Dopo lo scalpore del primo momento,
le
dichiarazioni offensive di Ennio Morricone nei
confronti di Tarantino si sono rivelate una fake news, una bugia
inventata da Playboy Germania che, ne siamo
sicuri, sta passando un brutto quarto d’ora in questo momento, per
via dei provvedimenti legali che il compositore sta prendendo nei
suoi confronti.
Arrivata negli ultimi minuti, ecco
di seguito la dichiarazione ufficiale di Ennio
Morricone affidata ai suoi canali social
ufficiali:
È arrivato alla mia attenzione
che Playboy Germania ha pubblicato un articolo in cui io dichiaro
cose molto negativi contro Tarantino e i suoi film, e contro
l’Academy. Non ho mai espresso commenti negativi sull’Academy,
Quentin, o i suoi film – e sicuramente non considero i suoi film
spazzatura. Ho dato un mandato al mio avvocato di avviare una causa
civile e penale.
Considero Tarantino un grande
regista. Sono molto affezionato alla mia collaborazione con lui e
al rapporto che abbiamo sviluppato durante il periodo che abbiamo
passato insieme. Lui è coraggioso ed ha grande personalità. Io do a
lui la responsabilità per aver vinto un Oscar, che è di sicuro il
più grande riconoscimento della mia carriera, e io sono per sempre
grato per l’opportunità di scrivere musica per il suo
film.
A Londra, durante la conferenza
stampa di fronte a Tarantino, ho chiaramente affermato che
considero Quentin uno dei più grandi registi del nostro tempo, e
non parlerei mai male dell’Academt, un’istituzione importante che
mi ha conferito due dei più importanti riconoscimenti della mia
carriera.
Ennio Morricone
A questo punto aspettiamo le
dichiarazioni di Quentin Tarantino in merito, che
sicuramente non si lasceranno attendere.
I classici d’animazione
Disney fanno parte della vita di tutti, una memoria
collettiva che lega le persone di diverse età, nazionalità, etnie.
Tuttavia, ci sono moltissimi dettagli strani in questi film che
avrebbero meritato, nel corso degli anni, una riflessione, o almeno
un attimo di riflessione.
Sia che il nostro film preferito sia
un racconto di animali, di principesse o di avventure, ogni
film Disney ha
alcuni dettagli strambi, in alcune circostanze addirittura
raccapriccianti, che sono stati sotto il naso degli spettatori
tutte le innumerevoli volte che abbiamo visto quei film.
Robin Hood
Con così tanti film
prodotti dalla Disney, ci si chiede come sia stato possibile
realizzare tanti successi. Negli anni ’90, Disney era già l’impero
che è adesso, e chiunque abbia guardato più di una volta i film
recenti sa che con gli anni lo studio si è “riciclato”. Basta
riguardare Robin Hood per rendersi conto che i personaggi sono
stati “ripresi” da GLi Aristogatti, Il Libro della Giungla e da
Biancaneve ei sette nani. Si chiama animazione riciclata e Disney
lo ha fatto con molti dei suoi film, trai più grandi successi dello
studio.
Bambi
Se c’è una scena che è
davvero difficile da superare, nel panorama dei film Disney, è
quella tristissima della morte della mamma di Bambi, dopo la corsa
nella neve, via dal cacciatore. Anche se in realtà non
vediamo cosa succede a sua madre, anche da piccoli il messaggio è
chiaro: mamma cerva viene colpita da un colpo di fucile. La scena è
tra le più famose del film, ma è anche vero che sembra
immotivatamente triste, stonata. Sappiamo che molti dei
protagonisti della Disney hanno un solo genitore, ma il povero
Bambi finisce per diventare orfano.
La Bella e la Bestia
Gaston è un cattivo
ordinario e gli entusiasti della Disney concordano sul fatto che è
anche il personaggio più spregevole. Non sempre ci si rende conto
di quanto sia sgradevole quest’uomo. Flette costantemente le sue
enormi braccia, ma questo è il minimo. Sembra anche chiaro quanto è
violento quando non riesce a ottenere ciò che desidera. In una
scena particolare, gli spettatori più maturi si sono certamente
resi conto di quanto sia una persona profondamente sgradevole nei
confronti delle donne. Quando si vuole proporre a Belle, non solo
mette i suoi stivali infangati proprio sul libro che lei sta
leggendo, ma la umilia costantemente quando non mostra
assolutamente alcun interesse per lui. È una specie di stalker e
probabilmente sarebbe un marito orribile.
Aladdin
Quando Aladdin ci viene
presentato, non è ancora il principe Alì, ma uno straccione che
vive in strada. Evidentemente i bambini non capiscono certe scene,
ma da adulti siamo abbastanza consapevoli di ciò che accade nella
scena musicale d’apertura che ci presenta il personaggio. Aladdin
conduce una vita povera per le strade, e così, saltando in giro
durante la canzone, a un certo punto, atterra in una stanza con un
gruppo di donne. Le donne sono attraenti e assomigliano a Jasmine,
tuttavia, da adulti, possiamo capire che sono donne “da una notte”.
Le signore cacciano subito Aladino in strada, perché evidentemente
non può permettersi la loro compagnia.
Il Re Leone
Il Re Leone è
probabilmente quel film della Disney che la gente guarda
ripetutamente dal momento che è uno dei preferiti dai fan. Scar è
il cattivo che agisce sempre in modo affascinante e apparentemente
innocente, eppure sappiamo tutti che ha tradito suo fratello con
l’aiuto delle sue tre cattive iene. Tuttavia, quando Scar inizia a
cantare la sua canzone verso la fine del film, vediamo un numero
infinito di iene lì a sostenere Scar e la scena è molto “politica”.
Per un film della Disney, questa scena è abbastanza forte, visto
che il gruppo di iene si inchina a lui in una formazione allineata,
come fosse un gruppo di soldati. Scar è rappresentato come un
dittatore.
Hercules
Non si può negare che Il
Re Leone è uno dei film più vicini al cuore di tutti e Scar è
effettivamente un villain molto, molto “amato” nel senso che è
affascinante, nonché diabolico. Così, la Disney ha preso il
personaggio e lo ha “spinto” in un altro film. Ne Il Re Leone, Zazu
dice a Simba che Scar potrebbe diventare “un bel tappeto”. E,
ironia della sorte, in Hercules, la Disney ha deciso di inserire
Scar in forma di… tappeto!
Dumbo
Dumbo è sicuramente un
film adatto ai bambini, ha dei momenti molto tristi, ma insegna
anche a credere in se stessi e ad accettarsi con tutte le proprie
particolarità. Tuttavia, accanto a questo messaggio edificante, la
Disney ha anche inserito una scena, in particolare, decisamente
poco adatta ai bambini. Quando Dumbo vede gli elefantini rosa,
alcuni dei quali molto spaventosi con gli occhi neri, sembra sia a
seguito di una strana bevanda. Inoltre l’elefantino appare ubriaco,
cosa che non è assolutamente adatta ai bambini! Che pensavano alla
Disney, in quel momento?
Pinocchio
Pinocchio è uno dei
classici Disney d’animazione che hanno diversi momenti “oscuri”.
Tra queste scene c’è quella, abbastanza spaventosa per essere in un
film per bambini, in cui a Pinocchio e al suo amico spuntano
orecchie e coda da asino. Nel film i bambini vengono puniti per
essersi divertiti al Paese dei Balocchi, e la loro penitenza è
orribile: diventare asini ed essere “deportati”!
Pinocchio
Nel corso della sua
avventura, Pinocchio viene indotto ad andare nel Paese dei
Balocchi, come ben sappiamo, che si rivela essere una scelta
completamente sbagliata in quanto lo fa in disaccordo con ciò che
gli suggerisce il grillo parlante, ovvero la sua coscienza. Qui, lo
vediamo uscire con il suo nuovo migliore amico a bere, fumare,
giocare a biliardo e fare cose piuttosto adulte, dopo essere
scappato da suo padre.
Basil l’Investigatopo
Ci sono un sacco di
strane immagini Disney che non capiamo davvero perché siano state
messe in film per bambini. Tuttavia, ora che siamo adulti, possiamo
confermare che molte di queste immagini sono bizzarre. La Disney
ama usare gli animali nei suoi film tanto quanto gli umani, e
sebbene i topi di Cenerentola siano innocenti e carini, quelli di
Basil l’Investigatopo sono a dir poco stravaganti. Seriamente, ti
aspetteresti mai nella tua mente di vedere i topi vestiti con abiti
burlesque?
Aladdin
C’è qualcosa di strano
nei classici Disney con cui siamo cresciuti e di solito ignoriamo
questi aspetti da adulti perché alcuni sono inquietanti. In
Aladdin, ad esempio, non c’è modo di dimenticare la scena in cui
Jafar ha imprigionato Jasmine. Da bambini, potremmo non aver
pensato molto a questa scena, ma da adulti, sappiamo chiaramente
che la scena è esplicitamente sessuale. Jafar è totalmente
ossessionato dalla principessa araba, la incatena al suo scettro
serpente mentre lei gli dà da mangiare mele. Inoltre, Jasmine non
indossa più il suo completo blu-verde, ma ha un completo rosso
fuoco. È una scena inappropriata per un film per bambini, vero?
Aladdin
Tutti amano Aladdin – è
probabilmente il personaggio maschile e il “principe” più adorato
tra tutti quelli che compaiono nei film Disney; forse per il suo
tappeto magico o per la adorabile scimmia parlante, Abu? Tuttavia,
tra tutti i principi Disney, Aladdin il peggiore. Jasmine può
praticamente avere qualunque ragazzo desideri, eppure, decide di
perdonare Aladdin che non si limita solo a mentirle sul suo nome,
ma a mentirle anche su chi è e da dvoe viene. Come può fidarsi di
lui dopo quello che le ha detto? Se questa circostanza si fosse
verificata nella vita reale, probabilmente consigleremo a Jasmine
di siglare almeno un accordo prematrimoniale!
Biancaneve e i Sette Nani
Nel mondo delle fiabe e
nel mondo magico della Disney, Biancaneve è considerata una donna
perfetta. È costretta a fuggire da casa sua a causa della sua
matrigna cattiva e finisce in una piccola casa nel bosco con 7
nani. Tuttavia, il suo unico desiderio è incontrare il suo principe
azzurro, e lei crede fortemente che un giorno la salverà. E così
come lei spera e sogna, quel giorno arriva, il giorno in cui appare
misteriosamente un principe, bello e canterino, che la salva e la
porta via con sé. Ma da dove arriva?
La Carica dei 101
Purtroppo, c’è uno
sfortunato tema ricorrente nei film Disney che ogni volta ci spezza
il cuore e cioè che in quasi tutti i classici Disney, entrambi i
genitori non sopravvivono. Ci sono sempre eventi traumatici che si
verificano, con un cattivo in ogni film, che spesso porta alla
scomparsa di uno dei genitori. Gli appassionati Disney sono
consapevoli della terribile situazione, ma sono anche consapevoli
del fatto che ci sono un paio di film Disney, come Mulan, Peter
Pan, Lilli e il Vagabondo o La Carica dei 101, che danno un po’ di
speranza, visto che entrambi i genitori sopravvivono al film.
Rapunzel
Non è necessario aver
visto il film di Rapunzel per sapere di cosa parla, visto che si
basa su una favola molto antica: la principessa che, dall’alto
della torre dove è prigioniera, scioglie i suoi capelli e fa salire
il principe per salvarla. Ora, se avete visto il film Disney anche
solo una volta, avete sicuramente notato che nel finale accade
qualcosa di davvero strano, ma su cui tutti hanno deciso di
sorvolare. Il potere curativo di Rapunzel, come ci è stato detto
sin dall’inizio, proveniva da un magico fiore d’oro che sua madre
aveva ingerito quando era incinta. Quindi, perché i capelli di
Rapunzel diventano marroni quando Flynn li taglia alla fine del
film per salvarla?
Pocahontas
Sembra molto strano, in
Pocahontas, che la principessa nativa americana possa parlare
inglese e cantare e parlare con John Smith senza alcuna barriera
linguistica. Non c’è modo per la principessa di essere entrata in
contatto con la lingua prima del suo incontro con Smith, del quale
si innamora perdutamente, ma quindi come fa a parlare la lingua
dell’uomo di cui si innamora perdutamente?
Il Gobbo di Notre Dame
Sin da piccoli, è sempre
stato chiaro che la condizione di Quasimodo è molto triste. Le sue
deformità lo hanno tenuto in esilio nel campanile della chiesa che
dà il titolo al film; e si trova in quel posto quando si trova
coinvolto in un triangolo morboso/amoroso con la zingara Esmeralda
e il cattivo Frollo. Quasimodo finisce per essere l’eroe quando
salva Esmeralda, e tutti si aspetterebbero che i due si
innamorassero, ma invece, lei finisce tra le braccia di un altro
uomo, Febo.
Si è detto e scritto moltissimo sul
franchise di Star
Wars, sulla sua importanza nella storia del cinema,
sulla sua influenza nella cultura pop, sul suo essere una delle
saghe cinematografiche che più hanno inciso sulla società e sulla
cultura (soprattutto) su scala mondiale.
Tuttavia ci sono ancora alcuni
segreti riguardo alla produzione del film, aneddoti e racconti dal
backstage dell’intera saga che vengono alla luce nel corso degli
anni, man mano che il tempo passa e che la leggenda si Star
Wars cresce nel cuore di un nuomero sempre maggiore di
fan.
Ora che è in arrivo Star Wars: Episodio
IX, film che chiuderà per sempre la saga degli
Skywalker, è il momento giusto per svelare i segreti dal
backstage di Star Wars:
I sentimenti di Mark Hamill su Gli
Ultimi Jedi
Comprensibilmente il più divisivo
dei capitoli regolari della saga, Star Wars: Gli Ultimi Jedi sembra aver
raccolto pareri contrastanti anche tra gli attori che vi hanno
preso parte. Mark Hamill, che nel film è ritornato
nei panni di Luke Skywalker, ha sentimenti contrastanti nei
riguardi del film e del destino del suo personaggio. Ha esplicitato
il suo punto di vista prima dell’uscita del film, spiegando che
secondo lui Luke, nel film, ha fatto cose che non avrebbe fatto.
Allo stesso tempo, ha anche ammesso di capire le decisioni dei
filmmaker, dichiarando che il film gli è piaciuto. Questo però non
lo ha mai frenato dal fare battute sul film.
Il ruolo originale di Poe
Poe Dameron è uno dei personaggi
più interessanti del nuovo corso di Star Wars, una versione
aggiornata del pilota testa calda che non sempre sta a genio a
tutti. Ma nella sceneggiatura originale de
Il Risveglio della Forza, il personaggio non era così
importante. Il primo script prevedeva che nel suo incidente in
atterraggio su Jakku, il personaggio doveva morire, così come
immagina Finn.
Ma Oscar Isaac, il suo interprete, si è rifiutato
di interpretare un personaggio che avesse così poco spazio sullo
schermo e che sarebbe morto nel primo atto. Ha convinto Abrams a
dare al personaggio qualche scena in più, e così Poe è
sopravvissuto e ha avuto il tempo di diventare uno dei personaggi
più importanti e amati della nuova trilogia.
La condizione di Carrie
Fisher
Con grande gioia di tutti i fan,
come per
Harrison Ford e Mark Hamill, anche
Carrie Fisher è tornata nella nuova trilogia di
Star Wars, a 40 anni dai primi film. Tuttavia, Fisher ha posto una
condizione molto specifica al suo ritorno: Billy Lourd, sua figlia,
avrebbe dovuto avere un ruolo nel film.
Tutti pensavano che la ragazza
avrebbe potuto interpretare Leia in un flashback, ma così non è
stato. Billy è il Luogotenente Connix della Resistenza, che, in
omaggio a Leia, porta un’acconciatura simile.Presente ne
Il Risveglio della Forza e in
Gli Ultimi Jedi, Connix sarà l’eredità di Carrie in
carne e ossa per Episodio IX.
Il Ritorno dello Jedi doveva avere
un finale dolce-amaro
Il finale originale de Il
Ritorno dello Jedi era molto più dolce-amaro rispetto a
quello che abbiamo avuto, un’esperienza molto più triste. Nel
finale del film, tutti gli eroi coinvolti si salvano, festeggiando
la vittoria dei Ribelli contro l’Impero. Tuttavia nella
sceneggiatura iniziale, molti personaggi morivano in battaglia,
compreso Han Solo.
Inoltre Leia sarebbe stata molto
preoccupata per le sue responsabilità da nuova regina
dell’universo, mentre Luke Skywalker avrebbe lasciato tutti e si
sarebbe allontanato da solo, rievocando il finale malinconico degli
spaghetti western, in cui l’eroe, dopo aver vinto contro i cattivi,
si ritira. Lucas si oppose con tutte le sue forze al finale che
invece abbiamo avuto, perché pensava che sarebbe stato
controproducente per qualsiasi altro sequel futuro.
Steven Spielberg ha quasi diretto
uno dei film
Steven Spielberg e
George Lucas sono amici da decenni, da quando
hanno cominciato a lavorare nel mondo del cinema, forse anche di
più. Spielberg era sul punto di entrare a far parte della grande
famiglia di Star Wars. Una scommessa sul successo del film che i
due hanno fatto negli anni ’70, ha fruttato a Spielberg circa un
milione di dollari nel corso degli anni. Il regista è anche stato
incredibilmente vicino a dirigere uno dei tre film originali del
franchise.
Lucas chiese a Spielberg di
prendere le redini de
Il Ritorno dello Jedi. Ma una politica interna a
Hollywood ha impedito al regista di accettare la proposta
dell’amico. George Lucas ebbe un brutto scontro con
la Director’s Guild of America, e ha lasciato il sindacato.
Spielberg, che era un membro molto rispettato del gruppo, finì per
schierarsi con il sindacato, contro Lucas. I due presto lavorarono
insieme sui film di Indiana Jones.
I Rolling Stone
A volte, il mondo è tanto
fantastico quanto ti aspetti che sia. Carrie Fisher ha raccontato
la sua vita, inclusa la folle storia in cui stava prendendo in
affitto una casa da Eric Idle. Idle però le spiegò che i Rolling
Stones stavano cercando di raggiungere lo stesso accordo con
lui.
Quindi, anche se il giorno
successivo avrebbero avuto delle riprese anticipate, la Fisher
chiamò
Harrison Ford e i due passarono la serata con una
delle band più famose di tutti i tempi. La coppia di attori di Star
Wars aveva avuto un breve rapporto durante le riprese del primo
film, ma il loro rapporto si era evoluto in maniera abbastanza
civile da permettergli di rimanere amici e quindi di partecipare
insieme a una festa che sicuramente sarà stata epica.
Le difficili riprese de L’Impero
colpisce ancora
In una certa misura, la produzione
di ogni film di Star Wars è stata difficile. Ma L’impero colpisce
ancora è stato il film più difficile da realizzare in assoluto. Le
riprese delle scene su Hoth si sono svolte in Norvegia, ma l’arrivo
dell’inverno più freddo da molti anni ha ritardato le riprese di
moltissimo tempo, facendo saltare diverse scene. Carrie Fisher e
George Lucas hanno lavorato a testa bassa durante la produzione, e
le scene non girate hanno minacciato di rovinare alcuni dei più
grandi colpi di scena del film. Questa difficoltà ha inciso anche
sull’umore degli attori, spesso arrabbiati e in solitudine, sel
set. Nonostante tutto, il film si conferma ancora oggi uno dei
migliori dell’intero franchise.
Harrison Ford
Harrison Ford odiava la sceneggiatura del
film, talmente tanto che in più di una occasione ha deciso di fare
di testa sua e di improvvisare su alcune delle sue battute. Mentre
cercava comunque di lavorare seriamente, l’attore ha scelto di
cambiare molte battute di dialogo per il suo personaggio, nel
tentativo di renderlo più funzionale sullo schermo.
La sua improvvisazione più famosa,
tuttavia, è arrivata durante L’impero colpisce ancora, nel momento
in cui Han Solo viene congelato nella carbonite. Originariamente,
Han Solo doveva dire “Ti amo anche io”, quando Leia gli dice “Ti
amo”. Ma Ford cambiò la battuta, pronunciando l’ormai leggendario:
“Lo so”. È stato un cambiamento semplice, ma di grande impatto e il
risultato è una delle migliori scene del film.
La verità
Il colpo di scena sulla vera
identità di Darth Vader (padre di Luke e Leia) è ancora oggi uno
dei più grandi colpi di scena della storia del cinema. E le misure
di sicurezza che vennero prese all’epoca per preservare quel
segreto, prima dell’uscita del film, furono davvero articolate e
precise, e così l’effetto sorpresa fu totale per il pubblico e per
gran parte della produzione. Per assicurarsi che
fosse tenuto segreto, Lucas fece di tutto per assicurarsi che
nessuno lo sapesse in anticipo.
Addirittura
filmarono la scena con dialoghi diversi, permettendo a James Earl
Jones di cambiare la battuta fatidica, già recitata con altre
parole, in fase di riprese. Il regista Irvin Kershner era uno dei
pochi a conoscere la verità e lo disse a Mark Hamill soltanto, poco
prima delle riprese della scena. Tutte queste misure sono servite a
assicurare la massima sorpresa, tanto che si racconta che durante
la premiere,
Harrison Ford urlò: “CHE COSA?”, in sala.
Billy Dee Williams ha dovuto dare
spiegazioni
Billy Dee Williams ha conferito al
suo Lando Calrissian charme e simpatia, facendoci connettere
emotivamente con la canaglia che infine ha tradito i suoi amici. Ma
un sacco di persone, specialmente i bambini, non lo hanno poi visto
abbastanza pentito da “perdonarlo”.
Secondo quanto dichiarato dallo
stesso Williams, sua figlia ha ascoltato un sacco di recriminazioni
nei confronti del personaggio interpretato da padre. E così
l’attore è dovuto andare a scuola con la figlia, per spiegare per
bene le azioni di Lando di fronte a tutta la classe e redimerlo
agli occhi dei bambini.
Orson Welles doveva essere Darth
Vader
James Earl Jones ha
prestato la sua voce a Darth Vader e il risultato è
un’indiscutibile epicità, un’icona che ha attraversato indenne gli
anni ed è diventata leggenda. David Prowse ha invece provveduto
fisicamente a interpretare il personaggio e questo lavoro in
sinergia ha fatto di Vader il più grande “cattivo” della storia del
cinema.
Tuttavia, Earl Jones non era la
prima scelta di George Lucas: il regista avrebbe voluto
Orson Welles come voce del personaggio, tuttavia
poi pensò che la voce del genio dietro Quarto Potere sarebbe stata
troppo riconoscibile, e ha preferito lo sconosciuto Jones.
L’originale Obi-Wan Kenobi
Il ruolo di Obi-Wan Kenobi era stato
pensato per Toshiro Mifune. Il leggendario attore giapponese,
protagonista dei film del maestro Akira Kurosawa, era una leggenda
per Lucas, che ha sempre guardato a Kurosawa come a una
ispirazione, soprattutto per le sue idee che lo hanno portato a
creare Star Wars. Aveva quindi perfettamente senso che Lucas
tentasse di portare nel film l’attore giapponese.
Lucas ha tentato di portare nel
film Mifune offrendogli un ruolo perfetto: Obi-Wan Kenobi. Ma
l’attore aveva paura che il film sarebbe stato un fallimento, e
quindi ha deciso di declinare l’invito. Inoltre pensava che la
figura dei jedi fosse una pessima presa in giro dell’immagine dei
samurai, il cui mondo è invece fondamentale come ispirazione per i
cavalieri Jedi e per le coreografie delle battaglie con le spade
laser.
Alec Guinness ha rinnegato
Alec Guinness era già un successo
di discreto successo all’epoca in cui entrò nel cast di Star Wars
per interpretare Obi-Wan Kenobi. In qualità di attore di successo
in film importanti, Guinness non credeva davvero nel progetto di
Star Wars né nel suo potenziale successo. Non gli importava molto
del film, ed era molto contrariato dal fatto che il suo personaggio
sarebbe riapparso sia ne L’impero colpisce ancora che ne
Il ritorno dello Jedi. In maniera abbastanza ironica,
Peter Cushing era dell’opinione opposta.
Cushing, che interpretò il Grand
Moff Tarkin e che aveva già una carriera drammatica e teatrale di
grande successo, ha amato moltissimo essere in Star Wars, e ha
sempre dichiarato che avrebbe voluto essere più presente nel
franchise. Post Mortem, la Lucasfilm ha assecondato il suo
desiderio, ricostruendolo in digitale per Rogue One.
La condizione di Samuel L.
Jackson
Le spade laser tendono ad
avere sempre gli stessi, pochi, colori. Blu e verde, per i buoni,
rosse per i cattivi, sono questi i colori più comuni per le armi di
Sith e Jedi. Ma quando Samuel L. Jackson è comparso nei panni di
Mace Windu, ha dettato come condizione che sarebbe voluto apparire
in una importante scena di battaglia Jedi.
Inoltre, ha avuto una lunga
conversazione con George Lucas, che ha poi raccontato ai suoi fan:
“Avevamo questa grande arena, e questa grande battaglia con spade
laser che saettavano da tutte le parti. E io ho pensato… Voglio
avere la possibilità di ritrovarmi e riconoscermi in questa
battaglia. Quindi ho chiesto a Lucas se potevo avere una spada
laser viola. E lui lo ha fatto, e non poteva farmi più felice.”
Mace Windu è l’unico personaggio a possedere una spada laser
viola.
La carriera in pericolo per
Natalie Portman
Natalie
Portman gode di una grandissima fama, per l’amore dei
fan e per le sue grandi doti di attrice. Ha recitato in alcuni dei
più grandi film degli ultimi venti anni, avendo cominciato a
lavorare giovanissima, e ha vinto un premio Oscar per la sua grande
interpretazione ne Il Cigno Nero. Ma i prequel di Star Wars le sono
quasi costati la carriera.
Dopo essere stata scelta per il film, l’attrice ha offerto
quella che molti ritengono essere una performance
“di legno” causata dalla scialba sceneggiatura di Episodio I. A
seguito di questo episodio, la Portman ha avuto problemi a trovare
altri film. Dopo essere stata scelta dai Watchowski per partecipare
a V per Vendetta, la sua carriera ha avuto una nuova spinta che
l’ha portata al vero e proprio successo.
Il 12, 13 e 14 novembre uscirà al
cinema un docu-film interamente dedicato al più grande scultore del
Barocco italiano, Gian Lorenzo Bernini.
Tema principale è la mostra tenutasi
tra il 1 novembre 2017 e il 4 febbraio 2018 alla Galleria Borghese
di Roma, dove in occasione dei vent’anni dalla riapertura del polo
museale si è voluto rendere omaggio agli spettacolari marmi del
Bernini scultore.
Prodotto dalla Magnitudo Film in
associazione con Chili, il documentario è diretto da
Francesco Invernizzi, ormai dedito alla causa del
portare l’arte al cinema, o come la definisce lui stesso “The art
of filming art”.
Invernizzi ha lavorato
precedentemente nelle produzioni di Firenze e gli
Uffizi, Musei Vaticani e
LeBasiliche papali, che hanno
fatto il record di incassi al botteghino. Ma è con
Caravaggio, l’Anima e il Sangue che “l’arte di
filmare l’arte” ha finalmente raggiunto le dovute onorificenze,
guadagnandosi un Globo d’oro della stampa estera.
Il documentario su Bernini si
concentra sull’operato del maestro napoletano presso uno dei suoi
mecenati più importanti, Scipione Borghese, il quale gli
commissionò opere scultoree prestigiose da esporre nella sua
splendida villa.
Ad accompagnarci alla scoperta delle
statue anzitutto troviamo la direttrice della Galleria Borghese,
AnnaColiva, per poi ascoltare
gli approfondimenti dello storico dell’arte LuigiFicacci e del direttore della Fondazione Zeri
Andrea Bacchi.
Ma le opere di Bernini parlano da
sole, e grazie alla fotografia di Massimiliano
Gatti e alla “maniacale” regia di Invernizzi, assistiamo
al disvelamento metodico di ogni piccolo particolare delle
composizioni berniniane.
Merito anche delle riprese
in 8K e di un uso ardito di steadycam e carrelli, lo spettatore
osserva le sculture a 360 gradi, rapito dall’uso sapiente dei
chiaroscuri della fotografia che risaltano i particolari scolpiti
dal bernini, come le venature di una mano o i riccioli di una
capigliatura.
Il lungometraggio si concentra
principalmente sui quattro enormi e magnifici gruppi scultorei
realizzati tra il 1618 e il 1625: Enea, Anchise e Ascanio, il Ratto
di Proserpina, il David e l’Apollo e Dafne.
Accompagnate dalla voice over che
legge direttamente dagli scritti dello scultore di Napoli, le
statue prendono letteralmente vita, complice quel rivoluzionario
concetto unicamente berniniano che prevedeva la rappresentazione
delle emozioni da parte di manufatti fino ad allora pensati solo
per essere statici ed inerti.
Ecco allora che scorgiamo la
senilità dell’Anchise, le lacrime disperate della Proserpina
rapita, l’estrema concentrazione del Davide che prende la mira e la
foga della Dafne per sfuggire ad Apollo.
Bernini si rivela
dunque un documentario estremamente emozionante alla scoperta di un
artista barocco probabilmente ineguagliato. Le riprese avvolgenti
consentono allo spettatore un coinvolgimento unico e una
partecipazione commossa alle rappresentazione della statuaria
berniniana, più una messa in scena di stati d’animo che un
esercizio di stile.
Tutti i fan del Marvel Cinematic
Universe si chiedono da tempo che fine abbia fatto
Lady Sif, la fortissima guerriera asgardiana, che
non vediamo dalle vicende di Thor: The Dark World,
salvo alcune apparizioni in Agents of SHIELD.
Esclusa dalle vicende di Avengers: Age of Ultron e di Infinity
War, ma soprattutto dai fatti visti in Thor:
Ragnarok, il personaggio è al momento “perso” in
qualche angolo dell’universo condiviso ma sembra che finalmente
avremo la possibilità di rivederla sul piccolo schermo.
A seguito dell’annuncio della
serie tv dedicata a Loki, con il ritorno di
Tom Hiddleston nel ruolo del Dio dell’Inganno, la
Alexander ha condiviso sui suoi canali social una foto della
guerriera, indizio importante che auspica il suo ritorno:
Il fatto di introdurla
nella serie tv destinata a Disney +, sarebbe un buon modo per i
Marvel Studios di
sfruttare ancora Lady Sif, personaggio molto amato
dai fan, nonostante abbia avuto un ruolo marginale fino a questo
momento. Staremo a vedere se la foto sul profilo di Jaimie
Alexander è solo uno scherzo per i suoi fan o un vero e
proprio annuncio che possa soddisfare la curiosità degli spettatori
Marvel.
Creato da Stan Lee,
Jack Kirby e Larry
Lieber, Loki è uno
dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico
Marvel ed è apparso in ben cinque cinecomic dei Marvel Studios (se
contiamo anche l’imminente Avengers: Infinity
War). Noto come “Il Dio
dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero
apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a
tinte shakespeariane di Tom
Hiddleston, l’attore che ne veste i panni
da Thor (2011).
Vi ricordiamo che la piattaforma
streaming Disney ha già ordinato nel suo catalogo una serie inedita
su Star
Wars ideata da Jon Favreau,
un’altra basata sui film di High School
Musical e il live action di Lilli e il
Vagabondo.
UPDATE – Ennio Morricone ha
smentito la notizia, riferendo di non aver mai incontrato i
giornalisti dell’edizione tedesca di Playboy, né di conoscerne i
volti, spiegando che non ha mai dichiarato nulla di tanto duro e
diretto contro Quentin Tarantino. Ecco le dichiarazioni del
compositore: “Darò mandato ai miei avvocati di denunciare la
rivista e il giornalista di cui ignoro nome e volto. Mai
incontrato. Sono fuori di me, non capisco come certe cose possano
accadere nel giornalismo. Stamattina mi ha chiamato per informarmi
di questa vicenda il mio amico Giuseppe Tornatore, ma sono
letteralmente caduto dalle nuvole”.
Ennio Morricone ha
espresso una volta per tutte il suo severo giudizio su
Quentin Tarantino, il regista americano che è solo
l’ultimo, in ordine di tempo, dei grandi registi con cui il grande
compositore ha avuto modo di collaborare per il grande schermo.
90 anni compiuti nelle ultime ore,
Morricone ha lavorato con tantissimi registi di spicco, componendo
oltre 500 melodie tra le più celebri della storia del cinema, non
solo italiano. Trai grandi nomi ci sono i nostri Sergio
Leone, Giuseppe Tornatore,
Bernardo Bertolucci, Vittorio De
Sica, Pier Paolo Pasolini, ma anche gli
americani Brian De Palma, Oliver
Stone, Terrence Malick, John
Carpenter e in ultimo Quentin Tarantino,
con cui ha collaborato per The Hateful
Eight, il film che ha permesso a Ennio Morricone di
vincere il suo primo premio Oscar “sul campo”, visto che l’unica
statuetta che già gli era stata assegnata era un premio alla
carriera nel 2007.
Music (Original Score) winner Ennio Morricone, “The Hateful Eight”
at The 88th Oscars® in Hollywood, CA on Sunday, February 28,
2016.
Nonostante questo vincolo che
sarebbe dovuto essere di gratitudine o almeno complicità. Ennio
Morricone non ha avuto parole lusinghiere nei confronti di
Tarantino durante la sua ultima intervista a Playboy Germany:
“Quell’uomo è un cretino.
Ruba dagli altri e mette tutto di nuovo insieme. Non c’è niente
di originale in questo. E non è nemmeno un regista. Non è
assolutamente paragonabile ai grandi John Huston, Alfred Hitchcock
o Billy Wilder. Loro erano dei grandi, Tarantino si limita a
ricucinare roba vecchia.”
E continuando, a commento della loro
relazione professionale in occasione dell’ottavo film di Tarantino,
Morricone ha detto: “Senza dare indicazioni, fa tutto
all’ultimo minuto e poi vuole la colonna sonora finita in pochi
giorni, il che è impossibile. MI ha fatto diventare matto. Perché è
semplicemente impossibile, non lavorerò mai più con lui. Gliel’ho
detto l’ultima volta, che quella sarebbe stata l’ultima.”
Ennio Morricone è
noto per essere un personaggio dal carattere deciso, che “non le
manda a dire” e in più di una occasione la sua furia si è scagliata
anche contro ignari giornalisti che non avevano fatto altro che
parlare del suo lavoro in maniera “inappropriata” o semplicemente
imprecisa, secondo la sua idea. Insomma, un uomo dalle idee chiare
che esige vadano rispettate, e non dubitiamo del fatto che una
personalità così ben definita si sia trovata in difficoltà a
lavorare con un personaggio come Quentin Tarantino
che tutto sembra fuorché rigido e inquadrato.
Intanto, il regista di Pulp
Fiction è impegnato nelle riprese del suo prossimo film,
Once Upon a Time in
Hollywood, e scommettiamo che la colonna sonora non
sarà di Ennio Morricone.
Sono stati diffusi in rete nuove
promo art da Avengers 4 (che potrebbero però
essere fake, dal momento che non siamo risaliti a una fonte
originaria) che mostrano gli eroi sopravvissuti, più Occhio di
Falco e Ant-Man, in un nuovo costume argento e rosso che potrebbe
rappresentare la divisa da Regno Quantico che i Vendicatori
potrebbero indossare nella loro spedizione di salvataggio.
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Arriverà a Gennaio in sala
Suspiria,
il nuovo film di Luca Guadagnino, presentato nella
selezione ufficiale del Concorso alla Settantacinquesima Mostra
Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Di seguito potete
vedere il bellissimo poster del film:
Il candidato all’Oscar Luca
Guadagnino (Chiamami col tuo nome) dirige una versione inquietante
e visionaria del classico horror del 1977, Suspiria. In questo
scioccante horror psicologico, l’ambiziosa danzatrice americana
Susie Bannion arriva a Berlino negli anni ’70 con la speranza di
entrare nella rinomata Compagnia di Danza Helena Markos. Già dalla
prima prova, Susie, col suo talento, sbalordisce la famosa
coreografa Madame Blanc, guadagnandosi il ruolo da prima. Olga ha
un crollo emotivo e accusa le “Madri” che dirigono la compagnia, di
essere delle streghe. Prima che possa fuggir via, però, viene
catturata e torturata da una forza misteriosa, legata in qualche
modo alla danza di Susie… Durante le prove per l’esibizione finale
“Volk”, Susie e Madame Blanc si avvicinano sempre di più, rivelando
come l’interesse di Susie per la compagnia vada oltre la danza. Nel
frattempo un anziano psicoterapeuta, il dottor Klemperer, cerca di
svelare i segreti più oscuri della compagnia con l’aiuto di Sara,
un’altra ballerina, che esplorerà i sotterranei della scuola
dove l’attenderanno atroci scoperte…
Suspiria
ha un cast internazionale di grandissimo livello, tra cui il premio
Oscar® Tilda Swinton (… E ora parliamo di Kevin, Doctor Strange),
Dakota Johnson (la trilogia de Cinquanta sfumatore di Grigio),
Chloë Grace Moretz (Resta anche domani, La diseducazione di Cameron
Post) e Mia Goth (La cura dal benessere). La colonna sonora è
firmata dal cantante dei Radiohead Thom Yorke.
Fino all’arrivo nelle sale di
Black Panther
il pubblico era certo di sapere chi fosse il solo e unico genio
tecnologico del MCU: Tony
Stark, miliardario, filantropo e mente brillante
incontrastata del gruppo di supereroi del grande schermo. Tuttavia
l’introduzione di Shuri, sorella
adolescente di T’Challa, sembra aver scombinato le
carte in tavola. Ma in un eventuale scontro a colpi di tech, chi
vincerebbe la sfida tra Stark e la principessa del Wakanda?
Ecco dodici motivi per cui Shuri, al
momento, possiede la tecnologia migliore del Marvel Cinematic Universe:
Macchine che non hanno bisogno del driver
E’ stato dimostrato che Tony Stark
sappia maneggiare con la tecnologia del pilotaggio automatico, ed è
ovvio che possa creare un’auto che si guida da sola. Tuttavia Shuri
ha fatto di meglio: durante un inseguimento ad alta velocità in
Cina, Black Panther
salta sopra un’automobile che è guidata dal Wakanda da
Shuri in modalità remota.
Ha “aggiustato” Bucky
Morto alla fine di Captain
America: Il Primo Vendicatore, Bucky
Barnes “risorge” grazie all’Hydra che lo fa prigioniero e
lo sottopone al lavaggio del cervello trasformandolo nel Soldato
d’Inverno. Ma mentre la storia del MCU ci ha mostrato
quanto Tony Stark non sia stato nemmeno capace di donare un nuovo
corpo a Bucky, è Shuri a donargli un’altra vita
con le sue braccia bioniche e rimuovendo ogni traccia del passato
dalla sua testa nel Wakanda.
Ha “nascosto” la sua nazione
Alla fine di Black Panther,
T’Challa decide di presentarsi alle Nazioni Unite e rivelare
l’esistenza del Wakanda e lo stato del suo progresso che vuole
condividere con il mondo. Precedentemente lo stato era concepito
come nient’altro che una nazione povera del terzo mondo, mentre il
suo re dimostra che è in realtà un paradiso nascosto
tecnologicamente avanzato, e questo grazie a
Shuri.
Treni magnetizzati
Parte della tecnologia che tiene
viva la Wakanda è il vibranio nascosto nel sottosuolo, dove un
intenso programma di treni magnetici ha contribuito ad ospitare il
culmine della prima avventura cinematografica di
T’Challa contro l’antagonista Killmonger.
Come rivelato dal film, questi mezzi di trasporto sono super veloci
e una tecnologia ferroviaria del genere potrebbe servire
a migliorare il mondo.
Sneakers
Le ormai celebri Sneakers progettate
da Shuri sono un’invenzione creata per diventare
una vera e propria arma funzionale per il fratello: nella scena del
Casinò, il rumore della sua cavalcata è appena percettibile, mentre
l’abbigliamento di Tony Stark è alquanto
rumoroso…
Assorbimento cinetico
Alcune delle tecnologie viste in
Black
Panther non si avvicinano nemmeno un po’ a quelle
progettate da Tony Stark nel corso del MCU,
tuttavia se il supereroe e Shuri dovessero
collaborare in un futuro prossimo l’armatura Iron Man otterrebbe
finalmente quell’aggiornamento completo di cui ha bisogno e che
includerebbe l’assorbimento cinetico (da usare durante i vari
pestaggi che hanno lasciato il povero Tony davvero malandato).
Perle tribali
Una delle ultime aggiunte nei
fumetti di Black Panther sono i Kimoyo
Beads del Wakanda, nient’altro che perle tribali
progettate e adattate per ogni singolo personaggio che ne fa uso.
Possono scansionare una persona dai suoi segni vitali, oppure
essere usate per scoprire la storia medica o accedere a
Internet.
Cannoni sonici
Tony Stark adora
mettere mani ai suoi blaster, che è un po’ il suo arsenale
di bombe e proiettili infiniti con i quali ha “quasi” fermato
Thanos sul pianeta Titano. Tuttavia è
Shuri la prima a comprendere come sfruttare queste
armi in modo da avere effetti positivi limitandone quelli negativi.
I suoi cannoni sonici utilizzano una tecnologia che sembra
annullare alcune proprietà del vibranio, impiegata anche nella
struttura del treno sotterraneo che ha contribuito a uccidere
Kilmonger esponendolo ai punti deboli della sua
tuta di vibranio.
Propulsione magnetica
Quando il personaggio di
Black Panther apparve per la prima volta sui
fumetti nel 1966, il Wakanda faceva già affidamento sulla
propulsione magnetica, così per rendergli omaggio il film diretto
da Ryan Coogler ha
esibito vari mezzi e oggetti che usassero questa tecnologia. È
chiaro che Shuri condividerà senza dubbio i suoi
studi su come rendere queste fantastiche meraviglie tecnologiche
una realtà per altre nazioni (e la scena finale del cinecomic ne è
un’anticipazione) che prima non sarebbero state in grado di
permettersi.
Ha “aggiustato” Visione
Sebbene bisognerebbe dare a
Tony Stark un po ‘di credito per la creazione
dell’intelligenza artificiale Jarvis, generalmente
usata per aiutare se stesso nei suoi lavori, la sua trasformazione
in Ultron e le conseguenze terribili che sono
seguite lasciano intendere che ci siano stati diversi problemi di
funzionamento o almeno nel processo tecnologico portato avanti da
Stark e Bruce Banner. In Avengers: Infinity
War abbiamo visto Shuri tentare di rimuovere la gemma
dalla fronte di Visione senza ucciderlo, e stava
per riuscirci fino all’arrivo di Thanos. Non è detto che non possa
portare a termine il suo lavoro in Avengers 4…
Pilotaggio remoto
La tecnologia del Wakanda, a cui
lavora assiduamente Shuri, sta facendo passi da
gigante nel resto del mondo, con le sue comunicazioni internet che
raggiungono il 100% di sicurezza. Che è un po’ l’unico modo in cui
la sorella minore di T’Challa potrebbe replicare
anche il complicato funzionamento interno di un’automobile moderna:
grazie alle sue invenzioni infatti Shuri è grado di saltare al
volante da casa sua, mentre suo fratello si trova a migliaia di
chilometri di distanza.
Ha aiutato un’intera nazione a soli sedici anni
È evidente che qualsiasi invenzione
o innovazione di Shuri abbia ha notevolmente
migliorato la sua nazione, il Wakanda, ma la cosa straordinaria è
che l’abbia fatto a soli sedici anni e molte delle sue “opere” sono
state svelate in poco più di due ore di film (parliamo ovviamente
di Black Panther). Al contrario ogni volta che
Tony Stark mette in pratica la sua tecnologia di
solito crea disastri o “mostri” (vedi Ultron) che
deve poi affrontare e che distruggono intere città.
La scena d’apertura di
Avengers: Infinity War ha
mostrato da subito la potenza devastante di Thanos quando il Titano
Pazzo ha spazzato via Hulk, come fosse l’essere più debole della
galassia. Il Gigante di Giada è stato quindi
trasportato sulla Terra da Heimdall, allo scopo di annunciare agli
eroi terrestri che Thanos stava arrivando. Durante il “viaggio”,
Hulk si è ritirato, lasciando Bruce Banner alle prese con
l’invasione di Thanos, al fianco degli altri Vendicatori, e durante
tutti il resto del film, il mostro verde è rimasto nascosto dentro
Banner.
In molti si sono chiesti per quale
motivo, nonostante le richieste di aiuto dello scienziato, Hulk non
si sia palesato durante la battaglia del Wakanda. Qualcuno ha
ipotizzato che il gigante avesse ormai paura di Thanos, dopo la
sonora batosta subita a inizio film, ma Mark
Ruffalo in persona
ha spiegato che, dopo gli eventi di Thor:
Ragnarok, la volontà di Hulk si è trasformata in una
mente più strutturata e ha cominciato a rifiutare il fatto che
Banner lo “utilizzasse” soltanto in momenti di difficoltà,
decidendo quindi di non “uscire” per combattere contro l’Ordine
Nero e contro Thanos.
Tuttavia, stando a quanto si era già
detto in precedenza e a giudicare dai concept di Avengers:
Infinity War diffusi nelle ultime ore, Hulk doveva essere
presente durante la Battaglia del Wakanda, non
solo, doveva confrontarsi direttamente con Thanos, insieme agli
altri Vendicatori, tentando di fermarlo.
Per quello che riguarda il percorso
di Hulk in Avengers 4, possiamo già
immaginare che sarà conclusivo rispetto alla sua parabola narrativa
cominciata in Ragnarok, e già
le teorie fioccano in rete.
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
È da molto tempo che non si hanno
più notizie sul progetto intitolato Godzilla vs
Kong, mentre sappiamo che il sequel del
Godzilla del 2014 è in viaggio verso il grande
schermo. Il film in questione dovrebbe vedere i due mostri del
titolo confrontarsi e l’ultima notizia in merito ci ha informati
del
coinvolgimento di Adam Wingard alla regia.
Variety ci informa che Jessica Henwick si è unita al cast,
anche se i dettagli del suo ruolo sono tenuti sotto riserbo dalla
Legendary. L’attrice si unisce a Kyle
Chandler, Millie Bobby Brown, Zhang Ziyi, Danai Gurira, Julian
Dennison, Demián Bichir, Alexander Skarsgård, Rebecca Hall e Eiza
González.
Jessica
Henwick ha inanellato una serie di ruoli in serie tv e film di
prestigio, di recente, pur non guadagnando mai, per adesso, la
ribalta del protagonista. È stata Colleen Wing in Iron
Fist, Luke Cage e The Defenders, ha
interpretato Nymeria Sand in Game of Thrones ed è
stata la pilota di X-Wing Jessika Pava in
Star Wars: Il Risveglio della Forza.
Godzilla vs Kong
al momento non ha ancora un regista ma ha un anno di uscita, il
2020. Il 22 marzo 2019 è invece atteso Godzilla King of
Monsters, sequel del film diretto da Gareth Edwards e
affidato a Michael Dougherty (Krampus) con protagonisti Kyle
Chandler, Vera Farmiga e Millie Bobby Brown.
Lo scorso agosto la Warner Bros.
aveva effettuato i primi test screenings di
Aquaman (proiezioni che servono come prove
generali per attuare qualche cambiamento in base alle reazioni del
pubblico in sala), e i risultati erano stati tutti più o meno
positivi.
Nelle ultime ore però la stampa
americana insieme a molti spettatori hanno avuto modo di guardare
il film di James Wan e sono iniziate a comparire
online, specialmente su Twitter, i primi giudizi a caldo sul
cinecomic che proverà a risollevare la critica e scricchiolante
situazione della DC dopo il fiasco di Justice League. Di seguito ve ne
riportiamo alcuni:
“Il pubblico sembra aver amato
moltissimo Aquaman, e non si è sentito alcun commento negativo, ma
solo aggettivi come divertente, avventuroso, bellissimo. Insomma è
tutto ciò che ci si aspettava“
“Abbiamo visto Aquaman ma non
possiamo parlare dei dettagli. Possiamo però dire che si tratta di
un risultato importante sia come realizzazione che come
storytelling, e si vede l’ottimo lavoro che sta facendo Walter
Hamada con la DC. Questa è inoltre la prova che James Wan dovrebbe
dirigere più film per l’azienda“
“Un giudizio su Aquaman: è molto
buono, non innovativo ma solido. Le scene d’azione sono
eccezionali, la storia è buona e anche la cgi sembra decente. Unico
punto dolente la colonna sonora“
Prima
di apparire come assoluto protagonista, il personaggio
di Jason Momoa ha debuttato
in Justice League, diretto
da Zack Snyder, al fianco di Ben
Affleck (Batman), Gal
Gadot (Wonder Woman), Henry
Cavill (Superman), Ezra
Miller (Flash) e Ray
Fisher (Cyborg).
Il
filmè stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason
Momoa. Con lui ci sarà Amber
Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi
Lin e Willem Dafoe.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Letteralmente affossato dalla
critica, Venom continua
la sua sorprendente cavalcata ai botteghini di tutto il mondo
registrando l’ennesimo record nel primo giorno di programmazione
cinese: 34 i milioni di dollari incassati, superando di gran
lunga le cifre ottenute da Spider-Man: Homecoming
lo scorso anno (21,6 milioni). Con questo incredibile risultato il
film diretto da Ruben Fleischer e interpretato da
Tom Hardy diventa il più alto incasso di sempre
nell’opening day per quanto riguarda il cinecomic in Cina,
e il secondo in generale dopo Avengers: Infinity War.
Se dovesse continuare su questi
ritmi, conferma Forbes, Venom
potrebbe raggiungere tra i 700 e i 750 milioni di dollari in tutto
il mondo, cifre stellari assolutamente non pronosticabili vista
l’accoglienza negativa di Venom da parte della stampa americana ed
europea.
Questo inatteso successo al box
office mondiale dunque potrebbe ridurre le possibilità che la Sony
ceda completamente i diritti
di Spider-Man e dei personaggi a lui
correlati ai Marvel Studios. Con il
film con Tom Hardy, la SONY ha ufficialmente
dato inizio a un Universo Cinematografico suo, che potrebbe fare a
meno di Spider-Man e, nonostante l’avversione della maggior parte
dei critici, il film ha performato bene, raccogliendo l’entusiasmo
dei fan che hanno avuto prova, dal loro punto di vista, che è
possibile realizzare un film sul Simbionte, senza l’Uomo Ragno.
Il piano SONY ha fruttato allo
studio un incasso che ha
superato i 500 milioni in tutto il mondo, cifra sufficiente a
far pensare a un sequel, già preparato dalla scena
post credits di questo primo film. Questa notizia sembra
molto buona per chi ha gradito il film, ma non altrettanto buona
per i fan che sperano che i diritti di Spider-Man possano essere
completamente restituiti alla Marvel – in modo simile a quello che
sta succedendo con gli X-Men e
i Fantastici Quattro alla Fox.
Parlando con Business
Insider, Jeff Bock, analista senior del
box-office di Exhibitor Relations, spiega come il successo
finanziario di Venom abbia rinvigorito i piani di SONY riguardo ad
altri diritti sui personaggi legati a Spider-Man dei quali
detengono i diritti. Secondo lui, se il film fosse stato un flop,
lo studio sarebbe stato più aperto a concludere un accordo con la
Disney che potenzialmente avrebbe restituito i diritti di proprietà
intellettuale alla Marvel.
“Se il film avesse fallito, ci
sarebbe stata una possibilità che Sony sarebbe tornata al tavolo
delle trattative con la Disney. Ora il piano della Marvel è andato
per aria (…) [SONY] ha corso un rischio calcolato con Venom, e ora
che il film ha avuto successo e che diventerà una serie, sembra che
la Disney abbia bisogno di Spider-Man più di quanto SONY abbia
bisogno della Disney… Se alla SONY cominciano ad acquisire costanza
nella realizzazione di buoni film, il pubblico vorrà vederli, e la
Disney dovrà comprare la SONY per riavere i diritti di Spider-Man
(…) Questo è solo l’inizio della rinascita della SONY come uno
studio che può ancora dire la sua al box office: non si
arrenderanno senza combattere”.
L’analista senior di
ComScore, Paul Dergarabedian, ha supportato
la dichiarazione di Bock, citando che il risultato al box office
per Venom non farà altro che motivare la SONY a continuare a
investire nel proprio universo cinematografico. “Un mezzo
miliardo di dollari di entrate per Venom, in tutto il mondo,
dimostra che non si tratta di un colpo di fortuna, e nonostante una
critica negativa, il film ha trovato un grande favore di pubblico
che ha abbracciando l’Eddie Brock di Tom Hardy”, ha dichiarato
Dergarabedian.
A parte un sequel diretto di Venom
– che è stato efficacemente impostato nella scena post-credits con
la rivelazione del personaggio
di Cletus Kasady aka Carnage interpretato
da Woody Harrelson – SONY sta anche
programmando una serie di altri progetti che ruotano attorno a
personaggi di Spider-Man, come Morbius il Vampiro
Vivente di Jared
Leto e Silver Sable e Black
Cat. Se questi film dovessero avere il successo che a
questo punto SONY si aspetta, forse un crossover con lo Spider-Man
di Tom Holland (che è nel MCU) potrebbe
concretizzarsi. Lo stesso Fleischer pensa che uno scontro tra Venom
e Spider-Man sia inevitabile.
Nuovo capitolo della lunga carrellata di concept inediti da Avengers: Infinity
War grazie ai quali scopriamo una serie di
“what if…” dal film dei fratelli
Russo: versioni alternative di costumi, di scene, di
personaggi che potevano sopravvivere o morire in maniera
diversa.
Dopo quelli dedicati alla battaglia su
Titano, Steve Rogers, Thanos e Spider-Man, ecco arrivare una
serie di artwork sulla nuova e tecnologica armatura di Iron
Man, Teen Groot e Eitri,
ultimo dei nani sopravvissuti del pianeta
Nidavellir che forgia la nuova arma di Thor prima
del suo arrivo in Wakanda.
Per quanto riguarda la
Bleeding Edge Armor, noterete una serie di
dettagli non inclusi nel film, come la “trasformazione” in un vero
e proprio mezzo di locomozione aerea, oppure dei significativi
cannoni aggiunti alle braccia e sistemi di nanotecnologia avanzati.
Su Eitri invece gli artisti dei Marvel Studios sembrano aver
studiato diversi look per il personaggio interpretato da
Peter Dinklage, tra cui uno che prevedeva la lunga
barba bionda e testa quasi rasata con degli “occhi” sulla
fronte.
Vi ricordiamo che il prossimo
capitolo sui Vendicatori, Avengers
4, arriverà al cinema ad Aprile 2019, diretto
da Anthony e Joe Russo concludendo la
Fase 3 del Marvel Cinematic Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Come annunciato ieri per vie
ufficiali, i Marvel Studios porteranno sulla
nuova piattaforma streaming Disney + (di proprietà
della casa di topolino e in arrivo nel 2019) diverse serie tv
dedicate ai personaggi del MCU, tra cui una su
Loki. Il Dio dell’Inganno tornerà quindi
protagonista anche sul “piccolo” schermo dopo essere apparso in
numerosi capitoli cinematografici dell’universo Marvel, e sarà
interpretato ancora dall’idolo dei fan Tom
Hiddleston.
L’attore, come conferma della sua
partecipazione al progetto, ha voluto condividere un’anticipazione
di ciò che ci aspetta su Twitter: “Loki. Tante altre storie da
raccontare. Ancora più inganni da creare. C’è dell’altro“.
Vi ricordiamo che gli altri titoli
in sviluppo, come riportato nelle ultime
settimane, saranno dedicati a Scarlet
Witch, Falcon e Soldato
d’Inverno, ed è probabile che vengano confermati (insieme
agli attori coinvolti) già nei prossimi giorni.
Creato da Stan Lee,
Jack Kirby e Larry
Lieber, Loki è uno
dei personaggi ricorrenti all’interno dell’universo cinematografico
Marvel ed è apparso in ben cinque cinecomic dei Marvel Studios (se
contiamo anche l’imminente Avengers: Infinity
War). Noto come “Il Dio
dell’Inganno“, è stato fra i primi villain davvero
apprezzati dai fan grazie soprattutto all’egregia interpretazione a
tinte shakespeariane di Tom
Hiddleston, l’attore che ne veste i panni
da Thor (2011).
La piattaforma streaming Disney ha
già ordinato nel suo catalogo una serie inedita
su Star Wars ideata da Jon
Favreau, un’altra basata sui film di High
School Musical e il live action di Lilli
e il Vagabondo.
Elegante, composta, sorridente,
Claire Foy è tutto quello che ci si aspetta dalla
perfetta interprete della fredda e distaccata Regina Elisabetta II,
ruolo che le ha garantito premi e riconoscimenti nel panorama
televisivo degli ultimi due anni, nella serie NetflixThe Crown. Finito il suo
ciclo come Elisabetta, la Foy guarda al grande schermo con i suoi
grandi occhi blu e il suo talento è destinato a splendere sullo
schermo d’argento.
La vediamo in questi giorni in sala
in Il Primo Uomo di Damien
Chazelle, al fianco di Ryan Gosling, ma
Fede Alvarez l’ha fatta diventare la nuova
Lisbeth Salander, per il suo Millennium – Quello che non Uccide, e nel
ruolo dell’hacker, la Foy dimostra tutto ciò di cui è capace. Non
solo un’attrice adatta a ruoli composti e “domati”, ma
un’interprete capace di portare sullo schermo anche l’anima nera
dei personaggi.
E proprio per parlare di questo suo
nuovo personaggio, l’abbiamo incontrata a Roma, in occasione della
Premiere del film, svoltasi nella cornice della Festa del
Cinema di Roma 2018.
Quanto è stato impegnativo
diventare Lisbeth e come ti sei preparata?
“Mi è sempre piaciuta, sin dal
primo film, la trovo una donna molto affascinante, ho scelto di
interpretarla per conoscerla, ne ero entusiasta. Ho sempre voluto
cimentarmi in qualcosa di nuovo, cambiare il mio fisico per un
personaggio e fare un film d’azione è molto difficile ma allo
stesso tempo è anche divertente, perché ti permette di sperimentare
con i tuoi mezzi. Lisbeth è un personaggio controverso, è
introversa, non le piace farsi notare, vuole essere invisibile, ma
dentro ha una forte passione, la sua espressione è fuoco
puro.”
Hai dichiarato che Lisbeth
non è un supereroe, è una combattente e non è affezionata a
nessuno. Chi è in realtà?
“Lei si sorprende sia delle sue
emozioni che dei suoi sentimenti, ma davvero non le importa di
nessuno (…) sinceramente se dovessi descrivere Lisbeth non direi
davvero che è una di quelle che tiene alle persone. Lei può
aiutare, è quello che sa fare, si sente in qualche modo di dover
proteggere August, per esempio, ma di sicuro non in maniera
convenzionale, come se avesse a cuore le sue sorti. È uno degli
aspetti che la rendono affascinante.”
Nel tuo approccio al
personaggio che influenza ha avuto il romanzo da cui il film è
tratto e cosa ama o odia di Lisbeth?
“Il personaggio è come nel
libro, non ho provato ad aggiungere nulla di mio. Mi è piaciuto il
fatto che lei ami la musica drammatica, che sia andata ai Caraibi
per un mese e mezzo e si sia ritrovata in mezzo ad un uragano, il
fatto che sia una sopravvissuta. Tutta la sua storia è racchiusa
nel film.”
Parliamo ancora di
sentimenti, in questo caso quelli di Lisbeth verso Mikael: lei
vuole lasciarsi alle spalle tutto ciò che hanno vissuto e passato
insieme. Si fida ancora di lui?
“È stata innamorata di lui ma
questo sentimento la sorprende, si sorprende anche del suo
atteggiamento, è un po’ come tutte le cose sbagliate che si fanno a
tredici anni per la prima volta. Mikael poi le spezza il cuore e
non trova pià un senso in nulla, in quello che prova. Queste
delusioni possono essere superate, ma a meno che tu non sia un
completo idiota, non vanno mai via del tutto. In più, anche se non
lo ammetterà mai, lui è un uomo fantastico, l’unica persona della
quale si fidi, non riesce a mettersi contro di lui, rimangono due
anime gemelle, anche se non ci sarà un lieto fine per loro, nulla
di convenzionale come un matrimonio o una vita
insieme.”
Cosa pensa che il pubblico
femminile trovi di speciale nel suo personaggio, perché è cosi
popolare?
“Perché è qualcuno che sta al
mondo in maniera confusa, è imperfetta, come molte persone, ma è
anche diretta, dice ciò che pensa in faccia, non se ne sta in un
angolo a sparlare degli altri. È una qualità che le persone
apprezzano. Non è un personaggio convenzionale e questo colpisce
moltissimo perché si è deciso di portare su grande schermo qualcuno
di imperfetto con il quale identificarsi.”
Ultimamente ci sono diversi
film tutti al femminile. Crede che, finalmente, qualcosa stia
cambiando?
“Credo sia una questione di
soldi. I film sono fatti per fare soldi, qualcuno avrà pensato che
le donne nelle pellicole portano soldi e così hanno iniziato a
produrli.”
È solo per
quello?
“Credi ci sia un aspetto
sociale dietro? Per me è decisamente un aspetto economico, di
sicuro è anche un modo per dare voce a chi ne ha avuta meno, ma
quello che sta succedendo con queste pellicole è di sicuro uno
specchio della nostra realtà.“
Se potesse tenere qualcosa
di Lizbeth, cosa sarebbe?
“I suoi pantaloni di pelle!
Quello che davvero ho amato di lei è la semplicità con la quale si
approccia alla sessualità, ovvero senza alcun giudizio.”
In attesa della conferenza stampa di
presentazione del 36° Torino Film Festival, che si
terrà martedì 13 novembre a Roma alle 10.30 presso la Casa del
Cinema e a Torino alle 18.45 presso il Cinema Massimo, il TFF
annuncia alcune anticipazioni dal segmento della sezione TFFdoc,
dal titolo APOCALISSE.
Tutto pare essere apocalittico. Il
pianeta è sull’orlo del collasso, la catastrofe politica incombe
sui mondi primi, secondi e terzi. Maree nere e piogge
radioattive: TFFdoc | Apocalisse vuole
rispondere, per immagini e parole, a un mondo attonito in attesa
del peggio. Così il post umano atomico dei documentari 4
Bâtiments, face à la mer e Machine To
Machine, entrambidiretti da Philippe Rouy,
lascia spazio alla sirena di Sirenomelia diretto
da Emilija Skarnulyte che fluttua con la sua coda tra le rovine di
una base NATO nel mare Artico.
In Vive la
baleine diretto da Chris Marker e Mario Ruspoli la caccia
industriale e capitalista della balena diventa il simbolo dello
sfruttamento apocalittico del pianeta; mentre
in Atlantis, diretto da Ben Russell, gli uomini
cercano disperatamente la propria liberazione utopica ispirandosi
ad antiche leggende maltesi; Ombres
Aquatiques, di Philippe Cote, mostra la natura con luci e
ombre, come se la pellicola fosse una tela su cui dipingere;
l’Hydra Decapita fa una riflessione su
globalizzazione, colonialismo, capitalismo, mutamenti climatici e
mostra “Drexciya”: una colonia sottomarina creata dai bambini mai
nati abbandonati in mare dagli schiavisti durante la traversata
dell’Atlantico;
In Dell’azione
negatrice di Mauro Folci l’uomo è in preda alla volontà
di potenza; in Der Wille Zur Macht di Pablo Sigg
si mostra la radicale esistenza dei due fratelli Schweikhart,
ultimi sopravvissuti di una colonia di “ariani puri” fondata alla
fine del 19°secolo nella foresta amazzonica, in Paraguay:
mangiano bacche, farfugliando lingue incomprensibili e
leggono la Bibbia e La volontà di
potenza di Friedrich Nietzsche; la ricerca di
nuovi linguaggi capaci di sovvertire il presente è al centro
di Il potere dei sentimenti di Alexander Kluge;
ricerca che si riflette in Life = Cinematic
Imperfections, presentato in prima
mondiale al 36° Torino Film Festival, dove il regista
siriano di origine armena Avo Kaprealian, compone un montaggio di
immagini provenienti dal web, dal cinema, colte dalla sua camera
per le strade di Beirut, dove ora vive rifugiato, per lasciare
esplodere il caos del mondo.
4 BÂTIMENTS, FACE À LA
MER di Philippe Rouy (Francia, 2012, DCP, 47’)
MACHINE TO
MACHINE di Philippe Rouy (Francia, 2013, DCP,
32’)
Pochi mesi dopo la catastrofe
nucleare di Fukushima (marzo 2011), la TEPCO – la società che
gestiva la centrale – fa installare una webcam. Sotto lo sguardo
trasparente della telecamera, che registra implacabile anche la
data e l’ora, si muovono come astronauti perduti nel tempo e
sospesi nell’aria radioattiva i tecnici nelle loro tute bianche.
Per lasciare poi il campo a droni e robot, unici testimoni di una
fantascienza inimmaginabile.
Philippe Rouy è un artista e regista
francese e la sua trilogia su Fukushima (di cui fa parte anche
Fovea Centralis del 2014) è stata programmata nei maggiori festival
internazionali.
SIRENOMELIA di
Emilija Skarnulyte (Lituania, 2017, DCP, 12’)
La giovane artista lituana Emilija
Skarnulyte che ha studiato a Brera e vive a Berlino, fluttua con la
sua coda da sirena tra le rovine di una base NATO nel mar Artico
mentre segnali cosmici e rumore bianco attraversano lo spazio.
DELL’AZIONE
NEGATRICE di Mauro Folci (Italia, 2017, DCP, 8’)
DER WILLE ZUR
MACHT di Pablo Sigg (Messico, 2013, DCP, 61’)
Una performance o forse un film
dell’artista Mauro Folci. Un dialogo su Uomo e Natura e fine
dell’Uomo e fine del Mondo sembra trasportarci direttamente in
mezzo alla foresta amazzonica dove vivono isolati due uomini,
ultimi sopravvissuti di una colonia di “ariani puri” fondata alla
fine del diciannovesimo secolo in Paraguay da Bernhard Förster e
dalla moglie Elisabeth Nietzsche. Più di cent’anni dopo, di quella
colonia rimangono solo i due fratelli Schweikhart: si cibano dei
frutti che cadono dagli alberi e leggono
la Bibbia e La volontà di
potenza.
LIFE = CINEMATIC
IMPERFECTIONS di Avo Kaprealian (Libano/Armenia,
2018, DCP, 82’)
Questo è un film sull’esistenza
umana, sul teatro e sul cinema. Sul passato, il presente e il
futuro, sul partire, sulla discontinuità e le cesure, sulla
deformità, il vuoto e i buchi neri che si formano nello spirito.
Questo è un film sulla cura e sulla ricerca dell’anima. Su dove
molto tempo fa l’umanità possa aver perso la sua infanzia, perché
anche l’umanità, come gli esseri umani, ha avuto un’infanzia.
In prima mondiale al 36° TFF, il nuovo
film di Avo Kaprealian il cui esordio al cinema, Houses
Without Doors, dopo il debutto alla Berlinale, vinse il
concorso internazionale documentari al TFF (2016).
DIE MACHT DER
GEFÜHLE di Alexander Kluge (La forza dei
sentimenti, Germania, 1983, video, 112’)
La forza dei sentimenti è un collage
di forme e aforismi, un’enigmatica esplosione di emozioni che
culmina nel Rigoletto verdiano.
Pochi anni prima della caduta del
Muro di Berlino, il maestro del cinema tedesco (La ragazza
senza storia, Artisti sotto la tenda del circo:
perplessi, Germania in autunno…) costruisce un film
indecifrabile, che attraversa i generi cinematografici, raccontando
un’Europa che già sta perdendo la direzione utopica del Dopoguerra
e di un capitalismo capace di uccidere il sentimento per
trasformalo in sentimentalismo.
VIVE LA
BALEINE di Chris Marker e Mario Ruspoli (Francia,
1972, DCP, 17’)
«Oggi gli uomini e le balene si
trovano nello stesso schieramento. Ogni balena che muore ci
trasmette come una profezia, l’immagine della nostra propria
morte». «Balene, vi amo!». La caccia industriale e capitalista
della balena diventa il simbolo dello sfruttamento apocalittico del
pianeta: “ogni balena che muore ci trasmette, come una profezia,
l’immagine della nostra propria morte” (Chris Marker).
ATLANTIS di
Ben Russell (USA/Malta, 2014, DCP, 24’)
Una canzone folk e un rito pagano,
una marcia religiosa e un tempio riflesso. Il blu del mare ci
avvolge, siamo felici, nonostante stiamo tutti per sprofondare
lentamente. «We Utopians are happy / This will last forever». Ben
Russel – vincitore due volte del concorso internazionale.doc al TFF
con Let Each One Go Were He May (2010) e
con A Spell to Ward Off the Darkeness (2013)
co-diretto con Ben Rivers – si lascia ispirare dalle antiche storie
maltesi per immaginare spazi utopici.
HYDRA
DECAPITA di The Otolith Group (UK, 2010, DCP,
31’)
Drexciya è una colonia sottomarina
creata dai bambini mai nati delle donne incinte che venivano
buttate a mare dagli schiavisti durante la traversata
dell’Atlantico.
Film che nasce dalla collaborazione
tra il collettivo londinese The Otholit Group (Anjalika Sagar e
Kodwo Eshun) i cui lavori attraversano video, cinema, filosofia e
il duo techno di Detroit, Drexciya, la cui musica accompagna una
riflessione su globalizzazione, colonialismo, capitalismo,
mutamenti climatici e speranza di mondi nuovi.
LES OMBRES
AQUATIQUES di Philippe Cote (Francia, 2016, DCP,
11’)
Immersioni e pozzi di luce. C’è
poesia nel ballo silenzioso dell’acqua e del suo popolo, mentre
dall’altra parte del vetro, delle ombre osservano.
Philippe Cote è un cineasta
francese, mancato prematuramente nel 2016, dalla radicale
sensibilità che, lavorando sempre con pellicole super 8 e 16mm, e
sempre artigianalmente ha saputo usare la luce (e l’ombra) come se
la pellicola fosse una tela su cui dipingere.
Il Re Leone è uno
dei film di animazione più belli e commoventi della storia del
cinema. Visto da grandi o da piccini, è impossibile non emozionarsi
davanti a questo film e non affezionarsi ai suoi personaggi.
Da questo film sono nati un sequel
(Il Re Leone 2 – Il regno di Simba) e un prequel/midquel
(Il Re Leone 3 – Hakuna Matata), diversi videogiochi e
spin-off (come The Lion Guard) ed è stato soggetto ad un
adattamento teatrale in formato musical che ha debuttato a Broadway
nel 1997. Per la metà del 2019, invece, è prevista l’uscita al
cinema di una versione
live-action diretta da Jon Favreau. Ecco dieci cose che,
forse, non sapevate su Il
re leone.
Il Re Leone: film
1.In
Il Re Leone (1994), molti dei nomi sono basati sul parole della
lingua Swashili. Simba ha significato proprio di leone,
Nala come dono, Sarabi significa miraggio e Rafiki viene usato come
parole per identificare un amico, mentre Pumbaa ha il significato
di ottuso. Dall’ebraico è stato tratto il nome Zazu, che significa
movimento. Non è chiara, invece, l’origine dei nomi Serafina (la
madre di Nala) e di Timon, ma sembra che entrambi ruotino attorno
al concetto, rispettivamente, di stella splendente e di rispetto.
Mufasa, a differenza degli altri nomi, ma significa re in lingua
manazoto.
2. Il Re Leone si basa
sull’Amleto e non solo. Al di là delle ispirazione
dall’Amleto di William Shakespeare, la
storia ha anche degli elementi che provengono dai miti della
famiglia di Osiride appartenenti alla mitologia
dell’antico Egitto. Nel mito di Osiride, il re (Osiride/Mufasa)
viene ucciso da sul fratello geloso di lui (Seth/Scar) e il vero
erede (Horus/Simba) viene mandato in esilio da bambino. Il re
assassinato fa visita e fa da mentore al figlio in vesti di
fantasma e quando il vero erede diventa adulto, ritorna per
compiere la giusta vendetta circa l’omicidio del padre. Sembra,
inoltre, che la storia de Il Re Leone sia simile a una
storia sconosciuta in occidente e tra le più amate nella tradizione
linguistica tra Niger e Congo: una storia che parla di uno dei
migliori re, ovvero di Sundiata, re del Mali. Il
personaggio principale, Sundiata, è un giovane principe che viene
bannato dalla sua terra dalla famiglia dopo la morte del padre. La
storia racconta il superamento dei suoi disturbi emotivi e fisici
per poi tornare al suo regno e combattere il re usurpatore che lo
ha scavalcato durante la sua assenza.
3. Mentre Il Re Leone era
in fase di produzione, lo era anche Pocahontas, considerato il
progetto più ambizioso. Lo studio aveva riposto più
speranze in Pocahontas e considerava Il Re Leone
come un film sperimentale, facendo in modo che si occupasse del
film un team minore. Il capo dello studio, Jeffrey
Katzenberg, considerava Pocahontas come il
progetto più prestigioso rispetto a Il Re Leone e pensava
di andare a conquistare una nomination agli Oscar come Miglior
Film, in seguito al successo di La bella e la bestia (1991). Come la produzione si è
conclusa, sono cambiate le opinioni in merito a Il Re
Leone, ricevendo pareri positivi unanimi sia da critica che da
pubblico, tanto da diventare non solo uno dei più grandi film della
storia del cinema, ma anche uno dei migliori titoli home video
dell’epoca, mentre Pocahontas aveva ricevuto critiche per
la maggior parte negative, riferite ai toni e temi adulti mischiati
a uno script non armonico e storicamente poco accurato.
Il Re Leone 2
4. Il Re Leone 2 – Il regno
di Simba (1998) ha molte similarità con Il Re Leone. In
questo sequel, Simba avverte Kiara di stare lontana da oltre i
confini delle Terre del Branco, come ha fatto Mufasa con il giovane
Simba. Ma quando Kiara vi capita, dimentica gli ammonimenti del
padre e va ad esplorare il territorio vietato come fecero Simba e
Nala al Cimitero degli Elefanti.
5. In Il Re Leone 2 – Il
regno di Simba, era prevista la morte di Simba. In
origine, Simba doveva essere assassinato dai fuori confine.
Probabilmente non è stato incluso nel film, nel quale Simba
sopravvive, per evitare di creare una tragedia simile a quella
accaduta nel primo film.
6. In Il Re Leone 2 – Il
regno di Simba non appare Sarabi. La madre di Simba non
compare per tutto il tempo del sequel, assumendo che sia morta dopo
il primo film o che abbia lasciato le Terre del Branco. Il
personaggio è stato rimosso per rispetto della doppiatrice
Madge Sinclair che morì un anno dopo la
realizzazione del primo film.
Il Re Leone 3
7. Il Re Leone 3 – Hakuna
Matata (2004) si basa su un racconto legato all’Amleto. Se
il primo film si basava sull’Amleto, questo film,
considerato come prequel/midquel, prende ispirazione dal racconto
Rosencrantz e Guildenstern sono morti di Tom
Stoppard, che racconta gli eventi dell’Amleto
attraverso i punti di vista di due personaggi minori.
8. Il Re Leone 3 – Hakuna
Matata mantiene le stesse voci di Simba. Le voci
originarie di Simba, Matthew Broderick e
Cam Clarke sono state riprese per questo film.
Broderick ha doppiato Simba in tutti e tre i film, mentre Clarke ha
prestato la voce per le canzoni di Simba nel secondo film e negli
spin-off relativi.
Il Re Leone: personaggi
9. Per Il Re Leone vennero
studiati animali veri. Come avvenuto per Bambi, gli
animatori si basarono su animali veri per sviluppare i personaggi.
Jim Fowler, esperto di fauna selvatica, portò
riversi animali negli studi, per parlare dei loro comportamenti.
Gli animatori hanno studiato i movimenti di diversi animali durante
delle visite al Miami MetroZoo, sotto la guida dell’esperto
Ron Magill. Anche le ambientazioni si basano su
luoghi reali, come le Terre del Branco che sono basate sul parco
nazionale del Kenya.
10. La sceneggiatura
originale Il Re Leone includeva diversi personaggi che sono stati
poi eliminati. Avrebbe dovuto esserci un altro cucciolo di
leone, una volpe dalle orecchie da pipistrello e un rinoceronte con
un uccellino sulla schiena. Questo uccellino si è poi evoluto in
Zazu. Altri personaggi sono stati eliminati, come il fratellino e
il padre di Nala e un pitone rock di nome Joka che sarebbe dovuto
essere il lacchè di Scar. Il fratello di Nala, Mheetu, sarebbe
dovuto servire da pretesto per far arrivare Simba nella gola ed
essere salvato da Mufasa.
Il Re Leone: streaming
Il Re Leone in
streaming e i suoi due sequel sono disponibili su
Disney+.
SonyPicturesIT ha diffuso il
trailer ufficiale di The Front Runner: Il vizio del potere, il
nuovo film di Jason Reitman con Hugh
Jackman, Vera Farmiga, J.K. Simmons e Alfred
Molina. Ecco di seguito il video:
Il candidato all’Oscar Hugh
Jackman protagonista del thriller drammatico
The Front Runner nel ruolo del carismatico politico
Gary Hart. Il film, diretto dal regista candidato all’Oscar
Jason Reitman, segue l’ascesa e la caduta del
senatore Hart, capace di catturare l’immaginazione dei giovani
votanti e considerato il favorito tra i democratici alle elezioni
del 1988. La sua campagna passa in secondo piano a causa della
relazione extraconiugale che intrattiene con Donna Rice.
Quando la vita privata si mescola
con quella politica, il senatore Hart è costretto a rinunciare alla
sua candidatura – un evento che ha un impatto durevole e profondo
nella politica americana ma anche in quella mondiale. Nel cast
anche Vera Farmiga, J.K. Simmons e Alfred
Molina.
MAGNITUDO insieme a
CHILI portano al cinema il nuovo film dedicato al maestro
dell’arte barocca italiana, Bernini, che inaugurerà la stagione de “L’ARTE AL
CINEMA” e sarà nei migliori cinema italiani solo il12,
13 e 14 novembre.
Il documentario racconta il genio
dell’artista attraverso la mostra che gli è stata dedicata alla
Galleria Borghese di Roma tra il novembre 2017 e il febbraio 2018.
Le protagoniste incontrastate della scena sono, come è possibile
vedere anche dalle clip rilasciate, le opere berniniane più note,
come i quattro gruppi scultorei “Enea e Anchise”, “Ratto di
Proserpina”, “David” e “Apollo e Dafne” o la “Santa Bibiana”.
Tramite riprese inedite di
altissima qualità in 8k, effettuate per un’intera settimana
esclusivamente all’interno del percorso museale e quasi tutte
realizzate in notturna con apparecchiature solitamente destinate
alle grandi produzioni cinematografiche, e il contributo di
professionisti e conoscitori di grande caratura, tra cui la
direttrice della Galleria Borghese Anna Coliva e il critico d’arte
Luigi Ficacci, il docu-film diretto e prodotto da Francesco Invernizzi celebra la mostra e la nascita dei
maestosi gruppi scultorei e per la prima volta, dopo secoli,
consente agli spettatori di ammirare le opere dalla stessa
prospettiva che godette Bernini durante il suo lavoro.
Bernini è solo il primo di una serie di
documentari dedicati all’arte che saranno distribuiti nelle sale
cinematografiche tra l’autunno del 2018 e la primavera del 2019. I
prossimi titoli saranno: Dinosaurs (al cinema il 10, 11 e 12
dicembre), Mathera (al cinema il 21, 22 e 23 gennaio),
Leonardo Cinquecento (al cinema il 18, 19 e 20 febbraio),
La stanza delle meraviglie – WOW (al cinema il 4, 5 e 6
marzo), Canova (al cinema il 18, 19 e 20 marzo) e infine
Palladio (al cinema il 15, 16 e 17 aprile).
SonyPicturesIT ha
diffuso una nuova clip estesa di
Spider-Man: Un nuovo Universo, il nuovo film animato
con protagonista Miles Morales, nei panni di Spider-Man. Nella clip
possiamo ammirare anche Spider-Gwen e altri personaggi dello
spider-verse ben noti ai lettori di fumetti.
Spider-Man: Un Nuovo Universo racconta le
vicende del teenager Miles Morales e delle
infinite possibilità dello Ragno-Verso, dove più di una persona può
indossare la maschera. Una visione fresca di un nuovo Universo
Spider-Man con uno stile visivo innovativo e unico nel suo
genere.
Il film arriverà a partire dal 25 dicembre nelle sale
italiane.
Vision Distribution
ha diffuso il trailer italiano ufficiale di
Colette, il nuovo film con Keira
Knightley che verrà presentato in anteprima nazionale al
prossimo Torino Film Festival. Il film è
diretto dal regista di Still
Alice, Wash Westmoreland.
Protagonista assoluta di questo
dramma in costume ambientato durante la Belle Epoque, Keira
Knightley, nel ruolo che potrebbe portarla alla sua terza
candidatura all’Oscar.
L’attrice interpreta la scrittrice
teatrale Sidonie-Gabrielle Colette vissuta a cavallo
tra 800 e 900, donna libera, anticonformista ed emancipata, che
sfidò le convenzioni e le restrizioni morali dell’epoca,
contribuendo a rompere alcuni tabù femminili.
La trama: Dopo
aver sposato uno scrittore parigino di successo noto come Willy,
Sidonie-Gabrielle Colette si trasferisce dalla provincia rurale
dove è nata e cresciutoa nello splendore intellettuale e artistico
di Parigi. Presto, Willy convince Colette a farle da ghostwriter, e
la ragazza scrive un romanzo semi autobiografico su una
intelligente e sfacciata ragazza di campagna di come Claudine, che
divene vendutissimo e chiacchieratissimo. Dopo quel successo,
Colette e Willy diventano il centro delle attenzioni parigine, e le
loro avventure ispirano numerosi altri romanzi di Claudine. La
battaglia di Colette per la proprietà intellettuale delle sue opere
e contro gli stereotipi di genere la portano a superare i legacci
della società, a rivoluzionare la letteratura, la moda e le
espressioni sessuali.
Colette è atteso
nelle sale italiane il prossimo 15 novembre distribuito da Vision
Distribution. Nel cast anche Dominic
West, Denise
Gough, Fiona
Shaw, Robert
Pugh e Eleanor Tomlinson.
Il regista Max Croci, 50 anni, si è
spento, dopo una lunga malattia, al Policlinico di Milano. Croci
aveva diretto Luca Argentero e Sarah
Felberbaum nel suo primo film, Poli
Opposti.
Nato come illustratore e art
director, Max Croci ha presto realizzato anche una serie di
cortometraggi. Poi, nel 2015 il primo film, la commedia romantica
Poli opposti. L’anno successivo aveva firmato
Al posto tuo, ancora una volta con Argentero,
affiancato da Stefano Fresi e Ambra
Angiolini.
Infine, nel 2017 aveva realizzato il suo terzo film,
La verità, vi spiego,
sull’amore, un’altra commedia, tratta dal libro
omonimo e dal blog di Enrica Tesio, Tiasmo. Nel
film hanno recitato Ambra Angiolini, insieme a Carolina
Crescentini, Massimo Poggio e Giuliana de
Sio.
I funerali di Croci si svolgeranno sabato 10 novembre alle ore
14 nella Chiesa dei Frati a Busto Arsizio.
Di seguito, infatti, possiamo vedere
rappresentati alcuni momenti dello scontro sul pianeta d’origine
del villain del film, in cui Iron Man, Doctor Strange,
Spider-Man e i Guardiani provano a
contrastare il Titano Pazzo. Affascinanti sono le immagini che
ricreano gli attacchi di Strange contro Thanos, come potete vedere
di seguito:
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Realizzare un
film, a volte, può diventare un’impresa. I fattori
da considerare sono molti, tra cui la scelta della storia giusta e
la previsione di come verrà accolta dal pubblico, processo che
implica una seria di cambiamenti durante la pre-produzione e che
può avere un forte impatto sul futuro economico del progetto. La
storia di Hollywood è piena di esempi di pellicole
cancellati, spesso a causa dei costi elevati, spesso per il
contenuto della sceneggiatura; opere mai girate che i fan avrebbero
sicuramente apprezzato nella loro “follia”.
Ecco di seguito i 14 film
più strambi che non sono mai stati realizzati:
Spider-Man di James Cameron
Prima del suo ingresso nel MCU e ancor prima della trilogia di
Sam Raimi,Spider-Man
avrebbe potuto fare il suo debutto sul grande schermo nel film
diretto da James Cameron, all’epoca reduce dal
successo di Alien. Ma quando gli venne detto che
non avrebbe ricevuto alcuna retribuzione fino a quando non avesse
messo insieme una sceneggiatura per il film, Cameron scelse di
abbandonare il progetto.
Star Trek con John F. Kennedy
Dopo il successo del primo film di
Star Trek, il
creatore della serie Gene Roddenberry mise insieme
una bozza per un sequel cove i membri dell’Enterprise avrebbero
viaggiato indietro nel tempo fino agli anni ’60 per evitare
l’assassinio dell’allora presidente americano John F.
Kennedy. Gli eroi erano così costretti a cambiare la
storia, prendendo parte all’attacco ma la Paramount (la compagnia
che produsse il film) non gradì la proposta e optò per una storia
diversa.
Il Padrino III: Michael Corleone vs Tom Hagen
Il Padrino
III è uno dei film che ha più diviso critica e pubblico,
creando un acceso dibattito sul fatto che possa o non possa essere
all’altezza dei primi due film della trilogia. Tuttavia l’idea
originale della pellicola lo avrebbe reso più memorabile di quanto
sia stato, prevedendo l’epico scontro tra il boss della mafia
Michael Corleone e il fratello adottivo Tom Hagen. Forse sarebbe
stato più appropriato per la trilogia, ma a causa delle dispute
contrattuali tra Robert Duvall e il regista
Francis Ford Coppola la produzione decise di
riscrivere la sceneggiatura senza il personaggio di Tom.
007 Operazione tuono di Alfred Hitchcock
Alfred Hitchcock è
uno dei registi più iconici della storia del cinema, riuscendo a
passare da un genere all’altro con estrema facilità, tuttavia c’è
un film che non ha mai avuto l’opportunità di realizzare che è
anche uno dei primi film del franchise di James Bond.
Stiamo parlando di 007 Operazione Tuono, progetto
al quale a quanto pare si dedicò per qualche mese prima di
rifiutare l’offerta per girare un altro titolo di spionaggio.
Silver Surfer Rock Opera
Silver Surfer è
uno dei personaggi più “comici” dell’universo Marvel e uno dei
preferiti dal co-creatore Stan Lee, e prima della sua apparizione
in I Fantastici Quattro e Silver Surfer del 2007,
il supereroe avrebbe dovuto avere il suo spazio in una space opera
con
Olivia Newton-John dove Paul
McCartney avrebbe scritto le musiche originali. Il
progetto purtroppo andò in pezzi nella fase di pre-produzione.
Superman Lives
Superman Lives
doveva essere il primo “nuovo” film su Superman dopo la trilogia con
Christopher Reeve e sarebbe stato diretto da
Tim Burton con Nicolas Cage nei
panni dell’Uomo d’Acciaio. Bizzarro e straniante rispetto al canone
originale, il cinecomic mai realizzato avrebbe adattato la trama de
La Morte di Superman, tuttavia il caos della
pre-produzione e vari problemi gettarono nel dimenticatoio questo
film ritenuto dai fan un cult avendo visto soltanto qualche
immagine dal dietro le quinte.
Batman di Darren Aronofsky
Tra tutti i film su
Batman prodotti
e pensati a Hollywood, quello sulle sue origini affidato a
Darren Aronofsky sarebbe stato il più folle e
forse originale. Il regista de Il Cigno Nero
avrebbe dovuto girare un cinecomic diverso dal solito, ancora più
radicato a terra e basato principalmente su Batman: Anno
Uno. Lavorò dunque con Frank Miller
sull’adattamento ma abbandonò il progetto poi passato nelle mani di
Christopher Nolan.
Watchmen di Terry Gilliam
Per lungo tempo si è pensato che
Watchmen non
sarebbe mai stato adattato per il grande schermo, per la densità
del materiale di riferimento e la quantità di retroscena e
personaggi. Ciò non ha impedito a Hollywood di fare un tentativo, e
uno di questi spettò nientemeno che a Terry
Gilliam, che negli anni ha lottato con il montaggio e la
scrittura di una trama che andasse bene, considerando di cambiare
il finale in modo ancora più radicale rispetto alla versione di
Zack Snyder. Quando abbandonò il progetto, Gilliam
suggerì che Watchmen non avrebbe mai potuto
diventare un film, e che forse era più adeguato come mini
serie.
Green Lantern con Jack Black
Prima che
Lanterna Verde uscisse nelle sale nel 2011, dando
un’anteprima di ciò che sarebbe poi stato l’universo
cinematografico DC, la produzione aveva pensato ad una versione del
film completamente diversa, ovvero uno sci-fi per supereroi con
toni da commedia e con protagonista Jack Black.
Riuscite a immaginarvelo?
Justice League di George Miller
Nel 2013, quando la Warner
Bros si preparava al lancio di Man of Steel–
che avrebbe poi iniziato il DC
Extended Universe – la casa di produzione inziò a pensare alle
prime idee sul lungometraggio dedicato alla Justice League
e dietro il progetto sedeva George Miller. Il film
non fu mai realizzato, lasciando Miller a concentrarsi sul prossimo
lavoro, Mad Max: Fury
Road, ma molto probabilmente si sarebbe
chiamato Justice League
Mortal, come confermato negli anni.
In realtà produzione sarebbe dovuta
partire già nel 2007 (con un’uscita nei cinema fissata per il
2009), tuttavia lo sciopero degli sceneggiatori e il governo
australiano che impose una troupe australiana impedirono l’inizio
dei lavori. La formazione della Justice League sarebbe stata più o
meno la stessa di quella scelta da Zack Snyder
(con Martian Manhunter che avrebbe sostituito Cyborg) con un cast
diverso: D. J. Cotrona nei panni di
Superman, Armie Hammer in quelli di Batman,
Megan Gale in quelli di Wonder Woman, Adam
Brody in quelli di Flash, Common sarebbe
stato Lanterna Verde John Stewart e Santiago
Cabrera invece Aquaman.
Non c’è combinazione più azzeccata
di Guillermo del
Toro che dirige un film basato sulle storie di
H.P. Lovecraft, e in particolare una di queste,
Alle montagne della follia avrebbe impegnato il
regista premio oscar per anni e anni senza mai vedere la
possibilità di realizzazione. Nel tempo salirono a bordo del
progetto anche James Cameron e Tom
Cruise tuttavia la Universal l’avrebbe prodotto solo con
un target PG-13, qualcosa a cui Del Toro si oppose fermamente.
Luke Cage di Quentin Tarantino
Quentin
Tarantino è attualmente il re incontrastato del genere
pulp e ha sempre e solo realizzato film originali e pieni di
riferimenti e allusioni al cinema di serie B tanto amato. Mai il
regista si era avvicinato ad una storia pre-esistente, tuttavia
dieci anni fa era andato molto vicino dal dirigere un cinecomic sul
personaggio di Luke Cage prima che il
supereroe afroamericano approdasse su Netflix. Il film si sarebbe accostato per
temi e toni alla Blaxploitation e sarebbe stato
ambientato negli anni ’70.
Un film su Nick Fury con George Clooney
Prima che il Marvel Cinematic
Universe fosse una realtà di successo, a Hollywood vennero
considerate una serie di diversi film sui supereroi, come l’ormai
celebre Iron Man con Tom Cruise e
un altro, udite udite, dedicato al personaggio di Nick Fury con
George Clooney nei panni del protagonista.
L’attore incontrò i produttori per discutere del progetto ma
rifiutò per discordanze creative, lasciando poi il posto a
Samuel L. Jackson che lo avrebbe interpretato per
i Marvel Studios.
Napoleone di Stanley Kubrick
Tra i progetti abbandonati
da Stanley Kubrick
a seguito della pre-produzione c’è anche il
Napoleon, successore in ordine cronologico di
2001: Odissea nello spazio, che avrebbe dovuto
raccontare la vita di Napoleone Bonaparte portando sul grande
schermo ogni singolo momento dell’imperatore tra storia e sguardo
d’autore. Il regista reclutò perfino un esercito rumeno per girare
le epiche scene di battaglia, con migliaia di soldati e comparse,
tuttavia il budget troppo elevato lo costrinse a chiudere baracca e
a concentrarsi su quello che sarebbe diventato Barry
Lyndon.
Dopo i character poster dedicati ai Re e
alle Regine acquatiche, arrivano le prime immagini
dall’artbookdi Aquaman,The Art and Making of Aquaman, realizzato da
Mark Avila. La copertina comprende Arthur Curry
(Jason Momoa) che brandisce il tridente di
Nettuno, mentre il concept sul retro rappresenta la battaglia
chiave del film, in cui il nostro eroe acquatico si scontra con il
fratellastro Orm / Ocean Master (Patrick
Wilson).
Avila, che ha lavorato all’artbook
mentre James Wan era al lavoro sul film, è pieno
di elogi per quello che ha già visto per realizzare il suo lavoro.
Le sue lodi di concentrano soprattutto sul lavoro che Wan ha fatto
in fase di “concettualizzazione” del mondo acquatico, sicuramente
la parte più difficile del lavoro.
Il
filmè stato diretto da James
Wan (Insidious, L’evocazione The Conjuring,
Fast and Furious 7) e vede protagonista Jason
Momoa. Con lui ci sarà Amber
Heard nei panni di Mera, Yahya
Abdul-Mateen II, Patrick Wilson, Dolph Lundgren, Ludi
Lin e Willem Dafoe. Il
cinecomic arriverà al cinema il 21 Dicembre
2018.
Aquaman è il re dei Sette Mari.
Questo sovrano riluttante di Atlantide, bloccato tra il mondo della
superficie, costantemente violento contro la vita nel mare e gli
Atlantidei che sono in procinto di rivoltarsi, deve occuparsi di
proteggere il mondo intero.
Continua la carrellata
di concept
inediti da Avengers: Infinity
War grazie ai quali scopriamo una serie di
“what if…” dal film dei fratelli
Russo: versioni alternative di costumi, di scene, di
personaggi che potevano sopravvivere o morire in maniera
diversa.
Dopo quelli dedicati a Steve Rogers, Thanos e Spider-Man, ecco arrivare una
serie di artwork su Teschio Rosso, l’antagonista
principale di Captain America: Il Primo
Vendicatore scomparso e riapparso con grande sorpresa del
pubblico in una scena di Infinity War come
“custode” della gemma dell’anima.
I concept che vedete qui sotto
mostrano differenti look del villain, alcune davvero terrificanti,
con l’iconico cappuccio nero e il costume fatto di stracci di
pelle; alcuni svelano invece forme totalmente inedite del cranio
del personaggio, poi finite nel cestino. Che ne pensate?
Vi ricordiamo che il prossimo
capitolo sui Vendicatori, Avengers
4, arriverà al cinema ad Aprile 2019, diretto
da Anthony e Joe Russo concludendo la
Fase 3 del Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Nel tentativo di invitare gli
americani a esprimere il loro voto nelle elezioni di metà mandato,
Brie Larson ha usato una nuova foto da
Captain Marvel, che però nasconde
un segreto che non è sfuggito alla maggior parte dei fan
Marvel.
In precedenza, quel numero era stato
utilizzato in uno show Disney, The Suite Life di Zack e
Cody, ed era un numero di telefono di proprietà della ABC.
Chiamando a quel numero, si riceveva in risposta un messaggio
registrato: “Grazie per aver chiamato la ABC. Il numero che hai
fatto è immaginario, un numero di lavoro utilizzato per produzioni
cinematografiche e televisive.”
Avrebbe quindi senso che
Carol Danvers lo utilizzasse, o che comunque si
trovi lì, visto che la ABC è un network televisivo della Disney.
Tuttavia qualcuno ha fatto bene i compiti, e, senza farsi
scoraggiare dal messaggio della ABC che partiva in automatico ai
tempi dello show Disney, ha richiamato a quel numero, e ha scoperto
che quella linea è stata acquistata, diventando… una linea
telefonica per adulti!
Chiamando a quel numero, adesso, si
sentirà: “Benvenuto nella linea di chat più hot d’America.
Ragazzi, signore calde vi aspettano per parlarvi, premete 1 ora.
Signore, per parlare con ragazzi interessanti ed eccitanti gratis,
premete 2 per connetterti gratis adesso.”
Si tratta di un servizio reale e
quindi potrebbe essere stata una infelice svista da parte di
qualcuno della produzione, visto che questo “contenuto speciale”
non si intona affatto con le direttive aziendali della Disney! Ci
saranno sviluppi?
Vi ricordiamo che alla regia di
Captain Marvel con
protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema
l’8 marzo 2019.
Il cast ufficiale: Brie
Larson, Samuel L.
Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
Contrariamente a quanto ci si
aspettasse, Taron Edgerton non tornerà a vestire i
panni dell’agente Gary “Eggsy” Unwin in Kingsman
3, terzo capitolo del franchise lanciato nel 2014 e tratto
dalla miniserie a fumetti di Dave
Gibbons e Mark
Millar: “Non ci sarò, è vero, ma ciò non toglie
che possa esserci nel futuro. D’altronde ne abbiamo discusso
con Matthew [Vaughn]…“, ha raccontato l’attore.
Poche settimane fa la 20th Century Fox aveva
ufficialmente annunciato che Matthew
Vaughn avrebbe diretto e scritto il film,
presumibilmente l’ultimo dell’ideale trilogia
su Kingsman e che l’uscita
nelle sale è fissata al 9 novembre 2019.
Al momento non sono stati diffusi
ulteriori dettagli sulla produzione, ma a questo punto l’assenza di
Edgerton sembra compromettere anche il ritorno
diColin
Firth nel ruolo di
Harry Hart. Lo stesso Vaughn aveva recentemente descritto il terzo
capitolo come “la
conclusione del rapporto Harry Hart / Eggsy”, ma senza uno dei due sarà comunque
possibile realizzare questa prospettiva? Non sono nemmeno arrivate conferme ufficiali
su eventuali ritorni di Halle Berry, mentre alcuni rumors danno per
certi quelli di Channing Tatum e Jeff Bridges.
Nonostante l’accoglienza tiepida
avuta dal secondo capitolo, Kingsman:
The Golden Circle è stato un grande
successo al botteghino, incassando oltre 410 milioni in tutto
il mondo ($ 100 milioni di dollari, $ 310,6 milioni di stranieri)
su un budget di produzione di $ 104 milioni. La franchigia ha
incassato complessivamente oltre $ 825 milioni in tutto il
mondo.
L’accordo
in sospeso con la Disney, che sarà finalizzato entro
la fine della prossima estate, non dovrebbe avere alcuna influenza
sulla produzione di questo film dal momento che le riprese
probabilmente inizieranno durante il primo trimestre del 2019.
Anche Gal
Gadot farà parte del cast vocale di Ralph
Spacca Internet (Ralph Breaks the
Internet) doppiando Shank, un’esperta pilota da corsa, e
proprio il suo personaggio torna protagonista di una nuova clip del
film in arrivo nelle sale italiane il 1° gennaio 2019.
Ralph
e Vanellope la incontreranno durante il loro viaggio nell’internet
alla ricerca di un modo per aggiustare il gioco della piccola
protagonista, Sugar Rush.
Diretto da Rich Moore
e Phil Johnston e prodotto da Clark
Spencer, il nuovo lungometraggio d’animazione Disney
Ralph
Spacca Internet vedrà la partecipazione di Fabio
Rovazzi con uno speciale cameo nella versione italiana del film.
Grande fan della saga
di Star Wars, Rovazzi interpreterà
tre stormtrooper e la sua voce è già presente nel nuovo
trailer.
In Ralph Spacca
Internetil pubblico lascerà la sala giochi di Litwak per
avventurarsi nel grande, inesplorato ed elettrizzante mondo di
Internet, che potrebbe anche non resistere al tocco non proprio
leggero di Ralph. Insieme alla sua compagna di avventure Vanellope
von Schweetz, Ralph dovrà rischiare tutto viaggiando per il World
Wide Web alla ricerca di un pezzo di ricambio necessario a salvare
“Sugar Rush”, il videogioco di Vanellope. Finiti in una situazione
fuori dalla loro portata, Ralph e Vanellope dovranno fare
affidamento sui cittadini di Internet per trovare la giusta
direzione.
Ralph
Spaccatutto è arrivato nelle sale americane il 2
novembre 2012, registrando l’incasso d’apertura più alto di sempre
per un film di Walt Disney Animation Studios, all’epoca della sua
uscita.
Il primo film vinse un PGA Award
per il Miglior Produttore di un film d’animazione cinematografico,
oltre a cinque Annie Awards, tra cui Miglior Film d’Animazione,
Miglior Regia, Migliore Sceneggiatura e Miglior
Attore. Ralph Spaccatutto è stato
decretato inoltre Miglior Film d’Animazione dell’anno dalla
Broadcast Film Critics Association, ha ottenuto il premio per il
Miglior Casting di un Film d’Animazione dalla Casting Society of
America, e ha vinto un Kids’ Choice Award come Film d’Animazione
Più Amato dal Pubblico. Il film è stato inoltre candidato all’Oscar
e al Golden Globe come Miglior Film d’Animazione.