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Cuori ribelli: trama, cast e curiosità sul film con Tom Cruise e Nicole Kidman

Nel corso della sua carriera il premio Oscar Ron Howard si è cimentato nella regia di film di genere continuamente diverso. Dalla commedia fantasy Splash – Una sirena a Manhattan al dramma spaziale Apollo 13, dal biografico A Beautiful Mind al thriller Il codice Da Vinci, dal western The Missing al fantascientifico Solo: A Star Wars Story. Nella sua filmografia si possono però ritrovare anche film di genere sentimentale, tra cui spicca in particolare Cuori ribelli, da lui ideato insieme a Bob Dolman e girato nel 1992. Tra dramma, avventura ed emozioni, è certamente uno dei titoli meno citati ma più affascinanti del regista.

Il film intreccia una vicenda reale come quella dell’immigrazione irlandese negli Stati Uniti con il racconto di due giovani alla ricerca del loro futuro e dell’amore. Lo scenario è quello dell’America di fine Ottocento, il che permette a Cuori ribelli di presentare anche alcuni elementi del genere western, raccontando però la fine di quell’era e l’inizio dello sviluppo industriale Novecentesco. Oltre a ciò, il film di Howard si caratterizza anche per essere stato il primo film girato in formato Panavision Super 70 e il primo in pellicola 70mm dopo oltre un decennio che tale formato non era più stato utilizzato.

Presentato anche fuori concorso al Festival di Cannes, Cuori ribelli si è affermato come un buon successo di critica e pubblico, incassando globalmente circa 140 milioni di dollari a fronte di un budget di 60. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

La trama di Cuori ribelli

Ambientato verso la fine dell’800, il film racconta la storia di due giovani irlandesi, Joseph Donnelly e Shannon Christie, i quali decidono di migrare in America in cerca di fortuna. Joseph e Shannon si conoscono nella loro terra, l’Irlanda, in un momento di grande precarietà. La famiglia Donnelly, in grave difficoltà economica, non riesce infatti più a pagare l’affitto della casa in cui vive e il proprietario dell’abitazione decide brutalmente di bruciare l’immobile. Joseph, accecato dall’ira per quanto accaduto, è intenzionato ad uccidere l’uomo, ma desiste dopo aver conosciuto la figlia di lui, la temeraria Shannon. La ragazza, in forte conflitto con la sua famiglia, desidera scappare in America intenzionata a tagliare ogni legame con i suoi cari. Joseph esaudirà il suo desiderio, fuggendo insieme a lei.

Dopo un lungo e faticoso viaggio in nave, i due ragazzi giungono finalmente in America, ma si trovano subito ad affrontare i primi grandi problemi. Fortunatamente, ad aiutarli ad ambientarsi nella nuova terra, interviene Kelly, leader della comunità di immigrati irlandesi, che riesce a trovare a Joseph e Shannon un piccolo alloggio di fortuna. Per non destare scandalo, i due giovani immigrati sono costretti a fingere di essere fratello e sorella anche se in realtà tra loro è scoppiata una forte e reciproca attrazione fisica da entrambi nascosta. Ma nonostante la solidarietà dei compatrioti, la vita nel nuovo mondo si rivelerà più dura del previsto e i due giovani irlandesi, profondamente innamorati, si troveranno ad affrontare insieme varie disavventure.

Cuori ribelli cast

Cuori ribelli: il cast del film

Ad interpretare i due protagonisti del film vi sono gli attori Tom Cruise e Nicole Kidman. I due si erano già incontrati sul set di Giorni di tuono, film del 1990, durante il quale si sono innamorati arrivando poi a sposarsi. In Cuori ribelli i due erano dunque già una coppia consolidata e nota nel mondo di Hollywood, e proprio per questo film ricevettero la nomination agli MTV Movie Awards come miglior coppia (perdendo però contro Mel Gibson e Danny Glover di Arma Letale 3). Per quanto riguarda le difficoltà incontrate sul set, per entrambi la principale è stata quella di misurarsi con l’accento irlandese. In particolare, però, fu Cruise a ricevere le principali critiche a riguardo.

In molti giudicarono infatti il suo accento irlandese quantomai ridicolo e in Irlanda il film è involontariamente divenuto un cult comico proprio questo particolare. Accanto a loro nel film si ritrovano gli attori Robert Prosky nei panni di Daniel Christie e Barbara Babcock in quelli di Nora Christie, i due genitori di Shannon. Colm Meaney, noto per aver interpretato il personaggio di Miles O’Brien nel franchise di Star Trek, è invece Kelly. L’attore Thomas Gibson interpreta invece Stephen Chase, il caposquadra di Daniel e principale responsabile per l’incendio di casa Donnelly. Nel film compare anche Cyril Cusack, celebre attore irlandese apparso in oltre 90 film, nei panni di Danty Duff.

Cuori ribelli scena finale

Come finisce Cuori ribelli? Ecco la descrizione della scena finale

Nel finale del film, dopo che Joseph e Shannon non sono riusciti a trovare fortuna ma anzi hanno in più occasioni rischiato la vita, lui si allontana affinché lei possa avere una vita migliore. Tuttavia, ripensando alle parole del padre, decide di sfidare il proprio destino e partecipare alla Corsa alla terra dell’Oklahoma, per rivendicare il suo diritto sulla terra. Qui ritrova Shannon e il suo promesso sposo Stephen. Il giorno della corsa, Joseph riesce infine a prevalere ed è pronto a piantare la sua bandiera mentre Shannon si precipita al suo fianco respingendo definitivamente Stephen. Tuttavia questi approfitta di un attimo di distrazione e si avventa su Joseph, i due iniziano a lottare e Joseph viene schiacciato dal peso del cavallo.

In quel momento, tutto sembra finito. Lo spirito di Joseph si allontana dal suo corpo e “sorvola” la terra sotto di lui, vedendo però la disperazione di Shannon. Lo spirito riesce allora a rientra nel corpo di Joseph, che riprende dunque conoscenza. Insieme, i due innamorati piantano la bandiera per prendersi la terra e poter vivere finalmente lì in pace. Si tratta dunque di un finale piuttosto particolare, che sembra quasi sfociare nel fantastico con la manifestazione dello spirito di Joseph, ma che offre in fin dei conti un lieto fine al racconto dei due protagonisti.

Il trailer di Cuori ribelli e dove vedere il film in streaming e in TV

È possibile fruire del film grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Cuori ribelli è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili, Google Play, Apple iTunes e Now. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di venerdì 1 marzo alle ore 21:00 sul canale Iris.

Fonte: IMDb

Spiegazione di ogni sogno e visione di Paul Atreides in Dune – Parte due

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I poteri di Paul Atreides crescono notevolmente in Dune – Parte due (recensione),  e la sua capacità di vedere i futuri possibili lo porta ad avere diversi sogni e visioni. Paul è stato addestrato da sua madre, Lady Jessica, fin da piccolo a sviluppare le capacità dei Bene Gesserit, e Dune ha mostrato come la presenza di spezie su Arrakis aumenti la probabilità che queste visioni si manifestino. In Dune – Parte Due, che segue Paul mentre si integra pienamente nella cultura Fremen del pianeta desertico, la sua esposizione alla spezia e l’assunzione dell’Acqua della Vita per diventare Lisan al Gaib ne provocano altre, sempre partendo da quelle da lui avute in Dune del 2021.

Le visioni e i sogni di Paul (Timothée Chalamet) sono una parte fondamentale del modo in cui il regista Denis Villeneuve costruisce il finale di Dune – Parte Due. Anche se ci sono diversi scorci di futuri possibili che si susseguono nel corso del film, la maggior parte di essi sono collegati al destino di Paul e alla natura inevitabile della sua ascesa. Tuttavia, alcune di queste visioni hanno un significato più ambiguo, mentre altre sono piuttosto chiare su ciò che accadrà. Paul arriva a comprendere meglio il significato dei suoi sogni e delle sue visioni man mano che il suo potere cresce, e la capacità di dare un senso alla sua preveggenza fornisce ulteriori spunti per Dune – Parte Due e oltre.

Paul sogna il funerale di suo padre in Dune – Parte Due

Dune Leto Atreides

Il primo dei sogni di Paul in Dune – Parte Due avviene quando vede quello che sembra essere il funerale di suo padre, il Duca Leto Atreides. Il personaggio di Oscar Isaac è morto in Dune dopo un tradimento da parte del Dr. Yueh e un tentativo di assassinare il Barone Harkonnen. Il sogno di Paul mostra il ritratto del Duca Leto incorniciato e seduto sul fianco di una montagna di Arrakis. Le persone circondano il ritratto e piangono la sua perdita inchinandosi davanti ad esso.

Un funerale per il Duca Leto non è presente in Dune – Parte Due al di là di questo sogno, il che significa che questo è probabilmente un suo desiderio a seguito dela scomparsa del padre. A causa del modo in cui è morto e della conquista di Arrakis da parte degli Harkonnen, non c’è però stata l’opportunità di rendere omaggio al leader della Casa Atreides. Paul, naturalmente non dimentica certo suo padre anche se non c’è un funerale. Le parole e la saggezza di Leto rimangono con lui per tutto il film, compreso il fatto che Paul dice: “Padre, ho trovato la mia strada” e si toglie l’anello Atreides quando viene accettato dai Fremen.

Paul ha una visione di ciò che accadrebbe se andasse a Sud

Dune - Parte Due spiegazione finale
Copyright: © 2023 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

La più importante delle visioni di Paul in Dune – Parte Due si verifica all’inizio del film, quando egli vede quello che potrebbe accadere se decidesse di recarsi verso il Sud di Arrakis. Viene mostrato mentre segue una figura non identificata attraverso i deserti di Arrakis e che passa accanto a molti cadaveri. La visione avverte Paul di ciò che accadrà a lui e all’universo se deciderà di andare a Sud. Questa azione scatenerà infatti una guerra in tutta la galassia che provocherà la morte di miliardi di persone, rendendolo responsabile del genocidio di cui è testimone.

La visione di questo possibile futuro ossessiona Paul per il resto di Dune – Parte Due, anche se il motivo per cui ciò dovrebbe avvenire gli rimane ancora sconosciuto. Questo fa sì che Paul si opponga ripetutamente all’idea di essere il Lisan al Gaib e fa tutto ciò che gli viene in mente per evitare di andare a Sud. Non vuole avere tutta questa morte tra le mani, e per questo si ribella per cercare di evitare questo risultato. Alla fine, però, non serve a nulla e si trova comunque costretto a recarsi dove non vorrebbe.

Paul ha una visione di Lady Jessica che lo conduce a Sud

Lady Jessica Dune - Parte Due
Copyright: © 2023 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.

Le visioni originali di Paul che viaggiava verso Arrakis sud non identificavano direttamente chi fosse la figura femminile misteriosa e come fosse responsabile della morte che sarebbe arrivata. Questo lascia aperta la possibilità che uno qualsiasi dei personaggi femminili di spicco di Dune – Parte Due – Chani, Jessica, Irulan o Alia Atreides – sia la risposta alla sua visione. Fortunatamente per Paul, una visione più chiara di questo futuro arriva in seguito, permettendogli di vedere che è sua madre a condurlo a Sud. Questo sguardo al futuro fa capire a Paul che Jessica ha i suoi piani in corso.

Il ruolo di Jessica (Rebecca Ferguson) in Dune – Parte Due cambia quando diventa la Reverenda Madre dei Fremen, sostituendo la precedente Bene Gesserit al potere. Conoscendo le profezie della cultura e vedendo che molti credono già che Paul sia il loro messia, prende in mano la situazione per procurargli dei seguaci. Inizialmente, Jessica vuole far credere la gente del nord, ma le sue vere motivazioni sono quelle di andare a sud e far credere la parte più religiosa e fanatica del popolo Fremen. Una volta che Paul si reca a sud e si ricongiunge con sua madre, i frutti del suo lavoro sono evidenti: Paul sale al potere.

Paul sogna la morte di Chani in Dune – Parte Due

Dune - Parte Due Zendaya
Zendaya nel ruolo di Chani in una scena di Dune – Parte Due. Copyright: © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Courtesy of Warner Bros. Pictures

Tutti i sogni e le visioni di Paul in Dune – Parte Due hanno effetti diversi su di lui, ma quello di Chani (Zendaya) lo colpisce particolarmente. Mentre dorme, sogna Chani in piedi sulla cima di una duna di sabbia, che domina il resto di Arrakis. In quel momento, una bomba esplode in lontananza, facendo correre Paul verso di lei. Una volta arrivato, trova Chani con ustioni sul viso, apparentemente dovute alle radiazioni della bomba atomica che è esplosa. La visone termina con la morte di Chani tra le braccia di Paul.

Chani non muore in Dune – Parte Due, lasciando diverse possibilità di lettura del significato di questo sogno. La prima è che si trattava di una manifestazione dei timori di Paul che Chani potesse morire a causa della guerra imminente. Con Paul che si preparava a usare le bombe atomiche per diventare imperatore e a iniziare una guerra, sarebbe stato comprensibile se avesse temuto che Chani fosse una vittima delle battaglie che stavano per avere luogo. C’è anche la possibilità che Denis Villeneuve abbia voluto usare questo sogno per prefigurare il destino di Chani in Dune – Parte Tre.

L’altra possibilità è che non si tratti di un sogno, ma di una visione più metaforica che letterale. Non tutte le visioni di Paul si avverano come lui le vede, come è evidente in tutto Dune. Forse questa visione in Dune – Parte Due vuole mostrare a Paul che perderà Chani se userà le bombe e percorrerà questa strada di guerra. Chani potrebbe non morire, ma alla fine del film lascia Paul. È possibile che questo sia ciò che la visione stava cercando di comunicare; solo che Paul l’ha presa più alla lettera per quanto riguarda la perdita di Chani.

Paul ha la visione di un dialogo con Jamis

Dune-Jamis-Pauls-vision

L’ultima visione di Paul che coinvolge Jamis arriva in un momento cruciale del suo percorso per diventare Lisan al Gaib, in quanto viene messo nella condizione di dover scegliere se intraprendere o meno questa strada. Paul vede il suo vecchio amico/nemico mentre cerca risposte su ciò che deve fare. Sente molte voci diverse, ma è Jamis che vede e gli dice che deve vedere il quadro completo – passato, presente e futuro – e bere l’Acqua della Vita.

Anche se Jamis è morto dopo la lotta con Paul in Dune, il suo ritorno attraverso una delle visioni è intrigante. I due si sono conosciuti solo brevemente nel primo film e Jamis era piuttosto aggressivo e ostile nei confronti di Paul e di sua madre. Tuttavia, le altre visioni di Paul sembravano mostrare Jamis come un amico intimo, tanto che Maud’Dib si fida ancora di lui. Dune – Parte Due raddoppia questo aspetto, facendo sì che Jamis sia la figura che Paul vede quando arriva il momento di prendere una decisione che modificherà la sua vita e l’intero universo.

Paul ha una visione sul futuro di Arrakis e Alia

Anya Taylor-Joy
Foto di Luigi de Pompeis © Cinefilos.it

La decisione di Paul di bere l’Acqua della Vita gli permette di accedere al futuro come mai prima d’ora, dandogli una visione cristallina del futuro di Arrakis. Vede le sabbie del pianeta familiare incontrarsi con mari d’acqua che ora sono tornati. Paul vede anche una versione adulta di sua sorella, la Alia Atreides di Anya Taylor-Joy, in piedi sulla sabbia. Lei dice a Paul “Ti amo” per concludere la visione.

Questa è una delle visioni più importanti di Paul in Dune – Parte Due, poiché è il raro caso in cui vede un potenziale “bene” che arriverà nel suo futuro. Il ritorno dei mari ad Arrakis è il risultato diretto del fatto che Paul diventa Lisan al Gaib e Imperatore. Questa è la prova che ha realizzato la speranza di riportare acqua e giardini sul pianeta desolato. Nel frattempo, la visione di una versione futura di Alia gli mostra un membro della famiglia che non ha ancora incontrato ma a cui un giorno si avvicinerà molto.

Paul ha una visione del suo combattimento con Feyd-Rautha

Dune - Parte Due Timothée Chalamet Austin Butler
Timothée Chalamet e Austin Butler in una scena di Dune – Parte Due. © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Niko Tavernise

La più breve delle visioni di Paul in Dune – Parte Due si presenta come una premonizione del suo combattimento con Feyd-Rautha Harkonnen (Austin Butler). Egli vede uno scorcio dell’imminente duello, con il filmato che mostra solo una persona che pugnala un’altra persona nelle viscere con un coltello. In quel momento, non è chiaro se sia Paul a essere pugnalato o se stia sferrando un colpo mortale a un avversario. È solo quando si svolge il combattimento tra Paul e Feyd-Rautha che la visione acquista un senso, poiché insegna a Paul come battere suo cugino.

Paul ha una visione che conferma che Jessica è una Harkonnen in Dune – Parte Due

Dune - Parte Due Bene Gessirit
Copyright: © 2023 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved.
Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

Una rivelazione importante arriva verso la fine di Dune – Parte Due, quando viene mostrata un’altra visione di Paul. Questa inizia con le immagini di un neonato. Poi mostra il Barone Harkonnen che incontra il bambino, indicando che è lui il padre. Il significato della visione non è nascosto, poiché Paul parla sopra la scena mentre parla con sua madre. In questo modo Dune – Parte Due conferma che Jessica è la figlia del Barone Harkonnen, un fatto che lei stessa non sapeva fino a quando non ha bevuto l’Acqua della Vita.

Il colpo di scena che collega Jessica alla stirpe degli Harkonnen è un altro tassello del piano delle Bene Gesserit per produrre il Kwisatz Haderach. Questo non solo significa che le Bene Gesserit avevano pianificato la mescolanza delle linee di sangue Atreides e Harkonnen, ma rende anche Paul il nipote del Barone Harkonnen. È attraverso questa visione che Paul apprende di far parte di due potenti casate, oltre che delle Bene Gesserit. Questi fatti, uniti al fatto che Paul diventa Lisan al Gaib, Imperatore e parte della Casa Corrino, mostrano quanto sia potente quando Dune – Parte Due si conclude.

Alia Atreides: spiegazione e futuro del personaggio visto in Dune – Parte due

Una delle sorprese maggiori offerte da Dune – Parte due (qui la nostra recensione) è la presenza dell’attrice Anya Taylor-Joy nel ruolo di Alia Atreides, cosa che getta le basi per una sua maggior presenza in un eventuale film successivo. Sebbene non sia uno dei personaggi principali di Dune – Parte due – in quanto concretamente non ancora nata e presente da adulta solo in una delle visioni di Paul – la presenza di Alia si avverte lungo tutto il film sia come voce guida che come anticipazione di ciò che sarà. Essendo inoltre una figura importante all’interno dei romanzi di Frank Herbert, il personaggio potrebbe dunque facilmente diventare un punto fermo del franchise, se verranno prodotti altri film che adattano i successivi libri. Nell’attesa di ciò, scopriamo qualcosa in più su tale personaggio.

Anya Taylo-Joy e il ruolo di Alia Atreides in Dune – Parte due

Dune - Parte Due Bene Gessirit
Rebecca Ferguson nel ruolo di Lady Jessica. Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

Concepita durante gli eventi di Duneil film del 2021, Lady Jessica, porta dunque in grembo Alia per tutta la durata di questo sequel. L’esposizione della donna all’Acqua della Vita permette poi ad Alia di acquisire la capacità di parlare telepaticamente con la madre. Le due possono così discutere di Paul e della profezia che lo vuole Messia, con Jessica che cita poi proprio il punto di vista e le opinioni di Alia durante le discussioni con il figlio sul suo destino. È la stessa Taylor-Joy a dare voce alla nascitura durante le conversazioni con Lady Jessica. Data l’importanza del personaggio per il mito di Dune nel suo complesso, ha senso che il personaggio sia stato ora introdotto, anche se con notevoli differenze a quanto avviene nel romanzo.

In esso, infatti, Alia è già una bambina di due anni, nata nel periodo che intercorre tra la Prima parte (Il pianeta delle dune) e la Seconda (Muad’dib), ma nonostante ciò presenta già la capacità di ragionamento di un adulto. È poi proprio lei ad uccidere il Barone Harkonnen e non Paul, come mostrato invece nel film. Si parla dunque di un personaggio molto importante, ma che appunto nel film viene solamente evocato, come a rimandare di un po’ il suo ruolo all’interno del racconto, permettendo ora di concentrarsi su altri aspetti. Alia viene poi silenziosamente presentata con una funzione diversa, che funge in un certo senso da inquietante premonizione alla crescita di Paul nel film.

Alia Atreides anticipa scenari spaventosi

Dune - Parte Due Kwisatz Haderach
© 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Niko Tavernise

In Dune – Parte due, infatti, Paul Atreides fa di tutto per evitare di abbracciare la profezia Fremen del Muad’Dib. Questo è in gran parte dovuto alle visioni che lo perseguitano riguardanti un futuro in cui una guerra guidata dagli Atreides devasta la galassia e lascia miliardi di morti. In queste visioni, Paul vede una figura che cammina nel deserto, ignorando le persone che muoiono di fame intorno a loro. Gradualmente, la visione si fa più chiara, suggerendo che il personaggio che Paul vede non è, come credeva, sé stesso. Quando finalmente accetta il suo destino e beve l’acqua della vita, Paul riceve una visione più vivida della figura.

Questa si rivela essere proprio Alia, che finalmente parla brevemente con Paul di come ora possa vedere il passato e il futuro della loro Casa. La scena, che vede finalmente l’attrice Anya Taylor-Joy assumere concretamente il ruolo di un’Alia ormai adulta, rivela il loro legame familiare con il Barone Vladimir Harkonnen e anticipa sostanzialmente il futuro di Arrakis. Anya Taylor-Joy appare sullo schermo come Alia solo per pochi istanti, ma anticipa una grande quantità di conflitti interni e un potenziale pericolo per Paul e per il resto della galassia in generale. Se gli adattamenti cinematografici del franchise di Dune continueranno, Alia avrà dunque un ruolo molto più importante in futuro.

Alia Atreides e il suo futuro in Dune

Dune: Prophecy

 

Alia, come già accennato, ha infatti un ruolo di crescente rilevanza nel Ciclo di Dune di Frank Herbert e diventa un personaggio più centrale nel romanzo successivo al primo, Dune: Messiah. Alia trascorre gran parte di quest’ultima storia cercando di aiutare il fratello a sradicare una cospirazione contro la famiglia Atreides. Il ruolo di Alia in un eventuale terzo film di Dune si concentrerebbe probabilmente su questi elementi, oltre che sul suo eventuale posto all’interno dell’impero galattico, configurandosi dunque come un’importante alleata per Paul. Quando poi Paul si ritira nel deserto, diventa lei la reggente dell’Impero, portando a termine le punizioni contro i cospiratori.

Tuttavia, la storia di Alia è anche molto più complessa. Quando sua madre Lady Jessica viene scelta per diventare la Reverenda Madre, conosce perfettamente gli effetti che l’Acqua della Vita grezza avrà sulla figlia che porta in grembo, ma a questo punto non può rifiutare la cerimonia. Il risultato è la creazione di qualcosa che le superiori di Jessica nella sorellanza Bene Gesserit hanno a lungo temuto e che chiamano Abominazione: un bambino nato con la piena consapevolezza e conoscenza delle sue memorie ancestrali. In seguito, Alia verrà posseduta dalla personalità del nonno materno, il sanguinario Barone Vladimir Harkonnen.

In I figli di Dune (1976), Alia diventa dunque progressivamente più subdola e assetata di potere, man mano che soccombe all’Abominio. Cadendo sotto l’influenza del personaggio del suo defunto nonno, Alia abusa dei suoi poteri di reggente e diventa una tiranna spietata. Permette al Barone di accedere ai suoi sensi in cambio del suo aiuto nel combattere le altre personalità all’interno di lei. Nelle future trasposizioni, dunque, Alia potrebbe presentarsi quale antagonista, anche se non necessariamente quello che è il suo percorso all’interno di romanzi potrebbe venire adattato in tutto e per tutto. Di certo, però, si presta ad essere uno dei personaggi più importanti del futuro del franchise.

Lena Dunham: il cast della sua serie Netflix è stato annunciato

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Lena Dunham: il cast della sua serie Netflix è stato annunciato

La serie comedy Netflix di Lena Dunham Too Much ha completato il suo cast con una formazione davvero impressionante. Oltre ai protagonisti della serie precedentemente annunciati Megan Stalter e Will Sharpe ci saranno: Richard E. Grant (“Saltburn”), Stephen Fry (“The Dropout”), Janicza Bravo (“Sharp Stick”), Michael Zegen (“The Marvelous Mrs. Maisel ”), Rhea Perlman (“Cheers”), Rita Wilson (“Insonne a Seattle”), Leo Reich (“Leo Reich: letteralmente chi se ne frega?!”), Adele Exarchopoulos (“Passages”), Adwoa Aboah (“Top Boy “), Daisy Bevan (“L’alienista”), Dean-Charles Chapman (“1917”), Kaori Momoi (“Il tetto più luminoso dell’universo”) e Prasanna Puwanarajah (“The Crown”). È stato inoltre confermato che Emily Ratajkowski apparirà nella serie.

Too Much segue Jessica (Stalter), descritta come “una maniaca del lavoro di New York sulla trentina che si sta riprendendo da una relazione interrotta che pensava sarebbe durata per sempre e che si sta lentamente isolando da tutti quelli che conosce. Quando ogni isolato di New York racconta la storia del suo cattivo comportamento, l’unica soluzione è accettare un lavoro a Londra, dove progetta di vivere una vita di solitudine come una sorella Brontë. Ma quando incontra Felix (Sharpe) – che somiglia più a Spike che a Will di Notting Hill – scopre che il loro insolito legame è impossibile da ignorare, anche se crea più problemi di quanti ne risolve. Ora devono chiedersi: gli americani e gli inglesi parlano davvero la stessa lingua?”

Lena Dunham scriverà e dirigerà Too Much, con la musica originale di Luis Felber, suo marito. Dunham e Felber sono produttori esecutivi insieme a Tim Bevan, Eric Fellner, Michael P. Cohen, Surian Fletcher-Jones e Bruce Eric Kaplan, con Camilla Bray come produttrice.

Coyote Vs. Acme: Will Forte condivide il suo pensiero sulla cancellazione

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Will Forte, tra gli attori in carne e ossa di Coyote vs. Acme, film cancellato dalla distribuzione Warner Bros, ha pubblica una lettera toccante sui social media condividendo i suoi sentimenti riguardo al film cancellato.

Diretto da Dave Green, Coyote vs. Acme è finito all’attenzione della cronaca dopo la sua cancellazione da parte della Warner Bros. Il film da 70 milioni di dollari, che vedeva protagonista anche John Cena e doveva essere un mix di live-action e animazione, è stato completato nel 2022, ma la sua uscita è stata cancellata nel novembre 2023.

In una lunga lettera pubblicata su X, ex Twitter, Forte parla della cancellazione di Coyote vs. Acme a seguito di una proiezione privata del film andata malissimo. Leggi i suoi sentiti commenti qui sotto:

https://twitter.com/OrvilleIV/status/1763244251922723127?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1763244251922723127%7Ctwgr%5Eef2f3ecc56601c433d30d5ff3a9ea609776fd962%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fcoyote-vs-acme-movie-cancelled-will-forte-message%2F

L’attore condivide la sua esperienza di visione del film ed esprime gratitudine al cast e alla troupe per il loro duro lavoro, congratulandosi con la squadra per aver realizzato un film che è “super divertente in tutto, visivamente sbalorditivo, dolce, sincero ed emotivamente risonante”. L’attore sembra inoltre confermare il destino del film ed esprime “confusione e frustrazione” nei confronti della decisione della Warner Bros. di non distribuirlo. Rivolgendosi direttamente al cast e alla troupe, scrive: “Ne sareste così orgogliosi”.

Coyote vs. Acme è il terzo film che la Warner Bros. Discovery ha accantonato dopo Batgirl e Scoob! Holiday Haunt nel 2022. Le cancellazioni fanno parte di uno sforzo più ampio da parte di Zaslav e dell’azienda per tagliare i costi e ridurre il debito dopo un periodo di spese esuberanti sotto la precedente leadership. La saga di Coyote vs. Acme è aggravata dal fatto che il film è, secondo quanto riferito, abbastanza buono, ed è probabile che alcuni registi e attori ci penseranno due volte prima di lavorare con la Warner Bros. in futuro.

The Crow: David Ayer si sente chiamato in causa dall’associazione del look di Bill Skarsgård a quello di Joker

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Lo svelamento del loook di Bill Skarsgård in The Crow ha generato parecchi commenti in rete, e dopo che anche Alex Projas ha esternato il suo disappunto in merito a questo look decisamente diverso da quello di Brandon Lee nel film del 1994, interviene nella conversazione anche David Ayer.

Il regista di Suicide Squad si è sentito chiamato in causa dal momento che il look scelto per Eric Draven di Skarsgård è decisamente simile a quello che lui stesso aveva messo a punto per la sua versione del Joker di Jared Leto.

David Ayer si è rivolto a X per unirsi al discorso con un tweet composto solo da un’emoji con l’occhio alzato. La somiglianza non sfugge al regista americano, il cui lavoro più recente include il thriller del 2024 diretto da Jason Statham The Beekeper.

https://twitter.com/DavidAyerMovies/status/1762926559554306445?ref_src=twsrc%5Etfw%7Ctwcamp%5Etweetembed%7Ctwterm%5E1762926559554306445%7Ctwgr%5E19e41d90bad7a99bce66f6246b1f075392c38163%7Ctwcon%5Es1_&ref_url=https%3A%2F%2Fscreenrant.com%2Fthe-crow-reboot-suicide-squad-joker-comparison-david-ayer%2F

Rupert Sanders, regista di Biancaneve e il Cacciatore e Ghost in the Shell, firma la regia del film che, come detto, sarà un nuovo adattamento della graphic novel gotica e non un remake del film del 1993 divenuto tristemente famoso per essere stato l’ultimo di Brandon Lee, morto tragicamente proprio durante le riprese.

Molti ritengono che quel film diretto da Alex Proyas abbia svolto un lavoro perfetto di adattamento della storia e, a questo proposito, il 7 maggio il film uscirà per la prima volta in 4K Ultra HD e in Steelbook. The Crow sarà interpretato anche da Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger in ruoli non rivelati. Zach Baylin e Will Schneider hanno scritto la sceneggiatura.

The Crow uscirà il 7 giugno di quest’anno negli USA. La sinossi recita: “Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente assassinate quando i demoni del passato oscuro di lei li raggiungono. Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso, Eric parte alla ricerca di una spietata vendetta sui loro assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei morti per mettere a posto le cose sbagliate“.

Nuova Scena: lunedì 4 marzo la finale solo su Netflix

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Nuova Scena: lunedì 4 marzo la finale solo su Netflix

Il rap show Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia è giunto al gran finale! ELMATADORMC7, JELECROIS e KID LOST si contenderanno il titolo e il premio di 100.000 euro nell’ultimo episodio della competizione musicale del mondo rap, che sarà disponibile eccezionalmente da lunedì 4 marzo alle ore 21.00 solo su Netflix e che vedrà Nitro come special guest.

I tre finalisti sono riusciti a convincere i giudici Fabri Fibra, Geolier e Rose Villain, superando  le prove degli episodi precedenti che hanno visto la partecipazione di star del rap come Guè, Madame, Marracash, Noyz Narcos, Ernia, Fred De Palma, Ketama126, Lazza, Lele Blade, Nayt, Nitro, Rocco Hunt, Squarta e Yung Snapp e della regista videomaker Martina Pastori.

Nella finale ELMATADORMC7, JELECROIS e KID LOST si sfideranno presentando il proprio brano originale – che sarà poi disponibile su Spotify dalle 0.01 di martedì 5 marzo – realizzato in collaborazione con i più importanti producer della scena italiana: Dat Boi Dee & Poison, Sixpm, Marz & Zef.

Nuova Scena – Rhythm + Flow Italia, prodotto da Fremantle Italia, scritto da Dino Clemente, Matteo Lenardon, Paola Papa, Antonio Vicaretti e da Chiara Guerra, Vincenzo Majorana, Marina Pagliari, per la regia di  Alessio Muzi, arriva nel nostro Paese dopo il successo riscosso negli USA e in Francia, rappresentando il primo adattamento italiano di un format originale Netflix.

Starlex Productions vince il Filming Italy Improving Talent Award con Non io

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In occasione della nona edizione del Filming Italy – Los Angeles, festival creato e diretto da Tiziana Rocca che si è concluso ieri giovedì 29 febbraio a Los Angeles, la casa di produzione Starlex Productions con il cortometraggio “Non io” – con la regia di Benedetta Pontellini e la sceneggiatura di Claudia Gatti –  si è aggiudicata il premio Filming Italy Improving Talent Award.

Vincitore del Ciak D’Oro per il Miglior cortometraggio nel 2020, “Non io” con protagonisti Monica Guerritore, Pietro de Silva, Giorgia Gatti e con la voce di Lina Wertmüller è una storia nata durante la pandemia, girata nella sua prima versione con uno smartphone e poi successivamente rielaborata e arricchita. In un periodo storico in cui il contatto fisico e il raggiungimento delle persone care erano tra i temi più delicati, il cortometraggio è il racconto di una storia d’amore, in cui la vita cerca di andare avanti mentre il tempo scorre intorno, con le difficoltà per incontrarsi e il tempo che sembra durare un attimo.

Tra gli obiettivi del festival Filming Italy – Los Angeles c’è quello di incoraggiare la crescita del talento per garantire il futuro del ricambio creativo e produttivo e il premio Filming Italy Improving Talent Award è destinato a realtà emergenti della creatività e della produzione italiana, con particolare focus ai cortometraggi.

Con questo cortometraggio scritto e diretto da donne, Starlex Productions – realtà indipendente tutta al femminile – si aggiudica questo premio, segno della creatività, originalità e affiatamento del team di lavoro.

La sceneggiatrice Claudia Gatti e la regista Benedetta Pontellini sono le fondatrici di Starlex Productions, che dopo un lungo lavoro nel mondo degli spettacoli teatrali dal vivo, da qualche anno realizza film e serie tv, tra cui “Tutte insieme all’abbazia”, commedia prossimamente in uscita.

Starlex Productions

Fondata nel 2009 da Benedetta Pontellini e Claudia Gatti, Starlex Productions è una casa di produzione attiva nell’ambito cinematografico e teatrale. Nella stagione 2016/17 ha festeggiato la cifra record di 202 mila spettatori in tutta Italia grazie a spettacoli di successo come “La Più meglio Gioventù” con Francesco Montanari e “Serata D’Onore” con Michele Placido. A oggi la società conta oltre 80 spettacoli dal vivo, documentari, spot, corti, Pubblicità Progresso, Master per le arti e il premio Migliore Produzione Emergente alla Mostra del Cinema dello Stretto 2010. Nel 2020 ha prodotto il “3+1 giorni per innamorarsi”, una commedia romantica con la partecipazione straordinaria di Maurizio Costanzo e Maria Grazia Cucinotta e con Lina Sastri, Myriam Catania, Marco Bonini e Pietro De Silva.  Sempre nello stesso anno ha prodotto “Non io”, un corto sull’esistenzialismo con protagonisti Monica Guerritore, Pietro de Silva e con la voce di Lina Wertmuller, che ha vinto il Ciak D’Oro per il Miglior cortometraggio nel 2020.

Il fotografo del duce, al via le riprese del film prodotto da Luce Cinecittà

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Sono iniziate negli Studi di Cinecittà le riprese de Il fotografo del duce, il nuovo film di Tony Saccucci, prodotto e distribuito da Luce Cinecittà. Saccucci torna sul set, dopo il caso mediatico del suo debutto ‘Il pugile del duce’, e il successivo ‘La prima donna’ premiato con il Nastro d’argento, con una nuova indagine di memoria storica e recupero di un personaggio straordinario. Protagonista de Il fotografo del duce è Adolfo Porry-Pastorel, fotografo, giornalista, padre dei fotoreporter italiani, progenitore dei ‘paparazzi’.

Classe 1888, pioniere di un nuovo linguaggio, geniale ideatore di trovate pubblicitarie, fondatore ad appena 20 anni dell’agenzia V.E.D.O. – Visioni Editoriali Diffuse Ovunque, capace di trovarsi con la sua macchina fotografica al posto giusto nel momento giusto prima dei concorrenti, autore di clamorosi scoop, negli anni ’10 Porry è già un numero uno della fotografia di cronaca e attualità. Tra le due guerre riesce a passare grazie al suo talento e ubiquità per ‘il fotografo di Mussolini’, e contemporaneamente per un fastidioso scrutatore del regime (celeberrimo lo scambio di battute tra i due: ‘Sempre il solito fotografo’ – ‘Sempre il solito Presidente del Consiglio’). Ha accesso alle stanze più intime del capo del regime ed è attenzionato dalla censura fascista. Milioni di lettori grazie alle sue foto hanno la cronaca viva di grandi eventi storici e politici (primo tra tutti l’arresto di Mussolini del 1915, la Marcia su Roma, il ritrovamento del corpo di Giacomo Matteotti), del costume, del tempo libero, le nuove abitudini degli italiani.

Il film di Saccucci racconta, tra riprese originali e filmati di repertorio e fotografie dell’Archivio Luce – nell’anno che celebra il centenario della fondazione del Luce – un personaggio che è riuscito a raccontare il dietro le quinte del potere, la belle époque, il ventennio fascista e il dramma, vissuto personalmente, della seconda guerra mondiale. Un ‘occhio del secolo’ rapidissimo e unico.

‘Porry-Pastorel è un gigante della fotografia e un fiore all’occhiello del nostro Archivio’ – commenta Enrico Bufalini, Direttore Cinema e Documentaristica di Luce Cinecittà. ‘Proprio pochi anni fa durante la digitalizzazione del suo fondo è stato rinvenuto l’originale della celebre immagine dell’arresto di Mussolini del 1915, un ritrovamento che ha impreziosito il nostro patrimonio. Siamo fieri che un film interamente prodotto dal Luce, diretto da un autore di talento e passione storica come Saccucci, valorizzi questo grande artista e con lui l’Archivio Luce, che sa sempre sorprenderci con i suoi tesori’.

A interpretare Porry-Pastorel è Michele Eburnea (‘Il sol dell’avvenire’, ‘ ‘Esterno notte’), giovane talento segnalato di recente dai David di Donatello come David Rivelazione Italiana. Il fotografo del duce è una produzione e una distribuzione Luce Cinecittà.

Scritto dal regista Tony Saccucci con Vania Colasanti e Flaminia Padua. Il montaggio è affidato a Patrizia Penzo, la direzione della fotografia è di Filippo Genovese, le musiche originali di Alessandro Gwis e Riccardo Manzi. La produzione esecutiva è di Maura Cosenza. Le riprese si svolgono negli Studi di Cinecittà, il materiale di repertorio è dell’Archivio Luce Cinecittà.

Nastri d’Argento 2024, la rassegna al Cinema Barberini

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Nastri d’Argento 2024, la rassegna al Cinema Barberini

Due giorni dedicati ai documentari Nastri d’Argento 2024 al Cinema Barberini: lunedì 4 e martedì 5 marzo si svolgerà una rassegna dedicata ai documentari premiati dai Giornalisti Cinematografici Italiani (SNGCI). Un’occasione unica per vedere o rivedere sul grande schermo una selezione di alcuni fra i più interessanti Documentari dell’anno vincitori e finalisti dei Nastri d’Argento, presentati in sala, con i giornalisti che li hanno scelti, anche dagli autori.

È un evento davvero speciale con il quale il Cinema Barberini, che ha recentemente ospitato la premiazione dei Nastri d’Argento Documentari 2024 con un ricco parterre di autori, registi e protagonisti e un’ampia rappresentanza dell’industria cinematografica,  si conferma uno spazio aperto anche al dibattito sui diversi formati dell’arte e sulla cultura dell’audiovisivo.

Anche quest’anno la selezione dei Documentari candidati e vincitori dei Nastri d’Argento ha incluso film che rivelano uno sguardo sul passato e  sulla nostra storia recente con il ‘Cinema del Reale’, ma anche un’attenzione speciale, nel mondo dello Spettacolo e nella Cultura, al cinema e ai protagonisti della musicanonché al patrimonio artistico del nostro paese cui è stata riservata una cinquina speciale.

Si parte lunedì 5 con Murcoraggiosa opera prima di Kasia Smutniak sul suo viaggio al confine fra Polonia e Biolerussia e con i due film di Mario Martone con cui ha vinto il Nastro dell’Anno: “Laggiù qualcuno mi ama”, emozionante tributo a Massimo Troisi, e “Un ritratto in movimento. Omaggio a Mimmo Jodice” che celebra il fotografo napoletano. Nella stessa data verrano proiettati “Profondo Argento”, unico documentario sul cinema fra i finalistidedicato al maestro dell’horror e firmato da Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa e il docufilm “Enigma Rol” di Anselma Dell’Olio che esplora, attraverso testimonianze e ricostruzioni, la figura del sensitivo torinese così vicino a Fellini.

Si prosegue martedì 5 con le proiezioni di Io noi e Gaber”, con cui Riccardo Milani ha ripercorso la straordinaria parabola umana e artistica del grande Signor Ge di “Un altro domani” di Silvio Soldini e Cristina Mainardi che denuncia la violenza sulle donne, per una volta anche attraverso le voci degli uomini. La rassegna si chiude con “Roma Santa e dannata”, il documentario di Roberto D’Agostino, Marco Giusti e Daniele Ciprì,  sorprendente viaggio negli inferi, intimo e dissacrante, della città più iconica e amata del mondo.

Una collaborazione, quella con il Barberini, che riporta ancora una volta i Nastri d’Argento nel cinema che ha ospitato la 18.ma edizione del Premio nel lontano 1963, l’anno dei Nastri a Vittorio Gassman per Il sorpasso e a Gina Lollobrigida per Venere Imperiale, premiati con Rosi, Petri, Tonino Guerra e ancora Romolo Valli e François Truffaut per Jules e Jim, miglior film internazionale in una serata che si concluse con l’anteprima del Gattopardo.

Per tutte le informazioni: Cinema Barberini – P.za Barberini, 24/26 – Roma – Il programma

IL PROGRAMMA

LUNEDÌ 4 Marzo

Sala 3
ore  18:00
MUR di Kasia Smutniak (107’)

ore 20:15
LAGGIÙ QUALCUNO MI AMA di Mario Martone (128’)

presenta il film il regista

Sala 7
ore 18:00
PROFONDO ARGENTO di Giancarlo Rolandi e Steve Della Casa (70’)
presenta il film il regista Giancarlo Rolandi

ore 19:30
UN RITRATTO IN MOVIMENTO. OMAGGIO A MIMMO JODICE di Mario Martone (52’)

ore 20:45
ENIGMA ROL di Anselma Dell’Olio (90’)

MARTEDÌ 5 Marzo

Sala 3
ore 18:30
IO NOI E GABER di Riccardo Milani (135’)
presentano il film il regista e i produttori

ore 21:00
ROMA SANTA E DANNATA di Roberto D’Agostino, Marco Giusti, Daniele Ciprì (91’)
presentano il film gli autori

Sala 7
ore 18:00
UN ALTRO DOMANI di Silvio Soldini e Cristiana Mainardi (109’)

Vin Diesel anticipa The Last Witch Hunter 2 con una immagine commemorativa

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Vin Diesel, star di The Last Witch Hunter, condivide una nuova immagine che anticipa The Last Witch Hunter 2. Uscito nel 2015, il film fantasy d’azione è diretto da Breck Eisner, con Diesel nel ruolo di Kaulder, l’ultimo della sua specie e la linea finale di difesa tra l’umanità e una piaga creata dalle streghe. Nonostante sia stato un disastro di critica e non abbia avuto particolare successo al botteghino, Diesel ha da tempo anticipato un sequel.

In un nuovo post sul suo account Instagram, Vin Diesel condivide un’immagine di se stesso in costume nei panni di Kaulder e anticipa The Last Witch Hunter 2. L’attore sottolinea l’importanza del ruolo in quel particolare momento della sua vita oltre a suggerire che il pubblico non lo ha ancora visto per l’ultima volta.

Giovedì del ritorno al passato… ho avuto la fortuna di incarnare così tanti personaggi iconici… alcuni universali e altri che solo alcuni di voi conoscono. È stato un onore portare un immortale sullo schermo per la Lionsgate… un giorno spiegherò dov’erano la mia testa e il mio cuore e perché il personaggio di Kaulder è stato così significativo per me… è stato un momento potente nella mia vita, come molti di voi sanno.

Non vedo l’ora di vedere dove andrà l’immortale.

Tutto amore, sempre…

Jessica Chastain e Al Pacino di nuovo insieme per Re Lear

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Jessica Chastain e Al Pacino di nuovo insieme per Re Lear

Re Lear troverà una nuova riproposizione cinematografica che si avvarrà di due interpreti d’eccezione. Al Pacino e Jessica Chastain saranno infatti diretti da Bernard Rose (Immortal Beloved) nei ruoli del protagonista e di Goneril.

Non è la prima volta che i due attori lavorando insieme, anzi, Al Pacino è stato addirittura l’artefice dell’esordio sul grande schermo di Jessica Chastain con Wilde Salomé, che lui ha diretto e lei interpretato. Il film nasce da Salomè, fatta a teatro e che ha visto l’attrice splendere in un ruolo che le ha poi aperto le porte del cinema, fino ad arrivare a tre nomination agli oscar e a una vittoria due anni fa per The Eyes of Tammy Faye.

Al Pacino invece torna a Shakespeare dopo Il mercante di Venezia (2004) in cui interpretava Shylock, e i citati Wilde Salomé (2011) e Salomé (2013), mentre recentemente ha recitato in Modi (2024), che è diretto da Johnny Depp.

In Re Lear, un re anziano divide la sua terra tra le sue tre figlie per prevenire futuri conflitti. Ma rifiuta la giovane figlia che lo ama e ripone la sua fiducia nelle sue sorelle, che lo spogliano del suo potere e lo condannano a una miserabile terra desolata di orrore e follia. “Questo progetto è stato il lavoro d’amore di Al per oltre un decennio”, ha detto il produttore Barry Navidi a Deadline. “Sono felicissimo di portare questa straordinaria impresa sullo schermo con il brillante adattamento e la visione audace e unica di Bernard Rose. Sono così entusiasta di collaborare di nuovo con Jess dopo Wilde Salome di Pacino.”

Pacino ha fatto il suo debutto a Broadway in Does the Tiger Wear Necktie? nel 1969 e vinse un Tony Award per la sua interpretazione. Ha vinto il suo secondo Tony per il suo ruolo nel revival del 1977 di The Basic Training of Pavlo Hummel. Nel 2010 è stato anche candidato al Tony per la messa in scena de Il Mercante di Venezia.

The Crow: Alex Proyas, regista del film del 1994, caustico sulle prime immagini

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Il look di Bill Skarsgård nel reboot di The Crow ha scatenato la reazione caustica di Alex Proyas che è stato il regista dell’adattamento cinematografico del 1994 della serie di James O’Barr, con protagonista il defunto Brandon Lee. La nuova versione, diretta da Rupert Sanders, vede Skarsgård nei panni del musicista Eric Draven, che risorge in cerca di vendetta dopo che lui e la sua fidanzata (FKA Twigs) sono stati uccisi. Quando sono state pubblicate le immagini del film che mostravano Draven con tatuaggi sul viso e capelli corti, sono state accostate in maniera denigratoria al look del Joker di Jared Leto visto in Suicide Squad del 2016.

Su Facebook, Proyas si è unito al coro di voci contrarie, condividendo un post in cui prendeva in giro il look del nuovo  Eric Draven.

Il regista ha condiviso un’immagine del film con la didascalia: “Eric Draven ha avuto una brutta giornata per i suoi capelli. Avanti il prossimo riavvio, grazie”. Nei commenti, ha espresso ulteriori opinioni sulle immagini.

Questi commenti non rappresentano la prima volta che Proyas si esprime contro il riavvio. Prima di questa denigrazione della nuova versione di Eric Draven di The Crow, il regista aveva precedentemente rivelato di aver tentato di impedire il reboot. Ha espresso la sua convinzione che il film originale dovrebbe rappresentare un tributo all’eredità di Lee, la star del film originale.

Il film è indissolubilmente legato all’eredità della defunta star, che ha trovato la morte proprio a causa di un incidente con un’arma da fuoco mentre sul set giravano una scena in cui Eric Draven viene colpito. Il film è stato completato postumo e Proyas ha dichiarato che la sua motivazione per finirlo era quella di onorare la qualità della performance di Lee. Non è chiaro se i nuovi commenti di Proyas su The Crow siano motivati dallo stesso sentimento o da un senso di protezione nei confronti del personaggio stesso.

Rupert Sanders, regista di Biancaneve e il Cacciatore e Ghost in the Shell, firma la regia del film che, come detto, sarà un nuovo adattamento della graphic novel gotica e non un remake del film del 1993 divenuto tristemente famoso per essere stato l’ultimo di Brandon Lee, morto tragicamente proprio durante le riprese.

Molti ritengono che quel film diretto da Alex Proyas abbia svolto un lavoro perfetto di adattamento della storia e, a questo proposito, il 7 maggio il film uscirà per la prima volta in 4K Ultra HD e in Steelbook. The Crow sarà interpretato anche da Danny Huston, Laura Birn, Sami Bouajila e Jordan Bolger in ruoli non rivelati. Zach Baylin e Will Schneider hanno scritto la sceneggiatura.

The Crow uscirà il 7 giugno di quest’anno negli USA. La sinossi recita: “Le anime gemelle Eric Draven (Skarsgård) e Shelly Webster (FKA twigs) vengono brutalmente assassinate quando i demoni del passato oscuro di lei li raggiungono. Avendo la possibilità di salvare il suo vero amore sacrificando se stesso, Eric parte alla ricerca di una spietata vendetta sui loro assassini, attraversando i mondi dei vivi e dei morti per mettere a posto le cose sbagliate“.

5 attori che hanno “rovinato” i cinecomic di cui sono stati protagonisti

Molti attori si sono scontrati con i team creativi dei cinecomic a cui hanno preso parte, ma solo una piccola parte ha effettivamente rovinato i progetti di cui sono stati protagonisti, sia al botteghino che diminuendo l’interesse dei fan. Nel corso degli anni, molti film di supereroi sono finiti nel mirino della critica e dei fan, e questo a volte è bastato a compromettere le loro possibilità di successo. Poi, c’è stata la rara occasione in cui qualcuno direttamente coinvolto in uno di questi adattamenti ha contribuito (inavvertitamente o meno) a farli fallire.

In questo articolo ci concentreremo sugli attori che hanno causato danni irreparabili ai cinecomic di cui sono stati protagonisti. Che si siano rifiutati di promuoverli, che abbiano avuto problemi personali che hanno spento l’interesse dei fan o che abbiano mostrato un ego incontrollabile, siamo certi che converrete che questi attori hanno fatto ben poco per aiutare i loro progetti.

Jim Carrey

Jim Carrey cinecomic Kick-AssKick-Ass ha generato polemiche soprattutto sul personaggio di un bambino che uccide brutalmente dei gangster e li insulta. Il sequel non presentava nulla di altrettanto scioccante e ha, fortunatamente, deciso di non adattare uno stupro di gruppo presente nei fumetti. Jim Carrey ha comunque deciso di non promuovere il sequel, scelta che ha indubbiamente incrinato le possibilità di successo di Kick-Ass 2 al botteghino.

Dopo la tragedia alla Sandy Hook, l’attore ha dichiarato che non avrebbe potuto in alcun modo contribuire a commercializzare un film sulla violenza delle armi. Carrey ha voltato le spalle a Kick-Ass 2 e molti spettatori hanno fatto lo stesso: il lato positivo è che non si sono persi molto.

Ezra Miller

The Flash 10 implicazioni finale filmUna serie di controversie ha circondato Ezra Miller prima dell’uscita di The Flash, tra cui accuse di adescamento, aggressione e furto con scasso. La Warner Bros. ha fatto del suo meglio per ignorare ciò che stava accadendo, solo che l’attore alla fine ha dichiarato di aver cercato aiuto. Questo è bastato allo studio per confermare l’uscita di The Flash come previsto, e ne è seguita una campagna di marketing che ha cercato ripetutamente di convincere i fan che stavano per sperimentare “il più grande film di supereroi mai realizzato“.

Miller ha presenziato a una première di scarso rilievo ma, per il resto, non ha partecipato alla promozione di questo adattamento dei fumetti DC Comics. Il problema più grande è stato quello di mesi – se non anni – di notizie sul comportamento ripugnante di Miller che hanno lasciato un sapore talmente cattivo in bocca ai fan da indurli semplicemente a non voler vedere il film con l’attore protagonista.

Edward Norton

edward norton cinecomic hulkL’ingaggio di Edward Norton per L’incredibile Hulk è stato un grande successo per i Marvel Studios. All’inizio del 2008, ci si aspettava che questo film fosse un successo molto più grande di Iron Man, soprattutto con un protagonista degno di nota come Bruce Banner. Per tutta la durata della produzione, Norton ha contribuito a plasmare il cinecomic e gli ancora inesperti Marvel Studios lo hanno seguito finchè, durante la post-produzione, si è deciso di dire basta e L’incredibile Hulk è stato finalmente tolto dalle mani di Norton.

L’attore era furioso e riteneva che lo studio si fosse rimangiato la parola data; di conseguenza, si rifiutò di promuovere un film che aveva disperatamente bisogno del suo protagonista per farsi conoscere. Le scarse prestazioni de L’incredibile Hulk hanno trasformato il Golia Verde in un personaggio secondario del MCU e hanno tagliato le gambe a questo franchise.

Jonathan Majors

Jonathan Majors cinecomic MCUJonathan Majors non ha danneggiato solo un cinecomic, ma un intero franchise. I Marvel Studios hanno continuato a ingaggiare le stelle più brillanti di Hollywood quando hanno affidato a Majors il ruolo di Kang della Saga del Multiverso, che ha impressionato in Loki prima di essere probabilmente la parte migliore di Ant-Man and The Wasp: Quantumania. Tuttavia, la carriera dell’attore ha avuto una fine scioccante quando è stato dichiarato colpevole da una giuria di New York di aver aggredito l’allora fidanzata durante un alterco risalente a marzo 2023.

I Marvel Studios decisero di non licenziare Majors fino al verdetto ma, a quel punto, lo avevamo già visto nella seconda stagione di Loki (le riprese si erano svolte prima delle accuse). Ora, però, il MCU si ritrova senza l’attore attorno al quale doveva essere costruita l’intera Saga del Multiverso e perdere il suo Kang ha lasciato il franchise in uno stato di disordine. Avengers: The Kang Dynasty non dovrebbe avere più questo titolo e il ruolo di Kang in futuro sarà ridimensionato; solo il tempo ci dirà se si tratta di una cosa positiva o negativa.

Dwayne “The Rock” Johnson

Black Adam DCEU cinecomicDwayne “The Rock” Johnson ha promesso che avrebbe modificato la gerarchia del DCEU grazie al suo Black Adam del 2022. Questo cinecomic doveva essere un blockbuster di grande successo che avrebbe lanciato una nuova versione di questo mondo condiviso che, come avete capito, ruotava intorno all’ex wrestler professionista. Johnson ha agito alle spalle dei dirigenti per riportare Henry Cavill nel ruolo di Superman, si è rifiutato di condividere lo schermo con lo Shazam di Zachary Levi e ha voluto praticamente introdurre qualsiasi cosa, da un potenziale film sulla Justice Society a Hawkman, come parte di una serie di film che avrebbe supervisionato.

Black Adam è risultato un film pasticciato, con una grafica torbida, una CGI che ha fatto cilecca e The Rock che ha praticamente interpretato lo stesso personaggio di tutti gli altri film in cui ha recitato. I numeri al botteghino non sono stati buoni, le recensioni sono state ancora peggiori e Johnson ha finito per allontanare il pubblico da questo franchise già in difficoltà, tanto che possiamo solo concludere che è stato uno dei principali fattori che hanno contribuito alla fine del DCEU.

Dune – Parte due: le differenze tra il film e il libro

Dune – Parte due: le differenze tra il film e il libro

Dune – Parte due (qui la nostra recensione) porta a compimento il racconto proposto dal primo romanzo del Ciclo di Dune, scritto da Frank Herbert nel 1965. Mentre il film uscito nel 2021 (qui la recensione) era infatti l’adattamento della Prima Parte, chiamata Il pianeta delle dune, questo nuovo film è invece la trasposizione della Seconda e Terza Parte, chiamate Muad’dib e Il profeta. L’aver diviso in due film quanto raccontato in questo primo volume è stata spiegato con la volontà di adattare quanto più fedelmente possibile quanto in esso presente. Nonostante ciò, Denis Villeneuve – anche sceneggiatore del film insieme a Jon Spaihts – ha comunque dovuto apportare alcune modifiche, che scopriamo qui di seguito.

Dune – Parte due rimuove il salto temporale di due anni del libro

Dune - Parte Due Kwisatz Haderach
© 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Niko Tavernise

La linea temporale di Dune cambia in Dune – Parte due. Il sequel di Denis Villeneuve elimina infatti un importante salto temporale presente nel libro. Così facendo, questo secono capitolo si svolge direttamente dopo gli eventi del finale di Dune e nel corso del film passano solo pochi mesi, a giudicare da come procede la gravidanza di Jessica. Questo differisce dal libro, in quanto Herbert ha invece effettuato un salto temporale di due anni poco dopo che Paul è entrato a far parte dei Fremen. Ciò ha permesso lo sviluppo di varie relazioni e rende meno rapida l’ascesa al potere di Paul. In Dune – parte due, invece, l’eliminazione di tale salto temporale accelera l’intera narrazione.

Alcuni personaggi non sono presenti nel film

dune Thufir Mentat

Un personaggio particolarmente importante all’interno del romanzo e invece del tutto assente in Dune – parte due è il Conte Fenring. Egli fa parte della Casa Corrino, il che rende questo assassino e mentat addestrato un parente, nonché un amico intimo e un consigliere, dell’Imperatore Shaddam IV (Christopher Walken). Nel film è presente sua moglie, Lady Margot Fenring (Lea Seydoux), ma di lui non vi è traccia. Si tratta di un’assenza piuttosto importante, dato che nel libro – oltre ad una sua presenza piuttosto ricorrente – l’Imperatore dà Fenring il delicato ordine di uccidere Paul.

Altri due personaggi importanti nel libro ma completamente rimossi dal film sono il mentat Thufir Hawat e la fremen Harah. Il primo è presente nel film del 2021, interpretato da Stephen McKinley Henderson, mentre è completamente assente dal sequel. Nel romanzo, tuttavia, egli sopravvive all’attacco degli Harkonnen su Arrakis e iniziato a lavorare per il Barone Harkonnen. Svolge un ruolo fondamentale nel manipolare quest’ultimo dietro le quinte e nel cercare di trovare Maud’Dib, solo per scoprire che si tratta di Paul. Thufir muore poi dopo essersi rifiutato di uccidere il ragazzo. Tutta questa storia è però assente in Dune – Parte due, il che porta a pensare che in questo adattamento egli non sia sopravvissuto all’attacco di Arrakis.

Harah, invece, è la moglie del fremen Jamis, colui che Paul deve uccidere alla fine del primo film. Nel libro, egli si sente particolarmente in colpa per aver dovuto compiere tale gesto e prende a cuore le sue responsabilità nei confronti della moglie e dei figli di Jamis. È qui che entra in gioco Harah, la quale diventa la serva di Paul, segnando l’inizio di una relazione importante. In Dune – Parte due, tuttavia, Harah non è minimamente menzionata, una scelta probabilmente fatta per permettere di concentrarsi in modo più approfondito sul rapporto tra Paul e Chani.

Gurney ottiene la sua vendetta su Rabban Harkonnen

Dune - Parte due Rabban Harkonnen
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Il ritorno di Gurney Halleck (Josh Brolin) in Dune – Parte due è accompagnato da alcuni significativi cambiamenti. Villeneuve ha infatti seguito il libro nel collegare la storia di Gurney a Rabban Harkonnen (Dave Bautista), responsabile della cicatrice sul volto del guerriero e dell’uccisione della sua famiglia. Invece di copiare però il punto del libro in cui è il popolo Fremen ad uccidere Rabban dopo anni del suo regno abusivo, l’onore di porre fine alla vita del crudele Harkonnen viene data proprio a Gurney. Questo cambiamento permette di dare al personaggio un finale più soddisfacente, in quanto vendica la sua famiglia e soddisfa il suo desiderio di sangue.

La morte di Feyd-Rautha e la sua lotta con Paul sono diverse

Dune - Parte Due Timothée Chalamet Austin Butler
Timothée Chalamet e Austin Butler in una scena di Dune – Parte Due. © 2024 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Niko Tavernise

Anche la fine di Feyd-Rautha (Austin Butler) si svolge in modo diverso in Dune – Parte due rispetto al libro. Il combattimento tra Paul e Feyd-Rautha è un momento culminante per entrambi, ma la versione proposta dal film è molto meno brutale. Villeneuve rinuncia ad esempio ai trucchi delle lame avvelenate nell’adattamento cinematografico per renderlo un incontro di pura forza e abilità. Sebbene la sconfitta di Paul contro Feyd-Rautha sia fedele al materiale di partenza, nel film avviene dopo aver sorpreso il cugino con una pugnalata allo stomaco. Nel libro, Paul conficca invece un coltello nella mascella di Feyd-Rautha e nel suo cervello per ucciderlo.

Nel libro le Grandi Case non contestano l’ascesa al trono di Paul

Dune: Parte Due
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Le scene finali di Dune – Parte due includono un altro cambiamento: Gurney rivela che le Grandi Case non onoreranno l’ascesa di Paul a Imperatore. Nel libro, la sua minaccia di distruggere tutte le miniere di spezie su Arrakis induce invece la Gilda e le Grandi Case a stare a guardare lo svolgersi degli eventi. Il romanzo di Frank Herbert non si dice direttamente quali siano state le reazioni delle Grandi Case al fatto che Paul sia diventato Imperatore, ma l’idea che sfidino immediatamente il suo governo è decisamente non presente nel testo. Tale cambiamento permette però di anticipare la Guerra Santa che sarà centrale in Dune – Parte tre.

Alia Atreides

Anya Taylor-Joy Alia Atreides

Uno dei cambiamenti più importanti che il film attua rispetto al romanzo è relativo al ruolo di Alia Atreides. Invece di essere come nel libro una bambina di due anni con le capacità mentali di un adulto, la sorella di Paul rimane nel grembo di Lady Jessica per tutto il film. La scelta di Anya Taylor-Joy – che compare con un cameo nella versione adulta del personaggio – come Alia Atreides significa che avrà un ruolo più ampio in futuro. In questo film, però, pur non essendo ancora nata, può comunque parlare a Jessica in modo inconscio. Poiché Alia è un personaggio intrinsecamente difficile da adattare correttamente, questo cambiamento nel libro ha un certo senso.

Ma significa anche che di Dune – Parte due sono state cambiate anche altre parti della storia. In particolare, nel romanzo è proprio Alia ad uccidere il Barone Harkonnen e non Paul, come invece viene mostrato nel film. L’aver fatto morire quest’ultimo per mano di Paul, dopo che egli ha scoperto il legame di parentela che li unisce, aggiunge però un livello di irrispettosità in più e permette di mostrare ulteriormente il cambiamento caratteriale di Paul.

Il rapporto tra Paul e Chani

Dune - Parte due Paul Chani
© 2023 Warner Bros. Entertainment Inc. All Rights Reserved. Photo Credit: Courtesy Warner Bros. Pictures

La storia d’amore tra Paul e Chani è una parte importante della storia che Dune – Parte due racconta, ma il film cambia diversi aspetti e ne tralascia alcuni molto importanti, a partire dalla nascita del loro primo figlio. Ciò deriva dalla linea temporale compressa del film e dal modo in cui Villeneuve cambia la prospettiva di Chani sulla profezia di Lisan al Gaib. Sebbene non sia menzionata o mostrata nel sequel, nel libro Chani dà infatti alla luce il primo figlio di Paul, Leto II, dopo aver trascorso due anni insieme. Tuttavia, la tragedia li colpisce quando Leto II muore da neonato durante un attacco a un sietch Fremen.

Il film cambia poi quanto narrato nel libro riguardo il rapporto tra Paul e Chani in un altro modo piuttosto significativo, ovvero rendendo Chani parte della profezia di Lisan al Gaib. Il film incorpora correttamente il nome Fremen di Chani, Sihaya, che significa “Primavera del deserto”, ma vi aggiunge un peso maggiore. Chani dice infatti subito di essere legata a qualche profezia e solo dopo che Paul beve l’Acqua della Vita il suo legame viene rivelato. Quando Chani piange a causa del coma di Paul, le sue lacrime si mescolano all’Acqua della Vita per riportarlo alla piena coscienza, adempiendo a una parte della profezia non riportata nel libro.

Infine, il punto in cui Dune – Parte due lascia la storia di Chani è probabilmente uno dei più grandi cambiamenti rispetto al libro che il film apporta. Dopo che Paul diventa imperatore e decide di sposare la Principessa Irulan (Florence Pugh) Chani esce infuriata dalla stanza, dirigendosi nel deserto e richiamando un Verme della Sabbia per allontanarsi da lì. L’impressione è che si senta tradita da Paul, che sia frustrata da ciò che lui è diventato e dalla profezia, e che alla fine potrebbe lasciarsi alle spalle Maud’Dib per una vita più semplice.

Si tratta però di un finale drasticamente diverso da quello del libro, dove Chani, pur ferita dalle decisioni di Paul, alla fine capisce perché le sta prendendo e che il matrimonio con Irulan è puramente di facciata. Rimane al fianco di Paul per tutto il tempo, accettando il suo ruolo di “concubina” perché viene comunque trattata come una moglie. Come noto, Chani dà alla luce nel racconto di Herbert ad altri due figli di Paul, morendo però di parto. Con questo finale così diverso, è ora tutto da scoprire in che modo il loro rapporto evolverà con il proseguimento della trasposizione cinematografica di Dune.

The Marvels: la scena post credits ha sorpreso persino l’attrice che l’ha interpretata

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Il pubblico è rimasto scioccato quando ha scoperto che la scena post-crediti di The Marvels includeva il primo sguardo agli X-Men nell’MCU. Ma sembra che il pubblico non sia stato l’unico a rimanere sorpreso perché anche Teyona Parris, che era nella scena con Bestia/Hank McCoy, non sapeva che sarebbe stato nel film. Lo ha scoperto guardando il film al cinema, proprio come tutti gli altri.

Secondo Parris in una recente intervista con Entertainment Tonight, quando ha filmato la scena post-crediti di The Marvels, Bestia era semplicemente un medico normale. A Parris non è stato nemmeno detto che ci fosse la possibilità che si trattasse di un cameo o di una sorpresa. “Mi sono scatenata [vedendo Bestia alla fine di The Marvels] perché ho pensato: “Aspetta un attimo! Non è quello con cui ho girato!” E non ne avevo idea finché non l’ho visto in sala… Quando l’abbiamo girato, era un attore molto gentile, molto gentile, e indossava un camice da laboratorio. Sembrava un medico normale e regolare. Nessuno ha detto: “A proposito, questa sarà una piccola sorpresa”. Non ne avevo idea. L’ho scoperto con tutti gli altri.”

Non è chiaro esattamente il motivo per cui la Marvel abbia tenuto nascosto questo dettaglio a Parris, ma è possibile che si trattasse di un tentativo di mantenere segreta l’inclusione degli X-Men in The Marvels fino alla premiere.

Mentre a breve arriverà la serie d’animazione dedicata ai Mutanti Marvel, non abbiamo altre indicazioni su quando vedremo davvero in azione i personaggi degli X-Men.

Jurassic World 4 ha già un titolo, secondo i primi rumor

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Jurassic World 4 ha già un titolo, secondo i primi rumor

Mentre Jurassic World 4 è ormai un dato di fatto, con tanto di annuncio di inizio riprese, si affollano in rete alcuni rumor relativi al nuovo titolo ufficiale del film. Secondo l’insider di Hollywood Daniel Richtman tramite il suo Patreon, il prossimo sequel di Jurassic World si chiamerà Jurassic City. Inoltre, Jurassic City non avrà un’atmosfera simile a Fuga da New York, informazione che smentisce la diffusa speculazione online secondo cui il prossimo sequel si sarebbe ambientato in un ambiente simile.

Cosa sappiamo di Jurassic World 4?

Sebbene non siano ancora state rivelate informazioni ufficiali sulla trama del nuovo Jurassic World 4, la scrittura della sceneggiatura da parte di Koepp suggerisce che il film potrebbe tornare alle origini del franchise. Koepp non solo ha scritto l’acclamato originale del 1993 di Steven Spielberg, ma anche il suo sequel del 1997, Il mondo perduto: Jurassic Park. Non essendo previsto il ritorno di membri del cast storico come Sam Neill, Laura Dern e Jeff Goldblum, né di nuovi membri del cast di Jurassic World come Chris Pratt e Bryce Dallas Howard, il prossimo sequel potrebbe aprire la strada a una nuova era per il franchise.

Anche l’assunzione di Edwards fornisce qualche indicazione su ciò che potrebbe accadere in futuro. Edwards, che ha diretto anche Godzilla del 2014, ha anni di esperienza come artista VFX e questo è certamente uno dei motivi principali per cui tutti i suoi film presentano immagini CGI mozzafiato. The Creator, ad esempio, presenta un lavoro VFX straordinario ed è stato realizzato con un budget inferiore alla metà di quello di un tipico film del MCU, il che suggerisce che Jurassic World 4 potrebbe avere una delle migliori CGI del franchise di sempre.

Le informazioni sulla trama possono essere scarse, ma il finale di Jurassic World: Il Dominio potrebbe in un certo senso aver preparato gli eventi del prossimo sequel. Il film si conclude con gli esseri umani e i dinosauri che vivono fianco a fianco, e il prossimo film potrebbe riprendere proprio da qui, solo con nuovi personaggi. Con l’avvicinarsi della data di inizio delle riprese, è comunque probabile che nei prossimi mesi vengano rivelate ulteriori informazioni sulla trama di Jurassic World 4, ma anche sugli attori principali che comporranno il cast.

Marvel Studios concentrati su storie “di strada” per Disney+, il Multiverso continuerà a esistere

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I Marvel Studios stanno cercando di tornare a un assetto che permetterà loro di raccontare storie rilevanti e interessanti per il pubblico. Nel 2024, ad esempio, questo sforzo si traduce nell’uscita di un solo film per il cinema d di due serie tv per Disney+.

La conclusione di Infinity Saga di enorme successo ha coinciso con il lancio di Disney+ e ai Marvel Studios è stato assegnato il compito di sviluppare un’intera serie di progetti per attirare abbonati alla piattaforma di streaming. L’impegno era enorme e di conseguenza la connettività tra film e programmi TV ne ha sofferto. In definitiva, il problema di aumentare la quantità ha avuto ricadute sulla qualità, come spesso accade.

Nel futuro prossimo, Daniel Richtman afferma che i Marvel Studios sposteranno la loro offerta sul piccolo schermo verso storie quasi esclusivamente “di strada” come è stato Echo e come sarà Daredevil: Born Again. Ci saranno alcune eccezioni, inclusi i programmi TV Wiccan e Vision Quest che sono già in fase di sviluppo.

In altre sedi, lo scooper sostiene che anche quando la saga del Multiverso si concluderà con Avengers: Secret Wars, il Multiverso Marvel continuerà a vivere. Richtman non ha condiviso molti dettagli aggiuntivi ma ha affermato che “Sony è la causa“. Immaginiamo che questo abbia qualcosa a che fare con Spider-Verse, e i futuri crossover con Spider-Men in live action e la sua lista di film Marvel.

“Ci sono state alcune delusioni. Avremmo voluto che alcune delle nostre uscite più recenti funzionassero meglio”, ha detto in precedenza il CEO della Disney, Bob Iger, a proposito dei fallimenti dei Marvel Studios. “È riflessivo e non un problema dal punto di vista del personale, ma penso che, nel nostro zelo di far crescere i nostri contenuti in modo significativo per servire principalmente le nostre offerte di streaming, abbiamo finito per tassare le persone ben oltre, in termini di tempo e concentrazione, oltre il punto in cui erano stati.” “La Marvel ne è un ottimo esempio”, ha aggiunto.

“Non erano nel business televisivo a un livello significativo. Non solo hanno aumentato la produzione cinematografica, ma hanno finito per realizzare una serie di serie televisive e, francamente, ciò diluiva la concentrazione e l’attenzione. Questo è, credo, di motivo del calo più di ogni altra cosa.”

Superman: Edi Gathegi mostra la sua trasformazione fisica per Mister Terrific

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Subito dopo l’annuncio del nuovo titolo e dell’inizio delle riprese per Superman di James Gunn, Edi Gathegi, attore che interpreterà Mister Terrific nel primo film DCU ha condiviso sui suoi canali social una sua immagine in cui mostra l’impressionante trasformazione fisica necessaria per interpretare il personaggio dei fumetti.

“Quattro mesi e mezzo fa mi riferivo affettuosamente a me stesso come un pasticcione”, dice Edi Gathegi nel post: “Portavo molto dolore, in parte sotto forma di sacche di grasso sottocutaneo nella parte centrale ed ero probabilmente nella peggiore forma della mia vita. Poi Dod mi ha lanciato una sfida che mi avrebbe costretto a tornare alle mie passioni.” “Sono orgoglioso di dove siamo oggi e niente di tutto ciò sarebbe possibile senza il Michelangelo del fitness Paolo Mascitti e il supporto della mia oca @adriana_ptk che con pazienza e prospettiva ha accettato anche la missione che ci è stata affidata”, ha concluso Gathegi. “Mr. Terrific a rapporto in servizio. Chi sarà il prossimo?”.

Anche se Mister Terrific è forse meglio conosciuto per la sua intelligenza, non è un tipo che si tira indietro in una rissa, quindi l’attore che ha scelto di mettersi in forma per il ruolo ha decisamente il suo senso. Quando è stato scelto per il film l’anno scorso, Gathegi ha condiviso una breve dichiarazione in cui condivideva la sua eccitazione nell’interpretare il personaggio. “Sono molto grato che un maestro narratore mi abbia invitato a contribuire a una proprietà iconica e a questa conversazione artistica”, ha detto. Ecco la sua strasformazione:

https://www.instagram.com/p/C38KspIpU5y/?utm_source=ig_embed&ig_rid=5b44578f-bf6a-41c7-a7a5-9a8c934ab4ca

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Captain America: Brave New World, Tim Blake Nelson anticipa la sua trasformazione!

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Tim Blake Nelson è uno dei volti più iconici e caratteristici dei grande schermo, e ha collezionato una lunga lista di crediti impressionanti nel cinema e in televisione e lo vedremo presto anche in Captain America: Brave New World. Tuttavia, il suo ultimo progetto, Asleep in My Palm, vede l’attore offrire una delle sue migliori interpretazioni fino ad oggi.

Il film esplora la natura della genitorialità e della classe sociale mentre un padre e una figlia vivono fuori dagli schemi nelle zone rurali dell’Ohio, dove devono affrontare le sfide del risveglio sessuale di lei mentre lui fugge da un passato violento e conflittuale.

Diretto da Henry Nelson e caratterizzato da un’interpretazione straordinaria di Chloë Kerwin, è un film molto speciale che porta i suoi protagonisti, e il pubblico, in luoghi molto inaspettati. Proprio in occasione della presentazione di Asleep in My Palm, Tim Blake Nelson ha avuto modo di parlare anche del suo prossimo ruolo in Captain America: Brave New World, e del suo ritorno nei panni di Samuel Sterns, alias The Leader.

Nelson ha interpretato il personaggio per la prima volta nel film L’incredibile Hulk del 2008, con la scena finale che anticipava la sua trasformazione nell’iconico cattivo dei fumetti. Da allora il personaggio non è più stato visto, anche se un fumetto ha rivelato che Sterns è stato portato nello S.H.I.E.L.D. sotto la custodia di Vedova Nera.

Adesso ci si aspetta che sia lui il grande cattivo di Captain America: Brave New World e parlando con CBM, Nelson ha detto:“Sono davvero emozionato. Mi sono divertito moltissimo a filmarlo, e [io] ho lavorato con il team Marvel e con questo meraviglioso truccatore di nome David Atherton con il quale ho collaborato a una dozzina di film ormai. Penso che le persone saranno piuttosto entusiaste di come appare questo personaggio. E di cosa ha da dire e cosa fa”, ha scherzato. “Tutto il potere allo straordinario team della Marvel.”

Quello che sappiamo sul film Captain America: Brave New World

Captain America: Brave New World riprenderà da dove si è conclusa la serie Disney+ The Falcon and the Winter Soldier, seguendo l’ex Falcon Sam Wilson (Anthony Mackie) dopo aver formalmente assunto il ruolo di Capitan America. Il regista Julius Onah (Luce, The Cloverfield Paradox) ha descritto il film come un “thriller paranoico” e ha confermato che vedrà il ritorno del Leader (Tim Blake Nelson), che ha iniziato la sua trasformazione radioattiva alla fine de L’incredibile Hulk del 2008.

Secondo quanto riferito, la star di Alita: Angelo della Battaglia Rosa Salazar interpreta la cattiva Diamondback. Nonostante dunque avrà degli elementi al di fuori della natura umana, il film riporterà il Marvel Cinematic Universe su una dimensione più terrestre e realista, come già fatto anche dai precedenti film dedicati a Captain America. Ad ora, Captain America: Brave New World è indicato come uno dei titoli più importanti della Fase 5.

Road to Oscar 2024: miglior attore protagonista

Road to Oscar 2024: miglior attore protagonista

La corsa al miglior attore protagonista per gli Oscar 2024 è, forse, quella più competitiva e imprevedibile. I film del 2023 hanno offerto una serie di interpretazioni incredibilmente memorabili. Il pubblico ha assistito a una serie di performance che rimarranno sicuramente nella storia del cinema. A differenza dello scorso anno dove tutti facevano il tifo per Brendan Fraser in The Whale, quest’anno ci sono diversi attori per cui parteggiare tanto che anche per l’Academy è stato complicato scegliere la cinquina finale con Leonardo DiCaprio nel ruolo del grande escluso per la sua interpretazione in Killers of the Flower Moon.

Di seguito, ecco i candidati agli Oscar 2024 per la categoria miglior attore protagonista

Colman Domingo – Rustin

Rustin Colman DomingoColman Domingo si è assicurato una nomination come miglior attore agli Oscar 2024 grazie al suo lavoro in Rustin. Il film biografico di Netflix è incentrato sulla figura di Bayard Rustin, l’attivista gay per i diritti civili che contribuì a orchestrare la Marcia su Washington del 1963. L’attenzione per il film è stata grande fin dal suo debutto al Telluride Film Festival, e le lodi per l’interpretazione di Domingo, in particolare, sono cresciute da allora. Quando poi il film è stato distribuito sulla piattaforma l’opinione positiva riguardo l’interpretazione di Domingo è andata crescendo.

Purtroppo però quest’anno dovrà vedersela con dei veri giganti per cui le sue possibilità di vittoria sono davvero minime. Per Colman Domingo si tratta della prima nomination agli Oscar della sua carriera. Ci era già andato vicino in passato, come nel caso di Ma Rainey’s Black Bottom, ma il suo lavoro di supporto non era stato premiato. Di nuovo sotto la guida del regista George C. Wolfe questa volta con un ruolo da protagonista, Domingo ha ottenuto il suo riconoscimento.

Jeffrey Wright – American Fiction

Jeffrey Wright - American Fiction

Jeffrey Wright entra nella cinquina come miglior attore protagonista per gli Oscar 2024 grazie al suo lavoro in American Fiction. Il debutto alla regia di Cord Jefferson ha ricevuto grandi apprezzamenti al suo debutto al Toronto International Film Festival. Wright interpreta lo scrittore Thelonious “Monk” Ellison in questa commedia satirica che gli è valsa la sua prima nomination agli Oscar.

L’attore ha anche ottenuto le nomination ai Golden Globe, ai SAG Awards, ai Critics Choice Awards e ai National Society of Film Critics Awards, pur non avendo vinto in nessuno di questi. Purtroppo anche per lui la corsa agli Oscar 2024 sarà in salita ed è difficile che vinca. Nonostante lavori a Hollywood da decenni, questa è la sua prima nomination agli Oscar.

Bradley Cooper – Maestro

Maestro Bradley Cooper Leonard Bernstein

Bradley Cooper con la sua interpretazione del leggendario compositore Leonard Bernstein è stato nominato ancora una volta agli Oscar. Il tutto è iniziato quando Maestro ha debuttato alla Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e le recensioni hanno iniziato ad affermare la sua grande interpretazione.

Il lavoro di Cooper nel film non si è limitato alla sola regia ma a una completa immersione nel personaggio di Bernstein (compositore delle musiche di West Side Story). Ore di trucco per ricreare perfettamente i tratti tipici della figura del leggendario maestro hanno portato Cooper alla sua quarta nomination come miglior attore e potrebbe diventare anche la sua prima vittoria nonostante non sia il favorito, ma gli Oscar 2024 potrebbero diventare imprevedibili.

Paul Giamatti – The Holdovers

The Holdovers lezioni di vita recensione

Paul Giamatti, dopo la sua nomination ufficiale, è vicino a ottenere l’ambito premio come miglior attore protagonista agli Oscar 2024. Il suo ruolo in The Holdovers di Alexander Payne ha tutte le carte in regola per raccontare una delle storie più belle della stagione dei premi. La candidatura di Paul Giamatti all’Oscar come miglior attore per The Holdovers segna la sua seconda candidatura all’Academy, ma la prima in questa categoria.

In precedenza aveva ricevuto una nomination come miglior attore non protagonista nel 2006 per Cinderella Man. Ha già vinto ai Golden Globe, ai Critics Choice Awards e al National Board of Review ed è considerato il degno rivale di Cillian Murphy. La vittoria ai Golden Globe, però, arriva in una categoria diversa rispetto a Oppenheimer di Christopher Nolan: al momento i due attori sono al pari per statuette vinte e gli Oscar saranno di importante peso per i due attori e per i rispettivi film.

Cillian Murphy – Oppenheimer

Oppenheimer

Cillian Murphy ha interpretato J. Robert Oppenheimer in Oppenheimer di Christopher Nolan. Grazie a questo film ha ottenuto la sua prima nomination agli Oscar come miglior attore protagonista. Cillian Murphy, come Brendan Fraser lo scorso anno, potrebbe ottenere la statuetta alla prima nomination.

Grazie alla sua interpretazione intensa e ai numeri al botteghino della pellicola di Nolan, l’attore è stato il favorito dai gruppi di critici per gran parte della stagione dei premi, ma Paul Giamatti lo ha battuto ai Critics Choice Awards. La vittoria ai Golden Globe è stata certamente d’aiuto e la recente vittoria ai SAG Awards ha ulteriormente contribuito a renderlo il candidato con la maggiore probabilità di vincere come miglior attore agli Oscar 2024.

Oscar 2024: chi vincerà?

Oscar 2024

Durante la notte degli Oscar 2024, che si terranno il 10 marzo (saranno visibili anche in Italia) potrebbe succedere di tutto. Il favorito di questa edizione è sicuramente Cillian Murphy per il suo ruolo in Oppenheimer. È la prima volta di Murphy su tutti i fronti dato che dopo vent’anni di collaborazione con Christopher Nolan l’attore irlandese ha finalmente ottenuto un ruolo da protagonista in uno dei suoi film.

Murphy ha offerto la performance più importante della sua carriera per Oppenheimer, scienziato brillante e tormentato. La capacità dell’attore di mostrare la vita del protagonista in tutte le sue sfaccettature e la sua capacità di mostrarlo al meglio e al peggio hanno contribuito a definire una delle migliori interpretazioni del 2023 e probabilmente portarlo alla vittoria dell’Oscar.

Leggende Metropolitane: recensione del film di Stefano Meloncelli

Amici squattrinati, scommesse ippiche, partite di carte, fumo e donne oggetto. Con il suo film d’esordio, dal titolo Leggende Metropolitane, Stefano Meloncelli – regista di oltre 200 videoclip musicali di artisti della scena rap e trap (tra cui Gué Pequeno e Vacca) – accompagna il pubblico tra l’inettitudine e la nefandezza delle strade dimenticate delle periferie lombarde, quelle “fuori Milano”, dove le favole non hanno morale.

Il film, prodotto da James Dean Movie in collaborazione con SNOBLAB A.C. e con Portorico MNGMT & Provincia Kartel, è disponibile dal 1° marzo sulla piattaforma streaming Prime Video.

Leggende Metropolitane Trama

Sandro, Chico e Gigi sono tre amici perdigiorno che faticano a relazionarsi con il mondo esterno e a riscattarsi socialmente: Sandro (Mattia Travaini) è un impiegato comunale rude e sempre nervoso, Chico (Fabrizio Marchegiani) è un bidello che tutti credono muto ma in realtà è solo incompreso, e Gigi (Diego Paul Galtieri), invece, è un falso invalido, pigro e svogliato, un parassita sociale di cui le uniche certezze sono che “non è ricco, non è astemio e non ha fretta”. A questo trio si affiancano poi Giusy (Chiara Pollicino), una giovane donna in cerca di una relazione amorosa stabile, e Tini (Papa K Mensah), un colto ed elegante spacciatore extracomunitario.

Convinti di aver ricevuto la “soffiata del secolo” da Mario (Edoardo Costa), un miliardario generoso e misterioso, i tre amici decidono di scommettere una piccola somma su un cavallo che credono sicuro. Tuttavia, quando la scommessa va male, ritornano da Mario sperando di avere una spiegazione e un’altra opportunità. Invece, Mario affida loro un compito insolito: trovare Marietto, il figlio di ventisette anni scomparso da giorni.

Leggende metropolitane In foto (da sinistra a destra) gli attori Mattia Travaini, Diego Paul Galtieri e Fabrizio Marchegiani.

Una “favola” senza morale

“Voglio raccontarvi una favola urbana perché questo mondo ha bisogno di eroi, di sentimenti e di storie da raccontare”. È con questa frase che si apre Leggende Metropolitane, un film che si propone di essere una favola urbana ma che di fiabesco, in realtà, ha davvero poco e nulla, tantomeno gli eroi. Fin dalle prime scene, infatti, Meloncelli trasporta il pubblico tra le strade di una delle tante degradate periferie del nord Italia, evocata da suggestivi primi piani e campi lunghissimi che ne enfatizzano la bellezza e la solitudine.

Anche la narrazione, con tono comico e irriverente, si impegna a mostrare ed esaltare l’essenza più dolceamara e nefanda di una realtà trascurata, che fatica a stare al passo col mondo esterno. Quella di Leggende Metropolitane è, dunque, una storia tanto semplice quanto grottesca, in cui verosimiglianza e assurdità convivono per raccontare non solo i vizi e i cliché della periferia e di chi la abita, ma anche e soprattutto l’esasperante “sopravvivenza” di chi si trova ai margini della società.

Leggende Metropolitane | In foto (da sinistra a destra) gli attori Mattia Travaini e Edoardo Costa.

Un velo di amatorialità

Nonostante il titolo possa suggerire un’atmosfera quasi fantastica, in Leggende Metropolitane, Meloncelli sceglie di utilizzare il mezzo cinematografico come una piccola finestra sulla realtà, proponendo un racconto realistico e dettagliato sulla “classe sociale degli ultimi”, degli emarginati, di coloro che non riescono (né tentano) di riscattarsi socialmente.

Pur offrendo momenti grossolanamente divertenti e richiamando il paradigma della commedia all’italiana, Leggende Metropolitane non riesce a superare completamente quel limitante velo di “amatorialità”, lasciando una sensazione di incompiutezza nell’esplorare a fondo le emozioni e le esperienze dei suoi personaggi (a dir poco macchiettistici e unidimensionali), oltre che alla loro visione del mondo.

I Daniels, premi Oscar per Everything Everywhere All at Once, hanno scelto il prossimo film

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I registi premi Oscar Daniel Kwan e Daniel Scheinert, conosciuti professionalmente come Daniels, hanno scelto il loro nuovo film da registi, che arriverà nel 2026 e farà seguito al grande successo di Everything Everywhere All at Once.

La Universal Pictures, che ha recentemente firmato un accordo esclusivo di first-look con i registi, ha aggiunto al suo calendario di uscita un “Film evento senza titolo diretto da Daniels” per il 12 giugno 2026. Non sono disponibili informazioni: nessun titolo, genere o attore sul film.

La folle commedia sci-fi d’avventura della coppia di registi Everything Everywhere All at Once è stata sostenuta da A24 ed è diventata il primo film indipendente dopo la pandemia a incassare 100 milioni di dollari al botteghino globale. Il film vede protagonista Michelle Yeoh nei panni della proprietaria di una lavanderia a gettoni in difficoltà che, mentre viene controllata dall’IRS, scopre di dover connettersi con versioni di se stessa in universi paralleli per prevenire una distruzione catastrofica. Il film ha vinto sette Oscar, compreso quello per il miglior film.

Sebbene il successo di Everything Everywhere All at Once li abbia catapultati nel mainstream, Daniels e Wong hanno creato un corpus di lavori che abbraccia musica, televisione e film. Sono diventati famosi per la prima volta dirigendo il video musicale virale di Turn Down for What di Lil Jon e successivamente hanno vinto il premio come miglior regia al Sundance Film Festival nel 2016 per Swiss Army Man, con Paul Dano e Daniel Radcliffe.

Superman: Legacy, James Gunn annuncia l’inizio delle riprese e un cambio nel titolo

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Con un post su Instagram, il regista James Gunn ha comunicato che oggi, 29 febbraio, sono ufficialmente iniziate le riprese del film Superman: Legacy. Nel post Gunn fa inoltre notare come, per pura coincidenza, queste abbiano avuto inizio proprio nel giorno del compleanno dell’iconico supereroe. Il post si rivela però ulteriormente interessante per altri due motivi: il regista ha infatti mostrato una foto di quello che sembra essere il logo ufficiale di Superman e del suo costume, ed ha inoltre rivelato che benché nelle prime versioni della sceneggiatura il film si chiamasse Superman: Legacy, al momento di chiudere la versione definitiva della sceneggiatura è divenuto per lui chiaro che il film si sarebbe dovuto semplicemente chiamare Superman. Di seguito, ecco il post pubblicato da Gunn su Instagram:

Superman, tutto quello che sappiamo sul film di James Gunn

Superman, scritto e diretto da James Gunn, non sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e, potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo metaumano del DCU). Il casting ha portato alla scelta degli attori David Corenswet e Rachel Brosnahan come Clark Kent/Superman e Lois Lane. Nel casta anche Isabela Merced, Edi Gathegi, Anthony Carrigan, Nicholas HoultNathan Fillion.

Il film è stato anche descritto come una “storia delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet. Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò non significa che la produzione non subirà alcun impatto in futuro.

“Superman è il vero fondamento della nostra visione creativa per l’Universo DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC, ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti, dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e giochi”. Il film uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.

Tron: Ares, Disney svela la prima foto ufficiale

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Tron: Ares, Disney svela la prima foto ufficiale

Disney ha presentato la prima foto di Tron: Ares, il terzo film del franchise fantascientifico Tron, che è entrato in produzione a Vancouver a gennaio. Guardate la foto qui sotto.

Interpretato da Jared Leto, Tron: Ares segue un programma altamente sofisticato, Ares, che viene inviato dal mondo digitale a quello reale per una missione pericolosa, segnando il primo incontro dell’umanità con esseri A.I.. Alla regia di Tron: Ares c’è Joachim Rønning, che ha diretto sia Pirati dei Caraibi: Dead Men Tell No Tales che Maleficent – Signora del male per la Disney dopo il suo successo con Kon-Tiki del 2012. Jared Leto, Evan Peters, Jodie Turner-Smith e Greta Lee completano il cast del film scritto da Jesse Wigutow e Jack Thorne, la cui produzione dovrebbe iniziare ad agosto (dipendentemente dallo sciopero degli attori SAG-AFTRA). Emma Ludbrook, Jeffrey Springer e Leto produrranno, con Russell Allen come produttore esecutivo.

Jesse Wigutow e Jack Thorne hanno scritto la sceneggiatura di Tron: Ares, mentre Sean Bailey, Jeffrey Silver, Justin Springer, Leto, Emma Ludbrook e Steven Lisberger hanno prodotto insieme al produttore esecutivo Russell Allen. L’uscita del film è prevista per il 2025.

Il franchise di Tron è stato lanciato con l’omonimo film del 1982 con Jeff Bridges nei panni del creatore di videogiochi Kevin Flynn, che è stato lodato per i suoi effetti visivi e ha sviluppato un classico di culto dopo una difficile uscita nelle sale. A questo ha fatto seguito il sequel Tron: Legacy del 2010, che ha introdotto nel cast Garrett Hedlund e Olivia Wilde e che ha ottenuto poco più di 400 milioni di dollari al suo debutto durante le festività natalizie.

In una dichiarazione che accompagna la pubblicazione della prima immagine di Tron, Rønning ha dichiarato: “Sono entusiasta di far parte del franchise di TRON e di portare questo nuovo film ai fan di tutto il mondo. Tron: Ares” si basa sull’eredità di design, tecnologia e narrazione all’avanguardia. Ora più che mai, sembra il momento giusto per tornare alla Griglia“.

La prima foto di Tron: Ares

Tron: Ares film
Leah Gallo/Disney

Emily Blunt in trattative per il nuovo film di Benny Safdie con Dwayne Johnson

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Emily Blunt è in trattative per unirsi al cast di The Smashing Machine, che segnerà il debutto alla regia solista di Benny Safdie. Il film sarà un lungometraggio A24 con Dwayne Johnson nei panni del campione di MMA e UFC Mark Kerr. La produzione del film inizierà questa estate.

Emily Blunt è in trattative per interpretare Dawn Staples, la moglie di Kerr. Secondo lo studio, “Mentre cercano di costruire una nuova vita insieme, Dawn fatica a trovare il suo posto nel mondo caotico e contraddittorio di Mark”.

Il progetto riunirebbe Emily Blunt sia con Safdie, con cui ha recitato in Oppenheimer di Christopher Nolan, sia con Johnson, suo co-protagonista nel film Disney del 2021 Jungle Cruise.

La trama del film recita: “’The Smashing Machine’ è un dramma basato sulla storia di Mark Kerr, il leggendario combattente MMA dell’era senza esclusione di colpi dell’UFC all’apice della sua carriera. Lotta con la dipendenza, la vittoria, l’amore e l’amicizia nel 2000.”

Johnson e Safdie si sono collegati per la prima volta al progetto nel 2019, ma hanno perso i contatti e hanno sospeso il film a causa della pandemia. Anni dopo, durante una telefonata con Blunt, Johnson le ha rivelato il suo desiderio di riconnettersi con il progetto e interpretare Kerr. Dopo aver visto il documentario del 2002 “The Smashing Machine: The Life and Times of Extreme Fighter Mark Kerr”, Emily Blunt ha incoraggiato Johnson: “Devi fare questo film”.

Quando Blunt e Safdie hanno parlato sul set di Oppenheimer, è venuto fuori il nome di Johnson, e l’attrice ha spinto Safdie a riconnettersi con l’attore. Per la sua performance in Oppenheimer, Emily Blunt è attualmente nominata per un Academy Award.

Xavier Dolan presidente della giuria di Un Certain Regard a Cannes 77

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Il regista e attore Xavier Dolan è stato scelto per presiedere la Giuria di Un Certain Regard al 77° Festival di Cannes. Così si legge nel comunicato ufficiale:

È stata una scelta ovvia: il cinema di Xavier Dolan ha trovato la sua maturità nella sua estrema giovinezza e audacia, di quelle che aprono un mondo di possibilità, che credono più nei sogni che nella realtà, e che trovano il modo di elevarsi alla propria creative ambizioni.

“Sono onorato e felice di tornare a Cannes come presidente della giuria di Un certain Regard, ha dichiarato Xavier Dolan. Ancor più che fare film da solo, scoprire il lavoro di registi di talento è sempre stato al centro del mio percorso personale e professionale. Vedo, in questa responsabilità che mi è stata assegnata, l’opportunità di concentrarmi con i membri della giuria di Un certain Regard su un aspetto essenziale dell’arte cinematografica: le storie raccontate in modo veritiero.”

Greta Gerwig presiederà la giuria del 77° Festival di Cannes che si svolgerà da martedì 14 maggio a sabato 25 maggio 2024. La Selezione Ufficiale sarà annunciata giovedì 11 aprile 2024.

Addio a Paolo Taviani

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Si è spento alle 18 di oggi a Roma nella clinica villa Pia il regista Paolo Taviani, 92 anni, dopo una breve malattia. Il regista si è spento vicino alla moglie Lina Nerli Taviani e ai figli Ermanno e Valentina.

Lunedì 4 marzo si terrà la cerimonia laica funebre alla Promototeca del Campidoglio dalle 10 alle 13.Nato a San Miniato l’8 novembre del 1931, insieme al fratello Vittorio, scomparso il 15 aprile del 2018, scese a Roma dalla Toscana negli anni ’50 dove divennero una delle coppie più affiatate del cinema.

Con 20 film alle spalle (senza contare documentari, pubblicità e qualche corto disperso come l’ultimo episodio di “Tu ridi”) altrettanti premi maggiori e un Leone d’oro alla carriera (nel 1986), i due fratelli hanno dimostrato che passione, costanza, rigore e fedeltà al reale possono essere premiati.

Appassionati di cinema fin da giovani, furono tra gli animatori del Cineclub di Pisa. Hanno un fratello minore di nome Franco Brogi Taviani, in arte Brogi. Trasferitisi a Roma verso la metà degli anni cinquanta, iniziarono a lavorare nel cinema e diressero alcuni documentari tra cui San Miniato luglio ’44, con il contributo alla sceneggiatura di Cesare Zavattini. Nel 1960 diressero insieme a Joris Ivens il documentario L’Italia non è un paese povero, mentre con Valentino Orsini firmarono i film Un uomo da bruciare (1962) e I fuorilegge del matrimonio (1963). Il loro primo film autonomo fu I sovversivi (1967), con il quale anticipavano gli avvenimenti del ’68. Con Gian Maria Volonté raggiunsero il grande successo con Sotto il segno dello scorpione (1969) in cui s’avvertono gli echi di Brecht, Pasolini e Godard.

Robbie e Stephen Amell combattono una forza di polizia corrotta in Codice 8: Parte 2

Codice 8: Parte 2 è alle porte, l’atteso sequel di Codice 8 di Robbie Amell e Stephen Amell del 2019. Dal novembre 2023, Netflix ha gradualmente svelato nuovi aspetti del sequel, rilasciando il primo teaser durante l’evento annuale Geeked Week. Inoltre, il pubblico ha potuto dare un’occhiata un po’ più approfondita a cosa aspettarsi dal film attraverso il suo poster ufficiale e una manciata di altre immagini. Ora vi proproniamo il trailer ufficiale di Codice 8: Parte 2 che ha debuttato ieri su 28 febbraio.

Diretto da Jeff Chan sulla base della sceneggiatura sua e di Chris Paré, Codice 8: Parte 2 è ambientato in una società in cui alcune persone hanno superpoteri e altre no. Tuttavia, coloro che hanno i poteri devono affrontare una vita più dura, relegati ai margini come emarginati forzati.

Inoltre, devono affrontare un’ulteriore discriminazione da parte delle forze di polizia tecnologicamente avanzate. Robbie Amell interpreta Connor, un uomo dotato di poteri che lotta per mantenere a galla economicamente se stesso e la madre malata. Per fare un po’ di soldi in fretta, Connor si lega a Garrett (Robbie Amell) e al suo gruppo di criminali, portando ovviamente a conseguenze negative.

Codice 8: Parte 2, la trama

Codice 8: Parte 2 riprende cinque anni dopo che Connor è stato rilasciato dal carcere in seguito alle sue precedenti attività. Cerca di tenere la testa bassa, ma quando una ragazza adolescente rimane invischiata con un sergente di polizia corrotto, Connor deve riunirsi a Garrett per aiutarla.

 Il tentativo di Connor di tenersi lontano dai guai naufraga quando è costretto ad aiutare la quattordicenne Pav (Sirena Gulamgaus) a fuggire da un gruppo di agenti corrotti guidati dal sergente King (Alex Mallari Jr.). King usa i nuovi cani robot per rintracciare Pav, mentre Connor si ritrova ancora una volta a chiedere aiuto a Garrett e alla sua squadra. Ma potrà fidarsi dell’uomo che lo ha fatto finire dietro le sbarre?

Durante il MegaCon di Orlando, gli Amells e Chan hanno parlato con Maggie Lovitt di Collider di Codice 8: Parte 2 e di cosa aspettarsi dal sequel. Dopo aver visto il trailer, hanno condiviso la loro eccitazione per l’aspetto generale del film, in particolare per gli effetti visivi e per il modo in cui la troupe ha contribuito a costruire il mondo. Robbie ha dichiarato: “Abbiamo sempre tutta la fiducia del mondo in Jeff e nella società degli effetti visivi, perché sono amici e sappiamo quanto talento hanno“. Per lui, il film ha avuto un’impressione di “solidità”, perché “i robot sembrano irreali, il cane è fantastico, i poteri sono fantastici”. Stephen ha aggiunto che, dato che sa cosa succede, molte delle “cose belle” non sono apparse nel trailer, “il che è sempre un buon segno”. Anche Chan è soddisfatto di come Netflix abbia contribuito a presentare il film nel modo giusto: “Penso che quando si fa un film, si spera che il tono sia catturato nel trailer, e penso che, lavorando con Netflix, abbiano fatto un ottimo lavoro, catturando quel tono. Inoltre, mi piace molto che non ci sia stato un trailer prima del trailer”, con clip mostrate prima dell’inizio del trailer vero e proprio.

Con un sequel, i personaggi subiscono dei cambiamenti, il che significa che anche l’approccio di Amells e Chan ai personaggi doveva adattarsi. Questa volta sono stati in grado di attingere da ciò che avevano già stabilito, costruendo su diversi tratti dei personaggi e rimanendo allo stesso tempo fedeli alle loro voci. Per Stephen, questi elementi si sono manifestati nella recitazione di scene che in seguito avrebbero avuto effetti visivi:

Nella prima parte c’è un grande processo di feeling. Ricordo che la prima scena che abbiamo girato era in una tavola calda, ma poi siamo passati quasi subito a quando addestro Robbie a usare i suoi poteri. Jeff mi parla e mi dice: “Va bene, prendi una lampadina da lì e portala a Robbie”. E io: “Ok, come?” Quindi, devi avere molta fiducia nel primo film – soprattutto quando uso i miei poteri in modo molto aggressivo – nel fatto che i VFX e la post-produzione [siano] in grado di farlo sembrare bello. Perché nel momento in cui lo fai, ti senti un idiota. Nel secondo film, invece, avevo un riferimento visivo in testa. E quindi credo che questo abbia reso tutto più facile“.

Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la leggendaria squadra originale in azione!

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Sony Pictures ha condiviso un’altra featurette di Ghostbusters: Minaccia glaciale per l’attesissimo sequel della commedia horror, offrendo ai fan uno sguardo dietro le quinte del leggendario ritorno del cast originale.

Il video presenta il cast principale, inclusi i veterani del franchise Bill Murray, Dan Aykroyd ed Ernie Hudson, mentre anticipano cosa aspettarsi dal nuovo capitolo. Evidenzia anche la distinzione tra la squadra originale e la nuova generazione di Ghostbusters, che devono lavorare insieme per salvare il mondo da un altro antico cattivo. E’ stato diffuso anche nuovo trailer internazionale che trovare dopo la featurette.

Dai un’occhiata alla nuova featurette di Ghostbusters: Minaccia glaciale qui sotto:

E’ uscito inoltre anche un nuovo trailer internazionale che mostra un mostra un bel po’ di nuove immagini, vediamo la nuova squadra che si è riunita in Afterlife – Gary Grooberson (Paul Rudd), la figlia del defunto Egon, Callie Spengler (Carrie Coon), insieme ai suoi figli Trevor (Finn Wolfhard) e Phoebe (McKenna Grace), e i loro amici Lucky (Celeste O’Connor) e Podcast (Logan Kim) – uniscono le loro forze a quelle dei cacciatori di fantasmi tradizionali – Ray Stantz (Dan Aykroyd), Peter Venkmann (Bill Murray), Winston Zeddemore (Ernie Hudson) e Janine Melnitz (Annie Potts) – per fare ciò che sanno fare meglio: Distruggere i fantasmi.

Inoltre, possiamo dare un’altra occhiata al fantasma verde noto a tutti, Slimer, e alla risposta del film a Gozer il Gozariano, il demone di ghiaccio noto come Garraka. Lo spot televisivo riutilizza alcune delle stesse riprese, ma include anche un cenno alla serie animata The Real Ghostbusters con uno sguardo a quella che sembra essere la moto ECTO-C.

Il nuovo capitolo della saga è scritto da Jason Reitman e Gil Kenan ed è basato sul film del 1984 di Ivan Reitman Ghostbusters, scritto da Dan Aykroyd e Harold Ramis. Nel cast oltre Paul Rudd (Ant-Man and the Wasp: Quantumania), Carrie Coon (Boston Strangler), Finn Wolfhard (Stranger Things), Mckenna Grace (Ghostbusters: Legacy) ci sono anche Kumail Nanjiani (Eternals), Patton Oswalt (Eternals), Celeste O’Connor (Ghostbusters: Legacy), Logan Kim (The Walking Dead: Dead City), Dan Aykroyd (Ghostbusters), Ernie Hudson (Ghostbusters) e Annie Potts (Ghostbusters).

Ghostbusters: Minaccia glaciale sarà solo al cinema dall’11 aprile prodotto da Sony Pictures e distribuito da Eagle Pictures.

La trama di Ghostbusters: Minaccia Glaciale

In Ghostbusters: Minaccia Glaciale, la famiglia Spengler torna dove tutto è iniziato, l’iconica caserma dei pompieri di New York, e si unisce agli Acchiappafantasmi originali che hanno sviluppato un laboratorio di ricerca top-secret per portare la lotta ai fantasmi a un livello superiore. Quando la scoperta di un antico artefatto scatenerà una forza malvagia, i vecchi e nuovi Ghostbusters dovranno unire le forze per proteggere la loro casa e salvare il mondo da una seconda era glaciale.

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