Arriva dall’account TikTok di
Selena Gomez la notizia che Meryl
Streep sarà la nuova guest star di Only Murders in
the Building 3. Il video conferma anche la presenza di
Paul Rudd, che aveva fatto la sua prima
apparizione nel finale della seconda stagione, mentre ovviamente
diamo il benvenuto al meraviglioso trio di protagonisti, con Gomez
insieme a Steve Martin e Martin
Short.
A SELENA NO SET DE ONLY MURDERS IN THE
BUILDING COM O PAUL RUDD E A MERYL STREEP pic.twitter.com/IGdATmDZ7N
Sally Field è stata scelta dalla gilda degli
attori di Hollywood per essere insignita del SAG Award alla
carriera per quest’anno. L’edizione numero 29 del premio si
svolgerà il 26 febbraio e per l’occasione Field riceverà il
Life Achievement Award, assegnato per celebrarne
sia la carriera e che l’impegno umanitario.
Il premio, assegnato dal
National Honors and Tributes
Committee della Screen Actors Guild, viene
consegnato per “risultati eccezionali nel promuovere i migliori
ideali della professione di attore”. Tra gli altri principali
riconoscimenti all’attrice ci sono due Oscar, un SAG Award, tre
Emmy, due BAFTA Awards, il New York Film Critics Prize, il National
Board of Review Award.
Fran Drescher, presidente di
SAG-AFTRA, ha dichiarato: “Sally è un’attrice immensa con una
gamma espressiva enorme e una straordinaria di capacità sul set che
le consente d’incarnare qualsiasi personaggio (…)Ho
seguito con interesse la sua carriera iniziale vedendola evolversi
in ruoli sempre più impegnativi. Non ha mai smesso di essere
straordinaria, anche di recente in Winning Time in cui era
semplicemente sublime come Jessie Buss”.
Lo sceneggiatore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania,
Jeff Loveness, ha paragonato la sua sceneggiatura
all’adattamento mai girato di Alejandro Jodorwosky
della serie di fantascienza di Frank Herbert Dune, aggiungendo uno strato complesso
all’universo cinematografico Marvel.
“È ‘Jodorowsky’s
Dune‘ all’interno della Marvel”, ha detto Loveness a
Empire. “È un posto
divertente. È un luogo illimitato di creazione, diversità e vita
aliena”.
Il capo dei Marvel Studios, Kevin Feige,
ha anticipato che Quantumania è radicato nella
saga familiare di Michelle Pfeiffer che finalmente si riunisce
con la sua famiglia (Michael Douglas ed
Evangeline Lilly) dopo essere rimasta intrappolata
nella dimensione ultraterrena.
Il film segna anche il grande
debutto di Jonathan Majors nei panni del grande
cattivo Kang il Conquistatore dopo che il suo
personaggio è stato rivelato nella serie Disney+Loki. Feige in
precedenza aveva affermato che Kang di Majors è “totalmente
diverso da Thanos” e ha molteplici incarnazioni. “Non si
tratta solo di un ragazzo viola più grande con un casco. Questo non
è Kang”, ha spiegato Feige. “Kang è un tipo di cattivo
molto diverso e il fatto che sia molti, molti personaggi diversi è
ciò che è più eccitante e lo differenzia di più”.
Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il
via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe,
arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane, distribuito da The
Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta
l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il
Conquistatore.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Naomie Ackie, Sheila
Atim, Emma Mackey, Daryl McCormack
e Aimee Lou Wood sono i cinque nomi che
l’Accademia Britannica del cinema ha nominato per il
BAFTA EE Rising Star Award, il riconoscimento che
ogni anno l’associazione assegna a una promessa del cinema.
I cinque attori, tutti britannici,
sono stati scelti perché hanno dimostrato “un talento eccezionale
nel cinema nel corso dell’anno” e hanno catturato “l’immaginazione
del pubblico Britannico”. Alcuni dei vincitori precedenti di tale
riconoscimento sono James McAvoy, Eva Green, Tom Hardy,
Kristen Stewart, Tom Holland, Letitia Wright, Micheal Ward, Bukky
Bakray e, l’anno scorso, Lashana
Lynch.
Ackie, i cui crediti includono
The End of the F***ing World, Star
Wars: Episode IX – L’Ascesa di Skywalker e
Small Axe, è attualmente in cima alle classifiche
dei botteghini del Regno Unito con Whitney Houston: I Wanna
Dance with Somebody, dove interpreta Houston. In
precedenza ha vinto il premio Most Promising Newcomer ai British
Independent Film Awards.
Atim ha crediti in The
Underground Railroad e Doctor Strange nel Multiverso della Follia ed
è una delle star di The Woman King, insieme a Viola Davis. Nel 2018, Atim ha vinto l’Olivier
Award come migliore attrice non protagonista in un musical per la
sua interpretazione in Girl from the North Country
all’Old Vic Theatre. È stata nominata uno dei “10 britannici da
tenere d’occhio” di Variety nel 2020 e ha ricevuto un MBE per i
servizi al dramma nel 2019.
I crediti di Mackey includono
Sex Education, Eiffel e
Assassinio sul Nilo e ha
interpretato Emily Brontë in Emily, che ha aperto
il concorso Platform al Toronto Film Festival del 2022.
Il ruolo decisivo di McCormack è
stato in Il Piacere è tutto mio, dove ha
interpretato il ruolo principale al fianco di Emma Thompson. I suoi crediti includono
Bad Sisters e Peaky Blinders.
Aimee Lou Wood ha
vinto la performance femminile in un programma comico ai BAFTA TV
Awards 2021 per Sex Education ed è stata nominata
per il suo ruolo nella stessa categoria nel 2022. Ha avuto un
impatto nel 2022 con Living.
Profondo innovatore del genere
horror e poliziesco, William Friedkin è oggi
ricordato in particolare per film come Il braccio violento
della legge e L’esorcista. Dopo aver
realizzato questi due capolavori, per il primo dei quali ha anche
vinto l’Oscar al miglior regista, egli ha portato al cinema nel
1980 il thriller poliziesco Cruising.
Tale titolo è un gioco di parole che nasconde un doppio
significato, perché può descrivere sia gli agenti di polizia di
pattuglia che gli uomini gay che vanno in cerca di sesso. La
pellicola è infatti ambientata nel contesto dei locali omosessuali,
dove un serial killer si aggira indisturbato.
Scritto dallo stesso Friedkin, il
film è l’adattamento cinematografico del romanzo omonimo del
giornalista del New York Times Gerald
Walker. Originariamente, in realtà, il regista non era
interessato al progetto, ma cambiò idea nel momento in cui si
imbatté in alcuni veri omicidi avvenuti nella comunità gay e mai
risolti. Naturalmente la realizzazione del film non fu priva di
problemi. Numerose sono state le proteste della comunità LGBT nei
confronti della rappresentazione che di loro si faceva. Friedkin
condusse numerose ricerce nel tentativo di essere quanto più
realistico possibile, ma fu comunque costretto a tagliare circa 40
minuti dal girato finale.
Accolto con pareri contrastanti,
Cruising non si è affermato come un buon successo, pur
vantando un incasso moderato. Ancora oggi è però uno dei film di
Friedkin che più meritano di essere riscoperti, specialmente per il
modo crudo con cui si raccontano determinati contesti. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Cruising: la trama del film
La vicenda si apre nella New York
degli anni Ottanta, quando una serie di terribili omicidi iniziano
a verificarsi tra la comunità gay. In particolare, ad essere le
vittime preferite dell’assassino sono uomini di circa trent’anni
alti e con i capelli neri. Poiché corrisponde a queste
caratteristiche, il detective Steve Burns viene
inviato come infiltrato nel mondo dei club per omosessuali per
investigare, con l’obiettivo di individuare qualcosa di sospetto e
acciuffare il serial killer. Tutti gli sforzi di Burns, però,
sembrano venire continuamente ostacolati dalla stessa polizia.
Molti poliziotti, infatti, sembrano
più interessati a farsi beffe degli omosessuali che non a trovare
l’assassino. Frustrato dalla situazione e sentendosi abbandonato,
Burns cerca sempre più di introdursi in quel contesto, arrivando
lentamente anche a dubitare del suo orientamento sessuale e del suo
rapporto con la fidanzata Nancy. Il verificarsi di
un nuovo omicidio, meno preciso dei precedenti, permetterà a Burns
di avere una pista concreta da seguire. Andare fino in fondo alla
verità, però, potrebbe rivelarsi molto più pericoloso del
previsto.
Cruising: il cast del film
Per la parte del detective Steve
Burns, Friedkin desiderava avvalersi dell’attore Richard Gere,
poiché ritevene che egli possedesse delle qualità androgine adatte
al personaggio. Lo stesso Gere si era poi dichiarato profondamente
interessato al progetto. I produttori, però, imposero invece che
Al Pacino
interpretasse il ruolo. Fu dunque quest’ultimo a ricoprire il
ruolo, dando però vita sul set ad accesi diverbi con il regista.
Friedkin, in particolare, lo accuso di non essersi realmente messo
nei panni del personaggio, interpretandolo in modo svogliato e poco
convincente. Deluso dall’esperienza, Pacino rifiutò poi di
partecipare a qualsiasi attività promozionale del film e negli anni
non ne ha mai più parlato.
Accanto a lui, nel ruolo della
fidanzata Nancy, vi è l’attrice Karen Allen,
celebre per essere stata Marion Ravenwood in I predatori dell’arca
perduta. A lei il regista non ha mai fornito una
sceneggiatura completa del film, poiché voleva tenerla all’oscuro
di ciò che accadeva al protagonista, così da rendere più realistico
il suo stupore. Nel ruolo del capitano Edelson, che affida la
missione a Burns, vi è l’attore Paul Sorvino,
celebre per essere stato Phil Cerreta in Law & Order – I due
volti della giustizia. Richard Cox interpreta
Stuart Richards, uno dei sospettati come serial killer. L’attore
Ed O’Neill, oggi noto per il ruolo di Jay
Pritchett in Modern Family, interpreta infine il detective
Schreiber.
Cruising: il trailer e
dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Cruising
è infatti disponibile nei cataloghi di Google Play e Rai
Play. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso
di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui
guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto
televisivo di martedì 17 gennaio alle ore
23:05 sul canale Rai Movie.
Un mese esatto al debutto, in
esclusiva su Sky e in streaming su NOW, di Django,
l’attesa
serie originale Sky e CANAL+ omaggio al classico western di
Sergio Corbucci. La serie esordirà il 17 febbraio e nei prossimi
mesi sarà disponibile in tutti i Paesi in cui Sky opera (Italia,
Regno Unito, Irlanda, Germania e Austria) e su CANAL+ in Francia,
Polonia, Svizzera e Africa (e attraverso M7 nei Paesi Bassi, in
Belgio, in Lussemburgo, Ungheria, Romania, Repubblica Ceca e
Repubblica Slovacca).
Django,
che rilegge in chiave contemporanea l’omonimo film di Corbucci, è
una serie TV in dieci episodi prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya
e Atlantique Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky
Studios e CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction
e con il sostegno del Ministero della Cultura italiano e del
governo rumeno.
Completamente girati in inglese, i
primi quattro episodi sono diretti da Francesca
Comencini (Gomorra – La serie), anche
direttrice artistica della serie, mentre i seguenti episodi sono
diretti da David Evans (Downton Abbey) e
da Enrico Maria Artale(Romulus). Le
riprese si sono svolte in Romania, tra Racos, Bucharest e l’area
del Danubio.
Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico
personaggio del titolo, accanto a Nicholas Pinnock
nei panni di John Ellis, il visionario fondatore di New Babylon, a Lisa Vicari, che nella serie è invece Sarah,
la figlia di Django,
e a Noomi Rapace nel ruolo della potente e
spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli altri
interpreti: Jyuddah Jaymes, Benny O.
Arthur e Eric Kole nei panni dei figli di
John Ellis e Tom Austen in quelli del cowboy
Eljiah Turner.
Il premiato attore Matthias
Schoenaerts è acclamato in tutto il mondo per film come Un
sapore di ruggine e ossa, Bullhead – La vincente ascesa di Jacky,
The Mustang, Amsterdam. Fra i suoi prossimi progetti il film
The Way of the Wind di Terrence Malick, di cui sarà il
protagonista, e la miniserie HBO The Palace, in cui
diretto da Stephen Frears reciterà accanto a Kate Winslet; Nicholas
Pinnock, fondatore della Silver Milk Productions, è apparso sul
grande schermo nei film The Last Tree e Dark
Encounter, ed è conosciuto in TV per le famose serie TV
Counterpart, Top Boy, Fortitude,
Marcella e, più di recente, For Life; la
talentuosa attrice in ascesa Lisa Vicari è conosciuta per le sue
performance nel film Luna e, negli ultimi anni, nella
popolare serie TV Dark; la premiata attrice Noomi
Rapace è celebre per i suoi ruoli nella trilogia
Millennium, nei film Prometheus e Seven Sisters, così
come per i film indipendenti Lamb e Non sarai sola.
Django è
una coproduzione italo-francese creata e scritta da
Leonardo Fasoli (Gomorra –
La Serie, ZeroZeroZero) eMaddalena
Ravagli (Gomorra – La Serie), entrambi
anche co-autori del soggetto di serie insieme a
Francesco Cenni e Michele
Pellegrini. Completa il team di scrittura Max
Hurwitz (ZeroZeroZero, Manhunt),
che firma due sceneggiature. La distribuzione internazionale
è di STUDIOCANAL.
Sarà disponibile dal 5 febbraio su
Prime
VideoUna
gran voglia di vivere, il nuovo film diretto da
Michela Andreozzi, liberamente tratto dall’omonimo
romanzo, edito in Italia da Mondadori Libri S.p.A., scritto da
Fabio Volo, che ne è anche protagonista insieme a
Vittoria Puccini. Al centro della storia una
coppia, quella formata da Anna e Marco, apparentemente arrivata al
capolinea, che intraprende un viaggio con il figlio Tommaso in
cerca di un ultimo tentativo di riavvicinamento. La sceneggiatura è
firmata dalla stessa Andreozzi insieme a Volo e a Filippo Bologna
(Premio David di Donatello per Perfetti sconosciuti). Nel
cast Paola Tiziana Cruciani, Rocío Muñoz Morales, Corrado
Nuzzo e il giovanissimo Ludovico
Nava.
Girato tra l’Italia e la Norvegia,
Una gran voglia di vivere è prodotto da Isabella
Cocuzza e Arturo Paglia per Paco
Cinematografica, in collaborazione con Prime
Video e RTI. L’opera consolida la collaborazione tra la
regista e Paco Cinematografica, che ha prodotto anche i suoi tre
film precedenti (Nove lune e mezza, Brave ragazze
e Genitori vs influencer). Una gran voglia di
vivere è realizzato con il sostegno della Regione Lazio fondo
regionale per il cinema e l’audiovisivo.
La trama del film
Milano, giorni nostri. Marco,
ingegnere, e Anna, architetta, dopo un colpo di fulmine in piena
regola, anni di convivenza serena e la nascita del figlio Tommaso,
sono in crisi. Eppure, il loro sembrava un amore in grado di
mantenere le promesse: coetanei, belli e sani. Ma non è bastato.
Quando Anna, che ha messo da parte le sue ambizioni per occuparsi
del figlio, propone a Marco un trasferimento a Ibiza per
ricominciare insieme un nuovo capitolo della loro vita, il marito
rifiuta. Ma quando a Marco viene proposto un trasferimento di
lavoro ad Amsterdam, lui inizia a pensarci. Intanto, Anna vorrebbe
separarsi, Marco no, ma dal momento che hanno promesso a Tommaso un
viaggio nella terra dei Vichinghi, decidono comunque di partire in
camper per la Norvegia. Riuscirà Marco a riconquistare sua moglie
di cui è ancora innamorato? Durante un magico e indimenticabile
giro per le terre dei fiordi, recupereranno in modo naturale ed
insperato il loro rapporto. Fino al momento in cui Anna scoprirà
che Marco le ha tenuto nascosta la proposta di lavoro ad
Amsterdam…
FULVIO e FEDERICA
LUCISANO e RAI CINEMA e
01 hanno diffuso il trailer ufficiale di Tramite
Amicizia, il nuovo film di Alessandro
Siani con con
Alessandro Siani, Max Tortora,
Matilde Gioli, Maria Di Biase.
La trama di Tramite Amicizia
Lorenzo (Alessandro Siani) è il
proprietario di un’agenzia, “Tramite amicizia”, che offre amici a
noleggio. Se hai bisogno di conforto, di compagnia o semplicemente
di un consiglio per fare shopping, Lorenzo è il finto amico che fa
per te! Affabile, premuroso, gentile. Insomma, l’amico perfetto…
Questa volta però, a rivolgersi all’agenzia non sono degli
sconosciuti, ma i familiari di Lorenzo, dipendenti di una fabbrica
di dolciumi che il proprietario, Alberto Dessè (Max Tortora), in un
momento di profondo scoramento, sentendosi estremamente solo, vuole
vendere. A rischio centinaia di posti lavoro. Non c’è dubbio, il re
dei dolciumi ha bisogno di un amico e Lorenzo è l’uomo che fa per
lui! Tra gag e colpi di scena, la complicità della cugina Filomena
(Maria Di Biase) e di un’amica molto speciale Maya (Matilde Gioli),
riuscirà Lorenzo a convincere Alberto a salvare l’azienda e i suoi
dipendenti?
Sono state selezionate le dieci
opere che concorreranno al
Premio David di Donatello – Cecilia
Mangini 2023 per il miglior documentario. Lo annuncia
Piera Detassis, Presidente e Direttrice Artistica dell’Accademia
del Cinema Italiano –
Premi David di Donatello in accordo con il
Consiglio Direttivo composto da Francesco Rutelli,
Francesco Giambrone, Nicola Borrelli, Francesca
Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Valeria
Golino, Giancarlo Leone, Luigi Lonigro, Mario Lorini, Francesco
Ranieri Martinotti.
Questi i titoli scelti
dall’apposita commissione per i documentari composta da
Guido Albonetti, Pedro Armocida, Osvaldo Bargero, Raffaella
Giancristofaro, Stefania Ippoliti, Betta Lodoli, Pinangelo Marino,
Giacomo Ravesi.
IL CERCHIO di Sophie Chiarello
FRANCO ZEFFIRELLI, CONFORMISTA RIBELLE di
Anselma Dell’Olio
LAST STOP BEFORE CHOCOLATE MOUNTAIN di Susanna
Della Sala
IL POSTO di Mattia Colombo e Gianluca
Matarrese
SVEGLIAMI A MEZZANOTTE di Francesco
Patierno
THE MATCHMAKER di Benedetta Argentieri
LA TIMIDEZZA DELLE CHIOME di Valentina
Bertani
La Giuria dell’Accademia voterà una
prima volta per individuare la cinquina di candidati al premio e,
successivamente, decreterà il vincitore del David per il miglior
documentario che dal 2021 è stato intitolato alla memoria di
Cecilia Mangini, instancabile indagatrice del reale e indimenticata
pioniera e outsider del cinema italiano.
“Questa selezione è il frutto
della visione di 132 opere, che testimoniano una notevole,
entusiasmante varietà di temi e approcci stilistici e
produttivi”, dichiara la commissione in una nota. “Il
lavoro di definizione della decina di anno in anno risulta più
complesso perché la qualità e la profondità delle opere presentate
sono sempre più evidenti e solide. Se da un lato il vincolo stretto
dei dieci titoli voluto dall’Accademia è una garanzia di rigore,
dall’altro si rivela un meccanismo che impone delle scelte
stringenti; tuttavia consideriamo il cospicuo numero di opere
meritevoli di essere segnalate e promosse come un ottimo segnale
per la produzione documentaria italiana post pandemica e la prova
incoraggiante del valore del lavoro di autrici e autori, sia già
affermati che esordienti, che hanno voluto sottoporre le loro opere
alla commissione del David di Donatello per il miglior
documentario. Rispetto agli anni precedenti, la selezione si è
aperta in maggiore misura a tematiche sociali di respiro anche
internazionale. Mentre dell’insieme dei film presentati ci preme
sottolineare la ricorrenza sull’atrocità dei conflitti bellici, gli
effetti disumani e paradossali dei fenomeni migratori, la domanda
di lavoro e l’esigenza di riflessione sul passato, non solo del
nostro Paese, oltre al più tradizionale riconoscimento agli
italiani che si sono distinti nel campo della cultura”.
Alfred Molina è uno
degli attori più amati dal grande pubblico, merito di alcune sue
interpretazioni ormai iconiche, come quella del celebre Doctor
Octopus in Spider-Man 2 o ancora del conte Paul de Reynaud
in Chocolat, senza dimenticare il Satipo del primo film di
Indiana Jones. Molina vanta infatti una carriera di tutto
rispetto, capace di passare con naturalezza dai progetti più
mainstream a quelli più piccoli e autoriali.
2. Ha preso parte a progetti
televisivi. Tra gli anni Ottanta e Novanta, Molina a preso
parte con piccoli ruoli a diverse serie o film per la TV. Nel 2001
ottiene poi l’importante ruolo di Hercule Poirot nel film
televisivo Assassinio sull’Orient
Express e in seguito recita in alcuni episodi di serie
come The Company (2007), Law & Order: Los Angeles
(2010-2011), Harry’s Law (2011), Monday Mornings
(2013) e nel film The Normal Heart (2014), con Mark Ruffalo.
Ha poi recitato in Show Me a Hero (2015), Angie
Tribeca (2016-2017), Close to the Enemy (2016) e
Feud (2017). Nel 2022 è invece protagonista della serie
Il commisario Gamache – Misteri
a Three Pines.
3. È anche
doppiatore. Nella sua lunga carriera, Molina ha avuto
anche in diverse occasioni l’opportunità di lavorare come
doppiatore per progetti animati e videogiochi. Ciò è avvenuto ad
esempio per il videogioco di Spider-Man 2 (2004) o per i
film d’animazione Rango (2011), Monsters University (2013),
Ralph spacca Internet
(2018), Frozen II – Il segreto di
Arendelle (2019) e DC League of Super-Pets
(2022). Ha poi partecipato come doppiatore anche ad alcuni episodi
di serie animate come Justice League (2003), Kung Fu Panda
– Mitiche avventure (2012), Gravity Falls
(2012-2016), Rick and Morty (2014), American Dad!
(2016-2020), Solar Opposites (2020) e I Griffin
(2020).
Alfred Molina è il Doctor Octopus
in Spider-Man
4. Non era particolarmente
attratto dal personaggio. Quando gli venne proposto di
interpretare il Doctor Octopus in Spider-Man 2, Molina si
disse inizialmente non attratto dal personaggio. L’attore, in
particolare, non era molto convinto circa la profondità di Doc Ock
e temeva che sarebbe stato l’ennesimo villain dei film di questo
genere. Dopo aver parlato con il regista Sam Raimi
e aver letto alcuni fumetti con il personaggio, però, si ricredette
e accettò di interpretarlo. Ancora oggi, il suo Doctor Octopus è
ricordato non solo come uno dei villain più convincenti, ma anche
come uno di quelli meglio costruiti a livello psicologico e
caratteriale.
5. Fece molta fatica a
gestire le braccia meccaniche. Interpretare il personaggio
fu però particolarmente complesso. Il regista aveva infatti
richiesto delle vere braccia metalliche da attaccare al corpo
dell’attore. Pur apprezzando il realismo che ciò portava al
personaggio, Molina accusò molto il peso delle braccia meccaniche,
che gli limitavano i movimenti. Ognuna delle quattro braccia era
poi gestita da una persona diversa, il che rese necessario un
grande lavoro di coordinamento. Per Molina è stato dunque uno dei
set più difficili della sua carriera, ma anche uno dei più
entusiasmanti.
6. È tornato ad interpertare
il personaggio. A distanza di 17 anni, Molina ha ripreso
il ruolo del Doctor Octopus per il film Spider-Man: No Way
Home, nel quale confluiscono più generazioni di Spider-Man e
diversi loro nemici. Nel tornare ad interpretare tale personaggio,
Molina è stato però ringiovanito digitalmente, così da risultare
non invecchiato rispetto a come era in Spider-Man 2. La
maggiore differenza con cui si è imbattuto, però, è che le braccia
meccaniche sono stavolta state interamente realizzate in CGI e non
più ricostruite come avvenuto per Spider-Man 2.
Alfred Molina è Satipo in
Indiana Jones e i predatori dell’arca perduta
7. È stato il suo primo
ruolo di rilievo. Quello di Satipo, la guida
doppiogiochista del protagonista in Indiana Jones e i predatori
dell’arca perduta, è stato il primo ruolo per cui Molina è
stato accreditato sul grande schermo. Il suo primo giorno sul set è
poi stato particolarmente complicato, poiché dovette recitare una
scena in cui veniva ricoperto da tarantole vive. Queste iniziarono
poi a muoversi su di lui una volta che tra loro fu aggiunta una
tarantola femmina. Per l’attore si trattò dunque di una vera e
propria prova di coraggio, che superò egregiamente.
Alfred Molina ha interpretato
Poirot
8. Ha interpretato il
celebre detective. Dopo Albert Finney e
prima di Kenneth
Branagh, nel 2001 è toccato a Molina
interpretare il celebre detective ideato da Agatha
Christie. L’attore ha infatti interpretato Hercule Poirot
nel film televisivo Assassinio sull’Orient Express, primo
adattamento per il piccolo schermo del celebre romanzo giallo. Meno
noto rispetto alle due versioni cinematografiche e con alcune
modifiche rispetto all’originale, questo è comunque dai fan
ricordato in modo positivo e l’interpretazione che Molina ha dato
di Poirot è stata particolarmente apprezzata.
Alfred Molina in
Chocolat
9. Ha realmente mangiato
tutto quel cioccolato. Una delle scene più note del film
Chocolat è quella che vede
Molina, nei panni del severo conte Paul de Reynaud, ingozzarsi di
grandi quantità del cioccolato presente nel negozio della
protagonista, capendo finalmente di quale piacere si era privato
fino a quel momento. Tale scena è stata l’ultima girata
dall’attore, in caso non si fosse sentito bene dopo l’aver
realmente mangiato tutto quel cioccolato. Fortunatamente, Molina
non ha riscontrato nessun problema.
Alfred Molina: età e altezza
dell’attore
10. Alfred Molina è nato a
Londra, Inghilterra, il 24 maggio del 1953. L’attore è
alto complessivamente 1,89 metri.
Il
nuovo trailer di The Mandalorian 3 nasconde tantissimi
particolari su quello che andremo a vedere nella nuova stagione. Il
più importante riguarda la storia di Din Djarin
(interpretato da
Pedro Pascal). Negli ultimi anni, però, il personaggio
è cambiato in modo significativo, in gran parte a causa della sua
relazione con un alieno di nome Grogu – a cui da
la voce David Acord.
Grogu ha lasciato
Din Djarin per addestrarsi con il Maestro Jedi Luke Skywalker – interpretato da Mark Hamill – ma è tornato al suo fianco
ne
The Book of Boba Fett. Sfortunatamente, sebbene
abbia ottenuto Grogu come parte della sua famiglia
ritrovata, il personaggio interpretato da Pedro Pascal ha perso altre parti della sua
identità. Alla fine della seconda stagione di The Mandalorian, Din Djarin ha tradito il suo
giuramento per amore di Grogu, togliendosi l’elmo in presenza di
altri. La Disney ha ora rilasciato un trailer
completo di The Mandalorian 3, che spiega come
questi fili della trama continueranno.
Cosa è successo a Din Djarin
Il trailer di The
Mandalorian 3 si apre ricordando agli spettatori quanto
sia importante la cultura mandaloriana per Din
Djarin. Questo avviene in parte attraverso le inquadrature
dell’eroe dello show che si trova accanto a nuovi guerrieri
mandaloriani, ma anche attraverso una suggestiva voce fuori campo,
una meditazione sulla cultura e sulla storia mandaloriana.
Il personaggio interpretato da
Pedro Pascal si identifica più strettamente
con il suo popolo che mai, dando un’immagine toccante della
diaspora mandaloriana quando descrive la sua gente dispersa come
stelle nel cielo.
Din Djarin sta insegnando a Grogu
a essere un Mandaloriano
Il tema della cultura e
dell’eredità mandaloriana continua nel rapporto tra Din
Djarin e Grogu.
The Book of Boba Fett, Luke Skywalker ha offerto a
Grogu una scelta: diventare un Jedi o un Mandaloriano.
Grogu ha scelto di tornare da Din Djarin e ora
viene addestrato alle vie dei Mandaloriani.
I due stanno chiaramente diventando
più vicini che mai, aiutati dal fatto che Din ora vola su un caccia
stellare N-1. Si tratta tecnicamente di una nave per un solo uomo;
Grogu può riposare in quella che una volta era una porta Astromech,
oppure condividere la cabina di pilotaggio con lui.
Din Djarin verso Mandalore
La
terza stagione di The Mandalorian si dirige a
Mandalore, la patria ancestrale dei Mandaloriani. Il pianeta è
stato devastato dall’Impero durante i Tempi Bui del suo regno e la
sua bellissima città a cupola giace in rovina.
Din Djarin deve
tornare a Mandalore per eseguire un rituale sacro che lo
purificherà agli occhi della sua setta, i Figli della Guardia.
Anche se il il trailer di The Mandalorian 3 non ne
parla, è probabile che questo lo porterà a scontrarsi con
l’aspirante leader mandaloriano Bo-Katan Kryze.
Il ritorno a Tatooine
Un’inquadratura del trailer
della terza stagione di The Mandalorian mostra
Din Djarin che lascia Tatooine, salutato dalla sua
amica Peli Motto e da uno dei suoi droidi. Boba
Fett è ora il boss del crimine più importante di Tatooine
quindi, è possibile che questa inquadratura faccia pensare a un
cameo di
Boba Fett.
Boba ha una sua storia contorta con
i Mandaloriani e sarebbe interessante esplorarla ulteriormente.
Uno scorcio di Coruscant dopo l’Impero
Il trailer di The
Mandalorian 3 offre agli spettatori uno scorcio di
Coruscant, dove il Capitano della Repubblica
Carson Teva avverte delle forze oscure. È sorprendente vedere il
governo della Repubblica su Coruscant; anche se la città-pianeta è
stata la capitale della galassia per millenni, i libri di
riferimento suggeriscono che la Repubblica si sia stabilita altrove
dopo la sconfitta dell’Impero.
All’epoca della trilogia di
Star Wars, la Nuova Repubblica aveva
rivendicato il pianeta Hosnian Prime come propria capitale.
Nuovi flashback
Nuovi flashback
dell’Ordine
66, il che probabilmente significa che ci saranno
ulteriori rivelazioni sulla storia di Grogu. Può sembrare un
bambino, ma la razza di Grogu invecchia a un ritmo più lento
rispetto agli uman in origine è stato allevato nel Tempio Jedi
prima dell’Epurazione. Grogu è stato in qualche modo salvato dal
Tempio, anche se i dettagli della sua fuga sono ancora
misteriosi.
The Book of Boba Fett ha rivelato
che l’esperienza lo ha traumatizzato, il che significa che i
ricordi di Grogu sono confusi. Un vero e proprio flashback
dell’Ordine 66 potrebbe risolvere il mistero e potrebbe contenere
un cameo a sorpresa dello stesso Anakin Skywalker
– interpretato da Hayden Christensen– che ha
guidato l’Epurazione.
L’Impero a Mandalore
L’Impero sembra essere su
Mandalore, con una serie di inquadrature del trailer che mostrano
Din Djarin che tenta di sfuggire all’inseguimento
imperiale. Gli spettatori più attenti noteranno che i piloti volano
su TIE-Defender, veicoli pesantemente armati associati al
Grand’Ammiraglio Thrawn.
È possibile che l’Impero abbia
rivendicato il pianeta morto di Mandalore come importante base
operativa; questo spiegherebbe certamente perché Moff
Gideon – interpretato da Giancarlo Esposito – sia stato una figura
importante del risorto Impero.
Il bar per droidi
La terza stagione di
The Mandalorian offre un assaggio di una nuova e
deliziosa location, un bar di droidi. Si tratta di una divertente
inversione della Cantina di Mos Eisley del film originale di
Star Wars, dove i droidi non erano
ammessi.
I tie-in hanno rivelato che il
pregiudizio anti-droide era una conseguenza di lunga data delle
Guerre dei Cloni, ed è sorprendente vedere che i
droidi sono ora accettati al punto da avere un locale tutto loro:
un indizio che la galassia sta finalmente guarendo.
I Mandaloriani sono in guerra
Non è una sorpresa vedere
alcuni gruppi di mandaloriani in guerra nel trailer della terza
stagione. Non è chiaro, però, contro chi stiano combattendo questi
Mandaloriani: sembrano essere alieni e forse altri cacciatori di
taglie.
È del tutto possibile che alcuni di
questi gruppi mandaloriani finiscano per scontrarsi tra loro nel
corso di The Mandalorian 3.
Un dettaglio anticipa il ritorno di Babu Frik
Ci sono molte prove che la
terza stagione di The Mandalorian conterrà un
cameo di Babu Frik, il delizioso droide Anzellano
introdotto in Star Wars: L’ascesa di Skywalker.
Babu Frik si adatterebbe bene al
sottile tema del potenziamento dei droidi che sembra essere
presente in The Mandalorian 3, e il trailer
conferma che ci saranno sicuramente altri Anzellani nella serie.
Speriamo che questo significhi che Babu Frik stesso avrà un ruolo
importante.
Il terzo film di Ant-Man in
solitaria, l’imminente avventura Marvel di Peyton
Reed, darà il via alla Fase 5 del MCU con il botto. Il film in uscita
dovrebbe essere monumentale in termini di impatto sul MCU nel suo insieme, con Scott Lang
(Paul
Rudd), Cassie (Kathryn Newton), Janet
e Hank (Michael
Douglas) che rimangono intrappolati nel Regno
Quantico dove affronteranno Kang (Jonathan
Majors).
Grazie a una nuova copertina di
Empire, i fan non solo ottengono una nuova immagine di Janet in
Ant-Man and the Wasp:
Quantumania (che potete vedere
qui), ma Pfeiffer e il presidente dei Marvel StudiosKevin Feige
condividono anche maggiori dettagli sul ruolo del personaggio nel
film.
La coppia rivela che Janet ha un
trascorso non solo con il Regno Quantico, ma con lo stesso Kang.
Sebbene i dettagli della dinamica di Janet e Kang non siano stati
rivelati, il personaggio sembra destinato a svolgere un ruolo
cruciale.
Michelle Pfeiffer: “Ha una storia molto
ricca con Kang e problemi irrisolti. Il Regno Quantico può cambiare
una persona, e puoi avere tutta un’altra vita laggiù. È qualcosa
che lei non voleva, ma è successo.”
Kevin Feige:“Riguarda il modo in cui questi cinque membri della famiglia
affrontano questo ambiente e la nuova realtà di ciò che la loro
madre/nonna ha passato, e che lei è una combattente per la libertà
molto, molto conosciuta e molto potente nel Regno Quantico. Di cui
nessuno di loro aveva idea finché non sono arrivati
laggiù.”
Dopotutto si tratta pur sempre della
Wasp originale che si era sacrificata per salvare il mondo, per cui
sappiamo già che la Janet di Michelle
Pfeiffer è un personaggio incredibile, dobbiamo solo
scoprire di cosa è stata capace nel Regno Quantico.
Il nuovo film Marvel Studios Ant-Man and the Wasp: Quantumania, che dà il
via alla Fase 5 del Marvel Cinematic Universe,
arriverà il 15 febbraio nelle sale italiane, distribuito da The
Walt Disney Company Italia. L’epica avventura presenta
l’antagonista più potente del MCU fino ad ora: Kang il
Conquistatore.
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Ospite ai Critics’ Choice Awards
2023, dove era nominato per la serie Disney+ANDOR,
l’attore Diego Luna, che nel franchise di Star
Wars presta il volto all’eroe Cassian Andor, riflette su quali sono, secondo lui, i
motivi del successo della serie Lucasfilm.
Secondo l’attore, il pubblico ha
apprezzato molto ANDOR perché
si tratta di una costola dell’universo di Star Wars, amatissimo da
tutti da oltre 40 anni, ma è anche un prodotto con una sua identità
e una sua autonomia, e questo lo rende particolarmente appetibile
al pubblico. Ecco cosa ha detto Diego Luna:
ANDOR
è uno spy-thriller, ambientato 5 anni prima degli eventi che
vedranno protagonisti i ribelli rubare le mappe della Morte Nera,
un’epoca piena di pericoli, inganni e intrighi, dove Cassian
intraprenderà il cammino destinato a trasformarlo in un eroe
ribelle.
A differenza di quanto
visto con The
Book of Boba Fett o con Obi-Wan
Kenobi, più di recente, ANDOResplora
l’universo di Star Wars da un punto di vista
diverso, insolito per un universo che racconta della grande
battaglia tra Lato Chiaro e Lato Oscuro. Il focus diANDOR
è sulle persone comuni che subiscono impotenti l’influenza
dell’Impero, sulle loro vite “piccole” ma che possono sovvertire le
forze della galassia, dopotutto lo stesso Cassian è una piccola
spia, un uomo che cerca di trovare la propria strada in un mondo
difficile e ostile.
L’approccio realistico
della serie è una delle caratteristiche fondamentali che la
differenzia dal resto della produzione Lucasfilm a
tema Star Wars e il cui merito va rintracciato nella penna di
Tony Gilroy, creatore dello show e già familiare
con il personaggio interpretato da Diego Luna, dal momento che aveva firmato
anche la sceneggiatura di
Rogue One. La sua scrittura solida e ancorata alla
realtà trova in Andor uno sbocco che sembra
inedito ma che in realtà influenza e trasforma il punto di vista
sulla galassia lontana lontana.
La serie sarà dunque,
sì, popolata da creature, riferimenti e personaggi collaterali che
riportano alla mente l’universo di riferimento, ma seguirà
principalmente le vite di quelli su cui non si punterebbe mai, sui
quali non pesano cammini e destini di Forza, e che sgomitano ogni
giorno per trovare la propria via. Il look della serie è quindi
ruvido, randagio, così come il nostro protagonista, che, al momento
dell’incontro con il pubblico, è ben lungi dall’essere l’eroe che
finirà per diventare.
Accanto a Diego Luna, una costellazione di volti noti e
meno noti che danno vita e corpo a personaggi ci faranno sentire a
casa o che si faranno scoprire episodio dopo episodio:
Stellan Skarsgård, Forest Whitaker, Denise Gough, Fiona
Shaw, Genevieve O’Reilly, Adria Arjona e Faye
Marsay.
Dopo aver mancato la vittoria ai
Golden Globe in favore di Colin Farrell,
Brendan Fraser ha vinto il Critics’ Choice
Award come miglior attore per la sua interpretazione in The Whale e il suo commosso ringraziamento e
il suo discorso sta facendo commuovere ed emozionare tutti i fan
dell’attore de La Mummia.
L’adattamento di Darren Aronofsky del dramma psicologico di
Samuel D. Hunter ha ricevuto risposte miste da
parte della stampa per la sua gestione dell’argomento dell’obesità
patologica, principalmente nell’uso nel film di protesi e di un
“fat suit” per rappresentare un uomo di oltre 270 chili. L’unica
costante fonte di lode per il film, tuttavia, è stata la
performance di Brendan Fraser, cosa che fa di The
Whale il suo “grande ritorno” a Hollywood.
Nel pieno della stagione dei premi,
l’attore è trai protagonisti della giostra mediatica, con le
sue nomination ai
Golden Globes, ai
SAG e ai
Critics’ Choice Awards, dove ha conquistato la statuetta e in
occasione dei quali ha rilasciato un discorso commosso e commovente
che sta deliziando i fan in rete. Ecco alcuni esempi:
Keoghan ha recitato nel film del
2021 nei panni di Druig, uno degli alieni immortali che danno il
titolo al film, la sua abilità è la capacità di manipolare le menti
delle persone, ma il personaggio abbandona la sua famiglia dopo
essersi disinteressato alla loro regola di stare fuori dagli affari
umani. Druig viene trascinato nella lotta tra il resto degli Eterni
e i Devianti quando le loro antiche controparti riemergono dopo
migliaia di anni di clandestinità. Nonostante sia stato co-scritto
e diretto dalla vincitrice dell’Oscar Chloé Zhao,
Eternals ha ricevuto le peggiori recensioni di
qualsiasi film MCU fino ad oggi.
Durante una recente apparizione nel
podcast Happy Sad Confused, Barry Keoghan ha riflettuto sul tempo
trascorso nell’MCU fino ad ora con
Eternals e sulla risposta contrastante riservata
al film. L’attore di Druig ha difeso l’approccio di Chloé
Zhao alla produzione del film MCU, sostenendo che la regista ha
apportato un’energia unica al progetto. Keoghan sembra anche
indicare che la risposta mista al film MCU derivi da questo diverso
approccio al franchise, e il pubblico non era pronto per un tale
cambiamento. “Penso che Chloe [Zhao] abbia portato un intero
tipo di atmosfera. Sai? Quindi Chloe porta – come hai visto dai
suoi film passati – performance grezze e performance davvero,
davvero toccanti. Non credo che fosse… penso che fosse nuovo. Penso
che fosse solo nuovo. Era nuovo per il mondo Marvel.”
La posizione dell’attore non è da
scartare: Eternals è
un film che ha prodotto un modo di racconto, un tono e un approccio
completamente diverso a ciò a cui ci ha abituato il Marvel Cinematic Universe e forse
il pubblico non era preparato. Resta il fatto che un grande
racconto come quello del MCU ha bisogno di coerenza e quando
questa viene a mancare è comprensibile che si rimanga
destabilizzati.
Il cast di Eternals
comprende Richard Madden, che interpreta l’onnipotente
Ikaris; Gemma
Chan, che interpreta Sersi, amante
dell’umanità; Kumail
Nanjiani, che interpreta Kingo, dotato dei poteri del
cosmo; Lauren Ridloff, che interpreta la
velocissima Makkari; Brian Tyree Henry, che
interpreta l’intelligente inventore Phastos;Salma
Hayek, che interpreta la leader saggia e spirituale
Ajak; Lia McHugh, che interpreta Sprite,
eternamente giovane e al tempo stesso piena di
saggezza; Don Lee, che interpreta il
potente Gilgamesh; Barry Keoghan, che interpreta il solitario
Druig; e Angelina
Jolie, che veste i panni dell’impetuosa guerriera
Thena.Kit
Harington interpreta Dane Whitman.
Lo sceneggiatore di
Avatar: la via dell’acqua, Rick
Jaffa, ha recentemente spiegato che una battaglia spaziale
è stata tagliata dalla sceneggiatura del film. Ambientato 14 anni
dopo che i Na’vi hanno abbattuto la Resources Development
Administration (RDA) in Avatar, il sequel
dell’avventura fantasy racconta di Jake Sully (Sam
Worthington) e di sua moglie Na’vi Neytiri
(Zoe
Saldana) mentre combattono per proteggere la loro
famiglia e la loro casa da una nuova minaccia. La RDA ritorna dalla
parte dei cattivi, dal momento che ha permesso la nascita del
colonnello Miles Quaritch (Stephen
Lang) in versione ricombinante, in un corpo Na’vi in
cui è stata impiantata la mente clonata del soldato. Questa
macchina da guerra guida una squadra d’élite di soldati su Pandora
con l’unico scopo di eliminare Jake.
Con
Avatar: la via dell’acqua che ha superato i 40
milioni al box office italiano e si avvicina ai $ 2 miliardi a
quello worldwide, Jaffa parla con EW e racconta di una scena
tagliata dalla sceneggiatura originale: “C’era un’idea di una
battaglia spaziale con Na’vi. Quell’idea ha avuto molto seguito, e
ne abbiamo parlato molto. Eravamo in difficoltà, però. Come avrebbe
funzionato con la storia che stavamo già raccontando? Jim disse:
“Beh, dammi qualche settimana”. Se n’è andato e ha scritto
un’intera sceneggiatura (comprensiva di quell’idea). E, tra
l’altro, una sceneggiatura brillante. Alla fine, l’intera
sceneggiatura è stata buttata via perché non funzionava davvero con
la storia che stavamo raccontando”.
Avatar: la via dell’acqua ha debuttato il 14
dicembre 2022, e sarà seguito dal terzo capitolo il
20 dicembre 2024. Per il quarto e quinto capitolo,
invece, si dovrà attendere ancora qualche anno: 18 dicembre
2026 e 22 dicembre 2028.
Il cast della serie di film è
formato da
Kate Winslet, Edie Falco,
Michelle Yeoh,
Vin Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver, Joel David Moore,
Dileep Rao e Matt Gerald.
Un nuovo teaser trailer del Marvel Cinematic Universe
mostra nuovi filmati della Fase 5 del MCU. Poiché la Fase
4 si è conclusa con l’uscita di Black
Panther: Wakanda Forever, l’MCU è destinato a passare alla Fase
5, che consiste nella continuazione della saga multiverso in corso
della Marvel. Kang il
Conquistatore è libero e pronto a far precipitare il
multiverso in una guerra eterna che vedrà la distruzione di interi
universi. Il roster inedito dei Vendicatori della Marvel dovrà prepararsi ad
affrontare un cattivo dall’altro lato del multiverso.
Uno scambio chiave in Avengers:
Infinity War rende il Bruce Banner di Mark Ruffalo essenziale per la serie Marvel’s Vision Quest. Secondo quanto riferito,
l’Android Avenger di Paul Bettany sarà uno dei numerosi supereroi
MCU esistenti a ottenere la propria
serie Disney+ nei prossimi anni e
presumibilmente, farà parte dei piani della Marvel per la Multiverse Saga.
Il personaggio ha incontrato la sua
fine per mano di Thanos in Avengers:
Infinity War, ma l’ascesa di White Vision nel finale
di WandaVision offre alla Marvel l’opportunità di mantenere
viva la sua storia nella Fase 5 e oltre. Dopo aver riacquistato i
suoi ricordi nel finale della serie, White Vision
è volato via verso luoghi sconosciuti. Non è stato ancora chiarito
quello che ha fatto da allora, ma l’apparente intenzione della
Marvel di rivisitare il personaggio
con
Vision Quest fornisce alcuni indizi su cosa c’è in
serbo per il sintezoide. Nella versione a fumetti dell’omonima
storia, White Vision – essendo stato recentemente rianimato senza
le sue emozioni – ha intrapreso un viaggio alla scoperta di sé.
Poiché il White Vision del MCU si è trovato nella stessa
situazione, è ovvio che
Vision Quest di Disney+ si atterrà alla stessa
premessa. Se è vero, c’è una buona probabilità che White Vision
venga a cercare Bruce Banner. Infatti, in Avengers:
Infinity War, Banner ha detto a Vision: “La tua
mente è costituita da un complesso costrutto di sovrapposizioni.
J.A.R.V.I.S., Ultron, Tony, io, la Pietra. Tutti mescolati
insieme”. Sembrerebbe che Banner attribuisca una grossa
importanza al ruolo che ha svolto nell’aiutare Iron Man a caricare
J.A.R.V.I.S. nel corpo sintezoide, processo che ha portato alla
nascita di Vision.
Se Banner fa davvero parte di Vision
in qualche modo, allora avrebbe perfettamente senso che
White Vision lo cercasse. Di tutte le cose che
compongono il “complesso costrutto di sovrapposizioni”
nella mente di Vision, Smart Hulk di Mark Ruffalo
è l’unico rimasto ancora in circolazione. La Gemma della Mente è
stata distrutta, Iron Man è morto e Ultron è stato eliminato
diversi anni fa (proprio con l’aiuto di Vision!). E poiché i
ricordi di White Vision sono stati ripristinati,
lui dovrebbe essere ben consapevole del coinvolgimento di
Bruce Banner nella sua origine. Se Vision intende
sviluppare una comprensione approfondita di chi è veramente,
parlare con Banner sarebbe un logico passo successivo per lui nella
sua storia dell’MCU.
L’incontro con Banner potrebbe
essere un incontro illuminante per White Vision,
che attualmente è molto lontano dal diventare il Vendicatore che
era la sua versione precedente. Banner non solo può offrire una
prospettiva sul lato scientifico della questione, ma è anche una
delle poche persone che potrebbero essere in grado di connettersi
al personaggio di Paul Bettany a livello
personale. Dopotutto, Banner è un altro Vendicatore e non ce ne
sono molti ancora disponibili in giro. Attraverso di lui,
White Vision potrebbe essere in grado di capire
perché la Visione originale è diventata un Vendicatore e cosa
significava esattamente per lui.
Dopo il grande successo delle prime
due stagioni, ecco in arrivo The Mandalorian 3, del quale vi
mostriamo il primo trailer, presentato durante la partita di
Monday Night Football Wild Card tra i
Dallas Cowboys e i Tampa Bay Buccaneers.
La seconda stagione di
The
Mandalorian si è conclusa con Din Djarin
(Pedro
Pascal) che ha detto addio a Grogu e lo ha lasciato
alle cure di
Luke Skywalker (Mark Hamill), ma abbiamo
rivisto i personaggio nella serie The
Book ofBoba
Fett, dove Mando si è riunito con il suo adorabile
compagno di viaggio. e partì per il suo pianeta natale di
Mandalore. Una sinossi piuttosto vaga della terza stagione e stata
diffusa e riporta quanto segue: “I viaggi del Mandalorian
attraverso la galassia di Star
Wars continuano”, si legge. “Un tempo
cacciatore di taglie solitario, Din Djarin si è riunito a Grogu.
Nel frattempo, la Nuova Repubblica lotta per allontanare la
galassia dalla sua oscura storia.” “Il Mandaloriano incontrerà
vecchi alleati e si farà nuovi nemici mentre lui e Grogu continuano
il loro viaggio insieme.”
Questo in realtà non ci dice molto,
ma il primo teaser ha confermato che Djarin e Grogu incontreranno
di nuovo Bo-Katan Kryze (Katee Sackhoff), quindi diremmo che è
probabile un duello per il diritto di impugnare la Darksaber si
ripresenterà!
Nel panorama cinematografico
nostrano Gina Lollobrigida, la famosa
Bersagliera, è considerata una vera e propria diva
italiana, al pari di Sofia Loren e Virna Lisi, per citarne alcune.
Il suo carisma e la sua versatilità le hanno permesso, nel corso
degli anni, di lasciare una firma indelebile nell’universo della
settima arte, rendendola non solo una protagonista iconica e
affascinante, ma anche una star
internazionale.
Basti pensare che la Lollobrigida,
dopo essersi affermata come attrice in seguito ad alcuni ruoli nei
popolari film operistici del dopoguerra, è stata diretta da registi
di grande fama fra cui Vittorio De Sica, Mario
Soldati, Pietro Germi sul versante
italiano e, fra gli altri, da Vincent Sherman,
John Huston e King Vidor sul
versante americano.
Seppur oggi il cinema pianga una
stella, la sua eredità artistica, costellata di numerosi successi e
vittorie, resta un immenso dono per il settore culturale, oltre a
essere una stella che rimarrà immortale. Fra le tante pellicole a
cui la Lollobrigida ha preso parte, spiccano anche molti premi e
statuette, e tra questi si possono annoverare un Henrietta Award,
7 David di Donatello, 2 Nastri
d’argento e una stella sulla Hollywood Walke of
Fame.
Nonostante la sua carriera nel
cinema abbia avuto un arresto negli anni Novanta, le opere
diventate cult in cui lei ha avuto un ruolo di rilievo non sono
poche, e alcune di queste possono definirsi intramontabili. Di
seguito perciò i migliori film di Gina
Lollobrigida, in memoria di una stella che non si spegnerà mai.
Pane, amore e fantasia
Pane, amore e fantasia,
diretto da Luigi Comencini e uscito in Italia il
22 dicembre del ’53, è il film che ha consacrato Gina
Lollobrigida come attrice nel panorama cinematografico,
tanto da vincere uno dei due Nastri d’argento. La storia ruota
attorno ad un maresciallo dei Carabinieri, interpretato da Vittorio
de Sica, che si trasferisce nel paese immaginario di Sagliena e fa
la conoscenza di una bellissima fanciulla, Maria de Ritis (la
Lollobrigida) chiamata “La Bersagliera”, della quale si innamora
perdutamente.
Il personaggio della Lollobrigida
non solo diventa iconico, ma era anche ispirato a Lucia Travaglini,
una donna che nel primo Novecento fece innamorare molti uomini
grazie alla sua avvenenza ma che poi, alla fine, si sposò uno degli
uomini più poveri di Palena, luogo di nascita del regista.
La donna più bella del mondo
La pellicola, diretta da
Robert Z. Leonard, ricostruisce in forma romanzata
la storia della cantante lirica Lina Cavalieri, vissuta fra
l’Ottocento e il Novecento, interpretata da Gina
Lollobrigida. Il biopic della Cavalieri valse il primo
David di Donatello all’attrice, proprio l’anno in cui il premio fu
istituito. Il film uscì il 21 ottobre del 1955.
Trapezio
La pellicola diretta da
Carol Reed e tratta dall’omonimo romanzo nato
dalla penna di Max Catto, è stata la seconda esperienza americana
della Lollobrigida. La trama si incentra su Mike Ribble
(Burt Lancaster), che dopo un incidente con il
trapezio in uno spettacolo del circo smette di esibirsi a causa del
suo essere claudicante.
Quando incontra Orsini, giovane
trapezista che vuole farsi insegnare il triplo salto mortale,
Ribble decide di seguirlo per esibirsi insieme a lui, fino a quando
fra i due non si insinua un’altra trapezista, Lola, per l’appunto
Gina Lollobrigida, che farà nascere un triangolo amoroso. Il film
uscì il 30 marzo del ’56.
Torna a settembre
Torna a settembre è una pellicola
americana diretta da Robert Mulligan grazie a cui
la Lollobrigida vinse un Henrietta Award come migliore attrice. Il
film uscì negli Stati Uniti il 9 agosto del ’61, distribuito dalla
Universal Picture e racconta di un miliardario americano, Robert
Talbot (Rock Hudson), il quale è solito passare il
mese di settembre in una villa nei dintorni di Firenze assieme ad
una ragazza romana, Lisa Helena Fellini (Gina
Lollobrigida). Un anno però Talbot arriva in anticipo e lì
scopre che la sua amata sta per sposarsi.
Buonasera, Mrs. Campbell
Il film, diretto da Melvin
Frank, vede Gina Lollobrigida vestire i
panni della protagonista Carla Campbell, grazie alla cui
interpretazione vinse anche un David di Donatello. Le riprese
furono girate all’interno di Cinecittà, a Roma, mentre altre
sequenze ad Ariccia, presentata con il nome di fantasia di San
Fiorino.
La storia ruota attorno ad una donna
italiana, Carla, che durante la guerra partorisce una bambina di
nome Gia, nata da una relazione avuta con tre militari americani. I
tre uomini, non sapendo di avere dei rivali, credono di essere
ognuno di loro il padre della bambina, e così Carla se ne
approfitta facendosi mantenere per vent’anni e fingendosi nel
frattempo vedova. La pellicola uscì nel dicembre del ’68.
Empire Magazine e
James
Gunn hanno diffuso una nuova immagine di Guardiani
della Galassia Vol. 3 che vede protagonista Adam
Warlock, con il volto di Will Poulter. Una delle aggiunte più attese
del film di chiusura della saga dei Guardiani è senza dubbio il
personaggio “cosmico” dei fumetti Marvel, annunciato molto tempo fa,
in una delle scene post credits di Guardiani della Galassia Vol.
2e ora finalmente realtà. Cosa ve ne pare del
look del personaggio?
In Guardiani
della Galassia Vol. 3, la nostra amata banda di
disadattati ha un aspetto un po’ diverso rispetto a quanto visto
fino a questo momento. Peter Quill, ancora sconvolto dalla perdita
di Gamora, deve radunare la sua squadra attorno a sé per difendere
l’universo e proteggere uno di loro. Una missione che, se non
completata con successo, potrebbe portare alla fine dei Guardiani
come li conosciamo.
Netflix ha già annunciato l’arrivo di una
seconda stagione della serie di successo Mercoledì. Tuttavia,
la star Jenna Ortega non ha ancora visto molto di ciò
che è stato pianificato. Parlando con Variety, a Ortega è stato
chiesto se avesse visto qualcosa della prossima stagione. L’attrice
ha ammesso di non saperne molto, aggiungendo però ch crede che la
stanza degli scrittori si stia riunendo proprio in questo
periodo.
“Non ho visto niente e non so niente“, ha detto
Ortega. “Sento che a volte come attore, ti viene
semplicemente detto cosa fare. Lo sto aspettando, penso che stiano
appena iniziando a mettere insieme una stanza degli scrittori,
quindi … forse presto.”
Dopo essere diventato un grande
successo per lo streamer, Netflix ha annunciato
che la serie
sarebbe tornata per una seconda stagione la scorsa settimana.
Il successo di Jenna Ortega è diventato la seconda serie in
lingua inglese più popolare di Netflix con 1,237 miliardi di ore
visualizzate nei primi 28 giorni.
Mercoledì,
prodotto da MGM Television, continua ad avere un clamoroso impatto
culturale in diversi ambiti: dall’intrattenimento al web, dalla
musica alla moda, passando per la cosmesi.
Da quando la serie ha
debuttato a novembre 2022:
Mercoledì
è ora una delle serie di maggior successo di sempre su Netflix. Si
colloca al secondo posto nella classifica dei prodotti TV più
popolari (in lingua inglese) con 1,237 miliardi di ore visualizzate
nei primi 28 giorni.
Più di 182 milioni di famiglie
hanno visto la serie dal suo debutto.
Mercoledì
ha superato il miliardo di ore di visualizzazioni solo tre
settimane dopo il debutto, unendosi a Stranger Things 4 e Squid
Game come terzo titolo a raggiungere questo traguardo nei suoi
primi 28 giorni.
La serie ha battuto il record per
il maggior numero di ore visualizzate in una settimana per una
serie TV in lingua inglese su Netflix – non una, ma due volte –
quando ha debuttato al primo posto con un record di 341,23 milioni
di ore visualizzate, e di nuovo nella sua seconda settimana con
l’incredibile cifra di 411,29 milioni di ore visualizzate.
Ad oggi, Mercoledì è
stata sei settimane consecutive con oltre 100 milioni di ore
visualizzate nella classifica dei prodotti TV più popolari (in
lingua inglese): un altro record!
Su TikTok, #WednesdayAddams ha
accumulato oltre 22 miliardi di visualizzazioni.
La colonna sonora di Mercoledì
ha raggiunto il primo posto nella classifica delle colonne sonore
di iTunes, dove è rimasta nella Top 10 per tre settimane. MercoledìAddams
ha ora oltre 1 milione di follower su Spotify.
Su Spotify, “Goo Goo Muck” dei The
Cramps ha registrato un aumento dello streaming di oltre il 9500%
rispetto al mese precedente l’uscita della serie.
L’iconica scena del ballo di
Mercoledì
è diventata virale sui social media di tutto il mondo. I contenuti
generati dai fan che utilizzano “Bloody Mary” di Lady Gaga hanno
portato a un aumento dello streaming di oltre il 1800% della
canzone su Spotify rispetto al mese precedente l’uscita della
serie. Anche Lady Gaga si è unita al divertimento.
Con oltre 80 milioni di
visualizzazioni, i fan non ne hanno mai abbastanza della reazione
del cast all’iconico video della scena del ballo.
Il trucco virale di Mercoledì
è stato cercato e visto oltre 100 milioni di volte dai fan su
TikTok.
I
prodotti di Mercoledì
sono molto richiesti con articoli selezionati esauriti presso
rivenditori come Hot Topic, MAC e Cakeworthy.
Dal questa sera, 16 gennaio in
esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW arriva l’attesissima
The
Last of Us, basata sull’omonimo videogioco acclamato
dalla critica sviluppato da Naughty Dog in esclusiva per le
piattaforme PlayStation. Con un episodio a settimana, la serie
andrà su Sky Atlantic e su NOW tutti i lunedì in contemporanea
assoluta con la messa in onda di HBO, alle 3 del mattino e poi alle
21.15. Dal 23 gennaio andrà in onda in italiano. Gli episodi
saranno disponibili on demand.
Già apprezzatissima dalla critica
internazionale e italiana, la serie racconta una storia che si
svolge vent’anni dopo la distruzione della civiltà moderna. Joel,
un sopravvissuto, viene incaricato di far uscire Ellie, una
ragazzina di 14 anni, da una zona di quarantena sotto stretta
sorveglianza. Un compito all’apparenza facile che si trasforma
presto in un viaggio brutale e straziante, poiché i due si
troveranno a dover attraversare gli Stati Uniti insieme e a
dipendere l’uno dall’altra per sopravvivere.
Nel cast Pedro Pascal nel ruolo di Joel e l’astro
nascente britannico Bella Ramsey nel ruolo di Ellie. Gabriel Luna è Tommy, Anna Torv interpreta Tess, l’attrice
britannica Nico Parker è Sarah. Murray Bartlett veste i panni di
Frank, Nick Offerman quelli di Bill, Storm Reid è Riley, Merle
Dandridge è Marlene. Il cast include anche Jeffrey Pierce nel ruolo
di Perry, Lamar Johnson in quello di Henry, Keivonn Woodard nel
ruolo di Sam, Graham Greene nel ruolo di Marlon, Elaine Miles nel
ruolo di Florence. E con Ashley Johnson e Troy Baker.
La serie è scritta da Craig Mazin
(Chernobyl)
e Neil Druckmann (il videogioco The Last Of Us) che ne sono anche i produttori
esecutivi. The Last Of Us è una co-produzione Sony
Pictures Television con Carolyn Strauss, Evan Wells, Asad
Qizilbash, Carter Swan, e Rose Lam come produttori esecutivi. La
serie è prodotta da PlayStation Productions, Word Games, The Mighty
Mint, e Naughty Dog.
Il trailer della terza stagione di
Superman
& Lois è stato rilasciato prima del ritorno della
serie negli USA su The CW il 14 marzo. Il nuovo
contributo video ci dà una buona occhiata a Clark Kent di Tyler Hochlin e Lois Lane di Elizabeth Tulloch
e alla posta in gioco dell’ultima stagione. Dai un’occhiata
al trailer della terza stagione di Superman &
Lois qui sotto:
Superman
& Lois è interpretato da Tyler
Hoechlin nei panni di Clark Kent/Superman,
Elizabeth Tulloch nei panni di Lois Lane e
Alexander Garfin nei panni di Jordan Kent. La
serie comprende anche Dylan Walsh nei panni del
generale Lane, Emmanuelle Chriqui nei panni di
Lana Lang-Cushing, Erik Valdez nei panni di Kyle
Cushing, Inde Navarette nei panni di Sarah Cushing e Wolé Parks nei
panni di John Henry Irons.
“La serie vede la coppia tornare a
Smallville per gestire alcuni affari della famiglia
Kent. Clark e Lois ritrovano Lana Lang, un’ufficiale di
prestito locale che è anche il primo amore di Clark, e suo marito
Kyle Cushing, capo dei pompieri”, si legge nella sinossi
ufficiale. “Gli adulti non sono gli unici a riscoprire vecchie
amicizie a Smallville mentre i figli di Kent ritrovano la
conoscenza della figlia ribelle di Lana e Kyle, Sarah. Non c’è
mai un momento di noia nella vita di un supereroe, specialmente con
il padre di Lois, il generale Samuel Lane, che cerca Superman per
sconfiggere un cattivo o salvare la situazione in un
attimo. Nel frattempo, il ritorno di Superman e Lois
nell’idilliaca Smallville è destinato a essere sconvolto quando un
misterioso sconosciuto entra nelle loro vite.
Superman
& Lois è stato creato e scritto
dal produttore esecutivo di The
Flash Todd Helbing. È prodotto esecutivamente dal
creatore dell’universo DC TV Greg Berlanti, Sarah Schechter e Geoff
Johns attraverso il loro banner Berlanti Productions.
Il finale del recente film
horror di BlumhouseM3GAN non
ha preso in giro un sequel, ma ha lasciato le cose abbastanza
aperte da poterne realizzare uno. Secondo la star Allison Williams, lavorare su un’altra puntata
sarebbe fantastico.Parlando
conVariety,
a Williams, che ha recitato nel film insieme a
Violet McGraw, è stato chiesto del potenziale per
un sequel, a cui il regista Gerad Johnstone ha
detto di essere interessato. Secondo la Williams, il cast si chiedeva cosa potesse
accadere in un sequel durante le riprese, ma ha ammesso di essere
solo felice che le persone vogliano già di più del primo
film!
“Mentre lo fai, non puoi
fare a meno di chiederti: ‘Se dovessimo farne di più, quali
sarebbero?‘ Gran parte di ciò che facciamo è al
servizio delle persone che lo guardano“, ha affermato Williams. “Quindi penso che l’idea che le
persone vogliano di più e siano in grado di offrire sia così
meravigliosa.”Allison Williams ha continuato dicendo che è
semplicemente “grata” che le persone abbiano abbracciato il film
fin dall’inizio, e ha notato che se un sequel verrà mai realizzato,
sarebbe “davvero divertente” e vorrebbe capire come
possono mantenere le aspettative così alte e sorprendenti come nel
primo film.
“Sono così grato che
tutto sia andato come è andato, dal trailer che è uscito e le
persone l’hanno davvero abbracciata, le persone che sono uscite e
hanno sostenuto il film, lo hanno visto e sono tornate con i loro
amici”, ha detto Williams. “Il fatto che vogliano di
più è fantastico. Sarà davvero divertente se riusciamo a
lavorarci su, per capire come possiamo zigzagare attorno alle
aspettative di ciò che sarebbe e cercare di mantenere le cose
sorprendenti fornendo anche i motivi per cui le persone vogliono di
più nel primo luogo.”
M3GAN è ora
disponibile per la visione nei cinema. Dalle menti più prolifiche
dell’horror – James Wan, il regista dei franchise Saw, Insidious e
The Conjuring, e Blumhouse, il produttore dei film Halloween, The
Black Phone e The Invisible Man – arriva un nuovo volto del
terrore.
M3GAN
è diretto da Gerard Johnstone (Housebound) da una
sceneggiatura scritta da Akela Cooper (Malignant, The
Nun 2) e basata su una storia di Akela Cooper e James Wan.
Il film è interpretato da Allison Williams, Violet McGraw, Ronny
Chieng, Brian Jordan Alvarez, Lori Dungey e Stephane
Garneau-Monten. “M3GAN
è una meraviglia dell’intelligenza artificiale, una bambola
realistica programmata per essere la più grande compagna di un
bambino e la più grande alleata di un genitore”, si legge nella
sinossi. “Progettato dalla brillante robotica dell’azienda di
giocattoli Gemma, M3GAN può ascoltare, guardare e imparare mentre
diventa amica e insegnante, compagna di giochi e protettrice, per
il bambino a cui è legata.
Prodotto da Jason
Blum e James Wan, M3GAN è diretto dal pluripremiato regista Gerard
Johnstone (Housebound), sceneggiatura di Akela Cooper (Malignant,
The Nun 2) basata su una storia di Akela Cooper e James Wan. Il
film è interpretato anche da Ronny Chieng (Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli), Brian Jordan Alvarez (Will & Grace), Jen Van
Epps (Cowboy Bebop), Lori Dungey (Il Signore degli Anelli: La
Compagnia dell’Anello, edizione estesa) e Stephane Garneau-Monten
(Straight Forward). Universal Pictures e Blumhouse
presentano una produzione Atomic Monster in associazione con
Divide/Conquer. I produttori esecutivi del film sono Allison
Williams, Mark Katchur, Ryan Turek, Michael Clear, Judson Scott,
Adam Hendricks e Greg Gilreath.
Ha floppato rumorosamente negli
Stati Uniti, ma Babylon,
il nuovo film di Damien
Chazelle, è pronto ad uscire anche in Italia, alla
“ricerca di un suo pubblico“, come ha detto lo stesso
regista, che ha incontrato la stampa romana per raccontare il suo
punto di vista su questo progetto così denso e vasto che ha tanto
indignato la stampa estera.
Babylon
mostra una Hollywood che non c’è più, eccessiva e volgare, violenta
e morbosa, ma anche estremamente vivace e vitale, totalmente
libera. E per Chazelle proprio quella libertà è il
prezzo più caro che l’industria del cinema ha pagato per diventare
una forma d’arte riconosciuta.
Damien Chazelle rivendica la
libertà dei primordi del cinema
“Oggi, a Hollywood è
andata perduta la libertà ed è comprensibile, perché la libertà a
cui faccio riferimento io è quella che c’era nei primissimi giorni
della storia del cinema. Lo vediamo e lo riscontriamo nei film muti
che vediamo raccontati e rappresentati in questo film. È un
fenomeno intrinsecamente legato al fatto che Hollywood all’epoca
fosse qualcosa di completamente nuovo. Il cinema era considerato
una forma d’arte volgare, e forse nemmeno era considerato una forma
d’arte e la società guardava a Los Angeles come la frontiera del
Selvaggio West dove questi pionieri si creavano le proprie regole e
facevano ciò che volevano.
È stata una vera
esplosione di possibilità artistiche, possibilità che all’epoca si
potevano sfruttare, ma era inevitabile che questa fiamma creativa
si affievolisse ad un certo punto e che venisse sostituita da
qualcos’altro. Io credo che oggi abbiamo molto da imparare da
quella Hollywood: il mondo di oggi è conformista, moralista e
puritano e, secondo me, in questo periodo è compito degli artisti
respingere tutta questa morale e andare a rivendicare quella
libertà che è stata repressa. Questa storia racconta anche questo,
e lo fa in maniera evolutiva perché ho cominciato a scriverla 15
anni fa e in questo periodo Hollywood è cambiata tanto, e non
purtroppo in meglio.“
Questa grande vitalità è raccontata
attraverso una serie di generi che partono con la commedia e il
musical, perfettamente incarnati nella selvaggia sequenza iniziale
della festa nel deserto. Successivamente, mentre il tono di
Babylon
rallenta, si arriva a toccare generi molto diversi, fino a sfociare
nel dramma puro e quasi nel film dell’orrore. Per Damien Chazelle
questa era un’intenzione sin dal primo momento.
Un viaggio attraverso i
generi
“Credo che fin
dall’inizio, da quando è nato il seme del film c’era l’idea che la
storia si sarebbe trasformata in un’altra storia, in termini di
genere e di stile. Era un modo per riflettere la condizione in cui
si trovava quella società e quindi l’idea principale è stata quella
di passare dalla commedia alla tragedia. Mi sono reso conto man
mano che scrivevamo la sceneggiatura che quello che avevamo in
partenza, questo altissimo livello di esuberanza, si dovesse poi
trasformare in tragedia e dalla tragedia siamo arrivati ai toni
horror della sequenza nell’ultima parte. Abbiamo raccontato l’apice
del divertimento contrapposto alla tragedia, alla caduta, tutto
questo passando per il tentativo di arrivare alle stelle. Per poi
arrivare nella conclusione, ambientata negli anni ’50, che
rappresenta la sintesi e il significato di quello che volevo
raccontare.”
Nonostante lo scopo fosse così
nobile e universale, l’accoglienza negli Stati Uniti è stata molto
tiepida, e anche il pubblico non è stato molto partecipativo, tanto
che gli incassi sono stati veramente desolanti. Tuttavia, pare che
Damien Chazelle fosse pronto a questa evenienza e che, secondo lui,
Babylon
sta ancora cercando il suo pubblico, che forse potrebbe essere
quello europeo.
“Sapevo che il film
avrebbe suscitato determinate reazioni. La base della mia idea era
quella di dare fastidio alle persone, di farle arrabbiare, era la
mia aspettativa: realizzare un film che fosse controcorrente,
tant’è vero che ci è voluto tanto tempo a finanziarlo e a
sostenerlo. Siamo stati fortunati, sono estremamente grato alla
Paramount perché, pur sapendo che sarebbe stato un film che avrebbe
generato una polarizzazione delle opinioni, ha creduto lo stesso
nel progetto, lo ha finanziato e lo ha sostenuto, e non ha mai
esercitato nessuna pressione, non mi ha mai messo in condizione di
dover scendere a compromessi.
Un film in cerca del suo
pubblico
Per me è stato
importante perché mi sono sentito libero e protetto, sono stato
felice di non dover attenuare o filtrare niente di ciò che volevo
raccontare, anche perché in caso contrario non avrei mai accettato
di farlo. Mi rendo conto che è uno shock, ma era importante che lo
fosse, volevo scavare in profondità, perché sono fin troppi oggi i
film che parlano della vecchia Hollywood celebrandola ma guardando
solo la facciata.“
“L’unica speranza è
che questo film possa trovare il suo pubblico – ha poi
proseguito – e che, qualsiasi cosa succeda, possa suscitare
dibatti e discussione, che possa risvegliare gli animi, non
semplicemente scivolare via in maniera tranquilla. L’idea che avevo
era quella di fare rumore. Ora il film non è più mio, una volta che
è uscito diventa di chi lo guarda. Io ho fatto quello che sentivo
di dover fare, ho portato questo film nel mondo, e ora tocca al
mondo giudicarlo e accoglierlo.”
La volontà di guardare dietro alla
facciata di Hollywood
Per fare rumore e per “dare
fastidio” alle persone, Damien Chazelle ha scelto
la via dell’eccesso, della volgarità, della sgradevolezza, perché
quello è ciò che Hollywood era e quello è ciò che Hollywood ha
sempre nascosto:
“Credo che sia
importante mostrare quello che Hollywood sia fin troppo brava a
nascondere. All’epoca del film il cinema non godeva del rispetto e
del prestigio di cui gode oggi, era visto come qualcosa di basso,
volgare e pornografico, ed era parte del DNA anche dei film, di
mostrare la volgarità e lo ‘sporco’, in mancanza di un altro
termine, per essere all’altezza della cattiva reputazione di cui
godeva. Già nel titolo che ho scelto, Babylon,
è insita questa idea di qualcosa che nasceva dal vizio, e che era
spesso e definita con termini biblici, Sodoma e Gomorra, o la
stessa Babilonia, erano i nomi riservati al luogo di nascita di
un’industria completamente nuova che cercava di rivendicare il suo
status, un’industria che veniva fondata da criminali, reietti,
personaggi ai margini della società che avevano costruito qualcosa
nel mezzo del nulla.
Era folle la stessa
idea di andare a costruire una città in mezzo al deserto e c’è da
dire che anche le cose più estreme che vedete nel film sono state
attenuate e ammorbidite, perché se avessimo dovuto rappresentare la
realtà per quello che era all’epoca, vi assicuro che non saremmo
mai riusciti a realizzare il film. Persone nate povere,
improvvisamente si sono trovate a possedere più soldi di quanti ne
avesse chiunque al mondo.”
E in questo delirio di eccessi e
nefandezze, ma anche sogni e speranze, affondano le radici di
Babylon,
il film più rischioso di Damien Chazelle e anche
l’unico, a oggi, che ha ricevuto una tiepida accoglienza da parte
di stampa e pubblico. Quello che accadrà da noi in Italia però è
ancora da scrivere, e potremo cominciare a leggerlo a partire dal
19 gennaio, quando il film arriverà nelle nostre sale distribuito
da Eagle Pictures.
L’episodio 1 della serie di
The
Last of Us della HBO apre la porta
all’attesissima serie, basata sull’omonimo videogioco e co-creata
da Craig Mazin di Chernobyl e dall’autore
e regista di entrambi i
giochi di The Last of Us, Neil Druckmann. La
serie racconta la storia di Joel ed
Ellie, che devono viaggiare attraverso il
paesaggio infestato degli Stati Uniti post-apocalittici e
annientati da una pandemia, per scopi più grandi di quanto entrambi
potessero immaginare.
Il primo episodio della serie HBO
si svolge in due diversi periodi temporali. Passiamo dal 2003, anno
dello scoppio dell’infezione da Cordyceps, al 2023, quando
troviamo Joel vivere nella zona di quarantena di Boston. Ci viene
mostrato il primo incontro tra Joel ed
Ellie, con l’inclusione di elementi già noti ma
anche inediti rispetto al gioco originale. Ecco tutto quello che
c’è da sapere sull’episodio 1 della serie HBO, in particolare sul
suo finale drammatico e sulle indubbie ramificazioni che questo
avrà in futuro.
Attenzione: l’articolo
contiene spoiler su The Last Of Us 1×01!
Ellie è immune in The Last Of
Us?
The
Last of Us si conclude con una rivelazione di
proporzioni enormi. All’inizio, né Tess né Joel sanno perché
Ellie (Bella
Ramsey) sia così importante per le
Luci e Marlene. Tuttavia, il
finale dell’episodio 1 della serie si conclude con Ellie che viene
scansionata per l’infezione da Cordyceps da un agente della FEDRA
prima che Joel – interpretato da Pedro Pascal – lo picchi a morte.
Tess (Anna Torv) si rende conto
che lo scanner è risultato rosso, il che significa che
Ellie è infetta. Dopo una breve crisi di panico,
Ellie rivela il suo morso a Joel
e Tess e afferma che è vecchio di tre settimane, cosa che si
pensava impossibile visto che di solito gli infetti iniziano a
trasformarsi entro un giorno dall’infezione.
Ellie è dunque
apparentemente immune all’infezione da Cordyceps. Questo spiega
quanto le Luci e Marlene abbiano
fatto per tenere Ellie al sicuro e perché Joel e
Tess siano stati ingaggiati per portarla fuori dalla città. Questo
è l’elemento centrale della trama del gioco originale di The
Last of Us, così come dell’adattamento, e guiderà la
storia fino all’episodio 2 della serie.
Dove Joel e Tess stanno portando
Ellie (e perché)
Joel e
Tess sono stati ingaggiati da
Marlene per portare Ellie fuori
dalla città dalle Luci nell’ultimo atto dell’episodio 1 di The
Last of Us. Marlene è rimasta ferita in un
combattimento e Joel e Tess sono stati incaricati di portare Ellie
fuori dalla zona di quarantena di Boston, alla
Massachusetts State House, per incontrarsi con la squadra di
Luci di Marlene. Queste
porteranno poi Ellie a ovest per tentare di
raggiungere una cura per l’infezione da Cordyceps attraverso la sua
immunità.
Il significato della canzone
“Never Let Me Down Again” alla radio
Una delle inquadrature
finali dell’episodio 1 di The Last of
Us è quella della radio di Joel, che viene
utilizzata come segnale per altri due contrabbandieri di nome Frank
e Bill, il primo interpretato da Murray Bartlett e
il secondo da Nick Offerman nella serie. La radio
trasmette una canzone del 1987, “Never Let Me Down Again”
dei Depeche Mode. All’inizio dell’episodio, Ellie
inganna Joel e gli rivela che se sente suonare una canzone degli
anni ’80, significa che Bill e Frank hanno incontrato un pericolo
nei loro luoghi sconosciuti.
Ciò significa che se The
Last of Us dovesse continuare a seguire fedelmente la
trama gioco, Joel andrà incontro al pericolo quando visiterà la
città di Bill e Frank. Poiché il
finale dell’episodio 1 della serie mostra Joel,
Tess ed Ellie che si dirigono
verso la degradata Boston accompagnati da “Never Let Me Down
Again“, è chiaro che la canzone preannuncia problemi
all’orizzonte. Questo aspetto sarà probabilmente esplorato negli
episodi 3 o 4 di The
Last of Us, se consideriamo la timeline del gioco e la
conclusione dell’episodio 1 della serie.
Dov’è Tommy e cosa gli è
successo?
Uno dei fili conduttori
principali dell’episodio 1 di The Last of
Us della HBO, dopo il salto temporale al 2023,
era la ricerca di Tommy da parte di
Joel. Nel 2003, Tommy e Joel lavoravano insieme e
il primo aveva aiutato il secondo e Sarah a sfuggire all’epidemia.
Dopo il salto temporale, però, Tommy non si trova
più a Boston con Joel. Anche se Joel e Tommy si tengono vagamente
in contatto attraverso una torre radio, Tommy non ha risposto in
tre settimane, il che ha portato Joel a voler
cercare Tommy per garantire la sua sicurezza.
L’episodio 1 di The
Last of Us fornisce alcuni indizi sulla posizione
di Tommy e su cosa gli sia successo, soprattutto
nella scena in cui Joel incontra
Marlene – un altro personaggio tratto dal gioco –
e gli viene detto di portare Ellie alla State
House. Dopo aver affermato che il compito di Marlene è quello di
sapere le cose, Joel replica: “Sapere le cose? Sei tu la causa, hai
messo mio fratello contro di me”. Questo insinua che
Tommy si sia unito alle Luci tra il 2003 e il
2023, cosa su cui Joel non è d’accordo. Per quanto riguarda la
posizione di Tommy, tutto ciò che si sa è che si
trova da qualche parte a ovest di Boston.
Come l’episodio 1 di The Last Of
Us si colloca rispetto al gioco
Per quanto riguarda il
confronto tra l’episodio 1 di The
Last of Us e il gioco, non ci sono molte
differenze. Possiamo citare una piccola modifica alla linea
temporale, che potrebbe anche introdurre il Re dei
Ratti di The Last of Us Part II, dato che il lasso di
tempo in cui si svolgono gli eventi è compreso tra il 2003 e il
2023 anziché il 2013 e il 2033. A parte questo, gli unici
cambiamenti reali sono espansioni relativamente ridotte. La scena
d’apertura, ad esempio, include una sorta di preludio all’epidemia
di Cordyceps e collega l’infezione a un problema del mondo reale,
fornendoci maggiori spiegazioni rispetto al gioco.
Altre aggiunte includono un maggior
tempo sulla scena per Sarah, che seguiamo nel
corso di tutta la sua giornata nel 2003 prima dell’epidemia,
piuttosto che soltanto la sera in cui esplode il contagio. Inoltre,
la vita di Joel nella zona QZ di Boston viene
sviluppata maggiormente, mentre la sua ricerca di
Tommy non era presente nel gioco. Sebbene
l’episodio 1 di The Last of
Us contenga altre aggiunte al mondo del gioco,
questi sono i cambiamenti principali che riguardano la storia e i
personaggi, mentre gli altri elementi si limitano ad aggiungere
qualcosa a ciò che era già presente nel gioco originale.
La nuova serie originale italiana
targata Disney+, The Good
Mothers, sarà in concorso nella sezione
“Berlinale Series” alla 73° edizione del
Festival Internazionale del Cinema di Berlino. La serie è
candidata al “Berlinale Series Award”, premio istituito quest’anno
e il primo dedicato alla serialità nella storia del Festival.
La serie che arriverà prossimamente su Disney+ e che racconta la
‘Ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno
osato sfidarla.
The Good
Mothers è interpretata da Gaia
Girace (L’amica
geniale) nel ruolo di Denise Cosco, Valentina
Bellè (Catch-22, I
Medici) nei panni di Giuseppina Pesce, Barbara
Chichiarelli (Suburra – La
serie, Favolacce) in quelli di Anna
Colace, Francesco
Colella (ZeroZeroZero, Trust) in quelli di Carlo
Cosco, Simona Distefano (Il
Traditore) nel ruolo di Concetta Cacciola, Andrea
Dodero (Non odiare) in quello di Carmine e
conMicaela
Ramazzotti (La pazza gioia, La
prima cosa bella) nel ruolo di Lea Garofalo.
The Good
Mothersè un’opera corale e sfaccettata che
racconta la storia vera di tre donne, cresciute all’interno
dei più feroci e ricchi clan della ‘Ndrangheta, che
decidono di collaborare con una coraggiosa magistrata che lavora
per distruggerla dall’interno. Queste donne dovranno quindi
combattere contro le loro stesse famiglie per il diritto di
sopravvivere e di costruire un nuovo futuro per se stesse e per i
loro figli.
Basato sull’omonimo bestseller del
giornalista Alex Perry, premiato dalla
Foreign Press Association, e adattato per lo schermo
da Stephen Butchard (Bagdad Central, The Last
Kingdom), nominato ai BAFTA, il progetto vede
la regia di Julian Jarrold, nominato ai BAFTA e agli
Emmy (The
Crown, Becoming Jane) e della
premiata Elisa Amoruso (Sirley, Chiara
Ferragni: Unposted) ed è prodotto da House Productions
(Sherwood, Il prodigio) e Wildside (L’amica
geniale, Anna), una società del gruppo Fremantle.
La storia racconta di una giovane e
brillante pm, Anna Colace, che ha l’intuizione di attaccare
la ‘Ndrangheta facendo leva sulle sue donne, le mogli e le
madri dei boss, figure da sempre marginalizzate con oppressione e
violenza dal sistema estremamente patriarcale dell’organizzazione
criminale. L’indagine di Anna inizia con l’agghiacciante scomparsa
di Lea Garofalo, che aveva testimoniato contro il marito Carlo
Cosco per sfuggire alla sua morsa e iniziare una nuova vita con la
figlia Denise. Man mano che Anna si addentra nel torbido mondo
della ‘Ndrangheta, scopre le potenti storie di Giuseppina
Pesce e Concetta Cacciola, due donne molto diverse ma
legate dall’esperienza di aver vissuto un’esistenza oppressiva e
soffocante e dallo stesso desiderio e impulso di scappare per
garantire a se stesse e ai propri figli un futuro migliore.
I produttori esecutivi
di The Good Mothers sono Juliette
Howell, Tessa Ross e Harriett Spencer per House
Productions e Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per
Wildside, una società del gruppo Fremantle.
Trailer ufficiale del film
Decision to
Leave, l’ultimo film dell’acclamato regista sudcoreano
Park Chan-wook che arriverà nelle sale italiane dal 2
Febbraio distribuito da Lucky Red.
Applaudito al Festival
di Cannes, dove è stato premiato per laMiglior
Regia,“Decision to
Leave” è anche stato candidato dalla Cor ea per la
corsa agli Oscar come Miglior Film Internazionale,
rientrando nella short list annunciata il 21 dicembre, e ha
ricevuto una nomination come Miglior Film Straniero ai Golden
Globes 2023.
Lontano dai toni della trilogia
della vendetta che hanno fatto conoscere al mondo intero Park
Chan-wook, il nuovo film del cineasta sudcoreano è un thriller
dal tocco noir, che riesce a coniugare il respiro dei grandi
classici con la freschezza del cinema contemporaneo: in
molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema di Alfred
Hitchcock. Una detective story ricca di colpi di
scena che intreccia i suoi fili con il melodramma romantico,
portando sul grande schermo un mistero, che è al tempo stesso
sentimentale e d’azione.
La trama del film
Premiato al Festival di Cannes per la Migliore regia,
“Decision to
Leave” è il nuovo film di Park Chan-wook, che dopo la
Trilogia della vendetta sceglie la strada di un raffinato thriller
sentimentale.
Mentre indaga sulla morte di un uomo precipitato misteriosamente
dalla montagna, il detective Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae,
giovane vedova della vittima, che non sembra essere sconvolta per
la scomparsa del marito e che, proprio per questo, diventa subito
la principale sospettata dell’omicidio. Colpevole o innocente?
Malinconica e misteriosa, la donna riesce a destare l’interesse del
detective e accendere in lui una passione dirompente, che lo
porterà a mettere in pericolo la sua professione.
La commedia è un
genere che fa parte del grande cinema italiano ancor prima della
nascita del cinema sonoro. Dall’avvento di questo, si è poi
cominciato con la commedia borghese dei telefoni bianchi,
conosciuta per le affiliazioni col fascismo. Si è in seguito poi
alla stagione migliore della commedia italiana, quella
storica e iconica e che si è fatta conoscere nel
mondo, chiamata appunto commedia
all’italiana. Da lì, tra demenziale, politico, sexy e
brillante si è evoluto uno dei generi più amati dal pubblico
italiano. Di seguito, si propongono alcune delle commedie
italiane da vedere, dalle migliori di sempre a quelle
degli ultimi anni.
Negli ultimi anni le migliori
commedie italiane hanno mischiato drammi familiari
e personali, situazioni paradossali, sentimenti, un po’ di cinismo
e anche un po’ di leggerezza. E parlano sempre di più del nostro
Paese. Tra grandi classici, autori indimenticabili e altri
attualmente in attività, tra attori e attrici divi del passato sino
ai grandi mattatori della commedia attuale, ecco i titoli da
recuperare se si vuole sapere tutto di questo genere, dai temi
ricorrenti fino alle caratteristiche di scrittura e messa in scena
che danno vita a quelle situazioni comiche tanto irresistibili
quanto ormai iconiche.
Film commedie italiane
recenti
Perfetti
sconosciuti (2016). Il film che ha consacrato Paolo
Genovese, Perfetti Sconosciuti.
Un gruppo di amici di lunga data si ritrova a cena e decide di
condividere messaggi e telefonate in arrivo sui cellulari di
ognuno. Nel corso della serata vengono a galla segreti e bugie che
mettono a rischio gli equilibri di anni. Commedia dai toni amari
che punta a riflettere sugli odierni rapporti in un mondo iper
tecnologico.
Comedians (2021) Sei
aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al
termine di un corso serale di stand-up comedy, si preparano ad
affrontare la loro prima esibizione in un locale. Tra il pubblico
c’è anche un esaminatore. Comedians è un film comico
italiano diretto da Gabriele Salvatores, tratto
dall’omonimo dramma di Trevor Griffiths. Il film è inoltre un
parziale remake di Kamikazen – Ultima notte a Milano,
primo lungometraggio del regista avente la pièce di Griffiths come
soggetto.
Metti la nonna in
Freezer (2018). Il più incorruttibile e maldestro dei
finanzieri, Simone Recchia (Fabio De Luigi), si innamora
perdutamente di Claudia (Miriam Leone), una giovane
restauratrice che vive grazie alla pensione della nonna (Barbara
Bouchet). Quando la nonna improvvisamente muore, per evitare la
bancarotta, Claudia, con la complicità delle sue amiche, pianifica
una truffa per continuare ad incassare la pensione. Tra
travestimenti, equivoci ed ingegnose bugie sono gli ingredienti per
questa nuova ed irriverente commedia sulla difficoltà di sbarcare
il lunario ai tempi della crisi.
Quo vado?
(2016). Il re della commedia recente, Checco Zalone in una delle sue
puntate più esilaranti, Quo Vado?. Un uomo che vive
ancora con la famiglia, per timore dell’indipendenza, viene
costretto a cambiare la propria vita e doversi adattare ad ogni
lavoro, anche i più improbabili e pericolosi. Zalone riflette sul
concetto di posto fisso e del lavoro in Italia, proponendo una
satira specchio dell’attualità del paese.
Nove lune e mezza (2017).
Commedia al femminile diretta da Michela Andreozzi,
parla di due sorelle diversissime, in tutto: relazioni, carriera,
figli, sesso. Tina cerca da anni di avere un figlio, ma non
funziona. E Livia decide di aiutarla. Con Claudia Gerini
protagonista, è questa una divertente commedia incentrata sul tema
della fertilità e della maternità.
Commedie italiane del 2020
Odio l’estate
(2020). Le famiglie di Aldo, Giovanni e Giacomo, che non si
conoscono e sono molto diverse tra loro, partono per una vacanza in
Puglia e si ritrovano, a causa di un disguido, a dover condividere
l’abitazione. Il celebre trio comico torna al suo meglio sul grande
schermo per proporre una storia dolceamara sull’amicizia, la
famiglia e i legami della vita.
Tolo Tolo (2020). Dopo
che il suo ristorante di sushi è fallito miseramente, Checco deve
scappare dai suoi creditori e decide di rifugiarsi in Africa, dove
si improvvisa cameriere in una struttura alberghiera.
Checco Zalone torna al cinema per offrire la
propria versione dell’emigrazione dall’Africa fino all’Italia, in
un’opera che punta con ironia a far riflettere su tale tema.
Figli (2020). Sara e
Nicola sono sposati da tempo, hanno una bambina di sei anni e sono
molto innamorati. Inoltre, entrambi hanno una vita professionale
appagante. L’arrivo del secondo figlio, però, rompe l’equilibrio
della loro vita perfetta. Valerio
Mastandrea e Paola
Cortellesi recitano da protagonisti in questa
originalissima commedia incentrata sulla genitorialità, la cui
sceneggiatura di Mattia Torre è stata premiata ai
David di Donatello.
7 ore per farti
innamorare (2020). Dopo aver scoperto che la fidanzata
lo tradisce con il suo capo, il diligente giornalista Paolo De
Martino si licenzia e trova lavoro presso una rivista per uomini.
L’incontro con la seducente Valeria cambia la sua vita. Giampaolo
Morelli e Serena Rossi sono i
protagonisti di questa brillante commedia romantica,
particolarmente apprezzata dal grande pubblico.
Cosa sarà (2020). La
vita di Bruno Salvati è in una fase di stallo. I suoi film non
hanno mai avuto successo, sua moglie Anna sembra già avere un
altro. Un giorno, Bruno scopre di avere una forma di leucemia.
Parte da qui per lui un nuovo percorso di vita, con nuove
consapevolezze.
È per il tuo bene
(2020). Tre amici sono insoddisfatti delle relazioni sentimentali
delle loro figlie. Così decidono di aiutarsi a vicenda per portare
a termine le loro storie d’amore. Protagonisti di questa cinica
commedia sono Marco Giallini,
Giuseppe Battiston e Vincenzo
Salemme.
Altre commedie italiane
recenti
Smetto quando
voglio (2014). Sette accademici in rovina trovano il
modo di salvarsi, al limite della legalità: uno di loro, un
chimico, ha sintetizzato una nuova sostanza stupefacente, non
ancora messa al bando dal ministero.
Benvenuti al
sud (2010). Alberto Colombo, un direttore delle Poste
che vive in un paesino della Brianza, viene trasferito a guidare
l’ufficio postale del piccolo paese di Castellabate in seguito ad
una richiesta andata non propriamente a buon fine. L’uomo,
inizialmente perplesso dalla situazione, viene accolto a braccia
aperte dal postino Mattia e dai colleghi, iniziando ad apprezzare
le bellezze e le abitudini del piccolo centro campano.
Tutta colpa di
Freud (2014). Uno psicologo cinquantenne, Francesco, è
divorziato e si prende cura delle tre figlie, nonostante queste
siano cresciute, e delle intricate vicende romantiche della
famiglia. Tutte e tre hanno relazioni problematiche e, a complicare
ulteriormente le cose, l’amore segreto di Francesco si rivela
essere la moglie di uno degli amanti delle ragazze.
Una famiglia
perfetta (2012). Leone è un uomo ricco e potente ma
soprattutto solo. La solitudine lo spinge ad ingaggiare una
compagnia di attori per far interpretare loro la famiglia che non
ha mai avuto. La recita va in scena la notte di Natale nella sua
villa a Todi, con i due piani della vita dell-uomo che si fanno
sempre meno distinti.
Grande, grosso e… Verdone (2008). Film nel
quale Verdone riporta in vita tre suoi famosi personaggi: il
candido, il logorroico ed il volgare. Leo ha la madre defunta da
seppellire, ma deve affrontare, oltra ad una buona dose di
sventure, una impresa di pompe funebri assai poco professionale.
Callisto è un professore antipatico e pedante che viene per un
momento creduto disperso nelle catacombe, con somma gioia del
figlio. Moreno ed Enza sono una coppia di cafoni arricchiti che
affrontano una serie di disavventure in vacanza.
Nessuno mi può
giudicare (2011). La bella Alice vive una vita agiata
nella propria villetta di Roma, con il marito, un figlio e tre
domestici. Con l’improvvisa morte dell’uomo in un incidente, la
donna scopre di aver ereditato solo debiti, e che l’impresa
familiare è sull’orlo del fallimento. L’unico modo per salvare la
famiglia richiede di fare tanti soldi in poco tempo. Decide così di
diventare accompagnatrice, aiutata nell’intento da una collega
bellissima, dall’aria superficiale e cinica.
La matassa (2012). Ficarra e Picone mattatori
nel film La Matassa. Gaetano e Paolo sono due cugini, figli di
fratelli che però si odiano e per questo motivo non si vedono da
vent’anni. Il caso vuole che i due si incontrino improvvisamente,
diventando protagonisti involontari di diverse avventure ed
equivoci che li portano a rischiare la loro stessa vita. A tentare
di farli riappacificare, per essere di nuovo una famiglia,
interviene un uomo di chiesa, don Gino.
Sole a catinelle (2013). Se sarai promosso con
tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno: è questa la
promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Fin qui tutto bene, il
problema è che Checco, venditore di aspirapolvere in piena crisi
sia con il fatturato che con la moglie, non può permettersi di
regalare al figlio nemmeno un giorno al mare. Ma quando Nicolò
riceve la pagella perfetta, la promessa va mantenuta.
Se Dio vuole
(2015) di Edoardo Falcone. Tommaso è un chirurgo
famoso e un uomo deciso. Quando il figlio annuncia che vuole
lasciare la facoltà di medicina per diventare prete, il mondo gli
cade addosso. Sembra che sia stato ispirato da un certo Don Pietro,
e Tommaso è deciso a scoprirne gli altarini e rivelare tutto al
figlio, per fargli cambiare idea.
La felicità è un sistema
complesso (2015) di Gianni Zanasi è
una commedia dolcemara e piena di sentimenti, parla di Enrico
Giusti, un uomo il cui lavoro è convincere dirigenti incompetenti a
dimettersi. Ma si trova due orfani tra le mani, i traumi riemergono
e le cose cambiano.
Commedie italiane diventate veri
classici
Tre uomini e una
gamba (1997).
Il film che ha dato il successo al trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Un viaggio in auto, in occasione di un matrimonio, si trasforma in
un’odissea epica per tre impiegati e una preziosa gamba di
legno.
Il Ciclone
(1996).
Uno dei film più famosi di Leonardo Pieraccione. In un
paesino della Toscana vive la famiglia Quarini, il padre Osvaldo e
i tre figli Levante, Libero e Selvaggia. Un giorno una compagnia
spagnola di flamenco arriva e porta nuovo e contagioso entusiasmo
nella vita dei quattro.
Ricomincio da tre (1981). Gaetano è un ragazzo
napoletano in cerca di nuovi stimoli e decide così di lasciare
casa, lavoro e amici per trasferirsi a Firenze dalla zia. Tra
situazioni divertenti, il giovane conosce Marta e inizia con lei un
nuovo capitolo della propria vita. Questo è senza dubbio uno dei
film più iconici di Massimo Troisi, ricco di
sentimenti e comicità senza tempo.
Eccezzziunale… veramente (1982). Seguiamo tre
esilaranti episodi legati ad un capo ultrà milanista, ad un
venditore d’autoveicoli interista che fa 13 alla schedina e ad un
camionista juventino di origine meridionale. Diego
Abatantuono interpreta tre personaggi diversi in questo
classico della commedia che ha anche il merito di aver confermato
l’indiscusso talento di Abatantuono come attore.
Le migliori commedie
all’italiana
Quella della commedia all’italiana
è ricordata come uno dei periodi migliori per la comicità nostrana.
Film capaci di divertire ma anche di offrire malinconici ritratti
di un paese problematico, segnato dagli orrori della guerra o dai
cambiamenti sociali talvolta mal compresi. All’interno di questo
filone si ritrovano dunque alcuni dei migliori film mai prodotti in
Italia e qui di seguito se ne riportano alcuni, i più
rappresentativi e iconici.
I soliti ignoti,
(1958), Mario Monicelli. Se si parla di commedie
italiane non si può non menzionare questo capolavoro. Ci sono
tutti: Gassman, Mastroianni, Totò, Salvatori, e la Cardinale. Sei
uomini hanno l’occasione di fare un colpo facile: rapinare un monte
dei pegni, sfondando un muro sottile che ne separa la cassaforte da
un’abitazione privata. Si preparano come si fa nei film, ma le cose
non andranno come previsto. Monicelli, sei sbandati, e pasta e
ceci.
Il sorpasso (1962), Dino
Risi. Il giorno di Ferragosto due amici, uno studente
universitario timido e un quarantenne immaturo, trascorrono la
giornata in auto. Le ore passano veloci in un susseguirsi di
episodi tragicomici, fino all’epilogo inatteso e drammatico.
Vittorio Gassman e Jean-Louis
Trintignant recitano in questa iconica commedia dai
risvolti amari, che offre un’Italia nel pieno del suo boom
economico.
Divorzio
all’italiana, (1962), Pietro Germi. Un
barone Siciliano, erede di una famiglia ridotta al lastrico, è
sposato con l’odiosissima Rosaria. È però innamorato della giovane
angela. Dato che in Italia il matrimonio non è ancora legale,
decide di far fuori la moglie. Esilarante e cinico.
L’armata Brancaleone (1966), Mario
Monicelli. Brancaleone da Norcia sta per partecipare a un
torneo quando incontra il bizantino Teofilatto con il quale occupa
un paese dove imperversa la peste. Qui salva una stravagante
promessa sposa e insieme vivono altre rocambolesce avventure.
Grande classico della commedia, il film ha riscritto i canoni della
commedia storica.
Dramma della gelosia (tutti i particolari in
cronaca) (1970), di Ettore Scola. Un
muratore già sposato e una fioraia si incontrano e innamorano
durante una manifestazione. La donna, però, non riesce a resistere
al fascino di un pizzaiolo. Ben presto, il rapporto tra i tre si
incrinerà in modi irreparabili. Marcello
Mastroianni, Monica Vitti e
Giancarlo Giannini recitano in questa commedia
amara, ricca di amore, passioni e morte.
C’eravamo tanto amati (1974), di
Ettore Scola. Tre partigiani legati da una forte
amicizia, finita la guerra, tornano alla propria vita. Lo scontro
con la realtà quotidiana, però, mette a dura prova il loro legame.
Straordinaria commedia dai toni malinconici per riflettere sulle
trasformazioni dell’Italia dalla guerra fino agli anni del boom
economico.
Fantozzi (1975) di Luciano
Salce. Il ragionier Ugo Fantozzi, perennemente inseguito
dalla mala sorte, cerca di sopravvivere alla vita di impiegato per
una grande azienda. Primo film di un’iconica saga cinematografica
che trova in Paolo Villaggio e nel suo personaggio
Ugo Fantozzi elemento di estrema comicità, che riflette però sempre
con acume sull’Italia.
Febbre da cavalo (1976). Film che usa una
serie di flashback per raccontare le vicende di tre amici,
Mandrake, Pomata e Felice, la cui vita ruota attorno al mondo delle
corse dei cavalli e alle scommesse. Gigi
Proietti, Enrico Montesano e
Francesco De Rosa sono i tre brillanti mattatori
di questa commedia iconica, tra le più divertenti e citate di
sempre.