Manca ormai sempre meno all’arrivo
della
Snyder Cut di Justice
League. Il taglio originale di Zack Snyder arriverà in America (su HBO Max) e
in Italia (in esclusiva digitale) a partire dal prossimo 18 marzo.
WarnerMedia ha deciso di distribuire la versione di Snyder in
seguito alla campagna organizzata via Twitter dai fan del regista,
che hanno chiesto a gran voce che Snyder avesse la possibilità di
far vedere al mondo il cinecomic che aveva sempre voluto
realizzare.
Sappiamo che il nuovo film sarà
molto diverso dalla versione cinematografica arrivata nel 2017 e
diretta da Joss Whedon. Snyder ha anche effettuato una
serie di riprese aggiuntive che gli hanno permesso – tra le altre
cose – di realizzare la fatidica scena con il temibile Martin
Manhunter (che sarebbe già dovuto apparire nel taglio
cinematografico) e quella che includerà il Joker di Jared Leto, già visto in Suicide Squad del 2016. Inoltre, nel corso degli
ultimi mesi, Snyder ha confermato che esiste una versione IMAX in
bianco e nero del suo taglio, chiamata
Justice League: Justice Is Grey, che lui stesso definisce
come la “versione definitiva” e che uscirà sempre su HBO Max dopo
l’arrivo di quella a colori.
In seguito alla notizia, molti fan
hanno espresso il desiderio che almeno una delle due versioni della
Snyder Cut – quella a colori o quella in bianco e nero
– arrivi nelle sale una volta che i cinema potranno finalmente
riaprire. Sfortunatamente, pare che non ciò non sia piani della
Warner Bros., almeno per ora. Come riporto da
The Wrap, infatti, non ci sono piani per un’uscita al cinema
della
Snyder Cut di Justice
League, che è ancora considerata un’esclusiva di HBO
Max.
Naturalmente, ciò non significa che
le cose non possano cambiare. Probabilmente, molto dipenderà anche
da come verrà accolta la
Snyder Cut dal pubblico. Di recente è stato
confermato che il nuovo taglio – che durerà ben quattro ore – sarà
diviso in sei capitoli e che Snyder ha scelto di non ricevere alcun
compenso per il film, al fine di mantenere finalmente il pieno
controllo creativo sulla sua versione.
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in
streaming uscirà il 18 marzo 2021 in
esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
Un fan della saga di Star Wars ha adattato la sceneggiatura che
Colin Trevorrow aveva scritto per Episodio
IX in un fumetto. Tutti sanno che, in origine, il regista di
Jurassic World avrebbe dovuto dirigere il capitolo
finale della trilogia sequel della celebre saga
fantascientifica.
A causa di alcune differenze
creative, però, nel 2017 Trevorrow decise di abbandonare il
progetto, venendo sostituito poco dopo da J.J. Abrams, che aveva già diretto
Il risveglio della forza. All’inizio nessuno sapeva
quale direzione avrebbe preso il film diretto da Trevorrow, ma
all’inizio del 2020 la sua sceneggiatura è trapelata online. Era
intitolata “Duel
of the Fates” e, naturalmente, avrebbe proposto una storia
molto diversa rispetto a quella raccontata da Abrams ne
L’ascesa di Skywalker, arrivato nelle sale a dicembre
2019.
I fan non hanno smesso di esprimere
il loro interesse nei confronti dei piani originali di Trevorrow –
migliori rispetto alle idee concepite poi da Abrams, a detta di
alcuni – e proprio di recente l’artista Andrew
Winegarner ha utilizzato la sceneggiatura di Trevorrow e
l’ha trasformata in un brillante webcomic, ossia un fumetto
destinato esclusivamente al web. Winegarner ha condiviso alcune
tavole attraverso il suo profilo
Twitter, mentre l’intero lavoro può essere ammirato e letto sul
suo sito
ufficiale. Nel fumetto, l’artista dà vita ad alcuni degli
aspetti più discussi di “Duel of the Fates”, dal ruolo ampliato di
Leia a Finn che diventa un leader della Resistenza.
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Il futuro della saga di Star
Wars
Di recente è stato
confermato Rogue
Squadron, primo film ad arrivare nelle sale dopo la
conclusione della saga degli Skywalker. Il film, diretto
da Patty Jenkins (regista
di Wonder
Woman), verrà distribuito nelle sale a dicembre
2021.
Oltre a Rogue
Squadron, sappiamo che a Rian
Johnson, regista de Gli
Ultimi Jedi, è stata affidata la scrittura di una
nuova trilogia basata su nuove storie e nuovi personaggi, ma su
quel progetto non si hanno aggiornamenti da diverso tempo. In
passato, anche ai creatori di Game of
Thrones,David
Benioff e D.B. Weiss, era
stato affidato lo sviluppo di una trilogia parallela:
sfortunatamente, il duo ha deciso poi di abbandonare il
progetto.
Da Jennifer Kent
(la regista rivelazione del momento) alle 5 scrittrici italiane del
panel “Donne in nero”; da JeanetteNordahl (il nuovo talento del cinema danese in
concorso con Wildland) ad Antonietta De
Lillo (che porta al festival un film-evento come l’inedito
Fulci Talks), la 30ma edizione di Noir in festival si apre
con una giornata interamente dedicata alle donne, domani 8
marzo. Lo sguardo femminile sul mistero e la paura è del
resto al centro del focus condotto da una maestra del noir come
Nicoletta Vallorani, scrittrice, docente universitaria e curatrice
editoriale che guiderà cinque tra le più interessanti autrici di
genere italiane alla scoperta delle “Donne in nero” (ore 18.00, su
Facebook e YouTube, live da RED Feltrinelli): dialogheranno con lei
Margherita Oggero (Il gioco delle ultime
volte, Einaudi), Antonella Lattanzi
(Questo giorno che incombe, Harper Collins),
Grazia Verasani(Come la pioggia sul
cellofan, Marsilio), Francesca Serafini
(Tre madri, La nave di Teseo) e Rosa
Teruzzi (La memoria del lago, Sonzogno). A
seguire, il critico e scrittore Silvio Danesein
una conversazione con Marina Fabbri e la partecipazione di Rosa
Teruzzi sui temi del suo Intervista alla sposa (Nave di
Teseo), dolorosa e attuale riflessione sulla violenza contro le
donne.
Tra letteratura e serialità sarà
invece l’incontro con Gabriella Genisi, autrice
dei romanzi da cui è tratta la fortunata serie targata Rai 1 Le
indagini di Lolita Lobosco, diretta da Luca
Miniero, che parlerà di questo personaggio diventato
iconico con la sua autrice e una delle protagoniste,
Lunetta Savino (ore 11.00, su Facebook e YouTube).
A seguire, la presentazione dell’ultimo romanzo appena uscito,
sempre di Gabriella Genisi, ma con una diversa
protagonista, la carabiniera salentina Chicca Lopez: La regola
di S. Croce (Nero Rizzoli), con Marina Fabbri.
Nella giornata internazionale della
donna il Noir propone inoltre una speciale masterclass con una
nuova protagonista del cinema di genere, la regista australiana
Jennifer Kent, che con due soli film all’attivo,
Babadook e The Nightingale, ha già lasciato una
traccia indelebile nella cinematografia internazionale.
Intervistata dal critico Paolo Bertolin, Jennifer Kent svelerà la
sua personale visione del racconto cinematografico (ore 17.00,
MYmovies, Facebook e YouTube). Anche il Concorso Internazionale
apre nel segno della femminilità grazie al sorprendente esordio nel
lungometraggio di Jeanette Nordhal con
Wildland, una storia di mafia al
femminile che ruota intorno all’importanza della famiglia (ore
19.00, MYmovies), e con Les envoûtés di
Pascal Bonitzer, storia di fantasmi liberamente tratta da un
racconto di Henry James che ha per protagonista una giornalista
sorprendentemente interpretata da Sara Giraudeau (ore 21.00,
MYmovies). Altra protagonista femminile della giornata sarà
Antonietta De Lillo che porta al Noir l’anteprima
del suo Fulci Talks (ore 22.00,
MYmovies), conversazione in versione uncut in cui la
regista e il critico Marcello Garofalo dialogano insieme a Lucio
Fulci, maestro del cinema di genere osannato da autori del calibro
di Quentin Tarantino, e a cui il festival dedica la retrospettiva
di quest’anno.
Il programma della giornata si
completa con un incontro che vede protagonisti due autori che
coniugano le due anime del Noir in Festival, cinema e letteratura:
Livia Sambrotta(manager dell’industria
cinematografica) con il suo Non salvarmi (Sem) e il
produttore Roberto Cimpanelli, al suo esordio
letterario con La pazienza del diavolo (Marsilio), che
dialogheranno insieme a Giorgio Gosetti (ore 12.00 su Facebook e
YouTube).
Il Noir in Festival si svolgerà in
streaming gratuito su tutto il territorio nazionale sulla
piattaforma MYmovies.it e sui
canali social del festival (Facebook, YouTube, Instagram). Tutti i
film saranno disponibili per 24 ore dalla data di prima
programmazione, previa prenotazione.
Quella di Il padrino è una delle
trilogie cinematografiche più conosciute e amate di sempre, vero e
proprio simbolo di un genere. Se il primo film aveva raccontato il
declino del celebre Don Vito Corleone, il suo seguito,
ll padrino – Parte II, ne narra invece le
origini. Diretto nuovamente da Francis Ford Coppola,
che firmò anche la regia insieme allo scrittore Mario
Puzo, questo è ancora oggi indicato come uno dei migliori
film della storia del cinema, capace di raccontare tanto il privato
quanto il pubblico di un Paese e di una società che andava in
quegli anni formandosi. Primo sequel a vincere l’Oscar per il
miglior film, questo è ancora oggi un’opera senza tempo.
Consapevole della complessità di un
sequel, Coppola aveva inizialmente
rinunciato alla regia, proponendo l’amico Martin
Scorsese. Nessuno poteva però raccontare l’ascesa dei
Corleone se non lui. Coppola finì dunque con l’accettare il ruolo,
continuando a trarre ispirazione dall’omonimo romanzo di Puzo.
Attraverso quella che apparentemente è una classica storia di
mafia, il regista arriva a rappresentare l’uomo e la sua
solitudine, il suo isolamento dagli affetti e dalla grazia. Il
padrino – Parte II è un’opera estremamente ambiziosa, che con
la sua durata di oltre tre ore sa dar vita ad un’epica moderna,
contenente tutti i sentimenti più universali dell’animo umano.
Girato tra gli Stati Uniti, la
Repubblica Dominicana e la Sicilia, il film superò i successi del
precedente capitolo, tanto per gli incassi quanto per i premi
ottenuti. A fronte di 11 nomination all’Oscar, arrivò infatti a
vincerne ben 6, entrando di diritto nella storia. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le
principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La trama di Il Padrino – Parte II
Con la morte per infarto di
Don Vito Corleone e l’uccisione del primogenito
Sonny, a prendere le redini del potere della
famiglia Corleone è il terzo figlio maschio
Michael. Questi si dimostra da subito molto più
agguerrito del padre, tanto da voler prendere ogni decisione di
testa sua, non coinvolgendo mai il fratello o lo storico
consigliere di famiglia Tom. Di fatto, la sua
avidità di potere finirà per attorniarlo di nemici, perfino nella
stessa famiglia. Parallelamente alle vicende di Michael, si anima
anche la storia del giovane Vito Corleone, il
quale si trova a dover fuggire dalla Sicilia a causa di alcune
rappresaglie mafiose contro la sua famiglia. Raggiunti gli Stati
Uniti, egli inizierà a muovere i primi passi che daranno vita
all’impero dei Corleone in America.
Il Padrino – Parte II: il
cast del film
A ricoprire nuovamente il ruolo di
Michael Corleone è l’attore Al Pacino.
Rimasto scontento da alcuni dettagli del precedente film, questi
affermò che non avrebbe ripreso il personaggio se non fosse stato
estremamente convinto della sceneggiatura. Coppola fu così
costretto a riscrivere molte delle parti incentrate su Michael,
sperando di ottenere il consenso dell’attore. Pacino alla fine
decise di accettare la parte. Venne in seguito nominato anche come
miglior attore protagonista agli Oscar, senza però riportare la
vittoria. Accanto a lui, tornano diversi altri attori già visti nel
primo film. Si tratta di Diane Keaton
nei panni di Kay Adams, Robert Duvall in quelli di
Tom Hagen e John Cazale come Fredo Corleone.
Talia Shire, a sua volta, torna come Connie
Corleone.
Nei panni di Don Vito Corleone,
ruolo che fu di Marlon Brando
nel precedente film, vi è invece Robert De Niro. Coppola
lo scelse per il personaggio dopo essere rimasto impressionato da
lui durante i provini per il primo film. Per prepararsi al ruolo
prima delle riprese, De Niro decise di spendere circa sei mesi
nella zona di Corleone, in Sicilia. Qui imparò a parlare in
siciliano, come si può ascoltare anche nella versione originale del
film. Grazie alla sua interpretazione, De Niro vinse il suo primo
Oscar come miglior attore non protagonista. Il celebre Lee
Strasberg è presente nei panni del criminale Hyman Roth,
ispirato al vero mafioso Meyer Lansky. In Il padrino – Parte
II si può inoltre ritrovare anche un breve cameo di una
giovanissima Sofia Coppola,
presente tra i clandestini della nave su cui si trova anche Don
Vito.
Il Padrino – Parte II: la
colonna sonora e il sequel del film
Tra gli elementi più memorabili del
film vi è la sua colonna sonora, con le musiche composte ancora una
volta da Nino Rota e le parti bandistiche da
Carmine Coppola, dirette poi sempre da
quest’ultimo. Per Il Padrino – Parte II Rota ha espanso
due dei tre temi principali del primo film: “Il valzer del
Padrino” e “Il tema di Michael“, mentre “Il tema
dell’amore” del primo film fa una breve apparizione durante
una sequenza di flashback (“Ricordati di Vito Andolini“).
Ci sono poi diversi nuovi temi, tra cui uno per Kay (Diane
Keaton) e due per il giovane Vito (Robert
De Niro): “The Immigrant Theme” e “The
Tarantella“, introdotti in “A New Carpet“. Alla
colonna sonora e a entrambi i compositori è poi stato assegnato il
premio Oscar nel 1975.
A distanza di ben 16 anni da questo
secondo capitolo, Coppola ha infine chiuso la trilogia con Il Padrino – Parte III,
incentrato ancora una volta su Michael Corleone, ormai anziano.
Interpretato nuovamente da Pacino, il personaggio è in questo
capitolo conclusivo impegnato nel tentativo di porre fine alle
ostilità contro la sua famiglia, cercando allo stesso tempo di
recuperare quanto perduto nel corso della sua vita. Candidato a
sette premi Oscar, questo vede in particolare l’ingresso nel cast
dell’attore Andy Garcia nei
panni di Vincent Mancini, nipote di Michael. La trama porta dunque
a conclusione la dinastia della celebre famiglia, intrecciando gli
ultimi anni di questa con eventi storico-politici dell’Italia degli
anni Settanta.
Il trailer di Il Padrino –
Parte II e dove vedere il film in streaming e in TV
Prima di vedere tale sequel, è
possibile fruire di Il padrino – Parte II
grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Chili Cinema, Google Play,
Infinity+, Apple TV, Now, Prime Video e Paramount+. Per vederlo, una volta scelta
la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o
sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di lunedì
15 gennaio alle ore 21:00 sul canale
Iris.
Avengers: Infinity War è
sicuramente uno dei film con più successo della
storia, e ha aperto una nuova era per il Marvel Cinematic
Universe. Il cast è amato da tutto il mondo. Così lo sono i
registi. E i personaggi. Ma, se abbiamo imparato qualcosa dalla
storia, ci riesce facile immaginare che ci sia qualche
segreto dietro uno dei franchise più amati del mondo.
Alcuni sono divertenti e positivi, altri decisamente meno. Ci sono
stati spoiler, mosse false, grandi ritorni, e momenti esilaranti.
Ecco i 15 retroscena che cambieranno l’idea che vi siete
fatti del film.
James Gunn e Taika Waititi hanno
contribuito al film
Tutti amano i
personaggi del MCU. Gli attori che
li interpretano sono diventati incredibilmente famosi. Ma non sono
solo le persone sullo schermo ad essere amati dai fan di tutto il
mondo.
James Gunn, infatti, è diventato un pilastro del
franchise, grazie ai personaggi di Guardiani della Galassia,
addirittura scrivendo un copione speciale per Groot, in modo da
trasmettere anche i sentimenti e le emozioni dell’albero,
riuscendoci a meraviglia. Non solo: il regista di Thor:
RagnarokTaika Waititi ha suscitato
forse più interesse del cast stesso, una persona dal buon carattere
famoso per il senso dell’umorismo.
I due registi hanno contribuito al
MCU
plasmando personaggi memorabili e immediatamente riconoscibili, e
gli scrittori di Avengers: Infinity War lo sapevano bene. Per
assicurarsi che ci fosse una certa continuità all’interno del
MCU, quindi,
si tennero in stretto contatto con Gunn e Waititi, per assicurarsi
di rappresentare i personaggi in modo accurato e coerente.
È per questo motivo, che Gunn e Waititi sono stati
direttamente responsabili per i dialoghi dei loro personaggi
in Infinity War.
Mark Ruffalo ha fatto spoiler. Un
anno fa.
Viviamo in un mondo
nel quale evitare gli spoiler è difficile: social media,
news, video, recensioni ovunque. Sono quasi inevitabili. Per
evitarli, gli studio fanno del loro meglio per sviare i fan,
attraverso false fughe di notizie, la circolazione di falsi copioni
o false riprese di prova. Tutto pur di tenere i fan sulle spine. Ma
è impossibile controllare tutto. Il che è ciò che è successo
con Infinity War.
Durante un’intervista
Mark Ruffalo si è fatto sfuggire uno
spoiler di dimensioni mitiche. Mentre parlava dei
finali spesso deprimenti dei film del MCU, ha scherzato
sul fatto che in Avengers: Infinity War muoiono tutti. Ha
provato a fare marcia indietro, poi, affermando che no, non tutti,
la metà. Di male in peggio. Magari saprà dirci qualcosa sul loro
ritorno nel quale tutti speriamo.
Robert Downey Jr. ha riscritto le
proprie scene
È una battuta che fanno in
tanti, un po’ scherzando, un po’ no, che
Robert Downey Jr. sia davvero Tony Stark. I due
condividono, infatti, un atteggiamento piuttosto compiaciuto e una
certa arrogante sicurezza. Ma forse c’è una ragione.
Infatti, Robert Downey scrive spesso le proprie
battute.
I registi di Avengers:
Infinity War, infatti, sono ben consapevoli della familiarità
che l’attore ha maturato con il proprio personaggio, e sono
convinti del fatto che l’input dell’attore sia fondamentale per
dare continuità al personaggio e rappresentarlo al meglio. Per
raggiungere il risultato voluto, i due registi si sono spesso
incontrati con l’attore prima di girare le scene; incontri dopo i
quali Robert Downey Jr ha riscritto le proprie scene per
rappresentare al meglio il proprio personaggio. E il regista Joe
Russo ha descritto l’atmosfera come particolarmente
collaborativa.
La lettera di rifiuto di
Deadpool
A Deadpoool non
dispiace dare un po’ fastidio agli altri supereroi, e a Ryan
Reynolds non dispiace punzecchiare gli altri attori Marvel. Per cui, anziché
congratularsi con i colleghi per la riuscita e il successo del
film, ha fatto ciò che sa fare meglio, e ciò prendendoli in giro.
Reynolds si è in realtà congratulato con il cast per il suo
successo, tenacità e perseveranza.
Sono i tipo di persone che non
mollano: e nemmeno lui lo è. Cosa c’è di strano? Il tweet in
questione è accompagnato da una fotografia di una lettera
di rifiuto piuttosto secca scritta da Tony Stark e
indirizzata a
Deadpool. Nella lettera, Tony rifiuta la sua richiesta di
unirsi agli Avengers, con un secco “no” d poche spiegazioni,
suggerendo che faccia domanda agli X-Men…
Elizabeth Olsen odia la propria
scollatura
Il MCU ha fatto un buon
lavoro nell’evitare di rappresentare eroine poco vestite, lì per
essere guardate. Insomma, le donne dell’Universo Marvel sono in genere piuttosto
coperte, il che ha portato
Elizabeth Olsen a notare la differenza tra il proprio costume e quello delle colleghe:
Scarlet Witch, infatti, ha una scollatura che mostra un po’
di più dei costumi delle altre, e la Olsen non ne è stata
particolarmente felice.
Infatti, ha dichiarato che avrebbe
voluto un costume più coprente. Se non altro, è contenta che il
costume non somigli troppo a quello del fumetto: un body rosso
fiammante con un’accessorio a forma di W al contrario in testa.
Robert Downey Jr. si è rifiutato
di indossare la tuta per la motion capture
Robert Downey Jr. può fare un po’ quello che gli
pare, letteralmente. Insomma, è diventata una star della
cultura pop contemporanea, ed è uno dei pilastri indiscussi del
MCU. Ed ha
usato il potere a proprio vantaggio, qualche volta: ad esempio,
riuscendo ad evitare il fastidio di dover indossare una
tuta per motion capture.
E addirittura la metà inferiore
della propria tuta da Iron Man. Cosa è successo? Che, in
Avengers: Infinity War, mentre tutti gli altri attori
erano sul set tutti agghindati, Downey Jr. indossava semplicemente
la parte superiore della tuta di Iron Man. E i pantaloni sono stati
aggiunti digitalmente.
Dave Bautista non sapeva cosa
stesse succedendo nel film
Drax è
un personaggio esilarante. Introdotto in Guardiani
della Galassia, il personaggio di Dave Bautista ha fatto
la sua apparizione anche
in Avengers: Infinity War. L’attore ha
affermato che l’esperienza non sia stata particolarmente diversa
dal girare un film dei Guardiani: le sue
scene, infatti, sono state girate prevalentemente con gli attori
dei Guardiani, con un paio di Avengers in
più.
Per lui, insomma, la sensazione non
è stata quella di far parte di un enorme crossover.
Inoltre, Infinity War è stato girato
contemporaneamente a Avengers 4. Tutto questo ha forse
generato un po’ di confusione nell’attore, il
quale si presentava sul set sapendo le proprie battute e facendo
bene il proprio lavoro. Ma, a quanto pare, aveva perso il filo di
cosa si stesse girando.
Elizabeth Olsen e Photoshop
Una parte del
lavoro dell’attore è dover fare i conti con il vedersi
photoshoppati alla grande. Tanto viene rimosso, tanto viene
accentuato. Tristemente o meno, è una pratica comune. E può dare
particolarmente fastidio agli attori, e in certi casi diventare
particolarmente offensiva: e molte star manifestano il proprio
disappunto.
Nel caso di
Elizabeth Olsen in Avengers: Infinity War, è
successo qualcosa di particolarmente brutto: nella cover
di Empire Magazine per Infinity
War, la faccia dell’attrice è stata modificata al
punto da non somigliare nemmeno alla faccia dell’attrice.
La Olsen lo ha notato, e ha postato la cover sui social media: i
fan le hanno dato immediatamente ragione, e si sono lamentati con
il magazine. Il quale ha risposto dicendo di non aver avuto nulla a
che fare con le modifiche, e la Olsen ha cancellato i post. Ma
siamo tutti ancora dalla sua parte.
Durante le riprese, gli attori non
erano a conoscenza della trama del film
La Marvel sta facendo di tutto per
fare in modo che non trapeli alcun segreto. Al punto dal
nascondere alcune cose persino al cast. Infatti,
tutto il cast, sia i personaggi principali che quelli minori, sia
quelli storici che i nuovi arrivati, sono stati tenuti all’oscuro
delle svolte e colpi di scena principali di Avengers:
Infinity War.
Per Don Cheadle, è stato
particolarmente divertente, e ha dichiarato di preferire essere
all’oscuro e scoprire le cose man mano, più o meno come i fan
quando guardano il film. Altri non hanno mostrato lo stesso
entusiasmo. Ma la cosa non ci sorprende, visti gli spoiler di
dimensioni epiche fatti da Tom Holland e Mark Ruffalo.
Le preghiere di Chris Pratt per
Kevin Smith
Per chi è religioso,
dedicare le proprie preghiere a qualcuno in un momento di
difficoltà, e mostrare il proprio supporto dicendolo, è una cosa
normale. Ma, quando il regista ed esperto di fumetti Kevin Smith ha
avuto dei problemi al cuore, e Chris Pratt ha twittato
facendo sapere a Smith che le sue preghiere erano con
lui.
L’attore di Avengers:
Infinity War non è stato l’unico a scrivere per mostrare
il proprio supporto a Smith. Ma Twitter si è scatenato
contro Pratt, dicendo che ci sono modi migliori per
aiutare. Al che, il regista James
Gunn ha difeso Pratt, dicendo che Smith è sicuramente in grado
di pagare le proprie spese mediche, e dicendo che Pratt non deve
nulla, se non la propria gentilezza.
Tom Holland ha ‘accidentalmente’
rivelato il poster
Mark
Ruffalo non è l’unico Avenger famoso per gli spoiler.
Tom Holland, infatti, ha fatto cose altrettanto gravi. Per
fortuna, questa volta si è trattato solamente di un poster. Holland
è particolarmente conosciuto per la propria incapacità di
nascondere i segreti. Motivo per cui la Marvel ha deciso di non dargli più
accesso a tali segreti.
In questo caso, Holland ha
scartato live su Instagram un pacchetto ricevuto da
Mark Ruffalo. Nella scatola c’era un poster ancora
segreto di Avengers: Infinity War. Al che, Holland ha
immediatamente interrotto lo streaming. Forse si è trattato solo di
uno scherzo, forse no. Ma la Marvel ha rilasciato pubblicamente
il poster poco dopo.
Joe Russo dice che un crossover
con The Defenders è impossibile
Marvel sembra aver deciso di non
voler assolutamente fare crossover tragli show televisivi e
l’universo cinematografico. Ci sono riferimenti
occasionali, ma niente di più. E, secondo il regista
di Avengers: Infinity War, non si andrà mai oltre.
Infatti, ha ammesso il fatto che in realtà un crossover
tra Defenders e Avengers è stato
preso in considerazione. Ma il regista ha anche affermato che è già
difficile far funzionare efficacemente la comunicazione tra tutti i
registi del MCU, e far rientrare anche i
creatori degli show televisivi in questo mix di voci sarebbe
un’impresa folle. Ha concluso dicendo che l’impossibilità di un
crossover non ha niente a che fare con contenuti o diritti, ma è
semplicemente pratica.
Chris Hemsworth ha paura che Thor
diventi troppo serio
Quando Chris Hemsworth ha
dato vita a Thor sullo schermo, questi era un po’ un bruto il cui
amore andava al proprio martello. Il Dio del Tuono era
quindi un po’ un outsider nel gruppo degli Avengers, che faceva
fatica a comprenderne le abitudini, i metodi, e addirittura le
battute. Ma arriviamo a Thor: Ragnarok, e poi al nuovo Dio con i
capelli sempre più corti di Infinity War: il personaggio
ha fatto parecchia strada. Il che ha fatto diventare Chrish
Hemsworth piuttosto protettivo nei confronti del personaggio.
Ancora prima di presentarsi sul set, infatti, Hemsworth ha fatto
una richiesta ben precisa ai fratelli Russo: di non rendere il
personaggio di Thor troppo serio. La sua intenzione, infatti, era
quella di mantenere la leggerezza e l’umorismo di Thor, che
erano emerse nel capitolo diretto da Taika Waititi ed erano
state amate dai fan di tutto il mondo.
Keaton Jones
Keaton Jones è diventato
famoso per un video sul bullismo, nel quale chiede ai bulli perché
fanno ciò che fanno, dicendo che le persone non dovrebbero essere
prese in giro e tormentate per cose che non possono controllare.
Quando Steve Rogers ha visto il video sui social media, ha
offerto a Jones la possibilità di partecipare alla prima
di Infinity War. Anche Mark Ruffalo si è messo in contatto con Jones,
invitando lui e la sua famiglia.
Ma la cosa, fatta con le migliori
intenzioni, gli si è rivoltata contro. Infatti, la famiglia di
Jones è stata accusata di razzismo, ed è comparsa
una foto della famiglia con una bandiera confederata. Il commento
della madre di Jones, è stato che la bandiera non rende
automaticamente la famiglia razzista. Nell’ultimo anno, le bandiere
in questione sono state oggetto di parecchie controversie, e molti
negozi negli Stati Uniti hanno smesso di venderle, e alcuni governi
locali se ne sono liberati, così come di alcune statue.
Sony non ha nulla a che vedere con
lo Spider-Man della Marvel
Lo Spider-Man di
Tom Holland è diventato uno dei personaggi del MCU più amati. Ma il
successo di Spider-Man: Homecoming non ha
nulla a che fare con i registi e scrittori della SONY, ancora
“casa” di Spidey. Infatti, è interamente dovuto alla
Marvel. Secondo Kevin Feige, i
piani della Sony per Spidey non hanno nulla a che fare con quelli
della Marvel.
I due studios hanno stretto un
patto storico per quanto riguarda la gestione dei personaggi da
parte di entrambi, ma non collaborano più di tanto. La
Sony, infatti, sta lavorando a nuovi film, uno
spin-off su
Venom e uno su Black Cat, il tutto per conto loro, con i propri
piani. Chiaramente: il destino di Spidey in Avengers: Infinity
War non influenzerà in alcun modo i sequel tanto attesi
della Sony.
ATTENZIONE – L’ARTICOLO CONTIENE
SPOILER SU WANDAVISION 9
WandaVision
9, l’attesissimo finale di stagione della serie Disney+/Marvel Studios con Paul Bettany e Elizabeth Olsen, ha sciolto tutti i nodi di
questo ciclo narrativo, lasciando naturalmente la strada aperta a
molte possibili prosecuzioni per i prossimi capitoli del MCU.
Naturalmente tutti siamo stati
travolti dalla potenza e dalla bellezza di Scarlet Witch, che
finalmente fa il suo esordio ufficiale nell’universo condiviso.
Durante la sua battaglia con Agatha Arkness, Wanda scopre che lei è
la Scarlet Witch, un essere più potente dello Stregone Supremo
(Doctor Strange) e che all’interno del
Darkhold, il “libro dei dannati” che possiede Agatha, c’è un intero
capitolo su di lei.
Nella scena post credits della
serie, vediamo Wanda che si è ritirata in una baita isolata, in
mezzo alle montagne innevate, la vediamo mentre prepara del tè, ma
poi scopriamo che c’è una sua proiezione astrale in una camera, che
sta studiando il Darkhold. In quel momento sentiamo salire la
colonna sonora di Doctor
Strange, composta da Michael
Giacchino per il film del 2016.
Nel caso in cui ci fosse ancora
bisogno di conferma, sappiamo che la questione del potere di
Scarlet Witch troverà una sua spiegazione o risoluzione in Doctor Strange e il Multiverso della Pazzia.
Sebbene non ci sia stato un cameo di Benedict Cumberbatch, come tutti ci
aspettavamo, abbiamo avuto la possibilità di vedere (o meglio
sentire) un pezzetto di Strange che fa capolino nella storia.
I film comici sono
un genere che ha prodotto tantissimi classici, sopratutto
americani. Ma anche in Italia, la commedia la sappiamo fare come si
deve. Ecco quindi i film comici da vedere assolutamente,
dagli USA all’Italia.
Film comici da vedere
assolutamente
Parlando di film che hanno fatto la
storia della comicità al cinema: chi c’è di meglio di Steve Carell e Ben Stiller per cominciare? Ecco due dei loro
migliori film comici da vedere:
Ti presento i
miei, Jay Roach (2000)
Primo capitolo di un’esilarante
trilogia, parla di una delle paure più diffuse tra le coppie:
quella dei suoceri. Quando il futuro sposo Greg incontra i genitori
della fidanzata, tutto va storto. Ma davvero tutto. I problemi
cominciano quando Greg incontra, in particolare, l’intimidatorio
padre di lei, Jack Byrnes. Da lì, è tutto in discesa.
40 anni vergine, Judd Apatow
(2005).
Il quarantenne Andy Stilzer è un
uomo affabile e gentile. E single. Lavora in un grande magazzino, e
spende il proprio tempo libero giocando ai videogiochi e curando la
propria collezione di action figures. E, nonostante la sua età, non
ha mai fatto sesso. Quando i suoi amici lo scoprono, cercheranno di
aiutarlo a perdere la sua verginità. Quando incontra Trish, tra i
due c’è una relazione esitante…
Film comici italiani da
vedere
La comicità
italiana è particolare, a volte grottesca, a volte
incompresa. A volte coinvolge grandi attori, sceneggiatori, e
registi. Ci sono film comici italiani che rimangono impressi nella
memoria collettiva di generazioni. Ad esempio se noi diciamo
“supercazzola”, voi dite…
Amici Miei di Mario Monicelli (1974)
Il film della “supercazzola”, uno
dei film comici meglio scritti e meglio diretti di sempre. Parla di
quattro uomini amici da sempre che spendono il loro tempo ad
organizzare scherzi contorti e terribili, per tutte le persone che
incontrano, o in giro per la Toscana. Uno degli scherzi finisce per
portarli in un ospedale…
Fantozzi di Luciano Salace
(1975)
Il primo film della saga dello
sfortunatissimo e tragico Fantozzi. Parla di un anno della vita del
personaggio. È una serie di sketch e sequenze provocatorie, che ne
hanno fatto un film cult per gli italiani.
Bianco rosso e Verdone
di Carlo Verdone (1981)
Una sorta di road movie
all’italiana, nel quale tre uomini sono in viaggio per raggiungere
i rispettivi seggi elettorali. Tutti e tre i personaggi sono
interpretati da Verdone: l’Italia secondo lui.
Film comici italiani recenti
Quo vado? di Gennaro Nunziante (2016)
Un uomo che vive ancora con la
famiglia, per timore dell’indipendenza, viene costretto a cambiare
la propria vita e doversi adattare ad ogni lavoro, anche i più
improbabili e pericolosi.
Tolo Tolo di Checco Zalone (2020)
Dopo che il suo ristorante di sushi
è fallito miseramente, Checco deve scappare dai suoi creditori e
decide di rifugiarsi in Africa, dove si improvvisa cameriere in una
struttura alberghiera.
Come un gatto in tangenziale di
Riccardo Milani (2017)
Due famiglie di estrazione sociale
assai differente sono unite controvoglia dall’amore tra i figli
adolescenti. Dopo una serie di vicissitudini al limite
dell’assurdo, gli adulti imparano a comprendersi a vicenda.
Film comici americani da
vedere
E i film comici
americani sono altrettanto celebri, e vanno dal demenziale
e grottesco al satirico. Ma hanno sempre qualcosa da dire sulla
società degli Stati Uniti. E la loro comicità è irresistibile. Ecco
i migliori film comici americani da vedere, dai
creatori di South Park e alle star della commedia
statunitense come Seth Rogen, Will Ferrell e John. C. Reilly.
Team America di Trey Parker
(2005)
Quando il dittatore nordcoreano Kim
Jong-il organizza un complotto terroristico globale, il Team
America, una squadra speciale che combatte l’uso di armi di
distruzione di massa, dovranno cercare di fermarlo. Ma dovranno
vedersela anche con Hollywood, che li accusa di rovinare l’immagine
degli USA nel mondo.
Molto incinta di Judd Apatow
(2007)
La giornalista Alison Scott scopre
di essere incinta dopo una notte passata con l’irresponsabile e
fannullone Ben Stone. Anziché decidere di crescere il bambino da
sola, Alison decide di dare una possibilità a Ben di provare ad
essere un buon padre. Oltre ai dubbi sulle capacità di Ben, ne
emergono altri sulla loro compatibilità come partner.
Fratellastri a 40 anni di Adam
McKay (2008)
Brennan e Dale sono due
scansafatiche disoccupati che vivono ancora con i loro genitori.
Quando la madre di Brennan e il padre di Dale si sposano e vanno a
vivere insieme, le novità sconvolgono la vita dei due. Ci sono
momenti di complicità, ma anche rivalità e narcisismo che rischiano
di rovinare la nuova famiglia.
Film comici belli da vedere
Tra i migliori film comici
da vedere, ci sono alcuni che risaltano per la scrittura e
la recitazione eccellente. Ecco alcuni
film cult che giocano con il tempo, uno italiano e uno
americano. Protagonisti sono alcuni dei personaggi migliori della
storia del cinema comico: Massimo Troisi, Roberto Benigni e Bill Murray.
Non ci resta che piangere, Massimo
Troisi e Roberto Benigni (1984)
Due amici si ritrovano,
improvvisamente, in un immaginario borgo toscano, nell’anno “Mille
e quattrocento quasi Mille e cinque”. Cercheranno di ambientarsi, e
si ritroveranno coinvolti nelle dinamiche del paese e nelle vicende
dei suoi abitanti.
Ricomincio da capo, Harold Ramis
(1993)
Phil, un meteorologo, è in
trasferta a Punxsutawney, una cittadina montana dove ogni anno si
celebra “la giornata della marmotta”. Ma si ritrova a dover
rivivere la giornata all’infinito. Un film divertentissimo,
originale e paradossale, con dei risvolti esistenziali.
Vero e proprio fenomeno nato grazie
alla piattaforma YouTube, il duo noto come Me contro
Te è oggi uno degli esempi di maggior successo per quanto
riguarda l’intrattenimento italiano. I due youtuber, Luigi
Calagna, in arte Luì, e Sofia
Scalia, in arte Sofì,
hanno esteso la propria popolarità dal Web alla televisione, dal
cinema alla musica, rivolgendosi in particolare ad un pubblico di
giovanissimi, e distinguendosi con successo all’interno degli
ambiti da loro affrontati. Ecco 10 cose che non sai su i Me
contro Te.
Me contro Te: si sono formati su
YouTube
10. Sono diventati celebri
grazie al loro canale. La fonte principale della fama dei
Me contro Te è il loro canale YouTube, aperto nel 2014. Caricando
qui i loro video, il duo ha formato un proprio riconoscibilissimo
stile, guadagnando nel giro di pochi anni un numero di iscritti
attualmente pari a 5,12 milioni. Nei loro video, pubblicati con
grande frequenza, i due sono soliti dar vita ai contenuti più
disparati, pensati, anche nel linguaggio, per intrattenere un
pubblico di bambini.
9. Possiedono anche altri
canali. Il loro è diventato un vero e proprio brand, che
su YouTube si è esteso attraverso l’apertura di altri due canali
collegati in modo indissolubile a quello principale. Si tratta di
“Me contro Te Music”, seguito da 1,42 milioni di persone,
all’interno del quale il duo pubblica i video relativi alle canzoni
da loro composte ed eseguite. Vi è poi “Me contro Te Extra”, con un
totale di 627 mila iscritti, dove si possono invece trovare altri
contenuti, definiti appunto “extra”, relativi alla celebre
coppia.
Me contro te il film la vendetta del signor s
8. Hanno realizzato un film
per il cinema. Il 17 gennaio del 2020 è uscito in sala il
lungometraggio Me contro Te – Il
film: La vendetta del Signor S. Scritto dagli
stessi Calagna e Scalia, il fil è stato prodotto e distribuito
dalla Warner Bros. La trama ruota intorno alla celebre coppia, che
si trova a dover fronteggiare il malvagio e misterioso Signor S.,
il quale aspira a diventare il padrone del Mondo.
7. È stato un grandissimo
successo di pubblico. Il loro si è rivelato essere uno dei
titoli di maggior successo economico della stagione. Nel solo
weekend di debutto, il film ha guadagnato
un totale di 5 milioni e mezzo di euro, conquistando il primo posto
ai danni di Tolo Tolo,
di Luca
Medici. La pellicola doveva inizialmente essere
distribuita soltanto in un numero selezionato di cinema, ma dato il
grande successo ottenne una maggior diffusione. In totale, ha
infine incassato poco più di 9 milioni e mezzo di euro.
Me contro Te: Il mistero della scuola incantata
Il 17 agosto 2020 il duo annuncia
l’inizio delle riprese del nuovo film, Me contro Te: Il mistero della scuola incantata e
pubblicando lo stesso giorno il trailer sul proprio canale
YouTube.
Me contro Te: le loro canzoni
6. Sono noti per le loro
canzoni. Uno degli ambiti in cui i due youtuber hanno
ottenuto molto consenso è quello legato alla musica. Con i loro
video hanno infatti diffuso diverse canzoni da loro composte ed
eseguite, arrivando, nel febbraio del 2020, a pubblicare il loro
primo album, intitolato Il Fantadisco dei Me controTe, posizionatosi per due settimane al primo posto in
classifica, vincendo poi un disco d’oro e uno di platino.
Dall’album è stato estratto il singolo Me con te, divenuto
una vera e propria hit.
Me contro Te: shop online
5. Possiedono un sito di
merchandising. Una delle maggiori fonti di guadagno per il
duo è il sito “mecontroteshop.it”. Qui sono infatti disponibili per
l’acquisto una vasta gamma di prodotti legati al loro marchio. È
infatti possibile trovare dai libri ai dischi, dalle magliette alle
felpe e fino agli zaini. Sul sito si possono poi ritrovare tutte le
informazioni per quanto riguarda l’acquisto e la consegna.
Me contro Te: slime
4. È uno dei loro prodotti
più amati. Tra gli oggetti più ricorrenti, e venduti,
legati al loro brand, vi è senza dubbio il celebre slime. Si tratta
di una sostanza gelatinosa colorata venduta in barattoli di
plastica, la cui liquidità gli permette di assumere forme sempre
diverse nonché di aderire a diversi tipi di superfici. Tale
prodotto è inoltre di particolare rilievo nel film rilasciato a
gennaio dal duo.
Me contro Te su Tik Tok
3. Sono tra i loro video
più diffusi. Uno dei contenuti più visto e apprezzato sul
loro canale YouTube, è quello relativo a Tik Tok, ormai celebre app
per smartphone che permette di realizzare video tramite cui dar
sfogo alla creatività. I due youtuber hanno anche provveduto a
realizzare, sul proprio canale, delle vere e proprie compilation
dove vengono raccolti tutti i video di questo tipo.
Me contro Te: il loro libro da
colorare
2. Hanno pubblicato alcuni
“activity book”. Nella diffusione del loro brand, il duo
non ha mancato di estendersi anche all’editoria per bambini. Dal
2018 ad oggi hanno infatti pubblicato tre libri, caratterizzati dal
fatto di essere degli “activity book”, ovvero dove oltre al leggere
una storia il lettore può dar vita ad alcuni disegni che vanno ad
integrarsi con quanto già presente nelle pagine.
Me contro Te: la televisione
1. La TV ha contribuito al
loro successo. Dopo aver ottenuto un buon successo su
YouTube, la giovane coppia è stata assunta come protagonisti della
serie Like Me, distribuita su Disney Channel, e pressocché
adattata ai personaggi di Luì e Sofì. I due hanno in seguito svolto
il ruolo di conduttori per il game show Disney Challenge Show –
Me contro Te, dove diversi bambini venivano sfidati attraverso
diverse prove da superare. Queste significative incursioni
televisive hanno contribuito all’ulteriore popolarità della
coppia.
Arriva da
Deadline la notizia che è in sviluppo per Netflix una
serie basata sul romando Talisman di Stephen King. I creatori di Stranger
Things, i Duffer Brothers, la Amblin Television
di Steven Spielberg e i Paramount Television
Studios stanno adattando il libro come una serie per Netflix. La
serie a dire il vero è in sviluppo da moltissimo tempo ma ora con
l’ingresso di Netflix sembra
che il progetto possa avere uno sviluppo rapido.
The Talisman, co-scritto da King e
Peter Straub e racconta la storia di Jack Sawyer, un ragazzino di
12 anni che parte per un viaggio epico per salvare la vita della
madre morente. È alla ricerca del Talismano, una potente reliquia
che può non solo guarire sua madre ma, come impara, salvare il
mondo. Il viaggio di Sawyer incrocia due realtà: l’America che
conosciamo e il suo pericoloso gemello del mondo fantastico, i
Territori.
Lo scrittore e produttore esecutivo
di Stranger
Things, Curtis Gwinn, scriverà e servirà come
showrunner del progetto. Netflix
co-produrrà in associazione con Amblin TV e Paramount TV Studios.
Matt e Ross Duffer saranno i produttori esecutivi tramite la loro
Monkey Massacre Productions, insieme a Spielberg, Darryl
Frank e Justin Falvey per Amblin TV. Stephen King sarebbe anche stato
produttore esecutivo, insieme a Paramount Television. Todd
Cohen supervisionerà il progetto per Amblin, insieme a Spielberg,
Frank e Falvey.
Ci sono guerre che è difficile
raccontare. Se per eventi storici come i due conflitti mondiali o
la guerra del Vietnam è possibile fare riferimento ad un vasto
patrimonio dell’immaginario comune, per guerre come quella condotta
in Iraq ciò risulta invece molto più complesso. Si è infatti
trattato di un evento bellico senza precedenti, dove l’assenza di
un nemico tangibile ha reso ancor più complessa tanto la
metabolizzazione quanto la rappresentazione di quanto avvenuto. Uno
degli esempi più brillanti di come la guerra in Iraq abbia
sconvolto i soldati coinvolti lo si ritrova nel film del 2008
The Hurt Locker, diretto dalla regista
Kathryn Bigelow.
Scritto dal giornalista Mark
Boal, questo porta lo spettatore a vivere sulla propria
pelle lo smarrimento di coloro che si ritrovano gettati a
combattere una guerra priva di reali punti di riferimento. Il
deserto e le città in rovina diventano infatti un tutt’uno con i
corpi dei soldati, esplorando tanto l’umanità quanto il costante
bisogno di porsi in pericolo per soddisfare l’adrenalina richiesta
dalla guerra. Lo stesso titolo, The Hurt Locker, è una
locuzione del gergo militare indicante quei territori
particolarmente rischiosi, ma “l’armadietto del
dolore” è anche quel luogo simbolico dove i soldati sono
chiamati a riporre i sensi di colpa, lo sconforto e la paura,
privandosi così di sentimenti che definiscono l’essere umano.
Accolto in modo estremamente
positivo dalla critica e dal pubblico, il film è arrivato a vincere
ben 6 Oscar, tra cui quello per il miglior film e la miglior
regista, la prima donna a vincere tale riconoscimento. La Bigelow
ha infatti confezionato un film che, a distanza di più di un
decennio, ancora racconta in modo tristemente attuale le derive
dell’umanità. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
The Hurt Locker: la trama del film
La vicenda del film si svolge in
Iraq, dove un gruppo di artificieri dell’esercito americano si
trova a svolgere vari compiti al fine di preservare la sicurezza
del luogo loro assegnato. Ognuno di loro è addestrato per
affrontare qualsiasi tipo di pericoloso, gestendo lo stress e la
paura che da questi possono generarsi. A capo dell’unità di soldati
protagonisti vi è il sergente Will James. Questi,
insieme ai compagni Sanborn ed
Eldrige si destreggiano in operazioni incentrate
sul disinnescare le numerose mine disseminate in tutto il
territorio. Tra le opposizioni dei civili e gli affetti rimasti
negli Stati Uniti, la loro esistenza risulta essere tutt’altro che
tranquilla.
I tre uomini sanno bene che ogni
loro missione potrebbe essere l’ultima e che un loro errore
potrebbe costare la vita a più uomini di quanti se ne potrebbe
immaginare. Le vite di questi soldati sono letteralmente appese ad
un filo, costrette a ripetersi attraverso ordini e compiti sempre
uguali. Sarà in questo contesto di malsana routine che inizieranno
a riflettere sul senso delle loro azioni e su ciò che stanno
lasciando alle loro spalle. L’assenza di un vero obiettivo è ciò
che sembra turbarli di più, ma missione dopo missione capiscono
anche di essere ormai assuefatti da quell’ambiente. Il verificarsi
di una serie di incidenti li costringerà ancor di più a
confrontarsi con questa realtà.
The Hurt Locker: il cast del
film
Per permettere allo spettatore di
immedesimarsi ulteriormente nelle vicende dei soldati protagonisti,
la regista ha deciso di affidarsi ad una serie di attori all’epoca
ancora sconosciuti. I loro volti, che non avevano ancora l’aura dei
divi di Hollywood, hanno effettivamente favorito quel senso di
crudo realismo che permea l’intera opera. Ad interpretare il
protagonista Will James vi è Jeremy Renner.
Oggi noto per essere Occhio di Falcon nei film Marvel, questi si trovò con The
Hurt Locker ad affrontare una delle sue prove più complesse.
L’attore dovette infatti allenarsi al fine di poter sorreggere la
pesante tutta da artificiere, spendendo anche diverso tempo a
contatto con veri soldati di questo tipo. Apprese così i segreti
per disinnescare una bomba e come maneggiare gli esplosivi.
Accanto a lui, nel ruolo del
sergente Sanborn vi è l’attore Anthony Mackie,
mentre Brian Geraghty
è lo specialista Owen Eldridge. Entrambi hanno a loro volta
descritto l’esperienza come estremamente faticosa, tanto per le
difficili condizioni climatiche quanto per la complessità delle
azioni richieste. L’attrice Evangeline
Lilly compare invece brevemente nei panni di Connie
James, moglie di Will, rimasta ad attendere il marito negli Stati
Uniti. Compaiono poi gli attori Ralph Fiennes e
Guy Pierce
rispettivamente nei panni del capo squadra e del sergente Thompson.
La loro presenza è in realtà ridotta a poco più che un cameo. Ciò
conferma la volontà della regista di non avvalersi di nomi noti che
possano distrarre l’attenzione dello spettatore.
The Hurt Locker: la regia, il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Nel realizzare il film, la Bigelow
aveva il chiaro obiettivo di rendere il film quanto più realistico
e crudo possibile. Per riuscirvi, ha imposto che le riprese si
svolgessero in Giordania, così da potersi avvalere di territori
simili a quelli dell’Iraq. Oltre all’ambientazione, però, la
regista ha riposto molta cura nella scelta dello stile. Questo
doveva essere il più adeguato a dar vita al senso di disequilibrio
che governa le vite dei personaggi. Ha così realizzato con la sua
troupe riprese “sporche”, con frequente utilizzo di camera e mano e
numerosi punti di vista sulla stessa scena. Il dinamismo così
raggiunto, merito anche di un montaggio premiato con l’Oscar, ha
permesso di dare l’impressione di essere proprio sul campo, accanto
ai soldati. Ciò che si vede nel film e il modo in cui lo si vede
lasciano dunque emergere perfettamente lo smarrimento generale.
Per potersi immergere in tutto ciò,
è possibile fruire di The Hurt Locker grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Chili Cinema, Google Play, Apple iTunes, Netflix e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 4 marzo alle ore 21:10
sul canale Rai Movie.
Si apre nel segno del grande cinema
italiano la 30° edizione del Noir in Festival, che
inizierà ufficialmente lunedì 8 marzo (in programma fino a sabato
13) ma che celebra il cinema noir di casa nostra con una
straordinaria giornata di pre-apertura, prevista
per domenica 7 marzo.
Durante questa giornata il Noir in Festival proporrà una
maratona con i sei titoli in lizza per il Premio Caligari, che sarà
assegnato al miglior noir italiano dell’anno. Dal cinema di un
maestro come Antonio Capuano (Il buco in testa) alle
consacrazioni di autori più giovani come i Fratelli D’Innocenzo
(Favolacce) e Marco D’Amore (L’Immortale), dalla
cronaca borghese a tinte noir di Ivano De Matteo (Villetta con
ospiti) agli esordi nel lungometraggio di Giacomo Cimini
(Il talento del calabrone) e Alessandro Tonda (The
shift): sono questi i sei film protagonisti della
speciale maratona di domenica 7 marzo su
MYmovies.
I film saranno disponibili in streaming gratuito sulla piattaforma
del Noir in Festival (www.mymovies.it/ondemand/noir-in-festival/)
dalla mezzanotte di sabato fino alla mezzanotte di domenica. Il
Premio Caligari sarà assegnato da una giuria presieduta da
Claudio Giovannesi e composta da un pubblico di
studenti dell’Università IULM di Milano e il verdetto sarà
annunciato venerdì 12 marzo, nel corso della cerimonia di chiusura
del Noir in Festival.
Ma le sorprese non sono finite: alle ore 19.00 di domenica 7
andrà infatti in scena (in streaming su MYmovies) una speciale
opening night, per festeggiare il trentennale del
Noir in Festival insieme a tanti ospiti che negli anni sono
diventati veri e propri amici del festival. Accanto ai direttori
del festival Giorgio Gosetti, Marina Fabbri e
Gianni Canova, che apriranno virtualmente il
sipario su questa 30ma edizione, interverranno anche
Claudio Giovannesi, Carlo Lucarelli,
Antonio Monda e Cecilia
Scerbanenco. Ospiti della serata saranno anche
Gabriele Albanesi, Luca Poldemengo e Marco
Bocci, regista, sceneggiatore e protagonista del crime
adrenalinico Bastardi a mano armata, film di apertura
fuori concorso (ore 21.00).
A chiudere questa domenica di cinema italiano sarà
l’omaggio a Lucio Fulci, con il primo film della
retrospettiva che il Noir in Festival vuole dedicare al maestro del
genere, tra mystery, thriller, horror e splatter. A introdurre il
primo film della rassegna Una sull’altra (ore 22.00,
MYmovies) sarà una live notturna sui social del festival con il
direttore Giorgio Gosetti e lo youtuber
Federico Frusciante (ore 22.00, su Facebook e
YouTube). L’omaggio a Lucio Fulci proporrà altri 4 titoli della sua
filmografia: Non si sevizia un paperino (1972), Sette
note in nero (1977), Quando Alice ruppe lo specchio
(1988) e il film di commiato Le porte del silenzio (1991),
oltre all’anteprima di Fulci Talks, conversazione con il
maestro realizzata da Antonietta De Lillo con Mauro Garofalo.
Il Noir in Festival si svolgerà in streaming gratuito su tutto
il territorio nazionale sulla piattaforma MYmovies.it e sui canali social del
festival (Facebook, YouTube, Instagram). Tutti i film saranno
disponibili per 24 ore dalla data di prima programmazione, previa
prenotazione.
Bucky Barnes è uno
dei personaggi più complessi del MCU. L’ex Soldato d’Inverno ha una storia
davvero lunga e complicata alle spalle e, in base all’entusiasmante
ultimo trailer di The Falcon and the Winter Soldier, pare che il
suo futuro sarà altrettanto travagliato. Tuttavia, la sua storia
nei fumetti potrebbe servire da guida a ciò che potrebbe accadere
nella serie. Ecco quindi 10 cose – raccolte da
Screen Rant – che solo i fan dei fumetti potrebbero sapere sul
suo conto e che potrebbe rivelarsi necessarie ai fini della
comprensione degli eventi che vedremo nello show Disney+:
Un ruolo da spalla
Nell’universo
cinematografico Marvel, Steve Rogers e Bucky Barnes
sono leggermente diversi rispetto alla controparte fumettistica.
Nel film
Captain America: Il primo vendicatore, Bucky è amico e
pari di Rogers, ma per molti versi è più esperto di lui. Nei
fumetti, invece, è stato presentato come il giovane aiutante di
Captain America.
È stato creato dal leggendario
autore di fumetti Joe Simon e dall’artista Jack Kirby ed è apparso
per la prima volta in “Captain America #1” del marzo 1941, celebre
anche per la copertina in cui Cap prende a pugni Hitler. In quel
fumetto, Bucky era un uomo più giovane e ammirava profondamente
Rogers.
La morte
Il momento decisivo nella
storia di Captain America è sicuramente la morte scioccante di
Bucky. Il personaggio ha servito più o meno come molte delle altre
celebri spalle dei fumetti e dei rispettivi adattamenti
cinematografici (come ad esempio Robin nel franchise di Batman), ma
mentre Captain America è stato portato avanti nella
continuity della Marvel nei primi anni ’60, Bucky è
stato lasciato indietro.
Captain America è
stato visto come un personaggio più avvincente, anche a causa del
suo passato tragico; così, la morte di Bucky è stata descritta
retroattivamente in “The Avengers #56” del 1968.
La resurrezione
A differenza della maggior
parte delle morti dei personaggi dei fumetti, quella di Bucky è
stata permanente. Sebbene sia apparso in qualche flashback qua e
là, Bucky non sarebbe dovuto tornare. Tuttavia, le cose sono
cambiate all’inizio degli anni 2000.
Proprio come in una
delle migliori retcon cinematografiche della storia, il ritorno di
Bucky nel 2005 come assassino potenziato e sottoposto al lavaggio
del cervello dai russi durante la Guerra Fredda ha funzionato alla
perfezione. Invece di sminuire la sua morte, il suo ritorno ha dato
nuova vita al fumetto di Captain America e ha costituito la basi
dei film del MCU che seguirono.
“Sputnik”
Lo scrittore Ed Brubaker ha
riportato in vita Bucky, lasciandosi ispirare dall’headcanon in
Bucky è sopravvissuto al suo incidente ed è stato salvato dai
soldati russi. I russi hanno fatto il lavaggio del cervello a un
Bucky ferito e hanno attivato le sue capacità letali con una
semplice frase: “Sputnik”.
Questo era ovviamente un riferimento
al primo satellite artificiale lanciato dall’Unione Sovietica. Nel
MCU, le parole chiave di Bucky
Barnes sono più numerose e complicate.
La storia con Vedova Nera
Bucky Barnes ha avuto
un’intera vita come Soldato d’Inverno di cui nessuno era a
conoscenza. Parte di essa ha coinvolto una storia d’amore con
un’altra importante spia russa, Natasha Romanoff, ossia Vedova
Nera.
Ci sono un certo numero di eroi
Marvel che amano Vedova Nera e
Bucky, almeno nei fumetti, figura tra questi. La loro relazione è
iniziata mentre Nata si stava allenando nel programma Vedova Nera,
quando entrambi erano agenti segreti. Dopo che entrambi disertarono
e Bucky tornò dai Vendicatori, si riaccese brevemente la loro
storia d’amore.
Ha ucciso la moglie di Wolverine
Wolverine è stato
innamorato di alcune donne nei fumetti Marvel. Molte di quelle relazioni,
tuttavia, finirono tragicamente. Una delle peggiori è stata proprio
per mano del Soldato d’Inverno. Durante il suo mandato come
assassino russo segreto, Bucky Barnes ha ucciso Itsu Ashkiro,
l’amante di Wolverine in Giappone.
Era incinta del loro figlio in quel
momento e Wolverine pensava che anche il bambino fosse morto. In
seguito avrebbe scoperto che era sopravvissuto e che era cresciuto
fino a diventare Daken, che è stato sia un cattivo che un alleato
del padre.
È diventato Captian America
Il passato di Bucky è stato
molto difficile. Il suo presente non è stato di certo migliore. Non
molto tempo dopo essere tornato ed aver scelto di servire la verità
e la giustizia, il suo migliore amico Steve Rogers sembrava essere
morto.
Il film Captain
America: Civil War ha cambiato molte circostanze rispetto
al fumetto su cui era basato. Uno di queste era Steve che morira e
Bucky che assumeva il ruolo di Captain America. Bucky inizialmente
detiene lo scudo per impedire a qualcun altro di perderlo, ma in
seguito scopre che Steve Rogers ha sempre voluto che fosse lui ad
ereditare il mantello.
La seconda morte
Il percorso
di Bucky nei panni di Captain America è stato piuttosto tortuoso.
Ha gestito le cose in modo diverso rispetto a Steve Rogers, ma ha
anche compiuto l’ultimo sacrificio, in un grande evento crossover
chiamato “Fear Itself”.
I personaggi muoiono
nei film del MCU tutto il tempo, ma Bucky ne ha
fatto una sorta di “abitudine” nei fumetti. Bucky è stato ucciso
dalla figlia del Teschio Rosso, Skadi, e questa volta non sarebbe
rimasto morto per decenni. Non molto tempo dopo, infatti, Bucky è
stato riportato in vita dalla Formula Infinity, un farmaco creato
dallo S.H.I.E.L.D per rallentare l’invecchiamento. Anche Rogers era
tornato a questo punto; Bucky tornò quindi a essere il Soldato
d’Inverno.
Ultimate Bucky
Sappiamo che WandaVision avrà un impatto importante sulla Fase 4
del MCU, inclusa l’introduzione del
concetto del Multiverso, che a sua volta ha un ruolo importante nei
fumetti. Anche Bucky Barnes ha già visto alcune vite
alternative.
Una, in particolare, è l’universo
“Ultimate Comics” di Earth-1610. Qui, Bucky sopravvive alla Seconda
Guerra Mondiale, mentre Steve – apparentemente – muore. Bucky si
sposa, ha una famiglia e vive una vita lunga e felice nel presente,
senza la violenza e la tragedia narrate in Earth-616.
Legione della
Libertà
Bucky
“morì” durante la Seconda Guerra Mondiale, ma le sue avventure nei
fumetti si espansero comunque. A partire dagli anni ’70, Bucky
venne riconvertito a capo della Legione della Libertà, un gruppo di
supereroi della Seconda Guerra Mondiale che seguirono il classico
team dell’era della guerra, gli Invasori.
Questa squadra
comprendeva una serie di eroi ed eroine del periodo. In particolare
tra loro c’era The Whizzer, il personaggio che era stato
identificato come il padre di Wanda e Pietro Maximoff fino a
quando, negli anni ’80, attraverso una retcon, divenne Magneto il
loro padre.
Alla fine di Avengers:
Endgame, Steve Rogers (Chris
Evans) ha ufficialmente passato lo scudo di Captain
America a Sam Wilson/Falcon. Tuttavia, sappiamo che nella serie –
almeno all’inizio – sarà John F. Walker (meglio conosciuto come
U.S. Agent) a brandire il potente oggetto immaginario, combinazione
di attacco e difesa.
Sappiamo però che alla fine sarà Sam
a diventare il nuovo Cap del MCU e in una recente intervista con
Variety, è stato proprio Anthony Mackie a parlare dell’evoluzione del
suo personaggio, soprattutto in relazione alla pesante eredità
raccolta alla fine del cinecomic di Anthony e Joe Russo. “Sono
rimasto davvero sorpreso e colpito dall’idea di ottenere lo scudo e
diventare Captain America”, ha ammesso l’attore. “Lavoro
in questo settore da molto tempo e l’ho fatto nel modo in cui mi
dicevano che avrei dovuto farlo. Non sono andato a Los Angeles
pretendendo di diventare. Sono andato alla scuola di teatro, ha
fatto spettacoli Off-Broadway, ha fatto film indipendenti… insomma,
mi sono fatto strada. Ci è voluto molto tempo prima che le cose
andassero come volevo che andassero, ed ora sono estremamente
felice.”
Anthony Mackie e la responsabilità di un ruolo Marvel
Mackie è consapevole che assumere un
ruolo così importante all’interno del MCU comporta una certa dose di
responsabilità, ammettendo di essersi sentito parecchio sotto
pressione durante la realizzazione di The Falcon and the Winter Soldier. “Non
pensavo che saremmo riusciti a fare in televisione quello che
avevamo fatto sul grande schermo”, ha aggiunto. “Non
volevo essere il volto del primo franchise Marvel a fallire. Già immaginavo i
commenti: ‘Hanno scelto il tizio nero ed ecco questa m***a è
davvero orribile’. Era la mia paura più grande… c’è sempre
un’enorme responsabilità nell’interpretare un personaggio Marvel.”
Mackie ha poi rivelato che non ci
sono state discussioni per una seconda eventuale stagione di
The Falcon and the Winter Soldier e che,
allo stato attuale, non è certo di cosa il futuro abbia in serbo
per Sam Wilson. Resta che Captain America sarà per sempre una
figura fondamentale nel MCU (anche perché – ricordiamo –
Chris Evans è in trattative per ritornare
nell’universo condiviso), quindi è probabile che dopo la serie ci
sarà ancora spazio – magari in altri progetti – per le avventure di
Falcon in qualità di nuovo Cap.
Sappiamo tutti che Zack Sndyer decise di abbandonare la
produzione di Justice
League a causa della tragica morte di sua figlia.
Tuttavia, nel corso degli anni è diventato sempre più chiaro che ad
influenzare la scelta del regista sono stati anche i dissapori con
la Warner Bros., dal momento che lo studio aveva idee molto diverse
su come sarebbe dovuto essere il film rispetto alla visione di
Snyder.
Durante un’intervista con
Total Film, Zack Snyder ha ribadito di non aver mai visto
la versione cinematografica di Justice
League, ma che durante le riprese aggiuntive ad opera
di Joss Whedon è stato informato sulle modifiche apportate da
alcuni membri della sua troupe che hanno continuato a lavorare al
film, anche dopo il suo abbandono. “Immagino abbiano utilizzato
circa un’ora del mio girato, per poi ritoccare ogni mia ripresa, al
di là che si trattasse di ADR o altro”, ha detto Snyder.
“Penso che il mio taglio sia un’opportunità per entrare nel
profondo di questa storia e di questi personaggi.”
Snyder ha poi confermato che lo
studio gli avrebbe spesso fatto pressioni per alleggerire il tono
del film e aggiungere più umorismo. “I piano originali sono
stato completamente stravolti durante la produzione, ma io ero lì
per combattere. Ero comunque sotto pressione, perché volevano che
lo rendessi più divertente. Volevano che lo alleggerissi, ma io
cercavo di resistere e di mantenere il più possibile il tono che
volevo. Ho aggiunto un sacco di cose per loro, ed ero sempre
attento a cercare di soddisfare sia loro che me stesso.
L’importante era non influenzare la trama del film. Speravo che, in
fase di post-produzione, sarei stato in grado di imporre loro la
mia volontà.”
Zack
Snyder’s Justice League uscirà in
streaming uscirà il 18 marzo 2021 in
esclusiva digitale, disponibile per l’acquisto su
Amazon Prime Video, Apple Tv, Youtube, Google
Play, TIMVISION, Chili, Rakuten TV, PlayStation Store, Microsoft
Film & TV.
La produttrice Osnat
Shurer e la co-sceneggiatrice Adele Lim
di Raya e
l’Ultimo Drago raccontano com’è nata la nuova
principessa Disney. Il film è disponibile su Disney+ (con accesso VIP) dal 5
marzo.
Raya e
l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione
targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Italia a marzo
al cinema e dal 5 marzo su Disney+ con Accesso VIP.
Diretto da Don Hall (Big Hero 6) e
Carlos López Estrada (Blindspotting) e
prodotto da Osnat Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho
(Frozen
– Il Regno di Ghiaccio,
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae
ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.
Nella versione italiana del film, il
cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri
(Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa
(Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi
(Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale
Atitaya).
Gli influencer Emanuele
Ferrari, Vatinee Suvimol e
Maryna hanno prestato la propria voce per un
cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera
che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione
italiana del film.
Raya e l’Ultimo
Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto
tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una
forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono
sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella
stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria,
avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire
il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non
basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e
lavoro di squadra.
Il cast della trilogia de Il Signore degli Anelli di Peter Jackson si riunirà in occasione del
20esimo anniversario dell’uscita del primo capitolo, La compagnia dell’anello del 2001. L’adattamento del
capolavoro di J.R.R. Tolkien ad opera di Jackson
rimanere ancora oggi una delle saghe più amate della storia del
cinema, che proprio quest’anno compirà vent’anni.
I fan bramavano da tempo i
festeggiamenti per l’importante ricorrenza, ma l’attuale pandemia
di Covid-19 ha spento qualsiasi speranza in merito alla possibilità
di onorare l’uscita del primo film in maniera tradizionale,
attraverso proiezioni speciali o reunion con il cast al completo.
Tuttavia, il famoso cinema Alamo Drafthouse,
situato ad Austin (in Texas), ha comunque deciso di celebre
l’evento e di regalare ai fan non soltanto la possibilità di
ritornare in sala – ovviamente, in assoluta sicurezza – ma anche di
rendere omaggio all’amatissima saga fantasy.
A partire dal 25 marzo, per tre
settimane consecutive, Alamo Drafthouse accoglierà i membri del
cast della trilogia de Il Signore degli Anelli, che saranno
protagonisti di alcune conversazioni sui film e di alcune sessioni
di Q&A. Tutti gli incontri saranno moderati dal comico e
conduttore televisivo statunitense Stephen Colbert
(grande fan della saga). Tra i membri del cast che avrebbero già
confermato la loro presenza figurano, oltre a Peter Jackson, anche
Sean Astin,
Cate Blanchett,
Orlando Bloom, Billy Boyd,
Ian McKellen,
Dominic Monaghan,
Viggo Mortensen,
Andy Serkis,
Liv Tyler e Elijah Wood. Di seguito il trailer che
annuncia l’iniziativa, diffuso attraverso il canale YouTube
di Alamo:
Il Signore degli Anelli compie 20 anni
Uno degli aspetti più interessanti
dell’iniziativa promossa da Alamo è il fatto che tutto il materiale
che verrà proposto durante gli incontri – quindi interviste,
commenti e filmati inediti – saranno messi a disposizione, per
gentile concessione della catena americana, per qualsiasi cinema
del mondo che ne faranno richiesta per eventuali proiezioni.
Inoltre, considerata l’attuale emergenza sanitaria, il cinema
offrirà al pubblico la possibilità di affittare delle sale private
per poter godere dell’evento nell’intimità del proprio “gruppo
familiare”.
Nella descrizione che ha
accompagnato il video caricato sull’account YT
di Alamo, si legge: “Queste icone del cinema si riuniranno non
solo per raccontare storie e rispondere a domande scottanti, ma
anche per supportare i cinema di tutto il mondo che stanno lottando
per sopravvivere all’era COVID. Da ora fino alla fine di aprile,
Alamo Drafthouse si impegnerà a condividere questi contenuti
speciali con ogni cinema che vorrà partecipare, in qualsiasi parte
del mondo”. Inoltre, Alamo ha già fatto sapere che tutti gli
eventi saranno poi resi disponibili sulla piattaforma VOD della
catena entro la fine dell’anno.
A quanto pare, la Paramount avrebbe
messo in cantiere un nuovo film di Star Trek che
sarà scritto da Kalinda Vazquez, che ha già
lavorato alla serie Star Trek:
Discovery. Dopo la conclusione della trilogia di J.J. Abrams, la celebre saga fantascientifica
ha trovato una rinnovata dimensione grazie al piccolo schermo e
alle serie Discovery
(disponibile su Netflix) e Picard
(disponibile su Prime Video).
Nonostante il successo di entrambe
le serie, la Paramount ha faticato parecchio per trovare la giusta
direzione da far seguire alla saga sul versante cinematografico.
Star
Trek: Beyond è stato un flop al botteghino: proprio per
questo, la major ha cercato invano un modo per rimpolpare nella
maniera più giusta le avventure dell’universo fantascientifico sul
grande schermo. Per lungo tempo, il celebre regista Quentin Tarantino ha provato a sviluppare un
nuovo film della saga, così come Noah Hawley, creatore delle serie Legion e
Fargo; per non parlare dello sfortunato
Star Trek 4, sequel diretto di Beyond,
che è prima annunciato, poi cancellato, poi annunciato ancora una
volta, e infine accantonato definitivamente.
Tuttavia, la Paramount sembra
intenzionata a non mollare la presa, convinta che Star
Trek possa ancora regalare forti emozioni al pubblico. In
un nuovo report di
Deadline, infatti, viene confermato che la major ha affidato a
Kalinda Vazquez il compito di scrivere un nuovo
film, dato il suo precedente contributo in qualità di consulente e
di autrice alla terza stagione di Star Trek:
Discovery. Tra le altre serie a cui Vazquez ha
collaborato, figurano Prison Break, C’era una volta e
Fear the Walking Dead.
Un nuovo film di Star Trek è in
sviluppo
I dettagli sul nuovo film non sono
stati rivelati, ma sappiamo che si baserà su un’idea originale di
Vazquez e che la produzione è stata affidata alla Bad Robot di
J.J. Abrams. Al momento non sappiamo se questo
nuovo progetto andrà a sostituire definitivamente quello di Hawley,
né tantomeno che tipologia di film sarà: se un sequel di Beyond o
un reboot a tutti gli effetti. Naturalmente vi terremo aggiornati
su tutti gli sviluppi.
Nel finale di Avengers:
Endgame abbiamo visto la linea narrativa di Steve
Rogers volgere al termine: l’eroe ha deciso di tornare nel passato
per vivere finalmente la sua vita insieme a Peggy Carter, lasciando
in eredità lo scudo di Captain America a Sam Wilson. Come
quest’ultimo affronterà l’enorme responsabilità lo scopriremo
soltanto nell’attesissima serie The Falcon and the Winter Soldier, ma stando a
quanto dichiarato da Chris Evans, la scelta del nuovo Cap del
MCU non poteva che ricadere su
Falcon.
In una recente intervista con
Variety, la star di
Cena con delitto – Knives Out e del prossimo The Gray
Man ha affrontato proprio il passaggio del personaggio
interpretato da Anthony Mackie da supporting a leading. Evans
sostiene che Falcon sia sempre stato pronto all’azione nel corso
della sua storia nel MCU, e questo è uno dei motivi che
lo rendono assolutamente degno di raccogliere l’eredità di Cap.
“Ha dimostrato coraggio, lealtà e affidabilità in tutti i film
in cui è apparso”, ha spiegato Evans. “Sam ha dato tanto,
ma ha anche perso molto. Crede in qualcosa di più grande di lui e
quel tipo di umiltà è necessaria per portare lo scudo.”
Nei fumetti, numerosi personaggi
hanno assunto il mantello di Captain America, tra cui anche Bucky
Barnes. Proprio per questo, all’inizio la scelta di Sam come nuovo
detentore dello scudo ha destato numerose perplessità. Tuttavia,
Bucky è un super soldato che sarebbe certamente più vicino a
eguagliare le capacità fisiche di Steve, ma non bisogna dimenticare
che è ancora un ex assassino che sta cercando di rivendicare la sua
identità.
Il futuro di Chris Evans nel MCU
Al contrario, Sam è stato al fianco
di Steve per la maggior parte delle Fasi 2 e 3 dell’universo
condiviso, e ha più e più volte dimostrato di possedere tutte le
caratteristiche che chiunque vorrebbe vedere in Captain America.
Dalle prime indiscrezioni sulla trama di The Falcon and the Winter Soldier, sappiamo
che Sam dovrà lottare contro un senso di inadeguatezza nei
confronti dell’importante eredità che gli è stata tramandata: sarà
quindi interessante scroprire come il personaggio, alla fine, si
renderà conto di essere più che degno di portare lo scudo.
Ricordiamo che
The Falcon and the Winter Soldierdebutterà il 19
marzo in esclusiva su Disney+. Per quanto riguarda, invece,
Chris Evans, di recente è stato annunciato che
l’attore sarebbe in trattative con i Marvel Studios per tornare in almeno due
progetti futuri del MCU, ma ad oggi non ci sono più
stati aggiornamenti in merito.
Prima di addentrarci nei dettagli, è
doveroso sottolineare che allo stato attuale si tratta di un
semplice rumor: secondo quanto riportato da The
Illuminerdi, i Marvel Studios hanno iniziato a lavorare
all’attesissimo reboot cinematografico degli X-Men, il cui titolo ufficiale sembrerebbe
essere The Mutants.
Dopo l’acquisizione da parte della
20th Century Fox da parte dei Walt Disney Studios, il Marvel Cinematic Universe avrà
finalmente la possibilità di introdurre al suo interno le storie e
i personaggi dell’amatissima saga dedicata ai mutanti creati da
Stan Lee e disegnati da Jack Kirby. Tuttavia, fino ad oggi, a parte
l’agognata conferma del collegamento di Deadpool 3 al MCU, nulla era stato svelato in
merito al futuro degli X-Men sul grande schermo.
Dopo la conferma del film dedicato
ai Fantastici Quattro (che sarà diretto da
Jon Watts, regista della trilogia di
Spider-Man con
Tom Holland), sembra che le cose stiano iniziando finalmente a
muoversi anche in merito agli
X-Men. Nonostante l’apparente conferma dello sviluppo del
progetto, non sono stati rivelati ulteriori dettagli: né
sceneggiatori, né registi, né tantomeno membri del cast. Allo stato
attuale, il film sembrerebbe avere soltanto un titolo provvisorio:
The Mutants.
Come verranno introdotti gli X-Men nel MCU?
In
attesa di eventuali smentite o conferme, ricordiamo che la saga
degli
X-Men sotto l’egida della Fox si è ufficialmente conclusa
conThe New
Mutants, che dopo
una produzione eccessivamente travagliata, è riuscito finalmente ad
arrivare nelle sale di tutto il mondo lo scorso anno (nonostante la
pandemia di Covid-19 in corso).
Al momento, considerato anche quanto
visto nella serie WandaVision, è alquanto difficile immaginare
in che modo i mutanti verranno ufficialmente introdotti nel
MCU: sé direttamente con il film a
loro dedicato o magari attraverso film o serie imminenti.
Scritta dal celebre
StephenKing tra il 1982 e il
2012, quella di La torre nera è la saga che l’autore per
primo considera come la summa di tutto il suo lavoro. Composta da
otto libri, questa ha rielaborato l’immaginario fantasy e western
per dar vita ad un mondo in decadenza, dove l’eterna lotta tra Bene
e Male è ormai prossima alla definitiva conclusione. Per anni si è
cercato di portare al cinema la storia del pistolero Roland e della
sua realtà nota come Tutto-Mondo, ma tali tentativi si sono più
volte rivelati fallimentari. Soltanto nel 2017 il film, intitolato
semplicemente La torrenera, è riuscito ad arrivare al
cinema.
Estremamente complesso da
rappresentare, quello del romanzo di King è un mondo che ha dato
non pochi problemi ad Hollywood. Numerosi sceneggiatori, produttori
e registi si sono alternati nel tentativo di realizzare la
trasposizione, ma solo il danese Nikolaj Arcel è
infine riuscito nell’impresa di dirigere il film. Questo raccoglie
al suo interno eventi tratti dai primi due romanzi della saga,
L’ultimo pistolero e La chiamata dei tre. Il film
era inoltre stato concepito per essere il primo capitolo di un
franchise che si sarebbe poi espanso grazie ad ulteriori progetti,
come sequel e serie televisive.
Il mancato successo economico del
film, però, ha costretto a rivedere tali piani, manifestando una
volta di più la complessità di rendere giustizia alla storia
narrata dal maestro del brivido. Nonostante i suoi
difetti, La torre nera presenta però diversi
elementi di fascino, meritevoli di essere riscoperti. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle differenze con
ilromanzo. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
La torre nera: la trama del film
La storia del film si svolge a metà
tra il pianeta Terra e una misteriosa dimensione parallela. A
sognare di quest’ultima è il giovane Jake
Chambers, il quale ormai da tempo non fa che avere incubi
incentrati su una misteriosa torre nera. Ben presto, il ragazzo
scoprirà che quanto credeva fosse immaginario è invece realtà. In
prima persona si ritroverà ad entrare in contatto con il pericoloso
Medio-Mondo, un luogo segnato dalla morte e dalla paura, dove il
misterioso strego Walter O’Dim, noto anche come
l’Uomo Nero, regna incontrastato. Nel momento in
cui tale dimensione si avvicinerà al collasso, la stessa vita sulla
Terra sarà messa a rischio. A fermare il malvagio Walter vi è però
il leggendario pistolero noto come Roland
Deschain, da tempo in missione per raggiungere e
proteggere la Torre Nera.
La torre nera: il cast del film
Dopo lunghe ricerche, per
interpretare il pistolero Roland è stato scelto l’attore Idris Elba.
Questi, che si era dichiarato entusiasta di poter lavorare ad un
progetto e un personaggio tanto complessi, svolse diverse attività
al fine di calarsi nella parte. Prese infatti lezioni per poter
essere credibile nello sparare, costruendo poi il carattere del
personaggio anche guardando diversi tra i più celebri film western
di sempre, tra cui quelli con Clint Eastwood. Accanto a lui, nei
panni del giovane Jake Chambers, vi è invece Tom
Taylor. Con La torre nera questi ha così avuto
modo di debuttare sul grande schermo, avendo fino a quel momento
recitato prevalentemente per la televisione.
A dar vita al celebre Uomo in Nero,
villain per eccellenza dell’opera di King, è invece l’attore premio
Oscar Matthew McConaughey.
Questi rivelò di aver accettato per via della possibilità di
lavorare da zero ad un potenziale franchise, con la libertà di
sperimentare sulla costruzione del personaggio. Nel film si ritrova
poi l’attrice KatherynWinnick, celebre per la serie
Vikings, qui presente nei panni della madre di Jake. Gli
attori Jackye Earle Hale, Abbey Lee e
Franz Kranz interpretano invece Sayre, Tirana e
Pimli, tre degli scagnozzi dell’Uomo in Nero. Claudia
Kim, attrice sudcoreana nota per la serie Marco
Polo, è invece presente con il personaggio di Arra, una
veggente alleata di Roland.
La torre nera: le differenze tra il
libro e il film
Come accennato, il film La torre
nera comprende eventi presenti nei primi due romanzi della
saga. Nonostante ciò, la storia narrata dal film risulta
particolarmente differente da quella dei libri per alcuni
significativi aspetti. Per quanto rimanga l’alternanza tra il mondo
di Jake e quello di Roland, la maggior parte degli eventi hanno
luogo nel primo dei due. Nei libri, invece, la dimensione in cui si
trova il pianeta Terra appare sempre brevemente, il più delle volte
solo per introddurre alcuni personaggi o elementi. Data la
difficile rappresentazione della realtà di Roland, si è optato di
ambientare la maggior parte della storia sulla Terra, così da
rendere più semplice la realizzazione del film.
Ulteriore grande mancanza è il
concetto del Ka, assimilabile al nostro destino.
Quella che è una forza imprescindibile della realtà di Roland viene
qui ad essere accantonata, anche questa perché di complessa
rappresentazione. Diverso è inoltre il rapporto che Roland
intrattiene tanto con Jake quanto con l’Uomo in Nero. Il primo di
questi, estremamente importante, viene nel film ad essere
estremamente semplificato e gli stessi eventi che coinvolgono il
pistolero e il ragazzo differiscono da quelli del libro. Per quanto
riguarda l’Uomo in Nero, nel romanzo egli più che un villain è
rappresentato come una fonte preziosa di informazioni per Roland. I
due infatti non giungeranno mai ad un vero e proprio scontro quanto
piuttosto ad un lungo conciliabolo.
La torre nera: il trailer e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di La
torre nera grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 4 marzo alle ore 21:30
sul canale TV8.
Don Hall, Carlos Lopez
Estrada e Qui Nguyen parlano di
Raya e l’Ultimo Drago, il nuovo film della Walt
Disney Animation Studios, ambientato nel Sud Est Asiatico,
disponibile dal 5 marzo su Disney+ con accesso VIP.
Raya e
l’Ultimo Drago, il nuovo lungometraggio d’animazione
targato Walt Disney Animation Studios, arriverà in Italia a marzo
al cinema e dal 5 marzo su Disney+ con Accesso VIP.
Diretto da Don Hall (Big Hero 6) e
Carlos López Estrada (Blindspotting) e
prodotto da Osnat Shurer (Oceania) e Peter Del Vecho
(Frozen
– Il Regno di Ghiaccio,
Frozen 2 – Il Segreto di Arendelle), il film trae
ispirazione dalle culture e dai popoli dell’Asia sudorientale.
Nella versione italiana del film, il
cast di voci include l’attrice Luisa Ranieri
(Virana), l’attrice e doppiatrice Jun Ichikawa
(Namaari), l’attore e conduttore Paolo Calabresi
(Tong) e l’attrice Vittoria Schisano (Generale
Atitaya).
Gli influencer Emanuele
Ferrari, Vatinee Suvimol e
Maryna hanno prestato la propria voce per un
cameo, insieme alla cantante Camille Cabaltera
che, inoltre, interpreta il brano nei titoli di coda della versione
italiana del film.
Raya e l’Ultimo
Drago viaggia nel fantastico mondo di Kumandra, dove molto
tempo fa umani e draghi vivevano insieme in armonia. Ma quando una
forza malvagia ha minacciato la loro terra, i draghi si sono
sacrificati per salvare l’umanità. Ora, 500 anni dopo, quella
stessa forza malvagia è tornata e Raya, una guerriera solitaria,
avrà il compito di trovare l’ultimo leggendario drago per riunire
il suo popolo diviso. Durante il suo viaggio, imparerà che non
basta un drago per salvare il mondo, ci vorrà anche fiducia e
lavoro di squadra.
Sono state diffuse le prime immagini
ufficiali di Space Jam: A New
Legacyche vedrà protagonista LeBron
James.
1 di 5
Questi sono i personaggi del sequel:
Dom, uno dei figli
di LeBron, giovane promessa del basket, preferisce giocare per
divertimento che per ambizione. Ha un talento speciale per i
videogiochi e cerca disperatamente di trovare un legame con suo
dare al di là della pallacanestro.
Malik, il
direttore commerciale di LeBron, il suo migliore amico e braccio
destro. I due sono cresciuti insieme nello stesso quartiere e si
conoscono da quando erano bambini.
Darius, il figlio
maggiore di LeBron e un giocatore di pallacanestro. Protettivo,
nonostante i caratteri diversi, verso il fratellino Dom, molto
vicino a suo padre mentre sogna di diventare un giorno un suo
compagno di squadra.
Xosha, la figlia
più giovane di LeBron, oltre che il suo pupillo. Adora stare sul
campo e studiare le statistiche di gioco di suo padre.
Vi ricordiamo che pellicola vanterà
la produzione di Ryan Coogler, regista
di Black
Panther, Creed e Fruitvale
Station, e uscirà nelle sale il il 16 Luglio
2021. Nell’originale del 1996, Bugs Bunny arruolava il
campione di basket americano Michael
Jordan e altre superstar dell’NBA per sfidare sul
campo l’alieno Swackhammer e riconquistare la sua libertà e quella
degli amici.
Continuano le nomination dei
sindacati di settore a Hollywood e oggi è il turno dei CDG Awards
2021, Costume Design Guild Award di quest’anno. Di
seguito i titoli considerati eleggibili. Come per la gilda degli
scenografi, anche quella dei costumisti ha incluso il
Pinocchio di Matteo Garrone nei
suoi titoli.
Excellence in Sci-Fi/Fantasy Film
Dolittle
Jenny Beavan
Jingle Jangle: A Christmas Journey
Michael Wilkinson
Cynthia Erivo e
Joseph Gordon-Levitt sono entrati a far parte del
cast di Pinocchio nei panni, rispettivamente,
della Fata Turchina e del Grillo Parlante. Sappiamo già che in
questo live action che adatterà la fiaba di Collodi Tom
Hanks sarà Geppetto, mentre Luke Evans è
stato scelto per interpretare il Cocchiere.
Uno dei film più amati della Disney,
il classico per eccellenza, tornerà in una nuova versione in live
action su Disney+,
diretto da Robert Zemeckis e con Tom
Hanks, Luke Evans, Cynthia Eviro, Joseph
Gordon-Levitt.Pinocchio sarà
protagonista di un nuovo racconto in carne e ossa.
Dopo lo speciale appuntamento di
pre-apertura domenica 7 marzo con una giornata interamente dedicata
al cinema italiano di genere, lunedì 8 marzo si alza il sipario
sulla 30° edizione di Noir in Festival, in
programma fino al 13 marzo in streaming gratuito su tutto il
territorio nazionale sulla piattaforma MYmovies.it e sui canali social del
festival (Facebook, YouTube, Instagram).
Per celebrare questo importante anniversario in un’edizione che
non potrà godere del calore del pubblico ma che avrà un ricco
programma di proiezioni, talk e masterclass tutte disponibili
online, il Noir in Festival non rinuncia a presentare in cartellone
grandi nomi internazionali del cinema e della letteratura a tinte
noir.
Nel segno della donna, cui è idealmente dedicata questa edizione
che prende il via proprio l’8 marzo, saranno tra le protagoniste di
questa edizione: Jennifer Kent, regista
australiana che con Babadook e The
Nightingale è riuscita ad imporsi come una delle voci più
interessanti del panorama cinematografico attuale (8 marzo ore
17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube); la scrittrice
svedese Camilla Läckberg (9
marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), indiscussa regina
del giallo scandinavo, qui in veste di autrice della serie
tv Hammarvick di cui il Noir ospiterà in
anteprima le prime due puntate prima della messa in onda a maggio
su laF; accanto a lei altre due straordinarie autrici
ovvero Alicia Giménez-Bartlett (11 marzo
ore 18.00, Facebook/ Youtube) e Charlotte
Link con il suo nuovo best seller Senza
Colpa (12 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube). Il
parterre internazionale si completa con il vincitore del Premio
Chandler John Banville (12 marzo ore
12.00, Facebook/ Youtube), l’autore best
seller Anthony Horowitz noto anche per
il suo grande successo con la serie tv Alex
Rider (11 marzo ore 19.00, Facebook/ Youtube), l’Honorary
Award di questa edizione Kurosawa
Kiyoshi (10 marzo ore 17.00, Mymovies/ Facebook/
Youtube) e il regista Brian Yuzna, che
riceverà invece il Premio Luca Svizzeretto (11 marzo ore 17.00,
Mymovies/ Facebook/ Youtube).
Ma si daranno appuntamento sul palco
virtuale del festival anche i protagonisti italiani tra cinema e
letteratura noir. I Manetti Bros., veterani
del Noir in Festival, che nella serata di chiusura saranno
protagonisti di un incontro dedicato al loro cinema con alcune
immagini inedite del nuovo attesissimo Diabolik,
grazie alla collaborazione con Rai Cinema e 01 Distribution (12
marzo ore 19.30, Mymovies/ Facebook/ Youtube); l’incontro con le
tre menti creative delle factory Groenlandia e Ascent
Films, Matteo Rovere, Andrea
Paris e Sydney Sibilia, che
riceveranno il Premio Speciale Caligari (12 marzo ore 16.00,
Mymovies/ Facebook/ Youtube); Antonietta De
Lillo che sarà tra i protagonisti del focus dedicato
a Lucio Fulci (9 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube) e presenterà
in anteprima il suo Fulci Talks, conversazione
omaggio al maestro del cinema di genere Lucio Fulci cui è dedicata
la retrospettiva di quest’anno; Luca
Miniero e Lunetta Savino,
regista e interprete della fortunata serie targata Rai
1 Lolita Lobosco, che dialogheranno insieme
all’autrice dei romanzi Gabriella
Genisi (8 marzo ore 11.00, Youtube/ Facebook); le
protagoniste del panel tutto al femminile sulle “donne in
nero” Margherita Oggero, Grazia Verasani, Rosa
Teruzzi, Antonella Lattanzi e Francesca
Serafini (8 marzo ore 18.00, Facebook/ Youtube). E
poi ancora, tre maestri del genere come Roberto
Costantini (9 marzo ore 18.00, Facebook/
Youtube), Gianrico Carofiglio (12 marzo ore
18.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), Maurizio De
Giovanni (10 marzo ore 18.00, Facebook/
Youtube); Nicola Lagioia, autore
de La città dei vivi, uno dei casi letterari
dell’anno (11 marzo ore 11.00, Facebook/
Youtube); Chiara
Lalli e Cecilia Sala, autrici
dell’acclamato podcast Polvere, in una conversazione
con Gaetano Savatteri (10 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube); i
nuovi romanzi di Paolo Roversi (12 marzo
ore 19.00, Mymovies/ Facebook/ Youtube), Silvio
Danese (8 marzo ore 18.00, Facebook/
Youtube), Livia Sambrotta, l’esordio
letterario
di RobertoCimpanelli (8
marzo ore 19.00, Facebook/ Youtube) e il focus
di Federico
Greco sull’universo Star
Wars in dialogo con Elisabetta
Sgarbi (11 marzo ore 12.00, Facebook/ Youtube).
Infine le masterclass di Adrian
Wotton su John Ford (9 marzo ore 12.00, Facebook/
Youtube) e di Mario Serenellini sulle
sedute di sceneggiatura di Marnie di Alfred
Hitchcock (10 marzo ore 11.00, Facebook/ Youtube).
Accanto alle conversazioni e alle masterclass, il programma del
Noir in Festival si completa con il vasto palinsesto
cinematografico: i 6 titoli del Premio
Caligari per il miglior noir italiano dell’anno
assegnato da una giuria presieduta da Claudio
Giovannesi (presentati in una speciale maratona
domenica 7 marzo e disponibili per 24 ore dalla mezzanotte di
sabato fino alla mezzanotte di domenica), la proiezione dei film di
apertura e chiusura, Bastardi a mano armata di
Gabriele Albanesi (7 marzo ore 21.00) e Les
Apparances di Marc Fitoussi (12 marzo ore 21.00), gli
eventi speciali, la retrospettiva dedicata a Lucio Fulci e,
ovviamente, i film del Concorso Internazionale in lizza per
il Black Panther Award assegnato da una
giuria composta da Carlo Degli Esposti, Camilla
Filippi e Gianluca Maria
Tavarelli, tutti disponibili in streaming gratuito su
Mymovies solo per 24 ore dal momento di programmazione.
ATTENZIONE –
L’ARTICOLO CONTIENE SPOILER SUI PRIMI 8 EPISODI DI WANDAVISION
A un solo episodio di distanza
dalla fine di WandaVision e
alla luce dei tanti misteri che ancora aleggiano nella serie
Disney+, ecco tutte le
cruciali domande con cui ci ha lasciati l’episodio numero 8 e che
dovrebbero trovare una risoluzione in WandaVision
9.
Chi è “Fietro”?
Da quando Evan Peters si
è presentato alla porta di Wanda come un ragazzo che afferma di
essere il suo caro defunto fratello gemello, Internet è esploso,
ospitando una serie di teorie sul perché Pietro fosse interpretato
da Peters (che lo interpreta nel franchise della Fox degli X-Men) e
non da Aaron Taylor-Johnson (che invece è stato Pietro in Avengers: Age of Ultron).
Peters era lì in veste del Peter
Maximoff e segnalare che l’MCU stava già iniziando a lacerare
il tessuto del multiverso? Oppure stava solo interpretando un
ragazzo a caso posseduto da Agatha Harkness (Kathryn Hahn) per
fingere di essere Pietro, una specie di meta-scherzo pensato dalla
produzione ai danni degli spettatori?
Consideriamo che Elizabeth Olsen
apparirà in Doctor Strange e il Multiverso della Pazzia e
anche in Spider-man: No Way Home, il multiverso sta effettivamente
arrivando nel MCU. questo: dimentica il
multiverso. Ma c’è già tanta carne al fuoco in WandaVision,
e mentre l’idea che Fietro venga strappata dall’universo di “X-Men”
sembra divertente in generale, in realtà incorporare quel punto
della trama in questa storia sembra una complicazione superflua.
Per cui sembra proprio che i Marvel Studios ci abbiano soltanto tirato uno
scherzo bello e buono.
I gemelli sono reali?
In una delle storie a
fumetti su cui si sono basati gli showrunner di WandaVision,
Agatha spiega a Wanda che i gemelli che ha avuto con Vision –
gemelli che non dovrebbero esistere biologicamente, dato che Vision
è un essere sintetico – scompaiono dall’esistenza quando lei non è
in prossimità per evocarli e farli esistere. Si tratterà della
stessa dinamica anche in WandaVision?
La portata della magia di Wanda è
vasta (Agatha dice a Wanda che l’esagono magico è in esecuzione su
“pilota automatico” ai margini della città), ma non perfetta
(Vision vede i cittadini bloccati in loop o completamente
congelati). Quei cittadini di Westview, tuttavia, erano reali prima
che arrivasse Wanda. Billy e Tommy sono stati concepiti all’interno
dell’esagono, sono stati concepiti in meno di un giorno e sono
cresciuti fino a 10 anni in circa 48 ore, non esattamente nel modo
in cui si comportano gli esseri reali. Possiamo ipotizzare che sia
stata Agatha l’artefice del loro rapido invecchiamento quando ha
spruzzato “lavanda” su di loro da bambini? O ha semplicemente
approfittato della situazione per manipolare Wanda?
Un’altra piega: vediamo Billy e
Tommy molto presenti nella casa di Agatha, senza Wanda in giro.
Billy dice anche ad Agatha che la sua mente è “tranquilla”,
suggerendo che non è una proiezione magica della psiche di Wanda,
ma un essere senziente.
Nei fumetti, Billy e Tommy
finiscono per essere riassorbiti nell’anima di Mephisto, il
diabolico Big Bad della Marvel che alcuni hanno ipotizzato
sia dietro le macchinazioni di Agatha. È solo più tardi che le
anime di Billy e Tommy vengono liberate e collocate all’interno di
veri ragazzi umani, che diventano i supereroi Marvel Wiccan e Speed. Come farà la
serie a risolvere questo punto?
Nell’episodio numero 8, vediamo che
Wanda crea Visione da sé, è un essere senziente con una propria
mente e consapevolezza. È anche chiaro, tuttavia, che questa
Visione può esistere solo all’interno dell’esagono. È logico che lo
stesso valga per Billy e Tommy: sono totalmente reali, ma se Wanda
dovesse porre fine alla maledizione, allora perderà anche loro,
insieme a Visione.
Monica Rambeau (Teyonah Parris)
torna in vita dopo cinque anni dallo SNAP di Thanos e trova la sua
vita sottosopra: sua madre e migliore amica di Captain Marvel, Maria “Photon” Rambeau, è
morta di cancro e lo S.W.O.R.D. è ora nelle mani del direttore ad
interim Tyler Hayward, che le “impedisce” di andare in missione
nello spazio. Inoltre, Rambeau finisce nell’ESA e rimane
intrappolata nei viaggi decennali di Wanda nel mondo delle sit-com.
Monica sa che la sua struttura cellulare non è in grado di
sopportare la quantità di radiazioni emesse dal perimetro anomalo,
ma essendo di temperamento eroico da sempre, si tuffa dentro il
perimetro una seconda volta per tentare di sistemare le cose.
Vediamo poi che Monica sviluppa una serie di superpoteri.
Tutte le prove sembrano indicare
che Monica Rambeau è diventata il supereroe Photon, che nei fumetti
è stato anche chiamato Spectrum, The Lady of Light, Sun Goddess e
persino in alcune trame Captain Marvel. Ma potrebbe essere Monica
la prima mutante del MCU?
Nei film e nei fumetti degli X-Men,
la biologia mutante è spiegata come derivante da un Gene X – una
mutazione genetica reale posizionata sul 23° cromosoma. Quel gene
viene quindi “attivato”, di solito dalla pubertà, dallo stress o da
un trauma. Il primo film del 2000 mostra, ad esempio, come il primo
bacio di Rogue (Anna Paquin) inneschi i suoi
poteri di assorbimento. Ma WandaVision e
il MCU storicamente non si sono
preoccupati molto di attenersi al materiale originale, prendendosi
delle libertà rispetto ai fumetti.
Se la radiazione che sta colpendo
tutti gli umani di Westview riesce a non ucciderli tutti e, invece,
dà loro dei superpoteri, allora Monica Rambeau sarebbe tecnicamente
una delle prime mutanti ad essere stata “attivata”. Tuttavia, ciò
non prende in considerazione il personaggio di Wanda in quanto
mutante nata con l’X-Gene. Se i Marvel Studios in qualche modo si
legano al fatto che Wanda è, in effetti, una mutante, allora Monica
Rambeau non sarebbe tecnicamente la prima.
Come Monica Rambeau, il resto delle
vittime residenti di Westview (e coloro che in seguito sono stati
involontariamente risucchiati a Westview, come la dottoressa Darcy
Lewis di Kat Dennings), potrebbero essere stati colpiti a livello
cellulare dalle enormi quantità di radiazioni cosmiche e dalla
magia cosmica che avvolge ora la cittadina.
Questo potrebbe essere il modo
intelligente dei Marvel Studios per introdurre il
concetto di mutanti nell’MCU, aumentando la popolazione di
esseri umani superpotenti in un modo che è lineare e segue la
progressione graduale del franchise di film e serie TV. Anche se
questo non significa necessariamente che i personaggi di
WandaVision
debbano poi comparire per forza nei film successivi.
Piuttosto, questa ipotesi pone le
basi per la Disney per giocare con una pletora di personaggi dei
fumetti che non erano stati esplorati solo nei film degli X-Men
della 20th Century Fox e che non hanno mai ricevuto il trattamento
del grande (o piccolo) schermo.
Cos’è il libro di Agatha?
Nel settimo e ottavo
episodi di WandaVision,
vediamo un libro nel seminterrato di Agatha Harkness con antiche
rune scolpite sulla copertina, che emanano una misteriosa aura
arancione. Il modo in cui la telecamera ha girato e messo a fuoco
questo libro non può essere una semplice coincidenza: si tratta di
un oggetto su cui i Marvel Studios vogliono che si
concentri l’attenzione dello spettatore.
Ci sono molti libri magici che
finiscono per essere importanti nei fumetti Marvel, inclusi Darkhold,
Necronomicon e Tome of Zhered-Na, ma nessuno di questi testi è
stato esplorato finora nei film MCU (sebbene Darkhold sia apparso
in “Runaways” che in “Agents of SHIELD” della Marvel). Una delle ipotesi più
probabili è che sia il Libro di Cagliostro, il libro del misticismo
oscuro che è stato rubato dalla biblioteca privata dell’Antico
(Tilda Swinton) nel primo film Doctor Strange e
questo potrebbe essere un buon ulteriore collegamento con il
secondo film del personaggio interpretato da Benedict
Cumberbatch.
Per quanto orecchiabile sia
“Agatha All Along”, non è la prima volta che
un personaggio sembra essere il responsabile di quanto accade e si
scopre poi che invece il responsabile vero è un altro. Sembra
dunque possibile che né Wanda né Agatha siano colpevoli al 100% e
che una terza entità non ancora svelata abbia agito, o almeno
influenzato, entrambe le ragazze magiche per tutto questo
tempo.
Potrebbe essere tutto semplice come
sembra, ovvero è stata davvero Agatha a tirare tutte le fila dietro
le quinte per scoprire la verità dietro i poteri di Scarlet Witch
mantenendo il più stabile possibile l’illusione della sitcom.
Indipendentemente dal fatto che Agatha abbia o meno alleanze con
altri Big Bad dei fumetti Marvel che potrebbero diventare
rilevanti in questa attuale fase del MCU – come Mephisto, the Grim
Reaper, Nicholas Scratch, Salem’s Seven, Nightmare, Chthon, Ghost
Rider, ecc. – non sembra che ci siano i tempi per inserire un nuovo
cattivo.
Chi è la misteriosa guest
star?
Per settimane, Paul Bettany
ha ripetutamente scherzato sul fatto che WandaVision
avrà un attore strabiliante in un ruolo non annunciato. A
IndieWire, Bettany ha detto che “ha sempre voluto lavorare
con” questo attore, che “abbiamo fatto fuochi d’artificio
insieme” e che “le scene sono piuttosto intense“.
Dopo l’apparizione a sorpresa di Evan Peters, Bettany ha detto a
Esquire che il misterioso cameo di cui stava parlando non
era ancora stato svelato né trapelato, e sembrava persino suggerire
che non si stesse riferendo a Doctor Strange di Benedict
Cumberbatch. “Abbiamo alcune scene incredibili
insieme, e la chimica tra di noi è, penso, straordinaria”, ha
detto.
Naturalmente, le speculazioni non
si sono lasciate attendere. Bettany stava parlando di se stesso.
Con la rivelazione che il Visione dell’ESA è stato creata da Wanda,
mentre S.W.O.R.D. aveva usato la magia di Wanda per ricostituire il
corpo reale di Visione trasformandolo semplicemente in un’arma
senziente simile a un fantasma, è inevitabile che Visione e Visione
fantasma di Wanda si scontreranno. Questo potrebbe dire che Paul
Bettany, ancora una volta trollando tutti, stava parlando di sé e
si troverà a combattere contro se stesso. Occasione davvero rara
nella vita.
WandaVision,
prima di tutto, parla del dolore e di come le perdite di Pietro e
di Visione si siano accumulate nella psiche di Wanda per portarla a
creare il mondo delle sitcom di Westview come rifugio dal baratro
che quelle morti hanno causato in lei. Se la serie dovesse finire
questa stagione senza che Wanda si confrontasse con quello che ha
fatto, e finalmente permettesse a se stessa di accettare la morte
di Visione e andare avanti, questo sicuramente non sarebbe quello
che ci aspettavamo.
Naturalmente questo si riferisce
solo al Visione creato da Wanda, perché la versione bianca
spettrale di Vision resuscitata da S.W.O.R.D. è reale in un modo in
cui la versione di Wanda non lo è: ha un corpo. Se Wanda è stata in
grado di ricreare la Visione una volta, cosa le impedisce di farlo
di nuovo, questa volta con un corpo che non ha bisogno della sua
magia del caos per sopravvivere? A meno che la Visione di Wanda non
sconfigga prima la Visione fantasma. Tuttavia sembra che l’esito di
questo punto sia scontato: Visione morirà.
Le pubblicità false prefigurano
qualcosa?
Un tostapane Stark, un
orologio Strücker, una barretta di sapone HYDRA Soak, un rotolo di
asciugamani di carta Lagos, uno yogurt Yo Magic e una confezione di
antidepressivi
Nexus: gli spot che abbiamo visto in WandaVision
sembrano davvero un cesto intero di Easter Eggs. Ogni spot si
riferisce a un particolare momento nel passato di Wanda. I più
evidenti sono il tostapane (che ricorda la bomba che ha ucciso i
genitori Maximoff); i prodotti Strücker e HYDRA che ricordano la
sperimentazione e il lavaggio del cervello effettuati su Scarlet
Witch e Quicksilver da giovani adolescenti; gli asciugamani di
carta di Lagos che fanno riferimento al pasticcio che Wanda e gli
altri Vendicatori hanno commesso in Nigeria durante gli eventi di
Captain America: Civil War. Meno
chiari, tuttavia, sono lo yogurt Yo Magic e gli antidepressivi
Nexus: potrebbero avere un collegamento con il futuro di
Wanda?
Invece di prefigurare qualcosa che
deve accadere, i marchi fittizi di yogurt e antidepressivi
spiegheranno elementi di WandaVision
e la storia delle origini di Scarlet Witch che devono ancora essere
menzionati sullo schermo, vale a dire, come Wanda Maximoff è in
grado di attingere alla Magia del Caos, ovvero se quella magia le è
stata conferita da un mutante superiore o da un’entità cosmica?
Wanda è un essere
Nexus o una Mutante?
Secondo la tradizione canonica
Marvel Comics, gli Esseri
Nexus sono individui rari con la capacità di influenzare la
probabilità (e quindi il futuro) e possono alterare il flusso
dell’Universal Time Stream. Possono anche produrre una prole
incredibilmente potente. Sappiamo che, nei fumetti, appartenenti a
Esseri
Nexus sono Jean Grey e Odino.
Doctor Strange si farà vivo nel
finale? O altri Vendicatori?
Sappiamo già che Scarlet Witch farà
un’apparizione in Doctor Strange e il Multiverso della
Follia, in cui Benedict Cumberbatch
riprenderà il suo ruolo di Stregone Supremo. Il film sarà diretto
dall’ex regista di Spider-Man, Sam Raimi. Finora
non si sa molto sulla trama del sequel, previsto per il 25 marzo
2022 nelle sale cinematografiche, solo che segue le avventure di
Strange e le sue ricerche sulla pietra del tempo. Il coinvolgimento
di Wanda nella narrazione rimane poco chiaro, ma inizierà ad avere
più senso entro la fine del nono e ultimo episodio della sua serie
indipendente.
Il capo dei Marvel Studios Kevin
Fiege ha ripetutamente osservato che WandaVision si
collega direttamente agli eventi del sequel di Doctor Strange
2. Inoltre, il film era stato programmato in anteprima
subito dopo la conclusione di WandaVision
su Disney+, prima che la pandemia
costringesse lo studio a spostarne l’uscita. Quindi, sembra che un
cameo di Cumberbatch nel finale sia logico, ma i motivi che ha
Strange per quella probabile apparizione sono in gran parte un
mistero. Dovrà occuparsi di Wanda dopo che si sarà svegliata dal
suo mondo di sit-com per convincerla a viaggiare attraverso il
multiverso con lui? Cercherà di insegnare a Wanda i poteri della
Magia del Caos e della Gemma della Mente? Conoscendo la Marvel, il cameo di Doctor Strange
probabilmente aprirà solo più porte a teorie, piuttosto che
concludere con precisione gli imbrogli che distorcono la realtà di
Scarlet Witch per tutta la serie.
Per quanto riguarda altri
Vendicatori (come Hulk, Vedova Nera, Falcon, Soldato d’Inverno,
Ant-Man, Spider-Man, Thor), sembra davvero meno probabile che
appaia qualcuno che non sia Strange, anche se forse Falcon (Anthony
Mackie) e il Soldato d’Inverno (Sebastian Stan) potrebbe
presentarsi dato che il loro show spinoff sarà presentato in
anteprima a breve sullo streamer Disney. Anche Captain Marvel di Brie Larson potrebbe
apparire nella serie, poiché ha legami con Monica Rambeau, anche
se, secondo lo show, la loro relazione è attualmente tesa.
MAX3MIN, festival
di cortometraggi alla prima edizione in streaming
gratuito worldwidedal 10 al 21
marzo ideato e diretto dalla scenografa
italo-argentina Martina Schmied, ha
sfidato i creators di immagini a rimettere in
discussione i modi abituali che usiamo per raccontare, superando le
categorie prevalenti di questo tempo: la lunghezza “classica” del
cinema come i tempi rigidi della serialità televisiva, la
concisione elegante delle short story ma anche
la frammentarietà superveloce delle Instagram
stories. Come un libro di haiku da vedere,
il programma di MAX3MIN sorprenderà per le innumerevoli strategie
messe in campo dagli autori per cogliere la vita in un così breve
tempo. Che si tratti di dipingere mondi giganteschi o entrare nel
profondo delle relazioni più intime, di descrivere la realtà con
immagini lampanti ed essenziali o manipolare quelle stesse immagini
per stimolare reazioni forti nella parte irrazionale di chi guarda,
l’unico comune denominatore resta uno solo: siate brevi.
Ma MAX3MIN è anche un grande esperimento
di worldwide festival: i 100
cortometraggi selezionati saranno disponibili online gratuitamente
e visibili in tutto il mondo, dal 10 al 21 marzo,
sulla piattaforma proprietaria MAX3MIN, senza i limiti di
carattere geografico che molti festival traslocati online a causa
del COVID-19 hanno dovuto introdurre. La scelta di un festival
“globale” è coerente anche con lo spirito della selezione:
i 100 corti in programma sono stati
selezionati tra oltre 2.700 iscrizioni da 97
Paesi, e tra differenze e sensibilità agli antipodi, il
programma mette in evidenza divergenze e tratti comuni, modi
opposti e insieme affini per raccontare.
Il programma di proiezioni del festival segue un principio
di loop screening: tutti i giorni,
dal 10 al 21 marzo, un gruppo di 10 cortometraggi sarà
disponibile per 24 ore, così da consentire a
tutti i fusi orari di poter assistere alla proiezione e votare i
propri preferiti, su una piattaforma realizzata appositamente per
il concorso. Ogni gruppo di 10
corti permetterà allo spettatore un’intensa
esperienza di visione, catapultandolo in meno di mezz’ora dai
ghiacci siberiani alla campagna balcanica, da Buenos Aires a
Mumbai, da Brooklyn a Roma, passando per luoghi che esistono
soltanto nell’immaginazione dei loro autori. Una fruizione inedita
e stimolante che mette in crisi i tempi dilatati della serialità
televisiva, la lunghezza classica del cinema e persino la velocità
senza traccia dei contenuti per il web.
Un festival-playlist, che punta a
stimolare lo spettatore a guardare e riguardare i film anche più e
più volte. Come si fa con le canzoni.
Il 21 marzo, infine, si terrà
la cerimonia di premiazione live, in cui la
giuria del concorso presenterà una classifica dei 10 migliori
cortometraggi, che verranno proiettati. Tra questi film, il primo
classificato vincerà il Premio per il Miglior Film del valore di
3.000 euro per la produzione di un nuovo cortometraggio.
La Giuria Internazionale è composta
da: Tony Kaye, regista di American
History X; Elisa Bonora, montatrice; la
fumettista e plastic artist
sudamericana PowerPaola; Enrico
Gabrielli, fondatore della band Calibro
35; Martina Pastori, regista e filmmaker
specializzata in videoclip e fashion film.
Ma quali sono le storie di MAX3MIN?
Ecco alcune parole chiave per descriverle (senza fare troppi
spoiler).
1 di 60
COVID-19. Se il virus ha trasformato la
società, anche le immagini che essa produce non possono sfuggire
alla sua influenza. La grande rivelazione di MAX3MIN è che il
trauma del virus è realmente globale: dall’India all’Argentina, da
Taiwan all’Italia, sono centinaia le storie che scavano nel
rapporto tra l’individuo e il cambiamento forzato. Storie di
distanziamento, isolamento, desiderio di contatto, nostalgia del
caos. Ma anche modi creativi e sorprendenti per raccontarlo, non
schiavi dell’iperrealismo dei telegiornali ma immersi
nell’immaginazione: Threesome di
Nyko Piscopo usa la danza per scherzare (ma non troppo) sul sesso e
sul desiderio durante l’era del distanziamento
sociale; The New World: Variations on Stay-home
Activities di Hong Ning e Zhao Xiaofeng è
un’esilarante rielaborazione in forma di new media
art dei mille passatempi “da remoto” che il lockdown ha
scatenato; Mad Mask – Fury
Roll di Stéphane Berla trasforma il cult movie
di George Miller in un inseguimento animato tra il virus e la
mascherina, di grande spettacolarità (il regista ha già realizzato
un lungometraggio prodotto da Luc Besson che ha vinto numerosi
premi).
IDENTITA’. Il razzismo, la conquista dei
diritti delle persone afroamericane, le dinamiche di genere, il
rifiuto dei nazionalismi: le storie dei giovani talenti di MAX3MIN
pulsano delle tensioni sociali in corso nel pianeta, sollevando
interrogativi importanti e stimolando la nostra necessità di
rimettere in discussione le nostre certezze, mostrando quanto a
volte possano essere illusorie. On the Other Side
of Rightdi Russell Brownley mette insieme gli
scontri di St. Augustine Beach nel 1964, determinanti nel processo
di conquista dei diritti degli afroamericani, con il presente
del Black Lives
Matter. A.M.I.A. di Matyas
Doyle, nella forma di un feroce video musicale in 3D, ripercorre
gli anni Novanta bui dell’Argentina. Noi cinesi in
realtà siamo tutti dei cloni di Alessio Wong, in
soli 2 minuti, smonta tutti gli stereotipi più triti sulla comunità
cinese.
IMMAGINAZIONE. MAX3MIN è anche un trionfo della
fantasia più libera e sfrenata. Una quota garantita soprattutto
dalle molte animazioni presenti in concorso, che spaziano dalla
tradizione (stop motion, disegno, illustrazione) al contemporaneo
(3D, computer graphics) fino alle tecniche più incredibili anche
solo da immaginare: Confettidi
Àngel Estois, Mercè Sendino e Lucía Hernández racconta un party
finito malissimo usando esclusivamente
coriandoli; Montauk di Harry
Rubin-Falcone mescola collage e disegno a mano con effetti
digitali, per un piccolo ed emozionante quadro
sull’amicizia; Wake Updi
Martín Jemes racconta il disagio della routine in un gioco di
montaggio e accelerazioni fulminante.
SCUOLE E TALENTI. Grande attenzione nella
selezione di MAX3MIN è stata posta verso la ricerca e la scoperta
dei talenti che saranno gli autori di domani, attraverso un’opera
di scouting e relazione fitta con le più importanti scuole di
cinema italiane e internazionali (NABA, Civica Scuola Luchino
Visconti, Satyajit Ray Film Institute) e distribuzioni
specializzate (Av-ArKKI, Sixpack). Alcuni nomi: Alessio Wong
(Noi cinesi in realtà siamo tutti dei
cloni), già autore di alcuni dei videoclip più
acclamati della scena cloud rap italiana (Garage Gang, Ariete);
Ludovica De Feo (Eggshell); Mattia Chicco
(Artico).
Dopo aver raccontato l’altra faccia
dell’iconica storia dei criminali Bonnie e Clyde
in
Highwaymen – L’ultima imboscata, John Lee
Hancock torna a proporre una storia che si immerge nelle
atmosfere del crime drama, offrendo un omaggio al noir, laddove in
precedenza aveva tenuto presente principalmente il western. Lo fa
firmando regia e sceneggiatura di
Fino all’Ultimo Indizio, il suo ultimo film che arriva
direct to digital per Warner Bros Distribution. Il film, che ha già
riscosso un discreto successo negli Stati Uniti, ha anche
conquistato una prestigiosa nomination ai Golden Globes 2021 per il
migliore attore non protagonista, Jared Leto (premio andato poi a Daniel
Kaluuya per Judas and the Black
Messiah).
La trama di Fino all’Ultimo
Indizio
Fino all’ultimo indizio racconta la
storia del vice-sceriffo di contea californiana di Kern, Joe Deacon
(Denzel
Washington), che viene inviato a Los Angeles per una
raccolta di prove. Quello che doveva essere un veloce incarico si
trasforma in un’indagine impegnativa, quando Deacon si ritrova
coinvolto nella caccia al serial killer che sta seminando il panico
in città. È lo stesso sergente Jim Baxter (Rami
Malek), che si occupa del caso, a richiedere l’aiuto
del vice-sceriffo, perché colpito dalla sua capacità di prestare
attenzione anche alle “piccole cose” e scovare indizi difficili da
intuire. Baxter, nel corso delle indagini, ignora totalmente, però,
che il caso sembra svelare alcuni segreti di Joe, appartenenti a un
oscuro passato e con cui l’uomo deve ancora fare i conti, un caso
irrisolti con risvolti tragici. La collaborazione trai due porterà
all’identificazione di un sospettato che si rivela essere molto
diverso da un criminale normale, un soggetto scaltro, intelligente,
un reietto della società che però ha delle sue regole. Contro di
lui Baxter concentrerà le sue forze. Ma nel finale a sorpresa il
giovane sergente capirà che la realtà non è sempre quella che
sembra, e che la legge e la legalità raramente vanno di pari passo
con ciò che è giusto fare.
Le dinamiche narrative
messe in scena da Hancock sono tradizionali, da una parte c’è un
detective anziano, disincantato disposto a far passare il suo
sapere anche se con una reticenza sospettosa, dall’altra un giovane
sergente, un uomo tutto d’un pezzo che ha grande fiducia nei mezzi
che la legge gli fornisce. Tra di loro un sospettato che imparerà
con un certo gusto a giocare con i suoi accusatori. Sembra la
dinamica vista in Seven di David
Fincher, o in altri mille thriller di investigazione,
eppure Fino all’ìUltimo Indizio assume una dimensione
esistenzialista seguendo da vicino i personaggi, le loro ambizioni,
le loro paure e il loro modo di approcciare alla vita, così diverso
e condizionato dalle rispettive esperienze. Più che la caccia
all’assassino, al regista sembra importare qual è lo stato d’animo
con cui i personaggi si approcciano alle loro giornate.
Un tris incredibile di
protagonisti
A questo scopo, particolare valore
assume la scelta di in trittico di attori di spessore. Denzel
Washington offre la sua quasi ovvia solidità da attore consumato e
si confronta con un Rami Malek che, nonostante sembra sia fuori
parte il più del tempo, riesce comunque a comunicare le sfumature
del carattere che gli viene affidato. Jared Leto, dal canto suo, seppure in meno
tempo, riesce a infondere tutto il suo metodo in un personaggio
affascinante e sfuggente, diverso da altri psicopatici (forse)
omicidi che abbiamo visto sullo schermo.
È interessante come, per Hancock, il
luogo prediletto per portare avanti le indagini non sembra essere
la strada, la scena del crimine, ma la mente stessa del detective.
Se il giovane e metodico Baxter si affida alle prove, ai rilievi,
alla scienza dietro l’investigazione, l’approccio di Deacon è più
intuitivo e allo stesso tempo più analitico: il personaggio
magistralmente interpretato da Denzel Washington
si ferma, immagina, soppesa, razionalizza, osserva tanto e prevede
gli scenari e i momenti nei quali è possibile cadere in fallo.
Deacon è capace di calarsi davvero nella mente dell’omicida che i
due cercano, ma allo stesso tempo è afflitto dal rimorso e da una
storia personale oscura, è un personaggio con diversi strati e
piani, e l’idea che ci dà
Fino all’Ultimo Indizio è che alla fine della storia,
Baxter sarà un po’ meno ligio e fiducioso e un po’ più simile al
suo collega anziano.
Più concentrato sull’ambiente e
sulle atmosfere che sulla narrazione intesa come progressione di
eventi, Fino
all’Ultimo Indizio è un thriller efficace ed
affascinante, che si avvale di ottime interpretazioni e di un ritmo
dilatato e ipnotico.
Il mese di Marzo
2021 porterà tante novità su Prime Video. Infatti sono tanti i film e
le serie tv in arrivo per tutto il mese. Trai titoli più attesi
Il
principe cerca figlio, l’atteso sequel che vedrà Eddie Murphy tornare nei panni di Re Akeem. Di
seguito tutte le novità in arrivo.
I film in arrivo a Marzo 2021 su Prime Video
Il principe cerca figlio dal 5 marzo in esclusiva su Prime
Video
Nel rigoglioso regno di Zamunda, Re
Akeem (Eddie Murphy) è appena stato incoronato e con il suo fidato
consigliere Semmi (Arsenio Hall) intraprende una nuova ed
esilarante avventura che li porta ad attraversare il globo partendo
dalla loro meravigliosa nazione africana fino al Queens, il
quartiere di New York dove tutto è iniziato. Il film è diretto da
Craig Brewer su una sceneggiatura di Kenya Barris, Barry W.
Blaustein e David Sheffield. Il principe cerca figlio è basato sui
personaggi creati da Eddie Murphy.
Due coppie in una vacanza sulle
rive dell’oceano iniziano a sospettare che il padrone della casa
apparentemente perfetta che hanno affittato li stia spiando. Ma non
ci vuole molto per trasformare quello che doveva essere un festivo
weekend fuori porta in qualcosa di molto più sinistro, con lo
svelarsi di segreti che erano da tempo celati e che ora fanno sì
che i quattro amici di vecchia data si vedano sotto una luce
completamente diversa.
Bastardi a mano armata – dall’11
marzo
Michele vive in uno chalet tra le
montagne con la moglie Damiana e la figliastra Fiore,
un’adolescente con cui ha una relazione piuttosto complicata. Una
notte, Sergio irrompe nella loro abitazione prendendoli in
ostaggio. Si trova lì per una missione particolare: deve recuperare
per conto di Caligola il prezioso bottino di un furto di tempo
prima. Nel cast Marco Bocci, Fortunato Cerlino, Peppino Mazzotta,
Amanda Campana e Maria Fernanda Campano. Con la regia di Gabriele
Albanesi, il film è prodotto da Santo Versace, Gianluca Curti,
Minerva Pictures con Rai Cinema in collaborazione con Amazon Prime
Video.
Adam (Charlie Plummer, Premio
Marcello Mastroianni come miglior attore emergente a Venezia 74°
per Lean on Pete) è un adolescente brillante ma
introverso, con il sogno nel cassetto di diventare chef.
L’amico del cuore – Dal 18
Marzo
L’amico del cuore (Our Friend)
racconta la straordinaria storia vera della famiglia Teague – il
giornalista Matt (Casey Affleck), la sua vivace moglie Nicole
(Dakota Johnson) e le loro due figlie piccole – e di come le loro
vite siano sconvolte dalla straziante diagnosi di cancro terminale
di Nicole.
Altri film in arrivo non inediti
Men in Black II | 1 marzo
I see you |1 marzo
Searching |1 marzo
The Equalizer – Il vendicatore|1 marzo
The Equalizer 2 – Senza Perdono | 1 marzo
La guerra dei mondi |1 marzo
The Truman Show |1 marzo
Mean Girls |1 marzo
I Puffi 2 | 1 marzo
Chiamami col tuo nome | 1 marzo
Come farsi lasciare in 10 giorni | 1 marzo
Dark Crimes | 8 marzo
The Divergent Series: Allegiant | 9 marzo
Tutta un’altra vita | 12 marzo
Gli Indifferenti | 13 marzo
Mister Link | 17 marzo
La verità è che non gli piaci abbastanza | 18 marzo
The Divergent Series: Insurgent | 19 marzo
The Queen of Spain | 22 marzo
Il giorno sbagliato | 24 marzo
Cosa sarà | 27 marzo
Le serie tv in arrivo su Prime Video
La Templanza
La Templanza è un drama romantico basato sull’omonimo romanzo
di successo di María Dueñas (The Time in Between, Las Hijas del
Capitán) ambientato alla fine del XIX secolo. Racconta la storia di
Soledad Montalvo e Mauro Larrea, una self-made woman e un uomo i
cui destini si incontrano in un luogo e un tempo affascinanti. Una
storia incentrata sul superamento delle avversità e la ricerca del
proprio posto nel mondo, su come viene costruito un impero e su
come in un solo giorno tutto può essere perduto, una storia di
avventure in luoghi esotici e di seconde occasioni.
Invincible
Invincible
è una serie animata per adulti dal creatore di The Walking Dead
Robert Kirkman e dagli omonimi fumetti della Skybound/Image firmati
da Kirkman, Cory Walker e Ryan Ottley, e racconta la storia del
diciassettenne Mark Grayson (Steven
Yeun), un ragazzo come tanti alla sua età, se non
fosse per il fatto che suo padre è Omni-man (J.K. Simmons), il più
potente supereroe del pianeta. Ma man a mano che Mark inizia a
sviluppare i suoi super poteri, scopre che l’eredità di suo padre
potrebbe non essere così eroica come sembra.
Altre serie in arrivo non inedite
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Il principio del piacere – la prima stagione | 1 marzo
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Eddie Murphy ha rivelato che la Paramount,
all’epoca della realizzazione de Il principe cerca moglie, fece pressioni per
l’inclusione di un attore bianco nel film. Diretto da John Landis,
la commedia del 1988 è stata un enorme successo commerciale,
diventando il film della Paramount più redditizio di
quell’annata.
La popolarità del film è riuscita a
resistere allo scorrere degli anni, tant’è che un sequel, dal
titolo Il principe cerca figlio, debutterà
ufficialmente su Amazon Prime proprio domani 5 marzo. Durante
un’ospitata da Jimmy Kimmel in occasione della promozione del
sequel, Eddie Murphy ha rivelato che all’epoca della
realizzazione del primo film, la Paramount fece pressioni per avere
un attore bianco nel film, composto in gran parte da attori
neri.
Le dichiarazioni di Murphy sono
state riportate da
CinemaBlend: “Erano gli anni ’80 e il cast era composto
prevalentemente da attori neri. Ma la Paramount ce lo impose: ‘Deve
esserci una persona bianca nel film’. Io dissi: ‘Che cosa?’. Alla
fine pensammo a Louie Anderson, che era davvero forte. Ecco com’è
entrato a far parte del film.”
Ne
Il principe cerca moglie,Louie Anderson,
attore e comico statunitense, interpreta Maurice, uno dei ragazzi
che lavorano con Akeem (Murphy) e Semmi (Arsenio
Hall) al fast food di Cleo McDowell (John
Amos). Anderson tornerà nei panni del personaggio anche
nel sequel.
La trama del sequel de Il principe cerca moglie
Il principe cerca figlio è diretto
da Craig Brewer e si basa su una
sceneggiatura scritta da Kenya Barris, Barry W. Blaustein e David
Sheffield e sui personaggi creati da Eddie Murphy. Nel rigoglioso regno di Zamunda,
Re Akeem (Murphy) è appena stato incoronato e con il suo fidato
consigliere Semmi (Hall) intraprende una nuova ed esilarante
avventura che li porta ad attraversare il globo partendo dalla loro
meravigliosa nazione africana fino al Queens, il quartiere di New
York dove tutto è iniziato.