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Steve McQueen: 10 cose che non sai sull’attore

Steve McQueen è uno di quegli attori che ha fatto la storia del cinema con le sue interpretazioni ed è diventato una figura iconica, nel corso del tempo, grazie anche alla sua vita definita spericolata. L’attore ha lavorato sodo per tutta la sua carriera e il pubblico lo ha sempre amato, anche e forse soprattutto dopo la sua morte, proprio per quel sentimento di libertà che esprimeva.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Steve McQueen.

Steve McQueen: i suoi film

1.Ha recitato in celebri film. Il primo vero ruolo al cinema dell’attore si ha in Autopsia di un gangster (1958). Da quel momento recita in Fluido mortale (1958), Sacro e profano (1959), I magnifici sette (1960), L’inferno è per gli eroi (1962), L’inferno è per gli eroi (1962) e La grande fuga (1963). In seguito, lavora in Strano incontro (1963), Cincinnati Kid (1965), Quelli della San Pablo (1966), Il caso Thomas Crown (1968), Bullit (1968) e Le 24 ore di Le Mans (1971). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Papillon (1973), L’inferno di cristallo (1974), Il nemico del popolo (1978), Tom Horn (1980) e Il cacciatore di taglie (1980).

2. È stato anche produttore. L’attore, nel corso della carriera, non ha svolto solo l’attività di attore ma ha sperimentato molto volte anche quella di produttore. Nella fattispecie, McQueen ha lavorato alla produzione dei film Nevada Smith (1966 – non accreditato), Il rally dei campioni (1971), Un nemico del popolo (1978) e Tom Horn.

steve mcqueen

Steve McQueen: chi era sua moglie

3. Si è sposato tre volte. L’attore si è sposato per la prima volta nel 1956, a ventisei anni, con la collega Neile Adams, da cui ha avuto i figli Terry Chad. I due hanno poi divorziato nel 1972. Dopo circa un anno dalla separazione, McQueen si è risposato con un’altra collega, Ali MacGraw, dando vita ad una relazione turbolenta che ha portato al divorzio nel 1978, dopo qualche anno di matrimonio. In seguito, si sposato per la terza ed ultima volta, dieci mesi prima di morire, con la modella Barbara Minty. Tra i vari flirt a lui attribuiti, ci sarebbero quelli con le attrici Lauren Hutton e Barbara Leigh.

Steve McQueen e Barbour

4. Ha ispirato una collezione di giacche. Come noto ai suoi fan, McQueen indossava un abito in cotone cerato Barbour International durante le corse, e quel look iconico ha oggi contribuito a ispirare una nuova linea di giacche, t-shirt e bottoni. La The Steve McQueen Collection è dunque dedicata all’attore e alla sua capacità di rendere iconico tutto ciò che indossava.

Steve McQueen e Persol

5. Occhiali che hanno fatto la storia. Di fatto, Steve McQueen è diventato il volto del marchio Persol. La sua prima apparizione con quelli che sono poi diventati i Persol 714 Steve McQueen, è avvenuta nel 1968, quando l’attore arrivò sul set de Il caso Thomas Crown. Da quel momento quel particolare modello di occhiali è diventato un vero e proprio classico, tanto da essere popolarissimi ancora oggi, sempre legati all’immagine di McQueen.

Steve McQueen: la sua morte

6. È morto a soli 50 anni. L’attore, nel 1979, scoprì di essersi ammalato di tumore alla pleura. Da questo cancro l’attore non è mai riuscito a guarire, tanto da morire in una clinica messicana il 7 novembre del 1980, accanto all’ultima moglie e all’istruttore di volo e amico Sammy Mason. Ventiquattro ore prima gli era stata rimossa chirurgicamente una grossa massa metastatica all’addome. Fu cremato e le ceneri furono disperse nell’oceano Pacifico.

7. Si è esposto per molto tempo all’amianto. Con molta probabilità, a causare il formarsi del tumore è stata la continua esposizione di McQueen all’amianto. Questo materiale era infatti spesso impiegato negli ambienti frequentati da McQueen durante la sua vita (navi, studi cinematografici, ambienti motoristici), ma sembrerebbe essere stato presente anche nelle stesse tute da pilota usate da McQueen durante le sue corse.

Steve McQueen Barbour

Steve McQueen era un pilota

 

8. Un passione esagerata per le corse. Oltre che essere conosciuto per il suo talento recitativo, l’attore è diventato un’icona anche per il fatto di essere un gran amatore della gare automobilistiche, tanto da partecipare in prima persona a diverse competizioni. Tra le più famose ci sono quelle delle 12 ore di Sebring e Le 24 di Le Mans.

9. Una vita spericolata. Spesso è così che viene definita la vita dell’attore e non solo in merito al suo carattere turbolento, ma anche in riferimento al fatto che è stato molte volte stuntman di se stesso. Egli, infatti, preferiva fare a meno delle controfigure, e ciò è avvenuto per molti film come Bullitt e La grande fuga.

Steve McQueen: età e altezza

10. Steve McQueen nacque il 24 marzo del 1930 a Beech Grove, nell’Indiana. La sua altezza complessiva consisteva in 177 centimetri.

Fonti: IMDb, Daily Mail, Persol, Barbour

Jeff Bridges: 10 cose che non sai sull’attore

Jeff Bridges è uno di quegli attori che è diventato leggenda e che ha letteralmente fatto la storia del cinema grazie al suo talento e alle sue capacità. L’attore ha sempre lavorato duro per realizzare una carriera solida e concreta senza dipendere da questioni di discendenza (la sua è una famiglia di attori, il padre era il celebre Lloyd Bridges) e sapendo scegliere ruoli iconici ed indimenticabili.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Jeff Bridges.

Jeff Bridges: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attore è iniziata nel 1951, con il debutto non accreditato in N. N. vigilata speciale. Ottiene poi dei primi successi con i film L’ultimo spettacolo (1971), Una calibro 20 per lo specialista (1974), King Kong (1976), I cancelli del cielo (1980), Tron (1982), Starman (1984), Il mattino dopo (1986), Tucker – Un uomo e il suo sogno (1988) e La leggenda del re pescatore (1991). Altri celebri film in cui ha recitato sono Il grande Lebowski (1998), The Contender (2000), Scene da un crimine (2001), La banda del porno (2005), Iron Man (2008) e L’uomo che fissa le capre (2009) e Crazy Heart (2009). Tra i suoi ultimi lavori si citano invece Il Grinta (2010), Tron: Legacy (2010), R.I.P.D. – Poliziotti dall’aldilà (2013), Il settimo figlio (2014), Hell or High Water (2016), Kingsman: Il cerchio d’oro (2017), Fire Squad – Incubo di fuoco (2017) e 7 sconosciuti a El Royale (2018).

2. È anche doppiatore e produttore. L’attore ha svolto l’attività di doppiatore, prestando la propria voce per i film L’ultimo unicorno (1982), Lost in la Mancha (2002), Surf’s Up – I re delle onde (2007) e Il piccolo principe (2015). In quanto produttore, Bridges ha invece lavorato alla realizzazione dei film American Heart (1992), L’orgoglio di un padre (1996), Crazy Heart, The Giver – Il mondo di Jonas (2014), The Only Living Boy in New York (2017) e Living in the Future’s Past (2018).

jeff bridges

Jeff Bridges: chi è sua moglie

3. È sposato da molti anni. L’attore americano ha conosciuto la moglie, Susan Geston, mentre lui stava girando il film Scandalo al Ranch e lei lavorava come cameriera nel ranch  in cui hanno girato il film. I due si sono dunque incontrati per caso per poi sposarsi nel 1977 e non lasciarsi più. Dall’unione con la moglie Susan, sono nate tre figlie: Isabelle Annie, nata nel 1981, Jessica Lily “Jessie”, nata nel 1983, e Hayley Roselouise, nata nel 1985.

Jeff Bridges e il tumore

4. Ha lottato contro un brutto male. Nell’ottobre 2020 l’attore ha rivelato tramite i suoi account social che gli era stato diagnosticato un linfoma, un cancro del sistema linfatico, e che aveva iniziato i trattamenti necessari. A distanza di circa un anno, Bridges ha poi informato che il male era in remissione e che si sentiva quasi pronto per tornare a recitare. Il processo di guarigione è in realtà stato ulteriormente complicato dal Covid, contratto negli ultimi mesi. L’attore ha poi specificato di aver trascorso cinque settimane in ospedale, e ora che ha finalmente ricevuto due dosi di vaccino si sente più tranquillo e in forma che mai.

Jeff Bridges e Clint Eastwood

5. Ha recitato con il celebre attore e regista. Nel 1974 Bridges ha avuto occasione di dividere la scena con Clint Eastwood nel film Una calibro 20 per lo specialista, opera prima di Michael Cimino, regista noto per Il cacciatore e I cancelli del cielo. Eastwood e Bridges interpretano rispettivamente Artigliere, un rapinatore di banche reduce della Guerra di Corea, e Caribù, un giovane ladro di auto. Insieme punteranno a recuperare un ricco bottino nascosto in un luogo segreto. Ancora oggi questo film è l’unico lavoro svolto insieme dai due attori.

Jeff Bridges in Iron Man

6. Si sentiva a disagio. L’attore ha dichiarato di non essersi sentito a proprio agio nel non avere una sceneggiatura o nel non fare delle prove, anche perché di solito è molto preparato e conosce a memoria tutte le sue battute. Rendendosi conto che era in un film da duecento milioni di dollari, ha cercato di eliminare la pressione che c’era su di lui, rendendo il tutto divertente.

7. Ha letto alcuni fumetti. Per prepararsi al ruolo di Obadiah Stane, il villain del film, l’attore ha letto diversi fumetti di Iron Man che hanno caratterizzato il suo personaggio. Inoltre, si è fatto crescere la barba e ha rasato la testa, cosa che ha detto di aver sempre voluto fare. Il suo look inedito ha infatti sorpreso in molti, che quasi stentavano a riconoscerlo.

jeff bridges

Jeff Bridges in Il grande Lebowski

8. Chiedeva sempre informazioni ai Coen. Prima di filmare una scena, l’attore chiedeva spesso ai fratelli Coen se “Drugo ne ha bruciato uno sulla strada?”. Se rispondevano in maniera affermativa, allora lui si strofinava gli occhi con le nocche delle mani prima di fare una ripresa, per far apparire i suoi occhi iniettati di sangue.

9. Pensava che la sceneggiatura sarebbe stata riscritta. Dopo essere stato scritturato nel film, l’attore, non estraneo a lavorare a film che avrebbero avuto costanti riscritture di sceneggiature, ha chiamato John Goodman a chiedere quando avrebbero ottenuto le sceneggiature riscritte. Il collega, collaboratore di lunga data dei Coen, ha detto all’attore che questo film era territorio dei Doen e che loro non hanno riscritto il loro materiale.

Jeff Bridges: età e altezza

10. Jeff Bridges è nato il 4 dicembre del 1949 a Los Angeles, in California. La sua altezza complessiva corrisponde a 187 centimetri.

Fonti: IMDb

Steven Soderbergh ammette che i Cinecomics non fanno per lui: “Non fanno sesso!”

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Un altro grande nome trai registi di Hollywood ammette di non sentirsi a proprio agio con i Cinecomics, questa volta tocca a Steven Soderbergh, regista premio Oscar per Traffich e prolifico autore contemporaneo. In una lunga intervista a thedailybeas il regista ha affrontato la questione incalzato sul tema di dirigere un film sui supereroi e sul suo modo di appassionarsi ai personaggi e al modo nel quale ama raccontarli. L’occasione è stata l’uscita imminente del suo ultimo film Kimi, una sorta di variazione del 21° secolo su La finestra sul cortile – via- Panic Room – via – The Parallax View.

Non proprio, e non sono uno snob; non è che mi senta in qualche modo di livello superiore. Diventa davvero l’universo che occupi come narratore. Sono semplicemente troppo legato alla terra per liberarmi davvero in un universo in cui la fisica newtoniana non esiste [ride]. Ho solo una mancanza di immaginazione al riguardo, motivo per cui l’unica incursione che ho avuto nella pura fantascienza [Solaris del 2002] era essenzialmente un film drammatico ambientato su un’astronave. Inoltre, per me è difficile comprendere questo mondo e non riuscirei a scrivere o supervisionare la scrittura della storia e dei personaggi, a parte il fatto che posso piegare il tempo e sfidare la gravità e sparare raggi dalle mie dita, ma perché non si Scopa? Nessuno scopa! Ad esempio, non so come dire alle persone come comportarsi in un mondo in cui non è una cosa che accade. L’universo fantasy, a quanto so, tipicamente non prevede molto sesso. Questo senza contare altre cose come: chi paga questa gente? Per chi lavorano? Come hanno ottenuto il lavoro? Se le persone vogliono andare a sperimentare quell’universo, va bene. Come regista, non so proprio da dove cominciare.

Aquaman e il Regno Perduto: Patrick Wilson rivela stuzzicanti dichiarazioni sul ruolo del sequel nel DC Universe

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Mentre cresce l’attesa per l’arrivo dell’annunciato sequel Aquaman e il Regno Perduto, oggi una delle star Patrick Wilson ha parlato del film rivelando stuzzicanti dichiarazioni sul ruolo del film nel DC Extended Universe. Aquaman è stato uno dei film di maggior successo del DC Extended Universe con recensioni per lo più positive (detiene il 65% su Rotten Tomatoes) e un enorme incasso al botteghino mondiale di 1,148 miliardi di dollari. Non sorprende, quindi, che il regista James Wan sia stato arruolato per continuare a raccontare la storia di Arthur Curry nell’imminente Aquaman e il Regno Perduto.  Oggi la star Patrick Wilson (Orm/Ocean Master) ha condiviso alcuni allettanti dettagli sul film mentre promuoveva Moonfall di Roland Emmerich.

Parlando del successo ha ammesso: Sì, l’abbiamo fatto. Ora ne faremo di più. Penso che abbiamo trovato la nostra nicchia. Penso che la DC abbia trovato il suo modo per capire dove può adattarsi ogni film, anche in un Multiverso, che ora è così abusato , come termine.” “Chiaramente il film è andato al di là di una fascia demografica di fan perché ha fatto qualsiasi cosa; un miliardi di dollari, giusto? Quindi questo ti offre la libertà di dire ‘Sai una cosa? Rendiamolo divertente. Rendiamolo divertente… Spingiamo tutti i combattimenti e le acrobazie. Abbiamo usato tecniche folli tra noi e The Flash che non sono mai state utilizzate prima.”

È interessante notare che Wilson parlia sia Aquaman che il regno perduto che di The Flash come dotati di “tecniche folli” che non abbiamo mai visto sullo schermo, e non possiamo fare a meno di chiederci se ha passato un po’ di tempo sul set di quel film. Per quanto riguarda ciò che i fan possono aspettarsi dal film, ha aggiunto: “Ovviamente non ci entrerò. Ma a James piace scegliere dalla sua mente e dai suoi fumetti e da come inseriamo determinati elementi”.

Tutto quello che c’è da sapere su Aquaman and the Lost Kingdom

Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni dell’eroe in Aquaman and the Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel, diretto ancora una volta da James Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno anche Patrick Wilson nei panni di Ocean Master, Amber Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il padre di Mera, e ancora Yahya Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta, che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo film.

David Leslie Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di Wanscriverà la sceneggiatura del film, mentre il regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre 2022.

The Batman: il banner IMAX criptico concede il pass alla “Fan First Premiere”

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IMAX ha appena lanciato un nuovo banner per The Batman e vale la pena dare un’occhiata più da vicino per coloro che vivono negli USA per questo incredibile pezzo d’arte per l’adattamento DC Comics. Come dovresti vedere, c’è un URL – bit.ly/34aK21k – che reindirizza i fan a un sito Web dove possono fare domanda per vedere il film in anticipo.

Queste “Fan First Premiere” sono ospitate da IMAX e si svolgeranno nelle principali città del Nord America il 1 marzo. Ciò significa poter vedere il film con qualche giorno di anticipo e, anche se noi in Italia non possiamo partecipare  è interessante quanto la Warner Bros abbia fiducia nel film tanto da concedere una proiezione in anticipo da tutti coloro che saranno più intrepidi.

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Spider-Man: No Way Home, diffusi affascinanti concept art sulla battaglia con Doctor Strange

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Sono stati diffusi nuovi concept art inediti di Spider-Man: No Way Home che ci mostrano ancora una volta il grande lavoro visuale dietro al film. Questa volta al centro della narrazione c’è la battaglia wall-crawler e la straordinaria sequenza ambientata nella Mirror Dimension nel quale Spidey è riuscito a superare in astuzia l’ex Stregone Supremo. Framestore ha condiviso alcuni nuovi concept art dei trequel che mostrano alcuni dei loro contributi alla scena. Vediamo anche una serie di versioni diverse di “Ancient Artefact” di Strange.

“In realtà dovevamo pensare a come risolvere quella cosa mentre lavoravamo sul suo aspetto”, spiega Framestore su ArtStation . “Una vera sfida, molte persone coinvolte qui non posso menzionarle tutte, ma un lavoro davvero pazzesco per tutti, posso dirvi che questa cosa creata per davvero funzionerebbe totalmente… con l’aiuto di Strange.”

È sempre interessante dare uno sguardo dietro le quinte alla creazione di una sequenza come questa, e dovrebbe essere molto divertente rivisitarla e trovare eventuali Easter Egg quando il film arriverà su Digital/Blu-ray. Alcuni concept art rilasciati di recente hanno effettivamente mostrato una serie di momenti che non sono arrivati ​​al montaggio finale e speriamo di continuare a vedere di più dal film nei prossimi mesi. Dai un’occhiata a questo fantastico concept art di Spider-Man: No Way Home qui sotto:

Spider-Man: No Way Home, leggi la recensione

Spider-Man: No Way Home è uscito in sala il 15 dicembre. Nel film tornano Tom HollandZendaya, Jacob Batalon, Tony Revolori Marisa Tomei. Inoltre, nel film ci sono anche Benedict Cumberbatch nei panni di Doctor Strange, che poi vedremo in Doctor Strange in the Multiverse of Madness, diretto da Sam RaimiJamie Foxx che veste i panni di Electro, come in The Amazing Spider-Man 2, Willem Dafoe nei panni di Norman Osborne/Green Goblin e infine Alfred Molina, di nuovo Doctor Octopus di Spiderman 2. Nel film, accanto a Tom Holland, tornano a interpretare Peter Parker/Spider-Man anche Tobey Maguire e Andrew Garfield.

Spider-Man: No Way Home è diretto da Jon Watts (già regista di Homecoming e Far From Home) e prodotto da Kevin Feige per i Marvel Studios e da Amy Pascal per la Pascal Production.

Euphoria 2×06: promo e trama dall’episodio

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Il canale americano HBO ha diffuso promo e trama di Euphoria 2×06, il sesto episodio della seconda stagione di Euphoria.

Euphoria 2×06

Dopo essere stato lasciato da Jules alla stazione dei treni e ricaduta, il primo episodio speciale segue Rue (interpretata dalla vincitrice dell’Emmy Zendaya) mentre celebra il Natale. Scritto e diretto dal creatore della serie Sam Levinson, l’episodio, intitolato “Trouble Don’t Last Always”, è interpretato anche da Colman Domingo, che è apparso nella prima stagione. Il titolo e la data del secondo episodio sono in arrivo. Entrambi gli episodi speciali sono stati prodotti sotto Linee guida COVID-19.

Euphoria ha ricevuto tre Primetime Emmy quest’anno, tra cui Miglior attrice protagonista in una serie drammatica (Zendaya), Miglior trucco contemporaneo (non protesico) e Musica e testi originali eccezionali.

Euphoria è stato creato e scritto da Sam Levinson, che è anche produttore esecutivo; i produttori esecutivi Ravi Nandan, Kevin Turen, Drake, Future the Prince, Hadas Mozes Lichtenstein, Ron Leshem, Daphna Levin, Tmira Yardeni, Mirit Toovi, Yoram Mokady e Gary Lennon; Will Greenfield è co-produttore esecutivo. Prodotto in collaborazione con A24 e basato sull’omonima serie israeliana, creata da Ron Leshem e Daphna Levin, di HOT.

Shining Girls: la nuova serie thriller Apple TV+

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Apple TV+ ha rilasciato  il trailer dell’attesissima serie Shining Girls, interpretata e prodotta dalla vincitrice dell’ Emmy Elisabeth Moss . Il thriller metafisico farà il suo debutto mondiale il 29 aprile con i primi tre episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì. Ideata da MRC Television, la serie è prodotta anche da Appian Way e adattata per la televisione dalla showrunner Silka Luisa, con la vincitrice dell’Emmy Award Michelle MacLaren che dirige i primi due episodi.

Basata sul romanzo bestseller di Lauren Beukes, “Shining Girls” segue le vicende di Kirby Mazrachi (Elisabeth Moss), un’archivista di un giornale di Chicago le cui ambizioni giornalistiche si sono interrotte a seguito di una traumatica aggressione subita. Quando Kirby scopre che un recente omicidio rispecchia le dinamiche del suo caso, collabora con il giornalista, esperto ma travagliato, Dan Velazquez (Wagner Moura) per scoprire l’identità del suo aggressore. Più si rende conto che questi cold case sono indissolubilmente legati tra loro, più i traumi personali e la realtà offuscata di Kirby consentono al suo aggressore di rimanere sempre un passo avanti alle indagini. Al fianco di Elisabeth Moss e Wagner Moura, nel cast dell’avvincente thriller troviamo Phillipa Soo, Amy Brenneman e Jamie Bell.

Shining Girls è adattato per la televisione e prodotto da Silka Luisa, che è anche showrunner. Elisabeth Moss , che troviamo anche alla regia, è produttrice esecutiva attraverso Love e Squalor Pictures, insieme a Lindsey McManus. Leonardo DiCaprio, Jennifer Davisson e Michael Hampton sono i produttori esecutivi di Appian Way. Michelle MacLaren dirige la serie di cui è produttrice esecutiva insieme a Rebecca Hobbs per MacLaren Entertainment. A dirigere la serie Daina Reid che è produttrice esecutiva, come l’autrice Lauren Beukes e Alan Page Arriaga.

1883 1×05: anticipazioni dal quinto episodio

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La piattaforma americana Paramount+ dopo il quarto episodio ha diffuso le anticipazioni di 1883 1×05, il quinto episodio della nuova serie tv 1883, l’annunciato spin-off Yellowstone.

In 1883 1×04 che si intitolerà  “The Fangs of Freedom” Shea e Thomas affrontano le conseguenze dell’attraversamento del fiume, ma c’è poco tempo per piangere e non mancano le sfide future. Elsa ed Ennis condividono un momento romantico.

1883, la serie tv

1883 è la nuova serie tv prequel di Yellowstone creata e prodotta da Taylor Sheridan e basata sull’universo della famiglia Dutton, il cui ultimo erede è stato interpretato da Kevin Costner nella serie madre.

1883 segue la famiglia Dutton mentre intraprendono un viaggio a ovest attraverso le Grandi Pianure verso l’ultimo baluardo dell’America selvaggia. È una forte rivisitazione dell’espansione occidentale e un intenso studio di una famiglia in fuga dalla povertà per cercare un futuro migliore nella terra promessa dell’America: il Montana.

Nel cast di 1883 protagonisti saranno Sam Elliott interpreterà Shea Brennan, un cowboy bello e duro come le unghie con un’immensa tristezza nel suo passato. Ha il compito titanico di guidare un gruppo dal Texas al Montana, e non si lascia prendere dagli sciocchi. Tim McGraw e Faith Hill interpreteranno rispettivamente James e Margaret Dutton, il patriarca e la matriarca della famiglia Dutton. Altro cast sarà annunciato nelle prossime settimane.

Village Roadshow fa causa alla Warner Bros

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La Warner Bros, che è riuscita a eludere il contenzioso nel 2021 nonostante una grandinata di proteste per le tattiche aggressive del genitore WarnerMedia con il servizio di streaming HBO Max, è stata chiamata in causa da Village Roadshow.

L’entità di produzione e fornitore di lunga data dello Studio, ha citato in giudizio la WB nella Corte Superiore di Los Angeles oggi, accusandola di violazione del contratto. La denuncia di 50 pagine (che Deadline fornisce a questo link) non usa mezzi termini. Il testo distrugge “gli sforzi coordinati deliberati e coerenti di WB per sviscerare il valore significativo della proprietà intellettuale di Village Roadshow”.

In una dichiarazione, la Warner Bros ha risposto: “Questo è un tentativo frivolo da parte di Village Roadshow di evitare il loro impegno contrattuale a partecipare all’arbitrato che abbiamo avviato contro di loro la scorsa settimana. Non abbiamo dubbi che questo caso si risolverà a nostro favore”.

Al centro della denuncia c’è The Matrix Resurrections, la quarta puntata del franchise, che ha zoppicato sulla soglia dei 200 milioni di dollari al botteghino mondiale dopo la sua uscita a dicembre. Village Roadshow sostiene che WarnerMedia ha ostacolato le prospettive commerciali del film favorendo lo streaming.

Nel corso di una relazione di 25 anni con la Warner Bros, Village Roadshow ha pagato 4,5 miliardi di dollari per produrre e distribuire quasi 100 film, sostiene la causa. In quel quarto di secolo non c’è stato un groviglio legale precedente, un fatto descritto come “unico nel settore dello spettacolo”.

Non solo il franchise di Matrix ha generato circa 2 miliardi di dollari al botteghino, osserva la causa, ma anche altre proprietà di Village Roadshow hanno preso il volo finanziariamente dopo il successo delle corse cinematografiche. L’abito nomina Joker, la serie Ocean’s, Charlie e la Fabbrica di cioccolato e Edge of Tomorrow.

Con il box office che assume un valore secondario, data la prospettiva dello streaming, i partner di produzione sono lasciati indietro, secondo Village Roadshow. “In qualità di distributore e co-proprietario del copyright, WB ha il dovere fiduciario di rendere conto a Village Roadshow di tutti i guadagni derivanti dallo sfruttamento dei diritti d’autore dei film, non solo di quelli che non può nascondere”, afferma la causa.

La bordata di Village Roadshow arriva dopo un anno teso, poiché WarnerMedia ha pianificato una fusione da 43 miliardi di dollari con Discovery, un accordo che è ancora in sospeso.

Un altro partner di produzione chiave, Legendary Entertainment, ha inizialmente fatto rumore l’anno scorso in merito al destino di Dune e Godzilla vs. Kong, ma alla fine nessuno ha intentato un’azione legale, in parte perché la società ha speso nell’ordine di $ 200 milioni per compensare dozzine di partner per i mancati ricavi al botteghino.

La Disney, ovviamente, ha affrontato una situazione simile pubblica la scorsa estate con la causa intentatale da Scarlett Johansson, per l’uscita di Black Widow della Marvel. Il caso si è risolto settimane dopo, ma ha messo in luce le tensioni tra talent e distributori durante il boom dello streaming.

Con il Covid che ha alterato il panorama e chiuso i cinema per mesi nel 2020, le società di media già impegnate in una battaglia per colmare il divario con Netflix hanno fatto una serie di mosse drammatiche. Con HBO Max che ha avuto un inizio lento dopo il suo lancio nel maggio 2020 e l’ex dirigente Amazon e Hulu Jason Kilar ai controlli di WarnerMedia, la società stava cercando di cavalcare lo streaming. Mentre altre società procedevano caso per caso, la Warner Bros si è imbarcata in quello che internamente era noto come Project Popcorn. Senza alcun preavviso a nessuno dei suoi partner, lo studio ha pubblicato tutte le 17 uscite del 2021 su HBO Max nello stesso momento in cui sono arrivate nei cinema.

La mossa, svelata alla fine del 2020, è stata denunciata da registi come Christopher Nolan, capi delle principali agenzie e altri. Presto, però, il clamore si è placato e la società ha indicato che prenderà decisioni sulle singole pellicole, piuttosto che sull’intera lista, nel 2022.

La causa di Village Roadshow ha indicato Project Popcorn come un “piano clandestino per ridurre materialmente il botteghino e le entrate accessorie correlate generate dai film blockbuster”.

Maverick: trama, cast e curiosità sul film con Mel Gibson

Quello tra il regista Richard Donner e l’attore Mel Gibson è un sodalizio artistico che ha dato vita a film di grande successo, dalla saga di Arma letale al thriller Ipotesi di complotto. Tra questi, nel 1994, i due hanno realizzato anche Maverick, un’insolita commedia western che porta lo spettatore a confrontarsi con elementi di quel periodo storico diversi dal solito. Il cuore del film non è infatti da ritrovarsi nei celebri duelli di questo genere o in missioni particolarmente eroiche ai limiti della frontiera. Al contrario, quella raccontata nel film è una faccenda di soldi, gioco d’azzardo e imprevedibili disavventure ad essi legate.

Il film, scritto dal premio Oscar William Goldman, è tratto dall’omonima serie televisiva distribuita in televisione dal 1957 al 1961. Composta da cinque stagioni e trasmessa anche in Italia, questa vedeva i fratelli Maverick impegnati in rocambolesche avventure che reinventavano anche in chiave comica l’immaginario western. L’idea di realizzare un’opera cinematografica a partire da quel prodotto circolava da tempo ad Hollywood, ma solo grazie all’interessamento di Donner e Gibson questa poté concretizzarsi. Il film si rivelò un autentico successo, incassando 183 milioni di dollari a fronte di un budget di soli 73.

Candidato anche al premio Oscar per i migliori costumi, Maverick è oggi un titolo forse troppo dimenticato, che presenta però alcuni elementi di gran fascino. Dalle doti comiche dei protagonisti alle irresistibili peripezie a cui vanno incontro, dagli ambienti western ai risvolti meno battuti di questo genere. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Maverick: la trama del film

La vicenda del film si svolge nel vecchio West, dove Bret Maverick si guadagna da vivere grazie alla sua grande abilità nel poker. Il suo bisogno di soldi, però, non si colma mai, ma potrebbe essere saziato qualora riuscisse a vincere un prestigioso torneo il cui montepremi è un bottino di 500 mila dollari. Oltre al guadagno, si tratta dell’occasione perfetta per dimostrare a tutti di essere il miglior giocatore del suo tempo, mettendo a tacere le voci che lo vorrebbero come un semplice baro. Per poter partecipare, però, Maverick deve prima di tutto pagare una notevole tassa d’iscrizione.

Andando dunque in giro a riscuotere debiti, Maverick si imbatte nella bella truffatrice Annabelle Bransford, la quale decide di unirsi a lui nella sua avventura. La strada per St. Louis, dove si terrà il torneo, è però lunga e tortuosa, ricca di insieme come gli indiani e diversi nemici di Maverick. Tra questi, in particolare, spicca Angel, giocatore d’azzardo più volte vistosi truffare dal protagonista. Egli farà di tutto perché Maverick non raggiunga il luogo del torneo, così da potersi assicurare la vittoria. Intralciare l’astuto protagonista, però, sarà più complesso che mai.

Maverick cast

Maverick: il cast del film

Come anticipato, a ricoprire il ruolo del protagonista Bret Maverick vi è il premio Oscar Mel Gibson. Per l’occasione, egli si è trovato a dover prendere diverse lezioni per risultare credibile nei panni del personaggio. In particolare, egli ha imparato non solo a giocare ottimamente a poker, ma anche ad estrarre rapidamente una pistola dalla sua fondina. Accanto a lui, nei panni della truffatrice Annabelle Bransford vi è l’attrice premio Oscar Jodie Foster. Per il suo personaggio, l’attrice ha dato vita ad una numerosa serie di scene in cui si evince la poca grazia di Annabelle. Questa caratteristica deriva dalla prima scena in cui compare, dove nel tentavi di scendere da cavallo cade rovinosamente a terra.

Nei panni di Angel lo spagnolo, il giocatore di poker nemico di Maverick, vi è l’attore Alfred Molina, mentre James Garner, protagonista della serie da cui il film è tratto, interpreta qui il ruolo dell’anziano sceriffo Zane Cooper. Il premio Oscar James Coburn interpreta il Commodoro Duvall. Nel film, infine, è presente anche un cameo di Danny Glover, co-protagonista di Gibson in Arma Letale. Egli interpreta qui un rapinatore di banche che alla vista di Gibson rimane per un attimo interdetto, i due si scrutano come se si conoscessero (il parallelo è sottolineato anche dal sottofondo musicale, che fa anche parte della colonna sonora di Arma Letale), poi la scena finisce con la fuga di Glover, che ripete una delle sue più celebri battute della saga: “sono troppo vecchio per queste stronzate!”.

Maverick: il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Maverick è infatti disponibile nel catalogo di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes, Tim Vision, Now e Amazon Prime Video. Per vederlo, basterà noleggiare il singolo film, avendo così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì 7 febbraio alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

Fonte: IMDb

 

Red: ecco le voce italiane del nuovo film Pixar

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Diretto dalla vincitrice dell’Academy Award® Domee Shi, il nuovo film Disney e Pixar Red vede protagonista la tredicenne Mei Lee che si trasforma in un gigantesco panda rosso ogni volta che si emoziona troppo (che per un’adolescente significa praticamente SEMPRE). Red sarà disponibile in streaming in esclusiva su Disney+ dall’11 marzo per tutti gli abbonati.

I doppiatori del film comprendono Chiara Fabiano (Meilin Lee), Daniela Calò (Ming Lee), Nicole Damiani (Miriam), Vittoria Bartolomei (Abby), Sara Labidi (Priya), Antonella Giannini (Nonna), Valeriano Corini (Tyler), Cinzia De Carolis (Zia Chen), Mirta Pepe (Zia Ping) e Oliviero Dinelli (Signor Gao).

Il cast di voci include inoltre Ambra Angiolini e Sabrina Impacciatore rispettivamente nel ruolo di Helen e Lily, le cugine di Mei, e Shi Yang Shi nei panni di Jin Lee, il padre affettuoso e amorevole di Mei.

Tra i camei presenti nel film anche quelli di Marco Maccarini, nei panni di un conduttore radiofonico; Federico Russo, nel ruolo di un annunciatore televisivo; e Gu Shen, che presta la propria voce a Sui Jyu, il personaggio di un programma televisivo che Mei guarda insieme a sua madre.

Manuelito “Hell Raton” (Robaire), BALTIMORA (Tae Young), Versailles (Aaron T.), Karakaz (Jesse) e Moonryde (Aaron Z.) prestano le proprie voci nei dialoghi dei componenti dei 4*Town, la prima boy band di Pixar per cui Mei e le sue amiche condividono una vera e propria ossessione.

Red

Il film Disney e Pixar Red vede protagonista Mei Lee, una tredicenne maldestra e sicura di sé, combattuta tra il rimanere una figlia disciplinata e il caos dell’adolescenza. Sua madre, Ming, è protettiva, se non leggermente autoritaria, e non si allontana mai da sua figlia: una realtà imbarazzante per un’adolescente come lei. E come se i cambiamenti dei suoi interessi, delle sue relazioni e del suo corpo non fossero abbastanza, ogni volta che si emoziona troppo (che significa praticamente SEMPRE), si trasforma in un gigantesco panda rosso!

Red è diretto dalla vincitrice dell’Academy Award® Domee Shi (cortometraggio Pixar Bao) e prodotto da Lindsey Collins.

Il dilemma di Lincoln: il trailer della serie Apple Tv+

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Apple TV+ ha presentato il trailer di “Il dilemma di Lincoln“, la nuova docuserie in quattro parti che prende in esame, dalla prospettiva del XXI secolo, la vita di un uomo complicato nel contesto dei suoi tempi. Ricca di storie inedite e focus sull’uomo Lincoln, la docuserie mette in luce un lato poco conosciuto e più intimista del sedicesimo presidente degli Stati Uniti d’America, offrendo una nuova prospettiva su una storia che sembra più attuale e pertinente che mai. Narrate da Jeffrey Wright e con le voci di Bill Camp nei panni di Abraham Lincoln e Leslie Odom, Jr. nei panni di Frederick Douglass, tutte e quattro le parti di “Il dilemma di Lincoln” saranno presentate in anteprima mondiale venerdì 18 febbraio su Apple TV+.

Basata sul pluripremiato libro dello storico David S. Reynolds, “Abe: Abraham Lincoln in His Times”, la serie presenta approfondimenti di numerosi giornalisti, insegnanti e studiosi di Lincoln, oltre a rari materiali d’archivio che offrono uno sguardo più sfumato sull’uomo soprannominato il Grande Emancipatore. Ambientato sullo sfondo della guerra civile, “Il dilemma di Lincoln”, dà voce anche ai racconti di persone ridotte in schiavitù, dando forma a una visione più completa di un’America divisa su questioni come economia, razza e umanità e sottolineando la battaglia portata avanti da Lincoln per salvare il paese a ogni costo.

“Il dilemma di Lincoln”, è prodotto da Eden Productions e Kunhardt Films. I produttori esecutivi sono Peter Kunhardt, Teddy Kunhardt, George Kunhardt, Josh Tyrangiel, Richard Plepler, Jacqueline Olive, Barak Goodman e Jelani Cobb. Jacqueline Olive e Barak Goodman dirigono la serie.

La nuova serie si unisce alla rosa in espansione di pluripremiati documentari e docuserie su Apple TV+, tra cui “Boys State” vincitore dell’Emmy Award; “The Velvet Underground”, l’acclamato documentario del regista Todd Haynes; “Beastie Boys Story”, vincitore del Critics Choice Award e nominato agli Emmy e ai Grammy; il documentario di successo mondiale “Billie Eilish: The World’s A Little Blurry”; “Fireball: messaggeri dalle stelle” di Werner Herzog, candidato al premio per il documentario Critics Choice; così come le prossime docuserie su Magic Johnson, “The Supermodels” e “Number One on the Call Sheet”, narrati da Jamie Foxx, Kevin Hart, Datari Turner e Dan Cogan.

They Call Me Magic: la serie Apple TV+ su “Magic” Johnson

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They Call Me Magic, l’attesissimo documentario in quattro parti che offre uno sguardo olistico e illuminante sulla vita e la carriera di Earvin “Magic” Johnson, una delle figure più iconiche del mondo, sarà presentato in anteprima il 22 aprile su Apple TV+.

They Call Me Magic si unisce alla rosa in espansione di pluripremiate docuserie e documentari su Apple TV+, tra cui “Boys State” vincitore dell’Emmy Award; “The Velvet Underground”, l’acclamato documentario del regista Todd Haynes; “Beastie Boys Story” vincitore del Critics Choice Award e nominato agli Emmy e ai Grammy Award; il documentario di successo mondiale “Billie Eilish: The World’s A Little Blurry”; il candidato al premio Critics Choice Documentary Award di Werner Herzog “Fireball: messaggeri dalle stelle”, così come i documentari di prossima uscita “The Supermodels” e “Number One on the Call Sheet”, degli acclamati storyteller Jamie Foxx, Kevin Hart, Datari Turner e Dan Cogan.

La trama di They Call Me Magic

La docuserie offre un punto di vista nuovo sull’incredibile storia della vita reale di Johnson, sull’esempio che la sua vita, sia dentro che fuori dal campo, ha mostrato agli occhi di tutto il mondo e che ancora oggi continua ad avere un impatto sulla nostra cultura. I quattro episodi ripercorreranno i successi del ragazzo dalle umili origini: nato a Lansing nel Michigan, diventato prima il volto dei Los Angeles Lakers e consacratosi poi come la leggenda NBA di tutti i tempi, “Magic” Johnson ha cambiato il modo di affrontare il tema dell’HIV e si è affermato come attivista e imprenditore di successo. Grazie a filmati e interviste inedite, alle testimonianze di personaggi di spicco della politica e uomini d’affari, oltre a quelle della sua cerchia ristretta di amici e familiari, la serie offrirà uno sguardo senza precedenti su uno dei grandi dello sport di tutti i tempi.

They Call Me Magic: teaser trailer

Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey: il trailer della serie Apple tv+ con Samuel L. Jackson

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Apple TV+ ha presentato il trailer dell’attesissima serie limitata prodotta e interpretata dal candidato all’Oscar® Samuel L. Jackson“Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey”. Basata sull’acclamato romanzo dell’autore di best-seller Walter Mosley, che ha curato l’adattamento per lo schermo ed è anche produttore esecutivo, l’avvincente serie di sei episodi su famiglia, memoria ed eredità uscirà in tutto il mondo venerdì 11 marzo su Apple TV+ con i primi due episodi, seguiti da un nuovo episodio settimanale, ogni venerdì.

“Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” – la trama

Ideato da Apple Studios, “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” vede Samuel L. Jackson nei panni di Tolomeo Grey, un uomo malato dimenticato dalla sua famiglia, dai suoi amici e persino da se stesso. Improvvisamente lasciato senza il suo fidato custode e sull’orlo di sprofondare ancora di più in una demenza solitaria, Tolomeo viene assegnato alle cure dell’adolescente orfana Robyn, interpretata dalla candidata al BAFTA Dominique Fishback (“Judas and the Black Messiah”). Quando vengono a conoscenza di un trattamento in grado di ripristinare i ricordi confusi dalla demenza di Tolomeo, inizia un viaggio verso verità scioccanti sul passato, presente e futuro. Oltre a Samuel L. Jackson e Dominique Fishback, nel cast della serie Apple Original troviamo anche Cynthia Kaye McWilliams (“Coyote”, “Real Husbands of Hollywood”), Damon Gupton (“Black Lightning”, “Bates Motel”), Marsha Stephanie Blake (“Sono la tua donna – I Am Your Woman”, “When They See Us”), Walton Goggins (“Justified,” “The Unicorn”) e Omar Miller (“The Unicorn,” “Ballers”).

Insieme a Mosley e Jackson, “Gli ultimi giorni di Tolomeo Grey” è prodotto da Diane Houslin, partner di produzione di Mosley, da Ramin Bahrani, Eli Selden e David Levine per Anonymous Content e LaTanya Richardson.

The Batman: il costume nel dettaglio nella foto in 4K

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Una condivisione di Twitter ha messo a disposizione dei fan di The Batman una immagine in 4K di Robert Pattinson nel costume del Cavaliere Oscuro, un’immagine che mostra nel dettaglio la parte alta del costume del personaggio:

https://twitter.com/BatmanFiles/status/1489447155408556038?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1489447155408556038%7Ctwgr%5E%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fcomicbookmovie.com%2Famp%2Fbatman%2Fthe_batman%2Fthe-batman-4k-image-offers-detailed-look-at-the-caped-crusaders-armored-costume-a191872

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Hawkeye: un costume alternativo per Yelena in un concept ufficiale

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Trai punti di maggiore forza di Hawkeye, ecco Yelena Belova con un nuovo costume ispirato alla Vedova Nera che non sarebbe fuori posto, quando, come speriamo, si unirà ai nuovi Vendicatori.

Florence Pugh, che interpreta Yelena, ha fatto il suo esordio nel panni del personaggio in Black Widow, tornando sul piccolo schermo in Hawkeye, la serie Disney+, che l’ha messa contro Clint Barton, che lei crede responsabile per la morte della sorella. Vedremo presto Yelena in altri progetti Marvel, anche se al momento il suo percorso è segreto.

The Marvelous Mrs. Maisel – stagione 4: trailer dei nuovi episodio in arrivo

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Prime Video ha rilasciato oggi il trailer ufficiale della quarta e attesissima stagione di The Marvelous Mrs. Maiselin arrivo il 18 febbraio, con due nuovi episodi in uscita ogni venerdì per quattro settimane.

È il 1960 e c’è aria di cambiamento. Cercando di affinare il suo show, Midge si trova un ingaggio che le permette di avere carta bianca per quello che riguarda la sua creatività. Ma l’impegno che mette nella sua arte – e il tempo che le dedica – crea una spaccatura fra lei, la sua famiglia e gli amici.

La tagliente, irriverente ed esilarante nuova stagione vedrà anche le partecipazioni speciali di Kelly Bishop, Milo Ventimiglia, John Waters e Jason Alexander.

The Marvelous Mrs. Maisel 4 

The Marvelous Mrs. Maisel, dalla rinomata creatrice Amy Sherman-Palladino e dall’executive producer Daniel Palladino, è scritta e diretta da Sherman-Palladino e Palladino, e annovera nel cast la vincitrice di un Emmy Rachel Brosnahan, il quattro volte vincitore dell’Emmy Tony Shalhoub, la vincitrice di tre Emmy Alex Borstein, la nominata agli Emmy Marin HinkleMichael ZegenKevin PollakCaroline Aaron, e il vincitore di un Emmy Luke Kirby.

David Lynch reciterà per Steven Spielberg

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David Lynch si è unito al cast del film drammatico di Steven Spielberg, The Fabelmans. Il suo ruolo rimane un segreto gelosamente custodito.

The Fabelmans segnerà la prima collaborazione tra Lynch e Spielberg, entrambi registi seminali emersi negli anni ’70. Lynch ha accumulato nel corso degli anni una serie di capolavori Mulholland Drive, Eraserhead, Velluto Blu, Una storia vera e Strade Perdute. Il suo dramma storico del 1980 The Elephant Man ha ricevuto otto nomination all’Oscar, di cui una per la regia di Lynch, mentre il suo romanzo poliziesco Cuore selvaggio ha vinto la Palma d’Oro al Festival di Cannes del 1990.

Lynch ha ricevuto nomination all’Oscar come miglior regista per Velluto Blu e Mulholland Drive. Il suo film più recente, Inland Empire, è uscito nel 2006, suscitando elogi da parte di gruppi di critici.

David Lynch attore per Spielberg

Lynch è anche una delle menti dietro la serie televisiva Twin Peaks, che ha co-creato con Mark Frost. Lynch ha diretto sei episodi delle due stagioni della serie negli anni ’90, oltre al film prequel del 1992 Twin Peaks: Fuoco cammina con me. Nel 2017, Lynch è tornato alla serie, dirigendo 18 episodi per Showtime.

Oltre alla regia, Lynch ha anche avuto esperienze di recitazione. Ha interpretato l’agente dell’FBI Gordon Cole in tutte le iterazioni di Twin Peaks e i suoi altri crediti vanno dalle apparizioni come ospite in Louie e The Cleveland Show, a un ruolo in Lucky del 2017.

Sebbene Spielberg sia attualmente trai protagonisti della stagione dei premi con West Side Story, il regista è anche impegnato nella realizzazione di The Fabelmans. Mentre i dettagli della trama rimangono nascosti, The Fabelmans è descritto come un progetto semi-autobiografico, che attinge dal periodo in cui Spielberg è cresciuto in Arizona.

Lynch si unisce a un cast che include Michelle Williams, Seth Rogen, Paul Dano, Julia Butters e il nuovo arrivato Gabriel LaBelle. Williams e Dano dovrebbero interpretare personaggi basati sui genitori di Spielberg, mentre si dice che il ruolo di Rogen sia influenzato dallo zio di Spielberg. LaBelle interpreta l’aspirante regista Sammy, un alter ego di Spielberg, mentre Butters interpreta sua sorella, Anne. L’ensemble di The Fabelmans comprende anche Judd Hirsch, Sam Rechner, Oakes Fegley, Chloe East, Jeannie Berlin, Robin Bartlett, Jonathan Hadary e Isabelle Kusman.

Fonte: Variety

Kevin Spacey: 10 cose che non sai sull’attore

Kevin Spacey è un attore che diventato il simbolo dell’up and down di Hollywood, dall’Olimpo agli Inferi in poco tempo per colpa della sua stessa persona. Eppure, in passato l’attore aveva conquistato il mondo con le sue indimenticabili ed intense interpretazioni, tra bravura e grazia.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Kevin Spacey.

Kevin Spacey: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attore americano è iniziata nel 1986, debuttando con il film Heartburn – Affari di cuore. In seguito, ha lavorato nei film Una donna in carriera (1988), I soliti sospetti (1995), Virus letale (1995), Seven (1995), L.A. Confidential (1997), Il negoziatore (1998), American Beauty (1999), The Big Kahuna (1999) e The Shipping News – Ombre dal profondo (2001). La sua carriera è proseguita con The Life of David Gale (2003), Superman Returns (2006), 21 (2008), L’uomo che fissa le capre (2009), Margin Call (2011) e Come ammazzare il capo… e vivere felici (2011). Tra i suoi ultimi film vi sono Come ammazzare il capo 2 (2014), Elvis & Nixon (2016), Una vita da gatto (2016), Rebel in the Rye (2017), Baby Driver – Il genio della fuga (2017) e Billionaire Boys Club (2018). L’attore ha lavorato anche in televisione, partecipando soprattutto alla serie House of Cards – Gli intrighi del potere (2013-2017).

2. È anche doppiatore, produttore, regista e sceneggiatore. L’attore americano non ha svolto solo questa attività nella sua carriera. Infatti, ha vestito i panni del doppiatore per i film A Bug’s Life – Megaminimondo (1998) e Moon (2009), oltre che per il videogioco Call of Duty: Advance Watfare (2014). In quanto produttore, invece, ha lavorato alla realizzazione di film come The Big Kahuna (1999), 21 (2008), The Social Network (2010), Safe (2012), Captain Phillips – Attacco in mare aperto (2013) e della serie House of Cards. Inoltre, l’attore ha diretto Insoliti criminali (1996) e Beyond the Sea (2004), che ha anche sceneggiato.

kevin spacey

Kevin Spacey: il testo della canzone di Caparezza

3. Il nome dell’attore è il titolo di una canzone. Nel suo quinto album in studio, Il sogno eretico, Caparezza ha dedicato il titolo di una canzone proprio a Spacey. In Kevin Spacey Caparezza, rappando, inizia a raccontare i finali di molti film famosi, parte dei quali hanno avuto Kevin Spacey nel cast di attori. Tra i titoli citati vi sono American Beauty, Fight Club, L’impero colpisce ancora, I soliti sospetti, Il curioso caso di Benjamin Button, Psyco, Seven, Superman Returns, The Game e The Jackal.

Kevin Spacey ha una moglie?

4. L’attore è omosessuale. Spacey è sempre stato estremamente riservato circa la propria vita privata e non ha mai lasciato trapelare notizie. Si sa però che non è mai stato sposato ma anzi per tutta la durata della sua carriera si è sempre mormorato circa l’orientamento sessuale dell’attore. È stato proprio lui a fare infine coming out quando Anthony Rapp lo ha accusato di molestie sessuali avvenute anni prima.

Kevin Spacey e gli Oscar

5. Ha vinto due Oscar. L’attore, oltre agli altri numerosi premi conquistati, ha vinto ben due Academy Award. Il primo è arrivato nel 1996 come Miglior Attore non Protagonista per I soliti sospetti, mentre il secondo l’ha conquistato nel 2000 come Miglior Attore non Protagonista per American Beauty. Si tratta delle uniche due nomination da lui ricevute, anche se in molti sostengono esserci state anche altre occasioni in cui l’attore avrebbe meritato ulteriori candidature.

Kevin Spacey in Seven

6. Nessuno sapeva del suo coinvolgimento nel film. Nel celebre thriller del 1995 Seven, diretto da David Fincher, l’attore interpreta il personaggio di Jon Doe, che si rivelerà poi essere il killer della storia. Per mantenere un’aura di mistero a riguardo, Spacey chiese al regista che il proprio nome non venisse pubblicizzato, così da far diventare una vera e propria sorpresa il suo ingresso in scena. Pur comparendo poi relativamente poco nel film, la sua presenza è quantomai memorabile.

Kevin Spacey Seven

Kevin Spacey in American Beauty

7. Ha improvvisato una scena. Nel film del 1999 American Beauty, dove Kevin Spacey interpreta il mite Lester Bunham, egli ha improvvisato tutto quello che fa il personaggio in macchina mentre è fatto e canta American Woman. Spacey si dedicò infatti con grande attenzione alla costruzione di Lester e per la sua intensa performance ha poi vinto il suo secondo Oscar.

8. Non fu la prima scelta. Per quanto oggi sia il volto simbolo di American Beauty, Spacey non fu il primo ad essere stato considerato per il ruolo Lester. Pare che, in origine, per questo personaggio furono contattati sia Chevey Chase che Tom Hanks. Alla fine, per ragioni di altri progetti in programma, il ruolo è andato a Kevin Spacey. Il regista Sam Mendes si è in seguito dichiarato entusiasta della scelta, considerando Spacey una benedizione al film.

Kevin Spacey: oggi

9. Sta lavorando ad un nuovo film. Da quando nel 2017 l’attore è stato accusato di molestie, la sua carriera ha subito una brusca frenata. Spacey non ha infatti ricoperto ulteriori ruoli e si è allontanato parzialmente dal mondo dello spettacolo. Tuttavia, egli non ha mai del tutto messo da parte il suo lavoro e attualmente è previsto tra i protagonisti di due nuovi film. Il primo è Peter Five Eight, la cui trama è ancora sconosciuta, mentre il secondo è il chiacchierato L’uomo che disegnò Dio, diretto da Franco Nero.

Kevin Spacey: età e altezza

10. Kevin Spacey è nato il 26 luglio del 1959 nel South Orange, nel New Jersey. La sua altezza complessiva corrisponde a 178 centimetri.

Fonti: IMDb, The Sun

Uncharted: l’inaspettata sfida di Tom Holland per essere Nathan Drake

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Parlando con THR in una recente intervista su Uncharted e No Way Home, Tom Holland ha parlato delle sfide che derivavano dal primo. Un nuovo progetto può sempre portare un attore in un territorio inesplorato, ed è esattamente ciò che Uncharted ha fatto per Holland quando si è trattato della personalità di Drake. Riferendosi specificamente a ciò che era nuovo per lui, Holland ha detto:

“Una delle cose più difficili di questo personaggio è stata interpretare “il bravo ragazzo”. Storicamente, ho sempre interpretato l’outsider che non ha molti amici in particolare e non è un bravo ragazzo. Quindi Nathan Drake è l’esatto opposto, ed è stato qualcosa a cui mi ci è voluto un po’ per abituarmi e sentirmi a mio agio nel farlo.”

Uncharted, l’atteso adattamento cinematografico diretto da Ruben Fleischer con Tom Holland, Mark Wahlberg, Sophia Ali, Tati Gabrielle e Antonio Banderas. Dal 17 febbraio solo al cinema, prodotto da Sony Pictures e distribuito da Warner Bros. Entertainment Italia.

La trama

L’astuto ladro Nathan Drake (Tom Holland) viene reclutato dall’esperto cacciatore di tesori Victor “Sully” Sullivan (Mark Wahlberg) per recuperare una fortuna persa da Ferdinando Magellano 500 anni fa. Quello che inizia come un furto diventa una corsa mozzafiato in giro per il mondo per raggiungere il tesoro prima dello spietato Moncada (Antonio Banderas), di cui ritiene di essere il legittimo erede. Se Nate e Sully riusciranno a decifrare gli indizi e risolvere uno dei misteri più antichi della storia, troveranno un tesoro di 5 miliardi di dollari e forse anche il fratello, scomparso da tempo, di Nate… solo se impareranno a lavorare insieme.

The Batman: Robert Pattinson ossessionato dall’ottenere il ruolo per un anno

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Prima ancora che il mondo iniziasse a discutere se fosse in grado o meno di essere il protagonista di The Batman, Robert Pattinson era segretamente ossessionato dalla possibilità di ottenere il ruolo. Parlando con Total Film (tramite Games Radar), l’attore ha detto che anche i suoi agenti sono rimasti sorpresi dal fatto che fosse così ansioso di avere la possibilità di interpretare il ruolo del personaggio DC Comics, considerando che negli ultimi anni è diventato gradualmente un beniamino del cinema indie.

“Miravo a cose completamente diverse. Ovviamente è fondamentalmente il fiore all’occhiello delle parti che puoi davvero ottenere come attore. Ma non avrei mai pensato di essere vicino a farlo, specialmente dati i ruoli che stavo interpretando in quel periodo.

“Ho continuato a controllare ossessivamente per il periodo di un anno. Anche i miei agenti dicevano, ‘Oh, interessante. Pensavo volessi solo interpretare dei mostri?’ E io ero tipo, ‘È un mostro!'”

The Batman, il film

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Juliette Binoche: 10 cose che non sai sull’attrice

Juliette Binoche è un’attrice che saputo conquistare il pubblico internazionale grazie alla sue performance che non si solo limitate solo ai confini francesi, riuscendo a far capitolare anche la cinematografia mondiale ai suoi piedi. L’attrice ha sempre lavorato sodo per dare solidità e concretezza alla sua carriera, interpretando ruoli iconici ed indimenticabili in film che sono diventati dei cult.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Juliette Binoche.

Juliette Binoche: i suoi film

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice ha debuttato nel mondo della recitazione con il film Liberty Belle (1983), per poi lavorare in Vita di famiglia (1985), L’insostenibile leggerezza dell’essere (1989), Cime tempestose (1992), Il danno (1992), Tre colori – Film blu (1993), Tre colori – Film rosso (1994), Il paziente inglese (1997) I figli del secolo (1999), Chocolat (2000), In My Country (2004) e Paris, je t’aime (2006). In seguito è apparsa in Disimpegno (2007), L’amore secondo Dan (2007), Copia conforme (2010), The Son of No One (2011), Elles (2011), e Cosmopolis (2012). Tra i suoi ultimi lavori vi sono Mille volte Buona notte (2013), Godzilla (2014), Sils Maria (2014), 7 Letters (2015), L’attesa (2015), Ma Loute (2016), Ghost in the Shell (2017), L’amore secondo Isabelle (2017), Il gioco delle coppie (2018), High Life (2018), Il gioco delle coppie (2018), Le verità (2019) e La brava moglie (2020).

2. Ha lavorato anche in televisione. L’attrice non ha lavorato solo sul grande schermo, ma anche in televisione. È apparsa, infatti, sul piccolo schermo nei film tv Dorothée, danseuse de corde (1983), Fort bloqué (1985), Women & Men 2: In Love There Are No Rules (1991), Mademoiselle Julie (2011) e Antigone at the Barbican (2015), oltre che aver partecipato alla serie Chiami il mio agente! (2017). Prossimamente la si vedrà invece nella miniserie The Staircase, di genere thriller, dove ricoprirà un ruolo ancora non specificato.

juliette binoche

Juliette Binoche: chi è suo marito

3. Non si è mai sposata. Nonostante l’attrice abbia avuto diverse frequentazioni, non è mai convolata a nozze. Tra i vari partner, si è legata con il regista Leos Carax, dal 1986 al 1991, per poi frequentare l’anno successivo il professionista di subacqua André Halle. In seguito, dal 1994 al 1997 si è frequentata con il collega Olivier Martinez, mentre dal 1999 al 2003 si è legata con l’attore Benoît Magimel che ha conosciuto sul set del film I figli del secolo, nel 1999. Se dal 2003 al 2004 ha frequentato il collega Mathieu Amalric, la sua ultima fiamma sarebbe stata Santiago Amigorena, sceneggiatore argentino con si sarebbe frequentata dal 2005 al 2009.

4. Ha due figli. Pur non essendosi mai sposata, l’attrice è comunque diventata mamma di due figli, avuti da due compagni diversi. Nel 1993 ha infatti dato alla luce il figlio Raphael, avuto da André Halle, mentre nel 2000 è nata la figlia Hannah, avuta dall’unione con Benoît Magimel. Anche se oggi la Binoche non è più legata ai due uomini, mantiene comunque con loro buoni rapporti così da poter crescere al meglio i due figli.

Juliette Binoche in Il paziente inglese

5. Ha voluto far parte del film. L’attrice ha rivelato di aver saputo, tra sé e sé, di voler far parte de Il paziente inglese non appena ha letto la scena in cui Kip mostra ad Hana gli affreschi sui muri di una chiesa. Rapita dalla bellezza struggente della storia, la Binoche ha così insistito per ottenere un provino, finendo con il convincere il regista di essere l’interprete giusta per il ruolo dell’infermiera Hana.

6. Ha vinto un Oscar. Grazie alla sua incredibile performance in Il paziente inglese, la Binoche è riuscita a conquistare il premio come Miglior Attrice non Protagonista agli Oscar del 1997, battendo attrici del calibro di Lauren Bacall e Jan Allen. Per lei si è trattata della prima nomination al premio, cosa che l’ha poi consacrata come grande interprete internazionale.

Juliette Binoche in Chocolat

7. Ha davvero imparato la professione. Per prepararsi al ruolo di Vianne in Chocolat, la Binoche si è recata in una cioccolateria di Parigi affinché imparasse a fare i cioccolatini. Alcuni dei cioccolati da lei realmente realizzati sono poi stati utilizzati nel film. Per le scene in cui la protagonista viene ripresa mentre prepara il cioccolato, però, le mani che si vedono non sono quelle della Binoche ma di una controfigura.

8. È stata nominata agli Oscar. Grazie alla sua intensa interpretazione nei panni di Vianne, l’attrice ha ricevuto diversi riconoscimenti e nomination a premi prestigiosi, come i Golden Globe e gli Academy Award del 2001. La Binoche ha così ottenuto la sua seconda nomination al premio, stavolta però nella categoria di Miglior Attrice Protagonista.

juliette binoche

Juliette Binoche in Il danno

9. È stato il film che l’ha resa celebre. Nel 1992 la Binoche si fa notare al grande pubblico grazie al ruolo di Anna Barton nel film Il danno di Louis Malle, tratto dall’omonimo romanzo di Josephine Hart. Prima di lei, tuttavia, il regista aveva considerato anche le attrici Isabelle Adjani e Jodie Foster, le quali però rifiutarono. Come noto, il film portò anche la Binoche a doversi confrontare con una delle sue prime scene di sesso, insieme al collega Jeremy Irons. Questa fu dai due totalmente improvvisata.

Juliette Binoche: età e altezza dell’attrice oggi

10. Juliette Binoche è nata il 9 marzo del 1964 a Parigi, in Francia. Ha dunque oggi 57 anni e la sua altezza complessiva corrisponde a 168 centimetri.

Fonti: IMDb, The Famous People

L’Amica Geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta: recensione della terza stagione

Domenica 6 febbraio RaiUno ci riporta nel rione, riprende a raccontare le storie di Lila e Lenù ne L’Amica Geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta. E proprio dal titolo, ormai, lo sappiamo, c’è chi fuggita, Elena, dalla povertà e dall’ignoranza, e chi invece è rimasta, Raffaella, sempre alle sue condizioni. 

L’Amica Geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta racconta gli anni ’70

La terza stagione della serie HBO-Rai Fiction espande il suo racconto, non solo perché le due protagoniste, sempre interpretate da Gaia Girace e Margherita Mazzucco, sono cresciute ed entrambe hanno trovato la loro strada che le rende in qualche modo uniche per la loro generazione e il loro tempo, ma anche perché l’affresco dei romanzi, e con essi della serie, si allarga al racconto di un’Italia tumultuosa, in cui l’università, la fabbrica, la piazza, persino il silente e pigro rione in cui crescono Lila e Lenù diventano teatri di scontri politici e bracci armati, di ideologie e di conflitti destinati a dare forma al Paese contemporaneo. 

La regia della serie questa volta ha una sola voce, quella di Daniele Luchetti, che si sostituisce a Saverio Costanzo e Alice Rohrwacher e che accompagna le due protagoniste, con tutti i loro amici e nemici, per i tumultuosi anni ’70. La produzione si conferma di ottimo livello, sia da un punto di vista tecnico che artistico, con una riduzione da romanzo attenta e funzionale, ma soprattutto con dei protagonisti sempre più maturi e a loro agio con i personaggi che portano sullo schermo.

Due donne contro

Non solo, ne L’Amica Geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta la nostre due protagoniste cominciano a sperimentare ancora di più, sulla loro pelle, la disparità tra uomo e donna, tra quello che è concesso agli uni e quello che devono rubare e strappare per sé le altre. Le mani lunghe, i commenti sgradevoli, le etichette, le imposizioni, l’essere per forza uno strumento per la felicità dell’uomo, l’essere sottoposta a giudizio, sottomessa a volontà maschile, essere non soggetto agente ma oggetto reagente. E chi un modo, chi in un altro, entrambe tentano di sottrarsi a ciò che a loro è stato destinato, entrambe provano a scrivere una storia che sia soltanto loro. 

Lila, dopo essere scappata con il figlio dal matrimonio infelice con Stefano, grazie all’aiuto di Enzo (Giovanni Buselli, unico personaggio maschile positivo dell’intera serie!), lavora adesso nel salumificio Soccavo, in cui oltre a sopportare condizioni di lavoro disumane, deve anche tenere a bada Bruno Soccavo, vecchio amico conosciuto a Ischia ai tempi dell’amore proibito per Nino, e ora capo dell’azienda di famiglia e troppo sicuro di poter fare ciò che vuole con le sue operaie, e soprattutto con Lila. Dal canto suo, Elena sembra che sia sul punto di ottenere tutto ciò che desidera: ha scritto il suo primo libro, lo presenta nelle librerie d’Italia, è fidanzata con un giovane professore, Pietro, la cui famiglia gli Airota, sembra capace di aprirle tutte le porte del mondo accademico al quale lei si sta avvicinando.  

Vite parallele ma co-dipendenti

Due vite che scorrono ormai parallele, ma che tornano ad incrociarsi quando Elena torna dai genitori, al rione, e Lila chiede il suo aiuto. Si ricuce così lo strappo che le aveva viste lontane per così tanto tempo, e le due amiche geniali tornano a parlarsi, ad aiutarsi, a tessere quella tela insolita e misteriosa che è la loro amicizia, sempre al limite tra l’amore viscerale che si prova per i consanguinei, e il disprezzo per chi rappresenta esattamente ciò che vogliamo essere e che non riusciamo ad essere.

In L’Amica Geniale 3 – Storia di chi fugge e di chi resta, Lila e Lenù continuano ad essere complementari e antitetiche, e forse proprio questo è il segreto del fascino magnetico di questa storia di donne profondamente ancorata al suo tempo, eppure sempre attuale, perché nonostante gli anni e le lotte, le donne devono sempre faticare un po’ di più, per avere successo nel lavoro, per essere indipendenti, per far capire anche a chi le ama che sono complete anche senza essere mogli o madri, che non sono oggetti reagenti, che possono scegliere per sé, che possono avere il coraggio della solitudine e stare bene con le loro scelte. 

Doctor Strange nel Multiverso della Follia: svelati i personaggi

Da Spider-man: No Way Home a Loki, nell’Universo Cinematografico Marvel si parla sempre più di Multiverso. Ne è una conferma l’arrivo di Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Con l’ex Stregone Supremo pronto a viaggiare attraverso realtà alternative al fianco di America Chavez, Clea e la Strega Scarlatta, la Marvel ha la possibilità di reinventare molti dei personaggi che conosciamo e amiamo.

Si dice anche che il film sarà denso di cammei di attori pronti a riprendere i loro ruoli del franchise di X-Men e non solo. Di seguito troverete una lista di tutti i cameo che ci aspettiamo di vedere in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, dai più plausibili a quelli più assurdi.

ATTENZIONE: da questo momento in poi potrebbero esserci spoiler!

Black Bolt

black-boltBlack Bolt apparirà come membro degli Illuminati nel sequel di Doctor Strange. Data la storia di Black Bolt, la sua presenza nel film è abbastanza probabile. Anson Mount presumibilmente interpreterà l’eroe, anche se non c’è la certezza che la Marvel torni ad esplorare nella serie fallita della ABC per pescare i suoi personaggi.

Ghost Rider

ghost-rider-doctor-strangeCi sono state voci sul debutto di Ghost Rider in MCU per diversi anni e si dice che il franchise abbia scelto Norman Reedus per il ruolo. Sembra che in Doctor Strange nel Multiverso della FolliaGhost Rider potrebbe essere liberato da una specie di prigione spirituale, fatto che spiegherebbe la sua assenza nella MCU fino ad ora.

Il ritorno sul grande schermo di Ghost Rider è atteso da tempo, quindi speriamo che questa voce sia vera.

Professor X

Professor-XPatrick Stewart ha detto di aver incontrato il presidente della Marvel Studios Kevin Feige, e diverse fonti hanno da allora affermato che vedremo il Professor X in Doctor Strange nel Multiverso della Follia.

In una variante più simile a quella di X-Men: The Animated Series che a quella dei film di X-MenCharles Xavier sarà il leader degli Illuminati Multiversali che tenteranno di combattere la Strega Scarlatta che sembra s’impossesserà del corpo di Wanda Maximoff.

Balder The Brave

Balder-The- Brave-Doctor-StrangeDopo vari ripensamenti, finalmente la Marvel ha preso in considerazione l’introduzione di Balder the Brave, fratello di Thor in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Purtroppo, sin da Thor: The Dark World, il personaggio è sempre stato messo da parte. Ma tutto potrebbe cambiare con questo film: si dice che Balder sarà un membro degli Illuminati. 

Altre voci suppongono che Balder sia stato rimosso dal film durante le riprese per rendere gli Illuminati un team più ”stellare”. Speriamo che Balder riesca a debuttare sul grande schermo!

Mr. Fantastic

Fantstic-Doctor-Strange-nel-Multiverso-della-FolliaCi sono molti indizi che suggeriscono la presenza di Mr. Fantastic in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Probabilmente John Krasinski sarà il leader dei Fantastici Quattro.

Abbiamo buone ragioni per credere che questo cameo si farà veramente. Gli interpreti possibili sono due. In primis, si è pensato alla star Jack Ryan. Tuttavia, il nome di Ioan Gruffudd è stato fatto un paio di volte, dato che l’attore ha interpretato l’eroe nel 2005 e nel 2007.

Iron Man

Iron Man-Doctor-Strange-nel-multiverso-della-folliaInizialmente, Tom Cruise era stato pensato per il ruolo di Iron Man. Arruolarlo come variante di Tony Stark avrebbe portato un grande successo a Doctor Strange nel Multiverso della Follia, ma ci sono stati pareri contrastanti sul coinvolgimento della star di Mission: Impossible.

Tuttavia, nel sequel di Doctor Strange, vedremo la variante di Iron Man che controlla un esercito di droni Ultron per ordine degli Illuminati e che riesce a catturare Strange e America Chavez. Ci piacerebbe vedere Cruise sotto il casco, ma forse ciò resterà solo un desiderio irrealizzabile.

Loki, Sylvie e Mobius

Non ci aspettavamo che Dottor Strange nel Multiverso della Follia ritornasse sugli eventi vissuti da Loki, Sylvie e Mobius, ma c’è una buona probabilità che tutti e tre questi personaggi appaiano nel film.

Potrebbe essere per qualche spiegazione o per colmare il divario tra la stagione 1 e la stagione 2 di Loki: in ogni caso, sarebbe un ritorno sensato del trio. Tuttavia, c’è l’eventualità che si tratti di tre varianti piuttosto che delle versioni “reali” dei personaggi.

Deadpool

Deadpool-Doctor-strange-nel-multiverso-della-folliaRyan Reynolds interpreterà il Mercenario Chiacchierone nell’MCU. C’è da vedere se il personaggio sarà un reboot di Wade Wilson o un avanzo dei personaggi di Ant-Man del magazzino Fox.

Si dice che Reynolds si presenterà come Deadpool in Dottor Strange nel Multiverso della Follia, per poi restare bloccato nell’MCU. Probabilmente ciò accadrà perché il personaggio, nel tentativo di farsi coinvolgere nella lotta tra la Strega Scarlatta e America Chavez, cadrà in uno un portale di quest’ultima.

Doctor Strange

doctor-strange-nel-multiverso-della-folliaGià solo dal trailer di Doctor Strange nel Multiverso della Follia, lo Strange Supremo che comparirà in questo film non sarà che una trappola. E non sarà il solo! Si dice che anche “Defender Strange” sia una Variante: il mondo di Strange sta per essere capovolto.

Spider-Man

spider-manIl vero scoop è che in Dottor Strange nel Multiverso della Follia sembra ci sarà anche lo Spider-Man di Tobey Maguire! Complice la presenza di Sam Raimi alla regia, la voce si è sparsa fin dal giorno della firma del progetto. 

La possibilità di un incontro tra questo Spidey e Strange si è aperta con No Way Home e sarebbe fantastico per i fan un ritorno del duo Raimi-Maguire! Speriamo che questo cameo ci faccia fare un salto nella realtà di Spider-Man e ci dica di più sulla sua vita con Mary Jane!

Captain Carter

Captain CarterMolti fan credono che l’eroe di Hayley Atwell, protagonista di What If..?, meriti un live-action. Sembra però che la Marvel voglia rendere Captain Carter un membro degli Illuminati e introdurla nel sequel di Doctor Strange. Essendo già membro dei Guardiani del Multiverso è logico che Peggy sia stata coinvolta in qualche modo.

Monica Rambeau

Monica Rambeau-Doctor-Strange-Nel-Multiverso-della-FolliaPuò sembrare strano, ma pare che Teyonah Parris sia destinata a tornare come Monica Rambeau o, più precisamente, come in una Variante di Monica. Diventerà un membro degli Illuminati e la Capitan Marvel di un nuovo mondo.

Avendola vista così poco finora – è apparsa solo nella serie Wandavision – è plausibile che il cameo di Monica venga tagliato nella lavorazione finale del film, ma mentiremmo a dire non siamo almeno un po’ incuriositi dalla possibilità di vederla nei panni di Captain Marvel!

Wolverine

wolverineCi sono stati pareri contrastanti sul possibile coinvolgimento di Hugh Jackman il Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Molti indizi suggeriscono che l’attore non tornerà nei panni di Wolverine.

Jackman è stato contattato per un cameo nel film, ed è difficile immaginarlo in panni diversi dai soliti. L’attore ha chiarito in innumerevoli occasioni che ha chiuso con Wolverine ma il desiderio di stare accanto agli X-Men sul grande schermo potrebbe portarlo a fare un’ultima strabiliante apparizione.

Uatu

uatu-doctor-strangeLa serie What if…? sembra offrire tutta una serie di personaggi a Doctor Strange nel Multiverso della Follia. Nello show, lOsservatore si è dimostrato una parte chiave delle storie multiversali: ha guardato con il suo punto di vista distaccato le vite dei personaggi che conosciamo prendere pieghe completamente diverse. Detto ciò, non sorprende la notizia di un cameo di Uatu nel film su Strange.

Si dice che l’Osservatore interverrà per salvare America Chavez durante una battaglia con la Strega Scarlatta. Inoltre, sembra che Jeffrey Wright sarà l’interprete live-action di Uatu!

Capitan America

capitan-americaChris Evans è in trattative per una serie di progetti MCU, e il sequel di Doctor Strange di Sam Raimi potrebbe essere tra questi. Non ci aspettiamo di ritrovare Capitan America dell’MCU nel film. La Marvel suggerisce piuttosto la possibilità di un cameo di Capitan HYDRA e un’interpretazione contorta dell’eroe che conosciamo. Ecco quindi, un’altra possibile Variante per il Multiverso della Follia.

MCU: 10 generi che non possono mancare nella Fase 5

I lungometraggi MCU rientrano nella categoria dei film di supereroi, genere cinematografico che nasce dall’adattamento per il grande schermo dei fumetti sui supereroi. Nei film Marvel non mancano però i riferimenti e gli elementi legati ad altri generi.

Per portare avanti il successo a livello globale fin ad ora ottenuto, serve un’ottima capacità di adattamento. I film MCU sono un mix esplosivo in cui si conuigano tanti generi diversi. Visto il processo di espansione che sta vivendo il franchise, sono già iniziate le speculazioni sull’inevitabile Fase 5, che inizierà probabilmente nel 2024. Per la Marvel è tempo di escogitare nuovi scenari e nuove interpretazioni: ci sono dieci generi cinematografici fino ad ora non sfruttati che potrebbero essere perfetti per una futura Fase 5

Crime

MCU-fase-5Il crime è indubbiamente un genere intramontabile. Dai grandi film classici, ai cult come Il Padrino, fino alle più recenti serie televisive come Gomorra o I Soprano, non mancano esempi di storie di successo che, seguendo la vita di boss e criminali, appassionano il pubblico più variegato.

Potrebbe essere una grande opportunità per l’MCU realizzare una serie spin-off su un personaggio cattivo, soprattutto se il cattivo fosse Wilson Fisk, il Kingpin. Dare al criminale la sua serie incentrata sugli affari sporchi sarebbe sicuramente apprezzato dai fan, visto quanto hanno amato l’interpretazione del personaggio fatta da Vincent d’Onofrio.

Slasher

spider-man-MCUC’è un’altra categoria che esplora personaggi e temi oscuri: il genere slasher. Parliamo di film come Halloween – La notte delle streghe (John Carpenter), horror in cui vi è un maniaco omicida mascherato come antagonista che perseguita un gruppo di persone in un piccolo spazio per ucciderle brutalmente.

Lo slasher non è un genere che riesce sempre a ottenere successo: se saghe come Scream e Halloween sembrano intramontabili, non sono molti i titoli che hanno conquistato il grande pubblico. Dal canto suo, l’MCU ha un buon numero di assassini slasher da cui attingere. Per esempio, il Mangiapeccati potrebbe essere un grande cattivo per il prossimo film di Spider-Man. Il killer potrebbe aprire una parentesi slasher, presentandosi come  una furia omicida a New York e rivendicando le sue vittime uno per uno. Si dà il caso che ci sia anche un cattivo di nome “The Slasher” nel catalogo della Marvel: ovviamente, il personaggio incarna perfettamente il genere.

Western

Marvel-Two-Gun-KidMolti paragonano il successo dell’MCU degli ultimi anni a quello del film western degli anni Trenta e Settanta. Entrambi i generi hanno dominato la cultura popolare dei rispettivi periodi e hanno saturato il mercato con la loro produzione.

Si possono ritrovare tracce dei film western classici nella Marvel Comics che, per quanto lontana dal mondo cinematografico, è stata sicuramente influenzata dal genere. Personaggi come Two-Gun Kid e Kid Colt sono emersi durante la Golden Age del western. Sebbene questi eroi siano gradualmente passati in ombra, se il francise volesse realizzare un western, avrebbe già tutto il materiale necessario.

Kaiju

Iron-Man-MCUI Kaijū sono i mostri tipici della fantascienza giapponese. Per antonomasia, i film che li vedono protagonisti prendono il nome di Kaijū. Il capostipite del genere è Godzilla, ma ricordiamo anche film come King Kong e Ghostbusters.

Con il successo dell’anno scorso di Godzilla vs. Kong, ora è il momento perfetto per la Marvel di puntare su alcuni dei propri Kaiju, come il colossale drago Fin Fang Foom. Le battaglie dei mostri giganti sono una cosa che l’MCU ha tralasciato fino ad ora, un’omissione che va recuperata.

Road movie

ant-man-mcuI road movie sono film che oscillano sempre tra il successo e l’insuccesso, senza mai svettare più di tanto. Il road movie è un genere di film che esiste da sempre, soprattutto negli Stati Uniti: dalle carovane western a Fast & Furious, ci sono almeno un paio di titoli all’anno che ci ricordano la bellezza di un viaggio fatto con la giusta compagnia.

Forse un viaggio su strada può sembrare poco entusiasmante per l’MCU, ma in realtà il franchise ha pronta la sua perfetta avventura su strada. In Ant-Man, l’amicizia di Luis e Scott si sviluppa nel corso di un viaggio in macchina, aprendo una possibilità al genere road movie nella Marvel.

Film gialli / Mystery

Marvel-Mystery-ComicsGenere che spazia dalla letteratura al cinema, il mistery è sempre affascinante per il pubblico, che ha la possibilità di risolvere il caso mentre si svolgono gli eventi. Il successo dei gialli è attualissimo, come dimostrano gli adattamenti dei romanzi di Agatha Christie da parte di Kenneth Branagh o il grande successo di Knives Out (Rian Johnson).

Per quanto riguarda la Marvel, esiste già una collana di fumetti gialli che raccontano storie misteriose: i Marvel Mystery Comics. Vista l’attenzione che l’MCU sta mostrando nei confronti delle storie di strada, non ci stupirebbe l’arrivo di un detective come Jessica Jones nel franchise.

Commedia Romantica

cloak-dagger-marvel-comicsSe c’è un genere intramontabile, è quello delle commedie romantiche: dai film hollywoodiani con Marilyn Monroe (A qualcuno piace caldo) e Audrey Hepburn (Colazione da Tiffany, Sabrina), alle rom-com natalizie (L’amore non va in vacanza, Love Actually), non mancano i film in cui la formula magica grande cast e romanticismo fa il suo effetto.

Nonostante la loro popolarità, le commedie romantiche non vengono quasi mai toccate dal genere dei supereroi. Un film rosa, tuttavia, potrebbe rivelarsi piuttosto piacevole nel contesto più ampio dell’MCU, soprattutto per introdurre nuove coppie di supereroi come Cloak e Dagger.

Fantasy

King-Arthur-MarvelPer evadere dalla realtà, il genere fantasy è l’ideale: lo dimostra il successo di saghe come Harry Potter, Il Signore degli Anelli o Le cronache di Narnia.

La Marvel tende a ambientare le sue storie in un mondo reale e moderno, ma non taglia del tutto fuori il genere fantasy. Infatti, con l’introduzione del Black Knight di Kit Harington, si è già fatto cenno ad un lontano passato: le radici del personaggio risalgono a Re Artù e ai Cavalieri di Camelot e non aspettano altro che essere esplorate.

Musical

Dazzler-X-Men-Marvel-ComicDopo il successone dei musical anni Cinquanta come Singing in the Rain e Un americano a Parigi, il genere ha visto una rinnovata popolarità recentemente: dal 2016 con La La Land fino al nuovissimo Tick, tick,… BOOM!, i musical sembrano essere amati dal grande pubblico.

La Marvel potrebbe sembrare lontanissima dal genere cantato, ma c’è un personaggio dei fumetti che sarebbe perfetto in un film tutto musicale firmato MCUDazzler, un mutante membro degli X-Men che si sdoppia e diventa pop star.

Horror

Blade-comics-MCUUn genere che, pur avendo i suoi alti e bassi, mantiene sempre un certo livello di interesse agli occhi del pubblico è l’horror. Categoria senz’altro non per tutti, ma che è in grado di generare fenomeni di fandom non indifferenti.

I fan dell’MCU chiedono a gran voce un film davvero spaventoso da anni. Con Doctor Strange, Scott Derrickson ha dato al pubblico un assaggio di come potrebbe apparire il genere nella Marvel, e il sequel, diretto da Sam Raimi, sembra puntare ad un livello di horror maggiore. Ma si può ancora fare di più per aumentare il fattore paura: un film come Blade o uno show su Ghost Rider potrebbero essere il luogo perfetto per fare il primo film horror MCU.

Ghiaccio, recensione dell’esordio di Alessio De Leonardis e Fabrizio Moro

Si parla di boxe, ma non solo, nel film d’esordio che affianca Alessio De Leonardis a Fabrizio Moro, noto cantante appena visto sul palcoscenico dell’Ariston alla 72esima edizione del Festival di Sanremo. Con la canzone che ha vinto il premio “Sergio Bardotti per il miglior testo”, “Sei tu”, per altro, composta per la colonna sonora di Ghiaccio, distribuito in sala da Vision Distribution per l’uscita evento del 7, 8 e 9 febbraio.

Ghiaccio, la trama e il messaggio del film

Un film interpretato da Giacomo Ferrara e Vinicio Marchioni, che idealmente lo dedica “ai più giovani, dimenticati dalla scuola in questi anni di pandemia”, ai quali spera che la storia del protagonista possa idealmente “indicare una strada”, suggerire la “possibilità di condividere qualsiasi cosa, comprese perdite e mancanze”. E in effetti, colpisce come un film scritto due anni fa sappia intercettare il problema di empatia che la nostra società sembra patire dopo le quarantene subite e le tante varianti circolate.

Tutto si svolge a Roma, nel 1999, nella zona periferica del Quarticciolo. Dove Giorgio (Giacomo Ferrara), giovane promessa della boxe, vive con la madre dopo che l’assassinio del padre li ha lasciati indebitati e in quasi povertà. Con l’aiuto dell’ex pugile Massimo (Vinicio Marchioni), Giorgio ha finalmente la possibilità di riscattarsi diventando professionista. Ammesso che i boss di zona glielo consentano.

Un esordio alla regia umano e personale

Che Moro e De Leonardis siano stati facili profeti è possibile, molto della storia e delle interazioni tra i personaggi, oltre ai dialoghi proposti, restano nell’alveo del prevedibile e dello stereotipato. D’altronde, non è la prima volta che un esordio alla regia punta sul racconto di una storia popolare, ambientata nelle periferie della grande città, in ambienti disagiati e ai margini del mondo che spesso vediamo in tutt’altri film e serie tv italiane.

Per quanto si voglia insistentemente sottolineare, didascalicamente, quanto sottile sia il confine tra Bene e Male in molti di noi, in certe situazioni, non si ha quasi mai la sensazione che questo conflitto possa avere un esito diverso da quello che ci viene mostrato. Non c’è un problema di onestà, ché quella si percepisce senza fatica nell’impegno dei registi e dei protagonisti, quanto piuttosto di rappresentazione.

Debolezze e prospettive

La retorica del sacrificio, il valore della paura, l’importanza dei limiti e la forza di superarli, di autodeterminarsi e seguire i propri sogni, come anche la capacità della vita di sorprenderci e di mostrarci i nostri errori… c’è tutto quello che ci si potrebbe aspettare e nel modo più ‘chiaro’. Coatti dal cuore buono, criminali in grado di comprendere solo concetti basici come onore e controllo, donne “curiose” e un senso di comunità alla “uno per tutti” piuttosto che “tutti per uno” al quale manca la verità – o veracità – degli irraggiungibili Non essere cattivo o La terra dell’abbastanza.

Le musiche, sulle quali i registi sembrano aver puntato, son forse un’ulteriore occasione persa, quasi volutamente, per il timore che con un cantautore come Fabrizio Moro a occuparsene potessero prendere il sopravvento. A certe riprese aeree interessanti, anche della splendida location dello Stadio Olimpico, fanno inoltre da contraltare – purtroppo – leggerezze di montaggio e di costruzione che denotano delle distrazioni non gravi, ma evidenti. E che rischiano di indebolire ancor più la credibilità del racconto messo in scena. Che avrebbe potuto essere meno confuso. “Nella vita ci sta sempre qualcosa per cui vale la pena combattere” ci ricorda il film, e sbagliare, potremmo aggiungere. Basando su questa massima e sulle note positive sparse qui e lì un generico ottimismo sulle prospettive dei due giovani registi. Sperando che traggano la giusta lezione dal loro primo sforzo.

Jean-Claude Van Damme: 10 cose che non sai sull’attore

Jean-Claude Van Damme è uno di quegli attori ha conquistato milioni di fan grazie alle sue interpretazioni in numerosi film d’azione che sono diventati dei veri e propri cult. L’attore ha lavorato duramente per dare solidità alla propria carriera e, ancora oggi, continua a lavorare sodo nell’industria cinematografica, rimanendo un professionista del settore tra i più ammirati.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Jean-Claude Van Damme.

Jean-Claude Van Damme film

1. Ha recitato in celebri film. La carriera dell’attore belga è iniziata nel 1979 grazie a Donna tra cane e lupo, per poi continuare con Rombo di tuono (1984) e Kickboxers – Vendetta personale (1986). In seguito ha recitato in Aquila nera (1988), Cyborg (1989), Double Impact – La vendetta finale (1991), I nuovi eroi (1992), Senza tregue (1993), Last Action Hero (1993), Street Fighter (1994), A rischio della vita (1995), La prova (1996) e The Order (2001). In seguito, lavora in Wake of Death (2004), The Eagle Path (2010) e Gli occhi del dragone (2012). Tra i suoi ultimi film vi sono I mercenari 2 (2012), 6 Bullets (2012), Benvenuti nella giungla (2013), Kickboxer – La vendetta del guerriero (2016), Kill ‘em All (2017), Kickboxer: Retaliation (2018), Black Water (2018) e L’ultimo mercenario (2021).

2. È anche doppiatore, produttore, regista e sceneggiatore. Nel corso della sua carriera ha esplorato diversi ambiti del cinema, prestando la propria voce per i film d’animazione Kung Fu Panda 2 (2011) e Kung Fu Panda 3 (2016). Inoltre, ha prodotto film come Double Impact, Fino all’inferno (1999), Assassinion Games (2011), Full Love (2014) e della serie Jean-Claude Van Johnson (2017- in corso). Come regista ha diretto i film La prova (1996), The Eagle Path (2010) e Full Love e, inoltre, ha sceneggiato film com La prova (1996), The Order e Full Love.

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Jean-Claude Van Damme: la moglie Maria Rodriguez e le altre

3. Si è sposato giovanissimo. L’attore si è sposato per la prima volta nel 1980, a soli diciotto anni, con Maria Rodriguez. I due si erano conosciuti nel 1978, per poi sposarsi il 25 agosto del 1980. Tuttavia, il loro matrimonio è durato poco: infatti, i due hanno divorziato nel 1984, dopo tre anni.

4. Si è sposato diverse altre volte. L’attore si è poi sposato altre quattro volte. Nello stesso anno del suo primo divorzio, l’attore si è sposato con Cynthia Derderian nel 1985, per poi divorziare già l’anno successivo. Nel 1987 è convolato a nozze per la terza volta con la culturista Gladys Portugues, dalla quale ha divorziato cinque anni dopo. Nel 1994 è stato protagonista del quarto matrimonio, avvenuto con Darcy LaPier, divorziando da lei tre anni dopo. Infine, dal 1999 è sposato con Gladys Portugues.

Jean-Claude Van Damme e i suoi figli

5. Ha avuto diversi figli. Dalla culturista Gladys Portugues Van Damme ha avuto due figli: Kristopher Van Varenberg, nato il 20 maggio 1987, e Bianca Bree Van Varenberg, nata 17 ottobre 1990, modella ed esperta di arti marziali. Il figlio è anche apparso nei film Universal Soldier – I nuovi eroi, The Quest – La prova, Derailed, Universal Soldier – Regeneration. Dalla moglie LaPier, invece, ha avuto un altro figlio, Nicholas, nato il 10 ottobre 1995. Anche quest’ultimo è apparso in un film del padre, Wake of Death.

Jean-Claude Van Damme in Kickboxer

6. Il film del 1989 si ispira ad un evento reale. La scena in cui Kurt ha della carne legata alla gamba ed è inseguito dal cane di Xian Chow è ispirata ad un evento accaduto nella vita reale dell’attore quando era giovane. Nella fattispecie, all’attore era stato ordinato di indossare una tuta protettiva e di resistere ai tentativi di un cane addestrato per farlo cadere a terra.

7. È apparso in Kickboxer: Retaliation. Nonostante l’originale Kickboxer abbia cinque sequel, l’attore è apparso solo in un sequel del franchise, ovvero Kickboxer: Retaliation. Si tratta dunque della seconda volta che il personaggio di Kurt Sloan sarà il protagonista, smentendo dunque il fatto di essere stato ucciso come viene detto in Kickboxer 2.

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Jean-Claude Van Damme in I mercenari

8. Ha fatto parte di un cast stellare. L’attore è stato protagonista de I mercenari 2 e l’attore Sylvester Stallone ha confermato che il suo personaggio si chiama Vilain per renderlo simile al nome del poeta francese del XIX Paul Verlaine. Sul set de I mercenari 2, ha ritrovato i suoi colleghi Dolph Lundgren e Scott Adkins con cui aveva già lavorato altre tre volte nella sua carriera.

9. Si è allenato a lungo per il ruolo. Per prendere parte ad un action movie come I mercenari 2, l’attore si è sottoposto ad un’allenamento particolarmente intensivo al fine di poter interpretare personalmente la maggior parte delle scene più pericolose previste per il suo personaggio. Van Damme, come noto, non ha in realtà mai smesso di allenarsi e presenta ancora oggi un fisico particolarmente atletico e invidiabile, che in questo film sfoggia una volta di più.

Jean-Claude Van Damme: età e altezza dell’attore oggi

10. Jean-Claude Van Damme è nato il 18 ottobre del 1960 a Berchem-Sainte-Agathe, a Bruxelles. La sua altezza complessiva corrisponde a 177 centimetri.

Fonti: IMDb

Mena Suvari: 10 cose che non sai sull’attrice

Mena Suvari è un’attrice che ha conquistato il mondo con il suo fascino e il suo talento recitativo, dimostrando di essere versatile e piena di abilità. L’attrice americana ha sempre lavorato duro per costruirsi una carriera solida e duratura, tanto da continuare il suo lavoro tra film e serie tv.

Ecco, allora, dieci cose da sapere su Mena Suvari.

Mena Suvari: i suoi film

 

1. Ha recitato in celebri film. L’attrice debutta al cinema con Ecstasy Generation (1997), recitando poi in Il collezionista (1997), L’altra faccia di Beverly Hills (1998) e Carrie 2 – La furia (1999). Ottiene grandissimo successo grazie a American Pie (1999) e American Beauty (1999), con Kevin Spacey. In seguito recita in Le insolite sospette (2001), American Pie 2 (1999), Sonny (2002), di Nicolas Cage, Domino (2005), con Keira Knightley, Vizia di famiglia (2005), con Kevin Costner Brooklyn Rules (2007), Stuck (2007), I misteri di Pittsburg (2007) e American Pie: ancora insieme (2012). Negli ultimi anni ha invece recitato in The Murder of Nicole Brown Simpson (2019), Non dirlo a nessuno (2020), What Lies Below (2020) e Fourth Grade (2021).

2. Non solo cinema, ma anche televisione. L’attrice non ha lavorato solo sul gran schermo, ma ha partecipato anche a diversi progetti televisivi. La Suvari, infatti, è apparsa in E.R. – Medici in prima linea (1996), Six Feer Under (2004), Psych (2010), The Cape (2011), American Horror Story (2011-2018), Chicago Fire (2015), South of Hell (2015), Clarence (2014-2018) e American Woman (2018). Oltre alla sua attività recitativa, l’attrice ha intrapreso la strada della produzione, lavorando al film Non chiudere gli occhi (2014).

Mena Suvari in American Beauty

3. Il suo personaggio si evolve con il make up. Il regista Sam Mendes ha progettato con grande attenzione il look delle due ragazze protagonista di American Beauty. Se quello quello di Thora Birch usa gradualmente sempre meno trucco, il personaggio di Mena Suvari ne usa invece gradualmente sempre di più per enfatizzare la visione delle loro mutevoli percezioni di se stesse. L’attrice si è detta da subito entusiasta di questo stratagemma, trovando che descriva molto bene il cambiamento del suo personaggio.

mena suvari

4. Non è stata la prima scelta. L’attrice, in realtà, non è stata la prima scelta per il ruolo di Angela. Infatti, furono contattate anche Kirsten Dunst, Sarah Michelle Gellar, Brittany Murphy e Katie Holmes, ma tutte quante rifiutarono l’offerta. Chi arrivò a fare l’audizione furono Tiddani Thiessen, che però non fu soddisfacente, Majandra Delfino e Kate Hudson. Alla fine fu proprio la Suvari a spuntarla e ad ottenere il ruolo di Angela. Ruolo che l’ha poi consacrata nel panorama cinematografico statunitense.

Mena Suvari in American Pie

 

5. Ha partecipato ad alcuni capitoli della serie. L’attrice americana non ha partecipato ad un solo film della serie, cioè il primo, realizzato nel 1999, interpretando la dolce Heather, ragazza capace di cambiare il rude Chris. Oltre al primo capitolo, infatti, l’attrice ha partecipato anche ad American Pie 2 (2001) e American Pie: Ancora insieme (2012). Ricordando l’esperienza sui set di questi, la Suvari ha affermato di non essere rimasta inizialmente stupita dal successo della serie, capendo solo in seguito di come questi siano diventati dei veri e propri casi cinematografici.

6. Ha girato il film nello stesso anno di un capolavoro del cinema. La Suvari ha girato American Pie nello stesso anno di American Beauty. In questi due film, l’attrice interpreta due ruoli speculari tra loro: una ragazza dolce e casta nel primo film, e la perturbante Angela nel secondo. L’attrice ha ricordato l’esperienza in modo positivo, trovando che il ruolo di Heather le ha permesso di mostrare altre sfumature di lei come interprete.

Mena Suvari: chi è suo marito

7. Ha già due matrimoni alle spalle. L’attrice si è sposata la prima volta con il direttore della fotografia Robert Brinkmann, più grande di lei di 17 anni, con cui ha dato vita ad un matrimonio durato dal 2000 al 2005. In seguito, nel 2007 ha conosciuto il produttore musicale Simone Sestito, sposato tre anni dopo e da cui ha divorziato nel 2012.

8. Si è sposata per la terza volta. L’attrice si è sposata nuovamente, nell’ottobre del 2018, con Michael Hope. Egli ha lavorato in diversi show televisivi e in alcuni film come I’ll Be Home For Christmas, Slasher e Indian Horse. Nell’ottobre del 2020 la coppia ha annunciato di essere in attesa del primo figlio, poi nato nell’aprile del 2021 e chiamato Christopher. La Suvari è così divenuta mamma per la prima volta.

Mena Suvari Instagram

Mena Suvari è su Instagram

9. Ha un profilo Instagram ufficiale. L’attrice, come la maggior parte dei suoi colleghi, ha un account Instagram ufficiale che è seguito da circa 273 mila persone. Sono molte le foto che la vedono protagonista sulla sua bacheca, tra momenti lavorativi e quotidiani. Si possono infatti ritrovare post legati tanto alle sue attività come interprete quanto a momenti più privati o relativi alle sue battaglie ambientali. Seguendola si potrà dunque rimanere aggiornati su tutte le sue attività.

Mena Suvari: età e altezza

10. Mena Suvari è nata il 13 febbraio del 1979 a Newport, nel Rhode Island. La sua altezza complessiva corrisponde a 163 centimetri.

Fonti: IMDb, Entertainment WeeklyThe Hollywood Reporter, Hollywoodlife

Reacher: la recensione della nuova serie Prime Video

Nato dalla penna di Lee Child, il personaggio di Jack Reacher, un ex maggiore del Corpo di polizia militare dell’esercito degli Stati Uniti, è stato dal 1997 ad oggi protagonista di ben 26 romanzi. Divenuto uno dei più celebri del genere crime, è poi stato portato anche al cinema in due occasioni con Jack Reacher – La prova decisiva (2012) e Jack Reacher – Punto di non ritorno (2016), dove ad interpretarlo vi era Tom Cruise. Dopo questi due lungometraggi, tuttavia, Child affermò che il personaggio e le sue storie avrebbero trovato maggior soddisfazione con una serie televisiva. A giudicare da ciò che Reacher (questo il titolo della serie) regala ai suoi spettatori, lo scrittore aveva pienamente ragione.

Questa prima stagione, composta da 8 episodi, è basata sul primo romanzo della serie, Killing Floor e vedere Reacher (interpretato da Alan Ritchson) fare ritorno nella città rurale di Margrave, in Georgia. Non appena vi mette piede, però, viene subito arrestato e accusato di un omicidio verificatosi nelle stesse ore del suo arrivo. Quando maggiori dettagli di questo delitto iniziano ad emergere, Reacher viene scagionato ma è ormai troppo dentro la faccenda per non prendere parte alle ricerche della polizia. Quello che inizialmente sembrava essere per lui un caso come un altro diventa invece una vicenda personale quando scopre che ad essere stato ucciso è suo fratello Joe, il quale stava indagando su dei misteriosi traffici illegali a Margrave.

Reacher: poca azione, molta tensione

Come i fan del personaggio sapranno, Jack Reacher è noto principalmente per il suo possente fisico, metafora della sua forza inarrestabile ma anche della sua vasta intelligenza e preparazione ad ogni evenienza. Con questa serie si ridona dunque al personaggio questa sua caratteristica grazie ad Alan Ritchson, attore che sfoggia qui un corpo talmente muscoloso da distrarre in più occasioni dal racconto. Tale fisico è il sogno di ogni interprete di opere d’azione, eppure qui è collocato in un contesto dove questo elemento tende ad essere quasi messo da parte. Rispetto ai due film con Cruise, infatti, Reacher, ideata da Nick Santora, si configura maggiormente come un puro crime.

Tra il contesto rurale e una serie di macabri crimini da risolvere, il pensiero va subito alla prima ineguagliata stagione di True Detective. Il modello sembra infatti essere proprio quello, anche se sin da subito viene fatto intuire che dietro le apparenze si nasconde molto altro. Più il racconto procede, più ci si addentra in un sottobosco ricco di personaggi malsani e affari sporchi. Elementi che si pongono in aperto contrasto con la rigida moralità di Reacher, un uomo che si prende cura degli animali e non dimentica di fare la raccolta differenziata. Lo spettatore è dunque chiamato a prestare grande attenzione a ciò che avviene, seguendo ogni sviluppo delle indagini per poter giungere alla soluzione insieme ai protagonisti.

Reacher serieCosì costruita, la serie sembra dunque avere le carte in regola per attrarre non solo gli appassionati del personaggio ma anche gli amanti di questo genere di racconti thriller. Nel mantenersi particolarmente fedeli al romanzo, inoltre, gli sceneggiatori trovano il giusto equilibrio tra i tanti eventi da raccontare, donando ad ognuno la giusta importanza all’interno del racconto complessivo. Difficilmente si proverà dunque la sensazione di non avere tutti i tasselli del puzzle a disposizione o di passare da una situazione all’altra in modo forzato. Al contrario, Reacher è un vero piacere da guardare e il merito è per buona parte del suo protagonista.

Reacher: la recensione della serie

Alan Ritchson, noto per aver recitato nei panni di Aquaman in Smallville e in quelli di Raffaello nel film Teenage Mutant Ninja Turtles, dimostra di essere l’interprete giusto sin dalle primissime inquadrature. Si potrebbe pensare che il suo fisico possente lo renda di conseguenza anche un po’ ingessato, ma l’attore dimostra invece non solo una grande scioltezza nell’adattarsi alle situazioni quanto anche una perfetta padronanza del personaggio. Egli riesce a risultare genuinamente divertente e ironico, ma ovviamente anche minaccioso e violento. L’attore dona così una gamma di sfumature al personaggio, il quale davvero diventa il principale motivo di interesse della serie.

In conclusione, dunque, Reacher punta evidentemente ad essere una serie diversa dai tanti titoli simili. Mescolando al suo interno diversi generi, sempre bilanciandoli a dovere, si genera così un racconto appassionante e coinvolgente, che offre numerosi momenti memorabili. Tra il carisma del suo protagonista e il complesso caso in cui si trova coinvolto si avrà infatti molto da apprezzare. È così che una serie si dimostra davvero essere il formato ideale per la storia pensata da Child, ricca di suggestioni visive e pervasa da un’atmosfera che trova qui modo di esprimersi al meglio.