In uno scenario completamente
digitale, con collegamenti live via Skype o Zoom, Carlo
Conti ha condotto una insolita cerimonia dei Premi
David di Donatello 2020. Ecco di seguito tutti i
vincitori:
Il primo re – Presa diretta:
Angelo BONANNI
Microfonista: Davide D’ONOFRIO
Montaggio: Mirko PERRI
Creazione suoni: Mauro EUSEPI
Mix: Michele MAZZUCCO
Miglior film
Il Traditore – prodotto da IBC MOVIE, KAVAC FILM,
con RAI CINEMA per la regia di Marco BELLOCCHIO
Il David dello Spettatore è stato
vinto da Ficarra e Picone per Il Primo Natale. Il David Speciale è
stato assegnato a Franca Valeri. Il miglior film straniero
Premio David di Donatello 2020 è:
PARASITE di Bong Joon Ho.
The Eddy
è affascinante, eppure ostica, proprio come la musica che racconta,
il suo mondo lontano dal successo facile e attaccato al sudore e al
sacrificio, alla sofferenza che comporta seguire una passione, pari
solo alla gioia che questa passione regala. Ma non basta a definire
la nuova serie Netflix,
disponibile dall’8 maggio, ideata da Jack Thorne e
diretta (anche) dal premio OscarDamien Chazelle
(La
La Land), e questa recensione di The
Eddy proverà a raccontarlo, aggirando la facile
tentazione di riportare di seguito la trama.
Perché se da una parte è vero che
la nuova serie è legata alla musica e in particolare al jazz, è
anche vero che The Eddy racconta la vita
dei personaggi che gravitano intorno al locale che dà il nome alla
serie, in una maniera frammentaria, dolorosa, che non lascia facile
spazio all’empatia ma che tira dentro lo spettatore poco a poco,
quasi fosse un unico film, un unico lungo flusso di coscienza che
si muove sulle note improvvisate, a volte accidentate
dell’improvvisazione jazz.
Tra dramma e thriller
Una via di mezzo tra dramma
familiare e thriller metropolitano, la serie mescola i toni, i
generi, intreccia le vite dei protagonisti e non si fossilizza mai
su un solo tema o linguaggio. Vita e morte, amore e dolore,
separazione, famiglia, amicizia, violenza e malavita, ogni trama
confluisce nell’altra con una fluidità tale che sembra
rappresentare anche la precarietà della vita dei protagonisti
stessi.
Unico elemento unificatore della
storia è lo stile di regia. Damien Chazelle, con
Houda Benyamina, Laïla Marrakchi, Alan Poul, che
firmano la totalità degli episodi, regalano a The
Eddy un ritmo quasi aggressivo verso i proprio
protagonisti, guidano un occhio che si avvicina tantissimo a
pedinare corpi e storie, muovendosi, traballando, in un flusso di
immagini che si fa senso di precarietà.
E simbolo di precarietà è il
protagonista Elliot, ex gloria del jazz, che fatica a tenere
insieme la propria vita, tra locale difficile da mantenere, vita
privata complicata da gestire, figlia adolescente che piomba nella
sua vita impossibile da controllare, una piede nella criminalità e
un lutto che pesa sul cuore.
Elliot e gli altri
Intorno a Elliot, in maniera più o
meno profonda, orbitano altri personaggi, uomini e donne a cui sono
dedicate le altre puntate della serie. Ogni episodio, infatti,
porta il nome di uno dei protagonisti, Julie, Amira, Maja, Jude,
Sim, tutte anime perse, in qualche modo, che si trovano e ritrovano
attorno alla musica che, solo alla fine, scopriamo essere, per poco
tempo, l’antidoto alla sofferenza, la gioia, la ricompensa.
L’ultimo episodio, che si intitola appunto The
Eddy, il locale di Elliot, è l’unico che porta luce e
dolcezza in una vita altrimenti cupa e difficile.
Al fianco dell’ottimo André
Holland, interprete di Elliot, si muove un ventaglio
variegato di interpreti grandi e piccoli, comparse e comprimari che
rendono il racconto ricco e che di tanto in tanto prendono il loro
posto sul palco principale e raccontano la loro storia. Tra questi
c’è Maja, interpretata dall’intensa e talentuosa Joanna
Kulig, attrice polacca già vista in Cold
War, presenza angelica e magnetica, che anche in
questo caso, come nel film di Pawlikowski, fa
sfoggio del suo considerevole talento vocale.
La Parigi anti-romantica di The Eddy
Come cupa e difficile
è anche la Parigi in cui è ambientata la storia. La città che
cinema e tv hanno innalzato a romantica e luminosa, la città delle
luci appunto, è un paesaggio tetro, dentro la quale ci si muove al
buio, strisciando, con i propri pensieri, i propri guai, i propri
dolori. La luce è solo dentro l’anima vibrante di passione di
questi musicisti e cantori, affaticati dalla vita eppure aggrappati
alla gioia che quel singolo istante di musica può regalare.
Per Damien
Chazelle, che è stato il più giovane nella storia di
Hollywood a vincere un Oscar alla regia con La la Land,
The Eddy è un’ulteriore prova di un
talento duttile che tuttavia, sempre a ritmo di musica, si piega e
si trasforma di fronte ad ogni storia, pur rimanendo fedele al suo
stile. Dall’inquadratura al montaggio, Chazelle riesce a mostrare
la sua presenza nonostante si trovi in contesti ancora una volta
differenti rispetto a quelli raccontati fino a questo momento nei
suoi tre film.
Resta tuttavia fedele al linguaggio
cinematografico, in quanto, pur approcciandosi a una serie tv per
Netflix, si dissocia dal linguaggio seriale, lascia
fluire il racconto così come il suo sguardo sui protagonisti e
sulla città, sull’ambiente, così come fluisce la musica jazz, con
le sue regole ma sempre imprevedibile.
Sarebbe dovuto essere il terzo film
di Mattia Torre, nato da un monologo che aveva
scritto per l’amico Valerio Mastandrea. E invece è stato per un
gioco beffardo del destino l’ultimo “figlio” partorito da una mente
brillante e mai banale. Stiamo parlando di Figli, il
film diretto da Giuseppe Bonito con protagonisti
Paola Cortellesi e lo stesso Valerio Mastandrea, che arriva in prima tv su
Sky lunedì 11 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno
e alle 21.45 su Sky Cinema #IoRestoACasa 1,
disponibile anche on demand su Sky e in streaming
su NOW TV.
«”Figli” è un film di Mattia
Torre – ha precisato il regista Giuseppe
Bonito –. Questa premessa mi sembra necessaria per
raccontare il mio approccio alla regia del film dopo la prematura
scomparsa di Mattia.Dico “un film di” e non semplicemente
“un film scritto da” perché conoscevo bene Mattia e sapevo quanto
vissuto ci fosse in questo copione. Il film è un distillato
innanzitutto della sua vita ma, a mio avviso, trascende questa
sfera privata per diventare lo specchio della vita di tutti
noi».
Il film – una produzione Vision
Distribution, Wildside, The Apartment, in collaborazione con Sky e
Amazon
Prime Video – racconta la storia di una giovane
coppia, Sara (Paola
Cortellesi) e Nicola
(Valerio
Mastandrea), sposati e innamorati. Hanno una bambina
di 6 anni, Anna, e una vita felice. L’arrivo del secondo figlio,
Pietro, sconvolge gli equilibri di tutta la famiglia dando vita a
situazioni tragicomiche. Nonni stravaganti, amici sull’orlo di una
crisi di nervi e improbabili baby-sitter non saranno loro di aiuto.
Tra attimi di felicità e situazioni di sconforto, Sara e Nicola
riusciranno a resistere e a rimanere insieme?
«“Figli” è la storia, comica e
commovente, di una coppia, di due persone che si amano e che
provano a reggere all’onda d’urto della genitorialità in un tempo
caotico e in un Paese sempre più ostile – ha spiegato ancora
Bonito –. In questo film si fondono insieme il
registro comico ma anche l’analisi profonda; si mescolano, talvolta
persino nella stessa situazione, la realtà, la percezione della
realtà e l’inconscio, con una disinvoltura e una apparente
leggerezza che solo i grandi autori posseggono».
La scalata al successo di
Jared Harris si è composta di importanti titoli
per il cinema e la televisione, dove l’attore ha potuto dimostrare
le sue qualità e la sua capacità di dar vita a personaggi sempre
diversi e particolarmente brillanti. Dal volto estremamente
caratteristico, Harris è ad oggi uno degli interpreti britannici
più richiesti del momento, e grazie ad una serie di successi ha
oggi l’occasione di farsi conoscere ben oltre i confini
nazionali.
Ecco 10 cose che non sai di
Jared Harris.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jared Harris: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attore ha esordito sul grande schermo con
il film Cuori ribelli (1992), per poi affermarsi grazie a
titoli come L’ultimo dei Mohicani (1992), con Daniel
Day-Lewis, Assassini nati – Natural Born
Killers (1994), Dead Man (1995), Smoke
(1995), Ocean’s Twelve (2004), di Steven
Soderbergh, Lady in the Water (2006), Il
curioso caso di Benjamin Button (2008), con Brad
Pitt, Sherlock Holmes –
Gioco di ombre (2011), Lincoln
(2012),Pompei
(2014), Operazione
U.N.C.L.E. (2015), Allied – Un’ombra
nascosta (2016) e Morbius (2021), con Jared
Leto.
9. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Ad aver reso celebre Harris sono stati in
particolare i personaggi interpretati per alcune delle maggiori
serie TV degli ultimi anni. Dopo aver recitato in Fringe
(2008-2012), viene particolarmente apprezzato per il ruolo di Lane
Pryce nella serie Mad Men
(2009-2012), dove recita accanto a Jon Hamm, Elisabeth
Moss e Christina
Hendricks. Successivamente è in The Expanse
(2015-2017), The Crown
(2016-2017), The Terror
(2018), Carnival Row
(2019), con Orlando
Bloom, e Chernobyl (2019), dove
recita accanto a Stellan
Skarsgård. Nel 2020 è invece nella serie
Foundation.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Grazie ai ruoli ricoperti per la
televisione, Harris ha potuto affermarsi all’interno
dell’industria, che gli ha tributato prestigiosi riconoscimenti in
diverse occasioni. Per la serie Mad Men è infatti stato
nominato per tre volte ai Sag Awards nella categoria per il miglior
cast di una serie drammatica, vincendo il premio nel 2010. Nel 2012
è invece stato nominato agli Emmy Awards come miglior attore non
protagonista in una serie drammatica. Grazie a Chernobyl
viene invece nominato come miglior attore protagonista sia agli
Emmy che ai Golden Globe.
Jared Harris in The Crown
7. Ha condiviso un malanno
con il proprio personaggio. Nella serie The
Crown, che ripercorre la storia della famiglia reale,
Harris ricopre il ruolo di re Giorgio VI. L’attore ha raccontato
che, nel momento in cui il suo personaggio, come previsto da
copione, si ammalava d’influenza, anche egli era realmente
influenzato. Benché questo gli abbia reso difficile recitare, allo
stesso tempo gli ha permesso di dar vita ad un’interpretazione più
realistica.
6. Non si è ispirato alle
precedenti trasposizioni del personaggio. Re Giorgio VI è
stato raccontato al cinema nel film Il discorso del re,
dove era interpretato dall’attore Colin Firth. A
riguardo, Harris ha dichiarato di non essersi lasciato condizionare
da tali versioni del personaggio, poiché egli si è trovato a
raccontare un momento diverso della sua vita, e ha pertanto cercato
di concentrarsi più sulla sua figura di padre che non di
monarca.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jared Harris in Chernobyl
5. Il suo ruolo era stato
pensato per un altro attore. Stando a quanto dichiarato da
Harris, il personaggio da lui ricoperto nella serie, quello di
Valery Legasov, era originariamente pensato per essere interpretato
dall’attore Daniel Day-Lewis. Questi, tuttavia,
sorprese tutti annunciando il ritiro dalla recitazione un mese
prima che la mini-serie venisse annunciata. A quel punto, il ruolo
venne affidato ad Harris.
4. Ha cercato di non farsi
influenzare dalla vicenda reale. Sulla tragedia di
Chernobyl esiste una vasta documentazione, mentre poco si sa del
vero Legasov. Proprio per questo, Harris ha affermato di essersi
basato esclusivamente su quanto riportato in sceneggiatura,
evitando di ricercare notizie che potessero portarlo fuori strada.
Questa è stata per l’attore la sua maggiore responsabilità nei
confronti della serie.
Jared Harris in The Terror
3. Provava molta ammirazione
per i suoi colleghi. Harris ha recitato nella prima
stagione della serie antologica The Terror. Qui ricopriva
il ruolo del capitano Francis Crozier, a bordo di una nave
incaricata di esplorare l’artico. Parlando del cast, Harris ha
raccontato di essere rimasto particolarmente colpito dal grande
talento dei suoi colleghi, e ha chiesto che alcune delle sue
battute migliori venissero affidate ad altri, poiché desiderava che
emergesse il talento di tutti.
Jared Harris dirige Mad Men
2. È stato il regista di un
episodio della serie. Benché il suo ruolo nella serie si
sia concluso con la quinta stagione, Harris è tornato nel mondo di
Mad Men in qualità di regista. L’interprete ha infatti
compiuto il suo debutto dietro la macchina da presa dirigendo
l’undicesimo episodio della settima stagione, l’ultima.
Jared Harris: età e altezza
1. Jared Harris è nato a
Londra, Inghilterra, il 24 agosto 1961. L’attore è alto
complessivamente 180 centimetri.
Nota soprattutto per i suoi ruoli
televisivi, l’attrice Katie McGrath ha negli anni
guadagnato sempre più consensi, arrivando a dar vita a personaggi
amati da critica e pubblico, con i quali ha potuto mettere alla
prova la propria versatilità. Ad oggi, la McGrath è ancora
protagonista di celebri serie, che le permettono di sviluppare la
sua sempre più solida carriera hollywoodiana.
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. All’inizio della sua carriera, l’attrice
ottiene un ruolo di rilievo nella serie Merlin
(2008-2012), dove è Morgana, e recitando accanto all’attore
Colin
Morgan. Successivamente recita in Dracula
(2013), con Jonathan Rhys
Meyers, in Slasher (2016) e in Supergirl (2016-in corso), dove
ricopre il ruolo di Lena Luthor, recitando con l’attrice Melissa
Benoist. Dal 2016 al 2017 ha ricoperto anche il ruolo
di Elizabeth Carruthers in Frontiera, con Jason
Momoa.
Katie McGrath non è su
Instagram
8. Non ha un account
personale. L’attrice ha confermato di non possedere un
profilo sul social network Instagram, non apprezzando il suo
funzionamento. È tuttavia possibile ritrovare sul social diverse
fan page a lei dedicate, la più seguita delle quali vanta circa 158
mila persone. All’interno di queste vengono condivise le foto più
recenti della McGrath, nonché gli ultimi aggiornamenti sui suoi
progetti da interprete.
Katie McGrath: chi è il suo
fidanzato
7. Ha una relazione con un
collega. A partire dal 2010 la McGrath vive una relazione
con l’attore Colin Morgan. I due si sono
conosciuti sul set della serie Merlin, di cui Morgan era
protagonista, e da quel momento sono diventati una solida coppia
del mondo dello spettacolo. Negli anni, hanno poi manifestato la
volontà di non condividere dettagli della loro vita privata,
dichiarandosi entrambi contrari al mondo dei social media.
Katie McGrath in Dracula
6. Ha avuto un ruolo di
rilievo nella serie. La serie Dracula del 2013 ha
esplorato il celebre vampiro da un punto di vista strettamente
contemporaneo. Qui l’attrice ha ricoperto il ruolo di Lucy
Westenra, la miglior amica della protagonista femminile Mina
Murray. La McGrath si è dichiarata entusiasta dei cambiamenti
operati nei confronti del suo personaggio, che trasportato
all’epoca attuale ha acquisito molta più forza caratteriale.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Katie McGrath in Merlin
5. Stava per perdere il
ruolo. Sia la McGrath che il protagonista Colin
Morgan sono di origini irlandesi. Proprio per questo
motivo l’attrice stava per non ottenere il ruolo, poiché la
produzione non voleva che due dei personaggi principali avessero lo
stesso accento. Tuttavia, Morgan dimostrò di poter utilizzare un
accento britannico, consentendo così alla McGrath di poter ottenere
il ruolo.
4. Adora i ruoli da
cattiva. All’interno della serie, la Morgana interpretata
dall’attrice finisce con il rivelarsi una delle principali minacce
per il regno e i suoi abitanti. La McGrath ha affermato che
preferisce di gran lunga interpretare ruoli da cattiva, non solo
perché più divertenti ma anche perché risultano spesso essere più
memorabili e complessi psicologicamente.
Katie McGrath in Supergirl
3. Ha espresso la propria
preferenza su un eventuale personaggio. In
Supergirl, l’attrice ricopre il ruolo di Lena Luthor,
sorella del più celebre Lex, noto per essere la storica nemesi di
Superman. Parlando di un ipotetico ingresso del personaggio nella
serie, l’attrice ha dichiarato che le piacerebbe vederlo
interpretato da Bruce
Willis, ritenendolo particolarmente adatto alla
parte.
2. È attratta
dall’imprevedibilità del personaggio. Uno dei motivi
principali che hanno spinto la McGrath a ricoprire il ruolo di Lena
Luthor, è l’imprevedibilità di questa. L’attrice ha infatti
raccontato che mentre leggeva il copione non riusciva a capire in
che modo il personaggio si sarebbe evoluto, e ancora oggi rimane
sorpresa nell’imbattersi in risvolti che non avrebbe mai
previsto.
Katie McGrath: età e altezza
1. Katie McGrath è nata ad
Ashford, in Irlanda, il 3 gennaio 1983. L’attrice è alta
complessivamente 166 centimetri.
Negli anni Novanta, Jean
Reno era uno dei più popolari interpreti non solo in
Francia ma a livello internazionale. Celebri sono infatti le sue
partecipazioni ad alcuni dei film più cult di quegli anni.
Particolarmente prolifico, Reno ha prestato il proprio talento a
generi e pellicole molto diverse tra loro, sfoggiando la
versatilità per cui è sempre stato lodato.
Ecco 10 cose che non sai di
Jean Reno.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jean Reno: i film in cui ha
recitato
10. Ha preso parte a celebri
lungometraggi. Il primo ruolo cinematografico per l’attore
è quello per il film Chiaro di donna (1979), ma il vero
successo arriva grazie ai film Subway (1985), Le Grand
Bleu (1988), Nikita (1990), e, in particolare,
Léon (1994), con Natalie
Portman e Gary
Oldman. Negli anni successivi continua ad affermarsi
con titoli come Al di là delle nuvole (1995), Mission:
Impossible (1996), Godzilla (1998), Ronin (1998), I
fiumi di porpora (2000), con Vincent
Cassel,Sta’ zitto… non rompere (2003),
Hotel Rwanda (2004), La tigre e la neve (2005),
di Roberto
Benigni, La pantera rosa (2006), Il codice da
Vinci (2006), Vento di
primavera(2011), Chef (2012), Hector
e la ricerca della felicità (2014), Il tuo ultimo
sguardo (2016), di Sean
Penn, e La ragazza
nella nebbia (2017). Prossimamente tornerà al cinema
con il thriller Doorman, con Ruby
Rose.
9. Ha doppiato un celebre
film d’animazione. Nel pieno della sua popolarità, Reno
viene scelto per partecipare al doppiaggio francese del classico
d’animazione Disney Il re leone. Egli ha infatti dato voce
al personaggio di Mufasa, padre del protagonista. Altre sue
attività come doppiatore sono state quella per il film Giù per
il tubo (2006), dove ha dato voce al personaggio di Le Frog, e
quella per il videogioco Onimusha 3: Demon Siege,
doppiando il personaggio di Jacques Blanc, modellato proprio a
partire dai tratti somatici dell’attore.
8. È stato più volte
nominato ad un importante premio. Reno vanta tre
nomination ai premi César, i più prestigiosi riconoscimenti
cinematografici francesi. Fu candidato una prima volta nel 1989
come miglior attore non protagonista per il Le grand bleu,
e in seguito come miglior attore protagonista nel 1994 per Les
visiteurs, e nel 1995 per Léon. Pur non riportando
vittorie, tali nomination consacrarono il periodo d’oro vissuto in
quegli anni dall’attore.
Jean Reno e Natalie Portman
7. È molto legato alla nota
attrice. Per Reno, Léon fu il film della
consacrazione, per l’attrice Natalie Portman
rappresentò invece il debutto nel mondo del cinema. L’attore
francese ha più volte ricordato il set da loro condiviso,
affermando che da subito non ebbe dubbi sulle qualità della giovane
interprete e sul radioso futuro che la attendeva. Reno ha inoltre
raccontato che ancora oggi è lieto di incontrarla in amicizia
lontano dai set.
Jean Reno: i figli dell’attore
6. È padre di diversi
figli. Durante il primo matrimonio, durato dal 1977 al
1995, l’attore diventa padre di due figli, nati rispettivamente nel
1978 e nel 1980. In seguito, risposatosi, nel 1996 diventa padre
per la terza volta in quello stesso anno, e una quarta nel 1998.
L’attore si è in seguito sposato una terza volta, ma non ha avuto
figli dall’attuale moglie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jean Reno in Léon
5. Ha caratterizzato in modo
particolare il suo personaggio. In Léon,
l’attore interpreta uno spietato sicario che accoglie sotto la sua
protezione la giovane Mathilda. A riguardo, Reno ha raccontato
di aver costruito il suo personaggio immaginandolo con un lieve
ritardo mentale e un’emotività particolarmente repressa. Ciò doveva
favorire il pensiero che una persona del genere non avrebbe mai
pensato in termini sessuali nei confronti della ragazza da lui
adottata.
4. Il ruolo era pensato per
lui. Grazie alle sue precedenti collaborazioni con il
regista Luc Besson, l’attore fu la prima e unica
scelta per il ruolo del sicario Léon. Besson raccontò di aver
scritto il personaggio proprio basandosi su Reno. Molti altri
attori però si dichiararono estremamente interessati a ricoprire il
ruolo, e tra questi vi erano anche Mel
Gibson e Keanu
Reeves.
3. Non fece prove per una
particolare scena. All’interno del film vi è una celebre
scena dove Mathilda indossa un abito regalatole da Léon. Essendo
una scena molto delicata emotivamente, ai due attori non fu
concesso di fare prove, poiché il regista desiderava catturare il
loro spontaneo imbarazzo nel momento in cui la recitavano per la
prima volta.
Jean Reno in Chef
2. Si è ispirato a noti
chef. Nel film Chef, Reno interpreta Alexandre
Lagarde, celebre chef in crisi di ispirazione. Per ricoprire tale
ruolo, l’attore ha raccontato di essersi fatto aiutare da alcuni
chef famosi, i quali sono anche suoi amici. Reno ha affermato di
averli osservati a lungo durante la preparazione dei loro piatti, e
invece che imitare il loro modo di comportarsi ha cercato di
comprenderlo, per arrivare alla radice di come pensa e agisce un
grande maestro della cucina.
Jean Reno: età e altezza
1. Jean Reno è nato a
Casablanca, in Marocco, il 30 luglio 1948. L’attore è alto
complessivamente 188 centimetri.
Una delle poetiche più affascinanti
del nuovo cinema statunitense, è quella della regista Sofia
Coppola. Sin dal suo folgorante esordio, l’autrice si è
imposta per il suo originale modo di raccontare importanti fasi di
passaggio della vita o sentimenti universalmente condivisi, e ad
oggi è una delle voci più mature e influenti del panorama
cinematografico.
Ecco 10 cose che non sai di
Sofia Coppola.
Parte delle cose che non sai sulla
regista
Sofia Coppola: i film da lei
realizzati
10. È regista e
sceneggiatrice di celebri film. Il film di debutto della
Coppola risale al 1999, ed è Il giardino delle
vergini suicide, con protagonista Kirsten
Dunst. Nel 2003 firma il suo secondo
lungometraggio, Lost in Translation, con Bill MurrayeScarlett
Johansson, che le permette di affermarsi a livello
internazionale. Suoi successivi film sono poi stati Marie
Antoinette (2006), Somewhere
(2010), con Elle
Fanning, Bling
Ring(2013), con Emma
Watson, e L’inganno(2017),
con Nicole
Kidman. La regista ha poi firmato anche uno speciale
film televisivo per Netflix intitolato A Very Murray
Christmas (2015), mentre nel 2020 è previsto il suo
ritorno al cinema con On the Rocks,
con Rashida
Jones.
9. È stata anche
attrice. L’ingresso nel mondo del cinema per la Coppola è
avvenuto sin da bambina, in qualità di attrice nei film diretti dal
padre. I suoi primi piccoli ruoli risalgono infatti ai film
Il padrino
(1972), Il padrino – Parte II (1974), I ragazzi della
56ª strada (1983), Rusty il selvaggio (1983),
Cotton Club (1984), Peggy Sue si è sposata (1986)
e Tucker – Un uomo e il suo sogno (1988). ottiene poi un
ruolo di maggior rilievo in Il padrino – Parte III (1990),
dove recita accanto ad Al
Pacino nei panni di Mary Corleone. Uno dei suoi ultimi
ruoli da attrice risale invece al film Star Wars: Episodio I –
La minaccia fantasma (1999).
8. Ha ottenuto prestigiosi
riconoscimenti. Con il film Lost in Translation,
l’autrice si afferma ulteriormente all’interno dell’industria,
arrivando ad ottenere il suo primo premio Oscar per la miglior
sceneggiatura originale. Per la stessa pellicola viene nominata
anche come miglior regista e per il miglior film. Nel 2010 le viene
invece assegnato il Leone d’oro, il premio più importante della
Mostra del Cinema di Venezia, per il film Somewhere. Nel
2017, al Festival
di Cannes, vince invece il Prix de la mise en scène per la sua
regia di L’inganno.
Sofia Coppola in Star Wars
7. Ha fatto un cameo nella
celebre saga. Anche la Coppola è entrata, seppur senza
farsi notare, a far parte della galassia lontana lontana di
Star
Wars. Nel film del 1999, Star Wars: Episodio I – La
minaccia fantasma, l’attrice appare brevemente nel ruolo di
una delle ancelle che accompagnano la principessa Amidala,
interpretata dall’attrice Natalie
Portman. Ricordando l’esperienza, ha raccontato di
essersi recata sul set per assistere allo svolgimento delle
riprese, e il regista George Lucas sul momento le
chiese se voleva comparire in scena, occasione che la Coppola non
si lasciò sfuggire.
Sofia Coppola in Il Padrino
6. Ha avuto ruoli diversi
all’interno della trilogia. Sofia Coppola ha interpretato
la figlia di Michael Corleone in Il Padrino – Parte III,
nonostante abbia vestito i panni della nipote ne Il
Padrino del ’72 e di una bambina senza nome su una nave de
Il Padrino – Parte II. La Coppola ottenne il ruolo nel
terzo film della trilogia dopo che Winona
Ryder dovette rifiutare per via di altri impegni.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Sofia Coppola e Marie
Antoinette
5. Ha cercato un nuovo punto
di vista sulla figura storica. Nel raccontare la vita
della sovrana Maria Antonietta, la regista desiderava
esaltarne l’aspetto umano, raffigurandola come una ragazza
sconnessa dalla realtà, che finisce con il trovarsi nel posto
sbagliato al momento sbagliato. Per questo motivo, decise di
basarsi sulla biografia scritta da Antonia Fraser, poiché giudicava
quella ben più nota di Stefan Zweig troppo rigida nei confronti
della regina.
4. Avrebbe dovuto essere il
suo secondo film. Inizialmente la produzione del film era
prevista subito dopo Il giardino delle vergini suicide.
Tuttavia, incontrando diverse difficoltà nel confrontarsi con la
realtà storica della vicenda, la Coppola preferì dedicarsi ad un
altro progetto per potersi temporaneamente distrarre. Realizzò così
Lost in Translation, il cui successo la aiutò a ridare
vita a Maria Antoinette.
Sofia Coppola dirige Somewhere
3. Non era convinta sulla
scelta di casting dei produttori.Somewhere
racconta del delicato rapporto tra un padre, attore in declino, e
la sua giovane e candida figlia. Per interpretare quest’ultima, i
produttori suggerirono alla Coppola l’attrice Elle
Fanning, divenuta celebre in quegli anni. La regista non
era però convinta a riguardo, temendo che si trattasse della tipica
bambina attrice di Hollywood. Dopo averla incontrata, però, si
ricredette, trovando la Fanning caratterialmente forte e
brillante.
2. Non voleva raccontare la
classica storia su Hollywood. Con Somewhere, la
Coppola si è spinta per la prima volta a raccontare il mondo del
cinema, facendolo però a suo modo. Il film tocca infatti solo in
modo marginale la vita all’interno dell’industria, e lo stesso
personaggio protagonista pur essendo un attore non viene mai visto
intento a recitare su qualche set. Per la regista era più
importante raccontare gli effetti della celebrità su di lui come
uomo e padre.
Sofia Coppola non è su
Instagram
1. È molto
riservata. La regista ha più volte dichiarato di voler
mantenere un basso profilo pubblico, tenendosi dunque lontana dai
social network e garantendo così alle proprie figlie di poter
vivere un’adolescenza lontana dai riflettori. Su Instagram è
tuttavia possibile trovare alcune fan page a lei dedicate, dove
vengono pubblicati gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti da
autrice.
Nel corso della sua carriera,
l’attrice Sienna Miller ha recitato in opere che
le hanno permesso di mettere alla prova la propria versatilità.
Distinguendosi tra film mainstream e pellicole d’autore, la Miller
ha costruito su solide basi il proprio status, arrivando ad
ottenere importanti riconoscimenti da parte della critica e del
pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Sienna Miller.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Sienna Miller: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo con il
film South Kensington (2001), per poi ottenere maggior
notorietà grazie a titoli come Sogni di gloria (2002),
Sogni di gloria – La rivincita di Raf (2003), The
Pusher (2004) e Alfie (2004). Negli anni successivi
recita poi in Casanova (2005), Interview (2007),
Stardust (2007), con Michelle
Pfeiffer, I misteri di Pittsburgh (2007),
The Edge of Love (2008), con Keira
Knightley, G.I. Joe – La nascita dei cobra
(2009), Foxcatcher(2014),
con Mark
Ruffalo, American Sniper
(2014), con Bradley
Cooper, Il sapore del
successo (2015), Civiltà
perduta (2016), La legge della
notte (2016), di Ben
Affleck, e City of Crime
(2019).
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attrice non ha mancato di recitare anche per alcune serie
televisive, come Bedtime (2002) e Keen Eddie
(2003-2004). Nel 2012 è invece Tippi Hedren nel film televisivo
The Girl – La diva di Hitchcock, per poi tornare sul
piccolo schermo con il ruolo di Beth Ailes nell’acclamata serie
The Loudest Voice (2019), dove ha recitato accanto agli
attori Russell
Crowe e Naomi
Watts.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Per il suo ruolo nel film TV The Girl
– La diva di Hitchcock, dove si ripercorre del difficile
rapporto tra il noto regista e l’attrice Tippi Hedren, la Miller ha
ottenuto candidature ad importanti premi come i Golden Globe, i
Bafta TV Awards, i Critics Choice Television Awards e i Satellite
Awards. Pur non riportando vittorie, l’attrice ha così avuto modo
di consolidare il proprio ruolo all’interno dell’industria.
Sienna Miller: i suoi
fidanzati
7. Ha avuto una relazione
con un noto attore. Sul set del film Alfie, la
Miller conosce l’attore Jude
Law, con il quale intraprende una relazione dal 2004
al 2006. In quell’anno, infatti, i due si separarono per via di
alcuni ripetuti tradimenti. Vengono però visti nuovamente insieme
nel 2009, confermando di aver ripreso la loro relazione. Si
lasciano però nuovamente nel 2011, affermando di essere rimasti in
buoni rapporti.
6. Ha avuto diversi
fidanzati celebri. Nel corso degli anni la Miller ha poi
avuto altre relazioni con celebri attori di Hollywood, come
Daniel
Craig, con il quale ha recitato nel film The
Pusher, Rhys Ifans, noto per essere stato
Spike in Notting
Hill, e Tom Sturridge, con il quale ha
avuto una figlia nel 2012. A quest’ultimo l’attrice è stata legata
dal 2012 al 2014.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Sienna Miller in The Pusher
5. Ha interpretato
l’interesse amoroso del protagonista. Nel film The
Pusher l’attrice ricopre il ruolo di Tammy, di cui il
protagonista chiamato XXXX si invaghisce perdutamente. All’interno
del film, il personaggio ricoperto dalla Miller avrà particolare
rilievo nel determinare le fortune o sfortune del protagonista.
Grazie a tale ruolo, l’attrice ha potuto acquistare maggior
popolarità all’interno dell’industria hollywoodiana.
Sienna Miller in Alfie
4. Non ha avuto problemi per
le scene di nudo. Nel film Alfie, l’attrice
ricopre il ruolo di Nikki, donna emotivamente instabile che
intraprende una turbolenta relazione con il protagonista. In una
delle scene in cui sono insieme, era previsto che l’attrice
recitasse svestita. Le fu detto che se non si sentiva a suo agio,
la scena poteva essere riscritta diversamente, ma la Miller rifiutò
questa possibilità, affermando di voler usare l’imbarazzo della
nudità per rendere più realistica la scena.
3. Ha lavorato molto
sull’emotività del personaggio. Il desiderio dell’attrice
era quello di non dar vita a cliché nel rappresentare l’instabile
emotività di Nikki. Per questo motivo ha cercato di scavare a fondo
nelle emozioni del personaggio, immaginando da sé un’origine alla
sua fragilità. In questo modo, ha potuto mettere in scena emozioni
che percepiva come proprie, evitando la sterile imitazione.
Sienna Miller in American
Sniper
2. Ha incontrato la donna
che avrebbe interpretato nel film. In American
Sniper, film incentrato sul cecchino Chris Kyle, la Miller ha
interpretato il ruolo di Taya Kyle, moglie di questi. Per essere
certa di rendere giustizia alla vera Kyle, l’attrice l’ha voluta
incontrare in diverse occasioni, studiandola nel suo modo di
parlare e comportarsi, ma anche ascoltando il suo punto di vista
sulla storia del marito.
Sienna Miller: età e altezza
1. Sienna Miller è nata a
New York, Stati Uniti, il 28 dicembre 1981. L’attrice è
alta complessivamente 165 centimetri.
I
miserabili di Ladj Ly sarà disponibile in
esclusiva dal 18 maggio suMioCinema.it, la prima
piattaforma digitale dedicata al cinema d’autore
che mette al centro la sala cinematografica e il suo pubblico, nata
da un’idea condivisa di Lucky Red, Circuito Cinema e MYmovies.
Sempre dal 18 maggio il film sarà disponibile anche sulla Pay Per
View Sky Primafila Premiere.
Ispirato alle sommosse di Parigi del
2005, il film “I miserabili” di Ladj Ly
ha vinto il Premio della Giuria al Festival
di Cannes, il Premio Miglior
Rivelazione agli European Film Awards, è stato
candidato alPremio Oscar come Miglior
Film Straniero e ha trionfato ai César
ottenendo numerosi riconoscimenti tra cui Miglior Film.
Un affresco sincero e autentico
delle periferie parigine e dei miserabili del nuovo millennio, un
thriller dal ritmo avvincente e adrenalinico, che non si abbandona
a facili condanne e non cade nelle trappole della faziosità o del
vittimismo, dove il confine tra bene e male si fa assolutamente
labile, mentre tutti i personaggi diventano vittime alla ricerca di
un personale riscatto o, più semplicemente, di sopravvivenza.
Perché, proprio come affermava Victor Hugo nel suo celebre romanzo,
“non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo
cattivi coltivatori”
LE COSE CHE NON TI HO
DETTO, secondo lungometraggio del regista e sceneggiatore
William Nicholson, sarà disponibile dal 29
maggio (distribuito da Vision Distribution e
Cloud 9) sulle maggiori piattaforme digitali:
SKY PRIMAFILA PREMIERE –APPLE TV – CHILI – GOOGLE
PLAY – INFINITY – TIMVISION – RAKUTEN TV – CG
ENTERTAINMENT.
LE COSE CHE NON TI HO
DETTO è un racconto intimo ed emozionante basato su una
vicenda autobiografica del regista. In questo film si racconta in
modo diretto e senza falsi sentimentalismi la separazione tra due
genitori e l’impatto emotivo che questo evento scatena sui
componenti della famiglia. È una storia di dolore e separazione, ma
anche di crescita e di consapevolezza, una storia in cui ci
possiamo riconoscere, perché appartiene a molti di noi.
Il cast vanta la presenza di
Annette Bening, quattro volte candidata al Premio
OscarÒ: e vincitrice di due Golden Globe per “La diva Julia –
Being Julia” e “I ragazzi stanno bene”, l’attore
inglese Bill Nighy (Love Actually – L’amore
davvero, I Pirati dei Caraibi, Harry Potter e i
Doni della Morte), e Josh O’ Connor (La
terra di Dio, The Program).
SINOSSI
Grace (Annette
Bening)ed Edward (Bill Nighy),
sposati da 29 anni, vivono una vita tranquilla nella città costiera
di Seaford, Inghilterra, in una casa piena di libri e oggetti
accumulati.
Quando il figlio Jamie
(Josh O’Connor) va a trovarli per il fine settimana,
Edward lo informa che ha deciso di lasciare sua madre
Grace.
Grace non accetta la decisione
di Edward e cade in una depressione profonda. Sarà Jamie attraverso
la sua vicinanza a risvegliare in lei l’attitudine alla felicità e
a una nuova possibilità di vita.
In questa storia non ci sono
cattivi ma solo persone reali, che hanno vissuto per troppo tempo
trascinando dietro di sé vecchi errori e ora ne stanno pagando le
conseguenze.
Non ci sono risposte immediate
né percorsi semplici che portino ad una soluzione.
Un marito, una moglie e il loro
figlio sono costretti ad affrontare verità dure, e ripartendo da
quelle verità, sono costretti a plasmare nuovamente le loro
vite.
A chi non piace viaggiare? Visitare
posti nuovi è una delle attività che le persone curiose
maggiormente amano, tuttavia, soprattutto in periodo di emergenza
sanitaria globale, è difficile continuare a farlo. La bellezza del
cinema è che, invece, può continuare a portarci in giro per il
mondo, o per i mondi, in particolare, nelle nostre location
cinematografiche preferite. E quale universo cinematografico ha un
maggior numero di location iconiche e super riconoscibili, se non
il Marvel Cinematic
Universe?
Ecco di seguito le 10 location più
iconiche del MCU:
La baita di Tony e Pepper
in riva al lago è stata una location così amata ed apprezzata dagli
spettatori di Avengers: Endgame che, sulla scia del film,
i fan hanno trovato l’edificio su Airbnb, mandando in tilt le
prenotazioni.
Nella vita reale, la baita si trova
in Georgia, mentre nel film non è chiaro quale sia la sua location,
tuttavia è riuscita decisamente a catturare l’attenzione e
l’immaginazione degli spettatori.
La scena in Spider-Man: Far From Home in cui
Peter viene arruolato da Happy mentre è in Olanda è unica e
visivamente accattivante. La scena è coloratissima, una distesa di
tulipani variopinti, tutti aggiunti con il VFX.
È in un momento del film in cui
Spider-Man è alle strette, non sa più di chi si può fidare, quindi
il fatto di essere salvato da Happy in un paesaggio così
incredibile è probabilmente un omaggio alla creatività che Peter ha
ereditato da Iron Man, recentemente scomparso.
Situato alla periferia di
New York City, la Avengers Facility è la location principale di
Avengers: Endgame. Anche se Thanos l’ha fatta a pezzi alla fine del
film, la struttura era la base operativa perfetta per gli eroi per
incontrarsi dopo il caos di Infinity War.
La struttura nella vita reale è in
realtà situata nell’East Anglia, nel Regno Unito, e i fan del film
possono visitare la struttura anche se probabilmente al suo interno
non c’è una macchina del tempo, né vi sono custodite le Gemme
dell’Infinito.
Thanos si ritira nella sua
fattoria su un pianeta lontano dopo che lo schicco di Infinity War
ha spazzato via il 50% di tutte le creature viventi. Mentre lo
schiocco ha quasi ucciso il titano pazzo, decide rinunciare alla
veste di guerriero e diventare una specie di contadino /
giardiniere, in solitudine per il resto della sua vita.
Considerando che Thanos poteva
scegliere un luogo qualsiasi in tutto l’universo, sceglie un
pianeta isolato e molto bello. Le immagini del Titano che raccoglie
i suoi frutti sono bellissime e anche molto significative.
Sakaar è il pianeta
discarica, governato dal Granmaestro interpretato da Jeff Goldblum,
e disseminato di fumetti Marvel come un Easter egg che si
spera tornerà nei film di Thor più tardi.
Anche se è visto come un pianeta
desolato, Sakaar è uno dei pianeti del MCU più colorati, specialmente
quando c’è una festa in strada a tema Hulk in cui si imbattono Thor
e Bruce Banner, mentre cercano di scappare.
Estremamente luminoso e accogliente,
questo pianeta ricorda una tipica città di fantascienza situata
sopra le nuvole. Tutto il franchise di Guardiani ci ha offerto
scenari spettacolari, ma Xandar è uno dei punti forti dei film di
James
Gunn.
Vormir è la dimora della
Gemma dell’Anima, e per raggiungerla bisogna pagare un prezzo
altissimo, sacrificando ciò che amiamo di più. Thanos lo fa in
Infinity War quando sacrifica Gamora, e poi Clint Barton fa lo
stesso in Endgame quando Vedova Nera muore.
Quando si ottiene la Gemma
dell’Anima, l’intero Vormir viene visualizzato nella sua forma
sbalorditiva, e sebbene il pianeta sia presente brevemente
nell’MCU, la sua estetica è estremamente
piacevole.
Ego è il papà di Peter
Quill ed è il cattivo principale di Guardiani della Galassia Vol.
2; tuttavia, lui è anche un pianeta vero e proprio, in quanto non è
una persona, ma un Celestiale che può assumere la forma che più
desidera.
Il pianeta su cui ha la sua base, e
quello su cui i Guardiani si imbattono durante il film, è
bellissimo e funge da paradiso per le disavventure intergalattiche
dei protagonisti. Questo fino a quando il team non scopre che Ego è
in realtà un maniaco divoratore di pianeti e il suo stesso pianeta,
insieme a lui, viene distrutto.
Asgard – Trilogia di Thor
Asgard è la casa degli
Asgardiani, una razza nordica aliena governata dal Dio del Tuono e
membro degli Avenger, Thor. Nei film di Thor, Asgard compare
tantissimo, soprattutto nel secondo, ed è un luogo magnifico, più
simile ad una città con al centro un grandioso palazzo che a un
pianeta.
Ci sono molte scene ambientate su
Asgard e l’evoluzione del tono legato al personaggio di Thor le ha
rese man mano più comiche, nonostante l’iniziale gravità del
personaggio. Il luogo viene poi distrutto in Ragnarok, e
ricostruito sulla Terra, anche se non è altrettanto glorioso.
Il luogo più epico
dell’intero MCU è senza dubbio la nazione di
Wakanda. E’ un mondo nascosto dalle mappe nel cuore dell’Africa ed
è la casa di Black Panther. La sua ricchezza più grande è il
vibranio, un minerale presente nelle viscere della terra su cui si
edifica la nazione.
La città/nazione di Wakanda è di una
bellezza che incanta in un modo che apre il MCU a nuove possibilità e ha
sicuramente contribuito al successo planetario di Black
Panther.
L’attore Jamie Campbell
Bower si è distinto per aver preso parte ad alcune delle
maggior saghe young adult degli ultimi anni, ottenendo così un buon
seguito tra il grande pubblico. Attivo anche in televisione, Bower
continua ancora oggi a ricoprire ruoli di rilievo in prodotti di
vario genere, mettendo continuamente alla prova la propria
versatilità.
9. Ha recitato anche per la
televisione. Con la mini-serie The Prisoner
(2009), Bower debutta in televisione, per poi tornarvi con il ruolo
di re Artù in Camelot (2011), dove recita accanto
all’attrice Eva
Green. Dopo una lunga assenza, recita nuovamente per
il piccolo schermo nella serie Will (2017), basata sulla
figura di William Shakespeare. Qui Bower interpreta il poeta
Christopher Marlowe.
8. Era stato scelto per un
atteso spin-off televisivo. L’attore era entrato a far
parte del cast della serie provvisoriamente intitolata La lunga
notte, che rappresentava uno spin-off di Il Trono di
Spade. Questa doveva essere ambientata migliaia di anni
prima degli eventi narrati nella serie principale, e tra i
protagonisti figurava anche Naomi
Watts. Tuttavia, per motivi non meglio chiariti, dopo
la realizzazione del pilot la serie è stata ufficialmente
cancellata.
Jamie Campbell Bower e Lily
Collins
7. Ha avuto una relazione
con la nota attrice. Sul set del film
Shadowhunters, Bower conosce l’attrice Lily
Collins, la quale recitava accanto a lui nel ruolo di
co-protagonista. I due hanno in seguito intrapreso una relazione,
mantenendo un profilo pubblico molto basso e lontano
dall’esposizione mediatica. Pur non rilasciando ulteriori
chiarimenti, hanno in seguito affermato di essersi separati.
Jamie Campbell Bower: chi è la sua
fidanzata attuale
6. Ha una nuova
compagna. Bower è attualmente impegnato sentimentalmente
con la tatuatrice Ruby Quilter, rendendo pubblica tale relazione
presentandosi con lei durante la premiere di Animali fantastici
– I crimini di Grindelwald. Sui profili social dei due è
possibile trovare alcuni post che li ritraggono insieme, anche se
si sono rivelati restii a rilasciare notizie sulla propria vita
privata.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jamie Campbell Bower in
Shadowhunters
5. Non voleva dar vita ad un
personaggio immacolato. Nell’assumere il ruolo di Jace,
cacciatore di demoni, l’attore ha affermato che non voleva dar vita
al classico personaggio tenebroso e stereotipato. Per questo
motivo, ha puntato molto sulla vulnerabilità e sul senso di
solitudine propri di Jace. Così facendo, ha potuto sentirsi molto
più vicino emotivamente al personaggio.
4. Si è allenato molto per
il ruolo. Bower ha dichiarato che prima delle riprese del
film ha dovuto trascorrere un periodo di intenso allenamento
fisico, così da poter acquisire la muscolatura richiesta per il
ruolo. Ciò gli ha permesso di eseguire da sé alcune delle dinamiche
scene presenti nella pellicola, senza il bisogno di ricorrere a
controfigure.
Jamie Campbell Bower nella saga di
Twilight
3. Aveva sostenuto il
provino per un altro ruolo. Bower è comparso per la prima
volta nella saga di Twilight all’interno
del film New Moon, dove interpreta il malvagio Caius,
membro dei Volturi. Originariamente, però, l’attore aveva sostenuto
il provino per ricoprire il ruolo del protagonista Edward Cullen.
Benché non lo ritennero adatto per tale personaggio, i produttori
rimasero colpiti da Bower, decidendo di affidargli il ruolo di un
altro vampiro.
Jamie Campbell Bower in Sweeney
Todd
2. Ha personalmente eseguito
i brani nel film. Grande appassionato di musica, Bower è
stato cantante per diverse band, con le quali ha raggiunto un
discreto successo. Aveva d’altronde già svelato le proprie doti
canore all’interno del film Sweeney Todd, dove è possibile
udirlo eseguire uno dei brani più celebri, intitolato
Johanna.
Jamie Campbell Bower: età e
altezza
1. Jamie Campbell Bower è
nato a Londra, Inghilterra, il 22 novembre 1988. L’attore
è alto complessivamente 183 centimetri.
Nell’era contemporanea, è un fatto
che i villain siano diventati i personaggi favoriti degli
spettatori, molto di più di quanto in passato lo erano gli eroi o i
protagonisti principali. E anche chi in genere si è ritrovato ad
interpretare personaggi “positivi” sul grande schermo, almeno una
volta nella sua carriera si è dovuto confrontare con ruoli
decisamente più “scomodi”.
Ecco di seguito 10 ruoli da
“villain” interpretati da attori come Denzel Washington,
Leonardo DiCaprio, Tom Cruise e non solo,
riconosciuti generalmente per i loro ruoli da “eroi”:
Denzel Washington (Training Day)
In molti hanno sempre sostenuto che
l’Oscar sarebbe dovuto arrivare già nel 1993 per il suo ruolo in
Malcolm X di Spike Lee, ma l’Academy conferì l’ambita
statuetta a
Denzel Washington – come miglior attore protagonista –
soltanto nel 2001 per il suo ruolo del poliziotto corrotto Alonzo
Harris in Training Day di Antoine Fuqua. Molti sono gli
“eroi” interpretati da Washington sullo schermo, in ultimo quello
del giustiziere Robert McCall nella saga The
Equalizer.
Kevin Bacon (Sleepers)
Tra i numerosi personaggi “scomodi”
interpretati da Kevin Bacon, probabilmente quello più celebre
è Sean Nokes, sadica guardia carceraria nel bellissimo
Sleepers di Barry Levinson. Anche se ha
vestito spesso i panni di un ufficiale della legge, come in
Mystic River o nel più recente Cop Car, Bacon è
sempre stato trattato dall’industria cinematografica hollywoodiano
come “un antagonista di lusso”.
Scarlet Johannson (Don Jon)
Amata a livello mondiale non
soltanto per la sua bellezza e per il suo talento, ma anche per il
ruolo di Vedova Nera nel MCU, Scarlett Johansson si ritrovo nel 2013 ad
interpretare – forse per la prima volta – un personaggio egoista,
poco comprensivo e all’apparenza senza cuore. In molti, infatti,
associarono per la priva volta l’attrice ad una “cattiva” grazie al
suo ruolo di Barbara Sugarman in Don Jon.
Michael B. Jordan (Black
Panther)
Dopo Fruitvale Station
(2013) e Creed (2015), Ryan Coogler pensò ad un ruolo
molto diverso per il suo attore feticcio Michael B. Jordan. Da eroe a cattivo in
Black
Panther, dove l’attore ha interpretato Erik
Killmonger in quello che sarebbe poi diventato il primo cinecomic
ad essere nominato agli Oscar come film.
Uma Thurman (La mia super
ex-ragazza)
Dopo un breve periodo lontana dalla
scene,
Uma Thurman decise di dedicarsi a progetti meno
impegnativi ma che hanno comunque rappresentato una sfida dal punto
di vista attoriale, come avvenuto ad esempio ne La mia
super ex-ragazza, commedia romantica al fianco di
Luke Wilson, in cui la musa di Tarantino ha interpretato una
drama queen spietata, super gelosa e super potente.
Robin Williams (Insomnia)
Il compianto re della commedia,
amatissimo per i suoi ruoli in Hook, Mrs. Doubtfire,
Jumanji e Patch Adams, aveva già dimostrato la sua
versatilità grazie a pellicole quali L’attimo fuggente e Will
Hunting – Genio ribelle. Nel 2002 Christopher Nolan gli offrì
la possibilità di interpretare un serial killer al fianco di Al
Pacino nel thriller Insomia, genere fino
a quel momento inesplorato per Robin Williams. Da allora, l’attore sembrò
prenderci gusto, tant’è che continuò ad interpretare personaggi
oscuri in film come Eliminate Smoochy,One Hour
Photo, The Final Cut e Una voce nella notte.
Leonardo DiCaprio (Django
Unchained)
Anche se
arriva a metà del film, il personaggio di Calvin J. Candie è una
delle cose più tarantiniane che l’idolatrato regista abbia
mai tirato fuori dal suo cilindro. Il personaggio del famigerato e
crudele latifondista interpretato da Leonardo DiCaprio in Django Unchained è senza dubbio il
personaggio più deplorevole da un punto di vista morale che
l’attore abbia mai interpretato.
Henry Fonda (C’era una volta il
West)
Con
C’era una volta il West, Sergio Leone ha
cercato di ottenere esattamente ciò che il pubblico non si sarebbe
mai aspettato: un Henry Fonda come nessuno lo
aveva mai visto prima. La star di Furore e La parola
ai giurati era l’eroe per eccellenza del grande schermo
durante l’era d’oro di Hollywood. Eppure, il suo debutto da
“cattivo ragazzo” nell’acclamato western ha contribuito a spianare
la strada ad altri colleghi di spicco nell’abbracciare ruoli da
cattivo, come Jack Nicholson o Al Pacino.
Tom Cruise (Collateral)
Raramente ha accettato di recitare
nei panni di un anti-eroe, ma tra i pochi bady guys
interpretati da Tom Cruise, quello più iconico è sicuramente
il killer dai capelli argentei nel thriller mozzafiato
Collateral, diretto da Michael Mann. Il
film ha contribuito a rafforzare una nuova immagine di Cruise nella
mente di tutti coloro che si erano stancati di vederlo interpretare
personaggi alquanto prevedibili.
Heath Ledger (Il cavaliere
oscuro)
Salito alla ribalta grazie al suo
ruolo in 10 cose che odio di te, se c’era
un’etichetta dalla quale Heath Ledger si è sempre voluto distanziare
era quella di “rubacuori”. Dopo aver rifiutato il ruolo di Peter
Parker nella trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, Ledger
era alla ricerca di qualcosa di molto più grande, sempre collegato
al mondo dei fumetti: alla fine è diventato il Joker forse più
incredibile mai rappresentato al cinema ne Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, con tanto di
Oscar postumo conferito alla sua incredibile performance.
R2-D2 è uno dei
personaggi più iconici di Star Wars e probabilmente il più
grande robot nella storia del cinema. Le sue memorabili interazioni
con C-3PO hanno segnato l’iconica epopea di fantascienza dal punto
di vista dell’assetto narrativo comico; tuttavia, nella saga esiste
un enorme buco nella trama che coinvolge Artoo; buco che a quanto
pare nemmeno Mark Hamill sarebbe in grado di spiegare.
Se R2 era infatti il droide
personale di Anakin Skywalker nella trilogia prequel, lo stesso non
si è mai preso la briga di rivelare a Luke Skywalker la verità su
suo padre. Alla fine de La vendetta dei Sith, C-3PO si è
cancellato la memoria, mentre quella di Artoo non ha mai subito
danni o alterazioni durante tutto l’arco narrativo dell’intera
saga.
Se George Lucas ed il suo team probabilmente non
hanno mai pensato che R2-D2 potesse avere un ruolo significativo
negli eventi prima di Una nuova speranza, la Lucasfilm ha
deciso di aggiungere il famoso droide e il suo inseparabile
compagno anche nei prequel, nonostante la cosa non avesse una
coerenza logica. Il loro cameo in Rogue One può avere una ragion d’essere, ma
R2-D2 e C-3PO sono dei personaggi chiave al pari di Anakin o di
Obi-Wan Kenobi. In Episodio IV,
quando incontra il duo, Obi-Wan afferma anche: “Non mi ricordo
di aver posseduto un droide”, nonostante nei prequel abbia
diviso la scena con loro diverse volte.
Tutto ciò sembra dunque essere un
grandissimo buco di trama, ma ci sono diverse (e ragionevoli)
spiegazioni sul perché R2-D2 non rivela mai la verità su Anakin. Ne
La vendetta dei Sith, R2-D2
accompagna Anakin a Mustafar: il futuro
Darth Vader ha il compito di assassinare i leader della
Confederazione dei Sistemi Indipendenti. A quel punto del film,
Anakin è già stato spinto dall’imperatore Palpatine a convertirsi
al Lato Oscuro e ha già ucciso i membri del Tempio Jedi; R2-D2,
però, non è a conoscenza delle azioni di Anakin e continua a
seguirlo.
Anakin ordina al suo
droide di rimanere con la nave su Mustafar; pertanto, non riesce a
vedere nessuno degli eventi che condannano il “Prescelto”. Nella
scena in cui Padme Amidala si confronta con Anakin, sia Artoo che
C-3PO (che hanno accompagnato Amidala e Obi-Wan su Mustafar), non
appaiono in scena, così come non è possibile vederli durante il
duello tra Obi-Wan e Anakin: è ipotizzabile, quindi, che R2-D2 non
abbia assistito all’esperienza della morte di Anakin, né alla sua
sopravvivenza.
Tutti coloro che sono sopravvissuti
all’Ordine 66, presumevano che Anakin sarebbe morto con loro,
tranne Obi-Wan e Yoda. Probabilmente, R2-D2 non sarebbe stato
informato da nessuno che il suo ex maestro era vivo e che ora agiva
come Vader. Se si considera il fatto che Artoo e C-3PO vennero
successivamente affidati alla famiglia Organa, ha ancora più senso
che nessuno dei droidi venga informato della situazione. Eppure,
c’è ancora una domanda che lascia più di un dubbio: perché
cancellare la memoria di C-3PO, ma non quella di Artoo?
Non è comune per i non-droidi
parlare la lingua di Artoo, quindi non c’era da preoccuparsi sul
fatto che gli Organa e Leia comprendessero quando accaduto nei
prequel, nonostante la presenza di C-3PO. Anche se C-3PO può
comprendere il linguaggio del suo inseparabile compagno, una volta
che i suoi ricordi sono stati cancellati, neanche C-3PO avrebbe
potuto credere alle parole di R2-D2.
L’unico altro personaggio che riesce
a comunicare con R2-D2 è Luke. Sul pianeta Dagobah, Luke interpreta
i pensieri di R2-D2 in un modo che non corrisponde alle effettive
parole pensate dal droide, quindi ancora una volta non dovrebbe
esserci alcun pericolo che R2-D2 possa essere creduto. Anche se
Luke avesse capito veramente cosa stesse dicendo Artoo, è
improbabile che ciò avrebbe influito eccessivamente sulla
storia.
Luke non ha interagito direttamente
con Darth Vader in Una nuova speranza, nel
senso che non avrebbe avuto il tempo di dire a Vader la verità se
avesse voluto. Nel frattempo, ne
L’Impero Colpisce Ancora, Luke rifiuta di credere
che Vader sia suo padre. Se Luke non è disposto a credere allo
stesso Vader, è improbabile che abbia voglia di credere alle
affermazioni di un droide quando nessun altro – al di fuori del
cattivo – potrebbe verificarne l’autenticità.
Quando finalmente Luke accetta la
verità, redimere suo padre diventa la sua missione, compito che è
stato poi completato ne
Il ritorno dello Jedi. Se avesse saputo da Artoo
la verità, avrebbe potuto essere più suscettibile agli approcci di
suo padre in Episodio IV. Invece di Obi-Wan e Yoda, Vader
sarebbe potuto diventare la sua guida; tuttavia, sappiamo quanto
sia forte la morale di Luke, quindi è probabile che l’esito della
trilogia originale sarebbe stato lo stesso a prescindere.
Se non altro Luke,
venendo a conoscenza della verità su Vader da R2-D2, avrebbe potuto
evitare di scontrarsi con Leia, che si rivelerà essere sua sorella.
Ciò solleva un ulteriore domanda, ancora più grande: come sarebbero
andate le cose se Leia avesse scoperto chi erano davvero i suoi
genitori da R2-D2? Gli eventi dell’intera trilogia originale
sarebbero stati modificati e Leia sarebbe potuta diventare la
principale apprendista Jedi al posto di Luke.
Per questo motivo, non ha senso che
Bail Organa abbia cancellato la memoria di C-3PO mantenendo intatta
quella di Artoo, poiché erano comunque con Leia quando questa è
cresciuta. Il ruolo piccolo, ma chiave, di Bail in Rogue Onemostra
quanta influenza ha avuto sugli eventi della trilogia originale; ai
suoi occhi, mantenere intatta la memoria di R2-D2 non era un
problema, e la saga di Star Wars dimostra quanto fosse giusto non
preoccuparsene.
Carlo Conti conduce la 65ª edizione
dei Premi David di Donatello, in diretta dallo
studio 2 di Via Teulada, domani su Rai 1 dalle ore 21.25, con la
regia di Maurizio Pagnussat.
La serata più importante del nostro
cinema ha deciso di non fermarsi e si presenta, per la prima volta,
in una versione più tecnologica rispetto al passato con l’obiettivo
di lanciare un messaggio positivo, forte e autorevole, a sostegno
della rinascita del cinema italiano, sottolineandone la centralità
dal punto di vista culturale, economico e occupazionale. La 65ª
edizione dei Premi David di Donatello sulla rete ammiraglia della
Rai si svolgerà dunque attraverso una formula innovativa che vedrà
i grandi protagonisti del cinema italiano partecipare alla
premiazione attraverso collegamenti in diretta, rispettando le
disposizioni governative. Sarà un’edizione che unirà il rispetto
della tradizione con uno sguardo fiducioso rivolto al futuro.
In quest’ottica, Rai Movie
trasmetterà in simulcast con Rai 1 e, sul profilo Instagram del
canale, Alberto Farina e Paola Jacobbi commenteranno la serata in
diretta, mentre su Raiplay sarà visibile anche per gli italiani
all’estero.
Nel corso della serata, saranno
consegnati venticinque David di Donatello e il David Speciale che
quest’anno andrà a un’icona dello spettacolo e della cultura
italiana, Franca Valeri, in grado di rivoluzionare la comicità e
l’immagine femminile dal secondo dopoguerra anche attraverso
l’invenzione di una lunga serie di memorabili personaggi.
Il David dello Spettatore quest’anno
andrà a Il Primo Natale, diretto e interpretato da Salvo
Ficarra e Valentino Picone. Il riconoscimento è assegnato al film
più visto dal pubblico nei cinema italiani fra quelli usciti in
sala entro il 31 dicembre 2019.
A cento anni dalla nascita,
l’Accademia del Cinema Italiano celebrerà due fra i maggiori
protagonisti della storia del nostro cinema, Federico Fellini e
Alberto Sordi. Il regista cinque volte premio Oscar® sarà
ricordato proprio attraverso le parole e gli aneddoti del grande
attore romano con cui ha condiviso esordi, vita artistica ed
esperienze sul set per film come Lo sceicco
bianco e I vitelloni. Vicende ed episodi
della vita e della carriera di Alberto Sordi saranno invece
affidati ai contribuiti di interpreti quali Paola Cortellesi,
Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Alessandro Gassmann, Luciana
Littizzetto, Leonardo Pieraccioni, Vincenzo Salemme e Carlo
Verdone.
I Premi David di Donatello sono
organizzati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi
David di Donatello e dalla RAI: Piera Detassis è il Presidente e
Direttore Artistico dell’Accademia, il Consiglio Direttivo composto
da Francesco Rutelli, Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca
Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Giancarlo Leone, Luigi
Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti. La
65ᵃ edizione della manifestazione si svolge
sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il
contributo del MiBACT Ministero per i Beni e le Attività Culturali
e per il Turismo – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo,
d’intesa con AGIS e ANICA e con la partecipazione, in qualità di
Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e Nuovo IMAIE.
I PREMI DELLA
65a EDIZIONE
Sono 23 i film di lungometraggio
candidati ai Premi David di Donatello 2020. Tra questi, hanno
ricevuto il maggior numero di candidature Il
traditore di Marco Bellocchio (18), Il primo
re di Matteo Rovere (15), Pinocchio di
Matteo Garrone (15), Martin Eden di Pietro
Marcello (11), 5 è il numero perfetto di
Igort (9), Suspiria di Luca Guadagnino
(6).
Spider-Man:
Un Nuovo Universo, primo film
d’animazione con protagonista l’Uomo Ragno, nonché debutto
cinematografico del personaggio di Miles Morales, contiene al suo
interno numerosi riferimenti ai fumetti. Eppure, la produzione del
film ha dovuto attenersi ad una serie di regole alquanto rigide in
merito a ciò che poteva essere citato direttamente dal materiale
originale.
In occasione del
#QuarantineWatchParty dedicato proprio al film, il produttore
Chris Miller ha rivelato attraverso il suo profilo
Twitter ufficiale che
la Sony aveva imposto loro quanto segue circa l’impiego del
linguaggio tipico dei fumetti: “Nessun balloon o elementi che
ricordassero troppo i fumetti, almeno fino a quando Miles non
veniva morso.”
Sempre in occasione del
#QuarantineWatchParty dedicato al film, Miller ha parlato anche
dell’annunciato sequel di Spider-Man: Un Nuovo
Universo, rivelando di aver iniziato a
lavorare al nuovo film da un paio di giorni e che rivedere il primo
episodio lo ha reso ancora più emozionato in riferimento a ciò che
lui e il suo team hanno in serbo per il secondo capitolo.
Spider-Man:
Un Nuovo Universo racconta le vicende del
teenager Miles Morales e delle infinite possibilità dello
Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una
visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo
innovativo e unico nel suo genere.
Il film è diretto
da Bob Persichetti, Peter
Ramsey e Rodney Rothman,
con Shameik Moore e Jake
Johnson. Uscito al cinema il 25 dicembre 2018. Durata 117
minuti. Distribuito da Warner Bros. Italia.
Il cast di doppiatori americano
comprendere gli attori Shameik Moore, Jake Johnson,
Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Liev Schreiber,
Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz e Nicolas
Cage.
BY AIMEE SPINKS/NETFLIX.
BY AIMEE SPINKS/NETFLIX.
BY AIMEE SPINKS/NETFLIX.
The Old Guard con Charlize
Theron dal 10 luglio su Netflix
Basata sull’omonima serie graphic
novel di Greg Ruck e illustrata da Leandro
Fernández, The Old
Guardracconta la
storia di un piccolo gruppo di mercenari divenuti immortali, che
deve combattere per tenere unita la squadra dopo aver scoperto
l’esistenza di un nuovo immortale e che i loro super poteri sono a
rischio. Il film arriverà su Netflix a partire dal prossimo
10 luglio.
Il resto del cast di The Old
Guard annovera KiKi Layne, Marwan
Kenzari, Matthias Schoenaerts e Chiwetel
Ejiofor. La sceneggiatura è dello stesso Rucka e di Gina
Prince-Bythewood. Il film è prodotto da David Ellison,
Dana Goldberg e Don
Granger per Skydance, insieme a Marc
Evans, Charlize Theron, Beth Kono e AJ
Dix per Denver and Delilah. Stan
Wlodkowski e Greg
Rucka sono produttori esecutivi.
Andy Serkis ha annunciato un reading de
Lo Hobbit in streaming per raccogliere
fondi a scopo benefico. L’attore è noto per aver interpretato,
attraverso l’utilizzo della motion capture, il personaggio di
Gollum nelle trilogie de Il Signore degli Anelli e de
Lo Hobbit, appunto. Durante la sua
carriera, Serkis si è imposta come un vero e proprio “re” della
performance capture, grazie anche ai suoi ruoli in King
Kong e nella saga de Il Pianeta delle Scimmie.
Adesso, l’attore tornerà alle
origini con uno speciale reading di ben 12 ore – nella giornata di
oggi 8 maggio – del romanzo “Lo Hobbit” del 1937 di J.R.R.
Tolkien che ha ispirato la seconda trilogia di Peter Jackson basata sull’opera del celebre
scrittore britannico. Attraverso il suo account Twitter, Serkis ha annunciato:
“Voglio condurvi in una delle più grandi avventure fantasy che
siano mai state scritte. Unitevi a me in una speciale maratona di
ben 12 ore in cui leggerò ‘Lo Hobbit’, a supporto di due
incredibili associazioni benefiche che stanno facendo un lavoro
straordinario in questo momento molto difficile! @NHSuk @bestbeginnings #hobbitathon.”
Ricordiamo che Andy Serkis è attualmente impegnato con
la produzione di Venom
2, sequel del cinecomic Sony che vedrà il ritorno
di Tom
Hardy nei panni dei temibile simbionte. Il
sequel – il cui titolo ufficiale sarà Venom: Let There
Be Carnage – vedrà nel cast anche Michelle Williams e Woody Harrelson, e arriverà al cinema il 25
giugno 2021. Il film segnerà la terza esperienza dietro la macchina
da presa per Serkis, dopo Ogni tuo respiro e Mowgli –
Il figlio della giungla.
La scorsa settimana è
arrivata l’ufficializzazione del
live action di Hercules, il
classico d’animazione del 1997, diretto da Ron Clements e John
Musker. Il remake vedrà Anthony e Joe
Russo, registi di Avengers:
Endgame, impegnati in qualità di produttori,
mentre Dave Callaham (Wonder Woman
1984) firmerà la sceneggiatura.
Adesso, in una recente intervista
con
Collider, sono stati proprio Anthony e
Joe Russo a condividere i primissimi dettagli sul
progetto. A quanto pare, l’intento dei due registi e produttori
sarà quello di realizzare un film completamente originale:
“Regaleremo al pubblico una storia molto diversa”, hanno
dichiarato i fratelli. “Faremo un film che sarà ovviamente
ispirato al classico originale, ma al tempo stesso ci saranno tanti
nuovi elementi”.
Al momento non sappiamo né chi
dirigerà il film né gli attori che saranno chiamati ad interpretare
gli iconici personaggi del classico originale. Il film, a
differenza del più recente Lilli
e il Vagabondo, non sarà destinato
a Disney+, ma arriverà sul grande schermo
e sarà prodotto anche da Jeffery
Silver(Il re leone, Tron:
Legacy) e Karen
Gilchrist (Il re leone, The Mandalorian).
Come già accaduto
per La Bella e la Bestia,
Aladdin e per l’attesissimo La
sirenetta, anche la colonna sonora del live action
di Hercules sarà composta da
brani già presenti nel classico originale e da nuove canzoni.
Hercules è il primo film di
animazione Disney basato sulla mitologia greca e racconta le
avventure di Eracle, che viene però chiamato con il suo nome latino
Hercules, concentrandosi principalmente non tanto sulle
famose dodici fatiche quanto sulla meno
nota Gigantomachia.
L’ultima volta che abbiamo visto
Tobey Maguire nei panni dell’Uomo Ragno è
stato in Spider-Man 3, il terzo e ultimo
capitolo della trilogia di Sam Raimi, che arrivò a
conquistare 894 milioni di dollari al box office mondiale. Per
molto tempo si parlò della possibilità di uno
Spider-Man 4, ma alla fine il progetto
venne definitivamente accantonato, con la Sony che decise di
riavviare le avventure cinematografiche dell’iconico personaggio
con il casting di Andrew Garfield e l’uscita di
The Amazing Spider-Man di
Marc Webb.
Di recente è stato caricato su
YouTube un video che ci mostra lo screen test di Tobey Maguire per il primo Spider-Man di Sam
Raimi. Lo screen test dimostra come la prima versione del
film era molto diversa da ciò che abbiamo poi visto sul grande
schermo. In una scena in particolare, vediamo un Maguire a torso
nudo assalire un gruppo di teppisti: le espressioni e la gestualità
dell’attore lasciano intuire uno Spider-Man molto più aggressivo,
per un film che probabilmente avrebbe dovuto avere dei toni molto
più cupi. Nel video è possibile vedere anche gli screen test degli
altri membri del cast, tra cui
Kirsten Dunst,
Willem Dafoe e J.K. Simmons.
Nonostante le produzioni
cinematografiche siano al momento sospese a causa della pandemia di
Covid-19, la pre-produzione di tantissimi progetti continuano
direttamente dalle case degli artisti coinvolti nel loro sviluppo.
Tra questi rientra anche New Gods,
progetto targato DC e affidato alla regista di
Selma e Nelle pieghe del
tempoAva DuVernay.
Di recente la regista è tornata ad
aggiornare brevemente sul film attraverso il suo profilo Twitter, rivelando di essere
attualmente al lavoro sulla quarta bozza della sceneggiatura, che
la stessa sta curando in collaborazione con il fumettista
Tom King. La DuVernay ha inoltre confermato che
nel film sarà presente nientemeno che All-Widow, la regina degli
insetti che vivono sul pianeta New Genesis.
Creato e disegnato
da Jack Kirby, il fumetto originale fu
pubblicato la prima volta nel 1971, portando al grande pubblico le
storie dei Nuovi Dei, ovvero
i nativi dei pianeti gemelli di Nuova Genesi e
Apokolips.
Vi ricordiamo che, anni fa, la
DuVernay è stata ad un passo dal dirigere un altro atteso
cinecomic, ovvero Black
Panther, finito poi nelle mani
di Ryan Coogler. Secondo alcune
indiscrezioni, New Gods non sarà
collegato all’universo cinematografico DC, dunque la speranza di
vedere nel film i personaggi già introdotti è pari a zero.
A quanto pare il film
presenterà Mister
Miracle e Big Barda come
protagonisti e Granny Goodness e
le Furie Femminili nel ruolo di
antagoniste principali. Chi conosce i fumetti DC saprà che la prima
fa parte dell’Elite di Darkseid, il signore
di Apokolis, e gestisce l’orfanotrofio del pianeta con una
feroce disciplina, servendosi anche delle Furie per
creare un’élite di guerrieri attraverso il lavaggio del
cervello e la tortura.
Star Wars: l’Ascesa di Skywalker ha già
elettrizzato i fan di tutto il mondo, superando il miliardo di
incassi al box office globale. Finalmente, l’affascinante
conclusione dell’epica saga degli Skywalker diretta da J.J. Abrams sarà disponibile dal 4
maggio in 4 diversi formati Home Video (4K UHD, Blu-Ray,
Blu-Ray 3D e DVD).
I contenuti extra includono
Star Wars: l’Ascesa di Skywalker, documentario
inedito sulla realizzazione del film, diretto da Debs Paterson, che
esplora con il cast e i filmmakers l’eredità della saga degli
Skywalker. Le feature includono un approfondimento delle splendide
sequenze ambientate nel deserto di Pasaana, come l’inseguimento
mozzafiato degli Speeder o l’astronave in cui Rey scopre i
segreti della sua famiglia e incontra il piccolo droide D-O. I fan
potranno anche ascoltare il punto di vista di Warwick Davis,
interprete del personaggio Wicket l’Ewoc, e del team creativo che
ha dato vita al record di 584 tra creature e droidi presenti nel
film.
Dal 4 maggio, inoltre, in
concomitanza con l’uscita in Home Video di
Star Wars: l’Ascesa di Skywalker, sarà disponibile
anche il Boxset completo di tutti gli episodi della saga, per la
prima volta in assoluto anche in formato 4K UHD.
I contenuti extra di Star
Wars: l’Ascesa di Skywalker includono:
L’Eredità di Skywalker – Ci sono storie
destinate a durare per sempre. Questo documentario in versione
integrale ripercorre il processo di creazione di Star
Wars: l’Ascesa di Skywalker.
Pasaana: creare l’inseguimento degli
Speeder – Approfondimento sulla realizzazione
dell’epico insegumento degli Speeder, per capire in che
modo ha preso forma questa spettacolare sequenza.
Alieni nel deserto – Un assaggio degli sforzi
intrapresi per ricreare le scene nel deserto di Pasaana, dai
problemi di prospettiva e complessità delle riprese al dettaglio
dei colori.
D-O: chiave del passato – Per esplorare
l’astronave che connette Rey al mistero dei suoi genitori scomparsi
e conoscere da vicino il nuovo, irresistibile droide D-O.
Warwick e figlio – Warwick Davis, interprete
di Wicket in Star Wars: il Ritorno dello Jedi, torna
ancora una volta a indossare il costume da Wok, questa volta in
compagnia di suo figlio Harrison.
Cast di creature – Il team dietro le
indimenticabili creature del film rivela i segreti di costumi,
trucco, protesi ed effetti digitali che le hanno portate in
vita.
Il nono e ultimo episodio della
saga degli Skywalker vede il ritorno dei personaggi originali di
Luke Skywalker, il Generale Leia Organa, Chewbacca, C-3PO, R2-D2,
l’Imperatore Palpatine e Lando Calrissian, insieme all’ultima
generazione di eroi e villain, tra cui Rey, Finn, Poe, BB-8, Maz,
Rose, il generale Hux e Kylo Ren. I nuovi arrivi includono Jannah,
un nuovo alleato della Resistenza, il Generale Pryde del Primo
Ordine e Zorii Bliss.
Star Wars: l’Ascesa di Skywalker è disponibile in
diversi formati per garantire a tutti fan un’esperienza in-home su
misura. L’edizione Home Video è distribuita in formato 4K UHD,
Blu-Ray, Blu-Ray 3D e DVD.
Il cast di Star Wars: l’Ascesa di Skywalker comprende
Carrie Fisher (Leia Organa), Mark
Hamill (Luke Skywalker), Adam Driver (Kylo Ren),
Daisy Ridley (Rey),
John Boyega (Finn), Oscar Isaac (Poe Dameron), Anthony
Daniels (C-3PO), Naomi Ackie (Jannah),
Domhnall Gleeson (Generale Hux), Richard E. Grant
(Generale Pryde), Lupita Nyong’o (Maz Kanata), Keri Russell (Zorii Bliss), Joonas
Suotamo (Chewbacca), Kelly Marie Tran (Rose Tico), con
Ian McDiarmid (Imperatore Palpatine) e Billy Dee Williams (Lando Calrissian).
Il film è diretto da J.J. Abrams e
prodotto da Kathleen Kennedy, Abrams e Michelle Rejwan, mentre
Callum Greene, Tommy Gormley e Jason McGatlin sono i produttori
esecutivi. La sceneggiatura è scritta da Chris Terrio & J.J. Abrams
da un soggetto di Derek Connolly & Colin Trevorrow e J.J. Abrams &
Chris Terrio, basato sui personaggi creati da George Lucas.
In contemporanea con la
65a edizione dei Premi David di Donatello, in
diretta venerdì 8 maggio su Rai 1 dalle ore 21.25, le sale
cinematografiche italiane riaccenderanno, per una sera, le insegne
e gli schermi, in attesa della riapertura e di un ritorno alla
normalità.
Il flash mob, organizzato da ANEC
con hashtag #riaccendilcinema, intende lanciare un messaggio
simbolico agli spettatori, agli operatori e alle istituzioni con il
quale si sottolinea l’importante funzione sociale che le sale
svolgono quotidianamente sul territorio come luoghi di incontro,
partecipazione e scambio culturale, e si evidenzia la necessità di
un progetto strategico per il rilancio del settore. A seguito del
lockdown, infatti, 1.600 sale cinematografiche hanno sospeso la
loro attività, per un totale di 4.200 schermi su tutto il
territorio nazionale.
“Le sale cinematografiche italiane
riaccendono le proprie luci con l’augurio di un ritorno alla piena
normalità a nome di tutta l’industria del cinema – ha detto Mario
Lorini, Presidente dell’ANEC – Vogliamo lanciare un segnale
importante per ricordare a tutto il pubblico che le sale
cinematografiche ci sono e attendono il momento giusto per
riaprire. In quel momento, avremo bisogno di tutto il calore e la
passione dei nostri spettatori”.
La saga di Hunger Games sembra essere giunta al
termine così velocemente com’è iniziata. Tutti e quattro i film
sono usciti tra il 2012 e il 2015, e non tutti sono stati
apprezzati da pubblico e critica. La performance di Jennifer Lawrence è stata ampiamente elogiata,
così come le sequenze d’azione, ma non sempre la trasposizione
dell’eccezionale materiale di partenza è riuscita a mettere
d’accordo i fan.
Di seguito abbiamo raccolto 10 cose
che avvengono nel primo libro della saga di Hunger Games e che sono state
completamente omesse o cambiante dal film diretto da Gary
Ross:
I genitori di Peeta
L’unica cosa che abbiamo davvero
imparato sulla vita di Peeta, grazie ai film, è l’intera questione
della panetteria di famiglia. Negli adattamenti cinematografici,
però, non si parla mai di sua madre o di suo padre, dal momento che
entrambi i personaggi non vengono mai mostrati sullo schermo.
Nei film sembra che solo la madre
di Katniss, la sorella e Gale siano in grado di far visita ai
tributi dopo la Mietitura; eppure, tutta la storia di Peeta e della
sua famiglia avrebbe potuto essere citata, anche se non mostrata
direttamente. Nel libro, Katniss riceve persino dei biscotti dal
padre di Peeta, nonostante il fatto che la ragazza pensi che dovrà
uccidere suo figlio.
Il dietro le quinte degli Hunger Games
Una delle
più grandi differenze tra il film e il libro riguarda la
rappresentazione degli Hunger Games e di come i Giochi
vengano effettivamente creati. Se il libro si concentra
principalmente sull’esperienza di Katniss senza menzionare
particolari scenari al di là della foresta, nel film le cose
dovevano per forza essere diverse.
Proprio per questo,
durante il film vediamo spesso il dietro le quinte degli Hunger
Games, con gli operatori e gli Strateghi che manipolano l’arena e
creano ologrammi e trappole per mettere in difficoltà i
tributi.
I problemi di alcolismo di Haymitch
Nel film il
personaggio di Haymitch interpretato da Woody Harrelson sembra essere un grande amante
del whisky, ma la verità è che ha dei problemi ben più seri con
l’alcool, in generale. Nel film questa
sorta di dipendenza viene raggirata e sfruttata per sottolineare i
tratti più divertenti del personaggio, mentre nel libro l’entità
reale del problema viene affrontata da una prospettiva decisamente
più autentica.
Dopotutto, se
Haymitch è un Mentore, vuol dire che ha vinto un’edizione degli
Hunger Games, ed ha quindi ucciso dei coetanei per vincere. In
particolare, Haymitch è il vincitore dell’edizione numero 50 degli
Hunger Games, un’edizione della Memoria (proprio come lo sarà
l’edizione numero 75, raccontata nel secondo film/libro), il che
vuol dire che si tratta di un’edizione speciale. Nell’anno di
Haymitch, la particolarità del gioco è stata che i tributi erano il
doppio. I problemi di Haymitch con l’alcol derivano proprio dal
trauma di quell’esperienza.
I Muttations
Nel libro gli Ibridi vengono
rappresentati in modo molto diverso, in maniera più grafica e
inquietante. Piuttosto che essere una specie di enorme cane ibrido
con altri animali feroci, nel libro gli occhi di questi esseri sono
in realtà quelli appartenenti ai tributi morti.
Si tratta di un elemento molto più
particolare, specifico e soprattutto spaventoso, in grado di
innescare anche una connessione molto personale con Katniss: quando
deve ucciderli, è come se la ragazza stesse nuovamente
uccidendo i tributi!
Peeta e Katniss mano nella mano
Nel film vediamo
Peeta prendere la mano di Katniss durante la parata. Questo crea
unità tra la coppia, che finisce per conquistare il supporto dello
spettatore fin all’inizio, e forse chiarisce anche che tipo di
sentimenti Peeta nutre verso Katniss.
Nel libro, invece,
quest’idea viene a Cinna, elemento che rafforza l’intelligenza del
personaggio nel romanzo, ma che forse nel film non avrebbe giovato
alla costruzione dello stesso, soprattutto in vista dei cambiamento
apportati.
Il Distretto 11
Dopo che Rue è stata uccisa, il
film ci mostra la reazione del Distretto 11. La gente inizia a
ribellarsi contro i Pacificatori, provocando numerose morti e un
aumento palpabile di tensione tra i suoi membri. Questo non succede
nel libro, poiché restiamo fermamente concentrati su Katniss. Nel
romanzo non veniamo informati della reazione del Distretto 11 fino
a quando Katniss non esce dall’arena.
Il pane in dono
Nonostante il film mostri la
ribellione del Distretto 11, non viene comunque mostrato il dono
del pane. I ribelli del Distretto 11 mostrano comunque sostegno a
Katniss, ma togliere la scena del pane non rende così evidente che
anche gli altri Distretti stanno facendo il tifo per lei.
Nel libro, il pane in dono arriva
anche in un momento importante, dandole sostentamento proprio
quando la ragazza ne ha bisogno.
I Senza-Voce
Nella serie di libri,
Suzanne Collins chiarisce quanto siano importanti
i Senza-Voce, ossia coloro che hanno già tentato di ribellarsi al
governo tirannico che li controlla e di conseguenza sono stati
puniti.
Mentre i personaggi dei Senza-Voce
verranno introdotti successivamente nella saga cinematografica,
sono stati praticamente eliminati dal primo film. Un esempio in tal
senso avviene quando Katniss riconosce un Senza-Voce durante la
cena con Effie Trinket e Cinna.
L’inizio dei Giochi
Quando Katniss emerge per la prima
volta dal tubo di vetro e finisce nella Cornucopia, possiamo
assumere che la ragazza abbia già visto l’arco e la freccia. Peeta
scuote la testa e si rende conto che probabilmente sarebbe troppo
rischioso prenderle, quindi Katniss corre via.
Nel libro, questa scena si svolge
in modo completamente diverso, dando a entrambi i personaggi
diverse intenzioni: Katniss è abbagliata dal sole quando vede
Peeta, quindi non sa se ha scosso la testa o no; prima che riesca a
decidere se prendere l’arco e la faretra, ha già iniziato a
correre.
La morte di Cato
Cato ci
viene presentato come un killer spietato che è stato addestrato a
prendere parte agli Hunger Games da quando è nato. È un avversario
forte e temibile per Katniss, ed è l’unico che arriva fino alla
fine insieme alla ragazza e Peeta. Nel libro, mantiene la sua
personalità furiosa e contorta fino alla sua morte. Nel film,
invece, lo vediamo quasi redimersi, mentre si lascia andare ad un
discorso in cui ammette di essere soltanto una pedina, addestrato
per combattere per Capitol City.
Arriva da
Deadline la notizia che
Emily Blunt(A Quiet Place, Il ritorno di
Mary Poppins) e Dwayne
Johnson(San Andreas, Rampage – Furia
animale) saranno i protagonisti di Ball and
Chain, nuovo film di genere supereroistico basato
sull’omonima miniserie a fumetti, in quattro parti, del 1999.
La sceneggiatrice candidata
all’Oscar Emily B. Gordon (The Big Sick, Little
America) si occuperà di scrivere la sceneggiatura. Al momento ci
sarebbero diversi studi interessati ad acquistare i diritti per la
distribuzione, ma pare che ad accaparrarsi il film sarà con molta
probabilità Netflix. Non sappiamo ancora chi si occuperà
della regia.
Il fumetto originale racconta la
storia di Edgar e Mallory Bulson, coppia che dopo tre anni alquanto
tumultuosi di matrimonio, decide di gettare la spugna. La coppia è
sul punto di separarsi, ma un’improvvisa e misteriosa pioggia di
meteoriti investe la coppia di alcuni poteri extraterrestri,
trasformandoli in due supereroi. I due saranno costretti a rivedere
i loro piani e a restare insieme per difendere la Terra. Chi lo sa
che questi nuovi poteri non aiutino anche il loro matrimonio…
Emily Blunt e Dwayne Johnson in
una commedia romantica ambientata nel mondo dei supereroi
Una commedia romantica ambientata
nel mondo dei supereroi, a metà tra
Hancock con Will
Smith e Mr. & Mrs. Smith con
Brad Pitt e Angelina Jolie. Scott Lobdell, Ale Garza e Richard
Bennett hanno scritto il fumetto originale, le cui quattro parti
sono state pubblicate tra il novembre del 1999 e il febbraio del
20000.
Per
Emily Blunt e Dwayne
Johnson si tratterà del secondo film insieme,
dopo Jungle
Cruise, live action Disney ispirato all’omonima
storica attrazione di Disneyland in California, che arriverà nelle
sale il 20 luglio 2021.
In una recente intervista con
Polygon – la stessa in cui ha parlato del suo Venom mai realizzato -, il regista Josh
Trank è tornato a parlare del reboot dei Fantastic 4 – I fantastici quattro da lui
diretto nel 2015. All’epoca della produzione del film, subito dopo
un primissimo montaggio, la Fox definì il girato “decisamente
scomodo”, ordinando subito una serie di riprese
aggiuntive.
A quanto pare, la Fox assunse un
nuovo team di sceneggiatori per occuparsi delle nuove scene da
girare, gruppo che a quanto pare non entrò mai in contatto con
Trank. Secondo quanto riportato dalla fonte, il regista
“scrisse diverse nuove pagine del copione nella speranza di
poter avere nuovamente voce in capitolo, ma il suo lavoro venne
deliberatamente ignorato”. Per questo motivo, Trank si recò
alla Director’s Guild (la corporazione di registi cinematografici e
televisivi statunitensi), sostenendo che i suoi diritti non
venivano rispettati. Così si arrivò alla stipulazione di un nuovo
contratto tra lo studio e il regista, in cui venne stabilito che
entrambi avrebbero continuato a lavorare alle proprie versioni del
film e che entrambe sarebbero state mostrate per dei test
screening.
Tuttavia, la Fox non sembrava
essere già più interessata alla versione del film di Trank,
concentrata esclusivamente sul proprio taglio da dare al film,
curato dal montatore Stephen Rivkin. Nel ricordare l’intera
lavorazione del film, Trank ha dichiarato: “Mi sentivo come
castrato, mentre altre persone prendevano il controllo sul
set.”
L’esperienza di Josh
Trank con Fantastic 4 – I fantastici quattro è
soltanto uno dei numerosi esempi di registi che spesso si sono
trovati a dover lottare contro gli studi cinematografici, ma in tal
senso ne rappresenta sicuramente uno dei più estremi. Quanto
accaduto con la Fox ha inoltre spinto Trank ad accontonare il suo
spin-off della saga di Star
Wars dedicato a Boba Fett e
l’adattamento del videogame Shadow of the
Colossus. Il regista ha ribadito di non essere più
interessato a trasporre sul grande schermo “videogame o
proprietà di altro genere.”
Ricordiamo che l’ultima fatica
cinematografica di Josh
Trank è Capone, film
in cui Tom
Hardy interpreta Al Capone, il noto mafioso
statunitense di origine italiana. La pellicola uscirà negli Stati
Uniti, direttamente in VOD, il prossimo 12 maggio.
Neve Campbell
potrebbe tornare nel nuovo capitolo della celebre saga di Scream
diretta dal compianto Wes Craven. Grazie a
Rotten Tomatoes, è emerso che l’attrice ha parlato con i
registi Matthew Bettinelli-Olpin e Tyler
Gillett del nuovo film del remunerativo franchise horror
che è stato commissionato loro dalla Spyglass Media.
Al momento non sappiamo se il nuovo
film sarà un prosieguo della saga originale o un reboot a tutti gli
effetti: quel che è certo è che i due registi starebbero cercando
di coinvolgere in tutti i modi la Campbell a tornare nei panni
iconici di Sidney Prescott. Al giornalista Jake
Hamilton, l’attrice ha spiegato quanto segue:
“Ne abbiamo parlato. I registi
mi hanno contattata. Anche se adesso le cose sono un tantino
complicate a causa del Covid-19. Tutto è iniziato circa un mese e
mezzo fa. Ci vorrà un po’ di tempo prima di riuscire davvero a
capire come la cosa potrebbe funzionare. Stiamo negoziando, quindi
vedremo. I due registi mi hanno scritto una lettera davvero
toccante in cui mi hanno parlato di Wes Craven e di come abbia
influenzato il loro lavoro. Vogliono onorare la sua memoria con il
nuovo film e ciò è importantissimo per me. Quindi, vedremo! Sono
veramente grata alla saga di Scream… adoro Sidney Prescott. Mi sono
sempre divertita ogni volta che dovevo tornare sul set per un film
della saga. Credo che anche questa volta potrebbe esserlo per me.
L’importante è fare un altro buon film.”
Di recente Matthew Bettinelli-Olpin
e Tyler Gillett hanno diretto
Finché Morte Non Ci Separi. Il duo, in
collaborazione con Chad Villela, figurerà anche
come produttore esecutivo. Al momento non sappiamo ancora chi si
occuperà della sceneggiatura.
Scream è
una serie slasher diretta da Wes
Cravene scritta da Kevin
Williamson e Ehren Kruger,
sceneggiatore del terzo film. È ispirata agli omicidi operati
da Danny Rolling nel 1990.
La trama principale è incentrata su
un serial killer psicopatico travestito con un costume
di Halloween che cerca di uccidere Sidney Prescott
(interpretata da Neve Campbell) e le persone
che fanno parte della sua vita. Ogni film inizia con l’omicidio di
una coppia, per poi svilupparsi fino alla rivelazione dell’identità
del killer e al suo scontro finale con Sidney.
La serie originale è composta da
quattro film, tutti diretti da Craven e interpretati dalla
Campbell. Nel 2015 è stata realizzata da MTV una serie ispirata al
franchise. Tra i numerosi attori apparsi nei film della saga di
ricordano David Arquette, Courtney Cox, Liev
Schreiber, Jamie Kennedy, Rose McGowan, Sarah Michelle Gellar, Jada
Pinkett Smith e Drew
Barrymore.
In occasione del
#QuarantineWatchParty dedicato a Spider-Man:
Un Nuovo Universo, primo film
d’animazione con protagonista l’Uomo Ragno, nonché debutto
cinematografico del personaggio di Miles Morales, il produttore
Chris Miller ha rivelato che la Sony Pictures ha bocciato
l’idea di un cameo nel film di
Tobey Maguire,
Andrew Garfield e Tom Holland, i tre interpreti di Spider-Man
sul grande schermo.
Come spiegato da Miller su
Twitter: “Avevamo proposto alla Sony un cameo forse
ambizioso che avrebbe coinvolto Tobey, Andrew e Tom. Loro ci hanno
risposto che era ‘ancora troppo presto’.”
La possibilità di un
crossover di Spider-Man che veda
coinvolti Holland, Maguire e Garfield è qualcosa su cui i fan
stanno speculando da tantissimo tempo. In passato Tom Holland aveva dichiarato in merito:
“Certo che mi piacerebbe fare un film con quei ragazzi. Sarebbe
fantastico! Inoltre, è qualcosa che i fan vogliono. Tutto dipende
da Sony e Marvel. Non dipenda da
me.”
Rodney Rothman,
co-regista di Spider-Man: Un Nuovo
Universo, era invece stato molto più incisivo
sulla questione: “Ci sono state una serie di discussioni. Ci
sono delle idee su cosa potremmo fare con Tobey Maguire e gli
altri. Penso che dopo questo film, quei pensieri potrebbero
trasformarsi in qualcosa di concreto.”
Spider-Man:
Un Nuovo Universo racconta le vicende del
teenager Miles Morales e delle infinite possibilità dello
Ragno-Verso, dove più di una persona può indossare la maschera. Una
visione fresca di un nuovo Universo Spider-Man con uno stile visivo
innovativo e unico nel suo genere.
Il film è diretto da Bob
Persichetti, Peter Ramsey e Rodney
Rothman, con Shameik Moore e Jake
Johnson. Uscito al cinema il 25 dicembre 2018. Durata 117
minuti. Distribuito da Warner Bros. Italia.
Il cast di doppiatori americano
comprendere gli attori Shameik Moore, Jake Johnson,
Mahershala Ali, Brian Tyree Henry, Lily Tomlin, Liev Schreiber,
Luna Lauren Velez, Zoë Kravitz e Nicolas
Cage.
A quanto pare, sembra che il
chiacchieratissimo nuovo film dedicato a Supergirl
non sia più una priorità della Warner Bros. Nel
2018 la major, in accordo con la DC Entertainment, aveva iniziato a
lavorare alla messa in produzione di un film sull’eroina DC che
negli ultimi anni abbiamo visto in tv, per The CW, interpretata
Melissa Benoist.
Lo studio aveva anche assunto
Oren Uziel per scrivere la sceneggiatura, con la
produzione che sarebbe dovuta partire già all’inizio di quest’anno,
ma un report delle ultime ore suggerisce che il progetto è stato
momentaneamente accantonato. Secondo quanto riportato da Heroic
Hollywood, infatti, un “insider che sarebbe a conoscenza
della situazione” avrebbe spifferato che la Warner ha deciso
di mettere in stand-by il film su Supergirl per
concentrarsi invece sul futuro cinematografico di Superman.
Al momento non sappiamo a che punto
erano i lavori su Supergirl, né sappiamo quale sarà il destino di
Superman: secondo i rumor più accreditati, la
Warner vorrebbe ingaggiare un nuovo attore, mentre Henry Cavill continua a sostenere che il ruolo
appartiene ancora a lui. Quel che è certo è che il personaggio di
Superman e il proseguimento delle sue avventure al cinema –
esattamente come accaduto con Batman -, continuano ad essere una
priorità per lo studio cinematografico.
Il personaggio
di Supergirl è apparso per la prima
volta nei fumetti Action Comics #252 con le storie di Otto
Binder e i disegni di Al Plastino. La storia seguiva le
avventure di Kara Zor-El, nata e cresciuta ad Argo City, un
frammento di Krypton che era sopravvissuto all’esplosione del
pianeta. Quando la città di Kara è destinata alla distruzione, lei
viene mandata sulla Terra dai suoi genitori per essere allevata dal
cugino, Kal-El, noto come Superman. Supergirl adotta l’identità
segreta dell’orfana Linda Lee e fa del Midvale Orphanage la sua
casa.
Dopo i tre film su Superman
con Christopher Reeve, i produttori realizzarono un film
su Supergirl, nel 1984, diretto
da Jeannot Szwarc e scritto
da David Odell. Helen
Slater interpretava la protagonista e con lei, nel
film, c’erano Faye Dunaway, Mia
Farrow e Peter O’Toole.
Paramount Network
ha diffuso il trailer ufficiale di Yellowstone 3, l’attesa terza stagione
della serie tv con
Kevin Kostner. La terza stagione di Yellowstone debutterà
il 21 Giugno 2020.
Yellowstone 3
Yellowstone 3 è la
terza stagione della serie tv Yellowstone
drammatica creata da Taylor Sheridan e
John Linson che è stata presentata in anteprima il
20 giugno 2018 su Paramount Network.
Yellowstone
segue “la famiglia Dutton, guidata da John Dutton, che controlla il
più grande ranch contiguo degli Stati Uniti . Il ranch è
costantemente attaccato da coloro che confina con gli sviluppatori
di terre, una riserva indiana e il primo Parco Nazionale degli
Stati Uniti d’America . È uno studio intenso di un mondo violento
lontano dall’esame dei media, in cui la conquista della terra
guadagna miliardi di sviluppatori e i politici vengono acquistati e
venduti dalle più grandi società petrolifere e di legname del
mondo. Laddove gli omicidi irrisolti non sono una novità, sono una
conseguenza della vita in la nuova frontiera. È il migliore e il
peggio degli Stati Uniti visto attraverso gli occhi di una famiglia
che rappresenta entrambi “.
In
Yellowstone 3 protagonisti sono Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un
patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia
Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande
ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei
panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e
uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una
finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley
nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei
figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di
Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio
destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica
Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken
Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica
e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo
di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Danny
Huston nel ruolo di Dan Jenkins, un miliardario
sviluppatore di terreni dalla California con l’aspirazione di
costruire su parti di Yellowstone.