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Babygirl: guida ai personaggi del film con Nicole Kidman

Babygirl: guida ai personaggi del film con Nicole Kidman

Dopo la première alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Babygirl (qui la nostra recensione) ha fatto parlare di sé anche già prima della sua uscita, prevista in Italia il 30 gennaio con Eagle Pictures.

Diretto da Halina Reijn (Bodies Bodies Bodies), il thriller erotico con protagonista Nicole Kidman è incentrato su Romy, un’amministratrice delegata di alto livello che si ritrova coinvolta in una relazione con il suo stagista molto più giovane, Samuel (Harris Dickinson). Sebbene Romy sia per lo più soddisfatta del suo matrimonio di lunga data con Jacob (Antonio Banderas), sente che le manca qualcosa quando si tratta di desiderio e sesso. Acclamato come uno dei migliori thriller erotici degli ultimi anni, Babygirl esplora complesse dinamiche di potere.

Senza dubbio, Babygirl è un film molto interessante, soprattutto grazie a un cast di talento, spinto a sfruttare ogni sfumatura della narrazione dalla sicura mano di Reijn.

Nicole Kidman nel ruolo di Romy

Attrice: nata a Honolulu, Hawaii, Nicole Kidman ha ottenuto il successo in Australia con ruoli nei progetti del 1989 Dead Calm e Bangkok Hilton. Poco dopo, è diventata una star internazionale grazie a successi come Far and Away, Da Morire, Batman Forever, Amori e Incantesimi e Eyes Wide Shut. Kidman ha vinto un Academy Award per aver interpretato Virginia Woolf in The Hours e ha continuato a ricevere consensi per progetti come Moulin Rouge!, Rabbit Hole, The Others, Australia e Big Little Lies. Una delle attrici più pagate al mondo, Nicole Kidman ha anche vinto un BAFTA Award, due Emmy e sei Golden Globe.

Personaggio: In Babygirl, Nicole Kidman interpreta la protagonista del film, Romy. CEO di alto rango, Romy si ritrova coinvolta in una relazione con il suo stagista, il che consente al thriller erotico di interrogarsi sulle dinamiche di potere nelle relazioni, sia all’interno che all’esterno del posto di lavoro.

Harris Dickinson nel ruolo di Samuel

Attore: Nato a Londra, Inghilterra, Harris Dickinson ha ottenuto alcune parti minori in serie TV britanniche come Some Girls e Clique. Nel 2017, Dickinson ha ottenuto il suo ruolo di successo nel dramma di formazione Beach Rats. Dopo la sua interpretazione in Beach Rats, che gli è stata candidata al premio, l’attore è apparso in Trust e The King’s Man e ha prestato la voce a Dark Crystal: Age of Resistance. La popolarità di Dickinson è aumentata grazie alle sue performance da star in Triangle of Sadness, vincitore della Palma d’oro, nella serie di thriller psicologici di Brit Marling A Murder at the End of the World e nel tanto chiacchierato The Iron Claw.

Personaggio: Dickinson recita al fianco di Kidman in Babygirl, interpretando il giovane stagista sicuro di sé, Samuel. Dopo un incontro fortuito con Romy, interpretata da Kidman, per strada, Samuel si ritrova a essere uno dei nuovi allievi del CEO, nonché una delle due metà della storia d’amore proibita del film.

Antonio Banderas nel ruolo di Jacob

Attore: Nato a Malaga, in Spagna, Antonio Banderas catturò l’attenzione del regista Pedro Almodóvar mentre si esibiva sul palco. Per uno scherzo del destino, Almodóvar regalò a Banderas il suo debutto cinematografico nel film del 1982 Labirinto di passioni. In seguito, l’attore divenne una star internazionale grazie ai successi degli anni ’90 come The Mambo Kings, Philadelphia, Intervista col vampiro, Assassini, Evita e La maschera di Zorro. Banderas è apparso anche in numerosi film per famiglie, tra cui le serie Spy Kids, Shrek e Il gatto con gli stivali. Oltre a lavorare con Almodóvar, Banderas ha collaborato diverse volte con Robert Rodriguez, realizzando classici come Desperado.

Personaggio: In Babygirl, Banderas interpreta il marito storico di Romy, Jacob. Marito premuroso e dedito alla famiglia, non riesce a intercettare i desideri e le esigenze di sperimentazione della moglie.

Sophie Wilde nel ruolo di Esme

Attrice: nata a Sydney, Nuovo Galles del Sud, Australia, Sophie Wilde ha attirato l’attenzione in Australia per il suo lavoro in serie come Eden e You Don’t Know Me. Tuttavia, il ruolo di successo della giovane attrice è arrivato nel film horror australiano di Danny e Michael Philippou Talk to Me. Da allora, Wilde è apparsa in The Portable Door, Tom Jones, Everything Now e Boy Swallows Universe. Wilde interpreterà un ruolo non rivelato nel prossimo adattamento cinematografico della serie di videogiochi Watch Dogs di Ubisoft.

Personaggio: in Babygirl, Esme è l’assistente di Romy, è una donna molto volitiva e crede fortemente nel comando di Romy. Pensa che avere una donna al comando corregga le dinamiche di potere sul posto di lavoro. Tuttavia la storia le riserverà e ci riserverà, delle sorprese.

Gaite Jansen nel ruolo di Hedda / Scarlett

Attrice: nata a Maastricht, nei Paesi Bassi, Gaite Jansen proviene da una famiglia di cineasti, quindi sapeva di voler intraprendere la carriera di attrice fin da piccola. Il ruolo di successo dell’attrice è arrivato nel 2011, quando Jansen ha recitato nell’acclamato film d’autore 170 Hz nei panni di un’adolescente sorda. Altri crediti degni di nota di Jansen includono un periodo di diversi episodi in Peaky Blinders con Cillian Murphy, un ruolo nel procedural Line of Duty e un ruolo da protagonista nella serie Cinemax Jett.

Personaggio: prima dell’uscita di Babygirl, si sa molto poco del ruolo di Jansen come Hedda/Scarlett.

Cast e personaggi di supporto di Babygirl

Izabel Mar nel ruolo di Anna: nota per i ruoli in Showing Up e FBI: Most Wanted, Mar interpreta il ruolo di Anna in Babygirl.

Esther McGregor nel ruolo di Isabel: la figlia di Ewan McGregor, Esther McGregor, è apparsa in Obi-Wan Kenobi e High School di Clea DuVall, interpreterà il ruolo di Isabel nell’ultimo film di Kidman.

Vaughan Reilly nel ruolo di Nora: meglio conosciuto per aver interpretato Maude Ivory in Hunger Games: The Ballad of Songbirds and Snakes, Reilly interpreta Nora in Babygirl.

Victor Slezak nel ruolo di Mr. Missel: Slezak, noto per film come I ponti di Madison County e L’ombra del diavolo, interpreta Mr. Missel.

Anoop Desai nel ruolo di Robert: ex concorrente di American Idol, Desai è diventato famoso come attore per il suo lavoro in What We Do In the Shadows prima di apparire in Babygirl nel ruolo di Robert.

Bartley Booz nel ruolo di Tom: Booz, che appare in progetti come The Good Fight e Turn: Washington’s Spies, interpreta Tom in Babygirl.

Maxwell Whittington-Cooper nel ruolo di Josh: meglio conosciuto per il suo lavoro in When They See Us, Mrs. Fletcher, The Sympathizer e Rustin, Whittington-Cooper interpreta Josh nel prossimo film di Kidman.

Leslie Silva nel ruolo di Hazel: l’attore di Providence e Poker Face Leslie Silva interpreta il ruolo di Hazel nel thriller erotico di A24.

Dolly Wells nel ruolo della terapista: la co-autrice e star di Doll & Em Dolly Wells interpreta una terapista in Babygirl.

Il seme del fico sacro: il trailer del film di Mohammad Rasoulof

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Il seme del fico sacro: il trailer del film di Mohammad Rasoulof

Candidato agli Oscar come Miglior Film internazionale e vincitore del Premio Speciale della giuria al Festival di Cannes, Il seme del fico sacro di Mohammad Rasoulof arriva al cinema dal 20 febbraio con Lucky Red e Bim Distribuzione.

Dopo Il male non esiste, vincitore dell’Orso d’oro al Festival internazionale del cinema di Berlino, Rasoulof racconta una famiglia, che attraverso le sue dinamiche interne, diventa ritratto di un paese intero, l’Iran, scosso dalle pressioni politiche e religiose, dalle repressioni, dalle censure e dall’oppressione nei confronti delle libertà personali. A queste prevaricazioni, rappresentate nel film dal potere di un padre di famiglia, si oppongono le donne, ovvero le nuove generazioni, in un crescendo di tensione.

Il seme del fico sacro è il simbolo della resistenza artistica e civile del popolo iraniano, una resistenza guidata innanzitutto dal coraggio delle donne e dei giovani che si battono per una rivoluzione culturale, ancora lontana.

La trama di Il seme del fico sacro

Teheran. I festeggiamenti per la promozione di Iman a giudice istruttore del Tribunale della Guardia Rivoluzionaria coincidono con il movimento di protesta popolare a seguito della morte di una giovane donna.

Iman è alle prese con il peso psicologico del suo nuovo ruolo. Mentre le sue figlie, Rezvan e Sana, sono scioccate e, allo stesso tempo, elettrizzate dagli eventi, la moglie Najmeh cerca di fare del suo meglio per tenere insieme la famiglia.

Quando Iman scopre che la sua pistola d’ordinanza è sparita, sospetta delle tre donne. Spaventato dal rischio di rovinare la sua reputazione e di perdere il  lavoro, diventa sempre più paranoico e inizia, in casa propria, un’indagine in cui vengono oltrepassati tutti confini, uno dopo l’altro…

Super Mâles: la serie comedy francese disponibile su Netflix

Super Mâles: la serie comedy francese disponibile su Netflix

Super Mâles è l’adattamento francese della popolare serie spagnola Macho Alfa, una brillante comedy che esplora con ironia e sensibilità le sfide dell’essere uomini nel mondo contemporaneo. La serie, disponibile su Netflix a partire dal 24 gennaio 2025, vede protagonisti Manu Payet, Guillaume Labbé, Vincent Heneine e Antoine Gouy nei panni di quattro quarantenni parigini alle prese con le difficoltà della vita adulta.

La trama di Super Mâles

Ambientata a Parigi, Super Mâles segue le vicende di quattro amici di lunga data che affrontano le pressioni della società moderna e il loro ruolo di uomini in continua evoluzione. Tra problemi sentimentali, crisi di mezza età e sfide lavorative, i protagonisti si interrogano con umorismo e autoironia su cosa significhi essere uomini oggi. La serie offre uno sguardo divertente ma profondo sulle relazioni umane, affrontando tematiche attuali con dialoghi brillanti e situazioni tragicomiche.

I personaggi principali di Super Mâles

Ogni protagonista rappresenta un diverso approccio alla mascolinità e alle difficoltà della vita quotidiana:

  • Stéphane (Manu Payet): un uomo divorziato che cerca di rimettere in piedi la sua vita e trovare un nuovo equilibrio tra lavoro e relazioni.
  • Vincent (Guillaume Labbé): un manager ambizioso alle prese con lo stress lavorativo e la complicata gestione della sua vita sentimentale.
  • Paul (Antoine Gouy): il single del gruppo, determinato a mantenere la sua libertà e riluttante ad assumere impegni a lungo termine.
  • Alex (Vincent Heneine): un padre di famiglia che fatica a bilanciare le responsabilità domestiche con le proprie ambizioni personali.
Tournage de Burn(es) Out le 22 janvier 2024 à Paris – Gaël Turpo / NETFLIX, 2024

Una serie di grande successo

La serie è un adattamento francese dell’originale Macho Alfa, serie spagnola dal successo incredibile, tanto che la piattaforma ha deciso di declinare il concept per altre nazionalità. Netflix ha rilasciato le prime immagini di Macho Alfa il 21 novembre 2022, annunciandone l’uscita il 30 dicembre dello stesso anno. Il successo ottenuto ha portato rapidamente al rinnovo per una seconda stagione, presentata il 9 febbraio 2024. Grazie alla sua formula vincente, Macho Alfa ha ispirato adattamenti internazionali. Il primo è appunto Super Mâles, ma aspettiamo anche:

  • per l’Italia: Maschi Veri, con Maurizio Lastrico, Matteo Martari, Francesco Montanari e Pietro Sermonti.
  • per l’Olanda: Haantjes, con Jeroen Spitzenberger, Waldemar Torenstra, André Dongelmans e Benja Bruijning.
  • per la Germania: con Tom Beck, Serkan Kaya, Moritz Führmann e David Rott.

Perché guardare Super Mâles

Seguendo le tracce dell’originale, ma parlando a un pubblico nazionale differente, la serie si distingue per la sua capacità di raccontare con leggerezza e intelligenza le difficoltà e le contraddizioni della mascolinità moderna. La serie offre una combinazione irresistibile di risate e momenti di riflessione, rendendola una visione perfetta per chiunque voglia esplorare le dinamiche della vita adulta con uno sguardo ironico e sincero. Super Mâles è disponibile su Netflix dal 24 gennaio 2025.

Vin Diesel conferma che Fast and Furious 11 sarà girato a Los Angeles: “il franchise tornerà finalmente a casa”

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Vin Diesel sta riportando il franchise di Fast & Furious dove tutto è iniziato: Los Angeles. L’attore ha condiviso sui social media una conversazione con la co-star Jordana Brewster sulla possibilità di girare il resto di Fast X: Parte 2 – anche noto come Fast & Furious 11 – a Los Angeles per riportare la produzione in città dopo i devastanti incendi. “La scorsa settimana, durante gli incendi che hanno distrutto Los Angeles… mia sorella Jordana mi ha contattato e mi ha detto… Per favore, fai in modo che la Universal giri il resto di Fast X: Parte 2 a Los Angeles”, ha condiviso Diesel su Instagram insieme a una foto di lui e della Brewster.

E ha continuato: “Los Angeles ne ha bisogno ora più che mai… Los Angeles è il luogo in cui Fast and Furious ha iniziato a girare 25 anni fa… e ora Fast tornerà finalmente a casa. Tutto l’amore…” L’anno scorso, Diesel ha confermato che il prossimo capitolo del franchise sarebbe stato l’ultimo, scrivendo su Instagram: “Abbiamo appena terminato la riunione di fine settimana su Fast con gli sceneggiatori e tutta la squadra… dire che l’eccitazione per il nostro finale è stata incredibilmente forte è un eufemismo. Wow. Così emozionante…”.

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Cosa aspettarsi dal futuro della saga di Fast & Furious

Fast & Furious 11 è stato posizionato come finale del franchise, ma Diesel ha lasciato intendere, in occasione dell’uscita di Fast X lo scorso anno, che potrebbe trattarsi di un finale in tre parti anziché in due. Uno dei motivi per cui potrebbe non essere ancora confermato, in un senso o nell’altro, è che le recensioni e i risultati al botteghino di Fast X sono stati meno soddisfacenti del previsto. Il film, che è stato realizzato con un budget enorme di 340 milioni di dollari, ha incassato circa 705 milioni di dollari in tutto il mondo, il che significa che non è stato più di un modesto successo commerciale.

Se Fast & Furious 11 e il dodicesimo capitolo potessero essere realizzati con un budget inferiore, ci sono buone probabilità che possano essere redditizi, il che potrebbe spiegare perché Comcast sta spingendo per altri due film invece di uno solo. Con il film spinoff di Hobbs in lavorazione, potrebbero però esserci altri tre film del franchise. Un recente commento di Morgan sullo spinoff di Hobbs ha però dipinto un’immagine incerta del film e del suo status e, insieme al post di Diesel, sembra che si stia decidendo ancora molto sul futuro di Fast & Furious.

Non ci sono ancora conferme ufficiali sul cast, ma il film potrebbe avere una data di uscita in sala nel marzo 2026.

Ayo Edebiri sarebbe in lizza per interpretare Tempesta nel MCU

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Ayo Edebiri sarebbe in lizza per interpretare Tempesta nel MCU

Mentre una manciata di film del MCU sono stati datati per una prossima sconosciuta saga – probabilmente la Saga dei Mutanti – che seguirà Avengers: Secret Wars, non si sa ancora esattamente quando vedremo il reboot degli X-Men dei Marvel Studios nelle sale. Si dice che Michael Lesslie (Hunger Games: La ballata dell’usignolo e del serpente) si occuperà della sceneggiatura, ma a parte questo, gli aggiornamenti sono stati pochi e sporadici. Nelle ultime settimana sono però emerse indiscrezioni riguardi gli attori che potrebbero interpretare alcuni iconici personaggi. La più recente vede Ayo Edebiri in lizza per il ruolo di Tempesta.

L’insider @MyTimeToShineH riporta infatti che i Marvel Studios starebbero prendendo in seria considerazione di affidare alla star della serie The Bear questo importante personaggio, già comparso in forma animata nella recente terza stagione della serie What If… ?. L’attrice, noto anche per Abbott Elementary e Inside Out 2, era già stata precedentemente scritturata dai Marvel Studios in Thunderbolts* per il ruolo di Erin, l’assistente di Valentina Allegra de Fontaine.

Per problemi di programmazione, Ayo Edebiri è però stata costretta ad abbandonare il film, il che permette però ai Marvel Studios di richiamarla per interpretare uno dei mutanti più potenti degli X-Men. Edebiri ha 29 anni ed è il tipo di stella nascente con cui è facile immaginare che i Marvel Studios vogliano riempire il roster della squadra. Per il momento, naturalmente, si tratta solo di una voce e probabilmente non sarà l’ultimo nome che vedremo collegato a Tempesta nei prossimi anni (nelle scorse settimana si è parlato anche di Cynthia Erivo).

Quando arriveranno gli X-Men nel MCU?

I film dedicati ai mutanti Marvel hanno cominciato la loro corsa cinematografica nel 2000 con il primo film di Bryan Singer, seguito nel 2003 dal secondo capitolo. Nel 2006 è uscito Conflitto finale diretto da Brett Ratner. Nel 2009 è stata inaugurata la trilogia dedicata a Wolverine che ha percorso le sale parallelamente con la tetralogia prequel: del 2009 è X-Men le origini – Wolverine, del 2011 X-Men: l’inizio, del 2013 Wolverine – l’immortale, del 2014 Giorni di un futuro passato, del 2016  Apocalisse, del 2017 Logan: The Wolverine e del 2019 Dark Phoenix.

I due film dedicati a Deadpool, del 2016 e del 2018 sono stati ambientati nello stesso universo della Fox. Ora Deadpool e Wolverine ha portato nel MCU i due eroi del titolo, e aprirà ufficialmente la strada ai mutanti Marvel verso l’universo condiviso di Kevin Feige. Ancora non sappiamo quando arriveranno ufficialmente con il film tutto loro che è stato annunciato, ma tra alcuni camei, riferimenti e la recente serie animata X-Men ’97 il loro debutto potrebbe ormai sempre imminente.

Le teorie principali sugli X-Men nel MCU

La teoria prevalente tra i fan è che gli Avengers combatteranno gli X-Men quando le loro rispettive realtà si scontreranno in un’Incursione. Sembra proprio che il palcoscenico sia stato predisposto per uno scontro dopo l’arrivo di Maria Rambeau nella realtà della squadra (un mondo che si pensa sia Terra-10005). Vedremo cosa succederà. Tuttavia, è giusto dire che tutti rimarranno scioccati se la squadra mutante non farà la sua apparizione – costumi dei fumetti e tutto il resto – nei prossimi film di Avengers.

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Alien: Romulus, il sequel potrebbe vantare il ritorno della Ripley di Sigourney Weaver

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Candidato agli Oscar per i Migliori effetti speciali, Alien: Romulus, si svolge come ormai noto tra gli eventi dell’Alien di Ridley Scott e l’Aliens – Scontro finale di James Cameron, una decisione creativa che ha aperto la porta a interessanti cammei e opportunità di costruzione del mondo. Il film ha infatti intelligentemente riportato – tramite CGI – Ian Holm nel ruolo dell’androide Rook, dopo che il compianto attore aveva già interpretato Ash nel classico del 1979. Ci sono state alcune polemiche per l’uso della CGI e dell’IA, ma i fan di lunga data hanno apprezzato il tessuto connettivo con i film precedenti.

Alien: Romulus si è poi concluso con una sorta di cliffhanger e il regista Fede Álvarez è già al lavoro su un sequel. Proprio guardando a questo nuovo capitolo, secondo l’insider Daniel Richtman, si starebbe discutendo di riportare in scena la Ripley di Sigourney Weaver avvalendosi della tecnologia del de-aging, per ripresentare dunque il personaggio con lo stesso aspetto che aveva al tempo dei primi due film. La Disney ha già acquisito la capacità di de-invecchiare gli attori – in gran parte grazie ai progetti del MCU – quindi non è impensabile che ciò possa avvenire di nuovo. Al momento, però, la notizia è priva di conferme ufficiali.

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Sigourney Weaver è Ellen Ripley in Aliens – Scontro finale.

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Fede Alvarez pronto a realizzare un sequel di Alien: Romulus

In una precedente intervista, Álvarez aveva spiegato perché esiterebbe ad andare avanti con un sequel fino a quando non avranno trovato una storia degna di essere raccontata. “Beh, voglio dire, vogliamo assolutamente farlo”, ha detto il regista a Gizmodo l’anno scorso. “Lo studio vuole farlo. Io voglio farlo. Credo che con i sequel si tratti sempre di trovare la storia giusta. Io e Rodo [Sayagues], il mio co-sceneggiatore, abbiamo alcune idee, ma non è finché non troviamo qualcosa che ci faccia dire ‘Ok, questo è un film che vale la pena fare’ che ci imbarchiamo davvero”.

“Quindi è questo il processo in cui ci troviamo ora, cercare di trovare una storia che sia degna del tempo di tutti e che sia degna del titolo. Altrimenti, non si vuole mai cadere nell’errore di fare [un sequel] solo perché il primo è un grande successo… [fare un sequel] solo perché si può fare, è sempre una ricetta per il disastro”. Non resta dunque che attendere per scoprire esattamente quali direzioni prenderà l’annunciato sequel di Alien: Romulus.

Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere: un primo sguardo a Daredevil, Doc Ock e altri ancora

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È stata appena rilasciata una nuova featurette e uno sneak peek di Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere che offrono così un’ulteriore possibilità di approfondimento in attesa di vedere la serie tra qualche giorno su Disney+. Non solo lo stile di animazione sembra molto migliore di quello che visto nel trailer, ma vediamo anche il Daredevil di Charlie Cox, il Doctor OctopusDoctor Strange, Scorpion e altri personaggi ancora. C’è anche un’intrigante inquadratura della battaglia dell’aeroporto di Captain America: Civil War.

Non resta ora che attendere le prime reazioni sui social media di Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere, che arriveranno domani, mentre le prime recensioni sono previste solo in concomitanza con la presunta première di tre episodi dello show (si è ancora in attesa di una conferma ufficiale). Jeff Trammell, lo sceneggiatore capo della serie, l’anno scorso ha condiviso alcune informazioni su ciò che i fan possono aspettarsi dall’atteso ritorno dell’Uomo Ragno nell’animazione.

Sapete, vorrei rispondere con un cliché, ‘Aspettatevi l’inaspettato’, ma, onestamente, penso che possiate aspettarvi il vostro amichevole Spider-Man di quartiere”, ha stuzzicato. “Si aggira per New York; non è un’enorme avventura intergalattica”. “È lui alle sue radici e ci sono molte cose che noi, come fanbase, prendiamo a prima vista e diciamo: ‘Oh sì, conosco questa parte della storia’. È stato davvero divertente scavare in questa storia. Ci sono delle sorprese e non vedo l’ora che i fan scoprano. È stato molto divertente sovvertire le aspettative che sono state costruite per così tanto tempo”, ha aggiunto Tramell.

Di seguito, ecco il filmato condiviso dai Marvel Studios:

La trama e il cast vocale di Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere

Il Vostro Amichevole Spider-Man di quartiere segue Peter Parker nel suo percorso per diventare un eroe, con un viaggio mai visto prima e uno stile che celebra le radici del personaggio nei fumetti. Nella versione originale, il ricco cast vocale comprende Hudson Thames, Colman Domingo, Eugene Byrd, Grace Song, Zeno Robinson, Hugh Dancy e Charlie Cox. Head writer è Jeff Trammell e Mel Zwyer è il supervising director. Brad Winderbaum, Kevin Feige, Louis D’Esposito, Dana Vasquez-Eberhardt e Trammell sono gli executive producer.

Jamie Foxx condivide un particolare ricordo dal set di Django Unchained

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Ora su Netflix con il film Back in Action, Jamie Foxx si è recentemente unito a Vanity Fair per un’intervista video in cui ha ripensato ad alcuni dei suoi ruoli più iconici, tra cui quello del protagonista di Django Unchained di Quentin Tarantino. Uno dei ricordi più particolari di quel set che l’attore ha voluto condividere è quando il co-protagonista Leonardo DiCaprio – che nel film interpreta il ruolo del sociopatico proprietario di schiavi Calvin Candie – ha interrotto la lettura del copione a causa dell’uso ripetuto della “N-word” da parte di Tarantino.

L’argomento. La parola N, nello specifico. Leo ha avuto difficoltà a dire la parola N”, ha detto Foxx. “Stiamo facendo una lettura e Leo dice: ‘Ehi, ragazzi. Tagliate! Non posso farlo. Questo non sono io’. A quel punto Samuel L. Jackson grida: ‘Di’ quella merda, figlio di pu***na! È solo un altro martedì. Che si fottano”. “Ho detto a Leo che nei giorni di schiavitù non ci saremmo mai parlati”, ha continuato Jamie Foxx.

“Non sono un suo amico. Non sono Jamie Foxx. Sono Django. E gli ho detto: “Non sarai davvero in grado di interpretare quel personaggio finché non capirai cosa significa la schiavitù”. “È stata dura. È stato orribile. Così il giorno dopo ho visto Leo e gli ho chiesto cosa gli fosse successo. Non mi voleva parlare, il che significava che era pronto. A quel punto tutti hanno iniziato a lavorare”.

Jamie Foxx e Samuel L. Jackson difendono Quentin Tarantino

Per quanto riguarda l’uso di quel termine dispregiativo, Jamie Foxx ha affermato di non aver mai avuto problemi e una volta ha detto durante un’intervista a Yahoo Entertainment: “Ho capito il testo. La parola con la N è stata pronunciata 100 volte, ma ho capito il testo – è semplicemente così che si faceva all’epoca, è tristemente accurato”. Come noto, anche Samuel L. Jackson si è schierato in sostegno del regista, con cui ha collaborato in molteplici occasioni a partire da Pulp Fiction.

Jackson ha anche raccontato al New York Times che lui e Quentin Tarantino hanno detto personalmente a DiCaprio che “devi” dire la parola con la N in Django Unchained anche se lo mette a disagio, aggiungendo: “Ogni volta che qualcuno vuole un esempio di uso eccessivo della parola con la N, va da Quentin – è ingiusto. Sta solo raccontando la storia e i personaggi parlano così. Quando lo fa Steve McQueen, è arte. È un artista. Quentin invece è solo un regista da popcorn”.

Jackson ha a lungo difeso l’uso di insulti razziali da parte di Tarantino nelle sue sceneggiature. Nel documentario su Tarantino, “QT8: The First Eight”, l’attore ha affermato che “non c’è disonestà in tutto ciò che Quentin scrive o nel modo in cui la gente parla nei suoi film”. “È una stronzata”, ha invece detto una volta alla rivista Esquire a proposito del contraccolpo che Tarantino deve affrontare. “Non si può dire a uno scrittore che non può parlare, scrivere le parole, mettere le parole in bocca alle persone delle loro etnie nel modo in cui usano quelle parole. Non si può fare, perché allora diventa una non verità, non è onesto. Non è onesto e basta”.

The Fantastic Four: First Steps, Natasha Lyonne offre un grande indizio sul suo personaggio

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Poco dopo l’annuncio del cast principale di The Fantastic Four: First Steps, sono stati aggiunti diversi attori secondari al reboot dei Marvel Studios, ma i loro personaggi non sono stati resi noti. Saremmo molto sorpresi se Paul Walter Hauser non interpretasse il cattivo Uomo Talpa, e si vocifera che John Malkovich sia stato scritturato per uno dei più vecchi nemici della squadra, Ivan Kragoff, alias il Fantasma Rosso.

Per quanto riguarda Natasha Lyonne, la teoria più diffusa sembra essere quella di Alicia Masters, l’interesse amoroso di Ben Grimm (Ebon Moss-Bachrach), ma alcuni ritengono che potrebbe fornire la voce del robot H.E.R.B.I.E.. Si ipotizza anche che possa interpretare una versione live-action del suo personaggio della terza stagione di What If…?, ovvero Birdie. Parlando con Vanity Fair del suo debutto nel MCU, la star di Poker Face ha però ora lasciato trapelare un indizio piuttosto importante sul suo personaggio.

Sono molto commossa dal fatto che mi vogliano in quel film”, ha dichiarato Lyonne al sito. “È tutta roba di tipo interstellare, che arriva da direzioni diverse. Sono anche nel film dei Puffi, e in effetti succedono delle cose che… Non voglio parlarne, perché mi metterei nei guai. Ma supponendo che io sia morta entro le 20:45 di stasera e che debbano montare i due film insieme in un mash-up… ecco credo che il tutto si sposerebbe bene”.

Lyonne darà infatti la voce a uno dei Puffi (Puffetta, molto probabilmente) nel nuovo film loro dedicato, quindi il fatto che stia paragonando entrambi i ruoli potrebbe suggerire che darà anche la voce a un personaggio animato/CG ne The Fantastic Four: First Steps. Naturalmente potrebbero esserci altre connessioni tra i due film di cui non siamo a conoscenza, ma questo indizio sembra rafforzare la teoria secondo cui l’attrice darà voce all’iconico robot dei protagonisti, H.E.R.B.I.E.

Tutto quello che c’è da sapere su The Fantastic Four: First Steps

Il film The Fantastic Four: First Steps è atteso al cinema il 25 luglio 2025. Come al solito con la Marvel, i dettagli della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici Quattro sono astronauti che vengono trasformati in supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio. Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare. E Ben, il migliore amico di Reed, viene completamente trasformato in una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del corpo, che gli conferiscono una super forza.

Matt Shakman (“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà The Fantastic Four: First Steps, da una sceneggiatura di Josh FriedmanJeff Kaplan e Ian SpringerPedro Pascal (Reed Richards) è noto al mondo per le sue interpretazioni in The MandalorianThe Last of Us e prima ancora in Game of ThronesVanessa Kirby (Sue Storm) ha fatto parte del franchise di Mission: Impossible e di Fast and Furious, mentre Joseph Quinn (Johnny Storm) è diventato il beniamino dei più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4Ebon Moss-Bachrach (Ben Grimm) sta vivendo un momento d’oro grazie al suo ruolo del cugino Ritchie in The Bear.

Fanno parte del cast anche Julia GarnerPaul Walter HauserJohn MalkovichNatasha Lyonne e Ralph Ineson nel ruolo di Galactus. Come confermato da Kevin Feige, il film avrà un’ambientazione nel passato, in degli anni Sessanta alternativi rispetto alla nostra realtà di Terra-616, per cui sarà interessante capire come i quattro protagonisti si uniranno agli altri eroi Marvel che conosciamo. Franklyn e Valeria Richards, figli di Reed e Sue, potrebbero comparire nel film.

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Timothée Chalamet è il più giovane 2 volte candidato all’Oscar come Miglior attore dai tempi di James Dean

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Timothée Chalamet, che ha ottenuto iera una nomination all’Oscar per l’interpretazione di Bob Dylan in A Complete Unknown, ha raggiunto oggi un importante traguardo. Il ventinovenne è infatti il più giovane attore a ottenere una doppia candidatura all’Oscar come Miglior attore dai tempi di James Dean, il quale è stato nominato postumo nel 1956 per La valle dell’Eden e per Il gigante un anno dopo. Dean aveva solo 24 anni al momento di queste interpretazioni, tragicamente deceduto a seguito di un incidente stradale nel 1955.

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Per quanto riguarda Chalamet, la prima e fino a ieri uncia nomination risale al 2018 per Chiamami col tuo nome. Agli Oscar dovrà ora vedersela con Adrien Brody candidato per The Brutalist, Ralph Fiennes candidato per ConclaveSebastian Stan candidato per The Apprentice e Colman Domingo candidato per Sing Sing. Se anche non dovesse vincere la statuetta, Chalamet ha comunque stabilito un importante primato non alla portata di tutti e che ristabilisce la sua bravura come interprete.

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Timothée Chalamet è Bob Dylan in A Complete Unknown

Il biopic su Bob Dylan, intitolato A Complete Unknown, è diretto da James Mangold e ha come protagonista Timothée Chalamet nel ruolo della stella del folk. Il film vanta anche la partecipazione di Elle Fanning nel ruolo dell’artista e interesse amoroso di Dylan, Sylvie Russo. Edward Norton interpreta invece il ruolo del musicista Pete Seeger, mentre Monica Barbaro interpreta Joan Baez. A Complete Unknown si concentra sui giorni di maggiore trasformazione della carriera di Dylan, seguendo il giovane cantante folk e la sua chitarra per le strade e i palcoscenici di New York nel 1965, quando Dylan sostituì la sua acustica con un’elettrica e portò un nuovo sound nel settore.

Anche la storia d’amore tra Dylan e Russo sarà collegata al film, dato che i due erano apparentemente inseparabili durante questo periodo della loro vita e si servivano l’un l’altro come muse. Basato sul libro del 2015 di Elijah WaldDylan Goes Electric” e originariamente intitolato “Going Electric”, A Complete Unknown prende in prestito una frase da “Like a Rolling Stone” di Dylan – l’inno folk-rock plugged-in che ha rivoluzionato la storia della musica.

Mangold ha descritto il Dylan del suo film come “un vagabondo che arriva dal Minnesota con un nome nuovo e una nuova visione della vita”. Il suo arrivo a New York scatena “uno sconvolgimento nella comunità folk e in quello che pensavano fosse il folk vero e proprio e il folk illecito”. Il vero Dylan, che ha 83 anni, ha fornito spunti per la sceneggiatura e ha partecipato a diversi incontri con Mangold. A Complete Unknown è al cinema dal 23 gennaio.

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Supergirl: Woman of Tomorrow, James Gunn condivide una prima immagine di Milly Alcock

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Il co-capo dei DC Studios James Gunn festeggia l’inizio delle riprese di Supergirl: Woman of Tomorrow, il film che vede Milly Alcock nel ruolo di protagonista. Per l’occasione, il regista ha condiviso sui social media una foto teaser dell’attrice nei panni di Kara Zor-El. “Sono entusiasta di vedere le telecamere girare ai Warner Bros. Studios Leavesden per Supergirl, con Craig Gillespie al timone e la fenomenale Milly Alcock nei panni di Kara Zor-El”, ha scritto Gunn nel post (riportato qui sotto). “Craig porta una sensibilità incredibile a questa storia e Milly è in tutto e per tutto la #Supergirl unica immaginata da Tom King, Bilquis Evely e Ana Nogueira”.

Tutto quello che sappiamo su Supergirl: Woman of Tomorrow

Supergirl: Woman of Tomorrow è un adattamento dell’omonima miniserie in otto numeri di Tom King e Bilquis Evely, che vede l’eroina titolare impegnata in un’odissea nello spazio insieme a una giovane aliena, Ruthye, che vuole vendicare la morte della sua famiglia per mano del guerriero Krem delle Colline Gialle. Milly Alcock di House of the Dragon indosserà il costume rosso e blu della cugina di Superman, Kara Zor-El, mentre Eve Ridley (3 Body Problem) interpreterà Ruthye e Matthias Schoenaerts (The Old Guard) interpreterà Krem.

A mettere i bastoni tra le ruote a tutta la faccenda c’è il cacciatore di taglie alieno Lobo, che sarà interpretato dall’ex star di Aquaman, Jason Momoa. David Krumholtz ed Emily Beecham interpreteranno i genitori della Ragazza d’Acciaio, anche se non è specificato se saranno i genitori biologici o quelli adottivi sulla terra. Il film sarà diretto da Craig Gillespie di I, Tonya, da una sceneggiatura dell’attore e scrittore Ana Nogueira. Le riprese del progetto sarebbero iniziate questa settimana a Londra, in Inghilterra.

Supergirl: Woman of Tomorrow uscirà al cinema il 26 giugno 2026.

Magnolia: la spiegazione del finale del film di Paul Thomas Anderson

Magnolia di Paul Thomas Anderson, uscito nel 1999, è un tour de force cinematografico che sfida la facile categorizzazione. La vasta epopea melodrammatica intreccia le vite di diversi personaggi nella San Fernando Valley, esplorando i temi del rimpianto, della redenzione e dell’interconnessione dell’esperienza umana. Al centro del film c’è una serie di eventi apparentemente non correlati che culminano in un climax surreale e indimenticabile: una pioggia di rane dal cielo. Prima di questo momento, Magnolia si addentra però dunque nelle vite del suo cast corale di personaggi, rivelando le loro lotte, i loro traumi e i loro momenti di grazia inaspettata.

Da un poliziotto tormentato in cerca di redenzione a un conduttore televisivo morente alla disperata ricerca di perdono, la storia di ogni personaggio è un riflesso toccante della condizione umana. Sullo sfondo della pioggia di rane nel finale – un fenomeno bizzarro e inspiegabile – questi personaggi affrontano il loro passato, fanno i conti con i loro demoni e cercano un senso nel caos delle loro vite. Attraverso la sua audace narrazione, il finale di Magnolia sfida gli spettatori ad affrontare le incertezze della vita e ad abbracciare il viaggio disordinato e bellissimo dell’esistenza.

La spiegazione del finale di Magnolia

La pioggia di rane nel finale di Magnolia è un evento surreale ed enigmatico che funge da metafora centrale per l’esplorazione del film sull’interconnessione, la redenzione e la caotica imprevedibilità della vita. Il suo significato trascende l’interpretazione letterale delle rane che cadono dal cielo, racchiudendo una moltitudine di strati simbolici che risuonano con il viaggio di ogni personaggio e con i temi generali della narrazione. A livello letterale, le rane sfidano le spiegazioni razionali e mettono in discussione la percezione della realtà dei personaggi. Si tratta dunque di un’interruzione stridente dell’ordine naturale del mondo, un fenomeno bizzarro che sfida la logica e la razionalità.

Al di là della sua manifestazione letterale, la pioggia di rane ha però un profondo significato metaforico. Nelle tradizioni bibliche e mitologiche, le rane sono state associate a piaghe e interventi divini, simboleggiando il caos, la trasformazione e la rinascita. In Magnolia, la doccia di rane può essere invece interpretata come una simbolica pulizia, un evento dirompente ma trasformativo, che ha significati diversi per ogni personaggio, riflettendo le loro lotte, le loro paure e i loro desideri individuali. Per alcuni rappresenta un momento di resa dei conti e di catarsi, mentre per altri funge da catalizzatore per l’introspezione e la scoperta di sé.

Tom Cruise e Jason Robards in Magnolia
Tom Cruise e Jason Robards in Magnolia © 1999 – New Line Cinema

Frank si ricongiunge al padre morente

Nel corso del film, Frank T.J. Mackey (uno dei migliori personaggi di Tom Cruise) è ritratto come una figura sfacciata e carismatica, un guru dell’auto-aiuto che predica una filosofia iper-maschile di dominio e controllo. Si presenta come un esempio di sicurezza e successo, insegnando agli uomini come manipolare e sedurre le donne, mascherando le proprie profonde insicurezze e ferite emotive. Tuttavia, Frank viene incoraggiato ad affrontare il padre morente, Earl Partridge (Jason Robards), da Phil (Philip Seymour Hoffman). Questa scena culminante rappresenta un cambiamento profondo per Frank, che si libera della sua facciata da macho e affronta la vulnerabilità e il dolore che si nascondono sotto di lui.

La pioggia di rane funge da sfondo simbolico per il momento della resa dei conti di Frank. Mentre le rane piovono, Frank si confronta con l’imprevedibilità e l’impermanenza della vita, spingendolo a rivalutare le sue priorità e ad affrontare le sue paure e i suoi rimpianti più profondi. Questo momento rappresenta un’opportunità cruciale per Frank di riconciliarsi con il padre e, per estensione, con sé stesso. Frank mette dunque a nudo le sue insicurezze e le sue paure, liberandosi della corazza difensiva del suo personaggio di macho per rivelare il bambino ferito che c’è sotto. Entrando in contatto con il padre a un livello profondamente emotivo, Frank trova un senso di chiusura e accettazione che gli era sfuggito da tempo.

Le rane fungono da intervento cosmico per Stanley

Stanley Spector (Jeremy Blackman) è invece un bambino prodigio del quiz show What Do Kids Know? La storia di Stanley esplora le pressioni del suo successo precoce, lo sfruttamento dei genitori e la ricerca dell’autonomia. È uno sguardo avvincente sul mondo interiore di un bambino oppresso dalle aspettative. Fin dall’inizio, Stanley è raffigurato come straordinariamente intelligente, ma visibilmente a disagio con i riflettori. Le aspettative riposte su di lui dal padre, Rick (Michael Bowen), sono immense e soffocanti. Rick vede Stanley non come un bambino, ma come un mezzo per ottenere fama e benefici finanziari, spesso ignorando i bisogni emotivi e sociali del figlio.

La pioggia di rane rappresenta un punto di svolta cruciale per il bambino. Questo evento bizzarro e caotico interrompe il normale corso della vita, fornendo a Stanley una pausa metaforica e letterale dalla pressione incessante di esibirsi. Per Stanley, le rane rappresentano un momento di intervento cosmico, che gli dà la possibilità di affermare i propri bisogni e desideri, cosa che fa affrontando direttamente il padre. Questo confronto è un momento cruciale di responsabilizzazione per Stanley, che finalmente dà voce alle sue frustrazioni e chiede di essere trattato con considerazione e rispetto.

Dopo la doccia di rane, la narrazione di Stanley si sposta verso una direzione più introspettiva e autonoma. Torna sul set del quiz show, non per soddisfare le aspettative del padre o del pubblico, ma per cercare la comprensione del conduttore del programma, Jimmy Gator (Philip Baker Hall in uno dei suoi migliori ruoli). Questa interazione è fondamentale perché rappresenta il tentativo di Stanley di trovare convalida ed empatia da parte di un altro adulto, al di fuori del contesto di sfruttamento del rapporto con il padre.

Jeremy Blackman in Magnolia
Jeremy Blackman in Magnolia © 1999 – New Line Cinema

Jim rivede la sua visione ottimistica del mondo

Jim Kurring (John C. Reilly) è un agente di polizia che incarna i temi dell’onestà, dell’integrità e della semplicità. Si muove nel suo ruolo di agente di polizia con il sincero desiderio di fare del bene, nonostante le ambiguità morali che lo sfidano. Tuttavia, Jim è un po’ ingenuo ed eccessivamente ottimista, un uomo che crede profondamente nella bontà intrinseca delle persone e nella chiarezza morale del suo ruolo. Questa visione viene ripetutamente messa alla prova, prima attraverso le sue interazioni durante i compiti di polizia e poi attraverso il suo coinvolgimento romantico con Claudia Gator (Melora Walters), una donna che lotta con problemi molto profondi.

Man mano che Magnolia procede, Jim viene sottoposto a prove che mettono a nudo le sue vulnerabilità e i suoi limiti. Un momento cruciale si verifica quando perde la pistola – simbolo della sua autorità e competenza – evidenziando la sua fallibilità e fragilità umana. Questo incidente getta le basi per le esperienze successive, spingendolo a confrontarsi con le proprie imperfezioni e con la realtà che la vita non sempre si attiene a giudizi morali netti. La pioggia di rane rappresenta per lui un punto di svolta surreale e caotico. In questo momento, la natura inspiegabile dell’evento lo costringe a riconsiderare la sua fede nella comprensione del mondo attraverso una lente strettamente razionale e ordinata.

Simboleggia una rottura con la sua precedente visione del mondo, mettendolo di fronte alla pura imprevedibilità della vita. Per Jim, le rane rappresentano un momento di intervento divino o cosmico, che lo spinge ad abbracciare l’ignoto e ad accettare che non tutto può essere controllato o compreso. All’indomani della pioggia di rane, trova un senso di risoluzione nel suo rapporto con Claudia. La loro scena finale insieme, in cui Claudia sorride tra le lacrime, suggerisce un futuro pieno di speranza. Per Jim, questo momento significa accettare Claudia – e, per estensione, la vita stessa – con tutte le sue imperfezioni e incertezze. Impara che l’amore e il legame richiedono l’accettazione degli altri così come sono, proprio come lui deve accettare sé stesso.

Melora Walters e John C. Reilly in Magnolia
Melora Walters e John C. Reilly in Magnolia © 1999 – New Line Cinema

Jimmy Gator è l’unico personaggio che non ha una chiara risoluzione

Jimmy Gator è il carismatico conduttore di successo del quiz show What Do Kids Know? la cui vita nasconde conflitti personali e oscuri segreti, ma anche sensi di colpa e rimpianti. Mentre affronta una diagnosi di cancro terminale, Jimmy è spinto a cercare il perdono della figlia Claudia, da cui si è allontanato, mentre si confronta con l’impatto delle sue azioni sulla famiglia e sulla propria coscienza. I tentativi di Jimmy di raggiungere Claudia si scontrano con ostilità e rifiuto, illustrando la profonda frattura che li separa. La surreale pioggia di rane agisce come manifestazione simbolica del caos interiore di Jimmy. Per lui, le rane possono essere viste come una piaga biblica, una metafora appropriata del suo confronto con i propri peccati e le relative conseguenze.

Questo evento bizzarro sconvolge l’ordine naturale, proprio come le rivelazioni e le accuse che sconvolgono la vita e le relazioni di Jimmy. Nei suoi ultimi momenti, Jimmy affronta un confronto solitario e doloroso con la sua mortalità e la sua eredità. Il film non fornisce una chiara risoluzione per lui, ma presenta un ritratto realistico di un uomo che è allo stesso tempo imperfetto e simpatico. La sua storia solleva domande sulla possibilità di redenzione e sulla natura complessa delle relazioni umane. L’ambiguità che circonda le sue azioni passate con Claudia (anche se il film implica pesantemente un qualche tipo di abuso) costringe il pubblico a contemplare la natura della verità e la difficoltà del perdono.

Il significato dell’inquadratura finale con Claudia che guarda direttamente in camera

L’inquadratura finale di Claudia che guarda direttamente in camera nel finale di Magnolia è un momento di profondo significato che racchiude i temi della vulnerabilità, della resilienza e della ricerca della guarigione del film. Quando la macchina da presa fa uno zoom sul volto di Claudia, catturando la sua espressione piena di lacrime ma piena di speranza, il pubblico è invitato a entrare nel suo mondo interiore. In questo momento, Claudia diventa più di un semplice personaggio di una storia; diventa un tramite per l’esperienza umana condivisa, invitando il pubblico all’empatia e alla comprensione.

Il sorriso di Claudia tra le sue lacrime indica un momento fragile ma genuino di speranza e resilienza, un barlume di luce nell’oscurità dei suoi traumi e delle sue lotte passate. Nonostante il dolore e l’incertezza che ha sopportato, il sorriso di Claudia suggerisce la volontà di abbracciare la possibilità di guarire e crescere, anche di fronte a sfide mastodontiche. Inoltre, lo sguardo diretto di Claudia verso lo spettatore funge da atto simbolico di empowerment e agency. Rompendo la quarta parete e riconoscendo il pubblico, Claudia afferma la sua presenza e il suo controllo sulla propria narrazione.

Melora Walters in Magnolia
Melora Walters in Magnolia © 1999 – New Line Cinema

Il vero significato del finale di Magnolia

Il finale di Magnolia rappresenta dunque il culmine dei temi e dei fili narrativi del film, offrendo una riflessione toccante e aperta sulla complessità dell’esistenza umana. Sebbene la conclusione del film sfugga a un’interpretazione univoca, il suo vero significato risiede nell’esplorazione della redenzione, dell’interconnessione e del potere duraturo della speranza in mezzo al caos della vita. In fondo, il finale abbraccia l’ambiguità e rifiuta di offrire risposte facili. Questo riflette la natura disordinata e imprevedibile della realtà e la futilità di cercare conclusioni definitive di fronte ai misteri della vita.

Nonostante la sua ambiguità, il finale di Magnolia è pervaso da un senso di redenzione e rinnovamento. Attraverso momenti di catarsi e riconciliazione, molti dei personaggi trovano un barlume di speranza in mezzo alle loro lotte e al loro dolore. Che si tratti del timido sorriso di Claudia, della ritrovata accettazione delle incertezze della vita da parte di Jim o dell’emozionante ricongiungimento di Frank con suo padre, il finale suggerisce che anche nei momenti più bui c’è spazio per la crescita, il perdono e le seconde possibilità.

The Wave: la storia vera dietro il film norvegese

The Wave: la storia vera dietro il film norvegese

Il cinema catastrofico vanta sempre un certo fascino, proponendo eventi che ci si augura di non dover mai vedere accadere davvero. Titoli come lo statunitense The Day After Tomorrow o il coreano Ashfall – The Final Countdown si sono divertiti ad immaginare la fine del mondo per cause naturali e accanto a questi titoli si può accostare anche il norvegese The Wave, diretto nel 2015 dal regista Roar Uthaug. Dichiaratosi un fan dei disaster movie americani come Twister e Armageddon, Uthaug ha raccontato di aver girato The Wave con l’intenzione di combinare gli elementi dei film hollywoodiani con la realtà norvegese.

In Norvegia siamo un Paese molto ricco e socialmente molto sicuro. Il governo si prende cura di tutti”, ha affermato Uthaug in un’intervista. “Ma viviamo ancora con lo stress della natura intorno a noi. Questa è una parte importante della narrazione, che lo spirito della natura, la terra stessa, sia una minaccia”. Selezionato come candidato norvegese per l’Oscar al Miglior film internazionale, The Wave ha ottenuto un successo tale da spingere gli autori a realizzare anche un sequel, The Quake – Il terremoto del secolo, uscito nel 2019 e con protagonisti gli stessi personaggi del precedente disaster movie.

Uno degli aspetti più interessanti del film, però, è il suo essere basato su eventi realmente accaduti e che hanno avuto un forte impatto nella società norvegese, proprio come afferma il regista nella dichiarazione poc’anzi riportata. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a The Wave. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera dietro il film. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Thomas Bo Larsen, Ane Dahl Torp e Jonas Hoff Oftebro in The Wave
Thomas Bo Larsen, Ane Dahl Torp e Jonas Hoff Oftebro in The Wave © 2016 – Magnolia Pictures

La trama e il cast di The Wave

L’esperto geologo Kristian Eikjord (Kristoffer Joner) ha appena accettato un lavoro per una compagnia petrolifera e sta per trasferirsi a Stavanger con la sua famiglia. Proprio durante una festicciola di addio con i colleghi, l’uomo viene avvisato che alcuni indicatori hanno rilevato una diminuzione del livello dell’acqua sotterranea. La situazione sembra però essere sotto controllo e il giorno dopo il dottore decide comunque di partire insieme ai suoi figli Sondre e Julia. Sua moglie Idun (Ane Dahl Torp), invece, deve rimanere qualche giorno in più in città per lavorare presso l’hotel della cittadina, ancora in piena stagione.

Mentre Kristian sta per imbarcarsi sul traghetto, tuttavia, capisce che la sparizione delle acque sotterranee può essere un allarme di pericolo imminente: la montagna, infatti, potrebbe collassare. Preoccupato per ciò che potrebbe accadere, l’uomo torna alla stazione di monitoraggio per avvisare i suoi colleghi. Uno di loro, Arvid (Fridtjov Såheim), decide di dare l’allerta e monitorare la frana tutta la notte insieme a un altro impiegato, Jacob. Tutto precipita solo qualche ora dopo, quando si crea una frattura nella roccia. Ma ciò che ne seguirà, sarà ancora più spaventoso.

Per il film, tutti gli attori del cast hanno girato le proprie scene d’azione personalmente, senza fare uso di controfigure, quindi dovendo essere fisicamente pronti a ciò; ad esempio Kristoffer Joner si è allenato con degli istruttori di apnea per riuscire a trattenere il respiro per tre minuti nella scena in cui, nelle vesti del protagonista, si introduce nel rifugio allagato nel sotterraneo dell’hotel per salvare la moglie e il figlio. Ciò ha permesso di rendere più convincenti le loro interpretazioni e ancor più appassionanti le loro scene.

Kristoffer Joner e Jonas Hoff Oftebro in The Wave
Kristoffer Joner e Jonas Hoff Oftebro in The Wave © 2016 – Magnolia Pictures

La vera storia dietro il film

Sebbene la vicenda del film sia una storia di finzione, le vicende di The Wave traggono ispirazione dalla vera storia del disastro del villaggio di Tafjord, dove nel 1934 una frana si staccò dal monte Langhamaren, cadendo nel Tafjorden e generando un’onda tsunami che distrusse il villaggio e uccise 40 persone che si trovavano lungo le sponde del fiordo. Nel 1905 e nel 1936 episodi simili si verificarono nel lago Lovatnet, nella contea di Sogn og Fjordane, dove due frane staccatesi dal monte Ramnefjell precipitarono nel lago sottostante causando onde alte decine di metri che uccisero complessivamente centinaia di persone.

Nello specifico, nel 1905 un grosso pezzo di roccia si è staccato e ha fatto un salto di 500 metri nell’acqua. Circa 350.000 m3 di pietra finirono nel lago e crearono un’onda anomala di 40 metri che colpì sia Bødal che Nesdal. 61 persone morirono, più di 50 case furono distrutte e 80 case galleggianti scomparvero nell’onda. I sopravvissuti ebbero difficoltà a riprendersi dalle ferite e dalle perdite, ma alla fine furono loro a ricostruire le fattorie, dando così vita ad un nuovo periodo di tranquillità, caratterizzato anche da un forte aumento del turismo. Ma tutto questo finì il 13 settembre 1936, quando la natura si abbatté nuovamente sulla zona.

Un’altra frana colpì la valle di Lodalen, ma questa volta molto più pesante della precedente. Un grosso pezzo di roccia, pari a 1.000.000m3, grande quasi due volte la torre Eiffel, si staccò e finì nel lago, dando vita ad uno tsunami di dimensioni tali da rendere inutili anche le misure precauzionali prese dopo il precedente disastro. Tutte le fattorie furono distrutte e quel giorno morirono altre 74 persone. Centinaia di ettari furono distrutti e ricoperti di sabbia e pietre. È dunque proprio a partire da questi che sono i più grandi disastri naturali della storia norvegese che il film The Wave prende spunto per il suo racconto.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Wave grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 23 gennaio alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Labyrinth: Robert Eggers al timone del sequel del film

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Labyrinth: Robert Eggers al timone del sequel del film

A un giorno dall’annuncio che Werwulf di Focus Features sarebbe stato il suo prossimo film, Robert Eggers ha concluso il suo accordo per scrivere e dirigere un nuovo film di Labyrinth per TriStar Pictures.

La notizia arriva dopo la presentazione delle nomination agli Oscar 2025, che hanno sancito ben quattro nomination per la fotografia, costumi, scenografia, trucco e acconciatura per il film sul Principe della Notte, anch’esso distribuito da Focus.

I dettagli della trama di Labyrinth di Eggers sono ancora segreti, ma ci è stato detto che il film è un sequel, piuttosto che un remake del classico del 1986 di Jim Henson. Eggers sta scrivendo la sceneggiatura con Sjón, il suo collaboratore nel film d’azione vichingo del 2022 The Northman, con cui sta anche lavorando a Werwulf. Chris ed Eleanor Columbus produrranno insieme a Lisa Henson, con Brian Henson come produttore esecutivo.

La trama del Labyrinth originale

Un amato fantasy con una giovane Jennifer Connelly e il defunto David Bowie, Labyrinth segue la sedicenne Sarah mentre si muove in un vasto labirinto ultraterreno per salvare il suo fratellino Toby (Toby Froud), che ha inavvertitamente voluto nel regno del re dei Goblin Jareth (Bowie). Durante il suo viaggio, Sarah incontra una varietà di creature magiche e sfide che mettono alla prova la sua determinazione e maturità. Nella sua uscita nelle sale tramite TriStar, l’originale ha avuto un rendimento inferiore alle aspettative, incassando solo circa 34 milioni di dollari contro un budget dichiarato di 25 milioni di dollari, e ottenendo risultati migliori all’estero che in patria.

Tuttavia, il film ha ottenuto nomination a premi come gli Hugo Awards e i British Academy Film Awards ed è ora apprezzato come un classico di culto. Tra le sue caratteristiche più memorabili c’è l’innovativo teatro di burattini emerso per il progetto dal Creature Shop di Jim Henson. Negli ultimi decenni, la popolarità del film ha portato alla creazione di romanzi e fumetti, videogiochi, proiezioni perenni e persino un ballo in maschera annuale per i fan, considerato uno dei più grandi al mondo.

Gli sforzi per far decollare un seguito di Labyrinth sono in corso almeno dal 2017, con Scott Derrickson di Doctor Strange che di recente si è candidato a dirigere una precedente incarnazione da una sceneggiatura di Maggie Levin.

Ancora in programmazione nei cinema, la versione di Eggers di Nosferatu è il film con il maggior incasso della sua carriera, avendo superato i 156 milioni di dollari in tutto il mondo dal giorno di Natale. Dirigendosi verso l’ottavo fine settimana al botteghino e di recente in PVOD, il film è ora anche il secondo titolo con il maggior incasso della Focus Features negli Stati Uniti dietro Downton Abbey.

Nightbitch: recensione del film con Amy Adams

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Nightbitch: recensione del film con Amy Adams

Nightbitch, il nuovo film fantasy con Amy Adams, in arrivo su Disney+ il 24 gennaio, parte da un’idea provocatoria: una madre stanca e sopraffatta da tutto ciò che comporta una maternità affrontata in solitudine, scopre un giorno che si sta trasformando in un cane. Una metafora delle trasformazioni che il corpo e la mente di una donna attraversano durante la gravidanza, dopo il parto e nella nuova vita da madre oppure la realtà? Il film, scritto e diretto da Marielle Heller e tratto dal romanzo omonimo di Rachel Yoder, gioca abilmente su questa ambiguità, regalando momenti di surrealismo, commedia e introspezione, il tutto con una chiave insolita.

La trama di Nightbitch

La protagonista, una madre senza nome che solo dopo la trasformazione comincia a chiamarsi Nightbitch, vive in un tipico sobborgo americano con il marito (Scoot McNairy), che non è quasi mai a casa per lavoro, il loro figlio di due anni e un gatto trascurato. Ex artista di successo, ha lasciato la carriera per dedicarsi alla famiglia, ma la routine della maternità l’ha risucchiata in un ciclo monotono e alienante.

La ripetizione visiva utilizzata da Heller sottolinea efficacemente questa monotonia, con inquadrature ricorrenti delle colazioni e delle letture della buonanotte, un loop. La madre si sente intrappolata, e il suo risveglio inizia quando nota che i suoi canini si stanno affilando e il suo corpo diventa più peloso. Incuriosita e spaventata, scopre una protuberanza vicino al coccige, ma invece di cercare aiuto medico, la osserva crescere fino a trasformarsi in una coda.

Nightbitch
Amy Adams in Nightbitch – Foto cortesia Disney+

Una metamorfosi liberatoria

A differenza della tragica metamorfosi di Gregor Samsa nel racconto di Kafka, la trasformazione della protagonista in Nightbitch è galvanizzante e liberatoria. La madre abbraccia la sua nuova natura animale, abbandonando le costrizioni della “brava ragazza” per esplorare una libertà primordiale e feroce. Le sue uscite notturne diventano momenti di puro istinto. E Amy Adams, nei panni di questa donna/bestia, offre una performance straordinaria, esplorando con trasparenza emotiva il delicato equilibrio tra vulnerabilità e forza selvaggia. Le sue espressioni passano dalla frustrazione repressa alla gioia animalesca con una naturalezza magnetica. La performance le è valsa anche una candidatura ai Golden Globe.

Heller adotta un approccio intimo e claustrofobico, traducendo il flusso di coscienza del romanzo in voice-over che creano momenti di grande ironia. Le frasi di circostanza pronunciate dalla protagonista sono spesso in netto contrasto con i suoi pensieri reali, generando un umorismo tagliente che evidenzia il suo disagio interiore. Tuttavia, il film tende ad attenuare la rabbia e la frustrazione che caratterizzavano il romanzo di Yoder, preferendo smussare gli angoli più spigolosi con una vena di umorismo che rischia di indebolire il messaggio.

Nightbitch
Amy Adams in Nightbitch – Foto cortesia Disney+

Un adattamento che addolcisce il romanzo di partenza

Nonostante la forte performance di Adams, alcune scelte narrative risultano troppo compiacenti. La critica alla maternità contemporanea e alle pressioni sociali che ne derivano è evidente, ma il film si accontenta di una narrazione di emancipazione individuale, senza approfondire le implicazioni più sovversive del romanzo. La scelta di Heller di allontanarsi dal body horror per concentrarsi su una rappresentazione più leggera e ironica lascia è una chiara presa di posizione, tanto che tutti i momenti più audaci del romanzo vengono mitigati da un tono più rassicurante.

Se da un lato il film coglie con precisione lo stress e la solitudine della genitorialità, dall’altro le scene più fantasy non riescono a trasmettere emozioni forti, forse perché la regista sceglie di dare più peso all’aspetto psicologico che a quello fantastico/horror del materiale di partenza. La trasformazione canina della protagonista, con il suo acuirsi dei sensi e la necessità di inseguire prede nel buio, resta confinata in una dimensione simbolica che non osa mai spingersi fino in fondo. Anche il culmine della sua crisi, un crollo nervoso in un ristorante, non porta a reali conseguenze, confermando l’intenzione del film di restare su un terreno sicuro.

Nonostante la cautela con cui viene messo in scena, Nightbitch è un’opera intrigante, anche se meno audace di quanto avrebbe potuto essere. Amy Adams brilla nel ruolo della madre sopraffatta che riscopre la propria natura selvaggia, ma il film, pur offrendo spunti interessanti sulla femminilità e la maternità, preferisce addomesticare la sua rabbia piuttosto che lasciarla esplodere in tutta la sua potenza.

Ricardito lo squalo?: la recensione del film che incanta i bambini

Negli ultimi anni, il cinema d’animazione ha assunto un ruolo sempre più significativo nel sensibilizzare i più piccoli a valori fondamentali come la creatività, l’empatia e la consapevolezza del mondo che li circonda. Da semplice intrattenimento, l’animazione si è trasformata in un potente veicolo educativo, capace di instaurare un dialogo profondo e arricchente con le giovani generazioni, parlando loro con forza e fiducia. Attraverso storie di avventure avvincenti e ricche di fantasia, riesce non solo a catturare l’attenzione dei bambini, ma anche a stimolare riflessioni importanti su temi di grande attualità.

Un esempio è Ricardito è uno squalo?, il nuovo film d’animazione diretto da Alessia Camoirano, che dal 23 gennaio approda nelle sale italiane portando il pubblico in un viaggio suggestivo sul fondo del mare. Tratto dall’omonimo libro per bambini dell’autrice colombiana Evelyn Bruges, il film rappresenta il più recente progetto di Ahora! Film, la casa di produzione veronese guidata da Marco Pollini, realizzato in collaborazione con il Ministero della Cultura.

Ricardito lo squalo - In foto la famiglia di pesci pappagallo. Per gentile concessione di AHORA! Film
Ricardito lo squalo? – In foto la famiglia di pesci pappagallo. Per gentile concessione di AHORA! Film.

Il cast di voci è composto dal protagonista Gabriele Piancatelli (Pinocchio di Robert Zemeckis), Marco Leonardi (Nuovo Cinema Paradiso), Marcello Fonte (Dogman), Pino Ammendola (Piedipiatti), l’animatore Tommaso Toffolutti, la cosplayer Giorgia Vecchini, Gaia Carmagnani (Cinque stanze), Susanna Brunelli (tra i doppiatori di Róise & Frank di Rachael Moriarty) e Giuseppe Ansaldi (Quo vado?).

Ricardito lo squalo? La storia di un pesciolino che si convince di essere uno squalo

Ricardito è un buffo e vivace pesce pappagallo che vive al sicuro nella barriera corallina insieme alla sua numerosa famiglia. La sua vita è tranquilla e priva di avventure: mentre i suoi genitori passano le giornate a rosicchiare alghe e a ripulire la barriera, lui e i suoi fratellini vanno a scuola serenamente, con i loro zainetti e i panini preparati dalla mamma, ripieni di noiose verdure verdognole. Tuttavia, Ricardito è diverso dagli altri: è nato con una particolarità, una lunga pinna dorsale morbida e fluttuante che, quando si raddrizza, ricorda sorprendentemente quella di un temuto squalo.

Ed è proprio per questo motivo che tutti lo prendono in giro: a scuola, a casa, per strada o al parco, ovunque vada, gli fanno sentire il peso della sua diversità, rendendolo solo e inadeguato. Un giorno, dopo aver sentito suo padre esprimere rabbia e delusione per il suo comportamento, Ricardito decide di lasciare casa e seguire uno sconosciuto squalo, spingendosi negli abissi. Inizia così il suo coraggioso viaggio alla scoperta di sé stesso, durante il quale, con l’aiuto di nuovi amici incontrati lungo il cammino, cercherà di ritrovare la strada di casa.

Ricardito lo squalo - In foto Ricardito e i suoi nuovi amici. Per gentile concessione di AHORA! Film
Ricardito lo squalo? – In foto Ricardito e i suoi nuovi amici. Per gentile concessione di AHORA! Film.

Ricardito: una storia per bambini su bullismo, inquinamento e molto altro

Il dolore del bullismo, la solitudine di sentirsi diversi, le difficoltà relazionali in famiglia, il desiderio di trovare il proprio posto nel mondo e, allo stesso tempo, la voglia di migliorarlo: questi sono i temi centrali di Ricardito. Nonostante l’animazione appaia semplice e rivolta principalmente a un pubblico infantile, il film riesce a trasmettere insegnamenti preziosi tanto ai bambini quanto agli adulti. La storia, scritta da Evelyn Bruges, è infatti una dolce fiaba che invita il pubblico a riflettere su esperienze universali e profonde. Tutti, in un momento o nell’altro, ci siamo sentiti soli e diversi, incapaci di capire o accettare quanto l’essere unici sia in realtà una ricchezza, una fonte di forza ineguagliabile. Tutti abbiamo vissuto momenti difficili con i nostri genitori, trovandoci a desiderare di “fuggire di casa”, solo per scoprire che l’amore che ci lega a loro è troppo forte per essere lasciato indietro. Il film, con delicatezza e poesia, esplora queste tematiche emotivamente intense, toccando corde che risuonano con chiunque abbia mai cercato di trovare il proprio posto nel mondo.

Ma Ricardito non si ferma qui. Oltre agli aspetti personali e relazionali, la storia si fa portavoce di un messaggio ambientale di grande importanza. Il mare in cui Ricardito nuota è pieno di pericoli e creature spaventose, ma ciò che fa davvero paura è ciò che si trova in superficie. I “camminanti” – così gli umani sono chiamati dai simpatici e coraggiosi personaggi marini creati da Bruges – stanno distruggendo l’ecosistema marino, avvelenando e inquinando le acque, mettendo in pericolo la flora e la fauna che vi abitano. Cosa possono fare Ricardito e i suoi amici per fermare una volta per tutte i camminanti?

Ricardito lo squalo - Per gentile concessione di AHORA! Film
Ricardito lo squalo? – Per gentile concessione di AHORA! Film.

Difendere il nostro futuro e il nostro pianeta

Al di là della semplicità delle immagini e dei suoi personaggi (una nota simpatica è sicuramente la famiglia di pesci pappagallo, con i loro dentoni sporgenti e il carattere teneramente buffo), Ricardito è uno squalo? si rivela un film d’animazione straordinariamente ricco di significato. Con apparente leggerezza e una giocosità che conquista grandi e piccini, la pellicola racconta una storia di coraggio e scoperta che va ben oltre la superficie. È una “favola green” che, attraverso l’avventura del giovane Ricardito, invita il pubblico a riflettere sull’importanza di prendersi cura del prossimo e del nostro pianeta.

The Strangers: la vera storia dietro al film con Liv Tyler

The Strangers: la vera storia dietro al film con Liv Tyler

Quello dell’home invasion è un sottogenere del thriller particolarmente apprezzato al cinema, anche se sempre profondamente disturbante, in quanto fa leva su paure proprie di ogni essere umano. Film come Panic Room, Funny Games, La notte del giudizio o il particolare Man in the Dark sono alcuni tra gli esempi più noti di questa tipologia di storie, che pongono i personaggi dinanzi all’invasione dei propri spazi privati, costringendoli dunque a tirar fuori tutte le proprie fragilità. Un altro titolo appartenente a questa tipologia, che suscitò molto rumore al momento della sua uscita, è The Strangers (qui la recensione), diretto nel 2008 da Bryan Bertino.

Grande amante degli horror e dei thriller, Bertino ha raccontato di essere stato fortemente ispirato dai film di questi due generi usciti nel corso degli anni Settanta. Il suo obiettivo, con la propria storia, era quella di rifarsi alle opere di quel contesto storico per attuarle al mondo contemporaneo, ponendo gli spettatori dalla parte delle vittime e facendo provar loro le stesse paure. Per riuscire in ciò, il film è stato girato interamente con telecamere portatili o videocamere fisse, così da restituire una certa vicinanza ai personaggi e ulteriore senso di realismo.

Del film è poi stato realizzato un sequel, nel 2018, dal titolo The Strangers 2: Prey at Night, il quale però non riprende i personaggi del primo film ma si limita a riproporre una medesima storia con nuovi protagonisti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla vera storia a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

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Liv Tyler e Scott Speedman in The Strangers © 2008 – Universal Studios

La trama di The Strangers

Protagonisti sono Kristen e James, coppia di fidanzati che, dopo aver festeggiato il matrimonio del loro amico Mike, decidono sulla via del ritorno, di fermarsi a passare la notte nella baita estiva della famiglia di lui. Quella notte è un momento delicato per la loro relazione: lui le ha chiesto di sposarlo e lei ha tristemente rifiutato. Si crea così una tensione tra i due, che iniziano ad evitarsi girando per la casa, ma cercando anche di riavvicinarsi. Verso le quattro del mattino, però, una misteriosa ragazza bussa alla porta chiedendo di una certa Tamara, ma in quella casa non c’è nessuno che si chiama così.

La donna va via, ma quello strano evento sarà l’inizio di un incubo. James esce alla ricerca di sigarette, ma la baita è molto isolata e ci mette un bel po’ di tempo a tornare. Kristen rimane sola e si accorge di strani avvenimenti: tre figure con indosso inquietanti maschere tentano infatti di entrare in casa. Terrorizzata, la donna cerca di nascondersi dove può e quando finalmente torna James e tentano di scappare, si ritroveranno vittime di un gioco perverso con dei killer disturbati mentalmente, il cui scopo è torturarli psicologicamente.

Il cast del film

Ad interpretare Kristen vi è l’attrice Liv Tyler, fortemente voluta dal regista e che accettò di partecipare dopo essere rimasta molto colpita dalla sceneggiatura. L’attore Scott Speedman, rimasto altrettanto impressionato dalla sceneggiatura, recita invece nei panni di James. Per il casting dei tre intrusi mascherati, Bertino ha scelto la modella australiana Gemma Ward per la parte di Dollface, poiché aveva l’esatto “look” ricercato. L’Uomo Mascherato è invece interpretato da Kip Weeks, mentre la Pin-up Girl è interpretata da Laura Margolis. In tre, in ultima analisi, vennero scelti per la loro capacità di trasmettere la natura dei loro personaggi nonostante siano sempre mascherati.

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Scott Speedman in The Strangers © 2008 – Universal Studios

La vera storia dietro il film

Come precedentemente accennato, il film è liberamente ispirato ad eventi realmente avvenuti, che hanno avuto come testimone proprio lo stesso Bertino. Quando era piccolo, infatti, egli viveva in una casa in una strada in mezzo al nulla. Una notte, mentre i genitori erano fuori, qualcuno bussò alla porta principale e la sorellina di Bertino rispose. Alla porta c’erano alcune persone che chiedevano di qualcuno che però non viveva lì. In seguito si è scoperto che queste persone bussavano alle porte della zona e, se nessuno era a casa, irrompevano nelle case.

Secondo molti, ad aver ispirato il regista nella scrittura della storia, però, sembra essere stato anche un caso di cronaca nera risalente al 1981, quando in una località turistica nel nord della California si compì il cosiddetto “The Keddie Murders“, un quadruplo omicidio tuttora irrisolto. Vittime di questo sono stati Glenna Susan Sharp, i figli John e Tina e Dana Wingate, amico di John. A ritrovare i cadaveri è stata la secondogenita di Glenna, Sheila, la quale tornata a casa dopo una notte fuori si trovò di fronte alla scena del crimine.

Le autopsie determinarono che le vittime erano morte per ferite da coltello e traumi da corpo contundente. Lunghe indagini non hanno però portato a nessuna soluzione e ancora oggi il caso rimane irrisolto. Allo stesso tempo, il film è una reinterpretazione di quanto avvenuto la notte tra l’8 e il 9 agosto 1969 all’attrice Sharon Tate e a quanti erano con lei nella sua casa quella notte. Come noto, membri della famiglia Manson si introdussero nell’abitazione, torturando e uccidendo tutti i presenti. Bertino, infatti, ha affermato di aver letto il libro Helter Skelter, che parla di tale evento, per prepararsi al film.

Liv Tyler e Laura Margolis in The Strangers
Liv Tyler e Laura Margolis in The Strangers © 2008 – Universal Studios

Il nuovo sequel: The Strangers: Capitolo 1

Come anticipato, djel film è poi stato realizzato un sequel, nel 2018, dal titolo The Strangers 2: Prey at Night, il quale però non riprende i personaggi del primo film ma si limita a riproporre una medesima storia con nuovi protagonisti. Nel 2024 è invece uscito un nuovo film legato a questo stesso franchise. Si tratta di The Strangers: Capitolo 1, primo capitolo di una trilogia di film, che fungerà da sequel standalone della pellicola originale. Per il 2025 è ora atteso The Strangers: Capitolo 2, mentre non si hanno ancora notizie riguardo il terzo film. Riproponendo dinamiche simili a quelle del The Strangers del 2008, i nuovi film si propongono di offrire un maggior approfondimento su questo mondo narrativo.

LEGGI ANCHE: The Strangers: Capitolo 1 è un prequel, un remake o un reboot?

Il trailer di The Stranger e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire di The Strangers grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 23 gennaio alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

Berlino: iniziate le riprese della seconda stagione dello spin-off de La Casa di Carta

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È iniziata la produzione della seconda stagione di BERLINO, lo spin-off de La Casa di Carta, che continua a essere nella top 10 delle serie non inglesi più viste nella storia di Netflix.

Pedro Alonso assume ancora una volta il ruolo dell’iconico “Berlino” e, insieme a lui, ritorna tutta la sua banda: Michelle Jenner (Isabel) interpreta Keila, un genio dell’ingegneria elettronica; Tristán Ulloa (Il caso Asunta) è Damian, un professore filantropo e confidente di Berlino; Begoña Vargas (Benvenuti a Eden) è Cameron, una ragazza che vive sempre al limite; Julio Peña Fernández (Attraverso la mia finestra) interpreta Roi, il fedele scudiero di Berlino; e Joel Sánchez è Bruce, l’implacabile uomo d’azione della banda.

La trama di questa seconda stagione si sposta in Spagna e la nuova rapina avrà luogo a Siviglia. Lì, Berlino e la sua banda incontreranno nuovi personaggi come Candela, un’imprevedibile e capricciosa donna sivigliana interpretata da Inma Cuesta (Il caos dopo di te); l’eccentrico ed edonista Duca di Malaga Álvaro Hermoso de Medina, interpretato da José Luis García-Pérez (Honor); e la sua misteriosa e raffinata Duchessa di Malaga Genoveva Dante, interpretata da Marta Nieto (Madre).

Gli otto episodi della serie, creata da Álex Pina (La Casa di Carta, Sky Rojo) ed Esther Martínez Lobato (La Casa di Carta, Sky Rojo), sono scritti proprio da loro insieme a David Barrocal, Lorena G. Maldonado e Itziar San Juan, e saranno diretti da Albert Pintó (Nowhere, Sky Rojo), David Barrocal (Sky Rojo, Il rifugio atomico) e Jose Manuel Cravioto (Il rifugio atomico, Diablero).

Le riprese di questa seconda stagione si svolgeranno nell’arco di diverse settimane a Madrid, Siviglia, San Sebastián e in altre località della Spagna.

Nella settimana della sua uscita, la prima stagione di BERLINO è stata la serie più vista a livello globale e ha raggiunto la Top 10 in 91 paesi. La serie continua a essere nella Top 20 delle serie non in lingua inglese più viste nella storia di Netflix.

Gabriel Basso: 10 cose che forse non sai sull’attore

Gabriel Basso: 10 cose che forse non sai sull’attore

Indicato come uno dei più promettenti e interessanti attori della sua generazione, Gabriel Basso si è in pochi anni guadagnato numerose lodi grazie alle sue convincenti interpretazioni. Destregiandosi tra film di alto profilo e progetti più autoriali, l’attore si sta smarcando da facili categorizzazioni per dare prova di un talento multiforme e in continua crescita.

Ecco 10 cose che forse non sai su Gabriel Basso.

I film e i programmi TV di Gabriel Basso

1. Ha recitato in celebri film. Basso debutta al cinema con il film Ti presento Bill (2007), per poi recitare in Alice una vita sottosopra (2007), Alabama Moon (2009) e Super 8 (2011), regia di J. J. Abrams. In seguito recita in The Kings of Summer (2013), Anatomy of the Tide (2013), The Hive (2014), Barely Lethal – 16 anni e spia (2015), Ithaca – L’attesa di un ritorno (2015), regia di Meg Ryan, American Wrestler: The Wizard (2016), Una doppia verità (2016) e Elegia americana (2020), dove recita accanto ad Amy Adams e Glenn Close e grazie al quale ottiene grande popolarità. Torna poi a recitare nei film The Strangers: Capitolo 1 (2024), Trigger Warning (2024) e Giurato numero 2 (2024), di Clint Eastwood.

2. Ha preso parte a note serie TV. Oltre ai film per il cinema, Basso si è distinto anche per la sua partecipazione a celebri serie come iCarly (2009), Eastwick (2009), The Middle (2010), The Big C (2010-2013), R. L. Stine’s The Haunting Hour: The Series (2011), Perception (2012) e The Red Road (2014). Dal 2023 è protagonista della serie Netflix The Night Agent nel ruolo di Peter Sutherland, poi ripreso anche nella seconda stagione (qui la recensione) e che riprenderà anche nella già annunciata terza.

LEGGI ANCHE: The Night Agent – Stagione 2: cast e guida ai personaggi che ritornano

Gabriel Basso in The Night Agent

3. È il protagonista della serie Netflix. In The Night Agent Basso interpreta l’agente dell’FBI Peter Sutherland, un ruolo che inizialmente stava però per perdere. L’attore ha infatti ricordato: “Avevo fatto il provino mentre stavo girando un altro film, Trigger Warning, con Jessica Alba. Avevo la barba. Così, quando ho inviato il mio nastro, mi hanno rifiutato. Quando ho finito di girare Trigger Warning, ricordo di aver scritto di nuovo alla mia squadra chiedendo: “Ehi, cos’è successo con L’agente di notte, perché era bello. Hanno già fatto il casting?”. Mi hanno risposto di no. Così ho ripreso con una rasatura pulita e alla fine sono stato scelto”.

LEGGI ANCHE: The Night Agent – stagione 1, la spiegazione del finale

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The Night Agent. Gabriel Basso è Peter Sutherland nell’episodio 10 di The Night Agent. Cr. Courtesy of Netflix © 2024

4. Ha eseguito quanti più stunt possibile. Basso è un grande appassionato di combattimenti e arti marziali, affermando: “Ho fatto pugilato per tutta la vita. Da bambino ho praticato il tae kwon do, una sorta di lotta sportiva. Credo che mi abbia aiutato nei movimenti. Ho fatto anche kickboxing e Muay Thai“. Proprio per questo, l’attore ha richiesto di poter interpretare lui stesso i tanti combattimenti che gli  si vedono fare nel corso della serie The Night Agent e per i quali si è preparato con alcuni speciali allenatori.

Gabriel Basso ha interpretato J.D. Vance in Elegia americana

5. Ha interpretato l’attuale Vice Presidente degli Stati Uniti d’America. Nel 2020, Basso ha interpretato il ruolo di J.D. Vance nel film Elegia americana, che racconta l’infanzia difficile di Vance e il suo viaggio alla Horatio Alger attraverso la scuola di legge. Due anni dopo il film, Vance è stato eletto al Senato degli Stati Uniti, per poi divenire Vice Presidente nel novembre 2024 accanto al presidente Donald Trump. Basso e Vance si sono anche incontrati prima delle riprese del film. “Abbiamo parlato un po’. È un tipo a posto. Siamo entrambi del Midwest. Abbiamo parlato della vita, del crescere nei boschi”.

6. Il film gli fa oggi uno strano effetto. Proprio a seguito della nomina come Vice Presidente di Vance, il film è tornato in auge, riportando così alla luce anche l’interpretazione di Basso. A tal proposito, l’attore ha dichiarato: “È un po’ strano essere inclusi in quella linea temporale. Hanno fatto un film del suo libro, e il mio nome sarà sempre legato al suo”. Basso non si è però lasciato andare a giudizi di merito, affermando unicamente di non sapere bene cosa pensare del suo volto associato nel mondo del cinema all’attuale Vice Presidente.

Gabriel Basso è su Instagram

7. Ha un profilo sul social network. L’attore è naturalmente presente sul social network Instagram, con un profilo seguito attualmente da 346 mila persone. Su tale piattaforma egli ha ad oggi pubblicato appena una settantina di post, tutti relativi alle sue attività come attore o modello. Si possono infatti ritrovare diverse immagini relative a momenti trascorsi sul set ma anche foto promozionali dei suoi progetti. Seguendolo si può dunque rimanere aggiornati sulle sue attività.

Amy Adams e Gabriel Basso in Elegia americana
Amy Adams e Gabriel Basso in Elegia americana

Gabriel Basso ha una fidanzata

8. È molto riservato riguardo la sua vita privata. Per quanto riguarda la vita lontana dai set dell’attore, si sa ad oggi molto poco. Basso ci tiene infatti a far sì che il suo privato rimanga tale e pertanto non è solito condividere dettagli a riguardo. Ad oggi, dunque, non è noto se ha una fidanzata o meno, anche se si presume sia single.

Gabriel Basso ha una figlia

Gabriel Basso non è dunque attualmente sposato, ma ha però una figlia. Nell’agosto 2020, l’attore ha infatti annunciato la notizia su Instagram con una foto e una didascalia che diceva: “C’è un nuovo Basso sulla fioriera”. Dato che l’attore ha tenuto nascosta la sua vita privata, non è chiaro chi sia la madre di sua figlia.

Gabriel Basso ha origini italiane

9. Vanta origini italiane da parte del padre. Come si può intuire dal suo cognome, l’attore ha origini italiane attraverso il nonno paterno. Tuttavia, non è noto se Gabriel Basso abbia un qualche legame con l’Italia, se vi sia mai stato e se parli questa lingua. Non è inoltre noto da dove provenga il nonno, ma sappiamo che Basso è un cognome diffuso soprattutto nel Nord Italia, in Veneto, Piemonte, Liguria, Lombardia e Friuli.

L’età, l’altezza e il fisico di Gabriel Basso

10. Gabriel Basso è nato l’11 dicembre 1994 a St. Louis, Missouri, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1,83 metri. Basso è poi noto anche per il suo fisico atletico e muscoloso, per mantenere il quale ha dichiarato: “Nella vita reale tendo a tenermi in forma, combatto e mi alleno molto“.

Fonti: IMDb, Instagram, Distractify, Variety, Netflix

Yellowjackets 3: trailer della terza stagione in arrivo

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Yellowjackets 3: trailer della terza stagione in arrivo

Paramount+ ha presentato il trailer ufficiale (in Italiano) della terza stagione di Yellowjackets offre un nuovo sguardo alla terza stagione. La serie di successo segue la squadra di calcio femminile di un liceo dopo che il loro aereo si è schiantato nella natura selvaggia, insieme a ciò che accade ai sopravvissuti circa 25 anni dopo. La storia della terza stagione di Yellowjackets riprenderà dopo la fine del brutale inverno nella natura selvaggia e all’inizio dell’estate. Nella linea temporale attuale, vengono svelati nuovi segreti e Hilary Swank si unisce al cast, anche se l’identità del suo personaggio non è ancora stata rivelata.

Ill trailer di Yellowjackets, che vede le ragazze prosperare nella natura selvaggia e mettere in discussione la leadership di Natalie. Questa messa in discussione è motivata dal fatto che Misty sostiene che Natalie sa dove si trova l’allenatore Scott e che forse non merita di essere la leader. La Jackie di Ella Purnell, morta alla fine della prima stagione, fa la sua comparsa, probabilmente nello stesso modo in cui è apparsa a Shauna nella seconda stagione. Decenni dopo, Shauna afferma che qualcuno vuole la sua morte e quella degli altri sopravvissuti, mentre Misty indaga. Guardate il trailer qui sotto:

Cosa significa per i Yellowjackets

Dopo averla vista diventare l’originale Antler Queen nel finale della seconda stagione di Yellowjackets, la terza stagione vedrà Natalie potenzialmente perdere il suo potere. È già nota per essere uno dei personaggi che sopravvive nella natura selvaggia e riesce a tornare alla civiltà, ma nella terza stagione si troverà comunque in una situazione precaria. La giovane Natalie di Sophie Thatcher dovrà portare avanti la storia del personaggio in questa stagione, ora che la versione più anziana del personaggio interpretato da Juliette Lewis è morta.

Per quanto riguarda la trama dei giorni nostri, ci sono nuovi scatti del personaggio insanguinato della Swank, anche se lo show sta ancora mantenendo il riserbo su chi sia. Come Van nella seconda stagione, potrebbe essere un’altra sopravvissuta che non è stata inclusa nella prima stagione. È anche possibile che interpreti la persona che, secondo Shauna, vuole la morte dei sopravvissuti. Il personaggio della Swank dice: “Sei davvero pazzo”, ma non è chiaro a chi stia dicendo queste parole, anche se ci sono molti candidati plausibili.

Avvocato di difesa – The Lincoln Lawyer – stagione 4: confermato il cambiamento di status di un membro del cast

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Avvocato di difesa – The Lincoln Lawyer – stagione 4 sarà caratterizzata da un cambiamento di status per un membro chiave del cast. Il legal drama è stato recentemente rinnovato e la notizia arriva dopo che la terza puntata è emersa come uno degli show Netflix più popolari del 2024. La notizia arriva anche dopo il finale della terza stagione di The Lincoln Lawyer, in cui Mickey Haller (Manuel Garcia-Rulfo) sembra essere incastrato per l’omicidio di un ex cliente e probabilmente costretto a difendersi da solo.

Insieme alla notizia che Netflix ha rinnovato il legal drama, Deadline ha confermato che Neve Campbell tornerà a vestire i panni dell’ex moglie di Mickey, Maggie McPherson, per tutti i dieci episodi della quarta stagione di Avvocato di difesa – The Lincoln Lawyer. Si tratta di un cambio di passo rispetto alla seconda stagione, in cui la star del franchise di Scream appariva a intermittenza. Nel frattempo, Maggie è apparsa solo in due episodi durante l’ultima puntata dello show. È stato inoltre confermato che Becki Newton, Jazz Raycole e Angus Sampson riprenderanno i rispettivi ruoli di Lorna, Izzy e Cisco.

Cosa significa il ritorno di Campbell per Avvocato di difesa – The Lincoln Lawyer

La maggiore presenza della Campbell nella quarta stagione di Avvocato di difesa – The Lincoln Lawyer potrebbe avere a che fare con il materiale di partenza. Maggie ha un ruolo relativamente piccolo in Gods of Guilt di Michael Connelly, da cui è tratta la terza stagione, ma ha un ruolo più importante in The Law of Innocence, che funge da base per i prossimi episodi. Nei romanzi di Connelly, Maggie si fa avanti in modo importante quando Mickey viene accusato di omicidio. Inizialmente fornisce un supporto emotivo. Ma quando sorgono complicazioni, Maggie deve assistere la difesa di Mickey.

Nelle stagioni 2 e 3, la Campbell è accreditata come membro del cast principale per gli episodi in cui appare.

Il ritorno di Maggie, in ogni caso, fa riemergere la questione della vita sentimentale di Mickey. L’adattamento introduce la relazione tra Mickey e la formidabile procuratrice Andrea Freemann (Yaya DaCosta), che non è un elemento presente nei libri. È una domanda aperta su come la presenza più completa della Campbell come Maggie nel cast di Avvocato di difesa – The Lincoln Lawyer avrà un impatto sulla nuova storia d’amore che Mickey ha instaurato con la sua ex rivale.

The Night Agent 3 ha iniziato le riprese: la conferma arriva da Gabriel Basso

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La star di The Night Agent Gabriel Basso ha confermato che le riprese della terza stagione sono già iniziate e ha parlato di acrobazie che non può credere siano state approvate da Netflix. La seconda stagione di The Night Agent arriverà il 23 gennaio, con un’altra avvincente trama di 10 episodi che segue Peter Sutherland (Basso) e Rose Larkin (Luciane Buchanan) mentre indagano su un’altra cospirazione, che potrebbe portare a un pericoloso attacco a New York. La prima stagione ha scalato le classifiche del servizio di streaming diventando la serie in lingua inglese più vista di tutti i tempi sulla piattaforma, portando a un rinnovo anticipato anche per la terza stagione.

Parlando con GamesRadar+, Basso ha confermato che la terza stagione di The Night Agent ha già iniziato le riprese, prima della première della seconda stagione. L’attore protagonista ha anche esaltato le acrobazie dell’episodio 1, affermando che si tratta della migliore apertura di tutte le stagioni finora. Si è anche detto sorpreso dell’approvazione di Netflix per quanto riguarda le nuove acrobazie e ha fatto intendere quanto saranno emozionanti gli episodi in produzione. Scoprite cosa ha detto Basso qui sotto:

Non amo recitare, onestamente, non sono molto entusiasta di questo lavoro, ma la terza stagione mi entusiasma molto. Penso che la troupe di Istanbul sia stata fantastica. Le cose che siamo riusciti a riprendere, non programmate, sono state pazzesche. Ho fatto delle acrobazie che non riesco a credere che Netflix abbia approvato. Da cima a fondo, siamo riusciti a fare qualcosa. Gli attori hanno tutti spaccato. L’azione è stata pazzesca. Se devo fare una classifica delle tre stagioni in base alle loro aperture, questa è la nostra apertura più forte di tutte le stagioni. E questo solo in un episodio, non abbiamo ancora finito il secondo – è pazzesco.

Cosa dice l’aggiornamento di Basso su The Night Agent riguardo alla terza stagione

the night agent Shawn Ryan

L’aggiornamento di Basso è una buona notizia per la terza stagione di The Night Agent, con la produzione iniziale della serie che indica molta fiducia nella longevità della serie per Netflix. Le sequenze ad alto numero di ottani dello show sono ciò che lo rende così eccitante, e il teaser delle riprese è indicativo di come ogni stagione abbia in programma di superare la precedente in termini di azione acrobatica. La prima stagione è stata ricca di memorabili inseguimenti in auto, scontri a fuoco e fughe, cosa che a quanto pare continuerà a riflettersi nella seconda stagione con lo svolgersi della nuova indagine di Peter e Rose.

Sebbene al momento non si sappia molto sulla terza stagione, è stato precedentemente confermato che la storia della seconda stagione porterà agli episodi in produzione. Anche se non è chiaro quanto del cast di The Night Agent tornerà, a parte Basso, è evidente che la serie manterrà gli elementi di eccitazione che hanno contribuito a rafforzarne la popolarità. Questo probabilmente significa che la serie continuerà la sua striscia di successo sulla piattaforma, attirando potenzialmente ancora una volta un gran numero di spettatori con alcune delle scene più emozionanti dello show.

Emily in Paris 5: arriva un aggiornamento del cast della quinta stagione

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Un nuovo aggiornamento sul casting della quinta stagione di Emily in Paris ha confermato che una star tornerà come series regular, dopo aver ricoperto un ruolo ricorrente per tutta la quarta stagione. La quarta stagione di Emily in Paris si è conclusa rivelando che Emily (Lily Collins) si trasferirà a Roma, sia per il suo lavoro che per la sua nuova relazione con Marcello (Eugenio Franceschini). Sebbene questo abbia apparentemente messo fine alla sua storia d’amore con Gabriel (Lucas Bravo), quest’ultimo è stato incoraggiato da Alfie (Lucien Laviscount) ad andare in Italia per seguire il suo cuore.

Ora, Deadline ha confermato che Lucien Laviscount tornerà a vestire i panni di Alfie come series regular nella quinta stagione di Emily in Paris. Questa sarà la prima volta che la star sarà un series regular della serie dalla terza stagione, dopo aver ricoperto il ruolo di interesse amoroso secondario – e talvolta terziario – di Emily nelle stagioni 2 e 4. Il suo ritorno nel cast principale significa che avrà un ruolo importante nella storia di Roma della protagonista, sia come interesse amoroso che nell’ambito degli affari di Antoine (William Abadie).

Che cosa significa lo status di series regular di Alfie per la quinta stagione di Emily in Paris?

Emily in Paris - stagione 4 Parte 2
Foto di GIULIA PARMIGIANI/NETFLIX – © 2024 Netflix, Inc.

A partire dalla quarta stagione, Alfie ha una relazione con un’altra persona, il che significa che è improbabile che si faccia vivo per riaccendere la sua fiamma perduta con Emily. Tuttavia, il suo arrivo a Roma sembra coincidere con quello di Gabriel, il principale interesse amoroso della serie, che cerca di riconquistare la protagonista dopo la loro recente rottura. Mentre i risultati dei suoi sforzi rimangono poco chiari, sembra che la quinta stagione di Emily in Paris possa finalmente offrire una risposta definitiva sulla loro relazione e sulla possibilità che tornino davvero insieme dopo tante opportunità.

Ma Alfie sarà probabilmente più di una semplice figura di supporto per Gabriel, avendo probabilmente una sua storia coincidente che si svolgerà a Roma. Resta da vedere se altri personaggi di Emily in Paris saranno coinvolti nel suo viaggio, ma è chiaro che ha molte possibilità di sviluppo, sia per quanto riguarda la sua vita privata, sia per quanto riguarda la sua carriera professionale. Il suo trasferimento in Italia potrebbe anche comportare nuove sfide, soprattutto se venisse coinvolto in importanti trame che non sono ancora state rivelate.

Rise of the Empress: Prime Video svilupperà una nuova serie che reimmagina la storia della regina cattiva di Biancaneve

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Prime Video sta adattando una nuova serie di libri fantasy che reimmagina la storia della regina cattiva di Biancaneve. Negli ultimi anni, il servizio di streaming di Amazon è diventato la casa di diverse serie fantasy di grande richiamo, a partire dal 2021 con La Ruota del Tempo, basata sull’omonima serie di libri di Robert Jordan e Brandon Sanderson. Tuttavia, la serie fantasy più popolare di Prime Video è Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, basato sugli scritti di J.R.R. Tolkien, con la prima stagione che è la serie originale più vista del servizio di streaming.

Ora il servizio di streaming sta adattando un’altra serie di libri fantasy. Secondo Deadline, Prime Video ha ordinato la serie Rise of the Empress, basata sull’omonima serie di libri di Julie C. Dao. Crystal Liu e James Wong (American Horror Story) saranno sceneggiatori, produttori esecutivi e co-showrunner. A bordo ci sono anche produttori di alto profilo, come gli attori Gemma Chan, Viola Davis e Forest Whitaker. Le riprese della serie, composta da otto episodi, si svolgeranno in Malesia. Crystal Liu, Viola Davis e Nick Pepper, dirigente di Amazon, hanno rilasciato le seguenti dichiarazioni:

Pepper: Questa storia, guidata da un’incredibile eroina femminile, è un racconto ispiratore di forza e resilienza. Crystal, insieme ai team di JuVee e Significant, e Gemma, hanno fatto un lavoro straordinario per catturare la magia creata da Julie e siamo entusiasti di dare il benvenuto a James per contribuire a dare vita a questo brillante progetto in un modo che risuonerà con i nostri clienti Prime Video globali.

Liu: Sono onorato ed entusiasta di questa opportunità di portare sullo schermo gli straordinari libri di Julie C. Dao, una storia sontuosa e avvincente di intrighi, con un’eroina sovversiva per tutti i tempi. [L’adattamento televisivo] costruirà questo nuovo mondo epico e audace, alimentato dalle cose meravigliose e contorte che facciamo per amore.

Davis: La serie di libri di Julie C. Dao non solo costruisce un mondo fantastico di opulenza e mistero a partire dalla storia asiatica, ma mette al centro un personaggio che, sfidando ciò che ci si aspetta da lei, trova la forza che potrebbe darle il potere di cambiare il mondo.

Cosa significa la serie Rise of the Empress per Prime Video

La serie Rise of the Empress è attualmente composta da tre libri – Forest of a Thousand Lanterns, Kingdom of the Blazing Phoenix e Song of the Crimson Flower – pubblicati in tre anni consecutivi dal 2017 al 2019. Descritta come una “rivisitazione fantasy oscura e mistica dell’Asia orientale della leggenda della Regina Cattiva”, la storia è ambientata in un antico e fantastico impero asiatico sull’orlo del collasso a causa di profonde rivalità. L’unica speranza per il regno è l’unione tra un affascinante principe ereditario e una principessa di una delle fazioni in guerra.

Mentre la competizione per la mano del principe si intensifica, scoppia il tumulto quando una splendida contadina, Xifeng, viene spinta nella battaglia per l’amore e il potere da una vendicativa maga. Questo non solo pone la questione se Xifeng possa assicurare il proprio destino, ma anche salvare l’intero impero. Come suggerisce la sinossi, la serie di libri Rise of the Empress è una miscela di fantasy e romanticismo per giovani adulti.

Oscar 2025 nomination: snobbati e sorprese

Oscar 2025 nomination: snobbati e sorprese

Senza troppa sorpresa, Emilia Pérez si è aggiudicato il maggior numero di nomination in occasione dell’annuncio delle candidature agli Oscar 2025. 13 nomination per il film di Jacques Audiard, seguito a distanza da The Brutalist e Wicked, entrambi con 10 candidature.

Oscar 2025: tutte le nomination della 97° edizione

Ma mentre nessuno di questi riconoscimenti sorprende, dato il livello di apprezzamento di questi titoli, sono state altre le nomination che hanno destato sorpresa e altre ancora quelle che definiremmo le nomination mancate, ovvero i nomi che l’Academy ha in qualche modo “snobbato”.

Angelina Jolie manca gli Oscar 2025

La star ha ottenuto alcune delle migliori recensioni della sua carriera al Festival del cinema di Venezia per la sua interpretazione dell’icona dell’opera Maria Callas. Il regista Pablo Larrain ha già garantito nomination agli Oscar a due delle sue star che interpretavano personaggi storici: Natalie Portman per “Jackie” nel 2017 e Kristen Stewart per “Spencer” nel 2022. Ma Jolie non ha ottenuto un cenno di merito, finendo fuori dalla rosa di una categoria quest’anno molto competitiva.

Nicole Kidman in bianco per Babygirl

La star di Babygirl ha vinto il premio come migliore attrice al Festival del cinema di Venezia e in seguito ha vinto lo stesso premio dal National Board of Review. Ma dopo non essere stata nominata gli Screen Actors Guild e ai BAFTA, la performance di Kidman nei panni di una triste CEO della tecnologia che inizia una relazione clandestina con un suo stagista ha perso troppo slancio per il riconoscimento agli Oscar.

Selena Gomez manca come attrice non protagonista

Emilia Pérez non ha avuto problemi ad assicurarsi lo status di favorita per i premi con un numero impressionante di nomination. Ma Gomez, il nome più famoso nell’audace musical di Jacques Audiard, ha finito per mancare nella categoria attrice non protagonista. Di certo l’Academy accoglie con favore le pop star che si lanciano in film di prestigio, come dimostra il cenno di Ariana Grande per “Wicked”.

Jeremy Strong ottiene la sua prima nomination all’Oscar

La star di Succession ha ottenuto le migliori recensioni della sua carriera per un’interpretazione cinematografica in “The Apprentice“, la storia delle origini di Donald Trump innescata dal feroce Roy Cohn, interpretato da Strong. Dopo un debutto clamoroso a Cannes, nessun grande distributore statunitense sembrava disposto a toccare il controverso film fino a quando non l’ha preso l’emergente Briarcliff. Il film è uscito in Italia con BIM. Anche con Trump di nuovo in carica e i discorsi della stagione dei premi che si sono mantenuti leggeri sulla politica, l’interpretazione di Strong è riuscita a ottenere abbastanza supporto da metterlo nella corsa per l’attore non protagonista.

Il Gladiatore II recensione film
Paul Mescal in Il Gladiatore II. Foto di Aidan Monaghan/Aidan Monaghan – © 2024 Paramount Pictures.

Il Gladiatore II non arriva agli Oscar 2025

Il seguito di Ridley Scott, dopo il premio Oscar come miglior film, ha ottenuto solo un cenno per i costumi. Verso l’autunno, il blockbuster della Paramount era visto come un potenziale colosso dei premi, con alcuni che si aspettavano che Scott fosse un concorrente per il premio come miglior regista. Nonostante un successo nei cinema e un forte entusiasmo per Denzel Washington, il sequel non ha trovato il supporto dell’Academy, e un motivo ci sarà, data la qualità del film.

The Substance approda al premio come miglior film

Nonostante Demi Moore abbia pronunciato un discorso eccezionale accettando il premio come migliore attrice ai Golden Globes, sembrava improbabile che il suo film horror potesse trovare un ampio supporto tra l’Academy. Gli elettori dell’Oscar amano riconoscere la carriera di una star storica, ma i colpi di fianchi? Le trasformazioni da goblin? Le idranti di sangue? Beh, a quanto pare piacciono anche a loro, visto che “The Substance” è balzato in cima per una nomination come miglior film che sembrava improbabile anche solo poche settimane fa.

Sebastian Stan balza in cima con The Apprentice

Nonostante la sua controversa interpretazione di Donald Trump, la narrazione della stagione dei premi di Stan ha fatto molto rumore per il film di Ali Abbasi. La ricerca ben documentata di Stan e il suo impegno per il ruolo sono stati sufficienti per attirare l’attenzione dell’Academy.

Denis Villeneuve manca nella categoria miglior regista

Sebbene abbia mancato una nomination come regista per il suo primo film nella serie di fantascienza e azione, Denis Villeneuve è stato ampiamente considerato un candidato sicuro per un cenno dopo che “Dune: Parte Due” ha debuttato quasi un anno fa, rimanendo uno dei film più recensiti (e più commerciali) del 2024 fino alla fine dell’anno. Ahimè, Villeneuve è stato di nuovo assente.

I'm Still Here film 2024Fernanda Torres è ancora qui nella corsa alla migliore attrice

Nonostante si sia scontrata con nomi favorevoli all’Academy come Nicole Kidman e Kate Winslet, la star di Io sono ancora qui è riuscita a sfondare nella corsa ai premi e ha ottenuto una nomination per la recitazione. Dopo aver sorpreso con una vittoria come migliore attrice ai Golden Globes, lo slancio di Torres è aumentato. Mentre gli elettori dell’Academy si sono messi al passo con il dramma brasiliano, un’ondata di supporto si è scatenata dai fan accaniti sui social media. Ora, Io sono ancora qui è uno dei pochi lungometraggi in lingua straniera ad aver ottenuto una nomination agli Oscar anche come miglior film.

Edward Berger escluso per la regia di Conclave

La seconda regia del regista di “Niente di nuovo sul fronte occidentale” ha ottenuto otto candidature, tra cui quella per il miglior film. Berger era un favorito, ma non è riuscito a entrare nel gruppo dei migliori registi.

Io sono ancora qui sfonda nella corsa al miglior film

Nonostante il forte sostegno a Fernanda Torres e un candidato sicuro per il miglior lungometraggio internazionale, non era previsto che Io sono ancora qui si sarebbe elevato a uno slot per il miglior film.

Pamela Anderson non è riuscita a ottenere una candidatura come migliore attrice per Last Showgirl

Anderson ha fatto scalpore nella corsa ai premi con la sua interpretazione della showgirl Shelly Gardner, che ha mostrato un altro lato dell’attrice. Hollywood ama le storie di ritorno, quindi quando ha ricevuto cenni di assenso ai Gotham Awards e ai Golden Globes, sembrava che ci fosse una possibilità per lei di sconvolgere una categoria competitiva.

Daniel Craig non ottiene la nomination per la recitazione per Queer

Craig ha avuto una forte campagna per la sua vulnerabile interpretazione nell’adattamento di Luca Guadagnino dell’opera di William S. Burroughs. L’interpretazione dell’attore di William Lee è stata celebrata con una vittoria del National Board of Review come miglior attore e una nomination ai Golden Globe, ma non è riuscita a mantenere lo slancio per una nomination all’Oscar.

Il flop Better Man ottiene un cenno di assenso per i migliori effetti visivi

A causa della sua mancanza di potere da star americana, questo film biografico su Robbie Williams è stato un colossale flop al botteghino. Eppure, a quanto pare, abbastanza elettori hanno visto il film per celebrare il musical e farlo arrivare a una nomination per i migliori effetti visivi.

Clarence Maclin escluso da una nomination per la recitazione per Sing Sing

Nonostante il plauso quasi universale, “Sing Sing” ha avuto un lungo ciclo di campagna, data la sua data di uscita a luglio 2024 e i modesti incassi al botteghino. Eppure il film è riuscito a fare bene agli Oscar 2025, ottenendo tre nomination. Clarence Maclin, uno dei preferiti come attore non protagonista per aver interpretato se stesso, è stato snobbato nonostante una forte campagna. Eppure ha ricevuto una nomination per la sceneggiatura non originale del film, che ha co-scritto. Anche Colman Domingo è stato nominato come attore protagonista e “Like a Bird” del film ha ricevuto una nomination per la migliore canzone originale.

Challengers non ottiene la nomination per la migliore colonna sonora

La colonna sonora propulsiva di Trent Reznor e Atticus Ross è stata un successo tra il pubblico e un’aggiunta essenziale alle playlist della palestra ovunque. Eppure, nonostante i numerosi riconoscimenti dell’Academy in passato, tra cui la vittoria per la migliore colonna sonora originale per “Soul” con Jon Batiste e “The Social Network“, così come una nomination per “Mank”, la loro colonna sonora per “Challengers” non è riuscita a ottenere una nomination.

The Substance Margaret Qualley Dennis
Margaret Qualley in The Substance. Cortesia di © I Wonder Pictures

Margaret Qualley non è stata nominata come migliore attrice non protagonista per “The Substance

La performance fisicamente impegnativa di Qualley è stata forse messa in ombra dalla forte stagione di premi di Demi Moore come suo opposto nel film.

Wicked non è stato nominato per la migliore sceneggiatura non originale

Wicked, il colosso musicale non è riuscito a competere in questa categoria, ma ha ricevuto molto altro amore dall’Academy con dieci nomination.

Joe Walker non è stato nominato per il montaggio di “Dune: Parte Due

Walker ha guidato tutte le principali previsioni ed è stato nominato agli American Cinema Editors Awards e ai BAFTA Film Awards. Inoltre, ha vinto l’Oscar per il montaggio del primo “Dune”, rendendo questo risultato un piccolo shock.

Rachel Sennott e Bowen Yang hanno reso divertenti gli annunci

La coppia è stata leggera e divertente in occasione degli annunci delle nomination agli Oscar 2025, capace di aggiungere un po’ di personalità e risate agli annunci del mattino presto. Con battute divertenti sull’essere troppo pieni di caffè, sulla pronuncia sbagliata dei nomi dei candidati e un grido a Charli XCX, sono stati capaci di dare movimento e verve a una cerimonia in genere abbastanza piatta. Forse fin troppo stimolanti per chi doveva seguire l’evento per lavoro!

Karla Sofía Gascón, nominata come migliore attrice agli Oscar 2025, scrive la storia

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Karla Sofía Gascón è diventata la prima attrice apertamente transgender ad essere nominata per un Academy Award per la recitazione. La star spagnola è nota per la sua interpretazione nel ruolo principale del film poliziesco musicale di Jacques Audiard “Emilia Pérez”.

Il film Netflix segue Emilia (Gascón), un temuto signore della droga che cerca l’aiuto di un avvocato, Rita (Zoe Saldaña), per fingere la sua morte e sottoporsi a un intervento chirurgico di affermazione di genere.

Karla Sofía Gascón fa la storia degli Oscar!

Questo non è il primo traguardo storico di Gascón in questa stagione dei premi: è diventata la prima donna transgender a vincere il premio come migliore attrice al Festival di Cannes (un onore che ha condiviso con le sue co-star Saldaña, Selena Gomez e Adriana Paz) ed è stata la prima donna trans nominata per la recitazione cinematografica ai Golden Globes.

Solo tre persone dichiaratamente transgender sono state nominate in una qualsiasi categoria agli Oscar prima d’ora: la compositrice Angela Morley, il musicista Anohni e il documentarista Yance Ford. Elliot Page è stato nominato per il suo lavoro in Juno nel 2007 prima di dichiararsi uomo transgender nel 2020.

Oscar 2025: tutte le nomination della 97° edizione

Gli Oscar hanno anche premiato attori cisgender per aver interpretato personaggi transgender in precedenti occasioni, tra cui Jared Leto per “Dallas Buyers Club” e Hilary Swank per “Boys Don’t Cry“. Anche Eddie Redmayne ha ottenuto una nomination per “The Danish Girl”.

Prima di recitare in “Emilia Pérez”, Karla Sofía Gascón era meglio conosciuta come star di telenovelas.

Oscar 2025: tutte le nomination della 97° edizione

Oscar 2025: tutte le nomination della 97° edizione

In compagnia di Rachel Sennott e Bowen Yang, l’Academy of Motion Picture Arts and Sciences ha annunciato le nomination alla 97° edizione del suo prestigioso premio annuale: gli Oscar 2025, dopo il ritardo causato dagli incendi di Los Angeles.

Le nomination arrivano all’apice di un’altra stagione di premi cinematografici iniziata già a maggio, quando Emilia Pérez e Anora, film trai favoriti della stagione, hanno esordito e vinto al Festival di Cannes. E infatti il film di Jacques Audiard guida la classifica dei film più nominati con ben 13 nomination, tra cui quello per il miglior film, affiancato in questa corsa appunto da Anora, e poi The Brutalist, A Complete Unknown, Conclave, Dune: Parte Due, Io sono ancora qui, Nickel Boys, The Substance e Wicked.

Bocca asciutta per l’Italia che sperava nella nomination del bellissimo Vermiglio di Maura Delpero nella categoria Miglior film Internazionale, in cui comunque spiccano non solo Emilia Pérez, ma anche Io sono ancora qui, entrambi presenti anche nella categoria di Miglior Film.

Tutte le nomination agli Oscar 2025

Miglior Film

Anora
The Brutalist
A Complete Unknown
Conclave
Dune: Parte Due
Emilia Pérez
Io sono ancora qui
Nickel Boys
The Substance
Wicked

Migliore attore protagonista

Adrien Brody – The Brutalist
Timothée Chalamet – A Complete Unknown
Colman Domingo – Sing Sing
Ralph Fiennes – Conclave
Sebastian Stan – The Apprentice

Migliore attrice protagonista

Cynthia Erivo – Wicked
Karla Sofia Gascon – Emilia Pérez
Mikey Madison – Anora
Demi Moore – The Substance
Fernanda Torres – Io sono ancora qui

Migliore attore non protagonista

Yura Borisov – Anora

Kieran Culkin – A real pain
Edward Norton – A Complete Unknown
Guy Pearce – The Brutalist
Jeremy Strong – The Apprentice

Migliore attrice non protagonista

Monica Barbaro – A Complete Unknown
Ariana Grande – Wicked
Felicity Jones – The Brutalist
Isabella Rossellini – Conclave
Zoe Saldana – Emilia Pérez

Migliore Regia

Sean Baker – Anora

Brady Corbet – The Brutalist
James Mangold – A Complete Unknown
Jacque Audiard – Emilia Pérez
Coralie Fargeat – The Substance

Migliore sceneggiatura adattata (Adapted Screenplay)

A Complete Unknown
Conclave
Emilia Pérez
Nickel Boys
Sing Sing

Migliore sceneggiatura (Original Screenplay)

Anora
The Brutalist
A real pain
September 5
The Substance

Miglior Film Internazionale

Io sono ancora qui
The Girl with The Needle
Emilia Pérez
Il Seme del Fico Sacro
Flow

Miglior Film d’Animazione 

Flow
Inside Out 2
Memoir of a Snail
Wallace e Gromit – Le piume della vendetta
Il Robot Selvaggio

Miglior Montaggio

Anora
The Brutalist
Conclave
Emilia Pérez
Wicked

Migliore Fotografia 

The Brutalist
Dune: Parte Due
Emilia Pérez
Maria
Nosferatu

Miglior Scenografia

The Brutalist
Conclave
Dune: Parte Due
Nosferatu
Wicked

Migliori costumi

A Complete Unknown
Conclave
Il Gladiatore 2
Nosferatu
Wicked

Migliore Colonna Sonora

The Brutalist
Conclave
Emilia Pérez
Wicked
Il Robot Selvaggio

Miglior Canzone Originale

El Mal, Emilia Pérez
The Journey, The Six Triple Eight
Like A Bird, Sing Sing
Mi Camino, Emilia Pérez
Never Too Late, Elton John: Never Too Late

Miglior Trucco e Parrucco

A Different Man
Emilia Pérez
Nosferatu
The Substance
Wicked

Miglior Suono

A Complete Unknown
Dune: Parte Due
Emilia Pérez
Wicked
Il Robot Selvaggio

Migliori Effetti Visivi

Alien: Romulus
Better Man
Dune: Parte Due
Il Regno del Pianeta delle Scimmie
Wicked

Miglior Documentario 

Black Box Diaries
No Other Land
Porcelain War
Soundtrack to a Coup d’Etat
Sugarcane

Miglior Cortometraggio

A Lien
Anuja
I’m Not a Robot
The Last Ranger
The Man Who Would Not Remain Silent

Miglior Cortometraggio Animato

Beautiful Men
In the Shadow of the Cypress
Magic Candies
Wander to Wonder
Yuck!

Miglior Corto Documentario

Death By Numbers
I Am Ready, Warden
Incident
Instruments of a Beating Heart
The Only Girl in the Orchestra

La cerimonia degli Oscar 2025 si svolgerà nella notte tra il 2 e il 3 marzo, la cerimonia sarà condotta da Conan O’Brien.

Noi e Loro: trailer del film con Vincent Lindon

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Noi e Loro: trailer del film con Vincent Lindon

I Wonder Pictures e Unipol Biografilm Collection sono lieti di diffondere il trailer italiano di Noi e Loro (titolo originale: Jouer avec le feu, The Quiet Son titolo internazionale), il nuovo film delle acclamate registe Muriel e Delphine Coulin, nelle sale italiane dal 27 febbraio e presentato in anteprima mondiale alla 81. Mostra del Cinema di Venezia, e premiato con la Coppa Volpi per la migliore interpretazione maschile al protagonista Vincent Lindon. Tra l’8 e l’11 febbraio gli attori protagonisti faranno un tour delle sale italiane che toccherà le città di Firenze, Milano e Bologna.

Dramma familiare di grande impatto emotivo e di stringente attualità, NOI E LORO vede il veterano Lindon affiancato da due giovani promesse della nuova generazione del cinema francese, Benjamin Voisin (Estate ’85, Illusioni Perdute) e Stefan Crepon (Peter von Kant, Lupin). Lindon interpreta Pierre, un padre vedovo che alleva da solo i suoi due figli (Voisin e Crepon). Mentre il più giovane avanza serenamente nella vita e si prepara a trasferirsi a Parigi per frequentare l’università, il maggiore si avvicina a movimenti estremisti, violenti e razzisti. Pierre assiste impotente alla pericolosa piega che sta prendendo la vita del figlio, tentando con grande difficoltà di gestire il rapporto con lui e a creare un vero dialogo e confronto all’interno della famiglia.

Sempre a Venezia, oltre alla Coppa Volpi, Noi e Loro si è aggiudicato uno dei premi collaterali più importanti, il Leoncino d’oro, premio istituito da Agiscuola, la cui giuria è composta da giovani da tutta Italia.

Lunedì 10 febbraio Università IULM Milano attribuirà il “MASTER HONORIS CAUSA IN ARTI DEL RACCONTO” a Vincent Lindon, che sarà in Italia per la promozione e l’uscita del film. Noi e Loro di Muriel e Delphine Coulin è ispirato al pluripremiato romanzo “Quello che serve di notte” di Laurent Petitmangin, edito in Italia da Mondadori.

La trama di Noi e Loro

Pierre, padre single e strenuo lavoratore, cresce da solo i suoi due figli. Ma mentre Louis, il più giovane, avanza facilmente nella vita, Fus, il maggiore, cerca a fatica il suo posto in un mondo che sembra volerlo rifiutare e si avvicina a movimenti violenti e razzisti, agli antipodi dei valori paterni, con conseguenze dirompenti.

Le acclamate registe Delphine e Muriel Coulin dirigono con affetto e precisione un dramma familiare intenso, attuale e coinvolgente, un film d’attori e di emozioni capace di parlare a più generazioni con un monumentale Vincent Lindon (Coppa Volpi a Venezia 81) e il talento fresco e versatile di Stefan Crepon (Peter von Kant) e Benjamin Voisin (Illusioni perdute).

La Ruota del Tempo: svelate le immagini della terza stagione della serie fantasy

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Prime Video ha svelato le prime dieci immagini della terza stagione de La Ruota del Tempo, che debutterà in tutto il mondo a partire dal 13 marzo 2025. La Ruota del Tempo è una co-produzione Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios ed è basata sull’omonima serie bestseller di libri fantasy di Robert Jordan. In La Ruota del Tempo, un umile ragazzo di campagna, Rand al’Thor, scopre di essere il Drago Rinato, una pericolosa figura della storia destinata a salvare il mondo… o a distruggerlo. La Ruota del Tempo continua a girare e l’Ultima Battaglia si avvicina.

Cosa succederà in La Ruota del Tempo – stagione 3?

Dopo aver sconfitto Ishamael alla fine della seconda stagione, Rand al’Thor ritrova i suoi amici a Falme e viene proclamato Drago Rinato. Ma nella terza stagione, le minacce contro la Luce si moltiplicano: la Torre Bianca è lacerata da conflitti interni, i seguaci dell’Aja Nera sono a piede libero, vecchi nemici tornano ai Fiumi Gemelli e i Reietti rimasti sono all’inseguimento del Drago… inclusa Lanfear, la cui relazione con Rand comporterà per entrambi il dover fare una scelta cruciale tra Luce e Oscurità. Mentre i legami con il passato iniziano a sciogliersi e il suo potere corrotto comincia a rafforzarsi, Rand diventa sempre più irriconoscibile, anche per Moiraine ed Egwene, le sue più strette alleate. Queste donne potenti, che all’inizio della serie erano maestra e allieva, devono ora lavorare insieme per impedire che il Drago passi all’Oscurità… a qualunque costo.

La serie La Ruota del Tempo su Prime Video si è confermata un monumentale successo per il servizio streaming. Basata sull’amata serie di libri fantasy di Robert Jordan, lo show racconta una storia di magia, destino e avventura che ha catturato l’immaginazione dei fan di tutto il mondo. Al momento dell’uscita, nel 2021, la prima stagione era stata il più grande debutto di una serie Original nella storia di Prime Video, con risultati straordinari sia nel numero di abbonati raggiunti che di nuovi iscritti. Continua a rimanere tra i primi tre migliori debutti di sempre di una serie su Prime Video, dopo Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere e Fallout. Complessivamente, ha raggiunto oltre 100 milioni di spettatori in tutto il mondo. Inoltre, sia la prima che la seconda stagione sono Certified Fresh su Rotten Tomatoes, a ulteriore conferma del successo di critica della serie. La Ruota del Tempo è la pietra miliare delle produzioni fantasy di successo e di alta qualità di Amazon MGM Studios e, insieme, queste serie sottolineano il primato degli Studios nell’offrire una narrazione di alto livello a un pubblico globale.

Nel cast de La Ruota del Tempo figurano Rosamund Pike (Saltburn, Gone Girl – L’amore bugiardo) nel ruolo di Moiraine Damodred, Daniel Henney (Criminal Minds) in quello di al’Lan Mandragoran, Josha Stradowski (Gran Turismo) nei panni di Rand al’Thor, Zoë Robins (Power Rangers Ninja Steel) come Nynaeve al’Meara, Madeleine Madden (Dora e la città perduta) nel ruolo di Egwene al’Vere, Marcus Rutherford (Obey) come Perrin Aybara, Dónal Finn (SAS: Rogue Heroes) nella parte di Mat Cauthon, Ceara Coveney (Il giovane Wallander) in quella di Elayne Trakand, Kate Fleetwood (Harlots) come Leandrin Guirale, Natasha O’Keeffe (Peaky Blinders) nel ruolo di Lanfear, Ayoola Smart (Killing Eve) come Aviendha, Kae Alexander (Il Trono di Spade) come Min Farshaw, Sophie Okenedo (Hotel Rwanda, Slow Horses) come Siuan Sanche e Shohreh Aghdashloo (Casa Saddam, The Penguin) nel ruolo di Elaida do Avriny a’Roihan.

La Ruota del Tempo è stata adattata a serie tv dall’executive producer e showrunner Rafe Judkins (Agents of S.H.I.E.L.D., Hemlock Grove). Rick Selvage e Larry Mondragon di iwot productions (Winter Dragon), Ted Field di Radar Pictures (Jumanji: The Next Level, Winter Dragon), Mike Weber (Jumanji: The Next Level, Beirut), Marigo Kehoe (Outlander, The Crown), Ciaran Donnelly (Kin), Justine Juel Gillmer (Harry Haft: Storia di un sopravvissuto, Halo), Dave Hill (Il Trono di Spade) e Rosamund Pike (Saltburn, Gone Girl – L’amore bugiardo) sono executive producer della serie. La Ruota del Tempo è una co-produzione Sony Pictures Television e Amazon MGM Studios.

Tutti gli episodi delle prime due Stagioni de La Ruota del Tempo sono disponibili su Prime Video.

The Night Agent 2: recensione della serie Netflix

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The Night Agent 2: recensione della serie Netflix

Dopo il successo stellare della prima stagione, che l’ha resa una delle 10 serie TV più viste di sempre su Netflix, era inevitabile che la seconda stagione di The Night Agent ricevesse il via libera. La serie, basata sul romanzo omonimo di Matthew Quirk, ha conquistato il pubblico grazie alla sua narrazione senza fronzoli, ai colpi di scena mozzafiato e a un protagonista moralmente incrollabile. La nuova stagione espande il conflitto su scala globale, con nuove sottotrame e volti interessanti.

La trama di The Night Agent 2

Ambientata dieci mesi dopo gli eventi della prima stagione, la storia riprende con Peter Sutherland (Gabriel Basso) nel suo primo incarico ufficiale come agente di Night Action a Bangkok. La missione, volta a recuperare informazioni cruciali da un potenziale informatore dell’FBI, prende una piega drammatica quando le informazioni trapelano e Peter è costretto a sparire dalla circolazione. Nel frattempo, Rose Larkin (Luciane Buchanan), l’ex CEO della tecnologia e suo interesse amoroso, riceve una misteriosa chiamata che la spinge a rintracciarlo. Il loro riavvicinamento dà il via a una nuova indagine che li porterà da New York a scenari internazionali, svelando una cospirazione più ampia e intricata.

The Night Agent
Cr. Dan Power/Netflix © 2023

Una tensione costante e nuovi volti

Uno degli elementi di forza della serie rimane la sua tensione costante. Le scene di azione, tra inseguimenti nei vicoli e scontri corpo a corpo, sono il punto forte dello show, e mantengono lo spettatore con il fiato sospeso. La seconda stagione introduce un cast di nuovi personaggi, tra cui Catherine Weaver (Amanda Warren), una veterana di Night Action con legami personali con il passato di Peter, e Sami (Marwan Kenzari), un ex soldato multilingue il cui fascino potrebbe facilmente sostenere uno spin-off tutto suo. A questi si aggiunge Noor (Arienne Mandi), un’impiegata della missione iraniana presso le Nazioni Unite, che rischia la sua vita per ottenere protezione per la sua famiglia.

Se da un lato The Night Agent 2 si rifiuta di cedere alle mode di spettacolarizzazione tipiche di altri show di spionaggio come 007 o Reacher, dall’altro rimane fedele al suo approccio pragmatico. La storia d’amore tra Peter e Rose resta esitante e casta, lontana dagli standard audaci delle serie contemporanee, ma funziona grazie alla loro chimica e alla dinamica di crescita condivisa.

Tuttavia, questo secondo ciclo non è privo di difetti. Mentre la prima stagione si concentrava su un complotto interno a Washington, la nuova trama introduce una minaccia terroristica internazionale che coinvolge criminali di guerra europei e agenti iraniani. Questo cambio di prospettiva, sebbene intrigante, non sempre riesce a mantenere lo stesso livello di urgenza della stagione precedente. La narrazione si svolge prevalentemente a New York City, dando alla vicenda un senso di ripetitività che talvolta smorza il livello di intrigo. La sensazione di un conflitto globale non emerge pienamente fino agli episodi finali, lasciando lo spettatore con la percezione di una portata narrativa più limitata rispetto alle aspettative iniziali.

The Night Agent Peter e RoseThe Night Agent 2 è pura adrenalina

Nonostante ciò, lo show riesce comunque a offrire momenti di pura adrenalina. Un episodio in cui Peter e Rose si infiltrano in un evento diplomatico all’ambasciata iraniana è particolarmente teso, con una costruzione della suspense che ricorda i migliori momenti di Homeland. Inoltre, le sottotrame personali aggiungono un ulteriore livello di coinvolgimento emotivo, con Noor che cerca disperatamente di proteggere la sua famiglia mentre affronta la minaccia di superiori paranoici e spietati.

Se la seconda stagione non riesce a raggiungere le vette della prima in termini di complessità della cospirazione, riesce comunque a mantenere il pubblico incollato allo schermo grazie a una formula collaudata: eroi simpatici, cattivi ben delineati e una serie di pericoli crescenti. Anche gli antagonisti, questa volta, ricevono più spazio, offrendo una visione più sfumata dei loro motivi e aumentando la tensione complessiva della storia.

The Night Agent 2 non vincerà premi per l’originalità, ma continua a essere un thriller di spionaggio robusto e avvincente, capace di offrire intrattenimento di qualità. Se sei alla ricerca di un thriller cospirazionista senza troppi fronzoli ma ricco di azione, colpi di scena e personaggi ben sviluppati, questa stagione non deluderà. Non ci resta che aspettare la terza stagione per scoprire cosa riserverà il futuro a Peter e Rose

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