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The Guilty, recensione del film con Jake Gyllenhaal

The Guilty, nuovo film di Antoine Fuqua, è il remake dell’omonimo film danese del 2018. Il film é stato presentato al Toronto International Film Festival l’11 settembre 2021, sarà distribuito limitatamente in alcune sale statunitensi dal 24 settembre e approderà su Netflix il 1 Ottobre.

The Guilty perde la freddezza claustrofobica dell’originale

Questa versione di The Guilty è ambientata a Los Angeles durante il culmine della stagione degli incendi e, come rivelano alcuni rapidi flash di cinegiornali, anche un periodo di disordini sociali. Incendi di ogni tipo imperversano e il fumo soffoca l’aria, ma l’agente Joe Baylor (Jake Gyllenhaal) non riesce a prendere fiato: ha un’asma furiosa e una vita personale e professionale piuttosto turbolenta. Costretto a faticare al centro di smistamento del 911 della città – una punizione per ragioni che si rivelano lentamente – il cattivo atteggiamento di Joe è a un punto critico.

Entra quindi in scena Emily. Il personaggio è uno dei tanti nel film che esiste solo come voce al telefono; i titoli di coda di Fuqua evitano di attribuire nomi ai personaggi che chiamano la centrale, anche se il cast di supporto stellare del film include Riley Keough, Peter Sarsagaard, Ethan Hawke, Eli Goree e Da’Vine Joy Randolph. Emily viene presentata proprio come la sua controparte nel film di Moller: Joe risponde al telefono, ma la donna singhiozzante finge di essere al telefono con suo figlio sconvolto. Joe riesce a superare il suo terribile umore e i suoi problemi familiari per capire cosa sta realmente accadendo; Emily è stata rapita e non può dire molto a Joe. Il poliziotto si mobilita quindi per cercare di risolvere un caso apparentemente inverosimile e tentare di salvare Emily prima che sia troppo tardi.

Dal punto di vista narrativo, le trame delle due versioni di The Guilty si equivalgono quasi totalmente: l’adattamento di Nic Pizzolato tende a rimanere piuttosto vicino alla versione originale, cercando di puntare tutto sul coinvolgimento patetico di Gyllenhaal, qui in veste anche di produttore del film. Pizzolato tenta di aggiungere ulteriori spunti di riflessione, come domande più profonde sul ruolo della polizia nel mondo moderno, che contrastano tuttavia con l’impianto da canonico thriller hollywoodiano che si viene a creare durante la visione del film. Questo remake di The Guilty sembra travisare completamente il minimalismo tensivo dell’originale, proponendone una versione adrenalinica in costante defibrillazione.

Gyllenhaal è focus nevralgico dell’intera pellicola e convoglia l’attenzione dello spettatore sulla mimica facciale e il controcampo visivo, rappresentato unicamente dai supporti tecnologici: computer e linea telefonica sono infatti gli unici mezzi di interlocuzione per Joe, ed effettivamente permettono di acuire il crescendo tensivo della pellicola nella stessa maniera dell’originale. Il fascino dell’originale di Moller risiede tuttavia nell’accezione estremamente “nordica”, serrata e altamente claustrofobica della pellicola; la traslazione della vicenda in California dà vita necessariamente a una patina da thriller poliziesco intrinsecamente americano, che funziona nel complesso, ma non consta del medesimo lavoro accurato in termini di scenografia e messa in scena dell’originale.

The Guilty Jake Gyllenhaal

The Guilty rimane nell’ombra dell’originale

La riflessione sulla colpa in senso lato e sull’identificazione di chi sia, effettivamente, più o meno colpevole e nei riguardi di cosa, viene meno nel remake di Fuqua. La forza propulsiva della sceneggiatura originale risiedeva infatti nell’analogia inizialmente suggerita tra protagonista e l’interlocutrice femminile: entrambi impenitenti e fuggitivi, divorati internamente dal timore generato da una colpa per loro impronunciabile. Si tratta di personaggi attanagliati da un presente statico, che trova in un’agorafobia degli spazi scenici la sua rappresentazione migliore.

Ciò che ha fatto spiccare il film originale è la sua attenzione su un caso singolare e pieno di suspense, girato in un’unica location con un uso eccellente del montaggio del suono, del missaggio e dell’editing, insieme a una notevole performance del protagonista per offrire un vero senso di suspense. The Guilty sembra invece leggermente più interessato a creare due trame parallele: la storia di Joe e quella del caso che sta disperatamente cercando di risolvere, creano due linee narrative che faticano ad intersecarsi e conferire alla trama un’organicità di fondo.

Questo va sia a vantaggio che a svantaggio del film: da un lato, offre una grande vetrina per le capacità recitative di Gyllenhaal, che riesce a mostrare ancora una volta la sua duttilità attoriale nel rendere la  vulnerabilità di un uomo che lotta per venire a patti con il suo passato mentre corre contro il tempo per salvare la vita di qualcuno. Con le telecamere di Fuqua che seguono infatti Joe in stile documentario, una miriade di primi piani del viso di Joe, dei suoi occhi, della sua bocca, mentre naviga attraverso uno tsunami infinito di chiamate d’emergenza, è evidente fin dall’inizio che Joe è sotto un grande stress lavorativo, ma anche nella vita personale.

D’altra parte, e nell’impiegare una parte maggiore di minutaggio indagando le “nuove” lotte di Joe, The Guilty si allontana da ciò che ha reso l’originale veramente efficace: perde l’attenzione sulla trama principale e lo spettatore non può fare a meno di sentire il distaccamento empatico dal personaggio, chiuso in problematiche raffazzonate e poco incisive, totalmente distanti dalle riflessioni etiche della controparte nordica.

Eddie Redmayne: 10 cose che non sai sull’attore

L’attore Eddie Redmayne ha costruito film dopo film una carriera di successo, arrivando ad ottenere alcuni dei maggiori riconoscimenti dell’industria hollywoodiana. L’interprete si è poi legato anche a film mainstream, che gli hanno permesso di ottenere una sempre più ampia popolarità, che lo rende tra gli attori più richiesti del momento.

Ecco 10 cose che non sai su Eddie Redmayne.

Eddie Redmayne: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in celebri lungometraggi. L’attore esordisce al cinema con un ruolo da protagonista in Symbiosis – Uniti per la morte (2006), per poi recitare anche nei film The Good Shepherd – L’ombra del potere (2006), di Robert De Niro, Elizabeth: The Golden Age (2007), con Cate Blanchett, L’altra donna del re (2008), con Natalie Portman, Marilyn (2011), con Michelle Williams, e Les Misérables (2012), con Hugh Jackman e Anne Hathaway. Nel 2014 divente celebre grazie al ruolo di Stephen Hawking nel film La teoria del tutto. Da quel momento ottiene ruoli di sempre maggior rilievo in film come Jupiter – Il destino dell’universo (2015), The Danish Girl (2015), Animali fantastici e dove trovarli (2016), Animali fantastici – I crimini di Grindelwald (2018), con Johnny Depp, e The Aeronauts (2019), con Felicity Jones. Nel 2020 recita nel film candidato agli Oscar Il processo ai Chicago 7, con Sacha Baron Cohen. Nel 2022 tornerà invece al cinema con Animali fantastici: I segreti di Silente, con Mads Mikkelsen, e in The Good Nurse.

2. Ha recitato per la televisione. All’inizio della sua carriera Redmayne partecipa ad alcune serie TV come Doctors (2003) e Elizabeth I (2005). Ottiene in seguito il ruolo di Angel Clare nella miniserie Tess dei D’Urberville (2008), con protagonista l’attrice Gemma Arterton. È poi Jack in I pilastri della terra (2010), con Rufus Sewell e Matthew Macfadyen.

Eddie Redmayne, la moglie Hannah Bagshawe e i figli Iris Mary e Luke Richard

3. È sposato. Nel maggio 2014 l’attore annuncia di essersi fidanzato ufficialmente con Hannah Bagshawe, con cui si frequentava dal 2012. La coppia si sposa poi nel dicembre dello stesso anno, mantenendo una certa riservatezza a riguardo. I due hanno infatti raramente reso pubblica la propria vita privata, facendolo solo per annunciare la nascita dei figli, rispettivamente nel 2016 per Iris Mary Redmayne, e nel 2018 per Luke Richard Bagshawe. Come si può notare, Redmayne e la moglie hanno deciso di non dare ad entrambi i figli il cognome Redmayne, facendo utilizzare anche quello della madre.

Eddie Redmayne La teoria del tutto

Eddie Redmayne e gli Oscar

4. Ha vinto l’ambito premio. Per il suo ruolo nel film La teoria del tutto, dove interpreta il fisico Stephen Hawking, l’attore ha ricevuto la sua prima nomination ai premi Oscar come miglior attore. Nel corso della serata Redmayne ha poi vinto il prestigioso premio, divenendo uno dei più giovani ad ottenere tale riconoscimento.

5. È stato candidato una seconda volta. L’anno dopo aver vinto il premio, Redmayne è nuovamente tra i candidati al miglior attore per il film The Danish Girl, dove interpreta il ruolo del primo uomo ad essersi sottoposto ad un’operazione per il cambio di sesso. A vincere il premio quell’anno fu tuttavia Leonardo DiCaprio per il suo ruolo in The Revenant.

Eddie Redmayne in La teoria del tutto

6. Ha lavorato molto sulla fisicità del personaggio. Per prepararsi al ruolo l’attore ha studiato a lungo la vita del celebre scienziato, e si è dedicato per molte ore al giorno al lavoro sul corpo, cercando di riprodurre il degenerare della disabilità attraverso un processo di controllo totale dei suoi muscoli. Girando in ordine non cronologico, la vera sfida è stata per lui cercare di gestire le varie fasi della malattia in base alle riprese previste.

7. Ha ottenuto le lodi di Hawking. Nel vedere il film, lo scienziato Stephen Hawking ammise che in certe scene gli sembrava di vedere sé stesso. Egli lodò infatti la performance di Redmayne, affermando che l’attore aveva saputo dar vita in modo estremamente preciso alle particolarità della malattia e delle sue conseguenze sul corpo.

Eddie Redmayne Animali fantastici

Eddie Redmayne in Animali fantastici

8. Non ha dovuto sostenere alcun provino. Forte della fama datagli dal film La teoria del tutto, l’attore ottenne il ruolo di Newt Scamander, protagonista del film Animali fantastici, senza bisogno di dover sostenere alcun provino. Per la scrittrice, J. K. Rowling, l’attore aveva infatti già dato prova di essere perfetto per la parte con i suoi precedenti ruoli.

9. Ha avuto accesso a dettagli segreti. Prima di intraprendere le riprese del film, l’attore ha passato del tempo in compagnia della Rowling, la quale gli ha rivelato dettagli particolarmente segreti e privati della vita di Newt Scamander, al fine di permettere all’attore di calarsi meglio nel ruolo. Redmayne ha affermato che non rivelerà mai cosa gli fu detto.

Eddie Redmayne: età e altezza

10. Eddie Redmayne è nato a Londra, Inghilterra, il 6 gennaio 1982. L’attore è alto complessivamente 184 centimetri.

Fonte: IMDb

Spencer: il nuovo trailer del film di Pablo Larraìn con Kristen Stewart

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Ecco il nuovo trailer di Spencer, il nuovo film di Pablo Larraín sulla vita della principessa Diana interpretata da Kristen Stewart. Nel cast anche Timothy Spall, Jack Farthing, Sean Harris, Sally Hawkins. Il film è stato presentato in Concorso a Venezia 78.

La trama di Spencer

Il matrimonio della principessa Diana e del principe Carlo è da tempo in crisi. Sebbene le voci di tradimenti e di divorzio abbondino, in occasione delle feste di Natale nella residenza reale di Sandringham viene decretato un periodo di pace. Si mangia e si beve, si spara e si caccia. Diana conosce il gioco, ma quest’anno le cose saranno molto diverse. Spencer immagina cosa potrebbe essere accaduto durante quei pochi giorni decisivi.

Il commento del regista

Siamo tutti cresciuti sapendo cos’è una favola, ma Diana Spencer ne ha cambiato il paradigma e ha ridefinito le icone idealizzate della cultura pop, per sempre. Questa è la storia di una principessa che ha deciso di non diventare regina, ma ha scelto di costruirsi da sola la propria identità. È una favola al contrario. Sono sempre rimasto molto sorpreso dalla sua decisione e ho sempre pensato che deve essere stata molto dura da prendere. Questo è il cuore del film. Volevo approfondire il processo alla base delle scelte di Diana, mentre oscilla tra dubbio e determinazione, scegliendo, infine, la libertà. È stata una decisione che ha definito la sua eredità: un lascito di onestà e umanità che rimane ineguagliato. Si è scritto molto su Diana, c’è un’infinità di storie: di alcune si può dimostrare il fondamento, di altre no. Abbiamo fatto molte ricerche su di lei, sulle tradizioni del Natale della famiglia reale, e sugli aneddoti dei fantasmi nella residenza di Sandringham. Tuttavia, la famiglia reale è notoriamente discreta. Potrà anche apparire in pubblico in certe occasioni, ma a un certo punto le porte si chiudono e non c’è modo di sapere cosa stia accadendo dietro di esse. Ciò lascia molto spazio alla fantasia; e questo è stato il nostro lavoro. Non avevamo intenzione di fare un docudrama: volevamo creare qualcosa prendendo degli elementi dalla realtà e ricorrendo poi all’immaginazione per raccontare la vita di una donna con gli strumenti del cinema. Questo è il motivo per cui il cinema è così fantastico: c’è sempre spazio per l’immaginazione. Nel costruire il personaggio di Diana, non volevamo solo creare una sua replica, ma usare il cinema e i suoi strumenti per dar vita a un mondo interiore che trovasse il giusto equilibrio tra il mistero e la fragilità del suo personaggio. Tutto ciò che Diana vede riflette i suoi ricordi, le sue paure, i suoi desideri e forse anche le sue illusioni. Questi elementi attingono a qualcosa che sta accadendo dentro di lei e mostrano una vulnerabilità bellissima.

Eric Bana: 10 cose che non sai sull’attore

Durante i primi anni 2000 l’attore Eric Bana si è affermato per i suoi ruoli in noti film di genere, dove ha avuto modo di collaborare con noti attori e autori. In particolare, l’interprete è rimasto memorabile nel ruolo di Ettore, il principe troiano da lui ricoperto in Troy. Nel corso degli anni Bana ha poi saputo rinnovarsi, ricoprendo ruoli sempre diversi in pellicole di diverso genere.

Ecco 10 cose che non sai di Eric Bana.

Eric Bana: i film e le serie in cui ha recitato

1. Ha partecipato a noti lungometraggi. Il debutto cinematografico dell’attore avviene nel 1997 con il film Casa dolce casa, ma raggiunge l’apice del successo nel momento in cui partecipa ai film Chopper (2000), Black Hawk Down (2001), Hulk (2003), diretto da Ang Lee, Troy (2004), dove recita accanto a Brad Pitt, e Munich (2005), di Steven Spielberg. Successivamente continua a recitare in film di rilievo come Le regole del gioco (2007), L’altra donna del re (2008), Star Trek (2009), Funny People (2009), Un amore all’improvviso (2009), Hanna (2009), Lone Survivor (2013), Liberaci dal male (2014), L’ultima tempesta (2016), Il segreto (2016), King Arthur – Il potere della spada (2017) e Condannato a combattere (2017). Nel 2020 torna poi al cinema in Chi è senza peccato – The Dry, film crime di cui è protagonista nei panni di Falk. Nel 2022 sarà invece tra i protagonisti del dramma Blueback, con Mia Wasikowska.

2. Ha preso parte a produzioni televisive. Bana diventa inizialmente famoso grazie alla sua partecipazione alle serie Full Frontal (1993-1997), Eric (1997) e All Saints (1999-2000). Diventa particolarmente noto sul piccolo schermo grazie al ruolo di Joe Sabatini nella soap opera Something in the Air (2000-2001), mentre negli anni successivi si dedica esclusivamente al cinema. Torna in televisione con la serie Dirty John, dove dal 2018 al 2019 ricopre il ruolo di John Meehan. In questa recita accanto ad attori come Christian Slater, Connie Britton e Juno Temple.

3 Ha diretto un documentario. Grande appassionato di corse automobilistiche, nel 2009 l’attore esordisce come regista del documentario Love the Beast, che ripercorre attraverso testimonianze e ricordi la “storia d’amore” che ha legato Bana alla sua prima macchina, una XB Falcon Coupé, che andò distrutta nel 2007 per via di un incidente avvenuto durante una gara di rally in Tasmania, dove l’attore rimané fortunatamente illeso.

Eric Bana ha moglie e figli

4. È sposato. Dal 1997 l’attore è sposato con Rebecca Gleeson, di professione pubblicitaria. Particolarmente riservata, la coppia si è negli anni tenuta lontano dai riflettori, così come anche dai vari social network. Di loro si sa infatti poco o nulla, se non che hanno avuto due figli, nati rispettivamente nel 1999 e nel 2002.

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Eric Bana: il suo fisico

5. È noto per la sua forma fisica. Nei film che hanno reso celebre l’attore, questi è anche solito mostrarsi in più occasioni a torso nudo. Bana ha così potuto sfoggiare un’ottima forma fisica, merito dei lunghi e intensi allenamenti svolti per poter ricoprire ruoli come quello di Ettore o di Hulk. L’attore è infatti stato eletto in diverse occasioni come uno tra gli uomini più sexy di Hollywood.

Eric Bana in Troy

6. È stato voluto da Brad Pitt. Tra i motivi che hanno visto l’attore ricoprire il ruolo di Ettore in Troy, vi è la forte volontà a riguardo di Brad Pitt. Questi ha infatti dichiarato di aver particolarmente apprezzato l’interpretazione di Bana in Chopper, a tal punto da voler lavorare con lui. Sentendo che Ettore poteva essere un ruolo adatto all’attore, Pitt richiese che la produzione lo sottoponesse ad un provino.

7. Ha vinto una scommessa. Sia Bana che Pitt decisero di non utilizzare controfigure per il loro brutale scontro. Fecero piuttosto un patto, che prevedeva che per ogni colpo reale inferto, l’attore colpito venisse risarcito dall’altro. Alla fine, Pitt dovette pagare al collega 750 dollari, mentre Bana non gli dovette nulla.

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Eric Bana in Hulk

8. La sua forma fisica è stata camuffata con abiti appositi. Benché per interpretare Hulk fosse richiesto che l’attore avesse una muscolatura esemplare, per ricoprire i panni dello scienziato Bruce Banner era invece necessario che questi apparisse dotato di una corporatura normale. Per nascondere i suoi muscoli, dunque, la costumista lavorò per procurargli abiti più larghi e formali del dovuto.

9. Ha girato più volte le stesse scene. Per via della volontà del regista di realizzare numerosi split screen all’interno del film, gran parte delle scene del film furono rigirate più volte da più angolazioni differenti. Ciò ha posto l’attore ad un grande sforzo, fisico e di concentrazione.

Eric Bana: età e altezza

10. Eric Bana è nato a Melbourne, in Australia, il 9 agosto 1968. L’attore è alto complessivamente 189 centimetri.

Fonte: IMDb

Space Jam: New Legends, interviste ai protagonisti del film

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Ecco la nostra intervista a Don Cheadle, Sonequa Martin-Green e Malcolm D. Lee, rispettivamente protagonisti e regista di Space Jam: New Legends, al cinema dal 23 settembre, distribuito da Warner Bros.

Space Jam: New Legends, diretto da Malcolm D. Lee, è un frenetico mix di due mondi, che svela fino a che punto possano arrivare alcuni genitori per creare un legame con i propri figli. Quando LeBron James e il suo giovane figlio Dom vengono intrappolati in uno spazio digitale da una malvagia Intelligenza Artificiale, LeBron farà di tutto per tornare a casa sani e salvi guidando Bugs Bunny, Lola Bunny e l’intera banda dei notoriamente indisciplinati Looney Tunes verso la vittoria, sul campo di gioco, contro i campioni digitalizzati dell’Intelligenza Artificiale: una super potente squadra di basket piena di professionisti all stars mai vista prima.

Tunes contro Goons nella sfida con la posta in gioco più alta della sua vita, che ridefinirà il legame tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il potere di essere se stessi. Pronti all’azione, i Tunes sovvertono le convenzioni, sovraccaricando i loro talenti unici e sorprendendo anche “King” James con il loro modo di giocare. Nel cast anche Don Cheadle, Khris Davis, Sonequa Martin-Green, Cedric Joe, Jeff Bergman e Zendaya.

Space Jam: New Legends vanterà la produzione di Ryan Coogler, regista di Black PantherCreed – Nato per combattere Prossima fermata: Fruitvale Station, e uscirà nelle sale italiane il 23 settembre 2021.

 

Jemima Kirke: 10 cose che non sai sull’attrice

Negli ultimi anni l’attrice britannica Jemima Kirke si è sempre più fatta notare per i suoi ruoli, specialmente quelli ricoperti in alcune popolari serie televisive. Sono però molte le attività che hanno visto la Kirke impegnata, alcune delle quali anche esterne al mondo dello spettacolo. Sempre più impegnata come vera e propria protagonista, il suo potrebbe diventare in breve tempo uno dei nomi e dei volti più presenti sul piccolo o grande schermo. Merito anche di un talento straordinario e di un carisma particolarmente evidente.

Ecco 10 cose che non sai di Jemima Kirke.

Jemima Kirke: i suoi film e le serie TV

1. Ha recitato in diversi lungometraggi. L’esordio sul grande schermo per l’attrice arriva nel 2010 grazie al film Tiny Furniture, film indipendente vincitore del premio come miglior lungometraggio narrativo al South by Southwest. Successivamente ha recitato in Ava’s Possessions (2015) e The Little Hours (2017), quest’ultimo liberamente ispirato alla prima e alla seconda novella della terza giornata del Decameron di Giovanni Boccaccio. In questo ha modo di recitare accanto a Alison Brie, Dave Franco e John C. Reilly. In seguito recita anche in Wild Honey Pie! (2018), Untogether (2018), con Jamie Dornan, All These Small Moments (2018) e Sylvie’s Love (2020), con Tessa Thompson.

2. È nota per alcune celebri serie. Il primo ruolo degno di nota, che permette all’attrice di farsi meglio conoscere dal grande pubblico, è quello di Jessa Johansson nella serie Girl, dove recita dal 2012 al 2017. Successivamente nel 2018 ricopre il ruolo di Adelaide nella miniserie Netflix Maniac, dove recita accanto a Jonah Hill ed Emma Stone. Nel 2021 è invece tra i protagonisti della terza stagione di Sex Education, sempre su Netflix. Per il 2022 è invece attesa nei panni di Melissa in Conversations with Friends, basata sull’omonimo romanzo di Sally Rooney.

Jemima Kirke in Sex Education

3. È tra i protagonisti della nuova stagione della serie Netflix. Attualmente l’attrice è presente sul piccolo schermo come uno dei nuovi membri del cast della popolare serie Netflix Sex Education. Nella terza stagione, infatti, assume il ruolo di Hope Haddon, la nuova preside del liceo di Moordale. Il personaggio, che inizialmente si mostra particolarmente giovanile e aperto al libero pensiero, acquisirà sempre più sfumature negative, divenendo una vera e propria despota pronta a riportare l’ordine e la disciplina. Nella serie l’attrice si trova a recitare in particolare accanto agli attori Asa Butterfield e Emma Mackey.

Jemima Kirke Sex Education

Jemima Kirke ha dei tatuaggi

4. Ha ben 23 tatuaggi. Benché ad un primo sguardo non si noti, l’attrice vanta sul proprio corpo un totale di 23 tatuaggi. La maggior parte di questi, essendo piuttosto piccoli, sfuggono alla vista. Tra quelli più celebri, tuttavia, si annoverano una ragnatela sulla mano destra; la scritta “Rozy” sul piede sinistro; un fiore sulla spalla sinistra; la scritta “mama” sul lato della mano sinistra; un cuore con numeri romani sul palmo della mano sinistra; alcuni disegni tribali sull’interno dell’avambraccio sinistro; una tigre sull’interno dell’avambraccio sinistro e una stella blu nell’interno dell’orecchio destro.

Jemima Kirke: chi è sua sorella

5. Anche sua sorella è un’attrice. Figlia del batterista Simon Kirke e della proprietaria della boutique vintage Geminola Lorrain Dellal, la Kirke ha due sorelle. La prima, Domino Kirke ha seguito la carriera da musicista, mentre la seconda, Lola Kirke, è anche lei un’attrice. In particolare, questa, è diventata celebre per i ruoli di Greta in L’amore bugiardo – Gone Girl e di Hailey nella serie Mozart in the Jungle. La si può però ritrovare anche in Mistress America, Fallen e Barry Seal – Una storia americana. Le due sorelle hanno poi recitato insieme in Untogether.

Jemima Kirke e Michael Mosberg

6. È stata sposata con un avvocato. La Kirke si è sempre dimostrata molto riservata circa la propria vita privata. È però noto che nel 2009 ha sposato l’avvocato Michael Mosberg, dal quale ha negli anni avuto due bambini. Della coppia si è poi saputo molto poco fino al gennaio del 2017, quando hanno annunciato la loro separazione. Proprio questo infelice evento è stato per lei fonte di ispirazione per dar vita ad alcuni dipinti con donne in abito da sposa, tra cui anche un autoritratto con indosso proprio tale tipologia di vestito.

7. Ha una nuova relazione. A partire dal luglio del 2017, invece, la Kirke ha una relazione con il musica e cantante australiano Alex Cameron. Anche in questo caso l’attrice è sempre stata molto attenta a mantenere ben distinte la sua vita pubblica da quella privata, evitando così un’intrusione esterna in quest’ultima. La Kirke ha poi avuto modo di dirigere alcuni videoclip di brani scritti dal compagno. Cameron, dal canto suo, ha invece rivelato che il suo album del 2019 Miami Memory è fortemente influenzato e basato sulla sua relazione con l’attrice.

Jemima Kirke tatuaggi

Jemima Kirke è su Instagram

8. Ha un account personale. La Kirke è presente sul social network Instagram con un profilo personale verificato, attualmente seguito da 515 mila persone. All’interno di questo, con oltre 200 post, l’attrice è solita condividere immagini legate al proprio lavoro da attrice, in particolare con i dietro le quinte di alcuni set. Non mancano però anche immagini legate ad altre sue attività e foto relative alla propria vita privata, con luoghi visitati, curiosità o momenti spesi insieme agli amici e ai famigliari. In ultimo, non mancano anche le immagini di molti dei dipinti da lei realizzati.

Jemima Kirke: i suoi dipinti

9. È laureata in arte e pittura. Oltre alla recitazione, un’altra grande passione della Kirke è la pittura. Prima di intraprendere la carriera nel mondo dello spettacolo, infatti, ha conseguito il Bachelor of Fine Arts in pittura alla Rhode Island School of Design. Da quel momento si è dedicata in modo piuttosto continuativo a questa sua passione, dando anche luogo ad alcune mostre dove esporre i suoi dipinti. In particolare, è da citarsi la mostra Sargeant’s Daughters, dove ha mostrato ritratti di donne, alcuni a collo alto e altri a figura intera, nei loro abiti da sposa.

Jemima Kirke: età e altezza dell’attrice

10. Jemima Kirke è nata a Londra, in Inghilterra, il 26 aprile del 1985. L’attrice è alta complessivamente 157 centimetri.

Fonte: IMDb

The Crown: ecco chi interpreterà Dodi Al-Fayed

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La pluripremiata serie Netflix The Crown offrirà agli spettatori uno sguardo sulla relazione tra Diana, la principessa del Galles e l’erede dei grandi magazzini egiziani Dodi Al-Fayed, che si è conclusa con la loro tragica morte.

Variety rivela che il protagonista di Il cacciatore di aquiloni, Khalid Abdalla, è stato scelto per il ruolo di Dodi, e che reciterà al fianco di Elizabeth Debicki nell’attesissima quinta stagione dello show. Salim Daw è stato scelto per interpretare il padre di Dodi, il miliardario ed ex proprietario di Harrods Mohamed Al-Fayed. Sebbene i produttori non stiano rivelando alcuna trama, il casting suggerisce che gli spettatori potranno dare uno sguardo agli ultimi mesi della vita di Diana.

La principessa ha avuto una relazione sentimentale con Dodi, un produttore cinematografico considerato una specie di playboy, nell’estate del 1997. La loro breve unione ha causato una frenesia “gossippara” che si è conclusa solo quando entrambi sono morti in un tragico incidente automobilistico a Parigi, pochi mesi dopo, proprio per sfuggire ai flash dei paparazzi.

Nella quinta stagione di The Crown Imelda Staunton entra nel ruolo della regina Elisabetta II. L’attrice britannica raccoglierà l’eredita lasciata da Claire Foy o Olivia Colman. La quinta stagione è prevista per il 2022. Nel cast ci saranno anche Jonathan Pryce nei panni del Principe Filippo, Lesley Manville in quelli della principessa Margaret e Jonny Lee Miller come John Major.

The Hanging Sun: prime foto dal set del film Sky Original

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Sono in corso in Norvegia, tra Alesund e Fosnavag, le riprese del nuovo film Sky OriginalThe Hanging Sun, una coproduzione italo-britannica targata Sky, Cattleya e Groenlandia.

Diretto da Francesco Carrozzini e sceneggiato da Stefano Bises, il film è un thriller noir tratto dal romanzo “Sole di mezzanotte” di Jo Nesbø. La fotografia è di Nicolaj Bruel (Dogman, Pinocchio).

Nel cast, assieme ai già annunciati Alessandro Borghi (Sulla mia pelle, Diavoli, Il Primo Re, Suburra) nel ruolo di John, il protagonista, Jessica Brown Findlay (Brave New World, Harlots, Hamlet) nel ruolo di Lea e Sam Spruell (Small Axe: MangroveOutlaw King – Il re fuorileggeBiancaneve e il cacciatore) nei panni dei due gemelli Aaron e Nicolas, vengono annunciati oggi Fred Schmidt (Attacco al Potere 3, Brimstone, Mission: Impossible – Falloutnel ruolo di Michael, il fratello di John e il piccolo Raphael Vicas (Grantchester), nel ruolo di Caleb, figlio di Lea.  Con loro Peter Mullan (Riff-Raff – Meglio Perderli che Trovarli, Braveheart- Cuore Impavido, My Name is Joe) nei panni di Dad, il padre di John e Charles Dance (Mank, Godsford Park, Il Trono di Spade, The Imitation Game, The Crown) che interpreta Jacob, padre di Lea.

The Hanging Sun è un thriller noir ambientato tra le atmosfere rarefatte dell’estate norvegese dove il sole non tramonta mai, la vita e la morte si intrecciano, presente e passato si sovrappongono.

John (Alessandro Borghi) è in fuga. Ha tradito un potente boss criminale. Suo padre Dad (Peter Mullan). Per mettersi al riparo da lui e da suo fratello (Fred Schmidt), John punta verso l’estremo Nord, e trova riparo nel fitto della foresta, vicina a un villaggio isolato dell’estremo Nord, dove domina la religione, il sole non tramonta mai e le persone sembrano appartenere a un’altra epoca. Tra lui e il suo destino ci sono solo Lea (Jessica Brown Findlay), una donna in difficoltà ma dalla grande forza, e suo figlio Caleb (Raphael Vicas) un bambino curioso e dal cuore puro. Mentre il sole di mezzanotte confonde realtà e immaginazione, John dovrà affrontare il tragico passato che lo tormenta. Anche Lea ha i suoi demoni: la morte in mare del suo violento marito Aaron (Sam Spruell), e il sospetto da parte del villaggio che potrebbe essere stata lei a provocare quell’incidente.

The Hanging Sun arriverà prossimamente al cinema e poi disponibile in prima assoluta su Sky e NOW in Italia, Regno Unito, Irlanda, Germania e Austria. Il distributore internazionale del film è NBCUniversal Global Distribution per conto di Sky Studios.

SEAL Team 5: trailer dai nuovi episodi

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Il network americano della CBS ha diffuso il trailer di SEAL Team 5, l’annunciata quinta stagione di SEAL Team.

SEAL Team 5

SEAL Team 5 è la quinta stagione della nuova serie tv SEAL Team creata da Benjamin Cavell per il network americano della CBS. Nel cast di SEAL Team 5 protagonisti David Boreanaz interpreterà il capitano Jason Hayes, Max Thieriot, Neil Brown Jr., A.J. Buckley, Jessica Paré e Tony Trucks.

I Seal non saranno solo impiegati sul suolo americano, ma anche in giro per il mondo dove dimostreranno il loro forte patriottismo e senso di appartenenza alla terra stelle e strisce. Lasciare figli e famiglia per partire in missione non è mai un compito facile, ma i nostri paladini saranno pronti a gettare il cuore oltre l’ostacolo per la difesa del proprio Paese. SEAL Team debutterà in America a Settembre 2017.

Titane: la recensione del film di Julia Docurnau

Vincitore a sorpresa della Palma d’Oro al Festival di Cannes, Titane potrebbe purtroppo essere semplicisticamente ricordato come il film dove la protagonista viene messa incinta da un’automobile. Non sono in pochi ad aver deriso questo elemento della pellicola, tra cui anche note personalità di cinema, sminuendo però così un racconto e una visione molto più complesse di quanto apparentemente può sembrare. Il film diretto dalla francese Julia Docurnau, divenuta dunque la seconda donna a vincere il principale premio di Cannes (la prima è stata Jane Campion nel 1993 con Lezioni di piano) è infatti un’opera che sfrutta il genere e le sue perversioni per affrontare tematiche e dinamiche attuali e in continuo mutamento.

Queste, di cui si parlerà meglio tra poco, si incarnano in Alexia (Agathe Rousselle), la quale sin da bambina adora le automobili, specialmente dopo che un incidente d’auto con il padre le ha donato una placca di titanio nella testa. Da qui prende vita la sua storia e la sua follia. Cresciuta con questa particolarità, Alexia è infatti diventata una donna gonfia di rabbia e amore represso, elementi che la trasformano sempre più in un essere ibrido e nuovo. Costretta a nascondersi per via di alcuni brutali crimi da lei commessi, Alexia decide di fingersi il figlio scomparso di Vincent (Vincent Lindon), pompiere mentalmente problematico che non si accorge, o finge di non accorgersi, di avere a che fare con un impostore. Dal loro incontro, però, nascerà qualcosa di inaspettato che li porterà a riscoprire la propria umanità.

Tra corpo e genere

Qui alla sua opera seconda, la Docurnau si dimostra intenzionata a portare avanti elementi e simboli già comparsi nel suo primo film, Raw, del 2016. Indicato come uno degli horror più disturbanti degli ultimi anni, in questo si affrontava il cannibalismo legato ad un vero e proprio coming of age della protagonista. Il corpo, la carne e la lacerazione di questo ritornano dunque anche in Titane, legandosi non più solo alle trasformazioni e alla crescita personale, ma anche, ovviamente, a quella sessuale. Alexia si presenta dunque come il manifesto dell’ibridazione tra identità diverse, portando avanti questo suo aspetto con una forza e una violenza che contrasta ogni opposizione che trova sul proprio cammino.

All’interno del film Alexia diventa sempre più una metafora vivente per raccontare la ricerca di sé al di là di quanto la natura voglia raccontare. Si tratta di un personaggio che sfugge ad ogni definizione, se non per la sua volontà di rientrare in quella di “figlio/a”. Con l’ingresso in scena di Vincent viene infatti a consolidarsi quel rapporto genitoriale che da una parte sembra ribadire come i legami famigliari non siano definiti solo dalla biologia, e dall’altra mira a proporre nuovi riflessioni proprio su queste relazioni e sul loro valore nella società contemporanea.

Titane, come affermato anche dallo stesso Lindon, può allora essere visto come un storia d’amore, incentrata sulla ricerca di quegli elementi che ci rendono umani. Elementi che nella continua ibridazione tra carne e metallo sembrano anestetizzarsi senza però spegnersi mai. L’esplorazione che la Docurnau fa di tutto ciò la porta dunque a proporre un’opera ricca di temi oggi quotidianamente affrontati, ibridandoli a loro volta in una messa in scena ultra postmoderna, tanto nella costruzione visiva quanto nella successione di eventi e nella costruzione dei personaggi.

Titane recensione

Titane, la recensione del film

Alla luce di tutto ciò, Titane si presenta dunque come un’opera conturbante sotto più punti di vista, un esperimento a suo modo anche ostico che non lascerà di certo indifferenti quanti vi si misureranno. Tematiche sociali e attuali, certo, ma raccontate attraverso una miscela di generi il cui portabandiera è quel body horror reso tanto celebre da David Cronenberg. Pur presentando profondi debiti nei confronti del cinema del regista canadese, il film della Docurnau lascia intravedere una volontà di reggersi da solo senza il bisogno di paragoni e confronti. Titane vuole essere un’opera autonoma, come lo è la sua protagonista, e in molti momenti sembra avere la forza di esserlo, con un ritmo spesso particolarmente serrato o con emozioni capaci di colpire anche nei momenti più inaspettati.

Non mancano però anche dei momenti di maggior incertezza, specialmente nella seconda metà del film. Da lì in poi Titane sembra prendersi troppo sul serio, perdendo la dirompenza che aveva fino a quel momento mostrato e trovando in alcune ingenuità della sceneggiatura il suo principale freno. La Docurnau, come Alexia, sembra dunque ancora alla ricerca delle propria identità come regista, ma questo suo secondo lungometraggio anche al netto delle pecche le permette di affermarsi ancor di più come un nome da tenere d’occhio per il futuro. Titane, con la sua violenza, le sue musiche, le sue luci e i suoi personaggi fuori dal comune, è infatti ben più che “il film dove la protagonista viene messa incinta da un’automobile”.

Peacemaker è un eroe “sciovinista e razzista”? La replica di James Gunn

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Il personaggio di Peacemaker è stato sia un ero che un cattivo in The Suicide Squad e il prossimo anno lo ritroveremo in qualità di protagonista dell’annunciata serie a lui dedicata che vedrà il ritorno di John Cena e che debutterà in esclusiva su HBO Max.

È indubbio che la serie prenderà le mosse dalla seconda scene post-credits del film uscito nelle sale ad agosto, ma è anche probabile che scaverà nelle origini del personaggio. Durante un recente Q&A al TCA (via TV Line), James Gunn ha risposto alla domanda di un giornalista che ha insinuato che Peacemaker fosse “un ero americano sciovinista e razzista”.

Gunn riconosce che Peacemaker sia un eroe “problematico”, ma ha chiarito ancora una volta in merito al processo dietro la creazioni dei suoi personaggi, ribadendo che non ama crearne di “adorabili”, cercando di renderli invece “il più completi possibile”, nel bene e nale male. Peacemaker prende una serie di decisioni discutibili in The Suicide Squad, molte delle quali saranno probabilmente approfondite nella serie, e secondo Gunn il personaggio ha ancora “molto da imparare”.

“Una delle cose che mi ha fatto venire voglia di raccontare la storia di Peacemaker è che ha ancora molto da imparare…. molto da imparare”, ha dichiarato James Gunn. “Forse non gli basterà una sola stagione di una serie tv per imparare ancora tutte le cose che deve imparare. Ma è proprio la sua capacità di imparare che, ai miei occhi, lo rende più gradevole. I suoi punti deboli possono sembrare davvero terribili, ma in alcuni dipendono solo dalla sua ignoranza. Penso che sia una distinzione importante da fare.”

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

“Benvenuti all’inferno, ossia a Belle Reve, la prigione con il più alto tasso di mortalità negli Stati Uniti d’America. Qui sono confinati i peggiori supercriminali, disposti a tutto pur di evadere, anche unirsi all’oscura e super segreta missione della Task Force X. L’incarico del giorno? Metti insieme una serie di truffatori (tra cui Bloodsport, Peacemaker, Captain Boomerang, Ratcatcher 2, Savant, King Shark, Blackguard, Javelin e la psicopatica preferita di tutti, Harley Quinn). Armali pesantemente e abbandonali sulla remota isola di Corto Maltese infusa dal nemico. Mettili alla prova grazie ad una giungla brulicante di avversari militanti e forze di guerriglia ad ogni angolo. La squadra è impegnata in una ‘search and destroy’ guidata dal colonnello Rick Flag, mentre i tecnici del governo di Amanda Waller seguono ogni loro movimento grazie a dei sistemi impiantati nelle loro orecchie. Come sempre… una sola mossa falsa e chiunque può morire (per mano degli avversari, di un compagno di squadra o della stessa Waller).”

Carnage: 10 cose da sapere sulla nemesi di Venom

Il personaggio di Carnage farà il suo debutto in live-action nell’attesissimo Venom: La furia di Carnage, e i fan non vedono l’ora di saperne di più su di lui. Nonostante la proverbiale infamia del personaggio, infatti, potrebbero esserci alcuni ettagli sulla sua ricca e intricata storia nei fumetti che il pubblico mainstream potrebbe, in realtà, non conoscere ancora.

Ha avuto più ospiti

Come altri simbionti nell’universo Marvel, anche Carnage ha avuto più ospiti nel corso degli anni. Il primo e più noto è, ovviamente, Cletus Kasady, serial killer sadico e squilibrato i cui tratti aggressivi vengono esacerbati dalla violenza del simbionte.

Sebbene Kasady sia l’ospite più noto di Carnage, il simbionte ha legato con numerosi altri personaggi, tra cui Eddie Brock. Altri ospiti includono il genetista Karl Malus, lo psichiatra Tanis Nieves e persino il figlio di J. Jonah Jameson, John Jameson. A un certo punto, Carnage si è legato persino ad un grande squalo bianco dopo essere stato abbandonato su un’isola deserta.

La sua infanzia è avvolta nel mistero

Gran parte delle origini di Cletus Kasady sono avvolte nel mistero. In base ai suoi vaghi ricordi, è nato al Ravencroft Institute da una madre con schizofrenia paranoide, morta poco dopo il parto. Dopo aver ucciso una donna violenta che, in realtà, poteva essere sua nonna, Cletus è andato a vivere con un uomo (che potrebbe essere il suo padre biologico) e sua moglie, altrettanto violenta.

Dopo aver sperimento l’affido familiare, alla fine Cletus diede fuoco all’orfanotrofio in cui era cresciuto, la casa per ragazzi nota come “St. Estes”. Tutta la sua infanzia è stata una sequela di aggressioni e torture che non hanno fatto altro che peggiora a mano a mano che Cletus cresceva, facendo sì che sviluppasse le sue tendenze violente e omicide.

Kasady è stato compagno di cella di Eddie Brock

Divenuto ormai un noto serial killer, Kasady alla fine si ritrovò imprigionato a Ryker’s Island e finì per condividere la cella con Eddie Brock. In passato, infatti, il giornalista caduto in disgrazia si era legato al simbionte Venom, ma si era separato da esso durante una lotta contro il suo eterno rivale, Spider-Man.

Brock rimase inorridito da Kasady e lo picchiò costantemente. Alla fine, Kasady si stancò e cercò di uccidere Brock, ma Venom arrivò prima che potesse farlo. Alla fine, la progenie di Venom ha finito per legare con Kasady, creando così la prima iterazione di Carnage.

L’evento “Maximum Carnage”

Dopo aver perso per la prima volta contro Spider-Man, Kasady venne mandato di nuovo a Ravencroft. Lì divenne ancora una volta Carnage dopo che un medico gli prelevò del sanue, consentendo la trasformazione. Infuriato come sempre, Kasady reclutò diversi supercriminali per conquistare New York.

L’evento, noto come “Maximum Carnage”, è tra le trame a fumetti più note del personaggio. Suddiviso in quattordici numeri, “Maximum Carnage” è stata una delle prime trame che hanno cementato il posto di Carnage come una delle principali minacce dei fumetti Marvel, unendosi ai ranghi di Green Goblin e Doctor Octopus.

Una volta Venom ha mangiato Carnage

Dopo la sua seconda sconfitta, Kasady venne spedito in una cella specializzata all’interno del Manhattan Correctional Facility. Mentre era lì, ricevette la visita di Venom, che strappò il simbionte dal suo corpo e iniziò a divorarlo.

Sia Venom che Carnage hanno preso parte ad alcuni combattimenti memorabili nel corso degli anni. Tuttavia, pochi sono così indimenticabili o scioccanti come la vista di un simbionte che ne mangia un altro. L’atto ha sancito una volta per tutte l’eterna rivalità tra Venom e Carnage, cementandola come uno dei conflitti più duraturi nei fumetti Marvel.

C’è stato uno Spider-Carange

Il supercriminale noto come Lo Sciacallo è uno dei nemici più famigerati di Spider-Man. È lui il responsabile della creazione di numerosi cloni, tra cui Ben Riley, un duplicato genetico di Peter Parker. Per un po’, questi credette di essere il “vero” Peter Parker e assunse persino il ruolo di Spider-Man.

Durante questo periodo, Riley incontrò Carnage, legandosi con lui per impedirgli di ferire gli altri. La forza di volontà di Riley si è dimostrata abbastanza, e alla fine riuscì a rispedire il simbionte a Ravencroft. Riley tentò anche di distruggere Carnage con un’esplosione di microonde, ma fallì, e il Simbionte alla fine trovò la strada per tornare a Kasady.

Esistono diversi duplicati di Carnage

Carnage e Cletus Kasady sono stati separati numerose volte nel corso della loro contorta storia, ma alla fine si sono sempre riuniti. Di solito, si ritrovano, ma Kasady può anche ricostruire il simbionte dai resti presenti nel suo flusso sanguigno.

Di conseguenza, ci sono più duplicati di Carnage nell’universo Marvel. L’esercito americano e le corporazioni come l’Alchemax controllano alcuni di questi duplicati, mentre lo stesso Kasady ne detiene altri.

Il legame con Osborn

Durante una delle sue numerose separazioni da Cletus, Carnage cadde sotto il dominio di Norman Osborn, che in quel momento si stava riprendendo da Green Goblin e pensava che il simbionte avrebbe potuto aiutarlo. I due strinsero un patto e, alla fine, Osborn divenne il temuto Red Goblin.

In uno dei suoi atti più crudeli di sempre, Osborn permise a Carnage di infettare suo nipote, Normie, trasformandolo in Goblin Childe. Alla fine, Spider-Man separò Carnage da Osborn, ma l’evento portò alla rottura della psiche dell’uomo. Per quanto riguarda Normie, fu l’Alchemax ad estrargli il simbionte, anche se una parte di Carnage rimase nascosta nel flusso sanguigno del bambino.

Una volta ha cercato di creare uno Stato sovrano

Durante la trama di “Carnage USA”, Carnage convinse Kasady a recarsi a Doverton, in Colorado. Una volta lì, Carnage infettò l’intera popolazione, progettando di dichiarare Doverton lo Stato sovrano dei simbionti.

I Vendicatori vennero mandati in aiuto della città, ma Carnage infettò con successo Captain America, Occhio di Falco, ma anche La Cosa e Wolverine, mentre Spider-Man rimase l’unico eroe non infetto. Al culmine di quella trama, Carnage prese il controllo di un intero zoo di animali fuggiti per difendersi da Venom. Alla fine, Carnage perse la battaglia e Scorn catturò ciò che restava della sua massa.

Ha ricevuto un “aiuto magico” dal Darkhold

Il pubblico generalista ricorderà il Darkhold come il libro attualmente in possesso di Scarlet Witch nel MCU. Nei fumetti, in realtà, il libro gioca un ruolo cruciale in diverse trame. Una volta, ha persino alterato il simbionte Carnage con la magia soprannaturale, dopo che il sangue di Cletus Kasady si era riversato sulle sue pagine.

Il Darkhold ha sradicato la debolezza di Carnage al suono, ma lo ha lasciato vulnerabile alla magia Ctonica. La magia ha anche modificato la sua capacità di legarsi ad un ospite, permettendogli di infettare gli altri con propaggini di se stesso, aumentando notevolmente la sua portata. Carnage avrebbe usato questo nuovo potere durante la trama di “Carnage USA” e durante il suo periodo come Red Goblin.

Space Jam: New Legends, l’intervista a Fedez

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Trai doppiatori italiani del nuovo Space Jam: New Legends, c’è anche Fedez. Da appassionato d’animazione e di basket, ecco cosa ha raccontato della sua esperienza con il doppiaggio del film Warner Bros, al cinema dal 23 settembre.

Space Jam: New Legends, Fedez e Calton Myers tra le voci italiane

Space Jam: New Legends, diretto da Malcolm D. Lee, è un frenetico mix di due mondi, che svela fino a che punto possano arrivare alcuni genitori per creare un legame con i propri figli. Quando LeBron James e il suo giovane figlio Dom vengono intrappolati in uno spazio digitale da una malvagia Intelligenza Artificiale, LeBron farà di tutto per tornare a casa sani e salvi guidando Bugs Bunny, Lola Bunny e l’intera banda dei notoriamente indisciplinati Looney Tunes verso la vittoria, sul campo di gioco, contro i campioni digitalizzati dell’Intelligenza Artificiale: una super potente squadra di basket piena di professionisti all stars mai vista prima.

Tunes contro Goons nella sfida con la posta in gioco più alta della sua vita, che ridefinirà il legame tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il potere di essere se stessi. Pronti all’azione, i Tunes sovvertono le convenzioni, sovraccaricando i loro talenti unici e sorprendendo anche “King” James con il loro modo di giocare. Nel cast anche Don Cheadle, Khris Davis, Sonequa Martin-Green, Cedric Joe, Jeff Bergman e Zendaya.

Space Jam: New Legends vanterà la produzione di Ryan Coogler, regista di Black PantherCreed – Nato per combattere Prossima fermata: Fruitvale Station, e uscirà nelle sale italiane il 23 settembre 2021.

Blade: David S. Goyer eccitato all’idea del reboot Marvel

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Blade è pronto a fare il suo debutto nel Marvel Cinematic Universe, e una delle menti creative che portò il personaggio sul grande schermo nel lontano 1998 è assolutamente eccitata all’idea. Stiamo ovviamente parlando di David S. Goyer, il celebre autore di fumetti che proprio grazie alla trilogia sul Diurno prodotta dalla fine degli anni ’90 acquisì una certa fama come sceneggiatore per il cinema.

Durante un’intervista esclusiva con CBR, Goyer ha rivelato di essere “elettrizzato” dal fatto che Blade tornerà nei cinema attraverso un’incarnazione che sarà molto diversa da quella rappresentata nei film da lui scritti. “Adoro Blade. Non potrei essere più eccitato all’idea che stia per arrivare sul grande schermo un’altra versione del personaggio”, ha spiegato. Mahershala Ali è di certo uno degli attori più incredibili che lavorano oggi. Sarò uno dei primi a comprare il biglietto per andarlo a vedere al cinema.”

“Se sei un fan dei fumetti, sai che ci sono state diverse iterazioni di Batman… quella degli anni ’40, degli anni ’50. Quella di Denny O’Neil e Neil Adams, quella di Frank Miller… Sono tutte versioni che vivono nella memoria collettiva e sono davvero contento che, finalmente, arrivi un altro Blade sul grande schermo”, ha concluso.

Cosa sappiamo sul reboot di Blade?

Bassam Tariq (Mogul Mowgli) si occuperà della regia di Blade. Sarà il quarto regista di colore a dirigere un film per i Marvel Studios, dopo Ryan Googler (Black PantherBlack Panther: Wakanda Forever), Nia DaCosta (The Marvels) e Chloé Zhao (Eternals). Negli ultimi anni, Feige sta puntando a un Universo Cinematografico Marvel sempre più inclusivo, aumentando la diversità non solo davanti, ma anche dietro la macchina da presa.

Le riprese del reboot di Blade dovrebbero partire il prossimo anno. Al momento non è ancora stata fissata una data di uscita ufficiale. I Marvel Studios hanno affidato a Stacy Osei-Kuffour la sceneggiatura del film. Osei-Kuffour ha lavorato come story editor e sceneggiatrice per l’acclamata serie Watchmen di HBO. Lo studio ha preso in considerazione soltanto sceneggiatori di colore; secondo quanto riferito, Mahershala Ali è stato direttamente coinvolto nel processo.

The Flash: un semplice cameo per il Batman di Ben Affleck?

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Dopo essere tornato a sorpresa nei panni di Batman in Zack Snyder’s Justice League, Ben Affleck tornerà a vestire i panni del Crociato di Gotham nell’attesissimo The Flash. Abbiamo sempre saputo che l’apparente addio dell’attore all’iconico vigilante lo avrebbe coinvolto in un ruolo minore nel film di Andy Muschietti, ma ora sembra proprio che non dovremmo aspettarci più di un semplice cameo.

Secondo quanto riportato dallo scooper KC Walsh (via CBM), Affleck ha trascorso poco più di una settimana sul set del cinecomic DC. Probabilmente, nessuno si aspettava che il Batman di Affleck avrebbe seguito il Velocista Scarlatto attraverso il Multiverso: se la portata del coinvolgimento dell’attore dovesse essere confermata, a quanto pare nel film assisteremo soltanto allo scambio di poche battute tra i due personaggi.

Tuttavia, non dovrebbe sorprendere più di tanto che il ruolo di Ben Affleck in The Flash, alla fine, si riduca ad una fugace apparizione, dal momento che l’attore non ha mai nascosto quanto sia stato difficile portare il personaggio sullo schermo e quanto sia forte, ormai, il desiderio di voltare pagina. Inoltre, non bisogna dimenticare che fin da quando è stato annunciato il ritorno nel film anche dell’iterazione dell’eroe da parte di Michael Keaton, si è sempre parlato di quella versione di Batman come di quella “permanente” del DCEU.

Tutto quello che c’è da sapere su The Flash

Ricordiamo che The Flash arriverà al cinema il 4 novembre 2022. Il film sarà diretto da Andy Muschietti, regista di IT e IT – Capitolo Due. Ezra Miller tornerà a vestire i panni del Velocista Scarlatto dopo essere apparso in un cameo in Batman v Superman: Dawn of Justice e in Justice League.

Confermata anche la presenza di Michael Keaton e Ben Affleck, che torneranno entrambi a vestire i panni di Batman. Kiersey Clemons tornerà nei panni di Irish West dopo essere apparsa in Zack Snyder’s Justice League (il personaggio era stato tagliato dalla versione theatrical). Nel cast ci saranno anche l’attrice spagnola Maribel Verdú (Il labirinto del fauno), che interpreterà Nora Allen (la madre di Barry) e l’attrice statunitense Sasha Calle (Febbre d’amore) che interpreterà Supergirl.

Non ci sarà invece Billy Crudup, che aveva interpretato Henry Allen (il padre di Barry) in Justice League: l’attore verrà sostituito nella parte da Ron Livingston. Il film dovrebbe essere ispirato alla serie a fumetti “Flashpoint” del 2011, scritta da Geoff Johns e disegnata da Andy Kubert.

Animali Fantastici 3, spiegazione del titolo: quali sono i “segreti di Silente”?

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Nella giornata di ieri, la Warner Bros. ha finalmente svelato il titolo ufficiale di Animali Fantastici 3, il terzo attesissimo capitolo della saga prequel di Harry Potter, ossia Animali Fantastici: I segreti di Silente. Ma a quali segreti fa riferimento questo titolo così evocativo e misterioso?

La saga di Animali Fantastici, nonostante sia composta da appena due capitoli, ci ha già abituati ad una serie di colpi di scena alquanto importanti, come ad esempio nel primo episodio, Animali Fantastici e dove trovarli, quando abbiamo scoperto, nel finale, che il vero cattivo della storia era il mago oscuro Gellert Grindelwald, parte della leggendaria tradizione di Harry Potter, la cui storia nella saga principale, tuttavia, era stata appena accennata (nello specifico ne I Doni della Morte).

Ancora, nel sequel Animali Fantastici: I crimini di Grindelwald è stato rivelato che il potente mago Credence, un Obscurus dai poteri fuori controllo, era in realtà Aurelius Silente, il fratello minore di Albus mai menzionato in passato. Ovviamente, ciò ha sollevato tutta una serie di domande in merito alla figura e alla storia di Silente, soprattutto perché, nel sequel, Credence è stato sotto l’influenza di Gellert Grindelwald, destinato a prendere d’assalto l’Europa e, alla fine, ad essere sconfitto da Albus in uno dei duelli magici più famosi della storia. Al momento non è ancora chiaro come Credence si inserisca nel canone, ma J.K. Rowling ha già promesso che molte delle domande lasciate da I crimini di Grindelwald troveranno una risposta nell’attesissimo threequel.

Ne I Doni della Morte, è stato stabilito che la storia di Albus con Grindelwald rappresenta il suo segreto più profondo ed oscuro. Nel romanzo, Harry ha appreso che Albus era affascinato dal carismatico Grindelwald quando erano giovani e che la sua infatuazione aveva portato ad una tragedia familiare. Questo, insieme al fatto che aveva stretto un Patto Magico con lui (come si dice nel secondo film), era il motivo per cui Albus era così riluttante ad affrontare Grindelwald durante la sua ascesa al potere: lo amava ancora e non era sicuro di essere abbastanza forte emotivamente da poterlo battere. È possibile che Newt Scamander e i suoi amici scopriranno questa verità ne I segreti di Silente, permettendo al franchise di Harry Potter di smettere di “evitare” l’omosessualità di Albus.

Animali Fantastici: I segreti di Silente, un titolo che può tranne in inganno?

Tuttavia, il titolo potrebbe facilmente trarre in inganno, ed essere legato maggiormente alla figura di Credence, e non a quella di Silente in senso stretto. Gran parte del passato del personaggio, infatti, rimane ancora un mistero dopo le rivelazioni di Grindewald nel secondo capitolo: la madre e il padre di Credence sono davvero Kendra e Percival Silente o, in realtà, è un fratellastro? Perché la sua esistenza è stata cancellata dalla storia? E, soprattutto, in che modo la notizia che ha un fratello di cui non ha mai saputo nulla influenzerà Albus Silente?

Proprio come accade con i libri, è probabile che anche il titolo ufficiale di Animali Fantastici 3 funzioni su più livelli. Se è così, questo potrebbe essere il film che svelerà finalmente tutta la segretezza che circonda la famiglia e il passato di Silente. Ciò giustificherebbe sicuramente il suo posto nella tradizione di Harry Potter, anche se è un peccato che il focus di questi prequel si stia allontanando sempre più da Newt Scamander e dai suoi amici, su cui avrebbero dovuto concentrarsi in origine.

Johnny Depp riflette sulla cancel culture: “Nessuno è al sicuro”

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In occasione di una recente apparizione al San Sebastian Film Festival, Johnny Depp si è scagliato pubblicamente con la cancel culture, problema che, nei riguardi della sua carriera, ha come gettato una vera e propria macchia sulla sua vita professionale.

Depp è stato uno degli attori più richiesti e pagati di Hollywood per tantissimi anni, grazie ad una valanga di ruoli iconici che lo hanno fatto amare dal pubblico di tutto il mondo. Tuttavia, a causa di alcune vicissitudini personali assai turbolente, l’immagine pubblica dell’attore ne ha fortemente risentito, e così anche la sua carriera e la possibilità di recitare in determinati progetti (si pensi al caso Animali Fantastici, dove l’attore è stato sostituito dal collega Mads Mikkelsen nel ruolo di Gellert Grindelwald).

Proprio in occasione del San Sebastian Film Festival, dove è stato insignito del Premio Donostia alla carriera (scelta che, ovviamente, è stata accompagnata dalle solite polemiche), Johnny Depp ha avuto modo di riflettere sul fenomeno della cancel culture, che ha definito – via Deadline – come una “corsa sfrenata verso il giudizio, basata su ciò che in sostanza è aria inquinata.”

L’attore ha poi aggiunto: “È talmente fuori controllo che mi permetto di dire che nessuno è al sicuro ormai. Nessuno di voi, nessuno al di fuori di quella porta. Nessuno è al sicuro. Basta una frase e addio: vi ritrovate senza terra sotto i piedi. Non è successo solo a me, ma a tantissime persone. È successo sia agli uomini sia alle donne. Purtroppo ad un certo punto si inizia a credere che sia normale o che sia colpa loro… Quando non lo è.”

“Non importa se un giudizio, di per sé, si è preso qualche licenza artistica”, ha concluso l’attore. “Quando c’è un’ingiustizia, che sia contro di te o contro qualcuno che ami, o qualcuno in cui credi… Alzatevi in piedi, non restate seduti a guardare. Perché hanno bisogno di voi.”

Johnny Depp a Roma, ospite di Alice nella Città

Ricordiamo che ad ottobre Johnny Depp sarà a Roma, ospite di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema, per presentare Puffins, la web-serie animata prodotta da Iervolino & Lady Bacardi Entertainment e spin-off del film d’animazione Arctic – Un’avventura glaciale.

Guardiani della Galassia Vol. 3 sarà la storia di Gamora e Nebula?

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Di recente, l’attrice Karen Gillan ha rivelato che dopo aver letto la sceneggiatura di Guardiani della Galassia Vol. 3 è scoppiata a piangere. Adesso, grazie ad alcune dichiarazioni dell’attore Seth Green, possiamo avere un’idea più chiara del motivo che, probabilmente, ha spinto l’interprete di Nebula ad emozionarsi così tanto.

Seth Green, noto al grande pubblico per il ruolo di Oz nella serie tv Buffy l’Ammazzavampiri, è anche un talentuoso doppiatore (sua, ad esempio, è la voce di Chris Griffin nella versione originale de I Griffin) e di recente è tornato a doppiare l’iconico personaggio di Howard il Papero nella serie dei Marvel Studios What If… ?, dopo avergli già prestato la voce nei due “volumi” di Guardiani della Galassia.

Durante una recente intervista con ComicBoook, Green non ha né confermato né smentito il suo coinvolgimento nel Vol. 3, ma ha rivelato un dettaglio alquanto interessante a proposito della trama. “Non so se Howard ne faccia parte, non ne ho sentito parlare. L‘unica cosa che so è che è la storia delle ragazze, è la storia delle sorelle, che è la storia di Gamora e Nebula. Quindi non so se è un prequel, o se sarà ambientato nella nuova linea temporale post-Endgame. Onestamente, non ne so nulla.”

Il regista James Gunn ha già lasciato intendere che Gamora sarà una parte importante del terzo film, ma a questo punto pare che il suo rapporto con Nebula sarà il vero cuore pulsante della storia. La Gamora originale è stata sacrificata da Thanos in Avengers: Infinity War e la versione che verrà reintrodotta nel Vol. 3 è quella proveniente dal passato (precisamente dal 2014).

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 arriverà nelle sale nel 2023, anche se una data di uscita ufficiale non è stata ancora comunicata. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente entro la fine del 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, insieme a Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Doctor Strange 2: nel sequel l’inaspettato ritorno di un celebre mutante?

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All’inizio di quest’anno, Patrick Stewart aveva confermato di aver parlato con il presidente dei Marvel Studios, Kevin Feige, in merito al futuro della saga di X-Men e alla possibilità di riprendere il ruolo di Charles Xavier.

Stewart sembrava irremovibile sul fatto che Logan – The Wolverine rappresentasse la fine dell’arco narrativo della sua iterazione del Professor X, ma da allora sono iniziate a circolare delle voci in merito ad un possibile coinvolgimento del personaggio in Doctor Strange in the Multiverse of Madness (probabilmente per contrastare la potenza di Scarlet Witch).

Cosa potrebbe significare la presenza del celebre attore nel sequel per l’ingresso dei mutanti nel MCU è ovviamente un’altra questione, ma nelle ultime ore una presunta immagine pre-vis del film (che potete vedere cliccando qui) sembrerebbe aver confermato che nel film di Sam Raimi potrebbe esserci anche il Charles Xavier di Stewart.

Per chi non lo sapesse, i pre-vis, la cosiddetta tecnica di previsualizzazione, consente di creare un finto film e capire ad esempio, prima di girarla, l’evoluzione di una determinata scena. Ammesso che l’immagine leaked di Stewart sia reale, non possiamo sapere se quello se sarà effettivamente il look che l’attore sfoggerà per il suo ritorno nei panni dell’iconico personaggio o se magari verrà ringiovanito attraverso la tecnica del de-aging.

Non è la prima volta, comunque, che si parla del possibile coinvolgimento in Doctor Strange in the Multiverse of Madness di un personaggio appartenente al Fox-Verse: alla fine di agosto, infatti, lo scooper Daniel Richtman aveva dichiarato: “Nel sequel di Doctor Strange, Wanda combatterà contro un personaggio del Fox-Verse (non mi è permesso rivelare chi è). Potrebbe essere un combattimento decisamente superiore.”

Doctor Strange in the Multiverse of Madness vedrà Benedict Cumberbatch tornare nel ruolo di Stephen Strange. Diretto da Sam Raimi, il sequel vedrà anche Wanda Maximoff/Scarlet Witch (Elizabeth Olsen) assumere un ruolo da co-protagonista dopo WandaVision.

La sceneggiatura del film porterà la firma di Jade Bartlett e Michael Waldron. Oltre a Cumberbatch e Olsen, nel sequel ci saranno anche Benedict Wong (Wong), Rachel McAdams (Christine Palmer), Chiwetel Ejiofor (Karl Mordo) e Xochitl Gomez (che interpreterà la new entry America Chavez).

Doctor Strange in the Multiverse of Madness arriverà al cinema il 25 marzo 2022. Le riprese sono partite a Londra a novembre 2020 e avranno luogo anche a New York, Los Angeles e Vancouver. Nel sequel dovrebbe apparire in un cameo anche Bruce Campbell, attore feticcio di Sam Raimi. Al momento, però, non esiste alcuna conferma in merito.

Animali Fantastici 3: svelato il titolo e la data d’uscita ufficiale!

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L’account Instagram della saga di Animali Fantastici ha diffuso pochi minuti fa il titolo ufficiale di Animali Fantastici 3. Il film, in originale si chiamerà Fantastic Beasts: The Secrets of Dumbledore, che in italiano sarà Animali Fantastici: I Segreti di Silente. Ecco il video annuncio del titolo del film che arriverà in sala distribuito da Warner Bros il 15 aprile 2022.

Il titolo si mette perfettamente in scia con quello che dovrebbe essere il naturale svolgimento dei fatti alla luce dell’eccitante anche se discusso cliffangher con cui si è chiuso I Crimini di Grindelwald.

Quello che sappiamo di Animali Fantastici: I Segreti di Silente

Sappiamo che Animali Fantastici 3 è attualmente in produzione presso gli Studi Leavesden, siti a Nord-Ovest di Londra. Gran parte del cast de I Crimini di Grindelwald tornerà, inclusi Eddie RedmayneKatherine Waterston, Dan Fogler, Alison Sudol, Ezra Miller Jude Law nei panni del giovane Albus Silente. Animali Fantastici 3 uscirà il 15 aprile 2022.

After 3, trailer, poster e uscita su Amazon Prime Video

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Amazon Prime Video ha svelato oggi il poster ufficiale e il trailer del drama romantico young-adult Amazon Exclusive After 3, con Josephine Langford e Hero Fiennes Tiffin, disponibile su Prime Video in Italia dal 29 ottobre.

In After 3 ritroviamo da Tessa alle prese con un nuovo, entusiasmante capitolo della sua vita, ma mentre si prepara a trasferirsi a Seattle per il lavoro dei suoi sogni, la gelosia e il comportamento imprevedibile di Hardin raggiungono il culmine e minacciano di porre fine alla loro intensa relazione. La situazione si complica ancora di più quando il padre di Tessa torna e vengono alla luce rivelazioni scioccanti sulla famiglia di Hardin. Alla fine, Tessa e Hardin dovranno decidere se varrà la pena lottare per il loro amore o se sarà giunto il momento di separarsi.

After 3 vede protagonisti Josephine Langford e Hero Fiennes Tiffin alla guida di un cast corale che comprende Louise Lombard, Rob Estes, Arielle Kebbel, Chance Perdomo, Frances Turner, Kiana Madeira, Carter Jenkins, Mira Sorvino, Stephen Moyer, Angela Sari, Atanas Srebrev e Anton Kottas. Il film è diretto da Castille Landon e prodotto da Jennifer Gibgot (17 Again, Step Up), Brian Pitt, Aron Levitz di Wattpad, Nicolas Chartier e Jonathan Deckter di Voltage Pictures, Mark Canton (Den of Thieves, 300) di CalMaple e Courtney Solomon (Cake, An American Haunting). Executive producers sono Andrew Panay e Eric Lehrman.

After 3 si unirà alle migliaia di serie e film già presenti nel catalogo di Prime Video, tra cui le produzioni italiane Amazon Original  Dinner Club, FERROCelebrity Hunted – Caccia all’uomo S1 e S2, e LOL: Chi ride è fuori; le serie pluripremiate Fleabag e The Marvelous Mrs. Maisel  e i grandi successi come Jack Ryan, The Boys, Borat – Seguito di film cinema, Il principe cerca figlio, Senza Rimorso, Good Omens e Carnival Row, oltre a contenuti in licenza disponibili in più di 240 paesi e territori nel mondo, e le dirette in esclusiva in Italia delle 16 migliori partite del mercoledì sera della UEFA Champions League, oltre che della Supercoppa UEFA, per tre stagioni dal 2021/22. Altre serie Amazon Original italiane già annunciate e in produzione sono Vita da CarloAll or Nothing: Juventus, Bang Bang BabyThe Bad Guy, Everybody Loves Diamonds e Prisma.

I clienti Prime potranno vedere After 3 tramite l’app Prime Video disponibile per Smart TV, dispositivi mobili, Fire TV, Fire TV stick, Fire tablet, Apple TV, console di gioco, Chromecast e Vodafone TV. Grazie all’app i clienti potranno scricare gli episodi sui loro dispositivi mobili per la visione offline senza costi aggiuntivi all’abbonamento Prime dal costo di €36/anno. I nuovi clienti possono registrarsi ad Amazon Prime e ottenere un periodo di prova gratuito su amazon.it/prime.

After 3, il poster ufficiale

Drive my car, recensione del film di Ryusuke Hamaguchi ispirato a Murakami

Il regista giapponese Ryusuke Hamaguchi con il suo Drive my car, in uscita il 23 settembre, distribuito da Tucker Film, accompagna lo spettatore in un viaggio a bordo di una Saab rossa, che è anche viaggio interiore, utile ai protagonisti a scoprire aspetti di sé fino ad allora ignorati e a risolvere conflitti interiori. 

Hamaguchi è un regista molto amato dalle giurie dei festival internazionali e con il suo precedente lavoro, Il gioco del destino e della fantasia, si è aggiudicato l’Orso d’Argento al Festival di Berlino. Drive my car, tratto dall’omonimo racconto di Murakami, inserito nella raccolta Uomini senza donne, è stato premiato a Cannes 2021 per la Migliore sceneggiatura. 

La trama di Drive my car

Kafuku, Hidetoshi Nishijima, è un regista e attore teatrale, sua moglie Oto, Reika Kirishima, una sceneggiatrice per la tv. I due si amano e tra loro c’è una buona intesa. Lei inventa spesso storie fantastiche dopo l’amore. Quando Kafuku, rientrato a casa prima del previsto, scopre che Oto lo tradisce con un giovane attore, non ha il coraggio di parlargliene. Dopo la morte improvvisa di lei, però, Kafuku resta solo e rimpiange di non averle parlato. Chiamato a dirigere uno spettacolo ad Hiroshima, Zio Vanja di Cechov, il suo cavallo di battaglia – ha interpretato spesso il protagonista – gli viene affidata come autista una ragazza ventenne silenziosa e assai discreta, Misaki, Toko Miura. Durante i viaggi nella Saab 900 turbo cui Kafuku tiene tanto, i due iniziano a conoscersi e si instaura un rapporto profondo, nutrito dalle reciproche solitudini. Intanto Kafuku ha scelto gli attori per il suo spettacolo e ha affidato il ruolo di Vanja proprio all’ex amante della moglie. Mentre Cechov spinge tutti a guardarsi dentro e confrontarsi, il protagonista cerca di elaborare il suo dolore e percorrere nuove strade, anche grazie alla presenza di Misaki, che apre a nuovi punti di vista.  

La sceneggiatura di Drive my car

E’ stata la capacità del regista e sceneggiatore Hamaguchi nel costruire storie, caratteristica anche di uno dei personaggi di Drive my car, a conquistare Cannes. Storie nella storia, narrazioni nella narrazione, letteratura e teatro nel cinema. Il film, scritto a quattro mani dal regista con Takamasa Oe , trae ispirazione dal racconto di Murakami contenuto nella raccolta Uomini senza donne, mescolandovi altri spunti provenienti dallo scrittore nipponico. A ciò si aggiunge, ed è prtagonista, il teatro di Cechov, con Zio Vanja, e non si rinuncia ad un accenno al Beckett di Aspettando Godot. Il regista innesca così un gioco di rispecchiamenti tra Kafuku e Vanja, ma anche tra gli altri attori, interpreti della piece, e i rispettivi personaggi, tra il viaggio in macchina che porta Kafuku e Misaki a condividere uno spazio in cui si aprono l’un l’altro e il viaggio metaforico della compagnia di attori che condividono il palco, il luogo delle prove, dando qualcosa di sé stessi agli altri.

Questa materia densissima di riferimenti letterari e teatrali è usata dal regista per affrontare la solitudine, la morte, la perdita, la disabilità, ma anche la passività, la tendenza a nascondere, la paura e l’incapacità di aprirsi.  

La recensione di Drive my car

Drive my car non è un film per tutti. I suoi 179 minuti richiedono uno spettatore avvezzo a un andamento lento, non frenetico e che sappia prescindere dai colpi di scena a ogni piè sospinto, che piuttosto, sappia appassionarsi a viaggi interiori e silenzi significativi. 

La storia è divisa nitidamente in quattro fasi – vita di Kafuku con la moglie fino alla sua morte, preparazione e messa in scena di Zio Vanja, viaggio di Kafuku e Misaki sui luoghi del passato, attualità. Questi cambi di scenario con passaggi di tempo, oltre che segnare le tappe emotive del percorso del protagonista, hanno l’obiettivo di tenere viva l’attenzione dello spettatore lungo un film eminentemente di parola, figlio di Murakami e Cechov. 

Ciò nonostante, l’incedere del film è e resta lento. Il testo finisce spesso per dominare sull’azione davanti alla macchina da presa, raffreddando le emozioni che arrivano allo spettatore. Vi sono, certo, momenti intensi ed emotivamente coinvolgenti, e sono soprattutto quelli dei silenzi, dove acquista importanza il primo piano che coglie le emozioni o l’inquadratura dell’elemento emblematico: snodi stradali come gli snodi dell’esistenza; due mani vicine, che compiono lo stesso gesto. Restano però momenti, sparsi all’interno di un racconto dove è pur sempre il testo a veicolare riflessioni e concetti, ma anche emozioni, che sarebbero potute arrivare in maniera molto più naturale, spontanea e fruibile, se svincolate da esso. In particolare, la parte dedicata alla preparzione e alla messa in scena di Zio Vanja, che descrive minuziosamente tutto il processo, dalla selezione del cast, fino alla sera della prima, appare davvero troppo ampia. Ragione ne è, si potrebbe dire, il meccanismo di rispecchiamento di Kafuku nel personaggio di Vanja, il che è evidente. Tuttavia, sembra che il regista abbia difficoltà a staccarsi dalle proprie matrici d’ispirazione, il che invece, avrebbe dato al film una maggiore agilità, rendendolo anche più coinvolgente. 

Il cast offre buone prove, soprattutto Nishijima e Miura. Non è facile interpretare la solitudine introversa che li contraddistingue, la loro passività di fronte alla vita, lasciando trasparire però la voglia e la speranza di cambiare. Tuttavia, l’interpretazione, soprattutto quella del protagonista, soffre del fatto che non debba valicare quasi mai i rigidi confini letterari e teatrali, restandone in certi frangenti, appesantita. 

Con Drive my car, in sala dal 23 settembre, Hamaguchi lancia però un messaggio di speranza nel futuro. Ogni ferita, anche la più dura, è sanabile, ma non da soli. Occorre aprirsi all’altro, abbandonare le proprie sicurezze e accettare di far entrare l’altro nel proprio mondo, dandogliene le chiavi. Proprio come fa Kafuku con Misaki, affidandole quelle della sua Saab 900 turbo rossa. Solo attraverso lo scambio con l’altro si possono capire i propri errori, far proprie prospettive nuove e pensare di cambiare, in meglio, la propria vita.  

Respect: la clip “Think”, con Jennifer Hudson

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Dopo “Respect” –  la canzone più bella di tutti i tempi secondo la rivista americana Rolling Stones – è sicuramente “Think” l’altro brano più amato e ascoltato della regina del soul Aretha Franklin, protagonista di RESPECT al cinema dal 30 settembre distribuito da Eagle Pictures.

Non tutti sanno che la celebre cantante, interpretata dall’incredibile Jennifer Hudson, era un’attivista impegnata nella difesa della giustizia sociale, dell’uguaglianza e dei diritti delle donne. Per questo “Think” è anche un monito, un inno alla consapevolezza con la volontà in alcuni casi di smuovere le coscienze per attivare cambiamenti sociali che potessero finalmente dare il giusto valore e considerazione alla comunità nera. “Ho ritenuto – ha confessato la regista di RESPECT, Liesl Tommy – che fosse essenziale includere tutto ciò, perché quando parli della Regina del Soul, quando parli della sua spiritualità, la sua politica e la sua fede… erano come le mie. La sua chiesa era una chiesa attivista per i diritti civili. Suo padre è stato il mentore di Martin Luther King. Una cosa che lei e io avevamo in comune – ha aggiunto – è che siamo cresciute ascoltando le persone che parlano di lotta per la libertà, per se stesse e per le generazioni future. Mi sono davvero connessa a queste cose perché abbiamo avuto esperienze simili. Segnano la tua vita per sempre”.

Respect, la trama

RESPECT racconta la straordinaria storia di una delle donne più incredibili di tutti i tempi: dall’infanzia – quando cantava nel coro gospel della chiesa di suo padre – fino alla celebrità internazionale. Respect è la storia vera del viaggio di Aretha Franklin per trovare la sua voce, nel mezzo del turbolento panorama sociale e politico dell’America degli anni ’60.Diretto dalla sudafricana Liesl Tommy, già regista di diverse serie tv di successo, Respect è inoltre interpretato dal Premio Oscar Forest Whitaker (L’ultimo Re di Scozia), il comico Marlon Wayans (Scary Movie, Ghost Movie), l’attore e cantante Tituss Burgess (Unbreakable Kimmy Schmidt), la pluripremiata ai Tony Award Audra McDonald (La Bella e la Bestia) e l’icona della musica R&B Mary J. Blige. Il film arriverà nelle sale italiane il 30 settembre distribuito da Eagle Pictures.

Petite Maman di Céline Sciamma, dal 21 ottobre al cinema

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Esce al cinema il 21 ottobre Petite Maman, il nuovo attesissimo film di Céline Sciamma dopo il successo di Ritratto della giovane in fiamme. Distribuito da Teodora Film e MUBI, il film sarà presentato in anteprima alla XIX edizione di Alice nella Città, la sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle nuove generazioni che quest’anno si svolgerà in due location d’eccezione: l’Auditorium Parco della Musica e l’Auditorium della Conciliazione.

Da sempre attenta al mondo dei giovanissimi e al tema dell’identità femminile, Sciamma torna con Petite Maman alle atmosfere di Tomboy, uno dei suoi film più amati, dimostrando ancora una volta una sensibilità fuori dal comune. Il film ha per protagonista Nelly, una bambina di otto anni che dopo la morte della nonna passa qualche giorno nella casa di campagna dove è cresciuta la madre, Marion. Girovagando nel bosco, si imbatte per caso in un’altra bambina che sta costruendo una capanna di legno e con cui nasce un rapporto speciale: la nuova amica si chiama proprio Marion…

Grazie a una storia che molti critici hanno accostato alla fantasia di Miyazaki, Petite Maman sa conquistare gli spettatori con una riflessione commossa sulla memoria, l’amicizia e la famiglia. Il film, che rappresenta la prima collaborazione tra Teodora e MUBI, sarà in streaming in esclusiva su MUBI nel 2022.

Ritratto della giovane in fiamme – la recensione del film di Céline Sciamma

47 metri: Great White, dal 30 settembre in sala, ecco il trailer

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Adler Entertainment distribuirà a partire dal 30 settembre un nuovo capitolo del fortunato thriller sottomarino 47 METRI del 2017. In questo nuovo shark-movie intitolato 47 METRI: GREAT WHITE, e che segna il debutto alla regia di Martin Wilson su sceneggiatura di Michael Boughen, una spensierata vacanza si trasforma in incubo quando cinque passeggeri di un idrovolante rimangono arenati a chilometri di distanza dalla costa. Dovranno vedersela con le scorte di cibo che stanno finendo e con i terribili squali che li aspettano sotto la superficie dell’acqua.

Nel cast troviamo Katrina Bowden (Piranha 3DD, 30 Rock), Aaron Jakubenko (Tidelands), Kimie Tsukakoshi (Riptide); Tim Kano (Neighbours) e Tekohe Tuhaka (Love and Monsters, The Dead Lands), mentre Neal Kingston (Nerve), Michael Robertson (The Reef) e Pam Collis (Black Water: Abyss) hanno prodotto il film.

Dagli stessi produttori di The Reef, un nuovo film ispirato da fatti realmente accaduti. 47 METRI: GREAT WHITE arriverà al cinema dal 30 settembre.

Space Jam: New Legends, Fedez e Calton Myers tra le voci italiane

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Benvenuti a Space Jam! Il campione NBA e icona globale LeBron James vive un’epica avventura a fianco dell’intramontabile Bugs Bunny, nel film evento di animazione/live-action Space Jam: New Legends, diretto da Malcolm D. Lee, con un team di filmakers innovativi come Ryan Coogler e Maverick Carter. Il film arriva al cinema da giovedì 23 settembre distribuito da Warner Bros. Pictures, diretto da Malcolm D. Lee e con LeBron James e Don Cheadle. Le voci italiane sono di Fedez, Carlton Myers, Gianluca Gazzoli, Cecilia Zandalasini e Flavio Tranquillo.

Space Jam: New Legends, la trama

Sinossi: Quest’avventura di trasformazione è un frenetico mix di due mondi, che svela fino a che punto possano arrivare alcuni genitori per creare un legame con i propri figli. Quando LeBron e il suo giovane figlio Dom vengono intrappolati in uno spazio digitale da una malvagia Intelligenza Artificiale, LeBron farà di tutto per tornare a casa sani e salvi guidando Bugs, Lola Bunny e l’intera banda dei notoriamente indisciplinati Looney Tunes verso la vittoria, sul campo di gioco, contro i campioni digitalizzati dell’Intelligenza Artificiale: una super potente squadra di basket piena di professionisti all stars mai vista prima. Tunes contro Goons nella sfida con la posta in gioco più alta della sua vita, che ridefinirà il legame tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il potere di essere se stessi. Pronti all’azione, i Tunes sovvertono le convenzioni, sovraccaricando i loro talenti unici e sorprendendo anche “King” James con il loro modo di giocare.

Quest’avventura di trasformazione è un frenetico mix di due mondi, che svela fino a che punto possano arrivare alcuni genitori per creare un legame con i propri figli. Quando LeBron e il suo giovane figlio Dom vengono intrappolati in uno spazio digitale da una malvagia Intelligenza Artificiale, LeBron farà di tutto per tornare a casa sani e salvi guidando Bugs, Lola Bunny e l’intera banda dei notoriamente indisciplinati Looney Tunes verso la vittoria, sul campo di gioco, contro i campioni digitalizzati dell’Intelligenza Artificiale: una super potente squadra di basket piena di professionisti all stars mai vista prima. Tunes contro Goons nella sfida con la posta in gioco più alta della sua vita, che ridefinirà il legame tra LeBron e suo figlio, mettendo in luce il potere di essere se stessi. Pronti all’azione, i Tunes sovvertono le convenzioni, sovraccaricando i loro talenti unici e sorprendendo anche “King” James con il loro modo di giocare.

James è protagonista accanto al candidato all’Oscar® Don Cheadle (i film di “Avengers”, “Hotel Rwanda”), Khris Davis (“Judas and the Black Messiah”, “Atlanta” per la TV), Sonequa Martin-Green (“The Walking Dead” per la TV, “Star Trek: Discovery”), l’esordiente Cedric Joe, Jeff Bergman (“Looney Tunes Cartoons”), Eric Bauza (“Looney Tunes Cartoons”) e Zendaya (l’imminente “Dune”, “Malcolm & Marie”).

Lee (“Girls Trip”, “Night School”) dirige da una sceneggiatura di Juel Taylor & Tony Rettenmaier & Keenan Coogler & Terence Nance e Jesse Gordon e Celeste Ballard, storia di Juel Taylor & Tony Rettenmaier & Keenan Coogler & Terence Nance. Basato su “Space Jam”, scritto da Leo Benvenuti & Steve Rudnick e Timothy Harris & Herschel Weingrod. Il film è prodotto da Ryan Coogler, LeBron James, Maverick Carter e Duncan Henderson, i produttori esecutivi sono Sev Ohanian, Zinzi Coogler, Allison Abbate, Jesse Ehrman, Jamal Henderson, Spencer Beighley, Justin Lin, Terence Nance e Ivan Reitman.

Il team creativo dietro la cinepresa include il direttore della fotografia Salvatore Totino (“Spider-Man: Homecoming”), il produttore animazioni Troy Nethercott (“Wonder Park”), gli scenografi Kevin Ishioka (“The Mule”), Akin McKenzie ( “When They See Us” per Netflix) e Clint Wallace (l’imminente “Eternals”), il montatore Bob Ducsay (“Godzilla: King of the Monsters”, “Star Wars Episode VIII – The Last Jedi”) e la costumista Melissa Bruning (“Rampage”, “War for the Planet of the Apes”). Le musiche sono di Kris Bowers (“Greenbook”, “Bridgerton” per Netflix).

Warner Bros. Pictures presenta una produzione Proximity/The SpringHill Company Production, un film di Malcolm D. Lee, “Space Jam: New Legends”. Il film sarà distribuito in tutto il mondo da Warner Bros. Pictures e arriverà in Italia al cinema dal 23 settembre.

Disney+ Day: il 12 novembre l’evento per ringraziare gli abbonati

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Venerdì 12 novembre, The Walt Disney Company presenterà il Disney+ Day, una celebrazione mondiale che coinvolgerà tutte le divisioni della Company. Agli abbonati di Disney+ verranno offerti nuovi contenuti diffusi attraverso i brand iconici della piattaforma, Disney, Pixar, Marvel, Star Wars, National Geographic, e Star, presente nei mercati internazionali, insieme a una speciale presentazione per i fan dedicata a Disney+ con anticipazioni dei titoli in arrivo. Inoltre, dal 12 novembre Disney+ si espanderà in nuovi mercati dell’Asia e del Pacifico, raggiungendo nuovi spettatori in tutto il mondo.

Per celebrare il secondo anniversario di Disney+, la Company offrirà agli abbonati speciali promozioni ed esperienze. I Disney Parks and Resorts di tutto il mondo e Disney Cruise Line stenderanno il tappeto blu per i fan di Disney+ con alcune sorprese e attività, tra cui opportunità per scattare fotografie, incontri con i personaggi e molto altro; su shopDisney.com ci saranno offerte speciali e i popolari show televisivi e le serie più famose si uniranno alle celebrazioni.

Il primo Disney+ Day sarà una grande celebrazione dei nostri abbonati che coinvolgerà tutta la Company”, ha dichiarato Bob Chapek, Chief Executive Officer, The Walt Disney Company. “Questa giornata speciale è espressione della nostra missione di intrattenere, informare e ispirare i fan e le famiglie di tutto il mondo attraverso il potere di una narrazione unica, e diventerà un evento annuale che espanderemo in tutti i nostri business mondiali”.

I contenuti Disney, Pixar, Marvel, Star Wars e National Geographic che debutteranno in occasione del Disney+ Day

Disney+ Day includerà anteprime di contenuti di tutti i brand principali del servizio, tra cui:

    • Il debutto in streaming del film Marvel Studios Shang-Chi e la Leggenda dei Dieci Anelli
    • L’amato film Disney d’avventura per tutta la famiglia Jungle Cruise, disponibile per tutti gli abbonati
    • Il nuovo film originale Disney+ Mamma, Ho Perso L’Aereo, una rivisitazione del celebre franchise delle feste
    • Una nuovissima serie originale di corti targati Walt Disney Animation Studios, I Racconti di Olaf che vede l’amatissimo pupazzo di neve di Frozen raccontare numerose storie dei classici Disney come solo lui sa fare
    • Un corto animato targato Pixar dal titolo Ciao Alberto, che vede protagonisti i personaggi del film d’animazione di successo dell’estate, Luca.
    • Il nuovo corto originale de I Simpson che rende omaggio ai brand di Disney+
    • I primi cinque episodi della seconda stagione de Il mondo secondo Jeff Goldblum di National Geographic
    • Uno speciale che celebra le origini e l’eredità di Boba Fett, il leggendario cacciatore di taglie di Star Wars
    • Uno speciale che celebra l’Universo Cinematografico Marvel su Disney+ con un emozionante sguardo al futuro
    • Dopesick, una serie originale interpretata da Michael Keaton, che arriverà nei mercati internazionali all’interno dell’offerta di contenuti di intrattenimento generale di Star

Gli abbonati della piattaforma streaming potranno godere del Disney+ Day, la prima celebrazione dedicata ai fan di Disney+, che comprenderà novità, anticipazioni, nuovi trailer, clip esclusive e messaggi speciali dai creatori e le star di Disney+.

Disney+ Day – Il lancio di Disney+ in Corea del Sud, Taiwan e Hong Kong

In occasione del Disney+ Day, la piattaforma streaming farà il suo debutto in Corea del Sud e Taiwan il 12 novembre e ad Hong Kong il 16 novembre, portando gli iconici personaggi e le storie Disney nelle case di nuovi spettatori di tutto il mondo.

Altri emozionanti contenuti in anteprima, offerte per i consumatori e novità saranno annunciati prima del Disney+ Day.

Gomorra 5: chi tornerà e chi potrebbe tornare

Sappiamo ormai molte cose di Gomorra 5, la stagione conclusiva di quella che è stata la serie italiana di maggior successo degli ultimi anni, venduta all’estero e acclamata dalla critica ma anche dal pubblico, che ha dimostrato di apprezzarla moltissimo. Anche se non conosciamo la data esatta di messa in onda, sappiamo che la vedremo a novembre su Sky e in streaming su NOW, sappiamo che sarà, come detto, la stagione conclusiva e sappiamo che partirà esattamente da dove avevamo lasciato i fatti alla fine della quarta stagione, con Patrizia (Cristina dell’Anna) morta per mano di Genny (Salvatore Esposito) e quest’ultimo in latitanza, chiuso in un bunker. Ma quali saranno invece i volti che rivedremo nella serie? Quali i ritorni certi, quali quelli probabili? Ecco chi tornerà e chi potrebbe tornare in Gomorra 5.

Gomorra 5 è in arrivo su NOW e anche on demand su Sky. Iscriviti a soli 3 euro per il primo mese e guarda il film e molto altro.

Chi potrebbe tornare in Gomorra 5?

GOMORRA 5 serie tvOccupiamoci prima di tutti quei personaggi che, non essendo morti ammazzati, potrebbero ricomparire in questa quinta e ultima stagione, da novembre su Sky e in streaming su NOW. Il magistrato Walter Ruggieri, interpretato da Gennaro Maresca, che ha avuto legami con Genny e con Patrizia, potrebbe ricomparire, dato il suo peso nella quarta stagione, ma anche Elia Capaccio ‘o Diplomato, dal momento che è l’ultimo rimasto della sua famiglia e sappiamo che in Gomorra la famiglia è una cosa seria. I tre fratelli Levante, sopravvissuti alla carneficina a opera degli uomini di Genny sono certamente trai candidati più probabili a tornare in scena, in particolare Grazia, che vive solo per intercessione di Gennaro in persona. ‘U Maestrale è un personaggio appena introdotto, a fine quarto ciclo, tornerà quindi probabilmente per continuare a stare al fianco di Gennaro nella latitanza, così come Michele Casillo, che è un esponente politico legato Savastano e soprattutto Fernando, braccio destro del boss latitante. Trai possibili ritorni anche Tiziana Palumbo, che è a capo del consorzio dell’aeroporto.

Azzurra Avitabile

Azzurra AvitabileL’abbiamo conosciuta nella seconda stagione, una donna risoluta e carismatica, che non sparisce certo al fianco di questo ragazzone di cui si innamora e che sposa. Azzurra è la moglie di Genny, è al suo fianco, ed è anche la madre del piccolo Pietro. Azzurra e Pietro sono i punti fermi del boss, per loro Gennaro ha provato a tirarsi fuori dal giro, ma sempre per loro rientra e tenta di mettere le cose in ordine, a sua spese, consegnandosi alla latitanza. Il ruolo di Azzurra in questa quinta stagione sarà delicatissimo, sarà una lady sicuramente all’altezza degli affari del marito, ma dovrà anche affrontare la solitudine che comporta essere la moglie di un latitante. Ivana Lotito che la interpreta darà di certo grande soddisfazione.

Enzo Villa

Enzo VillaDegli noto come Sangue Blu (Arturo Muselli), che è arrivato nella terza stagione e ha da subito raccolto la simpatia del pubblico, Enzo tornerà nella quinta stagione e sarà assetato di vendetta, molto probabilmente. Alla fine dell’ultima stagione, o Diplomato aveva provveduto a eliminare Maria, la fidanzata di Sangue Blu, e a fronte di un’immediata e cieca sofferenza, dobbiamo immaginare che l’uomo che un tempo ha preteso per sé il dominio dei Quartieri Spagnoli, non lascerà impunito un torto così grave e che quindi o Diplomato dovrà guardarsi le spalle.

Genny Savastano

Genny SavastanoÈ il volto della serie, ha partecipato a tutte le stagioni ed è l’erede di Don Pietro Savastano, con il quale tutto è cominciato. Viene da un cammino lunghissimo, Genny (Salvatore Esposito), da quando era soltanto un ragazzino viziato che la madre, donna Imma, chiamava “Genny bello”, incapace di fare del male, incapace, agli occhi del padre, di raccogliere il suo testimone. Ebbene, dopo un tentativo, per amore della sua Azzurra, di ripulirsi e allontanarsi dalla vita mafiosa, Genny torna in pista più agguerrito che mai, e rimette le cose a posto, ristabilisce la gerarchia, e ora, da un bunker sotterraneo dove comincia la sua vera e propria latitanza, ha riacquistato quel posto che il padre voleva per lui. Adesso ne è certo, Don Pietro sarebbe fiero di lui. Ma cosa succederà in Gomorra 5 quando tornerà a confrontarsi con un suo vecchio amico/nemico?

Ciro Di Marzio

Ciro Di MarzioÈ il ritorno più atteso e più anticipato, l’Immortale (Marco D’Amore) torna a Napoli, dopo la parentesi nordeuropea, come abbiamo visto nel film a lui dedicato, e lo fa con delle idee non ancora rese manifeste. Alla fine de L’Immortale, film che ha segnato l’esordio alla regia di Marco D’amore, che lo interpreta dalla stagione 1, abbiamo visto gli sguardi di Ciro e Genny incrociarsi: una sfida? Una promessa? Dopotutto Ciro era stato creduto morto perché si era sacrificato per salvare la vita a Genny, era “morto” al posto suo. Ma l’essere sopravvissuto rende il suo sacrificio meno importante? “Quando un amico ti tradisce è sempre un amico, Cirù?” Sentiamo la voce di Genny nel primo trailer che rimette tutto in discussione, e a quel punto si capisce che la sfida finale di Gomorra sarà quella giocata tra Gennaro e Ciro, così come era iniziata. E noi potremo assistere a questa battaglia all’ultimo sangue su Sky e in streaming su NOW.

Guillermo del Toro stima quante delle sue sceneggiature non sono mai diventate film

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Guillermo del Toro è meglio conosciuto per aver diretto numerosi film di successo, tra cui Hellboy, Il labirinto del fauno, Pacific Rim e La forma dell’acqua – The Shape of Water. Considerato il suo l’amore per i mostri, la passione per gli effetti pratici e una spiccata qualità estetica, ad oggi Del Toro è uno dei registi più talentuosi e riconoscibili.

In risposta a un fan su Twitter che ha chiesto a molti registi quante sceneggiature hanno scritto che non sono mai state diventate dei veri film, Guillermo del Toro stima di avere circa 20 sceneggiature finite che non sono mai decollate, per un motivo o per l’altro. Considerando che una sceneggiatura, in media, impiega dai 6 ai 10 mesi per essere completata, in base alle sue stime, Del Toro ha trascorso circa 16 anni a scrivere sceneggiature che non sono mai state realizzate.

“Stando ai miei calcoli, ho scritto qualcosa come 33 sceneggiature. 2, 3 sono state portate sul grande schermo da altri, 11 da me (Pinocchio è in fase di lavorazione). Quindi, abbiamo circa 20 sceneggiature che non sono diventate film. Per ognuna ci sono voluti dai 6 ai 10 mesi di lavoro, ergo circa 16 anni andati. Tutta esperienza e miglioramento delle abilità.”

Clicca qui per vedere il post originale

Il prossimo film di Guillermo del Toro, l’attesissimo Nightmare Alley, basato sul romanzo omonimo di William Lindsay Gresham, arriverà nelle sale americane a Natale. Il cast del film annovera Bradley Cooper, Cate Blanchett, Toni Collette, Willem Dafoe, Richard Jenkins, Rooney Mara, Ron Perlman e David Strathairn.

Tra i prossimi progetti del regista figura anche l’attesissimo nuovo adattamento della favola di Pinocchio, che verrà realizzato in stop motion e che arriverà su Netflix. Il cast vocale annovera Ewan McGregor, Tilda Swinton, Christoph Waltz, Cate Blanchett e John Turturro.

Alice nella Città annuncia i primi due titoli dell’edizione 2021

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Alice nella Città annuncia i primi due titoli di concorso alla XIX edizione e i due acclamati autori che li presenteranno in anteprima al pubblico di Roma: il visionario maestro dell’animazione giapponese Mamoru Hosoda con il suo nuovo atteso anime dal titolo “Belle” e la pluripremiata regista francese Céline Sciamma con “Petite Mamansaranno ospiti della sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma, dedicata agli esordi, al talento e alle nuove generazioni diretta da Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, in programma dal 14 al 24 ottobre 2021 in due location d’eccezione: l’Auditorium Parco della Musica e, da quest’anno per tutta la durata della manifestazione, anche l’Auditorium della Conciliazione.

Tra i più importanti sceneggiatori e registi del cinema di animazione a livello mondiale, già candidato all’Oscar nel 2019 per il film “Mirai”, Mamoru Hosoda torna ad Alice nella Città a sei anni da “The Boy and the Beast” e dopo aver conquistato il botteghino giapponese: in sole due settimane “Belle” ha superato il box-office di “Mirai” ed è ad oggi il secondo film in assoluto per incassi del 2021.

“Belle”, che uscirà al cinema distribuito da Koch Media in collaborazione con I Wonder Pictures, è ambientato in un fantastico mondo virtuale. Suzu, una liceale di 17 anni, vive nelle campagne della Prefettura di Kochi con il padre, dopo aver perso la madre in giovane età. La prematura perdita ha fatto chiudere Suzu in sé stessa e l’ha allontanata dal padre e dalla cosa che più amava fare: cantare. Dopo aver capito che scrivere musica è il suo unico scopo nella vita, Suzu entra in [U], un mondo virtuale con cinque miliardi di membri online, dove diventa Belle, avatar di fama mondiale per la sua voce straordinaria. Il suo incontro con un drago misterioso la porta a intraprendere un viaggio ricco di avventure, sfide e amore, alla ricerca della sua vera natura.

Il regista giapponese, oltre ad annunciare l’uscita di “Belle” nelle sale italiane, sarà a Roma anche per festeggiare i 10 anni dello Studio Chizu con una masterclass aperta al pubblico e agli appassionati di anime che avranno la rara opportunità di interagire con il maestro.

Applaudito all’ultimo Festival di Berlino e distribuito in Italia da Teodora Film e MUBI, “Petite Maman” è il nuovo attesissimo film di Céline Sciamma, dopo il successo internazionale di “Ritratto della giovane in fiamme”. Da sempre attenta al mondo dei giovanissimi e al tema dell’identità femminile, Sciamma torna alle atmosfere di “Tomboy”, uno dei suoi film più amati, dimostrando ancora una volta una sensibilità fuori dal comune, con una riflessione commossa sulla memoria, l’amicizia e la famiglia.

Petite Maman” ha per protagonista Nelly, una bambina di otto anni che dopo la morte della nonna passa qualche giorno nella casa di campagna dove è cresciuta la madre, Marion. Girovagando nel bosco, si imbatte per caso in un’altra bambina che sta costruendo una capanna di legno e con cui nasce un rapporto speciale: la nuova amica si chiama proprio Marion.

Dopo l’anteprima ad Alice nella Città il film uscirà nei cinema il 21 ottobre e nel 2022 sarà in streaming in esclusiva su MUBI.