Alla fine dell’anno scorso, The Wrap
ha riferito che Chris Evans sarebbe tornato nell’MCU per il prossimo grande film
evento dei Marvel Studios, Avengers:
Doomsday. I fan si aspettavano che Evans si
presentasse come Steve Rogers in Avengers: Secret Wars, ma è
stato bello avere finalmente la conferma che la Sentinella della
Libertà si sarebbe di nuovo vestito per l’azione.
Non era la prima volta che sentivamo
che erano in atto dei piani per il ritorno di Evans nel ruolo, ma
l’attore ha sempre negato le voci, e continua a farlo! Nel profilo
di Esquire del nostro nuovo Capitan America,
Anthony Mackie, la star di Brave New
World ha rivelato di aver contattato Evans dopo la
diffusione della notizia, ma di aver ricevuto una smentita.
“Non lo sapevo! Ho parlato con
Chris qualche settimana fa e non era ancora deciso. Almeno, mi ha
detto che non era una possibilità, perché gliel’ho chiesto io. Ho
pensato, ‘Sai, hanno detto che faranno tornare tutti per il film.
Tornerai?'”“Non è vero, però”, ha detto riguardo ai
resoconti del suo ritorno nell’MCU. “Succede sempre. Voglio
dire, succede ogni due anni, da quando è uscito Endgame. Ho
semplicemente smesso di rispondere. Sì, no, felicemente in
pensione!”.
L’addio di Steve Rogers al MCU
L’ultima volta che abbiamo visto
Rogers, aveva consegnato il suo iconico scudo al suo amico Sam
Wilson (Mackie) dopo aver deciso di rimanere nel passato e vivere
la sua vita con Peggy Carter (Hayley Atwell) in
Avengers: Endgame. Avevamo dato
per scontato che, se Evans fosse tornato nell’MCU, avrebbe interpretato una
variante Multiversale, ma non è l’unica possibilità.
Evans è apparso come Johnny
Storm, alias la Torcia Umana, in Deadpool e
Wolverine, e ci sono state voci secondo cui potrebbe non
aver ancora finito con il suo vecchio ruolo nei Fantastici Quattro.
Jeff Sneider del podcast Hot Mic ha recentemente
detto di aver sentito che Evans interpreterà effettivamente Nomad.
Sebbene diversi personaggi abbiano ricoperto questo ruolo nei
fumetti, il nome è stato originariamente introdotto come
un’identità alternativa che Steve Rogers ha adottato dopo aver
abbandonato il costume e il titolo di Capitan America.
Se ciò è accurato, resta da vedere
quale versione di Rogers indosserà il costume di Nomad nel film. È
altamente improbabile che sia l’originale (a meno che non abbia
davvero aumentato il suo regime di Callisthenics), quindi una
variante da un’altra linea temporale/realtà ha più senso.
Ci sono state alcune speculazioni
sul fatto che Doomsday potrebbe introdurre una nuova squadra di
“Evil Avengers”, che potrebbe potenzialmente vedere Nomad unire le
forze con il Dottor Destino di Robert Downey Jr. e alcune altre
varianti.
The Electric
State è una spettacolare avventura ambientata in una
versione alternativa e retrofuturistica degli anni ’90.
Millie Bobby Brown (Stranger
Things, Enola Holmes,
Damsel) interpreta Michelle, un’adolescente orfana che
affronta la vita in una società in cui robot senzienti simili a
cartoni animati e mascotte, che un tempo collaboravano
pacificamente al fianco degli esseri umani, ora vivono in esilio a
seguito di una rivolta fallita. Tutto ciò che Michelle pensa di
sapere sul mondo viene sconvolto una notte quando riceve la visita
di Cosmo, un robot dolce e misterioso che sembra essere controllato
da Christopher, il geniale fratello minore di Michelle che lei
credeva morto.
Determinata a trovare
l’amato fratello che pensava di aver perso, Michelle parte
attraverso il sud-ovest americano con Cosmo e si ritrova presto a
collaborare con riluttanza insieme a Keats (Chris Pratt,Guardiani della Galassia, Jurassic
World), un contrabbandiere di basso rango, e al suo spassoso
assistente robot, Herman (doppiato nella versione originale da
Anthony Mackie). Mentre si avventurano nella Zona di Esclusione, un
angolo delimitato nel deserto dove i robot sopravvivono per proprio
conto, Keats e Michelle trovano uno strano e colorato gruppo di
nuovi alleati animatronici e iniziano a scoprire che le forze
dietro la scomparsa di Christopher sono più sinistre di quanto si
aspettassero.
The Electric
State è diretto da Anthony e Joe Russo e
ha come protagonisti Millie Bobby Brown,
Chris Pratt, il premio Oscar® Ke Huy Quan, Jason Alexander,
Giancarlo Esposito, il candidato all’Oscar®
Stanley Tucci, e Woody
Norman. Anthony Mackie, Woody Harrelson, Brian
Cox, Jenny Slate, e Alan Tyduk prestano
il loro talento come voci dei robot. Il film è basato sulla graphic
novel di Simon Stålenhag e ha una sceneggiatura di Christopher
McFeely e Stephen Markus.
The Electric State sarà disponibile
solo su Netflix nel 2025.
INFORMAZIONI SU THE ELECTRIC STATE
DIRETTO DA: Anthony e Joe Russo
SCENEGGIATURA DI: Christopher Markus e Stephen
McFeely
BASATO SULLA GRAPHIC NOVEL DI: Simon Stålenhag
PRODOTTO DA: Joe Russo, p.g.a.; Anthony Russo,
p.g.a.; Mike Larocca, p.g.a.; Angela Russo-Otstot; Chris Castaldi;
Patrick Newall
PRODUTTORI ESECUTIVI: Christopher Markus, Stephen
McFeely, Tim Connors, Nick van Dyk, Jake Aust, Geoffrey Haley,
Jeffrey Ford, Simon Stålenhag, Julia Angelin, Russell Ackerman,
John Schoenfelder, Anthony Muschietti, Barbara
Muschietti
CO-PRODUTTORI: Anthony J. Vorhies,
Joseph Micucci, Murtaza Kathawala
CAST
PRINCIPALE: Millie Bobby Brown, Chris Pratt, Ke Huy Quan, Jason
Alexander, Woody Norman, con Giancarlo Esposito e Stanley Tucci.
Con le voci di Woody Harrelson, Anthony Mackie, Brian Cox, Jenny
Slate, Hank Azaria, Colman Domingo, Alan Tudyk.
In occasione di Next on
Netflix 2025, la piattaforma ha diffuso il
primo video dal backstage di The
Old Guard 2. Eccolo di seguito:
Il film del 2020 è basato
sull’omonimo fumetto del 2017 di Greg Rucka e Leandro
Fernández. Il primo film è stato un successo a sorpresa,
poiché i suoi numeri di spettatori sono stati (all’epoca) tra i 10
lanci originali di maggior successo nella storia della piattaforma.
È stato anche recensito favorevolmente dalla critica, ricevendo un
indice di gradimento su Rotten Tomatoes dell’80%, con un punteggio
medio aggregato di 3,7 su 5.
Recentemente, Collider ha incontrato
Matthias Schoenaerts, che interpreta Booker
nel film. Quando gli è stato chiesto di fornire un aggiornamento
sul sequel,
Schoenaerts ha dichiarato: “L’abbiamo girato circa un anno
e mezzo fa, e credo che stiano raggiungendo l’ultima fase della
post-produzione. Per quanto ho capito, credo che ci sia stato un
cambio ai piani alti di Netflix. Credo che ci sia un diverso
amministratore delegato, e questo porta a riconsiderare il
rilascio, il come e il quando, e questo non dipende da me. Non lo
so. Ma so che stiamo raggiungendo l’ultima fase della
post-produzione, quindi prima o poi arriverà“.
Con un intervallo di tempo così
lungo tra un capitolo e l’altro, Netflix
deve temere che l’interesse per il sequel si riduca, poiché è
acclarato che gli spettatori perdono interesse o dimenticano del
tutto che un sequel è in arrivo.
Cosa sappiamo su The Old Guard
2
Per il sequel The
Old Guard 2, Uma Thurman e Henry Golding si sono uniti al
cast in ruoli non rivelati, mentre Victoria
Mahoney ha sostituito Gina
Prince-Bythewood alla regia. Greg Rucka
ha scritto la sceneggiatura del primo film e del sequel.
Tra i membri del cast che ritornano
in The
Old Guard 2 ci sono la Charlize Theron nel ruolo di Andromaca di
Scizia, KiKi Layne nel ruolo di Nile Freeman,
Marwan Kenzari nel ruolo di Yusuf Al-Kaysani,
Luca Marinelli nel ruolo di Nicky/Nicolò di
Genova, Matthias Schoenaerts nel ruolo di
Booker/Sebastian Le Livre, Ngô Thanh Vân nel ruolo
di Quynh e Chiwetel Ejiofor nel ruolo di James
Copley.
In occasione della presentazione del
palinsesto Netflix 2025, Luca Argentero
e Giulia Michelini hanno presentato le prime
immagini di Motorvalley, la nuova serie
Netflix Italia ambientata nel mondo delle
corse automobilistiche. Ecco le immagini dal set:
Arturo (Luca
Argentero), Elena (Giulia Michelini) e
Blu (Caterina Forza) hanno perso quasi tutto nella
loro vita, ma una cosa li accende ancora: l’amore per le auto e
l’adrenalina. Elena, giovane rampolla della Dionisi, proprietaria
di una famosa scuderia, deve riconquistare un ruolo nell’impresa di
famiglia, ora nelle mani del fratello; assolda Blu, giovane testa
calda con un’attrazione fatale per la velocità, e Arturo, un famoso
pilota ormai decaduto, per allenarla. Ognuno di loro ha un motivo
per correre più veloce degli altri. Motorvalley è la storia del
loro viaggio attraverso una delle gare automobilistiche più
appassionanti: Il Campionato Italiano Gran Turismo (GT) dove le
auto e le corse non sono solo una passione da condividere ma anche
una ragione di vita, o di morte.
Data di uscita: 2026
Regia: Matteo Rovere, Pippo Mezzapesa e Lyda Patitucci
Creata da: Francesca Manieri, Gianluca Bernardini e Matteo
Rovere
Scritta da: Gianluca Bernardini, Erika Galli, Flaminia Gressi,
Matteo Rovere, Michela Straniero con la supervisione di Francesca
Manieri
Prodotta da: Matteo Rovere per Groenlandia production
Il film giallo-horror del 2016
The Boy, diretto da William Brent
Bell segue la vita di una tata di nome Greta
Evans (Lauren
Cohan), che lascia la sua vita nel Montana per andare
a lavorare in Inghilterra. Non si tratta però di un lavoro
ordinario, poiché le viene chiesto di badare a una bambola di nome
Brahms. Greta segue le regole: nutrire e accudire
Brahms, assicurarsi che non sia solo, evitare la soffitta e non
invitare fidanzati a casa. Tuttavia, dopo poco tempo, Greta si
accorge che qualcosa non va e inizia ad indagare.
Con uno dei migliori colpi di scena
di un
film horror, la conclusione di The Boy è un
completo shock ed è difficile prevedere cosa accadrà nell’atto
finale. Sebbene il colpo di scena del terzo atto sia l’aspetto più
notevole del film, esso presenta temi più profondi che lo rendono
più malinconico rispetto ai tipici di film horror di
intrattenimento. Il fatto che il film eviti la tipica trama della
bambola demoniaca, infatti, lo rende più spaventoso di quanto
sarebbe stato altrimenti. Qui di seguito, andiamo dunque ad
esplorare il finale del film.
Brahms non è solo il nome della
bambola
Il mistero principale del film
The Boy è se la bambola di porcellana sia malvagia
e alimentata da un demone o da uno spirito soprannaturale. È facile
accettare la spiegazione che viene data: Brahms era il figlio di
Heelshire, morto in un incendio quando aveva otto anni. Sembra così
che The Boy sia un altro film horror su una bambola malvagia
(ricordiamo ad esempio Annabelle
o la più recente M3GAN).
Tuttavia, con un colpo di scena, si scopre che Brahms è ancora vivo
e si nasconde tra le pareti della casa, fingendo che la bambola sia
posseduta per rimanere nascosto e al sicuro.
Brahms è infatti diventato violento,
pericoloso e non mostra alcuna pietà. Quando l’ex fidanzato di
Greta, Cole, distrugge la bambola, l’ormai adulto
Brahms, che indossa una maschera uguale a quella della bambola,
irrompe dal muro e lo uccide. Poi attacca Greta e Malcolm.
The Boy potrebbe quindi essere paragonato a un
tipico film dell’orrore su una casa infestata in cui accadono
strani eventi nell’oscurità. Il colpo di scena rende però la storia
più spaventosa e fa di Brahms un cattivo agghiacciante, avendo
ucciso molte persone in passato.
Se Brahms fa parte di una lunga
storia di bambole inquietanti, il Brahms umano è altrettanto
inquietante perché appare potente, forte e pronto a distruggere.
Dopo aver ucciso il fidanzato violento di Greta, Cole, Brahms rende
quindi inabile il suo amico Malcolm. Minaccia a quel punto di
uccidere Malcolm se Greta tenta di andarsene. Gli era infatti stato
promesso che sarebbe rimasta come sua nuova compagna. Tuttavia,
Greta ricorda le regole e dice a Brahms che è ora di andare a
letto. Per assurdo, la cosa funziona e Brahms va a letto come
richiesto dalla donna. Quando lei si china per baciarlo, Greta lo
accoltella, permettendo così a lei e a Malcolm di fuggire dalla
villa.
The Boy è un grande
thriller grazie al sinistro retroscena di Brahms. I suoi genitori
sanno benissimo che è ancora vivo e che è diventato un assassino,
il che è una delle parti più inquietanti del film. Nel finale,
lasciano un biglietto per Greta prima di togliersi la vita. Quando
poi Greta scopre che l’hanno assunta come vero e proprio regalo per
Brahms, si rende conto del pericolo che corre, facendo di tutto per
cercare di sopravvivere. All’inizio di The Boy,
inoltre, Greta scopre che una giovane ragazza è stata uccisa
violentemente e sembra che Brahms abbia commesso questo crimine da
bambino.
L’incendio che avrebbe ucciso Brahms
è avvenuto dopo la morte della ragazza, quindi nessuno ha saputo la
verità. È una rivelazione agghiacciante, perché si lascia intendere
che l’incendio sia stato fatto per proteggere il ragazzo, facendo
credere che fosse morto e dunque non più perseguibile per il suo
crimine. Mentre altri potrebbero essere arrabbiati con gli
Heelshire per averli assunti per vivere nella stessa casa di un
assassino, Greta sembra invece capire che i due anziani volevano
aiutare il figlio in ogni modo possibile, nonostante le sue
tendenze.
Alla fine del film The
Boy, Greta uccide apparentemente Brahms. Tuttavia, la
scena finale accenna a un sequel quando qualcuno ripara la bambola
nella vecchia casa. Un sequel è poi effettivamente stato
realizzato, nel 2020: Brahms: The Boy II. Questo
seguito rovina però il colpo di scena del primo film rivelando che
la bambola è realmente posseduta demonicamente e terrorizza altre
persone. Questo cambiamento ha portato il sequel ad essere stato
accolto male, considerando che l’avvincente finale dell’originale
permetteva al film di distinguersi dalla massa di storie di bambole
malvagie e inquietanti.
Questa trama è infatti simile al
trasferimento dello spirito del serial killer Charles Lee
Ray nella bambola Chucky dell’omonimo
franchise o anche allo spirito che possiede la già citata Annabelle.
Il finale di The Boy avrebbe dovuto dunque
prevedere un sequel diverso e, sebbene possa sembrare improbabile
che Brahms sia sopravvissuto all’attacco, avrebbe avuto più senso
che spostare altrove la storia per renderla più paranormale. A
prescindere dal seguito, la storia di Greta si conclude in modo
agrodolce con lei che riesce a fuggire, il che è importante.
Il vero significato del finale di
The Boy
La conclusione di The
Boy ha diversi temi significativi e pesanti, tra cui
quello della fuga. Greta scappa dal suo fidanzato violento e spera
di trovare una vita migliore e più felice. Il film parla anche di
famiglia e solitudine. Anche i coniugi Heelshire sono alla ricerca
dell’amore e, sebbene il loro figlio non sia morto, soffrono per
all’idea di chi avrebbe potuto essere, poiché non hanno mai
immaginato per lui questa violenza. Si aggrappano quindi
all’immagine di lui come un bambino dolce attraverso la
bambola.
Arriva nel 2025 Maschi
Veri, la versione italiana di Netflix
di Machos Alfa, la serie spagnola che ha
conquistato il pubblico di tutta europa. Dopo
l’adattamento francese, arrivato in piattaforma a metà gennaio
(e quello olandese in arrivo), l’Italia ripropone il format con un
poker di assi del nostro panorama cinematografico.
In occasione della presentazione del
palinsesto Netflix 2025, sono state diffuse le prime
immagini della serie:
1 di 6
Maschi Veri - Netflix - Credits: Lucia Iuorio / Netflix
Credits: Lucia Iuorio /
Netflix
Credits: Lucia Iuorio /
Netflix
Credits: Lucia Iuorio /
Netflix
Credits: Lucia Iuorio /
Netflix
Credits: Lucia Iuorio /
Netflix
La trama di Maschi Veri
Mattia (Maurizio
Lastrico), Massimo (Matteo Martari),
Riccardo (Francesco Montanari) e Luigi
(Pietro Sermonti) sono quattro amici sulla
quarantina che, in un mondo che prova a cambiare verso la parità
sociale e di genere, si ritrovano, loro malgrado, ad affrontare i
propri pregiudizi, i paradigmi della “mascolinità tossica” e le
conseguenze inaspettate che derivano dal doversi mettere in
discussione. Da sempre legati al loro status di maschi alfa, i
quattro amici dovranno improvvisamente riscoprire il loro posto
nella società e nelle dinamiche di coppia, senza perdere, nel
frattempo, loro stessi.
Data di uscita: 2025
Regia: Matteo Oleotto, Letizia Lamartire
Scritta da: Furio Andreotti, Giulia Calenda, Ugo Ripamonti
Prodotta da: Matteo Rovere per Groenlandia production
Cast: Maurizio Lastrico, Matteo Martari, Francesco Montanari,
Pietro Sermonti. Thony, Sarah Felberbaum, Laura Adriani, Alice
Lupparelli. E con Corrado Fortuna e Nicole Grimaudo
È stato annunciato
che la serie horror fantascientifica From
è stata rinnovata per una
quarta stagione che sarà disponibile in esclusiva su Paramount+ in Italia.
Prodotta da Amazon
MGM Studios, la quarta stagione di FROM vanta un team
eccezionale di produttori esecutivi, tra cui Jeff
Pinkner (showrunner), John Griffin
(creatore), Jack Bender (regista), Harold
Perrineau, Josh Appelbaum, André Nemec e Scott Rosenberg
di Midnight Radio, Anthony e Joe Russo e
Mike Larocca di AGBO, e Lindsay Dunn.
Adrienne Erickson di Midnight Radio è co-produttrice esecutiva. La
produzione della quarta stagione riprende quest’anno in Nuova
Scozia.
FROM svela
il mistero di una città da incubo che intrappola tutti coloro che
vi entrano. Gli abitanti devono lottare per mantenere un senso di
normalità, cercando una via d’uscita e affrontando le minacce della
foresta circostante.
La serie ha come
protagonista Harold Perrineau (Lost), insieme a un cast
corale che comprende Catalina Sandino Moreno (Maria Full of
Grace, The Affair), Eion Bailey (Band of
Brothers, Once Upon a Time), Hannah Cheramy
(Under Wraps, Van Helsing), Simon Webster
(Strays), Ricky He (The Good Doctor), Chloe Van
Landschoot (Charity, Skin), Corteon Moore
(Utopia Falls), Pegah Ghafoori (The Perfect
Wedding), David Alpay (Castle Rock), Elizabeth
Saunders (Clarice), Avery Konrad (Honor Society),
Scott McCord (East of Middle West), Nathan D. Simmons
(Diggstown), Kaelen Ohm (Hit & Run), Angela Moore
(Una serie di sfortunati eventi), A.J. Simmons
(Reacher), Robert Joy (CSI: NY) e
Samantha Brown (Y: The Last Man). FROM è
distribuito a livello internazionale da Paramount Global Content
Distribution.
Da oggi disponibile il
trailer di
Nonostantedi Valerio
Mastandreache uscirà nelle
sale il 27 marzo distribuito da BiM
Distribuzione.
Il film, presentato come film di
apertura della sezione Orizzonti alla
81ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica
di Venezia, è interpretato da Valerio Mastandrea, Dolores Fonzi,
Lino Musella, Giorgio Montanini, Justin Alexander Korovkin, Barbara
Ronchi, Luca Lionello e con Laura
Morante.
Nonostante è prodotto
da Viola Prestieri e Valeria
Golino per HT
Film, Francesco Tatò e Oscar
Glioti per Damocle, Moreno
Zani e Malcom Pagani per
Tenderstories con Rai
Cinema.
Il soggetto e la sceneggiatura sono
di Enrico Audenino e Valerio
Mastandrea, il montaggio è di Chiara
Vullo, la fotografia è a cura di Guido
Michelotti, la scenografia è di Roberto De
Angelis, le musiche originali sono di Tóti
Gudnason, i costumi di Veronica
Fragola e Carlotta D’Alessio, il
casting di Gabriella Giannattasio.
La trama di Nonostante
Un uomo trascorre serenamente le sue
giornate in ospedale senza troppe preoccupazioni. E’ ricoverato da
un po’ ma quella condizione sembra il modo migliore per vivere la
sua vita, al riparo da tutto e da tutti, senza responsabilità e
problemi di alcun genere. Si sta davvero bene lì dentro e anche se
qualche compagno di reparto si sente intrappolato, per lui ci si
può sentire anche liberi come da nessun’altra parte. Quella
preziosa routine scorre senza intoppi fino a quando una nuova
persona viene ricoverata nello stesso reparto. E’ una compagna
irrequieta, arrabbiata, non accetta nulla di quella condizione
soprattutto le regole non scritte. Non è disposta ad aspettare,
vuole lasciare quel posto migliorando o addirittura peggiorando.
Vuole vivere come si deve o morire, come capita a chi finisce lì
dentro. Lui viene travolto da quel furore, prima cercando di
difendersi e poi accogliendo qualcosa di incomprensibile.
Quell’incontro gli servirà ad accettare che se scegli di affrontare
veramente il tuo cuore e le tue emozioni, non c’è alcun riparo
possibile
Will Smith entra in
Matrix. Smith e il rapper Big
Sean hanno pubblicato la canzone “Beautiful
Scars“, con OBanga, insieme a un video
musicale ispirato a “Matrix“. L’attore ha anche
annunciato che pubblicherà un nuovo album da solista, “Based on
True Story“, il suo primo album completo in oltre 20 anni.
L’uscita dell’album è prevista per marzo 2025.
“Beautiful Scars“, prodotto
da OmArr e LeXoskeleton, esplora i dolori della fama e l’imparare
dai propri errori. Nel video musicale, Smith interpreta il ruolo di
Neo, il personaggio reso famoso da Keanu Reeves
nel classico di fantascienza del 1999 The Matrix,
mentre Big Sean veste i panni di Morpheus, originariamente
interpretato da Laurence Fishburne.
All’inizio di questo mese, Smith ha
pubblicato un
messaggio criptico su Instagram, in cui ha ricordato la sua
decisione di rinunciare al ruolo di Neo (che alla fine è andato a
Reeves) in “Matrix”.
“Nel 1997, i Wachowski hanno
offerto a Will Smith il ruolo di Neo in Matrix. Smith ha rifiutato.
Ha scelto Wild Wild West, credendo che fosse più adatto a lui
in quel momento. Ma la domanda rimane: come sarebbe stato Matrix
con Will Smith come Neo?” Per poi concludersi: “Svegliati,
Will… Matrix ti ha…”
(guardalo qui)
Nel 2019, Smith ha pubblicato un
video sul suo canale YouTube in cui ha spiegato perché ha rifiutato
il ruolo di Neo in “Matrix“. Ha rivelato che il
pitch dei Wachowski per il film non gli piaceva, il che ha portato
alla sua mancanza di interesse per il progetto. Secondo Smith, i
fratelli Wachowski hanno cercato di convincerlo con lo stile
cinematografico piuttosto che con la trama di
“Matrix“. Smith ha detto che il discorso è stato
il seguente: “Stiamo pensando, tipo… immagina di essere in una
lotta. Tu, tipo, salti. Immagina se potessi smettere di saltare a
metà del salto. Ma poi, le persone potrebbero vedere intorno a te a
360 gradi mentre smetti di saltare. Inventeremo queste telecamere,
e poi le persone potranno vedere l’intero salto quando ti fermi a
metà del salto”.
Ecco il videoclip di “Beautiful
Scars” di seguito:
Babygirl,
il thriller erotico elettrico di Halina Reijn con
Nicole Kidman, approfondisce le complessità della
sessualità femminile. Questo tema viene introdotto in modo molto
chiaro nella scena di apertura del film, dove Romy e suo marito
Jacob vengono mostrati mentre fanno l’amore.
L’orgasmo simulato di Romy, in netto
contrasto con il piacere genuino che in seguito cerca e trova in
segreto, sottolinea la natura performativa del suo matrimonio.
Questo tema viene esplorato in modo potente con la struttura del
film stesso. Il primo sguardo ai desideri repressi di Romy e alle
pressioni sociali che affronta preparano il terreno per una
profonda esplorazione della scoperta di sé e della ricerca di
un’intimità autentica.
La scena di apertura di Babygirl è
deliberatamente performativa
La scena intima si rivolge
deliberatamente a Jacob più che a Romy
Secondo la regista di
Babygirl Halina Reijn, il film parla del “divario
di orgasmo” tra uomini e donne (secondo IndieWire). Reijn
dà il tono a questo problema nella scena di apertura di
Babygirl con Romy e suo marito Jacob. Il modo in
cui la scena è girata si rivolge allo sguardo maschile, mentre Romy
che va a guardare un porno in privato dopo la scena intima mostra
allo spettatore un’istantanea del loro matrimonio. Un aspetto
dell’intimità che una parte è in grado di raggiungere e l’altra no
stabilisce un tema di squilibrio, così come di segretezza.
Un altro tema che stabilisce
chiaramente fin dall’inizio di Babygirl è la
mancanza di autenticità. In questo modo, l’orgasmo simulato
rappresenta un problema più ampio per il personaggio di Romy. La
performatività del momento seguita dalla fantasia segreta
che deve rinchiudere nell’oscurità mostra che Romy non si sente in
grado di essere se stessa. La sua performance per il marito viene
mostrata anche poco dopo, con lei che indossa un grembiule
tradizionalmente femminile mentre prepara il pranzo per le figlie,
il che spinge Jacob a esprimere disgusto.
Questo comunica al pubblico che
mentre Romy può sembrare una donna che ha tutto, deve essere
all’altezza di molte aspettative contraddittorie che sovverte in
Babygirl. Fornisce anche una rappresentazione
confusa di chi è Romy e di quanto della sua identità sia
performance.
La scena finale di Babygirl mostra
il viaggio di Romy con la sua sessualità
La scena finale di Romy con Jacob
sottolinea la loro crescita
Gli eventi che seguono la
scena di apertura in Babygirl capovolgono la
dinamica iniziale. Mentre la fantasia segreta di Romy sembra una
piccola parte della sua vita all’inizio, diventa una parte più
grande della sua vita man mano che la storia si sviluppa. Ciò
provoca una divisione tra la sua vita familiare e professionale e
la sua vita sessuale. Questo è il dilemma che rende
Babygirl un thriller erotico, sebbene abbia un
messaggio più positivo nella scena finale del film. Proprio come
l’inizio del film, il finale è una scena intima tra Romy e
Jacob.
Questa volta, il personaggio di Romy
è a un punto in cui può essere più autentica. Dopo 19 anni di
matrimonio, è finalmente in grado di avere un orgasmo onesto con
Jacob. Invece dell’orgasmo performativo della scena di apertura, il
finale ha un suono più gutturale paragonabile alla prima scena in
hotel con Samuel. La scena è radicalmente diversa dall’apertura di
Babygirl, e sottolinea come entrambi i personaggi
si siano sviluppati nel corso del film.
Sebbene l’immagine mentale di Samuel e del cane complichi la scena
di Babygirl, il film ha una conclusione
estremamente positiva per Romy.
“Questa è una storia semplice.
Ma non è facile da raccontare. Come una favola, c’è dolore, c’è
meraviglia e felicità”. Così inizia La vita è bella di Roberto
Benigni, una meditazione sulla tragedia dell’Olocausto.
Ambientato nell’Italia fascista, il film racconta la storia
dell’ebreo italiano Guido Orefice, che viene deportato in un campo
di concentramento nazista insieme al figlio Joshua e alla moglie
cristiana Dora. Guido è un buffone teneramente sfortunato il cui
mondo è plasmato da una combinazione di casualità, sia felici che
sfortunate, e dalla sua fede nelle capacità dell’amore di sostenere
e trasformare.
Entrambe queste cose segnano la sua
vita nel campo, dove si dedica a proteggere suo figlio da ogni
conoscenza della raccapricciante realtà circostante dicendogli che
loro e gli altri prigionieri sono in realtà concorrenti in un
elaborato gioco. Sebbene Guido venga infine ucciso nel Lager, salva
lo spirito e la vita del figlio, che, seguendo la finzione creata
dal padre, esulta per aver vinto la partita quando si riunisce alla
madre alla fine del film.
Roberto Benigni e la fama internazionale prima
de La vita è bella
All’epoca della produzione,
Roberto Benigni era già una star internazionale,
grazie alla sua collaborazione con Jim Jarmusch, e
con questo film ha scommesso nel fare del suo caratteristico
approccio caotico e clownesco il veicolo di una narrazione
dell’Olocausto. L’uso del registro comico da parte di Benigni ha
scatenato all’epoca un nuovo ciclo di dibattiti sui parametri e le
possibilità della rappresentazione dell’Olocausto. Benigni ha anche
rischiato una censura più specifica in Italia. La commedia si è
dimostrata un modo accettabile di affrontare pubblicamente il
delicato argomento della partecipazione e della sconfitta
dell’Italia nella Seconda Guerra Mondiale, ma gli antieroi non
marziali delle parodie militari italiane del dopoguerra evitano
abilmente la questione dell’aggressione fascista.
Il film di Benigni perpetua solo in
parte questo disconoscimento della violenza casalinga. Incarna
l’Olocausto come un fenomeno interamente tedesco, ma ricorda agli
italiani la loro complicità nel creare un clima persecutorio
attraverso l’applicazione delle leggi razziali del fascismo.
Una risposta positiva di pubblico e critica
Benigni e il suo
co-sceneggiatore Vincenzo Cerami hanno quindi
coperto le loro scommesse svolgendo ricerche approfondite,
assumendo consulenti storici dal Centro di documentazione ebraica
di Milano e proiettando il film per gruppi ebraici italiani prima
della sua uscita. Tale cura ha dato i suoi frutti: mentre il film
ha attirato alcune critiche all’estero per il suo tono ottimista e
sentimentale, in Italia la risposta della critica e del pubblico è
stata per lo più positiva. Il seguente successo internazionale di
Benigni, che ha compreso premi a Cannes, Gerusalemme, Varsavia e
Hollywood, ha consolidato la sua popolarità tra gli italiani come
ambasciatore delle qualità nazionali “essenziali” di fantasia e
umanesimo. In effetti, la pubblicità all’estero per La vita
è bella ne ha enfatizzato l’inventiva piuttosto che la
precisione storica. In America, il film è stato pubblicizzato come
una favola italiana “che dimostra che amore, famiglia e
immaginazione conquistano tutto”, e Benigni disse alla rivista
Indie di aver realizzato il film come “regista… il cui dovere è
inventare storie, quindi ho inventato completamente questo. È una
favola, ma inventata dalla verità”.
Il tema dello slittamento tra realtà
e finzione è al centro di La vita è bella e trova
articolazione sia nel contenuto del film che nella sua struttura
narrativa. “Sono ciò che voglio essere” è il motto di Guido, ma i
sogni di trasformazione ossessionarono anche i nazisti e i
fascisti; in definitiva, il film di Benigni richiama l’attenzione
sul potenziale della fantasia di operare sia nel male che nel
bene.
Le conseguenze distruttive del
pensiero utopico totalitario sono onnipresenti. I sogni di impero e
superiorità razziale guidano i fascisti italiani, che organizzano
feste con temi coloniali e si rassicurano a vicenda di essere
ariani e “la migliore di tutte le razze”.
Film del 2006 balzato in Top 10 di
Netflix, The Sentinel – Il traditore
al tuo fianco è un thriller diretto da Clark
Johnson, ispirato al romanzo dell’ex agente segreto
Gerald Petievich, con protagonisti
Michael Douglas, Kiefer Sutherland,
Eva Longoria e Kim Basinger.
Nel film, un agente dei servizi
segreti viene incastrato come talpa in un tentativo di assassinio
del Presidente. Deve riabilitare il suo nome e sventare un altro
tentativo di assassinio mentre è in fuga da un agente della
Divisione di intelligence protettiva dei servizi segreti.
La trama di The Sentinel – Il
traditore al tuo fianco
Pete Garrison (Michael
Douglas) è un agente dei servizi segreti e guardia del
corpo della First Lady degli Stati Uniti Sarah Ballentine
(Kim Basinger), con la quale ha una relazione. È
un agente esperto, essendo stato coinvolto nel salvataggio della
vita di Ronald Reagan durante il tentativo di
assassinio di Reagan.
Un collega agente e caro amico,
Charlie Merriweather (Clark Johnson), viene in
seguito assassinato di fronte a casa sua. In precedenza quel giorno
Charlie voleva parlare con Garrison di qualcosa di importante, ma
non ne ha avuto la possibilità. Garrison viene a sapere da un
informatore di fiducia che l’omicidio di Merriweather è correlato a
un complotto di assassinio contro il Presidente. Le informazioni
fornite dall’informatore hanno rivelato che una talpa con accesso
alla sicurezza del Presidente John (David Rasche) aveva fornito
informazioni agli assassini.
La divisione di intelligence
protettiva dei servizi segreti, guidata dall’ex protetto ed ex
amico di Garrison David Breckinridge (Kiefer
Sutherland) con la partner alle prime armi Jill Marin
(Eva Longoria), ha il compito di indagare sul
complotto, che inizia con i poligrafi per ogni agente. Jill si era
allenata con Garrison all’accademia e Garrison le aveva
raccomandato di lavorare per David, che considera il miglior
investigatore della divisione. La PID ha il compito di valutare e
valutare tutte le minacce rivolte al Presidente.
Una relazione scoparta
Nel frattempo, la talpa scopre la
discussione con l’informatore e la relazione di Garrison con la
First Lady e tenta di ricattarlo attirandolo in una caffetteria
nota per essere un punto di incontro per un cartello colombiano.
Dopo aver atteso per un po’, Garrison viene sottoposto a un
poligrafo.
L’agente responsabile della
Divisione di protezione presidenziale, William Montrose, decide di
selezionare casualmente il mezzo di trasporto del presidente usando
il lancio di una moneta. Mentre il presidente e la first lady
visitano Camp David, l’informatore di Garrison chiama, chiedendo
che il suo pagamento venga effettuato presso un’area ristorazione
di un centro commerciale. Garrison va a incontrarlo, ma scompare
tra la folla e un assassino cerca di uccidere Garrison. Gli agenti
inseguono l’assassino, ma lui scappa. Pete viene individuato
dall’FBI
durante il loro appostamento nella caffetteria. Contemporaneamente,
l’elicottero presidenziale viene abbattuto da un missile terra-aria
fuori Camp David, sebbene né il Presidente né sua moglie fossero a
bordo (a causa della moneta di Montrose che “decide” di usare il
corteo al suo posto).
Garrison non supera il
test del poligrafo perché ha nascosto la sua relazione con la First
Lady. Oltre a non superare il test del poligrafo (per aver mentito
sulla relazione) e aver sparato al Marine One senza il Presidente,
Garrison viene inconsapevolmente incastrato dalla talpa e diventa
il principale sospettato per aver fornito le informazioni agli
assassini. I capi dei servizi segreti, il direttore Overbrook
(Chuck Shamata) e il vicedirettore Cortes (Paul Calderon), pensano
che Pete stia collaborando con i signori della droga colombiani per
uccidere POTUS.
Quando Breckinridge affronta
Garrison a casa sua e inizia a interrogarlo sui suoi rapporti con
la cospirazione, la fonte dell’allontanamento dei due viene alla
luce: Garrison avrebbe avuto una relazione con la moglie di
Breckinridge, Cindy (Kristin Lehman), e avrebbe causato la rottura
del loro matrimonio, cosa che lui nega.
Garrison sfugge alla cattura e
conduce un’indagine indipendente sulla cospirazione
dell’assassinio, mentre contatta brevemente la First Lady per
negare il suo coinvolgimento. Cerca di contattare l’informatore che
gli ha dato la soffiata, ma scopre che è stato ucciso. Incontra
brevemente Breckinridge mentre cerca l’informatore, ma Breckinridge
si rifiuta di ucciderlo, nonostante abbia dato ad altri agenti
l’ordine di “sparare per uccidere”. Usando i suoi contatti con
agenti e familiari simpatizzanti, si imbatte in un appartamento
affittato da uno degli assassini, che uccide in uno scontro a
fuoco. Trova informazioni secondo cui gli assassini sono diretti a
Toronto per attaccare il presidente al vertice del G8. Lo lascia
nell’appartamento e ne parla a Marin, ma i servizi segreti scoprono
che le prove e il corpo dell’assassino sono stati rimossi prima del
loro arrivo.
La moglie del presidente rivela la
sua relazione con Garrison a Breckinridge, che ora capisce perché
Garrison non ha superato il test del poligrafo. Insieme a Toronto,
Garrison e Breckinridge scoprono che gli assassini sono ex agenti
del KGB assoldati per uccidere il presidente da un cartello
colombiano e dalla talpa, William Montrose (Martin Donovan), che
non è mai stato sottoposto al poligrafo.
Montrose è incaricato di dirigere la
sicurezza al vertice del G8. Il capo degli assassini, un uomo noto
come Handler (Ritchie Coster), dice a Montrose di consegnargli il
presidente, al che Montrose rifiuta, senza preoccuparsi se andrà in
prigione per tradimento o se l’Handler lo ucciderà. L’Handler
afferma quindi che se Montrose non collabora, i suoi figli e sua
moglie saranno uccisi, mostrando una foto di ciascuno di loro,
senza lasciare scelta a Montrose. L’Handler dice quindi che tutto
ciò che Montrose deve fare è bloccare le radio di comunicazione e
niente di più. Quindi lascia Montrose a prendere la triste
decisione e gli lascia anche le foto, dicendo “Puoi tenertele; io
ho delle doppie”.
La spiegazione del finale di The
Sentinel – Il traditore al tuo fianco
Breckinridge e Garrison corrono
verso la cima, cercando di portare via il Presidente in salvo, con
gli assassini, vestiti come operatori della RCMP ERT (Royal
Canadian Mounted Police, Emergency Response Team), che uccidono
diversi agenti e mettono all’angolo Montrose e il Presidente in un
tunnel.
Montrose rivela il suo tradimento al
Presidente e si mette di proposito davanti a uno degli assassini,
che lo uccide. Garrison, Breckinridge e Marin arrivano, salvando il
Presidente e la First Lady e uccidendo gli assassini. Mentre
raggiungono il livello del suolo, il gestore di Montrose si fa
avanti vestito da agente della RCMP per eseguire personalmente gli
omicidi. Prende Sarah in ostaggio e punta la pistola contro il
Presidente, ma Garrison gli spara uccidendolo.
Nonostante questi eventi, Garrison è
costretto a ritirarsi anticipatamente a causa della rivelazione
della sua relazione con la first lady, che guarda tristemente dalla
sua finestra mentre Garrison lascia la Casa Bianca. Tuttavia, fa
pace con Breckinridge, che finalmente si rende conto che Garrison
non ha dormito con sua moglie. Breckinridge dice a Garrison che ha
un appuntamento con lei quella sera.
In occasione di Next on Netflix 2025, è stato presentato il trailer esteso
dalla serie evento Il Gattopardo. Il teaser mostra Kim Rossi Stuart nei panni di Don Fabrizio
Corbera, Principe di Salina, insieme a Benedetta
Porcaroli (Concetta), Deva Cassel
(Angelica) e Saul Nanni (Tancredi). Nel cast della
serie anche Paolo Calabresi, Francesco
Colella, Astrid Meloni e Greta
Esposito.
La serie in sei episodi, tratta
dall’omonimo romanzo di Giuseppe Tomasi di Lampedusa, sarà
disponibile solo su Netflix nel 2025. Prodotta da Fabrizio Donvito,
Daniel Campos Pavoncelli, Marco Cohen, Benedetto Habib e Alessandro
Mascheroni per Indiana Production e da Will Gould e Frith Tiplady
per Moonage Pictures, la serie è stata girata tra Palermo,
Siracusa, Catania e Roma.
1 di 6
Kim Rossi Stuart ne Il
Gattopardo - Credits: Netflix/Lucia Iuorio
Il Gattopardo - Credits:
Netflix/Lucia Iuorio
Il Gattopardo - Credits:
Netflix/Lucia Iuorio
Benedetta Porcaroli ne Il
Gattopardo - Credits: Netflix/Lucia Iuorio
Kim Rossi Stuart e Saul
Nanni ne Il Gattopardo - Credits: Netflix/Lucia Iuorio
Deva Cassel ne Il
Gattopardo - Credits: Netflix/Lucia Iuorio
Alla regia Tom Shankland, affiancato
da Giuseppe Capotondi (episodio 4) e Laura Luchetti (episodio 5).
La serie, scritta da Richard Warlow, che ne è anche creatore ed
executive producer, assieme a Benji Walters, riscopre la modernità
di un racconto, quello del Principe di Salina e della sua famiglia,
che è quello dell’Italia di ieri e di oggi.
Il direttore della fotografia è
Nicolaj Bruel. I costumi della serie sono a firma di Carlo Poggioli
ed Edoardo Russo, le scenografie di Dimitri Capuani. Le musiche
originali sono di Paolo Buonvino. La serie arriverà solo su
Netflix nel 2025.
La trama de Il Gattopardo di
Netflix
Basato su uno dei più grandi romanzi
italiani di tutti i tempi, Il Gattopardo è un racconto epico,
sorprendente e sensuale, ambientato in Sicilia durante i moti del
1860. Al cuore della serie troviamo Don Fabrizio Corbera,
l’indimenticabile Principe di Salina, che conduce una vita intrisa
di bellezza e privilegio. Ma l’aristocrazia siciliana si sente
minacciata dall’unificazione italiana, e Fabrizio si rende conto
che il futuro della sua casata e della sua famiglia è in pericolo.
Per non soccombere, Fabrizio sarà costretto a stringere nuove
alleanze, anche se questo significherà andare contro ai suoi
principi, fino a trovarsi di fronte ad una scelta che pare
impossibile. Don Fabrizio avrà il potere di organizzare un
matrimonio che salverebbe il futuro della sua famiglia, quello tra
la ricca e bellissima Angelica e suo nipote Tancredi ma, facendolo,
spezzerebbe il cuore della sua adorata figlia Concetta. La serie
esplora con lo sguardo di oggi temi che si tramandano da secoli e
sono universali: il potere, l’amore e il costo del progresso.
I dettagli su Il Gattopardo
DATA DI USCITA: su Netflix nel
2025
● REGIA: Tom Shankland (episodi 1-2-3-6),
Giuseppe Capotondi (episodio 4), Laura
Luchetti (episodio 5).
● SCRITTA DA: Richard Warlow, Benji Walters
● DIRETTORE DELLA FOTOGRAFIA: Nicolaj Bruel
● COSTUMI: Carlo Poggioli, Edoardo Russo
● SCENOGRAFIE: Dimitri Capuani
● MUSICHE ORIGINALI: Paolo Buonvino
● PRODOTTA DA: Fabrizio Donvito, Daniel Campos Pavoncelli,
Marco Cohen, Benedetto Habib e Alessandro Mascheroni per
Indiana Production e da Will Gould and Frith
Tiplady per Moonage Pictures
● CAST PRINCIPALE: Kim Rossi Stuart (Don
Fabrizio Corbera, Principe di Salina), Benedetta
Porcaroli (Concetta), Deva Cassel
(Angelica) e Saul Nanni (Tancredi). Nel cast anche
Paolo Calabresi (Pirrone), Francesco
Colella (Sedara), Astrid Meloni (Maria
Stella), Greta Esposito (Chiara)
Sarà un 2025 da ricordare
anche per l’offerta italiana di Netflix che taglia il traguardo dei suoi
primi dieci anni di attività in Italia con la più ricca line up di
sempre: più di un contenuto originale al mese tra serie, film,
documentari e programmi d’intrattenimento. È quanto è stato
annunciato ieri nel corso dell’evento Next on
Netflix che ha presentato le principali novità
italiane ed internazionali del servizio in streaming.
‘In questo anno così
importante per la nostra storia in Italia, porteremo al nostro
pubblico una proposta ancora più ampia e variegata che si muoverà
tra generi e formule differenti, formati e linguaggi
innovativi’ dichiara Tinny Andreatta,
Vicepresidente dei contenuti italiani di Netflix.‘Racconteremo storie
autentiche che intercettano lo spirito del tempo superando i
confini del già visto per coinvolgere, divertire, lasciare con il
fiato sospeso, emozionare ma prima di tutto intrattenere il nostro
pubblico’.
Sfida, cambiamento,
coraggio e ambizione sono le linee guida dell’offerta di Netflix di
quest’anno:
SFIDA nel raccontare storie che catturano
l’umanità e in cui il pubblico possa riconoscersi, come i due
titoli annunciati oggi: Motorvalley, la serie che
fonde il drama con l’adrenalina dell’action o come l’adattamento
italiano di un format d’intrattenimento di grande successo nel
mondo: Too Hot to Handle: Italia, in cui dieci focosi
single dovranno tenere a bada i loro istinti durante un
divertentissimo ritiro in cui è permessa qualsiasi cosa… tranne
cedere alle tentazioni -. Ma si ritrova anche nello show unscripted
L’amore è cieco: Italia, in cui un gruppo di single
avrà l’opportunità di cercare l’anima gemella e scegliere qualcuno
da sposare … senza averlo mai visto!
CAMBIAMENTO con storie di trasformazione,
come Mrs Playmen, la storia vera di una donna
e del suo team, che negli anni Settanta ha rivoluzionato il mondo
del magazine erotico; Sara – La donna nell’Ombra, la
serie ispirata ai romanzi di Maurizio de Giovanni che rompe gli
schemi del crime con un’investigatrice fuori dal comune;
Maschi Veri, dove il cambiamento
riguarda gli uomini di oggi, alle prese con una nuova
consapevolezza femminile che li costringe a rimettersi in
gioco;
CORAGGIO nell’osare e innovare, come nella
dramedy Storia della mia famiglia,in cui c’è il coraggio di affrontare il
lutto, di rimettersi in gioco e di andare avanti, per superare il
dolore e trovare una nuova felicità. Di coraggio e ‘faccia tosta’
se ne trova tanta nella seconda stagione di Nuova Scena –
Rhythm + Flow Italia, il rap show che vede di nuovo al
timone Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain. Il coraggio è anche
quello degli autori e dei registi che capovolgono completamente il
punto di vista in un modo che non avremmo mai immaginato
restituendo, per esempio, uno sguardo nuovo e inaspettato su uno
dei misteri italiani più inquietanti degli ultimi 50 anni, come
nell’attesissima serie Il Mostro di Stefano
Sollima.
AMBIZIONE nell’alzare sempre più l’asticella
come ne Il Gattopardo, l’epica serie che porterà
in vita e sullo schermo il capolavoro della letteratura italiana di
Tomasi di Lampedusa.
Importante anche
l’offerta cinematografica italiana di Netflix: accanto ai film
originali, debutteranno sul servizio in prima finestra, dopo
l’uscita cinema, più di un film al mese. Il primo grande
appuntamento è fissato al 6 Febbraio con il lancio di
Parthenope di Paolo Sorrentino, a cui seguiranno
L’Abbaglio di Roberto Andò, Io e te
dobbiamo parlare di Alessandro Siani e Leonardo Pieraccioni
e molti altri.
“Tutto quello di cui vi abbiamo parlato oggi’ conclude
Andreatta
‘conferma i grandi progetti che Netflix ha per l’Italia e la
nostra volontà e convinzione nel continuare ad investire a lungo
termine sul racconto italiano, lavorando insieme alla straordinaria
comunità creativa e ai migliori talentidel nostro
paese“.
Ecco il nuovo teaser ufficiale di
You5, stagione che concluderà la celebre serie
Netflixsulle “avventure”
di Joe Goldberg, ancora una volta con il
volto di Penn Badgley.
A marzo 2023 è stato annunciato che
You si
sarebbe
conclusa con la quinta stagione. In quel momento, è stato anche
rivelato che i produttori esecutivi della serie Michael
Foley e Justin Lo avrebbero assunto il ruolo di showrunner
per la stagione finale, con Sera Gamble che è
rimasta a bordo come produttrice esecutiva.
Tutto quello che c’è da sapere su You
You è stato
sviluppato da Sera Gamble e Greg Berlanti, con Gamble come
showrunner. La serie è prodotta da Berlanti Productions, Man Sewing
Dinosaur e Alloy Entertainment in associazione con Warner Horizon
Scripted Television. Berlanti, Gamble, Sarah Schechter, Leslie
Morgenstein, Gina Girolamo e Marcos Siega sono i produttori
esecutivi.
Nell’ottobre 2021, prima della
premiere della terza stagione, la serie è stata rinnovata per una
quarta stagione , che è stata rilasciata in due parti il 9
febbraio e il 9 marzo 2023. La stagione è interpretata anche da
Charlotte Ritchie , Tilly Keeper , Amy-Leigh Hickman , Ed
Speleers e Lukas Gage. Nel marzo 2023, la serie è stata
rinnovata per una quinta e ultima stagione.
Tratta dal bestseller di Caroline
Kepnes “Tu”. “Cosa faresti per amore?” Quando il brillante gestore
di una libreria incontra un’aspirante scrittrice, la sua risposta è
chiara: per amore farebbe di tutto. Usando Internet e i social
media come strumenti per raccogliere i dettagli più intimi della
ragazza e avvicinarsi a lei, la sua cotta irresistibile e goffa
diventa un’ossessione e lentamente decide di rimuovere qualsiasi
ostacolo, e persona, tra lui e il suo oggetto del desiderio. Nella
quarta stagione, Joe Goldberg, fingendosi “Johnathan Moore”, ora
risiede a Londra, lavora come professore di inglese presso un
istituto rispettato e conduce un’esistenza tranquilla. Ha
anche seguito Marienne in giro per l’Europa nel tentativo di
localizzarla. La sua nuova vita di solitudine, tuttavia, viene
interrotta quando inizia a legare con una cerchia di ricchi
socialiti, che iniziano a morire uno per uno mentre un serial
killer inizia a prendere di mira il loro gruppo d’élite.
In occasione di Next on Netflix 2025, la piattaforma ha
fissato la data di messa in onda della terza e ultima stagione del
suo drama sudcoreano di successo Squid
Game 3. La stagione debutterà il 27 giugno, dopo il
grande finale cliffhanger con cui si è conclusa la seconda
stagione.
La
seconda stagione di “Squid Game”, composta da sette
episodi, ha debuttato il 26 dicembre. Il terzo ciclo è stato girato
consecutivamente alla seconda stagione, assicurando un’attesa molto
più breve tra le stagioni rispetto alla seconda e alla prima
stagione (che ha debuttato nel 2021 e non era stata originariamente
scritta come una serie continuativa).
Lee Byung-hun as Front Man in “Squid Game”
Season 3 Noh Ju-han / Netflix
Noh Ju-han / Netflix
Park Gyu-young as Kang No-eul in “Squid Game”
Season 3 Noh Ju-han / Netflix
Park Sung-hoon as Cho Hyun-ju, Jo Yu-ri as Kim
Jun-hee, Kang Ae-sim as Jang Geum-ja, Yang Dong-geun as Park
Yong-sik in “Squid Game” Season 3 Noh Ju-han / Netflix
“Non importa cosa
state aspettando quest’anno, non sapete che cosa vi aspetta su
Netflix” dichiara Bela Bajaria,
NETFLIX
Chief Content Officer, all’evento annuale di presentazione dei
film, delle serie e dei videogiochi in arrivo nel 2025.
L’evento, che si è tenuto
all’Egyptian Theatre di Los Angeles, ha incluso ospiti speciali
come le superstar della WWE CM Punk e Rhea Ripley, Guillermo del
Toro, Ben Affleck, John Mulaney, Tina Fey e i fratelli Duffer. È
stato trasmesso in simultanea in 12 paesi dove si sono svolti
eventi locali.
Come dichiarato da
Bajaria: “con oltre 700 milioni di persone che guardano
(Netflix), non possiamo essere solo una cosa. Dobbiamo essere la
migliore versione di tutto dalle serie TV ai film ai videogiochi.
Condividendo gli highlight dell’offerta in arrivo, Bajaria ha
anticipato che il 2025 potrebbe essere il più grande anno di
Netflix di sempre.
Next on Netflix: ecco le
novità internazionali
Nuovi film come
Frankenstein del regista Premio Oscar®
Guillermo del Toro, un progetto che il regista desiderava
realizzare da 50 anni.“Nel corso
dei decenni, il personaggio si è fuso con la mia anima al punto che
è diventato un’autobiografia. Non può essere più personale di così”
ha dichiarato Guillermo del Toro in un
videomessaggio. E RIP, un crime
thriller con protagonisti Ben Affleck e Matt
Damon. Affleck ha definito il film “un viaggio davvero
divertente e coinvolgente, che ti lascia con il fiato sospeso”.
Nuove commedie tra
cui TheFour Seasons di Tina
Fey, adattato dal film del 1981 scritto da Alan Alda. Fey ha
dichiarato che sono riusciti a “comporre un cast di attori e
attrici della commedia amatissimo che saprà ricreare la stessa
atmosfera calda e famigliare dell’originale”.
Nuovi titoli
unscripted si aggiungono all’offerta attuale di imperdibili
dating show e documentari sui retroscena del mondo dello sport.
Debutteranno talent show come Building the Band ed
esperimenti sociali come Million Dollar Secret.
Bajaria ha anche
annunciato che, in futuro, gli abbonati potranno esprimere
preferenze direttamente dal loro schermo, aprendo così nuove
opportunità.
Nuovi eventi in
diretta oltre alla WWE, agli Screen Actors Guild Awards e
all’NFL del giorno di Natale, Bajaria ha annunciato che TUDUM, il
nostro evento globale per i fan, sarà trasmesso in diretta
streaming da Los Angeles il 31 maggio, e ha mostrato in anteprima
Everybody’s Live with John Mulaney, un nuovo, inedito
speciale stand-up settimanale a partire dal 12 marzo.
“Saremo live a livello
globale senza nessun ritardo. Non saremo mai rilevanti. Non saremo
mai la vostra fonte di notizie. Saremo sempre sconsiderati”, ha
dichiarato Mulaney.
Nuovi progetti
televisivi ‘prestige’ che includono Death by
Lightning di David Benioff e D.B. Weiss, Zero
Day con protagonista Robert De Niro, Black
Rabbit con Jason Bateman e Jude Law come protagonisti e
produttori esecutivi, e The Beast in Me con
Claire Danes e Matthew Rhys.
Il 2025 sarà anche ricco
di amatissimi ritorni tra cui tre delle nostre più grosse
serie di sempre — Stranger Things, Mercoledì e
Squid
Game. Bajaria ha rivelato che Mercoledì
ha appena finito la fase di produzione e che sarà disponibile nel
corso dell’anno. Ha inoltre annunciato che la stagione finale di
Squid Game debutterà il 27 giugno.
Parlando della stagione
finale di Stranger Things, il co-creator Ross Duffer ha
dichiarato: “questa sarà la più grande e ambiziosa stagione di
sempre”. Suo fratello Matt ha aggiunto: “sarà anche la nostra
storia più personale. Girarla è stato super intenso ed emozionante
sia per noi che
per il nostro cast ”
I fratelli Duffer hanno
anche parlato di due nuovi progetti del 2026 di cui sono produttori
esecutivi: The Boroughs e Something Very Bad is
Going to Happen. “Saremo sempre parte della famiglia
Netflix, che è stata la nostra casa negli ultimi 10 anni”, ha
dichiarato Ross. “Non potremmo chiedere di avere partner migliori.
Se, come noi, si vogliono raccontare storie originali, questo è il
posto in cui essere”
Infine, i
videogiochi offrono ai fan una modalità per immergersi ancora
più a fondo nei loro mondi preferiti. Oltre a Squid Game: senza
limiti, che sta per diventare il gioco Netflix più scaricato di
sempre, gli abbonati nel 2025 possono aspettarsi di vedere ancora
più titoli basati sugli show che amano, da Ginny & Georgia e
Sweet Magnolias a L’amore è cieco e L’inferno dei
single. Bajaria ha anche annunciato che Netflix offrirà in
esclusiva gli iconici videogiochi WWE 2K su
dispositivi mobili, più avanti nel corso dell’anno.
Alla fine della
presentazione, Bajaria ha lasciato il pubblico con un semplice
messaggio:
“Noi non siamo una cosa
sola. Siamo il meglio dei film, serie TV, documentari, stand-up,
prodotti di animazione ed eventi live – e lo facciamo in 50 lingue.
Non abbiamo paura di scommettere su voci uniche, avvincenti e idee
nuove – siano esse un colpo di scena, una storia originale o un
grande momento live.
Questo è ciò che Netflix
è. Scelte coraggiose. Creatività. Sorprese. Fandom. Capacità di
intrattenere il mondo. Questo è ciò che fa sì che i nostri abbonati
tornino settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno.
Ed è quello che faranno nel 2025.”
Il thriller erotico Babygirl
di Halina Reijn è finalmente al cinema distribuito
da Eagle Pictures. Il film di A24 ha
come protagonista Nicole Kidman nei panni di un potente
amministratore delegato, la cui relazione con uno stagista molto
più giovane (Harris Dickinson) minaccia la pace della sua carriera
e della sua famiglia. La Kidman è stata nominata ai Golden Globe
come attrice in un film drammatico all’inizio dell’anno, ma non è
stata inserita nella rosa dei candidati agli Oscar del 2025.
Sul film la regista Halina
Reijn ha dichiarato: “Tutti noi abbiamo una piccola
scatola nera piena di fantasie e tabù che vorremmo non condividere
mai con nessuno. Sono affascinata dalla dualità della natura umana
e con questo film ho cercato di far luce, senza giudizio, sulle
forze opposte che compongono le nostre personalità. Per me, il
femminismo è la libertà di esplorare la vulnerabilità, l’amore, la
vergogna, la rabbia e la bestia interiore di una
donna.
Invecchiare significa
affrontare l’infinità di tutto. A metà della nostra vita, non
possiamo più nasconderci e dobbiamo confrontarci con i nostri
demoni interiori. Più sopprimiamo la nostra ombra, più il nostro
comportamento può diventare pericoloso e dirompente. La relazione
al centro di Babygirl permette a Romy e Samuel di esplorare la loro
confusione riguardo al potere, al genere, all’età, alla gerarchia e
all’istinto primordiale. Nonostante la sua natura proibita, la
gioia di quell’esplorazione è liberatoria, persino
curativa.”
Il romanzo di John Boyne Il
bambino con il pigiama a righe è stato pubblicato per la
prima volta nel 2006 e adattato in un film di successo due anni
dopo. È un best-seller internazionale e nel 2016 ha venduto sette
milioni di copie. Gli insegnanti di tutto il Regno Unito lo usano
come strumento per insegnare l’Olocausto nelle lezioni di storia e
di inglese.
Molte persone che hanno letto il
libro o visto l’adattamento cinematografico credono che si tratti
di una storia vera, basata su persone ed eventi reali. Tuttavia, è
importante capire che il libro è un’opera di fantasia. Gli eventi
descritti non sarebbero mai potuti accadere. In questo blog
illustro alcune delle inesattezze storiche del libro e le
rappresentazioni stereotipate dei personaggi principali che
contribuiscono a perpetuare pericolosi miti sull’Olocausto.
Bruno
Bruno (Asa
Butterfield) è il personaggio principale del libro. È
un ragazzino tedesco il cui padre (David
Thewlis), un nazista di alto rango, accetta un nuovo
lavoro e quindi la famiglia deve trasferirsi in un nuovo posto.
Bruno ha nove anni ma non sembra essere consapevole della guerra
che lo circonda, di chi siano gli ebrei e nemmeno di chi sia Adolf
Hitler. In quanto giovane tedesco, figlio di un alto ufficiale
delle SS, Bruno avrebbe dovuto far parte, per legge, della Gioventù
hitleriana. Avrebbe frequentato una scuola tedesca dove gli
studenti giuravano regolarmente a Hitler e dove la propaganda
antisemita si infiltrava in ogni parte del programma di studi. Ai
bambini veniva insegnato che la guerra era qualcosa di cui essere
orgogliosi, perché significava che la Germania sarebbe tornata a
essere una grande potenza.
La caratterizzazione di Bruno
perpetua la convinzione che la maggior parte dei civili tedeschi
fosse ignara di ciò che accadeva intorno a loro. In realtà,
l’opinione pubblica in Germania e nell’Europa occupata era ben
consapevole che gli ebrei venivano perseguitati, costretti a
emigrare e infine deportati. Molti sapevano anche che gli ebrei
venivano uccisi. Molti tedeschi trassero profitto dall’Olocausto,
in quanto le proprietà e i beni degli ebrei vennero “arianizzati”,
ovvero sottratti ai proprietari ebrei per essere dati ai tedeschi
“etnici”. Una minoranza di civili tedeschi si oppose all’ideologia
nazista. Le autorità naziste eliminarono la resistenza al regime in
modo rapido e brutale.
Shmuel
Shmuel è un giovane ebreo che Bruno
incontra durante un’esplorazione nei pressi della sua nuova casa.
La prima volta che si incontrano, Shmuel si trova dietro il filo
spinato di un campo di concentramento. Nel corso della storia, i
due ragazzi creano un’amicizia nonostante siano separati dal filo
spinato.
Come pubblico impariamo molto su
Bruno, che diventa un bambino reale nella nostra immaginazione.
Tuttavia, Shmuel è sempre e solo rappresentato come una vittima
monodimensionale. Shmuel non ha personalità o individualità, quindi
il pubblico non crea un legame emotivo con lui. Ciò significa che
per il lettore è più difficile entrare in empatia con Shmuel e la
sua situazione.
La caratterizzazione di Shmuel
ritrae le vittime ebree come passive e senza resistenza. Tuttavia,
la resistenza ebraica esisteva sia all’interno che all’esterno dei
campi di concentramento e di sterminio. Ad Auschwitz-Birkenau un
gruppo di Sonderkommando (prigionieri ebrei costretti a svolgere il
terribile lavoro di ammassare le persone nelle camere a gas e poi
rimuovere i cadaveri) riuscì a far esplodere uno dei crematori e a
uccidere alcune guardie. È importante che la gente capisca che gli
ebrei non sono andati incontro alla morte senza cercare di
salvarsi.
La storia di Shmuel è anche
storicamente inaccurata. Per i lettori del libro è chiaro che il
campo è probabilmente il complesso del campo di concentramento di
Auschwitz, come Bruno lo chiama “Fuori-Casa”. Se un ragazzo come
Shmuel fosse entrato ad Auschwitz-Birkenau, è molto probabile che
al suo arrivo sarebbe stato spedito direttamente nelle camere a
gas, come la maggior parte dei bambini che vi arrivavano, poiché i
nazisti non li consideravano utili per il lavoro forzato. Un
piccolo numero di bambini fu scelto per la sperimentazione medica,
ma questi bambini furono tenuti lontani dal campo principale. Anche
se Shmuel fosse stato selezionato per i lavori forzati, non avrebbe
avuto la possibilità di trascorrere la maggior parte delle sue
giornate seduto alla periferia del campo.
Il finale del film Il
bambino con il pigiama a righe
La conclusione della storia lascia
molti lettori sconvolti. Bruno scava un tunnel sotto il filo
spinato, striscia nel campo, poi insieme a Shmuel va alla ricerca
del padre scomparso. Entrambi i ragazzi vengono coinvolti in un
gruppo di prigionieri che vengono portati alla camera a gas, dove
vengono tutti uccisi. Il fulcro emotivo della storia è la famiglia
di Bruno e la sua angoscia nel rendersi conto di ciò che è accaduto
al figlio. L’attenzione del lettore rimane sull’esperienza del
comandante del campo di concentramento e di sua moglie, il cui
figlio è stato ucciso in quello che viene rappresentato come un
tragico incidente.
Poiché la storia si concentra sulla
famiglia di Bruno, il libro non affronta la tragedia principale
dell’Olocausto: il fatto che nessuna delle persone nella camera a
gas avrebbe dovuto trovarsi lì. A causa del modo in cui il
personaggio di Shmuel viene rappresentato nel romanzo, il suo
personaggio non suscita nel lettore la stessa simpatia di Bruno.
Shmuel rappresenta il milione e mezzo di bambini assassinati dal
regime nazista ad Auschwitz-Birkenau, nei campi di sterminio
dell’Europa occupata e nei campi di sterminio in cui milioni di
civili sono stati fucilati in fosse comuni, eppure la simpatia del
lettore è rivolta a un comandante di campo di concentramento
nazista e alla sua famiglia.
È disponibile da oggi il nuovo
trailer di Biancaneve,
la rivisitazione in live-action della classica fiaba Disney del
1937 che arriverà nelle sale italiane il 20 marzo 2025. Il film
vede
Rachel Zegler (West Side Story) nel
ruolo della protagonista e
Gal Gadot (Wonder Woman) nei panni della
matrigna, la Regina Cattiva. La magica avventura ripercorre la
storia senza tempo con gli amati personaggi Mammolo, Dotto,
Cucciolo, Brontolo, Gongolo, Pisolo ed Eolo.
Il film
Disney Biancaneve è diretto da Marc Webb
(The Amazing Spider-Man) e
prodotto da Marc Platt (La
Sirenetta) e Jared LeBoff (La Ragazza del Treno), con Callum
McDougall (Il Ritorno di Mary Poppins) nel ruolo di produttore
esecutivo, e presenta nuove canzoni originali di Benj Pasek e
Justin Paul (Caro Evan Hansen).
Pur adattando molti elementi
classici del film d’animazione Biancaneve uscito nel 1937,
il film ha trovato il modo di aggiornare e migliorare la storia.
“Waiting On a Wish” sembra essere un esempio lampante di ciò, in
quanto la canzone non solo rivela dettagli sul passato di
Biancaneve, ma aiuta ad approfondire il suo conflitto interiore e
le motivazioni generali. Questo è uno dei tanti modi in cui la
versione di Zegler di Snow sarà più sviluppata rispetto alla
versione del 1937 del personaggio.
La prima cosa da sapere su 65
– Fuga dalla Terra, il film d’azione con Adam Driver, è che non è così
divertente come avrebbe dovuto essere. Lo sappiamo, è una
notizia devastante da sentire. Nonostante le tante cose che ha in
serbo, ovvero un Driver impegnato a dare il massimo per una storia
poco brillante, è un’esperienza stranamente noiosa. Dagli effetti
distrattamente scadenti alla messa in scena della maggior parte
delle sequenze d’azione, è davvero un’occasione mancata. Detto
questo, la conclusione si rivela la parte migliore. Si tratta di
una lode debole, che non è in grado di riscattare tutto ciò che
l’ha preceduta, soprattutto perché ci è voluto così tanto tempo per
arrivarci, anche se vale la pena di approfondire un po’. Nel caso
in cui non fosse già chiaro, questo pezzo spoilera l’intero
film. Non ci sono rivelazioni importanti da svelare, ma
finalmente il film diventa più divertente.
Di cosa parla 65 – Fuga dalla
Terra (oltre Adam Driver e i dinosauri)?
Per chi non avesse ancora visto il
film 65 – Fuga dalla Terra (la
nostra recensione), la premessa è molto semplice. In sostanza,
Driver interpreta un personaggio di nome Mills che è in missione
per due anni nello spazio. Non è umano e vive su un pianeta lontano
dalla Terra e molto tempo fa. In particolare, si tratta di 65
milioni di anni fa. Il motivo per cui Mills accetta questo lavoro è
che lui e sua moglie possono permettersi di curare la figlia
malata. Questo tempo lontano da loro è il sacrificio che è disposto
a fare affinché lei possa vivere.
Sfortunatamente, questo non si
rivela sufficiente, poiché vediamo che, attraverso i messaggi che
lei invia, finisce comunque per soccombere alla sua malattia. Dopo
che la sua nave si schianta contro un campo di asteroidi che sembra
essere spuntato dal nulla, Mills è inizialmente pronto a togliersi
la vita perché pensa che tutti i passeggeri in criosonno siano
morti. Trova poi uno scopo quando scopre che anche la giovane Koa
(Ariana
Greenblatt) è sopravvissuta. Parlano lingue diverse,
ma Mills riesce comunque a farle credere che i suoi genitori sono
vivi nell’altra parte della nave che spera di usare per
fuggire.
Il film 65 – Fuga dalla
Terra si concentra quindi sul loro viaggio per arrivare a
destinazione. Devono combattere contro i dinosauri e, come in un
altro recente e poco brillante blockbuster apparentemente dedicato
a grandi creature preistoriche, devono anche affrontare un
sacco di insetti. Attraverso tutto questo, i due iniziano a formare
un legame mentre affrontano insieme una crisi dopo l’altra. Spesso
si salveranno l’un l’altro dai pericoli terrestri all’ultimo
secondo possibile, ma c’è qualcosa di più pericoloso che non
saranno in grado di contrastare. Come si è scoperto, il film si
svolge poco prima che un asteroide si schianti sul pianeta e
cancelli completamente tutti i dinosauri dalla faccia della Terra.
Mills aveva sospettato che il campo di asteroidi fosse parte di
qualcosa di più grande, ma non ne ha avuto la certezza fino a
quando non sono arrivati a metà del loro viaggio. Questo crea una
nuova urgenza, poiché dovranno raggiungere la nave prima che il
pianeta venga consumato da un incendio che non lascerà in vita
quasi nulla. Una parte di voi inizia a fare il tifo perché
l’asteroide si sbrighi, in modo che possa accadere qualcosa di più
eccitante, e alla fine arriva. Prima che atterri, Mills deve
partecipare a un’altra battaglia, che è stata quella che
aspettavamo di vedere per tutto il film.
Siamo già arrivati?
L’evento principale dell’intera
vicenda è la lotta contro un T-rex che sembrava perseguitare il duo
di viaggiatori. Come si scopre, in realtà ce ne sono diversi che
deve affrontare. Mentre intorno a loro piovono rocce spaziali
infuocate, Mills usa la sua pistola spaziale per fare un breve
lavoro sui primi due, con un breve aiuto da parte di Koa che li
distrae con una proiezione di sua figlia. Il problema è che ce n’è
un altro, che assomiglia a una specie di tartaruga, che lo insegue
in un campo di geyser che sprigionano acqua caldissima nell’aria.
Mills si era già imbattuto in questo campo all’inizio del film e si
rende conto di poter attirare la creatura su di esso per
ucciderla.
Anche se inizialmente non funziona,
Koa interviene di nuovo per salvare la situazione, trafiggendo il
dinosauro con un dente ricoperto di veleno che ha trasformato in
una lancia di fortuna. I due salgono poi sulla navicella e si
lanciano nello spazio, superando l’asteroide principale che si
schianta dove si trovavano un attimo prima. Alla fine, con un
attimo di respiro, i due siedono in silenzio, finché Koa non
allunga la mano e afferra quella di MIlls. Dopo aver perso le
persone che amavano, sono riusciti a trovare un legame con l’altro
per uscirne vivi. Da soli sarebbero certamente morti. Solo insieme
sono riusciti a trovare la spinta necessaria per sopravvivere.
Questo è il modo piuttosto brusco
di 65 – Fuga dalla Terra di legare il viaggio tematico emotivo a
quello fisico, poiché i due personaggi sono stati in grado di
aiutarsi a vicenda a guarire. In altre parole, non è stata la
destinazione dei dinosauri, ma gli amici che ci siamo fatti lungo
la strada. Non è assolutamente ben realizzato, ma questo è il
significato piuttosto esplicito che cerca di dare. È divertente o
emozionante? Non proprio. Ricorderete gran parte dell’esperienza
più di un giorno dopo? Molto probabilmente no. Ha un significato
più profondo sul nostro rapporto con il mondo e sul modo in cui
troviamo un modo per sopportare le catastrofi? Assolutamente no. È
davvero un film aperto e chiuso, che si dimostra più superficiale
che altro. Alla fine, il film parla di persone che cercano di farsi
strada attraverso un viaggio straziante che vorrebbero presto
lasciarsi alle spalle. Questo è un aspetto con cui il pubblico sarà
in grado di relazionarsi, avendo dovuto sopportare la fatica
cinematografica di 65 – Fuga dalla Terra insieme a loro.
Il finale di The
Hooligan di Netflix
era incentrato sul tentativo di Kuba di vendicarsi di Zyga per
avergli tagliato la mano e ucciso suo padre, Michal. Diversi anni
prima, Michal si era preso la colpa per Zyga e i suoi uomini. In
cambio, Zyga aveva avuto una relazione con la moglie di Michal,
Justyna, e non aveva aiutato la sua famiglia a prosperare come lui
stesso aveva fatto. All’oscuro di tutte queste complicazioni, Kuba
prese in simpatia Zyga, perché era una delle figure centrali della
sua squadra di calcio preferita, il Gladius, e iniziò persino a
consegnare droga per lui alla squadra rivale, il Kosynierzy. Sì,
Gladius e Kosynierzy erano nemici in superficie, ma quando si
trattava di droga erano soci in affari.
Durante questa fase, Kuba si
innamorò di una ragazza di nome Blanka che aveva un gran bisogno di
soldi. I due piccioncini decisero quindi di derubare sia Gladius
che Kosynierzy, e Kuba finì per pagare con la sua mano sinistra.
Invece di imparare la lezione, Kuba decise di scatenare una guerra
tra Gladius e Kosynierzy, ma Michal finì per diventare un danno
collaterale. Quindi, Kuba si concentrò sull’uccisione di Zyga, Piru
e Beka perché erano i responsabili della morte di Michal. Ci è
riuscito? Scopriamolo.
Dopo la morte di Michal, Kuba
sperava di istigare Chrobry, il capo del fan club dei Kosynierzy, e
di uccidere Zyga, Piru e Beka. Ma divenne evidente che Chrobry non
era disposto a fare nulla di drastico perché la polizia stava
cercando una scusa per arrestarli tutti. Chrobry accettò di trovare
la posizione di Zyga e Piru per conto di Kuba, perché glielo doveva
dopo tutto quello che Kuba aveva fatto per Kosynierzy. I detective
che indagavano sulla rivalità tra Gladius e Kosynierzy informarono
Kuba che Beka era stato arrestato, indicando così che si era preso
la colpa per Zyga e Piru. Speravano che questo avrebbe motivato
Kuba a consegnare Zyga e Piru, ma lui si rifiutò di aprire la bocca
perché voleva ucciderli lui stesso. Tuttavia, rintracciare Zyga e
Piru era difficile e quindi Kuba dovette aspettare.
Durante questo periodo, Kuba tornò
a vivere con la madre e il fratello e anche Blanka lo raggiunse,
soprattutto perché era incinta del figlio di Kuba. Kuba riprende
anche il suo lavoro in falegnameria, dove il suo insegnante e i
suoi colleghi gli regalano una protesi multiuso che lo aiuta a
tagliare o scalpellare il legno. Tuttavia, non appena Chrobry
rivelò la posizione di Zyga e Piru, Kuba abbandonò tutto e si mise
sulle loro tracce. Dopo essersi avvicinato di soppiatto a Zyga e
Piru e averli resi inoffensivi con un taser, Kuba ha colpito Piru
più volte con un manganello e poi ha pugnalato Zyga con uno
scalpello. Stava per uccidere, ma è arrivata la figlia di Zyga,
Ola, e Kuba non è riuscito a finire ciò che aveva iniziato. Kuba
viene arrestato a pochi chilometri dalla scena del crimine e
mandato in prigione. Zyga e Piru ripresero apparentemente
conoscenza e fuggirono in Spagna, dove finirono per essere uccisi
dall’uomo con cui stavano facendo affari. Quindi, in un certo
senso, Kuba ha ottenuto ciò che voleva. Sono sicuro che un giorno o
l’altro la notizia della morte di Zyga e Piru arriverà a Kuba, che
ringrazierà lo spacciatore spagnolo per aver ucciso i suoi
arcinemici.
Kuba è andato in prigione perché
sapeva che anche Beka era lì. Non era nello stesso settore di Beka
perché Beka era dentro per aver ucciso Michal mentre Kuba era
dentro per aver tentato di uccidere Zyga e Piru. Così, subito dopo
essere entrato in carcere, Kuba ha iniziato a comportarsi in modo
strano, tanto che le autorità sono state costrette a metterlo nello
stesso settore di Beka. Una volta entrato, fece amicizia con due
fan di Kosynierzy raccontando loro di come avesse inciso il logo
“KOS” sul petto di Piru e di aver preso parte a diverse altre
attività criminali per smantellare il fan club di Gladius.
Impressionati dalle sue buffonate, i due teppisti divennero gli
aiutanti di Kuba e lo aiutarono a tormentare Beka. Un bel giorno,
Kuba decise di uccidere quando tutti i prigionieri del loro blocco
erano nelle docce. I due ragazzi tennero Beka, mentre Kuba gli
squarciò il collo con una lama di rasoio rotta. Tuttavia, si scoprì
che non solo Beka era sopravvissuto all’attacco di Kuba, ma che le
azioni avventate di Kuba avevano reso Beka più malleabile per le
autorità.
Dal momento che Zyga e Piru non si
trovavano da nessuna parte, l’unica possibilità per la polizia di
sgominare il nodo della droga condotto da Gladius e Kosynierzy era
Beka. Tuttavia, Beka era fedele al suo club e non era disposto a
vuotare il sacco. Per questo motivo, gli investigatori hanno fatto
in modo che Kuba facesse prendere inconsapevolmente a Beka lo
spavento della sua vita, spingendolo a raccontare tutto alla
polizia. Sulla base di queste informazioni, sono stati arrestati
coloro che lavoravano per Zyga per spacciare droga dalla Polonia
alla Spagna. Ora, se questi ragazzi finiscono in qualche modo nella
stessa prigione di Kuba, sarà difficile per lui sopravvivere lì per
quattro anni. Kuba è stato visto fare altri amici nel suo blocco.
Ma saranno sufficienti per affrontare la forza dei membri di
Gladius arrestati? Se Netflix darà il via libera alla seconda
stagione di The Hooligan, forse avremo la risposta a
questa domanda.
Nel finale di The
Hooligan, Kuba ha rotto con Blanka, nonostante
sapesse che lei era incinta di suo figlio. Blanka era una specie di
genio e usava sempre le sue capacità per aiutare gli studenti con
saggi e tesi complicate, perché in questo modo riusciva a
guadagnare molto facilmente. Quando una studentessa del professor
Wiktor Jaworski fu sorpresa a spacciare per suo il lavoro di
Blanka, questa fece la spia su Blanka, mettendo così a repentaglio
la sua intera vita. Ma invece di sporgere denuncia, Jaworski
contattò Blanka con l’intenzione di mettere a frutto il suo
intelletto nella sua università. Inizialmente, Blanka non era
interessata all’offerta di Jaworski. Tuttavia, non appena Kuba l’ha
allontanata dalla sua vita, ha salutato Justyna e si è trasferita
in pascoli più verdi, visto che è stata vista frequentare uno dei
corsi di Jaworski. A dire il vero, è un bene per lei, perché se
avesse aspettato che Kuba tornasse da lei per poi costruirsi una
vita con lui, la sua vita sarebbe stata infelice come quella di
Justyna. Ha la possibilità di evitare le ripercussioni del contatto
con uomini tossici e di spianare la strada a se stessa e
probabilmente anche a suo figlio (non sono sicura se abbia abortito
il bambino o se lo abbia tenuto). Non si può dire lo stesso per
Justyna. Certo, Michal, Zyga e persino Kuba non facevano più parte
della sua vita, ma aveva ancora Mikolaj di cui prendersi cura.
Nei momenti conclusivi della serie,
Justyna e Mikolaj sono stati visti camminare attraverso una parata
di Gladius diretta verso il campo da calcio, e Mikolaj ha
immediatamente iniziato a cantare l’inno del club. Sembrava un
momento innocuo, ma l’espressione di Justyna diceva che, se non
fosse stato istruito a dovere, Mikolaj avrebbe preso la stessa
strada di Michal e Kuba. È evidente che sarà un compito arduo,
perché la cultura dei club della città promuove il teppismo. Anche
se Justyna riesce a essere una buona madre per Mikolaj, egli
potrebbe acquisire alcuni tratti indesiderati dalla scuola o dalla
società in cui vivono. È qualcosa di inevitabile. Mikolaj è troppo
giovane per ricordare come questa cultura abbia rovinato la vita di
suo padre e di suo fratello e, quando diventerà adolescente,
probabilmente cercherà di portare avanti la loro eredità invece di
vederli come un ammonimento. Pertanto, a meno che la cultura
calcistica della Polonia non cambi, gli uomini del Paese, e tutti
coloro che entrano in contatto con loro, sono condannati. Comunque,
questi sono solo i miei pensieri sul finale di The
Hooligan.
A parte qualche promo art, il
ritorno del Samuel Sterns di Tim Blake Nelson,
alias il Leader, è stato tenuto per lo più nascosto nel marketing
di Captain America: Brave New World.
Anche l’ultimo spot televisivo del
film mantiene il personaggio nell’ombra, ma poiché si avvicina di
poco alla luce, regolando i livelli di luminosità e contrasto è
possibile ottenere il nostro primo sguardo ufficiale al
super-cattivo con un super-cervello.
Come si vede dall’immagine qui
sotto, Sterns non assomiglia molto al promo art. Oltre a essere
rasato, il suo caratteristico cranio allungato è molto più piccolo
e sembra che il suo cervello sia parzialmente esposto (il
personaggio aveva un aspetto simile nei fumetti).
Dai un’occhiata al teaser e allo
screenshot qui sotto e facci sapere cosa ne pensi.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.
Anche se Daredevil
di Netflix non è una serie perfetta, ha
comunque offerto un’interpretazione convincente dell’Uomo senza
Paura. Charlie Cox è stato giustamente elogiato per
il suo lavoro nel ruolo di Matt Murdock e, dopo i passi falsi
creativi di The Defenders, la terza stagione della
serie solista dell’eroe si è rivelata un ritorno alla qualità.
Sfortunatamente, la serie è finita lì dopo che Netflix ha
interrotto l’accordo con la precedente iterazione di Marvel Television in risposta al
lancio di Disney+. I Marvel Studios sono stati quindi costretti ad
aspettare anni prima di poter far rivivere il supereroe di Hell’s
Kitchen con Daredevil:
Rinascita.
Parlando con SFX, Cox ha ora spiegato come Daredevil:
Rinascita riprende da dove si era interrotta la terza
stagione di Daredevil. “Abbiamo dovuto onorare
alcune cose dello show [originale], alcuni aspetti tonali, che non
erano stati fatti”, ha detto l’attore a proposito della
revisione creativa del revival. “Per esempio, non era molto
cupo e lo è ora. A volte è incredibilmente sinistro,
incredibilmente brutale. Questi personaggi funzionano meglio quando
vivono in quel mondo”. “Ma non sembra esattamente la
stessa cosa. Il ritmo è diverso. L’identità è cambiata. Sono
passati sei anni”, ha confermato Cox.
“Il tipo di show che le persone
guardano in televisione, influenzano il modo in cui si realizza uno
show televisivo”. “Il motivo per cui sembra un ibrido tra
la quarta e la prima stagione è che è passato abbastanza tempo da
permettere un reset e non è necessario che le cose siano
esplicitamente riprese dalle telecamere”, ha detto a proposito
del salto temporale di sei anni. “Matt si è reso conto che
forse ha sottovalutato i danni collaterali e che, nonostante tutto
il bene che ha cercato di fare, quanto ha effettivamente
funzionato? Quanto ha solo generato altri problemi?”.
“Forse ha bisogno di mettere più
energia nel lavoro che fa con l’avvocato e nell’aiutare le persone
in modo legale. C’è una scena in cui si incontra con Kingpin e si
dice: ‘Tu stai fuori dai miei piedi, io starò fuori dai tuoi, non
avremo problemi’”, ha detto Cox, riferendosi all’incontro che
abbiamo visto nel trailer dello show. “Il resto della stagione
è una rotta di collisione tra queste due persone che si spingono
oltre i limiti e si costringono l’un l’altra a superare le linee
che non vogliono superare”, ha concluso.
Matt Murdock (Charlie
Cox), un avvocato cieco con abilità elevate,
lotta per la giustizia attraverso il suo vivace studio legale,
mentre l’ex boss della mafia Wilson Fisk (Vincent
D’Onofrio) persegue i suoi sforzi politici a New York.
Quando le loro identità passate iniziano a emergere, entrambi gli
uomini si ritrovano su un’inevitabile rotta di collisione.
Il cast di Daredevil:
Rinascita
La serie Daredevil:
Rinascita vede la partecipazione anche di
Margarita Levieva, Deborah Ann Woll, Elden Henson, Zabryna
Guevara, Nikki James, Genneya Walton, Arty Froushan, Clark Johnson,
Michael Gandolfini, con Ayelet Zurer e
Jon Bernthal. Dario Scardapane è
lo showrunner.
Gli episodi sono diretti da
Justin Benson e Aaron Moorhead,
Michael Cuesta, Jeffrey
Nachmanoff e David Boyd; e i produttori
esecutivi sono Kevin Feige, Louis D’Esposito, Brad
Winderbaum, Sana Amanat, Chris Gary, Dario Scardapane, Christopher
Ord e Matthew Corman, e Justin Benson e Aaron
Moorhead.
Rubens
Paiva era un ingegnere civile e un politico che, come
membro del Congresso presso la Camera dei Deputati brasiliana, si
oppose all’attuazione di una dittatura militare in Brasile nel
1968. A causa del suo coinvolgimento in attività sovversive, fu
arrestato dalle forze militari e successivamente torturato e
assassinato. La sua storia è stata raccontata in Io sono
ancora qui (titolo internazionale I’m still
here, titolo originale Ainda estou
aqui) scritto da suo figlio
Marcelo Rubens Paiva ed è diventata un film con lo
stesso titolo, presentato in Concorso alla 81° Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia. A dirigere il brasiliano Walter
Salles, che torna dietro alla macchina da presa dopo 12
anni da
On the Road, altro adattamento dal famoso romanzo di
Jack Kerouac.
Io sono ancora qui
è una storia “urgente”
Per Salles una storia
urgente da raccontare, dal momento che negli anni di gestazione la
politica del Brasile è tornata a costeggiare lo spettro della
dittatura militare. L’evocazione della tragedia dei desaparecidos
viene esposta qui dal punto di vista di chi invece è rimasto. Solo,
senza una spiegazione, nel dubbio, senza un corpo da piangere. Una
madre con cinque figli che, mentre elabora la perdita deve darsi da
fare per consentire alla sua famiglia di sopravvivere al tremendo
lutto.
Walter Salles resta
sempre molto vicino ai suoi protagonisti, senza spettacolarizzarne
il dolore, dando una identità precisa a ognuno dei ragazzini di
casa Paiva, dipingendo una figura femminile gigantesca, messa in
scena con grazia e forza da una Fernanda Torres in
odore di Coppa Volpi.
Il trauma universale e il
dramma privato
Io sono ancora
qui riflette proprio sulla permanenza dell’assenza,
del dolore, ma anche sull’ostinazione con cui chi rimane, in questo
caso una madre con cinque figli, vuole rimanere in vita e
progredire nonostante tutto. Il ritratto di Eunice Paiva è di
grande dignità e grazia, soprattutto Salles lo costruisce in modo
tale da inglobare all’interno dello stesso involucro l’universalità
del trauma nazionale, insieme alla specificità del dramma privato
con una comunicazione continua tra l’uno e l’altro.
Io sono ancora
qui è un racconto delicato e coraggioso, che per tematiche
e geografia ricorda quello splendido Argentina 1985 che passò in Concorso a Venezia
79. Qui il tono è maggiormente declinato verso il dramma familiare,
senza l’ironia che contraddistingue il film di Santiago
Mitre, tuttavia presenta la stessa dignità nei personaggi,
la stessa tenacia e voglia di trovare giustizia, non solo per sé
ama per tutta la collettività.
Arrivata su Netflix Italia
a metà gennaio, la nuova serie sudcoreana The Trauma Code: il turno degli eroi è già un
successo e mentre arrivano nuovi dettagli sulla stagione 2,
sceneggiatori e creatori confermano che il medical drama sarà rinnovato per una terza
stagione.
Il 29 gennaio, lo scrittore di
The Trauma Code: il turno degli eroi ha confermato
che lo show verrà esteso alla terza stagione. Lee Nak
Jun, il creatore, ha elogiato la grande alchimia tra gli
attori protagonisti dello show, Joo Ji Hoon e
Choo Young Woo, promettendo ai fan che la serie
continuerà a offrire contenuti avvincenti fino alla terza
stagione.
Lee Nak Jun ha
condiviso i suoi pensieri durante una recente apparizione sul
canale YouTube Doctor Friends. “Netflix? All’inizio, pensavo fosse solo un
sogno”, ha ricordato. “Quando ho sperato per la prima
volta che il mio romanzo potesse diventare un webtoon e alla fine
un drama nel 2019, sembrava impossibile. Ma poi, i diritti sono
stati venduti. Dopo un lungo periodo senza riprese, all’improvviso,
la produzione è iniziata nel 2023”. Ha aggiunto: “Se il
drama avrà successo, ci sarà una seconda stagione. La prima
stagione non ha ancora concluso la sua storia. Se gli spettatori
sono curiosi di sapere cosa succede dopo, possono leggere il mio
webtoon o web novel.” Lee ha sottolineato, “Lo
show è stato realizzato pensando già alle stagioni 2 e
3.“
Lee Nak Jun ha anche parlato di una
delle scene più memorabili dello show: Baek Kang Hyuk che trasporta
Yang Jae Won mentre scende da un elicottero. “Il regista era
davvero preoccupato. C’è un medico in Corea che può calarsi in
corda doppia da un elicottero? No. Ma questo è un romanzo fantasy
medico, quindi dovevamo farlo funzionare”, Lee spiegato.
Parlando con Chosun Biz, il regista
di The Trauma Code: il turno degli eroi Lee
Do-Yoon ha condiviso la sua incertezza su cosa potrebbe riservare
il futuro in termini di “se [lui] lo farà o chi ne prenderà il
comando”. Ma sembra certamente interessato a tornare, poiché
ha affermato: “Non so cosa succederà domani, quindi non so se
lo farò o chi si occuperà della seconda stagione, ma ho preparato i
miei dispositivi per ogni evenienza”.
M. Night Shyamalan
sembra aver messo gli occhi sul suo prossimo misterioso progetto e
sembra anche aver trovato alcuni talenti di alto profilo con cui
collaborare. Secondo quanto riportato da Deadline, Jake Gyllenhaal sarà infatti il protagonista
del prossimo film di Shyamalan, descritto come un thriller
romantico e soprannaturale, basato su una storia originale
co-creata da Shyamalan e dallo scrittore di romanzi di fama
mondiale Nicholas Sparks.
Shyamalan e Sparks, come riportato,
stanno scrivendo indipendentemente una sceneggiatura il primo e un
romanzo il secondo, entrambi basati sullo stesso concetto e sulla
stessa serie di personaggi, ma adattati ai rispettivi medium. Per
Shyamalan non solo si tratta di un’altra star del cinema ad unirsi
al lungo elenco di attori e attrici che hanno collaborato con lui,
ma è anche la prima volta che collabora con uno scrittore di alto
profilo per un’idea, cosa che sicuramente entusiasma i fan del
maestro della narrazione.
Shyamalan e Ashwin
Rajan produrranno attraverso la Blinding Edge
Pictures, insieme a Theresa Park, partner
di lunga data di Sparks, e Marc Bienstock. Sparks
è inoltre produttore esecutivo. Ad occuparsi dell’uscita nelle sale
del film dovrebbe essere la Warner Bros., ma al
momento non sono state fornite indicazioni né sul periodo in cui il
progetto potrebbe arrivare al cinema né su maggiori dettagli di
trama. Non resta dunque che attendere ulteriori notizie
ufficiali.
L’anno d’oro di Jake Gyllenhaal
Per Jake Gyllenhaa, questo annuncio segue un anno
stellare iniziato con la sua reinvenzione di successo del classico
film d’azione Road
House presso gli Amazon MGM Studios. Il film è stato
un grande successo per lo studio, che ha battuto i record di
streaming, e un sequel è già in fase di sviluppo. Ha proseguito con
la serie limitata Presunto innocente, acclamata dalla critica,
per Apple
TV+, un altro successo che gli è valso una nomination ai Golden
Globe. Quest’anno condividerà il palcoscenico a partire dal mese
prossimo con Denzel Washington in un adattamento di
Otello a Broadway.
Nel corso dei mesi sono state
riportate un paio di durate diverse per Captain America: Brave New World, ma lo
scooper @Cryptic4Qual avrebbe ora rivelato che il prossimo film del
MCU durerà 1 ora, 58 minuti e 23
secondi (1 ora e 50 senza i titoli di coda), diventando così il
film di Capitan America più breve finora. Abbiamo anche la conferma
che la prima uscita sul grande schermo di Sam Wilson (Anthony
Mackie) nei panni dell’iconico eroe avrà solo una
scena post-credits (molto probabilmente una mid-credits).
Le stime più recenti indicano un
incasso di 90-95 milioni di dollari nel weekend combinato di San
Valentino e del Giorno dei Presidenti. Se il film dovesse incassare
90 milioni di dollari o più, si piazzerebbe al quinto posto nella
classifica dei lanci del Presidents Day, dietro al primo Black Panther (242,2 milioni di dollari),
Deadpool (152,1 milioni di dollari), Ant-Man and the Wasp: Quantamania (120,4
milioni di dollari) e Cinquanta sfumature di grigio (93,1 milioni di
dollari).
Non esattamente un incasso pari a
quello di Deadpool &
Wolverine, ma i giornali riportano che Captain
America: Brave New World ha avuto un budget di
produzione relativamente modesto (almeno per un film dei Marvel Studios), pari a 180 milioni di dollari
(escluso il budget per la promozione). Il film potrebbe dunque
facilmente ambire ad essere un successo in termini economici,
specialmente considerando i tanti elementi di grande fascino
presenti al suo interno, dall’Hulk Rosso al
villain di Giancarlo Esposito. Sarà poi interessante
scoprire cosa conterrà la scena post-credits.
Quello che sappiamo sul
film Captain America: Brave New World
Captain America: Brave New
World riprenderà da dove si è conclusa la
serie Disney+The
Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon
Sam Wilson (Anthony
Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di
Capitan America. Il regista Julius
Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha
descritto il film come un “thriller paranoico” e ha
confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake
Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva
alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.
Secondo quanto riferito, la star di
Alita: Angelo della BattagliaRosa
Salazar interpreterà la cattiva
Diamondback, mentre Giancarlo Esposito sarà Sidewinder. Harrison Ford, invece, assume qui il ruolo di
Thaddeus “Thunderbolt” Ross, che a quanto rivelato dal primo
trailer si trasformerà ad un certo punto nel Hulk Rosso. Nonostante
dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film
riporterà il Marvel Cinematic
Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già
fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America.
Babygirl: una parola che inglese indica “bimba”,
ma che è anche un vezzeggiativo tra innamorati. Nessuno dei due
significati si applica però al film Halina Reijn,
scelto nella Selezione Ufficiale del Concorso della 81°
edizione della Mostra d’Arte Cinematografica della Biennale di
Venezia. Un film che parla “di sesso, di desiderio, di
segreti, di matrimonio, di verità, potere, consenso”, nelle
parole di
Nicole Kidman stessa, ma che porta anche con sé la
consapevolezza che conoscersi e accettarsi è il passo fondamentale
verso l’auto-affermazione e l’autenticità nei rapporti.
Nicole Kidman diventa una
Babygirl
La protagonista è una
potente amministratrice delegata, Romy, (Nicole
Kidman) che mette a repentaglio la carriera e la
famiglia quando inizia una torrida relazione con un suo stagista
molto più giovane (Harris
Dickinson), Samuel. Nonostante un marito devoto e
appassionato (Antonio
Banderas), la donna sembra volere qualcosa di diverso,
e con questa relazione entra in contatto con una parte di sé che
aveva sempre respinto, considerandola addirittura
“mostruosa”.
Reijn scrive e dirige una
storia che ha al suo centro una materia molto delicata e che riesce
a trasportare sullo schermo senza mai scadere nel ridicolo o nel
grottesco. Romy diventa la Babygirl di quello di Dickinson,
nonostante il divario d’età, perché lui vede attraverso la
perfezione della donna in carriera e di successo e riesce a toccare
quella parte di lei che era sempre stata respinta e repressa, fatta
uscire solo di nascosto, in pochi e rubati momenti di solitaria
intimità. Con questa scelta narrativa, la regista dimostra non solo
di conoscere a fondo il desiderio femminile rivendicandone
la legittimità, ma anche le persone e l’importanza di
essere visti e accettati per quello che si è.
L’accettazione di sé in
tutte le forme
Il cammino di Romy che la
porterà all’accettazione di sé passa attraverso la sorpresa e
l’incoscienza, poi arriva alla vergogna e finalmente alla
consapevolezza di sé. La donna riesce a trovare se stessa e il
racconto offre anche un esempio virtuoso di compagno che, dopo
l’iniziale e comprensibile rifiuto, si mette in gioco, disposto ad
aprirsi alla nuova parte della moglie che non aveva mai
conosciuto.
Babygirl
di Halina Reijn affronta ogni aspetto
dell’argomento che vuole raccontare: le dinamiche di potere, le
devastanti conseguenze, ma anche il ricatto, e il concetto
fondamentale del consenso, che è a tutti gli effetti il punto
cardine di ogni relazione. Samuel è un personaggio interessante ma
quasi accessorio allo sviluppo del personaggio di Romy: lui è già
apparentemente consapevole di chi è e cosa vuole e serve da
tramite, per lei, verso la sua nuova vita. E questa caratteristica
si rispecchia anche nelle interpretazioni dei protagonisti: se
Dickinson è sempre misurato e sobrio, anche nei
momenti ad alto tasso erotico, Banderas è tutto
passione e amore coniugale nel senso canonico del termine. I due si
schiantano contro la furia di Nicole Kidman, senza
paura, sfrenata, indimenticabile, mai sopra le righe. Il film è tutto
suo.
Harris Dickinson in Babygirl
Un film sulle relazioni, sul
potere, sull’accettazione
Babygirl è anche
un
film sulle relazioni, sulla difficoltà di essere davvero intimi
persino con il proprio partner e sul percorso necessario
che occorre per arrivare a una comprensione totale della persona
accanto a cui si sceglie di stare. Chiunque sia abbastanza onesto
con se stesso da ammettere l’esistenza di tante maniere per
esprimere se stessi, troverà in Babygirl una onestà preziosa.
Rimanendo sempre sull’orlo di una pudicizia dettata forse dalla
fama della protagonista, Babygirl è un viaggio esistenziale, alla
ricerca di sé verso l’accettazione della propria natura.
Non ci sono state solo commedie
romantiche come
Pretty Woman,
Il matrimonio del mio migliore amico e Notting Hill negli anni Novanta per Julia Roberts, ma anche diversi avvincenti
thriller come
Il rapporto Pelican,
Ipotesi di complotto e A letto con il
nemico, quest’ultimo diretto da Joseph
Ruben e basato sull’omonimo romanzo di Nancy
Price. Si tratta di un titolo particolarmente popolare
nella filmografia dell’attrice, che al momento della sua uscita in
sala ha da subito ottenuto un grande successo, concludendo le 11
settimane di permanenza di
Mamma, ho perso l’aereo in testa al box office
nordamericano.
Un successo che rischiava però di
non esserci, in quanto inizialmente il film aveva ricevuto una
classificazione NC-17 (vietato ai minori di 17 anni) quando è stato
presentato alla MPAA. Una classificazione NC-17 può essere
gravemente dannosa per un film, in quanto limita sia la pubblicità
negli Stati Uniti che il numero di sale che lo proietteranno. Per
evitare questo inconveniente e garantire un profitto, il film è
stato ridotto a una classificazione R. Ciò è stato possibile
tagliando alcuni secondi della prima scena di sesso tra i due
protagonisti.
La versione completa di questa scena
si trova però nella versione internazionale, che è quella
proiettata nel Regno Unito e in altre parti d’Europa. Ad ogni modo,
più che l’inizio, è il finale a lasciare piuttosto a bocca aperta.
In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali
curiosità relative a A letto con il nemico.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla spiegazione del
finale. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Julia Roberts e Kevin Anderson in A letto con il
nemico
La trama di A letto con il
nemico
Protagonisti del film sono
Laura e Martin Burney, una coppia
apparentemente felice che abita in una grande casa al mare
sull’East Coast. La realtà, tuttavia, è un’altra: l’uomo è violento
e possessivo, soprattutto nei confronti della moglie, e nasconde
una personalità ossessivo-compulsiva. La donna è completamente
soggiogata da lui e gli permette di picchiarla, anche per motivi
superflui. Tuttavia, dopo l’ennesimo litigio, stanca di sopportare
i soprusi del marito, cerca di pianificare la fuga. L’occasione
arriva una sera, quando la coppia viene invitata da amici a fare un
giro in barca a vela.
Con l’arrivo di un improvviso
temporale, Laura si getta in mare facendo finta di affogare. Tutti
la credono morta, anche se il corpo in realtà non verrà mai
ritrovato. La donna assume poi un’altra identità, quella di
Sara Waters, innamorandosi poi del suo nuovo
vicino, Ben. Ma il suo passato non la abbandonerà
tanto facilmente e ben presto il suo ex marito capirà di essere
stato ingannato e, grazie ad alcuni sotterfugi, si metterà sulle
tracce di Laura. Per lei, dunque, la resa dei conti con quella
parte di sé che credeva di essersi lasciata alle spalle si renderà
inevitabile.
Il cast del film
Ad interpretare Laura vi è, come
anticipato,Julia
Roberts, anche se il suo personaggio era
originariamente stato scritto per Jane Fonda e poi proposto a Kim Basinger. Dopo il rifiuto delle due, fu
allora la ventiduenne Roberts ad ottenere il ruolo, divenendo la
più giovane attrice a guadagnare un compenso a sette cifre per un
singolo film. Accanto a lei, nel film, vi sono poi Patrick
Bergin nel ruolo di Martin Burney e Kevin
Anderson in quello di Ben Woodward. Elizabeth
Lawrence interpreta Chloe Williams, madre di Laura,
mentre Kyle Secor interpreta John
Fleishman.
Julia Roberts e Patrick Bergin in A letto con il
nemico
La spiegazione del finale del
film
Nel corso del film, Martin viene
dunque a sapere che Laura aveva preso lezioni di nuoto, il che lo
porta a credere che non sia annegata e che sia viva. La conferma
arriva quando trova la fede nuziale della moglie nel water, che non
era stato scaricato correttamente come lei credeva. Martin si reca
quindi alla casa di cura di Chloe, la madre di
Laura, travestito da detective, e scopre che il “nipote” di Chloe è
appena arrivato in visita. Anche Laura, travestita da uomo, si
trova infatti alla casa di riposo e per poco non incontra Martin.
Martin scopre così dove si trova Laura e viene a sapere anche di
Ben.
Segue così la coppia fino alla nuova
casa di Laura e fa irruzione mentre lei e Ben sono fuori. Li pedina
poi anche durante il loro appuntamento al luna park locale. Quando
Laura torna a casa, nota dei piccoli cambiamenti, indizi che Martin
ha deliberatamente lasciato all’interno della casa: gli asciugamani
perfettamente allineati e il contenuto degli armadietti della
cucina ordinato secondo gli standard esigenti di Martin. Non passa
poi molto e lo stesso Martin si ripresenta in casa, determinato ad
affrontare Laura una volta per tutte. Se la deve però vedere anche
con Ben, a cui riesce a far perdere i sensi.
Mentre Martin punta poi la pistola
che ha con sé contro Ben, Laura lo distrae assestandogli un colpo.
Afferra a quel punto la pistola e lo tiene sotto tiro. Mentre Laura
chiama la polizia, Martin si aspetta che lei dica alla polizia di
proteggerla da lui, come aveva fatto in passato. Laura, tuttavia,
lo sorprende informando la polizia di aver ucciso un intruso. A
quel punto, spara a Martin tre volte al petto. Martin, seppur
ferito, tenta di avere l’ultima parola e con le energie rimastegli
rientra in possesso della pistola che però scatta a vuoto. Martin
muore a quel punto per le ferite riportate, mentre Laura e Ben si
abbracciano e aspettano la polizia, lieti di aver posto fine a
quella vicenda una volta per tutte.
Il trailer del film e dove vederlo
in streaming e in TV
È possibile fruire di A
letto con il nemico grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Disney+ e Tim
Vision. Per vederlo, una volta scelta la piatta forma di
riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un
abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale
comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di mercoledì 29 gennaio
alle ore 21:10 sul canale Rai
Movie.