Ant-Man and the Wasp:
Quantumania è uscito nelle sale il mese scorso e
ha segnato la seconda apparizione di Jonathan Majors
nell’universo cinematografico Marvel. L’attore è apparso per la
prima volta nel finale di stagione di Loki come “Colui che
Rimane”, e ora è tornato come Kang il
Conquistatore. La scena post-credit del film ha poi
anticipato un grande futuro per il personaggio, ma per ora i fan
dovranno aspettare fino alla sua prossima apparizione. Nel
frattempo, alcune delle persone coinvolte nel film hanno condiviso
alcuni concept art a lui dedicati, che svelano look alternativi
rispetto a quello visto nel film.
Jerad S. Marantz,
che ha lavorato come concept artist in molti film Marvel, tra cui
Avengers: Endgame, Spider-Man: No Way Home,
Doctor Strange nel Multiverso della Follia e altri, ha
infatti ora condiviso con i fan le ulteriori idee considerate per
il costume di Kang. “Per un po’ si è discusso del guardaroba di
Kang – ha spiegato Marantz su Instagram – Mi è stato
assegnato il compito di esplorare le opzioni al di fuori del suo
look classico. Fondamentalmente, cosa indossa quando non è nella
sua armatura e pronto a combattere. Mi sono divertito molto a
trovare un sacco di opzioni. Ecco solo alcuni. Mi sono davvero
divertito a dipingerli”.
Marantz ha poi continuato:
“Adoro lavorare con forme semplici e colori piatti. È stata
anche un’occasione per rispolverare i miei ritratti. Il mio
processo cambia parecchio a seconda dell’incarico e della quantità
di tempo che ho. È molto importante per i concept artist avere un
set abbastanza ampio di strumenti. Devi davvero variare il tuo
approccio in base non solo a quanto tempo hai, ma anche per chi
lavori e cosa possono interpretare. Grazie mille ad Andy Park e al
team della Marvel sviluppo visivo. È sempre un onore lavorare con
così tanti artisti di talento“. In attesa che Kang il
Conquistatore ritorni nell’MCU, è possibile dare un’occhiata ai
concept art di Marantz al link qui di seguito:
Il cinema ha sempre amato le storie
di serial killer, forse perché si prestano a una narrazione
particolarmente coinvolgente, o forse perché inconsciamente, fanno
sentire lo spettatore-essere umano migliore, più giusto, rispetto
ai mostri che vede raccontati (almeno nella maggior parte dei casi,
si spera!). E questa storia d’amore tra killer seriali e settima
arte deve essere stata una delle motivazioni che ha spinto
Matt Ruskin a scrivere e dirigere un film che racconta
di un serial killer ancora senza nome e che è passato alla storia
con l’epiteto de “Lo Strangolatore di Boston“.
Lo Strangolatore di Boston, la
trama
A battezzare così il misterioso
killer che negli anni ’60 terrorizzò la città del MidWest fu
Loretta McLaughlin, giornalista del Boston
Record American che prese a cuore la terribile sorte toccata a
queste donne trovate morte e cominciò, da sola, col il sostegno
della collega Jean Cole, a collegare gli
omicidi, facendosi anche molti nemici. Non solo il killer, ma anche
i suoi colleghi al giornale, che preferivano che le donne fossero
relegate alle sezioni di moda e casalinghi, e la polizia, che non
poteva certo tollerare che delle giornaliste, donne per di più,
facessero il loro lavoro. L’indagine di McLaughlin e Cole riuscì a
ricostruire i legami trai vari omicidi, anche se tutt’oggi il vero
strangolatore di Boston resta senza un nome. Ancora oggi infatti si
dibatte in merito alla confessione di Albert DeSalvo, che confessò
gli omicidi ma che non venne mai condannato per mancanza di prove
(anche se scontò una pena per degli stupri).
Ruskin ha tra le mani una storia
molto accattivante, raccontata da un punto di vista inedito,
tuttavia non riesce a trovare una chiave che possa fungere da
gancio emotivo con lo spettatore. Tutti gli ingredienti vengono
mescolati male e anche le due protagoniste, Keira
Knigthley e Carrie Coon, non vengono
sfruttate al meglio.
Tutta l’ambientazione e la messa in
scena appare “di mestiere”, un compitino poco ispirato che mette in
cattiva luce le interpreti, specialmente Knigthley, tornata al
cinema drammatico dopo una lunga assenza e che aveva invece bisogno
di una direzione diversa per risultare convincente. Al contrario,
invece, sempre ottimo risulta il lavoro di David Dastmalchian che,
nei panni di DeSalvo, mette a segno un altro ruolo da caratterista
inquietante e superbamente portato a casa grazie a un misto di
fisicità studiata, espressività e naturale aspetto fisico che gli
conferisce sempre un’aria sospettosa.
Knigthley e Coon perdono
il confronto con Kazan e Mulligan
Il film non è il primo quest’anno
che vede una coppia di giornaliste donne alle prese con una
importante indagine. Arriva infatti immediato il collegamento tra
Anche io, film uscito in sordina quest’anno
che racconta delle indagini che portarono alla prima inchiesta
contro gli abusi di Harvey Weinstein, e Lo
Strangolatore di Boston e sebbene le due storie abbiano
una potenza molto diversa e un’attualità decisamente differente,
mostrano comunque una coppia di donne, con lavoro, famiglia, figli,
insomma, una vita piena, alle prese con un mostro da sconfiggere.
Chiaramente i casi in esame differiscono, ma se nel caso di
Zoe Kazan e Carey Mulligan, le due attrici sono sostenute
da una scrittura solida e da una mano ferma e accomodante nel
seguire le sue due eroine, Knigthley e Coon non godono dello stesso
privilegio, uscendo sconfitte dal confronto.
Non a caso, purtroppo, Lo
strangolatore di Bostonnon finisce in sala ma direttamente
in streaming. C’è ancora differenza trai prodotti destinati al
grande schermo, con una visione, un respiro e un’ambizione da
grande pubblico, e i film che invece sono decisamente modesti anche
se comunque dignitosi e per i quali non vale la pena pagare il
costo del biglietto. Giusto quello dell’abbonamento.
Lo strangolatore di
Boston targato 20th Century Studios dello scrittore e
regista Matt Ruskin ha debuttato il 17 marzo 2023
in esclusiva su Hulu negli Stati Uniti, su Star+ in America Latina
e su Star all’interno di Disney+ in Italia.
Dopo un lungo tour
internazionale, arriva nei cinema italiani – dal 16 marzo, grazie a
Wanted Cinema – un film capace di conquistare il Gran premio della
giuria al Torino Film Festival 2021 e di esser scelto come Miglior
film dalla Semaine de la Critique del Festival di Cannes 2021, dal
Calgary International Film Festival e dai Roberto Rossellini Awards
del China’s Pingyao International Film Festival. Apprezzato dalla
critica, Il capofamiglia(Feathers)
dell’esordiente Omar El Zohairy si prepara a sorprendere anche
il nostro pubblico, con un racconto surreale della realtà egiziana,
una tragicommedia che esplode a partire da un momento magico
all’interno della famiglia protagonista.
Un mix di dramma e
commedia
Una innocente festa di
compleanno, un mago ingaggiato per far divertire i piccoli di casa,
un gioco che avrebbe dovuto rivelare tutt’altra sorpresa: questo è
il contesto nel quale scopriamo – insieme alle vittime incredule,
sullo schermo – l’esito di un incantesimo andato storto. Nel quale
il padre autoritario di una famiglia modesta viene trasformato in
un pollo.
Con buona pace delle
tante promesse e del sogno di andare a vivere in una villa con
piscina, quando l’uomo non può più andare a lavorare nella fabbrica
vicina, tanto che i suoi fumi invadono quotidianamente la casa,
tutto cambia. E ad affrontare la catena di incredibili quanto
assurde conseguenze si trova, da sola, la madre, fino ad allora
interamente dedita a marito e figli.
Il capofamigliavero
Non è solo per
l’incredibile metamorfosi che il regista pone come premessa del
film che questa tragicommedia (soprattutto “tragi”) possa esser
definita a buon diritto “kafkiana”, ma per il tono che la pervade e
il contesto nel quale si svolge. Quello egiziano, ma di qualsiasi
altro ambito svantaggiato e in balia di forme di civiltà e scambi
commerciali meno sviluppati di quelli ai quali siamo abituati. Un
contesto nel quale si è più disposti ad accettare una situazione
surreale che a riconoscere i diritti fondamentali a un qualsiasi
essere umano.
In questo caso una madre in
ambasce, lei sì costretta a farsi carico dell’intera famiglia,
compreso il fu marito, che nella sua nuova forma necessita di cure
e attenzioni particolari e non è in grado di contribuire alla ben
povera economia casalinga. Costretta a slalom olimpici tra loschi
pretendenti alla sua virtù e rigidi kapo burocrati, è l’incredibile
interpretazione dell’esordiente Demyana Nassar a trasmettere
l’angoscia esistenziale dell’assurdo che affronta con un aplomb al
limite del non espressivo. Controllata, e quasi senza parlare,
riesce a mostrare la dignità, la forza, il coraggio di un soggetto
mai vittima degli eventi, sempre in grado di rispondere agli “urti
della vita” senza credere a illusorie “love story” (come
sottolineato dalla colonna sonora).
Una dark comedy nella
quale si fatica a ridere di tanta disperazione, ma che oppone al
dramma un tale livello di inverosimile e paradossale da vincere
ogni resistenza. Grazie anche all’equilibrio e la sensibilità
mostrata da El Zohairy nel rappresentare l’approccio quasi
rassegnato all’apparentemente inevitabile, e ingiustificabile, che
qui non esistono magia o cospirazioni, ma solo priorità. Quelle
della vita. Che costringe la donna e i suoi figli a un periodo di
scoperta di sé e a una emancipazione nella quale vale forse la pena
di leggere un suggerimento, o una allegoria, soprattutto visto il
riferimento all’Egitto maschilista e patriarcale che fa lo stesso
regista.
Sembra che i Marvel Studios abbiano trovato un
nuovo Special da realizzare e distribuire su Disney+. Mesi dopo il debutto
di Werewolf by Night, il
nuovo progetto sarebbe incentrato sul villain
Mephisto, la cui comparsa nel Marvel Cinematic
Universe è attesa da tempo, e ad interpretarlo dovrebbe esserci
proprio Sacha Baron
Cohen. Il rumor arriva da Jeff
Sneider, che ha dichiarato nell’ultimo episodio del suo
podcast The Hot Mic, che lo speciale è attualmente in fase di
riprese proprio sul set di un altro progetto MCU. “Mi è
stato detto che ci sono delle riprese speciali di Mephisto sul set
di Agatha: House of Harkness“, ha affermato Sneider.
Sebbene la Marvel non abbia ancora
confermato tale Special, la sequenza temporale della produzione è
perfettamente in linea con ciò che abbiamo visto dallo studio in
passato. In questo periodo l’anno scorso, la Marvel aveva iniziato
le riprese di Werewolf by Night, completandolo in poco
meno di un mese. Già ai tempi di WandaVision si era
ipotizzato che potesse esserci Mephisto dietro ciò che stava
accadendo alla protagonista, ma le teorie si sono poi rivelate
inesatte. Il rumor per cui il personaggio sarebbe prossimo ad una
comparsa nel Marvel Cinematic Universe era però circolata di nuovo
qualche mese fa, con alcune indiscrezioni che lo vorrebbero come
antagonista nella serie Ironheart.
Allo stesso tempo, già al momento
della diffusione di quella notizia si ipotizzò una sua presenza in
Agatha: House of Harkness.
Dato quanto riportato da Snider, questa voce si fa ora più
insistente e addirittura il personaggio potrebbe non solo essere
parte dello show ma avere anche un proprio Special. Il
coinvolgimento di Mephisto avrebbe ovviamente importanti
implicazioni soprannaturali per il futuro dell’MCU e sarà dunque
molto interessante scoprire, nel caso il personaggio venga
introdotto realmente, come verrà gestito nelle prossime fasi.
Sono passati quasi due anni da
quando la Legendary ha annunciato l’intenzione di
realizzare un reboot di Faces of Death,
in Italia distribuito come Le facce dellamorte. Questo film del 1978, divenuto
nel tempo un cult del genere shockumentary, cioè un
documentario contenente immagini violente e scioccanti, è un misto
di filmati di repertorio autentici e ricostruzioni effettuate dai
cineasti. Dopo un lungo silenzio a riguardo, sembra ora che il
progetto stia giungendo ad una nuova fase, con l’annuncio che
l’attore di Stranger ThingsDacre
Montgomery e l’ex star di EuphoriaBarbie
Ferreira sono stati scelti per recitare nel film, che sarà
scritto da Isa Mazzei e diretto da Daniel
Goldhaber, la coppia dietro il successo dell’horror di
Netflix CAM.
In una dichiarazione, Mazzei e
Goldhaber hanno dichiarato: “‘Faces of Death’ è stata una delle
prime videocassette virali, e siamo così fortunati a poterla usare
come punto di partenza per questa esplorazione dei cicli di
violenza e del modo in cui si perpetuano online.” È stato
precedentemente riferito che il nuovo film avrà le sue radici in un
problema molto moderno e, secondo quanto riferito, la sua trama
“ruoterà attorno a una moderatrice di un sito Web simile a
YouTube, il cui compito è eliminare contenuti offensivi e violenti
che si imbatte in un gruppo che sta ricreando gli omicidi del film
originale”.
Ma nella storia ambientata nell’era
digitale e della disinformazione, la domanda da affrontare è: gli
omicidi sono reali o falsi?. Non resta che attendere dunque
maggiori informazioni sul progetto, che la
Legendary sembra dunque intenzionata a portare
avanti. Lo studios si sta infatti affermando come una nuova casa
per remake e revival ad alto budget di film horror. In precedenza
era stato annunciato che la società stava sviluppando remake di
The Texas Chainsaw Massacre, The Toxic Avenger,
Quatermass e Gundam e altri ancora.
Quando il fandom da semplice
passatempo diventa mortale. Sciame, la
nuova serie thriller-horror di Prime Video in uscita sulla piattaforma
dal 17 marzo ci mostra fin dove ci si è pronti a spingere per i
propri idoli. La protagonista di questa storia è
Dre (interpretata da Dominique Fishback) che ha un idolo: la
fittizia icona pop Ni’jah, che per molti veri ha
ricordato la Regina del Pop, Beyoncé. Il suo livello di attrazione
verso il personaggio di Ni’jah la porta a
comportarsi in modo pericoloso. In sette episodi assisteremo al
viaggio di Dre, un viaggio anche emotivo che la
ragazza affronta prima del grande concerto della sua pop star
preferita.
Il vincitore dell’Emmy Donald Glover ha co-creato la serie insieme
alla sua co-produttrice esecutiva di Atlanta, Janine Nabers e Jamal Olori. Hanno
messo insieme una serie di guest star di talento, tra cui
Chlöe Bailey nel ruolo della sorella di
Dre, Marissa, e Damson
Idris nel ruolo del fidanzato di Marissa,
Khalid. Tra gli altri membri del cast figurano
Rickey Thompson, Paris Jackson, Kiersey Clemons e Byron
Bowers.
Sciame, la recensione
“Chi è il vostro artista
preferito?” per Dre la risposta a questa
domanda è facilissima: Ni’jah. Gestisce un fan
account in onore dalla pop star, chiacchiera con i membri del
fandom di quanto sia fantastica Ni’jah, guarda
video del suo idolo fino a tarda notte ed è disposta a tutto pur di
andare a un suo concerto dal vivo. L’attenzione maniacale verso
questi dettagli, il modo in cui Dre mette il suo
idolo su un piedistallo rasenta l’ossessione. Purtroppo le cose
sono destinate a peggiorare perché una tragedia personale che la
riguarda da vicino metterà Dre a dura prova. Le
tinte di questa serie erano già state tratteggiate dal trailer di
presentazione:
La storia di Dre ha
evocato un fenomeno odierno e reale del rapporto tra fan e idolo,
che non riguarda solo l’ossessione ma anche il terrore che questo
idolo non sia come ce lo siamo sempre immaginato. Il personaggio
della pop star Ni’jah è stato accostato a quello
di Beyoncé che ha uno dei fandom più accaniti al mondo, pronto a
fare una esecuzione a chiunque osi insultare il suo idolo. Fino a
che punto si spingerà Dre per dimostrare il suo
impegno nei confronti del culto di Ni’Jah? Sciame
da proprio la risposta a questa domanda alla fine del primo
episodio della serie, quando ancora conosciamo poco i personaggi,
il primo sconvolgimento di trama mette Dre davanti a una
scelta.
Senza addentrarci negli spoiler
lasciando che lo spettatore si goda a pieno questa avventura,
alcuni episodi di Sciame sono volutamente
inquietanti e violenti e si intervallano a momenti caratterizzati
da black humor. Tutto nella norma, ma la serie di
Prime Video è anche una scoperta dal punto di
vista del cast dato che più andate avanti con la visione più
verrete a conoscenza della quantità di guest star famose presenti
nella serie – tra cui Rory Culkin presente nella
prima puntata. Ma la guest star più eclatante è davvero una
sorpresa per chi avrà il coraggio di arrivare fino al quarto
episodio dopo tutto questo sangue versato.
Idoli e follia
Quando Sciame però
entra nel vivo, già a metà di questa prima stagione della serie
Prime Video, ci accorgiamo che non lascia
spazio ai giudizi. La storia che si tinteggia del rosso sangue non
cerca di identificare un colpevole – anche se lo spettatore capirà
fin da subito di chi si tratta. La serie non tenta di condannare
l’aggressore ma cerca in tutti i modi di dare una spiegazione a
cosa è il fandom, soprattutto trattato in questo modo così
aggressivo e violento. La stessa Dre viene
descritta come un’adolescente problematica che idolatra la sua
cantante preferita ma senza cercare di renderla simpatica o
giustificabile.
Il sesto episodio è quello che più
sconvolge i canoni narrativi di questa prima stagione di
Sciame. Utilizzando una tecnica molto cara al
cinema del passato, la serie tv di Glover porta lo spettatore su un
altro livello della storia di Dre. Ne vediamo le
sfaccettature e i contorni, anche se ancora abbiamo qualche dubbio
su dove voglia andare a parare. Ma come abbiamo detto, Sciame non
tende a giudicare ma accoglie tutti nel suo alveare.
Chi è il tuo cantante
preferito?
Questa domanda incessante, nelle
nostre menti e nella mente di Dre si ripercuote
per tutta la durata della serie. Sciame ci mette di fronte alle
debolezze dell’animo umano e lo fa con violenza, freddezza e una
lucidità che non lascia scampo. Sciame ci invita a
vedere gli idoli – qualunque essi siano – come persone reali. Pero
allo stesso tempo, durante il corso degli episodi – sette della
durata di 30 minuti – le persone reali, quelle che ci circondano
ogni giorno diventano oggetto dei nostri giudizi, delle nostre
violenze e rancori.
Sciame fa anche
questo. Serve a ricordare che, per quanto si possa essere pazzi o
letteralmente fuori di testa per la propria celebrità preferita,
c’è sempre qualcuno più pazzo e più fuori di testa di te. Lo sciame
che ci creiamo interno non ci salverà, ma nella rappresentazione
della denuncia alla società odierna Donald Glover ne fa veramente il suo tratto
caratteristico, così come ha già fatto egregiamente in
Atlanta. La serie dimostra cosa sia l’ossessione e
cosa sia l’ossessione per la banalità e di come sia facile caderne
vittime. Il faro di punta in questo sciame di api è sicuramente la
protagonista, Dominique Fishback. Poliedrica in
tutte le varie trasformazioni che il suo personaggio,
Dre, assume lungo la durata della serie. A tratti
ironica, ma spietata. Lunatica e fredda allo stesso tempo:
Dominique Fishback. Non fatela diventare il vostro idolo però.
A quasi due anni dall’uscita della
Zack Snyder’s Justice
League, Ben Affleck parla della
giustizia avuta grazie a questa versione rispetto al film Justice League del
2017. Non è un segreto che la produzione per l’uscita nelle sale di
questo film sia stata piena di problemi. Tra vari drammi dietro le
quinte e un cambio di regista all’ultimo minuto, non c’è da
meravigliarsi nell’apprendere che Affleck non abbia vissuto
un’esperienza particolarmente entusiasmante. Fortunatamente per
lui, è stato poi in grado di riscattarsi come Batman nella versione
curata da Snyder.
“Justice League… Potresti tenere
un seminario su tutti i motivi per cui questo è il modo di non fare
un film. – ha affermato l’attore – Dalla produzione alle
decisioni sbagliate fino all’orribile tragedia personale, per
finire con la sensazione più amara possibile in bocca. Il genio, e
il lato positivo, è che Zack Snyder alla fine abbia detto:
“Guardate, posso darvi quattro ore di contenuti”. Ed è
principalmente tutto lo slowmo che ha girato in bianco e nero e un
giorno di riprese con me. Mi ha detto tipo, “Vuoi venire a girare
nel mio giardino?” E io, “Penso che ci siano dei sindacati, Zack.
Penso che dobbiamo fare un accordo.”
“Ma ci sono andato e l’ho fatto.
E ora la Zack Snyder’s Justice League è il mio film con il
punteggio più alto su IMDb”. Grazie alla nuova versione del
film, dunque, Affleck sente che il suo Batman ha trovato la
giustizia che meritava. Il futuro di Ben Affleck nei panni del
Cavaliere Oscuro sembra però destinato ad interrompersi quei, in
quanto la sua presenza nel DC
Universe di James Gunn e Peter
Safran è attualmente incerta. È confermato che egli
apparirà in The Flash di
Andy Muschietti, ma Affleck lo ha descrito come un
cameo di pochi minuti.
Con Scream VI
attualmente re del box office, una delle star emergenti del film ha
recentemente stuzzicato i fan della Marvel con un possibile legame al
personaggio Torcia Umana, membro dei
Fantastici Quattro. Si tratta dell’attore
Mason Gooding, interprete di Chad nel quinto e nel
sesto capitolo della saga slasher, che proprio quando è iniziato il
casting per il film dei Fantastici Quattro, ha condiviso
un’immagine sul proprio account Instagram citando uno dei membri
più famosi della Prima Famiglia della Marvel.
“Flame on! As the Kids
say“, ha scritto la star di Scream VI accanto a
un’immagine di sé che accende un accendino. Naturalmente, nei
commenti i fan si sono affrettati a chiedere se l’attore è stato
scelto come nuova versione della Torcia Umana dell’MCU. L’attore,
però, ha naturalmente evitato di dare qualsiasi conferma e pertanto
al momento non ci sono ancora certezze. Come noto, il casting per
il film dei Fantastici Quattro è seguito con molto
interesse, in quanto si tratta non solo di personaggi
particolarmente iconici ma anche molto amati e che sembra proprio
avranno un ruolo chiave nelle nuove Fasi del
Marvel Cinematic Universe.
Gooding, apparso per la prima volta
in un ruolo secondario in Scream del 2022, divenendo poi
uno dei protagonisti del sesto capitolo, vanta ad oggi ruoli anche
nei film La rivincita delle sfigate, Let it Snow e
Fall, ma anche nella serie Love, Victor, di cui è
uno dei protagonisti. Si tratta dunque di un giovane emergente, che
potrebbe benissimo assumere il ruolo della Torcia Umana. Un
personaggio che nei precedenti adattamenti live action è stato
interpretato da Chris Evans (oggi noto
come Captain America) e da Michael B.
Jordan. Qui di seguito, si può trovare il post
Instagram che ha suscitato le attenzioni dei fan e fatto scatenare
le teorie sul coinvolgimento di Gooding nell’atteso film
Marvel.
Il candidato all’Oscar e vincitore
del BAFTA Barry Keoghan,
reduce dal successo di Gli spiriti dell’isola,
sarebbe attualmente in fase di trattative per unirsi al sequel
(ancora senza titolo ufficial) Il
Gladiatore 2, diretto da Ridley
Scott. Se l’accordo dovesse concludersi positivamente,
Keoghan si unirebbe al collega candidato all’Oscar 2023 Paul Mescal
(candidato invece agli Oscar 2023 come miglior attore per
Aftersun).
Come noto, l’originale Il
gladiatore vedeva Russell Crowe
nei panni di Massimo Decimo Meridio, un soldato romano costretto
alla schiavitù che giura vendetta contro Commodo, interpretato da
Joaquin
Phoenix. Dato che Massimo muore alla fine del film,
Mescal andrà ad interpretare
Lucius, il figlio dell’amante di Massimo,
Lucilla (interpretata da Connie
Nielsen). Keoghan, invece, sarebbe in trattative per
interpretare l’imperatore Geta, co-imperatore
romano dal 209 al 211, prima col padre e poi col fratello. È
possibile immaginare che tra Lucius e Geta possa generarsi uno
scontro al pari di quello tra Massimo e Commodo visto nel primo
film.
Keoghan, come anticipato, è reduce
da un anno particolarmente importante della sua carriera,
caratterizzato dalla sua straziante interpretazione in Gli
spiriti dell’isola, oltre a uno scioccante cameo come Joker in
The Batman. Prima di
questi due film, egli si era fatto notare grazie a pellicole come
Il sacrificio del cervo sacro,
Dunkirk, Sir Gawain e il CavaliereVerde e la miniserie Chernobyl. Ha inoltre
preso parte al film Eternals della Marvel e se ora dovesse unirsi a
Il
Gladiatore 2, questo segnerebbe il suo ritorno in un
blockbuster. Si attendono dunque ulteriori conferme, ricordando che
il film ha attualmente una data d’uscita fissata al 22
novembre 2024.
Dopo aver diretto King Arthur – Il potere della
spada e Aladdin, il regista
Guy Ritchie è tornato
alle origini del suo cinema con The
Gentlemen (qui la recensione), con cui,
raccontando di moderni gangster e personaggi malavitosi, recupera i
toni dei suoi primi film, ovvero Lock & Stock – Pazzi
scatenati, Snatch – Lo strappo e RocknRolla. Da lui
anche scritto e prodotto, The Gentlemen si muove dunque
tra thriller, azione, canoni del gangster movie,
espedienti metacinematografici e, naturalmente, tanto humor inglese
a condire un film particolarmente riuscito e arricchito da un cast
di celebri attori inglesi, irlandesi e americani.
Per i fan del regista, dunque, si
tratta di un titolo imperdibile, un’opera di puro intrattenimento
capace di far riscoprire il talento di Ritchie come regista, abile
nel costruire intrecci narrativi ricchi di personaggi
particolarmente memorabili. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori, ma anche sull’annunciata serie TV ispirata
al film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
La trama di The Gentlemen
La storia ruota intorno
all’americano Michael Pearson, il re della
marijuana in Gran Bretagna. Egli la coltiva su larga scala
sfruttando un ingegnoso stratagemma ed il suo business vale ora ben
200 milioni di dollari. Adesso, però, Michael vorrebbe uscire dal
giro vendendo tutto al suo storico rivale Matthew
Berger, per poi godersi la vita assieme a sua moglie
Rosalind. Le cose però non vanno esattamente
previsto. L’investigatore privato Fletcher, viene
assoldato dal potente editore Big Dave, che vuole
vendicarsi per uno sgarbo subito da Michael.
Fletcher però ha un suo piano e si
presenta da Ray, uomo di fiducia di Michael, per
ricattarlo ed offrirgli delle importanti informazioni sui rischi
che Michael corre. Nel frattempo anche il cinese Occhio
Asciutto, ha messo gli occhi sul patrimonio di Michael e
vuole utilizzarlo per fare finalmente le scarpe al suo boss,
Lord George. Per districarsi in questo labirinto,
Michael dovrà fare ricorso a tutta la sua astuzia ed anche
all’aiuto di un’improbabile quanto efficace banda di combattenti
rapper capitanata da un irlandese di nome
Coach.
Il cast di attori di The
Gentlemen
Ad interpretare Michael “Mickey”
Pearson, il boss della marijuana in Gran Bretagna, vi è l’attore
Matthew
McConaughey. Il suo braccio destro, invece, è
interpretato da CharlieHunnam, che torna a recitare per Ritchie dopo
King Arthur – Il potere della spada. Come noto, la maggior
parte del guardaroba di Ray non proveniva dal reparto costumi ma,
piuttosto, dallo shopping che Hunnam e Ritchie hanno fatto insieme
a Londra. L’attrice Michelle
Dockery, invece, interpreta Rosalind, moglie di
Michael. Un ruolo ottenuto all’ultimo in seguito all’uscita dal
progetto dell’attrice Kate Beckinsale.
Hugh Grant
interpreta il detective Fletcher, il quale ha filmato tutte le sue
scene, pari a circa 40 pagine di dialogo, in appena cinque giorni.
Per aiutarsi con queste lunghe riprese piene di monologhi, Grant si
era preparato dei foglietti riassuntivi, i quali però gli sono
stati rubati dall’auto la notte prima delle riprese, costringendolo
dunque a farne a meno. Recitano poi nel film gli
attori Henry Golding nei panni di Occhio
Asciutto, Eddie Marsan in quelli di Big Dave e
Jeremy Strong
come Matthew Berger. Colin Farrell
interpreta infine il buffo Coach, il quale insieme al suo gruppo
The Toddlers, indossa delle particolari tute realizzate dalla
Lonsdale.
TheGentlemen: la
serie TV su Netflix
Nell’ottobre 2020, la
Miramax Television ha iniziato lo sviluppo di una
serie televisiva spin-off del film, con Ritchie alla guida del
progetto. Nel novembre 2022, poi, la serie è stata ufficialmente
acquisita da Netflix. Il pilot verrà scritto da
Guy Ritchie e Matthew Read, con Ritchie che
dirigerà questo e anche il secondo episodio, svolgendo poi anche il
ruolo di produttore esecutivo insieme a Ivan
Atkinson, Marn Davies e Bill
Block. Per quanto riguarda il cast, The Gentlemen
sarà interpretato da Theo James, accanto a
Vinnie Jones, Kaya Scodelario,
Giancarlo Esposito, Daniel Ings,
Joely Richardson, Peter
Serafinowicz, Alexis Rodney e
Chanel Cresswell.
La serie, stando alle prime
indiscrezioni sulla trama, ruoterà attorno a un nuovo personaggio,
Eddie Halstead, che dopo aver ereditato la
proprietà del suo defunto padre, si rende conto di essere seduto in
cima all’impero dell’erba di Pearson. Il punto cruciale della serie
sarà dunque legato al dilemma di questo giovane che ha tutto quello
che serve per essere un boss della malavita britannica, ma non è
certo di volersi gettare in questo pericoloso mondo. Attualmente la
serie è in fase di riprese ed una data di rilascio su Netflix
dovrebbe essere idealmente prevista per i primi mesi del 2024.
Il trailer di The
Gentlemen e dove vedere il film in streaming in TV
È possibile fruire di
The Gentleman grazie alla sua presenza su
alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in
rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Google
Play e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 16 marzo alle ore 21:20
sul canale Rai 2.
La figura dello zombie è stata
trattata in innumerevoli modi al cinema, dal classico La
notte dei morti viventi al più recente horror World War Z, al
romantico Warm Bodies alla
commedia Benvenuti a Zombieland,
fino all’esperimento metacinematografico di Zombie contro Zombie.
In ogni caso, i morti viventi sono spesso stati utilizzati come
metafora di un umanità privata dei suoi elementi umani. Nel 2019
anche il celebre Jim Jarmusch, autore di film come
Daunbailò e Paterson, si è rivolto
a tali orrorifiche creature, rendendole parte della sua
personalissima idea di cinema con I morti non
muoiono (qui la recensione), presentato
in concorso al Festival di Cannes.
Partendo dal brano The Dead
Dont’ Die, di Sturgill Simpson, che dà il
titolo al film, Jarmusch costruisce una caustica commedia che gioca
anche in modo metacinematografico sull’attesa dell’attacco zombie,
per arrivare poi a svelare il vero ruolo e significato di queste
creature all’interno del racconto. Con un cast ricco di celebrità,
il più delle quali già viste in precedenti film del regista, I
morti non muoiono affronta dunque discorsi politici e sociali
in una chiave particolarmente comica, che lascia però emergere una
tristezza e una satira sulle abitudini e i desideri degli americani
alla fine del mondo.
Accolto con entusiamo dai fan del
regista, I morti non muoiono è forse passato maggiormente
in sordina rispetto ad altri suoi lungometraggi. Si tratta però di
un titolo da recuperare assolutamente, anche solo per le risate e i
colpi di scena offerti. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
I morti non muoiono: la trama del film
Nella tranquilla cittadina rurale di
Centerville, in Ohio, iniziano a verificarsi fatti molto strani: le
ore del giorno e della notte non si susseguono come di consueto,
gli orologi e i cellulari smettono di funzionare, alcuni animali
scompaiono e altri si comportano in modo insolito. La gente inizia
ad essere preoccupata da quegli strani fenomeni e gli scienziati
non sanno dare risposte esaustive. Il tutto precipita
definitivamente quando i morti risorgono, uscendo dalle loro tombe
e cercano i vivi per nutrirsi di loro. Si tratta però di zombie
decisamente particolari, interessati anche agli oggetti che amavano
quando erano ancora vivi, come il telefonino, o la chitarra, e
perfino gli ansiolitici.
L’apocalisse incombe dunque
sull’umanità, ma dopo un iniziale smarrimento, alcuni cittadini
iniziano ad attrezzarsi per correre ai ripari: come si uccide uno
zombie? Come fermare l’invasione crescente, causata dai morti
attaccati da zombie, che diventano anch’essi non morti? A difendere
la cittadina dai feroci attacchi ci sono il capo della polizia
Cliff, Ronnie, un agente esperto
di morti viventi e Mindy, poliziotta impaurita,
affiancati da Zelda, impavida proprietaria di una
pompa funebre e molto esperta nell’uso della katana. Accanto a
loro, una lunga serie di strampalati e improbabili personaggi. I
sopravvissuti dovranno ora combattere per rimanere vivi e non
venire divorati senza pietà.
I morti nonmuoiono: il cast del film
Fiore all’occhiello del film è il
suo cast all star, composto da veterani e giovani
interpreti di Hollywood. Protagonisti assoluti, nei panni
dell’anziano Cliff e in quelli del giovane Ronnie, sono gli attori
Bill Murray e
Adam Driver.
Entrambi avevano già recitato in precedenti film di Jarmusch e
accettarono di partecipare a questo film anche solo per l’amicizia
che li lega al regista. La poliziotta timorosa Mindy, invece, è
interpretata da Chloe Sevigny,
mentre la temeraria Zelda è interpretata da Tilda Swinton,
anche lei tornata a recitare con Jarmusch dopo Solo gli amanti
sopravvivono. Steve Buscemi
ricopre invece il ruolo del contadino Frank Miller.
Danny Glover,
attore noto per la saga di Arma letale, è qui Hank
Thompson, proprietario di un negozio di elettronica, mentre
Caleb Landry Jones è Bobby Wiggins, il benzinaio
della città. Selena Gomez e
Austin Butler
interpretano i giovani Zoe e Jack, mentre Rosie
Perez è la giornalista locale. Il celebre attore e
cantautore Tom Waits, invece, interpreta un
eremita che osserva con distacco gli eventi del film. Infine, tra
gli zombie si possono ritrovare anche due attori d’eccezione. Il
primo è Iggy Pop, nei panni dello zombie
assuefatto dal caffe, mentre il secondo è Carol
Kane, sempre nei panni di uno zombie.
I morti non muoiono: la
spiegazione del film
Come accennato in apertura, anche
Jarmusch utilizza la figura dello zombie come una metafora per
raccontare le masse omologate e rese passive al punto da non
distinguersi più per un pensiero individuale. I suoi zombie sono
inoltre caratterizzati dai vizi avuti in vita, che siano questi
relativi a sostanze stupefacenti o a strumenti tecnologici come gli
smartphone. Più che incutere timore, dunque, i suoi zombie
diventano specchio di ciò che l’essere umano è già, perso nelle
tante distrazioni che vengono oggi propinate. Inoltre, ogni
personaggio va ad incarnare un preciso aspetto dell’america, da chi
si dimostra conservatore e razzista a chi risolverebbe tutto con la
violenza.
Da chi è vigliacco e rifugge ogni
decisione fino alle comunità hipster e nerd, colpevoli di essere gi
ignavi di questo secolo. Ognuno viene dal regista messo alla
berlina e solo chi si dimostra capace di vivere al di fuori degli
schemi della società può aspirare a mantenere intatta la propria
testa, il proprio pensiero, e a sopravvivere. Nel monologo che
l’eremita del film recita alla fine del film tutto ciò diviene
ancor più esplicito e I morti non muoiono si svela essere
una pungente critica metacinematografica con cui Jarmusch costringe
lo spettatore (non solo statunitense) a confrontarsi con un vero e
proprio specchio dell’attuale società e delle sue derive.
Il trailer di I morti non
muoiono e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di I
morti non muoiono grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema,
Google Play, Apple iTunes e Tim Vision. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 16 marzo alle ore 21:15
sul canale Italia 2.
Da sempre rivale della Marvel, la DC Comics Comics ha
negli ultimi anni portato al cinema alcuni dei suoi supereroi
migliori. Insieme a Batman, Superman e Aquaman, ha così preso vita
anche Wonder Woman. Per la prima volta la più celebre delle
supereroine ha calcato il grande schermo con un film tutto per sé,
apprezzato da critica e pubblico. Intitolato, naturalmente,
Wonder Woman (qui la recensione), questo è
arrivato in sala nel 2017 per la regia di Patty
Jenkins, già affermatasi grazie al film Monster.
Con lei al comando ha preso vita un film capace di ribadire la
forza del femminile al cinema, qui coniugato con tanto
intrattenimento di qualità.
Nata nel 1941, Wonder Woman è da
sempre stata indicata come una delle priorità della Warner Bros.
per il DC
Extended Universe, e i lavori per portare il personaggio al
cinema ebbero inizio già verso la fine degli anni Novanta. A causa
di numerosi ritardi, però, il progettò prese realmente vita
soltanto dopo il 2010. Ideato come un prequel di Batman v
Superman: Dawn of Justice, il film è poi stato accolto in
maniera estremamente positiva dai fan, che lo hanno portato ad
essere uno dei titoli di maggior successo del suo anno. A fronte di
un budget di circa 150 milioni di dollari, Wonder Woman è
infatti arrivato a guadagnarne ben 822 in tutto il mondo.
Inserito anche nell’elenco dei dieci
migliori film del 2017 dall’American Film Institute, questo
rappresenta una delle vette più alte per la DC al cinema. Era
dunque lecito aspettarsi un sequel, da poco distribuito. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative a questo.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e al suo sequel.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
Wonder Woman: la trama del film
Al tempo degli dei dell’Olimpo,
Ares complottava segretamente contro
Zeus e le sue Amazzoni, donne
guerriere dotate di straordinaria forza e di prodigiosa bontà. Per
proteggerle dall’ira del dio della guerra, Zeus donò loro l’unica
arma in grado di uccidere Ares, nascondendole sulla pacifica isola
di Themyscira. Secoli dopo, la regina amazzone
Ippolita vorrebbe che sua figlia
Diana non sviluppasse le sue incredibili doti
fisiche, sperando così di proteggerla dal fardello della loro
stirpe. La bambina, tuttavia, è decisa a seguire le orme della zia
Antiope, fiero generale delle Amazzoni che allena
segretamente la nipote, preparandola all’incontro con Ares.
Anni dopo, la pace di Themyscira è
bruscamente interrotta dall’arrivo del capitano Steve
Trevor, salvato da Diana da morte certa. L’uomo è
inseguito dalle spietate truppe tedesche, che vogliono impedirgli
di compiere la sua missione. Il racconto della devastazione
provocata dalla guerra turba molto Diana che, ricordando gli
insegnamenti di Antiope, è convinta che il conflitto sia opera di
Ares, tornato sulla Terra per concludere la sua opera di
distruzione. Contro il volere di sua madre, Diana decide di seguire
i soldati e porre fine alla guerra, chiedendo a Steve di
accompagnarla al fronte.
Wonder Woman: il cast del film
Ad interpretare la celebre
supereroina vi è l’attrice di origini israeliane Gal Gadot.
Questa ricevette la notizia di aver ottenuto la parte proprio nello
stesso periodo in cui meditava di abbandonare la recitazione,
insoddisfatta dalle poche opportunità fino a quel momento trovate.
Inizialmente, la regista non credeva che la Gadot fosse adatta al
ruolo, ma dopo averla vista in azione dovette ricredersi
immediatamente, avendola trovata perfetta. Per prepararsi al film e
al personaggio, l’attrice si è allenata per oltre nove mesi,
acquisendo circa dieci chili di muscoli. A causa della scelta
dell’attrice, la quale vanta un passato come soldatessa
dell’esercito israeliano, il film è stato bandito in Libano, da
sempre in guerra con l’Israele.
Accanto a lei, nei panni di Ippolita
vi è Robin Wright,
mentre Connie Nielsen è la regina Ippolita, madre
di Diana. L’attore Chris Pine,
celebre per aver interpretato il capitano Kirk nei nuovi film di
Star Trek, è il soldato Steve Trevor. Rimasto affascinato
dalla storia narrata, fece di tutto per ottenere il ruolo,
arrivando a recitare l’intero film durante un pranzo con la
regista. Ottenuta la parte, anche lui si sottopose ad un rigido
allenamento, raggiungendo una forma fisica impeccabile, che gli
permise di poter dar vita anche ad una memorabile scena di nudo.
Danny Houston interpreta invece Erich Ludendorff,
spietato e ambizioso generale dell’esercito tedesco. Il vero
villain è però Ares, qui interpretato da David Thewlis.
Un personaggio da lui costruito approfondendo molto i principali
miti legati al dio greco della guerra.
Il sequel di Wonder Woman,
il trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
Da sempre pensato per essere il
primo di più film dedicati al personaggio, Wonder Woman ha
stupito tutti con i numerosi traguardi raggiunti. Ciò ha così
permesso di mantenere fede ai piani originali, ponendo subito in
sviluppo un primo sequel. Nuovamente diretto dalla Jenkins e
interpretato dalla Gadot, questo è infine arrivato in sala nel
dicembre del 2020, mentre in Italia è stato distribuito
direttamente in streaming nel febbraio del 2021. Intitolato
Wonder Woman:
1984, questo è ambientato negli anni Ottanta,
portando avanti le gesta della supereroina. Contro di lei,
stavolta, ci sono due villain interpretati rispettivamente da
Pedro Pascal e
Kristen Wiig.
Attualmente, con i nuovi piani per il DC Universe, non è ancora
stato chiarito se ci sarà o meno un terzo capitolo dedicato a
Wonder Woman.
In attesa di vedere il sequel già
uscito, è possibile fruire di Wonder
Woman grazie alla sua presenza su alcune delle più
popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV, Chili
Cinema, Google Play, Infinity, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì16marzo
alle ore 21:20 su Italia 1.
Dal 4 al 7 maggio
torna il Carbonia Film Festival: quattro
giorni di grande cinema, eventi e masterclass declinati attraverso
il progetto How to Film the World. Organizzata
dalla Società Umanitaria di Carbonia per la
direzione artistica diFrancesco Giai Via, la
rassegna continua il suo lavoro di indagine sul cinema del reale
attraverso due nodi centrali della contemporaneità capaci di legare
la città e il suo territorio con il resto del mondo: le
migrazioni e il lavoro.
Ospite internazionale di questa
edizione sarà la cineasta francese Claire Simon,
che con i suoi film “Récréations” e “Coûte que coûte” ha
contribuito alla rivoluzione documentaristica del cinema
d’oltralpe. Da allora, ha alternato documentari e film di finzione,
presentati in tutti i principali festival del mondo.
Claire Simon è un’autrice capace di
raccontare la grande epopea contemporanea delle persone normali e
di quelle marginali. I suoi personaggi sono una vasta galleria di
eroi del quotidiano, le sue tematiche abbracciano la vita,
riflettono sul corpo della donna, si interrogano su cosa sia una
storia.
Simon – che dirige il dipartimento
di regia della Femis e insegna all’Università di Parigi 8 e Parigi
7 e agli Ateliers Varan – sarà a Carbonia per incontrare il
pubblico e confrontarsi con i giovani che parteciperanno
al programma del festival. Il pubblico avrà inoltre la possibilità
di vedere sul grande schermo “Il figlio del droghiere,
il sindaco, il paese e il mondo”, film del 2020 in
cui la regista racconta la vita agricola del paese di Lussas,
divenuto punto di riferimento per il cinema documentario in tutta
Europa e nel mondo.
Il percorso di formazione passa
attraverso il bando Carbonia Cinema Giovani, che permetterà a 8 tra
ragazze e ragazzi di essere ospiti della rassegna e partecipare –
gratuitamente e con un ruolo da protagonisti – a tutte le
attività.
Possono partecipare al bando tutti
gli interessati di età compresa tra i 19 e i 30 anni, residenti o
domiciliati in Italia. L’iniziativa si rivolge a quanti si
interessano di cinema o delle tematiche su cui si concentra il
Festival, provenienti da facoltà di Cinema, Media e Spettacolo, ma
anche Scienze Politiche, Relazioni Internazionali, Mediazione
Interculturale eccetera; gli operatori culturali; aspiranti
filmmaker e critici cinematografici.
Per partecipare è sufficiente
compilare il form sul sito del Carbonia Film Festival, a partire da
giovedì 16 marzo. Due degli 8 partecipanti
arriveranno direttamente dalla rete UCCA – Unione Circoli
Cinematografici Arci, attraverso una partnership con Ucca Nazionale
e il Circolo di Cultura Cinematografica Agorà di Pontedera. La
scadenza per presentare le candidature è fissata per il 14 aprile
2023.
L’illustratrice Camilla
Falsini firma il poster 2023 rinnovando completamente
l’immagine del festival con un nuovo lettering e un nuovo concept
grafico. È una Carbonia immaginaria quella rappresentata: come in
un collage emerge nell’immagine uno skyline surreale e surrealista,
che parte da alcuni elementi architettonici iconici della città e
del suo territorio, mentre nel cielo fluttua un enorme diamante
nero che richiama il carbone sulla cui epopea Carbonia si è
fondata.
Un paesaggio urbano con un
gigantesco minerale, lieve e che fluttua nel cielo, come nel famoso
dipinto di Magritte, un’eredità storica che è al contempo destino e
possibilità. Se è vero che Carbonia esiste perché è stata fondata
in funzione del carbone, è altrettanto vero che il peso della
realtà storica può diventare un progetto e un’ipotesi di riscatto e
sviluppo culturale. Un pezzo di carbone può essere prezioso come un
diamante e leggero come aria.
Camilla Falsini è nata a Roma, dove
vive e lavora. Diplomata in illustrazione allo IED di Roma, ha
iniziato a lavorare come illustratrice collaborando con agenzie,
case editrici italiane e straniere, aziende, quotidiani e riviste.
Si occupa di interventi di arte pubblica e urbana e di
rigenerazione creativa attraverso interventi di urbanistica
tattica, installazioni murali, affissioni di opere grafiche
all’interno di campagne pubblicitarie, murales. Le sue opere murali
in esterno si trovano a Roma, Milano, Torino, Palermo, Napoli,
Padova, Bormio, Brescia, Monza, Ravenna, Bologna, in Toscana, in
Molise, nelle Marche, in Basilicata, a Viterbo.
“Carbonia Film Festival presenta How
to Film the World” è organizzato dal Centro Servizi Culturali
Carbonia della Società Umanitaria – La Fabbrica del Cinema e CSC
Cagliari della Società Umanitaria – Cineteca Sarda, insieme alla
Regione Autonoma della Sardegna e al Comune di Carbonia, con il
sostegno di Fondazione Sardegna Film Commission.
La Universal Pictures Italia ha
diffuso il trailer di Ruby Gillman, la ragazza con i
tentacoli, il film d’animazione diretto
da Kirk DeMicco e prossimamente al cinema!
Quest’estate, DreamWorks Animation si tuffa nelle
turbolente acque del liceo con una commedia d’azione esilarante e
commovente su una timida adolescente che scopre di far parte di una
leggendaria stirpe reale di mitici Kraken e che il suo destino,
nelle profondità degli oceani, è più grande di quanto abbia mai
immaginato.
La dolce e imbranata sedicenne Ruby
Gillman (Lana Condor, della serie Tutte le volte che ho scritto ti
amo) cerca disperatamente di integrarsi alla Oceanside High, ma si
sente invisibile. Fa da tutor di matematica al ragazzo che le piace
(Jaboukie Young-White, Ralph spacca Internet), che sembra
apprezzarla solo per i frattali, Ruby non può frequentare i ragazzi
più fighi della spiaggia perché la sua supermamma iperprotettiva
(la candidata all’Oscar Toni Collette,
Knives Out) le ha proibito a di avvicinarsi
all’acqua.
Ma quando Ruby infrange la regola
n. 1 di sua madre, scoprirà di essere una discendente diretta delle
regine guerriere Kraken e di essere destinata a ereditare il trono
della nonna (la vincitrice di un premio Oscar Jane Fonda), la Regina Guerriera dei Sette
Mari. I Kraken hanno giurato di proteggere gli oceani dalle
vanitose e ambiziose sirene che combattono contro i Kraken da eoni.
C’è però un grosso e inatteso, problema: la bella e popolare nuova
ragazza della scuola, Chelsea (la vincitrice Emmy Annie
Murphy, Schitt’s Creek) è proprio una sirena. Ruby dovrà
alla fine accettare chi è e affrontare grandi imprese per
proteggere chi ama di più.
Ruby Gillman, la
ragazza con i tentacoli vanta un cast straordinario che include il
vincitore Emmy Colman Domingo (Fear the Walking Dead) nel ruolo del
padre di Ruby, il candidato Emmy Sam Richardson (Veep –
Vicepresidente incompetente) nel ruolo dello zio entusiasta di Ruby
e Blue Chapman (Council of Dads) che interpreta il fratellino di
Ruby.
Diretto dal candidato all’Oscar
Kirk DeMicco (Vivo, I Croods) e prodotto da Kelly Cooney Cilella
(Trolls World Tour, Trolls), con Faryn Pearl (I
Croods 2 – Una nuova era, Trolls World Tour) come co-regista, il
film si avvale di un cast comico straordinario, tra cui il
candidato Emmy Will Forte (The Last Man on Earth),
il candidato Emmy Nicole Byer (Nailed It!), gli
YouTube Diamond creatorLiza
Koshy (Liza on Demand), Ramona Young (Non
ho mai…), Eduardo Franco (Stranger Things) ed
Echo Kellum (Arrow).
Ecco la nostra intervista a
Edoardo Leo e Barbara Ronchi,
protagonisti di Era Ora, film di Alessandro
Aronadio disponibile su Netflix dal 16 marzo. E se un anno
della vostra vita durasse un solo giorno? La commedia romantica,
prodotta da BIM Produzione (una società del Gruppo Wild
Bunch), Palomar (Mediawan Group) e Vision
Distribution, dopo il passaggio all’ultima Festa
del Cinema di Roma (sezione Grand Public), è in arrivo in
Italia e contemporaneamente nei 190 Paesi in cui è disponibile il
servizio.
La trama di Era Ora
In “Era Ora”, Dante (Edoardo Leo) e
Alice (Barbara Ronchi) si amano alla follia. Peccato che lui sia la
tipica persona a cui una giornata non basta mai, che arriva sempre
in ritardo e si barcamena a fatica tra i mille impegni quotidiani
di lavoro e vita privata. Succede anche il primo giorno dei suoi
quarant’anni, quando Dante si presenta in ritardo di ore alla sua
festa di compleanno. A detta sua, la soluzione sembra a portata di
mano: se lavorerà abbastanza, magari tra qualche anno sarà riuscito
a comprarsi un po’ di tempo. Ma cosa succede quando l’indomani si
sveglia e si ritrova un anno in avanti? Come è possibile che sia
già il giorno del suo quarantunesimo compleanno? E come fa Alice a
essere incinta di quattro mesi? Cosa ne è stato del resto del suo
anno?
Quando, a un suo nuovo risveglio,
Alice gli mette tra le braccia una bella bambina di qualche mese
augurandogli buon quarantaduesimo compleanno, Dante realizza
definitivamente di essere stato catapultato in un incubo a occhi
aperti: per qualche inspiegabile motivo sta vivendo una vita
accelerata, di cui non ha memoria né controllo. Riuscirà a
comprendere il valore del tempo prima che la sua vita vada a
rotoli?
ERA ORA, tratta dal
film “Long Story Short” (scritto e diretto da Josh Lawson), è
un’esilarante e commovente romantic comedy su quella stravagante
avventura che ci ostiniamo a chiamare tempo. Prodotto da
Carlo Degli Esposti, Nicola Serra, Riccardo Russo,
vede nel cast anche Mario Sgueglia, Francesca Cavallin, Raz
Degan, Massimo Wertmüller e Andrea
Purgatori.
Tratta da Real Madrid –
¡Hasta el final!, la nuova docu serie Apple TV+,
ecco una clip che ricostruisce l‘esultanza molto
particolare del
difensore austriaco Alaba (diventata poi
un tormentone social), quando sollevò una
sedia destinata alla security a bordo
campo per
festeggiare la rimonta del Real Madridsul PSG.
Presentata da David Beckham, è una serie in tre parti che,
per la prima volta in assoluto, va dietro le quinte dell’iconico
club calcistico per offrire uno sguardo inedito sulla
sorprendente stagione 2021-2022, ricca di vittorie epiche e di atti
di eroismo in campo, compiuti sia da parte dei veterani della
squadra, che dei nuovi arrivati. Sostenuti dai loro ferventi
tifosi, sfidano i pronostici e gli scettici sulla via di uno
dei finali più memorabili della storia del calcio che culmina
con il record del 14° titolo conquistato in Champions
League.
Sky e Peacock annunciano oggi che
Jonah Hauer-King (The Little Mermaid, World on
Fire) e Anna Próchniak (Baptiste, Warsaw
44), rispettivamente nei panni dei giovani Lale Sokolov e Gita
Furman, saranno i protagonisti dell’atteso adattamento Sky e
Peacock Original
Il tatuatore di Auschwit, dal best seller di Heather
Morris venduto in oltre 12 milioni di copie in tutto il mondo.
Prodotta da Synchronicity Films,
Il tatuatore di Auschwit vedrà nel cast la vincitrice
dei Critics Choice Awards Melanie Lynskey (The
Last of Us, Yellowjackets)
nel ruolo di Heather Morris, autrice del romanzo e Jonas
Nay (Deutschland 83, 86, 89) nel ruolo di Stefan
Baretzki. Alla regia di tutti e sei gli episodi la pluripremiata
regista Tali Shalom-Ezer (My Days of Mercy,
Princess).
Una storia di coraggio e amore nei
luoghi più oscuri, per una serie che racconta l’esperienza nel
campo di concentramento di Auschwitz-Birkenau di Lale Sokolov, un
prigioniero ebreo a cui viene affidato il compito di tatuare i
numeri di matricola sulle braccia dei compagni di prigionia nel più
famigerato dei campi di sterminio nazisti durante la Seconda Guerra
Mondiale. Un giorno incontra Gita, in fila insieme a decine di
altre donne per farsi tatuare il numero di matricola sul braccio.
Per i due sarà amore a prima vista, e avrà così inizio una storia
di vita, coraggiosa, indimenticabile e umana, raccontata attraverso
i ricordi e l’esperienza di un uomo ad Auschwitz-Birkenau; una
storia di grande umanità nelle peggiori circostanze.
Attualmente in produzione, la serie
è una coproduzione Sky Studios e Peacock. NBCUniversal Global
Distribution e All3Media International sono i distributori
internazionali della serie.
STAN, il principale streamer locale
australiano, detiene i diritti originali della serie nel proprio
territorio, mentre VIAPLAY detiene i diritti della serie per i
paesi Nordici (Svezia, Norvegia, Danimarca, Finlandia, Islanda),
nei paesi del Mar Baltico (Estonia, Lettonia, Lituania), Paesi
Bassi e Polonia.
Jonah Hauer-King, ha
commentato:“È un enorme privilegio raccontare
l’incredibile storia di Lale – una storia che lui ha avuto il
coraggio di condividere. Ho il massimo rispetto e ammirazione per
la sua capacità di trovare l’umanità e la gentilezza nei luoghi più
disumani. Questi script descrivono in modo vivido e straziante
questo periodo terribile della nostra storia e sono orgoglioso di
onorare lo straordinario viaggio di Lale e Gita”.
Anna Próchniak, ha
detto:“Portare Gita Sokolov e la sua
storia sullo schermo è uno dei più grandi onori della mia carriera
finora, oltre che un’esperienza struggente. So che non sarà una
storia facile da raccontare, ma tratterò la loro storia con il
massimo rispetto”.
Melanie Lynskey, ha
aggiunto: “Dopo gli orrori vissuti
ad Auschwitz-Birkenau, la continuazione della storia di Lale e Gita
Sokolov ha trovato una nuova casa e ci sono voluti anni prima che,
in Australia, Lale si sia sentito tanto a suo agio da condividere
la sua storia con l’autrice neozelandese Heather Morris. Anche io,
a mio modo, sono una narratrice neozelandese, ed è un privilegio
per me partecipare alla continuazione della storia di Lale e Gita,
una storia che spezza ed insieme scalda il cuore”.
Tali Shalom-Ezer, la
regista, dice “Ad Auschwitz, una fabbrica di morte e
disumanizzazione, la storia d’amore di Lale e Gita è un atto di
sfida. È la scelta di rimanere umani. Sono ispirata e onorata di
poter dare vita a questa storia, insieme ad una talentuosa squadra
di professionisti”.
Prodotto da Synchronicity Films in
associazione con Sky Studios, Il tatuatore di Auschwitz è
supervisionato da Serena Thompson, Executive Producer di Sky
Studios per Zai Bennett, Managing Director of Content di Sky UK.
Claire Mundell è produttrice esecutiva per Synchronicity Films. La
sceneggiatrice Jacquelin Perske è anche produttrice esecutiva del
progetto, che si avvale della consulenza di Heather Morris. Evan
Placey e Gabbie Asher sono gli autori della sceneggiatura. Il
tatuatore di Auschwitz è attualmente in produzione e sarà
disponibile su Sky e in streaming su NOW nel 2024 in tutti i
territori Sky in Europa.
E’ affascinante notare come l’essere
umano sia sempre così particolarmente attratto dai misteri, come se
non riuscisse ad accettare che certe cose non possono semplicemente
essere spiegate in maniera chiara e razionale. Uno dei maggiori
misteri irrisolti dell’ultimo decennio è proprio la sparizione del
Volo MH370 della Malaysia Airlines l’otto marzo
del 2014; l’aereo portava a bordo 239 persone, anch’esse svanite
nel nulla. A nove anni dall’accaduto, Netflix punta a
ricostruire l’accaduto, riportando alla luce tre delle teorie più
plausibili per la scomparsa dell’aereo. La docuserie è composta da
soli tre episodi, ognuno da circa cinquanta minuti.
Volo MH370: la ricerca di una
spiegazione
Volo MH370 si apre
con un analisi dettagliata, ora per ora, del giorno della
sparizione dell’aereo. Vengono intervistati mariti, mogli, figli
dei passeggeri del volo scomparso, i quali, riportando le loro
singole storie, sono costretti a rivivere momenti strazianti.
Ogni episodio presenta una
teoria diversa sulla sparizione del MH370: il
primo episodio, Il Pilota, si concentra proprio sulla figura di
Zaharie Ahmad Shah, esperto pilota della compagnia aerea.
L’ipotesi di un omicidio suicidio sembra da subito essere la più
probabile e plausibile. Pur essendo stati disattivati i dispositivi
di localizzazione una volta lasciato lo spazio aereo malese alla
volta di una zona grigia di confine con il vicino Vietnam, è presto
emerso come l’aereo abbia continuato l’attività di volo per diverse
altre ore, fino ad esaurimento carburante. Questo elemento sembra
essere da subito controverso: se l’intendo di Zaharie era il
suicidio, perché aspettare così tante ore? Ciononostante,
questa sembra essere inizialmente la spiegazione dell’accaduto.
Tutto sembra risolto, fin quando un
altro Boeing 777, in partenza da Amsterdam, non registra un nuovo
incidente aereo in territorio ucraino, al confine con la Russia. I
primi mesi del 2014 nel panorama internazionale sono caratterizzati
anche da un altro importante avvenimento: l’invasione della Crimea
da parte della Russia il 23 febbraio. Le cause di questo secondo
incidente risultano essere da subito più chiare: si è trattato di
un abbattimento. A questo punto, si riconsiderano anche i possibili
eventi che abbiano potuto portare alla sparizione mesi prima del
MH370. Essendo stato individuato un cambio di
rotta durante il volo, dopo la disattivazione dei dispositivi di
localizzazione, viene considerata la possibilità di un
dirottamento dell’aereo da parte della Russia. Considerando la
nuova rotta, individuata tramite satelliti, l’aereo
sarebbe potuto andare a nord, atterrando in
Kazakistan. La teoria viene ideate dal giornalista di
aviazione Jeff
Wise, ma è accolta da pochi. La scoperta di detriti, resti
dell’aereo, nei mesi seguenti, renderà il tutto sempre più
confusionario: cosa è accaduto realmente al
MH370?
Una storia tragica di persone
vere
Troppo spesso, ascoltando le news o
leggendo i giornali, si finisce per dimenticarsi che le vicende che
ascoltiamo, sono storie di persone reali. Nella docuserie
volo MH370 si recupera il contatto con le singole
vittime, tramite le testimonianze di vari parenti e cari; questo è
un elemento che rende il documentario più autentico, e permette
allo spettatore di vedere questo semplice avvenimento di cronaca,
noto a molti, sotto un nuovo differente punto di vista.
Inoltre, per mantenere una sempre
maggiore autenticità, vengono riportate foto e video anche dei
parenti disperati durante le varie conferenze stampa ed anche
nell’aeroporto di Pechino-Capitale, in Cina, destinazione a cui
l’aereo MH370 non giunse mai.
Altri elementi interessanti ed anche
determinanti nella diffusione di informazioni furono i canali
social. Sull’allora molto utilizzato Twitter si riversarono
testimonianze dei parenti delle vittime, con una marcata
frustrazione col passare dei giorni dalla scomparsa dell’aereo; ad
esse si affiancarono tutta una bufera di commenti, like e nuove
teorie e fake news. Vennero date le spiegazioni più disparate
dell’accaduto, fino ad incolparne anche gli alieni!
La ricerca di un capro
espiatorio
Un fattore rilevante in volo
MH370 è la continua ricerca, in tutti e tre gli episodi,
non solo di una spiegazione della sparizione dell’aereo, ma anche
di un colpevole. In una tale situazione tragica e catastrofica, è
come se l’essere umano puntasse non solo a trovarne delle cause, ma
anche dei soggetti da accusare. Il primo capro espiatorio fu
proprio il defunto pilota Zaharie, nell’ipotesi di un omicidio
suicidio. Nella seconda ipotesi la Russia ed i tre passeggeri
russi a bordo vennero considerati responsabili dell’accaduto,
mentre nel terzo episodio si ipotizza un coinvolgimento americano
nell’accaduto.
Il due volte candidato all’Oscar e
supereroe MarvelJeremy Renner si unisce ancora una volta a
Disney+ per l’attesissimo debutto della
sua serie originale in quattro episodi
Rennervations, di Disney Branded
Television.
Renner e il suo gruppo di esperti costruttori usano le loro
abilità per rielaborare veicoli dismessi, ricostruirli e farne
delle creazioni strabilianti al servizio delle comunità di tutto il
mondo. Ogni costruzione ha uno scopo. Tutti gli episodi di
Rennervations debutteranno mercoledì 12 aprile in
esclusiva su Disney+.
“Ho intrapreso questo percorso
ormai da molti anni e ho iniziato nella mia comunità costruendo
veicoli per le persone bisognose. Ma qualche anno fa ho pensato:
‘Come posso fare per aumentare il mio impegno e creare un impatto
più grande su un’intera comunità?’, e questo è ciò che fa questo
show”, ha dichiarato Renner. “È una delle mie più grandi
passioni, una forza trainante per la mia guarigione e non vedo
l’ora che tutti possano guardarlo”.
Al di là del grande schermo, Renner è un veterano dell’edilizia
con una passione per l’acquisto e la reimmaginazione di grandi
veicoli, con l’aiuto delle sue conoscenze nella cultura mondiale
dei costruttori. Con il suo migliore amico e socio in affari, Rory
Millikin, e una squadra di costruttori di tutto rispetto, Renner
viaggia in tutto il mondo per rielaborare veicoli dismessi e
ricostruirli per un nuovo scopo, come ad esempio trasformare un
autobus da turismo in uno studio musicale mobile, un camion per le
consegne in un impianto mobile per il trattamento delle acque, un
bus navetta in un centro ricreativo mobile e un autobus urbano in
una scuola di danza mobile. Lungo il percorso, Renner fa squadra
con l’attore e produttore Anthony Mackie (The Falcon and the Winter
Soldier dei Marvel Studios), l’attrice e cantante Vanessa
Hudgens (Nei panni di una principessa), l’attore e
produttore Anil Kapoor (Mission:
Impossible, The Millionaire) e il cantante e
cantautore Sebastián Yatra (Encanto), che
condividono l’entusiasmo di Renner e si uniscono a lui per
consegnare i veicoli finiti a ogni organizzazione.
La serie porta Jeremy Renner in giro per il mondo, dalla sua
città natale, Reno, Nevada, fino a Chicago, Illinois, passando per
Cabo San Lucas, Messico, fino ad arrivare a Rajasthan, India. In
ogni località, Jeremy entra in contatto con organizzazioni
importanti come Big Brothers Big Sisters, BASE Chicago, Uva Jagriti
Sansthan e Casa Hogar di Cabo San Lucas per conoscere le esigenze
delle comunità locali. Jeremy e Rory si incontrano con i leader
delle organizzazioni per comprendere meglio le esigenze più urgenti
della comunità, dopodiché utilizzano ciò che hanno imparato per
costruire qualcosa di incredibile che avrà un grande impatto.
Tra i progetti, le celebrità e le organizzazioni presenti ci
sono:
Chicago: costruire uno studio musicale mobile (con
Vanessa Hudgens)
Jeremy Renner e il suo migliore amico Rory trasformano un
autobus da turismo in uno studio musicale mobile per The BASE
Chicago, un’organizzazione che offre vari programmi post-scolastici
per aiutare a tenere lontani i giovani dalla strada nel quartiere
di West Garfield Park a Chicago, Illinois. Jeremy vuole offrire ai
ragazzi di The BASE Chicago un nuovo sbocco musicale per
incoraggiarli a sognare in grande, a esprimersi e a scoprire la
loro voce interiore. Lui e il suo team d’élite di costruttori e
meccanici danno nuova vita a un autobus da turismo,
reimmaginandolo, riadattandolo e ristrutturandolo in uno studio
musicale mobile dove i ragazzi possono registrare la loro musica,
suonare strumenti e far esprimere la loro creatività. Infine,
consegnano lo studio musicale con l’aiuto dell’attrice e cantante
Vanessa Hudgens.
India: costruire un impianto mobile per il filtraggio
dell’acqua (con Anil Kapoor)
Jeremy Renner e il suo migliore amico Rory si recano per la
prima volta in India, dove ricostruiscono un camion per le consegne
trasformandolo in un impianto mobile per il trattamento delle acque
per conto di Uva Jagriti Sansthan, un’organizzazione senza scopo di
lucro che cerca di fornire acqua pulita e potabile alle comunità
indiane. Jeremy vuole fornire un impianto mobile di filtraggio
dell’acqua a diverse comunità e scuole, in modo che possano bere
l’acqua di falda che attualmente non è potabile. Insieme a una
squadra di costruttori locali, trasforma un camion per le consegne
in un impianto mobile per il trattamento dell’acqua che può
raggiungere le comunità locali e filtrare e pulire le falde
acquifere esistenti, anziché far arrivare l’acqua pulita alle
comunità attraverso un camion. Infine, consegnano l’impianto mobile
di trattamento dell’acqua con l’aiuto della superstar del cinema
indiano Anil Kapoor, co-protagonista di Renner in Mission:
Impossible.
Messico: costruire una scuola di danza mobile (con
Sebastián Yatra)
Jeremy Renner e il suo migliore amico Rory si recano a Los
Cabos, in Messico, dove ricostruiscono un autobus urbano
trasformandolo in una scuola di danza mobile per la Casa Hogar di
Cabo San Lucas, un’organizzazione senza scopo di lucro che offre
assistenza e genitorialità a tempo pieno a bambini meno fortunati
che non possono vivere con le loro famiglie. Dopo aver saputo che i
bambini di Casa Hogar hanno perso la loro scuola di danza, Jeremy
vuole creare un nuovo spazio in cui possano prendere lezioni e fare
di nuovo dei saggi. Lui e il suo team di costruttori di alto
livello riutilizzano un ex autobus urbano e lo restaurano
trasformandolo in una scuola di danza mobile da utilizzare come
aula e come spazio mobile per eventi in città. Infine, consegnano
la scuola di danza mobile con l’aiuto del due volte vincitore del
Latin GRAMMY Award® Sebastián Yatra.
Reno: costruire un centro ricreativo mobile (con Anthony
Mackie)
Jeremy Renner e il suo migliore amico Rory trasformano un bus
navetta in un centro ricreativo mobile per Big Brothers Big Sisters
of Northern Nevada, un’associazione di beneficenza con sede a Reno
che crea e sostiene rapporti di tutoraggio individuali tra
volontari adulti e ragazzi locali. Jeremy e il suo team di
costruttori danno nuova vita a un bus navetta, trasformandolo in un
centro ricreativo mobile che comprende un canestro, una porta da
calcio e un laboratorio di informatica, in grado di raggiungere le
comunità rurali meno servite. Infine, consegnano il nuovo centro
ricreativo mobile con l’aiuto di Anthony Mackie, co-protagonista di
Jeremy in Avengers e TheHurt
Locker.
Rennervations è prodotta da Boardwalk Pictures per
Disney+. Jeremy Renner, Rory Millikin,
Romilda De Luca, Andrew Fried, Dane Lillegard, Sarina Roma e
Patrick Costello sono i produttori esecutivi. Per Disney Branded
Television, Marc Buhaj è vice president, Unscripted and Nonfiction,
e Nicole Silveira è vice president, Unscripted.
Eagle Pictures,
società leader nella distribuzione, di cui presidia ogni segmento
della catena di sfruttamento del contenuto, e tra i principali
produttori indipendenti italiani, ambito nel quale, in breve tempo,
ha saputo raggiungere un ruolo primario sia in Italia che
internazionalmente, si è fusa con 3 Marys Entertainment
s.r.l., società indipendente operante nella produzione e
distribuzione cinematografica che ha portato nelle sale titoli
campioni di incasso come A Casa tutti bene, La Befana vien di notte, 18 Regali e Bones and All.
La fusione per incorporazione di 3
Marys Entertainment s.r.l. in Eagle Pictures S.p.A. sarà efficace
dal 1° aprile 2023 e, a seguito all’operazione, i soci fondatori di
“3 Marys Entertainment” Enzo Ricci, Raffaella
Viscardi e Giovanni Corrado diventeranno azionisti del
gruppo guidato da Tarak Ben Ammar con una quota complessiva
dell’11,11%.
La fusione s’inserisce nell’ambito
di un più ampio progetto imprenditoriale che mira a incrementare i
diritti cinematografici di proprietà di Eagle Pictures, a cogliere
opportunità d’investimento in progetti produttivi, sia italiani ma
soprattutto internazionali, presentati da soggetti che non
necessariamente sono alla ricerca di un Partner industriale, un
rafforzamento patrimoniale importante e il ricongiungimento di
alcuni importanti investimenti già fatti precedentemente
insieme.
Eagle Pictures è l’unica società indipendente
italiana che produce e distribuisce film e serie tv dialogando con
tutte le realtà dell’audiovisivo, sia nazionali sia internazionali.
Inoltre, rappresenta in Italia alcuni tra i più prestigiosi Studios
americani quali “Paramount” e “Sony” per il cinema, “Disney” e
“Sony” per l’Home Video. Nel 2022 ha anche siglato un importante
accordo con Sony Pictures Entertainment per la produzione di alcune
pellicole in Europa, di cui 4 già in sviluppo, che ha costituito un
ulteriore passo verso il consolidamento dei rapporti della società
con i grandi players del settore come Disney, Universal, Warner
Bros. Discovery e Lionsgate.
Tarak Ben Ammar,
Il principale azionista di Eagle Pictures,
afferma: “Dopo l’accordo con Sony che ha rappresentato un
importante traguardo verso il consolidamento dei rapporti di Eagle
Pictures tra i grandi players del settore come Disney, Universal,
Warner Bros. Discovery, la fusione con “3 Marys Entertainment” va
nella direzione di rafforzare ancora di più la presenza della
società in Italia al fine di creare un polo di produzione e
distribuzione cinematografica e audiovisiva in grado di soddisfare
un pubblico sempre più esigente ed un mercato dell’audiovisivo in
continua evoluzione. Un benvenuto a Enzo Ricci, Raffaella Viscardi
e Giovanni Corrado con i quali siamo sicuri che si potranno
realizzare nuove e stimolanti operazioni per consolidare sempre di
più la forza di Eagle Pictures in Italia e nel
mondo”.
Enzo Ricci, presidente e
fondatore 3 Marys Entertaiment afferma: ”Sono molto
felice di unire la nostra realtà a uno storico player del mercato
cinematografico come Eagle Pictures: sono certo che l’ambizioso
progetto di consolidamento italiano e di sviluppo
internazionale sarà finalizzato con successo grazie allo
straordinario lavoro di Tarak Ben Ammar e della sua squadra guidata
dall’AD Andrea Goretti. Per me e i miei soci sarà un onore poter
essere parte di questa stimolante avventura”.
Eagle Pictures è stata assistita
dallo studio legale Chiomenti con un team guidato dagli Avvocati
Luca Fossati e Corrado Borghesan e dal dott. Fabrizio Redaelli
dello Studio Redaelli & Associati 3 Marys Entertainment è stata
assistita dagli Avvocati Davide Contini e Annalisa Pescatori dello
studio legale Grimaldi, dal dott. Livio Strazzera dello Studio
Strazzera e dal dott. Francesco Nobili dello Studio Biscozzi
Nobili.La “Fairness Opinion”, in merito alla congruità del
Rapporto di Cambio, è stata rilasciata dal dott. Gian Marco
Committeri dello Studio Alonzo Committeri & Partners.
About Eagle
Pictures
Eagle Pictures è
una società di produzione e distribuzione integrata presente in
ogni segmento della catena di sfruttamento del contenuto, dalla
produzione e acquisizione dei diritti alla distribuzione attraverso
i canali: cinema, home video, televisione (Pay TV, Free TV) e
Digital Rights / New Media. La società ha distribuito grandi
successi tra cui “Coda” – vincitore premio
Oscarcome Miglior Film nel 2022 – e “Green Book” –
vincitore del Premio Oscar come Miglior Film, che ha superato in
Italia il milione di presenze, diventando il film Premio Oscar che
ha incassato di più negli ultimi 15 anni. Eagle Pictures ha
distribuito negli anni numerosi successi tra cui: “House of Gucci”,
“Top Gun: Maverick”, il Premio Oscar“Il discorso
del re”, “La passione di Cristo”, “American Hustle – L’apparenza
inganna”, “Il lato positivo”, la saga “Twilight”, “Vice – L’uomo
nell’ombra”, il primo distributore e produttore italiano
indipendente con accordi e alleanze con 6 major internazionali,
Mgm, Paramount, Sony, Warner Bros. Discovery, Disney e
Lionsgate.
About 3 Marys
Entertainment
3 Marys Entertainment è una
società indipendente di produzione e distribuzione
cinematografica e audiovisiva, fondata da Enzo
Ricci, insieme a Raffaella Viscardi e Giovanni
Corrado. 3 Marys Entertainment si propone sul mercato
cinematografico come un produttore indipendente e
affianca nella produzione e nella distribuzione le
più importanti società nel settore.
Ha portato al cinema titoli
campioni di incasso come “Bones and all” , “Gli anni piu’ Belli”,
“Time
is up”, “Io sono Babbo Natale”, “A casa tutti bene”, “La Befana
Vien di notte” , “Sono Tornato” ,“Ella & Jhon “, “Il Campione”.
The
well, nuovo horror diretto da Federico
Zampaglione, con protagonista Lauren LaVera, star di
Terrifier 2. Federico Zampaglione è tornato al
genere horror, dopo Shadow e Tulpa – Perdizioni
mortali, con il cupo thriller soprannaturale The
well, attualmente in fase di riprese per quattro
settimane nei dintorni di Roma.
The
well vede protagonista Lauren LaVera, reduce dal
film campione d’incassi Terrifier 2, nel ruolo di
Lisa Gray, una restauratrice d’arte in erba che si reca in un
piccolo villaggio italiano per riportare un dipinto medievale al
suo antico splendore. Non sa che sta mettendo la sua vita in
pericolo a causa di una maledizione e di un mostro nato dal mito e
da un dolore brutale.
1 di 2
Scritto da
Zampaglione stesso e da Stefano Masi, produttore del film
insieme a Mario Pezzi, questo avvincente viaggio negli
abissi del male è interpretato anche da Claudia Gerini, il Giovanni Lombardo Radice caro
ai fan della paura su celluloide made in Italy, Linda
Zampaglione, Jonathan Dylan King, Lorenzo Renzi,
Taylor Zaudtke, Gianluigi Calvani e Yassine
Fadel. The
well è una produzione Iperuranio Film, diretta da
Federico Zampaglione, scritta da Federico Zampaglione e Stefano
Masi e prodotta da Stefano Masi e Mario Pezzi.
Al via le riprese di The
Penitent, il nuovo film di Luca
Barbareschi. Sei settimane di riprese tra Roma e New York
per raccontare una storia potente, moderna, incandescente, grazie
alla drammaturgia di David Mamet – Premio Pulitzer
per Glengarry Glen Ross.
Prodotto da Eliseo Multimedia con
Rai Cinema, il film propone un cast internazionale:
Catherine McCormack, Luca Barbareschi, Adam James, Adrian
Lester.
Ispirato a un caso di cronaca,
The Penitent è il primo film di identità
americana di Barbareschi. Uno psichiatra vede deragliare la sua
carriera e la sua vita privata dopo essersi rifiutato di
testimoniare a favore di un ex paziente violento ed instabile che
ha causato la morte di diverse persone. L’appartenenza alla
comunità LGBT del giovane paziente, il credo ebreo del dottore, la
fame di notizie della stampa e il giudizio severo della legge,
aggravati da un errore di stampa dell’editor di un giornale,
sembrano essere gli elementi che fanno scatenare una reazione a
catena esplosiva.
Le location di grande effetto e i
dialoghi serrati accolgono la trama che svela, scena dopo scena, le
verità più intime dei personaggi.
La verità viene prima o poi a
galla, sempre e comunque. Vale anche per la vera identità di
DJANGO,
il protagonista del western Sky Original che omaggia il classico di
Sergio Corbucci, da domani venerdì 17 marzo con gli ultimi
due episodi (nono e decimo, disponibili anche on demand)
in esclusiva su Sky e in streaming solo su
NOW.
Il cerchio sta per chiudersi. Non
c’è più posto per bugie, segreti o verità taciute. Negli ultimi
episodi, diretti da Enrico Maria Artale con Francesca Comencini
alla direzione artistica, New Babylon si appresta a festeggiare il
ritorno di Sarah (Lisa Vicari). Come da tradizione, per la festa la
città aprirà le sue porte a tutti, e tra maschere, fuochi e musica
esploderà in un carnevale per celebrare la vita. Ma il carnevale
stravolge tutto, comprese le vite di Django (Matthias Schoenaerts),
Sarah, John (Nicholas Pinnock) ed Elizabeth (Noomi Rapace). È
proprio tra le maschere, infatti, che si nasconde il nemico, si
insinua tra la folla e dietro il travestimento si introduce a New
Babylon per colpirla al cuore. Ed un cuore ferito, si sa, compie
gesti scellerati.
Il fiume di sangue oramai è
destinato solo ad ampliarsi e la vendetta a mietere altre vittime.
Ma mentre Sarah rivela a Django il vero nome dell’assassino della
loro famiglia, mostrando così quanto le loro vite siano legate a
quella di John Ellis, Elizabeth bussa alle porte di New Babylon con
un esercito, desiderosa di purificare e distruggere quel che
ritiene un covo di lussuriosi e senza fede. È solo questa minaccia
che porta Django a rimandare la sua voglia di vendetta, e a
schierarsi a difesa di una città destinata ora a trasformarsi in un
inferno per coloro che un inferno l’hanno sempre ritenuta. La
guerra è arrivata per davvero, e nessuno verrà risparmiato.
Il cast:
Matthias Schoenaerts interpreta l’iconico
personaggio del titolo, accanto a NicholasPinnock nei panni di John Ellis, il visionario
fondatore di New Babylon, a LisaVicari,, che nella serie
è invece Sarah, la figlia di Django, e a NoomiRapace nel ruolo della
potente e spietata nemica di Ellis, Elizabeth Thurmann. Tra gli
altri interpreti: JyuddahJaymes,
BennyO. Arthur e
EricKole nei panni dei figli di
John Ellis, TomAusten in quelli
del cowboy Eljiah Turner e CamilleDugay che sarà Margaret, la moglie di Django. Con
ManuelAgnelli,
Vinicio Marchioni, ThomasTrabacchi. E a omaggiare il mito del western di
culto di SergioCorbucci, la
partecipazione straordinaria di FrancoNero.
Scritta da Leonardo Fasoli,
Maddalena Ravagli, DJANGO è
una prestigiosa serie TV in dieci episodi completamente girati in
inglese prodotta per Sky e CANAL+ da Cattleya e Atlantique
Productions (parte di Mediawan) e co-prodotta da Sky Studios e
CANAL+, in collaborazione con STUDIOCANAL e Odeon Fiction e con il
sostegno del Ministero della Cultura italiano e del governo
rumeno.
Per celebrare il ritorno di Sarah,
John decide che è tempo di organizzare una grande festa in
maschera. Le porte di New Babylon si aprono per una notte
memorabile in cui tutti sono i benvenuti. Ma anche Elizabeth riesce
segretamente a infiltrarsi per portare a termine la sua
missione.
Dopo la festa in maschera Kevin
attacca Elmdale. Questo dà il pretesto perfetto a Elizabeth per
assemblare un esercito e attaccare New Babylon. La battaglia finale
sta per iniziare e tutti i segreti verranno a galla. La città ha
bisogno di un nuovo leader.
Per tutti gli appassionati di
misteri, un caso che dal 2014 ad oggi ancora suscita grande
interesse e scalpore è quello della scomparsa del volo
Malaysia Airlines 370. Tale evento, particolarmente
drammatico per via delle sue presunte 239 vittime, ha nel tempo
generato tante teorie quanti tentativi di ricerca del velivolo,
divenendo ormai parte della cultura di massa. A distanza di 9 anni,
Netflix ha ora rilasciato una docuserie in tre
episodi intitolata proprio Volo MH370 – L’aereo sparito
nel nulla (qui la recensione), che oltre a
ripercorrere ciò che si sa di tale evento, approfondisce anche
alcune delle principali teorie formatisi riguardo la sua
scomparsa.
Distribuita a partire dall’8
marzo (anniversario della scomparsa del volo) e
diretta da Louise Malkinson, la serie si divide
dunque in tre episodi, intitolati Il Pilota, Il
Dirottamento e L’intercettazione, è stata
particolarmente criticata proprio per il suo concentrarsi troppo
sulle teorie cospirazioniste legate all’evento, discostandosi
talvolta troppo dai reali eventi avvenuti. Oltre a ciò, inoltre, la
docuserie omette anche alcuni dettagli particolarmente cruciali
riguardo a tale caso. Questo non ha però impedito a Volo MH370
– L’aereo sparito nel nulla di suscitare l’attenzione degli
abbonati alla piattaforma, tanto da essere ad oggi al 7°
posto nella Top 10 delle Serie TV più viste in Italia.
Scopriamo però ora la vera
storia dietro la docuserie e quali dettagli questa omette di
raccontare.
1I contributi del Dr. Schalk Lückhoff e
di Richard Godfrey non sono inclusi
Quando si parla dei detriti ritrovati
dell’MH370, il documentario affronta la missione di Blaine
Gibson a riguardo, che ha appunto permesso di ritrovare
alcuni di questi frammenti. Tuttavia, c’è anche la storia di un
medico sudafricano di nome Schalk Lückhoff, che si
è imbattuto nei detriti a Mossel Bay nel dicembre
2016. Lückhoff ha detto di aver ignorato i detriti quando li ha
visti per la prima volta perché avevano un cattivo odore a causa
delle cozze in decomposizione attaccate ad essi. Lückhoff non è
stato incluso nel documentario, e nemmeno la sua storia
dell’essersi imbattuto in tali detriti. Una storia che invece
avrebbe potuto fornire ulteriori spunti di riflessione sulle
possibili zone dell’impatto.
Richard Godfrey è invece noto
per aver svolto ricerche approfondite sull’MH370, ma nel
documentario non viene menzionato nulla di lui. Il documentario
Netflix non affronta dunque le informazioni che sono emerse negli
anni più recenti, come tutto ciò che Godfrey pensa di aver
scoperto. Ad esempio, egli ritiene di aver trovato la posizione
dell’MH370 nell’Oceano Indiano. Godfrey crede anche nella teoria
dell’omicidio-suicidio presentata nel documentario. Con tutte le
sue ricerche, avrebbe avuto molte informazioni da offrire al
documentario Netflix, ma è stato purtroppo escluso senza un chiaro
motivo. L’assenza di tutti questi elementi rende dunque Volo
MH370 – L’aereo sparito nel nulla piuttosto imprecisa, pur non
togliendo nulla al suo essere un prodotto comunque
avvincente.
Mon crime – La colpevole sono
io, commedia
poliziesca di François Ozon con un
cast stellare composto da Nadia Tereszkiewicz, Rebecca
Marder,
Isabelle Huppert, Fabrice Luchini, Dany Boon e André
Dussollier, arriverà il prossimo 25
aprile con BiM Distribuzione.
Mon crime – La colpevole sono
io aprirà la XIII edizione
di Rendez-vous – Nuovo cinema francese a
Roma, dove François Ozon e la protagonsita Nadia
Tereszkiewicz, presenteranno il film – in anteprima
italiana – il 29 marzo a Roma al Cinema Nuovo Sacher.
Nell’incantevole Parigi degli anni
’30, Madeleine, un’attrice carina, giovane, squattrinata e
talentuosa, viene accusata di aver ucciso un famoso produttore.
Aiutata dalla sua migliore amica Pauline, giovane avvocatessa
disoccupata, viene assolta per legittima difesa. Inizia una nuova
vita di fama e successo, finchè la verità non viene a galla.
Al via dal
14 aprile a Rovereto la quarta
edizione di Educa Immagine, il festival
dell’educazione ai media, nato nell’alveo del Piano Nazionale
Cinema e Immagini per la scuola del MiC e del MIM. Il festival è
promosso da Trentino
Film Commission in collaborazione con i partner di
EDUCA e organizzato da
Consolida.
Nello stesso
periodo si terrà, sempre a Rovereto, la 13ª edizione del
Festival EDUCA dedicato ai bambini, alla scuola,
alle famiglie e ai professionisti in ambito dell’educazione e della
formazione allo scopo di ispirare e emozionare le persone,
connettere le idee, offrire strumenti e occasioni di confronto
per innovare l’educazione a 360 gradi, incoraggiando la
“comunità educante” nel riconoscersi come tale e vivere il proprio
ruolo in maniera consapevole, dialogante e creativa. Qui il programma completo del
Festival EDUCA.
Come sempre anche
questa edizione sarà animata da proiezioni, laboratori e incontri
con esperti nazionali. Dal cinema ai social network, dai
videogiochi alla serata dedicata all’enorme successo della serie
Mare Fuori: tante saranno le tematiche su
cui confrontarsi, tutte organizzate con l’obiettivo di sviluppare
il pensiero critico e di diventare cittadini consapevoli e attivi
per imparare a orientarsi nell’epoca del pensiero visuale.
Tra i molti eventi segnaliamo: il panel dal titolo
L’insostenibile leggerezza dei social
(venerdì 14 aprile ore 21.00, Sala Conferenze Mart) con
Nicola Conversa, Tommy
Cassi(@tommycassi), Alberto Pellai e
moderato dal giornalista e direttore di Hot Corn Andrea
Morandi, dedicato all’uso che i nativi digitali fanno dei
social media; il panel Schermo, schermo delle mie
brame (sabato 15 aprile ore 18.00, Aula Magna Palazzo
Piomarta) con Sofia Viscardi, Chiara
Maiuri moderato da Vincenzo Marino, un
dialogo con una delle più note web creator italiane sulla nuova
tendenza dei social a promuovere l’accettazione di sé e la
celebrazione dei corpi di qualsiasi forma, dimensione o
aspetto.
Altro appuntamento
imperdibile il panel L’educazione sessuale ai tempi dei
social (sabato 15 aprile ore 11.30, Aula Magna
Palazzo Piomarta): un dialogo per contestualizzare le principali
nuove sfide del ruolo del genitore sui temi della sessualità sul
web e sui social; infine la serata dedicata a Mare
Fuori (sabato 15 aprile, ore 20.45, Teatro Zandonai)
serie di enorme successo che sarà l’occasione per riflettere
insieme ai suoi protagonisti su come un prodotto televisivo si
possa trasformare in un fenomeno mediatico e generazionale.
Shazam! Furia degli
Dei (qui la recensione) è finalmente
arrivato nelle sale dopo numerosi rinvii. Interpretato nuovamente
da Zachary Levi e
con Helen Mirren,
Lucy Liu e
Rachel Zegler
nei panni delle figlie di Atlante in cerca di vendetta, il film è
stato accolto in modo piuttosto positivo dalla critica. Questo
sequel del film del 2019 si presenta
infatti come un prodotto particolarmente godibile, ricco di
umorismo, buoni effetti speciali e temi particolarmente importanti
trattati in modo intelligente. Al di là di ciò, però, Shazam!
Furia degli Dei è anche il primo film del DC
Universe ad arrivare in sala dopo la nomina di James
Gunn e Peter Safran come nuoi co-CEO
della divisione DC.
Anche se è stato realizzato prima
del loro arrivo, a partire dal quale il DC Universe sta
profondamente cambiando volto, il film contiene dunque alcune
anticipazioni per quello che potrebbe essere il futuro
di Shazam nel futuro del DCU, ma anche sul futuro dello stesso
universo cinematografico DC. Per sapere di più a riguardo,
esploriamo l’imponente atto finale e cosa potrebbe significare alla
luce dei nuovi piani. Inutile dire che seguiranno
SPOILER sul finale di Shazam! Furia
degli Dei, ma anche relativamente ad un
importantissimo cameo presente proprio nelle scene
conclusive del film.
1Shazam 3, si farà?
Per
quanto riguarda le possibilità di rivedere ancora Shazam sul grande
schermo, è bene sottolineare che ci sono due scene
post-credits nel film ed entrambe gettano le basi
affinché Shazam continui effettivamente a svolgere un ruolo nel
nuovo DCU. La fine di Shazam! Furia degli Dei fa molto per
confermare Billy Batson come un vero supereroe in questo mondo, e
sarebbe un peccato se fosse qui che finisce la sua storia. Il
regista David F. Sandberg ha
precedentemente affermato che non c’è nulla in questo sequel che
contraddica i piani futuri dei DC Studios, ma ciò non significa
necessariamente che Shazam rimarrà nei paraggi.
Sandberg ha dunque confermato che, qualora
questo secondo capitolo dovesse ottenere significativi guadagni, le
possibilità di un terzo film su Shazam si faranno
decisamente più concrete. I piani futuri per il personaggio
sembrano non mancare, anche appunto alla luce delle due scene
post-credits. Non resta dunque che attendere i risultati al box
office del film, come anche ulteriori annunci per quanto riguarda i
progetti futuri del DCU, sperando che un
terzo Shazam! rientri tra questi.
Sir Roger
Deakins, leggendario direttore della fotografia che ha
prestato il suo talento a film come Le ali della libertà, Fargo,
Skyfall,
Blade Runner 2049 e non ultimo
1917, nonché vincitore di primi Oscar è tornato a
parlare sull’atteggiamento prevenuto dell’Academy rispetto ai film
sui supereroi.
Sir Roger
Deakins è stato nominato durante la cerimonia dello scorso
fine settimana per il suo lavoro inEmpire of Light e, sebbene
non abbia vinto un altro Oscar, Deakins non ha
esitato a criticare l’Accademia prima della serata. L’artista è
arrivato al punto di sostenere che “secondo lui la migliore
fotografia dell’annonon è stata
nominata”.Il film di cui parla?
The Batman. Infatti il noto sito americano
Deadline ha chiesto a Deakins quale fosse la miglior fotografia. Di
seguito le sue parole.
“È The Batman. Questo
è il miglior lavoro a mio avviso”, dice
a Deadline ,aggiungendo che il lavoro di Greig Fraser è
stato“straordinario”avrebbe dovuto renderlo un contendente. Per quanto
riguarda il motivo per cui crede che sia stato trascurato, Deakins
aggiunge: “Il motivo per cui non lo è
stato è puro e semplice: snobismo. C’è questa ingiusta tendenza ad
evitare l’universo Marvel e gli altri universi
popolari”. Sir Roger Deakins ha
anche sottolineato che secondo lui il direttore della fotografia di
Top Gun: Maverick Claudio Miranda,
“un altro che è stato escluso… Dipende dal lavoro. Un
buon lavoro è un buon lavoro qualunque sia il
genere”.
Quando il CEO della Warner
Bros. Discovery, David Zaslav, ha annunciato la
nuova leadership diJames
Gunne Peter
Safran alla DC,
sono state successivamente prese decisioni pesanti che hanno creato
alcuni contraccolpi con i fan storici dell’Universo. Tra le varie
scelte più spinose c’è stato il congelamento di Wonder Woman 3 e l’uscita di scena di
Henry Cavill come Superman del DCU.
Tuttavia, in tutto questo
c’era Shazam! il
cui sequelShazam: Furia
degli Dei (recensione)
è finalmente uscita nelle sale. La fiducia della
star Zachary
Levi nei suoi nuovi capi non ha vacillato, con la
star che li
ha difesi ripetutamente di recente. Un nuovo commento di
supporto dell’attore è arrivato proprio in queste ore, durante la
premieredi Los Angeles, dove l’attore ha
ribaditoa Deadline che quando si tratta delle
ulteriori avventure di Shazam!, “Tutto si riduce a ciò che la
gente vuole“.
Shazam:
Furia degli Deiuscirà oggi in Italia,
mentre negli USA solo venerdì e secondo le prime previsioni la
pellicola dovrebbe debuttare con 35 milioni di dollari di incasso e
oltre 85 milioni di dollari come risultato globale a fronte
diun costo di produzione di 125 milioni. La Warner
Bros ha spostato il film prodotto dalla New Line precedentemente
previsto per natale, in modo tale da essere abbastanza lontana
dalla coda lunga d’incassi diAvatar: La via dell’acqua,in modo da dargli un po’ di respiro al botteghino e avere la
possibilità di essere programmati sugli schermi Imax.
“Abbiamo realizzato un
film fantastico, sono davvero orgoglioso di questo film, spero che
tutti lo vedano, spero che lo dicano a tutti i loro amici e
familiari“, ha detto Levi a Deadline.
“Questo è tutto ciò che posso fare: posso presentarmi ed
essere il miglior Shazam che posso essere“.
Anche se non ci fosse un
altro Shazam, Levi sarebbe disposto ad apparire nei
futuri film DC? “Fidati di me, ovunque dicano,
vogliamo che tu sia Shazam in questa cosa, io direi ‘Fantastico,
andiamo. Lo farò‘”, ha detto l’attore. Nel
marketing di Black
Adam,Dwayne
Johnson sfidava continuamente Shazam a combattere, e
l’idea era che avremmo visto l’antieroe e l’eroe affrontarlo ad un
certo punto sul grande schermo. Tuttavia, questo non sembra
essere nel prossimo futuro con
Dwayne Johnson che ha annunciato prima di Natale che
Black Adam non faceva parte della prima fase DCU riscritto da
James Gunn e Peter Safran.
Safran e Gunn hanno dichiarato durante
l’annuncio stampa del 30 gennaio che sono ancora interessati a
lavorare con gli attori e le attrici precedentemente scelti come
grandi supereroi DC, tra cui Gal Gadot come Wonder Woman, Jason Momoa come Aquaman, Zachary Levi come Shazam e potenzialmente
anche Ezra Miller nei panni di
The Flash.“So che Peter (Safran), che
conosco da anni, e James (Gunn), che conosco anche da più tempo,
sono leader davvero eccellenti.E mi
fido di dove porteranno tutta questa roba”, ha
sottolineato Levi. A lui si è unita la costar Rachel Zegler che ha rivelato
“Siamo fiduciosi sul futuro del
franchise” .
Ora, il THR
riferisce che la Marvel si stanno “avvicinando a
scoprire l’identità della fonte” della fuga di notizie apparsa su
Reddit e intende intraprendere un’azione
legale contro di essa. Un giudice federale della California ha
emesso la citazioni in giudizio contro Reddit e Google, ordinando
loro di identificare gli utenti che hanno fatto trapelare i
dettagli in questione. Questa azione fa parte della strategia della
Marvel non solo di scoprire chi ha pubblicato le informazioni sul
popolare canale subreddit r/MarvelStudiosSpoilers, che ora è
bloccato ma soprattutto porre fine alla via di fuga di notizie
sensibili sui film dello studios.
La Disney ha presentato una
richiesta di rimozione del copyright della fuga di notizie
all’inizio di questo mese dopo che un documento di 63 pagine era
stato condiviso da u/MSSmods in un post intitolato “[TFTMQ]
Ant-Man and the Wasp: Quantumania Detailed Dialog”. Da allora
il thread è stato eliminato, ma come accade spesso qualcuno ha
avuto il tempo di archiviarlo su Google Documenti, e renderlo in
ogni caso reperibile.
“Reddit si impegna a
proteggere la privacy dei nostri utenti”,ha
comunicato Reddit in una dichiarazione in risposta alla domanda
della Marvel.“Abbiamo in atto processi
rigorosi per valutare le richieste legali e obiettare quando
appropriato”.Gli addetti ai lavori ritengono
che la Marvel/Disney probabilmente avvieranno un contenzioso contro
la persona o il gruppo responsabile, che potrebbe includere il
rinvio a giudizio per violazione del copyright, tra le altre
accuse.