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Robert Pattinson: “Il mio Batman non sarà un eroe”

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Robert Pattinson: “Il mio Batman non sarà un eroe”

Robert Pattinson, l’ultimo attore in ordine di tempo a ricoprire il ruolo di Batman al cinema, non vede il personaggio come un convenzionale “bravo ragazzo“. L’opinione potrebbe essere condivisa, visto che l’Uomo Pipistrello non è quasi mai rappresentato come un eroe luminoso e sempre giusto come Superman, ad esempio. Tuttavia, queste sue dichiarazioni potrebbero mettere sotto una luce inaspettata il suo The Batman, in cui sarà diretto da Matt Reeves.

Reso famoso dal suo ruolo da protagonista nella saga di Twilight, Pattinson è stato scelto come Batman dopo che Ben Affleck si è dimesso dal ruolo all’inizio di quest’anno. Il ruolo è un deciso cambio di ritmo per Pattinson, 33 anni, che dopo Twilight e il suo precedente ruolo più piccolo nella serie di Harry Potter, ha iniziato a scegliere sempre film indipendenti, come The Rover, Queen of the Desert, e più recentemente The Lighthouse, il nuovo thriller di Robert Eggers in cui recita al fianco dell’attore protagonista Willem Dafoe.

Le sue interpretazioni gli sono valse frequenti elogi della critica, molti dei quali sembrano sottolineare quasi l’ossessione che ha Pattinson di fare qualcosa di diverso in ogni film, scena e persino interpretazione. “Odio quando faccio un secondo take esattamente come il primo – ha dichiarato – a costo anche di farmi licenziare.”

Quando il New York Times gli ha fatto la domanda in merito alla sua interpretazione del ruolo di Batman, Pattinson ha confermato di essere stato affascinato dall’idea del cambiamento. “Ho sempre pensato che l’unica ragione per cui vorresti sempre essere un bravo ragazzo è perché ti vergogni disperatamente di quello che stai facendo nella vita reale – ha scherzato, aggiungendo che – la parte più divertente di fare film è che puoi esplorare i lati più grotteschi o cattivi della tua psiche.”

Il che giustifica il fatto che secondo Pattinson il suo Batman non sarà “un vero eroe”. “La sua moralità è un po’ fuori dagli schemi. Non è il ragazzo d’oro, a differenza di quasi tutti gli altri personaggi dei fumetti. C’è una semplicità nella sua visione del mondo, ma la sua posizione nel film è strana, mi permette di avere molto spazio nell’interpretazione.”

Confermati nel cast di The Batman, al momento, sono Robert Pattinson nei panni del protagonista, Zoe Kravitz in quelli di Catwoman, Paul Dano in quelli dell’Enigmista e Jeffrey Wright in quelli del nuovo Commissario Gordon.

Il cinecomic riavvierà le sorti del crociato di Gotham al cinema, ma sembra che i piani del regista per il franchise si estenderanno ad una trilogia, introducendo sullo schermo altri supereroi e villain dei fumetti.

Come suggerito da HN Entertainment, le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984).

The Batman: 8 villain che vorremmo vedere nel film

Storia di un Matrimonio: il nuovo trailer del film con Driver e Johansson

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Dopo la presentazione a Venezia 76, arriverà il 6 dicembre su Netflix Storia di un Matrimonio, il nuovo film di Noah Baumbach con protagonisti Scarlett Johansson e Adam Driver, nei panni di una coppia alle prese con una dolorosa separazione. Ecco il nuovo trailer.

Commentando il film, Baumbach ha dichiarato: “Nessuno dei due si aspettava questo esito. Per entrambi è importantissimo che abbiano la loro felicità individuale, ma è altrettanto importante che ne trovino una generale, un equilibrio tra le due. La protagonista aveva già intrapreso questo un percorso, era stata la prima a prendere coscienza della situazione, e mette lui in condizioni di fare lo stesso.”

Leggi la recensione di Storia di un matrimonio

 

Star Wars: l’Ascesa di Skywalker, il rapporto tra Rey e Kylo sarà chiarito

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Daisy Ridley ha dichiarato che Star Wars: l’Ascesa di Skywalker affronterà la strana relazione tra Rey e Kylo Ren. I due giovani titolari della Forza si sono intrecciati sin dall’inizio della trilogia del sequel, essenzialmente designandosi come co-protagonisti della storia.

Oltre a rappresentare le ideologie contrastanti della Forza, i due hanno sviluppato un’affascinante dinamica nei due capitoli precedenti della saga. Gli Ultimi Jedi ha approfondito la loro connessione, tanto che la coppia ha anche stretto una breve alleanza per sconfiggere il Leader Supremo Snoke e le guardie pretoriane.

La chimica sullo schermo di Rey e Kylo è così intensa, che i fan non hanno impiegato molto a ipotizzare che i due diventeranno una coppia. Tuttavia è innegabile che il rapporto trai due sia molto poco romantico, fino a questo momento, con Kylo che sembra aver sviluppato quasi una rabbiosa repulsione nei confronti della ragazza. Fortunatamente, i cineasti di Star Wars sono consapevoli di queste preoccupazioni e non le aggireranno nel capitolo finale della trilogia.

Parlando con EW, Daisy Ridley ha parlato di questa dinamica come di un “problema complesso”:

“J.J. si è occupato di questo rapporto. È un problema molto complesso. Le persone parlano di relazioni tossiche, di qualunque cosa si tratti. Non è uno scherzo e penso che alla fine questa dinamica sia stata affrontata davvero bene perché non si è bruciata subito.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, capitolo conclusivo della nuova trilogia del franchise diretto da J.J. Abrams, arriverà nelle sale a dicembre 2019.

Nel cast Daisy RidleyOscar IsaacJohn BoyegaKelly Marie TranNaomi AckieJoonas Suotamo, Adam Driver, Anthony DanielsBilly Dee Williams Lupita Nyong’o, Domhnall Gleeson, Billie Lourd e il veterano del franchise Mark Hamill. Tra le new entry c’è Richard E. Grant.

Il ruolo di Leia Organa sarà interpretato di nuovo da Carrie Fisher, usando del girato mai visto prima da Star Wars: Il Risveglio della Forza. “Tutti noi amiamo disperatamente Carrie Fisher – ha dichiarato Abrams – Abbiamo cercato una perfetta conclusione alla saga degli Skywalker nonostante la sua assenza. Non sceglieremo mai un altra attrice per il ruolo, né mai potremmo usare la computer grafica. Con il supporto e la benedizione della figlia, Billie, abbiamo trovato il modo di onorare l’eredità di Carrie e il ruolo di Leia in Episodio IX, usando del girato mai visto che abbiamo girato insieme per Episodio VII.”

Star Wars: L’Ascesa di Skywalker, diffusi nuovi rumor su Rey e Palpatine

Thor: Love and Thunder, la Marvel vuole che Thor resti grasso?

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Thor: Love and Thunder, la Marvel vuole che Thor resti grasso?

Secondo Taika Waititi, è in corso un dibattito sull’opportunità o meno riproporre un Thor grasso. Waititi, che ha diretto Thor: Ragnarok e che tornerà alla guida di Thor: Love and Thunder, ha spiegato che c’è una domanda molto importante, legata al cuore del personaggio, in quello che invece potrebbe essere considerato soltanto un dettaglio estetico.

La trasformazione per Thor non è stata puramente fisica. Mentre i fan hanno sempre amato Chris Hemsworth nei panni del personaggio, ci è voluto il terzo capitolo per riuscire a conquistare anche l’amore della critica. Come immaginato da Waititi, Ragnarok è stata una deliziosa esplosione di colori e stranezze che riuscì a attingere al fascino naturale di Hemsworth senza mai minare la forza dell’eroe che interpretava. Thor avrebbe continuato a stupire il pubblico di Infinity War, dal momento che era un avversario formidabile per Thanos. In Endgame, invece, Thor è inizialmente furioso per aver permesso a Thanos di vincere, ma poi si deprime. La sofferenza mentale si riflette nella sua apparenza trasandata, quando dopo 5 anni lo rivediamo ingrassato e barbuto.

Durante un’intervista con Yahoo! Entertainment, a Waititi è stato chiesto se in Love and Thunder, Thor sarà ancora in sovrappeso. Durante la promozione di Jojo Rabbit, Waititi ha dato una risposta molto interessante. Ha detto che il fisico di Thor probabilmente dipenderà da quanti mesi, o addirittura anni, sono passati tra gli eventi di Endgame e quelli di Love and Thunder.

“Questo è un dibattito in corso che non abbiamo ancora concluso del tutto, alla Marvel. Perché stiamo cercando di capire quanto tempo – quanti mesi o anni – sono passati da Endgame, e quando sarà ambientato Love and Thunder?”

La risposta è coerente, dal momento che, se il film è ambientato subito dopo Endgame, è improbabile che l’eroe apparirà di nuovo in forma. Tuttavia questo ci rivela anche che alla Marvel non sono ancora bene in chiaro alcuni elementi della prossima timeline della Fase 4 che è tutt’ora misteriosa, nonostante gli annunci della scorsa estate.

Thor: Love And Thunder, spiegati i motivi del ritorno di Natalie Portman

Thor: Love and Thunder è il titolo ufficiale del quarto capitolo sulle avventure del Dio del Tuono nel MCU, ma ad impugnare il Mjolnir stavolta sarà Jane Foster, interpretata di nuovo da Natalie Portman, come confermato sabato durante il panel dei Marvel Studios al Comic-Con.

Taika Waititi tornerà alla regia di un film dei Marvel Studios dopo Thor: Ragnarok, così come Chris Hemsworth e Tessa Thompson riprenderanno i rispettivi ruoli di Thor e Valchiria dopo l’ultima apparizione in Avengers: EndgameL’ispirazione del progetto arriva dal fumetto The Mighty Thor, descritto da Waititi come “la perfetta combinazione di emozioni, amore, tuono e storie appassionanti con la prima Thor femmina dell’universo“.

L’uscita nelle sale è fissata invece al 5 novembre 2021.

Thor: Love and Thunder, le domande sul MCU a cui il film potrebbe rispondere

Motherless Brooklyn – I segreti di una città, recensione del film #RomaFF14

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20 anni fa, quando arrivò al cinema Tentazioni d’Amore, suo film d’esordio dietro alla macchina da presa, Edward Norton lesse Motherless Brooklyn, del newyorkese Jonathan Lethem. A distanza di tutto questo tempo, l’attore e regista, qui anche in veste di sceneggiatore, riesce a tradurre in immagini quelle pagine che tanto lo avevano coinvolto. E sembra davvero che Norton lo abbia fatto per se stesso e per avere la possibilità di appropriarsi di un personaggio incredibile: l’investigatore Lionel Essrog, affetto dalla sindrome di Tourette.

Durante un’indagine particolarmente spinosa, il capo e mentore, nonché grande amico di Lionel, Frank Minna, muore, ucciso da misteriosi personaggi che tramano nell’ombra. La sete di vendetta e l’esigenza di scoprire la verità mettono Lionel a contatto con un caso di corruzione estesissimo, che arriva fino ai vertici della politica cittadina, nel momento in cui New York si sta espandendo, e il fumo degli anni ’50 si dirada per fare spazio alla luce della modernità.

Edward Norton contamina Motherless Brooklyn

Edward Norton compie un lavoro di grande raffinatezza nel comporre una storia che, partendo dalle pagine di Lethem, si distacca completamente dall’originale e si protende verso la contemporanietà, parlando il linguaggio del noir, raccontandolo con il ritmo del jazz, costellandolo di personaggi modernissimi e senza tempo, scrivendolo talmente tanto denso di parole e inquadrature da risultare sovraffollato, esagitato, quasi che il regista (anche attore e sceneggiatore) abbia avuto la necessità di dire sempre di più di quanto non riuscisse a mostrare con una sola immagine.

Motherless Brooklyn è un grande omaggio, non solo al genere, ma anche a quella New York che è davvero la città più importante del mondo e che in quanto tale racchiude il bello e il brutto di un mondo che purtroppo continua a fare del cinismo la sua arma più potente. Contro questa piaga dilagante si staglia il Lionel di Norton, un personaggio puro, malato eppure consapevole che la sua malattia non costituisce un freno, non lo giustifica dall’essere un uomo che subisce la vita.

Motherless Brooklyn – I segreti di una cittàMotherless Brooklyn è una sinfonia jazz

Ispirazione del romanzo di partenza, il film presenta una fortissima eco di polanskiana memoria, quel Chinatown che è anch’esso cardine e rivoluzione del noir. In questo caso, però, Norton non ha né lo spessore né la cattiveria di Polanski, forse non è così realista, e sceglie di affidarsi a due eroi puri, che in qualche modo riescono ad affrontare lo sporco della società con il quale entrano in contatto.

Protagonista, importante almeno quanto Norton stesso, la colonna sonora del film è un vero gioiello: da Thom Yorke dei Radiohead a Flea dei Red Hot Chili Peppers, passando per il jazz strumentale di Wynton Marsalis, Joe Farnsworth, Russell Hall, Isaiah J. Thompson e Jerry Weldo, Motherless Brooklyn fa dell’accompagnamento musicale una presenza costante, talvolta invasiva, ma in molti casi capace di colmare qualche lacuna di adattamento nel lavoro di Norton.

Nell’ansia di dire tutto, Edward Norton cade nel tranello di dire troppo, affollando senza motivo un film che già nelle suggestioni scenografiche e narrative racchiude il suo maggiore elemento di fascino.

Elton John sul live action de Il Re Leone: “Una grande delusione”

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Uno dei più alti incassi della stagione appena trascorsa non ha ricevuto il benestare di colui che rese indimenticabili le musiche del film d’animazione originale: parliamo ovviamente del nuovo live action de Il Re Leone e stavolta in merito al commento avanzato da Elton John (autore di tutti i brani della colonna sonora del classico datato 1994) sul blockbuster diretto da Jon Favreau nel quale il pubblico ha potuto ascoltare le stesse canzoni eseguite da star come Beyoncé e Donald Glover.

Queste le parole dell’artista in una recente chiacchierata con GQ:

La nuova versione de Il Re Leone è stata una grande delusione per me, perché credo che abbiano fatto confusione con la musica. Nell’originale era una parte fondamentale, mentre qui mi sembra che non abbia avuto lo stesso impatto. La magia e la gioia sono andate perdute, e lo si nota anche nel modo in cui la soundtrack si è comportata nelle classifiche delle vendite, diversamente da 25 anni fa, quando diventò l’album più venduto dell’anno. La nuova colonna sonora è caduta dalle classifiche rapidamente, nonostante l’enorme successo al botteghino del film…Vorrei aver partecipato di più alla festa, ma la visione creativa in relazione alla musica era diversa questa volta e non sono stato accolto o trattato con lo stesso livello di rispetto. Questo mi rende estremamente triste. Al contempo sono così felice che lo spirito giusto della musica viva ancora grazie al musical teatrale“.

Leggi la recensione de Il Re Leone

Basato su una sceneggiatura scritta da Jeff Nathanson, il film è stato realizzato con le stesse tecniche di animazione computerizzata utilizzare per portare alla luce Il Libro della Giungla (2016). Jon Favreau, che dirige anche questo secondo live action Disney, ha dovuto affrontare una sfida in più, visto che in questo caso non c’è nessun personaggio umano su cui basare le inquadrature e le scene.

Nel cast de Il Re Leone figurano, oltre a Glover, anche James Earl Jones, che torna a essere MufasaSeth Rogen e Billy Eichner doppieranno Pumba e Timon. Nel cast anche John Kani, visto in Civil War, che darà voce a Rafiki e Alfre Woodard, che sarà Sarabi. Chiwetel Ejiofor sarà Scar.

Di seguito la sinossi ufficiale:

Simba, il figlio di Mufasa e principe delle Terre del Branco, spera di seguire le orme del padre. Il fratello minore di Mufasa, Scar, complotta per tradire Mufasa e conquistare le Terre del Branco, costringendo Simba all’esilio, dove incontra Timon e Pumbaa. Simba deve stringere un’alleanza e ricostruirsi completamente per prendere ciò che è giustamente suo.

Fonte: GQ

Maleficent – Signora del male, recensione del film con Angelina Jolie

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Arriva in sala il 17 ottobre, tra lingue di fuoco verde ed evoluzioni magiche nel cielo, Maleficent – Signora del male, il sequel del film campione di incassi che vede di nuovo Angelina Jolie nei panni della celebre villain Disney, che però tanto cattiva non è.

È stato trai primi live action della grande ondata di remake della Disney, ma è stato anche il primo ad essere completamente rivoluzionato rispetto alla storia originale, trasformando addirittura la strega cattiva in eroina. La Maleficent di Angelina Jolie era colei che scopriva il vero amore, quello materno, e con un casto bacio svegliava la fanciulla dal suo stesso incantesimo. La storia è stata riscritta, e per questo secondo capitolo non si cambia certo rotta, a dispetto di quel titolo così ingannevole. Maleficent non ha niente a che fare con il male puro, ma lotta, come ogni essere vivente, contro le proprie naturali inclinazioni per diventare una creatura migliore.

Un incontro burrascoso con i suoceri

Ma andiamo con ordine. Il primo film si era concluso con Aurora regina della brughiera, che aveva portato la pace tra fate e uomini. Adesso però un nuovo evento arriva a turbarne la quiete. Il coraggioso e gentile Filippo la chiede in moglie, tra la gioia di lei e la diffidenza della madrina. Maleficent, infatti, non si fida ancora degli uomini. Questa sua diffidenza sfocia in un eccesso di ira quando, durante una cena per “conoscere i suoi”, la fata alata scaglia un incantesimo sul padre di Filippo, il re di un regno confinante con la Brughiera. La regina Ingrith , madre di Filippo, non aspettava altro per dichiarare guerra alla strega e alle sue creature incantate, tenendo con sé, quasi prigioniera, la povera Aurora.

Da questo momento in poi la storia si sviluppa in maniere abbastanza prevedibile, con la scoperta della verità da parte della coraggiosa principessa e il ritorno di Maleficent. Effetti visivi pirotecnici e un finale di grande intrattenimento, coronano un film che sarà la gioia dei più piccoli, affascinati dai colori e dalle magie che la storia mette in scena.

Alla regia c’è questa volta Joachim Rønning per la Disney Pictures, che riesce a mettere in scena con suo divertimento non solo l’aspetto action della storia, ma anche il confronto tra le due grandi protagoniste, Angelina Jolie e Michelle Pfeiffer, nei panni della vera villain del film.

Come nel sequel, ma in maniera più marcata e didascalica, anche in Maleficent – Signora del Male il tema fondamentale è quello dell’accettazione del diverso, con tanto di sotto testo ambientalista e di girl power, per una volta declinato in maniere leggermente più raffinata rispetto al solito.

trailer MaleficentMaleficent – Signora del male, tre donne al comando

Il film si costruisce intorno alle tre donne protagoniste: la madre gelosa e iraconda, ma dal cuore d’oro; l’antagonista mossa principalmente dalla paura di chi è diverso da lei, percepito come una minaccia; la saggia e giovane principessa, che senza rinunciare alla sua dolcezza, lotta con grande coraggio per portare l’armonia tra le parti. Ed è proprio nella scelta di essere fedele alla natura di Aurora quale donna gentile e conciliante, non per questo accomodante, che risiede l’elemento vincente del film: per una volta la donna forte non deve scendere in campo armata di spada, ma di grande volontà e coraggio. È un modo bello, giusto e nuovo di rappresentare la forza, un modo che tiene fede alle caratteristiche del personaggio, e probabilmente un bell’esempio per i giovani spettatori che correranno al cinema.

Oltre a questa morale didascalica, però, il film offre ben poco, dal momento che le scelte di regia non brillano per originalità e che la storia tutta è tenuta in piedi da cavilli pretestuosi e risvolti banali. Maleficent – Signora del Male svolge bene il suo compito, ma non si candida certo a diventare un prodotto indimenticabile.

The Suicide Squad: ecco perché non ci sarà Joker

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The Suicide Squad: ecco perché non ci sarà Joker

Durante un recente Q&A con i fan lanciato sul suo profilo Instagram, James Gunn ha motivato l’assenza del Joker di Jared Leto in The Suicide Squad, sequel/reboot attualmente in fase di riprese affidato proprio al regista di Guardiani della Galassia. Il personaggio, come saprete benissimo, faceva parte del cast del primo film pur ricoprendo un ruolo tutto sommato marginale rispetto alla trama (ma necessario per illustrare l’origin story di Harley Quinn), ma non comparirà né nel cinecomic di Gunn, né in Birds of Prey, spin-off che vedrà tornare in azione l’eroina di Margot Robbie a febbraio 2020.

Nessuno, tranne me e pochi altri, sa quali saranno i personaggi del film, ma se il Joker non è tra questi, non penso sarebbe una scelta strana dal momento che non fa parte della Suicide Squad nei fumetti“, ha rivelato Gunn rispondendo alla domanda di un fan, confermando che il villain non ci sarà.

Dunque sembra che l’aderenza alla fonte sia una prerogativa del progetto e questo commento lascia intendere che arriveranno sullo schermo molti dei personaggi della Task Force originale.

The Suicide Squad: prime foto dal set con i nuovi costumi

Atteso dai fan e dalla critica delusa dal primo Suicide Squad di David Ayer, The Suicide Squad riavvierà le sorti della celebre Task Force della DC Comics con alcuni membri del cast originale e moltissimi volti nuovi. Della trama sappiamo pochissimo, così come sono ancora da definire i personaggi che figureranno in questa elettrizzante avventura.

Vi ricordiamo che il cast ufficiale di The Suicide Squad comprende i veterani Margot Robbie (Harley Quinn), Viola Davis (Amanda Waller), Joel Kinnaman (Rick Flag) e Jai Courtney (Captain Boomerang) insieme alle new entry Idris Elba, Michael Rooker, Peter Capaldi, Nathan Fillion, Sean Gunn, David Dastmalchian, Storm Reid, Taika Waititi and John Cena. Other cast additions include Pete Davidson, Juan Diego Botto, Joaquin Cosio, Flula Borg, Tinashe Kajese, Jennifer Holland, Julio Ruiz, Alice Braga, Steve Agee e Daniela Melchior.

Secondo le ultime indiscrezioni, Fillion dovrebbe interpretare Arm-Fall-Off-Boy, che i lettori dei fumetti ricorderanno come il criminale con la capacità di staccare i propri arti e usarli come armi, potere guadagnato grazie ad un elemento metallico antigravità. Altri nomi circolati nelle ultime settimane sono Ratcatcher e Peacemaker, ma i report segnalano che Sean Gunn potrebbe vestire i panni di Weasel e Borg quelli di Javelin; Davidson invece potrebbe interpretare Blackguard, Michael Rooker Savant, e Idris Elba Vigilante.

Festa del cinema di Roma 2019, foto dal red: Bill Murray, Edward Norton, John Turturro

Si è inaugurata come una serata tra amici la quattordicesima Festa del Cinema di Roma 2019. Sul red carpet dell’Auditorium Parco della Musica, insieme ai protagonisti del film d’apertura, Motherless Brooklyn, Edward Norton e Gugu Mbatha-Raw, si sono presentati anche John Turturro, Bobbi Cannavale (che ha anche un ruolo nel film), e a sorpresa Bill Murray, che sarà protagonista nei prossimi giorni di uno degli incontri ravvicinati, e Wes Anderson.

Ecco gli scatti da tappeto rosso:

Edward Norton su Motherless Brooklyn: “Non abbiamo bisogno di cinismo” #RomaFF14

Attore, regista, sceneggiatore e produttore di grande fama e successo, Edward Norton ha portato in apertura alla Festa del Cinema di Roma 2019, quattordicesima edizione, il suo Motherless Brooklyn (che esce in Italia con il sottotitolo “I segreti di una città”). Presenta alla conferenza stampa, insieme a Gugu Mbatha-Raw, Norton ha spiegato che ha letto la prima volta il romanzo da cui è tratto il film, Brooklyn senza madre (Motherless Brooklyn) di Jonathan Lethem, 20 anni fa, quando debuttò alla regia con il delizioso Tentazioni d’amore.

“Sono un attore avido – ha dichiarato Norton per spiegare la sua caparbietà a voler portare al cinema quella storia – ho visto un buon ruolo per me. Non sono così comuni e ho voluto continuare a lavorarci. Il personaggio è memorabile, e una volta deciso di aprire il testo anche alla città, inglobando la New York degli anni ’50, è stato tutto molto complesso. È una città che amo, ci vivo da 30 anni, ma ci sono anche tante cose che non funzionano. Ho fuso il romanzo, il personaggio e questo aspetto della storia, il risultato è stato complicato da gestire.”

Accanto a Norton, che interpreta un investigatore con la sindrome di Tourette, Mbatha-Raw interpreta una donna completamente fuori dagli schemi del cinema di quegli anni, una donna di colore, laureata in legge che si oppone alle forze politiche che usurpano la città.
“Mi sono innamorata subito della sceneggiatura, non avevo mai letto prima un noir, e questa storia era così profonda e articolata. Il mio personaggio sfida i cliché, in particolare in riferimento alle donne nei film degli anni ’50. Non è una casalinga, ma nemmeno una femme fatale o una cantante di jazz, è un’attivista ed è istruita, è un’avvocato. È contro ogni stereotipo, e poi lavorare con Edward e sviluppare questi personaggi è stata una danza, delicata e tenera. Man mano che i due personaggi cominciavano a conoscersi, il loro rapporto si trasforma, non è subito qualcosa di sentimentale, ma all’inizio capiscono che entrambi possono essere d’aiuto all’altro.”

Un altro aspetto molto interessante del personaggio, è che, come sottolinea lo stesso Norton, nel genere noir “di solito le donne sono parte della corruzione, e in queste storie le persone sono ciniche, in questo caso invece i personaggi sono tutti anticonvenzionali”, come lo è il suo investigatore.

Edward Norton ha interpretato spesso personaggi con delle malattie o dei disagi, ma più precisamente questa è la prima volta che mette in scena un vero e proprio malato: “È la prima volta che mi approccio a un personaggio con un disagio reale. E quando lo fai, devi essere rispettoso, studiare, può servire incontrare persone che la malattia ce l’hanno davvero. La particolarità della sindrome di Tourette è che ha delle caratteristiche molto diverse da una persona all’altra. Io ho mescolato diverse caratteristiche riscontrate, per cercare di rendere il personaggio vicino quello che mi piaceva.”

Motherless Brooklyn sembra fotografare anche la contemporaneità statunitense, e il regista e protagonista non va troppo per il sottile, in questo caso: “Non voglio girarci troppo intorno, conoscete già la risposta. Se vedete una metafora politica nel film, probabilmente c’è. Tutti coloro che credono nella democrazia hanno investito sul concetto che il popolo debba avere il potere, ma ci sono sempre delle forze, non solo negli USA, che si oppongono.”

E sugli eventuali ‘superpoteri’ o vantaggi che la patologia può dare al personaggio che interpreta, Norton rimane molto lucido: “Penso che nel film si possa vedere che il personaggio ha, non dei vantaggi, ma delle caratteristiche che gli facilitano il lavoro. A volte penso che quello che è più interessante dei personaggi che soffrono di un particolare disturbo non è tanto nel raccontare il disturbo o la sindrome ma è far emergere la qualità del personaggio stesso. La sua lotta quotidiana è legata al suo disturbo, però è passivo, si autodefinisce come un malato. Ma quando incontra un’altra persona che lotta come lui la sua lotta personale, si rende conto che le difficoltà non sono una scusa per essere passivo. Questo mi piace perché molte storie noir sono ciniche e oscure, ma il nostro tempo non ha bisogno di cinismo.”

Ethan Coen protagonista del primo Incontro Ravvicinato #RomaFF14

Ethan Coen protagonista del primo Incontro Ravvicinato #RomaFF14

Ethan Coen inaugura quest’anno la sezione degli Incontri Ravvicinati alla Festa del Cinema di Roma, vero fiore all’occhiello della gestione di Antonio Monda, proponendo al pubblico una “lezione” sulla chirurgia raccontata al cinema. Una manciata di clip, tutte tratte da film selezionati dallo sceneggiatore e regista newyorkese, in cui si mostra più o meno esplicitamente un’operazione, tagli splatter e riletture in chiave ironica del lavoro del medico in sala, lasciano trascorrere il pomeriggio senza dimenticare i richiami alla carriera condivisa con il fratello Joel.

Sui nostri set non c’è molta improvvisazione, tutto è scritto sulla sceneggiatura” commenta Coen durante la chiacchierata, “Possiamo cambiare qualche battuta in corso d’opera se ci si accorge che non funziona, specialmente dopo averle provate con gli attori. Però credo che questo modo di girare sia fantastico e che ci siano interpreti e registi in grado di farlo“. E a Monda, che gli chiede perché nei suoi film i protagonisti siano spesso “stupidi” – o almeno si comportano come tali – risponde così: “Se tutto funziona non c’è dramma. Sono proprio le cose che vanno male che fanno andare avanti la storia”.

Joel e Ethan Coen sono tra i pochi autori americani ad aver pubblicato una director’s cut (quella di Blood Simple, il thriller/noir con Frances McDormand uscito nel 1984) addirittura più corta della versione originale, un procedimento tanto bislacco quanto coerente con la poetica dei diretti interessati. “Di solito ci censuriamo in sala di montaggio, e non ci è mai capitato di essere frenati da qualche produttore. Quando presentiamo le nostre sceneggiature, chi legge sa esattamente quale sarà la storia e ha uno sguardo chiaro sull’insieme, quindi posso dire non aver mai sentito resistenza da parte loro. I produttori sanno che quando lavoreranno con noi andranno incontro a qualcosa che non si può modificare“.

Coen ha poi commentato brevemente la dichiarazione di Martin Scorsese sui cinecomic, ritenuti la cosa più distante dalla definizione di cinema e molto vicini invece al concetto di parco a tema. “Credo di essere d’accordo e penso che qualsiasi film che venga prodotto da un grande studio rientri in quella definizione“. In conclusione, dopo aver proiettato l’ultima clip, Coen confessa che tra tutti i suoi lavori, A Serious Man occupa un posto speciale nel suo cuore: “Si lega alla nostra infanzia, e in esso abbiamo ricreato un mondo che non esiste più, eccetto per me e Joel. Realizzarlo è stata un’esperienza diversa”.

Panama Papers: Steven Soderbergh racconta lo scandalo

Panama Papers: Steven Soderbergh racconta lo scandalo

Presentato in anteprima mondiale il 1° settembre 2019 in concorso alla 76ª Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, Panama Papers (il cui titolo originale è Laundromat), disponibile su Netflix dal prossimo 18 ottobre. Il film, basato sul libro “Secrecy World: Inside the Panama Papers Investigation of Illicit Money Networks and the Global Elite” scritto dal giornalista Premio Pulitzer Jake Bernstein, ripercorre la scoperta del famoso fascicolo contenente i nomi di migliaia di società offshore a Panama che riciclavano e nascondevano denaro. Il film adotta un tono tragicomico ed ha come protagonista la vedova Ellen Martin (Meryl Streep), la quale, dopo aver subito la perdita del marito in occasione di un incidente nel corso di una crociera, non potendo beneficiare dell’assicurazione in quanto coinvolta in una frode, verrà a conoscenza dell’esistenza di una serie di assicurazioni fasulle che hanno a che fare con uno studio legale, Mossack Fonseca, detentore di migliaia di società offshore con sede a Panama con l’obiettivo di aiutare i più ricchi del mondo a diventare ancora più ricchi.

Jürgen Mossack (Gary Oldman) e Ramón Fonseca (Antonio Banderas) sono le menti di questa storia nonché l’emblema della superficialità, dell’avidità, della sete di potere e della non curanza delle leggi. Panama Papers ci conduce all’interno di una storia piena di corruzione, evasione fiscale e illegalità attraverso una narrazione che, grazie ad uno stile grottesco e comico, punta ad evidenziare le falle del sistema giudiziario e politico facile da aggirare e superare. Il motore del film è la sete di giustizia che spinge Ellen a non arrendersi e a lottare con forza per ciò che è giusto e corretto per se stessa e per gli altri. Il film, da buona commedia morale, è una “punizione” per tutti gli azionisti, capi di stato e di governo, funzionari, parenti e collaboratori di ogni sorta che nascondevano i loro beni al controllo statale.

Soderbergh utilizza l’arma dell’umorismo e della commedia nera  per raccontare le storie delle singole persone coinvolte nello scandalo, sia vittime che carnefici. È una storia recente narrata simpaticamente in modo grottesco, esplicito e cattivo, attraverso un stile che riesce a tenere vivo l’interesse del pubblico. Panama Papers vede la partecipazione di un cast eccezionale: Meryl Streep, Gary Oldman, Antonio Banderas, Sharon Stone,  ma anche Jeffrey Wright, Melissa Rauch, Jeff Michalski, Jane Morris, Robert Patrick, David Schwimmer, Cristela Alonzo, Larry Clarke, Will Forte, Chris Parnell, Larry Wilmore, Jessica Allain, Nikki Amuka-Bird, Matthias Schoenaerts, Rosalind Chao, Kunjue Li, Ming LoJames Cromwell.

Panama Papers, recensione del film di Steven Soderergh

The Batman: Paul Dano interpreterà l’Enigmista

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Paul Dano è in trattativa per unirsi a Robert Pattinson in The Batman di Matt Reeves per Warner Bros. Lo dice Variety.

Sebbene lo studio non conferma ufficialmente il ruolo, gli addetti ai lavori ritengono che la parte che Dano è chiamato ad interpretare, nel caso l’accordo arrivasse a buon fine, sarebbe quella dell’Enigmista.

Il casting di Dano arriva a poche ore dall’annuncio che Jonah Hill ha rifiutato di unirsi al cast del film. Considerato quanto tempo sono proseguite le trattative tra lo studio e il team di Hill, si ritiene che la WB avesse già un’offerta pronta da fare a Dano nel caso in cui Hill avesse rifiutato.

Dano è il secondo attore ad interpretare l’iconico criminale esperto di indovinelli dopo che Jim Carrey lo aveva precedentemente interpretato in Batman Forever.

L’attore di Prisoners sta attualmente girando The Power of the Dog di Jane Campion. Recentemente ha diretto il film acclamato dalla critica Wildlife con Jake Gyllenhaal e Carey Mulligan. Per quanto riguarda la recitazione, ha ricevuto una nomination agli Emmy di quest’anno per il suo lavoro in Escape at Dannemora di Showtime al fianco di Benicio del Toro.

Confermati nel cast di The Batman, al momento, sono Robert Pattinson nei panni del protagonista, Zoe Kravitz in quelli di Catwoman e Jeffrey Wright in quelli del nuovo Commissario Gordon.

Il cinecomic riavvierà le sorti del crociato di Gotham al cinema, ma sembra che i piani del regista per il franchise si estenderanno ad una trilogia, introducendo sullo schermo altri supereroi e villain dei fumetti.

Come suggerito da HN Entertainment, le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984).

The Batman: 8 villain che vorremmo vedere nel film

Ethan Coen inaugura il programma degli Incontri Ravvicinati

Al via anche il programma degli Incontri Ravvicinati con il pubblico. Alle ore 17, Ethan Coen, regista, sceneggiatore, produttore, montatore e drammaturgo, salirà sul palco della Sala Petrassi per ripercorrere la sua trentennale carriera: insieme al fratello Joel, Ethan ha realizzato una straordinaria opera pervasa da un’ironia cinica e impietosa che ha fornito uno sguardo nuovo e originalissimo sul cinema contemporaneo.

I due hanno firmato pluripremiati successi come Blood Simple – Sangue facileL’uomo che non c’eraIl grande Lebowski Ladykillers. Con Fargo si sono aggiudicati l’Oscar per la Migliore sceneggiatura originale e per la Migliore attrice protagonista, andato a Frances McDormand, mentre con Non è un paese per vecchi l’Academy li ha premiati per il Miglior film, la Miglior regia e la Migliore sceneggiatura non originale.

Nel primo giorno della quattordicesima edizione della Festa del Cinema sarà inoltre inaugurata, nel foyer della Sala Sinopoli, la mostra “Cecchi Gori – Una famiglia italiana” che sarà visitabile fino al prossimo 27 ottobre. Basata interamente su materiali inediti, riscoperti per l’omonimo documentario prodotto da Giuseppe Lepore e diretto da Simone Isola e Marco Spagnoli, l’esposizione intende ripercorrere la storia di una delle più importanti realtà produttive della storia del cinema italiano. Gli scatti proposti nella mostra provengono dall’archivio privato di Vittorio Cecchi Gori e non sono mai stati visti prima da non appartenenti alla famiglia e all’entourage Cecchi Gori. Sono immagini straordinariamente preziose che raccontano la storia del cinema italiano più popolare: dalla commedia degli anni Sessanta, con Risi, Sordi, Lattuada, fino ai nuovi comici degli anni Ottanta e ai successi internazionali colti da Vittorio Cecchi Gori negli anni Novanta.

Motherless Brooklyn di Edward Norton inaugura la Festa del cinema di Roma 2019

Alle ore 19.30, la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica ospiterà il film di apertura della quattordicesima edizione della Festa del cinema di Roma, Motherless Brooklyn – I segreti di una città di Edward Norton.

Il cinema italiano ha avuto un impatto enorme sui miei gusti e le mie aspirazioni da cineasta – ha affermato il regista – e quindi aprire la Festa del Cinema di Roma con il mio film è la realizzazione di un desiderio. È davvero un grande onore e ne sono estremamente felice. E credo che, sebbene si tratti di un’epopea americana e di un noir ambientato a New York, il pubblico italiano sentirà immediatamente la risonanza dei temi nell’ambito del loro vissuto più recente”.

Il tre volte candidato all’Oscar Edward Norton (Birdman, American History X, Schegge di paura) ha diretto, scritto, prodotto e interpretato Motherless Brooklyn – I segreti di una città. Norton interpreta Lionel Essrog, un solitario detective privato affetto dalla sindrome di Tourette, che si avventura a risolvere l’omicidio del suo mentore ed unico amico, Frank Minna. Armato solo di pochi indizi e della sua mentalità ossessiva, Lionel svela lentamente dei segreti gelosamente custoditi che tengono in equilibrio il destino dell’intera New York. In un mistero che lo porta dai jazz club grondanti di gin di Harlem ai bassifondi di Brooklyn e, infine, ai salotti dorati dei potenti mediatori di New York, Lionel si scontra con i criminali, la corruzione e l’uomo più pericoloso della città per onorare il suo amico e salvare la donna che potrebbe essere la sua stessa salvezza. Sul red carpet del film, alle ore 19, ci saranno Edward Norton con Gugu Mbatha-Raw e Bobby CannavaleMotherless Brooklyn – I segreti di una città sarà proiettato in replica alle ore 20 presso la Sala Petrassi e alle ore 21 presso la Frecciarossa Cinema Hall.

La quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si terrà fino al 27 ottobre con la direzione artistica di Antonio Monda, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma, Presidente Laura Delli Colli, Direttore Generale Francesca Via. L’Auditorium Parco della Musica sarà il fulcro dell’evento, con le sue sale di proiezione e il red carpet. Come ogni anno, la Festa coinvolgerà numerosi altri luoghi della Capitale, dal centro alla periferia.

Motherless Brooklyn – I segreti di una città, il film

Lionel Essrog (Edward Norton) è un solitario detective privato afflitto dalla sindrome di Tourette, che si avventura a risolvere l’omicidio del suo mentore ed unico amico, Frank Minna (Bruce Willis). Armato solo di pochi indizi e della sua mentalità ossessiva, Lionel svela lentamente dei segreti gelosamente custoditi che tengono in equilibrio il destino dell’intera New York. In un mistero che lo porta dai jazz club grondanti di gin di Harlem ai bassifondi di Brooklyn e, infine, ai salotti dorati dei potenti mediatori di New York, Lionel si scontra con i teppisti, la corruzione e l’uomo più pericoloso della città, per onorare il suo amico e salvare la donna che potrebbe essere la sua stessa salvezza.

Edward Norton ha diretto, scritto, prodotto e recitato in “Motherless Brooklyn – I Segreti di una città”. La trasposizione della storia sul grande schermo è iniziata nel 1999, quando Norton ha colto il potenziale cinematografico del romanzo di Jonathan Lethem Motherless Brooklyn e del suo indelebile personaggio centrale. Ma sin dall’inizio, Norton mirava a trasporre i personaggi contemporanei di Lethem in una trama ed un periodo diversi, ed a conferire un’atmosfera particolare al dramma, ambientandolo negli anni ’50 – un’epoca di grandi cambiamenti a New York. Recita nel film un cast stellare che comprende anche Bruce Willis, Gugu Mbatha-Raw, Bobby Cannavale, Cherry Jones, Michael Kenneth Williams, Leslie Mann, Ethan Suplee, Dallas Roberts, Josh Pais, Robert Ray Wisdom, Fisher Stevens, al fianco di Alec Baldwin e Willem Dafoe.

 

Don’t Forget to Breathe in concorso in Alice nella Città

Don’t Forget to Breathe in concorso in Alice nella Città

Sarà presentato in concorso alla 17. edizione di Alice nella Città, sezione autonoma e parallela della Festa del Cinema di Roma dedicata alle nuove generazioni, Don’t Forget to Breathe che mette a confronto una natura vibrante e rigogliosa come l’adolescenza con la profonda inquietudine di un giovane protagonista, il quale suo malgrado vede il mondo che ama trasformarsi inesorabilmente. A cambiare per sempre tutto sarà l’arrivo di una splendida ragazza, verso la quale Klemen proverà sentimenti contrastanti di rancore e attrazione.

Don’t Forget to Breathe, coproduzione italo-slovena-croata scritta e diretta dal regista triestino Martin Turk, riporta sullo schermo emozioni e ambientazioni che spaziano dal cult del 1986 Stand by Me – Ricordo di un’Estate alle atmosfere del cinema di Luca Guadagnino.

don’t forget to breathe trailer sub ita from Mariposa Cinematografica on Vimeo.

Tutto cambia per il quindicenne Klemen nell’estate in cui suo fratello maggiore Peter, al quale è profondamente legato, si innamora della bella Sonja. Presto le lunghe giornate insieme sul campo da tennis saranno solo un ricordo e Klemen, confuso dalle sensazioni sconosciute che lo travolgono, dovrà fare i conti con le conseguenze delle sue azioni avventate.

Don’t Forget to Breathe è una riflessione delicata, con spunti autobiografici, ricca di sfumature sui conflitti e la vulnerabilità della giovinezza, nonché su quei momenti di passaggio che atterriscono e affascinano al tempo stesso.

Zendaya tornerà nel ruolo di MJ nel prossimo Spider-Man

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Zendaya tornerà nel ruolo di MJ nel prossimo Spider-Man

Dopo il clamoroso successo di Far From Home e l’esplosione della serie evento Euphoria, Zendaya è sicuramente una delle giovani attrici più gettonate di Hollywood. La cantante e interprete si è fatta amare dai fan dell’uomo ragno nonostante sia così diversa dall’originale MJ dei fumetti, e questa è una grande nota di merito, visto quanto siano spesso radicali i fan dei comics.

È quindi rassicurante che l’attrice sia stata confermata nel terzo Spider-Man con Tom Holland. The Hollywood Reporter ha infatti confermato: “Zendaya sarà in DUne di Denis Villeneuve e tornerà ad essere MJ nel prossimo film di Spider-Man prodotto da Marvel-Sony.”

L’attrice aveva espresso sui social la sua felicità nel venire a conoscenza del fatto che Sony e Marvel erano riusciti a trovare un nuovo accordo per portare in sala un nuovo capitolo delle avventure dell’Uomo Ragno.

Edward Norton interessato ad interpretare un villain marvel

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Edward Norton interessato ad interpretare un villain marvel

Dopo essere stato l’eroe, Edward Norton si candida ad essere il cattivo. L’attore, che aprirà la Festa del Cinema di Roma 2019 con il suo film da regista, Motherless Brooklyn, è stato infatti Bruce Banner agli albori del MCU.

Dopo numerosi scontri con lo studio, che portarono a preferirgli Mark Ruffalo nel doppio ruolo di Hulk / Banner, Edward Norton sembra essere tornato disponibile verso questo genere di film, tanto che parlando con Games Radar ha espresso piacere all’idea di considerare qualsiasi ruolo per il futuro.  Infatti, alla domanda se tornerebbe a lavorare alla Marvel adesso? risponde “Forse come un cattivo? Forse scriverò il mio cattivo”, dice. “Non lo so, sono aperto a tutto. Voglio dire, ho chiesto agli StoryBot su Netflix.”

Vi ricordiamo che Edward Norton torna al cinema da protagonista e regista di Motherless Brooklyn, il film che aprirà la 14esima edizione della Festa del cinema di Roma, proprio in questi giorni.

Matrix 4: anche Jessica Henwick nel cast

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Dopo un lungo processo di audizioni, Deadline conferma che anche Jessica Henwick è entrata nel cast di Matrix 4 in un ruolo principale.

I dettagli sono scarsi, ma è plausibile che il ruolo sia simile a quello del protagonista della trilogia originale, Neo, ruolo intorno al quale si svilupperà la nuova storia.

La Henwick si unisce ai veterani Keanu Reeves e Carrie-Anne Moss, che riprenderanno i loro ruoli di Neo e Trinity, ma anche a Jada Pinkett Smith, che potrebbe tornare anche lei nel franchise. Nei nuovi casting spiccano Yahya Abdul-Mateen II, che invece ha firmato per il ruolo da protagonista, e Neil Patrick Harris per un ruolo non specificato.

I dettagli sul film sono ancora scarsi.

The Batman: via Jonah Hill dentro Seth Rogen?

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Mentre il mondo dell’internet, per la prima volta nella storia, è unanimemente contento che la nuova Catwoman in The Batman sua Zoe Kravitz, il progetto sull’Uomo Pipistrello di Matt Reeves subisce altri cambiamenti dal punto di vista del casting.

Jonah Hill, che era in trattative per un ruolo di villain, ha abbandonato il progetto, sembra perché non è riuscito a raggiungere un accordo con Warner Bros. Per l’attore si immaginava un ruolo da antagonista, forse il Pinguino oppure l’Enigmista. Sembra che mentre lo studio era propenso per farlo apparire nei panni del personaggio già portato al cinema da Danny De Vito, l’attore fosse più propenso a essere l’Enigmista.

Ora che Hill è fuori dall’equazione, sembra che sia Seth Rogen a spingere affinché possa essere lui la nuova incarnazione di Oswald Cobbelpot.

Confermati nel cast di The Batman, al momento, sono Robert Pattinson nei panni del protagonista, Zoe Kravitz in quelli di Catwoman e Jeffrey Wright in quelli del nuovo Commissario Gordon.

Il cinecomic riavvierà le sorti del crociato di Gotham al cinema, ma sembra che i piani del regista per il franchise si estenderanno ad una trilogia, introducendo sullo schermo altri supereroi e villain dei fumetti.

Come suggerito da HN Entertainment, le riprese del cinecomic si svolgeranno presso i Leavesden Studios di Londra (gli stessi della saga di Harry Potter ma anche di Batman v Superman: Dawn of Justice, Justice League, Wonder Woman e del sequel Wonder Woman 1984).

The Batman: 8 villain che vorremmo vedere nel film

Terminator: Destino Oscuro, poster e spot del film con Arnold Schwarzenegger

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Sono stati diffusi nuovi materiali promozionali di Terminator: Destino Oscuro, il nuovo capitolo del franchise che ne ridefinisce le sorti, dopo qualche episodio non troppo felice prodotto negli anni passati.

Nel cast di Terminator: Destino Oscuro tornano Arnold Schwarzenegger e Linda Hamilton. Completano il cast Mackenzie Davis, Diego Boneta Gabriel Luna.

Alla regia di Terminator: Dark Fate è stato confermato Tim Miller. Il film sarà un sequel del secondo capitolo e vedrà Linda Hamilton tornare nei panni dell’eroica Sarah Connor.

“Questa è una continuazione della storia di Terminator 1 e Terminator 2. E stiamo facendo finta che gli altri film siano stati un brutto sogno – ha dichiarato Cameron in precedenza – O una timeline alternativa, possibile nel nostro multi-verso.”

Terminator: destino oscuro, un nuovo adrenalinico trailer

The Northman di Robert Eggers: un super cast in trattative

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The Northman di Robert Eggers: un super cast in trattative

Robert Eggers, il regista del film horror acclamato dalla critica, The Witch, ha potenzialmente messo insieme un cast stellare per il suo nuovo progetto, The Northman, prodotto dalla New Regency.

La vincitrice dell’Oscar Nicole Kidman, Alexander Skarsgård, Anya Taylor-Joy di The Witch, Bill Skarsgård e il candidato all’Oscar Willem Dafoe sono in trattative per recitare in questo film, prodotto da Lars Knudsen (Hereditary, Midsommar).

The Northman è descritto come una saga di vendetta vichinga ambientata in Islanda all’inizio del X secolo. Eggers ha scritto la sceneggiatura con il poeta e romanziere islandese Sjón.

Presentato al Festival di Cannes, The Lighthouse, con Dafoe e Robert Pattinson, è invece il secondo film di Eggers, che aspetta di essere ancora distribuito nel nostro paese. Il film in bianco e nero è stato nominato miglior film alla Settimana della critica e alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes dalla Federazione internazionale dei critici cinematografici.

Fonte: Deadline

Jesus Rolls – Quintana è tornato! recensione del film di e con John Turturro

Dopo Gigolò per caso, in cui dirigeva sé stesso e Woody Allen, John Turturro torna dietro e davanti alla macchina da presa rispolverando il personaggio di Jesus Quintana, il giocatore di bowling più sopra le righe di sempre, che interpretava ne Il grande Lebowski. Ed ecco lo spin-off Jesus Rolls – Quintana è tornato! Turturro torna in grande stile in quell’Italia cui deve le origini e che è la sua seconda patria, protagonista col suo film della pre-apertura della Festa del Cinema di Roma il 16 ottobre. Il lungometraggio arriva in sala in anteprima mondiale dal 17 ottobre.

Volendo dare uno sviluppo alla figura di Jesus Quintana, che compariva in brevi seppur memorabili sequenze nel succitato film dei fratelli Coen e si deve alla fantasia dello stesso Turturro – fu lui ad immaginarlo nel lontano 1988, ispirandosi a un eccentrico commediografo con cui lavorava all’epoca – il regista si rifà a un testo, divenuto poi un film di Bertrand Blier: Les valseuses (uscito in Italia come I santissimi) – del 1974.

Jesus Rolls, spin off de Il Grande Lebowski

Jesus Quintana  (Turturro) esce di prigione e insieme all’amico Pete (Bobby Cannavale) inizia una serie di scorribande tra furti d’auto, grotteschi incidenti e incontri pregnanti con figure femminili, a base di sesso ma non solo. I due amici, infatti, condividono tutto, anche le donne. Incontrano la madre di John, interpretata da Sonia Braga, l’ex detenuta Jean (Susan Sarandon), ma soprattutto trovano una compagna dalla quale diventeranno inseparabili: la francese Marie (Audrey Tautou). Quest’insolito trio viaggia alla scoperta di sé e del vero senso della libertà.

Può apparire singolare il connubio tra la figura di Quintana e la commedia di Blier, ma a pensarci bene, per un personaggio come Jesus è difficile immaginare uno sviluppo diverso da questo. Cosa potrebbe mai fare se non rubare auto, viaggiare, fare sesso, e naturalmente giocare a bowling e ballare? Il film è tutto qui. In una manciata di buone interpretazione, grazie a un cast stellare – menzione speciale per Audrey Tautou in versione comica, a suo agio nei panni della fricchettona francese, del tutto diversi da quelli della Amélie che l’ha resa celebre.

Ma ci sono anche le brevi apparizioni di Christopher Walken e Sonia Braga. Susan Sarandon è magistrale nella sua dolente sensualità, con venature di commedia. La pellicola si alimenta dello spirito tipico degli anni Settanta, uno spirito comunitario che comprende una visione dell’amore e della sessualità generosa, fatto di libertà senza confini, di una concezione della vita lontana dalle regole, che afferra il momento e gode del qui ed ora. Tutto a suon di coinvolgenti ritmi latini, grazie al buon lavoro di Émilie Simon (La marcia dei pinguini).

The Jesus RollsJesus Rolls è un road movie

Un’impostazione di questo tipo può però facilmente rendere il film datato. La trama, poi, è molto scarna e piuttosto ripetitiva. Il punto è capire se una storia come questa, con tre losers protagonisti, teneri e goffi come Jesus e Pete, un po’ svampiti come Marie e un andamento sconclusionato come sono loro – “un road movie che procede a zig zag”, come lo ha definito lo stesso regista – possa dire qualcosa al pubblico di oggi, immerso in una realtà che sembra distante anni luce da quella degli anni Settanta, anziché essere solo un’operazione di marketing, che fa tornare Quintana per solleticare i fans de Il grande Lebowski e per dare a Turturro la possibilità di “riprendersi” il personaggio da lui ideato.

A chi guarda il film arriva senz’altro un invito a concepire l’amore senza barriere o steccati mentali, regole o vincoli, a ricordare che può prendere strade inaspettate, che l’uomo non è solo macho e la donna sa essere femmina, ma anche volitiva e decisa. Più in generale si rammenta al pubblico che si nasce per essere liberi e felici e che è più bello esserlo insieme. Lo spettatore è invogliato a trovare spazi di libertà anche godendo delle piccole cose, di momenti apparentemente insignificanti, come un viaggio in macchina con della buona musica in sottofondo in una giornata di sole, perché è lì che si nasconde, forse, la felicità. Un buon motivo per considerarlo comunque apprezzabile, assieme a delle buone interpretazioni e a un po’ di divertimento.

Festa del Cinema di Roma: al via la 14esima edizione

Festa del Cinema di Roma: al via la 14esima edizione

Al via domani, giovedì 17 ottobre, la quattordicesima edizione della Festa del Cinema di Roma che si terrà fino al 27 ottobre con la direzione artistica di Antonio Monda, prodotta dalla Fondazione Cinema per Roma, Presidente Laura Delli Colli, Direttore Generale Francesca Via. L’Auditorium Parco della Musica sarà il fulcro dell’evento, con le sue sale di proiezione e il red carpet. Come ogni anno, la Festa coinvolgerà numerosi altri luoghi della Capitale, dal centro alla periferia.

Alle ore 19.30, la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica ospiterà il film di apertura della quattordicesima edizione della Festa, Motherless Brooklyn – I segreti di una città di Edward Norton.

“Il cinema italiano ha avuto un impatto enorme sui miei gusti e le mie aspirazioni da cineasta – ha affermato il regista – e quindi aprire la Festa del Cinema di Roma con il mio film è la realizzazione di un desiderio. È davvero un grande onore e ne sono estremamente felice. E credo che, sebbene si tratti di un’epopea americana e di un noir ambientato a New York, il pubblico italiano sentirà immediatamente la risonanza dei temi nell’ambito del loro vissuto più recente”.

Festa del Cinema di Roma 2019: il programma di domani

Motherless Brooklyn – I segreti di una città

Il tre volte candidato all’Oscar Edward Norton (Birdman, American History X, Schegge di paura) ha diretto, scritto, prodotto e interpretato Motherless Brooklyn – I segreti di una città. Norton interpreta Lionel Essrog, un solitario detective privato affetto dalla sindrome di Tourette, che si avventura a risolvere l’omicidio del suo mentore ed unico amico, Frank Minna. Armato solo di pochi indizi e della sua mentalità ossessiva, Lionel svela lentamente dei segreti gelosamente custoditi che tengono in equilibrio il destino dell’intera New York. In un mistero che lo porta dai jazz club grondanti di gin di Harlem ai bassifondi di Brooklyn e, infine, ai salotti dorati dei potenti mediatori di New York, Lionel si scontra con i criminali, la corruzione e l’uomo più pericoloso della città per onorare il suo amico e salvare la donna che potrebbe essere la sua stessa salvezza. Sul red carpet del film, alle ore 19, ci saranno Edward Norton con Gugu Mbatha-Raw e Bobby Cannavale. Motherless Brooklyn – I segreti di una città sarà proiettato in replica alle ore 20 presso la Sala Petrassi e alle ore 21 presso la Frecciarossa Cinema Hall.

Al via anche il programma degli Incontri Ravvicinati con il pubblico. Alle ore 17, Ethan Coen, regista, sceneggiatore, produttore, montatore e drammaturgo, salirà sul palco della Sala Petrassi per ripercorrere la sua trentennale carriera: insieme al fratello Joel, Ethan ha realizzato una straordinaria opera pervasa da un’ironia cinica e impietosa che ha fornito uno sguardo nuovo e originalissimo sul cinema contemporaneo. I due hanno firmato pluripremiati successi come Blood Simple – Sangue facile, L’uomo che non c’era, Il grande Lebowski e Ladykillers. Con Fargo si sono aggiudicati l’Oscar per la Migliore sceneggiatura originale e per la Migliore attrice protagonista, andato a Frances McDormand, mentre con Non è un paese per vecchi l’Academy li ha premiati per il Miglior film, la Miglior regia e la Migliore sceneggiatura non originale.

Nel primo giorno della quattordicesima edizione della Festa del Cinema sarà inoltre inaugurata ,nel foyer della Sala Sinopoli, la mostra “Cecchi Gori – Una famiglia italiana” che sarà visitabile fino al prossimo 27 ottobre. Basata interamente su materiali inediti, riscoperti per l’omonimo documentario prodotto da Giuseppe Lepore e diretto da Simone Isola e Marco Spagnoli, l’esposizione intende ripercorrere la storia di una delle più importanti realtà produttive della storia del cinema italiano. Gli scatti proposti nella mostra provengono dall’archivio privato di Vittorio Cecchi Gori e non sono mai stati visti prima da non appartenenti alla famiglia e all’entourage Cecchi Gori. Sono immagini straordinariamente preziose che raccontano la storia del cinema italiano più popolare: dalla commedia degli anni Sessanta, con Risi, Sordi, Lattuada, fino ai nuovi comici degli anni Ottanta e ai successi internazionali colti da Vittorio Cecchi Gori negli anni Novanta.

Il Ladro di Giorni: teaser trailer ufficiale

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Il Ladro di Giorni: teaser trailer ufficiale

Rai Cinema e Indigo Film hanno diffuso il teaser trailer di Il Ladro di Giorni, il film di Guido Lombardi con protagonista Riccardo Scamarcio che verrà presentato in anteprima alla Festa del Cinema di Roma, all’interno del concorso ufficiale.

Sarà distribuito in Italia da Vision Distribution. È in libreria il libro “Il ladro di giorni” scritto da Guido Lombardi ed edito da Feltrinelli.

Il Ladro di Giorni: la trama

Salvo, undici anni, vive con gli zii in Trentino. Il giorno della sua Prima Comunione, mentre gioca a pallone con gli amici, compare inaspettatamente a bordo campo un uomo, è suo padre Vincenzo.

Salvo a stento lo riconosce, non lo vede, infatti, da sette anni, da quando due carabinieri lo avevano portato via dalla loro casa in Puglia. Ora Vincenzo è uscito di prigione, dice di voler passare qualche giorno con il figlio e parte con lui verso il sud. Durante questo viaggio lungo l’Italia, scandito da molti incontri e ricordi, Salvo imparerà a conoscere suo padre ma dovrà fare i conti anche con i suoi segreti e il suo passato.

Il Ladro di Giorni: cast

Protagonisti de Il Ladro di Giorni sono Riccardo Scamarcio, Massimo Popolizio, Augusto Zazzaro, Giorgio Careccia, Vanessa Scalera, Carlo Cerciello e Rosa Diletta Rossi. Diretto da Guido Lombardi e scritto da Luca De Benedettis, Marco Gianfreda e Guido Lombardi.

Il film è prodotto da Indigo Film, Bronx Film con Rai Cinema e Minerva Pictures Group con il sostegno di Trentino Film Commission, Film Commission Regione Campania e Apulia Film Commission.

Maleficent – Signora del Male: interviste a Elle Fanning e al cast

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Uscirà il prossimo 17 ottobre Maleficent – Signora del Male, ed ecco di seguito le interviste al cast del film (Elle Fanning, Ed Skrein, Chiwetel Ejiofor, Harris Dickinson, Sam Riley) e al regista, Joachim Rønning.

Il nuovo film Disney live action Maleficent – Signora del Male, arriverà nelle sale italiane il 17 ottobre distribuito da The Walt Disney Company Italia.

Diretto da Joachim Rønning e interpretato dall’attrice premiata con l’Oscar e tre Golden Globe Angelina Jolie e da Elle Fanning, il nuovo lungometraggio continua a esplorare il complesso rapporto tra Malefica e la futura Regina mentre formano nuove alleanze e affrontano nuovi avversari per proteggere il bosco e le creature magiche che lo abitano. Il cast del film vede inoltre l’attrice premiata con il Golden Globe e candidata a tre premi Oscar® Michelle Pfeiffer nel ruolo della Regina Ingrith, l’attore candidato all’Oscar e al Golden Globe Chiwetel Ejiofor, Ed Skrein e Robert Lindsay, mentre Harris Dickinson interpreta il Principe Filippo. In questa nuova avventura fanno il loro ritorno anche alcuni membri del cast del precedente film Maleficent, tra cui Sam Riley nel ruolo di Fosco, la candidata all’Oscar Imelda Staunton nel ruolo della fatina Giuggiola, Juno Temple nel ruolo della fatina Verdelia e la candidata all’Oscar Lesley Manville nel ruolo della fatina Fiorina.

Maleficent – Signora del Male, la trama:

Il tempo è stato gentile con Malefica e Aurora. Il loro rapporto, originato da un tradimento, dalla vendetta e infine dall’amore, è cresciuto ed è forte. Ciononostante c’è ancora dell’astio tra gli uomini e le creature magiche. Il matrimonio di Aurora con il Principe Filippo è motivo di festeggiamenti in tutto il Regno e nelle terre vicine poiché le nozze uniranno i due mondi. Un incontro inaspettato però darà vita a una nuova potente alleanza: Malefica e Aurora si ritroveranno sui fronti opposti di una Grande Guerra che metterà alla prova la loro lealtà e le porterà a chiedersi se potranno essere davvero una famiglia.

Maleficent – Signora del Male è il sequel di Maleficent, remake/spin-off del Classico Disney La bella addormentata nel bosco (1959).

Maleficent – Signora del Male arriverà il 17  ottobre 2019, continuando a cavalcare l’onda dei live action dei classici Disney. Maleficent – Signora del Male sarà diretto da Joachim Ronning, che collaborerà ancora con Espen Sandberg, come per Pirati dei Caraibi – La vendetta di Salazar.

Maleficent – Signora del Male rientra nella nuova politica Disney del revival in live action del classici d’animazione. Dopo il primo capitolo, Cenerentola, La Bella e la Bestia e Il Libro della Giungla, Aladdin, Dumbo e Il Re Leone già arrivati in sala, il film con protagonista la Jolie si aggiunge alla lista di film che riproporranno in carne e ossa i personaggi iconici della Casa di Topolino, insieme a tanti altri confermati e molti che sicuramente arriveranno.

Captain America: 10 cose che non sapevi sul costume

Captain America: 10 cose che non sapevi sul costume

Simbolo americano per eccellenza, il costume di Captain America è anche ciò che rende unico il supereroe nel panorama dei fumetti Marvel e dell’universo cinematografico ad essi ispirato. Ecco allora di seguito 10 cose che non sapevate sull’iconica uniforme di Steve Rogers:

La storia dell’elmetto

Chris Evans come Captain America

Originariamente Cap indossava un elmetto blu per nascondere la sua identità ai soldati nemici durante la seconda guerra mondiale. Nei film invece l’eroe scende sul campo di battaglia anche senza, sfoggiandolo solo in determinate situazioni.

Le cinque versioni del costume nel MCU

Captain America è apparso in diversi film della MCU e il suo costume tradizionale ha subito alcuni cambiamenti nel corso degli anni. Ricorderete sicuramente quello sfoggiato durante la guerra, o quando lavorava per lo S.H.I.E.L.D. fino ad arrivare a Endgame, dove addirittura vediamo due versioni del personaggio interagire insieme nella stessa scena.

Exoskeleton suit disegnato da Tony Stark

Nei fumetti Tony Stark progetta un disegnato una Exoskeleton suit appositamente per Captain America, molto simile a quella di Iron Man con i colori del patriota americano e dettagli molto eleganti. Praticamente indistruttibile.

Lo scudo originale era di forma diversa

Lo scudo di Capitan America, parte distintiva del suo costume, non era originariamente di forma circolare ma triangolare, come mostrato nel primo film standalone del MCU. Quell’aspetto era molto simile a quello di un altro personaggio della Archie Comics, chiamato “The Shield”, sul cui petto compariva un simbolo speculare.

Phil Coulson ha partecipato alla creazione del suo costume

L’agente Phil Coluson è un grande fan di Captain America, e fu lui stesso a suggerire qualche cambiamento al suo costume per riportarlo al suo “vecchio stile”. Succede in The Avengers, tornando ai colori audaci delle sue radici patriottiche.

A prova di proiettile

Tutti i costumi di Capitan America forniscono all’eroe la protezione necessaria dai proiettili, offrendogli coperture aggiuntive grazie al materiale ignifugo. La tuta è inoltre ultra-leggera e realizzata in duralluminio.

Una diversa versione dello scudo

Realizzato con il vibranio, minerale presente solo in Wakanda, lo scudo di Cap è potente e quasi indistruttibile. Nei fumetti però Steve Rogers ne usa una versione “energetica” donatogli da Sharon Rogers e collegato al suo guanto con un acceleratore di fotoni a raggio limitato molto simile al modo in cui il vibranio funzionava nella tuta originale.

Nuovo design

Nel 1966 la Marvel Comics fu citata in giudizio da Joe Simon, affermando di possedere i diritti sul design di Captain America. Tuttavia la casa editrice sosteneva il contrario, con Jack Kirby che ideò due diverse versioni del costume pronte ad essere utilizzate in caso di sconfitta.

Il costume disegnato da Howard Stark

La tuta che l’eroe indossa in Captain America: Il Primo Vendicatore è stata disegnata nientemeno che dal padre di Tony Stark, Howard Stark. L’uniforme viene realizzata sando un polimero di carbonio resistente al coltello e ai danni balistici, rendendo così Steve Rogers piuttosto difficile da ferire.

Un’uniforme per gli spettacoli

In pochi sanno che la tuta da supereroe di Cap ha origini alquanto “umili”. Il costume fu infatti fornito dall’USO e Steve Rogers lo indossava durante le sue esibizioni negli spettacoli per i commilitoni dell’esercito.

Leggi anche – Captain America: 8 modi in cui potrebbe tornare dopo Endgame

Fonte: CBR

John Turturro presenta Jesus Rolls – Quintana è tornato!

John Turturro presenta Jesus Rolls – Quintana è tornato!

È stato presentato a Roma Jesus Rolls – Quintana è tornato! Spin-off de Il grande Lebowski, in cui John Turturro regista e protagonista torna a vestire i panni di Jesus Quintana, giocatore di bowling irriverente e trasgressivo, divenuto personaggio di culto della pellicola dei fratelli Coen.  Ora Jesus torna con una storia tutta sua, e con un inesauribile desiderio di libertà. Accanto al regista, il co-protagonista Bobby Cannavale, la montatrice Simona Paggi e l’autrice delle musiche Émilie Simon. Assente invece la protagonista femminile Audrey Tautou.

Il film fa parte della Festa del Cinema di Roma, come spiega, in apertura dell’incontro, il Direttore Artistico Antonio Monda, che sottolinea come il film fosse stato invitato nella selezione ufficiale, ma non sia stato possibile inserirlo, poiché l’uscita in anteprima mondiale in Italia è prevista per il 17 ottobre, giornata di apertura della kermesse. Tuttavia, al film sarà dedicata l’ultima delle pre-aperture della Festa, il 16 ottobre alle 21 presso la Casa del Cinema di Roma. Monda si dice fiero di ospitare il film, che definisce “divertente, intelligente e coraggioso”.

John Turturro racconta così la genesi del personaggio  di Jesus Quintana: “Il personaggio è stato ispirato da una commedia che ho portato a teatro nel 1988. Quell’idea è piaciuta molto ai fratelli Cohen e hanno deciso di introdurre questo personaggio ne Il grande Lebowski. […] In realtà il commediografo di quello spettacolo era un misto tra il portoricano, il cubano, il russo, e il personaggio è anche un po’ ispirato a lui”. Spiega poi come mai abbia voluto abbinare il personaggio al remake di un libro e di un film di Bertrand BierLes valseuses, in Italia I santissimi, del 1974: “Forse perché sono pazzo!”, scherza, ma poi prosegue serio: “Perché mi piace il cinema di Blier, è una commedia libera, mi piace che sia in grado di fare connessioni tra il mondo maschile e quello femminile, penso che il film celebri la generosità, esseri umani che non hanno potere. L’immagine che viene fuori è di uomini forse un po’ più stupidi. Le donne invece vengono celebrate perché esseri umani più profondi. Gli uomini però cercano di capire le donne, cadono per poi rialzarsi. È anche per questo che ho scelto Bobby Cannavale. Mi piaceva l’idea di avere accanto una persona che capisse questo gioco delle parti tra il maschile e il femminile”.

Sul rapporto tra i due protagonisti maschili del film, Jesus Quintana e il suo amico Pete, interpretato appunto da Cannavale, Turturro chiarisce che “è un po’ come il rapporto tra Don Chisciotte e Sancho Panza. Si tratta di personaggi che cercano la libertà, che sono in grado di vivere il momento, che è la cosa più difficile oggi. Sono liberi di prendere una decisione. È questa la cosa più bella. Non seguono le regole”.

Gli fa eco Bobby Cannavale, attore di origini italo-cubane – la famiglia del padre era di Avellino – che dice di amare l’Italia, e di essere legato a Turturro da una solida amicizia. “Non saprei come definire il nostro rapporto ma so che la mia parte migliore si sposa con la sua parte migliore”. “Jesus è il leader, è il mentore. È appena uscito dal carcere, è il momento forse più esaltante della sua vita. Don Chisciotte ha bisogno di Sancho per andare avanti. Il rapporto tra i due personaggi può essere visto anche nella chiave insegnante-studente. Ma possiamo vedere anche una sorta di assistente nel ruolo di Peter rispetto a Jesus. Si rifà a lui, lo emula e scopre anche cose molto belle di sé grazie a lui. Non a caso, per la prima volta si innamora”. Sono però la generosità e la continua ricerca le caratteristiche dei personaggi più apprezzate da Cannavale: “Amo molto la generosità che viene fuori dai personaggi di questo film e dal film in generale. […] In fondo sono alla ricerca di qualcosa, ma non sappiamo cosa esattamente stiano cercando. Ho trovato questa idea sottesa al film estremamente ottimista, perché questi ragazzi si aiutano tra loro, poi incontrano una donna e in questo trio […] c’è il risvolto comico.

Il lavoro espone anche una visione della sessualità che il regista definisce “fluida” e che senz’altro va oltre le rappresentazioni convenzionali, soprattutto con riferimento alla sessualità maschile: “In tutti  i film che ho fatto ho cercato di parlare di storie d’amore e sappiamo che l’amore ha tante facce, a volte può essere strano, può accadere nei posti più strani. […] Gli uomini spesso immaginano di poter soddisfare in tanti modi la donna, ma non sempre è così. […] Io vedo in Jesus e Pete due fratelli che poi trovano in Marie una sorella. È molto interessante il punto di vista del femminile che viene fuori nel film, non a caso ho scelto Simona Paggi come montatrice e Émilie Simon come compositrice. Sono loro in grado di dare l’anima al film, un animo femminile”.

Émilie  Simon racconta quindi la sua esperienza di lavoro per il film: “Quello che ho amato nel lavoro con John è poter parlare di sentimenti, di tutto ciò che c’è tra le righe, le emozioni. Questi personaggi possono apparire per certi versi disperati, anche un po’ persi, ma non perdono mai di vista il loro obiettivo, cercare continuamente e arrivare magari a trovare sé stessi. Quello che ho cercato di fare con la musica è tirare fuori la loro vulnerabilità, il loro essere anche un po’ sbadati, e di dare un po’ di romanticismo a tutto questo”. Per fare ciò, l’autrice ha utilizzato un mix di elementi che vanno dalla salsa, al mambo, al flamenco, senza mai perdere di vista Jesus e la musica dei Gipsy Kings, che, dice, “è nel dna del personaggio” e da cui è partito il lavoro.

Per quel che riguarda la componente femminile del film, Turturro ci tiene a precisare che tutti i personaggi femminili formano come un’unica figura, centrale nel film, a partire dalla madre di Quintana, interpretata da Sonia Braga, che compare all’inizio, passando per Marie, interpretata da Audrey Tautou, che acquisisce sempre maggiore importanza nelle vite di Jesus e Pete, fino alla donna cui dà vita Susan Sarandon: “Il personaggio interpretato da Audrey Tautou non è abituato ad essere trattato bene. Quando incontra Jesus e Pete, loro si impegnano per la prima volta a trattarla bene e questo per lei fa la differenza. Poi scoprono di non poter fare a meno di lei. Ed è solo quando entra in scena il personaggio interpretato da Susan Sarandon che loro si rendono conto di quanto ci tengono a Marie. Quindi Marie è un po’ il cervello del film.  Ed è anche il personaggio che cresce di più. Quella che formano lei, Jesus e Pete è una piccola famiglia”. Aggiunge poi di aver scelto Tautou anche perché: “volevo far ridere, e Audrey è anche un’attrice molto divertente”.

Infine, a chi gli domanda se ha in cantiere un prossimo film da regista in Italia Turturro risponde  così: “Spero di lavorare ancora in Italia. Ho lavorato con Rosi, Moretti, Pontecorvo, Battiato e sono sempre state ottime esperienze. Spero di poter dirigere presto un nuovo film qui. Sto scrivendo. Vedremo”.

Jesus Rolls – Quintana è tornato! arriva in sala, in anteprima mondiale in Italia, dal 17 ottobre.

Star Wars: 10 personaggi che meriterebbero una serie

Star Wars: 10 personaggi che meriterebbero una serie

A dicembre si calerà il sipario sulla saga degli Skywalker con Episodio IX, ma nei prossimi mesi il franchise continuerà ad espandersi grazie alla serie in arrivo su Disney + The Mandalorian, dunque lo spazio per raccontare storie relative all’universo di Star Wars sarà sempre più ampio.

Perché allora non dedicare i nuovi show televisivi a personaggi che conosciamo e che meriterebbero un maggiore approfondimento? E quali sarebbero quei personaggi?

Captain Rex

Soldato, eroe, e uno dei più grandi e rispettati soldati nella guerra dei cloni: Captain Rex ha una storia incredibile che la serie animata di Star Wars ha saputo raccontare colmando molte lacune e rispondendo a varie domande. C’era traccia del personaggio nella battaglia di Endor, quindi sarebbe fantastico rivederlo in azione dopo aver lavorato con la resistenza.

Maz Kanata

Maz Kanata Star Wars: Episiodi IX

Maz Kanata è un altro di quei personaggi emblematici della nuova trilogia che ci piacerebbe vedere approfondito, anche solo per conoscere il suo passato e quali avventure ha affrontato durante la sua giovinezza. Magari partendo dalla creazione del suo castello…

Dengar

Rispetto ai personaggi inclusi nell’elenco, Dengar non è così popolare: cacciatore di taglie con una ricca storia alle spalle e altre da raccontare, presenta sfumature quasi respingenti e un carattere a tratti spregevole perfetti per dipingerlo come il villain di una serie.

Temmin Wexley

Temmin Wexley è apparso in una trilogia di romanzi, nei fumetti di Poe Dameron e nella nuova trilogia cinematografica, ma sono in molti a sostenere che sia arrivato il momento di celebrarlo come si deve in una serie con tutti i riflettori puntati e maggiore spazio dedicato ai piloti della galassia.

Dooku

Come personaggio, il conte Dooku è stato esplorato nei film, nei libri, nei fumetti e nelle serie animate, eppure c’è un’area della sua vita che non è stata raccontata abbastanza: la sua giovinezza Sarebbe bello tornare indietro nel tempo per vedere crescere Dooku fino alla sua lenta discesa verso il lato oscuro.

Finn

star wars the rise of skywalker

Finn è uno degli eroi protagonisti della nuova trilogia di Star Wars ed è apparso in alcuni fumetti, ma quanto possa sembrare simile a Poe, avrebbe a disposizione tutta la storia sulle “origini” del suo lavoro come stormtrooper e del suo rapporto con il Primo Ordine.

Chewbacca

chewbacca star wars han solo

Non c’è dubbio che Chewbacca sia uno dei personaggi più amati dai fan di Star Wars. Inseparabile amico e co-pilota di Han Solo, Chewie avrebbe decine di storie da raccontare del suo periodo pre-Episodio IV.

Boba Fett

boba-fett

L’universo di Star Wars ha sempre esercitato un particolare fascino nel pubblico grazie ai cacciatori di taglie, personaggi sfuggenti e affascinanti ma usati con troppa parsimonia. Dunque non credete anche voi che sia giunto il momento di dedicare più spazio a Boba Fett, partendo dalla guerra dei cloni fino ad arrivare su Tatooine? Se ne parla da anni, senza successo…

Ashoka Tano

Sviluppare una serie sulla giovane Padawan Jedi Ahsoka Tano, che come saprete è stata assegnata dal maestro Yoda agli insegnamenti di Anakin Skywalker, permetterebbe al franchise di collegare i vari universi di cinema e animazione attraverso le guerre dei cloni e le missioni insieme a Obi-Wan Kenobi fino alla sua trasformazione in “Fulcrum”.

Mandalorian

The Mandalorian

Chiudiamo questa lista con una domanda: se è vero che alla fine del 2019 otterremo finalmente la serie sui Mandaloriani grazie a Disney +, è altrettanto possibile che la Lucasfilm vogliano sfruttare l’imminente popolarità del personaggio producendo una serie a fumetti solo sul personaggio del titolo? Si incrocino le dita…

Leggi anche – Star Wars: 10 attori che hanno “quasi” fatto parte del cast

Fonte: CBR

Alice Pagani: 10 cose che non sai sull’attrice

Alice Pagani: 10 cose che non sai sull’attrice

Attiva sin da giovanissima nel mondo dello spettacolo, l’attrice Alice Pagani ha saputo negli ultimi anni affermarsi grazie al suo carisma e allo sguardo magnetico. La sua partecipazione a film di successo le ha permesso di farsi notare da pubblico e critica, e grazie alla serie Netflix Baby ha potuto consacrare il suo talento, diventando una delle attrici più richieste del momento.

Ecco 10 cose che non sai su Alice Pagani.

Alice Pagani film

1. Ha recitato in film di successo. Il debutto cinematografico dell’attrice avviene nel 2016, quando prende parte al film Il permesso – 48 ore fuori, diretto da Claudio Amendola. Successivamente recita in Classe Z (2017) come coprotagonista. Nel 2018 appare invece nel film Loro, di Paolo Sorrentino, nel ruolo della giovane studentessa Stella. Qui recita accanto all’attore Toni Servillo. Nel 2019 recita invece nel film La rosa velenosa accanto agli attori John Travolta e Morgan Freeman.

2. È tra i protagonisti di una serie Netflix. L’attrice raggiunge grande notorietà nel momento in cui recita nella serie Netflix Baby, dove ricopre il ruolo di Ludovica. Qui, assieme all’attrice Benedetta Porcaroli, dà vita ad una ragazza adolescente del quartiere Parioli di Roma, la quale per insicurezze e paure finirà nel giro della prostituzione.

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Alice Pagani Instagram e Twitter

3. Ha un account personale. L’attrice è presente sul social network Instagram con un proprio profilo, seguito da un milione di persone. All’interno di questo l’attrice è solita condividere fotografie di momenti di svago, ma anche numerosi scatti realizzati per riviste di moda o foto promozionali dei propri progetti da attrice.

4. Ha un profilo Twitter. La Pagani è inoltre presente anche su Twitter, dove ha un profilo seguito da oltre mille followers. Qui l’attrice è solita condividere novità riguardo i suoi progetti cinematografici e televisivi, e in più occasioni ha anche risposto a curiosità dei propri fan.

Alice Pagani fidanzato

5. È ufficialmente fidanzata. L’attrice attualmente vive una storia d’amore con Dark Pyrex, uno dei componenti della Dark Polo Gang. I due si sono presentati insieme all’anteprima della serie Baby, ufficializzando la loro relazione. Non mancano poi di condividere sui rispettivi social network foto e video dei momenti trascorsi insieme.

Alice Pagani Loro

6. Ha un ruolo di rilievo. L’attrice si è fatta notare per il suo ruolo nel film Loro, in cui il regista Paolo Sorrentino dà la propria versione di Silvio Berlusconi. Nel film l’attrice recita accanto a grandi nomi del cinema italiano come Toni Servillo, Elena Sofia Ricci e Riccardo Scamarcio. Il suo ruolo è quello di Stella, giovane studentessa reclutata per far animare le feste del protagonista e che svelerà invece un animo ben meno materialista di quello che si pensa.

Alice Pagani Baby

7. Crede molto nel suo personaggio. L’attrice ha dichiarato di mettere tutta sé stessa nei personaggi che affronta, credendoci fino in fondo. Per Ludovica, protagonista della serie Baby, l’attrice si è trovata a vivere la sfida di rappresentare luce e ombre del personaggio, riportando in esso molto della sua turbolenta adolescenza.

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8. Ha vinto la propria timidezza. Per affrontare al meglio il ruolo l’attrice si è trovata a dover combattere e vincere la propria timidezza, il che le ha permesso di vivere con maggior serenità le scene più impegnative della serie, in particolare quelle che prevedevano il nudo.

Alice Pagani agenzia

9. È rappresentata da una nota agenzia. L’attrice ha alle proprie spalle l’agenzia IPC Promozioni Cinematografiche, che cura la Pagani per tutti i rapporto con le produzione nel settore cinematografico. L’ufficio stampa invece è UPGRADEARTIST.

Alice Pagani età e altezza

10. Alice Pagani è nata ad Ascoli Piceno, nelle Marche, il 19 febbraio 1998. L’altezza complessiva dell’attrice è di 165 centimetri.

Fonte: IMDb