Mark Hamill sembra avere per lo più chiuso la
porta al suo personaggio di Star
Wars, dopo averlo interpretato nella forma di Fantasma di Forza
in L’Ascesa di Skywalker e aver dato corpo a una
sua versione giovane per The Mandalorian.
Sappiamo che la regista di
Mrs. Marvel, Sharmeen
Obaid-Chinoy, dirigerà un film di Star Wars che vedrà
Daisy Ridley riprendere il ruolo di Rey.
Diventata ora un Maestro Jedi, Rey cercherà di creare un nuovo
Ordine Jedi mentre tenta di combattere le forze oscure che
sorgono.
Ci sono già state voci sul fatto che
il Fantasma di Forza di Luke possa apparire nel film insieme a un
altro volto familiare, e Hamill ha fatto il timido quando
Esquire (tramite SFFGazette.com) gli ha chiesto
se sarebbe tornato di nuovo nei panni di Luke:
“C’è una cosa che impari
lavorando per la Lucasfilm: tutto è riservato. Tutto è
riservato”, scherza. “Quindi, se fossi coinvolto, non
potrei dirtelo. E se non fossi coinvolto, non potrei dirtelo.
Quindi, non lo so. Lo scopriremo tutti insieme, suppongo.”
È difficile dirlo con certezza, ma
lo studio sembra prendere sul serio questo film e probabilmente ha
già contattato Hamill in caso in cui dovesse esserci posto per lui,
mentre la storia di Rey continua. Non c’è ancora una data di uscita
confermata per il progetto, ma prima dello sciopero WGA,
l’aspettativa era che il film sarebbe uscito nel 2025.
Marvel Comics ha condiviso una cover variant
speciale per X-Men: Hellfire Gala #1 di luglio
(via Toonado.com) che ci offre un
nuovo elettrizzante sguardo agli X-Men
’97 dei Marvel Studios.
La serie Disney+ fungerà da sequel
dell’iconica serie animata degli anni ’90 X-Men: The
Animated Series, e anche se non abbiamo ancora una data
confermata per l’uscita, il fatto che questa cover variant sia
stata rivelata ora, ci lascia ottimisti sul fatto che lo show
uscirà nel 2023, come originariamente previsto.
Dan Veesenmeyer,
uno storyboard artist della serie originale e l’illustratore dietro
la confezione della recente linea della serie Hasbro
Marvel Legends degli anni
’90, è autore di questa copertina.
Il disegno mette in luce il cast
principale della serie tra cui Tempesta, Magneto, Jean
Grey, Ciclope, Gambit, Rogue, Bestia, Bishop, Jubilee,
Wolverine e Morph. Chi è il personaggio
in basso a destra nella pagina? Crediamo che sia
Sunspot, un’altra nuova aggiunta al roster degli
X-Men. Per quanto riguarda il motivo per cui
Magneto è presente in mezzo agli eroi, è chiaro
che il cattivo si unirà effettivamente al team!
Un paio di mesi fa, il doppiatore
di Wolverine Cal Dodd ha confermato che sta già
lavorando alla seconda stagione di X-Men
’97, e un addetto ai lavori ha affermato che il piano
prevede che lo show vada in onda per un totale di 4 stagioni!
Questa è una notizia molto eccitante e suggerisce che il seguito di
X-Men: The Animated Series animerà i nostri
schermi per molto tempo.
Andy Muschietti
sarà coinvolto in
The Brave and the Bold? Sembra la conclusione più
ovvia di fronte alle (non) risposte del regista di The
Flash alla stampa. In occasione della promozione del
film sul Velocista Scarlatto, a Muschietti è stato chiesto se
avesse delle idee su una sua personale rappresentazione di Batman,
visto che nel suo film ha raccontato il personaggio di Tim
Burton e quello di Zack Snyder e che nei
programmi della Warner Bros c’è il racconto di una nuova versione
dell’Uomo Pipistrello in
The Brave and the Bold.
Andy Muschietti ha
rifiutato di commentare la domanda, lasciando intendere di non
poterne parlare forse per qualche contratto di NDA firmato con i
piani alti di WB. Il film è prodotto da
James Gunn e Peter Safran dei DC
Studios e dovrebbe essere pronto entro il 2026.
Insieme all’introduzione della versione
DCU di Batman – che esisterà separatamente dalla
versione interpretata da Robert Pattinson nei film di “The
Batman” – “The
Brave and the Bold” introdurrà “la famiglia
Bat“, ha detto
James Gunn. Il primo tra loro è Robin, che
sta tornando completamente ai film live-action per la prima volta
dallo sfortunato film del 1997 “Batman
e Robin”.
Questa versione di Robin sarà
impersonificata da Damian Wayne; Gunn lo ha descritto come
“il nostro Robin preferito”, “un piccolo figlio di puttana”, un
“assassino” e un “assassino”. Damian è il figlio biologico di
Bruce Wayne, di cui non conosceva l’esistenza n. “E’
una strana storia padre-figlio su loro due,” ha detto Gunn. Il
progetto è basato sulla serie dei fumetti di Batman
scritti da Grant Morrison, che secondo
James Gunn è stato “eccezionalmente influente” sul
DCU. L’altro scrittore di fumetti che Gunn ha
menzionato per nome era Tom King, che ha
partecipato alla stanza degli sceneggiatori della DCU e conduce direttamente al prossimo
progetto di lungometraggio.
Stando a quello che si dice in rete
sul film dei Fantastici
Quattro, Galactus dovrebbe essere al centro della
scena. Mentre secondo quanto riferito Silver Surfer non sarà il suo
araldo, almeno non in questo film, il cattivo mangiatore di mondi è
destinato a essere una parte importante dell’MCU del futuro.
È stato recentemente riferito che
Antonio Banderas potrebbe interpretare Galactus, e
sebbene l’attore sia una scelta inaspettata, possiamo sicuramente
immaginarlo mentre indossa quel costume iconico e rende giustizia
al cattivo con il suo innegabile carisma.
Anche se non è stato confermato
nulla, l’attore ha recentemente utilizzato i social media per
rivelare che “sono nello strano e un po’ estenuante processo di
costruzione di una copia esatta della mia faccia per un film”
(qui). Se si
tratta davvero dei Fantastici
Quattro, sarebbe necessaria una copia del volto di
Banderas sia per gli artisti dei VFX sia se il piano è che lui
indossi una versione reale dell’elmetto di Galactus sul set. Nulla
è stato confermato, ovviamente, anche se questa notizia arriva
subito dopo le
insistenti voci del cast del film.
E’ probabile che Fantastici
Quattro era in via di riscrittura quando è cominciato
lo sciopero degli sceneggiatori, quindi mentre potrebbe essere in corso una
pre-produzione, si potrebbe azzardare un’ipotesi che il lavoro sul
film sia stato in gran parte interrotto nelle ultime
settimane.Fantastici
Quattro uscirà
nelle sale il 14 febbraio 2025.
Mentre si avvicina sempre più
l’uscita di
Spider-Man: Across the Spider-Verse, i fan del
personaggio Marvel hanno la
possibilità di dare un altro sguardo a Gwen Stacy, uno dei
personaggi più amati del film precedente. È stato diffuso un nuovo
teaser per il prossimo film animato e Hailee Steinfeld tornerà a dare la voce a
Gwen come accaduto nel primo film, vincitore dell’Oscar di
categoria.
Nel teaser, Gwen è a casa con suo
padre, il Capitano George Stacy, doppiato da Shea
Whigham. George dice a Gwen che la polizia ha preso una
pausa dal suo tentativo di fermare Spider-Woman. Quando sentono un
messaggio della polizia alla radio di George, entrambi se ne vanno
per entrare in azione. Spider-Woman in seguito trova George sulla
scena del crimine e lo lega alla sua macchina della polizia. Quando
parla a suo padre come Spider-Woman, Gwen parla con un tono di voce
più profonda, proprio come ha fatto Miles Morales (Shameik
Moore) quando ha parlato con suo padre come Spider-Man nel
primo film. Anche il padre di Miles è un agente di polizia, che
all’inizio era contrario alle azioni di Spider-Man. Il teaser si
conclude con un montaggio di altre scene, tra cui Gwen che fa
squadra con Miguel O’Hara/Spider-Man 2099 (Oscar
Issac) e combatte l’Avvoltoio (Jorma
Taccone).
Sony Pictures Animation ha
ingaggiato Joaquim Dos
Santos(Voltron: Legendary Defender, La leggenda
di Korra), il candidato all’Oscar Kemp
Powers(Soul) e Justin
K. Thompson(Piovono polpette) per
dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta
da Phil Lord e Chris
Miller (che tornano anche come produttori insieme a
Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione
con David Callaham(Shang-Chi
e La Leggenda dei Dieci Anelli, Wonder Woman
1984).
Non è stato ancora confermato, ma
sia Shameik Moore che la candidata
all’Oscar Hailee
Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare
rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero
ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro
voci nel primo film, tra cui Jake
Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez,
Zoë Kravitz, John Mulaney,
Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La
voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason
Schwartzman.
I film ambientati nel contesto della
Seconda guerra mondiale sono innumerevoli, impegnati a raccontare
vicende realmente avvenute sui campi di battaglia o negli ambienti
politici in cui si decidevano le prossime mosse da compiere in un
conflitto che sembrava non avere fine. Più raro è imbattersi in
film che, con questo contesto, raccontano di cacce al tesoro,
un’attività che, si dice, i nazisti tenevano in gran
considerazione. L’obiettivo era spesso quello di recuperare l’oro
degli ebrei deportati nei campi di concentramento e rimasto
incustodito o ancora quello di scoprire antichi manufatti di grande
pregio. La prima di queste due opzioni è alla base del film
Blood & Gold, presente ora nel catalogo
di Netflix.
Blood &
Gold è diretto dal regista tedesco Peter
Thorwarth da una sceneggiatura dello scrittore-regista
Stephan Barth. Thorwarth ha debuttato con il suo
lungometraggio, Bang Boom Bang nel 1999, che è stato una
svolta per la sua carriera e in seguito è diventato un film di
culto. Ha anche scritto e diretto il film tedesco vincitore del
Jupiter Award, What doesn’t fit, will be made to fit,
The Wave, e il film horror d’azione del 2021 Blood Red
Sky, che è considerato uno dei film di maggior successo di
produzione tedesche. Barth è invece meglio conosciuto per aver
scritto per film come Motown, Ein Schnitzel für
drei e serie come Alarm für Cobra 11 – Die
Autobahnpolizei e Cologne P.D..
Quella da loro qui offerta è dunque
un’opera che ancora una volta mescola i generi, passando dal film
storico al film d’azione, senza dimenticare generose dosi di cinica
comicità e tanta violenza che va a rendere giustizia alla parola
Blood del titolo. Blood & Gold è dunque un altro
heist movie ambientato durante la Seconda guerra mondiale
per Netflix, dopo che nell’autunno del 2022 era entrato a far parte
del catalogo anche il film itialiano Rapiniamo il
Duce!, interpretato da Pietro
Castellitto e Matilda De
Angelis. Due opere molto diverse tra loro, ma che
dimostrano il rinnovato fascino che un contesto come quello della
Seconda guerra mondiale può ritrovare se applicato a generi, toni e
atmosfere nuove.
La trama e il cast di Blood & Gold
Il film si svolge nella primavera
del 1945, ovvero negli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale.
Elsa e Heinrich si incontrano
dopo essere stati inseguiti da un gruppo di fanatici nazista,
rendendosi così conto di avere nemici comuni. I due iniziano allora
a combattere per la giustizia, contro i nazisti e per le loro
famiglie. Heinrich sta cercando sua figlia, mentre Elsa l’amato
fratello Paule. Ma il remoto villaggio di Elsa nasconde anche un
tesoro ebraico che i nazisti stanno cercando per saccheggiarlo. Un
conflitto tra gli abitanti del villaggio e le SS dà dunque il via a
una caccia al tesoro ricca di azione, portando a galla vecchi
segreti destinati a sfociare in una sanguinosa resa dei conti.
Ad interpretare il protagonista,
Heinrich, vi è l’attore tedesco Robert Maaser,
noto per aver recitato anche in film come Mission: Impossible – Rogue
Nation, Uncharted e 1917, dove interpretava
un pilota tedesco. L’attrice MarieHacke, attiva principalmente in Germania,
interpreta invece la contadina Elsa, mentre Simon
Rupp interpreta il suo amato Paule. Sono poi presenti gli
attori Alexander Scheer nel ruolo di Von
Starnfeld, Roy McCrerey in quelli di un sergente
tedesco e Stephan Grossmann in quelli di
Bürgermeister Richard.
Florian Schmidtke interpreta il temibile nazista
Dorfler, mentre l’attrice Jördis Triebel, particolarmente celebre per aver
interpretato Katharina Nielsen nella serie Dark e la
dottoressa Völcker
in Babylon Berlin, interpreta invece
Sonja.
Blood & Gold: la
spiegazione del finale
Sul finire del film, un Heinrich
ferito viene informato dal prete locale su dove si trova l’oro
ricercato dai nazisti. Questo è stato rubato da quattro abitanti
del villaggio – guidati dal sindaco della città e da una donna di
nome Sonja – ed è stato nascosto in una tomba con il nome “Walter
Hill”. Quando però la stessa Sonja torna lì a riprenderlo, si
accorge che il tesoro non c’è più. Il prete, che l’aveva vista
nasconderlo, lo ha poi recuperato e nascosto sotto l’altare in la
Chiesa. Sonja viene però a sua volta a sapere di ciò e si dirigere
in chiesa per recuperare l’oro. Ben presto, Heinrich, il tedesco
Dorfler e i suoi uomini, il prete e Sonja si ritrovano tutti lì,
mentre Elsa si prepara ad attaccare dall’esterno. Ma quando gli
amici di Sonja cercano di ottenere l’oro, scoprono che è protetto
una trappola esplosiva.
Viene dunque innescata
un’esplosione, che sparge i lingotti d’oro su tutto il pavimento
della chiesa. Nel caos, Dorfler spara al prete ed Elsa spara con un
lancirazzi contro il campanile, che crolla sulla chiesa. Nel giro
di pochi minuti, quasi tutti sono morti, tranne Elsa, Heinrich e
Dorfler. Heinrich riesce poi ad uccidere Dorfler e lui ed Esla si
allontanano dalla chiesa, ignorando i lingotti d’oro sparsi sul
pavimento. A loro insaputa, un giovane membro della squadra di
Dorfler si è nascosto nella campana caduta. Una volta che se ne
sono andati tutti, questi esce allo scoperto e cammina verso l’oro,
incapace di credere alla fortuna che gli è toccata. Tuttavia,
Sonja, rivelatasi ancora viva, si libera delle rovine e gli
spara.
Elsa ed Heinrich si riuniscono con
la figlia di lui, Lottchen, mentre in una scena finale, scopriamo
cosa è successo sia all’oro che all’avida Sonja: la donna, mentre
si allontanava in auto viene colpita da un carro armato, rimanendo
mortalmente ferita dallo scontro. Appare a questo punto un gruppo
di soldati americani, che si avvicinano ad osservare i danni che
hanno causato. Non sembrano troppo preoccupati di aver sparato su
un civile senza preavviso, ma piuttosto si accorgono dell’oro che
Sonja aveva preso per sé. Gli uomini decidono che non denunceranno
il ritrovamento e terranno il tesoro tutto per loro. La risposta a
chi tra i protagonisti ottiene infine il tesoro è dunque
“nessuno”.
Il trailer di Blood & Gold e come vedere il film su
Netflix
Come anticipato, è possibile fruire
di Blood & Gold unicamente grazie
alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove
attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti
sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque
sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo
tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo
in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi
anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.
Dopo diverse esperienze direttamente
su Disney+, Pixar torna al grande
schermo con Elemental,
presentato come proiezione di chiusura in occasione del Festival
di Cannes 2023. Il film racconta l’amicizia tra due personaggi
che non dovrebbero mescolarsi tra loro, poiché la loro società
proibisce la formazione di relazioni tra membri “composti da
elementi diversi”.
Mentre l’uscita del film si
avvicina, il prossimo 16 giugno, cominciano ad arrivare in rete i
primi commenti. Therese Lacson di Collider pensa
che il film prenda in prestito troppo da Zootropolis, facendo
sembrare pesante il messaggio al centro della trama. Ha anche
trovato la colonna sonora meravigliosa, così come l’animazione che
si può vedere mentre dà vita alla storia.
Nikki Fowler di
Glitter Magazine ha trovato Elemental
un puro sogno, elogiando anche l’animazione per essere colorata e
vibrante. Matt Neglia di Awards Watch ha pensato
che il film fosse uno dei migliori della Pixar della storia
recente, affermando che la storia d’amore al centro di tutto era
intelligente ed emozionante.
Luke Hearfield di
Evening Standard ha pensato che il lungometraggio fosse un mix
affidabile di animazione vibrante e immaginazione, definendo i
personaggi principali della storia come affascinanti.
Elemental è stato presentato al
Festival di Cannes, dove è stato il film di
chiusura nonché quarto lungometraggio dei Pixar Animation Studios
ad essere presentato nella Selezione Ufficiale, dopo
Up, Inside
Out e Soul.
Oltre ai due doppiatori poc’anzi citati, il film presenta anche le
voci di Ronnie del Carmen (Inside Out)
nei panni del padre di Ember, Bernie, che presto andrà in pensione;
Shila Ommi (Teheran) nei panni della
mamma in cerca d’amore di Ember, Cinder; e Catherine
O’Hara (Schitt’s Creek) nei panni della mamma
accogliente di Wade, Brook. Elemental della Pixar uscirà solo
nelle sale il 16 giugno 2023.
Come preannunciato,
Dua Lipa ha lanciato in rete ai suoi fan una prima
occhiata al suo video musicale ispirato a Barbieper
il suo ultimo brano, “Dance the
Night”.Il numero disco-pop è
perfettamente in linea con il tono del film in uscita, e il video
include alcuni nuovi scatti di Margot Robbie e
delle sue amiche Barbie
che tagliano un tappeto.Dua Lipa apparirà anche nel
film come “Barbie sirena”, insieme a John Cena
come sua controparte maschile. Barbiesolo
al cinema dal 20 luglio 2023 distribuito da Warner Bros.
Pictures
Dalla sceneggiatrice/regista
candidata all’Oscar Greta
Gerwig (“Piccole donne”, “Lady Bird”) arriva
Barbie
con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie
(“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Tonya”) e Ryan Gosling (“La
La Land”, “Half Nelson”) nei panni di Barbie
e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (“End
of Watch – Tolleranza zero”, i film “Dragon Trainer”),
Kate
McKinnon (“Bombshell – La voce dello scandalo”,
“Yesterday”), Michael Cera (“Scott Pilgrim vs. the
World”, “Juno”), Ariana Greenblatt (“Avengers: Infinity War”, “65 – Fuga
dalla Terra”), Issa Rae (“The Photograph – Gli
scatti di mia madre”, “Insecure”), Rhea Perlman
(“Nei miei sogni”, “Matilda 6 Mitica”) e Will Ferrell (i
film “Anchorman”, “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva
contare fino a uno”).
Fanno parte del cast del film anche
Ana Cruz Kayne (“Piccole donne”), Emma
Mackey (“Emily”, la serie TV “Sex Education”),
Hari Nef (“Assassination Nation”, “Transparent”),
Alexandra Shipp (i film “X-Men” ),
Kingsley Ben-Adir (“Quella notte a Miami”, “Peaky
Blinders”), Simu Liu (“Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli”), Ncuti Gatwa (“Sex
Education”), Scott Evans (la serie TV “Grace e
Frankie”), Jamie Demetriou (“Crudelia”),
Connor Swindells (“Sex Education”, “Emma.”),
Sharon Rooney (“Dumbo”, “Jerk”), Nicola Coughlan
(“Bridgerton”, “Derry Girls” ), Ritu
Arya (“The Umbrella Academy”), e il
premio Oscar Helen
Mirren (“The Queen – La Regina”).
Barbie
è diretto da Greta
Gerwig che ha curato la sceneggiatura del film
insieme al candidato all’Oscar Noah Baumbach
(“Storia di un matrimonio”, “Il calamaro e la balena”). Basato su
‘Barbie’ di Mattel. I produttori del film sono il candidato
all’Oscar, David Heyman (“Storia di un
matrimonio”, “Gravity”), Margot Robbie, Tom Ackerley e
Robbie Brenner, mentre Michael Sharp, Josey
McNamara, Ynon Kreiz, Courtenay Valenti, Toby Emmerich e Cate
Adams sono i produttori esecutivi.
Arrivano altre foto dal set di
Captain America: New World Order dei Marvel Studios e, sebbene questi ultimi
scatti non mostrino personaggi nei loro costumi da supereroi ci
permettono di avere uno sguardo inedito a Sam Wilson
(Anthony
Mackie) e Joaquin Torres (Danny
Ramirez) in abiti civili mentre sono impegnati in una
missione in borghese.
Non abbiamo molto contesto per comprendere di che tipo di scena si
tratti ma sembra che la coppia, che abbiamo visto in azione per la
prima volta in The Falcon and the Winter Soldier di
Disney+, stia tenendo d’occhio
qualcuno. Con Wilson che assumerà il ruolo di Capitan America,
questo film segnerà il debutto di Torres come il nuovo Falcon.
Dobbiamo ancora dare un’occhiata a come sarà il suo vestito, ma una
foto da lontano ci ha già suggerito che il suo
costume sarà abbastanza fedele al fumetto.
Julius Onah dirige Captain America: New World Order, su una
sceneggiatura di Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast
comprenderà
Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain
America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín
Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di
Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di
Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth
Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3
maggio 2024.
In Spider-Man:
Homecoming, abbiamo appreso che
Tony Stark aveva deciso di vendere
Avengers Tower. Per anni, le voci si sono
susseguite su chi fosse diventato il nuovo proprietario
dell’iconico edificio. Tra chi sosteneva che fosse stato acquistato
da The Kingpin o. da una variante di
Kang il conquistatore o addirittura, la squadra dei
Fantastici Quattro avrebbe ereditato il quartiere
generale. Ebbene oggi apprendiamo da alcune voci che
la prossima serie Ironheart rivelerà
tutto.
Quella serie metterà la magia contro la scienza quando Riri Williams combatterà The Hood, e
in precedenza abbiamo sentito dire che Mephisto
sarà anche nella serie Disney. Questo potrebbe suggerire che sarà
proprio “il diavolo” uno dei più probabili proprietario della
torre, dato che Mephisto lo è stato in un arco narrativo
dei fumetti molto noto. Secondo le fonti la
sua controparte umana ha acquistato l’edificio da Iron
Man durante gli eventi diSpider-man:
Homecoming e si pensa che sia
affascinato dalla tecnologia. Non sappiamo perché, ma quale
modo migliore ci sarebbe per provocare il caos e acquisire anime
piuttosto che stringere accordi con titani dell’industria disposti
a tutto per avere successo e trovare ricchezze?
Le fonti proseguono aggiungendo che
“il personaggio di Mephisto nel prossimo spettacolo di
Ironheart
sarà principalmente un umanoide, un individuo in abbigliamento da
lavoro, con la sua forma demoniaca che appare solo in alcune parti
della serie tv”.Per quanto riguarda chi lo
interpreterà, si dice che Sacha Baron Cohen sia stato scelto per il
ruolo.
Con così tante storyline in corso nell’MCU in questo momento tra le
macchinazioni di The Kingpin che abbiamo avuto modo di captare dal
set di Daredevil, il tentativo di Val di creare i propri
Vendicatori con i fulmini e la follia del Multiversal ancora in
atto, non siamo sicuri di dove si inserisca la storia che vedrà
protagonista Mephisto. Tuttavia, siamo sicuri che
c’è spazio e che i fan sono pronto per conoscere finalmente questo
importante personaggio, almeno in questo angolo di questo mondo
condiviso. Non ci resta che aspettare ulteriori notizie sulla
serie Ironheart.
Sam Bailey (Brown Girls) e Angely Barnes
(Mythic Quest) sono stati recentemente
ingaggiati come i registi di Ironheart e, secondo quanto
riferito, sono stati arruolati per dirigere almeno un episodio a
testa. Il regista di Black
Panther: Wakanda Forever Ryan Coogler sarà
il produttore esecutivo tramite la sua società di produzione
Proximity.
Come molti di voi sapranno Hugh Jackman riprenderà il ruolo di Wolverine
per Deadpool 3,
ma potrebbe non essere l’unico personaggio originale
degli X-Men
che si unirà al mercenario con la bocca lunga (Ryan Reynolds)
nel suo debutto nel Marvel Cinematic
Universe.
L’attrice Halle Berry
ha già suggerito che tornerà come Storm con un recente post su
Instagram, e lo scooper @CanWeGetSomeToast sta ora affermando di
aver confermato il suo ritorno… insieme a Famke Janssen come Jean Grey
e James Marsden come Ciclope. Non abbiamo idea
di come questi personaggi influiranno sulla trama, ma Cyc, Storm,
Jean e Logan formarono la primissima squadra
X-Men dell’ormai defunto franchise della 20th Century Fox,
quindi forse Wade torna a quella linea temporale per chiedere agli
eroi mutanti aiuto e solo Wolvie accetta di accompagnarlo? Solo una
delle numerose possibilità, ma comunque sia non pensiamo pensare
che queste apparizioni siano qualcosa di più di piccoli cammeo.
Deadpool 3: quello che sappiamo sul film
Sebbene i dettagli ufficiali della
storia di Deadpool 3
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i
Marvel
Studios di unire la serie di film di Deadpool
– l’unica parte del franchise degli X-Men sopravvissuta
all’acquisizione della Fox da parte della Disney – è stabilire che
i film di Reynolds si siano svolti in un universo diverso. Ciò
preserva i film degli X-Men della Fox nel loro universo,
consentendo al contempo a Deadpool e Wolverine di tornare e
potenzialmente viaggiare nell’universo principale dell’MCU.
In attesa di ulteriori conferme,
sappiamo che Shawn Levy dirigerà Deadpool 3,
mentre Rhett Reese e Paul
Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul
Mercenario Chiacchierone, scriveranno la sceneggiatura basandosi
sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi
nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo
erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin
e Wendy Molyneux. Il presidente dei Marvel Studios,
Kevin Feige, aveva precedentemente assicurato ai
fan che rimarrà un film con rating R, proprio come i primi due
film, il che lo renderebbe il primo film dello studio con tale
classificazione matura. Deadpool 3 uscirà il
8 novembre 2024.
Il film, oltre a presentare
naturalmente Ryan Reynolds
di nuovo nei panni di Deadpool, vanterà anche il tanto atteso
team-up tra l’irriverente protagonista e Wolverine, con Hugh Jackman che uscirà dal suo pensionamento
da supereroe per riprendere il suo ruolo iconico degli X-Men. Anche Emma Corrin e
Matthew Macfadyen si sono uniti al cast in ruoli ancora
non del tutto resi noti, anche se la Corrin dovrebbe interpretare
uno dei villain del film. La pellicola sarà il primo film della
serie di film di Deadpool ad essere distribuito dopo l’acquisizione
da parte della Disney della 20th Century Fox.
Sebbene non sia noto come
HBO gestirà la seconda
stagione di The Last of Us, oggi arrivano
nuovi aggiornamenti sull’atteso prossimo ciclo di episodi e pare
che i creatori Craig Mazin e Neil Druckmann stiano
facendo un grande salto in avanti rispetto alla prima stagione.
Parlando a Deadline in un recente
approfondimenti dedicato a HBO, l’head of drama della compagnia
Francesca Orsi ha parlato dell’attesissima
prossima stagione di The Last of Us. Mentre
Orsi ha notato che non si può dire molto sulla seconda stagione di
The Last of
Us a causa di quanto poco è stato sviluppato – e
a causa dello sciopero degli scrittori in corso, che ha interrotto
la scrittura del progetto – ha detto che gli showrunner Craig Mazin
e Neil Druckmann ha “un buon senso” su come affrontare i nuovi
episodi.
“Ci saranno un paio di nuovi
pezzi di casting, in cui non posso entrare. E,
naturalmente, non c’è molto che possiamo approfondire in The Last of Us, dato che Craig
non può davvero iniziare a lavorare in alcun modo significativo dal
punto di vista della scrittura o del casting“, ha detto
Orsi. “Ma lui e Neil hanno una buona idea di quello che
dovrà affrontare. Sposteremo lo spettacolo da Calgary
a Vancouver”.
Orsi ha continuato dicendo che
tutto ciò che è stata in grado di dire fin d’ora è che la coppia
sta “prendendo una grande svolta” dal punto di vista
dell’intrattenimento, così come quando si tratta di clicker, i
mostri simili a zombi che abitano il mondo della serie tv.
“Tutto quello che posso dire è che sta facendo un grande salto
sia dal punto di vista dell’intrattenimento, legato ai clicker, ma
anche solo dalla dinamica dei personaggi più sfumata e complessa
tra i nostri personaggi, Joel, Ellie e oltre“.
La serie tv The Last of
Us
The Last of Us racconta una storia
che si svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna.
Joel, un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una
ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta
sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma
presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si
troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a
dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal
nel ruolo di Joel e Bella Ramsey
nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è
Tommy, Anna Torv
interpreta Tess, l’attrice britannica Nico Parker
è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di Frank,
Nick Offerman quelli di Bill, Storm
Reid è Riley, Merle Dandridge è Marlene.
Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo di
Perry, Lamar Johnson in quello di Henry,
Keivonn Woodard nel ruolo di Sam, Graham
Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles
nel ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy
Baker.
The Last of Us è
scritta da Craig Mazin (Chernobyl) e Neil Druckmann (il
videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i
produttori esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione
Sony Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad
Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La
serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty
Mint, e Naughty Dog.
Quello del gangster movie è da
sempre uno dei generi di maggior fascino e successo della storia
del cinema. Sono tanti i grandi capolavori realizzati sulle
vicende, più o meno reali, di noti e carismatici criminali. Nel
2015, è stato il turno di James Bulger, raccontato sul grande
schermo dal film Black Mass – L’ultimo
gangster (qui la recensione),
dove viene interpretato dall’attore Johnny
Depp.
Diretto da Scott
Cooper (Il
fuoco della vendetta, Hostiles), il
film si concentra nel periodo relativo agli anni Settanta, dove
Bulger diventa leader di una potente organizzazione criminale della
città di Boston. La sceneggiatura, così come le principali notizie
biografiche, sono state tratte dal libro-inchiesta scritto dai
reporter Dick Lehr e Gerard O’Neill, intitolato come lo stesso
film.
Il film, costato circa 50 milioni,
riuscì ad incassarne circa 100 in tutto il mondo, dimostrandosi un
buon successo di pubblico. Allo stesso tempo, venne particolarmente
apprezzato dalla critica, che elogiò tanto la regia quanto
l’intepretazione di Depp, indicata come una delle sue migliori
degli ultimi anni. L’idea del film non piacque però a Burger, il
quale ha affermato di disapprovare il film e di non avere
intenzione di vederlo.
Black Mass: la trama e la
vera storia dietro il film
Il film si svolge a Boston, nel
1975, quando James ‘Whitey’ Bulger controlla
l’organizzazione criminale Winter Hill Gang, con cui punta a
scalzare la famiglia degli Angiullo nella lotta per il controllo
della città. Tutti rispettano Whitey e vogliono entrare a far parte
della sua banda. Nel frattempo, l’amico di vecchia data di Bulger,
John Connolly, torna nel quartiere irlandese dopo
essersi arruolato nell’FBI,
portando con sé una proposta: se Burger diventerà suo informatore,
in cambio avrà il totale appoggio dei servizi segreti. Sebbene sia
dubbioso, Whitey finisce per accettare l’accordo. Il gangster,
tuttavia, rischia di venire scoperto, e nel suo mondo il tradimento
porta alla morte.
Benché Bulger abbia sempre
fermamente negato il suo rapporto con l’FBI, nel 1997 vennero alla
luce le prove sul suo ruolo di informatore. Tale rapporto, che
andava avanti dal 1975, era volto a distruggere i rivali del
criminale, affinché egli potesse avere più margine di controllo
sulla città. Ben presto, tuttavia, si evidenziò lo squilibrio tra i
due uomini, con Burger che era di fatto il burattinaio della
situazione. Le libertà da lui prese, come anche i crimini sempre
maggiori commessi, portarono alla raccolta di sufficienti
informazioni utili per incastrare tanto lui e la sua banda quanto
gli agenti corrotti dell’FBI. Con il processo del 1997, tuttò ciò
arriva al termine e Bulger è costretto a diventare un
fuggitivo.
Nel 2008 viene poi arrestato e
incarcerato l’ex agente John Connolly, condannato ad oltre 40 anni
di galera. Bulger nel frattempo diventò uno degli uomini più
ricercati d’America. Venne rintracciato soltanto il 22 giugno del
2011, a Santa Monica, in California, dove viveva sotto falso nome
insieme alla sua compagna. I numerosi e gravi capi d’accusa nei
suoi confronti, tra cui quello che lo vede implicato in ben 18
omicidi, portarono alla condanna di due ergastoli. Bulger venne poi
assassinato in prigione, nell’ottobre del 2018.
Black Mass: il cast del
film
Ad interpretare il celebre
criminale, come anticipato, vi è l’attore Johnny
Depp. Questi, per prepararsi al ruolo, tentò più volte di
entrare in contatto con il vero Bulger, desideroso di parlare con
lui e di alcuni aspetti della sua storia. Il criminale, tuttavia,
contrario al film, non accettò mai la
proposta. Per assicurarsi che la sua interpretazione fosse il
più realistica possibile, tuttavia, furono assunti alcuni
conoscenti di Bulger. Questi indicarono la performance di Depp come
estremamente fedele. L’attore, inoltre, si sottopose a diverse ore di trucco
volte a trasformarne radicalmente la fisionomia al fine di farlo
assomigliare maggiormente al vero criminale.
A ricoprire il ruolo dell’agente FBI
John Connolly è invece l’attore Joel
Edgerton. Egli, tuttavia, non fu la prima scelta per
il personaggio. La produzione considerò infatti di affidare la
parte a Tom
Hardy, il quale però rifiuto, portando all’assunzione
di Edgerto. Al contrario di Depp, questi decise sin da subito che
non avrebbe incontrato il vero Connolly. Tale decisione fu dovuta
alla consapevolezza della differenza di punti di vista. L’attore
sapeva infatti che parlare con l’ex agente non lo avrebbe aiutato,
poiché questi aveva una propria versione della vicenda che andava
in totale contrasto con quella narrata dal film.
Il film vanta inoltre la
partecipazione di altri noti attori, tra cui Benedict Cumberbatch,
Kevin Bacon, Peter Sarsgaard,
Dakota Johnson,
Corey Stoll, Jesse
Plemons e David
Harbour. Cumberbatch, in particolare, ricopre un ruolo
di rilievo essendo William “Billy” Bulger, fratello di James.
Questi fu inoltre criticato dal vero William per il fatto di essere
eccessivamente più alto di quanto egli sia in realtà. Anche Plemons
ha ottenuto lodi per il suo ruolo di Kevin Weeks, aumentando la
propria massa corporea di diversi chili. Anche in questo caso il
vero Weeks ha lamentato notevoli tradimenti tra la realtà e
l’interpretazione dell’attore.
Black Mass: il trailer e
dove vedere in streaming il film
Per gli appassionati del film, o per
chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne
grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali
piattaforme streaming oggi disponibili. Black Mass –
L’ultimo gangster è infatti presente su
Netflix, Amazon Prime Video, Rakuten TV, Google Play, Tim
Vision e Apple iTunes. In base alla piattaforma scelta,
sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile
fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità
video. Il film è poi disponibile nel palinsesto televisivo di
lunedì 29 maggio alle 21:00 sul
canale Iris.
Martin Scorsese è in tournée in Italia dopo il
Festival
di Cannes dove nel fine settimana il regista, noto per
avere una vocazione religiosa, ha incontrato Papa
Francesco e ha annunciato che realizzerà un film su
Gesù. “Ho risposto all’appello del Papa agli artisti
nell’unico modo che conosco: immaginando e scrivendo una
sceneggiatura per un film su Gesù“, ha annunciato Scorsese
sabato durante una conferenza a Roma in Vaticano, secondo diversi
rapporti. “E sto per iniziare a realizzarlo”, ha
aggiunto il regista, suggerendo che questo potrebbe essere il suo
prossimo film.
Sempre sabato, prima di partecipare alla
conferenza – intitolata “The Global Aesthetics of the Catholic
Imagination” – Martin Scorsese e sua moglie Helen Morris
hanno incontrato Papa Francesco durante una breve udienza privata
in Vaticano. Il convegno è stato organizzato dalla rivista gesuita
La Civiltà Cattolica e dalla Georgetown
University. Antonio Spadaro, direttore del periodico
religioso, ha dichiarato sul sito della testata che durante la loro
conversazione al confab Scorsese ha alternato riferimenti ai suoi
film e aneddoti personali e ha spiegato “Come l’appello del
Santo Padre ‘a farci vedere Gesù’ lo ha commosso“. Egli ha
detto.
Per quanto riguarda i riferimenti
cinematografici, durante la conversazione Martin Scorsese ha citato la sua ammirazione
per “Il Vangelo secondo Matteo” di Pier Paolo
Pasolini. Scorsese ha anche parlato del significato del
suo poema epico del 1988 “L’ultima tentazione di Cristo” e del
“successivo passo nella sua ricerca sulla figura di Gesù”
rappresentato dal suo dramma su scala ridotta del 2016 “Silence”
sulla persecuzione dei cristiani gesuiti nel Giappone del XVII
secolo. Quel film è stato proiettato nel 2016 in
Vaticano. Francesco è il primo papa gesuita ed è noto per
essersi unito all’ordine dei gesuiti sperando di diventare
missionario in Giappone.
Thank you to Martin
#Scorsese for accepting the invitation to join us of La Civiltà
Cattolica and Georgetown University – along with his wife and
daughter – in the meeting of 40 poets and writers from different
Countries with
#PopeFrancesco, who said among other things, “This is… pic.twitter.com/yG6bEyo2Wq
La
fortunata serie HBO Successionsi è
conclusa questo fine settimana. Nonostante l’enorme successo
popolare dello show, tuttavia, non ci sono piani per una nuova
stagione o spin-off di alcun tipo.Il capo del drama
di HBO, Francesca Orsi, ha detto a Deadline che
non ci sono piani per una quinta stagione dopo il finale di
domenica. Ha menzionato “alcuni discorsi” su una
serie spin-off, ma per ora non c’è nessun vero
movimento.
“No, non a questo punto ora”,
ha detto Orsi. “So che si è parlato di spin-off, ma no, per
niente.” Alla domanda sulla possibilità di spin-off, Orsi ha detto
che per ora non direbbe mai mai. Sulla base di ciò che ha
sentito, tuttavia, non c’è intenzione di serie future basate sulla
serie TV.
“Non dirò mai mai, ma il
mio istinto e sulla base di una serie di conversazioni
sull’evoluzione di Succession e di questi personaggi, in questa fase,
non c’è alcuna intenzione di scorporare un personaggio“, ha
detto Orsi. “Jesse, se dovesse fare di nuovo
una serie, penso che sarà del tutto
originale. Che sia basato su IP o meno,
non ne sono sicuro, ma sarà un nuovo spettacolo, un’idea
completamente nuova.
SUCCESSION
esplora i temi del potere e delle dinamiche familiari attraverso
gli occhi del mogul dei media Logan Roy (Brian Cox) e dei suoi
quattro figli, Kendall (Jeremy Strong), Siobhan (Sarah Snook),
Roman (Kieran Culkin) e Connor (Alan Ruck). Nella
quarta stagione, la vendita della media company Waystar Royco
al visionario del tech Lukas Matsson (Alexander
Skarsgård) si avvicina sempre di più. La prospettiva
di questa vendita epocale provoca angoscia e contrasti familiari
tra i Roy, che prefigurano come saranno le loro vite una volta
completato l’affare. La famiglia intravede un futuro in cui il
proprio peso culturale e politico sarà fortemente ridimensionato,
ne scaturirà quindi una lotta per il potere ancora più accesa.
Il cast della quarta stagione:
Brian Cox,
Jeremy Strong, Sarah Snook, Kieran Culkin, Alan Ruck, Matthew
Macfadyen, Nicholas Braun, J. Smith-Cameron, Peter Friedman, David
Rasche, Fisher Stevens, Hiam Abbass, Justine Lupe, Dagmara
Domińczyk, Arian Moayed, Scott Nicholson, Zoë Winters, Annabelle
Dexter Jones, Juliana Canfield e Jeannie
Berlin. Si aggiungono al cast Alexander Skarsgård, che diventa regular dei
nuovi episodi, Cherry Jones, Hope Davis, Justin Kirk e
Stephen Root. E vengono annunciati oggi anche
Annabeth Gish, Adam Godley, Eili Harboe e Jóhannes Haukur
Jóhannesson. Fra gli attori delle precedent Stagioni che
tornano nei nuovi episodi, annunciati anche Harriet Walter (Lady
Caroline Collingwood), James Cromwell (Ewan Roy), Natalie Gold
(Rava Roy), Caitlin Fitzgerald (Tabitha), Ashley Zukerman (Nate
Sofrelli), Larry Pine (Sandy Furness), Mark-Linn Baker (Maxim
Pierce), Pip Torrens (Peter Munion).
In una recente intervista
con Deadline, il capo del
dramma di HBO Francesca Orsi ha condiviso un nuovo dettaglio
sull’imminente prequel di Il
trono di spade (Game of
Thrones)A Knight of
the Seven Kingdoms: The Hedge
Knight. Orsi ha confermato che stanno
attualmente elaborando un piano di tre stagioni per lo spin-off che
sarebbe basato sulle altre novelle de Il Trono di
Spade
dell’autore George RR
Martin.
Orsi ha delineato il
potenziale numero di stagioni della serie: “Idealmente di anno
in anno e creando una serie di tre stagioni, che traccia le tre
novelle che George ha scritto. Certo, vorremmo di più oltre a
questo, e George sta continuando a pensare alle rimanenti novelle
che vuole ancora scrivere, ma a questo punto, abbiamo gli occhi
puntati su tre stagioni che mapperebbero ogni libro, ogni
novella.Pur condividendo il suo pieno sostegno
allo sciopero WGAin corso, Martin
ha recentemente confermato che la pre-produzione della serie
The Hedge Knight è
stata temporaneamente
interrotta fino a quando lo sciopero non
raggiungerà una giusta conclusione.
Cosa aspettarsi nella serie The Hedge
Knight?
A Knight of the Seven
Kingdoms: The Hedge Knight è basato sulla novella di
George RR MartinDunk and Egg. Il
racconto è incentrato su Ser Duncan the Tall (Dunk) e Aegon V
Targaryen (Egg), ambientato cento anni prima degli eventi della
serie principale. La serie dovrebbe durare sei
episodi.
“Un secolo prima degli
eventi de Il Trono di Spade, due improbabili eroi vagavano per
Westeros… un giovane, ingenuo ma coraggioso cavaliere, Ser Duncan
l’Alto, e il suo minuscolo scudiero, Egg“, recita la trama
della serie. “Ambientato in un’epoca in cui la stirpe dei
Targaryen detiene ancora il Trono di Spade e il ricordo dell’ultimo
drago non è ancora passato dalla memoria vivente, grandi destini,
potenti nemici e imprese pericolose attendono questi amici
improbabili e incomparabili.“
Il prequel sarà scritto e
prodotto esecutivamente da Martin e Ira Parker. Ulteriori
produttori esecutivi sono Ryan Condal e Vince Gerardis. Altri
potenziali spin-off di Game of Thrones sono in lavorazione alla
HBO, tra cui una serie incentrata su
Jon Snow con il ritorno di
Kit Harington.
L’head of drama di
HBO ha accennato alla data di
uscita della terza stagione di Euphoria.
Ma c’è un problema: la serie probabilmente non uscirà per almeno
altri due anni. In un recente profilo
per Deadline,
al capo del dramma della HBO Francesca Orsi è stato chiesto dello
stato della serie tv Euphoria.
Orsi ha affermato che tra l’altra serie HBO del creatore
Sam Levinson, The
Idol, e lo sciopero in corso, la terza stagione
di Euphoria probabilmente
non debutterà fino al 2025.
“Euphoria è uno di quelli che avevamo iniziato a
scrivere in tandem con la post-produzione di Idol, ma a questo
punto non abbiamo innumerevoli copioni“, ha detto Orsi della
finestra della data di uscita della terza stagione di
Euphoria. “Non possiamo iniziare le riprese, quindi la
consegna di quello spettacolo – idealmente nel 2025 – sarà
determinata da quando potremo riprendere con Sam, che a questo
punto è tutto giù e sta finendo i post su
Idol.”
Questa non è la prima volta
che Euphoria
ha avuto un lungo ritardo tra le stagioni. Dopo
la prima uscita nel 2019, la seconda stagione è stata ritardata a
causa della pandemia di COVID-19.La
seconda stagione alla fine è stata presentata per la prima
volta nel 2022, ma ora sembra che la terza stagione potrebbe
richiedere ancora più tempo a causa di altre circostanze.Deadline nota che questi includono il fitto programma di
Zendaya, che da allora è esploso in una
superstar.
Basato su una serie
israeliana con lo stesso nome, Euphoria segue
un gruppo di studenti delle scuole superiori mentre lottano per
muoversi attraverso il mondo della droga, del sesso, dell’identità,
del trauma, dei social media, dell’amore e dell’amicizia.Presenta un cast corale che include
Zendayanel ruolo principale di
Rue. Nel cast della serie ci sono anche Hunter
Schafer, Alexa Demie, Maude Apatow, Barbie Ferreira, Storm Reid,
Sydney Sweeney, Algee Smith, Jacob Elordi, Austin Abrams,
Eric Dane e Nika King. Ad
unirsi alla nuova stagione ci sono Javon Walton e
Dominic Fike.
Euphoriaè stato creato e scritto da Sam Levinson, che è anche
produttore esecutivo con Zendaya, Drake, Adel “Future”
Nur e i creatori originali Ron Leshem e Daphna
Levin.Ravi Nandan, Kevin Turen,
Hadas Mozes Lichtenstein, Mirit, Toovi, Yoram Mokadi e
Gary Lennon sono i produttori esecutivi, con
Kenneth Yu, Ashley Levinson, Harrison Kreiss e Julio
Perez come coproduttori.
L’head of drama di HBO, Francesca Orsi, ha rivelato perché
il numero di episodi della di House of
the Dragon 2 è inferiore a quello della
prima. In una recente intervista, Orsi ha spiegato che
la sezione centrale della seconda stagione era “una specie di
“calpestando” la narrazione”, portando alla compressione del
conteggio degli episodi.
“C’erano alcune domande
sulla forma narrativa della seconda stagione. La stavamo
sviluppando con Ryan Condal e [EP] Sara Hess, e ci siamo resi conto
che stavamo in qualche modo calpestando la narrazione nel mezzo
della stagione“, ha spiegato Orsi
(tramite Deadline). “Quindi
è sembrato molto più rigoroso, più urgente avere un giusto arco
emotivo per i nostri personaggi se abbiamo compresso la stagione. E
poi questo ha definito anche il modo in cui avremmo dato il via
alla terza stagione”.
Nella
prima stagione, la serie ha organizzato con successo un
programma di affiancamento e tutoraggio sul set per apprendisti di
produzione. Ora che sono in corso le riprese della seconda
stagione, House Of
The Dragon ha aperto ancora una volta le sue porte al
programma WBD Access Directors Shadows, dando così a due registi
emergenti, B Welby ed Ebele Tate, la possibilità di affinare le
proprie capacità e imparare da una delle migliori troupe del
settore.
Nel cast della seconda stagione
Matt
Smith, Emma
D’Arcy, Olivia
Cooke,Eve Best, Steve Toussaint, Fabien
Frankel, Ewan Mitchell, Tom Glynn-Carney, Sonoya Mizuno e
Rhys Ifans. Fra gli attori della prima stagione che tornano nel
cast dei nuovi episodi anche Harry Collett, Bethany Antonia, Phoebe
Campbell, Phia Saban, Jefferson Hall e Matthew
Needham.
I crediti della seconda stagione:
co-creatore e produttore esecutivo George R.R. Martin; co-creatore,
showrunner e produttore esecutivo Ryan Condal; produttori esecutivi
Sara Hess, Alan Taylor, Melissa Bernstein, Kevin de la Noy, Loni
Peristere, Vince Gerardis. Tratto dal bestseller di George R.R.
Martin “Fuoco e Sangue”.
James Cameron
sta lavorando a un nuovo film di
Terminator. Tuttavia, il regista
prevede di far crescere la tecnologia nel mondo dell’IA prima di
finirlo. Parlando durante una recente apparizione alla conferenza
Dell Tech World, Cameron ha rivelato che in realtà sta scrivendo un
nuovo film di Terminator, e lo è da circa tre mesi. Tuttavia,
Cameron ha detto che non ha intenzione di finirlo fino a quando non
vedrà come la crescita dell’IA si scuoterà.
La notizia è una sorpresa per
molti. Quando ha discusso l’ultima volta della
possibilità di un nuovo Terminator, Cameron ha detto di non essere
sicuro se ci fosse un altra storia da raccontare.Tuttavia, James Cameron
ha detto che se avesse realizzato un nuovo film di Terminator,
sarebbe stato più incentrato sul “lato AI” delle cose. “Se
dovessi fare un altro film di Terminator e magari provare a
lanciare di nuovo quel franchise, che è in discussione ma nulla è
stato deciso, farei molto di più sul lato dell’intelligenza
artificiale rispetto ai robot cattivi impazziti“, ha rivelato
Cameron durante un’apparizione sul
podcast Smartless di Wondery e Amazon .
So James Cameron just told the
#DellTechWorld crowd that he started writing a new Terminator
movie 3 months ago but wants to see how #AI
shakes out before he goes any further 👀😳🎥 pic.twitter.com/wNqmLNmyVP
In precedenza, si diceva che Terminator: Dark Fate del
2019 fosse l’inizio di una nuova
trilogia. Tuttavia, il film è stato un fallimento al
botteghino, il che ha comportato la cancellazione dei piani per i
film futuri.
01 Distribution ha
diffuso il trailer della nuova
commedia italianaUn Matrimonio Mostruoso, un
film di Volfango De
Biasi con Massimo Ghini,
Paola Minaccioni, Ilaria Spada,
Ricky Memphis, Cristiano
Caccamo, Emanuela Rei, Maurizio Mattioli,
Elisa Di Eusanio, Claudio Greg Gregori,
Paolo Calabresi e con Sara Ciocca,
Vincenzo Sebastiani, Irene Girotti, Mattia Lucentini.
Prodotto da Fulvio
e Federica Lucisano una produzione
Italian International Film con Rai
Cinema. Dal 21 Giugno al cinema
La trama del film
Non è sempre vero che se ne vanno i
migliori. É passato a miglior vita Nando, capofamiglia del clan
Cornicioni. Sembra che, per una tragica fatalità, sia finito in una
doccia di cemento a presa rapida. Il triste evento ha riunito la
famiglia umana di Luna, figlia di Nando, e quella mostruosa del
marito Adalberto. I parenti, affranti, ignorano che Nando non è
nell’aldilà ma in un lontano paradiso fiscale. L’unica a sapere è
sua moglie Stella, abbandonata senza un soldo e alla ricerca di un
modo per saldare i debiti del “defunto” marito. Stella decide di
approfittare della crisi matrimoniale tra il consuocero Vladimiro e
Brunilde, riuscendo a scalzare nel cuore del vampiro la strega. Ma
Brunilde non si dà per vinta… è pronta a tutto per salvare il suo
secolare matrimonio.
Stanley Kubrick,
John Carpenter, Brian De Palma,
David Cronenberg, George
A. Romero. E ancora Rob Reiner,
Bryan Singer, Frank Darabont,
Andy Muschietti. Alla lunga lista di cineasti
confrontatisi con la trasposizione cinematografica di un’opera
letteraria di Stephen King si aggiunge oggi anche il nome di
Rob Savage (Host,
2020). Il titolo
selezionato è quello di The Boogeyman,
racconto del 1973 comparso in uno dei numeri della rivista Cavalier
di quell’anno e successivamente pubblicato nella raccolta “Night
Shift”. Un progetto dalla gestazione lunga e travagliata: scritto
da Scott Beck, Bryan Woods e
Mark Heyman, interrotto nel 2019 – nel corso del
processo di acquisizione della 20th Century Fox da parte di Disney
– inizialmente pensato per la piattaforma streaming Hulu e infine
affidato alla distribuzione cinematografica.
The Boogeyman: la trama
Libero adattamento, omaggio o
sequel spirituale? Il The Boogeyman di Rob
Savage è un prodotto di
non scontata collocazione artistica. Il regista sceglie di
abbandonare l’unità di luogo della controparte letteraria,
sostituendo lo studio psichiatrico del racconto originale con
l’abitazione del dottor Will Harper (Chris
Messina), all’interno della quale il terapista vive
assieme alle figlie Sadie (Sophie Thatcher), di
sedici anni e Sawyer (la piccola Vivien Lyra
Blair). Sconvolte dalla recente perdita della madre, le
due ragazze faticano ad elaborare il lutto, e l’inadeguato sostegno
del padre – anch’egli emotivamente provato – ostacola ogni
possibilità di dialogo.
Lester Billings (David
Dastmalchian), protagonista dell’opera su carta, è
invece un semplice incursore; autore di una sortita silenziosa e
traumatica. Portatore malato di un’entità maligna destinata a
sconvolgere l’esistenza della famiglia Harper.
Un problema di
realtà
“Cominciavo a dirmi: forse, se
pensi a lungo a una cosa, e ci credi, diventa reale. Forse tutti i
mostri di cui avevamo paura da ragazzini, Frankenstein, il Lupo
Mannaro, Mammona, forse erano tutti reali. Tanto veri e concreti da
uccidere i bambini che si credeva fossero morti in fondo a una
cava, o annegati nel lago, o che non erano stati trovati più…
Forse…”
“Forse” sussurrava
King. “È reale!” esclama invece Rob
Savage. E il problema di The Boogeyman è,
innanzitutto, un problema di realtà, di concretezza
eccessiva.Laddove il racconto del romanziere mirava infatti a
suggerire, sottovoce, l’orrore – inoltrandosi nei disturbati
meandri mentali di Lester Billings per fluttuare lungo il confine
(sottile) tra verità e degenerata psicosi – il film del cineasta
britannico agisce invece agli antipodi concettuali del suo
autografo. L’ambiguità che sottendeva l’originale lascia dunque il
posto a un progressivo “realizzarsi” del mostro, che lungi dal
rimanere confinato nella prigione di parole o vaneggiamenti di un
pazzo (o presunto tale), assume al contrario forma corporea,
uscendo dell’oscurità – simbolica – che dovrebbe abitare.
The
Boogeyman: buio e confusione
Tra sprazzi di complicazioni adolescenziali, rapporti
padre-figlia/e e sedute di analisi, The Boogeyman
vaga confuso, al buio, alla ricerca di una identità propria,
appesantito forse da una controparte cartacea a cui sente di dover
rendere giustizia e dalla quale, al contempo, prova a
distaccarsi.
Il film di Savage, dopo un incipit di indubbia valenza, inizia
difatti a perdersi, a girare a vuoto, disorientato. Sembra tentare
la via dello psico-horror alla Babadook, ma la mancata elaborazione del
lutto, tematica centrale all’interno del fortunato esordio di
Jennifer Kent del 2014, finisce per risultare uno
strumento più che altro accessorio, senza riuscire mai ad elevarsi
a principale focus della narrazione.
The Boogeyman,
dopo aver sondato diverse strade, si accontenta così di imboccare
il sentiero più semplice e prevedibile, trasformando il conflitto
in una ben poco originale caccia al mostro. Una caccia ad un
alien visto e rivisto, dal design fin troppo riconducibile
a quello delle orripilanti creature di A Quiet Place – alla cui sceneggiatura,
insieme a John Krasinsky, sono non a caso
accreditati anche Scott Beck e Bryan
Woods.
Il risultato finale, purtroppo, è
un prodotto che fatica ad uscire dell’anonimato del panorama horror
convenzionale. Un’opera che all’atavica nictofobia
meravigliosamente tratteggiata da King sostituisce un canovaccio
per lo più indeciso e fondato sul cadenzato riproporsi di
jumpscare. Un film a chiara vocazione mainstream a cui la
performance di una incantevole Sophie Thatcher –
una delle sfortunate Yellowjackets
della applaudita serie Showtime – non può bastare a lasciare il
segno.
Non fatevi condizionare dal titolo
molto esplicito perché Quando ho smesso di preoccuparmi e
ho iniziato a masturbarmi è una commedia per tutti. Questo
film svedese, distribuito da Netflix, è un
racconto al femminile con per protagonista una donna in carriera
che alla soglia, dei tanto temuti quarant’anni, deve rivoluzionare
la sua vita quasi perfetta.
La trama di Quando ho smesso di
…
Hanna (Katia
Winter) è una donna svedese di trentanove anni, sempre più vicino
al suo compleanno e quindi ai quaranta, che lavora e con una
famiglia ma che sente il bisogno di avere un secondo figlio per
sentirsi completamente realizzata. La commedia si apre proprio con
la protagonista felice che balla per le vie della città e raggiunge
il suo compagno Morten (Jesper Zuschlag) per
passare una serata romantica in una ristorante costoso. Purtroppo
l’uomo invece non è per niente soddisfatto, non vuole procreare una
nuova creatura e soprattutto è stanco che Hanna guadagna più di
lei. Inutile dire che la donna le proverà tutte per compiacerlo,
anche dimettersi, di punto in bianco, dal suo facoltoso impiego per
trascorrere più tempo con Morten e il loro bambino
Eli (Amadeus Durmaz). Purtroppo però Hanna ha
perso troppo tempo e nel momento che si licenzia il compagno la
lascia e la manda via pure di casa.
Da qui Quando ho smesso di
preoccuparmi e ho iniziato a masturbarmi diventa un
insieme di scene tragicomiche in cui la
protagonista, prima di tutto, non trova una nuova sistemazione e un
letto per dormire. Inizia a chiamare chiunque e alla fine finisce
per farsi ospitare da un’amica, del tempo del liceo, che gli offre
il letto a castello nella camera che appartiene al figlio
adolescente. Hanna disoccupata e demoralizzata conosce per caso in
un bar la cameriera Liv (Vera Carlbom) una giovane
ragazza, senza peli sulla lingua, che donerà alla donna lezioni di
vita e Hanna si porta a casa, della famiglia che l’ha ospita, un
ragazzo appena conosciuto. Ovviamente viene immediatamente sbattuta
fuori dalla villa e si rifugia da sua madre, che per fortuna, è
felice di riavere la figlia con se.
Intanto la protagonista ormai al
punto più basso della sua vita, si rimbocca le maniche per
riprendersi tutto ciò che ha perso, anche il suo amato lavoro e
inizia a scoprire se stessa. Su consiglio, della sua ormai migliore
amica Liv, Hanna abbandona il fardello, i tabù e i sensi di colpa e
inizia a masturbarsi per il suo piacere personale. Inutile dire che
la donna ritrova, in tutti i sensi e finalmente, la serenità e la
via alla soluzione dei suoi problemi lasciando stare relazioni
romantiche e uomini che la vogliono solo usare quindi decide di
rimanere single, anche quando Morten la supplica di tornare
insieme. Attraverso
il suo viaggio alla scoperta di sé, Hanna trova la felicità con se
stessa. Alla fine del film che si conclude la festa di
compleanno dei quarant’anni, organizzata a sorpresa da Liv con
l’aiuto della madre di Hanna, la donna ritroverà la sua
famiglia e anche i suoi amici di sempre.
L’amore e il piacere per se
stessa
Questa commedia
svedeseè
una divertentestoria di benessere incentrata sulle
donne. Un film che è il risultato di quello che ci hanno insegnato
in questi ultimi tempi molte sceneggiatrici donne, in primis Phoebe
Waller-Bridge con la sua Fleabag, dove le protagoniste non sono più
devote alla perfezione. Le nuove donne sono antieroine
irresistibili, che non rinunciano alla loro femminilità e sono
sempre più simili alle loro normali spettatrici. Una delle scene
che più spiega questo in Quando ho smesso di preoccuparmi e
ho iniziato a masturbarmi e quando Hanna, alla scrivania,
ascolta il suo audiolibro al lavoro, accidentalmente
il bluetooth delle cuffie della donna si connette agli altoparlanti
dell’ufficio.In quanto tale, i colleghi
scoprono involontariamente le abitudini di lettura mala protagonista sceglie di ammetterlo ed elenca
comicamente i benefici della masturbazione li sul posto di
lavoro.
Questo film svedese co-sceneggiato
da Marie Christin Magdu con e diretto da
Erika Wasserman, regista al suo primo
lungometraggio, riesce a gestire benissimo anche le scene più
imbarazzanti, tipo quella in cui Liv spiega con una pizza come è
fatta effettivamente una vagina, evitando di risultare volgari o di
pessimo gusto per gli spettatori a casa davanti allo schermo.
Poco più di un anno dopo che la
famiglia di Bruce Willis ha
annunciato il ritiro dalla recitazione dell’attore. Dopo oltre 40
anni passati a recitare in film del calibro di Die Hard,
Il sesto senso,Unbreakable e Pulp
Fiction Willis ha infatti rivelato nel marzo 2022 di soffrire
di afasia, un disturbo del linguaggio causato da un danno cerebrale
che colpisce la capacità di comunicare di una persona. A distanza
di poco più di un anno da quell’annuncio, l’attore Arnold
Schwarzenegger ha ora omaggiato il collega, spendendo
alcune toccanti parole per lui.
Mentre parlava con CinemaBlend per promuovere la
sua serie NetflixFubar, ad Arnold Schwarzenegger è
infatti stato chiesto del ritiro di Bruce Willis. L’attore, che ha
condiviso lo schermo con Willis nel film I mercenari, ha
dichiarato che: “Penso che sia una persona fantastica. Penso
che sarà sempre ricordato come una grande, grande star. E un uomo
gentile. Capisco che nelle sue circostanze, dal punto di vista
della salute, ha dovuto ritirarsi. Ma in generale, sai, non ci
ritiriamo mai veramente. Noi eroi d’azione ci
ricarichiamo“.
La star di Terminator ha
dunque rivolto un profondo rispetto e ammirazione per l’eredità
duratura che il suo amico ha creato nel settore, dove ha lasciato
un segno indelebile nel genere d’azione. Più di recente, la
famiglia di Bruce Willis ha rivelato che una diagnosi più specifica
ha fatto emergere una demenza frontotemporale nell’attore,
condividendo però anche un commovente video in cui Willis festeggia
il suo compleanno con le persone a lui più care. Anche se sembra
improbabile che Willis torni a recitare come spera Schwarzenegger,
è comunque commovente il suo rispetto e sostegno nei confronti
dell’iconico Willis.
Succession si è ufficialmente conclusa,
dando tutti i suoi personaggi e le sue storyline principali una
fine coerente. Succession 4×10 è stato oggetto di
molte speculazioni, con i fan che hanno discusso sulla classifica
del potere alla Waystar Royco e su quale fratello Roy finirà
per succedere a Logan Roy come amministratore delegato della
società. Fortunatamente, tutte queste domande e altre ancora hanno
trovato risposta, con Succession 4×10 che ha
finalmente rivelato il vero significato dell’amato show della
HBO.
La quarta stagione di
Succession ha chiuso la sua corsa. La trama principale
incentrata sui tentativi dell’amministratore delegato della
GoJo Lukas Matsson di acquistare la Waystar Royco
e sui successivi tentativi dei fratelli Roy di impedirlo è stata
portata a termine. Nel finale della quarta stagione di Succession
sarebbe potuto accadere di tutto, e la serie ha trovato il modo di
risolvere ogni possibilità nel modo perfetto. Dopo la
recensione ecco la spiegazione del finale di Succession
4×10.
Perché Lukas ha scelto Tom come
nuovo CEO della Waystar
Con un colpo di scena a sorpresa in
Succession 4×10 Tom è stato scelto da
Lukas Matsson come nuovo amministratore delegato
della divisione americana di Waystar Royco.
Matsson aveva inizialmente scelto Shiv, ma ha deciso di scartarla dopo che la
sua utilità si è esaurita a causa delle nuove conoscenze politiche
di Matsson.
La motivazione principale di
recensione , tuttavia, è stata una vignetta politica che ritraeva
Shiv e Matsson come due marionette con la prima
che controllava il secondo. Questo ha portato Matsson a scegliere
qualcuno di più mite e malleabile: Tom Wambsgans.
Il test finale di Matsson per Tom
consisteva nel dirgli in faccia che voleva fare sesso con sua
moglie. La reazione di Tom lo ha convito a sceglierlo.
Perché Shiv ha votato a favore
dell’accordo (e contro Kendall)
Dopo aver scoperto che sarebbe stata
sostituita, si è quasi ribellata Shiv a
Matsson e ha votato contro l’accordo. Tuttavia,
alla fine la sua decisione ha cambiato nuovamente le carte in
tavola. Shiv sapeva che Kendall
non era in grado di gestire la Waystar Royco, non
essendo chiaramente adatto al lavoro. Shiv sapeva anche che, a
causa dei loro conflitti passati, Kendall
l’avrebbe probabilmente estromessa dalla società alla prima
impasse.
Shiv sapeva anche,
egoisticamente, che, dal momento che Tom era destinato a diventare amministratore
delegato, avrebbe comunque avuto un ruolo importante in
Waystar Royco se l’accordo fosse andato in porto,
il che avrebbe portato al suo voto.
Roman rinuncia a Kendall e alla
Waystar
Roman è sempre
stato facilmente influenzabile, ma fin dall’inizio è stato chiaro
che non aveva fiducia nella leadership di Kendall
alla Waystar Royco. Roman ha esitato prima di
votare contro l’accordo, salvo poi ritirare il suo sostegno a
Kendall dopo che Shiv ha esposto
le sue ragioni contro il fratello maggiore.
Roman è il primo ad
accettare che il loro piano è una causa persa, e si accorda con
Shiv solo per evitare che Kendall soffra in
futuro. Roman è chiaramente sconvolto dall’esito
della votazione, che sembra rovinare la sua posizione alla
Waystar Royco. Tuttavia, sa che rinunciare è
meglio che tentare di salvarla invano.
Chi è ancora con Waystar Royco dopo
Succession 4×10?
Con Tom e Lukas Matsson al comando di Waystar
Royco, si prospettano diversi tagli al personale.
Tom dice a Greg che
Frank e Karl sono fuori, il che
significa che il loro tempo alla Waystar Royco è
breve. Tom è anche incredibilmente sprezzante nei
confronti di Hugo, potenzialmente licenziabile a causa della sua
collusione con Kendall. Tom afferma chiaramente
che Greg è al sicuro nell’azienda, così come
ShivRoy. Inoltre, Tom afferma di
voler parlare con Gerri e
Karolina, il che significa che hanno buone
possibilità di rimanere.
Kendall e Roman avranno
probabilmente la possibilità di rimanere in
Waystar con ruoli minori, ma non si sa se
accetteranno. Come previsto da Lukas Matsson
all’inizio della quarta stagione di Succession, sembra che la
maggior parte del personale della Waystar sia fuori, mentre il
personale più giovane rimarrà.
Il vero significato della
passeggiata di Kendall verso il fiume
Dopo aver perso l’azienda,
Kendall si incammina tranquillamente verso il
fiume, e questo momento sottile dice molto sul personaggio.
Innanzitutto, Kendall Roy non muore, come si era
ipotizzato prima di Succession 4×10. Tuttavia, la perdita
dell’azienda da parte di Kendall è chiaramente il
momento decisivo della sua vita, come spiega lo showrunner Jesse Armstrong nella conclusione
dell’episodio.
Kendall è seguito anche da
Colin Stiles, il che significa che ha ancora un
sostegno se ne ha bisogno. Dopo il finale di
Succession, Kendall è
probabilmente destinato a ricadere in una spirale, e la scena del
fiume mostra quanto sarà distante e perso senza Waystar Royco.
Il matrimonio di Shiv e Tom
Il matrimonio di
Shiv e Tom è stato un punto
focale della quarta stagione di Succession, e sembrava che tutto
fosse finito prima del finale della serie. Succession
4×10 indica che Shiv e
Tom non divorzieranno, ma non avranno nemmeno un
matrimonio felice.
La decisione di
Shiv di stare con Tom sembra più
un accordo d’affari, con lei che lo fa solo per assicurarsi un
posto alla Waystar Royco. Anche se
Shiv e Tom si tengono per mano
mentre si allontanano, è chiaro che non c’è felicità nei loro
occhi.
Shiv ha comunque vinto
Anche se Shiv non è l’amministratore delegato, ha
comunque vinto la lotta all’eredità del padre. In quanto moglie di
Tom, Shiv avrà comunque un ruolo importante nel futuro di Waystar
Royco. Considerando quanto Shiv sia manipolatrice e quanto Tom sia
un po’ troppo debole, Shiv potrebbe finire per
avere ancora più influenza del marito.
Inoltre, Shiv è
incinta del figlio di Tom. Ciò significa che la
posizione di amministratore delegato della Waystar sarà ancora
legata alla stirpe dei Roy, soddisfacendo i desideri di Logan.
Inoltre, il fatto che Tom sia l’amministratore
delegato soddisfa i desideri di Lukas e del presidente
Mencken di avere un amministratore delegato uomo,
anche se è Shiv a dirigere le cose.
Il vero significato della fine di
Succession 4×10
Succession 4×10 è
un episodio tragico così come tutta la serie che esplora i temi
dell’avidità, dell’orgoglio e del trauma generazionale. La
famiglia Roy è costantemente dilaniata dai vari
interessi della Waystar Royco, con i tre fratelli
Roy che si rivoltano sempre l’uno contro l’altro
al primo colpo.
Questo è un aspetto che
Connor Roy e lo zio Ewan
sottolineano costantemente nel corso della serie. Tuttavia, non
riescono a salvare i fratelli Roy. Alla fine della
quarta stagione di Succession,
Roman è debole e distrutto, Shiv
ha una relazione infelice e Kendall ha perso tutto, diventando
tutti come Logan Roy nella loro ricerca del potere.
Grazie ai gusti musicali di
James
Gunn, il franchise dei Guardiani della Galassia
vanta probabilmente le migliori canzoni del MCU. La colonna
sonora di
Guardiani della Galassia Vol. 3, nelle sale dal 5
maggio 2023, è composta da 17 canzoni pop pubblicate tra il 1974 e
il 2018, integrate per dare il tono e l’atmosfera perfetti alla
storia, mentre Peter Quill e i suoi compagni si
adattano alla vita su Knowhere.
Con la colonna sonora disponibile in
CD e download digitale dal 3 maggio 2023, è giunto il momento di
analizzare le migliori canzoni utilizzate in
Guardiani della Galassia Vol. 3. Dai
Redbone ai Radiohead, quasi tutti
i generi musicali trovano un loro spazio nel film.
“Creep” (1992) – Radiohead
La traccia di apertura di
Guardiani della Galassia Vol. 3 presenta
un’interpretazione acustica dell’iconica “Creep” dei
Radiohead, una struggente canzone alternative rock
degli anni ’90 che ben si sposa con il senso di isolamento e
alienazione dei supereroi Marvel nella vasta distesa di
Knowhere. I Guardiani sono sempre
stati degli outisiders ribelli nel MCU, e iniziare il
film con “Creep” è un ottimo modo per stabilire i dubbi dei
personaggi sull’essere così lontani da casa. Inoltre, per una
storia così emozionante su un Guardiano morente e sulla ricerca di
cure adeguate, iniziare con una canzone lenta e più rilassata come
“Creep”, in contrasto con l’apertura in levare dei precedenti film
di GOTG, rafforza i temi più pesanti del film.
“Since You Been Gone” (1976) –
Rainbow
James
Gunn ha un vero talento nello scegliere canzoni rock anni
’70 che incarnano perfettamente l’atmosfera della squadra Marvel alla moda. Ecco allora
“Since You
Been Gone” dei Rainbow, una potenza sonora che
non solo è perfetta per il tono del film, ma ha anche un testo che
commenta direttamente i punti salienti della storia di questo. Per
esempio, il verso “We all fly away together, into the forever,
and the beautiful sky” è una descrizione appropriata di come i
Guardiani affrontano la tragica e tormentata storia di
Rocket. Tra l’entusiasmante hit dei
Rainbow e “I’m Always Chasing Rainbows”
di Alice Cooper, Gunn è riuscito a sottolineare
musicalmente l’esplosione di colori cosmici dello scenario visivo
del film.
Per collegarsi ulteriormente al tema
cosmico, “In
The Meantime” degli Spacehog offre una tregua
rilassata e rilassante subito dopo l’intenso brano dei
Rainbow. Il brano proviene dall’album “Resident
Alien”, che a sua volta riesce a fare da sfondo perfetto al periodo
di esplorazione della Contro-Terra da parte del
Guardiano all’inizio del film. Il ritmo rilassante
di questa canzone dà al pubblico una tregua dall’azione precedente
e si adatta perfettamente al paesaggio sonoro più ampio a cui
Gunn mira. Secondo Songfacts, lo scrittore
Royston Langdon ha spiegato il significato della
canzone, affermando che “è il mio tentativo di raggiungere le
persone. Utilizza una sorta di metafora di una ricerca interiore o
mondiale per la fine dell’isolamento, e l’accettazione di se stessi
è lì dentro“.
“Reasons” (1974) – Earth, Wind &
Fire
Provando a eleggere la
canzone più bella in assoluto del film, “Reasons” degli
Earth, Wind & Fire è difficile da battere. La
ballata soul R&B concede le sue vibrazioni romantiche e
sensuali grazie all’intonazione in falsetto di Phillip
Bailey. Anche se il testo di una potenziale storia di una
notte non commenta il film in modo così diretto come le altre
canzoni, dal punto di vista sonoro “Reasons” si inserisce
perfettamente nella soundtrack del film. Gunn ha sempre inserito
nell’universo di GOTG splendide canzoni R&B per accompagnare le
avventure di una delle prime squadre di supereroi Marvel, e c’è qualcosa di ancora
più elementare nella classica canzone degli Earth, Wind, &
Fire.
“Do You Realize??” (2002) – The
Flaming Lips
Poche canzoni in
Guardiani della Galassia Vol. 3 catturano la grande
essenza celestiale dello spazio esterno e la cruda vulnerabilità
umana più di “Do You Realize?”
dei Flaming Lips. La canzone è triste, dolorosa,
edificante e affermativa allo stesso tempo, adattandosi
perfettamente ai temi del dilemma di Rocket nel film. Secondo
Flaminglips.com, il frontman Wayne Coyne ha avuto
l’idea per la canzone: “Ogni volta che analizzo le realtà
scientifiche di ciò che significa vivere qui sulla Terra, in questa
galassia che gira intorno al sole e vola nello spazio, mi prende un
colpo di terrore!!! Mi viene ricordato ancora una volta quanto sia
precaria la nostra intera esistenza“. Come se
Gunn fosse consapevole della citazione, la canzone
parla del conflitto principale del film in modo più articolato del
dialogo. È la canzone perfetta per il film.
“This Is The Day” (1983) – The
The
La migliore canzone del
gruppo meno famoso in
Guardiani della Galassia Vol. 3 è chiaramente
“This Is The
Day” dei The The. Da solo, il brano synth-pop
new wave è senza tempo e estremamente orecchiabile. Se
contestualizzato nella storia sentimentale di GOTG 3, diventa
ancora più speciale. Al di là del sound commovente in sé, i versi
aggiungono pathos alla storyline Rocket. Il
ritornello azzeccato di “You peel back the curtains/And the sun
burns into your eyes/You watch a plane flying/Across a clear blue
sky/This is the day, your life will surely change/This is the day
when things fall into place” è sufficiente a far scorrere le
lacrime.
“No Sleep Till Brooklyn” (1987) –
Beastie Boys
Un gioco di parole su
“No Sleep ‘til Hammersmith” dei
Motorhead, l’anthemica jam da concerto “No Sleep Till
Brooklyn” dei Beastie Boy è l’unico gruppo hip-hop presente
nella colonna sonora di
Guardiani della Galassia Vol. 3. La canzone rap dal
sapore metal è stata uno dei maggiori successi dei Beastie
Boys negli anni ’80 e aggiunge un sacco di brio e
spavalderia ai popolari personaggi Marvel. La canzone descrive
l’estenuante periodo di tournée della band e la loro ostinata
ricerca di tornare a casa “integri”. In un certo senso, la
descrizione si applica anche al periodo trascorso dai
Guardiani su Knowhere e al loro
disperato tentativo di tornare a casa sani e salvi. La canzone ha
anche vibrazioni da rocker ribelle che sottolineano la mancanza di
rispetto per l’autorità e il senso di anarchia di Star-Lord.
“Dog Days Are Over” (2009) –
Florence + The Machine
Se c’è una canzone nel
film che farà venire i brividi a tutto il pubblico, si tratta
sicuramente di “Dog Days Are
Over” di Florence + The Machine. Eterea,
angelica ed estremamente commovente, i cambiamenti pulsanti di tono
e ritmo della canzone percorrono l’intera gamma di espressioni
emotive per diventare un momento di celebrazione emozionante quando
risuona verso la fine del film. Al di là della voce magistrale di
Florence Welch, la canzone parla del potere della
libertà e della possibilità di trovare finalmente la salvezza,
sentimenti verso i quali i personaggi tendono nel film. Più che la
scelta del brano in sé, sono la tempistica e la collocazione del
brano nel film a rappresentare una scelta semplicemente
perfetta.
“Badlands” (1978) – Bruce
Springsteen
Quando il Boss parla, le
orecchie si drizzano. In
Guardiani della Galassia Vol. 3, la punkeggiante
“Badlands” di
Bruce Springsteen, che fa venire la pelle d’oca,
si diffonde alla fine del film e scandisce l’azione in modo da
iniettare energia positiva e commentare la posizione di
Quill. Nonostante il ritmo sostenuto e la
frenetica energia punk-rock alla The Animals,
“Badlands” trasmette la rabbia e l’amarezza di un giovane uomo nei
confronti del mondo e il desiderio di migliorare la propria
posizione nella vita. Naturalmente, i Guardiani
trascorrono gran parte del loro tempo nel film in una sorta di
badlands, rendendo ancora più toccante la fine del loro viaggio
durante la canzone.
In quello che è diventato l’inno
ufficioso dell’intero franchise di GOTG, è impossibile omettere
“Come and Get
Your Love” dei Redbone. La canzone che ha dato
il via a GOTG Vol. 2 chiude il cerchio per concludere
Guardiani della Galassia Vol. 3, regalando agli
spettatori una calda e familiare dose di funk soul che è diventata
sinonimo dello swag di Star-Lord. A parte
l’orecchiabilità del brano in levare, il senso ciclico di chiusura
conferito dall’utilizzo della musica è un modo geniale per legare
tutto insieme. Inoltre, data un’esperienza emotiva così estenuante,
concludere il film con un’atmosfera felice, piacevole e positiva ha
una qualità terapeutica che permette a tutti di sapere che le cose
andranno bene per i Guardiani della Galassia.
E’ stato diffuso il trailer dei
Rock Dog
3, divertente film d’animazione targato Sky
Original, e terzo capitolo delle avventure del mastino
tibetano amante della musica Bodi, personaggio basato sul romanzo
grafico cinese Tibetan Rock Dog. Il film sarà in esclusiva
da mercoledì 14 giugno su Sky Cinema e in streaming solo su
NOW.
La trama di Rock Dog
3
Dopo aver girato il mondo, Bodi si
prende una pausa e torna al suo villaggio, dove ora pecore e lupi
vivono in armonia. Quando scopre che il gruppo femminile K-9 non sa
chi sia la leggenda del rock Angus Scattergood, sente il dovere di
partecipare al concorso musicale “Batti il mio ritmo” per ispirare
una nuova generazione di rock star. Ma, dopo essersi unito allo
spettacolo, Bodi si rende presto conto di aver fatto il passo più
lungo della gamba, ritrovandosi a essere da un giorno all’altro una
celebrità della tv.
ROCK DOG
3–in esclusiva da mercoledì
14 giugno su Sky Cinema e in streaming solo su NOW.
Da mesi ormai si susseguono i rumor
su chi interpreterà la prima famiglia della Marvel nell’atteso film Fantastici Quattro.
Nel corso di questo tempo numerosi interpreti sono stati indicati
come favoriti per i ruoli di Mr. Fantastic, Donna Invisibile,
Torcia Umana e La Cosa. I Marvel Studios, tuttavia, non hanno mai
rilasciato conferme ufficiali riguardo a chi ha o non ha
effettivamente partecipato al processo di casting. Nelle ultime
settimane, però, il cerchio si è ristretto e sembra che il team di
interpreti sia ad un passo dall’essere ufficializzato. Questi
potrebbero presumibilmente essere annunciati in occasione del
Comic-Con di San Diego, che si svolgerà a luglio.
Secondo un insider affidabile (e
un certo numero di altri che da allora sono intervenuti per
affermare di aver sentito la stessa cosa), il cast principale dei
Fantastici Quattro sarebbe già ufficiale presso i Marvel Studios. Adam Driver,
già favori da diverse settimane, dovrebbe interpretare Reed
Richards/Mister Fantastic, mentre Margot Robbie
sarebbe stata scelta per interpretare Sue Storm/Invisible Woman. Il
candidato all’Oscar Paul Mescal
sarebbe l’interprete di Johnny Storm/Torcia Umana, mentre
Daveed Diggs si trasformerà nel sempre possente
Ben Grimm/La Cosa.
Driver è, ovviamente, meglio
conosciuto per aver interpretato Kylo Ren nella trilogia del sequel
di Star
Wars, mentre Robbie ha trascorso gli ultimi anni
interpetando Harley Quinn del DCEU. Mescal non è ancora una grande
star da blockbuster, ma sembra destinato a mettersi in tale
direzione essendo il protagonista dell’annunciato sequel del Il
gladiatore. Per quanto riguarda Diggs, il suo ruolo da
protagonista è arrivato grazie al musical teatrale Hamilton e da
allora ha recitato in Snowpiercer e La
sirenetta. Tutto ciò non è ancora stato confermato dai
Marvel Studios, ma l’insistenza con
cui questi nomi continuano ad uscire tra i favoriti lascia pensare
che potrebbero proprio essere questi i protagonisti di
Fantastici Quattro.
In attesa di poterlo vedere al
cinema dal 15 giugno, un nuovo promo del fil
The
Flash mette in mostra la potenza di Supergirl e i
suoi superpoteri kryptoniani. Condiviso su Twitter
dall’account @FlashFilmNews, il promo vede Supergirl (interpretata
dall’attrice Sasha Calle) chiedere al Flash Barry
Allen (Ezra Miller) perché l’ha salvata dalla
prigionia. In risposta alla sua domanda: “Perché mi hai
aiutato?” Barry risponde: “Perché avevi bisogno di
aiuto“. Il resto del promo mostra Supergirl che vola, affronta
soldati kryptoniani e distrugge una statua con un solo respiro,
rivelandosi dunque un personaggio più potente di quanto sino ad
oggi dichiarato.
Sulla base del promo e di altri
filmati rilasciati dal film, sembra che The Flash stia
incorporando elementi del Superman di Flashpoint nel
personaggio di Supergirl. In Flashpoint della DC Comics, Superman è
infatti cresciuto in cattività nel sottosuolo e lontano dalla luce
del sole. Visto sia nei fumetti principali Flashpoint che
Flashpoint: Project Superman, questo Superman non ha mai
guadagnato il suo pieno potere fino a quando non è stato salvato da
Flash e altri eroi. Proprio quello che sembra dunque qui succedere
a Supergirl, la quale potrebbe dunque godere di un arco narrativo
particolarmente avvincente all’interno del film.
The Flash: la trama e il cast del film
In The
Flashi mondi si incontreranno quando Barry
userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e
cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare
la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane
intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato,
minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi.
L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione
un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano
imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In
definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al
futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la
sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per
resettare l’universo?
Fanno parte del cast di The
Flash l’attore Ezra Miller nei panni
del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da
JusticeLeague, ma anche l’astro nascente
Sasha Calle nel ruolo
di Supergirl,
Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”),
in quelli del Generale Zod, Ron Livingston
(“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”),
Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también –
Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack
Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”),
Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo
d’acciaio”) e Michael Keaton (“Spider-Man: Homecoming”,
“Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30
anni.
Il regista Quentin
Tarantino ha recentemente criticato il modello di
distribuzione in streaming, sostenendo che impedisce ai film di
“entrare nello spirito del tempo“. L’autore premio Oscar
ha infatti preso di mira la strategia di streaming utilizzata da
aziende del calibro di Netflix in un’intervista con Deadline. “Beh, ho sempre
pensato che i film dovrebbero essere realizzati per l’uscita nelle
sale“, ha dichiarato. “E alla fine arrivano in
televisione. Ne ho visti molti in quel modo. Probabilmente farò il
mio prossimo film, The Movie Critic con la Sony perché sono gli
ultimi ad essere assolutamente, totalmente, impegnati
nell’esperienza teatrale”.
“Non si tratta di alimentare la
loro rete di streaming. – ha continuato poi Tarantino parlando
della Sony – Giudicano il successo di un film dai culi che
occupano le poltrone del cinema. E giudicano il successo dai film
che entrano nello spirito del tempo, non facendo un grande film
costoso per poi metterlo su una piattaforma di streaming. Nessuno
sa nemmeno che è lì. Voglio dire, e non sto prendendo in giro
nessuno, ma a quanto pare per Netflix, Ryan Reynolds ha guadagnato
50 milioni in questo film e 50 milioni in quel film e 50 milioni
nel prossimo film per loro.Non so cosa siano quei film.
Non li ho mai visti. Tu?”, ha concluso Tarantino.
Non è la prima volta che Tarantino
critica lo stato attuale dell’industria cinematografica. Nel
novembre 2022, l’acclamato regista, i cui crediti di sceneggiatore
e regista includono film entrati nello spirito del
tempo come Le iene, Pulp Fiction e
Bastardi senza gloria, si è lamentato del fatto che il
Marvel Cinematic Universe fosse
responsabile del presunto declino dell’importanza delle star del
cinema a Hollywood. Detto questo, i giorni di Quentin Tarantino
come membro di alto profilo del mondo del cinema potrebbero
purtroppo volgere presto al termine. Secondo quanto riferito da
egli stesso, il suo prossimo film, The Movie
Critic, sarà il suo ultimo come regista.
Cosa sappiamo di The Movie Critic
Il prossimo lungometraggio di
Quentin Tarantino si intitola dunque The Movie
Critic e le riprese sono previste per questo
autunno a Los Angeles. Tuttavia, il regista e sceneggiatore ha
messo a tacere le voci secondo cui il film sarebbe incentrato sulla
famosa critica cinematografica Pauline Kael. Le
informazioni sono state fornite dallo stesso Tarantino durante un
evento di domande e risposte. Il film, come confermato da
Tarantino, sarà però ambientato nel 1977, un periodo che ha fatto
una grande differenza nella storia del cinema.
Il titolo del nuovo film di
Tarantino suggerisce anche che la trasformazione in atto in quella
Hollywood sarà vista attraverso gli occhi di un esterno, colpito da
ciò che vede arrivare sul grande schermo. Quentin Tarantino ha
infatti anticipato che “The Movie Critic è basato su un ragazzo
realmente esistito, ma non è mai stato veramente famoso, e scriveva
recensioni di film per un giornale porno. Tutte le altre cose erano
troppo sdolcinate per essere lette, ma poi c’era questa rivista che
aveva una pagina di film davvero interessante”, ha spiegato
Tarantino.
“Ha scritto di film mainstream
ed è stato il critico di seconda serie. Penso che sia stato un
ottimo critico. Era cinico come l’inferno. Le sue recensioni erano
un incrocio tra il primo Howard Stern e quello che potrebbe essere
Travis Bickle se fosse stato un critico cinematografico”The Movie Critic potrebbe dunque sfoggiare un tono
malinconico e romantico sulla falsariga del titolo precedente di
Tarantino, C’era una volta a…
Hollywood. Al momento, tuttavia, non si hanno
maggiori informazioni, né sulla trama né sul cast, ma per il
protagonista è alla ricerca di un attore trentacinquenne.
Succession 4×10, Roman Roy: “Noi non siamo niente.
Queste sono solo putt**ate”
La famiglia, la vita ruota intorno a
questo nucleo composto da legami di sangue. La famiglia, fonte di
conflitto e di gioia. In Succession 4×10 la
famiglia è importante: in realtà lo è dall’inizio della serie. Lo
dicono i primi minuti di ogni episodio che dal 2018 a oggi, con
l’ultimo episodio, dà inizio alle fantastiche
avventure dei fratelli Roy: la sigla. Vediamo frammenti di
una storia, un passato che non c’è più, in cui i quattro fratelli –
Connor, Kendall, Shiv e Roman – giocano e
aspettano solo che il padre li raggiunga mentre lui, invece, è
sfuggente. Le cose in quarta stagione vanno diversamente: se prima
della morte di Logan Roy i figli fanno per
ottenere una vendetta, adesso vogliono solo una fetta della sua
eredità. La chiave, però, del loro comportamento è la stessa:
cercare di essere all’altezza del padre, cercare di compiacerlo e
di renderlo fiero. Anche da morto.
È quello che per una vita cerca di
fare Kendall: lo tradisce, cerca di raggirarlo e
adesso vuole a tutti i costi bloccare l’accordo con la GoJo pur di
sedersi a quella scrivania, da solo. Quando si è al potere si è
sempre soli e “il fratello maggiore” cerca in tutti i modi di
ottenere questo ruolo: “Questa è l’unica cosa che so fare
altrimenti muoio”. A differenza di Kendall,
Roman capisce già in Succession 4×09, con largo anticipo cosa
succederà Lui, l’anima più fragile della famiglia, il figlio più
piccolo. Per tutta la vita ha cercato di raggiungere la vetta,
mentre i fratelli lo mandavano al tappeto di proposito. Mentre
cercava in tutti i modi un briciolo dell’amore del padre, alla fine
forse lo ottiene.
Ancora più diversa è
Shiv. Determinata come il padre, ma l’unica figlia
non potrà mai ottenere un posto di rilievo all’interno di questa
enorme eredità di Logan Roy. Shiv, infatti, impara a fare un
passo indietro, è bravissima a farlo. Si mette da parte, lo ha
sempre fatto. Prima con il padre, poi con Tom e
anche con Lukas Matsson. Non perché preferisce
essere l’ombra alle spalle di un uomo potente ma perché sa che non
può fare altro. Così ancora una volta Succession
4×10 sconvolge e rimescola il concetto di famiglia, dove
una cena che vede i Roy tutti riuniti in un momento di placida
convivialità familiare diventa un momento per stringere accordi,
per suggellare alleanze. Ma il colpo di scena è dietro l’angolo:
Shiv, Roman e Kendall scoprono il raggiro di
Matsson: vuole escludere Shiv come CEO.
Credo che tocchi a me
In Succession 4×10
lo schema si ripete. Non è mai stata una battaglia tra i tre
fratelli contro tutti: l’eredità di Logan Roy è
sempre stato un problema di famiglia. È una corsa tra i tre
fratelli, per vedere chi per primo riesce ad arrivare alla vetta, a
questo surrogato di amore, cavilli burocratici e alleanze
politiche. Quante volte abbiamo sentito questa frase pronunciata da
Kendall: “Credo che tocchi a me”. Dopo Connor, il fratello
maggiore tra i Roy ne fa una questione di vita o di morte. Cose se
senza questo accordo, senza questa vittoria la sua vita sia
relegata a una balaustra, un precipizio, dal quale
guardare tutto dall’altro, magari entrarci dentro, buttarsi e
vedere come va. Fin dalla prima stagione, fin dal primo attacco di
cuore del padre che quasi lo mette ko, Kendall
cerca in tutti i modi di sedersi a quella fott***ssima
sedia.
È un ciclo che si ripete, ma
nell’intermezzo ne sono successe di ogni. I figli sono cresciuti,
hanno più consapevolezza, non più maturità però. È
il problema che si poneva anche Logan durante la sua vita, a chi
affidare l’eredità che per oltre vent’anni è stata tra le sue mani.
Non doveva per forza essere una cosa di famiglia, ecco perché non
trovando nessuno (e forse per stuzzicare i suoi figli)
Logan si è affidato ai freddi fiordi svedesi per
svendere la sua azienda. “Credo che tocchi a me”, Kendall
ci crede ma trova ogni volta l’opposizione dei fratelli. Diventa
una gara, un braccio di ferro a tre dove si ritorna al passato, a
pezzi di memoria non molto confusi dove chi più va a ritroso nel
tempo potrà ottenere il posto al vertice, nella vetta. “A me
l’ha promesso a sette anni”, sempre Kendall. Tutti vittime,
ancora una volta, di un giochino del grande e perverso
Logan Roy.
Potevi essere tu se non fossi stato
così fragile, Roman. Potevi essere tu se non fossi stata una donna
incinta, Shiv. Quindi il vincitore è chi ha –
apparentemente – meno problemi. Il più – apparentemente – lucido
tra i fratelli. Kendall si pone al vertice, con
l’approvazione del fratello, ripercorrendo le orme del padre ma
trovando – apparentemente – forza dai legami della sua famiglia.
Così per la prima volta Succession 4×10 ci mostra
un teatrino familiare insolito dove i tre fratelli sono d’accordo
su chi prenderà – apparentemente – le redini della compagnia.
Il mare pieno di squali
Quasi un lungometraggio di un’ora e
mezza questa Succession 4×10. Quando siamo alla
fine del primo atto le cose si mettono bene per i tre fratelli.
Forse, dopo tanto parlare, dopo il doppio gioco di
Shiv e la caduta di Roman,
trovano un modo per fermare l’accordo sigillando tutto con un bagno
a mare. Un metaforico bagno a mare, perché la scrittura di questa
serie così magistralmente composta, ci ricorda perché siamo qui,
perché siamo arrivati a questo punto, in questo determinato
momento. “Buttiamoci, facciamolo tutti insieme”, ma il
mare è pieno di squali e Roman ne è terrorizzato: e allora come
affrontare un semplice e metaforico bagno a mare: insieme come una
famiglia. Sembra troppo romantico, perfino per
Succession. Perfino per un finale di una serie che
gioca al doppio gioco fin dal suo pilot.
Il mare è pieno di squali ma questi
non vanno uccisi, non vanno recintati e bloccati sul nascere,
bisogna nuotare insieme a loro. In Succession 4×10
i nostri squali solo Tom, Matsson
e anche Gregg. Quest’ultimo più volte tirato in
ballo dalle teorie dei fan in questo finale, avrà la sua resa dei
conti e come durante una svendita al migliore offerente Tom farà
l’offerta più alta, comprandolo. Non perché ci tenga a lui, ma per
sottolineare il suo gioco di forza.
Il lavoro di squadra avvera i
sogni
Se il lavoro di squadra avvera i
sogni mai come in Succession 4×10 vediamo che non
è così. Mark Mylod, dirige ancora una volta dopo il
precedente episodio una scrittura di Jesse Armstrong ed
entrambi giocano al doppio gioco fino alla fine. Tutti vengono
smascherati.
Roman vede per la
prima volta le cose con lucidità, tutto quello che sta succedendo
non conta nulla. I litigi, il doppio gioco, i tradimenti, le bugie,
nulla in confronto alla vita. Come se avesse avuto una qualche
rivelazione mistica al funerale del padre: sa di non essere pronto
per la guida dell’azienda, sa che il fratello non è pronto ma pur
di incoraggiarlo e ricevere un po’ di amore Roman
avrebbe fatto carte false. Shiv, invece, sale sul
carro dei vincitori, letteralmente. Si mette ancora una volta un
passo indietro. Lascia che siano gli altri a festeggiare, non c’è
posto per lei in questo mondo popolato da uomini che cercano
continuamente un ideale di supremazia. In Succession
4×10 si oppone al voto e così facendo favorisce Tom,
andando contro Kendall.
Kendall viene messo di fronte al suo
più grande shock e viene inchiodato dai fratelli, li supplica, li
insulta, gli mette le mani addosso: si trasforma nella versione più
brutale di Logan Roy, quello di cui
Roman ha più paura ma quello che Shiv non teme.
Kendall toglie la maschera e così come nella prima stagione
esce sconfitto dalla stanza del board: l’accordo
con la Gojo si farà e Tom diventerà CEO, ereditando quella sedia
magica, la sedia di Logan Roy. Subisce ancora una volta quello
shock: esce catatonico dalla stanza e il pubblico lo conosce, sa
cosa vuol dire. Ha fallito su tutto: con sua moglie, con i suoi
figli, con la sua carriera. La sua vita è stata un fallimento
completo, e lo sa. È questo che l’ha spinto più volte sull’orlo del
precipizio, letteralmente.
E così ci troviamo alle battute
finali, in silenzio. Solo le onde del mare accompagnano le scene.
C’è una balaustra, un parabordo, questa volta dell’Hudson. Kendall
si avvicina, lo guarda, riflette. Poi, gli volta le spalle, si
siede e forse per un attimo pensa a riposarsi, pensa “Forse non è
poi così male, questa vita” e sospira, come più volte lo abbiamo
visto fare durante questi episodi. Un sospiro mozzato, che non è
mai del tutto liberatorio, non lo è neanche questo ultimo.
E mentre lo fa sappiamo che sta per parlare.