Star
Wars: Skeleton Crew è la nuova serie Disney+ con Jude Law. L’attore reciterà in una nuova serie
Star
Wars in arrivo su Disney+. L’annuncio è stato
dato alla Star Wars Celebration ad Anaheim, in California. La serie
era stata precedentemente segnalata come in lavorazione all’inizio
di maggio come parte di una più ampia storia di “Star Wars”
pubblicata da Vanity Fair.
La descrizione che hanno dato è
stata: “La serie si svolge durante la ricostruzione post-‘Il
ritorno dello Jedi’ che segue la caduta dell’Impero, la stessa di
‘The Mandalorian’, ma la sua trama rimane un segreto. È stata
creata e prodotta dal regista Jon Watts e dallo sceneggiatore Chris
Ford, che ha realizzato Spider-Man: Homecoming per la Marvel. Un avviso di casting ha
chiamato quattro bambini, di età compresa tra gli 11 e i 12 anni.
All’interno di Lucasfilm, lo show viene descritto come una versione
galattica dei classici film d’avventura per adulti di Amblin degli
anni ’80”.
Watts e Ford saranno i produttori
esecutivi di
Star Wars: Skeleton Crew insieme a Jon
Favreau e Dave Filoni. I dettagli esatti su chi giocherà
Law nella serie rimangono nascosti.
Freschi della loro comparsata negli
episodi finali The Book of Boba Fett, Din Djarin,
alias Mando (Pedro Pascal), e il suo adorabile
compagno Grogu torneranno all’inizio del prossimo anno per la terza
stagione di The
Mandalorian.
Annunciata alla Star
Wars Celebration, la terza stagione di The
Mandalorian sarà presentata in anteprima su Disney+ a
febbraio 2023. Annunciato anche lo spinoff di
Ahsoka, con Rosario Dawson nei
panni dell’ex Padawan di Anakin Skywalker, arriverà prima o poi nel
2023.
The Mandalorian 3
è la terza stagione della serie tv live action
The
Mandalorian basata sull’universo di Star
Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma
streaming Disney+.
Ambientata nell’universo di Guerre
stellari dopo le vicende de Il
ritorno dello Jedi e prima di Star
Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure
di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova
Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa
l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini
dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie.
Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del
Primo Ordine, The
Mandalorian racconta le difficoltà di un
pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia,
lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come
protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.
La
serie è prodotta e scritta da Jon
Favreau (già produttore de Il Re
Leone e delle saghe
di Avengers e Iron Man). Nel
cast Carl Weathers (Apollo Creed nella
saga di Rocky), Nick
Nolte (Cape Fear, Il Principe delle
maree), Emily
Swallow (Supernatural, Le regole
del delitto perfetto), Taika
Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo
Rabbit), Giancarlo
Esposito (Fa’ la cosa
giusta, Breaking Bad) e Omid
Abtahi (24, Homeland, Star
Wars: The Clone Wars).
The
Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è
la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi,
racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando
nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un
guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio,
guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A
interpretarlo Pedro
Pascal (Game of
Thrones, Narcos).
In occasione
della Star
Wars Celebration è stato presentato il primo
trailer di ANDOR,
la serie del franchise che arriverà in estate e che vede
protagonista Cassian Andor, interpretato da Diego Luna, nelle
vicende che lo hanno coinvolto prima dei fatti di Rogue One. Il
personaggio, lo ricordiamo, ha esordito nello stand alone del 2016,
che racconta i fatti che avvengono tra La Vendetta dei Sith e Una
Nuova Speranza.
ANDOR
arriverà il 31 agosto su Disney+ e sarà composta da 12 episodi,
che verranno seguiti da una seconda stagione sempre da 12 episodi
che ci condurrà agli eventi di Rogue One. Nel cast di ANDOR compaiono
Diego Luna, Adria Arjona, Denise Gough, Genevieve O’Reilly,
Stellan Skarsgard, Fiona Shaw e Kyle
Soller.
ANDOR
è incentrato su Cassian Andor (Luna), personaggio che è stato
introdotto in Rogue One e come membro della
ribellione contro l’Impero. La serie sarà un prequel del film, con
Toby Haynes che sarà il regista principale della prima stagione che
sarà composta da12 episodi. Gli altri registi coinvolti sono Ben
Caron e Susanna White, mentre Stephen Schiff e Tony Gilroy sono gli
sceneggiatori. ANDOR è
prodotto dallo showrunner Tony Gilroy, che ha
scritto e prodotto Rogue One. Inizialmente Gilroy
avrebbe dovuto dirigere i tre episodi, ma è stato costretto a
rinunciare a causa di problemi di viaggio legati alla pandemia.
In Rogue One un gruppo di improbabili eroi si unisce
in una missione per rubare i piani alla Morte Nera, l’ultima arma
di distruzione dell’Impero. Questo evento chiave nella cronologia
di Star Wars riunisce persone comuni che scelgono di fare cose
straordinarie e, così facendo, diventano parte di qualcosa di più
grande di loro stessi.
Mentre il Festival di Cannes
75 si avvia alla sua conclusione, cominciano a essere
annunciati i premi dell’edizione 2022. La giuria Cortometraggi e La
Cinef, presieduta da Yousry Nasrallah e composta
da Monia Chokri, Félix Moati, Jean-Claude
Raspiengeas e Laura Wandel, ha assegnato
i Premi La Cinef 2022 durante una cerimonia tenutasi al
Teatro Buñuel, seguita dalla proiezione di i film
vincitori. La Cinef Selection comprendeva 16 film studenteschi,
scelti tra 1.528 film provenienti da 378 scuole di cinema di tutto
il mondo.
Primo premio
IL BARBIERE COMPLOTTISTA (UN COMPLOTTISTA)
regia di Valerio Ferrara
Centro Sperimentale di Cinematografia, Italia
Secondo premio
DI ER (DA QUALCHE PARTE)
diretto da Li Jiahe
Hebei University of Science and Technology, School of Film and
Television, Cina
Terzo Premio Congiunto
RIVOLUZIONE GLORIOSA
regia di Masha Novikova
London Film School, Regno Unito
LES HUMAINS SONT CONS QUAND ILS S’EMPILENT
(Gli esseri umani sono stupidi quando sono stipati insieme)
regia di Laurène Fernandez
La CinéFabrique, Francia
Il Festival di Cannes stanzia una
borsa di studio di 15.000 euro per il Primo Premio, 11.250 € per il
Secondo e 7.500 € per il Terzo. I film premiati saranno proiettati
al Cinéma du Panthéon il 31 maggio 2022 alle 18:30.
Anche se la classificazione PG
rischia a volte di limitare la narrazione e il senso di un film,
molti di questi riescono comunque a conservarne le emozioni più
autentiche e un umorismo arguto e intelligente, che rende la
visione piacevole sia per gli adulti che per i più giovani. I
cinefili di Ranker hanno
dunque deciso quali film fantasy con classificazione PG meritano di
essere considerati dei classici imperdibili: ecco i risultati.
Una notte al museo (2006)
La componente fantasy si
amalgama ottimamente con quella comica in questo film del 2006 che
vede Ben Stiller nei panni di una nuova e
sfortunata guardia di sicurezza del Museo di Storia Naturale. Si
scopre, come da copione, che i reperti del museo hanno l’abitudine
di prendere vita dopo il tramonto, il che comporta non poche
difficoltà per questo buffo personaggio.
Con la partecipazione di Owen Wilson, Robin Williams e una serie di figure storiche,
Una Notte al museo è un’affascinante avventura
fantasy: non tutte le sequenze sono perfettamente calibrate, ma il
film è comunque realizzato con un perfetto senso dell’umorismo e
leggerezza tale da garantire una visione molto piacevole.
Dragon Trainer (2010)
Sin dalla sua uscita nel 2010, il
franchise di
Dragon Trainer, basato sull’omonima amata serie di
libri per bambini, è stato uno dei maggiori successi della
Dreamworks ed è facile capire perché.
Con un’eccellente animazione in 3D e
un cast vocale stellare che comprende Jay
Baruchel, Gerard Butler e Kristen
Wiig, il film era destinato fin da subito a essere un
successo. Inoltre, Dragon
Trainer presenta alcuni momenti ricchi di emozioni
davvero ben realizzati che contribuiscono a rendere il film ancora
più memorabile.
Beetlejuice (1988)
Anche quando Tim Burton realizza film adatti a un pubblico
più giovane, riesce comunque a trasmettere in toto la sua
immaginazione contorta e il suo oscuro senso dell’umorismo come
regista. Beetlejuice, la storia di una coppia appena
deceduta che chiede l’aiuto dell’iconico Betelgeuse per
perseguitare i nuovi abitanti della casa, ne è l’esempio
perfetto.
Beetlejuice contiene alcune battute esplicite
e diversi momenti horror ma paradossalmente questo contribuisce a
rendere la commedia fantasy un film perfetto per i più piccoli. Con
il successo dell’adattamento teatrale e un film sequel in
lavorazione con parecchio ritardo, è il momento perfetto per
rivisitare uno dei classici di Tim Burton.
Hook (1991)
Diretto da un maestro del fantasy
per famiglie come Steven Spielberg, Hook vede Dustin Hoffman nei panni del famigerato
capitano dei pirati e da Robin Williams in quelli dell’adulto e stanco
Peter Pan che deve tornare sull’Isola che non c’è
per riscoprire il suo passato. Con la presenza di nomi così
importanti e la colonna sonora di John Williams,
non sorprende che molti ricordino il film con affetto.
Prima che arrivasse Pirati
dei Caraibi, Hook rappresentava il film d’avventura sui
pirati che non si prendeva mai troppo sul serio per eccellenza.
Ancora oggi uno dei migliori film del genere,
Hook, grazie al suo fascino e un messaggio che
scalda il cuore, può essere apprezzato da chiunque si sia sentito,
almeno una volta nella vita, Peter Pan.
Il Signore degli Anelli (1978)
Da non confondere con l’adattamento
diPeter Jackson, classificato PG-13,
l’epopea fantasy animata di Ralph Bakshi ha
portato in vita il primo dei romanzi di Tolkien
nel lontano 1978. Interpretato dal compianto John
Hurt nel ruolo di Aragorn e da
Anthony Daniels, attore meglio conosciuto per aver
interpretato C3PO, nel ruolo di
Legolas, il film fu un tentativo carismatico di
adattare il lunghissimo romanzo.
Per certi versi, il film è ancora
più fedele ai romanzi rispetto alla sua controparte più recente, e
si concentra meno sulle parti di azione frenetica, prediligendo un
tono e un ritmo adatti a un pubblico di giovani spettatori. L’unico
aspetto negativo de Il Signore degli Anelli di
Bakshi è che non ha avuto sequel, dunque l’esperienza può
sembrare un po’ incompleta rispetto alla trilogia complessiva di
Jackson.
Harry Potter e il prigioniero di
Azkaban (2004)
Terzo film della serie di
Harry Potter e primo ad essere diretto da
Alfonso Cuarón, la cui visione registica
leggermente più dark non ha influito sulla classificazione di
questo capitolo, Harry Potter e il prigioniero di Azkaban è uno
dei film preferiti dai fan. Con l’introduzione di un assassino in
fuga, un nuovo misterioso insegnante e dei terrificanti
Dissennatori che infestano Hogwarts, il film contiene alcuni dei
momenti davvero più spaventosi del franchise.
Tuttavia, l’affascinante senso di
meraviglia che ha caratterizzato i primi due film è parte
integrante di ciò che rende il film perfetto per il pubblico più
giovane e nostalgico per gli spettatori un po’ più anziani.
Inoltre, essendo uno dei film di Harry Potter più
accurati dal punto di vista narrativo, c’è un motivo in più per
guardarlo anche per i lettori.
Jumanji (1995)
Anche se la serie di film è
proseguita nel 2010 in modo del tutto inaspettato, c’è molto da
apprezzare del primo film di Jumanji che
ha introdotto al pubblico un particolarissimo gioco da tavolo
soprannaturale. I personaggi principali sono costretti a
collaborare per sconfiggere il pericoloso gioco, e far fronte alle
minacce della giungla che li sconvolgono ad ogni angolo.
Un cast di attori di talento e
alcuni effetti speciali da film ad alto budget, che non sono
invecchiati così male come sarebbe facile supporre, completano il
tutto e il film ha abbastanza assi nella manica da risultare sempre
divertente. Anche a 25 anni dalla sua uscita, Jumanji ha
un fascino che potrebbe persino collocarlo al di sopra delle sue
controparti moderne.
Harry Potter e la camera dei
segreti (2002)
Harry Potter e la camera dei segreti ha fatto
un ottimo lavoro nel proseguire con il tono e le tematiche
impostate dal primo film, adattando con grande cura la storia del
libro in cui, durante il secondo anno di Harry
all’istituto magico, la Camera dei Segreti viene aperta, lasciando
via libera a un mostro terrificante nella scuola.
Essendo l’ultimo film di
Harry Potter diretto da Chris
Columbus e l’ultimo con il compianto Richard
Harris nel ruolo di Silente, Harry Potter e la Camera dei Segreti conserva
un fascino gentile che manca ai successivi film di Harry
Potter, pur piacevoli a modo loro.
Star Wars (1977)
Anche con i sequel, i prequel, i
reboot e gli spin-off televisivi, c’è una magia intrinseca a
Star Wars: Una nuova speranza, che lo rende
ancora oggi l’avventura perfetta per le famiglie. Dal punto di
vista narrativo, Star Wars
è la semplice storia di un giovane bracciante che sogna l’avventura
in una galassia sotto il controllo di un impero malvagio, ma per la
storia del cinema è stato molto di più.
Con un successo mondiale e la
nascita di star del calibro di Luke Hamill,
Carrie Fisher e Harrison Ford, vale la pena guardare
l’originale Star
Wars, anche se il franchise, con tutte le nuove
aggiunte, può risultare difficile da seguire ad oggi. Questo è
comunque il momento ideale per rivedere la mistica interpretazione
di Obi-Wan Kenobi da parte di Alec
Guinness, prima che la nuova serie arrivi su Disney
Plus.
La storia fantastica (1987)
Anche se ogni anno escono nuove
avventure fantasy per famiglie, La storia Fantastica rimane ancora oggi il
migliore da guardare. Adattamento dell’omonimo romanzo di
William Goldman e sceneggiato dallo stesso, il
film mescola i topoi fiabeschi con la commedia e il romanticismo,
dando vita a una narrazione incredibilmente piacevole.
Ricco di personaggi iconici che
vengono citati frequentemente ancora oggi, la presentazione della
storia come se fosse letta da un vecchio a suo nipote non fa che
aumentarne l’atmosfera magica. Nonostante il modesto successo
ottenuto al momento dell’uscita, il film è oggi considerato a buon
diritto un classico del genere fantasy.
Tra le saghe cinematografiche più
acclamate degli ultimi anni vi è senza ombra di dubbio quella di
Transformers, basata sugli omonimi
giocattoli e serie animate della Hasbro e Takara Tomy degli anni
’80. Con cinque film, questa ha ad oggi superato i 4 miliardi di
incasso a livello mondiale. Il primo lungometraggio, uscito nel
2007 ha così dato inizio a questa epica narrazione che vede
contrapposta la specie umana ai robotici alieni capaci di
trasformarsi e adattarsi ad ogni situazione, i quali non hanno però
tutti intenzioni ostili. Dopo che la saga era a suo modo stata
riavviata nel 2014 con Transformers – L’era
dell’estinzione, nel 2017 è uscito il quinto capitolo:
Transformers – L’ultimo cavaliere.
Diretto sempre da Michael
Bay, questo nuovo film (qui la recensione), porta avanti
quanto introdotto dal precedente. Conclusasi la prima trilogia, i
produttori hanno infatti preferito dar vita a nuovi personaggi e
nuove vicende. Il cast di umani è dunque totalmente nuovo rispetto
ai precedenti film e ognuno dei Transformers è stato ridisegnato
con tanto di nuova forma veicolare. Alcuni degli attori dei primi
tre film tornano però in questo quinto capitolo, consolidando
dunque il legame interno tra i vari titoli della saga. Con ancor
più effetti speciali, questo è inoltre il capitolo più costoso tra
tutti e cinque.
Si tratta naturalmente di un puro
blockbuster d’intrattenimento, con strabilianti scontri, esplosioni
e chi più ne ha più ne metta. Per chi è dunque alla ricerca di un
film fracassone con robot che si scontrano tra loro, questo è il
titolo giusto. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama, al cast di attori e al
futuro della saga. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Transformers – L’ultimocavaliere: la trama del film
Negli ultimi anni gli Autobot,
guidati dall’irreprensibile leader Optimus Prime,
hanno difeso la terra dalle innumerevoli invasioni aliene di cui è
stata teatro. Prima i Decepticon di Megratron, poi
gli antichissimi Creatori, una dopo l’altra le truppe nemiche hanno
battuto in ritirata, sconfitte da Bumblebee e i
suoi giganteschi compagni. Ma da dove arriva il popolo dei
Transformers? La leggenda millenaria della loro esistenza,
tramandata in segreto per proteggere il pianeta, sta per tornare
alla luce a causa di una nuova minaccia che incombe sull’umanità.
Andato alla ricerca delle proprie origini, Optimus si imbatterà
infatti in Quintessa, una dea che afferma di
essere la sua creatrice.
Furiosa con Optimus per il suo
essersi alleato con gli umani e aver impoverito quello che è il suo
pianeta natale, Cybertron, Quintessa assoggetta al suo volere il
Transformers, incaricandolo di ritrovare un antico e potente
strumento. Grazie a questo, Cybertron potrà divorare la terra e
riacquisire il proprio splendore. Nel frattempo, sul pianeta
azzurro l’unica speranza sembra essere rappresentata
dall’improbabile alleanza tra il meccanico provetto Cade
Yeager, il fidato Bumblebee, un lord inglese e una
professoressa di Oxford. Ora più che mai dovranno tutti unirsi per
salvare la terra, dando nuova luce ad antiche leggende.
Transformers – L’ultimo
cavaliere: il cast e i Transformers presenti
Come anticipato, il cast del film è
composto sia da attori presenti solo nel quarto film, quanto anche
da alcuni che avevano invece recitato già nei primi tre. Nel ruolo
del protagonista umano Cade Yeager vi è Mark Wahlberg,
il quale riprende la parte anche solo per far contenti i suoi
figli, grandi fan dei Transformers. Per l’occasione, l’attore si è
nuovamente sottoposto ad un allenamento fisico intensivo che lo ha
portato a poter eseguire circa il 90% di tutti gli stunt previsti
per la sua parte. Accanto a lui sono presenti Anthony Hopkins
nei panni di Sir Edmund Burton e Laura Haddock in
quelli di Viviane Wembley.
Gli attori Josh Duhamel,
John Turturro e
Glen Morshower riprendono invece i loro personaggi
dei primi tre film, ovvero quelli del colonnello William Lennox,
dell’agente Seymour Simmons e del generale Morshower. L’attrice
Isabela Moner interpreta Izabella, mentre
Stanley Tucci è Mago
Merlino. A dar voce ai Transformers, invece, si ritrova ancora una
volta Peter Cullen per Optimus Prime, mentre
Frank Welker, storico doppiatore di Megatron,
interpreta proprio quest’ultimo. Sono poi presenti John Goodman
come voce di Hound, Ken Watanabe per Drift ed
Erik Aadahl per Bumblebee. Gemma Chan dà invece
voce all’antagonista principale, Quintessa.
Transformers – L’ultimocavaliere: il sequel, il trailer e dove vedere il film in
streaminge in TV
Questo quinto capitolo fu
particcolarmente deludente da un punto di vista degli incassi e
pose un brusco freno alla saga. La Paramount Pictures ha in seguito
affermato che al momento non è previsto un nuovo sequel e ha
preferito concentrarsi su alcuni spin-off. Il primo di questi,
Bumblebee, è uscito nel
2018. Attualmente, per il 2023, è previsto il sequel di
Bumblebee, il cui titolo ufficiale sembra
essere Transformers: Rise of the Beast, basato dunque
sulla storyline nota come Beast Wars. Nel febbraio
del 2022 è stato poi annunciato che, qualora il film ottennesse
buoni risultati economici, sarà il primo di una nuova trilogia.
In attesa di questi sequel, è
possibile fruire di Transformers – L’ultimo
cavaliere grazie alla sua presenza su alcune delle
più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è
infatti disponibile nei cataloghi di Chili Cinema, Google
Play, Netflix, Amazon Prime Video e Tim Vision. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di giovedì 26 maggio alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Negli anni Novanta l’attore
Hugh Grant si afferma come uno dei principali
interpreti della commedia sentimentale con film come Quattro
matrimoni e un funerale, Imprevisti d’amore e
Notting Hill. Tra
questi suoi film, uno dei meno noti è Mickey occhi
blu. Diretto nel 1999 da Kelly
Makin, il film è oggi principalmente ricordato per i
numerosi collegamenti con I Soprano. Molti sono infatti
gli attori di questo lungometraggio che avrebbero poi recitato
nell’acclamata serie televisiva, e la stessa trama ruota in
entrambi i casi intorno all’attività mafiosa. Oltre a ciò, però,
Mickey occhi blu è un brillante commedia tutta da
riscoprire.
All’epoca della sua uscita, il film
non ottenne un particolare successo, riscontrando tiepide
recensioni e modesti incassi. Eppure, le paradossali situazioni
comiche in cui il protagonista non fa altro che cacciarsi sono
ancora oggi fonte di buon umorismo. Lo stesso Mickey del titolo
diventa a suo modo una parodia di certi veri mafiosi statunitensi.
In particolare, fonte di ispirazione è stato tra gli altri
Vincent Alo, gangster noto come “Jimmy Blue Eyes”,
e proprio dal suo soprannome nasce lo spunto per il film. Con il
tempo, la popolarità del film è poi cresciuta, fino ad ottenere
anche un remake di Bollywood dal titolo Welcome.
Per gli appassionati di commedie
particolarmente movimentate, o anche solamente di Hugh Grant,
Mickey occhi blu è un film tutto da riscoprire, che pur al
netto dei suoi difetti riesce a regalare del buon intrattenimento.
Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà certamente
utile approfondire alcune delle principali curiosità relative a
questo. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile
ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e
al cast di attori. Infine, si elencheranno anche
le principali piattaforme streaming contenenti il
film nel proprio catalogo.
Mickey occhi blu: la trama
del film
Protagonista del film è
Michael Felgate, inglese trasferitosi a New York
per lavorare come manager della galleria d’arte Cromwell’s. Ora che
la sua vita sembra aver trovato una stabilità lavorativa, egli
decide di chiedere alla sua fidanzata Gina Vitale
di sposarlo. Con sua sorpresa, però, la ragazza lo rifiuta non
senza dispiacersene. Dovendo spiegare il perché della sua
contrarietà al loro matrimonio, Gina racconta a Michael di come
tutta la sua famiglia sia composta da noti gangster, affiliati al
mondo della mafia locale. La ragazza, dunque, teme che il fidanzato
possa essere coinvolto nei loro loschi affari.
Michael, però, la tranquillizza
assicurandole di saper distinguere la legalità dall’illegalità, e
che pertanto non potrà accadergli di essere coinvolto in attività
controverse. Con questa promessa, Gina acconsente a sposarlo.
Durante la festa per il loro fidanzamento, tuttavia, Michael
conosce la famiglia di lei, e nel giro di breve si ritrova ad
infrangere suo malgrado quanto promesso. Iniziando con il fare un
favore, egli si ritrova intrappolato in un giro di illeciti sempre
crescenti. Nel momento in cui anche l’FBI inizierà ad interessarsi
alle strane attività di Michael, egli dovrà riuscire da questa
situazione senza pagarne le conseguenze.
Mickey occhi blu: il cast
del film
Come anticipato, ad interpretare il
ruolo di Michael Felgate vi è l’attore Hugh Grant, il
quale si preparò a ruolo studiando approfonditamente la figura del
gangster del cinema. Per sua fortuna, ha potuto vantare la presenza
sul set dell’attore James Caan, noto per essere
stato Santino Corleone nel film Il padrino,
notoriamente ambientato nel mondo mafioso. In Mickey occhi
blu Caan è così tornato a recitare nel ruolo di un criminale,
in questo caso come Frank Vitale, zio di Gina. Sul set, l’attore ha
poi non solo dato consigli a Grant, ma gli ha anche affibbiato il
soprannome di Whippy, derivato dagli Whippet, una razza di cani
inglesi noto per il loro tremare molto.
Nel ruolo di Gina Vitale, la
fidanzata di Michael, vi è invece l’attrice Jeanne
Tripplehorn, anche nota per i film Basic Instinct
e Sliding Doors. Sono poi presenti gli attori Burt
Young nel ruolo di Vito Graziosi e James
Fox in quelli di Philip Cromwell. Joe
Viterelli è Vinnie D’Agostino, mentre Gerry
Becker è l’agente FBI Bob Connell. Altri attori presenti
sono ancora Maddie Corman nel ruolo di Caro e
Tony Darrow nei panni di Angelo. Tony
Sirico, noto in I Soprano per il ruolo di Paulie
Gualtieri, è qui il braccio destro di Risolli, quest’ultimo
interpretato da Joseph Rigano. Vincent
Pastore, che ne I Soprano è celebre per il ruolo
di Sal Bonpensiero, in questo film interpreta invece Al, della
famiglia Risolli.
Mickey occhi blu: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire del film grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Mickey occhi
blu è infatti disponibile nei cataloghi di
Tim Vision e Mediaset Play. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. È
bene notare che in caso di noleggio si avrà soltanto un dato limite
temporale entro cui guardare il titolo. Il film è inoltre presente
nel palinsesto televisivo di giovedì 26 maggio
alle ore 21:10 sul canale
TwentySeven.
Il primo trailer di Mission:
Impossible – Dead Reckoning Part One, alias Mission:
Impossible 7, rivela nuovi dettagli sulla trama del
film, spettacolari acrobazie e stunts, personaggi familiari e tanto
grandissimo spionaggio. Il film vede ancora una volta protagonisti
Tom Cruise nel ruolo di Ethan
Hunt, Ving Rhames in quello di
Luther Stickell, Simon Pegg in
quello di Benji Dunn, Rebecca Ferguson come Ilsa
Faust e
Vanessa Kirbynei panni di Vedova
Bianca.
Tra i nuovi membri del cast figurano
poi Hayley Atwell nel ruolo di
Grace, Shea Whigham in quello di
Jasper Briggs, e personaggi non ancora noti
interpretati da Pom Klementieff, Esai
Morales, Rob Delaney, Cary
Elwes, Indira Varma, Mark
Gatiss, Charles Parnell, Greg
Tarzan Davis e Frederick Schmidt. Ritorna
nel franchise anche Henry Czerny nel ruolo di
Eugene Kittridge, apparso per l’ultima volta nel
primo Mission: Impossible, uscito nel 1996.
Scritto e diretto da
Christopher McQuarrie, Mission:
Impossible 7 è la prima parte di una storia ben più
lunga che continuerà in Mission: Impossible 8, le
cui riprese sono attualmente in corso e la cui uscita è prevista
per il 2024.
Inizialmente previste per il luglio
2021 e l’agosto 2022, la pandemia ha fatto slittare l’uscita di
entrambe le parti di due anni. Finalmente, sono state diffuse
immagini e riprese del prossimo capitolo del franchise e, come
abbiamo potuto appurare dal trailer, ci sarà tanto da scoprire.
Ethan Hunt e Kittridge di nuovo
faccia a faccia
La
prima volta che l’Hunt
di
Cruise
e il
Kittridge
di
Czerny
si sono trovati faccia a faccia è stato inMission: Impossible,
in cui
Kittridge
sospettava che
Hunt
fosse una talpa all’interno dell’IMF. Ora
Czerny
è tornato nel ruolo e il trailer mostra i due personaggi di nuovo
faccia a faccia, con
Kittridge
che dice a Hunt che deve “scegliere
da che parte stare“.
Pensiamo quindi che ci sia stato
mostrato un frammento di una sequenza conflittuale, per un ritorno
in grande stile che ricordo il loro ultimo incontro sullo schermo.
Hunt appare sia arrabbiato che sospettoso nei
confronti di Kittridge, e sembra che gli venga
data la possibilità di scegliere tra la lotta contro il governo e
la lotta per i suoi ideali, una situazione che Hunt ha affrontato
in ogni capitolo del franchise di Mission: Impossible.
Ethan Hunt e Ilsa innamorati – Dead
Reckoning ci mostrerà dei flashback?
Dopo la sua prima apparizione in
Mission: Impossible – Rogue Nation del 2015,
l’Ilsa di Rebecca Ferguson è diventata una vera e
propria protagonista del franchise, spesso indicata come un
potenziale interesse amoroso per Hunt e al tempo
stesso come una spia al suo stesso livello di ignegno e bravura.
Spia britannica che ha lavorato come doppiogiochista e assassina,
Ilsa è formidabile e pericolosa, ma è proprio
questa combinazione che affascina Hunt.
Dal trailer vediamo
Hunt e Ilsa che si abbracciano
calorosamente, come è naturale che sia dopo la fine di Mission: Impossible – Fallout, in cui si era
aperta per la coppia la possibilità di una relazione. Tuttavia,
Ilsa ci viene mostrata anche con i capelli biondi
e una benda sull’occhio e sembra esserci addirittura un confronto
fisico tra i due. La trama del film potrebbe dunque includere
flashback e salti temporali, oltre a qualche potenziale doppio
gioco lungo la strada.
Rivelato il ruolo del villain di
Pom Klementieff – Per chi potrebbe lavorare?
Fonte: https://screenrant.com/
Finora non era chiaro quale sarebbe
stato il ruolo della Klementieff in Mission:
Impossible – Dead Reckoning Part One, ma dal trailer è
evidente che interpreterà un villain, molto probabilmente
un’assassina. Sebbene il suo personaggio rimanga al momento senza
nome, la vediamo inseguire Hunt e
Atwell per le vie di Roma a bordo di un Humvee e
combattere Hunt corpo a corpo in un recinto
sotterraneo.
La si vede anche combattere contro
diversi assalitori su un treno, oltre a correrci sopra e saltare
tra i vagoni. Non è stato fornito molto contesto in termini di chi
potrebbe lavorare per lei, ma Morales è indicato
come il cattivo principale del film ed è probabile che
Klementieff sia quindi al suo servizio, a meno che
non ci sia un altro nemico che deve ancora essere rivelato, cosa
del tutto possibile in questo franchise. In definitiva,
Klementieff sembra essere una forza implacabile e
pericolosa con cui fare i conti.
Ethan Hunt a cavallo nel deserto –
Cosa sta cercando?
Fonte: https://screenrant.com/
Il franchise di Mission: Impossible ha utilizzato ogni sorta
di veicoli e stunts nel corso dei film ma, incredibile ma vero,
finora non ha ancora escogitato niente con i cavalli. Quello che
sembra essere un gruppo di agenti altamente addestrati che si
dirigono a cavallo verso una specie di accampamento durante una
tempesta di sabbia rivela che anche Cruise forma
parte di questo gruppo. Si vede anche Ilsa con i
capelli biondi e una benda sull’occhio, che sembra sparare al
gruppo da una posizione segreta all’interno dell’accampamento.
La squadra vi si infiltra e si vede
Hunt affrontare Ilsa, che porta
al collo una chiave a forma di croce. Proprio questo oggetto sembra
essere un elemento importante di Dead
Reckoning, poiché ricompare nel trailer in più momenti
e luoghi diversi. A primo acchito, questa sequenza fa pensare a un
flashback o a un salto temporale, poiché contraddice il rapporto
d’amore che si era già stabilizzato tra Ilsa e
Hunt, e la donna ha inoltre un aspetto molto
diverso dalla sua solita capigliatura bruna. In ogni caso, sembra
che abbia ciò che Hunt sta cercando, ovvero la
chiave a forma di croce che porta al collo.
Il nuovo look di Isla – Farà il
doppio gioco con l’IMF?
Fonte: https://screenrant.com/
Il doppio aspetto della Ferguson nei panni di Ilsa
nel trailer suggerisce, in ultima analisi, che la donna non si
limita ad aiutare Hunt e l’IMF in una missione
qualunque. Come di solito accade, Ilsa tende a
farsi coinvolgere da entrambe le parti, il che finisce sempre per
creare delle spaccature, e Dead
Reckoning sembra mantenere coerente questa
caratteristica del personaggio. I capelli biondi e la benda
sull’occhio di Isla suggeriscono che sta cercando
di nascondere il suo aspetto, e il fatto che Hunt
sembra inseguirla nel deserto significa che ha qualcosa che vale la
pena nascondere (probabilmente la chiave a forma di croce).
Al contrario, Isla
viene vista con i capelli scuri mentre lavora con l’IMF in varie
altre sequenze del trailer, e alla fine sfodera una spada mentre
combatte contro un Morales armato di coltello a
Venezia. Poiché Ilsa è stata sviluppata come un
personaggio chiave del franchise (e per di più conflittuale),
sembra plausibile che possa essere uccisa nel tentativo di spingere
Hunt a cercare vendetta.
Il cattivo senza nome di Esai
Morales ama i coltelli: ucciderà un agente dell’IMF?
Fonte: https://screenrant.com/
Nel trailer di Mission:
Impossible 7 ci viene dato un primo sguardo al cattivo
senza nome di Esai Morales, che sembra abbia un
debole per i coltelli. L’attore non pronuncia alcuna parola, né gli
viene dato un nome o una motivazione, ma il suo aspetto è
minaccioso e letale e sembra essere un individuo molto
determinato.
A un certo punto, lo si vede esibire
un coltello per affrontare Ilsa, armata di spada.
Più tardi, lo vediamo invece in borghese a bordo di un treno, poi
in cima ad esso mentre combatte contro Hunt,
coltello alla mano. Vale la pena notare che Ilsa
non appare in nessuna delle riprese del treno, il che suggerisce
che a quel punto potrebbe essere ferita o morta.
La Grace di Hayley Atwell e Ethan
Huntin in fuga tra le strade di Roma
Il misterioso personaggio della
Atwell, Grace, definito da
McQuarrie “una forza distruttiva della
natura“, sembra essere alleato di
Hunt almeno per parte del film, ma non è chiaro
per chi lavori o da che parte stia. In ogni caso, sia
Grace che Hunt sono alleati in un
inseguimento a Roma, dove il personaggio di
Klementieff li insegue a bordo di un Humvee.
Hunt viene visto
usare il suo “trucco magico” (un cenno al primo film) per mostrare
a Grace di essere in possesso della chiave a forma
di croce, oggetto che probabilmente li mette nei guai, dando il via
alla sequenza di inseguimento. Qualsiasi cosa nasconda questa
chiave a forma di croce, sembra che tutti in Mission:
Impossible 7 la vogliano e che valga la pena
distruggere Roma per ottenerla.
Mission: Impossibile torna
sott’acqua
È già stato riportato che il
franchise presenterà non una ma ben due sequenze sottomarine sia
per Mission:
Impossible 7 che per Mission: Impossible
8, rispettivamente. Il nuovo trailer ci dà un primo
assaggio di queste sequenze, che includono un’esplosione subacquea
vicino a un sottomarino e un confronto fisico con un uomo che
indossa una tuta subacquea. È probabile che si tratti di
Hunt, ma dato che il personaggio è completamente
coperto dalla tuta, potrebbe trattarsi di chiunque.
La sequenza delle bombe a gas – Chi
le innesca e chi aiuta Kittridge?
Fonte: https://screenrant.com/
A un certo punto del trailer di
Mission:
Impossible 7, un uomo anziano che indossa una strana
maschera antigas viene visto all’interno di quella che sembra
essere una sala riunioni in stile governativo con
Kittridge e altri funzionari. Con in mano due
piccole bombe a gas, l’uomo le lancia in aria e le fa esplodere,
mettendo apparentemente fuori combattimento tutti i presenti.
Tuttavia, lo stesso uomo anziano viene visto consegnare a
Kittridge una scatola all’inizio del trailer e
un’attenta analisi rivela che Kittridge indossa
una maschera simile quando le bombe esplodono, rendendolo immune al
loro effetto.
Il trailer mostra anche
Kittridge e Hunt seduti nella
stessa stanza a parlare, il che suggerisce che l’uomo più anziano è
probabilmente Hunt sotto mentite spoglie e che il motivo per cui dà
la maschera a Kittridge è semplice: ha bisogno di
parlargli da solo e non può farlo in nessun altro modo. Ciò
dimostra anche che Hunt è ancora una volta ai
ferri corti con la sua agenzia, soprattutto perché
Kittridge insinua che potrebbe essere dalla parte
sbagliata.
La sequenza di lotta sul treno –
Tutti a bordo per la sequenza finale del film
Fonte: https://screenrant.com/
L’ultima volta che il franchise di
Mission: Impossible è salito a bordo di un treno è
stata nel 1996, anno del suo debutto, e Mission:
Impossible 7 vuole in qualche modo riconnettersi a
quell’immaginario. Nel corso del trailer si vedono diversi
personaggi a bordo di un treno, tra cui Hunt,
Grace, la Vedova Bianca e i
cattivi di Morales e Klementieff,
il che suggerisce che sarà il palcoscenico del grande finale del
film. Possiamo notare i personaggi di Cruise e
Morales combattere in cima al treno e
Grace penzolare dal retro di un vagone.
In un’altra clip, si vede una
locomotiva del treno che si allontana dalla fine dei binari, il che
rappresenta probabilmente un momento critico in Mission:
Impossible 7. Cruise, inoltre,
indossa una tuta nera per tutta la sequenza del treno, che si
ricollega a un’altro grande stunt del film, forse il più
inaspettato e temerario, che prevede un salto mortale da una
montagna con la moto.
Ethan Hunt si lancia da una
montagna – Il più grande stunt di sempre del franchise?
Fonte: https://screenrant.com/
Nel nuovo trailer di Mission:
Impossible 7, Cruise viene visto
indossare una tuta nera in sella a una moto sulle Alpi prima di
lanciarsi da una montagna con il paracadute. Secondo quanto
riferito, questa acrobazia ha richiesto un’immensa preparazione ed
è stata la prima sequenza girata per il sequel di Mission:
Impossible, dato il pericolo che rappresentava. Si
tratta dello stunt clou del film, simile alle acrobazie dei film
precedenti in cui Cruise ha fatto veramente di
tutto, dalla scalata del Burj Khalifa al farsi legare alla parte
estrna di un aereo in fase di decollo.
Cip e Ciop sono
tornati in grande stile sui nostri schermi con il film Cip e Ciop: Agenti Speciali, a cui si sono
uniti tanti volti noti di vecchi e nuovi cartoni animati. In un mix
di live-action e animazione dalle tinte ironiche, gli ospiti
speciali non sono mancati, incorniciando l’ultima intricatissima
indagine del duo di scoiattolini.
La mucca Clarabelle e Horace
Horsecollar
La mucca
Clarabella, una delle amiche più intime di
Minnie, fa un cameo come insegnante di Cip
e Ciop nella sequenza di apertura del film, che racconta
il primo incontro tra i due. Il personaggio di
Clarabella è stato introdotto per la prima volta
nel 1927 ed è apparso in numerosi progetti Disney da allora. Pochi
attimi dopo, il fidanzato abituale di Clarabella,
Orazio, viene mostrato in un film in bianco e nero
che i due scoiattoli stanno guardando.
Blaster
Blaster,
un Autobot della serie di cartoni animati degli
anni ’80 The Transformers (e del controverso
Transformers: Il film), appare tra il pubblico
quando Cip e Ciop si esibiscono nel loro
caratteristico sketch comico al talent show della scuola. Il
Transformer Blaster riesce a farsi notare anche in
questo folle mix di reale e animato grazie alla sua enorme statura.
Tuttavia, nonostante il suo atteggiamento intimidatorio, sorride e
applaude insieme al resto del corpo studentesco all’esibizione di
Cip eCiop.
MC Skat Kat, i tre porcellini e
Roger Rabbit
Dopo che il cast originale
dei Rescue Rangers ha terminato la nuova stagione,
è naturale che si organizzi una grande festa per festeggiare. A
questo evento, il DJ è MC Skat Cat, famoso per
aver recitato nel video musicale di “Opposites Attract” di
Paula Abdul. Sulla pista da ballo, i Tre
Porcellini – Timmy,
Tommy e Jimmy – ballano al ritmo
di musica e Roger Rabbit sembra eseguire i passi
che portano il suo nome, dettaglio particolarmente degno di nota
considerando che Chi ha incastrato Roger Rabbit ha proprio
ispirato il film Cip e Ciop: Agenti Speciali.
I camei al Fan-Con
Dare vita su schermo a un
evento come il Fan-Con significa poter includere
facilmente camei di personaggi provenienti da diversi media.
Innanzitutto, Baloo appare, non nella sua forma
animata 2-D ma nella sua incarnazione CGI dal live-action Il libro
della giungla, cantando il suo famigliare motivetto, mentre
Trusty di Lily e il Vagabondo
suona il sassofono. Lumiere de La bella e
la bestia è seduto proprio accanto a
Ciop, mentre Tigra della
Marvel gli è di
fronte.
Più tardi, quando i personaggi si
imbucano alla convention, Sweet Pete si trova di
fronte al Bimbo Sperduto Cubby di Peter
Pan, e Cip e Ciop vengono travolti da
un’ondata di My Little Pony. Ma non è finita qui
perché Skeletor e He-Man, a
quanto pare, mettono da parte le loro divergenze per condividere
uno stand e compare anche un Voltron gigante.
Infine, l’ultimo dei camei degni di nota al Fan-Con è quello di
Paul Rudd che fa una battuta su
Ant-Man, affermando che l’eroe si chiamava
originariamente “Zia-Man” e che il suo potere era semplicemente
quello di avere successo con le zie.
Il “brutto” Sonic
Uno dei camei più
inaspettati del film Cip e Ciop: Agenti Speciali è quello di
Ugly Sonic, prima versione di
Sonic che è stata oggetto di numerose critiche e
meme in risposta al trailer originale di Sonic the Hedgehog. Il design originale di
Sonic presentava infatti una dentatura
particolarmente pronunciata, che ha scatenato l’indignazione dei
fan. Alla fine il design è stato modificato per la versione finale
dei film Sonic e, nella narrazione di Cip
e Ciop, il “brutto” Sonic è stato
abbandonato da chiunque. Dopo essere diventato uno zimbello di
internet, ora partecipa alle convention, si fa chiamare
Ugly Sonic e, sicuramente, il suo è uno dei camei
più geniali di Cip e Ciop: Agenti Speciali.
La piccola casa
Un piccolo cameo della
Casetta compare quando Cip torna
a casa dal suo lavoro di assicuratore e la saluta come “Mrs.
House”. Little House è un cortometraggio Disney
del 1952 basato sull’omonimo libro per bambini, che tratta di una
Casetta che soffre molto sentendosi sola di notte, e si chiede se
ci sono altre case con cui può parlare, il che rende l’interazione
di Cip con lei ancora più genuina.
Flounder
Flounder,
il migliore amico di Ariel de La
Sirenetta, è purtroppo uno dei tanti personaggi amati
che sono stati rapiti e contrabbandati da Sweet
Pete. Fortemente in debito con il controverso cattivo di
Cip e Ciop: Agenti Speciali,
Flounder cerca disperatamente di contrattare con i
suoi scagnozzi, offrendo loro addirittura la forchetta con cui
Ariel si pettina i capelli. Nella versione in lingua originale, vi
si riferisce persino con la battuta di Ariel, “Isn’t it
neat?“, ripresa dalla canzone “Part of Your
World“, ma senza successo.
Wynnchel e Duncan
Un cameo perfettamente
inserito e sottovalutato è quello di Wynnchel e
Duncan, gli agenti della polizia delle ciambelle
di Ralph Spaccatutto. Compaiono in scena per
indagare sulla scomparsa di Monterey Jack,
arrivando direttamente da Sugar Dale per risolvere
il caso. Inizialmente impiegati come scagnozzi dal malvagio
King Candy/Turbo, sembra che alla fine siano
passati dalla parte giusta della legge.
Capitan Putty
Non si tratta di un cameo
esplicito, ma l’agente di polizia doppiogiochista Capitan
Putty è basato sul classico personaggio di
Gumby, protagonista di programmi per bambini e di
un lungometraggio, caratterizzato dalla personalità integerrima.
Questo rende la caratterizzazione del Capitano
Putty in Cip e Ciop ancora più geniale, in quanto
stravolge un personaggio familiare in un cattivo dal sangue
freddo.
Cars
Alcuni camei che non
passano inosservati provengono dalla serie di film Cars della Pixar. Mentre
Cip e Ciop sono alla ricerca di indizi sul loro
caso, un camion e un’auto con il caratteristico parabrezza animato
di Cars appaiono sulla strada accanto a loro.
L’aspetto sorprendente, però, è che il resto di ogni veicolo in
stile Cars è in live-action, mentre solo il
parabrezza è animato, il che dà vita a un nuovo tipo di auto mai
visto prima nell’universo Pixar.
I personaggi di Main Street
Main
Street, un riferimento all’iconica terra dei parchi a tema
Disney, nasconderebbe un oscuro mondo sotterraneo sotto la sua
dolce superficie in Cip e Cio: Agenti Speciali. Tra i suoi
abitanti, possiamo notare Linda Flynn-Fletcher,
madre di Phineas e Ferb, il
Colonnello della Carica dei 101
che soffia bolle di sapone e il produttore di formaggio
Bjornson, che sembra una parodia del famoso cuoco
svedese dei numerosi film e spettacoli televisivi dei
Muppet. Un personaggio molto oscuro è invece
Mr. Natural, il barbiere a cui
Ciop avrebbe venduto la sua pelliccia di
scoiattolo. Creato dal fumettista Robert Crumb, il
personaggio è stato un simbolo della controcultura degli anni
Sessanta e da allora è stato utilizzato per vari prodotti di
merchandising.
Peter Pan
Chiamato ironicamente
Sweet Pete nel film, Peter Pan si
trasforma qui dal ragazzo che non cresce mai in un cattivo di mezza
età. La sua storia sembra essere modellata in modo controverso su
Bobby Driscoll, la voce originale di Peter Pan, la
cui vita si è conclusa in tragedia. Sebbene Cip e Ciop: Agenti Speciali possa aver incluso
Peter come cattivo per sovvertire abilmente la sua iconografia di
personaggio classico della Disney, la svolta malvagia è modellata
sulla sofferenza della vita reale di chi gli ha dato voce.
Randy Marsh
Vedere un personaggio di
South Park in un film Disney è a dir poco
sconcertante. Randy, il padre di
Stan, fa un breve cameo nella sauna del bagno,
apparentemente godendosi un po’ di relax. L’idea di un personaggio
di South Park che condivide lo stesso schermo con
l’innocente duo di scoiattoli sembra davvero assurda a primo
acchito, ma funziona incredibilmente bene in termini di fattore
sorpresa.
Zio Paperone
In modo fugace, Zio
Paperone fa un cameo allo stabilimento balneare. Nel vero
stile di Scrooge, il papero antropomorfo si sta
facendo il bagno in una vasca di monete d’oro, tenendo fede al suo
titolo di “papero più ricco del mondo”. Il personaggio è doppiato
nuovamente da David Tennant, il famoso
Decimo Dottore, che ha doppiato Paperone anche nel
reboot di DuckTales.
I personaggi di Seth Rogen
Seth
Rogen è il protagonista assoluto del film, nel ruolo
di Bob il vichingo guerriero, un nano dall’aspetto
sorprendente in stile Uncanny Valley. Tuttavia,
anche le altre sue famose controparti dei cartoni animati fanno
splendide apparizioni. Quando Bob cade a terra al
Fan-Con, sopra di lui ci sono Pumba,
B.O.B e Mantis, rispettivamente
da Il
ReLeone, Mostri contro
Alieni e Kung Fu Panda. In un film in cui possono
confluire una marea di personaggi animati diversi, il repertorio da
doppiatore di Seth Rogen è un’ottima aggiunta.
Il detective Florez
Il detective
Florez della serie NetflixBig Mouth
fa una breve apparizione nella stazione di polizia. Questo perché
il comico John Mulaney, che presta la voce a
Cip nel film, è anche la voce di
Florez di Big Mouth. In una scena
precedente, sempre nella stazione di polizia, si vede sullo sfondo
l’icona della PSA, McGruff il cane del
crimine.
Pietro gamba di legno
Il famoso antagonista
Disney Pietro Gambadilegno ha il suo cameo in
Cip e Ciop: Agenti Speciali, essendo
ovviamente l’unico personaggio toon che appare
volontariamente nei bootleg di Sweet Pete e la cui
grafica non viene quindi alterata. In qualità del più
vecchio personaggio Disney in assoluto, apparso per la
prima volta nel 1925, è stato più che giusto garantirgli
un’apparizione. Viene mostrato in una versione bootleg di
Aladdin, vestito come il personaggio principale e
a cavallo di un tappeto magico e, mentre Cip e Ciop si
schiantano contro il set, vediamo uno striscione cadere a terra,
con su scritto “Benvenuto, Principe
Jhali!“, norme storpiato di Alì, il
principe che Aladdin finge di essere.
I personaggi dei film Bootleg
Cip e Ciop
continuano ad attraversare altri set di film bootleg, incontrando
Pooj (un gioco di parole con l’orso
Pooh di Winnie The Pooh) e
versioni alternative dei Simpson. Quando il duo
riesce poi a risolvere il caso, un’intera schiera di personaggi
bootleg mascherati viene liberata dalle casse di spedizione. Tra i
personaggi che fuggono dal porto ci sono: Phineas,
Gus-Gus, Bambi/Pegasus, lo
Stregatto/Tigro, il Grillo
Parlante, Woody Woodpecker,
Zazu, Abu/Diddy Kong, Fred
Flintstone, Patrick Star, Dipper
Pines, un orso Care Bear/Boo-Boo, la
Principessa Tiana in versione rana e un
Toby la Tartaruga davvero buffo.
Zummi Gummi
Il vecchio e saggio
Zummi Gummi della serie animata classica Disney
Adventures of the Gummi Bears (I Gummi)
fa la sua comparsa seduto su una panchina mentre beve
tranquillamente un caffè e consulta un dispositivo che assomiglia
moltissimo a un iPhone. Il mago del Gummi Glen ha
apparentemente abbandonato i suoi incantesimi per una nuova mania
mistica: la tecnologia del XXI secolo.
Darkwing Duck
Ultimo, ma certamente non
meno importante, è il cameo più nostalgico per molti spettatori.
Durante i titoli di coda di Cip e Ciop: Agenti Speciali, una Easter Egg di
Darkwing Duck mostra un’altra colonna portante
della programmazione televisiva pomeridiana Disney di una volta:
l’alter-ego supereroistico del papero Drake
Mallard. Dato che, secondo quanto riferito, un reboot di
Darkwing Duck è in cantiere per Disney+, il
suo mantra “Vogliamo Darkwing!” potrebbe
presto divenire realtà.
Gianluca Vacchi è una figura mitica dei nostri
tempi: azionista, imprenditore, influencer e dj. L’uomo si racconta
nel documentario Prime
VideoMucho Más, un percorso tra i
ricordi e le molteplici personalità di un cinquantenne tutt’altro
che ordinario.
Chi è Gianluca Vacchi?
Il protagonista del documentario
Mucho Más è Gianluca Vacchi. Nato a
Bolonga il 5 agosto 1967, Gianluca è figlio
dell’imprenditore MarcoVacchi. Dal padre, ha
ricevuto l’azienda IMA, ma anche un’educazione decisamente
severa. Fino a ventinove anni, Gianluca segue le orme
paterne da industriale: si laurea di Economia e Commercio e si
occupa dell’impresa di famiglia.
Ad un certo punto della sua vita
però, Vacchi decide di distaccarsi dall’IMA e di
trasformare la sua vita: si lancia in borsa e, grazie alla gestione
delle azioni di nomi importanti, riesce ad ottenere grandi
guadagni. Con un patrimonio che lievita sempre di più,
Gianluca può dedicare molto più tempo al lato giocoso di
sé: si lancia sui social e diventa virale. Come se non bastasse, a
quasi cinquant’anni decide di voler diventare un dj e ci riesce. E
ancora: trova l’amore, si sposa e diventa padre. Tra affari,
divertimento e famiglia, Gianluca rivela quella che per
lui è la formula magica per godersi la vita.
Un imprenditore, ma Mucho
Más!
Gianluca Vacchi si racconta
dall’inizio alla fine di Mucho Más e fa ciò
attraverso il suo linguaggio abituale. Filmati realizzati per i
social – e inseriti in formato smartphone – si alternano alle
narrazioni di Gianluca e delle persone a lui care: la
madre, la moglie Sharon Fonseca. Tutto viene riportato con
pathos ed emotività: non mancano gli aneddoti commoventi sull’amore
e sull’infanzia e neppure le orazioni motivazionali degne di un
mental coach.
L’auto-racconto e
l’auto-celebrazione
La stravaganza di Vacchi si
nota fin dai primi minuti, quando il protagonista di Mucho
Más rivela i suoi segreti di bellezza. Dal sonno nella
camera iperbarica, alla crioterapia, la manicure, i tatuaggi
auto-celebrativi: Gianluca ama sé stesso e non fa nulla
per nasconderlo. L’abilità più grande di quest’uomo è senza dubbio
il sapersi raccontare: riesce a rendersi da solo una figura mitica.
L’autostima di Vacchi però, sconfina decisamente in
vanità e narcisismo.
Prime Video sfrutta appieno la meta-narrazione
che l’imprenditore fa di se stesso. La tendenza di Amazon
a produrre documentari
su qualsiasi figura celebre del momento è ormai chiara: dal
documentario su Chiara
Ferragni,Laura
Pausinie Federica
Pellegrini, fino alla
serie I Ferragnez. Questo trend si
sposa benissimo con un personaggio effervescente e megalomane come
Vacchi. Rimane comunque il dubbio sull’utilità e
l’autenticità di questi prodotti: è davvero necessario documentare
la vita di una celebrity?
Un documentario svuotato del suo
senso
In Mucho Más
vediamo l’iper-documentazione della vita di una figura che, per
prima, si è resa mitica. Mostrando la costruzione del suo
personaggio, Gianluca Vacchi prova a svelare allo
spettatore i segreti del suo successo, rendendo ogni suo passo
eroico. In tutto ciò, Vacchi spiega come la sua origine
benestante sia stata poco determinante nel suo percorso. Per quanto
sia curioso ascoltare un individuo così stravagante, non si può
negare il contrasto netto tra le parole dette dal protagonista e lo
sfarzo mostrato sullo schermo.
In conclusione, Mucho
Más è molto più vicino ad un reality show che ad
un
documentario: mostra, tra realtà, finzione e costruzione, una
figura fatta per stare al centro dell’attenzione (e davanti al
pubblico).
Ray Liotta, il formidabile attore la cui
carriera è sbocciata con il classico di Martin
ScorseseQuei bravi ragazzi, è morto.
Deadline riporta che l’attore è
morto nel sonno nella Repubblica Dominicana, dove stava girando il
film Dangerous Waters. Liotta aveva 67 anni e
lascia una figlia, Karsen. Era fidanzato con Jacy
Nittolo.
La carriera di Ray Liotta stava attraversando una
rinascita. I suoi recenti titoli comprendono The Many
Saints of Newark, Marriage Story e
No Sudden Move. Ha terminato Cocaine
Bear, diretto da Elizabeth Banks, e
avrebbe dovuto recitare nel film della Working Title The
Substance al fianco di Demi Moore e
Margaret Qualley.
Ha anche recitato con Taron
Egerton nella serie Apple
TV+Black Bird.
Con Qualcosa di
travolgente di Jonathan Demme ha
ottenuto una nomination ai Golden Globe, e poi ha interpretato la
superstar Shoeless Joe Jackson in L’uomo
dei sogni. Ha poi seguito rapidamente il ruolo del
gangster Henry Hill in Quei bravi ragazzi di
Scorsese, al fianco di Robert De Niro e
Joe Pesci in quello che sarebbe stato il ruolo
decisivo della sua carriera. Ray Liotta era
un perfetto Henry Hill, che raccontava una storia della sua
crescita in una banda criminale organizzata, quella che ha portato
a termine la famosa rapina alla Lufthansa all’aeroporto
internazionale John F. Kennery nel 1978, rubando oltre 5 milioni di
dollari in contanti e gioielli conservati nell’edificio del cargo
aereo della compagnia aerea tedesca.
Sono bastati pochi ruoli tra cinema
e televisione a Miriam Dalmazio per affermarsi
come una delle attrici italiane più quotate del momento. Capace di
passare con naturalezza da un genere ad un altro, trasformandosi
radicalmente, è lei uno dei nomi della recitazione da tenere bene a
mente, pronta a dar vita a numerose altre prove che ne dimostrino
le capacità e il talento.
Ecco 10 cose che non sai su Miriam
Dalmazio.
Miriam Dalmazio: i suoi film e le serie TV
1. Ha recitato in celebri
film. Il debutto sul grande schermo con un ruolo di
rilievo arriva per lei nella commedia Sole a catinelle, con
protagonista Checco Zalone (alias Luca Medici).
In seguito ha recitato in Che strano chiamarsi Federico
(2013), Maldamore (2014), Una donna per amica
(2014) e Meraviglioso Boccaccio (2015). Nel 2021 è invece
stata protagonista del film Il mio corpo vi
seppellirà, dove interpreta Errè, recitando accanto ad
Antonia Truppo e Guido
Caprino.
2. È celebre per diverse
fiction. La Dalmazio inizia a recitare per la televisione
nel 2011 nel film Come un delfino, con Raoul Bova, e
nella popolare fiction Che Dio ci aiuti, dove con il ruolo
di Margherita Morbidelli rimmarrà fino al 2017. Ha poi preseo parte
ad altre note fiction come Sposami (2012), Il
commissario Montalbano (2016), Squadra mobile (2017),
Il cacciatore (2018-2021), La vita promessa
(2018-2020), I Medici (2018), Leonardo (2021) e
Anna (2021). Nel 2021 recita anche nel film per la TV
Appunti di un venditore di
donne, mentre nel 2022 recita nella serie Studio
Battaglia.
Miriam Dalmazio: chi è suo marito
3. È molto riservata sulla
sua vita privata. L’attrice ha sempre preferito evitare
che l’attenzione dei media si spostasse dalla sua attività
lavorativa alla vita privata. Di questa sappiamo dunque molto poco,
se non che da diversi anni è impegnata con un uomo di nome Paolo,
anch’egli siciliano e imprenditore, proprietario di un isola vicino
Bali. Nel 2016, infine, i due hanno dato alla luce un bambino,
chiamato Ian. Lui non è però solito comparire accanto a lei in
occasioni ufficiali, ulteriore segno del loro voler mantenere
privata la propria vita sentimentale.
Miriam Dalmazio in Che Dio ci aiuti
4. Si è ritrovata molto nel
suo personaggio. Nella fiction Che Dio ci aiuti
interpreta – nella prima, seconda e terza stagione – la timida e
impacciata dottoressa Margherita Morbidelli, una ragazza di
provincia trasferitasi nel convitto gestito da Suor Angela per
motivi di studio. L’attrice ha raccontato di essersi ritrovata
molto nel carattere del suo personaggio, anche se ha affermato
esserci differenze sul modo in cui lei e Margherita esprimo i
propri stati d’animo.
5. Ha lasciato la serie dopo
la terza stagione. Nel corso della terza stagione, come
noto, Margherita rimane incinta e vive profondi sconvolgimenti
emotivi. Al termine della stagione il suo personaggio viene fatto
uscire di scene e ciò ha significato anche l’abbandono della
Dalmazio. L’attrice ha poi avuto modo di comparire in alcuni
episodi della quarta stagione, ma per via di altri impegni non ha
potuto riprendere il suo ruolo a tempo pieno.
Miriam Dalmazio in Studio Battaglia
6. Ha fatto un sacrificio
per recitare nella serie. Per recitare nei panni
dell’avvocato Nina nella serie Studio Battaglia, l’attrice
ha dovuto sacrificare i suoi amati capelli ricci. Nella serie
compar infatti con un taglio più corto e liscio. Allo stesso tempo,
però, ha dovuto imparare a nascondere il suo accento palermitano
per sfoggiarne invece uno milanese, ovvero quello richiesto per il
ruolo.
Miriam Dalmazio in Sole a catinelle
7. È stato il suo primo
ruolo al cinema. Nel 2013 l’attrice ha l’occasione di
recitare nel film campione di incassi Sole a catinelle.
Qui interpreta Daniela Parisi, la protagonista femminile del film
nonché ex Moglie di Checco e Mamma di Nicolò. Ama tanto il figlio e
prova ancora sentimenti per il suo ex marito, sebbene lei lo abbia
lasciato per la crisi. È stato proprio questo ruolo a conferire
ulteriore notorietà all’attrice.
Miriam Dalmazio è stata Miss Italia?
8. Non ha partecipato al
noto concorso. Recentemente è circolata in rete la
convinzione che l’attrice, prima di divenire celebre, avesse
partecipato al concorso di bellezza Miss Italia. La notizia,
tuttavia, non ha trovato conferma. Prima della notorietà, infatti,
la Dalmazio ha piuttosto frequentato il Centro Sperimentale di
Cinematografia, studiando dunque per divenire attrice.
Miriam Dalmazio è su Instagram
9.Ha un
account personale. L’attrice è presente sul social network
Instagram con un profilo personale seguito da circa 60 mila
persone. All’interno di questo, con oltre 700 post, l’attrice è
solita condividere immagini o video relativi al suo lavoro, con
curiosità e dietro le quinte. Non mancano però anche post relativi
alla sua vita privata, con eventi, luoghi visitati o momenti di
svago insieme ad amici o famigliari. Seguendola, dunque, si potrà
rimanere aggiornati su tutte le sue attività.
Miriam Dalmazio: età e altezza dell’attrice
10. Miriam Dalmazio è nata
il 14 settembre del 1987 a Palermo, Italia. L’attrice è
alta complessivamente 168 centimetri.
Lucasfilm è felice di annunciare il
ritorno di Hayden Christensen nell’iconico ruolo
di Darth Vader nella serie Obi-Wan
Kenobi, disponibile in esclusiva su Disney+ da domani 27 maggio con i primi
due episodi.
Per questa occasione è stato
realizzato un divertente video in cui Hayden (41 anni) si confida
con il piccolo super-fan di Star
Wars Inathi Rozani (10 anni). Una sorprendente intervista che
mette alla prova l’attore di Anakin Skywalker e Darth Vader.
Nella commovente e divertente
intervista, Hayden rivela come la nuova serie sia “fondamentalmente
una grande partita a nascondino”, oltre a svelare i dettagli dello
speciale abbigliamento Sith che lo tiene al fresco durante le
riprese. Hayden ha inoltre rivelato il motivo per cui Ewan
McGregor sia l’attore più divertente sul set e perché, tra
tutti i personaggi dell’universo di Star Wars, Yoda sarebbe il suo
compagno ideale per una cena.
Inathi, vestito con l’incredibile
costume Rubies di Darth Vader, ha sfidato Hayden a costruire il set
X-wing Fighter di Luke Skywalker di Lego, mentre lo interrogava
sulla sua esperienza sul set. Ma il divertimento non finisce qui,
perché l’interprete di Darth Vader ha anche dato prova delle sue
capacità con la spada laser, insegnando a Inathi come manovrare la
Spada Laser Lightsaber Forge Darth Vader di Hasbro.
Obi-Wan
Kenobi debutterà in esclusiva su
Disney+ venerdì 27
maggio con i primi due episodi. Successivamente, la serie tornerà
in streaming ogni mercoledì, fino al finale previsto per mercoledì 22
giugno.
La Fase 4 dell’MCU è iniziata più di un
anno fa con l’uscita di Black
Widow. A differenza delle precedenti, questa fase non
include solo film, ma anche una serie di
programmi televisivi in uscita su Disney+. Il
grande obiettivo di Kevin Feige e dei Marvel
Studios è quello di ampliare quanto più possibile
l’MCU, cercando di inglobare anche altri
universi.
L’esplosione del Multiverso
ha aperto tante nuove possibilità per il franchise. Gli autori
hanno sfruttato l’immensità del materiale a disposizione per creare
grandi storie. Nell’ultimo anno, i colpi di scena e le sorprese
sono state numerose: vediamo le 10 rivelazioni più entusiasmanti
della Fase 4 dell’MCU.
L’introduzione di Blade
(Eternals)
Nonostante
tutti i personaggi introdotti nell’MCU
daEternals,
la più interessante rivelazione si trova nella scena post-credits.
In realtà, la new entry è un personaggio che non viene nemmeno
visto.
Nella scena post-credits, si
vede Dane Whitman che trova la Lama
d’Ebano ma viene colto di sorpresa da una voce sconosciuta.
Dopo molte speculazioni, sembra certo che la voce sia quella di
Mahershala
Ali, interprete di Blade. In questo
modo, il cacciatore di vampiri fa il suo ingresso
nell’MCU.
L’altro Quicksilver
(WandaVision)
In WandaVision, Wanda usa la sua magia per
riportare in vita Visione. Questo fatto ha portato i fan
dell’MCU a chiedersi se la strega avrebbe potuto
fare lo stesso con il suo defunto fratello, Pietro
Maximoff. In effetti, Wanda fa comparire
Quicksilver, ma non si tratta dell’originale.
Con grande sorpresa, si scopre nel
corso della serie che il Quicksilver che vediamo in
WandaVision
è un falso, un ragazzo di nome Ralph Bohner che non ha
nulla a che fare con Pietro.
Ikaris si mette contro la sua
squadra (Eternals)
Tra i membri degli Eterni, al
momento della loro introduzione nell’MCU,
Ikaris era forse il più celebre. Nel film come nei
fumetti, Ikaris è un leader potente e viene visto da molti
come la versione Marvel di Superman.
Nonostante ciò, alla fine di
Eternals
si scopre che il personaggio è a conoscenza della distruzione
pianificata della Terra. Non solo: contro ogni aspettativa, il
Ikaris è disposto a mettersi contro la sua stessa squadra
per permettere che questo accada.
La morte di
Zia May (Spider-Man: No Way Home)
Per quanto originale, la
presenza di Tobey Maguire e Andrew
Garfield in Spider-Man: No Way Home era un
fatto già noto prima dell’uscita del film. Il vero colpo di scena
di No Way Home è infatti un altro.
Il momento più straziante di tutto
il lungometraggio, nonché uno dei più tristi della Fase 4
MCU, è la morte di Zia May. Nonostante il
personaggio abbia sempre avuto un ruolo marginale all’interno del
franchise, il suo discorso in punto di morte sul potere e sulla
responsabilità è veramente toccante, per Peter (Tom
Holland) come per lo spettatore.
L’arrivo di Clea (Doctor Strange In
The Multiverse Of Madness)
Tra tutti i cammei presenti
in Doctor Strange nel Multiverso della Follia, il più
sorprendente si trova dopo il finale. Nella scena tra i titoli di
coda compare Clea, un personaggio iconico nei fumetti di
Doctor Strange.
Interpretata da Charlize Theron, la maga appare per pochi
secondi, giusto il tempo di prelevare Stephen (Benedict
Cumberbatch) e trasportarlo chissà dove nel
Multiverso. Avendo scelto un’attrice da
Oscar per il ruolo di Clea, sicuramente
l’MCU ha grandi progetti per il personaggio.
Sharon Carter è il Power Broker
(The Falcon And The Winter Soldier)
Con il film i fan
MCU scoprono che Sharon ha ora assunto il
ruolo del cattivo
Power Broker. È decisamente sorprendente vedere un eroe
così altruista e benevolo improvvisamente trasformato in uno
spietato trafficante d’armi.
Il ritorno di Kingpin
(Hawkeye)
La serie Hawkeye ha
portato una bella boccata d’aria fresca nell’MCU:
un’avventura breve e aneddotica, ma ricca di momenti appassionanti.
Nonostante la leggerezza dello show, non sono mancati i colpi di
scena, primo fra tutti il ritorno di Kingpin.
Kingpin è uno dei
personaggi più acclamati della serie Daredevil di Netflix e i fan erano entusiasti di vedere
Vincent D’Onofrio tornare nel ruolo per
l’MCU. Inoltre, questo passaggio ha anche aperto
la porta del franchise ad altri attori dello show Netflix.
Il mondo dimentica Peter Parker
(Spider-Man: No Way Home)
Se per tanti versi No Way Home è stato un film divertente, non sono
mancati gli aspetti tragici. Non solo la morte di Zia May,
ma anche il finale ha lasciato tutti con l’amaro in bocca. Il fatto
che Peter Parker venga dimenticato da tutti, soprattutto
da Ned e MJ, rappresenta un sacrificio immenso
per Spidey.
Nel tentativo di fermare altri
invasori in arrivo da tutto il Multiverso, Spider-Manconvince
il Doctor Strange a lanciare un incantesimo che farà
dimenticare a tutti chi è Peter Parker. Di conseguenza,
Peter termina il film da solo: probabilmente questo
momento segna la fine del viaggio di Tom
Holland nell’MCU.
L’arrivo di Kang (Loki)
Nella Fase 4 dell’MCU un ruolo
essenziale è giocato dal Multiverso. Parlando di
Multiverso non si può tralasciare
Colui Che Rimane. Il personaggio, introdotto dalla
serieLoki è l’essere che ha creato la TVA e
che sovrintende alla sacra linea temporale. Proprio per questo, la
sua morte getta il Multiverso nel caos.
In tutto ciò, una delle più grandi
minacce si rivela essere una variante di Colui Che Rimane,
il potente criminale MarvelKang il
Conquistatore. Già era stato detto che il cattivo sarebbe
apparso in Ant-Man and the Wasp: Quantumania, ma questa
prima comparsa a sorpresa nell’MCU suggerisce che
il personaggio svolgerà un grande ruolo in futuro.
Gli Illuminati (Doctor Strange nel
Multiverso della Follia)
La presenza degli
Illuminati in Doctor Strange nel Multiverso della Follia era un
fatto già annunciato prima dell’uscita del film, ma di sicuro i fan
MCU non si aspettavano un’uscita di scena così
rapida e cruenta per il team.
Dopo una breve scena introduttiva in
cui gli Illuminati affrontano Strange, essi sono costretti a combattere Scarlet
Witch. La strega riesce in poco tempo a fare a pezzi
tutti questi potenti eroi, dal sibilante Black
Bolt a Charles Xavier di Patrick Stewart.
Durante una recente conferenza
stampa (tramite Insider) per Crimes of
the Future, in occasione del Festival di Cannes 75,
Kristen Stewart ha descritto come si è
sentita quando si è vista per la prima volta sullo schermo durante
la premiere del film di David Cronenberg.
L’attrice ha ammesso di non avere la
minima idea di cosa trattasse il film durante la produzione, ma
dopo aver visto il film lei stessa, i temi narrativi avevano tutti
un senso.
“Noi, gli attori, passavamo ogni
singolo giorno dopo il lavoro dicendo, ‘Che cazzo stiamo facendo?’
Ma poi ho guardato il film la scorsa notte ed è stato così chiaro
per me. È così esponenziale e sembra che tu stia sventrando organi
quando stai facendo qualcosa, e se non è così non lo è ne vale la
pena.”
In Crimes of the Future, Kristen Stewart interpreta Timlin, un
investigatore del National Organ Registry che sta indagando su Saul
Tenser (Viggo Mortensen), un artista performativo
affetto da una malattia unica chiamata Sindrome dell’evoluzione
accelerata che gli consente di far crescere nuovi organi
all’interno del suo corpo. Con l’aiuto della sua compagna Caprice
(Léa Seydoux), li estrae durante le performance
artistiche per il pubblico.
Non è
una congettura nuova quella che vorrebbe l’esordio di un nuovo
Robin in Batgirl.
Già altre foto dal set del film HBO Max avevano fatto presagire
questo risvolto, ma adesso è Leslie Grace che, in
una storia su Instagram, dà un suggerimento.
Quasi due mesi dopo la fine delle
riprese, Leslie Grace è andata su Instagram (tramite
CBR) per stuzzicare i fan che la attendono nei panni di
Batgirl.
In una storia ormai off-line, Grace ha condiviso un’immagine di
Detective Comics n. 526, un’edizione per l’anniversario che ha
segnato la 500esima apparizione di Batman nella serie a fumetti e
che include anche Batgirl e Robin, scatenando nuove speculazioni
sull’apparizione del Ragazzo Meraviglia nel nuovo film DCEU.
Batgirl doveva
essere diretto da Joss Whedon, regista
di The
Avengers e Avengers:
Age of Ultron, nonché della versione cinematografica
di Justice
League. Tuttavia, nel 2018, il regista ha deciso di
abbandonare il progetto, ammettendo di non essere riuscito a
“decifrare la storia”. Il film è diretto da Adil El
Arbi e Bilall Fallah.
Il protagonista di Elvis,
Austin Butler, dice di essere stato costretto a
letto dopo aver completato le riprese del film di Baz
Luhrmann. Butler interpreta il re del rock ‘n roll nel
film biografico, che seguirà gli umili inizi di Presley fino al suo
status di icona musicale e sullo schermo. Accanto a Butler, che
interpreta Elvis, c’è anche Tom Hanks nei panni del talent manager di
Elvis Presley, il colonnello Tom
Parker e Olivia DeJonge nei panni di
Priscilla Presley.
Sembra che l’etica del lavoro di
Butler abbia avuto dei lati decisamente negativi sul suo fisico.
Parlando con GQ, Butler ha rivelato di essere
stato costretto a letto dopo la produzione di Elvis.
Quando le riprese si sono concluse a marzo 2021, l’attore si è
sentito molto male dopo aver dedicato così tanta della sua energia
al personaggio di Presley per così tanto tempo. Dopo essere stato
trasferito in ospedale, a Butler è stato successivamente
diagnosticato un virus che “simula l’appendicite”.
“Il giorno dopo (la fine delle
riprese) mi sono svegliato alle quattro del mattino con un dolore
lancinante e sono stato portato d’urgenza in ospedale… Il mio corpo
ha iniziato a spegnersi il giorno dopo aver finito Elvis”.
Oltre allo stress per dover portare
sullo schermo una tale icona, Austin
Butler ha anche condiviso il set con un’altra icona
vivente, Tom Hanks, che gli ha dato il seguente
suggerimento:
“Ogni giorno cerco di leggere
qualcosa che non ha nulla a che fare con il lavoro che sto
facendo”. Questo mi ha fatto sentire in grado di farlo, perché fino
a quel momento leggevo solo tutto ciò che aveva a che fare con
Elvis. Ascoltavo solo Elvis. Erano le influenze di Elvis e lo
stesso Elvis e nient’altro.”
Dal regista candidato all’Oscar
Baz Luhrmann arriva Elvis
della Warner Bros. Pictures, con Austin Butler e il Premio Oscar
Tom Hanks. Il film esplora la vita e la musica
di Elvis Presley (Austin Butler ), viste attraverso il prisma della
sua complicata relazione con l’enigmatico manager, il colonnello
Tom Parker (Tom
Hanks). La storia approfondisce le complesse dinamiche
tra Presley e Parker nell’arco temporale di oltre 20 anni,
dall’ascesa alla fama di Presley che raggiunse un livello di
celebrità senza precedenti, sullo sfondo un panorama culturale in
evoluzione e la perdita dell’innocenza in America. Al centro di
questo viaggio, una delle persone più significative e influenti
nella vita di Elvis, Priscilla Presley (Olivia DeJonge).
Recitano al fianco di Tom Hanks e Austin
Butler, la pluripremiata attrice di teatro Helen
Thomson (“Top of the Lake: China Girl”, “Rake”) nei panni
della madre di Elvis, Gladys; Richard Roxburgh
(“Moulin Rouge!”, “Breath”, “La battaglia di Hacksaw Ridge”) in
quelli del padre di Elvis, Vernon, mentre Olivia
DeJonge (“The Visit”, “Stray Dolls”) interpreta Priscilla.
Luke Bracey (“La battaglia di Hacksaw Ridge”,
“Point Break”) interpreta Jerry Schilling; Natasha
Bassett (“Ave, Cesare!”) interpreta Dixie Locke;
David Wenham (“Il Signore degli Anelli” la
trilogia, “Lion – la strada verso casa”, “300”) è Hank Snow;
Kelvin Harrison Jr. (“Il processo ai Chicago 7”,
“L’assistente della star”) è BB King; Xavier
Samuel (“Two Mothers”, “Amore e inganni”, “The Twilight
Saga: Eclipse”) interpreta Scotty Moore, e Kodi
Smit-McPhee (“Il potere del cane”) interpreta Jimmie
Rodgers Snow.
Completano il cast Dacre
Montgomery (“Stranger Things”, “La galleria dei
cuori infranti”) nei panni del regista televisivo Steve
Binder, al fianco degli attori australiani Leon
Ford (“Gallipoli”, “The Pacific”) nei panni di Tom Diskin,
Kate Mulvany (“Il grande Gatsby”, “Hunters”) in
quelli di Marion Keisker; Gareth Davies (“Peter
Rabbit,” “Hunters”) come Bones Howe, Charles Grounds (“Crazy &
Rich”, “Camp”) come Billy Smith, Josh McConville (“Fantasy Island”)
è Sam Phillips, e Adam Dunn (“Home and away”) nei panni di Bill
Black.
Per ritrarre le altre icone della
musica del film, Luhrmann ha scelto la cantautrice Yola come Sister
Rosetta Tharpe; il modello Alton Mason come Little Richard; il
texano di Austin Gary Clark Jr., come Arthur Crudup, e l’artista
Shonka Dukureh come Willie Mae “Big Mama” Thornton.
Il candidato all’Oscar Luhrmann (“Il
Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”) ha diretto il film da una
sceneggiatura da lui scritta assieme a Sam Bromell, Craig Pearce e
Jeremy Doner, basata su una storia dello stesso Baz Luhrmann e
Jeremy Doner. I produttori del film sono Luhrmann, la vincitrice
dell’Oscar Catherine Martin (“Il Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”),
Gail Berman, Patrick McCormick e Schuyler Weiss, mentre i
produttori esecutivi sono Courtenay Valenti e Kevin McCormick.
Il team creativo che ha lavorato
dietro le quinte include la direttrice della fotografia Mandy
Walker (“Mulan”, “Australia”), la scenografa e costumista premio
Oscar Catherine Martin (“Il Grande Gatsby”, “Moulin Rouge!”), la
scenografa Karen Murphy (“A Star Is Born”), i montatori Matt Villa
(“Il grande Gatsby”, “Australia”) e Jonathan Redmond (“Il grande
Gatsby”), il supervisore degli effetti visivi nominato all’Oscar
Thomas Wood (“Mad Max: Fury Road”), il supervisore musicale Anton
Monsted (“Australia”, “Moulin Rouge!”) e il compositore Elliott
Wheeler (“The Get Down”).
Le riprese principali di Elvis
si sono svolte nel Queensland, in Australia, con il sostegno del
governo del Queensland, di Screen Queensland e del programma
Producer Offset del governo australiano. Warner Bros. Pictures
presenta, una produzione Bazmark Production, Jackal Group, un film
di Baz Luhrmann: Elvis,
che sarà distribuito in tutto il mondo dalla Warner Bros. Pictures.
Il film uscirà nelle sale italiane il 22 giugno 2022.
Secondo quanto riferito, la Warner
Bros. ha espresso frustrazione a seguito della mancanza di proposte
da parte di J.J. Abrams in merito a
progetti basati sui personaggi DC Comics per HBO Max.
Abrams è uno degli sceneggiatori, registi e
produttori più importanti a livello globale, grazie al suo lavoro
in franchise cinematografici di successo come Star Wars, Star Trek e Mission:
Impossible. Prima del suo lavoro cinematografico, Abrams
era noto per programmi TV di successo come Lost,
Alias e Felicity. Sembrava che il
regista avesse il tocco magico e ogni studio stava cercando di
coinvolgerlo per iniziare, rilanciare o assistere nel loro
franchise.
Nel 2019 Abrams e la sua società di
produzione Bad Robot hanno firmato un contratto
quinquennale con la Warner Bros. per produrre diverse proprietà,
con lo studio che sperava che Abrams potesse aiutare a
rivitalizzare i loro marchi DC. Abrams, dal canto suo, ha
annunciato l’intenzione di sviluppare proprietà basate sui
personaggi di Justice League Dark, inclusa una serie per i
personaggi di
John Constantine e Madame Xanadu. È anche produttore del
prossimo film di Zatanna con Emerald
Fennell di Promising Young Woman che
scriverà la sceneggiatura. Ha anche firmato come produttore di un
nuovo film di Superman con lo
sceneggiatore Ta-Nehisi Coates incentrato su un
Superman nero. Tuttavia, dopo tre anni di contratto, nessuno di
questi progetti si è concretizzato e, con il contratto che scadrà
nel 2024, lo studio sembra essere preoccupato.
Secondo THR, fonti
affermano che Warner Bros. Discovery è frustrata dal fatto che
J.J. Abrams abbia rivendicato molti personaggi
DC ma non abbia ancora ricevuto nulla da mandare in onda su HBO
Max. Secondo quanto riferito, lo studio ha visto le sceneggiature
per Constantine e il pilot di Madame X, ma sembra che non ci siano
date di inizio della produzione pianificate. Secondo quanto
riferito, l’amministratore delegato di Warner Bros. Discovery,
David Zaslav, è frustrato dalla mancanza di
risultati da parte di Bad Robot e sta esaminando
tutti gli accordi complessivi dello studio, incluso l’accordo da $
250 milioni di Bad Robot, mentre cerca di tagliare
$ 3 miliardi.
L’account Instagram ha condiviso un fan poster di
quello che potrebbe essere un Avengers 5. Nell’immagine, gli Original
Six, i sei Avengers originali, sono sostituiti con le loro
controparti che prenderanno quasi certamente il loro posto nelle
fasi successive del MCU.
Nell’immagine si possono vedere
schierati Kate Bishop al posto di Clint Barton, Mighty Thor al
posto di Thor, She-Hulk al posto di Hulk, Sam Wilson al posto di
Steve Rogers (unico passaggio di testimone ufficiale), War Machine
al posto di Iron Man e Yelena Belova al posto di Natasha Romanoff.
Vi piace il nuovo schieramento?
Esce oggi nelle sale italiane
Alcarràs, film della regista Carla
Simòn con Jordi Pujol Dolcet e
Anna Otin protagonisti. Vincitore
dell’Orso d’oro alla 72esima
edizione della Berlinale,
la pellicola è distribuita da I Wonder
Pictures.
L’estate dell’ultimo raccolto
Campi estesi e piantagioni, questa è
la cornice che muove la trama di Alcarràs. Tre
bambini si divertono all’interno di un’auto abbandonata,
immaginando una nuova avventura, ma il disperato mondo degli adulti
interrompe il gioco: i membri della famiglia Solé
si rendono conto che non potranno più coltivare il terreno dei
Pinyol, e i frutteti di pesco di cui si occupano
da generazioni. Senza documenti che legalizzino la presunta
cessione del terreno fatta dal nonno, l’erede
Pinyol ha deciso di vendere il terreno a
un’azienda energetica per installarvi sopra pannelli solari,
redditizi e sostenibili. Quest’estate è dunque l’estate
dell’ultimo raccolto per i Solé.
Un approccio introduttivo in tre
sequenze risolve rapidamente la trama principale del film. Il resto
dei 120 minuti di Alcarràs sono il cammino estivo
verso quella fine annunciata troppo presto, che sembra inevitabile
ma che nessuno vuole accettare. Il secondo lungometraggio di
Carla Simón (Verano
1993) si avvicina alla famiglia Solé durante questi
mesi di agonia. La possibilità della caduta in un abisso rovinoso
si apre per ciascuno di loro, che vuole dare un senso a questo
crepuscolo a partire dalla propria esperienza e dal proprio ruolo
all’interno di quello che si configura come un vero e proprio
clan: c’è chi si sottrae per scelta o perché non riesce a
capire, chi si arrabbia e chi rimane calmo, chi cerca vie d’uscita
e chi mantiene una cieca fedeltà, chi si preoccupa e chi si
rammarica.
Un film che pianta un seme
collettivo
Carla Simón traduce
in immagini ciò che molti cineasti neorealisti – e i loro magnifici
eredi, dall’Ermanno Olmi de L’albero
degli zoccoli all’Alice Rohrwacher
de Il paese delle meraviglie – hanno
incessantemente perseguito: la verità, questa volta di uno spazio e
di un tempo di cambiamento, che riguarda e si rivolge alla
collettività, senza tuttavia lasciare mai incolto il seme
dell’individuo. La macchina da presa, sembra suggerirci
Simòn, è sempre in grado di scrutare qualcosa che
l’occhio umano non riesce a percepire e, in questo modo, riesce a
raggiungere anche una certa essenza della vita, un momento sacro
che esplode come un’epifania. Epifania che ha incontrato il gusto e
il cuore di M. Night Shyamalan, presidente di
giuria a Berlino
72, che ha premiato Alcarràs “per
le sue straordinarie interpretazioni, da attori bambini ad attori
ottantenni, per la sua capacità di mostrare la tenerezza e la
comicità della famiglia e della sua lotta, e per il ritratto della
nostra connessione e dipendenza dalla terra che ci
circonda“.
Il testo di
Alcarràs può essere letto da molti punti di vista:
come rivendicazione dell’identità di un mestiere, quello del
contadino tradizionale, che si identifica con la terra e i suoi
frutti; come ritratto organico e vivace, scevro da manicheismi,
della crisi di una famiglia provocata da un dilemma morale; come
riflessione sul progresso che cancella le tracce della Storia; in
sostanza, su uno spaccato di vita che pulsa e respira attraverso i
volti di attori non professionisti, protagonisti del documentario
di un’estate che riserva loro un futuro incerto.
La famiglia come spazio per
ricostruire il futuro
Il film riunisce tutte queste
prospettive individuali e le lega al filo invisibile del nucleo
familiare, ultima barriera di fronte a un sistema economico che ne
divora i membri perché li considera già perduti. È in questo spazio
ridotto, scoraggiante ma pulsante di calore, perché condiviso con i
propri cari, che Alcarràs coinvolge
irrimediabilmente. Non per costruire un muro di semplice
resistenza, quasi di reazione, ma per piantare un seme sul cui
futuro, e raccolto, vogliamo e dobbiamo costruire insieme, per
renderlo meno minaccioso. Alcarràs ci avvicina,
dal territoriale e con i suoi attori non professionisti, a quello
spazio in cui il cinema sembra toccare la vita e le sue crepe che,
per quanto spaventose appaiano, siamo chiamati a ricostruire
insieme come pubblico.
Per quanta sofferenza possa causare
la perdita di un terreno perché il proprietario vuole installarvi
dei pannelli solari, c’è comunque il piacere del lavoro
comunitario, delle riunioni di famiglia con le lumache alla griglia
come piatto forte, dei giochi dei bambini negli orti dei vicini.
Ognuno in famiglia ha le sue ragioni, sembra dirci
Simòn e, in ogni discussione, c’è un’emozione
diversa, che questo film generoso condivide con lo spettatore senza
chiedere nulla in cambio. Ogni membro della famiglia necessita, in
questo senso, di riprese cucite su misura, di un aspetto e una voce
ben distinguibili, senza gerarchia alcuna, sempre disposti nel
quadro con luminosa chiarezza.
Sebbene abbia molti punti in comune
con Verano 1993 – nel suo meraviglioso
approccio alla psicologia infantile, ad esempio –
Alcarràs è più ambizioso e lascia respirare
ampiamente il soggetto narrativo, mai incastonandolo nel limite
della prospettiva unica. Piuttosto, riprende le fila del
cortometraggio Correspondencia, che
Simòn ha firmato a due mani con Dominga
Sotomayor, dove c’è già l’idea che le nostre vite, i
nostri progetti, sono in qualche modo attraversati dal contesto
socio-economico e, in ultima analisi, sempre politico in cui
viviamo. Nella cornice di Alcarràs, sostenuta
dagli echi della sua personalissima storia, Carla
Simón si libra nelle sue virtù registiche: gira con
precisione e passione, paziente nel raccogliere la verosimiglianza
dei simboli di un’estate, per testimoniare l’ingiustizia di un
sistema che cerca solo la redditività economica.
Non sappiamo se ad un certo punto
comparirà da qualche parte, ma per ora immaginiamo che nella
timeline ufficiale del MCU Loki sia morto e che quindi non
lo vedremo in Thor: Love and Thunder.
Sarebbe la prima volta che Thor
compare in scena senza doversi confrontare con il fratello dio
dell’inganno, e qualche fan ha pensato che invece sarebbe stato
bello. Infatti, ecco un fan poster del film in
cui si immagina Loki nel film:
Thor: Love and
Thunder è il quarto capitolo sulle avventure del
Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane
Foster, interpretata di nuovo daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il panel
dei Marvel
Studios al Comic-Con. L’uscita nelle sale è fissata invece
al 6 Luglio 2022.
Il film segue Thor (Chris
Hemsworth) in un viaggio diverso da quelli affrontati
fino ad ora, alla ricerca della pace interiore. Ma il suo riposo è
interrotto da un killer galattico conosciuto come Gorr il
Macellatore di Dei (Christian
Bale), che cerca l’estinzione degli dei. Per
combattere la minaccia, Thor si affida all’aiuto di Valchiria
(Tessa
Thompson), Korg (Taika Waititi) e
dell’ex fidanzata Jane Foster (Natalie
Portman) che, con stupore di Thor, brandisce
inspiegabilmente il suo martello magico, Mjolnir, come Mighty Thor.
Insieme, intraprendono una sconvolgente avventura cosmica per
scoprire il mistero della vendetta di Gorr il macellatore di dei e
fermarlo prima che sia troppo tardi.
Taika Waititi tornerà alla regia di Thor: Love and
Thunder, un film dei Marvel Studios
dopo
Thor: Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e
Valchiria dopo l’ultima apparizione in
Avengers: Endgame. Nel cast anche
Christian Bale nei panni del villain Gorr il
Macellatore di Dei, e
Russell Crowe in quelli di Zeus. L’ispirazione del
progetto arriva dal fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi
come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
Bryce Dallas Howard riflette sulle critiche
ricevute dai tacchi alti del suo personaggio nel primo
Jurassic World. Segnando una sorta di riavvio
graduale del franchise di Jurassic Park, il
successo del 2015 di Colin Trevorrow,
Jurassic World, ha introdotto un nuovo cast di
personaggi e un nuovo parco a tema di dinosauri. Il film segue Owen
Grady (Chris
Pratt) e Claire Dearing (Bryce
Dallas Howard) mentre tentano di sopravvivere dopo che
un dinosauro geneticamente modificato è sfuggito al contenimento e
ha devastato il parco.
Pur ottenendo recensioni
generalmente positive e generando oltre 1,67 miliardi di dollari al
botteghino mondiale, un elemento particolare del film si sarebbe
rivelato piuttosto controverso sia con i critici che con i fan: le
calzature di Claire. All’inizio del film, Claire è il Park
Operations Manager di Jurassic World, una persona
relativamente rigida e orientata agli affari che alla fine diventa
uno degli eroi principali del film. Tuttavia, molti spettatori
hanno contestato i tacchi alti di Claire, soprattutto considerando
che il personaggio di Pratt era vestito più tipicamente come un
eroe d’azione. Un critico ha persino definito “ridicola” la scelta
delle calzature di Claire.
In una nuova intervista con Variety
prima dell’uscita del prossimo terzo capitolo, Jurassic
World – Il dominio, Bryce Dallas Howard riflette sulla
controversia causata dai tacchi alti di Claire, rivelando di essere
fedele alla decisione. Dopo aver scherzato sul fatto che
“nessuno ha notato” le scarpe di Claire, Howard spiega che
i tacchi erano un aspetto importante del personaggio e che si è
sempre sentita “potenziata” mentre era sul set.
“Anche entrare nei panni di
Claire è stato un po’ impegnativo perché aveva i tacchi, ma nessuno
se ne è accorto. Per DeWanda, ha tutto a che fare con com’è
l’esperienza mentre stai girando il film e come ti senti potenziato
o depotenziato. Mi sono sempre sentita potenziata, ogni singolo
minuto di “Jurassic” di Colin Trevorrow. E nessun commento,
osservazione o analisi potrà mai portarmi via
quell’esperienza”.
Jurassic World – Il dominio, il film
In Jurassic
World – Il dominio vedrà sia Chris
Pratt che Bryce
Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a
loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella
Pineda, Jake Johnson e Omar
Sy. Laura
Dern e Sam
Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che
avevano in Jurassic
Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan
Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta
nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe
originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff
Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic
World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta
in Jurassic World:
Il Regno Distrutto.
Il Dominio si svolge quattro anni dopo la distruzione di Isla
Nublar. I dinosauri ora vivono e cacciano insieme agli umani in
tutto il mondo. Questo equilibrio fragile rimodellerà il futuro e
determinerà, una volta per tutte, se gli esseri umani rimarranno i
predatori dominanti su un pianeta che ora condividono con le
creature più temibili della storia.
Prodotto dalla Warner Bros, è in
fase di riprese Blue
Beetle, del quale sono emerse on-line le prime
immagini dal set. Nelle foto, vediamo la star di Cobra Kai,
Xolo Maridueña, nel costume completo dell’eroe
titolare.
Si aveva un’idea abbastanza chiara
di cosa aspettarsi dall’outfit grazie ad alcuni concept art
rilasciati durante il DC FanDome dello scorso
anno, e chiaramente il risultati sembra abbastanza vicino a quanto
promesso.
Nel cast di Blue
Beetle ci sono Xolo Maridueña
che interpreta il protagonista, insieme a Harvey
Guillén, Bruna Marquezine,
Sharon Stone, Raoul Max Trujillo,
Susan Sarandon e Belissa Escobedo.
Marquezine interpreterà Penny, la protagonista femminile e
l’interesse amoroso di Jaime, mentre Escobedo interpreterà la
sorella minore di Jaime, Milagros. Stone è Victoria Kord mentre
Trujillo interpreterà il
villain. L’uscita
del film è prevista per il 18 agosto 2023.
Cosa sappiamo su Blue Beetle?
Blue Beetle è un personaggio
immaginario dei fumetti; venne pubblicato negli Stati Uniti
d’America da diverse case editrici a partire dal 1940; è un
supereroe che ha avuto nel tempo diversi alter ego.
Kord “è saltato” nell’universo DC
Comics durante Cisis on Infinite Earths insieme
a un certo numero di altri personaggi di Charlton Comics. Il
secondo Blue Beetle in seguito ha recitato nel suo fumetto di 24
numeri. Kord non ha mai avuto superpoteri, ma ha usato la
scienza per creare vari dispositivi che lo aiutassero a combattere
il crimine. È diventato un membro della Justice League of America ed è stato
successivamente ucciso durante il crossover Infinite
Crisis della DC Comics .
Il terzo Blue Beetle, creato dalla
DC Comics, è Jaime Reyes, un adolescente che ha
scoperto che lo scarabeo originale di Blue Beetle si è trasformato
in una tuta da battaglia che gli ha permesso di combattere il
crimine e viaggiare nello spazio. Nel corso degli anni Reyes è
diventato un membro dei Teen Titans e ha recitato in due
serie a fumetti di Blue Beetle. Nel reboot “New 52” del 2011
della DC Comics, Jaime Reyes era il personaggio principale di Blue
Beetle, riferendosi solo occasionalmente alle versioni
precedenti. Con la successiva revisione di continuità “DC
Rebirth”, sono state ripristinate le versioni precedenti.
Ogni grande avventura
arriva alla sua conclusione, e così accadrà a breve per la serie tv
che dal 2016 riporta, con grande insistenza e convinzione, gli
spettatori di Netflix
indietro nel tempo, agli anni ’80. Stranger Things 4 –
Volume 1 arriva in piattaforma il 27 maggio e, per la
prima volta nella sua storia, non sarà tutta disponibile per i
bingewatcher lì fuori. La prima cosa da sapere in questa recensione
di Stranger Things 4 – Volume 1 (episodi da 1
a 7) è che la serie dei Differ Brothers è stata divisa in due
capitoli e che, se il primo, quello di cui si parla in questa sede,
arriva a fine maggio, per vedere il secondo blocco di episodi, i
due conclusivi, bisognerà aspettare al 1° luglio.
Poco male, perché
sebbene il settimo episodio si concluda con un grande cliffhanger e
un gigantesco punto di domanda, l’attesa non è poi troppa e, in
questo caso, potrebbe aumentare il piacere, anche perché, questa
volta, gli episodi della quarta
stagione durano tutti più di 60 minuti, oltre un’ora a episodio
per la nostra quarta volta a Hawkins. Nel dettaglio, il primo
episodio dura un’ora e 18 minuti, il settimo (l’ultimo del primo
volume) un’ora e 38 minuti. L’episodio più breve, il terzo, ha una
durata di un’ora e 3 minuti. Ma l’episodio più lungo è il nono ed
ultimo: due ore e 30 minuti.
Stranger Things 4 Parte 1, cosa succede a Hawkins?
Ma torniamo a quello che
veramente ci interessa, ovvero cosa accade ai nostri giovani eroi
in questo quarto e conclusivo ciclo di episodi. Alla fine dei
dolorosi eventi che hanno portato alla sconfitta dei sovietici
nella terza stagione, ma all’apparente morte di Hopper (David
Harbour), Joyce (Winona
Ryder) decide di lasciare Hawkins insieme ai suoi
ragazzi, Jonathan (Charlie Heaton)e Will
(Noah Schnapp), adottando anche Undici (Millie
Bobby Brown), rimasta (ancora) orfana a causa della
scomparsa di Jim ed estremamente in difficoltà nella sua nuova vita
fuori dal suo guscio. Mike (Finn
Wolfhard) e Dustin (Gaten Matarazzo)
cercano di trovane un nuovo equilibrio, dal momento che hanno
“perso” Will e Lucas (Caleb McLaughlin) sembra più
interessato a essere popolare che a frequentare i suoi vecchi
amici. Max (Sadie
Sink), d’altro canto, deve fare i conti con gli eventi
traumatici della passata stagione, anche lei, nella tragica
conclusione della storia, ha perso qualcuno, il suo fratellastro
che era stato posseduto dal Mindflayer e che si era infine
sacrificato per salvarla. Questo percorso di elaborazione del lutto
la porterà a isolarsi. Intanto Nancy (Natalie
Dyer) lavora al giornale della città, sognando il college,
forse con Jonathan, e Steve (Joe Keery) e Robin
(Maya Hawke) sono impegnati nel loro lavoro al
videonoleggio, consolidando quel forte legame di amicizia
(platonico con la P maiuscola, cit.) instaurato nella
terza stagione. Intanto, in una prigione nel deserto innevato della
steppa russa, un prigioniero americano fa progetti di fuga… E
mentre tutti si preparano alle vacanze di primavera, a Hawkins si
verifica un efferato omicidio ai danni di un’adolescente. I guai
per la cittadina dell’Indiana non sono ancora finiti.
Matt e Ross
Duffer hanno deciso di dividere i nostri eroi per la loro
avventura conclusiva. I “gruppi d’azione” si muoveranno infatti in
maniera autonoma, ignari di quanto accade all’altro per tutta la
vicenda. Avventure parallele che però in qualche modo li vedono
collaborare, inconsapevoli, anche a distanza. Abituati ad avere a
che fare con le stranezze e il Sottosopra, i nostri giovani eroi
non si faranno intimidire facilmente da quello che li aspetta. Ma
questa volta la minaccia è antica e sembra risalire alle origini di
tutti i mali che hanno afflitto la città.
Il grande omaggio a Stephen King e a It
Stranger Things
4 – Volume 1 è densissima, di rimandi, di citazioni, ma
anche di idee di messa in scena e dal punto di vista dello sviluppo
della trama. Ovviamente non tutto è originale, ma tutto è
certamente pensato per offrire agli spettatori l’esperienza più
totalizzante mai avuta con la serie. Naturalmente la principale
fonte di ispirazione per questa stagione, ora più che mai, è
Stephen King e il suo capolavoro It. Lasceremo agli spettatori scoprire come,
ma il re del brivido è omaggiato con un elemento fondato della
trama che è inglobato con grande eleganza all’interno della
storia.
C’è poi la sensazione di
“chiusura”, dal momento che, sebbene la storia sia nuova e tutta da
scoprire, torna indietro nel tempo a riportare a galla le origini
del male che si nasconde nel Sottosopra, andando anche a fare luce,
di più e meglio, sulle origini di Undici e sul laboratorio che l’ha
vista come una cavia per gran parte della sua vita.
Uno schema ripetitivo per una miniera di easter eggs
Stranger Things
4 – Volume 1 si conferma un ottimo prodotto, ricco e
curato, che ancora alla quarta
stagione rappresenta il meglio di quanto Netflix
abbia prodotto fino a questo momento. Certo, si fonda sempre sulla
stessa struttura narrativa, ripetendosi, anche questa volta, con
una puntualità esasperante, ma garantisce intrattenimento e
coinvolgimento dello spettatore, riservandogli anche un certo gusto
nello scovare dettagli, citazioni e easter eggs.
Regista tra i più variegati in
quanto a filmografia realizzata, Steven
Soderbergh ha negli anni dato vita a film estremamente
diversi tanto per forma quanto per genere. Passando infatti da
Contagion a La truffa dei Logan, da
Unsane a Panama Papers, egli ha
raccontato sempre storie diverse, ognuna con le sue personalissime
particolarità. Nel 2013 si è cimentato alla regia di un classico
thriller, intitolato Effetti
collaterali, la cui storia ruota intorno ad un
misterioso omicidio e un altrettanto misterioso farmaco. Per quanto
oggi Soderbergh continui ad essere particolarmente prolifico nel
panorama cinematografico, proprio questo film era inizialmente
stato annunciato come il suo ultimo.
Nel realizzarlo il regista si era
dichiarato mosso dall’ispirazione verso i grandi classici del
genere, in particolar modo per i film di Alfred
Hitchcock. Particolare debito è però anche quello nei
confronti di Attrazione fatale, cult del 1987, il cui
rapporto tra i due coniugi protagonisti è ripreso e rielaborato
anche in Effetti collaterali. Ne è così nato un film di
particolare fascino, ricco di colpi di scena e interpretazioni di
alto livello. Come suo solito, infatti, il regista premio Oscar si
è circondato di alcuni tra i più noti attori di Hollywood, tra
nuovi e abituali collaboratori. Presentato in competizione al
Festival di Berlino, il film è stato accolto in modo molto positivo
dalla critica, ottenendo anche un buon riscontro economico.
A fronte di un budget di circa 30
milioni, Effetti collaterali è infatti arrivato ad un
guadagno al box office di circa 67. Ancora oggi è indicato come uno
dei film più apprezzati del regista, capace di adattare il genere
ai propri interessi e al proprio volere. Prima di intraprendere una
visione del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune
delle principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Effetti collaterali: la
trama del film
Protagonista del film è la giovane
Emily Taylor, la quale da tempo attende il
rilascio dal carcere dell’amato Martin, condannato
per via di una truffa con l’Insider Trading. Quando però il marito
torna a casa, la moglie, anziché provare una felicità sconfinata
per il nido ricostituito, cede ad una fortissima depressione che,
in breve tempo, la conduce ad un tale stato di sconforto da tentare
il suicidio con la sua auto. Sopravvissuta all’impatto
miracolosamente illesa, la protagonista si affida quindi alle cure
di un noto psichiatra, Jonathan Banks, che, dopo
un confronto con la precedente analista di Emily, Victoria
Siebert, prescrive alla paziente degli antidepressivi.
Gli psicofarmaci, però, nonostante
facciano tornare la ragazza ad uno stato di normalità momentanea,
provocano degli inaspettati e pericolosi effetti collaterali, che
travolgono le vite di Emily, dei suoi amati e soprattutto di Banks.
Nel momento in cui, in preda al sonnambulismo, la giovane uccide
suo marito, lo psichiatra si troverà al centro di una vera e
propria tempesta. A lui spetterà determinare la responsabilità
dell’accaduto, con tutti i sospetti pronti a ricadere sul farmaco
da lui prescritto, l’Ablixa. Avrà infatti inizio un
processo mediatico dal quale sarà difficile uscire indenni.
Effetti collaterali: il
cast del film
Come già anticipato, anche per
questo suo film Soderbergh si è avvalso della collaborazione di
alcuni noti interpreti, a partire dalla candidata all’Oscar
Rooney Mara. È
lei ad interpretare il ruolo di Emily Taylor, un personaggio per il
quale ha rinunciato a recitare nell’acclamato Zero Dark
Thirty. Originariamente, però, la parte era stata affidata
all’attrice Blake Lively, ma a causa di contrasti
con la produzione questa abbandonò il progetto. Un’altra candidata
era stata Lindsay Lohan, che il regista sottopose
a più provini. Anche per lei furono i contrasti con i produttori a
non favorire il suo ingresso nel cast. Mara ha in seguito rivelato
di non aver avuto problemi con le proprie scene di nudo, a patto
che queste risultino funzionali alla storia e non gratuite.
Nei panni del dottor Jonathan Banks
vi è invece l’attore Jude Law.
Questi ha in seguito raccontato di essersi sentito particolarmente
insicuro nell’interpretarlo. Era infatti la prima volta che, da
marito e padre, dava vita ad un personaggio che a sua volta era
tale. Inoltre, per lui era il primo ruolo dopo tempo in cui si è
trovato a parlare senza l’utilizzo di particolari accenti, né
trucchi o acconciature diverse dalla sua solita. Ad interpretare
sua moglie, Deirdre Bank, è l’attrice Vinessa Shaw.
Catherine Zeta Jones, che aveva già collaborato
con il regista, interpreta invece l’analista Victoria Siebert. Per
il ruolo di Martin, il marito di Emily, il regista ha scelto
Channing Tatum,
con il quale aveva già lavorato in Magic Mike.
Originariamente però, per tale ruolo era stato considerato l’attore
e cantante Justin Timberlake.
Effetti collaterali: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Effetti collaterali grazie alla sua
presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV,Chili Cinema, Google Play,
Infinity, Apple iTunes, Netflix, Tim Vision e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
martedì 25maggio alle ore
21:00 sul canale Iris.
Doctor Strange nel Multiverso della Follia ha
portato i fan in un viaggio dalle tinte orrorifiche attraverso gli
universi paralleli, mentre il Maestro delle Arti Mistiche cerca di
sconfiggere la crescente malvagità dell’ex Vendicatrice
Scarlet Witch.
La scena mid-credits ha alzato la
posta in gioco presentando ai fan la Clea di
Charlize Theron, una maga della Dimensione
Oscura che potrebbe avere importanti implicazioni nel futuro del
Doctor Strange e degli altri stregoni. Ora che
questo emozionante personaggio ha finalmente fatto la sua comparsa,
i fan si chiedono quale sarà la sua prossima apparizione nel
MCU.
Ant-Man and The Wasp:
Quantumania
Ant-Man
and the Wasp: Quantumania
uscirà nel febbraio del 2023, ma si sa ancora poco del terzo film
della trilogia di
Ant-Man,
salvo una conferma molto intrigante, ovvero l’apparizione diKang il Conquistatore
(Jonathan
Majors).
Mettere un cattivo importante come
Kang contro personaggi del calibro di
Ant-Man e Wasp sembra indicare
che ci sono molte cose di questo film che i Marvel Studios stanno
tenendo nascoste al grande pubblico, dato che un simile scontro
significherebbe trovarci di fronte al film di
Ant-Man più imponente di sempre. Una battaglia del
genere richiederebbe l’aiuto dei supereroi più strettamente
connessi al multiverso, il che indica che Doctor
Strange e Clea potrebbero entrambi fare
la loro comparsa nel film, entrando in contatto con
Kang per la prima, ma probabilmente non ultima,
volta.
Secret Invasion
Secret
Invasion è forse la novità più interessante del
crescente catalogo di serie in streaming del MCU, soprattutto se
si considera la complessità delle sfumature insite nell’omonimo
fumetto. Questa serie Disney+ dovrebbe andare in
onda alla fine del 2022, presentandoci il Nick Fury di Samuel L. Jackson che indaga su un’invasione
clandestina di Skrull sulla Terra, svelando
segreti che cambieranno per sempre il MCU.
Questa serie in particolare sembra
essere pronta a includere eventi significativi che cambieranno per
sempre il franchise e quindi probabilmente comprenderà scene da
ogni angolo del MCU conosciuto e
sconosciuto, che verranno irrimediabilmente colpite dall’invasione
Skrull sulla Terra: sarebbe quindi interessante
vedere come gli stregoni di Kamar-Taj, insieme alla neoarrivata
Clea, reagiranno a questo attacco. Un cameo di
Clea, Strange e
Wong sembra abbastanza probabile in questa serie,
anche se alcuni sostengono che un’apparizione dei
Fantastici Quattro lo sia ancora di più.
She-Hulk
Quest’estate,
Tatiana Maslany farà il suo atteso debutto nei
panni della selvaggia She-Hulk
nella sua serie su Disney+.
She-Hulk avrà la forma di un legal
procedural con un tocco da supereroe, in quanto
Jennifer Walters si occuperà ogni settimana di
diversi casi legali che coinvolgono superumani quindi, nel corso
della prima stagione, potrà arrivare a conoscere molto bene tutti
gli angoli del Marvel Cinematic
Universe.
Dato che She-Hulk
sembra essere una serie di ampio respiro, è certamente plausibile
che almeno un episodio della prima stagione possa vedere
Jennifer Walters alle prese con il lato più
mistico del MCU. Se ciò dovesse
accadere, sarebbe l’occasione perfetta per la Marvel di spiegare
esattamente cosa è successo dopo l’incontro tra
Clea e Stephen Strange nella
scena mid-credits del Multiverso della Follia. Con
Wong che ha già confermato la sua presenza nella
serie, sembra molto probabile che questo incontro possa
avvenire.
Thor: Love And Thunder
Thor: Love
and Thunder è il prossimo film della Fase
4 della Marvel, che riunisce Chris Hemsworth e Taika
Waititi per quella che sarà sicuramente un’altra
divertente avventura in diversi angoli della galassia. Il film
vedrà il debutto di Gorr il Macellatore di Dei di
Christian Bale, che minaccerà tutto ciò che il
dio del tuono ha sempre rappresentato, e potrebbe segnare la fine
del periodo di permanenza del più forte Vendicatore nel MCU.
Clea potrebbe essere uno dei tanti
personaggi Marvel non ancora annunciati che appariranno in Love and
Thunder. Infatti, l’imminente quarto film del
franchise di Thor attraverserà varie parti del
MCU mentre
il supereroe titolare cerca di ritrovare se stesso: è possibile
dunque che si ritrovi ancora una volta a chiedere aiuto all’ex
Maestro delle Arti Mistiche come in Ragnarok. Se così fosse, potrebbe essere
sorpreso di trovare Strange già impegnato con l’incursione
multiversale che Clea gli ha anticipato durante il
loro primo incontro.
Doctor Strange 3
Sebbene i Marvel
Studios non abbiano ancora annunciato ufficialmente il
seguito di Doctor Strange nel Multiverso della Follia
sembra che sarà una scelta inevitabile, visto il successo della
loro ultima uscita cinematografica.
Anche se ci sono sicuramente diversi
luoghi in cui il terribile avvertimento di Clea al
Dottor Strange potrebbe essere messo in scena, la
scena mid-credits del Multiverso della Follia sembra puntare più a
Doctor Strange 3. Clea è una
parte importante del mito della storia del Dottor
Strange, poiché nei fumetti i due si sposano: anche se
appare prima altrove, i fan possono essere certi che il personaggio
di Charlize Theron avrà un ruolo importante
nel prossimo capitolo di questo particolare franchise.
Secret Wars
L’MCU sembra essere
diretto verso un evento Secret Wars, una trama multiversale dei
fumetti che vedeva eroi di universi paralleli uniti su
Battleworld, costretti a combattere per
l’esistenza stessa dei loro universi di origine. Un film di questo
tipo sembrerebbe il finale perfetto per la tradizione multiversale
del MCU e
probabilmente prenderebbe la forma di Avengers 5, che è stato il
progetto più top-secret della Marvel fin dall’uscita di Avengers: Endgame nel 2019.
Il messaggio premonitore di
Clea al Doctor Strange alla fine del Multiverso della Follia ha rivelato che
l’MCU è
diretto verso un’incursione con una realtà parallela ancora
sconosciuta. Se lei e Strange non saranno in grado di impedire che
ciò avvenga, si verificherà senza dubbio l’evento Secret
Wars tanto atteso dai fan, lasciando ai due stregoni il
compito di aiutare gli altri eroi del loro mondo a combattere per
la sopravvivenza della loro realtà. Il ruolo di Clea in un film del
genere si rivelerebbe fondamentale, in quanto potrebbe essere
l’unica presente ad aver già assistito agli eventi di
un’incursione.
Un film o una serie tv spinoff
Il Marvel Cinematic
Universe non teme di correre grossi rischi quando si tratta di
dare ai personaggi un proprio franchise spinoff, che sia sotto
forma di film o di serie tv in streaming. Visto il grande successo
ottenuto finora su Disney+, non sarebbe certo da
escludere che i Marvel Studios diano il via libera
a una qualche forma di spinoff incentrato sulla nuova
Clea.
Anche se uno spinoff incentrato su
Clea sembra improbabile come prossima apparizione del personaggio,
non è certo impossibile, soprattutto se si considera che altri
personaggi come Agatha Harkness ed
Echo hanno ricevuto il proprio spinoff dopo un
solo ruolo precedente in un altro progetto del MCU. La Strega
Suprema della Dimensione Oscura avrà probabilmente un ruolo
importante nel futuro del franchise e potrebbe quindi essere già in
stata tenuta in considerazione per un franchise tutto suo, forse
anche prima di quanto i fan si aspettino.
L’abbinamento
perfetto (A Perfect Pairing) è il titolo
originale e azzeccatissimo per una commedia che parla di
amore
e di vino. Il film Netflix di
Stuart McDonald (Black-ish, Crazy
Ex-Girlfriend) racconta l’improbabile avventura di una giovane
sommelier di Las Angeles che, per realizzare il suo sogno, ”molla
tutto” e fugge in Australia. Con un volo pindarico, la protagonista
e lo spettatore si ritrovano catapultati in una pittoresca
farm australiana.
La trama de L’abbinamento
perfetto
Giovane ma già affermata nel suo
campo Lola Alvarez (Victoria Justice)
lavora per una società che esporta vini. Appassionata del suo
lavoro, Lola decide di mollare la sua azienda a causa di
un capo arrogante e di una collega sleale.
Lola coglie l’occasione per mettersi in proprio. Per
partire alla grande con la sua attività, vuole soffiare un cliente
importante alla sua ex società: la celebre Vaughn Family
Wines. Per riuscire nella sua impresa, Lola decide di
andare di persona a conquistare Hazel Vaugh, la
produttrice di vini a capo dell’azienda.
Partendo da Los Angeles,
Lola si reca in Australia, nella campagna del
Queensland dove Hazel sta trascorrendo le vacanze. Giunta
sul luogo, Lola trova un’imprenditrice ostile e difficile
da conquistare. Per entrare nelle grazie di Hazel e
dimostrare la sua determinazione, la protagonista si riduce a fare
i lavori più umili nella fattoria, con l’aiuto del cowboy
misterioso e affascinante Max (Adam
Demos).
Due settimane per realizzare un
sogno
Ne L’abbinamento
perfetto, la protagonista ha un grande sogno: lavorare in
proprio come export di vini e avere fin da subito un cliente
importante. Il desiderio di Lola appare alquanto
irrealizzabile, così assurdo che si vuole scoprire in che modo il
film si svilupperà per permettere alla donna di realizzarlo.
Lola avrà a malapena trent’anni, ma sembra essere capace
ed esperta. Ha a disposizione i risparmi necessari per avviare
un’attività e punta subito in alto. Fortunatamente, una volta
arrivata in Australia, l’entusiasmo (e la convinzione)
della giovane donna vengono smorzati.
Lola ha un’unica chance per
conquistare l’attenzione di Hazel. Deve fare il
lavoro sporco, quello dell’ultimo arrivato in una fattoria:
raggruppare le pecore, aggiustare i recinti, spalare il letame. La
leggerezza e la facilità con cui la protagonista de
L’abbinamento perfetto cambia vita fanno
sorridere. In ogni caso, non sono rappresentazioni credibili o
realistiche e finiscono per non coinvolgere lo spettatore.
Niente di nuovo sul fronte
australiano
Dalla città alla campagna, da un
lato del mondo a quello opposto, dai plastificati Stati Uniti alla
selvaggia Australia. L’abbinamento perfetto è un
film costruito sui contrasti netti e sui modelli visti e rivisti
della
commedia romantica. L’eroina al centro del film non si
distingue troppo da tante altre protagoniste. In un momento di
crisi esistenziale, decide di lasciare tutto e cambiare vita,
recandosi in un luogo lontano in cui, magicamente, c’è un bell’uomo
genuino pronto ad accoglierla. La stessa cosa è successa in
film Netflix come Un castello per Natale o Love Hard. Evidentemente, il format piace e funziona,
anche al di fuori delle commedie natalizie.
L’ambientazione australiana dà quel
tocco di esotico in più, ma lo spazio appare molto costruito e
viene rappresentato principalmente per stereotipi: serpenti,
cappelli da cowboy, canguri, Vegemite sono gli elementi
che urlano Australia dall’inizio alla fine del film.
Amore e vino: un’abbinamento
perfetto?
L’idea alla base del film potrebbe
essere interessante. Il vino si sposa molto bene con il
romanticismo, ma tutto viene affrontato con troppa leggerezza. In
conclusione, L’abbinamento perfetto è la classica
commedia
romantica e disimpegnata carina da vedere, ma che non lascia
nulla di più allo spettatore. I bei volti dei protagonisti, le
tinte pastello e il solito
happy ending fanno scorrere il film, ma non lasciano il
segno.
La Universal
Pictures ha diffuso il trailer ufficiale di
Beast, il film diretto da Baltasar Kormákur che ha
diretto Everest, Cani sciolti e Contraband di Universal Pictures e
con protagonista Idris Elba. A volte il fruscio tra i
cespugli è davvero causato da un mostro.
Idris Elba (Fast
& Furious: Hobbs & Shaw,
The Suicide Squad) è il protagonista di un nuovo thriller
al cardiopalma che racconta di un padre e delle sue due figlie
adolescenti che si ritrovano braccati da un enorme leone solitario
intenzionato a dimostrare che nella savana c’è solo un predatore
supremo.
Elba interpreta il Dottor Nate
Daniels, un marito rimasto vedovo da poco, che torna in Sudafrica,
dove ha conosciuto sua moglie, per un viaggio a lungo pianificato
con le figlie in una riserva di caccia gestita da Martin
Battles (in serie tv come Sharlto Copley e Russian Doll, e
film come Maleficent), un vecchio amico di famiglia e biologo della
fauna selvatica. Quello che inizia come un viaggio di guarigione si
trasforma in una spaventosa lotta per la sopravvivenza quando un
leone, sopravvissuto a bracconieri assetati di sangue, inizia a
perseguitarli sentendosi ormai minacciato dagli esseri umani.
Iyana Halley (Il
coraggio della verità – The Hate U Give, e la serie TV This is Us)
interpreta la figlia diciottenne di Daniels, Meredith, e Leah Sava
Jeffries (serie TV Rel e Empire) interpreta la tredicenne
Norah.
Dall’intenso regista Baltasar
Kormákur che ha diretto Everest, Cani sciolti e Contraband di
Universal Pictures, Beast è prodotto da Will Packer, produttore di
Il viaggio delle ragazze, della serie Ride Along e di dieci film
che hanno raggiunto il primo posto al botteghino americano, tra cui
La scuola serale, Ossessione omicida e Think Like a Man, da James
Lopez, presidente della Will Packer Productions, e da Baltasar
Kormákur. Il film è scritto da Ryan Engle (Rampage – Furia animale,
Non-Stop), tratto da una storia originale di Jaime Primak Sullivan
che ne diventa anche produttore esecutivo con Bernard Bellew.
Uscito dal teatro di Qui rido io, il regista
Mario Martone torna tra le strade
di Napoli per raccontarne nuove sfumature, colori e suoni. Il suo
nuovo film, Nostalgia, presentato in
concorso al Festival di Cannes e tratto
dall’omonimo romanzo di Ermanno Rea, ci porta nel
rione Sanità (che Martone aveva già raccontato con Il sindaco del rione
Sanità), per fotografarlo attraverso gli occhi di un uomo
assente da quei luoghi da troppo tempo. Questo viaggio attraverso
vicoli e ambienti decadenti diventa dunque non solo un’atipica ode
alla città, quanto anche il racconto di un ritorno, di una
riscoperta, con tutto il bene e il male che questa comporta.
L’uomo che torna a Napoli, dopo ben
quarant’anni di assenza, si chiama Felice (interpretato da Pierfrancesco
Favino). Ora ricco imprenditore a Il Cairo, egli è
richiamato nel capoluogo campano per far visita all’anziana madre.
Mentre si prende cura di lei, Felice ha modo di riscoprire i luoghi
della sua infanzia, iniziando sempre più a sperimentare i morsi
della nostalgia. Insieme alla sua adolescenza, egli ritrova però lì
anche paure e segreti del passato, con i quali sarà inevitabile
fare i conti. Più passa il tempo, più Felice si ritroverà
fagocitato da una realtà che non lascia via di scampo.
Il ritorno verso casa
Un aereo in volo, un auto in
movimento, un albergo che affaccia sul Vesuvio. Che il protagonista
di Nostalgia sia un uomo in viaggio è evidente sin da
subito, il punto è capire dove si sta recando o, meglio ancora,
verso cosa sta tornando. Il suo parlare un italiano stentato è poi
solo uno dei tanti elementi che ce lo presentano come uno straniero
in quei luoghi che sembra però conoscere così bene. Basta infatti
una passeggiata notturna per rispolverare i ricordi di una
giovinezza che sembrava dimenticata. Si svela così agli occhi del
protagonista un mondo che sa di nuovo e d’antico e attraverso di
lui impara a conoscerlo anche lo spettatore.
La prima parte del film si concentra
dunque tanto sul processo di reintegrazione di Felice quanto sulla
descrizione di una delle zone più problematiche della città. Nello
sguardo di Martone non vi è però giudizio, bensì quello che si
potrebbe definire un intento documentaristico. Egli riprende ogni
situazione facendo sì che lo spettatore possa sentirsi dalla parte
del protagonista e solo così d’altronde può aspirare a far emergere
quella potente emozione che pervade il racconto e dà il titolo al
film. Un dolore del ritorno che si concretizza qui in
scene silenziose e potenti, come quella del figlio che lava con
cura la madre ormai anziana e incapace di farlo da sola.
Più Felice si addentra nel cuore del
rione, però, più il racconto cambia, si schiude verso nuovi
percorsi e risvolti, portando l’attenzione su un passato difficile
da dimenticare e accettare. Allo stesso tempo anche Felice cambia,
riacquisendo una timida parlata napoletana. D’altronde, una volta
chiarito verso cosa stava tornando, la nuova domanda che nasce
spontanea è: perché se ne era andato? La nostalgia si espande e
dalla città arriva ad includere anche il ricordo di un’amicizia
perduta nel tempo. Il suo ritorno verso casa e ciò che ne consegue,
a questo punto, diventa metafora di ciò che la nostalgia è capace
di compiere sull’animo umano.
La delicatezza di Pierfrancesco Favino
Come si può intuire, con
Nostalgia Martone sembra più che altro essere interessato
a raccontare un’emozione, dando dunque vita ad un film
contemplativo, pacato, che riflette sull’esistenza insieme al suo
protagonista. Non c’è bisogno di colpi di scena, né dell’esuberanza
del suo precedente film e anche la raffigurazione della camorra
risulta essere più un colore sullo sfondo. Sullo sfondo, in realtà,
ci finiscono un po’ troppe cose e non sempre il “personaggio” città
o le altre personalità presenti risultano ben rapportati al
protagonista. Forse la natura introspettiva di Nostalgia
si spinge un po’ troppo in là e il film rischia di rimanere lontano
dal cuore dello spettatore.
Se ciò non avviene, è soprattutto
per merito di Pierfrancesco Favino. Il modo in cui
egli sa mettersi al completo servizio dei suoi personaggi è ormai
noto e anche stavolta dà prova di saper fare ciò che forse nessuno
potrebbe fare come lui. La delicatezza del suo Felice, che si
esprime attraverso il modo di parlare, le espressioni del viso e la
gestualità, è probabilmente uno degli aspetti che, prima di ogni
altra cosa, riesce a trasmettere quel senso di paura e di nostalgia
che si prova nel ritornare sui propri passi. Ancora una volta la
sua presenza è dunque decisiva, facendo sì che Nostalgia
possa raggiungere gli intenti prefissati.
A due anni dal suo
esordio dietro la macchina da presa con il cortometraggio
Being My Mom, presentato a Venezia 77 in
Orizzonti, Jasmine Trinca si cimenta con il
lungometraggio, Marcel!, espandendo e arricchendo la storia
del corto, che mostrava una madre e sua figlia, rincorrersi,
perdersi e ritrovarsi tra le rovine di una Roma assolata e deserta,
mentre si trascinavano dietro una grossa valigia e si scambiavano i
ruoli.
Marcel! è un’espansione di Being My Mom
Con le stesse interpreti,
Alba Rohrwacher e Maayane Conti, Trinca
racconta la storia di una donna, artista di strada intensa e
completamente dedita all’arte, e sua figlia, una ragazzina sveglia
e pensosa, che vuole a tutti i costi farsi vedere e amare da sua
madre. La donna, tuttavia, non ha occhi che per il suo cagnolino,
Marcel, che con lei è protagonista di un numero quasi da circo, che
la donna esegue con maestria per le strade della periferia di Roma.
Esasperata dal fatto di essere ignorata rispetto al cagnolino, la
bambina prende una decisione importante che avrà delle conseguenze
molto importanti sulla sua vita e su quella della
madre.
La storia è quindi
un’estensione, più articolata ma comunque sospesa e rarefatta, di
quel cortometraggio d’esordio. Nel film Jasmine Trinca attinge a ricordi e memorie
personali, mentre racconta il turbolento rapporto tra una madre
narcisista e immersa nella sua arte, e una figlia che tutto sommato
è normale, e vuole essere normalmente amata da sua madre che, a
seguito di un evento tragico, finirà per comportarsi non solo da
madre assorbita da se stessa ma addirittura da figlia, con la
ragazzina che si occuperà di nutrirla e fare la spesa. Un
sovvertimento di ruoli che regala alla piccola protagonista la
possibilità tanto agognata di essere vista, dal momento che diventa
indispensabile per la madre.
Alba Rohrwacher come Buster Keaton
Alba Rohrwacher e Maayane Conti sono
una coppia eccellente, con Conti che fa dello stupore che trasmette
il suo sguardo una vera e propria arma comunicativa, mentre
Rohrwacher si concede un ruolo per lei insolito, molto poco
strutturato, eccentrico ed etereo, che ricorda Buster
Keaton e le permette di giocare tanto con i movimenti
liberi del corpo. Il ruolo della madre offre all’attrice la
possibilità di sperimentare con movimenti, gesti e silenzi
un’interpretazione inedita e comunque intensa.
Una narratrice molto sensibile
Marcel! attesta la grande sensibilità di
Jasmine Trinca non solo come interprete amata
in tutta Europa, ma anche come narratrice. I bordi del suo racconto
sono labili eppure ben visibili, le sue indicazioni le immaginiamo
chiare tuttavia ben disposte a lasciare spazio agli interpreti. Il
risultato è un film intimo, personale e poetico, che si abbevera
alla fonte della creatività, unica e sola “madre” di chi vuole fare
dell’espressione di sé la propria arte e la propria
vita.
Marcel! è stato presentato tra le Proiezioni
Speciali di Cannes 75, durante il quale Jasmine Trinca ha anche fatto parte della
Giuria Internazionale. Nel
film, anche Giovanna Ralli che torna al cinema
dopo una lunghissima pausa dalla recitazione.