Peyton Reed,
regista di Ant-Man
e Ant-Man
and the Wasp, è stato incaricato dai
Marvel Studios di occuparsi anche
della regia di Ant-Man 3, con Paul
Rudd che, oltre a tornare nei panni di Scott
Lang, collaborerà anche alla sceneggiatura del film insieme a
Jeff Loveness (Rick and Morty).
Al momento, data l’attuale
situazione mondiale dovuta all’emergenza Covid-19, è impossibile
prevedere quando i set cinematografici saranno nuovamente agibili
e, di conseguenza, quando avranno inizio le riprese di
Ant-Man 3. Eppure, in un recente Q&A
attraverso il suo account
Instagram, Michael
Douglas ha confermato che a breve ci saranno
importanti novità sul film.
L’interprete di Hank Pym, in
risposta ad un fan che a quanto pare sembrerebbe aver chiesto
proprio aggiornamenti sul terzo Ant-Man, ha dichiarato
quanto segue: “Non posso parlarne. Perché la Marvel mi
sparerebbe con una pistola. Ma credo tu debba tener duro ancora per
un po’, perché a breve potrebbero arrivare delle novità davvero
interessanti.”
Al momento è difficile prevedere a
cosa facciano riferimento le parole di Douglas: verrà annunciata la
data di uscita del film? O Ant-Man 3,
come si vocifera da un po’ di tempo, arriverà direttamente su
Disney+ e la Casa di Topolino è pronta
ad ufficializzarne la release in streaming?
Celebre per il suo ruolo da
protagonista in una nota serie TV, l’attore Colin
O’Donoghue ha negli anni dato prova di possedere una buona
versatilità prendendo parte a progetti particolarmente diversi tra
loro. In breve, è diventato uno dei volti più noti e apprezzati
della televisione presso il grande pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Colin O’Donoghue.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Colin O’Donoghue: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in un noto
film horror. L’attore ha debuttato sul grande schermo con
il ruolo di Michael Kovak in Il rito (2011), dove
recita accanto al celebre Anthony Hopkins. Negli
anni successivi O’Donoghue recita poi in Storage 24
(2012), The Dust Storm (2016), Carrie Pilby
(2016) e What Still Remains (2018). Prossimamente tornerà
al cinema con il fantasy Fairytale.
9. È protagonista di una
nota serie TV. Dopo aver debuttato con un ruolo nel film
Home for Christmas (2002), l’attore continua a recitare
per il piccolo schermo in alcuni episodi di serie come Love Is
the Drug (2004), Fair City (2005), The
Clinic (2006-2008) e I Tudors (2009), con Jonathan Rhys
Meyers. Dal 2012 diventa popolare grazie al ruolo di
Capitan Uncino nella serie C’era una
volta, dove recita fino al 2018 accanto all’attrice
Jennifer
Morrison. Nel 2020 recita poi in The Right
Stuff, interpretando il personaggio di Gordon Cooper.
Colin O’Donoghue è su
Instagram
8. Ha un account
personale. L’attore è presente sul social network
Instagram con un profilo seguito da 1,2 milioni di persone.
All’interno di questo O’Donoghue è solito condividere fotografie
scattate sui set da lui frequentati, condividendo curiosità o
momenti di svago insieme ai suoi colleghi. Particolarmente presenti
sono poi anche foto promozionali dei suoi progetti, come anche
immagini di vario tipo.
Colin O’Donoghue: chi è sua
moglie
7. Si è sposato dopo una
lunga relazione. Nel 2009 l’attore ha annunciato le nozze
con Helen, di professione insegnante. I due avevano una relazione
sin da quando avevano 18 anni, e, specialmente in seguito
all’accresciuta popolarità dell’attore, hanno mantenuto una profilo
di coppia particolarmente privato, evitando così l’esposizione ai
media.
6. Hanno avuto due
figli. Molto poco si sa della vita privata della coppia,
restia a mischiare questa con l’ambiente mondano frequentato da
O’Donoghue. Tra i pochi annunci pubblici rilasciati dai due,
tuttavia, vi è quello della nascita dei due figli, avvenuta
rispettivamente nel 2013 e nel 2017.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Colin O’Donoghue in C’era una
volta
5. Ha ottenuto diversi premi
con la co-protagonista. Grazie al suo ruolo nella serie,
O’Donoghue ha ottenuto tre nomination ai Teen Choice Awards, in
coppia con l’attrice Jennifer Morrison, con la
quale condivide molte scene. Nel 2016 hanno infine vinto il premio
intitolato “Choice TV Liplock”, ovvero al miglior bacio. Ciò è
stato un ulteriore segno dell’apprezzamento del pubblico nei
confronti dell’attore.
4. Non era previsto che
ottenesse tanto rilievo nella serie. L’attore ha ricoperto
per la prima volta il ruolo di Capitan Uncino a partire dalla
seconda stagione della serie. Inizialmente, il personaggio era
previsto soltanto per pochi episodi, ma dato l’ottimo riscontro di
pubblico i produttori hanno deciso di mantenerlo, facendo di lui
uno dei protagonisti.
3. Si è ispirato ad un
celebre gruppo per il look del personaggio. Per il suo
Capitan Uncino, l’attore ha voluto stravolgere il look generalmente
associato al personaggio. D’accordo con i produttori, O’Donoghue ha
costruito lo stile del personaggio a partire da quello della
celebre band i Depeche Mode. Tra le fonti di
ispirazione vi è però anche il pirata del film La storia
fantastica (1987).
2. Gli è stato difficile
lasciare il personaggio. Nel 2018 l’attore ha concluso il
suo lavoro nella serie, dovendo pertanto abbandonare il personaggio
di Capitan Uncino. O’Donoghue ha affermato che non è stato semplice
lasciare, dopo sei anni, il ruolo che l’ha reso celebre, ma di
essere soddisfatto della conclusione trovata al suo arco
narrativo.
Colin O’Donoghue: età e
altezza
1. Colin O’Donoghue è nato a
Drogheda, Irlanda, il 26 gennaio 1981. L’attore è alto
complessivamente 178 centimetri.
Anche se l’attore non ha potuto
rivelare alcun dettaglio sulla trama, ha comunque specificato che
il Batman che vedremo sarà molto più oscuro rispetto alle
precedenti incarnazioni e che il rapporto tra Bruce e Alfred sarà
molto importante ai fini della trama: “In questo film si
parlerà molto della connessione emotiva tra Alfred e Bruce. È
davvero al centro della storia. Matt ha scritto una sceneggiatura
davvero splendida.”
Serkis, che è attualmente impegnato
con la post-produzione di Venom: Let
There Be Carnage, ha poi parlato del suo
approccio al ruolo, facendo riferimento all’incarnazione di Alfred
da parte di Michael Caine nella trilogia de Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan: “Caine è stato
fantastico. Il suo Alfred è leggendario. A dire il vero, però, non
avrei mai potuto iniziare da ciò che ha fatto lui. Devi trovare il
tuo modo di entrare nel personaggio. È come quando ti ritrovi ad
interpretare uno degli iconici ruoli di una tragedia di
Shakespeare. Si tratta di rivisitare quel personaggio e farlo tuo.
Si tratta del modo in cui quel personaggio si connette a te e al
vostro personale diagramma di Venn.”
Parlando invece dello stop alle
riprese del film a causa della pandemia di Covid-19, l’attore ha
spiegato: “Quando ci siamo dovuti fermare, aveva girato
esattamente la metà delle mie scene. Sarà interessante vedere come
tutto questo influenzerà il nostro lavoro una volta che torneremo
sul set. Ad ogni modo, sarà comunque un film bellissimo.”
HN Entertainment ha suggerito che le
riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di
Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche
di Batman
v Superman: Dawn of Justice, Justice
League, Wonder
Woman e del sequel Wonder
Woman 1984) mentre l’uscita nelle sale è stata già fissata
al 25 giugno 2021.
“The
Batman esplorerà un caso di detective“,
scrivono le fonti, “Quando alcune persone iniziano a morire in
modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di
Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una
cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham
City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà
disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei
film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti
sospettati“.
Cherif è la serie
tv francese e poliziesco creata da Lionel Olenga, Laurent
Scalese e Stéphane Drouet. La serie è
scritta da Lionel Olenga, Marine Gacem, Mehdi Ouahab, Laure
DeColbert, Robin Barataud e diretta da Vincent
Giovanni, Julien Zidi, Akim Isker, Hervé Brami, Pierric Gantelmi
d’Ille. E’ composta da sei stagioni di successo ed è
andata in onda per la prima volta nel 2012.
Cherif: dove vederla
La serie tv Cherif è in programmazione in onda
su Giallo.
Cherif, la trama e il cast
Nella serie tv il capitano alla
Squadra Anticrimine di Lione, Kader Cherif ama fare il suo lavoro e
se ne infischia se la cosa dovesse stupire qualcuno. Poliziotto di
strada, conosce la sua città come nessuno e praticamente non lascia
mai il commissariato, in quanto abita proprio di fronte. Dotato di
perspicacia non comune, Cherif è solito citare frasi e aneddoti
delle serie televisive poliziesche anni 70/80 a cui si ispira.
Allegro e simpatico, spesso svolge le sue indagini in maniera non
proprio ortodossa, ad esempio portandosi i testimoni in casa per
interrogarli davanti a una tazza di tè; questi metodi non mancano
di creare attrito con la sua nuova partner, il capitano Adeline
Briard, figlia del direttore della polizia giudiziaria di Parigi,
trasferitasi a Lione dopo il suicidio del fratello. Curiosa anche
l’auto di servizio di Cherif, una Peugeot 504 coupé prelevata dal
parco vetture sequestrate dalla Polizia.
In Cherif
protagonisti sono Abdelhafid Metalsi nei panni di
Capitano Kader Cherif, Carole Bianic nel ruolo di
Capitano Adeline Briard, Aurore Erguy come Roxane
Le Goff, François Bureloup nei panni di Brigadiere
capo Joël Baudemont, Vincent Primault come
Philippe Dejax, medico legale, Greg Germain come
Jean-Paul Doucet, Direttore della polizia di Lione,
Clémence Thioly come Stéphanie Giraud, Agente
(episodi da 1 a 18) e Nathalie Blanc nei panni di
Christelle Laurent, Agente dall’episodio 23).
Nei ruoli ricorrenti Mélèze
Bouzid come Sarah Cherif, figlia di Kader Cherif,
Élodie Hesme come Deborah Atlan, avvocato del foro
di Lione e ex moglie di Kader Cherif, Frédéric
Gorny come Pierre Clément, avvocato e compagno di Deborah
Atlan (3 épisodes), Arsène Mosca come Jean-Pierre
Rochmansky e Arnaud Binard come Pascal
Garnier.
Curiosità sulla serie tv
Nel 2010, mediante un bando di
gara, France 2 cerca nuove serie televisive. L’intento di Lionel
Olenga, coideatore di Cherif insieme a Laurent Scalese e Stéphane
Drouet, è di proporre una serie poliziesca divertente con degli
aspetti surreali e un po’ sfalsati. Visti i buoni dati di ascolto
della seconda serie, all’inizio del 2015 la rete rinnova il
contratto per una terza e successivamente per una quarta stagione.
In Italia va in onda su Giallo dal 4 gennaio 2016.
Apprezzata interprete italiana,
Laura Morante si è distinta negli anni per aver
recitato in alcuni dei principali titoli del panorama italiano, ma
non le mancano anche diverse collaborazioni internazionali. Sono
molte le interpretazioni che le hanno permesso di sfoggiare una
grande versatilità, distinguendosi tanto per la commedia quanto per
opere drammatiche.
Ecco 10 cose che non sai di
Laura Morante.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Laura Morante: i suoi film
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta al cinema con il film
Oggetti smarriti (1980), per poi distinguersi in titoli
come La tragedia di un uomo ridicolo (1981), Sogni
d’oro (1981), Bianca (1984), I ragazzi di via
Panisperna (1988), Turné (1990), Ferie
d’agosto (1996), con Rocco
Papaleo,La stanza del figlio (2001),
Danza di sangue (2002), di John
Malkovich, Ricordati di me (2003), di
Gabriele
Muccino, L’amore è eterno finché dura (2005),
L’estate del mio primo bacio (2006), Il figlio più
piccolo (2010), con Luca
Zingaretti, La bellezza del somaro (2010), di
Sergio
Castellitto, Ogni maledetto
Natale (2014), con Alessandra
Mastronardi, Assolo (2016), La profezia
dell’armadillo (2018), e Una storia senza nome
(2018), con Micaela
Ramazzotti.
9. Ha diretto dei
film. Dopo anni di sola recitazione, nel 2012 la Morante
compie il passaggio dietro la macchina da presa dirigendo il film
Ciliegine,
film di co-produzione Italia Francia, di cui è anche interprete. A
quattro anni di distanza, nel 2016, scrive e dirige
Assolo, con protagonisti attori come Marco
Giallini e Carolina
Crescentini.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Il ruolo per il quale l’attrice ha
ricevuto i maggiori riconoscimenti è stato quello di Paola in
La stanza del figlio, film premiato anche con la Palma
d’Oro al Festival di Cannes. La Morante ha infatti
vinto il David di Donatello e il Ciak d’oro come miglior attrice
protagonista. Nel 2005 ha invece vinto il Nastro d’argento per
L’amore è eterno finché dura.
Laura Morante non è su
Instagram
7. Non possiede un account
personale. L’attrice ha dichiarato di non essere presente
con un proprio profilo sul social network Instagram, preferendo non
esporsi a questo tipo di piattaforme. Si possono tuttavia ritrovare
alcune fan page a lei dedicate, dove vengono pubblicati post
riguardanti le ultime novità sui progetti dell’attrice.
Laura Morante in Lo sguardo
dell’altro
6. Apprezzò molto la
sceneggiatura del film. Nel 1998 l’attrice è protagonista
del film “pisco-erotico” Lo sguardo dell’altro.
Originariamente, il ruolo da lei interpretato, quello di Begoña,
era stato affidato ad un’altra attrice, che però decise di lasciare
la produzione. Sottoposta allora la sceneggiatura alla Morante,
questa la trovò splendida, apprezzando molto l’idea di una donna
che attraverso una telecamera osserva il proprio corpo e la propria
intimità per comprendersi meglio.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Laura Morante: i suoi figli
5. È madre di
attrici. L’attrice ha avuto la prima figlia,
Eugenia Costantini, nel 1984, dal suo primo
matrimonio, mentre nel 1988 è nata Agnese Claisse,
avuta dal secondo marito. Entrambe le figlie hanno poi seguito le
sue orme divenendo attrici, la prima recitando in film come Una
famiglia perfetta, e la seconda in Io, Loro e
Lara.
4. Ha diretto una delle sue
figlie. Per il suo secondo film da regista,
Assolo, la Morante ha voluto nel cast anche la figlia
Eugenia Costantini, a cui ha affidato il ruolo di Giovanna.
Consapevole da sempre della volontà della figlia di diventare
un’attrice, la Morante l’ha in più occasioni supportata,
condividendo con lei quanti più set possibili.
Laura Morante in Bianca
3. Ha recitato nel noto film
di Moretti. Ancora agli inizi della sua carriera, la
Morante ottiene popolarità con il ruolo di Bianca nell’omonimo film
di Nanni Moretti. Questa è l’insegnante di
francese con la quale avrà una relazione il protagonista Michele
Apicella, celebre personaggio interpretato da Moretti nei suoi
primi film da regista.
Laura Morante oggi
2. Reciterà in un film di
produzione internazionale. Prossimamente, l’attrice
tornerà al cinema con il film Across the River and Into the
Trees, tratto dall’ultimo romanzo pubblicato da Hemingway.
Ambientato in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale, il film
vedrà l’attrice recitare nei panni della Contessa Contarini.
Laura Morante: età e altezza
1. Laura Morante è nata a
Santa Fiora, in Toscana, Italia, il 21 agosto 1956.
L’attrice è alta complessivamente 170 centimetri.
Yellowstone 4 è la
quarta stagione della serie tv Yellowstone
creata da Taylor Sheridan e John
Linson per il Paramount Network con
Kevin Kostner.
Yellowstone 4: quando esce
e dove vederla in streaming
I nuovi episodi di
Yellowstone 4debutteranno
negli USA il 7 novembre 2021. In ITALIA Yellowstone 4
arriverà su SKY. Yellowstone 4
in streaming sarà disponibile su NOW. Yellowstone è
disponibile in streaming anche su Paramount+
Yellowstone 4: trama e
cast
Nella quarta stagione John Dutton,
proprietario di un ranch nel Montana, lotta per mantenere la
stabilità della famiglia e del ranch, minacciato dai costruttori e
da una riserva indiana, a cui si aggiunge la corruzione della
classe politica. Tutti hanno un obiettivo: conquistare il
territorio del ranch. La nuova stagione inizia subito dopo
l’adrenalinico finale della terza stagione, con le vite di John,
Bette e Kayce in pericolo e con Jamie contro la sua famiglia. La
guerra contro Market Equities è ancora in corso.
In Yellowstone
4 protagonisti sono Kevin Costner nel ruolo di John Dutton, è un
patriarca miliardario della sesta generazione della famiglia
Dutton, che controlla il Yellowstone Dutton Ranch, il più grande
ranch contiguo degli Stati Uniti. Luke Grimes nei
panni di Kayce Dutton, un ex SEAL della Marina degli Stati Uniti e
uno dei figli di John ed Evelyn. Kelly Reilly nei panni di Beth Dutton, una
finanziera e figlia di John ed Evelyn. Wes Bentley
nei panni di Jamie Dutton, avvocato, aspirante politico e uno dei
figli di John ed Evelyn. Cole Hauser nel ruolo di
Rip Wheeler, caposquadra del ranch di Yellowstone e del braccio
destro di John. Kelsey Asbille nel ruolo di Monica
Long Dutton, moglie dei nativi americani di Kayce. Brecken
Merrill nel ruolo di Tate Dutton, figlio di Kayce e Monica
e unico nipote di John. Jefferson White nel ruolo
di Jimmy Hurdstrom, un ranch di Yellowstone. Danny
Huston nel ruolo di Dan Jenkins, un miliardario
sviluppatore di terreni dalla California con l’aspirazione di
costruire su parti di Yellowstone.
Nel cast della quarta stagione ci
saranno le new entry Jacki Weaver, che
interpreterà Caroline Warner, l’amministratore delegato di Market
Equities che sta cercando di schiacciare la presa che John Dutton
(Kevin
Costner) ha sul suo tentacolare ranch del Montana.
Piper Perabo, l’attrice è nota per aver preso
parte alla serie tv
Covert Affairs. In Yellowstone 4 interpreterà
un manifestante di Portland che è contro la forza di polizia
finanziata dallo stato che protegge l’agricoltura industriale e
l’uccisione di animali; Altro ingresso nel cast è quello di Kathryn
Kelly, nota per la serie tv Nashville, che interpreterà un tecnico
veterinario che inizia una relazione con un cowboy del ranch di
Dutton; Nel cast anche Finn Little (Storm Boy),
che interpreterà Carter, un giovane che ricorda un giovane Rip
(Cole Hauser) a cui i Dutton hanno dato una casa. Qui, Beth decide
che il ranch è il posto migliore per insegnare ai giovani come
essere un uomo.
I film vincitori dei David
di Donatello 2020 sono disponibili su Sky: i
principali titoli che hanno trionfato ieri nella serata che ha
messo in scena il meglio del cinema italiano sono già su Sky
Cinema.
E per celebrarli, Sky
Cinema Due propone domani – domenica 10 maggio –
una giornata interamente dedicata ad alcuni dei film più
premiati ieri sera dall’Accademia del Cinema Italiano e
insigniti dei prestigiosi David di Donatello, con
una maratona dove è possibile vederli uno dietro l’altro e
rivederli anche on demand su Sky
e in streaming su NOW TV.
Si comincia alle
13 con “Parasite”,
vincitore del David per il Miglior film straniero,
premio che si aggiunge ai 4 Oscar® e alla Palma d’Oro al Festival di Cannes. Il capolavoro di Bong
Joon-ho, apprezzato da pubblico e critica in tutto il mondo,
racconta le vicende della povera famiglia Kim che usa l’astuzia
introdursi nella casa di un ricco architetto con un abile quanto
diabolico piano.
A seguire, alle
15.15, spazio a “Mio fratello rincorre
i dinosauri”, vincitore del David
giovani, il premio assegnato da una giuria nazionale di
studenti degli ultimi due anni di corso delle scuole secondarie di
II grado. Diretto da Stefano Cipani, con Alessandro Gassmann e
Isabella Ragonese, la commedia affronta un argomento sensibile
tratta dall’autobiografia di Giacomo Mazzariol: un adolescente si
confronta con la disabilità del suo amato fratellino, affetto dalla
sindrome di Down.
Alle 17 si torna
indietro nel tempo con “Il primo re”,
vincitore ieri di 3 David per la Miglior Autore della
fotografia a Daniele Ciprì, il Miglior
Suono e il Miglior Produttore. Diretto da
Matteo Rovere, racconta il mito di Romolo e Remo con Alessandro
Borghi e Alessio Lapice. I due fratelli fuggono con astuzia da Alba
Longa e si avventurano in un lungo viaggio. Dal loro sangue nascerà
una città, Roma, il più grande impero che la Storia ricordi. Un
legame fortissimo, destinato a diventare leggenda.
Alle 19.10 spazio
a “5 è il numero perfetto” con Valerio
Golino insignita ieri del David per la Miglior Attrice non
protagonista. Insieme a lei, nel film opera prima di
Igort, tratta da una sua graphic novel, troviamo anche Toni
Servillo e Carlo Buccirosso. Un sicario della camorra ormai in
pensione, Peppino Lo Cicero, è orgoglioso della carriera che il
figlio sta intraprendendo nella gerarchia criminale. Quando questi
viene freddato in un agguato, la vendetta è l’unica strada
possibile per un uomo d’onore.
In prima serata, alle
21.15, il vero trionfatore dei David 2020,
“Il traditore”, premiato ieri con ben 6
David tra cui quello di Miglior Film,
Miglior Regia a Marco Bellocchio, Miglior
Attore protagonista a Pierfrancesco Favino,
Miglior Attore non protagonista a Luigi Lo Cascio,
Migliore sceneggiatura originale. Il film racconta
la storia di Tommaso Buscetta, il “boss dei due mondi” nonché primo
pentito di mafia, che testimoniò nel maxiprocesso contro Cosa
Nostra.
Chiude la giornata, alle
23.45, “Martin Eden”,
premiato per la Miglior sceneggiatura non
originale, adattamento del romanzo di Jack London, con
protagonista Luca Marinelli diretto da Pietro Marcello. Dopo aver
salvato da un pestaggio Arturo, giovane rampollo della borghesia
industriale, il marinaio Martin Eden viene ricevuto in casa della
famiglia del ragazzo e qui conosce Elena, la bella sorella di
Arturo, e se ne innamora al primo sguardo.
Arriverà prossimamente su
Sky Cinema anche “Pinocchio” di
Matteo Garrone con Roberto Benigni, Gigi Proietti e Massimo Ceccherini (5
David di Donatello per Scenografia, Costumista, Truccatore,
Acconciatore ed Effetti grafici VFX), oggi disponibile su
Sky Primafila insieme ad altri due film premiati:
“La dea fortuna” di Ferzan Ozpetek con
Jasmine Trinca, Stefano Accorsi ed Edoardo Leo (2 David di
Donatello per la Miglior Attrice protagonista a Jasmine Trinca e la
Miglior Canzone originale) e “Il primo
Natale” di e con Ficarra e Picone (vincitore del
David dello Spettatore).
La notizia che Christian Bale è entrato nel cast di
Thor: Love and Thunder e
che interpreterà un cattivo è piaciuta moltissimo ai fan della
Marvel, che amano l’attore per
tutti i grandi ruoli che ha interpretato in carriera, compreso “la
concorrenza” Batman.
Tuttavia non sappiamo ancora chi
interpreterà l’attore nel film di Taika Waititi e
così è legittimo fare congetture. Qualcuno ha pensato addirittura
che si potesse trattare di Adam Warlock, e nella fanart di seguito,
ecco un esempio del suo scontro con il dio del tuono!
Thor: Love and
Thunder è il titolo ufficiale del quarto
capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare
il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo
daNatalie
Portman, come confermato sabato durante il
panel dei Marvel Studios al Comic-Con.
Taika Waitititornerà alla regia di un film dei
Marvel Studios dopo Thor:
Ragnarok, così come Chris
Hemsworth e Tessa
Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor
e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers:
Endgame. L’ispirazione del progetto arriva dal
fumetto “The Mighty Thor”, descritto da Waititi come
“la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie
appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.
L’uscita nelle sale è fissata
invece al 11 febbraio 2022.
Tutti gli eventi pubblici del 2020
corrono in contro all’annullamento e alla cancellazione, a causa
della pandemia di coronavirus che sta imperversando in tutto il
mondo. Da festival di cinema che cambiano forma, a eventi musicali
e culturali che vengono annullati, tutti stanno subendo la
situazione attuale, ma sembra che il Comic Con di San Diego abbia
trovato il modo per non rinunciare all’evento.
È stato annunciato infatti, tramite
i canali ufficiali dell’evento, che il Comic Con di San
Diego 2020 si chiamerà Comic Con Home e
si svolgerà in streaming. L’annuncio video che potete vedere di
seguito recita: “Presto, parcheggi gratis, sedie comode, snack
personalizzati, nessuna fila, animali benvenuti, badge per tutti e
sedie in prima fila per il San Diego Comic Con Home”.
Il produttore Jerry
Bruckheimer ha confermato che è stata scritta una
sceneggiatura per Bad
Boys 4. Anche se ci sono voluti 17 anni, un terzo
film di Bad Boys, intitolato Bad
Boys for Life, è finalmente arrivato nei cinema a
gennaio.
Ma lungi dall’essere il noioso
sequel che molti si aspettavano, il film è stato elogiato dalla
critica per aver permesso al marchio di evolversi e maturare
insieme alle star Will Smith e Martin
Lawrence. Il film ha guadagnato $ 419 milioni al
botteghino con un budget di $ 90 milioni, ed è attualmente il film
con il più alto incasso del 2020 dopo che la pandemia di
coronavirus ha costretto i cinema a chiudere le porte a metà
marzo.
Prima dell’epidemia di COVID-19, è
stato riferito che era stato dato il greenlight anche a un Bad
Boys 4 sulla scia del successo di Bad
Boys for Life. In realtà la Sony aveva già
annunciato un quarto capitolo a luglio 2019. Parlando con
Collider per promuovere la sua nuova serie di Starz
Hightown, Bruckheimer ha confermato
“Attualmente stiamo lavorando a una bozza per il quarto [Bad
Boys]”. Bruckheimer non ha fatto i nomi di chi stava lavorando alla
sceneggiatura durante la sua intervista, ma è stato precedentemente
riferito che lo sceneggiatore di Bad
Boys for Life, Chris Bremner,
era stato incaricato del compito.
L’attore che interpreta Teschio
Rosso in Avengers: Endgame,
Ross Marquand, ha lanciato un’idea per uno
spin-off di Endgame incentrato sulla missione finale di Captain
America (Chris
Evans) di restituire gli Gemme dell’Infinito alla
rispettiva linea temporale.
Introdotto in Captain
America: Il Primo Vendicatore, Johann Schmidt è un ex
capo del HYDRA ed è l’antagonista principale di Steve Rogers che si
è trasformato nel Teschio Rosso dopo aver preso una versione
imperfetta del siero del Super Soldato. Il personaggio era stato
precedentemente interpretato da Hugo Weaving,
tuttavia Marquand ha assunto il ruolo per la sua apparizione in
Avengers: Infinity War e
sequel.
Dopo la sua apparizione, la
posizione di Teschio Rosso è rimasta misteriosa, visto che nel film
viene trasportato, non si sa dove, dal Tesseract. I fan alla fine
hanno scoperto cosa gli è successo quando lo hanno visto
ricomparire in Infinity War come custode
della Gemma dell’Anima su Vormir.
Alla fine di
Endgame, Steve è stato incaricato di
restituire tutte le Gemme che hanno raccolto per invertire lo
schiocco di Thanos. Ciò significa che Cap si è trovato di nuovo
faccia a faccia con Teschio Rosso. Questo incontro mette molta
curiosità ai fan, che però non hanno visto cosa è successo su
Vormir. Così Marquand ha proposto la sua idea per raccontare
l’incontro trai due.
Durante un’intervista con
Awesome Con Online, a Marquand è stato chiesto quali sono
le possibilità che torni ad interpretare il personaggio, e se da
una parte ha detto di non averne idea, dall’altra ha seminato
alcuni suggerimenti su come poter fare un’altra apparizione. Ha poi
rivelato ciò che gli piacerebbe vedere è uno spin-off di Endgame
che racconta dell’ultima missione di Captain America che
restituisce tutte e sei le Gemme dell?infinito, prima di tornare da
Peggy (Hayley Atwell).
Sulla reunion tra Cap e Teschio
Rosso, l’attore ha detto: “[Quando] Cap salta nella macchina
del tempo alla fine di Endgame, va via per cinque secondi e poi
torna come un vecchio. Ma penso che sarebbe davvero interessante
vedere cosa succede ogni volta che restituisce una di quelle Gemme.
E sarebbe un film affascinante in sé e per sé, credo. Spero che
[Teschio Rosso] faccia [ritorno]. Credo che a questo punto il
personaggio di Teschio Rosso sia molto cambiato, abbia una specie
di coscienza infinita e non sia interessato alla vendetta, quindi
l’incontro con Cap può essere sicuramente affascinante.”
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Il nuovo film di M. Night
ShyamalanOLD ha
trovato i suoi protagonisti. Si tratta di due giovani attori
protagonisti di due trai film che hanno fatto maggiormente parlare
di sé negli ultimi anni, ovvero Hereditary e Jojo Rabbit.
Dopo essere esplosa sulla scena di
Hollywood nel 1999 con Il Sesto Senso, la carriera di Shyamalan si
è costruita sulla particolarità che accomuna molti dei suoi film,
ovvero il colpo di scena. Tuttavia, alcune delle sue scelte
successive non hanno incontrato il favore del pubblico, e solo
negli ultimi anni sta riguadagnandosi il suo affetto.
Split del
2016 è stato un successo tra critica e pubblico in generale, ha
incassato $ 278 milioni in tutto il mondo. Successivamente è uscito
Glass, una sorta di sequel di Unbreakable
e Split messi insieme, che però non è
stato accolto con lo stesso entusiasmo riservato a
Split.
Nonostante questo, gli Universal
Studios hanno firmato per tenersi i prossimi due progetti del
regista e ora sappiamo chi Shyamalan ha scelto come volti per il
suo nuovo film.
Secondo quanto riporta Collider,
Alex Wolff (Hereditary)
è in trattative per interpretare uno dei ruoli principali nel film
di Shyamalan, più precisamente il terzo protagonista. Poco dopo,
Variety ha condiviso altre informazioni a riguardo, in cui si legge
che Thomasin McKenzie di Jojo Rabbit, Eliza
Scanlen di Piccole Donne, Vicky
Krieps di Il filo nascosto e Aaron
Pierre di Krypton si sono uniti
al progetto.
Nessuno dei due report è stato in
grado di fornire dettagli sul film o sui ruoli dei membri del cast
a causa degli alti livelli di segretezza che circondano i film di
M. Night Shyamalan.
L’attore neozelandese
Temuera Morrison, che ha interpretato
Jango Fett in
Star Wars, Episodio II: Attack of the Clone, interpreterà il
figlio di quel cacciatore di taglie, Boba Fett nella seconda
stagione di Disney+The
Mandalorian. Morrison non è estraneo alla famiglia
Fett che ha interpretato sia Jango che Boba nei videogiochi di Star
Wars.
Le anticipazioni indicano che il
ruolo di Boba Fett è piccolo. Inoltre,
Mandalorian si svolge dopo gli eventi
del Ritorno degli Jedi del
1983 , in cui i fan hanno visto morire
Boba Fett nella fossa dei sarlacc. Boba Fett ha realizzato un
cameo alla fine del primo episodio di Mandalorian “The
Gunslinger”, in cui vediamo gli speroni del cacciatore di taglie
avvicinarsi al corpo senza vita di Fennec Shand (Ming-Na Wen).
The Mandalorian
2
The Mandalorian 2
è la seconda stagione della serie tv live action
The
Mandalorian basata sull’universo di Star
Wars prodotta dalla LucasFilm per la piattaforma
streaming Disney+.
Ambientata nell’universo di Guerre
stellari dopo le vicende de Il
ritorno dello Jedi e prima di Star
Wars: Il risveglio della Forza, racconta le avventure
di un pistolero mandaloriano oltre i confini della Nuova
Repubblica. Dopo la caduta dell’Impero, nella galassia si è diffusa
l’illegalità. Un guerriero solitario vaga per i lontani confini
dello spazio, guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie.
Ambientata dopo la caduta dell’Impero e prima della comparsa del
Primo Ordine, The
Mandalorian racconta le difficoltà di un
pistolero solitario che opera nell’orlo esterno della galassia,
lontano dall’autorità della Nuova Repubblica. La serie ha come
protagonista Pedro Pascal nei panni del Mandaloriano.
La
serie è prodotta e scritta da Jon
Favreau (già produttore de Il Re
Leone e delle saghe
di Avengers e Iron Man). Nel cast
anche Gina
Carano (Deadpool, Fast
and Furious); Carl Weathers (Apollo
Creed nella saga di Rocky), Nick
Nolte (Cape Fear, Il Principe delle
maree), Emily
Swallow (Supernatural, Le regole
del delitto perfetto), Taika
Waititi (premio Oscar 2019 per JoJo
Rabbit), Giancarlo
Esposito (Fa’ la cosa
giusta, Breaking Bad) e Omid
Abtahi (24, Homeland, Star
Wars: The Clone Wars).
The
Mandalorian, prodotta in esclusiva per Disney+ da Lucasfilm, è
la prima serie live-action di Star Wars e, nei suoi 8 episodi,
racconta vicende ambientate dopo la caduta dell’Impero, quando
nella galassia si è diffusa l’illegalità. Protagonista è un
guerriero solitario che vaga per i lontani confini dello spazio,
guadagnandosi da vivere come cacciatore di taglie. A
interpretarlo Pedro
Pascal (Game of
Thrones, Narcos).
Upload 2 è la
seconda stagione della serie tv comedy creata e
scritta da premiato agli Emmy Greg Daniels (The
Office, Parks and Recreation) per Amazon Studios.
La prima stagione ha debuttato a Maggio del 2020. La serie è una
nuova commedia fantascientifica ambientata in un futuro
tecnologicamente avanzato in cui telefoni con ologrammi, stampanti
3D di cibo e supermercati automatizzati sono la norma. La seconda
stagione sarà trasmessa esclusivamente su Amazon Prime Video in oltre 200 paesi e territori
in tutto il mondo.
Il creatore e produttore esecutivo,
Greg Daniels, ha dichiarato: “Sono entusiasta di continuare un
ottimo rapporto con Amazon Studios e questo meraviglioso cast e
scoprire cosa succede accanto a Nora, Nathan e Ingrid e il loro
mondo nel 2033. Con questa notizia posso smettere di disegnare il
mio Flipbook della seconda stagione.”
“In Upload, Greg Daniels ha
prodotto una commedia intelligente e cinematografica piena di
intrighi e ha chiaramente deliziato i nostri clienti che hanno
trascorso molto tempo a Lakeview la scorsa settimana“, ha
dichiarato Jennifer Salke, responsabile di Amazon
Studios, “Conosciamo il nostro globale i fan vogliono vedere il
prossimo capitolo con Nathan e Nora, quindi stiamo dando il via
libera alla seconda stagione e siamo entusiasti che il progetto di
passione di Greg abbia trovato un pubblico così devoto“.
Upload 2 stagione: quando esce e
dove vederla in streaming
La seconda stagione di
Upload dovrebbe arrivare nella primavera del
2021. Upload 2 in streaming sarà disponibile su
Prime
Video.
Upload 2 stagione: la trama e il
cast
La serie segue le avventure di un
giovane sviluppatore di app, Nathan Brown (Robbie
Amell), che finisce in ospedale per un incidente in
una automobile autopilotata e deve decidere velocemente il suo
destino. Dopo una veloce riflessione, presa insieme alla sua
ragazza superficiale Ingrid (Allegra Edwards),
decide di farsi caricare sul lussuoso aldilà dei suoi genitori
“Lakeview” della Horizen Company. Una volta caricato su Lakeview,
Nathan incontra il suo “angelo” dell’assistenza clienti Nora
Anthony (Andy Allo), che inizialmente è la sua
guida carismatica ma diventa velocemente un’amica e una confidente
che lo aiuta a navigare nella nuova estensione digitale della sua
vita.
Nella serie tv protagonisti sono
Robbie Amell nel ruolo di Nathan, Andy
Allo come Nora, Chris Williams nel ruolo
di Dave Anthony, Kevin Bigley nel ruolo di Luke,
Owen Daniels nel ruolo di AI GUY, Allegra Edwards
come Ingrid Bannerman, Zainab Johnson come
Aleesha, Christine Ko come Mandi,
Elizabeth Bowen nel ruolo di Fran Booth,
Chloe Coleman nel ruolo di Nevaeh, Yvetta
Fisher nel ruolo di Batia, Barclay Hope
nel ruolo di Oliver Kannerman, Hilary Jardine come
Mildred, Rhys Slack nel ruolo di Dylan
Jessica Tuck nel ruolo di Viv, Scott
Patey nel ruolo di Josh Pitzer, Justin
Stone nel ruolo di Dan the Orbit Gum Guy, Philip
Granger nei panni di Zio Larry, Phoebe
Miu nel ruolo di Yang Brea St. James nel ruolo di Older
Dylan Lucas Wyka nel ruolo di Jack Kannerman Matt
Braunger nel ruolo di Brad.
Upload è una serie
Amazon Original in dieci episodi con Robbie Amell, Andy Allo, Kevin
Bigley, Allegra Edwards, e Zainab Johnson. La serie è creata da
Greg Daniels che ne è anche produttore esecutivo insieme a Howard
Klein.
Il canale americano
FX ha diffuso promo e trama di What We Do
In The Shadows 2×06, il sesto episodio della seconda
stagione di What
We Do In The Shadows.
In What We Do in the
Shadows 2×06 che si intitolerà “On the Run” dopo che
un nemico vendicativo del passato appare senza preavviso, Laszlo
fugge dalla sua casa e si nasconde per evitare la morte certa.
Scritto da Stefani Robinson; diretto da Yana Gorskaya
What We Do In The Shadows 2×06
What We Do In The Shadows
2 è l’annunciata seconda stagione della serie What
We Do In The Shadows creata da Jemaine Clement per il
canale FX e basata sull’omonimo film del 2014 scritto da Clement e
Taika Waititi. What We Do in the Shadows è ambientato a Staten
Island e segue quattro vampiri che sono stati coinquilini per
centinaia di anni.
Nella seconda stagione di What
We Do In The
Shadowsritorneranno i
protagonisti Kayvan Novak nel ruolo di Nandor the
Relentless, un vampiro che ha 757 anni e che una volta era un
soldato dell’Impero ottomano. Matt Berry nei panni
di Laszlo Cravensworth, un vampiro nobile inglese trasformato da
Nadja e ora sposato con lei. Natasia Demetriou nel
ruolo di Nadja, una vampira romana, sposata con Laszlo.
Harvey Guillén nel ruolo di Guillermo, familiare
“paziente” di Nandor. Mark Proksch nel ruolo di
Colin Robinson, un vampiro energetico che vive con il trio.
Nei ruoli ricorrenti troviamo
Doug Jones nel ruolo del barone Afanas, un antico
vampiro del Vecchio Paese che crede che i vampiri dovrebbero
governare il mondo. Beanie Feldstein nei panni di
Jenna, una LARPer e vergine che Guillermo ha attirato per i
banchetti dei vampiri. Jake McDorman nel ruolo di
Jeff Suckler, una reincarnazionedell’ex amante umano di Nadja,
Gregor, un cavaliere che è stato ucciso dalla decapitazione in
ciascuna delle sue vite.
In uno scenario completamente
digitale, con collegamenti live via Skype o Zoom, Carlo
Conti ha condotto una insolita cerimonia dei Premi
David di Donatello 2020. Ecco di seguito tutti i
vincitori:
Il primo re – Presa diretta:
Angelo BONANNI
Microfonista: Davide D’ONOFRIO
Montaggio: Mirko PERRI
Creazione suoni: Mauro EUSEPI
Mix: Michele MAZZUCCO
Miglior film
Il Traditore – prodotto da IBC MOVIE, KAVAC FILM,
con RAI CINEMA per la regia di Marco BELLOCCHIO
Il David dello Spettatore è stato
vinto da Ficarra e Picone per Il Primo Natale. Il David Speciale è
stato assegnato a Franca Valeri. Il miglior film straniero
Premio David di Donatello 2020 è:
PARASITE di Bong Joon Ho.
The Eddy
è affascinante, eppure ostica, proprio come la musica che racconta,
il suo mondo lontano dal successo facile e attaccato al sudore e al
sacrificio, alla sofferenza che comporta seguire una passione, pari
solo alla gioia che questa passione regala. Ma non basta a definire
la nuova serie Netflix,
disponibile dall’8 maggio, ideata da Jack Thorne e
diretta (anche) dal premio OscarDamien Chazelle
(La
La Land), e questa recensione di The
Eddy proverà a raccontarlo, aggirando la facile
tentazione di riportare di seguito la trama.
Perché se da una parte è vero che
la nuova serie è legata alla musica e in particolare al jazz, è
anche vero che The Eddy racconta la vita
dei personaggi che gravitano intorno al locale che dà il nome alla
serie, in una maniera frammentaria, dolorosa, che non lascia facile
spazio all’empatia ma che tira dentro lo spettatore poco a poco,
quasi fosse un unico film, un unico lungo flusso di coscienza che
si muove sulle note improvvisate, a volte accidentate
dell’improvvisazione jazz.
Tra dramma e thriller
Una via di mezzo tra dramma
familiare e thriller metropolitano, la serie mescola i toni, i
generi, intreccia le vite dei protagonisti e non si fossilizza mai
su un solo tema o linguaggio. Vita e morte, amore e dolore,
separazione, famiglia, amicizia, violenza e malavita, ogni trama
confluisce nell’altra con una fluidità tale che sembra
rappresentare anche la precarietà della vita dei protagonisti
stessi.
Unico elemento unificatore della
storia è lo stile di regia. Damien Chazelle, con
Houda Benyamina, Laïla Marrakchi, Alan Poul, che
firmano la totalità degli episodi, regalano a The
Eddy un ritmo quasi aggressivo verso i proprio
protagonisti, guidano un occhio che si avvicina tantissimo a
pedinare corpi e storie, muovendosi, traballando, in un flusso di
immagini che si fa senso di precarietà.
E simbolo di precarietà è il
protagonista Elliot, ex gloria del jazz, che fatica a tenere
insieme la propria vita, tra locale difficile da mantenere, vita
privata complicata da gestire, figlia adolescente che piomba nella
sua vita impossibile da controllare, una piede nella criminalità e
un lutto che pesa sul cuore.
Elliot e gli altri
Intorno a Elliot, in maniera più o
meno profonda, orbitano altri personaggi, uomini e donne a cui sono
dedicate le altre puntate della serie. Ogni episodio, infatti,
porta il nome di uno dei protagonisti, Julie, Amira, Maja, Jude,
Sim, tutte anime perse, in qualche modo, che si trovano e ritrovano
attorno alla musica che, solo alla fine, scopriamo essere, per poco
tempo, l’antidoto alla sofferenza, la gioia, la ricompensa.
L’ultimo episodio, che si intitola appunto The
Eddy, il locale di Elliot, è l’unico che porta luce e
dolcezza in una vita altrimenti cupa e difficile.
Al fianco dell’ottimo André
Holland, interprete di Elliot, si muove un ventaglio
variegato di interpreti grandi e piccoli, comparse e comprimari che
rendono il racconto ricco e che di tanto in tanto prendono il loro
posto sul palco principale e raccontano la loro storia. Tra questi
c’è Maja, interpretata dall’intensa e talentuosa Joanna
Kulig, attrice polacca già vista in Cold
War, presenza angelica e magnetica, che anche in
questo caso, come nel film di Pawlikowski, fa
sfoggio del suo considerevole talento vocale.
La Parigi anti-romantica di The Eddy
Come cupa e difficile
è anche la Parigi in cui è ambientata la storia. La città che
cinema e tv hanno innalzato a romantica e luminosa, la città delle
luci appunto, è un paesaggio tetro, dentro la quale ci si muove al
buio, strisciando, con i propri pensieri, i propri guai, i propri
dolori. La luce è solo dentro l’anima vibrante di passione di
questi musicisti e cantori, affaticati dalla vita eppure aggrappati
alla gioia che quel singolo istante di musica può regalare.
Per Damien
Chazelle, che è stato il più giovane nella storia di
Hollywood a vincere un Oscar alla regia con La la Land,
The Eddy è un’ulteriore prova di un
talento duttile che tuttavia, sempre a ritmo di musica, si piega e
si trasforma di fronte ad ogni storia, pur rimanendo fedele al suo
stile. Dall’inquadratura al montaggio, Chazelle riesce a mostrare
la sua presenza nonostante si trovi in contesti ancora una volta
differenti rispetto a quelli raccontati fino a questo momento nei
suoi tre film.
Resta tuttavia fedele al linguaggio
cinematografico, in quanto, pur approcciandosi a una serie tv per
Netflix, si dissocia dal linguaggio seriale, lascia
fluire il racconto così come il suo sguardo sui protagonisti e
sulla città, sull’ambiente, così come fluisce la musica jazz, con
le sue regole ma sempre imprevedibile.
Sarebbe dovuto essere il terzo film
di Mattia Torre, nato da un monologo che aveva
scritto per l’amico Valerio Mastandrea. E invece è stato per un
gioco beffardo del destino l’ultimo “figlio” partorito da una mente
brillante e mai banale. Stiamo parlando di Figli, il
film diretto da Giuseppe Bonito con protagonisti
Paola Cortellesi e lo stesso Valerio Mastandrea, che arriva in prima tv su
Sky lunedì 11 maggio alle 21.15 su Sky Cinema Uno
e alle 21.45 su Sky Cinema #IoRestoACasa 1,
disponibile anche on demand su Sky e in streaming
su NOW TV.
«”Figli” è un film di Mattia
Torre – ha precisato il regista Giuseppe
Bonito –. Questa premessa mi sembra necessaria per
raccontare il mio approccio alla regia del film dopo la prematura
scomparsa di Mattia.Dico “un film di” e non semplicemente
“un film scritto da” perché conoscevo bene Mattia e sapevo quanto
vissuto ci fosse in questo copione. Il film è un distillato
innanzitutto della sua vita ma, a mio avviso, trascende questa
sfera privata per diventare lo specchio della vita di tutti
noi».
Il film – una produzione Vision
Distribution, Wildside, The Apartment, in collaborazione con Sky e
Amazon
Prime Video – racconta la storia di una giovane
coppia, Sara (Paola
Cortellesi) e Nicola
(Valerio
Mastandrea), sposati e innamorati. Hanno una bambina
di 6 anni, Anna, e una vita felice. L’arrivo del secondo figlio,
Pietro, sconvolge gli equilibri di tutta la famiglia dando vita a
situazioni tragicomiche. Nonni stravaganti, amici sull’orlo di una
crisi di nervi e improbabili baby-sitter non saranno loro di aiuto.
Tra attimi di felicità e situazioni di sconforto, Sara e Nicola
riusciranno a resistere e a rimanere insieme?
«“Figli” è la storia, comica e
commovente, di una coppia, di due persone che si amano e che
provano a reggere all’onda d’urto della genitorialità in un tempo
caotico e in un Paese sempre più ostile – ha spiegato ancora
Bonito –. In questo film si fondono insieme il
registro comico ma anche l’analisi profonda; si mescolano, talvolta
persino nella stessa situazione, la realtà, la percezione della
realtà e l’inconscio, con una disinvoltura e una apparente
leggerezza che solo i grandi autori posseggono».
La scalata al successo di
Jared Harris si è composta di importanti titoli
per il cinema e la televisione, dove l’attore ha potuto dimostrare
le sue qualità e la sua capacità di dar vita a personaggi sempre
diversi e particolarmente brillanti. Dal volto estremamente
caratteristico, Harris è ad oggi uno degli interpreti britannici
più richiesti del momento, e grazie ad una serie di successi ha
oggi l’occasione di farsi conoscere ben oltre i confini
nazionali.
Ecco 10 cose che non sai di
Jared Harris.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jared Harris: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in noti
lungometraggi. L’attore ha esordito sul grande schermo con
il film Cuori ribelli (1992), per poi affermarsi grazie a
titoli come L’ultimo dei Mohicani (1992), con Daniel
Day-Lewis, Assassini nati – Natural Born
Killers (1994), Dead Man (1995), Smoke
(1995), Ocean’s Twelve (2004), di Steven
Soderbergh, Lady in the Water (2006), Il
curioso caso di Benjamin Button (2008), con Brad
Pitt, Sherlock Holmes –
Gioco di ombre (2011), Lincoln
(2012),Pompei
(2014), Operazione
U.N.C.L.E. (2015), Allied – Un’ombra
nascosta (2016) e Morbius (2021), con Jared
Leto.
9. È noto per i suoi ruoli
televisivi. Ad aver reso celebre Harris sono stati in
particolare i personaggi interpretati per alcune delle maggiori
serie TV degli ultimi anni. Dopo aver recitato in Fringe
(2008-2012), viene particolarmente apprezzato per il ruolo di Lane
Pryce nella serie Mad Men
(2009-2012), dove recita accanto a Jon Hamm, Elisabeth
Moss e Christina
Hendricks. Successivamente è in The Expanse
(2015-2017), The Crown
(2016-2017), The Terror
(2018), Carnival Row
(2019), con Orlando
Bloom, e Chernobyl (2019), dove
recita accanto a Stellan
Skarsgård. Nel 2020 è invece nella serie Foundation.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Grazie ai ruoli ricoperti per la
televisione, Harris ha potuto affermarsi all’interno
dell’industria, che gli ha tributato prestigiosi riconoscimenti in
diverse occasioni. Per la serie Mad Men è infatti stato
nominato per tre volte ai Sag Awards nella categoria per il miglior
cast di una serie drammatica, vincendo il premio nel 2010. Nel 2012
è invece stato nominato agli Emmy Awards come miglior attore non
protagonista in una serie drammatica. Grazie a Chernobyl
viene invece nominato come miglior attore protagonista sia agli
Emmy che ai Golden Globe.
Jared Harris in The Crown
7. Ha condiviso un malanno
con il proprio personaggio. Nella serie The
Crown, che ripercorre la storia della famiglia reale, Harris
ricopre il ruolo di re Giorgio VI. L’attore ha raccontato che, nel
momento in cui il suo personaggio, come previsto da copione, si
ammalava d’influenza, anche egli era realmente influenzato. Benché
questo gli abbia reso difficile recitare, allo stesso tempo gli ha
permesso di dar vita ad un’interpretazione più realistica.
6. Non si è ispirato alle
precedenti trasposizioni del personaggio. Re Giorgio VI è
stato raccontato al cinema nel film Il discorso del re,
dove era interpretato dall’attore Colin Firth. A
riguardo, Harris ha dichiarato di non essersi lasciato condizionare
da tali versioni del personaggio, poiché egli si è trovato a
raccontare un momento diverso della sua vita, e ha pertanto cercato
di concentrarsi più sulla sua figura di padre che non di
monarca.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jared Harris in Chernobyl
5. Il suo ruolo era stato
pensato per un altro attore. Stando a quanto dichiarato da
Harris, il personaggio da lui ricoperto nella serie, quello di
Valery Legasov, era originariamente pensato per essere interpretato
dall’attore Daniel Day-Lewis. Questi, tuttavia,
sorprese tutti annunciando il ritiro dalla recitazione un mese
prima che la mini-serie venisse annunciata. A quel punto, il ruolo
venne affidato ad Harris.
4. Ha cercato di non farsi
influenzare dalla vicenda reale. Sulla tragedia di
Chernobyl esiste una vasta documentazione, mentre poco si sa del
vero Legasov. Proprio per questo, Harris ha affermato di essersi
basato esclusivamente su quanto riportato in sceneggiatura,
evitando di ricercare notizie che potessero portarlo fuori strada.
Questa è stata per l’attore la sua maggiore responsabilità nei
confronti della serie.
Jared Harris in The Terror
3. Provava molta ammirazione
per i suoi colleghi. Harris ha recitato nella prima
stagione della serie antologica The Terror. Qui ricopriva
il ruolo del capitano Francis Crozier, a bordo di una nave
incaricata di esplorare l’artico. Parlando del cast, Harris ha
raccontato di essere rimasto particolarmente colpito dal grande
talento dei suoi colleghi, e ha chiesto che alcune delle sue
battute migliori venissero affidate ad altri, poiché desiderava che
emergesse il talento di tutti.
Jared Harris dirige Mad Men
2. È stato il regista di un
episodio della serie. Benché il suo ruolo nella serie si
sia concluso con la quinta stagione, Harris è tornato nel mondo di
Mad Men in qualità di regista. L’interprete ha infatti
compiuto il suo debutto dietro la macchina da presa dirigendo
l’undicesimo episodio della settima stagione, l’ultima.
Jared Harris: età e altezza
1. Jared Harris è nato a
Londra, Inghilterra, il 24 agosto 1961. L’attore è alto
complessivamente 180 centimetri.
Nota soprattutto per i suoi ruoli
televisivi, l’attrice Katie McGrath ha negli anni
guadagnato sempre più consensi, arrivando a dar vita a personaggi
amati da critica e pubblico, con i quali ha potuto mettere alla
prova la propria versatilità. Ad oggi, la McGrath è ancora
protagonista di celebri serie, che le permettono di sviluppare la
sua sempre più solida carriera hollywoodiana.
9. È nota per i suoi ruoli
televisivi. All’inizio della sua carriera, l’attrice
ottiene un ruolo di rilievo nella serie Merlin
(2008-2012), dove è Morgana, e recitando accanto all’attore
Colin
Morgan. Successivamente recita in Dracula
(2013), con Jonathan Rhys
Meyers, in Slasher (2016) e in Supergirl (2016-in corso), dove
ricopre il ruolo di Lena Luthor, recitando con l’attrice Melissa
Benoist. Dal 2016 al 2017 ha ricoperto anche il ruolo
di Elizabeth Carruthers in Frontiera, con Jason
Momoa.
Katie McGrath non è su
Instagram
8. Non ha un account
personale. L’attrice ha confermato di non possedere un
profilo sul social network Instagram, non apprezzando il suo
funzionamento. È tuttavia possibile ritrovare sul social diverse
fan page a lei dedicate, la più seguita delle quali vanta circa 158
mila persone. All’interno di queste vengono condivise le foto più
recenti della McGrath, nonché gli ultimi aggiornamenti sui suoi
progetti da interprete.
Katie McGrath: chi è il suo
fidanzato
7. Ha una relazione con un
collega. A partire dal 2010 la McGrath vive una relazione
con l’attore Colin Morgan. I due si sono
conosciuti sul set della serie Merlin, di cui Morgan era
protagonista, e da quel momento sono diventati una solida coppia
del mondo dello spettacolo. Negli anni, hanno poi manifestato la
volontà di non condividere dettagli della loro vita privata,
dichiarandosi entrambi contrari al mondo dei social media.
Katie McGrath in Dracula
6. Ha avuto un ruolo di
rilievo nella serie. La serie Dracula del 2013 ha
esplorato il celebre vampiro da un punto di vista strettamente
contemporaneo. Qui l’attrice ha ricoperto il ruolo di Lucy
Westenra, la miglior amica della protagonista femminile Mina
Murray. La McGrath si è dichiarata entusiasta dei cambiamenti
operati nei confronti del suo personaggio, che trasportato
all’epoca attuale ha acquisito molta più forza caratteriale.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Katie McGrath in Merlin
5. Stava per perdere il
ruolo. Sia la McGrath che il protagonista Colin
Morgan sono di origini irlandesi. Proprio per questo
motivo l’attrice stava per non ottenere il ruolo, poiché la
produzione non voleva che due dei personaggi principali avessero lo
stesso accento. Tuttavia, Morgan dimostrò di poter utilizzare un
accento britannico, consentendo così alla McGrath di poter ottenere
il ruolo.
4. Adora i ruoli da
cattiva. All’interno della serie, la Morgana interpretata
dall’attrice finisce con il rivelarsi una delle principali minacce
per il regno e i suoi abitanti. La McGrath ha affermato che
preferisce di gran lunga interpretare ruoli da cattiva, non solo
perché più divertenti ma anche perché risultano spesso essere più
memorabili e complessi psicologicamente.
Katie McGrath in Supergirl
3. Ha espresso la propria
preferenza su un eventuale personaggio. In
Supergirl, l’attrice ricopre il ruolo di Lena Luthor,
sorella del più celebre Lex, noto per essere la storica nemesi di
Superman. Parlando di un
ipotetico ingresso del personaggio nella serie, l’attrice ha
dichiarato che le piacerebbe vederlo interpretato da Bruce
Willis, ritenendolo particolarmente adatto alla
parte.
2. È attratta
dall’imprevedibilità del personaggio. Uno dei motivi
principali che hanno spinto la McGrath a ricoprire il ruolo di Lena
Luthor, è l’imprevedibilità di questa. L’attrice ha infatti
raccontato che mentre leggeva il copione non riusciva a capire in
che modo il personaggio si sarebbe evoluto, e ancora oggi rimane
sorpresa nell’imbattersi in risvolti che non avrebbe mai
previsto.
Katie McGrath: età e altezza
1. Katie McGrath è nata ad
Ashford, in Irlanda, il 3 gennaio 1983. L’attrice è alta
complessivamente 166 centimetri.
Negli anni Novanta, Jean
Reno era uno dei più popolari interpreti non solo in
Francia ma a livello internazionale. Celebri sono infatti le sue
partecipazioni ad alcuni dei film più cult di quegli anni.
Particolarmente prolifico, Reno ha prestato il proprio talento a
generi e pellicole molto diverse tra loro, sfoggiando la
versatilità per cui è sempre stato lodato.
Ecco 10 cose che non sai di
Jean Reno.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jean Reno: i film in cui ha
recitato
10. Ha preso parte a celebri
lungometraggi. Il primo ruolo cinematografico per l’attore
è quello per il film Chiaro di donna (1979), ma il vero
successo arriva grazie ai film Subway (1985), Le Grand
Bleu (1988), Nikita (1990), e, in particolare,
Léon (1994), con Natalie
Portman e Gary
Oldman. Negli anni successivi continua ad affermarsi
con titoli come Al di là delle nuvole (1995), Mission:
Impossible (1996), Godzilla (1998), Ronin
(1998), I fiumi di porpora (2000), con Vincent
Cassel,Sta’ zitto… non rompere (2003),
Hotel Rwanda (2004), La tigre e la neve (2005),
di Roberto
Benigni, La pantera rosa (2006), Il codice da
Vinci (2006), Vento di
primavera(2011), Chef (2012), Hector
e la ricerca della felicità (2014), Il tuo ultimo
sguardo (2016), di Sean
Penn, e La ragazza
nella nebbia (2017). Prossimamente tornerà al cinema
con il thriller Doorman, con Ruby
Rose.
9. Ha doppiato un celebre
film d’animazione. Nel pieno della sua popolarità, Reno
viene scelto per partecipare al doppiaggio francese del classico
d’animazione Disney Il re leone. Egli ha infatti dato voce
al personaggio di Mufasa, padre del protagonista. Altre sue
attività come doppiatore sono state quella per il film Giù per
il tubo (2006), dove ha dato voce al personaggio di Le Frog, e
quella per il videogioco Onimusha 3: Demon Siege,
doppiando il personaggio di Jacques Blanc, modellato proprio a
partire dai tratti somatici dell’attore.
8. È stato più volte
nominato ad un importante premio. Reno vanta tre
nomination ai premi César, i più prestigiosi riconoscimenti
cinematografici francesi. Fu candidato una prima volta nel 1989
come miglior attore non protagonista per il Le grand bleu,
e in seguito come miglior attore protagonista nel 1994 per Les
visiteurs, e nel 1995 per Léon. Pur non riportando
vittorie, tali nomination consacrarono il periodo d’oro vissuto in
quegli anni dall’attore.
Jean Reno e Natalie Portman
7. È molto legato alla nota
attrice. Per Reno, Léon fu il film della
consacrazione, per l’attrice Natalie Portman
rappresentò invece il debutto nel mondo del cinema. L’attore
francese ha più volte ricordato il set da loro condiviso,
affermando che da subito non ebbe dubbi sulle qualità della giovane
interprete e sul radioso futuro che la attendeva. Reno ha inoltre
raccontato che ancora oggi è lieto di incontrarla in amicizia
lontano dai set.
Jean Reno: i figli dell’attore
6. È padre di diversi
figli. Durante il primo matrimonio, durato dal 1977 al
1995, l’attore diventa padre di due figli, nati rispettivamente nel
1978 e nel 1980. In seguito, risposatosi, nel 1996 diventa padre
per la terza volta in quello stesso anno, e una quarta nel 1998.
L’attore si è in seguito sposato una terza volta, ma non ha avuto
figli dall’attuale moglie.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jean Reno in Léon
5. Ha caratterizzato in modo
particolare il suo personaggio. In Léon,
l’attore interpreta uno spietato sicario che accoglie sotto la sua
protezione la giovane Mathilda. A riguardo, Reno ha raccontato
di aver costruito il suo personaggio immaginandolo con un lieve
ritardo mentale e un’emotività particolarmente repressa. Ciò doveva
favorire il pensiero che una persona del genere non avrebbe mai
pensato in termini sessuali nei confronti della ragazza da lui
adottata.
4. Il ruolo era pensato per
lui. Grazie alle sue precedenti collaborazioni con il
regista Luc Besson, l’attore fu la prima e unica
scelta per il ruolo del sicario Léon. Besson raccontò di aver
scritto il personaggio proprio basandosi su Reno. Molti altri
attori però si dichiararono estremamente interessati a ricoprire il
ruolo, e tra questi vi erano anche Mel
Gibson e Keanu
Reeves.
3. Non fece prove per una
particolare scena. All’interno del film vi è una celebre
scena dove Mathilda indossa un abito regalatole da Léon. Essendo
una scena molto delicata emotivamente, ai due attori non fu
concesso di fare prove, poiché il regista desiderava catturare il
loro spontaneo imbarazzo nel momento in cui la recitavano per la
prima volta.
Jean Reno in Chef
2. Si è ispirato a noti
chef. Nel film Chef, Reno interpreta Alexandre
Lagarde, celebre chef in crisi di ispirazione. Per ricoprire tale
ruolo, l’attore ha raccontato di essersi fatto aiutare da alcuni
chef famosi, i quali sono anche suoi amici. Reno ha affermato di
averli osservati a lungo durante la preparazione dei loro piatti, e
invece che imitare il loro modo di comportarsi ha cercato di
comprenderlo, per arrivare alla radice di come pensa e agisce un
grande maestro della cucina.
Jean Reno: età e altezza
1. Jean Reno è nato a
Casablanca, in Marocco, il 30 luglio 1948. L’attore è alto
complessivamente 188 centimetri.
Una delle poetiche più affascinanti
del nuovo cinema statunitense, è quella della regista Sofia
Coppola. Sin dal suo folgorante esordio, l’autrice si è
imposta per il suo originale modo di raccontare importanti fasi di
passaggio della vita o sentimenti universalmente condivisi, e ad
oggi è una delle voci più mature e influenti del panorama
cinematografico.
Ecco 10 cose che non sai di
Sofia Coppola.
Parte delle cose che non sai sulla
regista
Sofia Coppola: i film da lei
realizzati
10. È regista e
sceneggiatrice di celebri film. Il film di debutto della
Coppola risale al 1999, ed è Il giardino delle
vergini suicide, con protagonista Kirsten
Dunst. Nel 2003 firma il suo secondo
lungometraggio, Lost in Translation, con Bill MurrayeScarlett
Johansson, che le permette di affermarsi a livello
internazionale. Suoi successivi film sono poi stati Marie
Antoinette (2006), Somewhere
(2010), con Elle
Fanning, Bling
Ring(2013), con Emma
Watson, e L’inganno(2017),
con Nicole
Kidman. La regista ha poi firmato anche uno speciale
film televisivo per Netflix intitolato A Very Murray
Christmas (2015), mentre nel 2020 è previsto il suo
ritorno al cinema con On the Rocks,
con Rashida
Jones.
9. È stata anche
attrice. L’ingresso nel mondo del cinema per la Coppola è
avvenuto sin da bambina, in qualità di attrice nei film diretti dal
padre. I suoi primi piccoli ruoli risalgono infatti ai film
Il padrino
(1972), Il padrino – Parte II (1974), I ragazzi della
56ª strada (1983), Rusty il selvaggio (1983),
Cotton Club (1984), Peggy Sue si è sposata (1986)
e Tucker – Un uomo e il suo sogno (1988). ottiene poi un
ruolo di maggior rilievo in Il padrino – Parte III (1990),
dove recita accanto ad Al
Pacino nei panni di Mary Corleone. Uno dei suoi ultimi
ruoli da attrice risale invece al film Star Wars: Episodio I –
La minaccia fantasma (1999).
8. Ha ottenuto prestigiosi
riconoscimenti. Con il film Lost in Translation,
l’autrice si afferma ulteriormente all’interno dell’industria,
arrivando ad ottenere il suo primo premio Oscar per la miglior
sceneggiatura originale. Per la stessa pellicola viene nominata
anche come miglior regista e per il miglior film. Nel 2010 le viene
invece assegnato il Leone d’oro, il premio più importante della
Mostra del Cinema di Venezia, per il film Somewhere. Nel
2017, al Festival di Cannes, vince invece il Prix
de la mise en scène per la sua regia di L’inganno.
Sofia Coppola in Star Wars
7. Ha fatto un cameo nella
celebre saga. Anche la Coppola è entrata, seppur senza
farsi notare, a far parte della galassia lontana lontana di
Star
Wars. Nel film del 1999, Star Wars: Episodio I – La
minaccia fantasma, l’attrice appare brevemente nel ruolo di
una delle ancelle che accompagnano la principessa Amidala,
interpretata dall’attrice Natalie
Portman. Ricordando l’esperienza, ha raccontato di
essersi recata sul set per assistere allo svolgimento delle
riprese, e il regista George Lucas sul momento le
chiese se voleva comparire in scena, occasione che la Coppola non
si lasciò sfuggire.
Sofia Coppola in Il Padrino
6. Ha avuto ruoli diversi
all’interno della trilogia. Sofia Coppola ha interpretato
la figlia di Michael Corleone in Il Padrino – Parte III,
nonostante abbia vestito i panni della nipote ne Il
Padrino del ’72 e di una bambina senza nome su una nave de
Il Padrino – Parte II. La Coppola ottenne il ruolo nel
terzo film della trilogia dopo che Winona
Ryder dovette rifiutare per via di altri impegni.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Sofia Coppola e Marie
Antoinette
5. Ha cercato un nuovo punto
di vista sulla figura storica. Nel raccontare la vita
della sovrana Maria Antonietta, la regista desiderava
esaltarne l’aspetto umano, raffigurandola come una ragazza
sconnessa dalla realtà, che finisce con il trovarsi nel posto
sbagliato al momento sbagliato. Per questo motivo, decise di
basarsi sulla biografia scritta da Antonia Fraser, poiché giudicava
quella ben più nota di Stefan Zweig troppo rigida nei confronti
della regina.
4. Avrebbe dovuto essere il
suo secondo film. Inizialmente la produzione del film era
prevista subito dopo Il giardino delle vergini suicide.
Tuttavia, incontrando diverse difficoltà nel confrontarsi con la
realtà storica della vicenda, la Coppola preferì dedicarsi ad un
altro progetto per potersi temporaneamente distrarre. Realizzò così
Lost in Translation, il cui successo la aiutò a ridare
vita a Maria Antoinette.
Sofia Coppola dirige Somewhere
3. Non era convinta sulla
scelta di casting dei produttori.Somewhere
racconta del delicato rapporto tra un padre, attore in declino, e
la sua giovane e candida figlia. Per interpretare quest’ultima, i
produttori suggerirono alla Coppola l’attrice Elle
Fanning, divenuta celebre in quegli anni. La regista non
era però convinta a riguardo, temendo che si trattasse della tipica
bambina attrice di Hollywood. Dopo averla incontrata, però, si
ricredette, trovando la Fanning caratterialmente forte e
brillante.
2. Non voleva raccontare la
classica storia su Hollywood. Con Somewhere, la
Coppola si è spinta per la prima volta a raccontare il mondo del
cinema, facendolo però a suo modo. Il film tocca infatti solo in
modo marginale la vita all’interno dell’industria, e lo stesso
personaggio protagonista pur essendo un attore non viene mai visto
intento a recitare su qualche set. Per la regista era più
importante raccontare gli effetti della celebrità su di lui come
uomo e padre.
Sofia Coppola non è su
Instagram
1. È molto
riservata. La regista ha più volte dichiarato di voler
mantenere un basso profilo pubblico, tenendosi dunque lontana dai
social network e garantendo così alle proprie figlie di poter
vivere un’adolescenza lontana dai riflettori. Su Instagram è
tuttavia possibile trovare alcune fan page a lei dedicate, dove
vengono pubblicati gli ultimi aggiornamenti sui suoi progetti da
autrice.
Nel corso della sua carriera,
l’attrice Sienna Miller ha recitato in opere che
le hanno permesso di mettere alla prova la propria versatilità.
Distinguendosi tra film mainstream e pellicole d’autore, la Miller
ha costruito su solide basi il proprio status, arrivando ad
ottenere importanti riconoscimenti da parte della critica e del
pubblico.
Ecco 10 cose che non sai di
Sienna Miller.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Sienna Miller: i suoi film e le
serie TV
10. Ha recitato in celebri
lungometraggi. L’attrice debutta sul grande schermo con il
film South Kensington (2001), per poi ottenere maggior
notorietà grazie a titoli come Sogni di gloria (2002),
Sogni di gloria – La rivincita di Raf (2003), The
Pusher (2004) e Alfie (2004). Negli anni successivi
recita poi in Casanova (2005), Interview (2007),
Stardust (2007), con Michelle
Pfeiffer, I misteri di Pittsburgh (2007),
The Edge of Love (2008), con Keira
Knightley, G.I. Joe – La nascita dei cobra
(2009), Foxcatcher(2014),
con Mark
Ruffalo, American Sniper
(2014), con Bradley
Cooper, Il sapore del
successo (2015), Civiltà
perduta (2016), La legge della
notte (2016), di Ben
Affleck, e City of Crime
(2019).
9. Ha preso parte a
produzioni televisive. Nel corso della sua carriera
l’attrice non ha mancato di recitare anche per alcune serie
televisive, come Bedtime (2002) e Keen Eddie
(2003-2004). Nel 2012 è invece Tippi Hedren nel film televisivo
The Girl – La diva di Hitchcock, per poi tornare sul
piccolo schermo con il ruolo di Beth Ailes nell’acclamata serie
The Loudest Voice (2019), dove ha recitato accanto agli
attori Russell
Crowe e Naomi
Watts.
8. Ha ottenuto importanti
riconoscimenti. Per il suo ruolo nel film TV The Girl
– La diva di Hitchcock, dove si ripercorre del difficile
rapporto tra il noto regista e l’attrice Tippi Hedren, la Miller ha
ottenuto candidature ad importanti premi come i Golden Globe, i
Bafta TV Awards, i Critics Choice Television Awards e i Satellite
Awards. Pur non riportando vittorie, l’attrice ha così avuto modo
di consolidare il proprio ruolo all’interno dell’industria.
Sienna Miller: i suoi
fidanzati
7. Ha avuto una relazione
con un noto attore. Sul set del film Alfie, la
Miller conosce l’attore Jude
Law, con il quale intraprende una relazione dal 2004
al 2006. In quell’anno, infatti, i due si separarono per via di
alcuni ripetuti tradimenti. Vengono però visti nuovamente insieme
nel 2009, confermando di aver ripreso la loro relazione. Si
lasciano però nuovamente nel 2011, affermando di essere rimasti in
buoni rapporti.
6. Ha avuto diversi
fidanzati celebri. Nel corso degli anni la Miller ha poi
avuto altre relazioni con celebri attori di Hollywood, come
Daniel
Craig, con il quale ha recitato nel film The
Pusher, Rhys Ifans, noto per essere stato
Spike in Notting
Hill, e Tom Sturridge, con il quale ha
avuto una figlia nel 2012. A quest’ultimo l’attrice è stata legata
dal 2012 al 2014.
Parte delle cose che non sai
sull’attrice
Sienna Miller in The Pusher
5. Ha interpretato
l’interesse amoroso del protagonista. Nel film The
Pusher l’attrice ricopre il ruolo di Tammy, di cui il
protagonista chiamato XXXX si invaghisce perdutamente. All’interno
del film, il personaggio ricoperto dalla Miller avrà particolare
rilievo nel determinare le fortune o sfortune del protagonista.
Grazie a tale ruolo, l’attrice ha potuto acquistare maggior
popolarità all’interno dell’industria hollywoodiana.
Sienna Miller in Alfie
4. Non ha avuto problemi per
le scene di nudo. Nel film Alfie, l’attrice
ricopre il ruolo di Nikki, donna emotivamente instabile che
intraprende una turbolenta relazione con il protagonista. In una
delle scene in cui sono insieme, era previsto che l’attrice
recitasse svestita. Le fu detto che se non si sentiva a suo agio,
la scena poteva essere riscritta diversamente, ma la Miller rifiutò
questa possibilità, affermando di voler usare l’imbarazzo della
nudità per rendere più realistica la scena.
3. Ha lavorato molto
sull’emotività del personaggio. Il desiderio dell’attrice
era quello di non dar vita a cliché nel rappresentare l’instabile
emotività di Nikki. Per questo motivo ha cercato di scavare a fondo
nelle emozioni del personaggio, immaginando da sé un’origine alla
sua fragilità. In questo modo, ha potuto mettere in scena emozioni
che percepiva come proprie, evitando la sterile imitazione.
Sienna Miller in American
Sniper
2. Ha incontrato la donna
che avrebbe interpretato nel film. In American
Sniper, film incentrato sul cecchino Chris Kyle, la Miller ha
interpretato il ruolo di Taya Kyle, moglie di questi. Per essere
certa di rendere giustizia alla vera Kyle, l’attrice l’ha voluta
incontrare in diverse occasioni, studiandola nel suo modo di
parlare e comportarsi, ma anche ascoltando il suo punto di vista
sulla storia del marito.
Sienna Miller: età e altezza
1. Sienna Miller è nata a
New York, Stati Uniti, il 28 dicembre 1981. L’attrice è
alta complessivamente 165 centimetri.
I
miserabili di Ladj Ly sarà disponibile in
esclusiva dal 18 maggio suMioCinema.it, la prima
piattaforma digitale dedicata al cinema d’autore
che mette al centro la sala cinematografica e il suo pubblico, nata
da un’idea condivisa di Lucky Red, Circuito Cinema e MYmovies.
Sempre dal 18 maggio il film sarà disponibile anche sulla Pay Per
View Sky Primafila Premiere.
Ispirato alle sommosse di Parigi del
2005, il film “I miserabili” di Ladj Ly
ha vinto il Premio della Giuria al Festival di Cannes, il Premio
Miglior Rivelazione agli European Film Awards, è
stato candidato alPremio Oscar come
Miglior Film Straniero e ha trionfato ai
César ottenendo numerosi riconoscimenti tra cui Miglior
Film.
Un affresco sincero e autentico
delle periferie parigine e dei miserabili del nuovo millennio, un
thriller dal ritmo avvincente e adrenalinico, che non si abbandona
a facili condanne e non cade nelle trappole della faziosità o del
vittimismo, dove il confine tra bene e male si fa assolutamente
labile, mentre tutti i personaggi diventano vittime alla ricerca di
un personale riscatto o, più semplicemente, di sopravvivenza.
Perché, proprio come affermava Victor Hugo nel suo celebre romanzo,
“non ci sono né cattive erbe né uomini cattivi. Ci sono solo
cattivi coltivatori”
LE COSE CHE NON TI HO
DETTO, secondo lungometraggio del regista e sceneggiatore
William Nicholson, sarà disponibile dal 29
maggio (distribuito da Vision Distribution e
Cloud 9) sulle maggiori piattaforme digitali:
SKY PRIMAFILA PREMIERE –APPLE TV – CHILI – GOOGLE
PLAY – INFINITY – TIMVISION – RAKUTEN TV – CG
ENTERTAINMENT.
LE COSE CHE NON TI HO
DETTO è un racconto intimo ed emozionante basato su una
vicenda autobiografica del regista. In questo film si racconta in
modo diretto e senza falsi sentimentalismi la separazione tra due
genitori e l’impatto emotivo che questo evento scatena sui
componenti della famiglia. È una storia di dolore e separazione, ma
anche di crescita e di consapevolezza, una storia in cui ci
possiamo riconoscere, perché appartiene a molti di noi.
Il cast vanta la presenza di
Annette Bening, quattro volte candidata al Premio
OscarÒ: e vincitrice di due Golden Globe per “La diva Julia –
Being Julia” e “I ragazzi stanno bene”, l’attore
inglese Bill Nighy (Love Actually – L’amore
davvero, I Pirati dei Caraibi, Harry Potter e i
Doni della Morte), e Josh O’ Connor (La
terra di Dio, The Program).
SINOSSI
Grace (Annette
Bening)ed Edward (Bill Nighy),
sposati da 29 anni, vivono una vita tranquilla nella città costiera
di Seaford, Inghilterra, in una casa piena di libri e oggetti
accumulati.
Quando il figlio Jamie
(Josh O’Connor) va a trovarli per il fine settimana,
Edward lo informa che ha deciso di lasciare sua madre
Grace.
Grace non accetta la decisione
di Edward e cade in una depressione profonda. Sarà Jamie attraverso
la sua vicinanza a risvegliare in lei l’attitudine alla felicità e
a una nuova possibilità di vita.
In questa storia non ci sono
cattivi ma solo persone reali, che hanno vissuto per troppo tempo
trascinando dietro di sé vecchi errori e ora ne stanno pagando le
conseguenze.
Non ci sono risposte immediate
né percorsi semplici che portino ad una soluzione.
Un marito, una moglie e il loro
figlio sono costretti ad affrontare verità dure, e ripartendo da
quelle verità, sono costretti a plasmare nuovamente le loro
vite.
A chi non piace viaggiare? Visitare
posti nuovi è una delle attività che le persone curiose
maggiormente amano, tuttavia, soprattutto in periodo di emergenza
sanitaria globale, è difficile continuare a farlo. La bellezza del
cinema è che, invece, può continuare a portarci in giro per il
mondo, o per i mondi, in particolare, nelle nostre location
cinematografiche preferite. E quale universo cinematografico ha un
maggior numero di location iconiche e super riconoscibili, se non
il Marvel Cinematic
Universe?
Ecco di seguito le 10 location più
iconiche del MCU:
La baita di Tony e Pepper
in riva al lago è stata una location così amata ed apprezzata dagli
spettatori di Avengers: Endgame che, sulla scia del film,
i fan hanno trovato l’edificio su Airbnb, mandando in tilt le
prenotazioni.
Nella vita reale, la baita si trova
in Georgia, mentre nel film non è chiaro quale sia la sua location,
tuttavia è riuscita decisamente a catturare l’attenzione e
l’immaginazione degli spettatori.
La scena in Spider-Man: Far
From Home in cui Peter viene arruolato da Happy mentre è in Olanda
è unica e visivamente accattivante. La scena è coloratissima, una
distesa di tulipani variopinti, tutti aggiunti con il VFX.
È in un momento del film in cui
Spider-Man è alle strette, non sa più di chi si può fidare, quindi
il fatto di essere salvato da Happy in un paesaggio così
incredibile è probabilmente un omaggio alla creatività che Peter ha
ereditato da Iron Man, recentemente scomparso.
Situato alla periferia di
New York City, la Avengers Facility è la location principale di
Avengers: Endgame. Anche se Thanos l’ha fatta a pezzi alla fine del
film, la struttura era la base operativa perfetta per gli eroi per
incontrarsi dopo il caos di Infinity War.
La struttura nella vita reale è in
realtà situata nell’East Anglia, nel Regno Unito, e i fan del film
possono visitare la struttura anche se probabilmente al suo interno
non c’è una macchina del tempo, né vi sono custodite le Gemme
dell’Infinito.
Thanos si ritira nella sua
fattoria su un pianeta lontano dopo che lo schicco di Infinity War
ha spazzato via il 50% di tutte le creature viventi. Mentre lo
schiocco ha quasi ucciso il titano pazzo, decide rinunciare alla
veste di guerriero e diventare una specie di contadino /
giardiniere, in solitudine per il resto della sua vita.
Considerando che Thanos poteva
scegliere un luogo qualsiasi in tutto l’universo, sceglie un
pianeta isolato e molto bello. Le immagini del Titano che raccoglie
i suoi frutti sono bellissime e anche molto significative.
Sakaar è il pianeta
discarica, governato dal Granmaestro interpretato da Jeff Goldblum,
e disseminato di fumetti Marvel come un Easter egg che si spera
tornerà nei film di Thor più tardi.
Anche se è visto come un pianeta
desolato, Sakaar è uno dei pianeti del MCU più colorati,
specialmente quando c’è una festa in strada a tema Hulk in cui si
imbattono Thor e Bruce Banner, mentre cercano di scappare.
Xandar – Guardiani della
Galassia
Xandar è presente in
Guardiani della Galassia e Guardiani della Galassia Vol. 2, oltre a
essere menzionato in Thor: Ragnarok e Infinity War. Il pianeta è la
capitale dell’Impero Nova, un gruppo che deve ancora essere
adeguatamente introdotto nel MCU.
Estremamente luminoso e accogliente,
questo pianeta ricorda una tipica città di fantascienza situata
sopra le nuvole. Tutto il franchise di Guardiani ci ha offerto
scenari spettacolari, ma Xandar è uno dei punti forti dei film di
James
Gunn.
Vormir è la dimora della
Gemma dell’Anima, e per raggiungerla bisogna pagare un prezzo
altissimo, sacrificando ciò che amiamo di più. Thanos lo fa in
Infinity War quando sacrifica Gamora, e poi Clint Barton fa lo
stesso in Endgame quando Vedova Nera muore.
Quando si ottiene la Gemma
dell’Anima, l’intero Vormir viene visualizzato nella sua forma
sbalorditiva, e sebbene il pianeta sia presente brevemente
nell’MCU, la sua estetica è estremamente piacevole.
Ego è il papà di Peter
Quill ed è il cattivo principale di Guardiani della Galassia Vol.
2; tuttavia, lui è anche un pianeta vero e proprio, in quanto non è
una persona, ma un Celestiale che può assumere la forma che più
desidera.
Il pianeta su cui ha la sua base, e
quello su cui i Guardiani si imbattono durante il film, è
bellissimo e funge da paradiso per le disavventure intergalattiche
dei protagonisti. Questo fino a quando il team non scopre che Ego è
in realtà un maniaco divoratore di pianeti e il suo stesso pianeta,
insieme a lui, viene distrutto.
Asgard – Trilogia di Thor
Asgard è la casa degli
Asgardiani, una razza nordica aliena governata dal Dio del Tuono e
membro degli Avenger, Thor. Nei film di Thor, Asgard compare
tantissimo, soprattutto nel secondo, ed è un luogo magnifico, più
simile ad una città con al centro un grandioso palazzo che a un
pianeta.
Ci sono molte scene ambientate su
Asgard e l’evoluzione del tono legato al personaggio di Thor le ha
rese man mano più comiche, nonostante l’iniziale gravità del
personaggio. Il luogo viene poi distrutto in Ragnarok, e
ricostruito sulla Terra, anche se non è altrettanto glorioso.
Il luogo più epico
dell’intero MCU è senza dubbio la nazione di Wakanda. E’ un mondo
nascosto dalle mappe nel cuore dell’Africa ed è la casa di Black
Panther. La sua ricchezza più grande è il vibranio, un minerale
presente nelle viscere della terra su cui si edifica la
nazione.
La città/nazione di Wakanda è di una
bellezza che incanta in un modo che apre il MCU a nuove possibilità
e ha sicuramente contribuito al successo planetario di Black
Panther.
L’attore Jamie Campbell
Bower si è distinto per aver preso parte ad alcune delle
maggior saghe young adult degli ultimi anni, ottenendo così un buon
seguito tra il grande pubblico. Attivo anche in televisione, Bower
continua ancora oggi a ricoprire ruoli di rilievo in prodotti di
vario genere, mettendo continuamente alla prova la propria
versatilità.
9. Ha recitato anche per la
televisione. Con la mini-serie The Prisoner
(2009), Bower debutta in televisione, per poi tornarvi con il ruolo
di re Artù in Camelot (2011), dove recita accanto
all’attrice Eva
Green. Dopo una lunga assenza, recita nuovamente per
il piccolo schermo nella serie Will (2017), basata sulla
figura di William Shakespeare. Qui Bower interpreta il poeta
Christopher Marlowe.
8. Era stato scelto per un
atteso spin-off televisivo. L’attore era entrato a far
parte del cast della serie provvisoriamente intitolata La lunga
notte, che rappresentava uno spin-off di Il Trono di
Spade. Questa doveva essere ambientata migliaia di anni prima
degli eventi narrati nella serie principale, e tra i protagonisti
figurava anche Naomi
Watts. Tuttavia, per motivi non meglio chiariti, dopo
la realizzazione del pilot la serie è stata ufficialmente
cancellata.
Jamie Campbell Bower e Lily
Collins
7. Ha avuto una relazione
con la nota attrice. Sul set del film
Shadowhunters, Bower conosce l’attrice Lily
Collins, la quale recitava accanto a lui nel ruolo di
co-protagonista. I due hanno in seguito intrapreso una relazione,
mantenendo un profilo pubblico molto basso e lontano
dall’esposizione mediatica. Pur non rilasciando ulteriori
chiarimenti, hanno in seguito affermato di essersi separati.
Jamie Campbell Bower: chi è la sua
fidanzata attuale
6. Ha una nuova
compagna. Bower è attualmente impegnato sentimentalmente
con la tatuatrice Ruby Quilter, rendendo pubblica tale relazione
presentandosi con lei durante la premiere di Animali fantastici
– I crimini di Grindelwald. Sui profili social dei due è
possibile trovare alcuni post che li ritraggono insieme, anche se
si sono rivelati restii a rilasciare notizie sulla propria vita
privata.
Parte delle cose che non sai
sull’attore
Jamie Campbell Bower in
Shadowhunters
5. Non voleva dar vita ad un
personaggio immacolato. Nell’assumere il ruolo di Jace,
cacciatore di demoni, l’attore ha affermato che non voleva dar vita
al classico personaggio tenebroso e stereotipato. Per questo
motivo, ha puntato molto sulla vulnerabilità e sul senso di
solitudine propri di Jace. Così facendo, ha potuto sentirsi molto
più vicino emotivamente al personaggio.
4. Si è allenato molto per
il ruolo. Bower ha dichiarato che prima delle riprese del
film ha dovuto trascorrere un periodo di intenso allenamento
fisico, così da poter acquisire la muscolatura richiesta per il
ruolo. Ciò gli ha permesso di eseguire da sé alcune delle dinamiche
scene presenti nella pellicola, senza il bisogno di ricorrere a
controfigure.
Jamie Campbell Bower nella saga di
Twilight
3. Aveva sostenuto il
provino per un altro ruolo. Bower è comparso per la prima
volta nella saga di Twilight all’interno
del film New Moon, dove interpreta il malvagio Caius,
membro dei Volturi. Originariamente, però, l’attore aveva sostenuto
il provino per ricoprire il ruolo del protagonista Edward Cullen.
Benché non lo ritennero adatto per tale personaggio, i produttori
rimasero colpiti da Bower, decidendo di affidargli il ruolo di un
altro vampiro.
Jamie Campbell Bower in Sweeney
Todd
2. Ha personalmente eseguito
i brani nel film. Grande appassionato di musica, Bower è
stato cantante per diverse band, con le quali ha raggiunto un
discreto successo. Aveva d’altronde già svelato le proprie doti
canore all’interno del film Sweeney Todd, dove è possibile
udirlo eseguire uno dei brani più celebri, intitolato
Johanna.
Jamie Campbell Bower: età e
altezza
1. Jamie Campbell Bower è
nato a Londra, Inghilterra, il 22 novembre 1988. L’attore
è alto complessivamente 183 centimetri.
Nell’era contemporanea, è un fatto
che i villain siano diventati i personaggi favoriti degli
spettatori, molto di più di quanto in passato lo erano gli eroi o i
protagonisti principali. E anche chi in genere si è ritrovato ad
interpretare personaggi “positivi” sul grande schermo, almeno una
volta nella sua carriera si è dovuto confrontare con ruoli
decisamente più “scomodi”.
Ecco di seguito 10 ruoli da
“villain” interpretati da attori come Denzel Washington,
Leonardo DiCaprio, Tom
Cruise e non solo, riconosciuti generalmente per
i loro ruoli da “eroi”:
Denzel Washington (Training Day)
In molti hanno sempre sostenuto che
l’Oscar sarebbe dovuto arrivare già nel 1993 per il suo ruolo in
Malcolm X di Spike Lee, ma l’Academy conferì l’ambita
statuetta a
Denzel Washington – come miglior attore protagonista –
soltanto nel 2001 per il suo ruolo del poliziotto corrotto Alonzo
Harris in Training Day di Antoine Fuqua. Molti sono gli
“eroi” interpretati da Washington sullo schermo, in ultimo quello
del giustiziere Robert McCall nella saga The
Equalizer.
Kevin Bacon (Sleepers)
Tra i numerosi personaggi “scomodi”
interpretati da Kevin Bacon, probabilmente quello più celebre
è Sean Nokes, sadica guardia carceraria nel bellissimo
Sleepers di Barry Levinson. Anche se ha
vestito spesso i panni di un ufficiale della legge, come in
Mystic River o nel più recente Cop Car, Bacon è
sempre stato trattato dall’industria cinematografica hollywoodiano
come “un antagonista di lusso”.
Scarlet Johannson (Don Jon)
Amata a livello mondiale non
soltanto per la sua bellezza e per il suo talento, ma anche per il
ruolo di Vedova Nera nel MCU, Scarlett Johansson si ritrovo nel 2013 ad
interpretare – forse per la prima volta – un personaggio egoista,
poco comprensivo e all’apparenza senza cuore. In molti, infatti,
associarono per la priva volta l’attrice ad una “cattiva” grazie al
suo ruolo di Barbara Sugarman in Don Jon.
Michael B. Jordan (Black
Panther)
Dopo Fruitvale Station
(2013) e Creed (2015), Ryan Coogler pensò ad un ruolo
molto diverso per il suo attore feticcio Michael B. Jordan. Da eroe a cattivo in
Black
Panther, dove l’attore ha interpretato Erik
Killmonger in quello che sarebbe poi diventato il primo cinecomic
ad essere nominato agli Oscar come film.
Uma Thurman (La mia super
ex-ragazza)
Dopo un breve periodo lontana dalla
scene,
Uma Thurman decise di dedicarsi a progetti meno
impegnativi ma che hanno comunque rappresentato una sfida dal punto
di vista attoriale, come avvenuto ad esempio ne La mia
super ex-ragazza, commedia romantica al fianco di
Luke Wilson, in cui la musa di Tarantino ha interpretato una
drama queen spietata, super gelosa e super potente.
Robin Williams (Insomnia)
Il compianto re della commedia,
amatissimo per i suoi ruoli in Hook, Mrs. Doubtfire,
Jumanji e Patch Adams, aveva già dimostrato la sua
versatilità grazie a pellicole quali L’attimo fuggente e Will
Hunting – Genio ribelle. Nel 2002 Christopher Nolan gli offrì la possibilità
di interpretare un serial killer al fianco di Al Pacino nel
thriller Insomia, genere fino a quel
momento inesplorato per Robin Williams. Da allora, l’attore sembrò
prenderci gusto, tant’è che continuò ad interpretare personaggi
oscuri in film come Eliminate Smoochy,One Hour
Photo, The Final Cut e Una voce nella notte.
Leonardo DiCaprio (Django
Unchained)
Anche se
arriva a metà del film, il personaggio di Calvin J. Candie è una
delle cose più tarantiniane che l’idolatrato regista abbia
mai tirato fuori dal suo cilindro. Il personaggio del famigerato e
crudele latifondista interpretato da Leonardo DiCaprio in Django Unchained è senza dubbio il
personaggio più deplorevole da un punto di vista morale che
l’attore abbia mai interpretato.
Henry Fonda (C’era una volta il
West)
Con
C’era una volta il West, Sergio Leone ha
cercato di ottenere esattamente ciò che il pubblico non si sarebbe
mai aspettato: un Henry Fonda come nessuno lo
aveva mai visto prima. La star di Furore e La parola
ai giurati era l’eroe per eccellenza del grande schermo
durante l’era d’oro di Hollywood. Eppure, il suo debutto da
“cattivo ragazzo” nell’acclamato western ha contribuito a spianare
la strada ad altri colleghi di spicco nell’abbracciare ruoli da
cattivo, come Jack Nicholson o Al Pacino.
Tom Cruise (Collateral)
Raramente ha accettato di recitare
nei panni di un anti-eroe, ma tra i pochi bady guys
interpretati da Tom Cruise, quello più iconico è sicuramente
il killer dai capelli argentei nel thriller mozzafiato
Collateral, diretto da Michael Mann. Il
film ha contribuito a rafforzare una nuova immagine di Cruise nella
mente di tutti coloro che si erano stancati di vederlo interpretare
personaggi alquanto prevedibili.
Heath Ledger (Il cavaliere
oscuro)
Salito alla ribalta grazie al suo
ruolo in 10 cose che odio di te, se c’era
un’etichetta dalla quale Heath Ledger si è sempre voluto distanziare
era quella di “rubacuori”. Dopo aver rifiutato il ruolo di Peter
Parker nella trilogia di Spider-Man di Sam Raimi, Ledger
era alla ricerca di qualcosa di molto più grande, sempre collegato
al mondo dei fumetti: alla fine è diventato il Joker forse più
incredibile mai rappresentato al cinema ne Il cavaliere oscuro di Christopher Nolan, con tanto di
Oscar postumo conferito alla sua incredibile performance.
R2-D2 è uno dei
personaggi più iconici di Star Wars e probabilmente il più
grande robot nella storia del cinema. Le sue memorabili interazioni
con C-3PO hanno segnato l’iconica epopea di fantascienza dal punto
di vista dell’assetto narrativo comico; tuttavia, nella saga esiste
un enorme buco nella trama che coinvolge Artoo; buco che a quanto
pare nemmeno Mark Hamill sarebbe in grado di spiegare.
Se R2 era infatti il droide
personale di Anakin Skywalker nella trilogia prequel, lo stesso non
si è mai preso la briga di rivelare a Luke Skywalker la verità su
suo padre. Alla fine de La vendetta dei Sith, C-3PO si è
cancellato la memoria, mentre quella di Artoo non ha mai subito
danni o alterazioni durante tutto l’arco narrativo dell’intera
saga.
Se George Lucas ed il suo team probabilmente non
hanno mai pensato che R2-D2 potesse avere un ruolo significativo
negli eventi prima di Una nuova speranza, la Lucasfilm ha
deciso di aggiungere il famoso droide e il suo inseparabile
compagno anche nei prequel, nonostante la cosa non avesse una
coerenza logica. Il loro cameo in Rogue One può avere una ragion d’essere, ma
R2-D2 e C-3PO sono dei personaggi chiave al pari di Anakin o di
Obi-Wan Kenobi. In Episodio IV, quando incontra il duo,
Obi-Wan afferma anche: “Non mi ricordo di aver posseduto un
droide”, nonostante nei prequel abbia diviso la scena con loro
diverse volte.
Tutto ciò sembra dunque essere un
grandissimo buco di trama, ma ci sono diverse (e ragionevoli)
spiegazioni sul perché R2-D2 non rivela mai la verità su Anakin. Ne
La vendetta dei Sith, R2-D2
accompagna Anakin a Mustafar: il futuro
Darth Vader ha il compito di assassinare i leader della
Confederazione dei Sistemi Indipendenti. A quel punto del film,
Anakin è già stato spinto dall’imperatore Palpatine a convertirsi
al Lato Oscuro e ha già ucciso i membri del Tempio Jedi; R2-D2,
però, non è a conoscenza delle azioni di Anakin e continua a
seguirlo.
Anakin ordina al suo
droide di rimanere con la nave su Mustafar; pertanto, non riesce a
vedere nessuno degli eventi che condannano il “Prescelto”. Nella
scena in cui Padme Amidala si confronta con Anakin, sia Artoo che
C-3PO (che hanno accompagnato Amidala e Obi-Wan su Mustafar), non
appaiono in scena, così come non è possibile vederli durante il
duello tra Obi-Wan e Anakin: è ipotizzabile, quindi, che R2-D2 non
abbia assistito all’esperienza della morte di Anakin, né alla sua
sopravvivenza.
Tutti coloro che sono sopravvissuti
all’Ordine 66, presumevano che Anakin sarebbe morto con loro,
tranne Obi-Wan e Yoda. Probabilmente, R2-D2 non sarebbe stato
informato da nessuno che il suo ex maestro era vivo e che ora agiva
come Vader. Se si considera il fatto che Artoo e C-3PO vennero
successivamente affidati alla famiglia Organa, ha ancora più senso
che nessuno dei droidi venga informato della situazione. Eppure,
c’è ancora una domanda che lascia più di un dubbio: perché
cancellare la memoria di C-3PO, ma non quella di Artoo?
Non è comune per i non-droidi
parlare la lingua di Artoo, quindi non c’era da preoccuparsi sul
fatto che gli Organa e Leia comprendessero quando accaduto nei
prequel, nonostante la presenza di C-3PO. Anche se C-3PO può
comprendere il linguaggio del suo inseparabile compagno, una volta
che i suoi ricordi sono stati cancellati, neanche C-3PO avrebbe
potuto credere alle parole di R2-D2.
L’unico altro personaggio che riesce
a comunicare con R2-D2 è Luke. Sul pianeta Dagobah, Luke interpreta
i pensieri di R2-D2 in un modo che non corrisponde alle effettive
parole pensate dal droide, quindi ancora una volta non dovrebbe
esserci alcun pericolo che R2-D2 possa essere creduto. Anche se
Luke avesse capito veramente cosa stesse dicendo Artoo, è
improbabile che ciò avrebbe influito eccessivamente sulla
storia.
Luke non ha interagito direttamente
con Darth Vader in Una nuova speranza, nel
senso che non avrebbe avuto il tempo di dire a Vader la verità se
avesse voluto. Nel frattempo, ne
L’Impero Colpisce Ancora, Luke rifiuta di credere
che Vader sia suo padre. Se Luke non è disposto a credere allo
stesso Vader, è improbabile che abbia voglia di credere alle
affermazioni di un droide quando nessun altro – al di fuori del
cattivo – potrebbe verificarne l’autenticità.
Quando finalmente Luke accetta la
verità, redimere suo padre diventa la sua missione, compito che è
stato poi completato ne
Il ritorno dello Jedi. Se avesse saputo da Artoo
la verità, avrebbe potuto essere più suscettibile agli approcci di
suo padre in Episodio IV. Invece di Obi-Wan e Yoda, Vader
sarebbe potuto diventare la sua guida; tuttavia, sappiamo quanto
sia forte la morale di Luke, quindi è probabile che l’esito della
trilogia originale sarebbe stato lo stesso a prescindere.
Se non altro Luke,
venendo a conoscenza della verità su Vader da R2-D2, avrebbe potuto
evitare di scontrarsi con Leia, che si rivelerà essere sua sorella.
Ciò solleva un ulteriore domanda, ancora più grande: come sarebbero
andate le cose se Leia avesse scoperto chi erano davvero i suoi
genitori da R2-D2? Gli eventi dell’intera trilogia originale
sarebbero stati modificati e Leia sarebbe potuta diventare la
principale apprendista Jedi al posto di Luke.
Per questo motivo, non ha senso che
Bail Organa abbia cancellato la memoria di C-3PO mantenendo intatta
quella di Artoo, poiché erano comunque con Leia quando questa è
cresciuta. Il ruolo piccolo, ma chiave, di Bail in Rogue Onemostra
quanta influenza ha avuto sugli eventi della trilogia originale; ai
suoi occhi, mantenere intatta la memoria di R2-D2 non era un
problema, e la saga di Star Wars dimostra quanto fosse giusto non
preoccuparsene.
Carlo Conti conduce la 65ª edizione
dei Premi David di Donatello, in diretta dallo
studio 2 di Via Teulada, domani su Rai 1 dalle ore 21.25, con la
regia di Maurizio Pagnussat.
La serata più importante del nostro
cinema ha deciso di non fermarsi e si presenta, per la prima volta,
in una versione più tecnologica rispetto al passato con l’obiettivo
di lanciare un messaggio positivo, forte e autorevole, a sostegno
della rinascita del cinema italiano, sottolineandone la centralità
dal punto di vista culturale, economico e occupazionale. La 65ª
edizione dei Premi David di Donatello sulla rete ammiraglia della
Rai si svolgerà dunque attraverso una formula innovativa che vedrà
i grandi protagonisti del cinema italiano partecipare alla
premiazione attraverso collegamenti in diretta, rispettando le
disposizioni governative. Sarà un’edizione che unirà il rispetto
della tradizione con uno sguardo fiducioso rivolto al futuro.
In quest’ottica, Rai Movie
trasmetterà in simulcast con Rai 1 e, sul profilo Instagram del
canale, Alberto Farina e Paola Jacobbi commenteranno la serata in
diretta, mentre su Raiplay sarà visibile anche per gli italiani
all’estero.
Nel corso della serata, saranno
consegnati venticinque David di Donatello e il David Speciale che
quest’anno andrà a un’icona dello spettacolo e della cultura
italiana, Franca Valeri, in grado di rivoluzionare la comicità e
l’immagine femminile dal secondo dopoguerra anche attraverso
l’invenzione di una lunga serie di memorabili personaggi.
Il David dello Spettatore quest’anno
andrà a Il Primo Natale, diretto e interpretato da Salvo
Ficarra e Valentino Picone. Il riconoscimento è assegnato al film
più visto dal pubblico nei cinema italiani fra quelli usciti in
sala entro il 31 dicembre 2019.
A cento anni dalla nascita,
l’Accademia del Cinema Italiano celebrerà due fra i maggiori
protagonisti della storia del nostro cinema, Federico Fellini e
Alberto Sordi. Il regista cinque volte premio Oscar® sarà
ricordato proprio attraverso le parole e gli aneddoti del grande
attore romano con cui ha condiviso esordi, vita artistica ed
esperienze sul set per film come Lo sceicco
bianco e I vitelloni. Vicende ed episodi
della vita e della carriera di Alberto Sordi saranno invece
affidati ai contribuiti di interpreti quali Paola Cortellesi,
Christian De Sica, Sabrina Ferilli, Alessandro Gassmann, Luciana
Littizzetto, Leonardo Pieraccioni, Vincenzo Salemme e Carlo
Verdone.
I Premi David di Donatello sono
organizzati dalla Fondazione Accademia del Cinema Italiano – Premi
David di Donatello e dalla RAI: Piera Detassis è il Presidente e
Direttore Artistico dell’Accademia, il Consiglio Direttivo composto
da Francesco Rutelli, Carlo Fontana, Nicola Borrelli, Francesca
Cima, Edoardo De Angelis, Domenico Dinoia, Giancarlo Leone, Luigi
Lonigro, Mario Lorini, Francesco Ranieri Martinotti. La
65ᵃ edizione della manifestazione si svolge
sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, con il
contributo del MiBACT Ministero per i Beni e le Attività Culturali
e per il Turismo – Direzione Generale Cinema e Audiovisivo,
d’intesa con AGIS e ANICA e con la partecipazione, in qualità di
Soci Fondatori Sostenitori, di SIAE e Nuovo IMAIE.
I PREMI DELLA
65a EDIZIONE
Sono 23 i film di lungometraggio
candidati ai Premi David di Donatello 2020. Tra questi, hanno
ricevuto il maggior numero di candidature Il
traditore di Marco Bellocchio (18), Il primo
re di Matteo Rovere (15), Pinocchio di
Matteo Garrone (15), Martin Eden di Pietro
Marcello (11), 5 è il numero perfetto di
Igort (9), Suspiria di Luca Guadagnino
(6).