Andy Park,
direttore del dipartimento visivo e concept artist dei Marvel Studios, ha diffuso in HD il
concept di Captain Marvel che era stato mostrato
al Comic Con di San Diego. Prima immagine
ufficiale di Brie Larson nei panni di
Carol Danvers, il concept mostra l’eroina con la
tuta rossa, blu e oro, che presumibilmente indosserà nel film da un
certo punto in poi, quando abbraccerà l’identità di Captain
Marvel.
Ecco il concept:
LE NOSTRE INTERVISTE ESCLUSIVE AI PROTAGONISTI DEL MARVEL
UNIVERSE
Vi ricordiamo che alla regia di
Captain Marvel con
protagonista Brie Larson, ci
sono Anna Boden e Ryan
Fleck. Il film invecearriverà al cinema
l’8 marzo 2019.
Il cast
ufficiale: Brie Larson, Samuel
L. Jackson, Ben
Mendelsohn, Djimon
Hounsou, Lee
Pace, Lashana
Lynch, Gemma
Chan, Algenis Perez
Soto, Rune
Temte, McKenna
Grace, Clark
Gregg, Jude
Law, Annette Bening.
Che sia per scrittura del
personaggio, per scelta del costume o per struttura fisica
dell’attore stesso, molti attori nella storia del cinecomic non
hanno rispettato pedissequamente le caratteristiche originali delle
loro controparti dei fumetti.
Pensiamo al Joker
di Jared Leto nel nuovo corso della DC, boss
mafioso con dentatura dorata in Suicide Squad, o
alla Catwoman di Michelle
Pfeiffer, bionda e sensuale in Batman – Il
Ritorno di Tim Burton. Caratterizzazioni
iconiche di figure senza tempo che gli appassionati hanno visto
cambiare nel corso dei vari adattamenti.
Ecco allora di seguito i più celebri
10 personaggi DC che non somigliano per niente ai loro
interpreti:
1Amy Adams
Lois Lane ha cambiato spesso
look nel corso degli anni, sempre in cima alle ultime tendenze, ma
a prescindere dallo stile abbracciato il personaggio sarà sempre
riconosciuta e ricordata per i suoi capelli neri.
Motivo per cui Amy Adams, con
le sue lunghe ciocche rosse, non era esattamente l’attrice più
adeguata a interpretarla sul grande schermo (tuttavia si è rivelata
dolce, comprensiva e intensa come mai nessuno prima).
Ryan Reynolds
L’unico vero problema di Ryan
Reynolds è il suo essere semplicemente troppo divertente
per un personaggio come Hal Jordan, motivo per cui in
Lanterna Verde sembrò meno credibile di quanto lo
sia stato in futuro come Deadpool.
La
sua controparte dei fumetti è seriosa, tutto il contrario di quanto
espresso dall’attore nel film (che poi si rivelò un vero flop al
botteghino per la Warner bros.).
Jared Leto
Il
casting di Jared Leto aveva subito preoccupato i
fan di Joker, ancora di più quando sono stati
rivelati i look del personaggio per Suicide Squad.
E francamente, non assomigliava affatto clown principe del crimine
di Gotham, ma ad un boss della malavita pieno di tatuaggi e denti
d’oro.
I
suoi capelli erano troppo lisci, i suoi denti troppo danneggiati, e
al suo naso mancava la punta che ne risaltava il carattere
spigoloso dei fumetti.
Arnold
Schwarzenegger
Arnold Schwarzenegger è
notoriamente un attore dalla stazza imponente e muscolosissimo, e
che ci crediate o no il suo Mr. Freeze non
somigliava affatto alla controparte originale dei
fumetti.
Sulle pagine infatti, a causa della sua
malattia, viene spesso ritratto con un corpo gracile, quasi
scheletrico, che deve proteggere con la sua iconica uniforme. Ecco
perché, in fin dei conti, Schwarzenegger non era assolutamente
adattato a questo “disegno” sebbene lo ricordiamo con piacere nel
franchise di Batman.
Jason Momoa
Jason Momoa è entrato nel
cuore dei fan dopo essere apparso nei panni di
Aquaman in Justice League, e ora
si prepara a fare il suo debutto solista nel cinecomic in uscita a
dicembre 2018.
Il
suo ritratto del il re dei mari è certamente accattivante, molto
più divertente del previsto e sicuramente inedito, con un look
studiato dallo stesso Momoa con Zack Snyder (è sua
l’idea dei tatuaggi che raccontano la storia di Arthur
Curry).
Tuttavia queste qualità non possono distrarci
dall’evidenza: l’ Aquaman originale non ha niente
a che vedere con il suo interprete cinematografico, visto che di
solito l’eroe DC viene descritto come un individuo meno imponente
di Momoa e soprattutto con i capelli biondi.
Rosie Perez si
aggiunge al cast di Birds of Prey nei panni
della Detective Renee Montoya. Il film
dovrebbe girare intorno al personaggio di Harley
Quinn, con Margot Robbie di nuovo nel
ruolo del personaggio che ha esordito in Suicide
Squad.
A dirigere il film ci sarà
Cathy Yan, e per il momento nel film sono state
confermate Mary Elizabeth Winstead nei panni di
Cacciatrice e Jurnee Smollett-Bell in quelli di
Black Canary. Adesso, The Wrap riferisce che la
nominata all’Oscar Rosie Perez si unisce a Birds of
Prey nei panni di Renee Montoya. L’attrice ha debuttato in
Fa’ la cosa giusta di Spike Lee. La
Perez è stata poi nominata agli Academy Awards per Senza
Paura, al fianco di Jeff Bridges, nel
1993.
Adesso toccherà al cinecomic
Warner Bros e l’attrice interpreterà il
personaggio già visto nella serie animata di Batman che agirà in
una Gotham senza Batman, come
precedentemente riportato.
Il film diretto da Cathy
Yan da una sceneggiatura di Christina
Hodson e arriverà al cinema il 7 febbraio
2020. Margot Robbie riprenderà il ruolo di
Harley Quinn con cui ha debuttato in
Suicide Squad, e si occuperà anche della
produzione del film stesso, con Sue Kroll e
Bryan Unkeless. Con la Robbie, ufficialmente nel
cast Mary Elizabeth Winstead e Jurnee
Smollett-Bell saranno rispettivamente Cacciatrice e
Black Canary. Rosie Perez sarà Renee Montoya.
La Universal Pictures
Italia ha diffuso il trailer ufficiale
di Maria Regina di Scozia, il film che vede
protagoniste la candidata all’Oscar Saoirse
Ronane la candidata
all’Oscar Margot
Robbie. Nel cast ancheJack Lowden David
Tennant Guy Pearce ed è diretto da Josie
Rourke
Maria, Regina di Scozia, trama
Maria, Regina di
Scozia esplora la turbolenta vita della carismatica Mary
Stuart. Regina di Francia a 16 anni e vedova a 18, Mary sfida le
pressioni politiche che vorrebbero si risposasse. Fa ritorno invece
nella sua natia Scozia per reclamare il suo trono legittimo. Ma la
Scozia e l’Inghilterra finiscono per essere governate da Elisabetta
I. Ciascuna delle due giovani regine percepisce la “sorella” come
una minaccia ma, allo stesso tempo, ne subisce il fascino. Rivali
per il potere e in amore, e reggenti in un mondo maschile, le due
dovranno decidere tra il matrimonio e l’indipendenza. Determinata a
regnare non solo in senso figurato, Mary reclama il trono inglese,
minacciando la sovranità di Elisabetta. Tradimento, ribellione e
cospirazioni all’interno di ogni corte metteranno in pericolo
entrambi i troni e cambieranno il corso della storia.
Maria Regina di Scozia arriverà in sala il 17
Gennaio 2018.
Dopo la conferma di Gal
Gadot, arriva anche la notizia, via Deadline,
che Armie Hammer (Chiamami col tuo
nome) ha accettato di entrare nel cast di Assassinio
sul Nilo, sequel annunciato di Assassinio
sull’Orient Express che sarà diretto ancora da
Kenneth Branagh che oltretutto riprenderà il
ruolo di Hercule Poirot.
L’uscita del film è prevista il 20
dicembre 2019. Non ci sono ancora dettagli sul resto del cast
protagonista del film, che mira a replicare il successo al
botteghino di Assassinio
sull’Orient Express, il film che ha dominato il box
office italiano di Natale e che in tutto il mondo ha fatto
registrare incassi record.
Pubblicato nel 1932, il romanzo di
Agatha Christie è il quindicesimo capitolo
delle indagini del detective belga Hercule Poirot, ed è stato
portato al cinema nel 1978 dal regista John
Guillermin con Peter Ustinov, Bette Davis,
Angela Lansbury, Maggie Smith, Mia Farrow e David
Niven.
L’attesa di Avengers
4 si unisce anche a quella di vedere di nuovo in azione il
personaggio interpretato da Jeremy Renner,
Clint Barton AKA Occhio di Falco. I rumors in
merito a Barton dicono che il personaggio si trasformerà in Ronin,
vendicativa controparte dei fumetti che si potrebbe effettivamente
palesare nel film.
Secondo questa teoria, lo schiocco
di Thanos ha disintegrato la famiglia di Clint,
quella vista in Avengers: Age of Ultron, e questo
lo porterà a venir meno ai suoi patti con la giustizia, a seguito
dell’arresto in Civil War, e a schierarsi di nuovo
con i suoi amici Vendicatori per sconfiggere una volta per tutte
Thanos.
Se questa ipotesi dovesse essere
confermata, il personaggio di Jeremy Renner
dovrebbe essere soggetto a un cambio radicale di look, e di seguito
potete vedere un’opzione che sembra molto valida. Che ve ne
pare?
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del
Marvel Cinematic
Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
Arrivano nuovi aggiornamenti da
Deadline in merito all’accordo Disney –
Fox. L’acquisizione da parte della Walt Disney
Company dei beni cinematografici e televisivi della 21st
Century Fox, ovvero lo studio hollywoodiano della
20th Century Fox, potrebbe concludersi entro la
fine del 2018. Alla fine dell’anno scorso, la Casa di
Topolino ha fatto un’offerta di 52,4 miliardi di dollari
per acquisire 20th Century Fox, oltre a 20th Century Fox
TV, FX Networks, Fox Searchlight e una serie di altre reti
e studi. L’offerta implicava anche la presa di possesso di
franchise di successo, quali Avatar, Il
Pianeta delle Scimmie, il franchise di
Kingsman e molto altro ancora.
Anche se l’accordo storico avrà un
impatto significativo sull’industria cinematografica nel suo
insieme, in particolare per quanto riguarda la recente serie di
film indipendenti e d’autore prodotti e / o distribuiti da studi
più grandi, questa fusione è qualcosa che molti spettatori –
principalmente fan di cinecomics – aspettavano, perché così facendo i
Marvel Studios, costola
della Disney, rientrerebbero in possesso dei diritti
cinematografici relativi a personaggi quali X-Men
e Fantastici Quattro. Ma la Disney si è imbattuta
in alcuni problemi quest’anno, quando altri pretendenti si sono
seduti al tavolo delle offerte. In particolare la
Comcast ha messo sul piatto un’offerta esorbitante
di 71,3 miliardi di dollari in contanti e azioni, un’offerta
ghiottissima per la Fox. Così l’accordo è stato
sospeso.
Nonostante la cifra esorbitante, gli
azionisti Fox hanno poi optato per concedere la firma ultima
dell’accordo a Disney e a luglio, gli azionisti di entrambi gli
Studios hanno entrambi votato per approvare l’accordo, che era già
aveva avuto il via libera dal Dipartimento di Giustizia degli Stati
Uniti, sempre all’inizio dell’estate. In tal modo, il processo per
incorporare le attività di Fox in Disney ha ufficialmente preso il
via. Mentre di solito occorrono circa 18 mesi perché l’acquisizione
faccia il suo corso, Deadline riporta che alcuni
addetti ai lavori affermano che potrebbe essere completato entro la
fine del 2018, al più tardi entro l’inizio del 2019.
Nel grande schema delle cose, il
completamento dell’acquisizione non ha molta importanza, ma sarebbe
certamente interessante vedere in che termini si svilupperà la
distribuzione nella fase di transizione. Alla luce dello
spostamento della data d’uscita di Dark Phoenix al giugno 2019, è
teoricamente possibile che il logo della Disney sarà allegato al
film. È la stessa ragione per cui, a suo tempo, un film come
The Twilight Saga: Breaking Dawn Part 2 ha
proiettato il logo della Lionsgate sotto a quello
della Summit Entertainment quando è uscito nel 2012, ovvero pochi
mesi dopo che lo studio era stato acquisito da
Lionsgate.
In definitiva, sembra che la
finalizzazione non si protrarrà troppo nemmeno per Disney –
Fox, e in questo caso dovremo aspettare davvero poco per
vedere il bel logo Disney intesta ai franchise Fox,
X-Men compresi.
Ogni spettatore ama essere sorpreso,
e non sono esenti da questo desiderio i fan della saga di
Star
Wars, che da più di due generazioni continua ad
appassionare persone di tutto il mondo.
Quando ad un certo punto del film la
narrazione, che fino ad allora procedeva spedita senza scossoni
particolari, subisce il trattamento del “plot twist”, ovvero del
colpo di scena, allo shock di quanto visto corrisponde sempre il
piacere dell’inaspettato.
E la storia di Star
Wars ne è piena, tuttavia se ne possono annoverare
alcuni che non hanno portato a termine quanto si erano prefissati e
il risultato finale non ha soddisfatto pienamente l’attesa.
Ecco allora di seguito i 10
colpi di scena più eclatanti che hanno quasi rovinato la
saga di Star Wars:
1Problemi di comunicazione fra Poe e
Holdo
Buona parte delle critiche dei fan rivolte a
Star Wars: Gli Ultimi Jedi si erano concentrato
sul rapporto fra Poe Dameron e il vice ammiraglio
Holdo, e in particolare sulle dinamiche che si
sono instaurate fra i due membri della Resistenza.
A
quanto pare fra i due non c’era abbastanza comunicazione, e forse
informare l’altro delle rispettive decisioni avrebbe impedito a Poe
di mettere in scena un ammutinamento mentre il Primo Ordine era
sulla loro scia, evitando la morte di Holdo…
La morte di Val e Rio
Durant
Disertando l’Esercito Imperiale, Han
Solo decide di unirsi alla squadra di “truffatori”
capitanata da Tobias Beckett, composta da lui, sua
moglie Val e Rio
Durant.
Sfortunatamente questi ultimi due personaggi
vengono eliminati da Solo: A Star Wars Story
durante la prima vera missione del team, e la sensazione è che il
loro addio al film sia arrivato fin troppo presto. Un plot twist
che ha decisamente condizionato il ritmo generale, visto che Val e
Rio avrebbero potuto dare una sferzata in più al cast…inoltre siamo
riusciti a capire davvero poco del loro passato e dei loro
caratteri.
Il Padrino è una delle trilogie più amate della storia
del cinema, firmata da Francis Ford Coppola e
incentrata sulle attività della Famiglia Corleone, una delle
famiglie mafiose più potenti di New York. basati sul romanzo Il
Padrino di Mario Puzo, la trilogia si svolge
in un arco di 96 anni. Con questi tre film, Coppola ha segnato una
e più generazioni, consacrando gli attori che ne hanno fatto
parte
Ecco dieci cose che, forse, non sapevate sulla trilogia
de Il Padrino.
Il Padrino – Parte 1
1. Il Padrino è
arrivato in Italia il 21 settembre 1972. In questo film,
Marlon Brando voleva far sì che il suo Don Vito
Corleone assomigliasse a un bulldog, quindi ha deciso di inserire
del cotone nella zona delle guance durante il provino. Durante il
film, ha invece indossato un tipo di apparecchio speciale creato
appositamente da un dentista. Un gesto inaspettato quello Brando,
come il bacio che Vito da a Johnny Fontana e come lo è stato quello
di tenere in braccio il gattino che, inizialmente, non era previsto
nel copione.
2. Ne Il Padrino
Orson Welles avrebbe voluto interpretare Don Vito
Corleone. Welles cercò di fare pressione per avere la
parte di Don Vito Corleone, offrendosi anche di perdere un certo
quantitativo di peso per ottenere la parte. Francis Ford
Coppola, grande fan di Welles, ha dovuto rifiutare
l’offerta perché aveva già in mente Marlon Brando per il ruolo e
sentiva che Welles non sarebbe stato adatto.
3. Il Padrino ha reso
famosa Savoca. Grazie a Il Padrino, nei primi
anni ’70 la Sicilia vide un grande aumento del turismo, soprattutto
nella città di Savoca, appena fuori Taormina, che fu usata per
girare le scene in cui Michael è in esilio in Italia.
Il Padrino – Parte 2
4. Il Padrino – Parte
2 è uscito il 25 settembre 1975. Per poter
interpretare Vito Corleone, Robert De Niro ci ha messo ben 4 mesi per
poter imparare a parlare in perfetto dialetto siciliano. Quasi
tutti i dialoghi del suo personaggio nel film sono parlati in
siciliano. Inoltre, De Niro e Brando sono gli unici due attori ad
aver vinto, in maniera separata, degli Oscar per aver interpretato
uno stesso ruolo. Brando vinse l’Oscar al Miglior Attore per Il
Padrino, mentre De Niro ha vinto l’Oscar come Miglior Attore
non Protagonista per Il Padrino – Parte 2, sempre per il
ruolo di Don Vito Corleone.
5. Coppola avrebbe voluto
abbandonare
Il Padrino – Parte 2. Francis Ford Coppola aveva avuto
un’orribile esperienza come regista per il primo capitolo de Il
Padrino e chiese di poter scegliere un regista differente per
il seguito, mentre avrebbe prodotto il film. Scelse Martin
Scorsese, ma i suoi dirigenti rifiutarono la proposta.
Così, Coppola accettò di dirigere il film, ma con determinate
condizioni.
6. Coppola cercò di
riportare Brando in Il Padrino – Parte 2. Francis
Ford Coppola considerò di riprendere Marlon Brando per il ruolo di
Vito Corleone da giovane, convinto che lui avrebbe potuto
interpretarlo a qualsiasi età. Ma come si mise a lavorare alla
sceneggiatura, si ricordò della fenomenale audizione di Robert De
Niro per Il Padrino del 1972 e decise di scritturare lui
senza offrire la parte a Brando. Tuttavia, Brando fu considerato
per essere introdotto nel film mediante un suo cameo in un
flashback alla fine del film ma, siccome a Brando non era piaciuto
il modo in cui la Paramount Pictures lo aveva trattato durante Il
Padrino, decise di non girare il giorno in cui la scena era
prevista. Coppola, allora, riscrisse la scena senza Vito ed essa fu
filmata il giorno successivo.
Il Padrino – Parte 3
7. Sofia Coppola ha
partecipato a Il Padrino. Sofia Coppola (figlia di Francis
Ford Coppola), ha interpretato la figlia di Michael Corleone in Il
Padrino – Parte 3, nonostante abbia vestito i panni della nipote ne
Il Padrino del ’72 e di una bambina senza nome su una nave de Il
Padrino – Parte 2. Originariamente fu considerata per il ruolo
Winona Ryder, ma non vi poteva prendere parte visto il suo impegno
in Edward mani di forbice di Tim Burton.
8. Coppola non è stato
contento del risultato. Francis Ford Coppola ha ammesso
che non è molto contento del risultato finale del film, in quando
non ha avuto molto tempo per lavorare al copione. Coppola avrebbe
voluto sei milioni di dollari per la sceneggiatura, produzione e
regia, con sei mesi di tempo per lavorare alla sceneggiatura. Lo
studio, invece, gli diede l’opportunità di ricevere un milione e di
avere sei settimane per lavorare alla sceneggiatura, per poter
uscire nel periodo natalizio del 1990. Coppola si è pentito di non
aver potuto inserire il personaggio di Tom Hagen nella
sceneggiatura perché lo studio rifiutò di venire incontro alle
richieste monetarie di Robert Duvall. Senza il personaggio di
Hagen, si è buttato via un personaggio essenziale e un’altrettanta
essenziale controparte per Michael Corleone.
9. Frank Sinatra avrebbe
potuto far parte di Il Padrino – Parte 3. Data la
popolarità dei primi due capitoli de Il Padrino, Frank Sinatra
ritirò le sue antipatie verso i primi due film, ed ebbe modo di
esprimere il proprio interesse per il personaggio di Don Altobello.
Perse poi interesse quando ritenne che non sarebbe stato, secondo
lui, adeguatamente pagato per ruolo; ruolo che poi andò a Eli
Wallach. Paradossalmente, per il film Da qui all’eternità, Wallach
si ritirò dal progetto per la paga troppo bassa e il suo ruolo andò
proprio a Sinatra.
Il Padrino: streaming
10. La trilogia de Il Padrino è disponibile in
streaming. Per chi desidera rivedere una delle trilogie
più famose della storia del cinema, può appellarsi allo streaming,
trovando tutti e tre i film su Infnity.
Il primo spin-off del franchise di
Fast and Furious prende vita e si intitolerà
Hobbs e Shaw, proprio come i due personaggi
interpretati da Dwayne Johnson e Jason
Statham nella serie con Vin Diesel. Sono
proprio i due personaggi a comparire nella prima immagine ufficiale
del film condivisa da The Rock su Instagram.
A quanto pare, i due personaggi
andranno un qualche modo d’amore e d’accordo nel film che li vedrà
lavorare insieme. Ecco la foto di seguito:
Vi ricordiamo che il progetto era
in cantiere da diversi mesi in casa Universal, con la sceneggiatura
che verrà curata da Chris Morgan e gli
attori protagonisti già confermati nel cast.
Nello
spin-off Fast
& Furious Presents: Hobbs & Shawvedremo l’agente
dei servizi segreti diplomatici Hobbs formare un’improbabile
alleanza con uno dei suoi nemici storici, ovvero Shaw.
In una recente
intervista, Dwayne Johnson aveva
consolidato il suo affetto per la saga, mostrandosi però piuttosto
incerto su un suo eventuale ritorno in Fast & Furious
9:
“Non c’è
altro franchise che mi stia più a cuore di questo. Per
l’incredibile team ci lavora, per la Universal che è stata un
ottimo partner, e per le mie fantastiche colleghe che amo alla
follia. Il discorso cambia per i miei colleghi uomini […] Alcuni si
comportano da uomini e da veri professionisti, mentre altri
no.“
Vi ricordiamo
che Fast and Furious 9 arriverà
al cinema il 19 aprile 2019, mentre Fast and Furious
10uscirà il 2 aprile 2020.
Stando alle prime immagini di
Avengers 4, diffuse in maniera non ufficiale in
rete, abbiamo la conferma che Thanos utilizzerà una nuova arma nel
film che chiuderà la Fase 3 del Marvel Cinematic
Universe.
Su Reddit è
comparsa infatti una foto che raffigura la stessa spada di Thanos
che avevamo già visto in un leak qualche
mese fa. Dopo brevi apparizioni nel corso degli anni,
Infinity War ha dato la possibilità al pubblico di
vedere finalmente il Titano Pazzo in versione integrale. Nel film,
il villain, che si è rivelato essere il vero e proprio
protagonista, colleziona le sei Gemme dell’Infinito e compie la sua
missione, schiocca le dita e disintegra metà degli esseri viventi
in tutta la galassia, nonostante gli sforzi di Iron Man e
compagnia. Nello schiocco di dita, però, il Guanto dell’Infinito si
danneggia, pare irrimediabilmente.
Quando i Vendicatori si saranno
ripresi dallo shock di aver visto i loro amici diventare polvere,
si riameranno contro Thanos che li aspetterà impugnando una nuova
arma, in battaglia. Si tratta di una spada a doppia lama. Una nuova
occhiata all’artwork di Avengers 4 comparso su
Reddit oggi, rivela l’arma. Thanos ritornerà ad
indossare l’armatura, impugnando anche una spada a doppia lama.
Aspettiamo di vedere l’immagine ufficiale, intanto sappiamo che la
“nuova” versione del Titano Pazzo sarà ancora più pericolosa per i
Vendicatori.
Avengers 4 arriverà al
cinema ad Aprile 2019, sarà diretto da Anthony e Joe
Russo e porterà a conclusione la Fase 3 del Marvel
Cinematic Universe.
Nel cast del
film Robert Downey Jr., Chris Hemsworth, Mark Ruffalo,
Chris Evans, Scarlett Johansson, Benedict Cumberbatch, Don Cheadle,
Tom Holland, Chadwick Boseman, Paul Bettany, Elizabeth Olsen,
Anthony Mackie, Sebastian Stan, Letitia Wright, Dave Bautista, Zoe
Saldana, Josh Brolin, Chris Pratt, Jeremy Renner, Evangeline Lilly,
Jon Favreau, Paul Rudd, Brie Larson.
The Wife – Vivere
nell’ombra è il film che forse verrà ricordato per essere
stato quello che ha fatto vincere a Glenn Close un premio Oscar, un riconoscimento
che vale molto di più di un premio alla carriera, perché, nel caso
si verificasse davvero, sarebbe un premio alla performance, al
personaggio, alle leve che questo smuove sotto l’apparente
tranquillità di un film classico e per certi versi
rassicurante.
Diretto da Björn
Runge, The Wife – Vivere nell’ombra
racconta di una coppia avanti con gli anni, affitata e
reciprocamente devota, che viene investita da una notizia
elettrizzante: Joe Castleman (Jonathan Pryce) sarà
insignito del premio Nobel per la letteratura. Lui è infatti un
celebre scrittore, famosissimo e apprezzato, e al suo fianco, Joan
è la moglie colta, devota e sempre presente, la compagna perfetta
per un uomo dall’ego smisurato eppure sempre dolce e grato alla
donna che gli è accanto da una vita.
Su queste premesse, The
Wife si candida ad essere un film classico, scolastico
quasi, basato sulla linearità della trama, la bravura degli attori
e l’impianto teatrale, che si sviluppa in ambienti/scene che
mettono in gioco segreti e tensioni. Tuttavia, la scrittura attenta
e le vie laterali con cui regia e sceneggiatura ci portano al vero
twist, a fine film, indicano un percorso nascosto, una strada che
diventa estremamente chiara una volta che viene smossa la polvere
che la ricopre.
Perché il film va davvero a
smuovere e scoprire il ruolo della donna al fianco del suo uomo,
punta il dito contro il maschilismo più assurdo e radicato in
moltissima parte della popolazione femminile: il maschilismo
avvinghiato alla testa delle donne stesse, che si sentono non
abbastanza, non adeguate, bisognose, dipendenti, pur essendo spesso
soltanto accanto all’uomo sbagliato che non è in grado di farle
splendere per ciò che sono, per paura di una propria carenza.
E così Joan diventa un simbolo, una
donna che vive tutta la vita in funzione di un uomo che ritiene
migliore di lei, forse, o che semplicemente le fa comodo assistere
fino a che, alla fine, il riconoscimento supremo (il Nobel) non fa
scattare un click nella sua testa, quando ormai è troppo tardi. E
così la protagonista si trova a fare la scelta che ha rimandato per
tutta la sua vita.
Elemento di disturbo, sasso che
cade al centro del lago e fa increspare le onde della tranquilla
esistenza di Joan è il giornalista interpretato da
Christian Slater che, come un tarlo, si insinua
nella convinzione granitica della protagonista e regala al film
anche momenti di tensione, inaspettati, che conferiscono al film
tono più oscuro di quanto ci saremmo aspettati.
Con The Wife – Vivere
nell’ombra, Glenn Close consegna al
pubblico, nell’epoca del me too, un ritratto che racchiude la
rivoluzione nella rivoluzione, una scossa, un presa di coscenza, la
rappresentazione di un modello di donna diffuso e nascosto,
nell’ombra dei secoli. Ogni sorriso tirato, ogni lacrima
trattenuta, ogni gesto interrotto è un muro che cade, un macigno
che rotola via da secoli di quella sottomissione quasi cercata,
verso la consapevolezza.
Tra un universo condiviso preciso
come un orologio al quarzo (quello dei Marvel Studios) e un altro che sta
crollando, sgretolatosi sotto il peso di decisioni sbagliate e
operazioni cinematografiche frettolose (quello Warner/DC), un modello di successo e uno
di insuccesso, la SONY ha raccolto la sua unica
possibilità di mettere insieme un franchise dedicato ai supereroi,
dopo aver deciso di condividere con la Marvel lo sfruttamento
cinematografico di Spider-Man; lo fa con l’arma
più tagliente che possiede, dopo lo spara ragnatele, ovvero la sua
nemesi, Venom.
È con un film dedicato al simbionte
alieno, diretto da Ruben Fleischer (Zombieland,
Gangster Squad), che si avvia questo nuovo
ambizioso progetto, spalancando le porte dell’immaginazione a una
miriade di possibilità creative.
Non devono essere
sembrate però tali, queste possibilità, a chi, alla
SONY, ha ideato e scritto il film, che conserva le
origini aliene del
simbionte e ne fa una storia di supereroi fuori dal tempo.
Venom sembra un cugino stretto del
Daredevil con Ben Affleck, e che ripresenta tutte le
ingenuità e la bellezza “infantile” di quel film. Questa direzione
scelta dalla produzione (Avi Arad, Matt Tolmach e
Amy Pascal) conserva un certo fascino, soprattutto
nel prologo del film e nel concitato finale, ma per tutta la parte
centrale si assiste a un copione già visto, che si affida a
dialoghi banali, sviluppi drammaturgici pigri, un racconto arenato
nei primordi del genere, che sembra aver dimenticato tutta la
storia del cinema che va dagli X-Men di Bryan
Singer agli Avengers
dei Fratelli Russo. Venom arriva
direttamente dagli anni ’90.
Venom, un cinecomic anni ’90
Tom Hardy guida il gruppo di attori di grande
talento mal sfruttati da una scrittura sciatta, che vorrebbe far
passare l’attore britannico come un giornalista operoso, un
“secchione” puntiglioso, spaventato e timoroso, Michelle Williams per una avvocatessa di
successo facile alla rabbia e frettolosa nelle decisioni,
Riz Ahmed come uno scienziato pazzo che sogna un
mondo nuovo per la razza umana. Il corto circuito scatta subito,
nell’istante in cui, nonostante il patto di credibilità che si
stringe con lo spettatore in caso di film con elementi di fantasia,
nessuno, nemmeno gli attori stessi apparentemente, credono anche
solo per un istante in ciò che stanno raccontando.
E certo il doppiaggio, in
particolar modo quello affidato a Adriano Giannini che presta di nuovo la voce a
Tom Hardy, non aiuta il film che, se nelle
situazioni e negli scambi di battute svela un intento comico e
leggero, nelle ambientazioni e nelle vicende è invece un racconto
serio e cupo, rilevando così un dislivello di tono e generando un
effetto di smarrimento.
Gli evidenti problemi non
privano però il film su Venom di un certo fascino,
un’impostazione dell’antieroe che sfiora, nel finale, il buddy
movie in cui Eddie Brock e il simbionte sviluppano un legame
comico che ricorda per brio il miglior Deadpool cinematografico
ma che allo stesso tempo non basta a tenere in piedi una
pellicola.
Venom si affanna
sulle orme di altri, troppo in ritardo per essere ancora
interessante, eppure in qualche modo godibile, come l’ammasso
informe del simbionte, una poltiglia che fatica a prendere forma ma
che riesce, in un modo misterioso, ad attirare lo sguardo.
Netflix svilupperà
nuovi film e serie TV originali tratti dall’amata saga fantasy di
C.S. Lewis “Le cronache di Narnia”.
Sulla base di un accordo pluriennale
con The C.S. Lewis Company, Netflix darà vita alle incredibili
storie ambientate nell’universo di Narnia con nuovi film e serie TV
disponibili in esclusiva per gli utenti di tutto il mondo. I titoli
generati da questa collaborazione saranno produzioni originali
Netflix, Mark Gordon di Entertainment One (eOne), Douglas Gresham e
Vincent Sieber saranno produttori esecutivi delle serie e
produttori dei film. In totale, i romanzi della serie “Le
cronache di Narnia” hanno venduto oltre 100 milioni di copie e
sono stati tradotti in più di 47 lingue in tutto il mondo. Per la
prima volta, grazie a questo accordo, i diritti dei sette libri che
compongono la saga sono proprietà di una sola compagnia.
«Le splendide storie di C.S.
Lewis hanno conquistato il cuore di generazioni di lettori in tutto
il mondo», afferma Ted Sarandos, Chief Content Officer di
Netflix. «Intere famiglie si sono innamorate di personaggi come
Aslan e dell’intero universo di Narnia, siamo molto emozionati
perché Netflix diventerà la loro casa nei prossimi anni».
«È meraviglioso sapere che il
pubblico di tutto il mondo potrà scoprire nuovi aspetti del mondo
di Narnia. Le nuove tecnologie di produzione e distribuzione
avanzata ci consentiranno di far vivere ancora una volta le
avventure dei protagonisti in tutto il mondo», osserva Douglas
Gresham, figlio adottivo di C.S. Lewis. «Netflix rappresenta il
medium migliore per questo progetto, non vedo l’ora di lavorare con
loro per realizzarlo».
«Narnia rappresenta un fenomeno
raro, una storia che supera i confini geografici, amata da diverse
generazioni», afferma Mark Gordon, Presidente e Chief Content
Officer, Film & Television di eOne. «eOne ed io siamo
emozionati di poter collaborare con la C.S. Lewis Company e con
Netflix, che trasformeranno l’universo di Narnia in film e serie
TV. Non potremmo essere più felici di iniziare a lavorare su queste
nuove produzioni».
Ecco il primo trailer di Vice,
il nuovo film di Adam McKay che ha messo Christian Bale di fronte a una nuova prova di
immedesimazione fisica impressionante. L’attore premio Oscar è
stato chiamato questa volta a interpretare Dick
Cheney, vicepresidente degli Stati Uniti durante
l’amministrazione Bush.
Al suo fianco, come si vede dal
trailer, ci sono Sam Rockwell nei panni di Bush
figlio e Amy Adams in quelli della moglie di
Cheney. Alla regia c’è Adam McKay, che dopo
La Grande Scommessa, torna a dirigere Bale e si
porta dietro anche Steve Carell, nei panni di
Donald Rumsfeld.
Vice
racconterà dell’ascesa di Cheney, fino al culmine al fianco di
Bush. McKay ha dichiarato a Deadline di essere affascinato
dalla figura di Cheney: “Nel momento in cui ho iniziato a
scavare nella sua vita, sono rimasto sconvolto scoprendo quanto
abbia contribuito a formare l’America moderna.”
Titanic è il film di James
Cameron che ci ha fatto innamorare dal 1997 e continua a
farlo con le nuove generazioni. L’8, 9 e 10
ottobre si celebra il
ventennale italiano, dato che da noi uscì proprio nel gennaio
del 1998. Titanic è già tornato al cinema in
versione 3D nel 2012, comprovando l’amore del pubblico verso questo
film. Tra tutte le varie proiezioni, Titanic ha incassato
2.187.000.000 dollari, record battuto solo da Cameron stesso grazie
ad Avatar
con 2.788.000.000. Ecco dieci cose che, forse, non sapevate
su Titanic.
Titanic: curiosità
1. La prima scena girata di
Titanic fu quella del ritratto. Per rompere il
ghiaccio, soprattutto tra gli attori Kate Winslet e Leonardo DiCaprio, si decise di girare per
prima la scena del ritratto che, tra le altre cose, ebbe persino
una parte improvvisata. Infatti, quando Jack dice a Rose di
stendersi
DiCaprio sbagliò e disse “Stenditi sul letto… ehm sul
divano”. James Cameron fu conquistato dall’errore,
che in realtà aiutava la scena ad essere persino più naturale, e
decise di conservarla. Ma c’è un’altra curiosità: le mani che fanno
il ritratto a Rose non sono quelle di
DiCaprio ma sono di Cameron stesso. Dato il fatto che
Cameron è mancino, in post-produzione hanno girato le inquadrature
allo specchio. Inoltre,
Leonardo DiCaprio e
Kate Winslet confermarono la partecipazione ben prima
che il copione fosse scritto basandosi sulla sinossi di Cameron, di
165 pagine.
2. I personaggi di
Titanic erano stati inventati. Quando James
Cameron ha iniziato a scrivere il film, aveva pensato ai personaggi
di Jack e Rose come di pura finzione. Solo dopo aver finito la
sceneggiatura ha scoperto che era esistito davvero un J. Dawson che
è morto proprio sul Titanic. Questo J. Dawson, Joseph
Dawson, era nato a Dublino nel settembre del 1888. Il suo corpo era
stato preso e sepolto al cimitero di Fairview Lawn nella Nuova
Scozia con altre vittime del Titanic. Ad oggi, la sua lapide, col
numero 227, è la più visitata del cimitero.
Titanic: film
3. Leonardo DiCaprio non è
stata la prima scelta. Gli studios volevano Matthew McConaughey nei panni di Jack, ma
James Cameron ha insistito per Leonardo DiCaprio. I due poi hanno recitato
insieme in The Wolf of Wall Street nel 2013. Ma ci furono
molti altri attori in lista per il ruolo di Jack: Johnny Depp avrebbe rifiutato (pendendosi poi
amaramente), Christian Bale fece il provino ma venne
scartato, Tom Cruise e Brad Pitt furono invece tenuti in
considerazione per il ruolo. Ma anche
Kate Winslet non fu esattamente la prima scelta: per
il ruolo di Rose vennero considerate anche Cameron Diaz, Drew Barrymore,
Nicole Kidman e
Angelina Jolie. Il resto è storia.
4. Titanic è stato un film
consumato. Per le troppe, tantissime visioni del film,
vennero mandate nei cinema delle pellicole sostitutive. Il film,
rimase primo al box office per circa 15 settimane consecutive, dal
dicembre del 1997 fino all’aprile del 1998. Inoltre,
Titanic fu il primo film ad avere una distribuzione in Dvd
e VHS mentre continuava ad essere proiettato al cinema.
5. È stato realizzato un
Titanic II.Titanic II è un B movie scritto,
diretto e interpretato da Shane Van Dyke: cento
anni dopo l’affondamento del Titanic viene varata una nave, Titanic
II, simile all’originale, che parte per il suo viaggio inaugurale,
seguendo la stessa rotta del Titanic. Ma durante la traversata, la
nave sbatte contro un iceberg a causa nel collasso di un ghiacciaio
di Groenlandia che ha creato uno tsunami.
Titanic: la nave
6. Per realizzare il film,
Cameron ha fatto numerose ricerche. Per realizzare
Titanic, James Cameron ha passato circa cinque anni a fare
delle ricerche sulla nave affondata, per poter, poi, lavorare al
film. Le ricerche si sono basate anche su come doveva essere la
nave nel 1912: infatti, tutte le scene ambientate in quell’epoca
storica, durano complessivamente due ore e 40 minuti, il tempo
esatto in cui il Titanic è affondato, mente l’impatto con l’iceberg
dura circa 37 secondi. Il resto del tempo coincide con
l’ambientazione attuale.
7. Il Titanic continua ad
essere studiato. Studi recenti hanno dimostrato che se il
Titanic avesse preso l’Iceberg frontalmente, invece che di lato,
sarebbe rimasta a galla. In questo caso il Titanic non avrebbe
perseguito i danni che invece ha subito, arrivando a New York
magari con un giorno o due di ritardo.
Titanic: canzone
8. My Heart Will Go
On non avrebbe dovuto esserci in Titanic.
Inizialmente, Celine Dion non voleva registrare il brano My
Heart Will Go On, perché non voleva cantare un’altra canzone
per un film e non le era piaciuto quando lo aveva fatto con James
Horner, a causa dei suoi metodi. Dopo essere stata convinta dal
marito René Angélil, registrò il brano una volta sola, così la
canzone fu messa nei post-credits e poi realizzata a parte. Finché,
alla fine ha avuto il successo che tutti conosciamo. In
un’intervista lo stesso Horner ha affermato che dopo aver dato un
occhio alla prima bozza di Titanic, è tornato a casa e ha scritto
la colonna sonora in venti minuti.
Titanic: Frasi
9. Titanic è entrato nelle
vite di chiunque grazie anche alle sue frasi famose. Tra
le frasi più famose ci sono sicuramente “Dove la porto, signorina?”
“Su una stella”, così come “Signori, è stato un onore suonare con
voi stasera”. Ma anche “Il Titanic era chiamato… la nave dei sogni.
E lo era… lo era davvero”, “Preferisco essere la sua puttana,
piuttosto che tua moglie” e “Sono il re del mondo!”. Di seguito
tutte migliori frasi:
Sono trascorsi 84 anni, e ancora sento l’odore della vernice
fresca. I servizi di porcellana non erano mai stati usati. Nessuno
aveva mai dormito tra quelle lenzuola. Il Titanic era chiamato “la
nave dei sogni”. E lo era. Lo era davvero.
Per gli altri era la nave dei sogni. Per me, era una nave
carica di schiavi, che mi riportava in America in catene. Agli
occhi degli altri ero tutto quello che una ragazza di buona
famiglia doveva essere. Ma dentro, invece, urlavo. (Rose
anziana)
Siamo i figli di puttana più fortunati del mondo, lo sai?
(Jack)
Sono il re del mondo! (Jack) [nel 1912, sulla prua del Titanic]
I’m the king of the world!
Ah, lascia perdere, amico. Dovrai svuotare una miniera di
carbone prima che tu possa avvicinarti a una come lei. (Tommy)
Iceberg! Dritto davanti a noi! (Frederick Fleet)
Sai, credo proprio che questa nave affonderà. Mi è stato
chiesto di darti un piccolo segno della nostra riconoscenza.
[colpisce Jack con un pugno]
Un omaggio del signor Caledon Hockley. (Lovejoy)
Forse si annega meglio con la musica. Adesso so che sto in
prima classe. (Tommy)
Signori, è stato un onore suonare con voi stasera.
(Violinista)
Il cuore di una donna è un profondo oceano di segreti. Ma ora
sapete che c’era un uomo di nome Jack Dawson, e che lui mi ha
salvato, in tutti i modi in cui una persona può essere salvata. Non
ho nemmeno una sua foto. Non ho niente di lui. Vive solo nei miei
ricordi. (Rose anziana)
Per tre anni non ho fatto altro che pensare al Titanic. Ma non
l’avevo capito bene. Non l’avevo vissuto col cuore. (Brock Lovett)
[nel 1996] Three years I’ve thought of nothing except Titanic but I
never got it. I never let it in
Titanic: streaming
10. Titanic è
disponibile in streaming. Per chi non ha mai visto il film
o desidera rivederlo ancora una volta, è possibile recuperarlo in
streaming sulla piattaforma Chili.
Sylvester Stallone
ha scelto Instagram per diffondere le prime immagini di
Rambo 5, il film che lo vedrà tornare nei panni
del veterano a cui, insieme al pugile Rocky, l’attore deve gran
parte della sua fama. Le immagini mostrano Stallone in costume nel
primo giorno di riprese e sempre l’attore a cavallo, mentre torna
nei panni del personaggio.
Il primo elemento che si nota è che
questa volta, John Rambo non porterà i capelli lunghi, tratto
distintivo che lo ha accompagnato sin dal suo esordio, e poi sembra
che il film si intitolerà Rambo: Last Blood, ultimo sangue, a
indicare, forse un definitivo ultimo appuntamento con il ruolo per
Sly.
Sylvester Stallone
è al momento una star molto impegnata. Dopo la rinascita grazie a
Creed, che gli ha fatto guadagnare un Golden
Globes e una nomination agli Oscar. Adesso, mentre è impegnato sul
set di Rambo 5, l’attore e regista arriverà presto
in sala con Creed 2, dove
ritrova Dolph Lundgren nel ruolo di Ivan
Drago, mentre in programma per lui c’è anche I Mercenari
4.
Tutto ciò che sappiamo del film,
finora, è che è stato scritto da Matt
Cirulnick e prodotto dalla Millennium
Media di Avi Lerner e
da Kevin King, mentre è confermato che verrà
sottoposto all’attenzione di papabili finanziatori durante
il Festival di Cannes.
In Rambo 5 vedremo
il veterano del Vietnam alla ricerca della figlia di un suo caro
amico scomparsa misteriosamente in Messico. Lasciato quindi il
ranch dove si era ritirato, Rambo viaggerà oltre il confine degli
Stati Uniti per ritrovare la ragazza, scoperchiando un segreto giro
di prostituzione gestito da un pericoloso boss del crimine.
Il 4 ottobre arriverà in sala
Venom,
con Tom Hardy nei panni di Eddie Brock, “ospite”
del simbionte alieno che dà il titolo al film. Adesso cominciano ad
arrivare le prime recensioni per la pellicola diretta
da Ruben Fleischer che, in generale,
concordano su quanto il film sia divertente seppure
confusionario.
Ecco alcuni stralci delle
principali testate americane on-line di settore:
Todd McCarthy, THR – L’unico
momento sorprendente di Venom, incredibile, arriva al minuto 71 del
film, quando la vista di un disordinato, sudato e tonico Tom Hardy
ti fa sobbalzare con la consapevolezza che è l’attore perfetto che
un giorno potrebbe interpretare Harvey Weinstein. Per questa
intuizione e solo per questa intuizione, questo film è prezioso.
Nonostante i profitti garantiti derivanti da qualsiasi film con il
marchio Marvel associato, le persone
coinvolte dovrebbero riflettere sulla verità dello slogan
pubblicitario del film: “Il mondo ha abbastanza Supereroi”.
Michael Nordine, IndieWire – Il
mondo avrà pure abbastanza supereroi, ma non ha abbastanza buoni
film sui supereroi. Venom ha un ruolo marginale nel cambiare questa
idea, anche se tecnicamente è un supercriminale, o a voler essere
generosi, un antieroe. La notizia che l’antagonista di Spider-Man
sarebbe stato protagonista di un film indipendente tutto suo con
Tom Hardy come protagonista, è stata accolta calorosamente dai fan.
Ma per ogni Deadpool c’è almeno un Fantastici Quattro.
Alonso Duralde, The Wrap – Se
sostituisci Tom Hardy a Steve Martin in “All of Me” e cambi Lily
Tomlin per una manciata di liquirizia nera masticata, il risultato
è Venom. La differenza è che “All of Me” è un affascinante commedia
screwball, e Venom è il genere di film a fumetti che le persone che
odiano i film di fumetti pensano sia simili a tutti gli altri.
Saltando da una situazione all’altra senza riguardo per la trama o
per i personaggi, questo ritorno sul grande schermo della
leggendaria nemesi di Spider-Man – visto per l’ultima volta in
Spider-Man 3 – è aggressivamente rumoroso e stupido senza essere
molto divertente. È una perdita di tempo (anche se, si spera, un
considerevole giorno di paga) per alcuni attori di grande talento,
ed è la prova che anche la Marvel non sempre ha ragione.
Owen Gleiberman, Variety – In
Venom, la nuova storia d’origine del personaggio a fumetti, Tom
Hardy è afflitto da una forza ultraterrena che invade la sua mente,
il suo corpo, il suo essere. Si chiama il desiderio di agire in
maniera stupida del Metodo. I sintomi, che sono altamente visibili
e drammatici, vanno da una propensione per gli occhi sbarrati alla
tendenza a inghiottire ogni battuta con una sorta di borbottio, in
un modo che fa sembrare Hardy un incrocio tra Marlon Brando e
l’ultimo Adam Sandler.
Peri Nemiroff, Collider – Venom
riesce quasi a farla franca, alla fine, grazie al rapporto tra
Eddie e Vinem stesso, ma poi viene in mente la grande occasione
mancata. Venom sarebbe dovuto essere l’inizio di un franchise
Marvel di qualità targato SONY. Forse sarà solo il botteghino a
decidere il futuro, ma da un punto di vista della qualità, Venom
non dà alla SONY solide basi si cui costruire.
Tom Hardy, Michelle
Williams, Woody Harrelson, Jenny Slate, Riz Ahmed, Michelle Lee,
Reid Scott, Scott Haze, Sam Medina formano il cast di
Venom, diretto
da Ruben Fleischer e in sala dal 4
ottobre 2018.
Ecco il nuovo trailer di
Spider-Man: Into the Spider-Verse, il nuovo film
animato della SONY che arriva negli Stati Uniti
giusto in tempo per Venom. Il trailer combina
elementi visti in altri trailer promozionali a scene mostrate
durante il San Diego Comic-Con del 2017.
Inoltre il video ci dà la
possibilità di dare uno sguardo a diversi personaggi del film, che
non avevamo ancora visto e ci mostra Peter Parker
e Miles Morales insieme.
In italiano:
Phil Lord e Christopher
Miller, le menti creative dietro a The Lego
Movie e 21 Jump Street, mettono il loro
talento al servizio di una nuova versione di un diverso universo di
Spider-Man, con uno stile visivo innovativo, primo nel suo
genere.
Spider-Man: Into the
Spider-Verse introduce Brooklyn e l’adolescente
Miles Morales, e le possibilità senza limiti dello
Spider-Verse, dove più di uno può indossare la
maschera.
Nel cast vocale del film ci
sono: Shameik Moore, Hailee Steinfeld, Mahershala Ali,
Jake Johnson, Liev Schreiber, Brian Tyree, Henry Luna, Lauren
Velez, Lily Tomlin, Nicolas Cage, John Mulaney, Kimiko
Glenn.
Sta per iniziare il New York
Comic Con 2018, dodicesima edizione della convention
annuale dedicata a fumetti, graphic novel, anime, manga,
videogiochi, collezionismo, ma anche ad anteprime cinematografiche
e televisive legate alla cultura pop.
L’evento si svolgerà, come di
consueto, nella Grande Mela dal 4 al 7 ottobre al
Jacob K. Javits Convention Center, e se non avete idea di quali
titoli seguire e quali saranno i più interessanti di questa tre
giorni, vi lasciamo di seguito un piccolo recap:
1Marvel
Un
altro ospite atteso del New York Comic Con 2018 è ovviamente la
Marvel, che ha in
programma ben 15 panel spalmati su tutto il weekend. Tra questi
ricordiamo la presentazione della terza stagione di Daredevil e
alcune succose anticipazioni per Marvel Comics: Next Big
Thing.
Jason Aaron, Dan Slott, Donny Cates e Gerry
Dugan annunceranno i loro nuovi progetti nel panel del 6 ottobre
alle ore 16.30 al Main Stage 1D.
Macchine Mortali
Un
altro titolo molto atteso della stagione è senza dubbio Macchine
Portali (Mortal Engines), adattamento
cinematografico dell’omonimo romanzo di Philip
Reeve scritto e prodotto da Peter
Jackson. Andy Serkis modererà il panel
sul film in cui interverrà il regista Christian
Rivers, gli sceneggiatori e alcuni membri del cast.
Appuntamento fissato al venerdì 5 ottobre, ore 12, al Madison
Square Garden.
Netflix
Netflix sarà
uno dei protagonisti di questa edizione del Comic Con di New York
con un panel ricchissimo di novita venerdì 5 ottobre al Main Stage
1-D.
Gi
amanti dei fumetti potranno dare un primo sguardo alla serie
Umbrella Academy, a Le terrificanti avventure di
Sabrina, The Haunting of Hill
House e The Dark Crystal: Age of
Resistance!
She-Ra and the Princesses of
Power
L’imminente reboot di She-Ra
della Dreamworks Animation è tra i titoli più
attesi al Comic Con, dal momento che non è stato rivelato ancora
nessun contenuto ufficiale.
Saranno presenti i creatori insieme ai
doppiatori Aimee Carrero e Karen Fukuhara, oltre ad alcuni ospiti a
sorpresa durante il panel delle 15.00 nella Hammerstein
Ballroom.
Twisted Toonz
Da
segnare anche il panel di Twisted Toonz, a cui
parteciperanno gli attori Steve Blum, Gray DeLisle, Richard
Horvitz, Phil LaMarr, Mary Elizabeth McGlynn e Janet Varney. Grande
attesa per il tema di quest’anno, che scopriremo il 6 ottobre alle
12.45 sul Main Stage 1-D.
What We Do In The
Shadows
FX
presenterà finalmente in anteprima la serie televisiva basata sul
cult What We Do in the Shadows di Taika Waititi,
e cosa c’è di meglio se non il palco del New York Comic
Con?
Waititi ci sarà, insieme ai colleghi
produttori Jemaine Clement e Paul
Simms, per rispondere alle domande dei fan dopo la
proiezione del primo episodio dello show che andrà in onda in
primavera.
Ralph Spaccatutto
2
Ralph Spaccatutto
2 è forse uno dei sequel più attesi dell’anno, visto
il successo ottenuto dal primo capitolo, e ogni fan spera che sia
all’altezza con nuove appassionanti avventure nel mondo dei
videogiochi.
C’è
grande emozione dunque per il panel che si terrà venerdì 5 ottobre
alle ore 14.45 nella Room 1A06 con i registi Rich
Moore e Phil Johnston che parleranno
della realizzazione del film e mostreranno nuovi
filmati.
Amazon Studios
annuncia di aver finalizzato un accordo con Neil
Gaiman, scrittore visionario e pluripremiato. Neil
Gaiman, autore dell’attesissima serie Amazon
OriginalGood
Omens, e vincitore del premio letterario Hugo per
American Gods, lavorerà in esclusiva con gli
Amazon Studios per la creazione di serie
televisive che saranno rese disponibili a livello globale su
Amazon
Prime Video in più di 200 paesi e territori.
“Neil Gaiman è uno scrittore
dal talento eccezionale che è in grado di creare mondi unici, multi
dimensionali e narrativamente ineguagliabili” sostiene
Jennifer Salke, Head of Amazon Studios. “I
suoi fan sono appassionati ed entusiasti e siamo fortunati di poter
condividere il suo talento con tutto l’audience di Prime Video”
“Mi sono deciso ad
accettare questo incarico dopo aver lavorato splendidamente con il
team di Amazon per la realizzazione di Good Omens”
sostiene Gaiman. “Sono persone entusiaste, intelligenti e non
erano intimoriti da Good Omens, un prodotto così diverso dagli
altri.Volevano creare qualcosa di unico ed eccitante. Sono
emozionato all’idea di avere una casa in Amazon dove potrò fare
televisione come nessuno l’ha mai vista prima, non come Good Omens
ma sicuramente inusuale e divertente”
Accreditato come uno degli autori
di fumetti moderni, Gaiman è uno scrittore prolifico il cui lavoro
– tra cui prosa, poesia, film, giornalismo, fumetti, testi di
canzoni e dramma – attraversa generi e raggiunge il pubblico di
tutte le età.
Neil Gaiman
Ha iniziato la sua carriera in
Inghilterra come giornalista e biografo, prima di dedicarsi alla
sua graphic novel Violent Cases, la prima di molte collaborazioni
con l’artista Dave McKean, che ha portato alla pubblicazione di
Black Orchid grazie a DC Comics. Dopo Violent Case e Black Orchid è
la volta di Sandman, fumetto che ha ricevuto numerosissimi premi
tra cui il World Fantasy Award for Best Short Story, il primo
fumetto ad avere mai ricevuto un premio letterario. Per il 25esimo
anniversario di Sandman, Gaiman ha scritto Sandman: Overture, che è
stato il besteseller numero uno in classifica per il New York Times
e ha vinto nel 2016 il premio Hugo Award for Best Graphic
Novel.
Coraline di Gaiman ha vinto molti
premi incluso il British Science Fiction Award, è stato adattato a
musical da Stephin Merritt ed è stato l’ispirazione per il film di
animazione diretto da Henry Selick che si è assicurato un BAFTA
come miglior film di animazione e ha ricevuto una nomination agli
Oscar sempre nella stessa categoria. Il suo romanzo The Graveyard
Book, che ha vinto in Inghilterra la Carnegie Medal e in USA la
Newbery Medal, il premio più alto per la letteratura dei bambini, è
già in fase di adattamento per un film.
Gaiman ha scritto il copione
originale per la serie televisiva BBC Neverwhere; il primo
lungometraggio di Dave McKean, Mirrormask, per la Jim Henson
Company, e ha co-scritto la sceneggiatura di Beowulf di Robert
Zemeckis. Ha prodotto Stardust, il film di Matthew Vaughn basato
sul suo libro. Ha scritto e diretto due film: A Short Film About
John Bolton e per Sky Television’s Statuesque. Il suo romanzo
American Gods è stato adattato per Starz e il suo personaggio di
The Sandman è stato adattato per Lucifero della FOX.
È l’autore più venduto secondo il
New York Times con i romanzi Neverwhere, Stardust, American
Gods, Anansi Boys, L’oceano alla fine della corsia
(vincitore del National Book Award in UK Book Awards 2013) e
Good Omens (con Terry Pratchett), così come le
raccolte di racconti Smoke and Mirror, Fragile Things e Trigger
Warning. La sua prima raccolta di cortometraggi, Smoke and Mirrors:
Short Fictions and Illusions, è stata nominata per i MacMillan
Silver Pen Awards del Regno Unito come la migliore raccolta di
racconti dell’anno. Il suo libro più recente, Norse Mythology, è
diventato un bestseller internazionale e un fenomeno editoriale
Le sue collezioni e libri
illustrati per i giovani lettori includono: M is for Magic; la
trilogia di Interworld, co-autore di Michael Reaves; The Day I
Swapped My Dad for Two Goldfish; The Wolves in the Walls – che è
stato trasformato in un’opera dallo Scottish National Theatre; il
Crazy Hair selezionati da Greenaway, illustrati da Dave McKean; The
Dangerous Alphabet, illustrato da Gris Grimly; Blueberry Girl; e
Instructions, illustrato da Charles Vess, e il Bestseller vincitore
di Greenaway The Sleeper and the Spindle, illustrato da Chris
Riddell.
La storia
dei cinecomicDC è
costellata da molti successi e grandi incassi al box office, anche
quando questo genere di film non riusciva a smuovere grandi fette
di pubblico e a registrare numeri da capogiro.
Tuttavia se ne ricordano alcuni che
non hanno generato profitto a fronte dei budget stellari, un po’
per colpa della strategia di marketing, un po’ a causa di storie
poco interessanti o delle visioni contrastate dei registi. Fatto
sta che nell’ultimo ventennio ci sono diversi esempi di fallimento
che molti fan tendono a dimenticare.
Ecco allora di
seguito 10 cinecomic DC che si sono
rivelati perfetti flop al botteghino mondiale:
1Supergirl
Il
primo lungometraggio di supereroi ad avere come protagonista una
donna, non si rivelò affatto un successo, incassando solo 14,3
milioni contro un budget di produzione di 35 milioni.
Parliamo di Supergirl, il
film uscito nel 1984 e interpretato Helen Slater,
dove si raccontavano le origini di Kara Zor-El, una kryptoniana che
sulla Terra si afferma come Supergirl.
Superman IV
Ancora oggi Christopher Reeve
è considerato una delle più grandi incarnazioni dell’iconico
personaggio DC. Tuttavia il pubblico continua ad evitare di parlare
del terzo del quarto film di Superman, considerati
“imbarazzanti” rispetto ai primi due capitoli sul figlio di
Krypton.
L’insuccesso maggiore viene però registrato da
Superman IV, le cui cifre incassate non riuscirono
a risanare la spesa di oltre 17 milioni di produzione. Più
tardi Reeve si disse pentito di aver partecipato al
film.
Batman & Robin
Anche se alla fine Batman &
Robin finì per recuperare il suo intero budget di
produzione di 125 milioni incassando quasi 240 milioni in tutto il
mondo, è ancora oggi difficile definirlo un successo. Il film del
1997 ha infatti deluso le aspettative rispetto ai precedenti film
della franchise, ed è ancora il film di Batman con
il più basso incasso della storia.
The Losers
Basato sull’omonima serie a fumetti Vertigo
(divisione editoriale della DC Comics), The
Losers partiva da un cast stellare composto da
Chris Evans, Zoe Saldana e
Idris Elba (tre futuri membri del MCU).
Tuttavia nessuno di questi talenti è riuscito
a salvare il film dai suoi innumerevoli cliché di cinema action,
mentre a livello nazionale The Losers ha
incassato solo 23 milioni contro un budget di produzione di 37
milioni.
Justice League
Costato la bellezza di 300 milioni,
Justice League è forse il più risonante flop della
storia DC, avendone incassati “solamente” 657 milioni. Potrebbe
sembrare una cifra sufficiente a ricoprire le spese, tuttavia se
pensiamo a quelle investite dalla Warner Bros per il marketing il
discorso cambia.
Oltre al regista Spike Lee, abbiamo avuto il piacere
di intervistare John
David Washington, l’attore protagonista
di BlacKkKlansman, in film
attualmente in sala che è stato acclamatissimo all’ultimo
Festival di Cannes. L’attore, figlio d’arte ha
rivelato come “Abbiamo una lunga strada di fronte a noi da
compiere contro l’odio e il razzismo, ma il linguaggio è una
componente chiave per superarlo”:
Prodotto dalla stessa squadra
che ha realizzato Scappa – Get Out, film vincitore del premio
Oscar, BlacKkKlansman ci offre un’analisi
inflessibile e assolutamente reale delle relazioni razziali
nell’America degli anni ’70, un’analisi che risulta altrettanto
rilevante nel tumultuoso mondo in cui viviamo oggi.
Il film di Spike
Lee ha vinto numerosi premi tra cui il premio del pubblico
al Festival di Locarno e il Grand Prix Speciale della
Giuria al Festival di Cannes. Protagonisti gli
interpreti John David
Washington, Adam
Driver, Topher
Grace, Corey
Hawkins, Laura
Harrier, Ryan
Eggold, Jaspar Pääkkönen
e Ashlie Atkinson.
Nel film durante primi
anni ’70, un periodo di grandi sconvolgimenti sociali mentre negli
Stati Uniti infuria la lotta per i diritti civili. Ron Stallworth
(John David Washington) è il primo detective afroamericano del
dipartimento di polizia di Colorado Springs, ma il suo arrivo è
accolto con scetticismo ed ostilità dai membri di tutte le sezioni
del dipartimento. Imperterrito, Stallworth decide di farsi un nome
e di fare la differenza nella sua comunità. Si imbarca quindi in
una missione molto pericolosa: infiltrarsi nel Ku Klux
Klan.
Ricevuto il via libera, Lee e
Willmott hanno cominciato a lavorare alla loro bozza di
sceneggiatura che presenta figure realmente esistite e personaggi
puramente inventati. Nella mente di Spike Lee non c’erano dubbi su
chi dovesse interpretare il ruolo di Ron Stallworth: John David
Washington, il giovane attore ed ex giocatore di football il cui
più importante progetto fino ad allora era stata la serie della HBO
“Ballers”. Lee aveva dato a Washington il suo primo film — l’attore
ha debuttato a soli sei anni insieme al padre Denzel Washington
nell’indimenticabile biopic di Lee del 1992 Malcom X.
Washington dice che era al colmo
della gioia quando ha ricevuto la chiamata per il ruolo dal regista
che ammira da così tanto tempo. “Spike Lee ha un modo unico di
reclutare e di spiegarti di cosa si tratta,” dice John David
Washington. “È stata una telefonata molto breve, ‘Ho un libro per
te. Leggitelo.’ Sono rimasto stupefatto, naturalmente, solamente
dal fatto 7 che questo fosse realmente accaduto, che fosse una
storia vera. Ne abbiamo parlato un po’, abbiamo parlato del film e
di cosa pensava e di come voleva farlo. Insomma, questo era il
tizio che io idolatro da quando ero bambino. Ha dato voce e
visibilità alla gente di colore, uomini e donne, e aveva scelto me.
Ero molto più che eccitato e non vedevo l’ora di cominciare a
lavorare.”
Personaggio chiave dell’universo a
fumetti DC e tra i più amati dai lettori, Batman è l’eroe
solitario di Gotham che sconterà per sempre i danni del dolore
provocatogli dalla perdita dei genitori. Ma per una famiglia
strappata in giovane età, può essercene un’altra nella vita adulta,
come dimostrato nel corso della sua lunga storia sulle pagine.
E se l’urgenza più importante per
Bruce Wayne viene rappresentata dalla volontà di
estirpare ogni crimine dalla sua città, il desiderio di sentirsi
parte di un nucleo familiare felice è la necessità che l’ha reso
nel tempo un supereroe come tutti, fragile e umano. Proprio per
questo, quando ha perso qualcuno che amava, Batman ha reagito nella
stessa maniera di un comune mortale: soffrendo il senso di colpa e
la mancanza.
Ecco allora i 10 momenti più
tristi della famiglia del Cavaliere Oscuro che forse
solo i veri fan conoscono:
1Joker costringe Batman ad una
scelta
Tra
le pagine di “Batman Vol.3: Morte della Famiglia“,
c’è un momento drammatico che vede Joker recitare
un monologo sulla dicotomia tra lui e il cavaliere oscuro. Nel
mentre, tutta la famiglia di Bruce è tenuta in
ostaggio, e se dovesse esserci una reazione da parte dell’eroe, le
pietre sotto la sua sedia potrebbero accendere la benzina che è
stata versata sui suoi cari.
Joker dice a Batman che se non sceglie di
bruciarli, allora lo farà lui. Fortunatamente il crociato trova una
via d’uscita e salva i suoi protetti, anche se la trama sembrava
andare in un’altra direzione…
La lettera di Thomas
Wayne
Durante gli eventi di Flashpoint,
Thomas Wayne consegnò una lettera a Barry
Allen con la speranza che fosse recapitata a suo figlio
Bruce. Come saprete, in quel particolare universo
Martha e Thomas Wayne sono sopravvissuti a quella notte nel vicolo
dove furono assassinati, mentre Bruce venne ucciso.
Da
una parte c’era Thomas Wayne che continuava a vestire i panni del
crociato di Gotham, dall’altra Bruce diventava Batman ed era
orfano. Dunque il significato della lettera fu commovente: un
messaggio d’amore di un padre al figlio sopravvissuto. Più tardi
nei fumetti fu Eobard Thawne a prenderla e a
strapparla in mille pezzi.
Torna stasera, alle 21.15 su Sky
Uno, con un nuovo appuntamento E poi c’è Cattelan a
Teatro, lo show di Alessandro Cattelan
per la prima volta in prima serata e dal Franco Parenti di
Milano, in onda su Sky Uno e disponibile su Sky On Demand. La
puntata di debutto di martedì scorso, ospiti la modella e attrice
Emily Ratajkowski e Tommaso Paradiso, è stata vista negli scorsi 7
giorni da 766 mila spettatori medi.
Coi suoi 15 milioni di follower, il
primo ospite di stasera sera è l’italiana più famosa su Instagram,
l’imprenditrice digitale Chiara Ferragni. Alla
scrivania dello show anche l’allenatore della Nazionale italiana di
calcio Roberto Mancini. A introdurre la puntata di
oggi, aperta da un monologo incentrato sullo humour nero, una clip
conElisabetta Canalis in cui, ospite in teatro di
EPCC, la showgirl verrà accidentalmente “uccisa” da Alessandro
Cattelan.
E poi c’è Cattelan a Teatro
Negli ultimi cinque anni lo show di
Cattelan si è imposto come appuntamento di culto della seconda
serata di Sky Uno. Oltre all’esordio in prime time e al nuovo
palcoscenico, EPCC A TEATRO mantiene intatte l’ironia e in parte
anche la struttura del late night show, raddoppiando però la durata
di ogni puntata. Inoltre, a marcare la continuità con l’esperienza
della seconda serata degli ultimi anni, anche la punteggiatura
musicale degli Street Clerks, house band
del programma già spalla del padrone di casa nelle ultime edizioni
di E poi c’è Cattelan.
E POI C’È CATTELAN A
TEATRO, ogni martedì alle 21.15 su Sky Uno e disponibile su Sky On
Demand
Dopo aver documentato l’arrivo sul
set di Mysterio (il villain che con molte
probabilità sarà interpretato da Jake Gyllenhaal,
mentre le foto ritraevano la sua controfigura), un’altra immagine
trapelata in rete e scattata da un fan sembrerebbe confermare la
presenza di un altro personaggio opposto a Peter Parker in
Spider-Man: Far From Home, le cui riprese si
stanno svolgendo tra Italia e Repubblica Ceca.
Come potete vedere qui sotto,
l’appuntamento “romantico” tra Ned Leeds e Betty Brant (coppia che
dovrebbe riprendere quella dei fumetti originali) viene
accidentalmente interrotto da una strana figura mascherata. Che si
tratti di una proiezione di Mysterio, oppure di
Camaleonte, il primo cattivo contro cui si batté
l’Uomo Ragno nel 1963?
Alter-ego di
Dimitri Smerdyakov, Camaleonte può assumere le sembianze
di chiunque attraverso svariati mezzi, come semplici maschere di
lattice o modifiche genetiche della sua fisiologia. Inoltre, grazie
ad un dispositivo, è in grado di imitare la voce di qualsiasi
persona.
Ovviamente si tratta solo di una
speculazione, ma se così fosse, vi piacerebbe vedere questo villain
in azione nel film? Che ne pensate?
Spider-Man: Far From
Home sarà diretto ancora una volta
da Jon Watts ed uscirà nelle sale
il 5 luglio 2019.
Confermati nel cast del film il
protagonista Tom
Holland nei panni di Peter
Parker, Marisa Tomei in quelli di zia
May e Zendaya in quelli di Michelle.
Secondo IMDb, nel cast sono presenti
anche Jake Gyllenhaal, Michael Keaton, Samuel L.
Jackson e Cobie Smulders.
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peterdovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron Spider.
vista in Avengers: Infinity War. Questa nuova
tuta, prevede anche una nuova maschera, con degli occhiali al posto
delle orbite bianche, come da tradizione, questo perché è ovvio che
il personaggio abbia bisogno di una nuova maschera dopo che la sua
precedente è andata distrutta su Titano, durante il confronto con
Thanos e prima della sua disintegrazione.
L’ultima volta che abbiamo visto un
costume nero per Spidy le cose non sono andate benissimo. Il film
di Raimi infatti non è stato trai migliori della serie, anche se il
tempo (o forse la mediocrità degli adattamento di Marc
Webb?) ha fatto un buon lavoro sulla percezione del film
stesso. Ad ogni modo, sebbene i report suggeriscono che questa tuta
scura o di metallo non sia legata al simbionte, come nel caso di
Raimi, l’imminente arrivo di Venomal cinema sembra mettere
la pulce nell’orecchio ai fan. Che SONY e Marvel Studios stiano
preparando un’altra sorpresa?
Con la diffusione del primo attesissimo trailer
di X-Men: Dark Phoenix e tutte
le speculazioni circolate in rete nell’ultimo anno, è tempo di fare
i conti con tutto ciò che sappiamo a proposito del film diretto
da Simon Kimberg e che vede protagonisti
ancora Michael Fassbender, Jennifer
Lawrence, Nicholas
Hoult,James McAvoy nel cast dei
mutanti. Come recita il titolo, la protagonista
sarà Sophie Turner nei panni
di Jean Grey/La Fenice.
Sappiamo che la saga
della Fenice Nera è stata male accennata
in X-Men: Conflitto Finale, tanto che gli
eventi raccontati in X-Men: Giorni di un Futuro
Passato hanno completamente cancellato, grazie al
viaggio nel tempo, gli effetti di quel film sulla saga,
contribuendo però a pasticciarne la continuity.
Ecco allora un breve recap su
Dark Phoenix tra le novità del trailer, i segreti
sulla realizzazione e ciò che dobbiamo aspettarci:
1Gli Accoliti di Magneto
Onorando la sua storia in tutto il franchise
sui Mutanti, anche in Dark Phoenix Magneto sarà
seguito da un nuovo gruppo di seguaci, e dal trailer sembra che
perfino Bestia ne farà parte insieme ad altri
X-Men come Loto Rosso e
Selene.
Sebbene non sia ancora chiaro come questa
alleanza verrà tessuta o spiegata all’interno del film, potrebbe
corrispondere all’originale dei fumetti degli
Accoliti, una squadra messa in piedi da Magneto
dopo che l’eroe lasciò la Confraternita dei Mutanti
Malvagi.
Chi morirà?
Come rivelato dalle prime foto trapelate e
poi confermato dal trailer ufficiale, in Dark
Phoenix assisteremo almeno a un funerale, ma non sappiamo
ancora chi sarà pianto dagli X-Men. Le clip ci hanno mostrato
Professor X, Tempesta,
Nightcrawler e Bestia intorno
alla tomba, quindi diamo per scontato che sopravviveranno, mentre
Cyclope era nella stessa scena in una delle
immagini promozionali del film.
Secondo questi calcoli resterebbero fuori
Jean Grey, Mystica,
Magneto e Quicksilver, e se ci
basiamo sui fumetti allora Jean – dopo la trasformazione in Dark
Phoenix – potrebbe non avere un destino felice. Tuttavia vederla
morire alla fine di un film che ne celebra i poteri sembra alquanto
improbabile (e Sophie Turner è uno dei membri più
giovani del cast).
Qualcuno ha fatto notare come Bestia venga
mostrato addolorato e rabbioso, esattamente come
Magneto, dunque è plausibile l’ipotesi che a
morire sarà Mystica, personaggio molto caro ai due mutanti nel
corso del franchise.
Dopo Patrick
Stewart e Djimon Hounsou, Sam
Claflin è entrato a far parte del cast di
Charlie’s Angels nei panni di un quarto Bosley. Il
personaggio, sempre stato uno nella serie originale e negli
adattamenti cinematografici, si moltiplicherà a seguito dei
cambiamenti che verranno apportati alla tradizione.
Elizabeth Banks
avrà il ruolo di Bosley “principale” ovvero quello che seguirà le
protagonista, i nuovi angeli Kristen Stewart, Naomi
Scott e Ella Balinska. Ma sembra che gli
altri tre Bosley saranno a capo di altre squadre di angeli, per un
network di agenti diffuso in tutto il mondo.
Claflin è diventato famoso nei panni
di Finnick Odair nel franchise di Hunger Games e ha interpretato
diversi ruoli che sono rimasti nel cuore delle giovanissime fan,
come quello del paraplegico in Io prima di te, al
fianco di Emilia Clarke. Il film è diretto e
interpretato da Elizabeth Banks e le riprese sono già in corso.
Charlie’s
Angels è originariamente una serie televisiva
prodotta da Aaron
Spelling e Leonard Goldberg,
andata in onda dal 1976 al 1981 sul canale statunitense ABC. Ne
sono stati trasmessi 118 episodi, preceduti da un film-pilota
andato in onda sei mesi prima dell’inizio effettivo della serie (21
marzo 1976). I tre “angeli” della prima stagione sono Sabrina
Duncan (interpretata da Kate Jackson), Jill
Munroe (Farrah Fawcett) e Kelly Garrett
(Jaclyn Smith).
Dopo il grande successo di
Baby Driver, Ansel Eglort ha
messo a segno un altro colpo importantissimo per la sua carriera:
sarà lui a interpretare il protagonista del remake di West
SideStory, diretto da Steven
Spielberg. L’adattamento del regista proporrà una lettura
alternativa del classico musical del 1957, già portato al cinema
nel 1961 da Robert Wise, nel film che ha
conquistato 10 premi Oscar, tra cui Miglior Film.
The Hollywood Reporter
riferisce che Elgort sarà Tony, il co-fondatore e ex membro della
gang dei Jets, basati sul West Side, vicino a Lincoln Square. Nel
musical ambientato negli anni ’50, ispirato a Romeo e Giulietta,
Tony si innamora di Maria, la sorella più giovane di Bernardo, il
leader della gang portoricana nota come gli Sharks e rivali dei
Jets del West Side. Nel 1961, Richard Beymer conquistò il
Golden Globe per il ruolo di Tony, e Ansel è stato nominato nella
stessa categoria lo scorso anno, per Baby
Driver.
La performance nel film di
Edgar Wright gli ha regalato grandi soddisfazioni,
ma l’attore era già famoso tra i pubblico dei più giovani, che lo
ha seguito nelle sue performance in Colpa delle
Stelle e nella saga meno fortunata di
Divergent.
I casting, annunciati qualche mese
fa, stanno cominciando quindi a portare i loro frutti, mentre
Spielberg è adesso pronto per scegliere la sua Maria che, stando
alle prime indiscrezioni, dovrebbe essere un’attrice portoricana,
in segno di fedeltà all’originale.
David Harbour è
stato scelto come erede di Ron Perlman per
interpretare il protagonista di Hellboy, film che
sarà un reboot del personaggio cinematografico, dopo il lavoro
svolto da Guillermo del Toro e Perlman stesso, per
i due adattamenti degli anni 2000.
Adesso, in vista del prossimo
New York Comic Con, dove verrà mostrato il primo
trailer del film, ecco un poster in cui vediamo il look definitivo
del personaggio interpretato dalla star di Stranger
Things.
Come si vede chiaramente dalla
foto, questa versione di Big Red non si taglia le corna. Il
personaggio, nei fumetti come nel film, faceva a meno delle sue
appendici per cercare di contenere il suo aspetto e la sua natura
demoniaca. In questo caso invece vediamo non solo le corna, ma
anche una certa baldanza nel mostrare quella parte del proprio
corpo che nell’immaginario comune lo collega direttamente
all’inferno.
Hellboy è stato scritto da Andrew
Cosby, Christopher
Golden e Mike
Mignola stesso. È diretto da Neil
Marshall (The Descent, Game of
Thrones). Nel cast del film David Harbour, Milla
Jovovich, Daniel Dae Kim, Brian Gleeson, Sophie Okonedo,
Alistair Petrie e Ian McShane.