Il network americano
NBC ha diffuso il promo e la trama di
La Brea 1×06, il sesto episodio della nuova serie
tv La
Brea.
In La Brea 1×06 che si intitolerà
“The Way Home” con il tempo che sta per scadere prima che la
loro finestra di casa si chiuda, i sopravvissuti alla dolina
escogitano un ultimo tentativo di fuga. Quel piano, tuttavia, viene
messo in discussione quando ricevono un duro avvertimento da Gavin
che il loro piano finirà in un disastro e costringe Eve a fare una
scelta impossibile.
La Brea 1×06
La Brea è
la nuova serie tv drammatica americana creata da David
Appelbaum per il network americano NBC. Nella serie Quando
un’enorme voragine si apre nel mezzo di Los Angeles e attira
centinaia di persone ed edifici nelle sue profondità, coloro che vi
cadono si ritrovano in una terra primordiale misteriosa e
pericolosa, dove non hanno altra scelta che unirsi per
sopravvivere. Lo spettacolo segue una famiglia, distrutta dagli
eventi, che cerca di tornare insieme.
Protagonisti di La
Brea sono Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris e Jack Martin come Josh
Harris. Nel cast anche Natalie Zea come Eve
Harris, Eoin Macken come Gavin Harris,
Chiké Okonkwo come Ty Coleman, Karina
Logue come Marybeth Hill, Zyra Gorecki
come Izzy Harris, Jack Martin come Josh Harris,
Veronica St. Clair come Riley Velez, Rohan
Mirchandaney come Scott, Lily Santiago
come Veronica, Chloe De Los Santos come Lily,
Jon Seda come Dr. Sam Velez e Angel
Parker.
Batgirl, il film di
HBO Max diretto da Adil El Arbi e Bilall
Fallah(Bad
Boys for Life), è in fase di casting. L’interprete della
protagonista è stata scelta: Leslie Grace sarà Barbara Gordon,
mentre l’attore J.K. Simmons vestirà i panni del padre James
Gordon. Sul resto del cast principale c’è solo qualche
fuga di informazioni: Batgirl vuole introdurre un
nuovo amante per Barbara Gordon. Il personaggio, la
cui identità rimane segreta, sarà presumibilmente il figlio di un
malvagio gangster e durante il corso del film, si innamorerà
dell’eroina.
La notizia
arriva su Twitter. Borys Kit di The
Hollywood Reporter scrive: ”Un altro ruolo chiave in Batgirl:
il figlio di un gangster o di un nemico, che sarà romanticamente
legato a… beh, potete immaginarlo.” Questo insieme ad altri tweet
di Kit aiutano ad immaginare l’identità del
presunto amante. In precedenza Kit aveva
sottolineato che Batgirl avrebbe incluso il criminale di
BatmanCarmine Falcone, ipotizzando che Brendan Fraser (Doom Patrol) potesse
interpretare il ruolo. Sembra che Fraser sarà invece Firefly, villain
del film Batgirl. Nonostante ciò, la presenza
di Carmine Falcone in Batgirl è molto
probabile. E dal momento che Falcone è un gangster,
avrebbe senso se il nuovo amante di Barbara fosse suo
figlio, il malvagio mafioso Alberto Falcone.
Attualmente sono solo supposizioni:
per ora HBO Max non ha rivelato molto della trama
di Batgirl. C’è da dire che i personaggi di
Barbara e Alberto sono molto simili a livello
psicologico e familiare: sono guardati dall’alto in basso dai loro
genitori e oscurati dai loro fratelli maggiori. Tra i due potrebbe
nascere facilmente un legame sul piano emotivo…
Batgirl: il personaggio
L’identità di
Batgirl include tutta una serie di personaggi
apparsi nei fumetti della DC Comics nei panni
della controparte femminile di Batman. La prima
Batgirl risale al 1961: è Bette Kane in
Batman n.139. Barbara Gordon è forse il
personaggio più noto per aver assunto il mantello
dell’eroina. Ha fatto il suo debutto nel 1961 e nel 1966 la
sua prima apparizione live-action nella serie televisiva
Batman di Adam West. Più tardi,
Alicia Silverstone ha
portato Barbara sul grande schermo per la prima volta
nel 1997 con il film di Joel SchumacherBatman & Robin. Un
film da solista di Batgirl su Barbara
Gordon è in lavorazione alla HBO Max.
Dopo l’uscita americana finalmente
arriva la conferma di Dune
2, l’atteso sequel del film presentato al
Festival di Venezia quest’anno. Ad
annunciarlo sono stati Legendary Pictures, la Warner Bros. Pictures
e Timothée Chalamet attraverso i profili social.
Sul profilo della Warner Bros. lo studios ha comunicato che
il film ha già un’uscita in sala che sarà quella del 20
ottobre 2023 e il sequel sarò un’esclusiva
cinematografica.
Ecco le parole del regista
rilasciate a
Deadline: “Ho appena ricevuto la notizia da Legendary che
stiamo ufficialmente andando avanti con Dune:
Part Two. Era un mio sogno adattare Dune
di Frank Herbert , e devo ringraziare
i fan, il cast e la troupe, Legendary e Warner Bros. per aver
supportato questo sogno. Questo è solo l’inizio.”
This is only the beginning…
Thank you to those who have experienced @dunemovie
so far, and those who are going in the days and weeks ahead. We’re
excited to continue the journey! pic.twitter.com/mZj68Hnm0A
Dune ha superato le previsioni
sulle sue proiezioni nazionali lo scorso fine settimana, aprendo a
$ 41 milioni. Dirigendoci verso il fine settimana avevamo
sentito che Dune aveva circa 12 milioni di
dollari in prevendita dei biglietti; più di qualsiasi altro film
evento durante la pandemia. L’uscita è stata ulteriormente
rafforzata dal Canada, che ha aggiunto l’11% delle vendite
nazionali dei biglietti per il fine settimana. Tutto questo va a
sommarsi ai 223,2 milioni di dollari raccolti fino ad ora World
Wide.
Per quanto riguarda le sue
prestazioni su HBO Max, mentre WarnerMedia non ha riportato alcun
dato, Samba TV – che misura il numero di spettatori in streaming in
3 milioni di famiglie statunitensi – ha riferito che 1,9 milioni di
famiglie di Smart TV hanno
guardato Dune di Villeneuve durante
il fine settimana. Tra i titoli cinematografici/HBO Max misurati da
Samba TV, questo è il sesto miglior debutto del fine settimana di
un titolo di giorno e giorno Warner Bros/HBO Max, con
Mortal Kombat ancora in cima alla lista con 3,8
milioni.
Il regista Jon Favreau è
oggi noto per essere particolarmente legato alla Disney, per la
quale ha diretto film come Iron Man, Il libro della
giungla, Il re leone e ha
ideato la serie The Mandalorian. Da sempre impegnato in
progetti dal grande budget e grande amante della fantascienza, egli
si cimentò per la prima volta con questo genere con il suo terzo
lungometraggio, Zathura – Un’avventura
spaziale (qui la recensione), diretto nel
2005. Scritto da David Koepp e John
Kamps, il film è l’adattamento cinematografico
dell’omonimo romanzo per bambini del 2002 scritto da Chris
Van Allsburg, già celebre come autore di
Jumanji.
Zathura, infatti, è stato
concepito come uno spin-off a sé stante del
film Jumanji del 1995 con Robin
Williams. Pur non presentando nessuna menzione agli
eventi di quella pellicola, questo nuovo film ne condivide gran
parte delle dinamiche, ambientando però il tutto nello spazio
anziché nella giungla. E proprio nella messa in scena di tale
contesto si ritrovano gli elementi di maggior interesse, con
Favreau che impose di poter utilizzare quanti più effetti speciali
pratici possibile, evitando dunque di ricorrere in modo massiccio
alla CGI. Pur se apprezzato dalla critica, il film non fu un buon
successo economico al box office.
Per via della grande presenza di
opere di fantascienza per ragazzi presenti al cinema in quel
periodo, Zathura finì con il passare in sordina. Si tratta
però di un film tutto da riscoprire, che offre intrattenimento ma
anche molte emozioni e sorprese. Prima di intraprendere una visione
del film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel
proprio catalogo.
Zathura – Un’avventura spaziale: la trama del film
Protagonisti del film sono i due
fratelli Walter e Danny,
rispettivamente di 10 e 7 anni. I due non vanno assolutamente
d’accordo, né tra di loro né con la sorella adolescente
Lisa. Quando il padre parte per un viaggio di
lavoro affidandoli proprio a quest’ultima, i due fratelli si
dimostrano naturalmente scontenti dalla cosa. Dopo l’ennesimo
battibecco, i due iniziano a nascondersi per la casa, capitando per
caso in un buio e pauroso scantinato di cui non erano a conoscenza.
Qui Danny scopre un vecchio e mal ridotto gioco da tavolo in
metallo, il cui nome è Zathura. Dopo aver tentato invano
di convincere il fratello a giocarci insieme, Danny decide di
provarlo da solo.
Fin dalla prima mossa, il ragazzino
si rende conto di avere tra le mani un gioco tutt’altro che
ordinario. Infatti, la sua pedina a forma di astronave si sposta da
sola e quando finisce su una casella estrae automaticamente una
carta su cui si legge: “Pioggia di meteore, evacuazione
immediata“. Un istante dopo, la casa viene tempestata di
meteore infuocate, un evento apparentemente impossibile che non fa
che generare in loro un profondo timore per quel gioco. Ben presto,
i due fratelli si aggorgeranno di essere stati scaraventati con
tutta la casa nello spazio, di non essere soli e di dover terminare
il gioco sani e salvi per poter tornare alla loro normalità.
Zathura – Un’avventura spaziale: il cast del film
Ad interpretare il ruolo del
fratello maggiore, Walter, vi è l’attore Josh
Hutcherson, noto anche per i film Viaggio al
centro della terra, Viaggio nell’isola
misteriosa e la saga di Hunger Games, dove ha
interpretato Peeta Mellark. Accanto a lui, nel ruolo di suo
fratello Danny, vi è invece Jonah Bobo, qui al suo
primo ruolo di rilievo per il cinema. L’attore, il quale aveva
circa otto anni al momento delle riprese, si trovò a perdere ben 4
denti da latte nel corso di queste, costringendo i truccatori a
preparargli una speciale dentiera che nascondesse la mancanza. Nel
ruolo del loro padre, invece, si ritrova il premio Oscar
Tim Robbins, celebre per film come Le ali
della libertà e Mystic River.
Ad interpretare la sorella
adolescente Lisa vi è invece Kristen
Stewart, qui a tre anni di distanza dalla grande
popolarità poi ottenuta con Twilight. Per lei recitare
in Zathura fu un’esperienza particolarmente strana,
specialmente per il trovarsi di fronte ad una replica a grandezza
naturale di sé stessa per le scene in cui rimane congelata. Diversi
ammiratori hanno in seguito cercato di acquistare tale replica,
cosa che non ha fatto che contribuire ulteriormente
all’inquietudine provata dall’attrice. Nel film compaiono poi
Dax Shepard nel ruolo dell’Astronauta e
Derek Mears come Capo degli Zorgon. A dare la voce
al robot principale del film è invece Frank Oz,
noto per aver dato voce a Yoda in Star
Wars.
Zathura – Un’avventura spaziale: il
trailer e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Zathura – Un’avventura spaziale grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Google Play e Apple iTunes. Per
vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà
noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale.
Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della
qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo
di martedì 26 ottobre alle ore
21:10 sul canale Paramount Channel.
L’Enigmista è uno
dei personaggi più iconici di Batman; in qualità di personaggio, ha
debuttato durante la Golden Age dei supereroi,
diventando alla fine parte della rogues’ gallery del
Caped Crusader e cementando il suo posto
nel pantheon dei grandi supercattivi DC.
L’ormai iconica performance di
Jim Carrey in Batman Forever del 1995 ha reso memorabile la
figura dell’Enigmista. Tuttavia, il personaggio è rimasto
largamente assente dagli adattamenti del Cavaliere Oscuro sul
grande schermo, almeno fino a The Batman del 2022. E anche se gode di un
considerevole riconoscimento mainstream, vi sono numerose curiosità
sull‘Enigmista che rimangono note solo ai più
fedeli fan dei fumetti.
Ha debuttato durante la Golden
Age
Come molti dei più famosi
villain di Batman, l’Enigmista ha fatto
il suo debutto durante la Golden Age dei fumetti.
Apparve per la prima volta nell’ottobre 1948 sulle pagine di
Detective Comics #140. Nato Edward
Nigma, l’Enigmista iniziò la sua carriera
criminale da bambino dopo che un insegnante annunciò una gara di
puzzle, e lui imbrogliò per vincere.
Nel suo debutto,
l’Enigmista commette svariati crimini elaborati,
tra cui l’inondazione di una banca e il furto di una statua di mais
gigante. Lascia sempre degli enigmi per indicare le traversie
successive, e mentre Batman è ancora intento a risolvere i primi
due, ne impedisce già la risoluzione terzo.
L’Enigmista apparentemente muore alla fine della
storyline, anche se Batman ne dubita.
È il villain più razionale di
Batman
Batman
fa la conoscenza di una moltitudine di cattivi interessanti nei
fumetti. Da Joker a Due Facce,
questi antagonisti sono tra i più memorabili e spaventosi dei
fumetti americani.
Una cosa che caratterizza questo
lotto è la follia che tutti sembrano condividere. Tuttavia,
l’Enigmista è una delle poche eccezioni: infatti,
spesso mostra una razionalità che nessuno degli altri ha. Per
esempio, durante l’ormai iconica storyline No Man’s
Land, l’Enigmista è l’unico cattivo che sceglie di fuggire
da Gotham City, anticipando l’illegalità che
prenderà il sopravvento. L’Enigmista può essere
ossessivo, ma non condivide lo stesso desiderio di caos che guida i
suoi compagni.
Viene chiamato con diversi
nomi
Il nome
dell’Enigmista e la sua storia differiscono a
seconda dell’autore. La sua identità più nota è Edward
Nigma, a volte scritto come “Nygma“. In
altri casi, il suo nome completo sembra essere Edward E.
Nigma, anche se alcuni si riferiscono a lui semplicemente
come E. Nigma.
Alcuni autori sostengono che
Nigma sia una falsa identità e danno
all’Enigmista il nome Edward
Nashton. In queste storie, Edward cambia legalmente il suo
cognome in Nigma, diventando così un vero e proprio e-nigma.
Batman Forever e la serie tv Gotham danno a Edward l’identità
Nygma, mentre il prossimo The Batman ha scelto il cognome
Nashton.
Ha subito abusi da bambino
Edward ha
avuto un’infanzia travagliata; h subito gravi abusi fisici ed
emotivi per mano di suo padre, guidati dall’insicurezza del padre e
dall’invidia del superiore intelletto del figlio. Dopo che suo
padre lo accusò di barare per vincere, Edward sviluppò un bisogno
compulsivo di dire la verità, che alla fine si manifestò sotto
forma di indovinelli.
In diverse storie, gli autori
suggeriscono che la follia criminale di Edward è iniziata per il
suo desiderio di sfuggire all’anonimato che ha sofferto da bambino.
Ha anche il bisogno di dimostrare la sua superiorità agli altri e
lo fa ponendo enigmi che solo lui può risolvere. Essendo il miglior
detective del mondo, Batman non ha problemi a risolvere questi
enigmi, giustificando l’ossessione dell’Enigmista
di batterlo.
Ha frequentato l’ambiente
circense
Molti personaggi dei
fumetti hanno profondi legami con l’ambiente circense. I fan dei
fumetti sanno che Dick Grayson ha lavorato al
circo di Haly, e Occhio di Falco si scontra spesso con il
famigerato Cirque du Nuit.
Anche l’Enigmista
ha sperimentato questa vita quando vi ha aperto uno stand che
presentava al pubblico un sinistro puzzle. Il vincitore avrebbe
ricevuto una grande somma di denaro da Edward, mentre il perdente
avrebbe invece dovuto pagare. Edward manipolò l’azione, vincendo
ogni volta e guadagnando notevoli somme di denaro. Alla fine,
divenne insoddisfatto dei suoi guadagni e decise di sfruttare il
suo intelletto nel mondo criminale.
Una volta aiutò Batman a risolvere
i crimini
L’Enigmista
sopravvisse al suo primo incontro con Batman, riprendendo successivamente la corsa
al crimine. Tuttavia, non passò molto tempo prima che il
Caped Crusader lo catturasse, mandandolo in
prigione. Edward uscì in libertà vigilata e decise di reclamare
l’attenzione di
Batman aiutandolo a risolvere i crimini.
La collaborazione non durò molto
perché l’Enigmista iniziò a prendersi gioco di
Batman e Robin facendo
credere loro che aveva ripreso i suoi affari loschi. Tuttavia, si
arrivava sempre a scoprire che aveva in realtà comprato o ereditato
gli oggetti di valore che Batman lo accusava di aver rubato. Batman
alla fine sconfisse di nuovo l’Enigmista,
rimandandolo in prigione.
Ha usato un pozzo di Lazzaro
Molti fan considerano
Hush uno dei migliori archi di fumetti di Batman degli ultimi anni. In effetti, la
storyline presenta camei di molti altri villain e segue una
narrazione avvincente che la colloca tra le opere del Cavaliere
Oscuro più indimenticabili del nuovo millennio.
L’Enigmista è uno degli antagonisti
centrali di Hush. Durante la storyline, usa uno
dei pozzi di Lazzaro di R’as al Ghul per curare il
suo cancro. Gli effetti del pozzo gli causarono malesseri psicotici
che lo indussero a rimanere fermo, periodo durante il quale riuscì
a dedurre quale fosse l’identità di Batman e a scoprire il mandato di
Jason Todd come Robin. L’uso da parte
dell’Enigmista del pozzo di Lazzaro senza il
consenso di R’as diventerà una minaccia significativa per il
personaggio nelle storyline future, impedendogli di rivelare al
mondo il segreto di Batman.
Hush e Poison Ivy lo hanno
pesantemente picchiato
All’indomani di Hush,
l’Enigmista è diventato un obiettivo primario per
più parti. Hush stesso lo ha trovato e lo ha picchiato fino quasi
alla morte, spingendo Riddler a cercare la protezione del Joker. Il
Clown Principe del Crimine viene infine sconfitto
dagli sforzi combinati di Hush e Prometheus, rendendo
l’Enigmista un fuggitivo ancora una volta.
Durante la narrazione di
Low, l’Enigmista cerca la protezione di
Poison Ivy. Tuttavia, lei lo respinge crudelmente,
umiliandolo nel processo. Infuriato, l’Enigmista cerca di
sconfinggerla in un combattimento corpo a corpo, ma lei lo batte
facilmente, aumentando ulteriormente la sua umiliazione.
Entrò in coma dopo aver combattuto
il Cavaliere Splendente
Dopo aver trascorso un po’
di tempo senza una casa, l’Enigmista alla fine
recupera le sue capacità deduttive e riveste i panni di villain
durante nel corso di Crisi Infinita.
Fugge dal manicomio di Arkham insieme a diversi
altri criminali prima di unirsi all’attacco della Società
Metropolis. Il Cavaliere Splendente lo
sconfigge facilmente colpendolo alla testa con la sua mazza durante
la battaglia.
L’Enigmista passa
l’anno seguente in coma. Si risveglia, soffrendo di una grave
perdita di memoria e senza la sua compulsione per gli indovinelli.
Tuttavia, mantiene il suo intelletto e il suo ego massiccio, anche
se sembra finalmente libero dalle sue tendenze criminali e diventa
un investigatore privato.
La guerra degli scherzi e degli
enigmi
DC
Rebirth
reintroduce l‘Enigmista
durante la storylineI Am Bane
prima di giocare un ruolo di primo piano in
The War of Jokes and Riddles.
Dopo aver scoperto che Joker ha perso il suo senso dell’umorismo,
l’Enigmista orchestra una guerra tra loro per aiutarlo a
recuperarlo.
Diversi cattivi si uniscono al
conflitto, tra cui Due Facce, Poison Ivy,
Clayface e lo Spaventapasseri.
Batman si schiera con l’Enigmista e
mira a fermare la banda di Joker. Alla fine del conflitto, Batman perde brevemente il controllo e
considera di uccidere l’Enigmista a causa dei
danni che ha causato. Tuttavia, Joker lo ferma all’ultimo minuto,
implementando la sua rivalità con Batman dopo aver recuperato il suo senso
dell’umorismo.
Netflix ha diffuso il trailer ufficiale di
The
Unforgivable, il nuovo film originale con protagonista
Sandra Bullock. Diretto da Nora
Fingscheidt e scritto da Peter Craig,Hillary Seitz e Courtenay
Miles, il film vede protagonisti anche Vincent D’Onofrio,
Jon Bernthal, Richard Thomas, Linda Emond, Aisling Franciosi,
Rob Morgan, Emma Nelson, Will Pullen, Thomas Guiry e
Viola Davis. The
Unforgivable è prodotto da
Graham King, Sandra Bullock e Veronica Ferres.
In The
UnforgivableRuth Slater
(Bullock) esce di prigione dopo una condanna per un crimine
violento e si reinserisce in una società che si rifiuta di
perdonare il suo passato. Mentre affronta giudizi negativi nei
luoghi dove un tempo si sentiva a casa, si rende conto di avere
un’unica speranza di redimersi: ritrovare la sorella più piccola
che suo malgrado aveva abbandonato.
Austin Butler è
conosciuto soprattutto per il proprio ruolo come il bello della
giovane Carrie Bradshaw in The Carrie Diaries, e come
il compagno di
Vanessa Hudgens. Oltre ad essere l’idolo di più di una
generazione di ragazzine, egli è però anche un attore
particolarmente valido e con una carriera in continua ascesa.
Ecco dieci curiosità su
Austin Butler.
Austin Butler: i suoi film e le
serie TV
1. Ha recitato in diversi
noti film. Il debutto cinematografico avviene per Butler
nel 2009 con il film Alieni in soffitta. Successivamente
recita in My Uncle Rafael (2012), The Intruders
(2015) e Yoga Hosers – Guerriere per sbaglio (2016), con
Lily-Rose Depp. Successivamente è nel cast di
I morti non muoiono
(2019) con Bill Murray, e
in C’era una volta… a
Hollywood (2019), di Quentin
Tarantino, recitando nei panni di Tex Watson.
2. È noto anche per celebri
serie TV. Negli anni, oltre al cinema, Butler si è
dedicato molto anche ad alcuni progetti televisivi di successo. Il
primo ruolo fisso è arrivato nel 2005 con la serie Ned – Scuola
di sopravvivenza. Successivamente ottiene il ruolo di Toby in
due episodio della serie Hannah Montana (2006). La
consacrazione arriva però grazie a Zoey 101, dove per
dieci episodi ha interpretato James Garrett. In seguito ha recitato
nelle serie Ruby & the Rockits (2009), Life
Unexpected (2010-2011), Switched at Birth (2011-2012)
e The Carrie Diaries, dove recita dal 2013 al 2014. Nel
2014 appare nella serie tv Arrow nei panni
di Chase, mentre dal 2016 al 2017 è nel cast di The
Shannara Chronicles con il personaggio di Wil Ohmsford.
Attualmente è impegnato nelle riprese della miniserie Masters
of the Air.
Austin Butler sarà Elvis Presley
3. Interpreterà il celebre
cantante. Negli ultimi anni i biopic dedicati a leggende
della musica sono diventati sempre più popolari e dopo Bohemian
Rapsody, Rocketman e Stardust, è ora il turno di
Elvis Presley di essere raccontato sul grande
schermo. Austin Butler interpreterà infatti il celebre cantante in
un film ancora senza titolo ufficiale, diretto da Baz
Luhrmann, regista noto per Mouline Rouge e
Il grande Gatsby. Nel film, Butler
reciterà accanto al premio Oscar Tom Hanks, il
quale ricoprirà il ruolo del colonnello Tom Parker, manager di
Elvis.
Austin Butler in Zoey 101
4. Quello nella serie è
stato uno dei primi ruoli a renderlo celebre. Nella
popolare serie Zoey 101, trasmessa su Nickelodeon e
destinata ad un pubblico di ragazzi, Butler ha interpretato nel
corso di nove episodi della quarta stagione il personaggio di James
Garrett. Grazie a questo egli ha conosciuto ulteriore popolarità,
affermandosi presso un pubblico sempre più vasto. Butler, in
realtà, era già brevemente comparso nell’undicesimo episodio della
terza stagione con un personaggio di nome Danifer. Egli è dunque
stato l’unico attore ad interpretare due differenti ruoli in tutta
la serie.
Austin Butler e Lily-Rose Depp
5. È stato fotografato
insieme alla nota attrice. Nell’agosto del 2021 sono
inziate a circolare le voci circa una presunta relazione tra
l’attore e Lily-Rose Depp,
la figlia di Johnny Depp,
oggi anche lei attrice. I due, infatti, sono stati fotografati
insieme mentre cenavano e mentre si scambiavano alcuni baci. Ad
oggi né i due diretti interessati né persone a loro vicine hanno
rilasciato dichiarazioni a riguardo, ma sembrerebbe proprio un
amore tra i due sia una realtà non poi così assurda.
Vanessa Hudgens e Austin
Butler
6. Austin Butler e Vanessa
Hudges si sono conosciuti anel 2005, sul set di High School
Musical. Al tempo del musical di Disney Channel,
Vanessa aveva una relazione con Zac Efron, ma a
quanto pare lei e Butler sono stati amici per parecchio tempo prima
di diventare una coppia. È stato nel settembre 2011, infine, che i
media hanno cominciato a speculare sulla loro relazione, dopo che
Butler fu visto lasciare la casa della Hudgens. Nello stesso mese,
la rivista People li fotografò insieme, che
dividevano un milkshake, si tenevano la mano e si baciavano. I due
hanno poi confermato la loro relazione, durata fino al 2020.
7. La performance di Vanessa
Hudgens in Grease Live lo ha commosso. Poche
ore prima dello spettacolo teatrale, purtroppo, il padre di Vanessa
Hudgens era deceduto a causa di una malattia. L’attrice ringraziò i
fan per il loro sostegno e si presentò sul palco, recitando lo
spettacolo in onore del padre. Austin Butler fu molto commosso
dalla performance di Vanessa, e decise di farle i complimenti su
Twitter per la sua fantastica interpretazione di Rizzo, affermando
che la sua interpretazione di “Worst Things” lo aveva
fatto piangere.
8. Si credeva fossero pronti
a sposarsi. Nel 2017, Vanessa Hudgens è apparsa in una
foto su Instagram nella quale sembra indossare un anello di
fidanzamento. Chiaramente tutti i fan hanno perso la testa, ma
Vanessa ha poi precisato su Twitter che lei è Austin Butler non
sono fidanzati, e che la fotografia era stata postata non per
mostrare l’anello, ma il taglio di capelli. Inoltre, ha aggiunto in
un’intervista, non sente la pressione di doversi sposare con il
compagno. Le possibilità di un matrimonio tra i due sono poi
sfumate con la loro separazione nel 2020.
Austin Butler è su Instagram
9. Ha un account sul social
network. L’attore è presente su Instagram con un proprio
account verificato. All’interno di questo Jackson vanta oltre 1,9
milioni di follower, ed è solito pubblicare post di vario genere.
Questi ad oggi sono circa 30 e spaziano da momenti di svago in
compagna di amici o della sua famiglia sino alla promozione dei
suoi progetti cinematografici e televisivi. Seguendo il suo
profilo, dunque, si potrà essere sempre aggiornati sulle sue
attività.
Austin Butler: età e altezza dell’attore
10. Austin Butler è nato il
17 agosto del 1991 a Anaheim, in California, Stati Uniti.
L’attore è alto complessivamente 1.83 metri.
La fotografia tradizionale è stata
da sempre il nostro porta-ricordi in quanto eravamo soliti
immortalare frammenti importanti di vita quotidiana ma, come
qualsivoglia cosa, ha anch’essa i suoi limiti in termini di
dettagli, colori e brillantezza. Col tempo, però, la tecnologia è
avanzata e con essa è migliorato il rapporto tra la qualità e
quantità delle stampe, persino di quelle fotografiche.
Di fatto, non è un caso che si
senta parlare sempre più di frequente della stampa
digitale, tecnica innovativa ed efficace che garantisce
risultati mirabolanti. Tramite questo nuovo modo di concepire la
stampa è possibile utilizzare foto digitali in
molteplici occasioni. Certo, le nostre foto dovranno
necessariamente essere di ottima qualità: non parliamo di foto
scattate dai candidati all’ASC
Awars ma comunque dovremo prestare la giusta attenzione alla
qualità degli scatti.
Cos’è la stampa
digitale
La
stampa digitale è un particolare quanto
rivoluzionario strumento che sfrutta le potenzialità dei software
creati ad hoc per garantire esiti ottimali, nonché tecnologie
potenti che consentono l’invio di file digitali da qualsiasi device
elettronico (pc, tablet o smartphone) alla stampante. Sul mercato
abbiamo
numerosi dispositivi che ci consentono di ottenere risultati più
che soddisfacenti. I file da inoltrare devono possedere a loro
volta formati come PDF, TIFF oppure JPG. Una volta deciso il
formato, si procede dunque con l’invio e successivamente con la
stampa su svariati materiali, tra i quali annoveriamo la carta, il
cartone, la tela, pannelli rigidi, tessuti e tanto altro.
Il successo della stampa digitale
non risiede soltanto nel software ma anche nell’uso di un
inchiostro di qualità che viene impresso sul supporto da stampare
senza sbavature e, altra caratteristica importante di questo
strumento pazzesco, è la facile adattabilità per basse
tirature.
Idee per stampare foto
digitali
La stampa di
foto digitali è possibile anche per immortalare i nostri
ricordi su ogni tipo di supporto e superficie, in ogni modo
possibile e immaginabile. Quindi se pensi a un regalo che possa
suscitare una certa emozione in un nostro affetto, puoi scegliere
“l’abito” perfetto sul quale realizzare la foto. Poster, mousepad,
phototeller, rikorda box, stampa vintage, kit foto adesive sono
soltanto alcune delle ideestampe
fotodigitali.
I vantaggi della stampa
digitale
La stampa digitale
online è un espediente eccezionale per le caratteristiche
che lo contraddistinguono e i vantaggi in termini di tempo,
materiale ed economico ma ad alta qualità. Con essa, anzitutto, è
possibile elaborare opuscoli, brochure, cartoline, depliant e così
via e con qualsiasi materiale: infatti, la sua adattabilità
permette di lavorare su supporti rigidi (legno, alluminio o
plexiglass) o morbidi come tela o pvc. Tra l’altro consente la
produzione di locandine, poster e striscioni grazie alla capacità
di curare in modo attento e definito dettagli, colori e
grafica.
Manodopera a basso contenuto
economico, pratica e semplificata rispetto alla stampa tipografica
standard, aspetti che si coniugano con tempi relativamente rapidi
di fabbricazione e la possibilità di realizzare anche lavori
last-minute eseguiti in modo definito e dettagliato, consentendo
anche di ricorrere ad eventuali correzioni o modifiche in real
time. Inoltre la stampa digitale non concerne l’allestimento di
lastre e motrici, la composizione del macchinario e l’avvio dei
tempi.
Di conseguenza si crea un rapporto
intimo e di fiducia tra il cliente e la stampa digitale online, in
quanto permette la personalizzazione dell’oggetto desiderato da
regalare magari alla dolce metà o sfoggiare in un’occasione
particolare.
Riassumendo, le principali qualità
della stampa digitale online sono:
basso costo;
non contempla la preparazione di lastre (o matrici), il
montaggio della macchina e i tempi d’avvio;
tempi rapidi di produzione del materiale;
possibilità di realizzare lavori last-minute;
praticità e uso semplificato del macchinario;
garantisce una lavorazione più definita nei minimi
particolari;
qualità assicurata;
consente correzioni o modifiche in tempo reale e la
personalizzazione del prodotto.
“È
stata la mano di Dio è il mio film più importante e
doloroso e sono felice che tutto questo dolore oggi sia approdato
alla gioia”, dice il regista Paolo Sorrentino
dopo la notizia della scelta del suo film per rappresentare
l’Italia agli Oscar. “
Quello di oggi è solo il primo
passo e il bello di questa gara è che l’unica competizione al mondo
in cui arrivare già tra i primi cinque è una vittoria”,
prosegue.
“Sono felice che il film sia stato selezionato.
Ringrazio di cuore la commissione dell’Anica, che ha scelto il mio
tra tanti bei film. Ringrazio The Apartment, Fremantle e Netflix per avermi sostenuto. W il cinema
italiano”
La commissione di selezione,
istituita presso l’Anica su richiesta dell’Academy, riunita oggi ha
deciso che il film di Sorrentino, già premiato a Venezia, dove è
stato presentato in anteprima mondiale, rappresenterà l’Italia
nella corsa alla nomination agli Oscar 2022 per la
categoria Miglior film in lingua non inglese.
Sarà l’anteprima
internazionale di Sing
2 – Sempre più forte ad aprire
il 26 novembre 2021 il 39° Torino Film Festival. Scritto e diretto
nuovamente da Garth Jennings (Guida galattica
per autostoppisti, 2005; Son of Rambow – Il figlio di
Rambo, 2007; Sing, 2016) Sing 2 è una
coloratissima commedia musicale d’animazione, sequel dell’omonimo
film di successo, Sing, che vedeva un gruppo di animali
organizzare una gara canora così da riportare il Moon Theatre al
suo vecchio splendore e salvarlo dalla chiusura.
Garth Jennings sarà a
Torino a presentare l’anteprima internazionale del film. “Come
nelle favole morali di Esopo e nella grande letteratura di tutti i
tempi – dichiara il direttore del Torino Film Festival
Stefano Francia di Celle– gli animali del
genio di Garth Jennings scavano nelle profondità psicologiche dei
tipi umani esaltando e stigmatizzando tutte le sfumature
dell’animo. Permettendo agli spettatori di tutte le età di
immedesimarsi nella travolgente sfida per smarcarsi dalla
mediocrità e saper esprimere il proprio talento in modo libero e
creativo. Un perfetto inizio per il nostro TFF che vuole spronare
la creatività dei giovani, degli autori indipendenti e di chi è
alla ricerca di una sua identità artistica”.
“Finalmente il
Torino Film Festival torna nelle sale e inaugurarecon un
film come Sing 2 è un bel modo di festeggiare, dopo
l’edizione solo online dello scorso anno – sottolineano
Enzo Ghigo e Domenico De Gaetano,
rispettivamente presidente e direttore del Museo Nazionale del
Cinema. Saràbellovedere l’entusiasmo del
pubblico e degli addetti ai lavori, che sapranno farsi trasportare
dalla travolgente allegria e simpatia dei protagonisti di questa
spumeggiante commedia musicale d’animazione”.
“Dopo aver
finito Sing 2 – racconta Garth
Jennings, regista del film – mi rendo conto che le
nostre ambizioni per il film sono sempre state molto allineate con
quelle del nostro amato protagonista Buster Moon: raggiungere le
stelle e dare al pubblico la più meravigliosa, la più strabiliante
e più sentita celebrazione del cinema e della musica possibile. Non
potremmo essere più orgogliosi del nostro film e siamo tutti felici
di portare Sing 2 al Torino Film Festival.”
In Sing
2 – Sempre più forte i
protagonisti dovranno abbandonare il Moon Theatre per esibirsi sul
palco di una grande città. Il film segue sempre le imprese del
koala Buster Moon e del suo cast, che ora deve concentrarsi sul
debutto di un nuovo spettacolo al Crystal Tower Theatre nella
luccicante Redshore City. I protagonisti dovranno anche
intraprendere una missione per trovare la leggenda del rock Clay
Calloway e convincerlo a tornare sul palco. Riusciranno i
personaggi di Sing
2 – Sempre più forte a
tirarlo fuori dal suo isolamento? A prestare la voce ai personaggi
del film sarà un cast davvero stellare, sia nella versione
originale che in quella doppiata, entrambe proposte al Torino Film
Festival.
Nella versione originale
il koala Buster è interpretato dal vincitore Oscar Matthew McConaughey, Reese Witherspoon presta la sua voce alla
maialina Rosita, Scarlett Johansson alla porcospina rocker
Ash, mentre il
serioso gorilla Johnny avrà la voce di Taron
Egerton, il timido elefante Meena quella di
Tory Kelly, il provocatorio
porcellino Gunter di Nick Kroll. A interpretare la
leggenda del rock, il leone Clay Calloway sarà invece Bono.
Il cast delle voci
italiane è composto dal comico e attore Frank
Matano, incredibilmente talentuoso proprio come il
personaggio a cui presterà la voce, il brillante Darius! Nel cast
anche due giovani talenti, Jenny De Nucci, stella
in ascesa, attrice, content creator, adorata dal pubblico giovane e
meno giovane. Lei doppierà Porsha, una trendsetter, ballerina e
cantante che non vede l’ora di brillare sul palco del nuovo
spettacolo ideato da Buster Moon.
Valentina
Vernia, TikTok star e ballerina, proprio come il
personaggio a cui presterà la voce, ha conquistato il cuore dei più
giovani dopo aver partecipato al talent AMICI. Valentina AKA Banana
sarà la voce della strepitosa Nooshy che farà anche da coach a
Johnny. A completare gli assi dei doppiatori ci sarà anche
Zucchero “Sugar” Fornaciari, una delle voci
italiane più celebri e riconoscibili nel mondo, che riflette
perfettamente il personaggio a cui andrà a prestare la voce,
l’iconica rock star Clay Calloway. Prodotto da Illumination
Entertainment Sing 2 uscirà nelle sale italiane il 23
dicembre 2021 distribuito da Universal Pictures International
Italy.
Considerato da sempre come un sex
symbol, il piccolo Zac Efron di High School
Musical, negli anni, di strada ne ha fatta tanta. Da ragazzo
prodigio di Disney Channel, Zac di recente ha avuto modo di
collaborare con grandi artisti e di esplorare il suo lato
ambientalista, rinnovandosi e distinguendosi continuamente come
interprete di grande talento.
Ecco 10 cose che non sai di
Zac Efron.
Zac Efron: i suoi film e le serie
TV
1. Ha recitato in celebri
film. A partire dal 2007 partecipa al film musical
Hairspray – Grasso è Bello, in cui recita al fianco di
John
Travolta. Negli anni successivi, invece, è la volta di
Me and Orson Welles (2008), High School Musical
3: Senior Year (2008), 17 Again – Ritorno al liceo
(2009), Segui Il Tuo Cuore (2010), Capodanno a New
York (2011), Ho Cercato il tuo
Nome (2012), The Paperboy (2012) Liberal
Arts (2012), A qualsiasi prezzo (2012) e Parkland (2013).
Negli anni successivi si dedica a diversi progetti cinematografici
come Quel momento
imbarazzante (2014), Cattivi vicini (2014),
We Are Your
Friends (2015), Nonno scatenato (2016),
Cattivi vicini 2
(2016), Mike & Dave – Un matrimonio da sballo (2016),
The Disaster
Artist (2017), diretto da James
Franco, Baywatch (2017)
e The Greatest
Showman (2017). Nel 2019 ha interpretato Ted Bundy in Ted
Bundy – Fascino criminale.
2. Ha recitato anche in
diverse opere per la TV. Dopo essere comparso in alcuni
episodi di serie come E.R. – Medici in prima linea (2003)
e Summerland (2004), diventa celebre grazie ai film
High School Musical (2006) e High School Musical
2 (2007). Nel 2020, invece, l’attore è protagonista di una
docu-serie targata Netflix intitolata Zac Efron: con i piedi di per
terra. In questa Efron gira il mondo introducendo lo
spettatore a nuove realtà di vita più pulita e sostenibile. La
serie affronta il problema dell’inquinamento, dell’energia pulita e
dell’alimentazione sana. Egli ha così modo di visitare varie
località come la Sardegna, il Perù, la Francia,
l’Islanda, Londra, Porto Rico e Costa Rica, insieme al fidato
Darin, fa bizzarre esperienze di vita, assaporando cibi esotici,
esplorando culture lontane e imparando davvero cosa vuol dire
vivere in maniera sostenibile.
Zac Efron: oggi
3. Ha numerosi nuovi
progetti in preparazione. Particolarmente prolifico e
instancabile, Efron è attualmente impegnato nella lavorazione di
diversi film, tra cui Gold, L’incendiaria, Three
Man and a Baby e The Greatest Beer Run Ever. L’attore
si sta inoltre dedicato attivamente ad una nuova docu-serie che lo
coinvolgerà sotto più aspetti. Si tratta di Killing Zac
Efron, dove l’attore si avventurerà nelle giungle di un’isola
remota e pericolosa per scolpire il proprio nome nella storia della
spedizione. Efron sarà inoltre anche il produttore esecutivo di
questo progetto.
Zac Efron in High School
Musical
4. È celebre per la
trilogia musical di Disney Channel.High School
Musical racconta della strana storia d’amore tra due ragazzi,
Troy Bolton e Gabriella Montez, legati dalla comune passsione per
il canto. Senza alcun dubbio, High School Musical è il
film musical per ragazzi più famoso della storia di Disney Channel.
Avend raggiunto i teenagers di tutto il mondo, grazie anche alla
sua accattivante colonna sonora, il film si è poi guadagnato ben
due sequel, High School Musical 2 e High School
Musical 3: Senior Year, usciti nelle sale nel 2007 e nel 2008.
Grazie a questi Efron ha potuto dar prova non solo di essere un
attore dotato, ma anche un talentuoso cantante e ballerino.
Zac Efron in Baywatch
5. Si è allenato duramente
per il ruolo. Nel film del 2017 Baywatch,
adattamento dell’omonima serie televisiva, Efron ricopre il ruolo
di Matt Brody, uno dei protagonisti. Per interpretare questo
personaggio, l’attore si è sottoposto ad un lungo e intensivo
allenamento, che lo ha portato ad ottenere un fisico
particolarmente scolpito, che gli ha permesso di non sfigurare
accanto al collega Dwayne Johnson. Il processo di
Efron è stato poi documentato e condiviso periodicamente
dall’attore sul Web.
Zac Efron in The Greatest
Showman
6. Ha recitato nel noto
musical. Nel 2017 Zac Efron partecipa alla realizzazione
del film musical The Greatest
Showman, al fianco di attori come Hugh
Jackman,Michelle
Williams, Zendaya
e Rebecca
Ferguson. Diretto da Michael Gracey,
il film racconta la storia di Phineas T. Barnum, il quale decide di
metter su uno spettacolo di fenomeni da baraccone, ricercando
persone con malformazioni fisiche o talenti straordinari da esibire
nel suo Barnum Circus. Nel film Zac Efron
interpreta Philip Carlyle, giovane ricco di famiglia ma malvisto
per i suoi eccessi, che diventa socio di Barnum e compagno di Anne
Wheeler, un’acrobata eccezionale ma discriminata perché di colore.
Efron ha in seguito dichiarato che il bacio dato a Zendaya in
questo film è il suo preferito tra tutti quelli dati nella sua
carriera da attore.
Zac Efron: chi è la sua
fidanzata
7. È stato fidanzato con una
sua collega di set. Sul set di High School
Musical Efron conosce l’attrice Vanessa
Hudgens, poi distintasi anche in film come Spring
Breakers e Sucker Punch. I due hanno così intrapreso
una relazione nel 2005, divenendo da subito una delle coppie più
chiacchierate e apprezzate dai fan. Tuttavia, nel 2010, hanno
annunciato la loro separazione amichevole, intraprendendo strade di
vita e di lavoro totalmente differenti.
8.Ha avuto
altre celebri relazioni. In seguito Efron ha avuto una
breve relazione con l’attrice Lily Collins a
partire dalla fine del 2011 fino a giugno 2012, annunciando poi la
separazione. I due si sono tuttavia ritrovati a lavorare insieme
nel film Ted Bundy – Fascino criminale, dove interpretano
i due protagonisti. Da settembre 2014 e fino agli inizi del
2016 Efron ha invece avuto una relazione con la modella ed
imprenditrice Sami Miró. Ad oggi non è noto se
l’attore sia impegnato in nuove relazioni sentimentali, essendo lui
divenuto molto riservato a riguardo.
Zac Efron è su Instagram
9. Ha un account personale
sul social network. Nonostante il suo passato da idolo
delle teenager, Zac Efron oggi è una persona completamente diversa.
Molto più autentico e meno concentrato sulla sua immagine, anche la
sua attività social è cambiata. Se si vuole quindi essere sempre
aggiornati sulla sua vita professionale e sulle sue nuove avventure
al cinema o in tv, si può seguire il suo account Instagram ufficiale, il
quale vanta oggi 49,7 milioni di followers e oltre 600 post.
Zac Efron: età, altezza e fisico dell’attore
10. Zac Efron è nato il 18
ottobre 1987 a San Luis Obispo, in California, Stati
Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.73 metri. Efron
è poi noto per il suo fisico particolarmente muscoloso e scolpito.
Negli anni egli ha compiuto notevoli progressi a riguardo,
attirando su di sé molte attenzioni. Sul suo canale YouTube egli è
inoltre solito fornire consigli per gli allenamenti più appropriati
a riguardo.
Con l’arrivo della seconda stagione
di What
If…?, i fan potranno presto assistere a nuovi scenari
alternativi riguardo alcune delle situazioni più note del MCU. E proprio grazie alla continua
evoluzione dell’universo condiviso, le possibilità riguardo tali
versioni alternative sembrano davvero infinite. Screen
Rant ha raccolto 10 possibile storie che i fan amerebbero
vedere nel nuovo ciclo di episodi.
E se… Thor avesse ucciso
Thanos?
Forse, il più grande passo
falso di Thor non è stato mirare alla testa di Thanos alla fine di
Infinity War. Nonostante avesse quasi abbattuto il Titano
Pazzo, Thor è rimasto ad osservare mentre distruggeva metà della
vita nell’universo. Lui e gli altri Vendicatori erano a pezzi,
sapendo che era tutta colpa loro.
Un universo in cui
Thor riesce a uccidere Thanos prima che possa provocare la
Decimazione sembra migliore, ma se in realtà non lo fosse? Doctor Strange non sembrava vedere una tale
possibilità in nessun possibile futuro. Forse i Vendicatori, senza
aver appresso la devastante lezione del vero potere delle Gemme,
proverebbero a usarle per migliorare il loro mondo, soltanto per
provocare comunque il caos con una forza che non sono in grado di
comprendere.
E se… Wanda continuasse a vivere nell’Hex?
Anche confrontandosi con
dei e supergeni, è del tutto possibile che Wanda Maximoff sia il
Vendicatore più forte, specialmente dopo il suo enorme
potenziamento in WandaVision. È stato proprio nella serie che
ha esposto una città al suo grande potere, manipolandola per giorni
prima di abbandonare definitivamente la sua famiglia “immaginaria”
e lasciare liberi tutti.
Ma Wanda avrebbe potuto facilmente
mantenere il suo Hex, costringendo gli abitanti di Westview a
obbedire ad ogni suo capriccio. In poco tempo, la notizia di questa
anomalia sarebbe giunta agli altri Vendicatori. Se non possono far
ragionare Wanda, dovrebbero forse essere costretti a tentare di
rompere l’Hex con la forza. Vedere Wanda confrontarsi con la forza
combinata dei Vendicatori sarebbe senza dubbio elettrizzante.
E se… Captain America non fosse
rimasto intrappolato nei ghiacci?
Steve Rogers ha dimostrato
di essere davvero altruista quando ha fatto schiantare un aereo
dell’Hydra nel ghiaccio per evitare che i suoi vari bersagli
venissero bombardati. In tal modo, ha rinunciato alla sua vita,
svegliandosi solo settant’anni dopo. Ma come sarebbe cambiata la
storia del mondo se questi non avesse mai perso il suo Captain
America?
La presenza di Captain America
altererebbe drasticamente gli eventi del secondo dopoguerra. Non
solo la guerra potrebbe essersi conclusa anticipatamente, ma ci
sarebbe anche la possibilità che altri Super-soldati vengano creati
dal suo sangue. Essere in azione nell’era della Guerra Fredda
darebbe anche a Steve l’opportunità di confrontarsi con il
Guardiano Rosso, cosa che dimostrerebbe finalmente quale dei due è
il vero Super-soldato.
E se… il ragno avesse morso Ned?
Sebbene non sia stato
ancora raccontato nel MCU, uno dei momenti decisivi nella
vita del giovane Peter Parker è quando è stato morso da un ragno
radioattivo, che gli ha dato la capacità di fare “tutto ciò che
un ragno può”. E se il ragno avesse scelto un altro
adolescente da mordere? E se avesse morso Ned?
Questo episodio potrebbe rivelarsi
più divertente nei toni, raccontando di Ned Leeds che si fa strada
per diventare Spider-Man e alla fine deve affrontare la minaccia di
Avvoltoio. Al contrario, senza un “momento alla zio Ben”, forse Ned
non sarebbe altruista con i suoi poteri come lo è Peter, e forse
finirebbe per abbracciare le sue radici fumettistiche più
malvagie.
E se… Bucky diventasse Captain America?
Uno degli argomenti più
controversi del MCU è quello relativo al successore
di Steve Rogers. Anche se molti fan sono stati felici di vedere Sam
Wilson ereditare lo scudo, altri non potevano fare a meno di
pensare che sarebbe dovuto andare a Bucky. Un episodio di What
If…? sarebbe il luogo perfetto per esplorare un tale
evento.
Molte persone amano Bucky, mentre
altre lo odiano. Se fosse diventato Captain America, la cosa
avrebbe di certo scatenato polemiche. Dopotutto, Bucky ha agito
come assassino dell’Hydra per decenni e il pubblico avrebbe di
certo obiettato nei confronti del suo nuovo titolo. Tuttavia,
diversi scheletri nell’armadio del personaggio potrebbe
tranquillamente emergere da tale scenario.
E se… Sylvie avesse ascoltato Loki?
La scelta di Sylvie alla
fine della prima stagione di Loki è una delle decisioni
più importanti mai prese nel MCU. La scelta di uccidere Colui
Che Rimane ha effettivamente frantumato la Sacra linea temporale,
creando il Multiverso che sarà presto esplorato nella Fase 4 del
MCU e oltre. E se Sylvie avesse
ascoltato Loki? Se non avesse ucciso Colui che Rimane?
Questo episodio potrebbe servire
come una sorta di introduzione alla seconda stagione di
Loki, descrivendo ciò che avrebbe potuto essere, con Loki
e Sylvie che ottengono tutto ciò che vogliono grazie al potere di
Colui Che Rimane. Ancora più importante, questo eventuale scenario
darebbe ai fan l’opportunità di capire se il modo di fare le cose
di Loki sarebbe davvero stato migliore.
E se… Shang-Chi diventasse il Mandarino?
Il nuovo eroe del MCU, Shang-Chi, ha dimostrato di
non essere suo padre quando ha interrotto il suo piano per
abbattere il Cancello Oscuro, rivendicando – nel mezzo – anche i
Dieci Anelli del potere. Questo è stato un momento decisivo nella
sua origin story, ma le cose sarebbero potute andare anche
diversamente.
Se Shang-Chi si fosse schierato con
suo padre nella battaglia finale – a condizione che entrambi
fossero sopravvissuti -, Wenwu avrebbe ripreso suo figlio per
addestrarlo alla grandezza. Il piano era sempre che fosse lui a
ereditare i panni di suo padre, con i fan che avrebbero potuto
vederlo nei panni del Mandarino. Quando Wenwu fosse morto, sarebbe
stato compito di Shang-Chi gestire i Dieci Anelli, confrontandosi
con un’eredità ancora più importante.
E se… Odino non si fosse mai pentito?
Sebbene sia spesso
considerato un sovrano benevolo, si scopre che Odino un tempo è
stato un tiranno conquistatore, che ha setacciato i Nove Regni con
sua figlia Hela fino a quando, alla fine, “si è intenerito”,
diventando un re più gentile. Tuttavia, secondo Hela, c’erano più
di Nove Regni da conquistare. E se Odino avesse continuato con le
sue conquiste?
Vedere Odino nel suo periodo
migliore sarebbe di certo un piacere per i fan del MCU, che fino ad oggi hanno visto
solo il lato pacifico del suo carattere. Le sue conquiste al fianco
di Hela porterebbero a un universo molto diverso da quello della
Sacra Linea Temporale, con Odino che magari riesce anche a
completare il suo Guanto dell’Infinito, come d’altronde è stato
accennato in passato.
E se… Cap diventasse presidente?
Capitan America è un’icona nazionale, un
uomo che molti rispettano, motivo per cui sarebbe facile per i fan
immaginarlo mentre si candida come presidente degli Stati Uniti.
L’ottavo episodio della prima stagione di What
If…? ha
effettivamente accennato a questa possibilità durante la battaglia
tra Ultron e l’Osservatore.
Sapere che questo universo esiste è
sufficiente per far venire l’acquolina in bocca ai fan, poiché da
sempre si chiedono come sarebbe un paese guidato da Steve Rogers,
noto per il suo altruismo. In effetti, potrebbe finalmente portare
quella pace tanto necessaria nel mondo. Tuttavia, nuovi nemici
sembrano sempre sorgere per contrastare tale pace. Il presidente
Rogers sarebbe stato in grado di mantenere la stabilità della sua
nazione?
E se… Ant-Man non fosse mai tornato?
Ant-Man ha dimostrato il
suo valore ai Vendicatori quando è tornato dal Regno Quantico e ha
aiutato a dare loro un plus per sconfiggere Thanos. Tuttavia, è
stato solo per un caso fortuito (grazie ad un topo!) che è riuscito
a liberarsi dall’isolamento. E se Scott fosse rimasto intrappolato
per sempre?
Questo episodio potrebbe esplorare
più di un universo post-Decimazione, in cui non c’è davvero alcuna
speranza per la popolazione decimata. I Vendicatori rimarrebbero
nella loro disperazione e, come ha detto Cap, dovrebbero cercare di
“andare avanti”. Tuttavia, la realtà di un evento così catastrofico
– essendo permanente – potrebbe pesare troppo sul cuore di questi
eroi, spingendoli in luoghi oscuri col passare del tempo.
Il franchise dei
Guardiani della Galassia è stato lanciato nel 2014,
grazie al film omonimo attraverso cui il pubblico ha avuto
finalmente la possibilità di conoscere i personaggi di Star-Lord,
Gamora, Drax, Rocket e Groot. Il film di James Gunn è stato un enorme successo e ha
persino concesso ai fan di iniziare a scoprire qualcosa di più a
proposito di Thanos, dopo la sua breve apparizione nella
scena post-credit di
The Avengers.
Nel film, infatti, scopriamo che
Thanos è il grande cattivo per cui sta lavorando Ronan
l’Accusatore, ma il Titano Pazzo si inserisce nella trama anche
grazie alla sua connessione con i personaggi di Gamora e Nebula,
poiché entrambe sono sue figlie adottive. Chiaramente, la
rivelazione dei veri poteri di Thanos è stato tutta riversata per
Avengers:
Infinity War e Avengers: Endgame. Dal momento che la
Marvel sapeva che il Titano Pazzo
era una minaccia incombente che i Vendicatori avrebbero dovuto
affrontare prima o poi, molti pensavano che la sua apparizione in
Guardiani
della Galassia fosse un anticipo della tanto agognata
resa dei conti che avremmo poi visto in futuro.
In realtà, adesso scopriamo che la
presenza di Thanos nel film diGunn è stata dovuta ad una ragione
completamente diversa. Secondo quanto rivelato dal presidente dei
Marvel StudiosKevin Feige nel libro “The Story of Marvel Studios: The Making of the
Marvel Cinematic Universe”,
infatti, la presenza di Thanos era necessaria per “elevare” il
personaggio di Ronan a vero cattivo. Secondo Feige, il Titano Pazzo
poteva essere qualcuno a cui Ronan si opponeva, facendolo sembrare
agli occhi del pubblico ancora più intimidatorio.
“Era per cercare di servire
Ronan nel modo modo migliore”, spiega Feige nel libro (via
Screen Rant). “Abbiamo messo Thanos in quel film in modo
che Ronan potesse dirgli di andare all’inferno, in modo che lui
stesso potesse evolversi come cattivo. Non era un modo per porre le
basi del futuro attacco di Thanos. Stava semplicemente introducendo
la storia di questi nuovi personaggi.”
Lo sviluppo del primo Ant-Man
è stato forse uno dei più lunghi e travagliati rispetto a qualsiasi
altro film del MCU. All’inizio, il regista
Edgar Wright era stato incaricato di
realizzare il film dedicato all’eroe più piccolo della Marvel, ma alcune differenze
creative con lo studio lo hanno poi spinto ad abbandonare il
progetto.
Nel primo film del franchise abbiamo
visto Scott Lang diventare l’eroe titolare dopo essere uscito di
prigione e aver rubato il costume di Ant-Man di Hank Pym. In
realtà, tutto ciò faceva parte di un piano ben preciso di Pym, che
aveva bisogno di qualcuno che lo aiutasse a sconfiggere Darren
Cross, che aveva ricreato la tecnologia delle particelle Pym per
creare il costume di Yellowjacket. Ciò ha portato allo scontro tra
Yellowjacket e Ant-Man, con Lang costretto a diventare subatomico
per sconfiggerlo e perdersi, temporaneamente, all’interno del
pericoloso Regno Quantico, prima di capire come crescere di nuovo e
fuggire in un luogo in cui il tempo e lo spazio funzionano in modo
diverso.
Il Regno Quantico gioca un ruolo importante nella
storia di Ant-Man ed in seguito è diventato una parte sempre più
vitale nella narrativa del MCU. Tuttavia, grazie a
Screen Rant scopriamo adesso che il Regno Quantico non faceva
parte della versione originale del film. L’aneddoto è stato
rivelato nel libro di recente pubbicazione “The Story of Marvel Studios: The Making of the Marvel Cinematic Universe”.
A quanto pare, l’aggiunta del Regno
Quantico è stata qualcosa che Paul Rudd e lo sceneggiatore Adam
McKay hanno portato al primo Ant-Man dopo
l’uscita di scena di Edgar Wright. I due hanno iniziato a lavorare
alla sceneggiatura dopo che Wright e il co-sceneggiatore
Joe Cornish hanno lasciato il progetto. La
conferma dell’assenza del Regno Quantico nella versione di Wright
dimostra quanto sarebbe potuto essere diverso il film nelle mani
del regista di Baby Driver e
Ultima notte a Soho.
Considerando quanto sia diventato
importante il Regno Quantico nel MCU, è strano pensare a cosa
sarebbe potuto succedere se il primo Ant-Man non
l’avesse mai introdotto. In tal caso, anche la trama del viaggio
nel tempo di Avengers: Endgame sarebbe potuta essere completamente
diversa. Forse Tony Stark avrebbe potuto trovare un altro modo per
viaggiare nel tempo, o forse il film avrebbe fatto affidamento
sulla magia per renderlo possibile.
Netflix rilascia oggi le prime immagini di
Inventing
Anna, la nuova serie targata
Shondaland in uscita nel 2022 solo su Netflix.
Composta da 10 episodi della durata di 60 minuti, la serie è
firmata da Shonda Rhimes e la produzione esecutiva
sarà curata da Betsy Beers.
Il cast principale è
formato da Anna Chlumsky (Veep – Vicepresidente
incompetente) nel ruolo della giornalista Vivian, Julia
Garner (Ozark, Dirty John) in quello di Anna Delvey, che
dà il nome alla serie, mentre Katie Lowes (Scandal) è Rachel, una
follower di Anna disposta a tutto; Laverne Cox (Orange Is the New
Black) interpreta Kacy Duke, manager di celebrities e life coach
risucchiata dal vortice di Anna, e Alexis Floyd
(The Bold Type) è Neff, un’aspirante regista.
1 di 4
Inventing Anna, la
trama
Inventing
Anna è la storia di Vivian, una giornalista che indaga sul caso
di Anna Delvey, leggendaria erede tedesca di Instagram che, oltre a
rubare i cuori dei protagonisti della scena sociale di New York,
ruba anche i loro soldi. Anna è la più grande truffatrice di New
York o è semplicemente il nuovo ritratto del sogno americano? In
attesa del processo a suo carico, l’erede forma un oscuro e
divertente legame di amore e odio con Vivian, che sfida il tempo
per risolvere il più grande mistero che affligge New York: chi è
davvero Anna Delvey? La serie si ispira all’articolo di Jessica
Pressler, anche produttrice dello show, How Anna Delvey Tricked New
York’s Party People, pubblicato sul New York Magazine.
Il successo al botteghino di
Dune sembra non essere sufficiente a garantire
una seconda
parte. Il film di Denis Villeneuve, uscito da poche settimane al
cinema, ha conquistato i fan del romanzo di fantascienza di
Frank Herbert, che stanno già reclamando un
sequel. Da parte della Warner Bros, casa di
produzione del film, però non se n’è ancora parlato: a decidere
saranno il distributor e Legendary Pictures.
Il regista Denis
Villeneuve l’ha messo in chiaro fin dall’inizio: il suo
Dune copre solo la prima metà del romanzo
di Herbert, il resto è destinato ad
un secondo film. Anche il CEO di Warner Bros Ann
Sarnoff ha recentemente dichiarato che un
seguito è più che probabile. Purtroppo però, il destino di
Dune: Parte
2 non dipende solo dai numeri al botteghino del primo
film, ma anche dalla
performance su HBO Max. Negli Stati Uniti,
Dune è uscito nelle sale il 21 ottobre e
contemporaneamente è stato rilasciato sulla piattaforma di
streaming. I clienti di HBO Max hanno in questo modo la possibilità
di vedere il film in ”special preview” per 31 giorni.
I risultati ottenuti nei cinema
americani e con lo streaming durante lo scorso weekend sono
promettenti: Dune ha incassato 41 milioni di
dollari negli Stati Uniti e in Canada. Il ricavo è un nuovo record,
il più grande totale ottenuto in soli tre giorni dall’uscita. I
numeri si vanno a sommare al successo che Dune ha già ottenuto a
livello internazionale: 220 milioni di dollari incassati,
un’impresa impressionante nell’era della pandemia.
Si spera che i numeri soddisfino
chi ha veramente voce in capitolo sul sequel di
Dune: i diritti di proprietà cinematografica sono
in mano al distributor e a Legendary Pictures,
co-finanziatori e produttori del film. Per ora, il successo
ottenuto dalla Parte 1 di Dune fa ben sperare
sulla possibilità di una Parte 2. Se il film continua così,
l’annuncio del sequel potrebbe arrivare a momenti.
Dune: trama e cast del film
Sul desertico pianeta
Arrakis si trova la Spezia, sostanza preziosa per una
varietà di motivi. Alla casata Atreides e al suo capo, il
Duca Leto, viene affidato il controllo del pianeta. In
realtà dietro a questo passaggio di controllo si nasconde una
congiura per eliminarlo. Leto ha però un figlio,
Paul, il quale è dotato di particolari poteri che sta
sviluppando con l’aiuto di sua madre Lady Jessica. Non
passa molto tempo che oltre al casato, Paul erediterà il
pericolo di essere eliminato…
Nel libro, l’attore australiano
rivela: “Ricordo che eravamo impegnati con il tour promozionale
di Avengers: Age of Ultron e tutti
parlavano di Captain America: Civil War. Allora
ricordo che iniziai a chiedere a tutti cosa fosse e se, per caso,
lo studio stava lavorando ad una sorta di progetto parallelo o
qualcosa del genere. E tutti continuavano a ripetermi: ‘Captain
America, hai presente? Il suo prossimo film, Civil War’. Allora
cominciai a chiedere se anche Iron Man fosse coinvolto, e tutti mi
dicevano: ‘Sì, ma non c’è solo Iron Man. Ci saranno anche Visione,
Spider-Man’. Quando ho chiesto spiegazioni, la Marvel mi ha risposto: ‘Stai
facendo le tue cose, per questo non ci sei’. Allora ho pensato che
mi avevano fatto fuori.”
Fino al 13esimo film del MCU, il Thor di Chris Hemsworth era già apparso in ben due
film in solitaria, oltre chiaramente ai due film sugli Avengers.
Sia lui che l’Hulk di Mark Ruffalo sono stati soltanto menzionati in
Civil
War, senza mai apparire fisicamente nel film. Entrambi i
personaggi sarebbero poi tornati entrambi per Thor:
Ragnarok del 2017, ma ciò non ha impedito a Hemsworth
di credere che il futuro del suo personaggio fosse in pericolo.
L’assenza di Thor in Civil
War è stata anche oggetto di un divertente
mockumentary in cui lo stesso Hemsworth racconta cosa ha
fatto il suo personaggio durate gli eventi che da Age of
Ultronhanno portato a Civil
War.
Fortunatamente per i fan del Dio del
Tuono, Thor non è stato fatto fuori dal MCU. L’assenza del personaggio in
Civil
War era probabilmente dovuta ai suoi immensi poteri, che
avrebbero forse potuto interferire nel conflitto tra Iron Man e
Captain America, annullando così la necessità di un intero film.
Tuttavia, il successo di Ragnarok
ha cementato il ruolo di Hemsworth come membro vitale del cast del
MCU. L’attore tornerà in Thor: Love
and Thunder in arrivo nel 2022, e con
Taika Waititi ancora una volta al timone, probabilmente non
sarà l’ultima volta che il pubblico vedrà Thor sul grande
schermo.
Lo scorso aprile è arrivata la
notizia che la Warner Bros., insieme a New Gods di Ava
DuVernay, aveva cancellato anche The Trench,
spin-off basato sulle creature marine apparse in Aquaman di James
Wan.
Ora, stando a quanto rivelato dallo
stesso regista, pare che quel film, in realtà, fosse incentrato su
Black Manta, il personaggio interpretato nel
franchise da Yahya Abdul-Mateen II. Di recente,
Wan aveva pubblicato attraverso il suo account Instagram una
serie di immagini dal backstage dell’attesissimo sequel Aquaman and the
Lost Kingdom, dedicate proprio al personaggio di David
Kane, al suo costume e al suo armamentario.
Ora,
Screen Rant ha portato alla luce qualcosa di molto
interessante: quando un fan, in uno dei commenti al post, ha
chiesto al regista se ci fossero dei piani per una serie dedicata a
Black Manta, magari destinata a HBO Max, Wan ha rivelato che
The Trench era, in realtà, un film sull’alter ego
di David Kane. Considerate le origini dei Trench e la storia di
Black Manta nei fumetti, è facile intuire perché quel film si
sarebbe concentrato sul mercenario d’alto mare.
Nei fumetti, infatti, i Trench
vengono presentati come una tribù sopravvissuta alla caduta di
Atlantide che si era adattata alla vita sottomarina nella Fossa. La
loro storia è legata allo Scettro del Re Morto: ad un certo punto,
Black Manta entrò in possesso proprio dello Scettro e riuscì a
governare la tribù. Nonostante il personaggio di Abdul-Mateen II
non abbia ricevuto il suo film in solitaria, sappiamo che in
Aquaman
2 avrà un ruolo decisamente più sostanziale rispetto al
primo film.
Tutto quello che c’è da sapere su
Aquaman 2
Jason Momoa è atteso di nuovo nei panni
dell’eroe in Aquaman and the
Lost Kingdom, sequel del film che ha rilanciato in
positivo le sorti dell’universo cinematografico DC. Nel sequel,
diretto ancora una volta da James
Wan (Insidious, The Conjuring), torneranno
anche Patrick
Wilson nei panni di Ocean Master, Amber
Heard, che tornerà nei panni di Mera, Dolph
Lundgren che sarà ancora una volta Re Nereus, il
padre di Mera, e ancora Yahya
Abdul-Mateen II nei panni di Black Manta,
che abbiamo visto riapparire nella scena post-credit del primo
film.
David Leslie
Johnson-McGoldrick, collaboratore ricorrente di
Wan, scriverà la sceneggiatura del film, mentre il
regista e Peter Safran saranno co-produttori. Aquaman and the Lost
Kingdom uscirà nelle sale americane il 16 dicembre
2022.
In una nuova intervista con
Empire, Tom
Holland ha parlato, con insolita moderazione, di
Spider-Man:
No Way Home e di tutto l’hype che circonda
l’attesissimo nuovo progetto targato Sony e Marvel. In particolare, il giovane
attore ha parlato di una scena che secondo lui è la “migliore
che abbia mai girato”.
Stando alle parole dell’attore, la
scena in questione coinvolge Peter Parker, la zia May di
Marisa Tomei, l’Happy Hogan di Jon Favreau e un misterioso personaggio senza
nome che interagisce proprio con Pete. Pare che i quattro stiano
discutendo di cosa significa essere un eroe. “È una delle scene
più belle che abbia mai girato”, ha spiegato Holland. “Ci
cono quattro persone seduto a un tavolo, che conversano su cosa
vuol dire essere un supereroe. È stato fantastico. L’altro giorno
ho visto la scena per la prima volta con mio fratello. Eravamo
sconvolti.”
Le parole di Holland potrebbero
riferirsi a uno degli altri Spider-Man, come ad esempio il Peter
Parker di Tobey Maguire. Tuttavia, durante la stessa
intervista, Holland ha continuato a ribadire che non sa nulla del
possibile coinvolgimento di Maguire e di Andrew Garfield nel film: “Non lo so. Sono
sempre all’oscuro di tutto. Se appariranno nel film, nessuno me
l’ha detto”.
In alternativa, il personaggio
misterioso potrebbe essere qualcuno di già noto ai fan del MCU, magari un Vendicatore o un
eroe cosmico. Ad ogni modo, il fatto che Holland non abbia rivelato
la sua identità è un chiaro segnale del fatto che, molto
probabilmente, la presenza di questo personaggio nel film non può
essere rivelata.
Il film è diretto
da Jon Watts (già regista
di Homecoming e Far
From Home) e prodotto da Kevin
Feige per i Marvel
Studios e da Amy Pascal per la
Pascal Production. Il film arriverà nelle sale americane il 17
dicembre 2021.
Jonathan Majors è stato scelto come interprete
ufficiale di
Kang il Conquistatore nel MCU, e il suo debutto era previsto
nell’atteso Ant-Man and the Wasp: Quantumania. Tuttavia,
l’attore ha sorpreso il pubblico facendo il suo ingresso trionfale
nel finale della prima stagione di Loki, interpretando Colui Che Rimane, una
variante di Kang.
Da allora, Majors ha iniziato a
lavorare a Ant-Man 3, attualmente in produzione nel Regno Unito.
I fan stanno speculando ormai da tempo sul possibile ruolo che Kang
avrà nella storia, ma finora sul terzo episodio del franchise con
Paul Rudd è stato rivelato davvero poco. Il
film sarebbe dovuto arrivare nelle sale americane a febbraio 2023,
ma di recente è stato posticipato a luglio dello stesso anno.
Attualmente impegnato con la
promozione del film The Harder They Fall, in una recente intervista con
GamesRadar, Jonathan Majors ha parlato proprio della sua
esperienza nel MCU, parlando nello specifico delle
differenze tra il set di Loki e quello di Ant-Man and the Wasp: Quantumania. “Mi
sentivo abbastanza sciolto e libero sul set di Loki. Tutti quelli
che lavorano alla Marvel sono veramente
comprensivi”, ha spiegato.
“Ora il personaggio è diverso,
quindi devi agire in modo diverso. La psicologia è cambiata a
causa del personaggio”, ha aggiunto. “È un ragazzo
diverso. Colui che rimane non sarà in Ant-Man. Questa volta si
tratta di Kang. Anche i personaggi intorno a noi – il cast, il
protagonista Paul Rudd – sono diversi. Paul non è Tom Hiddleston. E
questo è un film, non uno serie tv. Sono qui fin dall’inizio, anche
se ho fatto il mio debutto alla fine di Loki.”
Stando alle parole di Majors, pare
che Kang il Conquistatore sarà un personaggio molto diverso da
Colui Che Rimane. In attesa di saperne di più in merito al suo
ruolo all’interno del film, ricordiamo che in
Ant-Man and the Wasp: Quantumania torneranno
Paul Rudd, Evangeline
Lilly, Michael
Douglase Michelle
Pfeiffer, mentre la new entry Kathryn
Newton interpreterà Cassie Lang.
La produzione di Doctor
Strange in the Multiverse of Madness è stata una
delle tante colpite dalla pandemia di Covid-19. Quando tutto era
finalmente pronto a partire nel novembre 2020, a causa di un nuovo
blocco nel Regno Unito le riprese sono state nuovamente posticipate
a gennaio 2021, per poi proseguire fino a metà aprile senza
interruzioni.
Pensavamo che la post-produzione del
film si fosse ufficialmente conclusa questo mese, ma poi è arrivata
la notizia di un nuovo rinvio nelle sale: il film, infatti, è stato
posticipato dal 25 marzo 2022 al 6 maggio 2022. Ora, apprendiamo
che l’uscita ritardata permetterà alla produzione di tornare
nuovamente sul set per un’ulteriore sessione di riprese
aggiuntive.
A confermarlo è stato
Benedict Cumberbatch durante una recente
ospitata al Today Show (via
Doctor Strange 2 Updates). L’interprete di Stephen Strange ha
infatti rivelato che tra novembre e dicembre ci saranno dei reshoot
aggiuntivi che, a detta dell’attore, avranno l’obiettivo di
“migliorare ancora di più” il film, senza però scendere
nei dettagli in merito a quali scene verranno aggiunte e/o
modificate.
Cumberbatch ha poi ribadito ancora
una volta di essere entusiasta del coinvolgimento di Sam Raimi dietro la macchina da presa,
anticipando che il film regalerà al pubblico alcune “cose
davvero straordinarie”. La speranza è che entro la fine
dell’anno venga rilasciato un primo trailer ufficiale del film,
magari in concomitanza con l’arrivo nelle sale di
Spider-Man: No Way Home, in cui sappiamo che Strange
avrà un ruolo di primo piano.
La sceneggiatura del film porterà la
firma di Jade
Bartlett e Michael Waldron.
Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno
anche Benedict
Wong (Wong), Rachel
McAdams(Christine
Palmer), Chiwetel
Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl
Gomez (che interpreterà la new entry America
Chavez).
Doctor Strange in the Multiverse
of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022.
Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo
anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe
apparire in un cameo anche Bruce
Campbell, attore feticcio di Sam
Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in
merito.
Arriva da
Deadline la notizia di due ingressi nel cast di Virgin River 4, l’annunciata quarta stagione
della serie
Originale NetflixVirgin
River basata sui romanzi di Virgin
Riverr di Robyn Carr. Si tratta di
Mark Ghanimé (Helix) e Kai Bradbury (Motherland: Fort Salem) si
sono uniti al cast della quarta stagione del dramma romantico di
successo di NetflixVirgin
River come regolari della serie, al fianco di
Alexandra Breckinridge, Martin Henderson e Tim Matheson.
Ghanimé interpreterà il dottor
Cameron Hayek, il nuovo affascinante medico della clinica. Armato
di un bell’aspetto accattivante, un intelletto tagliente e un
sorriso che potrebbe illuminare il mondo, Cameron fa subito colpo
in città, specialmente con le donne di Virgin
River.
Bradbury interpreterà Denny Cutler,
il nipote perduto da tempo di Doc (Matheson). Si presenta a
Virgin
River per creare un legame con il nonno di cui ha
appena saputo. Ma Denny arriva con un oscuro segreto.
Basato sulla serie di libri
Harlequin di Robyn Carr, il romanzo contemporaneo è incentrato sul
recente trasferimento dell’infermiera Melinda Monroe
(Alexandra
Breckenridge) nella remota città californiana di
Virgin
River. Desiderando un nuovo inizio, Monroe scopre
presto che vivere in una piccola città non è così semplice come si
aspettava e che deve imparare a guarire se stessa prima di poter
davvero fare di Virgin
River la sua casa.
Basato sulla serie di libri
Harlequin di Robyn Carr, il romanzo contemporaneo è incentrato sul
recente trasferimento dell’infermiera Melinda Monroe
(Alexandra
Breckenridge) nella remota città californiana di
Virgin
River. Desiderando un nuovo inizio, Monroe scopre
presto che vivere in una piccola città non è così semplice come si
aspettava e che deve imparare a guarire se stessa prima di poter
davvero fare di Virgin
River la sua casa.
Virgin River 4: quando esce e dove vederla in streaming
La quarta stagione di Virgin
Riveruscirà nel 2022, e sarà in
esclusiva su Netflix. dunque sarà
possibile vedere Virgin River 4 in streaming in
tutti i paese dove il servizio è attivo.
Virgin River 4: la trama e il cast
New entry nel cast della quarta
stagione Mark Ghanimé (Helix) e Kai Bradbury (Motherland: Fort
Salem) si sono uniti al cast della quarta stagione del dramma
romantico di successo di NetflixVirgin
River come regolari della serie, al fianco di
Alexandra Breckinridge, Martin Henderson e Tim Matheson. Ghanimé
interpreterà il dottor Cameron Hayek, il nuovo affascinante medico
della clinica. Armato di un bell’aspetto accattivante, un
intelletto tagliente e un sorriso che potrebbe illuminare il mondo,
Cameron fa subito colpo in città, specialmente con le donne di
Virgin
River. Bradbury interpreterà Denny Cutler, il nipote
perduto da tempo di Doc (Matheson). Si presenta a Virgin River per
creare un legame con il nonno di cui ha appena saputo. Ma Denny
arriva con un oscuro segreto.
In Virgin River 4
ritorneranno i protagonisti
Alexandra Breckenridge nel ruolo di Melinda “Mel”
Monroe, un’infermiera praticante che si è recentemente trasferita a
Virgin River; Martin Henderson nei panni di Jack
Sheridan, proprietario di un bar di un ristorante locale ed ex
Marine degli Stati Uniti che soffre di PTSD; Colin
Lawrence nei panni di John “Preacher” Middleton, un caro
amico americano di Jack che lavora come chef al Jack’s Bar;
Jenny Cooper nel ruolo di Joey Barnes, la sorella
maggiore di Melinda; Lauren Hammersley nel ruolo
di Charmaine Roberts, amica di Jack con benefici; Annette
O’Toole nel ruolo di Hope McCrea, il sindaco di Virgin
River e Tim Matheson nel ruolo di Vernon “Doc”
Mullins, MD, il medico locale.
Nei ruoli ricorrenti ritroveremo
Daniel Gillies nel ruolo di Mark Monroe, il marito
defunto di Mel. Benjamin Hollingsworth nei panni
di Dan Brady, un collega veterano più giovane che ha prestato
servizio nei Marines statunitensi con Jack e sta lottando per
riadattarsi alla vita civile. Grayson Gurnsey nei
panni di Ricky, un giovane che lavora al Jack’s Bar e che vuole
unirsi ai Marines statunitensi. David Cubitt è
Calvin, l’uomo che gestisce la fattoria illegale dall’altra parte
del Virgin River. Lexa Doig nel ruolo di Paige
Lassiter / Michelle Logan, proprietaria di un camion da forno
chiamato “Paige’s Bakeaway” e Ian Tracey è Jimmy,
il braccio destro di Calvin.
Zibby Allen (The
Flash, Grey’s Anatomy) si unirà al cast di Virgin
River come nuovo regular della serie e Stacey Farber (Saving Hope,
Diggstown) è stata scelta per un ruolo ricorrente. Allen
interpreterà Brie, la sorella di Jack (Martin Henderson). Brie è un
avvocato intelligente, duro, coraggioso e molto divertente. Farber
torna nei panni di Tara Anderson, la figlia di Lilly (Linda Boyd),
che finalmente incontriamo in questa stagione poiché la sta
aiutando con Baby Chloe mentre i suoi altri tre fratelli vivono
lontano da casa.
Brendan Fraser è
stato scelto per interpretare il villain Firefly
nel film su Batgirl, in produzione alla Warner
Bros. Fraser se la vedrà con Leslie Grace, che
è stata scelta per il ruolo della protagonista.
Del film sa, per ora, soltanto che
racconterà la storia di barbara Gordon, figlia del commissario Jim
Gordon, che sarà interpretato da J.K. Simmons, già Commissario Gordon in
Justice
League di Zack Snyder.
Adil El Arbi e
Bilall Fallah dirigeranno Batgirl
per la Warner Bros, Christina Hodson invece scriverà la
sceneggiatura. Batgirl arriverà su HBO Max nel
2022, ma non ha ancora una data d’uscita ufficiale. Il progetto
sarà seguito con grande attenzione anche perché si tratta del primo
film che parla di uno dei personaggi più importanti dei DC Comics
che arriva direttamente in streaming, saltando la distribuzione in
sala. Inoltre è uno dei rari film di genere a raccontare di una
protagonista femminile.
Il film non è la prima avventura di
Brendan Fraser nell’universo DC, dal momento che
aveva già partecipato alla serie di successo dedicata ai
Doom Patrol.
C’è ancora qualcuno che non
riconosce Iron Man? A Manchester sì! Vedendo la
statua del
supereroe dalla finestra di un appartamento, i vicini hanno
pensato che si trattasse di una persona appesa per il collo. Nel
panico, hanno chiamato la polizia che, irrompendo in piena notte
nella casa del proprietario della statua, ha trovato una sorpresa.
La possibile emergenza si è presto trasformata in aneddoto.
Come riportato dal
Manchester Evening News, un equipaggio di 10 poliziotti e
paramedici è stato chiamato alla West Tower di Deansgate Square a
Manchester da vicini preoccupati. Temevano di aver visto una
persona appesa alla finestra. Le forze dell’ordine hanno svegliato
il proprietario della casa nel cuore della notte. Una volta entrate
hanno scoperto che alla finestra c’era Iron Man,
non una persona.
Pagata 14.000 sterline e a grandezza
naturale, la statua del supereroe era stata messa bene in mostra di
fronte ad una vetrata. L’immobile Iron Man, con la
sua postura rigida e nella penombra aveva fatto pensare ai vicini i
peggiori scenari. Dopo che la polizia ha scattato alcuni selfie con
la statua illuminata, ha consigliato al proprietario di spostarla
per evitare future chiamate allarmanti. Purtroppo però,
l’installazione, costruita su misura, era troppo pesante per essere
mossa.
Iron Man tra cosplay e statue
Interpretato per più di un decennio
da Robert Downey Jr., il personaggio
Marvel ha conosciuto un
forte aumento di popolarità da quando è partito il MCU
con Iron Man del 2008. Successivamente l’Iron
Man del miliardario playboy Tony Stark si è rapidamente guadagnato il suo
posto nel cuore del pubblico in tutto il mondo.
Il personaggio di Iron
Man ha ispirato molti
fan a ricreare le
armature dell’eroe nella vita reale, dal cosplay di
corazze mandaloriane a quello completo delle tute del film. Non
mancano le statue in onore anche di altri eroi Marvel: una statua di bronzo che
celebra il 75º anniversario di Capitan America, inaugurata
al Comic-Con di San Diego nel 2016, si trova ora
nel Prospect Park di Brooklyn a New York.
A trent’anni dalla nascita della
DIA – Direzione Investigativa Antimafia – andrà in
onda in prima visione assoluta su Rai3 alle ore 21.20 DIA
1991 – Parlare poco Apparire mai un film che racconta
la storia della lotta alle mafie dal 1991, quando nacque da
un’intuizione di Giovanni Falcone, fino alle inchieste più recenti.
Il film mostrerà per la prima volta immagini girate pochi minuti
dopo l’attentato di Capaci, immagini forti, laceranti, che
ancora oggi, a 29 anni dalla strage, ci commuovono e ci
turbano.
Il 29 ottobre 1991 un decreto legge
istituisce la Direzione Investigativa Antimafia, un progetto
ispirato dal giudice Giovanni Falcone che unisce le forze di
polizia italiane – Polizia, Carabinieri, Guardia di Finanza – nella
lotta alla criminalità organizzata, seguendo il modello
dell’FBI
americana. Il 24 maggio 1992, all’indomani della strage di Capaci,
la DIA diventa operativa iniziando ad indagare proprio su
quell’evento drammatico che segna una ferita indelebile nel cuore
dello Stato. In 30 anni di attività, gli uomini migliori delle
forze dell’ordine hanno lavorato nell’ombra e senza clamori per
catturare latitanti di mafia, camorra, ‘ndrangheta, anche oltre i
confini nazionali; attraverso l’utilizzo di nuovi metodi
investigativi sono arrivati alla conclusione di centinaia di
arresti, e al sequestro dei grandi patrimoni delle mafie.
DIA 1991 – Parlare poco
Apparire mai, la trama
Il film racconta le operazioni
investigative della DIA attraverso la voce dei veri agenti
operativi che le hanno realizzate: 4 storie, 10 voci narranti e la
memoria di Falcone tenuta in vita da Giuseppe Ayala, il magistrato
e amico personale di Falcone che ha condiviso con lui l’ultimo anno
e mezzo di vita a Roma.
Nel film gli investigatori
ritornano nelle città in cui hanno condotto le loro inchieste e
iniziano a raccontare com’erano Palermo, Reggio Calabria e Napoli
negli anni ’90. Le immagini dei luoghi si mescolano in un passaggio
continuo dal presente al passato grazie ad un uso innovativo delle
teche RAI. I materiali di archivio RAI diventano il punto di vista
degli investigatori: sono i loro occhi che rivedono quelle città
negli anni in cui erano operativi.
Per la prima volta ascoltiamo le
loro voci, i “dietro le quinte” delle maggiori inchieste, il
racconto dei metodi investigativi e il sacrificio delle loro vite
private, costretti al silenzio e ad agire sempre nell’ombra.
Sentiamo le testimonianze di chi
quella guerra l’ha combattuta raggiungendo risultati prima
impensabili: la cattura di Bagarella, l’inchiesta Olimpia sulla
‘ndrangheta, la cattura del capo della camorra Francesco Schiavone,
le indagini sulle infiltrazioni della camorra nel Nord Italia.
In DIA 1991 – Parlare poco Apparire
maiDietro quei passamontagna scuri che tante volte abbiamo visto
nelle immagini in tv, ci sono donne e uomini che ogni giorno hanno
combattuto la criminalità organizzata, pagando spesso un caro
prezzo sul fronte della loro vita privata. Ma la contropartita è
stata il successo di molte operazioni. Il successo dello Stato, uno
Stato finalmente capace di mettere da parte rivalità e divisioni
interne per costituire un fronte comune contro le mafie.
Sullo sfondo le immagini terribili
e crudeli dell’attentato di Capaci, le macerie e la disperazione
poco dopo l’esplosione: materiali parzialmente inediti mostrati per
la prima volta, immagini viste da una nuova angolazione che ancora
una volta ci ricordano che la ferita dell’omicidio di Falcone non
si è mai sanata.
Odino non sarebbe dovuto
morire così. Nella stesura originale del copione di Thor:
Ragnarok, prima che Hela uccida
Odino, Thor e Loki lo trovano mentre vaga per le
strade di New York come un senzatetto pazzo e delirante.
L’uccisione avviene poi in un vicolo squallido con una pugnalata al
cuore. Per il re di Asgard, questa sarebbe stata una morte
tutt’altro che dignitosa. Nel libro The Story of Marvel Studios: The making of the Marvel Cinematic
Universe, il regista spiega dettagliatamente i motivi
che hanno spinto lui e Anthony Hopkins a cambiare la scena della
morte di Odino, rendendola la più intensa tra tutte quelle
del personaggio.
Nel nuovo libro The Story of
Marvel Studios: The Making of the Marvel Cinematic Universe il
regista Taika Waititi rivela perché ha voluto
modificare la
morte di Odino. ”Tony Hopkins ha un rifiuto nei
confronti di un certo tipo di sentimentalismo presente ad Hollywood
e nei film hollywoodiani, com’è giusto che sia”.Waititi dice di essersi trovato d’accordo con
l’attore. I due hanno cercato una strada alternativa per rendere la
scena della morte coinvolgente ed emozionante per il
pubblico. ”Loro (il pubblico, ndr) non sono cinici come
noi. Hanno un comprensibile bisogno di emozioni quando guardano
questi film.”
Il regista di Thor: Ragnarok ha voluto suscitare
l’emotività degli spettatori secondo il suo personale gusto: la
scelta iniziale di New York sembrava facile, rapida, fuori
luogo. ”Volevamo andare in un posto tranquillo e
rilassarci con quei personaggi, stare con Odino mentre lui
impartisce la sua saggezza senza dover sentire in sottofondo
stupidi taxi gialli suonare il clacson.” Ecco il perché
dell’ambientazione in Norvegia per gli ultimi attimi di vita di
Odino.
Il film vede, Thor
(Chris
Hemsworth), imprigionato dall’altra parte
dell’universo senza il suo potente martello, lottare contro il
tempo per tornare ad Asgard e fermare il Ragnarök, la
distruzione del suo mondo e la fine della civiltà asgardiana, messa
in atto da una nuova e onnipotente minaccia, la spietata
Hela (Cate
Blanchett). Ma prima dovrà sopravvivere a un letale
scontro fra gladiatori, che lo vedrà scontrarsi con il suo
vecchio alleato e compagno nel team degli Avengers,
l’Incredibile Hulk (Mark
Ruffalo), e fare i conti con il suo fratello adottivo
Loki (Tom
Hiddleston), l’impetuosa guerriera Valchiria
(Tessa Thompson) e l’eccentrico Gran
Maestro (Jeff Goldblum).
Thor: Ragnarok
è disponibile in streaming sulla piattaforma Disney+.
Mike Flanagan vuole
portare l’ombra dell’horror anche nel
mondo di Star Wars. Flanagan,
nome affermato nel genere horror, regista e ideatore della serie
Midnight Mass, lancia in rete la sua idea: ”Mi
piacerebbe molto realizzare un film dell’orrore per l’universo
Star
Wars…”
Il
post su Twitter di Mike Flanagan risale a ieri
pomeriggio e già oggi riporta più di 1500 retweet e 24mila like. Il
regista scrive: ”Questa mattina sono stato svegliato dal terremoto,
così ho avuto modo di sedermi per qualche minuto e pensare: mi
piacerebbe molto realizzare un film dell’orrore per l’universo
Star Wars…”.
Ovviamente la rivelazione di
Mike Flanagan ha innescato un’ondata di
speculazioni online: oltre ai fan degli horror di
Flanagan e quelli di Star Wars,
anche alcuni personaggi del settore hanno espresso la loro
sull’idea del regista. Il collega Edgar
Wright (Ultima notte a Soho) ha risposto
scherzosamente con “Don’t Be Afraid Of The Darth”, facendo
riferimento al titolo dato ai Signori dei Sith in Star Wars.
Perfino la star di Midnight MassRahul
Kohli, che ha lavorato con Flanagan anche
in The Haunting Of Bly Manor, ha espresso la sua dicendo
“Ohhhhhhh hai letto il mio diario!”.
Per il momento, non sembra esserci
nessun progetto concreto che veda coinvolto il franchise di
Star Wars e Mike Flanagan.
Certamente, vista la crescente notorietà del regista a livello
internazionale, la possibilità di un horror movie inserito nel
mondo Star Wars non è da escludere. Il
franchise ha in programma il film Rouge Sqadron, la cui uscita è prevista per il 2023.
Data
l’ampiezza delle galassie di Star Wars, forse ci sarà spazio in futuro
anche per Flanagan.
Mike Flanagan: la carriera del
regista
Flanagan nasce a
Salem in Massachusetts nel 1978. Trasferitosi a Los Angeles, inizia
a lavorare come montatore. Nel 2011 arriva a dirigere il suo primo
lungometraggio, Absentia, portando sul grande schermo la
sua passione per il genere horror: seguono Somnia
e Ouija
– l’origine del male. Prima
nel 2016 con Hush – Il terrore del silenzio, poi
nel 2018 con la sua serie horror The Haunting of Hill House, grazie a Netflix il nome di
Flanagan si afferma a livello globale. Oggi il
regista è uno dei principali creativi contemporanei del
genere. La serie di quest’anno
Midnight Mass è il più recente progetto solista del
regista ed è attualmente disponibile su
Netflix.
Una buona notizia per tutti i fan
di Lucca Comics & Games che
non sono riusciti ad acquistare gli 80.000 biglietti
previsti: da stasera, lunedì 25
ottobre, a
partire dalle ore 18 il
portale ufficiale Vivaticket metterà a disposizione altri 2.500
biglietti giornalieri, per un totale di 10.000 nuovi ingressi
complessivi per i quattro giorni di festival.
A partire dalle
ore 18di oggi sarà quindi possibile
acquistare questi nuovi biglietti solo online nel sito
ufficiale Vivaticket. Previa registrazione, ogni
utente potrà comprare un massimo di 2 ingressi per
ogni giorno. Non sono previsti abbonamenti, i biglietti
riguardano solo ingressi giornalieri.
Non saranno presenti
biglietterie fisiche. Resta valido l’invito a recarsi a Lucca nei
giorni del festival solo se in possesso di un biglietto
valido: tutte le attività organizzate nell’ambito della
manifestazione restano infatti accessibili solo previa
presentazione del biglietto e del Green Pass. Sarà
necessario inoltre indossare le mascherine anche fuori dai
padiglioni. Il programma non prevede attività
organizzate negli spazi pubblici cittadini.
La Festa del Cinema di
Roma omaggia Tim Burton con il Premio allacarriera.
Red carpet, foto di rito, con figli e cagnolino al seguito, e poi
il regista è pronto per un incontro ravvicinato, occasione per
ripercorrere le tappe della carriera che lo ha portato dal disegno
per la Disney, dietro a una macchina da presa. Da regista ha
potuto dare corpo ad un immaginario unico e sempre riconoscibile,
con potenti legami al mondo dell’infanzia, ma anche con quella
malinconia, quel senso di inadeguatezza e quelle atmosfere
tipicamente dark che lo hanno sempre contraddistinto.
Riceve il Premio alla
Carriera dalle mani di un maestro della scenografia come Dante
Ferretti – che
vinse l’Oscar con Sweeney Todd – Il diabolico barbiere di Fleet
Street – assieme a Francesca Lo Schiavo e alla
costumista Gabriella Pescucci, con cui pure ha collaborato
per La fabbrica di Cioccolato. “Ricevere questo
premio mi riempie di gioia e orgoglio” dice il regista, “E’
un onore riceverlo dalle mani di questi tre grandi artisti. Ho
avuto il piacere di lavorare con loro, ma mai abbastanza, spero di
avere altre occasioni”. A proposito della città che lo ospita e
lo premia afferma: “Roma è una città capace di catturare i
sogni”.
L’esperienza alla
Disney negli anni Ottanta
La carriera di Tim Burton
ebbe inizio proprio come disegnatore alla Disney, in un
momento non proprio favorevole: “Terribile! Si tratta degli anni
più bui alla Disney. C’erano moltissime persone di enorme talento e
creatività, invece si facevano film comeRed e Toby
nemiciamici, che richiedevano dieci anni di lavorazione.
Avevi a disposizione figure geniali comeJohn
Lasseter, che poi hanno creato il mondoPixar, ma non c’erano opportunità per tutti questi
talenti. Sono stato fortunato, perchè ero un pessimo disegnatore di
animazione. Mi dicevano che la volpe che avevo disegnato sembrava
essere stata travolta da un’auto. Per fortuna ero così incapace che
poi sono passato a fare altro!”.
L’omaggio a Mario
Bava
All’interno del panorama
cinematografico italiano, Burton sceglie di omaggiare Mario
Bava. La maschera del demonio e
Diabolik vengono montati in sequenza con il suo
Batman. Le atmosfere oscure e anche una componente
ironica sono elementi cari al regista americano.
Riconoscibile dunque una
ispirazione al maestro dell’horror italiano, anche per quanto
riguarda ambientazioni e scenografie. Burton parla così di Mario
Bava: “Negli anni ’80 a Los Angeles andai ad un festival di
cinema horror, una maratona di 48 ore. […] Normalmente ti
assopisci, mentre io mi ricordo chiaramente il film diMario Bava,La maschera del
demonio, come un sogno. Sapeva catturare questo senso
onirico tendente all’incubo. In pochi sono riusciti a catturarlo.
Oltre aBava,Federico FellinieDario Argento”.
La nascita diEdward mani di forbice
Burton spiega poi
così da dove nasce l’idea di un personaggio come Edward, ovvero
qualcuno che involontariamente ferisce chi ama:
“Sfortunatamente, questa è stata la mia infanzia […] Ho sempre
amato favole e fiabe. Le favole permettono di esplorare veri
sentimenti aumentandone l’intensità. Io mi sentivo così da
ragazzo.”
Allestimento
scenografico, sceneggiatura e ispirazione nei film di Tim
Burton
Scenografie, costumi e
messa in scena
hanno sempre avuto un ruolo importante nei film di Burton: “Ho
avuto la grande fortuna di lavorare con straordinari artisti. Per
me scenografia, musica, costumi fanno parte del film, come dei veri
personaggi. Avendo avuto il privilegio di lavorare conDante FerrettieGabriella
Pescucci, per me la scenografia è fondamentale, penso ad
esempio aSweeney Todd.” Per quanto riguarda la
scenggiatura, prosegue Burton: “Non mi reputo uno
sceneggiatore. Parto dalle idee e cerco di stabilire dei rapporti
di collaborazione con chi sa scrivere.Edward mani di forbice, ad esempio, nasce
dalla mia esperienza. Nel caso diNightmare before Christmasnon era materiale
mio, ma mi riconoscevo in alcuni suoi elementi. Cerco sempre di
trovare qualcosa con cui io possa rapportarmi.”
A proposito poi di
ispirazioni anche non convenzionali, su Mars Attacks!
dice: “Dimenticate grandi romanzi, grandi opere letterarie. Sono
partito dalle carte che avvolgevano le gomme da masticare. La mia è
stata un infanzia un po’ contorta…”.
L’esperienza di lavoro
con gli studios
Burton nella sua
carriera ha sempre lavorato con grandi studi cinematografici. Così
racconta la sua esperienza: “Ho fatto solo film con gli studios,
sono stato in una posizione un po’ insolita perchè, nonostante
questo, sono sempre riuscito a fare ciò che volevo. Ancora non
riesco a capacitarmi. La cosa mi sorprende perchè si tratta di
business. Ancora mi interrogo su come sia stato possibile. Per
fortuna non hanno veramente mai capito cosa stessi facendo”.
“Il cinema è un’opera collettiva. […] L’impegno collettivo è
fonte di gioia. Quando si parla del budget […] non è mai
abbastanza, poco o tanto che sia. È un po’ come cercare di
controllare le condizioni metereologiche: ci sono tanti elementi
intangibili”.
Tim Burton – foto di Fabio Angeloni – Disney Italia
L’incontro con
Stephen Sondheim perSweeney Todd
Uno dei lavori forse più
complessi di Tim Burton è Sweeney Todd – Il diabolico barbiere
di Fleet Street. Un adattamento del musical di Stephen
Sondheim. Racconta Burton: “Fu molto difficile far vedere il
film a Stephen. Per fortuna gli piacque, cosa che mi riempì di
gioia. E’ una combinazione tra horror e musical. L’ha visto solo
alla fine, ed ero molto preoccupato perchè nessuno degli attori era
un cantante. Però lui non lo ritenne un problema, anzi. […] È stato
di grande sostegno.
Fare un musical è
stato molto divertente. So che può sembrare assurdo, ma per me è
stato un po’ come fare un film muto, perchè c’era sempre questa
musica.”
Big eyes, Ed
Wood e il senso dell’arte
Nella carriera di Burton,
alcuni film rimandano in qualche modo alla domanda su quale sia il
senso dell’arte, su cosa si possa definire arte e cosa no. Uno di
questi è senz’altro Big Eyes. Al centro del film la figura
di Kean e i quadri dipinti da sua moglie, contraddistinti da
personaggi dotati apputo di grandi occhi indagatori. “Ricordo
quei quadri di Kean” afferma Burton, “si trovavano in tutte
le case appesi alle mura del salotto. Io li ho sempre trovati un
po’ inquietanti. Mi chiedevo come mai potesse piacere tanto. Questo
ci porta a riflettere sul senso dell’arte. È interessante. Veniamo
toccati in modo diverso da ciò che vediamo. Per me erano
inquietanti. Altri li trovavano così carini da appenderli nelle
camere da letto dei loro bambini. Questo ci fa riflettere sul senso
dell’essere artista”. Una simile riflessione si può fare anche
su Ed Wood, figura su cui Burton ha costruito
l’omonimo film. “E’ straordinario”, dice il regista,
“perchè Ed Wood pensava di stare girandoGuerreStellari. Aveva una passione tale che ritroviamo
anche nei suoi diari. Si reputava tra i più grandi. Questo ci
riporta al discorso che facevamo prima, in sostanza, su cosa è arte
e cosa è merda”.
La sorpresa di una
mostra al MoMA dedicata a Tim Burton
Infine, è interessante
scoprire come ci si sente ad essere annoverati tra gli artisti cui
è stata dedicata una retrospettiva al MoMA. Burton se ne
dice onorato: “Questa retrospettiva è stata una sorpresa
straordinaria. Io sono un pessimo archivista. Si è trattato di
andare a frugare nei cassetti per trovare le oprere. E’ stato
sorprendente e indimenticabile. Sorprese come queste ti riempiono
di gioia. È stata la mostra che ha avuto più successo in assoluto
tra quelle fatte. Non mi reputo un artista, però fa pensare il
fatto che delle opere d’arte riescano in qualche modo ad ispirare
gli altri”.