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Campioni: da oggi al cinema il film con Woody Harrelson

Campioni: da oggi al cinema il film con Woody Harrelson

È disponibile da oggi al cinema Campioni, il film diretto da Bobby Farrelly, con Woody Harrelson e Ernie Hudson. Distribuito da Universal Pictures.

Woody Harrelson è il protagonista dell’esilarante e commovente storia di un ex allenatore di basket di serie B che, dopo una serie di passi falsi, viene incaricato dal tribunale di gestire una squadra di giocatori con disabilità intellettive. Ben presto si rende conto che, nonostante i suoi dubbi, questa squadra può andare più lontano di quanto abbia mai immaginato.

Campioni, la recensione

In Campioni non troverete nulla che non avete già visto in altri film di questo genere, meglio ribadirlo immediatamente. Questo però non significa che non ci si possa affezionare al film e ai personaggi che lo popolano. L’idea di ambientare la vicenda a Des Moines, cittadina dell’Iowa che rappresenta al meglio (oppure al peggio, scegliete voi) la provincia americana dove tutto scorre tranquillo e desolato, risulta immediatamente efficace. Champions diventa fin dalle prime scene un lungometraggio che racconta al meglio la quieta desolazione di mille e mille posti come questo sparsi negli Stati Uniti, sepolti dalla neve apparentemente perenne e incapaci di rialzarsi da uno stato economico-sociale non certo edificante.

Ted Lasso, intervista a David Rom e Vanessa Whyte, direttori della fotografia

Se Ted Lasso è uno show entrato di diritto nel cuore degli spettatori di Apple TV+ il merito va attribuito anche alla sua estetica precisa, capace di far respirare atmosfere quotidiane e confortevoli. Sotto questo punto di vista il lavoro della fotografia ha rappresentato una parte fondamentale per il conseguimento di tale obiettivo. Noi di Cinefilos abbiamo intervistato i direttori della fotografia David Rom e Vanessa Whyte, che hanno creato l’estetica di questa serie partendo rispettivamente dalla prima e seconda stagione. Ecco cosa ci hanno svelato dello show:

A livello estetico Ted Lasso ha creato un microcosmo preciso e riconoscibile, con ambientazioni familiari che gli hanno regalato coerenza visiva. Come avete lavorato con scenografi e costumisti per raggiungere questo risultato?

David Rom – Quando abbiamo pensato alla serie ci siamo ispirati al Crystal Palace, i cui colori principali sono blu e rosso. Questo ha in qualche modo definito il lavoro di tutti, abbiamo scelto di attenuare leggermente la brillantezza dei colori perché l’ambientazione risultasse più piacevole, rilassante. Il resto è venuto di conseguenza, è stato un processo creativo molto organico.

Vanessa Whyte – Allo stesso tempo è stato molto interessante di tanto in tanto uscire dai soliti teatri di posa e trovare qualche soluzione nuova per esprimere visivamente lo stato dei personaggi. Nella terza stagione ad esempio una nuova ambientazione quale l’ufficio di Keeley ci ha regalato una ventata d’aria fresca, permettendoci di trovare soluzioni cromatiche diverse rispetto ad esempio allo spogliatoio del Richmond o ad altri set principali.

Come avete deciso di passare dai trenta minuti della prima stagione alla durata più estesa delle successive?

D.R. – Anche le puntate della prima stagione dovevano durare quarantacinque minuti, poi si sono accorti che il ritmo e il tono funzionavano meglio con trenta. Per un direttore della fotografia di solito non cambia nulla, a parte il tempo a disposizione per preparare le illuminazioni dei set. Per il resto il mio approccio estetico è rimasto identico.

V.W. – La peculiarità di questa serie sta nel fatto che all’inizio ti arriva una sceneggiatura di quaranta pagine, poi quando vai a girare sono diventate cinquanta. Quello che puoi fare è adattarti, essere spontaneo durante le riprese. I miei episodi nella seconda stagione, ovvero il settimo e l’ottavo, si sono gonfiati mentre li giravamo essendo in pratica degli standalone.

D.R. – Aggiungerei che la durata maggiore avvantaggia il direttore della fotografia in quanto consente riprese con inquadrature più lunghe, che non verranno tagliate in fase di montaggio. A livello visivo preferisco questo tipo di lavoro sul tempo dell’inquadratura.

Col passare delle stagioni Ted Lasso è diventato uno show sempre più corale, con le puntate che hanno alternato spesso toni se non addirittura protagonisti. Come ha cambiato il vostro modo di lavorare?

D.R. – Quando giriamo in studio cerchiamo sempre di ottenere quell’effetto estetico che lega gli episodi, che fa da collante. Quando andiamo in esterni invece, e penso alla puntata della terza stagione girata ad Amsterdam, cerchiamo di andare in direzioni differenti: possiamo esprimere i personaggi in maniera diversa, Ted Lasso lo permette in quanto molte scene sono girate in location vere.

V.W. –  Per me conta molto la composizione dell’inquadratura, fattore che cambia radicalmente se ci sono scene con uno o due personaggi oppure con l’intera squadra, come dentro lo spogliatoio. Alternando questo tipo di situazioni si crea spesso molto spazio per commedia o dramma, allora il modo di girare influisce maggiormente dell’effetto che si sta cercando.

Quale è il vostro episodio preferito nel corso delle tre stagioni?

D.R. – Senza dubbio l’episodio che ho citato, quello girato ad Amsterdam. Dopo settimane di spogliatoio e corridoi, girare all’aperto è stato liberatorio. La sceneggiatura di quella puntata poi è piena di gioia, connette i personaggi in maniera emozionante e positiva. Anche se le condizioni di riprese sono state complesse, ha piovuto tutto il tempo e abbiamo lavorato per una settimana fino alle cinque del mattino.

V.W. – Lo stesso posso dire dell’episodio che vede Coach Beard protagonista. Nonostante stessimo girando in piena estate faceva incredibilmente freddo. In piú abbiamo lavorato in piena Londra, dove ci sono restrizioni ferree sull’uso di macchinari o sul disturbo della quiete pubblica. Abbiamo avuto il permesso di girare soltanto la settimana prima delle riprese, quindi abbiamo dovuto lavorare con una troupe ristretta e mezzi leggeri.

Intervista a David Rom e Vanessa Whyte, direttori della fotografia di Ted Lasso

Dal momento che Fuori orario di Martin Scorsese è uno dei miei film preferiti degli anni ‘80, devo per forza chiedere a Vanessa dell’omaggio che ha fatto al film nella puntata della seconda stagione dedicata proprio a Coach Beard…

V.W. – Lo sceneggiatore di quell’episodio è un cinefilo accanito, sa tutto di Martin Scorsese e di quel lungometraggio. Nella sceneggiatura c’erano anche riferimenti ad Arancia meccanica o ad altri capolavori. Ho speso molto tempo con lui a parlare di come organizzare la puntata a livello visivo. Ci siamo divertiti molto a girarlo, é stata una vera soddisfazione riempirlo di così tante citazioni.

Il calcio è senza dubbio uno degli sport più difficili da tradurre in immagini, probabilmente a causa della compressione del tempo di gioco effettuata in fase di montaggio. Che tipo di sfida avete affrontato nel girare i match del Richmond?

D.R. – Fin dall’inizio, quando abbiamo visitato vari stadi per capire come organizzare le riprese, ci è stato chiaramente vietato di girare sui prati di gioco. Ovviare a questo rappresenta sempre un qualcosa che ti distanzia in qualche modo dal calcio vero, senza contare che spesso poi non puoi neppure citare le squadre o i calciatori reali. Ted Lasso riesce ad ovviare a molti di questi problemi perché in fondo parla molto poco di calcio.

V.W. – A livello tecnico il problema sta nel girare con i giocatori quasi sempre in area di rigore, mentre i tecnici stanno vicino alla panchina, praticamente due set differenti. Poi hai il pubblico, gli effetti speciali per riempire lo stadio. Insomma, ci sono talmente tanti tasselli del puzzle da riempire che diventa un vero e proprio tour de force. Per le partite di calcio solitamente si fa molto uso anche della seconda unità per girare le azioni di raccordo.

Entrambi avete lavorato a diversi show televisivi: in cosa Ted Lasso si differenzia rispetto agli altri?

V.W. – Per me si tratta di un’esperienza unica, qualcosa che non avevo mai provato in precedenza. Forse perché è il mio primo show americano, oppure per il fatto che è un processo organico in grado di lasciare molto spazio a quello che avviene sul set, ma si respira un’atmosfera diversa. La troupe è praticamente la stessa dal primo episodio, non succede mai in una produzione.

D.R. – Non posso che concordare. Non avevo mai girato commedie prima di questa, forse per questo mi hanno voluto coinvolgere fin dal principio. Girare scene con venti persone dentro una stanza rappresenta una bella sfida, il clima disteso che abbiamo respirato ogni singolo giorno ha creato il senso di cameratismo necessario per poterlo realizzare. Ammetto che all’inizio non avevo compreso la portata della serie, non riuscivo a capire verso che tipo di pubblico fosse diretta. Iniziando a lavorarci ho scoperto quanto fosse profonda e diversa dal resto. Si è trattato di un processo creativo appagante.

Ci sono stati altri show, film o magari anche soltanto direttori della fotografia a cui vi siete ispirati per alcuni episodi di Ted Lasso?

D.R. – Prima di iniziare a lavorare alla prima stagione ci siamo orientati guardando film come Moneyball o Io, Tonya, quest’ultimo in particolare per capire come girare le scene sul campo di calcio. Fin dal principio sapevamo che non volevamo farne una commedia simile a quelle delle TV via cavo, poi per ogni episodio abbiamo concordato con i veri registi che tipo di riferimenti intendevamo inserire, svariando da film a altre serie TV o anche addirittura opere letterarie.

V.W. – Essendo entrata nel cast nella seconda stagione, i miei riferimenti sono stati soprattutto gli episodi della prima. Il mio lavoro consisteva nel continuare quello stile invece di proporne altri. Poi nel nono episodio, quello di Beard e della sua notte di svago, ho avuto carta bianca per provare qualcosa di nuovo. Uno dei film a cui mi sono ispirata è stato l’argentino Il clan, diretto da Pablo Trapero. Essendo una grande fan di Stanley Kubrick, ho inserito nella puntata il mio omaggio personale ad Arancia meccanica e Shining, ho potuto tirar fuori il mio animo geek!

Ultima domanda: non c’è davvero nessuna speranza di avere una quarta stagione di Ted Lasso?

V.W. – Non ne ho idea. Muoio dal desiderio che Jason mi chiami un giorno per darmi qualche buona notizia…

D.R. – Fin dall’inizio è stato pianificato come uno show in tre stagioni. Non so nulla di una possibile espansione dell’universo di Ted Lasso. Credo che nessuno si aspettasse un successo così eclatante, magari un pensierino a continuare lo stanno facendo…

Indiana Jones e il Quadrante del Destino: gli eroi schierati nei character poster

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Sono stati diffusi i character poster degli eroi di Indiana Jones e il Quadrante del Destino che si schiereranno al fianco di Indy per la sua ultima avventura. Eccoli di seguito:

Indiana Jones e il Quadrante del Destino – leggi la recensione

Insieme a Harrison Ford, il cast del film include Phoebe Waller-Bridge (Fleabag), Antonio Banderas (Dolor y gloria), John Rhys-Davies (I predatori dell’arca perduta), Toby Jones (Jurassic World – Il regno distrutto), Boyd Holbrook (Logan – The Wolverine), Ethann Isidore (Mortale) e Mads Mikkelsen (Animali Fantastici – I segreti di Silente). Il film vedrà Indy intento a scoprire un artefatto che può apparentemente riavvolgere e manipolare il tempo, particolarmente ambito da un ex nazista ora scienziato presso la Nasa, dove si sta intanto progettando lo sbarco sulla luna.

Diretto da James Mangold (Le Mans ‘66 – La grande sfidaLogan – The Wolverine) e con una sceneggiatura scritta da Jez Butterworth & John-Henry Butterworth e David Koepp e James Mangold, basata sui personaggi creati da George Lucas e Philip Kaufman, il film è prodotto da Kathleen Kennedy, Frank Marshall e Simon Emanuel, mentre Steven Spielberg e George Lucas sono i produttori esecutivi. La colonna sonora è composta ancora una volta da John Williams, che ha firmato le musiche di ogni avventura di Indiana Jones a partire dall’originale I predatori dell’arca perduta nel 1981.

The Flash: Sasha Calle si sente “fortunata” a interpretare Supergirl

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Manca poco all’uscita di The Flash al cinema e mentre le proiezioni per i fan si moltiplicano in tutto il mondo, l’account ufficiale di Twitter Movies ha rivelato una featurette esclusiva, incentrata su Supergirl, che fa la sua grande apparizione sul grande schermo.

“Penso che la cosa che mi ha entusiasmato di più di far parte di The Flash sia stata interpretare un supereroe”, ha detto Sasha Calle, che interpreta il personaggio. “Ricordo di essermi laureata al college, e ho fatto un vision board, e Gal Gadot è lì come Wonder Woman. E ora mi sento davvero fortunata a interpretare Supergirl. Vorrei aver avuto un eroe come la Supergirl quando ero piccola. Lei è una tosta.”

Oltre ai commenti di Calle, la featurette mostra un sacco di filmati ricchi di azione, indicando che Supergirl potrebbe essere un personaggio eccezionale in un film pieno di crossover multiversali. Tuttavia, il momento saliente della featurette è la reazione emotiva di Calle quando ha saputo che il ruolo era suo, cosa che le è stata rivelata dallo stesso regista Andy Muschietti. Con un attaccamento emotivo al personaggio, la performance di Calle nei panni di Supergirl potrebbe essere uno dei momenti più memorabili del film in uscita.

The Flash: la trama e il cast del film

The Flash uscirà al cinema il 16 giugno 2023 distribuito da Warner Bros Italia. In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

La Sirenetta: strepitoso al botteghino del Regno Unito

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La Sirenetta: strepitoso al botteghino del Regno Unito

La sirenetta della Disney ha fatto un clamoroso debutto al botteghino del Regno Unito e dell’Irlanda, raggiungendo la vetta delle classifiche con 5 milioni di sterline (6,2 milioni di dollari), come riferito da Comscore. Il film ha rappresentato il 49% di tutte le vendite di biglietti durante il fine settimana di tre giorni, secondo Disney.

Nel suo secondo fine settimana, Fast X della Universal ha resistito con 2,2 milioni di sterline al secondo posto per un totale di 10,2 milioni di sterline. In terza posizione, nel suo quarto fine settimana, Guardiani della Galassia Vol. 3 ha raccolto 1,5 milioni di sterline per un totale di 31,6 milioni di sterline. Il film della Universal  The Super Mario Bros. Movie” ha guadagnato 292.155 sterline al quarto posto nel suo ottavo fine settimana per un totale di 52,2 milioni di sterline. Warner Bros.’ Hypnotic ha completato la top five, debuttando con £ 217.252.

Come sta andando La sirenetta al BOX OFFICE Italia? 

In Italia La sirenetta ha guadagnato altri 450 mila euro ieri portando così il totale 5.128.433 di euro. Anche in Italia al secondo posto troviamo Fast X che ieri ha totalizzato altri 154.708 € per un totale 9.852.863 €. Terzo posto per RAPITO di Marco Bellocchio che aggiunge altri 51.662 € per un totale striminzito di appena 556.443 € nonostante la presenza al Festival di Cannes. In quarta posizione troviamo Guardiani della Galassia Vol. 3 con altri 36.551 € per un totale di 10.430.157 €. Quinta posizione invece per il ritorno al cinema di Alien che ha incassato ben 23.199 € per un totale di 52 mila euro. 

The Flash: Sasha Calle rivela che Henry Cavill ha “amato” il film in uscita

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Dopo le rivelazioni del regista Andy Muschietti arrivano nuove notizie sull’imminente The Flash, il nuovo atteso film del DCU. Ebbene, l’attrice Sasha Calle che nel film interpreta una variante di Supergirl ha affermato che l’ormai deposto Superman, Henry Cavill ha visto il film e lo ha letteralmente amato! Warner Bros. ha avuto approccio al marketing innegabilmente unico, con lo studio che ha arruolato James Gunn e Tom Cruise (tra gli altri) per pubblicizzarlo come uno dei più grandi successi mai realizzati.  Il CEO dello studio, David Zaslav, è arrivato al punto di definirlo il miglior film di supereroi che abbia mai visto, e ora mancano solo un paio di settimane prima che ci venga data l’opportunità di giudicarlo.

Durante una recente conferenza stampa per The Flash, l’attrice di Supergirl avrebbe detto ai giornalisti di aver parlato con la star della Justice League Henry Cavill e l’attrice della serie di Supergirl Melissa Benoist per chiedere il loro parere. Nel caso del primo, l’attrice ha rivelato che l’ex Uomo d’Acciaio ha amato il film. Non è chiaro quando abbia effettivamente visto The Flash e se fosse la versione che ha visto il suo Superman reinserito nel DCEU. Un suo cameo è stato stato girato dopo il cameo di Black Adam, ma successivamente rimosso dai DC Studios prima che venisse annunciato Superman: Legacy con nuovo Kal-El. In ogni caso il suo giudizio si unisce a tutti quelli arrivati sul film che sembrano essere tutti dal una parte, quella positiva! 

The Flash: la trama e il cast del film

The Flash uscirà al cinema il 16 giugno 2023 distribuito da Warner Bros Italia. In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

The Witcher: quarta e quinta stagione saranno girate una dopo l’altra

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Nonostante una prima stagione confusa, The Witcher è stato accolto favorevolmente dai fan. Sebbene la seconda stagione fosse un po’ più convenzionale, ha ricevuto recensioni positive e il futuro del franchise sembrava luminoso. Tuttavia, la serie Netflix da allora è stata coinvolta in affermazioni secondo cui coloro che hanno lavorato alla serie sono stati irrispettosi nei confronti dei romanzi di Andrzej Sapkowski e dei videogiochi di successo basati su di essi. La serie spin-off The Witcher: Blood Origin è stata un flop quando è stata lanciata lo scorso dicembre e Henry Cavill lascerà la serie tv principale dopo l’imminente terza stagione.

Liam Hemsworth sostituirà l’ex Superman nella stagione 4, ed è stato precedentemente riferito che la stagione 5 verrà girata una dopo l’altra.  Anche se non sappiamo ancora se The Witcher finirà lì, la direttrice del casting Sophie Holland ha confermato quelle voci sulle riprese mentre parlava con Deadline “Stiamo per iniziare le riprese della quarta stagione con Liam Hemsworth e ci sarà un breve intervallo, poi passeremo direttamente alla quinta stagione”, dice al trade, chiarendo finalmente il futuro dello show dopo mesi di rapporti contrastanti. Una quinta stagione non è mai stata annunciata ufficialmente da Netflix, anche se siamo sicuri che l’ufficialità arriverà appena dopo il debutto della terza. 

The Witcher è un grande investimento per Netflix e con tutti i servizi di streaming che cercano di frenare la spesa, non sarebbe sorprendente che la spina venisse staccata dallo show dopo la quinta stagione. C’è stato un tempo in cui lo show avrebbe potuto essere uno delle più grandi proprietà dello streamer, ma l’interesse in spese folli sta diminuendo, qualcosa non ha aiutato tra i grandi divari tra le stagioni e ovviamente l’abbandono scioccante di Henry Cavill

The Witcher 3, la trama

Mentre monarchi, maghi e bestie del Continente competono per catturarla, Geralt conduce Ciri a nascondersi, determinato a proteggere la sua famiglia appena riunita da coloro che minacciano di distruggerla. Incaricata dell’addestramento magico di Ciri, Yennefer li conduce alla fortezza protetta di Aretuza, dove spera di scoprire di più sui poteri non sfruttati della ragazza; invece, scoprono di essere sbarcati in un campo di battaglia di corruzione politica, magia oscura e tradimento. Devono reagire, mettere tutto in gioco o rischiare di perdersi per sempre.

La showrunner e produttrice esecutiva è Lauren Schmidt Hissrich. Alla regia Stephen Surjik, Gandja Monteiro, Loni Peristere e Bola Ogun, mentre la sceneggiatura è opera di Mike Ostrowski, Javier Grillo-Marxuach, Tania Lotia, Haily Hall, Matthew D’Ambrosio, Clare Higgins, Rae Benjamin e Troy Dangerfield.

The Witcher è stata girata tra Inghilterra, Italia, Galles, Croazia, Slovenia e Marocco, ed è prodotta da Tera Vale Ragan, Veselin Karadjov e Sasha Harris. Sono produttori esecutivi anche Steve Gaub, Matt O’Toole, Mike Ostrowski, Javier Grillo-Marxuach, Platige Films (Tomek Baginski e Jarek Sawko), Hivemind Content (Jason Brown e Sean Daniel).

Cast: Henry Cavill (Geralt di Rivia), Anya Chalotra (Yennefer di Vengerberg), Freya Allan (Principessa Cirilla di Cintra), Joey Batey (Ranuncolo), Myanna Buring (Tissaia), Eamon Farren (Cahir), Mimî M Khayisa (Fringilla), Royce Pierreson (Istredd), Anna Shaffer (Triss Merigold), Mecia Simson (Francesca), Tom Canton (Filavandrel), Mahesh Jadu (Vilgefortz), Graham McTavish (Dijkstra), Cassie Clare (Philippa), Hugh Skinner (Radovid), Wilson Mbomio (Dara), Lars Mikkelsen (Stregobor), Terence Maynard (Artorius),  Simon Callow (Codringher), Liz Carr (Fenn), Therica Wilson-Read (Sabrina), Safiyya Ingar (Keira), Rochelle Rose (Margarita), Michalina Olszanska   (Marti), Robbie Amell (Gallatin), Jeremy Crawford (Yarpen), Bart Edwards (Emhyr), Aisha Fabienne Ross (Lydia), Christelle Elwin (Mistle) e Meng’er Zhang (Milva).

Nosferatu di Robert Eggers: riprese concluse

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Nosferatu di Robert Eggers: riprese concluse

Mentre in sala troviamo ancora Renfield, un nuovo sguardo sul mondo dei vampiri canonizzato da Bram Stoker, arriva la notizia, via Collider, che Robert Eggers ha appena concluso le riprese di Nosferatu, il suo prossimo film.

Da quello che si sa fino a questo momento del prossimo progetto del regista di The VVitch, Nosferatu offrirà una versione diversa su un argomento che si conosce molto bene. Il film originale del 1922 diretto da F. W. Murnau è vagamente basato sull’iconico romanzo di Bram Stoker del 1897, Dracula.

Il film muto sarebbe diventato un influente capolavoro del cinema e del genere horror. Nel 1979, Werner Herzog ha rifatto il film intitolandolo Nosferatu il vampiro. Dato il suo precedente lavoro in The Witch e The Northman, la conoscenza di Eggers del folklore e della mitologia lo renderà l’ultimo di una linea di creativi che cercano di dare una svolta diversa a un amato classico.

Annunciato originariamente nel 2015, Nosferatu di Eggers sarà un remake dell’iconico film muto tedesco del 1922 Nosferatu: A Symphony of Horror. Quel film non è solo considerato una delle opere d’arte più influenti nel mondo del cinema e del genere horror, ma ha anche introdotto alcuni stilemi sui vampiri che sono ancora oggi in uso, incluso un vampiro che muore per l’esposizione alla luce solare.  “Nosferatu di Robert Eggers è una storia gotica di ossessione tra una giovane donna perseguitata nella Germania del 19° secolo e l’antico vampiro della Transilvania che la perseguita, portando con sé un orrore indicibile“, recita la sinossi ufficiale del film in uscita. La pellicola è prodotta della Focus Features sarà scritto e diretto da Robert Eggers.

Nel cast del film Nosferatu Bill Skarsgård (Barbarian), Nicholas Hoult (The Menu), Lily-Rose Depp (Wolf), Aaron Taylor-Johnson (Bullet Train, Kick-Ass, Godzilla), Emma Corrin ( Lady Chatterley’s Lover ), Willem Dafoe (Inside), Simon McBurney (Carnival Row) e Ralph Ineson (Il cavaliere verde).

The Flash: Andy Muschietti rivela che Ezra Miller tornerà se ci sarà un sequel

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The Flash arriverà nei cinema tra poco più di due settimane, e mentre le prime reazioni alla prima uscita da solista sono state molto positive, il film è stato impantanato in polemiche per via dei problemi legali accaduti al suo protagonista Ezra Miller. Non abbiamo bisogno di ripetere tutto ciò di cui Ezra Miller è stato accusato a questo punto, basti dire che l’attore è stato colpito da una serie di accuse molto serie – e piuttosto sgradevoli. Resta da vedere quanto il pubblico in generale sappia o si preoccupi, ma molti sono favorevoli alla sostituzione di Miller mentre la versione della DCU di Barry Allen va avanti.

Tuttavia, il regista Andy Muschietti ha ora confermato che, se il film avrà un sequel, Miller rimarrà a bordo come l’uomo più veloce del mondo. “Se [un sequel] accade, sì”, ha detto il regista a proposito del ritorno di Miller per un altro film mentre chiacchierava con il Discourse podcast. “Non credo ci sia nessuno che possa interpretare quel personaggio così bene come lui. Le altre rappresentazioni del personaggio sono fantastiche, ma questa particolare visione del personaggio, sono semplicemente eccellenti nel farlo. E, come hai detto, i due Barry, sembra un personaggio fatto apposta per loro”.

La produttrice Barbara Muschietti ha aggiunto:  “Nella fotografia principale, Ezra è stato brillante, l'[attore] più impegnato e professionale. Ezra ha dato tutto per questo ruolo – fisicamente, creativamente, emotivamente. Erano assolutamente supremi. Naturalmente, la decisione potrebbe non essere presa da loro. A seconda del livello di contraccolpo, i co-direttori dei DC Studios James Gunn e Peter Safran potrebbero scegliere di recidere i legami con Miller e sostituirlo nel ruolo.

The Flash: la trama e il cast del film

The Flash uscirà al cinema il 16 giugno 2023 distribuito da Warner Bros Italia. In The Flash i mondi si incontreranno quando Barry userà i suoi superpoteri per viaggiare indietro nel tempo e cambiare gli eventi del passato. Ma quando il tentativo di salvare la sua famiglia altera inavvertitamente il futuro, Barry rimane intrappolato in una realtà in cui il generale Zod è tornato, minacciando distruzione, e senza alcun Supereroe a cui rivolgersi. L’unica speranza per Barry è riuscire a far uscire dalla pensione un Batman decisamente diverso per salvare un kryptoniano imprigionato…. malgrado non sia più colui che sta cercando. In definitiva, per salvare il mondo in cui si trova e tornare al futuro che conosce, l’unica speranza per Barry è ‘correre per la sua vita’. Ma questo estremo sacrificio sarà sufficiente per resettare l’universo?

Fanno parte del cast di The Flash l’attore Ezra Miller nei panni del protagonista, riprendendo dunque il ruolo di Barry Allen da Justice League, ma anche l’astro nascente Sasha Calle nel ruolo di Supergirl, Michael Shannon (“Bullet Train”, “Batman v Superman: Dawn of Justice”), in quelli del Generale Zod, Ron Livingston (“Loudermilk”, “L’evocazione – The Conjuring”), Maribel Verdú (“Elite”, “Y tu mamá también – Anche tua madre”), Kiersey Clemons (“Zack Snyder’s Justice League”, “Sweetheart”), Antje Traue (“King of Ravens”, “L’uomo d’acciaio”) e Michael Keaton (Spider-Man: Homecoming”, “Batman”), che torna nel costume di Batman dopo oltre 30 anni.

Intervista a Tom Howe, compositore della colonna sonora di Ted Lasso

Con le quaranta candidature e gli undici Emmy Award conquistati, Ted Lasso è senza dubbio una delle serie TV di maggior successo di questi ultimi anni. La conferma arriva anche dall’amore del pubblico, il quale ne ha decretato il successo su Apple TV+. In occasione della fine della terza – e quasi sicuramente ultima – stagione, vi proponiamo in esclusiva la chiacchierata con Tom Howe, composer e mente principale dietro una delle migliori colonne sonore ascoltate sul piccolo schermo in questi anni.

Le tre stagioni di Ted Lasso sono piuttosto diverse tra loro: quest’ultima ad esempio ha un tono più malinconico e approfondisce ulteriormente la psicologia dei personaggi. Ha dovuto per questo cambiare approccio alle musiche?

Certamente. La prima stagione è incentrata su Ted, mentre le due successive si espandono anche verso gli altri personaggi. La differenza più importante è però che gli episodi si sono allungati, musicare trenta minuti è totalmente differente da musicarne cinquanta o sessanta. Significa che un tema deve essere allungato: il massimo della prima stagione era di due minuti e mezzo per una partita di calcio nel decimo episodio, mentre gli altri non speravano il minuto. Essendo poi focalizzata su Ted vi erano contenute principalmente variazioni delle musiche che avevo creato appositamente per il protagonista. A partire dalla seconda stagione ho dovuto creare temi lunghi per tutti gli altri, cosa che è stata ulteriormente sviluppata nella terza. Siamo arrivati a inserire momenti musicali che arrivano a cinque minuti, qualcosa che succede quasi soltanto nei film. Ho dovuto cambiare approccio alla musica, il che mi ha entusiasmato perché sento che è cresciuta, si è sviluppata con le storie e i personaggi.

Quando comincia a comporre la musica per un episodio? Dopo aver letto la sceneggiatura o dopo aver visto un primo montaggio?

Dipende dai progetti. Di solito ti metti a lavoro dopo aver letto gli script, ma devi tener conto che vedere il girato potrebbe spingerti verso direzioni diverse, anche se a quel punto hai meno tempo a disposizione. Aiuta molto sapere con chi stai lavorando: per Bill Lawrence ho collaborato sia a Ted Lasso che a Shrinking, so bene che tipo di tono vuole dalle mie musiche. Nel caso di questa serie ho  cominciato a scrivere la partitura mentre leggevo i copioni, avevo un’idea piuttosto precisa di cosa avrei avuto bisogno.

Mi fa piacere abbia citato anche Shrinking perché proprio come Ted Lasso si tratta di una serie comica la quale racconta molti temi che invece non lo sono affatto. Come lavora nel cercare questo equilibrio tra leggerezza e dramma?

È una bella sfida. In Shrinking ad esempio nei primi episodi in particolare si affronta addirittura l’elaborazione del lutto. Il problema sta nel non sottolineare in maniera troppo forte quello che succede, bisogna trovare la leggerezza senza scadere nella superficialità. Bisogna capire la natura profonda del personaggio. Il nocciolo di Ted Lasso consiste nella sua onestà, nella sua natura buona, vede sempre il meglio negli altri. Una volta che hai presente chi è il personaggio per cui stai scrivendo la musica, tutto diventa più facile.

Intervista a Tom Howe, compositore della colonna sonora di Ted Lasso

Nello show ci sono poi episodi folli come quello nella seconda stagione che racconta la scorribanda notturna di Coach Beard. Come affronta variazioni del genere?

É il bello di avere uno show amato dal pubblico, puoi prenderti delle licenze come quella che ha citato. Se fosse stata la terza puntata della prima stagione non avrebbe funzionato allo stesso modo. La notte di Beard o l’episodio di Natale sono degli standalone, bisogna cambiare completamente approccio. Il sesto episodio della terza stagione, quello ambientato ad Amsterdam, necessitava ad esempio di temi vicini alla rom-com al fine di accentuare il tono della storia di Rebecca e dell’uomo affascinante che incontra nel canale. Mi sono potuto prendere delle licenze, ho adoperato momenti musicali che si rifanno alle orchestre vecchio stile. Tornando alla puntata di Beard, bisogna anche considerare che è un episodio totalmente notturno, quindi ha un look diverso. Ted Lasso è uno show quasi esclusivamente diurno, mentre in quel caso ho potuto flirtare con echi del noir.

Quali sono state le sue ispirazioni principali quando ha iniziato a pensare come musicare Ted Lasso?

I compositori che amo più di tutti gli altri sono John Williams ed Ennio Morricone. Ho quattro figli, ho portato due di loro a vedere il Superman di Richard Donner che è tornato in sala per il suo quarantacinquesimo anniversario. È l’esempio perfetto di partitura che si accorda con lo stile del film. Ci sono addirittura musiche elettroniche all’inizio, qualcosa di sorprendente per Williams. Poi quando arriviamo a Smallville la colonna sonora riproduce la semplicità della vita del Midwest, da dove proviene anche Ted Lasso. Morricone era un altro maestro nel cambiare la partitura  seconda di dove la storia veniva ambientata.

Ultima domanda: Sono rimasto molto sorpreso nel trovare Prisencolinensinainciusol nel terzo episodio di questa stagione. Come avete selezionato la canzone di Adriano Celentano?

Abbiamo dei fantastici consulenti musicali nella serie e lo stesso Jason Sudeikis ha una conoscenza incredibile. Quando nella seconda stagione abbiamo inserito una canzone contenuta nella colonna sonora di Magnolia di Paul Thomas Anderson, Jason ha riconosciuto immediatamente che non si trattava della registrazione inserita nel film e ha preteso quella originale. La scelta delle canzoni è molto precisa, sappiamo esattamente cosa serve per un determinato momento dello show. Il pezzo è inserito in un momento molto lungo, è perfetto per l’energia che trasmette alle immagini. Ha rappresentato una scelta innovativa, qualcosa che certamente non trovi o ascolti in altre serie TV.

Billy: recensione del film di Emilia Mazzacurati

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Billy: recensione del film di Emilia Mazzacurati

“Un’avventura corale vissuta attraverso la crescita di un ragazzo e i passaggi naturali che questa comporta. Un coming of age contemporaneo e fuori dal comune, in cui sono quasi più gli adulti a cercare, e trovare, una guida nei ragazzi”. Basterebbe questo breve scampolo. Poche parole, estrapolate dalle note di regia del film. Sarebbero sufficienti a cogliere l’essenza dell’esordio cinematografico di Emilia Mazzacurati, figlia di Carlo. Basterebbero, ma Billy merita qualcosa in più. Perché non di rado ci si accosta alle prime volte con diffidenza, con preconcetto; lasciando che la paura dell’inesperienza di un nuovo sguardo si sostituisca alla curiosità si svelarne le vedute. E Dimenticando che, non di rado, emergono prodotti, opere o anche solo intuizioni di fronte alla cui leggerezza, timori e pregiudizi, semplicemente, svaniscono.

Billy: la trama

La prima volta di Emilia Mazzacurati ci trasporta presso una tranquilla cittadina di provincia. Ci trasporta da Billy. Il ragazzo (Matteo Oscar Giuggioli), abbandonato dal padre quando era ancora piccolo, è un ex bambino prodigio e inventore di un podcast musicale di successo. Ora, a diciannove anni, vive con la madre Regina (una eccentrica Carla Signoris) e trascorre buona parte del suo tempo in una roulotte, a giocare con Roberto (8 anni) ed altri bambini della città. Billy soffre da sempre di attacchi di panico, è segretamente innamorato della vicina di casa Lena (Benedetta Gris), sorella di Roberto, e non sa che fare della sua vita.

Billy Alessandro Gassman

L’arrivo nel quartiere di Zippo (Alessandro Gassmann), un tempo rocker di grande fama scappato nel bel mezzo di un concerto ed eclissatosi dalla scena, cambia però le carte in tavola. L’incontro con Billy smuove qualcosa; e tra fughe, chiacchierate e lunghi silenzi si delineano per i due nuove strade, nuovi sbocchi; in un andirivieni di bizzarri personaggi a cavallo tra passato, presente e timore per il futuro.

Terra di frontiera

Emilia Mazzacurati torna in “provincia”, in quei grovigli semi sconosciuti di vie che a lungo hanno accompagnato il percorso cinematografico del padre. A incorniciare il suo racconto d’esordio è una cittadina del nord, non luogo (quasi) senza tempo, scandito solo dal silenzioso susseguirsi delle fasi lunari. Una terra di frontiera dalle sfumature western (il soprannome del protagonista è Billy the Kid), segnata da una sua pacifica ritmicità e abitata da caratteristici figuri – uno su tutti Massimo (Giuseppe Battiston), timido pompiere innamorato di Regina che vive in una casa-barca ormeggiata sul fiume per fare fronte al pericolo incendi.

billy film recensione

L’inaspettata intrusione di Zippo, in questo senso, è allora per certi versi assimilabile alla venuta del cowboy, dello straniero senza nome, giunto da lontano nel tempo e nello spazio. Un selvaggio Ethan Edwars, un oscuro Django, qui localmente e brutalmente rivisitati nello spaesamento esistenziale di un Alessandro Gassmann che è fallito tra i falliti, dimenticato uomo di mezza età con pochi sogni e troppi rimpianti.

Billy: un racconto di formazione “sui generis”

Quella dipinta dalla regista è una città isolata, “figlia d’arte” colma di padri senza figli e figli senza padri. Ma il legame generazionale tra i Mazzacurati non è questione esclusivamente geografica (o sarebbe meglio dire scenografica?). A connettere padre e figlia è infatti il cuore pulsante del film, la sua anima coming of age, le sue (a)tipiche dinamiche di “formazione”. Dinamiche a onor del vero trasversali nella storia del cinema che qui, oltre a farsi memoria quasi scontata del lavoro paterno (L’estate di Davide, 1998), avvicinano il film della Mazzacurati alle atmosfere di un altro esordio, quelle dell’indipendente How to be di Oliver Irving (2008).

Se il disorientamento adolescenziale di Davide e Art (un giovanissimo Robert Pattinson) rappresentano però il focus accentratore dei rispettivi racconti, la narrazione di Billy tenta una via leggermente diversa; facendo perno sulla vicenda di vita del ragazzo per delineare un esistere confusionario che è proprio dell’intera comunità che lo circonda. E tracciando i confini di una provinciale Isola che non c’è popolata di bimbi – più o meno cresciuti – sperduti.

Stupore e leggerezza

È forse in questo impeto, in questo coraggioso osare che Emilia Mazzacurati smarrisce alcuni punti di riferimento. E la sua “fiaba”, come del resto i personaggi della stessa, vaga a tratti scombussolata, faticando a gestire l’agognata coralità e non riuscendo a trovare un vero e proprio equilibrio coerente nella gestione dei suoi molti interpreti.

Rimane però un buon sapore, una curiosità sincera; il desiderio di scoprire, al di là dell’inesperienza, quali scorci sedurranno in futuro lo sguardo della regista e su quali strade Mazzacurati condurrà la propria macchina (da presa). Con la speranza, non così remota, di ritrovarci presto a riabbracciare la leggerezza e lo stupore di Billy. Lo stupore del bambino e del ragazzo, lo stupore dell’adulto che ancora non sa cosa lo attende lungo il cammino.

Dragon Trainer live action: ecco gli attori che interpreteranno Hiccup e Astrid

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Dopo il primo annuncio dello scorso febbraio, arriva da Collider un nuovo aggiornamento dal remake in live action di Dragon Trainer in produzione presso Universal/DreamWorks.  Mason Thames di The Black Phone e la star emergente di The Last of Us Nico Parker sono stati scelti per interpretare le versioni in carne e ossa di Hiccup e Astrid.

Il nome di Parker è diventato noto dopo che l’attrice ha interpretato Sarah, figlia di Joel (Pedro Pascal), nell’episodio pilota e nell’episodio 6 di The Last of Us. L’avevamo vista già in Westworld, in cui interpreta la figlia del personaggio di Thandiwe Newton.

Mason Thames dovrà sforzare al massimo le sue doti di immaginazione, dal momento che sarà colui che interagirà di più con Sdentato, la Furia Buia protagonista del film, che sarà ovviamente realizzato in CGI.

Nella storia, Hiccup è il figlio di un potente vichingo che è riluttante a seguire le orme di suo padre e diventare un uccisore di draghi. Il compito diventa ancora più difficile quando riesce a fare amicizia con un drago che dovrebbe essere la più pericolosa di tutte le creature.

Parker, d’altra parte, si divertirà nei panni di un’intelligente intenditrice di draghi, determinata a superare le sue lezioni di uccisione di draghi. Se l’adattamento live-action sarà fedele al film d’animazione, l’attrice sarà coinvolta in fantastiche scene d’azione poiché Astrid è di solito quella che prende le redini quando si tratta di addomesticare il drago. Dal momento che la rappresentazione femminile si è evoluta nel decennio dall’uscita del film d’animazione, possiamo anche aspettarci che il nuovo Dragon Trainer non permetta al personaggio di Parker di essere limitato al tropo di “interesse amoroso”, cosa che già il film originale sovvertiva.

Questo film sarà basato sul primo film d’animazione e, in caso di successo, le altre puntate verranno adattate e, data la fedele fanbase del franchise, è probabile che questo accada. Insieme, i tre film di Dragon Trainer hanno accumulato più di 1,6 miliardi di dollari, ottenuto quattro nomination all’Oscar e un Golden Globe per il secondo capitolo. Il film dovrebbe arrivare in sala il 14 marzo 2025.

Succession: Brian Cox e Sarah Snook riflettono sul finale

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Succession: Brian Cox e Sarah Snook riflettono sul finale

Il finale della serie Succession è andato in onda durante il fine settimana, e per celebrare la serie, le star Brian Cox e Sarah Snook hanno rivolto i loro pensieri e postato delle riflessioni sui social media per ripensare al tempo trascorso nella serie. In un post su Instagram, Brian Cox (che ha interpretato Logan Roy nella serie) ha elogiato lo spettacolo, definendolo “la più grande esperienza lavorativa di sempre“. Cox ha continuato dicendo che l’armonia tra la troupe e il cast è stata “davvero sorprendente“.

“Era sulla buona strada per diventare una grande serie, ma l’amore e l’impegno della troupe, del cast e degli sceneggiatori l’hanno resa memorabile“, si legge nel messaggio di Cox. “Vorrei ringraziare tutti noi che abbiamo lavorato e creato questo spettacolo dal profondo del mio cuore. Sempre tuo Brian Cox”. Anche Snook, che interpretava Siobhan “Shiv” Roy, ha pubblicato su Instagram per riflettere sul suo tempo nella serie. Snook ha detto che sarebbe stato difficile esprimere ciò che lo spettacolo significava per lei, prima di notare quanto fosse orgogliosa della “stagione di duro lavoro di tutti”.

È difficile esprimere ciò che questo spettacolo ha significato per me. I posti in cui devo andare, l’immenso talento con cui ho avuto modo di lavorare… mi spezza il cuore che sia tutto finito“, ha detto Snook. “Ma il mio cuore doveva essere così pieno di tutti i ricordi, i bei momenti, le sfide e i trionfi, per potersi spezzare del tutto… quindi questo mi rende grato. Avere avuto la fortuna di unirsi a questa folle avventura di uno spettacolo sarà un punto culminante della carriera, che senza dubbio sarà difficile da superare. Sono così, così orgoglioso e umiliato dal duro lavoro di tutti, stagione dopo stagione: tutti abbiamo alzato l’asticella l’uno per l’altro, poi l’abbiamo superato ed eccelso, in ogni reparto. Le amicizie, le sceneggiature, i luoghi, le battute, le prime mattine, i cambiamenti dell’ultimo minuto, tutti gli alti e bassi: mi mancherà tutto“, ha continuato Snook. “Le persone di questo spettacolo sono un gruppo di talento e sono orgoglioso di aver lavorato al loro fianco, sono le persone che mi mancheranno di più. Ho appena visto l’episodio finale dell’ultima stagione di qualcosa che ha cambiato la mia vita. E ora, la mia vita è cambiata di nuovo. Grazie per tutto l’amore e il supporto”.

 

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Citadel: Diana, teaser trailer della serie spin-off con Matilda De Angelis

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Dopo la prima foto Amazon Studios ha pubblicato il primo teaser trailer di Citadel: Diana, il suo imminente spin-off italiano della serie thriller di spionaggio con protagonisti da Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, con la prima stagione che ha appena debuttato su Prime Video.

Il video offre un assaggio delle sequenze ricche di azione che il protagonista Matilda De Angelis dovrà affrontare nello spin-off. Il prossimo capitolo della serie Spyverse di Amazon è prevista per il debutto nel 2024.

Il finale della prima stagione di Citadel, con Richard Madden e Priyanka Chopra Jonas, è disponibile da oggi su Prime Video. La prima serie nello Spyverse del franchise globale conclude la sua prima stagione con grandi colpi di scena e rivelazioni avvincenti, con gli agenti di Citadel che scoprono l’identità della talpa che ha fatto cadere l’agenzia nelle mani della fazione rivale Manticore. I tradimenti saranno svelati e le domande troveranno risposta, mentre le conseguenze del finale si ripercuoteranno attraverso tutto lo Spyverse. Dopo l’episodio finale, un teaser di Citadel: Diana svela un entusiasmante assaggio di ciò che arriverà con l’espandersi dello Spyverse di Citadel in questo nuovo capitolo.

Citadel: Diana è stata creata, prodotta e girata in Italia, e le riprese sono terminate all’inizio di quest’anno. La serie è prodotta da Cattleya (ZeroZeroZero) – parte di ITV Studios-  e ha per showrunner ed executive producer Gina Gardini, con Riccardo Tozzi, Marco Chimenz e Giovanni Stabilini anch’essi nel ruolo di executive producer, mentre Emanuele Savoini è co-executive producer. Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Ostot, Scott Nemes di AGBO e David Weil (Hunters) sono executive producer di Citadel: Diana e di tutte le serie nell’universo globale di Citadel. Midnight Radio è executive producer di Citadel: Diana e tutte le serie nell’universo globale di Citadel.

Citadel: Diana è diretta da Arnaldo Catinari e sviluppata da Alessandro Fabbri, che ricopre anche il ruolo di head writer, ed ha scritto la serie con Ilaria Bernardini, Laura Colella, Gianluca Bernardini e Giordana Mari. Come già annunciato, nel cast al fianco di Matilda De Angelis ci sono anche Lorenzo Cervasio, Maurizio Lombardi, Julia Piaton, Thekla Reuten, Daniele Paoloni, Bernhard Schütz e Filippo Nigro. Tutti gli episodi della prima stagione della serie evento Citadel sono ora disponibili in streaming su Prime Video.

Citadel

Otto anni fa, Citadel è caduta. L’agenzia indipendente di spionaggio internazionale – nata con lo scopo di difendere la sicurezza di tutte le persone – è stata distrutta dagli agenti di Manticore, una potente associazione che nell’ombra manipola il mondo. Con la caduta di Citadel, tutti i ricordi degli agenti scelti Mason Kane (Richard Madden) e Nadia Sinh (Priyanka Chopra Jonas) sono stati cancellati, ma loro sono riusciti miracolosamente a salvarsi. Da allora sono rimasti nascosti, costruendosi una nuova vita con nuove identità, entrambi ignari del proprio passato. Fino alla notte in cui Mason viene rintracciato dal suo ex collega di Citadel, Bernard Orlick (Stanley Tucci), che ha disperatamente bisogno del suo aiuto per impedire a Manticore di stabilire un nuovo ordine mondiale. Mason si mette alla ricerca della sua ex collega Nadia, e le due spie intraprendono una missione che li porta in giro per il mondo nel tentativo di fermare Manticore, questo mentre devono fare i conti con una relazione costruita su segreti, bugie e un amore pericoloso ma senza tempo.

Da Amazon Studios e AGBO dei Fratelli Russo, Citadel ha come executive producer Anthony Russo, Joe Russo, Mike Larocca, Angela Russo-Otstot e Scott Nemes per AGBO, con lo showrunner ed executive producer David Weil. Josh Appelbaum, André Nemec, Jeff Pinkner e Scott Rosenberg sono executive producer per Midnight Radio. Nel ruolo di executive producer ci sono anche Newton Thomas Sigel e Patrick Moran.

Guardiani della Galassia: i protagonisti dal più debole al più forte

I Guardiani della Galassia sono una squadra di supereroi secondaria del Marvel Cinematic Universe, quasi un gruppo di Avengers ridimensionato che vaga da un lavoro all’altro piuttosto che concentrarsi sulla difesa della Terra. Questa squadra bizzarra si è formata nella Fase 2, quando Star-Lord, Gamora, Groot, Rocket Raccoon e Drax il Distruttore si sono uniti per salvare Xander dall’ira di Ronan l’Accusatore.

I dieci Guardiani principali variano notevolmente in termini di poteri, abilità, armi e personalità, rendendo i Guardiani della Galassia una squadra flessibile e creativa in grado di affrontare qualsiasi sfida sul campo di battaglia. Tuttavia, alcuni sono decisamente più potenti di altri in combattimento, fino ad arrivare a un inaspettato primo posto.

Mantis

Guardiani della Galassia Mantis

Mantis è un alieno umanoide che con le due antenne sulla fronte, alimenta le sue capacità di empatico, ovvero di chi può percepire e influenzare le emozioni degli altri. Mantis è stata introdotta in Guardiani della Galassia Vol. 2 come assistente timida e impacciata di Ego, che spesso chiede a Mantis di aiutarlo a dormire.

Mantis non porta armi e non è un’artista marziale, ma può essere utile in altri modi. Grazie alle sue capacità empatiche, Mantis può addormentare qualcuno, persino Ego stesso, e percepire le emozioni del bersaglio per aiutare i suoi compagni di squadra a capire cosa fare dopo, come mostrato con Thanos in Infinity War.

Kraglin

Guardiani della Galassia Kraglin

Kraglin è un cyborg xandariano che un tempo era il primo compagno di Yondu tra i Ravagers, e si è ribellato a Taserface per aiutare Yondu e Rocket a fuggire in Guardiani della Galassia Vol. 2.

Kragln si è comportato bene, ma in confronto agli altri guardiani è un combattente poco significativo, con Yondu e Rocket che hanno tirato le redini. Come si vede nella scena post credit di Guardiani della Galassia Vol. 3 Kraglin eredita l’arma di Yondu e si unisce alla nuova squadra dei Guardiani con Rocket al comando.

Rocket

Guardiani della Galassia Rocket

Rocket Raccoon ama litigare e rubare, e spesso assume il comando dei Guardiani in battaglia, anche se Star-Lord si considera il leader del gruppo. Guardiani della Galassia Vol. 3 ha esplorato il suo passato, Rocket è un procione geneticamente modificato e ha una buona capacità di combattimento e indubbiamente un’ottima mira.

Per combattere i suoi nemici, Rocket si affida soprattutto ad armi pesanti e a trappole insidiose, come quella volta che, in Guardiani della Galassia Vol. 2, ha teso un’imboscata ai Ravagers e li ha scaraventati in aria. Si diverte anche a usare fucili laser e mitragliatrici, armi con cui è abile anche se sono grandi e pesanti per lui.

Star-Lord

Star-Lord è un ladro e un infiltrato ben addestrato e ha una mente creativa e piena di risorse che gli permette di superare chiunque non sia in grado di battere. Il personaggio di Peter Quill ha una forza e una resistenza medie per un maschio umano e le sue abilità nelle arti marziali sono inferiori a quelle di Gamora e Nebula.

In compenso, lo stile di combattimento creativo di Star-Lord, i suoi razzi e la sua eccellente mira lo rendono un combattente molto più efficace di quanto la sua personalità strampalata possa far pensare.

Drax

Drax il Distruttore

Drax il Distruttore è una sorta di Incredibile Hulk, un combattente da mischia spericolato e dalla testa calda, che si lancia a testa bassa contro i suoi nemici. Drax si mette spesso nei guai, ma riesce a cavarsela grazie alla sua estrema resistenza e grazie al sostegno degli altri Guardiani della Galassia.

A volte Drax può essere imprudente e non porta sempre con sé armi a distanza, ma se può combattere da vicino, può massacrare i nemici dei Guardiani. Drax è incredibilmente forte e dispone di due coltelli affilati per il combattimento ravvicinato, ed è persino più audace del coraggioso Rocket Raccoon.

Nebula

Nebula MCUNebula, la sorella adottiva di Gamora, si scontra spesso con la sua famiglia, anche nel primo film dei Guardiani, ma da allora si sono riconciliate. Verso la fine di Guardiani della Galassia Vol. 2, Nebula si unisce alla squadra e combatte coraggiosamente al fianco di tutti gli Avengers superstiti anche in Endgame del 2019.

Nebula di solito perde contro Gamora nei duelli seri, ma può facilmente sconfiggere quasi chiunque altro grazie alle sue abilità letali e ben affinate e al suo forte corpo da cyborg. Preferisce la spada in battaglia, ma Nebula può anche usare armi da fuoco ad alta tecnologia e pilotare piccole astronavi.

Gamora

Guardiani della Galassia Vol. 3

Gamora si è unita alla squadra dei Guardiani della Galassia e fin da subito si è dimostrata un’alleata affidabile e incredibilmente abile per Star-Lord e gli altri fino alla sua tragica morte in Infinity War del 2018. Figlia di Thanos che l’ha addestrata per anni fino a quando poi l’ha uccisa in cambio della pietra dell’anima.

Gamora è agile, colpisce duro e non ha pietà, il che la rende una vera e propria potenza tra i Guardiani. Non è forte come Groot e Drax, ma la sua eccezionale abilità la rende più difficile da colpire e può usare lame e armi da fuoco con la stessa abilità in qualsiasi battaglia.

Groot

Groot Guardiani della Galassia

Groot è un alieno simile a un albero, amico fedele di Rocket anche prima della formazione della squadra dei Guardiani. Lui e Rocket sono entrati a far parte dei Guardiani della Galassia nello stesso momento, con Rocket che è il cervello e Groot cme braccio destro

In battaglia è quasi indistruttibile e può bloccare facilmente gli attacchi nemici con le sue escrescenze vegetali. Può colpire o pugnalare i suoi nemici impunemente, facendo crescere rapidamente le sue braccia in rami o radici come armi naturali.

Yondu Udonta

Guardiani della Galassia Yondu Udonta

Yondu Udonta è stato il capitano di una nave Ravager e per anni il padre adottivo di Peter Quill. Yondu si è unito brevemente ai Guardiani della Galassia nel Vol. 2 dopo essere fuggito insieme a Rocket dalla nave e ha aiutato a combattere Ego e ha persino dato la sua vita per garantire la fuga sicura di Peter dal corpo morente di Ego.

Yondu è un combattente devastante per un motivo principale: la sua padronanza della Freccia Yaka. A meno che non sia danneggiata o persa, Yondu può semplicemente fischiare per far correre il micidiale proiettile sul campo di battaglia, trafiggendo i suoi nemici in rapida successione. Più volte, Yondu ha usato la sua freccia per massacrare interi plotoni di forze nemiche prima che avessero la possibilità di aprire il fuoco su di lui.

Thor

Thor MCU

Thor si è unito brevemente ai Guardiani della Galassia nelle Fasi 3 e 4, ed era più forte di tutto il resto della squadra messa insieme. Thor è anche uno degli Avengers più forti grazie alla forza asgardiana e alle sue armi preferite, Mjolnir e Stormbreaker.

Thor avrebbe potuto rendere obsoleti la maggior parte degli altri Guardiani, ma ha lasciato il gruppo per perseguire i propri interessi in Thor: Love & Thunder. Ora i Guardiani della Galassia rimasti hanno creato una nuova squadra che per il momento non si sa quando si riunirà ancora.

Olga, la recensione del film di Elie Grappe

Olga, la recensione del film di Elie Grappe

Ci sono alcune storie amare, dal sapore agre, che diventano pesanti come un macigno per quello che si trascinano dietro. Sono storie piene di ferite, ancora grondanti, difficili da rimarginare e incerottare. Che si faticano a digerire e sono impossibili da accettare. Storie come Olga, film del giovanissimo Elie Grappe, che all’età di ventisette anni si è posizionato dietro la macchina da presa per scolpire un racconto tragico, intimo, lacerante, che ad oggi vanta un premio nella sezione Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2021 e una menzione speciale ad Alice nella Città 2021.

Pur concentrandosi su una ginnasta, e su tutto il mondo della ginnastica artistica, la narrazione cela al suo interno un cuore drammatico, politico, quello della rivoluzione ucraina del 2014, che pulsa sofferente e martoriato, iniziato con le famose proteste dell’Euromaidan nel 2013. E che, nell’anno che corre, si trasforma in un grido d’aiuto ancora più forte, pronto a farsi portavoce del popolo, nella speranza che il suo eco possa raggiungere anche gli animi più duri. “Liberiamo l’Ucraina”, si sentirà dire nel film. Una frase che si riverbererà di continuo nel corso dell’opera, calcificandosi nelle immagini, agganciandosi ai corpi mostrati e imprimendosi nelle anime e nelle menti di chi osserva. Olga è distribuito da Wanted Cinema e arriva nelle sale italiane l’8 giugno.

Olga, la trama

Olga (Anastasia Budiashkina) è una giovane ginnasta in erba di quindici anni che quotidianamente si allena per poter partecipare ai Campionati europei di ginnastica artistica. La sua vita, però, viene stravolta quando qualcuno tenta di assassinare lei e la madre, una giornalista antigovernativa, durante quella che sarà la rivoluzione di Maidan in Ucraina. Conscia del pericolo che la figlia corre, la donna decide di mandarla dai nonni paterni che vivono in Svizzera, per poterla mettere al sicuro.

Una volta arrivata lì, Olga si scontra con un’ambiente sportivo molto sfaccettato, multilingue, e inizia ad allenarsi duramente per poter entrare nella squadra nazionale svizzera che la porterà alle Olimpiadi. Ma la quotidianità della ginnasta viene costantemente minata dalle notizie provenienti da Kiev, epicentro delle rivolte che si riversano in piazza Maidan di cui vede filmati e immagini, e che ad un certo punto iniziano a influenzare la sua vita e e le sue decisioni, portandola a mettere a rischio tutta la sua carriera.

Dentro la rivoluzione dell’Ucraina

Come accennavamo in apertura, Olga è un racconto pieno di lividi e tagli e il suo tono drammatico è subito percepibile, sin da quando vediamo nelle prime immagini la sportiva e la madre venire travolte da un’auto che vuole ucciderle. L’atmosfera politica e i tumulti sociali che hanno inghiottito e scosso l’Ucraina nel 2013/2014 costituiscono l’ossatura del film, lo spazio temporale in cui questo si chiude e alimenta e con esso la sua protagonista, che diventa veicolo attraverso cui mostrare sconfitte e sofferenze del popolo ucraino, quotidianamente assalito e ferito. Il contesto storico in cui le vicende si svolgono vede al potere il presidente Janukovyc che, dopo la rivoluzione anche definita “di Maidan”, si diede alla fuga trovando riparo in Russia.

Olga filmPer quanto sembri un passato lontano, la guerra fra Russia e Ucraina scoppiata l’anno scorso non fa che accentuare la portata drammatica del film, rendendolo più attuale che mai, poiché quello a cui si assiste oggi è il culmine delle proteste e delle manifestazioni iniziate nel 2013. Ed è proprio in questa precarietà, in questo stato di soffocamento sociale, che si muove Olga. Il percorso che la ragazza affronta scorre in parallelo con le rivolte violente ucraine, lì dove la protagonista diventa estrema rappresentazione della sua nazione. Sempre con lo sguardo spento, pieno di paure ma anche di voglia di lottare, Olga oscilla fra crisi adolescenziali e desiderio di combattere al fianco dei suoi concittadini, mentre cerca di sfogarsi con l’unica cosa che la fa stare bene: la ginnastica artistica.

La sua unica via di fuga, di evasione e di libertà. Nella determinazione di Olga che si muove sulle sbarre e volteggia vi è anche quella dell’Ucraina. Nel suo pianto liberatorio vi è l’urlo provato di un Paese che si vuole libero, compreso, non assoggettato. La sua sofferenza fisica mentre si allena, le mani sanguinanti, il sacrificio, sono testimonianza di una sfida con se stessa a favore della gloria sportiva. Esattamente come lo sono le manifestazioni nella piazza Majdan di Kiev, dove ogni giorno gli ucraini si riversano per lottare contro una politica sbagliata, per farsi sentire.

Un popolo che sanguina, una protagonista che lotta

Per trasmettere maggiormente l’animo straziato sia dell’Ucraina che di Olga stessa, Grappe decide di usare il 16:9 come formato, che è più ristretto, al quale affianca molte inquadrature in primo piano. Del viso di Olga, delle sue mani, dei suoi occhi. Della protagonista vengono restituiti frammenti della sua figura, volti a enfatizzarne da una parte le emozioni provate, dall’altra il coraggio di lottare. Si ha interezza del suo corpo quando invece si allena con gli attrezzi, oppure quando corre per le strade svizzere nel tentativo di far scivolare via una tristezza che la assale. Ma tutto, di lei, è mostrato in maniera frenetica e disorientante. Mentre si esercita, mentre corre, mentre cammina.

La macchina da presa è instabile, le inquadrature traballanti sono riflesso e trasposizione sia del suo stato d’animo che della condizione ucraina. Anastasia Budiashkina, pur non essendo un’attrice ma una vera ginnasta, riesce a incarnare la destabilizzazione di Olga e la sua ribellione. Il regista, così, si affida principalmente alla presenza scenica impattante della sportiva e alla regia puntuale e decisa che usa una palette di colori principalmente fredda per incupire tutta la messa in scena e accentuarne il contenuto. E in cui la sceneggiatura fa solo da sostegno alla struttura già di per sé spessa e corposa. Ma per elevare ancora la sua portata drammatica, Grappe arricchisce il film di inserti documentaristici della rivoluzione avvenuta, vero e proprio teatro dell’orrore, mettendo in ordine una galleria d’immagini in cui realtà e finzione si alternano, rendendo in tal modo l’intera opera più concreta e solida.

La bravura del regista è tutta qui, nel non spezzare l’armonia del film, amalgamando bene i video d’archivio con la parte fittizia. E così tutto si mescola, la realtà con la finzione, la verità con la fantasia. Cosa è vero? Cosa non lo è? A ben guardare, è vero tutto. L’essenza di Olga, la sua anima narrativa. La perdita, la speranza, la solidarietà, la rivoluzione. La voglia di cambiare il proprio destino, la delusione di non essere riusciti a farlo. Il desiderio di risollevarsi più forti di prima, anche se il futuro davanti a sé sembra tutto fuorché roseo.Se Grappe ha deciso di portare sullo schermo la storia di una ginnasta, è perché lo sport è un segmento che può essere paragonato alla politica. È una continua battaglia per emergere, per farsi valere, per avere una propria identità. Per non soccombere ed essere riconosciuti.

Due realtà soggette a manipolazioni, come abbiamo visto anche recentemente nel documentario Il caso Alex Schwazer in merito allo sport, in cui si rischia di perdersi e non ritrovarsi più. Quello del regista è un film politico che cerca di indossare l’abito di un altro genere. Ma alla fine il vestito indossato gli sta stretto, addosso è sgualcito, si creano strappi e così scivola via per mostrare la sua vera natura. Olga non è un coming of age o un racconto dello sport come all’inizio può sembrare, ma la storia di un Paese che è annegato nonostante abbia provato a risalire in superficie fino all’ultimo suo respiro. Che non ha mai smesso di farsi valere e mai lo farà. Olga è la storia di un popolo resiliente, e di una nazione che non ha mai voluto arrendersi.

Denti da squalo: la conferenza stampa del film con Virginia Raffaele e Claudio Santamaria

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Quella di Walter non è un’estate come le altre. Suo padre – interpretato da Claudio Santamaria – è appena morto e il giovane ragazzo di 13 anni interpretato da Tiziano Menichelli e la madre Rita, interpretata da Virginia Raffaele. Tra problemi di incomunicabilità e paure da superare, Denti da squalo si presenta come un coming of age, opera prima del regista Davide Gentile da una sceneggiatura di Valerio Cilio e Gianluca Leoncini. Tutti presenti oggi in conferenza stampa insiema a Edoardo Pesce, nel ruolo del Corsaro e Stefano Rosci che interpreta Carlo.

Un’opera prima ricca di attori già affermati nel mondo del cinema e della televisione italiana, Davide Gentile spiega come è arrivato al progetto e del suo legame lavorativo con Gabriele Mainetti: “A fine 2020 ho incontrato Gabriele Mainetti che mi ha proposto questa storia. Era un’avventura nuova per entrambi, per lui come produttore e per me come regista dell’opera prima” e su Virginia Raffaele aggiunge: “Ho vissuto nove anni in Inghilterra, non la conoscevo, non avevo in testa i suoi ruoli comici. Mi ha consigliato Gabriele [Mainetti]. Sono andato a vederla a teatro ed è stato lì che ho colto le sue mille sfumature e mi è sembrata adatta al personaggio“.

Il casting

A fare eco alle parole del regista quelle dell’attrice e imitatrice: “Gabriele [Mainetti] dice che ha visto il mio lato drammatico in Lol. È stato un ruolo molto reale in cui mi sono messa in gioco, mostrando le parti buie”. Un altro attore scelto da Mainetti è stato Claudio Santamaria, non presente in conferenza stampa, ma che tramite le parole del regista scopriamo essere il primo attore che è stato scelto all’interno del cast. Nota a margine anche per Edoardo Pesce: “Sono come Jessica Rabbit, quando c’è da fare un cattivo vengo subito interpellato“, scherza l’attore che con Cilio ha lavorato per Christian.

Per questo riguarda i personaggi più piccoli cioè Tiziano e Stefano entrambi hanno superato i provini in modo diverso. Il primo a essere scelto per Denti da squalo è stato Stafano Rosci per il ruolo di Carlo, racconta Gentile: “Abbaimo fatto 600 casting per Carlo, appena Stafano è entrato a fare il suo provino l’ho visto con chiarezza che sarebbe stato lui”. Rosci risponde: “È stato il momento più bello della mia vita”. Invece, il casting per Tiziano Menichelli è avvenuto in modo diverso. È stato lo stesso regista a trovarlo durante una festa per bambini. L’ha visto, ha parlato con i genitori: “Gli ho chiesto l’età, perché il nostro Walter ha 13 anni ma ne dimostra di meno. Quando mi hanno detto che il figlio aveva quasi 13 anni mi sono convinto”.

Da Francesco Totti a Italo Calvino: i riferimenti di Denti da squalo

Gli sceneggiatori sono stati più volte interpellati sulla trama di Denti da squalo che pone al centro di una calda estate sul litorale romano, una coppia di giovani ragazzi che, con i loro problemi, cercano compagnia l’uno con l’altro. “Una favola di mare” o “una favola moderna” come viene descritta spesso in conferenza che ha tantissimi riferimenti letterari e non che Gianluca Leoncini e Valerio Cilio racchiudono in una maxi categoria “da Francesco Totti e Italo Calvino“. In verità però sbottanandosi un po’ Cilio aggiunge: “La prima idea mi venne vedendo la foto di un ragazzino a Mogadiscio che portava sulle spalle uno squaletto morto. Lì ho avuto uno dei pochi lampi di genio della mia vita e ne ho parlato a Gianluca. Da quel momento è nata non solo un’amicizia ma anche un rapporto lavorativo”.

C’è però un personaggio secondario abbastanza ingombrante ed è protagonista anche nel titolo: lo squalo. Il predatore del mare per eccellenza che viene messo in gabbia, in una piscina. Il regista parla dell’incertezza iniziale di prendere uno squalo erbivoro: “Abbiamo cercato davvero tanto uno squalo erbivoro ma ci siamo posti allo stesso modo un problema di sicurezza. Non ci siamo fidati perché Tiziano avrebbe dovuto fare delle scene in piscina”. E continua: “Una creatura acquatica non era mai fatta a questo livello in Italia, è stato un esperimento per tutti“.

La colonna sonora di Denti da Squalo porta la firma di Michele Braga e Gabriele Mainetti (edita da Edizioni Curci) ed èdisponibile in digitale dal 9 giugno.

Artem: 10 cose che non sai sull’attore

Artem: 10 cose che non sai sull’attore

Il giovane attore noto semplicemente come Artem si sta costruendo una carriera di tutto rispetto nel mondo della recitazione, dividendosi tra cinema e televisione con prodotti popolari che gli permettono tanto di dimostrare le proprie doti da interprete quanto raggiungere un vasto pubblico.

Ecco 10 cose che non sai su Artem.

Artem: i suoi film e le serie TV

1. È noto per la serie Mare fuori. Il 2020 è un anno molto importante per Artem, in quanto inizia a recitare nei panni di Pino nella popolarissima serie Rai Mare fuori, grazie alla quale guadagna grande notorietà, recitando accanto ai colleghi Massimiliano Caiazzo, Nicolas Maupas, Serena Codato, Maria Esposito, Giacomo Giorgio, Valentina Romani e Matteo Paolillo. Nel 2023 è poi entrato a far parte della settima stagione della fiction A un passo dal cielo, dove interpreta Ruslan Karpenko, un ragazzo di origini ucraine.

2. Ha recitato anche in alcuni importanti film. Il primo importante ruolo per Artem è arrivato però grazie al film La paranza dei bambini, dove ha interpretatoTyson, uno dei protagonisti. L’attore ha raccontato di aver ottenuto la parte dopo essere stato ricontattato da uno dei produttori della serie Gomorra, per la quale aveva sostenuto un provino poi non andato a buon fine. In seguito l’attore ha avuto l’occasione di recitare in un altro importante film, ovvero Nostalgia, con protagonista Pierfrancesco Favino e presentato in concorso al Festival di Cannes.

Artem-Mare-nome-origini

Artem in Mare fuori

3. È uno dei protagonisti della serie. In Mare fuori Artem interpreta Pino, un attaccabrighe dal temperamento reattivo, irascibile e manesco, completamente incapace di dominare le proprie emozioni e che spesso ricorre alla violenza per futili motivi. Già responsabile di diversi furti prima del suo arresto, entra in IPM dopo aver ucciso a colpi di pistola il compagno della madre. Nel penitenziario entra a far parte della banda di Ciro, guadagnandosi il nome di Pino ‘O Pazz. Nel corso delle stagioni, però, il personaggio impara a tirare fuori anche altri aspetti, molto più positivi, di sé.

4. Si è detto molto legato al proprio personaggio. Pino è da subito diventato uno dei personaggi più amati dal pubblico, anche se inizialmente era presentato come un “cattivo”. In realtà, egli proviene da un contesto difficile che lo ha segnato e che continua ancora ad influenzare il suo modo di essere. Artem si è dunque detto estremamente grato di aver avuto l’opportunità di interpretare Pino, in quanto con questo personaggio può portare avanti quella che è anche una sua personale filosofia di vita, ovvero che non bisogna lasciarsi definire dal proprio contesto di provenienza ma che è invece possibile cambiare e migliorare in nome dell’amore.

Artem in Nostalgia

5. Ha avuto un ruolo nel film. Nel film di Mario Martone Nostalgia, incentrato su un uomo che dopo anni trascorsi in Egitto torna a Napoli, nel Rione Sanità, e riscopre la bellezza di quella città e la propria adolescenza, Artem ha avuto l’occasione di interpretare Oreste da giovane, il personaggio che nella versione adulta diventa noto come il camorrista ‘o Mal’omm ed è interpretato da Tommaso Ragno. Per l’attore si è trattata di un’esperienza importantissima, che gli ha permesso di percepito la sua crescita sia artistica che personale, oltre che poter sfilare sul red carpet del festival di Cannes.

Artem ha una fidanzata?

6. È molto riservato. Nel tempo Artem si è dimostrato essere una persona molto attenta a mantenere privati certi aspetti della propria vita, come ad esempio ciò che riguarda l’ambito sentimentale. Dai suoi social è però emersa una possibile relazione con una ragazza di nome Gioia D’ambrosio, che vanta più di 30mila follower su Instagram, mentre sul suo profilo di TikTok è solita condividere video in compagnia dell’attore. Non è noto se i due siano effettivamente una coppia, poiché appunto da parte loro non sono arrivate né conferme né smentite.

Artem-Mare-instagram

Artem è su Instagram

7. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 768 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena una cinquantina di post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Artem: il significato del suo nome e le origini

8. Il suo nome completo è Artem Tkachuk. L’attore è solito usare come “nome d’arte” solo Artem, senza associarlo al proprio cognome, Tkachuk. Artem è comunque la forma ucraina/russa del nome italiano Artemio, il quale si riferisce alla dea greca della caccia Artemide. Ad oggi a chi porta questo nome viene generalmente assegnato il valore di persona forte, energica e dalle grandi aspirazioni.

9. Ha origini ucraine. Come suggerito dal nome e dal cognome dell’attore, Artem ha origini ucraine, paese nel quale è effettivamente nato. Sin da bambino è però cresciuto nel quartiere Salicelle di Afragola, in provincia di Napoli. Proprio qui, sviluppa la passione per la recitazione, iniziando a frequentare alcuni corsi per intraprendere poi una carriera professionale in tale ambito.

Artem: età e altezza dell’attore

10. Artem è nato a Uman in Ucraina, il 7 luglio del 2000. L’attore è alto complessivamente 1,75 metri.

Fonti: IMDb, Instagram

Giuseppe Battiston presenta Billy al Bellaria Film Festival

Giuseppe Battiston presenta Billy al Bellaria Film Festival

In occasione della presentazione al Bellaria Film Festival 2023 di Billy, esordio alla regia di Emilia Mazzacurati, abbiamo parlato con Giuseppe Battiston dei temi legati al film: provincia, solitudine e relazioni umane, ma anche del suo lavoro da regista, Io vivo altrove!, e della crisi delle sale.

Giuseppe Battiston e la famiglia Mazzacurati

Per quel che riguarda Billy, presentato nella sezione Eventi speciali del Bellaria Film Festival, non si può non riflettere sul rapporto stretto e consolidato che lega Giuseppe Battiston prima a Carlo Mazzacurati, con cui l’attore ha collaborato a lungo, prendendo parte a diverse pellicole del regista padovano, e poi a sua figlia Emilia Mazzacurati. La giovane regista aveva già lavorato come fotografa di scena ne La sedia della felicita, che vedeva Giuseppe Battiston tra gli interpreti. Ora Battiston l’ha scelta nello stesso ruolo per il suo primo film Io vivo altrove! Dal canto suo, Emilia Mazzacurati lo ha voluto come interprete sia nel cortometraggio Manica a vento (2018), che in Billy, dove interpreta un solitario vigile del fuoco.

Insomma, un universo artistico che appare come una sorta di grande famiglia. Battiston ne parla così, evidenziando soprattutto lo sguardo originale e la freschezza di Emilia: “Emilia è una persona che sento estremamente vicina e familiare per il rapporto che ho con lei […] da tanti anni. Il talento fotografico di Emilia lo avevo già scoperto ne La sedia della felicità, con Carlo. […] Aveva fatto delle foto splendide. È stato bellissimo veder nascere la sua sensibilità, il suo modo personale di raccontare le storie. Di conseguenza è stato per me non solo emozionante, ma qualcosa che sento mi appartiene profondamente. C’è una grande familiarità, ma non c’è nulla che potremmo dare oper scontato. È stata una bellissima scoperta. […] La cosa più bella è che ha realizzato un film che rappresenta un’età, la sua. […] Quindi, è straordinariamente fresco e giovane, nell’accezione più nobile del termine. La freschezza spesso viene considerata come ingenuità, ma qui non c’è ingenuità. È uno sguardo che io, ad esempio, non ho più da tanto tempo”.

Battiston sulla visione della provincia in Billy

La dimensione spaziale ed anche esistenziale di Billy è quella della provincia. Una provincia che la regista definisce come un “non- luogo” dove nascono sentimenti “forti ed estremamente radicati”. Giuseppe Battiston ne parla così: “È come se fosse una sorta di grande acquario, dove queste creature fluttuano tra i loro pensieri e le loro paure. È un microcosmo placido, senza scossoni, senza grandi slanci, ma con dei piccoli, grandi disagi. Sono quelli dei protagonisti, i quali non sanno forse che nome dare a questi disagi, ma li vivono e finiscono, in parte, anche per superarli”. “Questo non-luogo ha anche la caratteristica di raccontare qualcosa che forse è già successo, come se fosse già successo. Come dopo un tornado, i protagonisti raccolgono i pezzi, li vendono. È un mondo veramente bizarro”. Aggiunge poi una considerazione sul ruolo dei genitori e quello dei figli, che sembrano essere invertiti nel film: “La cosa curiosa in questa visione è che gli adulti sono i personaggi più fragili. Vedendo gli adulti di questa storia, non chiederesti loro un consiglio. Un’altra cosa molto matura e bella è che non c’è giudizio su queste figure. Sono così come sono”.

Il personaggio di Massimo in Billy

I personaggi del film, sostiene Battiston, “sono tutti segnati da piccole e grandi paure: la paura del fuoco, la paura di crescere, di invecchiare, di cambiare, di sentire , di parlare. Questa visione è forte e molto interessante”. In particolare Massimo, il vigile del fuoco da lui interpretato, si fa portavoce di una visione del mondo e delle relazioni umane, quando afferma che si può anche “essere soli insieme”. Battiston commenta così questo modo di intendere la vita: “E’ un modo di patire insieme, di “con-patire”, condividere una situazione di vita che forse poteva darci qualcosa un tempo, ora ci da meno, ma essendo il film privo di giudizio, […] non ci interessa sapere se i personaggi siano dei vinti o dei vincitori, sono comunque delle creature che attraversano un luogo. Attraversarlo tenendo per mano qualcuno aiuta, da una parte, a superare delle piccole grandi delusioni, dall’altra, a vedere anche di più l’aspetto positivo nelle cose”.

billy film recensioneLa situazione del cinema italiano secondo Giuseppe Battiston

Billy arriva nelle sale dal 1 giugno. Chiediamo a Giuseppe Battiston se si aspetta un ritorno del pubblico in sala, ora che siamo ufficialmente fuori dalla pandemia di Covid-19: “Speriamo che non abbiano tutti voglia di andare al mare”. “E’ un momento in cui la gente dovrebbe ricominciare tranquillamente a ripopolare le sale”. Siamo peraltro in un momento in cui il teatro, ad esempio, sta conoscendo una grande fortuna in termini di pubblico, come confermato dallo stesso attore, reduce da una fortunata tournée teatrale: “Io sono abituato molto bene, perché ho finito da poco la tournee del mio spettacolo in teatro e avevo i teatri sempre pieni”. Per quanto riguarda le sale cinematografiche, la situazione è in evoluzione: “Si tratta di recuperare la dimensione partecipativa dell’evento. È vero che il teatro, come la musica, la danza, sono situazioni live, che non hanno senso viste sul piccolo schermo, ma anche il cinema è un’esperienza di condivisione. Parlando del mio film [Io vivo altrove! ndr] ad esempio, laddove sono riuscito ad andare a presentarlo, ho riempito le sale, […] si è creato un momento di confronto meraviglioso”. Tuttavia, prosegue Battiston, “Non possiamo andare in tournée anche per i cinema, ma, se dovesse servire, cercheremo di farlo in qualche modo”. È innegabile però, che il pubblico sia chiamato a fare la propria parte: “Non serve un battage pubblicitario per indurre una persona a comprare un libro, ad esempio. Lo si fa spinti dalla curiosità, […] è così che succedono le cose. […] Oppure, piove, ci si infila in un cinema. Certo, se ci fossero ancora le sale in centro, sarebbe molto bello. Ad ogni modo, si può fare senza grossi sforzi”. Ciò che conta, e che occorre recuperare, conclude, è la curiosità: “Il cinema è curiosità”.

Un bilancio dell’esperienza da regista

Reduce dal suo primo lavoro dietro la macchina da presa, Io vivo altrove!, a qualche mese dall’uscita nelle sale, gli chiediamo di tracciare un bilancio dell’esperienza e se intenda ripeterla. Risponde così: “E’ stata un’esperienza ampiamente positiva, non posso che essere enormemente felice di quello che mi ha restituito il pubblico”. “Conto di rifarla, non subito, anche se sono già a lavoro. Sicuramente, per come il film è stato accolto dal pubblico, è una cosa che va rifatta. […] Anche come affluenza, nei luoghi in cui è stato distribuito, il film è andato piuttosto bene. Avrei voluto che questo film si confrontasse con tutta Italia, ma dove è andato ha raccolto bei consensi. Quel che posso fare è continuare a portarlo in giro, sperare che tra un po’ vada in una piattaforma e trovi il suo spazio. Non solo il mio, ma tutti i film d’esordio – che strano, stiamo parlando di un ultra cinquantenne e di una under trenta, esperienze agli antipodi, ma credo che abbiano entrambe la dignità di essere visti. Poi giudicherà il pubblico”.

Billy è in sala dal 1 giugno. Prodotto da Jolefilm e Rai Cinema. Mentre, Io vivo altrove! si potrà forse recuperare nelle arene estive, in attesa di un possibile passaggio su piattaforma.

L’Été dernier: recensione del film di Catherine Breillat – Cannes 76

A dieci anni dall’ultimo Abus de faiblesse, e dopo il Une vieille maîtresse con Asia Argento del 2007, Catherine Breillat torna al Festival di Cannes con una storia in grado di far discutere e sfidare principi e convenzioni del pubblico. A promettere scandalo stavolta è L’Été dernier (Last Summer), remake del candidato danese agli Oscar 2020 Dronningen/Queen of Hearts di May el-Toukhy. Una storia familiare di inganni e torbidi intrecci che riporta all’attenzione internazionale il nome della regista francese dopo le accuse della Caroline Ducey protagonista di Romance, film che segnò anche l’esordio – nel cinema non porno – di Rocco Siffredi (richiamato poi dalla Breillat anche nel Pornocrazia del 2004).

Un’estate in famiglia

Anne e Pierre cono una felice coppia matura, divisa tra il lavoro e la cura delle due figlie piccole Serena e Angela, adottate per l’impossibilità di lei di avere figli a causa di un passato aborto. Una vita felice ed equilibrata, che viene stravolta dall’arrivo del figlio diciassettenne del precedente matrimonio di lui, Theo.

In poche settimane, l’attitudine conflittuale del giovane crea più di un conflitto, che Anne cerca di ricomporre nella speranza di facilitare il ricongiungimento tra padre e figlio. Così facendo, però, la donna e l’adolescente stabiliscono una complicità particolare, che finisce per sfociare in un rapporto proibito che mette in pericolo la sua carriera e la sua vita familiare.

Libertà, verosimiglianza, paternità

Tutto nella vicenda di Anne – ovviamente Pierre – e Theo è voluto e costruito per mettere in discussione ruoli e aspettative, genitoriali, in primis, ma sono forse i personaggi dipinti e alcuni loro comportamenti a sconcertare più dello scandalo o lo sdegno che si suppone il pubblico dovrebbe provare nel vederli agire contro ogni regola. Anche se non sempre per passione.

Spesso – come cantava il poeta – spinta “a soddisfare le proprie voglie”, qui non è questa a spingere i vari attori a fare quel che fanno. Ognuno ha o può avere ragioni diverse per andare contro la morale comune, sia il borghese Pierre, intenzionato a non perdere lo status familiare acquisito dopo una vita di lavoro, sia Theo, figlio ribelle e pronto a tutto per vendicarsi di un padre assente. Sia Anne, una donna che la Léa Drucker del magnifico Close di Lukas Dhont rende il soggetto meno prevedibile di questo triangolo irregolare.

Segnata dal rimpianto di un sesso più felice, oltre che dalla rinuncia alla maternità naturale e dai tanti casi di abusi dei quali si fa carico professionalmente ogni giorno (la vediamo sin dall’incipit, e poi durante il film, seguire un caso di stupro), le sue sono le pulsioni più forti e intriganti, quelle che di più sfidano lo spettatore, anche non “benpensante”. Non per la trasgressione insita nel gesto, non per la volontà di seguire il proprio istinto a ogni costo e con deliberata consapevolezza, quanto piuttosto per la risposta – lucida, cinica, spietata – alle conseguenze che la Breillat orchestra.

Il problema, purtroppo, insorge nelle libertà che giustamente la regista decide di prendersi – insieme ai rischi – per fare della sua un’opera originale. Forse troppo condizionata dal ‘bisogno’ di sottolineare temi e scelte stilistiche tipici del suo cinema, lo sviluppo inizia a traballare tra dialoghi forzati, lunghe e insistite scene di sesso, mai troppo esplicite e meno intense di quanto desiderato, e una drammatica scelta narrativa che distaccandosi dal film danese dà in una sola scena il colpo di grazia a una rappresentazione altrimenti ricca. Che avrebbe potuto regalare alla Drucker un Humbert Humbert moderno e diverso e dare forza al finale – più amaro di quel che ci si sarebbe aspettati – che pure trasforma senso di colpa in determinazione e libertà e il tormento personale in una sconfitta comune.

Star Wars: Mark Hamill è cauto sulla sua presenza nel prossimo film con Daisy Ridley

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Mark Hamill sembra avere per lo più chiuso la porta al suo personaggio di Star Wars, dopo averlo interpretato nella forma di Fantasma di Forza in L’Ascesa di Skywalker e aver dato corpo a una sua versione giovane per The Mandalorian.

Sappiamo che la regista di Mrs. Marvel, Sharmeen Obaid-Chinoy, dirigerà un film di Star Wars che vedrà Daisy Ridley riprendere il ruolo di Rey. Diventata ora un Maestro Jedi, Rey cercherà di creare un nuovo Ordine Jedi mentre tenta di combattere le forze oscure che sorgono.

Ci sono già state voci sul fatto che il Fantasma di Forza di Luke possa apparire nel film insieme a un altro volto familiare, e Hamill ha fatto il timido quando Esquire (tramite SFFGazette.com) gli ha chiesto se sarebbe tornato di nuovo nei panni di Luke:

“C’è una cosa che impari lavorando per la Lucasfilm: tutto è riservato. Tutto è riservato”, scherza. “Quindi, se fossi coinvolto, non potrei dirtelo. E se non fossi coinvolto, non potrei dirtelo. Quindi, non lo so. Lo scopriremo tutti insieme, suppongo.”

È difficile dirlo con certezza, ma lo studio sembra prendere sul serio questo film e probabilmente ha già contattato Hamill in caso in cui dovesse esserci posto per lui, mentre la storia di Rey continua. Non c’è ancora una data di uscita confermata per il progetto, ma prima dello sciopero WGA, l’aspettativa era che il film sarebbe uscito nel 2025.

X-Men ’97: una cover variant del fumetto ci mostra i protagonisti della serie animata

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Marvel Comics ha condiviso una cover variant speciale per X-Men: Hellfire Gala #1 di luglio (via Toonado.com) che ci offre un nuovo elettrizzante sguardo agli X-Men ’97 dei Marvel Studios.

La serie Disney+ fungerà da sequel dell’iconica serie animata degli anni ’90 X-Men: The Animated Series, e anche se non abbiamo ancora una data confermata per l’uscita, il fatto che questa cover variant sia stata rivelata ora, ci lascia ottimisti sul fatto che lo show uscirà nel 2023, come originariamente previsto.

Dan Veesenmeyer, uno storyboard artist della serie originale e l’illustratore dietro la confezione della recente linea della serie Hasbro Marvel Legends degli anni ’90, è autore di questa copertina.

X-Men ’97: Beau DeMayo conferma l’identità del cattivo della serie animata sequel di Disney+

Il disegno mette in luce il cast principale della serie tra cui Tempesta, Magneto, Jean Grey, Ciclope, Gambit, Rogue, Bestia, Bishop, Jubilee, Wolverine e Morph. Chi è il personaggio in basso a destra nella pagina? Crediamo che sia Sunspot, un’altra nuova aggiunta al roster degli X-Men. Per quanto riguarda il motivo per cui Magneto è presente in mezzo agli eroi, è chiaro che il cattivo si unirà effettivamente al team!

Un paio di mesi fa, il doppiatore di Wolverine Cal Dodd ha confermato che sta già lavorando alla seconda stagione di X-Men ’97, e un addetto ai lavori ha affermato che il piano prevede che lo show vada in onda per un totale di 4 stagioni! Questa è una notizia molto eccitante e suggerisce che il seguito di X-Men: The Animated Series animerà i nostri schermi per molto tempo.

Andy Muschietti coinvolto nel prossimo film di Batman, The Brave and the Bold?

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Andy Muschietti sarà coinvolto in The Brave and the Bold? Sembra la conclusione più ovvia di fronte alle (non) risposte del regista di The Flash alla stampa. In occasione della promozione del film sul Velocista Scarlatto, a Muschietti è stato chiesto se avesse delle idee su una sua personale rappresentazione di Batman, visto che nel suo film ha raccontato il personaggio di Tim Burton e quello di Zack Snyder e che nei programmi della Warner Bros c’è il racconto di una nuova versione dell’Uomo Pipistrello in The Brave and the Bold.

Andy Muschietti ha rifiutato di commentare la domanda, lasciando intendere di non poterne parlare forse per qualche contratto di NDA firmato con i piani alti di WB. Il film è prodotto da James Gunn e Peter Safran dei DC Studios e dovrebbe essere pronto entro il 2026.

Insieme all’introduzione della versione DCU di Batman – che esisterà separatamente dalla versione interpretata da Robert Pattinson nei film di “The Batman” – “The Brave and the Bold” introdurrà “la famiglia Bat“, ha detto James Gunn. Il primo tra loro è Robin, che sta tornando completamente ai film live-action per la prima volta dallo sfortunato film del 1997 “Batman e Robin”.

Questa versione di Robin sarà impersonificata da Damian Wayne; Gunn lo ha descritto come “il nostro Robin preferito”, “un piccolo figlio di puttana”, un “assassino” e un “assassino”.  Damian è il figlio biologico di Bruce Wayne, di cui non conosceva l’esistenza n. “E’ una strana storia padre-figlio su loro due,” ha detto Gunn. Il progetto è basato sulla serie dei fumetti di Batman scritti da Grant Morrison, che secondo James Gunn è stato “eccezionalmente influente” sul DCU. L’altro scrittore di fumetti che Gunn ha menzionato per nome era Tom King, che ha partecipato alla stanza degli sceneggiatori della DCU e conduce direttamente al prossimo progetto di lungometraggio.

Fantastici Quattro: Antonio Banderas alimenta le voci sul suo coinvolgimento nel film!

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Stando a quello che si dice in rete sul film dei Fantastici Quattro, Galactus dovrebbe essere al centro della scena. Mentre secondo quanto riferito Silver Surfer non sarà il suo araldo, almeno non in questo film, il cattivo mangiatore di mondi è destinato a essere una parte importante dell’MCU del futuro.

È stato recentemente riferito che Antonio Banderas potrebbe interpretare Galactus, e sebbene l’attore sia una scelta inaspettata, possiamo sicuramente immaginarlo mentre indossa quel costume iconico e rende giustizia al cattivo con il suo innegabile carisma.

Anche se non è stato confermato nulla, l’attore ha recentemente utilizzato i social media per rivelare che “sono nello strano e un po’ estenuante processo di costruzione di una copia esatta della mia faccia per un film” (qui). Se si tratta davvero dei Fantastici Quattro, sarebbe necessaria una copia del volto di Banderas sia per gli artisti dei VFX sia se il piano è che lui indossi una versione reale dell’elmetto di Galactus sul set. Nulla è stato confermato, ovviamente, anche se questa notizia arriva subito dopo le insistenti voci del cast del film.

E’ probabile che Fantastici Quattro era in via di riscrittura quando è cominciato lo sciopero degli sceneggiatori, quindi mentre potrebbe essere in corso una pre-produzione, si potrebbe azzardare un’ipotesi che il lavoro sul film sia stato in gran parte interrotto nelle ultime settimane. Fantastici Quattro uscirà nelle sale il 14 febbraio 2025.

Spider-Man: Across the Spider-Verse, Gwen Stacy protagonista di un nuovo spot

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Mentre si avvicina sempre più l’uscita di Spider-Man: Across the Spider-Verse, i fan del personaggio Marvel hanno la possibilità di dare un altro sguardo a Gwen Stacy, uno dei personaggi più amati del film precedente. È stato diffuso un nuovo teaser per il prossimo film animato e Hailee Steinfeld tornerà a dare la voce a Gwen come accaduto nel primo film, vincitore dell’Oscar di categoria.

Qui il nuovo teaser di Spider-Man: Across the Spider-Verse

Nel teaser, Gwen è a casa con suo padre, il Capitano George Stacy, doppiato da Shea Whigham. George dice a Gwen che la polizia ha preso una pausa dal suo tentativo di fermare Spider-Woman. Quando sentono un messaggio della polizia alla radio di George, entrambi se ne vanno per entrare in azione. Spider-Woman in seguito trova George sulla scena del crimine e lo lega alla sua macchina della polizia. Quando parla a suo padre come Spider-Woman, Gwen parla con un tono di voce più profonda, proprio come ha fatto Miles Morales (Shameik Moore) quando ha parlato con suo padre come Spider-Man nel primo film. Anche il padre di Miles è un agente di polizia, che all’inizio era contrario alle azioni di Spider-Man. Il teaser si conclude con un montaggio di altre scene, tra cui Gwen che fa squadra con Miguel O’Hara/Spider-Man 2099 (Oscar Issac) e combatte l’Avvoltoio (Jorma Taccone).

Spider-Man: Accross the Spider-verse arriverà il 1° giugno 2023 al cinema

Sony Pictures Animation ha ingaggiato Joaquim Dos Santos (Voltron: Legendary Defender, La leggenda di Korra), il candidato all’Oscar Kemp Powers (Soul) e Justin K. Thompson (Piovono polpette) per dirigere il film, utilizzando una sceneggiatura scritta da Phil Lord e Chris Miller (che tornano anche come produttori insieme a Amy Pascal, Avi Arad e Christina Steinberg) in collaborazione con David Callaham (Shang-Chi e La Leggenda dei Dieci AnelliWonder Woman 1984).

Non è stato ancora confermato, ma sia Shameik Moore che la candidata all’Oscar Hailee Steinfeld dovrebbe tornare a doppiare rispettivamente Miles Morales e Gwen Stacy. Nel sequel dovrebbero ritornare anche gran parte degli attori che hanno prestato le loro voci nel primo film, tra cui Jake Johnson, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz, John Mulaney, Oscar Isaac e Kimiko Glenn. La voce del villain sarà, in originale, doppiata da Jason Schwartzman.

Blood & Gold: tutto quello che c’è da sapere sul film Netflix

I film ambientati nel contesto della Seconda guerra mondiale sono innumerevoli, impegnati a raccontare vicende realmente avvenute sui campi di battaglia o negli ambienti politici in cui si decidevano le prossime mosse da compiere in un conflitto che sembrava non avere fine. Più raro è imbattersi in film che, con questo contesto, raccontano di cacce al tesoro, un’attività che, si dice, i nazisti tenevano in gran considerazione. L’obiettivo era spesso quello di recuperare l’oro degli ebrei deportati nei campi di concentramento e rimasto incustodito o ancora quello di scoprire antichi manufatti di grande pregio. La prima di queste due opzioni è alla base del film Blood & Gold, presente ora nel catalogo di Netflix.

Blood & Gold è diretto dal regista tedesco Peter Thorwarth da una sceneggiatura dello scrittore-regista Stephan Barth. Thorwarth ha debuttato con il suo lungometraggio, Bang Boom Bang nel 1999, che è stato una svolta per la sua carriera e in seguito è diventato un film di culto. Ha anche scritto e diretto il film tedesco vincitore del Jupiter Award, What doesn’t fit, will be made to fit, The Wave, e il film horror d’azione del 2021 Blood Red Sky, che è considerato uno dei film di maggior successo di produzione tedesche. Barth è invece meglio conosciuto per aver scritto per film come Motown, Ein Schnitzel für drei e serie come Alarm für Cobra 11 – Die Autobahnpolizei e Cologne P.D..

Quella da loro qui offerta è dunque un’opera che ancora una volta mescola i generi, passando dal film storico al film d’azione, senza dimenticare generose dosi di cinica comicità e tanta violenza che va a rendere giustizia alla parola Blood del titolo. Blood & Gold è dunque un altro heist movie ambientato durante la Seconda guerra mondiale per Netflix, dopo che nell’autunno del 2022 era entrato a far parte del catalogo anche il film itialiano Rapiniamo il Duce!, interpretato da Pietro Castellitto e Matilda De Angelis. Due opere molto diverse tra loro, ma che dimostrano il rinnovato fascino che un contesto come quello della Seconda guerra mondiale può ritrovare se applicato a generi, toni e atmosfere nuove.

La trama e il cast di Blood & Gold

Il film si svolge nella primavera del 1945, ovvero negli ultimi giorni della Seconda guerra mondiale. Elsa e Heinrich si incontrano dopo essere stati inseguiti da un gruppo di fanatici nazista, rendendosi così conto di avere nemici comuni. I due iniziano allora a combattere per la giustizia, contro i nazisti e per le loro famiglie. Heinrich sta cercando sua figlia, mentre Elsa l’amato fratello Paule. Ma il remoto villaggio di Elsa nasconde anche un tesoro ebraico che i nazisti stanno cercando per saccheggiarlo. Un conflitto tra gli abitanti del villaggio e le SS dà dunque il via a una caccia al tesoro ricca di azione, portando a galla vecchi segreti destinati a sfociare in una sanguinosa resa dei conti.

Ad interpretare il protagonista, Heinrich, vi è l’attore tedesco Robert Maaser, noto per aver recitato anche in film come Mission: Impossible – Rogue NationUncharted e 1917, dove interpretava un pilota tedesco. L’attrice Marie Hacke, attiva principalmente in Germania, interpreta invece la contadina Elsa, mentre Simon Rupp interpreta il suo amato Paule. Sono poi presenti gli attori Alexander Scheer nel ruolo di Von Starnfeld, Roy McCrerey in quelli di un sergente tedesco e Stephan Grossmann in quelli di Bürgermeister Richard. Florian Schmidtke interpreta il temibile nazista Dorfler, mentre l’attrice Jördis Triebel, particolarmente celebre per aver interpretato Katharina Nielsen nella serie Dark e la dottoressa

Blood-&-Gold-cast

Blood & Gold: la spiegazione del finale

Sul finire del film, un Heinrich ferito viene informato dal prete locale su dove si trova l’oro ricercato dai nazisti. Questo è stato rubato da quattro abitanti del villaggio – guidati dal sindaco della città e da una donna di nome Sonja – ed è stato nascosto in una tomba con il nome “Walter Hill”. Quando però la stessa Sonja torna lì a riprenderlo, si accorge che il tesoro non c’è più. Il prete, che l’aveva vista nasconderlo, lo ha poi recuperato e nascosto sotto l’altare in la Chiesa. Sonja viene però a sua volta a sapere di ciò e si dirigere in chiesa per recuperare l’oro. Ben presto, Heinrich, il tedesco Dorfler e i suoi uomini, il prete e Sonja si ritrovano tutti lì, mentre Elsa si prepara ad attaccare dall’esterno. Ma quando gli amici di Sonja cercano di ottenere l’oro, scoprono che è protetto una trappola esplosiva.

Viene dunque innescata un’esplosione, che sparge i lingotti d’oro su tutto il pavimento della chiesa. Nel caos, Dorfler spara al prete ed Elsa spara con un lancirazzi contro il campanile, che crolla sulla chiesa. Nel giro di pochi minuti, quasi tutti sono morti, tranne Elsa, Heinrich e Dorfler. Heinrich riesce poi ad uccidere Dorfler e lui ed Esla si allontanano dalla chiesa, ignorando i lingotti d’oro sparsi sul pavimento. A loro insaputa, un giovane membro della squadra di Dorfler si è nascosto nella campana caduta. Una volta che se ne sono andati tutti, questi esce allo scoperto e cammina verso l’oro, incapace di credere alla fortuna che gli è toccata. Tuttavia, Sonja, rivelatasi ancora viva, si libera delle rovine e gli spara.

Elsa ed Heinrich si riuniscono con la figlia di lui, Lottchen, mentre in una scena finale, scopriamo cosa è successo sia all’oro che all’avida Sonja: la donna, mentre si allontanava in auto viene colpita da un carro armato, rimanendo mortalmente ferita dallo scontro. Appare a questo punto un gruppo di soldati americani, che si avvicinano ad osservare i danni che hanno causato. Non sembrano troppo preoccupati di aver sparato su un civile senza preavviso, ma piuttosto si accorgono dell’oro che Sonja aveva preso per sé. Gli uomini decidono che non denunceranno il ritrovamento e terranno il tesoro tutto per loro. La risposta a chi tra i protagonisti ottiene infine il tesoro è dunque “nessuno”.

Il trailer di Blood & Gold e come vedere il film su Netflix

Come anticipato, è possibile fruire di Blood & Gold unicamente grazie alla sua presenza nel catologo di Netflix, dove attualmente è al 1° posto della Top 10 dei film più visti sulla piattaforma in Italia. Per vederlo, basterà dunque sottoscrivere un abbonamento generale alla piattaforma scegliendo tra le opzioni possibili. Si avrà così modo di guardare il titolo in totale comodità e al meglio della qualità video, avendo poi anche accesso a tutti gli altri prodotti presenti nel catalogo.

Fonti: IMDb

Elemental: le prime reazioni parlano di un film “vibrante”, “splendidamente animato”

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Dopo diverse esperienze direttamente su Disney+, Pixar torna al grande schermo con Elemental, presentato come proiezione di chiusura in occasione del Festival di Cannes 2023. Il film racconta l’amicizia tra due personaggi che non dovrebbero mescolarsi tra loro, poiché la loro società proibisce la formazione di relazioni tra membri “composti da elementi diversi”.

Mentre l’uscita del film si avvicina, il prossimo 16 giugno, cominciano ad arrivare in rete i primi commenti. Therese Lacson di Collider pensa che il film prenda in prestito troppo da Zootropolis, facendo sembrare pesante il messaggio al centro della trama. Ha anche trovato la colonna sonora meravigliosa, così come l’animazione che si può vedere mentre dà vita alla storia.

Nikki Fowler di Glitter Magazine ha trovato Elemental un puro sogno, elogiando anche l’animazione per essere colorata e vibrante. Matt Neglia di Awards Watch ha pensato che il film fosse uno dei migliori della Pixar della storia recente, affermando che la storia d’amore al centro di tutto era intelligente ed emozionante.

Luke Hearfield di Evening Standard ha pensato che il lungometraggio fosse un mix affidabile di animazione vibrante e immaginazione, definendo i personaggi principali della storia come affascinanti.

Elemental è stato presentato al Festival di Cannes, dove è stato il film di chiusura nonché quarto lungometraggio dei Pixar Animation Studios ad essere presentato nella Selezione Ufficiale, dopo Up, Inside Out e Soul. Oltre ai due doppiatori poc’anzi citati, il film presenta anche le voci di Ronnie del Carmen (Inside Out) nei panni del padre di Ember, Bernie, che presto andrà in pensione; Shila Ommi (Teheran) nei panni della mamma in cerca d’amore di Ember, Cinder; e Catherine O’Hara (Schitt’s Creek) nei panni della mamma accogliente di Wade, Brook. Elemental della Pixar uscirà solo nelle sale il 16 giugno 2023.

Barbie: il video di Dua Lipa “Dance The Night”

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Barbie: il video di Dua Lipa “Dance The Night”

Come preannunciato, Dua Lipa ha lanciato in rete ai suoi fan una prima occhiata al suo video musicale ispirato a Barbie per il suo ultimo brano, “Dance the Night”. Il numero disco-pop è perfettamente in linea con il tono del film in uscita, e il video include alcuni nuovi scatti di Margot Robbie e delle sue amiche Barbie che tagliano un tappeto. Dua Lipa apparirà anche nel film come “Barbie sirena”, insieme a John Cena come sua controparte maschile. Barbie solo al cinema dal 20 luglio 2023 distribuito da Warner Bros. Pictures

 

Dalla sceneggiatrice/regista candidata all’Oscar Greta Gerwig (“Piccole donne”, “Lady Bird”) arriva Barbie con protagonisti i candidati all’Oscar Margot Robbie (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Tonya”) e Ryan Gosling (“La La Land”, “Half Nelson”) nei panni di Barbie e Ken. Insieme a loro nel cast anche America Ferrera (“End of Watch – Tolleranza zero”, i film “Dragon Trainer”), Kate McKinnon (“Bombshell – La voce dello scandalo”, “Yesterday”), Michael Cera (“Scott Pilgrim vs. the World”, “Juno”), Ariana Greenblatt (“Avengers: Infinity War”, “65 – Fuga dalla Terra”), Issa Rae (“The Photograph – Gli scatti di mia madre”, “Insecure”), Rhea Perlman (“Nei miei sogni”, “Matilda 6 Mitica”) e Will Ferrell (i film “Anchorman”, “Ricky Bobby – La storia di un uomo che sapeva contare fino a uno”).

Fanno parte del cast del film anche Ana Cruz Kayne (“Piccole donne”), Emma Mackey (“Emily”, la serie TV “Sex Education”), Hari Nef (“Assassination Nation”, “Transparent”), Alexandra Shipp (i film “X-Men” ), Kingsley Ben-Adir (“Quella notte a Miami”, “Peaky Blinders”), Simu Liu (“Shang-Chi e la leggenda dei dieci anelli”), Ncuti Gatwa (“Sex Education”), Scott Evans (la serie TV “Grace e Frankie”), Jamie Demetriou (“Crudelia”), Connor Swindells (“Sex Education”, “Emma.”), Sharon Rooney (“Dumbo”, “Jerk”), Nicola Coughlan (“Bridgerton”, “Derry Girls” ), Ritu Arya (“The Umbrella Academy”),  e il premio Oscar Helen Mirren (“The Queen – La Regina”).

Barbie è diretto da Greta Gerwig che ha curato la sceneggiatura del film insieme al candidato all’Oscar Noah Baumbach (“Storia di un matrimonio”, “Il calamaro e la balena”). Basato su ‘Barbie’ di Mattel. I produttori del film sono il candidato all’Oscar, David Heyman (“Storia di un matrimonio”, “Gravity”), Margot Robbie, Tom Ackerley e Robbie Brenner, mentre Michael Sharp, Josey McNamara, Ynon Kreiz, Courtenay Valenti, Toby Emmerich e Cate Adams sono i produttori esecutivi.

Captain America: New World Order, nuove foto dal set

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Captain America: New World Order, nuove foto dal set

Arrivano altre foto dal set di Captain America: New World Order dei Marvel Studios  e, sebbene questi ultimi scatti non mostrino personaggi nei loro costumi da supereroi ci permettono di avere uno sguardo inedito a Sam Wilson (Anthony Mackie) e Joaquin Torres (Danny Ramirez) in abiti civili mentre sono impegnati in una missione in borghese.

Non abbiamo molto contesto per comprendere di che tipo di scena si tratti ma sembra che la coppia, che abbiamo visto in azione per la prima volta in The Falcon and the Winter Soldier di Disney+, stia tenendo d’occhio qualcuno. Con Wilson che assumerà il ruolo di Capitan America, questo film segnerà il debutto di Torres come il nuovo Falcon. Dobbiamo ancora dare un’occhiata a come sarà il suo vestito, ma una foto da lontano ci ha già suggerito che il suo costume sarà abbastanza fedele al fumetto.

 

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Captain America: New World Order

Julius Onah dirige Captain America: New World Order, su una sceneggiatura di Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3 maggio 2024.

Ironheart: la serie rivelerà chi è il nuovo proprietario dell’Avengers Tower

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In Spider-Man: Homecoming, abbiamo appreso che Tony Stark aveva deciso di vendere Avengers Tower. Per anni, le voci si sono susseguite su chi fosse diventato il nuovo proprietario dell’iconico edificio. Tra chi sosteneva che fosse stato acquistato da The Kingpin o. da una variante di Kang il conquistatore o addirittura, la squadra dei Fantastici Quattro avrebbe ereditato il quartiere generale.  Ebbene oggi apprendiamo da alcune voci che la prossima serie Ironheart rivelerà tutto.

Quella serie metterà la magia contro la scienza quando Riri Williams combatterà The Hood, e in precedenza abbiamo sentito dire che Mephisto sarà anche nella serie Disney. Questo potrebbe suggerire che sarà proprio “il diavolo” uno dei più probabili proprietario della torre, dato che Mephisto lo è stato in un arco narrativo dei fumetti molto noto.  Secondo le fonti la sua controparte umana ha acquistato l’edificio da Iron Man durante gli eventi di Spider-man: Homecoming e si pensa che sia affascinato dalla tecnologia. Non sappiamo perché, ma quale modo migliore ci sarebbe per provocare il caos e acquisire anime piuttosto che stringere accordi con titani dell’industria disposti a tutto per avere successo e trovare ricchezze? 

Le fonti proseguono aggiungendo che “il personaggio di Mephisto nel prossimo spettacolo di Ironheart sarà principalmente un umanoide, un individuo in abbigliamento da lavoro, con la sua forma demoniaca che appare solo in alcune parti della serie tv”. Per quanto riguarda chi lo interpreterà, si dice che Sacha Baron Cohen sia stato scelto per il ruolo. 

Con così tante storyline in corso nell’MCU in questo momento tra le macchinazioni di The Kingpin che abbiamo avuto modo di captare dal set di Daredevil, il tentativo di Val di creare i propri Vendicatori con i fulmini e la follia del Multiversal ancora in atto, non siamo sicuri di dove si inserisca la storia che vedrà protagonista Mephisto. Tuttavia, siamo sicuri che c’è spazio e che i fan sono pronto per conoscere finalmente questo importante personaggio, almeno in questo angolo di questo mondo condiviso. Non ci resta che aspettare ulteriori notizie sulla serie  Ironheart. Sam Bailey (Brown Girls) e Angely Barnes (Mythic Quest) sono stati recentemente ingaggiati come i registi di Ironheart e, secondo quanto riferito, sono stati arruolati per dirigere almeno un episodio a testa. Il regista di Black Panther: Wakanda Forever Ryan Coogler sarà il produttore esecutivo tramite la sua società di produzione Proximity.

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