliamento e ricca, o meglio arricchita. Subendo la pressione del mondo in cui vive e soprattutto di sua madre Francesca, la giovane donna sta per sposare Alberto, un buono a nulla belloccio e con più di un vizio, ma figlio di un importante diplomatico. Il matrimonio regalerà all’intera famiglia di borghesi arricchiti la tanto agognata scalata sociale.

Tutto è pronto per il grande evento quando nella vita patinata della protagonista (che scopriremo molto presto essere tenuta insieme con fatica e insoddisfazione) piomba Ludovica, la sua sorellastra, un uragano di complessità. Trentenne nello spettro autistico, Ludovica irrompe nei ritmi di Flaminia con la forza di un terremoto, mettendo a nudo tutte le ipocrisie con cui la donna crede di convivere benissimo. Questo scontro farà deflagrare l’ordine delle cose, spingendola a rimettersi in discussione.

Smussare gli angoli per adattare il linguaggio

La stand-up comedy ha di un codice linguistico e soprattutto contenutistico ben preciso. Su quei palchi, gli stand-up comedian hanno la licenza di dire tutto e con grande cattiveria. La battuta scorretta, il doppio senso, il commento pesante, si accetta tutto in quelle occasioni, è un patto che lo spettatore sottoscrive tacitamente. Per il suo esordio alla regia (e alla sceneggiatura) Michela Giraud ha dovuto però aggiustare il tiro, limare quella cattiveria e trasformare il suo linguaggio da stan-up in storia, sviluppo dei personaggi e archi narrativi. A questa esigenza puramente tecnica si è aggiunta anche la decisione, coraggiosa, di mettere in piazza una parte di se stessa molto personale, e non con i toni sarcastici e buffi con cui ne aveva già parlato nei suoi show, ma drammatizzando gli avvenimenti e trasformandoli in fiction.

Flaminia recensioneLudovica, il motore del cambiamento

La storia di Flaminia prende il via quando Ludovica entra in scena. La donna è uno “strumento” grazie al quale la vicenda si mette in moto in una direzione ben precisa; il suo irrompere nella vita dell’altra “figlia di suo padre” genera una serie di reazioni che scuotono Flaminia dal suo torpore e dalla sua routine. Per quanto assolutamente sopra le righe, Ludovica è una donna che ha già fatto il suo percorso, è compiuta e centrata, con tutte le sue difficoltà, e questo spaventa anche più della diversità che manifesta. E Flaminia non può che arrendersi di fronte alla sua purezza e onestà, mentre cerca di arginare una personalità così consapevole anche nella sua difficoltà.

Forse con un pizzico di sorpresa, l’aspetto drammatico è quello che risulta meglio riuscito e più autentico in Flaminia, che non è né un film comico né una commedia vera e propria. Si distanzia dai primi perché ha una storia articolata e non si risolve in una serie di situazioni e sketch, ma si scosta anche dalla seconda perché i toni che assume quando la storia di incupisce sono davvero seri, quasi oscuri, molto (forse troppo?) distanti dalla comicità parodistica dell’inizio del film. E allora viene il dubbio che, forse anche comprensibilmente, il lavoro di Giraud sia stato pavido. Abbandonando la sua “cattiveria” ed esponendosi così intimamente ha giocato con cautela lì dove avrebbe potuto avventurarsi, forte di doti drammatiche davvero notevoli.

I momenti più emozionanti del film, che la vedono protagonista insieme alla splendida Rita Abela, superba interprete di Ludovica, sono i migliori, e anche in una scena in particolare che non sveliamo, in cui Flaminia mostra la sua fragilità, Giraud è un’interprete drammatica davvero notevole. Ed è in questi piccoli spazi di grande espressione e interpretazione che si intuisce che forse il coraggio di osare avrebbe reso il film un’opera più completa e significativa.

Zendaya e il cast a Roma per presentare Challengers

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Zendaya e il cast a Roma per presentare Challengers

L’acclamatissima protagonista di Dune – Parte Due Zendaya è arrivata a Roma per presentare il suo nuovo film da protagonista, ovvero Challengers del regista italiano Luca Guadagnino. L’attrice ha presenziato sia stamattina che questa sera alla premiere tenutasi al Cinema Barberini di Roma. L’attrice era accompagnata dal regista Luca Guadagnino e dai protagonisti Josh O’Connor e Mike Faist.

Sposata con un fuoriclasse reduce da una serie di sconfitte (Mike Faist), la strategia di Tashi per la redenzione del marito prende una piega sorprendente quando quest’ultimo deve affrontare sul campo l’oramai rovinato Patrick (Josh O’Connor), un tempo suo migliore amico ed ex fidanzato di Tashi. Mentre il loro passato e il loro presente si scontrano e la tensione sale, Tashi dovrà chiedersi quale è il prezzo della vittoria. Ecco tutte le foto:

Ecco anche le foto del photocall di Challengers sullo sfondo di Roma

Challengers

Il candidato all’Oscar e al BAFTA Luca Guadagnino (“Chiamami col tuo nome”, “Io sono l’amore”), ha diretto il film da una sceneggiatura di Justin Kuritzkes. I produttori di Challengers sono Amy Pascal, Guadagnino, Zendaya e Rachel O’Connor, con Bernard Bellew in veste di produttore esecutivo. La vincitrice del Golden Globe, Zendaya (i film “Dune”, la serie TV “Euphoria”) recita al fianco del vincitore del Golden Globe e del SAG Award e candidato ai BAFTA Josh O’Connor (“The Crown”) e al candidato ai BAFTA Mike Faist (“West Side Story”).

Il team creativo di Guadagnino include collaboratori abituali come il direttore della fotografia Sayonbhu Mukdeeprom, la scenografa Merissa Lombardo, il montatore Marco Costa e il costumista Jonathan Anderson. La colonna sonora del film è opera dei vincitori dei premi Oscar, Golden Globe e BAFTA Trent Reznor e Atticus Ross (“Soul”, “The Social Network”, “Bones and All”). Metro Goldwyn Mayer Pictures presenta una produzione Why Are You Acting? / Frenesy Films / Pascal Pictures, un film di Luca Guadagnino, “Challengers“. Il film uscirà nelle sale italiane il 24 aprile 2024, e sarà distribuito dalla Warner Bros. Pictures.

Dredd – Il giudice dell’apocalisse: tutto quello che c’è da sapere sul film

Gli ultimi anni di cinema ci hanno dimostrato quanto i personaggi dei fumetti e le loro storie possano essere fonte di grande fascino anche sul grande schermo. Al di là dei supereroi della Marvel o della DC, sono numerosi i casi di adattamenti di questo tipo, risalenti anche a ben prima che i cosiddetti cinecomic diventassero una solida realtà. Un brillante esempio, criticato alla sua uscita ma divenuto con il tempo un cult, è il film del 1995 Dredd – La legge sono io. Nel 2012 è poi stato realizzato un reboot, diretto da Pete Davis, dal titolo Dredd – Il giudice dell’apocalisse, che ha riportato il personaggio sul grande schermo.

Ambientato in un futuro distopico, il film ha per protagonista il Giudice Dredd, personaggio dei fumetti ideato nel 1977 da John Wagner e Carlos Ezquerra. Questo nacque come satira della società contemporanea e come denuncia al continuo aumento di potere dei corpi di Polizia nello stato moderno democratico. Attraverso la distopia e la fantascienza, dunque, si raccontavano risvolti preoccupanti della società, elementi poi riprodotti fedelmente anche nel primo film realizzato. Questo secondo, scritto da Alex Garland (Ex Machina, Annientamento, Civil War), si caratterizza invece per la presenza di toni più cupi, una maggiore violenza, un approccio più realistico e il minor spazio concesso alla satira.

Apprezzato da critica e pubblico, Dredd – Il giudice dell’apocalisse è diventato negli anni un film cult, con un nutrito seguito di fan che ancora oggi sperano nella realizzazione di un sequel. Per gli amanti del genere è dunque un film imperdibile, ma prima di intraprendere una visione del film sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e al suo sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Dredd - Il giudice dell'apocalisse cast
Olivia Thirlby in Dredd – Il giudice dell’apocalisse. Photo credit: Joe Alblas – © 2012 – Lionsgate

La trama di Dredd – Il giudice dell’apocalisse

Ambientato in un futuro postapocalittico, nel quale gli Stati Uniti sono ridotti ad una landa devastata e radioattiva, Mega City è un agglomerato urbano abitato da circa 800 milioni di persone. La legge, in questo luogo infernale, è rappresantata dai “Giudici”, un corpo di forze speciali con l’autorità di poter ricercare i criminali ed emettere la loro sentenza seduta stante. Tra i più temuti tra questi vi è Joseph Dredd, un imperturbabile giudice che non si fa scrupoli nel perseguire la giustizia. Data la sua esperienza, a lui viene affidato il compito di valutare la recluta Cassandra Anderson.

La ragazza non sembra soddisfare tutti i requisiti necessari per far parte dell’Accademia che forma i Giudici, ma a cui si è voluto comunque concedere un’opportunità. Nel mentre, vengono ritrovati alcuni cadaveri contrassegnati dalla firma di Madeline Madrigal, una spietata assassina ancora a piede libero. Per Dredd e Cassandra ha dunque inizio la caccia, durante la quale, però, emergeranno una serie di verità inaspettate. Cassandra, infatti, è ben più che una semplice umana e ben presto Dredd scoprirà di dover compiere delle scelte estremamente difficili anche per un giudice come lui.

 

Il cast di attori del film

Ad interpretare il personaggio che fu di Sylvester Stallone vi è qui l’attore Karl Urban. Egli è stato fin da subito affascinato da Dredd e dal fatto che interpretarlo significava recitare costantemente con il volto coperto dall’elmetto. Per lui fu dunque importante imparare a trasmettere emozioni senza l’uso delle espressioni facciali. Per poter dar vita ad una miglior interpretazione del celebre personaggio dei fumetti, Urban ha inoltre affermato di non essere mai uscito dal personaggio, neanche nelle pause tra una ripresa e l’altra. Questa scelta lo ha pertanto portato a mantenere una grande serietà e nessuno lo ha mai visto sorridere sul set.

Accanto a lui, nei panni di Cassandra, vi è l’attrice Olivia Thirlby. Per interpretare il suo personaggio, l’attrice si è addestrata all’uso di armi e al combattimento, così da poter essere fisicamente credibile accanto a Dredd. Nel ruolo di Madeline Madrigal, l’antagonista del film, vi è invece l’attrice Lena Headey. Originariamente il personaggio era stato immaginato come una donna anziana, ma l’attrice ha convinto lo sceneggiatore a riscriverlo come una persona di mezz’età. I tatuaggi che Madeline sfoggia nel film sono i veri tatuaggi dell’attrice, i quali sono però stati ampliati dagli addetti al trucco. Nel film compare anche l’attore Domhnall Gleeson nei panni del tecnico informatico di Madeline.

Dredd - Il giudice dell'apocalisse sequel
Karl Urban in Dredd – Il giudice dell’apocalisse. Foto di Joe Alblas – © 2011 ~ DNA Films Limited (UK) & Kalahari Pictures (Pty) Limited (South Africa).

Dredd – Il giudice dell’apocalisse: ci sarà un sequel?

Data la buona accoglienza di pubblico e critica, lo sceneggiatore Alex Garland confermò l’interesse a realizzare ulteriori due film dedicati al personaggio. Il primo di questi due sequel avrebbe dovuto concentrarsi sulle origini di Dredd e di Mega City, mentre il secondo avrebbe visto il giudice scontrarsi con la sua nemesi più celebre, ovvero Giudice Morte. Successivamente, però, si ipotizzò di realizzare una serie televisiva piuttosto che ulteriori film. I piani per realizzare tutto ciò subirono però una battuta d’arresto e nonostante alcune petizioni e la volontà di Urban di realizzare un sequel, ad oggi non sembrano esserci piani concreti per riportare Dredd al cinema o in televisione.

Nel 2016, Urban aveva però dichiarato che “sono in corso conversazioni” riguardo a una continuazione di Dredd sui servizi di streaming Netflix o Prime Video. In un’intervista del maggio 2016, Urban ha dichiarato che, sebbene la strategia di marketing “mal gestita” del film e la “sfortunata” performance al botteghino abbiano reso “problematico” il tentativo di realizzare un sequel, “il successo che ha ottenuto in tutti i media successivi alla proiezione ha sicuramente rafforzato l’argomento a favore di un sequel”. Nel maggio 2017 è stato annunciato che una serie televisiva intitolata Judge Dredd: Mega-City One è in fase di sviluppo da parte di IM Global Television e Rebellion e che Urban è discussione per recitare nella serie. Ad oggi, però, non sono stati forniti aggiornamenti.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Dredd – Il giudice dell’apocalisse grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Infinity+, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 8 aprile alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Fonte: IMDb

Robert Downey Jr. conferma di essere disponibile a ritornare come Iron Man: “Kevin Feige vincerà sempre”.

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Robert Downey Jr. ha interpretato per la prima volta Tony Stark nel film Iron Man del 2008, dando un’impronta al supereroe che lo ha fatto emergere dalla B-List e ha reso il Vendicatore corazzato forse il volto più amato del Marvel Cinematic Universe.

L’attore ha dato l’addio al ruolo con Avengers: Endgame e da allora si è dedicato a film più seri, tra cui un ruolo in Oppenheimer di Christopher Nolan, un progetto che è valso a Robert Downey Jr. un Oscar come “Miglior attore non protagonista”.

Continuano a circolare voci che vedranno il premio Oscar tornare nei panni di una variante malvagia di Iron Man in Avengers: Secret Wars e Robert Downey Jr. dichiara ora a Esquire di non aver chiuso la porta alla possibilità di interpretare nuovamente Tony.

Felicemente. È una parte troppo integrante del mio DNA“, ha detto Robert Downey Jr. a proposito di un possibile ritorno. “Quel ruolo mi ha scelto. E sentite, io dico sempre: mai e poi mai scommettere contro Kevin Feige. È una scommessa persa. Lui è la casa. Vincerà sempre“.

Kevin Feige ha dichiarato che l’Iron Man morto in Avengers: Endgame non tornerà a farsi vedere perché i Marvel Studioshanno intenzione di conservare quel momento e di non toccarlo più“. Ha poi aggiunto: “Abbiamo lavorato tutti duramente per molti anni per arrivare a quel momento, e non vorremmo mai annullarlo magicamente in alcun modo“.

Questo però non esclude una variante multiversale, vero?

In un’altra parte della copertina, l’attrice di Pepper Potts Gwyneth Paltrow ha riflettuto sulle collaborazioni uniche tra lei e Downey nel MCU.

C’era questo processo in cui [il regista] Jon Favreau, Robert e io andavamo nella roulotte di Jon la mattina e Robert diceva: ‘Non ho intenzione di dire queste battute’ e le buttava via“, ha ricordato l’attrice.

E poi improvvisavamo dal vivo nella roulotte o sul set“. “Penso che per far sì che qualcosa sia vivo per Robert, deve essere fresco, e lui lo rende fresco facendolo sembrare appena inventato. Molte di quelle battute famose sono state scritte dieci minuti prima che le dicessimo“.

Gwyneth Paltrow ha anche detto che sarebbe disposta a interpretare di nuovo Pepper, anche se non senza Robert Downey Jr. al suo fianco. “Oh mio Dio, smettila di urlarmi contro“, ha scherzato lo scorso settembre.  “Abbiamo smesso di farlo perché Iron Man è morto. E che bisogno c’è di Pepper Potts senza Iron Man? Non lo so. Chiamate la Marvel e sgridateli, non io. Io me ne sto seduto qui“.

Special Delivery: dal cast al finale, tutto quello che c’è da sapere sul film

Gli appassionati di questo genere, dunque, potranno trovare qui tutto ciò che ci si aspetta da un film di questo tipo. Grazie al suo passaggio televisivo, sarà dunque possibile scoprirlo e lasciarsi incantare dalle sue tante qualità. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Special Delivery. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai dettagli sul suo finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Special Delivery cast attori

La trama di Special Delivery

Protagonista del film è Eun-ha, una ragazza che all’apparenza lavora in una rimessa al porto di Seoul. In realtà, ha una professione segreta ben diversa: sotto la guida del signor Baek e con la collaborazione del giovane Asif, offre infatti un servizio di “consegne speciali” alla guida di auto truccate, trasportando cose e persone per conto di chi può pagare per le sue capacità tutt’altro che comuni al volante. Una notte, però, le cose prendono una piega inaspettata quando un uomo in fuga da un poliziotto corrotto le affida il figlio Seo-won, assieme alla chiave di sicurezza di un conto in banca pieno di soldi. Per lei sarà l’inizio di un’avventura senza precedenti.

Il cast di attori del film

Ad interpretare la protagonista, Eun-ha, vi è l’attrice Park So-dam, divenuta celebre a livello internazionale per la sua interpretazione di Kim Ki-jung nel film premiato agli Oscar Parasite. Prima di girare questo film, tuttavia, Park So Dam aveva paura di guidare a causa di un suo passato incidente d’auto. Per prepararsi al ruolo, dunque, si è allenata tre mesi prima delle riprese due volte alla settimana con un esperto di arti marziali e la sua controfigura, con l’obiettivo di poter girare quante più scene possibile lei stessa. A causa del particolare colore dei capelli del suo personaggio, inoltre, la produzione ha dovuto affittare un parrucchiere a Busan per tingere i capelli dell’attrice.

Accanto a lei, nel ruolo di Jo Kyung-pil, l’investigatore che le dà la caccia, vi è invece Song Sae-byeok, visto anche nel recente Broker – Le buone stelle. Kim Eui-sung interpreta il ruolo di Baek Kang-cheol, presidente della Baekgang Industries, una società di consegne speciali, mentre Jung Hyeon-jun interpreta Kim Seo-won. Quest’ultimo si è a sua volta distinto per il film Parasite, dove interpretava Da Song, e ritrova dunque qui la sua collega di quel set, Park So-dam. Completano poi il cast Yeon Woo-jin nel ruolo di Kim Doo-shik, il cliente speciale e padre di Seo-won, Yeom Hye-ran in quello di Han Mi-Young, inseguitrice di Eun-ha da parte del Servizio di Intelligence Nazionale e Han Hyun-min nel ruolo di Asif, esperto di riparazioni di veicoli express.

Special Delivery finale

Il finale di Special Delivery

Nel finale di Spiecial Delivery, Eun-ha si ritrova dunque coinvolta in un traffico di gioco d’azzardo illegale di cui l’ufficiale di polizia corrotto Kyeong-pil è l’artefice. Egli sta inseguendo l’ex giocatore di baseball Kim Doo-Sik, ma ancor di più il figlio Seo-won, in quanto vuole recuperare la chiave di sicurezza del conto bancario contenente 30 milioni di dollari, che è in possesso di Seo-won. Ha così inizio un lungo inseguimento tra le strade di Seoul che si risolve solo quando Eun-ha e Kyeong-pil arrivano allo scontro diretto. Lei riesce ad accoltellarlo a morte, ma entrambi finiscono in mare e sembrano annegare. Euh-ha, in realtà, finge la propria morte così da poter sfuggire alla polizia che le dà la caccia.

Il piccolo Seo-won si salva e viene recuperato dalle autorità, venendo poi ammesso in un orfanotrofio e a scuola, potendo così tornare a vivere una vita quanto più normale possibile. Dopo la scuola, tuttavia, Seo-won rincontra finalmente Eun-ha e i due si dirigono verso l’orfanotrofio di Seo-won. Eun-ha, però, riceve un messaggio da un cliente e dice a Seo-won che devono dirigersi verso un punto di raccolta. Questo risvolto finale ci rivela che lei lavora ancora come addetta alle consegne speciali e che dunque potrebbero esserci in serbo altre avventure nel suo futuro. Questo finale, dunque, sembra lasciare aperta la porta per un eventuale sequel, sul quale però al momento non si hanno notizie.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Special Delivery grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Apple TV e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 8 aprile alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Il Cavaliere Oscuro: Jonathan Nolan rivela che l’Enigmista è stato preso in considerazione e perché non è apparso

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Jonathan Nolan ha scritto Il Cavaliere Oscuro e Il Cavaliere Oscuro – Il Risveglio insieme al fratello, il regista Christopher Nolan, e da allora si è dedicato a progetti per il piccolo schermo come Westworld e Fallout.

Parlando con Josh Horowitz per promuovere proprio Fallout, Jonathan Nolan ha confermato di aver avuto delle idee per l’Enigmista nel capitolo finale della trilogia.

Tuttavia, ha spiegato che “sembrava che fosse abbastanza vicino allo spazio di ciò che avevamo fatto con Heath [Ledger] che era davvero necessario… spostarsi lì“.

Jonathan Nolan ha poi spiegato che volevano fare di The Dark Knight Rises un film “post-apocalittico“, rendendo Bane più adatto alla storia raccontata.

Dopo l’uscita de Il Cavaliere Oscuro, abbiamo iniziato a sentire voci sulla possibilità che Leonardo DiCaprio interpretasse l’Enigmista, cosa che David S. Goyer ha recentemente confermato essere stata fortemente voluta dallo studio.

Questo potrebbe spiegare il motivo per cui Jonathan ha iniziato a rimuginare sulle idee per il cattivo.

In un’altra conversazione con Dax Shepard, Jonathan Nolan ha rivelato l’entità del suo coinvolgimento in Batman Begins (l’unico film di questa trilogia per il quale non ha ottenuto un credito di sceneggiatura) e ha confermato che Chris non era inizialmente intenzionato a tornare per un sequel.

Ho lavorato a ‘Batman Begins’ in una posizione un po’ defilata, ma era l’unico fumetto che mio fratello mi aveva regalato da bambino, ‘Batman: Anno Uno’, per il mio quattordicesimo compleanno, e dieci anni dopo ero sul set a lavorare con lui“.

Chris era indeciso se farne un altro“, continua. “Penso che non volesse diventare un regista di film di supereroi. Era molto orgoglioso di ‘Batman Begins’, ma per me era come se avessimo costruito questa fantastica auto sportiva e io gli dissi: ‘Facciamoci un giro. Non vuoi farne un’altra?“.

Abbiamo passato un’ora a raccontare la storia delle origini, ed è fantastico, ma è come se ci chiedessimo: “Cosa possiamo fare di più con questo?”. Possiamo prendere gli stessi personaggi e spostarci leggermente in un genere diverso? Possiamo passare da un film d’avventura a un film poliziesco, a un film sulla mafia, e portarci dentro quella sensazione?“.

Jonathan Majors condannato a 1 anno di consulenza in un caso di aggressione domestica

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Jonathan Majors è stato condannato a un anno di consulenza per violenza domestica dopo essere stato giudicato colpevole l’anno scorso dell’accusa di aver aggredito e molestato la sua ex fidanzata, Grace Jabbari.

L’attore deve completare un programma di riabilitazione per violenza domestica di 52 settimane a Los Angeles, dove attualmente risiede. In futuro ci sarà la possibilità che le sessioni siano in parte virtuali. Deve continuare la terapia di salute mentale a cui è stato iscritto e fornire aggiornamenti sui suoi progressi. Il giudice ha inoltre emesso un ordine di protezione permanente contro qualsiasi contatto tra Jabbari e Majors. Qualsiasi violazione o attività criminale potrebbe portarlo ad affrontare il carcere.

La sentenza è stata pronunciata dal giudice Michael Gaffey in un’aula di tribunale di Lower Manhattan, quasi quattro mesi dopo che Majors è stato giudicato colpevole di due reati minori di molestie e aggressioni contro Jabbari. Dopo un processo durato due settimane, la sua condanna sarebbe dovuta avvenire a gennaio, ma la sentenza è stata posticipata ad aprile a causa delle istanze ora respinte presentate dal suo team legale.

Jonathan Majors è arrivato in tribunale con la sua attuale fidanzata, l’attrice Meagan Good. Ha stretto la mano e abbracciato la sua famiglia e i suoi sostenitori dalla sua parte dell’aula, poi si è seduto tra i suoi avvocati, Priya Chaudhry e Seth Zuckerman. Jabbari è entrata nella stanza poco dopo e ha rilasciato una dichiarazione sull’impatto della vittima, dicendo che Majors “non è dispiaciuto e non si è assunto la responsabilità” dell’aggressione. “Lo farà di nuovo. Farà del male a un’altra donna. Questo è un uomo che crede di essere al di sopra della legge”, ha detto Jabbari. “Ho avuto una carriera, una vita e un corpo, tutti danneggiati.” Ha anche definito “abominevole” e “orribile” la tattica di Chaudhry e Zuckerman di attribuire a lei la colpa durante il processo. “Non mi fermerò finché non sarà più un pericolo. Si rifiuta di riconoscere la colpa e di assumersi la responsabilità. Rimane un pericolo per tutti coloro che lo circondano. Ho visto la sua rabbia e non ha il controllo su di essa”, ha detto Jabbari.

Il giudice Gaffey ha spiegato che l’assenza di precedenti penali e di precedenti arresti di Majors hanno contribuito alla sua decisione di non dare all’attore il carcere. Avrebbe rischiato fino a un anno di prigione. Jonathan Majors hanno mostrato poca reazione nell’aula affollata del tribunale e hanno rifiutato di rilasciare una dichiarazione.

Horizon: An American Saga in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024

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Kevin Costner presenterà la prima parte di Horizon: An American Saga in anteprima mondiale al Festival di Cannes 2024, fuori concorso. Questo progetto in più episodi sulla conquista del West americano è diretto dallo stesso Costner, che è anche co-protagonista insieme a Sienna Miller. Kevin Costner, come già riportato, ha sempre avuto l’obiettivo di dipingere un ritratto dell’America: le sue origini, i suoi difetti e le sue leggende. Come sappiamo da Balla coi lupi, il western è diventato il suo genere preferito per esprimere il suo impegno politico a favore della democrazia e dell’ambiente.

“Vorrei ringraziare il Festival di Cannes per aver incluso il mio film Horizon, An American Saga nella selezione di quest’anno“, ha affermato Kevin Costner. “Erano 20 anni che non avevo il piacere di essere sulla Croisette. Ho aspettato il momento giusto per tornare e sono orgoglioso di dire che questo momento è arrivato. Horizon: An American Saga è una storia iniziata 35 anni fa, e non riesco a pensare a un posto migliore di Cannes per rivelare al mondo il risultato di un’avventura così meravigliosa. I francesi hanno sempre sostenuto i film e hanno creduto profondamente nella cinematografia. Così come io credo profondamente nel mio film…“.

Dopo le incursioni nelle serie Hatfields and McCoys e Yellowstone, Costner torna dunque al genere che ha fatto la fortuna del cinema americano per un progetto monumentale sul costo, in termini di guerra e violenza, della costruzione e dell’espansione degli Stati Uniti d’America. Il Festival di Cannes è dunque lieto di accogliere Kevin Costner per presentare il suo nuovo film Horizon, che sarà proiettato domenica 19 maggio 2024.

Quello che sappiamo su Horizon: An American Saga

Secondo la sinossi ufficiale del film, Horizon: An American Saga esplorerà un periodo di 15 anni di espansione nel West americano prima e dopo la guerra civile. Non è stato ancora rivelato nulla sul personaggio di Costner o su nessuno dei personaggi secondari, ma il film vanta un cast impressionante. Il film è diviso in due parti e anche il Capitolo 2 dovrebbe debuttare nel 2024. Oltre a Costner, il cast, come confermato dal trailer, include Sienna Miller, Sam Worthington, Will Patton, Thomas Haden Church, Luke Wilson, Jena Malone, Dale Dickey, Abbey Lee, Isabelle Fuhrman, Jamie Campbell Bower, Michael Rooker e Giovanni Ribisi.

Premio Film Impresa, al via la seconda edizione

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Premio Film Impresa, al via la seconda edizione

Parte la seconda edizione del Premio Film Impresa, che avrà luogo il 9, 10 e 11 aprile alla Casa del Cinema di Roma a Villa Borghese. Creatività e coraggio, territorio e innovazione, radici nel passato e disegno del futuro: questo e tanto altro nei cortometraggi e mediometraggi che concorreranno a questa seconda edizione del Premio Film Impresa diretto da Mario Sesti e presieduto da Giampaolo Letta.

Si tratta di un cantiere di ricerca, conoscenza, esplorazione di quelle opere che incrociano linguaggio del cinema e dinamica imprenditoriale, l’universo di intensa mediatizzazione in cui viviamo e l’immenso potere di trasformazione delle nuove tecnologie.

Premio Film Impresa è un’iniziativa ideata e realizzata da Unindustria con il supporto di Confindustria, che mira a valorizzare, esaltare e comunicare i valori dell’impresa di chi ci lavora attraverso i film d’impresa che, sempre più spesso, le aziende realizzano per raccontare la loro storia, il loro prodotto, il lavoro delle persone, il rapporto con il territorio.

Nel corso delle tre giornate di aprile le proiezioni dei film si alterneranno ad incontri e talk tematici su sostenibilità, creatività, capitale umano e formazione.

Martedì 9 aprile, per l’apertura della manifestazione, è previsto il talk “Comunicare l’impresa, l’impresa di comunicare. Connessione, emozione, narrazione: il valore del racconto” insieme a Ferzan Özpetek, Giampaolo Letta e Mario Sesti.

Per l’occasione interverranno anche Angelo Camilli, presidente Unindustria, Carlo Bonomi, presidente Confindustria, Francesco Rutelli, presidente ANICA Associazione Nazionale Industrie Cinematografiche Audiovisive e Multimediali, Monica Lucarelli, assessore alle Politiche della Sicurezza, Attività Produttive e alle Pari Opportunità Roma Capitale, Lorenza Lei, responsabile della Struttura Autonoma Cinema della Regione Lazio, Alberto Tripi,  presidente Almaviva, Cristina Parenti, direttore relazioni esterne e comunicazione Edison, Luca Torchia, chief Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Maria Raffaella Caprioglio, presidente Umana e Roberto Fiorini, chief communication officer UniCredit.

Al termine del talk di apertura il Presidente di Unindustria Angelo Camilli consegnerà il Premio Speciale Film Impresa al regista Ferzan Özpetek.

Il programma di giornata proseguirà con la visione di “Corti da Rai Teche – C’era ancora domani|Flash. La donna che lavora – La fabbrica”, di Ugo Zatterin e Giovanni Salvi, 1959.
A seguire spazio alle proiezioni delle opere in concorso e all’evento speciale “C’era ancora domani: Libertà, famiglia, impresa. Dalla parità sul lavoro all’innovazione del brand” a cura di Caterina Taricano e con gli interventi di Francesca Cadin, Customer Service Enti, Istituzioni, Eventi Celebrativi di Rai Teche, Maria Raffaella Caprioglio, presidente Umana, eSara Gay – Head of Group Diversity, Equity and Inclusion, Unicredit.
A conclusione della giornata di apertura si svolgerà l’evento “Video essay: Gabriele Salvatores: il suo canto libero. Lasciateci perdere: memoria, passione e cinema di un premio Oscar”, seguito da una conversazione con Gabriele Salvatores, Gloria Satta e Mario Sesti.

Ad inaugurare la giornata di mercoledì 10 aprile spazio all’evento speciale “Streaming, web, serie: l’avventura continua. La nuova serialità sbarca nella comunicazione d’impresa”, al termine del quale si svolgerà il talk “Nuova serialità, comunicazione imprenditoriale e la generazione Zeta” con Andrea Minuz e Mario Sesti che dialogheranno con gli studenti e gli imprenditori presenti in sala.
A seguire, oltre alle proiezioni delle opere in concorso, è in programma il talk “Il talento non ha genere. Nel cinema, nello sport, in azienda. Equità di genere: un confronto su coraggio, libertà, visione e possibili rivoluzioni”, a cura di Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane e i seguenti eventi: “Corti da Rai teche – C’era ancora domani|Flash. La stampa femminile (Casa e lavoro)”, di Giulietta Vergombello, 1973; “C’era ancora domani|Flash. Si dice donna”, di Tilde Capomazza, 1977; “C’era ancora domani: il privato, il lavoro, la libertà. Dal diritto all’occupazione all’autonomia dei sentimenti”, dopo il quale seguirà una conversazione con Sabrina De Filippis, AD Mercitalia Logistic – Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Valeria Sandei, AD Almawave – Gruppo Almaviva, Barbara Terenghi, chief sustenibility officier Edison, Roberto Bozzi, presidente di Confindustria Romagna, Roy Menarini, direttore de La Settima Arte Cinema e Industria e docente di Cinema e Industria Culturale all’Università di Bologna e Francesca Cadin, customer service Entrti, Istituzioni, Eventi Celebrativi di Rai Teche.

PFI FOCUS – Innovazione, cura, formazione: il campus Biomedico” sarà l’evento che chiuderà la seconda giornata della manifestazione, con la proiezione di “Radici profonde e sguardo al futuro – Trentesimo anniversario di Andrea Pellizzer” prodotto dal Campus Biomedico di Roma, a cui seguirà una conversazione con Carlo Tosti, Presidente dell’Università Campus Bio-Medico di Roma e della Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Giampaolo Letta, Mario Sesti e con donne e uomini protagonisti del documentario.

L’ultima giornata del Premio Film Impresa, in programma l’11 aprile, prenderà il via con la proiezione dei dieci video realizzati nell’ambito della masterclass “Dall’impresa allo schermo. Videoracconti e storie in forma breve”, ideata da Unindustria e Confindustria con il suo Archivio Storico per La Sapienza Università di Roma, a cui saranno presenti Luca Lucini, Presidente di giuria, e le aziende partner.

A seguire si svolgerà l’evento “Corti da Rai Teche – C’era ancora domani|Flash, Uomini e affari (Gianola Nonino – la signora della grappa)” di Marcella Gabbiano, 1989.

Il programma riprenderà con le proiezioni delle opere in concorso e ci sarà spazio anche per gli eventi “PFI Explore | Lazio terra dell’audiovisivo. Sfide, esperienze, territori” e “PFI Explore a cura di Würth. Sfide, esperienze, territori” – seguito da una conversazione con la direttrice del Museo Würth Valentina Spagnuolo -, iniziative che apriranno le porte ad alcune speciali produzioni fuori concorso.

A seguire ci sarà un’anticipata dedicata alla stampa grazie alla quale sarà possibile visionare due speciali inediti: “L’eroe e il mito” di Ermanno Olmi e “M.A.D.E. Made in Italy. Made with Bravery featuring Renzo Rosso – Ep. 8 di Francesco di Giorgio”, una produzione Frame by Frame per OTB.
Successivamente spazio al talk “Le porte aperte di una città inclusiva e sostenibile, i grandi eventi che cambiano il volto delle città” con la visione di “Il cinema e l’anno giubilare”, alla quale seguirà una conversazione con il sindaco di Roma Roberto Gualtieriinsieme ad Angelo Camilli, Giampaolo Letta e Mario Sesti.

L’inedito fuori concorso “L’eroe e il mito” di Ermanno Olmi, prodotto dall’azienda Dainese e con protagonista Valentino Rossi, verrà poi proiettato anche a favore del pubblico presente all’evento e seguiranno gli interventi di Guido Meda, Elisabetta Olmi, Giampaolo Letta e Mario Sesti.

A chiudere la seconda edizione del Premio Film Impresa ci sarà l’attesissima cerimonia di premiazione inaugurata dalla visione del video essay “Scaraventare lo spettatore addosso agli attori: l’occhio di Francesca”, in ricordo del maestro Ermanno Olmi e seguita da una conversazione con Francesca Archibugi insieme a Mario Sesti e Francesca Magliulo, direttore Fondazione EOS EDISON.

Una giuria d’onore d’eccezione, presieduta dal regista premio Oscar Gabriele Salvatores, assegnerà un premio alle opere in concorso in ciascuna delle seguenti categorie: Miglior Film d’Impresa Umana – Area Narrativa – Scrittura, immaginario, messa in scena; Miglior Film D’Impresa UniCredit – Area Documentaria – Storia, testimonianze, fatti e Percorsi, testimonianze, fatti; Miglior Film Almaviva – Area II&S: Innovative, Image & Sound – Ritmo, luce, percezione.
La regista e sceneggiatrice Francesca Archibugi riceverà il Premio Olmi, promosso dalla Fondazione Eos – Edison Orizzonte Sociale ETS; il Premio Speciale Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane verrà consegnato alla cantante e produttrice discografica Caterina Caselli, che parteciperà anche a una conversazione con Mario Sesti a margine della visione del video essay “Caterina Caselli: arte e impresa di una ragazza tutta d’oro”.

Il Premio Speciale Film Impresa-Unindustria alla creatività verrà consegnato all’imprenditore Renzo Rosso, che a conclusione della terza giornata sarà protagonista di una conversazione con Giampaolo Letta.

Durante la ricca tre-giorni di aprile ci sarà spazio anche per due segnalazioni collaterali: quella popolare della platea competente per il film più amato dal pubblico e quello dell’Ente dello Spettacolo – Rivista del Cinematografo che premierà un film che sarà poi proiettato al Lecco Film Festival.

È possibile seguire le tre giornate del Premio Film Impresa in streaming sui canali ufficiali della manifestazione. La manifestazione è patrocinata da Roma Capitale, Camera di Commercio di Roma e Rai Teche, in collaborazione con Confindustria e Regione Lazio, ANICA, UNA e Casa del Cinema di Roma.

L’iniziativa ha visto per il secondo anno consecutivo il contributo di Almaviva, Edison,Fondazione Eos – Edison Orizzonte Sociale ETS, Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, Umana e UniCredit, ai quali si sono aggiunti nel 2024 Università Campus Bio-Medico di Roma, Fondazione Policlinico Universitario Campus Bio-Medico, Würth, ITS Meccatronico del Lazio. Adnkronos è media partner.

Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza torna al cinema 20, 21, 22 maggio

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È il 9 aprile del 1979 quando il pubblico italiano “incontra” per la prima volta uno dei personaggi più iconici dell’intera animazione giapponese in una serie tv divenuta leggendaria. 45 anni dopo, il pirata dello spazio creato dalla fantasia del geniale Leiji Matsumoto torna al cinema con Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza, l’anime che narra la giovinezza del celebre corsaro. L’evento speciale sarà la più grande reunion al cinema dei fan di Capitan Harlock, pensata per festeggiare l’anniversario in compagnia dei personaggi storici della serie (da Tochiro a Emeraldas passando per Mayu). L’appuntamento nelle sale è fissato per il 20, 21, 22 maggiograzie alla Stagione degli Anime al Cinema 2024, un progetto esclusivo di Nexo Digital distribuito in collaborazione con Yamato Video.

Spietato, idealista, leale e incorruttibile, Capitan Harlock è il pirata spaziale più famoso dell’animazione giapponese. Benda nera a coprire un occhio, cicatrice che gli attraversa il volto, un lungo mantello nero, stivali che anticipano il suo arrivo con passo leggero ma autoritario. Capitan Harlock è prima di tutto un personaggio nato a fumetti nel 1977 per mano di Leiji Matsumoto, che al corsaro dello spazio aveva in realtà dedicato più di un’opera, quelle dove il protagonista è conosciuto come il “proto-Harlock”. In un manga del 1972, Gun Frontier, ambientato nel vecchio West, Harlock fa per esempio la conoscenza con il giapponese Tochiro: colui che diventerà nella fenomenologia della serie il suo migliore amico, nonché il costruttore geniale della nave Arcadia.

Il pirata diventa una star nel 1978 quando Toei dà vita alla celeberrima serie animata in 42 episodi diretta da Rintarō. Nell’anime l’Arcadia cambia colore rispetto al fumetto, un colore blu notte. Inoltre, per accentuare il tono drammatico e nostalgico della trama viene creato il personaggio di Mayu: la piccola è molto affezionata a Harlock e in più di un’occasione giocherà un ruolo centrale nell’affetto e nelle decisioni del pirata. Se in Giappone il corsaro spaziale occupa le pagine dei principali mensili specializzati in animazione e viene omaggiato da numerosi libri illustrati, in Italia la popolarità della serie si fa registrare anche grazie al successo della sigla cantata da La banda dei bucanieri (Fonit Cetra), scritta da Luigi Albertelli con Vince Tempera.

La trama di Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza

In Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza la guerra contro gli Illumidiani é perduta, la libertà una chimera. Un valoroso guerriero torna, stanco ma indomito, sul suo pianeta occupato: il suo nome è Harlock. Le città sono in rovina e i governanti corrotti non hanno esitato a vendersi all’invasore. Ma c’è ancora qualcuno che combatte per la libertà: Maya, la “voce” della resistenza; Zoll, il mercenario di Tokarga deciso a vendicare il suo popolo; Emeraldas, una piratessa spaziale. E infine Tochiro, legato ad Harlock da un’amicizia che si trasmette da generazioni, il geniale costruttore di una possente astronave che porta il nome di un’utopia: Arcadia. La battaglia per la libertà sta per iniziare.

Dopo Capitan Harlock. L’arcadia della mia giovinezza l’appuntamento della Stagione degli Anime al cinema proseguirà con Lupin III. La pietra della saggezza (1978).

Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna: trailer con Scarlett Johansson e Channing Tatum

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Eagle Pictures ha diffuso il trailer di Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna con Scarlett Johansson e Channing Tatum. Diretto da Greg Berlanti, il film è scritto da Rose Gilroy ed è basato sulla storia di Bill Kirstein e Keenan Flynn. I produttori sono Scarlett Johansson, Jonathan Lia, Keenan Flynn, Sarah Schechter e Robert J. Dohrmann è il produttore esecutivo.

Completano il cast Nick Dillenburg, Anna Garcia, Jim Rash, Noah Robbins, Colin Woodell, Christian Zuber, Donald Elise Watkins con Ray Romano e Woody Harrelson. Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna sarà al cinema dall’11 luglio distribuito da Eagle Pictures.

La trama di Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna

Interpretato da Scarlett Johansson e Channing Tatum, Fly Me to the Moon – Le due facce della Luna è un’intelligente ed emozionante commedia drammatica, ambientata nel contesto dello storico allunaggio NASA dell’Apollo 11. Assunta per rilanciare l’immagine pubblica della NASA, Kelly Jones (Johansson), ragazza prodigio del marketing, si scontrerà con Cole Davis (Tatum), direttore del programma di lancio,  creando scompiglio nel suo già difficile compito. Quando la Casa Bianca ritiene che la missione sia troppo importante per fallire, Kelly Jones viene incaricata di inscenare un finto sbarco sulla Luna come piano di riserva. A quel punto il conto alla rovescia inizia davvero.

Superman: David Corenswet rivela quali sono i fumetti a cui si ispira il reboot

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La star di Superman, David Corenswet, ha fatto un’apparizione a sorpresa alla proiezione del suo nuovo film, The Greatest Hits, ieri sera, e ha risposto a un paio di domande sul prossimo reboot del DCU.

Come ci si aspetterebbe, l’attore non è sceso nei dettagli, ma ha rivelato alcune delle serie di fumetti a cui si è ispirato lo sceneggiatore/regista James Gunn, pur sottolineando che il film è “una cosa tutta sua”.

David Corenswet cita All-Star Superman (che conoscevamo) e Superman for all Seasons, la serie limitata in 4 numeri di Jeph Loeb e Tim Sale.

Di cosa parla Superman for all Seasons? 

Pubblicata nel 1998, la storia racconta le origini dell’Uomo d’Acciaio attraverso la narrazione di quattro delle persone a lui più vicine, Jonathan Kent, Lois Lane, Lex Luthor e Lana Lang. Qui di seguito potete vedere un breve video del discorso di Corenswet.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Those About to Die: teaser trailer della serie sui Gladiatori girata a Roma

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Il regista di Independence Day, Roland Emmerich, ha presentato un nuovo teaser della serie Those About To Die (Quelli che stanno per morire), che introduce il complesso e corrotto mondo dei combattimenti gladiatori nell’Antica Roma, con un piccolo aiuto da parte dell’imperatore romano Vespasiano, interpretato dal due volte premio Oscar Sir Anthony Hopkins. Come si conviene, tutti i 10 episodi della serie usciranno su Peacock giovedì 18 luglio negli USA, poco più di una settimana prima dell’inizio dei Giochi Olimpici estivi di Parigi, il 26 luglio.

Sviluppato da Robert Rodat e diretto da Emmerich e Marco Kreuzpaintner, Those About To Die (Quelli che stanno per morire) esplora lo squallido ventre della competizione gladiatoria, dove si intrecciano intrattenimento per le masse, manovre politiche e dinastie romane. L’obiettivo esteriore è dare al pubblico il sangue e lo sport che desidera con ogni mezzo necessario. Sotto lo spettacolo, tuttavia, ogni sorta di personaggio proveniente da tutto l’Impero usa il Colosseo come luogo per perseguire i propri scopi. La serie promette un alto livello di pericolo e di eccitazione: i gladiatori si scontrano e il sangue scorre in questo mondo di corruzione e morte, mentre la lotta per la successione all’imperatore invecchiato infuria.

Il teaser è narrato da Anthony Hopkins, che prepara il terreno per lo spettacolo di sangue che verrà. Mentre passano flash di guerrieri con spade, scudi e archi, racconta come le battaglie nell’arena facciano parte della storia della guerra tanto quanto gli scontri sul campo e le dispute verbali e i sotterfugi a porte chiuse. Sebbene sembri che si stia rivolgendo al popolo di Roma per l’inizio dei giochi, le sue parole riflettono anche gli intrighi politici che si svolgono dietro le quinte. L’azione non mancherà comunque nella serie di Emmerich e Rodat, visto che un’inquadratura finale mostra cavalli e carri che attraversano l’arena mentre i guerrieri combattono con furia e grazia.

https://youtu.be/6xouFXMOvaU

Cosa sappiamo su Those About To Die (Quelli che stanno per morire)

La descrizione del personaggio di Vespasian descrive il personaggio come “provato in battaglia, un novellino rurale che ha reclamato il suo trono dopo aver vinto una sanguinosa guerra civile durata dieci anni. Sta invecchiando ed è disprezzato dai Patrizi che lottano per una posizione nell’Impero e cercano di soppiantare i suoi eredi al trono alla prima occasione che ne hanno.”

Those About To Die sarà prodotto esecutivamente e diretto da Emmerich attraverso la sua società Centropolis Entertainment e lo sceneggiatore di Salvate il soldato Ryan Robert Rodat,  scriverà la sceneggiatura basata sull’omonimo libro di saggistica di Daniel Mannix. La produzione dovrebbe iniziare quest’anno in Italia. “È un dramma epico ambientato nel mondo complesso e corrotto della competizione tra gladiatori guidata dallo spettacolo“, recita la sinossi. “La serie introduce un insieme di personaggi diversi provenienti da tutte le parti della società romana che si scontrano all’incrocio tra sport, politica e dinastie del mondo antico.

Those About To Die segna il primo progetto televisivo di Roland Emmerich in un decennio dal suo debutto alla regia televisiva nel 2012 con Dark Horse. È meglio conosciuto per aver diretto film di sopravvivenza ai disastri come Universal SoldierIndependence Day Godzilla , The Day After Tomorrow2012 e Moonfall. Altri produttori esecutivi sono Gianni Nunnari, Harald Kloser, Herbert G. Kloiber, Oliver Berben, Martin Moszkowicz, Stuart Ford, Lourdes Diaz e Jonas Bauer. È una produzione di AGC Studios, con la produzione di Centropolis Entertainment, Hollywood Gang Productions e Street Entertainment.

Scoop: la storia vera dietro al film Netflix sul Principe Andrea

Scoop: la storia vera dietro al film Netflix sul Principe Andrea

Nel 2020, prima di produrre Scoop, il film sulla storia vera dell’intervista che la BBC fece al Principe Andrea in merito al suo legame con Jeffrey Epstein, Netflix aveva pubblicato Jeffrey Epstein: Filthy Rich, uno sguardo approfondito sullo scandalo del traffico sessuale di Jeffrey Epstein e su come ha usato il suo potere e la sua ricchezza per coprire i propri crimini. La docuserie approfondisce il ruolo di Epstein e Guylaine Maxwell nel reclutamento di donne (anche minorenni) che in seguito si sono fatte avanti come vittime di uno “schema piramidale” di molestie.

Sebbene la docu serie originale di Netflix abbia fornito una panoramica di ciò che è accaduto a porte chiuse nel processo penale contro il finanziere, non ha approfondito uno dei personaggi legati a questa operazione. La famiglia reale britannica è negli ultimi tempi al centro dell’interessa dei media, da Meghan Markle e il Principe Harry che si sono dimessi dai loro doveri reali, fino alle recenti ossessioni per lo stato di salute di re Carlo III e Kate Middleton, con quest’ultima costretta a dover fare un annuncio pubblico sulla sua battaglia contro il cancro.

Tuttavia, la notizia del legame del Principe Andrea con Epstein e delle accuse di violenza sessuale nei suoi confronti è stata probabilmente la più controversa di tutte. Dopo aver lasciato i suoi doveri reali e aver visto la sua reputazione macchiata, il Duca di York ha accettato di rilasciare un’intervista esclusiva alla BBC nel 2019 con la speranza di chiarire la sua relazione con il finanziere. Questa storia di vita reale è al centro dell’ultimo film Netflix, Scoop (qui la recensione), interamente incentrata sulla preparazione della famigerata intervista a Newsnight e sulle sue ripercussioni.

Il principe Andrea e Jeffrey Epstein erano vicini dagli anni ’90

Scoop la storia vera

Come viene riportato da Scoop (qui la recensione) nell’intervista del Principe Andrea (Rufus Sewell) a Emily Maitlis (Gillian Anderson), egli incontrò Jeffrey Epstein per la prima volta nel 1999 per tramite di Guylaine Maxwell. Lui e la Maxwell si conoscevano da quando lei era una studentessa universitaria a Oxford. Secondo il Daily Mail, il Duca di York ha trascorso una vacanza sull’isola privata di Epstein nei Caraibi nel 1999, la prima di molte interazioni che hanno avuto nel corso degli anni. Dai 40 anni di Andrew ai 18 anni della Principessa Beatrice, i due sono stati fotografati insieme in diverse occasioni, anche dopo che il finanziere è stato condannato al carcere nel 2008.

Quando Maitlis ha chiesto nell’intervista a Newsnight del suo incontro con Epstein a Central Park nel 2010, il principe ha detto che quel giorno si erano incontrati per rompere i legami a causa delle accuse. Tuttavia, Andrew è rimasto a casa di Epstein per alcuni giorni dopo questa conversazione, rendendo meno credibili le sue affermazioni sulla rottura dell’amicizia. Soprattutto perché ha negato l’affermazione di essere stato un ospite d’onore a una festa di quattro giorni, presumibilmente per celebrare la scarcerazione di Epstein. Secondo un’intervista rilasciata nel 2019 alla BBC, il Duca di York ha dichiarato che non si trattava di una festa, ma piuttosto di un piccolo incontro con solo otto o dieci persone presenti.

Il principe Andrea fu accusato di aver abusato di Virginia Roberts Giuffre, una delle vittime di Epstein

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Oltre al suo legame con un trafficante di sesso condannato, il Principe Andrea è stato citato anche nel caso giudiziario di Epstein del 2015. La menzione non era dovuta solo alla sua relazione con il finanziere, ma piuttosto al legame del reale con Virginia Roberts Giuffre, una delle vittime di Epstein. La Giuffre ha avuto un’infanzia difficile, avendo subito abusi e la mancanza di una vera famiglia prima di incontrare Maxwell ed Epstein per quello che credeva fosse un colloquio di lavoro per diventare una massaggiatrice. Dopo essere stata abusata dallo stesso finanziere, ha accusato il principe Andrea di violenza sessuale dopo il loro incontro a Londra nel 2001.

All’epoca la ragazza aveva solo 17 anni e da allora è circolata su Internet una fotografia scattata quella notte, che mostra il Duca di York con il braccio intorno alla vita di lei. Non è stata l’unica volta che la Giuffre ha accusato il reale di cattiva condotta sessuale. Nella sua causa civile, la donna ha raccontato che Epstein ha abusato di lei altre due volte, nelle proprietà di Epstein a Manhattan e a Little St. Nell’intervista rilasciata a Newsnight, il Principe Andrea ha dichiarato di non ricordare di aver incontrato la Giuffre e ha negato di aver avuto rapporti sessuali con lei.

Scoop si concentra sul modo in cui i giornalisti della BBC si sono assicurati un’intervista con il principe Andrea in mezzo allo scandalo

Scoop Gillian Anderson Netflix

Sebbene il film Scoop di Netflix tratti delle accuse e dell’amicizia tra il principe Andrea e Epstein (principalmente attraverso la conversazione con la BBC), la pellicola si concentra anche su le donne che hanno assicurato l’intervista al canale britannico. La protagonista è Sam McAlister (Billie Piper), l’ex produttrice di Newsnight che convinse il principe reale e la sua segretaria privata di allora Amanda Thirsk (Keeley Hawes) a dare il via libera all’intervista. In un colloquio con Esquire, la McAlister in carne e ossa ha raccontato come ha usato la brutale onestà per convincere il principe e il suo team:

Il lavoro si basava sulla connessione e sull’integrità. Le persone dovevano fidarsi di te e di ciò che dicevi. E così ho dimostrato la mia fiducia alle persone essendo onesta e diretta con loro. In quel momento eravamo circa a metà della trattativa, quindi eravamo lì da un’ora, quindi non è così schietto come sembra, ma abbiamo creato un vero e proprio rapporto. Sapevo che si fidava delle mie parole“.

Dopo che McAlister ha organizzato l’intervista (un processo che ha richiesto circa 13 mesi in totale, con la principessa Beatrice che si è presentata durante la negoziazione), è stato il momento per Emily Maitlis e la produttrice Esme Wren (Romala Garai) di preparare e orchestrare l’intervista. In un’intervista a Vanity Fair, la Maitlis ha raccontato di essere stata molto ansiosa durante questo periodo di preparazione e fin troppo consapevole di dover realizzare “un’intervista che potesse reggere in tribunale“.

Una volta terminata l’intervista, McAlister ha dichiarato che il Principe Andrea e il suo team erano molto ottimisti, mentre la BBC non riusciva a credere che l’intervista sarebbe arrivata alla luce del sole. Dopo la messa in onda, al Principe Andrea sono stati tolti i titoli militari e il diritto di essere chiamato “Sua Altezza Reale“. Ha anche patteggiato la causa per violenza sessuale e ha pagato una somma non rivelata a Giuffre. Quanto alla McAlister, ha scritto il libro di memorie che ha ispirato il film di Netflix, Scoops: Inside theBBC’s Most Shocking Interviews from Prince Andrew to Steven Seagal. Come la McAlister, anche Maitlis ha lasciato la BBC e ora conduce The News Agents su LBC Radio.

Girasoli: il trailer del film con Gaia Girace

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Girasoli: il trailer del film con Gaia Girace

Ecco il trailer di Girasoli, l’opera prima di Catrinel Marlon che, dopo essere stato presentato Fuori Concorso al 41.mo Festival di Torino esce al cinema il prossimo 23 maggio distribuito da Masi Film. Nel cast del film Gaia Girace (L’amica Geniale, The Good Mothers) al suo esordio in un lungometraggio, Mariarosaria Mingione, Monica Guerritore, Pietro Ragusa.

Il film, ispirato a una storia vera, racconta dei “bimbi sperduti” che abitavano i manicomi fino agli anni ’70 in Italia, cercando di restare bambini il più a lungo possibile in un luogo senza gioia, per non venire trasferiti nei reparti degli adulti. Attraverso una storia d’amore e di solidarietà femminile, i tre personaggi principali Lucia (una giovane paziente), Anna(un’infermiera alle prime armi) e la dottoressa Marie (pioniera delle successive teorie di Basaglia) mostrano un periodo storico di cambiamento della disciplina psichiatrica. Un film corale, in cui l’immaginazione dei ragazzi dimenticati è centrale.

Sei Fratelli, il trailer del film di Simone Godano

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Sei Fratelli, il trailer del film di Simone Godano

Arriva al cinema dal 1° maggio, Sei Fratelli, il nuovo film di Simone Godano, prodotto da Grøenlandia con Rai Cinema, e distribuito da 01 Distribution. Ecco il trailer.

Simone Godano, che firma anche la sceneggiatura insieme a Luca Infascelli, dirige un cast corale composto da Riccardo Scamarcio, Adriano Giannini, Gabriel Montesi, Valentina Bellè, Claire Romain, Mati Galey, Linda Caridi, Judith El Zein, Imma Villa, Antonella Ponziani, Camilla Barbieri e con Gioele Dix.

Sei Fratelli, la trama

Marco, Guido, Leo, Luisa, Gaelle e Mattia hanno madri diverse, non sono tutti figli biologici dello stesso padre ma hanno un’unica vera figura paterna di riferimento: Manfredi Alicante. Quando quest’ultimo viene a mancare, si ritrovano per la prima volta tutti insieme nella casa paterna a Bordeaux, vivendo l’illusione di poter diventare una famiglia unita. Ma ormai ognuno di loro porta con sé una storia, un’identità e tornare indietro non sarà facile.

MaXXXine, il trailer del film di Ti West con Mia Goth

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MaXXXine, il trailer del film di Ti West con Mia Goth

È stato diffuso il primo trailer di MaXXXine, il nuovo film di Ti West che chiude la trilogia che compone con X – A Sexy Horror StoryPearl. Torna protagonista Mia Goth nei panni dell’anti-eroina del titolo.

Dopo il successo di X – A Sexy Horror Story e del suo prequel Pearl, Ti West è al lavoro su MaXXXine, sequel diretto di X e che vede protagonista ancora Mia Goth. Oltre a lei, che torna nel ruolo che ha già interpretato, il film è impreziosito da una serie di nomi che sono stati annunciati da poche ore.

Elizabeth Debicki (Tenet), Moses Sumney (Creed), Michelle Monaghan (Mission: Impossible – Fallout), Bobby Cannavale (The Watcher), Lily Collins (Emily in Paris), Halsey (Sing 2), Giancarlo Esposito (Breaking Bad), e Kevin Bacon (City on a Hill) si uniscono a Goth, il che rende il film ancora più interessante e ne fa un prodotto abbastanza insolito, in quanto sarà un film horror a basso budget ma con un cast stellare.

Ancora una volta, Ti West scrive e dirige la storia, il che significa che a questo punto il franchise è in ottime mani. E il pubblico risponde abbastanza bene: i primi due film sono costati solo 2 milioni di dollari e hanno incassato oltre 22 milioni di dollari in tutto il mondo. Potrebbe non sembrare molto, ma questi numeri suggeriscono che il franchise è abbastanza popolare da andare avanti e che un moderato ritorno al botteghino non mette troppa pressione su A24, che a sua volta potrebbe ancora garantire il controllo creativo di West sul film.

Ripley: recensione della nuova serie con Andrew Scott

Ripley: recensione della nuova serie con Andrew Scott

Il talento di Mr. Ripley è una delle pellicole che ha portato maggiore popolarità nel grande pubblico a attori all’epoca emergenti come l’affascinante Jude Law e un brillante Matt Damon, già noto per il suo Good Will Hunting. Il regista e sceneggiatore Steven Zaillian (Schindler’s list) ha dato vita a un nuovo adattamento della storia: Ripley, è un adattamento del romanzo Il talento di mr. Ripley di Patricia Highsmith, formata da una sola stagione di 8 episodi da circa 45 minuti ciascuno. Il ruolo del protagonista Tom Ripley, interpretato da Damon nella versione cinematografica, è qui ricoperto dall’attore irlandese Andrew Scott (il prete in Fleabag, Estranei). Nel cast si ritrovano anche Johnny Flynn (One life, Emma) e Dakota Fanning rispettivamente nei panni di Dicky Greenleaf e di Marge Sherwood.

Ripley: un’estate ad Atrani

La serie si apre in una cupa notte romana, tutto sembra fermo e silenzioso; finché un uomo, Tom Ripley, si ritrova a trascinare un cadavere giù dalle scale del palazzo, dinanzi ai soli occhi vigili del gatto Lucio. Sei mesi prima Ripley non era altro che un falsario, un ladro di identità che viveva di assegni rubati. L’uomo viene un giorno intercettato da un investigatore privato che gli offre un lavoro per conto del ricco signor Greenleaf: partire per Atrani e riportare Dicky, suo figlio e conoscente di Tom al college, indietro negli Stati Uniti.

Da questo momento iniziano le avventure di Dicky, Tom e Marge, compagna di Dicky, insieme ad Atrani. Per quanto la ragazza si mostri fin da subito diffidente nei confronti di Ripley, il giovane Greenleaf crea con lui un forte rapporto. La presenza insistente e ingombrante di Tom però finirà per infastidire anche lo stesso Dicky. I comportamenti di Tom si riveleranno avere uno scopo ben diverso dall’amicizia: diventare Dicky Greenleaf.

Un thriller dai toni gravi

Nel guardare Ripley viene naturale il confronto con la sua precedente versione cinematografica: il film diretto da Anthony Minghella sembra presentare le vicende in maniera più leggera, concentrandosi maggiormente sull’amicizia tra Tom e Dicky, sul tempo passato ad Atrani. A rendere Il talento di mr Ripley più leggero è anche la presenza di diverse figure molto note della commedia italiana, come Rosario e Giuseppe Fiorello. Al  contrario la serie risulta essere più seriosa e con un ritmo più lento: sviluppandosi in otto episodi, permette allo spettatore di notare tanti piccoli particolari della storia che sono tutt’altro che scontati.

Ripley sembra presentare le vicende con dei toni più dark, senza esaltare troppo la quieta e spensierata vita di Atrani. Ad accentuare questa atmosfera contribuisce sicuramente la scelta del B/N: l’assenza di colori accentua questo clima di suspense e tensione. Ciò si nota specialmente nelle scene in cui è visibile del sangue: questo risulta sullo schermo di un nero tale da sembrare pece, così da accentuare l’orrore degli assassini.

Ripley Andrew Scott
Ph Lorenzo Sisti

Tom Ripley: Matt Damon o Andrew Scott?

È doveroso anche un confronto tra le interpretazioni di Matt Damon e Jude Law da un lato, e di Andrew Scott e Johnny Flynn dall’altro. Il ruolo del vero protagonista della storia, Tom Ripley, sembra essere molto complicato: si tratta di una persona di base fortemente problematica, ma anche calcolatrice. Ripley riesce a abbracciare totalmente dell’identità di Dicky, usando i suoi vestiti e tutte le sue cose, ascoltando la sua stessa musica e iniziando a dipingere. In ogni albergo in cui alloggia si premura sempre di posare nella stessa posizione gli oggetti di Dicky, scrive lettere ai signori Greenleaf in America come anche a Marge una volta lasciata Atrani.

Ebbene, anche la rappresentazione di Tom nella serie sembra essere un po’ più sinistra rispetto alla versione di Damon: il signor Ripley della serie si mantiene educato e affabile, ma più riservato e schivo, mentre il Tom de Il talento di mr. Ripley viene presentato, specialmente all’inizio, come una persona più insicura. Nella serie si tende anche ad esaltare maggiormente la perenne crisi di identità che Ripley vive: dal momento in cui si stabilisce a Roma come Richard Greenleaf inizia ad avere visioni e poi vere e proprie conversazioni con il vecchio amico di cui ora utilizza il nome. A ciò si aggiungono però le continue rassicurazioni fatte nelle varie lettere sulla bontà delle azioni di Ripley, quindi di sé stesso.

A non reggere il paragone con il film è Johnny Flynn nel ruolo di Dicky: per quanto nella serie vengano ben imitati gli atteggiamenti e l’aspetto ricollegabili al personaggio, il fascino e la bellezza di Jude Law nei panni del giovane Greenleaf sono ineguagliabili.

Lo scenario italiano

Ad emergere è certamente anche l’attenzione con cui in Ripley è stata rappresentata l’Italia. Il passaggio dalla sporca e malfamata New York vissuta da Tom alla tranquilla e soleggiata Atrani sembra essere molto marcato.

La cura vera però si trova nei particolari: il sottofondo musicale costellato di capolavori senza tempo della musica italiana come Il cielo in una stanza e Quando, quando, quando e la presenza quasi ossessiva del Caravaggio. Nelle riprese sono stati ampiamente valorizzati anche i singoli particolari delle opere dell’artista, ma l’attenzione non è venuta a mancare anche riguardo altre opere e monumenti della capitale e delle altre città visitate da Tom/Richard.

A rendere l’atmosfera ancora più italiana è la presenza di parte del cast italiano: la nota attrice Margherita Buy qui interpreta la portiera del palazzo romano in cui si trova l’appartamento di Tom, mentre Maurizio Lombardi qui è nel ruolo dell’ispettore Ravini. Ripley presenta una storia effettivamente già molto nota: la possibilità di cadere in una banale emulazione era alta, ma non è certamente questo il caso. Ripley è una rappresentazione innovativa e originale, pronta a sorprendere sempre lo spettatore.

Il Clandestino, recensione della serie con Edoardo Leo

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Il Clandestino, recensione della serie con Edoardo Leo

È insolito, in un mondo dell’intrattenimento stravolto di “tratto da” e “basato su”, trovare nel panorama della serialità italiana un prodotto originale, eppure Il Clandestino, nuova fiction Rai con Edoardo Leo (qui la nostra intervista), spicca proprio per questo elemento di originalità. La serie, creata da Renato Sannio e Ugo Ripamonti e diretta da Rolando Ravello, si inserisce nel genere noir, e, in sostanza, è una detective story in cui seguiamo le vicende di Luca Travaglia, un ex ispettore dell’antiterrorismo che lascia la polizia e… si mette in proprio.

Il Clandestino, la storia di Luca Travaglia

La storia de Il Clandestino parte con antefatto: Travaglia (Leo), in servizio sotto copertura, viene coinvolto in un attentato in cui perde la vita la sua compagna. Questo evento (anche per dettagli specifici che non riveleremo in questa sede) lo convince a cambiare vita. Lascia la polizia e si trasferisce a Milano, reinventandosi come buttafuori e andando a occupare il retro di un’officina di soccorso stradale gestita da Palitha (Hassani Shapi), un simpatico e intraprendente cingalese che, spinto dalla possibilità di guadagno ma anche da una innegabile simpatia per Luca, lo convince a mettere su una specie di agenzia investigativa. Così, la vita di Travaglia, avviata inesorabilmente verso la disgregazione e l’autodistruzione, sembra assumere nuovamente un senso. Tuttavia, il suo tormentato passato non esita a fargli visita, di tanto in tanto.

Milano multietnica luogo/personaggio

Pur essendo chiaramente una storia derivativa, Il Clandestino riesce a innestare su un concept abbastanza familiare delle peculiarità che ne costituiscono l’aspetto vincente. L’ambientazione milanese della vicenda è uno degli angoli più interessanti della serie: non la “Milano da bere” già cantata e raccontata da molti, ma quella multietnica, sfaccettata, da una parte violenta, dall’altra ricca di storie e di culture. E Ravello riesce a raccontarlo con il dono della sintesi e dell’efficacia, imponendo a tutto lo show il suo stile asciutto e privo di fronzoli, ma denso di fatti, che rifiuta il melodramma e si focalizza sull’azione, principale veicolo di emozioni e approfondimento psicologico. Travaglia non ci viene (troppo) mostrano mentre rimugina e si strugge sul suo passato, ma apprendiamo molto del suo modo di essere da come si approccia agli amici, al lavoro, alle varie umanità che incrocia nella Milano insolita ma autentica che la serie ha per ambiente/personaggio.

il clandestino Milano
ph – Loris T. Zambelli

Ogni episodio (dodici in tutto, per sei serate su RaiUno) propone una trama verticale in cui Travaglia è coinvolto in una nuova indagine, mentre la trama orizzontale volta a raccontare i traumi del protagonista si dipana un pezzetto alla volta, affondando sempre di più dentro al suo passato e dentro alle ragioni che lo hanno portato lì, dove si trova adesso. Questa formula permette dunque all’azione di essere sempre interessante e di mantenere alta l’attenzione dello spettatore che, mentre segue le vicende dei personaggi di volta in volta chiamati in causa, si affeziona pian piano a Luca, scoprendone il passato e il suo grande dilemma.

Un linguaggio “da fiction”

Con un approccio molto pratico, Il Clandestino riesce a distinguersi per originalità e onestà di rappresentazione, anche se fatica a distaccarsi da un certo linguaggio da fiction che, in scambi di dialogo banalizzati dal classico parlato televisivo “finto” e alcune dinamiche di scena, inciampa clamorosamente, svelando la sua natura più nazional popolare, rivendicata poi dalla sua destinazione d’uso, la prima serata di RaiUno. Niente che però possa minarne la popolarità o il successo agli occhi del pubblico di riferimento, abituato e confortato da quello stesso linguaggio.

Mary & George: recensione della miniserie con Julianne Moore

Mary & George: recensione della miniserie con Julianne Moore

La storia della Monarchia del Regno Unito è tanto lunga quanto – a dir poco – vivace. Scavando nel suo passato, ci si può infatti imbattere in personalità d’ogni tipo: dai monarchi più spietati a quelli più facilmente soggiogabili, dai frequentatori di corte più devoti a quelli più depravati, fino a quelli più arrivisti. Grandi sogni, passioni, inganni, tradimenti, complotti, intorno alla Corona inglese è avvenuto tutto e di più. Non sorprende dunque che la sua storia continui ad essere oggetto di adattamenti cinematografici e televisivi, l’ultimo dei quali è la miniserie con la premio Oscar Julianne Moore, Mary & George, ideata da D. C. Moore e tratta dal saggio di Benjamin Woolley, The King’s Assassin.

Siamo lontani dalla contemporaneità tanto brillantemente raccontata nella serie The Crown, per tornare invece a cavallo del Cinquecento e del Seicento. Il regno di Elisabetta I (raccontato in Elizabeth ed Elizabeth – The Golden Age) è terminato e a lei, regina senza figli, è succeduto suo cugino Giacomo I, figlio di Mary Stuart (raccontata, tra gli altri, in Maria regina di Scozia). È dunque presso la corte di questi – personalità colta e amante dell’arte ma incapace di gestire le problematiche politiche del regno – che si sviluppa il racconto di Mary & George, incentrato sulla madre e il figlio che hanno tramato, sedotto e ucciso per conquistare la corte d’Inghilterra e il letto del suo re.

La trama di Mary & George: serpi nel palazzo

Mary & George è infatti ispirato alla controversa storia vera di Mary Villiers (Julianne Moore), che a partire dal 1592 plasmò il suo bellissimo e carismatico figlio George (Nicholas Galitzine) per sedurre il Re Giacomo I (Tony Curran), entrando nella sua corte e ottenere così un potere immenso. Partendo da umili origini, la coppia raggiunge infatti ben presto ricchezze, titoli e un’enorme influenza sulla corte inglese attraverso intrighi scandalosi e giochi pericolosi. Ma il posto dell’Inghilterra sulla scena mondiale è minacciato da un’invasione spagnola e con il popolo pronto a ribellarsi al re, tutti i sogni di Mary e George potrebbero crollare da un momento all’altro.

Mary & George Julianne Moore
Julianne Moore in Mary & George. Foto di Sky UK – © Mary & George © 2023 Sky Studios Limited. All rights reserved.

Cuore di madre

Il racconto proposto da Mary & George potrebbe vagamente ricordare quello del film La favorita, dove la Abigail Hill di Emma Stone si insinua nelle grazie della regina Anna interpretata da Olivia Colman, spodestando la precedente favorita, la Sarah Churchill di Rachel Weisz. Questa vicenda, a sua volta realmente avvenuta tra il 1708 e il 1714, presenta in modo evidente diverse similitudini, a riprova di quanto la corte inglese sia stata teatro di inganni e tradimenti. È lecito immaginare che, consapevole di questa somiglianza, Moore abbia stabilito con la sua miniserie di allontanarsi dai toni grotteschi di quel film, per concentrarsi invece su un’atmosfera molto più cupa, ma anche sul rapporto morboso tra i due protagonisti del titolo.

Mary & George, infatti, stabilisce da subito la natura del legame vigente tra madre e figlio, con una scena d’apertura che vede la donna esporre al neonato il difficile futuro che lo attende, ritardando il taglio del cordone ombellicale come a voler prolungare la dipendenza di lui nei suoi confronti. Caratterizzata dalla semioscurità, questa scena offre già un’idea chiara di ciò che verrà dopo, tra forti elementi di oscurità (dell’animo) e ricorrenti desideri di possessione, che naturalmente anche George finirà con l’ereditare. È dunque in questi personaggi e nei non detti delle loro azioni, più che nelle tappe storiche del racconto, che va ricercato il cuore della miniserie.

Il potere corrompe chi lo desidera

Così facendo, Moore riesce a conferire alla miniserie una serie di riflessioni che si staccano dal periodo storico che ci viene raccontato per arrivare fino a noi. Gli intrighi di palazzo, la scalata sociale dei protagonisti, il desiderio di potere, sono tutti temi eterni che ritroviamo anche nella nostra contemporaneità, camuffatisi con le vesti di moda nei nostri giorni. Non più solo corti e palazzi, ma anche luoghi virtuali, dove insinuarsi e da cui operare più o meno velatamente un controllo su quanti al di sotto. Mary & George sembra ragionare proprio sul ripresentarsi nel tempo di queste pulsioni nell’animo umano, sul marcio che causano tanto in chi li nutre quanto in ciò che viene toccato dal loro agire.

Mary & George Nicholas Galitzine
Nicholas Galitzine in Mary & George. Foto di Sky UK – © Mary & George © 2023 Sky Studios Limited. All rights reserved.

Mary & George: personaggi dal grande potenziale

Questa recensione – è bene precisarlo – si basa unicamente sui primi due episodi (di 7) di Mary & George, ma questi bastano per poter trarre un primo giudizio sulla miniserie di Moore. Al di là delle ricostruzioni scenografiche e nei costumi, verso i quali c’è in generale una crescente attenzione e cura dei dettagli, ciò che rende appassionante il racconto è il suo non perdersi in superflue lungagini, riducendo al minimo le sottotrame per portare sempre avanti il racconto principale. Ciò Moore lo ottiene anche e soprattutto donando le giuste attenzioni ai suoi personaggi, con i due protagonisti e re Giacomo I che risultano ricchi di sfumature e apparentemente pronti ad evolvere episodio dopo episodio.

Il merito è naturalmente anche di interpreti particolarmente generosi nei confronti di questi personaggi. C’erano pochi dubbi sul fatto che Julianne Moore avrebbe rubato la scena a quanti presenti accanto a lei. Impeccabile nel raccontare le pulsioni che la spingono verso il potere come anche i moti del suo cuore di madre nei confronti dei figli. Accanto a lei, si distingue Nicholas Galitzine nei panni del figlio George, al quale l’attore riesce a conferire una personalità sempre più complessa mano mano che si addentra nell’inganno nei confronti del re. Anche solo per le loro interpretazioni, e per i risvolti che i loro personaggi potrebbero mostrare nei prossimi episodi, la miniserie merita la nostra attenzione.

Daredevil: Born Again, la produzione ha finito di girare solo i primi 9 episodi, non la seconda metà

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All’inizio della settimana si è diffusa la notizia che Daredevil: Born Again ha terminato le riprese. Le riprese erano iniziate lo scorso anno, per poi essere interrotte quando i Marvel Studios avevano deciso di licenziare il team creativo e di rivedere una serie che apparentemente non funzionava.

Alcune riprese e idee saranno inserite nella nuova versione, anche se è improbabile che sapremo mai come era la versione precedente di questo seguito di Daredevil.

Tuttavia, in base a ciò che abbiamo sentito, Foggy Nelson, Karen Page e Bullseye erano assenti, così come il costume dell’Uomo senza Paura per gran parte del revival.

Negli ultimi mesi abbiamo avuto modo di vedere molte foto e filmati sul set, che mostrano tutti i personaggi, dalla Tigre Bianca al Punitore in azione.

È probabile che all’orizzonte ce ne siano altre, visto che Daredevil: Born Again, il coordinatore degli stunt Philip J. Silvera ha confermato che le riprese sono terminate per gli episodi da 1 a 9 e non per l’intera serie di 18 episodi.

Questo sembra confermare le voci secondo cui la serie verrà divisa in due stagioni separate e corrisponde a ciò che abbiamo sentito.  Al momento si prevede che Daredevil: Born Again “stagione 1” risolverà le questioni in sospeso di Daredevil prima che la “stagione 2” racconti la propria storia, che potrebbe sfociare direttamente in Spider-Man 4 (ancora da decidere). Sono state pubblicate anche altre foto dell’ultimo giorno di riprese:

 

Cosa sappiamo su Daredevil: Born Again?

Lo sceneggiatore di The Punisher, Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della serie Daredevil: Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.

I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil: Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin (Vincent D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia prenderà il via.

Non è previsto che la serie Daredevil: Born Again si protragga per i 18 episodi inizialmente annunciati. Secondo una recente indiscrezione, la serie dovrebbe andare in onda per 9 (forse 6) episodi prima di fare una pausa a metà stagione. Daredevil: Born Again  non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma è ancora inserita nel calendario aggiornato della Disney per il 2024.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della recente serie Echo.

Dune: Messiah è ufficialmente in sviluppo, mentre Denis Villeneuve firma per un nuovo progetto

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La Warner Bros. Discovery avrebbe ingaggiato il regista Denis Villeneuve per adattare il libro di saggistica Nuclear War: A Scenario di Annie Jacobsen, candidata al Premio Pulitzer. L’articolo di Deadline conferma ufficialmente che la Warner Bros. Discovery vuole che Denis Villeneuve finisca la sua trilogia di Dune prima di occuparsi di Nuclear War, e che Dune: Messiah è ora in fase di sviluppo.

In Dune: Messiah, Paul Atreides è ora l’Imperatore e l’esercito Fremen è impegnato in una guerra santa che ha distrutto miliardi di vite in tutta la galassia. Nel frattempo, le Tre Grandi Case, i Tleilaxu, la Gilda Spaziale e i Bene Gesserit, progettano di eliminare Paul perché temono i suoi poteri di chiaroveggenza.

Allo stesso tempo, Paul sfrutta le sue capacità per navigare in un futuro sempre più pericoloso, al fine di preservare il proprio futuro e quello del suo impero.

In attesa dei numeri ufficiali degli incassi di questo fine settimana, che arriveranno più tardi, va detto che Dune: Parte Due ha raggiunto i 626 milioni di dollari a livello globale nel fine settimana precedente e, ad oggi, è il film che ha incassato di più nel 2024. Gli analisti del botteghino prevedono che il film supererà i 700 milioni di dollari a livello globale prima di terminare la sua corsa nelle sale.

Secondo The Hollywood Reporter, Dune: Parte Due aveva un obiettivo di pareggio per gli incassi di 500 milioni di dollari. In passato Villeneuve ha dichiarato con ritrosia che non farà un terzo film se non supererà il secondo, ma visti i risultati del film al botteghino e il clamore suscitato, un terzo film è sempre sembrato inevitabile.

Leggi anche: Dune – Parte Tre: cosa aspettarsi dal prossimo film della saga

Quello che c’è da sapere su Dune – Parte Due?

Questo film successivo esplorerà il mitico viaggio di Paul Atreides mentre si unisce a Chani e ai Fremen mentre è su un sentiero di guerra di vendetta contro i cospiratori che hanno distrutto la sua famiglia“, si legge nella sinossi ufficiale. “Di fronte alla scelta tra l’amore della sua vita e il destino dell’universo conosciuto, tenta di prevenire un futuro terribile che solo lui può prevedere.”

Nel film vediamo Timothée Chalamet nei panni di Paul Atreides, Zendaya nei panni di Chani, Rebecca Ferguson nei panni di Lady Jessica, Josh Brolin nei panni di Gurney Halleck, Javier Bardem nei panni di Stilgar, Austin Butler nei panni di Feyd-Rautha, Florence Pugh nei panni della Principessa Irulan, Dave Bautista nei panni della Bestia. Rabban, Léa Seydoux nel ruolo di Lady Margot, Stellan Skarsgård nel ruolo del Barone e Christopher Walken nel ruolo dell’Imperatore Shaddam IV.

Dune – Parte Due è diretto da Denis Villeneuve da una sceneggiatura che ha scritto insieme a Jon Spaihts. Il film è basato sull’innovativo romanzo di fantascienza Dune del 1965 di Frank Herbert ed è uscito nei cinema il 28 Febbraio 2024. Il secondo capitolo continua la storia di Dune – Parte Uno, che, nonostante la sua controversa uscita, è stato un solido successo al botteghino nel 2021, incassando oltre 402 milioni di dollari su un budget di produzione stimato di 165 milioni di dollari.

Daredevil: Born Again, foto dal set svela che Ayelet Zurer tornerà nei panni di Vanessa Fisk

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Nel caso in cui ci fossero ancora dubbi sul fatto che l’importante revisione creativa di Daredevil: Born Again, attuato durante gli scioperi, ha sostanzialmente rinnovato il revival Disney+ come “stagione 4” dello show di Netflix, oggi abbiamo la conferma che un altro personaggio di supporto della serie originale sarà ora interpretato dallo stesso attore dopo essere stato inizialmente rimpiazzato.

Lo scorso marzo abbiamo saputo che l’attrice di Better Call Saul e Mr. Robot, Sandrine Holt, aveva ottenuto il ruolo di Vanessa Fisk in Born Again, ma una nuova foto dal set ha rivelato che Ayelet Zurer (Man of Steel) tornerà a vestire i panni dell’amata moglie di Kingpin (Vincent D’Onofrio).

Zurer ha condiviso un articolo sul suo recasting poco dopo la diffusione della notizia, aggiungendo la didascalia: “Triste non partecipare. Ma sarò sempre la più grande fan di Vincent D’Onofrio“. Guardate la foto qui sotto dal set di Daredevil: Born Again.

 


Cosa sappiamo su Daredevil: Born Again?

Lo sceneggiatore di The Punisher, Dario Scardapane, è salito a bordo come nuovo showrunner della serie Daredevil: Born Again, le cui riprese sono concluse da poco.

I dettagli specifici della trama sono ancora nascosti, ma sappiamo che Daredevil: Born Again vedrà Matt Murdock/Daredevil (Charlie Cox) confrontarsi con la sua vecchia nemesi Kingpin (Vincent D’Onofrio), che abbiamo visto tornare di corsa a New York nel finale di stagione di Echo. È probabile che Fisk sia in corsa per la carica di sindaco di New York o che sia già stato nominato a tale carica quando la storia prenderà il via.

Non è previsto che la serie Daredevil: Born Again si protragga per i 18 episodi inizialmente annunciati. Secondo una recente indiscrezione, la serie dovrebbe andare in onda per 9 (forse 6) episodi prima di fare una pausa a metà stagione. Daredevil: Born Again  non ha ancora una data di uscita ufficiale, ma è ancora inserita nel calendario aggiornato della Disney per il 2024.

Entrambi i personaggi hanno debuttato nel Marvel Cinematic Universe nel 2021. Kingpin è stato guest-star nella serie Disney+ Hawkeye e Matt Murdock è apparso brevemente in Spider-Man: No Way Home. Cox è stato anche guest-star in due episodi di She-Hulk: Attorney at Law, dove ha mostrato un lato più leggero dell’eroe. Kingpin, invece, è stato tra i protagonisti della recente serie Echo.

Deadpool & Wolverine: una promo art rivelano nuove varianti e un altro sguardo alla maschera di Logan

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Il trailer completo di Deadpool & Wolverine dovrebbe debuttare all’inizio del mese prossimo, ma nel frattempo abbiamo alcune nuove immagini promozionali che arrivano dal design delle t-shirt di Hot Topic.

L’artwork rivela un paio di nuove varianti del Merc With a Mouth (Ryan Reynolds), tra cui Headpool e Babypool oltre ai già confermati Dogpool e Kidpool, e abbiamo anche un’altra occhiata alla maschera di Logan (Hugh Jackman), accurata come un fumetto.

I Marvel Studios hanno rilasciato un’immagine ufficiale di Hugh Jackman vestito da Wolverine poco dopo l’inizio delle riprese, ma non abbiamo ancora visto l’iconica maschera in live-action. Se l’aspetto è simile a quello dei vari promo/concept design che abbiamo visto, però, i fan dovrebbero essere davvero molto felici. Date un’occhiata agli artwork ai link sottostanti.

 


Le indiscrezioni sulla trama del film Deadpool & Wolverine continuano a dilagare, e una recente di Daniel Richtman potrebbe aver chiarito alcune di queste voci legate al “nuovo concetto di Multiverso” di cui abbiamo sentito parlare.

Secondo lo scooper, D&W introdurrà qualcosa noto come “The Anchor”. Per quanto ne sappiamo, questo significa che quando una variante del Multiverso viene uccisa (presumibilmente nell’area simile a Battleworld che si vede nel teaser e nelle foto del set), il suo mondo inizia a decadere fino a scomparire dall’esistenza.

Iscriviti a Disney+ per guardare le più belle storie Marvel. Dove vuoi, quando vuoi.

Tutto quello che sappiamo su Deadpool & Wolverine

Deadpool & Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia dell’atteso progetto. Hugh Jackman uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli ufficiali della storia di Deadpool & Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds, non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la serie di film di Deadpool – l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso.

Ciò preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman, viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche altri X-Men possano fare la loro comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della Marvel comparsi sul grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben Affleck.

Una voce recente afferma che anche Liev Schreiber sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo, Morena Baccarin (Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki, incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool & Wolverine uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

Invincible 2: Robert Kirkman spiega il cameo dell'”Agente Spider” e il fatto che sia rimasto segreto alla Marve

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Nel finale della seconda stagione di Invincible, Mark Grayson viene spedito nel Multiverso e incontra un supereroe che striscia sui muri chiamato Agente Spider.

I fan dei fumetti sapranno che Invincible e Spider-Man si sono incrociati sulla pagina, ma che questo avvenga in un film o in una serie televisiva è più facile a dirsi che a farsi.

Parlando con Variety, al creatore e produttore esecutivo Robert Kirkman è stato chiesto di riportare Josh Keaton a prestare la sua voce a una versione alternativa di Spider-Man che, beh, non è Spider-Man… ma in un certo senso lo è!

Cosa ha detto Robert Kirkman?

Si trattava solo di trovare un modo per mantenere quel momento in qualche modo intatto dai fumetti“, spiega. “Sembrava un modo divertente e sorprendente per farlo. L’ufficio legale di Amazon, scrupolosamente, ha detto: ‘No, il costume non può essere di quel colore. Dobbiamo allontanarci da questo e da quello”. C’erano molti occhi puntati su quella scena“.

Volevamo trovare un attore che avesse già fatto Spider-Man. [Dan Duncan è arrivato immediatamente e ha detto: ‘Josh Keaton deve farlo’. ‘Spectacular Spider Man’ è una grande serie’. Ci aveva lavorato e aveva detto che Josh era fantastico. Mi è sembrata la scelta migliore possibile perché si tratta di un’animazione con l’animazione. Sembrava che sarebbe stata una cosa divertente“.

Detto questo, non interpreterà Spider-Man. È l’Agente Spider“, ha ribadito Kirkman. “Potrebbero esserci delle somiglianze, ma credo che la performance ricca di sfumature di Josh nei panni dell’Agente Spider sia completamente diversa dal modo in cui ha interpretato Spider-Man in ‘Spectacular Spider-Man’. Ma chi lo sa? La mia opinione potrebbe essere un po’ di parte“.

Per quanto riguarda il fatto che Prime Video abbia mai contattato gli avvocati della Marvel per vedere cosa sarebbe stato possibile o meno, sembra che sapessero fin dall’inizio che Spider-Man stesso era fuori discussione.

Di conseguenza, si è trattato di non mettersi contro la Disney. “No, voglio dire, sono abbastanza sicuro che la Marvel l’abbia scoperto oggi“, confessa Kirkman. “Quindi, non abbiamo chiamato nessun avvocato della Marvel o altro. No, era compito dell’ufficio legale di Amazon assicurarsi che la Marvel non dovesse saperlo“.

Godzilla e Kong – Il nuovo impero ha superato i 350 milioni di dollari globali al box office

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Nel suo secondo weekend di uscita, Godzilla e Kong – Il nuovo impero ha subito un preoccupante calo del 60% negli USA, ma nel complesso i numeri del box office globale sono ancora forti.

Dopo il weekend di apertura, gli analisti del botteghino prevedevano un’uscita finale nelle sale di oltre 700 milioni di dollari, ma dopo gli ultimi dati nazionali, le stime sono ora scese a 550-600 milioni di dollari a livello globale.

Tuttavia, Godzilla e Kong – Il nuovo impero ha un budget di produzione incredibilmente modesto, pari a soli 135 milioni di dollari, il che significa che deve incassare solo 400 milioni di dollari in tutto il mondo per raggiungere il punto di pareggio.

Prima dell’uscita del film, il regista Adam Wingard ha rivelato di avere tre opzioni sul tavolo dopo Godzilla e Kong – Il nuovo impero: un film live-action sui ThunderCats, un sequel di Face/Off e un altro capitolo del MonsterVerse.

Sulla base di questi numeri al botteghino, pensiamo che probabilmente si tratterà di quest’ultimo. Il film si trova attualmente a 350 milioni di dollari in tutto il mondo, ben al di sopra degli incassi di Godzilla vs Kong in questo stesso periodo.

I totali internazionali stimati per Godzilla e Kong – Il nuovo impero fino a domenica includono:

  • China – $92.2M
  • Mexico – $23.7M
  • U.K. – $11.2M
  • India – $10.2M
  • Australia – $7.4M
  • Taiwan – $5.7M
  • Indonesia – $5.1M
  • Spain – $5.1M
  • Brazil – $5.0M
  • Malaysia – $3.8M
  • Vietnam – $3.8M
  • Thailand – $3.7M

Cosa sappiamo su Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero?

La sinossi di Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero anticipa che il film metterà “L’onnipotente Kong e il temibile Godzilla contro una colossale minaccia sconosciuta nascosta nel nostro mondo, sfidando la loro stessa esistenza e la nostra. Il film approfondisce i le storie di questi Titani, le loro origini e i misteri di Skull Island e oltre, mentre scopri la mitica battaglia che ha contribuito a forgiare questi straordinari esseri e li ha legati all’umanità per sempre.

Godzilla e Kong – Il Nuovo Impero è interpretato da Dan Stevens (Legion; The Guest), Rebecca Hall (Iron Man 3;  Transcendence), Brian Tyree Henry (Atlanta ; Eternals), Kaylee Hottle (Godzilla vs. Kong ; Magnum PI), Fala Chen (Shang-Chi e La leggenda dei dieci anelli;  The Undoing), Alex Ferns (The BatmanWrath of Man) e Rachel House (Thor: RagnarokNext Goal Wins). Wingard torna alla regia con una sceneggiatura di Terry Rossio, Jeremy Slater e Simon Barrett. Godzilla e Kong – Il nuovo Impero è al cinema dal 28 marzo.

Superman: James Gunn rivela a che punto è la lavorazione del film

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Le riprese di Superman sono iniziate ufficialmente il 25 febbraio 2024, e il regista James Gunn ha oggi rivelato quanto delle riprese previste è stato già completato e poco più di un mese dall’inizio della lavorazione.

Su Threads, James Gunn ha dichiarato che finora è stato completato solo il 18% della produzione. In base a questa percentuale, sembra che la produzione del film si protrarrà fino a tutta l’estate.

James Gunn ha recentemente rivelato che quest’anno salterà il San Diego Comic-Con (SDCC), che si svolge a luglio, perché sarà troppo impegnato nelle riprese di Superman.

Di recente, James Gunn è intervenuto anche su Threads per rispondere alle recenti voci secondo cui un sosia di Superman sotto forma di Bizarro o Ultraman sarebbe stato l’antagonista principale del film.

James Gunn ha dichiarato: “Il protagonista principale di Superman è, sorprendentemente, Superman. Il cattivo principale di Superman è, sorprendentemente, Lex Luthor. Non so da dove provengano tutte le voci che dicono che si tratta di qualcosa di diverso da questo. Ci sono così tante storie che escono ogni giorno che è difficile gestirle, e ogni volta che butto giù qualcosa gli sto dando attenzione. Quindi, ripeto, non credete a nulla se non lo vedete QUI (e perché mai dovreste voler sapere tutto prima che il film esca?“.

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

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