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Kate Winslet rinnega di aver lavorato con Polanski e Allen

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Kate Winslet rinnega di aver lavorato con Polanski e Allen

Kate Winslet fa marcia indietro e rinnega le sue collaborazioni con i registi Roman Polanski e Woody Allen, per i quali aveva recitato rispettivamente in Carnage del 2011 e ne La ruota delle meraviglie del 2017.

In una recente intervista rilasciata a Vanity Fair in occasione della promozione del suo nuovo film Ammonite (in cui recita al fianco di Saoirse Ronan e che verrà presentato in anteprima al Toronto Film Festival), l’attrice ha parlato della sua esperienza con Polanski e Allen e del fatto che sia stato proprio il lavoro con Francis Lee (regista di Ammonite) ad averle aperto gli occhi sul ruolo della donna nell’industria cinematografica e, soprattutto, sul modo in cui viene rappresentata nei film.

“Ammonite mi ha reso davvero consapevole a dovermi impegnare di più per onorare ciò che le donne vogliono dire per se stesse nei film e come vogliamo davvero essere ritratte, indipendentemente dall’orientamento sessuale”, ha spiegato Winslet. “Perché la vita è breve e mi piacerebbe fare del mio meglio quando si tratta di dare un buon esempio alle donne più giovani. Stiamo offrendo loro un mondo piuttosto incasinato, quindi mi piacerebbe fare la mia parte per avere una certa integrità.” 

Parlando nello specifico di Polanski e Allen, ha aggiunto: “Ad esempio, a cosa diavolo pensavo quando ho lavorato con Roman Polanski e Woody Allen? È incredibile come quegli uomini godessero di una così alta considerazione nell’industria cinematografica per tutto quel tempo. È vergognoso! E devo assumermi la responsabilità del fatto che ho lavorato con entrambi. Non posso tornare indietro nel tempo. Faccio i conti con il mio rimpianto, ma cosa posso fare se non dire sinceramente come la penso su tutta questa vicenda?”

Ricordiamo che in una vecchia intervista con il New York Times rilasciata proprio in occasione dell’uscita de La ruota delle meraviglie, Kate Winslet aveva assunto una presa di posizione totalmente differente nei confronti dei due cineasti: “Da attore devi essere in grado di mettere tutto da parte, ammettere di non conoscere la verità e concentrarti solo sul tuo lavoro. Woody Allen è un regista incredibile, così come Roman Polanski. La verità è che ho avuto un’esperienza lavorativi straordinaria con entrambi.”

Thor: Love and Thunder impiegherà la stessa tecnologia di The Mandalorian

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Thor: Love and Thunder utilizzerà le stesse tecniche di produzione virtuale impiegate nell’acclamata serie The Mandalorian. Il film sarà la quarta avventura in solitaria con protagonista il Dio del Tuono interpretato da Chris Hemsworth. Naturalmente, l’attesa è parecchio alta, non solo perché la pellicola riunirà Hemsworth con Taika Waititi dopo l’esperienza di Thor: Ragnarok, ma anche perché Natalie Portman ufficialmente tornerà nei panni di Jane Foster, personaggio che non appare nel MCU dal 2013, anno di uscita di Thor: The Dark World.  

In Love and Thunder vedremo Jane assumere il ruolo di Mighty Thor, proprio come accaduto nei fumetti. Oltre a ciò, sono stati rivelati pochissimi dettagli sulla trama, anche se in passato Waititi aveva descritto il film come “molto romantico”. Nel cast ci sarà anche il premio Oscar Christian Bale, che interpreterà l’antagonista principale non ancora reso noto. In origine Love and Thunder sarebbe dovuto arrivare al cinema a Novembre del prossimo anno, ma la pandemia di Coronavirus ha costretto la Marvel a ridistribuire quasi tutte le date dei film appartenenti alla Fase 4. Di conseguenza, l’uscita nelle sale è stata posticipata a Febbraio 2022.

Ulteriori informazioni sulla lavorazione di Thor: Love and Thunder sono emerse grazie ad un nuovo report di THR, secondo cui il film utilizzerà le stesse tecniche di The Mandalorian, la serie di successo Disney+. La Industrial Light & Magic, azienda della Lucasfilm specializzata negli effetti speciali digitali, amplierà i suoi servizi di produzione virtuale per supportare vari progetti, tra cui anche Love and Thunder. A quanto pare, presso la sede australiana dei Fox Studios verranno installati nuovi supporti per la StageCraft, tecnica all’avanguardia ideata per sostituire il green screen che consiste nella proiezione di un autentico set in virtuale. Già in precedenza Waititi aveva utilizzato la produzione virtuale quando aveva diretto un episodio della serie ambientata nell’universo di Star Wars.

Quando partiranno le riprese di Thor: Love and Thunder?

Vale la pena ricordare che una delle 15 nomination agli Emmy ricevute da The Mandalorian riguarda proprio agli effetti visivi, cosa che potrebbe far ben sperare per Thor: Love and Thunder. In effetti, sarà interessante vedere in che modo funzionerà questa tecnologia ora che verrà applicata ad un grande blockbuster, soprattutto ad uno destinato ad avere delle sequenze cosmiche davvero epiche. Si dice che la produzione del film inizierà nei primi mesi del 2021, sebbene il recente avvistamento di Portman in Australia abbia spinto a chiedersi se la produzione non possa cominciare prima.

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece al 11 febbraio 2022.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarokcosì come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

Fast and Furious 9: alcune scene ambientate nello spazio

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Fast and Furious 9: alcune scene ambientate nello spazio

Era da un po’ di tempo che si parlava della possibilità che parte del nuovo Fast and Furious 9 potesse essere ambientata nello spazio, come anticipato in passato – in maniera del tutto involontaria – da uno dei membri del cast, ossia Ludacris, interprete di Tej Parker.

Adesso è stata Michelle Rodriguez (interprete di Letty Ortiz) a confermare che, effettivamente, nel film ci saranno alcune scene ambientate nello spazio. Ospite del Jess Cagle Show su Sirius MX, è stato chiesto all’attrice di confermare le voci avanzate proprio grazie alle passate dichiarazioni del collega. “Non ci credo. Come avete fatto a scoprirlo?”, ha dichiarato l’attrice. “Vedete cosa succede? Le persone iniziano a parlare dietro le quinte. Quando un film non esce e lo si dimentica, le cose iniziano a saltare fuori. Nessuno doveva saperlo…”

Stando alle parole di Rodriguez, però, le sequenze ambientate nello spazio non coinvolgeranno il suo personaggio in prima persona: “Comunque no, non sono così fortunata da andare nello spazio, ma almeno abbiamo avuto una sceneggiatrice e ci è stato mostrato un sacco di amore per questo film. E tutto questo grazie a… Justin Lin. Siamo riuscite ad ottenere maggiore attenzione per le ragazze nel film. Spero davvero che ciò si evinca dal risultato finale.”

Tutto quello che c’è da sapere su Fast and Furious 9

In Fast and Furious 9 reciteranno i veterani del franchise Vin DieselCharlize TheronJohn CenaMichelle RodriguezJordana BrewsterLudacrisTyrese Gibson e Helen Mirren. Nel cast anche Michael Rooker e Cardi B.

La regia sarà firmata da Justin Lin, già regista di numerosi capitoli del franchise, mentre la release del film è stata spostata all’aprile 2021 (inizialmente il film sarebbe dovuto arrivare al cinema nel 2020).

Ricordiamo che il decimo capitolo della saga è già in pre-produzione. Secondo quanto riferito, il capitolo numero 10 della saga concluderà definitivamente la serie principale Fast and Furious, a seguito degli eventi che vedremo nel nono capitolo. Questa informazione ci fa pensare che alla fine del franchise si sia pensato più a un dittico di chiusura che a due film separati.

Venezia 77: in concorso NOMADLAND con Frances McDormand

Venezia 77: in concorso NOMADLAND con Frances McDormand

Arriva oggi in concorso Frances McDormand con il film Nomadland diretto da Chloé Zhao e con protagonista la Frances McDormand in veste di interprete e produttore. Nel cast anche David Strathairn, Linda May, Swankie.

Nomadland è prodotta da Highwayman Films (Chloé Zhao), Hear/Say Productions (Frances McDormand), Cor Cordium Production (Peter Spears), Mollye Asher, Dan Janvey.

Il commento del regista: Nell’autunno del 2018, mentre giravo Nomadland a Scottsbluff, Nebraska, vicino a un campo ghiacciato di barbabietole, mi ritrovai a sfogliare Desert Solitaire di Edward Abbey, un libro che mi aveva regalato qualcuno incontrato sulla strada. Sfogliandolo incappai in questo passaggio: “Gli uomini vanno e vengono, le città nascono e muoiono, intere civiltà scompaiono; la terra resta, solo leggermente modificata. Restano la terra e la bellezza che strazia il cuore, dove non ci sono cuori da straziare… a volte penso, senz’altro in modo perverso, che l’uomo è un sogno, il pensiero un’illusione, e solo la roccia è reale. Roccia e sole” (Edward Abbey, Desert solitaire. Una stagione nella natura selvaggia, trad. Stefano Travagli, Baldini & Castoldi, 2015). Per i successivi quattro mesi, mentre ci spostavamo per girare il film, fu un continuo andirivieni di nomadi; molti di essi conservavano rocce raccolte durante le peregrinazioni a bordo delle loro case su ruote alimentate dal sole. Dispensavano storie e saggezza davanti e dietro l’obiettivo della telecamera. Essendo cresciuta in città cinesi e inglesi, sono sempre stata profondamente attratta dalla strada aperta, un’idea che trovo tipicamente americana: la continua ricerca di ciò che sta oltre l’orizzonte. Ho tentato di catturarne uno scorcio in questo film, sapendo che non è possibile descrivere veramente la strada americana a un’altra persona. Bisogna scoprirla da soli.

La trama di NOMADLAND

Dopo il crollo economico di una città aziendale nel Nevada rurale, Fern carica i bagagli nel suo furgone e si mette sulla strada alla ricerca di una vita al di fuori della società convenzionale, come una nomade dei tempi moderni. Nomadland vede la partecipazione dei veri nomadi Linda May, Swankie e Bob Wells nella veste di guide e compagni di Fern nel corso della sua ricerca attraverso i vasti paesaggi dell’Ovest americano.

Venezia77: fuori concorso la serie 30 COINS di Álex de la Iglesia

Sarà presentata in anteprima mondiale fuori concorso la serie tv HBO Europa 30 COINS diretta dal Leone d’Oro Álex de la Iglesia e prodotta da HBO Nordic AB (Antony Root, Miguel Salvat, Steve Matthews), Production Services provided by Pokeepsie Films (Álex de la Iglesia, Carolina Bang).

Protagonisti un cast tutto spagnolo composto da Eduard Fernández, Megan Montaner, Miguel Ángel Silvestre, Macarena Gómez, Pepón Nieto, Manolo Solo.

Il commento del regista: “Analizzare logicamente l’idea di Dio conduce a molte eresie. Questo concetto è alla base della nostra storia. C’è chi crede che se Dio comprende ogni cosa, la sua essenza debba contenere anche l’idea del male. Dio e il Diavolo possono essere considerati aspetti della stessa entità che in sé è molto più complessa. Questo è l’elemento costitutivo della nostra storia: nella stessa chiesa, alcuni credenti sostengono modi diversi di intendere la materia divina. Dio è Vita, ma anche Morte.”

30 COINS, la trama

Benvenuti in un mondo in cui nulla è ciò che sembra e non ci si può fidare di nessuno. Vergara è un esorcista, pugile ed ex detenuto spedito a fare il parroco in un remoto paesino. Vuole dimenticare ed essere dimenticato, ma i suoi nemici lo troveranno presto. Accadono cose strane. Una bizzarra squadra formata dal sindaco Paco e da Elena, la veterinaria, cerca la verità, mentre la realtà viene distorta da una moneta maledetta che è al centro di una cospirazione globale.

Perry Mason dall’11 settembre su Sky

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Perry Mason dall’11 settembre su Sky

Veterano della Prima guerra mondiale con disturbo da stress post-traumatico, alcolista cronico, un matrimonio distrutto alle spalle: è un Perry Mason inedito e sorprendente quello raccontato nella nuova miniserie HBO in partenza venerdì 11 settembre alle 21.15 su Sky Atlantic e NOW TV. Prodotta da Robert Downey Jr. e sua moglie Susan Downey, la serie sarà disponibile con tutti i suoi otto episodi dallo stesso giorno on demand su Sky e in streaming su NOW TV.

Il leggendario avvocato dei romanzi di Erle Stanley Gardner, fra i personaggi più celebri del mondo della letteratura e del piccolo schermo, rivive così, più oscuro che mai e con le fattezze di Matthew Rhys (The Americans) – anche produttore, in questo raffinato noir che il Guardian ha definito “intenso, sbalorditivo e macabro” e che per Indiewire è, addirittura, “un noir di lusso che è probabilmente la miglior serie tv mai realizzata”. Ambientata nella Los Angeles degli anni successivi alla Grande Depressione, la serie racconta gli inizi della carriera di Mason, rappresentato per la prima volta nei panni di investigatore privato e non ancora di avvocato. Nello straordinario cast, insieme a Rhys, anche l’attrice vincitrice dell’Emmy Tatiana Maslany (Orphan Black) nei panni di Sorella Alice; John Lithgow che interpreta l’avvocato E.B. Jonathan, Chris Chalk (When They See Us) nel ruolo del poliziotto Paul Drake, Shea Whigham(Boardwalk Empire) e Juliet Rylance (The Knick).

In una fredda notte del 1931, nella frenetica Los Angeles degli anni successivi alla Grande Depressione, un bambino – Charlie Dodson, pochi mesi di vita – viene rapito e ucciso. Perry Mason (Matthew Rhys), veterano di guerra che vive alla giornata lavorando come investigatore privato, viene assunto dal rinomato avvocato E.B. Jonathan (John Lithgow) per scoprire la verità sul caso. La sua indagine avrà importanti conseguenze per tutta la città.

Tormentato dai ricordi della guerra in Francia e dal fallimento del suo matrimonio, Mason diventerà sempre più coinvolto nel caso e con l’aiuto di Pete Strickland (Shea Whigham) e dell’assistente di E.B., Della Street (Juliet Rylance), cercherà di scoprire la verità con ogni mezzo a sua disposizione. Nel frattempo, la vicinanza dei genitori del bambino assassinato alla Radiant Assembly of God e alla sua leader, la predicatrice evangelica Sorella Alice (Tatiana Maslany), aumenterà esponenzialmente l’attenzione mediatica sul caso. Mentre Mason porta avanti le sue ricerche, Paul Drake (Chris Chalk), un poliziotto con un grande talento investigativo, si ritroverà, suo malgrado, al centro dell’indagine, mentre dovrà fare i conti con un dipartimento di polizia razzista e corrotto.

Nel cast anche Nate Corddry (Mindhunter) e Gayle Rankin (GLOW) rispettivamente nei panni di Matthew ed Emily Dodson, i genitori del bambino assassinato; Veronica Falcón (Queen of the South) nel ruolo di Lupe, amante occasionale di Mason; Lili Taylor (American Crime) che interpreta Birdy McKeegan, la madre di Sorella Alice; Andrew Howard (Watchmen) e Eric Lange (Unbelievable) nei panni dei detective Ennis e Holcomb. E ancora Robert Patrick (Terminator 2 – Il giorno del giudizio) che interpreta di Herman Baggerly, il milionario membro della stessa chiesa dei Dodsons che assume E.B. e Mason per indagare sul caso, e Stephen Root (Barry) nel ruolo del procuratore distrettuale Maynard Barnes.

La serie è diretta dal veterano delle serie TV HBO Tim Van Patten – regista dell’episodio pilota de Il Trono di spade, ha firmato episodi de I Soprano, Boardwalk Empire, Sex and the City, The Wire, The Pacific, Roma e Deadwood – e da Deniz Gamze Ergüven (Mustang) che dirige il quarto, il quinto e il sesto episodio. Tim Van Patten è anche produttore esecutivo della serie insieme agli showrunner Ron Fitzgerald (Westworld) e Rolin Jones (Boardwalk Empire), a Robert Downey Jr., Susan Downey, Amanda Burrell, e Joe Horacek. Aida Rodgers è co-produttore esecutivo.

Perry Mason – Dall’11 settembre alle 21.15, ogni venerdì su Sky atlantic e in streaming su NOW TV. Tutta la serie sarà disponibile da subito in binge su Sky e NOW TV

Never Gonna Snow Again, recensione del film di Malgorzata Szumowska e Michal Englert #Venezia77

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Dopo diversi anni di presenza alla Berlinale, Malgorzata Szumowska e Michal Englert vengono selezionati nel concorso di Venezia 77 con il loro ultimo film, Never Gonna Snow Again, che Szumowska  scrive e dirige mentre Englert, come da tradizione nella loro lunga collaborazione artistica, fotografa, apportando il suo contributo alla scrittura e alla regia. La storia è definita un dramma fantastico e ruota completamente intorno a Alec Utgoff, attore ucraino naturalizzato inglese conosciuto a Hollywood e dintorni per vari ruoli tra cui l’ultimo nella serie TV Stranger Things, e qui nei panni di un massaggiatore ucraino che va a Varsavia e lavora per la borghesia della città.

La trama di Never Gonna Snow Again

Un massaggiatore entra nelle case e nelle vite dei cittadini di un ricco quartiere residenziale, i cui abitanti, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro vite.

Il film si muove sul filo della metafora geopolitica. Il protagonista è nato nel cuore del fallimento dell’Unione Sovietica, a Pryp”jat’, città fantasma teatro del disastro della centrale di Chernobyl. Dalle ceneri di questa cittadina, il russo arriva in Polonia, sempre più proiettata verso l’Europa e distaccatasi dalla Russia, e diventa un simbolo con molteplici vesti.

L’uomo che viene dal freddo risveglia lo spirito

Zhenia porta ai ricchi borghesi annoiati il risveglio del corpo: i suoi massaggi sono un toccasana, le donne che lo chiamano sono tutte bramose del suo aitante giovane corpo, le sue mani compiono miracoli. Ma Zhenia risveglia anche il loro spirito: attraverso l’ipnosi li rimette in contatto con se stessi, svelandone tutte le debolezze, i desideri, le pulsioni nascoste. Lo fa con un tocco delicato, etereo, come la fotografia del film, tenue eppure ricca di guizzi di luce.

La metafora geopolitica sembra raccontare allo spettatore che il sogno della Russia appartiene ad un passato antico e percepito come saggio e taumaturgico, ma che è destinato a scomparire, così come la neve nel titolo misterioso. Non cadrà più la neve, come una bambina spiega a Zhenia nel film, ma questo fenomeno rappresenta davvero un bene per un uomo che viene proprio dalla terra del freddo?

Never Gonna Snow Again è un ritratto metaforico di una società che, annoiata dal suo status, fatica a ritrovarsi e il protagonista rappresenta proprio la necessità di ricongiungersi con ciò che c’è di primigenio ma che è destinato a scomparire, proprio come accade a lui.

Notturno, recensione del film di Gianfranco Rosi #Venezia77

Notturno, recensione del film di Gianfranco Rosi #Venezia77

Mentre si aspetta il verdetto della Giuria della Mostra Internazionale di Cinema di Venezia, il Notturno di Gianfranco Rosi si offre al giudizio del pubblico italiano con una uscita in sala coraggiosa. Come coraggioso è stato il progetto che per tre anni ha portato il regista e la sua crew ad attraversare il Medio Oriente, costantemente sui confini fra Iraq, Kurdistan, Siria e Libano.

In quelle zone si svolge il film, un documentario sui generis, forse troppo costruito e ricercato per essere considerato tale. Non certo un reportage di guerra, quanto più il tentativo di raccontare “la quotidianità che sta dietro la tragedia continua di guerre civili, dittature feroci, invasioni e ingerenze straniere, sino all’apocalisse omicida dell’ISIS”, come dichiarano le note di produzione. E l’umanità di alcune delle tante persone incontrate dal regista, lontano dalla linea di fuoco, ma mai senza rischi… e comunque sempre osservando il dolore e la speranza di personaggi che non faticheranno a imprimersi nella nostra immaginazione.

Soldati, donne, bambini

La prima scena è subito emblematica: siamo in una zona di esercitazioni militari e nell’inquadratura – fissa – entrano ed escono squadre di soldati che lanciano versi gutturali, di guerra, mentre corrono intorno a un campetto. In questa ripetizione c’è molto della situazione che Rosi racconta, e che questa parte di Medio Oriente vive da sempre. Un continuo ritorno, della guerra, delle sue conseguenze, un circolo vizioso che sembra impossibile da spezzare e nel quale ogni speranza sembra svanire.

Anche il cacciatore notturno di anatre, che incontriamo all’inizio e alla fine del film regala spunti di riflessione. Nella sua ‘missione’ solitaria c’è il tentativo di sopravvivere, anche attraverso l’inganno, anche a scapito di altri esseri viventi. Anche in questo caso senza posa, senza cambiamenti sostanziali, sia che intervenga la morte di qualcuno dei coinvolti sia che nulla succeda lasciando chiudersi la giornata nell’attesa della prossima.

Sono personaggi che non hanno una casa, un luogo di appartenenza, a volte nemmeno un nome, per una precisa scelta del regista che spersonalizzando gli oggetti dell’osservazione punta a renderli universali, a farne parti di un affresco più grande. E drammatico. A emergere sono in pochi, su tutti il piccolo Alì, ragazzino che si vende a giornata come cane da caccia. E che ogni mattina lascia il proprio salotto, tappezzato di stuoie e materassi dove trovano posto fratelli e familiari, per andare sulla strada ad adescare uno dei tanti che fanno dell’uccidere un divertimento.

Immagini forti e curatissime

A rendere indimenticabili certe figure sono anche le immagini, ovviamente, poche volte come in questo caso curate e costruite. Un ‘dettaglio’ che sembra aver scatenato molti detrattori, dimentichi – nonostante le polemiche sollevate recentemente dai fortunati film di Michael Moore e la stessa storia del documentario, forma cinematografica paradossale per antonomasia – dell’impossibilità (o quasi) di mostrare su uno schermo la vita vera, non mediata, ‘senza filtri’.

Dietro ogni tableau, ogni storia, c’è una preparazione certosina, minuziosa, paziente da parte di Rosi, che ha dichiarato più volte di cercare la naturalezza dei suoi ‘protagonisti’ con un metodo che anche qui ha applicato. Alla scelta dell’inquadratura seguono quella del soggetto da inserirvi e del momento in cui farlo: un metodo che richiede tempi lunghi, ma che assicura una spontaneità da parte dell’osservato che gli viene dall’essersi abituato a quello che lo circonda, in questo caso il regista e la macchina da presa.

È abbastanza per soddisfare i puristi? Non lo sarà mai? Potrebbe mai esserlo? Domande capziose e piuttosto inutili che nulla tolgono al totale della composizione. Perfettamente riuscita e fin troppo bella da vedere. Il rischio è certo che tanta estetizzazione possa distrarre, o allontanare a livello emotivo, ma abbandonando le proprie aspettative e una forma preconcetta di osservazione, sarà più facile anche oltrepassare quei confini e accettare la realtà che ci viene raccontata e che in molti casi non avremmo mai conosciuto.

Padrenostro, recensione del film di Claudio Noce #Venezia77

Padrenostro, recensione del film di Claudio Noce #Venezia77

Il primo film italiano presentato in concorso a Venezia 77 è Padrenostro di Claudio Noce con Pierfrancesco Favino, Barbara Ronchi e i promettenti giovani attori Mattia Giraci e Francesco Gheghi. Per la prima volta sullo schermo anche la piccola di casa Favino, Lea.

Il film di Noce trae spunto da una dolorosa esperienza personale dello stesso regista. Figlio del vicequestore Alfonso Noce che fu ferito in un attentato sotto la sua abitazione il 14 dicembre 1976. Erano gli anni di piombo e la lotta tra lo stato e i gruppi di contestatori di ogni fazione erano purtroppo all’ordine del giorno. Nell’attentato ai danni di Noce, ad opera dei Nuclei Armati Proletari, persero la vita l’agente di polizia Prisco Palumbo e il terrorista Martino Zicchitella.

Padrenostro, una biografia a metà

Claudio Noce si rifà alla sua esperienza senza ricalcare però fedelmente la realtà. Sceglie di cambiare i nomi dei personaggi reali, a parte quello del padre che rimane Alfonso anche se di cognome fa La Rosa, e ci trasporta in una storia che vuole mettere al centro non tanto il fatto di cronaca ma le conseguenze che ne derivano. Si approccia alla storia del nostro paese raccontandone una più intima e personale, un rapporto fittizio tra due ragazzini Valerio e Christian. Il primo figlio di La Rosa, il secondo, come scopriremo solo nel finale collegato anch’egli all’attentato. Valerio, 10 anni biondissimo con gli occhi azzurri e Christian quattordicenne alto e moro; non sono agli antipodi solo fisicamente e nonostante questo instaureranno un forte legame da subito.

All’inizio del film Valerio, adulto, vede per caso Christian in metropolitana a Roma, lo rincorre prima con lo sguardo e poi per le scalinate che portano fuori dalla stazione, non sappiamo ancora nulla di loro ma i loro occhi sono carichi di emozione. Parte da qui il lungo flashback che occuperà tutta la durata del film.

I protagonisti sono dunque i due ragazzi e il loro rapporto di reciproco supporto. Ad una prima parte più lenta corrisponde una seconda più viva che coincide con il viaggio in Calabria e i primi contrasti tra i due amici che sembrano contendersi l’attenzione del padre Alfonso.

La chiave del film nel finale

Padrenostro è un film che assume maggiore valore proprio in virtù del suo finale. Nonostante la possibile presa di posizione unilaterale, visto il coinvolgimento personale dell’autore, il film stupisce e commuove proprio perché prende in considerazione tutti i punti di vista, tutte le vittime di un evento così fortemente traumatico. Le vittime finiscono, in qualche modo, seppure solo nell’immaginazione, a consolarsi a vicenda e a reggere insieme il fardello del dolore ritrovando la voglia di vivere.

Una delle sequenze più forti del film è, senza dubbio, quella in cui il giovane Valerio spiega all’amico Christian come è avvenuto l’attentato a cui lui ha assistito dal balcone di casa. Utilizzando dei gessetti colorati il giovane disegna in modo compulsivo il tutto sull’asfalto. In una fotografia dominata dal seppia, il rosso degli spari e del sangue risalta e sconvolge, primo fra tutti il padre Alfonso (Favino), giunto sul luogo, che si rende finalmente conto che il figlio ha visto tutto e non ha per niente metabolizzato l’accaduto.

La regia di Noce non sempre riesce ad andare di pari passo con le emozioni come vorrebbe e manca di mordente proprio nel voler mostrare i rapporti con quel “Padrenostro” che resta più figura che sostanza.

Idiot Prayer – Nick Cave alone at Alexandra Palace, il trailer

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Idiot Prayer – Nick Cave alone at Alexandra Palace, il trailer

Dopo la straordinaria partecipazione all’evento in streaming dello scorso luglio, arriva ora per il pubblico la possibilità unica di apprezzare IDIOT PRAYER – NICK CAVE ALONE AT ALEXANDRA PALACE al cinema grazie all’evento ideato per sale di tutto il mondo, in programma in Italia per il 16, 17, 18 novembre (elenco su www.nexodigital.it). L’uscita cinematografica di questo straordinario film evento sarà seguita il 20 novembre dalla pubblicazione dell’album, che sarà disponibile su vinile, CD e in streaming.

IDIOT PRAYER – NICK CAVE ALONE AT ALEXANDRA PALACE è stato registrato a giugno 2020, mentre il Regno Unito usciva lentamente dal lockdown ed è stato concepito come una risposta alla reclusione e all’isolamento dei mesi precedenti. Inizialmente era stato immaginato come un evento unicamente web, ora invece i fan potranno finalmente trovare il film al cinema nella sua versione estesa con quattro brani inediti.

Subito dopo, il 20 novembre, verrà pubblicato un doppio album con lo stesso nome, in vinile, CD e streaming, con tutte le 22 canzoni del film originale.

In IDIOT PRAYER, Cave suona le sue canzoni da solo al pianoforte in una forma minimalista proposta di rado, dalle prime formazioni con Bad Seeds e Grinderman fino al più recente album di Nick Cave & the Bad Seeds, Ghosteen.

La performance è stata filmata dal pluripremiato direttore della fotografia Robbie Ryan (The Favorite, Marriage Story, American Honey) nella splendida West Hall di Alexandra Palace. Il montaggio è stato curato da Nick Emerson (Lady Macbeth, Emma, Greta). La musica è stata registrata da Dom Monks.

Idiot Prayer è il quarto film che Nick Cave ha distribuito in collaborazione con Trafalgar Releasing, dopo Distant Sky – Live in Copenhagen del 2018 diretto da David Barnard, One More Time With Feeling del 2016 diretto da Andrew Dominik e il pluripremiato 20,000 Days on Earth diretto da Iain Forsyth e Jane Pollard.

Spiega Nick Cave: “L’idea di questo film è nata dai miei eventi ‘Conversations With…’. Amavo suonare versioni destrutturate delle mie canzoni in questi spettacoli, distillandole nelle loro forme essenziali. Sentivo che stavo riscoprendo di nuovo quelle canzoni e a un certo punto, ogni volta che avevo del tempo a disposizione, ho iniziato a pensare di entrare in uno studio e registrare queste versioni reinventate. Poi è arrivata la pandemia: il mondo è entrato in lockdown ed è precipitato in un silenzio inquietante e riflessivo. È stato in questo silenzio che ho iniziato a pensare all’idea non solo di registrare le canzoni, ma anche di filmarle. Abbiamo lavorato con il team dell’Alexandra Palace – un luogo in cui avevo già suonato e che adoro – per scegliere un giorno per filmare non appena fosse stato permesso di riaprire l’edificio. Il 19 giugno 2020, circondati da funzionari anti-Covid con termometri, operatori con le mascherine, tecnici dall’aspetto nervoso e contenitori di gel per le mani, abbiamo creato qualcosa di molto particolare e molto bello che parlava in questo tempo incerto, pur non essendo in nessun modo soggiogato ad esso. Da quel film è nato anche un album. È una preghiera nel vuoto – da solo all’Alexandra Palace – un ricordo di un momento strano e precario della storia. Spero che vi piaccia“.

Idiot Prayer – Nick Cave Alone è distribuito in Italia da Nexo Digital con i media partner Radio Capital, MYmovies.it e Rockol.it. Le prevendite dell’evento al cinema apriranno a partire dal 10 settembre su nexodigital.it e su nickcave.com/idiotprayer. Per ordinare l’album: nickcave.com/idiotprayer.

Nick Cave & The Bad Seeds saranno in tour in Europa nella primavera/estate 2021. Info e biglietti su nickcave.com.

Album tracklisting:

Spinning Song

Idiot Prayer

Sad Waters

Brompton Oratory

Palaces Of Montezuma

Girl In Amber

Man In The Moon

Nobody’s Baby Now

(Are You) The One That I’ve Been Waiting For?

Waiting For You

The Mercy Seat

Euthanasia

Jubilee Street

Far From Me

He Wants You

Higgs Boson Blues

Stranger Than Kindness

Into My Arms

The Ship Song

Papa Won’t Leave You, Henry

Black Hair

Galleon Ship

Lucca Comics & Games: presentato Lucca ChanGes

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Lucca Comics & Games: presentato Lucca ChanGes

Lucca Comics & Games da oltre cinquant’anni celebra il fumetto, il gioco e le nuove forme di storytelling. Un appuntamento dedicato alla cultura partecipata che anno dopo anno è cresciuto cambiando, in equilibrio tra innovazione e ricerca della soddisfazione del proprio pubblico. Quest’anno Lucca Crea ha quindi deciso di interpretare la contemporaneità, aprendo un cantiere per realizzare un nuovo modello di festival che con calcolo e fiducia sapesse rispondere al presente costruendo soluzioni attuabili (adesso) ma con valore per gli anni a venire. È per questo che nel 2020 Lucca Comics & Games si è trasformato in Lucca ChanGes.

Per rappresentare il nuovo progetto non basta un poster, ne servono dieci, cento, mille, tutti i poster che può immaginare un pubblico ampio come quello di Lucca. E per realizzare un’idea così ambiziosa non è sufficiente un unico artista. Ecco allora che Roberto Recchioni*, autore eclettico che spazia dal fumetto ai romanzi, dal cinema ai videogiochi, si è calato nel ruolo di narratore, il primo a supportare e interpretare la trasformazione, invitando la grande comunità del festival a continuare a sognare: dream on. È con questa esortazione che si presenta il progetto visivo di Lucca ChanGes 2020. Una traccia, un foglio da riempire, quello usato dai fumettisti per comporre le proprie tavole, e un community event che si fa promotore di una proposta indirizzata a tutti i sognatori che vogliono continuare a immaginare un mondo migliore.

In dieci+1 hanno accolto subito l’invito a partecipare a questa grande opera collettiva, per rappresentare la Lucca di tutti e che ognuno vorrebbe, quella che deve cambiare per sopravvivere ed evolversi, per cui vale la pena non perdersi d’animo e per la quale fare il tifo. Li abbiamo chiamati dreamers. I primi artwork che presentiamo oggi sono quelli di Fumetti Brutti*Gigi Cavenago*Fraffrog*e il “+1” Leo Ortolani*, in omaggio alla sua saga “299+1”.

I nomi degli altri dreamers saranno svelati nel corso dei prossimi giorni e i loro poster saranno visibili insieme a quelli di tutti coloro che vorranno realizzarli sul Poster Wall nel sito www.luccachanges.com e sul profilo Instagram della manifestazione. Un’esortazione all’azione rivolta alla community, a tutti coloro che vogliono realizzare e condividere il proprio personale poster di Lucca ChanGes.

Cos’è esattamente Lucca ChanGes e come funziona?
Un festival che si articola tra eventi dal vivo e contenuti in streaming. Appuntamenti virtuali e incontri reali a Lucca e nei campfire. Novità, conferenze, presentazioni, approfondimenti e intrattenimento, il tutto fruibile in modalità diverse, a seconda delle proprie necessità: da casa, nei campfire, oppure a Lucca, il campfire più grande. Tutti gli eventi programmati nelle sale a Lucca saranno trasmessi anche in streaming. Alcuni eventi saranno realizzati solo per la visione online mentre altri si potranno seguire in radio e in televisione, grazie alla collaborazione con RAI.

È all’interno dell’offerta digitale che si inserisce lo Store di Lucca Comics & Games – edizione ChanGes, su Amazon.it, che darà a tutti gli appassionati che seguiranno gli eventi da casa l’opportunità di acquistare i titoli presentati. Inoltre sarà possibile votare imperdibili pubblicazioni e ottenere il codice per cinque eventi digitali esclusivi riservati a chi avrà fatto spese sull’e-commerce ufficiale di Lucca ChanGes.

I Campfire saranno oltre cento in tutta Italia, dei veri e propri avamposti del festival. Sono i luoghi delle community che prima si ritrovavano a Lucca e che quest’anno potranno farlo sotto casa, nei luoghi in cui da anni coltivano le proprie passioni: fumetterie, librerie e negozi di giochi che ospiteranno attività dedicate e pensate specificatamente per Lucca ChanGes.

L’elenco dei primi sessanta campfire è disponibile da oggi sul sito della manifestazione. L’accesso ai campfire sarà gratuito, e seguirà le norme anti covid per la vendita al dettaglio. Sarà inoltre possibile acquistare un Campfire Pass che darà diritto a ricevere una Bag of Goodies esclusiva con prodotti realizzati da Lucca Crea e dagli editoripartner di Lucca ChanGes, oltre che l’accesso ad attività esclusive a numero chiuso. Una quota dei Pass, infine, rimarrà al negozio in chiave di crowdfunding.

Ma cosa succederà nei campfire? A seguire alcune anticipazioni a partire da Asmodée. Grazie a questo editore sarà possibile partecipare a un torneo di 7 Wonders, il grande classico di Antoine Bauza, inoltre si potrà acquistare in anteprima esclusiva il nuovo gioco di Carlo Rossi, Final Hour, e infine – nella Bag – ci saranno due mazzi del gioco di carte KeyForge. Ma non finisce qui: si giocherà in anteprima a Il Re in Giallo, il gioco di ruolo di Need Games e a Brancalonia, di Acheron Books, il primo gioco di ruolo in salsa Spaghetti Fantasy.

Tutte le attività realizzate in esclusiva per la rete dei campfire italiani (dalla possibilità di acquistare i prodotti alcuni giorni prima dell’uscita negli altri circuiti, passando per i gadget contenuti nella Bag), sono pensate per valorizzare l’esperienza in-store e massimizzare così il coinvolgimento del fan con il suo negoziante di fiducia.

Le luci dei campfire si accenderanno anche a Shanghai, Istanbul, Praga, Los Angeles, Belgrado, Il Cairo, Madrid, Jakarta, Pretoria, Lione, Bucarest e Abu Dhabi, negli Istituti Italiani di Cultura che ospiteranno una serie di iniziative tra cui la presentazione del volume dedicato al graphic novel italiano scritto da Giovanni Russo e una mostra, entrambi prodotti da Lucca Comics & Games per celebrare la XX Settimana della lingua italiana nel mondo, che si svolgerà dal 19 al 25 ottobre 2020 e avrà come titolo L’italiano tra parola e immagine: graffiti, illustrazioni, fumetti. Le mostre prevedono sia installazioni in loco sia fruizioni digitali, tramite la proposizione di video interviste e altri contributi multimediali. Il progetto internazionale racconta le opere e il lavoro di molti artisti italiani tra i quali: Paolo Bacilieri, Dino Buzzati, Sara Colaone, Manuele Fior, Fumettibrutti, Francesca Ghermandi, Gabriella Giandelli, Vittorio Giardino, Gipi, Igort, LRN, Lorenzo Mattotti, Giacomo Monti, Leo Ortolani, Andrea Pazienza, Hugo Pratt, Davide Reviati, Tuono Pettinato, Vanna Vinci, Zerocalcare.

Lucca sarà il campfire più grande di tutti. Undici i luoghi adibiti a ospitare gli eventi in programma. Non ci saranno gli stand e nemmeno le attività libere all’aperto. La città ha messo a disposizione per Lucca ChanGes spazi in cui svolgere incontri, presentazioni, firmacopie e acquisti, seguire dimostrazioni di giochi e assistere a spettacoli. Il tutto, ovviamente, nel rigido e scrupoloso rispetto delle norme di sicurezza. IlPop-Up Store di 1.000 mq, realizzato in collaborazione con Il Collezionista DungeonDice, consentirà di acquistare le novità editoriali.

Fra i vari spazi all’interno dello store, anche un’area dedicata a una selezione di fumetti autoprodotti, italiani e internazionali, gestita in collaborazione con la libreria Inuit di Bologna. Tutti gli spazi e gli eventi saranno accessibili con l’acquisto di un biglietto, disponibile a partire dall’inizio di ottobre.

Il programma sarà svelato progressivamente a partire da oggi tramite il sito e i canali social della manifestazione. La prima grande anteprima di questa edizione è Lucrezia Forever! Il ritorno del Graphic Novel Theater dopo lo straordinario successo di “Kobane Calling – On stage” e “Io sono Cinzia”.

Al centro della nuova produzione di Lucca Crea, insieme con il Teatro del Giglio, un personaggio amatissimo da generazioni di donne (e non solo): Lucrezia, ideata dalla fumettista Silvia Ziche per raccontare il mondo femminile contemporaneo, in un riuscito mix di autoironia, consapevolezza, tenerezza e realismo.  In “Lucrezia Forever!” assisteremo a un’avventura totalmente inedita, che andrà oltre le acute vignette e le sagaci strisce. Sia la scrittura originale sia la regia sono state affidate a Francesco Niccolini, drammaturgo toscano che da molti anni lavora con alcuni degli attori più importanti del teatro italiano (su tutti Marco Paolini, Alessio Boni, Leo Gullotta, Enzo Vetrano e Stefano Randisi). Lo affiancherà il responsabile di produzione Cataldo Russo.

A dare voce e corpo a questa inedita Lucrezia, a raccontarne la straordinaria umanità, le molteplici e affascinanti sfumature sarà Amanda Sandrelli. “Accanto” a lei una serie sorprendente di altri personaggi, non di carne e ossa ma creati ad hoc per questa produzione da Silvia Ziche e animati dalle geniali mani di Davide Giannoni e Francesca Pasquinucci (Imaginarium Creative Studio).

Un’idea nata dalla collaborazione con un partner di eccellenza a livello locale e nazionale: il Teatro del Giglio, cuore culturale di Lucca e scenario ideale di alcuni dei maggiori eventi che hanno segnato la storia di Lucca Comics & Games (e che quest’anno sarà il cuore di Lucca ChanGes). Lo sviluppo di nuovi progetti all’insegna del Graphic Novel Theater è un ulteriore passo verso il riconoscimento di Lucca come “città del fumetto E del teatro”, linguaggi affini che trovano sul palco la loro unione ideale.

Il Cosplay torna protagonista con un eccezionale Lucca Cosplay Live Show che si svolgerà sabato 31 ottobre nell’auditorium di San Francesco, mentre nel chiostro del Real Collegio sarà dato spazio alle performance delle community cosplay. Quest’anno non saranno autorizzate le parate così come non ci sarà il grande padiglione Carducci, quello destinato a Lucca Games fuori dalle Mura; ci saranno però performance giornaliere di pittura dal vivo al Pop Up Store.

Prosegue la collaborazione con l’Ambasciata del Giappone e con JNTO (Ente Nazionale Turismo Giapponese) anch’essi presenti con eventi nel Real Collegio e fruibili anche in forma digitale.

Fra i contenuti più attesi arriva la presentazione del nuovo Graphic Novel di Zerocalcare, Scheletri, in uscita il 15 ottobre per BAO Publishing. Un dibattito con l’autore animerà una delle sale più belle del centro storico ma sarà godibile anche comodamente da casa in live streaming.

Nel camp di Lucca, per il terzo anno, Audible – società Amazon leader nell’audio entertainment di qualità (audiolibri e podcast) – darà voce alle parole e alle storie, andando oltre i confini della lettura e proponendo una serie di appuntamenti che porteranno in vita esperienze indimenticabili, tra cui l’arrivo per i membri italiani di due contenuti originali in esclusiva su Audible.it: “The Sandmane “Assassin’s Creed Gold”.

Fra gli ospiti presenti in città anche Giorgio Calandrelli, in arte Pow3r, uno tra i più noti gamer professionisti al mondo, per raccontare al pubblico di Lucca ChanGes e in particolare a tutti i ragazzi che vogliono vivere il proprio sogno da gamercome quei sogni possano diventare realtà. Insieme ad Emilio Cozzi, Pow3R ripercorrerà la sua carriera, da giovane appassionato a giocatore professionista fino a diventare, grazie all’impegno e alla dedizione, il migliore nel suo campo. Una carriera raccontata nella sua autobiografia “Io sono Pow3R”, da oggi in tutte le librerie.

Terry Brooks non rinuncia a festeggiare con l’amato pubblico italiano l’epica chiusura della serie di Shannara, una delle pietre miliari della letteratura fantasy mondiale. Dopo quarant’anni di storia (il primo libro è del 1977) e altrettanti volumi, con “The Last Druid”, in uscita negli Stati Uniti il 27 ottobre, si chiude infatti anche il ciclo della Caduta di Shannara. Terry sarà presente in streaming il 31 ottobre per rispondere alle domande dei fan.

Sergio Bonelli Editore è da sempre partner di Lucca e degli organizzatori della manifestazione. Quest’anno in cui non è prevista una presenza con lo stand e con gli autori sarà l’occasione per raccontare a distanza alcuni nuovi progetti per il 2021, sia su carta che multimediali, e di celebrare l’albo di Dampyr dedicato a Matera, con una mostra dedicata.

Infine, per il secondo anno consecutivo, il Centro nazionale trapianti è il partner sociale di Lucca Comics & Games, che ha deciso ancora di sostenere e promuovere nella sua community la cultura della donazione di organi, cellule e tessuti. Si tratta di una scelta fondata su valori condivisi, quelli che LC&G e il CNT hanno in comune. Il primo è la comunità: chi sceglie di donare diventa parte fondamentale del percorso del trapianto che in Italia salva la vita di quasi quattromila persone ogni anno. Il secondo è l’inclusione: tutti possono donare, tutti possono ricevere, senza distinzioni di genere, provenienza, colore della pelle o religione. LC&G & il CNT condividono anche il valore della scoperta: l’innovazione è l’elemento che pone l’Italia tra i paesi più avanzati al mondo in questa branca della medicina. Infine, in comune ci il rispetto per la volontà delle persone che decidono di donare, e la gratitudine che lega come un filo invisibile chi riceve al suo donatore. Anche quest’anno Lucca ospiterà incontri, spazi e testimonianze per parlare di donazione e per raccontare le storie di chi ha donato e di chi, grazie alla donazione, è tornato a vivere.

Ci saranno biglietti?
Lucca ChanGes è un evento prevalentemente gratuito. Gli incontri digitali, quelli trasmessi su RAI, nonché l’ingresso ai campfire saranno accessibili gratuitamente. Nei campfire ci saranno anche attività esclusive dedicate a chi acquista la Bag of Goodies, mentre Amazon riserverà alcuni incontri digitali a chi effettuerà un ordine minimo sullo store online.

Per quanto riguarda il Camp Lucca, è previsto un biglietto per gli spettacoli serali e un mini-ticket per gli incontri e le altre attività, con vantaggi esclusivi per i programmi fedeltà dei nostri principali partner e sponsor. Non esisterà quindi un biglietto giornaliero per la partecipazione a tutte le attività che si svolgeranno in città, ma sarà necessario prenotare gli incontri ai quali si desidera assistere. Come sempre si potrà procedere a tali acquisti online e in prevendita, sul sito www.luccachanges.com, a partire da inizio ottobre.

Rifkin’s Festival: il primo trailer del nuovo film di Woody Allen

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Il San Sebastián Film Festival ha diffuso il primo trailer di Rifkin’s Festival, il nuovo film di Woody Allen che sarà presentato proprio al festival questo settembre.

Rifkin’s Festival è il titolo originale ufficiale del nuovo film di Woody Allen, girato in Spagna e realizzato grazie al sostegno della Tripictures. Il film avrà come protagonisti Elena Anaya, Louis Garrel e Gina Gershon.

Il film racconta la storia di una coppia americana sposata che si reca al San Sebastián Film Festival. La coppia resta folgorata dalla magia del festival e dei film in concorso, oltre che dalla bellezza e dal fascino della Spagna. La donna avrà una relazione con un brillante regista francese, mentre l’uomo si innamorerà di una bellissima donna spagnola del luogo.

Il film sarà prodotto da Mediapro Studio (che aveva già lavorato con Allen per Vicky, Cristina, Barcelona) e da Gravier Production in coproduzione con Wildside. La pellicola è stata girata a San Sebastian la scorsa estate. Mediapro Studio collaborerà con Gravier per quanto riguarda le vendite internazionali.

Il film, dopo la presentazione nel mese di settembre al San Sebastián Film Festival, dovrebbe uscire in Spagna il prossimo autunno, naturalmente se le sale cinematografiche saranno nuovamente agibili. Al momento, dunque, è impossibile prevedere quando il film arriverà nel resto del mondo.

Rifkin’s Festival segnerà anche la quarta collaborazione tra Woody Allen e il direttore della fotografia tre volte premio Oscar Vittorio Storaro, dopo Café Society, La ruota delle meraviglie e Un giorno di pioggia a New York

Diana Rigg, morta a 82 anni l’attrice di The Avengers e di Game of Thrones

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Diana Rigg, la vincitrice del Tony e dell’Emmy che è entrata nel mondo della televisione con il suo ruolo di agente dei servizi segreti Emma Peel in The Avengers negli anni ’60 e ha interpretato Lady Olenna Tyrell in Game of Thrones decenni dopo, è morta giovedì 10 settembre 2020, nella sua casa in Inghilterra. Aveva 82 anni.

Rigg era una figura venerabile nell’industria dell’intrattenimento britannica che lavorava incessantemente sul palcoscenico, in TV e al cinema. “Era un essere umano bellissimo, gentile e generoso che ha migliorato la vita di tutti quelli che la conoscevano, oltre che una grande attrice. Mi lascia un grande vuoto nel cuore “, ha detto Lionel Larner, amico di lunga data e talent agent di Rigg.

Avere un ruolo chiave nella più grande serie TV dell’ultimo decennio è stato un degno coronamento della carriera di Rigg. In Game of Thrones della HBO, Rigg ha recitato nei panni di Olenna Tyrell, conosciuta anche come la Regina di Spine, a partire dalla terza stagione nel 2013. È stata nominata agli Emmy come migliore Guest in una serie drammatica per il suo lavoro nello show nel 2013, 2014 e 2015. In molti la ricordano anche in Agente 007 – al servizio di sua maestà.

La vedremo ancora in Last Night in Soho, nuovo film di Edgar Wright, e nella serie Black Narcissus, ultimi lavori a cui ha partecipato prima di morire.

Me contro Te Il Film arriva su Infinity

Me contro Te Il Film arriva su Infinity

I Me contro Te, la coppia del web più amata dai bambini, sono in arrivo su Infinity Premiere dall’11 al 17 settembre con Me contro Te Il Film – La vendetta del Signor S, la nuova avventura di Luì (Luigi Calagna) e Sofì (Sofia Scalia) che farà divertire i più piccoli e le loro famiglie.

Me contro Te Il Film – La vendetta del Signor S campione di incassi, che segna il debutto al cinema della coppia di YouTubers, il malefico Signor S sta tramando vendetta e lavora ad un piano per diventare il padrone del mondo. Luì e Sofì (i Me contro Te) saranno chiamati a impedirglielo in una nuova avventura, regalando ai loro piccoli fan e a tutte le famiglie divertimento e tante sorprese.

Da un soggetto di Luigi Calagna e Sofia Scalia, Me contro Te Il Film – La vendetta del Signor S è diretto da Gianluca Leuzzi e scritto da Emanuela Canonico, Andrea Boin, Luigi Calagna e Sofia Scalia.

Nuvole, il nuovo film in arrivo su Disney+

Nuvole, il nuovo film in arrivo su Disney+

Zach Sobiech ha catturato i cuori di tutti quando la sua canzone originale “Clouds” ha fatto il suo debutto ed è diventata immediatamente virale nel 2012. Nel nuovo film originale Disney+ Nuvole (titolo originale: Clouds), che arriverà sulla piattaforma da venerdì 16 ottobre, il mondo verrà di nuovo ispirato dall’eredità musicale di Zach e dalla sua storia che incarna la resilienza dello spirito umano. Il film è basato sul libro di memorie “Fly a Little Higher” della madre di Zach, Laura Sobiech.

Nuvole è diretto da Justin Baldoni e prodotto da Andrew Lazar, Justin Baldoni e Casey La Scala. La sceneggiatura è di Kara Holden su una storia di Casey La Scala & Patrick Kopka e Kara Holden. Il film è prodotto dai Wayfarer Studios, Warner Bros. Pictures e Mad Chance / La Scala Films.

Nuvole, la trama

Basato su un’incredibile storia vera, Nuvole offre uno sguardo affascinante e stimolante sulla dualità straziante della vita e una testimonianza di ciò che può accadere quando si inizia a vivere come se ogni giorno potesse essere l’ultimo. Zach Sobiech (Fin Argus) è uno studente diciassettenne che ama divertirsi e dotato di un naturale talento musicale, che convive con l’osteosarcoma, un raro cancro alle ossa. All’inizio del suo ultimo anno scolastico si sente pronto per affrontare il mondo ma, quando riceve la notizia che la malattia si è diffusa, lui e la sua migliore amica e coautrice di canzoni Sammy (Sabrina Carpenter) decidono di trascorrere il tempo limitato che gli rimane inseguendo i loro sogni. Con l’aiuto del suo mentore e insegnante, il signor Weaver (Lil Rel Howery), a Zach e Sammy arriva l’occasione della vita e viene offerto loro un contratto discografico. Con il sostegno dell’amore della sua vita, Amy (Madison Iseman), e dei suoi genitori, Rob e Laura (Tom Everett Scott e Neve Campbell), Zach intraprende un viaggio indimenticabile sull’amicizia, l’amore e il potere della musica.

Rocco Schiavone fiction tv: cast, trama, libri e streaming

Rocco Schiavone fiction tv: cast, trama, libri e streaming

La televisione italiana è sempre ricca di contenuti, tra film e fiction, che traggono ispirazione dalla vita quotidiana, dalla letteratura e dalla storia del nostro paese. Oggi vi parliamo di una delle fiction più amate della tv degli ultimi anni, Rocco Schiavone.

In onda dal 2016 su Rai 2, Rocco Schiavone è una fiction tratta dalle opere letterarie di Antonio Manzini, interpretata da Marco Giallini. La serie, ormai arrivata alla sua terza stagione, racconta delle avventure immaginarie di Rocco Schiavone, un poliziotto dal carattere difficile, irascibile e instabile e che detesta le regole.

Rocco Schiavone cast e trama

A causa della sua condotta non conferme alle regole dell’arma, Rocco Schiavone (Marco Giallini), viene trasferito per motivi disciplinari da Roma ad Aosta. Nonostante si trovi in un ambiente lavorativo completamente diverso da quello a cui era abituato, il vice questore aggiunto della polizia continua a fare il suo lavoro senza risparmiarsi.

[ATTENZIONE! SPOILER]

Nel tranquillo capoluogo valdostano, Rocco è proprio come un pesce fuor d’acqua. I suoi modi arroganti, la sua abitudine di fumare spinelli e il suo disprezzo per le regole, non rendono facile la transizione tra gli uffici. Inoltre, a complicare la situazione di Rocco, è la presenza costante della moglie Marina, morta da tanti anni, ma che gli compare sotto forma di allucinazione. Queste visioni, oltre a rendere difficoltosa la quotidianità, continuano a minare anche la vita privata di Rocco. Tutte le sue relazioni sentimentali, infatti, devono fare i conti con il suo umore impossibile e altalenante e con il ricordo ingombrante della moglie.

Rocco non riesce a darsi pace per la morte di sua moglie poiché la sua scomparsa non è stata una fatalità; Marina è stata assassinata e Schiavone vuole farsi giustizia da solo. Convinto di poter gestire la situazione e affrontare i suoi problemi infrangendo le regole a proprio piacimento, Rocco nasconde a tutti la morte del criminale Luigi Baiocchi, assassino della moglie. La scomparsa però di Baiocchi insospettisce suo fratello Enzo Baiocchi (Adamo Dionisi), che dal carcere accusa Schiavone di omicidio e occultamento di cadavere a Fiumicino. Questo costringerà Rocco a scappare per evitare di finire in prigione.

Rocco Schiavone libri

Quello di Rocco Schiavone è un personaggio immaginario creato dalla penna di Antonio Manzini, autore di una serie di romanzi e racconti polizieschi di cui Schiavone è protagonista.

Pubblicati dalla case editrice Sellerio, i racconti di Manzini che hanno come protagonista Rocco sono tutti autoconclusivi e di solito si focalizzano su di un particolare caso di omicidio affidato al vice questore Schiavone. Il filo conduttore che lega tutti i racconti e romanzi è la storia personale di Rocco, un personaggio dal passato doloroso e dal presente oscuro e complesso.

I romanzi o raccolte dedicati a Rocco Schiavone sono in tutto 10:

  • Pista nera, 2013, Sellerio
  • La costola di Adamo, 2014, Sellerio
  • Non è stagione, 2015, Sellerio
  • Era di maggio, 2015, Sellerio
  • Cinque indagini romane per Rocco Schiavone, 2016, Sellerio
  • 7-7-2007, 2016, Sellerio
  • Pulvis et umbra, 2017, Sellerio
  • L’anello mancante. Cinque indagini di Rocco Schiavone, 2018, Sellerio
  • Fate il vostro gioco, 2018, Sellerio
  • Rien ne va plus, 2019, Sellerio
  • Ah l’amore l’amore, 2020, Sellerio

I racconti singoli, invece, dedicati al vice questore sono 11:

  • L’accattone, racconto nell’antologia Capodanno in giallo (2012), Sellerio
  • Le ferie d’agosto, racconto nell’antologia Ferragosto in giallo (2013), Sellerio
  • La ruzzica de li porci, racconto nell’antologia Carnevale in giallo (2013), Sellerio
  • Buon Natale, Rocco!, racconto nell’antologia Regalo di Natale (2013), Sellerio
  • Rocco va in vacanza, racconto nell’antologia Vacanze in giallo (2014), Sellerio
  • Castore e Polluce, racconto nell’antologia Turisti in giallo (2015), Sellerio
  • L’anello mancante, racconto nell’antologia La crisi in giallo (2015), Sellerio
  • …e palla al centro, racconto nell’antologia Il calcio in giallo (2016), Sellerio
  • Senza fermate intermedie, racconto nell’antologia Viaggiare in giallo (2017), Sellerio
  • L’eremita, racconto nell’antologia Un anno in giallo (2017), Sellerio
  • L’amore ai tempi del Covid-19, pubblicato on-line (2020), Sellerio

Rocco Schiavone 4 anticipazioni: una nuova stagione

Le avventure televisive di Rocco Schiavone, iniziate nel 2016, a oggi contano 3 stagioni e un totale di 16 episodi. Tuttavia, pare proprio che sia in arrivo questo inverno l’attesissima quarta stagione della fiction. In una recente intervista a Panorama, il produttore Rosario Rinaldo, ha svelato alcune anticipazioni sulle nuove puntate della serie in arrivo nel 2021.

[ATTENZIONE! SPOILER]

Dopo lo stop da pandemia, la troupe e il suo protagonista sono tornati sul set qualche settimana fa, cominciando le riprese in Valle d’Aosta che poi termineranno a Roma. In queste nuove puntate Rocco Schiavone si troverà a dover affrontare nuove indagini con un finale shock. Il protagonista sarà infatti coinvolto in un grave incidente che lo costringerà a letto e a una lenta convalescenza.

Due delle nuovissime puntate della quarta stagione di Rocco Schiavone sono tratte dagli ultimi romanzi pubblicati da Manzini, Rien ne va plus (2019) e Ah l’amore l’amore (2020). In uno di questi episodi, viene assaltato un furgone portavalori del Casinò di Saint Vincent con all’interno ben tre milioni di euro. Una delle due guardie giurate viene ritrovata sul luogo dell’incidente in stato di shock e racconta che a rubare i soldi pare sia stato il suo collega che lo ha costretto a caricare il furgone nel container di un camion. Toccherà a Schiavone cercare di sbrogliare questa intricata matassa.

Inoltre, a complicare la vita del vice questore, c’è anche l’indagine ancora aperta sulla sparizione di Luigi Baiocchi. Mentre gli scavi a Fiumicino, per ritrovare il corpo di Luigi Baiocchi, non portano a niente, sparisce misteriosamente anche Enzo Baiocchi, agli arresti domiciliari, che aveva accusato Schiavone di essere l’assassino del fratello. [fonte: Panorama]

Rocco Schiavone 4 andrà in onda su Rai 2 a partire dal 2021.

Rocco Schiavone streaming su RaiPlay

Tutte le puntate delle tre stagioni di Rocco Schiavone sono disponibili in streaming sul sito ufficiale di RaiPlay. Per accedere ai contenuti multimediali basterà effettuare la registrazione sul sito.

Fonte: Wiki, Panorama

The Strain, serie tv: cast, trama, episodi, spoiler

The Strain, serie tv: cast, trama, episodi, spoiler

Per il cultori del genere horror non c’è tantissimo spazio di manovra nell’universo televisivo. Le serie tv horror sono infatti poche e non sempre riescono a incontrare il favore del pubblico. Negli ultimi anni, oltre alla fortunata American Horror Story che porta la firma di Ryan Murphy, si è distinta per originalità anche la serie The Strain.

Creata dal famoso regista Guillermo del Toro e da Chuck Hogan, la serie The Strain si basa sulla trilogia di libri Nocturna, scritta dagli stessi del Toro e Hogan, che comprende tre volumi, La Progenie (The Strain), La Caduta (The Fall) e Notte Eterna (The Night Eternal). I tre volumi, rispettivamente, hanno ispirato la prima, seconda e terza stagione della serie.

The Strain: la trama e il cast

Ci troviamo all’aeroporto internazionale John Fitzgerland Kennedy di New York quando un aereo proveniente da Berlino atterra su suolo americano con luci spente e porte sigillate. Temendo si tratti di un potenziale attacco terroristico e batteriologico, le autorità contattano subito il CDC e l’epidemiologo Ephraim Goodweater (Corey Stoll) affinché venga ad analizzare la situazione. Insieme alla sua squadra di collaboratori, Nora Martinez (Mia Maestro) e Jim Kent (Sean Astin), Ephraim mette in sicurezza l’area e comincia a ispezionare l’areo. All’interno del velivolo Goodweather e i suoi trovano centinaia di morti e solo quattro sopravvissuti.

Non conoscendo ancora la causa del decesso di queste persone, i corpi vengono trasferiti all’obitorio per le autopsie e i sopravvissuti messi in isolamento sorvegliato. Per i tre medici Goodweather, Martinez e Kent sembra proprio che si tratti di uno strano virus ancora sconosciuto e l’unica chance che hanno per trovare la causa di tutte quelle morti è analizzare il comportamento dei pochi ancora in vita. Ma il lavoro degli epidemiologi si rivela molto più difficile del previsto.

I corpi senza vita dei passeggeri, smistati negli obitori dello stato, cominciano misteriosamente a sparire e una serie di efferati delitti si verificano sui luoghi delle sparizioni. Come se non bastasse, anche i sopravvissuti in osservazione sembrano iniziare a manifestare strani sintomi, trasformandosi lentamente in letali vampiri.

Impreparati a una minaccia così antica e di una tale portata, Goodweather, Martinez e Kent dovranno iniziare a raccogliere tutte le informazioni utili necessarie per poter affrontare questi mostri. Con l’aiuto di Abraham Setrakian (David Bradley), un anziano armeno sopravvissuto all’Olocausto e esperto di occultismo, la quadra dovrà trovare il modo per salvare così i propri cari, la città e infine il mondo intero.

The Strain 4: ultima stagione?

Dopo la messa in onda del pilot nel 2014 su FX – episodio diretto da Guillermo del Toro in persona -, The Strain ha continuato la sua corsa per 4 stagioni e 46 episodi. Il motivo di una tale longevità non si deve solo alla fama di del Toro ma all’effettiva qualità della serie.

Create un prodotto televisivo a puntate spaziando tra i generi horror e fantasy non è per niente facile. Ne sa qualcosa Ryan Murphy che, con alcune stagioni di American Horror Story, è passato velocemente da TOP a FLOP. Questo accade soprattutto quando in una serie si cominciano a inserire personaggi non funzionali alla storia e puntate filler che rallentano il ritmo. Con The Strain questo non succede e ogni personaggio si inserisce perfettamente nel plot principale ed evolve fino a completare la sua storyline.

[SPOILER ALERT]

In The Strain 4 ormai gli strigoi, controllati dal Supremo, si aggirano indisturbati. Queste creature non sono vampiri comuni, generati da creature immortali tramite morso con trasmissione di veleno, ma bensì generati da un letale parassita. Si tratta di un piccolo verme che, una volta introdottosi nel circolo sanguigno di un essere umano ospite, introduce un virus vettore di vampirismo molto veloce e incurabile. Questo virus agisce sul codice genetico dell’ospite causando numerose e radicali trasformazioni fisiche.

In questa stagione il mondo è ormai sprofondato in un gelido e buio inverno a causa di una terribile esplosione nucleare causata da Zach (Max Charles), figlio di Ephraim (Corey Stoll). Nove mesi dopo, gli strigoi, ormai in grado di muoversi anche durante il giorno, hanno instaurato un regime totalitario in cui gli umani sono al loro servizio. Nonostante lo status quo sia cambiato, la resistenza dei pochi umani rimasti resta attiva e vigile, aspettando il momento giusto per combattere gli invasori.

The Strain 5: la fine di un’avventura

Il piano iniziale di Guillermo del Toro e Chuck Hogan era quello di una serie divisa in tre parti, ognuna delle quali avrebbe coperto uno dei libro della trilogia di Nocturna. Invece, la coppia di autori ci ha regalato una quarta stagione conclusiva tutta incentrata sulla battaglia finale tra strigoi e esseri umani.

[SPOILER ALERT]

I malvagi strigoi, controllati dal malvagio vampire detto Supremo, credono ormai di avere il mondo e l’umanità in pugno. Dopo la guerra nucleare, tutto sulla terra è stato distrutto e l’oscurità e le macerie hanno permesso agli strigoi di prosperare. Eppure c’è chi nell’ombra pianifica la loro disfatta.

Ephraim, insieme ad alcuni sopravvissuti alla strage degli strigoi, è intenzionato a utilizzare uno degli ordigni nucleari nascosti dall’orribile nemico, per eliminare ogni traccia di vampiro dalla faccia della terra, a partire dal Supremo. Questa creatura millenaria, oltre a essere il capo degli strigoi, è anche il vampiro più pericoloso in circolazione. Si tratta del più giovane dei sette vampiri leggendari, dotato di straordinari poteri e in grado di impossessarsi dei corpi delle persone.

Per poter sconfiggere ed eliminare il Supremo, Ephraim dovrà agire con astuzia e sacrificare se stesso per il bene dell’umanità. Nello scontro finale, infatti, per salvare suo figlio Zach, da tempo sotto il controllo del Supremo, Eph cadrà sotto la possessione del vampiro leggendario e finirà per saltare in aria a causa dell’ordigno da lui stesso armato contro il capo degli strigoi.

Con il Supremo fuori dai giochi, la maggior parte dei vampiri ormai sterminati e alcuni di loro rinchiusi in gabbia, cinque anni più tardi l’umanità inizia la ricostruzione e una nuova vita.

Con un finale così, nonostante l’insistenza dei fan, gli autori della serie non hanno lasciato spazio ad una possibile nuova stagione. The Strain 5 quindi resta solo un miraggio lontano.

The Strain streaming ita

Attualmente in Italia la serie tv The Strain di Guillermo del Toro e Chuck Hogan è disponibile in streaming solo su Sky Atlantic e su NOW TV. Per i cittadini residenti negli States, è possibile inoltre acquistare gli episodi su Google Play o su Amazon Prime Video.

Fonte: Wiki, IMDB, Fandom

Carmen Electra: 10 cose che non sai sull’attrice

Carmen Electra: 10 cose che non sai sull’attrice

Celebre attrice protagonista di film parodia, Carmen Electra ha negli anni costruito una carriera sulla comicità irriverente e politicamente scorretta. Presente infatti in titoli come Scary Movie Epic Movie, l’attrice ha sempre dimostrato un certo gusto per lo scandalo e il trash. Ricca di eccessi, la sua vita non si basa però soltanto sul cinema, ma anche su numerose attività collaterali, che vanno dalla musica alla produzione di speciali dedicati allo striptease. Altrettanto nota è la sua travagliata vita sentimentale, che l’hanno vista coinvolta in relazioni con note personalità dello spettacolo.

Ecco 10 cose che non sai di Carmen Electra.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Carmen Electra altezza

Carmen Electra: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in note commedie commerciali. L’attrice debutta al cinema con il film StarStruck – Colpita da una stella (1998), per poi acquisire popolarità grazie ai titoli Vacanze di Natale 2000 (1999) e Scary Movie (2000). Recita poi in titoli come Get Over It (2001), con Kirsten Dunst, Le ragazze dei quartieri alti (2003), con Dakota Fanning, La figlia del mio capo (2003), con Ashton Kutcher, Starsky & Hutch (2004), con Ben Stiller, Dirty Love – Tutti pazzi per Jenny (2005), Il ritorno della scatenata dozzina (2005), Hot Movie – Un film con il lubrificante (2006), Scary Movie 4 (2006), American Dreamz (2006), Epic Movie (2007), 14 anni vergine (2007), Christmas in Wonderland (2007), 3ciento – chi l’ha duro… la vince (2008), Disaster Movie (2008), Barry Munday (2010), Mardi Gras – Fuga dal college (2011), 2-Headed Shark Attack (2012) e Chocolate City (2015).

9. Ha preso parte a diverse produzioni televisive. Ad aver reso particolarmente celebre l’attrice è stata la serie Baywatch, a cui tra il 1997 e il 1998 ha preso parte a 22 episodi nel ruolo di Lani McKenzie. Da quel momento, l’attrice continua a prendere parte a prodotti televisivi come Hyperion Bay (1999), Baywatch – Matrimonio alle Hawaii (2003), 30 giorni per diventare una star (2004), e Summerland (2005). Nel 2005 recita nell’episodio Tre storie, ventunesimo della prima stagione di Dr. House, con Hugh Laurie, nel ruolo di sé stessa. Altre suoi noti ruoli televisivi sono per le serie Tripping the Rift (2004-2005), Joey (2005-2006), 90210 (2012), e Jane the Virgin (2016).

8. Ha ricevuto diverse nomination ai Razzie Awards. L’attrice non sembra essersi mai pentita di aver preso parte a film parodia come Disaster Movie, 3ciento o Epic Movie, da molti considerati tra i peggiori lungometraggi di sempre. La Electra, infatti, ha sempre dichiarato un certo legame con tale tipo di comicità irriverente. La sua partecipazione a tali titoli, ad ogni modo, le hanno fatto ottenere ben cinque nomination ai temuti Razzie Awards, nella categoria alla peggior attrice non protagonista. Nel 2007 ha poi vinto il premio per i film Hot Movie e Scary Movie 4.

Carmen Electra in Baywatch

7. Ha tenuto con sé il celebre costume rosso. Diventato iconico grazie alla serie Baywatch, il costume rosso da bagnina è oggi un vero e proprio simbolo. Grazie alla sua partecipazione alla serie, la Electra ebbe modo di averne uno tutto per sé, che ha in seguito tenuto e portato nella sua casa. Stando a quanto dichiarato in recenti interviste, il costume si trova ancora appeso nella sua abitazione, e l’attrice lo mostra con orgoglio ai suoi ospiti.

6. Avrebbe dovuto rimanere più a lungo nella serie. L’attrice è entrata a far parte della serie nel corso dell’ottava stagione, apparendo in ogni episodio di questa sino all’ultimo. Tuttavia, per via di problemi famigliari, la Electra non ebbe modo di continuare a recitare nella serie, e dovette pertanto rinunciarvi. Il suo personaggio, che era previsto rimanesse in scena ben più a lungo, fu quindi riscritto per permetterne l’abbandono. L’attrice ebbe però modo di riprendere la parte in occasione del film collettivo Baywatch – Matrimonio alle Hawaii.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Carmen Electra in Scary Movie

5. Ha partecipato al primo film della saga. Grande popolarità l’attrice l’ebbe partecipando al film comico demenziale Scary Movie, il quale in forma di parodia trae spunto dai più importanti film horror e thriller della storia del cinema. La Electra appare nell’incipit del film, ricoprendo il ruolo di Drew Decker. Gli eventi che accadono al suo personaggio sono una chiara trasfigurazione in chiave comica di quelli che avvengono alla Casey Becker interpretata da Drew Barrymore in Scream. Pur apparendo soltanto nei minuti iniziali del film, la Electra ebbe modo di rimanere particolarmente impressa nell’immaginario degli spettatori.

Carmen Electra in Vacanze di Natale 2000

4. Ha recitato nel noto cinepanettone. Divenuta nota in seguito alla serie Baywatch, l’attrice venne chiamata a recitare nel film comico italiano Vacanze di Natale 2000. Qui ha ricoperto il ruolo di Esmeralda, la quale è inizialmente l’amante del personaggio Ettore Colombo, interpretato da Massimo Boldi. Nel corso della sua storia, tuttavia, ella finirà con l’innamorarsi di Marco Colombo, il figlio del suo amante. In seguito ad una serie di rocamboleschi imprevisti, i due finiranno per fidanzarsi, e il giovane seguirà la bella Esmeralda a Cuba.

Carmen Electra e Dennis Rodman

3. È stata sposata con il celebre giocatore dell’NBA. Tra le relazioni più famose dell’attrice si annovera quella con la star del basket Dennis Rodman. I due sono noti per aver intrattenuto una turbolenta relazione, che li ha anche portati al matrimonio, durato però soltanto dal novembre del 1998 all’aprile del 1999. Rodman e l’attrice sembra si siano conosciuti nel corso di una festa in discoteca, e nel corso delle settimane seguenti hanno intensificato i loro incontri, con lo sportivo che in più occasioni le ha permesso di seguire gli allenamenti e gli spostamenti della sua celebre squadra, i Chicago Bulls.

2. Ha partecipato al documentario The Last Dance. Nel 2020 l’attrice è apparsa come intervista negli episodi quattro e dieci della docuserie Netflix The Last Dance, incentrata proprio sui Chicago Bulls. Qui l’attrice ha raccontato alcuni retroscena della sua relazione con Rodman, rivelando anche diversi dettagli piccanti. L’attrice si è dichiarata contenta di poter far parte del racconto di quella stagione sportiva, da lei considerata irripetibile. Anche se il rapporto con Rodman si interruppe anni fa, lei conserva ancora un ricordo splendido delle giornate con lui.

Carmen Electra: età e altezza

1. Carmen Electra è nata a Sharonville, in Ohio, il 20 aprile del 1972. L’attrice è alta complessivamente 159 centimetri.

Fonte: IMDb

Alessandro Siani: 10 cose che non sai sull’attore

Alessandro Siani: 10 cose che non sai sull’attore

Celebre attore comico di origini napoletane, Alessandro Siani è da molti considerato l’erede di Massimo Troisi, anche se è questo un paragone che non piace al diretto interessato. Nel corso della sua carriera, ad ogni modo, Siani si è distinto come protagonista di alcune delle commedie di maggior successo degli ultimi anni, e dal 2013 ha anche intrapreso una fortunata carriera da regista. Ha così potuto dar vita a storie sue, poi particolarmente apprezzate dal grande pubblico. Diviso tra cinema e televisione, Siani è tutt’oggi uno dei nomi di punta del panorama comico italiano.

Ecco 10 cose che non sai di Alessandro Siani.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Alessandro Siani Il giorno più bello del mondo

Alessandro Siani: i suoi film

10. È stato protagonista di celebri commedie. Siani debutta sul grande schermo con il film Ti lascio perché ti amo troppo (2006), per poi conoscere ulteriore popolarità grazie a Natale a New York (2006) e Natale in crociera (2007). Recita poi in La seconda volta non si scorda mai (2008), ma è con Benvenuti al Sud (2010), che si consacra, recitando accanto a Claudio Bisio. A seguire prende poi parte a La peggior settimana della mia vita (2011), con Fabio De Luigi e Cristiana Capotondi, e il sequel Benvenuti al Nord (2012). È poi protagonista dei film Il principe abusivo (2013), con Sarah Felberbaum, Si accettano miracoli (2015), Mister Felicità (2017) e Il giorno più bello del mondo (2019).

9. È anche regista, sceneggiatore e produttore. Sin dal suo debutto con Ti lascio perché ti amo troppo, Siani si è cimentato anche nell’attività di sceneggiatore. Nel 2013 ha invece debuttato alla regia con il film Il principe abusivo, seguito poi da altre tre regie cinematografiche, di cui è stato anche sceneggiatore. Attualmente è al lavoro sul suo nuovo film, Chi ha incastrato Babbo Natale?, previsto per l’inverno del 2021. In qualità di produttore, invece, ha contribuito alla realizzazione di Troppo napoletano (2016) e La fuitina sbagliata (2018).

8. Ha lavorato anche come doppiatore. Nel 2011 Siani ha debuttato anche come doppiatore per il noto film Pixar Cars 2, dove ha dato voce al personaggio di Francesco Bernoulli, una Ferrari 150° Italia proveniente appunto dal Bel Paese. Nel 2015, invece, partecipa al doppiaggio italiano del film d’animazione Il piccolo principe, dando voce al personaggio del Vanitoso, il quale in originale vanta l’interpretazione di Ricky Gervais.

Alessandro Siani e Il giorno più bello del mondo

7. Ha realizzato la sua personale favola. Il giorno più bello del mondo, ultimo film diretto e interpretato da Siani, è la storia di Arturo Meraviglia, un impresario teatrale che ritrova il gusto per il suo mestiere in seguito all’incontro con un bambino con poteri speciali. Siani, per la sua quarta regia, ha dichiarato di aver sempre voluto dare nuove forme alla favola, e ha cercato allo stesso tempo di costruire una storia meno basata sull’interpretazione e più su di una struttura solida, attraverso cui poter dar vita alle emozioni che gli interessava raccontare.

6. Si è affidato a numerosi effetti speciali. Per poter dar vita, e rendere credibile, il potere speciale del bambino protagonista, Siani ha raccontato di essersi affidato agli effetti speciali del cinema. Ve ne sono infatti moltissimi all’interno del suo ultimo film, anche dove non si notano. L’attore e regista desiderava infatti sfatare il mito che in Italia non si possano fare film con effetti speciali, e il suo lavoro è stato così minuzioso da poter raggiungere nuovi risultati in tale campo.

Parte delle cose che non sai sull’attore

Alessandro Siani instagram

Alessandro Siani: la sua vita privata con moglie e figli

5. È estremamente riservato. L’attore è notoriamente restìo a condividere dettagli sulla propria vita privata e famigliare. È tuttavia noto il suo legame con una donna, conosciuta ancor prima di diventare famoso al cinema. I due sembra si siano sposati nel 2008 e hanno in seguito avuto due figli. Siani è stato avvistato in diverse occasioni in compagnia della famiglia, ma tenta continuamente di sfuggire all’intrusione della popolarità nel suo privato.

Alessandro Siani è su Instagram

4. Ha un account personale. L’attore è presente sul social network Instagram con un profilo ufficiale seguito da 237 mila persone. All’interno di questo, con circa 200 post, è solito condividere immagini relative a suoi momenti di svago, in compagnia di amici o colleghi. Non mancano poi anche foto di curiosità a lui legate, come anche di luoghi da lui visitati o serate di gala a cui ha preso parte. Nei suoi post più recenti lo si può ad esempio vedere in compagnia di celebri personalità come Diego Maradona e Nino D’Angelo.

3. Utilizza il social per promuovere il proprio lavoro. Tramite il proprio profilo, inoltre, l’attore condivide con i propri follower immagini promozionali dei suoi progetti da interprete. Non mancano anche numerosi dietro le quinte, curiosità e anche notizie relative alla sua fortunata attività teatrale. Così facendo, Siani permette ai suoi follower di rimanere continuamente aggiornati sui suoi progetti attuali o futuri.

Alessandro Siani a teatro

2. Ha dato vita a numerosi spettacoli di successo. Siani è noto per la sua fervida attività teatrale, incominciata ben prima di quella cinematografica. Divenuto famoso grazie al palcoscenico, l’attore non ha negli anni mai abbandonato tale forma di spettacolo, a cui si dichiara legato in modo indissolubile. I suoi primi spettacoli furono Fiesta e Tutti Bravi, rispettivamente del 2004 e del 2005. Dal 2009 fino al 2011 ha invece portato in scena Più di prima, seguito da Sono in zona (2011-2013). Negli ultimi anni si è invece dedicato all’adattamento teatrale di suoi film come Il principe abusivo (2015) e Felicità tour (2019).

Alessandro Siani: età e altezza

1. Alessandro Siani è nato a Napoli, il 17 settembre del 1975. L’attore è alto complessivamente 178 centimetri.

Fonte: IMDb

Tinto Brass: 10 cose che non sai sul regista

Tinto Brass: 10 cose che non sai sul regista

Considerato il maestro del cinema erotico italiano, Tinto Brass si è affermato nel corso della sua carriera come regista originale e provocatorio, capace di sfidare tanto il buoncostume quanto le istituzioni. Con i suoi film, non tutti appartenenti al genere erotico, ha infatti costruito un immaginario ancora oggi lucido nelle menti dei suoi spettatori, incantati dalla grazia con cui il regista milanese ha saputo trattare temi spesso tabù. Ancora oggi, nonostante si sia pressocché ritirato, Brass rimane una figura emblematica, che ha saputo a modo suo raccontare l’Italia e l’italianità dei suoi tempi.

Ecco 10 cose che non sai di Tinto Brass.

Parte delle cose che non sai sul regista

Tinto Brass libri

Tinto Brass: i suoi film

10. Ha scritto e diretto celebri lungometraggi erotici. Brass debutta alla regia con il lungometraggio Chi lavora è perduto (1963), incentrato sul disagio giovanile. Si trova poi a dirigere film di vario genere come Il disco volante (1964) e Yankee (1966), per poi tornare su registri più intimi con Col cuore in gola (1967), L’urlo (1968) e Nerosubianco (1969). Il suo cinema vira poi sull’erotico a partire da Salon Kitty (1975), a cui seguiranno celebri titoli come Caligola (1979), con Helen Mirren, Action (1979). La chiave (1983) è il titolo che gli dà maggior fama, e in seguito a questo girerà altri noti film erotici come Miranda (1985), Capriccio (1987), Paprika (1991), Così fan tutte (1992), L’uomo che guarda (1994), Fermo posta Tinto Brass (1995) e Monella (1998). A partire dal nuovo millennio dirige invece Tra(sgre)dire (2000), Senso ’45 (2002), Fallo! (2003) e Monamour (2005).

9. È anche produttore, montatore e attore. Nel corso della sua carriera Brass si è divertito a ricoprire diversi ruoli sul set, non limitandosi così alla regia e alla sceneggiatura. In molti dei suoi film è infatti possibile vederlo in più o meno brevi cameo, che divennero così una sua caratteristica ricorrente. Brass, inoltre, desiderava poter avere il pieno controllo sulle proprie opere, e per ciò ricoprì anche il ruolo di montatore, svolgendo tale attività per molti dei suoi titoli, assicurandosi così che assumessero la forma da lui desiderata. Negli anni, inoltre, Brass è stato anche produttore, in particolare della serie intitolata Tinto Brass Presents Erotic Short Stories.

8. Gli fu offerta la regia di un celebre film. I primi film di Brass raggiunsero una certa notorietà anche al di fuori dei confini nazionali, e in particolare il regista ha ricordato di come Nerosubianco piacque molto negli Stati Uniti, a tal punto che la Warner Bros. lo contattò per dirigere il film Arancia Meccanica. In quel periodo, tuttavia, Brass era impegnato a terminare il film L’urlo, che per via della censura dovette subire diversi rimaneggiamenti con conseguenti ritardi nella distribuzione. Preferendo dedicarsi a tale progetto, egli perse così l’incarico e il film venne poi affidato al celebre Stanley Kubrick.

Tinto Brass e i suoi libri

7. Ha scritto diversi libri. Brass non ha mai nascosto anche uno spassionato amore per la letteratura. Non solo diversi dei suoi film sono tratti da opere letterarie, ma Brass stesso si dedicò negli anni alla scrittura di alcuni libri, prevalentemente di carattere saggistico. Tra questi si ricordano Donne fatali, Neo Noir, del 1995, Monella, la storia di un’iniziazione amorosa, del 1998, ed Il cinema secondo Brass, del 2005. Nel 2006 ottiene grande notorietà il suo Elogio del culo, seguito poi da Elogio della donna erotica nel 2008. Nel 2014 scrive invece Madame Pipì insieme alla moglie.

6. Il suo Elogio del culo ha avuto molto successo. Composto da circa 30 pagine, il libretto Elogio del culo ottenne particolare successo al momento della sua uscita, facendo crescere il proprio prezzo di vendita. All’interno di esso, attraverso la forma letteraria del dialogo, il regista introduce alle virtù, non solo estetiche, della parte anatomica in questione. Partendo così dal conflitto tra erotismo e pornografia, il regista giunge alla formulazione di quella che può essere definita una vera e propria poetica, ritrovabile poi in tutto il suo cinema.

Parte delle cose che non sai sul regista

Tinto Brass moglie

Tinto Brass e Milo Cotogno

5. Ha fatto debuttare al cinema il noto attore. Brass è noto per aver scoperto, con i suoi film, molte attrici poi divenute particolarmente celebri. Egli, tuttavia, fu anche il primo ad assegnare un ruolo cinematografico all’attore Lorenzo Branchetti, meglio noto per aver interpretato il folletto Milo Cotogno nel programma per bambini Melevisione. Branchetti, infatti, prese parte al film Senso 45, rilettura in chiave erotica del racconto di Camillo Boito. Qui egli interpreta la parte di un soldato.

La Tinto Brass Street Band

4. Esiste una band dedicata a lui. Che Tinto Brass sia ormai entrato a far parte dell’immaginario comune è cosa ormai nota, e lo conferma l’esistenza di una band intitolata proprio in suo onore. La Tinto Brass Street Band, attiva dal 2012, è un noto gruppo musical che attinge le proprie fonti d’ispirazione dal sound del jazz di New Orleans. Il loro album d’esordio, inoltre, è intitolato proprio Monella, come uno dei più celebri film del regista milanese.

Tinto Brass: chi è sua moglie

3. Ha avuto un lungo matrimonio. Nel 1957, a Venezia, Brass sposa Carla Cipriani, da lui conosciuta durante l’adolescenza. Il loro matrimonio durerà più di quarant’anni, permettendo loro di collaborare insieme in più occasioni. La Cipriani, infatti, si è distinta come sceneggiatrice di alcuni dei film del marito, tra cui Monella e Fallo!. La sua attività tuttavia non si limitava solo a ciò, ma svolse anche ruoli legati alla produzione. Brass ha infatti sempre sostenuto che dietro i suoi più grandi successi vi sia il lavoro di sua moglie, vera mente e fonte d’ispirazione per i film realizzati.

2. Si è sposato una seconda volta. Il matrimonio con la Cipriani finisce nel momento in cui lei viene a mancare, nel 2006. A diversi anni di distanza, nel 2017, Brass si sposa una seconda volta con la psicanalista e attrice Caterina Varzi. La loro cerimonia di unione si svolge all’interno della villa romana del regista e viene annunciata poco dopo. Ad oggi la coppia non ha dato voce a particolari notizie nei loro confronti, preferendo mantenere un velo di riservatezza a riguardo.

Tinto Brass: dove è nato

1. Tinto Brass è nato a Milano, Italia, il 26 marzo del 1933, da una famiglia gorizia di remote origini austriache.

Fonte: IMDb

Uma Thurman: 10 cose che non sai sull’attrice

Uma Thurman: 10 cose che non sai sull’attrice

Icona degli anni Novanta, l’attrice Uma Thurman vanta nella sua carriera una serie di film e personaggi che da soli le bastano per ottenere una fama e una riconoscibilità unica. Celebre per la sua grinta e il suo carisma, l’attrice ha infatti preso parte a titoli estremamente popolari, collaborando con registi che le hanno permesso di maturare come interprete.

Oggi la Thurman è celebrata come una delle più dotate attrici della sua generazione, ancora protagonista di film di successo in cui non manca di dare continuamente prova della propria versatilità. A rimanere particolarmente memorabili, tuttavia, sono i personaggi a cui ha dato vita per alcuni film di Tarantino.

Ecco 10 cose che non sai su Uma Thurman.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Uma Thurman: i suoi film e le serie TV

10. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attrice debutta al cinema nel 1987 con il film Laura, per poi ottenere particolare successo grazie a titoli come La grande promessa (1988), Le relazioni pericolose (1988), con John Malkovich e Le avventure del barone di Munchausen (1988). Recita poi in noti titoli come Henry e June (1990), Lo sbirro, il boss e la bionda (1993), e Cowgirl – Il nuovo sesso (1993). Con Pulp Fiction (1994), di Quentin Tarantino, ha modo di consacrare la propria carriera. Con la popolarità acquisita, prende parte a Batman & Robin (1997), Gattaca – La porta dell’universo (1997), I miserabili (1998), Accordi e disaccordi (1999), Kill Bill: Volume 1 (2003) e Kill Bill: Volume 2 (2004), La mia super ex-ragazza (2006), Bel ami (2012), con Robert Pattinson, Quello che so sull’amore (2012), Nymphomaniac (2013), Il sapore del successo (2015), La casa di Jack (2018) e Nonno questa volta è guerra (2020), con Robert De Niro.

9. Ha preso parte a produzioni televisive. L’esordio sul piccolo schermo avviene invece nel 2002, quando recita nel film Gli occhi della vita. Successivamente, torna a recitare in televisione per il film My Zinc Bed – Ossessione d’amore (2008), e per le serie Smash (2012), The Slap (2015), con Peter Sarsgaard, e Imposters (2017-2018). Nel 2019 ha invece recitato nella serie Chambers, di genere thriller e distribuita su Netflix. Attualmente invece è impegnata nelle riprese della nuova serie intitolata Suspicion, dove ricopre il ruolo della protagonista, una donna d’affari a cui viene misteriosamente rapito il figlio.

8. Ha ottenuto una nomination all’Oscar. Il ruolo di Mia Wallace, protagonista femminile di Pulp Fiction è quello che più di ogni altro ha permesso all’attrice di raggiungere un enorme successo all’interno dell’industria. Grazie ad esso, inoltre, l’attrice ha ricevuto la sua prima e unica nomination al premio Oscar come miglior attrice protagonista. Pur non vincendo il premio, la Thurman ha avuto modo di consolidare la propria popolarità, dando vita da quel momento ad una ben più solida carriera cinematografica, ricevendo numerose richieste di partecipazione a film poi rivelatisi grandi successi.

Uma Thurman in Kill Bill

7. Fu l’ispirazione per i due film. Parlando con Tarantino sul set di Pulp Fiction, l’attrice ebbe modo di condividere con lui i propri gusti cinematografici e i due iniziarono così a dar forma all’idea che poi venne sviluppata nei due film di Kill Bill. Tarantino, infatti, ha più volte raccontato di come il personaggio de La Sposa, venne basato interamente sul carattere e sull’aspetto della Thurman, la quale dal canto suo contribuì arricchendo il personaggio di dettagli. Al momento delle riprese, inoltre, l’attrice si scoprì incinta ma Tarantino preferì rimandare il tutto piuttosto che trovare un’altra attrice per la parte.

6. Fu costretta a girare una pericolosa scena. Nel 2018 l’attrice, ricordando il set di Kill Bill, affermò di essere stata costretta dal produttore Harvey Weinstein a girare personalmente una pericolosa scena dove un’auto si schianta contro un albero. L’attrice, tuttavia, affermò che il regista Tarantino non aveva colpe a riguardo e che anzi sostenne la sua causa andando a ricercare le riprese di tale momento. L’evento andò così ad intaccare la già compromessa situazione di Weinstein, e svelò un infelice retroscena dal set del film.

Parte delle cose che non sai sull’attrice

Uma Thurman Kill Bill

Uma Thurman e Quentin Tarantino

5. È la musa del regista. Benché il loro ultimo film insieme risalga al 2004, l’attrice e il regista Quentin Tarantino hanno sempre mantenuto negli anni un solido rapporto, iniziato grazie al film Pulp Fiction. Tarantino raccontò infatti di essere rimasto stregato dalle qualità dell’attrice, e che desiderava fare di lei la sua musa. Fu proprio grazie al regista che la Thurman ottenne quelli che sono ricordati come i ruoli più celebri della sua carriera. Ancora oggi i due non mancano di riunirsi in occasione di eventi particolari, dimostrando il buon rapporto che lì lega al di là del cinema.

Uma Thurman: chi è suo marito

4. È stata sposata con noti attori. Ad oggi l’attrice si è sposata per due volte tra gli anni Novanta e i primi del Duemila. Il primo matrimonio risale infatti al 1990, quando la Thurman sposa l’oggi premio Oscar Gary Oldman. La loro storia d’amore dura però soltanto fino al 1992, e fa posto alla più duratura relazione con l’attore Ethan Hawke. I due, conosciutisi sul set di Gattaca, decisero poi di sposarsi nel 1998. In quello stesso anno ebbero poi la prima figlia, Maya Hawke, mentre nel 2002 nacque il secondo figlio. La coppia divorziò poi nel 2005.

Uma Thurman e sua figlia

3. Sua figlia ha seguito le sue orme. La prima figlia dell’attrice, Maya, è oggi una promettente attrice, già comparsa nella terza stagione della popolare serie Stranger Things e nel nuovo film di Tarantino, C’era una volta a… Hollywood. La Thurman, a tal proposito, si è dichiarata particolarmente entusiasta della carriera intrapresa dalla figlia, la quale sembra avere tutte le carte in regola per affermarsi al pari dei genitori. L’attrice protagonista di Pulp Fiction ha inoltre affermato che al momento non vi è stata occasione di recitare insieme alla figlia, ma che è questo un desiderio che sperano entrambe di realizzare quanto prima.

2. La figlia l’ha motivata in difesa dell’ambiente. Di recente Maya Hawke ha guadagnato molti consensi sui social con un post dove criticava le generazioni precedenti e i loro sprechi a danno dell’ambiente. In tale messaggio, inoltre, la giovane attrice accusa anche i suoi stessi genitori. Sembra infatti sia stata proprio la figlia a far nascere nella Thurman il desiderio di contribuire nella protezione dell’ambiente. Ha così iniziato a prendere parte a gala benefici, sostenendo attivamente diverse organizzazioni per la salvaguardia ambientale e della vita animale.

Uma Thurman: età e altezza

1. Uma Thurman è nata a Boston, nel Massachusetts, Stati Uniti, il 29 aprile del 1970. L’attrice è alta complessivamente 180 centimetri.

Fonte: IMDb

 

Terminator: Salvation, McG rivela che esiste una versione più “dark”

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Nel corso degli anni, ci sono stati numerosi tentativi di dare nuova vita al franchise di Terminator, e nessuno di loro è riuscito davvero a reggere il confronto con i primi due film. Anche se Terminator: Dark Fate di Tim Miller è stato accolto con maggiore entusiasmo rispetto agli sforzi passati, si è comunque rivelato un flop al botteghino, mettendo nuovamente in dubbio il futuro della saga.

Uno di quegli “sforzi passati” è stato Terminator: Salvation del 2009. Nonostante un cast stellare che includeva Christian Bale, Sam Worthington e Bryce Dallas Howard, il film viene ancora oggi ricordato come uno degli episodi meno memorabili dalla saga. Durante una recente intervista con CBR, il regista McG ha rivelato che esiste una versione alternativa di Salvation, diversa dal taglio arrivato nelle sale, che probabilmente i fan apprezzerebbero di più.

“È interessante perché mi sento come se avessimo fatto davvero bene con Terminator ma, alla fine, è chiaro che abbiamo sbagliato per via della reazione dei fan fan e questa cosa mi ha davvero spezzato il cuore. Adesso, stranamente, penso che il film stia invecchiando meglio”.

“E c’è anche un taglio diverso”, ha continuato il regista. “Esiste la mia versione di quel film e ci sono alcune persone online che parlano di volerla vedere. Ed è altrettanto interessante! Ma penso di aver capito molte cose. Ovviamente penso che anche Jonathan Nolan, che alla fine non è stato accreditato tra gli sceneggiatori, abbia fatto del suo meglio. Forse il taglio che ho di quel film nascosto è la risposta. È più oscuro! (ride). Non lo so, questo spetta ai fan dirlo.”

Distaccandosi dai film precedenti, Terminator: Salvation è ambientato nel 2018 e si concentra sulla guerra tra la rete di macchine Skynet e l’umanità, mentre i militari rimasti nel mondo si sono organizzati per formare la Resistenza per combattere contro le macchine assassine di Skynet. Nel film Bale veste i panni di John Connor.

DCEU: i team-up tra eroi (e tra villain) che vorremmo vedere

DCEU: i team-up tra eroi (e tra villain) che vorremmo vedere

Sappiamo ormai da diverso tempo che in The Flash il personaggio di Barry Allen “collaborerà” non soltanto con il Batman di Michael Keaton ma anche con quello di Ben Affleck. Ma quali altri team up sarebbe bello vedere all’interno del DCEU? ComicBookMovie ne ha ipotizzati ben 10:

Freccia Verde/Lanterna Verde

Lanterna Verde e Flash rappresentano un’accoppiata iconica, ma un team-up altrettanto famoso è quello composto da Lanterna Verde e Freccia Verde. Nel corso degli anni, i due personaggi sono stati protagonisti di una serie di avventure insieme grazie ai fumetti di Neal Adams, che potrebbero rappresentare un’ottima base per un film.

Onestamente, è un peccato che la serie Arrow non abbia mai esplorato questa strada, ma con la serie ormai giunta al termine, sembra inevitabile che presto vedremo una nuova Freccia Verde sullo schermo. Se ciò dovesse accadere, questo team-up sarebbe incredibile  (soprattutto se il DCEU dovesse utilizzare l’iterazione di John Stewart).

Superman/Shazam

Il futuro del Superman di Henry Cavill non è ancora del tutto chiaro, ma Shazam! ha confermato che, nell’universo condiviso, l’Uomo d’Acciaio ha incontrato il supereroe. Con l’arrivo nelle sale di Black Adam, uno scontro tra lui e Shazam sembra inevitabile, ma la Warner Bros. ha bisogno di lanciare anche l’eroe kryptoniano nel mezzo.

Sarebbe un crossover senza precedenti. Inoltre, l’esplorazione della vulnerabilità di Superman alla magia si tradurrebbe senza ombra di dubbio in una nuova interessante rappresentazione del personaggio, che forse non abbiamo mai visto prima. Anche se ci sarebbero ben tre personaggi da gestire, molti fan vorrebbe che anche al cinema venisse approfondita quella fantastica dinamica tra Superman e Shazam, come già fatto egregiamente nei fumetti.

Cacciatrice/Power Girl

Nella versione “New 52” di Earth-2, Batman, Superman e Wonder Woman vengono massacrati da Darkseid quando questi invade la Terra. In quella run, Cacciatrice era la figlia di Batman e Catwoman (che serviva come Robin). Parallelamente, Power Girl era conosciuta come Supergirl sul suo pianeta, ma entrambe hanno adottato nuove identità quando si sono ritrovate nell’universo DC principale.

Questo retroscena potrebbe essere racconta in un film – le differenze tra le varie realtà sarebbero affascinanti da esplorare – o magari essere completamente cambiato (abbiamo già incontrato una Cacciatrice in Birds of Prey), ma mettere insieme questi due personaggi potrebbe dare vita ad un film dal potenziale enorme. Inoltre, esplorare la loro dinamica sarebbe parecchio divertente.

Batgirl/Nightwing

Joel Schumacher ha cercato, senza successo, di esplorare ulteriormente l’universo di Batman nei suoi film degli anni ’90, nonostante anche Tim Burton e Christopher Nolan hanno tralasciato molti degli alleati del Crociato Incappucciato nelle rispettive iterazioni. Con un po ‘di fortuna, ora le cose cambieranno.

Al momento non sappiamo se la Warner Bros. abbia dei progetti su Nightwing, mentre pare che un film dedicato a Batgirl sia in lavorazione, con la versione del Batman di Bruce Wayne destinata a fungere da mentore. Associare questi due personaggi sembrerebbe una mossa intelligente, sia perché sono stati coinvolti in una relazione sia perché sono ex compagni di Batman che ora cercano di lasciarsi alle spalle la sua ombra. I giochi basati su Arkham hanno accennato brevemente a questa dinamica e per un ipotetico film ci sarebbero anche molti fumetti a cui potersi ispirare.

Superman/Wonder Woman

Alcuni anni fa, la DC Comics decise – generando diverse controversie – di far esplorare a Superman e Wonder Woman una relazione romantica, sebbene fosse qualcosa che non durò particolarmente a lungo. Questa storyline potrebbe essere il perfetto team-up per il già pianificato Wonder Woman 3 da Patty Jenkins.

Non abbiamo mai visto la dinamica tra questi due personaggi esplorata davvero a fondo sullo schermo, e sebbene ciò potrebbe cambiare nella Snyder Cut di Justice League, la loro relazione merita di essere esplorata con maggiore dovizia di particolari.

Flash/Lanterna Verde

Circa dieci anni fa, eravamo tutti entusiasti all’idea di vedere la Lanterna Verde di Ryan Reynolds collaborare con Bradley Cooper, all’epoca considerato per il ruolo di Flash. Inutile dire che quel progetto non ha mai visto la luce, ma questo non significa che non potrà accadere di nuovo.

Hal Jordan e Barry Allen sono buoni amici e hanno intrapreso molte collaborazioni nel corso degli anni. Chissà, forse durante il suo viaggio attraverso il Multiverso, il Velocista Scarlatto di Ezra Miller potrebbe incontrare la versione di Reynolds di Lanterna Verde? Sarebbe inaspettato e sicuramente divertente.

Joker/Lex Luthor

Considerato l’attuale assetto del DCUE, sembra improbabile che Jared Leto o Jesse Eisenberg tornino nei panni del Joker e di Lex Luthor, ma siamo quasi certi che i due personaggi verranno riavviati tra non molto. Quando ciò accadrà, si spera che i due villain possano condividere lo schermo.

Essendo i più grandi nemici di Batman e Superman, è impossibile non essere entusiasti alla prospettiva che il Clown Prince del Crimine e Luthor formino un’alleanza per eliminare i migliori eroi del mondo.

Deadshot/Harley Quinn

Abbiamo già avuto un assaggio di questo team up nel Suicide Squad di David Ayer, e sappiamo che Daeadshot non si riunirà con Harley Quinn nell’atteso The Suicide Squad di James Gunn. È un vero peccato e speriamo che le cose possano cambiare in un futuro non troppo lontano.

Rivisitare l’intesa che questi due attori hanno dimostrato in Focus potrebbe dare vita ad un grande successo al botteghino per la Warner Bros. Non siamo sicuri su quale possa essere la premessa di questo ipotetico film, ma Suicide Squad di Ayder avrebbe dovuto esplorare una possibile storia d’amore tra di loro, quindi potrebbe essere certamente un buon punto di partenza.

Flash (DCEU)/Flash (Arrowverse)

Uno dei momenti migliori di “Crisis on Infinite Earths” è arrivato quando Ezra Miller ha fatto un’apparizione a sorpresa nel ruolo dell’iterazione del Velocista Scarlatto del grande schermo. L’incontro con il Barry Allen della tv significa che la versione cinematografica ora sa che il Multiverso esiste.

Con il Flash di Miller che viaggerà attraverso il Multiverso nel film in arrivo nel 2022, avrebbe senso se questi due si riunissero, anche se solo per breve tempo. Onestamente, è un’opportunità troppo succosa per lasciarsela scappare!

Batman/Robin

La prospettiva di un altro team up tra Batman e Robin è sicuramente allettante, soprattutto dopo il film del 1997 di Schumacher. Anche il franchise di The Batman (ammesso che ci saranno dei sequel) potrebbe reinventare senza sforzo la loro dinamica.

Che si tratti di esplorare la relazione del Crociato Incappucciato con il primo Robin (Dick Grayson, che in seguito diventerà Nightwing), con Jason Todd (che alla fine “muore” e ritorna nei panni del malvagio e violento vigilante Cappuccio Rosso) o, cosa ancora più interessante, con suo figlio Damian Wayne, sarebbe fantastico da vedere e una scelta con cui i fan sarebbero certamente d’accordo. 

Mulan: i guadagni del live action, oltre le polemiche

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Mulan: i guadagni del live action, oltre le polemiche

Il live action di Mulan ha incassato 33,5 milioni di dollari soltanto nel primo weekend d’uscita su Disney+. Il film di Niki Caro sarebbe dovuto arrivare nelle sale lo scorso Marzo, ma a causa della pandemia di Covid-19 è stato prima posticipato a Luglio e poi ad Agosto. Alla fine, la Casa di Topolino ha optato per un’uscita esclusiva – e a pagamento – direttamente sulla piattaforma di streaming.

Come riportato da MediaPost, l’acquisto del live action attraverso il servizio ha fruttato alla Disney ben 33,5 milioni di dollari soltanto nel primo weekend d’uscita. Samba TV, una società che si occupa di monitorare gli acquisti degli utenti, ha stimato che il film è stato visto da circa 1,12 milioni di spettatori negli Stati Uniti. Inoltre, la richiesta di Mulan ha aumentato notevolmente anche i download generali della piattaforma, che sono saliti a oltre il 68%.

Al momento non sappiamo se questi standard saranno mantenuti e se l’operazione Mulan potrà, alla fine, considerarsi un vero successo per la multinazionale o soltanto un passo falso. Nonostante il film sia stato accolto generalmente bene dalla critica internazionale, ci sono state numerose polemiche che ne hanno affossato l’immagine nelle ultime settimane, con diversi movimenti che hanno inneggiato al boicottaggio della pellicola.

Le polemiche nate attorno a Mulan

Come sappiamo, infatti, Mulan arriverà al cinema nei paesi in cui Disney+ non è disponibile. Tra questi figura anche la Cina, dove il film è atteso nelle sale a partire dall’11 Settembre. Come si legge sul New York Times e su Indiewire, le proteste nei confronti del film hanno iniziate a farsi piedi dopo l’arresto (e il successivo rilascio su cauzione) dell’attivista hongkonghese Agnes Chow, che in molti hanno sempre indicato come “la vera Mulan” per via delle sue lotte contro l’estensione dell’egemonia del Partito Comunista Cinese nell’ex protettorato britannico.

Ancora, il film è stato ampiamente criticato perché la Disney ha inserito nei titoli di coda del film alcuni ringraziamenti alle autorità cinesi, in particolare alle autorità della provincia dello Xinjiang, regione che ha ospitato gran parte della produzione del film. Come si legge sul Guardian, la polemica è nata dal fatto che quella zona ospita alcuni “campi di detenzione” dove le autorità del Partito Comunità Cinese si starebbero rendendo complici di un genocidio demografico ai danni dell’etnia turcofona di religione islamica degli Uiguri.

Le Sorelle Macaluso, recensione del film di Emma Dante #Venezia77

A sette anni dalla partecipazione al festival con Via Castellana Bandiera che portò la protagonista Elena Cotta a vincere la Coppa Volpi per la migliore interpretazione femminile, torna in concorso alla Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia la regista palermitana Emma Dante. Lo fa, ancora una volta, con una storia di donne, quella di cinque sorelle: Le Sorelle Macaluso.

Tratto da una pièce teatrale diretta dalla stessa Dante, il film approfondisce la storia che tanto successo ha avuto già sulla scena. La trasposizione cinematografica riduce le sorelle da sette a cinque e, il tempo e lo spazio trovano nel linguaggio filmico una dimensione più simbolica e dilatata. La storia si sviluppa attraverso un arco temporale ampio, suddivisa in quella che potremo considerare, sempre rifacendoci al teatro, una struttura in tre atti.

Il primo atto de Le Sorelle Macaluso

Ogni atto si svolge in un momento diverso della vita delle Macaluso, il primo dovrebbe essere ambientato nell’estate del 1985 o al massimo del 1986 compatibilmente al riferimento esplicito a Ritorno al futuro di Robert Zemeckis, il film che Maria, la seconda delle sorelle, dovrebbe andare a vedere con un’amica in un’arena all’aperto. Le Sorelle Macaluso è un film pieno di dettagli, sono proprio quelli i riferimenti a cui lo spettatore deve aggrapparsi per lasciarsi trascinare nella vita delle protagoniste.

Si parte già dai primi minuti, quando le tre sorelle più piccole, non ancora ben caratterizzate (difatti di loro ci vengono mostrate solo le mani e le braccia) stanno provando a fare un buco in una parete. La luce penetra il buio e si alza il sipario sulla storia; la prima parte è caratterizzata proprio dalla luce, quella calda dell’estate. Le cinque sorelle sono quasi pronte per andare al mare quando ricevono una visita imprevista. Il signor Cangelosi si rivolge a loro per un ordine imprevisto di 80 pezzi. Antonella e Katia guidano i due giovani aiutanti del compratore al piano superiore, la soffitta, dove le sorelle hanno allestito una voliera piena di colombe bianche. La macchina da presa ci svela questo luogo incanto, quasi fuori dal tempo, a fare compagnia ai volatili un quadro carillon di un clown, la cui melodia scandirà i momenti cruciali del film nonché quelli di passaggio, un grande Pinocchio di legno e un cavallo bianco a dondolo. Proprio i toni del bianco ma anche quelli dell’azzurro e del suddetto giallo dominano questa prima parte che risulta essere quella più potente.

le sorelle macaluso recensioneCompletato l’ordine, le sorelle possono finalmente andare al mare, nella passeggiata verso il Charleston di Mondello la regista ne approfitta per presentare e caratterizzare i personaggi. Le ragazze si muovono accompagnate dalla parole della canzone Inverno di Franco Battiato, il motivo trascinante sembra quasi celare il testo del brano che di lì a poco risulterà profetico. Emma Dante sembra disseminare indizi (la sirena dell’ambulanza, l’uovo, la Barbie che galleggia) suggestionando il pubblico e preparandolo in un qualche modo ad un colpo di scena. La potenza degli indizi, però, verrà apprezzata a pieno solo nel momento in cui tutto risulta più chiaro.

Secondo atto, 20 anni dopo

Per il secondo atto abbiamo una data precisa, è il 12 ottobre 2015, lo scrive la dottoressa del laboratorio dove Maria lavora, ancora una volta l’ambientazione temporale è veicolata dal suo personaggio, su un sacchetto di plastica in un cui ha appena repertato un cuore, anche questo simbolo metaforico. Da un lato è riferito alla stessa Maria che cercherà proprio in questa seconda parte di tenere unita la famiglia dopo il colpo di scena iniziale, dall’altro ad esso è strettamente legato suggerendoci che un corpo senza un cuore è ormai una carcassa senza vita,  come il rapporto tra le sorelle è vuoto in assenza del collante che prima le teneva unite. Sono distanti, arrabbiate, se “ne fottono” l’una dell’altra. La terza parte è ambientata in un futuro prossimo in cui ritroviamo le sorelle ormai anziane.

I tre momenti che la Dante sceglie di mostraci sono tutti associati ad un momento di dolore, ad una perdita. La divisione non è netta il tempo scorre come il fiume che porta al mare, attraverso gli oggetti, i mobili, i volti. Lo stesso personaggio è interpretato in ogni sezione da una nuova interprete che eredita gestualità, cadenza, espressioni della sua versione più giovane. Il casting è eccellente, lo spettatore ha la sensazione di osservare sempre la stessa persona invecchiare nel corso della vicenda. Il lavoro è collettivo, nessuna interpretazione emerge sull’altra sono tutte sapientemente bilanciate.

Nel film anche il sonoro sembra un personaggio aggiunto, alle bellissime musiche della prima parte si contrappongo i ticchettii della seconda e lo scrosciare delle onde della terza. Risaltano la musica del carillon che attraversa ogni sezione e la canzone Meravigliosa Creatura di Gianna Nannini che è l’unica spettatrice della verità fin dall’inizio e ci guiderà nello svelamento finale.

Il film della Dante tocca il cuore mostrandoci le dinamiche familiari senza fronzoli, dall’impalcatura teatrale trapela verità e non finzione e forse anche stavolta la Dante riuscirà a collezionare un “ricordo” da Venezia.

Thor: uno degli sceneggiatori non aveva mai letto un fumetto

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Zack Stentz, uno degli sceneggiatori del primo Thor diretto da Kenneth Branagh, ha rivelato che prima di iniziare a scrivere il film non sapeva assolutamente nulla dei fumetti originali basati sui personaggi della mitologia nordica. Nel primo film il Dio del Tuono veniva bandito da Asgard e mandato sulla Terra dopo aver riacceso una guerra dormiente. Venne privato dei suoi poteri e del suo amato Mjolnir, costretto a scoprire il vero eroe nascosto dentro di sé. Parallelamente, suo fratello Loki progettava di sottrargli il trono.

Stentz aveva lavorato alla sceneggiatura del film insieme ad Ashley Miller (con cui aveva già collaborato in precedenza) e a Don Payne. Sia Stentz che Miller hanno firmato per scrivere il film dopo che Branagh era stato ingaggiato verso la fine del 2008. Thor è arrivato nelle sale nel 2011 come parte della Fase 1 dell’Universo Cinematografico Marvel, consolidando il successo di Chris Hemsworth e Tom Hiddleston nei panni rispettivamente del Dio del Tuono e del Dio dell’Inganno. 

Adesso, è stato proprio Zack Stentz a rivelare via Twitter un particolare che forse potrebbe mandare su tutte le furie i puristi dei fumetti: lo sceneggiatore, infatti, ha rivelato che non sapeva assolutamente nulla dei fumetti di Thor quando è stato assunto per scrivere il primo film, aggiungendo però che Miller era una grande esperta del personaggio. Stentz ha poi aggiunto che per prepararsi meglio al suo lavoro, si è gettato a capofitto nella lettura dei fumetti di Stan Lee, Jack Kirby, Walt Simonson e J. Michael Straczynski, e ha anche seguito un corso universitario dedicato alla mitologia norrena. 

Il successo di Thor all’interno del MCU

Nonostante le scarse conoscenze di Stentz, alla fine il ritratto di Thor nel primo film non è stato così disastroso. Certo, i primi due film del franchise dedicato al Dio del Tuono non sono i più apprezzati dell’intero universo condiviso, ma il film del 2011 ha comunque contribuito a lanciare il MCU e a trasformare il Dio del Tuono in uno dei personaggi più popolari e amati della saga. Dopotutto, è l’unico personaggio ad avere ben quattro avventure in solitaria all’attivo, con Thor: Love and Thunder che dovrebbe arrivare nei cinema nel 2022.

Hunger Games: Josh Hutcherson vorrebbe tornare nel prequel

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Hunger Games: Josh Hutcherson vorrebbe tornare nel prequel

Il franchise cinematografico di Hunger Games, basato sulla saga letteraria di Suzanne Collins, è uno dei più amati dell’ultimo decennio. Adesso, per la gioia di tutti i fan delle avventure di Katniss Everdeen e dell’universo di Panem, la saga si prepara a tornare nuovamente sul grande schermo, con l’annuncio che la Lionsgate porterà al cinema il romanzo prequel, The Ballad of Songbirds and Snakes, uscito lo scorso Maggio.

Tra i personaggi più amati della tetralogia cinematografica originale, oltre all’eroina interpretata da Jennifer Lawrence, c’è sicuramente anche il Peeta Mellark di Josh Hutcherson, il figlio del fornaio che ha gareggiato al fianco di Katniss e con il quale la protagonista, alla fine, decide di costruire una famiglia. Nonostante l’arco narrativo del personaggio si sia concluso, è stato proprio Hutcherson a rivelare che amerebbe essere coinvolto nuovamente nel franchise.

ET riporta che Josh Hutcherson è aperto ad un possibile ritorno nell’universo di Hunger Games, anche nell’atteso prequel della saga originale. Quando è stato chiesto all’attore se avrà un ruolo nel nuovo film, lo stesso ha ammesso – trattandosi di un prequel – di non esserne sicuro, ma anche sottolineato che sarebbe disponibile “al 100%” a tornare. L’attore ha anche rivelato di non conoscere i dettagli sulla trama del prequel, se non che racconterà degli eventi che hanno preparato il terreno a ciò che abbiamo visto nei film usciti al cinema tra il 2012 e il 2015.

Hutcherson ha anche spiegato che amerebbe tornare a lavorare con i colleghi del cast originale, ricordando con particolare affetto l’esperienza avuta sui set della saga originale. L’attore ha raccontato di essere ancora in contatto sia con Jennifer Lawrence sia con Liam Hemsworth (interprete di Gale Hawthorne). Naturalmente, per i fan sarebbe una gioia poter rivedere sul grande schermo tutti e tre gli interpreti, ma considerata la trama di The Ballad of Songbirds and Snakes, è altamente improbabile che ciò accada.

La trama del prequel di Hunger Games

Ambientato circa 64 anni prima dei fatti raccontati nella trilogia di Hunger Games, il romanzo prequel segue, infatti,  un diciottenne Coriolanus Snow (il personaggio interpretato da Donald Sutherland nella tetralogia cinematografica), che alla fine si erge a diventare il sovrano autoritario della nazione distopica di Panem.

Anne Hathaway per Lockdown di Doug Liman

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Mentre il prossimo film di Doug Liman sarà ambientato nello spazio e vedrà protagonista Tom Cruise, il regista è stato scelto per dirigere Lockdown, un nuovo progetto a basso budget che vede Anne Hathaway in fasi finali di contrattazione.

Steven Knight ha scritto la sceneggiatura e P.J. van Sandwijk sta producendo il progetto con Alison Winter. Van Sandwijk sta già collaborando con Liman, producendo il film che girerà nello spazio con Cruise.

Le fonti descrivono il film, che avrà un budget inferiore ai 10 milioni di dollari, come un incrocio tra un film di rapina e una commedia romantica ambientato sullo sfondo del blocco della pandemia. Gli AGC Studios di Stuart Ford stanno finanziando completamente il progetto.

Le riprese del film inizieranno entro la fine di settembre. Ci sono diversi ruoli chiave e sembra che Cillian Murphy potrebbe interpretarne uno, ma non ci sono ancora notizie chiare in merito. Con i nomi di Liman, Hathaway e Knight, il film si presenta già con un pacchetto invitante nonostante il basso budget e la velocità di preparazione del progetto.

Fonte: THR

Halle Berry ancora sugli scontri con Bryan Singer sul set di X-Men

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Halle Berry ha interpretato Tempesta in ben quattro film della saga degli X-Men, con il regista Bryan Singer al timone di ben tre degli episodi in cui è apparsa l’attrice premio Oscar. Non è un segreto che, sui set dei film, Berry si sia scontrata più volte con il regista, e adesso la stessa è tornata nuovamente sull’argomento in una recente intervista con Variety in occasione della promozione del suo debutto dietro la macchina da presa, il film Bruised, che debutterà in anteprima al Toronto Film Festival.

“Bryan non è una persona facile con cui lavorare”, ha ammesso Berry. “Tutti conosciamo la sua storia, non c’è bisogno che io ne parli ancora. Tutti sanno cosa ha dovuto affrontare nelle sua vita”. “Molto spesso sono stata davvero arrabbiata con lui”, continua l’attrice. “Abbiamo litigato e spesso, a causa della frustrazione, mi è scappata anche qualche parolaccia. Il fatto è che prendo il mio lavoro molto seriamente e quando viene compromesso in qualche modo, perdo la testa. Allo stesso tempo, però, provo molta compassione per le persone che lottano contro qualcosa nella loro vita, e Bryan è sicuramente una di queste.”

“A volte, proprio a causa delle lotte e delle sfide che stava affrontando, non era sempre presente. Era come se non fosse realmente sul set. E penso che sia normale arrabbiarsi se ti trovi sul set di un film degli X-Men a Banff, in Canada, a temperature bassissime, magari ti stai anche congelando, e vedi che il tuo regista non è concentrato.”

I problemi personali di Bryan Singer e le accuse mosse ai danni del regista sono note a tutti. Così come non è la prima volta che emergono dettagli circa il suo comportamento poco professionale sul set dei film della saga di X-Men. L’ultimo film diretto dal regista è stato Bohemian Rhapsody, che ha comunque avuto una produzione molto travagliata: i lavori sul film, infatti, non sono stati portati a compimento da Singer, il quale venne licenziato e sostituito dal collega Dexter Fletcher. Al momento non sappiamo se il regista tornerà mai a dirigere un film.

Tolo Tolo dal 10 settembre in DVD e Blu-Ray

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Tolo Tolo dal 10 settembre in DVD e Blu-Ray

Tolo Tolo, il quinto film di Checco Zalone, che per la prima volta in carriera ricopre anche il ruolo di regista, arriva in DVD e Blu-Ray a partire dal 10 settembre. Il film racconta la storia di Checco, che non compreso da madre patria, trova accoglienza in Africa. Ma una guerra lo costringerà a far ritorno percorrendo la tortuosa rotta dei migranti. Lui, Tolo Tolo, granello di sale in un mondo di cacao.

Tra i contenuti extra del film, capace di incassare più di 45 milioni di euro al box office italiano, si ricordano il videoclip “Immigrato” e il backstage delle riprese, durate circa 9 mesi, dal primo ciak in Kenya, passando per il deserto del Marocco e Malta, fino ad arrivare in Italia.

Sempre a partire dal 10 settembre, in occasione dell’arrivo in Home Video di “Tolo Tolo”, sarà disponibile in DVD lo speciale cofanetto con tutti i cinque grandi successi cinematografici di Checco Zalone (“Quo Vado”, “Che bella giornata!”, “Cado dalle nubi”, “Sole a catinelle”, in aggiunta alla novità “Tolo Tolo”). Nello stesso giorno, sempre in DVD, in arrivo anche le edizioni speciali dedicate alla comedy italiana con il Cofanetto Ficarra e Picone, il Cofanetto Aldo, Giovanni e Giacomo, il Cofanetto Fabio De Luigi e la Comedy Collection.

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