Nel finale della seconda stagione di Loki,
il Dio dell’inganno è diventato il Dio delle storie quando ha
salvato il Multiverso ponendosi al centro di esso.
Ora tiene insieme i tanti fili della realtà, condannandosi a
un’infinità di tempo trascorso da solo mentre ogni linea temporale
esistente prospera.
Naturalmente, il Multiverso non
sarà al sicuro per molto tempo, poiché la minaccia incombente delle
incursioni e di Kang (o forse di
Beyonder) è ancora in agguato.
Loki è destinato a tornare e, in Deadpool &
Wolverine, faremo di nuovo visita all’Autorità per le
variazioni temporali.
Sappiamo che ora sorvegliano tutte
le diverse linee temporali (invece di tagliarle), ma cosa vogliano
dal Mercante con la Bocca larga resta da vedere.
Inutile dire che è molto probabile
che Loki
venga citato in qualche modo, ma
Tom Hiddleston potrebbe essere tra gli attori che
faranno un cameo? Se non altro, ci aspettiamo di incontrare il
cattivo diventato eroe in una scena post-credits.
Alla domanda se apparirà in
Deadpool
& Wolverine durante una recente convention,
Tom Hiddleston ha risposto: “Non lo so, e se lo
sapessi… potrei non essere autorizzato a dirvelo. Non lo so
davvero, la Marvel protegge correttamente le
sue informazioni“.
Si dice che questo film porti
direttamente ad Avengers
5, quindi una sorta di tessuto connettivo con la più ampia saga
del Multiverso è sicuramente inevitabile. Date un’occhiata ai
commenti di
Tom Hiddleston per intero qui sotto e, come sempre,
restate sintonizzati con noi per ulteriori informazioni sul
MCU.
Tutto quello che sappiamo su
Deadpool & Wolverine
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Finalmente Doc – Nelle tue
mani 3 ha deciso di prendere lezioni dalle serie d’oltre
oceano lasciando il suo fedele pubblico a bocca aperta. Se
l’undicesimo episodio è molto classico e negli standard della
fiction, il dodicesimo invece punta sul “disaster episode”
in perfetto stile Grey’s
Anatomy, in cui il Policlinico Ambrosiano
viene colpito da una calamità naturale che colpisce tutta
Milano.
La trama di Doc – Nelle
tue mani 3episodio 11
L’undicesimo
episodiodella
serieDoc – Nelle tue mani 3 intitolato
“Lontani” si focalizza su Doc,
Luca Argentero, di nuovo in crisi e questa volta è colpa di
Diana. La donna che Andrea vedeva giovane, come una sorta
d’allucinazione qualche puntata fa, e che ora si
trova nell’ospedale perchè la figlia sta male. Intanto in reparto
c’è una crisi di letti, che deve risolvere
la caposala Teresa, invece Giulia,
Matilde Gioli, è a Roma per la sua ricerca per il futuro
trasferimento. Nelle stesse ore viene ricoverata
Elisabetta, la giovane donna seguita dal dottore
Damiano Cesconi, affetta da la
porpora, una malattia rara che sta curando da anni e che
prima seguiva la dottoressa Giordano.
Federico, l’attore
Giacomo Giorgio e Lin continuano a vivere
inisieme, nel frattempo poi appare, per la prima volta nella serie,
il padre del ragazzo che invita il figlio a
visitare la sua clinica oculistica. Nel frattempo
Martina è andata a chiedere aiuto ad un avvocato e
Riccardo, Pierpaolo Spollon, ha ricevuto la
proposta ufficiale di diventare medico sportivo della squadra
paraolimpica di pallanuoto di cui fa parte
Laura.
Il finale dell’undicesimo episodio
di Doc – Nelle tue mani 3 è forse quello che
più fa riflettere, mostrando una realtà troppo nota e che sentiamo
ogni giorno alla televisione. In realtà la figlia di Diana è stata
ricoverata per delle complicazioni a furia di ricevere le
botte dal suo compagno, quello che per tutti era il
classico bravo ragazzo, che invece come ci insegna la cronaca non
era. La causa di questa violenza era perchè la giovane donna non
riusciva a rimanere incinta, ma per fortuna Andrea
Fanti scopre tutto, il fidanzato viene denunciato e Diana
si scusa con Doc.
La trama di Doc – Nelle tue mani
3episodio 12
Eccoci qui con
“La scossa”, il “disaster episode” e quello che si può
ritenere il più riuscito e più bello di tutte le tre stagioni fino
ad ora. La prima scena svela subito il momento più
drammatico e da cardio palma dell’intero episodio, per poi
tornare indietro a ben 48 minuti prima. Sono le
8.00 del mattino e il dottore Fanti è pronto per
il suo turno, solo che avviene una scossa improvvisa, ammettiamolo
un po’ lunghina per essere successa a Milano, ma che per fortuna
non crea danni, a parte che Doc rimane bloccato dentro un
ascensore con un infermiera diretta alla sala
parto in compagnia di una paziente incinta.
Le cose da qui si complicano, certo
l’ospedale non cade anche perchè è un edificio
antisismico, ma ovviamente i pazienti sono spaventati
anche per delle possibile altre scosse di assestamento. Andrea
rinchiuso scopre che la gestante soffre di una bolla
d’aria, che potrebbe complicare la situazione il parto
imminente, quindi con i pochi mezzi che trova nella borsa della
collega effetua un piccolo intervento chirurgico
alla futura madre. Intanto Federico supera una
prova con se stesso, pratica una tracheotomia ad
una donna che rischia di soffocare, operazione che
il giovane non riusciva mai a superare quando faceva le prove con
il manichino.
Quando sembra che tutto si sia
risolto arriva una seconda scossa, Doc e
l’infermiera fanno partorire la donna, Riccardo
porta in braccio in sala operatoria una signora che deve essere
operata d’urgenza e Giulia dirige il reparto. Nel momento che viene
fatto funzionare l’ascensore, siamo al momento più drammatico
dell’intero episodio, la paziente che ha appena dato alla luce il
suo primo figlio, che sta benissimo, va in arresto cardiaco e Doc
per fortuna prima con un continuo massaggio cardiaco e poi con
l’aiuto di un defibrillatore riesce a salvarla. L’episodio di
Doc – Nelle tue mani 3 poi si conclude nei
migliori dei modi, cioè con un bacioappassionato tra Andrea e
Giulia.
L’episodio 12 un grande esempio di
serialità
In “La scossa” si cerca di mostrare
come anche in Italia si possa osare, senza troppo traumatizzare il
pubblico della Rai, non rischiando mai il famoso “salto
dello squalo”, che ormai i medical drama americani hanno
purtroppo superato da tempo. Per concludere il secondo episodio di
questa sesta serata di Doc – Nelle tue
mani 3 è un ottimo esempio di come si scrive una
sceneggiatura in grado di tenere il respiro, il pubblico a casa sul
divano, fino all’ultimo minuto.
Scarlett Johansson sta componendo il cast per
il suo debutto alla regia e stando a quanto riportato da Variety i primi nomi ad unirsi
al progetto sono quelli di June Squibb, l’attrice
candidata all’Oscar per “Nebraska“,
Chiwetel Ejiofor, candidato all’Oscar per
“12 anni
schiavo“, la veterana di Broadway Jessica
Hecht e da Erin Kellyman. Il film,
intitolato “Eleanor the Great“, ha per protagonista
Eleanor Morgenstein (Squibb), una donna di 90 anni che cerca di
ricostruire la sua vita dopo la morte della sua migliore amica. Per
questo motivo, si trasferisce di nuovo a New York City dopo aver
vissuto in Florida per decenni.
La sceneggiatura è stata scritta da
Tory Kamen, mentre TriStar Pictures e Sony
Pictures Classics, che collaborano per la prima volta,
distribuiranno il film nelle sale in una data ancora da definire.
La Johansson produce anche il film con Jonathan
Lia e Keenan Flynn per la These Pictures,
Kara Durrett e Jessamine Burgum
per la Pinky Promise e Celine Rattray e
Trudie Styler della Maven Screen Media. Questo è
il secondo ruolo da protagonista per la Squibb, dopo la commedia
nonagenaria “Thelma“. Ejiofor lo si potrà invece vedere
prossimamente nei film The Life of Chuck e Venom
3.
“Eleanor the Great” riunirà
poi Scarlett Johansson con Hecht dopo che le
due hanno recitato nella commedia di Broadway “A View From The
Bridge” (che è valsa a entrambe una nomination ai Tony).
Recentemente la Hecht è poi tornata sul palcoscenico, al fianco di
Laura Linney, nella commedia “Summer,
1976“. Ora che il cast del film si sta dunque formando, non
resta che attendere informazioni riguardo alle riprese, così da
poter poi poter stabilire anche la data di uscita del film. Al
momento, questo è quanto noto del film, che rappresenterà dunque un
momento importante nella carriera di Johansson.
Dei tanti film d’azione di serie B
prodotti ogni anno, la maggior parte dei quali vengono poi spesso
distribuiti direttamente in home-video (come ad esempio White Elephant o Fortress), Castle Falls è
uno dei più degni di nota. Film del 2020 diretto ed interpretato
dall’iconico Dolph Lundgren (l’Ivan
Drago di Rocky IV), specializzatosi in questo genere di opere,
Castle Falls ha il pregio di saper sfruttare adeguatamente
la sua quasi unica ambientazione, un pericoloso edificio in via di
demolizione al cui interno si trova un vero e proprio tesoro.
Con abili sequenze d’azione
magnificamente coreografate, Castle Falls offre dunque
un’esperienza di visione particolarmente soddisfacente, dotata di
sano intrattenimento, solidi colpi di scena e un uso degli spazi
capace di trasmettere tutta la tensione e la pericolosità della
vicenda. Passato in sordina per via della pandemia di Covid-19, il
film è stato poi primariamente distribuito in home-video,
nonostante un breve passaggio in un numero limitato di sale
cinematografiche.
Per tutti gli appassionati del
genere, questo film ispirato ai classici degli anni Ottanta è
dunque un titolo da non perdere e grazie al suo passaggio
televisivo è ora possibile scoprirlo o riscoprirlo. Prima di
intraprendere una visione del film, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alle location.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Castle Falls
Dopo decenni di abbandono, il
Castle Heights Hospital, simbolo del passato
segregazionista della città in cui si trova, è stato riempito di
dinamite ed è pronto per essere demolito. Nessuno sa però che il
capo di una gang, Damian Glass, ora in
prigione, ha nascosto i 3 milioni di dollari in contanti rubati ai
suoi rivali proprio all’interno dell’edificio abbandonato. Il primo
a scoprirlo è l’ex pugile ora membro della squadra di demolizione
di nome Mike Wade, il quale tenta da subito di
recuperare il denaro.
A lui faranno seguito la guardia
carceraria Richard Ericson – disposta a tutto
pur di pagare le cure per il cancro della figlia – e una spietata
banda che sostiene di essere la legittima proprietaria del denaro.
Tra le tre parti ha dunque inizio una vera e propria caccia al
tesoro senza esclusione di colpi. Avranno però a disposizione solo
90 minuti, dopodiché gli esplosivi si detoneranno e i 3 milioni
verranno sepolti per sempre sotto cumuli di macerie, insieme a
chiunque non si sia allontanato in tempo da quel luogo.
Il cast di Castle Falls
Ad interpretare la guardia
carceraria Richard Ericson vi è l’attore Dolph
Lundgren, celebre per aver interpretato l’imponente pugile
sovietico di nome Ivan Drago nel film
Rocky IV, accanto a Sylvester Stallone. Nel ruolo della figlia di
Richard, Emily, vi è Ida Sigrid Lundgren, che come
si può intuire è la figlia di Dolph, da lui avuta nel 1996. Nel
ruolo dell’ex pugile Mike Wade vi è invece l’attore
ScottAdkins, visto anche in
X-Men le origini: Wolverine nel ruolo dell’Arma XI e
in John Wick
4 nel ruolo di Killa Harkan.
Recitano poi nel film gli attori
Jim Chandler nel ruolo di Foreman, Kim
Delonghi in quello di Kat, Dave Halls in
quello di Vince e Kevin Wayne in quello di James.
Robert Berlin interpreta il boss Damian Glass,
mentre Scott Hunter è suo fratello Deacon Glass.
Il wresler e stuntman LukeHawx,
visto anche in successi al botteghino come Logan
– The Wolverine e
Fast & Furious 8, recita qui nel ruolo di uno dei
detenuti.
Dove è stato girato Castle Falls?
L’ospedale destinato alla
demolizione (chiamato nel film Castle Falls) è stato “interpretato”
dall’edificio del Carraway Methodist Medical
Center di Birmingham,
Alabama, allora in disuso. Il Carraway Hospital fu
aperto all’inizio del 1900 come struttura segregata, per poi venire
desegregato alla fine degli anni Sessanta. Una grande stella sul
tetto, originariamente una decorazione natalizia ma poi mantenuta
sull’edificio tutto l’anno, è diventata un simbolo di Birmingham;
la stella è ancora visibile in alcune inquadrature di questo
film.
All’inizio degli anni Duemila
l’ospedale era caduto in difficoltà finanziarie e chiuse
definitivamente nel 2008. L’edificio era ancora inutilizzato
all’epoca delle riprese del film nel 2020, ma alla fine del 2021
una società immobiliare annunciò l’intenzione di ristrutturarlo per
farne un complesso a uso misto chiamato “The Star Uptown”, con
riferimento all’elemento più riconoscibile dell’edificio. I
graffiti che si vedono all’interno e intorno all’ospedale nel film
sono autentici, alcuni dei quali fanno addirittura riferimento alle
gang locali di Birmingham, Alabama.
Il trailer di Castle Falls
e dove vedere il film in streaming e in TV
Sfortunatamente il film non è
presente su nessuna delle piattaforme streaming attualmente attive
in Italia. È però presente presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 23 febbraio alle ore
21:20 sul canale Rai 4. Di
conseguenza, per un limitato periodo di tempo sarà presente anche
sulla piattaforma Rai Play, dove quindi lo si
potrà vedere anche oltre il momento della sua messa in onda.
Basterà accedere alla piattaforma, completamente gratuita, per
trovare il film e far partire la visione.
Uno degli episodi più sconvolgenti
di terrorismo svoltosi dal 2000 ad oggi è quello avvenuto a nella
capitale indiana Mumbai, nel 2008. Un episodio così drammatico e in
cui persero la vita così tante persone che all’inizio sembrava
impossibile raccontarlo in modo onesto. A farlo ci ha però poi
pensato, nel 2018, l’esordiente Anthony Maras,
rimansto impressionato dai tanti esempi di coraggio emersi nel
corso di quell’attacco, da volervi a tutti i costi rendere omaggio,
celebrando così le gesta di quanti si sono opposti al male per
preservare l’umanità. È così nato il film Attacco a
Mumbai – Una vera storia di coraggio.
Maras si è infatti concentrato su
uno specifico episodio di quelle tre giornate infernali, che hanno
contribuito a scuotere ulteriormente il precario equilibrio
dell’India ma anche del mondo intero, portando avanti l’intento di
essere quanto più fedele possibile a quanto avvenuto. Per
riuscirci, ha avuto accesso alle trascrizioni originali delle
chiamate intercettate tra i vari terroristi, ma portando avanti
anche ore e ore di interviste ai sopravvissuti a quell’evento. Il
regista, anche sceneggiatore JohnCollee, ha così potuto dar forma sì all’orrore
verificatosi ma anche al coraggio che vi si è opposto.
Attacco a Mumbai è dunque
un film capace di riproporre quanto avvenuto affinché non venga
dimenticato, rispolverando dunque la sempre valida capacità del
cinema di immortalare per sempre pagine della storia per
tramandarle ai posteri. Prima di intraprendere una visione del
film, però, sarà certamente utile approfondire alcune delle
principali curiosità relative ad esso. Proseguendo qui nella
lettura sarà infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli
relativi alla trama e al cast di
attori. Si ripercorrerà poi la vera
storia e le sue differenze con il
film. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il titolo nel
proprio catalogo.
La trama e il cast di Attacco a Mumbai
Basato sulla storia vera del
devastante attacco terroristico al Taj Mahal Palace Hotel nel 2008,
in cui diversi terroristi diffusero odio e morte per la città, il
film si concentra sul personale dell’hotel che gli ospiti chiamati
a compiere sacrifici impensabili per proteggersi e tenere tutti al
sicuro, in attesa dei soccorsi. Tra questi vi sono lo chef
Hemant Oberoi e un umile cameriere sikh di noem
Arjun, che cercheranno di organizzarsi per mettere
in salvo quanti più individui possibile trovando una via di fuga.
Accomunati nient’altro che dal destino, uomini e donne di diversa
provenienza ed estrazione sociale si ritroveranno dunque uniti
nella lotta per la sopravvivenza.
L’attore Dev Patel, noto
per i film The Millionaire e Lion, ricopre il ruolo
di Arjun. Patel, di origini indiane, all’epoca dell’attacco rimase
particolarmente sconvolto dalla vicenda e quando ha saputo che era
in fase di sviluppo un film su tale drammatico evento ha fatto di
tutto pur di poter ottenere un ruolo. Ad interpretare lo Chef
Hemant Oberoi vi è invece Anupam Kher, il quale ha
poi ricevuto i complimenti dal vero Oberoi per l’interpretazione
data di lui. L’attore Armie Hammer
interpreta David, mentre Nazanin Boniadi è sua
Zahra Kashani, ed entrambi sono tra gli ostaggi del Taj Mahal.
Recitano poi nel film anche Tilda Cobham-Hervey
nel ruolo di Sally e Jason Isaacs in
quello di Vasili.
Attacco a Mumbai: la storia vera e le differenze con
il film
Come accennato, il film si propone
di raccontare i drammatici attentati di Mumbai, svoltisi il
26 novembre 2008. Alle 21.30 di quel giorno, a
Mumbai hanno avuto luogo una serie di attacchi verso cittadini
stranieri, concentrati principalmente nel quartiere turistico e
nella stazione ferroviaria. Tutti gli attacchi, tranne quello alla
periferia nord di Mumbai che ha visto l’esplosione di un’autobomba,
sono stati caratterizzati da sparatorie per mezzo di fucili AK-47,
lancio di granate e presa di ostaggi. Il più grave degli attacchi
ha avuto luogo nella sala d’aspetto della stazione, dove uomini
armati hanno sparato e lanciato granate contro la folla.
Successivamente sono stati poi presi
d’assalto gli hotel di lusso della città con la presa di numerosi
ostaggi. Gli hotel assaltati sono stati: Oberoi,
Taj Mahal e Trident. Al Taj
Mahal, in particolare, si sono registrate numerose esplosioni e
incendi. In ognuno di questi casi, testimoni hanno riferito che i
terroristi cercavano persone con passaporto britannico o
statunitense, ma tra i vari obiettivi vi era anche un centro di
studio ebraico dove hanno perso la vita il rabbino, sua moglie e
altri ostaggi. Circa 400 soldati dei reparti speciali dell’Esercito
e 300 appartenenti allo Special Action Group della Guardia di
Sicurezza Nazionale sono stati mandati a Mumbai per prestare
soccorso.
Questi corpi di élite sono
infatti stati protagonisti di numerose operazioni per stanare i
terroristi e liberare gli ostaggi sia negli hotel che nel centro
ebraico. In seguito, gli attentati sono stati rivendicati dai
Deccan Mujahideen, un’organizzazione terroristica
fino a quel momento poco conosciuta. Nella mattina del 29 novembre,
a circa 60 ore dall’inizio degli attentati, il blitz ha fine, con
gli ultimi tre terroristi asserragliati dentro il Taj Mahal che
vengono uccisi. Le operazioni vengono a quel punto dichiarate
concluse, ma a quel punto 195 persone hanno perso la vita negli
attacchi, e più di 300 hanno riportato ferite.
Le differenze tra il film e la storia vera
Il film di Maras si concentra in
particolare proprio sugli eventi svoltisi all’interno del Taj
Mahal, l’ultimo degli hotel ad essere liberato. Benché la
rappresentazione di ciò che avvenne all’interno della struttura
segue fedelmente quanto realmente avvenuto, il personaggio Arjun è
in realtà l’amalgama di due persone reali: un cameriere in uno dei
ristoranti del Taj e una guardia di sicurezza disarmata che ha
aiutato a stabilire la posizione dei quattro terroristi. Allo
stesso modo gli altri ostaggi non sono basati su specifiche persone
reali, ma molti dei loro tratti e azioni sono basati su quelli di
chi venne realmente reso ostaggio quel giorno.
Per il regista, la scelta di
romanzare questi personaggi è sembrata più rispettosa della privacy
di coloro che sono sopravvissuti agli attacchi, così come della
memoria di coloro che non sono sopravvissuti. L’unico personaggio
ispirato ad una reale persona è lo Hermant Oberoi, che ha servito
come chef esecutivo al Taj per decenni ed è conosciuto come una
delle principali stelle della cucina indiana. Si tratta di una
persona così famosa che non c’era modo di romanzarla, in quanto
tutti avrebbero colto che ci si stava riferendo proprio a lui. In
generale, comunque, Maras cercò di rimanere fedele nella
rappresentazione del coraggio mostrato dallo staff del Taj Mahal
nel difendere gli ospiti dell’hotel.
Il trailer di Attacco a
Mumbai e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di Seven grazie
alla sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme
streaming presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei
cataloghi di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità video. Il
film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
venerdì 23 febbraio alle ore
21:20 sul canale Italia 1.
Sulla scia de I Crimini di
Grindelwald, Animali fantastici: I segreti di Silente ha
apportato alcune
retcon al franchise di Harry
Potter. Alcuni di questi sono dettagli e non sono
rilevanti, ma altri vanno a scuotere le fondamenta di quello che
era il percorso narrativo perfetto che JK Rowling
aveva affidato alle sue pagine. Ecco di seguito le retcon
di Animali fantastici: I segreti di Silente al franchise di
Harry
Potter.
La morte di Ariana Silente
La morte di Ariana Silente
è uno degli elementi più tragici del retroscena dei libri e dei
film di Harry
Potter, il più grande segno del passato più oscuro di
Albus Silente di cui la maggior parte delle persone è
completamente all’oscuro. Oltre a confermare che Ariana era
un’obscuriale, Animali
fantastici: I segreti di Silente apporta altre
modifiche alla sua storia.
Harry Potter aveva
precedentemente stabilito che la morte di Ariana era il risultato
di un duello a tre tra Aberforth, Albus e
Gellert Grindelwald nella casa di Silente a Godric’s Hollow. In
Harry Potter e i Doni della Morte, si dice che
Aberforth abbia affrontato suo fratello una volta venuto a
conoscenza dei piani suoi e di Grindelwald, dicendo che non poteva
conquistare il mondo con la loro sorella in quelle condizioni;
scoppiò una lite che si intensificò rapidamente, con Grindelwald
che usò la Maledizione Cruciatus su Aberforth e scoppiò una rissa
più grande. Ariana cercò di aiutare, e rimase colpita e uccisa da
un incantesimo vagante.
Silente racconta questi eventi a
Newt Scamander in Animali
fantastici: I segreti di Silente, mantenendo
inalterati alcuni dettagli – una lite tra i due fratelli, Ariana
inconsapevolmente coinvolta nel fuoco incrociato, senza che nessuno
riesca a capire quale incantesimo l’ha uccisa – ma modifica un
dettaglio chiave che c’è invece in Harry
Potter: il coinvolgimento di Grindelwald.
Invece di menzionare l’uso della
Maledizione senza Perdono, Silente dice che lui è semplicemente
rimasto lì e ha riso quando i due fratelli hanno puntato le loro
bacchette l’uno contro l’altro. È possibile, ovviamente, che sia
stato coinvolto più tardi nel duello, ma è una strana omissione che
colora diversamente la morte di Ariana; mentre è comunque molto
probabile che sia stato Albus a lanciare l’incantesimo fatale, se
ci fossero solo due combattenti allora sarebbe più probabile,
mentre spiegherebbe anche perché Aberforth sia così furioso con suo
fratello, rendendo la questione ancora più personale tra loro.
Cambia la battuta “Segreti” di
Aberforth da Harry Potter
Con Animali
fantastici 3 intitolato Animali
fantastici: I segreti di Silente, il presupposto era
che il film si riferisse ad Albus. Dopotutto, c’erano tutti i
presupposti per esplorare ulteriormente il suo personaggio e il suo
retroscena, e come uno dei più grandi personaggi di
Harry
Potter, attorno al quale aleggia comunque del mistero,
sarebbe naturale che fossero scoperti altri segreti. In un certo
senso il film parla di quei segreti, soprattutto perché rivela di
più sulla relazione di Silente e Grindelwald, ma il più grande
segreto di tutti appartiene ad Aberforth, ed è in questo che
Animali fantastici 3 “riscrive” Harry
Potter, o almeno lo riformula.
In Harry Potter e i Doni
della Morte, Aberforth dice a Harry: “Segreti e bugie, è
così che siamo cresciuti, e per Albus era naturale”. Nello stesso
passaggio, si chiede anche perché Harry – o chiunque altro –
dovrebbe mai fidarsi di Albus, ed è molto chiaro che ha ancora un
profondo risentimento e sfiducia nei confronti di suo fratello,
l’implicazione è che Albus era il più riservato e ingannevole
di tutti.
Tuttavia, non è del tutto vero, dal
momento che ad un certo punto del film arriva la conferma che
Credence, o Aurelius, è il figlio di Aberforth, un segreto che
apparentemente ha custodito per diversi anni e che è ingombrante
quanto qualsiasi segreto abbia custodito Albus. Le circostanze di
questa rivelazione sembrano complicate, ma Animali fantastici 3
cambia la battuta di Aberforth in Harry Potter.
Albus e Aberforth di Animali
fantastici 3 hanno una relazione più stretta rispetto a quella di
Harry Potter
Oltre a cambiare la
natura della battuta di Aberforth su Albus, Animali
fantastici: I segreti di Silente riformula anche
la relazione dei fratelli. In Harry Potter, dove comunque Aberforth
è appena menzionato, c’è un vero senso di amarezza da parte sua nei
confronti di suo fratello maggiore. Aveva senso, dato quello che
era successo con Ariana, e implicava che Aberforth non aveva mai
veramente perdonato Albus per quello che era successo alla loro
sorella. Animali fantastici 3 fa sembrare Albus e
Aberforth molto più vicini: non sono esattamente i migliori amici,
ma c’è un più chiaro senso di parentela, tanto che i pasti alla
Testa di Porco che Aberforth offre al fratello e ai suoi amici,
sembrano una cosa frequente.
In Harry
Potter, Albus visita occasionalmente la Testa di Porco
perché il bar più tranquillo aveva le sue utilità – come fare il
colloquio a Sibilla Cooman, per esempio – ma non c’era un vero
senso del rapporto trai fratelli. È possibile che esistesse fuori
dalla pagina, ovviamente, o che il risentimento sia cresciuto nel
corso degli anni, quando Albus divenne Preside di Hogwarts, e
divenne l’uomo che molti volevano come Ministro della Magia,
assunse la carica di Supremo Mugwump e in generale veniva
considerato il grande eroe, quando Aberforth sapeva la verità su di
lui, ma Animali fantastici 4 e 5 (se dovessero essere realizzati)
potrebbero mostrare anche la coppia che si allontana, fino a
giungere alle dinamiche di Harry
Potter.
Albus Silente è puro di cuore? Non lo è in Harry Potter
Parlando
di
Albus Silente che diventa Supreme Mugwump, rispecchia qualcosa
che accade quasi anche inAnimali
fantastici: I segreti di Silente.
Dopo che Grindelwald è stato smascherato, il vero Qilin si inchina
davanti a lui, dopo aver guardato nella sua anima e aver deciso che
era il più puro di cuore tra loro. Non c’è dubbio che Silente sia
uno dei più grandi maghi mai vissuti e, nonostante i suoi errori
passati con Grindelwald, un brav’uomo. Ma puro di
cuore
Sembra una caratteristica che il Silente di Harry
Potter non possiede, visto che nel canone è
estremamente imperfetto – non che sia una brutta cosa, poiché è ciò
che ha contribuito a rendere avvincente il suo personaggio.
Manteneva molti segreti, usava le persone ed era disposto a fare
qualsiasi cosa necessaria, anche a costo della perdita di vite
umane, per garantire la sicurezza del mondo magico da
Lord Voldemort; una nobile causa, certo, ma non definita dalla
sua purezza. Il finale di Animali fantastici 3
invece lo rende un eroe più puro e giusto.
Il duello di Silente e
Grindelwald
Una delle prime cose
rivelate sul retroscena di
Albus Silente in Harry
Potter è che ha duellato – e sconfitto – il mago
oscuro Grindelwald nel 1945, come si vede sul retro della sua carta
delle Cioccorane, nel primo capitolo. Allora non veniva fornito
nessun altro dettaglio del contesto, ma era un accenno allettante
del suo incredibile potere che sarebbe stato mostrato solo in pochi
flash nei libri e nei film di Harry
Potter, come quando combatte contro
Lord Voldemort in Harry Potter e l’Ordine della Fenice, o
affronta il Inferi in Harry Potter e il principe mezzosangue.
Con i successivi libri di
Harry
Potter che fanno più luce su Grindelwald, e
successivamente con il franchise di Animali
fantastici che lo introduce come personaggio principale,
l’idea è proprio quella di mostrare quel duello del 1945 (ammesso
che il franchise venga completato, il che dipenderà dal box
office). Tuttavia, non si è mai parlato di più di un duello tra di
loro; in effetti, è stato più volte detto che il confronto di
Silente con Grindelwald è arrivato dopo anni di guerra magica,
quando Albus non poteva più ignorare il pericolo del suo vecchio
amante.
Animali
fantastici: I segreti di Silente riscrive questa parte
della storia, rivelando che Silente e Grindelwald hanno avuto uno
scontro recedente a quello definitivo, poiché i due combattono in
una sorta di dimensione mentale magica dopo che il loro patto di
sangue è stato rotto. Dopodiché, Silente promette di continuare a
dare la caccia a Grindelwald per sconfiggerlo. Con questa
consapevolezza, sembra strano che ci sia voluto così tanto tempo
per raggiungere lo scopo, poiché la sequenza temporale suggerisce
che passerà più di un decennio prima che Silente duelli con
Grindelwald e lo batta.
Il suggerimento del loro duello del
1945 lasciava immaginare che finalmente Silente si fosse deciso a
intervenire, e invece in questo modo sembra che Albus abbia tentato
più volte, nell’arco di 10 anni, prima di riuscirci.
La maledizione che uccide
Animali
fantastici: I segreti di Silente apporta un
cambiamento al metodo per lanciare l’anatema che uccide. Lo stesso
Harry
Potter è, ovviamente, l’unica persona conosciuta ad
essere mai sopravvissuta alla maledizione, e oltre a questo il
canone di Harry
Potter ha stabilito un paio di altre regole: che Avada
Kedavra non poteva essere bloccato da nessun tipico incantesimo
protettivo e che uccideva immediatamente il bersaglio previsto. Le
eccezioni sono arrivate esclusivamente con Harry stesso, grazie
alla protezione fornitagli dell’amore di sua madre, e poi al suo
legame con
Lord Voldemort e al legame condiviso tra le loro bacchette, ma
Animali
fantastici: I segreti di Silente offre un paio di
altre eccezioni.
Nell’atto di apertura del film, la
madre Qilin viene colpita da due anatemi che uccidono, eppure dopo
una lunga sequenza di inseguimenti che coinvolge
Newt, il piccolo Qilin e i seguaci di Grindelwald, si vede la
madre ancora morente, ma non ancora morta. È possibile, ovviamente,
che questa retcon di Harry
Potter sia spiegato dal grande potere magico di Qilin,
dal momento che è una creatura così rara, ma sembra più che altro
importante per servire la trama e presentare il gemello di
Qilin.
Passando rapidamente all’atto
finale del film,
Grindelwald punta una maledizione mortale contro
Credence, con Albus e Aberforth Silente che lanciano
incantesimi protettivi per bloccarlo. Non è chiaro quali
incantesimi utilizzino – producendo una magia dorata che suggerisce
qualcosa di molto più grande di qualsiasi incantesimo scudo visto
in precedenza – ma il risultato è che salvano la vita di
Credence.
Ancora una volta, è possibile che
ci siano spiegazioni per questa scelta: potrebbe essere uno
scenario simile a quello di
Lily Potter che salva Harry, dove l’amore è la ragione per cui
l’Avada Kedavra non funziona; potrebbe anche essere collegato al
patto di sangue di Silente e Grindelwald, che si rompe in questo
momento, ma comunque lo si voglia leggere, è un altro modo di
Animali
fantastici: I segreti di Silente che stride con la
tradizione di Harry
Potter.
Capita sempre più di frequente che
attori e attrici del nostro cinema decidano di compiere il
passaggio dietro la macchina da presa, che sia per dar vita ad una
nuova carriera come registi o solo per provare anche fosse per una
volta il brivido di dirigere un proprio film. È quanto capitato
solo negli ultimi mesi a Micaela
Ramazzotticon Felicità, Alessandro
Rojacon Con la grazia di un
Dioe a Paola
Cortellesi con C’è ancora domani,
quest’ultimo presentato nella cornice della Festa del
Cinema di Roma. In questa stessa occasione si può però
assistere anche ad un’altro esordio alla regia: quello di Margherita Buy,
che ha assunto tale ruolo per il film intitolato
Volare.
Per dar vita ad un proprio film
occorre avere qualcosa da dire, è la base, e questo qualcosa deve
poter coinvolgere non solo chi lo dice ma anche chi ascolta. Di
certo, Buy non ha dubbi su cosa dire, scegliendo infatti per questo
suo esordio di parlarci di un qualcosa che la riguarda in prima
persona: la paura di volare. La realizzazione del suo film diventa
dunque un modo per esorcizzare (o quantomeno provarci) questa
paura, scherzarci sù e cercare di intercettare quanti a loro volta
ne sono affetti. Tuttavia, se pure l’argomento c’è, quel che in
parte manca è invece uno sviluppo di esso tale da rendere
insindacabile la volontà di parlarne.
La trama di Volare
Nel film Margherita
Buy interpreta Annabì, un’attrice di successo che però,
per sua sfortuna, soffre di aviofobia, ovvero la paura di volare.
Proprio a causa di ciò, sono molte le occasioni lavorative di
carattere internazionale che le sono sfuggite, l’ultima delle quali
relativa ad un ruolo pronto per lei in Corea. Annabì, dunque, si
vede costretta ad accettare continuamente parti in fiction
televisive tanto longeve quanto scadenti, sviluppando però così
continue nevrosi. Quando però sua figlia le annuncia che andrà a
studiare in California, Annabì, desiderosa di accompagnarla,
deciderà che è giunto il momento di sconfiggere tale fobia.
Parlare di ciò che si conosce
Per il suo film d’esordio, dunque,
Buy sceglie di parlare di un qualcosa che conosce bene, il che è
evidentemente positivo, perché – insieme agli sceneggiatori
Doriana Leondeff e Antonio
Leotti – può mettere in campo tutta una serie di elementi,
dettagli e riflessioni proprie di chi soffre della paura di volare.
Ciò porta dunque il film a sfoggiare una certa precisione nella
trattazione di questo argomento, anche grazie ad un gruppo di
comprimari variegati, ognuno dei quali (anche se con qualche
stereotipo di troppo) porta avanti una specifica sfumatura di
questa paura. Da questo punto di vista Volare funziona
dunque bene, ma l’esordiente regista non si fa sfuggire l’occasione
per introdurre anche altri aspetti della propria vita.
La prima mezz’ora di film, ad
esempio, è una divertente presa in giro di sé stessa e del suo
ambiente lavorativo. Andando dalla competizione tra attrici (dove
ad interpretare la sua “rivale” ritroviamo una Elena Sofia
Ricci che si presta con generosità al gioco) fino alla
carenza di idee dell’industria, che continua ad esempio a proporre
sempre nuove stagioni di fiction di dubbio valore, Volare
riesce ad essere particolarmente divertente. In questa prima parte
di film, infatti, non mancano battute semplici ma genuinamente
divertenti, proposte con il giusto ritmo, come ad esempio la
risposta che la protagonista dà alla figlia che le suggerisce di
trovarsi un nuovo uomo da avere accanto: “ma no perché
poverino”.
Buy costruisce dunque un inizio che
fa ben sperare per il film, che tuttavia rallenta nel momento in
cui ha inizio un corso di gruppo specificatamente pensato per
aiutare a superare l’aviofobia. A partire da quel momento, e
sostanzialmente per il resto del film, è sullo svolgersi di tale
terapia collettiva che si articola il film, tra confessioni,
esercizi per tranquillizzarsi e chiarimenti da parte degli esperti.
Ecco allora che Volare sembra da qui in poi adagiarsi
troppo su tali dinamiche, provando sì ad approfondire le vicende
dei singoli personaggi ma senza aggiungere nulla di particolarmente
significativo o interessante al racconto.
Vincere le proprie paure ridendone
Certo, l’obiettivo è chiaro: poter
ridere ulteriormente, grazie a questo corso, delle paure che
caratterizzano chi proprio non ne vuol sapere di volare, oppure chi
vorrebbe riuscirci ma senza risultati. La risata come terapia,
dunque, anche se appunto riesce a risultare molto più brillante in
tal senso la prima parte di film. Questo perché molto più
autoironica, a confronto invece con uno sviluppo che si dilunga
talvolta in modo eccessivo su sottotrame che non vengono però poi
portate a compimento, ma che anzi vedono un accumularsi di elementi
che sottraggono tempo alla costruzione di un arco narrativo più
completo per Annabì e il modo in cui riesce (o non riesce) a
sconfiggere questa sua paura.
Volare è allora davvero da
intendere come un film non tanto interessato a raccontare una
storia (che è sostanzialmente quella di una donna che cerca di
vincere le proprie paure e riprendere il controllo della propria
vita) quanto far accomodare gli spettatori (meglio se aviofobici)
accanto ai personaggi in questa seduta di gruppo e ridere con loro
di questa paura. Se apprezzare o meno questa trattazione così
statica del problema dipenderà dal proprio gusto, ma c’è il rischio
per coloro che non sono vittime della medesima paura della
protagonista, di perdere interesse e finire quindi con il ridere
solo a metà.
I film fantasy sono particolarmente apprezzati
per la loro narrazione creativa e i personaggi “larger than
life“, in primis i cattivi, che risultano più malvagi che in
qualsiasi altro genere. Difatti, la loro enorme forza e il potere
che esercitano all’interno della storia li rendono ancora più
capaci di mettere in atto la loro crudeltà sul mondo. Questi film
sono spesso basati sulle migliori saghe di libri fantasy, che si
preoccupano di dare corpo ai loro antagonisti, conferendogli
profondità e motivazioni valide, il che non fa che accrescere il
loro sinistro fascino. Se un film fantasy non dedica al cattivo lo
stesso trattamento riservato all’eroe, la posta in gioco viene
indubbiamente meno e il conflitto sembra unilaterale. Non è il caso
dei 10 cattivi più malvagi di sempre nei film fantasy, che ripercorriamo con voi in
questo articolo, dal Re Stregone di Angmar all’iconico Voldemort della saga di Harry Potter.
Il Re Stregone di Angmar – Il
Signore degli Anelli
Il Signore degli Anelli è, senza alcun dubbio,
una delle saghe fantasy più celebri di sempre. Sebbene il
Re Stregone non sia il cattivo principale
dell’intera serie, quando si scontra con Gandalf
(Ian
McKellen) riesce a battere facilmente il potente mago.
È il capo dei Nazgûl e parte di ciò che lo rende
così terrificante è che ha permesso che la sua umanità venisse
prosciugata e tormenta coloro che sono più deboli di lui in nome
dell’anello.
La Strega Bianca – Le Cronache
di Narnia
Interpretata
dall’impareggiabile Tilda Swinton, la Strega
Bianca de Il leone, la strega e l’armadio è tanto
cattiva quanto veniva da immaginare leggendo il libro. Mentre
alcuni cattivi dei film fantasy mettono subito in chiaro la portata
delle loro capacità e la sfruttano a scopo intimidatorio per
mantenere il controllo, altri si servono del potere della
manipolazione per ottenere ciò che vogliono. La Strega Bianca fa un
po’ entrambe le cose, dato che gli abitanti di
Narnia si piegano alla sua volontà per paura di
una punizione, ma mostra un atteggiamento decisamente più “morbido”
quando si tratta di ottenere ciò che vuole dall’ingenuo
Edmund (SkandarKeynes).
È una tattica subdola che evidenzia
la sua corruzione morale e la sua volontà di sfruttare chiunque pur
di mantenere il suo controllo su Narnia. Inoltre,
confrontata con il nobile Aslan (interpretato da
Liam Neeson), appare quasi spaventosa, poiché
la distinzione tra bene e male è estremamente chiara nella trama.
Quando la marea della guerra comincia a voltarsi contro di lei e il
suo potere inizia a svanire, diventa solo più ferocemente
determinata e non mostra alcun rimorso per aver messo in pericolo,
o addirittura ucciso, dei bambini.
Malefica – La bella
addormentata nel bosco
Malefica
potrebbe aver ottenuto un nuovo volto e una nuova backstory nel
film interpretato da Angelina Jolie, ma le sue
origini sono molto diverse. È uno dei cattivi Disney più spaventosi
e non esita a compiere azioni estreme per garantire che la giovane
principessa Aurora si allontani dalla sua famiglia
e subisca un destino peggiore della morte stessa. La maledizione
del sonno profondo condanna Aurora a un eterno
stato di incoscienza e, anche se esiste un modo per rompere
l’incantesimo, Malefica si impegna affinché Aurora
rimanga dormiente per l’eternità. La ferocia di
Malefica come villain dei film fantasy è
alimentata dalla magia oscura e dalla sua determinazione a causare
dolore e sofferenza quando e come lo desidera.
Marisa Coulter – La Bussola
d’oro
Fonte: The Movie Database
Basato sulla serie di libri His
Dark Materials di Philip Pullman, il film
fantasy
La bussola d’oro vede Nicole Kidman interpretare la fredda e
spietata signora Coulter. La recente serie
televisiva His Dark Materials è considerata migliore del film, ma
l’interpretazione di Coulter da parte della Kidman mette in luce
quanto sia temibile come cattiva. La Coulter ha la classica
convinzione malvagia che tutte le sue azioni siano per un bene
superiore, il che la porta a eseguire esperimenti sui bambini che
li separano essenzialmente dalla loro anima.
Quando si scopre che
Lyra (Dakota Blue Richards),
l’eroina del film, è la figlia di Coulter, la sua
capacità di sfruttare i bambini a suo piacimento prende risvolti
ancora più sinistri. Parte di ciò che rende Lyra una grande eroina
è la sua storia complicata e il fatto che sia in antitesi con i
suoi genitori. Allo stesso modo, la malvagità della
Coulter risulta ancora più incredibile quando
riesce a ottenere un po’ di empatia da parte del pubblico nel ruolo
della madre di Lyra. Tutto l’amore che prova per Lyra viene messo
in ombra dal suo desiderio di potere e controllo.
Morgana Le Fay –
Excalibur
Fonte: IMDb
Excalibur è un
adattamento senza tempo della leggenda di Re Artù
(Nigel Terry) e di Camelot e,
come sappiamo, nessuna leggenda arturiana è completa senza la
comparsa di Morgana le Fay (Helen
Mirren). Anche se il figlio di
Morgana, Mordred (Charley
Boorman), è l’antagonista finale di Artù,
è proprio grazie a Morgana che esiste. Morgana le
Fay è un cattivo complesso che lascia che il suo odio la
consumi e diventa più interessato alla vendetta che alla propria
felicità. Arriva persino a sedurre Artù con l’inganno, nonostante
sia suo fratellastro.
Davy Jones – Pirati dei
Caraibi
Si dice che la figura
leggendaria di Davy Jones (Bill
Nighy) regni sui sette mari, ma in Pirati
dei Caraibi abusa di questo potere e punisce tutti gli
uomini persi nelle profondità dell’oceano. Le sue fattezze si sono
trasformate in una piovra dalle sembianze umane a rappresentare
quanto si sia allontanato dai suoi doveri originari. Uno dei suoi
ultimi poteri è il controllo della bestia terrificante
Kraken, che rispecchia la natura volubile e
pericolosa del mare: spesso gli avversari più terrificanti sono
quelli impossibili da prevedere e controllare.
Il signore delle tenebre –
Legend
Fonte: IMDb
Tim Curry ha indossato le numerose
protesi necessarie per creare il temibile aspetto del Signore delle
Tenebre in Legend. Affiancato anche da un giovane
Tom Cruise nei panni del protagonista,
Jack, il Signore delle Tenebre
intende far calare sul mondo la notte eterna e cerca di sposare con
la forza la principessa Lili (Mia
Sara). Essendo l’incarnazione del concetto di oscurità,
non è un cattivo con cui scherzare, poiché esiste in ogni parte del
mondo ed è alimentato dall’oscurità degli altri. Cattivi come
questo sono particolarmente spaventosi e intriganti perché
rappresentano così da vicino la complessa natura dell’umanità.
Sauron – Il Signore degli
Anelli
Nessuna discussione sulla
crudeltà dei cattivi fantasy sarebbe completa senza menzionare
Sauron de Il Signore degli Anelli. Un antico re la cui
ombra si proietta su tutta la saga, ogni cosa terribile che accade
a Frodo (Elijah
Wood) e ai suoi alleati è merito di Sauron. Il suo
onnipresente occhio maligno che veglia sulla Terra di Mezzo è un
aspetto agghiacciante del film; mentre l’Unico Anello porta gli
uomini e le altre creature ad abbandonare la loro morale per il
potere, Sauron è l’unico essere che può brandire l’Anello perché
entrambi hanno lo stesso obiettivo di distruzione.
La regina Bavmorda –
Willow
Fonte: The Movie Database
Willow potrebbe essere un titolo meno
conosciuto rispetto agli altri di questa lista, ma è comunque da
considerarsi un classico di culto. Per la regia di Ron
Howard, il film presenta un villain assolutamente malvagio
e irredimibile, la regina Bavmorda (Jean
Marsh). Anche se i bambini sono spesso messi in posizioni
pericolose nei film fantasy, Willow fa in modo che
il pubblico sappia che nessuno è al sicuro, facendo sì che
Bavmorda si lanci in una caccia spietata per porre
fine alla vita di una bambina che, secondo le profezie, un giorno
sarà la sua rovina. Naturalmente, sono le azioni di
Bavmorda a portarla alla sconfitta molto prima di
quanto lei stessa pensi, ma prima di essere sconfitta, riesce
comunque a causare danni significativi al suo regno.
Voldemort – Harry
Potter
La saga di Harry
Potter è definita tanto dal suo eroe, Harry
(Daniel
Radcliffe) quanto dal suo oscuto villain, Voldemort (Ralph
Fiennes). Non importa quante volte
Harry abbia affrontato Lord Voldemort – e sia sempre riuscito a
fuggire – ma questo non significa che Voldemort non fosse un nemico
formidabile. Con il progredire della serie, il pubblico scopre di
più sul passato di Voldemort e su come sia arrivato al punto di
sentirsi giustificato a uccidere senza pietà e a mettere in atto un
regime totalitario.
Voldemort è un
nemico particolarmente insidioso perché non ambisce solo al potere,
ma è alimentato dal pregiudizio e dall’odio per particolari gruppi
di persone, motivazione che si ricollega direttamente alle lotte
del mondo reale, e che rende un film fantasy sempre attuale.
Harry si cala nel ruolo di eroe perché gli viene
richiesto a causa delle azioni di Voldemort, che priva
Harry della vita che avrebbe dovuto avere e porta
a una perdita esponenziale intorno a lui.
Mark Ruffalo sarebbe ad una svolta nella sua
carriera: “Sono stufo di essere così educato“, dice
l’attore parlando con Deadline. “Voglio solo
portare la nave il più vicino possibile alla barriera corallina
senza farla schiantare davvero. E forse mi schianterò anch’io. Non
me ne frega più niente“. L’attore avrebbe iniziato a
manifestare questo desiderio grazie al film Povere
creature!, dove interpreta Duncan Wedderburn, un uomo
narcisista e dedito al vizio che sottrae la protagonista Bella a
suo padre e al suo promesso sposo per portarla con sé in un viaggio
all’insegna del sesso e dell’alcol attraverso l’Europa.
Prima di questo ruolo, Ruffalo ha
quasi sempre interpretato personaggi positivi, dall’adorabile
migliore amico della protagonista di 30 anni in 1 secondo all’ispettore Toschi in Zodiac; dall’attivista ambientalista Rob Bilott in
Cattive
acque al giornalista Mike Rezendes in
Il caso Spotlight. Persino il suo
Hulk della Marvel è un personaggio
particolarmente meno minaccioso e addomesticato di quanto non sia
la sua controparte a fumetti. Ci sono naturalmente le eccezioni
nella lunga carriera dell’attore, ma è con Povere
creature! che egli sarebbe ora giunto ad un punto di
svolta.
Dove vedremo prossimamente Mark Ruffalo?
Dopo Povere creature!, per
il quale è stato nominato per la quarta volta agli Oscar come
Miglior attore non protagonista, Ruffalo sarà tra i protagonisti
del film fantascientifico di Bong Joon-hoMichey17,
interpretato anche da Robert Pattinson e atteso al cinema
per il 31 gennaio 2025. Sarà poi nella serie Hal & Harper
e in una miniserie dramma ancora senza titolo della HBO. Si
attendono poi maggiori indicazioni su quanto Ruffalo ricomparirà
nel ruolo di Hulk all’interno del Marvel Cinematic Universe, dove
la sua ultima comparsa nei panni del gigante verde risale alla
serie She-Hulk: Attorney at Laws.
Uncharted
2 ha appena ricevuto un sorprendente aggiornamento da
Mark Wahlberg. ScreenRant ha infatti incontrato
l’attore per un intervista, durante la quale a proposito
dell’atteso sequel egli ha rivelato che: “In realtà, mi hanno
chiamato proprio oggi per dirmi che hanno ricevuto la
sceneggiatura.Non riesco a farmi crescere una vera barba
e baffi, ma mi hanno detto: ‘Inizia a farti crescere i baffi. Ci
vorrà un po’ di tempo’. Sarei interessato a vedere com’è la storia
e dove ci porterà l’avventura. Ma sono entusiasta; so che il
pubblico ha amato molto il primo film, quindi vedremo“.
Dopo l’aggiornamento fatto a
dicembre da Wahlberg, dove si riportava che la sceneggiatura era in
fase di scrittura, arriva dunque ora quello riguardo al
completamento del testo. Questo sembrerebbe indicare che le cose
stanno andando nella giusta direzione per Uncharted 2,
considerando anche chea la Sony ha dichiarato di ritenere che
Uncharted
(qui
la recensione del primo film) abbia le carte in regola per
diventare un vero e proprio franchise.
Cosa sappiamo su Uncharted 2?
Uncharted
è uscito nelle sale cinematografiche nel febbraio 2022. Diretto da
Ruben Fleischer, il film è interpretato da
Tom Holland nel ruolo di Nathan
Drake, Antonio Banderas nel ruolo di Santiago
Moncada, Sophia Ali nel ruolo di Chloe Frazer,
Tati Gabrielle nel ruolo di Jo Braddock e
Ruby Pankow nel ruolo di Sam Drake insieme a
Mark Wahlberg. Uncharted ha
guadagnato 407,1 milioni di dollari al botteghino mondiale a fronte
di un budget di circa 120 milioni di dollari.
Le voci su un possibile
Uncharted 2 sono rimaste relativamente
contenute dopo l’uscita del primo film, anche se è stato riferito
che la Sony stava appunto cercando di trasformare la proprietà in
un franchise. Il produttore Charles Raven ha
dichiarato a The Hollywood Reporter nell’agosto 2023: “Ci siamo
divertiti molto con quel film. Il film è piaciuto molto ai fan e
anche a chi non conosceva il gioco è piaciuto molto. Quindi stiamo
sicuramente cercando di farne un altro“. Con la sceneggiatura
di questo sequel ora apparentemente pronta, le riprese potrebbero
avvenire già nel 2024.
I fan di John Wick hanno ricevuto un sorprendente aggiornamento
questa settimana, con la notizia che il film spinoff Ballerina
non debutterà più nel 2024. Lionsgate ha ufficialmente posticipato
Ballerina
di quasi un intero anno solare, portandolo all’estate del 2025, il
che significa che il pubblico dovrà aspettare ancora a lungo per
vedere lo spinoff con protagonista Ana de Armas. In una recente apparizione a
The One Show, l’attore Ian McShane, che riprenderà il ruolo di
Winston in Ballerina,
ha spiegato ulteriormente il motivo del ritardo. Come ha confermato
McShane, il ritardo di Ballerina è dovuto all’aggiunta di ulteriori
sequenze d’azione, per far sì che il film sia in linea con il più
ampio franchise di John Wick.
“Non si tratta di reshoots, ma
di nuove riprese“, ha spiegato McShane. “Stanno girando
per Ballerina, che è lo spinoff con Ana de Armas del franchise di
John Wick. È come se dovessero proteggere il franchise. E
ovviamente l’ho fatto, quando è stato? L’abbiamo fatto circa un
anno fa, abbiamo fatto il film Ballerina e loro l’hanno guardato,
ed è arrivato Chad Stahelski, il regista che ha diretto tutti i
film di John Wick, e vogliono migliorarlo. Perché devono
proteggerlo. Perché c’è anche Keanu e si svolge tra John Wick 3 e
John Wick 4“. Stando alle parole dell’attore, dunque,
sembrerebbe che quanto ad oggi realizzato non ha soddisfatto i
produttori, portando così a nuove riprese per far cambiare aspetto
al film.
Ian McShane on
#TheOneShow is great because I love the honesty – talking about
how Ballerina wasn’t good so they need to shoot more stuff to
protect the franchise and then how they don’t talk about The
Continental show because they just made it without consulting Keanu
and him 😭 pic.twitter.com/LwbQrTzLpU
Ballerina sarà ambientato
tra gli eventi di John Wick: Capitolo 3 – Parabellum e
John Wick: Capitolo 4, e seguirà la ballerina-assassina
Rooney mentre dà la caccia agli assassini della sua famiglia. Il
film sarà interpretato da Ana de Armas e dagli attori Ian McShane, Gabriel Byrne,
Catalina SandinoMoreno, Norman Reedus e Lance
Reddick, apparso nel film prima della sua morte nel 2023.
Come confermato in più occasioni, sarà presente nella pellicola
anche Keanu
Reeves, di nuovo nel ruolo di John Wick, anche se non
è chiaro in che misura egli sarà coinvolto nel progetto. La
sceneggiatura di Ballerina è scritta da Shay
Hatten e il film è prodotto da Basil
Iwanyk, Erica Lee e Chad
Stahelski.
Demon Slayer: Kimetsu no
Yaiba – Verso l’allenamento dei Pilastri è un vero e
proprio regalo per tutti i fans della serie omonima e tratta, a sua
volta, dal manga di Koyoharu Gotōge. Un evento sul grande schermo,
grazie a Crunchyroll, che ripete quello già fatto
a Marzo 2023, quando in sala è stato proiettato l’anime precedente
Demon Slayer:Kimetsu No Yaiba – Verso Il Villaggio Dei Forgiatori Di
Katana. Questo nuovo capitolo cinematografico
infatti proietta prima il finale della terza
stagione e poi rivelare l’anticipazione
dell’inizio della quarta, in cui
i Pilastri si uniscono per allenare i futuri
cacciatori di demoni.
Demon Slayer: l’amore fraterno tra
Tanjiro e Nezuko
I primi minuti del film d’animazione
giapponese sono i riassunti musicati di rito delle
precedenti stagioni, un modo anche per spiegare un po’ a chiunque,
cosa racconta Demon Slayer. La storia è ambientata
nel passato, in Giappone nei primi anni del 1900.
Il protagonista è il giovane Tanjiro Kamado che
vuole vendicare la sua famiglia sterminata e salvare la sorella
minore Nezuko trasformata in un
demone. Tuttavia, la ragazzina a differenza degli
altri demoni, non è cattiva e agisce solo per proteggere il suo
amato fratello maggiore.
Dopo l’intro ritroviamo Tanjiro nel
bel mezzo di una difficile battaglia, in cui i
suoi vari alleati hanno per una ragione o per l’altro dovuto farsi
da parte. Intanto sta per sorgere il sole e questo crea il dubbio
al protagonista che deve scegliere se combattere oppure proteggere
la sorella indemoniata Nezuko, che rischierebbe di bruciare viva.
Proprio quest’ultima prende in mano la situazione e si sacrifica.
Il giovane sconvolto dalla scelta della sorellina, recupera tutte
le forze, una nuova katana e distrugge definitivamente il malvaggio
demone Hantengu, che prima di morire, rivede tutta
la sua vita di quando era umano e un ladro.
Questa prima parte si conclude però
con un colpo di scena in cui Nezuko è viva, al
contrario di qualsiasi altro demone, perchè misteriosamente ha
sviluppato una resistenza alla luce solare, creando una vera e
propria immunità durante la battaglia contro Hantengu. Questo
ovviamente non passerà inosservato neanche al nemico di Tanjiro
cioè Kibutsuji Muzan. Il potente sovrano di tutti i
demoni, che possiede l’abilità di iniettare alle sue
vittime il suo sangue per trasformarle in demoni e ora dopo questa
scoperta vuole assorbire il nuovo potere di Nezuko.
I Pilastri e la futura grande
battaglia
La seconda parte di Demon
Slayer: Kimetsu no Yaiba – Verso l’allenamento dei
Pilastri riprende dal termine della battaglia vinta
da Tanjiro, che sfinito, sviene e viene ricoverato. Qui si cambia
subito location e vengono presentati un gruppo di personaggi, che
ovviamente chi ha letto il manga o visto la serie conosce da tempo
come i Pilastri.
Questi guerrieri con la katana, sono
un team di formidabili spadaccini, ognuno con abilità particolari,
che sono i potenti della Squadra degli
Ammazzademoni. Nove demon slayer d’èlite di questa antica
organizzazione formata da centinaia di cacciatori, un gruppo che
protegge l’umanità dai demoni anche se non è stato ufficialmente
riconosciuto dal governo giapponese. In sostanza i
Pilastri di Demon Slayer sono un po’ il corrispondente
delle guerriere sailor dell’indimenticabile serie animata
Sailor Moon, anche lei tratta da un omonimo manga,
visto che ogni componente possiede un potere tratto da
un’elemento naturale come il vento, la nebbia,
l’acqua o la fiamma.
Quello che segue poi è una semplice
preparazione degli eventi che si racconteranno
nella prossima stagione ossia l’allenamento, citato nel
sottotitolo, a cui i Pilastri dovranno partecipare. Allenamento che
non si mostra se non per alcune poche scene finali, tutte prive dei
giovani personaggi principali, tipo Tanjiro ancora a letto
impeganto solo a mangiare tipici piatti giapponese, ma solo con
allievi sconosciuti e futuri cacciatori di
demoni.
Demon Slayer – un film ancora solo
per i fans
Purtroppo Demon Slayer:
Kimetsu no Yaiba – Verso l’allenamento dei Pilastri, come
già è successo con i film precedenti della saga,
non si conclude con un vero finale. Inutile negare
che questo titolo non è altro che la fusione di due episodi, che
visti sul grande schermo sono visivamente ancora più belli, per
prepararsi poi al lancio della quarta stagione
dell’anime di Demon Slayer e basata sui
capitoli 128–136 del manga. Uno degli aspetti più
riuscito di questa versione cinematografica è la perfetta unione
tra i momenti tragici che vengono alternati con la tipica comicità
dei manga che smorza i toni e riprende quella che si vede nella
serie non tradendo mai fans più fedeli.
Nel
finale della seconda stagione di Loki, il
Dio dell’Inganno è diventato il Dio delle storie quando ha salvato
il Multiverso ponendosi letteralmente al centro di esso. Ora Loki
tiene dunque insieme i tanti fili della realtà, condannandosi
a un’infinità di tempo da trascorrere da solo mentre ogni linea
temporale esistente prospera. Naturalmente, il Multiverso non
rimarrà al sicuro per sempre, poiché la minaccia incombente delle
incursioni e di Kang (o forse di Beyonder) è ancora in agguato. Si
prevede dunque che Loki sia destinato a tornare in scena prima o
poi e c’è chi suggerisce che ciò potrebbe avvenire già in Deadpool
& Wolverine, dove si farà di nuovo visita
all’Autorità per le Variazioni Temporali.
Sappiamo che la
TVA ora sorveglia tutte le diverse linee temporali (invece di
potarle), ma resta da vedere cosa voglia dal mercenario Deadpool.
Inutile dire che è molto probabile che Loki venga citato in qualche
modo, ma
Tom Hiddleston rimane molto vago circa la sua
effettiva presenza in scena. “Non lo so, e se lo sapessi…
potrei non essere autorizzato a dirvelo. Non lo so davvero, la
Marvel protegge correttamente le
sue informazioni“. Come già emerso in passato, si dice che gli
eventi di questo film porteranno direttamente ad Avengers
5, quindi una sorta di tessuto connettivo con la più ampia
saga del Multiverso è sicuramente inevitabile. Non resta allora che
attendere l’arrivo in sala del film per scoprire se e in che modo
Loki potrebbe comparire o essere menzionato nel racconto.
Deadpool &
Wolverine riunisce il protagonista Ryan Reynolds con Shawn Levy, regista di
Free Guy e The Adam Project, che ha firmato la regia
dell’atteso progetto. Hugh Jackman
uscirà finalmente dal suo pensionamento da supereroi per riprendere
il ruolo di Wolverine. Sebbene i dettagli
ufficiali della storia di Deadpool &
Wolverine, con protagonista Ryan Reynolds,
non siano infatti ancora stati rivelati, si presume che la trama
riguarderà il Multiverso. Il modo più semplice per i Marvel Studios di unire la
serie di film di Deadpool – l’unica parte del
franchise degli X-Men sopravvissuta all’acquisizione
della Fox da parte della Disney – è stabilire che i film di
Reynolds si siano svolti in un universo diverso.
Ciò preserva i film degli X-Men
della Fox nel loro universo, consentendo al contempo a Deadpool e
Wolverine, di nuovo interpretato da Hugh Jackman,
viaggiare nell’universo principale dell’MCU. Nel film saranno poi presenti anche personaggi
presenti nei primi due film di Deadpool, come Colossus e
Testata Mutante Negasonica. Da tempo, però, si vocifera che anche
altri X-Men possano fare la loro
comparsa nel film, come anche alcuni altri supereroi della
Marvel comparsi sul
grande schermo nei primi anni Duemila, in particolare il Daredevil di Ben
Affleck.
Una voce recente afferma che anche
Liev Schreiber
sia presente riprendendo il suo ruolo Sabretooth. Di certo,
Morena Baccarin
(Vanessa), Karan Soni (Dopinder), Leslie
Uggams (Blind Al), Rob Delaney (Peter) e
Shioli Kutsuna (Yukio) torneranno tutti nei panni
dei rispettivi personaggi, e a loro si uniranno i nuovi arrivati in
franchising Emma Corrin (The Crown) e Matthew
Macfadyen (Succession), i cui ruoli sono ancora
segreti. Un recente report afferma inoltre che la TVA di Loki,
incluso l’agente Mobius (Owen Wilson) e
Miss Minutes, saranno coinvolti nel film. Deadpool &
Wolverineuscirà nei cinema il 26 luglio
2024.
Con il licenziamento di
Melissa Barrera da Scream
VII, la serie dovrà, secondo quanto riferito,
apportare alcune importanti modifiche alla trama del nuovo film,
poiché la star del
film originaleSkeet Ulrich (interprete di
Billy Loomis) sostiene che l’attrice doveva essere al centro di un
arco di tre film. In Scream del 2022, la Sam Carpenter di Barrera è
diventata il punto focale, in quanto ha scoperto di essere la
figlia del Billy Loomis, l’assassino del primo film, e l’arco
narrativo doveva esplorare il modo in cui si confrontava con queste
sue origini. Scream VI, uscito nel 2023, esplorava ulteriormente la
sua tentazione verso il male, con la maschera di Ghostface che
sembrava evocare il suo lato omicida.
L’uscita di scena della Barrera dal
settimo film, così come anche l’assenza della sorella di Sam, Tara
(per via di altri impegni della sua interprete Jenna Ortega), significa che la narrazione
dovrà probabilmente reimmaginare completamente il suo futuro.
Parlando con Screen Rant della possibilità di
esplorare meglio la psiche di Sam, Ulrich ha confermato:
“Speravo proprio in questo, ed è l’idea che mi è stata proposta
un paio di anni fa. Che si trattasse di un arco di tre film, con
questo obiettivo in mente. Ora, non ho mai visto nessuna delle
bozze del 7 o di qualsiasi altra cosa… E non so, voglio dire, è
possibile che non includesse nulla di tutto ciò. Ma sì, la mia
speranza era che se avesse avuto un significato, avrebbe avuto un
impatto diretto sulla trama“.
Scream VII: tutto quello che sappiamo sul film
Dopo mesi di attesa, è stato
confermato che Scream
VII è ufficialmente in fase di sviluppo. Nel
2022, il franchise slasher preferito dai fan è stato ripreso sotto
la guida del duo di registi Tyler Gillett e
Matt Bettinelli-Olpin, che fanno parte del
collettivo di cineasti noto come Radio Silence. I
due hanno diretto sia Scream
del 2022 che Scream
VI del 2023, che è diventato il capitolo di
maggior incasso del franchise a livello nazionale. Gillett e
Bettinelli-Olpin, membri del collettivo Radio Silence, che
comprende anche il produttore Chad Villella, non
dirigeranno il film ma rimarranno però a bordo del progetto come
produttori esecutivi.
Il cassetto
segreto, diretto da Costanza Quatriglio, è un’opera
documentaristica che fonde memoria personale e memoria collettiva
in un intenso viaggio attraverso la storia e la cultura della
Sicilia, dell’Italia e del mondo. Il film prende forma
dall’imponente lavoro di catalogazione e donazione dell’archivio
del padre della regista, Giuseppe Quatriglio,
giornalista di fama storica e figura centrale nel panorama
culturale siciliano.
Il cassetto segreto, la nascita del
progetto
“La scoperta di oltre
60.000 negativi fotografici scattati da mio padre dal 1947 in poi,
decine di bobine 8mm e centinaia di ore di registrazioni sonore, mi
ha fatto comprendere che avevo la possibilità straordinaria di
realizzare un film che ponesse al centro un intreccio di vicende e
vite vissute che riverberano nella storia di noi tutti – ha
dichiarato la regista Costanza Quatriglio –
Così la casa dove sono cresciuta è divenuta il set per un
racconto personale e articolato che si dipana dalle sue mura per
abbracciare la Sicilia, l’Europa e il mondo, in un secolo di
storia.”.
La Sicilia, il mondo, una
casa, una biblioteca. Nel gennaio 2022 Costanza
Quatriglio torna nella casa dov’è cresciuta, chiusa da
tempo, e apre le porte ad archivisti e bibliotecari per donare alla
Regione Sicilia l’universo di conoscenza appartenuto al padre
giornalista. È la biblioteca e l’archivio di Giuseppe
Quatriglio, firma storica del Giornale di Sicilia e di
altre importanti testate, scrittore, saggista e amico di uomini di
cultura del Novecento. Comincia così un viaggio sentimentale
attraverso fotografie, bobine 8mm, registrazioni sonore realizzate
dal padre dagli anni ‘40 in poi in Europa e nel mondo, e le riprese
effettuate dalla regista tra il 2010 e il 2011 con lui quasi
novantenne. La memoria personale e la memoria collettiva si
mescolano in un fitto dialogo tra presenza e assenza, dove il punto
di osservazione diventano Palermo e la Sicilia.
Aprire, sfogliare, catalogare, scoprire
Il documentario si apre
con una registrazione del padre della regista che la apostrofa,
fintamente risentito, dicendole che è andata ad aprire proprio
“quei cassetti segreti”, ovvero quegli archivi personali che
daranno poi inizio alla storia, che si rivelerà ricchissima, densa
e soprattutto universale. All’inizio del racconto,
Costanza/personaggio/voce narrante ritorna nella casa in cui è
cresciuta, chiusa da tempo, per dare inizio al processo di
donazione dell’archivio del padre alla Regione Sicilia. Il gesto di
aprire, sfogliare, catalogare il lavoro di una vita di suo padre dà
inizio a un viaggio sentimentale attraverso fotografie,
registrazioni sonore, bobine 8mm e altre testimonianze del lavoro e
della vita di Giuseppe Quatriglio. Attraverso questo viaggio, il
film esplora non solo la vita del giornalista, ma anche la storia e
la cultura della Sicilia, offrendo uno sguardo intimo e toccante
sulla memoria collettiva dell’isola.
Uno degli strumenti più
efficaci nelle mani di Quatriglio è senza dubbio il montaggio che
utilizza con destrezza per creare un flusso narrativo coerente,
accompagnando lo spettatore in un viaggio emotivo attraverso le
varie tappe della vita e della carriera di Giuseppe Quatriglio. Il
documentario offre infatti uno sguardo unico sulla storia del
Novecento, dai momenti di gioia e di celebrazione ai periodi più
bui e tumultuosi.
Un racconto personale che diventa universale
A questo aspetto, che
mette in evidenza la componente pubblica e collettiva del racconto,
la regista alterna l’auto-rappresentazione di sé nel gesto di
aprire, sfogliare, ascoltare, guardare, leggere. Immersa nelle
carte paterne, Quatriglio diventa Costanza che ascolta i suoi
vagiti, guarda le sue foto, ricostruisce i momenti in cui lei,
bimba, posava per i famosi artisti che frequentavano la sua
casa.
In questo perfetto
equilibrio tra le parti, Il cassetto segreto è sì un omaggio
commovente a papà Giuseppe, ma anche una testimonianza
dell’intellettuale Quatriglio e del suo lascito in termini di
osservazione e contributo alla siciliana e italiana. Attraverso le
parole e le immagini lasciate dall’uomo, il film celebra il suo
spirito avventuroso, la sua passione per il giornalismo e la sua
dedizione alla memoria e alla storia.
Un’immagine emersa online potrebbe
aver rivelato l’aspetto del nuovo logo di Superman in Superman:
Legacy. Se tale logo fosse confermato come quello
ufficiale del film e del personaggio, potrebbe rivelare alcuni
collegamenti ad una storia dei fumetti molto amata sull’Uomo
d’acciaio. L’immagine con il logo arriva grazie a Isabela Merced, che nel film interpreta
Hawkgirl e che in occasione della lettura collettiva della
sceneggiatura ha scattato una foto della targhetta con il suo nome
e il suo ruolo, dove è però presente anche quello che sarebbe
dunque il logo.
I fan di Superman dall’occhio di
falco hanno immediatamente riconosciuto che il simbolo è molto
simile a quello indossato da Superman in Kingdom
Come di Mark Waid e Alex
Ross del 1996. In quella serie di fumetti, la storia è
ambientata in un futuro alternativo dell’Universo DC, dove una
nuova generazione di eroi è diventata sconsiderata e violenta come
i cattivi che combatte. Si arriva così allo scontro fra questi e i
supereroi della “vecchia guardia” Superman, Wonder Woman, Batman e
gli altri membri della Justice League, in un conflitto che definirà
cosa sia veramente l’eroismo e determinerà il futuro del
pianeta.
Si tratta di una serie molto
apprezzata, anche per i suoi toni cupi e violenti. Se davvero il
riferimento al logo del Superman di Kingdom Come
fosse confermato, potrebbe spiegare la grande presenza di
personaggi con superpoteri nel film e l’eventuale introduzione di
una prima squadra di eroi. Se anche il rimando fosse confermato,
però, non è però detto che il racconto del film segua fedelmente il
fumetto, il quale non è mai stato citato tra le
fonti di ispirazione.
The 'SUPERMAN: LEGACY' logo shown at the
table read is very similar to the one from 'Kingdom Come'
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU).
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Secondo quanto appreso da Variety, l’attrice Eva Longoria si è unita alla
quarta stagione di “Only Murders in the
Building” su Hulu con un ruolo ricorrente. Longoria è
l’ultimo nuovo membro del cast annunciato per la nuova stagione
della popolare serie comica, con Molly Shannon che
apparirà accanto ai protagonisti della serie Steve
Martin, Martin Short e Selena Gomez. Anche Meryl Streep riprenderà il suo ruolo dalla
terza stagione. I dettagli esatti sul personaggio che la Longoria
interpreterà sono ad ora stati tenuti nascosti, così come la
maggior parte dei dettagli sulla trama della nuova stagione. Si sa
però che la quarta stagione vedrà i protagonisti fare un viaggio a
Los Angeles prima di tornare a New York.
Longoria è nota soprattutto per il
suo ruolo di protagonista nella serie di successo della ABC
“Desperate Housewives“, per il quale ha ottenuto una
nomination ai Golden Globe nel 2006. È nota anche per aver recitato
in serie come “The Young and the Restless” e
“Telenovela“, di cui è stata anche produttrice esecutiva.
Prossimamente sarà protagonista della serie Apple
TV+ “Land of Women“, di cui è anche produttrice
esecutiva. Negli ultimi anni la Longoria è stata sempre più attiva
dietro la macchina da presa, avendo prodotto come executive show
come “Devious Maids“, “Grand Hotel” e
“Gordita Chronicles“. Ha anche diretto episodi di questi e
di altri show, mentre ha fatto il suo debutto alla regia nel 2023
con il film “Flamin’ Hot“.
Only Murders in the
Building: tutto quello che c’è da sapere
Only Murders in the
Building ha dimostrato di essere molto popolare per
Hulu sia tra il pubblico che tra la critica. Lo spettacolo ha
ottenuto 29 nomination agli Emmy e quattro vittorie fino ad oggi.
La serie ha avuto il suo debutto in onda a gennaio, quando la ABC
ha trasmesso tutti i 10 episodi della terza stagione nel corso di
quattro settimane, durante le quali la serie ha raggiunto 11
milioni di spettatori lineari.
Only Murders in the
Building nasce dai co-creatori e scrittori Steve
Martin e John Hoffman (Grace and Frankie,
Looking). Martin e Hoffman sono i produttori esecutivi
insieme a Martin Short, Selena Gomez, il creatore di This
Is Us Dan Fogelman e Jess Rosenthal. La terza stagione
vede Charles, Oliver e Mabel (interpretati da Steve Martin,
Martin Short e Selena Gomez) indagare su un omicidio dietro
le quinte di uno spettacolo di Broadway. Ben Glenroy (Paul
Rudd) è una star di film d’azione di Hollywood il cui
debutto a Broadway viene interrotto da una morte prematura. Aiutato
dalla co-protagonista Loretta Durkin (Meryl
Streep), il trio si imbarca nel caso più difficile che
abbia mai affrontato, mentre il regista Oliver tenta disperatamente
di rimettere insieme il suo spettacolo. Su il sipario!
Deadline riporta che Warner
Bros. e Legendary Entertainment sono in trattative per un film
ancora senza titolo del due volte premio Oscar Alejandro G.
Iñárritu con protagonista Tom Cruise. Il progetto segnerebbe il primo
film in lingua inglese di Iñárritu dopo il suo successo del 2015
con Leonardo DiCaprio, The
Revenant. Il film è prodotto e diretto da Iñárritu con una
nuova sceneggiatura che ha co-scritto nel 2023 con Sabina
Berman e con Alexander Dinelaris e
Nicolas Giacobone, suoi co-sceneggiatori in
Birdman.
Questo è anche il primo film per Cruise (che sarà anche produttore)
dopo l’annuncio della sua
partnership strategica con la Warner Bros il mese scorso.
Questo progetto è stato trattato
come top secret e non sono ad ora disponibili dettagli sulla trama,
se non che si tratta di una nuova storia originale ideata dallo
stesso Iñárritu. Quello che si sa è che nelle ultime settimane il
regista premio Oscar ha incontrato alcuni attori selezionati e
Cruise è stato uno dei primi. L’attore si sarebbe detto molto
interessato adi incontrare il regista una volta saputo che stava
procedendo con il suo prossimo grande film in studio e non appena
l’incontro è terminato, Cruise è salito a bordo del progetto.
Il progetto sembrerebbe essere è in
linea con quanto Cruise, l’amministratore delegato della Warner
Bros. Discovery David Zaslav e i capi degli
studios della Warner Bros. Michael De Luca e
Pam Abdy avevano in mente quando Cruise ha firmato
la sua partnership strategica il mese scorso, in particolare
qualcosa di originale e destinato a essere visto sui più grandi
schermi del mondo. Il film segnerà dunque anche il primo grande
film in studio di Iñárritu dopo la regia di The Revenant, a seguito del
quale si è preso una pausa per dirigere poi nel 2022 Bardo, un progetto che desiderava realizzare da tempo.
Non resta ora che scoprire di cosa tratterà questo suo nuovo
film.
Dopo che la sua opera prima,
Sole, ha debuttato in concorso nella sezione
Orizzonti alla
76. Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia,
Carlo Sironi torna sul grande schermo con
Quell’estate con Irène, presentato alla 74°
Berlinale. Si tratta di un’opera cinematografica che declina in una
luce nuova un’intensa età di passaggio, dall’adolescenza all’età
adulta, raccontando un’estate particolare, che potrebbe essere
quella vissuta da ognuno di noi, ma che si arricchisce anche del
racconto di una malattia, un destino segnato e ineluttabile.
Quell’estate con Irène, la trama
Ambientato nell’estate del 1997, il
film offre uno sguardo delicato sul viaggio emotivo di due ragazze,
Clara e Irène, che si incontrano durante una gita organizzata
dall’ospedale che le sta curando. Pur provenendo da mondi diversi,
le due ragazze sono unite, oltre che dal fatto di essere coetanee,
dalla sfida comune di vivere con una malattia che getta un’ombra
costante sulle loro vite.
In Quell’estate con
Irène, Sironi dipinge un quadro sospeso eppure verosimile
di questa insolita amicizia, focalizzandosi sui dettagli intimi e
sui momenti rubati che definiscono la loro esperienza, momento
quotidiani, piccoli gesti, piccole confessioni, abbracci, sorrisi.
Il regista sceglie l’unità di misura del primo piano per catturare
l’essenza di una giovinezza in bilico, vissuta con grande
consapevolezza, una giovinezza doppiamente effimera per le giovani
protagoniste, come le loro vite (una volta di più) e come la
stagione stessa. Questo sentimento di precariato dell’esistenza non
impedirà loro di affrontare piccole sfide con determinazione né di
gioire delle scoperte del mondo. Semplicemente, per loro, la
malinconia della fine dell’estate si carica di una malinconia di
fine imminente.
La grande chimica tra le protagoniste
Noée Abita e
Camilla Brandenburg (Skam
6), nelle loro interpretazioni rispettivamente di
Irène e Clara, portano vita e profondità ai loro personaggi,
trasmettendo la complessità dei loro sentimenti e il desiderio di
libertà e normalità. Il regista indugia molto anche sui loro corpi,
con affetto e tenerezza, esaltando questa fisicità esile, che
spezza le promesse che dovrebbe poter fare una vita giovane. E la
chimica tra le due attrici è palpabile, accentuata anche dalle
differenze, di colori, di carattere, di approccio alla vita. Hanno
in comune il desiderio di costruirsi per loro un’esperienza
indimenticabile, un ricordo prezioso, sono assetate di tutta la
vita che possono conquistarsi, senza guardare mai al futuro, ma
sempre all’oggi.
Non solo per una componente
linguistica, ma anche per scelte fotografiche e paesaggistiche, il
cinema di Carlo Sironi e questo
Quell’estate con Irène ricorda una certa
cinematografia francese, Rohmer e Assayas, una componente che rende
il film ancora più raffinato principalmente dal punto di vista
della qualità visiva. Il suo sguardo si conferma unico, nitido,
personale nel panorama italiano.
Quell’estate con
Irène è una meditazione garbata e toccante sulla natura
effimera del tempo e della vita, che si anima nei corpi e nelle
menti di due giovanissime donne che cercano un tempo in cui non
sentirsi provvisorie, nonostante tutto.
Blade
è decisamente uno dei film dei Marvel Studios più problematici di
sempre, passato – e ad oggi non ancora del tutto uscito –
attraverso diversi conflitti produttivi, diversi team creativi,
rinvii nella date di uscita e ai malumori del suo protagonista,
Mahershala Ali. Sono passati quattro anni da
quando il film è stato annunciato, con la pandemia che ha
naturalmente contribuito ai ritardi accumulatisi. Sembra però che
le cose potrebbero andare meglio d’ora in avanti, con l’insider
Daniel Richtman che riporta alcuni
incoraggianti aggiornamenti sul film.
Non solo le affermazioni secondo cui
il premio Oscar Ali avrebbe lasciato Blade sarebbero
false, ma Richtman conferma anche che Michael
Green (Blade
Runner 2049) sta riscrivendo la sceneggiatura. Ali sarebbe
soddisfatto dei cambiamenti apportati e sembra che sarà il regista
Yann Demange (’71,
Cocaine – La vera storia di White Boy Rick) a dirigere il
film, portandolo finalmente in sala. Richtman riporta anche che il
film sui Midnight Sons sarebbe ancora in lavorazione,
con una squadra composta da personaggi che non si sono riuniti al
fianco dei Vendicatori. Di conseguenza, è improbabile che Doctor
Strange compaia.
Blade, tutto quello che
sappiamo sul film
Del nuovo Bladee
si sa ancora molto poco se non che esplorerà la natura del
personaggio, un vampiro in grado di camminare alla luce del sole
che usa i suoi poteri per dare la caccia ai suoi simili malvagi. Il
personaggio era già stato raccontato al cinema con i film
Blade, Blade II e Blade: Trinity, dove ad
interpretare il personaggio vi era l’attore Wesley Snipes.
La scelta di Mahershala Ali per assumere ora tale ruolo
sembra aver messo d’accordo
tutti, con l’attore indicato perfettamente idoneo sia a livello
estetico che di carisma.
Il Bladedi
Ali, come noto, ha già avuto un suo piccolo ingresso nell’MCU. Sua è infatti
la voce che si può ascoltare nella scena post titoli di coda del
film Eternals, quella in cui
compare anche l’attore Kit Harington e
la celebre Lama d’Ebano, che a sua volta sembra comparirà in
Blade. Con il periodo di riprese annunciato, è solo
questione di tempo prima che inizio ad arrivare ulteriori notizie
sul film, sia per quanto riguarda il cast sia per quanto riguarda
il look del protagonista e dell’opera in sé. Ad oggi non è noto
quando il film arriverà in sala.
Ora che il cast principale del film
Fantastici
Quattro
è stato svelato, si attendono annunci riguardo a chi
interpreterà i villain –
i vociferati ma ancora non confermati Galactus e Dottor Destino
-, o altri ruoli secondari. Con la conferma che nel film sarà
presente anche il robot H.E.R.B.I.E., ci si chiede ora chi potrebbe
dargli voce. Secondo quanto riportato dall’insider Daniel Richtman,
per tale personaggio i Marvel Studios sarebbero alla
ricerca di un comico o una comica. Al tweet con la notizia
riportato da Fantastic Four Updates ha prontamente riposto
l’irriverente Ricky Gervais, commentando con “Posso
imprecare?”. Non è chiaro se ciò dovrebbe far pensare a sue
possibili trattative con i Marvel Studios, ma sarebbe certamente
interessante il suo coinvolgimento nel film.
Fantastici Quattro: quello che c’è da sapere sul
film
Come al solito con la Marvel, i dettagli
della storia rimangono segreti. Ma nei fumetti, i Fantastici
Quattro sono astronauti che vengono trasformati in
supereroi dopo essere stati esposti ai raggi cosmici nello spazio.
Reed acquisisce la capacità di allungare il suo corpo fino a
raggiungere lunghezze sorprendenti. Sue, la fidanzata di Reed (e
futura moglie), può manipolare la luce per diventare invisibile e
lanciare potenti campi di forza. Johnny, il fratello di Sue, può
trasformare il suo corpo in fuoco che gli dà la capacità di volare.
E Ben, il migliore amico di Reed, è completamente trasformato in,
beh, una Cosa, con dei giganteschi massi arancioni al posto del
corpo, che gli conferiscono una super forza – e un perpetuo cuore
pesante per il suo aspetto apparentemente mostruoso.
Matt Shakman
(“WandaVision”, “Monarch: Legacy of Monsters”) dirigerà Fantastici
Quattro, da una sceneggiatura di Josh
Friedman, Jeff Kaplan e Ian
Springer. La notizia del casting di Pascal era già
trapelata a novembre, mentre anche gli altri nomi erano usciti da
recenti indiscrezioni. Pedro Pascal è noto al mondo per le sue
interpretazioni in The
Mandalorian, The Last of
Us e prima ancora in Game of
Thrones. Vanessa Kirby ha fatto parte del franchise di
Mission Impossible e di
Fast and Furious, mentre Joseph
Quinnè diventato il beniamino dei
più giovani per la sua interpretazione di Eddie in Stranger Things 4. Ebon
Moss-Bachrach sta vivendo un momento d’oro grazie al
suo ruolo del cugino Ritchie in The
Bear. Il film è atteso al cinema il 25 luglio
2025.
Secondo il Dipartimento per lo Sviluppo dell’Ohio,
il film Superman:
Legacy di James Gunn dovrebbe essere girato sia a
Cleveland che a Cincinnati. La
cosa è interessante, in quanto queste due città hanno dei
precedenti con l’Uomo d’Acciaio e i fan si stanno infatti
già chiedendo se alcuni specifici edifici potrebbero comparire nel
film. Cleveland, innanzitutto, è dove è nato Superma per mano di
Jerry Siegel e Joe Shster, ma a
destare particolare interesse è la scelta di Cincinnati, dove si
trova il Cincinnati Union Terminal, struttura
architettonica che è già stata l’ispirazione visiva per la
Hall of Justice di Super Friends (un
insieme di serie televisive animate basate sui personaggi dei
fumetti della Justice League of America).
Una versione modificata
dell’edificio è stata anche utilizzata nell’Arrowverse per le
riprese esterne della Hall of Justice negli eventi
“Invasion!” e “Crisis on Infinite Earths“.
Sarebbe dunque strano scegliere Cincinnati come luogo delle riprese
e non includere tale edificio. La sua presenza nel film potrebbe
anticipare risvolti futuri e l’ingresso nel DC
Universe del gruppo di eroi principale per questo universo
condiviso. Dopo
una prima foto di gruppo del cast scattata a seguito della
prima lettura della sceneggiatura, con le riprese previste ora a
marzo ci si attende di poter avere qualche dettaglio in più sul
film e magari anche proprie sulle location che verranno
effettivamente utilizzate.
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU).
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
L’arcano
incantatore è il film del 1996 di Pupi
Avati con protagonisti Stefano
Dionisi, Carlo Cecchi, Eliana Miglio, Vittorio
Duse e Consuelo Ferrara.
La trama del film L’arcano incantatore
L’arcano
incantatore: XVIII secolo. Giacomo (Stefano Dionisi),
giovane seminarista colpevole d’aver ingravidato e costretto
all’aborto una giovane, deve lasciare Bologna per sfuggire a una
pesante condanna. Stringe un patto di sangue con una misteriosa
dama (può vederne soltanto gli occhi) che lo invia in una sperduta
contrada appenninica presso il maniero di un Monsignore (Carlo
Cecchi) malvisto dalla Curia per i suoi interessi esoterici.
Giacomo prende il posto di Nerio,
precedente servitore del religioso, morto avvolto da un alone
sinistro. Il giovane fuggiasco aiuta il Monsignore nei suoi
esperimenti esoterici, lo aiuta nella compilazione e nello
smistamento di lunghi messaggi cifrati, nelle ricerche tra gli
scaffali della sconfinata libreria. Giacomo, incalzato da un prete
investigatore inviato dalla Curia – vuole usarlo per saperne di più
sull’oscuro sacerdote – e tormentato da visioni ricorrenti di
presunte vittime di Nerio, si trova incastrato in una ragnatela di
dubbi e timori, non senza cominciare a provare un po’ d’affetto
verso il cupo e affascinante Monsignore. Tuttavia, proprio cercando
di aiutare il padrone, Giacomo giunge a una sconvolgente
rivelazione, destinata a legarlo per sempre al patto di sangue
stretto all’inizio del suo sinistro esilio…
L’horror fantasy di Pupi Avati
C’è lo spaghetti western, c’è il
tortellini horror-fantasy: ed è cosa di Pupi Avati. Le puntate del
prolifico cineasta bolognese nei territori del brivido e del
sovrannaturale non sono frequenti, ma ben distribuite in una
quarantennale filmografia generalmente sviluppata su altri toni (ma
inaugurata cercando di procurare qualche tremore con
Balsamus, l’uomo di Satana e Thomas e gli
indemoniati).
L’arcano
incantatore, uscito nel 1996, è il penultimo lavoro di
questo filone (Il nascondiglio, del 2007, è il più
recente). Dominato dalla performance di Carlo Cecchi, capace di
dare ambigua e tenebrosa consistenza al Monsignore,
L’arcano incantatore di Avati riesce a tener
desta l’attenzione dello spettatore fino alla fine: il buio di
Giacomo è il buio di chi guarda, difficile quindi annoiarsi. La
vicenda è raccontata dal protagonista, imprigionato nel patto
demoniaco stipulato prima di lasciare Bologna, a un frate che
speranzoso lo interroga sulla sua vicenda; in altre parole, la
storia principale è un lungo flashback che s’ingenera da un’esile
cornice, incarnandosi in immagini e suoni a partire dalla voce
sofferente del protagonista.
Il cattolico Pupi elegge la Chiesa
a solido scoglio e luce, nonostante tutto; la verità e la quiete,
alla fine, altro non sono che il recinto buono di una parrocchia.
Nessuna voglia di negare il trascendente e ridurlo ad
allucinazione, incubo, visione; né di radiosi sollievi razionali.
Anzi: c’è il Maligno, diffuso nella campagna e nel mondo, lesto a
far leva sugli errori e le sviste degli uomini, a offrirsi in
qualità di servo – come si dice ne L’arcano
incantatore – per farsi subito padrone.
Qualche assonanza con Il
nome della rosa di Jean-Jacques Annaud (su temi ed
elementi assai rilevanti anche nel romanzo di Eco): la biblioteca
buia e un po’ labirintica, i messaggi in codice, la conturbante
presenza delle converse (in una casa poco distante dal maniero) che
richiama l’animalesca foga dell’indemoniata che inizia Adso ai
piaceri della carne.
Le converse – espulse dal convento,
rifiutate dalla loro case – sono terreno fertile per richiamare
l’amato (da Pupi)
Fellini: vesti svolazzanti di candore, fianchi torniti,
sorrisi. E le ostie vivacemente impastate e ritagliate dalle
giovani si offrono ingannevoli alla cinepresa, per pochi istanti,
come grasse e non sacre sfoglie pronte a chiudersi su un ripieno di
carne, saziando l’ossessione culinaria dell’autore e quasi facendo
esclamare: “Mancan sol Gianni Cavina e il jazz”.
La regista e sceneggiatrice
Greta Gerwig è attualmente impegnata con la
stagione dei premi, in vista degli
Oscar che si svolgeranno il 10 marzo dove il suo film
Barbie è candidato a 8 Oscar, di
cui quello per lei stessa nella categoria Miglior sceneggiatura
originale. Una volta conclusosi questo periodo, però, Gerwig avrà
da occuparsi dei due film di Le Cronache di
Narnia che realizzerà per Netflix. L’anno
scorso la regista aveva dichiarato di essere
“adeguatamente spaventata“ dall’idea di adattare i
romanzi sacri di C.S. Lewis, ma all’epoca ha anche
osservato: “Penso che quando ho paura sia sempre un buon segno.
Forse quando smetterò di avere paura, sarà come dire: ‘Forse non
dovrei farlo’. No, ne sono terrorizzata. È straordinario. Ed è
emozionante“.
Ora, nella sua nuova intervista alla
rivista Time, Gerwig ha rivelato di aver
completato una bozza della sceneggiatura prima ancora che
iniziassero le riprese di Barbie. “Sapere che avevo
gettato le basi per ‘Narnia’ e che volevo tornarci, probabilmente è
qualcosa che mi sono imposta psicologicamente“, ha detto la
Gerwig. “Perché so che la cosa giusta, per me comunque, è
continuare a fare film. Qualunque cosa accada, buona o cattiva,
devi continuare ad andare avanti. Non mi stupisce mai che qualcuno
ti dia dei soldi per fare un film“. La Gerwig ha poi
sottolineato di aver voluto fare i film di Narnia perché attratta
dalla qualità “euforicamente onirica” della scrittura di
Lewis.
“È legato al folklore e alle
storie di fate dell’Inghilterra, ma è una combinazione di
tradizioni diverse“, ha detto. “Da bambino, accetti tutto:
sei in questa terra di Narnia, ci sono i fauni e poi arriva Babbo
Natale. Non ti viene nemmeno in mente che non sia schematico. Mi
interessa abbracciare il paradosso dei mondi creati da Lewis,
perché è questo che li rende così avvincenti”. Proseguono
dunque i lavori sui due film, con le riprese che dovrebbero
svolgersi già nel 2024. Ad oggi non si hanno informazioni
riguardanti il cast ma è possibile che degli annunci a riguardo
verranno fatti nei prossimi mesi.
Le Cronache di Narnia arriva su Netflix
Nel 2018 Netflix aveva firmato un accordo pluriennale con la
The C.S. Lewis Company per poter sviluppare film e
serie televisive basati su tutti e sette i romanzi di
Narnia. “È meraviglioso sapere che le persone di tutto
il mondo non vedono l’ora di vedere di più su Narnia e che i
progressi nella tecnologia di produzione e distribuzione ci hanno
permesso di far riprendere vita alle avventure di Narnia portandole
tutto il mondo“, aveva dichiarato Douglas
Gresham, figliastro di Lewis. Ad ora sono stati annunciati
solo i due film affidati a Greta Gerwig, ma gli accordi originali
prevedono anche una serie televisiva,
quindi potrebbe esserci altro in serbo per il futuro.
A qualche giorno dalla messa in onda
dell’ultimo episodio della quarta stagione (qui
la recensione e
qui la spiegazione del finale), True
Detective è ora stata rinnovata dalla HBO per una
quinta stagione, stando a quanto riportato da
Variety. Issa López, già autrice della quarta
stagione nota come True
Detective: Night Country, si occuperà di gestire anche la
prossima appena annunciata. Un rinnovo che non risulta una grande
sorpresa, dato che Night Country, interpretata da Jodie Foster e Kali Reis è
stata la più vista finora, con 12,7 milioni di spettatori su più
piattaforme. Il finale di stagione del 18 febbraio è stato poi
l’episodio più visto della stagione, con 3,2 milioni di spettatori
su HBO e Max. Si tratta di un aumento del 57% rispetto alla prima
puntata di gennaio.
“Dalla concezione alla
realizzazione, ‘Night Country’ è stata la collaborazione e
l’avventura più bella di tutta la mia vita creativa“, ha
dichiarato López. “La HBO si è fidata della mia visione fino in
fondo e l’idea di dare vita a una nuova incarnazione di ‘True
Detective’ con Casey, Francesca e tutta la squadra è un sogno che
si realizza. Non vedo l’ora di ripartire“. “Issa Lopez è
un talento unico e raro che parla direttamente allo spirito
creativo della HBO“, ha aggiunto Francesca
Orsi, vicepresidentessa esecutiva della programmazione HBO
e responsabile delle serie drammatiche e dei film HBO.
“Ha diretto ‘True Detective:
Night Country” dall’inizio alla fine, senza mai vacillare dalla sua
lodevole visione e ispirandoci con la sua resilienza sia sulla
pagina che dietro la macchina da presa. Insieme alle impeccabili
interpretazioni di Jodie e Kali, ha reso questo capitolo del
franchise un enorme successo, e siamo davvero fortunati ad averla
come parte della nostra famiglia“. Non resta ora che attendere
maggiori informazioni su questa quinta stagione, a partire da quali
attori verranno scelti come protagonisti e con quale vicenda si
troveranno ad avere a che fare.
Cosa succede in True Detective: Night Country?
In
True Detective: Night Country, quando la lunga notte
polare scende su Ennis, Alaska, gli otto uomini che lavorano
all’interno della Tsalal Arctic Research Station svaniscono senza
lasciare traccia. Per risolvere il caso, le detective Liz Danvers
(Foster) e Evangeline Navarro (Reis) dovranno prima confrontarsi
con il loro lato oscuro, e scavare tra le inquietanti verità che
giacciono sepolte sotto i ghiacci perenni. Quando le detective
ritroveranno i corpi scomparsi, dovranno decifrare complessi
messaggi e rispolverare un vecchio caso, prima che il ghiaccio,
sciogliendosi, riporti in superficie gli orrori del passato. Come
ama ripetere la detective Danvers: qual è la domanda giusta da
porsi?
Issa López è showrunner, creatrice,
regista ed executive producer. Jodie Foster, oltre ad essere protagonista, è
anche executive producer insieme a Mari Jo Winkler, Barry
Jenkins, Adele Romanski e Mark Ceryak di PASTEL, Chris
Mundy, Alan Page Arriaga, Steve Golin, Richard Brown,
Matthew McConaughey, Woody Harrelson, Cary Joji
Fukunaga e Nic Pizzolatto. Produttori Princess Daazhraii Johnson;
Cathy Tagnak Rexford; Sam Breckman.
Detective
Knight, Survive the Night,
Reprisal,I predoni e
Trauma Center – Caccia al
testimone, questi sono solo alcuni dei film a cui ha preso
parte l’attore Bruce Willis
negli ultimi anni. Si tratta per lo più di thirller d’azione a
basso costo, nei quali Willis ha in realtà spesso e volentieri dei
ruoli marginali, ma che i suoi fan apprezzano per il genuino gusto
per l’intrattenimento che essi offrono. Tra questi suoi ultimi
titoli prima del ritiro forzato, si annovera
anche Midnight in the Switchgrass,
film del 2021 anche noto con il sottotitolo Caccia al
serial killer, diretto da Randall
Emmett e basato sulla vera storia di uno dei più
crudeli assassini degli Stati Uniti.
Willis, che ha negli ultimi anni
ridotto drasticamente i suoi impegni cinematografici, limitandosi a
brevi apparizioni che comportano dunque il minimo impegno
possibile, si è trovato con Midnight in the Switchgrass a
prendere ad un film più impegnativo rispetto agli altri in cui ha
recitato in questi ultimi anni. Si tratta inoltre del suo ultimo
film uscito al cinema, in quanto quelli venuti dopo sono tutti
stati distribuiti direttamente in home-video. Tra thriller,
detective story ed elementi orrorifici, questo suo nuovo
prodotto è dunque un titolo che i suoi fan non possono
perdersi.
Ora che l’attore ha annunciato il suo ritiro,
recuperare anche questi suoi ultimi film può essere un dovuto
omaggio alla sua carriera. Prima di intraprendere una visione di
Midnight in the Switchgrass, però, sarà certamente utile
approfondire alcune delle principali curiosità relative ad esso.
Proseguendo qui nella lettura sarà infatti possibile ritrovare
ulteriori dettagli relativi alla trama, al
cast di attori e alla vera storia a
cui siispira. Infine, si elencheranno
anche le principali piattaforme streaming
contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Midnight in the Switchgrass
La tranquilla cittadina di
Pensacola, in Florida, viene improvvisamente sconvolta da una serie
di brutali omicidi. Le forze dell’ordine danno allora il via ad una
frenetica operazione di ricerca, con l’obiettivo di svelare chi si
nasconde dietro quei raccapriccianti delitti. Ad interessarsi del
caso è anche l’agente Byron Crawford, convinto che
si tratti dell’opera di un serial killer che sta ricercando da
anni. Nel frattempo, però, l’agente dell’FBI Karl
Helter e la sua partner sotto copertura Rebecca
Lombardi sono impegnati su un caso di traffico sessuale.
Ben presto, si renderanno conto di star inseguendo la medesima
persona e uniranno le forze per cercare di trovarla e
arrestarla.
Come anticipato,
Bruce Willis è presente nel ruolo dell’agente Karl
Helter, mentre la sua partner Rebecca Lombardi è interpretata da
Megan Fox, attrice divenuta celebre grazie
alla saga di Transformers. Emile Hirsch, noto in particolare per il
film Into the Wild – Nelle terre selvagge, interpreta
invece l’aggente Byron Crawford. Fanno poi parte del cast gli
attori Lukas Haas nel ruolo di Peter,
Colson Baker in quelli di Calvin e
Michael Beach nei panni della detective
Yarbrough. Completano il cast Caitlin
Carmichael nei panni di Tracey Lee e Welker
White come Georgia Kellogg. Sistine
Stallone, figlia di Sylvester
Stallonee qui al suo secondo film, è invece
Heather.
Midnight in the Switchgrass è ispirato ad una storia
vera?
Il film – pur spostando in Florida
la vicenda – è basato sulla storia vera del più pericoloso serial
killer del Texas, Robert Benjamin Rhoades, noto anche
come The Truck Stop
Killer (L’assassino dell’autogrill). Serial killer
e stupratore americano, è stato confermato che Rhoades ha torturato
e ucciso almeno due coppie in Illinois e in Texas nel 1989 e nel
1990, ed è inoltre sospettato di aver torturato, stuprato e ucciso
più di cinquanta donne tra il 1975 e il 1990, sulla base dei dati
relativi ai percorsi dei suoi camion e alle donne scomparse in
quegli anni che corrispondevano al profilo delle sue vittime
preferite.
La prima parte della vita di Rhoades
è stata relativamente normale, a parte problemi sociali durante gli
anni scolastici. Partecipava però attivamente alle attività
extrascolastiche delle scuole che frequentava e si impegnava in
vari sport e altri programmi, tra cui calcio, wrestling, coro e
club di francese. Durante questo periodo, le attività criminali di
Rhoades si limitavano ad un arresto nel 1961 all’età di 16 anni per
manomissione di un veicolo e ad un arresto per rissa in pubblico
nel 1962 all’età di 17 anni. Dopo essersi diplomato alla Thomas
Jefferson High School di Council Bluffs nel 1964, si è arruolato
nel Corpo dei Marines, ma venne poi congedato con disonore per il
suo coinvolgimento in una rapina.
Le sue attività da serial killer
vengono poi alla luce a partire dal 1990, quando l’agente Tim
Miller, insospettito dal camion di Rhoades, va a perquisirlo e vi
ritrova una donna nuda e ammanettata. Miller procedette subito con
l’arresto del proprietario e dopo ulteriori indagini si stabilì un
collegamento con alcuni casi precedenti di omicidi. Tra le vittime
identificate di Rhoades vi sono la ventiquattrenne Patricia
Candace Walsh e il marito ventiseienne Douglas Scott
Zyskowski, la quattordicenne Regina Kay Walters e il
fidanzato diciottenne Ricky Lee Jones. La diciottenne
Shana Holts aveva invece avvisato le autorità di essere
stata adescata da Rhoades ma ha poi rifiutato di sporgere denuncia,
ritenendo che non sarebbe stata creduta nonostante le numerose
prove.
Nel 1994, Rhoades è stato condannato
per l’omicidio di primo grado di Regina Kay Walters e all’ergastolo
senza condizionale presso il Menard Correctional Center di Chester,
Illinois. In seguito Rhoades è stato estradato in Texas per
l’omicidio di Walters e Jones, dove Rhoades, in cambio
dell’annullamento della pena di morte, si è dichiarato colpevole
della loro morte e ha ricevuto una seconda condanna all’ergastolo.
Rhoades, oggi 78enne, continua ancora adesso a scontare la sua
condanna all’ergastolo senza condizionale presso il Menard
Correctional Center di massima sicurezza di Chester, Illinois.
Il trailer di Midnight in the
Switchgrass e dove vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Midnight in the Switchgrass grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV, Now e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 22
febbraio alle ore 23:30 sul canale
Rai 4.
Il cinema statunitense non tarda mai
a celebrare i propri eroi, ma non quelli in calzamaglia della
Marvel e della DC, bensì i veri
eroi di tutti i giorni dimostratisi pronti a sacrificare la propria
vita per salvare quella degli altri in momenti di pericolo. Film
come Deepwater
– Inferno sull’oceano, Richard
Jewell o Boston
– Caccia all’uomo sono solo alcuni esempio di questo tipo,
tra i quali si può ritrovare però anche Fire Squad – Incubo di fuoco. Diretto nel
2017 da Joseph Kosinski (regista poi divenuto
celebre per aver diretto Top Gun: Maverick), questo
film ripercorre l’incredibile dimostrazione di coraggio di un
gruppo di vigili del fuoco, disposti a tutto pur di fermare
l’avanzata di un terrificante incendio.
Un’altra storia vera portata al
cinema dunque, con un film che dà un lato mira dunque a celebrare
l’eroicità dei coinvolti, ma dall’altro evidenzia anche la forza
della natura e il delicato equilibrio che occorre preservare tra
questa e l’uomo. Interpretato da noti attori di Hollywood,
Fire Squad – Incubo di fuoco è dunque un epico racconto di
coraggio, che tuttavia al momento della sua uscita in sala –
nonostante sia stato accolto positivamente dalla critica – si è
rivelato un cocente flop al box office. A distanza di qualche anno,
è tuttavia un film da recuperare e riscoprire, specialmente per la
forza del racconto proposto.
Per gli appassionati di queste
storie e di questo genere è dunque un titolo da non perdere, che
grazie al suo passaggio televisivo permette di riportare notorietà
su uno dei più tragici disastri naturali della storia degli Stati
Uniti. Prima di intraprendere una visione del film, però, sarà
certamente utile approfondire alcune delle principali curiosità
relative ad esso. Proseguendo qui nella lettura sarà infatti
possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla trama e al
cast di attori. Infine, si elencheranno anche le principali
piattaforme streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama e il cast di Fire Squad – Incubo di
fuoco
Protagonista è Eric
Marsh, sovrintendente dei vigili del fuoco di Prescott, in
Arizona, il quale forma una nuova squadra di pompieri di prima
linea con giovani reclute. Grazie a tanti sacrifici, determinazione
e all’aiuto del capo divisione Duane Steinbrink,
Eric riesce dunque a formare la sua squadra, nota come l’élite dei
Granite Mountain Hotshot. Le capacità e il coraggio di questi
uomini verranno però messi a dura prova durante l’incendio del 2013
noto come lo Yarnell Hill Fire, che minaccia di
arrivare fin dentro Prescott. Il gruppo di diciannove eroici
pompieri – tra cui spicca il giovane Brendan
McDonough – cercherà dunque in ogni modo di proteggere le
proprie case e le vite dei propri cari.
Ad interpretare il ruolo di Eric
Marsh vi è l’attore Josh Brolin, mentre nel ruolo di Brendan
McDonough si ritrova Miles Teller. L’altro grande nome presente nel
cast è quello di Jeff Bridges, nel ruolo di Duane Steinbrink,
ma anche quello dell’attrice premio Oscar Jennifer Connelly, nel ruolo di Amanda Marsh.
Recitano poi nel film James Badge Dale nel ruolo
di Jesse Steed, Alex Russell in quello di Andrew
Ashcraf, Dylan Kenin nel ruolo di Robert Caldwell
e Taylor Kitsch in quello di Christopher
MacKenzie. Completano il cast Geoff Stults nei
panni di Travis Carter, Ryan Busch in quelli di
Dustin DeFord e Sam Quinn in quelli di Grant
McKee.
La storia vera dietro Fire Squad – Incubo di
fuoco
Il film si basa
sull’articoloNo Exit scritto dal
giornalista Sean Flynn, che racconta la
vera storia dell’incendio di Yarnell
Hill del 2013 in Arizona, in cui persero la vita alcuni
membri della squadra dei pompieri che cercavano di domare le
fiamme. Tutto ebbe inizio quando alle 17.36 del 28 giugno 2013 un
fulmine innescò un incendio sulle terre del Bureau of Land
Management, vicino a Yarnell in Arizona, una città di circa 700
abitanti a circa 120 chilometri a nord-ovest di Phoenix. Il 30
giugno il forte vento, che raggiungeva più di 35 km/h, spinse il
fuoco da 120 ettari a oltre 800 ettari. Una prolungata siccità che
interessò l’area conitribuì poi alla rapida propagazione
dell’incendio e al suo comportamento irregolare.
Hanno così avuto inizio massicce
operazioni di contenimento dell’incendio come anche di salvataggio
dei civili rimasti bloccati per via di questo nelle proprie
residenze. L’incendio venne poi dichiarato estinto del tutto solo
il 10 luglio. Nel corso delle operazioni iniziali, il 30 giugno, 19
membri dell’interagenzia Granite Mountain Hotshots dei Vigili del
Fuoco di Prescott sono stati sopraffatti e uccisi dalle fiamme.
L’unico sopravvissuto della squadra di 20 uomini era
Brendan McDonough, di 21 anni. Lui e Brian
Frisby, il sovrintendente degli hotshot di Blue Ridge,
stavano spostando i veicoli della squadra in un luogo più sicuro al
momento dell’intrappolamento della squadra dei Granite
Mountain.
L’incendio di Yarnell
Hill è stato il più letale evento di questo genere
avvenuto negli Stati Uniti dall’incendio di East Bay Hills del
1991, che ha ucciso 25 persone, e il più letale incendio boschivo
per i vigili del fuoco degli Stati Uniti dall’incendio del Griffith
Park del 1933, che ha ucciso 29 vigili del fuoco civili
improvvisati. È stato anche il più fatale incidente di qualsiasi
tipo che abbia coinvolto i vigili del fuoco statunitensi dopo gli
attentati dell’11 settembre, che hanno ucciso 343 persone. Oltre ai
19 pompieri rimasti uccisi, si contano 23 feriti, 600 sfollati, 129
edifici distrutti e un’area di 3.400 ettari andata a fuoco.
Il trailer di Fire Squad –
Incubo di fuoco e dove vedere il film in streaming e in
TV
È possibile fruire di Fire Squad – Incubo di fuoco grazie alla
sua presenza su alcune delle più popolari piattaforme streaming
presenti oggi in rete. Questo è infatti disponibile nei cataloghi
di Rakuten TV, Google Play, Apple TV e
Prime Video. Per vederlo, una volta
scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il singolo
film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così modo di
guardarlo in totale comodità e ad un’ottima qualità video. Il film
è inoltre presente nel palinsesto televisivo di giovedì 22
febbraio alle ore 21:10 sul canale
Rai Movie.
Il regista di Superman:
Legacy, James
Gunn, ha condiviso su Instagram la prima foto del cast del film,
scattata subito dopo il primo “tavolo di lettura”. Nella
didascalia si legge: “Dopo il tavolo di lettura di Superman con il cast. Eve, Mr.
Terrific, Superman/Clark, Otis, Lex, il produttore Peter Safran,
Jimmy, Metamorpho, Lois, Hawkgirl, me, Guy, The Engineer tutti
insieme per la prima volta! Che giorno meraviglioso!”
Superman: Legacy, tutto
quello che sappiamo sul film
Superman:
Legacy, scritto e diretto da James Gunn, non
sarà un’altra storia sulle origini, ma il Clark Kent che
incontriamo per la prima volta qui sarà un “giovane reporter” a
Metropolis. Si prevede che abbia già incontrato Lois Lane e,
potenzialmente, i suoi compagni eroi (Gunn ha detto che
esistono già in questo mondo e che l’Uomo di domani non è il primo
metaumano del DCU).
Il film è stato anche descritto come
una “storia
delle origini sul posto di lavoro“, suggerendo che una
buona parte del film si concentrerà sull’identità civile di
Superman, Clark Kent, che è un giornalista del Daily Planet.
Secondo quanto riferito, Gunn ha consegnato la prima bozza della
sua sceneggiatura prima dello sciopero degli sceneggiatori, ma ciò
non significa che la produzione non subirà alcun impatto in
futuro.
“Superman: Legacy è il vero
fondamento della nostra visione creativa per l’Universo
DC. Non solo Superman è una parte iconica della tradizione DC,
ma è anche uno dei personaggi preferiti dai lettori di fumetti,
dagli spettatori dei film precedenti e dai fan di tutto il
mondo”, ha detto Gunn durante l’annuncio della lista DCU. “Non vedo
l’ora di presentare la nostra versione di Superman, che il pubblico
potrà seguire e conoscere attraverso film, film d’animazione e
giochi”. Superman:
Legacy uscirà nelle sale l’11 luglio 2025.
Il regista francese Luc
Besson ha dato vita con i suoi film ad alcuni tra i più
avvincenti personaggi femminili degli ultimi decenni. Titoli come
Nikita,Léon, Il Quinto
Elemento, Lucy o il più recente
Valerian e la città dei mille
pianeti vantano figure di donne complesse, in grado di
rubare la scena a quanti gli stanno intorno. Anche il suo ultimo
film, Anna, uscito nel 2019, è dominato
da una protagonista ricca di risorse e imprevedibile tanto nel
pensiero quanto nelle azioni. Anna è infatti una letale assassina,
degna erede delle donne al centro dei poc’anzi citati titoli del
regista francese.
Al di là della sua protagonista,
Anna si configura dunque come un puro action thriller come
solo Besson, anche sceneggiatore del film, sa realizzarli. In
particolare, questo suo nuovo lungometraggio vanta numerose
somiglianze proprio con quel
Nikita che tanta fortuna e popolarità portò a Besson a
inizio anni Novanta. Sfortunatamente, Anna è stato
influenzato negativamente dalle accuse di cattiva condotta morale
emerse nei confronti dello stesso regista. A causa di ciò il film è
stato poco pubblicizzato, passando quasi inosservato. Eppure,
Anna meriterebbe di essere guardato a prescindere da tali
circostanze, in quanto esempio di buon film di genere.
Gli appassionati di questa tipologia
di film, in cui si possono annoverare titoli simili come
Atomica Bionda o Red Sparrow, potranno trovare
infatti diversi elementi dal grande fascino, oltre ad una storia
ricca di colpi di scena e attori di grande popolarità
internazionale. Prima di intraprendere una visione del film, però,
sarà certamente utile approfondire alcune delle principali
curiosità relative a questo. Proseguendo qui nella lettura sarà
infatti possibile ritrovare ulteriori dettagli relativi alla
trama e al cast di attori.
Infine, si elencheranno anche le principali piattaforme
streaming contenenti il film nel proprio catalogo.
La trama di Anna
Il film è ambientato nella Mosca del
1985, ancora sotto il dominio dell’URSS. Protagonista della storia
di Anna, una giovane dalla straordinaria bellezza
con un violento passato alle spalle. Dietro il suo volto d’angelo,
la ragazza nasconde però un grande segreto: è un temibile killer
del KGB. Dopo aver terminato l’addestramento, Anna si vede affidata
a Olga, che di volta in volta le affida compiti e
mansioni con un solo fine: l’omicidio. Dopo anni di servizio, però,
Anna non desidera altro che la libertà e una vita tranquilla, ma
Vassiliev, capo del KGB, non è affatto disposto a
lasciarla andare.
Mentre lavora sotto copertura come
modella ad una nuova missione, viene però fermata e interrogata
dall’agente della CIA Leonard, che le chiede di
collaborare con loro per uccidere Vassiliev. In cambio Anna
riceverebbe una nuova identità e l’esistenza che ha sempre
desiderato, lontano dall’URSS e sotto un programma di protezione
alle Hawaii. La bellissima killer russa dovrà dunque decidere se
accettare di fare il doppio gioco contro il suo stesso paese o
rimanervi fedele. Nel clima di sempre maggiore tensione che si
genererà, Anna dovrà inoltre capire di non potersi fidare di
nessuno e di poter contare solo su sé stessa per ottenere ciò che
vuole.
Anna: il cast di attori del film
Come si può intuire dalla trama,
buona parte dei personaggi del film sono di nazionalità russa.
L’unica attrice effettivamente russa a recitare in Anna è
però Saša Luss, una supermodella qui al suo primo
ruolo da protagonista in un film. È lei a dare vita all’assassina
Anna, ruolo per il quale si è addestrata duramente, seguendo per
diversi mesi allenamenti volti a farle acquistare l’agilità e la
forza proprie del suo personaggio. Accanto a lei, nei panni di
Olga, vi è invece la premio Oscar Helen Mirren,
la quale pur essendo inglese vanta alcuni antenati russi. L’attore
Eric Godon, invece, interpreta Vassiliev, capo del
KGB.
Lera Abova, qui al
suo debutto come attrice, interpreta Maude, modella che Anna
conosce durante la sua nuova missione, mentre il ruolo dell’agente
della CIA Leonard Miller è interpretato dall’attore Cillian Murphy.
Di quest’ultimo, la Luss ha raccontato una divertente curiosità:
ogni loro conversazione avuta al di fuori delle riprese riguardava
sempre la moglie dell’attore o il suo cane. Murphy, inoltre, in
seguito all’emergere delle accuse nei confronti di Besson, si è
detto scioccato della cosa, rifiutandosi di guardare il film
finito. Infine, l’attore Luke Evans è
presente nei panni di Alex Tchenkov, agente del KGB che scopre il
talento di Anna.
Ci sarà un sequel di Anna?
Nel finale del film, Anna esprime la
sua gratitudine a Olga ma rivela di aver conservato le prove del
suo coinvolgimento nell’omicidio di Vassiliev nel caso in cui la
sua vecchia responsabile tradisca il loro accordo. Olga sorride
ammirata e procede allora alla cancellazione del file di Anna dal
database ufficiale del KGB. Per quanto si tratti di un finale
piuttosto autoconclusivo, Besson ha detto di non escludere la
possibilità di realizzare un sequel, richiamando dunque in azione
la letale assassina. Ad oggi, però, non sembrano esserci piani per
un sequel e il regista non è più tornato sull’argomento.
Il trailer di Anna e dove
vedere il film in streaming e in TV
È possibile fruire di
Anna grazie alla sua presenza su alcune
delle più popolari piattaforme streaming presenti oggi in rete.
Questo è infatti disponibile nei cataloghi di Rakuten TV,
Google Play, Apple iTunes e Amazon Prime Video. Per vederlo, una
volta scelta la piattaforma di riferimento, basterà noleggiare il
singolo film o sottoscrivere un abbonamento generale. Si avrà così
modo di guardarlo in totale comodità e al meglio della qualità
video. Il film è inoltre presente nel palinsesto televisivo di
giovedì 22 febbraio alle ore
21:20 sul canale Rai 2.
Le uscite al
cinema di questa settimana sono davvero numerose tra cui
spicca il titolo di un candidato a ben cinque premi Oscar 2024. Il
film in questione è l’acclamato
La zona d’interesse scritto e diretto da Jonathan
Glazer. La pellicola acclamata dalla critica, è l’adattamento
cinematografico del romanzo omonimo del 2014 scritto
da Martin Amis, ed è stata presentata in
concorso al
Festival di Cannes 2023. Ma in questo giovedì non c’è spazio
solo per vere e atroci accadute in passato ma anche per ridere, con
il debutto alla regia dell’attrice italiana
Margherita Buy.
Vediamo insieme le uscite
al cinema di questa quarta settimana di Febbraio
Bob Marley – One Love
Il primo titolo di
leuscite al cinema di febbraio è
Bob
Marley: One Love del regista Reinaldo Marcus
Green. Questo biopic musicale è un
omaggio alla figura e alla carriera di Bob Marley,
interpretato dal britannico
Kingsley Ben-Adir, icona della musica che ancora oggi ispira le
nuove generazioni.
La storia si concentra sugli anni
in cui il re del reggae decise di auto esiliarsi a Londra, dopo
l’attentato subito con la moglie Rita in Giamaica,
dopo il concerto a Kingston che nelle intenzioni di Marley avrebbe
dovuto contribuire a riappacificare i due principali partiti
politici del Paese. Nel cast ci sono anche James Norton,
Lashana Lynch, Michael Gandolfini e Anthony
Welsh.
Demon Slayer – Verso l’allenamento
dei pilastri
Demon
Slayer – Verso l’allenamento dei pilastri al cinema è un è
vero evento per i numerosi fans della serie anima
giapponese che si possono godere sul grande schermo i loro
beniamini. Questo film proietta prima il finale della terza
stagione e poi si anticipa l’inizio della
quarta in cui i Pilastri, Demon slayers
più potenti, si radunano per allenare i futuri cacciatori di demoni
e per sconfiggere il demone Muzan.
Emma e il giaguaro nero
La protagonista di
Emma e il giaguaro nero è un’adolescente cresciuta in
Amazzonia con i genitori appassionati
ambientalisti. Dopo la morte della madre Emma si trasferisce a New
York con il padre, ma quando viene a sapere che il giaguaro
nero, con cui era cresciuta, ora rischia di essere
catturato dai bracconieri come specie rara, scappa e ritorna nella
foresta per salvare il suo amico felino.
La zona d’interesse
Sandra Hüller in una scena di La zona d’interesse
La Zona d’interesse mostra la quotidiana quiete di una famiglia
tradizionale tedesca, un marito, una moglie e il loro cinque figli
immersi in un bucolico Eden, fatto di tuffi in piscina, domeniche
trascorse a pescare in riva al fiume. Solo che il pater familias
all’anagrafe si chiamava Rudolph Hoss, il
criminale militare di guerra tedesco, membro delle SS e primo
comandante del campo di Auschwitz.
La loro deliziosa villetta infatti
si trovava oltre un muro, quello dove ogni giorno venivano
sterminati con il gas i prigionieri del campo di concentramento, ma
la sola preoccupazione della famiglia Hoss era continuare a vivere
nella loro splendida cornice. I coniugi Hoss sono interpretati da
Christian Friedel e da
Sandra Hüller, l’attrice protagonista di
Anatomia di una caduta.
Martedì e Venerdì
Il cantante
Fabrizio Moro torna dietro la macchina da presa con il
drammatico Martedì e
Venerdì scritto e diretto con Alessio De
Leonardis. La trama racconta di Marino,
l’attore
Edoardo Pesce, è in un momento particolare della sua vita,
infatti si è appena separato da sua moglie Simona e può
vedere sua figlia soltanto due giorni a
settimana, martedì e venerdì.
A causa di vecchie tasse non
pagate, è costretto a chiudere la sua officina motociclistica, ma
le difficoltà economiche crescenti e l’incapacità di far fronte lo
spingono a unirsi alla banda di un amico criminale.
Night Swim
In le uscite al
cinema c’è anche spazio per l’horrorNight
Swim di Bryce McGuire. Il protagonista di
questo film è Ray Waller, interpretato da
Wyatt Russell, un ex giocatore di baseball della Major League
costretto al ritiro anticipato a causa di una malattia
degenerativa, che si trasferisce in una nuova casa con una
bellissima piscina insieme alla premurosa moglie Eve, l’attrice
Kerry
Condon, alla figlia adolescente Izzy e al figlio Elliot. Ma un
oscuro segreto nel passato della casa scatenerà una forza maligna
che trascinerà la famiglia negli abissi di un terrore
profondissimo.
The Cage – Nella gabbia
The Cage – Nella gabbia vede protagonista Giulia,
Aurora Giovinazzo, ex promessa dell’MMA
femminile, che ha lasciato il mondo degli incontri dopo un
tragico incidente avvenuto proprio durante uno dei suoi
combattimenti.
Lavora in un piccolo zoo insieme al
fidanzato Alessandro, ma la sua nuova vita è scossa dal forte
desiderio di ritornare sul ring per ottenere la sua rivincita
contro Beauty Killer, l’atleta che è stata causa
del suo abbandono. Ad aiutarla ed incoraggiarla c’è Serena,
Valeria Solarino, la sua nuova allenatrice. Il
loro legame profondo aiuterà Giulia ad affrontare le sue paure
liberandola dalla gabbia all’interno della quale rischia di
rimanere rinchiusa.
Volare
Le uscite al
cinema si conclude con
Volare, che esplora la fobia di
prendere l’aereo, un timore irrazionale
condiviso da molte persone. La
protagonista AnnaBì, l’attrice
Margherita Buy, è un’attrice costretta a rinunciare a numerose
opportunità a causa di questa paura che la blocca.
Quando sua figlia decide di partire
per studiare negli Stati Uniti, la donna si trova di fronte alla
necessità di affrontare questo problema si iscrive ad un
corso insieme a un gruppo variegato di ansiosi come lei,
tutti desiderosi di vincere il loro timore di salire su un aereo.
Nel cast del film, oltre alla regista Buy,
troviamo Elena Sofia Ricci, Giulia
Michelini, Anna Bonaiuto, Euridice Axen, Francesco
Colella e Matteo Oscar Giuggioli.