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L’ufficiale e la spia: la vera storia dietro al film

L’ufficiale e la spia: la vera storia dietro al film

Il regista premio Oscar Roman Polanski, dopo aver portato al cinema nel corso dell’ultimo decennio film come L’uomo nell’ombra, Carnage e Quello che non so di lei, nel 2019 ha firmato la regia di L’ufficiale e la spia (qui la recensione), il cui titolo originale è J’accuse. Affermatosi come una delle sue opere recenti più apprezzate, premiate ma anche controverse, il film è un dramma storico che ripercorre un evento che sconvolse la società di fine Ottocento. Polanski, tuttavia, riprende questo celebre episodio storico per farne un racconto il cui eco si può ritrovare anche nella nostra contemporaneità.

Tratto dall’omonimo romanzo del 2013 di Robert Harris, che firma qui la sceneggiatura insieme a Polanski, il film racconta delle indagini del tenente colonnello Georges Picquart volte a far luce sul celebre affare Dreyfus. Alfred Dreyfus, capitano dell’esercito francese, venne infatti dichiarato colpevole di alto tradimento nel 1894 e condannato all’esilio. Questa vicenda, tuttavia, non mancò di suscitare perplessità in Francia, specialmente per via delle prove presentate e tutt’altro che schiaccianti e, in maggior misura, per via del credo ebraico di Dreyfus. Partendo da questa complessa vicenda, Polanski parla al pubblico del presente, mettendolo in guardia dalle accuse prive di un fondamento verificabile.

Presentato con clamore al Festival di Venezia, dove ha poi vinto il Gran Premio della giuria, L’ufficiale e la spia è un avvincente racconto alla scoperta di un caso che sconvolse l’Europa e anticipò gli orrori antisemiti della prima metà del Novecento, ma è anche un atto d’accusa nei confronti di coloro che accusano offendendo la verità. Prima di intraprendere una visione del film, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia qui raccontata. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

L’ufficiale e la spia: la trama e il cast del film

La vicenda narrata dal film si apre nel 1894, quando il militare di origini ebree Alfred Dreyfus viene accusato di alto tradimento come spia dei tedeschi. Degradato sulla pubblica piazza e condannato all’esilio, egli sembra un caso chiuso e destinato ad essere dimenticato. Il tenente colonnello Georges Picquart, promosso a capo dell’unità di controspionaggio militare, inizia però ad indagare sul caso Dreyfus, accorgendosi di come la fuga di notizie continui nonostante il suo isolamento. L’ufficiale si convince dunque che il suo collega è stato accusato ingiustamente e che la spia è ancora tra loro. Desideroso di giustizia e di verità, Picquart inizia a indagare per anni, scontrandosi con il suo stesso Paese e con il rischio di compromettere la sua stessa carica militare.

Originariamente Polanski aveva espresso il desiderio di realizzare il film con un cast di attori hollywoodiani, ma preferì infine affidarsi ad interpreti francesi e dunque di far recitare in tale lingua l’intero film. Nei panni del tenente colonnello Georges Picquart si ritrova così il premio Oscar Jean Dujardin, mentre nei panni del capitano Alfred Dreyfus vi è Louis Garrel, sottopostosi ad ore di trucco per poter assomigliare maggiormente al vero Dreyfus. Entrambi sono poi stati candidati rispettivamente come miglior attore e miglior attore non protagonista ai premi César. Completano il cast gli attori Emmanuelle Seigner nei panni di Pauline Monnier, Grégory Gadebois in quelli del maggiore Hubert-Joseph Henry e Mathieu Amalric per il criminologo Alphonse Bertillon.

L'ufficiale e la spia cast

L’ufficiale e la spia: la vera storia dietro il film

Il cosiddetto Affare Dreyfus fu il maggiore conflitto politico e sociale della Francia di fine Ottocento. Questo ha inizio con l’accusa nel 1894 di alto tradimento nei confronti di Alfred Dreyfus, capitano alsaziano di origine ebraica. Un documento appartenente a Maximilian von Schwartzkoppen, addetto militare tedesco a Parigi, riportava in modo evitende di come alcune informazioni militari segrete dell’esercito francese fossero state riportate all’esercito tedesco. Tra i sospettati, le accuse ricaddero ben presto su Dreyfus, la cui calligrafia sembrava coincidere con quella della spia. Il processo nei suoi confronti si svolse evidentemente in modo imparziale e Dreyfus venne condannato all’unanimità sulla base di prove mai realmente verificate.

Deportato nell’Isola del Diavolo, un isolotto al largo della Guyana francese, Dreyfus rimase lì in esilio e la sua storia sembrò conclusa. Il colonnello dei servizi segreti George Picquart si interessò però alla vicenda e riuscì ad entrare in possesso di alcuni documenti che sembravano scagionare Dreyfus e individuare in Ferdinand Walsin Esterhazy il vero traditore. A partire da quella convinzione Picquart intraprese un’accesa battaglia per far riesaminare il caso Dreyfus in modo imparziale. I suoi superiori, tuttavia, erano fortemente contrari a questa sua volontà, poiché significava dover ammettere di aver perpetrato degli errori particolarmente gravi. Alla causa di Picquart si unirono però diverse personalità, tra cui il celebre scrittore Emile Zola, che il 13 gennaio del 1989 pubblico sull’Aurore il celebre articolo J’Accuse.

Indirizzato al Presidente della Repubblica, in questo Zola sosteneva la ricerca assoluta della verità e della giustizia, facendo i nomi di quanti si erano macchiati di menzogna e negligenza. Con il paese spaccato in due sulla vicenda, il maggiore Hubert-Joseph Henry ammise infine di aver falsificato molti dei documenti contro Dreyfus. Ciò costrinse a riaprire ufficialmente il processo del 1894, anche per via della dichiarazione di Esterhazy, il quale sembrò confessare di essere stato lui a scrivere il famoso bordereau in cui si ritrovano le informazioni trasmesse all’esercito tedesco. A Dreyfus venne quindi offerta la libertà nel 1899, ma solo nel 1906 venne reintegrato nell’esercito. A quel punto, però, la sua carriera era irrimediabilmente stata rovinata.

Il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di L’ufficiale e la spia grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 7 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 3.

Fonte: IMDb

Sidney Poitier, ci lascia a 94 anni il leggendario attore

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Sidney Poitier, ci lascia a 94 anni il leggendario attore

È morto Sidney Poitier, attore, regista e attivista per i diritti civili pionieristico e icona afroamericana del cinema. Aveva 94 anni. Ad annunciarlo è stato il ministro degli Esteri delle Bahamas Fred Mitchell. I dettagli della sua morte non sono immediatamente disponibili.

Con una bellezza e una classe come non se ne sono viste spesso sul grande schermo, Sidney Poitier ha scritto la storia di Hollywood, diventando il primo afroamericano a vincere un premio Oscar come miglior attore, per Gigli del campo del 1964.

Poitier era una figura di spicco a Hollywood e non solo, ha recitato in classici come Indovina chi viene a cena, In the Heat of the Night e To Sir With Love, per citarne alcuni, mentre si occupava nella sua vita pubblica della tutela dei diritti civili, promuovendo l’uguaglianza razziale e la dignità umana.

Nel 2022 gli è stato assegnato un altro Oscar alla carriera, questa volta, un’onorificenza che si affolla insieme a tutti i premi di cinema e ai riconoscimenti per il suo impegno civile, tra cui la Medaglia Presidenziale della Libertà, insignitagli nel 2009 da Obama.

Dune dall’8 gennaio in prima visione su Sky Cinema Uno

Dune dall’8 gennaio in prima visione su Sky Cinema Uno

Arriva sabato 8 gennaio alle 21.15 in prima visione su Sky Cinema Uno, in streaming su NOW e disponibile on demand il film campione d’incassi Dune, del regista candidato all’Oscar Denis Villeneuve (Arrival, Blade Runner 2049), scritto da Denis Villeneuve insieme a Jon Spaihts ed Eric Roth, basato sull’omonimo romanzo di Frank Herbert. Il film è stato presentato Fuori Concorso, in prima mondiale, alla 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di Venezia.

Nel cast di Dune il candidato all’Oscar Timothée Chalamet (“Call Me by Your Name”, “Piccole Donne”), Rebecca Ferguson (“Stephen King’s Doctor Sleep”, “Mission: Impossible – Fallout”), Oscar Isaac (i film di “Star Wars”), il candidato all’Oscar Josh Brolin (“Milk”, “Avengers: Infinity War”), Stellan Skarsgård (“Chernobyl” di HBO, “Avengers: Age of Ultron”), Dave Bautista (la serie di film di “Guardiani della Galassia”, “Avengers: Endgame”), Zendaya (“Spider-Man: Homecoming”, “Euphoria” di HBO), Chen Chang (“Mr. Long”, “Crouching Tiger, Hidden Dragon”), David Dastmalchian (“Blade Runner 2049”, “The Dark Knight”), Sharon Duncan-Brewster (“Rogue One: A Star Wars Story”, “Sex Education”), con la candidata all’Oscar Charlotte Rampling (“45 Years”, “Assassin’s Creed”), con Jason Momoa (“Aquaman”, “Il Trono di Spade” di HBO) e il premio Oscar Javier Bardem (“No Country for Old Men”, “Skyfall”). Dune diretto da Denis Villeneuve, è un film di Warner Bros. Pictures e Legendary Pictures, distribuito nelle sale cinematografiche italiane da Warner Bros. Pictures.

La trama

Dune un’epica avventura ricca di emozioni, narra la storia di Paul Atreides, un giovane brillante e talentuoso, nato con un grande destino che va ben oltre la sua comprensione, che dovrà viaggiare verso il pianeta più pericoloso dell’universo per assicurare un futuro alla sua famiglia e alla sua gente. Mentre forze maligne si fronteggiano in un conflitto per assicurarsi il controllo esclusivo della più preziosa risorsa esistente sul pianeta – una materia prima capace di sbloccare il più grande potenziale dell’umanità – solo coloro che vinceranno le proprie paure riusciranno a sopravvivere.

Rooney Mara, diretta da Luca Guadagnino, sarà Audrey Hepburn

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Rooney Mara, diretta da Luca Guadagnino, sarà Audrey Hepburn

Rooney Mara sarà la protagonista di un prossimo film biografico sull’iconica star di Hollywood Audrey Hepburn. L’attrice britannica di origine belga è tra le più rappresentative personalità del cinema degli anni d’oro, con tanto di premio Oscar su 5 nomination di carriera, per Vacanze Romane, del 1953. L’American Film Institute ha classificato la Hepburn come la terza più grande attrice del cinema di sempre, dietro solo a Katharine Hepburn e Bette Davis.

Mara, nel frattempo, ha costruito una sua impressionante carriera cinematografica. Dopo aver ottenuto l’attenzione per il suo breve ruolo di supporto in The Social Network, l’attrice americana ha collaborato di nuovo con il regista David Fincher per Millennium del 2011, offrendo una performance eccezionale che le è valsa una nomination all’Oscar come migliore attrice. Da allora ha continuato a collaborare con alcuni dei registi più talentuosi del panorama contemporaneo, tra cui Steven Soderbergh, Spike Jonze, David Lowery e Todd Haynes, che l’ha diretta in Carol, ruolo per il quale ha ottenuto la sua seconda nomination agli Oscar. A breve nel thriller neo-noir di Guillermo del Toro La Fiera delle Illusioni – Nightmare Alley come parte di un cast stellare che include artisti del calibro di Bradley Cooper, Cate Blanchett e Toni Collette.

Ora, Puck sta segnalando (tramite Deadline) che Rooney Mara produrrà e reciterà in un film sulla vita di Hepburn, sotto l’ala protettrice di Apple. Il nostro Luca Guadagnino è stato chiamato alla regia e si conferma il regista italiano più internazionale del nostro cinema. Michael Mitnick, che in precedenza ha collaborato con Guadagnino in un cortometraggio del 2019, è pronto a scrivere la sceneggiatura.

Spider-Man: No Way Home, finalmente parla Andrew Garfield, aperto a un suo terzo film

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Ora che Spider-Man: No Way Home è uscito da quasi un mese, Andrew Garfield ha rotto il silenzio sulla sua partecipazione al film in una nuova intervista con Variety. L’attore ha rivelato cosa significa per lui avere la possibilità di riscattare il suo Uomo Ragno. Anche se ora sembra che tutti stiano cantando le sue lodi, i film di The Amazing Spider-Man sono stati tra i film di supereroi meno amati dell’ultimo decennio e lo stesso Garfield ha espresso apertamente la sua delusione nei loro confronti. Con Spider-Man: No Way Home, tuttavia, si sente molto meglio, come ha spiegato:

“Sono così grato. Sono davvero, davvero grato di aver potuto chiudere alcune questioni in sospeso per il Peter che stavo interpretando. Amo quel personaggio e sono grato di aver potuto lavorare con questi attori incredibili, questo incredibile regista e la Marvel in collaborazione con Sony. È stato gioioso e ho percepito una sensazione di compimento per me. C’erano così tante domande senza risposta per il mio Peter, dove l’abbiamo lasciato. Dovevo fare un passo indietro e riuscire a farlo guarire un po’. E anche sostenere davvero Peter [di Holland] e onorare il suo personaggio completando quella trilogia, senza distrarlo o sminuirlo.”

Sull’idea di interpretare di nuovo Peter Parker in The Amazing Spider-Man 3:

“Voglio dire, sì, sono decisamente aperto a qualcosa se dovesse sembrare giusto. Peter e Spider-Man, quei personaggi sono tutti incentrati sul servizio, per il bene più grande e per molti. È un ragazzo della classe operaia del Queens che conosce la lotta e la perdita ed è profondamente empatico. Proverei a prendere in prestito la struttura etica di Peter Parker in quanto, se ci fosse l’opportunità di fare un passo indietro e raccontare di più su quella storia, dovrei sentirmi molto sicuro di me stesso”.

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

David Boreanaz: 10 cose che non sai sull’attore

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David Boreanaz: 10 cose che non sai sull’attore

David Boreanaz è uno di quegli attori che a riscritto la storia delle serie tv, facendo innamorare fan di tutto il mondo tra la fine degli anni ’90 e l’inizio del 2000 grazie alle serie Buffy l’ammazzavampiri e al suo spin-off Angel. Per arrivare fino a dove è arrivato ora, l’attore, produttore e regista americano ha dovuto fare una bella gavetta e ha sempre lavorato sodo per costruirsi una carriera concreta e solida.

Ecco, allora, dieci cose che forse non sapevate su David Boreanaz.

David Boreanaz: i suoi film e le serie TV

 

1. Ha recitato in celebri film e serie TV. David Boreanaz debutta come attore nel 1993 grazie ai film Aspen- Sci estremo e Kickboxing mortale e grazie alla serie Sposati.. con figli. Raggiunge subito il successo grazie alla serie Buffy l’ammazzavampiri (1997-2003) ed Angel (1999-2004) e anche grazie ai film come Valentine – Appuntamento con la morte (2001) e Il corvo – Preghiera maledetta (2005). La sua carriera è continuata con i film The Mighty Macs (2010) e Officer Down (2012) e con le serie Baby Blues (2002), Bones (2005-2017), Sleepy Hollow (2015) e SEAL Team (2017-in corso).

2. Non solo attore, ma anche regista e produttore. Nel corso della sua carriera, David Boreanaz non si è limitato a fare solo l’attore, ma che ha avuto modo di sperimentare anche gli ambiti della produzione e della regia. Boreanaz, infatti, ha iniziato a dirigere nel 2004 un episodio di Angel, per continuare quest’attività con Il risolutore (2012) e con diversi episodi di Bones e SEAL Team. Inoltre, al di là della regia, l’attore si è anche concentrato nella produzione, partecipando in questa veste alle serie Bones e SEAL Team.

David Boreanaz Bones

David Boreanaz, Ingrid Quinn e i figli Jaden Rayne e Bella

3. David Boreanaz si è sposato due volte. Prima della sua attuale moglie, Boreanaz è stato già sposato con Ingrid Quinn, con un matrimonio durato dal 7 giugno del 1997 fino al 1999, anno del divorzio. In seguito, si è sposato con Jaime Bergman, ex conigletta di Playboy ed attrice, il 24 novembre del 2001: dalla loro unione sono nati due figli, Jaden Rayne (nato nel 2002) e Bella (nata nel 2009), il cui nome originale era però Bardot Vita, poi cambiato in quello attuale.

4. In passato è stato infedele alla sua attuale moglie. Pare che David Boreanaz non sia stato molto fedele alla moglie diversi anni fa e di questo fatto ne ha parlato. Sicuramente l’attore, come si è lui stesso definito, è stato irresponsabile, tuttavia è stato ricattato dalla sua amante. Il nome non è stato divulgato, ma pare che questa persona abbia ricattato l’attore, minacciando di rivelare ai media la loro relazione, chiedendo soldi in cambio del silenzio.

David Boreanaz in Bones

 

5. L’attore ha vinto una causa milionaria. Stando a quando è stato divulgato circa un paio di mesi fa, pare che le star di Bones, David Boreanaz e Emily Deschanel, abbiano vinto una causa intentata insieme ai produttori della serie, ottenendo un risarcimento pari a 178.695.778,90 di dollari. Questa cifra copre essenzialmente i pagamenti per la distribuzione dello show su diverse piattaforme, inclusa Hulu. Il giudice, infatti, ha ritenuto che la FOX abbia mentito e coperto diversi dettagli finanziari dell’accordo di distribuzione.

6. David Boreanaz non vorrebbe partecipare ad un revival della serie. Stando a quanto dichiarato, all’attore americano non piacerebbe tornare indietro. Lui e la sua collega Emily Deschanel hanno ammesso di aver realizzato diversi finali di stagione, pensando che ogni volta potesse essere l’ultima e tuttti contraddistinti da un livello qualitativo soddisfacente.

David Boreanaz è su Instagram

7. Il suo account ufficiale è seguitissimo. Anche David Boreanaz, come la maggior parte dei suoi colleghi, è caduto della trappola di Instagram, tanto da aprire un proprio profilo ufficiale che conta qualcosa come 697 mila fan al seguito. L’attore è abbastanza attivo sul social, tanto da condividere spesso immagini che riguardano i suoi progetti lavorativi e che lo vedono spesso protagonista. Ma molti altri post sono dedicati alla nostalgia della gioventù, ai ricordi lavorativi di un tempo e alla sua famiglia.

david boreanaz

David Boreanaz in Buffy l’Ammazzavampiri

8. Ha dimostrato di poter essere molto cattivo. La prima volta che fu pianificato che Angel avrebbe perso la sua anima, Joss Whedon dubitava che David Boreanaz fosse in grado di rappresentare la crudeltà di Angelus. Tuttavia, Whedon ha poi affermato che Boreanaz lo ha spaventato talmente tanto nella sua interpretazione del crudele Angelus da decidere di realizzare una serie spin-off dedicata a lui, così da poter esplorare ulteriormente il personaggio nei suoi lati buoni e in quelli negativi.

David Boreanaz in Angel

9. Ha avuto modo improvvisare molte battute. Andata in onda dal 1999 al 2004, la serie Angel è dedicata a raccontare le gesta del vampiro Angel nella città di Los Angeles, dove egli si dedica ad aiutare i bisognosi per tentare di espiare i propri peccati. Nel corso dello show, però, Boreanaz ha avuto modo anche di interpretare la versione malvagia del suo personaggio, ovvero Angelus. Durante il suo arco narrativo della quarta stagione nei panni di questo, inoltre, a David Boreanaz è stato permesso di improvvisare molte delle sue battute.

David Boreanaz: il suo 2020

10. È impegnato con una nuova serie TV. Conclusasi nel 2017 l’esperienza con la serie Bones, Boreanaz ha subito iniziato a recitare per SEAL Team, dove interpreta Jason Haynes. La serie segue le vicende del Team Bravo una unità d’élite del DEVGRU dei Navy SEAL. La squadra è impegnata in operazioni militari non solo sul suolo statunitense, ma soprattutto in giro per il mondo dove affrontano terroristi, aiutano innocenti, e combattono in nome del loro Paese. Il personaggio interpretato da Boreanaz è un Master Chief Special Warfare Operator, leader del Team Bravo.

Fonti: IMDb, People, The Hollywood Reporter, Bustle, cinemablend, tmz

Ben Affleck: la sua migliore performance come Batman è in The Flash

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In una recente intervista con The Herald Sun, Ben Affleck ha parlato delle sue scene di Batman in The Flash. In particolare, l’attore ha affermato che il materiale che ha girato per il film diretto da Andy Muschietti potrebbe essere la sua migliore performance come Batman nel DCEU. Di seguito la dichiarazione:

“Non l’ho mai detto – questo è fresco di stampa – ma forse le mie scene preferite in termini di Batman e dell’interpretazione di Batman che ho fatto, sono nel film Thr Flash… Spero che mantengano l’integrità di ciò che abbiamo fatto perché pensavo fosse fantastico e davvero interessante, diverso, ma non in modo incongruente con il personaggio. Chissà? Forse decideranno che non funziona, ma quando l’ho fatto, è stato davvero divertente e davvero, davvero soddisfacente e incoraggiante e ho pensato: ‘Wow, penso di averlo finalmente capito.'”

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

America Chavez: le 10 migliori storyline dei fumetti Marvel

America Chavez: le 10 migliori storyline dei fumetti Marvel

America Chavez è pronta a fare il suo debutto in live-action nel film del MCU Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Sebbene la trama del film di prossima uscita rimanga avvolta dal mistero, è probabile che incorporerà almeno alcuni aspetti delle migliori storyline di America Chavez della Marvel Comics, specialmente quelle che riguardano la sua singolare e tragica storia.

America Chavez riesce a farsi prepotentemente largo verso nuove dimensioni, aprendo portali a forma di stella che conducono ad altri universi. Questo la rende un personaggio ideale da aggiungere alla trama del film, con uno degli universi di cui verremo a conoscenza che è in realtà quello che lei credeva essere la sua realtà natale. Molte delle sue migliori storie a fumetti riguardano ciò che America pensava di sapere sulla sua singolare identità: vediamo assieme le migliori.

Giovani Vendicatori #14

La backstory di America, che sicuramente avrà un ruolo rilevante nel film in uscita, viene esplorata a fondo in Young Avengers #14. È una storia essenziale per capire chi è effettivamente America, o almeno, chi lei crede di essere a quel punto.

America vive la sua giovinezza nel Parallelo Utopico, una realtà immaginaria al di fuori del tempo e dello spazio. Le sue madri hanno sacrificato le loro vite per salvare non solo questo territorio, ma tutto il multiverso dalla distruzione, fatto che potrebbe benissimo convergere con la trama del film su Doctor Strange.

Giovani Vendicatori #15

Young Avengers #15 è una delle migliori storyline di America Chavez, in quanto è in questo numero che la giovane protagonista finalmente riconosce la sua sessualità. America mette subito in chiaro di essere gay, con una forza e vigore significativa, per uno dei pochi supereroi dichiarati della Marvel Comics (anche se, come Kate Bishop ha capito, molti dei Giovani Vendicatori appartenevano alla comunità LGBTQ+).

I Giovani Vendicatori continuano ad essere una squadra in divenire, che il MCU sta impreziosendo con la partecipazione di grandi personaggi come Kate Bishop e America e Young Avengers #15 è solo una delle tante avventure interessanti dei giovani, che potrebbero essere presentate in live-action.

America #1

America #1 è il primo numero della prima serie solista di America Chavez, primo passo chiave per lo sviluppo della sua storia d’amore con Lisa Halloran. Il personaggio di Lisa è una delle probabili future aggiunte nel MCU, in quanto EMT e membro del Damage Control, un’organizzazione ormai ben consolidata nel franchise cinematografico.

Nonostante i grandi momenti romantici tra America e Halloran la prima, dal carattere anche burbero a seconda delle circostanze, finisce per abbandonare Lisa: si tratta di una delle rappresentazioni più sentite e vere delle relazioni LGBTQ+ nei fumetti di supereroi.

Vengeance #1

America Chavez fa il suo debutto nella Marvel Comics in Vengeance #1 del 2011, numero co-creato dallo scrittore Joe Casey e dall’artista Nick Dragotta, la cui trama è fondamentale, in quanto stabilisce quali siano i poteri unici dell’eroina e la sua appartenenza alla Teen Brigade.

L’aggiunta del personaggio di America all’interno di questo numero è stata parecchio inaspettata, dal momento che era focalizzato principalmente sulla convergenza dei principali supercattivi Marvel come Magneto, Doctor Doom e Red Skull; eppure la prima impressione del personaggio è stata grandiosa, America riesce a colpire nel segno contro alcuni dei villain più duri dei fumetti.

Secret Wars Too #1

I fan dei fumetti sanno che Kate Bishop è una delle migliori amiche di America Chavez nella Marvel Comics, ma una delle tante versioni di Kate nel multiverso era quasi più che un’amica di America. La giovane eroina, infatti, ha fatto la conoscenza di una variante di Kate chiamata Lady Kate di Bishop nel divertente e dolce numero Secret Wars Too #1.

America Chavez aveva una cotta per questa versione di Kate, anche se alla fine non venne ricambiata: é possibile che questa o un’altra variante di Kate Bishop possa apparire in Doctor Strange in the Multiverse Of Madness, a seconda di quanto punti in alto il film.

Vendicatori #0

America Chavez è un punto cardine di molte grandi squadre formatesi nei recenti fumetti Marvel, e Avengers #0 ne assembla una delle più potenti. Unisce le sue forze con Capitan Marvel, Pantera Nera, Monica Rambeau e altri per affrontare Galactus in quella che potrebbe essere un’anticipazione di ciò che accadrà nel MCU.

I poteri sovrumani di America e la sua capacità di scandagliare la realtà la rendono un personaggio ideale in questa storia dal ritmo serrato e dal vasto respiro cosmico. La squadra si riunisce sulla scia di Secret Wars, un grande evento che potrebbe accadere nel MCU nel prossimo futuro.

A-Force #1

America Chavez è uno dei membri più potenti dell’ A-Force, la squadra di supereroine tutta al femminile che è nata dall’evento Secret Wars del 2015. Questo rende A-Force #1 un numero chiave per i fan del personaggio, in cui America è nodo nevralgico della squadra neofita, che si riunisce su Battleworld.

America aiuta a perlustrare Battleworld, tutto ciò che rimane del multiverso, e combatte anche un gigantesco squalo megalodonte. Questa storyline la porterà anche ad avere l’unico contatto reale con Doctor Strange, che in questa realtà è il maggiordomo del Dio Imperatore Doom. Questo potrebbe essere uno scenario interessante da analizzare in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

America Chavez: Made In The USA #3

America Chavez: Made in the USA #3 è una puntata fondamentale nella relativamente breve storia a fumetti del personaggio. Infatti, in questo numero chiave della sua serie solista del 2018, scopre che tutto ciò che pensava del suo passato era completamente sbagliato.

America aveva capito di provenire da una realtà immaginaria, ma viene a sapere dalla sorella appena ritrovata che i suoi genitori l’hanno cresciuta su un’isola remota, e non erano entità cosmiche ma persone normali che cercavano di salvare la vita di bambini afflitti da una terribile malattia.

Giovani Vendicatori #3

Gran parte della backstory di America è inizialmente illustrata in Young Avengers #3, una delle sue prime avventure con la squadra. Sebbene sia poi contraddetta nei fumetti, potrebbe non esserlo nel MCU: in questa storyline, America rivive il dolore della morte dei suoi genitori per salvare il Parallelo Utopico.

Il Parallelo Utopico era una realtà immaginaria, popolata interamente da donne, incluse le madri di America. Il MCU potrebbe scegliere di lasciare la backstory così com’è, specialmente se i suoi poteri le permettono di visitare la realtà remota nel corso della storia in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

All-New Hawkeye #3

Ci sono molte versioni di Capitan America nella Marvel Comics: una delle più potenti è una versione futura di America Chavez. In una futura linea temporale alternativa intravista nella serie solista di Kate Bishop Hawkeye, è proprio America che ne ha assunto il ruolo.

È una storia entusiasmante che la fa entrare in contatto con entrambe le versioni di Occhio di Falco, entrambe più vecchie di 30 anni in questa linea temporale alternativa. Uno scenario del genere potrebbe potenzialmente manifestarsi nel MCU in qualche modo, sia in What If… o in una qualche trama resa in live-action.

La Crociata: recensione del film di e con Louis Garrel

La Crociata: recensione del film di e con Louis Garrel

Dopo L’uomo fedele, Abel (Louis Garrel) e Marianne (Laetitia Casta) tornano insieme in La Crociata. Protagonista del nuovo film di Louis Garrel è però il figlio della coppia, Joseph, un ragazzino estremamente maturo e preoccupato per il pianeta. La Crociata è un racconto della contemporaneità, fatta di giovani precoci, disastri ambientali e genitori spaesati.

La Crociata per salvare il pianeta

Joseph (Joseph Engel) è un ragazzino di Parigi preoccupato per il pianeta. Non è il solo: insieme ad altri giovani in tutto il mondo ha creato un movimento per salvare l’ecosistema. Per finanziarsi, i figli hanno venduto i beni più vari dei loro genitori. La scoperta da parte della madre di Joseph, Marianne, e del padre Abel, provoca reazioni diverse tra i genitori: lei ammira il figlio e prova a sostenerlo, mentre Abel è restio. Tra divari d’opinione e tematiche legate al nostro tempo, La Crociata affronta con piacevole leggerezza le angosce delle famiglie di oggi.

Joseph, il giovane adulto

Joseph avrà al massimo tredici anni, eppure mostra una serietà e un senso di responsabilità che supera di gran lunga quello degli adulti de La Crociata. Non solo è informato sulla situazione ambientale, ma è pratico della rete e, a modo suo, della vita amorosa e sessuale. Vende on-line gli oggetti più preziosi dei genitori e con estrema sicurezza spiega loro le ragioni del gesto. Abel e Marianne sono spiazzati e non riescono a controbattere. Scaltro e preparato su ogni tematica, Joseph – come anche i coetanei presenti nel film – ribaltano il rapporto genitori e figli: le nuovissime generazioni sembrano insegnare a quelle più adulte, non hanno bisogno di approvazione né di conforto da parte delle figure parentali.

Joseph non è solo la versione maschile e francese della giovane ambientalista Greta Thunberg. Per come viene rappresentato, il ragazzino è ironicamente investito di un’eccessiva maturità. In chiave ugualmente divertente, Joseph ricorda Max Fischer di Rushmore di Wes Anderson: un adolescente che, nel suo mondo, riesce a sentirsi adulto e a essere considerato, stimato, idolatrato dai grandi.

Genitori depotenziati

Marianne, la mamma, non prova che stima per ogni cosa detta e fatta dal figlio, mentre Abel è più critico. Lei sembra accecata, non ha alcuno spirito critico nei confronti di Joseph, però riversa senza problemi il suo disprezzo sul marito. Un matrimonio instabile fa da sfondo a questa insicurezza genitoriale tremendamente attuale che spesso è rappresentata nelle commedie di oggi. Madri e padri che, come amebe, non sembrano avere nessun controllo, potere, influenza e dialogo coi figli, figure a loro volta incomprensibili, immersi negli smartphone e in sogni estremamente innovativi.

Scenari apocalittici o pandemici oggi estremamente attuali

La Crociata inserisce il tema ambientale in una commedia fatta di interni domestici e luoghi parigini. Non siamo in un mondo apparentemente lontano, non siamo immersi in scenari apocalittici, ma in una Parigi a tratti deserta che ricorda le immagini dei Lock-down degli ultimi anni. Come è accaduto nella realtà con il Corona Virus, anche in La Crociata le preoccupazioni per il pianeta e la salute s’inseriscono nei meandri della normalità. In una famigliola tranquilla, nella loro casa luminosa, minano un pranzo tra amici o una pomeriggio ordinario.

Parlare d’ambiente e di futuro, con leggerezza

La Crociata tratta temi importanti ma è pur sempre una commedia. Non siamo nella realtà tragicomica ed estrema di Don’t Look Up, film catastrofico del momento. Louis Garrel racconta il rapporto genitori e figli adolescenti, mettendo in evidenza il punto di vista degli adulti, con le loro preoccupazioni volte al presente, al matrimonio, alla crescita dei figli, sempre più incomprensibili e ai beni concreti. Il regista non dimentica d’inserire la prospettiva dei giovani, che non devono solo preoccuparsi dei primi innamoramenti, di fare i compiti, ma che, spinti anche dai media, provano un senso di responsabilità ingombrante e pesante per il futuro.

La sceneggiatura di Carrière

Anche La Crociata, come L’uomo fedele, vede una sceneggiatura a quattro mani: Louis Garrel è affiancato da Jean-Claude Carrière. Lo scrittore e sceneggiatore, scomparso lo scorso febbraio, geniale collaboratore di Luis Buñuel e grande personalità del cinema francese, ha chiuso la sua carriera con questo film (e con uno sguardo alle prossime generazioni).

Per finire, tra una risata e una riflessione profonda, La Crociata è un film estremamente godibile, al tempo stesso profondo e divertente.

Tiepide acque di primavera, recensione del film di Xiao Gang Gu

Tiepide acque di primavera, recensione del film di Xiao Gang Gu

Presentata a Cannes 2019 alla Semaine de la critique, Tiepide acque di primavera è l’opera prima del regista cinese Xiao Gang Gu. Pensata come la prima parte di una trilogia, la pellicola è  ambientata a Fuyang, dove è nato il regista. Il film affronta con garbo e delicatezza il tema della transizione verso la modernità e del rapporto con le secolari tradizioni cinesi, mostrando le vicende di una famiglia che vive sulle sponde del fiume Fuchun. 

La trama di Tiepide acque di primavera

Nel distretto cinese di Fuyan, sulle rive del fiume Fuchun, vive la famiglia dell’anziana signora Bai,  Du Hongjun. La signora ha quattro figli ormai adulti. Mentre in città si discute dell’imminente demolizione dei vecchi caseggiati per la costruzione della nuova metropolitana e di un nuovo quartiere residenziale, tutta la famiglia è riunita per festeggiare il compleanno dell’anziana. Proprio durante la festa, però, la signora si sente male. Col peggiorare delle sue condizioni di salute, i figli dovranno occuparsene. Spetterà al primogenito Youfu, Youfa Qian, che dirige un ristorante di proprietà del signor Wang, e vorrebbe far sposare sua figlia Gu Xi, Luqi Peng, al giovane figlio di questi? Toccherà a Youlou, Zhang Renliang, che non ha ancora trovato una moglie, mentre sua madre vorrebbe tanto vederlo sistemato? Sarà compito del figlio pescatore, che riesce con fatica a mantenere sé e sua moglie con un lavoro che non rende più come una volta? O sarà piuttosto il fratello minore Youjin, Zhangjian Sun, lo scapestrato della famiglia, giocatore d’azzardo pieno di debiti e con un figlio disabile, a prendersi cura della signora Bai? Intanto il nuovo avanza in una società in cui le logiche materialistiche e l’ossessione per il denaro sembrano aver soppiantato i valori tradizionali.  

Tiepide acque di primavera, uno sguardo tra il cinematografico e il pittorico 

Tiepide acque di primavera ha avuto una lunga gestazione. Quella necessaria al suo giovane regista, classe 1988, autore anche del soggetto e della sceneggiatura, per riprendere lo splendido paesaggio lungo le rive del fiume Fuchun nel corso delle quattro stagioni. È infatti la natura che prospera rigogliosa lungo le sue sponde, una protagonista assoluta di questo film. Il regista la immortala con occhio cinematografico, ma anche pittorico, attraverso lunghi e suggestivi piani sequenza e con il contributo della fotografia di Yu Nin Ghui e Deng Xu, traendo ispirazione, come egli stesso ha affermato, da opere come il famoso rotolo dipinto da Huang Gongwang, dal titolo: Abitare tra le montagne di Fuchun – che non a caso è il titolo originale del film. È l’incedere lento del fiume a richiamare lo spettatore alla natura, e con essa alla tradizione millenaria di queste terre, al rispetto dei tempi naturali e umani, in un presente che sembra allontanarsene sempre più.

La bellezza dei paesaggi è dunque, senza dubbio il punto forte del film, a cui il regista riesce a dare una chiara valenza simbolica. Attorno alle acque del fiume Fuchun ruota la vita del posto, e il branzino bianco servito in tavola il giorno del compleanno della signora Bai, oltre ad essere segno di abbondanza, è indice di una tradizione che affonda le sue radici nel letto del fiume e vuole mantenersi viva.

Modernità, status e ricchezza, la nuova Cina in cerca di affermazione 

Purtroppo però, nel Ventunesimo secolo, le tradizioni, la spiritualità e i ritmi naturali rischiano di essere fagocitati nel vortice del cambiamento veloce, dell’accelerazione e dell’accumulazione di ricchezza. L’ossessione per il denaro  è centrale nel film. Si parla spesso dell’aumento vertiginoso del prezzo delle case, si cerca il miglior partito possibile per la giovane Gun Xi, in termini di posizione sociale e di ricchezza, appunto. Questo elemento sembra essere al centro delle esistenze dei protagonisti, mentre, di tanto in tanto, si guarda con nostalgia a un passato di acque pescose e di prosperità, vissuto in armonia con l’ambiente circostante. Il presente è veloce e feroce con l’ambiente e con l’uomo. Si demolisce in un secondo, in nome dello sviluppo e di un supposto ineluttabile progresso, ciò che per decenni è stato l’essenza della zona. 

La visione di Xiao Gang Gu

Di fronte a questa frattura apparentemente insanabile, il regista propone una terza via, in cui sia possibile coniugare modernità e tradizione in un felice scambio. Questo sembra dimostrare concretamente la vicenda dei due ragazzi, Gu Xi e il giovane insegnante signor Jiang, Zhuang Yi, che cercano una loro strada, mostrando anche alle famiglie un’alternativa possibile. Non si fanno attrarre da scorciatoie e all’arrivismo preferiscono un vivere semplice, ma sereno, in armonia con l’ambiente, senza però rinunciare alle proprie ambizioni. La loro storia non può che prendere corpo sulle rive del fiume. La visione di Xiao Gang Gu è chiara. 

Tiepide acque di primavera  ha tempi lenti e cadenzati, come quelli delle quattro stagioni che si succedono. Due ore e trenta è la durata di questo primo capitolo della trilogia. Le storie sono, dopo tutto, quelle di una normale famiglia e non risultano particolarmente coinvolgenti. I silenzi nei lunghi piani sequenza, accompagnati dalle musiche di  Dou Wei sono significativi, mentre non sempre lo sono i dialoghi. L’intensità e l’emozione finiscono per essere un po’ sacrificati. Il film resta comunque un interessante esordio, riflessione sul presente di un paese in forte espansione che cerca di non perdere le sue radici, con un aspetto scenografico e paesaggistico importante. Distribuito da Movies Inspired, Tiepide acque di primavera è al cinema dal 28 dicembre.

Addio Peter Bogdanovich, pilastro della New Hollywood

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Addio Peter Bogdanovich, pilastro della New Hollywood

Addio a Peter Bogdanovich. Si è spento a 82 anni uno dei pilastri della New Hollywood che aveva contribuito a rivoluzionare il linguaggio della settima arte. Trai suoi film più famosi ricordiamo The Last Picture Show e Paper Moon – Luna di Carta.

Bogdanovich è diventato un membro iconico di Hollywood, al pari di Scorsese e Spielberg, dopo che il suo secondo lungometraggio, The Last Picture Show, lo ha catapultato in cima alla classifica nel 1971. Il dramma in bianco e nero ha ottenuto ben otto nomination agli Academy Awards, tra cui Miglior regia e Miglior Sceneggiatura non originale (condivisa con Larry McMurtry).

Il regista è nato il 30 luglio 1939 a Kingston, New York, e ha trascorso gran parte della sua giovinezza a studiare recitazione a New York City. All’inizio degli anni ’60, ha cominciato a lavorare al Museum of Modern Art, presentando le opere di Orson Welles, John Ford e Howard Hawks prima di diventare lui stesso un pioniere del cinema. Ha iniziato a scrivere critiche cinematografiche per Esquire, scrivendo anche un libro su Ford basato sul suo lavoro retrospettivo al MoMA.

Nel 1966, seguendo l’esempio dei critici dei Cahiers du Cinéma come Jean-Luc Godard e François Truffaut, Bogdanovich si recò a Los Angeles per diventare regista. Ha iniziato a lavorare al fianco di Roger Corman, collaborando con il regista in Targets e Voyage to the Planet of Prehistoric Women.

Nel 1971 arriva The Last Picture Show e la sua vita cambia. Mentre lavorava al film, Bogdanovich si innamorò dell’attrice Cybill Shepherd, cosa che portò alla fine del suo matrimonio con la scenografa e frequente collaboratrice Polly Platt.

Il regista ha dato seguito al grande successo del film del ’71 con Ma papà ti manda sola? con Barbra Streisand e Ryan O’Neal, oltre a Paper Moon – Luna di Carta, che ha fatto vincere l’Oscar come migliore attrice non protagonista a Tatum O’Neal a soli 10 anni.

Ha anche fondato The Directors Company con Francis Ford Coppola e William Friedkin alla Paramount nel 1972, anche se si è rapidamente dissolta. I soci hanno poi preso strade separate dopo la produzione di Daisy Miller.

Peter Bogdanovich è poi passato alla tv e ai film per la TV. Il suo film del 1981 … e tutti risero fu seguito da altri scandali personali, quando il regista cominciò una relazione con l’attrice Dorothy Stratten, che fu in seguito assassinata da suo marito Paul Snider, il quale poi si suicidò. Bogdanovich ha scritto sull’accaduto un libro, The Killing of the Unicorn: Dorothy Stratten 1960-1980, incolpando Hugh Hefner per aver innescato Snider con la nomina dell’attrice Playmate of the Year per Playboy nel 1980.

Bogdanovich si è anche dedicato alla recitazione, recitando nel ruolo dello psicoterapeuta ne I Soprano della HBO mentre ha scritto e diretto anche una manciata di episodi. Più di recente, ha contribuito a portare a compimento il progetto finale del suo amico Orson Welles, The Other Side of the Wind. Nel film tanto atteso, ha interpretato il ruolo di Brooks Otterlake.

Lascia le sue figlie, Antonia e Sashy, e i suoi nipoti, Maceo, Levi e Wyatt.

Fonte: Variety

1883 1×02: anticipazioni dal secondo episodio

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1883 1×02: anticipazioni dal secondo episodio

La piattaforma americana Paramount+ dopo la season premiere ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×02, il secondo atteso episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×02 che si intitolerà “Behind Us, A Cliff” Thomas e Shea reclutano James e alcuni cowboy locali per radunare una mandria di bestiame. All’inizio del viaggio, la carovana deve affrontare alcuni dei tanti pericoli che dovrà affrontare lungo la strada.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

Darkman: trama, cast e curiosità sul film di Sam Raimi

Darkman: trama, cast e curiosità sul film di Sam Raimi

Dopo aver ottenuto grande notorietà con i film La casa e La casa 2, considerati oggi dei cult dell’horror a basso costo, e prima di realizzare il terzo capitolo intitolato L’armata delle tenebre, Sam Raimi ha dato vita nel 1990 ad un proprio personalissimo supereroe per il cinema. Si tratta naturalmente di un personaggio ben diverso dagli eroi che si è soliti vedere sul grande schermo, con una storia particolarmente cupa che mescola orrore e fantascienza. Si tratta di Darkman, un progetto tanto ambizioso quanto complesso, che andò incontro a notevoli difficoltà nel corso della sua realizzazione.

Con un protagonista vagamente ispirato al Fantasma dell’Opera e all’Uomo Ombra, il film doveva essere per Raimi un violento racconto di sofferenza e vendetta, che esprimesse però anche emozioni più profonde di quello che si poteva immaginare. Trovandosi a lavorare per la prima volta con una major, la Universal, Raimi andò però incontro a numerosi contrasti con i produttori, che avevano un’idea opposta riguardo a come il film sarebbe dovuto essere. Dopo una lunga fase di montaggio, Raimi riuscì tuttavia ad avere l’ultima parola, anche se in seguito si dichiarerà non pienamente soddisfatto del risultato.

Nonostante ciò, Darkman si affermò come un buon successo di pubblico e critica, divenendo in breve tempo un cult su cui sono stati basati ulteriori film, fumetti, videogiochi, libri e giocattoli. Ancora oggi è uno dei film più affascinanti di Raimi, che meglio esprimono il suo immaginario cinematografico. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e ai suoi due sequel. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Darkman: la trama del film

Protagonista del film è il giovane scienziato Peyton Westlake, il quale sta portando a termine con successo una ricerca sulla pelle artificiale. Un giorno la fidanzata, Julie Hastings, affermata avvocatessa, dimentica nel laboratorio di Peyton un documento estremamente compromettente per uno dei suoi più spregiudicati clienti. Per impadronirsi di quel documento, una banda di criminali irrompe nel laboratorio di Peyton, lo tortura con inaudita ferocia e ne manda a fuoco le sofisticate attrezzature: l’intero stabile è ridotto un cumulo di macerie carbonizzate, ma, incredibilmente, Peyton, orribilmente ustionato e sfigurato, sopravvive.

All’ospedale gli assegnano un nome provvisorio, e per risparmiargli inutili sofferenze, date le quasi inesistenti possibilità di sopravvivenza, gli recidono dal cervello il nervo che presiede alla sensibilità. Ma gli effetti collaterali sono terrificanti. Una collera smisurata, associata a una carica sovrumana di violenza consente a Peyton di liberarsi dall’infernale macchina che lo immobilizza e di fuggire dall’ospedale. Ritornato nel suo laboratorio, Peyton cerca con scarsi risultati di ricostruirsi la faccia con la pelle artificiale. Compreso che non sarà mai più come prima, egli decide di intraprendere una vendetta spietata contro coloro che lo hanno ridotto in quello stato.

Darkman cast

Darkman: il cast del film

Per il ruolo di Peyton Westlaker, Raimi avrebbe voluto il suo amico Bruce Campbell, già protagonista di La casa e il suo sequel. La produzione, tuttavia, non lo ritenne adatto ed impose piuttosto un allora poco conosciuto Liam Neeson, qui al sua prima esperienza in un film d’azione. Raimi fu comunque soddisfatto di Neeson, ritenendolo perfettamente capace di dar vita ad un mostro con un’anima. Particolarmente attratto dal ruolo, Neeson si prepararò parlando con organizzazioni che si occupano di aiutare persone brutalmente sfigurate. La sfidia più grande per lui, fu quella di basare la sua recitazione esclusivamente sugli sguardi, sulla gestualità e sul tono della voce, andando oltre al trucco che ne nasconde il volto.

Nel ruolo della fidanzata Julie Hastings, invece, vi è la pluripremiata all’Oscar Frances McDormand, scelta all’ultimo al posto di Julia Roberts, la quale si tirò fuori dal progetto per recitare in Pretty Woman. Nonostante fosse amica di vecchia data di Raimi, la McDormand ebbe diversi contrasti con lui durante il set, non condividendo lo sviluppo emotivo del suo personaggio e riscrivendo personalmente alcune delle sue scene. Altri attori principali del film sono Colin Friels nei panni di Louis Strack Jr., principale antagonista del film, e Larry Drake in quelli di Robert G. Durant, criminale alle dipendenze di Strack. Ted Raimi, fratello di Sam, ricopre  invece il ruolo di Rick Anderson, braccio destro di Durant.

Darkman: i sequel, il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

Dato il grande successo, vennero poi realizzati due sequel destinati direttamente alla televisione. Si tratta di Darkman II – Il ritorno di Durant, distribuito nel 1994, e di Darkman III – Darkman morirai, distribuito nel 1996. È però bene notare che questi due seguiti non sono dai fan considerati ufficiali, in quanto privi del coinvolgimento tanto di Raimi come regista quanto degli attori del primo film. Raimi si occupò infatti soltanto di produrre i due titoli. Neeson, invece, rifiutò di riprendere il ruolo di Darkman, che venne pertanto affidato all’attore Sudafricano Arnold Vosloo, meglio noto per essere stato il terribile gran sacerdote Imhotep in La mummia.

È possibile fruire di Darkman grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play e Apple iTunes. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 5 gennaio alle ore 23:35 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Eki Magazine: la rivista indipendente che parla della luce

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Eki Magazine: la rivista indipendente che parla della luce

Con l’inizio del nuovo anno vi segnaliamo EKI Magazine, una rivista cartacea indipendente, redatta in italiano e inglese, che parla di Luce, attraverso tecniche e idee creative diverse.  Progettato e guidato da un team di donne lo scopo di EKI è quello di creare uno spazio di condivisione e confronto, ospitando artisti affermati ed emergenti provenienti da tutto il mondo.  Fanno parte del team creativo di EKI, Camilla Cattabriga, Claudia Sicuranza e Eleonora Contessi, tre ragazze fotografe e direttrici della fotografia, diplomate al Centro sperimentale di Cinematografia di Roma.

La rivista ospita artisti ed esperti provenienti da tutto il mondo e il suo scopo è quello di creare uno spazio per condividere e confrontare molteplici modi di approccio alla luce, attraverso tecniche e idee creative diverse. Ogni numero della rivista tratterà di un tipo specifico di luce. Il nome EKI fa riferimento alla divinità del Sole nel pantheon basco, figli di Ama Lur (Madre Terra), colei al principio di tutto. Ama Lur donò agli uomini la luce di Eki, grazie alla quale riuscirono a liberarsi dalle sofferenze provocate da Gaueko, Dio delle tenebre. Eki Magazine è semestrale e il 29 novembre è uscita l’ISSUE01 che affronta il tema della LUCE NOTTURNA. Particolarità della rivista è la Open call a cadenza semestrale che chiama a raccolta tutti i talenti che vogliono proporsi per essere pubblicati con i propri lavori.

ISSUE01

Nella Issue 01 di Eki che ha debuttato il 29 novembre scorso, il magazine indaga le dinamiche di quella luce che brilla là dove vi è solo oscurità. Al centro della narrazione ci sono le luci della luna e delle stelle, dei lampioni e delle insegne luminose, dei neon e dei locali notturni, delle candele e delle abats jour a far da guida all’uomo nelle sue notti buie, e sono proprio queste particolari luci il tema di Eki Issue 01, nel quale, ci auguriamo, potrete trovare un po’ di quella ispirazione che assale gli animi di fronte al cielo stellato, o al chiaro di luna.  In Issue 01 troverete le interviste di Agnès Godard, Manuele Fior, Kari Kola, Lena Sjoberg, Claudio Simonetti e Pietro Palladino. Gli articoli sono curati da Filippo Marzatico, Citta di notte, Lynsey Addario, Lucia Cor. In Open call di questo numero troviamo i lavoro di Anne-Laure Maison, Kerem Asfuroglu e Gundula Blumi.

EKI Issue 01 – Night light può essere acquistata sul sito ufficiale al prezzo di 25 € più spese di spedizione. Dal vivo è possibile trovarlo Modo Infoshop di Bologna, Leporello di Roma, Frab’s di Forlì, LMC Vision di Torino e Fashion Room Bookstore di Firenze. Vi consigliamo vivamente di scoprire al più presto questa preziosa gemma dell’editoria indipendente italiana.

Elisabeth Moss: 10 cose che non sai sull’attrice

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Elisabeth Moss: 10 cose che non sai sull’attrice

Elisabeth Moss è delle attrici più brave e brillanti degli ultimi anni, in grado di conquistare il pubblico con il suo talento e con il suo indiscusso fascino. La sua carriera è iniziata ben presto, a soli 8 anni, e con grande impegno e dedizione è riuscita a partecipare a film e serie di successo che l’hanno fatta conoscere al grande pubblico.

Ecco, allora, dieci cose che non sai su Elisabeth Moss.

Elisabeth Moss: i suoi film e le serie TV

 

1. Ha recitato in celebri film. La Moss ha iniziato la sua carriera recitando in film come Cose dell’altro mondo (1991), Crimini immaginari (1994), Segreti (1997) e Ragazze interrotte (1999). In seguito recita in The Missing (2003), The Attic (2008), Che fine hanno fatto i Morgan? (2009), In viaggio con una rock star (2010), On the Road (2012), Queen of Earth (2015) e Truth: il prezzo della verità (2015). Tra i suoi ultimi lavori vi sono invece The Square (2017), Old Man & The Gun (2018), Noi (2019), Light of My Life (2019), L’uomo invisibile (2020), Shirley (2020) e The French Dispatch (2021).

2. È nota in particolare per alcune serie TV. Dopo essere comparsa nel film per tv Bar Girls (1990) a soli 8 anni, rimane nell’ambiente televisivo, lavorando alla serie Lucky Chances (1990), Anything But Love (1991) e La famiglia Bock (1992-1995). In seguito, la sua carriera si continua a dividere tra film e serie, lavorando in West Wing – Tutti gli uomini del Presidente (1999-2006), Invasion (2005-2006), Law & Order – Il verdetto (2005), Grey’s Anatomy (2007), Ghost Whisperer – Presenze (2007), e Mad Man (2007-2015), grazie a cui si consacra. In seguito ha recitato in Top of the Lake – Il mistero del lago (2013-2017) e nelle serie The Handmaid’s Tale (2017-2021), di cui è protagonista, e The Shining Girls (2022).

Elisabeth Moss è la figlia di Ron e Linda Moss

3. È figlia di due musicisti. Elisabeth Moss è la figlia dell’inglese Ronald Charles Moss (da non confondere con Ronn Moss, l’ex Ridge di Beautiful) e di Linda Ekstrom Moss, di origini svedesi. Entrambi i genitori dell’attice sono musicisti. Sua madre, in particolare, suona professionalmente l’armonica jazz e blues. I due hanno sempre supportato Elisabeth nella sua volontà di diventare attrice, permettendole di proseguire gli studi da casa al fine di potersi dedicare maggiormente a tale attività.

Elisabeth Moss Mad Men

Elisabeth Moss in Ragazze interrotte

4. Era l’unica vera teenager del cast. Nel 1999 la Moss ottiene una delle sue prime grandi occasioni cinematografiche quando recita nel ruolo di Polly in Ragazze interrotte, film con attori come Angelina Jolie, Winona Ryder, Jared Leto e Brittany Murphy. Ognuno di questi, pur avendo avuto all’epoca delle riprese 24, 28, 28 e 22 anni, interpretava nel film un adolescente. L’unica del cast ad avere un età simile a quella del suo personaggio era proprio la Moss, che al momento delle riprese aveva 17 anni.

Elisabeth Moss in Mad Men

5. Ha ottenuto importanti riconoscimenti.  Nella pluripremiata serie Mad Men, la Moss interpreta Peggy Olson, che da semplice segreteria intraprende una scalata lavorativa che la porta ad essere una delle più brillanti copywriter dell’agenzia per cui lavora. Grazie a tale ruolo, la Moss si è consacrata come attrice e ha ricevuto numerosi riconoscimenti. In particolare si citano le cinque candidature agli Emmy Awards come miglior attrice protagonista, una nomination ai Golden Globe e ben 7 ai Sag Awards.

Elisabeth Moss: The Handmaid’s Tale

6. Elizabeth Moss decide sulle scene, soprattutto di nudo. In quanto produttrice, Elizabeth Moss ha piena facoltà di intraprendere alcune decisioni e la stessa attrice ha rivelato di aver personalmente il controllo totale sulle scene, soprattutto quelle di nudo. Ogni scena deve avere la sua approvazione e non è tutto: pare, infatti che questa procedura l’abbia ereditata dalla regista Jane Campion e la inserisca come uno dei prerequisiti in ogni contratto di lavoro.

7. La serie le ha fatto capire che è importante essere sempre informati. Quando un attore realizza un proprio progetto di lavoro, torna sempre a casa arricchito e la stessa cosa è successa ad Elizabeth Moss. L’attrice, infatti, ha dichiarato che The Handmale’s Tale è stata una grande lezioni di vita e che l’ha resa molto più interessata al mondo circostante, capendo quanto sia importante essere sempre informati, soprattutto circa la politica.

Elisabeth Moss Instagram

Elisabeth Moss è su Instagram

8. Ha un account sul social network. L’attrice possiede un proprio profilo verificato sul social network Instagram, il quale vanta circa 1,5 milioni di followers. All’interno di questo, con oltre 800 post, l’attrice è solita condividere principalmente immagini relative al proprio lavoro, con curiosità, retroscena ma anche foto promozionali o che anticipano suoi progetti futuri. In mezzo a tutto ciò non mancano però anche immagini o video relativi ai suoi momenti di svago. Seguendola, si potrà dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Elisabeth Moss e Scientology

9. Elisabeth Moss fa parte del culto religioso di Scientology. L’attrice americana non ha mai fatto mistero di essere uno dei membri di questo culto e, anzi, ne va molto fiera tanto da difendere l’organizzazione da critiche e utilizzando un linguaggio adatto per comunicare al cuore delle persone ritenute comuni. Quando i fan hanno scoperto la sua appartenenza a Scientology, in molti hanno gridato allo scandalo, dimenticandosi che il talento recitativo e l’appartenenza al culto non sono legate e che tanti degli attori più amati ne fanno parte, come Tom Cruise o John Travolta.

Elisabeth Moss è fidanzata?

10. Ha affermato di essere fidanzata. Elisabeth Moss non ha mai rivelato troppo della sua vita privata e preferisce tenere per sé determinate cose. L’attrice ha dichiarato di recente di essere fidanzata ma di non voler rivelare chi esso sia: “Ho imparato a non parlarne. A chi importa davvero con chi io sia fidanzata? Odio darne tutta questa importanza”. Si sa tuttavia che dal 2009 al 2010 l’attrice è stata sposata con Fred Armisen, comico del Saturday Night Live.

Fonti: IMDb, People, eonline, Ranker, Rolling Stone

Non aprite quella porta: prime foto del remake in arrivo su Netflix

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In attesa di vedere le prime immagini da un trailer ecco le prime foto di Non aprite quella porta, l’annunciato remake del film cult dell’horror che avrà un ennesimo rifacimento questa volta prodotto dalla Legendary Pictures per un film originale Netflix. Non aprite quella porta si baserà su un soggetto scritto da Fede Alvarez (La casa Remake) e Rodo Sayagues e su una sceneggiatura scritta da Chris Thomas Davlin. Dopo essere rimasto nascosto per quasi mezzo secolo, Faccia di cuoio torna a terrorizzare, colpendo alcuni giovani amici idealisti che accidentalmente interferiscono con il suo mondo occulto in una remota cittadina del Texas. Il film è diretto da David Blue Garcia. Nel film protagonisti sono i volti giovani di Elsie Fisher, Sarah Yarkin, Nell Hudson, Jacob Latimore.

La trama

Melody (Sarah Yarkin) e la giovane sorella Lila (Elsie Fisher) raggiungono con gli amici Dante (Jacob Latimore) e Ruth (Nell Hudson) il paese sperduto di Harlow, nel Texas, per dar vita a una nuova e visionaria iniziativa imprenditoriale. Ma il loro sogno si trasforma in un incubo quando senza volerlo disturbano Faccia di cuoio, il serial killer squilibrato che con la sua eredità di sangue continua a tormentare gli abitanti della zona. Tra questi c’è Sally Hardesty (Olwen Fouéré), l’unica sopravvissuta al tristemente famoso massacro del 1973 che è determinata a ottenere vendetta.

Harry Potter: per Jon Stewart i goblin sono rappresentazioni antisemite

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Un episodio di dicembre 2021 del podcast “The Problem with Jon Stewart” di Jon Stewart sta facendo notizia per l’attenzione che il conduttore ha posto sulla rappresentazione dei goblin in Harry Potter. Nell’universo creato da JK Rowling, i goblin lavorano e gestiscono la Gringotts, la Banca dei Maghi. Stewart ha tracciato un confronto tra i goblin raffigurati sullo schermo nei film di Harry Potter e le illustrazioni antisemite presenti nel libro del 1903 “The Protocols of the Elders of Zion”.

Anche se in toni leggeri, Jon Stewart accusa JK Rowling di antisemitismo, dal momento che l’autrice ha scelto di rappresentare gli avidi e sgradevoli gestori della banca dei maghi con delle fattezze che ricordano le caricature degli ebrei presenti in quel libro palesemente antisemita. Se questa storia dovesse avere un seguito, non sarebbe la prima bufera nella quale si ritrova l’autrice, visto che di recente è stata al centro di polemiche per dei commenti definiti anti-transgender.

Nonostante le polemiche, l’autrice rimane coinvolta in veste di sceneggiatrice nel franchise spin-off di Harry Potter della Warner Bros. Animali fantastici, il cui terzo capitolo (I segreti di Silente) uscirà nelle sale il 13 aprile.

Kitbag: fuori Jodie Comer, dentro Vanessa Kirby

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Kitbag: fuori Jodie Comer, dentro Vanessa Kirby

Nonostante la recente conferma alla sua partecipazione a Kitbag di Ridley Scott, Jodie Comer ha dovuto rinunciare alla possibilità di collaborare nuovamente con il regista, dopo The Last Duel, a causa di conflitti di produzione dovuti ai ritardo causati dalla pandemia. Nelle settimane che sarebbero dovute essere di ripresa, infatti, Comer è impegnata a West End, e quindi la produzione ha affidato il suo ruolo nel film storico di Scott a Vanessa Kirby.

Secondo Deadline, Ridley Scott vuole infatti Kirby per interpretare Josephine, moglie dell’imperatore Napoleone che sarà invece interpretato da Joaquin Phoenix, che così torna a vestire i panni di un imperatore sotto la regia di Ridley Scott, dopo quel Commodo di tanti anni fa ne Il Gladiatore.

Kitbag si concentrerà sulle origini di Napoleone e sul suo rapporto instabile con sua moglie Giuseppina. Condusse campagne militari durante le guerre rivoluzionarie francesi e fu imperatore della Francia dal 1804 al 1814, guidando il paese in una serie di battaglie prima di essere sconfitto a Waterloo. Fu esiliato prima all’isola d’Elba e poi nell’isola di Sant’Elena, dove morì nel 1821 all’età di 51 anni.

Il titolo del film deriva dal detto “C’è la staffa di un generale nascosta nella valigia di ogni soldato”, stando a quanto riporta Deadline, che per primo ha dato la notizia. Kitbag è nelle prime fasi di pianificazione e sarà girato nei 20th Century Studios della Disney. Il progetto sarà diretto e prodotto da Scott attraverso la sua società di produzione Scott Free con Kevin Walsh produttore. Scott ha contattato lo sceneggiatore David Scarpa per scrivere la sceneggiatura. Scarpa e Scott hanno già collaborato al thriller poliziesco del 2017 Tutti i soldi del mondo, reso tristemente noto dalla cancellazione di Kevin Spacey dal film, a seguito delle accuse di molestie.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: svelato un dettaglio sul personaggio di America Chavez

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Un nuovo pezzo del merchandise di Doctor Strange nel Multiverso della Follia contiene un importante cenno alla storia dei fumetti americani e suggerisce anche che questo particolare verrà trasferito nel MCU. Attualmente disponibile per l’acquisto su Amazon c’è una T-shirt che riporta la stampa del costume di America Chavez sul davanti.

L’immagine della giacca di jeans presenta cenni alla sua eredità latino-americana e ha anche una piccola bandiera LGBTQ+ appuntata su una delle tasche. Questo vuol dite che le caratteristiche del personaggio dei fumetti saranno rispettate e che la nostra America sarà una sostenitrice dei diritti LGBTQ+ (anche se questo non dovesse essere approfondito o importante per la trama, è un dettaglio in più su un personaggio che ancora non conosciamo).

Guarda il trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Uncharted: azione folle nella prima clip con Tom Holland

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Uncharted: azione folle nella prima clip con Tom Holland

Sony Pictures Italia ha diffuso una prima clip ufficiale di Uncharted, in cui vediamo il Nathan Drake di Tom Holland impegnato in una sequenza action davvero folle!

L’attesissimo film è l’adattamento dell’omonimo videogioco che vedrà protagonista Tom Holland nei panni di Nathan Drake. Diretto da Ruben Fleischer Uncharted arriverà al cinema il 17 febbraio 2022. Fanno parte del cast oltre a Tom Holland anche Mark Wahlberg, Sophia Ali, Tati Gabrielle e Antonio Banderas.

Basato su una delle serie di videogiochi più vendute e acclamate dalla critica, Uncharted presenta al pubblico il giovane e furbo Nathan Drake (Tom Holland) nella sua prima avventura alla ricerca del tesoro con l’arguto partner Victor “Sully” Sullivan (Mark Wahlberg). In un’epica avventura piena di azione che attraversa il mondo intero, i due protagonisti partono alla pericolosa ricerca del “più grande tesoro mai trovato”, inseguendo

Oppenheimer: Josh Hartnett si unisce al cast di Christopher Nolan

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Christopher Nolan aggiunge Josh Hartnett al suo attesissimo prossimo film Oppenheimer. Il suo prossimo progetto, un film biografico sul fisico J. Robert Oppenheimer la cui eredità è stata definita dal contributo nello sviluppo della prima bomba atomica, continua a generare enorme entusiasmo non solo per la sua intrigante premessa, ma perché segnerà il primo progetto di Nolan da quando ha lasciato acrimoniosamente la Warner Bros.

Cillian Murphy è stato scelto per guidare un cast incredibilmente ricco che include già Emily Blunt, Robert Downey Jr., Matt Damon, Florence Pugh e Rami Malek.

Deadline riporta che l’ultimo ad unirsi al cast è Josh Hartnett, scelto per un ruolo non rivelato. Dopo aver avuto successo nei primi anni 2000 con parti in Black Hawk Down e Pearl Harbor, Hartnett ha rifiutato il ruolo di Batman nella trilogia di Nolan a favore di Crazy in Love. L’attore, che dall’epoca è quasi scomparso dai radar di Hollywood, ha ora la possibilità di tornare per lavorare con il regista che lo aveva voluto come prima scelta nella sua trilogia su Batman.

L’uscita del film è prevista per il 21 luglio 2023. Uno slot che Nolan ha occupato in passato con Dunkirk e Il Cavaliere Oscuro il Ritorno con un enorme successo. La capacità virtuosistica di Nolan di realizzare “film evento” assicura che non manchi mai l’interesse dei più grandi attori di Hollywood, quindi Hartnett sicuramente non sarà l’ultimo annuncio del casting di Oppenheimer.

Oppenheimer, il film

Universal distribuirà Oppenheimer nelle sale in tutto il mondo e distribuirà il film in Nord America. Christopher Nolan produrrà anche insieme a Emma Thomas e Charles Roven di Atlas Entertainment. Il film si baserà sul libro vincitore del Premio Pulitzer American Prometheus: The Triumph and Tragedy of J. Robert Oppenheimer di Kai Bird e del compianto Martin J. Sherwin. Nel cast Cillian Murphy, Emily Blunt, Rami Malek, Robert Downey Jr., Florence Pugh, Josh Hartnett e Matt Damon.

Golden Globes 2022: ancora tanta incertezza sulla cerimonia di premiazione del 9 gennaio

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Per la prima volta nella storia recente, la cerimonia di premiazione dei Golden Globes non prevederà un presentatore. I Golden Globes 2022 saranno diversi per tanti motivi. I premi sono assegnati dalla Hollywood Foreign Press Association, un gruppo che è stato preso di mira nel 2021 per le sue pratiche commerciali discutibili e la mancanza di diversità nel proprio panel di voto. I Golden Globes sono stati boicottati da più studi e attori, tra cui Netflix, Amazon e WarnerMedia. I premi 2022 continueranno, ma la NBC si rifiuta di mandare in onda il programma come precedentemente concordato.

Ora, secondo Variety, la cerimonia di premiazione non è stata in grado di garantire a nessuna celebrità la presentazione dei premi di quest’anno il 9 gennaio, indipendentemente dal fatto che la cerimonia venga o meno trasmessa in televisione. Un’e-mail da un talent booker per i Golden Globes ha indicato che gli showrunner hanno chiesto informazioni sulle celebrità che si sarebbero unite allo show per presentare i vari premi, ma le fonti di Variety affermano che nessun volto famoso ha accettato di presentare, probabilmente considerando il contraccolpo.

I Golden Globes si terranno ancora il 9 gennaio, ma non è stato rivelato se lo spettacolo sarà trasmesso in televisione, in che modo verranno rivelati i vincitori o dove si svolgerà la cerimonia.

Da quando l’HFPA è stato preso di mira lo scorso anno, il comitato ha aggiunto 21 nuovi membri al suo corpo di voto per aumentare la diversità e ha approvato nuovi statuti per aiutare a combattere le critiche mosse contro l’organizzazione. Molti dei dettagli che circondano la cerimonia del 2022 sono ancora vaghi a pochi giorni dalla data programmata per lo spettacolo, a parte la lunga lista di nominati ai Golden Globes che è stata rivelata il mese scorso.

Chris Evans sarà Gene Kelly in un film biografico immaginario

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Chris Evans sarà Gene Kelly in un film biografico immaginario

Secondo quanto riferito dalle principali testate di informazione cinematografica mondiale, Chris Evans interpreterà il leggendario attore/cantante/ballerino Gene Kelly in un film biografico immaginario scritto da John Logan, sceneggiatore di Skyfall.

Gene Kelly è una vera icona, è apparso in classici successi di Hollywood come Cantando sotto la pioggia, Un americano a Parigi, Hello, Dolly! e molti, molti altri film musicali. Kelly è morto nel 1996 all’età di 83 anni, lasciando dietro di sé un’eredità di film, molti dei quali hanno contribuito a rendere popolare il musical di Hollywood. Uno degli ultimi film di Kelly è stato il musical cult Xanadu, che è stato un flop al botteghino, ma ha comunque prodotto una colonna sonora di successo.

Tramite Deadline, apprendiamo ora che Chris Evans interpreterà Kelly in un film biografico immaginario su “un ragazzo di 12 anni che lavora alla MGM Lot nel 1952 e inizia a instaurare un’amicizia immaginaria con la leggendaria star del cinema Gene Kelly mentre lavora al suo prossimo film”. Il concept si basa su un’idea originale concepita da Chris Evans, che dovrebbe anche produrre il film. Lo sceneggiatore di Skyfall, L’ultimo samurai e Sweeney Todd: Il diabolico barbiere di Fleet Street, John Logan, scriverà la sceneggiatura e produrrà insieme a Evans.

1883 1×01: anticipazioni dalla season premiere

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1883 1×01: anticipazioni dalla season premiere

La piattaforma americana Paramount+ ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×01, il primo atteso episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×01 che si intitolerà 1883″ La famiglia Dutton intraprende un viaggio verso ovest attraverso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. James arriva in Texas, dove lui e la sua famiglia si preparano a farsi strada attraverso le Grandi Pianure in cerca di una nuova casa e la promessa di un’opportunità.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

The Batman: un nuovo promo per “the Bat and the Cat”

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The Batman: un nuovo promo per “the Bat and the Cat”

Ecco un nuovo breve promo per The Batman, ricco di action e di confronti che si preannunciano epici tra il pipistrello e la gatta. Nel video abbiamo anche la possibilità di vedere una breve scena con Colin Farrell nei panni (irriconoscibili) di Pinguino!

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: i protagonisti e un villain nel merchandise

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Sono state diffuse alcune foto del merchandise e delle promotional art di Doctor Strange nel Multiverso della Follia in cui vediamo la squadra principale del film, che, oltre allo Stregone protagonista, vedrà schierati Wong, Wanda e la new entry America.

Di seguito una serie di immagini concept e delle foto che mostrano Gargantos, che abbiamo visto anche brevemente nel primo trailer del film:

https://twitter.com/DrStrangeUpdate/status/1478130799098671112?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1478130799098671112%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fdoctor-strange-2-art-scarlet-witch-america-wong%2F

Guarda il trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia

Doctor Strange nel Multiverso della Follia vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez). Doctor Strange nel Multiverso della Follia arriverà al cinema il 4 maggio 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Gal Gadot parla della sua Cleopatra e di come sarà diversa dalle precedenti

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In un’intervista con InStyle, Gal Gadot descrive l’approccio alla nuova versione di Cleopatra alla quale sta lavorando ormai da diverso tempo. Anche se non ha potuto condividere molte informazioni sul progetto, l’attrice, che vedremo presto in Assassinio sul Nilo, afferma che la sua Cleopatra non sarà solo “sexy e attraente” ma anche “strategica e intelligente”. Gal Gadot afferma inoltre che il film “racconterà la storia che il mondo ha bisogno di sentire ora”, ma non si espande su ciò che significa.

“Non posso rivelare molto, ma posso dirvi che celebreremo la storia di Cleopatra. Mostreremo non solo quanto fosse sexy e attraente, ma anche quanto fosse strategica e intelligente e quanto impatto abbia avuto e abbia ancora sul mondo in cui viviamo oggi. Ho visto tutti i film di Cleopatra nel corso degli anni, ma sento che stiamo raccontando la storia che il mondo ha bisogno di sentire ora.”

Kari Skogland dirige il film, prima nelle mani di Patty Jenking che però resta nella squadra produttiva. Gal Gadot è al momento l’unico nome collegato al progetto.

Batgirl: foto dal set mostrano la preparazione di una scena di inseguimento

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Sono emerse nuove foto dal set di Batgirl che suggeriscono l’approssimarsi delle riprese di una scena di inseguimento in macchina piena di azione. Come riportato da GlasgowLive, Picture Vehicles Limited, azienda che attualmente sta producendo veicoli per Batgirl, ha suggerito in un post su Instagram poi cancellato che si stava preparando a “distruggere alcune auto” nella location delle riprese in Scozia.

L’immagine mostrava la loro officina mobile stipata in un camion, e mentre la società si trattiene dal rivelare le specifiche dei veicoli di Batman che potrebbero apparire nel film, ha confermato che ci sarà una motocicletta!

https://twitter.com/BatgirlFilm/status/1478256623932030978?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1478256623932030978%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fbatgirl-movie-set-photo-car-chase-hbo-max%2F

All’inizio di quest’anno, è stato annunciato che Leslie Grace interpreterà Batgirl. Il suo precedente ruolo cinematografico è stato nell’adattamento della WB di In the Heights, acclamato dalla critica. Mentre la trama di Batgirl è ancora nascosta, il film vedrà J.K. Simmons torna nel ruolo del commissario Gordon, visto l’ultima volta in Justice League di Zack Snyder. Jacob Scipio partecipa al film in un ruolo non rivelato e Brendan Fraser interpreta il cattivo Garfield Lynns, noto anche come Firefly.

Batgirl doveva essere diretto da Joss Whedon, regista di The Avengers e Avengers: Age of Ultron, nonché della versione cinematografica di Justice League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a “decifrare la storia”.

Spider-Man: i fan costruiscono uno spara-ragnatele funzionante!

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Spider-Man: i fan costruiscono uno spara-ragnatele funzionante!

Il canale YouTube di HeroTech ha recentemente pubblicato un video in cui si mostra uno spara-ragnatele perfettamente funzionante fatto da chi gestisce il canale.

Creato in due mesi, il dispositivo si basa sulla tecnologia del film di The Amazing Spider-Man con Andrew Garfield. Gli impressionanti spara-ragnatele includono luci a LED verdi e rosse, una cartuccia di ragnatele intercambiabile e una cartuccia dell’orologio, che può indicare l’ora. Nel video, viene annunciato che verrà rilasciato un video tutorial per aiutare i fan a creare da soli questi dispositivi.

Ricordiamo che in Spider-Man: No Way Home il confronto trai tre Spider-Man e le battute sulle ragnatele organiche di Tobey Maguire è stato uno dei momenti più piacevoli del film, oltre a pagare anni di meme e battute su internet in merito a questa scelta artistica di Sam Raimi.

The King’s Man – Le origini, recensione del film con Ralph Fiennes

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Dopo due avvincenti film, la saga che vede protagonista l’agenzia segreta britannica per gentiluomini si arricchisce di un nuovo capitolo che ci porta indietro nel tempo, dove tutto è cominciato: The King’s Man – Le Origini.

Matthew Vaughn torna alla regia mentre il cast, per ovvie ragioni, è rivoluzionato, ma comunque attinge dal meglio che il panorama inglese ha da offrire: Ralph Fiennes, Gemma Arterton, Tom Hollander, Djimon Hounsou, Charles Dance e Harris Dickinson sono solo alcuni dei nomi coinvolti in questa rivisitazione della Storia europea prima e durante la Prima Guerra Mondiale che si prende sul serio pur palesandosi senza timore come un pur prodotto di intrattenimento. 

La trama di The King’s Man – Le origini

La trama ufficiale di The King’s Man – Le origini recita: Quando i peggiori tiranni e menti criminali della storia si riuniscono per organizzare una guerra per spazzare via milioni di vite, un uomo dovrà correre contro il tempo per fermarli. Il film rivela la nascita della prima agenzia di intelligence indipendente. E in realtà niente di più preciso poteva essere detto per raccontare, senza spoiler, ciò che accade in due ore e 11 minuti di azione mozzafiato. 

Dopo The Secret Service e Il Cerchio d’Oro, Matthew Vaughn si risiede sulla sedia di regia, cambia registro, si allontana dai toni scanzonati del fumetti di Mark Millar da cui era partita la prima ispirazione del franchise, si toglie di dosso insomma il punto di vista irriverente del protagonista Eggsy/Taron Egerton, e indossa di volta in volta quello di Ralph Fiennes e Harris Dickinson, padre e figlio, ultimi della gloriosa famiglia degli Oxford, nobili britannici vicini alle più alte cariche dello Stato. Questo fa sì che i toni di The King’s Man – Le Origini siano molto più solenni e seri, rispetto a quello che ci si poteva aspettare, dati i film precedenti, e allo stesso tempo la storia gioca con la Storia con la S maiuscola, quella che portò il Vecchio Continente a diventare un campo di battaglia, con tre Imperi a scontrarsi e il resto del mondo a pagarne le conseguenze. 

Farsi beffe della Storia

The King’s Man – Le Origini ri-racconta la Storia, lo fa con totale sprezzo di ciò che è stato, sfruttando personaggi realmente accaduti come pedine che, posizionate in un posto o nell’altro, servono a portare avanti la sua trama, senza paura di risultare blasfemo o fastidioso: Mata Hari, Rasputin, Lenin, Re Giorgio V, Guglielmo II, Nicola II diventano materiale ditale nelle mani dello stesso Vaughn e di Karl Gajdusek che conducono la loro narrazione sfrontati e divertiti. Dopotutto la fedeltà storica non spetta al cinema, e The King’s Man – Le Origini è puro cinema d’azione e di intrattenimento, ad uno stadio così schietto e avanzato che non si può fare a meno di volergli bene.

Un cast perfettamente a suo agio

Troppo spesso ci si dimentica che il cinema è anche intrattenimento e di fronte a film così totalmente liberi di abbracciare questa loro natura spesso lo spettatore si scopre diffidente, perché la Storia è andata diversamente, perché questo o quel marchingegno non era ancora stato inventato, perché balisticamente è impossibile che questo soldato non sia morto, eppure Ralph Fiennes, Gemma Arterton, Rhys Ifans, Matthew Goode, Tom Hollander, Harris Dickinson, Daniel Brühl, Djimon Hounsou e Charles Dance fanno un così ottimo lavoro che è facile mettere a tacere ogni perplessità.

In particolare è necessario citare lo straordinario lavoro di Tom Hollander che, pur lavorando con personaggi volutamente superficiali e macchiettisti, si cimenta con una tripla interpretazione dei sovrani europei (è lui a dare corpo a Re Giorgio V, Guglielmo II e Nicola II) conferendo ad ognuno una proprio caratterizzazione fisica e una propria personalità, nonché un proprio modo di parlare. La scelta del regista è stata quella di sottolineare che i tre sovrani erano cugini, quindi somiglianti, e così ha scelto lo stesso attore per tutti e tre. Hollander ha sfruttato questa opportunità per mostrare le sue doti troppo spesso al servizio di personaggi secondari. Anche Rhys Ifans si fa valere con un look da Rasputin spaventoso che accentua tutte le dicerie e le leggende che si costruirono all’epoca e si tramandano tutti’oggi su questo santone che ebbe il potere, si dice, di mettere in ginocchio l’Impero dello zar. 

The King’s Man – Le OriginiIl cuore di questo divertimento forsennato sono ovviamente le sequenze di lotta corpo a corpo: Ralph Fiennes forse non ci crede abbastanza, o almeno non quanto ci credere Colin Firth nei panni di Harry, nei due film originali, ma è comunque divertente vederlo alle prese con la spada che combatte senza paura, che, in pieno stile Ottocentesco, ha al suo fianco un servitore di altra etnia, fedele, letale e ironico (Djimon Hounsou). Pittoresca anche la sequenza in cui i nostri eroi fronteggiano Rasputin, il cui stile di combattimento è contaminato da passi di danza popolare, caratteristica che lascia un po’ perplessi gli avversari, insieme all’estrema difficoltà nell’uccidere il monaco russo.

Uno sfrontato divertissement

Sfacciato e irriverente, The King’s Man – Le Origini si allontana dai toni che avevano fatto amare Kingsman: The Secret Service e sequel per indossare un abito tutto suo, fatto di puro intrattenimento, senza riguardo per la Storia, i personaggi storici e nemmeno per il franchise, ma con l’unico obbiettivo, secondo chi scrive centrato in pieno, di divertire lo spettatore.