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James Franco: 10 cose che forse non sai sull’attore

James Franco: 10 cose che forse non sai sull’attore

James Franco è una delle personalità più eclettiche della sua generazione. Attore, regista, scrittore e pittore, Franco riesce ad essere anche più di tutto questo. Vincitore di due Golden Globe, per un film su James Dean e The Disaster Artist, Franco ha sempre saputo reinventarsi, destregiandosi tra ruoli comici e drammatici, attraversando generi diversi e vivendo ora una sorta di rinascita grazie a progetti che gli permettono di mettersi nuovamente in gioco dimostrando sempre qualcosa di nuovo.

Ecco dieci cose che, forse, non sapevate di James Franco.

I film di James Franco

I film da giovane di James Franco

1. Ha recitato in celebri film. Franco debutta al cinema nel film Mai stata baciata (1999), per poi prendere parte a Colpevole d’omicidio (2002), Sonny (2002) e nel primo film della trilogia di Spider-Man nei panni di Harry Osborn. Da quel momento ottiene grande popolarità e appare in film come The Company (2003), Spider-Man 2 (2004), Annapolis (2006), Tristano e Isotta (2006), Giovani aquile (2006), Spider-Man 3 (2007), Nella valle di Elah (2007), Strafumati (2008), e Milk (2008). Successivamente recita in film come Urlo (2010), Mangia prega ama (2010), 127 ore (2010), L’alba del pianeta delle scimmie (2011), Sua Maestà (2011), Spring Breakers – Una vacanza da sballo (2013), Palo Alto (2013), Il grande e potente Oz (2013).

I film oggi di James Franco

Negli ultimi dieci anni, Franco ha recitato in The Interview (2014), Cavalli selvaggi (2015) Queen of the Desert (2015), Le verità sospese (2015), Ritorno alla vita (2015), Proprio lui? (2016), In Dubious Battle – Il coraggio degli ultimi (2016), The Vault (2017), The Disaster Artist (2017) Kin (2018) e La ballata di Buster Scruggs (2018).

Il film del 2024 di James Franco

Dopo cinque anni di assenza dal grande schermo, Franco vi torna da protagonista con il film Hey Joe, diretto dal regista italiano Claudio Giovannesi. Sempre nel 2024 recita in Largo Winch – Il prezzo del denaro. Sono però diversi i progetti attualmente in programma per lui, come Kill the Czar, Bunny-Man, Squali, The Razor’s Edge, The Policeman e Castro’s Daughter, dove interpreta Fidel Castro.

Homefront James Franco
James Franco in Homefront. Foto di Justin Lubin – © 2013 – Open Road Films

2. Ha recitato in diverse serie televisive. Negli anni Franco non ha mancato di recitare anche in diverse opere televisive, tra cui la serie Freaks and Geeks (1999-2000), che gli ha fatto ottenere una prima notorietà. In seguito è poi divenuto celebre per aver interpertato James Dean nel film televisivo James Dean – La storia vera (2001), grazie a cui ha vinto un Golden Globe. Ha poi recitato in serie come General Hospital (2009-2012), Hollywood Heights – Vita da popstar (2012), Angie Tribeca (2016), e 22.11.63 (2016), basata sull’omonimo romanzo di Stephen King. Dal 2017 al 2019 ha invece interpretato Vincent e Frankie Martino in The Deuce – La via del porno.

3. Ha diretto diversi film. Nel corso della sua carriera Franco non ha solo ricoperto l’attività di interprete, bensì si è cimentato in più occasioni nella scrittura e nella regia di diversi lungometraggi, in cui ha ovviamente anche recitato. Tra questi si annoverano The Broken Tower (2011), As I Lay Dying (2013), Child of God (2013), The Sound and the Fury (2014), In Dubious Battle – Il coraggio degli ultimi (2016), The Disaster Artist (2017), The Long Home (2018), Pretenders (2018, Future World (2018) e Zeroville (2019). Ha inoltre diretto quattro episodi della serie The Deuce – La via del porno.

 

James Franco in Spider-Man

4. Non andava d’accordo con il collega protagonista. Nonostante nel film interpretino due migliori amici, Franco e Tobey Maguire, che ricopre il ruolo di Peter Parker, nella vita sono tutt’altro che in buoni rapporti. Sul set, infatti, Franco fece una battuta dove paragonava l’espressione del collega a quella di una rana. Maguire se la prese molto per quel commento e ciò porto ad un forte attrito tra i due esistente ancora oggi. La rivalità presente tra di loro è poi stata confermata in più occasioni da entrambi gli attori.

James Franco
James Franco e Willem Dafoe in Spider-Man

5. Si era proposto per il ruolo del protagonista. Oggi è impossibile immaginare un personaggio come Harry Osborne con un volto diverso da quello di Franco. Tuttavia, egli si era originariamente proposto per un altro ruolo, ovvero proprio quello del protagonista Peter Parker, alias Spider-Man. I produttori, tuttavia, non lo ritennero adatto per tale parte ma essendo rimasti colpiti dalle sue capacità attoriali decisero comunque di affidargli il ruolo di Harry. A suggerirlo per questo, in particolare, fu la moglie del regista Sam Raimi, la quale lo considerava perfetto per il personaggio.

James Franco ha interpretato James Dean

6. Si è completamente immedesimato nel personaggio. Per il film televisivo Jams Dean – La storia vera, che gli ha conferito grande popolarità, James Franco si è talmente immerso nell’interpretazione di James Dean da passare da non fumatore a fumare due pacchetti al giorno (da allora ha smesso), oltre a suonare la chitarra, i bonghi e imparare ad andare in moto. È stato proprio grazie a questa sua intensa interpretazione che ha iniziato a farsi notare ancor di più all’interno del settore.

James Franco recita a Napoli in Hey Joe

7. Ha studiato a lungo per recitare nel film di Claudio Giovannesi. In Hey Joe, Franco interpreta un soldato americano che torna a Napoli dopo trent’anni per conoscere il figlio avuto mentre si trovava lì nel periodo della Seconda guerra mondiale. Nel film, Franco recita alcune battute in italiano, lingua con il quale ha dunque dovuto fare pratica. Ha poi raccontato di essersi documentato su quel periodo storico attraverso i film del neorealismo italiano e Napoli ’44, un libro di memorie di un soldato a Napoli durante gli anni della guerra.

James Franco in Hey Joe
James Franco in Hey Joe Credit © Vision Film

Il fratello di James Franco

8. Anche suo fratello è un attore. Il fratello minore di James, Dave Franco, è a sua volta un attore e i due hanno avuto modo di recitare insieme in più occasioni, come in The Disaster Artist e Zeroville, entrambi film diretto da James. In realtà, c’è anche un terzo fratello, Tom Franco, anch’egli attore ma molto meno noto. James ha però voluto anche lui, seppur per un ruolo piuttosto piccolo, all’interno di The Disaster Artist.

Chi è la fidanzata di James Franco?

9. È stato fidanzato con diverse colleghe dello spettacolo. Dal 1999 al 2004 l’attore è stato fidanzato con la collega Marla Sokoloff, mentre in seguito sembra aver avuto relazioni con Ashley Hartman, Ahna O’Reilly, Sienna Miller nel 2006, e Agyness Deyn nel 2011. A Franco vengono poi attribuiti diversi flirt con Lana Del Rey, Amanda Seyfried e Lindsay Lohan. Attualmente è fidanzato con Isabel Pakzad, classe 1993: i due si frequentano dal 2017 e vivono la relazione con molta riservatezza.

L’età e altezza di James Franco

10. James Franco è nato il 19 aprile del 1978 a Palo Alto, in California, Stati Uniti. L’attore è alto complessivamente 1.80 metri.

Fonti: IMDb

Gangs of London 3: il teaser della nuova stagione

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Gangs of London 3: il teaser della nuova stagione

Le Gangs of London torneranno a combattere per il controllo della malavita della città nel 2025, e Sky e AMC+ hanno ora diffuso il primo teaser della terza stagione della serie brutalmente violenta vincitrice del BAFTA.

Il crime drama creato da Gareth Evans e Matt Flannery ha visto un picco di popolarità da con le prime due stagioni, e i fan sono ansiosi di scoprire cosa è successo ai nostri personaggi principali dopo gli intensi eventi della precedente serie di episodi.

Nel finale della seconda stagione, Sean Wallace e il poliziotto diventato criminale Elliot si sono impegnati in una battaglia selvaggia che è culminata con il primo vicino alla morte e impiccato a una gru.

Il teaser della terza stagione conferma che Sean è sopravvissuto (lo fa), ma ora sembra essere dietro le sbarre. Quanto a Elliot, sembra aver perso ogni scintilla del suo vecchio sé che gli era rimasta dopo la morte del padre, ed è ora un gangster a tutti gli effetti che lavora al fianco della famiglia criminale Dumani.

Dexter: Original Sin, il trailer della nuova serie

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Dexter: Original Sin, il trailer della nuova serie

Ci avevano portato a credere che la storia di Dexter Morgan avesse raggiunto una conclusione definitiva quando il serial killer è stato ucciso a colpi di arma da fuoco dal figlio in Dexter: New Blood. Tuttavia, un trailer appena rilasciato per la prossima serie prequel, Dexter: Original Sin, rivela che almeno riesce ad arrivare in ospedale.

Con questo, sembra che siamo un passo più vicini a un’altra serie sequel; i piani originali prevedevano uno spin-off incentrato su Harrison Morgan prima che l’attenzione di Showtime si spostasse sull’esplorazione dei primi anni di Dexter.

Patrick Gibson assume il ruolo del personaggio principale per esplorare la storia delle origini di Dexter, anche se Michael C. Hall sarà presente come narratore e “voce interiore” del suo ruolo più famoso. Questo trailer ci indica anche che stiamo riprendendo Dexter ai giorni nostri.

È un po’ strano guardare questo trailer e vedere versioni più giovani di così tanti volti noti. Tuttavia, Dexter è terminato nel lontano 2013, quindi è passato abbastanza tempo perché diversi attori facessero propri questi personaggi.

La trama di Dexter: Original Sin

Nella Miami del 1991, DEXTER: ORIGINAL SIN segue Dexter (Gibson) nel suo passaggio da studente a serial killer vendicatore. Quando i suoi impulsi sanguinari non possono più essere ignorati, Dexter deve imparare a canalizzare la sua oscurità interiore. Con la guida del padre Harry (Slater), adotta un codice che lo aiuta a trovare e uccidere le persone che meritano di essere eliminate dalla società senza entrare nel radar delle forze dell’ordine. Una sfida particolare per il giovane Dexter, che inizia uno stage di medicina legale presso il Dipartimento di Polizia di Miami.

DEXTER: ORIGINAL SIN è prodotto da SHOWTIME Studios e Counterpart Studios. Tra i produttori esecutivi figurano lo showrunner Clyde Phillips (DEXTER, Nurse Jackie), Scott Reynolds (Jessica Jones), Michael C. Hall (DEXTER), Mary Leah Sutton (Resident Evil), Tony Hernandez (Emily In Paris), Lilly Burns (Russian Doll), oltre a Michael Lehmann (Heathers), mentre la serie è prodotta da Robert Lloyd Lewis (The Lincoln Lawyer). è produttore esecutivo.

James Gunn chiarisce le affermazioni secondo cui i DC Studios vogliono eliminare il sequel di The Batman

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Quando i DC Studios sono stati formati, i fan hanno subito iniziato a chiedersi cosa ciò significasse per il franchise di The Batman. James Gunn si è subito affrettato a rassicurarli che i piani di Matt Reeves per il Crociato Incappucciato si sarebbero svolti come previsto, anche se in un momento in cui è stato annunciato anche The Brave and the Bold.

Ciò significava che alla fine ci sarebbero state due diverse versioni del Cavaliere Oscuro sullo schermo, con il Batman di Robert Pattinson in competizione con chi interpreterà la versione del DCU. Tuttavia, si prevede che quest’ultima interpretazione di Bruce Wayne sarà molto diversa, con l’attenzione rivolta a lui mentre allena suo figlio, Damian Wayne, di 10 anni, come Robin.

Da allora, DC Studios si è occupata del franchise di Batman, fornendo note su The Penguin e, a quanto si dice, considerando di trasformare la serie TV Arkham di Reeves, ora scartata, in un progetto ambientato nel DCU. Gunn non ha fatto altro che supportare Reeves sui social media ma, per qualche motivo, continuano a persistere voci secondo cui ha intenzione di scartare il franchise di The Batman.

Ora, James Gunn ha nuovamente preso in considerazione le voci e ha chiarito la situazione su dove stanno le cose con The Batman – Parte 2. “Come mai dovresti credere a uno sconosciuto sui social network? Ovviamente no. Se venisse cancellato verrebbe cancellato. Chi ha tempo per le sciarade?” ha esclamato l’esasperato regista di Superman. “Sono uno dei più grandi sostenitori di Matt da anni, dai film di Cloverfield e delle scimmie. Aspettiamo con ansia la sua sceneggiatura”. Questo arriva dopo che Gunn ha recentemente detto “non c’è una tempistica stabilita per nulla” quando si tratta del debutto pianificato di Batman nel DCU.

Cosa c’è in serbo oltre al sequel di The Batman

“L’unica cosa che ho cercato di chiarire alle persone fin dall’inizio, nel modo in cui spero che siamo diversi, è che tutto in DC sarà basato sugli sceneggiatori. Finché non avremo una sceneggiatura di cui sono totalmente soddisfatto, quel film non verrà realizzato, non importa cosa sia. Quindi, siamo stati davvero fortunati con alcune sceneggiature”.

“Sai, è arrivata Supergirl e, wow, Ana [Nogueria] ha fatto un lavoro così straordinario, è arrivato il pilot di Lanterns, e ora è arrivata l’intera serie di “Lanterns”, ed è come “Wow, è un lavoro meraviglioso, meraviglioso”. E ci sono un paio di altre cose che le persone non sanno, un paio di film e programmi TV che hanno ricevuto il via libera o sono quasi stati approvati”.

“Ma sarà sempre basato su quello, sulla storia, perché alla fine della giornata se siamo contenti della storia che stiamo raccontando, è quello che conta di più. E una volta che The Brave and the Bold arriverà a quel punto, allora faremo il film.”

L’uscita di The Batman – Parte 2 è prevista per il 2 ottobre 2026. Nel cast Robert PattinsonZoë KravitzJeffrey WrightAndy SerkisColin Farrell.

Agatha All Along, Kathryn Hahn sul futuro: “Un modo bello e soddisfacente per dire addio”

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Agatha All Along si è conclusa con Agatha Harkness (Kathryn Hahn) che si è sacrificata per salvare Billy Maximoff (Joe Locke) piantando un bacio alla sua ex amante Rio Vidal, alias Morte (Aubrey Plaza).

Naturalmente, morire nel Marvel Cinematic Universe non significa necessariamente la fine, soprattutto per una strega potente. Negli ultimi momenti dell’episodio, Harkness torna in forma spirituale e accompagna Wiccan nella sua ricerca per trovare suo fratello Tommy. La showrunner Jac Schaeffer ha già accennato ai piani futuri per questi personaggi, ma se Hahn non avesse in futuro la possibilità di riprendere il suo ruolo, sembra che sarebbe molto felice del suo addio spettrale.

“Anche se ovviamente ora Billy/Wiccan non è suo figlio, c’è una sorta di speranza per lei di poter fare per lui ciò che non è riuscita a fare per Nicky. Penso che siano una grande squadra. Naturalmente, adoro questa parte e amo follemente Joe Locke, e vedremo cosa ci riserva il futuro”, ha detto Hahn al LA Times. “Nella mia mente, questo è stato un modo bello e soddisfacente per dire addio a questo incredibile personaggio che ho dovuto interpretare”.

È scontato che Locke tornerà come Wiccan a un certo punto, e supponiamo che Agatha sarà al suo fianco, anche se ciò significa che Hahn apparirà solo occasionalmente in un ruolo ridotto.

Agatha All Along tornerà per una seconda stagione? Abbiamo appreso di recente che la Disney ha presentato la serie nelle categorie commedia per la prossima stagione dei premi, tra cui i Golden Globes, i SAG Awards e la corsa agli Emmy del prossimo anno. I criteri della Television Academy per le serie limitate affermano: “Il programma deve raccontare una storia completa e non ricorrente e non avere una trama in corso o personaggi principali nelle stagioni successive”.

Questo potrebbe indicare che sono previste altre stagioni, anche se la prossima serie Vision è stata descritta come “la terza parte di una trilogia iniziata con WandaVision e che continua in Agatha All Along”.

Star Wars: l’Ascesa di Skywalker, il fumetto a lungo atteso conterrà scene che non sono nel film

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Annunciata per la prima volta per un’uscita nel 2020, la tradizione di adattamenti a fumetti di Star Wars della Marvel Comics continua finalmente il prossimo febbraio con Star Wars: l’Ascesa di Skywalker.

Scritta da Jody Houser e illustrata dall’artista Will Sliney, la serie limitata di cinque numeri annunciata in precedenza porta finalmente su carta il film Star Wars: l’Ascesa di Skywalker del 2019. Oltre a raccontare l’ultima, disperata speranza della Resistenza, lo scioccante ritorno dell’Imperatore Palpatine e altro ancora, la serie includerà tutte le nuove scene non presenti nel film finale.

Quest’ultima parte è particolarmente interessante, soprattutto perché l’Episodio IX ha lasciato i fan di Star Wars con una lunga lista di domande senza risposta. Tuttavia, non ci aspetteremmo necessariamente più di quanto non ci fosse nella trasposizione letteraria di L’Ascesa di Skywalker.

Questo adattamento a fumetti arriva giusto in tempo per il lancio di Star Wars: Legacy of Vader di Charles Soule e Luke Ross, una nuova serie in corso ambientata tra Gli Ultimi Jedi e L’Ascesa di Skywalker.

Mentre Legacy of Vader rivela l’evoluzione di Kylo Ren come Leader Supremo del Primo Ordine e la sua audace ricerca nel tragico passato del nonno, questo adattamento a fumetti offre ai fan la possibilità di vivere la drammatica fine del viaggio del personaggio in un modo completamente nuovo.

“C’è una rinascita di interesse per questi personaggi, in particolare per Kylo Ren, l’erede di sangue di Darth Vader”, ha condiviso l’editor Mark Paniccia. “La sceneggiatura di Jody cattura l’impatto di questi momenti iconici tra gli eroi e i cattivi del film, mentre l’arte di Will Sliney e i colori abbaglianti di Guru-eFX regalano un’esperienza visivamente unica di questo finale epico.”

Alien: Romulus, il regista tornerebbe per un sequel se la storia da raccontare fosse degna

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Alien: Romulus è stato un successo al botteghino e ha anche riscosso un grande successo tra i critici, e il capo dei 20th Century Studios Steve Asbell ha recentemente confermato che i primi piani per un sequel sono in fase di sviluppo. Il regista Fede Álvarez ha ora indicato che è in trattative per tornare, mentre spiega perché è titubante ad andare avanti finché non avranno una storia degna di essere raccontata.

“Beh, voglio dire, vogliamo sicuramente farlo”, dice il regista di Don’t Breathe a Gizmodo. “Lo studio vuole farlo. Voglio farlo anch’io. Penso che con i sequel, si tratti sempre di trovare la storia giusta. Io e Rodo [Sayagues], il mio co-sceneggiatore, abbiamo qualche idea, ma è solo quando troviamo qualcosa che diciamo ‘Ok, questo è un film che vale la pena fare’ che ci imbarchiamo davvero. Quindi questo è il processo in cui ci troviamo adesso, cercando di trovare una storia che sia degna del tempo di tutti e che sia degna del titolo. Altrimenti, non vuoi mai cadere nell’errore di fare [un sequel] solo perché il primo film è stato un grande successo… [fare un sequel] solo perché puoi farlo, è sempre una ricetta per il disastro”.

Ci sono ovviamente diversi modi per continuare la storia, ma un seguito rivisiterà quasi sicuramente i sopravvissuti del film precedente, Rain Carradine e il suo fratello androide, Andy.

“I due sopravvissuti, Rain e Andy, interpretati da Cailee Spaeny e David Jonsson, sono stati i veri punti salienti del film”, ha detto Asbell in un’intervista il mese scorso. “E quindi penso sempre a questo tipo di cose, ‘Wow, dove vogliono vederli andare le persone la prossima volta?’ Sappiamo che ci saranno gli alieni. Sappiamo che ci saranno grandiose scene horror. Ma mi sono innamorato di entrambi e voglio vedere qual è la loro storia.'”

Il cast di Alien: Romulus

Il film Alien: Romulus è interpretato da Cailee Spaeny  (Priscilla), David Jonsson (Agatha Christie’s Murder is Easy), Archie Renaux (Tenebre e ossa), Isabela Merced (The Last of Us), Spike Fearn (Aftersun) e Aileen Wu. Alien: Romulus è diretto da Fede Alvarez (La casa, Man in the Dark) da una sceneggiatura scritta dallo stesso Alvarez insieme al suo frequente collaboratore Rodo Sayagues (L’uomo nel buio – Man in the Dark), basata sui personaggi creati da Dan O’Bannon e Ronald Shusett.

Nel film, un gruppo di giovani coloni spaziali, mentre rovista nelle profondità di una stazione spaziale abbandonata, si ritrova faccia a faccia con la forma di vita più terrificante dell’universo. Dovranno allora cercare di sopravvivere e impedire che quel male possa diffondersi. Il film è uscito al cinema il 16 agosto.

Lilo & Stitch: teaser trailer e nuovo poster italiano

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Lilo & Stitch: teaser trailer e nuovo poster italiano

In occasione dell’uscita al cinema di Oceania 2 Disney ha svelato oggi il nuovo poster di Lilo & Stitch, la rivisitazione in live-action del classico d’animazione sulla ragazza hawaiana solitaria e il suo nuovo amico extraterrestre che aiuta a riparare la sua famiglia distrutta. Il film debutterà nelle sale italiane il 21 maggio 2025. Sono inoltre disponibili un ulteriore poster e il teaser ufficiale.

Lilo & Stitch è diretto da Dean Fleischer Camp e prodotto da Jonathan Eirich e Dan Lin. Interpretato da Maia Kealoha, Sydney Elizebeth Agudong, Billy Magnussen, Tia Carrere e Chris Sanders, con Courtney B. Vance e Zach Galifianakis.

Il nuovo poster di Lilo & Stitch

To Leslie: dal cast alla storia vera, tutte le curiosità sul film con Andrea Riseborough

Ha fatto ampiamente parlare di sé il film del 2022 To Leslie (qui la recensione), debutto alla regia di Michael Morris, che ha un’esperienza da produttore esecutivo di serie TV come Better Call Saul (2022), Bloodline (2016) e Tredici (2018-19). Piccolo film indipendente incentrato su una donna preda dei suoi demoni interiori che cerca di ricostruire il rapporto con il figlio, To Leslie è diventato un vero e proprio caso dopo che la sua protagonista, Andrea Riseborough, ha ottenuto una nomination all’Oscar per la sua struggente interpretazione.

Da quel momento tutti hanno iniziato a parlare del film e a permettergli di ottenere una visibilità più ampia di quella a cui sembrava destinato. Un successo che To Leslie avrebbe meritato in ogni caso, dato l’appassionante ritratto che offre di questa donna imperfetta ma intenzionata a migliorarsi lottando contro i propri vizi e il suo difficile passato. Si ha così anche un commento su un periodo degli Stati Uniti poco rassicurante, che ha generato una generazione allo sbando priva di solidi punti di riferimento. Morris, insieme allo sceneggiatore Ryan Binaco, affronta dunque questioni delicate con grande umanità.

Grazie ora al suo passaggio televisivo, è ora possibile riscopre anche qui questo piccolo gioiello del cinema indipendente, affermatosi come uno dei migliori film del suo anno. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a To Leslie. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla spiegazione del finale. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Andrea Riseborough in To Leslie
Andrea Riseborough in To Leslie. Cortesia di Minerva Pictures

La trama di To Leslie

Il film racconta la storia di Leslie Rowlands, una donna texana che vince 190 mila dollari alla lotteria e che riesce nel giro di sei anni a rimanere senza un soldo. Leslie ha infatti gravi problemi di dipendenza da droghe e alcol, ha un figlio che ha deciso di abbandonare da piccolo e ora vive per strada nello squallore più totale. In questo stato di degrado e solitudine, decide di voler ricontattare proprio suo figlio James (Owen Teague) che ora ha vent’anni, nella speranza che almeno lui possa aiutarla.

James, dopo aver superato la riluttanza nei confronti della madre, acconsente ad ospitarla a condizione che lei smetta di bere e di drogarsi. Leslie promette di farlo, ma non sarà forte abbastanza e finirà presto per ricadere nella dipendenza. James si vedrà così costretto a subire le richieste impossibili e le continue crisi di sua madre, nel tentativo di aiutarla come possibile a rimettersi in sesto e ridare valore alla sua vita.

Il cast del film

Ad interpretare Leslie Rowlands vi è l’attrice Andrea Riseborough, celebre per aver recitato in Oblivion, La battaglia dei sessi e Birdman. Per la sua interpretazione, l’attrice è poi stata candidata al premio Oscar, divenendo insieme a Penelope Cruz per Madres Paralelas (2021) e Laura Linney per La famiglia Savage (2007), le uniche interpreti candidate nel XXI secolo all’Oscar come Miglior attrice protagonista senza essere state precedentemente nominate nei principali premi precursori (Golden Globe, BAFTA, SAG e Critics Choice Awards).

Accanto a Riseborough, nel ruolo di suo figlio James vi è l’attore Owen Teague, famoso per aver interpretato il ruolo di Nolan Rayburn nella serie televisiva Bloodline. Proprio in questa serie aveva avuto già modo di lavorare con la Riseborough sempre con un rapporto madre-figlio. Recitano poi in To Leslie l’attore Marc Maron nel ruolo di Sweeney, amico di Leslie, l’attrice premio Oscar Allison Janney in quello di Nancy, amica di Leslie, e Stephen Root nei panni di Dutch, compagno di Nancy.

Andrea Riseborough in To Leslie
Andrea Riseborough in To Leslie. Cortesia di Minerva Pictures

La storia vera dietro il film e altre curiosità

Poiché la storia di To Leslie è così emotiva e cruda, è facile capire perché molti credono che sia basata su eventi reali. Tuttavia, il film è solo vagamente ispirato a una storia vera. Lo sceneggiatore Ryan Binaco si è infatti ispirato alla madre per comporre il racconto del film. Tuttavia, è importante notare che Leslie non è una vera rappresentazione della madre di Binaco, ma si tratta di una versione drammatizzata appositamente per il film. Poiché Binaco non ha commentato pubblicamente l’ispirazione per la sceneggiatura di To Leslie, non è noto se l’intera storia del film sia fittizia o se alcune parti siano basate su eventi reali.

Tuttavia, gli intervistatori hanno chiesto alla protagonista del film, la Riseborough, quale fosse l’ispirazione alla base del film. L’attrice ha dichiarato a Deadline: “È scritto dalla prospettiva di un bambino che ha visto la propria madre vivere questa stessa esperienza. È come se Ryan avesse dato a sua madre, che proveniva da un luogo e da un contesto molto diversi, una possibilità di redenzione”. È probabile che gli eventi del film non siano accaduti nella vita reale. Tuttavia, il rapporto tra Leslie e James e i sentimenti che James prova nei confronti della madre sono molto basati sulla realtà, dal momento che Binaco ha vissuto una storia simile a quella di James.

La nomination all’Oscar di Andrea Riseborough

Il film ha ricevuto il plauso della critica e l’interpretazione di Andrea Riseborough ha ottenuto ampi consensi e una nomination all’Oscar per la migliore attrice. Tuttavia, questa candidatura è stata successivamente oggetto di una moderata controversia, quando si è scoperto che sia il manager della Riseborough che la moglie del regista Michael Morris avevano avviato una campagna diretta ai loro amici nell’industria per portare il film all’attenzione dei votanti agli Oscar, con effetti: molte star di Hollywood (tra cui Edward Norton, Gwyneth Paltrow, Amy Adams e persino la futura co-candidata Cate Blanchett) si sono riversate sui social media per elogiare l’interpretazione della Riseborough.

To Leslie storia vera
Andrea Riseborough in To Leslie. Cortesia di Minerva Pictures

Questo le avrebbe garantito la nnhomination grazie al passaparola piuttosto che alle tipiche campagne mediatiche e alle inserzioni “For Your Consideration” (che il piccolo studio di produzione del film non poteva permettersi). Ciò ha attirato le critiche di molti che ritenevano che questo approccio avesse violato i regolamenti dell’Academy in materia di campagne elettorali. L’Academy ha poi avviato un’indagine per verificare “le tattiche di campagna sui social media e di sensibilizzazione” che hanno destato sospetti, ma confermando poi come legittima la candidatura della Riseborough.

To Leslie è girato in pellicola

In un’intervista rilasciata a The Hollywood Reporter nel 2022, Michael Morris ha parlato delle ragioni che hanno portato a girare il film su pellicola da 35 mm: “Fin dall’inizio sapevo che volevo che questo film avesse la consistenza, la grinta e la grana della pellicola. Non stavo cercando di fare direttamente un film degli anni ’70, ma sapevo che avrebbe avuto quel tipo di atmosfera. Molti dei riferimenti visivi provengono da fotografi di strada della metà del secolo, che ovviamente hanno girato su pellicola. Abbiamo testato pellicole da 35, 16 millimetri e alcuni filtri per la grana digitale. Ma dopo il test era chiaro che c’era una sola scelta: non volevo una grana finta. Volevo che il look fosse più americano”.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di To Leslie grazie alla sua presenza su alcune popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nel catalogo di Tim Vision, a noleggio o per l’acquisto e di Rai Play, disponibile gratuitamente. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 27 novembre alle ore 21:10 sul canale Rai Movie.

To Leslie è disponibile in streaming su Netflix?

Sebbene il film sia stato acquistato da Netflix negli Stati Uniti per essere trasmesso in streaming sulla propria piattaforma, To Leslie non è al momento presente nel catalogo italiano.

The Twin – L’altro volto del male: la spiegazione del finale del film

I paesi scandinavi sono noti per i loro racconti thriller, che dalla letteratura al cinema e fino alla televisione appassionano ormai tutto il mondo. Per l’audiovisivo, è nota la trilogia di Uomini che odiano le donne ma anche titoli come Hatching – La forma del male, Paziente 64 – Il giallo dell’isola dimenticata o la serie The Investigation, basata su un reale fatto di cronaca. Si tratta di opere capaci di costruire grandi misteri spesso legati al passato dei protagonisti o della storia del paese di riferimento. Anche Midsommar – Il Villaggio dei Dannati, sebbene di produzione statunitense, ci aveva portato a confrontarci con quelle realtà. A questi si può aggiungere anche il film The Twin – L’altro volto del male.

Diretto dalla regista finlandese Taneli Mustonen, The Twin – L’altro volto del male è un film horror psicologico del 2022 che racconta la storia di Rachel e della sua famiglia intenti ad affrontare il dolore per la perdita del figlio Nathan in un incidente stradale. La visione del film è un’esperienza molto contrastante, in quanto suscita un certo interesse nei primi minuti, per poi prendere direzioni impreviste e condurre verso un finale piuttosto ambiguo, che se anche risponde ad alcune domande ne solleva delle altre, lasciando allo spettatore l’onere di darsi delle risposte. In questo approfondimento, cerchiamo dunque di fornire una spiegazione del finale del film.

LEGGI ANCHE: I 10 migliori film horror nordici, in ordine di importanza

La trama di The Twin – L’altro volto del male

The Twin – L’altro volto del male ha per protagonisti Rachel (Teresa Palmer) e suo marito Anthony (Steven Cree), i quali hanno un terribile incidente d’auto mentre vivono negli Stati Uniti. Sebbene i due adulti ne escano illesi, l’incidente uccide il loro giovane figlio Nathan (Tristan Ruggeri). Colpiti da un tremendo dolore, decidono di lasciare il paese con l’altro figlio gemello, Elliot, e di stabilirsi in una cittadina pastorale della Finlandia, dove Anthony ha origini. L’improvvisa morte del fratello gemello ha però ovviamenteavuto un forte impatto su Elliot, che ancora fatica a capire cosa significhino la morte e la successiva assenza. L’evento ha però avuto un forte impatto mentale anche su Rachel.

La famiglia si trasferisce così nella nuova casa, che prima era una canonica, dove sono ancora presenti fotografie dell’epoca, tra cui quella di un bambino in una bara, che sconvolge molto Rachel. La madre in lutto ha ancora incubi quasi ogni notte, nei quali si vede assalita dagli abitanti del villaggio mentre Elliot è steso in una bara. Nel mentre, dopo aver scelto la sua stanza, Elliot aveva poi chiesto ai suoi genitori di sistemare un letto identico a quello di Nathan accanto al suo, e aveva anche chiesto di tenere con sé un labirinto di legno che era appartenuto a Nathan. Dopo essersi sistemati, la famiglia ha costruito un piccolo santuario in memoria di Nathan nel loro giardino ed Elliot ora seppellisce il giocattolo davanti ad esso, in ricordo del suo defunto fratello.

Teresa Palmer e Steven Cree in The Twin - L'altro volto del male
Teresa Palmer e Steven Cree in The Twin – L’altro volto del male. Cortesia di Notorious Pictures

Passano alcuni giorni e Anthony porta moglie e figlio in giro per la sua città d’infanzia e mostra loro un luogo in cui le macchie rosse preistoriche sulle rocce sembrano impronte di mani. Anthony racconta che la leggenda locale vuole che chiunque metta la mano su questa roccia e desideri qualcosa venga esaudito, e il giovane Elliot – naturalmente – lo fa. Più tardi, si recano a una festa di benvenuto organizzata per loro dai vicini, che sembrano interessati a Rachel, ma poco inclini ad aprirsi con lei, poiché non parla la lingua locale. Una strana donna inglese fa conoscenza con Rachel e cerca di spiegarle il significato dei sogni e, molto misteriosamente, afferma che suo figlio ha chiesto qualcosa e che quel qualcosa è arrivato.

Insiste anche sul fatto che non è pazza o eccentrica come tutti intorno a lei potrebbero affermare, prima di allontanarsi rapidamente mentre Anthony e alcuni abitanti del villaggio arrivano sulla scena. Quel giorno, però, durante una cerimonia organizzata per la coppia, Rachel vede Elliot allontanarsi da qualche parte. Spaventata, lo segue e sembra infine salvarlo da qualche pericolo, con il ragazzino che riporta segni e sporcizia sul viso e sui vestiti. Sembra tutto ok ma ben presto Elliot inizia a dichiarare di non essere Elliot ma Nathan e che Elliot non c’è più.

Che cosa si è impadronito di Elliot?

Rachel riferisce al marito le strane espressioni del figlio, ma Anthony non presta attenzione alle sue parole e sembra essere piuttosto distante dalla sua famiglia. Nei giorni successivi, la donna nota che il comportamento del figlio sta cambiando verso un’aggressività passiva e lo trova a disegnare immagini della sua famiglia che viene bruciata. Nel frattempo, i suoi incubi continuano ad assumere forme più sinistre: ora sogna di vedere Elliot davanti al cancello della loro proprietà, che si trasforma in qualcosa di mostruoso quando lei gli si avvicina. Chiede ad Anthony di portare lei ed Elliot da uno psicologo, ma le parole del dottore non la aiutano, anzi la fanno infuriare ulteriormente.

Barbara Marten in The Twin - L'altro volto del male
Barbara Marten in The Twin – L’altro volto del male. Cortesia di Notorious Pictures

Non trovando altro a cui rivolgersi, Rachel si reca a casa della donna inglese, che le aveva dato il suo numero e si era presentata come Helen (Barbara Marten). Helen rivela a Rachel che il villaggio in cui vivono è abitato da seguaci di un qualche culto demoniaco, che cercano di condurre le persone verso il diavolo come sacrificio, forse per compiacerlo e tenersi al sicuro. Le mostra le immagini di come ogni cosa nel villaggio sia disegnata in modo circolare e come tutto conduca alla roccia sacrificale. Anche suo marito era stato sacrificato al diavolo dagli abitanti del villaggio, e ora suggerisce che lo stesso viene fatto al figlio di Rachel, e che in realtà è il diavolo che sta cercando di impossessarsi di Elliot e vuole fare di Rachel la sua madre.

Helen mostra a Rachel una fotografia con, tra i presenti, anche suo marito in cui tutti appaiono nitidi tranne lui, il cui volto è innaturalmente sfocato, suggerendo che il demonio si è ormai impossessato di lui. Rachel, che in passato è stata una fotografa professionista, decide di fare lo stesso con Elliot e lo fotografa sull’altalena, con grande disappunto del ragazzo, e consegna la bobina di pellicola alla vicina città per farla sviluppare. Al suo ritorno trova Elliot ancora arrabbiato e scopre che il ragazzo ha dissotterrato il puzzle giocattolo del fratello defunto. Spaventata e arrabbiata allo stesso modo, Rachel porta via il giocattolo e lo brucia nel suo camino.

Quella notte viene svegliata dai sussurri di Elliot, che le chiede di seguirlo perché Nathan vuole parlarle. Terrorizzata, Rachel cerca di svegliare il marito e di accendere la luce, ma le viene detto di non farlo entrambe le volte da Elliot. Il ragazzo porta la madre in salotto e la fa sedere davanti a una candela accesa e a uno specchio; afferma che Nathan è ora con loro e le riferisce i suoi messaggi. Rachel chiede di vedere il figlio defunto e le viene detto di guardare Elliot attraverso lo specchio. Lo fa e scopre che suo figlio ha in mano il puzzle che aveva distrutto in precedenza. Una mano nera la raggiunge, facendole cadere lo specchio e mandandolo in frantumi.

Tristan Ruggeri in The Twin - L'altro volto del male
Tristan Ruggeri in The Twin – L’altro volto del male. Cortesia di Notorious Pictures

Sorprendentemente, ora il marito arriva sulla scena insieme ad altri abitanti del villaggio e afferma che vogliono solo portarle via Elliot. Rachel è spaventata a morte e cerca di proteggere il figlio, ma scopre che è già scomparso dalla stanza. Gli abitanti del villaggio si riuniscono intorno a lei e il medico, visto in precedenza, le inietta del liquido. Rachel si sveglia la mattina dopo e trova Elliot e Anthony che giocano tra loro; pensa che gli eventi della notte scorsa siano stati un altro incubo, ma trova vetri in frantumi nella pattumiera della cucina e dolori da ago sul suo corpo. Le fotografie arrivano quel pomeriggio e, con una svolta sconcertante, si vede che tutte le foto sono dell’altalena vuota, senza alcuna traccia di Elliot.

Il ragazzo, o qualunque cosa abbia le sembianze di Elliot, chiede di vedere le foto e Rachel lo nega con veemenza. Si reca freneticamente da Helen e le chiede aiuto. L’anziana signora le chiede di accompagnarla da Elliot e, durante il tragitto, le spiega che non aveva capito il vero punto fin dall’inizio. Anthony aveva sacrificato il figlio Nathan al diavolo per il proprio successo e l’incidente d’auto era solo uno stratagemma del demonio. Anche Anthony era stato ricompensato, dato che il suo libro pubblicato aveva avuto molto successo, ma il demone e gli abitanti del villaggio che agivano per suo conto volevano di più.

Ora voleva il fratello gemello e stava cercando di adescare il ragazzo, dato che ora controlla la sua coscienza gemellare. A casa, Rachel porta Helen nella stanza di Elliot e li presenta l’uno all’altro, ma l’anziana donna stranamente lascia la stanza, dando a Rachel della pazza e della malata. Segue Helen nel salotto, dove vengono nuovamente intercettate da Anthony e dagli abitanti del villaggio. Questi arrestano Helen mentre cerca di estrarre la pistola e il dottore inietta nuovamente il misterioso liquido a Rachel.

The Twin - L'altro volto del male film
Una scena di The Twin – L’altro volto del male. Cortesia di Notorious Pictures

Cosa vogliono gli abitanti del villaggio da Rachel? Qual è la verità dietro Elliot?

Quando Rachel si sveglia con una visione sfocata, si trova sulla riva di un lago o di un fiume e nota la testa decapitata di Helen che giace lì vicino tra un mucchio di teste di capra. Gli abitanti del villaggio sono tutti vestiti di nero o di bianco e anche lei è stata vestita con un abito e una veste bianca e una corona di fiori sul capo. Ben presto vede Elliot vestito in modo simile e disteso in una bara bianca con il coperchio aperto, e poi Anthony appare sulla scena e taglia la gola al ragazzo con un pugnale, ricoprendo l’intera scena di sangue scuro e zampillante.

Il sangue viene poi dato in pasto a una Rachel svenuta e un po’ di esso viene strofinato in cerchio sul suo ventre, che cresce immediatamente come se fosse incinta. Gli abitanti del villaggio intonano quindi un incantesimo e gettano Rachel nel lago. La mattina dopo, la donna si sveglia nel suo letto e si accorge che la sua porta è stata ostruita da una sedia posta davanti ad essa. Il suo istinto materno la spinge a fuggire e ad andare in soffitta, dove trova Elliot intrappolato in un baule come la notte precedente. Ormai convinta che gli abitanti del villaggio siano contro Elliot e che vogliano trasformare il ragazzo in un mostro, Rachel fugge dalla casa con il bambino, correndo nel bosco dietro la loro proprietà.

Anche Anthony se ne accorge e corre dietro di loro, chiamando Rachel e gli abitanti del villaggio la seguono. Il marito la raggiunge e la blocca a terra; ne nasce una lotta, in cui Rachel è finalmente in vantaggio e si appresta a spaccare una pesante pietra sul volto di Anthony. Ma decide di non farlo, vedendo Elliot proprio di fronte a loro, e Anthony rivela la scioccante verità. Rivela che in realtà non c’era nessuno di nome Elliot, non c’era mai stato, e Rachel aveva solo immaginato il loro figlio gemello dopo la morte di Nathan. La moglie aveva perso la sua stabilità mentale dopo la morte del loro unico figlio, poiché era stata lei a guidare l’auto durante l’incidente, e come parte del suo metodo contorto per affrontare il dolore, aveva creato l’intera esistenza di Elliot.

Tristan Ruggeri, Teresa Palmer e Steven Cree in The Twin - L'altro volto del male
Tristan Ruggeri, Teresa Palmer e Steven Cree in The Twin – L’altro volto del male. Cortesia di Notorious Pictures

Il marito aveva tenuto la cosa lontana dagli occhi del pubblico per un po’ di tempo, ma ben presto i vicini intervennero e chiesero che la donna fosse sottoposta a un trattamento di salute mentale. Per qualche tempo era stata tenuta in una struttura dove i medici le avrebbero tolto dalla testa l’identità creata di Elliot, ma Anthony non voleva che ciò accadesse per amore di lei, poiché sosteneva che Elliot era l’unica cosa che rendeva felice Rachel. L’aveva portata via dalla struttura e si era trasferito in Finlandia, lontano dagli Stati Uniti, per iniziare una nuova vita. Ma l’ossessione di Rachel per il figlio immaginario crebbe pericolosamente in questo nuovo paese, dato che lei stessa disseppellì il giocattolo di Nathan, fotografò le altalene vuote e si spaccò lo specchio in testa. Incapace di aiutarla da sola, aveva chiesto l’aiuto degli abitanti del villaggio, e non era mai esistito un demone o una possessione.

La spiegazione del finale: cosa significa l’ultima scena?

Rachel si rifiuta di credere a tutto questo e segue Elliot in un granaio, dove Anthony rilascia dei grani sul ragazzo per dimostrare che la sua esistenza è solo nella mente di Rachel. La madre cerca ancora una volta di proteggere il figlio e, nel farlo, spinge Anthony giù da un’altezza considerevole. Cercando nel mucchio di grano, si rende conto che non c’è il corpo di Elliot o di un altro ragazzo e nota che Anthony è ferito a morte. Tornata negli Stati Uniti, depone dei fiori sulle tombe di Nathan e Anthony, morto poco dopo, e poi entra da sola nella sua auto. Vede Anthony e i loro due figli seduti all’interno dell’auto e conversa animatamente con loro prima di ripartire.

Quest’ultima scena suggerisce ovviamente il crescente delirio nella mente di Rachel, che ora immagina non solo il figlio immaginario Elliot, ma anche il figlio e il marito morti. The Twin – L’altro volto del male, dunque, si svolge quasi interamente all’interno della mente della protagonista o comunque proponendoci un racconto fortemente definito dalla sua instabilità mentale. In sostanza, si tratta di un film che esplora il tema del lutto e i traumi che esso può provocare, portando anche a costruirsi realtà differenti da quella originale per cercare di sopravvivere al dolore.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di The Twin – L’altro volto del male grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunesTim Vision e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di mercoledì 27 novembre alle ore 21:15 sul canale Italia 2.

L’ultimo dei Templari: tutte le curiosità sul film con Nicolas Cage

Film di genere fantasy del 2011 L’ultimo dei Templari (qui la recensione) è diretto dal regista Dominic Sena, già autore di film come Fuori in 60 secondi e Codice: Swordfish. Questa è però per lui la sua prima incursione nel genere d’avventura fantastica, che non manca di macchiarsi anche di tinte horror. La storia è tratta dalla sceneggiatura originale di Bragi F. Schut, scritta nel 2000 ma a lungo rimasta senza una produzione. Grazie alla Atlas Entertainment, produttrice anche di titoli come I fratelli Grimm e l’incantevole strega e Scooby-Doo, il progetto poté infine prendere vita.

La storia è incentrata sulla vicenda di due cavalieri del XIV secolo, incaricati di condurre al patibolo una donna accusata di essere una strega. Nonostante il titolo scelto per l’edizione italiana, i due protagonisti sono semplici crociati e non hanno alcun legame con i templari. Il titolo originale del film, Season of the Witch, è dunque come spesso accade più aderente e indicativo di quanto contenuto nella trama. Con riprese svoltesi prevalentemente in territorio austriaco, su vere location, il film puntava ad ottenere una più realistica atmosfera, a metà tra il fantasy e il film storico.

Distribuito poi in sala dopo una considerevole campagna pubblicitaria, il film mancò tuttavia di ottenere il successo sperato. A fronte di un budget di circa 40 milioni di dollari, L’ultimo dei templari riuscì a guadagnarne soltanto 91 in tutto il mondo. Un risultato nettamente al di sotto delle aspettative, considerando la popolarità del genere e il grande pubblico a cui si rivolgeva. Ad ogni modo, con il tempo film ha finito per l’essere particolarmente ricercato tanto dai fan degli attori protagonisti quanto dagli amanti del genere, che ritrovano qui una classica storia di streghe e demoni.

Nicolas Cage, Ulrich Thomsen e Stephen Campbell Moore in L'ultimo dei Templari
Nicolas Cage, Ulrich Thomsen e Stephen Campbell Moore in L’ultimo dei Templari. Foto di Egon Endrenyi – © 2010 Season of the Witch Distributions, LLC All Rights Reserved.

La trama di L’ultimo dei templari

La vicenda si svolge nel XIV secolo, nel periodo in cui la Chiesa dà vita ad una guerra per liberare Gerusalemme e punire gli infedeli. Tra le schiere dei cavalieri al servizio del Papa vi sono Behman e Felson. Questi, però, svelano una sempre più marcata insofferenza per quel conflitto, e provano un profondo rimorso per aver ucciso numerosi innocenti, tra cui donne e bambini. Decidendo infine di abbandonare il campo di battaglia, i due intraprendono un viaggio di ritorno verso il loro paese. Giunti qui, però, si imbattono in nuovi e inimmaginabili orrori. Il villaggio è infatti stato colpito dalla peste, che ha straziato e decimato la popolazione. Ai due non viene inoltre risparmiata una fredda accoglienza, avendo disertato la guerra e tradito il loro onore.

Viene però loro offerto un modo per farsi perdonare. I due cavalieri dovranno condurre una donna al monastero della zona, dove verrà giustizia. Ella è infatti accusata di essere la strega che ha dato origine alla terribile pandemia. Al loro viaggio si uniscono anche il prete Debelzaq, il guerriero Eckhardt, il truffatore Hagamar e il giovane chierico Kay. Il gruppo sembra in realtà scettico circa la presunta natura della donna, ma quando nel corso del loro viaggio una serie di macabri eventi accadranno davanti ai loro occhi, saranno costretti a ricredersi. Giungere al monastero sarà per loro l’unica possibilità di salvarsi, sconfiggendo la creatura che nel frattempo si rivelerà essere ben più temibile e invincibile di una strega.

 

Il cast del film

Per i produttori del film, il ruolo di Behman era pensato sin da subito per essere interpretato dall’attore Nicolas Cage. Dopo aver letto la sceneggiatura, l’attore si dichiarò da subito interessato al progetto. Da tempo egli desiderava recitare in un’opera di quel genere, che ricordasse i lungometraggi del celebre regista e produttore Roger Corman, i cui film hanno spesso trame soprannaturali. Inoltre, Cage era anche affascinato dall’idea di poter recitare con il leggendario Christopher Lee, presente nel film nel ruolo del cardinale D’Ambroise. Per recitare al meglio il suo ruolo, Cage decise anche di imparare a cavalcare e a combattere con la spada. Per risultare naturale in entrambe queste attività, dovette sottoporsi a diverse settimane di addestramento.

L'ultimo dei Templari castello
Nicolas Cage, Ron Perlman, Stephen Campbell Moore, and Robert Sheehan in L’ultimo dei Templari. Foto di Egon Endrenyi – © 2010 Season of the Witch Distributions, LLC All Rights Reserved.

Nel ruolo di Felson è invece presente l’attore Ron Perlman. Meglio noto per aver interpretato il demone Hellboy, Perlman dichiarò di aver da subito dimostrato interesse nel film. Grande appassionato del genere, rimase particolarmente colpito dal carattere strafottente del personaggio, poco interessato alla spiritualità e più concentrato sulla materialità delle cose. Il film rappresenta inoltre il debutto cinematografico per l’attrice Claire Foy. Oggi nota soprattutto grazie alla serie The Crown, qui ricopre il ruolo della ragazza accusata di stregoneria. L’attrice dichiarò di essere stata attratta dalla natura manipolativa del personaggio, ritenendo che ciò sarebbe stato interessate da affrontare.

Nel film sono poi presenti anche attori come Stephen Campbell Moore, noto per celebri film britannici, e che dà qui volto a Debelzaq. Moore, inoltre, conobbe proprio su questo set la Foy, alla quale sarebbe rimasto legato sentimentalmente fino al 2018. Stephen Graham, anche lui noto interprete di film statunitensi e britannici, interpreta invece Hagamar. Ulrich Thomsen è invece l’interprete di Eckhardt. Infine, si ritrova anche un giovane Robert Sheehan, oggi celebre per il ruolo di Klaus nella serie The Umbrella Academy, che dà qui vita a Kay, personaggio particolarmente importante all’interno della storia.

Il castello dove è stato girato il film

Di particolare fascino, come si diceva, sono poi le location del film e in particolare il castello presente. A detta dei registi, è stato il luogo più difficile da trovare per restituire l’atmosfera desiderata. Alla fine la scelta è ricaduta sul castello di Kreuzenstein, vicino Vienna, a nord del villaggio di Leobendorf, a est della città di Stockerau nella provincia della Bassa Austria in Austria. L’edificio risale al 1115 ed è fornito di ponte levatoio e porte tempestate di ferro. Un luogo dunque ideale, affermatosi in seguito come una delle cose più apprezzate del film proprio per il contributo che vi apporta.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

Per gli appassionati del film, o per chi desidera vederlo per la prima volta, sarà possibile fruirne grazie alla sua presenza nel catalogo di alcune delle principali piattaforme streaming oggi disponibili. L’ultimo dei templari è infatti presente su Tim Vision,  Infinity+, Apple iTunes e Prime Video. In base alla piattaforma scelta, sarà possibile noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale al catalogo. In questo modo sarà poi possibile fruire del titolo in tutta comodità e al meglio della qualità video. Il film verrà inoltre trasmesso in televisione mercoledì 27 novembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

Mirabile Visione: Inferno, disponibile la colonna sonora di Fabrizio Campanelli ed Enrico Goldoni

È disponibile su tutte le piattaforme la colonna sonora originale di Mirabile Visione: Inferno, firmata dai compositori Fabrizio Campanelli ed Enrico Goldoni.

Se Dante tornasse ora, cosa direbbe del nostro mondo? Dal Dante più rivoluzionario fino al suo più autentico messaggio cristiano, in Mirabile Visione: Inferno ogni cerchio del Primo Regno diventa la rappresentazione della società odierna, delle possibilità dell’uomo e dei suoi limiti, delle contraddizioni della società capitalista e della crisi ambientale e climatica globale.

Il film Mirabile Visione: Inferno ha già coinvolto gli studenti di centinaia di scuole su tutto il territorio nazionale imponendosi come il documentario più visto al cinema nella scorsa stagione 2023/2024. La pellicola, diretta da Matteo Gagliardi, con Benedetta Buccellato e Luigi Diberti, continua una costante programmazione di matinèes per le scuole e sarà disponibile per tutta la durata dell’anno scolastico 2024-2025.

La colonna sonora originale è stata prodotta in due fasi che hanno visto alternarsi l’esecuzione di due fra le migliori orchestre al mondo. A Praga, la Czech National Symphony Orchestra, nota per la collaborazione con Ennio Morricone nella colonna sonora premio Oscar per The Hateful Eight di Quentin Tarantino. A Milano, l’Orchestra Sinfonica di Milano, che fra gli altri ha visto la direzione musicale di Riccardo Chailly dal 1999 al 2005, con 70 elementi di organico. La Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi forma, promuove e diffonde espressioni della cultura e dell’arte, in un contesto di educazione del pubblico alla musica ed agli ambiti e profili culturali ad essa connessi, assumendo nel contempo la funzione di ambasciatrice, in Italia e all’estero, dei valori culturali espressi.

L’altissimo livello di queste prestigiose collaborazioni ha contribuito a rendere la colonna sonora di Fabrizio Campanelli (che ne ha curato anche la produzione artistica e musicale) ed Enrico Goldoni per Mirabile Visione: Inferno una soundtrack memorabile con uno spessore degno del più grande cinema internazionale.

Composta ed eseguita appositamente per il film, la colonna sonora di Mirabile Visione: Inferno è stata completata e remixata in occasione dell’esordio del film sul mercato internazionale con Nexo Studios (Dante’s Wondrous Vision) e della sua conseguente pubblicazione. Come spiega l’autore Fabrizio Campanelli sul canale YouTube Scoringforfilms – un canale unico nel suo genere, interamente dedicato al mondo delle colonne sonore e alla loro realizzazione – la musica è stata ripensata, riadattata ed ampliata per poter essere eseguita dall’Orchestra Sinfonica di Milano al completo, un organico vasto a tal punto da rappresentare una rarità nel panorama delle produzioni musicali e cinematografiche nostrane.

“Accostarsi alle parole universali del Poeta è un impegno severo”, racconta Campanelli. “La parola stessa trascende e si fa suono, supera il limite del significante e apre a una molteplicità di senso che è finestra sull’altrove, uno sguardo che dall’io sale lungo la perpendicolare che conduce all’universo e al mondo delle idee. Il viaggio percorso attraverso le musiche è specchio di un viaggio che tenta di varcare le Colonne d’Ercole e salire fino alle stelle che sono origine dei titoli dei brani della colonna sonora. Perché grazie a Dante salimmo sù, a veder le cose belle che porta ’l ciel, per un pertugio tondo. E anche noi, con Lui, uscimmo a riveder le stelle”

Oceania 2: guida alla colonna sonora, tutte le canzoni e quando le ascoltiamo nel film

La colonna sonora di Oceania 2 (qui la nostra recensione) si basa sulla musica del primo film e ne amplia la portata a un set completamente nuovo di personaggi. Una parte fondamentale dell’enorme successo del film del 2016 è stata dovuta proprio alla colonna sonora. Con artisti come Lin-Manuel Miranda ai lavori di scrittura, canzoni come “How Far I’ll Go” e “You’re Welcome” sono diventate successi indiscussi. È un compito arduo da eguagliare per Abigail Barlow e Emily Bear, le cantautrici di Oceania 2, che svolgono un lavoro solido con una serie di nuove tracce.

Alcuni dei nuovi personaggi del film ottengono delle piccole grandi vetrine musicali, come la canzone del cattivo incredibilmente divertente di Awhimai Fraser. Altre tracce sono collegamenti più diretti alla cultura e alla storia polinesiana che hanno fatto da ispirazione per il mondo di Oceania. Ecco tutte le canzoni principali di Oceania 2, quando vengono suonate nel film e dove possono essere ascoltate.

Oceania 2 Canzoni Interprete
“We’re Back” Auliʻi Cravalho, Villagers of Motunui
“Beyond” Auliʻi Cravalho
“Finding The Way” Olivia Foa’i, Te Vaka
“What Could Be Better Than This” Auli’i Cravalho, Hualālai Chung, Rose Matafeo, David Fane
“Get Lost” Awhimai Fraser
“Can I Get A Chee Hoo” Dwayne Johnson
“Manu Vavau” Dwayne Johnson, Opetaia Foa’i, Rachel House
“Beyond (Reprise)” Auliʻi Cravalho
“We Know The Way (Te Fenua te Malie)” Auli’i Cravalho, Olivia Foa’i, Opetaia Foa’i, Te Vaka

Quando viene riprodotta nel film ogni canzone di Oceania 2

Oceania 2 ha 9 grandi canzoni, ma anche una serie di momenti musicali minori extra

  • “We’re Back” di Auliʻi Cravalho, abitanti del villaggio di Motunui

“We’re Back” è il primo grande momento musicale di Oceania 2 e stabilisce lo status quo per la prossima avventura di Oceania. “We’re Back” è la reintroduzione del pubblico a Montuni, rivelando come la comunità è cambiata nei tre anni trascorsi dagli eventi del primo film. Serve anche come modo per presentare nuovi personaggi, come la sorella di Oceania, Simea, e i suoi futuri compagni di squadra Leto, Kele e Moni.

  • “Beyond” di Auliʻi Cravalho

“Beyond” viene riprodotta all’inizio di Oceania 2, poco dopo la visione del suo antenato Tautai Vasa. “Beyond” funge da successore spirituale di “How Far I’ll Go” del film originale, con un’anticipazione simile dell’avventura di Vaiana che ha un significato più profondo attraverso un riconoscimento più palese delle qualità pericolose della sua missione. “Beyond” è anche una delle grandi tracce da solista di Auliʻi Cravalho nella colonna sonora e alla fine viene ripresa più avanti nel film.

  • “Finding The Way” di Olivia Foa’i, Te Vaka

“Finding The Way” è cantata dagli abitanti del villaggio di Motunui mentre Vaiana e il suo equipaggio si imbarcano per il loro viaggio. È una canzone emozionante che non è tradotta in inglese, mantenendo le radici polinesiane insite nei film. È anche una grande vetrina per Olivia Foa’i, che è stata un membro cruciale per presentare una forte rappresentazione della cultura polinesiana in Oceania e Oceania 2.

  • “What Could Be Better Than This?” di Auli’i Cravalho, Hualālai Chung, Rose Matafeo, David Fane

“What Could Be Better Than This?” si sente mentre Vaiana cerca di ispirare unità ai suoi compagni di equipaggio. Moni e Leto si uniscono alla canzone mentre diventano più inclini alla navigazione. Al contrario, Kele recita le sue battute, evidenziando la sua resistenza al “cantare insieme”. Il finale della canzone prepara il terreno per il confronto con i Kakamora.

  • “Get Lost” di Awhimai Fraser

“Get Lost” è la cosa più vicina a una canzone sui cattivi che sentiamo in Oceania 2 e si verifica più o meno a metà del film, dopo che Vaiana è stata separata dal suo equipaggio. Cantata dall’agente mistico di Nalo, Matangi, la canzone finisce per essere una ballata più ispiratrice che Matangi canta a Vaiana per ispirarla verso percorsi inaspettati. Matangi in definitiva non ha un ruolo importante nel film dopo questa canzone, ma funge da vetrina memorabile per il personaggio.

  • “Can I Get A Chee Hoo” di Dwayne Johnson

Dopo essere stato liberato dalle grinfie di Matangi, Maui si unisce all’azione per il resto del film. Nel punto più basso di Vaiana nella narrazione, Maui canta “Can I Get A Chee Hoo” come una canzone motivazionale, sperando di ispirare la protagonista a non arrendersi nonostante le probabilità contro di loro. La canzone funziona come un contrasto a “You’re Welcome” di Vaiana, ma è molto meno egoistica. Mentre mantiene un’estetica visiva simile a quella precedente ballata spaccona, la canzone parla della forza interiore e delle capacità di Vaiana.

  • “Manu Vavau” di Dwayne Johnson, Opetaia Foa’i, Rachel House

Dopo che la protagonista apparentemente sacrifica la sua vita per spezzare la maledizione di Nalo, Maui canta in lacrime “Manu Vavau” mentre culla il suo corpo. Presto si uniscono a lui gli spiriti degli antenati, che cantano la canzone mentre loro e l’oceano la riportano in vita rendendola una semidea. È la canzone più tranquilla del film, ma acquisisce una nuova energia quando il tono passa da triste a edificante.

  • “Beyond (Reprise)” di Auliʻi Cravalho

La ripresa di “Beyond” è cantata da Auliʻi Cravalho e funge da celebrazione trionfale dopo che lei e il suo equipaggio mettono piede sull’isola rialzata di Motufetu. È un momento potente per Vaiana, un trionfo personale dopo il salvataggio cosmico che ha ricevuto dall’oceano. Imposta anche il finale di Oceania 2, che ha una serie di altri piccoli tocchi musicali minori.

  • “We Know The Way (Te Fenua te Malie)” di Auli’i Cravalho, Olivia Foa’i, Opetaia Foa’i, Te Vaka

“We Know The Way (Te Fenua te Malie)” è la canzone finale di Oceania 2 e viene riprodotta mentre Vaiana e il suo equipaggio tornano a casa. È una canzone molto emozionante, pensata come un parallelo diretto al modo in cui il primo film si è concluso con una versione diversa di “We Know The Way”. Crea un altro legame tematico tra i due film.

Oceania (Moana) mauiDove ascoltare la colonna sonora di Oceania 2

La colonna sonora completa è già ampiamente disponibile

Ci si aspetta che Oceania 2 sia un successo al botteghino, il che giustifica il motivo per cui la Disney ha già spinto la colonna sonora del film. L’intera colonna sonora è stata resa disponibile per l’acquisto il 22 novembre, pochi giorni prima che il film debuttasse nelle sale. La colonna sonora del film può essere trovata sugli store online come Apple Music e Amazon Prime.

La colonna sonora originale è già disponibile per lo streaming su altre app come Spotify e siti web come YouTube.

Best Friends Forever: gratis al cinema con Cinefilos.it

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Best Friends Forever: gratis al cinema con Cinefilos.it

Cinefilos.it vi offre la possibilità di partecipare alla proiezione esclusiva di Best Friends Forever per la regia di Andrea Fazzini e Alessandro Pavanelli con Ambra Angiolini, Anna Ferzetti e Massimo Poggio, a dicembre al cinema.

Proiezione in anteprima giovedì 5 dicembre alle ore 20:30 presso Multisala Gloria by Notorious Cinemas – Milano – Saranno presenti in sala i registi + componenti del cast

E’ possibile richiedere un ingresso gratuito per due persone alla proiezione di BEST FRIENDS FOREVER scrivendo all’indirizzo [email protected] con oggetto BEST FRIENDS FOREVER – MILANO e indicando Cognome e Nome e se 1 o 2 persone.

Si accetteranno prenotazioni fino a esaurimento posti.

I biglietti omaggio saranno ritirabili, nel limite dei posti disponibili, segnalando il proprio nominativo alle casse del cinema il giorno stesso della proiezione. I biglietti omaggio sono ritirabili e garantiti fino a 30 minuti prima l’inizio della proiezione.

La trama di Best Friends Forever

Anna (Anna Ferzetti) e Virginia (Ambra Angiolini) sono due quarantenni di successo e amiche da una vita. La loro amicizia si fonda su una divertita e maliziosa competitività, soprattutto nella conquista degli uomini. Ma un rapporto serio? Una famiglia? Virginia si innamora spesso ma pensa di non aver ancora trovato quello giusto. Anna è sicura di non volere una storia. Ma si sbagliano entrambe. Un giorno si innamorano dello stesso uomo: Diego (Massimo Poggio). Quella che, inizialmente, è una “onesta” battaglia amorosa tra due donne innamorate, ben presto si trasforma in una guerra senza esclusione di colpi. L’amore non conta più niente. Conta vincere. Strappare l’uomo dalle braccia dell’altra. Trionfare a scapito di tutto e tutti. Soprattutto a scapito dell’oggetto del loro iniziale desiderio: Diego, maschio alpha smontato un pezzo alla volta. Perché come dice un antico detto tibetano: “L’unica cosa più pericolosa di una donna, sono due donne.

Una poltrona per due: il 9, 10 e 11 dicembre al cinema con Adler Entertainment

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Il cult natalizio per antonomasia torna al cinema: “Una poltrona per due” di John Landis arriva come evento speciale solo il 9, 10 e 11 dicembre grazie ad Adler Entertainment. A oltre 40 anni dal suo debutto sul grande schermo, l’esilarante commedia con protagonisti Eddie Murphy e Dan Aykroyd vi dà appuntamento al cinema in un’imperdibile versione restaurata in 4K.

Dopo i successi di “Animal House“, “The Blues Brothers”  e “Un lupo mannaro americano a Londra“, nel 1983 Landis dirige una commedia rocambolesca ispirandosi all’opera di Mark Twain e al cinema di Frank Capra. Al centro della vicenda un imbroglione squattrinato (Eddie Murphy) che prende il posto di un borioso investitore (Dan Aykroyd), uno scambio di persona ordito per scommessa da due fratelli milionari (Don Ameche e Ralph Bellamy) annoiati e senza scrupoli. Inizia così una delle più divertenti e oltraggiose commedie degli anni ’80, che ha lanciato la carriera cinematografica di Eddie Murphy e traghettato quella di Jamie Lee Curtis dal genere horror alla commedia, offrendo una pungente critica contro il capitalismo più spietato e la generazione yuppie attraverso un irresistibile mix di humor e critica sociale.

Una poltrona per due: tutto quello che c’è da sapere sul film

Tra i principali registi della commedia americana degli anni ’80, John Landis ha diretto alcuni dei film più popolari di tutti i tempi. Spaziando tra i vari generi, dalla commedia brillante all’horror, e riuscendo a innovare ciascuno di essi, ha portato il cinema nella musica di Michael Jackson con il pionieristico “Thriller”, reinventando il concetto stesso di video musicale.

Squid Game 2: trailer e poster dell’attesa serie Netflix

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Squid Game 2: trailer e poster dell’attesa serie Netflix

Netflix rivela il trailer dell’attesissima seconda stagione di SQUID GAME, dal quale emergono nuovi avvincenti dettagli sui giochi mortali e sui personaggi che dovranno affrontarli. Svelato anche un nuovo poster in cui i giocatori di Squid Game corrono verso una destinazione sconosciuta, mentre il protagonista Seong Gi-hun guida la carica, dando ufficialmente il via alla competizione.

Seong Gi-hun (Lee Jung-jae) fa il suo ritorno, impegnato in un’intensa battaglia con il misterioso Front Man (Lee Byung-hun). Con lo svolgimento di nuovi giochi, la posta in palio diventa sempre più letale, e la missione di Gi-hun di porre fine ai giochi una volta per tutte diventa il centro del conflitto. Riuscirà nel suo intento, o il sistema reclamerà ancora più vittime?

Il conto alla rovescia è iniziato: la seconda stagione di SQUID GAME sarà disponibile solo su Netflix dal 26 dicembre.

La storia di Squid Game

Squid Game ha sconvolto il mondo con la sua uscita nel 2021, diventando presto una delle serie più viste su Netflix a livello globale. Accumulando più di 1,65 miliardi di ore di visualizzazione da parte di più di 142 milioni di famiglie nei suoi primi 28 giorni, la serie ha raggiunto il posto #1 nella Top 10 di 94 Paesi.

Oltre al suo enorme successo di pubblico, la serie ha vinto premi prestigiosi ed è stata lodata per il suo fresco commento su una società moderna immersa in una spietata competitività, il tutto raccontato in contrasto con lo sfondo di nostalgici giochi da bambini, trasformando tutto ciò che è Squid Game – la sua arte, musica, estetica e i suoi giochi – in un fenomeno culturale globale.

Dettagli sulla serie

  • SINOSSI: Tre anni dopo aver vinto lo Squid Game, il Giocatore 456 ha rinunciato ad andare negli Stati Uniti e torna con un nuovo obiettivo in mente. Gi-hun si tuffa ancora una volta nel misterioso gioco di sopravvivenza, iniziando un altro gioco di vita o di morte con nuovi partecipanti riuniti per vincere il premio di 45,6 miliardi di won.

  • DATA DI USCITA: 26 dicembre 2024

  • SCRITTORE/REGISTA: Hwang Dong-hyuk

  • PRODUTTORI ESECUTIVI: Kim Ji-yeon, Hwang Dong-hyuk

  • PRODOTTA DA: Firstman Studio

  • CAST PRINCIPALE: Lee Jung-jae, Lee Byung-hun, Wi Ha-jun, Gong Yoo, Yim Si-wan, Kang Ha-neul, Park Gyu-young, Lee Jin-uk, Park Sung-hoon, Yang Dong-geun, Kang Ae-sim, Lee David, Choi Seung-hyun, Roh Jae-won, Jo Yu-ri e Won Ji-an

  • PAESE: Corea del Sud

Il Robot Selvaggio debutta in digitale dal 12 Dicembre

Il Robot Selvaggio debutta in digitale dal 12 Dicembre

Il Robot Selvaggio della DreamWorks Animation sarà disponibile dal 12 dicembre in acquisto digitale su Prime Video, Google Play, Apple Tv, Rakuten Tv e Microsoft, e dal 19 dicembre a noleggio in digitale su tutte le piattaforme, incluse Sky Primafila e Mediaset Infinity, distribuito da Universal Pictures Home Entertainment.

Adattamento del pluripremiato bestseller n. 1 del New York Times di Peter Brown, Il Robot Selvaggio è un’avventura epica che vede protagonista la vincitrice del premio Oscar Lupita Nyong’o (Noi, il franchise di Black Panther) nella versione originale, mentre in quella italiana Esther Elisha (le serie Don Matteo), nei panni di Roz, un robot che naufraga su un’isola disabitata e deve adattarsi al duro ambiente circostante. Gradualmente Roz inizia a costruire relazioni con gli animali dell’isola, tra cui una volpe intelligente doppiata da Pedro Pascal (The Last of Us, The Mandalorian) nella versione originale e da Alessandro Roja (Diabolik, Altrimenti ci arrabbiamo) nella versione italiana e diventa genitore adottivo di un papero orfano di nome Beccolustro doppiato da Kit Connor (Ready Player One, Heartstopper) nella versione originale mentre nella versione italiana da Nicolò. Il Robot Selvaggio è una storia potente sulla scoperta di se stessi, un’emozionante visione del ponte tra tecnologia e natura e un’esplorazione commovente di ciò che significa essere vivi e connessi a tutti gli esseri viventi.

Diretto dal 3 volte candidato agli Oscat Chris Sanders (Lilo & Stitch, The Croods), Il Robot Selvaggio ha come voci italiane Esther Elisha (Don Matteo) e Alessandro Roja (Diabolik, Altrimenti ci arrabbiamo). Nella versione internazionale vanta un incredibile cast vocale accanto a Nyong’o, Pascal e Connor che include Catherine O’Hara (Schitt’s Creek, Beetlejuice Beetlejuice), Bill Nighy (Love Actually, Rango), Stephanie Hsu (Everything Everywhere All at Once, The Fall Guy), Mark Hamill (il franchise di Star Wars) e Ving Rhames (il franchise di Mission Impossible, I Guardiani della Galassia Vol. 2). Con le musiche del compositore candidato agli Emmy e ai Grammy e vincitore del premio Oscar® Kris Bowers, il film vanta anche due canzoni originali della sensazionale cantautrice vincitrice del Grammy® Maren Morris.

The Strangers: Capitolo 1, la recensione dell’inizio di una nuova trilogia

A dare una scossa alle uscite in sala di giovedì 28 novembre – tra documentari diversi e revival, novità sentimentali, lo splendido dramma con Cillian Murphy, l’Hey Joe con James Franco e il ritorno di Oceania della Disney – attenzione a non perdere il The Strangers: Capitolo 1 di Renny Harlin. Non a caso il film distribuito da Vertice360 è stato scelto come film di apertura della 44esima edizione del Fantafestival di Roma (che lo ha inserito in programma come anteprima nazionale, mercoledì 27), contesto perfetto per presentare al pubblico italiano questo nuovo inizio della saga inaugurata nel 2008 da Bryan Bertino.

Allora, quel film fu una sorpresa piacevole – oltre che da brividi – e mise le basi per un sequel molto meno fortunato, il The Strangers 2 (Prey at Night) che però incassò poco più di 30 milioni di dollari contro gli oltre 82 del capostipite. E dei già 48 di questo intelligente quanto ambiguo terzo film e primo capitolo di una trilogia che volutamente non è stata indicata né come prequel, né come sequel, né tanto meno come remake o reboot. Anche se di ripartenza non può non parlarsi, vista la dichiarata appartenenza a quell’originale.

Madelaine Petsch e Froy Gutierrez in The Strangers_ Capitolo 1 (2024)
Foto di John Armour © Lionsgate

La storia di The Strangers: Capitolo 1

In viaggio verso Portland, dove un allettante proposta di lavoro attende Maya (Madelaine Petsch), lei e il suo fidanzato Ryan (Froy Gutierrez) decidono di fare una sosta nella piccola Venus, in Oregon. Ma la sosta al Carol’s Diner si rivela la scelta sbagliata. Costretta a trattenersi nella piccola cittadina, per uno strano guasto meccanico, la coppia raggiunge un cottage isolato nei boschi, dove trascorrere la notte. Che si rivelerà molto meno romantica del previsto, quando la loro permanenza sarà sconvolta dall’arrivo di tre sconosciuti mascherati che iniziano a terrorizzarli facendoli sentire senza possibilità di fuga.

Il passato ritorna

Se la trama vi fa venire in mente un numero imprecisato di altri film del genere, non vi preoccupate, le prime sequenze del film confermeranno l’impressione. Ma sarebbe eccessivamente ottimistico avvicinarsi a un film come questo aspettandosi sorprese, che non siano quelle date da jumpscare e un calibrato uso di modelli classici, e originalità. E rischierebbe di non farvi godere un buon killer drama – ancor più che horror – con alcuni momenti interessanti, soprattutto se vi era piaciuto il The Strangers del 2008.

Certo, come per il sequel del 2018 anche in questo caso dinamica e struttura restano le stesse, e sembra complicato trovare motivi per continuare a seguire le gesta dei tre maniaci mascherati dal modus operandi ripetitivo quanto efficace. O concedere il beneficio del dubbio a un esperto del genere come Renny Harlin (Nightmare 4 – Il non risveglio, 58 minuti per morire – Die Harder, Cliffhanger, L’esorcista – La genesi, The Covenant e via dicendo), intenzionato a dirigere una intera trilogia, e quindi altri due capitoli dopo questo…

The Strangers: Capitolo 1
Foto di John Armour © Lionsgate

The Strangers Trilogy, la scommessa di Renny Harlin

Nei quali potremmo ritrovare i personaggi principali (un asso nella manica del film, visto che si tratta della Madelaine Petsch di Riverdale e del Froy Gutierrez di Cruel Summer e Teen Wolf), anche se è meglio non sapere in che vesti, ma soprattutto scopriremo il bluff organizzato per rilanciare il franchise. Che continua imperterrito a presentarsi uguale a sé stesso – per cui senza svelare o spiegare granché di quel che vediamo da quindici anni – ma nel quale si intuiscono le basi di un universo in costruzione, che nei prossimi film ci regalerà connessioni interne e chiarificatori rimandi al passato.

Che, si spera, si facciano perdonare leggerezze e comportamenti privi di senso messi in scena dopo la lunga fase introduttiva, voluta per creare un minimo di suspense e far crescere l’attesa, compensata dalle immancabili maschere inquietanti, da coreografie accorte e qualche efferatezza in quota gore. E potendo contare sulle statistiche – quelle sì, spaventose – che registrano 1,4 milioni di morti violente ogni anno negli Usa – costruire un prodotto meno convenzionale di questo, o sarà inutile continuare fino al terzo capitolo (le cui riprese in realtà pare siano già terminate, avendo Harlin girato i tre film insieme in 52 giorni tra il settembre e il novembre 2022, a Bratislava, in Slovacchia).

Deer Girl: al cinema gratis con Cinefilos.it

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Deer Girl: al cinema gratis con Cinefilos.it

Cinefilos.it offre la possibilità di vedere al cinema gratis DEER GIRL di Francesco Jost con Denise Tantucci, Anita Caprioli, Giorgio Tirabassi, Matteo Olivetti, Anita Kravos. 

Giovedì 5 dicembre alle ore 15:30 presso Cinema Pop Up Jolly – Bologna – Sarà presente in sala il regista

E’ possibile richiedere un ingresso gratuito per due persone alla proiezione di DEER GIRL registrandosi al form presente al link www.esperienzacinema.it/deergirl confermando la data e la città dell’anteprima scelta. Si accetteranno prenotazioni fino a esaurimento posti.

I biglietti omaggio saranno ritirabili, nel limite dei posti disponibili, segnalando il proprio nominativo alle casse del cinema il giorno stesso della proiezione. I biglietti omaggio sono ritirabili e garantiti fino a 30 minuti prima l’inizio della proiezione.

deer girlLa trama di Deer Girl

Tu cerchi l’Amore! Rachele ride allo sconosciuto col quale sta chattando su webcam. Lei all’amore non crede. E ci accompagna a scoprire l’unico sentimento che conosce, il legame fortissimo velenoso che unisce i suoi genitori. In pubblico si mostrano affettuosi e innamorati, ma dietro porte chiuse, è tutto possesso sottomissione paura e dolore. Rachele vuole essere diversa. Ma può veramente esserlo, se l’unica forma di amore che conosce è violenza?

La protagonista, Rachele, una giovane donna di 25 anni, ritorna al suo paese natale per partecipare al cinquantesimo anniversario di matrimonio dei suoi genitori, Mario (Giorgio Tirabassi) e Anja (Anita Caprioli). Dietro la facciata di una coppia rispettata dalla comunità, si cela un oscuro segreto di violenza domestica, un’ombra che ha segnato profondamente l’anima di Rachele. Cresciuta in un ambiente tossico, Rachele porta con sé le cicatrici emotive di un passato doloroso e un’idea distorta di amore. Questo si rispecchia nelle relazioni affettive che Rachele ha – o meglio, che non riesce ad avere – e nel suo atteggiamento nei confronti della madre e delle scelte che ha fatto.

Wicked: le connessioni con Il Mago di Oz e quei due cameo emozionanti!

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Wicked (qui la recensione) è arrivato nei cinema questo fine settimana e sembra destinato a continuare a battere i record al botteghino in vista del Ringraziamento. Ha già avuto la più grande apertura mondiale e nazionale per un film basato su uno spettacolo di Broadway.

Lo spettacolo teatrale è un vero e proprio fenomeno di massa, quindi questo livello di successo era prevedibile. Wicked rende omaggio a tutti i fan dell’originale di Broadway con cameo di Kristin Chenoweth e Idina Menzel. Le due hanno interpretato Glinda ed Elphaba a Broadway e, secondo il regista Jon M. Chu, trovare loro un ruolo memorabile nel film era un dovere.

Cynthia Erivo is Elphaba in WICKED, directed by Jon M. Chu
© Universal Studios. All Rights Reserved.

“Non sarebbero venute per fare una cosa qualsiasi”, racconta il regista a Variety “La nostra cerchia ristretta ha pensato a tutti i tipi di cose da proporre loro. Kristin interpreta la madre di Glinda? Saranno una di quelle persone che dicono ‘Il mago ti vedrà ora’? Mi è sempre sembrato deludente”. “Dovevamo dare loro qualcosa di grande. Avevamo questa sezione in “Wizomania” che aveva bisogno di una storia di fondo di cui non avevamo bisogno nello show: cos’è la Grimmerie? E una comprensione di come il Mago è arrivato a Oz. Ho pensato, “E se facessimo questa sezione come un’opera teatrale? Doveva essere una giostra da luna park come “It’s a Small World”, che era un concetto divertente. Ma se  ne facciamo una specie di spettacolo diventa una sequenza meta cinematografica.”

“Idina e Kristin interpretano i due attori più famosi di Oz. Possono essere glamour e la gente può applaudirli”, continua Chu. “Stephen Schwartz ha subito capito cosa fare e ha aggiunto il grido di guerra di Elphaba di Idina e l’interazione di spingersi a vicenda fuori dai piedi. È divertente giocare con la tradizione di due mega star nello show.”

“‘Il mago di Oz’ è potenzialmente un sogno. È un mondo in cui non ci sono vere poste in gioco. Sapendo che Elphaba e Glinda vivono in un mondo di vere poste in gioco, abbiamo dovuto ristabilire con il pubblico che questo era reale. Quindi abbiamo fatto entrare tutti sulla scena del crimine, forse la scena del crimine più famosa di sempre nel cinema e nella letteratura, dell’iconico cappello nella pozzanghera.”

“Vediamo il paesaggio completo di Oz. È questo luogo vivo e pulsante con culture vere, quindi stabiliamo immediatamente che questo non è un mondo da sogno. Vedere quei quattro personaggi innesca anche qualcosa nella tua mente; associ quei personaggi a questo posto. E rivisiteremo quei personaggi nel secondo film.”

“Nella serie, Dorothy è in giro. Devono intersecarsi e puoi solo anticiparlo fino a un certo punto. Non dirò se è un personaggio, necessariamente, nel secondo film. C’è una parte di me che vuole che la Dorothy di tutti sia la Dorothy che vogliono. Eppure, c’è interazione e qualche crossover. Quindi lascerò che sia la “Parte due”.

Ariana Grande is Galinda in WICKED, directed by Jon M. Chu
© Universal Studios. All Rights Reserved.

Tuttavia, con la MGM responsabile dei diritti del Mago di Oz, c’erano alcune cose che Wicked, una produzione Universal, non è stata in grado di utilizzare in questo adattamento per il grande schermo.

“Avevamo dei limiti su cosa potevamo citare o meno. Non usiamo mai le scarpette di rubino. Nessa ha delle scarpette di cristallo come nel libro di Frank L. Baum, nel libro di Gregory Maguire e nella serie”, spiega Chu. “Non credo che la frase ‘strada di mattoni gialli’ sia protetta da copyright, ma sicuramente la forma della strada lo è. Non potevamo fare la spirale. Dovevamo fare un cerchio che continuasse a mostrare che non è dove finisce la strada.”

Il cast completo di Wicked

Cynthia Erivo interpreta Elphaba, che alla fine diventerà la “Strega Cattiva dell’Ovest“, mentre la megastar del pop Ariana Grande interpreterà Glinda, alias “Strega Buona dell’Est“. Entrambe le attrici sono state elogiate per le loro performance.

Il film vanta anche la presenza di Michelle Yeoh, vincitrice di un premio Oscar®, nel ruolo della regale preside dell’Università di Shiz, Madame Morrible; Jonathan Bailey (Bridgerton, Compagni di Viaggio) nel ruolo di Fiyero, un principe arrogante e spensierato; Ethan Slater, candidato al Tony (Spongebob Squarepants di Broadway, Fosse/Verdon) nel ruolo di Boq, un generoso studente Munchkin; Marissa Bode al suo debutto cinematografico nel ruolo di Nessarose, la sorella prediletta di Elphaba; e l’icona della cultura pop Jeff Goldblum nel ruolo del leggendario Mago di Oz.

Il cast include Pfannee e ShenShen, due astuti compatrioti di Glinda interpretati dal candidato all’Emmy Bowen Yang (Saturday Night Live) e da Bronwyn James (Harlots), e un nuovo personaggio creato per il film, la Signorina Coddle, interpretata dalla candidata al Tony Keala Settle (The Greatest Showman).

Creature Commandos: James Gunn chiarisce la continuity tra Peacemaker e Suicide Squad

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Creature Commandos è quasi qui e mentre Rick Flag Sr. ha chiaramente un futuro luminoso nel DCU, solo il tempo ci dirà cosa ne sarà degli altri membri della Task Force M. In ogni caso, James Gunn ha messo insieme un cast formidabile per la serie animata Max e, in un’intervista con Collider, ha rivelato altre entusiasmanti novità sul casting del DCU.

“Peter Serafinowicz nel ruolo del dottor Frankenstein è fantastico”, ha detto Gunn. Alan Tudyk nel ruolo di Will Magnus: la sua interpretazione è basata su Mike Nichols, con cui una volta ha recitato in una commedia. Ci sono così tante cose divertenti lì dentro”.

Se quel nome vi dice qualcosa, è perché Magnus è il brillante scienziato (che occasionalmente soffre di una malattia mentale debilitante) responsabile della creazione dei Metal Men. È anche un esperto di robotica generale nella comunità dei supereroi e potrebbe avere dei legami con G.I. Robot in Creature Commandos.

Creature Commandos serie tvSe questo significa che vedremo i Metal Men nel DCU è un mistero, anche se Gunn da allora ha scritto su Threads: “Come è sempre stato detto, abbiamo intenzione di far interpretare all’attore lo stesso ruolo per i ‘casting principali’. Se si tratta di un personaggio minore in Creature Commandos non abbiamo fatto ricerche live-action in lungo e in largo come abbiamo fatto per personaggi più grandi come Circe, Nina, ecc.”

In altre parole, mentre Tudyk, ad esempio, ha doppiato personaggi minori come Magnus e Clayface in questa serie, non significa necessariamente che riprenderà il ruolo in live-action in futuro.

Tornando a quell’intervista, Gunn si è assicurato di elogiare l’intero cast della serie. Harbour come Frankenstein, Grillo che riesce a dare il massimo per tutto il tempo, Zoë [Chao], che è stata fantastica nello show, e Indira [Varma], che è fantastica come The Bride. Poi c’è Michael Rooker che è Sam nell’episodio 3, un tipo così patetico, triste e così diverso dai personaggi che Rooker ha normalmente interpretato”.

Ha anche chiarito un po’ di confusione recente sulla continuità. “La prima stagione di Peacemaker è fondamentalmente canonica a parte l’apparizione della Justice League alla fine, di cui vedrete qualcosa nella seconda stagione di Peacemaker”, ha spiegato Gunn. Suicide Squad è probabilmente un po’ più libera”.

“Sappiamo che Rick Flag Sr. è arrabbiato perché suo figlio è stato ucciso da Peacemaker, quindi sappiamo che quella situazione è accaduta in passato, abbiamo qualcosa a cui fare riferimento per pensare a come potrebbe essere successo, ma l’evento esiste come canonico perché è stato menzionato in Creature Commandos, non necessariamente perché esisteva in Suicide Squad”. “Penso che Suicide Squad e Peacemaker siano ricordi piuttosto inaffidabili di ciò che è accaduto nel DCU, ha concluso.

Questa è probabilmente la migliore spiegazione che abbiamo avuto finora e l’intera faccenda forse non è così confusa come si potrebbe sostenere nei commenti precedenti del regista sui social media.

Tutto quello che sappiamo su Creature Commandos

La serie animata Creature Commandos, composta da 7 episodi, sarà trasmessa in streaming su Max e avrà come protagonisti David Harbour  nel ruolo di Eric Frankenstein/Mostro di Frankenstein, Indira Varma nel ruolo della Sposa, Maria Bakalova di Guardiani della Galassia Vol. 3 nel ruolo della Principessa Ilana Rostovic, Zoe Chao nel ruolo della Dott.ssa Nina Mazursky, Alan Tudyk nel ruolo del Dottor Phosphorus, Sean Gunn nel ruolo di Weasel  e Frank Grillo nel ruolo di Rick Flag Senior.

Steve Agee riprenderà il suo ruolo di Peacemaker, John Economos. È prevista anche la partecipazione di Viola Davis nel ruolo di Amanda Waller. Recentemente James Gunn ha rivelato di considerare La sposa di Indira Varma come il personaggio principale della serie. Ha anche aggiunto che non sta dirigendo alcun episodio, ma ha diretto le sessioni di registrazione di ciascun attore.

Loki – stagione 2: la scena eliminata prevedeva nuovi personaggi dai fumetti!

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In vista dell’uscita dello SteelBook di Loki stagione 2 su 4K UHD Blu-ray, una delle scene eliminate disponibili in quel set è stata pubblicata online. Nella clip di un minuto, il Dio della malizia snocciola una lista delle molte persone che lo hanno considerato un problema nel corso degli anni.

La maggior parte sono nomi familiari che ha già incrociato sullo schermo, ma la serie ha anche colto l’occasione per aggiungere alcuni personaggi dei fumetti degni di nota al Marvel Cinematic Universe.

Tra questi, Amora, l’Incantatrice originale, e l’Uomo Assorbente. Loki cita anche Donald Blake, l’alter ego “umano” del Dio del Tuono (e il nome datogli da Jane Foster in Thor del 2011).

Altri nomi degni di nota sono il nonno suo e di Thor, Bor, ed Ercole, un personaggio che abbiamo incontrato per la prima volta nella scena post-credits di Thor: Love and Thunder. Sembra che lui e Loki abbiano una storia particolare. Agents of S.H.I.E.L.D. ha reso Absorbing Man un cattivo ricorrente, naturalmente, mentre il personaggio è stato brevemente citato anche in Daredevil di Netflix.

Purtroppo, trattandosi di una scena eliminata, nessuno di questi nomi può essere considerato “canonico” nel MCU. Potete vedere la scena eliminata della seconda stagione di Loki appena rilasciata qui sotto.

Hulk contro Wolverine potrebbe essere nel futuro del MCU

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Hulk contro Wolverine potrebbe essere nel futuro del MCU

È facile dimenticarlo ora, ma L’incredibile Hulk era lì accanto a Iron Man nel 2008 quando è stato lanciato il Marvel Cinematic Universe. Il film non è stato né un successo né un flop, ma data la tiepida risposta al reboot e i problemi dietro le quinte con l’attore Edward Norton, è presto diventato la pecora nera del franchise.

Sono entrati in gioco anche i problemi di diritti e solo in She-Hulk: Attorney at Law del 2022 è stato fatto riferimento in modo significativo a The Incredible Hulk (il prossimo riferimento importante ci sarà con il ritorno di The Leader in Captain America: Brave New World di febbraio).

L’incredibile Hulk: il regista rivela i piani scartati per il sequel del MCU

Per almeno l’ultimo anno o due circa sono circolate voci su un film di World War Hulk – o Hulks – in fase di sviluppo presso i Marvel Studios. Ma non c’è modo di poterlo anche solo immaginare prima di Avengers: Secret Wars e ora una nuova voce indica che ci sono altri piani per il gigante di giada in futuro.

Secondo lo scooper @MyTimeToShineH, i Marvel Studios hanno iniziato a sviluppare attivamente un film Hulk contro Wolverine. Non si sa ancora quale forma assumerà questo progetto o quali varianti di questi personaggi possiamo aspettarci di vedere affrontarsi. Potrebbe essere un’altra avventura multiversale con Hugh Jackman e Mark Ruffalo, ad esempio, o forse una storia ambientata in qualsiasi cosa l’MCU sembri dopo il presunto soft reboot di Secret Wars.

Hugh Jackman Deadpool & Wolverine
Hugh Jackman Deadpool & Wolverine

Se la possibilità è quest’ultima, allora potremmo vedere un nuovo attore interpretare Wolverine, con Hulk che entra nella sua storia di origine in modo simile al loro primo scontro nei fumetti (in L’Incredible Hulk #180 del 1974).

Per quel che vale, Hugh Jackman tifa per questa squadra almeno dal 2014. “Non c’è dubbio che prima o poi si scontrerebbe con Hulk”, ha detto l’attore all’epoca. “Quei due personaggi cattivi e pieni di rabbia si scontreranno prima o poi. Sarebbe molto divertente”. “Non so quanto sarebbe divertente girarlo perché sono sicuro che sarei dalla parte peggiore, ma ehi, può guarire”.

Nel 2020, ha aggiunto, “Wolverine batterebbe sicuramente [Hulk], diciamolo chiaramente. Non so se lo sai, ma Wolverine è apparso per la prima volta in un fumetto di Hulk. Era come un’ultima pagina, un tizio che arrivava, quindi è apparso nella serie di Hulk, quindi è da lì che è nata quella faida e poi Wolverine ha preso in mano tutta questa vita, quindi sono sicuro che Hulk è molto geloso”.

Oceania 2: recensione del sequel diretto da David Derrick Jr., Jason Hand e Dana Ledoux Miller

È giunto il momento di tornare nell’oceano. Fra le isole della Polinesia, immersi nella florida vegetazione e coccolati dalle carezze delle onde. Dopo il grande successo di Oceania, la Walt Disney Pictures ha deciso di investire su un sequel che potesse raccontare le nuove avventure di Vaiana, seppur inizialmente il progetto era stato pensato in formato seriale per la piattaforma Disney+. Un personaggio come ben sappiamo molto amato, che ha debuttato nel 2016, pronto ora a fare il suo ritorno in Oceania 2, sotto la direzione di David Derrick Jr., Jason Hand e Dana Ledoux Miller. Questo è il 63esimo Classico Disney, e arriva in un anno in cui i secondi capitoli dominano la scena cinematografica: basti pensare a Inside Out 2, Beetlejuice Beetlejuice, Il Gladiatore II e Joker: Folie à Deux.

Tuttavia, è risaputo che i sequel rappresentano un territorio insidioso: non sempre le idee alla base riescono a dare vita a una storia vincente. Ma Oceania 2, in arrivo nelle sale il 27 novembre, dimostra che con la giusta intuizione si può ancora creare qualcosa di molto buono. Nel cast delle voci italiane ritroviamo Emanuela Ionica e Chiara Grispo, rispettivamente ai dialoghi e al canto, Fabrizio Vitale e Angela Finocchiaro. Fra questi spicca una new entry di tutto rispetto, Giorgia, la quale con Oceania 2 fa il suo debutto in una pellicola Disney, prestando la voce a un nuovo personaggio, Matangi.

La trama di Oceania 2

Dopo aver restituito il cuore a Te Fiti, Vaiana è ora una navigatrice a tutti gli effetti. Il suo popolo prospera, e lei adesso ha un solo desiderio: incontrare gli abitanti delle altre isole dell’oceano. Approda su queste alla ricerca di prove che accertino il passaggio degli uomini e finalmente, su una, lo trova. E così, passati alcuni giorni in mare, torna a Motunui, dove riceve inaspettatamente un messaggio dall’antenato Tautai Vasa, uno dei primi navigatori. Affinché la sua isola e il suo popolo non restino soli, affinché gli uni possano imparare dagli altri e continuare a crescere, Vaiana deve andare sull’isola di Motufetū, ora inabissata a causa del Dio Nalo, il quale vuole tenere separati i popoli in modo tale da non evolversi.

Sopra l’isola, poi, incombe minacciosa una fortissima tempesta, ma finché un essere umano non metterà piede su quella terra, nessun canale con gli altri popoli potrà mai essere aperto. Per raggiungerla, però, questa volta a Vaiana serve un vero e proprio equipaggio: oltre al gallo Heihei e al maialino Pua, salperanno insieme a lei Kele, Loto e Moni, pronti ad aiutarla nei momenti di maggiore difficoltà. A supportarla anche il semidio Maui, con cui Vaiana ha stretto una forte amicizia.

Oceania 2

Verso l’unione dei popoli

Il richiamo dell’oceano si fa ancora più forte in Oceania 2. Il mare, dalla personalità vivacissima, torna a essere uno dei più bei protagonisti, rendendo lo sfondo animato ancora più magico e potente. La computer grafica, come già accaduto nel primo capitolo, eccelle, regalando panorami mozzafiato, merito di un rendering quanto più curato: acque cristalline, isole rigogliose e colori vibranti e nitidi si fondono così una danza armonica. Dal punto di vista visivo, il film continua a essere ricco e variegato, confermando la cura meticolosa con cui Disney costruisce le sue storie per garantire un’esperienza immersiva completa. Ma la pellicola non è efficace solo sotto il profilo tecnico-artistico: anche sul piano narrativo Oceania 2 si dimostra all’altezza. Se nel primo capitolo Vaiana scopriva la sua vera identità diventando una navigatrice, il sequel rappresenta la naturale prosecuzione – ed evoluzione – di quel viaggio dell’eroe. La sua nuova avventura le permette di abbracciare pienamente il suo ruolo di esploratrice e leader, mentre affronta una sfida ancora più complessa, proporzionale alle sue nuove responsabilità. Tutto per il bene del suo popolo, a cui è molto devota.

Vaiana, la forza di un personaggio efficace

Vaiana si conferma una protagonista completa, eroina di se stessa e del suo popolo, priva di qualsiasi interesse amoroso, neppure con l’arrivo nel suo equipaggio di Moni, un fan sfegatato di Maui che nutre per lei una profonda stima e con cui potevano creare un legame, restando uno dei personaggi più indipendenti nel panorama disneyano. La Casa di Topolino rimane così fedele alla caratterizzazione di Vaiana, sottolineando ancora una volta la sua emancipazione e libertà di espressione. La giovane navigatrice resta focalizzata sulla sua missione, ossia riunire i popoli dell’oceano, senza mai lasciarsi distrarre, evidenziando indirettamente quanto sia fondamentale il senso di appartenenza legato al concetto sia di famiglia che di comunità. Caratteristiche che, sin dal primo film, l’hanno resa una protagonista moderna e indipendente, pur riflettendo i valori classici della Casa di Topolino: rispetto e amore verso gli altri e verso se stessi, onestà e bontà d’animo.

Oceania 2 film

Perdersi per ritrovare la strada

In Oceania 2 non mancano poi i temi cardine che accompagnano Vaiana nel suo cammino. Uno dei più importante è espresso da Matangi a metà film, con la canzone Perditi – fra le più belle dei brani della pellicola – interpretata da una Giorgia molto in sintonia con il suo personaggio. Il brano è profondo e delicato al tempo stesso, e trasmette un messaggio ben chiaro: anche quando si crede di conoscere la strada da seguire, è importante accettare che perdersi, a volte, è necessario. Non si può avere il controllo su tutto, e insistere troppo rischia di far perdere se stessi. Alcuni momenti richiedono di lasciarsi andare, di abbracciare l’incertezza. Gettarsi nel vuoto e affrontare l’ignoto, in certe occasioni, può rivelarsi più utile di qualsiasi sentiero prestabilito.

Oceania (Moana), la spiegazione del finale del film Disney

Oceania (Moana), la spiegazione del finale del film Disney

Oceania (Moana) della Disney presenta un finale ricco e profondo, ma Moana è morta in quel finale? Presentato in anteprima nel 2016, Oceania (Moana) segue la protagonista mentre lascia la sua isola polinesiana di Motunui per restituire il cuore magico alla dea Te Fiti e riportare l’equilibrio nella natura. Come la maggior parte dei lungometraggi d’animazione Disney, Moana racconta una storia impeccabile, scritta in modo brillante per rivolgersi a un pubblico di tutte le età. Oltre alle immagini e alla narrazione, il film presenta anche una colonna sonora memorabile con canzoni immediatamente riconoscibili.

Moana è stato elogiato al momento della sua uscita e ha ottenuto un grande successo al botteghino, dove ha incassato quasi 700 milioni di dollari (via Box Office Mojo). Oltre a tutti gli aspetti che hanno reso Oceania (Moana) una quintessenza dell’epopea Disney, il film ha avuto successo perché ha sovvertito le aspettative e ha presentato una protagonista femminile che aveva ambizioni al di fuori della ricerca di un uomo. Diventando uno dei film d’animazione Disney che ha incassato di più, Moana ha creato un precedente per ciò che una storia Disney può essere, e parte di questo ha a che fare con il complesso finale del film.

Te Ka era Te Fiti fin dall’inizio

Oceania (Moana)

Moana ha dovuto ristabilire l’equilibrio

La figura fiammeggiante del minaccioso Te Ka sembrava essere l’incarnazione vivente dell’ira della Terra che infliggeva distruzione ai vivi. Tuttavia, il finale pseudo-twist del film è servito non solo a cambiare la narrazione, ma anche a parlare dei temi del resto della storia. Quando ogni speranza sembrava perduta, messa alle strette da Te Ka, Moana si rese conto che in realtà aveva a che fare con Te Fiti da sempre. La giovane eroina restituì quindi il cuore a Te Ka, il che fece piacere alla dea e le permise di tornare al suo stato originario.

In passato, Maui (Dwayne ‘The Rock’ Johnson) aveva rubato il cuore a Te Fiti, disturbando il delicato equilibrio della natura che manteneva le cose rigogliose e verdi. Di conseguenza, la dea Te Fiti diventa amara e stanca, trasformandosi nell’apparentemente malvagia Te Ka. Nonostante avesse a che fare con forze molto più importanti di lei, Moana vide l’umanità negli dei e capì che la rabbia di Te Fiti non era ciò che la definiva, e Moana si rifiutò di giudicarla a causa delle sue cattive decisioni. Questa risposta matura ha permesso a Moana di perdonare il padre per il suo atteggiamento eccessivamente protettivo.

Moana è morta? Le teorie dei fan spiegano

Oceania

Alcuni credono che alla fine Moana sia stata resuscitata da Te Fiti

Quando un film Disney come Moana non è semplice come i soliti film per bambini, è naturale che i fan escogitino teorie elaborate su ciò che sta realmente accadendo nel film. Una teoria particolarmente oscura sostiene che Moana sia morta durante la tempesta all’inizio e che abbia incontrato il semidio Maui quando si è arenata sull’isola in cui era rimasto intrappolato per millenni. La teoria dei fan del film Disney ha qualche fondamento, poiché Moana non incontra un altro personaggio umano fino alla fine, dopo essere stata presumibilmente riportata in vita da Te Fiti.

La scena di Moana dopo i titoli di coda spiegata

oceania

Moana potrebbe far parte dell’universo della Sirenetta

La Disney offre spesso al pubblico un motivo per rimanere nei paraggi per i titoli di coda, e Moana non è stato diverso. I titoli di coda diMoana presentano un’interpretazione della canzone “How Far I’ll Go” da parte di Alessia Cara, che esegue la musica inizialmente cantata dalla star del film Auliʻi Cravalho. Dopo i titoli di coda, una brevissima scena ha ripreso il cattivo Tamatoa, ancora intrappolato sulla schiena dopo lo scontro con Maui e Moana. Lamentando la sua situazione, Tamatoa fa riferimento a Sebastian de La sirenetta, suggerendo che i due film esistono nello stesso universo.

Perché l’oceano non ha restituito il cuore?

È più dell’incapacità di Te Fiti di toccare l’acqua

L’epica ricerca di Moana per restituire il cuore a Te Fiti è stata l’intero impulso del film e, sebbene ci fosse un significato simbolico più profondo dietro il suo viaggio, alcune cose non quadravano esattamente. L’oceano viene mostrato come un personaggio a sé stante e si comporta come un essere senziente quando serve il cuore a Moana e la salva in diverse occasioni. Sebbene questo rifletta il luogo in cui si svolge Oceania (Moana) e l’importanza del mare nella cultura polinesiana, è curioso che l’oceano non abbia restituito il cuore a Te Fiti.

Oceania (Moana) nota che Te Ka non può toccare l’acqua, il che spiega perché l’oceano non può consegnare il cuore.

Sembra facile dire che si tratta di un clamoroso buco nella trama, e che questo fatto viene ignorato per il bene della narrazione del film, ma potrebbe anche essere spiegato dallo stato di fuoco di Te Fiti come Te Ka. Durante l’epico confronto con la forma infuriata di Te Fiti, Moana nota che Te Ka non può toccare l’acqua, il che spiega perché l’oceano non può consegnare il cuore senza causare ulteriori danni a Te Ka. È chiaro, tuttavia, che un umano deve restituire il cuore perché Maui, l’incarnazione degli istinti più bassi dell’umanità, lo ha rubato in primo luogo.

Maui cercava l’accettazione

Oceania (Moana) maui

Maui aveva il suo percorso di redenzione

Interpretato da Dwayne Johnson, il semidio Maui non era solo il sollievo comico di Moana, ma anche il responsabile di tutti i problemi degli umani. Mostrato come un essere spavaldo, arrogante ed egocentrico dal potere non indifferente, Maui era comunque imperfetto e rappresentava in realtà molti dei tratti negativi dell’umanità. Rubò il cuore di Te Fiti, ma non considerò le conseguenze delle sue azioni. Proprio come Moana era alla ricerca di una scoperta interiore, così lo era anche Maui, che in definitiva voleva essere accettato più di ogni altra cosa.

Tutto ciò che Maui ha fatto dall’inizio alla fine di Moana è stato per costruire il suo personaggio più grande della vita e per ottenere il plauso dell’umanità. Maui era un tempo un umano, ma dopo essere stato abbandonato nell’oceano dai suoi genitori, gli è stata data una nuova possibilità di vita come potente semidio. Nonostante l’apparente miglioramento, Maui non ha mai superato il rifiuto e ha trascorso millenni a cercare di ottenere l’approvazione di chi lo circondava. Così come ha visto il bene in Te Ka, Moana alla fine ha capito che Maui non deve essere definito dalle sue precedenti decisioni sbagliate.

La vera storia di Moana

Essendo uno dei lungometraggi Disney più studiati, le ispirazioni reali di Moana sono numerose e tratte principalmente dagli annali del folklore polinesiano. Tuttavia, la base principale del film è un periodo reale della storia polinesiana che ha lasciato perplessi storici e antropologi. Denominato “La lunga pausa”, Moana descrive un periodo di quasi 1.000 anni nell’antica linea del tempo polinesiana, in cui questo popolo storicamente marittimo ha trascorso un millennio a colonizzare isole invece di espandersi attraverso il mare.

Sebbene i ricercatori non ne conoscano il motivo, il film ha sfruttato la zona grigia di un antico mistero storico per ideare la sua epica trama su Maui, Te Fiti e il cuore.

Il finale originale di Oceania (Moana) spiegato

Maui ha dovuto salvare la situazione per Oceania (Moana)

Sebbene Moana abbia sfidato la tradizione delle principesse Disney, raccogliendo molte lodi per il film e i personaggi, il finale originale di Moana ha quasi completamente rinnegato tutto il terreno guadagnato. Secondo Cinema Blend, nel finale originale non è stata Moana a salvare la situazione, ma il suo amico e alleato semidio Maui. Sebbene l’idea di Maui che rimette le cose a posto faccia chiudere il cerchio al personaggio, in definitiva lo sminuisce e lo fa sembrare molto meno importante.

Oceania (Moana): la storia vera delle origini polinesiane che ha ispirato il film

Oceania (Moana) della Disney è ispirato ai miti, alla storia e alla cultura polinesiana ed è stato ampiamente lodato per i suoi sforzi di autenticità culturale. Il film racconta la storia di Moana (doppiata da Auli’i Cravalho), figlia del capo Tui di Motunui, che viene scelta dall’oceano per restituirle il cuore della dea Te Fiti, rubato dal semidio mutaforma Maui (doppiato da Dwayne ‘The Rock’ Johnson) e perso nelle profondità del mare.

Quando i registi Ron Clements e John Musker proposero all’allora direttore creativo John Lasseter la loro idea di un film d’animazione ispirato alla mitologia polinesiana, quest’ultimo consigliò ai due di fare dei viaggi di ricerca. Nel corso dei cinque anni necessari allo sviluppo e alla produzione del film, Clements e Musker si sono recati alle Fiji, a Tahiti e a Samoa, e hanno reclutato esperti di tutto il Pacifico meridionale presso l’Oceanic Story Trust per consultarsi sull’accuratezza e la rappresentazione culturale del film. Antropologi, storici, operatori culturali, linguisti, tatuatori, anziani, pescatori e altri sono dunque stati riuniti per dare consigli sui dettagli più minuti del film.

Sebbene il progetto iniziale fosse incentrato sulle storie del semidio Maui, alla fine la storia è stata rielaborata per raccontare quella di Vaiana, una ragazza tenuta lontana dall’oceano dai suoi genitori fino a quando una piaga colpisce la sua isola, uccidendo pesci e vegetazione. Come spiegano le scene iniziali di Oceania (Moana), quando l’isola madre Te Fiti, che ha il potere di creare la vita e di far nascere le altre isole, si vede rubare da Maui il suo cuore, la sua isola inizia a decadere ed emette una potente ondata di oscurità.

Ormai in possesso del suo cuore, Maui viene attaccato dal demone del fuoco Te Ka e perde sia il suo amo magico che il cuore di Te Fiti nell’oceano. L’oscurità porta la rovina nella casa di Vaiana e la spinge a sfidare i desideri dei genitori e a intraprendere il viaggio attraverso il mare per salvare il suo popolo, che un millennio dopo il furto del cuore rischia di estinguersi.

Oceania (Moana)

Vaiana impara a orientarsi e fa riferimento alla Lunga Pausa

Il pubblico viene a sapere che la gente in Oceania (Moana) ha smesso da tempo di viaggiare e ha posto un tabù (parola di origine tongana) sull’andare oltre la barriera corallina dell’isola, motivo per cui il padre di Vaiana reagisce con rabbia quando lei suggerisce di pescare al di fuori dei suoi limiti. Questo fa riferimento a quella che gli studiosi chiamano la “Lunga Pausa” nella storia della Polinesia. La Polinesia occidentale è stata colonizzata tre millenni e mezzo fa da persone che hanno viaggiato per migliaia di chilometri attraverso le acque usando la tecnologia dell’età della pietra e che in qualche modo hanno scoperto piccole isole in mezzo alla distesa dell’oceano più grande del pianeta.

Questi esploratori hanno poi viaggiato avanti e indietro per insediare le loro nuove case. Tuttavia, mentre le isole occidentali, tra cui Fiji, Samoa e Tonga, furono rapidamente colonizzate, ci vollero altri 2.000 anni prima che si insediassero le isole della Polinesia centrale e orientale, tra cui Tahiti, Bora Bora, l’Isola di Pasqua e le Hawaii, appena 500-1.500 anni fa.

Nessuno sa perché i polinesiani abbiano smesso di viaggiare per così tanto tempo, né perché abbiano deciso di avventurarsi nuovamente verso est dopo così tanti anni. Gli studiosi delle migrazioni hanno teorizzato una serie di ragioni, dall’avvelenamento da ciguatera causato dalla fioritura di alghe tossiche al vento favorevole causato da un periodo prolungato di El Niño (un riscaldamento delle temperature medie del mare). Il mistero duraturo della Lunga Pausa è il punto in cui la Disney trova la libertà creativa con la storia di Oceania.

Dopo generazioni trascorse sulla terraferma perché l’“oscurità” ha reso i mari troppo infidi, Vaiana ispira il suo popolo a riscoprire l’arte dell’orientamento e a ricominciare a esplorare. Imparare a navigare nelle acque si rivela una parte importante dell’arco narrativo di Moana e questa enfasi rende omaggio al significato culturale della navigazione tradizionale polinesiana, metodi che vengono ancora insegnati a Taumako.

La navigazione polinesiana prevedeva l’uso di alcuni strumenti di navigazione che hanno preceduto di molto quelli utilizzati dagli esploratori europei, ma dipendeva anche in larga misura dall’osservazione delle stelle e di altri segni del cielo e del mare e dalle conoscenze trasmesse attraverso la tradizione orale. La navigazione era una scienza precisa e le sue tecniche, insieme ai metodi di costruzione delle canoe a bilanciere, erano tenute come segreti di corporazione.

Oceania

Il semidio Maui è composto da diversi miti polinesiani

Vaiana viene istruita da Maui, il semidio polinesiano. Nel film, Maui racconta le sue vittorie e le sue avventure attraverso i suoi commoventi tatuaggi (è interessante notare che “tatuaggio” è una parola di origine samoana) e il testo di “You’re Welcome”. Gran parte di Moana è il risultato della combinazione di aspetti di diverse culture polinesiane da parte della Disney, e il personaggio di Dwayne ‘The Rock’ Johnson non fa eccezione. Poiché le versioni di Maui esistono in varie forme nelle culture della maggior parte delle isole del Pacifico, per creare il personaggio, la Disney ha amalgamato molte storie sul semidio e un po’ di licenza creativa.

Nella tradizione Māori, Maui, proprio come la sua controparte Disney, trae gran parte della sua forza dal suo amo magico. Le storie raccontano di come Maui abbia usato il suo amo per sollevare le isole del Pacifico che formano la Polinesia. Il design iniziale del Maui della Disney è stato oggetto di controversie, in quanto l’aspetto finale è stato criticato da alcuni per aver fatto apparire Maui obeso, il che alimenta gli stereotipi negativi sugli uomini polinesiani. Tuttavia, molti altri non hanno trovato nulla da ridire su questo aspetto della rappresentazione di Maui, sostenendo che il semidio appariva potente e più grande della vita, come ci si aspetterebbe da un semidio.

Il cambiamento più importante, voluto dall’Oceanic Trust, ha riguardato i capelli: il progetto originale prevedeva che Maui, proprio come il suo doppiatore, fosse completamente calvo. Hinano Murphy, membro del Trust e operatore culturale tahitiano, ha spiegato [via Vanity Fair] che quando ha visto per la prima volta i bozzetti ha detto agli animatori che “dobbiamo mettere più capelli sulla testa di Maui perché è molto importante. Il mana è nei capelli, il potere del semidio. Sembrava che fosse nudo. Per noi era molto importante”. In molte culture melanesiane e polinesiane, il mana è la forza vitale spirituale, l’energia o il potere di guarigione che può esistere in oggetti, luoghi e persone. Il mana è un fondamento della visione del mondo polinesiana e quindi dare a Maui una testa piena di riccioli è stata una caratterizzazione fondamentale per rispettare la cultura polinesiana.

Oceania (Moana) maui

Il diavolo è nei dettagli

Le due parti più significative del viaggio di Moana, l’apprendimento della strada e il rapporto con Maui, sono state tratte dalla storia polinesiana e ispirate alla loro mitologia. Grazie all’Oceanic Trust, però, ci sono molti altri dettagli che arricchiscono la storia di Oceania (Moana). Dai tradizionali fale (case samoane), al pe’a (tatuaggio maschile tradizionale di Samoa) del capo Tui, dalle canoe disegnate nei minimi dettagli e basate su antiche imbarcazioni in stile figiano, al tipo di fosse utilizzate per cucinare il cibo, fino agli abiti di Moana realizzati con materiali e disegni autentici dell’epoca e della cultura, Oceania (Moana) tesse un ricco arazzo di dettagli minuscoli ma profondamente accurati. Questo dimostra cosa si può ottenere quando gli studi creativi lavorano consultando le persone giuste.

Madelaine Petsch e Froy Gutierrez svelano The Strangers: Capitolo 1, la storia più ampia e i sequel

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The Strangers: Capitolo 1 segue Maya e Ryan, una giovane coppia che si trasferisce dall’altra parte del paese per iniziare una nuova vita insieme. Durante il loro viaggio, la loro auto si rompe, costringendoli a passare la notte in una baita isolata a Venus, in Oregon. Tuttavia, mentre si trovano nella baita, tre estranei mascherati con intenzioni oscure intendono trascorrere una notte di sangue terrorizzando la coppia.

Parte di ciò che rende la storia di The Strangers così terrificante è l’insensatezza che si aggiunge alla violenza dei crimini, e sembra che The Strangers: Capitolo 1 punterà anche su questo aspetto. Ma dal trailer sembra che verranno rivelati ulteriori dettagli sugli enigmatici assassini conosciuti solo come Dollface, l’Uomo con la Maschera e Pin-Up Girl. Madelaine Petsch di Riverdale non solo guida il cast come protagonista di The Strangers: Capitolo 1, ma anche dietro le quinte come produttrice, con Renny Harlin alla regia del film.

In una recente intervista rilasciata proprio per l’uscita The Strangers: Capitolo 1 Froy Gutierrez e Madelaine Petsch hanno parlato di questa nuova saga. Gutierrez ha parlato del rapporto tra i loro personaggi, della tensione che si respira a fuoco lento e di come ha guardato il film originale. La Petsch ha spiegato perché questo è uno dei suoi film horror preferiti, come questa storia si inserisce in un contesto più ampio per i sequel e come il suo personaggio di Riverdale potrebbe essere presente in The Strangers: Capitolo 1.

The Strangers: Chapter 1 le star parlano della loro esperienza con il film originale

Madelaine Petsch in The Strangers_Capitolo 1 (2024)
The Strangers: Capitolo 1

The Strangers: Capitolo 1 è l’inizio di una storia più ampia con due sequel, ma è anche una rivisitazione del film originale uscito nel 2008. Petsch e Gutierrez hanno condiviso le loro esperienze con il film originale, compreso il modo in cui costringe il pubblico a prestare attenzione.

Froy Gutierrez: Non ho visto il film originale con Liv Tyler e Scott Speedman prima di aver ottenuto questo ruolo. Ho avuto modo di guardarlo con alcuni amici in un salotto, in una casa scricchiolante, ed era molto inquietante. Le interpretazioni erano così buone e l’atmosfera era così bella.

Ciò che mi ha davvero colpito guardandolo è stata l’attenzione che si presta a ciò che accade sullo schermo, quando si è concentrati su Liv Tyler e quando si è concentrati sui personaggi, ma anche l’allenamento a prestare attenzione a ciò che non accade direttamente sullo schermo.

Vedere lo Spaventapasseri dietro Liv Tyler in cucina e cose del genere mi ha fatto pensare: “Oh no, devo impegnarmi di più come spettatore”. Questo è ciò che ho amato guardando la versione del 2008. È quello che amo dell’horror in generale come genere.

Madelaine Petsch: Quando avevo 13 anni, la mia missione era quella di guardare tutti i film dell’orrore che si trovavano nei blockbuster della mia zona. Così, quando questo film è uscito in DVD e si trovava nel mio cinema di fiducia, verso i 14 anni, l’ho guardato a casa da sola. L’ho detto centinaia di volte, anche prima di fare questi film.

Era il mio film di paura preferito di tutti i tempi. Lo era davvero. È una di quelle cose per cui nulla mi spaventa davvero nei film di paura, tranne l’iperrealismo, e questo sembra che possa accadere davvero.

La dinamica tra Maya e Ryan in questo film.

Froy Gutierrez: Maya e Ryan sono una coppia davvero solida da cinque anni. Sono una coppia di lungo corso, stanno insieme e hanno avuto alcuni problemi di comunicazione all’inizio del film che stanno risolvendo nel corso del film, ma condividono anche un linguaggio segreto. Condividono il senso dell’umorismo. Si conoscono meglio di chiunque altro al mondo e provano un amore profondo e un desiderio reciproco. Era quindi importante interpretare questo aspetto e fare in modo che fosse palpabile sullo schermo”.

https://youtu.be/GcKHLF0URDw

Madelaine Petsch vuole “raccontare una storia più grande” con The Strangers

Parte di ciò che è così intrigante della nuova trilogia è il modo in cui riprenderà la storia dopo gli eventi di The Strangers: Capitolo 1. Sebbene si tratti di una sorta di riedizione, ci saranno probabilmente nuovi colpi di scena per spaventare e deliziare i fan dell’originale, ma si presta anche a esplorare potenzialmente idee di PTSD o addirittura di vendetta. Sebbene la Petsch mantenga i dettagli in segreto, ha spiegato perché i fan dovrebbero essere entusiasti del sequel.

Madelaine Petsch: Ho sempre visto questo primo film come un trampolino di lancio. Stiamo raccontando la versione originale del 2008 con una nuova serie di personaggi in un universo completamente nuovo, ma con gli stessi personaggi che amate, per raccontare una storia molto più ampia di ciò che accade una volta che Liv Tyler apre gli occhi alla fine della versione del 2008.

È interessante perché quando si torna indietro e si rivede il primo film, dopo aver visto il secondo e il terzo, si vedono le connessioni che si creano tra Maya e gli estranei che abbiamo costruito nel primo film dopo che lei è stata spinta oltre il suo punto di rottura, più e più volte. La domanda centrifuga del suo personaggio è: chi le rimane?

Il film originale aveva un approccio molto minimalista, basandosi spesso sulla tensione piuttosto che sulla violenza esplicita. Può parlarci di come The Strangers: Capitolo 1 utilizza lo stesso tipo di aspetto?

Froy Gutierrez: Penso che sia una parte importante di questo genere di film e di questo franchise in generale, è permettere che si senta come se stesse passando quasi in tempo reale. Sei nella capanna con loro e senti ogni ruscello, senti ogni bussata alla porta, senti ogni passo. Credo che questo sia un aspetto che Renny, Courtney e [Maedline] volevano assolutamente mantenere nel film. Come produttrice, cosa ne pensa?

Madelaine Petsch: Penso che fosse davvero importante sentirsi come se si vivesse con i personaggi in quei momenti.

Il personaggio più iconico della Petsch, Cheryl Blossom di Riverdale, ha avuto esperienze di traumi terribili nel corso della serie. Ha condiviso il modo in cui pensava che Cheryl avrebbe affrontato gli eventi di The Strangers: Capitolo 1.

Madelaine Petsch: Dipende dalla stagione di cui stiamo parlando. È una strega in questa stagione o no? Se è una strega, li fa fuori con lo zapping. Se non è una strega, non se la caverebbe bene. Si romperebbe un’unghia e si arrabbierebbe e poi si incazzerebbe con loro. E onestamente, forse li ucciderebbe. Penso che forse il film uno, Cheryl Blossom, li farebbe uscire. Quella sì che è una stronza tosta.

Star Wars: Skeleton Crew, rivelata la data di uscita

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Star Wars: Skeleton Crew, rivelata la data di uscita

Disney+ ha annunciato una nuova data di debutto per Star Wars: Skeleton Crew di Lucasfilm. I fan potranno vedere l’emozionante serie in anticipo, con i primi due episodi che in Italia saranno disponibili da martedì 3 dicembre alle 3:00 del mattino (ora italiana), in esclusiva su Disney+. Gli episodi successivi debutteranno poi ogni mercoledì alle 3:00 del mattino (ora italiana) per il resto della stagione.

Star Wars: Skeleton Crew segue il viaggio di quattro ragazzi che fanno una misteriosa scoperta sul loro pianeta natale, apparentemente sicuro, per poi perdersi in una galassia strana e pericolosa. Trovare la strada di casa – incontrando improbabili alleati e nemici – sarà un’avventura più grande di quanto abbiano mai immaginato.

La serie è interpretata da Jude Law, Ravi Cabot-Conyers, Ryan Kiera Armstrong, Kyriana Kratter, Robert Timothy Smith, Tunde Adebimpe, Kerry Condon e Nick Frost. Gli episodi sono diretti da Jon Watts, David Lowery, i Daniels (Daniel Kwan e Daniel Scheinert), Jake Schreier, Bryce Dallas Howard e Lee Isaac Chung.

Jon Watts e Christopher Ford sono i capo sceneggiatori oltre ad essere gli executive producers insieme a Jon Favreau, Dave Filoni, Kathleen Kennedy e Colin Wilson. Chris Buongiorno, Karen Gilchrist e Carrie Beck sono i co-executive producer, mentre Susan McNamara e John Bartnicki sono i produttori.

Special Forces – Liberate l’ostaggio: la storia vera dietro il film

Negli ultimi anni sono diversi i film che hanno affrontato gli eventi della guerra in Iraq e in Afghanistan. Qualche anno dopo il successo di The Hurt Locker, premiato con l’Oscar al miglior film, nel 2011 a raccontare degli orrori di tale conflitto è stato Special Forces – Liberate l’ostaggio, diretto da (in seguito distintosi anche per Special Ops e la serie Air Cocaine). Similmente al film con Chris Hemsworth, 12 Soldiers, in questo film Rybojad racconta la drammatica realtà del conflitto afgano, cogliendola però da un preciso punto di vista.

Girato in Francia, a Gibuti e in Tagikistan, il film mostra infatti un gruppo di commando navali francesi d’élite in una disperata missione di salvataggio di ostaggi nell’area dell’Afghanistan/Pakistan. Tutta l’azione si svolge dunque a partire da una volontà di rappresentare sullo schermo la difficile condizione delle donne afgane, dei reporter che rischiano la vita per mostrare cosa avviene in questi territori e delle forze speciali francesi e del loro coraggio nel portare avanti missioni di questo tipo.

Un duro racconto di guerra, dunque, che non mancherà di entusiasmare gli appassionati del genere oltre a mostrare una realtà ancora attuale dopo oltre dieci anni dalla realizzazione di questo film. In questo articolo, approfondiamo dunque alcune delle principali curiosità relative a Special Forces – Liberate l’ostaggio. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama, al cast di attori e alla storia vera a cui si ispira. Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.

Diane Kruger in Special Forces - Liberate l'ostaggio
Diane Kruger in Special Forces – Liberate l’ostaggio. Cortesia di Eagle Pictures

La trama e il cast di Special Forces – Liberate l’ostaggio

Protagonista del film è Elsa Casanova (Diane Kruger), una reporter di guerra che sta conducendo un’inchiesta sul ruolo della donna in Afghanistan. Un giorno viene sequestrata da un gruppo di talebani nella città di Kabul. Con lei c’è anche il suo interprete Amen (Mehdi Nebbou). Il capo dei rapitori, Zayef (Raz Degan), diffonde in rete un video dove rende noto a tutti il giorno in cui ucciderà la giornalista. Subito interviene un comparto delle forze armate speciali per cercare di portarla in salvo, prima che si proceda alla sua eliminazione.

Sono sei gli uomini messi in campo: Kovax (Djimon Hounsou), capitano Lucas (Denis Ménochet), Tic Tac (Benoît Magimel), Marius (Alain Alivon), Victor (Alain Figlarz) ed Elias (Raphaël Personnaz). Si innesca così una dura lotta tra i sequestratori che non vogliono assolutamente perdere la donna e i soldati che faranno qualsiasi cosa è in loro potere per ritrovarla viva. Anche se questo vorrà dire rischiare di morire. Elsa è forte e determinata a non mollare, nonostante la situazione sia molto pericolosa ed estenuante. Riuscirà la squadra che la sta cercando a riportarla a casa sana e salva?

La storia vera dietro il film

Partiamo subito con il dire che la vicenda narrata nel film è a suo modo frutto di fantasia. Stéphane Rybojad, autore di documentari, ha stavolta deciso di mettere in scena un’opera di finzione, nella quale confluiscono però tutta una serie di dinamiche, elementi e situazioni ispirate a dei corrispettivi nella realtà. In particolare, il regista si è documentato sulla condizione della donna in Afghanistan, per poterne raccontare poi in modo realistico all’interno del film. Quanto viene detto e mostrato a riguardo si basa dunque su dati reali, che rendono l’idea delle barbarie che avvengono.

Djimon Hounsou in Special Forces - Liberate l'ostaggio
Djimon Hounsou in Special Forces – Liberate l’ostaggio. Cortesia di Eagle Pictures

Allo stesso tempo, Rybojad si è ispirato per la figura della reporter Elsa Casanova ai tanti giornalisti che, trovandosi in territori di guerra, vengono sequestrati e spesso uccisi. Una dura realtà che ribadisce i pericoli a cui questo tipo di giornalisti vanno incontro, accettandoli pur di poter raccontare quanto avviene in questi luoghi di guerra. L’Elsa Casanova del film, dunque, può essere vista come un insieme di tutti i reporter che hanno realmente vissuto vicende di questo tipo. Special Forces – Liberate l’ostaggio vuole poi essere un’opera sulle capacità di proiezione di potenza delle forze armate francesi nel mondo.

Le forze speciali francesi sono così rappresentate nel film: con il basco verde, compreso il comandante Kovax, rappresentano i Commandos Marine, le forze speciali della Marine Nationale (marina); con il basco amaranto, TicTac è del 1er Rpima (1er Régiment de Parachutiste d’infanterie de Marine) dell’Armée de Terre (esercito); lo sniper Elias con il basco nero è invece del Cpa10 Commando Parachutiste de l’Air 10 dell’Armée de l’Air (aeronautica). In ultimo, Alain Alivon, che interpreta Marius, è stato veramente un commando della Marina Francese per oltre vent’anni e ha aiutato i membri del cast per la loro formazione militare durante le riprese.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Special Forces – Liberate l’ostaggio grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 26 novembre alle ore 21:20 sul canale Rai 4.

Il Re Scorpione: la storia vera dietro al film con Dwayne Johnson

Anche se il film di Dwayne Johnson Il Re Scorpione è un’opera di finzione, una figura della storia egizia nota come Re Scorpione è realmente esistita. Prima di scoprire la vera vicenda dietro il film diretto da facciamo però un po’ di chiarezza: questo film uscito nel 2002, un anno dopo il debutto di Johnson ne La mummia – Il ritorno, è uno spin-off dedicato a questo personaggio, ma quello qui interpretato da Johnson non è lo stesso comparso nel film poc’anzi citato.

La linea temporale può essere confusa, ma la versione di Mathayus – questo il nome del protagonista – che Johnson interpreta ne Il Re Scorpione è in realtà il nonno del suo personaggio ne La mummia – Il ritorno, ed è ambientata migliaia di anni prima. Facciamo dunque qui la conoscenza di un Re Scorpione eroe, ben diverso dall’orribile e malvagia creatura vista nel finale del film con Brendan Fraser. Il film Il Re Scorpione ha poi guadagnato 180 milioni di dollari al botteghino con un budget di 60 milioni di dollari e ha consacrato Johnson come protagonista di Hollywood.

Pertanto, il pubblico era chiaramente incuriosito da questo personaggio, sebbene Johnson non sia tornato per nessuno dei quattro sequel realizzati: Il Re Scorpione 2 – Il destino di un guerriero, Il Re Scorpione 3 – La battaglia finale, Il Re Scorpione 4 – La conquista del potere e Il Re Scorpione 5 – Il libro delle anime. Concentrandoci qui sul primo film della serie, ci si è dunque chiesti a lungo se Il Re Scorpione sia basato su una storia vera e se il personaggio di Johnson sia realmente esistito. Scopriamolo qui di seguito con questo approfondimento.

Michael Clarke Duncan e Dwayne Johnson in Il re scorpione
Michael Clarke Duncan e Dwayne Johnson in Il re scorpione © Universal Studios – All rights reserved

La trama e il cast di Il Re Scorpione

Nel 3000 a.C. a Gomorra un malvagio tiranno, Memnone (Steven Brand), è deciso a prendere il controllo totale della regione sterminando le tribù nomadi insediate nel deserto. Le tribù, da anni in lotta fra loro, decidono loro malgrado di allearsi contro il nemico comune, che ritengono aiutato dai poteri di una malvagia strega, Cassandra (Kelly Hu). Per eliminarlo vengono assoldati i membri della temuta e crudele tribù degli Accadiani fra i quali primeggia Mathayus (Dwayne Johnson).

La storia vera dietro il film

Il film è stato ispirato dal Re Scorpione dell’Antico Egitto

Il personaggio di Johnson ne Il Re Scorpione è ispirato all’omonimo re dell’Antico Egitto, noto anche come Re Narmer, una figura che regnava sull’Egitto prima dell’epoca dei faraoni. Tuttavia, molti degli attributi del personaggio di Johnson ne Il Re Scorpione non sono gli stessi della figura reale. Per esempio, Methayus è un assassino accadico, ingaggiato per uccidere la maga di Memnone, che ha conquistato la maggior parte delle tribù locali in Egitto. Anche se non si sa molto del vero Re Scorpione, è altamente improbabile che sia nato fuori dall’Egitto.

Inoltre, l’unico motivo per cui Methayus ha un legame con gli scorpioni nel film del 2002 è perché è stato trafitto da una freccia che era stata inzuppata di veleno di scorpione. Ne Il Re Scorpione, Cassandra, la maga di cui sopra, affermava che il sangue dello scorpione sarebbe sempre sceso in lui se fosse sopravvissuto. Non si sa se il vero Re Scorpione sia mai stato avvelenato dal veleno di scorpione, ma è probabile che questo sia un punto della trama inventato dagli sceneggiatori del film. In realtà, Re Narmer era conosciuto come Re Scorpione perché aveva sempre degli scorpioni disegnati sugli scudi e sui carri.

Kelly Hu e Dwayne Johnson in Il re scorpione
Kelly Hu e Dwayne Johnson in Il re scorpione © Universal Studios – All rights reserved

In che epoca il Re Scorpione ha regnato sull’Egitto?

Come già detto, Il Re Scorpione è ambientato migliaia di anni prima de La mummia – Il ritorno, che vedeva Dwayne Johnson contrapposto a Brendan Fraser. Allo stesso modo, il Re Scorpione regnava sull’Egitto migliaia di anni fa, quindi è difficile scoprire esattamente come fosse il suo regno. Narmer divenne re dell’Egitto durante il Periodo Predinastico (6000-3150 a.C.) – è stato citato come l’ultimo re di questo periodo – e continuò a governare durante il Primo Periodo Dinastico (3150-2613 a.C.).

Durante il Periodo Predinastico, molto prima dei faraoni, l’Egitto era in realtà diviso in due parti, l’Alto e il Basso Egitto. Tuttavia, poiché il Primo Periodo Dinastico dell’Egitto iniziò quando il Paese fu finalmente unito, è chiaro che il Re Scorpione fu determinante nel riunire l’Alto e il Basso Egitto. Pertanto, quando Re Scorpione iniziò il suo regno, l’Egitto era un luogo drasticamente diverso e questo si riflette ne Il Re Scorpione. Nel film, Memnone è in grado di acquisire tanto potere perché le tribù dell’Egitto sono separate. Tuttavia, è Methayus a riunire le tribù.

L’impatto del Re Scorpione sulla civiltà egizia

La fine de Il Re Scorpione suggerisce che Methayas ha inaugurato una nuova era per l’Egitto e che il Paese diventerà più forte che mai. Questo era vero durante il regno del vero Re Scorpione. Nel corso della storia, si credeva che fosse stato il re Menes a unificare l’Alto e il Basso Egitto. Tuttavia, i ritrovamenti archeologici del 1898 hanno rivelato la Paletta di Narmer, che ha cambiato per sempre la comprensione dell’Antico Egitto da parte degli storici.

Poiché il re Scorpione regnava sull’Egitto molto tempo fa, prima che la scrittura fosse una pratica comune, la maggior parte dei dettagli sul suo regno non sono documentati. Tuttavia, la Paletta di Narmer raffigura il re Narmer che indossa sia la corona bianca dell’Alto Egitto sia quella rossa del Basso Egitto, confermando apparentemente che fu lui a unificare effettivamente l’Egitto. Alcuni storici ritengono che Narmer e Menes fossero la stessa persona, ma questo non è stato confermato. Comunque sia, è chiaro che il re Narmer fu una delle figure più importanti della storia egizia e trasformò il Paese nel primo impero del mondo.

Steven Brand e Dwayne Johnson in Il re scorpione
Steven Brand e Dwayne Johnson in Il re scorpione © Universal Studios – All rights reserved

Quanto del film Il Re Scorpione è romanzato

Alla luce di ciò, si può sostenere che la maggior parte del film è stata romanzata, essendo il film basato solo in minima parte sul vero re. Tuttavia, sulla base di ciò che si sa di lui, è chiaro che gli sceneggiatori del film hanno dato al Methayus di Johnson molte delle stesse qualità. Sebbene re Narmer non fosse probabilmente accadico, era probabilmente un guerriero coraggioso e un leader saggio, soprattutto se fu lui a unire l’Egitto. Pertanto, l’idea che Methayus guarisca un Egitto distrutto alla fine del film è probabilmente ispirata alla storia del vero Re Scorpione.

Oltre al Methayus di Johnson, tuttavia, nessuno degli altri personaggi presenti ne Il Re Scorpione è mai esistito nella vita reale. Oltre a Methayus, i personaggi più significativi del film sono Cassandra, la maga, e l’imperatore Memnone, l’antagonista del film. Il film esagera poi i poteri di Cassandra per aggiungere un elemento fantastico alla storia. Mentre i governanti dell’Antico Egitto chiedevano il consiglio di coloro che sostenevano di avere visioni del futuro, Cassandra è però un personaggio fittizio creato appositamente per il film.

Allo stesso modo, Memnone non è mai stato un vero sovrano in Egitto. Mentre il vero Methayus dovette combattere contro i nemici nelle battaglie per prendere il controllo dell’Egitto, nessuno di nome Memnone è mai stato documentato come uno degli avversari di Narmer. Pertanto, la maggior parte dei punti della trama e dei personaggi de Il Re Scorpione sono stati completamente inventati per la storia del film, che dunque è da prendere come una rielaborazione hollywoodiana di alcune dinamiche o di alcuni contesti realmente esistiti ma su cui si ha scarsa documentazione.

Il trailer del film e dove vederlo in streaming e in TV

È possibile fruire di Il Re Scorpione grazie alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Apple iTunes e Prime Video. Per vederlo, una volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di martedì 26 novembre alle ore 21:00 sul canale 20 Mediaset.

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