Il trailer della terza stagione di
Superman
& Lois è stato rilasciato prima del ritorno
della serie negli USA su The CW il 14 marzo. Il
nuovo contributo video ci dà una buona occhiata a Clark Kent di
Tyler Hochlin e Lois Lane di Elizabeth Tulloch
e alla posta in gioco dell’ultima stagione. Dai un’occhiata
al trailer della terza stagione di Superman &
Lois qui sotto:
Superman
& Lois è interpretato da Tyler
Hoechlin nei panni di Clark Kent/Superman,
Elizabeth Tulloch nei panni di Lois Lane e
Alexander Garfin nei panni di Jordan Kent. La
serie comprende anche Dylan Walsh nei panni del
generale Lane, Emmanuelle Chriqui nei panni di
Lana Lang-Cushing, Erik Valdez nei panni di Kyle
Cushing, Inde Navarette nei panni di Sarah Cushing e Wolé Parks nei
panni di John Henry Irons.
“La serie vede la coppia tornare a
Smallville per gestire alcuni affari della famiglia
Kent. Clark e Lois ritrovano Lana Lang, un’ufficiale di
prestito locale che è anche il primo amore di Clark, e suo marito
Kyle Cushing, capo dei pompieri”, si legge nella sinossi
ufficiale. “Gli adulti non sono gli unici a riscoprire vecchie
amicizie a Smallville mentre i figli di Kent ritrovano la
conoscenza della figlia ribelle di Lana e Kyle, Sarah. Non c’è
mai un momento di noia nella vita di un supereroe, specialmente con
il padre di Lois, il generale Samuel Lane, che cerca Superman per
sconfiggere un cattivo o salvare la situazione in un
attimo. Nel frattempo, il ritorno di Superman e Lois
nell’idilliaca Smallville è destinato a essere sconvolto quando un
misterioso sconosciuto entra nelle loro vite.
Superman
& Lois è stato creato e scritto
dal produttore esecutivo di The
Flash Todd Helbing. È prodotto esecutivamente dal
creatore dell’universo DC TV Greg Berlanti, Sarah Schechter e Geoff
Johns attraverso il loro banner Berlanti Productions.
Il finale del recente film
horror di BlumhouseM3GAN non
ha preso in giro un sequel, ma ha lasciato le cose abbastanza
aperte da poterne realizzare uno. Secondo la star Allison Williams, lavorare su un’altra puntata
sarebbe fantastico.Parlando
conVariety,
a Williams, che ha recitato nel film insieme a
Violet McGraw, è stato chiesto del potenziale per
un sequel, a cui il regista Gerad Johnstone ha
detto di essere interessato. Secondo la Williams, il cast si chiedeva cosa potesse
accadere in un sequel durante le riprese, ma ha ammesso di essere
solo felice che le persone vogliano già di più del primo
film!
“Mentre lo fai, non puoi
fare a meno di chiederti: ‘Se dovessimo farne di più, quali
sarebbero?‘ Gran parte di ciò che facciamo è al
servizio delle persone che lo guardano“, ha affermato Williams. “Quindi penso che l’idea che le
persone vogliano di più e siano in grado di offrire sia così
meravigliosa.”Allison Williams ha continuato dicendo che è
semplicemente “grata” che le persone abbiano abbracciato il film
fin dall’inizio, e ha notato che se un sequel verrà mai realizzato,
sarebbe “davvero divertente” e vorrebbe capire come
possono mantenere le aspettative così alte e sorprendenti come nel
primo film.
“Sono così grato che
tutto sia andato come è andato, dal trailer che è uscito e le
persone l’hanno davvero abbracciata, le persone che sono uscite e
hanno sostenuto il film, lo hanno visto e sono tornate con i loro
amici”, ha detto Williams. “Il fatto che vogliano di
più è fantastico. Sarà davvero divertente se riusciamo a
lavorarci su, per capire come possiamo zigzagare attorno alle
aspettative di ciò che sarebbe e cercare di mantenere le cose
sorprendenti fornendo anche i motivi per cui le persone vogliono di
più nel primo luogo.”
M3GAN è ora
disponibile per la visione nei cinema. Dalle menti più prolifiche
dell’horror – James Wan, il regista dei franchise Saw, Insidious e
The Conjuring, e Blumhouse, il produttore dei film Halloween, The
Black Phone e The Invisible Man – arriva un nuovo volto del
terrore.
M3GAN
è diretto da Gerard Johnstone (Housebound) da una
sceneggiatura scritta da Akela Cooper (Malignant, The
Nun 2) e basata su una storia di Akela Cooper e James Wan.
Il film è interpretato da Allison Williams, Violet McGraw, Ronny
Chieng, Brian Jordan Alvarez, Lori Dungey e Stephane
Garneau-Monten. “M3GAN
è una meraviglia dell’intelligenza artificiale, una bambola
realistica programmata per essere la più grande compagna di un
bambino e la più grande alleata di un genitore”, si legge nella
sinossi. “Progettato dalla brillante robotica dell’azienda di
giocattoli Gemma, M3GAN può ascoltare, guardare e imparare mentre
diventa amica e insegnante, compagna di giochi e protettrice, per
il bambino a cui è legata.
Prodotto da Jason
Blum e James Wan, M3GAN è diretto dal pluripremiato regista Gerard
Johnstone (Housebound), sceneggiatura di Akela Cooper (Malignant,
The Nun 2) basata su una storia di Akela Cooper e James Wan. Il
film è interpretato anche da Ronny Chieng (Shang-Chi e la leggenda
dei dieci anelli), Brian Jordan Alvarez (Will & Grace), Jen
Van Epps (Cowboy Bebop), Lori Dungey (Il Signore degli Anelli: La
Compagnia dell’Anello, edizione estesa) e Stephane Garneau-Monten
(Straight Forward). Universal Pictures e Blumhouse
presentano una produzione Atomic Monster in associazione con
Divide/Conquer. I produttori esecutivi del film sono Allison
Williams, Mark Katchur, Ryan Turek, Michael Clear, Judson Scott,
Adam Hendricks e Greg Gilreath.
Ha floppato rumorosamente negli
Stati Uniti, ma Babylon,
il nuovo film di Damien
Chazelle, è pronto ad uscire anche in Italia, alla
“ricerca di un suo pubblico“, come ha detto lo stesso
regista, che ha incontrato la stampa romana per raccontare il suo
punto di vista su questo progetto così denso e vasto che ha tanto
indignato la stampa estera.
Babylon
mostra una Hollywood che non c’è più, eccessiva e volgare, violenta
e morbosa, ma anche estremamente vivace e vitale, totalmente
libera. E per Chazelle proprio quella libertà è il
prezzo più caro che l’industria del cinema ha pagato per diventare
una forma d’arte riconosciuta.
Damien Chazelle rivendica la
libertà dei primordi del cinema
“Oggi, a Hollywood è
andata perduta la libertà ed è comprensibile, perché la libertà a
cui faccio riferimento io è quella che c’era nei primissimi giorni
della storia del cinema. Lo vediamo e lo riscontriamo nei film muti
che vediamo raccontati e rappresentati in questo film. È un
fenomeno intrinsecamente legato al fatto che Hollywood all’epoca
fosse qualcosa di completamente nuovo. Il cinema era considerato
una forma d’arte volgare, e forse nemmeno era considerato una forma
d’arte e la società guardava a Los Angeles come la frontiera del
Selvaggio West dove questi pionieri si creavano le proprie regole e
facevano ciò che volevano.
È stata una vera
esplosione di possibilità artistiche, possibilità che all’epoca si
potevano sfruttare, ma era inevitabile che questa fiamma creativa
si affievolisse ad un certo punto e che venisse sostituita da
qualcos’altro. Io credo che oggi abbiamo molto da imparare da
quella Hollywood: il mondo di oggi è conformista, moralista e
puritano e, secondo me, in questo periodo è compito degli artisti
respingere tutta questa morale e andare a rivendicare quella
libertà che è stata repressa. Questa storia racconta anche questo,
e lo fa in maniera evolutiva perché ho cominciato a scriverla 15
anni fa e in questo periodo Hollywood è cambiata tanto, e non
purtroppo in meglio.“
Questa grande vitalità è raccontata
attraverso una serie di generi che partono con la commedia e il
musical, perfettamente incarnati nella selvaggia sequenza iniziale
della festa nel deserto. Successivamente, mentre il tono di
Babylon
rallenta, si arriva a toccare generi molto diversi, fino a sfociare
nel dramma puro e quasi nel film dell’orrore. Per Damien Chazelle
questa era un’intenzione sin dal primo momento.
Un viaggio attraverso i
generi
“Credo che fin
dall’inizio, da quando è nato il seme del film c’era l’idea che la
storia si sarebbe trasformata in un’altra storia, in termini di
genere e di stile. Era un modo per riflettere la condizione in cui
si trovava quella società e quindi l’idea principale è stata quella
di passare dalla commedia alla tragedia. Mi sono reso conto man
mano che scrivevamo la sceneggiatura che quello che avevamo in
partenza, questo altissimo livello di esuberanza, si dovesse poi
trasformare in tragedia e dalla tragedia siamo arrivati ai toni
horror della sequenza nell’ultima parte. Abbiamo raccontato l’apice
del divertimento contrapposto alla tragedia, alla caduta, tutto
questo passando per il tentativo di arrivare alle stelle. Per poi
arrivare nella conclusione, ambientata negli anni ’50, che
rappresenta la sintesi e il significato di quello che volevo
raccontare.”
Nonostante lo scopo fosse così
nobile e universale, l’accoglienza negli Stati Uniti è stata molto
tiepida, e anche il pubblico non è stato molto partecipativo, tanto
che gli incassi sono stati veramente desolanti. Tuttavia, pare che
Damien Chazelle fosse pronto a questa evenienza e che, secondo lui,
Babylon
sta ancora cercando il suo pubblico, che forse potrebbe essere
quello europeo.
“Sapevo che il film
avrebbe suscitato determinate reazioni. La base della mia idea era
quella di dare fastidio alle persone, di farle arrabbiare, era la
mia aspettativa: realizzare un film che fosse controcorrente,
tant’è vero che ci è voluto tanto tempo a finanziarlo e a
sostenerlo. Siamo stati fortunati, sono estremamente grato alla
Paramount perché, pur sapendo che sarebbe stato un film che avrebbe
generato una polarizzazione delle opinioni, ha creduto lo stesso
nel progetto, lo ha finanziato e lo ha sostenuto, e non ha mai
esercitato nessuna pressione, non mi ha mai messo in condizione di
dover scendere a compromessi.
Un film in cerca del suo
pubblico
Per me è stato
importante perché mi sono sentito libero e protetto, sono stato
felice di non dover attenuare o filtrare niente di ciò che volevo
raccontare, anche perché in caso contrario non avrei mai accettato
di farlo. Mi rendo conto che è uno shock, ma era importante che lo
fosse, volevo scavare in profondità, perché sono fin troppi oggi i
film che parlano della vecchia Hollywood celebrandola ma guardando
solo la facciata.“
“L’unica speranza è
che questo film possa trovare il suo pubblico – ha poi
proseguito – e che, qualsiasi cosa succeda, possa suscitare
dibatti e discussione, che possa risvegliare gli animi, non
semplicemente scivolare via in maniera tranquilla. L’idea che avevo
era quella di fare rumore. Ora il film non è più mio, una volta che
è uscito diventa di chi lo guarda. Io ho fatto quello che sentivo
di dover fare, ho portato questo film nel mondo, e ora tocca al
mondo giudicarlo e accoglierlo.”
La volontà di guardare dietro alla
facciata di Hollywood
Per fare rumore e per “dare
fastidio” alle persone, Damien Chazelle ha scelto
la via dell’eccesso, della volgarità, della sgradevolezza, perché
quello è ciò che Hollywood era e quello è ciò che Hollywood ha
sempre nascosto:
“Credo che sia
importante mostrare quello che Hollywood sia fin troppo brava a
nascondere. All’epoca del film il cinema non godeva del rispetto e
del prestigio di cui gode oggi, era visto come qualcosa di basso,
volgare e pornografico, ed era parte del DNA anche dei film, di
mostrare la volgarità e lo ‘sporco’, in mancanza di un altro
termine, per essere all’altezza della cattiva reputazione di cui
godeva. Già nel titolo che ho scelto, Babylon,
è insita questa idea di qualcosa che nasceva dal vizio, e che era
spesso e definita con termini biblici, Sodoma e Gomorra, o la
stessa Babilonia, erano i nomi riservati al luogo di nascita di
un’industria completamente nuova che cercava di rivendicare il suo
status, un’industria che veniva fondata da criminali, reietti,
personaggi ai margini della società che avevano costruito qualcosa
nel mezzo del nulla.
Era folle la stessa
idea di andare a costruire una città in mezzo al deserto e c’è da
dire che anche le cose più estreme che vedete nel film sono state
attenuate e ammorbidite, perché se avessimo dovuto rappresentare la
realtà per quello che era all’epoca, vi assicuro che non saremmo
mai riusciti a realizzare il film. Persone nate povere,
improvvisamente si sono trovate a possedere più soldi di quanti ne
avesse chiunque al mondo.”
E in questo delirio di eccessi e
nefandezze, ma anche sogni e speranze, affondano le radici di
Babylon,
il film più rischioso di Damien Chazelle e anche
l’unico, a oggi, che ha ricevuto una tiepida accoglienza da parte
di stampa e pubblico. Quello che accadrà da noi in Italia però è
ancora da scrivere, e potremo cominciare a leggerlo a partire dal
19 gennaio, quando il film arriverà nelle nostre sale distribuito
da Eagle Pictures.
L’episodio 1 della serie di
The
Last of Us della HBO apre la porta
all’attesissima serie, basata sull’omonimo videogioco e co-creata
da Craig Mazin di Chernobyl e dall’autore
e regista di entrambi i
giochi di The Last of Us, Neil Druckmann. La
serie racconta la storia di Joel ed
Ellie, che devono viaggiare attraverso il
paesaggio infestato degli Stati Uniti post-apocalittici e
annientati da una pandemia, per scopi più grandi di quanto entrambi
potessero immaginare.
Il primo episodio della serie HBO
si svolge in due diversi periodi temporali. Passiamo dal 2003, anno
dello scoppio dell’infezione da Cordyceps, al 2023, quando
troviamo Joel vivere nella zona di quarantena di Boston. Ci viene
mostrato il primo incontro tra Joel ed
Ellie, con l’inclusione di elementi già noti ma
anche inediti rispetto al gioco originale. Ecco tutto quello che
c’è da sapere sull’episodio 1 della serie HBO, in particolare sul
suo finale drammatico e sulle indubbie ramificazioni che questo
avrà in futuro.
Attenzione: l’articolo
contiene spoiler su The Last Of Us 1×01!
Ellie è immune in The Last Of
Us?
The
Last of Us si conclude con una rivelazione di
proporzioni enormi. All’inizio, né Tess né Joel sanno perché
Ellie (Bella
Ramsey) sia così importante per le
Luci e Marlene. Tuttavia, il
finale dell’episodio 1 della serie si conclude con Ellie che viene
scansionata per l’infezione da Cordyceps da un agente della FEDRA
prima che Joel – interpretato da Pedro Pascal – lo picchi a morte.
Tess (Anna Torv) si rende conto
che lo scanner è risultato rosso, il che significa che
Ellie è infetta. Dopo una breve crisi di panico,
Ellie rivela il suo morso a Joel
e Tess e afferma che è vecchio di tre settimane, cosa che si
pensava impossibile visto che di solito gli infetti iniziano a
trasformarsi entro un giorno dall’infezione.
Ellie è dunque
apparentemente immune all’infezione da Cordyceps. Questo spiega
quanto le Luci e Marlene abbiano
fatto per tenere Ellie al sicuro e perché Joel e
Tess siano stati ingaggiati per portarla fuori dalla città. Questo
è l’elemento centrale della trama del gioco originale di The
Last of Us, così come dell’adattamento, e guiderà la
storia fino all’episodio 2 della serie.
Dove Joel e Tess stanno portando
Ellie (e perché)
Joel e
Tess sono stati ingaggiati da
Marlene per portare Ellie fuori
dalla città dalle Luci nell’ultimo atto dell’episodio 1 di The
Last of Us. Marlene è rimasta ferita in un
combattimento e Joel e Tess sono stati incaricati di portare Ellie
fuori dalla zona di quarantena di Boston, alla
Massachusetts State House, per incontrarsi con la squadra di
Luci di Marlene. Queste
porteranno poi Ellie a ovest per tentare di
raggiungere una cura per l’infezione da Cordyceps attraverso la sua
immunità.
Il significato della canzone
“Never Let Me Down Again” alla radio
Una delle inquadrature
finali dell’episodio 1 di The Last of
Us è quella della radio di Joel, che viene
utilizzata come segnale per altri due contrabbandieri di nome Frank
e Bill, il primo interpretato da Murray Bartlett e
il secondo da Nick Offerman nella serie. La radio
trasmette una canzone del 1987, “Never Let Me Down Again”
dei Depeche Mode. All’inizio dell’episodio, Ellie
inganna Joel e gli rivela che se sente suonare una canzone degli
anni ’80, significa che Bill e Frank hanno incontrato un pericolo
nei loro luoghi sconosciuti.
Ciò significa che se The
Last of Us dovesse continuare a seguire fedelmente la
trama gioco, Joel andrà incontro al pericolo quando visiterà la
città di Bill e Frank. Poiché il
finale dell’episodio 1 della serie mostra Joel,
Tess ed Ellie che si dirigono
verso la degradata Boston accompagnati da “Never Let Me Down
Again“, è chiaro che la canzone preannuncia problemi
all’orizzonte. Questo aspetto sarà probabilmente esplorato negli
episodi 3 o 4 di The
Last of Us, se consideriamo la timeline del gioco e la
conclusione dell’episodio 1 della serie.
Dov’è Tommy e cosa gli è
successo?
Uno dei fili conduttori
principali dell’episodio 1 di The Last of
Us della HBO, dopo il salto temporale al 2023,
era la ricerca di Tommy da parte di
Joel. Nel 2003, Tommy e Joel lavoravano insieme e
il primo aveva aiutato il secondo e Sarah a sfuggire all’epidemia.
Dopo il salto temporale, però, Tommy non si trova
più a Boston con Joel. Anche se Joel e Tommy si tengono vagamente
in contatto attraverso una torre radio, Tommy non ha risposto in
tre settimane, il che ha portato Joel a voler
cercare Tommy per garantire la sua sicurezza.
L’episodio 1 di The
Last of Us fornisce alcuni indizi sulla posizione
di Tommy e su cosa gli sia successo, soprattutto
nella scena in cui Joel incontra
Marlene – un altro personaggio tratto dal gioco –
e gli viene detto di portare Ellie alla State
House. Dopo aver affermato che il compito di Marlene è quello di
sapere le cose, Joel replica: “Sapere le cose? Sei tu la causa, hai
messo mio fratello contro di me”. Questo insinua che
Tommy si sia unito alle Luci tra il 2003 e il
2023, cosa su cui Joel non è d’accordo. Per quanto riguarda la
posizione di Tommy, tutto ciò che si sa è che si
trova da qualche parte a ovest di Boston.
Come l’episodio 1 di The Last Of
Us si colloca rispetto al gioco
Per quanto riguarda il
confronto tra l’episodio 1 di The
Last of Us e il gioco, non ci sono molte
differenze. Possiamo citare una piccola modifica alla linea
temporale, che potrebbe anche introdurre il Re dei
Ratti di The Last of Us Part II, dato che il lasso di
tempo in cui si svolgono gli eventi è compreso tra il 2003 e il
2023 anziché il 2013 e il 2033. A parte questo, gli unici
cambiamenti reali sono espansioni relativamente ridotte. La scena
d’apertura, ad esempio, include una sorta di preludio all’epidemia
di Cordyceps e collega l’infezione a un problema del mondo reale,
fornendoci maggiori spiegazioni rispetto al gioco.
Altre aggiunte includono un maggior
tempo sulla scena per Sarah, che seguiamo nel
corso di tutta la sua giornata nel 2003 prima dell’epidemia,
piuttosto che soltanto la sera in cui esplode il contagio. Inoltre,
la vita di Joel nella zona QZ di Boston viene
sviluppata maggiormente, mentre la sua ricerca di
Tommy non era presente nel gioco. Sebbene
l’episodio 1 di The Last of
Us contenga altre aggiunte al mondo del gioco,
questi sono i cambiamenti principali che riguardano la storia e i
personaggi, mentre gli altri elementi si limitano ad aggiungere
qualcosa a ciò che era già presente nel gioco originale.
La nuova serie originale italiana
targata Disney+, The Good
Mothers, sarà in concorso nella sezione
“Berlinale Series” alla 73° edizione del
Festival Internazionale del Cinema di Berlino. La serie è
candidata al “Berlinale Series Award”, premio istituito quest’anno
e il primo dedicato alla serialità nella storia del Festival.
La serie che arriverà prossimamente su Disney+ e che racconta la
‘Ndrangheta interamente dal punto di vista delle donne che hanno
osato sfidarla.
The Good
Mothers è interpretata da Gaia
Girace (L’amica
geniale) nel ruolo di Denise Cosco, Valentina
Bellè (Catch-22, I
Medici) nei panni di Giuseppina Pesce, Barbara
Chichiarelli (Suburra – La
serie, Favolacce) in quelli di Anna
Colace, Francesco
Colella (ZeroZeroZero, Trust) in quelli di Carlo
Cosco, Simona Distefano (Il
Traditore) nel ruolo di Concetta Cacciola, Andrea
Dodero (Non odiare) in quello di Carmine e
conMicaela
Ramazzotti (La pazza gioia, La
prima cosa bella) nel ruolo di Lea Garofalo.
The Good
Mothersè un’opera corale e sfaccettata che
racconta la storia vera di tre donne, cresciute all’interno
dei più feroci e ricchi clan della ‘Ndrangheta, che
decidono di collaborare con una coraggiosa magistrata che lavora
per distruggerla dall’interno. Queste donne dovranno quindi
combattere contro le loro stesse famiglie per il diritto di
sopravvivere e di costruire un nuovo futuro per se stesse e per i
loro figli.
Basato sull’omonimo bestseller del
giornalista Alex Perry, premiato dalla
Foreign Press Association, e adattato per lo schermo
da Stephen Butchard (Bagdad Central, The Last
Kingdom), nominato ai BAFTA, il progetto vede
la regia di Julian Jarrold, nominato ai BAFTA e agli
Emmy (The
Crown, Becoming Jane) e della
premiata Elisa Amoruso (Sirley, Chiara
Ferragni: Unposted) ed è prodotto da House Productions
(Sherwood, Il prodigio) e Wildside (L’amica
geniale, Anna), una società del gruppo Fremantle.
La storia racconta di una giovane e
brillante pm, Anna Colace, che ha l’intuizione di attaccare
la ‘Ndrangheta facendo leva sulle sue donne, le mogli e le
madri dei boss, figure da sempre marginalizzate con oppressione e
violenza dal sistema estremamente patriarcale dell’organizzazione
criminale. L’indagine di Anna inizia con l’agghiacciante scomparsa
di Lea Garofalo, che aveva testimoniato contro il marito Carlo
Cosco per sfuggire alla sua morsa e iniziare una nuova vita con la
figlia Denise. Man mano che Anna si addentra nel torbido mondo
della ‘Ndrangheta, scopre le potenti storie di Giuseppina
Pesce e Concetta Cacciola, due donne molto diverse ma
legate dall’esperienza di aver vissuto un’esistenza oppressiva e
soffocante e dallo stesso desiderio e impulso di scappare per
garantire a se stesse e ai propri figli un futuro migliore.
I produttori esecutivi
di The Good Mothers sono Juliette
Howell, Tessa Ross e Harriett Spencer per House
Productions e Mario Gianani e Lorenzo Gangarossa per
Wildside, una società del gruppo Fremantle.
Trailer ufficiale del film
Decision to
Leave, l’ultimo film dell’acclamato regista sudcoreano
Park Chan-wook che arriverà nelle sale italiane dal 2
Febbraio distribuito da Lucky Red.
Applaudito al Festival
di Cannes, dove è stato premiato per laMiglior
Regia,“Decision to
Leave” è anche stato candidato dalla Cor ea per la
corsa agli Oscar come Miglior Film Internazionale,
rientrando nella short list annunciata il 21 dicembre, e ha
ricevuto una nomination come Miglior Film Straniero ai Golden
Globes 2023.
Lontano dai toni della trilogia
della vendetta che hanno fatto conoscere al mondo intero Park
Chan-wook, il nuovo film del cineasta sudcoreano è un thriller
dal tocco noir, che riesce a coniugare il respiro dei grandi
classici con la freschezza del cinema contemporaneo: in
molti lo hanno salutato come un omaggio al cinema di Alfred
Hitchcock. Una detective story ricca di colpi di
scena che intreccia i suoi fili con il melodramma romantico,
portando sul grande schermo un mistero, che è al tempo stesso
sentimentale e d’azione.
La trama del film
Premiato al Festival di Cannes per la Migliore regia,
“Decision to
Leave” è il nuovo film di Park Chan-wook, che dopo la
Trilogia della vendetta sceglie la strada di un raffinato thriller
sentimentale.
Mentre indaga sulla morte di un uomo precipitato misteriosamente
dalla montagna, il detective Hae Jun incontra la sfuggente Seo-rae,
giovane vedova della vittima, che non sembra essere sconvolta per
la scomparsa del marito e che, proprio per questo, diventa subito
la principale sospettata dell’omicidio. Colpevole o innocente?
Malinconica e misteriosa, la donna riesce a destare l’interesse del
detective e accendere in lui una passione dirompente, che lo
porterà a mettere in pericolo la sua professione.
La commedia è un
genere che fa parte del grande cinema italiano ancor prima della
nascita del cinema sonoro. Dall’avvento di questo, si è poi
cominciato con la commedia borghese dei telefoni bianchi,
conosciuta per le affiliazioni col fascismo. Si è in seguito poi
alla stagione migliore della commedia italiana, quella
storica e iconica e che si è fatta conoscere nel
mondo, chiamata appunto commedia
all’italiana. Da lì, tra demenziale, politico, sexy e
brillante si è evoluto uno dei generi più amati dal pubblico
italiano. Di seguito, si propongono alcune delle commedie
italiane da vedere, dalle migliori di sempre a quelle
degli ultimi anni.
Negli ultimi anni le migliori
commedie italiane hanno mischiato drammi familiari
e personali, situazioni paradossali, sentimenti, un po’ di cinismo
e anche un po’ di leggerezza. E parlano sempre di più del nostro
Paese. Tra grandi classici, autori indimenticabili e altri
attualmente in attività, tra attori e attrici divi del passato sino
ai grandi mattatori della commedia attuale, ecco i titoli da
recuperare se si vuole sapere tutto di questo genere, dai temi
ricorrenti fino alle caratteristiche di scrittura e messa in scena
che danno vita a quelle situazioni comiche tanto irresistibili
quanto ormai iconiche.
Film commedie italiane
recenti
Perfetti
sconosciuti (2016). Il film che ha consacrato Paolo
Genovese, Perfetti Sconosciuti.
Un gruppo di amici di lunga data si ritrova a cena e decide di
condividere messaggi e telefonate in arrivo sui cellulari di
ognuno. Nel corso della serata vengono a galla segreti e bugie che
mettono a rischio gli equilibri di anni. Commedia dai toni amari
che punta a riflettere sugli odierni rapporti in un mondo iper
tecnologico.
Comedians (2021) Sei
aspiranti comici stanchi della mediocrità delle loro vite, al
termine di un corso serale di stand-up comedy, si preparano ad
affrontare la loro prima esibizione in un locale. Tra il pubblico
c’è anche un esaminatore. Comedians è un film comico
italiano diretto da Gabriele Salvatores, tratto
dall’omonimo dramma di Trevor Griffiths. Il film è inoltre un
parziale remake di Kamikazen – Ultima notte a Milano,
primo lungometraggio del regista avente la pièce di Griffiths come
soggetto.
Metti la nonna in
Freezer (2018). Il più incorruttibile e maldestro dei
finanzieri, Simone Recchia (Fabio De Luigi), si innamora
perdutamente di Claudia (Miriam Leone), una giovane
restauratrice che vive grazie alla pensione della nonna (Barbara
Bouchet). Quando la nonna improvvisamente muore, per evitare la
bancarotta, Claudia, con la complicità delle sue amiche, pianifica
una truffa per continuare ad incassare la pensione. Tra
travestimenti, equivoci ed ingegnose bugie sono gli ingredienti per
questa nuova ed irriverente commedia sulla difficoltà di sbarcare
il lunario ai tempi della crisi.
Quo vado?
(2016). Il re della commedia recente, Checco Zalone in una delle sue
puntate più esilaranti, Quo Vado?. Un uomo che vive
ancora con la famiglia, per timore dell’indipendenza, viene
costretto a cambiare la propria vita e doversi adattare ad ogni
lavoro, anche i più improbabili e pericolosi. Zalone riflette sul
concetto di posto fisso e del lavoro in Italia, proponendo una
satira specchio dell’attualità del paese.
Nove lune e mezza (2017).
Commedia al femminile diretta da Michela Andreozzi,
parla di due sorelle diversissime, in tutto: relazioni, carriera,
figli, sesso. Tina cerca da anni di avere un figlio, ma non
funziona. E Livia decide di aiutarla. Con Claudia Gerini
protagonista, è questa una divertente commedia incentrata sul tema
della fertilità e della maternità.
Commedie italiane del 2020
Odio l’estate
(2020). Le famiglie di Aldo, Giovanni e Giacomo, che non si
conoscono e sono molto diverse tra loro, partono per una vacanza in
Puglia e si ritrovano, a causa di un disguido, a dover condividere
l’abitazione. Il celebre trio comico torna al suo meglio sul grande
schermo per proporre una storia dolceamara sull’amicizia, la
famiglia e i legami della vita.
Tolo Tolo (2020). Dopo
che il suo ristorante di sushi è fallito miseramente, Checco deve
scappare dai suoi creditori e decide di rifugiarsi in Africa, dove
si improvvisa cameriere in una struttura alberghiera.
Checco Zalone torna al cinema per offrire la
propria versione dell’emigrazione dall’Africa fino all’Italia, in
un’opera che punta con ironia a far riflettere su tale tema.
Figli (2020). Sara e
Nicola sono sposati da tempo, hanno una bambina di sei anni e sono
molto innamorati. Inoltre, entrambi hanno una vita professionale
appagante. L’arrivo del secondo figlio, però, rompe l’equilibrio
della loro vita perfetta. Valerio
Mastandrea e Paola
Cortellesi recitano da protagonisti in questa
originalissima commedia incentrata sulla genitorialità, la cui
sceneggiatura di Mattia Torre è stata premiata ai
David di Donatello.
7 ore per farti
innamorare (2020). Dopo aver scoperto che la fidanzata
lo tradisce con il suo capo, il diligente giornalista Paolo De
Martino si licenzia e trova lavoro presso una rivista per uomini.
L’incontro con la seducente Valeria cambia la sua vita. Giampaolo
Morelli e Serena Rossi sono i
protagonisti di questa brillante commedia romantica,
particolarmente apprezzata dal grande pubblico.
Cosa sarà (2020). La
vita di Bruno Salvati è in una fase di stallo. I suoi film non
hanno mai avuto successo, sua moglie Anna sembra già avere un
altro. Un giorno, Bruno scopre di avere una forma di leucemia.
Parte da qui per lui un nuovo percorso di vita, con nuove
consapevolezze.
È per il tuo bene
(2020). Tre amici sono insoddisfatti delle relazioni sentimentali
delle loro figlie. Così decidono di aiutarsi a vicenda per portare
a termine le loro storie d’amore. Protagonisti di questa cinica
commedia sono Marco Giallini,
Giuseppe Battiston e Vincenzo
Salemme.
Altre commedie italiane
recenti
Smetto quando
voglio (2014). Sette accademici in rovina trovano il
modo di salvarsi, al limite della legalità: uno di loro, un
chimico, ha sintetizzato una nuova sostanza stupefacente, non
ancora messa al bando dal ministero.
Benvenuti al
sud (2010). Alberto Colombo, un direttore delle Poste
che vive in un paesino della Brianza, viene trasferito a guidare
l’ufficio postale del piccolo paese di Castellabate in seguito ad
una richiesta andata non propriamente a buon fine. L’uomo,
inizialmente perplesso dalla situazione, viene accolto a braccia
aperte dal postino Mattia e dai colleghi, iniziando ad apprezzare
le bellezze e le abitudini del piccolo centro campano.
Tutta colpa di
Freud (2014). Uno psicologo cinquantenne, Francesco, è
divorziato e si prende cura delle tre figlie, nonostante queste
siano cresciute, e delle intricate vicende romantiche della
famiglia. Tutte e tre hanno relazioni problematiche e, a complicare
ulteriormente le cose, l’amore segreto di Francesco si rivela
essere la moglie di uno degli amanti delle ragazze.
Una famiglia
perfetta (2012). Leone è un uomo ricco e potente ma
soprattutto solo. La solitudine lo spinge ad ingaggiare una
compagnia di attori per far interpretare loro la famiglia che non
ha mai avuto. La recita va in scena la notte di Natale nella sua
villa a Todi, con i due piani della vita dell-uomo che si fanno
sempre meno distinti.
Grande, grosso e… Verdone (2008). Film nel
quale Verdone riporta in vita tre suoi famosi personaggi: il
candido, il logorroico ed il volgare. Leo ha la madre defunta da
seppellire, ma deve affrontare, oltra ad una buona dose di
sventure, una impresa di pompe funebri assai poco professionale.
Callisto è un professore antipatico e pedante che viene per un
momento creduto disperso nelle catacombe, con somma gioia del
figlio. Moreno ed Enza sono una coppia di cafoni arricchiti che
affrontano una serie di disavventure in vacanza.
Nessuno mi può
giudicare (2011). La bella Alice vive una vita agiata
nella propria villetta di Roma, con il marito, un figlio e tre
domestici. Con l’improvvisa morte dell’uomo in un incidente, la
donna scopre di aver ereditato solo debiti, e che l’impresa
familiare è sull’orlo del fallimento. L’unico modo per salvare la
famiglia richiede di fare tanti soldi in poco tempo. Decide così di
diventare accompagnatrice, aiutata nell’intento da una collega
bellissima, dall’aria superficiale e cinica.
La matassa (2012). Ficarra e Picone mattatori
nel film La Matassa. Gaetano e Paolo sono due cugini, figli di
fratelli che però si odiano e per questo motivo non si vedono da
vent’anni. Il caso vuole che i due si incontrino improvvisamente,
diventando protagonisti involontari di diverse avventure ed
equivoci che li portano a rischiare la loro stessa vita. A tentare
di farli riappacificare, per essere di nuovo una famiglia,
interviene un uomo di chiesa, don Gino.
Sole a catinelle (2013). Se sarai promosso con
tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno: è questa la
promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Fin qui tutto bene, il
problema è che Checco, venditore di aspirapolvere in piena crisi
sia con il fatturato che con la moglie, non può permettersi di
regalare al figlio nemmeno un giorno al mare. Ma quando Nicolò
riceve la pagella perfetta, la promessa va mantenuta.
Se Dio vuole
(2015) di Edoardo Falcone. Tommaso è un chirurgo
famoso e un uomo deciso. Quando il figlio annuncia che vuole
lasciare la facoltà di medicina per diventare prete, il mondo gli
cade addosso. Sembra che sia stato ispirato da un certo Don Pietro,
e Tommaso è deciso a scoprirne gli altarini e rivelare tutto al
figlio, per fargli cambiare idea.
La felicità è un sistema
complesso (2015) di Gianni Zanasi è
una commedia dolcemara e piena di sentimenti, parla di Enrico
Giusti, un uomo il cui lavoro è convincere dirigenti incompetenti a
dimettersi. Ma si trova due orfani tra le mani, i traumi riemergono
e le cose cambiano.
Commedie italiane diventate veri
classici
Tre uomini e una
gamba (1997).
Il film che ha dato il successo al trio Aldo, Giovanni e Giacomo.
Un viaggio in auto, in occasione di un matrimonio, si trasforma in
un’odissea epica per tre impiegati e una preziosa gamba di
legno.
Il Ciclone
(1996).
Uno dei film più famosi di Leonardo Pieraccione. In un
paesino della Toscana vive la famiglia Quarini, il padre Osvaldo e
i tre figli Levante, Libero e Selvaggia. Un giorno una compagnia
spagnola di flamenco arriva e porta nuovo e contagioso entusiasmo
nella vita dei quattro.
Ricomincio da tre (1981). Gaetano è un ragazzo
napoletano in cerca di nuovi stimoli e decide così di lasciare
casa, lavoro e amici per trasferirsi a Firenze dalla zia. Tra
situazioni divertenti, il giovane conosce Marta e inizia con lei un
nuovo capitolo della propria vita. Questo è senza dubbio uno dei
film più iconici di Massimo Troisi, ricco di
sentimenti e comicità senza tempo.
Eccezzziunale… veramente (1982). Seguiamo tre
esilaranti episodi legati ad un capo ultrà milanista, ad un
venditore d’autoveicoli interista che fa 13 alla schedina e ad un
camionista juventino di origine meridionale. Diego
Abatantuono interpreta tre personaggi diversi in questo
classico della commedia che ha anche il merito di aver confermato
l’indiscusso talento di Abatantuono come attore.
Le migliori commedie
all’italiana
Quella della commedia all’italiana
è ricordata come uno dei periodi migliori per la comicità nostrana.
Film capaci di divertire ma anche di offrire malinconici ritratti
di un paese problematico, segnato dagli orrori della guerra o dai
cambiamenti sociali talvolta mal compresi. All’interno di questo
filone si ritrovano dunque alcuni dei migliori film mai prodotti in
Italia e qui di seguito se ne riportano alcuni, i più
rappresentativi e iconici.
I soliti ignoti,
(1958), Mario Monicelli. Se si parla di commedie
italiane non si può non menzionare questo capolavoro. Ci sono
tutti: Gassman, Mastroianni, Totò, Salvatori, e la Cardinale. Sei
uomini hanno l’occasione di fare un colpo facile: rapinare un monte
dei pegni, sfondando un muro sottile che ne separa la cassaforte da
un’abitazione privata. Si preparano come si fa nei film, ma le cose
non andranno come previsto. Monicelli, sei sbandati, e pasta e
ceci.
Il sorpasso (1962), Dino
Risi. Il giorno di Ferragosto due amici, uno studente
universitario timido e un quarantenne immaturo, trascorrono la
giornata in auto. Le ore passano veloci in un susseguirsi di
episodi tragicomici, fino all’epilogo inatteso e drammatico.
Vittorio Gassman e Jean-Louis
Trintignant recitano in questa iconica commedia dai
risvolti amari, che offre un’Italia nel pieno del suo boom
economico.
Divorzio
all’italiana, (1962), Pietro Germi. Un
barone Siciliano, erede di una famiglia ridotta al lastrico, è
sposato con l’odiosissima Rosaria. È però innamorato della giovane
angela. Dato che in Italia il matrimonio non è ancora legale,
decide di far fuori la moglie. Esilarante e cinico.
L’armata Brancaleone (1966), Mario
Monicelli. Brancaleone da Norcia sta per partecipare a un
torneo quando incontra il bizantino Teofilatto con il quale occupa
un paese dove imperversa la peste. Qui salva una stravagante
promessa sposa e insieme vivono altre rocambolesce avventure.
Grande classico della commedia, il film ha riscritto i canoni della
commedia storica.
Dramma della gelosia (tutti i particolari in
cronaca) (1970), di Ettore Scola. Un
muratore già sposato e una fioraia si incontrano e innamorano
durante una manifestazione. La donna, però, non riesce a resistere
al fascino di un pizzaiolo. Ben presto, il rapporto tra i tre si
incrinerà in modi irreparabili. Marcello
Mastroianni, Monica Vitti e
Giancarlo Giannini recitano in questa commedia
amara, ricca di amore, passioni e morte.
C’eravamo tanto amati (1974), di
Ettore Scola. Tre partigiani legati da una forte
amicizia, finita la guerra, tornano alla propria vita. Lo scontro
con la realtà quotidiana, però, mette a dura prova il loro legame.
Straordinaria commedia dai toni malinconici per riflettere sulle
trasformazioni dell’Italia dalla guerra fino agli anni del boom
economico.
Fantozzi (1975) di Luciano
Salce. Il ragionier Ugo Fantozzi, perennemente inseguito
dalla mala sorte, cerca di sopravvivere alla vita di impiegato per
una grande azienda. Primo film di un’iconica saga cinematografica
che trova in Paolo Villaggio e nel suo personaggio
Ugo Fantozzi elemento di estrema comicità, che riflette però sempre
con acume sull’Italia.
Febbre da cavalo (1976). Film che usa una
serie di flashback per raccontare le vicende di tre amici,
Mandrake, Pomata e Felice, la cui vita ruota attorno al mondo delle
corse dei cavalli e alle scommesse. Gigi
Proietti, Enrico Montesano e
Francesco De Rosa sono i tre brillanti mattatori
di questa commedia iconica, tra le più divertenti e citate di
sempre.
Sarà Maccio
Capatonda lo special guest della terza stagione di
LOL: Chi ride è fuori, il comedy show
Original dei record prodotto in Italia disponibile in esclusiva dal
9 marzo su Prime
Video. Maccio Capatonda, vincitore
della seconda stagione di LOL: Chi ride è
fuori, sarà il disturbatore ufficiale dello show
e avrà il compito di indurre alla risata Herbert
Ballerina, Fabio Balsamo, Luca Bizzarri, Cristiano Caccamo, Paolo
Cevoli, Marta Filippi, Nino Frassica, Paolo Kessisoglu, Brenda
Lodigiani e Marina Massironi. I
concorrenti proveranno a rimanere seri per sei ore
consecutive, cercando contemporaneamente, di far ridere i loro
avversari per aggiudicarsi un premio finale di 100.000 euro a
favore di un ente benefico scelto dal vincitore.
La terza stagione del
comedy show in sei episodi LOL: Chi ride è
fuoriè prodotta da Endemol Shine Italy
per Amazon Studios, sarà disponibile dal 9 marzo su Prime
Video in oltre 240 Paesi e territori nel mondo. I
primi quattro episodi saranno disponibili in streaming da subito e
gli ultimi due dal 16 marzo, con il gran finale. Dopo lo
straordinario successo delle prime due stagioni, LOL:
Chi ride è fuori torna per una nuova sorprendente
stagione con l’esilarante sfida a colpi di battute fra i dieci
professionisti della risata impegnati nel tentativo di strappare un
sorriso agli altri partecipanti senza mai cedere alla comicità
degli avversari, in una battaglia di sketch senza esclusione di
colpi che mostra diversi stili comici: dalla stand-up,
all’improvvisazione, fino alla commedia fisica e a tanto altro.
Ad osservare
l’esilarante gara comica dalla control room, torna nelle vesti di
arbitro e conduttore, Fedez, affiancato dal co-host Frank Matano,
uno dei comici sfidanti della prima stagione. Alla prima risata di
uno dei partecipanti, dalla control room scatterà un cartellino
giallo di ammonizione, seguito alla successiva dal temuto
cartellino rosso di espulsione dal gioco. L’ultimo sfidante che
riuscirà a resistere rimanendo serio per tutte le sei ore di gioco
sarà il vincitore, e potrà donare 100.000 euro a un ente benefico
di sua scelta.
LOL: Chi ride è
fuori S3 si unirà a migliaia di film, show e serie
già presenti nel catalogo di Prime Video tra cui le produzioni italiane
Original The Bad Guy, Prisma, Bang Bang
Baby,Gianluca Vacchi: Mucho Más,Laura Pausini –
Piacere di conoscerti, The Ferragnez – La serie,
All or Nothing: Juventus,Anni da cane,
Dinner Club, Vita da Carlo, FERRO, le
prime 3 stagioni di Celebrity Hunted- Caccia all’Uomo e le
prime due stagioni di LOL: Chi ride è fuori ; le serie
pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs.
Maisel e i grandi successi come Il Signore degli
Anelli: Gli Anelli del Potere, Argentina 1985,
Jack Ryan, The
Boys, Borat – Seguito di film cinema, Il
principe cerca figlio, Senza Rimorso, Good
Omens e Carnival Row, oltre a contenuti in licenza
disponibili in oltre 240 paesi e territori nel mondo, e le
dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del
mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della
Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre produzioni
Original già annunciate sono il capitolo italiano
dell’universo Citadel, Everybody Loves
Diamonds e The Ferragnez – La Serie Stagione
2.
È morta Gina
Lollobrigida. Grande protagonista del cinema italiano, era
nata a Subiaco il 4 luglio del 1927, aveva 95 anni. Tra le più
importanti attrici del cinema italiano, durante la sua carriera è
stata diretta da registi italiani di grande spessore artistico come
Alberto Lattuada, Vittorio De Sica, Mario Monicelli, Pietro
Germi, Alessandro Blasetti e Mario Soldati. Sul versante
americano, è stata diretta, tra gli altri, da Vincent
Sherman, John Huston, Carol Reed, King Vidor, Melvin Frank, Robert
Z. Leonard affiancando divi di fama
mondiale come Rock Hudson, Tony Curtis, Yul Brynner,
Anthony Quinn,
Sean Connery, Robert Alda, Burt Lancaster, Errol Flynn,
Humphrey Bogart e David Niven.
È stata nominata Cavaliere della
Repubblica e nell’ottobre 1996 Accademica onoraria dell’antica
Accademia delle Arti del Disegno di Firenze. Nel ’99 è stata
nominata Ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione delle
Nazioni Unite per l’Alimentazione e l’Agricoltura. Nel 2016 un
David speciale alla carriera le è stato consegnato dal Presidente
Mattarella.
Con il rallentamento della sua
carriera cinematografica ne iniziò anche una seconda
come fotoreporter, che
la portò negli anni settanta a intervistare Fidel
Castro. Durante la sua carriera ha ottenuto numerosi
riconoscimenti, tra i quali un Golden Globe per il
film Torna a settembre, sette David di Donatello,
due Nastri d’argento, una stella sulla Hollywood Walk of
Fame, oltre a una candidatura
ai BAFTA per Pane, amore e
fantasia.
L’imminente rivisitazione
di Road
House con protagonista Jake Gyllenhaal è attualmente in produzione e,
in una serie di nuove foto dal set, i fan possono dare una buona
occhiata sia a Jake Gyllenhaal che la star della UFC
Conor McGregor mentre girano.
Le ultime immagini dal set del film
Road
House, così come lo stesso McGregor. In alcune foto
scattate da dietro le quinte delle riprese, Gyllenhaal e McGregor
possono essere visti uscire sul set, così come in acqua mentre si
preparano a girare una scena. Nelle foto condivise da
McGregor, lo si vede galleggiare nell’acqua. Puoi
dare un’occhiata al nuovo lotto di foto qui sotto:
Il remake di Road
House sarà diretto dal regista di The
Bourne Identity Doug
Liman e si baserà su una sceneggiatura scritta da Anthony
Bagarozzi e Charles Mondry. La produzione ha avuto inizio questo
mese nella Repubblica Dominicana. Insieme a Gyllenhaal e
McGregor ci sono Daniela Melchior, Billy Magnussen
(Game Night),GbemisolaIkumelo (The Last Tree),
Lukas Gage (The White Lotus), Hannah Love
Lanier (A Black Lady Sketch Show), Travis
Van Winkle (Accepted), BK Cannon (Switched at
Birth), Arturo Castro ( Broad City ),
Dominique Columbus (Ray Donovan), Beau Knapp
(Southpaw) e Bob Menery.
“La nuova interpretazione
segue un ex combattente UFC che accetta un lavoro come buttafuori
in una rozza taverna nelle Florida Keys, ma scopre presto che non
tutto è come sembra in questo paradiso tropicale”, si legge nella
sinossi.Il film originale è stato diretto da Rowdy
Herrington. Ha interpretato Patrick Swayze mentre interpretava
il ruolo di un buttafuori di nome Dalton, che è stato assunto per
ripulire uno dei bar più chiassosi e rumorosi del Missouri,
The Double Deuce. Al defunto attore si sono
uniti anche Kelly Lynch, Sam Elliott e Ben Gazzara.
Il produttore di Black
Panther: Wakanda Forever e
vicepresidente della produzione e dello sviluppo dei
Marvel Studios, Nate Moore,
ha recentemente preso parte a una tavola rotonda dei produttori in
cui ha parlato dell’infortunio della star Letitia Wright durante la produzione del
sequel dei Marvel Studios.
Parlando come parte della
tavola rotonda di THR insieme a
numerosi colleghi produttori come Viola Davis e Jerry
Bruckheimer, Moore ha descritto l’infortunio di Letitia Wright come “una cosa enorme e
traumatica da affrontare per lei” e ha detto che è il tipo di
cosa che “non sai se ti riprenderai del tutto da
questo“.
“Black Panther:
Wakanda Forever è stato difficile da
portare sullo schermo, ma il momento più spaventoso è stato in
realtà quando Tish [Letitia
Wright] si è infortunata“, ha detto
Moore. “Stavamo girando alcuni lavori di seconda unità [e]
alcuni lavori acrobatici a Boston. L’intero equipaggio era ancora
ad Atlanta, quindi ho ricevuto una chiamata nel cuore della notte
dall’ambulanza. È terrificante perché a quel punto non si tratta
solo del film, si tratta di una persona e di una persona che
conosco da anni. Come produttore, ti senti responsabile per tutti i
membri della tua troupe.”
“Ti senti responsabile di
averla messa in quella posizione in primo luogo e di aver raccolto
i pezzi. Capire il programma era quasi la parte più facile che
capire come rimettere a posto la testa di Tish e procurarle l’aiuto
di cui aveva bisogno, sia fisicamente che mentalmente. È stata una
cosa enorme e traumatica da affrontare per lei. Per metterla a suo
agio nel tornare e esibirsi al livello in cui si stava esibendo –
non sai se tornerai da quello, a dire il vero, ma lo ha
fatto.”
Il sequel ha visto il ritorno di
Lupita Nyong’o, Danai Gurira, Angela Bassett nei panni di Ramonda, Martin Freeman, Letitia Wright, Winston Duke e
Florence Kasumba. A loro si sono uniti i nuovi arrivati in
franchising Tenoch Huerta, Michaela Coel, Mabel Cadena e Alex
Livinalli. Nel film Marvel Studios Black Panther:
Wakanda Forever, la Regina Ramonda (Angela
Bassett), Shuri (Letitia
Wright), M’Baku (Winston Duke), Okoye (Danai
Gurira) e le Dora Milaje (tra cui Florence Kasumba)
lottano per proteggere la loro nazione dalle invadenti potenze
mondiali dopo la morte di Re T’Challa. Mentre gli abitanti del
Wakanda cercano di comprendere il prossimo capitolo della loro
storia, gli eroi devono riunirsi con l’aiuto di War Dog Nakia
(Lupita
Nyong’o) e di Everett Ross (Martin
Freeman) e forgiare un nuovo percorso per il regno del
Wakanda. Il film presenta Tenoch Huerta nel ruolo
di Namor, re di Talokan, ed è interpretato anche da
Dominique Thorne, Michaela Coel, Mabel Cadena e
Alex Livinalli.
Durante una recente
intervista con Comingsoon, il regista diCloverfield e The
Batman , Matt
Reeves, ha rivelato che Steven Spielberg (in odore di Oscar per il suo
ultimo film
The Fabelmans) è rimasto molto colpito dal film di mostri
di Reeves, che sta per debuttare in un’edizione
limitata per il 15° anniversario in 4K UHD e Blu-ray
Steelbook.Parlando dell’impatto del
film, Matt Reeves ha discusso dell’incontro con
Steven Spielberg e ha affermato che la
visionaria leggenda del cinema è stata spaventata dal film del
2008.
“Bryan Burk mi ha
chiamato dal set di Star
Trek, dove [Spielberg] era seduto con
JJ Abrams, gli sceneggiatori e Bryan e mi ha detto: “Oh ehi,
dov’è il regista di Cloverfield? Voglio
parlargli’”, ha rivelato
Reeves. “Quindi Bryan ha detto, ‘Faresti
meglio a venire alla Paramount adesso. Spielberg sta chiedendo
dove sei.’ Ero tipo, ‘Oh! Bene!”“Così sono andato lì e mi sono seduto lì e poi si è
rivolto a me e dopo aver parlato, ha dato loro molti input sulla
sceneggiatura e cose del genere ed è stato davvero adorabile. Poi
si è rivolto a me, ha detto: “Aspetta, quindi hai
diretto Cloverfield ?” E
io ho detto, ‘Sì.’ e lui: “Mi hai spaventato a
morte”. E io ero tipo, ‘Oh.’ È stato
fantastico. Non c’era complimento più alto che potessi
ricevere di quello. Ho spaventato Steven Spielberg. Questo era il
massimo.“
Cloverfield è
uscito nelle sale di tutto il mondo nel 2008 ed è un film in stile
mockumentary di firmati ritrovati sul luogo di un disastro che
ruota attorno a un gruppo di amici che devono sopravvivere a un
massiccio attacco di mostri a New York. La pellicola ottenne un
successo globale generando ben due spin-off-sequel da 10 Cloverfield Lanenel
2016 e The
Cloverfield Paradox nel 2018.
L’acclamato regista James Cameron ha parlato in passato di come
Leonardo DiCaprio abbia quasi rifiutato di
fare il ruolo di Jack Dawson in Titanic. In
una recente intervista, James Cameron è tornato sull’argomento
rivelando che DiCaprio inizialmente non voleva nemmeno
essere nel film. Parlando con
People ai
Golden Globes lo scorso fine settimana, il regista ha scherzato
sul fatto che Leonardo DiCaprio non avesse alcun desiderio
di essere un protagonista, con il leggendario regista che ha detto
che gli ha dovuto “torcere il braccio” per coinvolgere
DiCaprio nel film.
“Non voleva fare un
protagonista“, ha detto Cameron. “Ho dovuto davvero
torcergli il braccio per essere nel film. Non voleva
farlo. Pensava che fosse noioso.” Cameron ha
continuato dicendo che DiCaprio ha finito per interpretare il ruolo
solo dopo che il regista è riuscito a convincerlo che il ruolo di
Jack Dawson era “una sfida difficile“, quindi ha
elogiato il talento di DiCaprio. “Non mi ha sorpreso, prima di
tutto, che abbia fatto molte scelte autentiche andando
avanti. E in secondo luogo, non ho mai dubitato del suo
talento.”
Uscito nelle sale di tutto il mondo
nel 1997,
Titanic è diventato un grande successo dal
momento in cui è stato presentato in anteprima, con elogi da parte
della critica e del pubblico. Il film è stato il primo film in
assoluto a raggiungere il miliardo di dollari al botteghino ed è
rimasto il film con il maggior incasso film di tutti i tempi fino a
quando Cameron ha battuto se stesso un altro suo film nel 2009
–
Avatar. Per coloro che desiderano rivivere il
film del 1997, Titanic è attualmente impostato
per essere diffuso nelle sale di tutto il mondo
in 3D 4K HDR il 09 febbraio 2023.
Il regista Michael
Bay è stato accusato dell’uccisione di un piccione sul set
di 6
Undergrounddi Netflix
in Italia nel 2018. Bay ha negato le accuse e,
secondo quanto riferito, ha tentato più volte di comunicare con le
autorità italiane per chiarire la questione.“Sono
un noto amante degli animali e un grande attivista per gli
animali“, ha detto Bay a TheWrap in una
dichiarazione. “Nessun animale coinvolto nella produzione
è stato ferito o ferito. O su qualsiasi altra produzione a cui
ho lavorato negli ultimi 30 anni.”
Il regista è fiducioso di
avere prove sufficienti per scagionare la produzione del film da
queste accuse, prove che includono testimoni e addetti alla
sicurezza.“Abbiamo chiare prove video, una
moltitudine di testimoni e agenti di sicurezza che ci esonerano da
queste affermazioni“, ha affermato Michael
Bay. “E smentisce la loro unica foto dei paparazzi, il
che fornisce una storia falsa“.
Infine, Michael
Bay ha detto che gli è stata offerta la possibilità di
pagare una piccola multa per risolvere la questione, ma si è
rifiutato di pagare poiché non intende dichiararsi
colpevole. “Mi è stata offerta dalle autorità
italiane la possibilità di risolvere la questione pagando una
piccola multa, ma ho rifiutato di farlo perché non mi sarei
dichiarato colpevole di aver danneggiato un animale“, ha
chiarito Michael Bay.L’Italia ha una
legge nazionale che vieta il danneggiamento o l’uccisione dei
piccioni, in quanto il paese li considera una specie
protetta. Il procedimento giudiziario contro Michael
Bay è attualmente in corso, quindi ulteriori dettagli
specifici sono attualmente nascosti.
Prima di arrivare – finalmente – in
Italia, Everything Everywhere All At Once del duo
registico The Daniels è stato il
film dei record negli Stati Uniti. Presentato in anteprima al
South by
SouthWest, ha superato la soglia dei 100 milioni di
dollari in tutto il mondo, diventando il primo film indipendente
dopo la pandemia e nella storia dell’A24 – che si è occupata della sua produzione e
distribuzione – a riuscirci. È diventato il film con la media più
alta di sempre su Letterbox, app social incentrata sulla
condivisione di opinioni per i film, sorpassando
Parasite di Bong
Joon-ho che, fino ad allora, deteneva il record di
4.6/5 di media.
Si è presentato inoltre al pubblico
come primo film in cui figura un cast di attori protagonisti
“all-asian“, conferendo a Michelle Yeoh il ruolo di attrice protagonista
(ha sempre avuto ruoli da comprimaria, anche se è quasi impossibile
crederci) e riportando in scena dopo ben 30 anni di assenza dagli
schermi Ke Huy Quan, lo Short Round di
Indiana Jones e il Tempio Maledetto e
Data dei Goonies.
Una nuova frontiera del cinema
indipendente
La trama di Everything
Everywhere All at Once segue Evelyn Wang
(Yeoh),
una donna che annaspa sotto lo stress della lavanderia a gettoni in
fallimento della sua famiglia, del suo matrimonio in crisi con
Waymond (Ke
Huy Quan) e dell’anziano padre (James
Hong) che disapprova le sue scelte di vita. Ma è il
crescente divario tra Evelyn e sua figlia
Joy (Stephanie Hsu) che minaccia
di disfare il tessuto della sua esistenza, almeno fino a quando la
donna scopre di essere solo una delle molteplici versioni di
Evelyn presenti nel Multiverso – e l’unica che può
salvarlo. Il film, che arriverà nelle nostre sale dal 6 ottobre
2022, è stato prodotto dai fratelli Russo.
Con Everything Everywhere
All At Once gli eclettici Daniels sono
riusciti a sfruttare un budget di appena 25 milioni di dollari per
realizzare un vero e proprio kolossal d’autore e dare vita a una
personalissima idea di Multiverso, in cui l’incontro di altre
versioni del sè è funzionale al ristabilirsi di un dialogo
famigliare totalmente offuscato dalla frenesia quotidiana. Ci
troviamo di fronte a un film unico nel suo genere, rivoluzionario,
delirante nella sua struttura narrativa e con un cast praticamente
perfetto per come deve adeguarsi ad ogni singolo cambio di
registro.
Incredibile a dirsi, ma il film è
stato girato in una singola location; tutto il budget a
disposizione è stato utilizzato per esplorare mondi paralleli ma a
cui è stata data conformazione visiva in un semplice capannone
abbandonato. Il livello di creatività dei Daniels
è alle stelle in Everything Everywhere All At
Once, percepiamo chiaramente l’urgenza creativa di un duo
che si era già fatto notare per la regia di coloratissimi video
musicali e per Swiss Army Man (2016), in cui
avevano già inglobato in una cornice fantastica il racconto di
un’amicizia grottesca ma paradossalmente tenerissima.
Michelle Yeoh, Jamie Lee Curtis Photo Credit: Allyson
Riggs
Benvenuti nell’Evelyn-verso
Everything Everywhere All
At Once è a tutti gli effetti un film sensoriale, in cui
siamo chiamati ad attivare la nostra capacità di giudizio
confrontandoci con ogni sperimentazione di reparto che ci viene
proposta: gli effetti visivi, le transizioni, i volti che lasciano
il segno; le battute precisissime che ci danno fin dall’inizio
un’idea sommaria e poi totale di cosa può essere il Multiverso con
le sue infinite potenzialità. Sfidando le leggi della probabilità,
plausibilità e coerenza – parti fondamentali della costruzione di
un mondo narrativo – i Daniels confezionano una
storia in cui è la specificità della famiglia protagonista a
trasferirci un senso di universalità, tramite l’esposizione di
sensazioni e la messa in scena di circostanze in cui chiunque può
riconoscersi.
Il Multiverso è nella quotidianità
di Evelyn, Raymond e
Joy, nella caoticità straziante di una famiglia
che deve cercare di salvare un’attività in fallimento, un confronto
dialogico mancante, pensieri che viaggiano a velocità elevata ma in
menti diverse, senza mai riuscire a trovare un punto di incontro.
Scelte di vita, potenziali cambi di rotta, molteplici “what if”,
proiezioni siderali che portano ad una sensazione di benessere per
poi rimpiombare nel caos che abbiamo creato noi stessi: tutto il
film è ovunque e in molti momenti di un’esistenza che deve
riprendere forma con i rinnovati legami familiari.
Impossibile non soffermarsi sulla
performance esemplare di Michelle Yeoh in Everyhting Everywhere
All At Once, che si è cimentata personalmente con gli
stunt, confermandosi una meravigliosa star del cinema d’azione, ma
non solo. Attraverso il personale viaggio di
Evelyn nel Multiverso, tra la donna che era e che
è diventata, riesce a consegnarci il ritratto a tutto tondo di una
madre che deve mettersi costantemente in discussione, sospesa tra
un retaggio che la costringe alla diligenza e al dovere, e un
presente talmente fluido che le risulta impossibile trovare dei
punti di appiglio, immersa com’è in una quotidianità miope, che ci
domina con routine prestabilite, con compiti da assolvere e ruoli
in cui siamo costretti a identificarci.
Stephanie Hsu Photo Credit: Allyson Riggs
La circolarità del bagel di
Joy/Jobu
Il caos è sempre presente nella
vita di Evelyn, ma assume carattere e forma
visuale grazie alla creazione lungimirante di una villain che parla
tanto alle giovani generazioni: Jobu Tupaki. Tutto
ciò che è contenuto nella mente di una giovane creativa,
variopinta, gioiosa ragazza ma contenuta in una gabbia di
percezioni e pregiudizi esplode in maniera dirompente tramite
questo personaggio. Così, Evelyn è costretta a
rivedere e ricalibrare la propria opinione rispetto alla psicologia
di una figlia che conosce a fondo ogni sfumatura di un mondo in
costante cambiamento. Tra i mille universi di Everything
Everywhere All At Once inizia a propagarsi uno scontro
diretto fra vecchio e nuovo, fra realtà vissuta dagli adulti e
fantasie generate dalla nostra generazione o a quelle dopo la
nostra. Il Multiverso è la resa dei conti per
Jobu, un tentativo di trasferimento di conoscenze
e significati a chi ci sembra abbia vissuto in un tempo lontano,
scevro dalle molteplici possibilità legate alle nostre abilità o
alla sensibilità con cui vorremmo metterci in gioco, ma che spesso
siamo costretti a occultare, soprattutto con chi ci sta più
vicino.
Non bisogna smettere di respirare,
perché nel Multiverso non si è mai soli. Certo, siamo inseguiti da
una temibilissima villain, potremmo perdere tutto da un momento
all’altro – professionalmente ed emotivamente – eppure ci rendiamo
conto che in nessuna dimensione del Multiverso dobbiamo caricarci
il peso di mille domande solo sulle nostre spalle. Siamo
costantemente alla ricerca dell’altro, di chi potrà vedere e capire
cosa abbiamo affidato al nostro Everything Bagel,
commistione delle voci che sembrano distanti ma che provengono
dalla nostra coscienza, paure che si concretizzano in un senso di
ribellione ancorato ad un buco nero che risucchia qualsiasi
imperfezione.
Il Bagel è un cerchio perfetto, che
sta sulla testa di Jobu, narratrice onniscente del
multiverso, ed è conformazione geometrica ultima di un simbolo che
torna ripetutamente nel film: dall’oblò delle sfilze di lavatrici
in lavanderia, passando per i Google Eyes, l’angosciante cerchio
nero con cui Jamie Lee Curtis sottolinea su carta tutto ciò
che i Wang devono all’Agenzia delle Entrate, fino allo specchio di
casa Wang, che racchiude simbolicamente uno dei
frame più memorabili del film: mamma, papà e figlia insieme, a
suggellare come questo sia – prima di tutto – un film sulla
circolarità, anche simbolica, delle unioni famigliari e dei viaggi
che siamo portati a compiere insieme.
È proprio attraverso il movimento,
questo dialogo multiversale tra individui, generi cinematografici e
comparti tecnici, che il cinema indipendente compie un salto
potentissimo, mostrandosi vigorosamente in tutte le sue possibilità
produttive, come una Evelyn Wang pronta a saltare
da una dimensione all’altra per ricodarci che il cinema deve
essere, soprattutto, condivisione.
L’attore Gabriel
Luna vanta già diversi ruoli di rilievo, specialmente in
prodotti televisivi, ma non è ancora un volto particolarmente noto
del mondo della recitazione. Grazie ad alcuni progetti in arrivo,
però, il suo status di celebrità sembra essere destinato a crescere
notevolmente. Dotato di carisma e solida presenza scenica, Luna sta
convincendo sempre più critici e spettatori del suo valore ed ogni
sua interpretazione rimane difficilmente dimenticabile.
Ecco 10 cose che non sai su
Gabriel Luna.
Gabriel Luna: i suoi film e le
serie TV
1. È noto per alcune serie
TV. Dopo aver recitato in alcuni episodi di serie
come Prison Break (2008), Touch (2013) e
NCIS: Los Angeles (2013), Luna ottiene una prima notorietà
recitando in Matador (2014) e nella seconda stagione di
True Detective, con
Colin Farrell.
In seguito ha recitato in Wicked City (2015) e Agents
of S.H.I.E.L.D (2016-2017), dove ha avuto un altro ruolo di
primo piano. Nel 2023 lo si vedrà nella serie The Last of Us, accanto
a Pedro Pascal e Bella
Ramsey.
2. Ha recitato in alcuni
noti film. Nel corso della sua carriera l’attore ha avuto
anche modo di recitare in diversi film, alcuni di maggior rilievo e
altri meno noti. Il primo lungometraggio a cui ha preso parte è
stato Fall to Grace (2005), seguito poi da Dance with
the One (2010). Nel 2011 ha avuto un ruolo in Bernie,
con Jack Black,
mentre in seguito ha recitato in Spring Eddy (2012),
Palle fuori (2014), Freeheld: Amore, giustizia,
uguaglianza (2015), con Julianne Moore,
Gravy (2015) e Transpecos (2016). Nel 2019 torna
al cinema con un ruolo di rilievo in Terminator: Destino
oscuro, con Arnold
Schwarzenegger. Nel 2022 è protagonista di Eddie
& Sunny.
Gabriel Luna è Ghost Rider
3. Ha interpretato il quinto
Ghost Rider della Marvel. Tutti ricorderanno
il Johnny Blaze interpretato da Nicolas Cage
nei due film dedicati al supereroe Ghost Rider. Blaze è stato il
secondo umano ad incarnare il demoniaco personaggio, ma nella
quarta stagione della serie Agents of S.H.I.E.L.D. i fan
hanno imparato a conoscere un altro dei possessori dei poteri del
Ghost Rider. Si tratta di Robbie Reyes, quinto umano ad incarnare
il supereroe, interpretato nella serie proprio la Luna. L’attore si
è detto estremamente grato di tale ruolo, per il quale si è
preparato a lungo e che gli ha donato grande popolarità.
4. Avrebbe dovuto avere una
serie tutta sua. Dopo essere comparso come Ghost Rider in
Agents of S.H.I.E.L.D., Luna avrebbe dovuto interpretare
nuovamente tale personaggio anche in una serie a lui interamente
dedicata. Tuttavia, in seguito all’unificazione tra Marvel Television e i Marvel Studios nel 2019, il progetto è stato
attualmente cancellato. Non è del tutto escluso però che in futuro
si possa decidere di realizzare una serie dedicata al celebre
supereroe, da introdurre così ufficialmente all’interno del
Marvel Cinematic Universe.
Gabriel Luna è Tommy Miller in
The Last of Us
5. Interpreta uno dei
personaggi principali. Nella serie HBO The Last of Us, tratta dall’omonimo
videogioco, Luna interpreta Tommy Miller, uno dei personaggi più
importanti del racconto. Questi è un infallibile cecchino, nonché
fratello di Joel. Tale personaggio si è affermato come uno dei più
amati della serie videoludica, vantando non solo una fisicità
simile a quella del fratello ma anche una forte componente emotiva
e tanta gentilezza. Con questo personaggio, Luna avrà dunque un
ruolo di primo piano nell’attesa serie e il suo potrebbe affermarsi
anche in essa come uno degli elementi più importanti ai fini
narrativi.
6. Conosceva già il
videogioco. Prima di iniziare le riprese della serie, agli
attori del cast era stato chiesto di non giocare al videogioco
The Last of Us, in modo tale da non farsi influenzare da
questo. Luna, tuttavia, conosceva già il gioco e aveva iniziato a
giocarci ben prima che gli fosse comunicata tale richiesta.
Confrontarsi con il videogioco, a suo dire, gli ha però permesso di
entrare meglio nel mondo e nell’atmosfera del racconto, così da
poter poi riproporre le sensazioni provate al momento di
interpretare il suo Tommy Miller.
Gabriel Luna in Terminator:
Destino oscuro
7. È stato l’antagonista del
film. In Terminator: Destino oscuro, sesto film
della celebre saga di fantascienza, Luna ha interpretato il Rev-9,
un Terminator avanzato inviato indietro nel tempo per terminare
Dani, costituito da un tradizionale endoscheletro solido circondato
da una “pelle” di poli-lega mimetica. Possiede la capacità di
separare questi due componenti in due unità Terminator
completamente autonome. Un avversario affermatosi come
particolarmente minaccioso, anche per la grande presenza scenica
sfoggiata da Luna.
Gabriel Luna è su Instagram
8.Ha un
profilo sul social network. Gabriel Luna è
naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo
seguito attualmente da 161 mila persone. Su tale piattaforma egli
ha ad oggi pubblicato oltre mille e seicento post, la maggior parte
relativi alle sue attività come attore. Si possono infatti
ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma
anche foto promozionali dei suoi progetti e altre immagini che lo
raffigurano ad eventi a cui ha preso parte. Seguendolo si può
dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.
Gabriel Luna e Diego Luna
9. Non sono
imparentati. Pur facendo Luna di cognome e vantando
origini messicane, Gabriel non è in alcun modo imparentato con
l’attore Diego Luna,
recentemente visto nella serie Andor, ambientata
nell’universo di Star
Wars. I due non hanno dunque legami di alcun tipo, se non
il condividere lo stesso cognome. Gabriel, inoltre, non è
propriamente messicano, essendo nato negli Stati Uniti. Solo i suoi
genitori erano discendenti di cittadini messicani.
Gabriel Luna: età e altezza
dell’attore
10. Gabriel Luna è nato ad
Austin, in Texas, Stati Uniti, il 5 dicembre del 1982.
L’attore è alto complessivamente 1,79 metri.
Il nuovo film di James
Cameron
Avatar: la via dell’acqua, sequel del lungometraggio
vincitore di tre Academy Award® Avatar, ha conquistato il
pubblico italiano con un incasso di oltre 40 milioni
di euro e con oltre 4,5 milioni spettatori entrando nella
classifica dei 10 migliori incassi di tutti i tempi in Italia.
“Il successo straordinario
di Avatar: La Via dell’Acqua non solo ci rende orgogliosi
come azienda ma ci permette di guardare al futuro del cinema in
Italia con positività”, ha dichiarato Daniel
Frigo, Amministratore Delegato The Walt Disney Company
Italia. “Grazie al grandissimo lavoro di tutti gli esercenti e
di tutte le persone coinvolte nel lancio, il team di Disney Italia,
partner e licenziatari, Avatar ha infatti generato un effetto
positivo a cascata durante le festività, di cui il beneficiario
finale è l’intera filiera cinematografica, riportando nelle sale
tante persone che si erano allontanate con la pandemia. Nel 2023
occorre continuare a lavorare in questa direzione comune ed è
questo l’impegno che porteremo avanti nell’anno delle celebrazioni
del centenario della Walt Disney Company, dando sostegno alla sala
con l’uscita di moltissimi film di generi diversi che continueranno
a ricordare a tutto il pubblico italiano l’unicità dell’esperienza
e la bellezza della visione di un film al cinema: Ant-Man and The Wasp:
Quantumania, Gli Spiriti dell’Isola, La
Sirenetta, Indiana Jones, Guardiani della Galassia Vol.
3, The
Marvels, Haunted Mansion ma non solo… Perché il
successo di un singolo sia il successo di tutti così come l’impegno
per il futuro del cinema”.
Con
Avatar: la via dell’acqua, l’esperienza
cinematografica raggiunge nuove vette: Cameron trasporta il
pubblico nel magnifico mondo di Pandora in un’avventura
spettacolare e ricca di azione.
Ambientato più di dieci anni dopo
gli eventi del primo film,
Avatar: la via dell’acquainizia a
raccontare la storia della famiglia Sully (Jake, Neytiri e i loro
figli), del pericolo che li segue, di dove sono disposti ad
arrivare per tenersi al sicuro a vicenda, delle battaglie che
combattono per rimanere in vita e delle tragedie che
affrontano.
Diretto da James
Cameron e prodotto da Cameron e Jon
Landau, la produzione Lightstorm Entertainment è
interpretata da
Sam Worthington,
Zoe Saldana,
Stephen Lang,
Sigourney Weaver e
Kate Winslet. La sceneggiatura è scritta da
James Cameron & Rick Jaffa
& Amanda Silver, e il soggetto è di
James Cameron & Rick Jaffa
& Amanda Silver & Josh
Friedman & Shane Salerno.
David Valdes e Richard Baneham
sono i produttori esecutivi.
La star di Everything Everywhere All at Once, Michelle Yeoh, dice che sarebbe disposta a
tornare al ruolo del film solo per uno specifico spin-off.
L’attrice protagoniste della stagione dei premi di quest’anno
interpreta Evelyn Quan Wang, una donna, madre e moglie in
difficoltà, proprietaria di una lavanderia a gettoni nel selvaggio
film del 2022, che ha guadagnato un sacco di elogi sin dalla sua
uscita. Dato il successo critico e commerciale del film dei
Daniels, molti si sono chiesti se il film genererà
un sequel, che potrebbe potenzialmente continuare la storia di
Evelyn e sua figlia Joy (Stephanie Hsu) o
esplorare uno dei tanti universi introdotti nel film.
Durante un’intervista con Variety, a Michelle Yeoh è stato chiesto se fosse
interessata a tornare nel ruolo di Evelyn per un secondo film
Everything Everywhere All at Once. Mentre
l’attrice afferma chiaramente che non ha alcun interesse a vedere o
partecipare a un sequel del film multiversale, sembra più incline a
considerare uno spin-off. Se l’attrice dovesse tornare per uno
spin-off di Everything Everywhere All at Once, vorrebbe
interpretare una variante “rock star” del suo personaggio, citando
cantanti come Adele, Enya e Lady Gaga come ispirazione. “Non lo
so. Voglio un universo in cui sono una rock star. Voglio tornare,
se devo tornare, come qualcuno che ha questa voce incredibile, sai…
Questo è ciò che manca al nostro mondo in questo momento, c’è pace
e amore, e credo che per raggiungere altre realtà e più persone
possibili, una gran voce è lo strumento migliore.”
Dai fratelli Russo (produttori
esecutivi), A24 e
Ley Line Entertainment, il film definitivo sul multiverso con le
icone del cinema Michelle Yeoh (La Tigre e il
Dragone, Shang-Chi) e Jamie Lee Curtis
(Halloween, Una poltrona per due) dirette dal duo di
registi visionari The Daniels. Il caso dell’anno al
botteghino USA.
Scritto, diretto e prodotto dai The
Daniels. Il film è prodotto anche da Jonathan Wang, dalla AGBO dei
fratelli Russo e da A24. I produttori esecutivi sono Ley Line
Entertainment, IAC e Josh Rudnick.
Noah Centineo, interprete di Atom Smasher in
Black Adam, sembra aver accettato il fatto che non
tornerà a interpretare il personaggio DC Comics al cinema. Il
tentativo di Dwayne
Johnson di prendere in carico il DC
Extended Universe è fallito, e ormai è chiaro che alcune delle
decisioni di cui si era fatto carico, incluso il ritorno di
Henry Cavill nei panni di
Superman, abbiano facilitato la sua archiviazione
del franchise.
Mentre il wrestler diventato attore
sembrava lasciare la porta aperta a un eventuale ritorno nei panni
di Teth-Adam, è diventato evidente che i piani ambiziosi per sequel
e spin-off ora non troveranno seguito. Tuttavia, sembra che
Noah Centineo abbia capito che il suo
tempo alla DC Films è finito. Durante una recente intervista con
The Hollywood Reporter, l’attore
ha riflettuto sul fatto di far parte dell’adattamento della DC
Comics, ma non sembra eccessivamente ottimista sul suo
prosieguo.
“Ci siamo divertiti così tanto a
girare quel film. Non credo di essermi mai goduto quattro mesi di
riprese come durante le riprese di quel film”, ricorda
Centineo. “Eravamo così tanti, e ci siamo semplicemente
mescolati insieme, e tutti erano così disposti a fare amicizia l’un
l’altro, e siamo diventati davvero una famiglia, e questo include
anche Dwayne [Johnson].” “Ha dato il tono, non solo al
cast, ma a tutte le persone coinvolte. Andavamo costantemente a
cena e passavamo del tempo insieme, e lo porterò con me per il
resto della mia vita, per non parlare delle lezioni imparate a
lavorare con attori così iconici, profondamente esperti e
talentuosi, il nostro direttore della fotografia Lawrence Sher, il
nostro regista [Jaume Collet-Serra], porterò sempre con me
quell’esperienza”.
Alla domanda se fosse “depresso” nel
sentire che il tempo di Henry Cavill come Superman
è finito, Centineo ha schivato la domanda e ha condiviso la sua
eccitazione per ciò che i DC Studios hanno pianificato. Tuttavia,
l’attore non esprime davvero alcuna aspettativa per farne parte e
chiaramente non è stato contattato per interpretare Atom Smasher
nel nuovo DCU.
“Onestamente non posso nemmeno
parlare di nulla di tutto ciò. Non so davvero quale sia il loro
piano e sono entusiasta di vedere cosa hanno pensato di fare con
quello che alla DC ha funzionato”, ha detto. “Per quanto
mi riguarda, sono davvero entusiasta di vedere la visione di Peter
Safran e James
Gunn per la DC, quei ragazzi sanno cosa stanno facendo. Quindi,
gli daremo fiducia. Sono entusiasta.”
Da quello che Noah Centineo dice, sembra chiaro che il
giovane interprete abbia accettato la scarsa risposta di pubblico e
critica riservata a Black Adam, e che alla luce di questo sia
pacifico che non verrà ulteriormente coinvolto nel futuro della DC
Films.
È stato rivelato un nuovo logo per
Madame
Web, con un ragno rosso e blu che proietta l’ombra del
personaggio del titolo. Anche se il significato di una tale scelta
grafica può essere tutto e niente, visivamente è comunque un bel
logo per presentare un progetto per molti versi ancora
misterioso.
Madame
Web è un film intrigante, questo è certo, e suggerisce
fortemente che Sony intende esplorare il lato mistico del mito di
Spider-Man. Resta da vedere come Peter Parker influisca su tutto
questo, anche se ci sono rumors online che la storia si svolga
molto prima ancora che il l’arrampicamuri sia nato.
In effetti, tra una serie di voci e
ciò che è stato rivelato nelle foto dal set, abbiamo motivo di
credere che una Mary Parker incinta sarà al centro della storia,
con Madame Web che riunisce un gruppo di eroi al femminile per
proteggerla. È un concetto intrigante, ma non abbiamo molta fiducia
nel fatto che lo studio riesca a realizzarlo.
Nel cast di Madame
Web ci sono Dakota Johnson e Sydney
Sweeney. Lo studio si trova in una posizione di forza dopo
l’uscita di
Spider-Man: No Way Home, che ha incassato 1,74
miliardi di dollari a livello globale, l’incasso più alto nella
storia della Sony.
Nel cast di Madame
Web sono stati confermati Dakota Johnson,
Sydney Sweeney, Isabela Merced, Emma Roberts, Celeste O’Connor,
Tahar Rahim, Mike Epps, Zosia Mamet e Adam Scott.
Il nuovo spot di Shazam! Furia
degli Dei ci mostra molta azione con protagonista un
grosso drago. Il film arriverà a marzo ed è uno dei pochi
sopravvissuti all’accetta Gunn/Safran che si è abbattuta sui
progetti DC Films.
Shazam! Furia degli
Dei
Shazam! Furia
degli Dei continua la storia dell’adolescente Billy
Batson che, dopo aver recitato la parola magica “SHAZAM!“,
si trasforma nel suo alter ego da supereroe adulto, Shazam.
Il cast del sequel include Zachary Levi nei panni di Shazam,
Asher Angel nei panni di Billy Batson,
Jack Dylan Grazer nei panni di Freddy Freeman,
Adam Brody nei panni del supereroe Freddy,
Ross Butler nei panni del supereroe Eugene,
Meagan Good nei panni del supereroe Darla,
DJ Cotrona nei panni del supereroe Pedro,
Grace Caroline Currey nel ruolo di Mary
Bromfield/la supereroina Mary. Djimon Hounsou ritorna nei panni del Mago,
mentre Rachel Zegler,
Lucy Liu e Helen Mirren si sono unite al film come
cattivi appena creati. Shazam! Furia
degli Dei uscirà il 17 marzo 2023. Il film è prodotto
da Peter Safran.
Basato sull’acclamato romanzo del
2004 di Hiroshi SakurazakaAll You Need Is
Kill,
Edge of Tomorrow è stato distribuito nel 2014 con
recensioni positive e un solido incasso di 370 milioni di dollari
al botteghino mondiale con un budget di 178 milioni di dollari.
Diretto da Dough
Liman, il film ha visto Tom Cruise ed
Emily
Blunt nei panni di soldati intrappolati in un
loop temporale, con il primo che usa questa condizione come
un’opportunità per migliorare le sue abilità e alla fine
sconfiggere gli alieni invasori della Terra. Il film è stato un
buon successo di pubblico e critica,
tanto che si pensava ad un sequel che al momento non ha ancora
preso piede, tuttavia Emily Blunt ha
dei ricordi molto vividi di quel set, e durante la sua
partecipazione al podcast SmartLess, ha raccontato un aneddoto che
ha visto protagonista Cruise:
“Dovevamo indossare questi
costumi enormi, e penso che sarebbe stato fantastico se li avessimo
realizzati in CGI, ma volevamo farlo in modo tattile. Quando senti
la parola ‘tattile’, pensi che suoni piacevole e accogliente. Non
c’era niente di accogliente in quelle tute. Pesava quasi 40 chili.
Era così pesante. (…) La prima volta che l’ho indossato ho iniziato
a piangere , e [Cruise] non sapeva cosa fare”, ha ammesso
l’attrice. “Ero tipo, ‘Tom, non sono sicura di come supererò
queste riprese’ e ho appena iniziato a piangere. ‘Mi sento un po’
in preda al panico’”.
“Lui mi ha semplicemente
fissata a lungo, non sapendo cosa fare, e mi ha detto: ‘Dai,
smettila di fare così la fighetta, ok?'” Per nulla offesa
dalle osservazioni del suo collega, Blunt ricorda di essere
scoppiata in una sonora risate dopo essere stata colta alla
sprovvista da ciò che ha detto Cruise e ha spiegato come ha reso
molto più facile l’avvio della produzione. Tuttavia, indossare
quella tuta le ha provocato lesioni di lunga durata alle costole e
alla clavicola.
Cruise non è estraneo alle
acrobazie pericolose e continua a spingersi oltre i limiti di ciò
di cui è capace. Con questo in mente, le sue dure parole di
consiglio hanno senso e hanno chiaramente aiutato Blunt in un
momento in cui aveva bisogno di aiuto per superare questo ostacolo.
Anche il racconto dell’attrice non ha nulla di recriminatorio nei
confronti di Tom Cruise che
con quella frase completamente inaspettata ha scosso la collega e
l’ha aiutata a portare a termine il lavoro.
Edge of Tomorrow è uno dei film più insoliti nella
filmografia di Emily Blunt, in
cui l’attrice mostra davvero una range di capacità
insospettate.
E’ un Kang il
Distruttore regale e pensoso quello che si mostra nella
nuova immagine di Ant-Man and the Wasp: Quantumania diffusa
da Empire Magazine e che ci offre un nuovo sguardo al
nuovo grande villain del Marvel Cinematic Universe.
In merito alla scelta di questo
personaggio come nuova grande minaccia del MCU, Kevin Feige
ha dichiarato: “È la scelta più ovvia dato che abbiamo a che
fare con il Multiverso. Kang ci ha permesso di realizzare un nuovo
tipo di Big Bad. È un diverso tipo di cattivo, che combatte con se
stesso tanto quanto sta combattendo con i nostri eroi.”
Nel film, che dà ufficialmente il
via alla
Fase 5 del Marvel Cinematic Universe, i Super
Eroi Scott Lang (Paul
Rudd) e Hope Van Dyne (Evangeline
Lilly) tornano per continuare le loro avventure
come
Ant-Man and The Wasp. Insieme ai genitori di Hope,
Hank Pym (Michael
Douglas) e Janet Van Dyne (Michelle
Pfeiffer), la famiglia si ritrova a esplorare
il Regno Quantico, a interagire con nuove strane creature e a
intraprendere un’avventura che li spingerà oltre i limiti di ciò
che pensavano fosse possibile. Diretto da Peyton
Reed e prodotto da Kevin Feige, p.g.a. e Stephen Broussard,
p.g.a.,Ant-Man
and the Wasp: Quantumania è interpretato anche da
Jonathan Majors nel ruolo di Kang,
David Dastmalchian nel ruolo di Veb, Katy O’Brian nel ruolo di
Jentorra, William Jackson Harper nel ruolo di Quaz
e Bill Murray in quello di Lord Krylar.
Brendan Fraser, Bob Odenkirk, Amanda Seyfried sono solo alcuni dei nomi
protagonisti della serata dei Critics‘ Choice Awards 2023, che ha
visto trionfare Everything Everywhere All at Once
con ben cinque riconoscimenti, trai quali miglior film e miglior
regia. Come ai Golden Globes, invece Elementary
Abbott replica il successo per la categoria serie comedy,
mentre Better
Call Saul ha la sua rivincita portando a casa il
premio per la migliore serie e per il migliore attore protagonista,
Odenkirk appunto.
E mentre Angela Bassett porta alto il nome dei Marvel Studios che, grazie a lei, hanno vinto
anche un Critics Choice per la recitazione, trai premiati per i
film tv spicca il nome di Daniel Radcliffe, ex Harry Potter, che con
questo riconoscimento per il suo lavoro in Weird: The Al
Yankovic Story (che ha vinto anche Miglior film per la tv)
sembra dare un nuovo volto alla sua carriera, da sempre molto
sfaccettata e ricca.
Cate Blanchett batte la diretta concorrente
Michelle Yeoh, mentre il loro duello sembra
l’aspetto più divertente di una stagione dei premi appena
cominciata che ci accompagnerà, per certo, fino alla Notte degli
Oscar. Grande sorpresa nella categoria miglior film comedy: il
premio è andato a Glass Onion, che ha sconfitto
una signora concorrenza e mentre ci spieghiamo senza troppi misteri
il premio al miglior ensemble del film, è molto più inatteso un
riconoscimento al film stesso.
Ecco di seguito tutti i vincitori dei Critics‘ Choice
Awards
Best Picture –“Everything Everywhere All
at Once” (A24)
Best Actress –Cate Blanchett – “Tár”
(Focus Features)
Best Actor –Brendan Fraser – “The Whale”
(A24)
Best Director –Daniel Kwan and Daniel
Scheinert – “Everything Everywhere All at Once” (A24)
Avengers: The Kang Dynasty e Avengers: Secret Wars sono film destinati a
riportare sullo schermo molti volti noti come “Varianti”, il che
significa che i fan si aspettano l’apparizione di grandi nomi
provenienti da epoche passate del cinema e della televisione. È
anche il momento in cui si prevede il ritorno di Tobey Maguire e Andrew Garfield nei panni delle rispettive
versioni di Spider-Man.
Peter Parker ha più
storia sullo schermo della maggior parte degli eroi e, sebbene
questi due attori siano noti soprattutto per aver interpretato
l’arrampica muri in live-action, ci sono molti Spider-Men
alternativi che vorremmo vedere apparire quando differenti realtà
si scontreranno tra qualche anno. Questi film saranno probabilmente
l’occasione perfetta per i Marvel Studios di proporre alcune varianti di
Spidey, sia che si tratti di quelle provenienti
dall’animazione, dai videogiochi o anche dai fumetti. Dopotutto,
sarebbe un errore ignorare il Spideycacciatore di
zombie e Spider-Girl in un blockbuster che promette
di esplorare il multiverso come mai prima d’ora!
Spider-Man cacciatore di
zombie
Questa variante ha fatto il
suo debutto in What If? e, sebbene la serie animata non abbia
ancora avuto un impatto sul più ampio MCU, avrebbe senso
che questo Spidey facesse la sua apparizione in questo film. Lo
Spider-Man “cacciatore di zombie” ha fatto parte dell’episodio
“Marvel Zombies” dello show e,
nonostante il finale lasciasse intendere una triste fine per
Peter Parker e i suoi compagni eroi, sarebbe stato
uno spasso visitare questa realtà in live-action. Peraltro,
trasformare Spidey in uno zombie sarebbe
un’immagine divertente e un modo simpatico per ricordare cosa ne è
stato di questa variante.
Non crediamo che questo Spider-Man
possa avere un ruolo di rilievo in Avengers: Secret Wars, ma c’è sicuramente il
potenziale per un suo cameo divertente che potrebbe lasciare un
impatto duraturo.
Peter B. Parker
Ci sono state molte cose
che ci sono piaciute di
Spider-Man: Into the Spider-Verse, e ci piacerebbe che
i Marvel Studios e la Sony Pictures
raggiungessero un accordo che preveda un cameo di Tom Holland in uno dei prossimi sequel in
cambio della presenza di Jake Johnson nei panni di
Peter B. Parker in Avengers: Secret Wars.
Per molti versi, Peter B.
Parker è stato il personaggio di punta del film del 2018 e
ci piacerebbe visitare il mondo di questo Spider-Man in
live-action, soprattutto ora che si è riunito con Mary
Jane e ha avuto un bambino. Sarebbe però fondamentale che
questo cameo fosse diverso da quello che vediamo nel mondo dello
Spidey di quartiere quindi forse potrebbe essere la variante
precedente all’ingresso nello Spider-Verse? In ogni caso, Johnson
che interpreta una versione live-action di questo beniamino dei fan
sarebbe una delizia e, anche se immaginiamo che questo cameo sia
prettamente comico, sarebbe comunque divertente vederlo entrare in
azione, anche se per poco.
Spider-Man per PlayStation
I
giochi PlayStation di Sony hanno riscosso un enorme successo
sia su PS4 che su PS5, e il Peter Parker di
Yuri Lowenthal ha sicuramente colpito i fan.
Sarebbe incredibilmente facile far apparire questa variante, che
potrebbe essere portata in vita con effetti visivi e non verrebbe
mai smascherata (il che significa che Lowenthal può prestare la sua
voce all’eroe senza alcuna controversia sullo scambio di
volti).
Questo Spider-Man ha già avuto un
assaggio della follia del Multiverso nei fumetti, e il suo
intelletto geniale potrebbe essere una parte importante del motivo
per cui i suoi colleghi arrampica muri lo cercano per chiedere
aiuto. Questo costume sarebbe fantastico in live-action e, a
prescindere dal ruolo più o meno importante che questa variante
avrà nel processo, sarebbe un peccato che non facesse parte
dell’esercito che si riunisce per abbattere Kang il
Conquistatore una volta per tutte.
L’Uomo Ragno della FOX
Avremmo potuto riempire
questa rubrica con le varianti delle avventure animate dell’Uomo
Ragno, ma per noi deve essere la versione di Christopher
Daniel Barnes della serie degli anni ’90 della FOX a fare
un cameo in Avengers: Secret Wars.
Per quanto Spectacular
Spider-Man sia stato fantastico, questa serie ha rappresentato
una parte importante di ciò che ha reso l’arrampica muri così
popolare tra i bambini prima dell’uscita del film di Sam Raimi nel
2002. È anche una serie che rimane amata oggi come quando è stata
trasmessa per la prima volta e, in termini di pura nostalgia,
questo cameo sarebbe un must. Siamo certi che sarebbe abbastanza
semplice ricreare questo Spidey con gli effetti visivi, e sentire
la voce di Barnes basterebbe ai fan di vecchia
data per apprezzare un Easter Egg davvero spettacolare. Questo
Spider-Man ha anche viaggiato attraverso il Multiverso in realtà
alternative, quindi incontrarlo nel film potrebbe servire come una
sorta di addio a questa serie iconica.
Miles Morales
A questo punto, la
popolarità di Miles Morales si avvicina a quella di
Peter Parker e, dopo la menzione in Spider-Man: Homecoming, speriamo che il suo
debutto in live-action sia previsto per la prossima trilogia.
In caso contrario, dovrebbe
assolutamente essere presente in Avengers: Secret Wars, almeno per preparare il
terreno per il suo eventuale debutto nel MCU. Non sappiamo quale variante di
Miles sarebbe più adatta a comparire, ma l’incontro tra Spidey e il
ragazzo che lo sostituirà quando cadrà in battaglia sarebbe un
momento di grande impatto. Comunque sia, sarebbe un’occasione persa
non fare qualcosa con Miles!
Leonardo DiCaprio come
Spider-Man
Molti attori hanno
mancato per un soffio l’occasione di interpretare l’Uomo Ragno
sullo schermo, ma quando abbiamo iniziato a pensare a un grande
cameo della A-List per Avengers: Secret Wars, ad esempio, c’era solo
un nome che ci veniva in mente.
Leonardo DiCaprio ha quasi interpretato
Peter Parker in un film bizzarro diretto da
James Cameron negli anni ’90, e vedere questa
variante smascherarsi per rivelare il volto dell’attore sarebbe
assolutamente folle. Dopotutto, non possiamo immaginare che Leo
assuma mai un ruolo da protagonista in un film del MCU, ma un cameo che
faccia riferimento a un primo fallimento della sua carriera
potrebbe essere qualcosa che prenderebbe in considerazione. Di
certo non ci scommettiamo, ma bisogna ammettere che sarebbe uno
shock per gli spettatori e, in caso contrario, saremmo d’accordo
con la scelta di Jake Gyllenhaal (che ha quasi sostituito
Maguire in Spider-Man 2).
Spider-Girl
Si pensa che la Sony
Pictures stia ancora sviluppando un
film su Spider-Woman con OliviaWilde e, visto che Jessica
Drew non è ancora stata scritturata, c’è almeno una
piccola possibilità di un crossover. Tuttavia, diremmo che c’è un
candidato ancora più probabile.
Stiamo parlando, ovviamente, di
Mayday Parker e, anche se non ci aspettiamo che
faccia più di un breve cameo, l’incontro tra Peter
e la futura figlia di MJ lo lascerebbe a bocca
aperta. Potrebbe provenire da una possibile linea temporale futura
del MCU e
potrebbe essere Zendaya a vestire i panni di
Mayday (anche se con qualche modifica al suo
aspetto). Supponendo che MJ non si ricordi ancora
di Peter Parker durante gli eventi di Avengers: Secret Wars, questo incontro sarebbe
ancora più devastante per l’arrampica muri del MCU.
I futuri Spider-Man
Abbiamo parlato di
Peter B. Parker, ma cosa succederebbe se il Peter
del MCU
desse un’occhiata al suo futuro? La trilogia
di Spider-Man di Sam Raimi ha portato questa versione dell’eroe
all’università, così come i film di The Amazing Spider-Man… tuttavia, è stata
appena accennata e nessuno dei due è mai cresciuto.
Lo Spidey di
Holland probabilmente andrà all’università se avrà
un’altra trilogia ad attenderlo, ma ci piacerebbe vederlo dare
un’occhiata al suo futuro, che sia in qualità del prossimo
Tony Stark o come insegnante di scienze al liceo.
Basterebbero degli effetti visivi per invecchiare l’attore, e se
questo Peter riuscisse a vedere il suo futuro eroico, potrebbe
assicurarsi di rimanere sulla strada che lo rende uno dei più
grandi eroi del MCU. Questo potrebbe
anche essere collegato a una possibile apparizione di
Spider-Girl nel film o servire come “lieto fine”
se la Sony decidesse di riprendere il personaggio.
Da sempre rivale della Marvel, la DC Comics
Comics ha negli ultimi anni portato al cinema alcuni dei suoi
supereroi migliori. Insieme a Batman, Superman e Aquaman, ha così preso vita anche Wonder Woman. Per la prima volta, nel 2017, la
più celebre delle supereroine ha calcato il grande schermo con un
film tutto per sé, intitolato naturalmente Wonder Woman,
apprezzato da critica e pubblico. Sull’onda di questo successo, nel
2020 è poi arrivato il suo sequel Wonder Woman 1984 (qui la recensione), diretto
anch’esso da Patty Jenkins e interpretato
naturalmente dall’attrice Gal Gadot, ormai sempre
più associata a questo personaggio.
In esso si portano dunque avanti le
avventure della celebre amazzone, con un’ambientazione che si
sposta dalla seconda guerra mondiale al 1984 del titolo. La
regista, anche sceneggiatrice del film, ha scelto tale epoca perché
la ritiene l’apice della civiltà e della società occidentale, che
offre quindi l’opportunità di esplorare come Wonder Woman avrebbe
affrontato le tipologie di cattivi che provengono da quell’epoca.
Tra nuovi nemici e vecchi amori, questo nono film del notoriamente
complicato DC
Extended Universe ha dunque regalato novità e garanzie,
affermandosi come un buon seguito.
Più volte rimandato a causa della
pandemia di Covid-19, Wonder Woman 1984 è un titolo di cui
non tutti hanno avuto modo di fruire al meglio. Ecco perché il suo
passaggio televisivo è ora una buona occasione per poterlo
finalmente vedere. Prima di intraprendere una visione del film,
però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al suo
sequel. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Wonder Woman 1984: la trama del film
Dopo aver contribuito a porre
termine alla Seconda guerra mondiale, Diana Prince
lavora ora presso lo Smithsonian Institution di Washington. Nel
mentre, non manca di eseguire azioni eroiche come Wonder Woman.
Proprio nel museo si trova a sventare una rapina e tra gli oggetti
verso i quali si era tentato il furto vi è una misteriosa Pietra
dei Sogni, capace di esaudire i desideri di chi la possiede.
Inconsapevolmente, Diana si trova a desiderare che il suo defunto
amante, Steve Trevor, sia ancora vivo.
Barbara Ann Minerva, impacciata collega di Diana
presso il museo, esprime invece il desiderio di poter essere forte
e attraente come Diana.
Le due non lo sanno ancora, ma ciò
che hanno desiderato diviene ben presto realtà, sconvolgendo le
loro vite. La Pietra, infatti, non realizza nulla senza chiedere
qualcosa in cambio. Ai pericoli incombenti si aggiungerà poi anche
l’uomo d’affari in fallimento Maxwell Lorenzano,
intenzionato ad entrare in possesso della pietra per acquistare
sempre più potere. Per la divina amazzone, dunque, si preannunciano
sfide particolarmente complesse, che la porteranno a dover prendere
decisioni altrettanto dolorose. Ancora una volta, infatti, Wonder
Woman dovrà combattere per la salvezza del mondo, anche se ciò
significa perdere ciò che ha di più caro.
Wonder Woman 1984: il cast
del film
Ad interpretare la celebre
supereroina vi è naturalmente ancora una volta l’attrice di origini
israeliane Gal Gadot.
Quello di Wonder Woman è un personaggio a lei molto caro, in quanto
ottenne la parte proprio nel periodo in cui meditava di abbandonare
la recitazione, insoddisfatta dalle poche opportunità fino a quel
momento trovate. Anche per questo sequel, inoltre, la Gadot si è
prepararata allenandosi per diversi mesi e acquisendo diversi chili
di muscoli, così da poter interpretare quante più scene possibili
senza il bisogno di controfigure. Chris Pine a sua volta
torna anche in questo sequel per interpretare nuovamente l’aviatore
Steve Trevor.
L’attrice Kristen Wiig,
nota principalmente per i suoi lavori comici, interpreta qui
Barbara Ann Minerva, la quale diverrà poi nota come Cheetah.
Pedro Pascal ricopre
invece il ruolo di Maxwell Lord, il quale per dar vita a questo
personaggio si è basato sul Gordon Gekko di Wall Street e
sul Lex Luthor di Superman. Sono poi presenti nel film
Connie Nielsen
nei panni della regina Ippolita e Robin Wright in
quelli del generale Antiope. Infine, l’attrice Lynda Carter,
che aveva interpretato Wonder Woman nella serie televisiva degli
anni Settanta, compare con un cameo interpretando Asteria, una
guerriera leggendaria delle Amazzoni che anticamente possedeva la
potente armatura alata.
Il sequel di Wonder Woman
1984, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
Parallelamente al completamento di
Wonder Woman1984, la regista Patty Jenkins ha
annunciato che un terzo film dedicato alla supereroina era in fase
di sviluppo, con un’ambientazione stabilità alla contemporaneità.
Tuttavia, nel dicembre del 2022, il film è stato temporaneamente
messo in pausa per via del subentro di James
Gunn alla guida dei film DC. Il regista ha infatti
dichiarato che un terzo film su Wonder Woman non rientrava nei
piani di ricostruzione dell’universo condiviso della DC.
Attualmente non si hanno ulteriori notizie sulle sorti del film,
anche se Gunn ha affermato che la Gadot potrebbe in futuro
riprendere tale ruolo.
Nell’attesa di scoprire le sorti di
questo terzo film, è possibile fruire di Wonder Woman
1984 grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente, in prima visione
assoluta, nel palinsesto televisivo di domenica 15
gennaio alle ore 21:20 su Canale
5.
Non è affatto vero che l’attore
Tom Cruise ha recitato soltanto in film di
spionaggio come Mission: Impossible o in
film d’azione come Edge of Tomorrow. Nella
sua lunga filmografia si possono ritrovare opere di ogni genere,
dal biografico alla commedia, senza tralasciare il film di
carattere storico. Il più famoso di questi è probabilmente
L’ultimo samurai, diretto nel 2003 da
Edward Zwick, celebre per aver diretto anche
Vento di passioni e
Blood Diamond – Diamanti di
sangue. Ideato da John Logan, il film si
svolge durante la Ribellione di Satsuma, una sanguinosa rivolta di
samurai avvenuta verso la fine dell’800.
La storia narrata nel film, pur se
interamente romanzata, è liberamente ispirata al capitano
dell’esercito francese Jules Brunet, il quale
condusse gloriose campagne militari accanto al generale
Enomoto Takeaki in quella che è nota come la
guerra Boshin, svoltasi tra il 1868 e il 1869 in
Giappone. Qui egli contribuì all’occidentalizzazione del Giappone,
attraverso l’insegnamento di nuove tecniche di battaglia.
L’ultimo samurai unifica dunque elementi di due distinti
conflitti della storia del Giappone dell’Ottocento. Ciò a riprova
anche del fatto che il film non intende essere preciso in modo
ferreo, quanto più che altro raccontare di un’epica battaglia e dei
valorosi uomini che la condussero.
Pur se costato la non indifferente
somma di 140 milioni di dollari, il film si affermò come un
grandissimo successo, arrivando facilmente a guadagnarne 457 in
tutto il mondo. L’ultimo samurai arrivò inoltre ad
ottenere 4 nomination al premio Oscar, tra cui quella per il
miglior attore non protagonista. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama, al cast di
attori ed alle sue frasi più belle.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
L’ultimo samurai: la trama
del film
Ambientato in Giappone nel 1876, il
film racconta la storia di un ex capitano dell’esercito americano,
Nathan Algren, che viene chiamato ed incaricato di
addestrare l’esercito dell’imperatore giapponese Meiji. Lo scopo è
quello di eliminare in maniera definitiva i samurai ribelli
all’impero. Algren è sostanzialmente un uomo alla deriva che ha
rischiato la vita per essere fedele al suo paese, profondamente
trasformatosi in seguito alla guerra civile. L’incarico da parte
dell’Impero giapponese per lui non è che un modo per fuggire dai
ricordi che lo attanagliano, dalla disillusione, dalle angosce,
oltre che essere una via facile per ottenere dei soldi.
Arrivato in Giappone, però, inizierà a comprendere ciò che succede
davvero in quel meraviglioso paese, riuscirà a concepire la
filosofia, lo stile di vita e la cultura millenaria dei samurai,
che a loro volta rimangono sorpresi ed incantati dalla tenacia di
Algren. Il comandante un tempo avversario ed ora suo mentore,
Katsumoto, è incuriosito dalla cultura esistente
al di fuori della sua e così lo sono gli altri samurai ribelli che
cominceranno a trattare il capitano Algren come un loro pari, senza
perdere di vista il loro obiettivo: difendere le tradizioni, i
valori e i codici da quel progresso che ne minaccia
l’esistenza.
L’ultimo samurai: il cast
del film
Come anticipato, ad interpretare il
capitano Nathan Algren vi è l’attore Tom Cruise.
Celebre per la grande preparazione che dedica ad ogni suo
personaggio, anche in quest’occasione egli non ha fatto eccezioni.
Desideroso di comprendere quanto più possibile la ricca e
affascinante cultura dei samurai, Cruise ha impiegato circa un ano
e mezzo di studio per conoscere quanto più possibile a riguardo.
Allo stesso tempo, si è esercitato con allenamenti tipici dei
samurai, imparando a padroneggiare le loro armi e le loro tecniche.
Ciò gli ha permesso, come suo solito, di non ricorrere all’utilizzo
di controfigure, interpretando da sé tutte le sue scene anche a
costo di farsi male in prima persona.
Accanto a lui, nel ruolo del
guerriero Katsumoto, vi è il celebre attore Ken
Watanabe. Oggi celebre per i suoi ruoli in film come
Inception
e Godzilla, questi era
particolarmente celebre in patria prima di recitare in L’ultimo
samurai. Questo è stato il suo primo film di produzione
statunitense, ed è stata anche la prima volta in cui l’attore ha
recitato in inglese. Grazie alla sua performance memorabile,
Watanabe ha ottenuto una nomination all’Oscar come miglior attore
non protagonista. Nel film sono poi presenti altri noti interpreti
giapponesi come Shin Koyamada nei panni di
Nobutada e Masato Harada in quelli di Omura. Gli
attori statunitensi Tony Goldwin e Scott
Wilson interpretano invece rispettivamente il colonnello
Benjamin Bagly e l’ambasciatore Swanbeck.
Le frasi più belle di L’ultimo
samurai, il trailer e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. L’ultimo
samurai è infatti disponibile nei cataloghi di
Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Apple iTunes, Now, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà
soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
domenica 15 gennaio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Qui di seguito si riportano invece
alcune delle frasi più belle e significative pronunciate dai
personaggi del film. Attraverso queste si potrà certamente
comprendere meglio il tono del film, i suoi temi e le variegate
personalità dei protagonisti. Ecco dunque le frasi più belle del
film:
Il fiore perfetto è una cosa rara. Se si trascorresse la
vita a cercarne uno, non sarebbe una vita sprecata.
(Katsumoto)
Questa è la spada di Katsumoto. Avrebbe voluto darla a voi,
affinché la forza dei Samurai fosse con voi per sempre. La sua
speranza con l’ultimo respiro è stata che voi rammentaste gli
antenati che l’hanno impugnata e ciò per cui sono morti.
(Nathan Algren)
Io penso che un uomo fa ciò che può, finché il suo destino
non si rivela. (Nathan Algren)
Mi ha sorpreso apprendere che la parola samurai voglia dire
servire. (Nathan Algren)
Io morirò ucciso dalla spada. La mia o… quella dei
nemici. (Katsumoto)
John Williams si
ritirerà dopo aver terminato la colonna sonora del prossimo film di
Indiana Jones, giusto? Almeno è quello che pensavaSteven Spielbergprima di essere
smentito dal diretto interessato.Il regista è stato
corretto alla fine di una conversazione di 90 minuti tra i due
giganti del cinema avvenuta giovedì sera.All’evento,
sponsorizzato dall’American
Cinematheque e tenutosi al Writers Guild
Theatre, il moderatore (e autore di musiche per film
di Variety) Jon
Burlingame si è rivolto al gigante che indugiava
cautamente ai margini della stanza: “Un’ultima domanda per
ciascuno di voi. John, ti stai davvero ritirando dai
film? Questo è “-”
The Fabelmans “, l’ultimo film di cui si è discusso -” e
il film di Indiana
Jones che sta arrivando il tuo ultimo
lavoro?
“Beh, Steven è un sacco di
cose“, ha risposto il compositore. “È un regista, è
un produttore, è il capo di uno studio, è uno scrittore, è un
filantropo, è un educatore. Una cosa che non è è un uomo a cui puoi
dire di no.” “Non me l’hai mai detto prima
di oggi”, ha risposto Steven Spielberg, leggermente, felicemente
scosso.Williams ha sottolineato che
Arnold Spielberg, il padre veterano del regista,
morto a 102 anni, lavorava ancora alla Shoah
Foundation quando aveva 99 e 100 anni. Steven Spielberg non aveva avuto tali
aspettative.
Ha continuato Williams, “Ho
compiuto 90 anni e ho incontrato una donna della mia età a
Boston. Era una signora molto simpatica, esattamente della mia
stessa età, e le ho detto, il decennio più bello nella vita di un
uomo va dagli 80 ai 90 anni, se hai la tua salute, perché se arrivi
a 90 anni, c’è un enorme compenso. Vedi tutto con una visione
così magnetica che riconosci che la cosa più bella del mondo sono
le farfalle peruviane. Non c’è niente di più bello di
quello. E quindi è il decennio migliore. E lei ha
detto: ‘No, il decennio più bello nella vita di una persona va
dai 90 ai 100 anni. Quindi rimarrò qui per un po’… Ma non puoi
anche ritirarti dalla musica. Ho detto prima, è come
respirare. È la tua vita. È la mia vita. E quindi un
giorno senza musica è un errore”.
Ha scherzato Steven Spielberg in risposta: “Devo
mettermi al lavoro, per scoprire cosa diavolo farò
dopo“.Quando Spielberg ha posto l’ultima domanda
– come riassumerebbe i 50 anni che i due hanno trascorso lavorando
insieme – il regista ha detto: “È molto difficile riassumere
perché siamo ancora insieme, e quindi mi sento come quando inizi a
pensare a riassumere, è quasi come se andassimo entrambi in
pensione nello stesso momento. Beh ho appena scoperto che non lo
è. Quindi, ovviamente, questa è una piega completamente nuova
per la storia, altre pagine, altri capitoli. Tornando a
Williams: “Non posso credere che tu l’abbia detto
stasera. Questo è straordinario!”
Il primo incontro dei due!
Spielberg ha detto di aver cercato di
arruolare John Williams per “The Sugarland
Express” dopo aver sviluppato un’ossessione per le colonne sonore
di John Williams per due film di Mark Rydell,
“The Reivers“, per il quale ha “consumato” l’album della
colonna sonora, e “The Cowboys”, che allora non aveva
album, ma che il giovane regista di quell’epoca aveva ancora
memorizzato.Arrivando in un raffinato locale di
Beverly Hills, “ho detto: ‘Sto cercando il signor
Spielberg‘”, ha ricordato Williams. “Siamo arrivati al
tavolo e c’era un ragazzo seduto lì, che dovrebbe avere circa 17 o
18 anni, davvero. E ho pensato, forse questo è il figlio del signor
Spielberg. Ci siamo seduti e abbiamo iniziato a chiacchierare un
po’. E una delle parti che ricordo, Steven – penso con precisione –
il capocameriere si avvicinò e offerto a Steven una lista di vini,
perché era l’ospite, e lui la raccolse come se fosse qualcosa
proveniente da Marte. Ovviamente non aveva visto molte carte dei
vini nei suoi 17 anni di vita. Gli ho parlato per qualche minuto e
ho capito subito, prima di tutto, che questo ragazzo era
estremamente brillante“.
(Williams ha usato la sua interpretazione presumibilmente
deliberatamente imprecisa dell’età di Spielberg come uno scherzo in
corso durante la conversazione prima che il regista alla fine
dicesse: “Devo correggerti. Avevo 24 anni … Era
l’acne.”).
Il lavoro su Lo squalo
Dopo un po’ di comune ammirazione per
l’assolo di armonica di Toots Theilemans che costituiva gran parte
della colonna sonora del film “Sugarland”,
l’attenzione è passata sul secondo film cinematografico di
Spielberg, “Lo squalo”. “Steven era interessato alla mia
colonna sonora di ‘Images’ per Robert Altman… molto inadatta per un
film d’avventura come questo”, ha aggiunto il compositore,
sottolineando l’ovvio.
“Avevo immaginato l’intero film
con la colonna sonora di ‘Images’”, ha ammesso Spielberg. “E non era ‘Jaws’ quando
l’abbiamo fatto. Era un film diverso. E hai visto il film
con la colonna sonora di “Images” e hai detto: “No, no,
no, no“. Questa non è una foto di Robert
Altman. Questo è un film sui pirati.‘”
Sul famoso tema a due note del film,
Williams ha detto: “L’ho suonato per Steven
(al piano) e lui ha detto qualcosa del tipo: ‘Dici sul
serio?’E ho detto: “Beh, quando avremo i
violoncelli… penso che potrebbe funzionare“. Così ha
detto: ‘Proviamolo.’ E noi, l’abbiamo provato. Sembrava
felice“. Spielberg
ha ammesso di essere stato sinceramente colto alla sprovvista:
“Ero spaventato quando me l’ha suonata per la prima volta al
pianoforte perché dopo che hai finito di suonarla al pianoforte, mi
hai guardato e stavi sorridendo, e ho iniziato a ridere perché non
ti conoscevo così bene. Pensavo mi stessi prendendo in
giro. E John ha detto: ‘No, questa è una cosa
seria.‘ … Sono stato molto fortunato, sai, perché Dio
sa che lo squalo non ha mai funzionato, ma Johnny
sì.
Non si sa molto sull’imminente
serie di Alien di Noah
Hawley per FX, ma un recente aggiornamento sullo
stato è arrivato durante il Winter Press Tour
della Television Critics Association. Durante il TCA del 2023, FX
ha aggiornato i fan su dove si trova attualmente la serie di
Hawley. Secondo FX (tramite Carly Lane-Perry
di Collider), la serie è ora in “pre-produzione attiva”, con le
sceneggiature scritte per la serie. Il presidente di FX
John Landgraf ha anche aggiunto che Hawley sta
attualmente lavorando alla prossima quinta stagione della
serie Fargo di FX, ma
dopo inizierà a lavorare su Alien.
La serie di Hawley sarà la prima
storia di Alien
ambientata sulla Terra e, a giudicare dai suoi commenti, esplorerà
gli aspetti più radicati del franchise. Il regista ha anche
toccato l’inclusione di Weyland-Yutani – l’enorme corporazione che
si trova in quasi tutte le proprietà di Alien
— e il modo in cui ha in programma di realizzare una serie
che catturi l’aspetto horror-action del franchise
di Alien ed esplori altri temi stabiliti nel
mondo. In precedenti interviste, Landgraf ha anche offerto
brevi aggiornamenti su ciò che la serie potrebbe includere e ha
rivelato che la serie presenterà molte novità nel mondo
di Alien.
“Sono un grande fan di Alien
e Aliens, e ricordo di averli
visti entrambi a teatro e di quanto ognuno di loro fosse
sorprendentemente originale e sorprendente a modo suo”, ha
detto Landgraf. “E così, in modo simile al suo approccio
a Fargo , Noah ha deciso di non
prendere Ripley o nessun altro personaggio di Alien –
tranne forse lo stesso xenomorfo – ma tornare indietro e capire
cosa ha reso il franchise così grande e così durevole in primo
luogo e vedere se fosse riuscito a trovare un’esperienza che
sembrava entrare in un cinema e vedere uno di quei primi due film,
in cui vieni colto alla sprovvista. Questo è tutto ciò che
posso dire a questo punto, però.”
A fairly complete set of scripts is ready
for
#AmericanSportsStory, Landgraf says, and the series is heading
toward production.
#AmericanCrimeStory doesn’t have a designed successor season
yet.
#TCA23
È stato rilasciato il
primo trailer
di Ambush per il prossimo
film sulla guerra del Vietnam di Saban
Films, che mostra le star
Jonathan Rhys Meyers e
Aaron Eckhart in azione.
“Aaron
Eckhart(Il
Cavaliere Oscuro) e
Jonathan Rhys Meyers (Vikings)
sono i protagonisti di questa epopea intensa, grintosa e ricca di
azione sulla guerra del Vietnam”, si legge nella sinossi del
film. “Quando un piccolo avamposto cade in un’imboscata, una
squadra dell’esercito americano deve portare la battaglia sotto
terra in una missione ad alto rischio in un nuovo tipo di guerra
che non ha mai visto”.Dai un’occhiata al
trailer ufficiale
di Ambush qui sotto:
Ambush è stato diretto da Mark Burman,
che ha anche scritto la sceneggiatura con Johnny Lozano, e Michael
McClung. Nel cast Jonathan Rhys Meyers, Connor Paolo e
Aaron Eckhart. Il film uscirà negli USA nelle sale e
tramite video-on-demand il 24 febbraio.