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M. Il figlio del secolo: Luca Marinelli sarà Benito Mussolini

Luca Marinelli
di Luidi De Pompeis

Nei panni di Benito Mussolini, sarà Luca Marinelli  il protagonista di M. Il figlio del secolo, la nuova serie Sky Original adattamento dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale, che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere del Duce Benito Mussolini. Nominato ben 5 volte ai David di Donatello – fra cui la nomination che gli è valsa il premio per Lo chiamavano Jeeg Robot, film che gli ha fatto conquistare anche il Nastro d’Argento – Marinelli è fra i più apprezzati attori italiani, vincitore della Coppa Volpi come miglior attore a Venezia per Martin Eden e del prestigioso Shooting Stars Award al Festival di Berlino.

In otto episodi, come già annunciato la serie sarà diretta da Joe Wright, che batterà il primo ciak presso i Cinecittà Studios nelle prossime settimane e che nell’ambito della diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma sarà oggi protagonista – insieme agli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino – dell’incontro “M. La serie”.   Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia e la Germania, ha commentato: «Per un grande progetto come ‘M.’ non potevamo che pensare a un talento autentico ed eclettico come Luca Marinelli, perfetto per un ruolo tanto complesso qual è quello di Mussolini. Un attore come pochi ce ne sono in Italia e nel mondo, che corteggiavamo da tempo e che siamo entusiasti di avere finalmente a bordo di questa nuova produzione Sky Studios, che si delinea ancora più, ora, nella sua unicità.  Con la regia di un maestro come Joe Wright e con la guida del testo di Scurati, adattato qui dalla scrittura di Stefano Bises e Davide Serino, siamo pronti a varare un progetto che segna nel nostro percorso creativo e produttivo un ulteriore passo in avanti».

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, ha detto: «Talento, originalità e audacia contraddistinguono da sempre i nostri Sky Original, e ‘M.’, un progetto che abbiamo fortemente voluto, li esprime nella loro più intensa e raffinata accezione. Con questa nuovo titolo vogliamo offrire al nostro pubblico una storia unica, non solo importante ma necessaria, dal successo di Antonio Scurati, nella quale si incontrano il grande talento di un attore carismatico come Luca Marinelli, calato nel ruolo complesso di Mussolini, e la visione di un regista raffinato come Joe Wright».

Lorenzo Mieli, Amministratore Delegato di The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, ha detto: «Sono estremamente felice del team artistico che abbiamo in ‘M’: Joe Wright è perfetto perché amo il modo in cui ha affrontato in passato la complessità dell’animo umano e i dilemmi etici del potere, e amo anche il modo in cui riesce a cambiare genere. Luca Marinelli è sicuramente uno dei più grandi attori della sua generazione e solo un grande attore come lui può interpretare un personaggio complesso come quello di Mussolini».

M. Il figlio del secolo è prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Pathé.

La serie ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in parlamento dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1925. Offrirà inoltre uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca. Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri.

Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), la serie racconterà gli accadimenti con accuratezza storica, con ogni evento, personaggio, dialogo e discorso storicamente documentato o testimoniato da più fonti. IL FIGLIO DEL SECOLO arriverà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in tutti i territori Sky in Europa. La distribuzione internazionale è di Fremantle.

Pubblicato in Italia da Bompiani nel 2018, il romanzo di Antonio Scurati M. Il figlio del secolo è stato tradotto ad oggi in 46 paesi, ha venduto oltre 600.000 copie. Negli Stati Uniti è edito da HarperCollins. È il primo di una trilogia dedicata da Scurati al fascismo e a Benito Mussolini: il secondo romanzo è M. L’UOMO DELLA PROVVIDENZA, cui ha fatto seguito da qualche settimana il terzo romanzo della serie bestseller, M. GLI ULTIMI GIORNI DELL’EUROPA, che si concentra sul cruciale triennio tra il 1938 e il 1940.

LA BIOGRAFIA DI LUCA MARINELLI

Nato nel 1984, Luca Marinelli si è diplomato all’Accademia Nazionale d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, dove si è esibito in Sogno di una Notte d’Estate diretto da Carlo Cecchi. La sua performance fu notata da Saverio Costanzo, che lo scelse come coprotagonista del suo film La Solitudine dei Numeri Primi, dal romanzo di Paolo Giordano. Il film fu presentato in Concorso alla 67esima edizione della Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.

Nel 2011 ha interpretato il ruolo di Roberta nel film L’ Ultimo Terrestre di GIPI, anche questo presentato, ancora in Concorso, al Festival di Venezia.Nello stesso anno, inoltre, ha preso parte ai film Waves, diretto da Corrado Maria Sassi, Nina (di Elisa Fuksas) e al film per la TV Maria di Nazaret diretto da Giacomo Campiotti. Nel 2012 era protagonista nel film Tutti i Santi Giorni di Paolo Virzì, per il quale è stato nominato come miglior attore protagonista ai David di Donatello.

Ha poi preso parte al film Premio Oscar La Grande Bellezza, diretto da Paolo Sorrentino.Nel 2013 ha ricevuto dalla European Film Promotion lo Shooting Star Award al Festival di Berlino, assegnato ai dieci migliori giovani talenti del cinema europeo.Quello stesso anno ha poi recitato nel film di debutto di Alessandro Lunardelli Il Mondo Fino in Fondo, presentato alla Festa del Cinema di Roma.

Nel 2014, la sua interpretazione nel film Lo chiamavano Jeeg Robot diretto da Gabriele Mainetti gli è valsa diversi importanti riconoscimenti, fra cui il Ciak d’Oro, il Nastro d’argento e il David di Donatello come miglior attore non protagonista.

La sua carriera in ruoli per la TV continua nel 2014 con A Dangerous Fortune, diretto per il mercato tedesco da Christian Schwochow.

Nel 2015 era il coprotagonista del film di Claudio Caligari Non Essere Cattivo, presentato Fuori Concorso alla 72nd Mostra del Cinema di Venezia. Grazie alla sua interpretazione nel film ha fatto sua la seconda candidatura ai David di Donatello.

Quello stesso anno era nel cast di Tutto per una Ragazza, diretto da Andrea Molaioli, e di Lasciati Andare di Francesco Amato, per cui ha vinto il Ciak d’Oro come miglior attore non protagonista.

Nel 2016 è stato coprotagonista nel film di Fabio Mollo Il Padre d’Italia, che gli è valso una nomination ai Globi d’Oro e ai Nastri d’Argento; ha recitato poi nel film dei Fratelli Taviani Una questione Privata, adattamento dell’omonimo romanzo di Beppe Fenoglio, ruolo per il quale ha vinto il Globo d’Oro come miglior attore. Nello stesso anno ha recitato nel film di Valerio Mastandrea Ricordi, presentato alle Giornate degli autori al Festival di Venezia, e ha interpretato Fabrizio de Andrè nella miniserie Fabrizio De Andrè – Principe libero, con cui ha fatto sua un’altra nomination ai David di Donatello.

Nel 2017 era nel cast della serie TV Trust, diretta dal Premio Oscar Danny Boyle, e due anni dopo (2019) ha diviso il set con Charlize Theron nell’action The Old Guard, diretto da Gina Prince-Bythewood. Nello stesso anno ha prestato la sua voce per l’audiobook del romanzo “Lamento di Portnoy” di Philip Roth, per Emons audiobooks.

Nel 2018 ha recitato nel film Martin Eden, tratto dal romanzo di Jack London e diretto da Pietro Marcello. Il film è stato presentato alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia dove si è aggiudicato la prestigiosa Coppa Volpi per il miglior attore, e ha ricevuto una nomination al premio come miglior attore protagonista agli European Film Awards. Nel 2019 è stato il protagonista di Diabolik dei Manetti Bros. Nel 2020 ha fatto parte della giuria internazionale della 70esima Berlinale, presieduta da Jeremy Irons.

Nel 2022 è il coprotagonista di Le otto montagne, diretto da Felix Van Groeningen e Charlotte Vandermeersch, dal romanzo omonimo di Paolo Cognetti vincitore del Premio Strega 2018. Il film è stato presentato in concorso per la Palma d’Oro al 75esimo Festival di Cannes.

 
 

Luca Marinelli sarà il giovane Mussolini in M. Il figlio del Secolo

Luca Marinelli
di Luigi De Pompeis

Nei panni di Benito Mussolini, sarà Luca Marinelli il protagonista di M. IL FIGLIO DEL SECOLO, la nuova serie Sky Original adattamento dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati vincitore del Premio Strega e bestseller internazionale, che racconta la nascita del fascismo in Italia e l’ascesa al potere del Duce Benito Mussolini.

Nominato ben 5 volte ai David di Donatello – fra cui la nomination che gli è valsa il premio per Lo chiamavano Jeeg Robot, film che gli ha fatto conquistare anche il Nastro d’Argento – Marinelli è fra i più apprezzati attori italiani, vincitore della Coppa Volpi come miglior attore a Venezia per Martin Eden e del prestigioso Shooting Stars Award al Festival di Berlino.

In otto episodi, come già annunciato la serie sarà diretta da Joe Wright, che batterà il primo ciak presso i Cinecittà Studios nelle prossime settimane e che nell’ambito della diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma sarà oggi protagonista – insieme agli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino – dell’incontro “M. La serie”.

Nils Hartmann, Executive Vice President Sky Studios per l’Italia e la Germania, ha commentato: «Per un grande progetto come ‘M.’ non potevamo che pensare a un talento autentico ed eclettico come Luca Marinelli, perfetto per un ruolo tanto complesso qual è quello di Mussolini. Un attore come pochi ce ne sono in Italia e nel mondo, che corteggiavamo da tempo e che siamo entusiasti di avere finalmente a bordo di questa nuova produzione Sky Studios, che si delinea ancora più, ora, nella sua unicità.  Con la regia di un maestro come Joe Wright e con la guida del testo di Scurati, adattato qui dalla scrittura di Stefano Bises e Davide Serino, siamo pronti a varare un progetto che segna nel nostro percorso creativo e produttivo un ulteriore passo in avanti».

Antonella d’Errico, Executive Vice President Programming Sky Italia, ha detto: «Talento, originalità e audacia contraddistinguono da sempre i nostri Sky Original, e ‘M.’, un progetto che abbiamo fortemente voluto, li esprime nella loro più intensa e raffinata accezione. Con questa nuovo titolo vogliamo offrire al nostro pubblico una storia unica, non solo importante ma necessaria, dal successo di Antonio Scurati, nella quale si incontrano il grande talento di un attore carismatico come Luca Marinelli, calato nel ruolo complesso di Mussolini, e la visione di un regista raffinato come Joe Wright».

Lorenzo Mieli, Amministratore Delegato di The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, ha detto: «Sono estremamente felice del team artistico che abbiamo in ‘M’: Joe Wright è perfetto perché amo il modo in cui ha affrontato in passato la complessità dell’animo umano e i dilemmi etici del potere, e amo anche il modo in cui riesce a cambiare genere. Luca Marinelli è sicuramente uno dei più grandi attori della sua generazione e solo un grande attore come lui può interpretare un personaggio complesso come quello di Mussolini».

M – IL FIGLIO DEL SECOLO è prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Pathé.

La serie ripercorrerà la storia dalla fondazione dei Fasci Italiani nel 1919 fino al famigerato discorso di Mussolini in parlamento dopo l’omicidio del deputato socialista Giacomo Matteotti nel 1925. Offrirà inoltre uno spaccato del privato di Mussolini e delle sue relazioni personali, tra cui quelle con la moglie Rachele, l’amante Margherita Sarfatti e con altre figure iconiche dell’epoca. Come il romanzo, la serie racconterà la storia di un paese che si è arreso alla dittatura e la storia di un uomo che è stato capace di rinascere molte volte dalle sue ceneri.

Scritta da Stefano Bises (Gomorra – La Serie, The New Pope, ZeroZeroZero, Speravo de morì prima) e Davide Serino (1992, 1993, Il Re, Esterno Notte), la serie racconterà gli accadimenti con accuratezza storica, con ogni evento, personaggio, dialogo e discorso storicamente documentato o testimoniato da più fonti.

  1. IL FIGLIO DEL SECOLO arriverà in esclusiva su Sky e in streaming solo su NOW in tutti i territori Sky in Europa. La distribuzione internazionale è di Fremantle.

Pubblicato in Italia da Bompiani nel 2018, il romanzo di Antonio Scurati M. IL FIGLIO DEL SECOLO è stato tradotto ad oggi in 46 paesi, ha venduto oltre 600.000 copie. Negli Stati Uniti è edito da HarperCollins. È il primo di una trilogia dedicata da Scurati al fascismo e a Benito Mussolini: il secondo romanzo è M. L’UOMO DELLA PROVVIDENZA, cui ha fatto seguito da qualche settimana il terzo romanzo della serie bestseller, M. GLI ULTIMI GIORNI DELL’EUROPA, che si concentra sul cruciale triennio tra il 1938 e il 1940.

 
 

She-Hulk e altri supereroi che hanno rotto la quarta parete

Jennifer diventa She Hulk

Il finale di She-Hulk: Attorney at Law non sarebbe stato così epico senza la rottura della quarta parete. Già nei fumetti, a partire dal 1989 questa tecnica narrativa viene usata dalla She-Hulk di John Byrne. Nella serie Disney+, vediamo la rottura della quarta parete in live-action. La potenza del dialogo diretto con il pubblico è innegabile. Prima di Jennifer altri supereroi hanno rotto la quarta parete in un film o in una serie. Scopriamo gli episodi più interessanti.

1I supereroi MCU: Loki

Loki MCU

C’è nell’MCU un personaggio che sarebbe perfetto per rompere la quarta parete: si tratta di Loki. Nei fumetti, Loki sa di essere frutto della fantasia e, sicuramente, molti fan vorrebbero vedere Tom Hiddleston rompere la quarta parete per dialogare con loro.

Sarebbe qualcosa di molto divertente per il MCU e potrebbe rendere Loki ancora più popolare.

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Rapiniamo il Duce, la recensione del film con Castellitto e De Angelis

Rapiniamo il Duce recensione

È una bomba a orologeria il cui ticchettio si fa sempre più insistente, sempre più coinvolgente, sequenza dopo sequenza, dialogo dopo dialogo, Rapiniamo il Duce. Un ingranaggio pronto a esplodere; una detonazione improvvisa con la quale smuovere un cinema italiano fin troppo ancorato ai consueti stilemi, mescolando utopia e sogno, fantasia e una Storia (quella con la S maiuscola) adesso riscritta con il potere della macchina da presa. 

Rapiniamo il duce guarda al di là dell’oceano, verso quelle spiagge caotiche che si stagliano lungo i confini di universi immaginifici come quelli  di Quentin Tarantino e dei suoi Bastardi senza gloria; è uno sguardo lontano quello di Renato De Maria, lanciato non per copiare, ma per lasciarsi influenzare, nella compilazione personale di un heist-movie all’italiana, fratello e diretto discendente di classici come I soliti Ignoti, ma insignito di un gusto anarchico che lo lega per aspirazione e rivoluzione iconoclasta un altro titolo recente come Freaks Out di Gabriele Mainetti.

Proprio perché figlia di un gusto eroico, tipicamente americano, dove anche gli ultimi possono aspirare al ruolo di grandi eroi, l’opera di De Maria può rivelarsi al mondo nelle vesti di patchwork citazionistico composto da tanti, piccoli, deja-vu. Eppure, inserita nel contesto italiano, Rapiniamo il Duce vive di una sagacia innovativa e di  una spinta anarcoide attraverso le quali reinventare e rinnovare il nostro cinema, anche a costo di cadere e farsi male, proprio come Isola davanti alle forze fasciste. Ma è la corsa che conta ne Il Rapiniamo il duce, non l’ascesa, o la caduta finale.

È l’evoluzione di un discorso filmico che tenta di osare, parlare linguaggi conosciuti, e allo stesso tempo nuovi per un pubblico italiano ormai assuefatto alla riproposizione diretta di mille copie di universi cinematografici sempre uguali a se stessi. Un linguaggio che canta canzoni anni Sessanta in un contesto bellico di metà anni Quaranta; un linguaggio di fotografie ombrose e colori sgargianti; un linguaggio fatto di graphic novel che prendono vita, di heist-movie dal sapore hollywoodiano inseriti tra le strade nostrane. Un linguaggio in evoluzione, vernacolare nel parlato, e aulico nella resa visiva, che vede in Rapiniamo il duce, un nuovo, ambizioso, cantore.

Rapiniamo il duce, la trama

Milano. La Seconda Guerra Mondiale è ormai agli sgoccioli. Tra le vie bue del capoluogo lombardo si aggira Isola (Pietro Castellitto), ladro spiantato e romantico, innamorato di Yvonne (Matilda De Angelis), cantante da night e a sua volta amante di un gerarca fascista (Filippo Timi), che è sposato con Nora (Isabella Ferrari), attrice del muto che non ama più. Per puro caso Isola e la sua banda di anti-eroi improvvisati (Tommaso Ragno e Luigi Fedele) scopre che Mussolini e i suoi gerarchi fascisti stanno organizzando una via di fuga, così da mettere in salvo anche il proprio tesoro, fatto di gioielli e pezzi d’oro sottratti al popolo italiano. Co-adiuvato dalla propria banda – a cui si aggiungono anche Molotov e il pilota automobilistico Denis Fabbri (Maccio Captonda) Isola organizza un proprio contro-piano d’attacco per rapinare il Duce e impadronirsi dell’oro.

Rapiniamo il Duce castIn questo mondo di ladri

È un Robin Hood che ruba ai ricchi gerarchi per donare ai sopravvissuti dell’incubo fascista, Isola. Capobanda di un gruppo musicale che agli strumenti preferisce le bombe e l’artiglieria pesante, il personaggio di Castellitto si fa guida privilegiata di una Milano abbagliata dalla luce dei raid aerei, ricercando nella sottrazione dell’oro ai generali fascisti, un senso di rivalsa sociale da parte di una nazione in ginocchio. Memore della lezione impartita da Monicelli, e riscritta in termini anglosassoni da registi come Tarantino e non ultimo Edgar Wright (Baby Driver), Renato De Maria costruisce il proprio heist-movie tra azione e storicità, prendendo il testimone da un progetto altrettanto simile, e altrettanto ambizioso, come Freaks Out di Gabriele Mainetti.

In questo mondo di ladri improvvisati, dove ogni personaggio entra in campo con un ruolo prestabilito, nulla è paradossalmente lasciato al caso. Isola, Molotov, Amedeo, Yvonne, Denis e Marcello, si fanno portavoce di vizi e virtù (im)perfettamente umani, restituiscono in termini caratteriali quell’immagine che il loro nome di battaglia accende nella mente dello spettatore. Componenti di un meccanismo a orologeria, ogni personaggio viene tracciato in maniera individuale e distintivo, insignito di una singolarità che i propri interpreti non hanno paura di cogliere e tradurre in performance coinvolgenti e introspettivi.

Se è L’isola di Pietro Castellitto ad assumere il ruolo di leader, nonostante il suo fare di casinista buono, ma impacciato, la realizzazione totale della sua opera non avrebbe assunto la stessa carica impattante se a sostenerlo non ci fosse una galleria umana perfettamente incarnata da attori in piena parte. L’introspezione di Matilda De Angelis si fa fascino tangibile nel corpo e nello sguardo della femme fatale Yvonne; l’espressione luciferina, accompagnata da un tono di voce rauco, irresistibile – e per questo ancor più funesto – di Filippo Time è il corrispettivo perfetto per la realizzazione del generale Borsalino, mentre l’innocenza di Luigi Fedele si fa tessera imprescindibile di un puzzle di fattura antropologica composita, che va a riflettere i diversi aspetti di una società italiana pronta a ribellarsi. 

In questo vortice umano dai caratteri eterogenei, chi riesce a strapparsi un ruolo di prim’ordine tra eroi per caso, e cattivi sublimemente attraenti, è però un Maccio Capatonda dalla presenza irresistibile e tempi comici invidiabili; un ruolo, il suo, non cucitogli addosso, ma creato direttamente sulla forza del genio del comico abruzzese. Gemello omozigote di dieci e più personaggi generati dal grembo comico di Maccio ed entrati di diritto nell’immaginario collettivo, il pilota Denis Fabbri riesce nell’impresa di spingere una sceneggiatura alquanto fiacca, e dalla comicità forzata, là dove molti non riescono. Recidendo le fila che tengono i suoi colleghi legati alla forza dell’inchiostro delle pagine di sceneggiatura, Maccio si fa co-autore di un personaggio a se stante, che vive nel gruppo ma si anima con un’energia indipendente, alimentata dal fuoco della propria ironia e del proprio genio. 

Predomini visivi

Soffocata da una potenza visiva preponderante, la sceneggiatura a cura di Renato De Maria, Federico Gnesini e Valentina Strada, non riesce a trovare un varco abbastanza ampio per evolversi, e raggiungere lo stesso livello della sua controparte registica. Semplice e prevedibile, la sua forza risiede nella caratterizzazione dei personaggi, e nell’aver stilato una base di partenza abbastanza solida per costruirvi un impianto visivo ad alto tasso adrenalinico. Con Rapiniamo il Duce sono pertanto gli occhi a rivestirsi di bellezza e pura azione, mentre la mente giace in pausa tra i meandri di un limbo narrativo che non le richiede particolari sforzi di interpretazioni o elucubrazioni. 

Uno scarto netto, figlio degli insegnamenti di un gusto classico hollywoodiano dal sapore antico, dove a predominare è un mondo che deve far sognare, prendere lo spettatore e portarlo altrove, al di là della propria quotidianità, al di là di una storia ora ribaltata, modificata, rubata e insignita di nuovi eventi e di nuovi eroi.

Non è il film che sconvolgerà i cardini del cinema italiano, Rapiniamo il Duce, eppure, tra gli inframezzi di un montaggio dinamico e serratissimo, si intravede una voglia irrefrenabile di rivoluzionare un processo stantio di fare cinema, rapinando al di là dell’oceano per donare a nuovi sguardi ammaliati, sorpresi – proprio come quelli di Isola che guarda in camera – il piacere di sognare e vivere altre vite, sospesi tra le vie di una nuova avventura, mentre fuori brucia la città. 

 
 

Festa del Cinema di Roma 2022: proiezione straordinaria di Persepolis

Persepolis

La Festa del Cinema di Roma ospiterà domani, mercoledì 19 ottobre, la proiezione straordinaria di Persepolis, capolavoro del cinema d’animazione, scritto e diretto da Marjane Satrapi e Vincent Paronnaud. La regista e fumettista iraniana, quest’anno alla Festa del Cinema come Presidente della giuria del Concorso Progressive Cinema, saluterà il pubblico al termine della proiezione che si terrà alle ore 16 presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone, a ingresso gratuito.

Premio della giuria al Festival di Cannes 2007, candidato all’Oscar® come Miglior film d’animazione, Persepolis è tratto dai romanzi a fumetti originali di Marjane Satrapi, che firma una storia autobiografica, intensa e avvincente, sulla maturazione di una ragazzina in Iran durante la rivoluzione islamica. Attraverso gli occhi della precoce ed estroversa Marjane, il film mostra come la presa al potere dei fondamentalisti abbia distrutto le speranze di un popolo, imponendo il velo alle donne e imprigionando migliaia di oppositori.

 
 

Buddhismo: la legge del silenzio disponibile in Italia in esclusiva su ARTE.TV

Buddhismo: la legge del silenzio
Documentaire " Bouddhisme, la loi du silence" de Elodie EMERY et Wandrille LANOS

Si chiama Ricardo Mendes e, giovanissimo, ha vissuto l’inferno in una comunità buddista di Castellane, lontana dall’ideale di saggezza propugnato dal suo fondatore, Robert Spatz. Ora, in cerca di giustizia e dopo aver intentato una causa civile, Ricardo racconta come il Lama belga abbia incoraggiato i suoi discepoli ad affidargli i loro figli, lasciandolo così libero di fare ciò che voleva. Abusi fisici, privazione di cibo e della libertà o stupro delle ragazze erano la sorte quotidiana dei bambini non protetti.

Tuttavia, questi abusi non sono un’eccezione: da quando il buddismo tibetano è diventato un fenomeno di moda negli anni ’60, soprattutto in Europa, gli scandali sessuali e finanziari si sono moltiplicati, mentre i suoi maestri in esilio hanno prosperato. Icona internazionale, il Dalai Lama stesso ha a lungo coperto i rapporti segreti di coloro che contribuiscono all’espansione della sua religione: con un’economia basata sulla carità, questi ultimi devono evitare di essere sotto i riflettori. Il Lama Sogyal Rinpoche, divenuto capo di un impero dopo la pubblicazione del suo bestseller Il libro tibetano del vivere e del morire, è stato tuttavia denunciato da molte vittime per il suo gusto smodato per il lusso, il suo violento autoritarismo e i suoi eccessi sessuali. Egli simboleggia quindi ciò che il Dalai Lama chiama “problemi etici”.  Questo è quanto racconta Buddhismo: la legge del silenzio, il documentario di Élodie Emery e Wandrille Lanos, ora disponibile in Italia in esclusiva sul canale culturale europeo ARTE.tv.

Grazie alle rivelazioni degli intervistati, il documentario aiuta a relativizzare l’edulcorata visione occidentale del buddhismo tibetano, rammentando che questa religione richiede una devozione totale da parte dei fedeli, chiamati a mantenere il segreto sui riti di iniziazione a cui devono sottoporsi. Simili presupposti rappresentano l’humus ideale per alimentare la coltre di silenzio su abusi di ogni genere. La ricerca condotta dalla giornalista Élodie Emery e dalla documentarista Wandrille Lanos passa al setaccio le tante virtù professate dai monaci, in primis la povertà; il buddhismo traspare infatti come una vera e propria multinazionale, con le sue filiali, le sue strategie di comunicazione e le sue agenzie di gestione delle crisi. Con buona pace (interiore) dei suoi valori.

Il documentario Buddhismo: la legge del silenzio è fruibile gratuitamente, con sottotitoli in italiano, sul sito arte.tv/it o sulle app ARTE per smart TV, Fire TV, Apple TV e dispositivi mobili.

 
 

Festa del Cinema di Roma: le foto dal red carpet de War – La guerra desiderata

Miriam Leone
Foto di Aurora Leone © Cinefilos.it

E’ stato presentato alla Festa del Cinema di Roma War – La guerra desiderata, il film di Gianni Zanasi con Edoardo LeoMiriam LeoneGiuseppe BattistonCarlotta NatoliStefano Fresi, Antonella AttiliMassimo PopolizioBruno Todeschini, Anna MouglalisMarco Tè, Paolo BrigugliaDaniele De Angelis, Sergio PierattiniTeco Celio, che arriverà al cinema dal 10 novembre.

War – La guerra desiderata è una coproduzione Italia FranciaPupkin ProductionVision DistributionÉloïse Film in collaborazione con Sky in collaborazione con Amazon Prime Video.

Tutte le foto dei protagonisti sul red carpet: 

War – La guerra desiderata racconta l’avvicinarsi di una folle guerra europea. Il film è stato scritto nella primavera del 2019. Nella primavera del 2022, mentre eravamo al montaggio, la Russia ha invaso l’Ucraina. Un mio amico mi ha scritto “Tu sei un veggente”. Io gli ho risposto “No, io non prevedo il futuro, è il futuro che sta andando all’indietro”. La penso davvero così. E mi auguro, nell’orrore di quello che sta succedendo, che il cinema possa ancora una volta rimettere il futuro dove è giusto che stia. Dopo il presente. Gianni Zanasi

La trama del film

Tom, laureato in lingue romanze, alleva vongole. Lea, la figlia maggiore del sottosegretario alla Difesa, fa la terapeuta all’Asl. Al primo incontro è subito scontro. Ma non è nulla in confronto a ciò che succede intorno a loro: un tragico incidente diplomatico tra Spagna e Italia sta scatenando l’impensabile, una guerra nel cuore dell’Europa. E, per quanto incredibile, soltanto Tom e Lea sembrano poterla fermare. Dal regista di Troppa grazia e Non pensarci, una war-comedy che il destino, reso folle dalla storia, ha voluto disperatamente attuale.

 
 

Houria: intervista alla regista Mounia Meddour

Houria

Presentato alla Festa del Cinema di Roma 2022, Houria è il nuovo film di Mounia Meddour, regista algerina, nata in Russia ma naturalizzata francese, che il mondo del cinema conosce principalmente per Non conosci Papicha.

Presente all’evento romano, Meddour ha raccontato la storia della sua protagonista, che dà il titolo al film: Houria, una giovanissima donna che nella danza classica vede la sua ragione di vita, ma che si trova costretta a ri-immaginare la sua vita a seguito di un incidente.

Il film parla della danza come espressione di sé: “Houria parla del bisogno di esprimersi e di che cosa accade quando non hai più la possibilità di farlo con i mezzi che conosci. Cosa scegli come mezzo espressivo quando non hai più la parola; quando questo succede è normale che il corpo diventi espressione di sé, per comunicare con il mondo emozioni e sentimenti. La danza è un modo per esprimere il proprio vissuto e la propria emotività.” E questo è per Houria.

La scelta della protagonista assume più valore intanto che vive in Algeria, dove, come prosegue la regista “la tradizione è importante e la società è anche molto patriarcale. La danza è ancora un tabù e le donne che si esprimono danzando non sono ben viste. Per me è importante che la mentalità cambi e che le donne possano disporre del proprio corpo anche come mezzo espressivo.”

La storia di questa ballerina che impara un altro linguaggio è però una storia profondamente radicata nella società e nel tessuto civile. Per la regista era una scelta inevitabile: “La mia formazione è il documentario, sono profondamente radicata nella narrazione della realtà che parte dal singolo per arrivare a raccontare l’universale. in una storia come questa era fondamentale raccontare questo aspetto, perché si tratta di una storia imbevuta di relazioni trai consimili, radicata nella possibilità di creare un rapporto di sorellanza in un contesto come quello dell’Algeria, dove oltre all’impronta patriarcale, c’è una fortissima componente socio-culturale-economica che condiziona moltissimo le persone che la vivono, in particolare delle donne, appunto, che si trovano a doversi emancipare con difficoltà. Nessuna società può negare le proprie radici. La guerra civile ha lasciato dei segni con i quali le persone devono fare i conti. Non avrei mai potuto astrarre la storia di una donna algerina senza metterla in un contesto attuale. Non poteva essere un personaggio piatto in un ambiente asettico, era importante per me metterla dentro a una comunità.”

La solidarietà femminile e l’arte come espressione di sé sono due dei temi centrali di Houria, e la stessa Meddour conferma che non poteva fare a meno di nessuna delle due componenti per costruire la sua storia. È fondamentale la solidarietà femminile. Ci rende più forti e ci dà la possibilità di illuminarci guardando l’altro. Così sì ampliala nostra visione del mondo e ci permette di avanzare nel nostro percorso di emancipazione. Credo che gli avanzamenti sociali derivino da una collaborazione, sempre. Non solo per le donne.” E in merito all’arte, la regista afferma che ci aiuta a sentirci meglio perché ci dà la possibilità di esprimerci, per contestare, per affermarci, e può assumere delle forme diverse. Ma è lo strumento principale che abbiamo per uscire da noi, è lo strumento principale che abbiamo per affermare le nostre idee.”

Houria arriverà nelle sale italiane prossimamente con I WONDER PICTURES.

 
 

Argentina 1985, il trailer del film dal 21 ottobre su Prime Video

Presentato in concorso alla 79ª Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia, reduce dalla vittoria dell’ Audience Award al 70° Festival Internazionale del Cinema di San Sebastián, acclamato dalla critica e in corsa per rappresentare l’Argentina ai prossimi Academy Awards nella categoria Miglior Film Straniero, Argentina, 1985 è ispirato alla storia vera dei procuratori Julio Strassera, Luis Moreno Ocampo e del loro giovane team legale che in una battaglia alla Davide contro Golia, sotto costante minaccia, hanno avuto il coraggio di indagare e perseguire la più sanguinosa dittatura militare argentina di sempre contro ogni aspettativa e in una corsa contro il tempo per fare giustizia per le vittime della giunta militare.

Diretto da: Santiago Mitre
Sceneggiatura di: Santiago Mitre, Mariano Llinás
Prodotto da: Axel Kuschevatzky, p.g.a., Federico Posternak, Agustina Llambi-Campbell, Ricardo Darín, Santiago Mitre, Santiago Carabante, Chino Darín, Victoria Alonso, p.g.a.
Cast: Ricardo Darín (The Secret in Their Eyes, Wild Tales), Peter Lanzani
Durata: 140 minuti

Argentina 1985, recensione del film con Ricardo Darín

 
 

Rosaline: recensione del nuovo film Disney plus

Rosaline

Disponibile dal 14 ottobre sulle piattaforme Hulu negli Stati Uniti e Disney Plus nel resto del mondo, Rosaline è una commedia diretta da Karen Maine. La sceneggiatura, scritta da Scott Neustadter e Michael H. Weber, è ispirata al romanzo When you were mine di Rebecca Serle. Sia il film che il libro riprendono, in ogni caso, la tragedia Romeo e Giulietta, per riscriverla dal punto di vista di Rosalina. Nel cast ritroviamo prevalentemente figure nuove, emergenti, tra cui Kaitlyn Dever (Beautiful boy) nel ruolo di Rosalina, Kyle Allen come Romeo e Minnie Driver (Will Hunting- genio ribelle).

Rosaline: una tragedia imperfetta

Rosalina è una giovane dama della nobile casata dei Capuleti, che vive nella Verona del Cinquecento.  Ella rifiuta di sposarsi: con vari stratagemmi, spaventa tutti i pretendenti proposti da suo padre, in quanto è segretamente innamorata di un giovane. Si tratta di Romeo Montecchi, famiglia nemica dei Capuleti; i due sono costretti a mantenere la loro relazione segreta. Per via dell’arrivo in città di un nuovo pretendente, Dario Penza, un ex soldato giovane ed affascinante, Rosalina è costretta a saltare il ballo in maschera in cui si sarebbe dovuta incontrare con Romeo. Durante questa stessa serata, però, per lui scatta l’amore con un’altra dama: la bella Giulietta Capuleti.  Rosalina farà di tutto per riconquistare il suo amato, prima, e contrastare la sua storia d’amore con la cugina, dopo.  Finirà per pentirsi di aver interferito nella relazione dei due, e realizzerà che il suo vero amore non era Romeo.

Rosaline
Rosalina e Dario

Una comica di Romeo e Giulietta

Rosaline si presenta come una pellicola fortemente ironica e leggera: si tratta di un riarrangiamento della tragedia shakespeariana, dando il ruolo centrale a Rosalina, la dama amata da romeo prima di conoscere Giulietta. Ad ogni modo però, nel tentativo di comicizzare una tragedia, si tende a cadere quasi nel banale: quella che è generalmente nota come una delle più grandi storie d’amore di tutti i tempi viene parzialmente ridicolizzata. Per quanto la pellicola possa effettivamente rivelarsi piacevole da seguire, racconta queste vicende in chiave troppo semplicistica, andando anche a modificarne il finale.

In Rosaline si tende a dare maggiore spazio ad alcuni ruoli, come il conte Paride, presentato con lo stereotipo molto presente nel cinema comico contemporaneo dell’amico gay, supporto durante tutto il film di Rosalina. Altri personaggi secondari ma presenti nell’opera originale, come Tebaldo e Mercuzio, sembrano essere totalmente offuscati.

Inoltre, in Rosaline, tendono ad essere presenti anche elementi e modi di fare che ben poco rispecchiano l’epoca storica di riferimento: in particolare, si tratta dell’utilizzo di canzoni attuali (o quasi) come All by myself di Cèline Dion e This will be di Natalie Cole, e dello stesso comportamento di Rosaline e Giulietta, che, pur essendo rilevante per la rappresentazione di una figura di donna più indipendente, poco si addice al Cinquecento. In poche parole si creano delle incoerenze nel film: alcuni elementi come i costumi sono inerenti al periodo storico, mentre tutto il resto viene attualizzato. Il problema in se non sta nel voler trasporre le  vicende di Romeo e Giulietta nel presente: si è già visto con Romeo+ Giulietta come questo adattamento possa essere comunque armonioso. Qui la problematica  è che Rosaline è ambientato nel passato solo a metà.

Rosalina e Giulietta: due ideali di donna

Elementi interessanti di Rosaline sono proprio i due personaggi femminili: Rosalina, la protagonista, e Giulietta. Si tratta di due figure diametralmente opposte. Rosalina è il prototipo di dama intelligente, molto indipendente ed a tratti testarda: le proprie opinioni la portano nel film a mal giudicare la relazione tra Romeo e Giulietta e lo stesso Dario. Lei non ha paura di esporsi, di parlare apertamente, anche quando viene giudicato sconveniente dalle convenzioni sociali. Ha delle aspirazioni per il suo futuro che esulano dal semplice matrimonio: vuole diventare una cartografa e non vuole sposarsi. Infatti, mette in fuga tutti i pretendenti che il padre le propone e cerca di fare lo stesso con Dario.

A differenza di Rosalina, Giulietta viene presentata all’inizio come una sorta di donna angelo, caratterizzata da una particolare bellezza e purezza d’animo, tale da farsi ingannare dall’astuzia della cugina più grande. Questo personaggio racchiude in sé anche alcuni stereotipi, come la scena in cui Giulietta riesce a calmare il cavallo, come una sorta di Biancaneve che comunica con gli animali. Nonostante ciò, nel momento in cui la giovane si rende conto dello stratagemma di Rosalina, sembra schiudersi in lei una malizia poco visibile prima.

 
 

The Nun 2: al via le riprese, prima foto dal set!

Taissa Farmiga The Nun 2

New Line Cinema ha annunciato che la produzione del suo prossimo sequel horror The Nun 2 è ufficialmente iniziata in Francia. Come il film del 2018, la prossima puntata in sviluppo da tempo si svolgerà ancora una volta in Europa. Il film è attualmente previsto nelle sale cinematografiche l’8 settembre 2023.  The Nun 2 è diretto da Michael Chaves (The Curse of La Llorona,  The Conjuring: The Devil Made Me Do It ) da una sceneggiatura scritta da Richard Naing e Ian Goldberg, basata sull’ultima bozza di Akela Cooper. Il sequel in arrivo vedrà il ritorno di Taissa Farmiga nei panni di Sorella Irene e Bonnie Aarons nei panni del demone titolare/Valak. A loro si unirà la nuova attrice di Euphoria, Storm Reid.

Il film è prodotto da James Wan e Peter Safran, con Gary Dauberman e Michael Clear come produttori esecutivi. The Nun era interpretato Demian Bichir, Taissa Farmiga, Jonas Bloquet e Bonnie Aarons. Il film è stato un successo al botteghino con un incasso mondiale di oltre $ 360 milioni, rendendolo il film con il maggior incasso del franchise.

 
 

Brendan Fraser si è scusato con San Francisco per l’acrobazia di George re della giungla

Brendan Fraser
Foto di Luigi De Pompeis © Cinefilos.it

Durante una recente apparizione al Mill Valley Film Festival, mentre accettava un premio, Brendan Fraser si è scusato scherzosamente per un trauma non intenzionale che ha causato alla città di San Francisco molti anni fa. Fraser era presente durante il festival in California per accettare il Tribute Award che gli era stato assegnato. Durante un’intervista sul tappeto rosso e il suo discorso, Fraser si è preso il tempo di scusarsi con la città di San Francisco per un’acrobazia che aveva fatto la troupe del suo film del 1997 George of the Jungle.

Quando stavamo girando George of the Jungle , George va a salvare un paracadutista aggrovigliato nel Golden Gate Bridge“, ha detto Fraser in un’intervista sul tappeto rosso con SFGATE . “Ciò significa che la Disney ha messo un manichino appeso a un paracadute dai montanti”. Fraser ha continuato dicendo che non solo è riuscito a guardare dalla sua roulotte vicino al ponte, ma ha anche raccontato come l’acrobazia abbia bloccato il traffico sul ponte. Ha anche detto che la mossa ha persino ingannato le trasmissioni televisive, incluso il talk show di Oprah Winfrey, che ha interrotto i suoi segmenti per discutere della questione.

Ha bloccato il traffico su entrambi i lati del ponte“, ha detto. “La mia roulotte era dall’altra parte in un parcheggio. Ricordo solo di aver visto il Golden Gate Bridge. C’è questo finto paracadutista appeso ad esso. Avevo la TV accesa e Oprah  è stata interrotta perché c’era un notiziario speciale con elicotteri che dicevano che un paracadute era appeso al ponte. E io – aspetta un attimo, guardo gli elicotteri e la TV – qualcuno non ha ritirato un permesso, qualcuno si metterà nei guai con l’ufficio del sindaco. Quindi posso solo scusarmi per questo”.

Per fortuna, nessuno è rimasto ferito nell’acrobazia e Fraser ora può semplicemente riderci sopra. Il prossimo passo per l’attore è The Whale di Darren Aronofsky , che uscirà a dicembre e ha già fatto guadagnare a Fraser un sacco di elogi, incluso il brusio dei primi Oscar per la sua interpretazione. Il film è stato anche acclamato da critica e pubblico all’ultima Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia.

 
 

Harrison Ford ufficialmente in Captain America: New World Order nel ruolo del generale Thunderbolt Ross

Harrison Ford film

Finalmente è ufficiale. Deadline ha confermato che Harrison Ford si unirà al Marvel Cinematic Universe come il nuovo generale Thaddeus “Thunderbolt” Ross, ed è pronto per fare il suo debutto nel 2024 in Captain America: New World Order, dove reciterà al fianco del protagonista Anthony Mackie.

Jeff Sneider di The Ankler è  stato il primo a riportare la notizia il mese scorso, rivelando che i Marvel Studios avevano intenzione di fare l’annuncio al D23 Expo, ma sono stati bloccati da Lucasfilm, che voleva mantenere tutta l’attenzione su Harrison Ford e il suo ultimo ruolo come Indiana JonesLa leggenda di Star Wars e Blade Runner  assume il ruolo del compianto William Hurt, che ha interpretato la parte cinque volte (The Incredible Hulk,  Captain America: Civil War,  Avengers: Infinity War,  Avengers: Endgame e  Black Widow).

Dopo la sua prima apparizione in  Captain America: New World Order, assumerà un ruolo più importante in Thunderbolts  nello stesso anno, dove presumibilmente guiderà la squadra. È difficile dire se lo vedremo mai trasformarsi in Hulk Rosso, ma di certo non può essere escluso, soprattutto con altre avventure di Hulk (Mark Ruffalo) e She-Hulk (Tatiana Maslany) all’orizzonte. 

Julius Onah dirige  Captain America: New World Order, su una sceneggiatura di Malcolm Spellman e Dalan Musson. Il cast comprenderà Anthony Mackie nei panni di Sam Wilson/Captain America, Danny Ramirez nei panni di Joaquín Torres/Falcon, Tim Blake Nelson nei panni di Samuel Sterns/Leader, Carl Lumbly nei panni di Isaiah Bradley e Shira Haas nei panni di Ruth Bat-Seraph/Sabra. L’uscita al cinema è prevista per il 3 maggio 2024. 

Jake Schreier dirigerà Thunderbolts e si baserà su una una sceneggiatura di Eric Pearson. Il cast dell’ensemble è composto da Florence Pugh come Yelena Belova, Sebastian Stan come Bucky Barnes/Winter Soldier, Wyatt Russell come John Walker/US Agent, Olga Kurylenko come Antonia Dreykov/Taskmaster, David Harbour come Alexei Shostakov/Red Guardian, Hannah John-Kamen come Ava Starr/Ghost, e Julia Louis-Dreyfus come Contessa Valentina Allegra de Fontaine. Thunderbolts uscirà nei cinema il 26 luglio 2024.

 
 

Star Trek 4: rivelati i dettagli sulla storia del film con Chris Pine e Chris Hemsworth

Star Trek 4

Patrick McKay e JD Payne sono passati da sceneggiatori senza crediti ufficiali al duo responsabile della serie di successo Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere di Prime Video, ma hanno anche scritto una versione di Star Trek 4 per il regista di The Defenders SJ Clarkson. Il destino di questo sequel come altre interazioni del franchise non è ancora diventata una realtà e la cosa fa ancora male ma in attesa di capirne il futuro, oggi il duo di scrittori ha affrontato il tema.

Il film avrebbe visto la star di Thor: Love and Thunder Chris Hemsworth tornare nei panni di George Kirk, il padre di James Kirk di Chris Pine. Il team-up è quello che ha lasciato i fan con l’acquolina in bocca sulle possibilità di narrazione, anche se si ritiene che la Paramount Pictures non abbia acconsentito ad assecondare i protagonisti rispetto agli ingaggi richiesti.

“Mi piacerebbe parlartene”, ha detto McKay a Esquire . “Abbiamo lavorato a un paio di film di ‘Star Trek’. Quello di cui mi stai chiedendo sarebbe stato il quarto del franchise, che riunisce Chris Hemsworth e Chris Pine“. “La presunzione era che, a causa di una stranezza cosmica nel mondo di ‘Star Trek’, avevano la stessa età. Sarebbe stata un’avventura spaziale padre-figlio – pensa ‘Indiana Jones e l’ultima crociata’ nello spazio. Eravamo davvero entusiasta”. McKay ha aggiunto di aver creato un “cattivo originale” per Star Trek 4 , dicendo che la sceneggiatura aveva “un’idea fantascientifica alla ‘2001: Odissea nello spazio’ davvero interessante al centro”. “Ci abbiamo lavorato per due anni e mezzo con Lindsey Weber, il nostro produttore esecutivo non sceneggiatore di Il Signore degli Anelli: Gli anelli del potere, e un regista straordinario, SJ Clarkson” , continua. “Il film alla fine è andato in pezzi ed è stato davvero un colpo al cuore per noi… ci sarebbe piaciuto girare quel film”.

Naturalmente, siamo sicuri che molti di voi siano curiosi di sapere come sia avvenuta questa collaborazione quando la morte di George in Star Trek è stata definitiva e una parte importante del viaggio di James. Beh, non avrebbe rotto il canone! Payne spiega: “C’è un episodio di ‘Star Trek: The Next Generation’ chiamato ‘Relics; dove trovano Scotty, che è stato intrappolato come teletrasporto per un paio di decenni, e sono in grado di vivere fantastiche avventure con lui. La nostra presunzione era: “E se proprio prima che la Kelvin colpisse quell’enorme nave mineraria, George Kirk avesse cercato di teletrasportarsi sulla navetta di sua moglie dove era appena nato suo figlio, Jim Kirk? E se la nave non fosse completamente esplosa – e se avesse lasciato un po’ di spazzatura spaziale?'”

“Pensa a quando invii un messaggio di testo e lo hai digitato, ma non hai ancora premuto invia. Dall’altra parte, vedono quei tre puntini che qualcuno ha digitato. È come se il teletrasporto avesse assorbito il suo schema nel pattern buffer, ma non l’aveva sputato fuori dall’altra parte. In realtà era una sua copia salvata che era nel computer.” “Quindi l’avventura è che Chris Pine e l’equipaggio dell’Enterprise devono cercare il relitto della nave su cui suo padre è morto a causa di un mistero e di un nuovo cattivo. Nella nave, si imbattono nello schema di suo padre”, Payne concluso. “Lo teletrasportano fuori e lui non ha idea che non sia passato del tempo e che stia guardando suo figlio. Poi l’avventura parte da lì”.

L’idea alla base del film sembra fantastica, ed è dura credere questo film non avrà mai la luce. Da allora, la Paramount ha preso in considerazione le versioni del film di Quentin Tarantino e Noah Hawley, mentre sembrava che il regista di WandaVision, Matt Shakman, sarebbe stato l’unico a dirigere un nuovo progetto almeno per un certo periodo. Tuttavia vista l’incertezza ha poi deciso di lasciare per tornare a lavorare ai Marvel Studios per dirigere I Fantastici Quattro. Di conseguenza, Star Trek 4 non ha ancora una data di uscita.

 
 

Fantastici Quattro: Emily Blunt spera che il marito torni nei panni di Reed Richards nel riavvio del MCU

John Krasinski

Per anni, la star di The Office e Jack Ryan, John Krasinski, è stata la scelta preferita dai fan per interpretare Reed Richards/Mister Fantastic nel Marvel Cinematic Universe. Quel sogno è diventato realtà quando si è presentato l’occasione di inserire il personaggio come una variante della Terra-838 in Doctor Strange nel multiverso della follia, anche se la speranza ora è che l’attore possa riprenderà il ruolo nel riavvio annunciato Fantastici Quattro del 2025.

Rapporti recenti hanno suggerito sarà molto difficile rivederlo in quel ruolo, ovviamente, con altri nomi collegati al ruolo: Penn Badgley, Glenn Howerton, Brandon Routh e Tom Ellis. Simile a quando Spider-Man è stato scelto per il MCU, tutti sembrano avere un’opinione su chi potrebbe interpretare Reed. Tuttavia, è improbabile che ad oggi sia stata presa una scelta, visto che i Fantastici Quattro  solo di recente hanno ottenuto un regista in Matt Shakman di WandaVision.

Emily Blunt, che è stata costretta a rinunciare al ruolo di Vedova Nera prima che Scarlett Johansson ottenesse la parte, è una persona che i fan vorrebbero vedere come Sue Storm/Invisible Woman. L’attrice ha chiarito che non è interessata, ma spera che suo marito, John, abbia la possibilità di tornare nei panni di Reed dopo il suo recente cameo. “Lo spero. Lo spero”, ha risposto la  Blunt quando gli è stato chiesto se potevamo vedere Kransinki in Fantastici Quattro“Non si sa mai. Ero davvero felice per lui perché penso che sia un grande fan. E capisco perché è una religione così ardente e appassionata per le persone. È una parte enorme della nostra storia cinematografica ora. Quindi era elettrizzato”.

Anche se ci sono molti attori là fuori che farebbero un ottimo lavoro nei panni di Reed, sembra che chiunque altro sia stato scelto per il ruolo dovrà affrontare un contraccolpo significativo. John Krasinski è difficilmente superabile, anche se con la Marvel’s First Family probabilmente una parte importante dei futuri piani del MCU, è possibile che qualcuno più giovane del 42enne voglia interpretare il team leader.

Fantastici Quattro, il film

Fantastici Quattro uscirà nei cinema 14 febbraio 2025 e darà il via alla Fase 6 del MCU. Un film dei Fantastici Quattro  è in lavorazione da tempo, con il regista di Spider-Man: No Way Home Jon Watts che avrebbe dovuto dirigere. Watts ha abbandonato il film e al suo posto è stato incaricato Matt Shakman. Jeff Kaplan e Ian Springer scriveranno la sceneggiatura. Il pubblico ha avuto il primo assaggio dei Fantastici Quattro in Doctor Strange nel Multiverso della Follia. John Krasinski interpreta il Reed Richards multiversale in quel film, ma è improbabile che continuerà a interpretare il ruolo e il casting per il film è ancora avvolto nel mistero.

 
 

DC Extended Universe: James Gunn e Matt Reeves sviluppano progetti segreti

DC Extended Universe

Oltre alla notizia del nuovo film di Superman con Henry Cavill, L’Hollywood Reporter ha svelato che la Warner Bros Discovery è impegnata attivamente a rilanciare il suo universo di supereroi (DC Extended Universe) così come l’abbiamo conosciuto, ampliandone la portata e la resa sia al cinema che nella serialità. Secondo questo report di una fonte super affidabile come il noto sito americano si dice che lo studios ha affidato a due registi (James Gunn e Matt Reeves) noti con cui ha già lavorato una serie di progetti “segreti”.

Matt Reeves è già al lavoro sul suo sequel di The Batman  e sta anche sviluppando una serie spin-off per Penguin di Colin Farrell... e sembra che in realtà stia lavorando a molto di più di questo. Secondo THR, Reeves sta già incontrando sceneggiatori e registi per realizzare altri film e spettacoli incentrati sull’enorme universo di cattivi di Batman, alcuni dei quali includerebbero Spaventapasseri, Clayface e il Professor Pyg, tra gli altri. Tuttavia, va notato che è ancora molto presto per poter prevedere con certezza di cosa si tratterà. 

Nell’altra anticipazione si dice che il regista di The Suicide Squad  e Peacemaker  James Gunn e il produttore Peter Safran sono impegnati in trattative con WB per un film DC misterioso che Gunn vorrebbe dirigere. Prima dirigerà una nuova stagione di  Peacemaker, ma poi sposterà la sua attenzione su quel progetto misterioso targato DC. 

Alcune curiosità finali: la sceneggiatura di un sequel di The Flash del prossimo anno è già stata scritta e consegnata dallo sceneggiatore di Aquaman, David Leslie Johnson-McGoldrick.  A breve dovrebbe essere presentati anche un copione per Wonder Woman 3 che sarà diretto da Patty Jenkins. C’è molto da apprendere per i fan della DC, ma una cosa è certa: la Warner Bros. Discovery vuole riportare Superman sul grande schermo il prima possibile e in un modo molto grande. Sembra anche che siano abbastanza aperti ad esplorare gli angoli più oscuri del DC Extended Universe per espandere questo universo in un modo che non abbiamo mai visto prima. Tuttavia, con le voci che già circolano sulla possibilità che WB Discovery venga venduta entro i prossimi tre anni, è lecito chiedersi se vedremo effettivamente concretizzarsi questi alti piani, anche se sembra che giorni eccitanti si prospettano per i fan dei film a fumetti.

 
 

Avengers: Secret Wars, Robert Downey Jr. ritorna nei panni di Tony Stark/Iron Man?

Iron Man Robert Downey Jr Costume Helmet

Il Marvel Cinematic Universe è iniziato nel 2008 con Iron Man e la cosa pazzesca è che ci saranno alcuni di voi che leggeranno questo articolo e non saranno abbastanza grandi per averlo potuto ammirare al cinema. Il punto è che l’MCU è in attività da molto tempo ormai, ed è stato Tony Stark di Robert Downey Jr. a iniziare questo incredibile universo.  Quando Avengers: Endgame è uscito oltre un decennio dopo, era giunto il momento di dire addio al suo Vendicatore corazzato. Tony è diventato un eroe, usando l’Infinity Gauntlet per far sparire Thanos e il suo esercito. 

Ora, però, sembra che l’Iron Man di Downey possa rivivere per combattere un altro giorno in Avengers: Secret Wars. Secondo uno scooper affidabile (che ha avuto molto ragione negli ultimi anni), i Marvel Studios hanno in programma di riportare l’attore nei panni di questo iconico supereroe nel film dell’evento in arrivo. 

Se segue la storia multiversale del 2015 di Jonathan Hickman ed Esad Ribic, Avengers: Secret Wars si svolgerà in una nuova realtà diversa da qualsiasi cosa abbiamo visto prima. Di conseguenza, non è fuori di testa presumere che ci possa essere possibilità che il nuovo mondo abbia un Iron Man, anche se resta da vedere se Robert Downey Jr interpreterà una variante Tony simile all’eroe che tutti conosciamo. Anche se va segnalato che l’attore ad ogni domanda in merito ha sempre ribadito che non avrebbe più interpretato il ruolo per dedicarsi ad altro. 

È interessante notare che si dice anche che ci sono grandi progetti per Morgan Stark, anche se non si sa quando e dove la versione adulta di quel personaggio sarà in azione – che presumiamo sarà interpretata da Katherine Langford – apparirà prima o poi.  Con così tanta segretezza che circonda quello che ci ci riserverà Multiverse Saga, possiamo solo speculare su cosa potrebbe accadere con Iron Man…supponendo che Downey sia persino disposto a tornare. Sarà troppo presto per riportarlo indietro? Può sembrare così in questo momento, ma per allora saranno passati sette anni, per cui.

Avengers: Secret Wars, il film

Secret Wars è il sesto capitolo dei film di successo degli Avengers. Si prevede che concluderà la Fase 6 del Marvel Cinematic Universe e The Multiverse Saga. I fan aspettano da tempo notizie di un potenziale adattamento live-action dell’iconica serie di fumetti, che vede vari eroi e cattivi Marvel essere presi da un’entità cosmica nota come The Beyonder, dove poi combattono su un pianeta chiamato Battleworld.

A differenza di Avengers: The Kang DynastySecret Wars al momento non ha ancora un regista collegato. Dopo il debutto al cinema di The Kang Dynasty il 2 maggio 2025, sarà presto seguito da Avengers: Secret Wars il 7 novembre 2025. Avengers: The Kang Dynasty sarà diretto dal regista Shang-Chi Destin Daniel Cretton da una sceneggiatura scritta dallo scrittore di Ant-Man and the Wasp: Quantumania Jeff Loveness. Cretton sta anche lavorando con i Marvel Studios all’adattamento della serie live-action di Wonder Man.

 
 

Festa del Cinema di Roma, L’ombra di Caravaggio, La California e Joe Wright

L'ombra di Caravaggio film 2021

L’ombra di Caravaggio sarà presentato domani, martedì 18 ottobre, alla diciassettesima edizione della Festa del Cinema di Roma: il pubblico potrà assistere all’anteprima del nuovo film di Michele Placido a partire dalle ore 21.30 presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone. Per raccontare la vita di Michelangelo Merisi da una prospettiva inedita, il regista, alla sua quattordicesima opera, inventa un personaggio, quello dell’Ombra (Garrel): un investigatore che spia il pittore per conto di Paolo V e deve verificare la sua ortodossia. Il Caravaggio di Placido non è solo una rockstar ante litteram e un genio maledetto, ma anche un ribelle contro un potere che non può accettare la sua urgenza di verità.

Alle ore 18.30, nella stessa, la sezione Freestyle ospiterà la proiezione de La California di Cinzia Bomoll. La California è un pezzo di campagna tra la via Emilia e il West, fatto di tanti microcosmi che s’incastrano in una collettività vera e vissuta, viscerale, ironica, emiliana. Scritto dalla regista insieme a Piera degli Esposti (voce narrante, al suo ultimo film), il film mescola facce, tipi, atmosfere, gioca sulla surreale leggerezza di una comunità nella quale possono convivere personaggi eccentrici come Nina Zilli e Angela Baraldi, Vito, Lodo Guenzi, Andrea Roncato e persino il mito del cinema cileno Alfredo Castro.

Nella stessa sezione, alle ore 20.30 presso il MAXXI, sarà presentato Trained to See – Three Women and the War di Luzia Schmid. Durante la Seconda guerra mondiale, per la prima volta tre donne americane furono fotoreporter ufficiali sul fronte europeo: Martha Gellhorn, Margaret Bourke-White e Lee Miller. La regista ricostruisce tre vite parallele attingendo a materiale spesso inedito, di grandissima drammaticità e qualità visiva, che riguarda soprattutto la liberazione dei lager di Ravensbrück, Buchenwald e Dachau, e la sconfitta della Germania.

As bestas di Rodrigo Sorogoyen sarà presentato alle ore 19 presso la Sala Petrassi nella sezione Best of 2022. Nel film, una coppia di coniugi francesi si è trasferita nella campagna della Galizia per praticare agricoltura ecoresponsabile e aprire un agriturismo. I locali, soprattutto i nerboruti fratelli della fattoria confinante, non li amano, e quando i francesi votano contro l’installazione di pale eoliche, scoppiano le ostilità.

Due i titoli del Concorso Progressive Cinema. Alle ore 18 il Teatro Studio Gianni Borgna ospiterà la proiezione di Alam opera prima di Firas Khoury, che realizza un film su temi universali come l’amore, l’amicizia, la lotta contro le ingiustizie, la ricerca della propria identità e i conflitti generazionali in un contesto dove l’affermazione dei giovani palestinesi è negata da una tragedia che dura dal 1948. Alle ore 22, presso la Sala Petrassi sarà la volta di Ramona di Andrea Bagney che realizza, con la sua opera prima, una commedia romantica che si snoda tra chiacchiere, passeggiate e nevrosi, trascinata dalla protagonista Lourdes Hernandez.

Joe Wright, l’acclamato regista di Orgoglio e pregiudizio, Espiazione e L’ora più buia, sarà ospite della Festa domani, martedì 18 ottobre alle ore 16.30 presso la Sala Petrassi, assieme agli sceneggiatori Stefano Bises e Davide Serino per il Paso Doble “M. – La serie”. I tre presenteranno al pubblico il progetto di “M. Il figlio del secolo”, la nuova serie Sky Original, prodotta da Sky Studios e da Lorenzo Mieli per The Apartment Pictures, società del gruppo Fremantle, in collaborazione con Pathé. “M. Il figlio del secolo” è un adattamento dell’omonimo romanzo di Antonio Scurati, bestseller internazionale vincitore del Premio Strega. Le riprese della serie inizieranno nelle prossime settimane presso i Cinecittà Studios di Roma.

Alle ore 20.30 presso il Ferrero Cinema Adriano, il programma della sezione Storia del Cinema dedicherà un omaggio al maestro Bernardo Bertolucci con la proiezione di uno dei suoi capolavori, The Sheltering Sky (Il tè nel deserto), in collaborazione con la Fondazione Bernardo Bertolucci. La proiezione sarà introdotta dal cineasta Luca Guadagnino.

Alla Casa del Cinema (ore 17.45 Sala Cinecittà) sarà presentata la versione restaurata de L’anatra all’arancia di Luciano Salce, a cent’anni dalla nascita del grande regista. Sul palco a presentare il film ci sarà Ricky Tognazzi. Nella sezione Absolute Beginners, alle ore 21.30 presso la Sala Cinecittà, sarà presentato Morte di un matematico napoletano, l’esordio cinematografico di Mario Martone. Uscito in sala nel 1992, il film ha ricevuto numerosi riconoscimenti, fra i quali il David di Donatello e il Nastro d’argento come miglior regista esordiente e il Leone d’argento – Gran premio della giuria. Il regista sarà in sala a introdurre la proiezione. Fra i documentari della sezione Storia del Cinema, sarà presentato alle ore 20.15 Il sogno di una cosa di Leonardo Ferrari Carissimi che racconta la teoria del pittore Giuseppe Zigaina sulla morte del suo amico Pasolini come esito di un progetto artistico. Il mistero della morte di Pier Paolo Pasolini sarà approfondito da un secondo documentario, Pasolini, cronologia di un delitto politico, in programma venerdì 21 ottobre nella stessa sezione: il regista Paolo Fiore Angelini ricostruisce, attraverso testimonianze e materiale d’archivio visivo, la vera vicenda dell’assassinio del grande artista. Per la retrospettiva a cura di Mario Sesti dal titolo “Ms. Woodward & Mr. Newman”, si terranno The Hustler di Robert Rossen (ore 11) e Hud di Martin Ritt (ore 15.30), mentre alle ore 18.30 e alle ore 21 saranno proiettati in replica The Fugitive Kind di Sidney Lumet e, nuovamente, The Hustler di Robert Rossen (Sala Kodak). La stessa sala ospiterà altri titoli in replica: alle ore 15 L’estate di Joe, Liz e Richard di Sergio Naitza e alle ore 17 il terzo episodio di The Last Movie Stars di Ethan Hawke.

MediCinema incontra la diciassettesima edizione della Festa del Cinema con due anteprime nazionali presso il Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS. Per il sesto anno consecutivo, infatti, la sala MediCinema dell’ospedale romano – situata all’ottavo piano, ala A – è una delle sedi dislocate della Festa. Le proiezioni sono un’occasione, per i degenti e i loro accompagnatori, di partecipare a un evento speciale e incontrare i membri del cast che presenteranno i film e saluteranno il pubblico. Si inizia domani, martedì 18 ottobre alle ore 16, con l’anteprima di Astolfo di Gianni Di Gregorio.

Alle ore 11 al Teatro Studio Gianni Borgna si terrà il convegno a ingresso gratuito organizzato da Nuovo Imaie dal titolo “Direttiva Copyright: la remunerazione della creatività sul web. Artisti e autori insieme verso un accordo collettivo”. All’incontro parteciperanno Barbara Bettelli (legale di Apa), Benedetto Habib (Presidente Unione Produttori di Anica), Andrea Miccicchè (Presidente Nuovo Imaie), Stefano Sardo (Presidente associazione 100autori), Gian Marco Tognazzi (attore, portavoce Nuovo Imaie). L’incontro sarà moderato da Alvaro Moretti, vice direttore de Il Messaggero.

Alle ore 15 nella stessa sala si terrà un evento a ingresso gratuito organizzato dall’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli, in occasione della presentazione del cortometraggio “Metamorfosi: un canto del mare”, introdotto dal regista Giovanni Pellegrini. La narrazione del corto parte dall’attività di ADM di individuazione e recupero delle imbarcazioni abbandonate a Lampedusa dai migranti. Le imbarcazioni da cui è possibile recuperare il legname vengono successivamente devolute al laboratorio di liuteria della Casa di reclusione di Milano Opera, all’interno del quale i detenuti realizzano strumenti musicali. Il progetto “Metamorfosi” sarà spiegato in una tavola rotonda moderata da Fabio Tamburini (direttore de Il Sole 24 Ore) alla quale interverranno: Pietro Curzio (Primo Presidente della Corte Suprema di Cassazione), Carlo Renoldi (Capo del Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria), Marcello Minenna (Direttore Generale dell’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli), Arnoldo Mosca Mondadori (Presidente della Fondazione Casa dello Spirito e delle Arti), Roberto Occhiuto (Presidente Regione Calabria), Filippo Mannino (Sindaco di Lampedusa e Linosa) e Nicola Piovani (Compositore e Direttore d’orchestra).

Al MAXXI alle ore 15.30 si terrà il convegno dedicato ai distributori cinematografici della serie “Dialoghi sul futuro del cinema italiano”: sul palco ci saranno Luigi Lonigro (01 Distribution), Antonio Medici (BIM Distribuzione), Andrea Occhipinti (Lucky Red), Massimiliano Orfei (Vision Distribution), Massimo Proietti (Universal Pictures International Italy). L’incontro sarà moderato da Piera Detassis.

Saranno incentrate sul tema della violenza maschile contro le donne le due proiezioni cinematografiche organizzate il 18 e il 23 ottobre al MAXXI dalla Festa del Cinema di Roma e da Alice nella Città in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne. Domani, martedì 18 ottobre, alle ore 17 sarà proiettato La ragazza ha volato di Wilma Labate. Il film racconta la storia di Nadia, un’adolescente scomoda che cresce in solitudine a Trieste, città di confine tra tante culture. Vittima di un abuso, la ragazza decide di non denunciare, ma fa comunque una scelta potente di autodeterminazione. A introdurre i temi della pellicola con la regista ci saranno la presidente della Casa Internazionale delle Donne, Maura Cossutta, e la ginecologa e presidente dell’associazione ‘Vita di Donna’, Elisabetta Canitano.

In collaborazione con Fondazione Cinema per Roma, la Festa torna presso il Nuovo Carcere di Rebibbia coinvolgendo nuovamente il pubblico dei cittadini liberi e la popolazione reclusa con la proiezione de Il principe di Roma, film della sezione Grand Pubblic che verrà proiettato alle ore 15.30.

Numerose le repliche presso il Cinema Giulio Cesare: in sala 1 sarà possibile vedere Il maledetto di Giulio Base (ore 16) e Alam di Firas Khoury (ore 18.30); in sala 3 saranno proiettati Il Principe di Roma di Edoardo Falcone (ore 16.30), La California di Cinzia Bomoll (ore 19) e L’ombra di Caravaggio di Michele Placido (ore 22); in sala 5 ci saranno Life Is (Not) A Game di Antonio Valerio Spera (ore 17), As bestas di Rodrigo Sorogoyen (ore 19.30) e Ramona di Andrea Bagney (ore 22.30); in sala 7, infine, si terrà il programma di proiezioni Enrico Cattaneo / Rumore Bianco di Francesco Clerici e Ruggero Gabbai e Nino Migliori. Viaggio intorno alla mia stanza di Elisabetta Sgarbi (ore 16) e il documentario 75 – Biennale Ronconi Venezia di Jacopo Quadri (ore 21).

La collaborazione tra la Festa del Cinema e le sale AGIS e ANEC si sposta presso il Lux, con le proiezione di Daniel Pennac: Ho visto Maradona! di Ximo Solano (ore 17.30), Astolfo di Gianni Di Gregorio (ore 19.30) presentato in sala dall’attore Alberto Testone, e Django, la serie di Francesca Comencini.

La selezione di film in programma al Cinema Nuovo Sacher prevede per il 18 ottobre i seguenti film: Houria (ore 16), Foudre (ore 18.15), Il Colibrì (ore 21).

 
 

Superman, rumors: nuovo film in sviluppo, forse tre

Henry Cavill Superman
Il Superman di Henry Cavill nel film L'uomo d'acciaio di Zack Snyder

Arriva dal l’Hollywood Reporter un nuovo report che svela un’ampia storia sullo stato attuale stato delle cose alla DC sotto la nuova guida della Warner Bros. Discovery, e sembra che alcuni fan potrebbero essere molto, molto felici, poiché il report svela che lo studio si sta attivamente sviluppando un nuovo film di Superman  (fondamentalmente Man of Steel 2) e sono estremamente desiderosi di riportare Henry Cavill come supereroe titolare. 

Il progetto è attualmente alla ricerca di scrittori e ha una lista dei desideri dei migliori talenti con cui stanno già avendo incontrando. Si credeva che l’ex collaboratore di Cavill Christopher McQuarrie fosse in cima a quella lista, ma secondo quanto riferito lo studio non lo ha contattato perché è attualmente impegnato a scrivere e dirigere un paio di sequel di  Mission: Impossible con Tom Cruise, quindi non sarà disponibile per adattarsi ai piani accelerati dello studio.

Nel frattempo, c’è anche un altro potenziale progetto di Superman in lavorazione poiché la star di Black Adam  Dwayne Johnson si è concentrata sulla realizzazione di un film Superman contro Black Adam, e considerando che era impegnato in prima linea nel riportare Henry Cavill al ruolo, sembra abbastanza probabile che lo studio acconsentirà alle sue richieste ad alto budget. 

Secondo le loro fonti, Superman non è mai stato nelle carte per Black Adam, ma il piano si è concretizzato durante le recenti riprese. Tuttavia, quando il capo della DC Films Walter Hamada ha bocciato l’ambiziosa proposta di Johnson, l’attore ha aggirato l’esecutivo e ha ottenuto il via libera dai capi degli studi Warner Bros. Michael De Luca e Pam Abdy. C’è stato un lungo giro di trattative tra le due parti, con una scadenza per la festa del lavoro, e la scena è stata girata a metà settembre. Inoltre, c’è anche un terzo progetto incentrato su Superman nelle opere di Ta-Nehisi Coates, che introdurrà un Superman nero e sarà prodotto da JJ Abrams. Si dice che sia un film più autonomo nella stessa vena di Joker piuttosto che collegarsi alla continuità principale della DC. Il suo stato rimane in sospeso, a causa dei recenti sviluppi.

Il cast completo di Black Adam, oltre a Dwayne Johnson nei panni dell’anti-eroe del titolo, annovera anche Noah Centineo (Atom Smasher), Quintessa Swindell (Cyclone), Aldis Hodge (Hawkman) e Pierce Brosnan (Doctor Fate). Insieme a loro ci saranno anche Sarah Shahi, che interpreterà Isis, e Marwan Kenzari, che sarà invece l’antagonista principale (anche se il personaggio non è stato ancora svelato).

Black Adam, che sarà diretto da Jaume Collet-Serra (già dietro Jungle Cruise, sempre con Johnson), ha dovuto far fronte a non pochi problemi durante il suo travagliatissimo sviluppo. Inoltre, la pandemia di Coronavirus ha ulteriormente complicate le cose e costretto la produzione del film all’ennesimo rinvio. L’uscita del film nelle sale americane è fissata per il 29 luglio 2022. Black Adam uscirà al cinema in Italia giovedì 21 ottobre 2022.

Il progetto originale della Warner Bros. su Shazam! aveva previsto l’epico scontro tra il supereroe e la sua nemesi, Black Adam appunto, una soluzione esclusa dalla sceneggiatura per dedicarsi con più attenzione al protagonista e alla sua origin story. A quanto pare, il film su Black Adam dovrebbe ispirarsi ai lavori di Geoff Johns dei primi anni duemila.

 
 

Ezra Miller si dichiara non colpevole dell’accusa di furto, rischia 26 anni di carcere

The Flash Ezra Miller

La star di The Flash, Ezra Miller si è dichiarato non colpevole delle accuse di furto con scasso questa mattina nel Vermont. Autorizzato a comparire da remoto all’inizio della sessione nella divisione penale della Corte Superiore dello Stato di Green Mountain, a Miller è stato detto di stare lontano dal vicino di cui è entrato a casa all’inizio di quest’anno. Insieme al vicino Isaac Winokur, a Miller è stato anche proibito di interagire con un altro residente nel Vermont, Aiden Early, come condizioni per il loro rilascio.

Miller rischia un massimo di 26 anni dietro le sbarre e oltre $ 2.000 di multa se ritenuto colpevole delle accuse derivanti dall’incidente primaverile che ha comportato il furto di tre bottiglie di liquore – gin, vodka e rum – dalla dispensa di Winokur.

“Ezra vorrebbe riconoscere l’amore e il sostegno che hanno ricevuto dalla loro famiglia e dai loro amici, che continuano a essere una presenza vitale nella loro salute mentale in corso”, ha affermato in parte una dichiarazione subito dopo l’udienza di oggi dall’avvocato Lisa B. Shelkrot.

L’udienza di oggi nel Vermont era originariamente fissata per il 26 settembre, ma è stata posticipata alla fine dell’estate. Ritardato in numerose occasioni da quando è stato annunciato per la prima volta nel 2014 per problemi di regia e la pandemia di Covid, tra gli altri, The Flash arriverà finalmente nelle sale il 23 giugno 2023.

The Flash: Ezra Miller torna sul set per girare alcune scene “pickup”

 
 

House of the Dragon: tutti i dettagli nascosti nell’episodio 9

House of the Dragon GOT

ATTENZIONE: Questo articolo contiene spoiler del nono episodio della serie House of the Dragon

L’episodio numero nove di House of the Dragon contiene un sacco di dettagli che ci svelano il senso dello show e alcuni collegamenti con Il Trono di Spade. Dopo la morte di Re Viserys nell’episodio 8, la serie subisce un cambiamento di ritmo. Mancano completamente personaggi come Rhaenyra e Daemon Targaryenma, nonostante la loro assenza, l’episodio si rivela ricco di avvenimenti epocali e termina con l’incoronazione di un nuovo re.

Anche se siamo giunti al penultimo capitolo della serie, l’episodio 9 sembra aprire nuove piste più che avvicinarsi ad un finale: le fazioni si stanno formando – i Verdi di Alicent e Aegon contro i Neri di Rhaenyra – e tutto è sembra pronto per la Danza dei Draghi. Scopriamo ora nel dettaglio tutte le caratteristiche del nono episodio di House of the Dragon.

1Il nono episodio in House of the Dragon come in GOT

Blackwater Bay Wildfire Game of Thrones

Il nono episodio di House of the Dragon si svolge ad Approdo del Re ed è privo di due personaggi chiave, Rhaenyra e Daemon. Questo dettaglio crea un parallelismo con l’episodio 9 di parecchie stagioni di Game of Thrones. Tendenzialmente, si tratta degli episodi più avvincenti della stagione, spesso autosufficienti e ambientati in un unico luogo.

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Devrim Lingnau: 10 cose che non sai sull’attrice

Devrim Lingnau Sissi

Sino ad oggi attiva come attrice nella sua Germania, la giovane Devrim Lingnau è ora divenuta una celebrità di livello mondiale grazie alla serie L’imperatrice. Giovanissima e talentuosa, la Alcock è ora una nuova stella della recitazione tutta da scoprire, tra passioni e progetti futuri.

Ecco 10 cose che non sai sull’attrice Devrim Lingnau.

Devrim Lingnau: i suoi film e le serie TV

1. È nota per diversi ruoli televisivi. La carriera dell’attrice, ad oggi svoltasi interamente in patria, è caratterizzata da serie TV come Unter Verdacht (2017), Immortality (2018), Die Kanzlei (2018), Der Bozen Krimi (2019), Il commissario Schumann (2020) e Allmen (2021). Ad averle conferito popolarità internazionale è però stata la serie Netflix L’imperatrice (2022), dove interpreta Elisabeth von Wittelsbach, riproponendo dunque la storia di Elisabetta d’Austria.

2. Ha recitato anche per il cinema. Oltre alla televisione, la Lingnau ha però avuto modo di recitare in alcuni lungometraggi di produzione tedesca, come Carmilla (2019), una sorprendente storia d’amore sul raggiungimento della maggiore età intrisa di mistero, e la commedia Auerhaus (2019). Nel 2021 è invece stata Emma nel film drammatico Borga.

Devrim Lingnau è Sissi in L’imperatrice

3. È la protagonista della serie. Nella serie L’imperatrice, presente su Netflix, l’attrice è la protagonista nel ruolo di una giovane Elisabetta, detta Sissi, la quale si innamora del futuro imperatore d’Austria Franz Joseph. Per l’attrice si è trattato non del primo ruolo da protagonista, ma del primo a conferirle una popolarità internazionale, merito anche del fatto che la serie grazie a Netflix è disponibile grossomodo in tutto il mondo.

Devrim Lingnau L'imperatrice

4. Ha studiato molto per il ruolo. Per prepararsi alla serie e al personaggio da dover interpretare, l’attrice ha raccontato di aver letto molti libri dedicati alle vicende politiche e sociali dell’epoca, oltre ovviamente a biografie di Elisabetta d’Austria. L’attrice ha poi avuto modo di confrontarsi con diversi storici, così da poter essere certa di fornire un ritratto sincero e preciso della vera Elisabetta.

5. Si è posta molte domande. Nell’assumere il ruolo di Elisabetta d’Austria, però, l’attrice non ha solo studiato tutto su di lei, ma si è anche posta alcune domande su quali novità le interessava apportare al ruolo e quali aspetti erano secondo lei particolarmente importanti da raccontare dal punto di vista odierno. La Lingnau si è così concentrata sul mostrare la voglia di libertà di quella donna e della sua curiosità nei confronti del mondo.

Devrim Lingnau ha un fidanzato?

6. È molto riservata sulla propria vita sentimentale. Ad oggi non si sa nulla sulla vita sentimentale dell’attrice e non è dunque possibile stabilire se sia o meno impegnata in una relazione. La Lingnau sembra essere ora molto concentrata sulla propria carriera e non sembra esserci dunque spazio per una storia d’amore. Ora che è divenuta più celebre, però, sarà certamente più facile sapere di più anche a riguardo.

Devrim Lingnau e Philippe Froissant

7. Non sono una coppia. Nella serie L’imperatrice la Lingnau recita a stretto contatto con l’attore Philip Froissant, che interpreta Franz Joseph I d’Austria, ovvero il marito di Elisabetta nonché imperatore dal 1848 al 1916. Data la grande chimica di coppia sfoggiata dai due attori, in molti hanno iniziato a pensare che tra loro potesse esserci una storia anche al di fuori del set. La cosa è però stata poi smentita.

Devrim Lingnau è su Instagram

8. È presente sul social network. L’attrice è presente sul social network Instagram, con un proprio profilo verificato seguito da 35.5 mila persone e dove attualmente si possono ritrovare 60 post. Questi sono principalmente immagini relative a suoi lavori da attrice, ma non mancano anche curiosità, momenti di svago, eventi a cui ha preso parte e altre situazioni ancora. Seguendola, si può dunque rimanere aggiornati su tutte le sue novità.

Devrim Lingnau Instagram

Devrim Lingnau: età e altezza e origini dell’attrice

9. Devrim Lingnau è nata nel 1998 a Mannheim, in Germania. Si tratta di una città tedesca situata nel land del Baden-Wurttemberg. L’attrice è alta complessivamente 1,67 metri.

10. Ha origini tedesche e turche. L’attrice tedesca vanta origini variegate grazie ai suoi genitori. Se sua madre è come lei tedesca, il padre è invece proveniente dalla Turchia. I due genitori hanno poi cresciuto l’attrice insegnandole entrambe le loro lingue.

Fonte: IMDb, Instagram

 
 

Aftersun: la regista Charlotte Wells e l’attore Paul Mescal presentano il film

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Nel Fuori Concorso di Alice nella Città, la sezione parallela e autonoma della Festa del Cinema di Roma è stato presentato Aftersun, film acclamato a livello internazionale che ha avuto la sua prima presentazione al 75° Festival di Cannes, nel programma della Semaine de la Critique. Protagonista del film è Sophie, una donna che a distanza di vent’anni si ritrova a ripensare ad una vacanza trascorsa in Turchia con suo padre Calum. Tra ricordi reali e immaginari, nostalgia e paure, Sophie cerca di riconciliare l’uomo della propria memoria con colui che non ha mai effettivamente conosciuto.

A presentare il film a Roma ci sono la regista e l’attore interprete di Calum. Lei è Charlotte Wells, filmmaker scozzese indicata come una delle grandi promesse del cinema indipendente e qui al suo film d’esordio. Lui, invece, è Paul Mescal, divenuto celebre a livello internazionale per aver interpretato Connell nella serie Normal People. Pur se non fisicamente insieme all’Auditorium Parco della Musica, in quanto Mescal per problemi personali si è potuto collegare solo virtualmente, i due hanno dunque raccontato qualcosa di più su Aftersun, svelandone retroscena e intenti.

“Aftersun è idealmente la prosecuzione di un mio cortometraggio intitolato Tuesday, – esordisce spiegando la regista – che analizzava gli stessi temi, ovvero la ricerca del senso del dolore. La struttura della storia di questo giovane e figlia in vacanza era inizialmente molto più tradizionale. Quando poi ho capito di voler raccontare il tutto dal punto di vista di Sophie è allora subentrato l’elemento della memoria e quindi più inserivo miei ricordi personali, più ottenevo uno sguardo retrospettivo, divenuto assolutamente imprescindibile dalla storia in sé. Il ricordo ci permette di soffermarci con più attenzione su alcuni dettagli del passato a cui magari sul momento non avevamo fatto caso”.

La ricerca dei giusti interpreti

La regista passa poi a parlare di come abbia scoperto la giovane Frankie Corio, l’attrice che interpreta Sophie da bambina. “Una cosa che abbiamo appreso la nostra protagonista, è che cercavamo di dar vita ad un personaggio che fosse in quel momento critico della transizione dall’infanzia all’adolescenza. Ci siamo resi che la stessa cosa doveva valere anche per l’interprete che avrebbe assunto il ruolo. Abbiamo incontrato Frankie dopo un processo di casting durato sei mesi. Abbiamo cercato quanti più attori bambini possibile attraverso alcuni gruppi appositi su Facebook e in uno di questi c’era lei”.

“Quando è stata selezionata per sostenere un audizione dal vivo, io cercavo semplicemente un’attrice che riuscisse ad essere il più naturale possibile, ma lei è stata molto di più. Ci ha stupiti tutti con il suo carisma, la sua curiosità e il suo essere così naturalmente spontanea e divertente. Sapeva entrare in vari stati emotivi senza che questi finissero per dominarla. Per preservare tutto ciò, non le abbiamo mai dato l’intera sceneggiatura del film, ma le dicevamo di volta in volta cosa sarebbe successo”.

“Per quanto riguarda Paul, egli è un po’ più giovane del suo personaggio, – spiega la regista – ma lo avevo visto recitare in Normal People e lo trovavo magnetico, ricco di un fascino e un calore che sarebbero stati perfetti per il personaggio e per raccontare in modo romantico i demoni che si porta dentro”. “Sono rimasto subito colpito dal personaggio di Calum, – aggiunge poi Paul Mescalin particolare mi ha interessato il suo conflitto tra l’essere un ottimo padre e quei momenti bui in cui invece si trova in difficoltà, a lottare con una forma di depressione che neanche lui comprende fino in fondo”.

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Raccontare il complesso rapporto tra padre e figlia

“Questa è stata la prima volta che interpretavo un padre, – continua poi Mescal – ed è stato incredibilmente difficile ma allo stesso tempo ti dà una soddisfazione incredibile. Ha cambiato davvero il mio modo di lavorare come attore, perché ho sentito una forte responsabilità nei confronti di Frankie, si è sviluppato un senso di protezione nei suoi confronti e ciò che facevamo si rifletteva nell’altro. Abbiamo avuto molto tempo da poter passare insieme, conoscendoci meglio e facendo varie attività. Credo che se il rapporto tra i due personaggi nel film appaia così forte sia anche per l’amicizia che è spontaneamente nata tra di noi”.

“Il mio obiettivo era quello di raccontare il dolore che deriva dalla separazione e degli sforzi che si fanno per conservare un legame spezzato, – spiega la regista, concludendo l’incontro – che se nonostante ciò rimane intatto è grazie alla forza dei sentimenti che sopravvivono nel cuore dei due protagonisti. Girare questo film mi ha cambiata, mi ha insegnato molto, banalmente anche solo che adoro questo mestiere. Il cinema mi permette di raccontare i miei stessi sentimenti e non vedo l’ora di poter replicare tale esperienza”.

 
 

La Casa Internazionale delle Donne con la Festa del Cinema di Roma e Alice nella città

Logo Festa del Cinema di Roma (1)

Saranno incentrate sul tema della violenza maschile contro le donne le due proiezioni cinematografiche, a ingresso gratuito, organizzate il 18 e il 23 ottobre al MAXXI dalla Festa del Cinema di Roma e da Alice nella Città in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne.

Si inizia domani, martedì 18 ottobre alle ore 17, con La ragazza ha volato di Wilma Labate. Il film racconta la storia di Nadia, un’adolescente scomoda che cresce in solitudine a Trieste, città di confine tra tante culture. Vittima di un abuso, la ragazza decide di non denunciare, ma fa comunque una scelta potente di autodeterminazione. Ad introdurre i temi della pellicola, assieme alla regista, ci saranno la presidente della Casa Internazionale delle Donne, Maura Cossutta, e la ginecologa e presidente dell’associazione ‘Vita di Donna’, Elisabetta Canitano. L’evento è organizzato dalla Festa del Cinema di Roma in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne.

Domenica 23 ottobre, sempre alle ore 17 al MAXXI, sarà la volta della proiezione in anteprima di Backlash-Misogyny in the Digitale Age di Léa Clermont-Dion e Guylaine Maroist, un’immersione nel vortice della misoginia online che racconta l’evidente odio verso le donne seguendone quattro in due continenti: l’ex presidente della Camera dei deputati italiana, Laura Boldrini, l’ex rappresentante democratica alla Camera statunitense Kiah Morris, l’attrice francese e youtuber Marion Séclin e Donna Zuckerberg, esperta di violenza online contro le donne. Il documentario rivela gli effetti devastanti che questo tipo di odio ha sulle vittime e porta alla luce l’obiettivo della cyber-misoginia: mettere a tacere le donne che brillano. Alla proiezione seguirà un incontro con Laura Boldrini e le giornaliste Silvia Garambois (GIULIA Giornaliste) e Luisa Betti Dakli (DonneXDiritti), con la moderazione di Giulia Minoli. L’evento è organizzato da Alice nella città in collaborazione con la Casa Internazionale delle Donne.

 
 

Emma Watson, Rupert Grint e Tom Felton porgono il loro omaggio a Robbie Coltrane

Robbie Coltrane

Dopo Daniel Radcliffe, anche Emma Watson, Rupert Grint e Tom Felton hanno affidato ai loro account social un ricordo e un omaggio di Robbie Coltrane, attore che ha interpretato Rubeus Hagrid nel franchise di Harry Potter che ha dato notorietà ai citati attori i quali sono letteralmente cresciuti nei panni di Hermione, Ron e Draco Malfoy.

 

 
 

Causeway: recensione del film con Jennifer Lawrence

Causeway film 2022

Jennifer Lawrence si rimette in gioco con Causeway, presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma 2022, e che sarà disponibile dal 4 novembre su Apple TV+. Consegnando il proprio bagaglio attoriale nelle mani della regista Lila Neugebauer, che ha saputo dare un taglio incisivo alla produzione seriale di stampo drammatico – sua la regia di alcuni episodi della miniserie Maid (2021) – Lawrence attraversa un ponte sospeso tra le sue interpretazioni femminili più ardite, Madre! di Darren Aronofsky, in cui la sua figura era piegata a volontà simboliche, e quelle emotivamente più verosimili, come quella nel film Il Lato Positivo, che le ha fruttato il suo primo Oscar.

Causeway: il viaggio di Lynsey

Lynsey è una soldatessa che fa ritorno a New Orleans, sua città natale, dopo essere stata vittima di un incidente quasi mortale in Afghanistan. Causeway segue il suo percorso di riabilitazione fisica e mentale nei confronti di una vita che le è sempre stata stretta, le cui radici traumatiche, forse, sono ben lontane dal sud-ovest asiatico molto più vicine alla città statunitense.

Quello di Causeway è un racconto estremamente lineare, diretto nitidamente e in maniera consapevole; una messa in scena asciutta, rarissimi accompagnamenti musicali e un uso sapiente del simbolismo cromatico lasciano che la storia di Lynsey si dispieghi lentamente, dandole il tempo per tornare a respirare o, ancor meglio, riuscire a rituffarsi nelle acque dove si è sempre divertita a nuotare. Proprio l’acqua sancisce il primo contatto della protagonista con l’idea di una realtà professionale estranea all’Afghanistan ma, quello che aveva pensato inizialmente come un impiego temporaneo, in attesa di riessere ammessa tra le fila dell’esercito, si rivelerà un regalo inaspettato per ricavare insegnamenti inaspettati dall’immobilità respingente di una condizione opprimente.

Il trauma invisibile

L’elaborazione del trauma di Lynsey passa soprattutto attraverso la riscoperta di una nuova idea di nucleo famigliare; le mancanze e i dissapori di un passato di cui non ci viene detto esplicitamente tanto, ma intuiamo dalla fattualità circostanziale, vengono progressivamente risanati dall’incontro fortuito con chi ha vissuto qualcosa di molto simile al nostro dolore, il personaggio di James, interpretato da un Brian Tyree Henry in stato di grazia. Nel consolidarsi di un legame inedito e che non è necessario etichettare, Causeway trova maggiormente vigore narrativo, unendo le strade di due personaggi che ci fanno scoprire una nuova facciata di New Orleans: quella di chi rimane ai margini della festosità che ne caratterizza l’atmosfera e di cui il cinema ci ha inondato, mettendo in primo piano le fatiche di adattamento di chi lotta contro un sistema affettivamente mai abbastanza inclusivo.

Forse i traumi che più ci attanagliano non corrispondono a quelli che hanno maggiore concretezza, a quelli imputabili di un malessere comprensibile e che combinano le difficoltà fisiche a quelle psicologiche. Le ferite vanno spesso a ritroso e la fuga verso un luogo apparentemente inospitale e pericoloso, in cui nessuno si rifugerebbe mai, potrebbe risultare l’unico sbocco di un ponte che ci sembra troppo lungo da percorrere. Lynsey continuerà a recitare davanti agli altri mantenendo una postura rigidissima – ottima prova attoriale per la Lawrence – per liberarsi del fardello di dover giustificare l’inesprimibile, una volontà ferrea che nessuno della cerchia di New Orleans può comprendere. Solo quando arriva qualcuno che non guarda ai piani futuri, quanto piuttosto allo scorrere del presente e al cercare di trattenerlo per rivedere il proprio passato, ecco che possiamo ascoltare gli altri, valutare più opzioni, sentirci liberi di scegliere e dare spazio alla nostra definitiva dichiarazione di intenti.

Tracciare il nostro ponte

Causeway non raggiunge le vette espressive di Maid, dove semplicità visiva e compattezza narrativa si univano perfettamente, ma si conferma un’opera interessante di una regista che sa lavorare benissimo con le proprie protagoniste, rendendole veicoli fisici di più livelli di lettura di storie che cercano prevalentemente nella verosimiglianza un aggancio col proprio pubblico.

Quando il coraggio di andare avanti si paleserà sotto forma di un costume blu con cui ci tuffiamo in piscina e che va a sostituire l’intimo nero che Lynsey indossa per tutto il film; quando capiamo che è giunta l’ora di riconnetterci con il nostro elemento per stringere la mano a chi abbiamo ritrovato, forse allora possiamo vedere la fine del nostro ponte, senza mai dimenticarci che in passato eravamo in grado di trattenere il respiro per tanto tempo senza annaspare, e forse lo siamo anche ora.

 
 

Black Panther: Wakanda Forever, un nuovo video mostra altri dettagli dell’armatura di Ironheart

Black Panther: Wakanda Forever

Un nuovo breve video di Black Panther: Wakanda Forever ci dà l’opportunità di dare un nuovo sguardo più approfondito all’armatura di Riri Williams/Ironheart, personaggio che farà il suo esordio nel MCU in questo film e che sarà poi protagonista di una serie Disney+. Dominique Thorne è stata scelta per interpretare Riri Williams.

https://www.youtube.com/watch?v=aL140sA-Ilo

Black Panther: Wakanda Forever, le storie che racconta il primo trailer

I dettagli ufficiali della trama sono ancora nascosti, ma ci è stato assicurato che il sequel del MCU onorerà il defunto Chadwick Boseman mentre continuerà l’eredità del suo personaggio, T’Challa. Black Panther: Wakanda Forever arriverà nelle sale l’11 novembre 2022. Il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, ha confermato che T’Challa, il personaggio interpretato al compianto Chadwick Boseman nel primo film, non verrà interpretato da un altro attore, né tantomeno ricreato in CGI. Il sequel si concentrerà sulle parti inesplorate di Wakanda e sugli altri personaggi precedentemente introdotti nei fumetti Marvel.

Letitia Wright (Shuri), Angela Bassett (Ramonda), Lupita Nyong’o (Nakia), Danai Gurira (Okoye), Winston Duke (M’Baku) e Martin Freeman (Everett Ross) torneranno nei panni dei rispettivi personaggi interpretati già nel primo film. L’attore Tenoch Huerta è in trattative con i Marvel Studios per interpretare il villain principale del sequel.

 
 

Glass Onion – Knives Out, Rian Johnson parla della scena di Angela Lansbury

Glass Onion

Rian Johnson, regista di Glass Onion – Knives Out, ha condiviso il suo pensiero sull’opportunità che ha avuto di girare una scena con Dame Angela Lansbury prima della sua recente scomparsa. Secondo Deadline, Johnson ha parlato del ruolo di Lansbury in Glass Onion – Knives Out durante un evento stampa al London Film Festival.

Durante l’evento, ha rivelato le sue riflessioni sull’opportunità di lavorare sia con Lansbury che con Stephen Sondheim, scomparso lo scorso novembre, in Glass Onion. È rimasto scioccato e onorato che entrambi abbiano detto di sì, condividendo che “personalmente il solo fatto di poter avere 10 minuti con ciascuno di loro per dire loro cosa ha significato il loro lavoro per me è stato davvero speciale”.

“Erano così gentili e così generosi. Non avremmo mai pensato che uno dei due avesse potuto accettare? Non pensavamo che l’avrebbero fatto. Ed entrambi erano così fantastici. Per entrambi, oltre al solo onore di averli nel film, poter avere personalmente 10 minuti con ciascuno di loro per raccontare loro cosa ha significato per me il loro lavoro è stato davvero speciale.”

Glass Onion – Knives Out, il sequel di Cena con delitto – Knives Out diretto nuovamente da Ryan Johnson e sempre con Daniel Craig protagonista, arriverà prossimamente al cinema e poi su Netflix dal 23 dicembre. La trama di questo seguito, come rivelato di recente, si concentra sul magnate della tecnologia Miles Bron che invita alcuni dei suoi più cari amici in vacanza sulla sua isola privata in Grecia. Ben presto, tuttavia, quell’oasi di pace si macchia di sangue e mistero, un mistero che solo il detective Benoit Blanc può risolvere.

Dopo essersi mostrato grazie ad alcune prime immagini ufficiali, il film concede un’ulteriore assaggio di sé attraverso il primo trailer. In questo vengono presentati i personaggi principali, interpretati da un cast di attori del calibro di Edward Norton, Janelle Monáe, Jessica Henwick, Kathryn Hahn, Leslie Odom Jr, Madelyn Cline, Kate Hudson e Dave Bautista. Poco viene invece svelato del mistero alla base del film, anche se il regista ha rivelato che Glass Onion sarà diverso rispetto a Knives Out in quanto a tono, ambizioni e ragion d’essere.

Johnson ha inoltre spiegato che la sua tecnica per la scelta del cast è come “organizzare una cena per gli ospiti. Inviti sempre le persone che ti piacciono, ma è difficile sapere davvero come andrà e alla fine puoi solo cercare di scegliere i migliori attori per una parte, quelli che sembrano più adatti a un ruolo specifico. A quel punto ti tuffi e trattieni il respiro. Per fortuna abbiamo messo insieme un gruppo stupendo e davvero coeso”. Non resta dunque che attendere che il film diventi disponibile per la visione, potendo intanto godere del suo elettrizzante trailer.

 
 

Deadpool 3: un esilarante fan trailer con Hugh Jackman e Ryan Reynolds

Deadpool 3 Hugh Jackman e Ryan Raynolds

L’ufficializzazione di Hugh Jackman in Deadpool 3 nei panni di Wolverine ha ridestato improvvisamente l’attenzione del pubblico sul progetto Marvel/Disney con Ryan Reynolds e così, come spesso è accaduto negli ultimi giorni, ecco un nuovo fan trailer del film in cui vediamo i due personaggi interagire!

Deadpool 3, quello che sappiamo

Shawn Levy dirigerà Deadpool 3. Rhett Reese e Paul Wernick, che hanno già firmato i primi due film sul Mercenario Chiacchierone, scriveranno anche Deadpool 3, basandosi sui fumetti creati da Rob Liefeld, confermandosi nella squadra creativa del progetto, dopo che per un breve periodo erano stati sostituiti da Lizzie Molyneux-Loeglin e Wendy Molyneux.

Oltre a Ryan Reynolds non ci sono nomi confermati nel cast del film. In Deadpool 2 c’erano Josh Brolin nel ruolo di Cable e Zazie Beetz in quello di Domino, mentre il primo film vedeva la presenza di Morena Baccarin come Vanessa e T.J. Miller come Weasel. Nel cast è stato anche confermato Hugh Jackman, che torna a rivestire i panni di Wolverine/Logan, dopo la sua gloriosa uscita di scena nel 2017 in Logan, di James Mangold.

Paul Wernick e Rhett Reese hanno dichiarato sul film: “È una meravigliosa opportunità per i pesci fuor d’acqua. Deadpool è un pazzo al centro di un film. Far cadere un pazzo in un mondo molto sano di mente, è oro puro. Sarà davvero divertente.” Deadpool 3 uscirà il 8 novembre 2024.

 
 

Park Chan-wook vorrebbe dirigere un film di James Bond

oldboy Park Chan-wook

In una recente intervista con Deadline, Park Chan-wook ha parlato di come il franchise di James Bond abbia avuto una grande influenza sulla sua carriera di regista. Quando gli è stato chiesto se avrebbe voluto dirigere un film della serie, il regista di Oldboy ha dichiarato che “sarebbe stato divertente”, ma ha notato che il pubblico potrebbe non essere così interessato a una visione del franchise come la sua.

“Sì, sarebbe divertente. Ma non sono sicuro che le persone che lo guarderanno si potrebbero divertire tanto quanto me, a fare il film. Quelli di voi che hanno visto il mio ultimo film potrebbero trovarlo difficile da credere, ma penso che tutto sia iniziato con un film di Bond. Ero alle elementari in quel momento. Penso che fosse forse Moonraker – Operazione spazio, ma era certamente uno con Roger Moore. Mi sono davvero appassionato al film e mi sono divertito a immaginare storie diverse nella mia testa quando ero a casa da solo.

A quel tempo, la Corea era una società militare totalitaria, quindi non permettevano a tutti, o solo a persone particolari, di poter viaggiare fuori dal Paese. Questo è, credo, il motivo per cui mi è particolarmente piaciuto immaginarmi in un luogo esotico, interagire con diverse razze di persone e vivere avventure divertenti. Quindi sono rimasto suggestionato quelle trappole e quelle armi strane realizzate con tecnologia ed effetti speciali e i modi ingegnosi per fuggire da esse, avevo pensato storie molto dettagliate e fantasiose nella mia testa. Sono andato così tanto nei dettagli che ho anche immaginato il posizionamento della telecamera o il movimento della telecamera che riprende quelle situazioni. E penso che sia stato il mio primo storyboard mentale, anche se poi non li ho disegnati.”

Il futuro cinematografico di James Bond è al momento in sospeso, visto che deve ancora essere annunciato il nuovo interprete, dopo l’addio di Daniel Craig. Tuttavia, l’idea di affidare a Park Chan-wook un film del genere, sarebbe molto interessante.