Il regista Christopher
McQuarrie e l’attrice Hayley Atwell sono stati ospiti di un
recente podcast di
Light the Fuse dove, naturalmente, hanno discusso degli
attesissimi nuovi capitoli della saga di Mission
Impossible. McQuarrie e la Atwell hanno avuto la
possibilità di svelare i primi dettagli sul ruolo che l’attrice
interpreterà nei due nuovi film: la Atwell figura tra le new entry
della saga, insieme ai colleghi Shea Whigham,
Pom Klementieff e Nicholas
Hoult.
A proposito del suo personaggio,
Hayley Atwell ha rivelato: “C’è ambiguità…
la cosa interessante che stiamo esplorando è la sua resistenza ad
una determinata situazione in cui si trova. Come il suo viaggio ha
iniziato e dove la porterà durante il film. È un viaggio che
riguarda la sua storia, cosa le viene chiesto di fare e dove ciò
probabilmente la condurrà.”
Il regista Christopher
McQuarrie, invece, ha aggiunto: “Affinché Hayley
potesse esistere in un franchise come questo, non potevamo
permetterci di farla apparire per qualche minuto e affidarle
soltanto poche battuta. Non poteva essere questo il modo. Non
volevamo che Hayley fosse una ripetizione di qualche personaggio
che magari i fan già conoscono. Cosa ci è rimasto da esplorare?
Cosa può rendere davvero unico questo personaggio? Abbiamo scritto
una scena basata proprio su quello che crediamo sia il vero tratto
distintivo del personaggio, ed è anche la scena che Hayley ha letto
la prima volta che ci siamo incontrati. Abbiamo scoperto un’attrice
dotata di un’energia incredibile e di una grande alchimia con Tom
Cruise. Non si tratta di una specifica atmosfera che si viene a
creare, si tratta proprio di una vibrazione. La senti, la
percepisci e ti ritrovi a pensare: ‘Non so cosa fare con questa
persona’.”
I due film verranno girati in
contemporanea ma non è ancora chiaro quali altri membri del cast
torneranno sul set per le riprese. Christopher
McQuarrie scriverà e dirigerà i film, che faranno il loro
debutto nelle sale americane rispettivamente il 19 novembre 2021 e
il 4 novembre 2022.
Nessun aggiornamento sul destino di
August Walker e Alan Hunley, i personaggi interpretati
da Henry
Cavill e Alec
Baldwin, che secondo le ultime
indiscrezioni rientrerebbero nei piani di McQuarrie per i
sequel. Ma come farli tornare, visto che nel precedente film sono
morti?
Alla fine, The
New Mutants arriverà nelle sale! Dopo essere
stato rimandato per l’ennesima volta a causa della pandemia di
Covid-19 (sarebbe dovuto arrivare nelle sale americane lo scorso 3
aprile), il tredicesimo film della saga di X-Men diretto da Josh Boone – nonostante i rumor delle
ultime settimane che parlavano di una release direttamente in
streaming – farà finalmente il suo debutto in sala quest’estate,
precisamente il prossimo 28 agosto.
A proposito dell’arrivo al cinema
del film, apprendiamo da
The Hollywood Reporter un aneddoto decisamente interessante: la
fonte conferma, infatti, che la versione del film che arriverà
nelle sale ad agosto sarà ‘in larga parte’ quella mostrata nel 2017
durante i test screening, con il lavoro sugli effetti visivi
portato ovviamente a compimento.
Sempre la fonte riconferma, inoltre,
che le tanto chiacchierate riprese aggiuntive del film – che
sarebbero dovuto servire a cambiarne il tono e ad inserire nuovi
personaggi – non hanno mai avuto luogo (cosa rivelata già da Boone
in una vecchia intervista). Di seguito il nuovo poster
ufficiale del film che segnala la nuova data di uscita
americana:
The
New Mutants è un thriller con sfumature
horror, originale e ambientato in un ospedale isolato dove un
gruppo di giovani mutanti è rinchiuso per cure psichiatriche.
Quando iniziano ad avere luogo degli strani episodi, le loro nuove
abilità mutanti e la loro amicizia saranno messe alla prova, mentre
cercano di fuggire.
Diretto da Josh
Boone e scritto da Boone
e Knate Lee, il film vede nel cast la
presenza di Maisie
Williams, Anya
Taylor-Joy, Charlie Heaton, Alice Braga, Blu
Hunt e Henry Zaga.
ll film è prodotto
da Simon Kinberg, Karen
Rosenfelt e Lauren Shuler
Donner, mentre Stan
Lee e Michele Imperato
Stabile sono i produttori esecutivi.
Dopo aver dato uno sguardo alle
riprese subacquee, ecco arrivare finalmente online – attraverso
l’account
Twitter della saga – la prima immagine ufficiale del cast di
Avatar direttamente dal set dei sequel.
Lo scatto ritrae i veterani Sam Worthington e Zoe Saldana insieme alle new entry
Cliff Curtis e il premio Oscar Kate Winslet.
L’immagine ci mostra i quattro
attori impegnati con le riprese subacquee attraverso la performance
capture, come si evince dai volti ricoperti dai marcatori. Nella
didascalia che ha accompagnato la foto, è possibile leggere una
piccola curiosità: “La maggior parte del motion capture si è
svolta in questa enorme vasca da 3.4000 metri cubi, costruita
appositamente per i sequel”.
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle Yeoh, Vin
Diesel, insieme ad un gruppo di attori che
interpretano le nuove generazioni di Na’vi. Nei film torneranno
anche i protagonisti del primo film, ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
La famiglia Weasley
è sicuramente quella più amata nel mondo di Harry Potter.
Sembra strano pensare che siano Purosangue, eppure lo sono eccome,
anche se vogliono a tutti i costi vantare legami con i Babbani.
Sono rossi e un po’ scapestrati,
tutti tranne mamma Molly, sono buoni e allegri, soprattutto sono la
famiglia che Harry non ha mai conosciuto, e quindi anche la
famiglia di lettori e spettatori.
Percy Weasley è un
insostenibile borioso pieno di sé. È preso in giro senza pietà dai
suoi fratelli per il suo zelo, la sua passione per le regole e il
suo comportamento pomposo. Tuttavia, ciò non gli impedisce mai di
vivere la sua vita come vuole. Nonostante ciò, la fiducia può
essere un vantaggio, e il suo lavoro con il Ministero della Magia
gli offre molti vantaggi nell’alta società dei maghi, anche questo
ha significato per un breve periodo, il tradimento della sua
famiglia. Sappiamo però che alla fine si è pentito e ha combattuto
a Hogwarts contro l’armata di Voldemort.
Arthur Weasley
Arthur Weasley, il
patriarca della famiglia, si posiziona molto in basso nella scala
della “ficaggine” di famiglia. È ben intenzionato ed è uno dei
personaggi più buoni della serie, ma ha un sacco di aspetti che lo
rendono goffo, tutti legati alla sua passione per i babbani e il
loro mondo. Si eccita troppo per qualsiasi cosa legata ad essi e di
conseguenza perde spesso la sua compostezza, caratteristica per lo
può rendere simpatico ma anche imbarazzante.
Molly Weasley
Molly Weasley è la
matriarca della famiglia e una madre meravigliosa, che tiene
insieme una casa accogliente per la sua famiglia e i loro amici. Ha
anche ucciso Bellatrix Lestrange, in uno dei momenti più cool della
serie. Mentre ammette, in Harry Potter e il Calice di
Fuoco, che era solita sgattaiolare fuori dal
dormitorio dei Grifondoro dopo l’orario, cosa che la rende un po’
ribelle, è anche un personaggio molto apprensivo, e spesso perde la
pazienza, oltre ad essere molto severe, come ogni madre con tanti
figli un po’ ribelli.
Charlie Weasley
I fan non conoscono molto
bene Charley Weasley, il secondogenito di famiglia, ma ciò che
viene rivelato di lui è che è un tipo simpatico con un lavoro
pericoloso ma incredibile, dato che addestra draghi in Romania.
Harry e il pubblico lo incontrano ne Il Calice di Fuoco quando si
unisce alla famiglia ai Mondiali di Quidditch, e si presenta di
nuovo quando consegna draghi a Hogwarts per il Torneo Tremaghi. La
descrizione fisica che ne abbiamo nei libri ci indica che è robusto
e ha molte cicatrici da ustioni, che sono i risultati della sua
professione. Sembra abbastanza cool, tutto sommato, ma lo vediamo
troppo poco nei libri (e per niente nei film) per dargli una
posizione più alta.
Ron Weasley
Ron Weasley è il migliore
amico di Harry Potter ed è stato parte integrante e attiva della
lotta a Voldemort e della distruzione dei suoi Horcrux. È il
Weasley favorito dai fan, ma non è necessariamente il personaggio
più fico, soprattutto rispetto ai suoi fratelli più avanti nella
lista. È assolutamente terribile con le donne, non riesce a essere
intenzionalmente affascinante nonostante sia un personaggio molto
dolce, quando abbassa la guardia. Ad esempio, quando chiede a Fleur
Delacour di andare con lui al Ballo del Ceppo, le urla in faccia
l’invito, e poi scappa, senza nemmeno aspettare la sua risposta.
Nel suo quinto anno, diventa una specie di eroe del Quidditch, cosa
che lo fa diventare certamente più interessante.
Ginny Weasley
Ginny Weasley è l’unica
femmina della cucciolata Weasley, è fichissima e sarebbe più avanti
in classifica se non fosse che quelli che occupano le posizioni due
e tre sono davvero i migliori. All’inizio della serie è molto goffa
e innamoratissima di Harry, pur conservando l’amore per lui, cresce
molto e si rivela una donna in gamba e una strega molto potente. Ha
un paio di fidanzati che non appartengono a Grifondoro, dimostrando
che è una persona simpatica in generale. Finisce anche per
diventare una star del Quidditch ed è famosa per le sue
fatture.
Fred e George Weasley
Non è possibile separare i
gemelli Weasley poiché le loro gesta sono sempre intrecciate. I
gemelli sono dei gran burloni e hanno la reputazione di organizzare
grandi feste nella sala comune di Grifondoro. A volte però possono
farsi prendere la mano. Ad esempio, quando lasciano che Dudley
ingerisca delle caramelle che gli provocano seri danni emotivi.
Anche se Dudley è un marmocchio viziato, ciò non scusa i gemelli
che si fanno gioco di qualcuno più debole di loro poiché non può
usare la magia. In più, ridono anche del trauma che gli infliggono.
Tuttavia, la loro crudeltà viene bilanciata dalla loro genialità, e
non si può negare che la loro uscita da Hogwarts in Harry Potter e
l’Ordine della Fenice sia qualcosa che rimarrà nella memoria.
Bill Weasley
Harry lo dice meglio di
qualunque altra descrizione possibile, quando incontra per la prima
volta il maggiore dei fratelli Weasley, in Harry Potter e il Calice
di Fuoco: “Non c’era altra parola per lui, se non fico“. È
uno spezza-incantesimi per la banca Gringott, professione che lo
porta a viaggiare per il mondo per affrontare compiti eccitanti e
pericolosi. È incredibilmente bello e sposa la donna più bella
della serie, Fleur. Inoltre, è sopravvissuto a un attacco di lupo
mannaro, riuscendo a scamparla con solo qualche cicatrice. Bill è
il più simpatico della famiglia Weasley, e il vincitore totale di
questa classifica.
I film d’animazione
sono tendenzialmente apprezzati ed amati dal pubblico di tutte le
età, non soltanto dagli spettatori più giovani ai quali sembrano
essere destinati in maniera esclusiva. Il processo di realizzazione
di un film animato – spesso certosino e assai scrupoloso – è
affascinanti e complesso, ma spesso non è conosciuto o
compreso da tutti, nonostante gli innumerevoli capolavori che
l’animazione è stato in grado di regalarci in tutti questi anni di
storia del cinema.
L’evoluzione della tecnologia ha
permesso la realizzazione di film animati le cui immagini fossero
sempre più ricche di dettagli e più vicine che mai alla realtà. Di
seguito abbiamo raccolto i 10 film d’animazione più belli di tutti
i tempi, classificati in base ai più eccellenti livelli di
fotorealismo:
Il principe d’Egitto
L’epico
racconto biblico Il principe d’Egitto fa
affidamento ad un’animazione stilizzata, ma i livelli di realismo e
di dettaglio catturati dal film sono davvero sorprendenti. I toni
scuri del film si sposano alla perfezione con l’epoca e il mondo
che vengono rappresentati.
Gli splendidi
paesaggi dell’Egitto sono stati portati in vita attraverso
l’impiego della migliore tecnologia che l’annata 1998 aveva da
offrire. Visivamente, il film è ancora bello da guardare oggi:
all’epoca della sua uscita rappresentò il film d’animazione più
costoso della storia del cinema.
Kubo e la spada magica
Realizzato attraverso la tecnica
della stop-motion,
Kubo e la spada magica racconta una storia
fantastica in cui si mescolano streghe, mostri e fantasmi.
Nonostante il forte tessuto narrativo tipico della fiaba, il film è
in grado di restituire un livello di dettaglio e di realismo assai
raro per una pellicola animata. Il film presenta anche uno dei
modelli più grandi mai impiegati per un film in
stop-motion (circa 18 piedi di altezza).
Anomalisa
Anomalisa
racconta, in chiave apparentemente ironica, la storia di un esperto
customer service che non è più in grado di connettersi con le
persone. Il film, caratterizzato da una maturità disarmante, porta
la firma inconfondibile del regista e sceneggiatore Charlie
Kaufman, ed è infatti intriso di umorismo nero e di
malinconia.
Attraverso lo
stop-motion, Anomalisa punta al fotorealismo, con ogni
dettaglio relativo ai personaggi (dalle acconciature
all’abbigliamento) che rasenta la perfezione. Realizzato con un
budget limitato, il film regala un livello di realismo a dir poco
straordinario e viene spesso menzionato nelle classifiche dei
migliori film dell’annata 2015.
Una tomba per le lucciole
Ambientato durante gli ultimi mesi
della Seconda Guerra Mondiale, Una tomba per le lucciole è un
racconto fortemente radicato nella realtà che racconta una
bellissima storia di sopravvivenza. L’aspetto più emozionale e
commovente del film si riflette anche nei suoi elementi visivi, con
il mondo che circonda i personaggi rappresentato attraverso
dettagli cupi ma sbalorditivi, un connubio potentissimo che non è
facile trovare nei film d’animazione. Una tomba per le
lucciole cattura magnificamente la tragedia di quel periodo
attraverso la desaturazione dei paesaggi e delle città in
rovina.
La città incantata
Anche se La città incantata presenta concetti
e tematiche molto complessi per un film d’animazione tradizionale,
riesce comunque a bilanciare i suoi toni surreali e fantastici con
un devoto impegno al realismo che risulta comunque ineccepibile.
Sebbene il film abbia quasi due decenni, risulta ancora oggi
strabiliante dal punto di vista visivo.
Con paesaggi mozzafiato popolati di
dettagli e sontuosi interni ricchi di particolari non sempre facili
da cogliere, La città incantata è un film che sospende
qualsiasi incredulità ma che riesce a non perdersi mai nella
banalità, e che merita di essere visto più di una volta.
Le avventure di Tintin – Il segreto
dell’Unicorno
Uscito nel 2011, Le avventure di Tintin: Il segreto
dell’unicorno è stato realizzato attraverso
l’utilizzo della motion capture, regalando agli spettatori
un’avventura carica di realismo, sensazione che attraverso
l’animazione tradizionale sarebbe stata impossibile da riprodurre.
Anzi, è proprio grazie al connubio tra le tecniche dell’animazione
e le interpretazioni “dal vivo” che il film è stato capace di
costruire un aspetto visivo così unico. Nonostante l’eccessiva
stilizzazione delle immagini, il film presenta un mondo ricco di
dettagli e di personaggi elaborati.
The LEGO Movie
Sebbene
The LEGO Movie non racconti di
personaggi “umani”, riesce comunque ad emulare la nostra realtà in
maniera sorprendente (oltre che divertente!). Gli iconici
mattoncini prendono vita in modo entusiasmante, a tal punto da
indurci a credere che siano “quasi” reali.
Il team creativo
dietro il film si è ispirato alle varie compilation in stop-motion
presenti sul canale YouTube
ufficiale della LEGO per replicare le gesta e le azioni dei
mattoncini. Inoltre, i personaggi del film caricati anche di una
certa dose d’imperfezione, tramite graffi e impronte digitali che
contribuiscono ancora di più a quel senso di realismo.
Your Name
Senza
dubbio, Your Name del 2016 è uno dei film
d’animazione in 2D più belli di tutti i tempi. Questo dramma
incentrato sul body-swap ha dato vita ad una
rappresentazione tanto della città quanto della campagna ricca di
dettagli, con alcuni dei paesaggi più realistici e visivamente più
sbalorditivi mai visti in un film d’animazione. Il livello di
dettaglio è davvero senza eguali, con la complessità del mondo che
ci circonda reso in una maniera così viva come forse in passato non
sarebbe mai stato possibile.
Toy Story 4
Utilizzando la migliore tecnologia
disponibile, Toy
Story 4 è pura avanguardia nel campo
dell’animazione 3D, capace di presentare gli amati personaggi della
saga attraverso dettagli più sbalorditivi che mai. Il franchise ha
fatto molta strada dal lontano 1995 e le differenza, soprattutto in
campo visivo, sono davvero sorprendenti.
Dalle fibre degli abiti di Woody ai
personaggi umani del film, tutto appare incredibilmente mozzafiato.
La lavorazione del film è stata particolarmente impegnativa, con
ogni fotogramma che richiedeva dalle sessanta alle centosessanta
ore per essere di lavorazione.
Il giardino delle parole
Il giardino delle parole è un film
metodico e contemplativo, che affronta temi importanti come la
solitudine e il senso di responsabilità. Ciò si riflette nel tono
del film e nel suo aspetto visivo. Con diverse scene ambientate
sotto la pioggia davvero impressionanti ambientate, il livello di
dettaglio di questo film non ha davvero eguali. Inoltre, la stessa
città in cui si svolge la storia è resa in una maniera davvero
impressionante, dando allo spettatore la sensazione di un film che
voglia travalicare i confini del fotorealismo. Il giardino
delle parole è pura gioia per gli occhi; un’esperienza che
tutti dovrebbero provare.
In
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, Rey ha trovato un
nuovo maestro per addestrarla sulle vie del Lato Chiaro: Leia
Organa. Dopo la morte del generale, Rey si reca ad Ahch-To, dove il
fantasma di forza di Luke Skywalker le consegna la spada laser di
Leia. Il debutto di questa spada laser inedita è stato degno di
nota in sé e per sé, soprattutto perché ci mostra una parte della
storia di Leia che non conoscevamo ancora, ovvero il suo
addestramento Jedi.
La spada, che Rey custodisce, ha un
ruolo fondamentale in tutto il film, e soprattutto nel finale
svolge la sua funzione più importante, come sa chi ha visto
l’Episodio IX.
Ora, il concept artist
Matthew Savage ha condiviso delle immagini che
mostrano da vicino la spada laser di Leia, rivelando l’ispirazione
alla base del suo particolare design.
“Sono stato fortunato ad essere
una delle tante persone coinvolte nella progettazione della spada
laser di Leia per L’Ascesa di Skywalker – ha scritto Savage
– Il design inizia con un prototipo che poi viene fatto
rimbalzare trai vari reparti fino a quando non viene finalizzato.
L’area dell’emettitore è stata ispirata da una lampada Art Déco di
Walter Von Nessen che ci ha suggerito J.J. (Abrams).”
Il cast di
Star Wars: L’Ascesa di Skywalker comprende
Carrie Fisher, Mark Hamill, Adam
Driver, Daisy
Ridley, John
Boyega, Oscar Isaac, Anthony Daniels, Naomi Ackie, Domhnall
Gleeson, Richard E. Grant, Lupita Nyong’o, Keri Russell, Joonas
Suotamo, Kelly Marie Tran, con Ian
McDiarmid e Billy Dee
Williams.
Lo scorso ottobre Roma ha ospitato
Angelina Jolie, l’attrice vincitrice di
un’Oscar e di tre Golden Globe, e Michelle Pfeiffer, l’attrice vincitrice di un
Golden Globe, per presentare l’anteprima europea del film nella
città eterna. Per l’occasione, le due attrici hanno sfilato lungo
via della Conciliazione su un carpet di 90 metri in
black&white, tra Castel Sant’Angelo e la Cupola di San
Pietro, incantando i fan italiani.
Maleficent – Signora del Male vanta la presenza di un
cast stellare come
Angelina Jolie, Elle Fanning,
Chiwetel Ejiofor,Sam Riley, Harris Dickinson,
Ed Skrein, Imelda Staunton, Juno Temple, Lesley Manville e
Michelle Pfeiffer nel ruolo della Regina
Ingrith ed è diretto da Joachim Rønning.
Basato su una storia di Linda Woolverton e scritto da Linda
Woolverton e Noah Harpster & Micah Fitzerman-Blue, il film è
prodotto da Joe Roth,Angelina Jolie e
Duncan Henderson, mentre Matt Smith, Jeff Kirschenbaum e
Mike Vieira sono i produttori esecutivi.
Nel film Disney
Maleficent – Signora del Male, sequel del successo
mondiale al box office del 2014, Malefica e Aurora devono
affrontare la complessità dei legami famigliari quando le loro
strade vengono separate da un matrimonio imminente, alleanze
inaspettate e dall’ingresso di nuove forze oscure. Il tempo è stato
gentile con Malefica e Aurora. Il loro rapporto, nato da un
tradimento, dalla vendetta e infine dall’amore, è cresciuto ed è
forte. Ciononostante c’è ancora dell’astio tra gli uomini e le
creature magiche. Il matrimonio di Aurora con il Principe Filippo è
motivo di festeggiamenti in tutto il Regno e nelle terre vicine
poiché le nozze uniranno i due mondi. Un incontro inaspettato però
darà vita a una nuova potente alleanza: Malefica e Aurora si
ritroveranno sui fronti opposti di una Grande Guerra che metterà
alla prova la loro lealtà e le porterà a chiedersi se potranno
essere davvero una famiglia.
Maleficent – Signora del Male è uscito il 17
ottobre 2019, continuando a cavalcare l’onda dei live action dei
classici Disney.
Maleficent – Signora del Male sarà diretto
da Joachim Ronning, che collaborerà ancora
con Espen Sandberg, come
per Pirati dei Caraibi – La vendetta di
Salazar.
Maleficent – Signora del Male rientra nella nuova
politica Disney del revival in live action del classici
d’animazione. Dopo il primo capitolo, Cenerentola,
La Bella
e la Bestia e
Il Libro della Giungla, Aladdin, Dumbo e
Il
Re Leone già arrivati in sala, il film con
protagonista la Joliesi aggiunge alla lista
di film che riproporranno in carne e ossa i personaggi iconici
della Casa di Topolino, insieme a tanti altri confermati e molti
che sicuramente arriveranno.
Officine UBU ha annunciato
che il film L‘hotel
degli amori smarritidi Christophe
Honoré, la cui uscita nei cinema lo scorso 20 febbraio
era stata bruscamente interrotta a causa dell’emergenza Covid-19,
sarà dal 25 maggio disponibile per la visione web on demand
sulle principali piattaforme digitali.
L’hotel degli amori
smarriti arriva on demand dopo essere
stato presentato con successo al 72° Festival
di Cannes, dove la protagonista Chiara Mastroianni ha
ottenuto il Premio per la Miglior Interpretazione nella sezione
Un Certain Regard, e dopo essere stato designato
FILM DELLA CRITICA dal Sindacato Nazionale Critici
Cinematografici Italiani – SNCCI, che lo ha definito una
commedia sentimentale irresistibile e ironica, piena di spunti
narrativi audaci, che si offre anche come una candida riflessione
esistenziale. Trasportato dalla superba energia di Chiara
Mastroianni, Christophe Honoré intreccia melodramma e favola
fantastica sognando orizzonti sentimentali ed erotici tutti da
sperimentare.
Officine UBU supporta il cinema
anche in versione online e lo fa distribuendo il film
L’hotel degli amori smarriti dal 25 maggio
sulle principali piattaforme digitali, tra cui
MioCinema e #iorestoinSALA, entrambe fortemente
volute e gestite dagli esercenti cinematografici colpiti dalla fase
emergenziale che ha imposto la chiusura delle sale.
MioCinema è la piattaforma di prossimità dedicata al cinema
d’autore che aggiornerà ogni 15 giorni il suo catalogo,
permettendone l’acquisto legato alla propria sala cinematografica
“reale” e “di fiducia”, la quale avrà una percentuale (40%) del
biglietto. La visione web replicherà per quanto possibile il posto
in sala e gli utenti potranno interagire tramite chat (info al sito
http://miocinema.it). #iorestoinSALA è la nuova iniziativa
digitale nata dalla volontà comune di un gruppo di Esercenti
cinematografici che gestiscono circa 70 strutture per un totale di
circa 170 schermi e che – in attesa di poter tornare a riempire
fisicamente le sale, hanno deciso di creare una soluzione on-line
per soddisfare le necessità dei propri spettatori. La visione
online di entrambe queste piattaforme verrà garantita dalla
piattaforma nazionale Mymovies del gruppo GEDI, che raccoglierà i
film nelle categorie “current o catalogo”. La visione web sarà
affiancata da una serie di attività collaterali quali
presentazioni, dibattiti e promozioni.
Dopo vent’anni di matrimonio,
Richard scopre che Maria lo tradisce. Lei decide di lasciare il
domicilio coniugale e di trasferirsi nell’hotel di fronte, dal
quale avrà una vista privilegiata sul suo appartamento, su Richard
e sul loro matrimonio. Nella stanza 212 Maria riceverà delle visite
inattese dal suo passato, con le quali rivivrà i ricordi di amori
sognati e perduti in una magica notte che le cambierà la
vita.
Il
diritto di opporsi, il dramma illuminante che porta sul
grande schermo una delle storie più importanti del nostro tempo,
con protagonisti Michael B. Jordan e i premi Oscar Jamie Foxx e Brie Larsona partire dal 14 maggio sarà
disponibile per l’acquisto in digitale (anche in 4K UHD*) su
Apple Tv, Youtube, Google Play, TIMvision, Chili, Rakuten TV,
PlayStation Store, Microsoft Film & TV. Dal 28 maggio sarà
inoltre disponibile anche per il noleggio su Sky Primafila,
Infinity e VVVVID.
In
occasione dell’uscita digitale del film, i primi 10 minuti
di Il
diritto di opporsi sono già disponibili sul canale Youtube ufficiale di Warner Bros.
Italia. Tra i contenuti extra spiccano la
riflessione di Michael B. Jordan e Bryan Stevenson
sull’importanza di raccontare questa storia al pubblico di
oggi, lo speciale dedicato alla Equal Justice
Initiative, dai modesti inizi fino a diventare un
protagonista del cambiamento capace di avere un impatto positivo su
migliaia di persone, e oltre 15 minuti di scene inedite.
IL FILM
Il premiato regista Destin Daniel
Cretton (“Il castello di vetro”, “Short Term 12”) ha diretto il
film da una sceneggiatura che ha co-scritto, tratta dal
pluripremiato best-seller di memorie ad opera di Bryan
Stevenson.
Il
diritto di opporsi si basa sulla vera storia, potente e
stimolante, del giovane avvocato Bryan Stevenson (Jordan) e la sua
storica battaglia per la giustizia. Dopo essersi laureato
ad Harvard, Bryan avrebbe potuto scegliere fin da subito di
svolgere dei lavori redditizi. Al contrario, si dirige in Alabama
con l’intento di difendere delle persone condannate ingiustamente,
o che non avevano una rappresentanza adeguata, con il sostegno
dell’attivista locale Eva Ansley (Larson). Uno dei suoi primi casi,
nonché il più controverso, è quello di Walter McMillian (Foxx), che
nel 1987 viene condannato a morte per il famoso omicidio di una
ragazza di 18 anni, nonostante la preponderanza di prove dimostri
la sua innocenza, e il fatto che l’unica testimonianza contro di
lui sia quella di un criminale con un movente per mentire. Negli
anni che seguono, Bryan si ritroverà in un labirinto di manovre
legali e politiche, di razzismo palese e sfacciato, mentre combatte
per Walter, e altri come lui, con le probabilità – e il sistema –
contro.
Fanno parte del cast principale
anche Rob Morgan (“Mudbound”) nei panni di Herbert Richardson, un
detenuto che si trova nel braccio della morte in balia del proprio
destino; Tim Blake Nelson (“Wormwood”) nel ruolo di Ralph Myers, la
cui cruciale testimonianza contro Walter McMillian verrà messa in
discussione; Rafe Spall (“La grande scommessa”) è Tommy Chapman, il
procuratore distrettuale che si batte per la colpevolezza e la
condanna di Walter; O’ Shea Jackson Jr. (“Straight Outta Compton”)
nei panni di Anthony Ray Hinton, un altro detenuto condannato a
morte ingiustamente, la cui causa viene presa in carico da Bryan, e
Karan Kendrick (“Il coraggio della verità”) nel ruolo della moglie
di Walter, Minnie McMillian, che è sempre rimasta al fianco di suo
marito.
Il film è prodotto dal due volte
candidato all’Oscar® Gil Netter (“La vita di Pi”, “The Blind
Side”), Asher Goldstein (“Short Term 12”) e Michael B. Jordan, mentre Bryan Stevenson,
Mike Drake, Niija Kuykendall, Gabriel Hammond, Daniel Hammond,
Scott Budnick, Jeff Skoll e Charles D. King sono i produttori
esecutivi.
Cretton ha scritto la sceneggiatura
con Andrew Lanham (“Il castello di vetro”), basata sul libro di
Stevenson Just Mercy: A Story of Justice and Redemption
(Fazi Editore). Pubblicato nel 2014 da Spiegel & Grau, il libro è
stato per 180 settimane nella lista dei best seller del New
York Times, e nel complesso è stato nominato uno dei migliori
libri dell’anno da numerosi top outlets, tra cui
TIMEMagazine. Per la sua opera, Stevenson si è aggiudicato
inoltre la Andrew Carnegie Medal for Excellence, un NAACP Image
Award e il Dayton Literary Peace Prize per la Nonfiction.
La squadra creativa che ha
collaborato con Cretton dietro le quinte comprende il direttore
della fotografia Brett Pawlak, la scenografa Sharon Seymour, il
montatore Nat Sanders e il compositore Joel P. West, che hanno
tutti precedentemente collaborato con il regista in “Il castello di
vetro”. Fa parte del gruppo anche la costumista Francine
Jamison-Tanchuck (“Detroit”, “End of Justice – Nessuno è
innocente”).
Warner Bros. Pictures presenta, in
associazione con Endeavor Content/One Community/Participant
Media/Macro, una produzione Gil Netter, una produzione Outlier
Society: Il
diritto di opporsi
CONTENUTI
EXTRA
MAKING MERCY: Michael B. Jordan presenta la crew di
professionisti che, davanti e dietro la camera, ha messo tutta la
propria passione per onorare il racconto della storia di Bryan
Stevenson sul grande schermo
THE EQUAL JUSTICE INITIATIVE: Bryan Stevenson
e Michael B. Jordan raccontano la nascita e lo
sviluppo della Equal Justice Initiative, dai suoi modesti
inizi fino a diventare un potente protagonista del cambiamento,
capace di avere un impatto positivo sulla vita di migliaia di
persone, arrivando alla creazione del National Memorial for
Peace and Justice
THIS MOMENT DESERVES: Michael B. Jordan discute insieme alla sua
controparte fuori dallo schermo, il vero Bryan Stevenson, sulla
storia de Il
diritto di opporsi, sul perchè questo film sia
importante per il pubblico di oggi e sul processo creativo e le
ricerche svolte per adattare il libro al grande schermo
Mad Max: Fury
Road di George Miller è stato
uno degli ultimi film, arrivati in sala di recente, che ha davvero
fatto innamorare gli amanti del cinema, dell’avventura e del grande
schermo.
Il regista ha diretto Charlize
Theron e Tom Hardy, nei panni di Furiosa e Max, facendo
di loro due vere e proprie icone del cinema moderno, pur spingendo
al limite i due attori. Sono state frequenti infatti le voci di
liti e screzi sul set, soprattutto trai due protagonisti.
Adesso, in una lunga intervista
concessa al New York Times, le due star hanno parlato nel
dettaglio delle loro discussioni e di qual è stata la causa
scatenante dei litigi sul set.
Theron ha dichiarato:
“Ripensandoci non avevo capito realmente cosa deve aver provato
Tom Hardy nel raccogliere l’eredità di Mel Gibson. Deve essere
spaventoso! E credo che a causa della mia paura abbiamo alzato
delle barriere per proteggerci invece che dirci ‘Questo è
spaventoso per te e lo è anche per me. Cerchiamo di essere gentili
tra di noi’. In un modo strano stavamo agendo come i nostri
personaggi: tutto riguardava la sopravvivenza“.
Aggiungendo poi: “La cosa più
forte che ci stava facendo portare avanti l’intera produzione era
la paura. Ero incredibilmente spaventata perché non ho avevo mai
fatto niente di simile. Credo che la cosa più difficile tra me e
George fosse che lui aveva il film nella sua testa e io cercavo
disperatamente di capirlo“.
Tom Hardy ha detto
in merito: “Sotto molti punti di vista era troppo per me. La
pressione su entrambi alle volte era troppa. Ciò di cui avevo
bisogno era un partner con più esperienza rispetto a me. Ed è
qualcosa che non si può fingere. Voglio pensare che ora che sono
più vecchio e brutto sarei all’altezza della situazione“.
Hardy ha poi proseguito, spiegando
che le riprese si svolgevano in pochissimo tempo, era un set molto
veloce e gli attori dovevano fidarsi del regista ciecamente, ma
spesso non sapevano in che modo avrebbe agito. Questo, ovviamente,
generava tensione.
Stando a quanto hanno dichiarato
anche Rosie Huntington-Whitley e
Zoe Kravitz in merito ai difficili rapporti sul
set del film, sembra opinione condivisa che la visione di Miller
era così totale e completa che nessuno riusciva a stargli dietro, e
in un film così impegnativo, anche fisicamente, deve essere un
elemento che sicuramente aumenta la tensione.
Tuttavia, dal canto suo, anche
George Miller ha sofferto molto queste riprese,
tanto che la moglie ha dichiarato in passato: “Alla fine
delle riprese, dopo sei mesi, era quasi a pezzi. Ero
preoccupata per lui. Avreste dovuto vederlo alla fine delle
riprese, era così magro“.
Invece di un compenso economico, la
compianta Carrie Fisher, la celeberrima Leia della saga
di Star Wars, chiese qualcosa di
molto particolare come “riconoscimento” per la sua apparizione nei
panni di una suora in Jay & Silent Bob… Fermate
Hollywood!, il film del 2001 scritto, diretto e
prodotto da Kevin Smith.
A rivelarlo è stato lo stesso Smith
via
Twitter, durante un #QuarantineWatchParty
dedicato proprio al film: “Carrie Fisher ha accettato di
apparire in Fermate Hollywood! gratis”, si legge nel tweet del
regista. “Ha soltanto richiesto che le comprassimo un paio di
antiche sedie di castoro. Quando l’ho incontrata sul set le ho
chiesto: ‘Perché le sedie?, e lei mi ha risposto: ‘Pensavo che il
castoro potesse rappresentare una valuta ironica adeguata per
essere nel tuo film’. L’amavo davvero tanto…”
Carrie Fisher ha raggiunto la fama
internazionale grazie al ruolo della Principessa (poi Generale)
Leia nella saga di Star Wars. La sua prima
apparizione nel franchise risale al 1977, nel film Una Nuova Speranza.
L’attrice è tragicamente scomparsa il 27 dicembre 2016, all’età di
60 anni. L’ultima volta che l’abbiamo vista nella celebre saga
fantascientifica è stato lo scorso Dicembre, quando l’utilizzo di
materiale d’archivio ha permesso che il personaggio di Leia fosse
comunque presente ne L’Ascesa di Skywalker.
Jay & Silent Bob…
Fermate Hollywood! raccontava una spassosissima
avventura dei due personaggi più iconici del View
Askewniverse ideato da Smith: nel film, i personaggi del
titolo si recavano a Hollywood per impedire la realizzazione di un
film. Anche Mark Hamill, interprete di Luke Skywalker
nella saga di Star Wars e grande amico della
Fisher, aveva un cameo nella pellicola.
Nel 2019 Kevin Smith ha realizzato Jay e Silent Bob – Ritorno a Hollywood, in cui
sia lui che Jason Mewes sono tornati nei panni dei
due protagonisti. Il film è uscito negli Stati Uniti direttamente
in VOD.
Arriva da
Deadline la notizia di un nuovo ingresso nel cast di
The Mandalorian 2, poco dopo l’annuncio
di Temuera Morrison. Secondo quanto apprendiamo dal
noto sito Americano Katee Sackhoff è stato
ingaggiato per la seconda stagione.
L’attrice che presta la voce a
Bo-Katan Kryze in Star
Wars: The Clone Wars e Star Wars Rebels interpreterà la
versione live-action del personaggio in The Mandalorian 2. Bo-Katan
ha fatto il suo debutto nella stagione 4 di Clone Wars, che ha
appena avuto il suo finale di serie. Il personaggio è stato
determinante in una trama persistente che ha coinvolto Darksaber in
entrambe le trame di Clone Wars e Rebels.
The Mandalorian
2
The Mandalorian 2
è la seconda stagione della serie tv live action
The
Mandalorian basata sull’universo di Star
Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma
streaming Disney+.
Ambientata nell’universo di Guerre
stellari dopo le vicende de Il
ritorno dello Jedi e prima di Star
Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure
di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova
Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa
l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini
dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie.
Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del
Primo Ordine, The
Mandalorian racconta le difficoltà di un
pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia,
lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come
protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.
La
serie è prodotta e scritta da Jon
Favreau (già produttore de Il Re
Leone e delle saghe
di Avengers e Iron Man). Nel cast
anche Gina
Carano (Deadpool, Fast
and Furious); Carl Weathers (Apollo
Creed nella saga di Rocky), Nick
Nolte (Cape Fear, Il Principe delle
maree), Emily
Swallow (Supernatural, Le regole
del delitto perfetto), Taika
Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo
Rabbit), Giancarlo
Esposito (Fa’ la cosa
giusta, Breaking Bad) e Omid
Abtahi (24, Homeland, Star
Wars: The Clone Wars).
The
Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è
la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi,
racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando
nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un
guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio,
guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A
interpretarlo Pedro
Pascal (Game of
Thrones, Narcos).
È
Animationmagazine.net a riportare in esclusiva che il regista
Genndy Tartakovsky, conosciuto principalmente per
aver diretto i tre film della saga animata di Hotel
Transylvania, è tornato ad occuparsi dello
sviluppo di un nuovo film d’animazione basato su Braccio di
Ferro, il celeberrimo personaggio dei fumetti creato
da Elzie Crisler Segar.
Genndy Tartakovsky
aveva iniziato a lavorare al film nel lontano 2012, quando il
progetto era nelle mani della Sony Pictures. Adesso il regista,
sceneggiatore e animatore collaborerà con la King
Features alla realizzazione del film. Tartakovsky aveva
abbandonato l’idea di una pellicola animata dedicata a
Popeye nel 2015, quando scelse di dedicarsi ad un altro
progetto, il mai realizzato Can You
Imagine?. All’epoca vennero anche diffuse online
le primissime immagini del film animato:
Quando nel 2014 Tartakovsky
annunciò di aver accantonato il progetto, il regista dichiarò
quanto segue: “Avevamo realizzato davvero un bello screening,
il test d’animazione era stato apprezzato da tutti… insomma, le
reazioni sono state positive. Amavo quello che stavo facendo, la la
Sony sta andando incontro a cambiamenti importanti e ad un certo
punto non sapevo più se avevano intenzione di portare avanti il
Braccio di Ferro che aveva in mente di fare. Quindi dovevo prendere
una decisione. Non è mai facile lasciare un progetto, ma d’altronde
si tratta anche di affari”.
All’epoca, la sceneggiatura del film
era stata affidata a T.J. Fixman(Ratchet &
Clank), incaricato di rimaneggiare lo script messo insieme da
Jay Scherick e David Ronn. Al
momento non ci sono ulteriori dettagli sulla nuova direzione che
prenderà il redivivo progetto su Braccio di Ferro.
Genndy Tartakovsky torna al
lavoro sul film d’animazione dedicato a Braccio di Ferro
Creato da E.C.
Segar, Braccio di Ferro apparve per la prima volta nelle
strisce a fumetti Thimble Theater nel 1929. Solo dopo divenne il
protagonista di una striscia a fumetti tutta sua. Nel 1933 The
Fleischers cominciò a lavorarci per realizzarne figure animate e
nel 1940 arrivò in tv con i cartoni animati. Nel 1980 Braccio di
Ferro divenne addirittura il protagonista di un film live action,
diretto dal grande Robert Altman e
interpretato dal compianto Robin
Williams.
Sulla trama di Tenet
vige ancora il più assoluto mistero, e quasi sicuramente nulla
verrà rivelato sulla storia del nuovo attesissimo film di Christopher Nolan fino a quando non arriverà
il fatidico giorno del debutto in sala. I film di Nolan sono sempre
stati avvolti da un’aura di segretezza, e la Warner Bros. non ha
cambiato strategia neanche per l’ultima fatica dell’acclamato
regista, che già promette di essere ancora più complessa dei
precedenti
Inception e
Interstellar.
Adesso però, in una recente
intervista con
GQ,
Robert Pattinsonsi è inaspettatamente sbottonato
a proposito della trama, confermando che dettaglio sul film che – a
questo punto – contraddice quanto spifferato dal web negli ultimi
mesi. In base a ciò che sappiamo (e che abbiamo avuto modo di
vedere grazie al
primo trailer ufficiale), Tenetsarà
ambientato nel mondo dello spionaggio internazionale, con i
protagonisti che dovranno impegnarsi per evitare lo sviluppo di un
evento catastrofico su scala mondiale.
A lungo si è parlato del fatto che
nel film ci sarebbero stati anche dei viaggi nel tempo, ma è stato
proprio Pattinson a rivelare che non sarà così. Il nuovo Batman
cinematografico, infatti, non ha soltanto ribadito –
al pari del collega Michael Caine – di non
sapere effettivamente quale sia la trama del film, ma anche
specificato che non ci sarà alcun viaggio nel tempo: “Il mio
personaggio non è un viaggiatore del tempo. In realtà, non ci sono
proprio viaggi nel tempo. È l’unica cosa che sono autorizzato a
dire”, ha spiegato divertito Pattinson.
Anche se potrebbe non esserci un
viaggio nel tempo nel senso più letterale del termine, è innegabile
da quei pochi indizi sulla trama a nostra disposizione che, in un
modo o nell’altro, Tenet giocherà
molto a mescolare le coordinate spazio-temporali.
Un libro interamente dedicato al backstage della pellicola –
già disponibile per il pre-order su Amazon – ha
anticipato che il film racconterà una “Guerra Fredda
quantica”.
Tenet, il
nuovo film di Christopher
Nolan, vede protagonista John David
Washington insieme a Robert
Pattinson e Elizabeth
Debicki.
Con Tenet, i
fan stanno pensando che la fine di Inception è
stata reale, non si sia trattato di un sogno, e che ora vedremo la
storia di quei bambini, espandendo così l’universo di Inception,
consentendo anche l’esplorazione di nuovi temi e nuove storie. Come
ipotizzato da The Hollywood Reporter, Tenetpotrebbe
rivelare che la tecnologia dei sogni sviluppata per i militari
in Inception è
andata ancora oltre, o è stata sviluppata in qualcosa di ancora più
pericoloso, questa volta permettendo alle missioni di spionaggio di
non funzionare nel regno dei sogni ma di attraversare tempo.
Forse gli eventi di Inception hanno
avuto conseguenze terribili e impreviste, portando la prossima
generazione a dover affrontare proprio quei cambiamenti.
È possibile, anzi probabile,
che Tenet sia
completamente scollegato da Inception. Una
delle cose che rende così affascinante il film del 2012 è il finale
ambiguo, dato che i fan possono decidere da soli se il ritorno a
casa di Dom nella sua famiglia è reale o è un sogno. Se Tenet
fosse davvero un sequel di Inception, potrebbe risolvere questa
ambiguità. Ma per ora si tratta solo di congetture.
Il film, il primo lungometraggio di
Nolan dal 2017, anno di Dunkirk,
viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo
dello spionaggio internazionale. Il regista ha scritto la
sceneggiatura da un’idea originale e le riprese in sette paesi sono
ora in corso. Lo studio ha già fissato la data di uscita per il 17
luglio 2020. Nolan ed Emma Thomas producono, con Thomas Hayslip
produttore esecutivo. Il team di Tenet include
il direttore della fotografia di Dunkirk Hoyte van Hoytema (girato in un
mix di Imax e 70mm) e la montatrice Jennifer Lame, lo
scenografo Nathan Crowley, il costumista Jeffrey
Kurland e il supervisore del VFX Andrew Jackson.
Charlie Cox ha rischiato di interpretare
Superman in un film DC mai realizzato e pensato,
all’epoca, da Matthew Vaughn (che aveva diretto Cox in
Stardust) e Mark Millar. Il regista
americano e il fumettista scozzese hanno lavorato insieme diverse
volte nel corso degli anni: Vaughn, infatti, ha portato al cinema
diversi fumetti di Millar, come
Kick-Ass e Kingsman.
Anni prima della realizzazione dei
due film sopracitati, e prima ancora della nascita del DCEU,
Matthew Vaughn e Mark Millar
ebbero un’idea per rilanciare il personaggio di Superman al cinema.
Non sappiamo fino a che punto dello sviluppo del progetto il duo si
sia effettivamente spinto (Millar ha più volte dichiarato che non
arrivarono mai a scrivere un vero pitch), ma sembra che nei loro
intenti ci fosse la realizzazione di una vera e propria trilogia.
Ovviamente, il progetto non ha mai visto la luce, dal momento che –
come la storia ci insegna – l’eroe kryptoniano è tornato al cinema
grazie ad un progetto totalmente differente, ossia L’Uomo d’Acciaio di Zack
Snyder.
In una recente intervista con
The Aspiring Kryptonian,
Millar è tornato a parlare del film mai realizzato, rivelando che
all’epoca Vaughn avrebbe voluto Charlie Cox (che
in seguito sarebbe diventato il Daredevil della
Marvel nell’omonima serie tv
targata Netflix) per il ruolo di Superman: “Matthew aveva
già lavorato con Charlie per Stardust, circa uno o due anni
prima”, ha spiegato il fumettista. “Pensava ci fosse
davvero qualcosa di attraente in merito a Charlie. Sapeva che la
stazza di Charlie non si adattava alle tradizionali dimensioni di
Superman, ma continuava a dire: ‘Assomiglia un po’ al Superman
della Golden Age, quando è un po’ più simile ad un qualunque essere
umano.”
Tornando al presente, non sappiamo
ancora se Henry Cavill – Superman
attualmente in carica – tornerà a vestire i panni del supereroe sul
grande schermo. L’attore ha più volte dichiarato di non aver ancora
chiuso con il personaggio, ma ad oggi i piani della Warner Bros. e
della DC Films in merito al futuro cinematografico dell’Uomo
d’Acciaio sono ancora avvolti nel mistero.
Ricordiamo che al
momento Henry
Cavill è la star della serie The
Witcher disponibile su Netflix, in cui
interpreta l’eroe Geralt di Rivia. Di recente è emerso che l’attore
potrebbe interpretare un “mutante famoso” in Captain
Marvel 2, ma per ora non esiste ancora una
conferma ufficiale.
Robert Pattinson, star dell’attesissimo
The
Batman, ha rivelato che inizialmente non
sapeva se accettare o meno il ruolo del Crociato di Gotham. Per
qualsiasi attore di tratta di una grande responsabilità e, senza
ombra di dubbio, di una parte che può segnare profondamente la
carriera di un interprete (basti pensare a George Clooney, ancora oggi criticato per la
sua incarnazione del Cavaliere Oscuro in Batman &
Robin).
Robert Pattinson non è di certo estraneo a
ruoli in grado di catalizzare l’attenzione a livello
internazionale, basti pensare al personaggio di Edward Cullen
interpretato nella saga di Twilight. Eppure, interpretare un
personaggio come quello di Batman rappresenta una
sfida ancora più grande, dal momento che si tratta di una parte che
ha avuto già diverse iterazioni in passato, ognuna con risultati
molto differenti.
In una recente intervista con
GQ, Pattison ha parlato proprio del mondo in cui ha deciso di
preparsi al suo debutto nei panni del Crociato di Gotham. Proprio
come Clooney, l’attore era piuttosto scettico all’idea di accettare
l’iconico ruolo nel film di Matt Reeves, ma invece
di permettere alle paure e ai timori di prendere il sopravvento,
l’attore ha scelto di concentrarsi sulla grande opportunità che gli
era stata concessa e di prendere spunto da tutte le precedenti
incarnazioni del personaggio:
“Pensavo che fosse divertente il
fatto che si trattasse di un personaggio che era già stato portato
tante e tanto volte sul grande schermo. Quindi, si è trattato di
capire dove fosse il divario. Abbiamo visto così tante versioni di
Batman che alla fine mi sono ritrovato di fronte ad una sorta di
puzzle davvero soddisfacente, in cui c’era bisogno di inserire una
nuova sfumatura. Pensavo: quale sarà il mio posto in tutto ciò? C’è
qualcosa dentro di me che potrebbe aiutarmi ad interpretarlo al
meglio? E poi… c’è tutto il discorso legato all’eredità del
personaggio, che è un qualcosa che mi piace molto.”
Sappiamo che le riprese di
The
Batman sono state momentaneamente sospese a
causa della pandemia di Covid-19. Sempre nella medesima intervista,
Pattinson ha rivelato di essere in isolamento a Londra,
nell’appartamento che la Warner Bros. ha affittato per lui e la sua
ragazza, e ha parlato di come le sue giornate siano comunque
focalizzate sulla preparazione al ruolo. Nello specifico, l’attore
continua a tenersi in forma attraverso un programma alimentare che
la major ha stabilito per lui: “Devo seguire un regime
alimentare per Batman. Grazie a Dio. Altrimenti non so cosa avrei
fatto.”
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Mark Hamill ha ripreso il ruolo di Luke
Skywalker ne L’Ascesa di Skywalker, il
terzo e ultimo capitolo della trilogia sequel di Star Wars. Uscito nelle sale di tutto il
mondo lo scorso Dicembre (e disponibile dallo scorso 4 Maggio su
Disney+), il film ha ufficialmente chiuso la “saga degli
Skywalker”, iniziata nel lontano 1977 con il primissimo Una Nuova Speranza (in cui,
ovviamente, recitava anche Hamill).
Sappiamo che nel futuro
cinematografico della saga ci sarà spazio per nuovi personaggi che,
attraverso le loro storyline, dovrebbero andare a costituire
l’assetto di una nuova mitologia (ricordiamo che uno dei prossimi
film del franchise sarà diretto da Taika Waititi, regista di Thor:
Ragnarok e JoJo
Rabbit). In una recente intervista con Entertainment
Weekly, Mark Hamill ha parlato della possibilità
di tornare a vestire i panni di Luke Skywalker nella saga, e sembra
proprio che quello sia ormai un capitolo definitivamente chiuso per
l’attore:
“Non riesco proprio ad
immaginare di poter tornare. Il mio personaggio ha avuto un inizio,
un centro e una fine. Quei film mi hanno dato più di quanto potessi
mai aspettarmi, ma non ho mai pensato di poter fare ritorno. Il mio
addio è stato in Episodio IX, ed è stato un addio agrodolce. Amo
tutte le persone che hanno lavorato alla saga e nutro un profondo
affetto per George Lucas e per il personaggio che ha creato. Sono
veramente grato per ciò che è riuscito a regalarmi e per la mia
carriera, ma non voglio essere avido. Ci sono ancora tante grandi
storie da raccontare e tanti grandi attori per raccontarle. Non
hanno più bisogno di me.”
Dopo la conclusione della “saga
degli Skywalker” lo scorso dicembre, con l’uscita in sala di
L’Ascesa di Skywalker, la saga
continua nelle sue declinazioni fumettistiche e con le serie tv,
tra cui The
Mandalorian che, dopo una stagione di grande
successo conclusasi il 2 maggio, è stata rinnovata per un secondo
ciclo.
Rosie
Huntington-Whiteley è oggi una delle più affermate modelle
del momento, protagonista di numerose celebri campagne che l’hanno
portata ad essere una vera e propria icona. Nel corso della sua
carriera ha poi avuto modo di recitare anche in due film di grande
successo, che le hanno permesso di mettere in mostra le proprie
qualità da interprete.
Ecco 10 cose che non sai di
Rosie Huntington-Whiteley.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Rosie Huntington-Whiteley: i film
in cui ha recitato
10. Ha recitato in due noti
lungometraggi. La ancora esigua filmografie dell’attrice
si compone di due titoli particolarmente celebri. Il primo è il
film Transformers
3 (2011), dove recita accanto all’attore Shia
LaBeouf, nel ruolo di Carly. Successivamente, nel
2015, ricopre il ruolo di Angharad la splendida in Mad Max: Fury
Road, con protagonista Tom
Hardy. Al momento, l’attrice non sembra avere altri
progetti in lavorazione.
9. È stata nominata per un
indesiderato premio. Per il suo ruolo nel film
Transformers 3, l’attrice ha ricevuto due nomination ai
temuti Razzie Awards, ovvero i premi al peggio del cinema. Le due
categorie in cui è stata candidata sono quella per la peggior
attrice non protagonista e quella per la peggior coppia sullo
schermo. Per sua fortuna, non ha trionfato né nell’una né
nell’altra.
Rosie Huntington-Whiteley è su
Instagram
8. Ha un account
personale. La modella è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 11,3 milioni di persone. Qui è
solita condividere immagini personali, siano esse di svago che
legate al suo lavoro. Sono molto presenti, infatti, foto tratte da
servizi fotografici, ma non mancano anche elementi della sua
quotidianità.
7. Possiede un profilo per
la sua linea di prodotti di bellezza. La
Huntington-Whiteley gestisce anche il profilo Rose Inc., seguito da
318 mila persone, dove pubblicizza la propria linea di cosmetici.
Si possono qui ritrovare diversi tutorial e immagini dimostrative
delle proprietà di tali prodotti.
Rosie Huntington-Whiteley: chi è
suo marito
6. Ha una relazione con un
noto attore. Dal 2010, la modella ha una relazione con
l’attore Jason
Statham, celebre per film come Fast & Furious –
Hobbs & Shaw e I mercenari.
La coppia ha poi ufficializzato il fidanzamento nel gennaio del
2016, e nell’attesa del matrimonio hanno dato vita al loro primo
figlio, nato nel 2017.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Rosie Huntington-Whiteley: il suo
fisico
5. Fu vittima di
bullismo. L’attrice ha raccontato di essere stata vittima
di bullismo durante gli anni del liceo, attaccata per via del
proprio fisico, giudicato acerbo. Ciò la spinse a prendere lezioni
di judo, grazie al quale ha potuto irrobustirsi e sviluppare un
fisico particolarmente curato.
4. Ha recitato in alcune
note campagne pubblicitarie. Per la Mark &
Spencer, nel 2013 la Huntington-Whiteley ha preso parte alle
pubblicità ispirate alle favole di Alice nel Paese delle
Meraviglie, Il mago di Oz e Aladino. Qui ha modo di
recitare con l’attrice Helena Bonham
Carter, nota proprio per aver interpretato la Regina
di Cuori in Alice in Wonderland.
3. È una delle modelle più
pagate al mondo. Grazie alla sua collaborazione con alcuni
dei principali marchi di moda, come Valentino, Louis Vuitton, e
Kenzo, la modella ha raggiunto compensi particolarmente elevanti,
stabiliti tra i 9 e gli 11,5 milioni di dollari. Ciò le ha permesso
di essere indicata dalla rivista Forbes come una delle modelle più
pagate al mondo.
Rosie Huntington-Whiteley in Mad
Max
2. Ha indossato una
particolare protesi. Nel film Mad Max: Fury Road,
l’attrice interpreta una delle “Cinque Mogli” destinate ad
accoppiarsi con Immortan Joe per dare vita ad una nuova stirpe.
Poiché nel film il suo personaggio è incinta, l’attrice ha dovuto
indossare una speciale protesi che le conferisse il tipico
“pancione”. Questo ha inoltre limitato i suoi movimenti,
costringendola a lavorare sulla propria mobilità.
Rosie Huntington-Whiteley: età e
altezza
1. Rosie Huntington-Whiteley
è nata a Plymouth, in Inghilterra, il 18 aprile 1987.
L’attrice e modella è alta complessivamente 175 centimetri.
Il regista e sceneggiatore
Akiva Goldsman, in una recente intervista con
Collider, ha parlato della versione mai realizzata di
Batman v Superman che avrebbe
dovuto vedere Colin Farrell nei panni del Crociato di Gotham
e Jude Law in quelli dell’Uomo d’Acciaio, con
Wolfgang Petersen impegnato dietro la macchina da
presa. Il progetto, che risale agli inizi del 2000, non entrò mai
in produzione e al suo posto la Warner Bros. decise di realizzare
Troy, diretto sempre da Petersen e con
protagonista
Brad Pitt.
Akiva Goldsman è
noto per aver curato le sceneggiature di Batman Forever e
Batman & Robin, entrambi diretti da Joel Schumacher.
Stando a quanto rivelato dallo stesso alla fonte, la versione mai
realizzata di Batman v Superman era
basata sulla collana antologica a fumetti “World’s
Finest“. I toni del film erano oscuri e molti inquietanti,
e la storia avrebbe incluso anche il funerale di Alfred e
l’omicidio della moglie di Bruce per mano del Joker. A proposito
della sceneggiatura del film, Goldsman ha spiegato:
“Ho scritto questa versione di
Batman v Superman, intorno al 2001 o forse al 2002. Colin Farrell
doveva interpretare Batman e Jude Law doveva interpretare Superman.
Il regista Wolfgang Petersen avrebbe dovuto dirigere il film.
Eravamo impegnati con la pre-produzione e sarebbe stata la cosa più
dark che avreste mai visto. La storia partiva dal funerale di
Alfred, con Bruce che si era innamorato e aveva rinunciato ad
essere Batman. Il Joker aveva ucciso sua moglie, ma poi avremmo
scoperto che era tutto una menzogna. Quella relazione era stata
architettata dal Joker per distruggere Bruce. All’epoca c’era la
possibilità di trasformare questo tipo di storie in una
sceneggiatura, ma la verità è che forse il mondo non era pronto ad
accoglierle. Ad ogni modo, credo che le aspettative sul progetto –
sotto diversi punti di vista – non si stessero concretizzando nel
modo in cui volevamo quando abbiamo scritto il film.”
Circa quindici anni dopo,
precisamente nel 2016, Batman v Superman è finalmente
arrivato sul grande schermo, come parte del DCEU: un progetto
totalmente diverso da quello pensato da Goldsman, che ha visto
Zack Snyder dietro la macchina da presa e Ben Affleck e Henry Cavill nei panni dei due eroi
protagonisti, e che non ha mancato di dividere tanto la critica
quanto il pubblico.
L’attore Sam
Worthington si è reso noto al grande pubblico grazie alla
sua partecipazione ad alcuni dei maggiori blockbuster degli ultimi
anni. In particolare, ha dimostrato una predilezione per i generi
action e avventura, distinguendosi come l’eroe in grado di
affrontare sfide titaniche. L’attore è ora atteso, nei prossimi
anni, come protagonista dei sequel del film che lo resero
celebre.
9. Ha recitato per la
televisione. Nel corso della sua carriera l’attore ha
compiuto una serie di sporadiche apparizioni anche sul piccolo
schermo. I ruoli di maggior rilievo sono stati quelli per per le
serie Love My Way (2004-2005) e The Surgeon
(2005). Nel 2017 è però protagonista della miniserie Manhunt:
Unabomber, dove ricopre il ruolo di Jim Fitzgerald, profiler
dell’FBI che
viene inviato ad individuare il noto terrorista, interpretato
dall’attore Paul
Bettany.
Sam Worthington: chi è sua
moglie
8. È sposato.
Nell’ottobre del 2013 l’attore ha confermato le voci che lo
vedevano impegnato in una relazione con la modella Lara
Bingle. Un anno dopo, nel dicembre del 2014 i due si sono
ufficialmente sposati, dando poi la luce al primo figlio, nato nel
2015. Nel 2016 nasce invece il secondo figlio. Particolarmente
riservata, la coppia non è solita rilasciare grandi dichiarazioni
riguardo la propria vita sentimentale.
Sam Worthington in Scontro tra
titani
7. Non ha indossato veri
sandali. Ambientato al tempo delle divinità greche, il
film vede l’eroe Perseo cercare di riportare la pace nella propria
terra. Nel film, dunque, l’attore indossa abiti usati comunemente
dai guerrieri di quel tempo. I suoi sandali, tuttavia, sono in
realtà delle scarpe Nike realizzate appositamente per l’occasione.
Utilizzare una riproduzione delle calzature dell’epoca gli avrebbe
infatti impedito di eseguire al meglio le coreografie
richieste.
6. Avrebbe dovuto avere i
capelli lunghi. Inizialmente, il suo personaggio era
previsto che avesse i capelli lunghi, e che solo in seguito se li
tagliasse. Tuttavia, la produzione decise di scartare quest’idea,
considerando anche che l’attore in quel momento portava un taglio
già corto per le riprese del film Avatar.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Sam Worthington in Avatar
5. È il film che gli ha
cambiato la vita. Worthington ha raccontato come prima di
Avatar fosse solito vivere di stenti. L’attore si era
infatti ridotto a vivere nella sua macchina, senza averi. Quando
venne chiamato a sostenere un provino per il film, non gli venne
rivelato nulla a riguardo, né il nome del regista né l’argomento
della sceneggiatura. Worthington era inizialmente seccato, poiché
temeva si sarebbe rivelata una perdita di tempo, salvo poi scoprire
solo in seguito la portata del progetto.
4. È stato aiutato dal suo
essere sconosciuto. Per il ruolo del protagonista, lo
studios voleva nomi di attori già celebri, ma il regista
James Cameron decise in modo irremovibile di
affidare la parte a Worthington, poiché il suo essere sconosciuto
lo rendeva perfetto affinché lo spettatore potesse immedesimarsi
nelle sue avventure.
3. Ha avuto difficoltà a
recitare con un accento diverso. Essendo cresciuto in
Australia, l’attore sfoggia l’accento tipico della sua terra. In
un’intervista, ha raccontato che per lui è stato più facile
imparare la lingua dei Na’vi che riuscire a recitare con un
corretto accento americano.
Sam Worthington in Avatar 2
2. Sarà nuovamente
protagonista nel sequel. A più di dieci anni di distanza,
Worthington è pronto a riprendere il ruolo che lo ha reso celebre
in Avatar 2,
primo dei quattro annunciati sequel dell’originale. L’attore,
attualmente impegnato nelle riprese, ha raccontato di come la
produzione di questo secondo film superi di gran lunga la portata
del primo, lasciando immaginare un evento cinematografico senza
precedenti.
Sam Worthington: età e altezza
1. Sam Worthington è nato a
Godalming, in Inghilterra, il 2 agosto 1976. L’attore è
alto complessivamente 178 centimetri.
Tra le più grintose attrici di
Hollywood, Gina Carano si è costruita una fama da
vera dura grazie alla sua partecipazione a film d’azione con grandi
scene di combattimento. Prima di approdare alla recitazione, la
Carano ha infatti avuto una carriera nel mondo delle arti marziali
miste, che l’hanno aiutata a formare il fisico che oggi sfrutta per
ricoprire i ruoli che le vengono offerti.
Ecco 10 cose che non sai di
Gina Carano.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Gina Carano: i suoi film e le serie
TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi d’azione. Dopo aver debuttato nella
recitazione con il film Blood and Bone (2009), l’attrice
arriva sul grande schermo con il film Knockout – Resa dei
conti (2012), di Steven
Soderbergh, per poi prendere parte a Fast & Furious
6 (2013), con Vin
Diesel, In the Blood (2013), Bus 657
(2013), Extraxtion (2015), con Bruce
Willis, e Deadpool
(2016), dove recita accanto a Ryan
Reynolds ed Ed
Skrein. Negli ultimi anni ha poi preso parte a
Kickboxer – La vendetta del guerriero (2016), Scorched
Earth – Cacciatrice di taglie (2018) e Daughter of the
Wolf – La figlia del lupo (2019).
9. Ha recitato in una nota
serie TV. Dopo essere comparsa nell’episodio
Unbound, della prima stagione di Almost Human
(2014), con Karl
Urban, l’attrice ha guadagnato maggior popolarità sul
piccolo schermo dando vita al ruolo di Cara Dune
nella serie Disney+The Mandalorian (2019), dove ha
recitato accanto a Pedro
Pascal.
Gina Carano e l’MMA
8. È stata una lottatrice
professionista. Dal 2006 al 2009 la Carano si è cimentata
con ottimi risultati nel mondo delle arti marziali miste. Ha
combattuto in particolare per le organizzazioni Strikeforce ed
EliteXC, arrivando a detenere il record personale di 7 vittorie e
una sola sconfitta. Ha inoltre gareggiato per il titolo dei pesi
piuma, senza però riuscire ad ottenerlo.
7. Ha ottenuto un importante
riconoscimento. Durante il suo periodo di attività, la
Carano è stata indicata tra le prime dieci lottatrici al mondo per
la sua categoria di peso. Nel 2008, visti i suoi successi e la sua
popolarità, ha ottenuto il premio come lottatrice donna dell’anno
ai Fighters Only World MMA.
Gina Carano e Henry Cavill
6. Ha avuto una relazione
con il noto attore. Nel settembre del 2013 viene rivelata
la relazione tra la Carano e l’attore Henry
Cavill, noto per il ruolo di Superman nell’DC
Extended Universe. La coppia sta insieme però soltanto pochi
mesi, annunciando una prima separazione nel maggio del 2013.
Nell’ottobre dello stesso anno viene poi confermato un loro ritorno
di fiamma, che li porterà a stare insieme per circa un anno, fino
all’autunno del 2014.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Gina Carano in Deadpool
5. Voleva indossare delle
speciali lenti. Per ricoprire il ruolo della mutante Angel
Dust, l’attrice propose di indossare delle lenti a contatto che
conferissero ai suoi occhi un’iride di color giallo. Ciò le avrebbe
permesso di assomigliare ulteriormente al personaggio dei fumetti.
Tuttavia, l’addetto al trucco rifiutò tale richiesta, sostenendo
che gli occhi gialli avrebbero ricordato i vampiri del film
Twilight.
4. Aveva timore ad essere
troppo aggressiva. Il protagonista Ryan
Reynolds ha raccontato che nelle scene di combattimento
tra i protagonisti la Carano manifestava più volte il timore di
fare realmente male a qualcuno. Anche se colpito dalla sua
gentilezza, l’attore dovette comunque chiederle di trattarlo con
più aggressività, affinché il loro scontro potesse risultare più
realistico.
3. Non aveva paura di farsi
male. Se l’attrice manifestava timore per l’incolumità
altrui, altrettanto non fece per sé stessa. Si rese infatti
disponibile ad eseguire personale le scene di combattimento o le
spericolate acrobazie, senza dover ricorrere a controfigure. A
spaventarla, invece, erano i ragni in cui temeva di imbattersi
nella scena dello scontro nella discarica.
Gina Carano in The Mandalorian
2. Ha imparato ad accettarsi
grazie al suo ruolo nella serie. La Carano ha raccontato
di aver pensato più volte di abbandonare la recitazione, sentendosi
lontana e inadeguata rispetto all’attrice standard. Interpretando
il personaggio di Cara Dunne in The Mandalorian, ha però iniziato a
sentirsi sempre più legata a tale mestiere, comprendendosi e
accettandosi per il tipo di attrice che è, e che può diventare.
Gina Carano: età e altezza
1. Gina Carano è nata a
Dallas, in Texas, Stati Uniti, il 16 aprile 1982.
L’attrice è alta complessivamente 173 centimetri.
Divisa tra cinema e televisione,
l’attrice Kelly Reilly ha negli anni costruito la
propria carriera recitando in alcuni celebri titoli, dando prova di
versatilità e carisma. Attualmente impegnata sul piccolo schermo,
la Reilly è oggi apprezzata per il suo ruolo di Beth Dutton nella
serie Yellowstone,
grazie alla quale ha ottenuto nuova popolarità.
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera sono
molti i titoli televisivi a cui l’attrice ha preso parte, ma tra i
più significativi si annoverano le serie Above
Suspicion (2009-2012), Black
Box(2014) e True
Detective(2015), dove ha recitato nella seconda
stagione nel ruolo di Jordan Semyon, accanto agli
attori Colin
Farrelle Vince
Vaugh. Successivamente recita in Britannia
(2017-2018), mentre dal 2018 è tra i protagonista di Yellowstone,
recitando accanto a Kevin
Costner.
8. Ha prodotto una serie
TV. In un’occasione, la Reilly ha ricoperto il ruolo di
produttrice per una serie di cui è stata anche protagonista. Si
tratta di Black Box, dove l’attrice dà vita al personaggio
della neuroscienziata Catherine Black, la quale in prima persona
soffre di problemi neurologici, nascondendo però numerosi altri
segreti. Composta di soli 13 episodi, la serie è andata in onda nel
2014.
Kelly Reilly è su Instagram
7. Ha un account
personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 78,3 mila persone. All’interno
di questo la Reilly è solita condividere fotografie scattate
durante i set a cui prende parte, come anche immagini promozionali
dei suoi progetti recenti o imminenti. Non mancano ovviamente anche
foto ritraenti momenti di svago o curiosità a lei legate.
Kelly Reilly in Flight
6. Ha ottenuto il ruolo
grazie ad un provino molto convincente. Protagonista
femminile del film Flight, dove ha una relazione con il
personaggio interpretato da Denzel
Washington, la Reilly fu scelta dopo che ebbe inviato
un video provino alla direttrice del casting. Questa rimase
particolarmente sorpresa dalla capacità della Reilly di rendere
umano un personaggio tossicodipendente, e dopo averla mostrata al
regista, questi la confermò per il ruolo.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Kelly Reilly in True Detective
5. Aveva sostenuto il
provino per un altro ruolo. Per la seconda stagione della
serie antologica True Detective, l’attrice aveva
inizialmente sostenuto il provino per il personaggio della
detective Antigone Bezzerides, andato poi all’attrice Rachel
McAdams. Colpiti dalla performance della Reilly, però,
i produttori decisero di assegnarle il ruolo di Jordan Semyon,
rientrate sempre tra i personaggi principali della stagione.
Kelly Reilly in Britannia
4. Ha interpretato una
guerriera. Nella prima stagione della serie
Britannia, ambientata nel 43 d.C., durante la guerra tra
l’esercito romano e i guerrieri della Britannia, l’attrice ha dato
vita al personaggio di Kerra, figlia del re e disposta a guidare il
proprio popolo in battaglia pur di salvare la propria terra.
3. Le ha permesso di
sperimentare cose nuove. Assumere i panni della guerriera
Kerra, ha permesso all’attrice, come da lei dichiarato, di
cimentarsi in cose nuove, che mai prima nella sua carriera aveva
avuto modo di fare. Tra questi vi sono i sanguinosi combattimenti,
come anche la possibilità di recitare in lingue diverse da quella
che le è propria.
Kelly Reilly in Yellowstone
2.Era attratta dalla forza
del suo personaggio. Nell’assumere il ruolo di Beth
Dutton, figlia del protagonista, la Reilly si è dichiarata
particolarmente entusiasta nel poter dar vita ad un personaggio
femminile caratterialmente così forte, come se ne vedono pochi. Tra
i principali elementi che rendono Beth particolarmente predominante
nel confronto con gli altri protagonisti vi è la sua acuta
intelligenza.
Kelly Reilly: età e altezza
1. Kelly Reilly è nata a
Surrey, in Inghilterra, il 18 luglio 1977. L’attrice è
alta complessivamente 168 centimetri.
A due anni da La terra
dell’abbastanza, i Fratelli Fabio e
Damiano D’Innocenzo tornano a fare grande cinema con
Favolacce, già presentato al Festival di
Berlino 2020 e vincitore dell’Orso d’Argento per la migliore
sceneggiatura. Il film arriva on demand l’11 maggio, saltando
l’uscita in sala prevista per il 16 aprile a causa dell’emergenza
COVID-19.
I Fratelli
D’Innocenzo nascondono in piena vista, proprio nel titolo,
il primo indizio sulla storia che stanno per raccontarci: non sono
fiabe, con principesse e magia, ma favole, parlano di animali,
bestie e cuccioli. Inoltre, il dispregiativo indirizza ancora più
precisamente lo sguardo dello spettatore. Assisteremo a storie
brutte, sicuramente non edificanti, di animali.
La realtà non è molto diversa dalla
premessa. La storia si apre con una voice over, quella di
Max Tortora (già papà di uno dei due protagonisti
de La terra dell’Abbastanza), racconta
di aver trovato un diario di una bambina e ha deciso di continuare
la storia che lei stava raccontando. Nelle parole dei D’Innocenzo,
è quindi il racconto vero di una storia inventata.
Siamo a Spinaceto, nella periferia
romana, ma non si tratta di quella periferia realistica di cemento
che abbiamo visto nell’opera prima dei due registi. Siamo di fronte
ad un margine della città completamente disancorato da luoghi reali
e indicazioni geografiche. Siamo fuori al Grande Raccordo Anulare,
ma potremmo essere anche in una campagna americana, con villette
monofamiliari a schiera, atmosfera assolata e arsa dal sole
dell’estate, nelle giornate lunghe e pigre.
Messa in scena impeccabile
La messa in scena, sempre
impeccabile, racconta proprio di un luogo che potrebbe essere
ovunque sulla Terra, ma anche nei sogni di qualcuno, un luogo
sospeso dove le case possono sembrare quelle che vediamo nei film
di Tim Burton, le persone quelle che raccontava il
primo Pasolini, l’atmosfera quella magica e
realistica, ma meno ruvida, di un film di Garrone,
eppure Fabio e Damiano D’Innocenzo emergono con il
loro occhio affettuoso e allo stesso tempo disincantato,
raccontando di età, di famiglie, di realtà che irrompe
nell’irrealtà nella scena di un primo rapporto sessuale, nella
bellezza di una bambina con i pidocchi accanto ad una ragazza
rimasta incinta, sfatta e trasandata, completamente abbandonata
alla feccia che la circonda, immagine disperata di gioventù
perduta.
Eppure non c’è mai condanna o
giudizio, nell’occhio dei registi, solo, forse, una profonda
compassione per l’abisso profondo in cui cercano di non affogare i
grandi e la via di fuga che invece trovano i ragazzini, unica e
sola, verso l’autodistruzione. Una compassione che finisce per
mostrare dei bambini che nella loro purezza assurgono a eroi
drammatici, di fronte ad una miserabile umanità, rappresentata dai
loro genitori, che di contro sembra non smettere di sognare di
evadere, senza mai fare i conti con ciò che succede davvero e
provando a trascinare sul fondo anche la piccola innocente
progenie.
Favolacce è un’opera di grandissima bellezza
Favolacce è
un’opera di grandissima bellezza, in cui i D’Innocenzo costruiscono
ogni inquadratura con una cura certosina, disponendo nello spazio
dello schermo un piccolo racconto per ogni frame, con un’eleganza
formale frutto sicuramente di studio ma anche di talento e di una
sensibilità che emerge in maniera cristallina nelle inquadrature
affettuose e carezzevoli, sui protagonisti più piccoli.
E loro, tutti volti talmente belli
da sembrare davvero usciti da una fiaba, sono invece gli attori
principali delle favolacce che si intrecciano, in un
racconto crudo e ordinario che riesce a mantenere la purezza di uno
sguardo fanciullo che trova la sua via di fuga, la sua salvezza, in
un finale brutale eppure, liberatorio.
Favolacce
racconta storie di bestie e cuccioli, in un non luogo da cui si
scappa soltanto scomparendo da quello spazio-tempo indefinito,
oppure spostandosi più in là, quel poco che basta per mettersi a
guardare la tv, traendo conforto dalle miserie degli altri.
The Walt Disney Company, Lin-Manuel
Miranda, Jeffrey Seller e Thomas Kail hanno annunciato che Disney+
anticiperà la premiere di Hamilton, la versione
filmata della produzione originale di Broadway. Il musical teatrale
che ha vinto 11 Tony Award, i GRAMMY Award, gli Olivier Award e il
Premio Pulitzer arriverà nelle case di tutto il mondo dal 3 luglio
2020. I produttori di Hamilton, il
film della produzione originale di Broadway, includono
Lin-Manuel Miranda, Jeffrey Seller e
Thomas Kail, quest’ultimo sarà anche regista.
Il film è un passo avanti nell’arte della “ripresa dal vivo” che
trasporta il pubblico nel mondo dello spettacolo di Broadway in
modo unico e intimo. Combinando i migliori elementi del teatro dal
vivo, del cinema e dello streaming, il risultato è un’esperienza
cinematografica che rappresenta un modo completamente nuovo di
vivere Hamilton.
«Nessun altro lavoro artistico nell’ultimo decennio ha avuto
l’impatto culturale di Hamilton, una storia stimolante e
accattivante raccontata ed eseguita in modo fortemente creativo.
Alla luce delle straordinarie sfide che il nostro mondo sta
affrontando, questa storia sulla leadership, la tenacia, la
speranza, l’amore e il potere delle persone di unirsi contro le
avversità è di grande impatto», ha affermato Robert A.
Iger, Executive Chairman di The Walt Disney Company.
«Siamo entusiasti di portare questo show su Disney+ alla vigilia del Giorno
dell’Indipendenza e dobbiamo ringraziare il geniale Lin-Manuel
Miranda e il team di Hamilton per averci permesso di farlo
un anno prima di quanto previsto».
«Sono così orgoglioso di come Tommy Kail sia riuscito a
portare sullo schermo Hamilton. Ha riservato a tutti coloro che
guardano questo film un biglietto in prima fila», ha
dichiarato Lin-Manuel Miranda. «Sono molto grato a Disney e
Disney+ per aver re-immaginato e
anticipato l’uscita al weekend del 4 luglio di quest’anno, alla
luce di questa situazione in cui il mondo è sottosopra. Sono
davvero grato a tutti i fan che l’hanno chiesto a gran voce e sono
molto felice che sia stato possibile farlo. Sono davvero orgoglioso
di questo show e non vedo l’ora che tutti possano
vederlo».
Registrato al The Richard Rodgers Theatre di Broadway nel giugno
del 2016 Hamilton annovera nel cast il vincitore
del Tony Award Lin-Manuel Miranda nel ruolo di
Alexander Hamilton. Daveed Diggs interpreta
Marquis de Lafayette/Thomas Jefferson, mentre Renée Elise
Goldsberry è Angelica Schuyler; Leslie Odom, Jr. è Aaron
Burr; il nominato ai Tony Award Christopher Jackson interpreta il
ruolo di George Washington; Jonathan Groff è King George; Phillipa
Soo è Eliza Hamilton e Jasmine Cephas Jones interpreta Peggy
Schuyler/Maria Reynolds; Okieriete Onaodowan è Hercules
Mulligan/James Madison e Anthony Ramos è John Laurens/Philip
Hamilton.
Il cast include anche Carleigh Bettiol, Ariana DeBose,
Hope Easterbrook, Sydney James Harcourt, Sasha Hutchings, Thayne
Jasperson, Elizabeth Judd, Jon Rua, Austin Smith, Seth Stewart e
Ephraim Sykes.
Anche Alessandro
Baricco e Milo Manara si
uniscono agli oltre 80 autori del Fumetto italiano nel progetto
benefico COme Vite
Distanti ideato e coordinato
da ARF! il Festival del Fumetto di
Roma in collaborazione
con PressUp a sostegno della raccolta
fondi per l’emergenza Coronavirus dell’INMI Lazzaro Spallanzani di
Roma, al quale – grazie alle copie pre-ordinate del libro dallo
scorso 25 marzo – sono già stati donati 50.000
euro.
Alessandro
Baricco, scrittore, saggista, autore teatrale,
critico musicale e fondatore della prestigiosa Scuola Holden di
Torino, firmerà l’introduzione del volume.
Non è certo un segreto la sua grande passione per i fumetti: da
sempre affezionatissimo lettore di Tex così come
dei paperi & topi della Walt Disney, le sue
“incursioni” nella Nona Arte contano almeno un paio di precedenti
illustri. Come la trasposizione a fumetti – splendida “parodia
Disney” con protagonisti Topolino e Pippo – del suo La
vera storia di Novecento adattata da Tito
Faraci e disegnata da Giorgio
Cavazzano; o ancora, sempre grazie ai testi di Faraci,
l’adattamento di Senza Sangue (Feltrinelli
Comics), diventata graphic novel con le matite
di Francesco Ripoli.
COme VIte
Distanti, il racconto collettivo in cui il
protagonista è un “eroe mascherato” catapultato nelle vite – e
nelle case – degli altri, vedrà tra i suoi autori
anche Milo Manara, Maestro del fumetto amato
in Italia e all’estero per la sensualità del suo segno, già
protagonista della grande mostra «MACROMANARA» per
ARF! Festival e COMICON nel 2017.
Manara opererà all’interno
di COme VIte Distanti un
inedito, esclusivo “collegamento” con una delle sue opere di
maggior successo: Il profumo dell’invisibile
(racconto del 1985, pubblicato in tutto il mondo) dove esordì il
suo personaggio più celebre, la biondissima Miele.
IL PROGETTO COme VIte
Distanti
“Di fronte al prezioso compito che quotidianamente svolgono
medici e ricercatori scientifici, soprattutto in un periodo di
crisi come quello che stiamo vivendo, noi fumettisti ci sentiamo
spesso piccoli e impotenti. D’altronde il nostro lavoro è
raccontare storie, non salvare vite. Ci siamo chiesti, quindi, se
esisteva un modo per contribuire a essere utili – presto e
concretamente – all’intera comunità. “COme VIte Distanti” è la
nostra risposta a questo bisogno. La risposta del Fumetto
Italiano.”ARF! Festival del Fumetto
In un momento in cui tutta l’Italia è ferma, i
migliori fumettisti italiani si
mobilitano da casa, a sostegno della raccolta fondi dell’Istituto
Nazionale per le Malattie Infettive Lazzaro
Spallanzani e si uniscono per raccontare un’unica,
grande storia. Ideatore
e promotore dell’iniziativa è ARF! «Festival di Storie,
Segni & Disegni», il Festival del Fumetto di Roma che
seguirà, passo dopo passo, tutto il progetto, curandone il
coordinamento editoriale, la comunicazione, la stampa del volume e
il flusso delle donazioni.
COme VIte Distanti, che
sta prendendo vita sul sito e sui canali social di
ARF! Festival con la pubblicazione di una tavola al giorno
per diventare a fine maggio un libro
cartonato, è già preordinabile on-line alla
pagina www.arfestival.it/covid, così che
l’INTERO RICAVO venga donato sin da subito, vista l’urgenza del
momento, all’Ospedale Spallanzani.
Il gesto solidale di un intero ambito professionale,
unito alla volontà di continuare a intrattenere con una lettura
quotidiana gratuita, resterà per sempre una testimonianza di questo
momento storico e sociale così umanamente intenso e surreale.
Daniel Radcliffe è il protagonista indiscusso
di un nuovo prodotto Amazon
Prime. Dopo aver vestito i panni del maghetto nella
saga di Harry
Potter che lo ha portato al successo,
Radcliffe è l’eroe di un fumettone nerd che combatte il male
armato di tanta goffaggine e, suo malgrado, di due
pistole. Diretto da Jason Lei Houden,
Guns Akimbo è un concentrato di action
adrenalinico e violenza, una storia di fantascienza ambientata in
un futuro distopico, venata di uno humour goffo quanto il suo
protagonista.
Guns
Akimbo, la trama
Miles è uno sviluppatore di
videogame che, quando non lavora, passa le giornate a
lanciare commenti al vetriolo agli appassionati di Skism:
persone che restano incollate a uno schermo a guardare uomini e
donne che si uccidono come se fossero in un videogame, ma è tutto
vero. Un gioco mortale e illegale in diretta streaming, in cui
coppie di sfidanti combattono fino alla morte con ogni tipo di
armi. Per il criminale ideatore di Skism, Riktor, Ned
Dennehy, Miles è un disturbatore. Così lo costringe a
entrare nel gioco: Miles si ritrova con due pistole inchiodate alle
mani e ventiquattro ore per uccidere la sua avversaria Nix,
Samara Weaving, o esserne ucciso. Inizia così la
partita di Miles, una corsa affannosa contro il tempo, che da
innocuo nerd in pantofole, lo trasforma in un vero combattente, non
solo a parole e non solo dietro una tastiera, per salvare sé stesso
e la sua ragazza, Nova, Natasha Liu Bordizzo,
rapita da Riktor.
Guns
Akimboè critica?
La domanda che viene da porsi
nell’affrontare la visione del film è: riuscirà a non crogiolarsi
nel meccanismo che dice di voler denunciare? Il film propone uno
scenario distopico, ma come tutte le distopie, per funzionare ha
bisogno di non essere troppo lontano dalla realtà. Guns
Akimbo sembra voler essere un monito, mostrare la deriva che
si rischia se si continua a trascorrere più tempo davanti a uno
schermo, rapiti da una realtà virtuale, che impegnati a vivere la
vita reale, come spesso accade già oggi.
Ad esempio, Miles a un certo punto
dice: “Non ricordo l’ultima volta che ho camminato per strada
senza gli occhi sul telefono. È tutto così in HD!”. Tutti noi
sappiamo quanto questa affermazione possa essere pericolosamente
vicina al vero. Se gli ideatori di Skism sono criminali violenti
senza scrupoli e i giocatori a loro volta psicopatici e criminali
disposti a tutto, chi sembra uscirne peggio sono gli spettatori,
che vogliono illudersi di stare guardando un videogioco, ma sono
complici e anzi principali artefici di una trappola mortale ordita
a colpi di visualizzazioni.
Compiacimento, visivo e
non solo
Tuttavia, nonostante le
enunciazioni e i nobili intenti, Guns Akimbo affonda le
sue radici nel pieno di una contraddizione e dai suoi risvolti più
orrendi, truculenti e feroci trae il suo appeal. Dal punto
di vista visivo, il film mette in campo tutte le armi possibili, le
stesse usate nei videogiochi, ne emula le tecniche per far presa
sul pubblico, soprattutto nelle scene d’azione e combattimento,
esasperandone l’aspetto di finzione attraverso il ralenti o effetti
grafici da fumetto. Lo spettatore si trova così a guardare una
violenza esibita, ma che sembra irreale e questo approccio lo
induce all’indulgenza, anziché alla riflessione su come quello che
sembra un gioco sia in effetti una tremenda realtà. Inoltre, il
protagonista, un Radcliffe che ha conservato e se possibile
accentuato l’ingenua espressione del maghetto Harry
Potter , di fatto semina a sua volta morte, sebbene
nei panni dell’eroe giustiziere. Il gioco non si ferma, il business
neanche e a farla da padrona è sempre la violenza. A questa
si attinge a piene mani per catturare lo spettatore. Il ritmo è
frenetico, sparatorie ed esplosioni si susseguono, fiotti di sangue
schizzano ovunque con assoluta gratuità.
Ciò che dovrebbe stemperare questa
valanga di violenza è l’ironia, quelle venature di commedia,
incentrate soprattutto sull’attitudine nerd del protagonista, sulla
sua inadeguatezza al ruolo di eroe che si trova suo malgrado a
ricoprire, che restano però circoscritte e ben poca cosa a fronte
di una narrazione brutale e incalzante, scandita da una colonna
sonora trascinante, fatta di classici rock reinterpretati in
versione metal industrial, come Spin me round e Wild
one (real wild child).
Guns
Akimbo è un film stucchevole forse avvincente per gli
amanti dell’adrenalina e del videogioco violento, per un pubblico
di teenagers che difficilmente si soffermeranno sulla critica, e
certo sono il target scelto per il film. Un’overdose di brutalità e
ripetitiva per gli altri.
L’horror è il genere per eccellenza
che presenta immagini tanto violente ed inquietanti da lasciare
turbato lo spettatore anche dopo la fine della visione di un film.
Ma questo non è una regola: anche il dramma o il thriller possono
rivelarsi talmente strazianti da lasciare un solco profondo nello
spettatore più sensibile o suscettibile.
Alcuni film, al di là di quanto
siano stati riconosciuti dalla critica o apprezzati dal pubblico,
sono talmente inquietanti, disturbanti o sconcertanti che spesso è
altamente improbabile che si decida di dedicare loro una seconda
visione. Ecco 10 film carichi di suspense che la maggior
parte del pubblico ha forse visto soltanto una volta nella sua
vita, o che forse ha rivisto parecchio tempo dopo la primissima
visione:
Requiem for a Dream
L’opera seconda di Darren Aronofsky è un film incentrato sulle
speranze che sorreggono la vita di ognuno di noi, almeno fino a
quando non si cade vittime di un baratro dal quale sembra
impossibile fare ritorno (nel caso dei protagonisti, si parla di
dipendenza da droga e psicofarmaci).
In Requiem for a
Dream, attori del calibro di
Jared Leto,
Jennifer Connelly, Marlon Wayans e l’iconica Ellen
Burstyn devono fare i conti con una dipendenza che finirà per
annientare totalmente le loro esistenze, quando il loro unico
desiderio era soltanto quello di sperare di riuscire a sfuggire da
una realtà opprimente e miserevole.
Irreversible
Irreversible è uno dei film più
controversi di
Gaspar Noé: non soltanto per la struttura narrativa
(la storia viene raccontata al contrario, giustificando così il
titolo), ma anche per la sconvolgente scena che riguarda il brutale
pestaggio e il conseguente stupro ai danni di Alex, il personaggio
interpretato da
Monica Bellucci.
Nel dettaglio, il film racconta la
spietata ricerca di vendetta da parte del suo ragazzo e, oltre alla
scena dello stupro, ce n’è anche un’altra parecchio disturbante in
cui un uomo viene brutalizzato con un estintore.
Millennium – Uomini che odiano le donne
La versione americana
dell’adattamento cinematografico del romanzo di Stieg Larsson ad
opera di David Fincher ruoto attorno ad uno dei
personaggi femminili più complessi che la recente storia della
letteratura e del cinema abbiano mai conosciuto.
In Millennium – Uomini che odiano le donne,
attraverso una serie di sequenze particolarmente crude, veniamo a
conoscenza del passato di Lisbeth Salander, un passato fatto di
violenze, ricoveri e perizie psichiatriche, al punto che la stessa
venne riconosciuta incapace di badare a sé stessa e per questo
affidata a un tutore. Ma la verità è che ognuno dei personaggi
della storia sembra nascondere qualcosa di particolarmente oscuro e
scabroso…
L’amore bugiardo – Gone Girl
Se per caso state facendo i conti
con una relazione potenzialmente dannosa, allora L’amore bugiardo – Gone Girl non è il
film che fa al caso vostro.
Rosamund Pike veste i panni di Amy, donna vendicativa
che scompare misteriosamente e gettando la figura del marito al
centro di un vero e proprio circo mediatico. Ma qual è la verità?
Chi ha ucciso veramente Amy?
Tratto dall’omonimo bestseller di
Gillian Flynn e diretto ancora una volta da David Fincher: il ritorno del celebre regista
nella nostra classifica sottolinea quanto è a lui che si devono
alcuni dei thriller meglio riusciti degli ultimi tre decenni.
L’esorcista
Anche se non siete propriamente dei
fan del genere horror, L’esorcista è uno di quei film
che bisogna guardare almeno una volta nella vita. E forse, dopo la
sua visione, non si avrà mai più voglia di rivederlo.
La storia della piccola Regan che
inizia a manifestare segni di inspiegabile – all’apparenza –
violenza e che solo in seguito – con l’aiuto di un prete che sembra
aver perduto la fede – si capirà essere posseduta da un feroce
demone, ha segnato l’immaginario collettivo e turbato i sogni di
più generazioni a partire dall’inizio degli anni ’70. A
cinquant’anni dalla sua uscita, il capolavoro di William Friedkin è ancora considerato il film
più spaventoso di tutti i tempi.
Saw – L’enigmista
Nonostante abbia dato vita ad un
franchise i cui vari capitoli non sono mai stati ritenuti
all’altezza dell’originale, è innegabile quanto il primo film della
saga di Saw sia una dei film più disturbanti
della recente storia del cinema. Due uomini, incatenati, si
svegliano in un bagno sporco e lurido, senza sapere minimamente
come siano arrivati lì.
Una voce registrata inizia a dare
loro alcune istruzioni per garantirsi la sopravvivenza: è solo
l’inizio di un gioco a dir poco mortale, in cui uno dovrà uccidere
l’altro per evitare che la propria famiglia venga massacrata.
Entrambi cercano di capire come fuggire senza dover ricorrere al
gesto più estremo di tutti, fino a quando la speranza abbandonerà
entrambi…
American Psycho
Ambientanto alla fine degli anni
’80, in una nuova New York decadente, in American Psycho, ispirato
all’omonimo romanzo di Bret Easton Ellis,
Christian Bale interpreta Patrick Bateman, un uomo
alle prese con una sanità mentale precaria e con una doppia
identità.
La vita da consulente finanziario
freddo e distaccato, ossessionato dalla cura del corpo, si alterna
a quella da killer psicopatico che cerca in tutti i modi di
nascondere alle persone che lo circondano la sua vera natura.
Seven
Anche una volta David Fincher, regista capace di mescolare
costantemente le carte in tavola ad ogni nuovo film che realizza.
In effetti, tutto ha avuto inizio con
Seven, considerato uno dei più bei thriller mai
realizzati, con uno dei finali più strazianti di tutti i tempi.
Interpretato da Brad Pitt e Morgan Freeman, il film vede il detective
William Somerset e il giovane collega, impulsivo ed istintivo,
David Mills sulle tracce di un pericoloso serial killer che sta
punendo con la morte i colpevoli dei sette vizi capitali: avarizia,
gola,
accidia, invidia, superbia, ira e lussuria.
Assassini nati – Natural Born Killers
Sesso, droga, rock & roll,
omicidi e caos sono alla base del celebre film di Oliver Stone su come i media e la violenza si
alimentano a vicenda secondo una logica perversa.
Basato su un soggetto di
Quentin Tarantino, in Assassini nati –
Natural Born KillersWoody Harrelson
e Juliet Lewis interpretano Mickey e Mallory Knox,
entrambi segnati da un’infanzia problematica, che si incontrano, si
innamorano e decidono di uccidere insieme, in una storia in cui la
violenza più brutale si mescola a dialoghi brillanti.
American History X
A volte, i
film più inquietanti sono quelli che ispirati a fatti che
potrebbero tranquillamente accadere nella realtà.
American History X di Tony Kaye racconta
la storia di Derek Vinyard, sostenitore del suprematismo bianco,
che viene scarcerato dopo aver scontato tre anni di carcere per
aver ucciso due ragazzi di colore che stavano tentando di rubargli
l’auto.
Tornato a casa,
cerca di salvare il fratello minore Danny, che a quanto pare ha
intrapreso la sua stessa strada. Il film, dedicato al tema
delle tensioni sociali e del razzismo negli Stati Uniti, è valso a
Edward Norton una candidatura all’Oscar come
miglior attore protagonista.
Michael Madsen,
attore feticcio di Quentin Tarantino, ha rivelato in una recente
intervista con
Cinemablend che il primo capitolo del dittico Kill
Bill con protagonista Uma Thurman
contiene una citazione a Le iene, primo film diretto da
Tarantino nel 1992 e in cui recita anche Madsen.
“Le citazioni piacciono tanto a
Quentin”, ha spiegato Madsen. “Ecco perché la mia Cadillac
è in C’era una volta a
Hollywood… quella è la macchina di Mr. Blonde (il
personaggio interpretato dall’attore ne
Le iene, NdR), ma chi se ne sarebbe accorto senza
saperlo? Quentin non vuole mai parlarne, vuole che il pubblico
scopra tutti questi riferimenti da solo.”
E sempre a proposito de Le iene, Michael
Madsen ha rivelato che un easter egg legato al film è
presente anche in Kill Bill Vol. 1: “Quando
vidi il film per la prima volta a Londra, dopo la premiere andai a
cena con Quentin, che mi disse: ‘L’hai visto?’. E io risposi: ‘Che
cosa?’. E lui: ‘Quando Uma è sotto terra, l’hai visto?’. Io non
avevo la minima idea di cosa stesse parlando, e lui insistette:
‘Michael, il rasoio!’. E poi aggiunse: ‘Era il tuo. Era proprio
quello che hai usato ne Le iene’.”
A proposito di Kill
Bill, sappiamo che Quentin Tarantino ha “un’idea interessante” per un possibile terzo
capitolo, idea di cui avrebbe anche parlato con Uma
Thurman:
“Proprio ieri ho cenato con Uma
Thurman”,
aveva spiegato Tarantino a dicembre dello scorso anno.
“Eravamo in un ristorante giapponese davvero molto figo. Ho
un’idea in merito a ciò che mi piacerebbe fare con Kill Bill 3. Ed
il punto di tutta la questione è proprio questo: conquistare l’idea
alla base del film. Cosa è successo esattamente alla Sposa
dall’ultima volta? Cosa voglio fare adesso? Non mi interessa
trovare un’idea che non funzioni e che possa risultare ridicola.
Beatrix non lo merita. Adesso ho un’idea che potrebbe essere
interessante. Ad ogni modo, non ci lavorerei subito. Ci vorrebbero
almeno tre anni a partire da ora. Ma è sicuramente nei miei
piani.”
Più di recente, di un possibile
Kill Bill Vol. 3 ha parlato l’attrice
Vivica A. Fox, interprete di Vernita Green/Testa
di rame. Alle pagine di
THR l’attrice, che sarebbe assolutamente interessata a prendere
parte ad un nuovo film, ha spiegato: “L’ultima notizia che so
in merito è che Quentin e Uma ne stanno parlando. Vorrei tanto che
riuscissero a trovare un modo per farlo. Quentin è bravissimo con i
flashback e sa come riportare in vita i suoi personaggi. Quindi
spero proprio che Vernita Green riuscirà a vendicarsi.”
In una recente intervista
rilasciata ad
Empire, James Cameron ha aggiornato sullo
stato della produzione dei sequel di
Avatar, attualmente ferma a causa
dell’emergenza Covid-19. Il regista ha spiegato che poco prima
dello scoppio della pandemia stava per affrontare una nuova
sessione di riprese: “Voglio tornare a lavorare ai
sequel”, ha spiegato il regista. “Ma al momento è una cosa
che non ci è permesso fare. Prima che tutto venisse bloccato,
stavamo per tornare in Nuova Zelanda per le riprese. Speriamo di
riuscire a tornare a girare il prima possibile.”
Parlando invece della data di
uscita del primo sequel, James Cameron è apparso
abbastanza fiducioso sul fatto che la stessa non subirà variazioni
e, di conseguenza, nessuna delle altre date già fissate per i
successivi nuovi capitoli: “Il lato positivo è che la Nuova
Zelanda sembra aver risposto in maniera davvero molto efficiente al
controllo del virus. L’obiettivo non è la riduzione ma
l’eradicazione, cosa che si crede possibile attraverso il
tracciamento dei contatti e i test. Queste sono buone notizie.
C’è una buona possibilità che le nostre riprese
possano essere ritardate soltanto di un paio di mesi. Laddove
possibile, tutti quelli della Weta Digital e di Lightstorm stanno
lavorano da casa. Il mio lavoro, invece, è sul set, con le macchine
da presa virtuali e tutto il resto. Al momento mi sto dedicando un
po’ al montaggio, ma ad essere sinceri, per uno come me, non è
proprio il massimo.”
Sempre a proposito dei sequel di
Avatar, di recente abbiamo appreso che a
quanto pare, i film potranno contare su un budget totale di 1
miliardo di dollari.
In un report di Deadline non è stato specificato in che modo
l’ingente cifra è stata suddivisa per i vari capitoli che
arriveranno in sala tra il 2021 e il 2027: è probabile comunque –
anche in base ad una voce che circolava da parecchio tempo – che
per ogni singolo episodio sia stato utilizzato un budget di 250
milioni di dollari.
Avatar
2debutterà
il 17 dicembre 2021, seguito dal terzo
capitolo il 22 dicembre 2023. Per il quarto e
quinto capitolo, invece, si dovrà attendere ancora qualche
anno: 19 dicembre 2025 e 17
dicembre 2027.
Il cast della serie di film è
formato da Kate
Winslet, Edie
Falco, Michelle
Yeoh, Vin Diesel, insieme ad un
gruppo di attori che interpretano le nuove generazioni di Na’vi.
Nei film torneranno anche i protagonisti del primo film,
ossia Sam
Worthington, Zoe
Saldana, Stephen
Lang, Sigourney
Weaver, Joel David
Moore, Dileep
Rao e Matt Gerald.
Si è parlato a lungo della
possibilità che Chris Pratt potesse interpretare
Indiana Jones nel quinto capitolo della
celebre saga, quando si vociferava che il progetto dovesse essere
in realtà un reboot del franchise. Le cose sono poi cambiate, con
il nuovo film che sarà a tutti gli effetti un prosieguo e che vedrà
Harrison Ford ancora una volta nei panni del
celebre archeologo.
Adesso però, grazie allo youtuber
Shamook, i fan hanno
la possibilità di immaginare come sarebbe stato Chris Pratt nei panni dell’iconico personaggio
partorito dalla mente di George Lucas grazie ad un
nuovo video deepfake in cui il volto di Harrison Ford nelle immagini dai primi tre
film della saga viene sostituito con quello della star di Guardiani della Galassia. Potete
vedere il divertente esperimento di seguito:
Per quanto riguarda
Indiana Jones
5, sappiamo che Steven Spielberg ha lasciato la regia del film
ad un altro regista. Si tratta della prima volta in 39 anni in cui
il franchise avrà un regista differente.
Le fonti di Variety dicono
che, sebbene l’accordo non sia ancora concluso, la regia passerà a
James Mangold, che ha diretto Le Mans
’66 e Logan. Questo secondo film ha garantito al
regista un enorme successo e una nomination agli Oscar per la
migliore sceneggiatura non originale.
Spielberg rimarrà a bordo del
progetto in veste di produttore esecutivo. Secondo una fonte vicina
al regista, la decisione di lasciare la regia è stata interamente
di Spielberg, nel desiderio di passare il testimone, o meglio la
frusta di Indy a una nuova generazione di registi che potrebbero
portare nella storia la loro visione.