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The Batman: la produzione non andrà avanti senza Robert Pattinson

Lo scorso 3 Settembre è arrivata come un fulmine a ciel sereno la notizia che Robert Pattinson è risultato positivo al Coronavirus. A causa di ciò, la produzione dell’attesissimo The Batman di Matt Reeves – che era ufficialmente ripartita soltanto due giorni prima, il 1 Settembre appunto – era stata nuovamente messa in stand-by.

In seguito alla diffusione della notizia, si era vociferato che la produzione sarebbe comunque andata avanti senza Robert Pattinson (con Reeves intenzionato a lavorare con lo stunt dell’attore per tutte quelle riprese che non necessitano della sua presenza), ma a poche ore dalla circolazione di quei rumor è stato Variety a mettere a tacere ogni tipo di dubbio, confermando che la produzione del film resterà in pausa e che tutti coloro che sono entrati in contatto con Pattinson – sia membri del cast che membri della troupe – sono ancora in quarantena.

Come si legge nel report della fonte: “La produzione di The Batman continua ad essere in pausa dopo che Robert Pattinson è risultato positivo al Covid-19. I membri della troupe sono ancora impegnati con la costruzione dei set e dei vari oggetti di scena presso i Warner Bros. Studios di Leavesden, Regno Unito, ma le persone della produzione che sono entrate in contatto con Pattinson sono in quarantena. La produzione sta ancora facendo il tracciamento dei contatti. È improbabile che le riprese riprendano fino alla fine del periodo di quarantena, che durerà circa due settimane.”

Il cast di The Batman è formato da molti volti noti: insieme a Robert Pattinson nei panni di Bruce Wayne, ci saranno anche Colin Farrell (Oswald Chesterfield/Pinguino), Zoe Kravitz (Catwoman), Jeffrey Wright (Jim Gordon), Paul Dano (Enigmista) e Andy Serkis (Alfred). Infine, John Turturro sarà il boss Carmine Falcone. Nel cast anche Peter Sarsgaard che sarà Gil Colson, il Procuratore Distrettuale di Gotham.

The Batman esplorerà un caso di detective“, scrivono le fonti. “Quando alcune persone iniziano a morire in modi strani, Batman dovrà scendere nelle profondità di Gotham per trovare indizi e risolvere il mistero di una cospirazione connessa alla storia e ai criminali di Gotham City. Nel film, tutta la Batman Rogues Gallery sarà disponibile e attiva, molto simile a quella originale fumetti e dei film animati. Il film presenterà più villain, poiché sono tutti sospettati“.

Ant-Man 3, teoria: il film potrebbe introdurre i Fantastici Quattro

Sappiamo ormai da diverso tempo che Ant-Man 3 è ufficialmente in fase di sviluppo, anche se ad oggi non esistono molti dettagli sulla terza avventura cinematografica di Scott Lang. Eppure, un nuovo report di Screen Rant sembra suggerire che il film potrebbe finalmente introdurre i Fantastici Quattro nell’universo condiviso.

In che modo i personaggi creati da Stan Lee e Jack Kirby potrebbe fare il loro debutto nel MCU? Secondo la teoria esposta dalla fonte, il terzo Ant-Man, che sarà diretto ancora una volta da Peyton Reed (già regista dei primi due film), potrebbe ufficialmente introdurre il Macroverso (detto anche Overspace), in pratica l’opposto del Regno Quantico, ed è proprio lì che potremmo incontrare per la prima volta Reed Richards e soci.

Per stessa ammissione di Reed in una recente intervista, Ant-Man 3 è stato già descritto come un film “molto più grande e articolato dei primi due, con un modello visivo molto, molto diverso”. Le dichiarazioni del regista potrebbero riferirsi – anche se si tratta di mere speculazioni, è doveroso ricordarlo! – proprio al Macroverso, raggiungibile solo acquisendo dimensioni gigantesche (in pratica il contrario di quello che avviene per accedere al Regno Quantico).

Ant-Man 3 introdurrà l’Oversapce?

Grazie ai fumetti, sappiamo che i Fantastici Quattro hanno avuto più volte a che fare con l’Overspace. La fonte suggerisce che, proprio grazie alla diverse modalità di scorrimento del tempo tra le varie dimensioni, diversi anni prima Reed e gli altri potrebbero esservi rimasti bloccati nel corso di qualche esperimento, avanzando anche l’ipotesi che Mister Fantastic possa anche essere un collega di Hank Pym e aver stretto con lui una lunga amicizia.

Inoltre, sempre come sottolineato dalla fonte, non bisogna dimenticare che Peyton Reed ha sempre avuto una naturale propensione verso i Fantastici Quattro, tant’è che diversi anni fa propose addirittura alla Fox un soggetto basato proprio su quei personaggi.

Naturalmente, esistono anche diverse altre speculazioni in merito a ciò che potremmo vedere in Ant-Man 3: si mormora, ad esempio, che M.O.D.O.K. possa essere il villain principale, mentre l’introduzione di Cassie Lang nei panni di Stature potrebbe preparare il terreno per l’assemblaggio degli Young Avengers.

Dune: l’anteprima del trailer in arrivo domani

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In attesa dell’arrivo in rete, domani, del primo trailer di Dune, ecco un breve assaggio del film di Denis Villeneuve che riporta in sala il romanzo di Frank Herbert, già raccontato da David Lynch.

CORRELATE:

In DuneTimothée Chalamet interpreterà il protagonista Paul Atreides, nato sul pianeta Caladan dal matrimonio fra il duca Leto Atreides I e la sua concubina Lady Jessica. Nel cast anche Javier BardemZendayaOscar IsaacRebecca FergusonStellan SkarsgardDave Bautista, Charlotte Rampling Jason Momoa. Ricordiamo che il film arriverà nelle sale americane il 18 Dicembre 2020.

Suicide Squad non è mai stato inteso come vietato ai minori

Almeno apparentemente, sembra che per ora non sia prevista alcuna Ayer Cut di Suicide Squad, ed è passato un po’ di tempo dall’ultima volta che abbiamo avuto aggiornamenti in merito da David Ayer. Tuttavia, proprio mentre alcuni fan stavano iniziando a gettare la spugna, ecco che il regista è tornato con altre rivelazioni sul suo adattamento DC Comics del 2016.

Non è un segreto che la maggior parte delle scene con protagonista il Joker siano state eliminate in fase di montaggio, ma Ayer ha ora rivelato via Twitter che il piano originale per Suicide Squad era che il film si aprisse con June Moon che scopriva e rilasciava Incantatrice. Da lì, il Clown Principe del Crimine sarebbe stato mostrato mentre prendere parte ad un “lungo assalto” all’Arkham Asylum.

Da lì, avrebbe trasformato la Dottoressa Harleen Quinzel in Harley Quinn, e sembra che il piano originale per il film fosse che la narrazione proseguisse in maniera molto più lineare (piuttosto che saltare avanti e indietro nel tempo, con diversi flashback che fanno luce sulle storie di origine di ciascuno di questi cattivi).

In un altro tweet, Ayer ha chiarito di non aver mai pianificato che Suicide Squad fosse vietato ai minori: il rating pensato da subito per il cinecomic è sempre stato PG-13. Tuttavia, il film ha comunque superato i limiti imposti da quella valutazione e alla fine è stato vietato ai minori di 15 anni nel Regno Unito.

Suicide Squad è un film del 2016 diretto da David Ayer con Will SmithMargot RobbieJared LetoJoel KinnamanJai CourtneyCara DelevingneViola Davis, Scott Eastwood, Raymond Olubawale, Jay Hernandez, Ike Barinholtz, Ted Whittall, Robin Atkin Downes e David Harbour. Nel film i più temuti supercriminali del mondo vengono reclutati in gran segreto da Amanda Waller per costituire la Task Force X, una squadra di antieroi che in seguito alla morte di Superman avrà il compito di difendere l’umanità da ogni genere di minaccia.

Oscar: nuovi requisiti di inclusione per la categoria “Miglior Film”

L’Academy continua nella sua volontà di rinnovarsi e di restare al passo coi tempi, ma soprattutto di rendere gli Oscar dei premi a sostegno dell’inclusione della diversificazione nel cinema. Come apprendiamo da Deadline, oggi l’associazione ha annunciato una nuova riforma all’interno del meccanismo di selezione dei film.

Tale riforma è stata approvata con l’obiettivo di promuovere un’equa rappresentazione sullo schermo per quanto riguarda i temi legati all’identità di genere, all’orientamento sessuale, all’etnia e alla disabilità. La riforma in questione entrerà in vigore a partire dalla 96esima edizione degli Academy Awards, quindi nel 2024. Come leggiamo nel report della fonte, una riforma simile verrà messa in atto anche dai BAFTA, gli Oscar inglesi.

Le categorie di rappresentazione che verranno prese in considerazione dalla riforma dovranno interessare il cast, la troupe, lo studio cinematografico e altre aree legate allo sviluppo e all’uscita del film. A partire dal 2024, quindi, per essere presi in considerazione per la categoria “Miglior Film“, una produzione dovrà obbligatoriamente soddisfare almeno due dei quattro nuovi standard imposti dalla riforma.

In una nota congiunta David Rubin, presidente dell’Academy, e Dawn Hudson, CEO dell’Academy, hanno commentato: “Lo sguardo deve essere ampliato per riflettere la popolazione globale sia nella creazione di film che nel pubblico che li guarda. Crediamo che questi standard di inclusione saranno catalizzatori di un profondo e duraturo cambiamento nella nostra industria.”

La riforma non avrà alcun impatto sulla prossima edizione degli Oscar, la numero 93, che si svolgerà il prossimo 25 Aprile. La cerimonia di premiazione, che generalmente si tiene a Febbraio, è stato posticipata di diversi mesi a causa dell’emergenza Coronavirus.

Scarface: Luca Guadagnino anticipa un nuovo “scioccante” adattamento

A quanto pare Luca Guadagnino, che si occuperà della regia del nuovo adattamento di Scarface, è determinato a realizzare un film vietato ai minori che possa scioccare il pubblico. Il film originale, diretto nel 1932 da Howard Hawks, ha avuto già un primo rifacimento – molto più celebre – nel 1982, diretto da Brian De Palma, sceneggiato da Oliver Stone e con Al Pacino nei panni del protagonista Tony Montana, un immigrato cubano che in breve tempo divenne uno dei più potenti criminali di Miami.

Nonostante all’epoca della sua uscita in sala causò molte controversie proprio a causa dell’eccessiva dose di violenza, il film fu un successo al box office mondiale e ad oggi è considerato un vero e proprio cult. Adesso, un nuovo remake è attualmente in sviluppo per conto di Joel e Ethan Coen (che si occuperanno di scrivere la sceneggiatura), con Luca Guadagnino incaricato dalla Universal di occuparsi della regia.

In un’intervista con BadTaste.it, nell’ambito del Festival di Venezia, il regista di Chiamami Col Tuo Nome e Suspiria ha rivelato che il suo intento è quello di realizzare un film che possa essere tanto scioccante per il pubblico quanto nel 1982 lo fu la versione di De Palma. Riferendosi al personaggi di Tony Mantana come ad un “archetipo”, Guadagnino ha spiegato che i personaggi cattivi come lui sono il “sintomo” del bisogno degli immigrati di raggiungere il Sogno Americano. Il regista ha poi aggiunto che il suo film sarà vietato ai minori e che la sceneggiatura, che ha definito “grandiosa”, sarà l’elemento chiave che condurrà alla realizzazione di un film “scioccante”.

“La verità è che mi interessa il personaggio di Tony Montana. È un sintomo del Sogno Americano”, ha spiegato Guadagnino. “E penso che questi film siano fatti per i loro tempi. Il mio Scarface arriverà 40 anni dopo il precedente. Penso che la cosa importante di questi film non sia il fatto che siano attraenti e fondamentali come quello di Brian De Palma. L’importante è sapere che Tony Montana è un personaggio archetipico. Le cose importanti sono: A) Deve essere ben fatto, la sceneggiatura deve essere eccezionale, e lo è; B) Il nostro Tony Montana deve essere aggiornato. Non voglio imitare niente; C) Questo film deve essere scioccante. Il film di Brian De Palma è stato classificato R, quindi voglio anche io un grande R per il mio film.”

Luca Guadagnino a Venezia 77: “Sono un uomo fortunato”

In questi giorni Luca Guadagnino è stato protagonista della 77esima Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia dove ha presentato, Fuori Concorso, il suo nuovo documentario Salvatore – Shoemaker of Dreams, dedicato allo stilista e imprenditore italiano Salvatore Ferragamo. Il documentario verrà distribuito in Italia prossimamente grazie a Lucky Red.

Zendaya onorata dai rumor sull’ipotetico casting in Kill Bill Vol. 3

È da molto tempo, ormai, che si parla di un possibile Kill Bill Vol. 3 e diverso tempo fa l’attrice Vivica A. Fox aveva suggerito un ruolo per Zendaya nell’ipotetico film. Nelle intenzioni di Quentin Tarantino, infatti, ci sarebbe la volontà di raccontare la storia della figlia ormai adulta di Vernita Green (il personaggio interpretato dalla Fox) e della sua vendetta nei confronti di Beatrix Kiddo (Uma Thurman) per la morte della madre.

All’epoca Vivica A. Fox aveva suggerito proprio Zendaya (Spider-Man: HomecomingThe Greatest ShowmanEuphoria) per il ruolo della figlia di Vernita, dichiarando: Nel corso di un’intervista mi hanno chiesto a quale giovane attrice avrei fatto interpretare quel personaggio. Io risposi facendo il nome di Ambrosia, ma loro volevano il nome di un’attrice affermata, e così ho risposto Zendaya. Quanto sarebbe fico? Probabilmente darebbe il via libera al progetto. Inoltre, lei e Uma sono molto alte e insieme spaccherebbero. E poi adoro Zendaya.”

Adesso, è stata la stessa Zendaya (che a Dicembre vedremo nell’attesissimo Dune di Denis Villeneuve) a commentare le parole di Fox in una recente intervista con Empire, dichiarandosi “onorata” per la proposta dell’attrice: “Ho letto quella cosa! Sono stata onorata che abbia fatto il mio nome. Ovviamente è incredibile e sono molto lusingata che abbia pensato a me. Però, è soltanto un’idea. Internet inizia a parlare di una cosa e sembra che funzioni.”

Nel corso degli anni, lo stesso Quentin Tarantino ha parlato più e più volte della possibilità di un terzo capitolo di Kill Bill. Il regista ha dichiarato di averne anche parlato con Uma Thurman e che il progetto potrebbe effettivamente vedere la luce tra circa tre anni. Tuttavia, non esiste alcuna certezza in merito alla cosa, dal momento che Tarantino è noto per aver spesso parlato di suoi progetti che poi non si sono mai concretizzati.

In attesa che il regista ci delizi con nuovi aggiornamenti sul possibile Kill Bill Vol. 3, ricordiamo che il suo ultimo film, C’era una volta a Hollywood, è uscito nelle sale lo scorso anno. Il film, con protagonisti Leonardo DiCaprioBrad Pitt Margot Robbie, ha vinto 3 Golden Globe su 5 candidature, tra cui il Golden Globe per il miglior film commedia o musicale, e 2 Premi Oscar su un totale di 10 candidature.

Oleh Yutgof, intervista: da Stranger Things al Concorso di Venezia 77

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La nostra intervista a Oleh Yutgof, attore conosciuto grazie alla terza stagione di Stranger Things, e protagonista di Never Gonna Snow Again, film in Concorso a Venezia 77 e prossimamente in sala con I Wonder Pictures.

Un massaggiatore entra nelle case e nelle vite dei cittadini di un ricco quartiere residenziale, i cui abitanti, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro vite.

Never Gonna Snow Again, che è già stato scelto come film per rappresentare la Polonia ai prossimi Oscar 2021, sarà nelle sale italiane prossimamente con I Wonder Pictures

Never Gonna Snow Again, la trama

Un massaggiatore dell’Est fa il suo ingresso nella vita dei facoltosi abitanti di una comunità scialba e inaccessibile, i quali, a dispetto della loro ricchezza, trasudano tristezza interiore e desiderio. Le mani del misterioso nuovo arrivato hanno proprietà curative, i suoi occhi penetrano le loro anime. Alle loro orecchie, il suo accento russo suona come una melodia del passato, un ricordo di un’infanzia più sicura e protetta. Zhenia, questo è il suo nome, cambierà le loro vite.

Il commento del regista

La parola “neve” può assumere svariati significati ed evocare molteplici emozioni. Se da un lato può essere un elemento pervasivo e pericoloso, dall’altro è fonte di sicurezza e conforto, una coperta che ci riporta alle favole dell’infanzia. Oggi, viene associata alla distruzione del clima del pianeta per mano dell’uomo e, di conseguenza, alla sua lenta sparizione dalla nostra vita. I protagonisti sono concentrati su un piccolo mondo rassicurante, che danno per scontato. Tuttavia, dietro le apparenze, sono alla ricerca di una dimensione più spirituale. I personaggi bramano il contatto, l’intimità, il sesso, la comprensione, la libertà. Finanziariamente ricchi e spiritualmente poveri, sono sopraffatti da una brama inconscia. Proiettano le proprie fantasie su uno sconosciuto che, dopo essere entrato nelle loro vite, agisce come uno specchio. È difficile dire se questa esperienza sia reale o un’illusione. La foresta magica nella quale si trovano con lo sconosciuto è puramente frutto della loro immaginazione, oppure esiste veramente? Il film è avvolto da un’aura di mistero. Vorremmo incoraggiare il pubblico a riflettere sulle condizioni attuali dell’Europa. Il nostro obiettivo è suscitare una serie di domande, sottili, all’insegna dell’umorismo, senza alcun preconcetto da parte nostra.

Rebecca: trailer del nuovo adattamento prodotto da Netflix

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Dopo Alfred Hitchcock, anche Netflix prova ad adattare il romanzo di Daphne Du MaurierRebecca. Nel cast del film diretto da Ben Wheatley ci sono Armie Hammer, Lily James e Kristin Scott Thomas

Una giovane sposina arriva nell’imponente tenuta di famiglia del marito su una costa inglese battuta dal vento e si ritrova a combattere l’ombra della sua prima moglie, Rebecca, la cui eredità vive nella casa anche molto tempo dopo la sua morte. Un adattamento moderno del romanzo gotico di Daphne Du Maurier arriva su Netflix: interpretato da Armie Hammer, Lily James e Kristin Scott Thomas.

Nomadland, trailer ufficiale del film con Frances McDormand

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È stato diffuso il trailer ufficiale di Nomadlandnuovo film di Chloé Zhao con protagonista la due volte premio Oscar Frances McDormand.

Nomadland segue Fern (McDormand), una donna che, dopo il collasso economico di una cittadina rurale nel Nevada, fa i bagagli e parte nel suo van per provare la vita on-the-road, fuori dalla società convenzionale, da moderna nomade. Il film include i nomadi veri Linda May, Swankie e Bob Wells che fanno da mentori e compagni a Fern nel suo viaggio attraverso il vasto paesaggio dell’Ovest americano.

Nomadland è prodotto da Frances McDormand (Olive Kitteridge su HBO), Peter Spears (Chiamami col tuo nome), Molly Asher (The Rider), Dan Janvey (Re della Terra Selvaggia), e Chloé Zhao (The Rider – Il sogno di un cowboy). Protagonista del film, oltre a McDormand, è David Strathairn (Good Night, and Good Luck.). Zhao torna a lavorare con il suo direttore della fotografia per The Rider, Joshua James Richards (La terra di Dio). Le musiche nel film sono del compositore italiano Ludovico Maria Enrico Einaudi e il montaggio di Zhao. Alla Searchlight, il film è stato coordinato dai presidenti della produzione Matthew Greenfield e David Greenbaum e dal vice presidente della produzione Taylor Friedman.

Chloé Zhao è una regista, sceneggiatrice, montatrice, e produttrice rinomata per il suo lavoro nel suo film d’esordio, Songs My Brothers Taught Me (2015), presentato in prima mondiale al Sundance Film Festival. Il suo secondo lungometraggio, The Rider (2017), ha ricevuto diversi riconoscimenti fra i quali le candidature agli Independent Spirit Awards per miglior film e miglior regista. Zhao ha diretto il film di prossima uscita dei Marvel Studios Eternals, programmato per il 2021 e distribuito da Walt Disney Studios.

Andrei Konchalovsky a Venezia 77 con Cari Compagni

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Andrei Konchalovsky ha presentato il Concorso alla 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia Cari Compagni, il suo ultimo film, in cui è protagonista Julia Vysotskaya, sua compagna anche nella vita.

Il film è basato su un fatto realmente accaduto a Novocherkassk il 2 giugno del 1962 e secretato fino agli anni ’90. Nel 1992 venne avviata la prima inchiesta. Le vittime del massacro erano state occultate in tumuli sotto falso nome perché non venissero mai ritrovate. I principali sospetti fra gli alti vertici governativi erano già morti. I responsabili non sono mai stati condannati.

Penelope Cruz protagonista del nuovo film di Emanuele Crialese

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Penelope Cruz sarà la protagonista de L’immensità, il nuovo film di Emanuele Crialese che torna alla regia dopo nove anni di pausa, Terraferma è infatti del 2011. L’attrice premio Oscar sarà la madre di una famiglia degli anni ’70, che vive un amore viscerale per i propri figli in un momento storico di cambiamento.

L’immensità è scritto da Emanuele Crialese, Francesca Manieri e Vittorio Moroni. Il regista ha raccontato che Penelope Cruz incarnerà “un archetipo che può solo venire alla luce dall’incontro umano e artistico con la sensibilità di una grande attrice come Penelope Cruz”.

Intanto, l’attrice spagnola ha dichiarato: “Sono fan di Emanuele Crialese da lungo tempo e L’immensità è una delle migliori sceneggiature che abbia mai letto. Non vedo l’ora di tuffarmi in questa avventura magica con lui e il resto del team per dare vita a un personaggio di cui sono già innamorata”. Le riprese del film cominceranno nel 2021.

Assandira, recensione del film di Salvatore Mereu #Venezia77

A otto anni da Bellas Mariposas, Salvatore Mereu torna al cinema con Assandira, torna così a raccontare la Sardegna, con un occhio affezionato e allo stesso tempo crudo, spietato su un rapporto tra uomo, tradizione e ambiente che diventa feroce e tragico. Per farlo si serve del volto scavato di Gavino Ledda, già autore di Padre Padrone e qui interprete di Costantino, un pastore sardo completamente vittima di se stesso e degli eventi.

È su un suo primo piano sofferente e graffiato che si apre il film, sotto una pioggia torrenziale, mentre su luogo di un incidente, la cui natura è difficile da identificare da subito, si aggira come un fantasma, rifugiandosi su un pagliaio, farneticando, in una profonda e toccante voce fuori campo che percorre tutto il film, su senso di vergogna e dolore. La storia è ambientata negli anni Novanta, quando la moda degli agriturismi che facevano conoscere la vita di campagna ai turisti stranieri e cittadini divenne una moda. Mario, unico figlio di Costantino, torna nel suo paesino d’origine in Sardegna con la moglie tedesca, Greta, con una proposta per il vecchio padre: trasformare un vecchio podere in un agriturismo, uno spiraglio di riqualificazione, modernità e soprattutto di ricchezza, in una terra di pastori, semplice e antica, ancorata alla tradizione ma non abituata a mostrarsi. Comincia così per Mario e Greta, e solo dopo per Costantino, una avventura che sembra eccitante e nuova e che, piano piano, si trasforma in qualcosa di pericoloso e tragico.

La terra e la carne di Assandira

Salvatore Mereu si attacca ai volti dei suoi protagonisti, attori professionisti e non, che si mettono a nudo, carne e anima, davanti alla camera. E l’occhio del regista va proprio a scavare nella terra e nei pensieri, specialmente di Costantino, la cui voce ci guida in una storia che adotta il linguaggio del thriller investigativo, costruito su flashback e testimonianze, e progressive rivelazioni. Un approccio accattivante ad una storia che si fa indagine antropologica di una semplicità della vita di campagna che viene contaminata dal progresso, quel turismo moderno, invasivo e invadente. I gruppi rumorosi di tedeschi e danesi non sono interessati alla verità della vita dei pastori, ma sono intrattenuti da una rappresentazione della stessa che sfocia nella farsa e nell’esagerazione di luoghi comuni, con il personaggio di Greta che diventa ammaliatrice, promotrice, artefice principale dell’azione.

La giunonica donna si pone in mezzo a due uomini a loro modo simili, per quanto è bionda e vitale lei, sebbene portatrice di una doppiezza strisciante e ambigua, sono scuri, pelosi, rugosi padre e figlio. Mario è una vittima consapevole, si piace scientemente al volere della moglie, mentre Costantino, da restio e conservatore, si fa sedurre dal corpo della donna, dalla sua vitalità, dalla sua apparente purezza, soprattutto dalla fisicità calda di Greta. Una scelta che lo porterà poi alla rovina.

Un paradiso terrestre pronto a distruggersi

Assandira è un posto magico, un piccolo paradiso costruito su un sogno, ma proprio come il paradiso terrestre custodisce un’insidia, un pericolo, un lato oscuro che finirà per devastarlo. Attraverso il volto segnato, sempre in primo piano, dell’ottimo e profondo Ledda, Salvatore Mereu racconta una fiaba dall’esito tragico, adotta il linguaggio del thriller investigativo e offre una riflessione antropologica su un dialogo vizioso tra passato e presente, dove il primo è stuprato e strumentalizzato da un presente sempre più annichilito dalla noia.

Dorogie Tovarischi (Cari Compagni), recensione del film di Andrei Konchalovsky #Venezia77

Ci son storie vere che diventano esemplari ed altre che ci fanno sorprendere di non averle mai sentite prima, ma in nessuna di queste due categorie potrebbe rientrare lo spunto al quale si è ispirato Andrei Konchalovsky per il suo ultimo Dorogie Tovarischi (Cari Compagni), in concorso alla 77. Mostra Internazionale di Cinema di Venezia. Sullo sfondo, infatti, c’è il massacro avvenuto a Novocherkassk il 2 giugno del 1962, del quale si è potuto sapere solo nel 1992 grazie alla Glasnost di Gorbaciov e all’inchiesta affidata all’investigatore Yuri Bagraev, non a caso chiamato a fare da consulente alla sceneggiatura.

Il bilancio finale fu di 87 feriti e 26 morti, i corpi dei quali furono seppelliti sotto falso nome per cancellare ogni prova dell’accaduto. Di fatto preservando i colpevoli, a tutt’oggi mai condannati. Un esempio agghiacciante della distorsione dell’informazione e dell’uso della censura ad ampio raggio da parte del regime comunista sovietico, in questo caso post Staliniano, che viviamo attraverso l’esperienza della protagonista, Caposettore del Comitato Locale del Partito, Lyudmila Syomina. La donna, interpretata dalla moglie del regista Julia Vysotskaya, da sempre irreprensibile militante convinta della bontà degli ideali comunisti e dell’onnipotenza del defunto leader, si getta alla disperata ricerca della figlia, data per morta e scomparsa dietro la fumosa organizzazione del KGB.

Cari Compagni, una storia dalle radici antiche

“Volevo fare un film sulla generazione dei miei genitori” e sulla disillusione di quanti avevano sognato una società diversa, ha dichiarato il regista, che da circa 10 anni coltivava questo progetto. Da prima ancora della sua vittoria del Leone d’argento con Le notti bianche del postino nel 2014 e Paradise nel 2016 proprio al Lido, dove torna per omaggiare a suo modo la purezza di quegli uomini e donne, in molti casi prime vittime del crollo di quelle ideologie. Un tributo da leggere tra le righe, in effetti, ma non così nascosto, sicuramente più evidente nelle espressioni della gente comune e nella loro umanità. Volti e speranze che Konchalovsky sottolinea e incornicia con inquadrature attente, sicuramente sostenute dal bianco e nero utilizzato e dal formato scelto, l’ormai insuale 4:3.

A tratti, i paradossi dell’Apparato assumono toni quasi farseschi, o teatrali, come nelle immagini dello sciopero e dei primi morti osservate da dietro i vetri di una finestra chiusa, ma tutto si trasforma rapidamente in tragedia. Prima sociale, politica e poi personale, con la missione della donna intorno alla quale tutto ruota. La foga emotiva di questa madre angosciata spicca facilmente sugli sfondi scelti per rappresentare una realtà storica fatta di uffici, ospedali e case private, di soldati senza volto e folle vocianti tanto quanto di icone religiose e quadri di Stalin.

Tessere di un puzzle che piano perde di umanità, sposando perfettamente l’immagine stereotipata che tutti (almeno quelli che ricordano il periodo in questione) abbiamo di quel contesto, proprio mentre tutto spinge per far emergere sempre più esempi di pietà e solidarietà tra le vittime, carnefici compresi. Fondamentali nel procedere della ricerca, che si sviluppa tra le maglie dell’istituzione, tra alleati imprevedibili e improbabili, fino alla conclusione più attesa.

Andrà tutto bene

La parabola che disegna Konchalovsky è evidente, le sue sorprese non sono narrative, ma la realtà di cui son intrisi i fatti riportati colpisce ancora più duramente. Analogamente emoziona di più il turbamento della protagonista nell’affrontare la nomenklatura schierata per la lettura del discorso – il cui incipit dà il titolo al film – che dovrebbe salvarla piuttosto che le implicazioni o le conseguenze della sua scelta. Le parole vengono meno. E i paralleli tra la chiusura della città e il lockdown vissuto da tutti noi, o tra il conclusivo “Staremo meglio” e lo slogan che abbiamo visto apparire su molti dei nostri balconi, vengono naturali. Non senza regalarci un ultimo brivido, drammaticamente sincero.

Iron Man: 7 modi in cui potrebbe influenzare il futuro del MCU

Iron Man è stato l’eroe che ha dato il via alla Saga dell’Infinito, e le conseguenze del suo ultimo sacrificio sono state ciò che ha portato al termine il franchise così come abbiamo imparato a conoscerlo in tutti questi anni. Anche se un nuovo capitolo del MCU sta per iniziare senza Tony Stark, è probabile che lo spirito del “genio, miliardario, playboy, filantropo” influenzerà comunque le nuove trame dell’universo condiviso. The Direct ha raccolto sette modi in cui potremmo vedere l’influenza di Iron Man nel futuro del MCU:

Le avventure di Spider-Man

La storia di Spider-Man nel MCU ha ruotato pesantemente attorno al suo rapporto con Tony Stark. Sia in Captain America: Civil War che in Spider-Man: Homecoming, abbiamo visto Tony reclutare Peter ed introdurlo all’universo dei Vendicatori, cercando al tempo stesso di aiutare il giovane a trovare la sua strada. Tony proclama ufficialmente Peter un membro dei Vendicatori in Avengers: Infinity War, mentre il tragico finale di Avengers: Endgame spingerà Peter ad affrontare le conseguenze della scomparsa del suo mentore in Spider-Man: Far From Home. Naturalmente, non bisogna dimenticare che i principali cattivi di entrambi i film in solitaria di Spidey – rispettivamente Avvoltoio e Mysterio – sono stati degli ex dipendenti della Stark Industries, adesso in cerca di vendetta.

Detto questo, Kevin Feige ha dichiarato che andando avanti Spider-Man non resterà bloccato nell’ombra del suo mentore come lo è stato finora, e che lo scopo di Far From Home era quello di chiarire che Spidey sarà un supereroe distinto e non “il prossimo Iron Man”. Tuttavia, la saggezza che Peter ha appreso da Tony influenzerà indubbiamente il suo viaggio in futuro, senza considerare tutta l’eredità lasciata dall’eroe (sia in termini di costumi che di accessori). Per non parlare del fatto che Avvoltoio è ancora vivo, e anche Mysterio potrebbe benissimo esserlo…

La mentalità di Doctor Strange

Sebbene Spider-Man sia l’eroe della Fase 4 che ha avuto il rapporto più stretto con Iron Man, certamente non è stato l’unico ad essere profondamente colpito dalla sua morte. In Avengers: Infinity War, Doctor Strange chiarisce che è disposto a sacrificare chiunque per sconfiggere Thanos, cercando di rimanere stoico nel suo caratteristico sarcasmo. Ci sono alcuni punti nel corso di quel film e di Avengers: Endgame in cui vediamo Strange rimanere fedele a questa sorta di mantra sacrificale, e durante tutti questi momenti, Tony è sempre al fianco di Strange.

Subito prima che Doctor Strange scomparisse in Infinity War, disse esplicitamente: “Tony, non c’era altro modo”. È abbastanza inquietante, considerando che metà dell’universo è poi effettivamente scomparso, ma lo è ancora di più in riferimento al successivo sacrificio di Tony per salvare l’intera umanità. Durante la battaglia finale di Endgame, dice minacciosamente a Tony: “Se ti dico cosa succede, non succederà”, e in seguito alza lentamente un dito per indicare che il suo schiocco è l’unico modo in cui i Vendicatori potranno vincere.

Non riusciamo a sentire più nulla da parte di Doctor Strange dopo questo momento, ma il personaggio appare al funerale con tutti gli altri eroi e i momenti appena descritti mostrano quanto l’impatto si Stark sulla sua vita sia stato importante. Strange non possiede più la Pietra del Tempo, quindi probabilmente non dovrà avere più a che fare con certe tipologie  di fardelli, ma gli eventi passato potrebbero avere delle conseguenze sulla sua mentalità. Strange si sente in colpa per aver influenzato Iron Man come ha fatto? Sente per la prima volta la gravità di ciò che significa sacrificarsi come supereroe? Speriamo di avere un’idea di come si sta riprendendo dagli eventi traumatici della fine della Saga dell’Infinito in Doctor Strange in the Multiverse of Madness.

I dieci anelli e il “vero” Mandarino

Il Mandarino è un classico cattivo di Iron Man nei fumetti, ma la versione del personaggio vista in Iron Man 3 si è rivelata essere soltanto un attore di nome Trevor Slattery. Tuttavia, uno dei tanti annunci del MCU al Comic-Con di San Diego nel 2019 è stato che il “vero “Mandarino apparirà nel prossimo film Shang-Chi. In effetti, il titolo completo del cinecomic, Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings, allude anche ai legami con il passato del MCU, dato che nel primo film di Iron Man, “Dieci Anelli” è il nome del gruppo terroristico che rapisce Tony Stark in Afghanistan.

Grazie al cortometraggio bonus presente nell’edizione home video di Thor: The Dark World, “All Hail the King”, sappiamo già un po’ del vero mandarino e del suo legame con il resto del MCU. Secondo quel corto, l’attuale Mandarino è quello responsabile dei Dieci Anelli, ed è pienamente consapevole (e non troppo felice) di quello che è successo a Trevor durante gli eventi di Iron Man 3. Dato che queste informazioni non sono ancora state divulgate in uno dei film del MCU, è probabile che tornerà in azione in Shang-Chi anche per collegare la trama di quel film con gli eventi del MCU accaduti fino ad ora.

Le conseguenze della morte di Thanos

Parlando ancora di collegamenti, un altro cattivo sconfitto da Iron Man nel MCU ha stretti legami con un gruppo che sta per fare il suo debutto nell’universo condiviso. Gli Eterni è in programma per la Fase 4 e, nella tradizione dei fumetti Marvel, Thanos è in realtà un Eterno.

Anche se non è ancora stato confermato se Thanos avrà o meno il sangue degli Eterni nel MCU, sarebbe sicuramente un modo efficace per collegare la prima storia sul grande schermo degli Eterni al resto del franchise. Possibili flashback di un Thanos più giovane che vive tra gli altri Eterni potrebbero far parte del film; ciò che potrebbe essere ancora più interessante è vedere gli Eterni nel film reagire alla sua morte e alla sua sconfitta dopo lo schiocco di Iron Man. Gli Eterni esistono da migliaia di anni nella tradizione del MCU e sono stati indubbiamente influenzati dalla Decimazione e dal Blip, e l’idea di conoscere la prospettiva di tutta la situazione da coloro che hanno sempre identificato Thanos come uno di loro, è una prospettiva decisamente allettante.

Il sacrificio di Stark potrebbe aver inconsapevolmente giocato un ruolo nel ricongiungimento del team degli Eterni nel MCU? Purtroppo, dovremo aspettare fino al rilascio del film dedicato a Gli Eterni nel 2021 per scoprirlo.

Un biglietto per il Multiverso

guanto dell'infinitoAnche il Guanto dell’Infinito è uno degli oggetti preferiti dai fan in quanto dispositivo centrale nell’iconico momento “I am Iron Man” in Avengers: Endgame, in realtà non è l’unico pezzo di tecnologia Stark che gioca un ruolo importante nel film. Tony è quello che ha scoperto la maggior parte della tecnologia utilizzata per il viaggio nel tempo, e sebbene sia stata messa da parte alla fine del film, per quanto ne sappiamo, esiste ancora e potrebbe essere riutilizzata in futuro. 

Sappiamo che il Multiverso entrerà in gioco nel prossimo film di Doctor Strange, presumibilmente anche nella serie Loki, e probabilmente anche in altri progetti futuri. Con la tecnologia del viaggio nel tempo vista in Endgame, che ci ha portato alla scoperta di versioni alternative del MCU, è possibile che questa sia la porta verso una qualche forma di Multiverso per alcuni personaggi.

La tecnologia lascia anche la porta aperta al ritorno, in qualche modo, dei personaggi deceduti. Captain America si è ritirato in una versione alternativa del passato, ma altri personaggi potrebbero potenzialmente usarla per tornare indietro, se necessario. E persino uno stesso Iron Man alternativo potrebbe essere portato nella linea temporale attuale usando la stessa tecnologia creata dal suo sé dell’universo principale. Endgame ha aperto la porta a quasi tutti i personaggi per fare tornare nel MCU, e Tony Stark è colui che ha reso possibile che gli eroi rimanenti la utilizzassero.

La prossima generazione

Ovviamente, il vasto curriculum di imprese tecnologiche di Tony Stark non è l’unica cosa che l’eroe si è lasciato alle spalle; Avengers: Endgame ci ha presentato la sua giovane figlia, Morgan, che sembra già interessata all’attività di famiglia… se il suo gioco con l’elmetto di Rescue è effettivamente indicativo.

Anche se Morgan sembra un po’ giovane per diventare un supereroe a tutti gli effetti, ci sono molti modi in cui potrebbe essere coinvolta nelle azioni dei Vendicatori in futuro. Sembra molto vicina al sopravvissuto Happy Hogan, e sicuramente altri che erano vicini a suo padre come Spider-Man e War Machine la stanno controllando di tanto in tanto, quindi potremmo vederla interagire con loro in futuro. 

Si dice che un progetto dedicato agli Young Avengers sia in fase di sviluppo, quindi potremmo non dover aspettare così tanto per rivedere Cassie, se la Marvel troverà un modo per inserirla n quel gruppo. E poi c’è la possibilità che lei passi al lato oscuro; una trama che coinvolge la sua svolta contro i Vendicatori dopo aver perso suo padre in una delle loro missioni potrebbe essere una direzione molto avvincente per la Marvel in futuro. 

L’intero MCU

Siamo onesti: il sacrificio di Iron Man tramite lo schiocco del Guanto dell’Infinito ha impedito a Thanos di distruggere l’universo e crearne uno nuovo. Pertanto, è il motivo per cui tutti nell’universo cinematografico Marvel – almeno quelli nella linea temporale principale – possono continuare i loro viaggi, così come i personaggi che dobbiamo ancora incontrare possono iniziare il loro.

Anche se non è direttamente collegato con le storie future di tutti i personaggi, lo spirito di Iron Man sarà presente in esse perché sanno che è lui che alla fine ha mantenuto l’universo e le loro avventure intatte. 

Shang-Chi: un personaggio molto noto del MCU apparirà nel film?

A quanto pare, l’attesissimo Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings potrebbe contenere al suo interno più di un collegamento con l’universo di Doctor Strange. Già alcuni giorni fa vi avevamo parlato della possibile apparizione del mitico drago Fin Fang Foom nella pellicola, e adesso sembra che anche un attore di quel franchise possa essere coinvolto nel nuovo cinecomic.

Di recente, infatti, è apparsa in rete – via Instagram – una foto che ritrae Benedict Wong, interprete di Wong nel primo Doctor Strange e nel MCU (è apparso anche in Infinity War ed Endgame), insieme a Simu Liu, protagonista di Shang-Chi. I due attori si trovano in Australia, dove le riprese del film in arrivo al cinema nel 2021 sono finalmente pronte a ripartire dopo lo stop causato dalla pandemia di Covid-19.

Semplice coincidenza o Wong tornerà davvero nei panni di Wong per un breve cameo in Shang-Chi? Al momento è difficile dirlo, nonostante già in passato – come riportato da We Got This Covered – si fosse parlato della possibilità che anche il Karl Mordo di Chiwetel Ejiofor sarebbe potuto apparire nel film. Di seguito lo scatto che ritrae Wong e Liu insieme, a cena presso uno dei ristoranti della nota catena KOGI Korean BBQ:

I primi dettagli sulla trama di Shang-Chi

Stando ai primi dettagli sulla trama emersi diverso tempo fa, Shang-Chi non sarà soltanto il Maestro delle arti marziali che i fan hanno imparato a conoscere grazie ai fumetti: sembra, infatti, che il protagonista avrà l’abilità di dare vita ad una serie di cloni di se stesso (un potere simile a ciò che è già in grado di fare nei fumetti), e sarà proprio quest’abilità a metterlo nel radar del Mandarino. Cresciuto in uno speciale orfanotrofio dov’è stato addestrato al combattimento, Shang-Chi decide di fuggire per poi finire, anni dopo, di nuovo nelle grinfie del villain. Il Mandarino promette a Shang-Chi soldi, potere e – cosa ancora più importante – la libertà, se accetterà di combattere in un torneo dove al vincitore verranno consegnati i Dieci Anelli a cui fa riferimento il titolo.

L’uscita nelle sale di Shang-Chi and the Legend of the Ten Rings è fissata al 7 maggio 2021. Destin Daniel Cretton, acclamato regista di Short Term 12 e The Glass Castle (di recente è uscito il suo ultimo lavoro Il Diritto di Opporsi, con Michael B. Jordan, Jamie FoxxBrie Larson) è stato scelto per dirigere il film che vanta la sceneggiatura di Dave Callaham (The Expendables, Godzilla, Wonder Woman 1984).

Vi ricordiamo che nei panni del protagonista ci sarà l’attore canadese Simu Liu, visto di recente nella commedia di Netflix Kim’s Convenience. Insieme a lui, nel cast, figureranno anche Tony Leung Chiu-wai nei panni del Mandarino, e Awkwafina, che dovrebbe interpretare un “leale soldato” del Mandarino, e se è vero che il villain qui sarà il padre di Shang-Chi, in tal caso ci sono ottime possibilità che si tratti di Fah Lo Suee. Chi ha letto i fumetti saprà che è la sorella dell’eroe del titolo e che il suo superpotere è l’ipnosi.

The Suicide Squad: il ruolo di Bloodsport scritto apposta per Idris Elba

Alcuni giorni fa è stato il compleanno di Idris Elba e il regista e sceneggiatore di The Suicide Squad, James Gunn, ha colto l’occasione per condividere un dettaglio alquanto interessante in merito al coinvolgimento dell’attore nel progetto. Attraverso il suo account Twitter, infatti, Gunn ha fatto una rivelazione decisamente sorprendente in merito a Bloodsport, il personaggio che Elba interpreterà nell’atteso cinecomic.

Come molti ricorderanno, all’inizio era stato riferito che Elba era in trattative per unirsi al cast del film e andare a sostituire Will Smith nei panni di Deadshot. Soltanto in seguito è stato confermato che la star di Luther avrebbe interpretato un personaggio completamente diverso, anche se non è mai stato rivelato quali fossero i reali piani della Warner Bros. e se il ritorno di Floyd Lawton fosse mai stato realmente preso in considerazione.

Indipendentemente da ciò, James Gunn ha affermato quanto segue: “Raramente scrivo ruoli per attori che non ho mai incontrato, ma ho fatto esattamente questo per Idris Elba in The Suicide Squad e non potrei essere più felice di averlo fatto. Sei andato oltre le mie aspettative sia come attore sia come essere umano. Non vedo l’ora che la gente ti veda nei panni di Bloodsport.”

È interessante che il regista abbia scritto specificamente Bloodsport per Idris Elba, e sarebbe interessante scoprire se originariamente aveva pianificato di averlo come Deadshot o se quello era il personaggio a cui aveva sempre pensato per l’attore. Ad ogni modo, sarà molto divertente vedere cosa porterà l’attore al DCEU grazie al suo comprovato talento.

CORRELATE:

Il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang), insieme alle new entry Idris ElbaMichael RookerNathan FillionTaika WaititiJohn CenaPeter Capaldi, Sean Gunn, David Dastmalchian Storm Reid. Nel film reciteranno anche Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Tenet: Nolan svela come ha realizzato la sua inquadratura preferita

In una recente intervista, Christopher Nolan ha spiegato lo strano modo in cui ha girato una delle sue inquadrature preferite di Tenet. Tra i film più attesi dell’anno, Tenet è finalmente uscito nelle sale americane il 3 Settembre (in Italia è uscito il 26 Agosto) dopo alcuni rinvii dovuti alla pandemia di Coronavirus. Il film, a metà tra action e sci-fi, vede protagonisti, tra gli altri, John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth Debicki. Sebbene abbia fortemente diviso la critica, il film ha già superato i 100 milioni di dollari al box office mondiale.

Tenet  è indubbiamente sulla buona strada per diventare un altro dei classici di Nolan, dal momento che le sue strabilianti regole circa i viaggio nel tempo e la fisica hanno lasciato molti spettatori scioccati e perplessi. Anche il modo in cui è stato girato il film mostra quanto siano davvero uniche e rivoluzionarie le capacità registiche di Christopher Nolan, soprattutto perché non è stato utilizzato alcun green screen durante la produzione. Durante la produzione, Nolan ha persino fatto saltare in aria un vero aereo, con l’obiettivo di regalare agli spettatori un’esperienza ancora più coinvolgente e credibile, evidenziando così la sua totale dedizione nei confronti dell’esperienza cinematografica. 

Di recente, Christopher Nolan ha rivelato come ha girato una delle sue inquadrature preferite di Tenet in un’intervista con il podcast di CinemaBlend. Ha spiegato che, nonostante l’inquadratura non fosse relativa ad una parte essenziale del film, è stata comunque molto complicata da realizzare e che non avrebbe mai avuto il coraggio di portarla a termine se non avesse avuto un’esperienza adeguata con le telecamere IMAX.

L’esperienza con le cineprese IMAX è tornata utile a Nolan sul set di Tenet

“Una delle mie inquadrature preferite nel film, che non è niente di speciale, è quella sulla prua della nave con le onde che si infrangono al contrario. Eravamo su questo rompighiaccio quando pensammo: ‘Proviamo a piazzare la cinepresa lì fuori, attaccandola allo scafo”. Hoyte, il direttore della fotografia, e Ryan, il nostro capo macchinista, trovarono un piccolo oblò a prua e costruirono un binario per far scivolare la cinepresa all’esterno e usare una specie di bastone per tenerla ferma rivolta verso il basso.”

“È stata (ride)… è stata un’inquadratura molto complessa da realizzare, ma sono cose che non avremmo mai osato fare quando abbiamo cominciato a usare quelle cineprese IMAX per Il Cavaliere Oscuro. Semplicemente, con il tempo e l’esperienza, finisci per utilizzarle come ogni altra cinepresa, ed è stato liberatorio.”

Tenet di Christopher Nolan arriverà al cinema il 03 Agosto. Il cast annovera John David WashingtonRobert PattinsonElizabeth DebickiMichael CaineKenneth Branagh, Dimple Kapadia, Aaron Taylor-Johnson Clémence Poésy. Il film, il primo lungometraggio di Nolan dal 2017, anno di uscita di Dunkirk, viene descritto come un’epica storia action che si svolge nel mondo dello spionaggio internazionale.

Sam Neil e Jeff Goldblum duettano sul set di Jurassic World: Dominion

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Alan Grant e Ian Malcolm torneranno insieme in Jurassic World: Dominion e così Sam Neil e Jeff Goldblum sono impegnati nelle riprese del film. Ma per celebrare la loro reunion, le due icone hanno registrato dei video in cui si lanciano in un duetto jazz. Ecco di seguito i video:

CORRELATE:

Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.

Shazam 2: Zachary Levi sulle riprese e su uno scontro con Black Adam

Shazam 2 – il cui titolo ufficiale sarà Shazam! Fury of the Gods – sarebbe dovuto arrivare nelle sale ad Aprile 2022, ma è stato successivamente posticipato a Novembre dello stesso anno a causa del COVID-19. Si sa ancora molto poco su cosa aspettarsi dal sequel, anche se è stato confermato il ritorno del cast originale e del regista David F. Sandberg, incluso quello dello sceneggiatore Henry Gayden.

In una recente intervista con Dan Fogler’s 4D Xperience, il protagonista Zachary Levi ha parlato della nuova data di uscita del sequel e del possibile inizio delle riprese: “Hanno annunciato il sequel subito dopo il primo film. Sapevano che saremmo andati bene al botteghino ed erano soddisfatti già così. Stanno lavorando al sequel già da parecchio tempo, con una certa costanza, e l’idea è quella di iniziare a girare nella prima parte dell’anno prossimo. Il Covid ha reso tutto incerto, ma dobbiamo darci una mossa. I piccoli protagonisti crescono in fretta.”

In origine, Shazam! Fury of the Gods doveva essere girato in contemporanea a Black Adam, ma ad oggi non sappiamo se effettivamente sarà ancora così. Sempre nel corso della medesima intervista, Levi ha anche parlato di un possibile testa a testa con l’anti-eroe interpretato da Dwayne Johnson: “Non è una cosa che dipende da me e non ne ho idea. The Rock vive su un pianeta tutto suo. Fa quello che vuole. Vedremo come andrà. Nei fumetti Black Adam e Captain Marvel – il mio vero nome – sono come lo yin e lo yang. Sono identici.”

Tutto quello che c’è da sapere su Shazam!

Shazam! è uscito nelle sale ad aprile 2019. Nel cast Zachary Levi, Asher Angel, Mark Strong, Jack Dylan Grazer, Grace Fulton, Faithe Herman, Ian Chen, Jovan Armand, Cooper Andrews, Marta Milans Djimon Hounsou.

Abbiamo tutti un supereroe dentro di noi, ci vuole solo un po’ di magia per tirarlo fuori. Nel caso di Billy Batson, basterà gridare una sola parola – SHAZAM! – affinché questo ragazzo adottato di 14 anni si trasformi nel Supereroe per gentile concessione di un antico mago. Ancora bambino all’interno di un corpo divino, Shazam si diverte nella versione adulta di se stesso facendo ciò che qualsiasi adolescente farebbe con i superpoteri: divertirsi! Volare? Vedere a raggi X? Saltare i compiti a scuola? Shazam vuole testare i limiti delle sue capacità con la gioiosa imprudenza di un bambino, ma dovrà padroneggiare rapidamente questi poteri per combattere le forze mortali del male controllate dal Dr. Thaddeus Sivana.

Elizabeth Debicki vuole essere ancora Ayesha nel MCU

Guardiani della Galassia Vol. 2 presentava un certo numero di cattivi, ma il personaggio di Ayesha interpretato da Elizabeth Debicki era innegabilmente memorabile. Inseguendo la squadra per quasi tutto il sequel, alla fine è apparsa in una delle tante scene post-credits, decisa a vendicarsi. Fu proprio per questo motivo che decise di creare “Adam”, un personaggio meglio conosciuto dai fan dei fumetti come Adam Warlock.

La speranza è che Ayesha faccia parte di Guardiani della Galassia Vol. 3 e pare che anche la stessa Debicki abbia voglia di tornare ad interpretare il personaggio. In una recente intervista con ComicBook in occasione della promozione di Tenet, infatti, Elizabeth Debicki ha dichiarato le sarebbe piacerebbe tornare nei panni dell’essere artificiale nell’Universo Cinematografico Marvel.

“Lo vorrei. Adoro Ayesha. Mi è davvero piaciuto interpretarla e mi è davvero piaciuto fare quel film e lavorare con il cast e con James Gunn. Mi sono divertita tantissimo. Spero di poterla interpretare ancora. A volte mi capita di pensare al tuo trono d’oro, al suo vestito d’oro… che sono lì che aspettano, da qualche parte dietro le quinte. Mi piacerebbe molto tornare ad interpretarla, anche solo per un secondo.”

Anche se il suo ruolo sarebbe probabilmente di supporto, sarebbe comunque fantastico vedere Ayesha tornare in azione, perché c’è chiaramente ancora molto da raccontare sul personaggio, in particolare dopo che ha giocato un ruolo chiave nella creazione di “Adam”. Per ora non ci resta che attendere: sappiamo che James Gunn ha ultimato la sceneggiatura di Guardiani della Galassia Vol. 3, quindi è probabile che prima o poi sapremo se ci sarà ancora spazio per Ayesha sul grande schermo.

Scritto e diretto da James GunnGuardiani della Galassia Vol. 3 non ha ancora una data di uscita ufficiale. Le riprese del film dovrebbero partire ufficialmente a Febbraio 2021. Torneranno nel cast Chris PrattZoe SaldanaDave BautistaPom Klementieff e Karen Gillan, con Vin Diesel e Bradley Cooper che offriranno ancora le loro voci. Nel film è atteso anche Chris Hemsworth nei panni di Thor.

Gli Eterni, Kumail Nanjiani: “L’attesa varrà la pena”

A causa della pandemia di Covid-19, l’avvio della Fase 4 del MCU è stato ufficialmente rinviato, e adesso i fan non vedono l’ora di scoprire cosa ha in serbo per loro l’universo condiviso dopo l’uscita di Avengers: Endgame e la conclusione della Saga dell’Infinito. Insieme al ritorno di alcuni personaggi ormai noti, il pubblico non vede l’ora di scoprire i nuovi personaggi che debutteranno nell’universo proprio a partire da questa quarta fase, che si tratti di film o di serie tv.

Tra i progetti più attesi della Fase 4 c’è ovviamente il film dedicato a Gli Eterni, la cui usciti è stato purtroppo posticipata al 2021 (sarebbe dovuto arrivare nelle sale a Novembre). Nonostante la campagna marketing della pellicola non sia ancora ufficialmente partita, negli ultimi mesi diverse star coinvolte nel cinecomic hanno parlato del film e di cosa i fan dovranno aspettarsi dalla storia, senza chiaramente anticipare nulla di troppo “spoileroso”.

Di recente, attraverso una serie di tweet, è stato Kumail Nanjiani – che nel film interpreterà Kingo – ad anticipare qualcosina in relazione all’atteso film dedicato ai personaggi creati da Jack Kirby. Come la maggior parte dei fan, anche l’attore non vede l’ora che i Marvel Studios rilascino il primo trailer ufficiale del film, ma ovviamente neanche lui sa con precisione quando ciò avverrà. Nanjiani ha poi anticipato che il film sarà davvero “eccitante” e che l’attesa verrà assolutamente ricompensata.

Gli Eterni sarà un film “epico ed elettrizante” secondo Kumail Nanjiani

“Prometto che il film varrà l’attesa”, ha scritto l’attore via Twitter. “È il progetto più eccitante, divertente, epico, elettrizzante, esilarante e commovente a cui abbia mai preso parte. Ed è enorme. La portata del film è diversa da qualsiasi cosa io abbia mai visto. Ogni volta che mi muovevo per le mie riprese, rimanevo sbalordito dai set ogni giorno”. Secondo quanto riferito, le riprese de Gli Eterni sono ufficialmente terminate. Il film è attualmente in fase di post-produzione. 

CORRELATE:

Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 Febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

Bucky Barnes: il futuro del Soldato d’Inverno oltre la serie Disney+

Il nome di John Nania potrebbe istintivamente non dirvi nulla, ma sappiate che si tratta dello stuntman che opera da controfigura a Sebastian Stan, il Bucky Barnes del MCU, che negli ultimi anni ha contribuito al lavoro dell’attore sul set dei film dell’universo condiviso. Di recente Nania è stato ospite di uno dei podcast di The Screen Forum e ha parlato non soltanto del suo futuro in qualità di stuntman ma anche di quello del personaggio interpretato da Stan.

Avendo lavorato anche sul set dell’attesa serie The Falcon and The Winter Soldier, Nania sembra essersi fatto un’idea di ciò che i Marvel Studios avrebbero in serbo per il futuro del Soldato d’Inverno, e ha condiviso le sue idee proprio durante l’intervista: “Ci sono ancora un bel po’ di cose che mi aspettano e che voglio fare. Non credo che la storia del Soldato d’Inverno nell’Universo Cinematografico Marvel si sia conclusa. Ha ancora molto da fare e non vedo l’ora di farne parte.”

Successivamente, Nania ha elogiato il cast della serie Disney+, la cui produzione è stata ritardata a causa della pandemia di Covid-19, anticipando che i fan dovranno aspettarsi delle scene d’azione davvero epiche: Anthony Mackie, Sebastian Stan, Emily VanCamp, Daniel Brühl, ho visto questi ragazzi recitare e sono dei veri professionisti. Quando lavori con loro capisci perché questi personaggi sono così fantastici e grazie a questo show li vedremo sotto una luce totalmente differente.”

Lo stuntman di Sebastian Stan promette epiche scene d’azione nella serie su Bucky Barnes e Sam Wilson

“Per quanto riguarda l’azione, ho preso parte ad alcune cose piuttosto ambiziose in passato, ma questa, davvero, potrebbe essere il progetto più ambizioso a cui abbia mai lavorato”. Le parole di Nania lasciano presagire una serie ad alto tasso adrenalinico. La speranza è che i Marvel Studios possano portare a termine i lavori su The Falcon and The Winter Soldier il prima possibile. La serie, inizialmente prevista per quest’estate, dovrebbe ora debuttare sul servizio di streaming in autunno. 

Ricordiamo che la serie si svolgerà dopo gli aventi narrati in Avengers: Endgame, in cui Sam e Bucky sono tornati in vita dopo essere rimasti vittima dello “schiocco delle dita” di Thanos, pronti ad aiutare gli altri Vendicatori a sconfiggere il Titano Pazzo ed il suo esercito. The Falcon and The Winter Soldier sarà composta da 6 episodi della durata di un’ora ciascuno. Al momento la serie non è stata rinnovata per una seconda stagione.

Spaccapietre: intervista ai registi e al cast del film

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Presentato alle Giornate degli Autori 2020, in occasione della 77° Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Spaccapietre è il nuovo film di Gianluca e Massimiliano De Serio. Nel video anche i protagonisti Salvatore Esposito e Ludovico Carrino.

SPACCAPIETRE, il nuovo film dei fratelli Gianluca e Massimiliano De Serio, che sarà in sala – distribuito da La Sarraz Distribuzione –  dal 7 settembre, in contemporanea al passaggio al Lido, dove sarà l’unico film italiano in concorso alle Giornate degli Autori.

Uno straordinario e inedito Salvatore Esposito interpreta Giuseppe, spaccapietre che dopo un grave incidente sul lavoro è disoccupato. Suo figlio Antò sogna di fare l’archeologo e fantastica sull’occhio vitreo del padre, come se fosse il segno di un superpotere. Sono rimasti soli da quando Angela, madre e moglie adorata, è morta per un malore mentre era al lavoro nei campi. Senza più una casa, costretto a chiedere lavoro e asilo in una tendopoli insieme ad altri braccianti stagionali, Giuseppe ha ancora la forza di stringere a sé Antò, la sera, e giocare a raccontarsi una storia. In questa storia irromperà Rosa, una donna incontrata nei campi che le sopraffazioni del “padrone” non hanno corrotto, e la cui umanità sarà per entrambi rifugio, forza e ribellione.

«In Spaccapietre – spiegano i registi – arte e biografia personale si intrecciano inseparabilmente. La vicenda al centro del film prende spunto da un fatto di cronaca di qualche estate fa, la morte sul lavoro della bracciante pugliese Paola Clemente, e dall’assurda coincidenza con la morte di nostra nonna paterna, deceduta lavorando negli stessi campi nel 1958. E, come il padre di Giuseppe nel film, anche nostro nonno paterno, prima di partire per Torino negli anni ‘60, faceva lo “spaccapietre”. Il film è innanzitutto il tentativo di riappropriarci di un’anima, quella di nostra nonna mai conosciuta, attraverso la storia e il corpo di un’altra donna. Ma è anche un film d’amore paterno in cui affiorano puri i temi della morte, della violenza, della paura, dell’amore, della vendetta».

Nel cast anche Samuele Carrino, Licia Lanera, Antonella Carone, Giuseppe Loconsole, Vito Signorile.

Non Odiare, la recensione del film di Mauro Mancini #Venezia77

È l’unico italiano in concorso alla Settimana della Critica 2020 Non odiare, film d’esordio di Mauro Mancini con Alessandro Gassmann e Sara Serraiocco, e l’Italia fa certamente bella figura nell’ambito della prestigiosa selezione veneziana, presentata nel corso della 77° edizione della Mostra.

Non Odiare, la trama

Cosa faresti se ti trovassi sul luogo di un incidente e, potendo prestare un primo soccorso ad un uomo gravemente ferito, scoprissi che si tratta di un simpatizzante del nazismo? È quello che accade nei primissimo minuti del film, in cui Simone Segre (cognome che rivela l’origine ebraica), chirurgo professionista, assiste ad un incidente automobilistico. Si precipita nell’auto incidentata e prova a fermare l’emorragia dell’uomo incastrato nell’abitacolo, ma scoprendogli il petto e il braccio scopre dei tatuaggi: la svastica sul cuore e il logo delle SS sul polso. Simone lascia andare il laccio emostatico improvvisato, lascia morire l’uomo, viene meno al giuramento di Ippocrate. Proverà comunque ad espiare il proprio gesto, assumento come domestica la figlia maggiore dell’uomo morto (e sepolto con gli onori fascisti).

Opera prima a volte ingenua con spunti interessanti

Mauro Mancini affronta un argomento non proprio nuovo ma con un approccio originale, lo fa nell’approccio ai personaggi e in quello alle dinamiche tra di essi, pur volando un po’ troppo a pelo d’acqua, senza mai immergersi a pieno né nelle loro psicologie, né nelle pieghe della trama che più di una volta sembrano sprecate e buttate via, come un finale non troppo riuscito.

Tuttavia lo spunto più interessante del film riguarda gli attori, il loro modo di mettere in scena i personaggi e il modo in cui la scrittura tratta in maniera originale gli stessi, perché mai rinchiusi in uno stereotipo o nel già visto. Il ricco chirurgo ebreo è un single, non ha una famiglia, una casa molto grande e l’apparente desiderio di liberarsi da un’eredità paterna che sembra ingombrante. La giovane protagonista invece sceglie di sacrificarsi per il fratelli, abbandonato un’aspettativa di vita che le piaceva per provvedere a loro dopo la morte del padre filo fascista, eppure, nonostante sia chiaramente contraria all’approccio del padre alla vita e alla sua ideologia, ne parla sempre con tenerezza. Il fratello mezzano, che vuole a tutti i costi percorrere il sentiero paterno, invece, si rivela quello che è, un ragazzino con tante idee confuse nella testa, idee che non capisce davvero ma che segue ciecamente.

Non OdiareLontano dall’odio, verso un punto di contatto

Per tutti e tre questi personaggi ci sono degli interpreti assolutamente superbi, con Gassmann e Serraiocco che consegnano due interpretazioni molto delicate e gentili e con il giovane Luka Zunic, vera e propria rivelazione del film. Il suo volto dai tratti angelici, gli occhi chiari e profondi, si scontrano con la rubidità che il suo personaggio ostenta e che, in fondo, non gli appartiene.

Fedele al titolo dell’opera, Non Odiare, Mancini mette in scena dei figli orfani che cercano la redenzione e l’affermazione da parte dei padri defunti. Occupano capi opposti di una linea retta, ma tutti gli eventi e i comportamenti che assumono nel corso della vicenda li portano ad avvicinarsi, a cercare gli uni negli altri, gli elementi di similitudine e non quelli di contrasto, allontanandosi così dall’odio.

Luca Guadagnino a Venezia 77: “Sono un uomo fortunato”

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Luca Guadagnino si definisce fortunato durante l’intervista su Salvatore – Shoemaker of Dreams, il documentario su Salvatore Ferragamo che è stato presentato come proiezione speciale durante Venezia 77.

Salvatore – Shoemaker of Dreams, il docufilm diretto da Luca Guadagnino alla 77. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia. Scritto da Dana Thomas e diretto da Luca Guadagnino è prodotto da Francesco Melzi d’Eril e Gabriele Moratti con Stella Savino come produttore esecutivo.

Sinossi: L’appassionante storia umana, artistica e imprenditoriale di Salvatore Ferragamo, dall’infanzia a Bonito, dove ha realizzato le sue prime scarpe, al viaggio in America in cerca di fortuna, dalle esperienze a Hollywood al ritorno in Italia, dal rischio del fallimento alla rinascita nel suo laboratorio di Firenze fino alla definitiva consacrazione. Carattere, istinto, genio, curiosità e straordinaria intuizione: Salvatore – Shoemaker of Dreams mostra il mistero e il fascino di una figura complessa, un’icona della moda italiana e mondiale che non ha mai perso di vista l’importanza dei legami famigliari. Il docufilm, con la voce narrante di Michael Stuhlbarg, si avvale di immagini inedite e testimonianze che vedono protagonisti, accanto ai membri della famiglia Ferragamo, il regista Martin Scorsese, la costumista Deborah Nadoolman Landis, e numerosi studiosi, docenti, stilisti, giornalisti, critici di moda e cinematografici.

Il regista Luca Guadagnino dichiara: “Cosa è il genio? Come nasce un sistema, che sia il cinema o la moda? E l’ossessione furiosa di una ricerca costante di idee e creazione come si sposa con la tradizione e i valori della famiglia? Salvatore Ferragamo (1898-1960), protagonista e testimone del XX secolo è la risposta a queste domande”.

Gli Eterni: ecco un nuovo sguardo a Ajak

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È stata messa in rete una foto della action figure ufficiale di Ajak, il personaggio di Salma Hayek ne Gli Eterni. La foto mostra chiaramente il costume del personaggio che vedremo nel film al momento in fase di post produzione. Ecco lo scatto di seguito:

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Gli Eterni, diretto da Chloe Zhao, vedrà nel cast Angelina Jolie (Thena), Richard Madden (Ikaris), Kit Harington (Black Knight), Kumail Nanjiani (Kingo), Lauren Ridloff (Makkari), Brian Tyree Henry (Phastos), Salma Hayek (Ajak), Lia McHugh (Sprite), Gemma Chan (Sersi) e Don Lee (Gilgamesh). La sceneggiatura è stata scritta da Matthew Ryan Firpo, mentre l’uscita nelle sale è stata fissata al 12 febbraio 2021.

Secondo gli ultimi aggiornamenti, il cinecomic includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi immortali conosciuti dai lettori come Eterni e i mostruosi Devianti, creati da esseri cosmici conosciuti come Celestiali. Le fonti hanno inoltre rivelato a The Hollywood Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.

The World to Come, recensione del film di Mona Fastvold #Venezia77

Se l’aveste persa nell’intenso e straziante Pieces of a woman, il concorso della Mostra di Cinema di Venezia offre un’altra interessante occasione di godere della bravura della star di questa edizione, la britannica Vanessa Kirby. È sua la scintilla che accende The World to Come di Mona Fastvold, adattamento dell’omonimo racconto di Jim Shepard, qui anche sceneggiatore al fianco di Ron Hansen (che al lido avevamo già conosciuto per The Assassination of Jesse James by the Coward Robert Ford, nel 2007).

È lei la bellissima e vitale Tallie, che trasferitasi con il marito nella Contea di Schoharie scuote la pigra quotidianità della coppia formata da Katherine Waterston (Abigail) e Casey Affleck (Dyer). Siamo nel 1856, e all’epoca erano piccole famiglie contadine a popolare questo angolo dello Stato di New York, sorta di coloni coraggiosi consacrati al duro lavoro e poco altro. Come emerge sin dalle prime scene del film e dalle pagine del diario della stoica Abigail, un costante contrappunto che fa da io narrante – e da coscienza – all’intera vicenda.

Parole ed emozioni

Il potere della scrittura è il primo protagonista che incontriamo, strumento di fuga, libertà ed emancipazione per donne costrette a un ruolo pericolosamente vicino a quello di ogni altro strumento a disposizione del fattore. Una porta aperta verso altri mondi, o altri alieni come lei. Una porta spalancata ad accogliere la nuova amica, con la quale subito si stabilisce un rapporto speciale che riempia il vuoto delle loro vite. E che vediamo trasformarsi sotto i nostri occhi in una storia romantica e contenuta, nella quale lo stesso desiderio sembra cercare una sua forma espressiva.

Che non può esser solo quella delle parole, che pure avvicinano le due donne, o delle emozioni, così difficili da formalizzare. La comprensione profonda che si stabilisce tra loro supera ogni codice e la passione, che a lungo il film lascia sottintesa, traspare da piccoli gesti, sguardi, sorrisi. Il risultato è una storia d’amore talmente soffusa e intima da fagocitare l’intero sviluppo, che procede in maniera volutamente diseguale.

Un amore difficile

The World to ComeLento, placido, inizialmente, quasi a seguire e sottolineare il rigido inverno che fa da incipit al ‘mondo che è’. Immobile, poi, soppiantato dal racconto e dal succedersi degli incontri tra Abigail e Tallie. ugualmente statico per lunghi tratti. L’azione langue, sia sullo schermo sia a livello narrativo, e tanto i ruoli quanto la crisi non potrebbero definirsi senza la voce off ad accompagnarci.

E forse l’attenzione dello spettatore sarebbe messa a più dura prova se non ci fossero degli intermezzi a scaldare gli animi. Ovviamente siamo sempre dalle parti di dramma e disperazione, vista la realtà che vivono i nostri personaggi, nella quale persino Dio delude le aspettative (figurarsi gli uomini, e le donne), ma con l’arrivo della bella stagione le fughe delle due ci regalano scorci piacevoli e momenti di aperta poesia.

La tragedia è inevitabile

Una volta scoperte le carte, ecco l’accelerazione. Dichiaratasi ‘prigioniera dell’assenza’ della compagna, è la silenziosa Abigail a proporre una vena ‘crime’ inaspettata. Ormai liberata dalla scoperta dei suoi sentimenti può affrontare anche il marito, sfidare il ruolo impostole e azzardare un sospetto nei confronti di un altro uomo. I mezzi a sua disposizione però son sempre quelli della parola e della scrittura, che tornano protagonisti in un finale ‘a sorpresa’ che lascia non pochi rammarichi.

Non tanto per l’accenno alla parte più turbolenta della passione amorosa, finalmente rivelata, quanto per quello all’evoluzione del carattere di Abigail. Irriducibile e armata di nuovo coraggio, pronta a sfidare convenzioni, mascolinità varie e persino la realtà. Il lasciarci intuire una tale forza fa parte dell’ondata con cui si conclude il film, un colpo di coda nel quale sembrano concentrarsi e sfogarsi le emozioni tanto a lungo compresse. E dopo il quale tutto sembra possibile. Sulla strada verso il tanto promesso ‘mondo che verrà’.

MCU: le migliori canzoni utilizzate nell’universo condiviso

Negli ultimi 12 anni, il MCU ha rivoluzionato lo standard dei cinecomic. Se da un lato è facile sottolineare le incredibili performance degli attori, le immagini straordinarie, le scene d’azione epiche e il lavoro senza precedenti sulla continuity, dall’altro ciò che distingue davvero l’universo condiviso è il tono dei suoi film. La musica ha sempre giocato un ruolo enorme nell’impostazione di questi toni, ed ecco che The Direct ha raccolto le migliori canzoni utilizzate nei film del MCU:

“The Rubberband Man” – Avengers: Infinity War

Uno dei momenti più attesi di Avengers: Infinity War era l’apparizione dei Guardiani della Galassia al fianco degli altri Vendicatori, quindi nel più ampio universo condiviso del MCU.

Prima di vederli apparire sullo schermo, sentiamo il sottile basso di “The Rubberband Man” degli Spinners. È un momento tanto funky quanto perfetto, che anticipa il viaggio attraverso la galassia di questi eroi in procinto di incorrere in una serie (almeno all’apparenza) indistricabile di problemi.

“Shoot to Thrill” – Iron Man 2 / The Avengers

Ovviamente, Iron Man è stato in grado di infondere il proprio marchio anche nei temi musicali dei film a lui dedicati. Molto spesso, gli AC/DC hanno rappresentato il catalizzatore di quel marchio. Nel suo ingresso alla Stark Expo in Iron Man 2, Tony ha mostrato al mondo di che pasta è fatto sulle note epiche di “Shoot to Thrill”.

La canzone è stata utilizzata anche in The Avengers, quando Tony Stark è arrivato in ritardo – ma sempre in grande stile – al primo incontro della squadra con Loki ad Amburgo.

“Opps” – Black Panther

Black Panther è stato considerato un fenomeno culturale per tutta una serie di ragioni, una delle quali è l’uso del genere hip-hop per dare ancora più credibilità ad alcune incredibili sequenze.

L’inclusione di “Opps” di Kendrick Lamar nel mezzo di una scena di inseguimento in auto piuttosto sorprendente, non ha fatto altro che aumentare l’energia intrisa nell’intera sequenza. La colonna sonora del film, vincitrice dell’Oscar, è uno dei tanti elementi che hanno contribuito a dare vita a Wakanda e alla storia di T’Challa.

“Trouble Man” – Captain America: The Winter Soldier

Captain America: The Winter Soldier potrebbe essere considerato il film più radicato nella realtà del MCU, e anche in questo caso, la musica è al servizio della storia. Nella prima scena del film, assistiamo all’incontro tra Steve Rogers e Sam Wilson.

A fare da sottofondo a quel momento, abbiamo la canzone “Trouble Man” di Marvin Gaye (con tanto di riferimento al film omonimo). Quella stessa canzone viene riprese nella scena finale, quando Cap è ormai sconfitto e distrutto.

“Dear Mr. Fantasy” – Avengers: Endgame

In Avengers: Endgame, i fratelli Russo non ci hanno risparmiato le emozioni forti, e ciò non riguarda soltanto le tragiche morti di alcuni degli eroi più amati, ma anche l’utilizzo della musica.

Dopo essere stati trascinati di nuovo nella tristezza cementata da Avengers: Infinity War, ascoltiamo le bellissime note di “Dear Mr. Fantasy” mentre diamo il nostro primo sguardo a Tony Stark, dopo lo schiocco delle dita di Thanos.

“O-O-H Child” – Guardians of the Galaxy Vol. 1

Il primo Guardiani della Galassia è il film che ha avuto un impatto decisivo sull’uso della musica nei film dedicati ai supereroi. Uno degli aspetti più importanti di come la musica è stata utilizzata in questo film è rappresentato dal realismo.

Lo stereo dell’astronave Milano giace tra le macerie mentre Peter Quill colpisce Ronin sulle note di “O-O-H Child” dei Five Stairsteps. Sarebbe potuta passare alla storia come una delle sequenze più imbarazzanti di sempre, e invece, grazie alla visione di James Gunn, quella canzone si adatta perfettamente al momento.

Father & Son – Guardians of the Galaxy Vol. 2

https://www.youtube.com/watch?v=_1gtbfuZaHg

Quando abbiamo appreso per la prima volta che avremmo avuto un film del MCU con un procione parlante, un albero articolato a malapena, Dave Bautista coperto di vernice e uno degli attori di The Walking Dead dipinto di blu, nessuno di noi sapeva davvero a cosa sarebbe andato incontro.

Anni dopo, Guardiani della Galassia Vol. 2 e la scena finale con Rocket Racoon in lacrime, ci avrebbe regalato uno dei momento più emozionanti dell’universo condiviso. “Father and Son” di Cat Stevens risuona nella scena del funerale di Yondu insieme agli altri Ravager, ed è senza dubbio una delle scene più sorprendenti del MCU fino ad oggi.

“Brandy” – Guardians of the Galaxy Vol. 2

Prendere un’oscura canzone pop degli anni ’70 come “Brandy” dei Looking Glass ed usarla come una delle canzoni di un film di supereroi crivellato di alieni è davvero una scelta ardua. Ma James Gunn riesce a far funzionare sempre tutto quello che la sua mente iperattiva partorisce.

Guardiani della Galassia Vol. 2 è una grande storia sulla famiglia e sul destino, e questa canzone non serve soltanto da velata motivazione per l’antagonista e per il suo destino, ma può anche essere cantata a squarciagola da Meridith Quill in una straordinaria Ford Mustang di seconda generazione.

“Come and Get Your Love” – Guardians of the Galaxy Vol. 1

Nessuno, nemmeno i fan dei fumetti, sapevano cosa aspettarsi dal primo Guardiani della Galassia. E per i primi sei minuti e diciotto secondi del film, sembrava di essere di fronte all’ennesimo film ambientato nello spazio realizzato con un budget elevato.

Poi, Chris Pratt si infila le cuffie di un vecchio walkman… e sentiamo per la prima volta “Come and Get Your Love” dei Redbones. Quella scena sarà destinata a cambiare la nostra percezione del MCU per sempre…

“Back in Black” – Iron Man/Spider-Man: Far From Home

Nessuno metterà mai in dubbio che Iron Man sia stato un punto di svolta per tutti coloro che amano i film di supereroi. Una volta che abbiamo sentito “Back In Black” degli AC/DC in un film su un miliardario che beve whisky in un Hum-v, abbiamo subito capito che sarebbe stato un film speciale.

E proprio come la maggior parte delle cose incredibili del MCU, anche questa canzone ha un significato molto più profondo. L’abbiamo infatti sentita anche in Spider-Man: Far From Home, a sottolineare quanto sia stata importante la relazione tra Tony Stark e Peter Parker.

“Immigrant Song” – Thor: Ragnarok

Questa canzone, quella scena con il Dio del Tuono… quella battaglia finale in Thor: Ragnarok è tutto più che perfetto. Non c’è davvero bisogno di spiegare perché “Immigrant Song” dei Led Zeppelin sia senza dubbio il meglio che il MCU abbia da offrire.

“It’s Been A Long, Long Time” – Avengers: Endgame

Non c’è dubbio che Steve Rogers sia il cuore del MCU. 21 film e, per tutto il tempo, dal primo giorno in cui l’abbiamo visto entrare in azione, tutto ciò che Cap voleva era ballare con la sua amata Peggy. E dopo aver dato tutto quello che poteva in nome del suo paese, Steve ottiene finalmente di poter realizzare il suo desiderio. Nella scena finale che chiude la Saga dell’Infinito, Cap fa suonare “It’s Been A Long, Long Time” di Harry James. La conclusione perfetta di uno degli archi narrativi più amati dai fan dell’universo condiviso.

Jurassic World: Dominion, modifiche allo script a causa del Covid-19

In occasione di una recente intervista con PeopleTV’s Couch Surfing, Jeff Goldblum ha parlato di Jurassic World: Dominion, l’atteso nuovo capitolo della saga dedicata ai dinosauri, le cui riprese sono nuovamente in corso dopo lo stop causato dalla pandemia di Covid-19.

Proprio in merito alla pandemia e all’emergenza sanitaria, l’attore ha lasciato intendere che alle luce di quanto accaduto a livello mondiale sono state apportate una serie di modifiche alla sceneggiatura: “Ci sono alcuni elementi nel film che stiamo trovando particolarmente calzanti, ma altri che toccano corde troppo sensibili che la produzione sta sistemando. L’obiettivo è quello di renderli più giusti in riferimento all’oggi e più adatti ai tempi che stiamo vivendo.”

Goldblum, che nel film tornerà a vestire i panni del Dr. Ian Malcolm dopo Jurassic Park, Il mondo perduto – Jurassic Park e un breve cameo in Jurassic World – Il regno distrutto, ha poi parlato brevemente del suo personaggio, sottolineando quanto sia sempre stato rilevante: “Si dà il caso che il mio personaggio parli e abbia sempre parlato di certe cose. Della fragilità della nostra specie e di quanto sia necessaria la cooperazione globale, di quanto sia necessario credere nella scienza e nel suo fondamento etico, necessario per unirci nella fiducia e nella connettività come famiglia, oltre che per raggiungere il nostro potenziale e fare del bene da soli per questo glorioso pianeta “.

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Jurassic World: Dominion vedrà sia Chris Pratt che Bryce Dallas Howard tornare nei loro ruoli. Insieme a loro, ritroveremo anche Justice Smith, Daniella Pineda, Jake Johnson e Omar SyLaura Dern e Sam Neill riprenderanno rispettivamente i ruoli che avevano in Jurassic Park, rispettivamente la Dr. Ellie Sattler e il Dr. Alan Grant. I personaggi sono stati visti per l’ultima volta nel Jurassic Park 3 del 2001. Un altro eroe originale, Ian Malcolm, interpretato da Jeff Goldblum, ha firmato per tornare in Jurassic World 3. Goldblum è stato visto l’ultima volta in Jurassic World: Il Regno Distrutto.