Non sempre i biopic riescono a
rimanere fedeli alla realtà dei fatti, raccontando la vita di
personaggi famosi con qualche licenza poetica. Lo stesso è accaduto
in Rocketman,
il film che racconta le fasi più importanti della vita di
Elton John in forma di musical con suggestioni di
fantasia.
Ma cosa è cambiato nella trasposizione? Ecco le maggiori
differenze:
1I’m still standing
In
Rocketman
Elton John scrive “I’m Still Standing” dopo
essersi appena ricongiunto con il paroliere Bernie Taupin, mentre
la cronaca ci dice che il pezzo è stato prodotto nel 1983, molto
prima della rehab.
Ecco un nuovo terrificante trailer di Scary Stories to Tell in the Dark,
l’atteso film horror scritto dal premio Oscar Guillermo del
Toro e tratto dal best seller di Alvin
Schwartz.
Diretto dal regista André
Øvredal arriverà al cinema in autunno. Completano il cast
del film Zoe Colletti, Austin Abrams, Gabriel Rush, Michael
Garza, Austin Zajur, Dean Norris, Gil Bellows, Lorraine Toussaint e
Natalie Ganzhorn.
Scary Stories to tell in the dark – la
trama
È il 1968 in America. Sta
soffiando il vento del cambiamento… ma apparentemente lontano dai
disordini nelle città, c’è la piccola città di Mill Valley, dove
per generazioni, l’ombra della famiglia Bellows incombeva in
lontananza. È nella loro villa ai margini della città che Sarah,
una ragazza con orribili segreti, ha trasformato la sua vita
sfortunata in una serie di storie spaventose, scritte in un libro
che ha travalicato i confini del tempo e che trovano il modo di
diventare sin troppo reali per un gruppo di adolescenti che scopre
la terrificante abitazione di Sarah.
Questo progetto segna il ritorno di
Guillermo Del Toro al grande schermo, anche se
solo in veste di sceneggiatore e produttore, dopo il grande
successo de La Forma
dell’Acqua, il suo ultimo film da regista che ha vinto
l’Oscar nella categoria principale e anche quello di categoria, per
Del Toro stesso.
Nonostante il fatto che Ron
Howard sia uno dei registi più famosi e premiati di
Hollywood, anche a lui è capitato di realizzare dei film che non
hanno incontrato il gusto del pubblico. Ricordiamo di recente il
flop di Solo: A Star
Wars Story, film che ha avuto notevoli problemi di
produzione, ma anche l’adattamento de La Torre Nera di
Stephen King, del 2017, che è stato considerato un
vero e proprio disastro.
Proprio riflettendo sulla
realizzazione di quest’ultimo film, Howard ha ammesso che nello
sviluppo del progetto sono stati commessi degli errori. Parlando
con Collider, il produttore ha confessato di aver
commesso degli errori, specialmente quando si è trattato di
scegliere il tono del film:
“Penso che sarebbe stato meglio
scegliere un tono horror. Penso che invece, sia nella nostra mente
che in quella dello studio è stato pensato come un progetto che
poteva essere anche un prodotto PG-13, una specie di avventura per
ragazzi. Penso davvero che abbiamo commesso un errore, non sono
sicuro che sarebbe stato poi un successo se lo avessimo fatto
diversamente, ma avremmo potuto adottare un look più dark e più
duro e far sì che il personaggio di The Gunslinger sarebbe stato
più centrale di Jake. Penso che in retrospettiva sarebbe stato più
eccitante. Ci siamo sempre sentiti come se stessimo trattenendoci
su alcune cose, e credo che alla fine di tutto si trattava proprio
di questo.”
Dai primi materiali di marketing
pubblicati sul film, i fan sono stati completamente confusi dalla
sua direzione e dal modo in cui questa scelta di tono si sarebbe
inserita nel canone della serie stessa.
Al momento Prime Video sta lavorando a un nuovo adattamento
della saga di King, questa volta in formato di serie televisiva,
che sicuramente terrà conto di quanto realizzato in precedenza per
il cinema.
Roberto Benigni è
di uno di quegli artisti che ha contribuito a far conoscere il
cinema italiano nel mondo, con la sua grazia, con la sua eleganza,
con il suo talento e con il suo fare istrionico davvero unico.
L’attore, regista e comico toscano
ha sempre avuto modo di mostrare il suo talento e il suo amore per
tutte le forme d’arte possibili, dal cinema alla letteratura, dalla
poesia al teatro.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Roberto Benigni.
Roberto Benigni film
1. Roberto Benigni: i film e
la carriera. La carriera dell’attore
toscano è iniziata nel 1972, quando partecipa alla miniserie
televisiva Sorelle Materassi. In seguito, lavora nei film
Berlinguer ti voglio bene (1977), Chiaro di donna
(1979), Il Pap’occhio (1980) e Non ci resta che
piangere (1984). Successivamente, la sua carriera prende
sempre più piede e recita in La voce della luna (1990),
Il figlio della pantera rosa (1993), Asterix e Obelix
contro Cesare (1999), Caterina va in città (2003) e
To Rome with Love (2012).
2. È anche sceneggiatore e
regista. Nel corso della sua carriera, Roberto Benigni ha
avuto modo di sperimentare diversi ambiti del cinema. Nella
fattispecie, ha vestito diverse volte i panni dello sceneggiatore,
lavorando alla serie Onda libera (1976) e ai film
Berlinguer ti voglio bene e Non ci resta che
piangere. Inoltre, l’attore ha diretto e sceneggiato Tu mi
turbi (1983), Il piccolo diavolo (1988), Johnny
Stecchino (1991), Il mostro (1994), La vita è bella (1997), Pinocchio (2002) e
La tigre e la neve (2005).
Roberto Benigni moglie
3. È sposato da ventotto
anni. Roberto Benigni è sposato da molti anni con
l’attrice Nicoletta Braschi, ma in realtà i due si
frequentano da più tempo. Infatti, i due attori si sono incontrati
nel 1983 durante le riprese di Tu mi turbi e da lì non si
sono più lasciati, sposandosi otto anni dopo. I due, inoltre,
collaborano spesso insieme poiché lei appare in tutti i film
diretti da suo marito (basti ricordare il suo ruolo in La vita
è bella).
Roberto Benigni figli
4. Non hanno mai avuto
figli. Benigni e Nicoletta Braschi sono insieme da molti
anni, ma non hanno mai avuto figli. Nonostante ciò, questo non ha
fatto incrinare la relazione e i due sono sempre molto innamorati
e, spesso e volentieri, lui spende sempre parole dolci nei
confronti della moglie senza riuscire ad immaginare un’altra
persona al suo fianco.
Roberto Benigni frasi
5. Roberto Benigni e le sue
frasi memorabili. L’attore e comico toscato ha sempre
regalato delle perle di saggezza nei suoi film e durante la sua
vita. Ecco qualche esempio:
La gente vede, sente e parla.
Purtroppo però vede male, sente poco e parla troppo.
Di legale, in Italia, c’è solo
l’ora.
È un segno di mediocrità quando
dimostri la tua gratitudine con moderazione.
Smettila di pensare a cosa potrebbe
andare male e inizia a pensare a cosa potrebbe andare bene.
Innamoratevi! Se non vi innamorate
è tutto morto! Vi dovete innamorare e diventa tutto vivo. Per
essere felici dovete patire, stare male, soffrire. Non abbiate
paura di soffrire: tutto il mondo soffre.
Roberto Benigni Oscar
6. Un’edizione
indimenticabile. Con La vita è bella, Benigni ha
avuto un gran successo in tutto il mondo, tanto da ricevere ben
sette candidature agli Oscar e riuscendo a vincerne tre: Miglior
Colonna Sonora a Nicola Piovani, Miglior Film Straniero e
Miglior Attore Protagonista.
7. La passeggiata sulle
poltrone. Oltre che le numerose vittorie dell’artista
toscano, è indimenticabile l’annuncio della vittoria come Miglior
Film Straniero, quando Sophia Loren annunciò “And the Oscat goes to…
Roberto!”. Fu proprio lì che Benigni si mise a “passeggiare” sulle
poltrone della sala, inebriato dalla gioia e contagiando tutti i
presenti.
Roberto Benigni incidente
8. Si è fatto male alla
schiena. Nell’estate 2018, l’attore e comico toscano si
trovava al largo de La Maddalena su un gommone, insieme alla moglie
e alcuni amici. A un certo punto, Benigni è caduto, urtando
violentemente la schiena e, pare, incrinando anche una vertebra.
Tuttavia, l’attore si è subito ristabilito grazie alle cure dei
medici del San Raffaele di Milano, dove è stato portato.
Roberto Benigni: La vita è
bella
9. Il titolo è stato scelto
in maniera casuale. Pare che il titolo del film sia stato
scelto in maniera del tutto casuale, sia per il fatto di voler
esprimere il desiderio del protagonista, quello di andare alla
ricerca della felicità, sia per il fatto di aver trovato la stessa
frase in una citazione di Lev Trotsky.
10. Ne è stata pubblicata la
sceneggiatura. Lo script del film di Roberto Benigni e
Vincenzo Cerami è stata pubblicata in Italia
nel 1998. La versione pubblicata conteneva alcune scene che non
erano nel film finale, in particolare una scena in cui Guido,
inavvertitamente, assiste ad un’esecuzione di massa di partigiani,
individuando il suo amico Ferruccio tra di loro.
Dopo il discreto successo al
botteghino di Obbligo o Verità, prodotto dalla
Blumhouse,Jeff Wadlow lavorerà
di nuovo con lo studio per realizzare un nuovo film horror
incentrato sulla Magic Ball 8, la palla numero 8,
gioco molto famoso negli USA che “dà risposte a domande
esistenziali”. Il giocattolo, concepito negli anni ’50, sarà il
centro di una storia che spera di spaventare il pubblico del 21°
secolo una volta arrivato in sala nei prossimi anni.
Mattel ha annunciato anche gli
autori del film, che saranno Jillian Jacobs e
Chris Roach, che continuano la loro frequente
collaborazione e firmano la sceneggiatura. Il film sembra partire
da un presupposto interessante e plausibile, in quanto l’idea di un
gioco posseduto da un demone o da una forza maligna si sposa alla
perfezione con lo stile di racconto della Blumhouse. Basti pensare
a Ouija oppure alla stessa saga di
Annabelle.
Non si hanno ancora dettagli in merito all’inizio della
produzione del film.
Arriva il sala il 6 giugno
Pets 2 – Vita da animali, il lungometraggio
animato sequel del film che nel 2016 venne presentato in anteprima
al Festival di Venezia.
Il cagnolino d’appartamento Max ha
tutto quello che gli serve, ha imparato a convivere con il suo
grosso amico peloso, un secondo cane che la sua padroncina ha
adottato, ma adesso si deve preparare a un grande sfida. La sua
padrona si sposa e ha un bambino, così Max dovrà cercare di far
coesistere le sue paure per ogni cosa che lo circonda con
l’apprensione generata dal grande affetto che lo lega al piccolino
di casa. Una gita in campagna lo metterà di fronte alle sue paure e
alle sue responsabilità nei confronti del piccolo, soprattutto lo
trasformerà profondamente. La cagnolina Gidget invece dovrà
fingersi un gatto per recuperare un giochino di Max finito nelle
grinfie di un gruppo di gatti d’appartamento. Il cogniglietto
Nevosetto, infine, credendosi un supereroe, si lascerà trascinare
in un’impresa quasi suicida per salvare una tigre bianca da un
circo.
Dopo il successo del primo
capitolo, divertente e sicuramente dignitoso da un punto di vista
drammaturgico, Pets 2 – Vita da animali mette in
scena un cambiamento di rotta nelle intenzioni del regista Chris
Renaud e dello sceneggiatore Brian Lynch. I filmmaker accantonano
la formula di narrazioen classica e si dedicano alla messa a punto
di singole gag che strappano, è il caso di dirlo, più di un
sorriso. Sembra tuttavia che non ci sia stato uno sforzo a voler
sviluppare la trama dedicata al cagnolino Max, che è senza dubbio
la più emotivamente solida, e lasciare a contorno le altre due
storie che alla fine convergono nel racconto principale in maniera
pretestuosa.
Il film replica quindi quanto
successo con Cattivissimo Me 3, sempre della
Illumination, e rinuncia a qualsiasi tipo di approfondimento,
confermandosi come un prodotto indirizzato ai più piccoli che
sicuramente si divertiranno e in parte anche a quegli adulti che
posseggono degli animali domestici e godranno nel vedere
rappresentati tutti quelli che potrebbero essere i segreti dei loro
piccoli amici a quattro (o due) zampe.
David Lynch, Wes Studi e
Lina Wertmüller riceveranno degli Oscar onorari alla
carriera mentre a Geena Davis sarà assegnato con
il Premio Umanitario Jean Hersholt, a dare l’annuncio è l’Academy
of Motion Picture Arts & Sciences in vista degli Oscar 2020. Le
quattro statuette degli Oscar saranno consegnate durante l’11°
Annual Governors Awards dell’Academy di domenica 27 ottobre, e i
nomi selezionati sono il risultato di un cambiamento più ampio
dell’organizzazione dietro ai prestigiosi premi cinematografici per
riconoscere donne e membri di gruppi sotto-rappresentati.
“Questi premi ogni anno
riconoscono le persone che si sono dedicate a una vita di
realizzazione artistica e hanno apportato contributi eccezionali al
nostro settore, e non solo – ha dichiarato il presidente
dell’Academy, John Bailey– È con grande
piacere che annunciamo i destinatari di quest’anno.”
A Geena Davis,
premio Oscar per Turista per caso e la star di Thelma & Louise,
sarà riconosciuto il suo impegno per la difesa della parità di
genere nei media.
Wes Studi è un
attore Cherokee-Americano i cui crediti includono Balla coi Lupi,
L’Ultimo dei Moicani e Heat La Sfida. In un comunicato stampa che
annunciava la selezione di Studi, l’Accademia lo ha lodato per aver
“…ritratto forti personaggi nativi americani con intensità e
autenticità” e ha evidenziato il suo coinvolgimento nella politica
e nell’attivismo dei nativi americani.
Lina Wertmüller ha
fatto storia nel 1976 quando è diventata la prima donna a ricevere
una nomination all’Oscar per la regia con Pasqualino Settebellezze.
Ad oggi, solo cinque donne sono state nominate al premio. Kathryn
Bigelow (The Hurt Locker) è l’unica regista donna ad aver vinto il
premio.
David Lynch è un
regista pioneristico che sicuramente non ha bisogno di
presentazioni. Ha contribuito a introdurre elementi d’avanguardia
nel cinema popolare con film del calibro di Velluto Blu e
Mulholland Drive. Ha ricevuto tre nomination all’Oscar per
Mulholland Drive, Velluto Blu e The Elephant Man, oltre a una
sceneggiatura adattata per quest’ultimo. È, tra le altre cose,
l’autore di Twin Peaks, serie televisiva con cui è in debito tutta
la produzione contemporanea di serie per la tv e le nuove
piattaforme.
Con Avengers:
Endgame che completa la “Infinity Saga” del
MCU, il pubblico è impaziente di
vedere quale direzione seguirà la Marvel.
Dall’uscita di Endgame, si sono susseguite voci su quali personaggi
potrebbero essere presenti nella Fase 4
dell’Universo Condiviso.
Di tutti i personaggi che ci
piacerebbe vedere al cinema, al fianco degli eroi che già occupano
un posto nel cuore dei fan e nel MCU, ce ne sono
alcuni che più probabilmente riusciremo a vedere.
1Fantastici Quattro
Ok,
si tratta di quattro personaggi e non di uno solo, tuttavia loro
devono stare uniti, visto che sono la prima famiglia
Marvel.
Considerati gli scarsi tentativi da parte di
Fox di realizzare un film adeguato alle aspettative dei fan sui
Fantastici Quattro, Marvel ora si trova nella posizione perfetta
per creare il film definitivo. La prima famiglia della Marvel non
ha solo una storia ricca e leggendaria, ma il tono familiare è
perfetto per ciò che riguarda i Marvel Studios. Anche se non
sappiamo esattamente quando, sappiamo però che un film sui
Fantastici Quattro inserito nel MCU sarà sicuramente un grande
successo.
Aladdin regge in testa al box office
italiano, seguito da Godzilla II e Il Traditore. Il primo fine settimana
di giugno è decisamente positivo al box office italiano, indice del
fatto che gli italiani non hanno ancora disertato le sale. Così
Aladdin regge saldamente in testa al
botteghino con 2,8 milioni di euro con cui giunge a quota 11,2
milioni dopo due settimane di programmazione.
Godzilla II: King of the Monsters
apre in seconda posizione incassando 1 milione in 503 sale a
disposizione, registrando una media per sala pari a duemila euro.
Il terzo gradino del podio è occupato da Il Traditore che giunge a 2,8 milioni
totali con altri 930.000 euro. Esordio non molto incoraggiante per
Rocketman, che incassa 602.000 euro e ottiene
una media per sala pari a 1100 euro. Quinto posto per Dolor Y Gloria che raccoglie altri
293.000 euro per un totale di 2,6 milioni.
Seguono pellicole in calo, ossia
John Wick 3 (228.000 euro) e
Attenti a quelle due (128.000 euro),
giunti rispettivamente a 3 milioni complessivi e 1,6 milioni
globali. Calo anche per Pokemon Detective Pikachu, arrivato a
5,1 milioni totali con altri 101.000 euro, e L’Angelo
del Male – Brightburn, che raccoglie altri 69.000
euro e giunge a 409.000 euro complessivi. Chiude la top10 il film
con il maggiore incasso dell’anno, ossia Avengers: Endgame, che con altri
50.000 euro arriva alla bellezza di 29,6 milioni totali.
Dal 12 al 20 giugno 2019 presso il MIC – Museo Interattivo
del Cinema, Fondazione Cineteca Italiana propone Jacques
Audiard, una personale in 8 film dedicata
al maestro del cinema contemporaneo francese, vincitore del Leone
d’argento per la miglior regia all’ultimo Festival di Venezia con
I Fratelli Sisters e Palma d’Oro a Cannes con
Dheepan nel 2015.
Figlio del grande sceneggiatore Michel Audiard, Jacques fece il
suo esordio dietro la macchina da presa nel 1994 con Regarde
les hommes tomber, subito vincitore del premio Cesar (l’Oscar
francese) come miglior film.
Da allora la sua carriera è stata
un continuo crescendo nel corso della quale Audiard ha confermato
la capacità di coniugare il cinema di genere con uno spiccato
talento autoriale: l’intensità dei personaggi, l’originalità delle
storie che iniziano e non si sa dove porteranno, la perfetta
calibrazione del ritmo e della fotografia garantiscono ai suoi film
una profondità umana d’interesse universale.
Da Un Héros très discret a
Dheepan, gli eroi di Jacques Audiard sono sfidati ad
andare al di là dei loro limiti e modificare un destino che sembra
ineluttabile, in un mondo ostile segnato dalla violenza e
dall’incomunicabilità. Nel suo primo film hollywoodiano, il western
esistenzialista I Fratelli Sisters, Audiard continua la
sua riflessione inquieta sulla società contemporanea.
Regarde les
hommes tomber – Mercoledì 12 giugno ore 16 –
Jacques Audiard, Francia, 1994,
100’ v.o. sott . Int. Jean-Louis Trintignant, Jean Yanne. Simon
vuole vendicare un amico poliziotto. Cerca allora le prove per
incastrare due personaggi piuttosto strani: uno anziano e nevrotico
e l’altro giovane e sottomesso, finendo però per essere plagiato
dai due.
Un sapore di ruggine e ossa – Mercoledì 12 giugno ore
18
Jacques Audiard. Francia/Belgio,
2012, 120’. Int.: Marion Cotillard, Matthias Schoenaerts.
Lui, senza fissa dimora, senza amici, con un figlio di pochi anni
che conosce poco; lei, un’allenatrice di orche, che ha perso le
gambe in un incidente. Due battaglie per trovare un posto nel mondo
in un racconto senza fronzoli né sbavature.
Un Héros Très Discret – Venerdì 14 giugno ore
16
Jacques Audiard, Francia, tratto dall’omonimo romanzo di Jean
François Deniau. 1996, 107’, v.o.sott.it., Int.: Mathieu Kassovitz,
Anouk Grinberg.
Un imbroglione si costruisce un passato di eroe della Resistenza.
Mischiando interviste a presunti testimoni oculari e reali immagini
d’archivio, Audiard crea un originalissimo spartito filmico che
fonde generi e toni.
Tutti i battiti del mio cuore – Domenica 16 giugno ore
16
Jacques Audiard, Francia, 2005, 107’. Int.: Romain Duris, Aure
Atika Thomas si occupa di compravendite immobiliari, il mestiere
del padre, e lo fa senza scrupoli, ma sogna di diventare
pianista.
Il profeta – Domenica 16 giugno ore 18
Jacques Audiard, Francia, Italia
2009, 150’. Int.: Tahar Rahim, Niels Arestrup. Il delinquentello
magrebino Malik entra in prigione a 19 anni per scontare una lunga
pena ma apprende subito a caricarsi di nuove colpe, poi a
sopportarle, quindi a farle
fruttare.
I Fratelli Sisters – Martedì 18 giugno ore
20.30
Jacques Audiard, Francia/USA, 2018,
122’. Int.: John C. Reilly, Joaquin Phoenix. – Oregon, 12851. Due
fratelli molto ambiziosi hanno come obbiettivo quello di uccidere
un eccentrico cercatore d’oro.
Sulle mie labbra – Mercoledì 19 giugno ore
16
Jacques Audiard, Francia, 2001, 115’. Int.: Vincent Cassel,
Olivier Gourmet. – Insoddisfatta del proprio lavoro e desiderosa di
riscatto, Carla, una 35enne con un deficit uditivo, decide di
assumere come collaboratore l’ex detenuto Paul.
Dheepan – Una nuova vita – Giovedì 20 giugno ore
16
Jacques Audiard. Francia, 2015, 109’. Int.: Vincent Rottiers,
Marc Zinga – Fuggiti dallo Sri Lanka e arrivati a Parigi, tre
indiani devo fingersi famiglia. Nella violenza della periferia, la
finzione forse diventerà realtà.
La Batsuit è un
po’ la seconda pelle di Batman, un modo per celare
se stesso al mondo e le sue debolezze ma anche fonte di potere e
accessori che usa per combattere il crimine. D’altronde è da
questa “tuta” – che nel tempo è stata disegnata e progettata
in vari modi – ricava tutta l’energia necessaria per trasformare la
sua vulnerabilità in vantaggio, come raccontato sui fumetti e al
cinema.
Ma quanto sappiamo effettivamente
della Batsuit? Ecco 10 cose che forse solo i veri
fan conoscono:
1Si è evoluta nel corso degli
anni
L’utilità della Batsuit ha
subito alcuni cambiamenti significativi nel corso degli anni, così
come i dettagli della cintura, del mantello, del cappuccio e di
molti altri gadget.
Per quanto riguarda la cintura e le modifiche
al cinema quelle sfoggiate da Val Kilmer e
George Clooney non sembravano avere una funzione
pratica, e si concentravanp più sull’aspetto esteriore, mentre
Adam West, Christian Bale e Ben Affleck hanno indossato tutte le cinture
con un design più militarista.
Ora che la Warner Bros. ha
finalmente scelto il volto del nuovo Batman
cinematografico, è tempo di scoprire quali altri personaggi
andranno a comporre la galleria del film di Matt
Reeves che riavvierà le sorti del crociato di Gotham. E
secondo le ultime indiscrezioni, un eroe noto ai lettori dei
fumetti – nonché celebre spalla di Bruce Wayne – potrebbe comparire
sullo schermo insieme a Robert Pattinson…
Di chi parliamo?
Robin ovviamente, ma trattandosi di rumor non
ancora ufficiali vi invitiamo a trattarli con la dovuta cautela.
Nel frattempo diverse fonti hanno riferito a Forbes che anche il
commissario Jim Gordon e Alfred,
il maggiordomo dei Wayne e custode della Bat-caverna, dovrebbero
avere un ruolo nel cinecomic mentre diverse voci parlando di un
ritorno in scena di Pinguino e
Catwoman come principali antagonisti.
Per quanto riguarda Robin, le
ultime due versioni del personaggio sono state portate al cinema da
Chris O’Donnell in Batman &
Robin e Batman Forever di Joel
Schumacher rispettivamente nel 1997 e nel 1995, mentre un
accenno è stato fatto grazie all’easter egg contenuto in
Batman v Superman: Dawn of Justice di Zack
Snyder.
Su The Batman sappiamo che dovrebbe
svolgersi negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso
dell’ultima stagione anche grazie al successo di un altro
cinecomic, Captain Marvel dei Marvel
Studios.
Per alcuni 1990 fa rima con gli
adattamenti di Batman di Tim
Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e
che sono stati fonte di ispirazione per Zack
Snyder per quanto riguarda una scena particolare di
Batman V
Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva
omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di
Batman Returns del 1992), per non parlare del
fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul
personaggio provengono proprio da quel decennio.
Secondo i report, Reeves ha optato
per le storie di Batman: Anno Uno come possibile
punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da
genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe.
Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros.
impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri
interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain
prevista.
Per The Batman è stata già fissata l’uscita in
sala il 25 giugno 2021.
Unfriended è uno
di quei film da vedere solo se il cuore non è debole e non si ha il
timore di vivere con gli incubi nelle notti successive alla
visione.
Prodotto dalla lungimirante
Blumhouse Productions, Unfriended prende in prestito la tecnologia
informatica odierna per mettere in scena un horror moderno,
originale ed inusuale, in grado di lasciare il pubblico senza
parole e di condizionarlo una volta tornato a casa.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Unfriended.
Unfriended film
1. Il film ha subito
alterazioni. Per mantenere il
film pieno di suspense e per far sì che fosse credibile, ogni
ripresa ha subito della sceneggiatura e il cast è stato
incoraggiato ad improvvisare e a reagire ai cambiamenti improvvisi
della storia.
2. Le riprese sono durate
poco.Unfriended è stato girato in poco tempo.
Oltre al fatto di essere composto da un lungo piano sequenza e in
tempo reale, gli attori si trovavano davvero sui computer in stanze
diverse. Inoltre, la produzione ha richiesto 16 giorni di
lavorazione, per dodici ore al giorno al giorno, con tre giorni per
sistemarlo e concedersi ancora un paio di riprese.
3. Ha cambiato il titolo
tre volte. In origine, il film si sarebbe dovuto chiamare
in maniera differente. Il titolo originale, infatti, era
Offline che poi si è evoluto in Cybernatural.
Infine, si è deciso di optare per il titolo
Unfriended.
Unfriended streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo
film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse
piattaforme di streaming digitale legale come Rakuten Tv, Chili,
Google Play e Tim Vision.
Unfriended trailer
5. Un trailer da
brividi. Prima di mettersi alla prova e guardare il
lungometraggio, sarebbe bene dare un occhio al
trailer di Unfriended per rendersi conto di cosa
tratti il film e a cosa si sta andando incontro. Utile per capire
se il proprio cuore possa reggere a questo film e se sia fattibile
guardarlo senza spaventarsi troppo.
Unfriended: Dark Web
6. Unfriended ha generato
un sequel. Dato il grandioso successo del film, la
Blumhouse Production ha deciso di realizzare un sequel, intitolato
Unfriended: Dark Web, anche se inizialmente si sarebbe
dovuto chiamare Unfriended: Game Night.
Unfriended trama
7. Tutto inizia da una
video chat notturna. Sei amici del liceo ricevono un
messaggio su Skype mentre, di notte, si trovano a chattare. Questo
messaggio arriva da una compagna di classe che, però, si è
suicidata un anno prima. I ragazzi, sebbene inizialmente pensino si
tratti di uno scherzo, capiscono che qualcosa non va e che qualcosa
di sovrannaturale li vuole tormentare. Anzi, li vuole persino
morti.
Unfriended cast
8. La protagonista ha avuto
l’idea principale del film. L’intero film è realizzato in
un unico piano sequenza e l’idea è stata di Shelley Henning che,
nel film, interpreta la protagonista. Secondo lei, infatti, sarebbe
stato meglio realizzare il film in questa maniera, invece di
realizzare delle sequenze di dieci minuti.
9. I provini sono stati
fatti al computer. All’inizio, la squadra aveva gli attori
che leggevano nella stanza con loro, ma divenne subito chiaro che
essi avevano bisogno di fare audizioni davanti ad un computer.
Quindi, il casting si è svolto proprio in quel modo, in due stanze
diverse, tramite video chat.
10. Due attori hanno
guardano video di chat. Renee Olstead e Courtney
Halverson, sotto le istruzioni del regista Gabriadze, hanno
guardato decine di video di chat web registrati tra amici che hanno
portato a delle discussioni, al fine di preparare l’argomentazione
tra Jess e Val circa le foto taggate. I due attori hanno commentato
che non potevano credere di come gli adolescenti odierni vadano a
discutere online.
Whiplash è uno di
quei film indimenticabili sotto ogni aspetto, dalla potenza fisiva
alla forma narrativa, dalla regia dinamica e indagatrice alla
recitazione eccellente di tutti i suoi interpreti.
Questo film è il primo
lungometraggio ad alto budget per Damien Chazelle, che è riuscito a
realizzare il sogno di vedere per intero quel corto omonimo che
aveva già realizzato un anno prima.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Whiplash.
Whiplash film
1. Questo film nasce da un
cortometraggio. Prima di diventare un film apprezzato,
Whiplash era nato come cortometraggio perché Damien Chazelle, regista e sceneggiatore del
film, non era riuscito ad ottenere i finanziamento per
realizzare un lungometraggio. Date le circostanze, ha dovuto
realizzare un
cortometraggio che ha presentato al Sundance Film Festival nel
2013. Dopo aver vinto il Short Film Jury Award ha ottenuto i
finanziamenti per realizzare il lungometraggio.
2. Il film si basa su un
evento vero del regista. Damien Chazelle ha rivelato che
durante i suoi anni di studio alla Princeton High School provava a
farsi notare come batterista jazz e che aveva un professore di
musica molto esigente. Di fatto, il regista si è ispirato a questi
fatti passato per realizzare il personaggio di Terence Fletcher,
dando poi vita a Whiplash.
3. La scena dello schiaffo
ha richiesto parecchi ciak. Per questa scena, J. K. Simmons e Miles Teller hanno girato diverse
riprese con Simmons che imitava di dare lo schiaffo a Teller.
Per la ripresa finale, i due attori hanno deciso di girare la scena
con uno schiaggo vero e genuino. Ed è proprio questa la riprese che
si vede nel film.
Whiplash streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo
film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse
piattaforme di streaming digitale come Google Play, Tim Vision,
Rakuten Tv, Chili e iTunes.
Whiplash trailer
5. Un film dal trailer
portentoso. Un film come Whiplash andrebbe visto partendo
dal trailer, in grado di suscitare da solo le emozioni che
contraddistinguono tutto il film e di esprimere le caratteristiche
in esso contenute.
Whiplash cast
6. Miles Teller si è fatto
venire le vesciche. Teller, che suona la batteria da
quando aveva quindici anni, si è trovato con delle vesciche sulle
mani, causate dallo stile vigoroso e anticonvenzionale della
batteria jazz. Un po’ del suo sangue era rimasto sulle bacchette e
sulla batteria.
7. Chazelle voleva Teller
già per il cortometraggio. Il
regista voleva che l’attore interpretasse il ruolo di Andrew
Neiman mentre stava girando il corto originale nel 2013, ma
l’attore non era disponibile e la scelta è ricaduta su
Johnny Simmons. Per la versione finale del
lungometraggio, i finalisti per lo stesso ruolo erano Teller e
Simmons. Alla fine, Teller è stato scelto perché era un nome più
conosciuto e perché aveva un passato da batterista.
8. K. Simmon si è fatto
male durante le riprese. L’attore si è incrinato due
costole quando Miles Teller lo ha affrontato durante una delle
ultime riprese. Nonostante il suo infortunio, l’attore ha
continuato a lavorare.
Whiplash trama
9. Sognare in grande ma con
incertezza.Whiplash racconta la storia di Andrew
Neiman, un batterista jazz di diciannove anni che sogna di
diventare un professionista del suo settore, deciso a diventare il
migliore del prestigioso conservatorio del paese. A un certo punto,
Andrew viene notato da Terrence Fletcher, un insegnante tanto
eccellente, quanto rude nei metodi di insegnamento.
Whiplash frasi
10. Un film che si è
imposto anche per le sue frasi.
Non esistono in qualsiasi lingua
del mondo due parole più pericolose di “bel lavoro”!
(Terrence Fletcher)
Ho nostalgia di casa molto spesso…
mi incazzo quando la gente finge di non averne.
(Nicole)
Ero lì per spingere le persone
oltre le loro aspettative, era quella la mia assoluta necessità.
Altrimenti avremmo privato il mondo del futuro Luis Armstrong o del
futuro Charlie Parker. (Terrence Fletcher)
Dopo aver incrociato la strada di
Tony Stark durante gli eventi di Iron Man 3,
Harley Keener è tornato a sorpresa con un breve
cameo in Avengers:
Endgame nella scena del funerale dell’eroe alla fine
del film, interpretato ancora una volta da Ty
Simpkins. La comparsa del ragazzo ha chiaramente
evidenziato come Stark abbia influenzato la sua vita e questo
dettaglio sembra suggerire che i due siano rimasti in contatto nel
corso degli anni.
E a proposito dell’esperienza sul
set e dei segreti dietro la realizzazione del cameo, ecco cosa ha
raccontato l’attore in una recente intervista:
“Stavo per sostenere un provino
quando il mio manager mi chiamò dicendomi che i Marvel Studios pensavano di darmi
una parte, e l’idea mi fece urlare di gioia mentre ero in macchina
con mia madre. Poi ho ricevuto la chiamata e ricordo solo il senso
di nostalgia ripensando a tutto quanto…Iron Man è probabilmente uno
dei primi film che ho visto al cinema. Avevo sei anni, ero seduto
in prima fila e stavo solo guardando in alto…questo è tutto ciò che
ricordo. Significava tanto per me.“
“Non ho ricevuto una
sceneggiatura, ma i fratelli Russo mi hanno solo detto di
concentrarmi su ciò che Tony significava per me e sul modo in cui
ha influenzato la mia vita e quella del personaggio“, ha
spiegato Simpkins. “Così mi sono ricollegato a quei ricordi
d’infanzia per capire come potesse sentirsi Harley. Immagino che
Tony fosse l’unica figura paterna e che siano rimasti in contatto
nel corso degli anni. Ho semplicemente preso quella parte
sentimentale della mia vita reale per fonderla con quella di Harley
nella scena.“
E sul futuro? C’è speranza di rivederlo nel MCU?
“Ho pregato affinché potessi
tornare. Adoro stare sul set con il team Marvel perché ti trattano
benissimo, come parte della famiglia…Ero davvero felice di aver
ricevuto quella chiamata, quindi chissà…“
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
A giudicare dal pollice in su
regalato ad un post sul social Vero, la reazione di Zack
Snyder al casting di Robert
Pattinson come nuovo Batman
cinematografico sembra essere più che positiva. Pochi giorni fa è
arrivata infatti la conferma direttamente dalla Warner Bros. che ha
ufficializzato l’ingaggio dell’attore inglese per interpretare il
crociato di Gotham nel prossimo adattamento (e riavvio della saga)
di Matt Reeves, notizia accolta calorosamente da
buona parte del web e con meno entusiasmo da una piccola
percentuale di appassionanti che avrebbero preferito un altro
nome.
Pattinson raccoglie dunque l’eredità
di Ben Affleck, il volto di Bruce Wayne nel DCEU
da Dawn of Justice a Justice
League, che il regista aveva definito “il miglior
Batman di sempre“, ringraziandolo per aver “benedetto i
miei film con quel mento dannatamente glorioso e con un cuore
meraviglioso” in un messaggio
affettuoso dopo l’addio al personaggio.
Senza dubbio la differenza di
fisicità e l’approccio di Reeves contribuiranno a consegnare allo
spettatore un supereroe diverso da quello ritratto in questi anni
da Affleck, Christian Bale nella trilogia di
Christopher Nolan, e da Michael Keaton,
Val Kilmer e George Clooney
nell’ultimo ventennio. La curiosità è tanta e non vediamo l’ora di
scoprire quali sorprese riserverà il nuovo Uomo Pipistrello.
Per quanto riguarda il film, le
prime indiscrezioni circolate online ipotizzano un’ambientazione
negli anni Novanta, epoca tornata di moda nel corso dell’ultima
stagione anche grazie al successo di un altro cinecomic,
Captain Marvel dei Marvel
Studios.
Per alcuni 1990 fa rima con gli
adattamenti di Batman di Tim
Burton che prepararono le basi per i futuri cinefumetti e
che sono stati fonte di ispirazione per Zack
Snyder per quanto riguarda una scena particolare di
Batman V
Superman: Dawn of Justice(dove il regista aveva
omaggiato lo scontro tra il cavaliere oscuro e Pinguino di
Batman Returns del 1992), per non parlare del
fatto che alcune delle più importanti trame a fumetti sul
personaggio provengono proprio da quel decennio.
Secondo i report, Reeves ha optato
per le storie di Batman: Anno Uno come possibile
punto di riferimento, proprio per conferire al suo film un tono da
genere noir enfatizzando le capacità investigative dell’eroe.
Nessuna notizia ufficiale invece sul casting, con la Warner Bros.
impegnata a trovare il perfetto sostituto di Affleck e altri
interpreti che possano riempire la ricca galleria di villain
prevista.
Per The Batman è stata già fissata l’uscita in
sala il 25 giugno 2021.
Arriverà in sala il prossimo 27
giugno La mia vita con John F. Donovan, il film di
Xavier Dolan che era già stato presentato al
Festival di Toronto 2018. Il film segna l’esordio in lingua inglese
del regista canadese ed è stato preceduto da una serie di commenti
negativi che hanno forse reso tiepida la volontà di farlo arrivare
nelle sale di tutto il mondo.
Finalmente, grazie a Lucky
Red, il film arriva nei cinema italiano, proprio
all’indomani dell’annuncio che lo stesso studio ha acquistato i
diritti di distribuzione per il nostro Paese di Matthias et
Maxime , il film che Dolan ha presentato in concorso all’ultimo
Festival di Cannes.
Il film ha una fortissima componente
autobiografica, confessata dallo stesso autore che ha dichiarato di
essersi ispirato al se stesso bambino e alla sua travolgente
passione per Leonardo DiCaprio, ai tempi di
Titanic. Alla presentazione del film a
Toronto, Dolan ha anche diffuso la lettera che inviò all’attore
all’epoca:
Ciao Leonardo, Il mio nome è Xavier Dolan-Tadros, vado a scuola, amo la
scuola. Ho otto anni. Il 20 marzo compirò nove anni. Sono uno dei
tuoi fan. Ho visto il film Titanic (cinque volte). Reciti molto
bene. Sei un grande attore e ti ammiro. Anche io sono un attore. Ho
fatto qualche pubblicità per una catena di farmacie molto famosa e
ho avuto delle belle parti in quattro film in francese. Spero di
recitare in un tuo film prima o poi. So che un giorno verrai a
Montreal. Montreal è molto popolare come location per le riprese,
l’anno scorso sono stati girati 100 film americani (Jackal, Snake
Eyes, etc). Cercherò di incontrarti. Quando verrai a Montreal per
girare un film passerò sicuramente l’audizione nel caso ti serva un
ragazzino nel cast. Caro Leonardo, spero sinceramente che risponderai alla mia
lettera mandandomi una tua foto. Xavier
Ancora una volta un cast d’eccezione
per Xavier Dolan: in La mia vita con John F. Donovan ad affiancare
la star de Il trono di spade Kit Harington, Jacob Tremblay e i
premi Oscar Natalie Portman, Kathy Bates e Susan Sarandon. Un film
che segna il debutto hollywoodiano di Dolan e che vede riportati
sul grande schermo tutti i temi che lo hanno reso famoso nel mondo:
la relazione madre/figlio, l’omosessualità, l’infanzia.
Rupert Turner (Ben Schnetzer),
giovane attore, decide di raccontare la vera storia di John F.
Donovan (Kit Harington), star della televisione americana scomparsa
dieci anni prima, che in una corrispondenza epistolare gli aveva
aperto le porte del cuore, svelando i turbamenti di un segreto
celato agli occhi di tutti. Ne ripercorre così la vita e la
carriera, dall’ascesa al declino, causato da uno scandalo tutto da
dimostrare.
Guarda il trailer di La
mia vita con John F. Donovan
Dopo la battaglia finale di
Avengers:Endgame,
Thor decide di lasciare il trono di Asgard a
Valchiria e di unirsi aiGuardiani
della Galassia, con i quali presumibilmente
attraverserà lo spazio in cerca di qualche avventurosa missione,
diventando ciò che era destinato a essere. Questo però non esclude
ogni possibilità di vedere al cinema Thor 4, che
nel frattempo potrebbe essere incluso nel terzo capitolo del
franchise affidato a James Gunn sfruttando l’onda dell’approccio
comico iniziato con Ragnarok.
Di questa ipotesi ha discusso
Chris
Hemsworth con Cinemablend durante la promozione di
Men in Black:
International (blockbuster estivo che lo vede
protagonista al fianco della collega del MCUTessa
Thompson), dicendosi disposto a tornare nei panni del
Dio del Tuono in altri titoli dell’universo Marvel:
“Interpreterei di nuovo quel
personaggio. Lo amo tantissimo, e se ci fosse ancora l’opportunità
di fare qualcosa di unico sarei pronto. Tutti gli ultimi tre film
erano molto diversi in termini di rappresentazione, e ogni volta
Thor sembrava un personaggio completamente nuovo. Onestamente non
so quando inizieranno i lavori su Guardiani della Galassia 3, né
quali siano i piani, perché dopo il tour di Endgame ho un po’
staccato la spina“.
E sulla prospettiva da sogno di un
cinecomic sugli “Asgardiani” della Galassia
l’attore confessa:
“Lavorerei con quei ragazzi
senza esitazione. Asgardiani della Galassia…questo si che è davvero
fantastico.”
Rivedremo presto Hemsworth al cinema
in Men In Black:
International, quarto capitolo del franchise che
ha visto protagonisti Tommy Lee
Jones e Will Smith e che ora
rivoluzionerà tutto con un nuovo cast.
Il film, annunciato lo scorso anno,
vedrà tornare sul grande schermo gli agenti in nero che difendono e
proteggono la Terra dalle razze aliene ostili, accogliendo e
aiutando a integrarsi quelle invece amichevoli. I due attori, che
si sono incontrati per la prima volta sul set di Thor:
Ragnarok, in cui interpretavano il
protagonista Thor e la new entry
del MCU Valchiria,
stanno adesso affollando i social network con foto e video dal
backstage del film che li vede di nuovo in coppia.
Il ritorno in X-Men:
Dark Phoenix dei quattro attori protagonisti del
nuovo franchise (inaugurato con First Class nel 2011) non
era affatto scontato, perché l’accordo siglato da James
McAvoy, Michael Fassbender,
Nicholas Hoult e Jennifer
Lawrence prevedeva tre film e scadeva dunque con
Apocalisse. Fortunatamente l’affetto del cast nei
confronti di Simon Kinberg, regista del capitolo
finale, ha garantito al film la presenza dei volti più
rappresentativi per chiudere insieme il viaggio dei Mutanti.
L’argomento è stato affrontato
dallo stesso Kinberg in una lunga e interessante intervista con
l’Hollywood Reporter, spiegando che una delle interpreti ha
accettato di essere sul set soltanto grazie alla sua presenza in
regia:
“Avevamo immaginato che tutto
il cast di First Class, quindi Michael, James, Jennifer e Nicholas
sarebbe tornato per questo film. Questo perché dopo la fine di
X-Men: Apocalypse era chiaro che Bryan Singer non avrebbe diretto
il successivo, e gli attori mi avevano chiesto di farlo. Jennifer
in particolare mi disse che sarebbe tornata per un altro film solo
se l’avessi diretto.“
Kinberg ha più volte sottolineato
l’importanza della coesione all’interno del team e della fiducia
riposta dal cast nei suoi confronti, confidandoci qualche giorno fa
in diretta da Londra che “Il passaggio da produttore a
registaè stato naturale e organico solo
grazie a i ragazzi. Mi sono stati di grande supporto, ho avuto modo
di conoscerli nei precedenti film e avevo già lavorato con Jessica
in The Martian, quindi si era creata una situazione davvero
familiare.”
“L’esperienza
è rimasta la stessa, senza però il bisogno di dover filtrare il mio
lavoro attraverso la visione di qualcun altro. Sul set mi sono
sentito al sicuro e ci siamo divertiti anche se stavamo andando
incontro ad un tipo di racconto diverso dal solito, più dark e
introspettivo, drammatico e reale. La fortuna è stata avere a
disposizione tutti questi attori che hanno una grande esperienza
con il dramma“.
Dark Phoenix è già
stato apostrofato da Kinberg come l’inizio di un nuovo capitolo per
la serie di film di X-Men.“Lo vedo
come un nuovo capitolo. Lo vedo come qualcosa che prende il
franchise e lo lancia in una direzione diversa con toni diversi. E
questo non significa che il prossimo avrà lo stesso tono, significa
solo che il prossimo può avere un tono diverso. Penso che per molti
anni, gli X-Men di Bryan [Singer] abbiano davvero trasformato il
genere dei supereroi nel 2000 o 2001 quando è uscito il primo.
Questo arriva quasi 20 anni dopo. È molto tempo fa. E a quel tempo,
i film sui supereroi non erano molto popolari, in realtà. C’erano
stati alcuni fallimenti a metà degli anni ’90, e non c’erano stati
molti film sui supereroi, e in quel periodo l’approccio sugli
X-Men era davvero rivoluzionario.”
Avengers:
Endgame verrà ricordato anche per la prima (e
probabilmente ultima) apparizione di Pepper Potts con l’armatura di
Rescue che Tony Stark ha
appositamente costruito nei cinque anni trascorsi dopo gli eventi
di Infinity War, senza sapere che un giorno la sua
compagna avrebbe indossato l’uniforme per combattere insieme a tuti
gli eroi nella battaglia contro Thanos.
E per celebrare il personaggio e il
legame speciale tra queste due figure essenziali per il MCU, uno
dei membri del dipartimento artistico dei Marvel Studios, Liz Georgoff, ha
condiviso un’immagine inedita del film scattata durante le prove
dei costumi e che mostra la commovente reunion tra Tony e
Pepper.
Visto l’esito di Endgame, con il
sacrificio dell’eroe che schiocco il guanto dell’infinito salvando
la vita dell’universo, questa foto assume ancora di più un
significato diverso, forse ancora più triste.
“Una volta la Marvel mi ha
chiesto di indossare il costume di Rescue di Pepper Potts per un
servizio fotografico. Sarà sempre un onore essere stata una delle
quattro donne ad averlo indossato, posando con il talentuoso
Christopher Swift, il mio vero Iron Man. Grazie per aver creato
questi fantastici completi con Legacy Effects e per questa
incredibile esperienza.“, ha scritto la Georgoff su
Instagram.
Dopo gli eventi devastanti di
Avengers: Infinity War (2018), l’universo è in rovina a causa degli
sforzi del Titano Pazzo, Thanos. Con l’aiuto degli alleati rimasti
in vita dopo lo schiocco, i Vendicatori dovranno riunirsi ancora
una volta per annullare le azioni del villain e ripristinare
l’ordine nell’universo una volta per tutte, indipendentemente dalle
conseguenze che potrebbero esserci.
Diversi siti avevano suggerito nei
mesi scorsi che il misterioso personaggio interpretato da di
Idris Elba in The Suicide Squad
potesse essere Deathstroke (sostituendo quindi Will
Smith) o Sportsmaster, due serial killer dei fumetti DC
con forti legami familiari a giustificare le loro azioni criminali.
Tuttavia le ultime indiscrezioni sembrano confermare che l’attore
sarà invece il nuovo volto di Bronze Tiger, già
apparso nella serie Arrow grazie alla performance di
Michael Jai White.
Aalter ego
di Ben Turner, Bronze Tiger esordisce nelle pagine di
Richard Dragon, Kung Fu Fighter ad aprile del 1960 come
esperto di arti marziali. Viene poi reclutato dalla Waller per la
Suicide Squad diventandone il leader insieme a Rick Flag, pur non
possedendo poteri sovrumani ma abilissimo nel combattimento corpo a
corpo.
Sarà dunque questo il ruolo affidato da James
Gunn a Elba?
Vi ricordiamo che nel cast sono
stati confermati Joel Kinnaman (Rick Flag),
Viola Davis (che interpreterà di nuovo Amanda
Waller) insieme a Jai Courtney, che sarà
ancora Captain Boomerang e Margot Robbie nei panni
di Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo.
Come riportato inoltre dal sito
Geeks WorldWide, Benicio Del Toro potrebbe entrare
nel team e interpretare il villain, un “guerriero irascibile e
anziano che vive per combattere” chiamato The Mayor.
Alcune teorie dei fan hanno
ipotizzato che i membri originali della Task Force di Suicide Squad
verranno uccisi nei primi minuti del film di Gunn, lasciando così
lo spazio al nuovo team di personaggi che il regista intende
introdurre. Sarà davvero così?
Per The
Suicide Squad è stato confermato il ritorno nel cast
di Viola Davis (che interpreterà di nuovo
Amanda Waller) insieme a Joel
Kinnaman, che riprenderà il ruolo di Rick Flag (il
leader della task force), così come Jai
Courtney sarà ancora Captain Boomerang
e Margot
Robbie Harley Quinn, anche solo per un piccolo cameo.
Parlando invece delle novità, Variety fa sapere che Idris Elba, contrariamente alle notizie delle
ultime settimane, non sostituirà Will
Smith per interpretare Deadshot ma che la
produzione ha eliminato il personaggio e ne affiderà un altro (per
ora ignoto) all’attore.
Sempre sul reboot Justin Kroll di
Variety fa sapere, basandosi su alcune voci piuttosto attendibili,
che Dave Bautista non parteciperà al progetto come
ipotizzato nei mesi scorsi a causa di un’agenda di lavoro troppo
piena e impossibile da conciliare con gli impegni sul set del
cinecomic. A quanto pare Cena dovrebbe sostituire proprio Bautista
nel posto lasciato vacante, e i primi rumor suggeriscono che si
tratti di Peacemaker, alter-ego di Christopher
Smith.
Secondo quanto riferito nelle
ultime settimane, la lineup dei personaggi del cinecomic non subirà
molti stravolgimenti rispetto all’originale, ma è chiaro che il
riavvio del franchise abbia comunque bisogno di nuove figure da
introdurre in linea con la visione di Gunn e con le run originali
dei fumetti a cui si ispira.
I Marvel Studios vogliono Keanu Reeves. La notizia non è ufficiale, ma è
ciò che suggerisce un’indiscrezione diffusa dal sito MCU Cosmic a
proposito del progetto sugli Eterni, le cui
riprese partiranno il prossimo agosto ad Atlanta con la regia di
Chloe Zhao.
A quanto pare la produzione avrebbe
puntato l’attore di John Wick per interpretare un
ruolo ancora misterioso nel film, e le trattative sarebbero già in
corso. Difficile a questo punto ipotizzare di quale personaggio si
tratti, considerando che la prima sinossi disponibile è abbastanza
esile e non fa luce sui dettagli.
Vi ricordiamo che nel corso degli
ultimi due anni Reeves è stato ad un passo dal vestire i panni di
Yon-Rogg in Captain Marvel, ruolo poi affidato a
Jude Law, rinunciando all’occasione per problemi
di concomitanza con i lavori su John Wick 3 (il
nuovo capitolo del franchise ora nelle sale).
Per quanto riguarda il cast degli
Eterni, Kumail Nanjiani e Angelina
Jolie dovrebbero essere i primi nomi confermati. E se non
è chiaro che panni vestirà Nanjiani, si ipotizza che la Jolie si
calerà in quelli di Sersi, eroina creata da Jack
Kirby nel 1963 e membro della quarta generazione degli Eterni.
Anche Ma Dong-seok, l’attore visto nel thriller
apocalittico Train To Busan, sarebbe in
trattative.
Il film, secondo gli ultimi
aggiornamenti, includerà nel MCU gli esseri superpotenti e quasi
immortali conosciuti dai lettori come
Eterni e i
mostruosi Devianti, creati da esseri
cosmici conosciuti come Celestiali. Le
fonti hanno inoltre rivelato al The Hollywood
Reporter che un aspetto della storia riguarderà la storia
d’amore tra Ikaris, un uomo alimentato dall’energia cosmica, e
Sersi, eroina che ama muoversi tra gli umani.
La sceneggiatura è stata scritta
da Matthew e Ryan
Firpo mentre l’uscita nelle sale dovrebbe essere
stata fissata al 2020, con il cinecomic che potrebbe vedere in
azione il primo eroe apertamente gay della storia.
Sersi è figlia di Helios e Perse,
nacque ad Olimpia, in Grecia, qualche tempo dopo il Grande
Cataclisma che distrusse i continenti di Atlantide e Lemuria
durante l’era glaciale conosciuta come l’Era Hyborea. Durante il
periodo trascorso nell’antica Mesopotamia, la donna incontra per la
prima volta Captain America, che aveva viaggiato indietro nel
tempo.
Insieme a lei potrebbe comparire
anche Hercules, personaggio creato nel 1940 e
pubblicato all’epoca dalla Timely Comics (divenuta più tardi la
Marvel Comics), rilettura della mitologia del
Dio Greco attraverso la storia dello scienziato idealista Dottor
David, che abbandona la civiltà per allevare suo figlio in nome
della perfezione fisica e mentale. Il ragazzo crescerà sull’Isola
Artica, fortificando il proprio corpo e imparando a sopportare la
fatica, il clima rigido, e sviluppando un’intelligenza pari a
quella del padre. E dopo la morte di quest’ultimo, il personaggio
viene rintracciato da circensi che lo catturano e lo portano in
America per farlo esibire nei loro spettacoli come Hercules, il
titano più alto di tutti i tempi.
Un grande mistero circonda
Vedova Nera, lo standalone dedicato alla
supereroina Marvel le cui riprese sono
ufficialmente iniziate pochi giorni fa: in che punto della timeline
del MCU saranno ambientate le avventure di Natasha Romanoff? Nei
mesi scorsi si sono alternate varie teorie e indiscrezioni, e se da
una parte c’è chi pensa che il film sarà un prequel ambientato
prima di Iron Man 2, voci di corridoio
suggeriscono che possa svolgersi addirittura dopo gli eventi di
Captain America:
Civil War, e non alla fine degli anni Novanta.
A tal proposito potrebbero sembrare
interessanti le immagini rubate sul set in Norvegia, dove
Scarlett Johansson è stata avvistata mentre girava
alcune scene d’azione e in cui vediamo il personaggio stringere tra
le mani un oggetto rosso incandescente. Un dettaglio che non è
sfuggito ai fan e che potrebbe avere a che fare con qualcosa che
conosciamo bene: l’ Aether, anche detta gemma della realtà.
E se Vedova Nera avesse un
collegamento diretto con The Dark World, dove la
gemma è stata introdotta? Forse il film è ambientato prima del
secondo capitolo di Thor? Secondo un’intrigante teoria sarà
nientemeno che Hulk a resuscitare Natasha, morta in Avengers:
Endgame sacrificandosi su Vormir, dunque l’idea del
cinecomic come storia delle origini andrebbe a scontrarsi con
un’altra soluzione: raccontare la vita di Natasha nell’universo
post-Endgame.
Che ne pensate?
Intanto qui sotto potete dare uno sguardo alle foto dell’attrice
sul set.
Vi ricordiamo che il titolo di
lavorazione del film è “Blue Bayou” e che in regia c’è Cate
Shortland, seconda donna (dopo Anna Boden di Captain
Marvel) a dirigere un titolo dell’universo cinematografico
Marvel.
Deadline ha confermato nelle scorse
settimane che O-T Fagbenle (Luke Bankole nella
pluripremiata serie The Handmaid’s Tale) è entrato
nel cast del film e interpreterà il principale antagonista.
La sceneggiatura è stata riscritta
nei mesi scorsi da Ned Benson (The
Disappearance of Eleanor Rigby). Insieme alla Johansson ci
saranno anche David Harbour, Florence
Pugh, e Rachel Weisz, ma i loro ruoli non
sono stati ancora rivelati.
Al momento non ci sono ulteriori
aggiornamenti sul film, né sui personaggi o le direzioni della
trama. Lo studio è invece determinato a mantenere la massima
segretezza intorno al progetto che, come saprete, rivedrà la
Johansson nei panni della spia sovietica Natasha Romanoff
presumibilmente prima degli eventi che l’hanno portata a diventare
un membro del team dei Vendicatori.
20th Century Fox ha diffuso il primo
trailer ufficiale di Ford v Ferrari (da noi
tradotto conLe Mans ’66 – La grande sfida, il film
diretto da James Mangold (Logan, Walk The Line)
che vede protagonisti Christian Bale e Matt Damon nei panni del pilota Ken Miles e
Carol Shelby, l’ingegnere meccanico che progettò il modello GT 40
per la casa automobilistica.
Ford v Ferrari è
ambientato nel 1966, durante la preparazione della 24 Ore di Le
Mans in Francia, e segue il coraggioso pilota britannico Ken Miles
portare a termine la missione del designer americano Carroll Shelby
che ha appena costruito una vettura rivoluzionaria per l’epoca.
Talmente eccezionale da permettergli di sfidare il dominatore
dell’industria, il marchio Ferrari.
“Sono due amici che capiscono
come affrontare l’ignoranza di chi non sa nulla sulle corse“,
ha spiegato Bale a EW. “È una storia che trascende le corse e
diventa qualcosa in grado di catturare lo spirito di persone che
sono disposte a rischiare tutto per il loro amore.Questo
è David contro Golia contro Golia. C’è il Golia
industriale con Ford e il carismatico Golia di reputazione con
Ferrari, e poi questa storia reale del trionfo dei
disadattati.“
“Il film parla di persone vere e
di amore, perdita e paure che non vengono gestite in tre piccoli
momenti o in una sequenza action di dodici minuti“, racconta
Mangold parlando dell’approccio vecchio stile della produzione,
diverso dai soliti blockbuster hollywoodiani. “È un tour de
force, e Matt e Christian non sono mai stati così bravi“.
Nel cast, oltre a Bale e Damon,
figurano anche Caitriona Balfe (Outlander),
Tracy Letts (Lady Bird), Josh
Lucas (Sweet Home Alabama) e Jon Bernthal
(The Punisher).
Ford v Ferrari arriverà nelle sale il prossimo 15
novembre.
Dio esiste e vive a
Bruxelles è un film molto singolare che è riuscito a farsi
apprezzare in tutto il mondo proprio per le sue particolarità e
qualità.
Selezionato per la categoria
Miglior Film Straniero agli Oscar 2016, questo lungometraggio è
totalmente l’opposto di come ce lo si potrebbe aspettare, capace di
andare oltre i temi religiosi e manifestandosi come una commedia
tagliende e umoristica, ma non parodistica.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su Dio esiste e vive a Bruxelles.
Dio esiste e vive a Bruxelles
film
1. Ad ogni apostolo è
associata una musica. Solitamente, questo tipo di musica
associata è classica o solenne e per il
registaJaco Van Dormael ciò rappresenta un bel
contrasto. Secondo lui “I personaggi che sceglie Ea come nuovi
apostoli sono degli emarginati che ci vengono presentati
principalmente per i loro difetti”. Stando al suo punto di vista, è
interessante notare che la musica è il loro esatto opposto, un modo
per dargli una seconda possibilità ed essere migliori.
2. Il presente è il momento
più importante. Lo scopo di Dio esiste e vive a
Bruxelles è quello di far ragionare gli spettatori su quanto
sia importante vivere al meglio il tempo presente. Il fatto che il
film inizi con gli essere umani che vengono a conoscenza della data
della loro morte deve far pensare non tanto alla morte in sé, ma
quando a come l’azione svolta nel tempo presente si ripercuoterà su
quella futura.
3. Il regista ha citato un
suo film. C’è una scena nel
film in cui una madre cerca di uccidere suo figlio George che
ha la sindrome di Down. Questo è un riferimento a L’ottavo
giorno (1996), film del regista Jaco Van Dormael in cui il
personaggio principale, George, ha anche la sindrome di Down.
Dio esiste e vive a Bruxelles
streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere il film,
è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse
piattaforme di streaming digitale come Chili, iTunes e Rai
Play.
Dio esiste e vive a Bruxelles
trailer
5. Un film che si dimostra
subito solenne. Prima di vedere il film, potrebbe essere
utile vedere il trailer per capire cosa riservi questo
lungometraggio, venendo a conoscenza della tipologia e del tono dei
temi trattati.
Dio esiste e vive a Bruxelles
cast
6. Il regista compare nel
film. Il regista Jaco Van Dormael ha un cameo nel suo
film. Nella fattispecie, appare interpretando l’uomo che viene
ucciso da un autobus dopo aver ricevuto il messaggio che gli diceva
di avere pochi secondi da vivere.
7. Benoît Poelvoorde ha
interpretato Dio. Interpretare Dio non è da tutti e per
questo film era necessario avere un attore che lo interpretasse in
maniera eccellente. Considerate tutte le varie caratteristiche,
scegliere Benoît Poelvoorde non poteva che essere la
scelta migliore.
Dio esiste e vive a Bruxelles
trama
8. Dio non è quello che ci
si aspetterebbe. A differenza di ciò che è sempre stato
detto, in questo film Dio è una persona meschina, è un vigliacco ed
è odioso con la sua famiglia. Egli ha una figlia, Ea, che si annoia
e detesta essere chiusa in quel piccolo appartamento dell’ordinaria
Bruxelles.
9. Far conoscere la morte
di tutti come forma di ribellione. Ad un certo punto del
film, Ea decide di ribellarsi al padre, di entrare nel suo computer
e di far trapelare al mondo intero la data di morte di tutti
quanti. All’improvviso, ogni abitante della Terra si trova a
pensare a cosa fare con il prezioso tempo rimasto.
Dio esiste e vive a Bruxelles
frasi
10. Un film fatto di frasi
solenni. Un film come Dio esiste e vive a Bruxelles era
per forza destinato a dare vita a frasi indimenticabili ed
ironiche. Ecco qualche esempio:
Se un giorno trovi la donna della
tua vita sta pur certo che non passerai la tua vita insieme a lei!
(Dio)
Venerdì io e Luis avevamo deciso
che i giorni, invece di chiamarsi Lunedì e Martedì o Mercoledì, si
sarebbero chiamati Gennaio, Febbraio, Marzo… Dopo una settimana
vivevamo insieme da sette mesi. (Ea)
Legge 2128: la fila di fianco
avanza sempre più veloce della tua. (Dio)
Legge 2129: quando un corpo si
immerge nella vasca da bagno, il telefono squilla.
(Dio)
Diretto da Guy
Ritchie e uscito nelle sale lo scorso 22 Maggio, Aladdin è
il nuovo live action della Walt Disney Pictures che riporta sul
grande schermo le avventure del classico d’animazione del 1992.
Ma quali sono stati i più
importanti cambiamenti rispetto all’originale? di seguito trovate
tutte le differenze:
1La forma “umana” del Genio
Il
cambiamento più inatteso, mostrato già nei primi trailer, è stata
la forma “umana” del Genio che cambia
travestimento ogni volta che vuole, quasi per capriccio.
Un
altro aspetto sicuramente inedito è il fatto che il live action
sembra molto meno interessato ai poteri magici del personaggio e
più concentrato nel renderlo una figura umana e comprensiva nella
quale rispecchiarsi e con delle vere motivazioni.
Come annunciato lo scorso aprile,
la MGM ha assunto Phoebe Waller-Bridge per
“ravvivare” la sceneggiatura di Bond 25 sotto speciale
richiesta di Daniel Craig, grande fan di Fleabag e
Killing Eve, le due serie prodotte e scritte
dall’attrice. Era dal 1963 (l’ultima fu Johanna Hardwood con
Dr. No e From Russia With Love) che la casa
di produzione non assumeva una donna per dare voce ai personaggi
del franchise, una scelta oggi più che mai “rilevante”.
Questo è ciò che ha raccontato la
Waller-Bridge in un’intervista con Deadline, spiegando che
l’obiettivo su Bond 25 era “far crescere ed evolvere la serie
attraverso un trattamento adeguato dei personaggi
femminili“.
“Abbiamo discusso molto sul
fatto che il franchise di Bond fosse diventato più rilevante adesso
per il ruolo che svolge e per il modo in cui tratta le donne, e
penso che debba solo crescere ed evolversi. L’importante è che il
film si ponga nei confronti delle donne in modo corretto. Bond
invece deve rimanere fedele al personaggio“.
Su Craig l’attrice dice che
“dopo averlo visto la prima volta nei panni di 007, c’era
quella smorfia nella sua performance che ho davvero amato. Per
questo ero davvero entusiasta all’idea di scrivere dialoghi per
lui. Ci tengo a precisare che la sceneggiatura era già completa, io
ho solo aggiunto qualcosa“.
E che dire delle nuove Bond Girls,
Lashana Lynch, Léa Seydoux e
Ana de Armas? “Sono persone vere, e voglio
assicurarmi che quando sfoglieranno quelle pagine andranno via con
il desiderio di recitarle. Come attrice ho provato raramente quella
sensazione all’inizio della mia carriera.”
Contrariamente alle aspettative, le
riprese di Bond 25 proseguiranno senza sosta
nonostante l’infortunio di Daniel Craig e la
release del film non subirà cambiamenti. A riportarlo è
direttamente la produzione con un annuncio sul profilo twitter
ufficiale
Vi ricordiamo che Bond
25 sarà diretto da Cary
Fukunaga (il primo regista non britannico che siede dietro
la macchina da presa di un film di 007), mentre la sceneggiatura è
stata riscritta da Scott Z. Burns (The Bourne
Ultimatum, Contagion).
Una parte importante delle riprese
si terrà nella città di Matera, capitale europea della cultura per
2019, fornendo l’ambientazione perfetta per quella che dovrebbe
diventare la sequenza d’azione del prologo, simile al segmento
di apertura di Spectre a Città del
Messico durante le celebrazioni del Giorno dei Morti.
Gli ultimi due film
di James Bond sono stati diretti
da Sam Mendes che ha incassato con i
suoi film rispettivamente 1,1 miliardo di dollari
per Skyfall (il Bond di maggior successo
di sempre, con un Oscar all’attivo) e 880 milioni
con Spectre. Dato il successo che Mendes ha
raggiunto con i film, quando ha annunciato che non avrebbe più
diretto un Bond Movie, la EON e la MGM si
sono date da fare per cercare un rimpiazzo all’altezza.
Sebbene non spieghi ancora nulla
sul Multiverso o tantomeno risolva i misteri della trama, il nuovo
trailer di Spider-Man: Far From Home destinato al
mercato cinese contiene tantissime scene inedite e uno sguardo
ravvicinato a Mysterio e alle acrobazie di Spidey che vedremo nel
film.
Sullo schermo ritroveremo Peter
Parker cinque anni dopo la Decimazione e a poche settimane dalla
battaglia contro Thanos di Endgame. Insieme a lui,
in questa nuova avventura, ci saranno anche i compagni di scuola,
Fury e il suo braccio destro Maria Hill e un alleato venuto da
un’altra realtà simile alla nostra, Quentin Beck aka Mysterio.
Diretto ancora una volta da
Jon Watts,
Spider-Man: Far From Homeè
arrivato nelle nostre sale il 10 luglio. Confermati nel cast del
film il protagonista Tom
Holland nei panni di Peter Parker, Marisa
Tomeiin quelli di zia May e Zendayain
quelli di Michelle,Samuel
L. Jacksonin quelli di Nick Fury
e Cobie
Smuldersin quelli di Maria Hill.
Jake
Gyllenhaal interpreterà invece Quentin
Beck, aka Mysterio, uno degli antagonisti
più noti dei fumetti su Spidey.
Di seguito la sinossi ufficiale:
In seguito agli eventi di
Avengers: Endgame, Spider-Man deve rafforzarsi per affrontare
nuove minacce in un mondo che non è più quello di prima. ‘Il nostro
amichevole Spider-Man di quartiere’ decide di partire per una
vacanza in Europa con i suoi migliori amici Ned, MJ e con il resto
del gruppo. I propositi di Peter di non indossare i panni del
supereroe per alcune settimane vengono meno quando decide, a
malincuore, di aiutare Nick Fury a svelare il mistero degli
attacchi di creature elementali che stanno creando scompiglio in
tutto il continente.
Per quanto riguarda le novità del
sequel, la tuta di metallo di Peter dovrebbe essere una
versione rimodellata di quella di Iron
Spider vista in Avengers: Infinity
War. Questa nuova tuta, prevede anche una nuova maschera,
con degli occhiali al posto delle orbite bianche, come da
tradizione, questo perché è ovvio che il personaggio abbia bisogno
di una nuova maschera dopo che la sua precedente è andata distrutta
su Titano, durante il confronto con Thanos e prima della sua
disintegrazione.
Netflix e
Skydance Media annunciano oggi due nuovi ingressi
nel cast di The Old
Guard.
Si tratta di Matthias Schoenaerts (Red
Sparrow, Un sapore di ruggine e ossa) e di Luca
Marinelli (Non
essere cattivo,
Lo Chiamavano Jeeg Robot). Si uniscono ai già confermati
Charlize Theron (Mad
Max: Fury Road, Atomica Bionda), KiKi
Layne (Se la strada potesse parlare) e
Marwan Kenzari (Aladdin).
Il film è diretto da Gina
Prince-Bythewood (Love & Basketball, Beyond The
Lights), ed è basato sull’omonima serie graphic novel di
Greg Ruck, illustrata da Leandro
Fernández. La sceneggiatura è dello stesso Rucka e di Gina
Prince-Bythewood. The Old Guard è prodotto da
David Ellison, Dana Goldberg e Don
Granger per Skydance, insieme a Marc Evans,
Charlize Theron, Beth Kono e AJ Dix per
Denver and Delilah. Stan Wlodkowski e Greg
Rucka sono produttori esecutivi.
Basata sull’omonima serie graphic novel di Greg Ruck e
illustrata da Leandro Fernández, The Old
Guard racconta la storia di un piccolo gruppo di
mercenari divenuti immortali, che deve combattere per tenere unita
la squadra dopo aver scoperto l’esistenza di un nuovo immortale e
che i loro super poteri sono a rischio.
The Old
Guard sarà disponibile prossimamente su
Netflix.
REGIA: Gina
Prince-Bythewood SCRITTO DA: Greg Rucka, Gina Prince-Bythewood BASATO su: The Old Guard, di Greg Rucka (storia) e
Leandro Fernandez (illustrazioni) CAST: Charlize Theron, Matthias Schoenaerts, Luca
Marinelli, KiKi Layne e Marwan Kenzari. PRODUTTORI: David Ellison, Dana Goldberg e Don
Granger (Skydance); Marc Evans, Charlize Theron, Beth Kono e AJ Dix
(Denver and Delilah) PRODUTTORI ESECUTIVI: Stan Wlodkowski, Greg
Rucka
Netflix
Netflix è il più grande servizio di intrattenimento via Internet
del mondo, con oltre 148 milioni di abbonati paganti in oltre 190
paesi che guardano serie televisive, documentari e film in un’ampia
varietà di generi e lingue. Gli abbonati possono guardare tutto ciò
che vogliono in qualsiasi momento, ovunque e su ogni schermo
connesso a Internet. Possono mettere in pausa e riprendere la
visione a piacimento, senza interruzioni pubblicitarie e senza
impegno.
The Wolf of Wall
Street è uno dei più controversi e iconici degli ultimi
anni, in grado di mettere in scena la storia del vero Jordan
Belfort, ovvero la sua ascesa e la sua caduta.
Questo film, uscito nel 2013, è il
risultato dell’opera di una serie di professionisti del settore, a
partire dalle strepitose performance attoriali di Leonardo DiCaprio
e Jonah Hill.
Ecco, allora, dieci cose da
sapere su The Wolf of Wall Street.
The Wolf of Wall Street film
1. La scena di McConaughey
era improvvisata. Le scene di Matthew McConaughey sono state girate nella
seconda settimana di riprese. Il torace che batteva e lui che
canticchiava è stata tutta un’improvvisazione e, in realtà, si
riferisce ad un rituale di riscaldamento che viene fatto prima di
recitare quando Leonardo DiCaprio lo vide durante le riprese,
c’è una breve inquadratura di lui che guarda Martin Scorsese per l’approvazione. DiCaprio,
in seguito ha incoraggiato chi di dovere ad includere tutto ciò nel
film per dargli un tono.
2. Per le scene di droga,
sono state usate delle vitamine. Gli attori hanno sniffato
delle vitamine B sbriciolate per riprodurre le scene in cui era
coinvolta la cocaina. Jonah Hill ha affermato, tra l’altro, di
essersi poi ammalato di bronchite dopo così tante inalazioni da
essere ricoverato in ospedale.
3. Obiettivi diversi per
stati d’animo diversi. Per mostrare lo stato d’animo di
Jordan, il direttore della fotografia Rodrigo
Prieto ha costantemente cambiato tipo di obiettivo. Per le
scene in cui Jordan è in uno stato mentale lucido, sono state usate
delle lenti sferiche piatte, mentre nelle parti in cui lucido non
è, sono state usate lenti anamorfiche.
The Wolf of Wall Street
streaming
4. Il film è disponibile in
streaming digitale. Chi volesse vedere o rivedere questo
film, è possibile farlo grazie alla sua presenza sulle diverse
piattaforme di streaming digitale come Rakuten Tv, Netflix, Rai
Play, Tim Vision, Google Play, Chili e iTunes.
The Wolf of Wall Street cast
5. Recitare su un letto
pieno di soldi non è stata una bella cosa per Margot
Robbie. L’attrice
australiana ha affermato che la sua scena di sesso con Leonardo
DiCaprio su un letto pieno di soldi era estremamente scomoda, in
quanto le banconote false avevano bordi taglienti che le hanno
provocato numerosi tagli alla schiena.
6. Leonardo DiCaprio ha
sempre voluto interpretare Jordan Belfort. L’attore era
ossessionato dall’interpretare questo personaggio sin da quando ha
ottenuto il libro (The Wolf of Wall Street) nel 2007.
DiCaprio si è concentrato su come trasformare il racconto depravato
di Jordan Belfort in un film. Tuttavia, non era
solo interessato alla connessione di questa storia con il recente
crollo di Wall Street, ma era anche attratto dal ritratto onesto e
intransigente di Jordan e di quello che aveva realmente
vissuto.
7. I denti finti hanno
cambiato il modo di parlare di Jonah Hill. Quando
l’attore
ha messo i denti finti per interpretare Donnie, si è reso conto di
avere una vibrazione udibile nella sua voce. Per sbarazzarsi di
questo, ha passato più di due ore al telefono, chiamando aziende a
caso e parlando con loro.
The Wolf of Wall Street frasi
8. Un film composto da
frasi iconiche e indimenticabili. Un film come The
Wolf of Wall Street non poteva non essere generatore di frasi
iconiche e di impatto tale da rimanere nell’immaginario collettivo.
Ecco, dunque, qualche esempio:
Lasciate che vi dica una cosa. Non
c’è nobiltà nella povertà. Sono stato un uomo povero, e sono stato
un uomo ricco. E scelgo di essere ricco tutta la vita, dannazione!
(Jordan Belfort)
Mi chiamo Jordan Belfort. L’anno
in cui ho compiuto 26 anni ho guadagnato 49 milioni di dollari, il
che mi ha fatto molto incazzare perché con altri 3 arrivavo a un
milione a settimana. (Jordan Belfort)
Bene Hector, ecco il nostro
programma: tu ci porti due vodka Martini, lo sai come mi piacciono,
niente ghiaccio. Poi, precisamente sette minuti e mezzo dopo, ce ne
porti altri due, e poi ancora due ogni cinque minuti finchè uno di
noi non perde i sensi. (Mark Hanna)
The Wolf of Wall Street: storia
vera
9. Il film è l’adattamento
cinematografico dell’omonimo libro. Nel 2007 è stato
pubblicato il libro intitolato Il lupo di Wall Street,
autobiografia di Jordan Belfort che ne natta l’ascesa e la caduta
del broker newyorkese.
10. Jordan Belfort ha
istruito DiCaprio. Affinché la performance di Leonardo
DiCaprio potesse essere esaustiva, il vero Jordan Belfort ha dato
delle istruzioni all’attore circa il suo comportamento,
istruendolo, in particolare, nei vari modi in cui ha reagito
abusando della Quaalude, così come nel suo confronto tutt’altro che
lucido con Danny Porush.